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di _Chimi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Capitolo I
Lacrime. Lacrime di frustrazione,di rabbia,di impotenza. Lacrime che scendevano bollenti lungo le guance fino a cadere sul cuscino del letto. Lacrime che avrebbe voluto piangere mentre raccontava tutto a qualcuno, lacrime troppo pesanti per essere versate da soli. Allungò una mano verso il comodino alla ricerca del cellulare, ma quando lo afferrò si rese conto che,nella sua immensa rubrica di numeri telefonici, non ce n'era  nessuno che avrebbe voluto o potuto chiamare in quel momento. Non avrebbe sopportato gli sguardi compassionevoli o comprensivi dei suoi amici, che lo vedevano come un Dio sceso in terra. Lui, bellissimo, ricco, perfetto. Non l’avevano mai visto piangere, e mai l'avrebbero fatto, si ripromise Edoardo. Non aveva mai avuto il coraggio di raccontare a qualcuno cosa succedesse in realtà in quella meravigliosa famiglia che tutti gli invidiavano tanto. Un padre miliardario,una madre giovane e premurosa,una sorella gemella bellissima come lui. Una villa in piscina,una barca a vela,un talento straordinario nel suonare la chitarra,il sarcasmo e la capacità di rimorchiare le ragazze più desiderate della scuola. Ecco tutto quello che i suoi amici riuscivano a vedere in lui. Nessuno, neanche Roberto, il suo migliore amico,si era mai accorto che c’era qualcosa di più che dei bellissimi occhi neri e un carattere strafottente e trasgressivo. C’era rabbia, una rabbia profonda verso suo padre, che tradiva sua madre, tornava sempre a casa ubriaco e li picchiava. Ma c’era un odio ancora più radicato in lui, l’odio verso se stesso, perché non aveva il coraggio di denunciarlo o di ribellarsi, perché non riusciva a detestare pienamente l’uomo che gli aveva insegnato a pescare e ad andare in bicicletta, l’uomo che gli aveva regalato la sua prima chitarra e con cui aveva mangiato più di mille gelati alla crema,il loro gusto preferito. Non riusciva ad odiarlo neanche quando si guardava allo specchio, e vedeva la sua faccia piena di lividi. Neppure quando insultava sua madre o picchiava sua sorella. Ma non c’era solo rancore nel vero Edoardo. C’erano la sensibilità di un bambino che scoppia a piangere per un nonnulla, la passione per la lettura,la ricerca del vero amore. Tutto questo era Edoardo, ma nessuno si era mai preso la briga di scoprirlo. Oppure lui era riuscito a nascondere quella parte di sé.
 
Sarah si lasciò cadere pesantemente sul letto. Era distrutta: era tutto il giorno che apriva scatoloni, metteva a posto i vestiti nell’armadio, disponeva i libri sugli scaffali. Ormai aveva quasi finito, e poteva definirsi molto soddisfatta del suo lavoro. Era davvero bella la sua nuova stanza, abbastanza ampia e luminosa, con vista sul mare. Tuttavia non riusciva a sentirla davvero sua, non era a proprio agio in quel posto dove non conosceva nessuno eccetto sua madre e faceva sempre così terribilmente caldo. Le mancava la sua vecchia vita in Inghilterra, i pomeriggi con le amiche, l'equitazione, Michael... Si alzò dal letto ed estrasse da uno scatolone ancora chiuso, accantonato in un angolo, una foto che la ritraeva abbracciata ad un ragazzo biondo e sorridente. La posò sul suo comodino con un sospiro.  La separazione dal suo ragazzo era stata più dolorosa di quanto non avesse immaginato. Non avevano rotto, anzi, si erano ripromessi di chiamarsi o almeno scriversi ogni giorno. Erano entrambi fiduciosi, ma sapevano anche che sarebbe stato molto difficile mantenere una relazione a distanza. Sarah distolse la mente da quei cupi pensieri e scese in cucina per mangiare qualcosa. Dopo aver cenato, si rese conto di non riuscire a stare in piedi e si coricò. La mattina seguente sarebbe stato il primo giorno di scuola, e non voleva che i suoi nuovi compagni la prendessero per uno zombie vivente.
Nonostante la stanchezza, rimase sveglia per quasi due ore prima di riuscire a prendere sonno. Non era mai stata molto brava a fare nuove amicizie, e temeva l'incontro con i nuovi compagni. Fortunatamente sapeva parlare piuttosto bene l'italiano, perché aveva seguito un corso fin dalle medie. Almeno quello, pensò. E se non fosse piaciuta? “Smettila”, si impose, “smettila. Devi stare tranquilla."
 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II
Un raggio di luce penetrò nella stanza di Sarah e la svegliò. La ragazza, assonnata,guardò l’orologio. Erano solo le 7.50,era così presto…Le 7.50! Scattò giù dal letto come un furia,chiedendosi come mai la sveglia non avesse suonato,e ammettendo in cuor suo che molto probabilmente l’orologio aveva svolto il proprio dovere,eccome,ma lei non l’aveva sentito.Tanto per cambiare. Si infilò la prima cosa che trovò nell’armadio,afferrò i libri accatastati sulla scrivania senza avere il tempo di infilarli nella borsa, prese al volo una banana dalla fruttiera e si precipitò in strada,correndo all’impazzata. Nonostante ciò,riuscì ad arrivare in ritardo anche il primo giorno di scuola. Appena entrò nell’edificio,si sentì spaesata:tutti gli studenti erano già entrati nelle aule,e quella struttura era enorme.L’unica cosa che sapeva era di essere in 5H, sezione del liceo scientifico. Si avvicinò a una bidella dall’aria gentile e le chiese di indicarle dove si trovasse la sua sezione. La signora l’accompagnò fino alla porta della classe, che si trovava al terzo piano, e poi se ne andò augurandole buona fortuna. Sarah fece un respiro profondo, e poi bussò delicatamente. Una voce maschile e antipatica intimò: “Avanti!”e lei entrò.
“E lei sarebbe…?”chiese il professore.
“Sarah Collins, signore.”
“Ah, la nuova alunna. Dimmi, in Inghilterra non vi insegnano la puntualità?”
“Mi ... mi scusi, io… Mi sono svegliata tardi e poi non sapevo dove andare… Non succederà più”mormorò imbarazzata. “Gran,gran bell’inizio”pensò scoraggiata.
“Accomodati qui davanti, vicino alla signorina Rizzi. E ora, riprendiamo da dove eravamo rimasti.”
Sarah prese posto,e rivolse un timido sorriso alla compagna di banco,che le strinse la mano con calore e disse di chiamarsi Federica. Parlarono tutta l’ora,come d’altronde il resto della classe, a cui non sembravano importare granché le raccomandazioni e i suggerimenti del professore. Così, grazie alla parlantina sciolta,diciamo irrefrenabile,di Federica, Sarah venne a sapere vita,morte,miracoli di ciascun compagno e professore,tutti gli aneddoti della scuola e le storie d’amore. 
“In fondo alla classe,laggiù”Sarah si voltò per vedere di chi stesse parlando l’amica “c’è il gruppetto degli strafighi. Insomma, guardali. Sono sempre insieme, anche perché suonano nella stessa band. Ovviamente il capo è quello vicino alla finestra. Si chiama Edoardo ed è uno spettacolo. Poi c’è il braccio destro,Roberto, che non è per niente male neanche lui. Davanti a loro ci sono Giorgio e Alberto. Giorgio è un cretino, Alberto invece è dolcissimo, ma non metterci gli occhi addosso: è mio quest’anno”concluse con voce intimidatoria,e davanti all’espressione sorpresa di Sarah,scoppiò a ridere:”Stavo scherzando ovviamente! Però ammettilo, è davvero bello. Purtroppo è amico di Giorgio, con cui sono stata fidanzata per quasi due anni, e che mi ha tradita con la troietta di turno,Arianna”disse indicando una ragazza bionda e bellissima con apparente indifferenza. “A proposito:questo sabato il gruppo di Edoardo suona in un bel locale, pensavo di andarci con un po’di amici…Tu vieni?”Sarah annuì,felice dell’invito. “Perfetto. Ti passo a prendere io alle otto, qui davanti a scuola.”
 
