Baciati dalla sventura

di Alice918
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cattivo presagio ***
Capitolo 2: *** Disperazione ***
Capitolo 3: *** Occhi ***



Capitolo 1
*** Cattivo presagio ***


Baciati dalla sventura
KAORU X HIKARU
 
CAPITOLO 1
-Hikaru…- mormorai accarezzando la mia immagine allo specchio.

Eravamo uguali, ma solo di aspetto.

Ho sempre invidiato mio fratello, che è sempre stato deciso e consapevole delle proprie emozioni.

Mentre io… io… non riesco a capire i miei sentimenti verso di lui e verso le persone che ci circondano.

Mi sale un dubbio, io lo amo, ma in senso fraterno o in un altro modo, un modo proibito? 

Sentii un mugolio provenire dalla stanza mia e di Hikaru.

Si era svegliato.

-Kaoru? Sei in bagno?- chiese con la voce ancora impastata per il sonno.

 –Sì, mi faccio la doccia e arrivo- così dicendo mi infilai di corsa nella doccia senza attendere la risposta del mio unico e bellissimo fratello.

L’acqua calda arrossava la pelle bianca uguale per entrambi e dolcemente scivolava via dal mio corpo. “perché la mia vita deve essere così difficile?” pensai ad un certo punto.

Ancora non immaginavo quello che sarebbe accaduto.

Un fatto orribile stava per manifestarsi portando a conseguenze drastiche.

Uscii dal bagno con un solo asciugamano nero legato in vita.

-Kaoru vestiti, così prenderai un malanno!- Hikaru mi fissava spaventato e con un gesto teatrale si fiondò fuori dal letto tirandomi dei vestiti –Mettiteli!- ordinò
–Grazie li metto subito-. Avevamo un ottimo gusto nel vestire, merito anche a nostra madre che era una stilista.

Mentre mi vestivo il mio gemello faceva uguale, come se stessimo facendo il gioco dello specchio.

-Fattooo!- gridammo in coro.

–Andiamo!- Dissi dopo esserci pettinati a vicenda.

Dopo aver fatto colazione salimmo in macchina ma una cameriera ci raggiunse.

-Vostra madre mi ha pregato di chiedervi se volete venire alla grande riunione degli Hitachiin, alla quale prenderanno parte tutti i vostri parenti- arrivammo al unica conclusione logica: la mamma non ce lo voleva dire direttamente, forse perché sapeva già la risposta, ovvero un –no, grazie per averci informato-.

–parti pure George- ci avviammo a scuola e dopo neanche cinque minuti eravamo già arrivati.

Dopo quattro ore di lezione sentimmo il citofono della scuola emettere giudizio –KAORU E HIKARU HITACHIIN SONO PREGATI DI RECARSI IN PRESIDENZA!- ci guardammo per un momento negli occhi, non eravamo mai stati convocati dal preside perciò eravamo spaventati come non mai.

–Cosa hai combinato Kaoru?- sbarrai gli occhi e indicai la mia persona –Iooo??? Niente. Invece tu Hikaru?- sorrisi spavaldo.

Avevo un brutto presentimento, c’era qualcosa nell’aria che mi diceva che qualcosa non andava.

Arrivati di fronte alla porta del preside bussammo al unisono –Entrate- disse una voce ovattata dall’interno che non premetteva niente di buono.

Mi tremavano le mani.


 
Ciao a tutti, questa è la mia prima fan fiction. Ho intenzione di espandere la storia e quindi di farla a più capitoli se vedo che almeno 2 persone si interessano. Lo so' che questo capitolo è corto però voglio prima vedere se piace. =)! ciao a tutti tanti Kiss
 
Prossimo capitolo:
Cosa vorrà dire il preside ai nostri beniamini?

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Capitolo 2
*** Disperazione ***


CAPITOLO 2

-Sedetevi ragazzi, è meglio se rimanete tranquilli. Non voglio che prendiate la notizia in malo modo. Sono consapevole che sarete arrabbiati, tristi, frustrati. Cercate di reagire comunque da persone adulte.-
Il discorso era lunghissimo tanto che cominciai a pensare che stesse prendendo tempo, forse, per l’appunto perché aveva paura della nostra reazione.

Ma reazione a cosa?

Il preside prese una lunga boccata d’aria –non so’ proprio come dirvelo, forse vi sembrerò senza tatto ma…- si fermò nuovamente.
Durante questa piccola pausa pausa noi due ci guardammo negli occhi, l'uno lo specchio dell'altro.
Vedevo il mio riflesso nei suoi occhi e notai di avere gli occhi lucidi.

