As Cold as the Northern Wind

di TheGreatAndPowerfulZael
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Il ragazzo del Nord ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - La Squadra di Zael? ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Nuove Hissatsu ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Il primo scontro ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Sospeso?! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Fiducia ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Nuovi Arrivi ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Ricordi Dolorosi ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Ritorno al Passato ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - La fine della Gemini Storm ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Ostilità e Sorprese ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Quando cala l'Oscurità ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Una Buona Ragione ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - Scelte (Parte 1) ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Scelte (Parte 2) ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Fuga ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - Crisi ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 - Quando Tutto Sembra Perduto ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Quando il Vuoto è dentro te ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - Tutto il Male Viene per Nuocere ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 - Viaggio Extraplanare ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 - Finale - Il Potere Delle Ombre ***
Capitolo 23: *** Epilogo - Freddo come i Venti del Nord ***



Capitolo 1
*** Prologo - Il ragazzo del Nord ***


PROLOGO - IL RAGAZZO DEL NORD

 
Zael’s POV
 
La neve cadeva copiosa ad Hokkaido, coprendo il terreno brullo della riva del fiume con un soffice manto bianco. Il freddo penetrava la mia pelle come mille spilli, e ad ogni mio respiro si formava una nuvoletta di condensa. Riuscii a trovare un rifugio sotto a un grande ponte: dopo tutto ciò che avevo passato, non mi rimaneva nulla se non quei pochi stracci laceri, sporchi e malconci che indossavo e un pallone piuttosto logoro.
-Deve essere questa la mia fine? Inghiottito dal freddo che adoro tanto?-
Sentii avvicinarsi un rumore assordante di motociclette, e vidi dei fari che mi puntavano.
“Perfetto... non sarà il freddo, ma un’accozzaglia di teppisti a farmi fuori.”
-Ehi, tu! Vattene dal nostro luogo di ritrovo, o ne pagherai le conseguenze.-
Mi alzai e mi diressi verso il campetto che si trovava sulla riva del fiume in cui mi trovavo, ma uno dei motociclisti azzardò una proposta: -Lo lasciamo andare così? In fondo ha occupato la nostra base.-
-Hai ragione. Ehi, ragazzo!-
Scostai i miei capelli castani dal mio volto, e i miei occhi grigioazzurri si posarono sui teppisti, che avevano iniziato ad agitare in aria le catene.
-Cosa volete?-
-Dacci il pallone.- Il tono del capo dei motociclisti era decisamente arrogante ed era evidente che si stava dando un’aria di superiorità che però egli non possedeva.
-Lo volete? Venite a prenderlo.- Il mio tono era molto freddo, distaccato, e questo li fece infuriare ancora di più.
I teppisti si avventarono su di me, brandendo le catene e cercando di colpirmi. Fui più lesto, e sfoderai la mia hissatsu su di loro: -WHITE HURRICANE!-
Il mio tiro li spazzò via, ma non era perfezionato a tal punto da evitare danni collaterali su me stesso. Il fortissimo vento sprigionato dalla mia hissatsu mi scaraventò nelle acque gelide del fiume. Prima di cadere, però, mi sembrò di vedere tre paia di occhi fissarmi...
“Sarà la mia immaginazione... un’allucinazione dovuta ai miei ultimi momenti.”
Al contatto con le acque gelide, svenni.
 
Gran’s POV
 
Quel ragazzo mi interessava: non aveva paura di fronte a una banda di teppisti armati di catene. Stavo osservando la scena assieme a Burn e a Gazel, come eravamo soliti fare quando cerchiamo nuovi giocatori degni di far parte dell’Aliea Gakuen. Gazel disse, mentre osservavamo la reazione del ragazzo: -Ha delle potenzialità.-
Burn, come al solito, snobbò il commento di Gazel e annunciò: -Lo voglio nella mia squadra.-
-Scordatelo, tulipano.-
-Zitto ghiacciolo.-
Mi dovetti intromettere per evitare che quei due venissero alle mani  e mandassero all’aria ANCHE questo reclutamento. -La smettete? Non siete più due poppanti. Continuiamo a osservare piuttosto.-
I due mi diedero retta e si calmarono: sapevano benissimo che avrei potuto batterli a occhi chiusi. E fu proprio in quel momento che lo vedemmo usare la sua hissatsu:
-WHITE HURRICANE!-
Burn e Gazel restarono sorpresi dalla violenza del tiro, mentre io capii che qualcosa non andava: quel ragazzo era troppo malandato per poter eseguire un tiro del genere, e poi lo vidi, spazzato via dal vento che lui stesso aveva creato, per finire a impattare con le acque del fiume.
Burn disse: -Un giocatore come lui potrebbe essere molto buono se allenato e potenziato.-
Gazel non trovò altro di meglio da fare se non concordare: -Non si vede un tiro del genere tutti i giorni. Anche se è malandato è riuscito a spazzare via i teppisti: immaginiamo cosa potrebbe fare se fosse a piena potenza.-
-Probabilmente non sarebbe stato scagliato via dal suo stesso vento.-
La mia risposta fu rapida e decisa. Dette quelle parole, noi tre annuimmo e andammo a recuperare il ragazzo, ormai svenuto e quasi assiderato.
-Ritieniti fortunato, ragazzo: un’occasione del genere capita una sola volta nella vita.-
Lo tirammo fuori dall’acqua e, con uno dei nostri palloni di trasporto, lo trasportammo fino all’Aliea.
 

L’angolo dell’autore

 
Ed ecco il prologo della fic del mio OC: c’è già la dimostrazione della sua potenza tramite la sua hissatsu, la White Hurricane (cercatela su youtube, è un tiro del film di Inazuma Eleven GO). Perché già subito due POV? Perché mentre Aster è svenuto dovevo descrivere la reazione degli osservatori e il suo trasporto all’Aliea. Manterrò TUTTI i nomi originali, dai nomi degli “alieni” al nome stesso dell’Aliea (e non Alius). Spero vi piaccia questo prologo! Appena finisco di sistemare le idee per il primo capitolo, lo posterò e vedremo se vi piacerà (lo spero XD). Al prossimo capitolo, e non dimenticatevi di leggere la mia altra fic in corso, “Un solo cielo, un solo destino” (sì, mi faccio pubblicità da solo. Tristezza a palate XD).

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - La Squadra di Zael? ***


CAPITOLO 1 - LA SQUADRA DI ZAEL?

 
Zael’s POV
 
Mi risvegliai. Mi trovavo in una stanza completamente bianca, ed ero sopra ad un letto. Alzandomi di colpo, notai che non indossavo più i vestiti laceri che avevo quando caddi nel fiume: ero molto debole, perciò era ovvio che fossi sbalzato via dalla mia stessa hissatsu.
“Dove mi trovo?”
Osservai meglio i miei vestiti: notai che assomigliavano terribilmente a quelli dell’Aliea Gakuen, anche se erano molto meno elabrati.
-Ti stai chiedendo come fai ad essere qui, vero?-
Una voce mi distolse dai miei pensieri, e notai un tizio con i capelli a metà fra il biondo e il castano, ma con due ciuffi dorati sopra ad un’espressione furbetta. -Io sono Kohma. Mi è stato chiesto di stare qui a sorvegliarti perché non avevo di meglio da fare. Ora, se vuoi scusarmi...-
Premette un pulsante, il quale doveva essere una sorta d’interfono, perché quel ragazzo disse: -Annuncio per Gran, Burn e Gazel... il tipo che avete portato qui si è risvegliato...-
-Dove siamo?- Lo chiesi, non tanto per saperlo, in quanto l’avevo già intuito, ma probabilmente per aggrapparmi alla mia ultima flebile speranza di non essere capitato all’Aliea.
-Non l’hai ancora capito, bello? Sei la nuova recluta dell’Aliea.-
Il mondo mi crollò addosso: io? Perché io? Cosa avevo fatto di tanto male per essere salvato dai tizi che se andavano in giro a distruggere scuole?
Mentre cercavo di inventare un modo per fuggire, tre tizi entrarono nella stanza: riconobbi i loro sguardi come quelli che mi avevano osservato mentre cadevo nel fiume. Uno dei tre, dai capelli rossi e dagli occhi verdi, mi rivolse la parola:
-Ben svegliato, Kazetsuki Aster. Non serve che tu ci dica nulla, abbiamo fatto delle ricerche su di te. Sei come noi. Questa è la tua casa ormai. Dimenticati del resto: sei con i tuoi simili, ora.-
Allora l’avevano scoperto, eh? Ma se mi hanno definito un loro simile, vuol dire che loro non sono alieni!
-Ma allora voi non siete alieni, o sbaglio?-
L’altro tizio con i capelli rossi, ma dagli occhi gialli, mi rispose:
-Beh, è veloce a comprendere: esatto, ragazzo.-
L’ultimo a parlare fu un tizio con gli occhi azzurri e i capelli tendenti al grigio chiaro. -Sei rimasto qui in uno stato di incoscienza per tre giorni. Beh, almeno sei sopravvissuto.-
I tre si presentarono come Gran, Burn e Gazel, nell’ordine in cui avevano parlato. Gran disse: -Kohma, hai fatto il tuo compito. Torna sul campo.-
Il ragazzo obbedì senza discutere, mentre i tre mi squadravano. Gran continuò: -Vieni con noi. Siamo rimasti sorpresi dalla potenza del tuo tiro. Noi possiamo darti ancora più potere.-
Mi portarono in una sala non molto diversa dalla prima, ma dove erano presenti tre colonne, e ognuno di loro si sedette su una di quelle. Gran spiegò: -Vedi, noi siamo i capitani delle tre squadre in lotta per il titolo di Genesis. Io comando la Gaia, Burn la Prominence e Gazel la Diamond Dust.-
Dal pavimento salì un piedistallo che mi arrivava al petto, e su di esso c’era un’apertura emettente un bagliore sinistro. Gran continuò: -Tocca la Pietra. Mentre lo fai, svuota la mente e il cuore, non lasciar fluire alcuna emozione. Sentirai il potere dentro di te.-
Non avendo altra scelta, feci come ordinato. Appena toccai la pietra, sentii un flusso di energia immenso entrare in me, e percepii il mio corpo cambiare. Sul piedistallo c’era uno specchio, e guardai il mio volto: non mi riconobbi all’inizio, ma poi capii che ero io. I miei lunghi capelli castani ora erano bianchi, con delle striature azzurro ghiaccio sulle punte e con un ciuffo argenteo che mi copriva l’occhio sinistro; e i miei occhi, che prima erano grigioazzurri, ora erano di un profondissimo grigio cenere. Gran batté le mani e disse: -E così abbiamo risvegliato le tue abilità. Bene, è ora di darti anche un nome. Accantona il nome Kazetsuki Aster, e abbraccia il nuovo te stesso: Zael.-
Mi guardai ancora allo specchio. -Zael, eh?-
Guardai i tre, e chiesi loro: -E ora?-
-Ora decideremo a che squadra dovrai aggregarti. Seguici.-
Burn e Gazel non pronunciarono una parola in quel discorso: l’autorità di Gran era davvero così forte?
 
Ulvida’s POV
 
-Tutte le tre squadre aspiranti al titolo di Genesis sono chiamate al campo d’allenamento su ordine di Gran.-
La voce di Kohma gracchiò nell’interfono. Quanto odiavo quella voce... e quanto odiavo Kohma: sempre lì a fare il viscido con Gran... ma cosa spera di ottenere?
Le mie due compagne di stanza, Quill e Keeve, mi aspettarono prima d’uscire: le ragazze, divise per squadra, avevano le stanze più grandi, da tre letti, per evitare che una di noi finisse in camera sola con un ragazzo. Giungemmo al campo d’allenamento, e ci posizionammo vicine a Gran, il nostro capitano. Tutti gli altri membri delle tre squadre stavano arrivando. Una volta che ci fummo tutti, Gran parlò all’interfono del campo:
-Zael, affronterai una semplice sfida per decidere in che squadra dovrai giocare e il ruolo che dovrai avere. Vedi quegli undici robot? Sono i tuoi avversari. Tu dovrai rubare palla, sorpassarli e segnare una rete. Se quello che abbiamo visto ad Hokkaido è vero, non dovresti aver problemi.-
Zael? Una nuova recluta? Osservai il campo e vidi entrare da una parte gli undici robot, dall’altra un ragazzo dai capelli prevalentemente bianchi: la nostra posizione non era abbastanza vicina per distinguere i dettagli, ma notai subito lo sguardo determinato del ragazzo, attraverso i suoi occhi grigio cenere. Mi avvicinai a Keeve e le chiesi: -Secondo te?-
-Hm... è un bel ragazzo no?- Fui completamente annichilita dalla mancanza di serietà che la mia compagna di squadra aveva in quel momento.
-Ti sto chiedendo se secondo te è così bravo da farci radunare tutti qua...-
-Se Gran ci ha fatti chiamare, un motivo ci sarà, no?- Raramente Gran sbagliava. E noi della Gaia lo sapevamo bene.
Puntai i miei occhi sul campo da gioco non appena fu dato l’inizio. Uno dei robot portava palla, ma la recluta, a una velocità che non a caso si potrebbe definire supersonica, rubò palla e superò il centrocampo e la difesa dei robot in un attimo. Si fermò al limite dell’area, e inizialmente non capii il perché: doveva segnare, perché non tirava? Mi stavo per rivolgere a Gran, ma fu più lesto e mi disse: -Guarda: sta arrivando.-
Non feci nemmeno in tempo a chiedere cosa stesse arrivando, che vidi la recluta eseguire la sua hissatsu.
-WHITE HURRICANE!-
La potenza sprigionata da quel tiro era immensa, ma il ragazzo rimaneva impassibile mentre il pallone, calciato con una forza assurda, perforava il corpo del robot portiere e terminava gonfiando la rete. Gran si dimostrò soddisfatto, mentre il computer elaborava i dati per determinare la squadra migliore e il ruolo per Zael: i risultati si ebbero pochi istanti dopo, quando Gran li lesse sullo schermo attraverso l’interfono.
-La squadra di Zael sarà la Gaia; il suo ruolo sarà quello di attaccante o di centrocampista.-
Perfetto, ora avremmo dovuto decidere chi mandare in panchina: giocando in attacco, potevo essere messa fuori per lasciare il posto al nuovo arrivato, ma Gran decise subito: -Wheeze, sei in panchina. Magari sei più grosso e forte fisicamente, ma anche lui è abbastanza resistente, e in più è molto più veloce di te.-
Wheeze annuì, sapendo che era meglio non contraddire Gran, anche se vidi una nota di disappunto nel suo sguardo... Zael si era appena fatto un nemico.
 

L’angolo dell’autore

Ecco qua il primo capitolo. Perché Reina? Lo scoprirete più tardi. Zael si è già fatto un nemico, e nel prossimo capitolo potrebbero già esserci scintille fra i due. Gran è soddisfatto, ma probabilmente Burn e Gazel si stanno rodendo il fegato; ci saranno scontri fra i tre capitani? Al prossimo capitolo, sperando che questa fic vi appassioni magari un po’ di più dell’altra XD.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Nuove Hissatsu ***


CAPITOLO 2 - NUOVE HISSATSU

 
Zael’s POV
 
La prova aveva dato i suoi frutti. Ero stato inserito in una delle squadre. Sentii una voce familiare all’interfono: Kohma.
-Zael, vai nello spogliatoio, la tua nuova divisa ti sta aspettando. Cambiati e poi torna sul campo: l’allenamento inizierà dopo le formali presentazioni.-
Annuii e mi diressi verso lo spogliatoio come mi era stato detto. Stavo iniziando a odiare quella voce gracchiante, e già la associavo a quella specie di sogghigno perenne di nome Kohma. Mi cambiai molto velocemente e tornai sul campo: la Gaia mi stava aspettando.
Fu un volto familiare a presentarsi per primo: Gran. Così era lui il mio capitano? Sicuramente sapeva esprimere bene la sua autorità.
Mi furono brevemente presentati tutti i membri della squadra, tranne Kohma che già conoscevo. Una persona mi colpì in particolare, per la ferocia che il suo sguardo puntato verso di me esprimeva: il suo nome era Wheeze. Terminate le formalità, Gran diede inizio all’allenamento, ma prima che potessi iniziare mi prese in disparte: -Zael, tu puoi essere usato sia come attaccante che come centrocampista. Questo vuol dire che dovrai fare l’allenamento doppio.-
-Nessun problema.-
-E cerca di sviluppare qualche hissatsu nuova... vogliamo tenere il tuo White Hurricane come una delle nostre ultime risorse.-
-Agli ordini, capitano.-
-Bene, inizierai allenandoti con me, Wheeze e Ulvida per l’allenamento attaccanti; anche Ulvida può essere schierata come centrocampista, quindi farai l’allenamento doppio con lei.-
Annuii ancora una volta, e iniziammo a bersagliare di tiri un portiere robotico. La cosa che mi stupì è che la forza di quei tre era molto più bruta della mia, e nonostante ciò, ero nella loro squadra. Dopo un po’, Gran diede l’ordine di usare le hissatsu, e assistetti a due hissatsu potentissime: la Ryuusei Blade di Gran e la Space Penguin di Ulvida. Prima di farmi tirare, però, Gran decise di mostrarmi la tecnica di tiro più potente dell’intera Aliea Gakuen: una volta che la vidi, non potei che rimanere sublimato da tanta potenza. Il nome era adeguato: Supernova.
Decisi di dover assolutamente sviluppare una nuova hissatsu. Mi feci dare un pallone, e immaginai tutta la mia velocità impressa nell’unico momento in cui il mio piede avrebbe toccato il pallone per tirarlo. Se il White Hurricane usava il vento come forza distruttiva, dovevo imparare a usare il vento come forza compressiva. Presi la palla e iniziai a correre.
-Che fa? Non dovrebbe tirare, visto che è l’attaccante che mi ha rubato il posto?-
-Rubato, Wheeze? L’hai visto anche tu. Se si allena con noi potrebbe surclassare persino Gran. Deve avere qualcosa in mente.-
Immaginai la mia velocità, il movimento, il tiro: calciai con decisione.
-MACH WIND!-
Un tiro velocissimo si diresse verso la porta difesa dal robot, il quale, per cercare di parare il tiro, perse le due braccia usate per tentare di prendere il pallone, finite anch’esse in porta. Guardai Gran e gli dissi: -Volevi una nuova hissatsu? Eccola. Se la immagino, la posso fare.-
Il mio nuovo capitano sorrise, e disse: -Lo sapevo che avevi del potenziale...-
Guardò Wheeze, e l’altro attaccante non riuscì a sostenere lo sguardo saccente di Gran. Poi Gran rivolse nuovamente il suo sguardo verso di me e mi disse: -Abbiamo appena visto che sei decisamente bravo a tirare. Ma se giocherai anche come centrocampista dovrai imparare altre hissatsu oltre a quelle di tiro. Ulvida, si allenerà con te dopo.-
La ragazza annuì, inquadrandomi con lo sguardo: -Preparati... non ci andrò leggera solo perché sei nuovo. Ora che fai parte della Gaia, sappi che nessuno ci andrà leggero con te.-
Annuii, e l’allenamento per noi attacanti riprese: ci ritrovammo a calciare palloni in porta per circa un’altra mezz’ora, con e senza hissatsu.
Il tempo dato alla Gaia per l’allenamento finì, ma Ulvida mi disse che coloro che svolgevano un doppio allenamento si spostavano su un altro campo. Perciò, ci spostammo, mentre gli altri si andavano a cambiare: non so perché, ma sentii uno sguardo pieno d’odio portarsi su di me.
 
Ulvida’s POV
 
Seriamente, Wheeze dovrebbe darsi una calmata. Ha visto di cosa è capace Zael, dovrebbe finirla e accettare il fatto che lui è più debole del nuovo arrivato. Personalmente sono contenta di avere un nuovo compagno così forte... senza contare che ha sviluppato una nuova hissatsu in pochissimo tempo. Io e Zael andammo per la seconda sessione di allenamento nell’altro campo, dove trovammo ad allenarsi Desarm.
-Buongiorno, Ulvida. Lui è?-
Il capitano della Epsilon non era ancora stato informato allora del nuovo acquisto.
-Zael. Il nuovo attaccante e centrocampista della Gaia.-
-Allora buongiorno, Zael. Io sono Desarm, capitano, portiere e attaccante della Epsilon. Ulvida, cortesemente me lo presteresti per un tiro? Io ho quasi finito, ma vorrei un tiro che non sia insulso come quello di quei robot.-
Io acconsentii: era meglio per quel ragazzo se iniziava subito a capire il livello di coloro che erano, almeno teoricamente, ancora superiori a lui. Zael decise subito di sfoderare la sua nuova hissatsu, e dubitai che potesse passare attraverso una hissatsu di Desarm.
-MACH WIND!-
-DRILL SMASHER!-
E così Desarm faceva sul serio... povero Zael. Mi aspettavo la più ovvia delle conclusioni, ma sorprendentemente il tiro di Zael non fu fermato dalla hissatsu di Desarm. Ero incredula.
-Allora è così... evidentemente non sono ancora abbastanza forte per contrastare un membro della Gaia, seppur nuovo. Grazie per avermelo fatto notare. Ora, se mi scusate, io ho finito l’allenamento.-
Desarm si congedò.
-Non capisco... perché aveva una sorta di timore referenziale nei suoi occhi?-
-L’Epsilon è più debole della Gaia: è logico che i suoi membri ci rispettino al punto da temerci. Iniziamo l’allenamento, d’accordo?-
Ci posizionammo a centrocampo, e io dissi a Zael: -Ora porterò palla io. Prova a togliermela dai piedi.-
Desarm è di un livello, io sono di un livello completamente diverso... non ce la farà mai. O almeno lo pensavo: non so cosa deve aver immaginato per farlo, ma aveva appena sviluppato una nuova hissatsu.
-SHINKUUMA!-
-Cosa? Di nuovo???-
La palla mi fu sottratta dai piedi, mentre vidi aprirsi una sorta di squarcio nel vuoto: la forza della decompressione risucchiò la palla in esso e la fermò, per poi farla ricadere ai piedi del ragazzo.
-Ora tocca a me.-
Vidi qualcosa nei suoi occhi: non era la forza che aveva preso dalla pietra, ma qualcosa di più forte e profondo. Mentre cercavo di decifrare quella forza misteriosa fissando i suoi occhi grigio cenere, Zael mi stupì ancora una volta.
-FUJIN NO MAI!-
-Un’altra hissatsu? Ma cosa sei realmente tu?-
Passò oltre il mio tentativo di difesa: avevo perso su tutta la linea. Caddi sulle mie ginocchia. Ero scioccata, ma lui mi tese una mano.
-Eh?-
-Non è già finito l’allenamento, spero. Se voglio diventare forte come te o come Gran, non posso certo fermarmi ora.-
Accettai la sua mano, mentre lui cercava di abbozzare un semplice sorriso. Non l’aveva ancora capito. Lui era già più forte di noi: la pietra gli ha dato potere, ma non l’ha corrotto. Zael... chi sei tu?
 

L’angolo dell’autore

Ed ecco qua il secondo capitolo. Nuove hissatsu per Zael, e i primi dubbi sulla forza di Ulvida: come si svilupperà la cosa? E come la prenderà Wheeze? Gran sembrava soddisfatto della sua scelta, ma come reagiranno Burn e Gazel? Nei prossimi capitoli, la risposta a queste domande! Al prossimo capitolo per la prima notte e il primo confronto con Wheeze all’Aliea!
Zael

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Il primo scontro ***


CAPITOLO 3 - IL PRIMO SCONTRO

 
Ulvida’s POV
 
Accettai la mano di Zael, ma non riuscivo a capacitarmi di ciò che quel ragazzo era in grado di fare. Un pensiero, una hissatsu... come è mai possibile?
Terminammo l’allenamento, e dissi a Zael che gli avrei mostrato un po’ la struttura, fino a condurlo alla sua camera: in fondo, era ancora il suo primo giorno. Nello spogliatoio mi lavai in fretta, e, dopo essermi rivestita, aspettai che Zael uscisse dallo spogliatoio maschile, cosa che avvenne dopo circa cinque minuti.
-Scusami per averti fatto attendere, ma a volte questi capelli fanno i capricci.-
Come promesso, gli mostrai l’ambiente: la mensa dove tutti gli studenti dell’Aliea si riunivano ad orari prestabiliti per i pasti, l’infermeria della Gaia e le altre zone d’interesse. Ma quando arrivammo davanti alla sua camera, c’era un’amara sorpresa ad aspettarci.
E quella sorpresa rispondeva al nome di Wheeze.
-Zael, meglio se ce ne andiamo... ti mostrerò dopo la tua stanza.-
-Dove credi di andare, Ulvida?-
Wheeze si era portato più vicino a noi, e mi stava ora tenendo per un braccio. Nonostante lo stesse stringendo troppo forte, feci del mio meglio per mascherare il dolore, e risposi all’ormai riserva della Gaia:
-Wheeze, non hai alcun diritto di trattenermi. Io sono il vice capitano della tua squadra. Lasciami.-
Ma non mi lasciò, e guardò in cagnesco Zael. Capii cosa dovevo dire:
-Solo perché ti ha surclassato in tutto, e ti ha sostituito nell’attacco della Gaia, non devi nemmeno provare a toccarlo. Riferirò tutto a Gran, in caso contrario.-
-Sai cosa me ne importa... noi ci conoscevamo molto prima di accettare questa matricola qui, e ora Gran pretende che io lasci il mio posto a lui?-
Strinse ancora più forte, e mi lasciai sfuggire un gemito di dolore. L’avessi mai fatto.
-Lasciala.-
Gli occhi di Zael stavano mutando: non erano più grigio cenere. Erano di un chiarissimo azzurro ghiaccio. Non ho mai visto occhi più terrificanti in vita mia.
-Cosa hai detto, verme?-
-Lasciala. Immediatamente.-
Zael si lanciò contro Wheeze.
 
