Just A Little Thing Called Love.

di Aelin_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Enjoy the Silence - Depeche Mode. ***
Capitolo 2: *** All I Wanted - Paramore ***
Capitolo 3: *** Make Me Wanna Die – The Pretty Reckless. ***
Capitolo 4: *** Lost in Paradise – Evanescence ***



Capitolo 1
*** Enjoy the Silence - Depeche Mode. ***


 




1.       Enjoy The Silence – Depeche Mode.
 


Words like violence
Break the silence
Come crashing in
Into my little world
Painful to me
Pierce right through me…









Nel buio della stanza, Castiel era sveglio.

Il silenzio regnava su tutto, in lontananza riusciva a sentire le risate delle ragazze al pub poco lontano da lì, e ogni tanto le sgommate delle auto che passavano davanti al motel lo assordavano, infastidendolo.

Gli occhi blu guardavano senza interesse le ombre notturne delle cose attorno a lui, mentre, disteso nel letto, ascoltava il respiro ritmico e rilassato di Dean, rannicchiato contro il suo fianco, un braccio attorno al suo stomaco e la testa sul suo petto. Con la punta delle dita sfiorò la schiena del cacciatore, poggiandoci poi tutto il palmo, scendendo in una lenta carezza verso i glutei.

Si stupì per l’ennesima volta della morbidezza di quella pelle, che tante ferite aveva subito, tanti allenamenti sfiancati, tanto dolore, assorbito come la terra assorbe l’acqua dopo una pioggia estiva. Eppure, era bianca, morbida e calda, viva, come se tutte quelle sofferenze non l’avessero mai intaccata.
Sorrise nell’oscurità. A modo suo, era felice. Il ragazzo stretto tra le sue braccia lo amava, a modo suo, anche se non lo avrebbe ammesso mai. Lo sentiva nei riverberi della sua anima.

L’angelo lo strinse di riflesso più forte a se, affondando il naso nei suoi capelli, leggermente umidi per il sudore creatosi qualche ora prima.
Ma erano diversi. Due esseri di razze lontane anni luce tra di loro, e delle quali una non poteva godere appieno della bellezza dell’altra. Castiel avrebbe voluto mostrargli le sue ali, portarlo a vedere le meraviglie dell’universo, ma non poteva.

Nel corso della sua millenaria esistenza, aveva sempre pensato come tutti gli altri, aveva svolto lavori come tutti gli altri. Ma cercava qualcosa. Aveva bisogno di uno stimolo per continuare a vivere, perché ogni giorno aveva sentito la presenza del Padre scivolare via, sempre più lontano, distogliendo gli occhi da dei figli che evidentemente non lo soddisfacevano. Aveva cominciato a dubitare del suo operato ancora prima che venisse mandato a recuperare l’anima di Dean Winchester. Quando l’aveva vista, poi, quando l’aveva stretta tra le braccia, era cominciata la sua caduta.
 



Castiel si ritenne un angelo fortunato. Lì, in una camera qualsiasi di un anonimo motel di periferia, stretto al ragazzo che amava, la creatura celeste sorrise nel buio. Perché aveva trovato quel qualcuno per cui continuare a vivere.







… All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm…

 
 
 

 
 








Angolo autrice:

Oddio, la stanchezza mi fa chiudere gli occhi di colpo, non so quanto resisterò ancora prima di crollare.
Comunque, mi è presa la frenetica voglia di pubblicarne una oggi, di song-fic. Non so perché, tendenzialmente io prima di pubblicare qualcosa ho bisogno che sia fatta e finita, se no mi sento sicura.

Ma qua mi fido e rischio, forte del fatto che è una raccolta di piccole song-fic slegate una dall’altra.
 

Vorrei sapere cosa ne pensate di questa qua, la prima.
 


Baci,

Aelin.




 

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Capitolo 2
*** All I Wanted - Paramore ***





2.       All I Wanted – Paramore.
 









… I could follow you to the beginning
And just relive the start
And maybe then we'll remember to slow down
To all of our favorite parts …
 

 



John non pianse la notte in cui Mary bruciò nell’incendio nella loro casa a Lawrence, nel Kansas.
Non pianse neanche il giorno dopo, né quello dopo ancora.
Doveva essere forte per i suoi figli.

