La Principessa & Il Pirata

di Bloody_Breeze
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo + Capitolo 1. Il Mio Unico E Vero Amore ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Rapimento ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Un Momento Di Disperazione ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. Risate ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Iiniziamo! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. L'Arrivo Al Porto ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7.Pazzia ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. Un Ballo Per Un Ricatto ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. Domande ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. Ricordi;Il Segreto Della Mamma (parte 1) ***
Capitolo 11: *** avviso! ( non vi preoccupate la storia la finisco) ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11. Il Segreto Della Mamma ( Parte 2) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12. Il Segreto Della Mamma (Parte 3) ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13. Il Segreto Della Mamma ( Pt.Finale) ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14. La Stella Blu ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15. L'Inganno dell'Isola ***
Capitolo 17: *** Captiolo 16. La Prova Dello Specchio ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17. Lo Scacco Matto Della Regina + EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Prologo + Capitolo 1. Il Mio Unico E Vero Amore ***


La Principessa E Il Pirata

 

Prologo

 



<< si… credo proprio di potercela fare! >> la principessa rise soddisfatta.

<< principessa, principessa!! Dove va?! Torni immediatamente qui! Sua maestà altrimenti si arrabbierà! . . . Principessa!! >>  la dama di compagnia nonché tata della principessina correva disperata verso la bambina che a sua volta rispondeva ridendo << tanto non mi prendi! E poi, vattene!! >>


La corsa durò una decina di minuti, la principessa però, ad un tratto si fermò, era rimasta immobile a quella vista. La tata la raggiunse, le poggiò una mano sulla spalla e la guardò con segno di rimprovero << Principessa, sa bene che non deve uscire fuori dal palazzo… soprattutto correndo ma… èh… >> la tata guardò la principessa – che sembrava non ascoltare- quest’ultima era rimasta immobile e guardava, osservava quell’enorme estensione che dava – apparentemente- sull’azzurro << …l‘oceano… >>


La tata strabuzzò gli occhi, non si era accorta che correndo correndo erano arrivate oltre le mura che circondavano il palazzo ed erano arrivate sulla spiaggia. Poi, la tata guardò la principessa con uno sguardo misto a rabbia e pena.

La principessa era la prima volta in 7 anni che vedeva il mare. Il padre, per qualche motivo non voleva assolutamente che la figlia lo vedesse, ma non le aveva mai detto il motivo.

La tata poi, le prese bruscamente un braccio e le disse arrabbiata << principessa Amu, sa bene che non deve uscire fuori dalle mura. Sua padre, il re, non vuole assolutamente. Che sia l’ultima volta! … ora andiamo! >>. Ad Amu iniziarono ad  uscire delle lacrime ed iniziò a dimenarsi dalla stretta della tata << tata! Lasciami! Tu non hai il diritto di dirmi cosa fare! Sono io la principessa! Lasciami ho detto! Io…>> la frase venne interrotta da un sonoro ceffone che lasciò Amu a bocca aperta. << so bene qual è il mio ruolo principessa. Io sono l’addetta alla sua educazione e suo padre, inoltre, mi ha detto che se era necessario potevo anche permettermi di darle un ceffone. Ora basta capricci e andiamo! Si scordi assolutamente di ciò che ha visto e non provi a tornare mai più qui siamo intesi? >>

La principessina abbassò il volto tristemente ed annuì. Così, s’incamminarono nel palazzo, ad un tratto però si fermò e strinse i pugnetti. La stretta della tata però si fece risentire e quindi tornò a camminare, poi però un sorrisetto malefico si dipinse sul suo volto – che teneva ancora basso – “ questa non sarà l’ultima volta, ne sono più che certa”.


DA QUEL GIORNO PASSARONO 10 ANNI…
 

Capitolo 1. Il Mio Unico E Vero Amore

 

<< guardie! Trovatela subito! È scappata di nuovo! >> il re era infuriato. La figlia scappava sempre per vedere l’oceano. Poi, quando la trovavano, la figlia lo guardava arrabbiata e triste e se ne andava in camera sua…

La principessa si era arrampicata su un albero che era situato vicino il mare e guardava intensamente quest’ultimo “ perché? Mi pongo sempre questa domanda ormai… perché mio padre mi vuole togliere questo? Lui, l’oceano. Così forte, bello ma allo stesso tempo pauroso e affascinante. Perché mi fa questo? Che padre idiota che ho… almeno la motivazione, voglio sapere almeno quella! . . . ho, no…”.

Le guardie l’avevano trovata di nuovo << principessa, scendete immediatamente, suo padre è arrabbiato! La prego, altrimenti se la prenderà con noi. Era vero quello che le guardie dicevano. A volte capitava che non riuscissero a trovarla subito ed il re, si vendicava sui soldati che aveva mandato a cercare la figlia. “ meglio che scenda subito, mi dispiacerebbe per loro altrimenti”. I soldati, appena la principessa scese dall’albero, emisero un sospiro di sollievo e tornarono a palazzo.

Appena varcata la porta del castello il re strillò contro la giovane figlia << AMU! ANCORA CONTINUI AD USCIRE FUORI SENZA PERMESSO! TI HO DETTO CHE NON POTRAI MAI USCIRE A VEDERE L’OCEANO, MAI! SE TI RIBECCO UN’ALTRA VOLTA NON LA PASSERAI LISCIA, CHIARO? >> la principessa inizialmente chiuse gli occhi spaventata, poi però al “MAI” li riaprì furibonda ed urlò a sua volta contro il padre << E’ NO PADRE! ADESSO MI SONO STANCATA DI TE E DI QUELLO CHE DICI! NON MI HAI MAI DATO UNA MOTIVAZIONE VALIDA PER LA QUALE IO NON DOVREI ANDARE A VEDERE L’OCEANO! PERCHE’ PADRE? RISPONDETEMI! MI SONO STANCATA! DITEMI PERCHE’ NON VOLETE COSI’ TANTO CHE IO VADA! PERCHE’???!!! >> il re spalancò gli occhi sentendo la figli che gli si rivolgeva in quel modo e vedendola anche così arrabbiata. Poi si fece serio, le andò vicino e le diede uno schiaffo << fila in camera tua Amu >> la ragazza però sostenne lo sguardo del padre e gli rispose << no. Questa volta voglio delle risposte padre. >> un altro schiaffo << in camera tua Amu >> << dimmi la motivazione e andrò in camera >> un altro ancora << Amu, non farmi ripetere le stesse cose… FILA IN CAMERA TUA!!!! >> << NO! ‘STA VOLTA NO! MI DEVI RISPONDERE PADRE! VOGLIO DELLE RISPOSTE! PER FAVORE, DIMMI ALMENO IL PERCHE’! MI ODI COSI’ TANTO EH! >> il padre stava preparando un altro schiaffo, ma alla parola odiare, si fermò e guardò “addolorato” la figlia, poi andò a sedersi sul suo trono << perché non fai come tutte le altre principesse che obbediscono e non si ribellano? Perché vuoi sapere così tanto il motivo? >> Amu si avvicinò al padre << perché è da quando sono piccola che mi vuoi tenere in questa prigione di vetro papà. Io voglio vivere delle avventure, voglio stare in acqua, distendermi su di essa ed assaporarne la tranquillità che essa dona. Voglio sapere perché non vuoi assolutamente che io vada… >> la figlia guardò duramente il padre che, osservando lo sguardo risoluto e deciso della figlia, cedette e sospirò << va bene Amu, hai vinto. Ti dirò la motivazione: ti ricordi quando da piccola ti raccontavo dei pirati e della loro pericolosità e cattiveria? >> la principessa annuì tremando. Ricordava bene di quando il padre le raccontava storie sui pirati, ed era sempre spaventata a morte da essi. << bene, devi sapere che il mare è la loro casa e non si è mai al sicuro tra le sue acque. Amu… tua madre è stata rapita e uccisa da dei pirati mentre faceva un bagno in mare… >> la principessa spalancò gli occhi ed iniziò a scendergli una lacrima << che cosa… >> disse a bassa voce << ora capisci perché io non voglio che tu stia vicina all’acuqa? Io non ti odio figlia mia, ti voglio bene, proprio per questo mi preoccupo e non voglio che tu vada… comprendi ora la mia motivazione? Dai, ora vai in camera tua >>.

La principessa entrò in camera sua con la testa bassa e con le lacrime che le scendevano a dirotto “ mamma…” pensò solo prima di gettarsi a capofitto sul cuscino e piangere disperatamente urlando e sfogandosi. Poi, ad un tratto, dopo essersi calmata ed essersi ripresa dall’iniziale shock alzò il viso e si ricordò di un regalo che le aveva fatto la madre quando era piccola. Si alzò di scatto e frugò in un cassetto del comodino. Ad un tratto la sua mano si tagliò con qualcosa e la ragazze notò che si era tagliata proprio contro la scatolina che cercava. Si asciugò in fretta le lacrime e il suo volto, prima corrucciato e triste, lasciò il posto ad un bellissimo sorriso << eccolo >>.

Dopo essersi messa comoda sul letto con la scatolina tra le mani, lentamente l’aprì. Da quando la madre le aveva regalato la scatolina, non l’aveva mai aperta. Non sapeva perché non aveva voluto farlo però sentiva che era giusto così.
Quando aprì la scatolina spalancò gli occhi << wow >> dentro la scatola si trovava una bellissima collana con un lucchetto d’oro dove sopra un diamante incastonato a forma di quadrifoglio… era davvero bellissimo. Poi lo prese tra le mani, lo guardò bene ed indossò la collana << grazie mamma >>, ad un tratto il suo sguardo si posò casualmente di nuovo sulla scatolina e notò che da sotto il cuscinetto dove era appoggiata la collana, sbucava il pezzo di un foglio. Quindi alzò il cuscinetto e vide che il foglietto non era altro che un pezzetto di una lettera. Prese in mano quest’ultima e lesse:
 

Cara Amu,
ora ormai sarai grande e, sono sicura, dato che ti conosco bene perché sei mia figlia, che il mio regalo non l’hai aperto subito, ma volevi conservarlo.
Se ora stai leggendo questa lettera, significa che hai aperto la scatolina e significa anche che qualcosa ti turba. Significa anche che io non ci sarò più… so che ti sembrerà strano ma prima o poi, anche se non te lo scrivo in questa lettera, scoprirai come so che la mia ora è giunta, ma non ti rattristare bambina mia, io sarò sempre vicino a te e veglierò su di te sempre perché sono tua mamma e perché ti voglio bene.
Ti voglio regalare questo lucchetto, chiamato Humpty Lock, perché so che ti porterà tanta fortuna, tanta quanta ne ha portata a me prima di morire, ma so già che a te ne porterà ancora di più perché sei speciale.
Ora devo andare, ma devo dirti ancora un’altra cosa: tu sei una bambina forte, lo sei sempre stata e se a volta ti senti giù devi saperti risollevare e se a volte ti capita di avere dubbi o incertezze nella tua vita non ti devi preoccupare, capita a tutti nella vita, ma prima o poi saprai risolvere tutto. Sappi anche che, quando giungerà il momento tuo padre ti dirà che non devi andare in mare perché è pericoloso, lui l’ha sempre odiato, invece io l’ho sempre amato, lui, il mio unico e vero amore, l’oceano. E se tu riuscirai a vederlo capirai il motivo per cui io lo amo tanto tesoro mio…
 tanto,precedentemente era mio ed io ora lo lascio a te, mia adorata figlia.
Ricorda di  seguire sempre i tuoi sogni, anche se essi saranno ostacolati, tu, sono sicura che riuscirai a realizzarli.
Ti voglio bene bambina mia, non dimenticarlo mai.
Con amore,
tua madre.

 
Ad Amu scese una lacrima lungo il viso, poi guardò l’Humpty Lock e gli diede un bacio sopra, lo strinse forte e disse << grazie mamma, davvero, grazie di tutto, ti voglio bene anche io >>.

Dopo aver riposto la lettera sotto il cuscinetto, aprì la finestra ed uscì al balcone. Guardò la luna, il cielo, le stelle e sorrise dolcemente. Poi andò a dormire, dimenticando però la finestra aperta.


NEL FRATTEMPO…


<< capitano, è ora, dobbiamo andare a prenderla… >>
Il capitano sorrise e guardò la luna con i suoi grandi occhi cobalto, poi sorrise malizioso << arrivo… è ora >>. Guardò la sua Dumpty Key ed andò verso gli altri compagni…

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:

eccomi di nuovo qui con una nuova fan fiction sulla coppia AMUTO <3
spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Mi raccomando fatemi sapere se vi piace e recensite, accetto tutti i tipi di critiche (anche negative ovviamente u.u)
a presto!

Xxx
mikytkd

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. Rapimento ***


Capitolo 2. Rapimento

 

Mentre la principessa dormiva, vicino alle mura del palazzo, in mare, stava succedendo qualcosa…
 

<< ehi capitano, noi siamo pronti! >> disse un pirata urlando << bene… >> il capitano si rivolse alla ciurma << razza di carogne! Ascoltate! Scendete una scialuppa, ci servirà per andare alle mura del palazzo! Mi serviranno anche 2 uomini… Soma! Yoru! Verrete voi con me! >> i due pirati sbuffarono << fratellone, ma perché sempre noi?? Uff… >> disse Yoru stanco contro il fratello maggiore. Kukai guardò spaventato il capitano e disse a bassa voce a Yoru << ma sei impazzito? Questo qui ci ammazza!! Non… >> la frase venne fermata da una terribile occhiataccia da parte del capitano, che si avvicinò loro e li guardò in cagnesco << qualcosa da ridire ragazzi? >>  i due s’irrigidirono << no, niente Ikuto…. Cioè, ehm… volevo dire… capitano!! >> disse Kukai spaventato. << bene, andiamo. Vi illustrerò il piano mentre arriviamo a palazzo >> << agli ordini capitano! >>
 

La principessa dormiva beata, quando ad un tratto, vicino la finestra comparve un’ombra.


La figura si avvicinava alla giovane, quando ad un tratto calpestò qualcosa e la principessa si svegliò << cos’è stato… >> disse flebilmente guardò nella direzione dove aveva sentito il rumore e vide delle gambe, alzò lo sguardo e i suoi occhi dorati s’incrociarono con due occhi cobalto bellissimi.


La figura sostenne a sua volta lo sguardo per qualche secondo, fino a quando Amu, si staccò e il suo sguardo si poggiò sul cappello della figura. Riconobbe il simbolo e spalancò gli occhi, il suo battito cardiaco iniziò ad accelerare ed iniziò a sudare freddo << P-PIRATAAAA!!!! >> urlò quanto poté, ma la mano del pirata coprì la sua bocca e cercò di farla stare zitta << non urlare principessa, altrimenti non so cosa ti potrebbe accadere >> detto ciò, le bendò la bocca. Ma Amu provò a togliersi la benda ed iniziò a scalciare e a dimenarsi dalla stretta del pirata << certo che per essere una principessa, sei piuttosto violenta… ora stai ferma… >> Ikuto riuscì finalmente a bloccarle le mani e gliele legò dietro la schiena, ma non riuscì a vedere un calcio che gli arrivò proprio tra le gambe. Il pirata si piegò in due e la principessa provò a trovare una via di fuga << questo … non dovevi farlo principessina … >>. Amu notò con dispiacere che l’unica via d’uscita era il balcone, così uscì fuori dal balcone e provò a far passare le mani legate dietro, davanti. Le fece passare sotto le gambe e ci riuscì. Gettò uno sguardo veloce al pirata e notò con piacere che era ancora piegato in due, così, dato che aveva le mani davanti, con alcune dita riuscì a far scendere la benda al collo e poté finalmente  urlare << AIUTOOOOO!!! PIRATIII!!! >> fortunatamente alcune guardie che facevano il turno notturno la udirono e diedero l’allarme, mentre  altre, dopo aver uditol’allarme,iniziarono ad andare verso la camera della principessa.


Anche Ikuto sentì il rumore e si accorse di ciò che era successo << merda! >>, andò velocemente verso la principessa – che non si accorse che il pirata le era arrivato dietro- ,le alzò nuovamente la benda sulla bocca,la prese in braccio mettendola su una spalla e, grazie alla fune che aveva legato al balcone della principessa per salire, poté scendere << ti conviene stare ferma adesso, se non vuoi cadere cara principessina ah… e le mani sarebbe preferibile se le mettessi così… >> dato che Amu aveva messo le mani davanti – anche se erano ancora legate- Ikuto gliele prese e gliele mise attorno al collo, come in una sorta di abbraccio. Amu lo guardò torva e Ikuto, mentre scendeva giù dalla corda le guardò malizioso << di la verità, non ti dispiace affatto di stare così vero? >>  la principessa provò a ribattere ma le uscì solo un << muhgu.. muh…ghuu!!! >> Ikuto rise << calma calma principessa, mi parlerai con calma dopo >> detto ciò si avvicinò al volto di lei e la guardò dritta negli occhi. Erano davvero bellissimi. Il “momento” venne interrotto da una capocciata da parte di Amu ad Ikuto << ripeto quello che ho detto prima, sei violenta! Non che mi dispiaccia la cosa però >> gli fece una linguaccia e Amu arrossì.

<< PRINCIPESSAAAA!!! >> le guardie erano arrivate in camera di Amu e notarono che il pirata la stava portando giù. << GUARDIE! HA PRESO LA PRINCIPESSA, ANDATE A PRENDERLI!!  SI STANNO DIRIGENDO VERSO LE MURA!!>>

Il re nel frattempo guardava infuriato la scena e dava ordini a destra e a manca alle guardie. << non riuscirai a prendere mia figlia, pirata! >>

Ikuto era quasi arrivato a terra, ma si accorse presto che le guardie si stavano avvicinando sempre di più, così decise in fretta di fare la cosa migliore ma anche più disperata  << principessa, reggiti! >> Amu aveva capito l’intenzione del pirata e spalancò gli occhi. Ikuto prese la spada con una mano e tagliò la corda.


Amu istintivamente si strinse più forte preoccupata e il pirata se ne accorse e sorrise dolcemente << non cadremo, non ti preoccupare >> Amu lo guardò stupita. Stavano cadendo ad una velocità spaventosa ed in più, come potevano salvarsi? distavano due metri e mezzo da terra e non c’era punto d’appoggio. In più le guardie erano arrivate. Ad un tratto Ikuto, riusci ad appoggiare le gambe al muro del palazzo e si diede la spinta. “ ok. Sono morta.” Chiuse gli occhi e si accucciò ancora di più al pirata. “ 3.2.1… cosa? Non siamo caduti?”. La principessa aprì gli occhi e … “ com’è possibile?” guardò il pirata e notò che da sotto il cappello gli sbucava “ un orecchio da gatto gigante?” . Ikuto si era dato la spinta con le gambe e presto, quel salto divenne lunghissimo, sembrava che stessero volando. Atterrarono presto sulle mura che circondavano il palazzo << KUKAI! YORU! PRESTO, STANNO ARRIVANDO! >> << AGLI ORDINI CAPO! >>. Kukai andò velocemente verso il cancello dove stavano per uscire le guardie,mentre Yoru iniziò a rimettere subito la scialuppa in mare e a spingerla verso l’interno << FRATELLONE! SBRIGATI A SCENDERE! STANNO ARRIVANDO LE GUARDIE ANCHE DA VOI! >> Ikuto annuì e, con un nuovo salto, scese giù dalle mura. Erano altissime, solo quando Amu si accorse che stavano per cadere in acqua e ricordando di avere la benda che le copriva la bocca e che quindi poteva prendere pochissimo fiato,  diede una ginocchiata ad Ikuto per attirare la sua attenzione ed iniziò a mugugnare di nuovo qualcosa << muhg…MUHGUHHHH!! >>


Ikuto la guardò e, guardando l’espressione disperata della principessa comprese e prima di finire in acqua, riuscì, con una mano ad abbassarle la benda per farle prendere fiato. Si ritrovarono così in acqua.

Amu era riuscita giusto in tempo a prendere fiato, poi ad un tratto si guardò intorno. Guardò il mare da sott’acqua e guardò il blu che l’avvolgeva. Poi si rese conto di una cosa: lei non sapeva nuotare! Nessuno gliel’aveva mai insegnato per colpa di tutta quella storia! Dopodiché la principessa si accorse di essere ancora aggrappata ad Ikuto e notò che la stava fissando. I loro sguardi s’incrociarono nuovamente. “ ha gli occhi bellissimi. Sono del colore del mare” pensò lei… però lo sguardo venne interrotto da Ikuto che guardò verso l’alto, e nuotò verso sopra. Appena le teste sbucarono dall’acqua Yoru avvicinò l’imbarcazione verso il fratello << avanti, salite! Sta per arrivare anche Kukai >> Ikuto annuì serio, poi guardò nuovamente la ragazza << mi dispiace per te principessa ma ti devo di nuovo mettere questa >> stava per metterle di nuovo la benda quando la principessa lo fermò << non ci provare! >> disse quella frase tutta d’un fiato, spaventata a morte era riuscita a dirla. Il pirata le sorrise << certo, come no >> detto ciò gliela rimise, poi con l’aiuto di Yoru, riuscì a far salire Amu sulla scialuppa e, dopo salì anche lui.

Amu si girò verso la spiaggia, le guardie stavano combattendo contro Kukai e notò che le guardie se la stavano vedendo abbastanza male… è lui era uno solo!! Non riusciva a spiegarselo! Era davvero forte! Poi sentì il fratello del pirata che l’aveva catturata rivolgersi all’amico che combatteva <> detto questo, Kukai, si fiondo con una velocità pazzesca e schivando le guardie che si gettavano su di lui, in mare. Nuotava velocemente e in poco li raggiunse, salì sulla scialuppa e sospirò << certo principessa che hai proprio tante guardie, comunque capitano, perché non gli levi quella cavolo di benda? È fradicia, sarà scomoda! Saremo anche dei pirati però a volta un po’ di gentilezza ci serve >> Amu guardò Kukai con segno di approvazione. Poi guardò Ikuto che, dopo aver ascoltato Kukai la guardò e notò che aveva uno sguardo implorante, poi guardò di nuovo l’amico << no. Questa qui si lamenta un po’ troppo >>.

I pirati a quell’affermazione iniziarono a ridere ed Amu trovò che quei pirati erano proprio diversi da quelli che immaginava. Al posto di incuterle timore, la facevano solo innervosire, sembravano anche un pochino simpatici. Poi si ricordò della risposta che il capitano aveva dato a Kukai e, con una gamba, gli diede un nuovo calcio << muhguhu…muha MUHGH?? MUHGUHH!! >> il capitano la fissò innervosito e al tempo stesso divertito << ehi Ikuto! Certo che questa qui, per essere una principessa è piuttosto violenta non trovi? >> rise Kukai << già, è piuttosto divertente comunque Kukai ti ho detto mille volte che non dovevi chiamarmi col mio nome, quante volte devo ripetertelo? Vuoi per caso che ti butti in pasto agli squali? >> il moro fissò Ikuto spaventato << nono, scusa capitano! >> Yoru rise. Poi arrivarono alla nave e, dopo aver aiutato Amu a salire, salirono anche loro.


Amu guardò il cielo… quelli, sarebbero stati dei luuunghi giorni, a meno che la facessero subito fuori, anche se ne dubitava…più o meno...

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. Un Momento Di Disperazione ***


Capitolo 3. Un Momento Di Disperazione

 

Dopo il rapimento della principessa il re era infuriato, alcuni soldati li aveva mandati a uccidere perché incapaci di salvare l’adorata figlia. Ad un tratto per la rabbia e lo stress diede un pugno fortissimo al tavolo da pranzo che aveva davanti, tutta la servitù si girò a guardarlo spaventata << NON CI POSSO CREDERE! SE LA SONO LASCIATA SFUGGIRE! GUARDIE INCAPACI! CONTRO UN RAGAZZINO POI! I PIRATI HANNO PRESO LA MIA BAMBINA! ORA… GUARDIEEE!!! >> chiamò le guardie che corsero subito dal re, anche se impaurite a morte << sire, al vostro servizio >> il re le guardò irritato << ora, dovete radunare tutti i soldati a nostra disposizione, salire su quelle navi da combattimento che abbiamo… >> disse indicando fuori dalla finestra << … trovare quei maledetti pirati e… RIPORTARE INDIETRO MIA FIGLIA! INTESI?! >> le guardie annuirono spaventate e prima che potessero dileguarsi dalla vista del re, quest’ultimo le fermò << … aspettate, prima di andare ho un’ultima cosa da dire: appena prendete mia figlia, portatemi anche il capitano pirata, voglio disfarmi di lui personalmente, quindi non lo uccidete chiaro? >> i soldati s’irrigidirono vedendo lo sguardo sadico del re << assolutamente chiaro, vostra altezza >> << bene >> il re si compiacque per la risposta ricevuta e sorrise. Poi, dopo che le guardie se ne andarono, tornò a mangiare e pensò “ caro pirata, meglio per te che io non ti abbia tra le mani, altrimenti neanche la morte ti potrà salvare dalle sofferenze che ti causerò, potrei essere più clemente solo se mi riporterai subito mia figlia…”


NEL FRATTEMPO SU UNA “CERTA” NAVE. . .


La principessa si era addormentata senza accorgersene, quando ad un tratto, delle risate la svegliarono << ehi principessa! Certo che hai proprio un sonno pesante èh! Ti abbiamo buttato anche un secchio d’acqua in faccia ma niente da fare, dormi proprio tanto! >> Kukai la guardava ridendo, Amu però era ancora mezz’addormentata ma, un certo commento la fece sobbalzare << comunque principessa… belle forme! >> Amu, si svegliò di scatto e guardò da dove proveniva il commento… naturalmente da Ikuto! Provò a parlare << tu… brutt… èh, mi avete levata la benda? >> notò che finalmente, mentre dormiva le avevano tolto la benda che le copriva la bocca << devi ringraziare la ciurma, gli facevi pena e hanno dicendomi di levartela, comunque, sul serio, bel corpo >> rispose malizioso il capitano. Amu a quel commento si guardò addosso e notò che, la camicia da notte che indossava era tutta fradicia e le si vedeva il reggiseno con le mutande. Arrossì di botto e provò a coprirsi con le gambe << brutto maniaco pervertito! >>  i pirati a quel commento iniziarono a ridere << ehi! Capitano, ‘sta volta te l’ha proprio detto! Hahaha che ne dici di darle una punizione? >> Amu guardò innervosita e al tempo stesso il pirata che aveva parlato, aveva i capelli che davano sul verde e gli occhi marrone chiaro, doveva essere un parente di Kukai, dato che gli stava sempre vicino << hai ragione Daichi, qui serve un bella punizione… >> commentò poi Ikuto. La ciurma sorrise, “ oddio, che mi vuole fare questo qui… ho paura!!” pensò la principessa. Il capitano le si avvicinò pericolosamente al volto e la principessa chiuse gli occhi << ehi, apri gli occhi >> disse quest’ultimo. Amu aprì gli occhi e si trovò davanti un secchio pieno d’acqua e una scopa << inizia a pulire! >> disse seccato il pirata, poi la guardò meglio e notò che era leggermente rossa << dì la verità, ti aspettavi qualcos’altro vero? Posso sempre accontentarti principes…>> Amu gli diede una capocciata “ che novità” pensò Ikuto mentre si massaggiava la fronte << come faccio a pulire con le mani legate? >> disse la principessina guardando da un’altra parte. Kukai sorrise e le andò vicino, l’alzò e, con un pugnale le tagliò la corda che le legava le mani << così >> rispose semplicemente sorridendole. Amu però, appena fu libera, diede uno schiaffo ad Ikuto che le era davanti –lasciandolo spiazzato- e corse verso il lato destro della barca che aveva davanti e si sporse “cavolo, siamo in mare aperto ed io non so nuotare… ho paura…”, Ikuto si avvicinò alla principessa arrabbiato, le prese un braccio e la fece girare a forza verso di sé << non osare mai più fare una cosa del genere se non vuoi farti male e… guardami quando ti parlo >> Amu, aveva la testa rigirata dall’altra parte in modo che il capitano non la potesse guardare << ehi! Ti ho detto di girarti! >> la ragazza però non dava cenni di cedimento, non si girava. Così Ikuto le prese il viso e glielo girò a forza, ma, quello che vide lo fece rimanere un attimo spiazzato, la ragazza stava piangendo. Le erano capitate principesse lagnose e piagnucolone ma, vedere quella ragazza dall’apparenza leggermente forte, piangere, era davvero brutto. le lasciò il braccio, solo allora Amu si girò a guardarlo, piena di paura e rabbia. Per la prima volta, voleva davvero tornare a casa sua, così, con il volto basso e i pugni stretti parlò << tu… CREDI SIA DIVERTENTE TUTTO QUESTO!! STRAPPARE UNA RAGAZZA ALLA SUA FAMIGLIA SOLO PER OTTENERE UN RISCATTO! A MENO CHE NON MI UCCIDIATE SUBITO… io… ho sempre odiato voi pirati, siete esseri spaventosi che fanno del male a persone innocenti… >> Ikuto la guardò, poi però si rigirò dall’altra parte e se ne andò al timone.

Per un po’ nessuno parlò, i pirati ogni tanto gettavano occhiatacce ad Amu che nel frattempo stava in ginocchio con il volto basso e le lacrime che le scendevano lungo il viso, ad un tratto però, Yoru la guardò e le parlò << ehi principessa, questo è tuo? >> disse sorridendo malefico mostrandole l’Humpty Lock. Amu a quella vista, spalancò gli occhi e si toccò il collo per verificare. Non c’era, Yoru gliel’aveva preso! La ragazza istintivamente alzò le gambe e rincorse il pirata per riprendere ciò che le apparteneva. Yoru venne preso alla sprovvista, non credeva che la principessa le sarebbe andata incontro di corsa per riprendere il lucchetto, così, appena la ragazza gli fu addosso, non riuscì a restare in equilibrio e cadde all’indietro con Amu sopra che guardava fissa l’Humpy Lock. Quest’ultimo, durante la caduta di Yoru cadde in acqua. La principessa gridò più forte che poté e prima che qualcuno la potesse fermare, si gettò dalla nave per riprendere il lucchetto e finì in acqua.

<< Ikuto! >> disse Kukai guardando il capitano che aveva assistito alla scena decisamente stupefatto, la cosa che lo aveva sorpreso di più però era la parola che aveva pronunciato la principessa prima di gettarsi: “ l’Humpty Lock!!!!” . << allora aveva lei il lucchetto… >> << capitano!! >> gridò forte Daichi. Ikuto si riprese << Kukai! Vieni al timone! Io vado a prenderla! Daichi! Yoru! State pronti con le corde a sollevarci! >> << agli ordini! >> risposero i due.

Amu stava sprofondando nel blu con la mano tesa verso l’oggetto che brillava, ma il fiato le stava per finire. Quando ad un tratto sentì una stretta al bacino e notò che qualcosa la stava riportando su, allontanandola sempre di più dalla collana. Provò a dimenarsi, ma il risultato fu spiacevole, il fiato le era quasi finito del tutto, così il pirata, accortosi di ciò, nuotò ancora più velocemente verso su e, quando finalmente le loro teste sbucarono dall’acqua, la principessa urlò << NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!! >> Ikuto e gli altri pirati che intanto guardavano la scena, dovettero tapparsi le orecchie.

Ad un tratto successe una cosa che nessuno poteva immaginare…

Il lucchetto che ormai aveva quasi toccato il fondo appoggiandosi su una roccia, si illuminò all’urlo di Amu e a quest’ultima successe la stessa cosa. Ikuto si girò a guardarla “ è in risonanza” pensò stupito.

L’Humpty Lock risalì la superficie con una velocità spaventosa e arrivò alla mano di Amu che nel frattempo la tendeva verso di lui. Appena vide che aveva di nuovo il lucchetto tra le mani, Amu sorrise e una lacrima le scese lungo il viso << …mamma… >> sussurrò, poi svenne tra le braccia del pirata che, nel frattempo  si era fatto già scendere e, grazie a Daichi che prese Amu dal bordo della barca, riuscì a salire anche lui.

Quando furono tutti sopra, guardarono Amu svenuta << è lei allora! >> disse Ikuto pensando velocemente alla sua Dumpty Key, la chiave che faceva coppia con l’Humpty Lock, poi guardò la ciurma << non dovete assolutamente dire a nessuno dell’accaduto, chiaro?! È di vitale importanza tenerlo segreto >> i pirati annuirono, guardando Amu che nel frattempo Ikuto aveva preso in braccio.

Il capitano portò Amu nella sua cabina e la mise sul letto per farla riposare “ allora sei tu la figlia di Midori!”…

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. Risate ***


Capitolo 4. Risate
 

E così, un’altra notte passò. La mattina dopo…

<< ehi capitano! Guarda quant’è tranquilla mentre dorme! >> sorrise Kukai mentre guardava Amu dormire. Ikuto annuì, poi prese un secchio d’acqua e lo buttò alla bell’addormentata << Iku… capitano! Ma sei impazzito per caso? >> disse Kukai guardando l’amico << è più divertente vederla arrabbiata, non trovi? >> Kukai sospirò rassegnato alla stupidità (?) del capitano << sei crudele! >> << si da il caso che io sia un pirata Kukai, tu piuttosto, sei troppo infantile! >> “ ah… io sarei l’infantile adesso! Pensò il ragazzo mentre guardava il capitano che a sua volta rideva guardando la principessa dormire. Quest’ultima però, ad un tratto si svegliò << èh… dove mi trovo? . . . >> guardò i pirati che aveva davati, poi notò che era di nuovo bagnata e vide che Ikuto teneva il secchio in mano. << ancora il secchio d’acqua? Sul serio? Non credi di essere ripetitivo? >> Ikuto la fulminò con lo sguardo e Kukai cercò di soffocare una risata, poi guardò la ragazza << ti sbagli principessa, la prima volta sono stato io ad avertela buttata, comunque… >> si rivolse ad Ikuto << non ti sei stancato di vederla bagnata? Non si è asciutta un attimo! Se si ammala sono fatti tuoi! >> il capitano sbuffò << per una volta hai ragione… ehi tu, principessa, che ne dici di metterti qualcos’altro addosso? >> la principessa guardò il pirata << èh? >> << ho alcuni vestiti di mia sorella, credo che ti starebbero bene, molto probabilmente avete la stessa taglia. L’ho notato quando ti ho portata sulla nave l’altro ieri, sai, quando eri tra le mie braccia? Ecco, in quel momento e poi… >> Amu a quelle parole, rossa in viso per l’imbarazzo, gli diede un sonoro schiaffo in faccia << non so perché, ma mi aspettavo questa reazione comunque… aspetta un attimo >> disse Ikuto che nel frattempo si dirigeva verso un armadio << ehi… Kukai giusto? Ma, di chi è questa cabina? >> << quella del capitano ovviamente principessa! Piuttosto, mi sono stancato di chiamarti sempre “principessa”, non ce l’hai un nome? >> Amu spalancò gli occhi “ ho dormito nella cabina di Ikuto? Cosaaa?!” pensò la ragazza imbarazzata e al tempo stesso terrorizzata, poi rispose a Kukai << certo che ho un nome, ma non vedo il motivo per la quale dovrei dirtelo, semplice! >> il ragazzo rise << bèh, non hai tutti i torti principessa, forse, ogni tanto per cambiare, dovrei chiamarti con il tuo cognome allora, è meglio? “Hinamori”? >> Amu lo guardò seria, si avvicinò lui e gli diede una capocciata << non t’azzardare a chiamarmi “Hinamori !” io odio il mio cognome, quindi non dirlo mai più >> Kukai rise << sei simpatica principessa, ma con tutte le capocciate che dai, non ti fa male un po’ la testa? Sai, ne dai veramente tante! >> in quel momento anche Ikuto scoppiò a ridere e si avvicinò loro “ giusto, lei è una Hinamori, quindi Midori è per forza sua madre… credo…” << allora Hinamori, questo ti dovrebbe andar bene, sono riuscito a trovare un po’ di vestiti di mia sorella Utau comunque… >> Amu si alzò di scatto e gli diede un pugno << non chiamarmi HINAMORI! PIRATA PERVERTITO DEL CAVOLO! >> Ikuto rise << ma tu non eri quella che era spaventata e che odiava i pirati? >> Amu lo fissò << voi siete diversi da quello che pensavo e poi, non fate paura per niente, siete solo degli sbruffoni in cerca di denaro >> il capitano sorrise << si, certo >> commentò sarcastico. Poi, prendendo Kukai per la maglia, si avviò all’uscita della cabina, ad un tratto però, prima di uscire si girò verso Amu << ah, e comunque Hinamori, eri così tenera mentre ti accucciavi a me perché avevi freddo mentre dormivi >> Amu divenne rossa come un peperone e andò furiosa verso la porta della cabina che Ikuto aveva chiuso velocemente alle sue spalle appena aveva visto la ragazza scagliandosi contro e poi, chiudendo la porta a chiave. Appena chiusa, da dentro la cabina si sentiva la principessa gridare e sbattere le mani contro la porta << BRUTTO PERVERTITO CHE NON SEI ALTRO! ALTRO CHE PIRATA, TU SEI UN MANIACO! APRI SUBITO QUESTA PORTA! IKUTOOOOOOOOOOOO!!! TI HO DETTO DI APRIRE! E NON TI AZZARDARE A CHIAMARMI PIU’ HINAMORI CAPITO!! APRI QUESTA PORTA HO DETTO!!! >> i pirati dall’altra parte ridevano a crepapelle, Daichi si era addirittura buttato a terra per il troppo ridere << certo principessa, ai tuoi ordini >> Ikuto fece finta di rigirare la chiave, infatti Amu si era fermata; poi però un nuovo commento di Ikuto la fece di nuovo sbraitare << Hinamori, ma credevi sul serio che ti avrei aperto la porta solo perché me lo avresti chiesto? Pensa a cambiarti piuttosto, altrimenti rimarrai sempre con quella camicia da notte che lascia trasparire tutto quando bagnata! >> << MANIACO DI UN PIRATA! >> la ragazza diede un ultimo pugno alla porta ed andò a cambiarsi.

DOPO 10 MINUTI . . .

<< principessa, ancora non hai finito di cambiarti? >> chiese Yoru da fuori la cabina
<< si, ho finito. . . mi lascerete slegata? Senza mani o bocca coperte e legate? >> chiese la principessa da dentro. Yoru guardò Ikuto, dato che non sapeva cosa fare o rispondere alla principessa. << ti lasceremo “slegata”, come dici tu, solo ad una condizione >> disse Ikuto << sarebbe a dire? >> Ikuto sorrise, seguito da Kukai che aveva già intuito le sue intenzioni << dovrai lavare ogni giorno tutta la nave e dovrai anche essere la nostra cuoca, guai se ti lamenti, altrimenti ti buttiamo in mare >> << cosa???!!! Stupido pirata del cavolo! E va bene, se questo servirà per farmi restare viva, accetto! >> << bene >> rispose compiaciuto Ikuto che subito dopo aprì la porta.

Non fece in tempo a rigirarsi o fare qualche movimento del corpo che si ritrovò la principessa addosso che gli dava schiaffi, mentre gli altri guardavano increduli e divertiti al tempo stesso, la scena.

<> Ikuto a sentir parlare Amu iniziò a ridere e stanco degli schiaffi che stava ricevendo, le bloccò le mani e si alzò un po’ con la schiena avvicinandosi al suo viso << innocente e docile? Sul serio? Ma non farmi ridere! Devo ammettere che sei proprio divertente per essere una principessa >> le lasciò le mani e, con un dito, le diede un tocco sul nasino e lo levò. Poi poggiò le mani dietro di sé e continuò a ridere, seguito ‘sta volta anche dalla stessa principessa e, naturalmente da tutta la ciurma. << si, però ora devi pulire >> Amu abbassò lo sguardo rassegnata << si, è vero…uff … dov’è la scopa con il secchio? >> disse la principessa dopo essersi alzata dal capitano che, subito dopo le andò a prendere gli oggetti desiderati. Così, a malincuore, iniziò a pulire.

La giornata passò con i pirati che facevano scherzi alla “povera principessa” facendola scivolare,bagnare e un’altra sfilza di cosa e lei che si vendicava dandogli la scopa in testa o, buttandogli il secchio pieno d’acqua addosso.

La serata passò tra scherzi e risate, ma all’ora di cena…

<< ehi Ikuto! Ti fidi a farla cucinare? >> chiese Kukai al capitano mentre guardava la cucina e sentiva sghignazzare maleficamente la principessa. Ikuto deglutì << ora che mi ci fai pensare, è meglio che lasciamo la cucina nelle mani di Yoru, altrimenti con lei, ho un brutto presentimento… >> deglutì, seguito anche da Daichi che stava ascoltando la conversazione. Poi il capitano prese Kukai per il colletto << ancora non impari tu èh! Vuoi davvero finire male a quanto pare >> il ragazzò cercò di fare finta di niente << ma cosa dici capitano?! Io ti ho chiamato “capitano”, non Ikuto!! >> il pirata guardò fisso il moro << Kukai… lo hai appena fatto: mi hai chiamato Ikuto! >> << èh?... >> Kukai non se n’era accorto, certo, all’inizio lo aveva detto, però la seconda volta lo aveva detto senza farci caso << ehi capitano, vacci piano! Lo sai bene che mio cugino è uno stupido, non ti scaldare troppo per uno come lui! >> Ikuto guardò Daichi << hai ragione, non ne vale la pena, tanto lo ridirebbe comunque quindi tu… >> disse rivolto a Kukai << vedi di trattenerti la prossima volta >> Kukai,sorrise << scusa capo, ma è più forte di me! >> Ikuto gli diede una botta in testa << ahio! >> . Ad un tratto Daichi guardò la cucina e a sentire l’odore e i versi paurosi che faceva la principessa guardò Ikuto spaventato << capitano, credo che se non la fermiamo in tempo, quella ci avvelena! >> Kukai guardò il cugino << naaa, non ne sarebbe capace… >> poi, dopo essersi reso conto di ciò che aveva detto, guardò Ikuto e il cugino. << Kukai, tu falla immediatamente a fermare, io vado a chiamare Yoru! >> disse Ikuto mentre si dirigeva dal fratello che, nel frattempo era al timone.

L’ora di cena passò abbastanza tranquilla con Amu che giocava e guardava i coltelli lanciando occhiatacce a Ikuto e i pirati che guardandola, ringraziarono il cielo di aver fatto cucinare Yoru.

Finita la cena, Amu uscì fuori e si andò ad allungare su un’amaca che aveva trovato nella cabina di Ikuto e aveva legato all’albero maestro e ad un altro appiglio, dove poteva dormire tranquilla. Così, si allungò e iniziò a guardare le stelle e la luna. Poi, chiuse gli occhi e ascoltò il rumore del mare “ quanto avevo desiderato riposare vicino al mare per ascoltare il suo dolce canto,il dolce rumore delle onde che s’infrangono sulla terra o ti cullano come un bambino… adesso, sono addirittura su una nave! Se tolgo la situazione in cui mi sono cacciata, dalla mia mente, è tutto perfetto! Io ed il mare, come una cosa sola… se solo imparassi a nuotare! Allora sì che è come se fossimo una cosa sola, invece, dato che non so nuotare e che quando sto in acqua rischio di affogare… basta! Non ci voglio più pensare…” << uff… >> ad un tratto una voce la fece svegliare dai suoi pensieri << ehi principessa! >> Ikuto. Come al solito… << ancora tu?! Che c’è? >> il pirata si sedette sulla sponda della barca, vicino ad Amu << sicura di essere una principessa? Dai modi non si direbbe sai? >> la ragazza lo guardò offesa e lui se ne accorse << sei una tipetta violenta, eppure avevi detto che noi pirati ti spaventavamo, ci odiavi e tutte quelle altre cose… >> << hai ragione. Sono consapevole di ciò che ho detto, me ne rendo perfettamente conto però… sai, voi mi sembrate diversi dagli altri pirati di cui ho sentito parlare da mio padre… >> il pirata sorrise << e come siamo noi allora? >> Amu sorrise ripensando alla giornata << a modo vostro, siete simpatici, ridete sempre e sembra che vi divertiate ogni volta in tutto ciò che fate, siete anche dei pervertiti però >> rispose quest’ultima guardando il pirata che sentendo la parola rise << ehi, ti riferisci a me per caso? >> la ragazza fece la finta tonta e chiuse gli occhi sorridendo << io? Ma quando mai! >> il pirata la guardò. << ehi, mi offendo principessa! >> << ma quanto mi dispiace!! >> disse aprendo un occhio per poi richiuderlo << anche tu non sei niente male! >> la ragazza rise << buona notte Ikuto! >> il pirata fece finta di non aver sentito il suo nome e si alzò per andare alla cabina a dormire << buona notte principessa! >> <> il pirata si girò a guardarla << eh?! >> << è il mio nome >> Ikuto sorrise << buona notte allora… Amu! >> detto ciò andò a dormire.

Ma i due ragazzi non si erano accorti di essere spiati << ma quanto sono carini! >> disse Kukai da dietro il timone << eh già! >> rispose Daichi << alla fine grazie al fratellone sappiamo anche il suo nome! >> concluse Yoru << e poi... >> continuò Kukai << non ci hanno neppure scoperti che li spiavamo >>. Ikuto a quelle parole rise. Dalla sua cabina, -che si trovava sotto il timone- aveva sentito ogni singola parola. Gliel’avrebbe fatta pagare il giorno dopo.

Ora voleva dormire tranquillo ripensando alla giornata “Amu…che strana principessa” pensò poi… e con quel pensiero si addormentò sorridendo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. Iiniziamo! ***


Capitolo 5. Iniziamo!
 

La mattina seguente Amu si svegliò prima di tutti gli altri. . .

 “ eheheh, questa volta gliela faccio vedere io!”, prese il secchio dell’acqua, lo riempì e lo buttò prima addosso a Yoru che si svegliò con un << ehi! >> poi, fece lo stesso con Daichi << ma sei impazzita principessa? >>, anche lui, stranamente, aveva avuto la stessa reazione di Yoru, ovvero, non aveva svegliato nessuno per dirgli dello scherzo. La principessa li ignorò, così, butto il secchio d’acqua addosso a Kukai << non so perché, ma sapevo che prima o poi l’avresti fatto >> rise il moro.

Adesso toccava a lui. La ragazza non vedeva l’ora di buttargli il secchio d’acqua in faccia!  << adesso tocca a te! Eheheh >> stava per buttargli in secchio quando il braccio del bell’addormentato la bloccò << credevi davvero che mi sarei fatto fregare così facilmente? >> Ikuto era sveglio da tanto ma aveva fatto finta di niente per tutto il tempo, fingendosi addormentato << cos.. ehi! Ma eri sveglio non vale!! >> i pirati risero. Ikuto le toccò il naso con un dito << sei una sciocca… Hinamori! >> la ragazza cominciò ad innervosirsi e riuscì, non si sa come, a buttargli il secchio addosso e infilarglielo in testa, lasciando il pirata spiazzato << non-mi-chiamare- Hinamori! >> detto ciò, se ne andò alla sua amaca e si rigirò dall’altra parte offesa.

<< Ehi… Ik…capitano! Ma non ti sei stancato ancora? >> chiese Kukai ridendo, dopo che Ikuto si era tolto il secchio dalla testa. Quest’ultimo sospirò << è divertente stuzzicarla! Comunque… >> si girò verso il fratellino << Yoru! Vai a preparare la colazione, oggi sarà una lunga giornata! E poi, verso sera, dovremmo arrivare al porto quindi significa che… >> << rivedremo finalmente la sorellonaa!! >> concluse Yoru saltando da una parte all’altra, per poi dileguarsi in cucina. << io… a dire la verità stavo per dire che prima arrivavamo, prima ce ne dovevamo andare quindi… >> Kukai e Daichi risero << che cos’hai fatto ‘sta volta per far infuriare tua sorella Ikuto? Sai che è una persona suscettibile >> << già… diciamo che è arrabbiata perché non la vado a trovare da tanto… ma lo è ancora di più da quando sa che faccio stare le principessa sulla mia nave e lei non la faccio salire >> Kukai lo guardò << e tu per una volta falla salire! >> Ikuto lo fissò malizioso << di la verità, tu vuoi farla salire per starci insieme non è vero? Tanto lo sanno anche gli altri che tra voi c’è del tenero >> Kukai imbarazzato girò il volto – ormai diventato rosso- dall’altro lato << comunque… >> continuò Ikuto << le donne su una nave portano sfortuna, appena il padre della principessa ci darà un riscatto, la lasceremo andare, semplice no? >> il ragazzo fissò il capitano << ed io che pensavo… >> << cosa? >> chiede incuriosito il capitano << niente… lascia stare… comunque Yoru non ci sta mettendo troppo tempo a cucinare? Io ho famee!! >> il capitano rise << hai ragione. Andiamo a vedere cosa combina >> Kukai annuì ed iniziarono ad andare verso la cucina.

Passarono anche vicino ad Amu che nel frattempo stava girata di spalle e guardava il mare “ avrà sentito?...” pensò Ikuto lanciandole uno sguardo fugace << … ma che m’importa, la cosa non mi deve interessare… >> Kukai sentì la frase che Ikuto aveva detto flebilmente e gettò uno sguardo sulla principessa “ ora ho capito…” pensò poi, ma fece finta di nulla.

FATTA COLAZIONE.

La principessa non era entrata a mangiare. Era rimasta tutto il tempo allungata all’amaca a contemplare il mare. Quando ad un tratto si sentì chiamare << ehi principessa! Tieni! >> era Kukai che, con un toast in bocca, le aveva porso un piatto con dei toast ed un bicchiere di spremuta << oh! Grazie… >> il ragazzo le sorrise, lasciandola un po’ sovrappensiero << come mai non sei venuta a tavola? Non hai fame? >> la ragazza addentò un toast ed abbassò lo sguardo << non mi andava, semplice… >> addentò un altro morso << certo che mangi proprio come una principessa! >> rise il ragazzo << si da il caso che io sia una principessa, Kukai >> << già… ma dal comportamento non si direbbe >> Amu gli diede uno scappellotto amichevole sulla testa << scemo! Io non mi comporto così di solito sai? >> Kukai la guardò, sempre con il sorriso sulle labbra << ah si? E come ti comporti allora? >> la ragazza sorrise a sua volta << beh, diciamo che mi comporto come ci si aspetta da una principessa. Solo a volte faccio di testa mia >> << in che senso “di testa tua”? >> << certo che sei un impiccione! >> << già! >> la ragazza sospirò << e va bene, te lo dico… devi sapere che io sono cresciuta senza vedere mai il mare… >> Kukai a quelle parole sobbalzò << cosa??? >> la ragazza gli diede un pugno << e fammi finire di parlare almeno! >> << certo, scusa! >> << bene… hai visto le mura che sono intorno al palazzo? >> il ragazzo annuì << quelle sono servite, oltre che per cercare di non far avvicinare voi pirati, -anche se a quanto pare non funziona bene la cosa- serva anche per coprirmi la visuale del mare >> Kukai la guardò con uno sguardo interrogativo << ti starai chiedendo il perché immagino… fra un po’ ci arrivo. È vero,io non avevo mai visto il mare,ma un giorno da piccola, rincorsa dalla mia tata, sono riuscita ad oltrepassare le mura e a vederlo. È stato davvero bellissimo >> il ragazzo la guardò comprensivo, sapeva come ci si sentiva a vedere per la prima volta il mare << da quel giorno, sono sempre scappata un’oretta o due per stare in spiaggia ed osservare l’oceano. Mio padre però, ha sempre mandato le guardie a trovarmi. E, ogni volta che ci riuscivano, io dovevo andare con loro, altrimenti se non mi avrebbero riportata a palazzo, le avrebbe uccise >> Kukai spalancò gli occhi “ addirittura ucciderle?! Ma è un mostro!” << quindi io tornavo sempre per farle rimanere in vita, diciamo così… >> << giuro… non ho parole! Però ancora non capisco una cosa… >> Amu lo guardò interrogativa << cosa? >> << perché tuo padre non vuole che tu stia vicina al mare? >> la ragazza lo guardò tristemente ed il ragazzo se ne accorse << perché mia madre è stata uccisa da dei pirati mentre era in mare… >> Kukai la guardò stupito “ ecco perché è spaventata dai pirati” << scusami… non avrei dovuto chiederlo >> Amu fece cenno di no con la testa << non fa niente… mi sei simpatico sai? >> il ragazzo rise << anche tu! Non sei niente male per essere una principessa >> la ragazza contraccambiò il sorriso << e tu, per essere un pirata! >>.

Ikuto nel frattempo,osservava la scena imperterrito e al tempo stesso un po’ arrabbiato <> vedendo i due che ridevano, si girò e se ne
andò al timone “ stupido Kukai, non ti devi affezionare troppo!”

<< tornando a noi Amu… >> la principessa appena sentì pronunciare il suo nome guardò Kukai << come fai a sapere il mio nome? Io non te l’ho detto! Aspetta… non mi dire, ieri ci avete spiato! >> Kukai fischiettò facendo finta di niente << noi? Spiato voi? Ma quando mai! >> Amu lo guardò leggermente accigliata << Kukai >> disse con le braccia conserte al ragazzo, che nel frattempo aveva girato la testa di lato fischiettando, poi però, guardando l’espressione della ragazza cedette << ok, magari solo un pochino! >> << impiccioni! >> Kukai rise << ma eravate così carini, era impossibile non sentire e vedere! >> in quel momento sia Amu che Ikuto – che aveva “accidentalmente” ascoltato- arrossirono << ma che dici! >> il ragazzo iniziò a ridere a crepapelle << comunque Amu… volevo chiederti una cosa >> << dimmi pure Kukai >> << a te piace essere una principessa? >> la ragazza rimase un po’ sorpresa davanti a quella domanda << certo che mi piace >> Kukai si fece serio << e per quale motivo ti piace? >> la ragazza rimase ancora più sorpresa “ a cosa vuole arrivare Kukai?” si domandò scrutandolo con lo sguardo, poi rispose << la risposta credo sia semplice. Quando si è principe o principessa, come nel mio caso, si ha la possibilità di aiutare il popolo, le persone che hanno bisogno e poi, anche se è faticoso e non sembra, è divertente! >> sorrise la ragazza, lasciando Kukai sorpreso per quelle parole << caspita! Sei la prima principessa che rapiamo che risponde a questa domanda così! >> Amu alzò un sopracciglio << a quante principesse l’avete chiesto Kukai? >> il ragazzo rise e si gratto la testa con una mano << beh… ho perso il conto a dire la verità >> quella risposta lasciò Amu spiazzata << come hai perso il conto?! >> << eh già. Comunque Amu se più in gamba di quanto pensassi! Tutte le principesse a cui l’ho chiesto mi hanno risposto di si solo perché almeno avevano tutti i vestiti e i gioielli che volevano! Invece tu mi hai dato una bellissima risposta! I miei complimenti! >> la ragazza gli sorrise << certo che per essere un pirata, sei abbastanza strano! >> << lo prendo per un complimento e comunque anche tu, per essere una principessa, sei abbastanza strana! >> << ma grazie Kukai, quanto sei gentile >> un’altra risata da parte dei due.

Ikuto stava iniziando ad innervosirsi “ troppa confidenza” pensò. Poi però decise di fare una cosa e gli spuntò un sorriso malefico sulle labbra, lasciò il timone a Daichi ed andò verso i ragazzi che nel frattempo ancora chiacchieravano tranquilli << tu, non dovresti pulire a quest’ora, principessa? >> i ragazzi si girarono a guardare il capitano << oi capitano, cosa ti porta da queste parti? >> scherzò Kukai, ma Ikuto non resse bene lo scherzo << si da il caso che questa sia la mia nave, che c’è, vuoi finire in pasto agli squali? >> Kukai rimase a bocca aperta  << ehi Ikuto! Kukai stava solo scherzando! >> disse Amu prendendo le parti nel nuovo amico. “ oh no Amu, quando Ikuto è arrabbiato per conto suo, non devi assolutamente chiamarlo per nome!” pensò Kukai guardando Ikuto che era palesemente arrabbiato per qualcosa, mandò un’occhiataccia a Kukai e guardò Amu. Poi prese velocemente la spada e la puntò contro la ragazza << ho detto che non devi chiamarmi per nome! >> Kukai ed Amu iniziarono a spaventarsi << Ehi capitano! Calmati, dai, la principessa non lo dirà più il tuo no… >> << STAI ZITTO TU! >> Kukai indietreggiò “ ommioddio, vuoi vedere che questo qui è geloso? Comunque è impazzito? Non lo vedevo così da un sacco di tempo!”. Ikuto guardò accigliato la ragazza che nel frattempo incominciava a spaventarsi << Kukai, dalle una spada,anche la tua va bene adesso >> il ragazzo lo guardò interrogativo << cosa stai dicendo capitano lei.. >> << DALLE QUELLA CAVOLO DI SPADA HO DETTO! >> disse il capitano urlandogli contro e tenendo sempre la spada puntata contro Amu. Kukai fece come diceva il capitano e porse ad Amu la sua spada. La ragazza la prese tentennante << bene! Ora vieni al centro della nave >> la principessa lo guardò impaurita e fece ciò che le chiedeva. Arrivati al centro della nave ed Ikuto si mise in posizione d’attacco << ehi capitano, cosa vuoi fare? >> chiese Amu trattenendosi dal chiamarlo “Ikuto” – notando la situazione- << mettiti in posizione d’’attacco anche tu! >> << cos… >> << TI HO DETTO DI METTERTI IN POSIZIONE D’ATTACCO!! >> a quell’urlo giunse anche Yoru a vedere cosa stava succedendo, mentre Daichi guardava spaventato dal timone. Yoru si avvicinò all’amico << ehi Daichi, ma che gli è preso? È impazzito! >> Daichi guardò Yoru << molto probabilmente gelosia… >> disse a bassa voce per non farsi sentire da Ikuto << gelosia? >> ripeté Yoru, Daichi annuì << forse si è ingelosito vedendo mio cugino parlare apertamente con la principessa e ridere insieme con lei! >> << aaah, ora capisco! Si, forse hai ragione >> “ Ikuto, sei uno scemo!” pensò poi il fratellino del capitano.

Nel frattempo Ikuto attaccò Amu che per miracolo si difese << bene principessa, ora iniziamo! >> Amu spalancò gli occhi, come d’altronde anche gli altri della ciurma << ma è impazzito, vuole combattere? >> disse Kukai al cugino e a Yoru << a quanto pare si, ma non vi preoccupate, non farà sul ser… >> non finì la frase che Ikuto colpì Amu al fianco di striscio, lasciandole solo un graffio << ehi capitano, che ti prende? Perché fai così? >> chiese Amu mentre con una mano si toccava la ferita. Yoru sospirò << forse ho sbagliato… credo faccia sul serio >> << èèèhh??!! >> risposero in coro i due cugini.

<< bene principessa, iniziamo il vero combattimento ora! >> Amu spalancò gli occhi “cosa?!”

 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. L'Arrivo Al Porto ***


Capitolo 6. L’Arrivo Al Porto
 

<< forza principessa vediamo cosa sai fare! >> un altro attacco da parte di Ikuto. La principessa lo schivò  per miracolo << io ho lavorato pochissimo con la spada da piccola capitano! Mi ucciderai! >> sul volto di Ikuto comparve un ghigno che Amu notò malvolentieri. << bene, allora vediamo cosa ti hanno insegnato principessa! >> Ikuto affondò un nuovo tiro che però Amu non vide e un nuovo graffio abbastanza profondo si fece mostra lungo la sua gamba. La principessa trattenne un urlo e, gli altri della ciurma guardavano a bocca aperta e occhi spalancati. Kukai provò a fiondarsi in aiuto della ragazza << NON CI PROVARE KUKAI! >> ma il ragazzo controbatté << ma capitano! Di questo passo la ucciderai… >> prima di continuare fece mente locale “ aspetta… forse so un modo per far arrabbiare Amu e quindi farla reagire….eheheh…” << … e se morirà non potremo chiedere il riscatto al padre! Lo hai detto tu stesso poi! >> detto ciò, Amu iniziò ad innervosirsi sentendo quelle parole << riscatto, riscatto, solo quello sapete dire, ORA MI SONO STUFATA! >> la principessa si gettò contro Ikuto che dovette a fatica parare il colpo. Avendo intuito l’intenzione di Kukai però, Ikuto sorrise. Dovette però continuare a parare i colpi di Amu che sembrava inferocita << SE PROPRIO VOLETE DEI SOLDI, BASTA CHE MI RIPORTIATE AL CASTELLO E VI PAGHERO’ IO! MI SONO STANCATA DA FARVI DA SGUATTERA! >> a quelle parole Ikuto rabbuiò e ‘sta volta, con una calma incredibile, mentre Amu stava per fare un altro affondo – che comunque il ragazzo avrebbe parato – Ikuto le prese il braccio che reggeva la spada, glielo strinse e fece urlare la ragazza .Poi il ragazzo, glielo storse ed arrivò a portarglielo dietro la schiena, facendola urlare ancora di più. Successivamente avvicinò il suo volto all’orecchio di Amu e le sussurrò << tutto qui quello che sai fare “Hinamori”? mi aspettavo di più sinceramente! >> poi le morse l’orecchio. Amu arrossì di colpo, sia per la rabbia che per l’imbarazzo, così, gli diede una testata all’indietro e riuscì a liberarsi e a riprendere la spada che le era caduta a terra. “ Bel colpo!” pensarono in quel momento gli altri della ciurma.

Dopo aver raccolto la spada, guardò infuriata Ikuto << ti avevo detto che non dovevi chiamarmi “Hnamori”, Ikuto! >> gli altri della ciurma spalancarono la bocca << l’ho ha chiamato veramente “Ikuto” in un combattimento?? È letteralmente impazzita! >>. Ikuto si pulì il sangue dal labbro – che per colpa della capocciata di era rotto – e la guardò sorridendo << anche io, ti avevo detto di non chiamarmi col mio nome, principessina! >> il ragazzo si gettò su di lei con una stoccata, ma la ragazza riuscì a malapena a pararla ed ecco quindi un nuovo graffio sull’addome.

Kukai, guardando quei due che “duellavano” si accorse di una cosa fondamentale << quello lì non sta facendo sul serio, si sta solo divertendo!! >> Yoru e Daichi lo fissarono << ora che mi ci fai pensare, hai ragione e poi, guarda…>> disse Daichi indicando Amu << se ci fai caso sta puntando principalmente a romperle i vestiti … >> guardò Yoru << certo che tuo fratello è proprio un pervertito Yoru >> << a quanto pare… >>.

Mentre Ikuto attaccava, ad Amu si rompevano i vestiti. << cos.. ehi Ikuto!! Che cavolo stai facendo!! >> la sua lama si scontrò con quella del ragazzo all’altezza del volto. Il ragazzo ne approfittò e avvicinò il suo volto a quello della ragazza << ti avevo detto che non dovevi chiamarmi Ikuto e poi, anche se i vestiti di mia sorella ti stanno che una meraviglia… >> a quelle parole Amu arrossì ed indietreggiò il volto, mentre quello di Ikuto si avvicinava << … credo staresti meglio senza Hinamori! >> detto ciò riuscì a mordicchiare di nuovo l’orecchio della ragazza che però, con un calcio ben assestato lo allontanò << sei solo un pervertito ecco ciò che sei!!! >> il ragazzo si piegò in due per il dolore del calcio, poi però dopo pochissimo si rimise eretto << non credo sia una novità principessa! Ora però mi sono stancato, finiamola una volta per tutte! >> la principessa sobbalzò << non farai sul serio?! >> la risposta non arrivò, al suo posto c’era solo un ghigno malefico.

