Mistery.

di horanshalf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una spiacevole sorpresa. ***
Capitolo 2: *** L'incontro. ***
Capitolo 3: *** Una telefonata inaspettata. ***
Capitolo 4: *** Non è possibile... ***
Capitolo 5: *** Finalmente, eccoci di nuovo insieme. ***



Capitolo 1
*** Una spiacevole sorpresa. ***


«Mani in alto! Ho detto mani in alto! Questa è una rapina; tutti a terra, e nessuno si farà male.» Gridò una voce maschile. Avevo paura.


***


Tre ore prima.
Driiin! Driiin!
Sentii la solita sveglia suonare, ma erano ancora le sette del mattino ed era il primo giorno di vacanza, dunque staccai la sveglia e ritornai a dormire, o almeno ci provai. Cinque minuti dopo mi resi conto di essermi definitivamente svegliata e che non c'era speranza che tornassi a dormire. Mi alzai dal letto, infilai le mie infradito e scesi giù in cucina. «Ciao mamma!» La salutai con un sorriso ed un bel bacio sulla guancia, come ogni mattina. C'era un odore di crepes appena fatte, c'era qualcosa di strano. «Crepes... cos'hai mamma? Cosa mi nascondi?» Era strano, mamma preparava qualcosa di buono solo quando c'erano notizie positive.. il che poteva giustificare il suo sorriso stampato sulle labbra che non vedevo da molto, molto tempo. «Come hai fatto a capirlo? E' così evidente? Beh cara.. siediti. Devo darti una buona notizia dopo tutte le cose brutte che abbiamo passato.» Si, aveva ragione.. dopo la morte di mio padre, Heric Jey Hill, ce la siamo vista brutta. «Ci trasferiamo in Brasile!» disse con un modo molto euforico. «Cosa.. cosa stai dicendo? Stai scherzando, vero? No.. no non può essere. Io ho TUTTO qui, e non posso andare via. NO! Scordatelo!» Me ne corsi in camera, come in quei film drammatici adolescenziali. Ero arrabbiata. Come poteva essere così felice? Aveva pensato a me? Agli amici che ho qui a Londra? E poi perché in Brasile?! Ma cosa le è saltato in mente? Cos'è, ha perso la testa da un momento all'altro? Mentre dormivo forse? D'un tratto il sonno era tornato, ed era la cosa migliore.. volevo solo dormire. Beh, lo volevo.. quando ecco che sento bussare alla porta: mia madre entrò, si distese sul letto con me e mi abbracciò dicendo: «Vorrei almeno spiegarti. Dobbiamo andarcene da qui, tesoro mio.» le si schiarì la voce, era tenera con me ora... forse aveva capito che sarebbe stata una cosa difficile per me. «Mamma, ma non posso.. io non..» «Lo so tesoro, ma dobbiamo.. che a te piaccia o meno. Più tardi andrò in banca a ritirare un po' di soldi, così potremo partire. Ho già tutto.. biglietti, ho affittato casa, tutto. Sto organizzando tutto da un bel po' di tempo.» "Sto organizzando tutto da un bel po' di tempo." Quelle parole mi rimbombavano nella testa, era come se non volessero uscire, volevano farmi del male. Ma ormai dovevo accettare la cosa, mia madre aveva già fatto tutto. «Verrò con te in banca, mamma.» dissi alquanto dispiaciuta. «Va bene tesoro, ti ho portato la colazione.. dato che di sotto non hai toccato proprio niente.» Feci un cenno con la testa come per ringraziarla. Amavo le crepes al cioccolato, mamma lo sapeva bene. Me le preparava sempre quando.. beh lasciamo perdere. Mangiai le mie crepes e bevvi un bicchiere di latte; mi alzai dal letto, definitivamente questa volta, andai in bagno e mi feci una bella e rilassante doccia. Dopo aver asciugato tutto il mio corpo, e tutti i miei lunghi capelli dorati fu il momento di decidere cosa indossare. Io davo molto importanza a ciò che mettevo, ma mi fermavo a riflettere giusto cinque minuti. Dunque, scelsi una bella canotta nera infilata nei jeans ed una camicia a quadretti rossa e bianca.. ma decisi di lasciarla aperta, senza abbottonare tutto. Ero pronta ed anche la mia genitrice lo era così ci precipitammo alla banca. Stranamente quel giorno non era molto affollata. Ed ecco che successe quello che non mi sarei mai aspettata: una rapina. «Mani in alto! Ho detto mani in alto! Questa è una rapina; tutti a terra, e nessuno si farà male.» Gridò una voce maschile. Avevo paura. E se fosse capitato qualcosa a me? O peggio, alla mia mamma? Una catastrofe, non riuscivo a respirare avevo troppa paura. D'un tratto sentii uno sparo e poi ancora ed ancora ed ancora, iniziai a piangere. La mia mamma non era di fianco a me, era andata nell'altra stanza. I due se ne andarono con un bel bottino in mano ed io corsi subito nella stanza dove si era recata la mia mamma. C'era sangue, sangue ovunque. La mia mamma era ferita, chiamai subito la polizia.. ero del tutto scioccata. Presi il telefono, chiamai polizia ed ambulanza.. erano tutti morti, tranne mia madre. Arrivò subito il pronto soccorso, e portarono via mia madre. Io ero l'unica testimone, la polizia voleva parlarmi.


