My heart is so Jetlag

di Altinn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My heart is so Jetlag ***
Capitolo 2: *** Today is a very happy day... :) ***



Capitolo 1
*** My heart is so Jetlag ***


                                                                                                                                                                                                         1.


"E' vero, sono ad Halifax a girare un film. Amo questo posto! Raccomandazioni su ristoranti/bar sono molto gradite." scrisse velocemente sulla tastiera del suo iphone, una volta essersi sistemato in albergo ed aver familiarizzato con quella camera che l'avrebbe ospitato per un po' di tempo.
Sospirò esausto lanciando il cellulare sul letto e stendendosi a sua volta, respirando con calma.
Era stanco. Stanco perché il viaggio che aveva intrapreso l'aveva distrutto, forse anche perché non sopportava l'aereo.. Soprattutto da solo.
Qualche mese prima era stato in quella meravigliosa nazione del Regno Unito con la sua ragazza che, in quel momento, gli mancava moltissimo.
Dopo tutto non era passato poi chissà quanto tempo dall'ultima volta che l'aveva vista, ma Cory aveva bisogno della sua risata attorno per poter vivere appieno.
Non volendo però deprimersi troppo, decise che sarebbe andato a fare un giro per la città, magari vestendosi casual ed indossando degli occhiali da sole per non essere riconosciuto e non dare troppo nell'occhio.
Il giorno successivo sarebbe stato faticoso, avrebbe iniziato a prendere mano con il set e forse avrebbe iniziato a girare qualche scena. Uscito dalla hall dell'albergo si ricordò di aver chiesto consiglio ai suoi fans su twitter su un posto dove poter mangiar bene o prendere un buon caffé.
Diede un'occhiata ai tweet e decise di andare ad un bar che, secondo l'app delle mappe non era poi così lontano. Se non sei un gleek, ovviamente, non conosci uno come lui, soprattutto se non sei a Los Angeles. Entrò con disinvoltura nel piccolo locale ben tenuto ed ordinò, appunto, un caffé.
La cameriera probabilmente non lo conosceva dato che si comportava con molta naturalezza.. Ma, alla fine, era meglio così. in pochi minuti un piattino con una tazzina fumante comparve sul tavolo dove si era seduto, lo guardò per un po' e poi si decise a berlo. Era tutto così tranquillo e perfetto, ma mancava qualcosa.. Anzi, qualcuno.
Prese l'iphone e digitò un numero, speranzoso che non fosse occupato e che potesse parlare.
"Ciao a chiunque tu sia, sono Lea! Adesso non posso rispondere, probabilmente ho da fare o sto lavorando.. Ti richiamerò, baci!", riattaccò sconsolato.
Lea era una donna davvero impegnata e poche volte riusciva a stare dietro al telefono, anche se il più delle volte se lo scordava da qualche parte.
Comunque alla fine riuscì a finire il caffé, lasciò i soldi sul tavolo e se ne andò da quel piccolo bar.
Non sapeva cosa fare, non conosceva quella città e non aveva nemmeno tanta voglia di visitarla, a dire la verità.
Tornò in albergo con l'intenzione di dormire un po' e di recuperare quelle ore di sonno perse in aereo. Gli avrebbe fatto davvero bene, soprattutto a lui che se non era ben riposato lavorava a rilento. Fece schioccare la serratura della porta della sua camera e vi rientrò, togliendosi la giacca ed appoggiandola ad una sedia che era lì.
Non fece in tempo a coricarsi che, finalmente, sentì vibrare il suo telefono.
Quando lo afferrò e lesse il mittente della chiamata, un sorriso sghembo comparve sul suo volto.. Come ogni santa volta che leggeva quel nome.
-"Amore, mi manchi."
Non fece nemmeno in tempo a dire "pronto" che quella vocina che tanto amava lo spiazzò, facendogli battere il cuore come solo lei sapeva fare.
-"Anche tu, credimi. Da morire.".
Dall'altro capo della cornetta avrebbe potuto giurare di aver sentito i muscoli facciali della sua ragazza formare un sorriso mozzafiato, quelli che solo lei sapeva fare.
-"Vorrei averti qui, la casa senza di te è vuota.. Pure Sheila è mogia, manchi anche a lei!", al suono di quelle parole, Cory sorrise.
-"A me però manca di più la padrona.. Sai? E comunque, domani comincerò a lavorare.. Terrò il telefono con me ma non so fino a quando potrò rispondere.. Mi mancherai e ti penserò.".
Non voleva ammetterlo, ma Lea l'aveva cambiato. Non era mai stato uno romantico che badava alle smancerie, tutt'alto.
Per lui non era fondamentale sentirsi tutti i giorni con la sua ragazza.. Ma Lea era diversa, era quella giusta.
-"Beh, anche io domani ho da fare.. Torno dai miei a New York ed ho confermato la mia presenza ad un evento di beneficenza, per la Valspar.. Sarà interessante! E.. Ovviamente ti penserò, Cory. Come potrei non farlo?".