Zael’s POV
 
Non fu troppo difficile liberare il braccio di Ulvida dalla presa di Wheeze. Il colosso non sapeva cosa diavolo stava succedendo, ma il mio vice capitano finì a terra tenendosi il braccio. Anche se non lo dava a vedere, provava dolore.
-Non ti hanno mai insegnato che non si fa male alle ragazze? Specialmente a quelle che ti sono più alte in grado.-
Lo volevo far arrabbiare: capii che era lui a rivolgere verso me tutti quegli sguardi pieni d’odio. Ma non l’avrei fatta passare liscia. Ulvida è stata la prima persona veramente gentile che ho incontrato qui: nessuno le avrebbe fatto del male. Io l’avrei impedito.
-Prendi questo, larva!-
Wheeze scagliò un veloce pugno verso il mio volto. Veloce, ma non abbastanza. Schivai il colpo abbassandomi, e Wheeze si rese conto di non avere la guardia pronta. Comprimendo la forza del vento e sprigionandola proprio come avevo fatto per creare il Mach Wind, saltai e tramite una mezza capriola colpii il mento di Wheeze con tutta la forza compressa del vento usando le punte dei miei piedi. Il colosso rovinò a terra dopo esser letteralmente volato per circa tre metri verso l’alto, colpendo il soffitto.
-Chiedi scusa, bestia.-
Wheeze aveva gli occhi iniettati di sangue: era quello che volevo. Una scarica di adrenalina e di noradrenalina percorse il mio corpo: perfetto.
Ci scagliammo l’uno verso l’altro, ma mentre Wheeze si ostinava nel cercare di prendermi a pugni, scivolai sotto di lui evitando il suo goffo attacco, e con un calcio a mezza luna lo feci rovinare a terra in posizione prona.
-Se questo è tutto quello che sai fare, Wheeze, non avevi nemmeno il diritto di attaccare il tuo vice capitano.-
Stava per rialzarsi, ma gli sferrai un calcio al retto del cranio, facendogli crepare il pavimento con il suo stesso volto.
Feci rialzare Ulvida, e cercai di rassicurarmi delle sue condizioni, ma Wheeze si alzò ancora.
-Non puoi battermi, insetto. Sono più forte di te.-
-Prima ti ho colpito al mento, poi sul retro del cranio. Certo che sei proprio un essere cocciuto!-
Mi lanciai contro di lui: prima era difesa per Ulvida, ora era semplice attacco per puro e sadico divertimento personale. Colpii il suo torace col la pianta del mio piede, e lo feci cadere a circa 4 metri di distanza.
-Io controllo il vento, ricordi? Posso comprimerlo per ottenere sempre più forza e velocità.-
Ricomparvi davanti a lui, che si era appena alzato, e gli sferrai un poderoso calcio alla guancia, spedendo l’ormai svenuto colosso contro il muro.
-La prossima volta che ci proverai, non ci andrò così leggero.-
Il rumore provocato fece uscire Kohma dalla sua camera, una di quelle lì presenti.
-Ma che succede? Zael? Che hai fatto a Wheeze?-
-Chiedi piuttosto cosa cercava di fare Wheeze a Ulvida. Chiama Gran e digli di far portare questo grosso idiota in un infermeria che non sia quella della Gaia. Lì ci devo portare Ulvida.-
Intimorito dai miei occhi azzurro ghiaccio, Kohma ubbidì. Mentre Kohma chiamava il capitano, presi in braccio Ulvida, ancora scioccata da tutto quello che era appena successo.
-I tuoi occhi... non erano grigio cenere, ma azzurro ghiaccio.-
-Lo so. Anche prima di prendere il potere che Gran mi ha offerto, avevo questo problema. I miei occhi, quando la mia rabbia supera una certa soglia, cambiano colore. Almeno il secondo colore dei miei occhi non è cambiato, vedo.-
Dedussi da quelle parole che i miei occhi erano tornati alla normalità. Portai Ulvida in infermeria, e la feci sedere su un letto.
-Che stai facendo?-
Presi un tubetto e una benda.
-Mostrami il braccio. So curare cose questo genere.-
Mi mostrò il braccio, e applicai un po’ di quella pomata nel luogo dove Wheeze l’aveva stritolata. Terminato il lavoro, ricoprii tutto accuratamente con la benda.
-Domani dovrebbe già essere a posto.-
-Grazie. Anche per avermi difesa. Ma perché?-
-C’è sempre bisogno di un perché?-
La guardai negli occhi.
-Accetta qualsiasi cosa arrivi e irrompa nella tua vita. Non ti preoccupare del passato, del presente e del futuro. Ricordati: πάντα ῥεῖ.-
-Eh?-
-Ègreco antico. Significa: tutto scorre. Vieni ora.-
-Dove?-
-Mi devi ancora mostrare la mia stanza, no?-
Lei sorrise: l’avevo fatta ritornare di buon umore. Mi disse che avrei condiviso la stanza con Ark e Nero, e che la stanza era stata ingrandita appositamente per questo scopo. Una volta arrivati alla camera, mi salutò, dicendomi che la sua stanza era proprio lì accanto, e che se avessi avuto bisogno di spiegazioni e di chiarimenti, avrei potuto chiamarla.
“Beh, è gentile.”
Entrai, e se Nero mi salutò per poi ritornare a leggere il suo libro, Ark mi diede un benvenuto un po’ più caloroso, congratulandosi con me per le mie nuove hissatsu, che mi disse di aver visto perché Gran aveva chiedo a lui e a Keeve di fermarsi a osservare l’allenamento supplementare di me e Ulvida, e per aver steso Wheeze.
-Grazie di cuore. Non faceva altro che vantarsi, quello spaccone... peccato che non abbiamo un’altra recluta, avremmo potuto far fuori pure Kohma.-
Sorrisi, annuendo: evidentemente, oltre a Wheeze, anche Kohma era parecchio odiato nella Gaia.
Nero ci disse che stava per arrivare l’ora di cena, perciò mi sistemai velocemente e seguii i miei due compagni di stanza verso la mensa.
 

L’angolo di Zael

Ed ecco il terzo capitolo. Si capisce quali sono i due giocatori della Gaia che odio di più, vero? Wheeze e Kohma (ma noooooo! non l’avremmo mai detto!!! XD). Anche Gale, Zohan e Hauser non mi stanno molto simpatici, ma comunque più di quegli altri due, perciò con loro Zael avrà un rapporto d’indifferenza. E ho spedito Wheeze al tappeto: volevo assolutamente farlo. Invece mi stanno simpaticissimi Nero e Ark, perciò li ho scelti come compagni di stanza XD. Nel prossimo capitolo, ricompare Burn. Al prossimo capitolo allora (che forse lo scrivo il 3, visto che parto di sera)!

Zael

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Sospeso?! ***


CAPITOLO 4 - SOSPESO?!

 
Zael’s POV
 
Arrivati alla mensa comune, tutti gli occhi dei presenti si puntarono verso di me. Ark, che era proprio accanto a me, mi disse a bassa voce:
-Ostenta noncuranza e non raccogliere provocazioni... se però dovessero venire da Kohma, me ne occuperò io.-
Io annuii, e seguendo Nero e Ark, mi diressi a prendere il pasto. In quel momento notai che tutti i presunti alieni lì presenti stavano confabulando qualcosa, probabilmente rispetto all’accaduto fra me e Wheeze. Dedussi ciò dagli sguardi insistenti di alcuni di loro e dal fatto che in molti mi indicassero.
“Perfetto, primo giorno e mi sono già fatto notare.”
Preso il vassoio, io e i miei due compagni di stanza fummo invitati dalle tre ragazze della Gaia a sederci al loro tavolo, cosa che accettammo di buon grado.
Purtroppo non riuscimmo ad avere il tempo di attentare un boccone che al nostro tavolo si avvicinarono tre persone: Kohma, Gran e Wheeze.
Quest’ultimo era vistosamente infortunato, tanto che camminava con molta difficoltà anche usando le stampelle. Mentre quel sogghigno perenne di Kohma continuava a sogghignare soddisfatto, e Wheeze se la rideva sotto i baffi, Gran iniziò a parlare in modo autoritario.
-Zael! Mi aspettavo grandi cose da te! E invece ti ritrovo a picchiare Wheeze dopo che lui si era avvicinato per congratularsi per le tue nuove hissatsu. E stando a quando mi ha riferito Kohma come testimone oculare, poi hai pure strattonato via Ulvida con la scusa di portarla in infermeria. Non pensavo che fossi così vergognoso.-
Non ebbi nemmeno il tempo di ribattere che il capitano continuò:
-Zael, sei sospeso dagli allenamenti della Gaia fino a data da destinarsi.-
La notizia mi cadde addosso come una valanga. Io, sospeso? E per cosa? Per mia fortuna, in mia difesa parlò Reina.
-Gran! Kohma ti ha raccontanto una balla colossale! Wheeze si è avvicinato con l’intento di infortunarmi per prendere il mio posto, e Zael mi ha difesa. Wheeze l’ha attaccato e Zael si è semplicemente difeso!-
Ark prese le mie parti confermando la tesi di Ulvida, ma Gran sembrava inamovibile.
“Fanculo.”
Mi alzai, e sovrastai Gran con la mia altezza: ero più alto di lui di almeno dieci centimetri, e dissi semplicemente:
-Se vuoi credere a Kohma, capitano, fai pure. Sarò sospeso dagli allenamenti? Beh, magari dovrei anche andarmene, visto che in giro circolano voci false sul mio conto. Io mi sono difeso dagli attacchi di Wheeze, e ho personalmente medicato il braccio di Ulvida. Ti dico questo, capitano, perché è la pura verità. Non mento mai. E ora, se vuoi scusarmi, capitano.-
Presi il mio vassoio ancora pieno, e feci per riportarlo alla mensa: in fondo non avevo toccato nemmeno una briciola.
-Anzi... Gran.-
Mentre Keeve e Ark cercavano di tenere a bada Reina, Wheeze e Kohma sogghignavano: l’avevano fatta franca, di nuovo.
Gran mi fermò, ma mi divincolai.
-Se non hai nient’altro da dirmi, Gran, me ne torno in camera.-
-No. Tu ora vai subito a chiedere il perdono di Wheeze per quello che hai fatto. Ed è un ordine. Non voglio litigi nella mia squadra.-
-E ALLORA DOVRESTI SCEGLIERE MEGLIO I COMPONENTI DI ESSA.-
Tutta la mensa si ammutolì.
-E ora, che ti piaccia o no, me ne vado sul campo. Sarò anche escluso dagli allenamenti della Gaia, ma non dagli allenamenti in generale.-
Mi voltai e uscii, fra lo sgomento generale e le espressioni esterrefatte dei componenti della Gaia.
 
Burn’s POV
 
-Però, il ragazzo ha le palle per rispondere in quel modo a Gran.-
Il commento arrivò da Heat, il mio secondo in comando alla Prominence. Nepper invece propose:
-Gli andiamo dietro?-
-Beh, il campo è nostro per il prossimo allenamento, quindi tanto vale andare a vedere che fa. E poi sono troppo curioso di vedere le hissatsu che ha sviluppato.-
La Prominence mi seguì uscendo dalla mensa, verso il campo di allenamento. Prima di entrare negli spogliatoi, mi fermai a vedere Zael tirare. Ma vidi una cosa che mai quel ragazzo aveva fatto.
Attorno a lui si erano sviluppati cinque globi azzurri e cinque globi rossi, tutti fluttuanti, e poi il ragazzo saltò: i globi rossi andarono a entrare nel pallone, mentre quelli azzurri nel suo piede. E quando il ragazzo colpì in rovesciata il pallone, una scia di luce a forma di spirale per metà azzurra e per metà rossa accompagnò il pallone ad una velocità supersonica. Il robot in porta fu letteralmente distrutto dalla violenza di quel tiro.
-NORTHERN LIGHTS!-
Applaudii a tale hissatsu, e mi sbrigai a cambiarmi. Appena giunsi sul campo, i miei ragazzi stavano già squadrando Zael. Mi avvicinai al ragazzo e gli dissi:
-Non ho mai visto nessuno rispondere in quel modo a Gran. Nemmeno io mi sono spinto a tanto. Hai le palle, ragazzo.-
-Ti ringrazio. Burn, giusto?-
-Esattamente, hai davanti a te Burn, il capitano della Prominence, la squadra che presto diventerà Genesis!-
-Genesis?-
-Ne sentirai parlare, Zael: è un discorso troppo lungo da fare ora, e in questo momento la mia squadra dovrebbe allenarsi.-
-Tolgo il disturbo allora. Mi spiace di avervi sottratto del tempo.-
Fu allora che gli feci la proposta:
-Senti, Zael. Allenarsi da solo non è costruttivo. Sei stato sospeso dagli allenamenti della Gaia, ma non dagli allenamenti in generale. L’hai detto tu! Perciò rimani e allenati con noi. Così possiamo constatare se sei veramente forte quanto sembri. Però ad una condizione.-
-Quale sarebbe?-
-Mostrami di nuovo la Northern Lights.-
La difesa della mia squadra si era preparata in modo perfetto, e mi unii a loro. Avremmo fermato quel tiro, ad ogni costo. Altrimenti ogni tentativo di diventare la Genesis sarebbe diventato polvere.
Zael si preparò, e di nuovo si formarono i dieci globi di luce attorno a lui. Scoccò il tiro:
-NORTHERN LIGHTS!-
Berkley si lanciò contro la palla, usando una hissatsu piuttosto comune nell’Aliea:
-GRAVITATION!-
Si era posto inutilmente, il potente tiro di Zael aveva infranto la Gravitation come nulla. Fu Satosu allora a provarci.
-HEAVY BABY!-
Ma anche questa volta, il tiro procedette indisturbato. Ma adesso toccava a me. E avrei fermato quella palla.
-VOLCANO CUT!-
Il tiro sembrò infrangersi contro la mia hissatsu, ma riuscì a passare, e fui sbalzato via. Coraggiosamente, sperando che il tiro fosse indebolito, Grent cercò di pararla:
-BURNOUT!-
-Fermala Grent!-
Tutta la Prominence lo incitava. Ma quando il pallone sembrava perdere rotazione, improvvisamente cambiò verso di rotazione e spezzò facilmente il Burnout di Grent.
Zael sembrava soddisfatto. Mi avvicinai a lui.
-Bel tiro, Zael. Ma ora mi dici come diavolo hai fatto.-
-L’idea è quella di imprimere due rotazioni contrapposte al pallone. Una agisce subito, al primo blocco entra in azione l’altra, al secondo rientra la prima. I globi di luce in realtà sono globi di vento, ma ruotano a velocità talmente elevata da sembrare luce.-
Mi misi a ridere e diedi a Zael una pacca sulla spalla, nonostante lui fosse più alto di me.
-Ottimo lavoro! Peccato che tu non sia finito qui da noi. Beh, se avrai ancora problemi con Gran in futuro, sappi che una mano te la do volentieri. In fondo, sia lui e Gazel sono miei concorrenti per la Genesis, e se posso avvantaggiarmi, lo faccio!-
Zael sorrise, ma appena Ulvida si affacciò, s’incupì.
-Vai, credo che voglia parlare con te.-
Bonitona e Rean mi si avvicinarono e dissi loro:
-Quella lì si è innamorata, sicuro. E posso dire assolutamente che quel ragazzo non mente sull’accaduto con Wheeze.-
Rean mi chiese:
-Come mai?-
-Perché io ero là.-
Bonitona continuò la domanda.
-In che senso?-
-Ero letteralmente lì. Per il momento sono stato zitto... voglio vedere come si evolve la faccenda.-
 

L’angolo di Zael

 
Ed ecco il ritorno in grande stile di Burn! Zael sviluppa una nuova hissatsu (inventata da me, spero di averla descritta bene), e devasta la difesa della Prominence... ho dato il Volcano Cut a Burn perché ci sta bene... e perché gliel’ho insegnato nei giochi XD.  Nel prossimo capitolo, un confronto fra Zael e Gran seguirà l’incontro con Ulvida... perché lei è andata lì? E cosa farà Gran? Al prossimo capitolo!

Zael

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Fiducia ***


CAPITOLO 5 - FIDUCIA

 
Zael’s POV
 
Mi sistemai velocemente nello spogliatoio, e poi uscii. Ci doveva essere sicuramente un motivo per il quale Ulvida era lì. La vidi, affacciata verso il campo d’allenamento.
-Ulvida, come mai sei qui?-
Lei si voltò e mi guardò. Aveva gli occhi gonfi di pianto.
-Lascio l’Aliea.-
Ero completamente scioccato da quella notizia. Non sapevo cosa rispondere. Lei era il vice capitano della Gaia, e sembrava essere una ragazza forte. Mai mi sarei aspettato di vederla in quello stato. Non sono mai stato capace di consolare le persone, perciò feci l’unica cosa che mi pareva sensata in quel momento. Sensata ma avventata. La baciai.
-Scusami. Non so che cosa mi è preso.-
Le lacrime ricominciarono a scendere dai suoi occhi. Ma lei sorrideva.
-Non lasciare l’Aliea, Ulvida. Non lasciare la Gaia. Come pensi che si sentirebbero Keeve e Quill? Come pensi che si sentirebbe la squadra a perdere il suo vice capitano?-
Mi fermai un attimo, e poi dissi, a bassa voce:
-Come pensi che mi sentirei io?-
Lei si asciugò le lacrime, sorridendo.
-Grazie... Aster.-
La guardai con gli occhi sbarrati. Solo Gran, Burn e Gazel conoscevano il mio vero nome, come faceva lei a saperlo???
-Non ti ricordi più di me?-
No, non ricordavo. Pretendevo di non ricordare. Non volevo più ricordare nulla del mio passato. Non potevo. Non dovevo farlo.
-Sì... mi ricordo.-
Caddi sulle ginocchia, e scoppiai in lacrime. Mi ero ripromesso di non ricordare più nulla del mio passato. Non avrei mai dovuto farlo.
-Lo so che per te dev’essere stata dura. Mi ricordo delle lettere che mi mandavi al Sun Garden. Mi dispiace di averti fatto ricordare qualcosa di così brutto...-
Ulvida prese il mio volto fra le sue mani.
-Ma ti ricordi della nostra promessa? Ho fiducia in te. So che la manterrai.-
Mi baciò. Un bacio breve, fugace, effimero. Ma lei era l’unica che poteva capirmi in quel momento. Lei era l’unica che mi aveva sempre capito.
-Reina... scusa per essermi dimenticato... di te, di tutto...-
-Non importa. L’importante è che ora sei qui con me. E adesso, andiamo in mensa. Non hai mangiato niente.-
-E tutti gli altri?-
-Ark ti ha difeso strenuamente. Ha rischiato anche lui la sospensione. Eravamo divisi in tre gruppi: il gruppo che difendeva Wheeze, cioè lui stesso, quel bastardo di Kohma e Gran; il gruppo che ti difendeva, cioè io, Ark, Nero, Keeve e Quill; e il gruppo dei neutrali. Persino Nero ti ha sostenuto: è difficile sapere che cosa passa in testa a quel ragazzo, ma devi stargli simpatico. Altrimenti non ti avrebbe difeso. Noi sappiamo che dici il vero, Aster. Dai, andiamo. Ti abbiamo tenuto da parte qualcosa.-
-Grazie, Reina.-
-Però quando siamo con gli altri dobbiamo chiamarci con i nostri nomi da alieni.-
-Nessun problema.-
-Avete finito, piccioncini?-
Quella voce. Burn.
-Che vuoi?-
-Calmati, ragazzo! Non mi interessa un fico secco se conoscevi Ulvida anche prima dell’Aliea. Sappi solo che io so che dici il vero su Wheeze. Ho visto tutto. Adesso vado da Gran... gli faccio fare una bella figura di merda.-
Io e Reina fummo sbalorditi.
-Perché?-
-Io faccio un favore a te, tu ne farai uno a me. E poi mi stai simpatico! Ci vediamo in giro, piccioncini!-
Scappò di corsa. Reina lo guardò correre e commentò:
-Se ci chiama ancora piccioncini lo castro.-
Mi misi a ridere, e ci dirigemmo verso la mensa, dove ci stavano aspettando Ark, Nero, Quill e Keeve.
 
Gran’s POV
 
Non ci credo. Burn non ci ricava nulla dal dirmi una boiata. E così Kohma si è inventato tutto, eh? Maledetto bastardo. Ho fatto una figura di merda. Anzi, una doppia figura di merda. Ora con Burn. Prima con Zael: mi ha pure zittito.
-Se qualcuno è così convinto di quello che dice, deve essere per forza vero.-
Riflettei a voce alta.
Mi diressi verso la mensa, e trovai Zael in compagnia di Ulvida, Quill, Keeve, Ark e Nero. Anche il portiere l’aveva difeso. Ed è difficile stare simpatici a Nero. E Ulvida. Da quando era arrivato Zael sorrideva sempre. Prima non sorrideva mai. Quel ragazzo ci sta cambiando: ci sta mostrando per quello che siamo veramente.
Ed io sono un fottuto idiota.
-Zael.-
Il gruppo si girò, e Ark stava per alzarsi. Zael gli fece un cenno, e rimase seduto: fu proprio il sospeso che si alzò e che mi venne incontro.
-Burn mi ha raccontato tutto. Scusa.-
-Immagino che sia un po’ inutile chiedere scusa ora. Ho fatto una pessima impressione a tutta l’Aliea. Mi hanno difeso solo loro. Burn ha cercato di tirarmi su. Immagino che sia il dovere di un capitano tenere alto il morale dei propri giocatori. E con quella scenata il morale della Gaia si è abbassato di molto.-
Non sapevo cosa rispondere. Mi aveva zittito un’altra volta. Aveva ragione su tutta la linea.
-Ma io credo che sia inutile portare rancore. In fondo è comprensibile, tutti si sbagliano.-
-Parli come un vero capitano, Zael. Stai sicuro che Kohma e Wheeze non la passeranno liscia.-
Zael fece spallucce e rispose, noncurante:
-Lasciali stare. In fondo Wheeze ora è una riserva, non può far molto. Se si azzarda a toccare ancora Ulvida o qualche altro membro della squadra, sa che non ci andrò giù leggero con lui. Per quanto riguarda Kohma, ho un’idea che potrebbe sistemare i nostri problemi.-
Mi espose la sua idea a bassa voce. I suoi occhi brillavano di una luce vendicativa. E il suo sorriso trasmetteva sadico piacere. Una volta terminata l’esposizione, mi misi a ridere.
-Sei un genio. Quello gli darà proprio una bella scossa!-
Gli tesi la mano in segno di riappacificazione, e lui la accettò.
-Burn mi ha anche parlato di una nuova hissatsu... ce la mostresti?-
-Ho intenzione di sviluppare altre hissatsu soltanto mie... perciò non userò più le altre che mi avete visto usare. Andiamo al campo di allenamento.-
Una volta arrivati lì, trovammo Gazel e la Diamond Dust.
-Se non erro è il nostro turno di allenamento.-
Glaciale come sempre.
-Ma Burn mi ha detto delle cose piuttosto interessanti... che ne dite di un 7 vs 7? Il primo che arriva a due gol vince.-
Ma quel maledetto non tiene mai la bocca chiusa? Almeno Gazel non ha rigirato il coltello nella piaga come ha fatto lui...
-Ah, Gran... bella figura di merda prima.-
Come non detto.
Il 7 vs 7 ebbe inizio, e passai subito la palla a Zael.
-AIR STAIRWAY!-
Zael saltò e fece una capriola in aria con il pallone: quando atterrò, si formarono degli scalini d’aria solida, i quali gli consentirono di superare agevolmente la linea di difesa dei 7 della Diamond Dust.
-NORTHERN LIGHTS!-
Quel tiro era fantastico. Beluga fu sorpreso e non riuscì ad usare nessuna hissatsu per difendersi, e il pallone entrò direttamente in rete.
-1 a 0 per i 7 della Gaia.-
Gazel era inespressivo come al solito, ma sentivo una nota di disappunto nella sua voce.
-Ora arrivo io.-
Gazel prese la palla e si diresse verso la porta difesa da Nero. Stava per tirare, ma Zael gli si parò davanti.
-Ma tu sei un attaccante!-
Il ragazzo sorrise, e tagliò l’aria con un poderoso calcio.
-AIR SLASH!-
Un vuoto d’aria si creò attorno al capitano della Diamond Dust, il quale fu imprigionato in esso, mentre il pallone atterrò ai piedi di Zael, il quale si lanciò in attacco. Stava per sorprendermi ancora una volta.
-SPACE CYCLONE!-
Il pallone iniziò ad accumulare energià spaziale, sollevandosi da terra. Generando un forte vento e concentrandolo sul piede, Zael colpì il pallone in mezza rovesciata, lanciando il pallone, seguito da una scia di energia spaziale circondata da un vortice di vento, verso la porta di Beluga.
-Non la lascerò passare! Noi non perderemo! ICE BLOCK!-
Fu tutto inutile, la palla entrò.
-2 a 0 per noi, Gazel. Grazie per questo piacevole intrattenimento.-
-Andatevene ora. Noi della Diamond Dust non abbiamo più tempo da perdere in giochetti come questi.-
Ce ne andammo, e guardai Ulvida e Ark congraturlarsi con Zael per le sue nuove hissatsu.
“Zael... Aster... perché non sei stato corrotto dal Meteorite Aliea? Perché continui a sorprendermi? Cos’hai tu che a me manca?”
Ignaro delle risposte, continuai a riflettere.
 

L’angolo di Zael

LE NUOVE HISSATSU! LE HO INVENTATE IO! XD Se le volete vedere tutte, andate sulla mia pagina e guardate, sotto i miei dati personali, ci sono i dati del mio OC, comprese tecniche, tutte rigorosamente inventate, e Keshin (inventato pure quello XD). Cosa vorrà Burn da Zael in cambio della sua testimonianza? Cosa ha proposto Zael a Gran per punire Kohma? Questo e molto altro nei prossimi capitoli! Al prossimo capitolo, con una sorpresa speciale!

Zael

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Nuovi Arrivi ***


CAPITOLO 6 - NUOVI ARRIVI

 
Gran’s POV
 
L’idea di Zael per punire quel maledetto di Kohma è geniale. Mai io sarei riuscito ad arrivare a tali livelli di persecuzione...
-Mettere fuori gioco Kohma? E come, Zael?-
-Semplicissimo. Tu pensa a trovare un sostituto adatto... a Kohma ci penso io.-
Quel sorriso malvagio... quasi mi dispiace per Kohma. Quasi. Così alla fine ho capito il suo gioco: voleva sembrare un santarellino per riuscire ad ottenere la promozione a vice capitano. Ma per fortuna ho trovato una sostituta adatta.
Convocai la Gaia all’incirca dieci minuti prima degli allenamenti: Zael e Ulida erano già con me, visto che avevo portato dietro loro due per aiutarmi. Ma con me c’era anche un volto nuovo: la sostituta di Kohma, una ragazza, la quale era già stata sottoposta al trattamento con l’Aliea Meteorite: la carnagione si era abbronzata, i capelli lunghi e lisci castani ora avevano una treccia azzurra, e gli occhi erano diventati color del zaffiro.
-Gaia, vi ho chiamati qui perché ho un annuncio da fare. Abbiamo reclutato una nuova giocatrice per la Gaia. Lei è Crow. Gioca come centrocampista: sarà la sostituta di Kohma. Dobbiamo ringraziare Zael per averci consigliato una giocatrice così affidabile.-
Ed eccolo lì. Il sogghigno scomparso. Sembra che gli sia crollato il mondo addosso. La disperazione nel suo volto.
-Perché io? Perché non Ark o Quill o Reina?-
-Perché loro tre ti sono superiori, e lo è anche lei.-
Kohma non disse più nulla. Si limitò a chinare il capo. Ma una risatina flebile e sadica proveniva dalle sue corde vocali.
-NESSUN CENTROCAMPISTA È MIGLIORE DI ME!-
Si lanciò contro di me. Zael si lanciò verso di Kohma, ed ebbe il sopravvento.
-Visto, capitano? Questo è un vigliacco. Un rinunciatario. Quanto Wheeze è incivile e rozzo, tanto Kohma è subdolo e codardo. Agire nell’ombra... che ne faccio di lui, capitano?-
Sorrisi maleficamente a Zael, che capì. Si alzò dal corpo di Kohma e lo sollevò strattonandogli la divisa. Notai un piccolo particolare negli occhi del ragazzo, che da grigio cenere erano diventati azzurro ghiaccio. Ulvida me ne aveva parlato, e questa era l’ennesima conferma delle menzogne di Kohma.
-Zael... procedi. Finché non imparerà cos’è la fedeltà verso la squadra. Gaia, osservate cosa succede a chi mente per arrivare in alto. Cade sempre più in basso.-
Zael iniziò.
 