FINE CAPITOLO UNO.

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Capitolo 2
*** L'incontro. ***


Ero scandalizzata. Come poteva succedere tutto questo in un giorno così normale e monotono come tutti gli altri? No, è impossibile; questo non stava accadendo davvero. «Signorina Hill... sua madre ha solo una ferita, ma non è grave. La pallottola le ha sfiorato il braccio, quindi nulla di serio.» Mi disse il poliziotto. Tirai un lungo sospiro di sollievo, mia mamma non era in pericolo e per il momento era l'unica cosa di cui mi importasse davvero. «Lei.. lei è l'unica non ferita.. gli altri -tranne sua madre- sono tutti morti. Se la sente di dirci cos'è successo?» «No, sono spiacente.. io ero così scandalizzata.. ed ho chiuso gli occhi ed ho iniziato a piangere.. e non mi rendevo conto di cosa stesse succedendo, sentivo solo spari.. uno dopo l'altro.» Era vero, non riuscivo a ricordare niente, ero sotto shock, l'unica cosa che ricordavo era un ragazzo sulla ventina dai capelli marroni. Il poliziotto mi capì subito e mi portò da mia madre, in ospedale. Una volta arrivati, corsi da lei. Era distesa su un lungo lettino bianco, tipico degli ospedali.. aveva una medicazione al braccio sinistro. «MAMMA! S-s-stai bene! Oh mamma.. io..» Balbettavo. Prima di concludere la frase, mia mamma poggiò il suo indice sulla mia bocca e emise un sono per zittirmi. Dunque, mi abbracciò. Era uno di quei momenti tra madre e figlia che non avevo mai sopportato. Odiavo gli abbracci, mi mettevano in imbarazzo... ma non riuscii a resistere a quello. «Ti voglio bene mamma.» dissi con una lacrima che mi scendeva sul viso. «Te ne voglio anch'io.» Mi disse sorridendo. D'un tratto tutta la rabbia per il viaggio era sparita. Avevo capito che con lei sarei andata ovunque.

***

Due giorni dopo.
Le valigie erano pronte, i biglietti anche ed io e mamma eravamo più felici che mai. Dopo il giorno in ospedale abbiamo passato dei bei momenti insieme. Ci precipitammo in aereoporto e salimmo sull'aereo; prendemmo posto e dopo poco iniziammo a decollare. Dopo poche ore sentii il bisogno di andare alla toilette. Mi alzai dal mio posto ed incominciai ad andare al bagno a testa bassa. BAM! «Oddio scusa, io non vole...» mi stavo per scusare, ma non riuscii a completare la frase a causa del suo viso. Era biondo, dagli occhi azzurri. Ero incantata, era così bello. «Hey? Stai bene? Mi scuso anch'io, ero distratto.» Si scusò, non era carino? «Oh no! Non preoccuparti.. io.. io sono, cioè.. io sono..» Non riuscivo a dire il mio nome, dunque mi interruppe dicendo: «Io sono Niall, piacere! Ora riesci a dirmi il tuo nome?» Disse ridendo. Ero imbarazzata. «Oh, si.. io sono Charlotte.. Charlotte Hill.» «Beh, piacere!» mi disse. Gli strinsi la mano, ci sedemmo agli ultimi posti liberi dell'aereo.. e scoprii che lui era diretto, indovinate un po' dove? IN BRASILE! In quel momento ero molto: "God loves me, fuck yeah." Il biondino era molto simpatico, amava la pizza, aveva un sorriso magnifico ed io.. beh, mi perdevo nei suoi occhi.

FINE CAPITOLO DUE.