Nel frattempo gli altri membri della ciurma ridevano, perché avevano capito che Ikuto non facevano sul serio e che si stava solo divertendo. All’inizio stava facendo sul serio perché “forse” aveva avuto un momento di gelosia, come dicevano Kukai,Daichi e Yoru. Poi però, dopo essersi sfogato un pochino all’inizio, aveva allentato la presa e ora si stava solo divertendo un po’. In sostanza, non aveva mai fatto sul serio.

Amu chiuse gli occhi per lo spavento e portò la spada davanti a sé “ mi ucciderà”.  A dispetto di quello che immaginava però, non sentì niente, neanche dolore, così aprì gli occhi e si ritrovò il viso di Ikuto vicinissimo al suo. Il ragazzo la fissava, quando ad un tratto sulle sue labbra comparve un sorriso << ci sei cascata principessa! >> le toccò il naso con un dito e si allontanò un po’. La principessa invece, per lo spavento, cadde a terra in ginocchio e fece dei profondi respiri << tu sei matto! >> tutti i pirati risero osservando la scena.

Ad un tratto Ikuto indicò Amu << comunque… bel colore! >> << èh? >> guardò dove stava indicando il pirata e spalancò gli occhi << tu…PERVERTITO CHE NON SEI ALTRO!!! LA MIA MAGLIETTA!! >> . durante l’ultimo “attacco” Ikuto non aveva fatto altro che  fatto finta di attaccare direttamente alla ragazza, invece le aveva solo rotto la maglietta, lasciando vedere il reggiseno << pervertitooooo!!! >>.

La ragazza urlò e con una mano si coprì la maglia, poi qualsiasi oggetto le si trovasse vicino, lo gettava contro il pirata che, seguito dagli altri, rideva a crepapelle. Iniziò con il tirargli contro un secchio, la scopa, qualche pezzo di legno o ferraglia, una corda, ma il pirata le schivava tutte e continuava a ridere. Poi, la ragazza offesa, corse nella cabina di Ikuto e si chiuse dentro, nella ricerca di qualche maglia non rovinata della sorella, da mettere ed anche di qualche benda per medicarsi.

<< capitano, lasciatelo dire, questa volta ci hai proprio fatto prendere un colpo! >> disse Kukai avvicinandosi al pirata, seguito anche da Yoru << già, fratellone questa volta Kukai ha ragione, hai proprio esagerato! Ci hai fatto spaventare! >> Ikuto guardò il fratellino ridendo, poi guardò Kukai arrabbiato << troppa confidenza con lei! >> il ragazzo guardò il capitano sorpreso, poi il suo volto si trasformo un ghigno divertito <<  sei geloso!! >> iniziò a ridere e con grande sorpresa, Ikuto arrossì un po’, poi però diede una botta in testa all’amico << non è vero, piantala! >>,si diresse verso il timone per dare il cambio a Daichi ed iniziò a sbuffare divertito ripensando a ciò che gli aveva detto Kukai.

Nel frattempo Amu si era chiusa dentro la cabina e cercava i panni della sorella di Ikuto, fortunatamente ne trovò alcuni. Indossò una maglietta bianca che rimaneva larga e un corpetto che le stringeva sotto il petto, poi cercando ancora, trovò dei pantaloni e degli stivali e, notando che erano del suo stesso numero, li indossò. Dopodiché raccolse i capelli in una coda di cavallo. Adesso era perfetta, mancavano solo delle bende da mettere alle ferite che, oltretutto le bruciavano a morte e poteva rilassarsi – per quanto glielo avrebbero permesso-. Uscì dalla cabina del capitano e sospirò abbassando lo sguardo. Appena lo rialzò notò che tutti la stavano guardando con la bocca spalancata ed un pochino rossi in viso, cosa che fece a sua volta arrossire la ragazza, poi, dopo un lungo respiro parlò << ehi! Avete delle bende o qualcosa del genere per medicarmi? >> Yoru, sempre con la bocca aperta, indicò lo sgabuzzino e la ragazza, con un sorriso lo ringraziò, dirigendosi poi verso lo stanzino indicatole da Yoru.

Appena la ragazza entrò, tutti i pirati si guardarono << certo che con i vestiti di Utau è davvero bellissima! >> commentò Kukai << già, e con i pantaloni sta davvero bene! >> aggiunse Daichi << a quanto pare ha la stessa taglia di Utau in tutto! Comunque, mi associo, è davvero bella… tu che ne pensi fratellone? >> domandò infine Yoru rivolgendo uno sguardo al fratello che nel frattempo faceva finta di non sentire i commenti << io? Cosa penso? … mmm… non è niente male! >> i pirati a quel commento si guardarono, sospirarono e tornarono a svolgere i loro compiti “ un commento abbastanza povero per uno che, fino a qualche minuto prima aveva rischiato di ferirla a morte perché preso da un attacco di gelosia” pensò Kukai, poi salì sull’albero maestro ed iniziò ad osservare l’orizzonte.

ARRIVO’ PRESTO LA SERA. DOPO CENA…
 
La principessa come la sera prima, si era allungata sull’amaca ed osservava il cielo ed il mare e, come la sera precedente, era arrivato Ikuto.

<< che vuoi? >> disse secca Amu guardando il pirata e mettendosi seduta. << parlarti >> rispose tranquillamente Ikuto << bene, io non ho voglia di parlare con il mio rapitore >> << sei cattiva >> commentò lui mentre guardava il mare << sei un pirata ed io una principessa, non potrei trattarti altrimenti, soprattutto dopo la tua “esibizione” di questo pomeriggio >> Ikuto abbassò lo sguardo << non mi sembra che con Kukai o gli altri ti comporti come ti stai comportando con me,soprattutto con Kukai… >> la ragazza lo guardò stupita << 1° non hanno tentato di massacrarmi ad un combattimento; 2° non sono pervertiti come te >> l’ultimo commento fece ridere sommessamente il pirata che poi però guardò seria la ragazza << secondo te avrei potuto sul serio fare una cosa del genere? Ferirti mortalmente? Mi credi un demonio principessa! >> la ragazza resse lo sguardo del ragazzo << no. Ti credo un pirata semplicemente! >> la risposta della ragazza fece zittire il pirata e presto tra i due, scese un silenzio imbarazzante accompagnato da un fresco venticello.

Solo dopo alcuni minuti il pirata riprese la parola << senti… posso farti una domanda? >> la ragazza lo guardò << l’hai appena fatta >> << allora posso fartene due? >> << la risposta è uguale a quella che ti ho appena dato >> il ragazzo incominciò ad innervosirsi << la pianti? Sto cercando di parlarti! >> la ragazza alzò un sopracciglio << sul serio? Non me n’ero accorta >> il ragazzo le diede una spinta che la fece quasi cadere all’indietro << sei incorreggibile! >> disse lei mentre con un braccio si teneva alla giacca del pirata per non cascare << egocentrica >> la ragazza dopo aver ripreso equilibrio ed essere riuscita a non cadere, lasciò la presa del pirata << non è vero! E tu sei un completo idiota! >> il ragazzo si avvicinò lei << altezzosa >> << permaloso! >> i due quasi non fecero a capocciate per quanto si erano avvicinati << viziata! >> << che cosa?? Non è affatto vero!! >> il ragazzo alzò un sopracciglio << ok, magari solo un pochino… e comunque tu sei uno sporco imbroglione! >> << ma davvero? Si da il caso che io sia un pirata… e tu invece sei una stupida! >> << che cosa?? Non ti permettere pervertito che non sei altro! >> il ragazzo la guardo serio << sei proprio monotona! Me l’avrai detto un milione di volte pervertito! >> la ragazza indietreggiò e si allungò sull’amaca << è vero, ma se ci sei non ci posso fare niente! >> il ragazzo si appoggiò di nuovo sul parapetto della nave << pazienza… comunque alla fine, dopo tutti questi giri di parole, non mi hai fatto ancora parlare di ciò che volevo dirti >> la ragazza sospirò << avanti, sentiamo allora! ... almeno la fai finita >> aggiunse sotto voce. Ikuto, girando il volto verso il mare cominciò a parlare << ok 1° cosa: come fai ad avere l’Humpty Lock; 2° domanda: perché lo hai chiamato mamma >> Amu a quelle parole sobbalzò e quasi non rischiò di cadere un’altra volta << come fai a conoscere l’Humpty Lock? E comunque, posso risponderti a tutte e due le domande con una sola risposta: è un regalo di mia madre >> la ragazza si rattristò ed Ikuto se ne accorse << … mi dispiace >> disse solamente. La ragazza fece un sorriso forzato << comunque non hai risposto alla mia domanda! >> Ikuto la guardò con uno sguardo interrogativo << quale domanda? >> << certo che tu le persone le ascolti con molto interesse vedo… comunque ti avevo chiesto come conoscevi l’Humpty Lock >> << ah già. Vediamo, da dove comincio… mm… prima di tutto devi sapere che io ho la Dumpty Key, la chiave che fa coppia con il tuo lucchetto, seconda cosa, è stata una donna a parlarmene molti anni fa, quando ero ancora bambino. Era davvero una donna speciale... >> il ragazzo guardò Amu con sguardo malinconico “ è meglio che non le dica subito che quella donna era Midori, la madre…” << oh,capisco… comunque perché… >> si bloccò << no, niente, lascia stare >> << se lo dici tu >> la ragazza alzò il volto verso il cielo, poi lo riabassò per guardare il  pirata << comunque, scusa la domanda Ikuto, ma tu quanti anni hai? >> il ragazzo non si aspettava una domanda del genere per cui si era sentito un po’ sorpreso << beh… io ne ho 21… tu Amu? >> << 21? Sul serio? Non sembra affatto!! Io comunque ne ho 18! >> << 18? Sei una mocciosa insomma! Non che non me ne fossi accorto, sia chiaro, però non me l’aspettavo! >> la ragazza si stizzì << mocciosa?? Ma come ti permetti! E comunque sei solo 3 anni più grande di me! >> << “solo” ? sul serio? Sei proprio una mocciosa! >> la ragazza si offese e gli diede una botta sulla spalla. Poi, dato che era allungata, si girò completamente dall’altra parte << comunque Amu, domani sera devo raccontarti una cosa importante. Ora dormi che domani mattina arriveremo presto al porto >> << come faccio a dormire se sei ancora qui a parlare con me? Comunque va bene… >> il ragazzo si trattenne dal darle un pugno << sei ancora arrabbiata? È passato un sacco di tempo! >> << è stato questo pomeriggio… a domani Ikuto, buonanotte! >> il pirata diede una spinta all’amaca che dondolò velocemente. Amu dovette reggersi forte per non cadere << ti avevo detto di non chiamarmi Ikuto! ‘notte anche a te. Domani sarà una luuunga giornata >> “che idiota” pensò la ragazza chiudendo gli occhi “ che scema” pensò a sua volta il pirata dirigendosi verso la cabina.

L’INDOMANI ALL’ALBA…

<< capitano! Svegliati! Siamo arrivati! >> gridò Kukai battendo fortemente il pugno sulla porta della cabina del capitano.

Ikuto si svegliò malvolentieri “oh no, oggi incontreremo Utau… scappiamo vi prego!” pensò il ragazzo mentre si alzava. Kukai invece era al settimo cielo, non vedeva l’ora d’incontrare Utau!
<< buongiorno Kukai, ragazzi >> disse Amu svegliata da tutto quel fracasso che l’amico stava facendo e salutando Yoru e Daichi che chiacchieravano tranquillamente mentre quest’ulitmo ormeggiava la nave al porto.

<< buongiorno Amu! Hai notato che bella giornata che è oggi? Il sole splende, i gabbiani cinguettano, il mare è calmo, il cielo è sereno… >> << ok. Abbiamo capito che oggi sei felice. Comunque riguardo il tempo,hai proprio ragione! È davvero una bella giornata! Ad ogni modo,non facciamo colazione? >> il ragazzo appoggiò le mani sulle spalle della principessa << èh no, mia cara principessa! Oggi si fa colazione alla locanda!! >> la principessa lo guardò confusa << ehm… quale locanda? >> << ma come quale??? Quella dove lavora Utau ovviamente!! >> la ragazza diede una pacca affettuosa sulla spalla di Kukai << ora capisco! >> il ragazzo sorridendo, si allontanò e, dirigendosi verso il parapetto, scese velocemente l’ancora.

Amu andò verso Yoru e Daichi, mentre nel frattempo Ikuto era uscito dalla cabina << ehi ragazzi! Kukai oggi è piuttosto esaltato non trovate? >> i ragazzi sospirarono << ogni volta che si parla di Utau si comporta così >> disse Daichi. La ragazza rise << è proprio innamorato! Guardate com’è contento!! >>  << tutto il contrario di quello lì >> disse Yoru indicando Ikuto << come mai tuo fratello è in queste condizioni? Sembra si stia dirigendo al patibolo >> Yoru la guardò rassegnato << si vede proprio che non conosci Utau, ora vedrai appena scendiamo! >> la principessa annuì incuriosita.

Appena scesi dalla nave si diressero verso la locanda. Si chiamava “Sea’s Butterfly”  “che nome insolito” pensò Amu guardando il nome di quest’ultima . Entrarono e, con grande curiosità e stupore, Amu notò che Yoru trascinava Ikuto dentro, mentre quest’ultimo si dimenava perché non voleva entrare << smettila di fare storie Ikuto! Sei un uomo ormai!È solo nostra sorella! È solo Utau! >> << proprio per questo non voglio entrare! Lasciami sta… >> << Ikuto? Yoru? >> una voce nuova sopraggiunse alle orecchie della ciurma, ma soprattutto a quelle di Ikuto “ oh no, sono finito” .

Una ragazza dai due codini biondi ed un fisico mozzafiato si diresse verso i ragazzi, stupita e al tempo stesso arrabbiata con una certa persona. Ikuto guardò la ragazza << ciao, Utau… >>

 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7.Pazzia ***


Capitolo 7. Pazzia
 

 

La ragazza si avvicinò con un sorriso a trentadue denti al fratellino Yoru e l’abbracciò << ciao Yoru!! Come sta il mio piccolo ometto?? >> il piccolo pirata sorrise  << ciao sorellona! Io bene e tu? Comunque non sono più piccolo, ho 13 anni, quindi non chiamarmi ometto è fastidioso! >> Utau gli sorrise e gli scompigliò i capelli.

Nel frattempo Ikuto, notando il momento di distrazione della sorella, stava provando a svignarsela << tu! >> disse la biondina con tono alterato al fratello maggiore mentre lo indicava. Ikuto si bloccò “ oh no, mi ha scoperto… e chi la sente adesso!” << dove credi di andare? Dietrofront! >> il capitano fece il vago << io? Mah, da nessuna parte Utau, volevo prendere una boccata d’aria fresca tutto qui… >> il ragazzo iniziò a sudare freddo mentre la sorella nel frattempo si stava avvicinando con il volto basso ed i pugni serrati. Ikuto, all’avanzare della sorella, indietreggiava di un passo, fino a quando, quest’ultima, gli si fiondò contro e gli diede un pugno lasciando a bocca aperta Amu che nel frattempo guardava atterrita la scena. La biondina dopodiché prese a due mani il colletto della giacca del fratello ed iniziò a scuoterlo, rischiando di fargli rompere il collo << tu… brutto essere che non sei altro! Come osi presentarti qui dopo tutto questo tempo èh,èh!! Neanche una lettera, senza farmi sapere come stavate tu e Yoru, niente!! Ma lo sai quanto mi avete fatta preoccupare?? >> la ragazza continuava a “scuotere” il fratello che nel frattempo faceva finta di non sentire e di pensare ad altro.

Amu invece era terrorizzata mentre guardava la scena, quando ad un tratto sentì una pano poggiarsi sulla spalla, si girò per vedere chi era. Kukai, naturalmente! << non ti preoccupare Amu, fa così tutte le santissime volte però non è cattiva, ora osserva! >> disse l’amico indicando Utau. << non puoi immaginare neanche quanto mi sia preoccupata per voi!! >> “ sarà la miliardesima volta che me lo ripete” pensò nel frattempo Ikuto << si,si va bene ho capito Utau, la prossima volta ti faremo avere notizie >> la ragazza a quelle parole lasciò la presa e, la rabbia che aveva prima scomparve << oooh fratellone mioo!! Quanto mi sei mancatoo!!! >> disse poi saltando addosso al fratello che nel frattempo cercava di togliersela di torno “ questa ragazza è troppo appiccicosa…”

La principessa invece spalancò la bocca “ ma questa qui ha qualche problema!” pensò. << comunque Utau, ancora non saluti una certa persona >> aggiunse poi Ikuto facendo riferimento a Kukai. La sorella si girò verso il “quasi ragazzo” e, vedendolo sorriderle, si staccò dal fratello e saltò addosso a Kukai, che contraccambiò l’abbraccio ridendo << oooh tesoro!! Quanto mi sei mancato anche tu! >> disse la ragazza schioccando un bacio alla  guancia al ragazzo << anche tu mi sei mancata Utau! Comunque, come procede la carriera?? >> la biondina fissò il ragazzo sorridendo << benissimo!! Sto ricavando un sacco di soldi ed inoltre, un sacco di gente, viene alla locanda solo per vedermi cantare! Poi… >> lo sguardo di Utau cadde per puro caso alla sinistra di Kukai, dove c’era Amu che guardava la scena sconcertata. La principessa non poté fare almeno di allontanarsi un poco dalla coppia << ehi Kukai… chi è questa ragazza e perché indossa i miei vestiti?! >> lo sguardo di Utau metteva paura ed Amu si allontanò ancora di più e si nascose dietro Daichi che si trovava vicino a Yoru << oh, lei è la principessa che abbiamo catturato questa volta! >> << principessa? >> domandò la biondina. I membri della ciurma annuirono ed Ikuto iniziò a ridere sommessamente. La principessa ne se accorse e lo fissò truce << ehi tu, che hai tanto da ridere?? >>  ‘sta volta Ikuto non riuscì a trattenere la risata << io…pff… niente… >>.

Ad un tratto Amu sentì un’aria minacciosa provenire dietro di sé, si girò e vide Utau imbestialita << tu…  TU! COME OSI PARLARE IN QUEL MODO AD IKUTO! >> la principessa sobbalzò << èh? Ah, scusa comunque… >> ignorò completamente Utau e si girò verso Ikuto << tu non avevi detto che nessuno ti poteva chiamare “Ikuto”? >> il capitano la fissò seria, poi però scoppiò di nuovo a ridere “ Utau l’ammazzerà” << si, ma lei non lo vuole capire, è proprio come Kukai che ogni volta si “sbaglia” e mi chiama col mio nome comunque…pff… >> tornò di nuovo a ridere << allora “capitano”, vorresti gentilmente farla finita??!! >> Utau,mentre assisteva alla scena diventava sempre più furibonda e, prendendo la spada di Kukai – che aveva sul fianco destro- si gettò verso Amu.

La principessa, che nel frattempo si era girata un attimo a guardarla, vedendo che la voleva infilzare, riuscì giusto in tempo a scansarsi << ehi… cosa ti ho fatto? >> chiese tentennante, la biondina però la fissò solamente e si gettò di nuovo su di lei. La principessa dovette scansarsi di nuovo e andò a sbattere contro Ikuto << ma cosa le è preso? >> gli chiese velocemente prima di scansarsi di nuovo. Il capitano sorrise beffardo << com’è che si chiama? Ah, giusto “gelosia”, vero? Dovrebbe essere questa, io non l’ho mai provata quindi non so che risponderti principessa >>; mentre Amu schivava i colpi di Utau, la ciurma di Ikuto alla parola “ mai provata” erano scoppiati in una fragorosa risata che venne poi interrotta da un’occhiataccia da parte del capitano. Nel frattempo tutti gli altri pirati e clienti che erano nella locanda assistevano alla scena e ridevano “ io non ne posso più di questo posto” << Utau! >> chiamò Ikuto. La sorella si fermò e si girò verso il fratello che l’aveva chiamata. La principessa approfittando di quel momento di distrazione intanto, era uscita fuori e tornata in riva al mare.

Quando la locandiera poi, si era rigirata verso la principessa che ora, non c’era più, sospirò << Utau, quando la smetterai una buona volta di fare queste scenate? >> la rimproverò il fratello maggiore. La biondina provò a contraddirlo << …ma… >> << niente ma! Ogni singola volta che portiamo una principessa tu devi fare queste scenate! Non è ora che tu cresca un po’? insomma,hai 19 anni! >> Utau girò lo sguardo verso l’alto offessa,poi guardò di nuovo il fratello << se solo tu… no, niente, lasciamo stare, parlare con te è una perdita di tempo, io me ne vado di sopra >> detto ciò corse verso la sua camera – che si trovava nel secondo piano della locanda e si affacciava direttamente sul mare.- Il capitano sospirò << ehi Ikuto, non credi di aver esagerato? È pur sempre tua sorella! >> disse Kukai raggiungendo poi la ragazza << io vado a vedere dove si è cacciata Amu, potrebbe benissimo scappare, non si sa mai, poi addio al riscatto sennò! >> “ chissà se gli importerà davvero del riscatto” pensò poi Yoru sospirando << ehi Daichi, che ne dici se nel frattempo prendiamo qualcosa da bere e da mangiare, ho una fame!! >> aggiunse poi << va bene Yoru! >>

“ era da tempo ormai che non l’osservavo così, che non assaporavo il suo profumo con tranquillità,mi è mancato stare così a contatto con lui… l’oceano”

Amu era seduta sulla spiaggia che contemplava il mare, chiudeva gli occhi,ascoltava il rumore delle onde che s’infrangevano sulla sabbia, il profumo della salsedine che la circondava. Le era mancato tutto questo. Anche se era stata tutto questo tempo su una nave, con il suo rapimento, i pirati che la facevano imbestialire, non era riuscita ad assaporare i momenti in cui poteva sentire davvero il mare, i momenti in cui di notte, durante una lieve brezza fresca, entrava in contatto con le onde del mare che facevano danzare la nave come se fosse in una culla e che il suono delle onde coronava il tutto come se fosse una ninna nanna. I troppi pensieri che le passavano per la mente di notte, quando doveva riposare non le lasciavano assaporare tutto ciò. La principessa sospirò, poi tornò ad osservare il mare.

“dove caspita si è cacciata! Giuro che se è scappata e poi la ritrovo, l’ammazzo! Principessa dei miei stivali”

Ikuto camminava nervosamente in cerca della principessa, quando ad un tratto, dopo essersi accorto di essersi allontanato dal porto e di trovarsi in spiaggia, la vide. “ meno male!” pensò. Si avvicinò alla ragazza mantenendo al tempo stesso una certa distanza e ciò che vide lo fece rasserenare; la principessa era ad occhi chiusi con un lieve sorriso sulle labbra che ascoltava il mare. Il capitano poi, senza far accorgere nulla alla principessa, si sedette vicino a lei << bello il mare vero? >> << già >> dopo essersi resa conto che qualcuno le aveva parlato e che lei aveva risposto, aprì gli occhi di scatto e si girò dove aveva sentito la voce e… << buon per te che non sei scappata principessa >> quest’ultima urlò << mi hai fatto prendere un colpo! Ma cosa ti è saltato in mente? >> il pirata sospirò << certo che sei rumorosa èh, comunque non che m’interessi sia chiaro, ma… perché non sei scappata? >> Amu lo fissò seria << ti interessa eccome >> il pirata girò lo sguardo da un’altra parte << comunque… >> continuò la principessa << non dico che l’idea di scappare non mi abbia sfiorato la mente ma, semplicemente sapevo che prima o poi mi avreste trovata e poi non so neanche in che posto siamo esattamente,quindi non saprei a chi chiedere aiuto, tutto qua >> Ikuto sorrise << mossa intelligente principessa comunque, oltre che per assicurarmi che tu non fossi scappata, sono venuto perché devo parlarti di una cosa >> Amu lo guardò stupita << cosa devi dirmi? >> << un segreto molto importante >> il ragazzo si fece cupo << un segreto?? Perché dovresti raccontare a me questo segreto? >> << prima di raccontartelo devi rispondere ad una mia domanda >> la principessa iniziò a preoccuparsi ed annuì << va bene dimmi pure >> << il nome di tua madre è Midori Hinamori? >> Amu spalancò gli occhi << come fai a conoscere il nome di mia madre? >> “ Amu… tua madre è stata uccisa da dei pirati mentre faceva un bagno in mare” le parole del padre di Amu tornarono nella sua mente e la ragazza si portò le mani in testa “ pirati… dei pirati hanno ucciso tua madre… pirati,pirati, pirati” la principessa iniziò ad urlare. Aveva gli occhi spalancati, iniziava a sudare e stringeva le mani sulle tempie come a voler togliere dalla mente quel ricordo “ Ikuto è un pirata… lui sa il nome di mia madre…” “ dei pirati hanno ucciso tua madre” “ucciso…mia madre…Ikuto” la principessa, sempre con gli occhi spalancati, alzò lo sguardo verso il capitano che nel frattempo la scuoteva per farla riprendere << ehi Amu! Che ti prende? Ehi! Rispondi, inizi a farmi preoccupare! Amu che hai? >> la principessa abbassò lo sguardo << dei pirati hanno ucciso mia madre… tu sei un pirata… tu conosci il nome di mia madre… >> sta volta anche il pirata spalancò gli occhi << ehi… cosa stai insinuando Amu? >>la principessa sorrise sadica e, con una velocità incredibile estrasse la spada di Ikuto e gliela puntò contro << sei stato tu vero? Hai ucciso tu mia madre! >> il capitano spalancò gli occhi e d’istinto indietreggiò << Amu ma cosa stai dicendo?! Non dire cavolate! Non avrei mai fatto del male a tua madre! >> la principessa però non lo ascoltava e continuava a ripetere continuamente la parola “ pirata” e “uccidere” e si avventava ferocemente contro Ikuto che riusciva a malapena a schivare i suoi attacchi poi, pensando intensamente alla Dumpty Key e ad un suo prezioso ricordo, gli spuntarono le orecchie e la coda proprio come quando aveva rapito Amu.

Non fece in tempo ad indietreggiare che la ragazza lo ferì ad un fianco ed iniziò a ridere malefica. Ikuto gemette per il dolore e,con una mano tenne premuta la ferita. Si fermò a guardare Amu, non sembrava più lei, era come se un’altra persona si fosse impossessata del suo corpo, la persona che aveva davanti non poteva assolutamente essere lei, era troppo diversa! Occhi spalancati la bocca contorta in un sorriso sadico e la testa piegata leggermente di lato e il suo continuo ripetere le parole “pirata” e “uccidere”. “ no, non può essere Amu! Lei non è così. Sembra una psicopatica quella che ho davanti! Non è assolutamente Amu” pensò il ragazzo mentre continuava a schivare gli attacchi di quest’ultima. Grazie al potere di Ikuto però, la sua agilità lo riusciva a salvare dalle ferite che la principessa cercava continuamente di infliggergli.

Ad un tratto il pirata però, riuscì a fermare l’attacco di Amu con una mano. Grazie alla sua velocità e prontezza, mentre la principessa cercava nuovamente di ferirlo, era riuscito ad andare di lato alla spada e a bloccarla alla parte della lama. Amu fissava crude il ragazzo infelice che quest’ultimo fosse riuscito a bloccare  l’attacco. Gocce di sangue cadevano dalla mano d’Ikuto, ma quest’ultimo in quel momento era impassibile al dolore e guardava serio negli occhi Amu che nel frattempo cercava di toglierla spada dalla presa ferrea di Ikuto senza però riuscirci << lasciami pirata! Io devo vendicarla! Lascia la spada e lasciati uccidere! >>.

Il ragazzo guardava addolorato la scena; Amu aveva uno sguardo vuoto e provava a tirare via la spada dalla mano d’Ikuto provocandogli però una ferita sempre più profonda alla mano, tanto da farlo gemere sommessamente << non ci penso neanche a farmi uccidere… Amu, ora devi ascoltarmi >> la principessa però sembrava non ascoltarlo, così, Ikuto attirò la spada verso di sé facendo sbattere Amu contro il suo petto. Prontamente gettò la spada un po’ più lontana da loro e bloccò Amu per le braccia che, a quel gesto, iniziò a dimenarsi come una pazza << lasciami!io devo vendicarla! >> il capitano strinse ancora di più la presa alle braccia di Amu e, questa volta fu lei a gemere per il dolore, poi Ikuto la guardò negli occhi arrabbiato e le gridò contro << AMU! ORA BASTA,SMETTILA! IO NON HO UCCISO TUA MADRE, NON LE AVREI MAI FATTO DEL MALE, ERA UNA PERSONA FANTASTICA, LA CONOSCEVO SAI! >> la principessa però sembrava non volerci credere << BUGIARDO! TU MENTI, DIMMI LA VERITA’ FORZA! >> una lacrima le scese lungo il viso ed Ikuto provò a parlare con più calma << Amu, non ti sto mentendo. Io conoscevo tua madre, non le avrei mai fatto del male, credimi non ti sto mentendo, io-non-ho-ucciso-tua-madre! Aspetta un secondo… >> Ikuto guardò lo sguardo di Amu –che nel frattempo di era tranquillizzata- e notò che aveva lo sguardo perso nel vuoto. Provò a scrollarla un poco per farla riprendere << ehi Amu, lo sai chi sono io? Mi riconosci? Sai chi sono? >> la principessa alzò lo sguardo verso di lui << … pirata … >> poi abbassò di nuovo lo sguardo. Il pirata spalancò gli occhi “ no,no,no… che le sta succedendo, non può essere…” la scrollò di nuovo << Amu! Guardami! Chi sono io? >> la principessa questa volta sembrò ascoltare e lo fissò negli occhi << … tu…sei… >>

In quel momento alcuni ricordi le tornarono in mente. I ricordi di quando aveva visto per la prima volta quei bellissimi occhi cobalto, di quando con un salto, in braccio a lui, era atterrata sulle mura come se niente fosse, delle sue grandi orecchie da gatto, della chiacchierata sotto le stelle,del combattimento in cui lui le aveva rotto la maglia, dei secchi che gli aveva lanciato contro quando era arrabbiata e del suo nome che lui non voleva pronunciasse da nessuno << … Ikuto … >>

La principessa tornò in sé e finalmente il suo sguardo color oro tornò lo stesso di sempre. Il pirata cadde in ginocchio stremato con le mani sulle spalle della ragazza e la testa sul ventre di essa, poi sorrise esasperato con lo sguardo verso la sabbia << ti avevo detto di non chiamarmi Ikuto, sciocca… >>

Amu fissò Ikuto e,piano piano le tornarono in mente le scene di poco prima, di quando aveva cercato di ucciderlo e delle parole di lui,poi iniziò a piangere e con le mani, carezzò dolcemente la testa del pirata << hai ragione… >> singhiozzò << … sono proprio una sciocca! >> dettò ciò cominciò ad urlare con la testa verso il cielo,gli occhi chiusi e le lacrime che le scendevano a dirotto dagli occhi << SCUSAMI!! >>. Il pirata sorrise dolcemente “hai ragione, sei proprio una sciocca a cui piace farmi prendere gli spaventi”

Nel frattempo una figura misteriosa stava assistendo alla scena e sorrise malefica << finalmente ti ho scovata principessa Amu! Il re Hinamori sarà entusiasta di questa notizia >>


ANGOLO DELL'AUTRICE:

ciao a tutti!!! scusate il ritardo clamoroso!! >.< gomen! 
però alla fine ce l'ho fatta! ecco a voi il 7° capitolo! spero di avervi soddisfatta un pò e che vi sia piaciuto :)
ringrazio infinitamente chi ha messo la storia tra le preferite,lericordate e le seguite. arigatou gozaimasu minna!! :D :D
in + vorrei ringraziare chi continua a recensire la mia storia... GRAZIEE!!! ricordo come sempre che accetto tutti i tipi di critiche, sia positive che negative u.u
il prossimo capitolo proverò a scriverlo e postarlo in settimana già ho una grandissima idea su come far continuare la storia! eheh ^^
fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto!
xxx
mikytkd :*

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. Un Ballo Per Un Ricatto ***


Capitolo 8. Un Ballo Per Un Ricatto

 
La ragazza piano piano si calmò, dopodiché guardò il ragazzo che era ancora appoggiato con la testa sulla sua pancia << ehi Ikuto, dovresti andare a curarti quelle ferite, altrimenti potresti svenire! >> nessuna risposta. La ragazza lo fissò e lo scosse un poco e quel poco, bastò a far cadere il ragazzo per terra << … come non detto… è svenuto >> “ avrei dovuto sospettarlo però, non mi ha rimproverata quando l’ho chiamato Ikuto” alzò le spalle, poi, si abbassò all’altezza del pirata e, con una fatica incredibile, riuscì a farlo appoggiare alla sua schiena cosicché potesse trascinarlo fino alla locanda, dove sicuramente la sorella lo avrebbe curato. Girò il suo sguardo verso il pirata e fece una smorfia dolorosa, le scese una lacrima che però tirò indietro velocemente << scusami… mi dispiace davvero Ikuto >>

<< ehi Daichi, non credi che quei due ci stiano mettendo troppo tempo? Ikuto dovrebbe sapere che qui intorno è pericoloso perché a volte si aggirano delle guardie reali… >> chiese Yoru preoccupato dopo aver addentato l’ennesimo pesce. Daichi lo guardò << hai ragione… inizio a preoccuparmi anche io. Andiamo a cercarli anche noi, spaeriamo non sia successo niente! >> Yoru annuì e così, uscirono velocemente dalla locanda alla ricerca del capitano e la principessa .

La ricerca però non durò molto perché Daichi in lontananza, notò una capigliatura a lui molto familiare e urlò << AMU!!! >> Yoru guardò nella stessa direzione di Daichi e corsero verso la principessa;solo quando furono abbastanza vicini, notarono che la principessa portava Ikuto svenuto sulle spalle << Fratellone!!! Amu, cos’è successo?? Cos’è tutto questo sangue? >>

Daichi aiutò Amu a far passare Ikuto dalle spalle della principessa, a quelle di Yoru << Amu ti si è macchiata la maglia di sangue! >> la principessa abbassò il viso, le stavano tornando in mente le immagini di ciò che era successo poco prima e cambiò discorso << ci penseremo dopo, ora serve un medico che possa curare Ikuto >> Daichi annuì e si avviarono velocemente verso la locanda.

Amu, dato che non aveva più quel peso, di corsa, arrivò poco prima dei ragazzi << KUKAI!!! DOVE SEI KUKAI! SERVE AIUTO!! >> il ragazzo, che era con Utau, a quelle parole, corse velocemente verso la  ragazza, seguito a sua volta dalla biondina << Amu! Cos’è successo??!! >> << Ikuto è ferito! Serve un medico, qualcuno che lo possa curare e in fretta! È svenuto da una decina di minuti e perde molto sangue! >> Utau spalancò gli occhi << dov’è ora?? >> chiese allarmata. Proprio in quel momento, prima che Amu potesse risponderle, entrarono Yoru e Daichi con Ikuto ancora svenuto << UTAU! KUKAI!  Serve una mano! Ed in fretta! >> Kukai si fiondò verso i due ragazzi e diede loro il cambio, si caricò Ikuto sulle spalle << Utau!, in camera tua, ci serve che lo curi! >> la ragazza alla vista del fratello pieno di sangue e un po’ pallido, quasi non svenne, ma una mano poggiata improvvisamente sulla sua spalla, la fece ritornare alla realtà. Si girò, era Amu << principessa… >> la principessa guardava seria Utau << è nelle tue mani, non ti preoccupare, starà bene, dovresti sapere che è molto forte Utau >> la locandiera annuì e salirono velocemente nel secondo piano della locanda, dove si trovava la sua camera.

Poggiarono velocemente Ikuto sul letto. << ha una ferita molto profonda sul fianco destro e sulla mano >> apprestò a dire Amu, i ragazzi deglutirono ed Utau annuì << ora lasciatemi sola con lui, devo concentrarmi >> i ragazzi si diressero fuori la porta aspettando notizie da Utau. Dopo un po’, Kukai guardò serio la principessa << Amu, cos’è successo? >> la principessa spalancò gli occhi, sapeva di dovergli delle spiegazioni ma, aveva paura della loro reazione, ma, soprattutto aveva paura di ricordare quel momento << ehi Amu! Mi hai sentito? Che ti prende?! >> la ragazza si riprese dai suoi pensieri << eh?!... scusa ma te ne parlerò dopo o, te ne parlerà Ikuto… io non mi sento tanto bene, devo prendere una boccata d’aria, scusatemi! >> detto ciò, salì al terrazzo della locanda e sospirò.

<< ma che le è preso? >> chiese Yoru appena la ragazza fu via. Daichi fece spallucce << Yoru, Daichi, quando Utau farà sapere delle notizie, venite a cercarmi, molto probabilmente sarò in terrazza. Vado a vedere che le prende >> prima che Daichi potesse ribattere, Kukai era già partito di corsa << … ma la principessa non aveva detto che voleva stare da sola? >> Yoru fece spallucce << sai com’è fatto. Lasciamolo fare… >>

Amu nel frattempo guardava l’Humpty Lock, che aveva preso tra le mani, ed iniziò a parlare tra sé e sé << … mamma… che mi sta succedendo? Avevi detto che questo lucchetto mi avrebbe portato fortuna, invece… non ci capisco più niente! Ho bisogno di parlare con qualcuno mamma… ho bisogno di parlare con te >> << puoi sempre parlare con me principessa >> Amu si voltò di scatto e ciò che trovò, fu un dolcissimo sorriso. << Kukai! Da quanto sei qui? >> il ragazzo le si era messo vicino, appoggiato al muretto della terrazza << da “ ho bisogno di parlare con qualcuno mamma…” >> << ah… >> rispose secca Amu << senti principessa, so che potrei sembrare inaffidabile, insomma, sono un pirata dopotutto! Ma, il punto è, che, da primo momento che ci siamo parlati mi sei sembrata simpatica ed ora ti considero quasi una amica… >> la principessa inarcò un sopracciglio << “quasi”?? >>  Kukai sorrise << ehi, hai dimenticato che comunque tu sei il nostro ostaggio? >> << ah, giusto… la storia dell’ostaggio …>> sospirò incrociando le braccia al petto << comunque è lo stesso per me >> disse imbarazzata la principessa girando il volto da un’altra parte << eh?! >> chiese confuso Kukai << dicevo… anche per me sei quasi un amico >> il pirata inarcò a sua volta il sopracciglio serio imitandola << “quasi”?? >> la principessa rise << dopotutto sei sempre il mio rapitore no? >> << touché >> sorrise a sua volta il ragazzo << comunque… >> continuò poi Kukai << … cos’hai Amu? Perché sei così giù? >> la ragazza si rattristò << riguarda ciò che è successo prima >> Kukai non capiva << riguardo Ikuto? >> la principessa annuì e Kukai sorrise malizioso << da quando in qua ti preoccupi per lui principessa? È forse successo qualcosa di interessante? >> la frecciatina però non arrivò ad Amu che, alla domanda di Kukai rispose seria e a bassa voce << sono stata io a ridurlo così. È stata colpa mia >> il ragazzo rimase a bocca aperta e la guardava serio << cos’hai detto? >> la prese per un braccio e glielo strinse un po’. Ad Amu però iniziarono a scorrere delle lacrime sul volto << io non volevo… davvero, non volevo Kukai! >> il ragazzo allentò la presa vedendola in quello stato << non riesco a seguirti Amu… cos’è successo? >> la ragazza si morse il labbro inferiore con le lacrime che continuavano a scorrerle lungo il viso e cadde in ginocchio << ehi Amu! Stai bene? >> la principessa prese fiato e gli rispose << sono impazzita >> Kukai non riusciva a seguirla << cosa stai dic… >> << Ikuto mi ha detto una cosa ed io sono impazzita non sembravo io, addirittura mi sono ricordata alla fine di cosa era successo, non ero in me, sto impazzendo >> la principessa mise le mani sui lati della sua testa ed urlò << Amu, calmati! >> << aveva detto anche lui la stessa cosa ma niente, io non riuscivo a tornare in me! >> Kukai alla visione della ragazza in lacrime che urlava, non poté fare a meno di rattristarsi a sua volta, così, d’istinto l’abbracciò. La principessa a qual contatto piano piano si calmò << ora che ti sei calmata, te la senti di raccontarmi cos’è successo? >> la ragazza, un po’ incerta, annuì e gli raccontò dell’accaduto. “ così Ikuto stava per raccontarle di Midori…” pensò Kukai mentre Amu continuava a raccontare. Il ragazzo spalancava gli occhi e deglutiva all’avanzare del racconto e ad Amu iniziarono nuovamente ad uscire delle lacrime che, però, si apprestava ad asciugare.

Il pirata alla fine del racconto della principessa fece un lungo respiro e le scompigliò affettuosamente i capelli ma, prima che potesse parlare, uno Yoru affannato comparve alla terrazza << Kukai! Principessa! Ikuto si è svegliato! >> Kukai per il momento lasciò stare ciò che voleva dire alla ragazza e si precipitò, seguito a sua volta da lei, in camera di Utau, da Ikuto.
Kukai aprì la porta velocemente e, dopo che Amu e Yoru furono entrati, la chiuse con violenza << IKUTO! >> il pirata era disteso sul letto di Utau e, al tono della voce di Kukai, dovette tapparsi le orecchie con le mani, poi lo fissò rude << avvicinati un attimo Kukai >> il ragazzo annuì e fece come dettogli dal capitano. Quest’ultimo, appena Kukai gli fu vicino, gli prese un orecchio e glielo stritolò << primo: che ca**o ti urli! Non sono mica sordo; secondo: te l’avrò detto un milione di volte e ancora non impari! Mi devi chiamare “ capitano” non “Ikuto” chiaro? Terzo: sto bene, grazie >> Kukai gli sorrise dolcemente << meno male >>.

Amu nel frattempo guardava la scena tristemente, ma, vedendo che stava bene, fece un sorriso forzato. << ehi principessa pazza! Vieni un attimo qua >> la principessa si sentì chiamare e quel soprannome non lo mandò proprio giù, così, dato che era vicino ad una poltrona con cuscino, prese il cuscino e, dato che Yoru, Daichi, Kukai e Utau erano andati un attimo in cucina per parlare di una cosa che non le avevano fatto capire, lanciò il cuscino dritto dritto in faccia al capitano, poi gli si avvicinò sedendosi sul letto vicino a lui << gattaccio malandato come mi hai chiamata?? >> riprese il cuscino che Ikuto aveva ablimente schivato e glielo spiaccicò sulla faccia << non chiamarmi più così chiaro?? >> poi, allentò la presa sul cuscino e vi appoggiò la fronte sopra << Ikuto… mi dispiace davvero tanto >> il capitano nel frattempo, che aveva il viso girato da una parte per non soffocare a via del cuscino, fece un’espressione triste, poi, facendo finta di niente, cercò la mano di lei e, dopo averla trovata, incrociò le dita con quelle di lei che, al contatto sobbalzò e divenne rossa come un peperone, tenendo comunque le dita incrociate a quelle di lui.

Nel frattempo stava iniziando un temporale ed il vento che fischiava, cercava di entrare dalle finestre chiuse facendo però sbattere le persiane…

Dato che Amu si era spostata di scatto, il cuscino cadde dal volto di Ikuto e i loro sguardi poterono finalmente incrociarsi << sei sempre violenta tu èh! >> scherzò un po’ Ikuto  facendo innervosire la ragazza << non è colpa mia se tu hai il potere di farmi innervosire anche solo guardandoti >> ribatté lei prendendo nuovamente il cuscino e portandolo al petto << già, faccio questo effetto, lo so >> sorrise malizioso lui facendo sorridere lei << comunque Amu… come stai? >> l’espressione della ragazza da felice, divenne nuovamente triste << come vuoi che stia ,Ikuto? >> il ragazzo fece una smorfia amareggiata , poi la ragazza continuò << è tutta colpa mia se sei ridotto in questo stato e se sei svenuto, però devo ammettere che “principessa pazza” mi sta proprio bene come soprannome non trovi? >> il pirata la guardò tristemente << Amu… >> una lacrime scese lungo il viso della ragazza << no, ti prego, non parlare, so già cosa vuoi dirmi >> la principessa strinse la stretta della mano del ragazzo e lui, al contatto sorrise dolcemente << e cosa vorrei dirti sentiamo? >> << che sono una pazza che merita solo la morte perché è una scema che fa impazzire gli altri  e non pensa mai prima di agire e perché un ostaggio non dovrebbe mai permettersi di fare del male al suo rapitore altrimenti verrebbe uccisa all’istante e… >> Ikuto, che era appoggiato con la schiena alla parete del letto, staccò  le spalle dal muro e si avvicinò con il busto alla principessa che, nel frattempo teneva la testa bassa e continuava a blaterare cose senza senso – come stava pensando lui in quel momento- poi, Ikuto, la mano che aveva incrociata a quella della principessa, l’alzò e la portò al viso di lei asciugandole le lacrime e facendole una carezza. La ragazza al contatto lo guardò dritta negli occhi << quand’è che io avrei mai pensato di dire quelle cose? Sciocca di una principessa, prima di parlare tu, fai parlare anche gli altri d’accordo? >> la ragazza annuì. Poi, Ikuto, appoggiò la fronte a quella di lei ed iniziò a sussurrarle  dolcemente << hai ragione su una cosa però… tu mi fai proprio impazzire principessa >> la guancia del pirata scivolò su quella della principessa e piano piano si ritrovarono a guardarsi negli occhi.

Amu sentì una sensazione strana all’altezza dell’Humpty Lock, come se qualcosa stesse bruciando: il lucchetto era in risonanza con la chiave
Ikuto sentì bruciare improvvisamente la tasca, dove poco prima aveva messo la Dumpty Key: era in risonanza.

La dolce atmosfera venne interrotta bruscamente da Kukai che irruppe nella stanza e i due ragazzi all’entrata del pirata, si staccarono velocemente. Kukai li guardò interrogativo e al tempo stesso malizioso << ho per caso interrotto qualcosa? >> la ragazza fece di no con le mani << no, no assolutamente! Ma… sbaglio o qui fa caldo? >> andò verso la finestra e l’aprì ma, un’ondata di pioggia e vento l’investì << ora sto decisamente meglio >> disse a bassa voce mentre gli altri due la guardavano stranamente << ma è scema? >> disse Kukai indicando Amu che nel frattempo aveva il viso verso la finestra. Ikuto annuì << a quanto pare >> poi però sorrise ripensando a poco prima, quando era quasi riuscito a baciarla << ehi capitano? Cos’è quella faccia da ebete? Aaaah… ho capito! Ti sei innam… >> non finì la frase che Ikuto gli diede un pugno  facendogli uscire un po’ di sangue dal naso<< non sparare cavolate, lo sai che non è mai successo! >> la ragazza si girò a guardarli un attimo, poi, chiuse la finestra ed andò verso di loro << ah già… Kukai, come mai devi dirci forse qualcosa? Èh, ma quello è sangue! Che è successo? >> il ragazzo prese un fazzoletto che aveva in tasca e si pulì il sangue << una cosa molto importante: ‘sta sera principessa, si andrà ad un ballo reale! >> Ikuto sbuffò, Amu invece spalancò la bocca << cosa? Un ballo reale? La cosa mi puzza di bruciato…  dov’è il trucco? >> in quel momento entrarono anche Yoru, Daichi e Utau << sei perspicace principessa! >> disse Yoru sorridendo << ora mettiti comoda, dobbiamo spiegarti un po’ di cose e dopo ti lasceremo nelle mani di Utau >> lo sguardo di Amu incrociò quello di Utau e la principessa rabbrividì << allora, iniziamo con le spiegazioni, Kukai, sta a te parlare >> disse Ikuto << tipico…uffa peròò tocca sempre a me >> << osi ancora lamentarti dopo tutto quello che hai fatto? >> disse Ikuto riferendosi al momento interrotto con Amu. Kukai rabbrividì ed annuì << Amu, dicevamo, questa di ‘sta sera per noi sarà una grande opportunità. Questo ballo farà in modo che il messaggio del ricatto arrivi a tuo padre >> Amu li guardò con una faccia strana << ah, ecco a che serve il ballo. Mi chiedevo infatti quando l’avreste fatto… comunque continua dai >> sospirò Amu << bene, allora ‘sta sera un nostro amico pirata ci aiuterà ad infiltrarci al ballo facendoci passare per duchi e duchesse e lì, dato che abbiamo saputo che ci sarà un subordinato di tuo padre, avremo modo di dargli una lettera con su scritto che non ti ridaremo a lui finché non ci pagherà la somma che richiederemo >> Amu li guardò scocciata e incrociò le braccia al petto << credo che vi stiate dimenticando di un piccolo particolare >> i pirati la guardarono attenti << quale? >> chiese ingenuamente Kukai << io sono una principessa! Credete forse che non mi riconosceranno al ballo e non cercheranno di prendermi per portarmi da mio padre? >> i pirati sorrisero << cosa sono quei sorrisi? >> chiese irritata la principessa << è colpa tua Kukai che hai dimenticato di dirglielo! >> disse Daichi dando una gomitata affettuosa al cugino << cosa ha dimenticato di dirmi? >> Yoru rise << principessa il ballo, è un ballo in maschera! >> << voi avevate calcolato tutto vero? Siete dei mostri! >> accusò Amu sorridendo << si si noi siamo dei mostri cattivi ed ora ti lasciamo al mostro peggiore! Utau, acconciala per bene, siamo nelle tue mani! >> “ oh cavolo…” la locandiera sorrise malefica << fidatevi di me, sarà perfetta … ora andate a prepararvi anche voi >> detto ciò, fece uscire tutti i ragazzi << anche tu Ikuto! Fuori dalla mia camera! >> Ikuto fece la faccia da cucciolo << ma io sono malato, non posso alzarmi >> << ma piantala di dire cavolate, fuori da qui pervertito di un fratello! >> Ikuto si alzò malvolentieri e uscì dalla camera della sorella. Amu guardò la scena stupefatta e, appena Ikuto uscì fuori si rivolse ad Utau << ma non era malato? Come fa ad alzarsi e camminare come se niente fosse se ha una ferita su un fianco? >> la locandiera la fece tacere con un’occhiataccia << tu parli troppo per i miei gusti! Ora forza, dobbiamo prepararci per sta sera! >> Utau fece accomodare Amu su una sedia ed iniziò ad acconciarle i capelli << Utau, ma io non ho un vestito! >> la biondina sorrise << non ti preoccupare, noi due abbiamo la stessa taglia dopotutto e poi, penso di avere il vestito apposta per te! >> << ok, allora ehm… grazie Utau >> la locandiera sorrise.

21:45 ORA DEL BALLO.

Utau aveva detto ad Amu che i ragazzi sarebbero andati dieci minuti più tardi così, erano andate solo loro due. Il pirata che doveva aiutare Ikuto e gli altri le aveva mandate a prendere con una carrozza.

Il castello era enorme e si trovava in riva al mare, infatti, la porta d’ingresso era proprio sulla spiaggia.

Arrivate al palazzo Utau spalancò la bocca << wow! È enorme!! Chissà dentro come sarà grande e  bello! >>, Amu invece rimase delusa << è più piccolo di quanto immaginassi >> la biondina a quelle parole spalancò gli occhi << ma quanto è grande il tuo castello? >> << almeno 2 volte di più, se non 3! Comunque questo è il castello dei Sanjo vero? Quindi qui siamo a Nautick, giusto? >> Utau la guardò sorpresa << sei già stata in questa città principessa? >> Amu fece cenno di no con la testa << io da piccola non sono mai uscita di casa se non per fare un giro ogni tanto per il villaggio. Le cerimonie ed i ricevimenti le organizzava sempre mio padre ed, ad una di queste ho conosciuto Kairi Sanjo e mi ha fatto vedere un disegno bellissimo del suo castello tutto qui >> << ah, capisco, comunque dobbiamo andare!! >> << giusto! >>

Il pirata che doveva aiutare Ikuto e gli altri si chiamava Tsukasa e si era presentato come un duca. Loro invece, le aveva presentate come: Utau la duchessa di Seas e Amu: la duchessa di Oceans.

Erano bellissime e tutti si erano girati a guardarle. Amu aveva un vestito bianco con qualche rifinitura oro ed una maschera oro con elastico. I capelli Utau gliel’aveva fatti lasciare sciolti e con un piccolo chignon che glieli reggeva un po’. L’Humpty Lock le ricadeva delicatamente sul seno abbastanza prosperoso.  Utau invece aveva un vestito viola con qualche rifinitura nera. La maschera del medesimo colore. I capelli erano sempre legati con due codini ed aveva una collana con una farfalla diamantata.

DOPO UNA DECINA DI MINUTI ARRIVARONO ANCHE I RAGAZZI

Ikuto era vestito tutto in nero ed aveva una maschera blu. Kukai era vestito di marroncino chiaro con una maschera verde e marrone. Daichi era vestito di azzurro con la maschera celeste ed infine Yoru che aveva un vestito blu con una maschera gialla.

<< ehi Ikuto, come troveremo le ragazze? Ce ne sono un’infinità qui! >> << ti ho detto di non chiamarmi Ikuto! >> << guarda che se ti chiamo come ti dovremi chiamare potrebbero sospettare qualcosa non trovi? >> Ikuto lo guardò << per questa volta ti salvi, comunque, dove sono andati Yoru e Daichi? >> << sono andato al buffet, io li raggiungo ok? >> rispose Kukai << va bene e ricorda, alle 23:50 inizierà il piano quindi fatevi trovare pronti >> << d’accordo, ora io vado! >>

Ikuto iniziò a guardarsi intorno, poi, prese dalla tasca un attimo la Dumpty Key continuando a camminare,per poi legarla alla cintura, non si accorse però di una ragazza davanti a se ed andò a sbatterle contro. << ah, mi scusi signorina non l’ho fatto appos… >> le parole gli morirono in gola << Amu? >> “ è bellissima” pensò poi << Ikuto? >> “ è davvero bello” pensò a sua volta la ragazza << sei davvero… ehm… non trovo le parole adatte >> disse Ikuto squadrandola. La ragazza fece una smorfia << sto davvero tanto male? >> “ ma questa qui è scema?! È stupenda!” << nono assolutamente… sei bellissima >> disse tutt’ ad un fiato il pirata facendo arrossire la ragazza << ti ringrazio, anche tu, non stai per niente male! >>  Ikuto sorrise.

<< CHE INIZINO LE DANZE! >> disse poi il re Sanjo agli ospiti. Lui, fu il primo a ballare, seguito poi da tutti gli altri.

Amu e Ikuto si guardavano, nessuno fiatava, però poi il silenzio venne rotto da Utau che si era fiondata sul fratello << Ikuto ti prego balliamo!! Mi piace troppo questa canzone! >> il pirata si rassegnò << e va bene >> Amu lo guardò allontanarsi con la sorella quando ad un tratto sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla << allora duchessa, mi concede l’onore di questo ballo? >> Amu si girò e sorrise << Kukai! >> poi tossicchiò << certo, con vero piacere! >> così, anche lei si unì alle danze.

Ballò per tantissimo tempo, poi, stanca, uscì fuori il castello e si tolse i tacchi << queste stramaledettissime scarpe! Che male! >> dopo essersi tolta i tacchi immerse i piedi nell’acqua e sorrise. << ehi principessa! Cosa stai facendo? >> Amu sorrise, non si girò neanche, tanto sapeva già chi aveva parlato << Ikuto, non dovresti chiamarmi principessa, qualcuno potrebbe sentirti, altrimenti il tuo piano salterà, non trovi? >> << questa volta devo darti ragione ma non farci l’abitudine, non credo succederà di nuovo >> rise a sua volta lui.

Il temporale era finito da parecchie ore. Adesso il clima era perfetto, era leggermente umido e le stelle occupavano tutto il cielo. Ad un tratto iniziò un valzer.

Amu abbassò un poco lo sguardo << senti Ikuto… >> << dimmi >> << non è che per caso ti andrebbe di ballare? >> il pirata spalancò gli occhi, non poteva crdere che gliel’aveva chiesto per davvero. << mi dispiace ma non so ballare il valzer >> mentì per vedere la reazione della ragazza. Quest’ultima sorrise << non ti preoccupare ti insegno io >> “ ecco, questa non me l’aspettavo proprio” pensò il pirata  << e va bene >>.

La principessa gli si avvicinò << bene, per cominciare, metti una mano sul mio fianco e l’altra poggiala sulla mia >> il pirata sorrise << fatto >> << bene, adesso fai un passo indietro e un altro avanti, poi gira e… >> stavano cercando di ballare ma Ikuto la interruppe << è no principessa, non si fa così >> dopodiché l’avvicinò di più a sé e le fece fare il passo corretto << sei un bugiardo! Tu lo sai ballare eccome il valzer!! >> << e tu invece per niente! >> scoppiarono a ridere poi però continuarono a ballare << vedi principessa, il segreto è nel contare i passi vedi? 1,2,3,1,2,3 poi giro e… >> la fece girare  << caschè >> i due si guardarono negli occhi << vedi? È facile no? >> Amu però non rispose, si limitò ad annuire poi, ritornarono a danzare << sei davvero bravo a danzare, io invece non tanto >> Ikuto la fece girare di nuovo e poi rispose << hai ragione, se davvero una frana principessa >> Amu lo guardò accigliata << e tu sei terribilmente crudele >> un’altra giravolta, ma Amu ‘sta volta gli pestò il piede << me ne farò una ragione >> rispose poi Ikuto facendo ridere Amu  << comunque,noi due dovremmo parlare uno di questi giorni >> la principessa lo fissò seria << già, ho talmente tante cose da chiederti! >> il pirata le fece fare un’altra giravolta e di nuovo le calpestò il piede << facciamo una cosa principessa, dato che non impari facciamo così >> << come “così”? èh?! Ehi!!! >> Ikuto la sollevò per il bacino e le fece poggiare i piedi sui propri << così forse non mi calpesterai più gli stivali >> la ragazza mise il broncio << sei incorreggibile, potevi benissimo dirmelo e sarei salita da sola sulle tue scarpe! >> ripresero a danzare << hai ragione, ma in quel modo non sarebbe stato divertente no? >> le fece una linguaccia facendola arrossire << ripeto ciò che ho detto prima, sei incorreggibile! >> il ragazzo alzò gli occhi al cielo e tornarono a danzare, ma, ad un tratto, Amu, inciampò sullo stivale di Ikuto facendolo cadere, con lei sopra di lui << non ci credo! Sei riuscita ad inciampare anche così?! Sei incredibile! >> la ragazza gli puntò un dito contro e gli disse << come dici tu, me ne farò una ragione >> poi gli sorrise. Ikuto rimase particolarmente attratto da quel sorriso così, istintivamente, si piegò un po’, per far in modo di stare un po’ seduto e, mentre con un braccio si appoggiava per terra, con l’altra mano, andò a fare una carezza ad Amu che rimase subito sorpresa. Sembrava la stessa scena di quel pomeriggio ed Amu non poté far altro che guardarlo dritto negli occhi << certo che è strano vero? Un ballo per un ricatto, non trovi? >> la principessa provò a cambiare discorso perché si sentiva terribilmente a disagio e imbarazzata, poi però, mentre provò ad alzarsi un po’, il suo piede, incontrò un sasso e scivolò nuovamente. Questa volta però, per non cadere di nuovo su di lui, appoggiò le mani ai lati del ragazzo, per parare la caduta. Strinse gli occhi, poi li riaprì e si ritrovò ad un soffio dal volto del pirata che nel frattempo continuava a guardarla << già, proprio imbranata, non c’è che dire >> disse solamente. Anche Amu rimase a fissarlo negli occhi, poi, dato che il pirata aveva ancora la mano sul volto di lei, provò ad avvicinarla al suo volto, quando ad un tratto sentì Yoru urlare << Fratellone!! È or… ops… >> notando in che situazione erano Amu e Ikuto, si trovò terribilmente a disagio e non osò immaginare cosa gli avrebbe fatto dopo Ikuto.

Ikuto dovette sospirare “ non ci credo, due volte in un giorno. Io Yoru e Kukai li ammazzo!” senza dire di alzarsi ad Amu, riuscì a prenderla in versione principessa e ad alzarsi << Ikuto! >> urlò quest’ultima pensando di cadere da un momento all’altro. Il pirata riuscì a reggerla con una mano e con l’altra, solo per un attimo, sollevò la frangia della principessa e le schioccò un bacio sulla fronte << non ti preoccupare non ti faccio cadere >> la ragazza arrossì di colpo, poi però, dopo aver preso i tacchi al volo con una mano, girò il volto del pirata di lato e gli schioccò a sua volta un bacio sulla guancia lasciandolo di stucco << grazie per il ballo >> ‘sta volta, con stupore di Amu, arrossì un po’ anche lui.

<< Yoru! >> il fratellino che nel frattempo guardava la scena malizioso, alla voce del fratello sobbalzò << dimmi fratellone! >> << vai a prendere la nave ed iniziala a portare qua davanti! Sbrigati è ora! >> << agli ordini capitano! >> detto ciò, Yoru corse velocemente in direzione della nave. << Amu, dovrai stare attenta da questo preciso momento in poi intesi? >> la ragazza annuì.

Kukai nel frattempo, si era avvicinato al subordinato del re Hinamori ed aveva iniziato a “ far amicizia” parlando di politica e navi, poi, dopo aver visto che il subordinato si stava rilassando a chiacchierare, gli diede la lettera << ora mi scusi messere ma devo porgerle i miei saluti, sento che ci rivedremo presto >> detto ciò, scomprave ad una velocità incredibile dalla vista del subordinato << arrivederci giovanotto… ora leggiamo un po’ questa lettera >> il subordinato, all’avanzare della lettura spalancò gli occhi e urlò << GUARDIE! PIRATI!!! >>

Nel frattempo, Amu aspettava Ikuto e gli altri all’uscio del castello quando sentì una voce a lei familiare chiamarla << buona sera principessa Amu, è da tempo che non ci si vede ormai! >> la ragazza si girò di colpo << Nagi! >> un ragazzo, una guardia di suo padre nonché vecchio amico d’infanzia, le si era appena presentato davanti << cosa ci fai qui Nagi? >> il ragazzo la guardò crude << che bel saluto ad un amico che non si vede da tanto! Cos’è? hai dimenticato la buona educazione stando con quegli sporchi pirati? >> Amu indietreggiò lentamente, mentre il ragazzo avanzava << forza Amu, è ora di tornare a casa, tuo padre è piuttosto arrabbiato, quei pirati faranno una brutta fine quindi, perché non vieni con me a palazzo? >> il ragazzo la prese per un braccio << lasciami... TI HO DETTO DI LASCIARMI! >> Nagi sbarrò gli occhi e strinse di più la presa << cosa ti prende principessa? Non vuoi tornare a casa? Aspetta, non mi dire… >> iniziò a ridere malefico << … non ti sarai mica innamorata di quel pirata! >> Amu continuava a fissarlo spaventata << oh, ho centrato il punto per caso?! È no, principessa non va bene, quindi bisognerà ucciderlo all’istante! >> << no… NO! LASCIAMI MALEDETTO! >> Nagi stava per prenderle anche l’altro braccio per bloccarla, quando sentì la lama di una spada dietro di sé << oh, non mi dire… un amichetto di quel pirata! >> mollò la presa su Amu così violentemente che la ragazza cadde a terra  << Amu, vai sulla nave, Yoru dovrebbe essere arrivato! >> << Kukai… >> << FA COME TI HO DETTO ACCIDENTI! >> la ragazza non esitò e corse verso l’acqua,fino a quando essa non le arrivò al busto, poi però si bloccò di colpo << oh no… io non so nuotare! >> Kukai nel frattempo iniziò a combattere con Nagi << AMU! COSA STAI ASPETTANDO??!! >> la guardia rispose maligno << ma come non lo sai? Amu non sa nuotare! >> “ cavolo!” pensò il ragazzo << DAICHI! CAPITANO! DOVE SIETE?! >> urlò Kukai parando un colpo di Nagi.