Zael’s POV
 
Grazie al cielo Gran ha seguito il mio consiglio. Crow è una mia vecchia amica... Diane Raven è il suo vero nome. Purtroppo ci eravamo persi di vista anni fa, ma è un sollievo sapere che sta bene e che ha continuato a migliorare le sue tecniche. Grazie a lei imparai il White Hurricane... ma non lo userò mai più. Porta alla mente troppi ricordi dolorosi. Non voglio perdere il controllo, non un’altra volta.
Kohma finalmente era stato smascherato. Maledetto bastardo... fa solo una mossa sbagliata e te ne pentirai.
Si lanciò contro Gran. Mi lanciai contro di lui, era ciò che aspettavo. Lo atterrai.
Gran mi diede l’ordine di proseguire: perfetto. Non mi ero reso conto che i miei occhi avevano già cambiato colore. La punizione di Kohma sarà dolorosa...
Dopo averlo afferrato per il colletto della divisa, lo lanciai a terra, a circa due metri.
-Prova a rialzarti, Kohma... non mi vorrai far credere che sia tutto finito il divertimento...-
-Maledetto...-
Si alzò: primo errore. Sorrisi malignamente. Ciò che Gran mi aveva ordinato era completamente fuori dalle regole. Ma se me lo ordina il capitano, vuol dire che in quel caso le regole si annullano. Usare le mie hissatsu di difesa per colpirlo... grazie, Gran: mi vendicherò su quel bastardo una volta per tutte.
-AIR SLASH!-
Fendetti l’aria con un calcio, creando degli squarci, i quali andarono a formare un vuoto d’aria che andò ad imprigionare Kohma, lasciandolo senza ossigeno per alcuni secondi. Poi il vuoto scomparve e Kohma cadde a terra respirando affannosamente per recuperare l’aria perduta. E proprio mentre era indifeso dovevo colpire.
-WIND BLADE!-
Creai una lama d’aria sulla mia gamba destra, ed entrai in scivolata su Kohma: a causa della sua posizione lo colpii in pieno volto. Fu sbalzato via dalla pressione e cadde a circa tre metri di distanza in avanti. Mi rialzai e guardai Gran: mi diede segno di finirlo.
-Sai, Kohma... aspettavo di provare questa hissatsu da tempo... e tu ne sarai la prima cavia! Sei contento?-
Mi guardò con odio, e sputò per terra.
-Dunque è questa la tua risposta?-
Mi fissò con disprezzo.
-Immagino di sì. Beh, preparati.-
Un sogghigno si piantò sulla mia faccia, mentre eseguivo la tecnica e ne pronunciavo il nome.
-SONIC CURSE!-
Agitai le braccia come se dovessi lanciare dei coltelli, ma in realtà lanciavo onde sonore alla velocità del suono: esse circondarono Kohma, riempiendo i suoi canali uditivi con un rumore assordante. Il centrocampista ormai riserva si contorceva dal dolore, tenendo inutilmente le mani sulle orecchie.
Il suono finì, e Kohma svenne.
-Mi sa che ci sono andato giù pesante... ho sbagliato capitano?-
-Non pensavo che la tua ultima tecnica fosse così brutale... forse hai esagerato, sì. Wheeze è ancora in infermeria, almeno adesso avrà compagnia.-
Ordinò a due robot di portarlo in infermeria, mentre noi ci dirigemmo alle nostre stanze. Crow era stata messa in camera con Quill, Ulvida e Keeve, che le avrebbero spiegato per bene tutte le regole dell’Aliea. Mentre tornavo con Nero ed Ark in camera, fui fermato da un ragazzo che non avevo mai visto prima, dai capelli verdi, accompagnato da Ulvida, da Crow e da Gran.
-Tu sei Zael?-
-Sì, perché? Tu saresti?-
-Il mio nome è Reize, e sono il capitano della Gemini Storm.-
Gran prese la parola:
-Zael, la sua squadra ha un problema con una squadra di umani, la Raimon. L’hanno già battuta due volte, ma non vogliono arrendersi. Ora sono in Hokkaido e sembra abbiano reclutato un fortissimo giocatore dalla Haruken. Dato che uno degli attaccanti della Gemini Storm, Diam, e uno dei centrocampisti, Io, sono fuori gioco perché si sono fatti male durante l’allenamento, ho pensato che sarebbe utile per te e per Crow fare un po’ di pratica.-
La Haruken? Un giocatore fortissimo? No dai... non può essere...
-Che hai, Zael, ti vedo pallido.-
Ulvida, sai anche tu che cosa mi sta succedendo...
-Gran, capitano. Accetto l’offerta. Ora però, se non è di troppo disturbo a nessuno, devo andare al campo di allenamento.-
Corsi, fra gli sguardi confusi di Gran e Ryuuji e quelli preoccupati di Ulvida e Crow. Sentii Ulvida spiegare a Gran che doveva venire con me in quanto ci eravamo messi d’accordo per un allenamento extra, perciò non avrebbe potuto fare da guida a Crow.
Arrivai al campo d’allenamento, sudante e tremante. Per fortuna che non c’era nessuno. Mi sedetti a terra, tenendomi le ginocchia premute contro il petto dalle braccia e la testa premuta contro le ginocchia. Arrivò Ulvida.
-Aster... non starai pensando che quel giocatore fortissimo sia il ragazzino tuo amico del quale mi parlavi nelle tue lettere, vero?-
-Sono sicuro che sia lui! Dopo quell’episodio è bravo sia in attacco che in difesa! Sono praticamente cresciuto con lui, prima di andare a vivere a Osaka... dove ho conosciuto Diana.-
-Diana?-
-Crow. Allenandomi con lei ho imparato il White Hurricane... ma è emotivamente troppo doloroso usare quella tecnica. Non la posso più usare.-
Ulvida mi abbracciò. Avevo bisogno di conforto. Solo una volta ero in una situazione più disperata di quella. E avevo perso il controllo di me stesso. Distrussi un piccolo villaggio montano in quello stato. Dopo Osaka ero ritornato nell’Hokkaido... e con il White Hurricane uccisi la mia famiglia.
-Aster, ora ci sono io qui con te.-
Mi scostò il ciuffo argenteo, e mi disse, spaventata:
-Aster?-
-Sì, Reina?-
-I tuoi occhi... non sono più uguali.-
-Come?-
-Il tuo occhio destro è rimasto grigio cenere, ma il tuo occhio sinistro... è azzurro ghiaccio.-
Era un segno. Dovevo affrontare tutto il mio passato. Dovevo affrontare il mio primo amico, e la causa per cui me ne sono andato da Hokkaido. Dovevo affrontare e sconfiggere Fubuki Shirou.
 

L’angolo di Zael

Colpo di scena! Aster malmena Kohma (tié, bastardo, così impari) usando le hissatsu su ordine di Gran; Aster conosce Diana Raven (Crow, ringrazio Emy-chan per l’idea di sostituire Kohma e per avermi fornito un OC), e si scopre che Aster (sì, sempre lui XD) conosce pure Shirou... ma cosa è successo fra i due? Lo scoprirete più in là. E intanto il rapporto fra Aster e Reina cresce... Al prossimo capitolo!

Zael

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Ricordi Dolorosi ***


CAPITOLO 7 - RICORDI DOLOROSI

 
Ulvida’s POV
 
Guardai Zael rannicchiato e triste: mai mi sarei immaginata di vederlo in quello stato. Ma prima è stato lui a consolare me e a convincermi a restare. Era il mio turno di ricambiare. Lo aiutai a rialzarsi, e gli asciugai una lacrima che stava scendendo dall’occhio destro.
-Immagino di doverti delle spiegazioni, Reina... da quando sono andato via da Osaka non ti ho più scritto...-
-Stai tranquillo, Aster. Adesso l’importante è trovare un posto appartato dove farti sfogare. E ho in mente il posto adatto.-
Presi il comunicatore che tutti noi all’Aliea Academy avevamo in dotazione, e chiamai Keeve, dicendole di trasferirsi per il momento assieme a Quill in camera di Ark e Nero: Keeve non poteva essere più felice di stare con il suo adorato Ark, e si vedeva che Quill e Nero andavano fin troppo d’accordo, perciò mi disse che si sarebbero spostate subito. In seguito chiamai Gran e gli dissi di non portare Crow nella stanza perché avevo un problema: Gran, comprensivo, rispose affermativamente.
-Vieni, Aster.-
Arrivammo davanti alla porta di camera mia, e la aprii. Con orrore, notai l’interno. Non solo Keeve e Quill non avevano mantenuto la parola, ma persino Gran aveva deciso di fare di testa sua. Oltre a loro tre, in camera, c’erano Crow, Ark e Nero. Perfetto.
-Ragazzi, non sono sola. Per favore, andate via.-
Zael si affacciò, con un’espressione decisamente affranta e impallidita. Gli altri probabilmente si resero conto della situazione, perciò uscirono subito scusandosi. L’unica a rimanere fu Crow, seriamente preoccupata per le condizioni dell’amico.
-Reina?-
Quell’unica parola di Zael colpì Crow.
-Tu sei Reina? Quando Aster era a Osaka mi diceva che spediva sempre una lettera a settimana a una ragazza di nome Reina.-
-Sì, sono io. Tu sei Diana, vero? Mi ha scritto di te... e mi ha detto che allenandosi con te ha imparato il White Hurricane.-
Il volto di Crow si rabbuiò.
-Purtroppo è così.-
Aiutammo Zael a sedersi comodamente, mentre io ero sempre più preoccupata per le condizioni del ragazzo: non diceva più una parola, e lacrime scendevano dai suoi occhi. Crow mi guardò, e mi disse:
-Il White Hurricane era troppo potente per lui. Era molto debole e fragile quando l’ha imparato, perciò non poteva controllarne la potenza.-
Zael aprì gli occhi, e si scostò il ciuffo argenteo, mostrando a Crow la sua situazione oculare:
-Merda. Aster, che ti è successo?-
Ero sempre più confusa.
-Devi sapere che quando Aster ha l’heterochromia iridum è a un punto di non ritorno. Da qui li avrà sempre così. L’altra volta era temporaneo, ma qui tutto è stato amplificato dall’Aliea Meteorite. Rimarranno così per sempre, mi aveva detto suo padre, solo quando ci sarà una forte stimolazione esterna. E lui l’ha avuta.-
-Basta, Diana.-
Zael aveva riaperto gli occhi, ancora lacrimanti.
-Da qui continuo io. Per troppo tempo non ho scritto a Reina. Anche se tu sai tutto, lei no. E lo deve sapere.-
Crow annuì, e ci mettemmo ad ascoltare le sue parole.
 
Zael’s POV
 
Mi passai una mano sul viso per asciugare le lacrime, ma per quanto cercassi di arrestarle, ricordare era troppo doloroso. Era necessario però farlo. Avevo promesso di non nascondere mai nulla a Ulvida, fin da piccoli.
-Reina... ricordi i tempi del Sun Garden? Prima che mi adottassero?-
-Sì.-
-Anche allora avevo questo problema, ma non si era mai manifestato. Il mio padre adottivo notò che quando i miei occhi cambiavano colore io diventavo una furia cieca. Ce ne siamo andati dall’Hokkaido e ci siamo trasferiti a Osaka, sperando che il clima più mite e il maggiore livello delle cure potessero aiutarmi. Ma si sbagliava. Tutto era inutile, ero costretto a dovermi servire di una camicia di forza e di catene per tenermi fermo.-
-Ma... ma è terribile...-
-Andava fatto. Poi incontrai Diana: mi mostrò il calcio, che io avevo sempre snobbato al Sun Garden. E con il calcio mi calmavo. Ma ero troppo gracile e fragile per poter giocare, nonostante mi allenassi duramente tutti i giorni. E poi venne quel giorno, in cui imparai il White Hurricane. Quel maledettissimo giorno.-
-Perché maledettissimo?-
-Perché quella hissatsu era troppo potente per me. Prima che Gran mi vedesse usarla quando mi reclutò e prima di mostrarla al test, l’avevo usata solo due volte. Quando la imparai, e quando tornai ad Hokkaido. Quando la imparai ero con Diana su una spiaggia: fui sbalzato via dalla mia stessa hissatsu, a causa della mia gracilità. Mi ripromisi di non usarla più, e pochi giorni dopo la mia famiglia fu costretta a ritornare nell’Hokkaido.-
-E allora perché l’hai usata?-
-Perché non ero in me. I miei occhi avevano raggiunto l’azzurro ghiaccio durante il viaggio, perciò riuscirono a tenermi fermo in macchina solo fino all’arrivo al villaggio dove ci saremmo stabiliti. Ma appena arrivammo, ero totalmente fuori controllo. Avevo un pallone, e seguii la furia cieca che mi aveva preso: non che riuscissi ad oppormi. E usai il White Hurricane. Il villaggio era vicino a uno strapiombo, e i miei genitori erano davanti a me. Non mi rendevo contro di quello che stavo facendo. Non ero in grado di capire, di volere o di intendere...-
Sentivo le lacrime come quel giorno scendere dai miei occhi ormai perennemente eterocromi.
-Presi in pieno i miei genitori, che caddero nello strapiombo. La furia del vento spazzò via le casupole di legno del villaggio, e non so quante persone precipitarono o furono colpite dai semitronchi di legna usati per costruire le case. So solo che nessuno si salvò. Da quel giorno ho vissuto da solo, nei boschi e ogni tanto scendendo in città.-
-Aster... è... terribile...-
Reina si stava mettendo a piangere, ma asciugai sul nascere gli spettri delle sue lacrime.
-Reina, non voglio vederti piangere. Io...-
Molto probabilmente Crow si era stancata della situazione fin troppo sentimentale, e, molto freddamente, disse:
-Senti, Aster. Diglielo chiaro e tondo, come mi avevi detto parlando di lei a Osaka!-
-Dirmi cosa?-
Non riuscivo ad articolare alcun suono, né per fermare Crow, né per parlare di qualsiasi altra cosa, quindi la catastrofe era inevitabile. Diana avrebbe vuotato il sacco.
-Dannazione, è ovvio! Aster ti ama alla follia! Fin da quando eravate al Sun Garden!-
-Perché gliel’hai detto, Diana???-
-Perché non posso vederti in queste condizioni: tu hai bisogno di qualcuno di più di un semplice amico o confidente. Io non posso aiutarti in questo caso, ma lei può. Io posso solo sostenerti! E poi ho già messo gli occhi su Gran...-
Reina era rimasta senza parole. Mi guardò intensamente: i suoi occhi rossi di pianto riflettevano perfettamente i miei. Mi tirò un ceffone alla guancia destra, piangendo.
-R...Reina?-
-Perché non me l’hai detto prima, stupido idiota???-
Si gettò nelle mie braccia, posando con forza le sue labbra contro le mie, e, cercando qualcosa di più, le nostre lingue s’incontrarono.
-Basta smancerie, cazzo!-
Un bacio fra una persona che nulla aveva avuto dalla nascita e fra una che aveva acquistato e perso tutto. Un bacio così lungo, appassionato. Un bacio dal sapore d’amore.
Reina si staccò da me, e Crow commentò:
-Oh, è finito lo show? Aster, stai meglio? Te la senti di accettare la richiesta di Gran?-
Guardai Reina e risposi fermamente convinto:
-Devo affrontare il mio passato. Devo affrontare Shirou. Anche lui è rimasto solo. Anche mio cugino.-
 

L’angolo di Zael

Questo capitolo è stato partorito dalla mia mente contorta ascoltando l’album “Comatose” degli Skillet. Mi assumo la piena responsabilità se è troppo sentimentale o triste. E così Diana mette le carte in tavola fra Aster e Reina, e annuncia di mirare a prendersi Gran. Si scopre il passato di Aster, che si rivela essere anche lui un orfano del Sun Garden, e si capisce che Shirou è suo cugino: questo vuol dire che la coppia che aveva adottato Aster erano gli zii di Shirou... che famiglia disastrata, ho aggiunto ad una situazione triste (quella di Shirou) una ancora più tragica (quella di Aster). E si scopre cos’erano gli occhi azzurro ghiaccio per Aster, anche se ora non compariranno più, perché l’heterochromia iridum, amplificata dagli effetti dell’Aliea Meteorite, è diventata permanente: basta cambiamenti di colore. Nel prossimo capitolo la partita della Gemini Storm contro la Raimon con Shirou: come finirà? Al prossimo capitolo!

Zael

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Ritorno al Passato ***


CAPITOLO 8 - RITORNO AL PASSATO

 
Zael’s POV
 
Accettai la proposta di Gran, ma chiesi di poter andare nell’Hokkaido, per questioni personali. Il capitano non sembrò voler approfondire l’argomento, e mi diede il permesso.
Giunto nell’Hokkaido, vestito con una maglietta e con un paio di jeans, scoprii che non avevo bisogno d’altro: non sentivo freddo, nonostante la neve stesse cadendo copiosa e il vento gelido soffiasse molto velocemente.
Riflettendo fra me e me, mentre mi incamminavo verso l’ingresso dell’Haruken: avrei convinto Shirou a salvarsi, con le buone o con le cattive. Non so se mi avrebbe riconosciuto, ma io sicuramente avrei riconosciuto lui. Giunto all’ingresso dell’Haruken, trovai una ragazza con un capello alla Davy Crockett in testa e la tuta del club di calcio che parlava con un ragazzo vestito con la normale divisa scolastica.
“Quanti ricordi... dolorosi e non...”
La ragazza si girò, facendo fluire i capelli biondi e puntando gli occhi grigioazzurri verso di me. Sembrò quasi paralizzata nel vedermi: evidentemente, anche se il Meteorite aveva cambiato il colore dei miei capelli e dei miei occhi, i tratti somatici del mio volto erano ugualmente riconoscibili.
-N... non è possibile...-
Il ragazzo che era con lei capì che non era il momento migliore per essere lì, perciò, scusandosi con la ragazza, se ne andò via con uno scatto da centometrista provetto. Lei si avvicinò a me, e guardò il mio occhio grigio cenere. Con la mano destra spostò il ciuffo argenteo che nasconteva il mio occhio sinistro, rivelandolo.
-A...azzurro... ghiaccio... Aster?-
Le presi delicatamente la mano e la allontanai al mio ciuffo, e annuii. Vedevo lacrime che iniziavano a scendere dai suoi occhi.
-Dove sei stato per tutto questo tempo, Aster? Tutti qui eravamo preoccupatissimi! Hai bisogno del nostro aiuto per quell’occhio e...-
-STAI ZITTA, JYUKA!-
La zittii violentemente: non si aspettava quella reazione.
-Aster...-
-Non sai niente di me. Non perdo più il controllo. Ora l’heterochromia è permanente.-
Mi guardò stupita.
-Almeno dimmi dove sei stato.-
Mi poggiò una mano sul cuore, segno che non aveva dimenticato quella volta. Quella volta quando, appena adottato dagli zii di Shirou e Atsuya, mi portarono in un parco dove i miei due cugini acquisiti dovevano giocare a calcio, e lei mi vide: anche se non giocavo a calcio, fu lei la mia prima amica. E come succede in tutte le discussioni fra bambini, si finisce sempre a parlare d’amore e di futuro: e lei voleva trascorrere il suo con me. Pianse quando seppe che mi trasferivo ad Osaka, e fece i salti di gioia quando le dissi per telefono che ritornavo. E non feci più ritorno. Lei ora aveva ricominciato a piangere.
-Dopo quello che ho fatto, non avrei avuto il diritto di presentarmi davanti a Shirou, visto quello che gli è successo, o a tutti voi dell’Haruken. Ho vissuto nei boschi, ho rubato nelle città le cose indispensabili.-
-Ma ora sei qui! E non devi più andartene via!-
Mi abbracciò, ma le tolsi il cappello e le carezzai i capelli biondi. Mi guardò con sguardo interrogativo.
-Mi dispiace Jyuka, ma ora ho un posto dove tornare. Devo però chiederti un favore.-
-Qualsiasi cosa... ma dovrai rispondere a una mia domanda in cambio.-
Annuii, e le dissi:
-Portami da Shirou.-
Mi guardò stupita, ma il mio sguardo, freddo e inespressivo, la lasciò senza fiato. Mi condusse verso il campo da calcio, dove mio cugino si stava allenando con i membri della Raimon: aveva persino la loro tuta.
Non lo potevo accettare. Jyuka chiamò Shirou, e quando si voltò, mi vide. E mi riconobbe subito. Arrabbiatissimo, Shirou sembrava essere diventato Atsuya, e sfoderò la hissatsu del fratello deceduto.
-ETERNAL BLIZZARD!-
Jyuka si tolse subito da lì, ma io rimasi fermo: l’avrei bloccato e gli avrei parlato.
-AIR SLASH!-
Fendetti l’aria con un calcio, creando numerosi vuoti d’aria che indebolirono notevolmente la potenza del tiro, imprigionarono il pallone e lo fecero cadere ai miei piedi. Jyuka era senza parole, e Shirou/Atsuya corse verso di me, anche se ora sembrava essere ridiventato Shirou.
-Aster? Cugino? Come hai fatto?-
-A differenza tua, io mi sono rafforzato, a quanto sembra. Ti devo parlare. In privato.-
Io e Shirou ci allontanammo e ci sedemmo su una panchina, e gli dissi:
-Devi lasciare la Raimon prima della partita con la Gemini Storm.-
-Cioè, tu arrivi, fermi il mio tiro, non mi saluti e mi dici di lasciare la Raimon?-
-Prima cosa, quello non è il tuo tiro. Quello è il tiro di Atsuya. Seconda cosa, fai come ti dico. Hai pochissimo tempo, so bene che la Gemini Storm arriva oggi. Ci rivedremo, ora devo andare.-
Lo lasciai, ignorando le sue domande, e liquidai Jyuka dicendole che ci saremmo rivisti. Ma non avrebbero mai immaginato così presto...
Per un momento mi sembrò di vedere Gran lì, ma probabilmente mi sbagliavo.
 
Shirou’s POV
 
Ma che diavolo gli salta in testa ad Aster? Non si fa rivedere per anni e appena ritorna se ne deve subito andare? E poi perché devo lasciare la Raimon? Mi si avvicinò Jyuka, chiedendomi se avessi detto qualcosa di male ad Aster e le riferii tutto. Anche lei non riusciva a capire quello strano comportamento.
“Spero solo che non sia nei guai...”
Arrivò Mamoru, accompagnato dall’allenatrice Hitomiko, che mi chiesero chi fosse quel ragazzo in grado di fermare la mia hissatsu.
-Lui si chiama Aster Kazetsuki, ed è mio cugino acquisito.-
Tacqui sul suo passato: non se l’era certo passata bene. L’allenatrice Hitomiko giurò di averlo già visto da qualche parte, anche se non ricordava dove.
-Ma non ha mai giocato a calcio, non capisco come abbia fatto a fermare l’Eternal Blizzard.-
-Possiamo prenderlo in squadra, allenatrice? Uno così forte ci sarebbe di molto aiuto e...-
Dal cielo piovve un pallone nero con delle parti di color verde, e dal suo interno si sentì una voce:
-Non c’è due senza tre, dite voi terrestri. Ecco che giunge la Gemini Storm: vi sconfiggeremo un’altra volta.-
Dal pallone si materializzarono undici giocatori, ma ne vedevamo solo nove. Mamoru chiese a Reize dove fossero un attaccante dai capelli castani e un centrocampista con la maschera, ma non ricevette risposta. Piovve un altro pallone dal cielo, sempre nero ma con delle parti grigie: da esso uscirono, con delle uniformi diverse da quelle della Gemini Storm, una ragazza dai capelli castani con una treccia azzurra e...
“No, dai. Deve essere uno scherzo.”
Io e Jyuka eravamo completamente allibiti.
-ASTER??? COSA CI FAI CON GLI ALIENI???-
La ragazza lo guardò e lui le sussurrò qualcosa all’orecchio, e lei annuì. Poi si voltò verso Reize e disse:
-Reize! Zael e Crow sono arrivati come sostituti richiesti di Diam e Io. Siamo pronti alla partita.-
Jyuka si era messa a piangere e mi guardò, disperata:
-Perché Aster sta con loro? Shirou, perché tuo cugino sta con loro?-
Poi, emettendo una risatina isterica, cercò di convincersi del contrario.
-No, non può essere Aster... vero Shirou? Non può essere Aster...-
Aster prese la parola:
-Aster non esiste più. C’è solo Zael.-
Guardò Reize, e i due annuirono. La partita stava per cominciare. Gli altri membri dell’Haruken erano increduli nel vedere Aster con gli alieni,  e per giunta come attaccante!
Jyuko si era seduta piangendo sulla panchina della Raimon, mentre le tre manager cercavano di calmarla.
-ASTER! Io ti fermerò!-
-Io sono Zael.-
Mi guardò con quel suo occhio grigio cenere, e poi disse:
-Lo farai tu o Atsuya?-
Toccò il tasto dolente. Atsuya uscì fuori, e diede il calcio d’inizio, passando a Ryuugo, che gli ripassò la palla. Sembrava che Aster e la ragazza che aveva chiamato Crow non facessero nulla, così quando Ryuugo mi passò la palla, segnai facilmente con l’Eternal Blizzard.
Reize guardò Aster, e Aster annuì. Al calcio d’inizio, Reize passò subito palla a mio cugino, che si fiondò verso la porta di Mamoru a velocità impressionante. Tornato in me, mi posi davanti a lui e gli urlai:
-Non ti lascerò passare! ICE GROUND!-
Aster sorrise, e disse:
-AIR STAIRWAY!-
Saltò e fece una capriola in volo: toccata poi terra, si formò una scalinata d’aria che gli permise di superarmi. Si trovò così faccia a faccia con Mamoru, e tirò.
-NORTHERN LIGHTS!-
La forza di quel tiro era devastante, ma Mamoru provò a pararla.
-GOD HAND!-
Il tiro sembrò perdere potenza, ma iniziò a girare in modo contrario a prima, e perforò la difesa del nostro portiere.
-1 a 1, Reize. Come promesso. Ora datevi da fare, noi non agiremo se non saremo in svantaggio.-
Che cosa mi nascondi, Aster? Perché sei così forte? Mi guardò, e sorrise, come per dire:
“Ti avevo detto di lasciare la Raimon. Capisci perché ora?”
Con lo sguardo gli risposi:
“Aster, ti sconfiggerò e ti riporterò alla ragione.”
La palla era al centro. Toccava a me.
 

L’angolo di Zael

Capitolo scritto ascoltano 2 album dei Disturbed, cioè Indestructible e Asylum. Aster svela un’altra parte del suo passato, in cui una parte importante ha avuto Jyuka (è così kawaii quella ragazza, ma nessuno la caga di striscio, passatemi il termine... ci sono pochissime fanart su di lei!), e proprio lei sembra essere innamorata di Aster... ma tanto con Reina non si compete. ATTENZIONE: se fino a questo capitolo si era andati seguendo parallelamente gli eventi dell’anime, da questo capitolo la trama cambia completamente. In che modo? Lo scoprirete solo se continuerete a seguirmi! Al prossimo capitolo!