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Capitolo 3
*** Una telefonata inaspettata. ***


Era tutto meraviglioso, non potevo crederci. Era un segno del destino? Com'era possibile incontrare una persona in questo modo? Una persona meravigliosa direi.. «Quindi tu hai diciannove anni?» gli chiesi. «Sì, e tu..» «Diciotto.» Era intimidito, si poteva vedere dalla sua faccia, o dal modo in cui parlava. Sembrava tutto perfetto, quando una frase uscì dalla sua bocca ed attraversò il mio cuore abbattendolo, e furono: «Io sto andando in Brasile per incontrare i miei amici.. resterò per tre giorni da loro.» Di colpo cambiai umore: diventai cupa. «Oh.. e.. e.. come si chiamano? I tuoi amici, intendo.» «Zayn, Liam, Harry e Louis; sono meravigliosi, ci divertiamo molto insieme.» Sì, è vero.. diventai cupa, ma quando apriva bocca io non riuscivo a non sorridere, aveva un sorriso perfetto.  «Capisco.. hey ascolta, non è che mi diresti il loro indirizzo? Così magari verrò a salutarti!» "Ti prego dì di sì, dì di sì!" pensavo tra me e me. «Certo!» "Sssssssssssseeeeeeeeeeeh!" Ero eccitata, si nota? Mi scrisse l'indirizzo su un foglio di carta, insieme ad un numero di telefono.. IL SUO NUMERO DI TELEFONO! Stavo per morire, però mi trattenni o si sarebbe reso conto che mi piaceva. Era da molto, molto tempo che non mi innamoravo.. non avevo tempo per innamorarmi mentre provavo tutto quel dolore per la perdita del mio papà. D'un tratto il mio telefono squillò, era il sergente Will.. cosa poteva volere mai? «Perdonami Niall, devo alzarmi un momento.» Gli dissi sorridendo, lui fece un cenno per acconsentire. Me ne andai in un angolo in cui nessuno poteva sentirmi, e risposi al telefono: «Sergente Will! Ma cosa..» «Sei in pericolo, Charlotte! Dove state andando? L'avete detto a qualcuno?» Aveva una voce tremolante ed io iniziavo a preoccuparmi. «Sergente, ma cosa sta..» «Ricordi quei rapinatori, Charlotte? Bene, vogliono trovarti; sanno che tu sei l'unica a poter svelare i loro volti.» «MA COME FANNO A SAPERE... chi sono?!» gridai ma abbassai la voce nelle ultime due parole. «Loro sono astuti, più di quanto immagini. Sei stata fortunata a non essere stata ferita, o peggio uccisa.» «Oh davvero? Io non vedo così tanta fortuna!» «Parlerò con tua madre per decidere la cosa migliore da fare, tu intanto cerca di non parlare con nessuno.» Staccò il telefono. "Tu intanto cerca di non parlare con nessuno." Ah bene, ora sono praticamente fottuta. E se succederà qualcosa a Niall? Oh no, io non voglio; devo subito allontanarmi da lui. Ritornai da Niall e gli dissi che era mio dovere tornare a sedere vicino a mia madre, mi sembrò confuso. "Ti prego, scusami." pensai.
Eravamo arrivati, Niall era venuto a salutarmi ed io non ce la facevo a non ricambiare il saluto, dunque gli diedi un bacio sulla guancia. Era un bacio d'addio? Non lo sapevo nemmeno io.

***

Eccoci arrivati nella nuova casa, mia madre aveva già parlato con il Sergente ed avevano deciso di non farmi andare più a scuola, di non farmi uscire con gli amici; potevo uscire solo con mia madre, ma col volto ben coperto. Era tutto ingiusto, era come ritornare alla vecchia vita... e questa doveva essere una nuova. I giorni passavano, e nessuna cosa nuova.. era tutti i giorni la stessa routine: letto, cibo, computer, letto. Beh, pensavo così fino ad oggi. Il telefono squilla.. era.. era.. N.. Niall. «P-p-pronto.. N-N-Niall?» ero troppo intimidita, ormai era passato un mese.. ed avevo perso la speranza di incontrare Niall, sicuramente se n'era già andato.. aveva detto di rimanere per tre giorni. «CHARLOTTE! Sì, sono io! Ma che fine hai fatto? Ho fatto qualcosa di sbagliato?» Era agitato, ma perché? «No, no, credimi! Non hai fatto nulla.. è che sono chiusa in casa.» «Ma perché?! Ho avuto voglia di vederti.. io ora sono a Londra, sono tornato.. avevi detto di venirmi a trovare..» «Sì, lo so.. ma è successa una cosa e..» «Cosa? Cos'è successo? Char, stai bene?! Dove sei?!» «Tesor.. ehm.. Niall, calmo! Sono a casa.. ho avuto moltissimi impegni e non sono potuta uscire di casa..» Non potevo dirgli la verità. «Oh.. menomale.. credevo di.. che sciocco che sono.. scusami..» «Ma cosa dici! Grazie per aver chiamato.. sono davvero felice di averti risentito.»  Era stato davvero dolce a preoccuparsi per me! Che strano parlargli senza vedere la sua faccia però.. «Allora? Che mi racconti, Char?» «Io? Beh niente, ho una vita piuttosto monotona.. tu?» «Sono stato davvero bene con i miei amici, ma volevano conoscerti anche loro. Beh, chi non vorrebbe conoscere una bella ragazza dagli occhi verdi e capelli marroni? Io di certo lo vorrei.. oh aspetta, ma io la conosco già: la signorina Charlotte Hill!» Rise e fece ridere anche me. Amavo il modo in cui sorrideva, era meraviglioso. «Ti.. ti voglio bene Niall.» «Te ne voglio anch'io Char!» La sua voce si addolcì. Staccammo dopo un po', parlammo di tutto. Ora sapevo che anche una piccola telefonata poteva cambiare una giornata.