Ikuto nel frattempo cercava la sorella nello scompiglio che si era creato nel palazzo alla parola “ pirati”. Riuscì a trovarla vicino il buffet << Utau! >> la biondina si girò e corse verso il fratello << ritieniti fortunata, ‘sta volta verrai con noi, ora sbrigati! Kukai si trova nei guai, dobbiamo andare a soccorrerlo! >> la sorella del pirata annuì e si diressero di corsa all’uscita, dove nel frattempo di stava dirigendo anche Daichi.

<< Capitano! Finalmente! Mi serve una mano! Aiuta Amu ad arrivare alla nave! >> Ikuto lo guardò, poi si girò verso la sorella << Utau, pensaci tu! >> la biondina annuì e si diresse verso la principessa. In quel preciso istante arrivò anche Daichi. << Daichi! Vai subito sulla nave! >> anche Daichi eseguì subito gli ordini ed andò ad aiutare Utau con la principessa.

<< Fujisaki, da quanto tempo! >> disse Ikuto estraendo la spada e puntandola contro Nagi << gatto nero! È da tempo che non ci si vede! Ora è toccato ad Amu èh! Non vi stancate mai luridi pirati! >> detto ciò, si liberò di Kukai con una spinta e attaccò Ikuto che parò velocemente.

Utau e Daichi nel frattempo erano arrivati da Amu << principessa! >> esclamò Daichi << Utau! Daichi! >> la locandiera si posizionò velocemente alla destra della principessa e Daichi alla sua sinistra e le presero le braccia e le misero rispettivamente sulle loro spalle << ora dovremo farci una bella nuotata, mi raccomando non affogare! >> la principessa annuì ed iniziò a lasciarsi trascinare dai ragazzi cercando di non bere l’acqua e provando a battere le gambe per dare loro una mano.

<< Kukai, raggiungi Yoru e dagli una mano sulla nave! Conoscendo Fujisaki, avrà fatto circondare la nave da delle guardie! >> << e tu capitano? >> << non preoccuparti per me e fai come ti dico! >> Kukai fece una smorfia << e va bene! Sbrigati anche tu! >> Ikuto annuì e tornò a concentrarsi sul suo avversario.

Nel frattempo Amu e gli altri erano riusciti ad arrivare sulla nave << principessa come stai? >> chiese Daichi appena saliti << bene, piuttosto, voi due come state? >> << noi siamo più forti di quanto tu creda principessa! >> rispose Utau. Dopo qualche minuto fu da loro anche Kukai << Yoru! Vai subito al timone! Daichi! Utau, ai cannoni presto! >> i ragazzi ubbidirono all’istante.

<< allora gatto nero, a noi due! >> Nagi attaccò nuovamente il pirata che riuscì a schivare per un pelo << ora mi sono stancato Fujisaki! Non ho tempo per combattere con te! >> detto ciò, con un calcio ben assestato, riuscì a far cadere la guardia. Poi, corse velocemente in mare ed iniziò a nuotare.

Arrivò presto alla nave e salì << Ikuto! >> gridò Amu aiutandolo a salire << state tutti bene? >> disse quando fu su. La ciurma annuì, ad un tratto però, Amu sentì una presa forte sul braccio e urlò << se voi andate, lei rimarrà con me >>.

Il capitano non si era accorto che Fujisaki lo stava inseguendo ed ora, aveva preso Amu.

Poi, la guardia strattonò ferocemente il braccio di Amu e si lasciò cadere in acqua seguito dalla principessa << AMU!!!!!!! >> gridò la ciurma.

La ragazza stava andando affondo, stava per affogare, guardò in alto, dove si vedeva in lontananza ed in modo sfocato la luce delle stelle. Poi, chiuse gli occhi “ … mamma, sto arrivando da te” pensò. Quando ad un tratto una voce a lei familiare si fece largo nella sua mente “ non è ancora ora bambina mia” dopo quelle parole l’Humpty Lock s’illuminò di una luce intensa e illuminò Amu circondandola.

“mamma…”

ANGOLO DELL'AUTRICE:
finalmente ho finito di scrivere lìottavo capitolo! non ne potevo più, è proprio lungo!
spero comunque che non vi deluderà e che vi piacerà! ;) fatemi sapere cosa ne pensate!! :)
un bacione
xxx
mikytkd

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. Domande ***


Capitolo 9. Domande

 

“ questa luce, questa voce, dove mi trovo? Sono forse morta?”

Una bagliore stava illuminando tutto l’oceano circostante, ad un tratto, quando la luce si fece più intensa, la principessa aprì gli occhi.

Un’imponente onda d’urto attraversò tutto il mare, facendo vibrare tutte le navi che si trovavano in quel momento sull’acqua. Il vento iniziò a tirare più forte e il cielo iniziò a tuonare.

<< Capitano! Cosa sta succedendo? E perché quella guardia non ha aiutato Amu a risalire dall’acqua? >> urlò Kukai allarmato ad Ikuto che nel frattempo scrutava la luce luminosa sperando di trovare Amu con lo sguardo. << IKUTO! DIAMINE RISPONDI! CHE COSA STA SUCCEDENDO QUI??!! >> il pirata provò a scrollare il capitano che non toglieva lo sguardo dall’acqua << cavolo… >> aggiunse poi << RAGAZZI STATE PRONTI! YORU REGGI BENE IL TIMONE! UTAU, DAICHI LEGATE BELE LE CIME DELLE CORDE! STA ARRIVANDO UNA BUFERA! >>

Il vento iniziò a tirare ancora più forte e a largo iniziò a formarsi un uragano. I fulmini ed i lampi iniziarono a farsi sentire e la ciurma venne invasa da una moltitudine di pioggia.

<< Ikuto! Cavolo riprenditi! >> Kukai provò un ultimo tentativo sul far riprendere il capitano. Poi, esasperato, fece la cosa più rischiosa: un sonoro schiaffo! Solo allora Ikuto parve riprendersi << ora basta capitano! Datti una svegliata! Ci serve anche il tuo aiuto qui! Non c’è tempo di preoccuparsi per Amu, ci penseremo dopo! Guarda il tempo qui, con questo vento, potremmo andare a sbattere contro degli scogli o, peggio, la nave potrebbe ribaltarsi e affondare! Che diamine succede qui?! >>. L’unica parola che Ikuto riuscì a dire fu << è Midori! >> Kukai spalancò gli occhi e lo prese per il colletto << non è il momento di scherzare Ikuto! Che sta succedendo?! >> il capitano si liberò dalla presa di Kukai << ora basta! Non sto scherzando!Pensa a prendere i secchi per ributtare l’acqua fuori dalla nave nel frattempo! Ti spiegherò dopo! >>

La principessa si guardò intorno un po’ stordita, poi, ad un certo punto, per istinto, guardò il suo corpo e spalancò gli occhi. Poi urlò ed una nuova onda d’urto fece traballare la nave di Ikuto e quelle delle guardie reali che poco prima avevano circondato la Kuro Neko, la nave pirata.

Con una velocità spaventosa, la principessa risalì l’acqua e saltò, facendo un giro su se stessa, come una capriola e ricadde in acqua.

“ cosa mi è successo? Non riesco a capire! Cosa sono?”

Risalì di nuovo la superficie, ma sta volta rimase eretta. Poi, piegò la testa leggermente all’indietro, guardò il cielo, guardo la Kuro Neko, chiuse gli occhi ed iniziò a cantare.

Nagi, nel frattempo, durante quello scompiglio, era riuscito a salire su una delle navi reali e guardava allibito la scena.

Il canto di Amu era un canto triste e malinconico, formato solo da toni vocali, senza parole. Ikuto e la ciurma, all’udire il canto, si girarono nella direzione dove avevano visto Amu cadere in acqua e ciò che videro li fece rimanere a bocca aperta, spalancarono gli occhi impauriti e, al tempo stesso affascinati. A mano a mano che il canto avanzava, la luce che prima era distesa su tutto l’oceano, si ritirò ed andò ad illuminare solo la principessa fino al cielo sopra di lei. Come fosse una circonferenza di luce attorno a lei.

“ lasciati guidare dalla tua mente, lasciala fluire come l’acqua e lascia che la voce esca da sola, poi, schiudi il tuo cuore”.

La voce nella mente di Amu si faceva sentire sempre di più e la principessa incominciò a rilassarsi un po’ ascoltando quella voce.

<< Amu! >> gridò Ikuto contro la ragazza. Ma ella sembrò non udirlo << capitano, quella è Amu? Ma cosa le è successo? Che cos’è? >> chiese Daichi guardando la scena e continuando a tenere salde le cime delle corde insieme ad Utau. << !!!! >> urlò Ikuto, ma non si sentì nulla per colpa di un lampo che squarciò il cielo << COS’HAI DETTO? >> il capitano provò ad urlare più forte << E’ UNA SIRENA D’ACQUA! >> la ciurma spalancò gli occhi.

Amu aveva il corpo completamente fatto d’acqua, dalla testa ai piedi, anche i capelli. Il suo aspetto era contornato da una luce celestina che permetteva di vederla e raffigurarla. Al posto delle gambe aveva una lunga coda, anch’essa fatta d’acqua e contornata dalla luce celestina.

Il suo corpo ad un tratto, mentre cantava una nota semi-acuta, venne innalzato al cielo. In quel momento, anche le guardie reali che erano dall’altro lato della Kuro Neko riuscirono a vederla ed iniziarono ad aver paura.

<< una sirena d’acqua? >> disse a bassa voce Utau guardando la principessa cantare << com’è possibile? Non dovrebbero esistere le sirene >> continuò. << a dopo le spiegazioni Utau, ora dobbiamo pensare a farla tornare normale, altrimenti saranno guai seri! >> concluse Ikuto. << AMU MI SENTI?? SONO IO IKUTO! RICONOSCI LA MIA VOCE? ASCOLTAMI! >> il capitano si avvicinò alla sponda della barca e provò a farsi sentire dalla ragazza, di nuovo, senza risultati. << ragazzi! Aiutatemi, mi serve che urliate il suo nome con me, deve assolutamente ascoltarci! >> la ciurma annuì incerta e, in quel momento un coro di voci s’innalzò al cielo << AMUUUUUU!!!!!!!!! >> urlarono insieme.

Questa volta le voci arrivarono alle orecchie di Amu. La principessa, innalzò al cielo una nota acutissima e tutti i pirati e le guardie reali nei dintorni dovettero tapparsi le orecchie con le mani. Poi, la principessa aprì gli occhi.

Appena emessa la nota acuta, l’onda che prima si era formata dietro le navi reali,  s’innalzò e le sommerse portandole a riva. Invece, la Kuro Neko rimase ferma dov’era, ma, i pirati per l’enorme vento creatosi, dovettero reggersi saldamente sulla nave per non cadere in mare. “ l’ha direzionata sulle navi reali, salvandoci. Ma è in sé o no? È questo che non riesco a capire” pensò Ikuto.

Alla fine del canto, la luce scomparve ed Amu svenne e tornò in acqua, solo in quel momento, tutto tornò normale: le onde si ritirarono e il mare tornò calmo; il cielo tornò sereno e pieno di stelle, senza lampi o fulmini ed il vento smise di tirare burrascoso, lasciando posto ad un leggero venticello . << capitano, non dovremmo andare a prenderla? >> chiese Yoru avvicinandosi al fratello e attirando l’attenzione della ciurma che nel frattempo guardava il cielo << in quella forma è impossibile, non possiamo neanche sfiorarla. È come se toccassimo l’acqua, l’attraverseremmo solamente. Dobbiamo aspettare che torni normale >> il piccolo pirata abbassò lo sguardo << capisco >>.

Tutta la ciurma era silenziosa, erano passati dieci minuti, ma Amu ancora non era tornata umana.

Ad un tratto Kukai ebbe l’istinto di guardare di nuovo in acqua ai bordi della nave e il suo volto, prima serio e pensieroso, divenne luminoso e sorridente << Principessa! >>. La ragazza era di spalle, ma era ancora una sirena. La principessa si girò a guardare il ragazzo, con espressione vuota, cosa che fece tornare pensieroso il ragazzo. Nel momento in cui Kukai aveva gridato “ Principessa” tutta la ciurma corse ad affacciarsi alla sponda della nave << ehi Amu! >> gridò Ikuto in direzione della ragazza con sguardo inquieto. La ragazza lo guardò << sai chi sono io? >> continuò poi il pirata. La principessa rispose << un idiota e pervertito ? >> sorrise poi, facendo sospirare la ciurma che temeva il peggio. Ikuto sorrise a sua volta, poi Kukai, dopo che il sorriso aveva tornato ad incorniciare il suo volto, si sporse tranquillamente alla sponda della nave e domandò << allora principessa, come ci si sente ad essere una sirena? >> Amu lo guardò pensosa << non so >> aggiunse infine << è una sensazione strana e ancora non capisco come sia potuto accadere qualcosa del genere ma… >> un sorriso a trentadue denti si  dipinse sul suo volto << … è una sensazione bellissima, mi piace un sacco >> i pirati risero all’espressione della principessa << è come se il mio corpo fosse completamente un tutt’uno con l’acqua, è stupendo! >> aggiunse chiudendo gli occhi per assaporare un attimo la sensazione che quel corpo le donava,poi, dopo averli riaperti indicò Ikuto << tu! >> il pirata sobbalzò << io? >> << si,si tu! Noi due dobbiamo parlare, ho una marea di domande da porgerti e necessito assolutamente di risposte concrete e sincere >> << credo di dovertele >> la principessa s’innervosì << credi? Non so perché ma sento che tu sai qualcosa al riguardo del perché io mi sia trasformata o sbaglio? >> il pirata fischiettò facendo finta di niente, poi però la fissò nuovamente << io potrei anche rispondere alle tue domande ma, per prima cosa non credi di dover tornare normale prima? >> << c’è solo un problema… non riesco a capire come devo fare per tornare umana >>.Il resto della ciurma nel frattempo, aveva lasciato quei due parlare da soli ed erano andati a riposare, stanchi per quella faticosa nottata.

<< devi chiederti una cosa prima, altrimenti non credo riuscirai a tornare normale >> Amu lo guardò confusa << cosa? >> il pirata si sedette sulla sponda e continuò a fissarla serio << tu vuoi realmente tornare come prima? >> la sirena venne colpita in pieno da quelle parole ed abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo nuovamente guardando seria << non lo so… >> Ikuto sembrò non essere sorpreso da quelle parole “ me l’aspettavo”, non parlò, aspettò di finire di ascoltare la ragazza << credo che questa forma sia sempre quello che ho desiderato perché mi permette di essere un tutt’uno con il mare… ma ce qualcosa dentro di me che mi dice che sto sbagliando a pensarla in questo modo ed io penso che quella parte dentro di me abbia ragione. Essere così, una “ sirena d’acqua” è fantastico è vero… ma in questo modo non potrei più tornare sulla terra ferma o, sulla nave per stare con voi, poi sarebbe difficile anche parlarvi dato che penso sia scomodo parlare in questo modo… >> disse riferendosi al fatto che i ragazzi dovevano affacciarsi sulla sponda della nave per guardarla e parlarle << inoltre non potrei neanche toccarvi e, ultima cosa… anche se penso sia strano, credo mi manchereste >> Ikuto al suono di quelle parole s’intenerì e la guardò dolcemente “ anche tu mi mancheresti” << anche tu ci mancheresti. La ciurma si annoierebbe senza una certa principessa rompiscatole >> disse sorridendo. La ragazza sorrise a sua volta e chiuse gli occhi, lasciandosi trascinare dal momento e da quelle parole, poi, unendo le mani al centro del petto, l’una leggermente distanziata dall’altra, fece apparire l’Humpty Lock – che con la trasformazione era entrato dentro di lei – e sussurrando delle parole sottovoce tornò umana.

<< ops… ci sono due problemi Ikuto! >> disse allarmata la principessa che riusciva a stento a tenersi a galla. << cosa? >> la ragazza girò lo sguardo imbarazzata << 1° non so nuotare e credo che fra poco affogherò perché riesco a stento a restare a galla >> il volto di Ikuto si allarmò ed iniziò a buttare una corda in acqua; fece per buttarsi ma Amu lo bloccò << fermo dove sei! 2° cosa e molto importante… ehm.. ecco… sono nuda, potresti gentilmente buttarmi qualcosa con cui coprirmi? >> Ikuto la guardò maliziosa, mentre la principessa nel frattempo si era appoggiata alla corda per riprendere fiato e reggersi << devo proprio? >> domandò il pirata provocatorio << Non credo sia il momento di scherzare capitano! >> << ma io non stavo dicendo niente di male e poi, chi scherzava? >> disse innocente. La principessa riuscì a schizzargli un po’ d’acqua al viso << IKUTO! >> disse furiosa << va bene, va bene. Mentre prendo una coperta prova a non affogare >> “ o farti beccare dagli squali” aggiunse poi a mente. Il pirata andò a prendere una coperta alla principessa e, senza guardare, gliela butto addosso.

La principessa riuscì, in qualche modo a mettersi la coperta a mo’ di asciugamano, coprendosi tutta << posso tuffarmi? O ce la fai da sola a salire? >> la principessa valutò la situazione a mente prima di rispondere “ se mi muovo troppo rischio di far cadere la coperta quindi… “ << è meglio se scendi tu! >> il pirata si spogliò di indumenti troppo pesanti e rimase in pantaloni a torso nudo e scalzo, poi, si tuffò.

Risalì alle spalle della principessa facendola spaventare << ma sei matto! >> il pirata rise, poi squadrandola per bene le si avvicinò pericolosamente e la principessa per indietreggiare batté la testa sul lato della nave,reggendosi sempre alla corda. Il pirata le alzò il mento con due dita << ricordi il tuo rapimento? Stessa posizione mi dispiace >> alla principessa si tinsero di rosso le guance e annuì incerta ma, prima di “ buttarsi tra le bue braccia” lo fissò << non mi farai sprofondare vero? Mi terrai? >> il pirata allargò le braccia e sorridendole << certo >>. La principessa lasciò velocemente la corda e si butto a capofitto su di lui, saltandogli al collo. Ikuto per poco non perse l’equilibrio, ma, riuscì ad afferrare la corda in tempo e a reggersi << principessa, tu vuoi farmi affogare di la verità >> disse. La ragazza, sempre tenendosi a lui, spostò il viso per guardarlo in volto e rispose << no, mi dispiace. Questa volta proprio no, se affoghi tu affogo anche io, quindi non ci tengo proprio!! >> << “questa volta”? guarda che ti mollo qua in acqua >> aggiunse serio lui. Poi, fece finta di lasciare la presa su di lei e lasciarla cadere e la ragazza per istinto si aggrappò ancora di più su di lui, prendendo la sua testa e stringendola al petto. Ikuto chiuse gli occhi, riaperti gli occhi divenne tutto rosso. Riuscì a scansare leggermente la testa di lato e malizioso disse alla ragazza << ma secondo te ti avrei davvero lasciata in acqua? Poi, non credi di stringermi un po’ troppo? Sai, rischio di soffocare! Non che mi dispiaccia la situazione sia chiaro, anzi… però sto un po’ scomodo e non vedo come potrei salire con te che mi stringi a morte la testa e con le gambe aggrappate al mio bacino. Sai, sembri un koala >> la principessa, dopo essersi resa conto di ciò che aveva fatto scostò subito il petto dal volto di Ikuto e tornò alla posizione in cui era prima, poi si portò una mano alla bocca sorpresa di ciò che lei stessa aveva fatto e lo guardò << scusami Ikuto! Non volevo soffocarti, mi sono aggrappata su di te per istinto perché credevo mi avresti lasciata! >> il pirata la guardò ridendo << come ti ho detto prima, la visuale non mi è dispiaciuta per niente e la posizione nemmeno >> la principessa tornò con le braccia al collo di lui e la testa dietro per non guardarlo in viso e rispose solamente << maniaco, pensa a salire piuttosto che io inizio ad avere freddo >> il capitano sorrise << agli ordini principessa! Tu tieniti stretta e cerca di non muoverti troppo >> << va bene >>

A fatica riuscirono a risalire la nave ma, proprio quando Ikuto stava per mettere il piede il piede sulla piattaforma della Kuro Neko, inciampò lui stesso sulla corda e cadde sopra di Amu.

La situazione era più imbarazzante di quando erano sulla spiaggia ed Amu gli era caduta sopra.

Ikuto aveva le mani ai lati della ragazza per fare in modo di non farle male cadendole proprio sopra; lei invece, sempre per pararsi dal corpo di lui e per evitare che la schiacciasse, aveva poggiato le mani sui pettorali di lui e solo allora notò che era a torso nudo. La gamba del pirata era tra una gamba e l’altra di quella della principessa e a lei, la coperta, si era alzata leggermente all’altezza delle gambe, sempre tenendola coperta però.

I due si guardavano negli occhi entrambi rossi per l’imbarazzo e nessuno dei due sapeva cosa dire.

<< ehm… Ikuto… che ne diresti di alzarti per favore? >> chiese lei senza staccare il suo sguardo da quello di lui. Il ragazzo non rispose e la ragazza per farlo riprendere, appoggiò una mano alla sua guancia << Ikuto! Dai, ti alzi per favore, ho freddo >> “sto solamente bruciando ma, diciamogli così” pensò la ragazza. Il pirata al contatto della mano di lei parve riprendersi e girò lo sguardo verso la mano della ragazza che però, notando quella reazione, la ritirò subito. << ah… si certo, ero un attimo sovrappensiero scusami >> “ scusami? Si è scusato? Sul serio?” pensò sbalordita la ragazza. Il capitano si alzò finalmente e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi << grazie >> affermò la principessa, poi, lo guardò un attimo per chiedergli una cosa << senti Ikuto, dovrei chiederti un altro favore se non ti dispiace >> << dimmi pure >> << potrei entrare un secondo nella tua cabina per prendere qualche abito di Utau e cambiarmi? >> il ragazzo iniziò a dirigersi verso la cabina << certo… entra >> aggiunse poi aprendo la porta e facendo entrare la principessa << aspettami fuori, non entrare mi raccomando >> il pirata annuì.

Dopo qualche minuto la principessa uscì con un nuovo paio di pantaloni, ‘sta volta blu ed una magliettina a bretelle azzurra e con un paio di stivali in mano. Ikuto spalancò gli occhi “ ma è possibile che con i vestiti di Utau sia ancora più bella?” << hai fatto finalmente >> la ragazza annuì << si, ti ringrazio Ikuto >> il pirata la fissò profondamente e le si avvicinò pericolosamente << oggi mi hai chiamato un po’ troppe volte Ikuto non credi? Ti meriti una punizione principessa >> la principessa lo guardò un po’ intimorita, ma restò a bocca aperta quando Ikuto l’attirò a sé.

<< ti prego, rimani un po’ così. È questa la tua punizione >> il pirata l’aveva attirata a sé ed ora la stava abbracciando. La ragazza piano,piano contraccambiò l’abraccio << e va bene, solo un po’ però, intesi? >> Ikuto per tutta risposta, con una mano, andò ad accarezzare i capelli della ragazza e la strinse di più con l’altro braccio. Il pirata aveva uno sguardo pensieroso e con un velo di tristezza “ oggi mi hai fatto preoccupare un po’ troppo principessa” pensò chiudendo gli occhi un istante.

Dopo alcuni minuti, Ikuto si staccò dall’abbraccio e senza guardarla in viso le carezzò la testa dolcemente, poi entrò in cabina << non ti preoccupare, domani avremo modo di parlare, ora riposa. È stata una lunga giornata. >> la principessa andò verso la “sua” amaca e provò a dormire << buona notte Ikuto >> disse sottovoce.

 
L’INDOMANI MATTINA…
 

 La principessa si svegliò all’alba. Si stiracchiò gli occhi e portò una mano alla bocca per coprire lo sbadiglio. Si alzò controvoglia,si sedette sull’amaca e cominciò a guardarsi intorno: non c’era nessuno, gli altri ancora dormivano.

Chiuse gli occhi per assaporare quel momento di relax, inspirò più che poté quell’aria benevola e poi espirò. Dopodiché guardò l’albero di bompresso,la punta della nave, e vi si sedette sopra, con le gambe penzoloni. Iniziò a pensare.

Quello che le stava succedendo in quella settimana era davvero strano. Fin troppo strano. Doveva saperne di più ed era assolutamente sicura che Ikuto, per qualche motivo a lei estraneo, ne sapesse qualcosa.

<< … sirena d’acqua… >> sorrise sommessamente, poi prese il lucchetto tra le mani e lo fissò << non so perché ma penso che sia tutta opera tua >> chiuse gli occhi, portò il lucchetto che aveva tra le mani, al petto e provò a cantare una canzone a lei molto familiare. La prima nota non le uscì molto bene, ma con il proseguire del suo dolce canto le note divennero bellissime.

La ciurma, che ancora dormiva, nell’udire il canto della principessa si svegliò. Il primo a svegliarsi fu Ikuto che si svegliò spalancando gli occhi, seguito a ruota da Kukai “ questa canzone…”. Successivamente si svegliò anche Utau “ questa canzone mi è familiare…” poi si svegliarono anche Yoru e Daichi.

Kukai, si alzò di corsa e si precipitò nella cabina di Ikuto << è la sua canzone, non è vero? >> Ikuto che nel frattempo si era seduto sul letto ancora con gli occhi spalancati annuì. Nello stesso istante, gli altri della ciurma, erano usciti dalle rispettive cabine ed erano rimasti a fissare Amu che nel frattempo continuava a cantare ignara che la stavano fissando. Dopo una duplice occhiata, anche Ikuto e Kukai uscirono dalla cabina e stavano ascoltando la principessa. Il capitano ascoltava ammaliato quella canzone “Ikuto, sei davvero un bravo bambino lo sai? Mi mancherai piccolino e ricorda: tu sarai sempre libero… “ un ricordo fugace si fece largo nella mente del capitano. La canzone era davvero malinconica ma allo stesso tempo molto dolce e ai ragazzi della ciurma iniziarono a scendere delle lacrime lungo il viso. Ikuto, che nel frattempo, mentre continuava a fissare Amu e ad ascoltare la canzone, si accorse di avere la vista appannata e, con le mani si toccò gli occhi. Qualcosa gli scivolò lungo le guance, fino a toccare le sue mani che nel frattempo aveva girato e continuato a fissare. Erano lacrime. Stupito di ciò, continuò a toccarsi le guance e gli occhi, non poteva crederci, lui non piangeva mai da quando era successa quella cosa.

Kukai si accorse cha anche Ikuto aveva iniziato a piangere, così, dopo essersi asciugato le sue (di lacrime), toccò la spalla dell’amico per farlo riprendere << è brava vero? >> il capitano guardò l’amico e si asciugò in fretta e furia le lacrime, poi dopo essersi “apparentemente” ripreso, sorrise << già. >>

La principessa finì il suo canto e, solo allora parve sentirsi osservata, così si girò e ciò che vide la rese leggermente imbarazzata: tutti i membri della ciurma che la fissavano e Yoru,Daichi e Utau che avevano le lacrime agli occhi. << ehi ragazzi…tutto bene? >> provò a dire. La ciurma annuì e, solo in quel momento, tornarono ognuno a svolgere i propri compiti. Amu scese lentamente dalla punta della nave per dirigersi verso i compagni e guardò Ikuto seriamente << possiamo parlare ora? >> il capitano annuì << dammi un secondo, tu intanto vai verso la tua amaca >> << d’accordo >> Ikuto si girò verso Kukai << oggi pulisci tu e non voglio obbiezioni, intesi? >> il povero ragazzo annuì e sospirò << agli ordini capitano! >>.

Il capitano raggiunse la principessa e, come sempre, si sedette sul bordo della nave << incominci pure con le domande, principessa >> Amu lo fissò << bene. Incominciamo dalle domande più futili >> << come vuoi >> disse sorridendo Ikuto << se non hai mai fatto salire tua sorella sulla nave perché hai i suoi vestiti a bordo? E poi perché non vuoi farla salire? Comunque che significa che alla locanda canta? È una cantante? Come fai a conoscere così bene Kukai? Avete un bellissimo rapporto sai?! E co… >> << fermati un attimo! Come puoi pretendere di farmi tutte queste domande tutte insieme e pensare che io non le dimentichi?! Vai più lentamente e fammi rispondere. >> << ok, hai ragione >> rise Amu. Il pirata sorrise ed iniziò a rispondere alle prime domande <<  per prima cosa, sei una vera impicciona e queste cose dovresti chiederle a mia sorella, non a me. Comunque ti avevo promesso delle risposte, quindi te le darò. Per cominciare, i vestiti li ho rubati qualche anno fa a mia sorella e portati sulla nave per fare come ho fatto con te: le principesse che ehm… rapiamo, non possiamo permetterci che si ammalino, altrimenti addio al riscatto se vanno a finire male. Poi… ah, giusto. Perché non ho mai fatto salire Utau sulla nave. La risposta è semplice : le donne sulle navi portano solamente guai! >> la principessa lo guardò accigliata << come sarebbe a dire che portiamo guai? E allora perché le principesse possono starci? >> Ikuto rispose sorridendo << perché voi siete un caso a parte. E già è tanto che non vi buttiamo in pasto agli squali al secondo,terzo giorni che siete sopra la nave. >> << ma come sei gentile >> aggiunse sarcastica Amu << mi sono dimenticato… qual’era l’altra domanda? >> la principessa sospirò << che memoria che hai! Comunque ti avevo chiesto come fate a conoscervi così bene tu e Kukai,dato che, come posso vedere avete un bel rapporto e poi, ti chiama sempre Ikuto, quindi questa è la prova che vi conosciate da tanto >> concluse la principessa. << hai un buon occhio principessa! Sai, pensavo fossi una stupida come le altre principesse rapite! >> rise il pirata parando uno schiaffo da parte della principessa << maleducato! Pensa a rispondere ed evita commenti >> << e va bene. Comunque, io e Kukai siamo amici d’infanzia e questo dovrebbe rispondere anche alla domanda che stai pensando in questo momento >> Amu spalancò gli occhi stupita << e a cosa starei pensando,di grazia? >> << “ come hanno fatto a conoscersi Utau e Kukai?” era questa la domanda giusto? Comunque inizi a parlare come una principessa, wow, mi stupisci! >> << sei un maleducato, ecco cosa sei! Gattaccio pervertito che non sei altro! >> disse la principessa arrabbiata provocando una fragorosa risata da parte del pirata. << comunque >> aggiunse poi la ragazza << le domande futili sono finite >> abbassò lo sguardo,seguita da Ikuto che aveva capito di cosa si trattassero le domande serie “ è arrivato il momento di parlargliene dunque…” pensò il pirata.

La principessa strinse i pugni << come fai a conoscere l’Humpty Lock? Come fai ad avere la Dumpty Key? Secondo me, sai perché in quel momento sono impazzita vero? Perché ogni volta che sono con te, dopo un po’ il lucchetto è in risonanza? Perché, quando ti trasformi hai le orecchie e la coda di un gatto? Quindi ti puoi trasformare anche tu e poi, sirena d’acqua? Giuro, non l’ho mai sentito! Ma tu sembri saperne sempre qualcosa, sembra sempre che tu sappia tutto quello che mi succede, da cosa deriva o altro, come fai a sapere tutte queste cose? E, soprattutto, cosa più importante… >> la principessa, che fino a quel momento aveva lo sguardo basso, lo alzò verso il pirata –che ancora teneva lo sguardo rivolto verso il basso- e gli urlò contro << COME FAI A CONOSCERE MIA MADRE???!!! >> una lacrima le scese lungo il viso. Nel frattempo la ciurma – che stava ascoltando “per puro caso” la conversazione, spalancò gli occhi e Kukai girò lo sguardo triste da un’altra parte.

Ikuto prese una mano della principessa e la fece tranquillizzare << ora calmati Amu, ti dirò tutto però devi ascoltarmi attentamente ok? >> la principessa annuì e, con un braccio, si asciugò la lacrima che le era scesa poco prima.

<< io… conoscevo molto bene tua madre e conoscevo,conosco tutt’ora un suo grande segreto. Ma, prima di dirteli, dovrai ascoltare la mia storia. La storia di quando ho conosciuto Midori >>

La principessa lo fissò attenta e strinse di più la mani del pirata << il segreto della mamma?... >>











ANGOLO DELL'AUTRICE: 
finalmente sono riuscita a finire di scrivere il nono ^^ spero vi sia piaciuto.
come potete vedere questo capitolo è un pò particolare e, sopratutto la fine l'ho voluta incentrare sulle domande e pensieri di lei, che, alla fine penso siano anche le domande che vi stavate ponendo voi lettori ( se sbaglio ditemelo mi raccomando u.u)
comunque fatemi sapere come vi sembra, ricordo che accetto tutti i tipi di critiche ;)
xxx
mikytkd :)

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. Ricordi;Il Segreto Della Mamma (parte 1) ***


Capitolo 10. Ricordi;Il Segreto Della Mamma
(parte 1)

 
ANNO XX79. NEL REGNO DI CHARA…

“non ce la faccio… mi stanno raggiungendo! Maledette guardie, vi odio vi odio vi odio!! “ un bambino correva disperato nel villaggio e con le lacrime agli occhi mentre sfuggiva alle guardie reali, finché non andò a sbattere alla schiena di qualcuno. La persona cui aveva sbattuto si girò a guardare il bimbo e quest’ultimo rimase folgorato dalla bellezza di quella persona. Una bellissima donna. << ehi piccolo, cos’è successo? >> carezzò la testa  del bambino che nel frattempo era rimasto a guardarla con le lacrime agli occhi. La donna le infondeva una strana fiducia. Girò un poco la testa facendole capire che le guardie lo stavano inseguendo. La donna a quella reazione sorrise e, appena le guardie le furono vicine, prima che il bambino potesse scappare chiese gentilmente ai soldati << guardie! Cosa vi spinge a cacciare questo povero bambino fino a ridurlo in lacrime? Non vedete che lo state spaventando? >> “ chi è questa donna? E perché parla così liberamente alle guardie?” si chiese al tempo stesso il bambino. << vostra altezza! Ci scusi ma il bambino è scappato da corte e non vuole tornare a palazzo. È il figlio della baronessa Hoshina. >> “ altezza? È la regina?” pensò il bambino continuando a guardare la donna che nel frattempo continuava a carezzargli dolcemente la testa, poi lo guardò con un dolcissimo sorriso << così sei tu il figlio di Souko. Assomigli moltissimo a tuo padre Aruto sai? >> il bambino la fissò stupito << conosce mia madre? E anche mio padre? >> le domandò. La donna rispose con un bellissimo sorriso << certo. Tua madre è la mia migliore amica, come potrei non conoscerla! E di conseguenza, conosco anche tuo padre…Guardie! >> “ la migliore amica della mamma?” il bambino guardava sempre più stupito la donna che nel frattempo si stava rivolgendo ai soldati << vi prego di lasciare questo bambino nelle mie cure. Lo riporterò io a palazzo quando si sarà calmato. Dite a Souko che il bambino è con me. >> le guardie si fissarono, poi guardando la donna annuirono << agli ordini vostra altezza! >> la donna rispose sfoderando un bellissimo sorriso << vi ringrazio >> aggiunse poi.

Quando le guardie furono andate via, la donna guardò il bambino –che nel frattempo le si era aggrappato al vestito- e gli chiese << come ti chiami piccolo? >> il bambino la fissò << Ikuto, vostra altezza >> << Midori. Chiamami Midori. >> il bambino sorrise.
La donna porse la mano al bambino – che accettò volentieri- e s’incamminarono mano nella mano << altezza… come mai lei non è circondata dalle guardie? >> << non mi chiamare altezza. Mi fa sentire vecchia >> rise la donna << come vuole… Midori >>.        La donna sorrise << così va meglio >> continuarono a camminare un po’ << giusto, non ti ho più risposto. Le guardie non sono con me perché gliel’ho chiesto io. Mi piace camminare tranquillamente nel villaggio. Darei troppo nell’occhio con delle guardie attorno a me. Inoltre, non voglio che le persone del villaggio mi vedano solo come una nobile, ma come una comune persona. >> << capisco… Midori? >>la donna lo guardò << si? Dimmi pure >> il bambino girò il volto un pochino imbarazzato per la domanda che stava per porgerle <<  ehm… mi chiedevo… lei che grado di nobiltà ha? Come mai le guardie l’hanno chiamata altezza? >> Midori rise e gli scompigliò un po’ i capelli << devono aver proprio stimolato la tua curiosità vero? >> le guance del bimbo si tinsero di rosso vedendo quel dolcissimo e bellissimo sorriso << già… >> la donna lo guardò con tenerezza << io sono Midori Hinamori… sono la regina >> Ikuto spalancò gli occhi e ritirò la mano – che teneva con la regina- << ah… mi scusi vostra altezza. L’ho disturbata inconsapevolmente… davvero spero mi perdonerà… >> la donna riprese la mano del bambino << non dire così ti prego. Continuiamo a parlare come abbiamo fatto finora e non darmi del lei. Dammi del tu. Comunque, come posso notare, tua madre non ti ha detto niente di me, vero? >> Ikuto continuò a camminare mano nella mano con la regina << no. Mi aveva accennato una volta di avere una carissima amica in questo regno. Però non mi ha mai detto che eri tu. Soprattutto da quando la mamma è malata non parla più con nessuno… >> il volto del bambino si rattristò e la regina si fermò di scatto guardandolo. << la mamma è tanto malata ed io non posso fare niente per farla stare bene >> Ikuto iniziò a singhiozzare e le lacrime gli rigavano il volto scendendo incessantemente << Ikuto… >>. Midori guardava tristemente la scena “ Souko… stai così male?...”. Ad un tratto sentì la stretta del bimbo farsi più forte e sorrise << ti voglio portare nel mio posto preferito vieni… >> il bambino si asciugò in fretta le lacrime e, mettendo il broncio le disse << non dire a nessuno che mi hai visto piangere. Ne va della mia reputazione. >> la regina rise << reputazione? >> chiese << certo, io ho una reputazione da difendere sai? >> << va bene. Ora andiamo dai >> continuò la regina senza smettere di sorridere. << dove si trova questo posto? >> aggiunse poi Ikuto. Midori si girò a guardarlo e gli fece l’occhiolino << segreto >>. In quel momento anche Ikuto scoppiò a ridere vedendo l’espressione della regina “ finalmente ha sorriso” pensò poi la donna.

Mentre camminavano nel villaggio per arrivare alla “meta segreta”, Ikuto non poté fare a meno di osservare il comportamento della regina nei confronti degli abitanti. Era gentilissima, sorrideva sempre e, quando qualcuno le andava a porgere i suoi saluti o le regalava qualcosa, lei li trattava tutti come suoi pari e ringraziava sempre mostrando sempre un bellissimo sorriso che poi, veniva sempre ricambiato. Il bambino notando tale comportamento, rimase un attimo sbigottito . Non poteva immaginare che un nobile di tale rango potesse comportarsi in quel modo. Però notò anche che la gente del villaggio nei confronti di Midori era eccezionale. L’adoravano.

Ad un tratto, continuando a camminare, si ritrovarono fuori dal villaggio << Midori… quanto manca al posto segreto? >> la donna girò di poco il volto per guardarlo un attimo e disse << non manca molto. Siamo quasi arrivati >> il bambino annuì.

Camminarono ancora per qualche minuto fino a quando arrivarono davanti un’estensione di canne di bambù tutte secche. Il posto non sembrava un granché e il bambino si chiese come potesse piacerle quel posto. La regina però, le spostò cautamente fino ad oltrepassare l’estensione, seguita dal bambino che continuava a non capire che posto fosse quello. “ sarà anche un segreto però… vorrei tanto capire bene dove stiamo andando”

Dopo aver oltrepassato l’estensione delle canne di bambù Ikuto venne invaso da una luce accecante e dovette chiudere gli occhi. Solamente quando gli occhi si abituarono alla luce, poté aprirli. Dopo averli aperti, rimase a bocca aperta davanti allo spettacolo che gli si presentava davanti: una piccola estensione di erba piena di fiori;alla fine dell’estensione iniziava ad esserci la sabbia e alcune rocce alla sua destra. Poi, ad incorniciare tutto c’era lui. Il mare.

Midori nel frattempo aveva lasciato la mano del bambino ed era arrivata a riva. Si era tolta le scarpe – che teneva in mano- e camminava nell’acqua; poi si fermava, chiudeva gli occhi ed assaporava la bellissima sensazione.

<< Ikuto! >> la voce della donna fece risvegliare il bambino da i suoi pensieri << vieni qui! >> continuò la regina << arrivo! >> disse il bimbo mentre correva da lei. Arrivato dalla donna le disse sorridente << è bellissimo questo posto vostra altezza… cioè, volevo dire… Midori! >> un sorriso a trentadue denti comparve sul suo volto. La regina contraccambiò il sorriso << sei la seconda persona che porto con me. >> << la seconda? >> chiese incuriosito il bambino << e chi è stata la prima? >> la donna guardò il mare << è stata tua madre. >> il bambino divenne triste << la mamma? >> << già. Ikuto… quanti anni hai? >> il bambino guardò la donna non capendo il motivo di quella domanda << fra due mesi ne compirò 6 >> << sei un ometto allora! sai, io ho una bambina di due anni invece… comunque, ti ho fatto questa domanda perché io e tua madre ci siamo proprio conosciute a quell’età >> il bambino era diventato curioso << e come vi siete conosciute?? >> << vuoi davvero saperlo? >> chiese la donna istigando ancora di più la sua curiosità << certo! >> rispose il bambino con entusiasmo. << bene allora iniziamo… sinceramente però non c’è da dire un granché però continuiamo… in quel tempo,come ora d’altronde, la famiglia Hinamori e la famiglia Hoshina erano in buonissimi rapporti. Organizzavano moltissime cerimonie ai rispettivi palazzi per incontrarsi e stare insieme. Io e tua madre Souko però non c’eravamo mai incontrate. Ma, un giorno, durante una di queste cerimonie, mentre i nostri genitori chiacchieravano tra loro, ho visto una bambina dai lunghi capelli biondi che si era avvicinata al direttore d’orchestra… >> << era la mamma? >> interruppe velocemente Ikuto << già. Era Souko. Comunque, dicevo… la bambina non l’avevo mai vista prima d’ora, quando ad un tratto ho visto  il direttore d’orchestra che le posizionava il microfono d’avanti e lì, tua madre iniziò a cantare. Era davvero brava e, in quel momento, i miei genitori si avvicinarono e mi dissero “ quella bambina che sta cantando è la figlia del barone Hoshina lo sai?” io guardavo mia madre stupita. Non immaginavo che il barone avesse una figlia con una voce così bella. Però, non riuscivo proprio a prenderla in simpatia e, appena tua madre finì di cantare, mi avvicinai a lei e le gridai contro con voce corrucciata “ sono mille volte più brava io a cantare!”. In quel momento iniziammo a litigare su chi delle due fosse più brava. La nostra lite finì quando il barone Hoshina propose di fare una gara. Ognuna delle due doveva cantare il pezzo che più preferiva  e solo allora si sarebbe visto chi cantava meglio. La gara però, la vinsi io e tua madre scappò fuori dal castello in lacrime. Io alla visione di Souko che scappava in lacrime, mi rattristai e la raggiunsi. Si era seduta a gambe al petto e la testa tra le gambe. Lei non mi aveva notato ed io le porsi un fazzoletto “ Souko “ le dissi attirando la tua attenzione “ lo sai che prima scherzavo vero? Tu sei bravissima a cantare, così tanto che mi hai fatto ingelosire” tua madre a quelle parole mi guardò sbalordita e, dopo essersi asciugata le lacrime, girò la testa di lato mettendo il broncio “ però hai vinto lo stesso tu…” io non sapevo cosa risponderle così risposi “ allora, per farmi perdonare ti voglio portare in un posto segreto. Domani fatti portare a palazzo e poi andremo insieme… “ le porsi una mano e l’aiutai ad alzarsi. Dopo le mie parole, tua madre sorrise “ davvero?? E che posto? Sono curiosaa!!” io scoppiai a ridere, seguita successivamente da tua madre e le dissi la stessa cosa che ho detto a te prima “ segreto” le feci l’occhiolino e scoppiammo a ridere di nuovo. Iniziammo a chiacchierare e a scherzare e, senza essercene accorte eravamo diventate già ottime amiche. L’indomani mattina  come promesso,l’invitai a palazzo e, scappando dalle guardie che ci cercavano all’impazzata, l’ho portata proprio qui. Da quel momento siamo diventate migliori amiche e ci siamo scambiate una solenne promessa… >> Ikuto ascoltava completamente assorto il racconto della regina, poi però alla frase finale divenne curioso e piegò la testa leggermente di lato << che promessa? >>. Il bambino però non poteva immaginare la reazione di Midori. La donna abbassò il volto tristemente e sospirò, poi, continuando a tenere il volto basso, disse sottovoce e con una certa malinconia << che saremmo rimaste amiche per sempre… >> Ikuto spalancò gli occhi “ è da prima che ci faccio caso… il suo sguardo è malinconico… nonostante sorride sempre, sembra non darci peso ma il suo sguardo è così triste, così pieno di malinconia…“ << Midori… perché il tuo sguardo è sempre malinconico… >> mise velocemente le mani sulla bocca. Il bambino aveva detto la frase senza pensarci. Midori sorrise amaramente, poi il suo sguardo cambiò. Alzò il volto e piegò la testa di lato, in più aveva un sorriso raccapricciante tanto che Ikuto si spaventò << io e tua madre abbiamo litigato sai? >>. “ cosa sta succedendo a Midori… non sembra più lei… ho paura…” << perché avete litigato? >> un’altra frase detta senza pensarci su.

La donna si alzò da terra e andò con i piedi a riva, fece una giravolta e, con il solito sguardo e il sorriso raccapricciante disse << perché presto morirò… >>. Ikuto sbarrò gli occhi di colpo udendo quelle parole. << morirai? >> ancora una frase detta senza pensare.

Midori annuì ed iniziò a danzare, poi entrò un altro poco in acqua fino a che non le arrivò alle caviglie. Continuando a guardare il bambino, tenne le braccia giù e alzò le mani. In quel momento l’acqua si alzò e, mentre la regina danzava sull’acqua facendo delle giravolte, l’acqua stessa la seguiva, come se in torno avesse un turbine.

Il bambino guardando la scena iniziò ad urlare e la donna nel frattempo rideva. Poi, Ikuto svenne.                                                                                                      

Quando aprì gli occhi, trovò Midori che lo aveva fatto poggiare con la testa sulle gambe per farlo stare comodo. La donna era tornata normale,nel frattempo si era fatta notte…

Dopo che Ikuto riuscì a riprendere completamente i sensi, si sedette di nuovo, però un po’ lontano dalla donna,dato che era ancora spaventato, << così… hai conosciuto Midos… l’altro lato della mia personalità … >> il bambino la guardò esterrefatto << Midos? >> la donna guardò le stelle che nel frattempo erano apparse timidamente nel cielo. << già… è da quando sono nata che ho una doppia personalità e credo di aver trasmesso questa cosa anche a mia figlia purtroppo… comunque ti ho fatto qualcosa di male? Cioè,Midos ti ha fatto del male, ti ha detto qualcosa di strano? >> Ikuto annuì e la donna intuendo ciò che probabilmente il suo alter-ego aveva detto spalancò gli occhi… << cos’ha detto o fatto? >> aggiunse. Il bambino ricordando ciò che era avvenuto poco prima, rabbrividì. Midori provò a carezzargli la testa, ma Ikuto gli tolse la mano velocemente lasciando la donna esterrefatta << Ikuto… >> il bambino aveva portato le ginocchia al petto e le mani sulla testa << ho avuto tanta paura… sembravi così cattiva, così strana e diversa da come ti eri comportata al villaggio… poi ti sei messa a danzare sull’acqua, un vortice d’acqua ti ha seguito… >> Midori provò a carezzarlo di nuovo per provare a tranquillizzarlo, ma di nuovo, lui le scostò violentemente la mano << NON MI TOCCARE! >> la donna era sbalordita… non si aspettava una reazione del genere da parte del bambino che nel frattempo continuava a parlare senza fermarsi raccontando di Midos << … poi avevi uno sguardo strano, gli occhi spalancati e la bocca storta in un sorriso malefico… poi continuavi a danzare sull’acqua e a ridere in modo alquanto inquietante… hai iniziato ad essere così dopo che ti ho fatto quella domanda… e poi, mi hai risposto che hai litigato con la mamma perché presto saresti morta… CHI DIAMINE SEI TU? CHE COSA SEI?! >> la regina dopo che il bambino ebbe finito di parlare si calmò e lo guardò serio negli occhi << sono una sirena d’acqua… >> il bambino la fissò << cos… >> << è un essere fatto completamente d’acqua e che appartiene al mare, ma che al tempo stesso non fa parte di esso. È un essere che canta dolci melodie e che, ha grandi poteri, così tanti che sarebbe capace di distruggere il mondo intero se non viene fermato in tempo. È vero ciò che ti ha detto Midos io presto morirò ed ho litigato con tua madre perché lei, pensava ingenuamente di potermi salvare, di potermi fermare o, aiutare in qualche modo… ma non c’è alcun modo possibile perché ciò che è acqua, deve rimanere acqua. >> Ikuto ascoltava spaventato, ma la sua mente si era focalizzata sull’ultima frase detta dalla donna “ ciò che è acqua deve rimanere acqua… cosa significa questa frase?” << una sirena d‘acqua? Le sirene non dovrebbero esistere! >> << è qui che ti sbagli piccolo mio… io ne sono la prova vivente… oggi è stata una lunga giornata… andiamo che ti riporto al castello Hoshina, tua madre sarà in pensiero >> il bambino annuì. S’incamminarono così verso il castello, ma Ikuto, nel frattempo continua a pensare alla frase della donna…

AL PALAZZO HOSHINA…

<< baroncino Ikuto! >> una tata corse verso il bambino che, alla sua vista si nascose dietro la regina e la tata, alla vista di quest’ultima si fermò di scatto e s’inchinò << buona sera vostra altezza, perdoni la mia scortesia ma non l’avevo notata… accetterò qualsiasi punizione >> Midori le sorrise gentilmente e le fece cenno di alzarsi << non si preoccupi cara tata, so bene che era solamente preoccupata per il piccolo baroncino. Ora vi prego di portarlo alla madre. >> la tata s’inchinò di nuovo << ai vostri ordini, altezza >> prese Ikuto per un braccio e lo portò dalla madre;ma, prima che fu completamente lontano da Midori le disse << non vuoi davvero salutarla? >> la regina chiuse gli occhi e sorrise amaramente, poi diede le spalle al bambino e, girando di poco il viso disse << guarisci presto… Souko >>.

Ikuto non si era accorto che, dietro di lui era arrivata la mamma che si appoggiava a fatica al muro e, teneva  la mano ad una bambina bionda, che  poteva avere all’incirca 4 anni, con grandi occhi viola e i lunghi capelli raccolti in delle codine. << mamma non dovresti stare in piedi! >> la donna però non ascoltò il figlio e urlò contro la vecchia amica << Midori! Dove credi di andare? Non mi saluti nemmeno? Non sei venuta una volta a vedere come stavo, non ti sei fatta più sentire, non sai quanto mi hai fatta preoccupare… pensavo… >> iniziò a singhiozzare e cadde con le ginocchia a terra << …pensavo fossi morta! >> Ikuto era accorso in aiuto alla madre che nel frattempo stava andando in iperventilazione << mamma devi tornare a letto! DOTTORE! >> urlò il baroncino chiamando il medico che, ormai, abitava a palazzo  per riuscire a controllare meglio la baronessa che ogni giorno stava di male in peggio.

Midori nel frattempo si era girata un attimo verso l’amica che al tempo stesso la guardava addolorata << Souko… >> << QUEL GIORNO NON HAI RISPOSTO ALLA DOMANDA CHE TI AVEVO FATTO… PERCHE’ MIDORI?! SE C’ERA UN MODO E SE C’E’ ANCORA UN MODO PER SALVARTI, IO LO AVREI TROVATO! >> iniziò a tossire sangue << DOTTORE! SI SBRIGHI! >> gridò nuovamente il bambino al dottore che stava scendendo di corsa le scale << PERCHE’ NON VUOI CHE TROVI QUELLA FAMOSA BOCCETTA CHE POTREBBE SALVARTI LA VITA?! MIDORI VOGLIO UNA RISPOSTA! >> dopo aver detto quella frase con tutto il fiato rimanente, Souko svenne. Non prima però, di aver visto  l’amica sorriderle amaramente e dirle << ti ringrazio di tutto… ti voglio bene Souko… >>

DOPO ALCUNE ORE,A NOTTE INOLTRATA…
UNA LEGGENDA VENNE NELLA MENTE RICORDATA…

Cantiamo questa canzone,
piena di tristezza e malinconia
che il mare  tempestoso porta via

le navi che cercano l’oro
pian piano sprofonderanno
ascoltando questo dolce e triste canto.

E quando la settima alba sorgerà
Una nuova era segnerà

Il mare l’abbraccia quelle luci dorate
Che  pian piano riscaldan l’acque macchiate;

O triste melodia,
perché la sirena vuoi portar via?
nell’abbraccio del mare  ella cadrà
e la sirena d’acqua regina diverrà.

 
Nella mente della baronessa,mentre dorme, sogna una leggenda che pensava non sapere e che invece sa. Inizia a rigirarsi nel letto in cerca di una posizione comoda e, dal lato destro, trova Ikuto che le si è addormentato vicino e, vicino a lui si è a sua volta addormentata la piccola Utau. Souko sorride dolcemente e, la sua mano si sposta sul pancione dove c’è il bimbo che porta in grembo. Poi, sente un braccio avvolgerla dalla parte destra << Aruto… >> sussurra a bassa voce. Il marito le sorride e Souko, con il braccio libero avvolge i figli con un caloroso abbraccio che li accompagnerà tutta la notte. Nella mente della donna però, le parole della leggenda sembrano preoccuparla a morte perché molto probabilmente ha capito il segreto di Midori. E la risposta a quel “perché” cui la regina non aveva mai risposto. “ Che cosa ti sta saltando in mente, amica mia…”
 



ANGOLO DELL'AUTRICE:
gomen! >.< 
ciao a tutti! scusate per il ritardo ma, con la scuola, i compiti e tutto non ho avuto modo di scrivere. questo capitolo, come potete vedere sarà diviso in 2 parti e si scopriranno cose molto interessanti che poi riguarderanno anche una certa principessa... ;)
ringrazio come sempre per il vostro sostegno. fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto.
xxx
mikytkd
 

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Capitolo 11
*** avviso! ( non vi preoccupate la storia la finisco) ***


AVVISO!! Ciao a tutti! Sentite mi dispiace tantissimo per il clamoroso ritardo! Sono due mesi e mezzo (fra un pó tre) che non posto un capitolo!! però ora come ora non ce la faccio proprio! Sono una studentessa del liceo classico e da quando ho iniziato la scuola non ho un attimo di tregua!! :( Prometto che dal 22 ( appena iniziano le vacanze) posteró i captitoli nuovi.... Anche perché mancheranno 5 capitoli ca alla fine della storia!! Spero mi perdonerete! Peró ora non ce la faccio proprio a postare! Scusatemi ancora!! :O Xxx Mikytkd

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Capitolo 12
*** Capitolo 11. Il Segreto Della Mamma ( Parte 2) ***


Capitolo 11. Il Segreto Della Mamma
( parte 2)
“ I Ricordi Di Souko”
 
<< Ehi Souko! Vieni a giocare! >> una bambina stava sorridendo salutando un’altra bambina dai lunghi capelli biondi

<< arrivo Midori! >> la bambina a sua volta salutò l’amica che nel frattempo l’aspettava poco distante…

. . .

<< saremo amiche per sempre… è una promessa! >> dissero le due bambine con i rispettivi mignoli incrociati e con un dolce sorriso che incorniciava loro il volto paffuto e roseo.

 
ANNO XXX771 NEL LUOGO SEGRETO A 19ANNI
 

<< Souko… noi siamo migliori amiche vero? >> chiese una 19enne all’amica dagli occhi viola << certo Midori, perché me lo stai chiedendo tutt’ad un tratto? >> rispose preoccupata la bionda.

<< quindi se ti svelo un segreto tu non lo dirai mai a nessuno e per nessun motivo? >> chiese ancora Midori << ehi Midori… ma che ti sta succedendo? Come mai mi fai questa domanda? >> << TU RISPONDI! HO BISOGNO DI UNA TUA RISPOSTA SINCERA! >> Souko spalancò gli occhi impaurita “ sei davvero tu, Midori?” << certo che puoi fidarti di me, dovresti saperlo… >> Midori sorrise compiaciuta e il suo volto cambiò espressione << per prima cosa dovresti sapere che in me… >> gli occhi si spalancarono e la bocca si distorse in un’espressione malefica, che fece spaventare la povera Souko facendola rimanere impietrita << … risiede un’altra personalità! Piacere Souko, è la prima volta che ci incontriamo… io sono Midos e spera per te che sia l’ultima volta che ci vedremo! >> Souko era immobile e guardava l’amica con un’espressione indecifrabile, tanto che Midos ne approfittò per “giocare” un po’ con lei. Le alzò il mento con un dito cosicché potesse guardarla meglio negli occhi << di la verità… stai morendo di paura non è vero? >> fece un ghigno e crudelmente aggiunse << Ehi sto parlando con te!  Sei una baronessa non ti hanno insegnato che bisogna rispondere quando qualcuno ti porge una domanda?! >> con la mano, le prese un collo e l’alzò facendola dimenare a morte << Midori… esci fuori! >> Midos incominciò a ridere malefica e strinse più forte << sai pecorella, se non urli più forte Midori non uscirà mai fuori. Devi riuscire da sola a farla tornare, perché non ho la minima intenzione di farla uscire stavolta! >> Midos strinse di più la presa su Souko, che continuava a provare a liberarsi dalla presa della ragazza. Cercò di prendere più fiato possibile e riuscì ad urlare << MIDORI!!! ESCI FUORI DA Lì! >> Midos udendo quell’urlo, rimase un attimo stordita ed ebbe un giramento di testa, per colpa dell’urlo si distrasse un attimo e ciò fece si che la presa su Souko divenne più lenta facendo in modo che Souko riuscisse a liberarsi e lanciarsi subito sul corpo dell’amica,avvolgendolo in un caldo abbraccio << Midori… non mi importa se hai una doppia personalità ,io sarò sempre al tuo fianco qualsiasi cosa succeda… noi siamo migliori amiche no? >> Midos fece un ghigno “ Midori… sta volta ci sei riuscita, ma non te lo permetterò ancora”. Souko strinse di più l’amica nell’abbraccio, rischiando di soffocarla << Ehi Souko… vuoi forse soffocarmi per caso? >>, la donna era tornata in lei.  Souko sciolse l’abbraccio e guardò l’amica << sei tu, Midori? >> la principessa annuì e, Souko udendo quella parole sorrise e tornò ad abbracciarla << non riesci mai a fare qualcosa senza farmi preoccupare troppo non è vero? >> Midori sorrise << credo proprio che tu abbia ragione. Mi dispiace Souko… comunque il segreto vero e proprio era un altro… >> la bionda sciolse l’abbraccio e guardò seria l’amica negli occhi, le poggiò le mani sulle spalle e le disse << Midori… devo preoccuparmi? >>. La principessa non rispose, si alzò, porse la mano all’amica – che accettò volentieri per alzarsi- e le disse solamente << Seguimi Souko >> << Midori… sul serio… devo preoccuparmi non è vero? >> l’amica fece un sorriso amaro e Souko spalancò gli occhi “ quello sguardo lo conosco… che cosa ti è successo Midori?”.

Continuarono a camminare per un po’ fino ad arrivare in una grotta  sul mare, poco distante dal loro posto segreto.

La grotta era ampia e si affacciava sul mare, nell’interno c’erano pietre luccicanti e, nella piscina naturale interna, c’erano tantissimi pesci dai vari colori e dei bellissimi coralli di fuoco e di altri tipi; in più c’erano alcuni rivoli d’acqua che scendevano dalle pareti rocciose e che, infrangendosi su altre rocce o ricadendo in acqua andavano a creare dei bellissimi e piccoli arcobaleni.

<< ma questo posto è bellissimo Midori… come lo hai trovato? >> Souko era sbalordita e guardava la grotta con gli occhi luccicanti. << l’ho creato io >> rispose seria Midori. La baronessa la guardò stupita, pensando seriamente che l’amica stesse delirando o, per lo meno stesse scherzando; ma Midori aveva uno sguardo serio e non aveva cenno di scherzo negli occhi. << com’è possibile che l’abbia creato tu? >> << promettimi che non urlerai,sverrai e che manterrai il segreto, altrimenti Souko, non te lo perdonerò >> << Midori… >> “ ho i miei dubbi che la persona che in questo momento si trovi davanti a me non sia Midori ,ma Midos” << … promesso >> Mirdori sorrise compiaciuta.

Poi, ad un tratto diede le spalle all’amica ed iniziò ad incamminarsi verso la piscina naturale << ehi Midori… che intenzioni hai?! È pericoloso! >> urlò la principessa preoccupata. Midori però non sembrò ascoltare l’amica e, continuando a camminare, sprofondò nella piscina << MIDORI!! >> urlò a squarciagola Souko sporgendosi pericolosamente verso la piscina.

Provò a cercare l’amica con lo sguardo, quando ad un tratto, una luce abbagliante fuoriuscì dall’acqua e l’investì, tanto che la principessa dovette chiudere gli occhi.

Appena li riaprì, trovò davanti a sé una figura fatta completamente d’acqua avene anche una coda da sirena. Guardò meglio e… << Midori? >>.

La ragazza d’acqua annuì << questo è il mio vero io Souko… io… sono una… sirena d’acqua >> … << cosa?! >> la baronessa guardò meravigliata l’amica. Non voleva crederci, pensava fosse un sogno e che prima o poi si sarebbe svegliata; insomma… le sirene fino a prova contraria non esistono… o no?

 
ANNO  XX776 NELLA GROTTA. 24 ANNI.
 

<< ehi Midori, c’è sempre stata una cosa che avrei voluto chiederti da quando mi svelasti il tuo segreto , ma non ce l’ho fatta >> disse a bassa voce Souko, mentre l’amica si era trasformata in sirena e faceva il bagno giocherellando con i pesci che, nel frattempo le sguazzavano intorno.