Zael

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - La fine della Gemini Storm ***


CAPITOLO 9 - LA FINE DELLA GEMINI STORM

 
Shirou’s POV
 
Non potevo accettare che Aster fosse diventato così forte usando solo l’Aliea Meteorite. Doveva aver sviluppato quella forza quando si era trasferito ad Osaka. L’arbitro fischiò il calcio d’inizio, ma la partita si bloccava di continuo, sia che fossimo noi a tirare, sia che fosse la Gemini Storm. Ma Aster e la ragazza non si muovevano.
“A che gioco stai giocando, Aster?”
Mi feci passare la palla e mi diressi verso di lui, deciso a superarlo.
-Preparati, Aster!-
Mi lanciai a tutta velocità verso mio cugino, ma lui, per tutta risposta, si spostò, lasciandomi passare. Atsuya prese il controllo e urlò:
-Grazie, Aster! Ma stai con noi o con loro?-
E poi risi, animatamente e di gusto, quando segnai.
-ETERNAL BLIZZARD!-
-BLACK HOLE!-
Fu tutto inutile. 2-1 per la Raimon, e vedevo che gli alieni iniziavano a preoccuparsi. Quando mi piaceva quella vista. Passato Aster e il cerchio di centrocampo, tornai a essere me stesso, e Atsuya ritornò nella mia mente. Una sola cosa mi turbava: il sorriso di mio cugino.
-Zael, cosa facciamo?-
La ragazza gli chiese un consulto sul da farsi, ma lui rispose semplicemente:
-Segnamo e poi vediamo di far giocare la Gemini Storm.-
L’arbitro decretò la fine del primo tempo, e mentre Reize si recava da Aster, l’allenatrice ci chiamò alla panchina.
-Shirou, sei sicuro di non sapere perché tuo cugino sta giocando con gli alieni?-
La squadra, a parte Mamoru, e le manager dissero in coro:
-TUO CUGINO???-
-Sì, Aster è suo cugino.-
Era stata Jyuka a parlare, ancora in lacrime.
-Jyuka, troverò un modo per farlo ragionare. Mamoru, se vuoi parare i suoi tiri, credo che tu debba usare quello.-
-Ci proverò...-
-Non so perché sia lì, dopo il suo trasloco ad Osaka e una telefonata per avvisare il ritorno ad Hokkaido non l’abbiamo più sentito.-
L’allenatrice era decisamente interessata a quel discorso, e mi chiese di spiegare il motivo del trasloco.
-Ecco, Aster aveva un problema: ogni volta che i suoi occhi diventavano azzurro ghiaccio, perdeva il controllo e diventava una furia. Sappiamo che era tornato ad Hokkaido senza riuscire a essere curato a Osaka, e che appena sceso, spazzò via un villaggio di montagna e uccise i suoi genitori adottivi e molte altre persone usando una tecnica imparata ad Osaka. Da lì ha sofferto un crollo nervoso, ed ha vissuto nei boschi fino a quando non si è fatto rivedere. Ma una volta i suoi capelli erano castani, non l’avrei riconosciuto subito se non ci fosse stata Jyuka con lui.-
Quando evidenziai il fatto dei capelli, l’allenatrice Hitomiko sembrò incupirsi: che lei ne sapesse qualcosa? Natsumi mi guardò e mi chiese:
-Ha ucciso tutte quelle persone?-
-Sì... e ha rischiato la vita anche lui.-
Non fui io a rispondere, ma un ragazzo dai capelli rossi, che Mamoru embrò riconoscere:
-Hiroto!-
-Ciao Mamoru.-
Lo guardai e gli chiesi:
-Lo conosci?-
-Abbastanza... e so che ora vi sta combattendo. State attenti a lui, è più forte di quello che vi ha mostrato. E fidatevi, su questo sono sicuro. Ora scusatemi, ma devo andare.-
Il ragazzo sparì come era arrivato. L’allenatrice Hitomiko sembrava ancora più stranita, ma non ci fu tempo per continuare la discussione, perché l’arbitro diede il via al secondo tempo.
 
Zael’s POV
 
Reize calciò l’inizio del secondo tempo, passando la palla a Crow. Shirou le andò incontro tentando di fermarla, ma lei sfoderò una delle sue hissatsu:
-WINGED DRIBBLING!-
Due ali nere spuntarono dalla schiena della mia compagna di squadra, e avvolsero sia lei che il pallone, e superò Shirou con un avvitamento aereo. Tornata a terra, le ali sparirono, e mi lanciò la palla.
-Tua, Zael!-
-NORTHERN LIGHTS!-
-THE TOWER!-
Nonostante il blocco della ragazza coi capelli rossi, Zaizen Touko, il mio tiro si diresse verso la porta della Raimon.
-MAJIN THE HAND!-
Ed Endou Mamoru, quasi per miracolo, riuscì a parare il tiro.
-Crow... sai cosa devi fare.-
Lei annuì, e quando Mamoru rinviò, lanciando la palla a Shirou, lei usò la sua tecnica di difesa:
-FEATHER SHIELD!-
Chiuse gli occhi e congiunse le mani, mentre un’aura azzurra le si formava attorno: una volta riaperti gli occhi, l’aura si concentrò sulle mani e si vennero a creare una serie di piume che si disposero davanti a Diana a formare uno scudo, che sottrasse palla a Shirou. Poi tirò verso la porta della Raimon, nonostante lei fosse a centrocampo.
-RAVEN FLIGHT!-
Due ali nere spuntarono dalla schiena della ragazza, che alzando il pallone lo avvolse in una sfera di energia oscura, per poi colpirlo in rovesciata e dirigendolo verso la porta, mentre il pallone lasciava una scia di piume nere.
-Vai Zael!-
-Sì!-
Mi preparai: avrei pareggiato.
-SPACE CYCLONE!-
Impressi energia spaziale al pallone, mentre preparavo un vortice di vento sulla mia gamba,  e poi colpii il pallone in mezza rovesciata, spedendo il pallone direttamente in porta, aggiungendo una scia di energia spaziale e un vortice di vento alla scia di piume nere.
-MAJIN THE HAND!-
Fu tutto inutile, Mamoru fu scaraventato in porta a causa della furia del tiro. 2-2, ora toccava a Reize darsi da fare. Mancava poco alla fine della partita, chiunque avesse segnato ora avrebbe vinto. Shirou calciò e diede palla a un tizio piuttosto alto, Ryuugo, che la passò ad uno che portava occhiali e mantellina, Yuuto. Avanzavano veloci, ma i patti fra Gran (che mi sembrava di aver visto anche durante l’intervallo) e Reize erano chiari: io e Crow avremmo giocato solo quando la Gemini Storm si trovava in svantaggio. Shirou ricevette palla di nuovo, e sembrò mutare ancora in Atsuya, per poi tirare:
-ETERNAL BLIZZARD!-
-BLACK HOLE!-
Gorureo non riuscì a parare il tiro, che finì in porta, e con esso terminò anche la partita. 3-2 per la Raimon. La Gemini Storm aveva perso: Reize cadde in ginocchio, mentre Crow se ne andava; le avevo detto che l’avrei raggiunta dopo, avevo da sbrigare un’ultima faccenda. La Raimon stava festeggiando, ma comparve una mia conoscenza tramite un pallone nero con delle parti viola. Desarm.
-Reize, hai fallito miseramente. Tu e la Gemini Storm sarete esiliati e...-
-Non finché sarò io ad impedirlo, Desarm.-
-Zael?-
Desarm si stupì della mia presenza.
-La Gemini Storm ha fallito, ma non permetterò che sia effettuato l’esilio. Toglietevi di torno, Epsilon.-
Una ragazza con i capelli azzurri raccolti in due ciocche a parabola, Maquia, tentò di protestare, ma bastò un mio sguardo per zittirla. Desarm prese la parole:
-Dato che c’è un membro della Gaia, qui non abbiamo più nulla da fare. Raimon, ci rivedremo molto presto!-
La Epsilon scomparve. Reize mi si avvicinò, e mi chiese il perché; gli risposi semplicemente:
-Perché sono stati troppo forti. Non avete alcuna colpa se vi hanno superato.-
Poi mi rivolsi a Mamoru e a Shirou:
-Ehi, tu, capitano della Raimon! E anche tu, Shirou! Lascio la Gemini Storm nelle vostre mani. Impedite con ogni mezzo un ulteriore operato dell’Aliea su di loro. Fateli tornare alla normalità. Fate riscoprire loro cosa è il calcio. Ci reincontreremo.-
Detto ciò, Reize mi ringraziò, e io gli risposi che non doveva farlo: avevo fatto solo ciò che ritenevo più giusto. Tornai all’Aliea per mezzo di un pallone, mentre sentivo le voci di Shirou e di Jyuka chiamare il mio vecchio nome.
 

L’angolo di Zael

Così la Gemini Storm non è stata esiliata, e anzi, rivedremo alcuni suoi giocatori... nelle fila della Raimon?! Sì, avete capito bene. La stessa cosa succederà anche con le altre squadre dell’Aliea; ovviamente, dovrò togliere giocatori dalla Raimon originale... ciao ciao a Ryuugo, a Kabeyama (in panchina! XD), a Yuuya (che rimarrà come riserva), a Yuuki (anche lui come riserva...) e poi ci saranno i vari membri che si infortuneranno: Kazemaru, etc... Al prossimo capitolo!

Zael
 

P.S.: e pensare che mi mancano ancora la Epsilon, la Prominence, la Diamond Dust, la Chaos, la Genesis e la Dark Emperors... questa fic NON finirà tanto presto XD.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Ostilità e Sorprese ***


CAPITOLO 10 - OSTILITÀ E SORPRESE

 
Ulvida’s POV
 
-E così li hai salvati, eh, Aster?-
Lui, appena tornato dal campo della Haruken, si voltò e mi rispose.
-Non avevano il diritto di vedere cancellati i loro ricordi e di dimenticare questo inferno. Unendosi alla Raimon si ricorderanno perché hanno iniziato a giocare a calcio.-
Sorrisi: Aster non si era fatto condizionare dal meteorite. Rimaneva sempre sé stesso, freddo ma a suo modo gentile.
-E di Jyuka che mi dici?-
Si girò in modo improvviso, e mi guardò con gli occhi sbarrati... o almeno lo supponevo, visto che il suo occhio sinistro era coperto dai capelli come di consueto.
-Non è bello far soffrire una ragazza, dovresti averlo imparato.-
-Reina... ti ho ritrovata. Come posso provare anche solo a pensare ad un’altra ragazza?-
Mi avvicinai a lui, e lo abbracciai, gesto che lui ricambiò. Sentivo il suo corpo freddo, mentre gli trasmettevo calore; sentivo i battiti regolari del suo cuore, mentre si confondevano con i miei; fra noi c’era un’intesa che mai avrei avuto io con un altro, e lui con un'altra. Ma non potevo avere il privilegio di amarlo soltanto. Iniziai a piangere senza nemmeno accorgermene.
-Reina, cos’hai?-
Le ha sentite.
-Aster... non mi interessa.-
Mi guardò con un’espressione confusa.
-Non mi interessa se c’è una ragazza che ti piace più di me. Voglio soltanto avere anche io l’onore di amarti. Concedimelo...-
Prima di rispondermi a parole, mi stupì. Mi strinse ancora più forte a sé, e mi baciò sulle labbra. Il freddo aveva screpolato le sue, che si scontravano contro le mie, soffici e lisce: non so perché, ma mi piaceva.
-Io amo te, Reina. Non metterlo mai in dubbio. Sei la prima, sempre e comunque. Non pensare minimamente che ci sia una ragazza che mi piaccia più di te.-
Le sue parole trafissero il mio cuore come mille pugnali: la verità mi aveva sempre fatto male. Ma questa volta era diverso, il dolore era piacevole. Finalmente ho capito cos’è questa senzazione: puro, semplice e disinteressato amore. Ma se io l’ho capito, l’altra ragazza non lo sa...
-Aster.-
-Dimmi tutto.-
-Io ti amo. Ma non sono la sola. Io sono felice di averti con me, ma vorrei che anche Jyuka lo fosse. L’ho vista piangere quando ti ha visto con l’uniforme della Gaia, stavo guardando la partita. Non pensare che io sia un’ipocrita... ma voglio che tu ami anche lei.-
-Cosa intendi dire? Io...-
-Aster, dannazione, stammi a sentire!-
Lui si ammutolì: avevo la sua completa attenzione, e gli avrei espresso la mia idea.
-Senti, non sono l’unica ad amarti. E non voglio che lei rimanga da sola, come lo ero io prima di ritrovarti. Ama anche lei. A me basta avere il posto più importante qui dentro, perché so che anche tu mi ami. Ma so che dentro il tuo cuore c’è una parte alla quale piace ancora Jyuka. E non voglio forzarti a cambiarla: mi piaci così come sei, e se una parte di te ama Jyuka, è giusto coltivare anche quella parte.-
-Reina...-
-Tu fallo. E io sarò ancora più felice.-
Mi strinse ancora e appoggiò la testa sulla mia spalla, così come io appoggiai la mia sulla sua.
-Se è quello che vuoi, lo farò.-
-Non è quello che voglio io. So che lo vuoi anche tu. Perché non vuoi più vedere in lacrime chi ti sta a cuore. Non puoi più vedere soffrire chi ti è importante.-
Mi guardò negli occhi, e mi chiese:
-Come fai a leggermi nel pensiero?-
-Sei un libro aperto per me... e comunque stasera dopo cena troverai una sorpresa. Ceniamo insieme e poi te la mostrerò.-
-Aspetterò con trepidazione.-
 
Zael’s POV
 
Terminata quella conversazione, io e Reina avemmo la sensazione di essere osservati, ma probabilmente ci sbagliammo: siccome mancava ancora del tempo prima della cena, Reina propose un allenamento di scarico, e non mi feci scappare un’occasione così ghiotta. Il campo d’allenamento era vuoto, quindi riuscimmo ad allenarci sul campo principale.
-Ehi, non ti sembra di essere osservata?-
-Mah... mi pare di no.-
Continuammo a fare passaggi ad alta velocità, esercizi di scartaggio e di difesa: le basi del calcio, utili per ridurre lo stress e scaricare la tensione. Ma ad un certo punto dall’ombra si fece avanti una ragazza correndo. Ero sicuro di averla già vista, ma mentre pensavo a chi potesse essere, si gettò piangente fra le braccia di Reina.
-Maki, che succede?-
-Non usare il mio nome davanti a lui!-
Maki? Come se mi dicese qualcosa... però un momento: capelli azzurri e grigio chiaro, raccolti in due forme a disco... aspetta, Maquia?
-Maquia, cosa succede?-
La guardò piangendo, prima di cadere a terra in ginocchio ancora fra le braccia di Reina.
-Stupido Metron!!! Ha cercato di baciarmi! Lo sa che lo odio, e si è fatto aiutare da Zel e da Desarm... sono scappata, ma prima, quando mi dimenavo per evitare che mi baciasse, mi hanno colpito... ed è tutta colpa sua!!! Ti stavo seguendo, volevo aspettare che se ne andasse, ma non se ne va, e quindi ho deciso di venire fuori!!!-
Reina mi guardò, ma io non sapevo che dirle, e feci un’espressione confusa e segnalai di non sapere niente.
-Che cosa ha fatto Zael?-
-Lui adesso sa il mio nome, pretendo di sapere il suo!!!-
Mi guardò di nuovo, e feci spallucce.
-Mi vuoi dire che cosa ha combinato Aster?-
-Ha fatto arrabbiare Desarm e gli altri non permettendoci di esiliare la Gemini Storm. E allora Metron ha tentato un’altra volta di... di...-
Maquia non riuscì a continuare perché la sua voce era rotta dal pianto. Mentre Reina cercava di consolarla, tre figure si fecero avanti. Desarm, Metron, Zel. I colpevoli. Fu Reina a parlare.
-Che volete adesso?-
-Non sono cose nelle quali i membri della Gaia debbano immischiarsi... e specialmente lui.-
Desarm era furente. Prima il mio veto all’esilio della squadra di Reize, poi il fatto che Maquia fosse venuta qui a cercare aiuto: troppo per il capitano della Epsilon.
-Togliti di mezzo, Ulvida!-
La gettò a terra strappandole Maquia di dosso. Magari la ragazza mi odiava, ma non potevo lasciarla in quella situazione: potevo solo immaginare cosa avevano in mente di fare quei tre. Mi avvicinai furente, ma Desarm mi fermò a parole, mentre alzava un braccio per schiaffeggiare Maquia.
-Se usi il tuo status di membro della Gaia potresti essere espulso per bullismo nei confronti di una squadra inferiore... siamo intoccabili, bastardo.-
Sorrisi: Desarm non sapeva cosa l’aspettava.
-Sai, Desarm, dopo tutto quello che mi è successo, ho imparato una forma di controllo della rabbia... certo, non l’ho usata con Wheeze o con Kohma... ma ora è diverso. E potrò colpirvi senza nemmeno toccarvi.-
I tre membri della Epsilon risero sguaiatamente, mentre Maquia continuava a piangere e a singhiozzare. Ma fu la mia risata, sadica e gelida, a interrompere le loro, e a far sgranare gli occhi rossi di pianto di Maquia verso di me. Chiusi gli occhi, e concentrai tutta la mia rabbia in un solo punto, per poi farla esplodere.
-Ma che cosa???-
Alle mie spalle comparve un uomo in armatura bianca con sei ali nere che spuntavano dalla sua schiena. Il volto era coperto da una maschera che lasciava trasparire solo gli occhi, rossi come il sangue; i capelli invece erano lunghi e dorati. Sul suo braccio sinistro si formò un vortice di vento oscuro, su quello destro un vortice di vento lucente.
-Vi presento il mio keshin: Kaosu Kaze no Shihaisha Huayra. Se vi colpisce lui, io non avrò fatto nulla. Per vostra informazione, il Keshin è l’emanazione della forza spirituale di una persona. Io l’ho completato, mentre molti altri hanno fallito. E ora via, diamo inizio alle danze.-
Il mio keshin lanciò un vento oscuro potentissimo, spazzando via i tre giocatori della Epsilon, ma aveva nel contempo creato una sfera di vento lucente nella quale avevo protetto me stesso e Maquia. Desarm, Zel e Metron furono catapultati contro il muro, e riportarono dei grossi danni, specialmente Metron. Mentre Desarm e Zel, spaventati da quello che poteva ancora succedere loro, si caricarono Metron in spalla e si diressero verso l’infermeria dell’Epsilon, io dissi a Maquia:
-Senti, mi dispiace veramente per quello che ti ho fatto passare. Scusami.-
Mi guardò, piangendo:
-Sei tu che devi scusarmi... ti ho accusato, ma tu mi ha salvato lo stesso... scusami Zael... ma devo farlo. Perdonami, Reina.-
D’un tratto le labbra della ragazza si posarono sulle mie, sotto gli occhi di Reina, che si avvicinò e disse:
-Lo ami anche tu, vero? Digli il tuo nome allora. Non si tirerà indietro: anche se ama me, non può non amare anche te. Lui sta male quando le persone che ama soffrono. Quindi basta con quelle lacrime.-
Maquia si asciugò le lacrime e mi disse:
-Sumeragi Maki... questo è il mio nome.-
-Il mio è Kazetsuki Aster. E non preoccuparti: ti difenderò io. Reina ha ragione: non posso non rispondere ad un sentimento sincero.-
La strinsi fra le mie braccia, mentre Reina controllava l’ora.
-Ragazzi, è ora di cena.-
Tutti e tre ci avviammo verso la mensa, mentre Maki e Reina si spartivano le mie braccia. Contemporaneamente, le due dissero:
-Grazie, Aster.-
E mi baciarono entrambe sulle guance.
 

L’angolo di Zael

Finora è il capitolo più lungo, ma anche quello più denso di significato e di sentimento, secondo me. Ecco capitoli del genere vengono fuori quando non bevo da tre giorni, fumo solo due sigarette al giorno (grazie al cielo quando scrivo ho la pipa) e ascolto, tutti di seguito, Enrico Ruggeri, Eminem, Salmo e i Linkin Park. Spero sia venuto abbastanza bene. Comunque, ringrazio tutti quelli che hanno letto la fic “The Birth and The Fall of Aliea Gakuen”, per la quale ho avuto BEN 62 recensioni! Grazie infinite anche a quelli che l’hanno messa fra le preferite, le seguite o le ricordate. Spero vi piacciano anche questa fic e tutte le altre che sto scrivendo, che ho scritto e che scriverò. A chiunque si stesse chiedendo: “più di una ragazza????”, rispondo che sono talmente folle che voglio creare un triangolo di ragazze attorno ad Aster (niente, sono fissato con gli anime e i manga harem XD), e le ragazze saranno appunto Reina, Maki e Jyuka. Al prossimo capitolo (sempre se non deciderete di droppare questa fic a causa dell’alto contenuto di harem)!

Zael

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Quando cala l'Oscurità ***


CAPITOLO 11 - QUANDO CALA L’OSCURITÀ

 
Maki’s POV

Ancora non ci credo. Nonostante quello che gli ho fatto passare, lui mi ha difeso contro Desarm, Zel e Metron. Mi ha salvata: nessuno si era mai esposto per me. Non avrei mai detto che sarei stata presa da un colpo di fulmine, anzi, se me l’avessero detto non ci avrei creduto. Avevo sempre pensato che sarei finita in coppia con quel maledetto pervertito di Metron, che alla fine mi avrebbe scopata e lasciata come un giocattolo usato. Ma di Aster... so che posso fidarmi. Non mi avrebbe salvato altrimenti. Non avrebbe accettato i miei sentimenti. Anche grazie a Reina... mi chiedo solo se alla fine anche quella biondina dell’Haruken finirà nella nostra stessa situazione.
-Maki?-
Sentii la voce di Aster pronunciare il mio nome, e sussultai.
-Maki, stai bene? Avevi lo sguardo assente.-
Cercai di sfoderare un sorriso non preoccupato, ma sembrò quasi che lui potesse vedere attraverso la mia anima. Sembrava che stesse fissando il mio cuore turbato, che capisse al volo ciò che stavo provando. Non mi ero mai trovata in una situazione del genere. In quel corridoio, stavo vivendo l’esperienza più intensa della mia vita. Della mia vita finora.
-Maki...-
Mi abbracciò, mentre Reina sorrideva: lei lo conosceva già, sapeva che questo era Aster. Ma io non lo sapevo, lo stavo scoprendo ora. Sentivo i battiti regolari del suo cuore confondersi con quelli irregolari del mio. Sentii il calore che mi trasmetteva il suo corpo: mi calmava, e non ne capivo il motivo. Sentivo i miei sensi dissolversi, mentre venivo completamente pervasa da quella sensazione di calma, di sicurezza. Non mi ero mai sentita così tanto protetta come in quel momento.
-Maki, non devi più preoccuparti. Io ti difenderò sempre: non avrai mai bisogno di chiamare aiuto, perché io sarò lì. Ti difenderò ad ogni costo.-
Fui io a stringermi di più a lui, mentre le lacrime ricominciavano a scendere: ma non erano più lacrime di terrore, di paura, di dolore. Erano lacrime pure, di gioia; erano lacrime d’amore.
-Maki... non voglio più vederti piangere.-
Mi asciugò le lacrime con la sua mano, e sentivo che ora il contatto fisico trasmetteva molto di più che una semplice sensazione di benessere. Percepivo che in qualche modo lui completava quel vuoto presente nel mio cuore. Quindi fui io a prendere la parola:
-Aster... non mi interessa se sono la seconda, se prima di me c’è Reina, o se sono la terza e prima di me c’è anche quella biondina dell’Haruken. Voglio solo stare con te, nient’altro.-
Alzai la testa dalla sua spalla, dove lui l’aveva appoggiata per confortarmi. Vidi il suo sorriso, e mi disse:
-Maki. Tu non sei inferiore a Reina o a Jyuka. Siete importanti per me, e non importa in che ordine, io vi amerò tutte allo stesso modo. So che anche creare una gerarchia creerebbe dei conflitti, quindi non lo farò: siete sullo stesso piano per me. Siete tutte ugualmente importanti. Spero solo che arrivi presto il giorno in cui farò smettere di piangere anche Jyuka.-
Mi guardò intensamente, e mi chiese:
-Va meglio ora?-
Questa volta il sorriso fu spontaneo e sincero, non forzato come prima. Aster sembrò rassicurarsi, e Reina sembrò sollevata. Arrivammo in sala mensa, e, appena entrati, ci trovammo Gran davanti, con Desarm, Zel e Metron, che avevano accusato Aster di averli picchiati senza motivo. Tutti gli occhi della sala mensa erano puntati su di noi, e io e Reina ci nascondemmo parzialmente dietro ad Aster, che replicò subito:
-Gran, vuoi davvero fare di nuovo lo stesso errore? O preferisci dare un’occhiata alle telecamere di sorveglianza che ci sono sul campo? Perché le ho viste, non negare. O preferisci ancora chiedere a Reina, gettata a terra con violenza, e a Maki, che stava per essere brutalmente picchiata, come stavano per andare le cose se non fossi intervenuto? E comunque io non li ho minimamente sfiorati.-
Gran fece subito chiamare un robot con i nastri delle registrazioni, e constatò che ciò che gli avevano riferito i miei tre compagni era falso. La punizione di Gran fu esemplare: una settimana in isolamento, senza allenamenti.
Io, Reina e Aster, dopo le scuse di Gran, ci sedemmo al tavolo con Crow, Keeve, Ark, Quill e Nero, ma Reina disse alcune cose a Gran prima di unirsi a noi per la cena.
-Reina, che gli hai detto?-
-Segreto. Lo saprai dopo.-
 
Zael’s POV

La cena si svolse tranquillamente dopo il patetico tentativo di quei tre idioti di infangare la mia reputazione. Ma non hanno visto cosa è successo a Kohma dopo quello che ha fatto? Sarebbe potuta andare decisamente peggio che una settimana d’isolamento. Mentre mangiavo, un tizio familiare con i capelli rossi e gli occhi gialli si avvicinò con una ragazza piuttosto prosperosa e dai capelli color verde acqua. Burn e quella che sembrava essere la sua ragazza.
-Ehi, Zael, com’è che ce l’hanno tutti con te? Prima Wheeze, poi Kohma, adesso Desarm, Zel e Metron... devi spiegare come fai: o ti si ama o ti odia, vero?-
-Vedi Burn... Wheeze aveva dei futili motivi, e Kohma agiva solo per difendere il suo compagno di stupidità. Per quanto riguarda quei tre, se provano ancora a fare ciò che stavano tentando di fare, potrebbe non andargli così bene.-
-Beh, li hai massacrati senza toccarli ho visto. Immagino che sia meglio averti come amico, no? Possiamo sederci?-
Guardai gli altri, e a loro non importava più di tanto: capivo che intorno a me si stava creando una sorta di alleanza, e che mi stavo facendo degli amici veri. Non ero sicuro delle intenzioni di Burn, ma dubito che mi volesse usare per qualche sua losca macchinazione: ha visto ciò di cui sono capace, non si metterà contro di me.
-Ah, vero, Zael, non conosci ancora la mia ragazza! Lei è Bonitona!-
Bonitona mi sorrise, ma il sorriso sembrò preoccupare Maki e Reina, perché si attaccarono subito alle mie braccia, dicendo contemporaneamente:
-Lui è nostro!-
Burn si mise a ridere come un idiota, e tirò una pacca sul fondoschiena della sua ragazza, e le disse di sedersi, e poi si rivolse a me:
-Beh, sembra che le ragazze sappiano ciò che vogliono! So che la mia ragazza può sembrare pericolosa a loro due, ma vi assicuro che non ha interessi per te, se non come amico.-
Reina e Maki sembrarono rassicurate dalla cosa, perciò allentarono la presa sulle mie braccia. Sentii un’altra voce familiare parlare:
-Salve, Zael. Sempre nell’occhio del ciclone vedo. Te la cavi piuttosto bene con le situazioni complicate, o sbaglio?-
Era arrivato Gazel, con una ragazza un po’ più bassa di lui dai capelli blu mare: molto probabilmente era la sua ragazza.
-Ti presento la mia ragazza, Clara... e a quanto pare hai fatto la conoscenza di Bonitona.-
Clara, la quale aveva un’espressione decisamente inespressiva, disse semplicemente:
-Salve, Zael. Sono contenta di fare la tua conoscenza.-
Maki e Reina si attaccarono di nuovo alle mie braccia, quasi stritolandole.
-Come mai questa reazione adesso?-
Fu Gazel a rispondere a questo mio dubbio, mentre sorrideva divertito:
-Clara difficilmente parla con gli estranei o con i nuovi o con chi non faccia parte della nostra squadra, perciò le devi star simpatico. Dispiace se ci sediamo?-
Si stava sul serio formando un gruppo di persone a cui stavo simpatico, e si potevano contare nomi importanti come Burn e Gazel. La cena continuò, mentre noi, “lo strano gruppo”, come mi era venuto in mente di chiamarci, eravamo un po’ più vivaci degli altri tavoli. Notai il tavolo vuoto della Gemini Storm, e ripensai a Reize. Chissà se avevo fatto davvero bene a lasciare lui e la Gemini Storm nelle mani della Raimon: però se sono riusciti a far giocare Shirou in una squadra, non dovrebbero avere troppi problemi con loro. E poi li allena Hitomiko...
-Ehi, che hai?-
La voce di Ark mi riportò al presente, lasciando inconclusi i miei pensieri.
-Niente, figurati. Ripensavo alla Gemini Storm.-
Tutti mi guardarono come se fossi pazzo, e io risposi:
-Nel senso che mi chiedevo se ho fatto bene a lasciarli nelle mani della Raimon. Cosa stavate pensando?-
Tutti accennarono a un “niente”, quando fu annunciata la fine dell’orario di cena. Ci salutammo e ce ne andammo, ma Reina trattenne me e Maki, mettendoci le bende sugli occhi e tirandoci verso chissà dove.
Dopo un po’, si fermò, e sentii che apriva una porta: trascinò dentro me e Maki, per poi chiudere la porta e toglierci la benda. Eravamo in una stanza diversa.
-Ehm... Reina, che succede?-
Maki pose la domanda, e Reina rispose:
-Avevo chiesto a Gran di darmi una camera in cui potessi stare sola con Aster... ma poi sei arrivata tu, così gli ho detto di modificarla per far star dentro anche te.-
Fui io a chiedere la fatidica domanda:
-Ma i letti?-
Reina indicò il letto enorme che era nella stanza.
-Non i letti, ma il letto. Dormiremo tutti assieme.-
Un sorriso che non mi piaceva per niente si era formato sui volti delle due ragazze, che chiusero la porta a chiave e si spogliarono rimandendo in biancheria. Poi si avvicinarono a me, che indietreggiavo fino a precipitare sul letto. Collaborarono per lasciarmi letteralmente in mutande, e mi misero in mezzo a loro sotto le coperte, letteralmente attaccate alle mie braccia, Reina al destro e Maki al sinistro. Si spensero le luci. Sentii che le ragazze stavano per fare qualcosa, ed entrambe, come se fossero sincronizzate, sussurrarono alle mie orecchie:
-Quando cala l’oscurità, inizia il vero divertimento.-
Deglutii: avevo capito che questa notte non avrei dormito.
 