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Capitolo 4
*** Non è possibile... ***


Da quel giorno incominciammo a parlare sempre di più ed in qualunque modo: lettere, messaggi, chiamate, skype. Scoprimmo di avere più cose in comune di quanto ci aspettassimo. Eravamo entrambi entusiasti del rapporto che si stava instaurando tra noi.
***
6 Agosto 2012.
Oh! Finalmente un mese. Un mese di cosa?! Ma come di cosa?! Giusto un mese fa ho conosciuto Niall, il mio migliore amico. Fa strano dirlo, vero? Ma è così; da quel 6 Luglio ho iniziato a conoscere una persona dal carattere meraviglioso: si accontenta di poco, ama ridere -soprattutto quando sono io a farlo ridere- e, cosa più importante, mi sopporta. Mi spiace confessarlo, ma io sono stata sempre una di quelle tipe asociali, non ho mai avuto molti amici... anzi non ho mai avuto un mio amico, ma Niall... beh, Niall era migliore degli altri. Lui comprendeva ciò che provavo, riusciva a colmare un po’ di quel vuoto che avevo da quando ho perso mio padre e questo era molto –certe volte anche troppo- per me. Beh, parlando del nostro primo “amiciversario” avevo in mente una sorpresa di cui mamma era a conoscenza. Volevo andare a Londra, quello stesso giorno, già. Ormai era da un mese che non mettevo piede fuori casa, quei ladri mi avranno già dimenticata  e poi ci andrò con mia mamma! Partimmo subito quella mattina: verso le sette in punto e prendemmo il primo volo per Londra. Una volta in volo, mia madre inizia ad essere ansiosa, preoccupata. «Sei... sei sicura di tutto questo, Char?» Dovevo aspettarmelo. «Non puoi farmi questa domanda, mamma. E’ passato un mese, un mese! Sto cercando di dimenticare tutto quel che è successo, Niall è l’unico amico che ho ed io voglio rivederlo. Ti prego mamma, starò attenta! E poi ci sarai tu qui con me: di cosa puoi aver paura? Di sicuro quegli squilibrati mi avranno già dimenticata o forse li avranno già catturati ed a quest’ora saranno in galera.»  Non poteva farmi questo. Anzi, non poteva fare più niente ormai, eravamo già in volo e saremmo arrivate tra poco. Non rispose, rimase in silenzio. Erano passate un paio d’ore e stavo per addormentarmi, quando una voce femminile comunicò gentilmente da un microfono: «Gentili passeggeri, il volo è quasi terminato: stiamo scendendo all’aeroporto di Londra!» «Mamma! Mamma! Siamo arrivate! Siamo arrivateeeeeeeeee!» Svegliai mia madre da un lungo, lungo sonno piuttosto violentemente, ma ne era valsa la pena. “Niall aspettami!” Eccoci arrivati, vedo una massa di persone incominciare a scendere e quindi ci intrufolammo, tra la folla, anche io e mamma. Sembrava tutto perfetto, quando dietro di me, vidi un volto sospetto. Era lui. Non potevo crederci. Non sto parlando di Niall… ma di uno di loro. Rimasi traumatizzata.

Angolo scrittrice:
-Eleonora Della Gala è la mia musa ispiratrice; pertanto Charlotte è nata dall'idea di rendere ancora più speciale la mia migliore amica, creando appunto il personaggio protagonista in suo onore.


