heaven is a place on earth with you.

di niallscuddle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo; ***
Capitolo 2: *** first; ***
Capitolo 3: *** second; ***
Capitolo 4: *** third; ***
Capitolo 5: *** fourth; ***
Capitolo 6: *** fifth; ***



Capitolo 1
*** Prologo; ***









« CHE FAI!»
E' cosi che svegliano le persone nel ventunesimo secolo? Urlandoti nell'orecchio? Le sveglie sono fuori di moda? Ti fanno perdere direttamente le capacità uditive? Bello.
« Sono nel letto, sotto le coperte, in pigiama, occhi chiusi. Ti serve un altro indizio?» dissi io cercando di mantenere la calma.
« Ah, va bene. Te ne do uno io d’indizio. Sono le sette e mezzo » disse lui con sua solita voce calda e sicura, che riuscirebbe a calmare anche la più isterica delle donne, ovvero me.
« COSA? E ASPETTI SOLO ORA A DIRMELO? Non ti è passato per la testa di controllora se tua sorella è viva, stata rapita dagli alieni, è malata? mbah, solo io potevo beccarmi il fratello coglione» dissi, urlando come una pazza.
Avevo solo dieci minuti, massimo quindici, per rendermi presentabile. Nei miei capelli ci aveva fatto il nido un uccello, le mie occhiaie erano tanto marcate, da sembrare che avessi fatto un incontro di boxe il giorno prima, insomma ero messa bene.
Intanto quel figliolo non si voleva togliere dalle ovaie quindi gli urlai in faccia di togliersi, e lui con il suo sorriso rassicurante, stampato come sempre in faccia, si fece da parte. Questo era un suo lato positivo, era il fratello perfetto per una lunatica come me, sono sicura che ci sarebbe stato fino alla fine dei miei tempi, mi avrebbe sostenuta sempre, e gli volevo un bene tremendo per questo. Ero davvero molto legata a lui. Era il mio paracadute d’emergenza. Non eravamo quei fratelli che passano il tempo a litigare. Vabbè naturalmente gli scherzetti ce li facevamo insieme, ma non ci scannavamo, no. Noi scherzavamo insieme, parlavamo, frequentavamo lo stesso gruppo di amici, gli raccontavo tutto. Era il fratello perfetto.
« Stai tranquilla, facciamo in tempo » disse lui, per affermare il concetto del fratello premuroso e gentile.
« Liam te l’ho mai detto che ti voglio bene?» gli dissi stringendolo in un abbraccio da orsi.
« Sì, però ora vai a prepararti!»
In meno di dieci minuti riuscii ad essere pronta, tempo record! I capelli li avevo legati in un ciuffo semi trasandato, avevo coperto quelle occhiaie con il correttore, gli occhi li avevo truccati con un filo di matita, mi ero messa una maglietta blu scura, coperta da un maglione largo, jeans e ai piedi degli UGG. Indossammo il cappotto e uscimmo di casa, mi strinsi al braccio di mio fratello per ripararmi dal vento pungente, che tirava per le stradi londinesi.
Eravamo alle porte del natale mancavano tre settimane, la neve era una parte integrante della città, il sole ormai era andato in ferie, stavamo vivendo il freddo tipico di una Londra sotto le luci natalizie. Il vento pizzicava sul mio viso semi coperto da una grande sciarpa e da un cappellino. Soffrivo il freddo, quindi era naturale per me coprirsi cosi tanto, probabilmente sembravo una disadattata, ma meglio cosi che sentire freddo.


«LIAM! Aspetta!» sentendo quelle urla entrambi ci voltammo.
«Ehi Liam – disse guardando, appunto mio fratello. Poi si fermò e mi guardò – e ciao, barbona!» eccolo il solito cretino!
«HA HA HA, eccolo Harry il simpaticone» dissi con proprio una lievissima punta di sarcasmo, tirandogli nel frattempo un pugno sul braccio. Harry era il tipico amico con le battutine pronte, faceva coppia con lou, la sua immancabile spalla, erano un duo perfetto, insieme seminavano una battuta dopo l’altra, a cui non resistevi, perché alla fine tutte erano divertenti.
«oooh, ma sei tu! Non ti avevo riconosciuta! Stai proprio bene oggi! » a quel punto la risatina era inevitabile.
«Scemo! » gli dissi tirandogli il secondo pugno sul braccio della giornata.
«Dai ragazzi andiamo, sennò facciamo tardi» eccolo, Liam il saggio, il maturo, quello responsabile ci riportò alla triste realtà che ci aspettava, la scuola.


Circa cinque minuti più tardi arrivammo davanti a un grande palazzo, che si ergeva su due piani, da fuori sembrava un palazzo triste e abbandonato, però appena varcavi la soglia dell’ingesso principale potevi notare immediatamente la differenza. Entravi e ti ritrovavi questi corridoi illuminati da luci, i muri color crema e gli armadietti arancioni, invece, davano un certo tono allegro che ti facevano riprendere dalle alzatacce. Quell’edificio racchiudeva una grandissima palestra, e tantissime aule, i corridoi erano tantissimi, e le persone nuove si perdevano in un batter d’occhio facendole tardare alle lezioni, e come potergli dare torto? La scuola era enorme.
Davanti alla scuola ,dove c’era una piccola piazzetta, c’erano tutti gli studenti che si mettevano a parlare a gruppetti sugli ultimi fatti avvenuti. Il mio gruppo occupava una panchina al lato destro della scuola, e come sempre erano lì ad aspettarci. Da qui riuscivo a vedere la chioma bionda di Dess, inconfondibile tra le altre teste.
Ci avvicinammo a loro, saltai addosso a dess, prima che quel fastidioso suono che emetteva la campanella ci avvertisse dell’imminente inizio delle lezioni, “stupida scuola, io ti odio” pensai.
Insieme ci avvicinammo all’ingresso, pronti per un'altra mattinata di studio “evvivaaa” il mio sarcasmo oggi si faceva sentire più del solito.
«ehi jude» sentendo quella voce avvampai subito e le farfalle iniziarono a svolazzare liberamente nel mio stomaco, le avrei volute prenderle tutte a bastonate, ma probabilmente avrei fatto ancora più casino.
Solo lui riusciva a farmi imbarazzare dicendo solo due parole.
«emm..ciao» gli risposi io imbarazzatissima, per non sembrare una completa demente.
Era possibile che una persona potesse farmi questo effetto?






myself.
allora gente, ho iniziato una nuova storia!
- come se da sole non lo aveste già capito-
questa storia mi è venuta in mente da un sogno,
e non sono riuscita a fare a meno di provare a scriverci qualcosa.
Cooooooomunque,
questa è un'introduzione che serve a far capire leggermente il filo della storia.
Vabbè, non c'è niente di importante da dire,
volevo solo chiedervi se potevate recensire,
dicendomi cose ne pensate.

a presto,
nicole.