L’angolo di Zael

Io devo essere un pirla. Sono passato da un oggettivamente triste, sentimentale, romantico, malinconico e introspettivo POV di Maki a un POV di Aster decisamente più spensierato e a tratti quasi a luci rosse. Immagino che dal titolo vi immaginavate qualcosa di tragico, vero? E invece no! XD E dire che mi sto sparando a palla i Nox Arcana che sono tutto fuorché allegri e spensierati. Comunque, Maki e Reina che agiscono in sincrono dovevo metterlo XD. Al prossimo capitolo!

Zael

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - Una Buona Ragione ***


CAPITOLO 12 - UNA BUONA RAGIONE

 
Aster’s POV

Arrivai alla sala mensa per la colazione con l’uniforme messa non perfettamente e i capelli scompigliati. Ark, che ancora non sapeva della novità, mi chiese:
-Ehi, Zael, che t’è successo? Sembri distrutto ma hai un volto raggiante: dove sei stato per tutta la notte?-
Lo guardai fissandolo con le fessure oculari libere dalle occhiaie, mentre ci avvicinavamo alla macchinetta del caffè. Premetti il pulsante per un caffè quadruplo, e gli risposi:
-Camera nuova.-
-Sei in una camera nuova? E con chi, di grazia?-
-Maquia. Ulvida.-
Ark stava per strozzarsi con il caffè che stava bevendo, e mi guardò a bocca aperta.
-Immagino allora il motivo della tua espressione... e allora? Com’è andata la nottata con due ragazze?-
Lo guardai con le palpebre cadenti, mentre prendevo un sorso di quel caffè extraforte.
-Spero solo che non succeda anche a te... sono demoni...-
-In che senso, scusa?-
Nero s’intromise nella discussione come se niente fosse, e ci sedemmo al solito tavolo con Keeve e Quill, le quali mi chiesero se sapevo dov’erano Ulvida e Maquia.
-Camera nostra.-
Le altre due ragazze della Gaia mi guardarono con un espressione feroce, e Keeve disse:
-Prova solo a torcere loro un capello e ti uccido.-
-Io? Come posso IO torcere un capello a loro??? Casomai è il contrario!!!-
La ragazza di Ark mi guardò con un’espressione interrogativa:
-Mi spiegheresti il perché?-
-Secondo te, perché sono in questo stato? Perché non ho dormito. E perché non ho dormito? Perché quelle due mi hanno tenuto sveglio. Ti lascio immaginare in che modo.-
Keeve e Quill mi guardarono, mentre le loro facce esprimevano stupore e indignazione. Mi alzai e presi una bottiglia da un litro e mezzo di energy drink, e mi attaccai letteralmente ad essa, peggio di un ubriacone alle bottiglie di liquore. Fu la ragazzina che adorava passare il tempo con il suo pari altezza Nero a parlare per prima.
-C...cioé... voi avete... sul serio?-
Dopo aver tracannato mezzo litro di energy drink, le risposi.
-Sì. Si sono date il cambio per tutta la fottutissima nottata. Per questo sono in questo stato. E per questo quelle due sono ancora sotto le coperte a dormire.-
Tracannai un altro mezzo litro, mentre iniziavo a riprendermi.
Si stavano avvicinando Burn e Gazel con le rispettive ragazze, ma Ark andò loro incontro e spiegò la situazione. Mentre Clara sembrava non tradire alcuna emozione (anche se aveva pericolosamente alzato un sopracciglio),  Bonitona sfoderava un sorrisetto malizioso verso di me. Rabbrividii al solo pensiero. Burn scoppiò a ridere come un cretino, mentre Gazel tratteneva a stento le risate. Tutti però si fermarono al loro ingresso. Le due ragazze dai capelli azzurri erano arrivate, e sembravano fresche come rose. Bevvi disperatamente anche l’ultimo mezzo litro, e commentai la situazione piuttosto sarcasticamente:
-Ma come cazzo fanno a essere così energiche e sistemate?-
Presi Gran, che passava di lì, per il colletto e gli intimai:
-Nascondimi. SUBITO.-
Non feci nemmeno in tempo ad allontanarmi che Gran, che evidentemente aveva voglia di divertirsi, invece di supportarmi, chiamò le due ragazze:
-Ulvida, Maquia! Guardate chi c’è lì!-
Le due ragazze mi videro. Io le guardai: sarebbe folle e menzognero dire che non avevo gli occhi pieni di terrore. Guardai Ark che nel frattempo si era portato al mio fianco, e gli dissi:
-Se non dovessi farcela, trova un degno sostituto: non far rientrare in squadra Wheeze e Kohma.-
-Buona fortuna, Zael...-
Ark si levò dai piedi, mentre le due ragazze avevano urlato in coro il mio nome da alieno:
-ZAEL!!!!-
In meno di due secondi mi ritrovai a terra con le due ragazze sopra di me, Maki a sinistra e Reina a destra.
-C...ciao ragazze...-
-Perché non ci hai aspettato?-
-Perché mi avete distrutto... se avete intenzione di rifarlo, almeno stabilite un tempo in cui mi debba riposare anche io, per favore...-
Mi sollevarono e mi caricarono sulle loro spalle, mentre Gran, Burn e Gazel avevano le lacrime agli occhi dalle risate. Ark e gli altri mi guardarono con compassione, mentre Maki e Reina mi portavano fuori dalla sala mensa. Arrivati in camera, mi tolsero i vestiti e mi buttarono letteralmente nella vasca ricolma d’acqua. Fu Reina la prima a parlare:
-Forse ci siamo spinte un po’ troppo oltre... scusa Aster...-
Anche Maki si scusò:
-Il problema è che non riuscivamo a fermarci...-
Le guardai e posai le mani ancora asciutte sulle loro teste, e dissi loro:
-Sono solo stanco, con questo bagno dovrei riprendermi mentre fa effetto l’energy drink.-
Le guardai cercando di infondere loro sicurezza, e sembrava che avessi raggiunto il mio scopo.
-Però da questa sera ci limitiamo, ok?-
Annuirono tutte e due.
-Ragazze, chiedete a Gran di ampliare la camera per un’altra persona.-
Mi chiesero in coro, confuse:
-Perché?-
-Oggi vado a prendere Jyuka.-
 
Jyuka’s POV

Ancora non riuscivo a crederci: da ieri piangevo. Perché Aster ci aveva abbandonati? Perché stava dalla parte dell’Aliea? Perché continuavo a pensare a lui? La Raimon stava per partire, e ad essa si erano aggregati sono due giocatori della Gemini Storm, Reize, o, meglio, Midorikawa Ryuuji, e Pandora, anzi, Kinki Nozomi. Sembrava quasi che i due avessero una relazione più profonda che quella di semplici compagni di squadra. Fu proprio Nozomi ad avvicinarsi a me per parlarmi:
-Ti ho vista piangere. Piangi per Zael?-
-IL SUO NOME NON È ZAEL! È ASTER!-
Lacrime continuavano a scendere dai miei occhi, mentre Nozomi mi chiedeva scusa:
-Scusami... non sono ancora abituata a essere finalmente fuori dall’Aliea... sono sicura che qui alla Haruken gli altri ragazzi staranno bene. Però... forse dovresti venire con noi. Se andiamo ad affrontare le altre squadre dell’Aliea, sicuramente ritroveremo Aster. E poi... io e Ryuuji dobbiamo ringraziarlo. Ci ha liberato, impedendo che ci fossero cancellate le memorie. Dobbiamo sapere il perché.-
La guardai con gli occhi gonfi, e le dissi:
-L’ha fatto perché lui è Aster, non Zael. Lui ha già avuto il cuore spezzato, ma l’ha reso invulnerabile. È impossibile cercare di corromperlo o di batterlo ora. Ha un potere più grande, ma è sempre Aster. Rimarrò qui... so che ritornerà.-
Nozomi mi guardò e mi sorrise, si alzò e andò verso l’Inazuma Caravan, che stava per partire. Le ultime parole che mi disse furono:
-Se ne sei così sicura, sono certa che prima o poi succederà. Ti faremo sapere se lo troveremo noi.-
L’Inazuma Caravan partì. Ero lì, seduta sotto l’albero, mentre il sole filtrava fra i rami e gli aghi ricoperti di neve.
“Aster... dove sei?”
S’alzo una lieve brezza che accarezzava i miei capelli biondi, o almeno quelli non nascosti dal cappello. Chiusi gli occhi e alzai la testa al cielo: immaginavo il ritorno di Aster, e la mia felicità. Senza accorgermene, ricominciai a piangere. Il vento aumentò pericolosamente d’intensità per pochi secondi, e poi ritornò allo stato di lieve e  fresca brezza invernale. E io piangevo. Perché il ragazzo che amavo era lontano da me, perché era fra i nemici... perché io non ho avuto la possibilità di dirgli che lo amavo. E ora potrei averlo perso per sempre. Continuavo a piangere, quando sentii una mano asciugarmi le lacrime.
-Per favore, non piangere, Jyuka.-
Quella voce, quella dolcezza nel tocco...
-Aster?-
Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti il suo occhio grigio cenere e il suo ciuffo argenteo.
-Per favore, non urlare. Devo parlarti.-
-Cosa devi dirmi... traditore. Nemico.-
-Voglio che tu venga con me.-
Non sapevo come rispondere a una simile affermazione.
-Ti prego. Non voglio più vederti piangere. Voglio che tu stia vicino a me. Io devo tornare lì... due persone mi aspettano, due persone che mi amano. Ma io amo anche te.-
Mi prese la mano, mentre ero ancora scioccata dalla sua proposta.
-DAMMI UNA BUONA RAGIONE PER CUI DOVREI FARLO.-
Ero risoluta: non avrei ceduto, qualsiasi cosa lui avesse fatto. E invece fu capace di spezzare la mia resistenza, di cogliermi completamente di sorpresa. Non capii più niente dopo che le sue labbra avevano toccato le mie. Appena si staccò, le lacrime ricominciarono a scorrere.
-Ti prego Jyuka... non piangere ti prego...-
-Non capisci, stupido?-
Mi guardò con il suo occhio non nascosto.
-Sono lacrime di gioia e gratitudine. Perché dentro al tuo cuore sei rimasto te stesso. Ed è per questo... che verrò con te.-
Fu così che decisi di andare con lui: mi avrebbe portato all’Aliea... spero solo di fare la cosa giusta.
 

L’angolo di Zael

Questo capitolo è l’opposto del precedente: prima la parte demenziale, poi quella seria. Ultimamente i capitoli mi vengono così, passando da un estremo all’altro con fin troppa facilità. Beh, spero che vi piaccia anche questo capitolo, con Jyuka che decide di seguire Aster: cosa succederà fra lei e le altre due ragazze? Lo scoprirete solo se continuerete a seguirmi XD! Al prossimo capitolo!

Zael

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - Scelte (Parte 1) ***


CAPITOLO 13 - SCELTE (PARTE 1)

 
Aster’s POV
 
Portai Jyuka dentro l’edificio della Aliea, e la portai subito in camera mia. Appena arrivato, notai che erano presenti anche Gran e Diana. Maki e Reina erano sedute sul letto, e stavano fissando Jyuka, che mi sussurrò:
-Non sto per morire, vero?-
-Tranquillizzati, Jyuka. Quelle sul letto sono le nostre compagne di stanza, Maki e Reina. Reina è anche il mio vicecapitano... il tipo coi capelli rossi è Gran, il capitano della mia squadra. L’altra invece è Crow, mia compagna di squadra.-
I presenti la squadrarono, e la prima ad alzarsi fu Crow, che disse:
-A causa degli eventi recenti, Maquia non giocherà contro la Raimon. Gran mi ha chiesto di sostituirla: perciò Maquia rimane sotto la tua custodia.-
-Nessun problema.-
Poi fu il turno di Gran:
-Zael... ho scelto di ampliare la camera per far stare anche la nuova ragazza che ti sei portato dietro. Sappi che però non dovrà mai lasciare il tuo campo visivo. Ora, se mi vuoi scusare... Crow, andiamo.-
I due uscirono dalla stanza, lasciando soli me e le tre ragazze che amavo. Pensai:
“Merda... mi sa che ora sono definitivamente in trappola.”
Le due ragazze su letto, vestite solo con biancheria e t-shirt, si buttarono addosso a me, facendomi cadere.
-Asteeeeeeeeeeeeeeeer!!!!!!!!!-
Jyuka fu totalmente allibita dall’azione delle due, e, per non essere da meno, si buttò addosso a me anche lei.
-Aster, non mi avevi detto che avevi altre due ragazze!-
Maki la guardò, e le disse:
-Beh, lui ci ha avvisate che sarebbe andato a prendere una ragazza. A noi sta bene. A proposito, io sono Maki, chiamata anche Maquia, molto piacere.-
-Io invece sono Reina, detta anche Ulvida. Tu devi essere Jyuka, vero?-
Jyuka mi guardò e rispose affermativamente alla domanda di Reina. Io la guardai, ma prima che potessi dire nulla, mi baciò in bocca con tale forza che mi parve di ingoiare la mia stessa lingua. Non appena ebbe finito, fra gli sguardi increduli delle altre due, mi guardò e disse:
-Non voglio mica rischiare di essere lasciata indietro!-
Guardò le altre due con uno sguardo di complicità, e capii subito che qualcosa non andava: si erano accordate solo con lo sguardo? Ho riunito tre succubi e non lo sapevo??? In tre mi presero di peso e mi gettarono sul letto, mentre io ero paralizzato dal terrore. O almeno pensavo fosse terrore, non so se si possa definire tale l’estasi di essere aggredito da tre giovani e belle ragazze con una tendenza alla ninfomania.
-Aster... dovevi dirmi che c’erano altre due ragazze...-
Jyuka.
-Aster... grazie per aver fatto sì che quei tre si allontanassero da me...-
Maki.
-Aster... grazie per avermi supportato durante i miei momenti di crisi...-
Reina.
-Ragazze... ecco...-
Mi posarono tutte e tre l’indice destro sulla bocca, zittendomi. In poco tempo, tutte e tre erano inginocchiate sul letto completamente in biancheria.
“Ok, so già dove andrà a finire questa cosa... non che mi dispiaccia in fondo.”
Ma in quel momento successe la cosa peggiore che potessi immaginare. Si spalancò la porta, e, con molta nonchalance entrarono Ark, Keeve, Nero e Quill, che erano venuti a vedere la camera nuova in cui soggiornavo io assieme a Maki e a Reina. La prima ad accorgersi della situazione fu Keeve, la quale arrossì di botto.
-Za...Zael???-
-Ehm... posso spiegare... ecco...-
-TU STAVI DANDO UN FESTINO E IO NON LO SAPEVO?-
Tutti la guardammo sgranando gli occhi. Fui io il primo a parlare.
-Ma tu non stavi assieme ad Ark?-
Ark scoppiò a ridere, mentre Nero e Quill erano allibiti dalla scena. Il ragazzo con gli occhiali poi spiegò:
-In realtà io e Keeve siamo cugini, per questo siamo così legati! Però adesso vi lasciamo soli! Ciao!-
Ark, Quill e Nero uscirono tranquillamente dalla porta, lasciando lì Keeve.
-Il mio vero nome è Kii Fumiko... e questo è il mio primo regalino per te.-
Manco a dirlo, mi arrivò un bacio in bocca ancora più violento di quello datomi da Jyuka.
 
Gran’s POV
 
-E anche Zael e gli altri sono stati avvertiti. Come mai ti sei offerta di giocare al posto di Maki?-
-So quello che le è successo. Non oso immaginare cosa sarebbe potuto accadere con quei tre in partita. E poi Maki ora è al sicuro. Io so difendermi, sono più forte di loro tre.-
Sorrisi alla determinazione delle parole di Crow.
-Andiamo ad avvisare anche la Epsilon.-
Andammo verso il campo di allenamento, dove si trovavano tutti i componenti della Epsilon meno Desarm, Maquia, Metron e Zel. Non spesi molte parole con loro, perciò venni subito al sodo presentando Crow e spiegando la situazione. Solo Crypto chiese qualcosa a proposito di Reize, ma le risposi che le avrei parlato in privato di questo. Capii che non era il momento per continuare la discussione sul suo presunto ragazzo, e ci disse che i tre ragazzi mancanti erano in infermeria. La ringraziai delle informazioni e ci recammo in infermeria.
-Desarm, Metron, Zel!-
Appena sentirono il suono della mia voce, ammutolirono e mi salutarono con reverenza.
-Maquia non fa più parte della Epsilon. Fatevene una ragione. Ora è sotto la protezione di Zael. Perciò Crow si è offerta di sostituirla per le vostre partite contro la Raimon.-
Desarm si mostrò dubbioso:
-Sei sicuro?-
-Maquia ha espresso personalmente il desiderio non giocare più con la Epsilon a causa vostra. Fosse per me, dato ciò che avete fatto, vi farei marcire nelle vostre camere, a stretto regime di pane e acqua, ma purtroppo la Gemini Storm è andata e le squadre di Burn e Gazel, oltre alla mia, sono in lotta per il titolo di Genesis. Quindi siete gli unici disponibili per giocare contro la Raimon. Avrei voluto farvi giocare in dieci, ma Crow si è offerta di darvi il suo aiuto. Vi conviene accettarlo e stare zitti. Lei fa parte della Gaia, è più forte di voi.-
Zel e Metron annuirono, e Desarm continuò ad esitare dubbioso, ma uno sguardo feroce da parte di Crow gli fece piacere l’idea. Uscimmo lasciando quei tre dementi lì nell’infermeria, e dissi a Crow:
-Se non sbaglio Ulvida non ha avuto tempo di farti vedere tutta la struttura, giusto?-
Crow annuì semplicemente.
-Beh, allora, se ti va, ti mostro io i luoghi principali.-
-D’accordo.-
Le mostrai i luoghi dove era già stata, cioè la sala mensa e il campo d’allenamento, e la portai in luoghi che lei non conosceva, come la sala relax. In essa mi presi una bottiglietta di Pocari Sweet, e Crow fece lo stesso.
-Questa sala è in assoluto quella che preferisco. Puoi fare uno spuntino, puoi rilassarti, lì ci sono le console e i simulatori... insomma è una piccola luce nella nebbia per quando siamo troppo esauriti. Ora che ci penso Zael mi pareva abbastanza stanco... andiamolo a chiamare.-
Ci alzammo e ci dirigemmo verso la camera di Zael, e quando arrivammo, sentimmo degli strani rumori provenire dall’interno. Aprii leggermente la porta quel tanto che bastava a me e a Crow di vedere, e non mi sarei mai aspettato una cosa del genere. Chiusi la porta, e dissi a bassa voce:
-E adesso sono pure quattro? Fortunato il tipo... meglio non interromperli.-
Feci per andarmene, ma Crow mi afferrò il braccio. Non appena mi voltai, mi baciò.
 

L’angolo di Zael

Non è colpa mia. Date la colpa a Nee-chan (Meli <3) se le ragazze adesso sono quattro. In una delle nostre chiaccherate su msn mi ha chiesto se mettevo anche Fumiko, e io le avevo risposto di no, che Fumiko doveva stare con Ark. Ma considerando che Ark alla fine non mi è poi così tanto simpatico (è pur sempre uno dei miei preferiti della Genesis però) e che adoro Fumiko, ho deciso di rendere loro due cugini e mettere in mezzo anche Fumiko. Ci sono stati accenni ad altri pairing: Fuuko*Ryuuji, e, ovviamente Hiroto*Diana (cioè l’OC di Emy-chan). La Pocari Sweet, per chi non lo sapesse, è una bevanda energetica giapponese simile ai nostri sport drink (Gatorade, Powerade, Energade, Aquarius). Nel prossimo capitolo, la Epsilon ritorna dalla prima partita contro la Raimon... e poi boh. Ci penserò, qualcosa in mente mi verrà. Al prossimo capitolo!

Zael

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - Scelte (Parte 2) ***


CAPITOLO 14 - SCELTE (PARTE 2)

 
Aster’s POV
 
Ok, la cosa era decisamente imbarazzante. Svegliarsi in mutande con quattro ragazze seminude addosso ancora addormentate, con le facce così innocenti DEVE essere un peccato mortale. Beh, forse lo sarebbe se quelle quattro ragazze non fossero la personificazione della più totale ninfomania. Si può dire che dal momento in cui sono andato sotto le coperte a quello in cui mi sono addormentato siano passate circa tre ore, e da quest’ultimo al momento in cui mi sono svegliato altre tre ore.
“In fondo, sento come se tutte loro siano insicure di qualcosa... anche io non so cosa fare riguardo a quello...”
Ero totalmente indeciso. Avevo bisogno di un imput esterno per decidermi. Mi alzai divincolandomi dai corpi delle ragazze, ma con delicatezza, per evitare di svegliarle. I loro volti erano così dolci, così puri, che non potevano fare altro che mettere ancora di più in discussione i miei dubbi. Mi recai al bagno, e mi sciacquai velocemente la faccia. Mi vestii successivamente con la tuta da allenamento, e mi diressi verso la sala mensa. Guardai fuori: il sole doveva ancora sorgere, perciò fui costretto a guardare uno dei tanti orologi che, secondo le parole di Ark, erano stati installati per ordine di Nero.
“Quel ragazzo è fissato con il tempo.”
Erano le cinque del mattino. Bene, non avrei trovato nessuno, perciò potevo mangiare con tranquillità. Eppure non fu così. Trovai lì due persone, Diana e Krypto. Notai anche che la bionda centrocampista della Epsilon era in lacrime, perciò, dopo aver preso una tazza vuota e averla riempita di te verde caldo, e dopo aver preso una ciotola vuota ed averla colmata di cereali al miele, mi sedetti di fronte a loro.
-Ehi, che succede?-
-Zael... -
Gli occhi di Diana mi fissarono, ed io sostenni la sua occhiata. Non avevo cattive intenzioni, quindi penso che ciò che Diana dicesse a Krypto fossero giuste:
-Con lui puoi confidarti, Krypto. Molte volte a Osaka, prima di entrare all’Aliea Gakuen, mi confidavo con lui. Di lui puoi fidarti, è in grado di risollevare il morale a chiunque. E, considerando ciò che ha passato, credo sia naturale definire Zael un vero santo.-
-Santo io? Crow, tu mi lusinghi troppo. Il fatto è che non posso stare vicino a persone tristi: non voglio che le persone stiano male, sia per causa mia sia per cause esterne. Scegli tu se fidarti, Krypto. Sappi però che farò di tutto per aiutarti, in caso tu decidessi di confidarti con me.-
Krypto alzò gli occhi, pieni di lacrime, e mi guardò. Vedevo la tristezza e la disperazione dentro le sue pupille, ed erano sentimenti fin troppo conosciuti e vissuti anche da me. Le poggiai una mano sulla sua, e chiesi a Diana se poteva lasciarci soli. Lei capì, si alzò e uscì dalla sala, mentre io mi alzavo dal mio posto e mi sedevo vicino a Krypto.
-Siamo soli adesso. Puoi dirmi tutto ciò che vuoi, farò del mio meglio per eliminare la tua tristezza.-
Krypto mi guardò, asciugandosi le lacrime.
-La prima partita con la Raimon... l’abbiamo persa. Ma la cosa che mi ha mandato in questo stato non è tanto la sconfitta, ma l’aver visto Ryuuji fra le fila di quella squadra.-
-Ryuuji?-
Krypto mi guardò, e mi spiegò:
-Ci hai giocato assieme, il suo nome nell’Aliea era Reize.-
-Il capitano della Gemini Storm?-
-Sì.Ma non solo... io e lui stavamo insieme fin da prima che fosse fondata l’Aliea. E ora... lui è un mio nemico... io... non so più che fare!-
Le poggiai una mano sulla spalla, e la strinsi al mio fianco.
-Sfogati pure quanto voi, Krypto. In questo caso sono io la causa del tuo problema. Ho lasciato io i giocatori della Gemini Storm liberi di unirsi alla Raimon, per evitare che fossero esiliati e che i loro ricordi fossero cancellati. Non pensavo che ti avrei reso in questo stato. Mi dispiace.-
Krypto mi guardò, mentre dai suoi occhi furenti scorrevano due torrenti di lacrime.
-Colpiscimi, Krypto.-
-Eh?-
-Questo è un mio ordine come tuo superiore. Se non lo farai, verrai punita. Colpiscimi, sfogati su di me. Ho causato io il tuo problema, e io devo pagarne le conseguenze.-
Mi guardò, e io la guardai.
-Fallo.-
E lei mi colpì con uno schiaffo al volto, ma le lacrime erano troppe perché continuasse, e colpì molto debolmente il mio petto con i pugni.
-Non posso... non ne ho la forza...-
-Krypto, sfogati in qualunque modo tu voglia. Se avrai bisogno di un sostegno emotivo, chiedi pure a me.-
Lei annuì, e si asciugò le lacrime.
-Farò in modo che tu e Ryuuji possiate reincontrarvi e rimanere assieme. Non permetterò che la tua tristezza continui a perseguitarvi. Vi aiuterò. Se dovessero sorgere dei problemi con alcuni tuoi compagni di squadra, me ne occuperò io. Nelle partite, sarà Crow a fare le mie veci. Va bene?-
Lei annuì.
-Torna nella tua stanza, ora. Con chi sei in stanza?-
-Sono stata spostata... prima ero con Maquia, Pandora e Riimu. Ora sono con IC e Rean.-
-Non le conosco di persona, ma i loro capitani me ne hanno parlato bene. Sarai al sicuro. Chiamami sul cercapersone se ti serve qualsiasi cosa.-
Lei annuì, ed uscì dalla sala mensa, mentre io mangiavo velocemente ciò mi ero preso. Guardai l’orologio: le cinque e mezza. Beh, avevo fatto abbastanza presto.
“Credo mi farò un bagno.”
Tornai silenziosamente in camera, mentre le quattro ragazze dormivano ancora, calme e placide, ignare di ciò che era appena successo. Mi recai al bagno, e mi lavai i denti mentre l’acqua calda riempiva la grande vasca.
“Gran ha proprio pensato a tutto... in questa vasca ci stanno almeno 5 persone.-
Appena fu piena, mi immersi. Sentivo le preoccupazioni scorrere lentamente via, tranne una. Il mio dubbio rimaneva ancora. Mentre la mia energia lentamente si ricaricava, chiusi gli occhi, cercando di riposarli. I miei sensi erano cullati dal calore dell’acqua, e da esso erano resi quasi del tutto inefficienti. Per questo non me ne accorsi, finché non aprii gli occhi.
-Aster.-
Tutte e quattro erano sveglie, erano senza vestiti ed erano nella vasca con me. Inutile dire che diventai rosso come un pomodoro. Tuttavia mantenni la mia espressione dubbiosa. Fu Fumiko, l’ultima arrivata, a chiedere:
-Come mai quell’espressione?-
-Ho un dubbio. Preferirei dirvelo ora.-
Le ragazze erano tutt’orecchi, come riuscii a capire con un solo sguardo.
-Voglio lasciare l’Aliea.-
 