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Capitolo 5
*** Finalmente, eccoci di nuovo insieme. ***


Non era possibile. Come facevano ad essere proprio di noi? «Mamma, muoviti. SBRIGATI, vieni!» sembravo una pazza squilibrata, mamma non si era resa conto di niente. La tirai con me fino allo Starbucks vicino all’aeroporto. Non potevo dirle niente, o avremmo fatto una via dritta verso casa, e io non volevo. «Ma insomma Char! Ho capito che vuoi rivedere Niall, ma non c’era bisogno di tirarmi in quel modo! E che diamine!» Sembrava furiosa. “Guarda che io ti ho appena salvato la vita! Anche se non lo sai..” pensai. Beh come dare torto al suo attuale stato d’animo? «Scusami mamma…» mi limitai a scusarmi per l’accaduto, senza dire alcuna parola.
Finito di prendere il nostro caffè, ce ne andammo. «Dobbiamo andare in albergo ora. Posiamo le valige e andiamo a casa di questo qui.» “Questo qui, mamma? QUESTO QUI?” «Ha un nome, mamma. Ma insomma, ti dà tanto fastidio il fatto che io mi sia creata un amico?» «OVVIAMENTE NO.» iniziò ad alzare la voce. «Sono contentissima di questo, ma venire qua è stato un grosso errore Char e lo sai. Uno stupido amico non può farti rischiare la vita.» Ora aveva superato il limite. «UNO STUPIDO AMICO? DAVVERO? CHIAMI STUPIDO L’UNICO AMICO CHE HO? L’UNICA PERSONA CHE MI E’ STATA ACCANTO DURANTE IL PERIODO DI MERDA CHE HO PASSATO? ERA L’UNICO A STARE AL MIO FIANCO MENTRE IO ERO CHIUSA IN QUELLA BRUTTISSIMA CASA. DA SOLA.» Non avevo mai urlato con mamma, ma questa volta mi costrinse a farlo. Come poteva definire ‘stupida’ l’unica persona in grado di farmi felice? «Scusami Char..» Mamma abbassò lo sguardo. Io non le rivolsi la parola fino al nostro arrivo in albero. Entrammo nella nostra stanza e mi stesi un po’ sul letto. Dunque, lei venne accanto a me. «Non sapevo che Niall fosse così importante per te tesoro.. mi perdoni?» «E’ questo il fatto mamma, tu non sai. Non sai mai niente. Ti amo con tutto il cuore e lo sai, ma hai mai provato a chiedermi qualcosa sulla mia vita? Hai mai provato a chiedermi come sto? A me non sembra mamma. Hai sempre preso decisioni senza interpellarmi, come se solo tu sapessi cos’è giusto o meno. Beh mamma, ti dirò, questa volta anch’io ho preso una decisione e tu DEVI rispettarla.» Ero furiosa. Lei non poteva avermi detto quelle cose durante il nostro cammino verso l’albergo. «Io non sapevo.. scusami.» Era dispiaciuta, glielo si leggeva negli occhi. «Niente mamma.» Mi abbracciò fortemente e tutte e due ci addormentammo durante quel lungo e caldo abbraccio.

***
Il mattino dopo.
Mi alzai di buon ora, lasciando riposare ancora un altro po’ mamma. Ordinai una buona e varia colazione per tutte e due: due cornetti, due cappuccini con due buste di zucchero ciascuno ed infine due bicchieri di succo all’arancia (proprio come piaceva a lei). «Mamma, su.. sono le nove.» La svegliai con un dolce sorriso stampato in faccia. Facemmo colazione in fretta e dopo ci dirigemmo verso casa del mio migliore amico. Mamma mi lasciò dinnanzi a casa di Niall e se ne andò a fare un giro.  
Okay.. sto per rivedere il mio migliore amico dopo un anno..” Ero ansiosa. Bussai alla porta. Eccola, stava per aprirsi. BAM, aperta. Niall era lì di fronte a me, a torso nudo. «NIALL!» Lo abbracciai, non potevo crederci. Stavo riabbracciando il mio migliore amico e riuscivo a sentire di nuovo il suo profumo. «Char, oddio Char sei davvero tu? Oddio non ci credo. Ma che ci fai qui?!» Era così felice. «Sono qui per te. Per NOI. E’ il nostro primo anno, Niall.» Gli ricordai dolcemente. Non mi importava se lui non ricordava il nostro amiciversario, io lo ricordavo e noi eravamo di nuovo vicini e questo era l’importante.

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