Amava che anche Lea ci tenesse ad aiutare la gente, era una ragazza con un cuore d'oro proprio come lui. Sentì qualcuno bussare alla porta, probabilmente era il ragazzo che lo avvisava di scendere per poter andare a cena con gli altri del cast e la crew.
-"Perfetto, allora ci sentiremo domani.. Adesso devo andare a cena con gli altri, sai come sono queste cose "da film".. Ti amo."
-"Ma sono solo le cinque e mezza!" C'era uno sbalzo di 8 ore tra loro due, Lea sapeva che era presto per cenare, o meglio.. Per una di origini italo-spagnole.
-"Lo so.. Ma sai come sono gli inglesi.. Hanno i loro tempi!"
Asserì Cory, che veniva spazientito dal ragazzo che continuava costantemente a bussare alla porta, come se non avesse intuito che lo aveva sentito.
-"Arrivo!" Disse rivolto a quest'ultimo.
-"Vabbé, ci sentiamo.. Ti amo anche io, fai una buona impressione e mettiti qualcosa di grigio, che ti sta d'incanto."
Dette queste parole e salutatosi per bene, Cory chiuse la chiamata, mettendosi un maglioncino grigio come gli aveva consigliato la sua ragazza.
Uscì dalla porta, facendosi fare strada da quel ragazzino tutto tremante che, dopo averlo portato alla sala dove avrebbe cenato, molto timidamente gli chiese di fare una foto con lui ed un autografo. Cory sorrise contento e gli diede consenso per entrambe le cose, facendogli inoltre una dedica per averlo portato a mangiare, visto che aveva una fame da lupi.
Una volta entrato nella sala si accorse di essere l'ultimo, quindi si scusò e si sedette all'unico posto libero, quello accanto ad Adam Brody, co-star del film.. Bella figura. La cena passò veloce, i piatti erano ottimi.. Stranamente dagli standard inglesi.
Parlarono di come avrebbero organizzato il tutto e degli orari lavorativi.. Davvero da urlo! Cory non sapeva se avrebbe retto, soprattutto adesso che i suoi direttori non erano Ryan o Brad. Dopo essersi congedato con tutti, decise che sarebbe tornato in camera invece di andare a giro con gli altri in qualche locale, non aveva voglia di bere.
Più che altro non voleva far stare troppo in pensiero Lea, sapeva che era una ragazza gelosa e insicura in fatto di amore.. Credeva sempre di non essere abbastanza bella per uno come Cory, non accorgendosi di essere tutto ciò che avrebbe potuto desiderare.
Non volevo magari essere beccato da un paparazzo in una foto un po' fallace, che avrebbe potuto far nascere rumors perfidi e quindi rovinare la sua meravigliosa storia d'amore.
S'infilò nel letto e cadde in un sonno profondo, non si mise nemmeno il pigiama.
Probabilmente sognò ma a dire la verità non si ricordò niente, la mattina dopo. Era stato svegliato dal suono del telefono, quella sveglia programmata dagli alberghi che a seconda dell'orario che chiedi ti fanno squillare a vuoto il telefono.
Una nuova giornata stava per iniziare, le otto di mattina ed il suo pensiero andò a Lea che probabilente se ne stava andando a letto poprio in quel momento.
Prese l'iphone e le mandò un sms con la buonanotte, per poi vestirsi e scendere nella hall dell'albergo, pronto a salire sulla sua limousine e raggiungere il set.
Quello, a differenza degli altri che aveva girato in precedenza, era un film tranquillo senza uccisioni o trasformazioni in belve varie. Sarebbe stato interessante girare.
Appena vide Adam, lo raggiunse ed iniziarono a parlare esponendo le loro idee sul film, su come si trovassero e su come stessero andando le loro vite.
La giornata, stranamente da come aveva pensato, trascorse davvero velocemente e si ritrovò alle sette di sera all'albergo, già con lo stomaco pieno e tanta, tantissima noia.
Si ricordò che Lea, il giorno prima, gli aveva detto che avrebbe partecipato ad un evento, così senza pensarci due volte entrò su tumblr.. Ormai anche lui aveva capito che quello era il miglior sito per trovare immagini. Arrivò nella zona "cerca" ma non si ricordava davvero come cavolo si chiamasse l'associazione.. Merda!
Pensò per poco e poi si limitò a cercare il suo nome e cognome, sperando che comparissero lo stesso le foto. Così fu.
Rimase imbambolato per qualche secondo, ammirandola in quel vestito azzurro che risaltava la leggera abbronzatura che aveva preso a Parigi quando c'erano andati entrambi.
Quei capelli sempre perfetti e meravigliosi. Era perfetta.
Non vedeva l'ora di ricevere la sua chiamata, di dirle quanto fosse bella e di sentire il racconto della sua giornata, per poi invitarla a venirlo a trovare un giorno lì ad Halifax, che non ce l'avrebbe fatta a vedere senza il suo sole che gli avrebbe indicato la giusta via dove andare.

