GIORNI BUI

di Sherlocked_1997
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Se mi ami, non piangere ***
Capitolo 2: *** Memories ***



Capitolo 1
*** Se mi ami, non piangere ***


"Elizabeth Stewart lavorava per il governo Svizzero, era l'unica ragazza ad aver mai attirato l'attenzione del burbero detective londinese e l'unica persona ad averlo messo nel sacco per ben due volte. Occasionalmente prendeva parte alle investigazioni di Sherlock Holmes, dimostrandosi una donna con un'intelligenza non inferiore a quella dell'uomo e un'ottima spadaccina. La loro era una relazione complicata, una relazione atipica, come l'avrebbe descritta Holmes, si amavano, ma non lo sapevano o, forse, non volevano ammetterlo. Me ne hanno fatte passare tante, ma quante risate abbiamo condiviso e quante esperienze di vita! Erano entrambi degli opportunisti, se avessero potuto avrebbero sacrificato la vita dell'intera popolazione britannica, pur di arrivare in fondo ad un lavoro, erano lunatici, solitari e geniali: riuscivano a passare intere settimane senza parlare e senza muoversi. Erano capaci di dirsi cose orribili, ma non di dirsi addio. E non appena scatterà la mezzanotte, non potrò fare altro che pensare che, come oggi, un anno fa, fu l'ultimo giorno che li strinsi a me, l'ultimo in cui riuscii a guardarli negli occhi, l'ultimo in cui mi sentii davvero protetto al loro fianco...L'ultimo in cui il mio cuore traboccò di felicità, quella felicità che solo loro riuscivano a regalarmi, l'ultimo giorno di noi. E a distanza di un anno, mi sento disorientato e vuoto esattamente allo stesso ed identico modo. Mi mancano e non smetteranno mai di farlo." Watson chiuse gli occhi, la voce era incrinata dal dolore, si passò una mano sul volto bagnato dalle lacrime, poi piegò il foglio e tornò a sedersi al suo posto, accanto a Mrs.Hudson, che si stava soffiando il naso su un fazzoletto di seta. La chiesa era piena, i funzionari di Scotland Yard avevano preso posto nel lato destro della navata e Lestrade sedeva in prima fila. John sorrise guardando l'ispettore che era stato molte volte al centro delle loro battute e delle loro prese in giro, il suo sorriso era amaro e nostalgico. La sera tornò a Baker Street e liquidò velocemente la padrona di casa -Vuole che le prepari un thè caldo, dottore?- chiese dolcemente -No, la ringrazio, Mrs.Hudson, desidero solamente riposare- disse secco -Oh, d'accordo, buona notte, dottore- -Buona notte- Mrs.Hudson scese nella propria camera e, dopo essersi accuratamente cambiata d'abito, prese in mano una fotografia che teneva sul comodino: raffigurava Elizabeth, Sherlock e John sulla porta di Baker Street, l'immagine risaliva a ben 10 anni prima. -Potrà essere cambiato tutto- sospirò nostalgicamente -Ma rimarrete sempre i miei ragazzi- lo disse in un sussurro rivolgendosi a quei sorridenti giovani che sembravano non curarsi di nulla, il mondo era loro. John Watson entrò in salotto, si accomodò sulla sua vecchia poltrona e si servì un bicchiere di vodka, si guardò attorno: era rimasto tutto esattamente come prima della loro scomparsa. Un intenso profumo francese aleggiò nella stanza buia, trasportato dal vento; il dottore si sporse verso l'origine di quel profumo delicato e trovò un biglietto, conservato dentro la Bibbia che una volta apparteneva ad Elizabeth. Era un pezzo di carta ingiallito dal tempo, la calligrafia era quella della ragazza, lo aprì: "Se mi ami, non piangere". L'ex soldato rimase immobile per qualche minuto, osservava disperatamente quel biglietto, come se avesse potuto riportarlo ad una realtà che ormai aveva perduto, poi scoppiò in un pianto doloroso, il suo corpo forte era scosso dai singhiozzi. Quando si fu calmato si guardò attorno e gli sembrò di vederli lì seduti sulle rispettive poltrone a fumare, poteva distintamente sentire l'odore intenso del tabacco di Holmes. Gli mancavano terribilmente: rimpiangeva tutto di loro, dalle volte in cui lo avevano trascinato in pericolosi inseguimenti, alle loro fughe dall'ira di Mrs.Hudson, rimpiangeva perfino i loro infantili litigi. A quel pensiero chiuse gli occhi e capì che era giunto il momento che i ricordi si appropriassero della sua mente.

