La storia de I Malandrini

di Bellini_Elison
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo viaggio verso Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Il Cappello Parlante ***
Capitolo 3: *** Lettere e segreti svelati al buio ***
Capitolo 4: *** Ritardo e Sonnifero ***
Capitolo 5: *** la pozione balbettante ***



Capitolo 1
*** Primo viaggio verso Hogwarts ***


Capitolo 1

Il Binario 9 ¾

 
Al binario 9 ¾ nella stazione di King’ s cross a Londra cera una grande agitazione quel primo settembre del ’71.
Una locomotiva scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente, un cartello alla testa del treno diceva  < Espresso per Hogwarts ore 11>
Una nube di fumo proveniente dalla locomotiva, si alzava in grossi anelli sopra la testa della folla rumorosa, mentre gatti di ogni colore correvano in mezzo alle gambe della gente alla ricerca dei propri padroni, e gufi e civette si chiamavano con il loro verso cupo, quasi di malumore, sovrastando il cicaleccio e il rumore dei pesanti bauli che venivano trascinati.
Le prime due carrozze erano già piene di studenti, alcuno sporgevano la testa fuori dai finestrini per parlare con i famigliari, altri litigavano per avere un buon posto.
In un angolo un uomo alto, con corti capelli neri pettinati a dovere affiancava una donna alta poco meno di lui con lunghi capelli neri e sguardo severo.
Portavano abiti dall’ aria costosi: La signora aveva una lunga veste color verde sbiadito, l’uomo portava un lungo mantello nero con cappuccio rivestito dal pelo di qualche animale.
Stavano  parlando con un ragazzino sugli undici anni, con lunghi capelli neri e mossi che gli arrivavano alla spalla e grandi occhi grigi, dall’ aria annoiata, che portava appresso a se un grosso baule e una gabbia contenente un giovane gufo color nero.
Aveva addosso già la divisa della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts: Mantello nero, scarpe chiuse del medesimo colore, camicia bianca e maglioncino grigio scuro.
La divisa comprendeva anche la cravatta, che avrebbe avuto solo dopo lo smistamento, quando avrebbe saputo a quale casa sarebbe stato messo: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso o Corvonero.
Rannicchiato sotto il mantello dell’ uomo alto, stava un secondo bambino, più piccolo, con i capelli più corti, ma con gli stessi occhi grigi del primo.
Aveva addosso un completino stile ragazzo perbene con tanto di cravatta
“ Allora Sirius ora devi andare” disse la donna al bambino più grande. Usava un tono molto serio “ E ricorda tu sei un Black!  Comportati da tale e quando sarai smistato in Serpeverde segui tua cucina Narcissa e non combinare guai.
“ E non fare amicizia con qualche sangue sporco o persone di quel rango capito? Stai con tua cugina!” sbottò e indico un punto davanti a se: Cerano una ragazza dai lunghi capelli  biondi accompagnata da un ragazzo alto, biondo anch’ egli che aveva un aria seccata. Indossavano anche loro la divisa , i color delle loro cravatte erano il verde e l’ argento: Serpeverdi.
“ …. Capito? “ “ Si madre capito! Ciao“ gli rispose in tono sbrigativo, e gli scoccò un veloce bacio sulla guancia
“ Scrivici appena puoi “ gli disse l’uomo “ Si padre, promesso!”
Il ragazzo rivolse il suo sguardo al bambino rannicchiato sotto il mantello che era immerso in un pianto silenzioso “ Reg non fare così, l’ anno prossimo verrai con me!” Il bambino alzò lo sguardo sul fratello maggiore “ Mi scriverai non è vero? “ chiese a bassa voce “ Certo! Tutti i giorno promesso!” poi gli scompigliò i capelli e iniziò ad allontanarsi quando senti il bambino urlargli un ultimo “Ciao Siri!” allora li si voltò e disse “Ciao Reg fai il bravo!” e poi si diresse verso il treno. Venne inghiottito dalla nube di fumo e dalla confusione generale. Avanzava lentamente cercando di non far sbattere la gabbia del suo gufo contro le altre persone, e cercava anche di non far cadere il suo baule, che per lui era molto pesante. Era quasi arrivato al treno quando si fermò: davanti a lui cera uno strano gruppetto: un signore alto che indossava un lungo mantello color porpora, una signora grassottella dall’ aria trasandata e un ragazzino dall’ aspetto comico.
 