“Wow,sono davvero forti!”urlò Sarah,cercando di sovrastare con la sua voce il frastuono. 
“Te l’avevo detto!”replicò Federica.  
“Dai,vieni in pista”propose Sarah. Si alzarono dal tavolo a cui erano sedute con alcuni loro compagni di classe,e si gettarono in mezzo alla mischia ridendo come pazze. Le due ragazze erano diventate molto amiche:si trovavano bene insieme,erano entrambe sportive,solari e spiritose,anche se Sarah era più dolce e decisamente più introversa di quel vulcano perennemente in eruzione che era Federica. In quella settimana la nuova arrivata aveva conosciuto altra gente, e Roberto le aveva chiesto di uscire. Sarah aveva rifiutato,ma lui non se l’era presa,anzi,da quel momento erano diventati buoni amici. Anche Arianna, la “troietta”,non era tanto male,escludendo l’atteggiamento frivolo e superficiale che assumeva appena c’era un ragazzo carino in circolazione, ma non aveva osato dirlo a Federica. Invece, non poteva sopportare Edoardo. Era il classico pallone gonfiato, ogni giorno in compagnia di una ragazza diversa,ricco ed egoista. L’unica volta che le aveva rivolto la parola era stato per criticare i suoi vestiti, troppo originali e vistosi secondo lui. Lo guardò,e dovette ammettere che nonostante fosse antipatico e scontroso,era davvero bello, e suonava la chitarra meravigliosamente. In quel momento intraprese un assolo impressionante, che fece esplodere la folla in un grido assordante.
Quando l’ultima canzone terminò e salì sul palco un altro gruppo, i quattro ragazzi si unirono alla tavolata dei compagni. Giorgio,Alberto e Roberto si sedettero,mentre Edoardo andava ad ordinare la birra per tutti. Quando tornò, l’unico posto libero rimasto era vicino a Sarah, che fece una smorfia in direzione di Federica. La ragazza scoppiò a ridere,ben sapendo che l’amica non poteva soffrire il chitarrista. “Allora, come siamo stati?”chiese Edoardo sorridendo. “Spettacolari, assolutamente fantastici”cinguettò Arianna lanciando occhiate languide a Edoardo. Federica alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Conversarono a lungo del più e del meno,fino a quando il discorso cadde per caso sulla famiglia.
“E i tuoi cosa fanno,Sarah?”chiese Giorgio.
“Mio padre è morto due anni fa. Sapete, giocava d’azzardo, e quando non riuscì più a pagare gli enormi debiti contratti, lo fecero fuori. Ci lasciò totalmente al verde. Mia madre iniziò a lavorare come commessa in un supermercato, ma i soldi non ci bastavano mai. Così abbiamo deciso di trasferirci qui in Italia,dove vivono alcuni parenti che hanno offerto a mia madre un lavoro in una casa editrice." 
Calò il silenzio sul tavolo: nessuno sapeva cosa dire,se esprimere le proprie condoglianze e il dispiacere o cercare di sdrammatizzare. Sarah si rese conto di averli messi a disagio e si scusò immediatamente:" Ragazzi, cos'è quest'aria da funerale?È roba passata,davvero. Non intendevo certo cercare la vostra compassione raccontandovi di mio padre... Non avevamo esattamente un rapporto fantastico.Scusate se vi ho messo imbarazzo,non era mia intenzione."
Tutti iniziarono a rassicurarla,e poi Caterina,una loro compagna di classe con cui Sarah non aveva praticamente mai parlato, spostò il discorso su altri argomenti,guadagnandosi la gratitudine di tutta la tavolata e soprattutto di Sarah, che temeva di aver osato troppo raccontando fatto così personali a gente che conosceva da una settimana appena.  Solo Edoardo non sembrava contento dell'intervento di Caterina,e continuava a fissare Sarah con un espressione sbalordita.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III
Ormai a scuola non si parlava che dell'imminente festa di Edoardo. Spinto dai suoi amici, o meglio,obbligato,aveva organizzato una serata perfetta per il suo compleanno,che comprendeva piscina,ragazze in bikini,alcool e tutto quello che si fa ad una festa del genere.
Era passato circa un mese dall'inizio della scuola,e non esagerava dicendo che in quelle poche settimane era successo di tutto. Innanzitutto, Alberto stava intrattenendo una sorta di relazione con Camilla,una ragazza di un'altra classe, una relazione che comprendeva sesso e sfuriate di gelosia e di cui Federica non si era rivelata particolarmente entusiasta,con grande sorpresa di Alberto. Giorgio inizialmente si era pentito di aver tradito Federica, ma ora aveva già puntato ad un'altra di cui non ricordava il nome. Come se non bastasse, Roberto si era fissato con quella nuova, e continuava a chiedergli consigli. In pratica, pensò Edoardo, i loro ritrovi per suonare erano diventati riunioni di ragazzine piene di sbuffi e lamenti e autocommiserazioni, cosa che non riusciva più a sopportare.
"Roberto,se mi parli ancora una volta dei lunghi,setosi,meravigliosi, indimenticabili,profumati e non so che altro capelli di Sarah,giuro che la rapo a zero" aveva bofonchiato un giorno,irritato.  
"Hai dimenticato favolosi"replicò Roberto, sognante.
"Oddio,scusami,quando mai..." 
Anche se lo prendeva in giro e ne era esasperato,Edoardo dovette ammettere a se stesso che Roberto aveva ragione: Sarah non aveva dei brutti capelli, e anche il resto non era male. Certo,non al livello delle ragazze con cui usciva di solito,ma non era niente male. E poi,non riusciva a levarsi dalla mente il modo disinvolto e disinteressato con cui aveva parlato di suo padre davanti a tutti quella sera in discoteca. Lui sarebbe morto piuttosto che far sapere a qualcuno della sua situazione familiare, lei invece lo aveva raccontato a tutti,senza vergogna o paura di essere giudicata. Era davvero una ragazza particolare: da una parte solare e divertente,dall'altra dolce e sempre disposta ad ascoltarti. Si vestiva in modo strano,sempre colorata e vistosa, riusciva bene nello sport ed andava benissimo a scuola,eppure era  molto insicura di sé. La maggior parte di queste cose gliele aveva raccontate Roberto, perché i suoi rapporti con la ragazza erano ridotti al minimo: con lui era sempre fredda e distaccata. Chissà perché,poi. Che cavolo le aveva fatto? In fondo,gli dava fastidio quell'indifferenza nei suoi confronti, ma quello innamorato non era lui, era Roberto, che in quel momento stava raccontando di  un'uscita da amici trasformandola  in un appuntamento romantico,e un saluto con la mano di Sarah in un bacio sulla guancia,anzi,quasi sulla bocca,come teneva a puntualizzare. 
"Eccola lì, vediamo se tenterà di nuovo di baciarti con passione"disse Edoardo con sarcasmo. Sarah sorrise ai ragazzi e si diresse verso di loro. "E questa cos'è,Robi?Una scopata in gran stile a cinquanta metri di distanza?" 
L'amico lo fulminò con lo sguardo e Edoardo assunse un'aria innocente.
In quel momento Sarah li raggiunse e salutò con calore Roberto, mentre riservò ad Edoardo un misero cenno con la mano e un  piccolo sorriso ,che il ragazzo ricambiò con freddezza.
"Allora" disse Roberto alla ragazza"vieni sabato alla festa di Edoardo?"
"Non so, e tu?"
"Certo" esclamò,abbracciando Edoardo."Non lascerei mai il mio migliore amico solo, si annoierebbe terribilmente senza di me." Il ragazzo si liberò dalla stretta ridendo,ed esclamò con voce stridula:"Come farei senza di te,mio caro? " 
Sarah scoppiò a ridere,e Edoardo pensò che il modo in cui inclinava leggermente la testa all'indietro e le si illuminavano gli occhi era davvero bello. Sperò che sabato sera decidesse di venire alla sua festa.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV
Gli invitati cominciarono ad arrivare verso le otto. Quelli che non erano mai stati a casa sua rimanevano a bocca aperta vedendo l'enorme piscina e il giardino, dove erano stati messi tavoli eleganti e piccoli divani bianchi. Non conosceva metà della gente,ma non gli importava, anzi,era l'occasione perfetta per rimorchiare. Si avvicinò ad una bionda da paura,quando scorse dall'altra parte del giardino Roberto, Sarah e Federica. Passò oltre la ragazza, a cui non mancò di lanciare un'occhiata provocatoria,e raggiunse i suoi amici.
"Passabile come festa, non trovate?" chiese Edoardo con falsa modestia. 
"Mah, potevi far di meglio" rispose Sarah sorridendo. Edoardo la guardò e ricambiò il sorriso. Poi, dopo aver lanciato uno sguardo d'intesa a Roberto e Federica, la sollevarono con forza e la buttarono in piscina tutta vestita,scatenando applausi,risate e tuffi a non finire. Edoardo entrò in acqua, e si guardò intorno soddisfatto: c'erano musica,alcool,ragazze,risate.... E suo padre, fermo sulla porta d'ingresso,che gli faceva segno di entrare in casa. Il ragazzo uscì dalla piscina e si diresse verso di lui. Era terrorizzato,sapeva di averla fatta grossa. Ma che cavolo era successo? I suoi non sarebbero dovuti tornare prima di tre giorni,e ovviamente non sapevano nulla della festa. Dio,suo padre l'avrebbe ucciso di botte. Appena lo raggiunse,quello lo afferrò per un braccio e lo trascinò dentro, al piano di sopra, dove era sicuro sarebbero stati soli. Un pugno nello stomaco,preciso e fortissimo, lo fece cadere a terra senza respiro.
"Ti divertivi,eh,ti divertivi piccolo bastardo!Così usi i miei soldi! Così sfrutti la mia fiducia,figlio di puttana! Un calcio lo colpì dritto alle costole,facendolo crollare,riverso. 
"Va...vaffanculo"rispose Edoardo sputando sangue.
Il padre scoppiò a ridere, e lo fece alzare in piedi,tenendolo per i capelli. Puzzava di alcool e di sesso. Che schifo. 
"Ripetilo" disse con calma."Ripetilo lentamente,stronzo."
"Vaffanculo" gli uscì quasi involontariamente.
Lo schiaffo arrivò inaspettato e fortissimo. Cadde a terra, quasi svenuto. Il padre gli sputò in faccia. "Buona festa di compleanno, amore", e andò in camera sua barcollando, lasciandolo lì, a terra. Il ragazzo aprì gli occhi e vide una figura davanti a sé. Sarah. Era impietrita, probabilmente aveva visto tutto lo spettacolino. Si tirò su a fatica, appoggiando la testa contro il muro. 
"Allora,cosa ne pensi della famiglia Crespi? Non puoi certo dire che siamo noiosi. "
Sarah gli corse incontro e si sedette vicino a lui,senza sapere cosa fare o cosa dire. 
"Chiamo... Fammi chiamare qualcuno. L'ambulanza. I carabinieri" disse,quasi urlando. 
Edoardo si paralizzò. "Non ci pensare nemmeno. Nessuno,nessuno deve sapere cos'è successo.Ti prego." Era sull'orlo delle lacrime. Le ricacciò indietro,e la guardò negli occhi.Era preoccupata per lui. 
"E tu,che cazzo ci facevi qui?Questa é casa mia,non puoi andartene in giro come ti pare" disse.
"Io...io ero salita per cambiarmi... Mi avete buttata in piscina vestita e avevo freddo. Ho chiesto a tua sorella dove potessi asciugarmi,e mi ha detto di usare il bagno di sopra." 
Il ragazzo sembrò non ascoltarla nemmeno. Guardava fisso davanti a sé, immerso nei propri pensieri.
Stettero così, in silenzio,appoggiati contro il muro per qualche minuto,poi Edoardo parlò:
"Come fai?"
"Come faccio cosa?"
"A parlare di tuo padre in quel modo. Dirlo a tutti, senza vergognarti... E soprattutto, come fai ad odiarlo?"
"Io non lo odio. Non lo odio affatto. Sai, è comunque mio padre. Tutti si stupiscono quando parlo di lui in quel modo, come se non me ne importasse. Mantenendo un certo distacco,riesco ad evitare gli sguardi tristi e compassionevoli degli altri. Amavo mio padre, e quando mi hanno detto che era stato ucciso il mondo mi è crollato addosso. Ma la vita continua,che tu voglia o no. E comunque, non vedo il motivo della tua vergogna. Parlare con i miei amici mi ha aiutato a superare molte difficoltà. Quello che tuo padre ti fa é orribile,ma non è colpa tua. Fidati, qualche volta fa bene parlarne con qualcuno."
"Non é così facile."
"Provaci."
"Cosa vuoi che ti dica? Mio padre è un uomo violento che va a puttane ed è perennemente ubriaco,ci pesta per qualsiasi motivo,mia madre scappa di casa,lui va a cercarla e le chiede perdono in ginocchio,lei gli da un'altra possibilità e  tornano a casa. Sempre la solita storia. Dovrei stare meglio, adesso? " concluse,provocatorio.
"No,certo che no. Ma almeno sei riuscito a parlarne,hai ammesso che il suo comportamento è inaccettabile,e c'è qualcuno che porta questo peso con te. Non puoi sopportare tutto da solo,Edoardo.  È bello sapere che c'è qualcuno che si preoccupa per te,qualcuno con cui puoi sfogarti,qualcuno che ti capisce." 
Il ragazzo pensò che forse Sarah aveva ragione,forse parlarne con qualcuno non gli avrebbe fatto male...
"E comunque,anche se lo raccontassi ai tuoi amici, la tua immagine perfetta non verrebbe distrutta" aggiunse lei.
Il ragazzo rimase a bocca aperta.
"La mia immagine perfetta? Cosa intendi?"
"Insomma, suoni in una band,sei popolare,ricco, riesci bene in tutto quello che fai...e hai paura di perdere la tua immagine."
"Hai dimenticato bellissimo e irresistibile" rispose ridendo, e ignorando l'ultima frase.
Sarah alzò gli occhi al cielo: 
" Modesto,anche. Sai,sei quasi simpatico quando smetti di tirartela" gli disse, dandogli una piccola spinta. 
"Ma come sei gentile! Ecco la ragazza che mi sostiene e mi capisce." Si alzò in piedi. "Dai,torniamo di sotto. La gente comincerà a chiedersi dove siamo finiti.Non vorresti che pensassero male, giusto?"le chiese con un sorriso malizioso. La ragazza sbuffò, ma non poté fare a meno di arrossire. 
Scesero le scale, e prima di oltrepassare la porta, Edoardo La guardò negli occhi. "Sono contento di aver parlato con te", e senza attendere una risposta corse verso gli invitati e iniziò a ridere e scherzare come se non fosse successo nulla. Sarah lo fissava dalla soglia della casa.