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Capitolo 2
*** first; ***









Giocavo con il cibo che mi ritrovavo nel piatto, che poi a chiamarlo cibo ce ne voleva di coraggio. Diciamo che la nostra mensa non era conosciuta per i suoi piatti squisiti, bensì per la sbobba che servivano, infatti, la maggior parte delle volte mi portavo un panino da casa, ma oggi no.
Oggi le sveglie avevano deciso di ammutinarsi contro di me, portandomi a fare una bella figura di merda con la professoressa di latino, che con quegli occhi da persona maligna qual è mi aveva guardata con la coda dell’occhio dicendomi semplicemente “ora iniziamo a fare anche ritardi signorina Payne?” con la sua solita acidità. Dio solo sa quanto io odi quell’arpia di miss. Perklinson, ero convinta che quella donna non scopasse da circa dieci anni, insomma come si può essere cosi acidi? Era impossibile.
«Jude a che pensi? Hai avuto un’alzataccia oggi?» eccolo, difficile che non se ne accorgesse, lui notava ogni singolo cambiamento del mio umore. Mi era impossibile nascondergli qualcosa, capiva subito se qualcosa non andava. Mi conosceva da quando in testa avevo solo un pelo, mi aveva visto crescere, era il mio migliore amico, gli raccontavo di tutto, anche se la metà delle cose me le leggeva negli occhi. Era il mio punto di riferimento.
Sentii qualcuno sghignazzare, mi girai e trovai il mio caro fratello che cercava di trattenere una sonora risata, sapeva che se lo avesse fatto gli avrei sbattuto questo vassoio in faccia.
«Liam è inutile che ti trattenga, l’ho visto che ridi. Sfogati pure – neanche il tempo di parlare che il suono della sua risata aveva invaso l’intera mensa – comunque sì, questa giornata non è tra le mie top ten, lou» risposi.
«RAGAZZI!» roteai gli occhi, ci mancava solo l’altra scema che si mette a urlare per la scuola «non indovinerete mai cosa ho da raccontarvi!»
«Dai racconta» dissero gli altri cinque all’unisono, quella scena mi fece sorridere, sembravano dei bambini a cui stavi per raccontare il pezzo più bello della favola, li luccicavano persino gli occhi, che scenetta tenera.
«Allora, – iniziò lei – avete presente la casa che ho in montagna? Beh ho chiesto ai miei se durante le vacanze di Natale possiamo andare lì per dieci giorni, e indovinate che cosa hanno detto? Hanno risposto di si!» e fu lì che quei cinque coglioni esultarono urlando, facendo cosi puntare gli occhi di mezza scuola su di noi, dio che imbarazzo.
«Poi mi sono messa d’accordo con Mark Jones – disse lei girandosi per un secondo facendo un veloce occhiolino a quest’ultimo – e si è offerto di noleggiarci scii e altro materiale a un prezzo stracciato! Allora che ne pensate?»
«Ti sei portata a letto anche Mark?» dissi con non troppo stupore, insomma c’era d’aspettarselo da una come Dess, non l’avevo soprannominata ‘la mangiauomini’ a caso. Quella ragazza cambiava ragazzo tanto spesso quanto la biancheria intima. Non credo che un foglio sarebbe bastato ad elencare i fortunati coinvolti nelle sue scappatelle. Non era una sgualdrina, solo che non credeva all’idea dell’amore, tutto qui. Pensava fosse solo un pensiero per filosofi e poeti, nulla di reale. A canto mio lei aveva solo paura di rimanere delusa, ma questo non glielo avevo mai detto, avrei perso in partenza.
«ma hai visto che culo ha? Sembra scolpito direttamente nel marmo. Guarda!» disse indicandomi il culo del ragazzo, e io subito le abbassai il braccio imbarazzata.
«Dess! Ma sei matta, che fai! Non indicare! Ci vede tutta la scuola» vedendo quella scena, i ragazzi sghignazzarono.
«Ma Jude! Un culo cosi non lo trovi spesso, quello è un dono!» roteai gli occhi mentre i ragazzi si perdevano in una fragorosa risata, quella ragazza non si smentisce mai.
«Vabbè io ci sto, una vacanza ci vuole proprio» disse Harry, seguito subito dagli altri.
Aspetta un secondo, andare in montagna include anche il fatto di saper sciare, e io non ho mai imparato, appena mettevo quei due cosi a piedi e c’era una lieve discesa, era inevitabile che io cascassi, sembravo un sacco di patate.
Proprio in montagna dovevamo andare? Cribbio.
«Emm.. c’è un piccolo problema ragazzi, io non so sciare» eccole di nuovo quelle risate, amici insensibili. Incrociai le braccia al petto mettendo su il broncio, facendo la finta offesa.
«Jude non c’è problema, stai tranquilla» disse il mio lou stringendomi con un braccio «t’insegneremo noi!»
«allora sì che sono in mani sicure» dissi sprizzando sarcasmo da tutti i pori, scatenando risate generali del gruppo.
«magari ti può insegnare Niall» disse Lou, questa volta, però, sussurrando al mio orecchio, facendomi diventare così rossa da sembrare un peperone, subito gli tirai un calcio sotto al tavolo facendolo sussultare per il dolore.
Avevo sempre avuto una leggera cotta per Niall, ma chi prendo in giro? La mia cotta era più grande della casa di Dess, il che la diceva lunga. Credo che ormai lo sapessero tutti, tutti tranne lui. Louis diceva che quando lo vedevo mi si illuminavano gli occhi, diventavo rossa, sorridevo come una cretina e mi fissavo le scarpe. Io non me ne ero mai accorta, si va bene, quando incontravo il suo sguardo diventavo automaticamente rossa, sudavo dalle mani e finivo in un mondo parallelo a crearmi mille filmini mentali. Lou, infatti, non resisteva al fare battutine, doveva sempre farmi imbarazzare in qualche modo, per fortuna Niall non aveva mai capito nulla, avevo sempre avuto paura di un rifiuto da parte sua, del resto per lui sono sempre stata solo un’amica, quindi non gli ho mai parlato dei miei sentimenti.
Ho passato un sacco di notti insonne a cercare di convincermi di dimenticarlo, ma il giorno seguente, dopo aver incontrato i suoi occhi che potevano fare invidia al mare, non potevo fare a meno di sciogliermi e rimangiarmi le parole pensate. I suoi occhi erano il mio punto debole. Lui era il mio punto debole.
Ritornando nel mondo dei mortali, mi accorsi che tutti mi stavano fissando, aspettando una mia conferma, come se fossi io quella che dava il voto decisivo.
«Allora, vieni?» mi domandò Dess con una voce supplicante facendomi anche gli occhi da cucciolo. Che cavolo gli occhi da cucciolo no, io non riesco a resistere, e i ragazzi se ne accorsero, cosi, crudeli come sono, mi fecero anche loro gli occhi da cucciolo. Dannazione.
«Va bene… TUTTI IN MONTAGNA!» esultai alzandomi e facendo spuntare sorrisi sui loro volti, i miei amici erano peggio dei bambini.
E io come li potevo deludere?