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Capitolo 2
*** Today is a very happy day... :) ***


2.

 
 
"Oggi è un giorno davvero felice... :)" scrisse con l'iphone mentre camminava verso il ristorante. Infatti lo era, ancora non poteva credere che Cory fosse tornato da lei a Los Angeles senza nemmeno avvertirla.
Ormai anche lui aveva capito che sorprese del genere non potevano altro che far piacere alla sua ragazza, soprattutto adesso negli ultimi giorni di vacanza prima delle riprese per la quarta stagione di glee.
 
Tutto iniziò quella mattina, una come tutte le altre. Si sarebbe alzata di buon umore e avrebbe iniziato l'attività fisica nella palestra della sua nuova casa, quella dove lei e Cory avevano deciso di trasferirsi da qualche mese, proprio nella campagna circostante LA.
Era pronta, pronta per tenersi in forma. Anche i fan lo sapevano bene, ogni tanto si ritrovavano a leggere qualche tweet su quanto la sua mattinata fosse stata intensa di esercizi e quanto si fosse divertita.
Adesso però non le andava o meglio, ad esser sincera non aveva la minima idea di dove avesse lasciato l'iphone così non twittò niente.
Scese in cucina e fece una sana colazione vegana bevendo del tè verde e mangiando un po' di yogurt con dei cereali naturali, sedendosi poi all'enorme tavolo rettangolare laccato di nero della cucina.. Cosa poteva desiderare di meglio?
Era passato circa un quarto d'ora dal suo risveglio e la sua amata micia, sentendo dei rumori, andò subito a darle il suo buongiorno, strusciandosi alle sue gambe e facendole un leggero solletico alla coscia con la coda.
"Buongiorno Sheila, adesso ti do un po' di latte..".
Detto ciò, si alzò e si diresse al frigorifero prendendo il cartoncino di latte che teneva solo per la gatta, visto che lei non lo beveva.
Prese la ciotola metallica pulita dalla lavastoviglie e vi versò dentro una giusta quantità di latte, poggiandola a terra per far bere la sua piccolina.
Sorrise. Quando era sola la sua gatta era l'unica a farle compagnia, sembravano in simbiosi: se Lea era triste, in un certo senso lo era anche Sheila.
Probabilmente però anche la gatta si era affezionata a Cory, quello che le dava sempre gli avanzi più buoni dai pranzi o dalle cene in casa come carne, bucce di formaggi o quant'altro contro il volere di Lea, che avrebbe voluto mantenerle una dieta sana a base dei giusti croccantini.. E la sua assenza bene o male la sentiva pure la micia.
Cory era via. Era andato a vedere il luogo dove avrebbe girato il film in Gran Bretagna e anche se lo sentiva regolarmente al telefono, le mancavano quelle enormi bracciona che l'avvolgevano quando ne aveva più bisogno. 
Sospirò lasciando cadere il cucchiaino nella ciotolina dove c'era lo yogurt e, una volta finito, si alzò e la lavò velocemente sotto l'acqua nell'acquaio. Nel tragitto dalla cucina verso la palestra prese l'ipod che lasciava sempre sulla mensola nell'ingresso e lo indossò.
Una volta in palestra salì sul tapis roulant ed iniziò a correre, cercando di ascoltare canzoni energiche.
Iniziò con gli LMFAO, gruppo che le aveva fatto piacere il suo Cory, erano proprio quello che ci voleva!
 