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Capitolo V
 "Non è vero, smettila!" Sarah si era pentita immediatamente di aver intrapreso l'argomento con Federica. 
"Dai, ammettilo,ti piace. Ti piace Edoardo! Chi l'avrebbe mai detto? Lo strafigo con quella strana" la canzonò, ridendo. Sarah assunse un'aria offesa:" Primo,non stiamo insieme.Ti ho solo detto che non é il ragazzo cretino ed egoista che pensavo. Secondo,io non sono strana!"disse, e le scagliò un cuscino in faccia.
"A me puoi dirlo."
"Fede,c'è Michael. Stiamo insieme da 4 mesi,anche se ormai abbiamo perso il nostro rapporto per colpa della distanza. Insomma,dopo dieci minuti di conversazione non abbiamo più niente da dirci,io ho i miei amici,lui i suoi, e ormai credo che la nostra storia sia basata sui ricordi di quello che abbiamo vissuto insieme. 
"Mi spiace,Sarah."
"Era ovvio che sarebbe andata così. Ma non è ancora detto: a Natale ci rivedremo, e magari tornerà tutto come prima. Potrebbe essere solo un momento difficile, capita in tutte le coppie. E comunque, io non interesso ad Edoardo, cosa che non mi dà per nulla fastidio, dal momento che sono io la prima a non interessarmi a lui. Solo perché una sera non si è comportato in modo odioso come al solito, non vuol dire che mi piaccia. Chiaro?" concluse con voce intimidatoria. 
"Ovvio,ovvio,non ti scaldare" rispose l'amica ridendo. Il cellulare di Sarah squillò. Il numero che la stava chiamando era sconosciuto. 
"Pronto,chi è?"
"Ciao Sarah. Sono Edoardo. Senti,mi stavo chiedendo se questa sera ti andasse di venire a casa mia a vedere un film."
"Io?!"
"Cavolo,sei perspicace."
"Se fai così non vengo di sicuro."
"Chiedo umilmente perdono alla signora Ironia. Ci vediamo alle sette, va bene?
"Va...va bene.A dopo" disse, confusa,e riattaccò. 
"Non mi piace Edoardo,non mi piace Edoardo" cantilenò Federica. 
"Smettila!" strillò Sarah, lanciandole un'occhiataccia. "Sono fidanzata, e lui non mi piace. Per niente.Ma non potevo rifiutare, e poi,perché avrei dovuto? Siamo solo amici."
"Ti crederei, se non fossi diventata bordeaux appena hai sentito la sua voce." 
"Stai esagerando. È un ragazzo carino,punto. Siamo solo amici. Sfiora un'altra volta l'argomento,e ti ammazzo. Anzi, chiamo Alberto e gli racconto un paio di cosine... Che te ne pare?"
L'amica le fece una linguaccia. Le piaceva davvero Alberto, ma apparentemente lui non aveva occhi che per quella Camilla.
"Ok, ok. Lascia almeno che ti aiuti a prepararti, sei in ritardo!"
"Ma se sono solo le quattro! Non ci metto tre ore a prepararmi per vedere un film a casa di un amico."
" No, certo. Non ci metti tre ore a prepararti per andare a casa di un amico,ma per andare a casa di Edoardo, sei già in ritardo!" 
"Alberto mio,ti amo,ti prego sposami" cantilenò Sarah con voce acuta e disperata. 
"Bell'amica,davvero.Mi sento presa in giro. Io ti ho aperto il mio cuore,e guarda come ricambi,ingrata" replicò Federica. 
"Allora,che ti metti?" chiese poi, con aria maliziosa.
 