“Mamma lasciami!!! Lasciami!” urlava il ragazzino dai capelli neri e sparati in tutte le direzioni. Quando riuscì a liberarsi dall’ abbraccio soffocante di sua madre , il ragazzino si risistemò i rotondi occhiali da vista sul naso. Aveva due occhi color nocciola e il fisico mingherlino. Portava un paio di vecchi jeans a sigaretta e una felpa di un giallo sbiadito.
Al suo fianco l’ uomo alto, con gli stessi capelli neri del ragazzo, rideva per quella scena cosi comica.
“ Dorea lascia il ragazzo!” riuscì a dire tra un singhiozzo e una risata “ Sennò lo fai fuori prima che possa salire sul treno!”
La signora grassottella dai capelli disordinati color rosso sbiadito non trovò per niente comica la battuta del marito quanto il ragazzino occhialuto che ora rideva con suo padre.
La donna guardò tutti e due con un sorriso esasperato e alzò occhi al cielo.
Poi diede un ultimo bacio sulla fronte al figlio e disse “Fai il bravo James, e niente scherzi!”  “ Non contarci troppo mamma!  ” rispose il ragazzo con un ghigno divertito. 
La madre, dopo quello che sembrò un lungo silenzio, scoppiò a piangere. “Strana reazione!” pensò Sirius “ Mia mamma se gli avessi risposto cosi, mi avrebbe tirato un ceffone, ma non si sarebbe messa a piangere!!”
“ O no mamma ti prego! Non un'altra volta!” esclamò con tono esasperato James, mentre suo padre consolava sua madre “ No e che….soltanto…Sei cresciuto così in fretta!” disse lei tra le lacrime.
Quando si riprese, aiutò James a prendere un baule e una gabbia che conteneva un piccolo gufo color miele con le penne arruffate e gli occhi vispi.
Saltellava per tutta la gabbia, che per le sue dimensione era enorme, tutto eccitato per la nuova imminente avventura.
La signora lanciò uno sguardo di rimprovero alla gabbia “ James ma dovevi scegliere proprio quello? Cerano così tanti gufi al negozio…” disse rivolta al figlio.
Il ragazzo sbuffò “ Ma mamma lui mi rappresenta!” e detto ciò salutò i suoi genitori e si diresse verso il treno.
Sirius era meravigliato da quella scenetta: I suoi genitori non erano mai stati così dolci, ne con lui ne con suo fratello Regulus…..
Visto che il ragazzino di nome James si stava avviando verso il treno, il piccolo Black decise di seguirlo. Lo rincorse fino al treno e gli afferrò il braccio “ Ciao!” gli disse. James non sembrava stupito “ Ciao! Tu sei quello che ci guardava prima vero? “ chiese il sistemandosi per l’ ennesima volta gli occhiali sul naso. Sirius divenne tutto rosso “ Io…be io ….Simidispiacetanto!” rispose il giovane Black tutto in un fiato, abbassando lo sguardo. Ma James non sembrava arrabbiato, anzi sembrava divertito! “ Ma scusarti di cosa?” chiese con un sorriso a Sirius. Questo ultimo era allibito “Io vi ho spiati!!!” rispose “ Non dovevo scusarmi?” chiese.
 James gli sorrise “ No! Non è successo nulla tranquillo! Io sono James Potter” disse con un filo di orgoglio nella voce. “ Potter……E un purasangue anche lui” pensò Sirius. “ E tu sei….?” “Sirius” rispose “ Sirius Black!”
I bambini si strinsero la mano.
“Bene, Sirius, ti va di cercare uno scompartimento con me?” chiese Potter
“ Certo!” gli rispose Black, cosi contento di aver trovato un amico.
Salirono sul treno e, trovato uno scompartimento libero e mentre Sirius cercava di mettere a posto il suo baule (cosa molto difficile visto che era due volte più grande di lui) James aveva buttato sul sedile il suo baule e la gabbia con il piccolo gufo, aveva aperto la finestra e aveva urlato “ Mamma sono qui! Guarda: ho già trovato un amico! “ e indicò Sirius che era di nuovo tutto rosso. Si affacciò anche lui alla finestra e salutò i genitori di James con un sorriso timido. La signora Potter lo salutò con un enorme sorriso, il signor Potter scoppiò a ridere e si rivolse alla moglie “ Visto amore mio? James starà benissimo a scuola, a già trovato un amico!”
La moglie sbuffò e poi si rivolse ai due bambini “ Fate i bravi ragazzi, soprattutto tu James!” disse loro mettendosi le mani sui fianchi rotondetti.
“ Non combinare guai e non provare neanche per scherzo a far saltare un gabinetto in aria o che so io! “ sbottò rivolta al figlio
“ Far saltare in aria un gabinetto eh mamma? Mmm… Sai non è una brutta idea!” Il padre di James continuava a ridere, sua moglie invece aveva assunto un’ espressione serissima, i suoi occhi erano due fessure e i suoi capelli sembravano ancora più rossi di prima, ci mancava solo il fumo che usciva dalle orecchie e poi sarebbe stata la perfetta copia dell’ Espresso per Hogwarts! “ Sai penso che tu l’ abbia fatta arrabbiare!” disse Sirius all’ orecchio i James. Quest’ ultimo scoppiò a ridere e urlò “ Scherzavo mamma! Tranquilla farò il bravo…. Ora però devo andare! Ci vediamo a Natale!”
Così, con un ultimo saluto ai genitore, James chiuse la finestra.
“ Posso chiederti una cosa? “ domandò  poi a Sirius “ Spara!” rispose Black “ Perché i tuoi genitori non cerano a salutarti?”
Sirius si sentì leggermente in imbarazzo: i suoi genitori lo avevano praticamente mollato li, ma era normale no? Lui era un black e doveva cavarsela da solo, doveva imparare a cavarsela da solo.
“ Mia madre….sai com’ è voleva…. Come si chiama il tuo gufo?” chiese Sirius a James per cambiare argomento. 
Intanto si tolse il mantello e lo ripose nel baule, tanto per avere un aspetto più informale. “ Si chiama Saetta…Sai è piccolo ma va molto veloce…. E il tuo?” domandò  Potter guardando il gufo reale di Sirius addormentato in gabbia
 “ Lui è Caronte!” rispose Black.
Sirius guardò il suo orologio placcato oro con le lancette color verde: segnava le 10. 50, mancavano 10 minuti alla partenza del treno.
“ Sirius mi accompagni in bagno? “ chiese James ad un tratto.
“ Si certo….Andiamo a cercarlo! “ e dicendo questo uscirono dallo scompartimento. Ma ci rientrarono subito: davanti a loro si erano ritrovati una giovane donna che consolava un ragazzino che deve avere la loro stessa età.
Appiccicarono le orecchie alla porta dello scompartimento per ascoltare la conversazione tra i due……
 