<< penso di aver capito a cosa ti riferisci ma… dimmelo tu. >> rispose Midori mentre con un dito provava ad accarezzare il dorso di un pesce pagliaccio e sorrideva amaramente pensando alle parole dell’amica. << volevo dirti come mai… si, insomma, perché mi hai svelato il tuo segreto solo quattro anni fa e non prima? Non ti fidavi abbastanza di me forse? >>

Midori smise di giocare con i pesci e si avvicinò al bordo della pisci netta, guardando negli occhi l’amica << forse è proprio come dici tu Souko, forse non mi fidavo abbastanza… >> Souko abbassò lo sguardo << capisco… >> Midori a quella reazione sorrise addolcita << … o forse era per il fatto che a 19 anni si incomincia ad essere già più mature da reggere un segreto di tale portata >> concluse poi.

Souko sorrise e si catapultò addosso all’amica provando a travolgerla in un “dolce” abbraccio << no... no! Aspetta Souko, ti sei dimenticata che quando sono in questa forma… >> << AAAH! >> urlò Souko trapassando l’amica e finendo dritta in acqua << …sono fatta completamente d’acqua e non puoi toccarmi?! >> Midori sospirò e poggiò un mano sulla fronte. << guarda che è colpa tua Midori! Potevi benissimo tornare normale! >> incominciò a lamentarsi la baronessa ancora in acqua mentre si teneva a galla << e farmi travolgere da un abbraccio soffocante? Certo che no! >> rispose la principessa ridendo a crepapelle guardando lo sguardo furioso della migliore amica, per poi tornare umana. << questa me la paghi, principessa da strapazzo! >> Souko le iniziò a schizzare l’acqua e ridendo, seguita dall’amica che, ricambiava.

 
VERSO SERA, A PALAZZO HINAMORI…
 

Due amiche stavano chiacchierando allegramente sedute su dei cuscini posizionati vicino il balcone( aperto ), da cui entrava un fresco venticello.

Una certa principessa ad un tratto chiuse gli occhi con un sorriso sulle labbra. << Midori… riesci a sentirlo anche da qui? >> chiese incuriosita la bionda << certo. Per me è come un richiamo. Lui, l’oceano, mi chiama, mi sussurra,mi culla, mi parla. E, per me, non c’è voce più bella. >> detto ciò, si alzò, andò fuori il balcone ed iniziò a cantare una strana melodia:

 
“Cantiamo questa canzone,
piena di tristezza e malinconia
che il mare tempestoso porta via.
Le navi che cercano l’oro
pian piano sprofonderanno
ascoltando questo dolce e triste canto.
E quando la settima alba sorgerà
Una nuova era segnerà
Il mare l’abbraccia quelle luci dorate
Che pian piano riscaldan l’acque macchiate;
O triste melodia,
perché la sirena vuoi portar via?
Nell’abbraccio del mare ella cadrà
E la sirena d’acqua regina diverrà”
 

Ascoltando l’ultima parte, Souko non poté far a meno di notare che lo sguardo di Midori, era cambiato, assomigliando invece a quello di Midos.

Appena Midori finì il canto, notò che Souko la stava guardando in modo strano << Souko? Ehi! Souko! >> la baronessa parve riprendersi << oh, si scusa! Ero rimasta sovrappensiero … comunque è davvero una bellissima canzone, anche se devo dirti che assomiglia tanto ad una storia >> la principessa sorrise << hai indovinato. Quella che ho appena cantato, è una leggenda o, una predizione, non se bene quale delle due… la so da quando era bambina >>

“ questa leggenda,predizione o qualsiasi cosa essa sia, non me la racconta giusta… soprattutto l’ult…”

Souko spalancò gli occhi, intuendo il motivo del cambiamento degli occhi di Midori e del significato della storia. Non volle imprecare subito contro Midori quindi, anche se per un attimo, decise di cambiare discorso…

La baronessa guardò il collo di Midori e notò, che quella collana non la toglieva mai. << senti Midori, è da quando siamo bambine che la porti e non la togli mai, neanche durante le cerimonie o altro… se non sono troppo indiscreta, potresti dirmi cosa rappresenta quella collana? >>

La principessa si toccò il collo, fino ad arrivare al ciondolo, che prese delicatamente in mano << l’Humpty Lock? >> Souko annuì. << questo lucchetto devi sapere che porta dentro di sé una storia d’amore sconfinata, quasi un triangolo amoroso addirittura. Devi sapere anche che c’è una chiave che fa coppia con questo lucchetto, si chiama Dumpty Key >>

<< davvero? Non me ne hai mai parlato! Ora mi hai fatta davvero incuriosire Midori! >> disse fin troppo esaltata la baronessa, amante delle storie d’amore. La principessa si sedette di nuovo su uno dei cuscini e, dopo aver tolto la collana e averla presa in mano, iniziò a raccontare:

<<  c’era una volta, tanto tempo fa, una bellissima principessa. Era una ragazza bellissima: aveva lunghi capelli neri dai riflessi blu che le arrivavano fino al fondoschiena e dei bellissimi occhi ametista che, da quanto si diceva, erano magnetici; delle labbra rosee e carnose, un bellissimo sorriso e un fisico dolce e sinuoso.

La principessa era di buon cuore e, voleva un gran bene alla sua famiglia ed ai suoi amici,  anche  al suo popolo, cui era disposta a fare di tutto per salvarlo, anche sacrificare se stessa se fosse stato necessario. Cosa che in fondo, faceva onore alla principessa che era.

C’era una cosa che nessuno sapeva però. Ogni notte, la principessa scappava ed andava sulla spiaggia; faceva delle lunghe passeggiate, giocava nell’acqua -anche sapendo che di notte era pericoloso- e intonava al mare, delle dolcissime e bellissime melodie.

La principessa era stata richiesta in sposa molte volte, ma aveva sempre reclinato con delicatezza le richieste di matrimonio. Il suo vero amore era il mare.

Fino a quando, una notte, durante una delle solite passeggiate, tra la sabbia bagnata dalle onde, comparve un oggetto luccicante. La principessa, incuriosita, prese l’oggettino tra le mani, lo ripulì dalla sabbia e spalancò gli occhi. L’oggetto luccicante era una collana, avente  per ciondolo, un lucchetto d’oro con incastonato, un diamante a forma di quadrifoglio.

La principessa era sbalordita, non avrebbe mai immaginato di poter trovare un oggetto simile portato dalle onde del mare.

Ad un tratto la principessa sentì dei gemiti. Prendendo un bastone, trovato poco distante da lei, si avvicinò dove aveva sentito il rumore; mano a mano che si avvicinava, i gemiti si facevano sempre più forti, fino a quando non vide un ragazzo – probabilmente naufrago- che respirava a fatica e che era accasciato sulla sabbia.

La principessa corse prontamente in soccorso del giovane, scuotendolo delicatamente e riuscendo a farli rigettare l’acqua bevuta. Il giovane la ringraziò e riuscì a mettersi seduto, grazie alla principessa.

Ad un tratto il ragazzo guardò negli occhi la principessa e, quest’ultima non poté far a meno di rimanere incantata dai suoi occhi. Erano di colore oro; l’occhio della principessa cadde sul collo del ragazzo dove, aveva intravisto luccicare qualcosa. Infatti al collo del ragazzo c’era una collana, come quella che aveva trovato lei, solo a forma di chiave.

Dopo qualche minuto, disse al ragazzo di alzarsi e di andare con lei a palazzo. Il ragazzo la ringraziò ma, declinò la gentile offerta dicendo alla principessa che sarebbe rimasto in spiaggia.

La principessa lo guardò stupita e gli chiese il perché. Il ragazzo le sorrise – e in quel momento la principessa pensò che quello fosse il più bel sorriso del mondo- e le rispose semplicemente che voleva essere a contatto con il mare. La principessa ricambiò il sorriso addolcita e disse al giovane che sarebbe venuta tutti i giorni a portargli cibo e vestiti. Il ragazzo la ringraziò.

Nei giorni seguenti la principessa fece come detto: portava tutti i giorni il cibo e le vesti al ragazzo e i due, con l’aumentare del tempo s’innamorarono. Camminavano mano nella mano facendo delle lunghe passeggiate e scherzando insieme. Inoltre, ogni volta che il sentimento aumentava, l’Humpty Lock e il Dumpty Key entravano in risonanza, rispecchiando i sentimenti dei portatori.

Il ragazzo era un giovane bellissimo: fisico asciutto e scolpito, occhi dorati, pelle bronzea e, capelli castani con dei riflessi color sabbia. La principessa non faceva altro che pensare a ciò.

Un giorno, durante il loro primo bacio, successe una cosa inaspettata. L’Humpty Lock e il Dumpty Key entrarono in risonanza completa; le onde del mare si alzarono al cielo ed il vento iniziò ad aumentare, dopodiché un tuono squarciò il cielo e poi, tornò tutto alla normalità.

Chissà, forse era perché il loro era vero amore o perché il mare era geloso della principessa e la voleva tutta per sé?

Passarono i giorni e la principessa decise di dire del giovane al padre e la famiglia. All’inizio il re era perplesso e, naturalmente non accettava un amore del genere tra una principessa e un… naufrago?  Ma, decise di lasciare da parte l’orgoglio e le tradizioni per dare spazio all’amore e la felicità della figlia.

Un giorno estivo, durante una delle solite passeggiate, il ragazzo decise di confessare una cosa alla principessa. Una cosa che le aveva tenuto nascosto per paura di perderla. Lui era un pirata. Non uno di quelli cattivi, come raccontano nelle storie dei libri. Ma un pirata che aveva deciso di essere tale per l’amore dell’avventura e del mare.

La principessa gli sorrise e con un casto bacio lo ringraziò per avergli detto la verità. Poi, anche lei decise di confessargli un segreto. Lui non era l’unica persona che amava, ma amava anche un’altra persona.

Il ragazzo inizialmente reagì male, prendendo duramente per le spalle l’amata che però, non sembrava affatto spaventata. Gli poggiò una mano sulla guancia e continuò, dicendo che l’altra persona che amava quanto lui o quasi più, era il mare.

Il pirata a quelle parole la guardò furente e, con un sorriso malizioso se la caricò in spalla e, rise dicendo che anche se era rivale del mare, avrebbe sicuramente vinto lui per il suo amore. Poi scoppiarono entrambi a ridere e si diedero nuovamente un bacio.

La principessa, nei giorni seguenti si sentì sempre più inquieta e, senza scendere in spiaggia, si affacciò ad una delle finestre di palazzo ed intonò una delle sue melodie preferite che cantava sempre al mare. Era proprio vero però, lei amava con tutta se stessa il mare, l’oceano, lo sentiva come una parte indelebile di sé.

Ad un tratto, durante il solstizio d’estate, ci fu un assedio a palazzo da parte di alcuni assassini mandati da un regno rivale; gli assassini uccisero tutta la famiglia reale, ma la principessa riuscì a scappare in spiaggia del suo pirata anche se inseguita da uno degli assassini.

Il pirata guardò la principessa che stava correndo verso di lui inseguita da un assassino e corse prontamente verso di lei, ma non fece in tempo a salvarla. L’assassino la prese e,le piantò un pugnale dritto nel cuore. Poi, come se fosse aria, buttò la principessa in mare.

Il pirata dopo aver assistito alla scena, si scaraventò contro il corpo dell’amata e la prese in braccio. L’assassino non fece nulla, sicuro che avrebbe ucciso anche il ragazzo, dopo ciò. Il giovane carezzò la guancia della principessa e le diede un bacio sulla fronte. La principessa ancora non era morta, ma, prima di chiudere gli occhi definitivamente riuscì a dire al suo pirata che lo amava e che non si doveva preoccupare per lei perché sarebbe stata sicuramente bene tra le braccia del mare, poi chiuse gli occhi con un dolce sorriso sulle labbra ed una lacrima che le scendeva giù dal viso. Il pirata sorrise poi, senza farsi notare dall’assassino, tirò fuori il pugnale, dal petto dell’amata, lasciandola tra le braccia del mare e si gettò a capofitto sull’assassino, riuscendo ad ucciderlo.

Alcuni giorni dopo, il regno rivale conquistò il regno sconfitto ma, il “ re cattivo” non avrebbe mai immaginato ciò che sarebbe successo.

Le acque del mare si alzarono e la pioggia cominciò a cadere incessante, i tuoni squarciarono il cielo, il vento aumentò d’intensità ed una luce abbagliante ricoprì ogni cosa. Poi si fece più piccola fino a scomparire del tutto in un unico punto; appena la luce scomparve del tutto, al suo posto, sulle acque del mare, comparve una figura fatta completamente d’acqua. Assomigliava tanto ad una… sirena.

La “sirena” , non era altri che la principessa che aveva fatto uccidere. Il re nemico guardò la ragazza come fosse un fantasma e provò a scappare dal villaggio. La figura d’acqua sorrise maleficamente e, innalzando una nota al cielo, provocò un’onda d’urto enorme che distrusse con una velocità spaventosa; poi, con un gesto delle mani, mandò tutta l’acqua che voleva nel regno ad affogare i reali per vendetta. Prima che potesse finire di fare ciò che aveva appena incominciato però, si sentì chiamare.

Voltò lo sguardo in direzione della voce e spalancò gli occhi. Ritirò l’acqua e tutto tornò alla normalità. La “sirena”, si avvicinò, insieme a tutta l’acqua, al ragazzo. Era il suo pirata.

Sul volto del pirata comparvero alcune lacrime e sorrise vedendo la sua bella principessa. Anche sul volto della principessa sembrarono scendere delle lacrime. Non d’acqua però, le sue lacrime assomigliavano tanto a stelle cadenti per quanto luminose. La principessa sorrise al suo amato e, unendo le mani al petto, fece uscire da dentro di sé l’Humpty Lock, fuso con lei ad opera della trasformazione e lo porse al pirata dicendogli che quello era il suo cuore e che lei sarebbe stata per sempre con lui. Ora lei apparteneva al mare ed era la cosa che, segretamente sarebbe sempre voluta essere o, farne parte: il mare stesso. Il pirata provò a fare una carezza alla sua amata, ma non ci riuscì, la principessa sorrise amaramente. << sono come stelle cadenti, le tue lacrime amor mio >> disse il pirata alla principessa. Provò a prenderle una lacrima e, stranamente ci riuscì. Non era una vera e propria lacrima << poggia la luce sul mio cuore.  In futuro servirà ad una principessa, non posso dirti altro mio bel pirata >> disse poi la principessa diventando sempre più trasparente << aspetta … !!! … >> la principessa guardò un’ultima volta il pirata  e gli sorrise << mi raccomando, abbi cura dell’Humpty Lock e del Dumpty Key… addio … !!! … >> il pirata iniziò a lacrimare e guardò per l’ultima volta la sua bella principessa << addio, o mia amata … sirena d’acqua >> la sirena cominciò a cantare una canzone e scomparve … per sempre (?) >>

 

Alla fine del racconto Midori si trovò davanti una baronessa letteralmente in lacrime. << che storia commovente >> disse poi quest’ultima guardando l’amica dopo essersi ripresa << già >> concluse Midori << non so se si sia capito, comunque questa è la storia della prima sirena d’acqua… >> Souko annuì sorridendo << … la chiave ed il lucchetto simboleggiano l’amore eterno, l’amore vero di una principessa verso il suo “ principe azzurro”e, il lucchetto è anche il collegamento e il legame di una sirena d’acqua e il mare. Sia la chiave che il lucchetto sono due porta fortuna perché fanno si che si trovi l’anima gemella e fanno realizzare il proprio sogno >> << capisco… è davvero una bella cosa. Comunque Midori, non capisco una cosa… come fai a conoscere questa storia? >> aggiunse Souko. Midori volse lo sguardo verso il cielo << è strano, non lo so neanche io con precisione, è solo che da quando sono nata, la conosco e basta, è come se fosse impressa nella mia mente da non so quanto tempo… a volte mi sembra di sentire addirittura la voce della principessa, ma, sorvoliamo >> la principessa sospirò, ma non fece in tempo a dire di avere sonno che l’amica le porse velocemente un’altra domanda << un’altra domanda sulla storia Midori! >> la principessa si rassegnò alla curiosità della baronessa e alla fine rinunciò all’idea di andare a dormire. << dimmi Souko >> la biondina era davvero curiosa << come si chiamavano la principessa e il pirata? >> Midori sbarrò gli occhi udendo la domanda, poi rilassò i nervi, e rispose << mi dispiace deluderti, ma i nomi non credo di saperli >> “ non posso dirti i loro nomi Souko, mi dispiace ma su un po’ di cose dovrò mentirti… i loro nomi però sono davvero così belli… Amu e Ikuto…  tu non credi siano bellissimi, Midos?”. Una presenza all’interno  di Midori sorrise maligna “ mh… tu pensa a non svelarle altro… sa già troppo… dovresti sapere che se venisse a scoprire quella cosa io uscirei fuori per ucciderla, quindi, al posto di pensare a quanto si bello un nome, pensa alle cose serie Midori” <<… ori! Ehii Midori mi stai ascoltando? >> Souko stava muovendo le mani davanti il volto dell’amica, per farla riprendere dai suoi pensieri. << oh! Scusami è che ero un po’ sovrappensiero… >> la baronessa a quella risposta divenne seria e guardò l’amica dritta negli occhi “ glielo devo dire, altrimenti questo pensiero mi torturerà a morte...” << senti Midori… prima, quando hai cantato quella melodia, sei diventata un po’… ecco… >> la principessa divenne a sua volta seria ed iniziò a sudare “ Non devi dirgli altro Midori! Se lo farai, la ucciderò!” un occhio di Midori aveva cambiato colore “ Stai al tuo posto Midos… devo dirle almeno quell’altra cosa!” Midori si strinse forte la maglia, come per farsi forza “  sai che quando discutiamo il tuo corpo ne risente, ricordati che è anche il mio quindi smettila. Ti concedo una tregua Midori, a patto che tu mantenga una promessa” “ accetto, qual è la promessa, Midos?” “ potrai dirle tutto ciò che vuoi, tranne il nostro segreto. Prometti che non lo dirai, altrimenti la ucciderò!” “ … va bene Midos, lo prometto!”

<< Midori! Ehi, stai sudando, ti senti bene? Vado a chiamare il dottore, aspetta! >> Souko, vedendo l’amica in quella condizione, fece per alzarsi, ma venne bloccata all’istante dalla mano di Midori << no, sto bene Souko, non andare. Mi serve solo una boccata d’aria fresca e poi, non mi stavi chiedendo qualcosa? >> la principessa si alzò e si diresse verso il balcone, poi rientrò e si sedette di nuovo.

Souko nel frattempo era impaurita e al tempo stesso preoccupata per l’amica. “ quell’occhio, quell’espressione… le stava parlando! Stava discutendo con Midos!”

<< Midori, sicura di non voler vedere il dottore? Almeno riposa ora >> la principessa fece cenno di “no” con la testa << grazie Souko, ma ora sto meglio… e poi, ormai con tutte queste chiacchiere,il sonno è passato! >> la baronessa sorrise << e va bene, continuiamo a chiacchierare allora… >> “ non so più se chiederglielo a questo punto” pensò poi la bionda << senti Midori/Souko >> dissero all’unisono le due prima di scoppiare a ridere << prima le principesse >> aggiunse infine Souko facendo l’occhiolino all’amica << vi ringrazio , mia cara baronessa!  Bene, ora ti dirò una cosa riguardante la storia che ti ho raccontato poco fa, è un continuo… >> Souko si mise comoda e Midori iniziò a parlare:


<<  devi sapere che, dopo che la principessa scomparve del tutto, il pirata cadde in preda alla disperazione. Amava a tal punto la principessa da credere che in qualche posto, li in fondo al mare, lei fosse ancora viva.  Così, una sera, mentre era in mare aperto su una nave rubata, vide qualcosa luccicare nell’acqua. Con una rete riuscì a prendere l’oggetto e notò che non era altri che una boccetta di cristallo.

Un evento strano avvenne poco dopo. Dall’Humpty Lock, che teneva accuratamente vicino la Dumpty Key, fuoriuscì dell’acqua ,ed una voce conoscente invase la mente del pirata. “ riempi la boccetta” diceva essa. Il pirata fece istintivamente quanto detto e, appena la boccetta venne riempita del tutto, l’acqua dentro di essa divenne luce “ servirà per esprimere un desiderio di una principessa”  aggiunse poi la voce. Il pirata chiese alla voce cosa doveva farne della boccetta e la voce rispose “ mettila dentro un baule e seppelliscila, ma stai attento, l’acqua nella boccetta non deve finire nelle mani sbagliate. Quindi, nascondila bene affinché nessuno la trovi, tranne la persona destinata a berla… mio bel pirata” .

Il pirata quindi, nascose la fatidica boccetta e nessuna principessa ( sirena d’acqua) riuscì mai a trovarla. Alcuni dicono che la chiave per arrivare alla boccetta dicono che sia l’Humpty Lock, altri la Dumpty Key, ma io stessa credo che servano entrambi >>


 
<< è strano che nessuna principessa fino ad ora non sia mai riuscita a trovarla… non trovi Midori? >> chiese Souko alla fine del racconto << già… allora qualche volta cerchiamola insieme! Forse riusciremo a trovarla noi due no? >> rise la principessa all’amica,<< ottima idea, mia carissima sirenetta >> rispose poi la bionda.

“ glielo devo chiedere… ora o mai più!” pensò la baronessa…

<< … senti Midori, ancora devo porgerti quella “famosa” domanda >> la principessa era incuriosita, più volte l’amica, durante quella serata aveva provato a farle “quella fatidica” domanda, cambiando poi con un’altra << dimmi Souko >> “ ora o mai più”  pensò la baroncina prima di rispondere. Strinse i pugni e parlò << perché mentre cantavi quella melodia prima eri così triste? E strana, aggiungerei… soprattutto nell’ultima parte della canzone… sembravi quasi Midos, Midori >>

L’amica sorrise amaramente, poi, come prima, un suo occhio cambiò colore, come la sua espressione << non ti facevo così sveglia, baroncina e poi, sei davvero sicura di voler sapere la risposta? >> Souko sbarrò gli occhi << Midos? >> la principessa sorrise malefica << sei fortunata, come puoi vedere, c’è anche Midori qui, quindi non posso ammazzarti, comunque non hai ancora risposto alla  mia domanda >> << Souko, ti prego, non essere arrabbiata dopo aver sentito la risposta >> aggiunse poi Midori, dando il cambio a Midos per parlare. A Souko non sembrò vero di vedere lo spirito di Midos e Midori insieme, in 24 anni non le era mai successo << sono sicura Midos e poi Midori, che cosa vorresti dire con ciò? >>  Midori/Midos, si alzò il piedi e si diresse fuori il balcone, poi guardò il mare, fece una giravolta e guardò l’amica << noi due fra 10 anni, alla settima alba, il giorno del solstizio d’estate moriremo. e ricorda questa frase cara Souko :“ … e quando la settima alba sorgerà una nuova era segnerà” ; quel giorno,sarà l’ultima volta che ci vedremo >> alla baronessa venne a mancare un battito. Poi, Midori tornò normale e guardò l’ amica con un’espressione dolorosa << mi dispiace Souko, mi dispiace non avertelo detto prima, ma è così che deve andare, mi disp… >> uno schiaffo riecheggiò per tutta la camera << “  E’ COSI’ CHE DEVE ANDARE” SUL SERIO MIDORI?! NON TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE STAI DICENDO? VORRESTI PER CASO CHE IO ACCETTI UNA COSA DEL GENERE? TE LO PUOI SCORDARE MIDORI! >> Souko era in lacrime e provava una rabbia come mai l’aveva provata prima << Souko, io… >> << non aggiungere altro Midori! Non ti rendi conto di ciò che dici? Fra un po’ ti devi anche sposare, come pensi la prenderà Tsumugu quando tu non ci sarai più? E se avrai dei figli, come pensi la prenderebbero loro? >> << Souko, basta per favore… tu non puoi capire >> << IO NON CAPISCO? SEI TU CHE HAI PERSO LA RAGIONE MIDORI! TU… >> Midori strinse i pugni ricolma di rabbia e dolore << ADESSO BASTA SOUKO! SECONDO TE IO SONO CONTENTA DI MORIRE? DI SAPER FIN DA QUANDO SONO NATA CHE UNA PRINCIPESSA SIRENA VIVE SOLAMENTE FINO A 34 ANNI E CHE DOVRO’ LASCIARE TUTTO PER MORIRE DIVENTANDO ACQUA?! >> Souko rimase a bocca aperta << come sarebbe a dire che devi “diventare acqua”? >> le due amiche rimasero in silenzio per alcuni minuti. Poi Midori decise di parlare << la prima sirena d’acqua è morta all’età di 34 anni riuscendo ad esaudire però una parte del suo desiderio: fare parte del mare; dall’altra parte, invece, voleva rimanere sulla terra ferma a vivere la sua vita, così come sarebbe dovuto essere. Noi sirene d’acqua o, per lo meno, da quanto ne so io e da quanto posso sentire dentro di me, abbiamo un legame fortissimo con il mare, è un qualcosa che neanche io posso spiegare a parole. Le sirene d’acqua appartengono al mare. L’acqua deve tornare acqua Souko. Ed io, è vero, sono una principessa ed ho dei doveri verso le persone che amo, il mio popolo… ma prima di tutto sono una sirena d’acqua e non posso cambiare  gli avvenimenti futuri. Un qualcosa più forte di noi, questo legame, o forse, qualcosa di ancora superiore al legame di una sirena d’acqua e il mare, ha voluto che le cose stessero così… io morirò… >>.

Souko guardò il pavimento << quindi, anche tu, come la principessa, sei contenta di diventare parte integrante del mare, o mi sbaglio Midori? >> la principessa  guardò dolorante l’amica << te l’ho detto Souko… è qualcosa che tu non puoi capire… >> Souko prese una mano dell’amica << ma non vuoi morire, giusto? >> << e allora perché non incominciamo a cercare la boccetta? Così non moriresti e potresti continuare a vivere così, trasformandoti quando vuoi in una sirena d’acqua! >> “ Midori, non ti azzardare a dirglielo! Hai fatto una promessa! Ti ricordo che se non la manterrai, la ucciderò. Se proprio non vuoi vederla soffrire, perché non tronchi il legame con lei?” Midori spalancò gli occhi e una lacrima le solcò il viso “ … credo che tu abbia ragione Midos, lei è la mia migliore amica, ma stare vicino a me le porterà solamente tanta sofferenza e dolore…” << GUARDIE! >> chiamò poi, facendo un volto all’amica che non riusciva a capire cosa avesse in mente.

Le guardie arrivarono in men che non si dica << Buona sera principessa, baronessa >> dissero facendo un inchino alle rispettive ragazze << mi dispiace avervi chiamato a quest’ora della notte, se non sbaglio dovrebbero essere le 2:00 giusto? >> << non si preoccupi altezza, è un onore esservi di aiuto, noi siamo al vostro servizio >> Midori rivolse loro un sorriso  << vi ringrazio.  Comunque la mia amica qui presente, vorrebbe tanto ritornare al suo palazzo, ha nostalgia di casa e poi, vorrebbe iniziare a vedere anche lei come me, i preparativi per il suo matrimonio quindi, usate una delle nostre carrozze e scortatela al palazzo Hoshina >> << faremo come detto, vossignora. Ora, se permettete, baronessa Hoshina… >> le guardie aiutarono ad alzare Souko, ancora seduta, ma quest’ultima, ad un tratto saltò addosso alla principessa, abbracciandola e le disse a bassa voce << … non puoi farmi questo Midori, sei la mia migliore amica. Ho capito le tue intenzioni, ma non puoi troncare il nostro legame così. Mancano ancora 10 anni! Troveremo sicuramente una soluzione Midori, quindi per favore non fare cos… >> la principessa poggiò una mano sui capelli dell’amica << ci rivedremo per l’ultima volta ai nostri rispettivi matrimoni… addio Souko, ti voglio bene >> la baronessa spalancò gli occhi e fece cenno di “no” con la testa << Midori… >>.

Le guardie riuscirono a fatica a farla uscire dalla stanza della principessa e, l’ultima cosa che intravide prima che le guardie chiudessero del tutto la porta, fu il volto di Midori completamente rigato di lacrime.
 

DUE MESI DOPO AL RISPETTIVO MATRIMONIO DELLE RAGAZZE…
 

La principessa e la baronessa si erano sposate insieme, in  un matrimonio a 4.

Il marito di Midori era un uomo solare, dolce e bellissimo e amava la moglie come nessun’altro al mondo; il marito di Souko invece, era un uomo di poche parole, amava tantissimo la moglie ed era misterioso e amante della musica; inoltre era di una bellezza inimmaginabile e gentile. Si chiamava Aruto.

Dopo lo scambio degli anelli, c’era l’incoronazione di Midori e Tsugumu come rispettivi “re e regina del Regno”.

La cerimonia si era svolta con grande gioia e felicità da parte del popolo e dei reali; ma nel cuore di Souko e Midori, oltre uno spazio per la felicità, c’era tanto dolore. Ogni volta che Souko provava a rivolgere la parola a Midori, quest’ultima faceva finta di niente ed andava a ballare con il marito.

Souko però, in cuor suo, sapeva che l’amica lo aveva fatto perché non voleva vederla soffrire, ma la voleva accanto a sé, come prima.

Se solo non le avesse mai fatto quella domanda…

 
ANNO XX779.( IKUTO HA 3 ANNI…)
 

<< Sai, Ikuto… la mamma ha una migliore amica a cui vuole davvero tanto tanto bene >>. Una donna dai lunghi capelli biondi accarezzava dolcemente i capelli del suo bambino,allungato sopra le sue gambe. << davvero mamma? È mai venuta qui a palazzo? >> la donna guardò con tristezza il figlio << purtroppo no, tanti anni fa abbiamo litigato… >> << mi dispiace madre >> commentò il figlio abbracciandola << però come mai avete litigato? >> << per una semplice e stupida domanda >> Ikuto guardò il volto della mamma e notò che era davvero triste, così l’abbracciò forte forte << non vi preoccupate madre, farete sicuramente pace >> la madre guardò il figlio on tenerezza << sarà sicuramente come dici tu, Ikuto >>. Poi, detto ciò, carezzò il suo pancione e aggiunse << dai, ora pensiamo alle cose belle… che ne dici di scegliere finalmente un nome per la tua sorellina? >> << sii!! >> rispose gioioso il figlio << ehi, non dovrei esserci anche io alla scelta del nome di mia figlia? Volevate scegliere senza di me, per caso? >> due grandi braccia avvolsero Souko da dietro << Aruto >> il marito le diede un dolce bacio sulla fronte, quando ad un tratto venne travolto da un abbraccio soffocante da parte del figlio << padre!! >> << ciao Ikuto, mi sei mancato figlio mio >> sorrise Aruto scompigliando i capelli al figlio e ricambiando l’abbraccio << ma sono stato via solo 3 ore >> aggiunse poi facendo l’innocuo << mi sei mancato lo stesso >> rispose il figlio facendogli un sorriso bellissimo << Aruto,Ikuto! Dobbiamo decidere il nome giusto? >>     << lo decido io, madre! >> Ikuto saltò giù dalle braccia del padre e si avvicinò velocemente al pancione della mamma, poggiando l’orecchio su di esso, annuì e dopo un po’ urlò << ho deciso! Madre, padre, il suo nome sarà… Utau! Che significa “cantare”! >> i genitori risero << devo dire che è davvero un bellissimo nome Ikuto, non trovi Aruto? >> disse Souko rivolgendosi al marito, mentre Ikuto aspettava con fervore la risposta del padre << già. Ottima scelta Ikuto e poi, mi hai fatto venire in mente una cosa… aspettate un attimo qui. >> << va bene >> risposero all’unisono madre e figlio.

Qualche minuto dopo Aruto tornò con il suo amato violino e, facendo un cenno alla moglie – che intuì subito di cosa si trattava- iniziò a suonare, seguito dalla bellissima voce di Souko che cantava; mentre Ikuto guardava la scena con gli occhi luccicanti ed un bellissimo sorriso.

 
 
“ … Continuando Il Racconto Di Ikuto…”
 

<< … il giorno dopo, scappai di nuovo dalle guardie e  andai nel luogo segreto. Come mi aspettavo, incontrai tua madre. Mi guardò come se sapesse che io sarei andato lì per stare con lei, perché, in qualche modo, aveva capito che la mia paura, era passata.

Mi porse una mano, per fare una passeggiata, ed io accettai << Midori… mi dispiace per ieri, mi sono spaventato quando ti ho visto così diversa… >> le dissi. Ma tua madre mi guardò con tenerezza e mi rispose solamente << non fa niente. Non ti devi preoccupare >>. Quel giorno passeggiammo tutta la giornata e, mentre passeggiavamo, Midori mi faceva vedere qualche gioco d’acqua. Quando alzava la mano a volte, alcune gocce d’acqua si alzavano al cielo, facevano un giro circolare e tornavano dov’erano; altre volte ,invece, mi faceva prendere tra le mani un po’ d’acqua e, ad un suo sguardo, essa diventava tutte palline d’acqua che s’innalzavano al cielo e ci seguivano,poi con un altro sguardo le faceva cadere in mare. Faceva scegliere a me cosa farle fare. Mi divertivo così tanto con lei ai quei tempi.

Nei giorni seguenti, andavo sempre il quel luogo per vederla.


PASSO’ UN MESE.
 

Quando una sera, prima ancora che mi vedesse arrivare, la sentii cantare la stessa canzone che cantasti tu prima:  (
“io sono con te e lo sarò sempre
sei la cosa più preziosa che ho
amor mio
ma ahimè non potrò più stare accanto a te.
Ricorda sempre che io ci sarò.
Tu guarda il mare, vedi l’acqua?
Se mi cerchi, io sarò lì a vegliare sempre su di te
Oh mio grande amore, non ti preoccupare
Io sono con te e lo sarò sempre
Sei la cosa più preziosa che ho,
non lo scordare mai.
Io amo tanto il mare e spero lo amerai anche tu.
Ricordi i nostri giorni felici?
Io ero lì, e sorridevo accanto a te
Non lo scordare mai.
Questa è una triste canzone, è vero
Ma racchiude tutto ciò che provo per te.
Sono così triste mia dolce sirena,
non potrò più abbracciarti.
Se vuoi un abbraccio però vieni da me
E ti cullerò tra le onde del mare.
per qualsiasi cosa, tu guarda il mare
Lo senti il suo rumore?
La senti la sua dolce ninna nanna?
Quella sono io, che sto cantando per te,
sperando di riuscire a farti addormentare.
Ti ho regalato un tesoro,
tienilo sempre con cura,
ti porterà tanta fortuna.
Sono e sarò sempre orgogliosa di te
Qualsiasi cosa tu farai
Perché io…
… ti amo  davvero così tanto!
Ma non ti preoccupare mio tesoro
Quando mi cercherai guarda il mare
Vedi l’acqua?
Eccomi, io sono lì.
Non ti abbandonerò mai.
Io sono e sarò sempre con te.
Ti amo.”
 
 
 
) … mi nascosi ed aspettai che la melodia finì. Non potevo immaginare che, ascoltando quella canzone, le lacrime sarebbero scese giù dal mio viso senza che io me ne accorgessi. Quella canzone l’aveva scritta per te Amu. Ed il portafortuna di cui parlava era l’Humpty Lock. La cosa che notai quella notte quando cantava era che il mare sembrava in perfetta sintonia con lei ed il suo rumore, il rumore delle onde che sì infrangevano sulle rocce e che si ritiravano dalla sabbia, creava una melodia che faceva da sottofondo alla canzone… era qualcosa di magico che non saprei descrivere a parole.

Quando mi decisi ad uscire dal nascondiglio, tua madre mi guardò e mi disse che mi doveva regalare una cosa e che presto mi avrebbe spiegato il motivo del suo regalo.

Quella stessa notte, da una tasca, tirò fuori la Dumpty Key. Io guardai l’oggetto stupito e meravigliato. Abbracciai forte tua madre << questa è la Dumpty Key, abbine cura Ikuto >>…
 
 

 
 
 
  ANGOLO DELL'AUTRICE:
ciao a tutti! sono finalmente riuscita a postare l'11esimo capitolo *-* ( yeeee!!! :D)
mi voglio scusare per il clamoroso ritardo ma ripeto, non ho più tanto tempo :( mi scuso anche per la lunghezza del capitolo ( è davvero lunghetto vero? O.o )
comunque un " GRAZIE DI CUORE" a tutte le persone che continuano a seguirmi :') siete fantastiche/ci
il prossimo capitolo non so quando lo posterò! gomen :/
comunque vi avverto, mancano all'incirca 4-5 capitoli alla fine della storia però ci sarà una sorpresa eheh ;D
tornando a noi...
recensite e fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo.!
grazie mille ancora
xxx
mikytkd <3

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Capitolo 13
*** Capitolo 12. Il Segreto Della Mamma (Parte 3) ***


Capitolo 12. Il Segreto Della Mamma
( Parte 3)

“ Kukai”

 

…Non riuscivo a capire del perché la mia fiducia nei confronti di tua madre s’intensificasse sempre più ogni volta che mi trovavo con lei, anche se una parte dentro di me diceva che stavo sbagliando. La fiducia che nutrivo nei suoi confronti, però, era particolare: non riuscivo neanche io a spiegare la sensazione che avevo quando la vedevo, il mio cuore aveva paura,sussultava eppure continuavo a nutrire una fiducia che consideravo quasi incrollabile nei suoi confronti…

Il giorno in cui mi diede la Dumpty Key rimasi meravigliato di quel gesto, ma, proprio quando mi porse quell’oggetto così bello e così “magico” la mia fiducia esitò.

Mentre stringevo tua madre in quell’abbraccio, riuscì a sentire il suo cuore vacillare,poi il suo corpo tremare… “era paura la sua? Ma paura di cosa? Oppure era pentimento?”…

 Da quel giorno,quelle tre domande mi torturavano la mente “ forse era la sua paura di morire” ; Ma, quando provavo a pensare quella risposta, così giusta e plausibile, qualcosa mi diceva che non era così. Lei non aveva paura di morire o, per lo meno, non era quella la risposta più soddisfacente …
 

TORNANDO A QUELLA SERA...
 

Abbracciai,quindi, tua madre, poi quest’ultima poggiò le mani sulle mie spalle e mi guardò dritta negli occhi << Ikuto… perché stai tremando? >> avevo iniziato a tremare senza essermene reso conto. Appena quell’oggetto mi fu dato, le mie paure e insicurezze erano salite tutte alla mente, senza lasciare spazio ad altro…

<< ho paura Midori… non riesco a capire… perché mi sono venute in mente le mie paure? Non voglio pensarci! Io non voglio mostrare a nessuno le mie paure, non voglio far vedere a nessuno quando sono spaventato…io sono un ragazzo forte, non voglio farmi vedere così! >> iniziarono a scendermi delle lacrime dal viso. << Ikuto… questo oggetto è molto importante ed il suo portatore deve riuscire ad affrontare le sue paure per poterlo portare. Cos’è che ti tormenta tanto piccolo mio? >> mi carezzò dolcemente la testa ed io risposi incerto << … io voglio essere libero… >> Midori spalancò gli occhi “ libertà…”  << libero? >> << già. Io ho sempre odiato essere un nobile. Tutti quei doveri, tutti quanti che ti dicono cosa fare,come comportarti… ho paura di essere richiuso in quel mondo per sempre! Sai Midori, un giorno ho visto un gatto arrampicarsi su un albero per poi camminare su un muretto e sgattaiolare via; in quell’istante ho pensato proprio di voler essere un gatto. >> << come mai vorresti essere un gatto? >> mi chiese, palesemente, incuriosita tua madre << perché i gatti sono agili e riescono sempre a scappare e ad andare dove vogliono. I gatti sono liberi. Vorrei anche io avere quell’agilità per scappare e correre verso la libertà! >> Midori mi sorrise “ bravo Ikuto, continua a sfogarti” << se tu non fossi più un nobile, non pensi che ti mancherebbe la vita di corte? >> io negai con la testa e guardai con fermezza tua madre, mentre la Dumpty Key iniziava a brillare << no. Vorrei essere una persona comune. È vero, i nobili hanno molti privilegi che le altre persone non hanno, ma non credo mi mancherebbe. Se io fossi una persona normale, una persona libera, non rinuncerei alla mia libertà per qualsiasi cosa al mondo. >> appena finii di dire quella frase feci in tempo a vedere il volto di tua madre sorridere che la luce della Dumpty Key mi avvolse completamente,circondandomi.

Chiusi gli occhi, istintivamente e sentii il calore avvolgere il mio corpo, poi, ad un tratto li riaprii. La prima cosa che vidi furono gli occhi luccicanti di tua madre e il suo sorriso soddisfatto. Mi guardai addosso e spalancai gli occhi << cos- >> urlai quanto più potei, spaventato da quello che vidi: avevo un pantalone e una maglietta nera, a maniche corte, aderenti al corpo, e portavo una collana e un bracciale con una croce d’argento. La cosa che mi stupì di più e che, al contempo, mi spaventò, fu però la vista di una lunga coda blu da gatto che si muoveva a ritmo del mio respiro.

Portai le mani alla testa, spaventato, quando ad un tratto i palmi toccarono qualcosa di morbido… intuendo cosa potesse essere corsi in riva al mare ,che, col riflesso della luna mi fece da specchio. Urlai nuovamente, mentre con le mani continuavo a tastare quelle due enormi, e soffici, orecchie da gatto blu.

<< MIDORIIII!!! QUESTO COSA VORREBBE DIRE??!! >> tua madre nel frattempo si era piegata in due dalle risate per la mia, palese, reazione.

Nello stesso istante, si sentì un urlo spaventato che sovrastò il mio. Io e Midori ci girammo allarmati nella direzione in cui si era udito l’urlo. Da una roccia sbucò un bambino con i capelli arruffati e castani e due occhi grandi, verde smeraldo e,soprattutto, spaventati!
Quel brambino era …

<< Era Kukai, giusto Ikuto?! >> il pirata guardò la principessa scocciato perché aveva interrotto il racconto. << già! Ero un bambino abbastanza curioso e impiccione! Quei due li avevo visti mentre passeggiavo e mi avevano incuriosito. Così... son- >> Ikuto sbuffò e diede un pugno al braccio del subordinato << primo: “ERI”? tu SEI un ragazzo che non si fa mai gli affaracci suoi! E diamine, Amu e Kukai, sono io quello che narra la storia, quindi, se non vi dispiace… VI TAPPERESTE QUELLA BOCCA LASCIANDOMI CONTINUARE???!!! >> Amu e Kukai si guardarono con un sorrisino beffardo << non sapevo fosse un tipo così permaloso il nostro capitano >> aggiunse la principessa rivolgendosi al castano, che rispose annuendo. << basta! Io continuo, se mi ascolterete bene, altrimenti arrangiatevi! >> la principessa e il ragazzo risero, per poi tornare seri.

<< chi sei tu, qual è il tuo nome e cosa ci fai qui?! >> dissi spaventato per il ragazzo, immaginando la reazione che avrebbe potuto avere Midos alla sua vista. Kukai  era caduto a terra dallo spavento e indicava,con gli occhi sbarrati,  me e tua madre.

Quest’ultima nel frattempo, come immaginavo, stava per far prendere il sopravvento a Midos. I suoi occhi, la sua espressione, stava diventando raccapricciante e spaventosa. Una barriera d’acqua la circondò all’istante e, ad una velocità spaventosa scagliò il liquido contro Kukai. Mi spaventai così tanto per lui che gli corsi incontro per salvarlo. La mia velocità era aumentata moltissimo, insieme alla mia agilità.
Proprio come avevo desiderato. Riuscii a prendere in tempo Kukai per un braccio e, con un salto, mi allontanai di diversi metri da Midos.


<< Ikuto è proprio come hai fatto il giorno in cui mi hai rapita,giusto? Stavi usando il tuo potere! >> disse Amu guardando con un timido sorriso il capitano << già. Solo che ora, a differenza di tanti anni fa, so controllare meglio il mio potere e so come utilizzarlo a mio piacimento  >> sorrise Ikuto, facendosi spuntare le orecchie da gatto e facendo una linguaccia alla principessa che iniziò a ridere.

Quest’ultima, poi, gli accarezzò dolcemente le orecchie e gli scompigliò i capelli << ma che bravo micino abbiamo qui >>. La ciurma a quella scena scoppiò in una fragorosa risata. Il capitano, innervosito, guardò la ragazza, sogghignò e si face spuntare la coda. attorcigliò essa attorno alla caviglia della principessa, che nel frattempo continuava a ridere, e, al tocco sulla pelle, la ragazza si spaventò e finì tra le braccia del pirata. ‘sta volta scoppiò a ridere lui ,seguito come al solito, dal resto della ciurma. Ikuto poi prese
la principessa per la vita e la fece sedere sulle sue gambe; gli mise una mano attorno alla vita, avvicinò il volto all’orecchio della ragazza e glielo morse << questa è la mia rivincita, principessa. Ora, di grazia, mi lascerebbe gentilmente finire il racconto? >> Amu, sorpresa dal gesto, guardava dritta negli occhi il pirata, che sorrideva, mentre il rossore aumentava << bene! Chi tace acconsente, quindi… >> aggiunse infine il bel pirata…

… riuscii dunque a schivare l’attacco di tua madre, che nel frattempo ci guardava minacciosa << moccioso che non sei altro! Lasciami uccidere quel ragazzo, ha visto  e sentito troppo! Decidi in fretta o finirete per essere uccisi entrambi, sarà l’ultima volta che sarò così clemente >>. “ alla faccia della clemenza” Guardai Kukai che nel frattempo osservava la regina terrorizzato. Mi avvicinai e gli diedi una pacca sulla spalla come per dargli forza << non ti preoccupare, andrà tutto bene! Tu rimani fermo qua e non ti muovere, chiaro? >> Kukai annuì << il tuo nome è Ikuto, giusto? >> mi girai verso di lui e gli sorrisi << sì >> poi andai verso tua madre << Buona fortuna Ikuto! >> urlò il castano.

Midos, appena vide che mi stavo avvicinando, mostrò un ghigno << quindi è questa la tua decisione, moccioso di uno Tsukiyomi! Bene, allora morirete entrambi >>. Nel momento in cui tua madre disse quella frase, una forza,una sicurezza e un coraggio impressionanti si fecero spazio dentro di me. Guardai con fermezza Midos, senza avere più paura << non credo proprio che andrà a finire così. Fai uscire Midori,Midos >>.

Midos, mi sorrise, << ma guarda, guarda come siamo diventati sfrontati! sapevo che Midori  ti avrebbe dato la chiave, ma non immaginavo che ti facesse diventare così insolente… ora basta con le chiacchiere, preparati moccioso! >> sorrisi beffardo << sono pronto! Io SO che riuscirò a far uscire Midori fuori di lì! >>. Feci un salto indietro e, come per magia, la mia mano divenne incandescente e con un’aura blu a forma di zampa  che potevo controllare a mio piacimento. La regina mi sorrise sarcastica e mi lanciò contro un getto violento d’acqua,ma, pronto a quell’attacco, misi il braccio, con l’aura, davanti a me e, come previsto, mi fece da scudo; poi riuscii ,in qualche modo, a farmi spuntare gli artigli e a fendere l’acqua. Arrivai così davanti Midos, ma lei con una velocità spaventosa e con un ghigno, unì le mani e, allargandole poco alla volta, riuscì a creare una sfera d’acqua e a lanciarmela addosso.

La sfera d’acqua mi circondò. Mi salvai dall’attacco perché ero riuscito a prendere fiato; così, quando la sfera mi ebbe circondato, non annegai. << resisti finché puoi, moccioso, morirai lo stesso quando il fiato finirà! Nel frattempo, mi occuperò di quell’altro. >>

 Spalancai gli occhi, ricordandomi, solo in quel momento, di Kukai.  Girai lo sguardo verso di lui e provai a uscire in tutti i modi dalla sfera. Midos, era arrivata davanti Kukai e stava per lanciargli contro una lama d’acqua; quando, ad un tratto…

<< giuro, principessa! Mi stavo pisciando addosso! Avevo una paura tremenda, pensavo che sarei morto da un momento all’altro… >> disse ad un tratto Kukai. Ikuto lo guardò truce, poi sospirò e lo guardò di nuovo, ormai rassegnato. << grazie per aver interrotto di nuovo il racconto, soprattutto con delle parole delicate e di fronte ad una principessa,oltretutto! >> Amu sorrise imbarazzata << non fa niente Ikuto, e poi voi siete pirati,no? Potete parlare come volete… Kukai, riguardo quell’episodio mi scuso da parte di mia madre…so che non ti avrebbe fatto mai del male… >> la ragazza divenne improvvisamente cupa; Kukai, così, allarmato e sentendosi in colpa provò a farle una linguaccia e sorrise, come solo lui sapeva fare << ma no Amu, tranquilla! Non ce assolutamente bisogno di scusarsi… comunque! Continua ad ascoltare Ikuto, perché adesso si arriva alla parte misteriosa… uuuh! >> Amu rise, seguita dagli altri della ciurma che erano intenti ad ascoltare il racconto quanto lei. Ikuto strinse più a sé la principessa e disse, alludendo ad una “certa persona” << possiamo continuare o avete altro da dire? >> il castano si grattò la testa e sorrise << vai, vai >> << finalmente… dunque dov’eravamo… ah, si! Quindi… >>

…Il mio sguardo incrociò quello di Kukai. Poi, non so come e con quale forza d’animo, Kukai corse verso di me, seguito dalla lancia d’acqua scagliatali contro da Midos…

<< avevo avuto un lampo di genio! Lo sguardo d’Ikuto mi aveva dato sicurezza… >> Kukai guardò Ikuto e con le mani a mò di preghiera aggiunse << volevo dire solo questo, ora puoi continuare >> << va bene, va bene… >>

… mi urlò contro << Ikuto, quando ti dico “ ora” devi abbassarti, intesi? >> annuii a fatica, stavo per perdere tutto il fiato e le forze mi stavano abbandonando, avevo bisogno d’aria! Kukai si stava avvicinando sempre di più… << ORA,IKUTOOO!! >> feci come detto, mi piegai su me stesso senza,però, staccare lo sguardo dal ragazzo! Proprio quando la lancia stava per colpire Kukai, che nel frattempo si era piazzato davanti la sfera e sorridendomi, quest’ultimo si abbassò facendo si che la lancia distruggesse la sfera nella quale ero imprigionato.

Appena Midos vide la scena, ci guardò infuriata e si posizionò in acqua << ora mi avete stancata, marmocchi >> alzò entrambe le braccia e, dietro di sé raccolse buona parte delle acque del mare, creando così un’onda gigantesca, alta almeno una trentina di metri.

Guardai Kukai, allarmato << credo che i ringraziamenti debbano aspettare…ora preparati! >> il ragazzo dagli occhi smeraldo annuì. Midos posizionò le braccia davanti a sé e fece si che l’onda gigantesca ci circondasse, lasciando però una circonferenza di terra e spazio libero, dove al centro ci trovavamo noi. << allora Ikuto, ti do 2 opzioni: la prima è quella del tuo lieto fine, ovvero quella in cui tu ti salvi sacrificando il tuo nuovo amichetto; la seconda è quella in cui tu e il tuo amichetto morite sotto queste acque annegati… ti do 3 minuti per decidere; oggi mi sento buona, dovresti approfittare di ciò. >>

Kukai mi guardò spaventato << che intenzioni hai? >> << sicuramente non ti lascerò morire. Creeremo noi una terza opzione, la soluzione, quella in cui noi due usciremo fuori da questo casino, vivi! >> il castano, udendo quella risposta rilassò i nervi e sorrise, poi mi offrii il pugno; io, sorridendo di rimando, lo battei.


Nell’istante in cui battemmo il pugno, la luce della Dumpty Key avvolse Kukai << la fiducia e l’amicizia e il coraggio sono armi potenti, abbiatene cura per sempre, bambini miei >> la voce di Midori risuonava nelle orecchie di entrambi, senza sapere il perché. Guardai la regina pensando che, magari, fosse tornata Midori; ma la cosa che mi stupì di più, fu che non era così. Ad un tratto sentii Kukai urlare e mi girai di nuovo verso di lui << E’HHHHHHHHHHH??!! >> la luce della Dumpty Key  stava trasformando anche lui << IKUTO! CHE DIAMINE MI STA SUCCEDENDO?! E COSA SONO QUESTI VESTITI?! >> kukai aveva un giaccone verde e i pantaloni marroncini con una cinta verde scura e, aveva una mascherina per gli occhi portata sui capelli retta da un fermaglio a forma di stella; poi, aveva uno strano oggetto  di legno,sotto i piedi, ( tavola da surf piccola) giallo. << mocciosi, tempo scaduto! >> un ghigno spaventoso si fece spazio sul volto della regina; poi, con uno schiocco di dita, fece cadere sui ragazzi l’acqua dell’onda.

<< ehi, dammi la mano! Proverò a saltare in alto, tu aiutami con quell’oggetto! >> dissi a gran voce verso Kukai << va bene Ikuto! Chiamami Kukai, comunque! >>.

Il castano si posizionò ad una velocità stratosferica sull’oggetto di legno, mentre io saltavo, toccò l’oggetto con la mano e, con sua grande sorpresa, l’oggetto, con me e Kukai, spiccò il volo e ci fece un po’ da scudo contro l’acqua, che nel frattempo ci cadeva addosso << Ikuto, prova con gli artigli a tagliare l’acqua! >> << MOCCIOSI, GLI STESSI TRICCHI CON ME NON FUNZIONANO DUE VOLTE!! ORA, MORITE! >> la pressione dell’acqua su di noi aumentò e cademmo nelle acque dell’onda… pensavo che fosse finita ormai, nessuno dei due aveva avuto neanche il tempo di prendere fiato. Era finita.

Ma, proprio quando stavo per chiudere,per sempre, gli occhi. Una voce calda e dolce, accompagnata da una luce abbagliante, arrivò all’improvviso e circondò me e Kukai. Poi, l’acqua intorno a noi, come per magia, evaporò<< Midori, esci fuori, questi bambini desiderano vederti, non farti attendere, dai! >>  l’ultima cosa che sentii era l’urlo di Midos che cercava di trattenere ancora, Midori dentro di sé << TU! COSA CI FAI QUI?! DOVRESTI ES-- >> chiusi gli occhi; poi, svenni…

 
<< è davvero strano! Di chi poteva essere quella voce? Era così forte da far impazzire mamm- Midos?! >> Ikuto scosse la testa, seguito da Kukai << io sono svenuto qualche secondo prima di Ikuto, quindi non so proprio cosa dirti, principessa! >> aggiunse Kukai… << che dite, andiamo a dormire e continuiamo domani? Saranno almeno 3 ore che parlo ed ora si sarà fatta l’una! >> disse infine il capitano rivolto alla ciruma… << va bene… >> risposero gli altri un po’ indecisi sul da farsi…

 
 

“ Principe Azzurro O Pirata ?”

 

A NOTTE FONDA…
 
Amu era seduta sulla sua amaca e guardava pensierosa il mare. Quella era davvero una bellissima serata: il cielo era limpido e senza nuvole e lasciava trasparire le stelle in tutta la loro magnificenza, insieme alla luna; il mare era calmo al punto giusto e c’era una lieve brezza marina… ma la principessa sembrò non accorgersi di tutto ciò…

<< ehi mocciosa, è tardi, a quest’ora le bambine dovrebbero essere già a letto e sognare il principe azzurro! >> Amu non si girò, sapeva già di chi era quella voce; non si spostò neanche quando sentì due braccia forti avvolgerla, sapeva a chi appartenevano… << e chi l’ha detto che tutte sognano il principe azzurro? Io ambisco al meglio e il solito ragazzo buono e dalle buone maniere è acqua passata, è fuori moda ormai >> disse la ragazza pentendosi subito di ciò che aveva appena detto. Si girò verso il ragazzo che intanto la guardava sorridendo beffardo << n-no.. cioè… io… >> << ah si? No,no ti prego continua, la cosa m’interessa, quindi prego…non farti problemi! >> Ikuto si staccò da Amu per poi posizionarlesi davanti e sedendosi su una sedia ,che aveva portato qualche giorno prima là vicino… << sono tutt’orecchie! >> << no…v-vedi, non stavo assolutamente alludendo a nessuno in particolare! >> disse velocemente Amu imbarazzata e girando lo sguardo a destra e a manca per trovare una via di fuga… << ma io non ho mica detto che stavi alludendo a qualcuno…Non che la cosa m’interessi,sia chiaro, ma chi sarebbe questo qualcuno? >> “ gli interessa eccome! Impiccione” pensò la principessa, mentre Ikuto le si avvicinava sempre di più << nessuno, nessuno! Era tanto per dire… non ho mica detto che fosse per qualcuno in particolare tipo… >> Amu si portò le mani sulla bocca “ mannaggia a me e alla mia lingua biforcuta!” << TIPO CHI?! La faccenda si fa interessante… >> Amu provò a cambiare discorso, vedendo che il ragazzo le si avvicinava sempre di più << M-MA GUARDA CHE BELLA LUNA! Sembra quasi risplendere! >> Ikuto si portò una mano alla fronte, sconcertato per la stupidità della ragazza << sul serio?! “ sembra quasi risplendere?!” … certo, perché la luna non risplende mai… andiamo! Una scusa migliore la potevi trovare! >> ‘sta volta fu Amu che, con le braccia sui fianchi e le guance gonfie, si avvicinò al ragazzo << non cercavo nessuna scusa! A cosa mi sarebbe mai servita, poi? >> il ragazzo alzò le mani in segno di “resa” << si,si come vuoi tu…ma come mai non vuoi dirmi a chi ti stessi riferendo? >> Amu stava per sedersi di nuovo sull’amaca, quando Ikuto la prese per un braccio e la fece sedere sulle sue ginocchia << uff… e se ti dicessi che ho cambiato idea e preferisco il principe azzurro? Mi lasceresti in pace? >> provò Amu facendo gli occhi dolci; ma, data l’occhiataccia d’Ikuto, dovette rinunciare << non ci provare neanche… dì la verità, principessa, voi non vi fidate di me, la cosa mi rammarica infinitamente, non potete neanche immaginare! >> aggiunse poi,ridendo alla fine; Amu lo guardò a bocca aperta << tu! Cosa ne hai fatto di quel pirata pervertito ,molestatore,rompiscatole! >> il capitano la guardò truce << primo: se tu avessi ascoltato attentamente la storia, avresti compreso che io sono un barone; secondo poi, : pervertito,molestatore,rompiscatole?! Mi offendi! Non sono nulla di tutto ciò! Diciamo… >> la principessa prima lo fissò sconcertata, poi rise sommessamente, gli tirò una guancia affettuosamente e scoppiò a ridere << ma non mi dire! L’impavido pirata che si offende per delle cavolate?! Che,poi, in teoria è la verità…però… >> Ikuto girò lo sguardo da un’altra parte e mise il broncio << non mi sono offeso…e poi, tornando al discorso, so fare anche io il principe azzurro >> fece spostare la ragazza dalle sue ginocchia e si mise in piedi e le porse la mano << mm… e sentiamo, cosa avresti intensione di fare adesso,di grazia? >> disse la principessa accettando insicura la mano e iniziando a camminare << fare il principe azzurro,no? >> aggiunse il pirata.

<< certo, mio adorato principe azzurro e adesso, dove mi vorresti portare? Sai, siamo su una nave, saranno un paio di mesi ormai che sono qua sopra, non credi che conosca ogni parte di questa nave? >> Ikuto sorrise << “mio adorato principe azzurro” èh? Suona piuttosto bene! Comunque, vostra altezza le volevo proporre un ballo, le piace l’idea? Bèh… lo sappiamo tutti che voi siete un disastro a danzare, quindi qualche lezione dall’illustre sottoscritto, non credo che le faccia male… accettate la mia proposta? >> Amu incrociò le braccia e mise il broncio << sono indignata,stizzita e quant’altro… ma non credo che voi abbiate tutti i torti, mio principe >> la principessa sorrise arrossendo un po’. Ikuto sorrise di rimando e, dopo aver fatto un inchino, le porse la mano << vorreste farmi l’onore di questo ballo, mia principessa? >> la ragazza fece a sua volta un inchino e gli porse la mano << assolutamente sì. >>

Ikuto l’avvicinò a sé e, senza staccare lo sguardo dagli occhi di Amu, iniziò a intonare un motivetto senza parole; poi iniziò ad avvicinare il volto a quello di Amu << devi sentire il ritmo principessa, e devi contare i passi… vedi? Un due tre,un due tre >> la principessa era come ipnotizzata << sembra facile… >> << perché lo è, Amu… e ora… casché >> la ragazza sorrise e, quando Ikuto la rialzò, incrociò le braccia attorno al collo del ragazzo e lo guardò negli occhi sorridendo << grazie del ballo, mio principe >>.

Il capitano mise entrambe le braccia attorno alla vita della ragazza << è stato un onore mia principessa… ora! Tornando a noi… dimmi preferisci il me principe azzurro o pirata? >> la ragazza rise << bene, è una decisione alquanto difficile da prendere, ma, dopo un ragionamento molto accurato, fatto da me in 2 secondi… >> Ikuto sorrise << … devo dire che… tra i 2 preferisco TE! >> il ragazzo spalancò gli occhi e un leggero rossore apparve sulle sue gote << e tu invece? >> aggiunse la principessa completamente rossa in viso << io cosa? >> disse il ragazzo stringendola sempre più a sé << preferisci la me versione brava ragazza o cattiva ragazza? Principessa o piratessa? >> Ikuto parve pensarci un attimo << … mmm… e da quando in qua tu saresti stata brava? >> la ragazza gli diede un buffetto sulla spalla << ehi! >> il ragazzo rise << bèh… tra le due… scelgo decisamente TE! Perché tu sei perfetta così come sei >> Amu lo abbracciò << Ikuto… nessun principe azzurro o alcun pirata al mondo vale quanto vali tu! >> il ragazzo udendo quelle parole la strinse ancora più forte << Amu… >>.

La principessa, ad un tratto si staccò dal ragazzo “ ma cosa sto facendo… noi due non potremmo mai stare insieme… perché io…!” << scusami Ikuto… è meglio che andiamo a dormire… domani sarà una lunga giornata, devi continuare il tuo racconto poi,no? >> detto ciò, si staccò dall’abbraccio.

Il pirata notò che c’era qualcosa che non andava e sorrise amaramente << hai ragione… buonanotte Amu >> la ragazza si girò di spalle per andare verso la sua amaca; poi ad un tratto spalancò gli occhi “ ma che vado farneticando?! A ogni problema c’è una soluzione, anche al mio! Sicuramente troveremo una soluzione al fatto che morirò a 33 anni…”; si girò di scatto e corse verso Ikuto, che nel frattempo stava per entrare nella cambina. << a-aspetta Ikuto! >> il ragazzo non fece in tempo a rispondere, ché si ritrovò la rosa addosso che lo abbracciava forte << ehi! Attenzione che mi stritoli principessa! >> la ragazza sprofondò il viso sull’incavo del collo del pirata << scusa Ikuto… non ti ho ancora dato la buonanotte,poi! >> il capitano sorrise << sai che non ce n’è bisogno! >> la principessa,così, lo guardò in volto e sorrise amaramente << si che c’è bisogno! >> gli fece una carezza e gli diede un bacio sulla  fronte << Buonanotte Ikuto! >> prima che la ragazza potesse allontanarsi,però, il pirata la bloccò e gli schioccò un bacio sulla guancia << buonanotte Amu! >> poi le fece una linguaccia e la ragazza sorrise. Poi andarono entrambi a dormire.