Quando Dean venne espulso la prima volta per “rissa in classe per motivi futili” si limitò ad arrabbiarsi, e a punirlo con qualche sberla e una caccia particolarmente difficile.

Quando Sam li abbandonò per andare a Stanford a studiare, avrebbe voluto incazzarsi sul serio, andare a riprenderselo e pestarlo fino a quando non avrebbe capito che non doveva lasciarli, mai. Ma non lo fece. Perché lo capiva. Voleva una vita normale, senza sofferenza, senza dolore, senza sangue e tutte quelle merdate che dalla morte di Mary li sommergevano ad ondate.

Mary.

Un angelo dai capelli biondi e gli occhi azzurri. L’aveva amata tanto, forse troppo, ma non era mai riuscito a farglielo percepire abbastanza.

Litigavano.

Litigavano spesso.
Quasi ogni sera, da quando Dean era nato. Per quattro anni. Quando nacque Sammy le cose si acquietarono per qualche mese e poi ricominciarono, più forti di prima. Le incomprensioni. La gelosia, la paura. La sfiducia.

Le assassine di ogni relazione.

La loro non era stata tutta rose e fiori, come aveva raccontato ai suoi figli.
Molte volte, nel buio della propria camera, John Winchester si era chiesto se per caso, se l’avesse ascoltata di più, se avesse provato a comprenderla, a confortarla quando era stanca invece di buttarle addosso le proprie frustrazioni, sarebbe andata diversamente. Forse lei non sarebbe mai morta. Forse sarebbe stata ancora al suo fianco. Ma ancora non pianse per lei.
 

Le lacrime lasciarono i suoi occhi solo quando si arrese ad Occhi Gialli, e vendette la propria anima per la salvezza di Dean.
Aveva perso, e non avrebbe mai potuto vendicare il suo angelo.
 






… All I wanted was you
All I wanted was you
All I wanted was you
All I wanted was you.












 

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Capitolo 3
*** Make Me Wanna Die – The Pretty Reckless. ***


 
3.       Make Me Wanna Die – The Pretty Reckless.
 
 









… Eyes, your eyes
I can see in your eyes, your eyes
You make me wanna die
I'll never be good enough
You make me wanna die
And everything you love
Will burn up in the light
And everytime I look inside your eyes
You make me wanna die …
 

 






La prima volta che l’aveva vista, in una delle aule dell’università, era rimasto immobile e impalato sulla soglia della porta, attirando su di se gli sguardi divertiti e le battute di scherno degli altri. Mentre il professore gli intimava di sedersi e Sam prendeva posto, però, gli occhi di lei non l’avevano lasciato, osservandolo con curiosità.
 
La seconda volta aveva riconosciuto subito i suoi boccoli biondi davanti a lui, nella semi oscurità del pub affollato di studenti. Era passata circa una settimana, e lei era stata sempre nei suoi pensieri. Non sapeva ancora il suo nome, nonostante avesse chiesto al suo nuovo amico chi fosse quella ragazza che, da quando era arrivato, evanescente come un fantasma, dimorava nella sua mente.

Quindi si avvicinò, cercando un modo per fare conversazione. Era emozionato, gli sudavano le mani e non sapeva assolutamente da dove cominciare.

Come se l’avesse percepito, lei si girò, immobilizzandolo sul posto con i suoi occhi azzurri. Gli sorrise, scusandosi poi con l’amica con cui stava parlando, e si avvicinò.

-       Tu sei Sam, giusto? – gli chiese, continuando a sorridere.

 
Neanche una settimana dopo, stavano insieme. Lei gli disse che l’aveva notato subito, e che lo amava, lo amava così tanto che temeva che il suo cuore potesse scoppiarle nel petto.

A distanza di anni, Samuel Winchester era disposto ad ammettere che si, era un amore giovane, uguale a tutti quelli che poi si rivelano solo delle cotte passeggere. Ma ancora ci crede, Sam. Ci crede, quando il buio della notte ammanta ogni cosa e i suoi sogni, i suoi incubi tornano a fargli visita.