“ Mamma ho paura” disse una voce bassa e tremolante. Doveva essere il ragazzino. Sirius si sporse leggermente verso il vetro della porta dello scompartimento (la parte alta) per vedere e sentire meglio. Il ragazzino aveva i capelli color miele , il viso pieno di cicatrici e gli occhi, ora pieni di lacrime, color ambra.
“ Amore mio tranquillo! Ti prometto che andrà tutto bene ok? “
Il bambino smise di singhiozzare e rispose con un semplice “Ok, va bene” poi strinse un’ ultima volta sua mamma e gli scoccò un bacio sulla guancia.
“ Io ora devo andare Remus! ” disse lei alzandosi da terra e rivolgendo un sorriso pieno d’ orgoglio verso il figlio. 
“ Io e tuo padre siamo fieri di te! Ora vai: fai il bravo e divertiti!”
“ Si mamma te lo prometto…..Salutami papà!”
“ Certo amore promesso! Ora torna nello scompartimento dove ti ho messo il baule! “ gli scompigliò i capelli e, prima di scendere gli urlò un ultimo “ Ciao amore!” che il bambino ricambiò.
Poi il ragazzo, Remus, corse via verso quello che doveva essere il suo scompartimento.
“ Poverino! Cosa dici che ha?” chiese James a Sirius “ Non lo so… Ma sono sicuro che si ambienterà presto!” disse per rassicurare James “ Ora…” continuò Sirius “ Tu non dovevi andare in bagno?”
“Si….Andiamo” e si diressero alla fine del treno, verso l’ unico bagno disponibile.
Entrarono nelle toilette del treno e, mentre James era entrato in uno dei gabinetti, Sirius si sciacquò il viso con dell’ acqua fredda. Non ci poteva credere! Stava per andare a Hogwarts! E aveva già un amico!
Un ragazzino normale oltretutto, non uno di quei figli di papà che la sua famiglia gli faceva conoscere perché giocassero insieme durante quelle noiose feste per ricconi. A un certo punto Sirius sentì il rumore dall’ acqua del gabinetto e due secondi dopo uscì James “ Finito!” disse con un sorriso “ Bene! Ora andiamocene di qui! “ Disse Sirius asciugandosi il viso con un asciugamano di quelli messi a disposizione in bagno. Lo ripose e poi aprì la porta.
Tornati al loro scompartimento notarono che una bella bimba dai lunghi capelli rosso fuoco e grandi occhi verdi era seduta nell’ angolo con il viso attaccato al vetro.
Aveva pianto, secondo Sirius, perché aveva gli occhi rossi e fissava il vuoto.
“ Perché sono tutti tristi oggi?” chiese James in un sussurro a Sirius per non farsi sentire dalla bambina.
Sirius alzò le spalle e si sedette vicino alla porta.
James si sedette davanti a Black e i due iniziarono a parlare.
Si udì un fischio, gli ultimi ritardatari saltarono sul treno, e quest’ ultimo parti a grande velocità.
“ Vuoi una fetta di torta?” gli chiese James che, per nulla allarmato dalla velocità con cui sfrecciava in avanti il treno, aveva tirato fuori dal suo baule  un involucro di carta stagnola.
“ Si……Perché no!” rispose Sirius, un po’ esitante.
 James aprì il pacchetto e tirò fuori due fette di torta al cioccolato.
Ne passò una fetta a Sirius, che subito la addentò.
Era buonissima!! Sirius non aveva mai assaggiato un dolce simile.
James si doveva essere accorto del’ espressione sconvolta di Sirius davanti alla bontà di quella torta e, con una risata disse  “ Lo so, lo so….Mia madre è un’ ottima cuoca!” “ Davvero…A casa mia non avevo mai mangiato una prelibatezza del genere!” bofonchiò Sirius con la bocca piena di torta. James rise di nuovo.
I ragazzini continuarono a parlare e ridere facendo un gran chiasso, e quasi non si accorsero che un ragazzino dall’ aria malandata era entrato nel loro scompartimento: aveva i capelli neri, unti e tagliati male, una divisa di seconda mano già in dosso. Aveva un naso lungo, quasi sproporzionato per il suo piccolo viso da bambino. Si sedette davanti alla bambina con gli occhi verdi.
La bambina gli gettò un’ occhiata e poi tornò a guardare fuori.