Fumiko’s POV
 
Speravo che le mie orecchie avessero sentito male, ma Aster lo ripeté:
-Voglio lasciare l’Aliea.-
Noi tutte lo guardammo allibite. Non credevamo alle parole di Aster, e Jyuka, la quale era l’unica di noi non legata all’Aliea, gli chiese:
-Perché? Dopo avermi portato qui, aver fatto innamorare di te quattro ragazze, aver compiuto azioni che oggettivamente sembrano essere state fatte sia da un santo che da un demone, vuoi lasciare?-
-Ovviamente voi verreste con me.-
Poi fui io a ribattere, anticipando Reina:
-E per la Gaia? Io, te e Reina siamo titolari. Se ce ne andassimo, dovrebbero richiamare Kohma e Wheeze e trovare un sostituto.-
-Indubbiamente hai ragione. Al mio posto rientrerebbe Wheeze, al posto di Reina tornerebbe Khoma, con il conseguente spostamento di Crow in attacco, e poi dovrebbero trovare un difensore. Certo, se Kohma fosse arretrato in difesa, sarebbe da trovare un centrocampista. Dubito che Gran fallisca in questo.-
In seguito fu Reina a interrogare Aster:
-E dove dovremmo andare?-
-Non è ovvio?-
Non capimmo, e fu Maki a tentare una risposta:
-Non intenderai allearti alla Raimon, vero?-
-Esatto.-
Fui completamente spiazzata. Non ci volevo credere: Aster ci voleva portare fuori dall’Aliea.
-Certo, non subito. Prima devo sistemare un paio di cose.-
Fui io a chiedere cosa, e lui mi rispose subito:
-Devo far fallire la Epsilon.-
Lo guardammo stupite, e io chiesi il perché di quella scelta:
-So che la Epsilon non ti sta simpatica dopo quello che ha fatto a Maki, ma non è un po’ troppo? Non capisco, hai già punito Desarm, Zel e Metron; cos’altro hai in mente?-
-Voglio far sì che Krypto entri alla Raimon. Voglio farla ricongiungere con Reize.-
Capii perché mi ero innamorata di lui. Probabilmente è lo stesso motivo per il quale si sono innamorate anche le altre. Non era per il suo aspetto, che già di per sé, misterioso e glaciale, poteva far cadere una buona parte delle ragazze: non era una semplice attrazione fisica. Io mi ero innamorata di lui per una parte del suo carattere: ho visto da dietro le quinte tutto ciò che ha fatto. Lui non è stato corrotto dall’Aliea Meteorite, ha solo preso i suoi punti di forza: ha liberato l’istinto che Aster doveva già avere in sé. L’istinto di proteggere. Ha protetto Reina, ha protetto la Gemini Storm, ha protetto Maki, ha protetto Jyuka... e vuole proteggere Krypto e la sua relazione con Reize. Ecco perché qualsiasi cosa deciderà, io lo seguirò, anzi, noi lo seguiremo. Perché lui ci proteggerà. E di questo ne sono certa.
 

L’angolo di Zael

Era da un po’ che non aggiornavo qui, perciò eccomi tornato con un nuovo capitolo... cioè, la seconda parte di “Scelte”. Viene svelato il risultato della prima partita della Epsilon, viene svelata la situazione (side-story) di Krypto, alias Kuri Fuuko, e viene svelata quella che sarà la scelta più importante per Aster e le sue ragazze: lasciare o no l’Aliea? E mentre vi lascio con questo dubbio, sappiate che potrebbe inserirsi una nuova ragazza, a seconda di come decido di far proseguire la fic: in uno dei due casi, la ragazza si inserisce come quinta, nell’altro no. Voglio sentire le vostre opinioni, su CHI potrebbe essere la ragazza e di conseguenza in quale modo svolgerò la fic. Al prossimo capitolo!

Zael

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - Fuga ***


CAPITOLO 15 - FUGA

 
Fuuko’s POV
 
Desarm ci aveva detto che questa volta avremmo vinto. Eppure nemmeno disattivando i limitatori ed enytrando in modalità Kai siamo riusciti a battere la Raimon. E ora siamo qui, sconfitti, sul campo della Oumihara.
“No... abbiamo perso ancora...”
Vedo i suoi occhi puntati su di me, sento la vergogna per ciò che ho fatto. Per aver subito le decisioni di Desarm: avrei dovuto abbandonare la squadra, come ha fatto Maki...
Desarm ci osserva, e poi osserva i nostri avversari, vincitori, scoppiando successivamente a ridere. Cosa ci trovi esattemente di divertente in questa orribile situazione, non lo so.
-Abbiamo perso, eh? E allora non eravamo alla loro altezza!-
Non si rende conto che stiamo per essere esiliati? A volte mi chiedo perché ho seguito lui invece di Reize... quello stesso Reize che, riacquistato il suo vero nome, Ryuuji, mi stava fissando. Caddi in ginocchio, sopraffatta dalla situazione, e due piccoli torrenti di lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi. Desarm rideva, mentre tutti gli altri membri della squadra, esclusi Metron e Zell, lo fissavano in malo modo.
-Beh, il mio lavoro qui è finito. Vi auguro che non vi accada nulla di male.-
Crow, che fin dal principio non era mai stata una di noi, scomparì con un pallone della Gaia, ma sentii le sue ultime parole, dirette a me:
-Non preoccuparti, Krypto. Zael non scorda mai una promessa.-
Mentre lei scompariva, discesero due palloni, uno nero e rosso, l’altro nero e azzurro. Dai due palloni apparvero i due capitani inferiori solo a Gran, coloro che capitanavano la Prominence e la Diamond Dust: Burn e Gazel.
“Perfetto... Crow... spero che tu abbia ragione.”
Il primo prese subito la parola:
-Epsilon, siete un’altra vergogna per la Aliea. E pensare che Desarm vi ha fatto pure disattivare i limitatori! Siete più inutili del terreno che sto calpestando, fosse per me non vi esilierei, vi farei sparire direttamente dalla faccia di questo pianeta.-
Poi fu il turno del secondo:
-La vostra inadeguatezza farà pensare ai nostri nemici che tutte le squadre della Aliea sono facili da battere come voi. Per questo meritate almeno l’esilio. Preparatevi. Non ricorderete nulla, e comincerete una pallida e misera esistenza.-
Ormai ero pronta a perdere tutto: guardai Ryuuji, e gli mimai, fra le lacrime, la parola “addio”.
-SONIC CURSE!-
Un terribile frastuono fece piegare a terra noi della Epsilon, i nostri avversari della Raimon e tutti i presenti, compresi Burn e Gazel. Quel rumore era assordante e penetrante, mi era quasi sembrato di sentirmi liquefare il cervello. Poi, d’un tratto, il rumore svanì.
E fu lì che, dopo aver riaperto i miei occhi, lo vidi: Zael era arrivato. Non era solo: con lui c’erano la ragazza che aveva preso alla Haruken, Ulvida e Keeve dalla Gaia e Maki.
-Burn! Gazel!-
I due capitani si rialzarono, e notarono che nessuno dei cinque nuovi arrivati portava la divisa della squadra di appartenenza, ma erano tutti in abiti normali. Prima che potessero rispondere, però, Zael scatenò un energia enorme, e un angelo dalle sei ali nere, in armatura bianca e con una maschera che faceva notare soltanto i lunghi capelli biondi e gli occhi rossi some il sangue, apparve dietro di lui. Immediatamente, Zell e Metron caddero a terra spaventati, e Desarm indietreggiava impaurito. Chi o che cosa era veramente Zael???
-Avete visto le registrazioni. Sapete cosa sono in grado di fare. Andatevene.-
I due lo guardarono fulminandolo con lo sguardo, ma lui sostenne abilmente le loro occhiate. Però fecero qualcosa di incredibilmente stupido. Con i due palloni da teletrasporto, lanciarono le loro hissatsu:
-NORTHERN IMPACT!-
-ATOMIC FLARE!-
I due pallonni si dirigevano verso Zael, che non sembrava minimamente preoccupato: e dopo aver sfoderato la sua hissatsu, capii il perché.
-Scoprirete la potenza del mio keshin... Kaosu Kaze no Shihaisha Huayra!-
Da quell’angelo si sprigionò una serie di venti lucenti e oscuri, che andarono a far sbalzare via i palloni e i due capitani.
-CHAOTIC WIND MADNESS!-
Zael recuperò i palloni in aria, e, successivamente, li scagliò con una sola hissatsu, nella quale quell’angelo fuse due sfere di vento di luce e due sfere di vento dell’oscurità, e i piedi del ragazzo dagli occhi eterocromi generarono due impulsi di vento che andarono a scontrarsi alle sfere che avevano già inglobato i palloni.
-CHAOTIC PULSE!-
I palloni scagliati in questo modo colpirono in pieno Burn e Gazel, che caddero a terra, feriti. Scomparvero ritirandosi all’Aliea grazie agli stessi palloni che li avevano colpiti. Poi Zael venne verso di noi, e disse:
-Siete liberi dal giogo dell’Aliea. La vostra vita ora è nuovamente vostra.-
Poi si avvicinò a me e si chinò:
-Vai, sei libera. Corri da lui.-
Mentre i miei occhi continuavano a produrre lacrime, questa volta però di gioia, annuii, e mi gettai verso Ryuuji, che si era coraggiosamente fatto avanti verso di me.
 
Aster’s POV
 
Sono felice per Krypto. Almeno ora è felice anche lei, e dubito che si staccherà più da Reize per un po’. Gli altri membri della Epsilon mi guardarono, e io dissi loro:
-Come ho detto, ora avete di nuovo in mano la vostra vita. Ci sono infinite possibilità per voi ora. Fate ciò che ritenete più giusto.-
In quel momento, la Epsilon, o, per lo meno, ciò che rimaneva di essa, scoppiò in lacrime. Persino quei tre idioti del capitano e dei suoi sgherri non riuscivano a trattenere le lacrime.
-E ora passiamo al secondo motivo per il quale sono qui.-
Mi avvicinai alla allenatrice della Raimon, seguito dalle ragazze, e dissi:
-Signorina Kira?-
Lei guardò me e le ragazze, e poi mi disse:
-Perché hai salvato anche la Epsilon?-
-Non crede che la risposta sia ovvia? La Aliea è manovrata da qualcuno, e io non ci sto a essere manovrato o a veder manovrato qualcuno. Per questo noi... abbiamo disertato.-
Gli occhi della Raimon si puntarono su di noi, mentre l’allenatrice chiedeva:
-E Matoro?-
-Lei è uno dei motivi che mi ha fatto capire che l’Aliea è sbagliata.-
-Capisco... e ora cosa avreste intenzione di fare?-
Si avvicinò a noi anche il capitano della Raimon, Endou Mamoru, mentre io risposi:
-Non è una domanda retorica? Se siamo qui, e io sto parlando con lei, mi sembra ovvio dire che noi cinque vogliamo entrare nella Raimon.-
Lessi l’espressione di stupore sulle facce dei giocatori della Raimon, fra le quali, oltre a quella di Shirou, notai anche una seconda faccia familiare: Urabe Rika.
-Ah, scusa, non ti avevo notato. Ciao Rika!-
Lei mi fissò, e poi balbettò:
-A...Aster????-
Anche lei fu fissata, specialmente da Shirou, che le chiese:
-Lo conosci anche tu?-
-Certo, lo riconoscerei fra mille, anche con i capelli e gli occhi così diversi. Ma che ti è successo, e perché stai con l’Aliea?-
-Ti spiegherò tutto più tardi. Allora, Signorina Kira?-
Lei ci fissò un’altra volta e poi disse:
-Siete quattro disertori e una giocatrice dell’Haruken. Annunciate nome e ruolo.-
Iniziarono le ragazze:
-Matoro Jyuka, difensore.-
-Kii Fumiko, difensore.-
-Yagami Reina, centrocampista e attaccante.-
-Sumeragi Maki, attaccante.-
Poi fu il mio turno:
-Kazetsuki Aster, attaccante e centrocampista.-
L’allenatrice della Raimon si voltò verso la sua squadra, e disse:
-Ragazzi. Questi sono i vostri nuovi compagni.-
Poi si voltò nuovamente verso di noi e disse:
-Siete indubbiamente ottimi giocatori se avete avuto il coraggio di disertare dall’Aliea. E le tue doti, Aster, le abbiamo appena viste. Per me, siete dentro. Cercate di non combinare casini.-
Si avvicinò il capitano della Raimon, e mi tese la mano.
-Benvenuti! Io sono Mamoru, il capitano e portiere! Sono sicuro che siete fortissimi, perciò sconfiggiamo l’Aliea tutti insieme, ok?-
Lo guardai per qualche secondo, ma poi gli strinsi la mano.
-Ok. Diamoci da fare per liberare tutti i ragazzi dal giogo dell’Aliea.-
 

L’angolo di Zael

Allora, era da un botto che non aggiornavo, perciò eccomi qua. Ho sottointeso la parte di Osaka e sono passato direttamente a Okinawa, anche perché la parte di Osaka è un po’ inutile, diciamolo. Aster e le ragazze sono fuggite e hanno lasciato l’Aliea, e si conclude la side story di Fuuko. E ora, passiamo alle comunicazioni di servizio: come molti di voi avranno notato, ho cancellato B.L.O. (la fic a OC che mi ero prefissato di fare) ed Enigma. Perché? Perché B.L.O. aveva una trama che non sarei riuscito a sviluppare, si sarebbe sviluppata meglio in un anime o in un manga (anche perché l’idea l’avevo presa da un manga .-.), ed Enigma... perché oltre a questa da portare avanti ho pure A History Of Violence - Yami no Yuusha e Birth of a True Dragon. MA NON DISPERATE (e quando mai lo fareste?)! Ho in mente un embrione di idea per una fic a OC, devo solo capire come svilupparla in modo da rendere tutto lineare. Spero di riuscire a chiarirmi le idee entro stasera. Vabbé, speriamo bene. Al prossimo capitolo (e ancora scusatemi per le fic cancellate)!

BlackThorn_Zael

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 - Crisi ***


CAPITOLO 16 - CRISI

 
Rika’s POV
 
Non ci capisco più nulla. Aster è tornato, anche se ha gli occhi diversi e i capelli lunghi e bianchi; e la sua voce... la sua voce sembrava turbata da qualcosa. Come se avesse visto l’Inferno e fosse tornato intero per raccontarlo.
-Aster?-
Mi avvicinai mentre stava parlando alle quattro ragazze che aveva con sé. A quanto mi aveva detto Shirou, che ho scoperto essere il cugino di Aster, una di loro, la biondina, faceva parte dell’Haruken ed era stata una delle sue amiche d’infanzia. Lui si voltò e mi guardò con un’espressione a me ignota: mai l’avevo visto così indifferente.
-Ragazze, potete scusarmi un momento? Credo che Rika abbia diritto ad avere delle spiegazioni.-
Le quattro ragazze mi fissarono in malo modo, ma Aster, con un solo sguardo, riuscì a convincerle. Portai Aster vicino al faro, all’ombra dell’edificio, mentre soffiava una fresca brezza di mare, e lì, iniziai a parlargli:
-Aster.-
M’interruppe subito, chiedendomi:
-Sono qui, come avevi chiesto. So che ho molte cose da spiegarti, perciò sentiti in grado di chiedermi tutto ciò che desideri.-
Lo fissai, mentre lui di profilo osservava l’oceano. Non sapevo bene come descrivere la sua immagine, con i capelli lievemente mossi dalla quasi impalpabile brezza; l’inespressività, che prima dominava quello che sembrava un volto imperturbabile, ora però era svanita, lasciando il posto a una debole nota di malinconia. Tutto ciò che aveva fatto da quando aveva lasciato Osaka ci era stato raccontato da Shirou, ma volevo sapere il perché. Dovevo essere a conoscenza del perché un ragazzo fragile e insicuro com’era l’Aster che io avevo conosciuto era diventato un misterioso enigma che ora si mostrava ai miei occhi.
-Perché? Perché ti sei unito all’Aliea?-
-Domanda lecita, anche se piuttosto inutile a mio avviso, dato che ora ho disertato. Semplicemente, mi hanno salvato la vita. Non so il motivo, e nemmeno voglio saperlo. Sembrano tutti dei piccoli soldatini, e la cosa non m’è piaciuta affatto: conflitti interni, pestaggi, violenza gratuita. Sono stato coinvolto anche io, ma il piacere della furia è presto svanito per lasciare il posto al senso di colpa e d’insicurezza. Ho salvato due squadre, oltre alle tre ragazze che ho portato con me. Li hai visti Reize e Krypto... scusami, intendevo Ryuuji e Fuuko: le lacrime di gioia che cadevano, il sorriso sui loro volti e la felicità delle loro espressioni m’hanno fatto capire di aver fatto la scelta giusta.-
Una parlata veloce, sicura, decisa: Aster è decisamente cambiato, e me ne sto rendendo conto. Un cambiamento totale, radicale. Anche quella strana cosa alata... lui chi è veramente? Cosa nasconde ancora?
-Prima hai... “evocato” una cosa strana... cos’era?-
Sorrise debolmente:
-Quello è un keshin, ovvero l’emanazione della forza spirituale di un individuo. Solo una volta raggiunto il massimo potenziale di un individuo questo viene liberato... questo significa che io sono già al massimo della potenza...-
Ancora quel sorriso debole, malinconico e triste, come se il suo tempo scorresse diversamente dal nostro... come se lui provenisse veramente da un’altra dimensione, da un universo parallelo.
-Dimmi ancora una cosa, Aster.-
-Sono qui per rispondere alle tue domande, in fondo.-
-La ragazza scappata con il pallone...-
-Sì, è Diana.-
La sua risposta fu fulminante e veloce come il suono.
-E come...-
-Colpa mia... è stata tutta colpa mia. Sembra che Crow però voglia andare fino in fondo: è sempre stata una ragazza molto decisa. Per questo devo sconfiggere l’Aliea. Prima che tutto finisca...-
Cos’era quella battuta finale? Cosa sta per succedere ancora? Tornammo al campo della Oumihara, dove Aster si ricongiunse con le quattro ragazze che erano con lui. In quel momento il mio sguardo volò da lui a Kazuya, che stava passando di lì. Stavo per gettarmi su di lui, ma una mano mi prese il colletto da dietro e una voce femminile inconfondibile tra le altre mi disse:
-Dimmi tutto ciò che ti ha detto. Devo sapere tutto.-
Natsumi... cos’hai in mente?
 
Aster’s POV
 
Lo sapevo, non avrei dovuto liberare ancora il keshin... ora so cosa mi aspetta. Ma è meglio che nessuno lo sappia. Con questi pensieri nella testa dovevo simulare e dissimulare tutti... e avrei dovuto tradire la fiducia di Reina, di Maki, di Jyuka e di Fumiko. Mi avvicinai a loro, ma stavano parlando con una ragazza dal corpo snello, con i capelli neri e delle ciocche rosse... l’accostamento molto forte dei colori mi ricordò quello dei capelli di Diana. Gli occhi erano gialli, ma di un giallo più sfumato e meno intenso del giallo degli occhi di Burn, e aveva la pelle molto chiara, similmente a quella di Fuusuke e di Hiroto. Appena mi vide con la coda dell’occhio, mi chiamò:
-Aster, vieni qui!-
Mi avvicinai, falsificando un espressione senza preoccupazioni. La ragazza mi squadrò e mi disse:
-Io sono Seline Smith. A quanto mi hanno detto queste ragazze e a quanto i miei occhi hanno visto, sei decisamente un ragazzo interessante.-
-Ti ringrazio per il complimento.-
Mi fissò intensamente negli occhi, o, per lo meno, nell’unico reso visibile dalla mia ciocca di capelli.
-Spero che tu possa dimostrarlo anche sul campo... anche se hai già dato prova della tua forza, saprai fare di meglio sul campo?-
Una lieve nota di malinconia si posò velocemente sul mio volto, ma per quanto rapidamente fosse scomparsa, non sembrò essere passata inosservata alla ragazza, che però si astenne dal fare commenti. Pronunciai una debole frase per svicolare dall’argomento:
-Darò del mio meglio.-
Passò Gouenji, e Seline gli si attaccò al braccio, cosa che all’attaccante non dispiacque affatto. Seline ci salutò amichevolmente con la mano mentre se ne andava, saluto che noi ricambiammo allo stesso modo. Vidi poi Rika parlare con una delle manager della Raimon, una ragazza dai capelli fra il castano e il rossiccio e dagli occhi più o meno dello stesso colore, solo lievemente più tenue.
-Jyuka, chi è quella?-
L’ex-difensore dell’Haruken mi rispose con un sorriso:
-Quella è Raimon Natsumi, figlia del direttore della scuola Raimon... perché?-
-Informazioni, solo pure e semplici informazioni... anche perché sembra che Rika stia parlando di me, dato che si sono appena voltate a guardarmi.-
Ci girammo, e appena le due videro i nostri sguardi fissi su di loro, cambiarono immediatamente la direzione nella quale guardavano i loro volti. Si stava facendo buio, perciò ci dirigemmo tutti verso l’Inazuma Caravan, dove le manager della squadra ci offrirono una cena a base di pollo al curry e riso. Il piatto mi fu consegnato personalmente da una Natsumi che pareva imbarazzata: accolsi il suo gesto con un lieve sorriso di circostanza, mascherando tutto ciò che stava per accadere. Lo sentivo pulsare dentro di me, e sapevo che a momenti sarebbe successo il finimondo. Terminai la cena in silenzio, un po’ in disparte dagli altri: non volevo coinvolgerli. Mentre gli altri andavano a dormire, con una scusa banale, quella di voler osservare il cielo notturno non contaminato dalle luci artificiali, io rimasi fuori, all’esterno dell’Inazuma Caravan. E lo sentivo pulsare più che mai, forte e potente, incessante. La mia testa stava per esplodere. Non avrei mai dovuto rilasciare il keshin, proprio come mi aveva detto mio padre dopo aver visto per la prima volta il White Hurricane.
-E così è giunta la mia ora?-
Mi diressi, sentendomi allo stesso modo di un condannato a morte che muove i suoi ultimi passi prima della sedia elettrica, dell’impiccagione o dell’iniezione letale. Giunsi fino alla spiaggia. Percepivo una calma innaturale, smossa solo da una lieve brezza che s’elevava dall’isola verso il mare. Il bagliore delle stelle notturne, distanti chissà quanti anni luce dalla Terra, illuminava i miei ultimi momenti. Aprii gli occhi, guardando all’oceano, e vidi l’oscurità spalancare le sue fauci. Il portale alle tenebre era completamente aperto quando mossi i miei primi passi verso di esso. Delle voci, urlate all’unisono, mi fermarono:
-ASTER!-
Jyuka, Reina, Fumiko, Maki, Natsumi e tutta la Raimon, compresi i fuoriusciti dell’Aliea da me salvati, avevano urlato il mio nome in coro. Natsumi fu la prima a parlare, anticipando tutti:
-Cosa succede? Cos’è quella cosa?-
Sorrisi malinconicamente, e risposi:
-Friedrich Wilhelm Nietzsche un tempo disse: “Quando guardi a lungo nell’Abisso, anche l’Abisso guarderà in te.” E io ho fissato per troppo tempo l’Abisso. Il Vuoto. Ormai l’oscurità e le tenebre più profonde mi reclamano. Mi dispiace.-
Per la prima volta, lacrime sincere scendevano dai miei occhi. Urla primordiali e rumori inquietanti provenivano da quel portale sul Vuoto, sull’Abisso. A malincuore, avanzai. Sentii correre tutta la Raimon per fermarmi, e in quel momento mi gettai fra le tenebre, dicendo solo due parole fra le lacrime:
-Mi dispiace.-
 

L’angolo di Zael

Le cose si fanno drammatiche. Come molti di voi avranno capito, la quinta ragazza è Natsumi. Aster si è sacrificato gettandosi all’interno di una specie di dimensione oscura, il Vuoto, l’Abisso: la potenza sprigionata dal keshin ha liberato quell’apertura, e solo il sacrificio di quell’energia poteva richiuderla. Ma non pensate che sia finita qui, perché nel prossimo capitolo ne vedrete delle belle, con l’arrivo della Prominence di Burn! Oltre al danno, la beffa? Probabile, ma non finirà così semplicisticamente... Al prossimo capitolo!