Sache poteva durare, che poteva sbocciare in qualcosa di eterno, del genere e vissero tutti felici e
contenti….

A distanza di anni, il fantasma della ragazza che amava e che continuerà ad amare torna ogni notte a tormentarlo, cercando di ricordargli che, con la sua vita, niente sarà mai come allora. Avrebbe dato la sua vita per rivederla ancora, per guardarla di nuovo ridere ad una sua battuta stupida, per immergere di nuovo gli occhi nei suoi e morire ogni volta , perché quell’angelo sceso dal cielo era troppo bello, troppo perfetto per lui, un cacciatore che non aveva neanche il coraggio di raccontargli dell’ “impresa di famiglia”, di svelargli che ha un fratello più grande… Che evidentemente era più coraggioso di lui, perché l’ha persa, Sam. Ha perso il suo angelo.
 



È colpa sua, lo sa benissimo.

Perché le occasioni capitano una volta sola.
 


E quella notte, un demone si era portato via la sua anima.
 








…Taste me, drink my soul
Show me all the things that I shouldn’t know
When there’s a new moon on the rise
I had everything, opportunities for eternity
And I could belong to the night…
 

 












Angolo autrice:
Ok, sono in ritardo bestia, me ne rendo conto… e chiedo perdono T__T
Non è stata colpa mia, mi hanno scaricato da mia zia dove non c’è internet dicendo che mi avrebbero ripresa giovedì, che poi si è trasformato in venerdì, poi in domenica e infine oggi, quando sono finalmente riuscita a tornare a casa. E la prima cosa che sto facendo è aggiornare questa raccolta!
Quindi, ancora… perdono!!!!
 


A.






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Capitolo 4
*** Lost in Paradise – Evanescence ***





4.     Lost in Paradise – Evanescence.
 




…I’ve been believing
In something so distant
As if I was human
And I’ve been denying
This feeling of hopelessness
In me – in me
All the promises I made
Just to let you down
You believed in me but I’m broken…
 
 

 
 
 



Dean sentì la propria schiena andare ad impattare contro la parete di lamiera del magazzino nascosto in quel vicolo scuro. Sorpreso, cercò di alzare la testa per capire chi diavolo lo avesse afferrato con così tanta forza e lo avesse scaraventato al muro, ma un pugno allo stomaco lo fece piegare su se stesso, tossendo. Sentì sulle labbra il sapore del proprio sangue, mentre un grumo rossastro faceva la sua bella comparsa davanti a lui, in seguito ad un colpo di tosse più forte degli altri. Alzò lo sguardo, incrociando due occhi blu scuri e imbizzarriti come il mare in tempesta, torbidi di rabbia e frustrazione repressa.

-       Cass… - provò a dire, sputando un altro grumo di sangue.
-       Perché, Dean, perché?! –

L’angelo lo prese per il bavero della giacca, sollevandolo apparentemente senza sforzo, e lo sbatté di nuovo al muro, fissandolo, il viso distorto in una maschera d’ira.

-       Tu non ti venderai a Michele, mi hai capito?! – gli urlò in faccia, sconvolto, mentre lo scrollava come se fosse un cucciolo. – Non dopo tutto quello che ho fatto per te, non dopo tutto quello che abbiamo passato insieme! –

Dean sentì il proprio stomaco torcersi in maniera dolorosa, mentre sprofondava le proprie iridi verdi in quelle azzurre dell’angelo, così colme di orrore, e paura.

-       Cass… - provò a dire di nuovo, mentre un sospiro lasciava la sua bocca e andava a perdersi nell’aria della sera.
-       Dean, ti prego… - la voce della creatura si incrinò fino a spezzarsi. – Non puoi farlo… ti prego. –
-       Castiel, devo farlo… Non piace neanche a me, ma così facendo salverò Sam… E Bobby. E Lisa, e Ben. E tutti quelli che conosco. Se gli dico di si, l’Apocalisse finirà e saranno tutti liberi. –
-       E io?! –

Il cacciatore sussultò quando l’altro, in un altro attacco d’ira, lo mollò forte contro il muro e indietreggiò, prendendo poi a stringere i pugni e a guardarlo con astio. Si sostenne contro la parete dietro di lui, non comprendendo l’ultima domanda dell’angelo davanti a lui.

