Ogni passo che ho fatto da quando cammino, è un passo verso di te.

di itsmartix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Delicato ed elegante ***
Capitolo 2: *** Freddo e sgarbato ***



Capitolo 1
*** Delicato ed elegante ***


1. DELICATO ED ELEGANTE

“Ero arrivata al bar dove dovevamo incontrarci, come al solito ero in anticipo, erano le 15:55. Ancora cinque minuti … Cominciai a camminare per far passare il tempo e nascondere l’ansia che avevo dalla mattina stessa.
Ad un certo punto vidi due biciclette avvicinarsi, lo riconobbi subito, dal modo in cui scese dalla bici delicato ed elegante. Salutò con un cenno del capo l’amico a me sconosciuto, il quale gli mise la mano sulla spalla come per incoraggiamento. Veloce appoggiò la bici al muro della pizzeria di fianco e mi vide. Mi sorrise timidamente e sempre con quell’espressione si diresse verso di me, che intanto ero rimasta immobile davanti al bar. Non sapevo cosa dire, ero impacciata in quel leggero imbarazzo che si prova la prima volta che si esce con una persona con cui ci si è scambiati solo messaggi, anche se belli. Ricambiai velocemente il sorriso e senza neanche pensarci iniziammo a camminare e a parlare timorosi di noi, per scoprire ognuno qualcosa dell’altro. Arrivammo ad una panchina e ci sedemmo, sempre continuando a chiacchierare. Parlammo della mia famiglia e gli chiesi a mia volta della sua; rimasi stupita quando alla domanda ‘Vedi spesso tuo spesso tuo padre?’ Lui mi rispose con estrema tranquillità ‘Praticamente conosco più te che lui.’ Come se non gliene importasse e mai gliene fosse importato.
Parlavamo, ma riuscivo solo a guardare il suo bel viso: gli occhi scuri e i capelli con quell’adorabile ciuffo direzionato verso l’alto da una giusta dose di gel. Mi sorrise e notai la buffa forma che presero i suoi occhi e non potei fare altro che sorridere anche io.
Si erano fatte già le 5 e dovevo tornare a casa. Ci alzammo e mi soffermai a guardare la sua figura minuta e atletica. Indossava una maglia verde che cadeva perfettamente su dei pantaloncini neri da basket.
Arrivammo al punto dove aveva lasciato la bicicletta.
Eccoci … il momento dei saluti. Quell’imbarazzante momento dei film in cui entrambi sono impacciati e non sanno esattamente cosa fare per paura di osare troppo o troppo poco.
Slegò lentamente la bici come per perdere tempo, poi fortunatamente si girò e prese l’iniziativa: si avvicinò sempre delicato ed elegante abbracciandomi intorno alla vita e appoggiando dolcemente le sue morbide labbra alle mie. Sentivo come qualcosa di caldo all’altezza dello stomaco, come quando si è imbarazzati o emozionati per qualcosa. Sembrava non finire mai, poi ci staccammo sorridendo e con un ‘ci vediamo’, forse più che amichevole, ci salutammo.
Veloce tornai a casa componendo subito in chiamata rapida il numero di Giorgia, la mia migliore amica. Rispose subito, immaginando che stessi tornando a casa, chiedendomi immediatamente come fosse andata e di raccontarle tutti i dettagli. Risposi solo con quattro semplici parole, le uniche che mi passavano per la testa: ‘Denis mi ha baciata.’ ”


Angolo autrice.
Ciao a tutti. Questa è la mia prima fan fiction. Spero vi piaccia, in tal caso fatemi sapere! 
Al prossimo capitolo, Martina. :)

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Capitolo 2
*** Freddo e sgarbato ***


2.FREDDO E SGARBATO

Erano le 13 di un Martedì di Febbraio, il suono freddo e sgarbato della campanella della penultima ora aveva interrotto la lezione di matematica. Mi affrettai a scrivere i compiti sul diario, presi il cellulare dalla tasca del mio Napapijri e uscii nei corridoi.
Mentre accendevo il telefono, mi raggiunsero alcune compagne e io esclamai: ‘ Andiamo alle macchinette, sto morendo di fame! ’ .
Come al solito la fila era interminabile e noi immerse in mille discorsi aspettavamo il nostro turno. Indecisa tra schiacciatine o wafer, mi distrasse la leggera vibrazione del mio I-phone nella tasca dei jeans. Velocemente lo tirai fuori e vidi il nome ‘Andrea’ sulla schermata. Stupita di un suo messaggio a quell’ora, lo lessi in fretta, non rendendomi realmente conto di ciò che c’era scritto.
‘ Bianca scusami se te lo dico ora, ma a Capodanno mi sono fatto due tipe. Non sono degno di stare con te, non ti merito. Non possiamo più essere fidanzati, ti ho tradito.’
Dovetti leggerlo più volte e alla parola tradito mi isolai completamente da tutto, infatti mi accorsi che era arrivato il mio turno, solo sentendo la leggera spinta di Marta, la mia compagna, che mi incitava a digitare il numero nella macchinetta.
Improvvisamente non avevo più fame e con una risposta fredda e sgarbata dissi: ‘ Non ho fame, vado in bagno.’
Chiusi la porta a chiave e rilessi ancora quelle poche righe. Volevo rispondere, sapere cosa fosse successo. Perché tutto questo non aveva il minimo senso.
Mi svegliò nuovamente dai miei pensieri la campanella. Dovevo tornare in classe per una noiosa lezione di fisica.
L’ora fu interminabile e non riuscivo a concentrarmi su tutte quelle formule astratte scritte alla lavagna.
Guardai l’orologio appeso alla parete: erano le due. Di fretta infilai il libro e l’astuccio nello zaino, indossai il Refrigiwear nero e senza aspettare le mie compagne andai alla fermata dell’autobus.
Composi il suo numero che era tra le chiamate rapide e dopo un solo squillo, mi rispose: era la sua voce. Feci mille domande, gli chiesi spiegazioni; lui parlava tanto ma non me ne diede nessuna.
Vidi l’autobus in lontananza e stanca di quell’inutile conversazione dissi : ‘ Allora prendi in giro qualcun’altra.’ E fredda e sgarbata gettai il cellulare nello zaino.
Arrivai a casa. Mi giunse la voce squillante di mia madre che mi salutò ignara di tutto e io senza nemmeno ricambiare il saluto le dissi: ‘ Andrea mi ha lasciato ’.
Mi aspettava un lungo pomeriggio di studio, ma non ero in grado di affrontarlo. Non potevo nemmeno vedere Giorgia, sommersa anche lei dalle cose da fare.
Senza che neanche me ne accorgessi la sera arrivò in fretta e dopo una rapida buonanotte ai miei, salii in camera e mi sdraiai sul letto.
Mi sono sempre chiesta come si faccia a non pensare nel silenzio della sera. Riflettei su quella terribile giornata e la mia mente tornò all’estate scorsa quando ancora avevo avuto la fortuna di incontrare Denis. Le settimane passate con lui mi avevano fatto sentire viva, a differenza delle ultime trascorse con Andrea. Capii quanto fossi stata stupida nell’aver preferito Andrea a quell’adorabile ragazzo. Gli avevo detto che, malgrado mi dispiacesse, non riuscivo a togliermelo dalla testa. Ormai non potevo tornare indietro: l’estate scorsa avevo lasciato Denis con un messaggio freddo e sgarbato.

 
Ciao a tutti! Eccoci al secondo capitolo! Mi sto divertendo un sacco a scrivere e spero che voi apprezziate e vi divertiate allo stesso tempo. Se è così fatemi sapere!
Al prossimo capitolo, Martina :)

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