Zael

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 - Quando Tutto Sembra Perduto ***


CAPITOLO 17 - QUANDO TUTTO SEMBRA PERDUTO

 
Aster’s POV
 
Sto piangendo, e rimpiango la mia decisione. Ho deluso le aspettative di tutti... sono inutile come pochi. Nessuno ha il diritto di essere dispiaciuto per me. E ora sono qui, nel Vuoto, nell’Abisso. Uno spazio infradimensionale, dimora delle più terribili creature... e luogo in cui sono stato salvato per la prima volta. Dopo aver usato il White Hurricane a Hokkaido, sono stato trasportato qui in fin di vita. E qui mi hanno salvato, e hanno amplificato la mia forza... ma tutto ciò ha un prezzo, e io l’ho pagato ora. La forza per proteggere coloro a me cari mi ha fatto tornare qui. E ora non posso far altro che abbandonarmi e vagare per l’eternità in questo delirio psichico, dove la mente fluttua fra i più terribili incubi, dove tutti i sensi sono inutili...
-Abbiamo fatto male a concederti la salvezza a quanto pare.-
Un elmo mascherato e due occhi gialli, uniti a un corpo muscoloso, a una tonaca nera dalla vita in giù e a una spada della stessa sostanza del vuoto. Kassadin, il Camminatore del Vuoto...
-Indubbiamente ci eravamo sbagliati... però è strano, solitamente le mie profezie non errano mai.-
Occhi azzurro ghiaccio e brillanti, volto coperto da un cappuccio e un drappo su naso e bocca, con un vestito decorato da simboli arcani e una pallida luce nelle mani. Malzahar, il Profeta del Vuoto...
-Se è tornato qui vuol dire che non merita di vivere... datelo in pasto a me, diventerò più forte... e schiaccerò quei deboli esseri uno ad uno.-
Un incubo vivente che si annida nel Vuoto, fauci enormi, coda aguzza, occhi verde smeraldo, due braccia e due gambe... oltre a due falci come secondo paio di braccia. Cho’Gath, il Terrore del Vuoto...
-Suvvia, possiamo sempre obliterarlo dall’esistenza... fare in modo che vaghi qui per l’eternità, non ricordandosi nulla, mentre i suoi amici soffrono la sua scomparsa... non vi alletta tutto ciò?-
Un corpo simile a quello di un bruco, ma ricoperto di scaglie e con due piccole e tozze gambe, oltre a una enorme bocca con all’interno centinaia di denti affilati come rasoi e una saliva corrosiva e velenosa. Kog’Maw, la Bocca dell’Abisso...
-Vergognatevi. La colpa se lui si trova qui è nostra, e del tempo limite che gli abbiamo concesso. Se avessimo seguito la mia proposta, ora lui non sarebbe qui, ma lì, a combattere.-
Ali da insetto, chele come una mantide religiosa, antenne, occhi verde smeraldo, corpo metà visibile e metà non scrutabile, e spine sulle spalle. Kha’Zix, il Razziatore del Vuoto... L’unico che abbia effettuato un commento a mio favore. I cinque leggendari signori del Nulla. Anche se quattro di loro erano contro di me, uno di loro era pur sempre dalla mia parte... sorrisi. Forse non tutto era perduto... ma chi prendo in giro? Ormai ero lì.
-Fate di me ciò che volete... il mondo non se ne fa nulla di un debole che non riesce a proteggere nemmeno chi gli sta a cuore.-
In quello spazio il suono non si poteva propagare, ma il mio messaggio li raggiunse per via telepatica. Mi osservarono tutti: videro il sogghigno malinconico che solo chi ha avuto e poi ha perso tutto può possedere. Un sorriso malvagio e allo stesso tempo triste: un sorriso che perfettamente s’addiceva al luogo in cui mi trovavo, dimenticato da tutto e da tutti.
-Tutto ciò che volevo, tutto ciò di cui avevo bisogno era tra le mie braccia... le parole erano superflue, potevano solo ferire... ma ora mi è stato portato via tutto. Tanto vale obliterare per sempre la mia esistenza, no?-
Il mio ragionamento era freddo e logico: una volta tornati nel Vuoto, da esso non si può più scappare. L’Abisso è come la più perfetta delle prigioni: silenziosa e invalicabile. Da esso è impossibile anche solo tentare di uscire, se non sotto la protezione dei cinque signori del Nulla.
-Basta.-
Kha’Zix parlò, e gli altri non provarono nemmeno a proferir parola.
-Aster, sei veramente convinto di voler lasciare la tua esistenza?-
-Che altro posso fare? Lontano da loro, io sono nulla. Qui, io sono nulla. Prima o poi di me si scorderanno.-
-Allora guarda.-
I cinque aprirono una visuale sul mondo, e vidi che era il giorno successivo: osservai i volti piangenti di Reina, Jyuka, Fumiko, Maki... e anche quello di Natsumi; notai la tristezza negli occhi di Rika e di Shirou. Vidi anche il perennemente allegro Mamoru nelle condizioni di non poter rallegrare nemmeno sé stesso. E vidi quel pallone nero e rosso scendere, e la Prominence uscire. Vidi Burn. La sua furia. Ma cosa potevo fare? La Raimon avrebbe perso, e l’Aliea non avrebbe più avuto ostacoli.
-Ti vuoi davvero arrendere?-
-Ovvio che non vorrei...-
-E sia.-
 
Natsumi’s POV
 
Non è vero: prima Aster scompare, e poi arrivano Burn e la Prominence. Tutto questo dev’essere un fottuto incubo. L’allenatrice sembrava preoccupata per il morale della squadra, ai minimi storici: non eravamo così abbattuti da sempre; nemmeno le sconfitte con la Gemini Storm, e, prima ancora, con la Teikoku Gakuen, avevano devastato il nostro morale così tanto. Io mi sentivo malissimo, e lo conoscevo da poco... anche se mi piaceva. Vidi i volti in lacrime e terrorizzati di Reina, Maki, Fumiko e Jyuka: temevano di essere riportate all’Aliea o peggio... senza Aster a proteggerle sembravano totalmente inermi.
-Beh, cos’è quest’aria da funerale? Avete già deciso di arrendervi? Avete forse capito che siamo tropo forti per voi?-
Burn, maledetto arrogante... se Aster fosse qui ti avrebbe già steso.
-Non vedo quel traditore di Zael... meglio così. Prominence, prepararsi!-
La sua squadra si dispose ordinatamente sul campo, cosa che anche l’allenatrice ordinò alla Raimon di fare. Data la sovrabbondanza di giocatori, ordinò a ogni persona la posizione che avrebbe dovuto avere. Mamoru, ovviamente, in porta. Difesa a 3 con Ichirouta a sinistra, Jousuke a destra e Heigorou al centro. Centrocampo a 4 con Yuuto e Ryuuji sulle fasce, mentre Fuuko e Kazuya fungevano da interni. L’attacco era la cosa più difficile: Reina e Maki non erano state testate e non erano in grado a causa della perdita di Aster, mentre Shirou e Rika erano emotivamente devastati. Si optò quindi per un attacco a 3 con Afuro, Gouenji e Seline. In panchina, Nozomi cercava di consolare tutti quelli che erano distrutti per la scomparsa di Aster, tranne me, che non lo davo a vedere... ma il dolore che avevo dentro era troppo grande: mi sono innamorata di lui tramite le parole di Rika, e la sua sincerità prima dell’addio mi avevano toccato il cuore.
-Iniziamo!-
La palla fu subito di Seline, che riuscì a superare due centrocampisti della Prominence:
-Provate a fermarmi se ci riuscite! ANGEL DRIVE!-
Seline fu sollevata in aria da una forza misteriosa, e incrociò le braccia con le mani sulle spalle diametralmente opposte. Dalla schiena spuntarono due ali d’angelo, e alla testa comparve un’aureola; fu poi circondata da due vortici d’aria bianca e dorata, e, quando aprì gli occhi, uno era verde e l’altro di un azzurro ghiaccio assimilabile al bianco. Calciò il pallone, che fu circondato da quegli stessi vortici che circondavano lei, ma il portiere della Prominence parò il colpo:
-BURNING CATCH!-
Burn si mise a ridere, e tramite una veloce serie di passaggi, la palla gli arrivò ai piedi, e, superando in velocità il centrocampo e la difesa, calciò:
-ATOMIC FLARE!-
Mamoru non riuscì a caricare l’hissatsu in tempo, e fu scaraventato fra le fiamme in porta. 1-0 per la Prominence. Palla al centro e di nuovo per noi, e anche questa volta, la manovra d’attacco si basò sulle possenti hissatsu di Seline, che anche questa volta, tirò:
-DEVIL DRIVE!-
Sollevata in aria con la stessa posa dell’altra hissatsu, qui dalla schiena spuntarono due ali da demone, e le crebbero dei canini fuori misura; i vortici che la circondavano erano neri e argentati. Gli occhi, una volta aperti, erano un rosso e l’altro grigio cenere, quasi nero. Calciando il pallone, questo si diresse in porta circondato da vortici d’aria, ma anche qui il portiere parò con la sua hissatsu:
-BURNING CATCH!-
E andò a finire come prima, con il tiro hissatsu di Burn. 2-0 per la Prominence: contavamo davvero così tanto sulla presenza di Aster? Di un disertore dell’Aliea che aveva malmenato Burn e Gazel? Al terzo calcio d’inizio la palla andò subito alla Prominence, e Burn stava per tirare ancora, quando qualcosa di molto strano successe. Il cielo s’oscurò, aprendo un portale all’oscurità. Il Vuoto? L’Abisso? Di nuovo? Da esso scese sul campo, con una divisa della Raimon recante il numero 19, Aster, con gli occhi chiusi. Una volta riaperti, disse:
-Mi dispiace... sono stato via per un po’.-
Lacrime, lacrime di gioia da parte di tutti noi accolsero il suo ritorno, che l’allenatrice confermò togliendo Afuro, non in perfetta condizione fisica. Il primo tempo era finito con quel cambio, ma ora c’era Aster. Ora avremmo vinto.
 

L’angolo di Zael

CAPITOLO A TEMPO DI RECORD XD. Pensavate che Aster fosse perso per sempre, vero? E invece no XD. I cinque signori del Nulla sono in realtà i cinque campioni del videogiocho League of Legends che hanno relazioni con la dimensione del Vuoto (immagini sotto... l’idea l’ho presa da lì XD). Ma qualcosa è cambiato in Aster... ne vedrete delle belle nel prossimo capitolo!

Zael

Cho'Gath


Kassadin


Kha'Zix


Kog'Maw


Malzahar

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - Quando il Vuoto è dentro te ***


CAPITOLO 18 - QUANTO IL VUOTO È DENTRO TE

 
Aster’s POV
 
-Mi dispiace per il dolore che vi ho causato. Sono stato giudicato e mi è stato concesso il permesso di restare qui... a una condizione.-
Tutti i componenti della Raimon mi guardavano con uno sguardo fra il rassicurato, il felice e lo stranito, ma io sapevo che cosa dovevo fare. I cinque mi hanno donato l’unica cosa in grado di salvarmi, e io non manderò a monte i loro sforzi: specialmente ora.
-Quale sarebbe la condizione che ti è stata imposta?-
Reina, vicina a Jyuka, Fumiko e Maki, mi domandava ciò con un tono di voce tremante. Vedevo gli occhi di loro quattro ancora rossi dalle lacrime, ma, prima che potessi risponderle, un paio di braccia femminili mi cinsero da dietro, e sentii numerose gocce penetrare la mia divisa. Voltai al massimo il mio volto, e vidi una folta chioma di capelli fra il rosso e il castano, e riconobbi all’istante la voce che emetteva i singhiozzi alle mie spalle.
-Natsumi?-
Mi voltai, e lei aveva gli occhi ancora piangenti, e un volto tremendamente imbarazzato.
-Tu... tu mi piaci. Lo so che non sono la prima... però voglio stare con te.-
Le “mie” quattro ragazze s’avvicinarono a Natsumi, ma, prima che potessi fare qualcosa, Natsumi fu abbracciata da tutte loro. Reina disse:
-Sappiamo bene come ti senti, perché è la stessa cosa che sentiamo noi ogni volta che stiamo con Aster. Perciò sei nella nostra stessa situazione ora... anche se è meglio lasciare le formalità per dopo la partita, no?-
Natsumi annuì, e l’allenatrice cambiò Rika con me, e, mentre la squadra entrava per il secondo tempo, risposi alla domanda che in precedenza m’aveva fatto Reina:
-La condizione? Ah, un nonnulla... ho solo dovuto rinunciare ai miei poteri.-
Tutti mi guardarono terrorizzati, ma io sorrisi e dissi:
-Perché ora custodisco il Vuoto dentro me.-
La Prominence battè il calcio d’inizio, ma subito mi misi all’opera:
-NULL ZONE!-
Creai una zona di energia del Vuoto ai piedi di Heat, che lo rallentò fino a bloccarlo, consentendomi di prendere la palla e avanzare verso gli altri centrocampisti, che stavano per arrivare nella posizione in cui mi trovavo. Sorrisi: poveri illusi, avevo ottenuto il potere più grande dell’universo, altro che la loro piccola pietruzza spaziale.
-RIFTWALK!-
Scomparvi in un turbine di energia del Vuoto, ricomparendo in un turbine uguale pochi istanti dopo alle loro spalle.
-Non mi fermerete, deboli come siete.-
Avanzai usando un altro Riftwalk per superare la loro difesa, e mi trovai di fronte a Grent. Conoscevo bene la sua tecnica di parata, ma non avrei avuto problemi anche nel caso in cui non l’avessi conosciuta.
-NULL SPHERE!-
Nelle mie mani generai una sfera di energia del Vuoto, che attirò la palla dentro: la sfera, sospesa a mezz’aria, fu lanciata da un impulso formato dalla compressione dell’aria nella mia mano, e si diresse verso la porta con una violenza inaudita.
-Parala, e mostra che il mio potere è inferiore al vostro! Avanti, parala!-
Ma Grent non fu in grado di pararla. Mi diressi verso il centrocampo, dopo aver segnato il 2 a 1. Lì incrociai un furente Burn, al quale dissi, mentre camminavo:
-Non mi fermerai. Il tuo fuoco è come un tizzone spento in confronto al Vuoto.-
Burn s’infiammò a quelle parole, mentre io sorridevo in segno di sfida. Al calcio d’inizio si gettò, rovente, contro il nostro centrocampo e la nostra difesa, che furono abilmente superate. Ma, mentre stava per tirare, mi posi davanti a lui, dicendogli:
-È questo il meglio che sai fare?-
Mi guardò, inviperito ma allo stesso tempo terrorizzato dalla mia rapidità di movimento.
-CALL OF THE VOID!-
Due portali ai lati di Burn si aprirono, e rilasciarono dei fasci d’energia del Vuoto che confluivano tutti sul capitano della Prominence, colpendolo e permettendomi di rubargli la palla.
-Ritenta, sarai più fortunato!-
Mi gettai all’attacco sfruttando tutta la mia velocità, e utilizzando una serie di giochi con la palla per superare i miei avversari, giungendo ancora davanti a Grent.
-MALEFIC VISIONS!-
Collegai la mia mente a quella di Grent, e gli mostrai il Vuoto, circondandolo di un alone oscuro dell’energia del vuoto. Tirai debolmente la palla, che entrò in rete, mentre Grent rantolava a terra in preda al panico. Mi voltai e scollegai le menti, e per Grent fu come se non fosse successo nulla, anche perché non capì come diavolo fosse entrata la palla. Mentre passavo per il cerchio, Burn mi disse:
-Sei diverso da come ti avevo dipinto quando eri all’Aliea... ma sembra che tu non abbia più i tuoi vecchi poteri, quindi non hai più quel coso spaventoso. Sarà tutto più facile.-
-Manca poco alla fine, Burn. Alla fine della partita, alla fine della Prominence e alla tua fine. Tieni gli occhi aperti, non ho finito il mio piccolo show.-
 
Burn’s POV
 
Cosa voleva dire con quelle parole? Maledetto traditore... mi preparai a battere il calcio d’inizio, e lo lanciai subito a Bonitona, che me lo rilanciò. Mi gettai all’attacco, ma il sorriso che vidi sul suo volto mi fece rabbrividire. La Raimon si era galvanizzata per il pareggio, ed ebbi vita difficile per passare attraverso centrocampo e difesa, ma ci riuscii, e tirai con la mia hissatsu.
-ATOMIC FLARE!-
Il loro portiere e capitano però mi contrastò con una delle sue hissatsu, e la cosa mi lasciò sbalordito: era fuggito da poco, come poteva quel traditore aver infuso così tanta forza in questa squadra?
-SEIGI NO TEKKEN!-
Incredibilmente, il mio tiro fu respinto, e la palla terminò proprio ai piedi di quel bastardo di Zael... o Aster, o come voleva farsi chiamare adesso. Avevo già capito che aria tirava...
-Merda.-
Ma lui era fermo immobile a centrocampo, e mi stavo quasi per ricredere su ciò che mi aveva detto.
-Void no Shaman, Xyrea!-
Alle sue spalle comparve una ragazza dai capelli argentei e dagli occhi gialli, con numerosi tatuaggi sulla parte destra del corpo. I suoi vestiti sembravano quasi tribali, impressione che era data anche dalle due rose nei suoi capelli. Molto ricorrente era il motivo dell’occhio, che era impresso anche sui suoi capelli. Ma la parte più terribile era l’enorme coda da serpente che le si estendeva dove un essere umano avrebbe posseduto le gambe.
-Preparati, Grent!-
Cosa aveva intenzione di fare adesso? Sicuramente da solo Grent non ce l’avrebbe fatta, perciò ordinai a tutti di ripiegare davanti alla porta cosa che però non riuscimmo a fare in tempo.
-VOID MIASMA!-
La lamia creò una nuvola di veleno, e Zael calciò la palla, intrisa dell’energia definita “del Vuoto”, all’interno di essa. Poi la donna serpente lanciò questa nuvola, che esplose davanti a Grent, inondandolo di veleno; subito dopo fu travolto dalla palla contenente tutta l’energia, e il nostro portiere fu scaraventato dentro la porta. Subito dopo, la partita finì, e io ordinai la ritirata strategica alla Prominence. Non ci saremmo dati per vinti, ma quel traditore bastardo sorrideva verso di me: mi stava aspettando.
-Merda...-
Tornati all’Aliea, trovai ad accogliermi Gazel e Gran: la peggiore accoglienza possibile. Il capitano della Gaia, anzi, della Genesis, visto che la sua squadra, nonostante le defezioni di Zael, Ulvida e Keeve, aveva rimesso in squadra Kohma e Wheeze, più l’unico membro dell’Aliea a essere tornato dopo una sconfitta con la Raimon... Desarm, maledetto bastardo, non molli proprio mai, eh?
-Bella partita, Burn.-
-Tulipano, ti brucia la sconfitta?-
Prima Gran e poi Gazel... pure la battuta ha fatto quel ghiacciolo impudente. Non risposi, ma lo fulminai con lo sguardo, al che Gran disse:
-Gazel, prepara la Diamond Dust: affronterete voi la Raimon.-
Se Gazel vince, siamo fottuti... maledetto Zael, se non fosse ricomparso avremmo vinto...
-Burn, aspetta.-
Gran mi fermò.
-Cosa sai dirmi sui nuovi poteri di Zael?-
-Non ne ho la più pallida idea: so solo che ci ha schiacciati come dei moscerini.-
Gran fece un’espressione pensierosa... cos’aveva in mente?
 

L’angolo di Zael

Nuove hissatsu e nuovo keshin per Aster... e dichiarazione della nuova ragazza. E ti pareva se potevo farla rifiutare? La “solita” Reina sistema le cose... e Burn s’incazza come una iena. Fra poco, tocca a Gazel... cosa succederà? Vi lascio con l’immagine del keshin! Al prossimo capitolo!

BlackThorn_Zael

Void no Shaman, Xyrea:

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 - Tutto il Male Viene per Nuocere ***


CAPITOLO 19 - TUTTO IL MALE VIENE PER NUOCERE       

 
Aster’s POV
 
Abbiamo sconfitto la Prominence, ma non sono riuscito a liberarli come ho fatto con la Gemini Storm e con la Epsilon. Maledizione, le condizioni che mi erano state poste per questo potere erano fin troppo chiare. Rinunciare ai miei poteri per custodire il Vuoto potrebbe sembrare facile, anche se non lo è, ma soprattutto, salvare ogni persona possibile. E ho fallito.
In piedi vicino al faro, osservavo l’orizzonte, contemplando il mio fallimento, fino a quando non vidi Ryuuji e Fuuko che stavano camminando mano nella mano, e, subito dietro a loro, Nozomi che rideva mentre veniva inseguita da un tipo della Oumihara, Tsunami, il quale la stava spruzzando con una pistola ad acqua.
“Certo mi fa sentire orgoglioso di ciò che ho fatto vedere persone prima manipolate come marionette divertirsi in quel modo.”
Ma tutta quella allegria non aveva modo di trovare spazio nel mio cuore, pieno di tristezza, malinconia e dolore. Pieno di Vuoto.
-Aster?-
Mi voltai, ovviamente non mostrando alcun segno delle sensazioni che provavo in realtà, e con un felice sorriso falso come i soldi del Monopoli, i miei occhi incontrarono quelli di Rika.
-Dimmi tutto, Rika.-
-Non credi di star trascurando le tue ragazze? Ti stanno cercando da ore: sei sparito questa mattina e non ti sei più fatto vedere.-
-E come al solito tu riesci a trovare tutti i miei nascondigli, vero? Ma si può sapere come diavolo fai?-
Ridacchiai un po’ dopo la mia ultima affermazione, per rendere il discorso più credibile. Scompigliai i capelli di Rika con una mano, e le dissi:
-Vado subito da loro, non ti preoccupare.-
Mi diressi verso le cinque ragazze, che sembravano soffrire molto il caldo di Okinawa, data la loro posizione totalmente non femminile su una panchina vicino alla spiaggia.
-Ma non vi sembra il caso di mettervi qualcosa di più leggero? Siamo in una spiaggia, tanto vale farlo.-
Le cinque ragazze, in sincrono come solo degli automi potevano fare, alzarono le loro teste e mi fissarono svogliatamente, non del tutto convinte della mia proposta, così rincarai la dose:
-E va bene, se vi mettete in costume voi, mi ci metto anche io!-
Le cinque furono letteralmente svegliate dal loro stato catatonico e si stavano dirigendo di corsa all’Inazuma Caravan urlando come delle fan in delirio a un concerto rock.
“Io le adoro, ma non si può andare avanti così! Ma cos’è, senza di me sono perse?”
Io avevo già il costume addosso, quindi dovetti solo togliermi la maglietta e gli shorts, dato che indossavo già le infradito; dopo 5 minuti, fui letteralmente accerchiato da Reina, Fumiko, Maki, Jyuka e Natsumi, tutte con dei costumi diversi. Reina portava un due pezzi azzurro cielo con i lacci, Fumiko invece aveva optato per un bikini nero lucido. Jyuka indossava un costume unico bianco come la neve, e per la prima volta si era tolta il cappello, mentre Maki aveva scelto anche lei un costume unico, ma rosso scarlatto; Natsumi invece portava un biki arricchito da vari fiocchetti, che le dava un’aria un po’ infantile, e, quando vide i miei occhi puntarsi su di lei, arrossì violentemente balbettando:
-N...Non farti str...strane id... idee...-
Poi, con un impeto assurdo, mi urlo nelle orecchie:
-AVEVO SOLO QUESTO!-
Il forte rumore mi fece rimbombare i timpani all’impazzata, e mi frastornò il cervello per alcuni secondi.
-Natsumi, non urlare così forte, ti prego! Stavo solo pensando che siete tutte meravigliose e che quei costumi vi rispecchiano alla perfezione!-
Le cinque ragazze arrossirono di botto, e sorrisero imbarazzatissime: finché posso far loro dei complimenti, meglio farli. Sto iniziando a pensare di essere fin troppo meschino: anzi, credo che sia meglio dire codardo, o vigliacco. Ho paura della loro reazione a ciò che mi sta per succedere.
La giornata passò tranquillamente, fra giochi nell’acqua e “giochi” che le ragazze volevano farmi con la crema solare. Dopo una sostanziosa cena a base di grigliata mista di pannocchie e carne, decisi che era il momento di svelare tutto.
-Se non è di troppo disturbo a tutti, vorrei che mi seguiste sulla spiaggia.-
Tutti, compresa l’allenatrice, mi seguirono, e mi fermai nell’esatto luogo in cui qualche giorno prima si era aperto il portale sul Vuoto.
-Ragazzi e ragazze, mi devo scusare con voi.-
Tutti mi guardarono straniti e confusi, ma io continuai imperterrito:
-Il rinunciare ai miei vecchi poteri non era l’unica condizione per ottenere il potere del Vuoto: dovevo salvare ogni singola persona dell’Aliea, a partire dalla Prominence, ma ho fallito. Per questo i poteri mi saranno tolti. Non so nemmeno io come accadrà, ma vi prego di stare con me in questi ultimi momenti.-
Il portale si riaprì, ma questa volta furono i Signori del Vuoto ad uscire.
-Kassadin, Malzahar, Cho’Gath, Kog’Maw, Kha’Zix... sono pronto.-
Uno dopo l’altro si avvicinarono a me. Kassadin trafisse il mio petto con la sua spada, Malzahar mi rinchiuse in una prigione di Vuoto, Cho’Gath conficcò le sue falci nelle mie spalle, Kog’Maw chiuse le mie gambe nella morsa di ferro delle sue fauci, e Kha’Zix perforò il mio ventre con le sue lame. Così riassorbirono il potere che avevano lasciato in me, e poi si voltarono verso i miei compagni. A parlare fu Malzahar:
-Per ogni epoca sono esistiti cinque araldi del Vuoto, ma in quest’epoca solo di corpo di questo giovane poteva contenerne il potere. Ma lo abbiamo sovraccaricato. Le ferite che gli abbiamo inferto si sono già rigenerate mentre noi riprendevamo il nostro potere. Dopo aver visto ciò che ha compiuto, noi abbiamo deciso di chiudere per sempre il Vuoto a qualsiasi essere, utilizzando il nostro potere per sacrificarci sigillandolo. Ci dispiace che questo giovane abbia patito così tanto dolore a causa nostra. Perdonateci.-
Mentre il mio sguardo si chiudeva, vedevo le mie cinque ragazze chine su di me, in lacrime e disperate, e dissi:
-Mi dispiace di avervi tenuto nascosto tutto questo. Però posso dire che vi amo comunque, e vi amerò per sempre.-
Sentii il mio cuore smettere di battere, mentre lacrime uscivano copiose anche dai miei occhi. Poi, il buio.
 
Natsumi’s POV
 
Non di nuovo, maledizione! Sentii il polso di Aster, e non ricevevo alcuna risposta dal cuore.
-Reina, massaggio cardiaco!-
Subito la ragazza s’apprestò a praticare le tecniche di primo soccorso, mentre io già impartivo ordini alle altre.
-Fumiko, Jyuka, alzategli le gambe per favorire la circolazione! Maki, tieni il polso! Io farò la CPR!-
Continuammo così per diversi minuti, prima di sentire il cuore di Aster tornare a battere, seppur debolmente, mentre arrivava un’ambulanza che lo avrebbe portato all’ospedale. Una volta che Aster fu a bordo del mezzo, tutti noi ci precipitammo sull’Inazuma Caravan, per raggiungere l’ospedale.
-No... no...-
Jyuka era in lacrime nella sala d’attesa, mentre io le trattenevo a stento. Reina, Maki e Fumiko avevano delle espressioni completamente affrante, sembrava quasi che fossero loro a non avere più alcun potere: tutte noi avevamo preso decisamente male questa situazione.
-Perché Aster non ce ne ha parlato? Avremmo potuto provare...-
Non riuscii a finire la frase che Jyuka mi urlò addosso, in lacrime:
-PROVARE A FARE COSA?!-
Si asciugò le guance con le mani, e continuò:
-Non avremmo potuto fare nulla, e Aster lo sapeva: non ci ha detto niente per farci stare meglio e per vivere con allegria queste giornate! Era un fardello che solo lui poteva portare, e noi gli eravamo solo d’intralcio!-
Reina per tutta risposta le tirò un schiaffo:
-Un intralcio?! Se lo fossimo state non avrebbe salvato me, Maki e Fumiko, e non sarebbe venuto a prenderti all’Haruken!-
Jyuka ricominciò a piangere più di prima, cosa che iniziammo a fare anche noi, fin quando non uscì il medico che aveva provato a rianimare Aster.
-Siete voi le ragazze che hanno provato a recuperare il battito e il respiro?-
Annuimmo con gli occhi ancora pieni di lacrime: speravamo tutte in una bella notizia.
-Siete state provvidenziali: è solo grazie a voi se ora quel ragazzo ha un cuore che batte. Noi non saremmo arrivati in tempo per salvarlo, ma per fortuna quel giovane vi aveva vicino.-
Fu Fumiko a fare la domanda, precedendomi di pochi attimi:
-Sì, ma come sta ora Aster?-
Il dottore ci guardò, e poi guardò il soffitto.
-Meglio se venite con me.-
Ci portò davanti alla camera di Aster, dove lo vedemmo attaccato ad un respiratore artificiale.
-Il cuore batte, e i segni vitali sono stabili, ma non respira autonomamente. Inoltre, non c’è segno di attività celebrale. Il vostro amico è in coma.-
Mi squillò il telefono, così mi allontanai di qualche passo e presi la chiamata: era l’allenatrice.
-Natsumi...-
-Sì?-
-Avvisa le ragazze che dovete subito rientrare. È arrivata la Diamond Dust.-
 

L’angolo di Zael

Sto pensando di cambiare nick di nuovo... boh. Cazzo, ma era da dicembre che non aggiornavo  O_O? Scusatemi tantissimooo!!! Beh, come potete vedere, la Raimon è in un mare di guai, e Aster non è lì per difenderla. Nel prossimo capitolo scommetto che vi aspettate la Diamond Dust, vero? Eh eh... chissà! Al prossimo capitolo!
 