myself.
Eccovi il nuova capitolo!
Che poi sarebbe il primo, dato che quello di prima era solo il prologo, ma vabbè.
Beh in questo capitolo ci sono alcuni avvenimenti,
ad esempio l'imminente viaggio, che darà una svolta alla storia.
E poi scopriamo il ragazzo che provoca le farfalle,
ebbene si è Niall.
Siccome ci sono cosi poche ff dedicate a lui,
ho pensato di scriverne una io.
Ringrazio quelle due personcine che hanno recensito l'ultima volta,
davvero grazie di cuore.
Vi prego recensite, è davvero molto bello leggerle.

love&rockets,
nicole.

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Capitolo 3
*** second; ***









Mi guardai un’altra volta allo specchio, cavolo con questa tuta da scii sembravo una specie di pachiderma impedito, qualcuno che voltandosi avrebbe travolto qualcuno o qualcosa.
La tolsi subito e la buttai distrattamente dentro la valigia, mi addentrai di nuovo dentro all’armadio alla ricerca di qualche vestito, conoscendo Dess ero sicura che ci avrebbe portato a fare baldoria la sera. Il problema era che non avevo poi cosi tanta scelta, avevo un tubino nero, troppo corto per i miei gusti, che naturalmente mi aveva regalato la mia amica, e un vestito azzurro che mi stava troppo largo. In quel momento mi maledissi per aver rifiutato di andare a fare compere con Dess, io non avevo abbastanza vestiti.
Decisi di chiamarla, cercando di trovare una salvezza.
«Dess, c’è un piccolissimo problema» le dissi dopo che lei rispose.
«Dimmi Payne» roteai gli occhi, odiavo quando mi chiamavano per cognome, ma quello non era il momento di fare storie, ero nella cacca.
«Emmm, diciamo che non ho vestiti da mettere» glielo dissi quasi sussurrando.
«Vengo da te, ora» e tutto quello che sentii dopo fu un: TUUU TUUU TUUU segno che aveva attaccato, già me la immaginavo tutta felice che prendeva la metà dell’armadio che non si sarebbe portata dietro e portarla qua.
Quella ragazza era matta, andava matta per le compere. Tipo che la sua cabina armadio era grande quanto la mia camera, mi chiedevo cosa ci facesse con tutti quei vestiti, si sarebbe potuta vestire tutti i giorni con qualcosa di diverso per un anno intero.
Sentii una macchina suonare il clacson, mi affacciai alla finestra e vidi la chioma bionda di Dess sbucare dalla sua mini nera.
Andai ad aprire la porta, nemmeno mi salutò che se ne andò subito in camera mia, la seguii.
Entrando in camera vidi il mio letto pieno di vestiti che prima non c’erano, ma che cazz?
«Allora, ho portato una piccola parte del mio armadio. Vediamo se troviamo qualcosa per far perdere la testa a Niall» okay, la volevo picchiare.
«Una piccola parte? Te questa la chiami piccola? Non entra nemmeno nel mio armadio questa tua PICCOLA parte» le dissi sbalordita.
«Judith Eveleen Payne, ora te prendi le tue chiappe sode e ti provi questi vestiti» in quel momento mi fece paura, quindi presi un po’ di quei vestiti e andai nel bagno accanto alla mia camera. Provai tantissimi vestiti, forse troppi, quando finalmente arrivò quello giusto.
Quando entrai in camera con questo vestito a Dess gli si illuminarono gli occhi, come a una madre quando i figli si laureano.
Guardai allo specchio. Vidi riflessa una ragazza con un vestitino rosso, la osservai meglio. Guardai il suo fisico snello, i suoi boccoli color oro, e poi mi soffermai a osservare il suo viso, le sue labbra rosee e carnose, le sue guance arrossate, poi quelle poche lentiggini che si potevano vedere nei paraggi delle guance e i suoi occhi celesti. Mi faceva fatica realizzare quella ragazza ero io. Chiunque avrebbe detto che ero perfetta, ma non io. C’era di mezzo il mio carattere che mi impediva di mettermi in mostra più di tanto, mi imbarazzavo subito. Non ero quel tipo di ragazze a cui piaceva essere al centro delle attenzioni e avere tutti ai suoi piedi, a me non interessava proprio. A Dess invece, diversamente da me, piaceva mettersi in mostra, eravamo un po’ una l’opposto dell’altra, certe volte mi chiedevo come facessimo ad andare d’accordo. Alcune cose, però, ce le avevamo in comune, come la testardaggine o l’orgoglio.
In qualche modo, però, la nostra amicizia riusciva a funzionare, ed ero felice di avere lei come amica. Le volevo davvero tanto bene, e fortunatamente lei ne voleva anche a me.
«Jude, sei.. bellissima»
«Sicura? Non credi sia troppo corto? Non sono troppo appariscente?» le dissi toccando la fine del vestito.
« No. Sei perfetta, altro che Niall, con questo vestito puoi avere chiunque» mi disse le schiaffeggiandomi la mano, come a dirmi di smetterla di stuzzicare il vestito, e accogliendomi in un caloroso abbraccio.
«Ma io voglio solo lui» le dissi con tono malinconico, sprofondando il viso nei suoi capelli.
«Lo avrai, te lo assicuro. Ora me ne vado, che domani si parte presto!»
«Okay»
«E Jude non provare dimenticare di proposito questo vestito. Perché ti mando a pedate in culo fino a qua per riprenderlo, inteso?»
«Promesso, parola di lupetto!» gli porsi il mignolino come facevano i bambini per stringere un patto.