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Dall'altra parte del mondo, ma non troppo, se ne stava Cory.
Aveva preso il primo volo verso Los Angeles di notte appena seppe che lui e l'intero cast avrebbero avuto qualche giorno di pausa. Non riusciva a dormire seduto su quel seggiolino d'aereo, era troppo elettrizzato all'idea di poter stringere di nuovo Lea, anche se vista la sua magrezza e minutezza alla fine non "stringeva" niente.
Amava che fosse così piccola rispetto a lui, si sentiva come il suo protettore, il supereroe di ogni fumetto che salva la bella ragazza indifesa.
Di lì a poche ore sarebbe atterrato, aveva già prenotato il taxi che l'avrebbe portato finalmente a casa ed anche un fattorino con un mazzo di tulipani rossi.. Era tutto perfetto.
 
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Dopo una buona mezz'oretta di corsa, Lea decise che si sarebbe fatta una bella doccia rinfrescante e che dopo avrebbe fatto un giro per LA tanto per passare il tempo e non starsene rinchiusa in casa.
Arrivò in bagno e si lavò sotto la doccia facendo molta attenzione ai capelli ed applicandovi i mille prodotti che usava per mantenerli sempre perfetti ed invidiabili, era come una fissazione: infatti passava sempre minimo un'ora sotto l'acqua.
Cory, a conoscenza di questo, aveva organizzato tutto per farle una sorpresa e farsi trovare a casa prima della sua "uscita" dalla doccia.
Atterrò in orario, pagò i fiori al gentilissimo fattorino che era stato puntuale e salì sul taxi diretto all'abitazione "Monchele".
Quella mattina non le aveva nemmeno mandato il buongiorno, sicuramente avrebbe gradito di più la sua presenza ad uno scialbo sms.
Lea, finalmente uscita dalla cabina della doccia, si mise la biancheria intima ed avvolse un asciugamano attorno al busto ed uno sui capelli bagnati, non avendo il coraggio di asciugarli, visto il caldo che faceva quella mattina a Los Angeles. 
Scese al piano di sotto e quando fu davanti alla porta di vetro opaco che lasciava intravedere qualcosa al di fuori di essa, vide una forma umana.. Una forma riconoscibilissima.
Dietro, appunto, c'era Cory con i manici della sua inseparabile borsa nera di pelle tra i denti, i fiori nella mano destra e le chiavi nella sinistra, nell'atto di provare ad aprire la porta anche se era davvero impossibilitato.
Lea non ci pensò due volte e gli aprì la porta, sorridendo più con gli occhi che con la bocca.. Luccicavano per la contentezza.
Tolse la borsa dalla bocca di Cory e la lasciò cadere a terra, facendo toccare finalmente quelle labbra che tanto le erano mancate con le sue.
Non ci fu bisogno di parole, in quel momento erano insignificanti. Entrambi erano troppo presi dall'assaporarsi dopo così tanti giorni di "astinenza".
Quando entrambi furono soddisfatti Cory potette finalmente entrare in casa, richiudendo la porta dietro di sé.
-"Ti amo, mi eri mancata. Questi sono per te." disse Cory porgendole quel mazzo di tulipani che si era fatto preparare.
Lea li prese e ci affondò il viso, annusandone il profumo.