La notte però, fu tormentata. Sapevano entrambi che il giorno dopo ci sarebbe stata la fine del racconto e, sapevno tutti e due che non ci sarebbe stato il lieto fine…



ANGOLO DELL'AUTRICE:

salve a tutti/e! sono di nuovo tra voi! ( eh-eh... ) da quanto tempo non ci sentiamo? quasi 4 mesi...giusto... ^^'
NON SAPETE QUANTO MI DISPIACE! quest'anno è successo di tutto e di più tra scuola, problemi di salute,pc in assistenza e vacanza studio ( sono tornata lunedì, sono stata 2 settimane in Scozia ) non ho postato più niente e capisco se mi vogliate seppellire :((
però sono di nuovo integra e la settimana prossima posterò 2 capitoli ( si spera.. ^^'')
oggi,comunque, vi ho presentato, come l'altra volta, 2 capitoli in 1, con il racconto d'Ikuto alla prima parte e la storia normale nella 2°!
ho voluto aggiungere, in questo capitolo, più scene AMUTO, dato che mi hanno scritto che sono mancate... ed io sono sempre pronta ad accogliere le vostre richieste! vi avverto,però,! d'ora in avanti la storia sarà sempre più intrigata e tra 5 capitoli o più, sarà finita...forse ;) XP
fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e recensite! :*
un bacio a tutti e scusatemi ancora!!! >.<
xxx
MikyBloodyBreeze ( ex mikytkd) 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13. Il Segreto Della Mamma ( Pt.Finale) ***


Capitolo 12. Il Segreto Della Mamma

( Parte Finale)

  "Addio Ikuto...O Arrivederci?"

 
 
 


 
<< “ sei davvero un bravo bambino Ikuto. Sei la pedina perfetta per il mio gioco mortale. L’unica mia sfortuna è che la Regina Bianca ti protegge con un amuleto prezioso; L’unica arma per sconfiggermi sai qual è, piccolo baroncino pezzente? E’ un’arma a te molto vicina. L’unico problema, per te, moccioso,è che non potrai mai sconfiggermi con essa, manca un pezzo perché il collegamento sia compiuto. Ti darò dieci anni per trovare il pezzo mancante, altrimenti verrai ucciso da me piccolo barone. L’arma che ti protegge è…” >>

<< …uto…kuto…Ikuto! Tesoro, sono la mamma, svegliati dai, oggi possiamo finalmente fare colazione insieme. Dai tesoro svegliati! >>. Aprii gli occhi frastornato, quando una luce dolce e calda mi avvolse. Mi guardai intorno e capii di trovarmi nella reggia degli Tsukiyomi, in camera mia.

Ad un tratto iniziarono a tornarmi alla mente i ricordi della sera precedente e mi alzai di scatto, cosa che mi provocò un forte capogiro… << Ikuto, tesoro, ti senti bene? Vuoi che vada via e ti lasci riposare un altro po’ ? >>. Mia madre fece per alzarsi, anche se a fatica, ma la trattenni per un braccio << .. no, madre, vi prego non andate via! Sarei davvero felice di poter fare colazione con voi! Solo, mi chiedevo… come sono arrivato qui, in camera? E dov’è Kukai? >>. Ero frastornato, lo si poteva capire guardandomi anche di sfuggita; non riuscivo a comprendere cosa potesse essere successo la sera precedente, e, morivo dalla voglia di saperlo. << ah! Ti riferisci al bambino che Midori ha portato con te ieri sera? Si trova nella stanza accanto; Non preoccuparti, mio piccolo principe >> sorrisi e strinsi forte la mano a mia madre. Era da tempo che volevo starle accanto e vederla sorridere nel modo in cui stava sorridendo in quel momento. << andiamo a svegliare il nostro giovane ospite e la tua sorellina, così potremmo fare colazione tutti insieme, non la trovi una bella idea,Ikuto? >> sorrisi ed annuii.

La prima che andammo a svegliare fu Utau, che appena mi vide, iniziò a porre una raffica di domande riguardanti Kukai << Ikuto, Ikuto! Chi è il tuo amico? Non l’ho mai visto prima; come vi siete conosciuti? E perché eravate insieme alla regina, ieri sera? >> m’irrigidii. Come poter rispondere a tutte quelle domande, senza parlare di Midos? << no…bèh… ci siamo incontrati un giorno in paese e abbiamo fatto amicizia… per quanto riguarda ieri sera, sai… >> Mia madre mi pose una mano sulla spalla, sorridendo amaramente << dai, Utau, queste domande possono essere rimandate a più tardi, adesso dobbiamo andare a svegliare il nostro ospite >>; la guardai basito: quella mano sulla mia spalla,quel sorriso fatto poco prima, lo sguardo fugace rivolto a me e quello fatto ad Utau…volevano dire solamente una cosa: lei sapeva. Sapeva sicuramente; altrimenti, in tutto quel tempo che scomparivo con Midori, si sarebbe preoccupata e avrebbe mandato le guardie a cercarmi. Non aveva neppure chiesto una volta, la motivazione che portava Midori a parlare con me e portarmi con sé. Motivazione alla quale, neanche io sapevo dare risposta. “ non è il momento adatto per pensarci, queste domande potrò sempre fargliele più tardi…”


La stanza degli ospiti era grande e rettangolare, ma più piccola delle altre stanze di corte.  Aveva le pareti color panna, un letto matrimoniale posto in fondo alla stanza,vicino la finestra; la quale aveva delle tende blu pregiate che si muovevano dolcemente cullate dal vento. A destra della stanza c’era un’ampia scrivania, sulla quale si trovavano alcuni fogli bianchi, con una piuma e una boccetta d’inchiostro posti vicino; sulla sinistra invece vi era un armadio ben fornito di abiti per ogni occasione. Sul pavimento,color azzurrino vi era,invece, un grande tappeto ricamato con dei finimenti bianchi, bellissimo. Tutto, in quella stanza faceva trasparire tranquillità e, al contempo, una certa dolcezza.

Entrati nella stanza, notammo che Kukai era già sveglio e guardava fuori dalla finestra con fare pensieroso. Appena si accorse di noi, sussultò e, sistemandosi velocemente i capelli con le mani, sorrise, diede il buongiorno e fece un rigoroso inchino << le auguro il buongiorno baronessa Tsukiyomi, baroncino Ikuto e baroncina, auguro il buongiorno anche a voi. Baronessa Tsukiyomi la ringrazio infinitamente per l’ ospitalità  avuta nei miei riguardi. >> Mia madre sorrise << o, te ne prego! Non c’è bisogno che mi ringrazi. È un piacere ospitare un amico di mio figlio in casa nostra. Io, mio figlio e mia figlia, vorremmo che ti unissi a noi a colazione, ti farebbe piacere? >> Kukai arrossì imbarazzato e fece un nuovo inchino, stringendo i pugni e allargando le labbra in un enorme sorriso << ne sarei onorato,Baronessa! >>

Detto ciò mia madre sorrise, portò una mano al pancione ( in grembo a quel tempo,portava Yoru) e ci guidò nel giardino della reggia. Mia sorella era rimasta profondamente ammaliata da Kukai, così aveva stretto subito amicizia con lui,tartassandolo di domande e parlando senza fermarsi un secondo; Kukai, gentile e con molta pazienza l’ascoltava e parlava a sua volta.

Mentre i due rimanevano indietro a parlare vivacemente, mi avvicinai a mia madre, che guardava assorta il mare lontano << Madre… >> Lei si girò verso di me e mi tese la mano, che accettai volentieri. << Sai Ikuto…oggi Yoru si è mosso tantissimo >> disse toccandosi la pancia. <<… senti anche tu Ikuto. Il tuo fratellino a quanto pare non vede l’ora di uscire e stare con noi >> Sorrisi dolcemente a mia madre, e abbassandomi all’altezza del pancione, gli posai un bacio delicatamente e poi poggiai l’orecchio sorridendo, notando che Yoru si muoveva davvero tanto. << ...hai ragione mamma, credo che lo avremo presto tra noi!... >>. Mia madre mi carezzò dolcemente la testa, scompigliandomi amorevolmente i capelli. Io la guardai, poi le presi delicatamente la mano << madre…io, in verità, vorrei porvi alcune domande… >>. Lei mi guardò e , un brivido sembrò attraversarla. Sospirò e, dopo essersi seduta al tavolo per la colazione mi guardò tristemente << lo avevo immaginato, piccolo mio. Non credo che ora sia il momento di parlare però. Ne discuteremo dopo la colazione se mi sentirò in forze. Va bene? >> mi sedetti a fianco a Kukai e la guardai << d’accordo madre. >>.

Mangiammo abbondantemente tra chiacchiere e risate. Dopo la colazione facemmo una passeggiata in giardino. Mia madre dovette sedersi su una sedia a rotelle, troppo affaticata. La trasportavo io. Ad un tratto Utau iniziò ad intonare una canzoncina, seguita poi da mia madre,mentre Kukai ascoltava assortito << complimenti Baronessa, baroncina Utau! Avete una splendida voce! >> Utau prese il braccio di Kukai e gli sorrise << davvero Kukai?? Ti ringrazio! >> il ragazzo rispose al sorriso e le scompigliò i capelli affettuosamente, pentendosene subito dopo << m-mi scusi Baroncina, ho agito senza pensare! Chiedo il vostro perdono! >> io lo guardai e non riuscii a trattenere una risata vedendolo tanto impacciato, seguito poi, dalle risate di mia madre e di Utau << Kukai, non devi preoccuparti per ogni cosa che fai, non siamo quel tipo di nobili che immagini tu! Tranquillo >> sorrisi poi. Il castano annuii e scoppiò a ridere anche lui. << Ikuto…tesoro, perché non vai a prendere il violino? >> disse ad un tratto mia madre con un sorriso << certo madre! Torno in un attimo! >>.

 Andai velocemente a palazzo a prendere il violino, che tenevo in camera.

Tornato, vidi tutti gli altri seduti sul prato che mi fissavano << ehi Ikuto! Tua sorella mi ha detto che suoni benissimo, cosa aspetti a suonarci qualcosa??!! >> lo guardai accigliato, poi guardai torvo mia sorella, che mi fece una linguaccia. Sospirai e guardai mia madre << madre… in verità io, volevo fare da sottofondo alla vostra voce >> mia madre sorrise, carezzò il pancione e annuì. <<

 
Dove vai piccola Luce?
Io sono lì, proprio dietro di te
Che con la mano cerco di prenderti.
Corro, corro veloce
E rincorrendoti percorro molte avventure;
Segreti e tesori lontani
Mi fai trovare e scoprire.
O, piccola Luce!
Terre lontane conosco
Seguendoti
E amicizie e avventure nuove
 mi fai fare;
quanti sorrisi si fanno largo
sul mio viso.
Dove vai piccola Luce?
Io sono lì,proprio dietro di te
Che con la mano cerco di prenderti
Poi, ad un tratto scompari
E voli via.
Eri una stella allora!
Mi volto indietro e sorrido
Mille avventure ho fatto
Grazie a te,
mia Stella Polare!
Guardo il cielo e penso:
dove vai piccola Luce?
Io sono lì,proprio dietro di te
Che con la mano cerco di prenderti
Poi ci penso e rido
Con gli occhi luminosi.
Io ti ho raggiunta già da tempo.
Dove vai piccola Luce?
 
 
 >> Finita la canzone, Kukai e Utau batterono le mani, con gli occhi luminosi << non ho parole! Eccezionali! >> aggiunse Kukai, continuando,poi, con una serie di complimenti a non finire… io guardai mia madre. Era la prima volta che cantava quella canzone, ma sembravo conoscerla già da tempo. Poi capii. ogni canzone che cantava mia madre nascondeva un ricordo. Lei mi aveva detto tutto, con essa. Sorrisi << devo dar ragione al mio amico, madre. Veramente fantastica! >> lei mi sorrise ed annuì << anche tu, Ikuto, bravissimo come sempre >>

Ad un tratto mia madre iniziò ad urlare << Ikuto, si sono rotte le acque! Chiama il dottore e tuo padre! Sbrigati! >> spalancai gli occhi e, senza che aggiungesse altro, le mie gambe si mossero da sole; seguito da Kukai, arrivammo in un baleno all’interno del palazzo, a cercare il dottore e mio padre.

Trovati, tornammo al giardino. Mio padre, prese mia madre in braccio delicatamente e corse al palazzo, seguito dal dottore e noi bambini.

Quello stesso giorno, nacque Yoru.

La sera, dopo essere stato con mia sorella e mio padre da mia madre, che era in camera sua, e aver abbracciato e dato il benvenuto al piccolo, andai in camera con Kukai.

<< congratulazioni, Ikuto! >> sorrise Kukai, dopo che entrambi c’eravamo seduti sul letto, con la finestra aperta. << grazie,Kukai >>. Rimanemmo a guardarci per un po’ , poi decisi di parlare << credo che dovremmo discutere riguardo la notte scorsa, non credi? >> il castano annuì << hai ragione. Penso che dovremmo partire con le presentazioni fatte per bene però. >> sorrisi ed annuii << bene. Io sono Kukai Soma. Sono un orfano, ho 10 anni, e, ogni tanto, devo ammetterlo, per sopravvivere rubo qualcosa; altre volte, invece, c’è un fruttivendolo di nomeTsukasa, che mi ospita e dà da mangiare. Naturalmente…tu non dirai niente sul fatto che rubacchio e non mi farai sbattere nelle segrete,vero? >> sbuffai e feci cenno di no con la testa divertito <<.. ti avverto che potrei usare questa notizia come ricatto,però >> Kukai mi guardò accigliato << ora tocca a te. >> non mi andava per niente di parlare, ma, non credevo che un amico mi avrebbe fatto,poi, tanto male. << il mio nome è Ikuto Tsukiyomi, figlio di Aruto Tsukiyomi e Souko Hoshina. ho una sorella più piccola, di nome Utau e, da questa mattina, un fratellino di nome Yoru. Appartengo a una famiglia nobile, di Baroni. Ho 10 anni,la tua stessa età e, sicuramente non rubo. Odio la vita di corte e, da come hai potuto notare, conosco la regina; che, anche se è sbagliato dirlo, è come se fosse una seconda madre o una carissima amica. L’ammiro e la rispetto moltissimo; anche se, quando diventa Midos, mi spaventa tantissimo. Ah, si. Ho una chiave magica, da ieri sera, che mi fa trasformare in una “specie” di gatto con dei poteri speciali. E, il colmo? Midos mi odia e vuole uccidermi… >> “ tecnicamente,vorrebbe uccidere tutti, però…” << … e la mia Dumpty Key, a quanto pare, da dei poteri anche a te. >> Kukai fece una smorfia. << vorrei tanto saperne la motivazione… >> << anche io… poi, non so neanche come poter controllare i miei poteri… >> poggiai la testa fra le mani, sconsolato << senti, baroncino… ti andrebbe di raccontarmi come vi siete conosciuti tu e la regina? >> non mi stupii di quella domanda ed iniziai a parlare.
 
NEL FRATTEMPO, NELLA CAMERA DI SOUKO…
 
La regina si agitava nel sonno, mentre nella culla il bambino dormiva tranquillamente. La finestra era chiusa, ma dal balcone comparve un’ombra. La persona riuscì ad aprire la finestra e si fermò ad osservare la baronessa che si agitava. Si avvicinò lei e le poggiò una mano sulla fronte sudata. Da essa comparve una piccola luce bianca, che, dopo essersi ritirata, aveva portato via con sé, anche il dolore di Souko. << Dormi sonni tranquilli, Souko. >> la figura fece per andarsene, quando la baronessa aprì gli occhi << Midori…sei tu? >> la donna che era ormai arrivata all’uscio del balcone,sorrise amaramente << a chi altro avevi dato la chiave della finestra,per le nostre chiacchierate segrete, se non me? >> Souko si lasciò scappare un sorriso e guardò il lato del letto del marito e, vedendo che non c’era, si lasciò andare ad un sospiro “ sarà andato a prendere dell’acqua” pensò. Poi tornò a guardare la regina << come mai ti sei degnata di mostrare la tua presenza oggi, Midori? >> quest’ultima sorrise << lo sai il perché, Souko. Non c’è bisogno che aggiunga altro. >> strinse la bocca in una smorfia, poi guardò al lato del letto matrimoniale, dove si trovava la culla e sorrise << …e, a quanto pare, farti i miei più sinceri auguri… maschio o femmina? >> Souko si lasciò andare in un sorriso << un bellissimo maschietto. Yoru. >> la regina si allontanò qualche secondo dal balcone per avvicinarsi alla culla e vedere il bambino << chissà se assomiglierà di più ad Aruto o a te… io sono fortunata, la mia piccola Amu assomiglia a me >> rise sottovoce, seguita da Souko << quanti anni ha adesso? >> Midori tornò al balcone, appoggiandosi alla finestra di schiena,senza staccare,però, gli occhi dall’amica << cinque anni. È davvero bellissima. Ha dei capelli rosa, ondulati e un visino dolcissimo. Poi, ha gli occhi color oro. Sono davvero belli. >> Souko, con fatica, provò a sedersi, poggiandosi con la schiena alla parete. << deve essere davvero molto bella. Ikuto assomiglia tutto al padre, invece Utau assomiglia a me >> la donna sorrise, seguita dalla regina << l’ho notato >> << vedo che passi molto tempo con mio figlio,Midori. >> Souko si accigliò, mentre la regina fece una smorfia, seguita da un sorriso beffardo << è un bambino davvero interessante… >> “ mi servirà, tra qualche anno” pensò Midos, che ascoltava annoiata il discorso tra le due donne << … oggi gli ho dato la chiave e si è trasformato >> Souko spalancò gli occhi << Tu. Cosa. Hai. Osato. Fare?! Sei impazzita Midori?! >> la regina, che si aspettava una risposta del genere, si fermò a guardare per un momento la luna << anche il ragazzo con gli occhi verdi, oggi per qualche motivo a me ignoto, ha subito una trasformazione… hanno combattuto contro Midos >> Souko provò ad alzarsi,furiosa. Ma un violento capogiro tornò a farsi vivo e la testa iniziò a pulsarle fortemente. Stava per cadere, quando Midori, con una velocità mai vista, le fu accanto e la fece sedere di nuovo. Quando, ad un tratto Souko iniziò a tossire sangue. ‘Sta volta fu Midori, quella che si spaventò. << cos… >> la baronessa frugò tremante, nel cassetto del comodino, dove teneva i fazzoletti e ne prese uno per pulirsi adeguatamente. Aperto il cassetto, Midori ne notò altri, tutti macchiati di sangue << non dovevi immischiare mio figlio e quel bambino nella faccenda, Midori… >> disse la bionda, con la voce roca. La sirena, non diede peso alle sue parole, si apprestò invece a dire altre parole, preoccupata << da quanto tempo è peggiorata la malattia,Souko? >> l’amica, iniziò a sudare e, con le dita si massaggiò le tempie << due settimane, credo. Da dopo il parto,però, sto peggio. >> si apprestò a dire. Midori si morse il labbro, per trattenere le lacrime, che tentavano,inutilmente, di uscire << lascia fare a me. Ti allevierò il dolore >> poggiò le mani sulla fronte dell’amica, chiuse gli occhi, si concentrò e, una luce e un calore, avvolsero la baronessa,che non smetteva di guardare,però,l’amica. Il sudore cessò e il dolore, come dettole da Midori, si affievolì. Midori aprì gli occhi, ritraendo mano a mano la luce che aveva avvolto completamente l’amica; si soffermò a guardare Souko, e notò per la prima volta com’era cambiato il suo aspetto: era diventata magra,troppo. Aveva due grandissime occhiaie e lo sguardo vacuo, ma forte e profondo. Furono proprio quegli occhi viola a farla destare dai suoi pensieri e farla allontanare di nuovo dall’amica. << va un po’ meglio, ora? >> aggiunse poi. << si. Grazie, Midori… >> la regina parve sollevata dalla risposta << mi chiedo come tu abbia fatto a partorire, se hai questa pericolosa malattia. Ti chiedo di scusarmi, se sembro indelicata. Pura curiosità di “quell’altra”, scusala >> Souko li lasciò ad andare ad un sospiro << no, non ti preoccupare. Anche perché, penso che se lo stiano chiedendo tutti, a palazzo. Dì a “quella lì”, dentro di te, che tu,Midori, hai un’amica fortissima, che per i suoi figli farebbe di tutto. Una malattia, anche se dolorosa, non è niente comparato all’amore di una madre, non lo pensi anche tu? >> la regina annuì sorridendo << già. Ho un’amica davvero fuori di testa. Forse però, davvero la più forte del mondo… Anche io, farei di tutto per la mia bambina >> si lasciò andare ad un sorriso dolce,imbarazzata. Souko la guardò seria << quanto tempo ti rimane? >> << due settimane. >> Midori abbassò il volto, mentre Souko iniziò a lacrimare << hai detto qualcosa a Tsukumu, almeno? E Amu come farà senza te? >> una lacrima fuggì dal volto di Midori << Tsukumu sa quanto basta. E Amu… la mia piccola ce la farà. È una bambina fortissima, saprà cavarsela da sola. Ho detto a Tsukumu che dovrà starle sempre vicino e proteggerla, so che lo farà. A modo suo,però le sarà sempre vicino. >> un’altra lacrima cadde dal volto della regina. << Midori… ho trovato la mappa. So dove si trova l’High –Tide, la “boccetta magica”. >> Midori la fissò sbalordita << come hai fatto a trovarla e a sapere che sia quella vera? >> Souko la guardò beffarda << secondo te, in tutti questi anni sarei potuta stare con le mani in mano? Mi deludete vostra altezza, dovreste conoscermi. Per quanto riguarda la seconda domanda. Un giorno ho preso la mappa e ho voluto guardarla in controluce, sperando che potesse nascondere qualche indizio, qualcosa che mi sarebbe stato d’aiuto. Così è stato. Mettendola in controluce s’intravedevano l’Humpty Lock e la Dumpty Key, prima divise e poi unite. È stato grazie a quello che ho capito che era quella vera. >> “ Midori l’ha trovata davvero! È stata sicuramente LEI a fargliela trovare. Dovremmo ucciderla seduta stante,trovare la mappa e bruciarla. Anche se, penso l’avrai capito anche tu che morirà presto, come noi.” Midori ascoltò Midos, ma non le rispose << hai qui con te l’High.Tide? >> la baronessa scosse la testa << No.  Sapevo che se avessi deciso di partire alla sua ricerca, avresti fatto di tutto per impedirmelo, perché l’avresti sicuramente scoperto. E,dato che si trova in un’isola, Midos avrebbe fatto affondare qualsiasi flotta avessi mandato a cercarla. Sbaglio,Midos? >> sul volto di Midori comparve un ghigno e un occhio di Midori cambiò, segno che Midos stava ascoltando e aveva dato ragione alla Baronessa. << cos’hai intenzione di fare di Ikuto e Kukai? >> Midori le si avvicinò e si sedette sul letto accanto a lei << voglio addestrarlo. Sia lui che l’altro. Devono imparare a controllare i loro poteri. >> la baronessa annuì << quanto tempo ti ci vorrà? >> << dodici giorni credo basteranno. >> Souko la guardò << tua figlia non penserà che tu la stia abbandonando, stando sempre con mio figlio? >> Midori la fisso sarcastica << credi che non abbia pensato a mia figlia? Starò tutte le ore diurne con lei. La notte passerò ad allenare i due. Gli ultimi due giorni li dedicherò completamente a mia figlia. NON OSARE PENSARE CHE NON M’IMPORTI DI LEI! È la persona più importante di tutte. >> Souko la guardò scusandosi con gli occhi. << Midori… cosa sei venuta a fare veramente qui, sta sera? Non credo, per farmi alleviare il dolore… >> Midori le prese una mano,stringendola affettuosamente << il tuo modo di fare domande quando conosci già la risposta non è cambiato affatto. Sono venuta a dirti addio Souko… >> la baronessa strinse a sua volta la mano dell’amica e scoppiò a piangere << … sei davvero la migliore amica che abbia mai potuto desiderare. Non avrei potuto scegliere meglio. Sappi che ti voglio e ti vorrò sempre bene Souko. La nostra promessa la ricordi “ amiche per sempre” ? ovvio che sarà così. Anche dopo la morte, rimarrai sempre la mia migliore amica. >> detto ciò guardò negli occhi la baronessa, le sorrise in lacrime e si avvicinò al suo orecchio << …grazie di tutto, Souko… Addio >> << lo stesso vale per me, Midori. Ti voglio bene! >> si guardarono in lacrime; poi, Midori le poggiò la chiave del balcone sul comodino e uscì dalla finestra, richiamò dal mare li vicino, l’acqua, creando un ponte; vi salì sopra e andò via.

Dopo che fu via, la porta della stanza si aprì e comparve Aruto, che, con un bicchiere d’acqua in mano, guardò la moglie in lacrime. Souko lo guardò << hai sentito tutto, non è vero? >> il marito annuì. Le si sedette poi vicino, porgendole l’acqua, che la  moglie bevve in un sorso, e le diede un bacio sulla fronte, seguito da un caldo abbraccio… << Souko… sei la donna più forte del mondo. >> la moglie diede un bacio al marito e si lasciò cullare dalle sue braccia.
Cadde in un sonno profondo, con le lacrime agli occhi.

Fu in quell’istante, che iniziò a piovere.
 
IL GIORNO SEGUENTE. 25 LUGLIO X786…
 
Quella sera, finii per dormire in stanza con Kukai.

 Mi svegliai che nel letto, mentre lui, col la sua solita finezza, era caduto dal letto, a pancia all’aria, che si grattava lo stomaco e russava, terribilmente forte.

Lo svegliai con una cuscinata << svegliati,ladro da quattro soldi! >>. Kukai aprì gli occhi controvoglia e mi fissò << che ore sono? >> guardai l’orologio sulla scrivania << sono le nove. È ora di fare colazione; ci staranno aspettando, dobbiamo sbrigarci! >> il ragazzo a terra annuì e si alzò.
 
Pronti, si recarono al giardino come il giorno prima. Ma, arrivati , trovarono una “piacevole” sorpresa. Yoru piangeva come un forsennato. << buongiorno anche a te, fratellino, madre,Utau… padre?! >> Mio padre era appena arrivato al tavolo, seduto accanto alla moglie. Aveva il violino con sé. << buongiorno figliolo. Signorino…? >> Kukai lo guardò imbarazzato << K-Kukai, signor Barone! Auguro il buongiorno anche a voi! >> mio padre lo guardò,gli sorrise ed iniziò a mangiare. Seguii il suo esempio, sedendomi davanti a lui ed iniziando a mangiare. Mia madre nel frattempo allattava Yoru, che finalmente, non piangeva più << Kukaii!! Buongiorno!! >> gridò poi Utau, scaraventandosi tra le braccia del castano che, divenuto rosso, non seppe come reagire << b-b-buongiorno Baroncina Utau! >> mia sorella gli sorrise e gli prese la mano, facendolo accomodare vicino a lei << chiamami semplicemente Utau! >> Kukai gli sorrise << d’accordo. Se ho il vostro permesso… >> mio padre guardò duro Kukai, che, notandolo guardò il piatto di fronte a sé ed iniziò a mangiare. << anche se credo sia meglio di no, baroncina… >> Non potei trattenere la risata e scoppiai a ridere di soppiatto, seguito da mia madre che aveva assistito alla scena.
 

DOPO LA COLAZIONE…
 

Come il giorno precedente, facemmo una passeggiata, seguita poi, da canzoni, cantate da mia madre e Utau e poi, da canzoni col violino, suonate a turno, da me e da mio padre. Kukai ci guardava sorridendo e provando ad intonare qualche nota,quando cantavano mia madre e mia sorella. Era una bella mattinata.

Ad un certo punto, arrivò il messaggero e mi diede una lettera. La lessi. Era di Midori. E diceva di voler incontrare me e Kukai, quella stessa sera, al solito posto, dopo cena.

La mostrai a Kukai e deglutimmo entrambi.
 
 
LA NOTTE, ALLA RADURA…

 
Arrivati alla radura, sentimmo un suono soave e notammo che la regina era immersa, fino a metà busto, in acqua, con la sua vera forma da Sirena, che intonava una melodia  e, al contempo, faceva giochi d’acqua. Vedendoci arrivare sorrise e nuotò più vicina alla riva. Appena toccò la sabbia osservammo la trasformazione: la coda era scomparsa, lasciando posto alle gambe, magre e snelle; mano a mano che si avvicinava,a piedi nudi, verso di noi, notammo che anche il busto e il viso cambiarono; la pelle non era più illuminata solamente da una cortina di luce azzurra, come quando era in acqua, ma era tornata roseo e tangibile; i capelli,castani con dei riflessi rosa, le ricadevano delicatamente sulla schiena e gli occhi erano tornato al solito, bellissimo colore ambrato.

La guardammo ammaliati. << siete venuti, non ci speravo più >>. Quando le leggende dei marinai dicevano che le Sirene ti ammaliavano, non sbagliavano sicuramente, anche se le sirene delle leggende non esistevano. Ma le leggende non conoscevano le Sirene D’Acqua, facevano tutt’altro! Loro, loro ti stregavano e rapivano, completamente.

<< Midori… per quale motivo ci hai chiamati? >>  dissi, ripreso da quell’incanto << voglio e devo allenarvi. Dovete imparare a controllare i vostri poteri. >> Kukai mi guardò, poi il suo sguardo si posò sulla Sirena << mi spiace, vostra altezza… ma non mi fido di voi. Vi prego di scusarmi per tali parole >> Midori lo guardò e gli sorrise <<  hai ragione piccolo… non posso biasimarti, ti porgo le mie più sentite scuse per ciò che è accaduto la scorsa notte. Ti basti sapere che quella non ero io, ma l’altra personalità che possiedo, chiamata Midos. >> Kukai annuì << qual è il tuo nome? >> << Kukai, vostra altezza >> << Bene Kukai. Sei pronto per l’allenamento? >> il castano annuì, poco convinto. << Midori… cosa dobbiamo fare? >> la donna si allontanò poco da noi << hai portato con te la Dumpty Key, Ikuto? >> la guardai << certamente. >> << bene! La devi portare sempre con te. SEMPRE. Non devi perderla per nessuna ragione al mondo. Intesi? >> annuii, spaventato per l’espressione comparsa sul viso della regina,mentre diceva tali parole.

<< Bene! Per prima cosa, entrambi e soprattutto tu Ikuto, dovete focalizzare il vostro pensiero sulla Dumpty Key. Ikuto, ascoltami attentamente. L’altra volta è risultata più semplice la trasformazione perché avevi la mente vuota e ti eri focalizzato solamente sul tuo desiderio di Libertà. Inoltre, sei riuscito a fare una trasformazione completa, ma devi imparare a farla anche “a pezzi”. Ad esempio, farti spuntare le orecchie e la coda quando vuoi, o quando dovrai seguire una pista, dovrai affinare il tuo olfatto e aumentare la tua velocità. Per farti spuntare “ l’aura delle zampe” devi attuare o una trasformazione completa o, facendo comparire orecchie e coda.

Per quanto riguarda te, Kukai. L’altra volta è stato un “caso”. Questa volta dovrai faticare anche tu. Devi focalizzarti sulla cosa,sul desiderio nascosto che vuoi di più e, come Ikuto, svuotare, prima di tutto la mente.

La vostra prima lezione è questa: svuotare la mente, trovare il vostro desiderio e attuare la “trasformazione completa”.

La Dumpty Key vi aiuterà. Pensate anche a lei. Ora potete iniziare. >>

Provai a fare come diceva Midori: svuotare la mente e pensare al mio desiderio. All’inizio sembrò quasi che ci stessi riuscendo. Sentivo un’aura che mi circondava completamente e,pensando anche al calore che mi dava la Dumpty Key, l’aura sembrò farsi più ampia. Poi,però, arrivarono i pensieri: la malattia di mia madre,la paura che provavo a causa di Midos, lo scontro della notte precedente…

Iniziò a pulsarmi fortemente la testa. Arrivò, in seguto, un dolore lancinante in tutto il corpo, come una scossa elettrica. Iniziai a sudare e, circondato sempre dall’aura, strinsi forte la testa tra le mani e urlai << IKUTO! NON PENSARE A NIENT’ALTRO SE NON AL TUO DESIDERIO! >> spalancai gli occhi, continuando ad urlare. Mi voltai verso Kukai, e notai che si trovava nella mia stessa situazione, tranne che per un motivo: era riuscito ad attuare una “trasformazione parziale” : aveva la tavola arancio, sotto i piedi. << KUKAI! NON TI DISTRARRE! FORZA CI SEI QUASI! >> una furia improvvisa si fece largo dentro di me e urlai più forte. In quel momento mi spuntarono le zampe e i canini si fecero più appuntiti. Midori spalancò gli occhi << non è possibile… gli sono spuntate senza avere orecchie e coda… oh no… IKUTO!!! FRENA LA TUA RABBIA, ORA! PENSA ALLE COSE BELLE NELLA TUA VITA, FOCALIZZATI SU SENTIMENTI FELICI! >> In mente, in quel momento, si fecero luogo dentro di me solamente ricordi tristi, di mia madre che tossiva sangue, che aveva paura di perdere Yoru da un momento all’altro e del suo bisogno di parlare di qualcuno << TU NON CI SEI STATA PER LEI! LEI HA SOFFERTO E TU NON C’ERI! E’ TUTTA COLPA TUA MIDORI! >> mi scaraventai contro la regina che, prontamente si fece scudo con un muro d’acqua. Poi l’occhio sinistro le cambiò e comparve il solito ghigno, di quando stava per venire fuori Midos << IKUTOO!! …MOCCIOSO PEZZENTE, COSA CREDI DI FARE?!! … Sei fortunato che ci stiamo dividendo il corpo in questo momento, altrimenti ti avrei già ammazzato! >> Midos creò delle lance d’acqua e me le scagliò contro, senza colpirmi,però.  La mia rabbia aumentò e le zampe si fecero più grandi. Unii le mani, con sopra l’aura delle zampe, e le portai sopra di me, poi le riportai velocemente a terra, come se stessi per piantare un martello, contro la barriera di Midori/Midos; che al colpo, sembrò infrangersi. Midori, allora, portò una mano verso di me e un muro d’acqua mi avvolse. Mi tornò alla mente il muro d’acqua della notte prima. Iniziai ad avere paura e urlai nuovamente. In quel momento, mi spuntarono anche le orecchie e la coda. L’aura che mi circondava s’ingigantì. Istintivamente feci un salto e, con mia sorpresa mi trovai al di sopra della barriera di diversi metri. Guardai in basso, poi intorno a me, poi guardai le stelle. Fu in quel momento, rapito da quel cielo, che la mia mente si svuotò completamente.

Mi tornarono in mente le scene di quella mattina a colazione. La scelta del nome di Utau, la prima volta che tenni in braccio Yoru, il giorno prima; e poi lui, il mio desiderio. La Dumpty Key brillò di una luce abbagliante, che mi circondò al posto dell’aura. Chiusi gli occhi e il tempo sembrò fermarsi. Nessuna preoccupazione, nessun pensiero, solo il vento che mi scompigliava i capelli e il calore della luce della chiave che mi avvolgeva. Poi, nella mia mente, comparve il volto di una donna con i miei stessi occhi ,che mi sorrideva – ora puoi aprire gli occhi Ikuto. Non dimenticare mai questa sensazione di pace. Dai sfogo ai tuoi sentimenti, ma non esagerare. Io sono con te, al tuo fianco e ti aiuterò sempre… - Aprii gli occhi. La donna dalla voce soave era scomparsa. Ad un tratto, come per istinto, mi guardai le mani, le gambe. C’ero riuscito, avevo attuato la mia “trasformazione completa”. Alzai di nuovo lo sguardo davanti a me trovando un volto furioso davanti, quello di Kukai che, senza darmi il tempo di reagire, mi diede un pugno fortissimo, scaraventandomi in basso. A quanto pare, anche lui c’era riuscito.

Stavo per cadere a terra, quando riuscii a fare una giravolta e a ricadere in modo da non farmi male. Ero diventato agile come un gatto. Guardai Kukai che stava venendo verso di me, si fermò a pochi centimetri da terra, grazie alla “tavola magica”. << CHE TI E’ SALTATO IN MENTE, IKUTO?? TI SEI DIMENTICATO QUELLO CHE CI SIAMO DETTI IERI SERA??!! DATTI UNA CALMATA. VEDI? CI SIAMO RIUSCITI ENTRAMBI! CHE TI COSTA PROVARE A NON “COMPORTARTI MALE”? >> sgranai gli occhi. Aveva terribilmente ragione. Mi tornarono solo in quel momento le parole della sera precedente, quando eravamo in camera a parlare:

-Ikuto… io non mi fido della regina né,tantomeno, di Midos. Secondo me, stanno architettando qualcosa. Credo che Midori/Midos si farà viva presto. Qualsiasi cosa voglia da noi, non diamole mai la soddisfazione di vederci vinti dalla paura,dalla rabbia. E’ quello che vuole,secondo me; dimostriamole che siamo più forti di quello che pensa e non diamoci mai per vinti e collaboriamo… tanto ora siamo amici,no?” . Mi sorrise e mi mostrò il pugno, che battei sorridendo. Avevo,finalmente trovato un amico. La Dumpty Key s’illuminò lievemente. –

Sorrisi. Poi guardai la regina << Scusami, Midori. >> lei annuì sconsolata << non ti preoccupare. L’importante è che tu sia riuscito ad attuare la trasformazione completa, non trovi? >> la regina, posò il suo sguardo verso Kukai, soddisfatta << devo proprio ammettere che sei stato bravissimo, piccoletto >> Kukai mostrò un ghigno ,contento. Successivamente, Midori si rivolse ad entrambi << oggi è stato il vostro giorno di allenamento e, anche se con non poche difficoltà, siete riusciti ad attuare la vostra prima trasformazione,con l’aiuto dei vostri sentimenti. Nei prossimi giorni, continuerete ad allenarvi in questo modo, fino a che non riuscirete ad attuare la trasformazione, semplicemente volendo che essa si attui. Vi darò tre giorni di tempo, per riuscire a far si che ciò accada. Nei giorni successivi alla “trasformazione completa”, dovrete riuscire ad attuare quella “parziale”, anche se, vi assicuro che vi risulterà più facile. Per la “parziale”, avrete solamente due giorni a disposizione. L’allenamento si svolgerà ogni notte, per cinque giorni, escluso quello fatto questa sera. Dopo la disposizione datavi, per quanto riguarda le trasformazioni, avrete sei giorni di tempo per imparare ad usare i poteri, per il combattimento; dove parteciperemo anche io e Midos. In conclusione, l’allenamentò si svolgerà in dodici giorni. >>

Dopo averci annunciato il procedimento dell’allenamento, ci congedò e tornammo a palazzo. Era notte fonda, ma volli andare a salutare il mio fratellino; mentre Kukai andò in camera sua.

Aprii la porta della camera dei miei genitori,senza fare rumore. Mia madre stava dormendo, ma, come tutte le notti, si agitava nel sonno; Yoru dormiva. Mi avvicinai di soppiatto alla culla e lo guardai. Dormiva beato,ignaro di tutto. Sorrisi e gli feci una carezza, attento a non svegliarlo. Ad un tratto sentii la porta cigolare, mi voltai di scatto. Era mio padre. << p-padre… >> lui mi guardò, facendomi cenno con il dito, di fare silenzio. Si avvicinò a mia madre con una scodella piena d’acqua. Le si sedette vicino e immerse un fazzoletto nella bacinella, posandolo ,poi, sulla testa della baronessa.

Dopo aver fatto ciò mi fece cenno di uscire e mi seguì. << vieni Ikuto… >> mi portò in campo d’addestramento delle guardie e mi porse una spada. Mentre la sua, la puntò verso di me << padre? Posso chiedervi la motivazione di tale comportamento? Se è per questa sera,posso spiegarvi! >> << Ikuto… io so. >> spalancai gli occhi << co-- >> << tua madre e la regina erano molto amiche. Credi che non abbia mai saputo niente, per tutto questo tempo? Inoltre, non devi preoccuparti. So dell’allenamento alla quale siete stati e dovete essere sottoposti tu e il tuo amico. Devo darti una spiacevole notizia, però. Devi imparare a combattere anche con la spada. Ti allenerai con me, tutti i giorni dopo pranzo, per due ore. >> mi sorrise e posò la spada lungo il fianco. << credo che anche Kukai debba allenarsi con noi, padre. Devo andare ad avvisarlo >> mio padre ghignò beffardo e, con una velocità mai vista, lanciò la spada contro una colonna, al lato del campo. Sentii un urletto di sottofondo,quando la spada si conficcò alla pilastro. << non ti preoccupare,figliolo. Il tuo amico è stato qui tutto il tempo, ad origliare. >> Da dietro la colonna comparve Kukai con le mani alzate. Poi, guardò mio padre e s’inchinò << v-vi prego di scusarmi, vostra signoria!  >> il barone sospirò << sei scusato… >> poi si rivolse a me << devi imparare ad affinare il tuo udito,così come tutti gli altri sensi, figliolo. Il vostro allenamento con me, implicherà anche questo. Ora siete congedati. Immagino sia stata una lunga e difficile serata. Vi auguro la buonanotte, potete andare. >> Mentre vidi Kukai allontanarsi, mi avvicinai a mio padre, che sorrise << dimmi Ikuto >> << padre… la mamma… sta peggiorando? Ogni sera sento che uscite dalla camera per prendere dell’acqua… >> trattenni le lacrime e mio padre rabbuiò. Poi, si abbassò alla mia altezza, mettendosi in ginocchio e mi abbracciò << non ci pensare Ikuto. Tua madre è una donna fortissima, saprà cavarsela. Tu devi essere forte come lei, non piangere te ne prego. >> ricambiai l’abbraccio per qualche secondo; poi, mio padre si staccò << ora vai a dormire. Queste due settimane saranno dure e, il sonno è molto importante >> mentre tornai in stanza sentii una musica a me, e alla mia famiglia, molto familiare. Era papà che suonava per la mamma e per noi.
 

DURANTE I DODICI GIORNI…

 
L’allenamento con mio padre e quello con Midori, risultò più difficile del previsto; ma riuscimmo a imparare in fretta. Con mio padre, come detto precedentemente da lui, imparammo, oltre all’arte della spada, ad affinare i sensi. Io, naturalmente ero ad un altro livello rispetto a Kukai, più intelligente e più abile; anche se lui non era da meno. Con Midori, imparammo ad usare entrambe le trasformazioni a nostro piacimento e, ad usare i nostri poteri. Scoprimmo anche, che grazie ai nostri poteri, forze grazie ai poteri della Chiave, potevamo nuotare velocissimi e respirare in acqua per qualche minuto.
 
 
 
PASSARONO I GIORNI…
ANNO X786. 6 AGOSTO.
 

Il decimo giorno Midori era scomparsa. Non si era fatta sentire o vedere, né da me, né da Kukai. Mia madre nel frattempo era peggiorata drasticamente ed ero diventato consapevole del fatto che non ce l’avrebbe fatta. Sarebbe andata via da un giorno all’altro. Così, quel giorno lo passai interamente con la mia famiglia.

Andai in camera di mia madre, che teneva tra le braccia tremanti Yoru. Accanto a lei, appoggiata con la testa sulle sue gambe, vi era Utau con gli occhi in lacrime; e seduto all’altro lato del letto vi era mio padre. << Ikuto, tesoro, vieni accanto alla mamma >> mia madre aveva un aspetto emaciato e stanco, ma riusciva lo stesso a sorridere e a provare a mostrarsi forte davanti la sua famiglia. Diede Yoru a mio padre, che lo accolse dolcemente tra le braccia. Mi avvicinai e la guardai dritto negli occhi, lei mi sorrise e mi fece una carezza, poi, strinse me ed Utau in un forte abbraccio << i miei bambini >> disse in lacrime. Una lacrima rigò il mio volto, così come quello di mio padre, che nel frattempo si era avvicinato e stringeva anche lui nell’abbraccio noi tre, mentre con l’altro teneva Yoru. Sciolto l’abbraccio mia madre guardò mio padre << tesoro, ti andrebbe di accompagnarmi con il violino… ho voglia di cantare >> serrai gli occhi << ma…madre! >> lei rispose solamente con un sorriso. Poi iniziò a cantare la stessa canzone di Midori, solamente, cambiando alcune parole:

 
io sono con voi e lo sarò sempre
siete la cosa più preziosa che ho
amori miei
ma ahimè non potrò più essere accanto a voi.
Ricordate sempre che io ci sarò.
Voi guardate il cielo, vedete le stelle?
Se mi cercate, io sarò lì a vegliare sempre su di voi
Sarò la vostra Stella Polare
Oh miei grandi amori, non vi preoccupate
Io sono con voi e lo sarò sempre
Siete la cosa più preziosa che ho,
non lo scordate mai.
Io amo tanto il mare e il cielo e  spero lo amerete anche voi.
Ricordate i nostri giorni felici?
Io ero lì, e sorridevo accanto a voi
Non lo scordate mai.
Questa è una triste canzone, è vero
Ma racchiude tutto ciò che provo per voi
Sono così triste miei dolci pirati,
non potrò più abbracciarvi.
Se volete un abbraccio però venite da me
E vi cullerò tra l’abbraccio del vento.
per qualsiasi cosa, voi guardate il cielo e chiudete gli occhi
Lo senti il rumore del vento?
La senti la sua dolce ninna nanna?
Quella sono io, che sto cantando per voi,
sperando di riuscire a farvi addormentare.
Avete un tesoro con voi,
tenetelo sempre con cura,
vi porterà tanta fortuna.
Sono e sarò sempre orgogliosa di voi
Qualsiasi cosa voi farete
Perché io…
vi amo  davvero così tanto!
Ma non vi preoccupate miei tesori
Quando mi cercherete guardate il cielo,
Vedete le stelle?
Eccomi, io sono lì.
Sarò la vostra Stella Polare
Non vi abbandonerò mai.
Io sono e sarò sempre con voi.
Vi amo.”
 
 
Sorrisi amaramente alle parole della canzone e mi asciugai una lacrima.  << vi voglio bene,madre >> << anche io madre >> aggiunse Utau. Nostra madre sorrise, poi una tosse violenta la colpì ed, iniziò a sputare sangue. Nostro padre, allarmato, posò Yoru nella culla e corse a chiamare il dottore << VOI USCITE DALLA STANZA E PORTATE YORU CON VOI! SUBITO! >>. Facemmo come dettoci da nostro padre e il dottore arrivò in un baleno. Portai Utau e Yoru in camera mia, dove subito accorse anche Kukai << IKUTO! UTAU! >> << VAI SUBITO NELLA TUA STANZA KUKAI! >> gli urlai. Yoru aveva iniziato a piangere e urlare, seguito poi da Utau. Provai a prendere in braccio Yoru e a cullarlo ma, non cessava di piangere. Kukai,però, che non aveva accennato minimamente a tornare in camera sua, mi si avvicinò e prese Yoru tra le braccia, canticchiandogli una ninna nanna dolcemente. Lo guardai sbalordito. Seguii il suo esempio e abbracciai Utau, per farla smettere di piangere. “  aveva ragione papà. In queste situazioni bisogna essere forti”. Guardai Kukai e gli rivolsi un cenno di ringraziamento con la testa, che comprese al volo.

La sera ci addormentammo tutti insieme, nella mia stanza. Io avevo Utau alla mia destra, che mi si era avvinghiata a un braccio e una gamba; mentre Kukai si era addormentato appoggiato alla parete del letto,seduto che, dormiva con Yoru vicino, nella culla.
 
 

IL GIORNO SEGUENTE. 7 AGOSTO XX786. ORE: 4 DEL MATTINO. MENO UN’ORA ALL’ALBA
 


Quella mattina ci svegliammo di soprassalto, a causa di un urlo. Mio padre spalancò la porta della nostra stanza, preoccupato che ci fosse successo qualcosa << IKUTO! >> lo guardai spaesato e preoccupato a mia volta << PADRE! COS’E’ SUCCESSO? LA MAMMA STA BENE? >> mio padre respirò profondamente. Nel frattempo Yoru aveva cominciato di nuovo a piangere e Kukai lo aveva preso in braccio cullandolo. Utau invece corse in braccio a nostro padre << DOBBIAMO IMMEDIATAMENTE USCIRE DA PALAZZO! SUBITO! >> annuii preoccupato.

Ci dirigemmo prima in camera di nostro padre, dove nostra madre aveva spalancato gli occhi. << A-Aruto… >> disse, appena entrammo. Mio padre fissò mia madre e una lacrima gli scese lungo il volto. Le si avvicinò, con Utau in braccio e, seguito da Kukai,seguii il suo esempio, avvicinandoci a mia madre. << Souko…tesoro… dobbiamo andare! >> mia madre lo guardò e, con una fatica tremenda gli fece una carezza << è…è…arrivata…la…mia…ora…Aruto…mettetevi…in…salvo… >> Mio padre spalancò gli occhi udendo quelle parole.

Quando ad un tratto, un nuovo urlo sopraggiunse, facendo tremare il palazzo. Una guardia arrivò e spalancò la porta della camera << vostra signoria! La prego di seguirci, il palazzo potrebbe crollare da un momento all’altro >>. Mio padre sembrò riprendersi, udendo quelle parole. Lasciò scendere Utau dalle sua braccia, per poi prendere nostra madre, che aveva ricominciato a tossire sangue. << no…Aruto…andate…voi >>. Il Barone però non l’ascoltò e uscì di corsa fuori dalla stanza, seguendo la guardia che ci scortava. Prima di uscire, presi il violino di nostro padre, che teneva vicino al letto e lo misi in spalla. Presi per mano Utau e, seguito da Kukai, che teneva in braccio Yoru e cominciammo a correre.

Usciti da palazzo, corremmo verso il porto; mentre altre guardie erano sopraggiunte a scortarci. Ad un tratto un nuovo urlo. << Ti…Amo…Aruto… >> mio padre, continuò a correre più veloce << Non dire così Souko…ci siamo quasi… >>. Detto ciò guardò mia madre e spalancò gli occhi…poi si morse il labbro e iniziò a piangere. Lo guardai e cominciai a piangere anche io. Kukai, invece, girò per poco lo sguardo, nascondendo le lacrime.

Stava per sorgere l’alba, quando, arrivati al porto udimmo di nuovo un urlo, più acuto e forte del precedente. Ci fermammo di fronte una nave, quando mio padre si sentì chiamare << Aruto! >> girò lo sguardo e vide il re in persona << Tsukumu! >>. Il re si avvicinò di corsa e, vedendo la baronessa in braccio all’amico sbarrò gli occhi << è… >> mio padre fece cenno di si, mordendosi il labbro. Tsukumu carezzò la testa di quella che un tempo era un’amica e lacrimò. Un nuovo urlo, più vicino fece girare tutti verso il l’oceano. << Midori… >> fu poco più che un sussurro, quello del re; ma bastò a farmi girare verso il mare e vedere che dall’acqua, spuntò Midori. La cosa che mi sorprese era che non aveva la forma di una Sirena D’Acqua, ma era ancora lei. L’acqua la sollevò, fino a farla arrivare sul ponte del porto, vicino alla nave.

Le guardie del re e quelle di mio padre, circondarono i ripettivi sovrani, come per proteggerli. Mentre era accorso qualche abitante del regno per capire cosa stesse succedendo.

<< Tsukumu…Aruto… >> Midori si girò verso di loro e una lacrima le rigò il volto. Poi lo sguardo si posò su Souko, che era ancora in braccio al marito, spalancò gli occhi e portò le mani alla testa, << SOUKOOOOOO!! >> urlò più che poté e tutti, dovemmo coprirci le orecchie con le mani.

Mancavano poco più di dieci minuti all’alba, quando ad un tratto sentimmo una risata malefica. Midos. Mio padre e Tsukumu la guardarono accigliati. Poi, il barone si avvicinò alla regina, posizionandosi davanti a me << E’ TUTTA COLPA TUA MIDOS! E’ COLPA TUA SE E’ MORTA E SE STA SUCCEDENDO TUTTO QUESTO! >> Midos rabbuiò e alzò le mani all’altezza di mio padre. Le acque del mare iniziarono a scuotersi, come se ci fosse stato un vento fortissimo a farle dimenare. La regina,poi alzò la mano, con il palmo rivolto verso l’alto e una parte dell’acqua si alzò e si divise, diventando lance d’acqua. Mio padre diede Souko ad una delle guardie e prese la spada, puntandola verso Midos/Midori << COSA VORRESTI FARE CON QUELL’ARMA INSULSA, PICCOLO BARONE?! >> << difendere ciò che mi è caro, mostro! Non riesco ad immaginare come abbia fatto Midori ad averti nella sua mente. Sei disgustosa! >> la regina si accigliò e portò le mani davanti a sé. Le lance d’acqua andarono a finire a tutta velocità contro mio padre. Ma lui, con la spada, riuscì a fenderne alcune; mentre altre, riuscirono a ferirlo di striscio. Erano fatte d’acqua, ma, alla velocità con cui venivano scagliate, da Midos, divenivano appuntite e potevano uccidere.

<< Vostra altezza, vi prego di smetterla! >> fu una delle guardie a urlare contro Midos, che, udendo da chi provenivano tali parole, guardò il soldato con espressione disgustata e, scagliò contro di lui una delle lance, che gli trapassò la testa, uccidendolo e poi, la lancia tornò acqua, scomparendo.

Gli” spettatori” iniziarono ad urlare, mentre Midos rideva.  La risata si fermò quando sentì la punta della spada di mio padre alla gola << Aruto! Non ucciderla! È pur sempre mia moglie! >> Tsukumu si dimenava, mentre le guardie lo tenevano ferme.
<< e tu, cosa avresti intenzione di fare con questa spada? >> fu mio padre a ghignare sta volta << prova ad indovinare. Mi sembri una donna intelligente >> Midos sorrise maligna << sai che posso ucciderti in un attimo,vero? >> << in quell’attimo ti avrò già trapassata >> Midos rise << ma come? Souko non te lo ha detto? Oggi io devo morire, quindi l’unico che perderebbe, rimarresti comunque tu! >> Mio padre si voltò verso di me spaventato << IKUTO! PORTA VIA TUA SORELLA TUO FRATELLO E SCAPPATE! E--- >> non riuscii a finire la frase che Midos lo trapassò con una mano allo stomaco. Osservando la scena urlai e coprii con una mano gli occhi di Utau, per non farle vedere nulla, mentre lei continuava a piangere e urlare << PADREEEE!! >>. Lasciai mia sorella a Kukai, che nel frattempo si era trasformato, senza farsi notare e corsi verso Midos. Attuai una trasformazione parziale, con orecchie e coda, così da poter far comparire anche le zampe. Mossi il braccio contro Midos, cosi che l’aura della zampa,seguisse il movimento del braccio e, facendo spuntare gli artigli, potesse ferirla. Midos rise e eresse un piccolissimo muro d’acqua << non impari mai! >>. Infuriato presi in mano la Dumpty Key e la poggiai violentemente sul muro d’acqua. Midos spalancò gli occhi.

Una luce accecante avvolse tutto. Sentii un calore provenire dalla Dumpty Key e mi guardai intorno. Il mio sguardo si posò su Utau e urlai. La luce l’aveva avvolta completamente e…con mia sorpresa, quando essa scomparve dal suo corpo, lasciò il posto a due meravigliose ali d’angelo. << una trasformazione parziale… >> dissi sottovoce.

Midos nel frattempo osservava la scena sconcertata e si guardò il corpo: stava diventando una Sirena D’Acqua, ma senza coda. Il suo corpo, a partire dalle gambe d’acqua, stava evaporando in piccolissimi cristalli. Spalancò gli occhi e si girò a guardare l’alba: stava sorgendo. E lei, lei stava morendo. Mi guardò infuriata, poi sorrise. Chiuse gli occhi e li riaprì. Lasciando il posto a Midori.

<< Midori! >> Tsukumu urlò alla moglie, mentre io guardavo la scena spaesato “ sta morendo…”. La regina si voltò a guardare il marito << mi dispiace mio bel re. Non la posso più controllare. Dì ad Amu che la sua mamma la ama tanto. Addio Tsukumu. Ti Amo. >> il re incominciò a piangere. << la nostra bambina sarà al sicuro, vedrai! È una promessa Midori!  >>.

Successivamente la regina  si voltò verso di me e i corpi di mia madre e mio padre dietro di me. La guardia aveva posato il corpo di mia madra vicino quello del barone. Mio padre ancora respirava, ma non per molto. << Aruto… scusami! Scusa per tutto! Io mi sono allontanata da lei, per non coinvolgerla. È la mia migliore amica, non le avrei mai fatto del male! Scusami per tutto Aruto! >> mio padre si limitò a fissarla. Aveva una mano sulla ferita, da cui il sangue sgorgava incessante; con l’altra mano prese quella della moglie. << I-Ikuto… >> mi avvicinai di corsa << padre! Io…io… >> scoppiai a piangere, di nuovo, avvolgendo in un caldo abbraccio il corpo freddo di mio padre. << la…mia…t-tasca… >> lo guardai stupito e, frugando nelle sue tasche, trovai una lettera piegata. La strinsi in un pugno. << ab-bine cura, figlio mio… ti..voglio…bene >> posai il foglio all’interno della custodia del violino e guardai mio padre << vi voglio bene anch’io,padre! >> Utau arrivò al mio fianco e abbracciò nostro padre. Poi, istintivamente, unì le mani a mò di preghiera e chiuse gli occhi; le ali si spalancarono ed iniziò ad intonare una melodia. La stessa luce della Dumpty Key avvolse la ferita di mio padre e quest’ultima, come per magia scomparve. Mio padre sorrise soddisfatto << il…mio…angelo…ti…voglio…bene >> Utau lo guardò piangendo e ,presa la mano di nostro padre, la portò al suo volto, facendosi carezzare << ti voglio bene anche io,papà. >> io guardai Midori << PERCHE’ MIO PADRE E’ GUARITO? LA FERITA SI E’ RIMARGINATA! >> Midori stava scomparendo. L’alba aveva raggiunto il suo apice. Metà del suo corpo era sparito in cristalli << ha perso troppo sangue… >> mi girai di nuovo verso mio padre. Aveva gli occhi chiusi e il respiro era cessato. Era morto. Guardai Midori in lacrime << M-Midori… perché…? >> ed emisi un gridolino strozzato. Portai le mani agli occhi, provando ad asciugare le lacrime che, incessanti, cadevano. << Adesso morirai anche tu… io rimarrò solo! >> sul volto della regina comparve una lacrima, sembrava un cristallo. << Ikuto…sei davvero un bravo bambino, lo sai? Sei forte ed intelligente. Ce la farai. Mi mancherai piccolino e ricorda: tu sarai sempre libero! … >> detto ciò la regina chiuse gli occhi, nello stesso momento in cui il sole era salito in alto e scomparve. Era morta anche lei.

Caddi in ginocchio, con gli occhi spalancati, verso Utau. Ad un tratto sentii la Dumpty Key, che avevo come collana, bruciare al petto. Una luce partì da lei, fino al corpo dei miei genitori che, avvolti dalla luce, scomparvero, diventando luci sempre più piccole che poi, trasportate dal vento, salirono al cielo. A terra era rimasta solamente la spada di mio padre, che presi e strinsi tra le mani, fino a farle sanguinare

Utau, che aveva ripreso il suo solito aspetto, mi si avvicinò, stringendomi forte. Seguita da Kukai e, naturalmente, Yoru.

<< uccideteli! >> il re, con lo sguardo basso diede ordine alle guardie di ucciderci << mia moglie ha detto di dover proteggere mia figlia. Sarebbe un pericolo se un giorno dovesse incotrarvi. Mi dispiace, bambini >>. Guardai il re, senza parole. << Ikuto… la trasformazione… dobbiamo scappare! >> Kukai mi strinse un braccio, mentre le guardie ci avevano circondati. Annuii e mi trasformai insieme a Kukai.  Grazie alla tavola, kukai riuscì a portare in braccio, volando Yoru; mentre io, tendendo in braccio Utau saltai, diversi metri in aria, aggrappandomi poi, con una zampa alla tavola di Kukai, che ci trasportò in un luogo nascosto del regno. Riuscimmo a sentire solamente il re che inveiva contro le guardie, che ci avevano lasciati scappare.

Arrivammo in una casa, che si trovava dal lato opposto del regno degli Hinamori. << ricordi quando ti ho detto che ero orfano? Bèh… non è del tutto vero. Ho una zia e un cugino nato due mesi fa. Questa qui sotto è la sua casa. Possiamo rifugiarci qui, per un po’ . >>

Io lo ascoltavo silenzioso. Sperando che quello che stavo facendo fosse un incubo. Solamente un brutto incubo. Arrivati alla porta di casa e “tornati normali”, la zia di Kukai ci accolse e, vedendoci in condizioni pietose, ci fece accomodare in una camera da letto e ci preparò da mangiare; mentre aveva preso Yoru tra le braccia ed allattandolo, come una nutrice. Quando arrivò la sera, alla luce della luna, aprii la lettera. Vi erano un foglio ed una mappa. Aprii la mappa e la guardai. Poi lessi, su essa, una scritta “ HIGH-TIDE”; lessi poi il foglio che, era stato scritto da mia madre e che spiegava, cosa fosse l’High-Tide e a cosa servisse. Guardai la luna e strinsi forte, con una mano la Dumpty Key << vi prometto che la troverò,madre >>…
 

DIVERSI GIORNI DOPO…
 

Arrivò in tutte le città un mandato del re. Esso diceva che il Barone mio padre, ci aveva ingannati ed era, in verità un pirata, che aveva ucciso sua moglie, la regina. E che, chiunque avesse trovato i figli del barone Tsukiyomi, li avrebbe dovuti uccidere.
 

QUATTRO ANNI DOPO…
ANNO XX790. A 14 ANNI…

 
Molte cose erano cambiate e, l’anno precedente era morta, la zia di Kukai. Utau, dovette iniziare a lavorare. L’avevano presa come cantante in un bar e, quando mancava personale, lavorava come barista. Non potevamo vivere solamente grazie allo stipendio di Utau, così, anch’io imparai a rubare.

Un giorno, alla nostra porta bussò un uomo. Aprii con prudenza, tenendo la spada di mio padre al fianco,pronta per essere estratta per qualsiasi evenienza.

Kukai, che era nella cucina, con Yoru e Daichi, ormai cresciuti, si avvicinò a me ed estrasse a sua volta una spada, regalo della zia l’anno dopo del nostro arrivo.