Che brutto presentimento, bruttissimo.

–Stavo dicendo… c’è stato un incidente-

-Che incidente?- Hikaru serrò i pugni ai lati del corpo che tremava visibilmente. Stava perdendo il controllo.

–Ecco, beh, durante la riunione di tutti i vostri parenti, c’è stato un attentato. Vedete, la vostra famiglia è, cioè, ERA, molto potente e ricca e…-

Il preside venne nuovamente interrotto da mio fratello -Questo lo avevo capito, cosa è successo?-

-Se mi lasciassi finire magari?- sospirò spazientito l'uomo più anziano.

-Prego. Continui.- lo incoraggiai, incontrando il suo sguardo cupo per pochi secondi.

-Sono tutti passati a miglior vita, ragazzi.- una lacrima disubbidente mi scese dall’occhio

–Cosa vorrebbe dire con ciò!?- sbottò Hikaru avanzando verso il preside. Forse sperava di aver capito male ma le parole erano state chiare.

-I vostri parenti sono tutti morti, non c'è stato nessun sopravvissuto. Siete orfani.- esordì bruscamente l'uomo per poi lasciarsi andare a un sospiro dispiaciuto.

Non poteva essere più chiaro. Ostinarsi a negare la realtà non poteva far altro che aumentare il dolore.

Nella stanza non c’era un rumore, perfino Hikaru si era calmato e sembrava come svuotato dalla rabbia che lo aveva animato fino a qualche secondo prima. Osservai i suoi pugni stringersi su se stessi e le sue unghie conficcarsi dentro ai palmi. Non era giusto. Tutta quella situazione non era giusta.

-Ho chiamato il vostro autista personale per farvi portare a casa, una bella dormita vi gioverà e vi aiuterà a metabolizzare quanto accaduto.- si fermò l'uomo e prevedendo la mia domanda si affrettò a chiarire -Ho già provveduto ad informare i vostri professori. Siete liberi di tornare a scuola nuovamente nel momento che più vi aggrada.-

Mi lasciai sfuggire un sorriso amaro e per nasconderlo posai lo sguardo sul pavimento. Volevo tornare a casa e lasciarmi andare alla disperazione, volevo lasciare uscire tutto quello che stavo provando ma in quel momento mi sentivo completamente estraniato dal mondo esterno. Era come trovarsi in un sogno in cui la vita scorre normalmente intorno a te ma tutto è come ovattato, rallentato e avvolto dalla nebbia.

-Va bene, la ringraziamo. Noi andiamo- La mia voce era come rotta dato che stavo trattenendo le lacrime a stento. Hikaru se ne accorse perciò si avvicinò a me e mi cinse la vita con un braccio per pochi istanti.

Appena chiusa la porta feci solo in tempo ad alzare lo sguardo per vedere il pugno di mio fratello infrangersi sul muro e prendere a sanguinare.

-Hikaru! Sei impazzito?- gridai isterico per poi cercare di farlo ragionare.

-Hai sentito il preside? Dobbiamo reagire da adulti, dobbiamo farci forza- ma la mia voce oramai era spezzata dal pianto e dai singhiozzi mi scuotevano il corpo. Lo sguardo di Hikaru si addolcì.

 -Andiamo a casa fratellino. Andrà tutto bene, te lo prometto.- con queste parole mio fratello mi prese per mano e mi condusse fuori dall'edificio dove una macchina nera ci attendeva. Mi asciugai le lacrime col dorso della mano e abbozzai un sorriso. -Grazie fratellone.-

Una nuova vita ci attendeva, piena di cambiamenti che non avrebbero tardato ad arrivare.

Un novo mondo pieno di disperazione.

Note dell'AUTRICE
Ciao a tutti! Ho fatto un capitolo molto corto ma quando scrivo nel quaderno tutto sembra enorme mentre quando lo scrivo su computer diventano poche righe.
Spero vi sia piaciuto! Ringrazio:
 Recensori
  _Dae : mi fa piacere che tu sia interessata, anch'io adoro questa coppia!!! Un bacio!
sabry140695 : Ciao sorellina! ti avevo detto che avrei messo il profilo autrice! grazie per i complimenti, mi dispiace per la tua punizione!!! =( So che è molto triste pero' era necessario!!! il capitolo si chiama DISPERAZIONE, ci sarà un motivo no? kiss sorella!
Beyondy : non ho postato presto ma spero comunque che continuerai a leggere!!! Ciao un Bacio! =)

Preferite: sabry140695
Ricordate: AkA GirL
Seguita: celeste_chan & sabry140695




Nel prossimo capitolo:  3. Occhi
Non avevo ancora smesso di piangere.