-"Li metto subito nell'acqua, sono meravigliosi!"
Detto fatto, in un minuto quei fiori recisi stavano rifocillandosi in una brocca di vetro.
Lea si rese conto di aver ancora l'asciugamano addosso così salì in camera e si vestì per poter uscire col suo fidanzato.
Pettinò i capelli ancora leggermente bagnati che si sarebbero asciugati al sole e con l'aria, indossò una camicetta sbracciata nera ed un paio di shorts, con scarpe nere col tacco e plateau alto.. Tanto per non sembrar troppo una nanerottola accanto a Cory.
-"Eccomi, adesso andiamo a prenderci un buon pranzetto e poi ci riposiamo.. Sarai stanchissimo per il viaggio, amore!" Esordì Lea, una volta tornata in cucina.
Cory si limitò ad annuire, in effetti era parecchio stanco ma un pranzetto delizioso ci voleva proprio.
-"Andiamo, dai." disse Cory prendendo le chiavi della sua macchinona grigia e prese Lea a braccetto, uscendo di casa e dirigendosi verso l"auto.
Una volta a bordo e partiti alla volta di LA, Cory chiese a Lea dove avrebbe voluto fermarsi a prendere il cibo.
La ragazza era indecisa, c'erano così tanti buoni ristoranti in città, non ne aveva proprio idea.. Alla fine decisero entrambi che Joan's On Third Cafe andava benissimo, vista la vicinanza.
Arrivati a destinazione Lea fece per scendere e aspettò Cory, ma lui data la stanchezza non se la sentì di fare quei pochi passi fino al locale, così le disse quello che avrebbe preso.. Ovvero mezzo negozio, come sempre.
Era anche capibile, per saziare un uomo di un metro e novantuno ce ne volevano di pietanze!
Lea sorrise e si avviò verso il ristorante, prendendo l'iphone e twittando "Questo è un giorno davvero felice... :)", infatti lo era. Sperava che i fans ci arrivassero da soli al motivo. Cory non voleva rivelare pubblicamente la loro storia, anche se alla fine era evidentissima. Lea, al contrario, amava lasciare piccoli indizi e far scervellare i suoi ammiratori dietro i suoi tweet.. Era dipendente dai tre punti, infatti: quelli che fanno sempre capire ma non fanno capire.
Entrata da Joan's, preso l'occorrente e pagato, uscì con due buste e si diresse nuovamente verso la macchina dove Cory l'attendeva.
Accortasi di alcuni paparazzi, scherzò con loro indicandoli con l'indice come per dire "vi ho beccati, malandrini!". Sfoderò alcuni dei suoi sorrisi migliori e risalì in macchina, raccontando a Cory l'accaduto e dei paparazzi.
Lui sorrise e guidò nuovamente verso casa, aveva un certo languorino e non vedeva l'ora di rilassarsi con Lea.
Si sistemarono al tavolo, mangiarono le buone cose che Lea aveva comprato ed andarono in camera da letto.
Non fecero niente, Cory era troppo stanco e a Lea bastava solo la sua presenza, poter dormire con lui e stare tra le sue braccia.
Accadde tutto questo, infatti. Rimasero tutto il pomeriggio abbracciati nel letto: Cory addormentato e distrutto dal jetlag mentre Lea era rimasta sveglia, volendosi godere ogni singolo secondo di quella "giornata felice.".

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