“ Non voglio parlare con te!” disse rivolta al bambino
 “ Perché?”
“ Tunia mi…..mi odia. Perché abbiamo letto la lettera di Silente”
“ E allora? “ chiese il ragazzo. La bambina lo guardò con profonda avversione.
“ Allora è mia sorella! “
“ E solo una…” Il ragazzo riuscì a trattenersi e lei, troppo impegnata ad asciugarsi gli occhi senza farsi notare, non lo senti.
“ Ma ci stiamo andando!” esclamò lui, incapace di trattenere la gioia “ Ci siamo! Stiamo andando a Wogwarts!” Lei annuì, stropicciandosi gli occhi, e quasi a suo malgrado sorrise.
“ Speriamo tu sia una Serpeverde” continuò il ragazzo, rinfrancato.
“ Serpevederde??” Per la prima volta James si mostrò interesse alla conversazione dei due.
“ Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu?” Chiese Potter a Black, mollemente abbandonato sul sedile davanti al suo, che non sorrise.
“ Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde, e i miei si aspettano lo stesso da me” rispose.
“ O cavolo! “ commentò James “ E dire che mi sembravi uno a posto!”
Sirius ghignò.
“ Forse io andrò contro la tradizione!  Tu dove vorresti finire, se potessi scegliere?”
James alzò una spada invisibile.
“ ‘Grifondoro….culla dei coraggiosi di cuore!’ Come mio padre!”
Il ragazzo con il naso lungo fece un gesto sprezzante. James si girò verso di lui.
“ Qualcosa non va?”
“ No “ rispose il ragazzo, ma il suo lieve ghigno diceva il contrario.
“ Se preferisci i muscoli al cervello…”
“ E tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due?” intervenne Sirius.
James scoppiò in una fragorosa risata. La bambina si rizzò sul sedile, nervosa.
“Andiamo Severus, cerchiamo un’ altro scompartimento”  disse poi lanciando uno sguardo di rimprovero a James e Sirius.
“Oooooooooooh…”
I due ragazzi imitarono la sua voce altezzosa; James cercò di fare lo sgambetto a Severus.
“ Ci vediamo Mocciosus!” gridò poi mentre lo scompartimento si chiuse.
Sirius scoppiò a ridere.
“ Ahahhahh Mocciosus?” chiese poi “ Da dove ti è venuto?”
“ Dal profondo del mio cuore!” rispose James con gesto teatrale.
Sirius rise di nuovo.
Intorno alla mezza sentirono un gran frastuono nel corridoi, e una donna sorridente , con due fossette sulle guance chiese: “ Qualcosa dal carrello cari?”
Sirius e James trafficarono nelle tasche e nei bauli in cerca di galeoni, falci e zellini, e quando ebbero formato un piccolo gruzzolo a testa, comprarono un po’ di tutto : Cioccorane, Bacchette Magiche alla liquirizia, Zuccotti di zucca, gelatine Tutti i gusti +1, gomme Bolle bollenti e un’ altra infinità di altre cose dolci e colorate.
Pagarono la donnina e richiusero lo scompartimento.
Mangiarono quasi tutto, compresi i due panini che la signora Black aveva fatto preparare dal loro elfo domestico per il figlio, e altre due fette a testa di torta al cioccolato della signore Potter.
“ Ma quanto cibo ti ha dato tua mamma?” chiese Sirius ridendo verso James che continuava a tirare fuori sacchetti e involucri dal suo zainetto blu riposto nel baule.
Il ragazzo sorrise “ Mia mamma dice che non mangio mai abbastanza..” rispose poi arrossendo.
“ Se ti sconvolge questo…” continuo con l’ intento di fare ridere il suo nuovo amico “ Dovresti vedere i pranzi che prepara per mio papà quando va in missione!”
Sirius sorrise, continuando a scartare le figurine delle Cioccorane: Mangiava allegramente la cioccolata e buttava in un gruppo le figurine che non aveva, e in un secondo gruppo quelle che già aveva. Poi, mentre metteva l’ ennesima “Cliodna la druida” nel gruppo di quelle che già aveva (e questa, per lo sdegno di essere buttata via con così poco riguardo scomparve dalla figurina) chiese “ In missione?”
“ Si!”  rispose James gonfiando il petto orgoglioso “ Il mio papà è un Auror!”
 