Sarah  suonò il campanello,e venne ad aprirle Edoardo. "Ciao" le disse con un sorriso. Sarah ricambiò il saluto, ed entrò nella casa. 
"Ti va una pizza?"
"Certo." 
"Perfetto,perché l'ho già ordinata e sta per arrivare" le disse. Sarah rise,e poi andarono in salotto. 
L'atmosfera era un po' tesa, nessuno dei due sapeva cosa dire. Fu Edoardo a rompere il silenzio. 
"Posso chiederti un favore?" 
"Dimmi tutto" rispose lei,incuriosita.
"Quello che è successo ieri sera... Ecco,preferirei che rimanesse tra noi. Neanche Federica deve saperlo."
"Naturale. Terrò la bocca chiusa." 
"Bene. E c'è un'altra cosa che volevo dirti. Ti chiedo scusa per quello che è successo. Mi spiace che tu abbia dovuto assistere."
"Tuo padre ti prende a pugni e ti preoccupi per me che ho assistito. Solo... non sapevo come comportarmi. Ho pensato che un mio intervento ti avrebbe dato fastidio, ma sono rimasta lì a guardare, senza chiamare nessuno o provare a fermarlo. Mi dispiace."
"Sono contento che tu non sia intervenuta. Sarebbero state solo più botte per me,e forse avrebbe colpito anche te."
"Non giustifica il fatto che io ti abbia lasciato lì,tra le mani di un ubriaco. Dovresti avvertire la polizia. Se tua madre non ci riesce, devi farlo tu. So che non è facile,ma ho paura che possa farti del male.Sul serio." Edoardo si irrigidì immediatamente,e replicò freddamente:"Facciamo così, mettiamoci una pietra sopra,ok? Almeno per stasera, evitiamo l'argomento."
"Come vuoi tu."
In quel momento suonò il campanello: erano le pizze.Edoardo andò a prenderle e le portò in salotto,con due bottiglie di birra. Si sedette sul divano e accese la televisione. Non c'era nulla di particolarmente interessante, ma alla fine trovarono una commedia romantica e decisero di guardarla. All'inizio entrambi erano in imbarazzo e mangiavano in silenzio, concentrati sul film. Col passare dei minuti, questo si fece talmente ridicolo che era impossibile non commentarlo con ironia, e i due iniziarono a ridere a crepapelle. Quando,verso metà della storia, la pellicola era scesa sotto i livelli di una soap opera, smisero di seguirla e iniziarono a chiacchierare tra loro. Sarah pensò che Edoardo fosse davvero simpatico e intelligente, e il ragazzo era incantato dal modo di fare schietto e divertente,ma allo stesso tempo dolce, dell'altra. Lei gli raccontò dell'Inghilterra, delle sue amiche e dell'equitazione,ma non accennò a Michael,senza sapere bene il perché. Lui le parlò della sua band,dei loro concerti e del disco che avevano appena finito di incidere, ma non accennò alla cotta che Roberto aveva per lei,senza sapere bene il perché. Tra scherzi e risate, si fece tardi, ed Edoardo si offrì di riaccompagnarla a casa. Lei acconsentì di buon grado,e si avviarono per la strada. 
"Posso togliermi una curiosità?"chiese lei.
"Tutto quello che vuoi."
"Perché mi hai invitata a casa tua stasera?"
La domanda lo colse di sorpresa,e dopo una breve pausa le rispose:"Nessun altro mi rispondeva al cellulare, e non mi andava di passare una domenica sera a casa da solo,quindi mi sono accontentato."
Lei scoppiò a ridere:" Che coincidenza! È lo stesso motivo per cui ho accettato l'invito.”
Si sorrisero, e Sarah si accorse di essere arrivata a casa. "Grazie di tutto" gli disse. Si diedero la buona notte,e quando lei stava per rientrare in casa, lui le disse:" È bello avere vicino qualcuno che ti capisce. Avevi ragione,ieri. Ecco perché ti ho chiamata." Lei sorrise,e fu contenta che l'oscurità della notte coprisse il rossore delle sue guance. 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Capitolo VI
Non riusciva a levarsela dalla testa. Ogni pomeriggio passato insieme a camminare sulla spiaggia e a parlare,ogni volta che la vedeva,ogni volta che si abbracciavano. Ogni volta era impressa nella sua mente. Era una sensazione nuova,per lui:non gli era mai importato in quel modo di qualcuno. Certo,voleva bene a sua madre, a sua sorella e ai suoi amici,ma con lei era tutto diverso. Era come se una parte del suo cervello fosse perennemente sintonizzata sul "canale Sarah". Era bellissimo,ma allo stesso tempo terribile. Aveva paura di essere rifiutato,aveva paura che dopo sei mesi trascorsi da migliori amici, lei non  riuscisse a vederlo in un altro modo. Aveva paura di perdere il loro rapporto confessandole i propri sentimenti. Aveva paura di ammettere che si era innamorato. Non poteva definire altrimenti quello che provava per la ragazza. Se uscivano tutti insieme e lei non poteva venire, gli passava la voglia di andare; se parlava con un altro ragazzo, Edoardo cercava di captare il discorso e non poteva toglierle gli occhi di dosso; se lei rideva ad una sua battuta o gli faceva un complimento, la sua giornata diventava immediatamente migliore.  Divertirsi con le altre ragazze? Non c'era più gusto,le labbra a cui bramava erano altre,il corpo che voleva fosse suo apparteneva ad un'unica persona. La verità era che Sarah era l'unica che lo conosceva veramente. L'unica con cui poteva parlare di suo padre,l'unica con cui poteva non essere perfetto,l'unica che non lo vedesse come il casinista superficiale e strafottente della situazione. 
"Signor Crespi, capisco benissimo che per lei fissare il muro sia più interessante che seguire la mia lezione,ma potrebbe rispondere alla mia domanda?" chiese la professoressa di scienze. 
"Concordo perfettamente con lei,prof. È un argomento di cui bisognerebbe discutere a lungo,e valutare tutti gli aspetti prima di dare una risposta definitiva"rispose lui. 
La classe scoppiò a ridere, e l'insegnante alzò gli occhi al cielo. Incorreggibile,pensò disperata,incorreggibile. 
"Ottima risposta,Crespi. Peccato che le stessi chiedendo di consegnarmi i compiti per oggi."
"Certo,i compiti. Fa niente se glieli porto domani?" chiese, con aria innocente.
La tanto attesa campanella dell'ultima ora  di lezione finalmente suonò. I ragazzi si riversarono nei corridoi,e Sarah raggiunse Edoardo.
"Oggi alle quattro a casa mia per un po' di ripetizioni di scienze" lo prese in giro. 
"Non vedo l'ora" rispose. "Preparerai un'altra torta,vero? Quella di ieri era un tantino...immangiabile"
" Era squisita,vero Fede?" chiese,rivolta all'amica. 
"Bello oggi il tempo,vero ragazzi?"rispose lei,cambiando discorso. 
"Molto divertenti,davvero."
"Ok, un dolce può non essere buono,ma il tuo aveva qualcosa di tossico dentro,te lo assicuro" disse Edoardo con aria disgustata.
Sarah alzò  gli occhi al cielo e sbuffò.
 