Okay, tutto era pronto, nella valigia c’erano tutone e vestito compresi.
Presi la valigia la trascinai fuori dalla camera, poi la sollevai con l’intenzione di portarla giù dalle scale ma Liam mi anticipò prendendola al posto mio.
«Che fratello dolce che ho» gli stampai un bacio sulla guancia e poi scesi le scale arrivando nell’ingresso dove c’erano mamma e papà ad aspettarci.
«Li avete presi gli spazzolini?» ecco che la mamma partiva.
«Si» rispondemmo noi.
«Le mutande?»
«Si»
«Oddio, quanto siete cresciuti – disse con una specie di malinconia per i tempi passati – quanto era bello vedervi per la casa a bisticciare e a rincorrervi» aveva la voce spezzata e le lacrime affiorarono sui suoi occhi.
«Mamma, ma andiamo via solo per dieci giorni! E non andiamo nemmeno in guerra, andiamo solo in montagna! Che vuoi che succeda?» le dissi io abbracciandola.
«Sì, ma voi resterete per sempre i miei bambini»
«Okay Karen, penso che abbiano capito. Non fate cavolate capito? E se dovete fare qualcosa… usate le giuste precauzioni» disse poi papà con un tono più serio.
«Ma papààààà» Era imbarazzante quando i tuoi tiravano fuori quell’argomento, lo sarebbe sempre stato.
Sentii un clacson suonare, erano i ragazzi, la nostra salvezza.
«Fate ammodo capito?» Disse la mamma abbracciandoci entrambi.
«Si mamma, stai tranquilla» Le dissi io rassicurandola.
Appena uscita di casa notai subito i miei amici, tutti con gli occhi mezzi chiusi, a causa dell’alzataccia, poveri non erano abituati.
Tra tutti notai subito lui. Era impossibile che nonostante fosse assonnato e con gli occhi mezzi chiusi a me apparisse lo stesso perfetto. Ero da ricoverare, punto.
«Allora ragazzi, siamo in 7 e ci dobbiamo dividere in due macchine – ma come cavolo faceva ad essere cosi pimpante di prima mattina? Al momento io mi sarei addormentata anche in piedi- allora facciamo cosi: Louis, Jude, Niall e Liam in una macchina, Zayn e Harry venite con me. Liam guida te guarda quelli li come sono ridotti» disse indicando me, Lou e Niall.
«Ehy, guarda che io sono pienamente cosciente delle mie azione»
«Si, Lou. Certo, ora andiamo che almeno in macchina mi metto a dormire» gli dissi io trascinandolo in macchina.
«Guardate che voi due non siete mica esonerati, tutti in macchina!» dissi . Notando che gli altri due non si erano smossi di un centimetro.
Dopo che fummo tutti pronti, potemmo partire. Louis era seduto accanto a me, mentre Niall e Liam erano davanti. Appoggiai la testa sulla spalla di Lou e mi addormentai nel più profondo dei sonni.




«Jude, sveglia… siamo arrivati» una voce sussurrò vicina al mio orecchio.
Aspetta ma quella voce vicinissima non era quella che mi aspettavo, non era quella di Lou.
Aprii gli occhi guardandomi attorno capendo che avevo dormito sulla spalla di Niall, oddio avevo dormito sulla sua spalla.
Nemmeno il tempo di aprire la bocca che lui mi disse: «Noi altri siamo scesi per una sosta, ma siccome te dormivi ancora non ti abbiamo voluta svegliare. Poi per il resto del viaggio Louis è voluto stare davanti, e te quindi ti sei appoggiata alla mia spalla»
«Ahhh, spero di non averti dato fastidio» gli dissi io.
«Macchè, scherzi! Non mi hai dato mica noia. Ora scendiamo che stanno aspettando solo noi!» rispose lui sorridendomi.
Rimasi un secondo incantata sul suo sorriso, ma mi scantai subito accorgendomi che la distanza tra di noi non era poi cosi tanta, e scesi dalla macchina.
Scesa, mi ritrovai davanti una casa enorme. Quella non era una casa normale che trovi in montagna, quello era un villone, era enorme.
«Accidenti, ma è… è… wow» le uniche parole che riuscii a dire mentre gli altri erano ancora a bocca aperta.






myself.
Buonasera a tutti,
è tipo l'una di notte e io sono qui ad aggiornare,
curatemi lol
Comuuuunque, questo è semplicemente un capitolo di passaggio,
non è una gran cosa!
Ho descritto come io vedo Jude,
e poi boh non ci sono gran cose!
Ringrazio quelle 4 persone che hanno recensito l'ultimo capitolo,
davvero grazie mille!
E tu, tu che stai leggendo, ti prego recensisci!

love&rockets,
nicole.

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Capitolo 4
*** third; ***









Entrammo tutti in quell’enorme villa ancora con la bocca aperta, cacchio era davvero molto grande. Posammo le valigie nell’ingresso e ci mettemmo in cerchio a discutere sul da farsi.
«Allora, ci sono solo 5 camere a disposizione, quindi, io e Jude dormiremo assieme. E c’è bisogno che due di voi dormano nella stessa stanza. Come volete fare?» disse quella svampita di Dess.
«Harry ed io potremmo dormire insieme» disse Lou scambiandosi un’occhiata con Harry.
«Okay, perfetto. Sono solo le – si guardò l’orologio – 10.30, va bene se ci si cambia e andiamo sulle piste?» propose Dess, la fulminai. Tanto odio a te Dess.
«Giusto... chi si prende cura della ragazza impedita? » la sua delicatezza mi stupisce ogni giorno di più.
«Lo farò io!» awww, Lou il mio eroe.
«Perfetto, andate nelle vostre stanze, cioè andate a scegliervele. Fra mezz’ora qui» alle parole della mia amica tutti annuimmo e ci ritirammo nelle nostre tane.