Si prese qualche secondo per osservarlo bene.
Con quell’ira a distorcergli i lineamenti, e quei capelli neri sparati in aria, non sembrava neanche più lui. Si immerse in quegli occhi burrascosi, leggendovi un dolore talmente forte che si ritrovò a boccheggiare, stordito.

-       Tu cosa? – gli chiese, infine, tirandosi un po’ su.
-       Non ci pensi a me?! Non pensi a come starei io, se tu te ne andassi?! Cristo Dean! – ed era la prima volta che imprecava contro suo Padre, e lì Dean prese la cosa veramente sul serio – non lo capisci?! Se gli dici di si, ti annienterà! –
-       Cass… -
-       Non te lo lascerò fare. –
-       Devo farlo, ok?! – urlò infine il ragazzo, facendo calare il silenzio.

Stette ansimante a guardare l’angelo, l’uomo, davanti a lui, cercando di calmare il battito del proprio cuore impazzito.

-       Devo farlo. Perché non ce la faccio più, ok?! – si passò una mano sulla bocca, senza distogliere gli occhi da quelli di lui. – Da quando mi hai riportato qui… Dio, non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per quello che hai fatto, davvero, ma… Non sono più io. Sono spezzato, Cass. Sono rotto, sono difettoso. Sento un male dentro che non riesco a soffocare, che mi corrode, che continua a ricordarmi che alla fine, tutti se ne vanno. Ed è sempre colpa mia, e io… - si fermò di colpo, mentre la disperazione gli inondava la gola, cercando di soffocarlo. – Non riesco manco ad esprimere quello che sento! – urlò, alla fine, mentre una lacrima di rabbia gli solcava la guancia.


Era come essere chiusi dentro una bottiglia. Le pareti troppo robuste e troppo solide per essere spezzate, per permettere che il malessere dentro di lui potesse uscire, e infine placarsi. Le barriere che si era costruito attorno avevano svelato le conseguenze, incatenandolo ad una roccia e imbavagliandolo, impedendogli di esprimere ciò che realmente sentiva. Faceva male.
 



Non si accorse della vicinanza di Castiel fino a quando l’angelo non gli sfiorò delicatamente il mento con la punta delle dita, costringendolo gentilmente a sollevare il viso. Trattenne il respiro. Quegli occhi davanti a lui, più vicini di quanto fossero mai stati, erano pieni di consapevolezza e comprensione. Ora Dean sapeva che lui sapeva, che lui sentiva, che lui c’era.

-       Non ti lascerò solo… - mormorò la creatura celeste, circondandogli il volto con le mani. – Siamo in due qui, Dean. Non sei più all’inferno. Siamo tu e io, ora. –

Il ragazzo rilasciò un sospiro, avvicinandosi poi per annullare la distanza e unire, finalmente, le proprie labbra con quelle dell’uomo davanti a lui. Era da tanto che voleva farlo. Lo baciò, aggrappandosi al suo collo come ad un ancora, un punto fisso in mezzo alla tempesta che infuriava dentro di lui. E quando un paio di minuti dopo, affannato e a corto d’aria, si staccò, lo guardò di nuovo negli occhi, facendo un sorriso storto.
 

Appoggiò la fronte sul suo petto, chiudendo le palpebre e lasciandosi andare contro di lui, permettendogli di sostenerlo.




No, non era solo.
 
 
 
 
 
 
 

…I have nothing left
And all I feel is this cruel wanting
We’ve been falling for all this time
And now I’m lost in paradise…
 

 












Angolo autrice:
Io non sono una che loda i propri scritti, anzi, tutt’altro, sono una di quelle che anche se riuscisse a pubblicare un libro, e questo libro diventasse un best sellers, continuerebbe a dire che fa schifo.

Però…

Però…

Riconosco quando una cosa (o una parte di una storia) mi viene particolarmente bene. E devo dire che questo capitolo di questa raccolta mi è piaciuto moltissimo. Non so perché. Magari non è un granché, magari fa veramente vomitare, ma a me sembra bellissimo.

Lascio a voi il compito di giudicare.




A.





    

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