Erano seduti sulla sabbia calda,e guardavano il mare senza parlare. Il sole stava tramontando e offriva ai ragazzi uno spettacolo meraviglioso. 
Sarah era felice e a suo agio,come sempre quando stava con Edoardo. Ripensò a quella sera della festa,quando si erano conosciuti veramente,e ai mesi seguenti,passati praticamente solo con lui. Non le era mai successo nulla di simile: tra loro c'era una vera amicizia, di quelle che si vedono solo nei film. Sentiva di poter parlare con lui di qualunque cosa, non c'erano mai momenti di imbarazzo tra loro. Era stata davvero fortunata. Sapeva bene quanto fosse difficile stabilire una vera amicizia tra un ragazzo e una ragazza, perché c'erano sempre in mezzo i sentimenti,la gelosia e tutto il resto. Loro,invece,erano come fratelli. Si prendevano in giro,scherzavano,c'erano sempre l'uno per l'altra,e sapevano che,anche  se in quel momento stavano litigando,non aveva nessuna importanza per il loro rapporto. Da quando aveva conosciuto Edoardo,Michael era passato in secondo piano. Stavano ancora insieme,ma la rottura era ormai prossima,ed entrambi lo sapevano bene,ma nessuno dei due aveva il coraggio di porre fine alla relazione. Non sapevano di cosa parlare,c'erano troppe cose non dette tra loro,troppa distanza. Non si erano visti neanche a Natale,perché lui non aveva i soldi per il viaggio o qualcosa del genere. Sarah si era resa conto di non provare più nulla per lui: quando aveva voglia di parlare con qualcuno c'era Edoardo, o comunque i suoi nuovi compagni di classe, e le loro telefonate da giornaliere erano diventate settimanali se non mensili,e rappresentavano quasi un peso per la ragazza. E probabilmente anche per il ragazzo. Avrebbero dovuto chiarire le cose,prima o poi,Sarah lo sapeva,ma non sapeva come dirglielo. Scacciò dalla mente quei cupi pensieri, e si concentrò sull'acqua del mare,di un blu intenso. 
Edoardo parlò: "Devo dirti una cosa."
Sarah lo guardò con aria interrogativa. Sembrava agitato.
"Io... Io credo di essere innamorato di te" disse in fretta,come se avesse bisogno di togliersi un peso che portava da molto. 
"Cavolo.Cavolo" fu tutto quello che riuscì a dire la ragazza.
"Sai,a questo punto dovresti dire qualcosa di più impegnativo di cavolo."
Non sapeva bene quello che stava facendo,o il perché,ma si voltò d'istinto verso di lui e lo baciò. L'ultima cosa che vide prima di appoggiare le sue labbra su quelle di Edoardo furono i suoi occhi grandi e blu scurissimo,quasi nero,e pensò che si intonavano alla perfezione con il mare. Aveva delle labbra morbide e calde,e per Sarah fu il bacio più bello della sua vita. "Come sono coerente con me stessa" pensò. "Fino a pochi secondi fa,stavo pensando a quanto fossi contenta che non ci fossero sentimenti più complicati  dell'amicizia tra noi,e ora guarda cosa sto  facendo..." Eppure non si fermò. Quando Edoardo le aveva confessato di amarla,lei aveva capito che erano quelle le parole che voleva sentirsi dire,e che era lui il ragazzo da cui voleva ascoltarle. Come aveva fatto a non comprenderlo prima? Era tutto così semplice tra loro,in quel momento,lì,seduti sulla sabbia,l'aria fredda della sera,lui che le toccava i capelli, lei che lo teneva stretto a sé,le loro labbra che si incastravano alla perfezione e si cercavano, ora lentamente,ora con desiderio e velocità,il profumo aspro di mare che si mescolava all'odore del suo dopobarba. 
 