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Capitolo 2
*** Memories ***


Elizabeth aprì la porta e con grande sorpresa si trovò davanti Mycroft. Mycroft era il fratello di Holmes, più vecchio di lui di sei anni, molto diverso dall'altro per l'aspetto fisico: mentre il minore era alto e magro, il maggiore era relativamente basso e di corporatura media. Caratterialmente parlando era profondamente simile a Sherlock, con una sola eccezione: odiava Elizabeth. "Adler! Ancora viva?" chiese sarcastico "Rimarrò viva solo per rovinarle la vita, mio caro Holmes" rispose lei poi continuò "E, mi dica, come sta sua moglie?" domandò "Bene,la ringrazio"  "Sono contenta di sapere che non sia ancora scappata di casa, io personalmente non avrei resistito così a lungo..." inclinò la testa e sorrise scaltra, sapeva quali erano i punti deboli dell'uomo. Mycroft avrebbe volentieri risposto alla provocazione, ma in quel momento arrivò Sherlock accompagnato da Watson. "Non è possibile che vi siate visti pochi minuti fa e già litighiate!" li riprese, ma in realtà era divertito da quella scenetta e anche John se la rideva da sotto i suoi folti baffi. "Fratello!" disse il più anziano dei due e lo abbracciò. "Se non le dispiace, Miss Adler, vorrei passare del tempo da solo con lui." "Non si preoccupi, me ne stavo andando" poi lei si avvicinò a Sherlock e gli sussurrò "Vado da Lestrade poi andremo a Norwood con Anderson, Watson rimane qui perché ha un appuntamento con i suoceri, se hai bisogno di me cercami lì" l'uomo esclamò "Ma non potete andare sul luogo del crimine senza di me!" "Beh" rispose "Non sei certo indispensabile per il caso, almeno non quando ci sono io" sorrise e inarcò le sue sottili sopracciglia quasi albine "E poi tu preferisci restare con questo qua!" Elizabeth fece un cenno del capo indicando il secondo Holmes poi prese lo scialle e si chiuse dietro la porta. I due uomini rimasero a guardare la soglia che la ragazza aveva varcato per qualche secondo, mentre John Watson se la rideva di gusto, poi un dei due disse "Sediamoci ti offro del tè" così pochi minuti dopo il detective tornò con tre tazze fumanti. Mycroft ne bevve un sorso e subito chiese perplesso "Da quando bevi il tè fruttato?" Sherlock sospirò "No, aspetta non me lo dire.....lo fai perché lo beve la donna" "No" rispose con un sorriso "La mia non era una domanda,Sherly, era una affermazione" allora l'investigatore chiese "Dobbiamo per forza parlare di Adler?" "Si" rispose secco, ci fu una pausa di silenzio e poi proseguì: "Ma guardati! L'unica donna che abbia suscitato il tuo interesse è una assassina di prim'ordine, è da masochisti" "Permettimi di spiegare...." "Permettimi tu. È l'unico avversario che ti abbia messo nel sacco ben due volte, ti fa sembrare un vero idiota" "Ti sei divertito abbastanza" rispose offeso "E cosa è venuta a cercare?" "Cambiamo argomento" "Come ti userà mai questa volta?" "Ahh non ha importanza" disse rassegnato, mentre l'ex soldato se ne rimaneva seduto in disparte a leggere il giornale, consapevole del fatto che se avesse proferito parola sarebbe stato incenerito dai fratelli Holmes. "Come alibi? Scappatoia? Una canoa umana? Ti sale sulle spalle e ti rema su per il Tamigi?"  "Non ha alcun rilevo per te, non è vero Mycroft?" Ma lui sembrava non sentire le parole di Sherlock "Se io fossi in te starei abbastanza abbottonato, non bisogna mai fidarsi troppo delle donne, nemmeno delle migliori." Si guardarono negli occhi, negli stessi occhi, dello stesso colore, della stessa intensità, ma anche così innegabilmente differenti "Sai, sei molto cambiato da quando lei è entrata dalla porta di questa casa" "Diciamo pure che l'ha sfondata" disse ironico, ma Mycroft Holmes non si fece distrarre dalla battuta del fratello e continuò a rimproverarlo "E io che pensavo che tu avessi una mente di ferro, che tu non ti facessi penetrare dalle emozioni!" il tono iniziava ad alzarsi "Myke! Io non provo emozioni! Io non amo Elizabeth Adler! E poi sei sposato! Non mi sembra che tu abbia il diritto di parlare...." disse Sherlock perdendo la pazienza "Il matrimonio è stato il mio più grande errore" poi Mycroft si alzò e prima di dirigersi verso la porta appoggiò una mano sulla spalla del fratello e disse "Fratellino, te lo dico per esperienza personale: tutte le vite finiscono, tutti i cuori si spezzano, il fatto che tu tenga a qualcuno non è un vantaggio" poi se ne andò. Holmes accese la pipa e rimase a pensare.

 
  *Angolo dell'autrice* Eccomi con l'aggiornamento! Chiedo venia per aver rubato dei dialoghi al film, ma credevo ci stessero bene in questo contesto! Recensite per farmi sapere cosa ne pensate...comunque la storia continuerà e spero anche migliorerà!

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