L’uomo bussò più forte e, fui costretto ad aprire. Alla soglia della porta vi era ciò che mai avrei pensato d’incontrare : un pirata. Un vero pirata. Con dietro la sua ciurma. L’unico problema era che, somigliava molto a mio padre. Gli puntai contro la spada e il pirata sorrise << bel modo di salutare tuo zio, giovanotto. >> spalancai gli occhi << z-zio? Non ho mai sentito parlare di te! Tu menti!  Mio zio è scomparso in mare a causa di una tempesta … >> il pirata scosse la testa divertito << …tempesta che mi portò a diventare un pirata. Aaah, Aruto è sempre il solito. Deve averti parlato pochissimo di me. Non era un uomo di molte parole. Al posto di parlare preferiva suonare il violino, al contrario di me che sono sempre stato un chiacchierone. Ora, giovanotto. Credo che sia il caso che tu e il tuo amico lì, veniate sulla mia nave. Non vorresti diventare un pirata e vendicarti del re, caro nipote? >> se non avesse parlato del violino e non fosse così somigliante a mio padre non gli avrei creduto… << anche i più piccoli dovranno venire, allora! >> il pirata scoppiò a ridere << chi sono quei marmocchi, nipote? >> presi per mano Yoru e Kukai si avvicinò con Daichi << lui è mio fratello Yoru… è nato qualche settimana prima che… >> il pirata mi scompigliò i capelli, facendomi intuire che aveva capito; poi, con un sorrisone prese Yoru tra le braccia << ti farò diventare un grande pirata! >> Yoru rise urlando di “si” << quei due giovanotti, invece, sono? >> << Kukai,signore! E questo è mio cugino Daichi >> il pirata annuì, poi si rivole alla ciurma << avete capito ciurma? Sono diventato “ signore”!! >> gli uomini scoppiarono a ridere.  Kukai non ne comprese la motivazione << non signore, giovanotto, bensì :” Capitano” >>  Kukai sorrise e gli brillarono gli occhi. Poi mio zio si rivolse a me << allora, nipote? Verrai con tuo zio? >> ghignai, cosa che fece sorridere il pirata << il re vuole un pirata? E un pirata avrà! >> mio zio, uscendo dalla porta, si portò Yoru in spalla, che rideva e fece per scortarci alla nave << zio…cioè… Capitano! Ci sarebbe un ultimo inconveniente >> il pirata sbuffò, mentre la ciurma iniziaò a scortare Kukai e Daichi alla nave. << non so se lo sapevate Capitano, ma ho una sorella tre anni più piccola, si chiama Utau. Lavora ad una locanda vicino al porto. La portiamo con noi? >> mio zio scoppiò a ridere << la nave non è posto per una donna. Però possiamo andare a salutarla e a spiegarle cosa sta succedendo. Poi, mi farebbe davvero piacere conoscere mia nipote. >>

Arrivammo alla locanda. Entrammo e venimmo investiti da una voce calda e dolce. Girammo lo sguardo verso il palco e vedemmo Utau che cantava. Mio zio sbarrò gli occhi << è la copia di tua madre Souko, Ikuto. >> << hai conosciuto mia madre? >> il pirata annuì << si si ma non c’è tempo per spiegare ora. >> ci avvicinammo al palco e Utau, finita la canzone, appena mi vide mi venne incontro << fratellone! Cosa ci fai qui? Voi chi siete pirata? E cosa ci fate con mio fratello? >> crescendo il carattere di mia sorella era cambiato. Era diventata terribile ed, inoltre, aveva anche un altro potere, oltre a quello dell’angelo: poteva diventare anche un diavolo. “ basta guardarla per capirlo” …

Andammo dietro le quinte e mio zio spiegò tutto ad Utau che aveva un espressione sempre più sopresa, mentre il pirata parlava. << capisco la situazione zio. Ma non m’interessa. Voglio venire con voi. >> << la nave non è. posto. Per. Una. Donna! >> << non m’interessa zio. >> la guardai accigliato. Era un bene per lei rimanere alla locanda << Utau tu resterai qui. Così, ogni qual volta torneremo sapremo che starai bene. Ti manderemo delle lettere, almeno ti sentirai meno sola. Non fare la bambina. >> lei mi guardò torva e triste << io sono una bambina Ikuto! >> la guardai sospirando << è ora di crescere. Tu rimarrai qui. Così io avrò la certezza che tu starai bene. Sai difenderti, sei una ragazza intelligente e qui hai un lavoro. Non voglio farti diventare una pirata e non credo che la ciurma accetterebbe di buon grado, una ragazza sulla nava. Dico bene,zio? >>  l’uomo annuì. << è ora di andare, nipote >> annuii. Scompigliai i capelli ad Utau e me ne andai senza voltarmi…

Era iniziata la mia vita da pirata. E mai avrei immaginato che sarebbe stata la vita che desideravo.
 
 



 
“… Tornando Al Presente…”
 

ANNO X800.LUGLIO.
 

Appena finito di raccontare, Amu era in lacrime e guardava Ikuto sbalordita.

Si erano radunati tutti, come la sera prima, attorno l’amaca della principessa.

<< scusami Ikuto. Ho bisogno di stare un po’ da sola >> detto ciò, la principessa si alzò dalle gambe del pirata e andò correndo alla punta della nave, dove si sedette  e guardò il mare. Il pirata guardò il resto della ciurma, poi Kukai gli si avvicinò, poggiandogli una mano sulla spalla << è bene che stia da sola per un po’. >> il Capitano della Kuro Neko annuì << ora andate a dormire. Subito. Io starò al timone. >> il resto della ciurma fece come ordinatogli dal capitano, ognuno con i propri  ricordi e il proprio dolore.

Ikuto stette tutta la notte al timone; mentre Amu era rimasta tutta la notte sveglia a guardare il mare. Dopo un paio d’ore,però, la principessa si avvicinò al pirata. << … grazie Ikuto… >> il ragazzo la guardò. << vai a dormire Amu… >> la principessa lo guardò mordendosi il labbro << non sapevo di Midos e credo proprio ddi doverti delle scuse a nome suo… anche se so che delle semplici scuse non bastano. >> il Capitano guardò la principessa << non c’è bisogno che ti scusi… ora vai a dormire, domani dovremo affrontare un viaggio pericoloso >> Amu lo guardò, sorridendo a mala pena << perché credo di sapere dove siamo diretti? >> Ikuto sorrise << perché, dopotutto in quella testolina hai un po’ d’intelligenza, principessa. Andiamo all’ “Isola Delle Sirene”, dove si trova l’High-Tide >> Amu gli strinse la mano,come se quel nome l’avesse scossa. Il pirata la guardò facendole una linguaccia << Se non vai a dormire ora, domani ti farò pulire la nave, completamente. Ora và, è stata una serata dura… >> sdrammatizzare la situazione e fingere di non pensare al racconto del pirata sembrava l’ideale in quel momento. << Buonanotte… Barone >> scherzò Amu tirandogli un orecchio.
 

LA MATTINA SEGUENTE…

 
La ciurma si era svegliata e ognuno era andato alle proprie postazioni. Kukai si avvicinò al Capitano << buongiorno Capitano! Sei stato tu al timone, tutta la notte? >> Ikuto fissò Kukai << si. Ora,infatti, tocca a te. Io vado a dormire. >> Kukai sospirò rassegnato << dove siamo diretti, Capitano? >> il pirata in questione sorrise << l’Isola Delle Sirene >> Kukai rabbrividì << dobbiamo anche andare di fretta…suo padre sarà sicuramente sulle nostre tracce >> aggiunse poi Ikuto indicando Amu. << come fa ad essere sulle nostre tracce? Abbiamo seminato Nagihiko da tempo,ormai! >> << ha rubato la mappa… >> il timoniere spalancò gli occhi << come scusa?! >> << hai sentito. Per fortuna sia io che te l’abbiamo memorizzata fino ai più piccoli dettagli. >> Ikuto andò in cabina, che si trovava sotto il posto del timone. Prima di entrare, però, diede un ordine ben preciso << spiegate le vele branco d’idioti! >> “ dobbiamo correre…”






ANGOLO DELL'AUTRICE:

(scappa dalle lettrici infuriate per il ritardo...) scusateee!!! T.T dai dai, vi ho postato il capitolo anche come regalo di Capodanno
tornando a noi...
oggi, dopo i vari impegni, sono riuscita finalmente a finire il capitolo ( 26 pag.di word O.o!!)
spero vi sia piaciuto e abbia risposto alle domande che, credo vi siate poste durante la lettura dei capitoli. 
fatemi sapere come vi sembra e le vostre opinioni, mi raccomando! ;)
inoltre, volevo avvisarvi che
 modificherò i capitoli precedenti inserendo la datazione e l'età dei personaggi!
comunque, se non vi va di leggere i capitoli precedenti, ecco qui:

ETA' IKUTO BAMBINO: 10 anni
ETA' KUKAI BAMBINO: 10 anni
ETA' UTAU BAMBINA: 7 anni
ETA' AMU BAMBINA: 5 anni

IKUTO NASCE NEL X776
UTAU NASCE NEL  X779
AMU NASCE NEL X782


Qui invece vi riporto lo schema dei giorni dell'allenamento:

 
3 GIORNI : TRASFORMAZIONE TOTALE ( ESCLUSO IL 25, OVVERO QUELLO DELLA PRIMA NOTTE                                         D'ALLENAMENTO); ( 26-28 Luglio)
2 GIORNI: TRASFORMAZIONE PARZIALE ( 29-30 Luglio);
6 GIORNI DI COMBATTIMENTO (31 Luglio-5 Agosto)


Spero di esservi stata d'aiuto :)
BUON ANNO A TUTTE/I E FELICE ANNO NUOVO!!!! 
bacioni <3
xxx
MikyBloodyBreeze

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Capitolo 15
*** Capitolo 14. La Stella Blu ***


Capitolo 14. La Stella Blu
 
 
NEL PALAZZO HINAMORI…


 
<< E’ INAMMISSIBILE! TU…MOCCIOSETTO INCAPACE! >> Nagihiko venne preso con violenza al collo e, mentre con le mani cercava di allentare la morsa soffocante, il re lo guardava furente. << non eri tu quello che diceva di riuscire ogni volta nelle imprese in poco tempo?! Moccioso arrogante! >> Tsugumu alzò il braccio, con la quale aveva afferrato il collo del ragazzo, e lo fiondò contro un tavolo lì vicino che, al contatto del corpo del giovane, si ruppe. Nagihiko per soffocare l’urlo di dolore dovette mordersi le labbra, fino a farle sanguinare << vostra…altezza… >> << NON VOGLIO SENTIRE ALTRO DA TE! MI HAI DELUSO! QUESTA VOLTA NON SI TRATTAVA DI UNA MISSIONE QUALUNQUE! SI TRATTA DI MIA FIGLIA! LA TUA PRINCIPESSA, LA…la mia bambina…! >> Il re sembrò cambiare tonalità di voce all’improvviso e, per la prima volta, Nagihiko notò una cosa: i suoi occhi,gli occhi del re, nascondevano molto più di quanto egli volesse dare a vedere; erano grandi, profondi e pieni di rabbia, ma incredibilmente tristi. Solo guardando quegli occhi dorati, gli stessi di Amu, riuscivi a  capire i veri sentimenti del re: lui amava sua figlia.

Il re girò lo sguardo e si sedette sul trono, poggiando la testa sulla mano destra, affranto e stanco.

<< La principessa Amu, vostra figlia, è una mia cara amica. Vorrei ricordarle, se mi è concesso, che da piccoli passavamo molto tempo insieme, era la mia migliore amica, vostra altezza. Anche io voglio che lei torni a palazzo. >> la giovane guardia si alzò e si posizionò nel mezzo della sala, di fronte al trono, con una gamba piegata a terra e il volto basso << ve ne prego altezza! Datemi un’altra occasione! So dove sono diretti e alcuni dei miei soldati sono ancora alle loro calcagna. Io sono tornato qui, da voi, per parlarvi di persona ed informarla dell’accaduto durante il ballo, ma ho bisogno del vostro totale appoggio… >>

Tsugumu alzò lo sguardo, che per un momento era diventato compassionevole alle parole del ragazzo e lo fissò serio << come fai a sapere dove sono diretti? E cosa è accaduto durante la sera del ballo? >> Nagihiko rabbrividì per un momento, poi, dopo aver deglutito e aver preso il coraggio sufficiente per dare la notizia gli disse << la principessa Amu…lei… si è trasformata, altezza… >>

Il re spalancò gli occhi e, istintivamente, strinse la mano al petto, dove il cuore sembrava battere all’impazzata. Guardò le altre guardie nella sala che, come sempre gli erano vicine per proteggerlo e alcuni membri della servitù, pronte ad eseguire i suoi ordini in ogni momento. << uscite fuori di qui… >>

Le persone nella sala lo fissarono, sbalorditi per lo stato in cui si stava presentando: era  sudato e alcune goccie di sudore gli scendevano timide dalla fronte; aveva gli occhi serrati e spaventati.

<< ho detto… USCITE FUORI DI QUI! LASCIATECI SOLI! .. ORA! >>

Nagihiko aveva visto molte volte la furia del re,la sua preoccupazione, ma mai lo aveva visto in quello stato. Quella che stava provando, non era rabbia, quella, quella era paura. Una grandissima paura.

In meno di un minuto la stanza rimaste deserta; eccezion fatta per il ragazzo ed il re.

<< come… COM’E’ SUCCESSO? Lei non può…proprio ora che… NO! NON LO ACCETTO! Io… io la stavo proteggendo da tutto questo… è solo colpa sua >>

Nagihiko guardava il re, senza capire. Nonostante lui stesso non sapesse la motivazione per la quale l’amica si fosse trasformata e cosa fosse precisamente, non aveva la stessa paura o, per lo meno,tutta quella paura che aveva lui.

La notte del ballo, quando aveva visto Amu trasformarsi, era rimasto sbalordito, a bocca aperta e tremava. Vedere la principessa in quello stato, lo aveva scosso, come mai avrebbe immaginato. C’erano voluti alcuni giorni prima di riprendersi.

Non pensava che quella principessa sirena potesse essere l’amica d’infanzia…
 
<< Ora raccontami tutto, per filo e per segno, di quello che hai sentito o visto quella notte >>
La guardia reale deglutì ed incominciò il racconto.
 
 
ALLA FINE DEL RACCONTO…


Il re Tsugumu era sconvolto. Nel mentre, Nagihiko si stava preparando per qualsiasi reazione drastica del suo sovrano << … Aspetta un momento ragazzo, come hai detto che si chiama il pirata della Kuro Neko? >> La giovane guardia alzò il sopracciglio, con fare interrogativo “ questa domanda, proprio, non rientrava nelle mie aspettative” << lo chiamano “gatto nero”, ma il suo vero nome è Ikuto Tsukiyomi, altezza. Potrei chiedere la vostra indulgenza e domandarvi il motivo di questa domanda? >>

Il re si alzò di scatto dal trono e raggiunse il giovane, con gli occhi spalancati << Ikuto…Tsukiyomi? >> Nagi annuì.

<< TU…TU OSI ANCHE CHIEDERE?! NON HAI MAI NOTATO  QUEL COGNOME?! LUI, IL PIRATA… E’ IL FIGLIO DEL BARONE DECEDUTO, ARUTO TSUKIYOMI! >>

Nagihiko spalancò gli occhi e la bocca << … cosa? Ma è impossibile sire, il barone Ikuto è scomparso anni fa, quando gli davate la caccia. Nessuno sembra averlo avvistato più, dopo tutti questi anni, lo pensavano tutti morto in mare… >>

Il re scoppiò a ridere, sbalordendo Nagihiko << Come sono stato stupido! Come ho fatto a non capirlo prima! Solamente lui poteva lanciarsi dal balcone di Amu alle mura, con un solo salto; mentre il ragazzo che ha sbaragliato quindici guardie tutto da solo deve essere il giovane ladruncolo Kukai. Dopo tutto questo tempo,dunque, sono ancora vivi. >>

Nagihiko lo guardò serio << … devo ucciderli altezza? >> Tsugumu gli sorrise beffardo << non potresti riuscirci neanche volendo,da solo. Dobbiamo chiamare quella persona e chiedergli di aiutarti. In ogni caso, Ikuto sarà MIO! Mi disferò personalmente di lui e in un modo così cruento, che non rivedrà mai più la luce del sole. Nessuno può prendere mia figlia, sopratutto per uno squallido riscatto! >>

Il ragazzo rabbrividì << a tal proposito, altezza… avrei una notizia a dir poco … ehm… oserei dire, spiacevole… >> il re lo guardò curioso << ebbene, parla allora! >> << non ne sono certo, anche se la cosa mi sembra piuttosto palese,effettivamente…però, vi ripeto che la notizia che sto per darvi, potrebbe essere benissimo errata! >> il re cominciò ad innervosirsi <<  sei il comandante della guarda reale e ti spaventa darmi una notizia, che, oltretutto, potrebbe anche essere non vera? PARLA! >> Nagi fece un respiro profondo e, infine, parlò tutto d’un fiato << sono innamorati!  La principessa e il pirata, sono innamorati! >> Tsugumu lo guardò solamente, non disse niente; poi, ad un tratto, con una velocità mai vista prima, sfoderò la sua spada e gliela puntò alla gola, posizionandoglisi dietro << se scopro che queste tue parole dovessero rivelarsi false, ti farò tagliare la testa. Porta quel pirata qui, insieme ad Amu. Avrai tre settimane di tempo, altrimenti, se supererai il limite, ti farò trovare e impiccare. Siamo intesi? >> Nagihiko aveva il respiro corto e il viso imperlato di sudore. Era rimasto immobile e sentiva la lama sulla sua gola premere intensamente; ma, dopo le parole del re, venne rilasciato << come desiderate, vostra altezza. >> il re lo guardò beffardo << sai dove sono diretti, immagino >> la guardia annuì << è un luogo nascosto, sire, dove nessuno è riuscito ad arrivare. Sono diretti verso l’… >> <<.. L’Isola Delle Sirene >> il giovane spalancò la bocca << come lo sapete? >> l’uomo sorrise << sono molte le cose che non conosci di questa famiglia, ragazzo, ed è meglio che tu non le sappia. Ciò che stanno cercando è l’High-Tide e tu, insieme alle altre guardie, dovrete prenderla prima di loro e portarla a me. Ora và ad informare quella persona dell’accaduto e digli che è richiesto il suo aiuto. È un ordine. Sei congedato e ricorda: tre settimane di tempo. >>
<< come desiderate, altezza >> fece un inchino ed uscì dalla sala del trono.

“ tre settimane. Tre misere settimane per arrivare all’Isola Delle Sirene e riportare indietro la principessa e quella banda di pirati… troppo poco tempo”
 
 

SULLA KURO NEKO, TRE GIORNI DOPO…
 
 

<< Capitano! Sono passati tre giorni, ormai. La “Stella Blu” non è ancora apparsa e non comparirà finché lei non canterà quella canzone! Senza quella stella, che c’indicherà la strada, potremmo cadere nelle trappole di Midos! Se le chiedessi scusa, forse… >>

Kukai era in poppa e tirava le corde per le vele della nave, ma gridava continuamente contro Ikuto ed inveiva contro di lui,
perché erano tre giorni che non parlava con Amu e che non le spiegava della mappa per l’High-Tide.

Inoltre, il giorno precedente avevano litigato ed ora, non si rivolgevano la parola :

Amu si era presto, quella mattina. Aveva passato la notte insonne, sconvolta da tutta  quella storia e circondata da una profonda tristezza. Così, si era alzata decidendo di pulire la nave da cima a fondo, per cercare di sviare quei pensieri. Ad un tratto, sentì la porta della cabina del capitano aprirsi ed Ikuto uscì fuori, senza accorgersi di lei, con volto scuro e nervoso, che imprecava bisbigliando qualcosa. Amu rimase a guardarlo. Aveva sicuramente passato anche lui una nottataccia. Era rimasto al timone per altre tre ore e poi si era fatto dare il cambio da Kukai. La principessa stava per dare il buongiorno, quando il capitano urlò, colpendo con un calcio un secchio pieno d’acqua << … E’ tutta colpa di quella stronza, di quel mostro! Se non fosse nata io… >> << … tu cosa? E poi, chi sarebbe il mostro? >> Amu si avvicinò a lui accigliata e delusa dalle parole del ragazzo. Ikuto si voltò di scatto verso di lei, preso alla sprovvista e pentito di quelle stesse parole << Amu io non sapevo che fossi qui, altrimenti… >> Amu gli diede uno spintone << altrimenti cosa?? Non avresti detto che Midos/Midori, mia madre fosse un mostro? E quindi che tutte le Sirene D’Acqua sono tali? Poi, caro Pirata, se mia madre non fosse esistita, non sarei nata anche io! >> Ikuto la guardò irritato << non intendevo dire questo! Sai quanto io tenga a te! >> Amu voltò lo sguardo di lato, amareggiata << se tieni a me quanto tenevi a mia madre, allora dovrei preoccuparmi. Dato che pensavi di ucciderla! >> Ikuto la strinse per un braccio, furioso << non mi sembra di aver detto nulla del genere! >> Amu rise << oh, andiamo! Il modo in cui parlavi di Midos, mostrava il tuo vero pensiero. Tu vorresti negare ciò? Vorresti negare di aver pensato di uccidere mia madre? >> il pirata sbarrò gli occhi e allentò la stretta sul braccio di Amu, dandole modo di allontanarlo con durezza << vedi? Qui il mostro sei tu! Uccidere un persona… >> a quelle parole Ikuto le inveì contro con prepotenza << IO?? TUA MADRE HA UCCISO MIO PADRE E TU… TU DICI CHE IO SONO IL MOSTRO, SOLO PER AVER PENSATO E LO AMMETTO, DI UCCIDERE LA REGINA??!! >> Amu provò a tirargli uno schiaffo, che Ikuto parò con facilità  << sei disgustoso! Forse mia madre ha fatto bene a fare del male alla tua famiglia! >> il pirata, sbalordito da quelle parole la prese per le braccia e la spintonò violentemente, fino a farla cadere a terra << HO FATTO BENE A DIRE CHE TUA MADRE ERA UN MOSTRO! E TALE MADRE, TALE FIGLIA, DEVO DIRE!  SEI TU, QUELLA DISGUSTOSA! NON VEDO L’ORA DI PRENDERE QUELLA BOCCETTA, PER POI RIPORTARTI DA QUELLO SCHIFOSO DI TUO PADRE, IL RE! TU E TUTTA LA TUA STIRPE E LA RAZZA DELLE SIRENE D’ACQUA, NON SIETE ALTRO: MOSTRI! >> Amu si rialzò velocemente e gli diede uno schiaffo, per poi allontanarsi con le lacrime agli occhi.”
 
<< chiudi quella bocca Kukai. So benissimo cosa sto facendo >> << si, il pesce lesso senza coraggio! E sei anche il capitano! Ma tira fuori un po’ di forza e vai subito a parlarle! Tuo zio sarebbe deluso da te >> il giovane castano stava cominciando ad innervosirsi, così decise di lasciare il suo lavoro a Daichi e andò dalla principessa, che era intenta a pulire le cabine insieme ad Utau.

Andò vicino ad Amu, la guardò serio in viso e la prese per un braccio tirandola verso la direzione del capitano, mentre la principessa lo guardava interrogativa.

Arrivarono da Ikuto e Kukai spinse Amu contro di lui, che sorpreso l’afferrò prontamente << Ikuto ti deve parlare,principessa! E che sia l’ultima volta che faccio questo per te. Io torno a lavorare! >> il castano si allontanò farfugliando e sbuffando nervosamente, lasciando la principessa e il pirata senza parole.

<< quindi, cos’è che dovresti dirmi di così imbarazzante da far venire Kukai a prendermi, di grazia? >> Amu si mise a mani conserte, guardando nervosa Ikuto e con una nota di sincera ironia e sorpresa, nello sguardo. Il pirata tornò a guardare davanti a sé, posizionando, nuovamente, le mani sul timone e girando a babordo.

<< no, ecco, devi solo… aah, per mille tritoni, quanto è difficile parlare con te! >>  Amu lo guardò sbalordita << sul serio? Tutto qua? In ogni caso, ho del lavor da sbrigare, capitano. Con il  tuo permesso… >> la principessa fece per andarsene, quando Ikuto la bloccò per una spalla e sospirò << aspetta un momento >> il capitano si rivolse,poi, a suo fratello << Yoru! Vieni subito qui, immediatamente! >>

Il fratellino arrivò in un istante << ordini, capitano? >> Ikuto annuì << devi guidare tu al timone… >> Yoru sorrise. Amava quando il fratello lo lasciava alla guida della nave << qual’ è la meta, capitano? >> il pirata lo guardò, gli si avvicinò all’orecchio e gli sussurrò << siamo diretti, Yoru, in quel posto, dove ci serve anche Amu… >> << oh, capito… agli ordini capitano! >>

La principessa strattonò la presa del ragazzo, liberandosene << sto aspettando delle risposte Ikuto e anche delle scuse, aggiungerei >> il capitano la guardò rabbioso << dovresti provare a calmarti, innanzitutto; perché, vostra altezza, state incominciando a diventare parecchio snervante e viziata come un tempo! E le scuse dovreste porgermele anche voi >> riprese la ragazza per un braccio e la trascinò dentro la sua cabina, mentre lei urlava e minacciava di affogarlo.

Arrivati nella cabina, Ikuto la gettò sul letto e si sedette sulla sedia della scrivania << brutto maleducato e insolente! Ma come ti permetti? Altro che barone, le buone maniere devi averle perse tutte quando sei venuto qui sopra con tuo zio! >> la principessa si massaggiò il braccio che Ikuto aveva stretto con troppa pressione. Ma, alle parole della ragazza, il capitano si alzò di scatto dalla sedia, spinse Amu sul letto distesa e vi si posizionò sopra, mettendole le mani dietro la testa con una mano e , con la mano libera, le alzò il mento guardandola truce << attenta a come parli, principessina, perché potrei farti molto male, se volessi. Inoltre, non azzardarti a parlare di nuovo delle mie orgini e di mio zio in quel modo! Anche perché, avrei molto da ridire anche io, sul comportamento della tua famiglia; ma, dato che ne abbiamo abbondantemente parlato ieri, non vorrei riprendere l’argomento. Quindi, ora, vedi di ascoltare con attenzione e in assoluto silenzio, perché non abbiamo più tempo e i giorni stanno passando in fretta. >> Amu aveva gli occhi lucidi e lo sguardo furente. Approfittando di una distrazione da parte del pirata, riuscì a tirargli una ginocchiata al ventre, riuscendosi a liberare dalla sua presa e a tirargli un sonoro schiaffo << sei un essere spregevole, dovresti solo vergognarti. Se potessi tornare indietro e scegliere, preferirei tornare a palazzo da mio padre, piuttosto che stare un altro secondo qui con te, ridotto in questo stato pietoso. Basta. Io me ne vado da questa nave. >> fece per andarsene, ma il pirata si posizionò davanti la porta, la chiuse velocemente a chiave e infilò quest’ultima, nella tasca destra dei pantaloni; poi, nuovamente, bloccò Amu per le spalle e le inveì contro << sei solo una mocciosa viziata, ecco cosa sei! Non vedo l’ora di riportarti da tuo padre e prendere i soldi che mi spettano, almeno non avrò più a che fare con te! >> la principessa cominciò a gridare e a tirare schiaffi o calci al pirata, che riusciva ad evitarne prontamente quasi tutti << lasciami subito andare, pirata! Sei solo uno sporco, lurido fuggitivo che non riesce a rivendicare i propri diritti e che si nasconde dietro la facciata di un pirata, quando invece non sei altro che un codardo manesco! >> A quelle parole, Ikuto, tenendo la presa su di Amu stretta, la girò e la sbatté contro la porta, e premendo il corpo contro il suo; poi, avvicinò la sua bocca all’orecchio della principessa e le sussurrò << sei disgustosa. In questo momento sei proprio come tuo padre. Vuoi che io diventi un pirata cattivo? Bene! Gioisci allora, perché sarai presto accontentata! >> Amu serrò gli occhi a quelle parole, spaventata. Ad un tratto Ikuto incominciò a morderle l’orecchio e lasciarle brevi baci sul collo,sulle spalle e sul mento. La ragazza cominciò a dimenarsi più forte,cercando in tutti i modi di spingerlo via. << KUKAI! KUKAI, UTAU! AIUTO! >> << ssh, non vorrai mica chiamare soccorso, vero principessa? In questo caso, nessuno potrà accorrere >> detto ciò,il pirata le alzò il viso e le diede un bacio sotto il mento, poi tornò a giocherellare con il collo di lei, incurante delle urla. In quel momento, la principessa, iniziò a singhiozzare e le lacrime a sgorgare dai suoi occhi, colmi di tristezza, paura e delusione. Ikuto, ascoltando i singhiozzi, parve riprendersi e si allontanò da lei, le aprì la porta e la mandò via, senza dire niente; poi richiuse la porta dietro di sé e cominciò ad urlare.

La principessa corse fuori dalla cabina e arrivò alla punta della nave, dove soleva andare quando voleva  stare più a contatto con il mare. Arrivata lì, urlò e singhiozzò come non mai. Poi, le sue urla e i suoi singhiozzi, divennerò così acuti e profondi che crearono una melodia. Una melodia triste, paurosa e che parlava di disperazione.

Il cielo s’incupì tutt’ad un tratto; al suono della sua voce, le onde cominciarono ad alzarsi ed il mare a divenire mosso. I tuoni sovrastavano il cielo ed il vento, che aumentava ogni secondo la sua potenza; esso muoveva la nave con tanta ferocia da farla sbandare da ogni lato. Era il quadro perfetto della disperazione ed era quello che serviva per far comparire la “Stella Blu”: La disperazione di una sirena.

Kukai e il resto della ciurma guardavano la scena tanto rapiti quanto spaventati. Il suono della voce di Amu faceva rabbrividire e faceva tornare in mente tutte le paure represse con gli anni. Dovettero faticare, per riuscire a svolgere i loro compiti sulla nave, per non farla ribaltare o affondare. Avevano tutti i volti rigati dalle lacrime e un’espressione di dolore sul viso; e più la principessa sirena aumentava l’intensità del canto, più per loro era difficile mantenere quel briciolo di concentrazione per non gettarsi in mare e porre fine a quel dolore immenso.

Ikuto nel frattempo, che urlava come non mai nella cabina,udendo il canto di disperazione di Amu incominciò a piangere. Poi, preso da un moto di coraggio, afferrò la Dumpty Key che teneva sul collo e la strinse tra le mani a mò di preghiera << ti prego, basta adesso! Ho fatto tutto quel che c’era scritto per far apparire la “Stella Blu”. Serviva la disperazione di una Sirena D’Acqua provocata da una persona amata, per farle avere il cuore infranto. Ora basta,però! Ti prego! Fai comparire la Stella, cossiché tutto questo abbia fine. Ti prego, mia Regina! >>

In quell’istante, la Dumpty Key e l’Humpty Lock entrarono in contatto e s’illuminarono ed Amu riuscì a sentire, nella mente, la preghiera d’Ikuto e l’invocazione alla Regina. Il contatto tra la chiave ed il lucchetto aveva permesso di ascoltare alla principessa le parole che il pirata le aveva dovuto nascondere. Il canto si ruppe ed Amu,così come Ikuto, prese in mano l’Humpty Lock ed incominciò a pregare la Regina.

Nell’istante seguente, la chiave e il lucchetto s’illuminarono e tutto tornò calmo. Il cielo tornò ad essere sereno e pieno di stelle; il vento tornò ad essere una lieve brezza marina ed il mare si calmò. La luce dei due oggetti, poi, si fuse e venne proiettata nel cielo, dove poi scomparve lasciando il posto ad una bellissima Stella Blu che, con il suo calore e la sua luce, riuscì a tranquillizzare gli animi dei giovani; in quell’istante, si diffuse nella mente dei ragazzi una voce soave e melodiosa << io sono sempre con voi, vi ascolterò sempre. Seguite la stella e vi porterà nell’Isola. Lì, dovrete affrontare molte insidie che vi metteranno a dura prova, ma ricordate di non perdervi mai d’animo. La Regina Nera vi ha teso una trappola, ma so che saprete superarla. Ora devo andare, non perdete mai la vostra Luce… >>

Quando la voce scomparve, Ikuto spalancò la porta della cabina e urlò a gran voce il nome di Amu e si diresse, correndo, verso di lei, sotto gli occhi di tutti, che lo guardavano comprensivi.

La principessa, nell’udire la voce del pirata, si voltò verso di lui, ma non fece in tempo a rispondere, ché quest’ultimo le si scaraventò addosso abbracciandola << Amu, io non pensavo davvero quelle cose. Era l’unico modo che avevo per ferirti. Amu, io non te l’ho detto perché… >> << … perché  l’unico modo per arrivare all’Isola delle Sirene è il canto della disperazione di una Sirena D’Acqua. Lo so, Ikuto. La Regina mi ha fatto ascoltare la tua voce mentre la pregavi di smetterla e di far comparire la Stella. >> Ikuto le prese il volto tra le mani, con gli occhi spalancati ed incominciò a riempirla di baci sulle guance e ad abbracciarla sempre più forte, immergendosi nel suo calore << tu, tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Non voglio che tu pensi che io non tenga a te, sei speciale Amu. Ti prego, non andare via. Resta con me. Io, io ho bisogno di te, io sono un disastro da solo, ma quando sei con me rendi tutto più bello. Dovevo dirti quelle cose, altrimenti non sarebbe comparsa la Stella e poi… oddio quante cose ho da dirti ancora! Ti prego, perdonami >>

La principessa lo guardò con le lacrime agli occhi. Poi gli posò una mano sulla guancia, facendogli delle dolci carezze e appoggiò la fronte sulla sua << … sei speciale anche tu,Ikuto… >> gli diede un bacio sulla guancia e tornò ad abbracciarlo.

In seguito, Ikuto la prese in braccio e la portò nella sua cabina, dove entrambi si accasciarono sul letto l’uno affianco all’altra, dormendo profondamente e con un disperato bisogno di sentirsi vicini.
 

L’INDOMANI MATTINA…
 

Il capitano fu il primo a svegliarsi. Aprì gli occhi e sorrise, vedendo che Amu aveva la testa posata sul suo braccio e gli occhi ancora chiusi. Girò la testa verso il comodino, per vedere che ora fosse (le sette del mattino) e tornò ad osservare la principessa mentre dormiva.

Aveva i capelli scompigliati e alcuni davanti gli occhi, arrossati dal lungo pianto del giorno precedente. Il pirata, con delicatezza allungò la mano verso i capelli di lei e glieli posizionò dietro l’orecchio, così da guardarla meglio. Aveva la pelle diafana e, in qualche modo, luminosa; le guance un poco arrossate e le labbra rosee, socchiuse. Ikuto si soffermò a guardare quelle e con la mano ne sfiorò il profilo, per poi proseguire sul contorno di tutto il viso e sul nasino, su cui posò un piccolo bacio. Sorrise.

Dopo qualche minuto Amu incominciò a muoversi, stiracchiandosi e sbadigliando. Poi, batté gli occhi e li aprì, trovandosi di fronte Ikuto, che ancora la guardava. Notando il sorriso di lui, divenne tutta rossa e si girò dall’altro lato, distanziandosi di poco da lui. << te ne prego, dimmi che ti sei svegliato solo ora e che non mi stai guardando da un bel po’… >>  << mi sono svegliato ora e non ti sto guardando da un bel po’ >> Amu si voltò a guardarlo, stupita e lui scoppiò a ridere << sei adorabile mentre dormi! Con quella bavetta sul lato della bocca e il tuo profondo russare; inoltre, mi hai quasi slogato la spalla con il peso della tua testolona; ed eri avvinghiata a me come un ghiro >> le   sei chtonalità del colorito del viso di Amu passarono dal rosa, al rosso, al porpora, al boreadux. Prese il  suo cuscino e lo tirò contro Ikuto << tu.. tu menti! Io non russo mentre dormo e, soprattutto non sbavo! >> il pirata sogghignò << non lo puoi sapere, principessa. Non credo che tu possa guardare te stessa mentre dormi, mi sbaglio? >> la guardò. Aveva una faccia così buffa che non riuscì a fare a meno di stringerla in un abbraccio e di tirarle le guanciotte << sei pregato di smetterla, maniaco di un pirata! >> il ragazzo rise << iniziavo a preoccuparmi Amu; era da un po’ che non mi chiamavi in questo modo. Bèh, immagino che ciò significhi che sei tronata la solita mocciosa di sempre >> sorrise.

Amu lo guardò, colpita da quelle parole. Ad un tratto si alzò con la schiena e l’appoggiò alla parete che si trovava dietro il letto. posò le mani sopra l’addome e si fece seria, improvvisamente << senti, Ikuto… credo di doverti le mie più sincere scuse. Mi sono comportata da sciocca ed ho avuto una reazione avventata, accecata dalla rabbia e lo stress dei giorni precedenti; anche se tutto ciò non può giustificarmi. >> Ikuto fece per parlare, ma la ragazza gli fece cenno di fare silenzio con il volto << ho compreso la motivazione che ti ha spinto ad agire in quel modo e a dire quelle parole ma, andiamo Ikuto! Chi vogliamo prendere in giro! Entrambi pensavamo quello che avevamo detto. Forse non tutto; ad esempio, non ti ho mai odiato, non volevo che i tuoi genitori morissero. Mi scuso per queste mie parole. E anche per mia madre. Scusami Ikuto, so quanta sofferenza tu abbia patito e… >> il ragazzo sbarrò gli occhi, per poi fare due respiri profondi e prenderle una mano << anche io ho detto delle cose orribili e di cui mi vergogno amaramente e penso tu sappia a cosa mi riferisco. D’altro canto, come dici tu,Amu, alcune cose le ho dette per dovere. Non avrei mai, mai,mai voluto ferirti! Nonostante alla fine ci siamo feriti a vicenda con parole dure e piene di rimorso,di odio e di paura. Quindi, Amu, devo scusarmi anche io con te >> la principessa lo guardò amareggiata e, con la mano libera, gli carezzò affettuosamente la testa.

Ad un tratto la nave incominciò ad ondeggiare sempre più violentemente ed un boato invase l’aria, seguito da un urlo disumano.

La porta della cambina di Ikuto si spalancò e Kukai serrò gli occhi << Ikuto! Stiamo per arrivare all’entrata. Ci siamo! >>
Il capitano si alzò dal letto e corse a prendere posto al timone, seguito dalla Principessa.

Il cielo era ancora limpido ma il vento, come quando era apparsa la Stella Blu, era tornato ad essere forte e gelido; la nave oscillava terribilmente e nessuno riusciva a rimanere in piedi, perché sbattuto da una parte all’altra dell’imbarcazione; ad un tratto un nuovo urlo sovrastò la nave.

Nel sentirlo, Amu spalancò gli occhi e, improvvisamente si gettò a capofitto sulla sponda della nave per vedere l’acqua << non è possibile… >>

La ragazza guardò Ikuto ed il resto della ciurma allarmata, quando una voce si fece largo nella sua mente << Devi tuffarti principessa. Vieni in acqua, vieni da noi! >> Amu inclinò la testa da un lato, poi dall’altro ed infine, come ipnotizzata, allungò una mano verso l’acqua e cadde in mare.

Kukai, che aveva seguito con lo sguardo la ragazza fino a quel momento, rimase a bocca aperta nel vedere la ragazza gettarsi in mare. Corse verso di lei nel tentativo di afferrarla, senza però riuscirci. Riuscì solamente a vedere il sorriso di Amu che si trasfigurava in un sorriso sgembo e pericoloso.

<< Merda! >> 






ANGOLO DELL'AUTRICE:

Heylà gente! come state? 
colgo l'occasione per scusarmi per l'enorme ritardo e darvi gli auguri di buone feste! 
spero vi siate divertiti e abbiate mangiato tanto! ;)
questo è un capitolo diverso dal solito e ammetto che per certi aspetti risulta essere anche confusionario, ma capirete tutto più avanti...
con questo capitolo ho voluto lasciarvi con due domande misteriose:
1- chi è l'aiutante di Tsugumu?
2- che cosa è successo ad Amu?
spero che il capitolo vi abbia incuriosito.
 In ogni caso siete delle lettrici magnifiche <3
xoxoxo 
a presto! :*


 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15. L'Inganno dell'Isola ***


Capitolo 15. L’Inganno dell’Isola.
 
 
<< dove mi trovo? Chi sono? >>

La ragazza strinse forte le mani sulle tempie << BASTA! FATELE SMETTERE! NON URLATE! CHI SIETE?! Chi diamine sono io?! >> << sei altamente patetica altra me. Sei Amu Hinamori ed io sono te. >> la principessa sbarrò gli occhi, iniziando a ricordare chi fosse e non capacitandosi di quell’improvviso vuoto di memoria. In seguito,trovandosi spaesata, alzò lo sguardo e ciò che vide di fronte a sé le fece perdere un battito. << finalmente ricordi chi sei! Non sarebbe stato da me iniziare a ricordarti chi fossi e quale fosse la tua storia, la nostra storia >> la ragazza che Amu aveva davanti era semplicemente.. Lei!

<< non riesco a capire… come fai tu ad essere me? … oh no… aspetta un momento. No, non è possibile… >> l’altra Amu sogghignò << vedo che hai capito, Amu >> le si avvicinò, le posizionò un indice sotto il mento, glielo alzò e sorridendo malefica disse << questa è la maledizione della sirena, mia cara me. >> la principessa, pietrificata, non riuscì a rispondere alle parole della sé “cattiva”; dalla sua bocca fuoriuscivano parole mute.

<< … la maledizione della doppia personalità. Tu saresti la “me cattiva”, sbaglio? >> proferì infine, dopo essere riuscita a prendere fiato.

L’Altra Amu le graffiò il mento con l’unghia e si allontanò dalla principessa stizzita, rivolgendole uno sguardo annoiato e cattivo << se proprio la vuoi mettere così, allora sono la cattiva. Hai ragione cara Me. >> Amu solo in quel momento si guardò attorno e ciò che vide la spaventò non poco, si trovava nel nulla. Era circondata dal nero; l’unica figura che aveva colore, oltre lei, era l’Altra Sé. << dove siamo? Cos’è questo posto? >>

La cattiva le sorrise << siamo nella tua, nella nostra mente, Amu. In questo momento ti trovi in acqua e sei circondata da delle… possiamo dire presenze. È la prima volta che parliamo, non mi stupisce che tu faccia queste stupide domande, quindi sei giustificata. >> Amu era sbalordita << come fai a sapere ciò che avviene fuori da questo posto? E come facciamo a parlare in questo modo? >> la cattiva era ancora più scocciata di prima nel sentire tutte quelle domande, ma se ne fece una ragione, si sedette ( nonostante si trovassero nel vuoto), facendo un cenno ad Amu incitandola a sedere a sua volta e così parlò << Vedi, principessina, ogni sirena, come abbiamo precedentemente appurato, ha una doppia personalità una buona e una cattiva: in questo caso, tu saresti la buona ed io la cattiva, quella che, lasciamelo dire, si diverte di più. Tu sei troppo noiosa e prevedibile. In ogni caso, noi riusciamo a parlare in questo modo, poiché siamo finite in una corrente marina chiamata “il sussurro delle sirene”, dove in noi sirene, se non è successo già prima, riusciamo a comunicare in questo modo per superare una prova; ma di questo ne parleremo tra poco. Per quanto riguarda la domanda sul “come fare a sapere cosa succede fuori dalla nostra mente”, devi sapere che è piuttosto semplice: basta rilassarsi e concentrarsi sulla vista esterna. Adesso prova, prima che incominci a blaterare cose stupide >>. Amu stette per protestare, ma non disse niente e fece ciò che l’Altra Amu le aveva detto.

Chiuse gli occhi, prese un respiro profondo, fece scorrere l’ossiggeno lungo tutto il corpo e si rilassò; infine, si concentrò sul mondo esterno ed aprì gli occhi.

Si trovò a diversi metri sott’acqua, avvolta dal blu più intenso che avesse visto e circondata da delle figure assomiglianti a sirene che urlavano a squarciagola e la imploravano di salvarsi e salvarle. La cosa che stupì i più Amu, però, fu che non si era trasformata in Sirena d’Acqua. << com’è possibile? Io non so nuotare e non potrei né parlare né respirare sott’acqua in questa forma >> << è opera mia, cara Amu. Solo io posso controllare attentamente la trasformazione e far sì che tu possa respirare sott’acqua. >> la voce della cattiva sopraggiunse nella mente di Amu, nonostante ella stesse guardando il blu attorno a sé. Dopo le parole dell’Altra Amu, però, la principessa tornò con il pensiero nella sua mente e si ritrovò di nuovo, faccia a faccia con la cattiva, che sorrise compiaciuta. << bene. vedo che hai incominciato a capire come si osserva il mondo esterno e guardare allo stesso tempo nella nostra mente. >>

<< chi sono quelle sirene? Che cosa vogliono da me? >> Amu non fece caso alle parole della cattiva. Molte erano le domande che le vagavano in testa e che necessitavano di una risposta. << ricordi che ti avevo detto della prova da superare? Beh, sappi solamente che quelle sirene non l’anno superata e sono state condannate ad essere anime dormienti che si svegliano una volta ogni cent’anni, chiedendo di essere salvate e di tornare in loro stesse. >> la principessa spalancò gli occhi << spiegati meglio. In cosa consiste questa prova? E come fai a sapere tutte queste cose se io e te siamo la stessa persona? >> la cattiva ghignò; non aspettava altro che quella domanda. Naturalmente, essendo la sua mente e quella di Amu la stessa, poteva sapere in ogni momento ciò che la buona stava pensando, ma la soddisfazione di poter udire e poter rispondere a cose che solamente ella stessa sapeva non aveva prezzo.

<< è la trappola dell’Isola, cara la mia dolce metà. Per poter entrare nell’Isola e far comparire il varco che ti permette di raggiungerla, devi fare una cosa semplicissima: sconfiggere la tua parte cattiva: ME! >> la principessa spalancò gli occhi ed iniziò a indietreggiare, mentre la cattiva iniziava a ridere malefica e a ghignare beffarda. << vedi tutte quelle anime che sono intorno a noi in questo momento? Sono le anime buone che non ce l’hanno fatta e che si sono lasciate sopraffarre dall’Altra Metà. Sono state estirpate dal corpo e sono diventate pazze. L’unica pecca è che solo le anime che riescono a sconfiggere noi metà cattive possono entrare nell’Isola, perché pure. Tutta opera di quella bastarda schifosa della Regina Bianca! Ed è proprio qui che arriviamo alla tua seconda domanda: come faccio a sapere tutte queste cose. Bèh, è tutta opera della Regina Nera. È da quando sei nata che la Regina Nera parla con me, così come con tutte le altre Sirene d’Acqua precedenti. Lei c’informa sul passato e su alcune cose che devono avvenire. Ci addestra e ci fa diventare armi letali, che sono difficili da abbattere, così da poter uccidere o sopprimere voi metà pure. Devi sapere che io sono sempre stata sveglia e attiva dentro di te. Ora ti stai chiedendo come avrà fatto la Regina Nera ad addestrarmi… come spiegartelo… vediamo… ah, si! Hai mai notato che ogni qual volta da piccola scappavi dal castello di nostro padre per vedere il nostro amato mare ti trovavi, ad un certo punto, in una fase rem da cui ti risvegliavi poco dopo e che credevi fosse solamente la tua mente ad essersi rilassata? Bene! quello è il momento in cui ogni volta, ogni anno, mi risvegliavo e mi allenavo con Lei . la Regina Nera tornava ogni volta solo per allenarmi. Io ho sempre appreso molto in fretta e lei era così fiera di me. Le volte in cui, invece, non scappavi in mare, lei entrava nella nostra mente con il pensiero e mi istruiva su noi sirene. In conclusione, Amu, oggi non hai scampo >>

La principessa si alzò di scatto, con il fiatone e guardava in direzione della cattiva, spaventata. << ti concedo altre due domande, prima di porre fine alla tua misera anima. Pensaci bene >>Amu ci pensò, ma prima che potesse dirle all’Altra a voce alta, quest’ultima scoppiò a ridere << sul serio? Sono queste le domande che hai pensato? Non posso credere di condividere la mente con una sciocca come te! Devo ammettere, però, che una di queste due domande è pensata abbastanza bene; sull’altra non mi pronuncio neanche. Le domande dunque sono: “ chi è la Regina Nera” e “come facciamo a combattere”. Per quanto riguarda la prima domanda, lasciami dire, prima di rispondere che sono scioccata sul fatto che tu non abbia ancora capito chi sia, nonostante tu abbia ascoltato precedentemente tutta quella storia ; comunque si tratta di… no. Ho cambiato idea. Non te lo dico. Ti dico solamente che è una persona che tu continui a credere ancora spudoratamente essere buona. L’hai conosciuta, ma al tempo stesso di lei non sapevi niente. se mettessi in moto questo cervello riusciresti a capire di chi si tratta; solo che non lo accetteresti neppure volendo. Per quanto riguarda l’ultima domanda, invece, sappi che l’unico strumento che potrai utilizzare sarà la nostra mente e le mani. In questo modo sia io che te saremo limitate; perché diciamocelo, se fossimo state due persone diverse che avrebbero dovuto sfidarsi a duello in carne ed ossa e non nella mente, tu saresti morta prima ancora di aver preso un altro respiro. >> la principessa era rimasta senza parole e senza pensieri.

<< ORA INIZIAMO CARA AMU! >>
 


NEL FRATTEMPO SULLA NAVE PIRATA…
 


<< Ikuto! Sta per iniziare! >> Kukai urlò a squarciagola verso il capitano, mentre con le mani si copriva le orecchie, stanche di sentire le urla disperate delle anime. Il mare era calmo, il vento non tirava e i gabbiani non sorvolavano quel cielo dall’aria tanto inquietante e misteriosa, così come il mare. La tempesta si trovava solo ed unicamente nella mente di Amu, in quel momento.

<< Amu… devi farcela! Mia Regina, ti supplico, ascolta la mia preghiera e salvala! Non farla essere preda del male! >> Ikuto si trovava in ginocchio vicino la punta della nave, nel posto in cui era solita mettersi Amu quando doveva pensare o voleva stare da sola. Ikuto, Kukai, Yoru… tutti sapevano cosa stava accadendo, tutti tranne Utau e la stessa Amu.

La biondina si avvicinò a Kukai, con uno sguardo indecifrabile sul volto << ora mi devi spiegare tutto. Come potete stare calmi quando Amu si è gettata in mare e ancora non risale e che cosa diamine è quest’atmosfera terrificante? Soprattutto queste urla… che diamine succede Kukai? >>  Il ragazzo la guardò stanco. Stanco del fatto di dover tenere quel peso sulle spalle, stanco di tutti quei segreti e, soprattutto,stanco di mentire alla donna che amava. << vieni con me nella cabina di Ikuto >> prese per mano la ragazza e la trascinò velocementre all’interno della stanza, si sedettero sul letto e incominciò a parlare << ricordi quando Ikuto ha raccontato della storia di Midori ed ha detto che prima di morire vostro padre gli ha donato la lettera di vostra madre? >> la ragazza annuì decisa << ecco. Noi sappiamo tutto grazie a quella lettera. In tutte quelle pagine, in tutti quei fogli scritti così minuziosamente, così precisi e dettagliati, non vi era scritto solamente cosa fosse l’High-Tide e dove si trovasse; vi era scritto anche che si saremmo trovati davanti degli ostacoli: il primo ostacolo era quello di trovare una Sirena d’Acqua. Noi abbiamo trovato Amu. Il secondo ostacolo lo hai notato anche tu poco fa: far apparire la Stella Blu e per fare ciò serviva la disperazione di una Sirena; il terzo ostacolo è quello che sta provando a superare Amu in questo momento: sopprimere la sua parte oscura per far comparire il varco che ci porterà direttamente nell’Isola. Infine vi è un ultimo ostacolo: superare la priva dello specchio. >> Utau era sconvolta, mentre Kukai teneva il volto tra le mani, a testa bassa. << in cosa consiste la prova dello specchio? >> riuscì a proferire infine la bionda. Kukai alzò lo sguardo e la fissò sconsolato << su questo non so risponderti. Souko nella lettera ha scritto solamente che sarà la prova più difficile da superare per la Sirena. >> << ma come faceva a sapere tutte queste cose mia madre? Non credo che avesse trovato tutte queste informazioni nella biblioteca reale o, in ogni caso, su dei libri. >> aggiunse Utau abbattuta. Il castano sorrise amaramente << c’è scritto anche questo nella lettera. Tua madre,Souko, riusciva a parlare con la Regina Bianca. Era l’unica a poterlo fare. La Regina comunicava con lei attraverso la mente e le trasmetteva tutte le informazioni necessarie per il superamento della missione e il ritrovamente dell’High-Tide. È sconvolgente, non sembra neppure vero. Sembra che tutta questa storia non sia altro che un sogno o meglio, un incubo senza fine. Io non la sopporto Utau… NON LA SOPPORTO! >> il ragazzo iniziò ad urlare furioso e con le lacrime agli occhi. La ragazza gli si avvicinò cautamente e lo circondò con un abbraccio amorevole, lasciandolo sfogare << è tutta colpa della Regina Bianca, sai? È tutta colpa sua se Souko si è ammalata gravemente ed è morta! >>

 Utau spalancò glo occhi, sconvolta << … cosa stai dicendo Kukai… mia madre era ammalata di tisi. Perché dovrebbe essere stata colpa della Regina? >> il ragazzo iniziò a ridere sommessamente, con le lacrime che scendevano ancora, amare, sul suo volto distrutto. << c’è scritto tutto in quella lettera amore mio. Un giorno Souko aveva chiesto disperatamente l’aiuto della Regina Bianca per poter arrivare all’High-Tide e salvare, infine, la sua migliore amica, la madre di Amu. La Regina Bianca aveva risposto alle sue preghiera, ma l’aveva avvertita che troppo, troppo sarebbe stato il peso del sapere da sopportare per la sua mente ed il suo fisico, che nel frattempo aveva incominciato ad avere i primi sintomi della malattia. Se la Regina Bianca avesse comunicato con lei, per tutto quel tempo, come infatti è successo, la sua mente si sarebbe stancata troppo in fretta, portando così la malattia a deteriorare sempre più velocemente. Tua madre era una donna tanto testarda da accettare comunque la cosa. Voleva trovare la soluzione. Voleva salvare Midori dalla maledizione e con lei, tutte le altre Sirene d’Acqua che sarebbero venute a venire. >> udendo quelle parole, anche il volto di Utau aveva incominciato ad essere rigato di lacrime << io le odio tutte Utau… odio tutte le Sirene d’Acqua. Se non fossero mai esistite tutte queste persona non sarebbero morte. Voi avreste vissuto una vita tranquilla nel castello, il barone e la baronessa sarebbero ancora vivi e anche mia zia. Ho odiato tutta questa faccenda delle Sirene d’Acqua sin dall’inizio, sin da quando ho incontrato Midori/Midos. Nonostante ciò sono sempre rimasto. Ho sempre lottato e sono arrivato anche al punto da farmi addestrare da lei. Ho fatto tutto per diventare più forte e proteggere te, Ikuto e Daichi. Ho fatto di tutto per non essere una spina nel fianco, perché voi siete stata, dal primo momento che vi ho incontrata, la mia seconda famiglia. Vi ho sempre amato e devo ammettere che, ad un certo punto ho iniziato ad ammirare anche Midori e a pensare che, se non fosse stata infetta dalla maledizione e se non fosse nata come Sirena d’Acqua sarebbe potuta essere una brava regina. Perché io sono sicuro che in fondo fosse una brava persona. >> le lacrime dul volto di Kukai avevano cessato di cadere e avevano lasciato il posto alla rabbia e alla frustrazione del ragazzo, che continuava a parlare e sfogarsi incessantemente. << Poi, però, sono passati gli anni e abbiamo incontrato Amu. Devo ammettere che all’inizio la mia simpatia nei suoi confronti era tutta una finzione, ma con il tempo, a causa sua, tutte le mie certezze sono cadute in pezzi, frantumandosi sempre di più. Era diventato sempre più difficile odiarla e alla fine ho imparato ad apprezzarla, a vederla con una luce diversa e per me è diventata come una sorella minore da custodire e da accudire. È stato grazie ad Amu che ho capito ed imparato che non tutte le Sirene d’Acqua sono, in realtà, maledette o fanno del male volontariamente. Ed ora io mi sento così impotente, mi sento così inutile nel non poterla aiutare Utau! Amu ormai è entrata nella mia famiglia ed io non sto facendo niente per aiutarla! >> la ragazza era inespressiva e complice di quelle parole << tu stai facendo anche troppo Kukai. Solo con queste tue ultime parole hai dimostrato di essere l’unico ad aiutarla davvero e di credere in lei. Perché è questo che serve adesso ad Amu: credere. Credere di avere una possibilità di vittoria. Credere in un futuro migliore e credere che i suoi amici siano pronti a sostenerla in ogni momento più buio. Sono sicura che queste parole la stanno raggiungendo in questo momento Kukai. Sono sicura che lei ti stia ascoltando e ce la stia mettendo tutta. Tu non devi darti colpe però. Tu hai fatto e continui a fare del tuo meglio. Sei la persona più forte che abbia mai conosciuto e non potrò mai ringraziare quanto voglio tutte queste Sirene d’Acqua, che tu disprezzi tanto, per avermi fatto incontrare te, ridere con te ed innamorarmi di te. Sei una persona straordinaria. Devi solo credere di più in te stesso >> Kukai guardò sbalordito la ragazza. Il cuore aveva incominciato a battere più forte, i brutti pensieri, alle parole della ragazza, erano scomparsi, andati via. Ora c’era solo Utau nella sua mente e davanti i suoi occhi. Non c’era nient’altro che avesse bisogno di attenzione, oltre lei. Perché lei era l’unica cosa di cui aveva bisogno in questo momento. Lei e le sue parole dolci; lei e il suo sorriso; lei e la sua voce melodiosa. Lei.

Dopo essersi ripreso, il ragazzo le sorrise dolcemente e le fece una carezza, facendo diventare la ragazza tutta rossa. Le passò il pollice, delicatamente sulle labbra e le si avvicinò lentamente << sei la cosa più bella che mi sia capitata, Utau >>. Detto ciò coprì con le sue labbra la distanza che le separavano di quelle di lei, per scambiare il loro primo vero bacio. Un bacio prima cauto, dolce e attento; poi un bacio caloroso, passionale  e pieno d’amore.
 


TORNANDO ALLE DUE AMU…
 

Mentre combatteva con l’altra Amu, la ragazza scoppiò a piangere all’improvviso. Pianse e singhiozzò amaramente.
L’avevano raggiunta. Le parole di Kukai l’avevano raggiunta.

Era un’ora che ormai combattevano. La battaglia consisteva nel creare con la mente delle onde, per poi farle trasformare in scaglie d’acqua o farne prendere le sembianze di un pugno o di una mano e scagliarlo,poi, contro l’avversaria.

Questo Amu lo aveva capito,però, troppo tardi. Era piena di lividi su tutto il corpo ed era stanca. Non era abituata a
combattere con la mente di una Sirena d’Acqua. Non riusciva a rimanere in piedi. L’Altra non le dava un attimo di tregua; si divertiva a torturarla mentalmente, a farle lesioni sempre più grandi su tutto il corpo o circondarle la testa con una bolla d’acqua, fino al limite di sopportazione e poi rilasciarla.

<< CHE C’E’ PRINCIPESSINA? NON MI DIRAI DI ESSERE GIA’ STANCA?! >> la cattiva ghignò vedendo il volto di Amu coperto di lacrime, credendo che fosse stata lei la causa di esse. Ad un tratto la ragazza,stanca di vedere la principessa piangere e di sentire tutti quei singhiozzi, le si avvicinò e la prese con forza al collo << Adesso mi sono stancata. Sei troppo noiosa Metà. Addio! >>

Amu si sentì soffocare sotto la presa ferrea dell’Altra ed iniziò a boccheggiare, cercando di cogliere anche il più piccolo spiraglio d’ossigeno. Poi, d’un tratto capì e sogghignò.

La cattiva, nel vedere il ghigno di Amu allentò la presa sul collo della ragazza, sorpresa.

<< è tutta un’illusione. È un’illusione ed io ci sono cascata appieno. Quanto sono sciocca! Io ho sempre dovuto credere che fosse vero. Tu in realtà non puoi uccidermi, altrimenti moriresti anche tu. Tu mi avresti solamente addormentata e sradicata dal mio corpo, come le altre anime delle sirene che ci circondano. Ed era proprio con la parola “dormiente” che mi hai fatto pensare. Anche quando l’anima dorme e non si trova più nel corpo appartiene, in realtà, ancora ad esso: le anime delle sirene che sono qui nel mondo esterno in realtà stanno dormendo e i loro lamenti sono tali perché provengono dai loro incubi. Se loro si risvegliassero riuscirebbero a tronare nel loro corpo, non è vero cara me? >> la ragazza scostò la mano che le avvolgeva il collo con delicatezza e si avvicinò con sicurezza alla sua parte cattiva, che nel frattempo, udendo quelle parole era rimasta a bocca aperta. << …come hai fatto a capirlo? Tu! Tu eri disperata, non sapevi come fare a uscire di qui! Stavi per cadere addormentata! >> << hanno creduto in me. >> rispose Amu a bassa voce. La cattiva la guardò sbalordita << cosa?! Chi? E come hanno fatto le loro voci a raggiungerti?! >> la principessa sorrise << l’amicizia e l’amore sono più forti di quanto pensi, mia dolce Metà >> l’Altra Amu iniziò ad indietreggiare, mentre Amu avanzava con le braccia protese verso di lei << Non mi toccare! >> la principessa la guardò dolcemente << non voglio farti del male. Voglio solo poterti abbracciare. Farti capire di non essere sola >> la cattiva sbarrò gli occhi << cosa stai dicendo?! Potrei farti del male da un momento all’altro! >> Amu la guardò sconsolata e le sorrise << non è vero. Non potresti neanche volendo. Guardami! Sono già guarita dalle lesioni che mi hai fatto nel momento in cui ho capito che erano un’illusione. Il dolore era un’illusione! Lasciati abbracciare >> l’Altra Amu sembrò essere paralizzata. Non riusciva più a muovere un muscolo e ciò aveva dato modo alla buona di circondarle le spalle con un abbraccio << io sono te e tu sei me. Noi due siamo la stessa cosa. Io ho bisogno della tua forza, intelligenza e astuzia e tu hai bisogno di amore e affetto. Tu sei una parte di me e non ti abbandonerò mai. Non ti lascerò più sola. Te lo prometto! Anche se adesso dormirai, quando ti risveglierai, perché so che succederà, lascia che i tuoi pensieri confluiscano nei miei; lasciami capire come ti senti e, soprattutto, quando ti senti sola parlami! Parlami ed io ti risponderò subito! Sono qui. Con te. Per sempre! >> la cattiva, sentendo il calore e le parole di Amu iniziò a tremare, sin quando una lacrima calda le scese lungo il viso etereo; infine sorrise e poggiò la mano destra sulla testa della sua cara Metà buona << non ti libererai di me per molto tempo. Sai anche tu che la parte cattiva di qualcuno risorge sempre disse poi l’Altra Amu, mentre iniziava a scomparire.

Amu si staccò dall’abbraccio e le rivolse uno sguardo di sfida, seguito da un sorriso << sarò pronta ad accoglierti… sorella >> detto ciò, l’Altra Amu scomparve definitivamente, iniziando il suo percorso da “Dormiente”.