«Okay, Jude spingi più forte, dai»
«Lou, non ce la faccio»
«Forza ragazza ce la puoi fare. Dai, brava cosi, ci siamo»
«Ti prego aiutami»
«Okay, forza spingi, cosi»
CLACK, alleluia! Ce l’abbiamo fatta. Ero riuscita a mettere quei maledetti scarponi dentro quei due cosi lunghi inutili che la gente chiamava ‘sci’, perfino il loro nome non aveva senso.
«Dai, finalmente dopo dieci minuti siamo riusciti a farti mettere gli sci, ora possiamo andare» mi prese per mano e mi tirò per farmi scivolare sulla neve, andammo su una di quelle seggiovie e dopo aver fatto la fila ci sedemmo su uno di quei cosi.
«Lou, secondo te io ce l’ho una chance?»
«Jude, mica sei cosi tanto impedita, qualche discesa e imparerai» ma come si può essere cosi scemi? Certe volte proprio non lo capisco.
«Coglione. Io mi riferivo a Niall»
«Ahh, e specifica sennò io non capisco. Mah, questi giovani e i loro linguaggi»
«Dai seriamente, credi che a Niall possa piacere una ragazza come me?»
«Cara Judith, tu sei una ragazza perfetta. Tutti i ragazzi che hanno almeno due neuroni funzionanti sanno quanto sarebbero fortunati ad averti al loro fianco. Sei una ragazza dolce e sensibile, sei simpatica, buffa e intelligente, d’aspetto fisico non hai nulla da invidiare alle altre e Niall è uno scemo se non se ne accorge al più presto. Fidati quel ragazzo prima o poi sarà tuo»
«Oddio, cosi mi fai venire le lacrime agli occhi. Lou, grazie di tutto, ti voglio un bene della madonna» lo abbracciai al meglio a me possibile, dato che ero ostacolata da una cavolo di barra protettiva.
«Si, anche io ti voglio bene cacca. Ora scendiamo che sennò questo coso ci riporta giù»
«Sono pronta a imparare a sciare grazie agli insegnamenti di super Tommo! »
«Yeah buddie»
Alzammo la barra e scendemmo non appena fu possibile, presi una culata per colpa della seggiovia che continuava ad andare, si inizia bene!
Mi avvicinai alla pista, iniziò la discesa, che si salvi chi può. Seguivo Louis, cercavo di imitare le stesse cose che faceva lui. Dai non è cosi diff.. ecco. Nemmeno il tempo di pensarlo che cascai, ma ti pareva!
Ahia, questa culata era peggiore di quella della seggiovia, che male!
E come se non bastasse quell’insensibile di Louis invece di aiutarmi ad alzarmi e chiedermi come stavo si gustava la scena ridendo come un matto, ho già che i miei amici sono delle grandi cacche?
«Dai aiutami invece di ridere!» gli dissi con il culo dolorante.
«Forza, vieni» disse porgendomi la mano, che afferrai subito, e aiutandomi ad alzarmi.
«Ora ti insegna il maestro degli sci» continuò mister modestia.
«Cosa? Prenotiamo un maestro? Ma lo paghi te, visto il tuo deludente lavoro?» un po’ di sarcasmo non nuoce mai.
«Simpatica la ragazza, ti conviene tacere. Sono l’unico che ti può aiutare a scendere questa pista, sempre che tu non la voglia fare tutta di culo»
«Okay, okay. Ho capito» gli dissi arrendendomi.
«Allora, mia cara allieva. Sciare non è difficile – questo lo diceva lui – Allora: primo insegnamento, se porti il peso indietro è quasi certo che cadi, quindi stai lievemente con il peso in avanti. Secondo: come si gira, devi mettere un po’ più di peso dalla parte opposta in cui vuoi girare. Esempio: se vuoi girare verso destra metti un poco più di peso sulla gamba sinistra. E infine per frenare basta che tiri le punte degli sci verso l’interno. Sei pronta?» okay non sembra poi cosi tanto complicato.
«Okay, se mi sto per ammazzare tiro un grido. Vai te davanti» Louis partii e io lo seguii. Riuscii a fare tutta la pista cadendo solo due volte, evviva!
Finalmente arrivarono le 5 ed io e Louis tornammo a casa, dove trovammo li altri già spaparanzati sul divano.
«Allora, la mia sorella ha imparato almeno a mettere gli sci?»
«Ah ah ah, diventi sempre più simpatico»
«In realtà è riuscita a fare anche una discesa senza cascare!» grazie Lou, tu si che sei confortante.
«Vabbè, io vado su. Mi faccio una doccia»
Salii le scale e mi feci una bella doccia calda, ci voleva dopo aver passato il pomeriggio su quella roba bianca e fredda.
Tornai in camera mi misi dei leggings neri e un maglioncino sopra, scesi. I ragazzi erano ancora nella stessa posizione di prima, e c’era da stupirsi?
Andai in cucina e preparai un po’ di pasta, se fosse dipeso da loro saremmo morti di fame.
Quando il tutto fu pronto li chiamai, ci sedemmo e mangiammo mentre i ragazzi parlavano di quante volte fosse caduto Zayn e anche di come io non riuscissi a infilare gli sci.
«Ragazzi, non perdiamo troppo tempo. Stasera si va a ballare» e te pareva che Dess non riuscisse a passare una serata fuori dalla discoteca.
«Forza, andate a prepararvi» insistette la bionda e mai disubbidire alla bionda.
Ci ritirammo tutti in camera a prepararci.
Lasciai i capelli sciolti, indossai il vestito rosso con delle decolté color carne, e misi un po’ di eyeliner e un po’ di lucidalabbra. Dess invece mise un vestito con la parte superiore ricoperta di paillettes e quella sotto increspata nera, con dei tacchi neri, legando i capelli in una treccia sfatta sulla spalla e mettendo un rossetto rosso.
Feci per uscire dalla camera, ma sentii Dess chiamarmi.
«Jude, oggi lo stenderai di sicuro».
«Grazie Dess, ti voglio bene» la abbracciai.
Scendemmo insieme le scale, trovando i ragazzi nell’ingresso a scherzare ma non appena sentirono il rumore che i tacchi facevano contro il pavimento si girarono, e iniziarono a fissarci come se fossimo degli alieni.
«Chiudete quelle bocche che ci entrano le mosche» parlò la biondina.
«Andiamo?» disse Lou ancora incredulo.
«Si, dividiamoci come l’ultima volta» rispose ancora Dess.