Quella notte,Edoardo dormì pochissimo. Era stato perfetto, meglio di come se l'era immaginato. Un attimo prima erano seduti lì sulla spiaggia e lui stava pensando ai fatti suoi,e poi  le parole gli erano uscite di bocca,quasi senza che ci pensasse. Il momento di esitazione di lei, la sua paura di aver rovinato tutto. E poi quel bacio, così diverso da tutti gli altri. Per la prima volta,non aveva pensato che in poco tempo se la sarebbe portata a letto, per la prima volta esisteva qualcosa di più del semplice desiderio. Non gli importava 
in quel  momento,mentre ripensava agli avvenimenti del pomeriggio,del bruciore alla guancia sinistra, dovuto ad una sberla mollatagli da suo padre quando, a cena, aveva fatto cadere la forchetta a terra. Pensava solo al profumo della sua pelle, alle sue labbra,al proprio  corpo contro quello di Sarah. 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Capitolo VII
Sarah provò a chiamare Michael,ma il suo cellulare era spento. Telefonò a casa e le rispose la madre del ragazzo,che le disse che il figlio era partito per un'escursione in montagna con degli amici . Non sarebbe tornato prima di due settimane,quindi avrebbe dovuto aspettare quindici giorni prima di poter parlare con lui. Da quando aveva capito di essere innamorata di Edoardo,era impaziente di dire a Michael che voleva troncare la loro relazione. Si sentiva in colpa,anche perché Edoardo non sapeva nulla di Michael. 
 
Solo la mattina seguente,quando lo rivide a scuola,Edoardo si fece prendere dai rimorsi. Aveva baciato Sarah, la ragazza che piaceva al suo migliore amico dall'inizio della scuola, 
ed era sicuro che Roberto non l'avrebbe mai perdonato. Si sentiva un verme. L'amico era geloso del rapporto che si era instaurato tra Sarah ed Edoardo, ma quest'ultimo l'aveva rassicurato mille volte dicendogli che erano soltanto amici,e non avrà mai accennato al suo amore per la ragazza. Ma ora,che sapeva di essere ricambiato, ora che stavano insieme... Non avrebbe più potuto nascondere i propri sentimenti. Sei uno stronzo,si disse.Ma non poteva farci nulla,e preferiva parlarne lui all'amico prima che lo facesse qualcun' altro. Così,durante l'intervallo, lo prese da parte e gli raccontò tutto. Edoardo si era aspettato grida,cazzotti e insulti,conoscendo il temperamento dell'altro. Sorprendentemente,invece,Roberto rimase calmo, e le uniche parole che disse furono: "Bene,goditela. Evita di venire a raccontarmi i dettagli,però. Anzi,evita di venire da me per un po',che ne dici?" e se ne andò. Queste parole ferirono Edoardo più che mille sberle,ma sapeva che era inutile cercare di discutere in quel momento,perché non avrebbe avuto alcuna argomentazione con cui giustificarsi.
 
"Come mai tu e Roberto non vi parlate più?" chiese Sarah ad Edoardo, mentre camminavano per il parco mano nella mano. 
"Abbiamo litigato. Cose della band" mentì lui. 
"A proposito, quando finirete di incidere il disco?"
"Tra poco.Non vedo l'ora,ti rendi conto? Il nostro primo disco..." 
"Già,è meraviglioso."
Continuarono a camminare per tutto il pomeriggio,parlando del più e del meno. Stavano benissimo insieme. Lui era dolce e premuroso con lei come non lo era con nessun altro,e anche Sarah era davvero innamorata. Non si lasciavano mai:la mattina erano a scuola insieme e il pomeriggio si inventavano sempre qualcosa da fare. Andavano a correre, guardavano dei film, studiavano o semplicemente passeggiavano sul lungomare e parlavano. La prima volta che fecero l'amore erano a casa di Sarah. Erano entrambi emozionati, ma andò benissimo, come il primo bacio. Il desiderio si univa all'amore, l'odore dei loro corpi si mescolava,i capelli di lei sparsi sul cuscino, lui che la baciava sul collo,sulle braccia, i loro corpi che si muovevano in sintonia... Alla fine si addormentarono abbracciati, col sorriso sulle labbra.
 