Nel momento in cui la cattiva scomparve, Amu chiuse gli occhi, li riaprì e si ritrovò immersa nel mare. Prima di entrare nel panico più totale, data la sua incapacità di nuotare, prese il lucchetto tra le mani, disse qualcosa sottovoce e si trasformò in Sirena d’Acqua; poi riemerse in superficie, dove sapeva che l’attendevano ansiosi.

Il primo che vide fu Ikuto << Capitano… ma cosa fai? Ora ti metti anche a pregare? Non è da te! Che c’è, hai perso il tuo coraggio? >> il capitano appena notò la Sirena iniziò a ridacchiare e si sporse dal lato della barca << io? Pregare? Ti piacerebbe! Se proprio devo dire la verità, stavo cercando di allentare i nervi e la rabbia. Tenere la Dumpty Key in mano con gli occhi chiusi mi fa rilassare e concentrare e credere… credere che ce l’avresti fatta >> aggiunse infine sorridendo. La ragazza nell’udire le sue parole toccò con una mano la superficie dell’acqua e fece lo stesso con le sue labbra. Dopo il gesto la parte del mare in cui si trovava Amu in quel momento, si avvolse attorno a lei e si alzò, fino ad arrivare all’altezza di Ikuto << questa dove l’avresti imparata? >> la ragazza gli sorrise dolcemente << istinto, credo… e non hai visto tutto! Guarda qua >> chiuse gli occhi, intonò una strana melodia e il suo corpo si ritrasformò man mano in quello di un umana, mentre l’acqua che la teneva su ancora la sorreggeva. Il capitano la guardò sbalordito << incredibile! Se avessi saputo prima che sconfiggere la tua parte cattiva avrebbe risvegliato in te l’istinto della Sirena, ti avrei portata qui immediatamente! Non sembri più la solita mocciosa in questo momento, sai? >> la ragazza gli fece una linguaccia << sei il solito antipatico! Piuttosto, vedi di prendermi ora che devo saltare >> << devi salt… >> non riuscì a finire la frase che la principessa gli  si gettò contro. Riuscì a prenderla al volo per miracolo << ecco. Ora posso benissimo affermare che ritiro tutto quello che ho detto sul tuo non essere più una mocciosa >> la principessa, che aveva le braccia attorno al collo del pirata iniziò a ridere << oh, andiamo Ikuto! Sarebbe stato troppo noioso scendere sulla nave tranquillamente. Chi non avrebbe approfittato vedendo un bel pirata pronto a prenderla? >> Ikuto iniziò a ridere, poi la guardò malizioso << non credo che tu abbia capito cos’hai appena detto in questo momento! Sai, se avevi queste necessità me lo potevi benissimo dire in cabina. Avremmo risolto tutto là >> << a cosa ti riferi… >> Amu intuendo il discorso del pirata divenne tutta rossa e si divincolò con forza da lui che, mentre rideva a crepapelle la lasciava allontanare << sei il solito maniaco! >>
<< ce l’ha fatta! … Amuu!! >> dall’altro lato della nave, dove si trovava la cabina di Ikuto, fuoriuscì Kukai, che iniziò a correre verso di lei, seguito da Utau. La principessa nell’udire la voce del giovane pirata iniziò a lacrimare e, a sua volta, iniziò a correre verso di lui, sin quando il pirata la prese al volo e la circondò in un abbraccio da mozzare il fiato. Un abbraccio fraterno. << ce l’hai fatta! Mio Dio Amu, ce l’hai fatta! Io… io devo dirti alcune cose e devo chiederti scusa! >> Amu ricambiò l’abbraccio e gli sorrise << ho sentito tutto Kukai. La tua voce mi ha raggiunta >> Kukai spalancò gli occhi e alcune lacrime incominciarono a scendere lungo il suo viso << cosa? >> la ragazza si staccò dall’abbraccio e lo guardò dolcemente << mi hai raggiunta, Kukai >> il pirata era rimasto impassibile, non sapeva che dire. Guardava solo la principessa davanti a sé.

D’un tratto una mano a lui molto familiare si appoggiò sulla sua spalla. << te l’avevo detto capoccione. Sei il ragazzo più forte di tutti >> Kukai era rimasto con lo sguardo verso Amu, ma quella mano l’avrebbe riconosciuta in ogni dove: era Utau. La biondina, in seguito, rivolse uno dei sorrisi più belli mai visti prima ad Amu << Bentornata a casa, Amu >> si avvicinò alla principessa e l’abbracciò, lasciandola per un attimo interdetta << sei una persona davvero speciale principessa >>

A rompere l’atmosfera di quel momento fu Ikuto, che tossì richiamando l’attenzione dei presenti si di sé << se avete finito con tutti questi abbracci, dovremmo preoccuparci di come arrivare nell’Isola, ora che Amu ha sconfitto la sua parte cattiva >> Utau guardò il fratello arcigna << Sappi che sei davvero un rovina momenti Ikuto! Sappiamo tutti qui che vorresti abbracciare e tenere Amu tutta per te, ma ora è il nostro turno. Quindi mantieni la tua gelosia per te e non ti lamentare >> << io non sono geloso! >> ribadì Ikuto innervosito e, al tempo stesso imbarazzato. << si, certo. Ed io sono mora >> aggiunse poi la sorella << in ogni caso su una cosa posso darti ragione, fratellone. >> la bionda rivolse l’attenzione verso la principessa << sai come dobbiamo fare Amu? >> quest’ultima le annuì sicura << se vuoi, puoi anche aiutarmi Utau >> la ragazza guardò la Sirena sorpresa << certo che voglio aiutarti! In che modo potrei mai,però? >> Amu le si avvicinò e le poggiò una mano sulla spalla << devi effettuare la trasformazione dell’Angelo e cantare con me >> tutti i presenti guardarono la principessa a bocca aperta << e cosa dovrei cantare?! Non so le canzoni che conosci tu e poi… poi non credo di esserne all’altezza! >> Amu la guardò sorridendo << lo sei eccome, invece! Ora ascoltami. Io devo tornare di nuovo in acqua e trasformarmi in Sirena; dopo la canzone incomincerò ad intonare una melodia nel mare. Riuscirete tutti a sentirla e tu, Utau, con il tuo potere riuscirai sicuramente a seguire la melodia >> detto ciò la ragazza si allontanò dai ragazzi e si gettò dalla sponda in mare, sotto lo sguardo allibito di tutti.

Non appena si gettò, sia lei che Utau,sulla nave, si trasformarono; ma, prima di incominciare ad intonare la melodia, Amu si guardò intorno e notò che tutte le anime delle sirene erano in silenzio. Le guardò una ad una e parlò loro << ho bisogno del vostro aiuto. Ve ne prego sorelle! Svegliatevi dal vostro sonno centenario e cantate con me >>

In quel momento rilassò la mente, protese le mani verso il cielo e,spinta dall’istinto, incominciò ad intonare una melodia che non sapeva di conoscere.

Utau non appena udì la voce di Amu, chiuse gli occhi, come la principessa aveva fatto in mare, spiegò le ali, si alzò in volo nel centro della nave, protese le mani verso il basso e cominciò a cantare, seguendo la melodia della Sirena.

Nel momento in cui le due voci si unirono, accadde l’impensabile: un’ondata di energia improvvisa scosse la nave ed il mare stesso e, come per magia, le anime delle sirene si svegliarono.

Amu aprì gli occhi, sentendo l’energia delle altre Sirene farsi sempre più viva e circondarla. Le guardò e sorrise, vedendo che esse stesse la guardavano grate e avevano incominciato ad accompagnare lei ed Utau nel canto.

Quando tutte le voci si unirono, qualcosa sembrò ruppersi e il mare incominciò a popolarsi, i gabbiani a sorvolare il cielo e la brezza marina a scorrere tra le vele della nave. Ad un certo punto un’isola comparve a un kilometro di distanza dalla nave. Era uno spettacolo da considerarsi magico e indimenticabile. L’anima del mare si era finalmente risvegliata.

<< principessa Amu, grazie per tutto quello che avete fatto per noi. La maledizione, grazie a voi e la vostra amica è stata spezzata. Ora possiamo finalmente tornare in pace nei nostri corpi originari. L’incubo è finito. >> una delle anime parlò alla ragazza, che le sorrise accondiscendente << l’Isola è sempre stata lì, non è vero sorelle? >> le altre sirene annuirono << se mai una delle Sirene fosse riuscita a sconfiggere la sua parte oscura, l’Isola le si sarebbe mostrata, accogliendola. Noi, purtroppo, anni orsono non siamo riuscite nell’intento come voi. Ma vi siamo infinitamente grate. Vogliamo darvi un avvertimento, però, Principessa: la Regina Nera osserva tutto, in ogni momento e sicuramente vi avrà teso una trappola, nell’Isola. Ma non temete. Vedrete che la Regina Bianca  saprà come aiutarvi. Addio principessa e grazie ancora! >> le anime scomparvero tutte insieme, lasciando Amu da sola.

Dalla nave Ikuto e Kukai avevano guardato tutta la scena meravigliati ed ora avevano capito veramente cosa fossero in realtà le Sirene d’Acqua: erano L’Anima stessa del mare e la Sua Essenza.

Utau e Amu, dopo che le anime se n’erano andate, si ritrasformarono e tornarono sulla nave.  << Ottimo lavoro ragazze! >> Ikuto le guardo orgoglioso e Kukai fece un cenno con la testa,  d’accordo con il capitano. Fu in quell’istante che uscirono dalle cabine dei mozzi, Yoru e Daichi che sbadigliavano << cos’è successo fratellone? Ci siamo persi qualcosa? >> Utau guardò il fratello minore sconcertata e non poté far altro che mettersi una mano sulla fronte ripetendosi di continuo “ non è possibile, non voglio crederci, non è possibile”  << si può sapere come avete fatto a dormire con tutto quello che è successo qua fuori?! >> urlò all’improvviso Kukai allibito << beh, cugino, avevamo sonno e, dato che il mare era così silenzioso abbiamo deciso di approfittarne e riposare. >> Ikuto li guardò spazientito e sconvolto << avete preso le erbe per dormire, non è vero? >> i ragazzini annuirono complici << ora si spiega tutto >> concluse Ikuto. << vi ho detto milioni di volte di non prenderle! Se ci fosse stato un agguato come avreste fatto a combattere?!  L’effetto delle erbe è fortissimo ed è da ieri notte che dormite! Come vi è saltato in mente di prenderle?! >> aggiunse Kukai furioso << abbiamo capito… ci dispiace >> disse Daichi preoccupato, notando le espressioni degli amici. << Amu ci pensi tu a buttarli in mare o lo faccio io? >> proclamò Utau dopo aver ascoltato i piccoli << lo farei io molto volentieri Utau, ma penso che potremmo benissimo punirli a dovere più tardi. Ora è meglio se incominciamo ad avvicinarci all’Isola >> la biondina sospirò e annuì accondiscendente << hai ragione. Dopo ci penso io a loro due >> Yoru e Daichi si guardarono preoccupati. Dopodiché Ikuto si diresse verso il timone ed iniziò a guidare la nave verso l’Isola << iniziate a fare il vostro lavoro razza di scansafatiche! Avete dormito anche troppo! Ora dobbiamo andare… ed anche in fretta. Ho una brutta sensazione >>

 

NEL FRATTEMPO SU UNA NAVE POCO DISTANTE…
 


<< Capitano Nagihiko! Lei  vuole vedervi >> il capitano guardò il suo subordinato annuendo.

Entrò nella sua cabina e guardò la ragazza che stava seduta sul centro del tavolo, con una perla e una conchiglia in mano. Era una ragazza bellissima, dal viso ovale, dolce e allo stesso tempo duro, con occhi grandi color nocciola e i lunghi capelli ricci, color biondo ramato che le incorniciavano il volto.

<< Rima volevi vedermi? >> la ragazza ghignò al bel capitano e gli fece cenno di avvicinarsi. Il capitano le si avvicinò e notò che in quel momento la ragazza aveva gli occhi color verde. << sono appena arrivati sull’Isola. Con i miei poteri in mezza giornata potrò fare arrivare anche voi. Oramai tutte le trappole sono state spezzate, grazie al canto della Sirena e delle anime. Sarà una passeggiata arrivare e sorprenderli quando meno se lo aspettano. >> il ragazzo udendo quelle parole ghignò a sua volta << ottimo lavoro, abominio >> Rima, udendo quel nomignolo lo guardò torvo << sai che odio quel soprannome. Ti conviene smetterla se vuoi adempiere alla tua missione e non ritrovarti senza testa , leccapiedi >> il ragazzo la guardò brutalmente, facendola sorridere beffarda ed uscì velocemente dalla cabina, chiudendosi con forza la porta alle spalle << odioso abominio. Io non la sopporto! >> << signor capitano… potrei farvi una domanda? >> uno dei mozzi si avvicinò cauto al capitano, sapendo che non gli piaceva essere disturbato quando era turbato. Nagihiko lo guardò seccato e annuì << perché molti chiamano la ragazza con il termine “abominio”? >> il capitano si sorprese di quella domanda e, a differenza di ciò che immaginava il mozzo, Nagihiko rispose << mi stupisco che tu non lo sappia, mozzo. Lei è una chiaroveggente che è stata sottoposta ad un esperimento molti anni fa: le è stato iniettato il sangue di una Sirena d’Acqua. Ora, a causa di ciò, è capace di vedere ciò che accade nel presente in tutte le parti del mondo e frammenti di futuro e, per colpa del sangue della Sirena, ora è anche capace di controllare le correnti del mare. È grazie a lei se siamo stati capaci di raggiungere la nave del Gatto Nero in così poco tempo >> il mozzo chinò la testa in segno di ringraziamento << Vi ringrazio per la vostra indulgenza capitano. Ora, con il vostro permesso, vado ad adempiere al mio lavoro >>
Dopo che il mozzo fu lontano, Nagihiko salì al timone ed estrasse dalla tasca interna della divisa, una lettera << chissà se riuscirai a superare la prova dello specchio, Amu… mi auguro di si. Così riusciremo a catturare sia te che quella lurida ciurma dei pirati e a prendere l’High-Tide e a riportarti a casa. Non puoi neppure immaginare cosa succederà ai tuoi cari amici quando tornerai a casa… AVANTI TUTTA CIURMA! >>
 

IN UN ALTRO LUOGO…

 
<< vediamo chi riuscirà per prima a fare Scacco Matto, Regina Bianca >> una mano mosse un’altra pedina contro la scacchiera bianca << “Scacco al Re”. Siete in trappola mocciosi >> la donna iniziò a ridere malefica e in quell’istante una strana canzoncina iniziò a farsi largo sulle spnde dell’Isola

“ dove andate, dove andate,
state attenti a chi guardate
quanti inganni essa serba
ecco l’Isola che v’inganna
attenti, attenti
lo specchio vi tenta
e la Regina vi guarda attenta
dove andate, dove andate
tornate indietro finché potete!”



 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutte care lettrici! :D
come promesso, ho cercato di aggiornare il prima possibile e vi ho fatto questo regalo pasquale! ;)
spero che il capitolo sia di vostro gradimento. mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate :)
adesso finalmente alcuni nodi vengono al pettine e... con rammarico devo dirvi che mancheranno solamente altri due capitoli alla fine della storia.
spero di riuscire a sorprendervi però :))
non so quando potrò aggiornare, penso durante la chiusura delle scuole.
vi ringrazio ancora, siete tantissime e grandiose! non potete neanche immaginare quanto piacere mi faccia leggere le vostre recensioni.
xxx
Bloody_Breeze

 





 
 

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Capitolo 17
*** Captiolo 16. La Prova Dello Specchio ***


Capitolo 16. La Prova Dello Specchio
 
 
<< vieni,vieni Principessa, l’Isola ti sta aspettando! >>
 

 
<< E’ terrificante… non so spiegarne bene il motivo ma l’atmosfera che circonda quest’isola non mi fa sentire per niente al sicuro >>

Era passata un’ora da quando la ciurma era arrivata sull’Isola ed Amu, non appena aveva messo piede sulla terraferma, aveva avuto una sensazione d’inquetudine perpetua; ad ogni passo che faceva, iniziava a guardarsi intorno e a tendere le orecchie, pronte a captare il minimo rumore sospetto.

<> disse Utau guardando la sua amica in modo apprensivo e poggiandole una mano sulla spalla. Al contatto con la mano la principessa,tuttavia, scattò e si ritrasse. Aveva incominciato a sudare e aveva uno sguardo davvero impaurito – cosa che fece preoccupare non poco il resto degli amici – << Ehi Principessa, prova a concentrarti su qualcos’altro e a non pensare a questa sensazione >> aggiunse Kukai dolcemente,tentando di rassicurarla.

<< Io, in verità, sono preoccupato per Yoru e Daichi… è vero, anche loro hanno dei poteri, ma ho un brutto presentimento e spero con tutto il cuore di sbagliare >> disse d’un tratto Ikuto, guardando verso il punto in cui avevano lasciato la nave su cui era rimasto di guardia Yoru; Daichi, al contrario, era andato ad osservare e controllare il perimetro dell’Isola.

<< Staranno bene fratellone, sono sicura che sia così >> Utau si era avvicinata al capitano, che le stava davanti e gli aveva stretto la mano con fare protettivo << Sono ancora dei bambini, Utau. Non posso permettere che capiti loro qualcosa di brutto. Non me lo potrei perdonare >> rispose Ikuto stringendo a sua volta la mano della sorella.

Continuarono a camminare per un’altra ora,senza meta e sperando di trovare un indizio, quando delle voci iniziarono a farsi largo nelle menti dei quattro:

<< Amu, Amu, dove vai? >>
<< Principessa! Lei ti sta aspettando! Segui la nostra voce! >>


<< Mio Dio! Le avete sentite anche voi?! >> Kukai spalancò gli occhi e, istintivamente prese per un braccio la Principessa, che era rimasta paralizzata e si avvicinò a Ikuto e ad Utau << Kukai! Restiamo uniti e continua a controllare Amu >> il capitano aveva estratto la spada e l’aveva protesa davanti a sé, mentre Utau aveva effettuato una trasformazione parziale: quella del diavolo.

<< Aaaamuuu!! Vieni qui >>
<< Vieni più a destra principessa! Segui la nostra voce! >>
<< Non sai quanto sarà felice di poterti vedere! >>
<< Perché sai che lei ti sta aspettando, vero? >>


Nell’udire quell’ultima frase Amu si fermò di botto, cadde in ginocchio ed iniziò a urlare, mettendosi le mani in testa e con le lacrime che avevano iniziato a colare copiose dal suo volto << BASTAA!! LASCIATEMI STARE! NON NE POSSO PIU’! >> Ikuto, Utau e Kukai guardarono allarmati e sempre più preoccupati la ragazza, così il Capitano si precipitò vicino a lei e le prese il volto tra le mani << Amu, devi guardarmi >> la Principessa però aveva lo sguardo vacuo e terrorizzato << Guardami, Amu. Ti prego >> poggiò la fronte su quella della ragazza e continuò a implorarla di guardarlo. Solamente dopo alcuni minuti Amu parve riprendersi e alzare lo sguardo su quello di lui << Ikuto, io non ce la faccio più. Ho sopportato troppo e… e non posso farcela. Mi sento debole e sono stanca di affrontare tutta questa situazione >> il Pirata continuò a tenere la fronte poggiata su quella di lei e le prese una mano, intrecciando le dita con le sue << Si che ce la fai, invece. Proprio perché sei riuscita ad affrontare tutto questo riuscirai ad sostenere anche questa prova. >> Amu si scostò di poco da Ikuto e prese l’Humpty Lock, che teneva appeso al collo, in una mano << Mi manca tanto, Ikuto… voglio rivedere mia madre, ma lei non c’è più ed io ho bisogno di lei Ikuto. Era lei la mia forza ed ora mi sento incredibilmente debole. Inoltre, ogni volta udire queste voci! Non le sopporto! >> il pirata, ascoltando quelle parole si alzò, la fissò e le protese la mano, mentre Amu era ancora in ginocchio e lo guardava enigmatica << Tu non sei debole Amu e il fatto che tu sia riuscita ad affrontare tutto questo lo dimostra ancora di più. E poi, tu non sei sola. Ricorda che puoi contare sempre su di noi. Ora forza, andiamo principessa mollacciona! Abbiamo un’ultima prova da affrontare e, anche se mi duole ammetterlo, per una volta dovremo ascoltare queste voci fastidiose che ti demoralizzano tanto, quindi non ci pensare e rimani concentrata. Non dovrai affrontare più nulla da sola. Noi ti siamo vicino. >> il pirata le sorrise, seguito dal castano e dalla sorella. Amu lo osservò stupefatta e consapevole del fatto che il ragazzo avesse ragione, così chiuse gli occhi per un secondo, li riaprì, afferrò la mano del pirata e contraccambiò il sorriso. << Devo ammettere, caro il mio pirata, che questa volta hai proprio ragione, quindi non mi resta che dirti due cose >> Ikuto alzò un sopracciglio e la guardò divertito << Sentiamo >> la ragazza gli si posizionò davanti e disse << La prima, ovviamente è “grazie” >> Kukai interruppe il momento, come al solito e velocemente affermò << Non credete che sia meglio proseguire dove indicatoci dalle voci, mentre continuate a flirtare apertamente e a scherzare come nulla? >> concluse con un sorrisetto malizioso, seguito da Utau e facendo cambiare la tonalità del viso della principessa dal rosa al rosso in un secondo << Kukai! Pensa a camminare tu! >> aggiunse Ikuto irritato e imbarazzato al tempo stesso, mentre l’amico continuava a ridacchiare; poi guardò Amu << Dicevamo… qual’era la seconda cosa, invece? >> la principessa incominciò a sghignazzare e a correre verso Kukai e Utau, che nel frattempo si erano allontanati lasciandoli indietro << La prossima volta che mi chiami “mollacciona” ti affogo >> gli fece una linguaccia e gli voltò le spalle ridendo. Ikuto la guardò allibito e poi la raggiunse ridendo.
 

NEL FRATTEMPO…
 

<< Capitano, siamo arrivati. L’Isola è proprio davanti a noi >> un ufficiale della ciurma si avvicinò a Nagihiko, attendendo i nuovi ordini << Bene. allora sbrigatevi ad attraccare. Non possiamo perdere altro tempo >> << Agli ordini, capitano! Con il vostro permesso >> l’ufficiale si allontanò ed incominciò ad impartire ordini a destra e a manca  al resto della ciurma.

Nagihiko, dopo aver udito la bella notizia, andò nella cabina di Rima, spalancò la porta e la guardò ghignando << Il momento è giunto, abominio. Ora siamo nelle tue mani per trovare Amu >> la ragazza fissò il capitano maliziosamente << Non sai quanta gioia mi dia il sapere che in questa missione la tua via dipenda da me, leccapiedi >> Nagihiko cambiò espressione e la guardò truce << Non fare scherzi, Rima. Sai quanto tenga alla riuscita della missione >> la riccia cabiò sguardo, osservandolo annoiata e comprensiva al tempo stesso. Poi, d’un tratto gli occhi le cambiarono colore e le diventarono verdi << Nagihiko, riesco a vedere la Kuro Neko. L’hanno lasciata sotto il controllo di un moccioso dai capelli blu e gli occhi gialli. Dovrebbe essere facile appropiarsene, giusto? >> il capitano sorrise beffardo << Certamente, socia. Cos’altro riesci a vedere? >> Rima sogghignò << Dove si sta dirigendo la principessa e da chi è accompagnata. >> <> << E’ sempre un piacere leccapiedi e sta pur tranquillo che il piano avrà successo >> il ragazzo le fece un cenno con la testa ed uscì dalla cambina, mentre Rima prese a guardare fuori dall’oblò e a ghignare << Sarà molto divertente. Vediamo se riuscirai a non farti ingannare dallo specchio >>
 

SULLA KURO NEKO, QUINDICI MINUTI DOPO…
 

Il giovane Yoru si trovava disteso, a pancia in su, sulla sponda della barca, con gli occhi chiusi e immerso dai suoi pensieri << C’è qualcosa che non mi torna… com’è possibile che le guardie del padre di Amu non ci abbiano seguito? Quel capitano, Nagihiko, mi sembrava davvero concentrato nel voler riportare la Principessa indietro, ma è da un po’ che stiamo viaggiando “tranquilli”, per quanto questo termine possa essere considerato esatto… >> << Oh, ma hai ragione moccioso! Amu tornerà a palazzo con me >> Yoru udendo la risposta ai suoi pensieri, aprì gli occhi di scatto e si trovò davanti Nagihiko, che gli sorrideva maligno. Yoru si alzò velocemente e notò che era circondato da nemici; guardò anche il mare e notò che oltre alla Kuro Neko, vi erano altre dieci navi avversarie: era in pericolo.

<< Ti consiglio di gettare la spada e non opporre resistenza, ragazzo. Sei circondato e, dato che sono così magnanimo, ti sto dando la possibilità di non farti fare del male. Arrenditi. >> Nagihiko aveva puntato la spada contro il piccolo pirata << Potrei sapere, prima di rispondere alla tua “magnanima” richiesta, come avete fatto a salire su questa nave senza che io me ne accorgessi? >> prima che il capitano potesse rispondere, da dietro i membri della ciurma nemica si udì una voce << Grazie al mio aiuto, Tsukiyomi Yoru o dovrei dire “ baroncino”? >> Rima avanzò lentamente senza togliere lo sguardo dal volto del giovane, che era rimasto sconvolto dall’affermazione della ragazza << Chi siete voi? >> la riccia sorrise malefica << Oh, vedo che tuo fratello ti ha insegnato a dare del voi alle persone che non conosci, bene. Lascia che ti ribadisca la cosa, piccolo baroncino… ora hai due scelte da fare: la prima, come ti ha ben consigliato quel leccapiedi che hai di fronte, è quella di arrenderti; la seconda, come penso tu abbia immaginato è opporre resistenza e venire in ogni caso sconfitto. Quindi, Tsukiyomi, cosa scegli? >> il ragazzo continuò a guardare Rima senza dire nulla, poi, alla fine della frase della ragazza chiuse gli occhi e sorrise << Credo che creerò una terza opzione, my lady: quella in cui sarete voi ad essere sconfitti e state pur certi che, se non ci riuscirò io da solo, ci riusciranno mio fratello e gli altri >>

D’un tratto, una luce blu avvolse Yoru e attorno al ragazzo comparvero due katane blu, da cui fuoriusciva un bagliore del medesimo colore. Il baroncino le prese al volo e con una velocemente allontanò la spada di Nagihiko, ferendo quest’ultimo alla mano, poi ghignò << Si comincia! >>

 
NELL’ISOLA…
 

<< Andate avanti, Principessa >>
<< Ci siete quasi >>
<< Lo specchio vuole vederti>>


Dopo il crollo emotivo di Amu e la sua ripresa, avvenuta un’ora prima, i ragazzi avevano seguito le voci per altre due ore fino ad arrivare nel centro esatto dell’Isola.

Ad un certo punto le voci smisero di parlare e con loro, ogni tipo di suono che vi era nell’Isola cessò. Poi, un urlo. Era Utau.

<< Utau! >> Kukai spalancò gli occhi e guardò al suo fianco, dove pochi secondi prima si trovava la sua ragazza. Ora era scomparsa.

<< Dov’è finita?! Dove diavolo è finita Utau? E cos’era quell’urlo?! >> il castano iniziò ad agitarsi e a chiamare il nome della biondina invano, sperando in una sua risposta. Ikuto si avventò contro l’amico e gli tirò un pugno così forte da far cadere il castano a terra << Vedi di riprenderti Kukai! Sul serio non l’hai capito?! Se continuerai comportarti in questo modo non farai altro che stare al gioco della Regina Nera! >> Amu aiutò Kukai a rialzarsi, mentre quest’ultimo guardava il capitano allibito << Kukai, stai bene? >> la Principessa guardò preoccupata il volto dell’amico e tirò fuori da una tasca un fazzoletto, con il quale tamponò il naso del castano, che era pieno di sangue << Sì Amu, non preoccuparti. Grazie >> << Scusami Kukai, ma era l’unico modo per farmi ascoltare da te >> affermò, poi, Ikuto sentendosi lievemente a disagio. Il ragazzo guardò il capitano duramente << Ora mi devi spiegare come fai a rimanere così calmo mentre tua sorella è scomparsa. Non me ne frega un cazzo se sto al gioco di quella bastarda! Voglio sapere dove si trova la mia ragazza in questo momento o non t’importa se succede qualcosa di male a tua sorella?! >> una spada venne puntata alla gola del castano << Ikuto! Cosa stai facendo?! >> Amu guardò preoccupata il Capitano, mentre quest’ultimo aveva attuato una trasformazione parziale, facendo spuntare le orecchie e la coda << NON OSARE NEPPURE PENSARLO! NON OSARE PENSARE CHE NON M’IMPORTI DI MIA SORELLA O CHE NON SIA PREOCCUPATO PER LEI! >> << E ALLORA SMETTILA DI SEMBRARE COSì TRANQUILLO E Dì LE COSE COME STANNO! OGNI VOLTA TIENI TUTTO PER TE E TI ASPETTI CHE ANCHE GLI ALTRI ARRIVINO AL PUNTO DELLA SITUAZIONE VELOCEMENTE COME TE, MA NON E’ COSì IKUTO, NON E’ COSì. TU SAI CHE IO TENDO A PREOCCUPARMI TROPPO DELLE PERSONE A CUI TENGO, SOPRATTUTTO IN SITUAZIONI COME QUESTE E TU, TU NON HAI DETTO QUELLO CHE PENSAVI COMUNQUE! >> detto ciò, anche Kukai attuò una trasformazione parziale e, con una velocità mai vista prima si scostò dalla spada di Ikuto e si avvicinò a lui, tirando fuori la sua spada e scagliando un colpo contro il capitano, che riuscì  a schivare per poco. Il capitano, però, infuriato dal gesto, scagliò a sua volta un colpo contro l’amico, ferendolo di striscio all’addome.

D’un tratto, una chioma rosa s’intromise tra i due litiganti e urlò << ADESSO BASTA! FINITELA ENTRAMBI! >> Ikuto e Kukai si fermarono in tempo, prima di colpire Amu con un attacco che si stavano per lanciare << Entrambi volete proteggere le persone che amate, ma facendo così non state facendo altro che quello che non volevate fare fino ad ora: state giocando al gioco della Regina Nera. Lei vi vuole mettere l’uno contro l’altro e guardate come vi siete ridotti ora! Tu… >> la ragazza indicò Ikuto furiosa << …tu dovresti smetterla di tenerti tutto dentro, in questo sono pienamente d’accordo con Kukai e poi, cos’è quel modo di reagire? Puntare la spada contro il tuo migliore amico solo per sfogarti?! Sei pregato di finirla!  E tu Kukai… >> Ikuto era rimasto sbalordito e aveva abbassato il volto e la spada deluso da se stesso. Sapeva che la principessa aveva ragione. << …siamo tutti quanti nervosi e agitati, ma il tuo esternare troppo il tutto non è per niente d’aiuto! La Regina ci vuole separare e voi cosa fate? Litigate! Lasciate che vi dica una cosa, dato che sembra che non vogliate prestare attenzione a ciò che sta accadendo qui intorno, preferendo discutere: dopo che Utau è scomparsa, al suo posto è comparso un rivolo d’acqua che porta ad un fiume. Riesco a sentirne la corrente e penso che non dobbiamo far altro che seguire quel piccolo corso d’acqua >> i due ragazzi guardarono Amu a bocca aperta, poi, Kukai, dopo aver udito le parole della ragazza, si avvicinò a Ikuto e, sorridendo, gli mostrò il pugno << Mi dispiace, amico. Pace? >> il pirata guardò il castano e, sorridendo a sua volta batté il pugno << D’accordo. Dispiace anche a me, ho esagerato avendoti colpito prima >> il castano sorrise << Non mi hai fatto niente, tranquillo e, lasciatelo dire, hai perso lo smalto. Sei diventato più deboluccio, Capitano >> poi Kukai si rivolse alla Principessa e le scompigliò i capelli << Grazie Principessa >> la ragazza gli sorrise e, dopo aver guardato Ikuto proclamò << Mentre stavate litigando, una delle voci mi ha parlato e mi ha detto che Utau sta bene, quindi non dovete preoccuparvi. La Regina Bianca è riuscita a proteggerla, ma non può riportarla indietro ora >> i due ragazzi, udendo quelle parole sospirarono di sollievo << C’è solamente un problema… la voce mi ha detto anche che la prova dovrò riuscire a superarla da sola e che, per questo, la Regina Nera cercherà in tutti i modi di separarci, quindi dobbiamo stare attenti. Ora non dobbiamo far altro che dirigerci verso la cortina d’acqua comparsa dalla scoparsa di Utau >> << D’accordo Amu, andiamo >>

La vegetazione, durante il percorso dei tre, divenne sempre più fitta, tanto da non far vedere più il cielo.

A un certo punto, un sibilo si fece largo tra le orecchie dei ragazzi << Avete sentito anche voi? >> << Amu, inizia a correre, continua a seguire l’acqua e non fermarti per nessuna ragione, sono stato chiaro?! >> Ikuto spintonò la Principessa davanti, facendola quasi cadere << Ma cosa sta suc… >> la ragazza stette per ribattere quando vide due schizzi di sangue provenire dalla spalla del pirata e un gruppo di serpenti enormi e con dei denti affilatissimi e grandissimi andare contro i suoi amici << Principessa, dà retta a Ikuto e trova lo specchio, sbrigati! >> Kukai era intento a contrastare tre serpenti, ma venne ferito a una gamba << Kukai! >> Amu stette per andare incontro ai due, ma venne fermata dalla voce di Ikuto << AMU! NON PENSARE A NOI E CORRI! >> dal volto della ragazza iniziarono a rigare lacrime amare << Non posso lasciarvi soli! Sta accadendo proprio ciò che vuole la Regina Nera, io … >> << VAI! >> il capitano le urlò contro allarmato e la principessa, capì di dover andare. << Lasciate che vi dia una protezione prima! >> << Non c’è tempo Amu! Pensa a scappare! >> le gridò contro Kukai, ma la ragazza non lo ascoltò. Chiuse gli occhi e intonò una melodia malinconica. Mentre initonava la canzone, una barriera d’acqua aveva circondato i corpi dei due pirati, per proteggerli dai morsi dei serpenti << Non farà circolare il veleno dei morsi >> << D’accordo ma ora va’! >> concluse Ikuto agitato.

La principessa non se lo fece ripetere ancora una volta e iniziò a correre velocemente, fino a quando Kukai e Ikuto non furono dei puntini lontani.

Continuò a correre, graffiarsi e ferirsi, sbattendo contro i rami sporgenti degli alberi e contro le spine delle piante che, copiose, le intralciavano la strada. Poi, la principessa si fermò di fronte allo spettacolo che le si presentò di fronte: un lago bellissimo, nel quale sporgevano delle rocce che permettevano il passaggio alla cascata che si trovava dietro il lago.

La ragazza si avvicinò al lago e s’iniziò a incamminare sulle rocce, stando attenta a non bagnarsi e a non cadere in acqua. Aveva una sensazione strana e quell’acqua le sembrava incantata. Proseguì il cammino, fino ad arrivare di fronte alla cascata, poi si bloccò.

<< Vieni avanti Principessa, lo specchio ti attende! >>

La ragazza deglutì, spavenata e insicura; tuttavia, dopo aver udito nuovamente una delle voci, le acque della cascata si divisero e le lasciarono il libero accesso ad una grotta nascota. Così Amu si addentrò nella grotta ma, non appena il suo piede toccò la superficie della grotta, le acque della cascata si rischiusero e il buio completo l’avvolse.

La Sirena si guardò intorno alla ricerca di una fonte di luce, quando dalla cascata comparvero delle bolle di sapone, fatte di spuma, che incominciarono a luccicare. Ne toccò una, ammaliata e la bolla si schiantò contro la parete della roccia che si trovava più vicina alla cascata << Com’è possibile? Cos’è questo posto? >>

La bolla di sapone che si era schiantata contro la parete divenne acqua e scivolò sino al suolo incominciando a luccicare; poi, come se fosse stato un richiamo, anche tutte le altre bolle di sapone andarono a sbattere contro lo stesso punto e a diventare acqua, sino a quando una forte luce incominciò a provenire da esse << E’ incredibile… >> Amu guardò sbalordita la scena: tutte le bolle d’acqua, dopo essere diventate liquido avevano incominciato a prendere spessore, ad unirsi e a formare uno specchio, alto quanto la principessa.

La cosa che stupì di più Amu e che la lasciò a bocca aperta, però, fu un’altra. Lo specchio non rifletteva lei, ma aveva incominciato a cambiare riflesso, sino a diventare una figura a lei familiare. La ragazza alla visione della figura nello specchio spalancò gli occhi e cadde in ginocchio << Finalmente sei arrivata tesoro >>

La principessa incominciò a boccheggiare << Mamma? >>

<< Da quanto tempo, Amu. Mi sei mancata tantissimo. Sai, ti ho vista in questi ultimi mesi, anche se da lontano, e sono davvero orgogliosa di te. Sei diventata una donna forte e coraggiosa >>

La ragazza continuò a fissare lo specchio senza dire nulla, troppo sconvolta per proferire parola.

<< Che c’è, non volevi vedere la mamma? Prima ti ho sentita quando hai detto a Ikuto che ti mancavo. Sei mancata anche a me, quindi, perché non vieni ad abbracciarmi? >> Midori allargò le braccia, come a voler invitare la figlia ad entrare all’interno dello specchio.

<< Chi sei tu? Non  prenderti gioco di me, mia madre è venuta a mancare anni fa! >> la ragazza si rialzò in piedi ed avanzò con fare minaccioso verso lo specchio.

Nell’udire quelle parole, Midori ghignò << Vedo che non sei tanto sciocca come credevo, Principessina >> Amu fissò il riflesso dello specchio duramente << Sai, piccola Amu, questo specchio mostra ciò che il tuo cuore desidera maggiormente e…voliat! La tua mamma è qui ed è venuta a farti una sorpresina dall’ aldilà >> << Non prenderti gioco di me Specchio. Penso che tu mi stia sottovalutando, io riesco a sentirlo. >> Midori incominciò a sghignazzare, guardando la ragazza con curiosità << Sentire cosa, piccola Amu? >> la principessa sorrise beffarda << Sento che c’è un frammento dell’anima oscura di mia madre. Lo sento fin dentro di me. Quindi, in fin dei conti non hai tutti i torti, Specchio… o dovrei dire … Midos? >> la regina, all’interno dello specchio sembrò sorpresa di udire le parole della ragazza ed incominciò ad applaudire << Ma brava, vedo che l’influenza di Ikuto ha avuto effetto anche sul tuo modo di ragionare e pensare. Non pensavo saresti riuscita a capirlo così in fretta >> Amu non mosse un muscolo a quell’affermazione e lasciò proseguire << Dato che sei riuscita a scoprire in fretta questo piccolo trucchetto, voglio farti vedere cosa c’è all’interno di questo Specchio e proporti un’offerta >> Midos sorrise sorniona alla principessa, che con un cenno della testa le diede modo di andare avanti ed ascoltare la proposta. La Regina scostò una mano dietro di sé e si spostò dal riflesso, lasciando spazio ad una piccola boccetta che si trovava nella parte più profonda dello Specchio. La ragazza iniziò a boccheggiare alla vista dell’oggetto << L’High-Tide… >> << Già. Ma ora devi ascoltare la mia proposta, Amu e attenta. Non sarà un trucco. Hai due scelte da fare: la prima consiste nell’escludere la seconda e prendere la boccetta; mentre la seconda è rivedere tua madre. Il potere dello Specchio può far riportare indietro, per un piccolo periodo di tempo, il corpo e l’anima di qualcuno e questo qualcuno, come ti ho già detto prima, è colui o colei che il cuore desidera di vedere più di ogni altro al mondo; nel tuo caso, principessa, è tua madre. >> Amu spalancò gli occhi ed iniziò a tremare << Quindi, cara sirena, cosa sceglierai? L’High-Tide, dando ascolto alla ragione o sceglierai tua madre, seguendo ciò che ti detta il cuore? >> dopo aver pronunciato l’offerta, l’immagine dell’High-Tide scomparve dal riflesso dello Specchio e, al suo posto, incominciò a formarsi l’immagine di Midori. Quest’ultima, notando che oltre il riflesso vi era sua figlia iniziò a lacrimare e protese una mano verso Amu << Bambina mia! Lasciati vedere, ho tante cose di cui parlare con te e di cui scusarmi >> la principessa guardò la madre incredula e, come sospinta da un’essenza misteriosa, incominciò a camminare verso lo Specchio e a protendere la mano verso quella della madre. Con grande sorpresa della ragazza, però, la mano attraversò lo Specchio << Non può essere vero … >> Midori guardò la figlia e, dall’altro lato dello Specchio le toccò la mano << Vedi tesoro? Riesci a toccarmi! Io sono qui, con te! >> la Principessa intrecciò le dita con quelle della madre e si morse un labbro, tentando di trattenere le lacrime << Sei davvero tu, mamma >> << Sono io, Amu >>

“…attenti, attenti
lo specchio vi tenta
e la Regina vi guarda attenta
dove andate, dove andate
tornate indietro finché potete!”

 
 
La ragazza sorrise e con la mano libera si asciugò un rivolo di lacrima che era sceso, nonostante ella non volesse, dal suo volto; in seguito Amu guardò di nuovo la madre e , dimenticandosi della missione e dell’High-Tide, attraverò lo Specchio trovandosi immersa in uno strano liquido, che sembrava tanto acqua. Era circondata dal colore celeste e dalle braccia della madre tanto amata.

<< Mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare a causa mia, Amu >> la Principessa scosse la testa in segno di dissenzo e strinse la madre in un abbraccio ancora più forte << Tutto ciò che ho passato fino ad ora mi ha portata a te e mi ha dato la possibilità di stringerti a me ancora una volta. Non desideravo altro mamma. Ti voglio tanto bene >> << Anche io Amu. Ti voglio bene anche io. Ora dai, lasciati guardare. Voglio vedere quanto sei cresciuta in questi anni >> la ragazza sciolse l’abbraccio e si scostò dalla madre, che nel frattempo le aveva poggiato le mani sulle spalle e aveva incominciato ad osservarla. D’un tratto la Regina si soffermò ad osservare gli occhi della figlia ed una smorfia si fece largo sul suo volto << Hai gli occhi di lui e il cuore di lei. Non mi assomigli per nulla >> Amu rimase scioccata da tale constatazione e si scostò velocemente dalla presunta madre. << Cosa stai dicendo, mamma? Occhi di lui, cuore di lei… non ti capisco! E poi, poi tutti hanno sempre detto che ho gli occhi di mio padre, ma per il resto sono somigliante a te, quindi chi è “lei”? Ti sei sbagliata… vero? >> Midori si sorprese da ciò che lei stessa aveva detto e fece una carezza impacciata alla figlia cercando di rimediare << Sì, tesoro, scusami… stavo pensando ad altro ed ho detto cose che non erano coerenti con ciò che volevo in realtà dire >>

<< Attenta, attenta Principessa, lo Specchio ti tenta >>
<< Non ascoltare l’impostrice! >>


<< SILENZIO! >> la Regina sembrò udire le voci ed incominciò a infuriarsi; poi, inspirò, cercando di recuperare la concentrazione e tornò a guardare la figlia con un sorriso falso dipinto sul volto << Ascolta tesoro, la mamma vorrebbe richiederti indietro una cosa che ti ha prestato un po’ di tempo fa e che ora hai qui con te >> La Principessa, osservando il cambiamento di carattere e d’umore improvviso della madre, indietreggiò, mentre la Regina avanzava << Rivoglio indietro la mia collana. Dammi l’Humpty Lock, Amu >> la ragazza strinse istintivamente la collana che aveva al petto, sotto la maglia << Cosa? No! Me lo hai regalato tu stessa, non posso ridartelo indietro, non voglio! >> Midori, udendo la risposta sembrò spazientirsi e prese con violenza il polso della figlia << Non farmi arrabbiare Amu. Necessito di quella collana e la rivoglio indietro! >> la figlia trattenne un urlo, per la stretta violenta al polso << Mi stai facendo male mamma, lasciami! >> << NON FARMELO RIPETERE ANCORA, MOCCIOSA PETULANTE! DAMMI CIO’ CHE MI APPARTIENE! >> la principessa rimase a bocca aperta ma, al suono di quelle parole, un flash la fece tornare con la mente indietro nel tempo e, al pensiero di ciò che aveva ricordato sorrise sorniona, dimenticando per un momento il dolore al polso “ Scusami Ikuto, scusatemi ragazzi. Ho dimenticato il motivo per il quale siamo venuti qui. Ora risolverò tutto. Fidatevi di me” << Vorrei farvi una domanda, madre, prima di porgervi indietro la collana >> Midori, sorpresa della risposta della figlia, allentò la presa al polso della figlia e la lasciò parlare << Certamente Amu. Chiedimi ciò che vuoi >> << Chi è il tuo unico e vero amore? >> la Regina rimase allibita di fronte a quel quesito e tentennando cercò di dare la risposta più “ovvia” e “semplice” di tutte << Chiaramente sei tu, Amu! Che domande mi fai? >> la principessa, alla risposta della madre ghignò e sospirò << “Attenta, attenta, lo Specchio ti tenta”…  sarebbe stato troppo bello se tu fossi stata realmente qui con me, mamma ma…risposta sbagliata, M I D O S >>

<< Come hai fatto a capirlo? Tu! Tu non sei altro che una mocciosa che piange sempre! Come hai fatto a capirlo?! >> la Regina si avventò contro la ragazza e le strinse il collo con forza, tentando di soffocarla. Amu, però riuscì a mordere la mano della madre, che le stringeva il collo, fino a farla sanguinare, tanto che Midos dovette mollare la presa e scostarsi, cosa che diede modo alla principessa di riprendere fiato << Per quanto mi duolga ammetterlo, non sono mai stata io l’unico e vero amore di mia madre. Bensì è sempre stato l’Oceano. Solo mia madre poteva sapere questa risposta e tu, bèh, sei stata ingannata dal tuo stesso trucco, “mamma” >> la Regina incominciò ad urlare e a ridere sguaiatamente, cosa che scioccò la Principessa << Io ingannata? Tu hai scelto tua madre. Non potrai mai avere l’High-Tide, ragazzina! A meno che tu non mi uccida, ma ammettiamolo! Tu non uccideresti mai la tua cara mam… >>

Una chiazza di sangue enorme si espanse all’interno dello Specchio << Come … hai capito… dove… colpire… ? >> Amu si era trasformata ad una velocità incredibile in una Sirena D’Acqua e con una mano aveva trafitto, nella medesima velocità, il torace di Midos e le aveva strappato il cuore dal petto << Io non potrei mai, è vero, ma la “me cattiva” si >> “Bentornata sorella. Scusami se ti ho svegliata, in questo momento necessitavo del tuo aiuto. Ora puoi tornare a dormire” “ Quando vuoi, sorellina. Ah, chiamami Ami d’ora in poi, almeno non ci confonderanno più. A presto Amu”

L’anima di Midos,dopo il gesto della Sirena, diventò spuma di mare e scomparve, non prima di aver sorriso malefica alla principessa e di averle detto << Sei davvero sicura di non essere stata ingannata tu, Amu? >>

La coscienza oscura all’interno della Principessa si assopì nuovamente, lasciando, nonostante ciò, la ragazza in veste di Sirena.

<< Principessa, principessa! Esci fuori dallo Specchio con il cuore nero! >>
<< Il cuore è l’High-Tide Principessa! >>
<< Quando uscirai fuori da qui, esso diventerà la boccetta che tanto cercavi >>


<< Come devo fare per uscire di qui?! >>

<< Urla Principessa! >>
<< Devi urlare Amu, ma ricorda: per uscire dallo Specchio c’è sempre un prezzo da pagare… >>
<< …le tue energie qui dovran restare! >>


<< Le mie energie? Cosa vorrebbe dire? Perderò i miei poteri? >>

<< No Principessa, è la tua vorza vitale che rimarrà qui! >>
<< Uscirai dallo Specchio senza forze e stremata >>


<< Come farò a raggiungere gli altri se sarò senza forze?! Rimarrò bloccata nella grotta! >>

<< Un aiuto ti verrà dato >>
<< Qualcuno qui fuori ti sta aspettando >>
<< Ora urla Principessa! >>

La ragazza non se lo fece ripetere ancora e, con tutta la forza che aveva in corpo, emise l’urlo più acuto e straziante mai sentito prima, che la catapultò al di fuori dello Specchio nella sua forma umana e fece tornare bolle di sapone l’oggetto dell’inganno.

Appena fuori dallo Specchio, però, la ragazza si sentì, come predetto, priva di tutte le forze. Iniziò ad avere dei capogiri, il corpo debole e gli occhi che le si chiudevano. Stette per cadere quando sentì una presa ferrea che la sorresse << Ora ci sono io con te, Amu. Non preoccuparti. Ti porterò sulla nave sana e salva. Adesso riposati >> la principessa riuscì a guardare la sua salvatrice e notò che altri non era che Utau. << Utau >> << Non parlare Amu e cerca di metterti sulla mia schiena. So che  sei debole, ma cerca di darti una piccola spinta >>

La biondina riuscì a mettersi Amu sulle spalle con fatica. << Ce l’ho fatta Utau, l’ho trovata. Ho l’High-Tide! Si trova dentro l’Humpty Lock in questo momento >> la biondina voltò di poco il volto verso l’amica e le sorrise << Ottimo lavoro, principessa. Ora pensa a riposare, ti sveglio quando arriviamo in spiaggia >> << D’accordo >>

 
SULLA KURO NEKO…
 

Yoru respirava affannosamente ed era ricoperto da tagli in ogni parte del corpo. Grazie al suo potere e alla sua agilità era riuscito a sconfiggere gran parte degli uomini di Nagihiko che erano saliti sulla nave di nascosto, insieme al loro capitano e a Rima che, durante il combattimento di Yoru, erano rimasti in disparte ad osservare le mosse del giovane, senza proferire parola.

<< Adesso basta. Sono stufa di non fare nulla! Baroncino, è ora di andare a dormire >> Rima aveva sbuffato e guardato con aria annoiata Nagihiko, che alle parole della presunta “amica” aveva alzato le spalle seccato.  La ragazza aveva dato l’ordine ai rimanenti della ciurma di smetterla di combattere e si era fatta largo tra loro per poter andare vicino al pirata. << Non ti avvicinare! >> Yoru, vedendola avanzare le aveva puntato contro una delle katane, imbrattata di sangue. << Per quanto mi dia fastidio ammetterlo, sei un bambino simpatico, quindi ti risparmierò la vita. Ora però, non mi servi da sveglio… >> Rima ghignò e, con una velocità mai vista prima, si scostò dalla mira della katana e prese Yoru al collo con una mano, stringendo a morte, mentre con l’altra mano riuscì a prendere dalla mano del ragazzo la katana e con essa gli trapassò una gamba. Il giovane emise un urlo disumano e dopo ciò, perse tutto il fiato e svenne.

 
NELLA VEGETAZIONE DELL’ISOLA…
 

L’urlo del baronicno fece spaventare i gabbiani, che volarono via emettendo suoni striduli.

Utau nel frattempo era quasi arrivata in spiaggia, ma, dopo aver sentito l’urlo si fermò di botto << Yoru! >> poi aumentò il passo, cercando di svegliare Amu in qualsiasi modo, senza però riuscirci. << Diamine principessa, vedi di svegliarti presto >>

 
DOPO DIECI MINUTI…
 


<< YORUU!! >> la biondina arrivò sulla spiaggia velocemente e notò che la Kuro Neko era circondata da navi nemiche << Merda! >> poggiò con delicatezza Amu sulla sabbia e cercò nuovamente di svegliarla, dandole qualche schiaffetto o urlandole contro per il nervosismo << Amu! Devi svegliarti! Ho bisogno di te! >>

La principessa continuò a rimanere addormentata, così Utau decise di effettuare la trasformazione del Diavolo e andare sulla Kuro Neko da sola.

La trasformazione in Diavolo dava la possibilità ad Utau di manipolare e creare il fuoco e creare onde d’urto potentissime attraverso i suoi urli. Inoltre, poteva volare grazie a delle ali di pipistrello.

Attuata la trasformazione, prima di scagliarsi contro i nemici sentì delle voci, provenire da poco lontano da lei. Riconoscendole, si girò e notò Daichi che aiutava Ikuto e Kukai sanguinanti ad arrivare a lei.

La biondina si precipitò velocemente da loro e, notando il fratello e il castano pieni di ferite e con il sangue che, copioso sgorgava da esse, s’immobilizzò. << Sorellina stai tranquilla, sono solo dei graffi… hai sentito anche tu l’urlo di Yoru? >> Ikuto, che aveva un braccio attorno alle spalle di Yoru, andò ad abbracciare la sorella, che era rimasta impassibile << Salveremo Yoru, sta tranquilla Utau >> aggiunse infine Kukai, facendole un occhiolino e facendola riprendere un poco.

Il Capitano della Kuro Neko sciolse l’abbraccio dalla sorella e le scompigliò affettuosamente i capelli, poi fece un cenno con la testa a Kukai, che colse al volo il messaggio e si trasformarono anche loro, seguiti infine da Daichi.

<< Utau, Amu ancora non si sveglia? Abbiamo bisogno di lei >> chiese Ikuto d’un tratto. La sorella fece cenno di no con la testa, così il pirata andò verso la Principessa, distesa poco più avanti loro, seguito dagli altri tre. S’inginocchiò vicino alla ragazza e stupendo il resto della ciurma, inserì la Dumpty Key all’interno dell’Humpty-Lock << Capitano ma cosa sta facen… >> una luce si sprigionò dall’insieme dei due oggetti e dal bagliore comparve improvvisamente l’High-Tide. Dopodiché Amu iniziò a mugolare qualcosa e aprì gli occhi << Sapevo che ce l’avresti fatta, Ikuto >> il pirata le sorrise dolcemente e l’aiutò ad alzarsi, anche se con fatica a causa delle ferite.

<< Ora ci spiegate cosa sta succedendo e come faceva Ikuto a sapere in che modo svegliarti >> dichiarò sbalordito Kukai. << Gliel’ho comunicato con il pensiero mentre dormivo. La Regina Bianca mi ha parlato appena ho chiuso gli occhi e mi ha detto cosa fare, dandomi la possibilità di parlare a Ikuto in quel momento, per dirgli come agire >> rispose Amu tutt’a un tratto, barcollando subito dopo, a causa della perdita delle forze << Ehi, stai bene? >> il Capitano le prese un braccio, aiutandola a stare in piedi << No, ma non importa. Voi siete ridotti molto peggio di me. Ma come mai siete tutti trasformati? Cos’è successo? >> Utau abbassò lo sguardo e le indicò il mare, dove si trovava la Kuro Neko e la flotta reale. La principessa spalancò gli occhi, ma prima che potesse dire altro, Daichi parlò al suo posto << Hanno fatto del male a Yoru. Lo abbiamo sentito urlare e il suo urlo era… disumano >> il ragazzino incominciò a tremare intimorito << Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto principessa, altrimenti non possiamo farcela. Io e Ikuto  siamo gravemente feriti, nonostante il nostro caro capitano continui a negare ciò; mentra Utau e Daichi da soli contro tutte quelle navi, non potranno mai farcela. So che anche tu sei molto debole ma, come si suol dire, l’unione fa la forza; dobbiamo esserci tutti. Tu sei pronta Amu? >> la ragazza dagli occhi d’oro annuì decisa e, senza guardare gli altri quattro, incominciò a camminare, traballando e respirando a fatica, verso il mare. Arrivata in acqua, chiuse gli occhi e si trasformò in Sirena << Andiamo a salvare Yoru >>
 

SULLA NAVE PIRATA…
 


<< Ehi leccapiedi, stanno arrivando >> << Lo so, abominio. Mi raccomando, tieniti pronta. Sei il nostro asso nella manica, non
scordarlo >> disse Nagihiko iniziando a sfoderare la spada << La Principessa si è trasformata. Riesco a sentire il cambiamento dell’acqua… >> il capitano della flotta la guardò serio << Mi raccomando, stai attenta >> Rima, udendo quelle parole lo guardò sorpresa << Non pensavo ti preoccupassi per me, Nagi >> il ragazzo girò il volto verso la sua ciurma ed iniziò a impartire ordini << E’ naturale che io mi preoccupi per te. Da te dipende la mia vita, quindi vedi di non fare cazzate >> la ragazza alzò un sopracciglio divertita << Hai ragione, ma non sai quanto mi tenta l’idea di vederti con la testa mozzata, leccapiedi >> il ragazzo rise sconsolato << In ogni caso, Nagihiko, questa volta non hanno possibilità di vittoria. Noi siamo in molti, loro sono gravemente feriti. L’ho visto poco fa: Resisteranno poco, non torneremo a mani vuote  >>
<< Principessa Amu, dove vai?
Se affronterai la battaglia davvero ce la farai? >>
<< Sirena D’Acqua tu sei, ma colei che controlla le sue correnti affronterai >>
<< Principessa, principessa, la fine si sta avvicinando >>
<< Se non sarai pronta al combattimento perderai >>
<< Principessa Amu, dove vai?
Se affronterai la battaglia davvero ce la farai? >>
 
 
 
 
 
 
NEL MENTRE…
 

La torre e il re si scambiarono di posto << La Principessa Sirena ha vinto lo specchio, Regina Nera >> << Ne sei davvero certa? >> la Nera ghignò << Davvero non l’hai notato Regina Bianca? Amu ha fallito ed è stata ingannata dallo Specchio. Adesso quale sarà la tua prossima mossa? >>

 La Regina Bianca sorrise e scomparve.

<< Conosco quel sorriso Regina Bianca, ma la partita è ancora da finire. Non farai in tempo a mettere in atto ciò che stai pensando. Oh! >> la Nera guardò la scacchiera e incominciò a ridere malefica. Mosse l’ultima pedina e fece cadere il re.

<< Scacco Matto >>





ANGOLO DELL'AUTRICE:

ciao a tutte, care lettrici!
come promesso, la scuola è finita ed ecco a voi il capitolo 16, che altri non è che il PENULTIMO CAPITOLO.
nel prossimo ed ultimo capitolo ci saranno alcune sorprese e come sempre, spero di non deludervi!
mi raccomando, fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e se c'è qualcosa che non vi è chiaro. sapete che sono sempre disponibile ad ascoltare ciò che avete da dire, quindi non fatevi problemi :)

l'ultimo capitolo arriverà in fine settimana eheheh
a presto, 
xxx
BloodyBreeze




 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17. Lo Scacco Matto Della Regina + EPILOGO ***


Capitolo 17. Lo Scacco Matto Della Regina
 

Un fiume di sangue fuoriuscì dalla bocca di Ikuto, che nel frattempo si premeva il torace, per evitare che altro sangue fuoriuscisse dalla ferita. Ogni secondo che passava diventava sempre più debole e guardava imponente la scena che gli si stava presentando davanti: Kukai era disteso a pancia in giù, senza forze e pallido in volto che urlava e piangeva come mai era accaduto prima, mentre strisciava arrancando e protendeva la mano verso la figura che si stagliava inerme e senza vita di fronte a lui, circondata dal colore rosso che, oramai, avevano visto troppe volte; Utau. Che si trovava poco distante dal castano era immobilizzata e urlava e piangeva guardando nella stessa direzione di Kukai.

Ikuto portò una mano sulla bocca, trattenendo l’ennesimo conato di vomito. Poi, sentì la voce di Nagihiko e  voltò lo sguardo verso di lui << Purtroppo dobbiamo tenerti in vita, gatto nero. Il re ti sta aspettando >>. Il pirata  lanciò uno guardò pieno d’odio verso la figura che si stagliava dinanzi a sé e che diventava sempre più vacua. Voleva ribellarsi, trovare l’energie per prendere la spada e fare ciò che avrebbe dovuto sin dall’inizio, ma un colpo alla nuca non glielo permise. Tutto diventò più sfocato e poi fu buio.

Avevano perso.
 

DUE ORE PRIMA…
 

Dai lati della barca salirono con una velocità mai vista prima Ikuto e Kukai, che si scagliarono immediatamente contro i membri della flotta nemica.

Utau arrivò in volo ed iniziò a cercare con lo sguardo il fratello minore, preoccupata << Cerchi qualcuno, baronessa? >> Rima guardò la bionda ghignando e tenendo fra le braccia Yoru, che nel frattempo era ancora privo di conoscenza. Nel vedere il corpo del pirata in quelle condizioni, Utau spalancò gli occhi e urlò di rabbia. Un’aura rossa la circondò e dalla testa le spuntarono due corna lunghe, mentre i canini divennero più affilati << Cos’hai osato fare a mio fratello, strega?! >> Rima rise, posizionò Yoru per terra, accanto a lei e la guardò con sfida << Forza, biondina, mostrami il potere del Diavolo! Vediamo se sei davvero capace di tirar fuori dalla tua trasformazione, tutto il potenziale! >> Utau non se lo fece ripetere due volte e le volò incontro furiosa, pronta ad urlare e lanciarle un’onda d’urto, quando l’abominio la guardò, le si posizionò davanti, aprì la bocca e la precedette: anche lei sapeva lanciarne e così fece. La bionda le rivolse uno sguardo sconvolta e, non riuscendo a schivare il colpo, andò a sbattere con potenza contro l’albero maestro, su cui comparve una crepa.

Utau rimase per un momento senza fiato, ma si riprese subito dopo udendo la risata divertita della riccia; così, presa da una rabbia cieca, mista a stupore, fece spuntare dalle mani due palle di fuoco e le lanciò contro la nemica.

Rima riuscì a schivare il colpo in tempo, gettandosi verso un lato della nave; mentre il punto in cui era arrivato il colpo aveva incominciato a incendiare la nave << Ma bene, questa sì che è una sorpresa! Hai il potere del fuoco, questo è molto interessante, ma, mi dispiace darti questa notizia, baronessa, non basterà >> l’abominio sogghignò e allargò lentamente le braccia, con i palmi delle braccia rivolti all’insù.

Man mano che le braccia si alzavano, la nave ondeggiava sempre di più. D’un tratto l’oscillare della nave si bloccò e dall’acqua fuoriuscì la figura di Amu, sorretta da un’onda e ancora nella sua forma di Sirena D’Acqua << Oh! Che piacere vedervi, Principessa! Immagino che vogliate unirvi a noi >>.

Amu la guardò duramente e le puntò una mano contro, facendo comparire delle lame acquatiche dal mare << Non dovevate toccare i miei amici >> detto ciò, scagliò il colpo contro la riccia; nello stesso istante Utau le scaraventò contro un’onda d’urto che, al contatto con le lame d’acqua, le franumò in mille bolle d’acqua che, ad un gesto di Amu con l’altra mano, si dilagarono e circondarono Rima, facendola entrare in un vortice acquatico, fatto completamente d’acqua.