Durante il tragitto sentii diverse occhiate silenziose da parte di Niall, la cosa non mi dispiaceva affatto, la questione era che ogni santa volta diventavo rossa come un peperone, anzi rossa come il mio vestito, come ero stupida. Dovevo fare la disinvolta, quindi all’ennesima occhiata mi girai verso di lui e gli mostrai un sorriso di una ragazza sicura di sé, almeno ci provai, poi mi rigirai guardando di nuovo davanti a me.
Arrivammo davanti al locale, si poteva sentire la musica anche da fuori, mi immaginavo tutta la gente che ballava e non perdeva tempo ad ubriacarsi.
Se non fosse stato per mio fratello che non poteva bere più di tanto ero certa che sarei rimasta l’unica a non ubriacarsi.
Entrammo velocemente e ci accomodammo in uno dei divanetti che erano rimasti liberi, Dess e Lou portarono diversi shottini, ne presi uno solo, non volevo darmi alla pazza gioia, il giorno dopo me ne sarei di sicuro pentita.
Le luci creavano una grandissima confusione nella mia testa, quel lampeggiare continuo e la musica ad alto volume mi facevano pensare di essere in un sogno, era sempre cosi.
Tutte le volte che andavo in discoteca avevo questa sensazione.
A un certo punto Dess e il resto della combriccola si alzarono ed andarono a ballare, io restai un altro pò seduta. Guardai i miei amici in pista a ballare e divertirsi, non mi resi nemmeno conto che avevo perso Niall di vista, merda.
Magari ora se la stava spassando con una troietta del posto, mi alzai in piedi per cercare di vedere meglio, ma niente, di Niall non c’era traccia, prima di scendere i gradini che mi dividevano dalla pista sentii una voce chiamarmi, mi girai.
«Ehy, ti andrebbe di ballare?»






myself.
Ciao caccheeeeeeeeeeeeeeeeeee!
come state?
Avete sentito che Harreh forse viene a Roma?
mi piacerebbe tanto, e forse ci vado insieme a una mia amica!
Si è una sciocchezza, ma vabbè! Al massimo mi faccio un giretto.
Comunque, questa è la cagata di capitolo,
loro sono in montagna, e chissà cosa continuerà a portarci la montagna.
Per ora qualcuno ha chiesto a Jude di ballare, chi pensate che sia?
Scrivetemelo in una recensione, che spero mi lascerete.
Grazie di cuore a chi recensisce sempre, non sapete che piacere mi faccia leggerle!

love&rockets,
nicole.

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Capitolo 5
*** fourth; ***









Mi voltai, trovandomi davanti un ragazzo con una camicia bianca, che faceva risaltare il suo sorriso perfetto. Mi avvicinai per osservarlo meglio, notai i suoi riccioli e i suoi occhi azzurri, questo ragazzo poteva essere tranquillamente un modello che trovi alle entrate dell’Abercrombie.
«Molto volentieri» risposi, del resto come potevo rifiutare?
Andammo al centro della pista cominciando a ballare assieme al resto della folla. Più l’osservavo e più vedevo quanto fosse perfetto, iniziavo a chiedermi sempre di più per quale strano motivo avesse chiesto a me di ballare, insomma, in questa discoteca c’erano cento ragazze più belle di me. Tutti questi pensieri furono spazzati via, quando mise una mano sul mio fianco, facendo diventare l’aria irrespirabile e le mie guance rosse fuoco, stavo per caso sudando? Oddio, Jude non fare figuracce e mantieni il controllo. Era un ragazzo appena incontrato, e poi a me piace Niall.
Si, ma le cose potrebbero cambiare.
E te da dove sbuchi? Io non ho bisogno di una vocina che mi dica cosa fare. Anche se effettivamente hai ragione, le cose potrebbero davvero cambiare.
«Ragazzi, facciamo un gioco» questa frase ricordava solo a me saw? Non voglio fare un gioco che mi porterà alla morte, non voglio proprio morire, sono ancora giovane. Il dj mise un canzone lenta e riprese a parlare.
«Per la prima volta in questa discoteca! Ora, chiudete gli occhi, voltatevi e prendete la mano della persona che vi trovate davanti» tesi la mano in avanti, e questa fu subito afferrata da una mano più calda rispetto alla mia.
«Ora avvicinatevi al nuovo partner, e iniziate a ballare questa canzone. Non aprite gli occhi finché non ve lo dirò io» il dj smise di parlare facendo partire una dolce melodia. Era “Your Song”, io amo questa canzone, è decisamente tra le mie preferite.
La stretta del ragazzo davanti a me si fece più decisa, facendo scorrere sulla mia schiena una serie di brividi e facendo galoppare sempre di più le mie fantasie, quanto avrei voluto che quel ragazzo fosse Niall. Penso che le cose non sarebbero mai cambiate, avrei sempre ed esclusivamente pensato a lui, per sempre prigioniera dei suoi occhi.
Da quello che le mie mani dietro al suo collo potevano percepire, avevo capito che il ragazzo aveva capelli corti, non riuscii a capire nient’altro, solo il dj mi avrebbe aiutata a scoprire qual è il volto del ragazzo a cui mi stringevo.
«Okay, ora aprite gli occhi»
Non me lo feci ripetere due volte, aprii i miei occhi e ne trovai altri due azzurri che mi scrutavano.
Ecco la morte.
Era davvero lui, oddio credo di star per svenire.
Le mie gambe stavano per cedere, le mie guance erano infuocate, e stavo provando un caldo impossibile da reggere.
«Ehy» ecco, Judith Payne deceduta alle ore 11.49 del 26 Dicembre 2011 in discoteca per infarto dovuto al ragazzo più perfetto che ci sia.
«Ciao» spero che riuscì a sentirlo, perché più forte di cosi non sarei riuscita a parlare.
Non so il motivo ma mi strinsi ancora di più a lui, come per evitare di farlo scappare, o forse solo per il motivo che volevo farlo mio.
Durante quel ballo non ci furono molte parole, ma solo sguardi infiniti che mi perforavano riuscendo a trapassarmi da parte a parte. Quel ragazzo mi avrebbe ammazzata per davvero cosi.
Sentii picchiettare sulla mia spalla, sinceramente avrei voluto tirare un pugno in faccia a chi aveva commesso quell’azione, ma evitai. Niall avrebbe pensato di trovarsi davanti una psicopatica. Mi voltai e trovai il volto di Zayn leggermente preoccupato.
«Ragazzi, Lou ha bevuto un po’ troppo e si sente male, noi torniamo a casa ma voi se volete restate pure»
«No, veniamo anche noi» dissi preoccupata, Lou era il mio migliore amico e io mi sarei presa cura di lui.