Un giorno,quando Edoardo era a casa di Sarah e lei era andata in bagno,squillò il cellulare della ragazza. Edoardo guardò chi fosse,ma il numero era sconosciuto. Rispose, e sentì una voce maschile che parlava in inglese. "Ciao bellissima, mia madre mi ha detto che hai continuato a chiamare in queste due settimane che sono stato via. Immagino di esserti mancato. Allora,come va?"
Edoardo rimase paralizzato. Lentamente attaccò e lasciò cadere il telefono sul letto. In quel momento Sarah stava uscendo dal bagno,senza la minima idea di cosa fosse successo. 
"Cosa c'é?" gli domandò vedendo la sua espressione furiosa. 
"Come si chiama?" chiese lui con una voce fredda e distaccata.
"Chi?"
"’L’altro tuo fidanzatino."
Sarah spalancò gli occhi. Merda. Aveva scoperto qualcosa,e ovviamente aveva capito male.
"Posso spiegarti,te lo giur... "
"Non mi interessano le tue spiegazioni. Sei davvero una bella stronza,lo sai? E io sono un cretino. Non ti disturbare a venire a cercarmi." Uscì di casa come una furia,e Sarah rimase ferma, davanti alla porta di camera sua,senza riuscire a muoversi. Poi scoppiò in lacrime. Aveva rovinato tutto. Chissà Edoardo come la odiava. Chissà come doveva sentirsi lui,adesso... Preso in giro,triste,furibondo. Avrebbe dovuto parlargli di Michael,era stata una stupida. Si sdraiò sul letto,disperata. Dopo un po’ chiamò Federica, chiedendole di venire immediatamente da lei. Voleva qualcuno che la tirasse su di morale,qualcuno che le dicesse che si sarebbe sistemato tutto… Sentendo il tono di voce di Sarah,la ragazza corse subito a casa del’amica. La trovò ancora in lacrime, sul letto. Appena ebbe ascoltato tutta la storia,esplose:"Cristo,Sarah! Alzati da quel letto,lavati la faccia, e vai a casa sua.Chiedigli scusa, digli che sei stata una deficiente a non parlargliene,digli la verità,cioè che tutti i tuoi sentimenti per Michael erano svaniti da tempo e dopo che vi eravate baciati avevi provato a chiamare l'inglese e mettere ufficialmente fine alla vostra storia,ma era partito per un escursione con degli amici e non poteva risponderti.Lui sarà anche furioso, ma ti ama ancora. Quindi,tira fuori le palle e vai a riprendertelo" le disse Federica. Sarah non si aspettava quella scenata,ma sapeva che l'amica aveva ragione. Si alzò e si vestì,e stava per uscire dalla porta quando l'amica parlò. "Buona fortuna." Sarah le sorrise debolmente e infilò la porta. 
Ci mise quasi un quarto d'ora a trovare il coraggio per suonare quel maledetto campanello. Quando lo fece, venne ad aprirle la sorella gemella di Edoardo,Eleonora. 
"Edoardo é di sopra, se vuoi vado a chiamarlo." Si diresse verso le scale, e in quel momento apparve lui, in mutande,in compagnia di una bionda,anche lei mezza nuda. Quando vide Sarah,spalancò gli occhi dalla sorpresa,ma si riprese subito. 
"Cosa vuoi?" le chiese, gelido. 
"Ero venuta per chiederti scusa, per spiegarti che io e Michael non provavamo nulla l'uno per l'altro da mesi ormai. Quando noi ci siamo baciati,io ho tentato di  chiamarlo per mettere ufficialmente fine alla nostra relazione,che tra l'altro era in crisi da settimane. Ho tentato ogni giorno, ma lui era partito per un'escursione e su quella montagna non prendeva il cellulare. Ma a quanto pare,potevo benissimo rimanere a casa mia e risparmiarmi questa fatica. Scusa per il disturbo." E se ne andò. Lui non si era mosso, e continuava a guardare fisso giù dalle scale,come se Sarah non se ne fosse andata. 
"Lasciatelo dire,sei proprio un cretino" gli disse sua sorella guardandolo con aria disgustata. "Cosa aspetti?Inseguila,no?" 
"Io..."
"Dovresti inseguirla per tutta l'Italia come minimo. Ora muoviti,mettiti qualcosa e vai a parlare"lo interruppe  sua sorella."Ah,sinceramente, spero che non ti perdoni" aggiunse prima di scomparire in camera sua. 
"Esci da casa mia" disse poi il ragazzo rivolto alla bionda,che non se lo fece ripetere due volte. Poi andò in camera sua sbattendo la porta. Non se la sentiva di correre da Sarah. Non avrebbe saputo cosa dirle,avrebbe combinato solo più casini. Se ciò era possibile,pensò amaramente. Appena era uscito dalla casa della ragazza si era precipitato al parco. Correva,per smaltire la rabbia,per non pensare, per non sentirsi un idiota. Lì aveva incontrato Francesca,una sua amica che gli moriva dietro dall'inizio dell'anno. Si erano scambiati due parole, e poi lui l'aveva portata a casa. Mentre facevano sesso,aveva pensato che sapeva divertirsi anche senza Sarah, che poteva avere qualsiasi ragazza desiderasse. E di sicuro,non voleva una puttana traditrice. Ma quando erano usciti dalla sua stanza per andare a mangiare qualcosa giù in cucina... Lei era lì. E quando gli aveva raccontato quelle cose... E se fosse stata la verità? Non sapeva più cosa pensare. Sapeva solo di essere un cretino, un enorme cretino. 
 