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Capitolo 3
*** Occhi ***


CAPITOLO 3

L'auto nera sfrecciava per la strada velocemente.

Le immagini erano sfuocate dietro la coltre di lacrime che sgorgava dai miei occhi.

Non avevo ancora smesso di piangere.

Ma proprio in quel momento mi accorsi di non ricordare quando avevo cominciato.

Mamma. Papà. Nonna. Nonno. Cugini.

Tutti.

Morti.

Orfani.

Eravamo orfani.

Era troppo. Era tutto troppo stressante, troppo spaventoso e triste. In un momento di lucidità mi chiesi se avrei mai smesso di piangere e logorarmi per questa immensa perdita.

Però... In un certo senso dovevo essere sollevato: Hikaru era con me.

Era vivo. Era lo stesso stupido cocciuto di sempre.

Ma ero comunque tremendamente preoccupato. La sua rabbia era tanta ed era esplosa davanti ai miei occhi proprio pochi minuti prima quando lui aveva colpito il muro facendosi sanguinare la mano.

Dentro alla macchina, appoggiati ai morbidi sedili di pelle beige Hikaru mi cingeva con la mano sana la vita, il mio capo appoggiato alla sua spalla mentre la sua mano sanguinante era stretta tra le mie, morbide e delicate come le sue.

Dalla posizione in cui mi trovavo riuscivo a vedere chiaramente il suo viso, tanto bene che per un attimo riuscii a scorgere il suo timore dietro alla dura scorza di rabbia e testardaggine che si era calzato poco prima.

Ma lui sapeva di non potermi fregare. Sapeva che avrei evitato di farlo sentire a disagio con domande indiscrete perché avrei rischiato di rompere il delicato equilibrio della sua sanità mentale.

Tutto quello che conoscevamo, tutte quelle che fino a ieri erano per noi solide certezze, in un giorno si erano sgretolate come gesso malleabile su duro diamante grezzo.
Eravamo disillusi.

Eravamo distrutti.

Eravamo due.

Eravamo noi: Kaoru e Hikaru, gemelli per sempre.

L’auto si fermò dolcemente. Il riflesso della nostra villa risaltava sulla vernice lucida.

Scendemmo quando George ci aprì la portiera. Incontrai i suoi occhi per un istante e mi sentii morire.

Compassione.

Quello che vedevo nei suoi occhi era davvero compassione?

Decisi che sì. Lo era.

Guardai avanti a me e incontrai lo sguardo di Hikaru. Era rilassante perdersi nei suoi occhi…

Erano così limpidi…

-Kaoru?- la voce di mio fratello mi riscosse dolcemente dai miei pensieri.

-Sono qui- mi asciugai gli occhi da cui continuavano a sfuggirmi lacrime salate e afferrai lentamente la mano ferita che era rimasta adagiata mollemente al suo fianco.

La baciai delicatamente.

Ero consapevole degli occhi di George, di quelli di Hikaru e di quelli delle domestiche che scorgevo seminascosti dalle tende della finestra.

Ne ero consapevole.

Ma per la prima volta non mi importava.

Così presi la mano ferita del mio gemello e la baciai delicatamente. Poi afferrai quella sana e lo trascinai dentro la villa.

Hikaru sgranò gli occhi quando passai dalla porta d’ingresso e percorsi tutta l’anticamera senza neanche salutare le domestiche che ci accoglievano diligentemente.

Sgranò gli occhi quando afferrai entrambe le nostre borse e le lasciai cadere per terra noncurante poco prima di correre su per le scale e raggiungere il bagno.

Non disse niente quando dopo aver disinfettato e fasciato per bene la sua mano ne baciai le dita una ad una.

Aprì la bocca fino a formare una piccola ‘o’ quando, senza dire una parola gli afferrai il mento e lo baciai.

Le mie labbra toccarono le sue. Erano morbide.

Hikaru sgranò gli occhi. Ancora una volta.

Mi allontanai dal suo viso lentamente.

Ero pazzo?

Una singola lacrima sgorgò dal suo occhio destro. –Perché?-

Perché? Mi chiesi io.

Non avevo ancora smesso di piangere.


NB: AUTRICE
Voglio ringraziare tutti quelli che hanno lasciato una recensione, messo tra i preferiti/seguite/ricordate. La storia avrebbe un continuo ma le mie priorità sono cambiate, non scrivo più su questo fandom sfortunatamente.
Grazie! =)
Alice918

 

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