«Quindi, mi stai dicendo che tu hai lasciato Niall e sei venuta qua per vedermi rimettere? Jude, fattelo dire: sei una stupida» Louis mi stava facendo saltare i nervi.
«Insomma, hai una possibilità del genere e te la sprechi per me?» ribadì ancora.
«Va bene la prossima volta ti lascerò in un bagno di vomito, sei felice?»
«Okay, okay. Grazie Jude, ti voglio bene. Giuro che mi sdebiterò»
«Bene, ora dormi e rimettiti. E mi raccomando, la prossima volta non bere cosi tanto» dissi rimboccandogli le coperte, e poi uscii dalla camera chiudendo la porta. Mi avviai verso la porta della mia stanza, feci per aprire, quando notai che sul pomello c’era un calzino.
Fantastico, Dess se la stava spassando con solo Dio sa chi, e a me sarebbe toccato dormire sul divano, evviva.
Scesi al piano di sotto, preparai il mio ‘letto’ prendendo un cuscino e una coperta, e poi andai in cucina con l’intenzione di prendere un bicchiere d’acqua.
Arrivata in cucina però mi ritrovai una figura maschile davanti, accesi la luce e misi a fuoco il volto, era Niall.
«Che fai?» gli domandai io.
«Che cosa pensi che stia facendo? Prendo un bicchiere d’acqua? E te invece? Pensavo che tu fossi già a dormire» rispose lui ovvio.
«Mi toccherà dormire sul divano questa sera, Dess fa baldoria»
«Ehii, ma quale divano e divano, te dormi in camera mia. Non ti ci faccio dormire su uno scomodo divano»
«Sicuro?»
«Si, del resto ci conosciamo da quando eravamo piccoli giusto?»
«Esatto» dissi un goccio rammaricata, quella sua frase mi suonava tanto di “siamo amici da sempre, e resteremo per sempre quello”, fantastico.
«Dai , allora andiamo» disse prendendomi la mano. Ma non lo capiva che facendo cosi mi faceva morire, sapevo recitare cosi bene? O era lui stupido?
Salimmo le scale ed entrammo in camera, mi fece segno di sdraiarmi e cosi feci. Mi poggiai sul fianco e gli detti le spalle, guardando fuori dalla finestra la neve cascare. Credo che in meno di due minuti caddi in un sonno profondo.



Niall



Eccola, era stesa davanti a me, riuscivo a sentire i suoi sospiri, quei dolci sospiri che faceva, erano dolci, lei era dolce. Una piccola creaturina, che si sarebbe potuta spezzare al minimo movimento.
Si girò, facendo sfiorare la sua mano con il mio petto, l’area che aveva toccato fu percossa da brevi scosse. Mi fece spaventare, pensavo che mi avrebbe guardato come se fossi un maniaco, insomma io la stavo fissando, poi mi accorsi che stava semplicemente dormendo, e mi sentii sollevato. Beata lei che era già crollata nelle braccia di Morfeo.
Guardai il suo volto, cavolo, era perfetta. Mi domandai per quale motivazione non me ne ero mai accorto fino ad oggi, fino a quando aveva sceso quelle scale prima di andare in discoteca, o fino a quando in pista aprii gli occhi e me la ritrovai tra le braccia. Cercai di osservarla meglio nonostante il buio, vidi delle lentiggini sulle sue guance costantemente arrossate, i capelli biondi e mossi invece le incorniciavano il volto. Chissà se lei aveva mai pensato a me più che come amico? Certo che no, io sono solo un amico. In più lei è una ragazza fantastica e bellissima, perché mai dovrebbe pensare a me?
Scacciai quei pensieri e chiusi gli occhi cercando di addormentarmi, cosa impossibile, non facevo altro che pensare a lei, era una cosa automatica oramai.
Possibile che iniziasse a piacermi Jude, mia amica da sempre? Quella ragazza che non avrebbe mai ricambiato quelle emozioni?






myself.
Ciao genteeeeeeeeeee!
Eccovi il nuovo capitolo,
più corto rispetto agli ultimi, e forse fa anche cagare.
Ho anche aggiornato un pò più tardi rispetto al mio solito,
non ero ispirata çç
Vabbè vi lascio, vado a dormire perchè ho tipo la febbre.

love&rockets,
nicole.

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Capitolo 6
*** fifth; ***









Destiny



La luce del sole entrò della finestra picchiando sui miei occhi e inevitabilmente mi svegliò.
Cercai stiracchiarmi come mio solito appena svegliata, ma mi sentii bloccata da un braccio che mi avvolgeva.
O cazzo, non mi ricordo nemmeno nulla, cosa ho combinato ieri sera?
Aprii gli occhi, e venni accecata dalla luce che batteva dritta sui miei occhi, mi girai che non vedevo ancora nulla e riuscii a vedere un faccino angelico ricoperto da una massa indefinita di riccioli, cercai di mettere a fuoco, vedendo cosi meglio il volto. O cazzo.
Poi guardai me stessa scoprendomi nuda, feci due più due e quando arrivai a quattro imprecai mentalmente, facendomi scappare un “merda”, lui non mi sentii. Ditemi che quello che si trovava steso accanto a me non era uno dei miei migliori amici a torso nudo, ditemi che non è Harry, ditemi che è un tizio che gli somiglia davvero tanto, o che sono su punk’d o su candid-camera, ditemi tutto ma non che mi sono fatta uno dei miei migliori amici, porca troia. Non potevo tenere le gambe chiuse una buona volta? Sono una stupida sciacquetta, ecco cosa sono.
Cazzo e ora cosa faccio? O meglio cosa facciamo? come l’affrontiamo sta cosa? Lo avremmo detto agli altri? Meglio di no? Avrebbe rovinato la nostra amicizia?
Okay Dess, rilassati, non cambierà nulla, era solo una cosa di una notte. Una botta e via, come sempre, giusto? Giusto? Il riccio accanto a me aprì gli occhi, si guardò intorno facendo partire le rotelline del suo cervellino, e quando capì anche a lui scappò un “merda”.
Questo non poteva essere possibile, quanto cavolo avevamo bevuto per finire a letto insieme? Insomma, degli amici non vanno a letto insieme, non fanno sesso o cose del genere, restano amici nei propri spazi personali, non invadono quello dell’altro, stanno in biancheria e parlano civilmente, da persone normalissime.
Si voltò verso di me, mi guardò e disse: «E’ successo quello che sto pensando io?»
«Ho paura di si»
«Owh» disse lui rimuginante.
«Okay senti, nessuno deve sapere questa cosa. Capito? Nessuno. Sarà meglio cosi» gli dissi con tono severo alzandomi e portando con me la coperta per coprirmi.
«Okay» disse lui con un tono indecifrabile.
Mi affacciai alla porta, in corridoio non c’era nessuno, via libera.
Raccolsi le sue mutande che si trovavano ai piedi del letto insieme alla mia biancheria intima, e i miei vestiti, gliele tirai senza voltarmi, non volevo vederlo nudo.
«Ora prendi le mutande e la tua roba, e vai in camera tua, in soggiorno, in cucina non lo so. Dove vuoi ma vattene da qua» gli dissi prendendolo e lanciandolo fuori dalla stanza per poi sbattergli la porta in faccia.
Mi poggiai alla porta e mi feci trascinare per terra trovandomi seduta con la testa nascosta tra le ginocchia, che cosa avevo fatto? Perché?
Le lacrime scorrevano lentamente sulle mie guance. Cercai disperatamente di ricordare qualcosa della notte trascorsa, ma niente. Il buio totale.
Al dir poco fantastico.
Vaffanculo tutto, vaffanculo me e vaffanculo l’alcool che mi fa agire da stupida.
Stupida che non sono altro.