<< Ottimo lavoro Amu, in questo modo non dovrebbe respirare e potremmo farla svenire per  un bel po’ di tempo, giusto Principes… >> << Utau… >>

La biondina guardò preoccupata la ragazza e si precipitò da lei << Amu che ti succede?! >>  la Sirena portò le mani alla testa e iniziò a boccheggiare << Ce la sto mettendo tutta Utau, ma non riesco a… la mia energia è… >> l’onda su cui era la principessa s’infranse in un secondo, ma, prima che Amu potesse cadere in mare, tornò umana dando modo all’amica di prendera al volo << Utau… era il prezzo da…pagare, mi dispiace >>dai lati degli occhi della principessa fuoriuscirono alcune lacrime, che cessarono qualche secondo dopo. Non aveva più neppure la forza di piangere.

<< Amu! Ehi, stai diventando pallida…. Quanta energia hai usato per trasformarti e per quel colpo? >> Utau la guardava con sguardo vuoto, preoccupato e rassegnato allo stesso tempo. Amu le sorrise, facendole intuire che era rimasta senza un briciolo di energia.

<< D’accordo Amu, ora riposati. Continuiamo noi d’ora in poi e poi… ora quella ragazza dovrebbe essere svenuta, quindi puoi riposare tranquilla. Non hai sprecato la tua forza invano >> un battito di mani e una risata beffarda seguirono la frase di Utau che, guardando gli occhi spalancati della Principessa capì cosa stesse succedendo.

<< Ma che bella scenetta commovente! Peccato che non potevate essere a conoscenza del fatto che possa respirare in acqua, come la suddetta principessa sirena >>

Amu stette per pronunciare qualcosa ma non ci riuscì, chiudendo gli occhi e svenendo.

Rima sospirò e, come un non nulla fuoriuscì dalla bolla d’acqua che si ruppe subito dopo. << Sai, devo dirti che mi aspettavo molto di più da te, cara Principessa. Bèh, così sarà più facile portarti da tuo padre >> Utau strinse a sé più forte la Sirena, con fare protettivo << TU NON LA TOCCHERAI CON UN DITO >> dopodiché lanciò un’onda d’urto enorme contro l’avversaria, che la parò con un’altra onda d’urto.

Il contatto delle due onde d’urto fecero cessare il vento e un rumore assordante si diffuse nell’aria, tanto che tutti quelli che si trovavano sulla nave in quel momento, dovettero cessare per alcuni secondi di combattere e portare le mani sulle orecchie, per non udire il suono.

Nel frattempo Utau, notando che Rima non aveva cenni di cedimento, decise di tentare una cosa che, nel caso non fosse riuscita, avrebbe portato alla distruzione la nave: tolse un braccio dalla presa di Amu e lo posizionò sull’onda d’urto, poi, aumentando l’urlo e ingigantendo l’onda d’urto, fece diventare il braccio di fuoco che, al contatto con l’onda, fece diventare quest’ultima completamente di fuoco.

<< Mio Dio… Utau! Cosa stai cominando?! La nave andrà a fuoco! >> Kukai volse lo sguardo verso la ragazza spaventato e dicendo ciò, fece distrarre anche Ikuto, che non si era accorto di niente, concentrato a combattere contro Ngihiko e i membri della flotta che sembravano aumentare ogni minuto di più. Il Capitano voltò quindi lo sguardo verso la sorella, ma non si accorse di una spada diretta verso di lui e che gli perforò il torace.

Un urlo lacerò l’aria << Non dovresti distrarti, “Gatto Nero”. Qui non stiamo giocando >> Nagihiko avanzò verso Ikuto che, a causa del colpo ricevuto, aveva iniziato a perdere copiosamente sangue. << E’ un vero peccato che io non possa ucciderti. Ma, sai, sua Maestà Tsugumu vuole che ti porti da lui ancora in vita. Dunque non preoccuparti. Se ti può consolare saperlo, il punto in cui ti ho colpito di preciso non è fatale, quindi anche se faccio così… >> estrasse lentamente la spada dal torace di Ikuto, facendolo urlare ancor di più << … e anche se uscirà tutto questo sangue… >> toccò con la mano la spada insanguinata e la mostrò al pirata << … tu non morirai ed io riuscirò a trarre giovamento lo stesso, facendoti soffrire e pentire di aver portato Amu via con te >>

Utau, udendo per due volte le urla del fratello maggiore, si distrasse. Rima, approfittò del momento e ingignatì la sua onda d’urto che riuscì a inghiottire quella della bionda e farla sua, insieme al fuoco. La baronessa si accorse di ciò che aveva fatto la riccia troppo tardi; quando tornò a guardare daventi a sé notò l’onda infuocata andarle addosso. Venne scaraventata verso un altro albero della nave, ma lo trapassò e andò a sbattere anche contro l’altro, che al contatto con il corpo della ragazza e dell’onda d’urto si spezzò cadendo verso la prua, dove si trovavano Kukai e Daichi.

Il castano riuscì a intravedere in fretta l’albero che cadeva e a gettarsi su Daichi, per spostarlo dalla traiettoria della caduta. << Kukai! >>

Il tonfo dell’albero fece innalzare la polvere e ruppe parte della nave che, nel mentre, stava andando a fuoco a causa del colpo di Rima.

Dopo che la polvere si diradò, Daichi incominciò a urlare vedendo tutte le persone che erano rimaste vittime del colpo e incominciò a correre verso il cugino, la cui gamba era rimasta sotto l’albero << Kukai, Kukai! Svegliati, te ne prego! >>

Il castano si svegliò e guardò il cugino sollevato, cercando di non pensare al dolore che provava in quel momento << Per fortuna stai bene, Daichi… non farmi preoccupare più in questo modo >> il piccolo osservava in lacrime il ragazzo << Ora dammi una mano a togliere questa gamba dall’albero >> Daichi annuì e posizionò le mani sotto la “colonna”; dopodiché spinse verso l’alto e riuscì ad alzarla, dando modo a Kukai di strisciare al di fuori della traiettoria dell’albero. << Utile avere il potere della super-forza, in situazioni come queste non trovi, cuginetto? >> proclamò,poi, il castano trattenendo gemiti di dolore e notando che la gamba si era rotta e che da essa era fuoriuscito molto sangue, troppo.

Daichi si avvicinò al cugino, lo abbracciò e lo guardò negli occhi << Se tu mi avessi avvertito qualche secondo prima, forse sarei riuscito a reggere la colonna e a non procurarti questo >> << Non avresti fatto in tempo, Daichi, la caduta dell’albero era troppo veloce. Saresti rimasto schiacciato. Ora non pensare a me, hai fatto un ottimo lavoro >>  Kukai scompigliò i capelli al cuginetto e volse subito dopo lo sguardo verso la base della colonna << Vai da Utau ed Amu adesso, prima che le fiamme le raggiungano >>

Utau era svenuta e alcune scheggie dell’albero le avevano perforato alcune parti delle braccia e delle gambe e aveva graffi ovunque. Amu era caduta un metro più lontana da lei ma, fortunatamente riportava solamente alcuni graffi e alcuni lividi sul corpo. Daichi le trovò con facilità.

Per prima prese Utau, che nel frattempo era tornata normale e aveva sciolto la trasformazione e la trasportò in braccio in un posto lontano dal fuoco, qualche metro lontana da Kukai, in seguito fece lo stesso con Amu.

Nel momento in cui appoggiò la seconda ragazza a terra, tornò dal cugino per prenderlo e portarlo dove si trovavano la Principessa e la biondina ma, mentre si stava avvicinando a Kukai, non si accorse di due uomini della ciurma nemica dietro di lui.

Kukai, che stava assistendo alla scena impotente tentò di muoversi verso di lui e gli intimò di scappare ma, prima che Daichi potesse metabolizzare ciò che stava accadendo, uno degli uomini lo afferrò saldamente per le braccia, mentre l’altro uomo, con un braccio strinse ancor di più la presa sulle spalle, dando un aiuto al compagno e dalla mano libera estrasse un pugnale dalla cintura, lo puntò alla gola del ragazzo e << … Kukai >> tagliò. Il corpo di Daichi cadde a peso morto sulla nave, circondato sempre più dal sangue che si stava espandendo.

Utau si era risvegliata due secondi esatti, prima dell’accaduto ed aveva osservato la scena immobile, non riuscendo a capire cosa stesse succedendo. Ma, nel momento in cui il corpo di Daichi cadde a terra, coperto di sangue capì e incominciò ad urlare; il suo urlo venne coperto, però, da un altro, ancor più potente…

L’urlo di Kukai era disumano, così come il suo aspetto in quel momento: aveva gli occhi spalancati, la bocca aperta e lo sguardo terrorizzato e affranto al tempo stesso; era diventato ancora più pallido e continuava a urlare come un forsennato e con una disperazione mai vista prima. << NOO!! NO, NO!! DAICHIII!! >>

Nel sentire quell’urlo tutti quanti fermarono il combattimento e si voltarono verso Kukai.

Nello stesso istante Rima era apparsa davanti a Utau, dandole le spalle << Era solo un bambino… >> disse  a bassa voce ai due assassini a volto basso e, senza che questi ultimi potessero fare o dire qualcosa, li trafisse con una spada e li gettò in mare.

 Utau guardò la scena senza dire nulla, ancora sconvolta per ciò che era successo. Poi, Rima si voltò a guardarla, con uno sguardo indecifrabile, poi pronunciò delle parole che mai la bionda avrebbe immaginato fuoriuscire dalla sua bocca << Mi dispiace, baronessa… >> dopodiché la riccia, con un gesto della mano, come era solita fare Amu, fece innalzare un’enorme massa d’acqua e la gettò sulle fiamme, spegnendo l’incendio.

Infine, colpì lievemente Utau alla nuca e la fece svenire << … mi dispiace davvero >>
 

 
TRE GIORNI DOPO...
 

Il verso dei gabbiani si fece largo nella nave e una leggera brezza tirava verso la nave.

<< Capitano, riesco a vedere le sponde del Regno di Chara! >> Nagihiko, che si trovava nella sua cabina sorrise. Era riuscito a completare la missione e a riportare Amu a casa.

Poiché era ancora svenuta, dopo l’accaduto di tre giorni prima, al contrario degli altri membri della Kuro Neko che si trovavano nelle prigioni della flotta, lei era stata portata nella cabina del Capitano.

Nagihiko la guardò, stesa sul letto, con i capelli scompigliati e gli occhi gonfi per il troppo pianto e per l’incessante stanchezza. Istintivamente le posò una mano sui capelli e le fece una carezza lieve con il dorso della mano e le si sedette affianco << Ogni tanto torno indietro con la mente ai giorni in cui eravamo piccoli e giocavamo insieme a palazzo, quando tua madre era ancora in vita… Eri così solare, così piena di vita e non piangevi mai. Il tuo sorriso faceva invidia al sole stesso. Ti ho sempre voluto bene Amu, sei sempre stata la migliore delle amiche. Poi, però, è arrivato lui. È arrivato quel pirata e ti ha portata via da tuo padre, da me e dal tuo regno. Non potrò mai perdonarlo per averti rapita. Lo odio con tutto me stesso, nonostante io sappia che queste mie parole ti spezzerebbero il cuore, se le venissi a udire. Devi sapere che io ed Ikuto ci conosciamo da molto più tempo di quanto lo conosci tu. Siamo sempre stati due rivali e conosciamo l’uno le potenzialità dell’altro e i corrispettivi punti deboli, bèh, non tutti, ma una buona parte… So che tu e tuo padre negli ultimi anni non siete più andati d’accordo Amu, ma io ho visto il suo sguardo prima di venire a prenderti e… lui ti vuole davvero bene. penso che tu sia l’unica persona, dopo tua madre, che abbia amato con tutto sé stesso, quindi non riesco a capire cosa possa averlo fatto diventare così pieno d’odio, così brutale e malvagio qual è ora. Di una cosa però sono certo, mia cara Principessa: riuscirai a farlo tornare com’era prima. Solamente tu puoi riuscire in un’impresa del genere. Mi dispiace per quello che ho dovuto fare, so che non volevi tornare a casa,Amu, ma tuo padre ha minacciato di uccidermi se non fossi riuscito a riportarti indietro. Spero che un giorno riuscirai a perdonarmi >>

Dopo aver detto ciò, Nagihiko si alzò e si diresse verso l’uscita della cabina

Quando fu fuori, la Principessa aprì gli occhi, che coprì subito dopo con una mano, nascondendo le lacrime, mentre con i denti si mordeva il labbro inferiore per trattenere i singhiozzi. Aveva sentito tutto << Come posso trovare la forza per perdonare te e, soprattutto, perdonare mio padre, dopo tutto quello che mi avete fatto? >>
 

NELLA PRIGIONE…
 

Ikuto, Kukai ed Utau si trovavano in tre celle diverse, l’una accanto all’altra. Erano divisi, ma lo sguardo privo di speranza, il dolore nel cuore e le ferite che avevano, li rendevano uniti. Uniti nella consapevolezza di aver fallito e di non avere più la forza di reagire.

Il castano si trovava a terra, con la schiena poggiata sulla parete e le gambe distese. Aveva le mani legate con delle catene e due occhiaie enormi gli circondavano gli occhi, segno che non era riuscito a dormire. Ogni tanto volgeva lo sguardo verso la gamba, a cui un paio di giorni prima erano state date delle medicazioni, e piangeva, tornando con il pensiero a quel giorno e rivedendo lo sguardo spaventato del cugino, prima che il suo corpo cadesse a terra privo di vita.

Utau guardava impotente il ragazzo, che si trovava nella cella accanto alla sua e ogni tanto, con un briciolo di energia, allungava la mano attraverso le sbarre e toccava quella di Kukai, che continuava a piangere e a guardare il vuoto e si malediva per non aver potuto fare niente per salvare il cugino.

Ikuto, invece, aveva lo sguardo fisso sull’oblò, che gli dava la possibilità di osservare il mare e di pensare. Era stata anche colpa sua << … se non mi fossi distratto forse adesso… >> le parole gli morirono in gola e due calde lacrime gli rigarono il volto. Con un braccio si strofinò gli occhi, pulendosi quelle piccole tracce di pianto e andò a toccarsi,poi, il torace che avevano medicato, insieme a tutte le altre ferite, subito dopo che era svenuto. D’un tratto, dall’oblò, notò che si stavano avvicinando sempre più alla terraferma e, al pensiero di ciò che lo aspettava, s’irrigidì.  Portò le mani all’interno della giacca, sperando di trovare la Dumpty Key e trasformarsi,per poi scappare via, ma rinunciò subito dopo, sapendo che gliel’avevano presa quando lo avevano medicato; lo stesso dovevano aver fatto con la Principessa mentre era svenuta << Amu… >>

 
NELLA CABINA DI RIMA…
 

La ragazza era seduta sul tavolo della scrivania e guardava l’amaca accanto al suo letto, su cui dormiva Yoru.

Il ragazzino le era simpatico e aveva deciso di accudirlo, in quei lunghi tre giorni. Yoru le ricordava la sua sorellina, che le era stata strappata via anni prima, quindi non aveva trovato neppure la forza di provare a fare di nuovo del male al piccolo. Si era enormemente pentita di avergli fatto male ed era stata lei stessa ad annunciare a Yoru, quando si era svegliato il giorno dopo della battaglia sulla nave ad annunciare la morte di Daichi al piccolo barone; quando il  pirata  lo venne a sapere spalancò gli occhi e iniziò a piangere, non volendo credere di aver perduto il suo migliore amico. Rima, vedendo Yoru in quello stato lo abbracciò istintivamente e lo lasciò sfogare.

Da quel giorno, tra i due si era instaurato un rapporto particolare, che si poteva definire quasi “rispetto reciproco”, tanto da far riverlare a Rima il segreto del suo potere di preveggenza al piccolo.

Ad un certo punto gli occhi di Rima divennero verdi e il corpo le iniziò a tremare. Yoru si svegliò in quel momento ed osservò sbalordito la ragazza che si era portata le mani sulla testa e aveva iniziato a dire frasi sconnesse. Tre di quelle frasi catturarono maggiormente la sua attenzione, tanto che decise di scendere dall’amaca e di andare verso Rima, che continuava a ripetere << … la principessa è… >> ; << … acqua torna acqua … >> ; << Lei è… >>

Il piccolo pirata toccò le spalle della ragazza ed iniziò a scuoterla delicatamente << Ehi, Rima… cos’hai visto? Rima, riprenditi dai >> Gli occhi della riccia tornarono al loro colore naturale e lo sguardo di lei si posò su quello di Yoru. Poi, gli scostò innervosita le braccia dalle spalle. Non le piaceva essere toccata << Non posso dirtelo Yoru, mi dispiace. Ora spostati, devo andare dal leccapiedi >> il pirata però non si spostò dalla sua posizione e le rimase di fronte.

<< Non mi muovo da questa posizione finché non mi dici cos’hai visto >> Rima alzò un sopracciglio, sorpresa dalla testardaggine del moccioso << Non posso dirtelo perché non sono riuscita a vedere tutto e non riesco a capire bene cosa dovrà succedere. Ora spostati, altrimenti ti farò tagliare una mano >> Yoru si spostò e la fece passare << Bugiarda. Non lo faresti mai. Ti sono troppo simpatico >> la ragazza lo guardò divertita << Non mi tentare, moccioso, non sai quello di cui sono capace >>  il piccolo pirata la guardò ghignando << Io invece credo proprio di sì >> Rima stette per uscire dalla cabina, quando lanciò fulminea un pugnale poco distante dall’orecchio del piccolo pirata << Non ti uccido solamente perché mi ricordi mia sorella, moccioso. Quindi vedi di non approfittarne troppo. Sono una ragazza che si stanca in fretta dei suoi giocattoli >> rivolse un ultimo sguardo al pirata, che la guardava incuriosito, e uscì dalla cabina, chiudendola a chiave dall’esterno.

 
DOPO UN’ORA…
 

La flotta reale attraccò al porto del Regno. Dopo mesi e mesi in mare, ora si udivano le risa dei bambini che giocavano per le strade, il rumore dei carri dei mercanti ed il rumore dei passi delle persona e il loro vociferare.

Nagihiko tornò verso la sua cabina ma, prima di entrare sospirò, non sapendo come comportarsi, arrivati a questo punto.
Dopo un paio di minuti si costrinse a farsi coraggio e aprì la porta.

Trovò Amu seduta sul letto, ad aspettarlo << E’ ora di rivederlo? >> il ragazzo annuì amaramente << Mi dispiace Amu, non c’era altro modo >> la ragazza a quelle parole lo guardò stizzita << C’è sempre un altro modo >> Nagihiko le si avvicinò e le prese la mano, su cui posò l’Humpty Lock, sbalordendo la ragazza << Sarebbe bello se fosse come dici tu. Delle volte Amu, non si ha una seconda scelta >> le richiuse la mano su cui aveva posato l’Humpty Lock e le porse l’altra mano, incitandola ad andare << Perché mi hai riportato la collana? Potrei essere un pericolo con questa >> disse la ragazza, mettendosi l’Humpty Lock al collo. Il Capitano sorrise tristemente << Sentivo di doverti almeno questo, Amu e poi non puoi ancora trasformarti. Ti è tornata l’energia necessaria che ti permette di camminare e reggerti in piedi, ma prima che potrai attuare una trasformazione dovranno passare alcuni giorni… ora andiamo, Principessa >> << Come sai… >> Nagihiko le prese la mano con delicatezza e la portò fuori dalla cabina << Rima >> rispose semplicemente.

Amu rimase per un attimo abbagliata da tutta quella luce, tanto che dovette chiudere gli occhi per un istante; quando li riaprì rimase a bocca aperta e una forte sensazione di malinconia l’avvolse. Mai avrebbe creduto di doverlo ammettere, ma, alla vista del suo Regno e della sua buona gente, alla vista dei pescatori che raccontavano le loro avventure, dei bambini che si rincorrevano e giocavano con i cani del porto, lo confessò: quel luogo, le era mancato e nonostante tutto, lo definiva “casa”. Lì era cresciuta con sua madre, lì aveva visto per la prima volta il mare, durante le sue scappatoie da palazzo e lì, prima ancora che cambiasse tutto, aveva stretto in un caloroso abbraccio i suoi genitori.

 << Bentornata a casa Principessa >> i membri della flotta, nel momento in cui scesa dalla nave, si disposero in due file distinte e le porsero un rigoroso inchino. La ragazza li osservò spaesata e con una nota di disprezzo, poi si voltò verso Nagihiko e lo guardò duramente << Dove sono i miei amici? >> il Capitano le rivolse uno sguardo irritato e le indicò con un cenno della testa dove si trovavano, ovvero alcuni metri più dietro di lei.

Non appena Amu si voltò, incrociò lo sguardo di Ikuto e, come risvegliatasi da un sogno effimero, si liberò dalla presa del vecchio amico e si catapultò dal pirata e gli altri membri della Kuro Neko.

Il Pirata tentò di liberarsi con delle spallate, dalle guardie che lo tenevano bloccato, ma a causa della ferita al torace, ancora aperta in parte, non riuscì nell’intento << Amu! Devi andartene da questo posto! Tuo padre ti terrà rinchiusa per sempre, se rimani ancora in questo Regno! >> la Principessa venne bloccata da Nagihiko, che l’aveva raggiunta di corsa e la tratteneva in una stretta ferrea per un braccio << Principessa Amu! Lasciate stare questi pirati. Oramai per loro non c’è più speranza, lo sapete bene… >> il suono di uno schiaffo risuonò per la strada e un’impronta purpurea spuntò dalla guancia di Nagihiko << NON TI PERMETTERE! TU SEI UN TRADITORE! TUTTE LE PAROLE CHE MI HAI RIVOLTO STA MATTINA, PENSANDO CHE FOSSI SVENUTA ERANO DUNQUE UNA BUGIA?! E NON DARMI DEL “VOI”, SOLO QUANDO TI FA COMODO, NON TI PERMETTERE! LO HAI DETTO E RIPETUTO TU STESSO, SONO IO LA PRINCIPESSA E TU SEI UN MIO SUBORDINATO, QUINDI LASCIAMI IMMEDIATAMENTE! >> il ragazzo spalancò gli occhi sorpreso dalle parole della ragazza e con la mano libera andò a toccarsi la guancia, che era diventata ancor più rossa; poi chiamò tre guardie e diede loro l’ordine di scortare la Principessa a palazzo, per prima.

Kukai che si trovava su un carretto a due ruote, trascinato da una guardia, a causa della gamba rotta, guardò la scena
sbalordito dall’atteggiamento della principessa: lei stava lottando per loro, mentre lui, Utau e forse anche Ikuto si erano già arresi. Voltò, in seguito lo sguardo verso la biondina, che gli camminava a fianco, scortata da due guardie e le afferrò velocemente una mano. Utau si voltò verso di lui e, intuendo cosa volesse dirle, attraverso lo sguardo, annuì e gli strinse la mano con vigore << Non abbiamo ancora perso >> gli disse sottovoce.

Poco più dietro di Kukai e Utau si trovava, invece Yoru, che aveva le mani bloccate da delle catene, come gli altri ed era scortato da Rima e un’altra guardia. Il piccolo barone osservò la sorella e poi rivolse uno sguardo alla veggente accanto a sé << Cosa c’è, moccioso? … >> la ragazza si avvicinò all’orecchio del pirata  << … mi dispiace ma non posso aiutarti se sono in questo territorio. Tengo più alla mia vita che alla tua e a quella dei tuoi amici >> il ragazzino la guardò duramente e le si avventò contro << Sei davvero il mostro che tutti dicono che tu sia! Pensavo fossi buona in realtà, invece sei un abominio! >> Rima lo ignorò << Guardie, lo lascio a voi, vado dal vostro Capitano >> detto ciò la ragazza si allontanò e andò da Nagihiko, che nel mentre era intento ad aiutare le guardie a trattenere Ikuto che cercava di raggiungere Amu a tutti i costi.

<< Gatto Nero non ti muovere, farai riaprire la ferita! Se muori dissanguato poi sarà colpa mia, quindi vedi di stare fermo >> disse Nagihiko mentre bloccava il passaggio del pirata, verso la principessa che nel frattempo si trovava di fronte alla barriera che, sin da quando era piccola le bloccava il passaggio per il mare.

<< E’ questo che vuoi per lei, leccapiedi?! Non dicevi di tenere ad Amu una volta? EH?! Sei solamente un ipocrita! Lei, nonostante tutto stava cercando di perdonarti ed è così che tu la ripaghi? Portandola dalla persona che le rovinerà la vita? >> << FAI SILENZIO PIRATA! TU NON SAI UN BEL NIENTE! >> Nagihiko aveva gli occhi ciechi dalla rabbia e dalla paura. In quel momento Ikuto capì la motivazione del comportamento del ragazzo. Nagihiko voleva bene ad Amu, ma era debole e non sarebbe mai riuscito a proteggerla << Questo non ti giustifica, leccapiedi. Io mi libererò e porterò di nuovo Amu via con me. La renderò libera e felice e tu non potrai impedirlo… >> Ikuto si fermò, dando modo alle guardie di allentare la presa << … la salverò da suo padre >> Nagihiko lo guardò << E chi salverà te? >> poi, si voltò e, seguito da Rima che nel mentre lo aveva raggiunto, s’incamminò verso la direzione della Principessa.

Amu, arrivata di fronte alla barriera si bloccò ed iniziò a tremare. Solamente pochi minuti e avrebbe rincontrato l’ultima persona che avrebbe mai voluto rivedere in vita sua. Alzò lo sguardo verso la barriera e ripercorse con la mente tutte le stanze che si trovavano nel palazzo, dietro quell’enorme muro e ricordò il giorno del suo rapimento. La sua camera si trovava molto più lontano rispetto al porto, eppure Ikuto era riuscita a trovarla con facilità e a portarla via da tutto quel male. L’aveva salvata in tutti i modi possibili, come nessuno era mai riuscito a fare prima.

Il tocco delicato di una guardia, sulla sua spalla la fece destare dai suoi pensieri e tornare in sé << Principessa, dobbiamo entrare, ve ne prego, non opponete resistenza >> la ragazza annuì rattristata e valicò il cancello, che si trovava alla base della barriera.

Nel momento in cui superò il muro, fu come se tutti i suoi incubi peggiori si fossero risvegliati in lei: l’enorme castello le si stagliò davanti in tutta la sua potenza e magnificenza. Diresse uno sguardo terrorizzato e supplichevole alla guardia che l’accompagnava << Ve ne prego, messere… >> il soldato la guardò amareggiato << Sapete bene che non posso, Principessa >> gli occhi della ragazza iniziarono a diventare lucidi e la guardia, notando ciò, le si posizionò davanti, di spalle, nascondendola dagli occhi delle altre guardie, che si trovavano di fronte al portone del palazzo e dandole modo di asciugarsi gli occhi dalle lacrime. << Vi ringrazio… potrei sapere il vostro nome? >> << Nikaido, Principessa. Non mi dovete ringraziare, è il minimo che potessi fare per voi >>

D’un tratto, furono al suo fianco Nagihiko e Rima, mentre qualcuno la chiamò a gran voce da dietro. La Principessa non dovette neppure girarsi per capire da chi provenisse. Poi, toccò il braccio di Nikaido, che le porse l’orecchio, preso alla sprovvista << Raggiungi il pirata che mi sta chiamando e digli che andrà tutto bene e che da questo momento in poi, dovrà fidarsi di me >> la guardia annuì e fece come ordinatogli.

Dopodiché Nagihiko aprì la porta del palazzo e le fece segno di entrare.

Amu chiuse gli occhi ed entrò. Appena fu dentro, un profumo a lei famigliare inondò l’aria. Aprì gli occhi ed osservò un’altra porta che si stagliava diversi metri da lei, oltre la quale si trovava il re. Prese un respiro profondo, raddrizzò la schiena e la testa e guardò dritta di fronte a sé, facendosi coraggio e preparandosi ad affrontare suo padre.

Quando furono presso la porta, due guardie laterali ad essa, l’aprirono, dando libero accesso alla principessa e al segutio, alla sala del trono.

Un silenzio di tomba proveniva dalla sala. La principessa si guardò intorno, cercando di trovare qualche differenza, nella stanza, ma poi il suo sguardo si posò su quello duro, freddo e furioso di suo padre, che l’attendeva seduto sul trono.

Aveva una postura austera e imponente e teneva costantemente una mano sulla sua spada, pronto a tirarla fuori dalla cinghia per qualsiasi evenienza.

Non appena il re vide la Principessa, però, si alzò e le andò incontro. La ragazza cercò di indietreggiare, ma Nagihiko, che le stava dietro le strinse un braccio intimandola a non muoversi e a non fare sciocchezze, preoccupato per lei. Tsugumu guardò a lungo la figlia, poi alzò una mano e le tirò uno schiaffo così forte da farla sbilanciare e cadere. Rima osservò la scena pietrificata e la tensione regnò nell’aria.

<< Non sai quanto mi hai fatto penare, figlia ingrata! >> Amu era ancora a terra e si toccò con le dita il labbro inferiore, che a causa dello schiaffo si era spaccato da un lato; poi guardò il padre, carica d’odio.

Il Re le fu,poi, di nuovo vicino e le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, ma Amu la scostò con irriverenza e si rialzò da sola << Ora sono qui, padre. Quindi lasciate stare i miei amici e vi prometto che non scapperò più >> a quelle parole, il sovrano la prese alla gola e l’alzò di poco da terra, mentre la ragazza tentava di liberarsi dalla presa per prendere aria << AMICI?! TU CHIAMI I TUOI RAPITORI AMICI?! IN REALTA’ SONO SOLAMENTE DEGLI ABOMINI CHE SONO DIVENTATI COSì A CAUSA DI QUEL MOSTRO! E POI, COSA FAI INOLTRE? VAI A INNAMORARTI DI TSUKIYOMI IKUTO! LO FARO’ IMPICCARE QUEL BASTARDO! >> Amu era diventata rossa in viso per la mancanza di ossiggeno, quando ad un tratto sentì le guardie rincorrere qualcuno << TSUGUMU! LASCIALA STARE! E’ ME CHE VUOI GIUSTO? LASCIA IN PACE AMU! >> Ikuto si era posizionato di fianco alla principessa, mentre Naghihiko tentava di trattenerlo da dietro << Sei un suicida, pirata >> gli sussurrò poi il ragazzo, mentre il pirata continuava a divincolarsi.
Il sovrano, non appena vide il Capitano pirata, lasciò la presa dal collo di Amu, che prese finalmente aria, lo osservò ad occhi spalancati << Sei identico ad Aruto, incredibile >> << Hai ragione. Sono identico all’amico che hai tradito! Mio padre sarebbe molto deluso da te >> L’atteggiamento di Tsugumu, nell’udire quelle parole cambiò e tornò ad essere crudele come prima.

Si avventò contro il ragazzo e lo colpì violentemente sul plesso solare, lasciandolo senza fiato. A causa del colpo, inoltre, la ferita tornò a sanguinare e solamente in quel momento, Nagihiko, che ancora tratteneva Ikuto, prave farsi coraggio e affrontare il re suggerendogli di posticipare la punizione del pirata nella stanza rossa, dove si trovavano oggetti di tortura.

<< Ikuto!!!! >> Amu, che era riuscita a recuperare fiato e un po’ di energia corse verso il ragazzo, che si trovava in ginocchio con le mani che stringevano il torace dolorante e lo abbracciò. Tsugumu, osservò la scena impietrito e furibondo al tempo stesso, sino a che la figlia non gli rivolse uno sguardo pieno d’ira; il sovrano la prese per il bacino e la allontanò con violenza dal pirata << Non fategli del male padre, né a Ikuto né agli altri, ve ne prego! Sono io che non sono voluta tornare qui a palazzo… non è il mio posto questo, padre. Il mio posto e lì fuori, nel mare! Anche la mamma sapeva che sarebbe stato questo il mio destino. Lei mi avrebbe lasciata andare >> il re, che teneva la figlia tra le braccia, in una presa salda cossicché non potesse scappare, ascoltando la parte finale del discorso di Amu, strabuzzò gli occhi e la strinse per le spalle ancor più forte << … il tuo destino dici? No, non è così che deve andare, non farai la sua stessa fine. Se non fosse stato per quel pirata tu ora non saresti venuta a conoscenza di nulla e saresti stata bene! non va bene, non lascerò che si ripeta la stessa cosa che è successa in passato, anche se questo dovesse dire di uccidere il figlio del mio unico amico, per fare in modo che tu non abbia più alcun collegamento con il mare >> Amu ascoltò il padre a bocca aperta e, intuendo cosa volesse fare, incominciò a divincolarsi in tutti i modi possibili << No, no, NO! Non lo fate padre! NOO!! >> Il re parve non ascoltarla << .. guardie! Portate mia figlia nella sua camera e sorvegliatene la porta. Non deve uscire di lì >>

Nikaido e altre tre guardie si avvicinarono alla Principessa, la presero per le braccia e la trascinarono fuori dalla porta, cercando di ignorare le sue urla e il suo pianto

<< Nagihiko, ben fatto. La tua testa per ora rimarrà dov’è. Ora porta i prigionieri nelle segrete e porta il nostro caro barone nella stanza rossa >> il Capitano deglutì e annuì, eseguendo gli ordini del sovrano.

<< Tu, abominio, invece, avvicinati >> aggiunse poi Tsugumu, rivolgendosi sprezzante a Rima. La ragazza andò dinnanzi al re e fece un inchino di riverenza << Mi chiedo cosa voglia il Re in persona ancora da me >> << Hai visto qualcosa, di recente? >> la ragazza lo guardò ghignando << Nulla di importante, vostra altezza ma, se mi permettete, non credo che questa sia la domanda che vaga nella vostra mente in questo momento, o sbaglio? >> il re le rivolse un sorriso sornione << Stai imparando a capirmi troppo bene e parli un po’ troppo, per i miei gusti. Forse un giorno dovrei tagliarti la lingua, non credi? >> la ragazza rispose con altrettanta arroganza a quello sguardo << Ma, altezza, dopo non potrete più conoscere i contenuti delle mie visioni, quindi non credo vi convenga fare una cosa del genere >> Tsugumu alzò un sopracciglio, divertito da tanta insolenza, ma d’altronde sapeva che la veggente aveva ragione, quindi fece finta di nulla e le concesse quella piccola irriverenza, poi si fece serio << Quanto sa Amu di sua madre e della sua stirpe? >> la ragazza lo guardò dritto negli occhi << Sa troppo, ma non tutto, altezza. È riuscita a superare tutte le prove e a recuperare l’High-Tide e per riuscire in ciò ha dovuto abbattere la sua parte malvagia e vedere… Midos >>

Il re, a quel nome, strinse un pugno ed iniziò a sudare freddo << Cosa stai dicendo? Lei è morta! Così come la mia amata moglie… come ha potuto vederla? >> << Sembra che nella prova dello Specchio, l’ultima prova da superare per la Principessa Sirena, vi fosse un pezzo dell’anima di Midos, Sire >> lo sguardo di Tsugumu divenne terrorizzato << No… Amu deve stare il più lontano possibile da lei. Se solamente Ikuto non fosse tornato nel Regno e l’avesse presa con sé lei non sarebbe venuta a conoscenza di nulla e tutto questo non sarebbe successo! È partito tutto da quel baroncino e l’ossessione di Midori/Midos nei suoi confronti. Deve sparire da questo mondo >> dette quelle parole il sovrano si allontanò in fretta uscendo dalla sala del trono e dirigendosi verso la stanza rossa.

Rima osservò il re allibita andare via, dopodiché, non appena fu sola ebbe un nuovo capogiro e gli occhi le divennero nuovamente verdi.

Non appena la visione finì Rima spalancò gli occhi e corse velocemente nella sua stanza << Yaya, dunque sei ancora viva! Mia dolce sorellina se devo tenere la bocca chiusa per rivederti in un prossimo futuro, lo farò. “l’acqua deve tornare acqua”, l’inganno è stato messo in atto, mi dispiace Principessa ma non sei importante quanto mia sorella o la mia stessa vita >>

 
NELLA CAMERA DI AMU, QUINDICI MINUTI DOPO…
 

<< Lasciatemi uscire, ve ne prego! Devo andare a salvarli, prometto che non vi sarà fatto niente! lasciatemi uscire da questa stanza! >> i pugni della principessa sbattevano incessantemente contro il portone della stanza, nella speranza che ci fosse qualcuno che avrebbe superato il terrore per suo padre e l’avrebbe aiutata. Mai avrebbe immaginato, però, che la porta si sarebbe aperta.

Stava per battere ancora una volta i pugni sul legno del portone, quando quest’ultimo si aprì << Cos…chi? >> << Principessa, sono io. Sono riuscito a farmi dare il cambio dall’altra guardia, ora forza, queste sono le chiavi della stanza rossa, andate prima che qualcuno scopra ciò che ho fatto e mi faccia uccidere >>        Nikaido aveva messo nelle mani della ragazza tre chiavi e l’aveva spinta fuori dalla stanza e spronata a scappare, prima che andasse via però, Amu gli strinse una mano in segno di ringraziamento e lo guardò dritta negli occhi << Non saprò mai ringraziarvi abbastanza, messer Nikaido. Per ora posso dirvi solamente “Grazie” >> dopodiché corse via, lasciando il cavaliere in balìa di molti pensieri e preoccupazioni.

 
NELLE SEGRETE…
 

<< Utau ci sei riuscita? >> Kukai guardò la ragazza maneggiare con una forcina di ferro per liberarsi dalle catene << Fatto! >> Gli occhi della biondina si illuminarono per la gioia e subito dopo si avvicinò al castano per liberare anche lui da quegli oggetti << Sorellona sbrigati, sento dei passi! >> Yoru guardò preoccupato le scale, dove intravide un’ombra, seguita da una torcia. << Ci sono riuscita fratellino, non preoccuparti >> la ragazza, d’un tratto osservò la figura che era scesa dalle scale, abbassarsi il cappuccio del mantello e si avventò contro le sbarre, presa da un momento d’ira << TU! >>

<< Rima? Cosa ci fai qui? >> Yoru rivolse uno sguardo interrogativo alla riccia, che aprì velocemente le celle e diede le spalle ai ragazzi << Dovete sbrigarvi. Avete poco tempo >> << Perché ci stai aiutando mostro?! >> Appena uscì fuori dalla prigione, Utau stette per colpirla con un pugno, quando Yoru la bloccò << Aspetta sorellona. Se ha fatto questo dev’esserci qualcosa sotto… che cos’hai in mente, Rima? >> la veggente volse uno sguardo divertito al piccolo e ghignò << Vedo che inizi a capire come ragiono, baroncino. Ora salite nell’ultima stanza del palazzo, a destra, dove si trovava la stanza privata della Regina Midori. È li che finirà tutto >> detto ciò, la riccia si mise di nuovo il cappuccio, prese la mano di Yoru, lasciandogli una chiave diamantata e poi salì le scale, scomparendo dalla loro vista.

Utau scostò poco delicatamente il fratello minore e lo guardò furibonda << Per quale motivo mi hai fermata? Èh?! Ti rendi conto di cosa è capace quell’essere?? >> il piccolo pirata la ignorò e si diresse verso Kukai, aiutandolo a mettersi in piedi, a causa della gamba << Ragazzi, a dopo i litigi, andiamo dove ci ha detto quella ragazza, c’è qualcosa che mi turba nelle sue parole, sbrighiamoci >> Utau annuì incerta e aiutò Yoru a trasportare il castano.

 
NELLA STANZA ROSSA…
 

Amu raggiunse presto la stanza e, non appena si trovò la porta davanti, si bloccò. Il cuore le aveva incominciato a battere all’impazzata e il respiro era aumentato incredibilmente; abbassò lo sguardo nella serratura, per vedere se c’era qualcuno e posò l’orecchio sulla porta per cercare di udire anche il minimo rumore. Quando appurò che all’interno non ci fosse nessuno, provò una delle chiavi e, notando che era quella giusta aprì la porta ed entrò.

Il volto della ragazza venne pervaso dal terrore: c’era sangue ovunque e un corpo era legato per le mani a delle catene che erano a loro volta legate ad un filo di metallo al soffitto. La schiena del ragazzo era imbrattata di sangue ed Amu notò che a terra, di finaco a lui, vi erano un pugnale e una frusta, insanguinati.

Si avvicinò di corsa al corpo, pensando che fosse arrivata troppo tardi, ma non appena fu dietro al ragazzo, notò che respirava ancora. La principessa fece appello di tutta la sua concentrazione per contenersi e non urlare e andò di fronte al pirata

<< Ikuto… mio Dio, cosa ti ha fatto’ ehi, Ikuto, ti prego, svegliati, sono io, Amu, sono qui con te! Ikuto >> il pirata aveva la testa bassa e gocce di sangue gli incorniciavano il volto, a causa di una ferita che si trovava al di sopra del suo sopracciglio destro. La principessa gli prese il volto tra le mani e poggiò la fronte sulla sua, come era solito fare Ikuto quando lei era giù di morale << Ikuto, sono qui >> il ragazzo al contatto con la ragazza, sentì il petto bruciare e una luce circondarlo di calore, così, aprì gli occhi ed incontrò quelli di lei << Amu >> la Sirena gli sorrise, felice di saperlo ancora vivo. Dopodiché con un’altra chiave liberò Ikuto dalle catene e lo prese al volo tra le braccia, prima che potesse cadere a terra ferendosi ancor di più.

Il pirata alzò un braccio e le fece una carezza << Come hai fatto ad arrivare fin qui? Non dovevi venire. Se tuo padre lo venisse a sapere farà del male anche a te. Scappa via senza di me e salvati, Amu >> la principessa strabuzzò gli occhi << Ma cosa stai dicendo? Non ti lascerei mai qui a morire! Puoi scordartelo. Tu vieni con me. So cosa dobbiamo fare, per andare via, quindi lasciami fare e staremo bene, vedrai >> il pirata annuì incerto e provò ad alzarsi, senza successo. Il dolore che provava era troppo acuto. Amu se ne accorse e si posizionò dietro la sua schiena << Ho capito come posso aiutarti… farà un po’ male, ma dopo starai bene, credimi >> prese l’Humpty Lock e lo posizionò davanti le ferite, poi intonò una melodia sottovoce e il lucchetto s’illuminò, insieme alle ferite che, con l’aumentare della luce, si rimarginarono; poi fece lo stesso con la ferita al torace. Ikuto dovette mordere un lembo della parte anteriore della maglia, per trattenere le urla di dolore ma, nel momento in cui la luce scomparve, il dolore cessò.

Il pirata si toccò il torace e, con sua grande sorpresa non sentì dolore. Non c’era più alcuna ferita. << Ha funzionato, Ikuto? >> il ragazzo per tutta risposta, le afferrò un braccio e l’attirò a sé in un abbraccio fortissimo e carico di dolcezza << Grazie Amu, davvero >> la ragazza affondò la testa sul suo collo e ricambiò l’abbraccio. Quando i due si staccarono, il pirata la prese per mano e gliela strinse con fare protettivo << Dove dobbiamo andare adesso? Dobbiamo anche liberare gli altri >> Amu, con ancora la stretta della mano di Ikuto nella sua, s’incamminò verso l’uscita opposta all’entrata ed aprì la porta con l’ultima chiave << Dobbiamo prendere la Dumpty Key. Con essa potremo far comparire l’High-Tide ed in quel momento esprimerò il mio desiderio. Vi salverò tutti Ikuto, lo prometto. Questa “guerra” deve giungere al termine >> << Come sai dove trovare la Chiave? Nagihiko deve averla data a tuo padre e chissà in quale luogo deve averla nascosta! >> la ragazza iniziò a correre verso un corridoio << La camera di mia Madre. È l’unico posto in cui nessuno, compresa me, poteva accedervi >>

 
NEL FRATTEMPO IL RE…
 

Tsugumu,che era andato a lavarsi le mani dal sangue, entrò di nuovo nella stanza rossa, per vedere le condizioni del prigioniero. Nel momento in cui entrò e non vide nessuno urlò irato e capì che la figlia era riuscita a scappare << Guardie incapaci! Non sono neppure in grado di tenere sotto controllo una ragazzina! >> ad un tratto ebbe un’illuminazione, chiuse in fretta la porta della stanza rossa e si diresse verso la camera della defunta moglie. << Non fare idiozie, figlia mia >>
 

GIUNTI DI FRONTE LA STANZA DI MIDORI…


La principessa respirava affannosamente. L’utilizzo dell’Humpty Lock le aveva portato via un po’ dell’energia che era riuscita in parte a recuperare quando era svenuta << Amu stai bene? >> Ikuto le posò una mano sulla spalla, preoccupato << Non c’è tempo per pensare a me, dobbiamo cercare la chiave per aprire la porta o forzare la serratura >> << Non ce n’è bisogno Principessa >> una voce luminosa e famigliare fece voltare la Principessa e il Pirata di colpo e un sorriso radioso comparve sul loro volto << Kukai! Ragazzi! Come avete fatto a… >> << E’ stata Rima a liberarci, Amu >> concluse Utau sorridendole e abbracciando la ragazza e il fratello nello stesso momento << Ehi Capitano, come fai ad essere tutto intatto? >> scherzò Kukai battendo il pugno con l’amico << Opera di Amu. Te lo spiegherò bene in un’altra occasione >>  << Fratellone, Rima inoltre ci ha dato questa e ci ha detto di venire qui >> aggiunse poi Yoru mostrando al fratello e alla ragazza la chiave. << E’ questa, Ikuto! È la chiave della stanza della mamma! >> il pirata la prese tra le mani ed aprì velocemente la porta << Perfetto. Sbrigatevi ad entrare, sento dei passi provenire da questa parte! >>

I ragazzi della ciurma entrarono e chiusero la porta a chiave velocemente << Amu, Utau cercate quella maledetta Dumpty Key e fate in fretta e tu,Yoru, dammi una mano a spostare quello scaffale davanti la porta >> il fratellino annuì e fece come dettogli.

La Principessa ed Utau cercarono in ogni angolo della stanza, ma non riuscirono a trovare la Chiave; d’untratto, però, il Lucchetto s’illuminò e illuminò il quadro di Midori che era appeso alla parete, di fianco al letto. Amu rimase a guardare il quadro incantata e malinconica, poi con l’aiuto di Utau, spostò il quadro dal muro e lo poggiò sul letto. Iniziò a tastare la parete e riuscì a trovare un pulsante nascosto che fece uscire fuori dalla parete un piccolo sportellino, all’interno del quale vi era la Dumpty Key.

<< Amu! Apri questa maledetta porta o sarò costretto a farla butare giù! Ti darò cinque secondi di tempo a partire da ora! Uno… >>

La voce possente di Tsugumu si fece largo dall’altro lato della stanza e dei colpi fortissimi incominciarono a percuotere la porta << due… tre… >>

La principessa cercò di ignorare la voce del padre e unì la Dumpty Key e l’Humpty Lock, da cui, come era già successo la prima volta, comparve l’High-Tide.

<< …cinque! >> Ikuto riuscì ad allontanarsi intempo insieme a Yoru dalla porta, quando l’Ariete ruppe quest’ultima in mille pezzi e una coltre di polvere circondò la stanza.

<< Amu, fallo! >> Kukai, che era rimasto seduto accanto al balcone della stanza, approfittò della polvere nell’aria per riportare in sé la principessa e dandole modo di bere dalla boccetta.

<< NOOO!!! >> Il re entrò nel momento in cui Amu bevve l’ultimo sorso dell’acqua magica. << Cos’hai fatto, figlia mia? >> le guardie erano rimaste al di fuori della porta, non sapendo in che modo comportarsi e assistettero alla scena sbalorditi.

<< Desidero che tutti vengano salvati >> Disse, poi, la ragazza guardando il padre dritto negli occhi.

Una luce abbagliante avvolse la Principessa e la trascinò fuori dal balcone, in aria. Ikuto avendo un brutto presentimento si precipitò fuori dal balcone, insieme al re e seguito da Utau e Yoru, mentre Kukai assistette alla scena dal luogo in cui era seduto.

Un’onda enorme si alzò dal mare e, in quel momento, il corpo della Principessa incominciò a diventare spuma di mare, a partire dai piedi e a raggiungere l’onda.

Amu guardò spaventata il proprio corpo dissolversi lentamente, poi una frase si fece largo nella sua mente “Attenta, attenta, lo Specchio di tenta” Era stata ingannata. Lo Specchio aveva vinto. La Regina Nera aveva vinto.

<< Amu! Cosa sta succedendo?! No, non può essere, tu hai espresso il desiderio, perché ti stai dissolvendo?! >> Ikuto si sporse dal balcone e allungò la mano verso la Principessa, che l’afferrò prontamente. << Figlia mia, non puoi andartene anche tu. Non come lei. Che cosa ti ho fatto... ti prego, Amu perdonami. Sono stato un mostro, è vero e mi dispiace, ma non posso perdere anche te. Anche se è da tempo che non te lo dico più e che non te lo dimostro più io ti voglio bene, sei la mia bambina. Volevo solamente tenerti alla larga da tutto questo, per evitare che ti accadesse la stessa cosa che successe in passato a tua madre e invece… ti prego bambina mia, resta! >>

La spuma di mare era arrivata sino al bacino della ragazza << Mi dispiace Ikuto, Utau, Kukai,Yoru… ho fallito. La Regina Nera mi ha ingannata e questo è stato il vero prezzo da pagare: la mia vita. Questa non è mai stata la vera High-Tide, ma un falso. Lasciatemi dire un’ultima cosa, però: ho condiviso con voi le avventure più belle che potessi desiderare, ho imparato a conoscere me stessa e la mia storia e non mi resta che dirvi Grazie. Grazie per aver creduto in me fino alla fine, grazie per essere stati dei veri amici. Kukai, ho un piccolo dono per te, prima che io vada via per sempre >> con uno schiocco di dita, una cortina d’acqua avvolse la gamba del pirata, che tornò come nuova << Amu… >> il castano guardò impotente la principessa ed iniziò a piangere << …Vi terrò sempre nel mio cuore… Addio! >> poi, la ragazza si rivolse al padre << Papà, non so se riuscirò mai a perdonarti. Però, spero che con questo mio sacrificio tu possa tornare il padre che ho sempre amato e a cui sono legata dal profondo; il padre che da bambina mi abbracciava, mi faceva il solletico quando ero triste riuscendo a farmi ridere di cuore, il padre che quando piangevo era sempre pronto a prendermi in braccio tra le sue possenti braccia e a proteggermi da ogni male, il padre che quando giocava con me, mi lanciava al cielo e mi diceva che un giorno sarei riuscita ad essere libera; voglio che tu torni ad essere il mio vero papà. Abbandona tutto quest’odio e non fare più del male alle persone a cui tengo. In questo modo forse riuscirò a perdonarti >> la principessa iniziò a lacrimare, seguita dal padre e da Ikuto, che la guardava sconvolto.

<< Non dire cazzate Amu! Tu non morirai! >> Ikuto inveì contro la ragazza, l’avvicinò a sé e l’abbracciò. La spuma era arrivata sino al seno.

 La sirena cercò di liberarsi dalla presa del pirata, senza riuscirci << Ti prego, non rendere le cose ancora più difficili >> la ragazza incominciò a singhiozzare più forte e prese il volto di Ikuto tra le mani << Sei stata la cosa più bella che mi sia capitata, Ikuto >> il pirata le posò una mano dietro la nuca e l’avvicinò ancor di più, fino a quando le loro labbra furono a due centimetri di distanza, poi la principessa gli sorrise amaramente e pose fine alla distanza tra di loro, lasciando che quelle labbra che si ambivano a attraevano l’una con le altre, si unissero.

Fu un bacio trise e pieno d’amore al tempo stesso. Ad un tratto la parte restante del corpo della principessa, divenne completamente d’acqua e Ikuto aprì gli occhi di scatto, non sentendo più la pressione delle labbra morbide di Amu << Grazie Ikuto, io ti a… >> la Sirena non riuscì a finire la frase e divenne spuma di mare.

Il pirata guardò la spuma tornare nell’onda e sparire. Poi, iniziò a piangere sempre più intensamente e urlò << AMUU!! >>
 
 

NELL’OCEANO, IN UN LUOGO INCANTATO…
 

<< Ora ho capito la motivazione di quel sorriso, Regina Bianca, ciò non toglie che questa partita l’abbia vinta io…Oh, ma guarda guarda chi è arrivata dalla mamma! >>

La Spuma di mare si riunì e fece ricomparire Amu in forma di Sirena d’Acqua. La principessa aprì gli occhi lentamente e, non appena riuscì a focalizzare qualcosa, iniziò ad agitarsi e a controllarsi il corpo << Cos’è successo?! Dove sono? Non ero morta?! >> << In un certo senso è così che sarebbe dovuta andare, cara la mia Principessa. Però la Regina Bianca è riuscita a modificare l’acqua della boccetta, che doveva ucciderti e ti ha fatta trasformare permanentemente in… Acqua! >>

La principessa si voltò di scatto verso la figura che aveva parlato e, non appena vide chi aveva davanti spalacò gli occhi << Mamma? >>

Midori aveva la pelle candida come la luna, i capelli lunghi raccolti in un’elegante e morbida treccia laterale, la sua figura era snella e imponente, sul capo aveva una tiara nera, abbinata al lungo vestito del medesimo colore che indossava in quel momento. Gli occhi erano di un verde brillante, mentre le labbra erano rosse come il sangue. << Non è possibile, dopo tutto questo tempo tu eri qui, eri viva e sei diventata la… >> Midori si avvicinò alla figlia, che non riusciva a credere ai suoi occhi << Sono diventata chi Amu? Avanti, dillo! >> << La Regina Nera... >> la Regina batté le mani entusiasta << Esatto, Principessa!  Ed ora che sei fuori dai giochi lascia che ti sveli alcune cose >> Amu si portò le mani alla testa, sconvolta. Non voleva crederci. Non poteva quella donna essere sua madre << No, aspetta, tu sei Midos, non è vero?! Cosa ne è stato di mia madre, che le hai fatto? >> Midori ghignò e si avvicinò alla figlia << Midori non è mai esistita Amu. Ci sono sempre stata solamente io. Quella che tu in realtà credevi tua madre è un falso. io sono nata per essere questo ma, la Regina Bianca, un giorno, per contenere il mio potere e rendermi una Regina incompleta è riuscita a impiantare nella mia mente una coscienza, una “parte buona”, per così dire, a cui è stato dato il nome di “Midori”. All’inizio Midori è riuscita a sopprimermi ma, dieci anni fa, grazie ad una scoperta e ad una leggenda, ho saputo come fare per distruggerla e diventare ciò che sono ora. Se non sbaglio, Ikuto deve averti parlato del giorno della mia “presunta” morte, no? >> Amu non era riuscita a pronunciare una singola parola e l’aveva lasciata continuare << … poi sei arrivata tu. Un effetto collaterale causato da Midori, perché innamorata di quel miserabile umano. Tu però sei sempre stata la pedina finale alla mia rinascita, perché tu non sei altro che la reincarnazione mortale della Regina Bianca. Te l’avevo già detto nello Specchio che eri raccapricciante, sbaglio? “Gli occhi di lui e il cuore di lei”, ovvero gli occhi del pirata e il cuore della principessa.  Il mio potere con te ancora in gioco era limitato, ma ora  sei bloccata in questo posto incantato e in questa forma per sempre, quindi posso finalmente risvegliare i miei poteri dal loro lungo sonno. Qualche domanda tesoro? >> aggiunse sorniona la Regina.

La principessa osservò la “madre” che aveva davanti e solo alla fine di quel racconto riuscì a convincersi del fatto che fosse la realtà. Lo aveva già intuito prima ma, come le aveva detto Ami, non era mai riuscito ad accettarlo completamente, fino ad ora.

<< Quindi era questo l’inganno dello Specchio? Mi hai fatto credere di aver trovato l’High-Tide, invece, usufruendo dell’anima che avevi lasciato lì dentro, hai scambiato la boccetta ed hai tentato di uccidermi; ma, se non sbaglio tu stessa sei stata ingannata, poiché la Regina Bianca ha inserito nella tua boccetta un’acqua che mi avrebbe permesso di rimanere ancora in vita. In più, il mostrarti nello Specchio prima in tua veste, poi in quella di mia madre e poi, nuovamente nella tua, era solamente un indizio per farmi capire che mi avevi ingannata per tutto questo tempo, giusto? E poi… io reincarnazione della Regina Bianca? Che cosa vuoi dire con questo? E se io sono la sua reincarnazione, come fa lei ad essere ancora viva, ma, soprattutto, lei chi è? >> Midos sogghignò << Sei perspicace, bambina mia. Ma risponderò solamente a due delle tue domande: sì, la Regina Bianca è ancora viva, in quanto ella è immortale e, bèh, Ikuto deve averti raccontato della leggenda della prima Sirena D’Acqua giusto? >> Amu strabuzzò gli occhi << Non è possibile… >> la Regina Nera rise << Oh, sì che è possibile invece. La Regina Bianca non è altri che la prima Sirena D’Acqua ed io non sono altri che la sua parte oscura che, nel momento della sua morte, ha preso vita distaccandosi da lei e crescendo come una persona distinta, con gli stessi poteri se non più forte. Il nome della Regina Bianca è Amu >> la ragazza sentì d’un tratto una fitta al cuore e l’Humpty Lock le uscì dal petto e si andò a posizionare sul collo di Midos << Questo me lo riprendo, figlia mia. Mi permetterà di uscire fuori da questo posto. Ora devo lasciarti. Divertiti nel Limbo, dove nessuno potrà più uscire >> Amu cercò di nuotare verso la madre, ma l’Acqua glielo impedì e le tenne bloccata dov’era << NOO!! MAMMA!! MAMMAAA!! >>

Midos la ignorò ed iniziò a ridere malefica, poi iniziò ad intonare una canzone, che riportava le parole della leggenda:

“Cantiamo questa canzone,
piena di tristezza e malinconia
che il mare tempestoso porta via.
Le navi che cercano l’oro
pian piano sprofonderanno
ascoltando questo dolce e triste canto.
E quando la settima alba sorgerà
Una nuova era segnerà
Il mare l’abbraccia quelle luci dorate
Che pian piano riscaldan l’acque macchiate;
O triste melodia,
perché la sirena vuoi portar via?
Nell’abbraccio del mare ella cadrà
E la sirena d’acqua regina diverrà
 

<< Che si aprano i giochi Regina Bianca. La lotta per l’Oceano ha inizio da ora >>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
EPILOGO
 

UNA SETTIMANA DOPO…
 

IN UNA LOCANDA…
 

<< Dove si sarà cacciato? >> un ragazzo entrò nella locanda più malfamata del regno accompagnato da due ragazze, un ragazzo e un ragazzino.

<< Spero che non sia in condizioni pietose >> aggiunse la ragazza bionda salendo su per il secondo piano, seguita dagli altri.

<< Oh, ecco il Gatto Nero! >> il ragazzo dai capelli lunghi indicò un pirata che si trovava nel tavolo in fondo, circondato da prostitute, con i capelli spettinati e la barba lunga  e che puzzava di alcool.

I cinque si diressero con aria minacciosa verso il pirata che, non appena li vide scansò malvolentieri le donne dal suo corpo e fissò i ragazzi << Lasciatemi in pace. È inutile che cerchiate di riportarmi indietro >>

<< Abbiamo un mandato dal Re in persona. Sappiamo come trovarla >> Kukai porse il mandato a Ikuto, che non appena lo vide, lo strappò in mille pezzi << Lei è morta! Come pensate di trovarla, èh?! Vi ho detto di lasciarmi stare! >>

<< Guarda come ti sei ridotto. Amu sarebbe molto delusa da te >> Utau guardò con disprezzo il fratello maggiore che, udendo quelle parole scoppiò in lacrime << Sarebbe stato meglio se me lo avesse detto lei di persona. Ma lei non può perché se n’è andata via e poi cosa ci fanno questi due qui con voi?! Vi devo ricordare tutto quello che ci hanno fatto passare?! >> Yoru si avvicinò al fratello maggiore e gli scompigliò i capelli << In questa settimana sono cambiate molte cose, Ikuto >> << Già, Gatto Nero. Il Re in persona ci ha ordinato di venirti a cercare e cita testuali parole, che poi spera di poterti dire di persona: “ Sono stato un padre, un sovrano e un amico terribile, ma ora voglio rimediare;  ho ridato a te e ai tuoi fratelli il titolo nobiliare che vi spetta ed ora voglio porgerti le mie più sentite scuse e supplicarti di fare una cosa: riporta indietro mia figlia Ikuto. Salvala e rendila libera!”. Naturalmente io ho acconsentito, in quanto voglio farmi perdonare anche io per ciò che ho fatto ad Amu >> Ikuto lo guardò duramente << Anche se io accettassi, il viaggio sarebbe inconcludente. Come può essere viva dopo tutto quello che è successo? >> << Riesco a sentirla, pirata. Riesco a sentire la sua corrente e riesco a vedere un luogo lugubre in cui è stata imprigionata. È diventata lei stessa mare ed è sola; ora aspetta solamente te >> il pirata ascoltò sbalordito la veggente << Quindi è ancora viva? >> Rima annuì.

Kukai guardò l’amico con dolcezza << Ora vatti a dare una ripulita. Tra due ore partiamo. Sono riusciti a rimettere a nuovo la Kuro Neko, quindi andremo con quella, ti aspettiamo fuori sulla nave, Capitano >>


 
DUE ORE DOPO. SULLA KURO NEKO…
 


<< Qual è la direzione? >> Chiese Nagihiko alla riccia accanto a sé, mentre era sul timone << Virare per cinque leghe a nord. Issare la prua, si parte! >>

Ikuto  si trovava sulla punta della nave, dove era solita andare Amu quando doveva pensare e osservò l’orizzionte di fronte a sé; poi, strinse la Dumpty Key tra le mani e vi posò un bacio << Sto venendo a prenderti, amore mio >>

 

NEL LIMBO…
 


Il battito del cuore di Amu si fece sempre più intenso, sino a quando una voce la raggiunse. La principessa aprì gli occhi di colpo e voltò lo sguardo verso l’alto, dove riuscì ad udire, anche se a leghe e leghe di distanza, il rumore di una nave che veniva trasportata dalla corrente nella sua direzione. Toccò con la mano la superifice dell’acqua, da cui non poteva scappare e vi posò sopra un bacio.


<< Ti sto aspettando, Ikuto >>
 
                                                                                                                                   
                                                                                                                              FINE PARTE I






ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ed eccoci giunti, all'ultimo capitolo. bèh, spero di avervi sorprese e, soprattutto, di non avervi deluso.
in questo capitolo ho cercato di chiarire il più possibile il punto della situazione, rispondendo a delle domande che non avevano trovato,appunto, risposta, nella storia.
come avrete notato dalla fine, ci sarà un sequel.

prima che mi metta a lavoro per scriverlo, però, non mi resta che ringraziare tutte voi lettrici, che mi avete supportata fino alla fine e che avete creduto in me, nonostante i continui ritardi...
siete fantastiche! non avrei potuto desiderare lettrici migliori!
un ringraziamento va, naturalmente anche alle mie lettrici silenziose, siete meravogliose!

spero che, quando lo scriverò, mi seguirete anche nella seconda avventura de "La Principessa e Il Pirata", il cui titolo sarà: 
" La Principessa e Il Pirata II- Il gioco della Regina"

GRAZIE ANCORA DI CUORE A TUTTE VOI!

Vi mando un bacione e un abbraccio.
passate delle belle vacanze, mi raccomando, ve lo meritate! ;) <3

xxx
la vostra,
Bloody_Breeze

 

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