Dalla faccia dell'amica, Federica capì che non era andata bene. Per niente bene. La abbracciò,e Sarah scoppiò a piangere. "Era con un'altra... Fede,era appena andato a letto con un'altra dopo qualche ora che mi aveva lasciata!"
"È un idiota,Sarah,solo un idiota. Lascialo perdere. Vuole solo fartela pagare perché si sente tradito... Tu quello che dovevi fare l'hai fatto.  Adesso o viene a chiederti scusa in ginocchio o tra voi e finita." 
Sarah annuì e sorrise tra le lacrime. 
"Bene,adesso è compito mio,in qualità di tua migliore amica,distrarti. Prima di tutto, ti insegnerò a cucinare una torta commestibile. Poi, ti porterò a fare shopping fino a quando non mi implorerai di smettere e urlerai dal mal di piedi,e alla fine stamperemo una foto di Edoardo e giocheremo a freccette. Cosa te ne pare?"
"Penso che sei un'amica fantastica,Fede. Grazie di tutto." 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Capitolo VIII
Gli esami si avvicinavano sempre di più. L'ansia aumentava visibilmente ogni giorno, e i ragazzi trascorrevano i pomeriggi a studiare,ripassare,fare esercizi e pentirsi di non aver iniziato a farlo prima. Quel pomeriggio,Sarah, Federica e Alberto stavano ripassando letteratura.Alla fine i due si erano fidanzati, e solo grazie all'aiuto di Sarah. Quest'ultima,invece,aveva una vita sentimentale tanto attiva quanto un orso in letargo. Aveva chiarito con Michael,con una di quelle telefonate spiacevoli e pesanti per entrambi gli interlocutori,ma che era necessario fare. Roberto si era fidanzato con Francesca, la bionda con cui Edoardo era andato a letto subito dopo aver lasciato Sarah. In seguito le aveva confessato che era stato innamorato di lei,e ci avevano riso sopra, immaginando  lui che le sbavava dietro e lei che non se ne accorgeva. L'unica cosa su cui non andavano d'accordo era Francesca,che Sarah detestava per ovvi motivi. Tuttavia,quando c'era Edoardo nei paraggi,la ragazza non mancava di sorridere,abbracciare o fare un complimento alla bionda,come per dimostrargli che non le importava più nulla di lui. Non avevano più rapporti:non  si erano più parlati da quel pomeriggio. All'inizio Sarah era stata malissimo,e sperava sempre che Edoardo le si avvicinasse,le dicesse anche solo "scusa" e che tornasse tutto come prima. Ma non era accaduto. Dopo qualche settimana, aveva anche smesso di sperarci. 
Tutti i suoi amici evitavano accuratamente l'argomento "Edoardo" perché sapevano che,in fondo,lei lo amava ancora. Stavano riguardando i sonetti di Foscolo quando Alberto buttò lì con noncuranza:" Sarah, vieni al nostro concerto sabato?" 
"Non penso" rispose lei. "Devo ripassare, e non ne ho molta voglia, in realtà." Edoardo avrebbe pensato che lei era andata lì per vederlo,e l'idea non le andava affatto a genio. Inoltre,dopo che era uscito il loro primo disco, erano diventati abbastanza famosi tra i giovani,e c’era sempre una folla di ragazze che si gettava su Edoardo alla fine del concerto . Un altro motivo per non andarci. 
"Sai,non dovrei dirtelo,ma lui ci terrebbe molto che tu venissi. È un concerto importante per la nostra band."
"Mi fa piacere che si ricordi ancora il mio nome",replicò lei. 
Alberto scoppiò a ridere. "Senti Sarah,nessuno lo sopporta più. All'inizio era perennemente depresso,poi è diventato isterico, e ultimamente non fa che chiederci consigli su come fare a farsi perdonare, e continua a darsi dell'idiota e del cretino. Un po' tipo Fede,quando ha le sue cose,tanto per intenderci." 
"Ehi!" urlò Federica, tirandogli un pugno sulla spalla. Sarah scoppiò a ridere, sia per il battibecco tra i due,che per la gioia provocatole da quello che le aveva appena detto Alberto. Edoardo l'amava ancora? "Stupida. Lui si è comportato malissimo, e non starete mai più insieme. È inutile che ti illudi. Alberto sta solo cercando di convincerti a venire al concerto per qualche strano motivo" pensò. 
"Ci sarai allora?" le chiese il ragazzo.
"Ci devo pensare."
E si immersero nuovamente nella letteratura ottocentesca.
 
Edoardo era terribilmente in ansia. Quello che stava per fare era una cosa assurda,ridicola, e si vergognava da morire. Ma doveva farlo. Era stata colpa sua e del suo caratteraccio se era finita tra lui e Sarah. Era sempre colpa sua se ora erano estranei,colpa sua e del suo orgoglio. E dei sensi di colpa. Ma ora aveva capito. Non poteva più sopportare quella situazione,e aveva optato per un gesto estremo. Rilesse l'ultima volta il testo della canzone, e poi uscì sul palco insieme al resto del gruppo. La folla li acclamò, e il concerto ebbe inizio. Verso mezzanotte, ci fu l'ultima canzone,il loro pezzo forte. Quando anche questa fu terminata Giorgio, il cantante,fece un cenno ad Edoardo,che si alzò in piedi e prese il microfono.
"Ciao a tutti"esordì. " Adesso suoneremo una canzone, che sarà un po' diversa dalla altre e che non era prevista nel programma della serata. Prima di tutto, non l'abbiamo composta noi. È un pezzo molto conosciuto, e si intitola Always,dei Bon Jovi. Seconda cosa, è dedicata ad una ragazza, che forse è qui stasera,o forse no. Ho fatto un casino,e voglio chiederle scusa."
La folla scoppiò in un applauso fragoroso,sopratutto da parte delle ragazze,che avevano scoperto che idolo non era solo bellissimo,famoso e bravo a suonare la chitarra,ma sapeva anche cantare ed era un ragazzo romantico. Giorgio si mise da parte, e Roberto attaccò con la batteria. Edoardo aveva una voce calda e rassicurante,e mentre cantava suonava la chitarra. 
 
"And I will love you baby, Always
And I'll be' there forever and a day,Always
I'll be' there till the stars don't shine
Till the heavens burst and
The words don't rhyme
And I know when I die,you'll be' on my mind
And I'll love you,Always."
 
Chissà se Sarah era lì,se era ancora arrabbiata,se lo amava ancora...
 
"What I'd give to run my fingers through your hair
To touch your lips,to hold you near,
When you say your prayers try to understand
I've made mistake,I'm just a man."
 
Il concerto finì,questa volta davvero, e la folla esplose in un boato. Edoardo sperò che le mani di Sarah fossero tra quelle che lo stavano applaudendo. 
 
Due ore più tardi, i componenti della band erano ancora nella piazza per mettere a posto l'attrezzatura. Edoardo stava per prendere la macchina e tornare a casa,quando vide una ragazza,appoggiata a una portiera,che lo guardava.Sarah. 
"Ce ne hai messo di tempo" disse lei.
"Ho dovuto mettere tutto a posto" rispose Edoardo con la voce che tramava per l'emozione.
"Non parlavo di questo." 
"Certo. Senti,io... Volevo dirti che mi dispiace, davvero,avrei volu..."
"Stai un po' zitto." E lo baciò delicatamente. Edoardo la strinse a sé,come la prima volta sulla spiaggia. In quel bacio tutti i silenzi, i pianti,i rimorsi, le insicurezze,le gelosie di quei mesi, tutte queste cose svanirono. C'erano solo loro due,sotto le stelle, le loro labbra che si sfioravano,i loro corpi stretti l'uno all'altro, il desiderio che quel momento durasse per sempre.
 
 
 
 
 
 
Salve a tutti! Questa storia partecipa al concorso “L’uomo dei sogni”, di cui non si sanno ancora i risultati.
Buona lettura, recensite in molti!
_Chimi

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