Jude



Mi svegliai completamente attaccata al petto di Niall, che bellissimo risveglio pensai. Il migliore di tutti.
Riuscivo a respirare il suo dolce profumo che sapevo di fresco, riuscivo a sentire il suo respirare, e sentivo il suo petto muoversi leggermente.
Restai in quella posizione per un tempo che non sembrava mai abbastanza, fino a quando non lo sentii stiracchiarsi, a quel movimento mi irrigidii.
Cercai il suo sguardo e lo trovai che mi fissava, cavolo. I suoi occhi, il mio cuore perse tre battiti al vedere quei due oceani. Nel mio stomaco non c’erano delle farfalle c’era un intero zoo che ballava la macarena.
«Ciao» il suo fu più un sussurro che altro.
«Buongiorno» amore, glielo avrei voluto dire davvero, ma fui fermata dalla realtà, la triste realtà.
Perché non potevo baciare quelle sue soffici labbra, perché non potevo tenergli la mano o abbracciarlo ogni volta che avrei voluto, perché? Ah, si giusto, noi siamo amici, solo amici.
Mi alzai, prendendo un po’ le mie cose, meglio se me ne fossi andata via da quella stanza.
Se continuavo a stargli accanto continuavo a illudermi di una futura relazione tra noi, e sinceramente di essere masochista proprio non mi andava.
«dove vai?»
«mhm, scendo a fare colazione» gli risposi io. Ti prego chiedimi di restare.
«Ah, okay. Ti raggiungo fra un pò» niente, non mi voleva con lui, prima o poi lo avrei dovuto capire per davvero, avrei dovuto fissarmi in testa questa cosa, magari me lo sarei potuto scrivere sulla mano, cosi ogni volta che lo vedevo me lo rileggevo. Sarebbe stato utile dopotutto.
«A dopo allora» gli dissi io sorridendogli lievemente, ci fissammo per pochi secondo fino a quando mi volta indirizzandomi verso la porta e me chiudendomela poi dietro. Cavolo, quanto è perfetto.


Niall



Cavolo, quanto è perfetta.
In tutta la notte che l’ho osservata non sono riuscito a trovare un solo difetto, ho potuto osservare la sua candida pelle, i suoi boccoli, ho notato che sulla spalla ha delle lentiggini, e si, ho desiderato più volte di baciarla, avrei voluto abbracciarla, carezzarle i capelli, ma nulla.
Basta, ho bisogni di parlarne con qualcuno, ma chi?
Liam non se ne parla, sono fratelli, chissà cosa penserebbe. Zayn, no, non ce lo vedo a darmi consigli d’amore tanto meno Harry. Rimane solo Louis, ma lui è il migliore amico di Jude, e se le avesse detto qualcosa? Però è anche amico mio, magari mi avrebbe potuto dire qualcosa, dirmi cosa ne pensa conoscendo lei.
Vabbè, proviamoci.
Uscii dalla camera, e mi avviai verso quella di Louis, mi catapultai dentro senza neanche bussare.
«Louis, ho un problema, posso parlartene?»
«Vieni povero mendicante» disse lui con il tono di uno che la sa lunga, e indicandomi di sedermi sul letto accanto a lui.
«Di cosa vuoi parlarmi?» continuò.
«Jude, penso che mi piaccia» lui sorrise lievemente, perchè? perchè aveva sorriso?
«Oh, davvero?»
«Si, credo. Non lo so sono molto confuso e non so cosa fare, ti prego dammi una mano te»
«Stai tranquillo, super Tommo è qui pronto per aiutarti, lascia fare a me»
«Non mi fido molto ma va bene»
«Come? Ho sentito bene? Non ti fidi? Non ti fidi del ragazzo che alle elementari dette una lezione a Stredfort che continuava a tirarti le palline di carta in testa? Non ti ricordi di me che nella settimana che restasti a casa solo ti cucinai? Insomma non ti fidi di me che faccio tante cose per te?» disse lui con un tono fintamente offeso.
«Si mi ricordo esattamente di quando la mia cucina per un pelo non prendeva fuoco per colpa tua, me lo ricordo come se fosse un tre settimane fa»
«Si vabbè, ma questi sono insignificanti dettagli, ora andiamo un cucina. So io cosa fare»
Quel “so io cosa fare” mi spaventava, parecchio.






myself.
SCUSATEMI!
chiedo umilmente il vostro perdono, per non aver pubblicato per un mese,
e per questo schifo di capitolo.
in questo tempo sono stata moooooooolto occupata,
tra i compiti e la vacanza di due settimane a praga non ho avuto proprio tempo,
quindi scusatemi.
comunque, la storia procede, e in questo capitolo diciamo che si ha una svolta,
chissà cosa porterà..
tra l'altro volevo ringraziare quelle bellissime persone che hanno recensito la storia e che l'hanno messa tra le seguite o i preferiti, vi amo.
per favore, RECENSITE,
è molto importante per me, e mi fa davvero molto piacere quando lo fate.

love&rockets,
nicole.

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