 Zael

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 - Viaggio Extraplanare ***


CAPITOLO 20 - VIAGGIO EXTRAPLANARE
 

Gazel’s POV
 
-Raimon, avete di fronte la potenza illimitata della Diamond Dust. Preparatevi alla vostra ultima partita.-
Osservai tutti i giocatori della squadra che si opponeva a tutta l’Aleia, e notai una grande tristezza nei loro occhi. Vidi arrivare cinque ragazze, e notai che tre di loro erano le traditrici portate via da quell’infame di Zael.
-Cosa vi succede? Vi volete già arrendere? Dov’è il traditore?-
Ulvida mi si piazzò davanti agli occhi, e mi guardò furente: poche volte l’avevo vista così arrabbiata, e sapevo bene che in quello stato era meglio lasciarla stare.
-Tu vieni qui... e chiedi dov’è Aster... Aster ha dato tutto per salvarci tutti, ha persino venduto il suo corpo a delle potenze extradimensionali per farlo! E ancora cercate di farci arrendere!-
Vicino a lei arrivarono anche Maquia e Keeve, entrambe con la medesima espressione di Ulvida.
-Oggi vendicheremo Aster...-
Non mi feci intimorire, o, quantomeno, non lo diedi a vedere, e risposi, in tono glaciale e pacato:
-Dov’è Zael?-
Alle tre ragazze iniziarono a scendere delle lacrime dagli occhi: quanto in basso sono cadute. I sentimenti si addicono solo agli esseri inferiori, non a noi, che domineremo l’universo grazie alla nostra potenza. Fu ancora Ulvida a parlare:
-È in coma irreversibile. L’ha fatto per salvare noi. L’ha fatto per liberare voi. L’ha fatto perché lui detesta vedere persone usate come burattini, come lo siete voi.-
-BASTA!-
Persi la mia proverbiale calma, e andai su tutte le furie.
-È ora di giocare. Se perdete, verrete obliterati.-
Disposi la mia squadra sul campo, e quando vidi la formazione della Raimon, rimasi non troppo piacevolmente stupito. Ulvida, Maquia, Keeve, Reize, Pandora e Krypto erano in campo: volevano, molto probabilmente, difendere la memoria di Zael. Sembra quasi che questa storia stia girando intorno a lui... è il primo sul quale il Meteorite non ha avuto un totale controllo, ed è il primo a essere scappato dall’Aliea; infine, sembra possedere poteri e conoscenze che vanno completamente al di là della normale comprensione.
“Chi sei veramente?”
IQ mi venne vicino, e mi chiese:
-Capitano, cosa facciamo?-
-Mi sembra ovvio. Senza Zael, non valgono nulla. Vinceremo.-
Furono i giocatori della Raimon a partire per primi, con il pallone fra i piedi di Gouenji, ma che fu presto preso in contropiede da Rhionne.
-Troppo lento.-
Molto velocemente si portò verso la fascia destra, dove però si trovò a duellare con Keeve, furente di rabbia, che riuscì con una finta molto spericolata a riprendere palla per la Raimon, e la lanciò verso Krypto. L’ex della Epsilon saltò abilmente IQ, spintosi a centrocampo, e lanciò la sfera a Ulvida, che, superate IC e Clara, utilizzò il suo tiro più potente, con l’aiuto di Keeve e Maquia:
-SPACE PENGUIN!-
La potentissima tecnica fu scagliata contro Beluga, ma il tiro fu intercettato da Gokka, che lo indebolì mettendosi fra il portiere e il pallone; in questo modo, per il nostro portiere fu in grado di parare facilmente il tiro con la sua hissatsu:
-ICE BLOCK!-
Il pallone fu congelato, e Beluga fu in grado di passarlo con un calcio a Frost, che triangolando i passaggi con Valen e Blow, riuscì a passare oltre la difesa posta da Kidou e da Reize. A quel punto, mi fu passata la palla, in uno schema usato moltissime volte durante gli allenamenti e io, con la mia grande velocità, attraversai in un baleno gli ultimi difensori della Raimon, e sferrai un tiro devastante, senza però sprecare la mia tecnica di tiro.
-Per una squadretta come la vostra, questo basta e avanza.-
Endou riuscì a prendere il tiro, ma quasi non riusciva a trattenerlo, data la potenza impressa sulla palla, anche se poi, alla fine, riuscì a fermare, seppur con grande difficoltà, il pallone.
-Non sottovalutarci, Gazel!-
Mentre arretravo, sorridevo, e pensai:
“Se ha avuto così tante difficoltà con un semplice tiro, chissà cosa farà quando userò la mia tecnica.”
Il contropiede della Raimon si basò sulle azioni personali di Seline, entrata al posto di Gouenji, sofferente di un crampo alla gamba; ma anche qui, per la squadra degli umani, non ci fu nulla da fare.
Il primo tempo continuava così, fra le nostre azioni e le loro, senza che nessuna delle due squadre riuscisse a sfondare.
“Devo segnare solo un gol, e poi il loro morale cadrà definitivamente a pezzi.”
 
Aster’s POV
 
-Dove... sono?-
Non riconoscevo il luogo in cui mi trovavo, ma ero circondato dal nulla più assoluto... eppure, non ero nel vuoto. Le tenebre mi avvolgevano, e allo stesso tempo sparivano e riapparivano, come se mi passassero attraverso.
-Non aver paura. Stai viaggiando fra i piani dell’esistenza.-
Mi voltai, ma non vidi nessuno. L’oscurità sembrava continuare ad entrare e ad uscire dal mio corpo. Piano piano, molte flebili luci si accendevano una dopo l’altra, illuminando sempre di più il buio. E poi vidi tutto: una grande esplosione, materia che si formava, che si duplicava, che si distruggeva... e che veniva risucchiata. Ero intrappolato in un momento: stavo osservando la genesi dell’universo, in un momento infinito e continuo. Mi trovavo in loop spazio-temporale, e la cosa mi terrorizzava.
-Sono morto, allora?-
Nessuna risposta, ma davanti ai miei occhi si aprì una schermata con la visuale del mio corpo, attaccato ad un respiratore artificiale, sdraiato su un letto d’ospedale: ero in coma.
-Non sei morto. Il tuo corpo è vivo, così come il tuo spirito. Questo è un viaggio extraplanare fra la vita e la morte... una specie di limbo.-
Ancora quella voce.
-Mostrati!-
Davanti a me si materializzò una giovane ragazza dai capelli grigi, vestita in modo piuttosto strano. Quando lei puntò i suoi occhi su di me, vidi un’intera galassia concentrata nel suo corpo.
-Chi sei?-
-Aster... non hai combattuto troppo? Non credi che sia ora di riposarti? Lasciati andare... lascia che le forze abbandonino il tuo corpo... il tempo di lottare è finito...-
Sentii un torpore avvolgere il mio corpo, e le forze che continuavano a lasciarmi mentre le tenebre attraversavano le mie membra... ma un peso coesisteva con questa tranquillità che si andava formando nel mio cuore. Il peso della memoria, del ricordo.
“I volti sorridenti, la felicità nei loro sguardi... come posso tradire tutto questo. Questo non è il momento di riposare, è il momento di continuare a lottare!”
Con le poche forze rimanenti, decisi di rialzarmi: poco a poco, sotto gli occhi compiaciuti di quella ragazza misteriosa.
-Bravo, Aster... vedo che non mi hai delusa.-
La fissai, con gli occhi pieni di rabbia.
-Quello è lo sguardo che voglio vedere. Uno sguardo rabbioso, pronto a cambiare ogni cosa, a capovolgere l’intero universo. Hai superato la mia prova.-
-Te lo chiederò ancora: chi sei?-
-Io sono lo spirito della galassia di Andromeda. Dalla mia galassia è partito il meteorite che tanto dolore sta causando... perciò ora mi trovo costretta a rimediare. E tu sei il veicolo perfetto con cui posso farlo.-
Scossi la testa:
-Ne ho abbastanza di poteri che vogliono il controllo del mio corpo. Voglio vincere da solo.-
-Non mi rimane molto tempo: quel meteorite contiene la parte oscura del mio potere, e solo la parte lucente non può sostenermi. Perciò, desidero che sia tu a possedere il mio potere lucente... altrimenti appassirà velocemente. Lo spirito della galassia di Andromeda vivrà dentro te, diventerà il tuo potere... in tal modo, io morirò, ma riuscirò a salvare la mia galassia. E tu... potrai usare il mio potere per i tuoi scopi.-
Fui scosso da quelle parole, e annuì. La ragazza posò il palmo della sua mano destra sul mio cuore, e scomparve. Mentre spariva, le sue ultime parole furono:
-Ricordati il mio nome... io sono Andromeda.-
E un’enorme luce divampò, accecandomi.
 

L’angolo di Zael

 
5 mesi di attesa. È un dannato record. Vabbé, sarò breve: la Diamond Dust attacca, ma grazie alla determinazione della Raimon, e alla rabbia di Reina, Maquia e Fumiko, non riesce a sfondare la porta di Mamoru. Nel frattempo, ad Aster succede qualcosa che lo segna profondamente... sarà la fine delle tribolazioni di quel poveraccio (XD)? Nel prossimo capitolo!

Zael
 

Questa è Andromeda, lo spirito della galassia di Andromeda!

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 - Finale - Il Potere Delle Ombre ***


CAPITOLO 21 - IL POTERE DELLE OMBRE
 
Gran’s POV
 
Ordinai di lanciare un pallone in mezzo al campo dove la Diamond Dust e la Raimon stavano giocando. Era ora di finirla una volta per tutte, e sarei stato io a mettere fine a tutto questo delirio.
“Una squadretta umana non potrà mai sconfiggerci, né ora, né mai. È il tempo di mostrare loro la vera potenza dell’Aliea.”
Tutta la Genesis, i rimanenti della Epsilon e la Prominence furono teletrasportati sul campo, dove cercai Gazel con lo sguardo, notando che era furente.
-Gran, cosa diavolo sei venuto a fare qui? Questa è la MIA partita, questa sarà la MIA vittoria!-
Mi avvicinai a lui con molta calma, mentre sentivo il suo sguardo fulminarmi. Eppure, avanzai ugualmente, e gli tirai un ceffone.
-Non hai ancora segnato. E giudicando lo stato in cui sono i giocatori della Raimon, senza il loro prezioso Zael, dubito seriamente che tu possa anche solo tentare un secondo tiro.-
Le fuoriuscite dell’Aliea si avvicinarono a centrocampo, con uno sguardo altrettanto minaccioso: non potevo replicare come feci con Gazel, perciò mi limitai ad ascoltarle. Fu proprio Ulvida, o Reina, o come diavolo voleva farsi chiamare ora a iniziare:
-Vedo che ricorri alla violenza come sempre, Gran.-
-Vorresti forse dire che non sei d’accordo con i miei modi di gestire i miei sottoposti? O preferivi quando eri tu al loro posto?-
Vidi Ulvida che ricordava quei momenti, e sfoggiai il mio miglior sadico sorriso. Eppure, la ragazza dai capelli cerulei mi sorprese ancora una volta:
-Almeno io avevo la forza di reagire. Non come il tuo nuovo giocattolo lì.-
Indicò Crow dopo quelle parole, e questo fece salire ulteriormente la mia rabbia.
-Non osare mai più indicarla.-
-E altrimenti che mi fai?-
Uno schiaffo era troppo poco per un’allusione del genere. Per questo le piantai il mio piede nello stomaco, mandandola a terra con calcio, fra lo stupore di tutti.
-Sai bene quanto posso essere violento. Stai zitta, traditrice.-
Pur con le lacrime agli occhi, si rialzò con un sorriso beffardo.
-Non avevi tutta questa confidenza in te stessa, Ulvida. Ti rialzi? E io dovrò soltanto buttarti a terra un’altra volta. E ogni volta il ciclo continuerà, perché io sono il potere puro... tu sei solo un granello di polvere.-
La gettai a terra nuovamente, e questa volta, mentre si rialzava, tossì sangue. Maquia e Keeve tentarono di tenerla lontana da me, ma questa volta le gettai a terra tutte e tre. Una delle manager della Raimon corse verso il loro autobus, e tornò con una scatola del pronto soccorso, per aiutare le tre disertrici.
-Patetiche... non avete più la forza del Meteorite con voi, e volete ancora provare a sfidarmi? L’unico che forse potrebbe competere con me sarebbe Zael, ma ho sentito che è in coma. Evidentemente, i poteri che ha evocato si sono ritorti contro di lui, perché non era abbastanza forte.-
Una voce parlò, dal nulla, e non riuscii acapire chi avesse osato pronunciare quelle parole, finché non vidi  un grosso globo ellittico d’oscurità formarsi sopra il campo.
-Non era abbastanza forte? E da quando la vera forza si ottiene da una pietra?-
Circondato dall’oscurità, scendeva sul campo proprio la persona che nessuno s’aspettava di trovare lì. L’unico individuo abbastanza forte da potermi sconfiggere. L’unico essere in grado di aver il coraggio di imbrigliare poteri immensi solo grazie alla sua ambizione.
-Gran. Sei pronto allo scontro finale?-
Zael.
-Eccoti, finalmente.-
 
Aster’s POV

-Il Meteorite che tanto venerate, che vi fornisce così tanta potenza, non è altro che la parte oscura di Andromeda. Ma Andromeda è la galassia opposta alla nostra, quindi quella parte oscura nient’altro è che la luce. Per questo, Andromeda stessa, prima di morire, mi ha donato i suoi poteri. Ed eccomi qua.-
Vestito d’ombre, che formavano una sorta d’armatura attorno a me, i miei occhi brillavano di una sinistra luce porpora.
-ASTER!-
In coro, tutta la Raimon mi chiamò.
-Scusate il ritardo... ho avuto alcuni problemi.-
Con il mio nuovo potere, formai un’ombra solida di me stesso vicino a Reina, e la rassicurai, aiutando Natsumi a curarla.
-E ora credo che sia giunta l’ora di prendere a calci qualche presunto alieno.-
Numerose copie d’ombra sbucarono dal terreno, e intrappolarono tutti i membri dell’Aliea, meno Gran. Lui era mio.
-Bene, vuoi il gioco duro? Sia.-
-Serve violenza per fermare altra violenza.-
Tentò di colpirmi, ma fui più lesto, creando una copia d’ombra dietro di lui e cambiandomi di posto con essa in una frazione di secondo.
-Tutto qui?-
Si girò, furente.
-Io non manco mai il bersaglio, traditore. E non sarai tu a spezzare questa mia forza.-
Tentò nuovamente di colpirmi, ma, con la medesima combinazione, sfuggii nuovamente al suo attacco.
-Abbraccia le ombre, trova la verità.-
Fui io a colpire Gran per primo, con un calcio al retro del ginocchio, ma, quando si girò, io ero già scomparso.
-Combatti da uomo, codardo!-
-Come desideri.-
Piombai dall’alto, atterrandolo con tutto il peso del mio corpo, e subito, creata una copia d’ombra, cambiai di posto con essa, già pronto per un nuovo attacco.
-La verità giace nell’oscurità, Hiroto.-
Nel sentire quel nome, Gran andò su tutte le furie.
-Come fai a conoscere quel nome?-
Non risposi, questa volta però colpendolo al mento con una ginocchiata in salto.
-Affronta l’oblio.-
Un altro colpo, questa volta alla schiena. E poi un altro al petto, e uno al ventre. Gran non aveva il potere per affrontarmi, figurarsi per sconfiggermi.
-La mia forza non ha limiti.-
Gran si rialzò a fatica, sputando sangue.
-Non mi arrenderò ad un traditore.-
Mentre stavo per sferrargli un pugno alla guancia, Crow fermò la mia mano.
-Diana? Cosa stai facendo?-
-Smettila.-
-Non fino a quando non l’avrò sconfitto.-
-L’hai già sconfitto, stai solo infierendo! Cosa ne hai fatto del vero Aster?-
Posai una mano sulla testa di Diana, e dissi:
-Condividi il mio dolore.-
Le proiettai direttamente nella testa tutto ciò che avevo passato, dalla mia nascita fino a quel momento.
-Io... io non avevo idea che tu...-
-Il vostro crepuscolo s’avvicina.-
Spinsi via Diana, che ora sapeva cos’avevo ottenuto con questo mio potere. Una scelta fra la morte e la corruzione eterna. Ma esisteva una terza via. E per sbloccarla, dovevo sconfiggere Gran.
-Arrenditi, Gran.-
-Mai.-
Lo guardai, e dissi:
-Questo è necessario.-
Gli sferrai un devastante pugno al cuore, lanciandolo all’indietro di parecchi metri. E in quel momento, urlai:
-DARKNESS REFORGE!-
Pian piano, tutte le ombre scomparvero, e vidi i flussi di potere del Meteorite uscire dai corpi dei giocatori dell’Aliea, per andare a confluire assieme alle ombre in una sorta di contenitore a forma di corpo. Sentivo le loro urla strazianti, e il mio cuore piangeva a vedere tanta sofferenza. Ma era tutto necessario: la morte di Andromeda era quasi del tutto impossibile. Un collasso, certo, ma una galassia non è così debole. E ricreare il corpo della sua personificazione è la terza via. Un perfetto miscuglio di luce ed ombra, di verità e menzogna. Una volta scomparsi sia le ombre che i flussi, caddi a terra, stremato. E chi non lo sarebbe dopo aver ricreato un’entità cosmica?
-Hai concluso il tuo compito, mio prescelto. Hai riunito luce e ombra. Ti ringrazio.-
La voce di Andromeda mi comparve nella mente, associata ad un’immagine del suo sorriso.
-Ora è finita.-
Stanco, mi addormentai. Subito però fui svegliato da Reina, Fumiko, Natsumi, Maki e Jyuka, che temevano nuovamente per la mia vita.
-Non vado da nessuna parte, tranquille... ho solo bisogno di riposarmi un po’. Finalmente posso dire che è finita.-
 
L’angolo di Zael
 
WOW, 3 mesi. Beh, sempre meglio dei cinque mesi dell’altra volta :3
Sì, questo è l’ultimo capitolo, e il prossimo sarà l’epilogo, che scriverò in settimana. Dovevo togliermi questa fic dalla testa, e quindi diciamo che ho accelerato le cose, tralasciando Genesis, Diamond Dust e Dark Emperors. Ma ehi, è una FAN-fiction, quindi posso farci quello che voglio :3
Nell’epilogo saranno spiegate alcune cose, e sarà diviso in due parti: la prima, dove Aster spiega tutto, e la seconda, ambientata in un futuro prossimo, raccontata però dal personaggio femminile principale della fic. Indovinate chi? STAY TUNED!
Zael

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Capitolo 23
*** Epilogo - Freddo come i Venti del Nord ***


EPILOGO - FREDDO COME I VENTI DEL NORD
 
Aster’s POV

Tutto era tornato come doveva essere. Nessun potere strano comandava le menti dei ragazzi dell’Aleia, che parevano come spaesati: molto probabilmente stavano ancora cercando di capire che cosa diavolo fosse successo.
-No...-
Gran, o, per meglio dire, Hiroto, era a terra, in lacrime.
-Perché? Padre... ho fallito...-
Dopo essersi rialzato, con l’aiuto delle ragazze, mi misi a guardare la pietosa scena dell’ex punta di diamante dell’Aleia, mentre s’alzava un vento piuttosto freddo per essere considerato un vento d’Okinawa. Estraendo un paio di forbici dalla tasca, tagliai quasi tutti i miei lunghi capelli, facendoli ora arrivare fino alla nuca. Dopo tutto, me l’ero ripromesso.
“E così, Andromeda, alla fine mi hai fatto vincere... ti rendo la mia chioma, come avevamo promesso. Nessuno fa nulla per nulla, vero?”
Il freddo vento scomparve portandosi dietro i capelli, non appena questi ultimi toccarono il campo da gioco.
-Hiroto.-
Chiamai il ragazzo dai capelli rossi, che, ancora in lacrime, si mise a urlarmi contro:
-Perché? Perché non mi hai permesso di portare a compimento il mio dovere? Dimmelo! Dimmelo, maledetto traditore!-
Sorrisi, e gli dissi:
-E non l’hai forse fatto?-
Mi guardò come se io fossi un marziano. Quindi iniziai a spiegargli:
-Il tuo obiettivo era quello di dimostrare quanto forte fosse la potenza di quella meteora. E l’hai fatto. Ti ho fermato solo attingendo ad un potere uguale ma opposto a quello. Gli altri poteri erano troppo deboli... persino il Vuoto...-
Sorrisi nostalgico, ancora una volta.
-Ho dovuto dare me stesso all’oscurità, alle ombre. E le ombre conoscono ogni cosa. Per questo sono venuto a sapere ogni cosa. Ricordi quando mi hai reclutato? È stato l’inizio della vostra fine. Non puoi imbrigliare un potere che non conosci, Hiroto. Non si può. Voi avete pagato con le vostre emozioni. Io ho offerto due parti del mio corpo: i capelli e i miei occhi.-
Le ragazze subito si preoccuparono quando sentirono le ultime tre parole, e, subito si fiondarono su di me, per capire cosa intendessi dire. Le mie iridi ora erano di un colore violaceo molto scuro.
-Ci vedo ancora eh... diciamo che ho dovuto permettere alle ombre di modificarmi un po’.-
Mi diressi verso Hiroto, e lo aiutai a rialzarsi.
-E adesso ragiona. Ogni essere umano vive per sé stesso. Non per gli altri: qualsiasi cosa tu sia stato costretto a fare, non conta nulla. Tu sei tu, non sei la pietra.-
S’avvicinò anche l’allenatrice Hitomiko, e Hiroto si scusò con lei, per tutto quello che aveva fatto. Non ci volle molto per spiegare tutto anche agli altri membri dell’Aleia, anche se Burn e Gazel, o, per meglio dire, Haruya e Fuusuke, continuavano a battibeccare su chi fosse il più forte senza e con il potere della meteora.
-Certi caratteri non cambiano mai, vedo...-
Hiroto si mise a ridere, e così tutti quanti. Io e le ragazze ci eravamo seduti sulla panchina assegnata alla Raimon, per stare un po’ in disparte e parlare del più e del meno. Jyuka mi passò una borraccia piena d’acqua, e bevvi qualche sorso, prima di annunciare che mi sarei messo a dormire. Perciò, durante tutto il tragitto di ritorno alla Raimon, rimasi disteso in fondo all’autobus, dormendo tranquillamente.
 
15 anni dopo
Reina’s POV
 
È passato un bel po’ di tempo da quando Aster è riuscito a fermare i giocatori dell’Aleia... e a liberarli dal potere del Meteorite, come fece con me, Maki e Fumiko quando ci portò via da lì. La scuola procedetta normalmente, ma una cosa non cambiò mai: il nostro amore per Aster. Pian piano tutte noi, prima o poi, ci rendemmo conto che purtroppo solo una di noi avrebbe potuto sposarlo e creare una famiglia, eppure, cercavamo ogni volta di allontanare questi pensieri. Dopotutto, nessuna di noi era decisa a lasciarlo alle altre. Però, un giorno, di ritorno dal lavoro, Aster ci sorprese tutte, quando disse:
-Matrimonio? Preferirei essere paracadutato in un allevamento di alligatori.-
Ci sentimmo tutte con il cuore spezzato, tanto che nessuna di noi rispose alle chiamate di Aster per almeno due mesi. Eppure, ci eravamo tutte sbagliate sulle sue intenzioni: dopo tutto, se non ci avesse più matao, perché avrebbe continuato insistentemente a chiamarci tutte e cinque?
-Cosa?-
La telefonata di Fumiko mi convinse a chiamare tutte le altre e a farle venire da me, mentre la ragazza dai capelli color orchidea era già quasi davanti alla mia porta. Una volta accesa la televisione, al telegiornale apparve un servizio piuttosto importante dal punto di vista del gossip:
-Il nuovo idolo delle folle, l’attore Aster Kazetsuki rifiuta l’assiduo corteggiamento della figlia del direttore delle industrie Izumi. In questa intervista ci spiega il motivo della sua decisione.-
Il servizio preregistrato partì, e, attraverso la televisione, sentimmo la voce di Aster:
-Non posso sposarmi. Più che altro, non voglio. E soprattutto, non con lei: ci sono delle ragazze molto importanti per me, di cui sono innamorato fin da quando eravamo alle scuole medie. Ergo, grazie, ma no grazie.-
Mi vennero le lacrime agli occhi: ora capimmo perché quel giorno Aster ci aveva risposto in quel modo. Non potendo sposarci tutte, non avrebbe sposato nessuna. Poco dopo, sentimmo bussare alla porta. Quando andrai ad aprire, mi ritrovai davanti un elegante ragazzo dagli occhi violacei nascosti da un paio di occhiali da vista e dai corti capelli bianchi, con ancora qualche lieve striatura azzurro ghiaccio.
-Aster!-
-Ehm... vorrei sapere perché per due mesi hai continuato a non rispondermi...-
Lo feci entrare, e fu molto sorpreso del fatto che anche le altre fossero tutte lì.
-Vedi... abbiamo capito male quando avevi parlato del matrimonio. Non sapevamo che fossi perseguitato da quella tipa. Scusaci.-
Ci buttammo tutte e cinque su di lui, mentre lui cercava ancora di spiegarci tutto per filo e per segno, ma a turno lo zittimmo tutte con un bacio.
-Ragazze... ecco... vi amo.-
-Ti amiamo anche noi, stupido.-
 
FINE
 
L’angolo di Zael
 
Ed è finita, signori e signore. Madonna, è stato più impegnativo del previsto. Originariamente avrebbe dovuto avere almeno sui 40 capitoli, ma una volta visto che le idee non venivano più, piuttosto che lasciar perdere la fic (non anche questa, maledizione), ho deciso di chiuderla con l’ennesimo plot twist e via dicendo. Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa fic, chi l’ha recensita (specialmente Emy, che ha commentato ogni capitolo; <3 ), chi l’ha messa fra le seguite, le preferite o le ricordate.
Stay tuned, perché, ho grandi progetti:
- continuare “Birth of the True Dragon” (almeno un capitolo ogni due mesi)
- continuare “Histories of Valoran” (almeno un capitolo ogni due mesi)
- iniziare “Heart of Loneliness” (fanfic su League of Legends, ho in progetto di tradurla in inglese su fanfiction.net, un capitolo ogni due settimane/al mese)
- iniziare “Haunting Past” (fanfic AU su Inazuma Eleven GO, con qualche personaggio preso in prestito da qualche visual novel).

Zael

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