Ora, la campagna che sfrecciava sotto i loro occhi si era fatta più selvaggia.
Adesso non cerano più campi pettinati, ma boschi, fiumi tortuosi e colline coperte da una fitta vegetazione color verde scuro.
“ Che ore sono? “ chiese James a Sirius “ Sono le….” Iniziò Sirius che si era messo a contare i numeri sull’ orologio. “…..17.45! “ concluse poi.
“ Wow!” esclamò James “ Siamo quasi arrivati! Siamo quasi a Hogwarts! Meglio che mi infili la divisa…” e senza troppi complimenti, tiro fuori un involucro di vestiti dal baule, e iniziò a spogliarsi davanti a Black.
 “A Hogwarts….” Pensò Sirius: e se non fosse stato smistato a Serpeverde come continuava a dire sua madre? Cosa gli avrebbero detto?
E se invece fosse stato mistato a Serpeverde, come voleva la sua famiglia? Avrebbe perso James, il suo unico amico?
Una voce risuonò per tutto il treno “ Tra cinque minuti saremo a Hogwarts. Siete pregati di lasciare il  bagaglio sul treno, sarà portato nell’ ufficio della scuola separatamente”.
James sembrò capire il disagio dell’ amico “ Senti…” Iniziò per distrarlo, dopo che ebbe tirato su la cerniera dei pantaloni “ A te piace il Quidditch?” chiese mentre si infilava la scarpa destra, e sul suo volto nacque un sorriso. Anche Sirius sorrise “ Certo! Mi piace giocare come battitore!” “ Io invece sono bravo nel ruolo di Cacciatore!” esclamò James ormai vestito di tutto punto. James raccontò a Sirius (che si stava rimettendo il mantello) di quando sua madre gli lanciava delle stupide mele e lui le acchiappava a una velocità incredibile. Sirius gli raccontò di quando suo padre lo portò a vedere la sua prima partita di Quidditch.
 “ Avevo otto anni” raccontò “ E l’ unico ricordo felice che ho con mio padre…” raccontò Sirius e si rabbui.
“ Perché dici cosi?” chiese James, con tono molto serio adesso.
“ Perché è vero! Tu non puoi capire!” rispose il giovane Black, i suoi profondi occhi non brillavano più di allegria come poco prima. No, adesso esprimevano dolore.
 “Ho visto come si comportano i tuoi genitori, e ti invidio molto….Io non li ho mai visti ridere i miei,  a parte quando leggono dei babbani uccisi sulla Gazzetta del Profeta!” rispose Sirius sfoggiando sorriso amaro. James continuava a fissarlo, senza parlare.
 
Poi d’ un tratto fece per parlare ma si fermò: Un fischio! Avevano appena udito un sonoro fischio e in men che non si dica sentirono migliaia di passi. I vari studenti si affrettarono a scendere dal treno.
Erano arrivati. Erano arrivati a Hogwarts.
I ragazzi balzarono in piedi e si affrettarono a prendere tutta la loro roba: bauli zaini, gufi, figurine e dolci vari.
Infilarono tutto nei rispettivi bauli, e poi, con un po’ di difficoltà, li chiusero.
“ Senti…” mormoro James ma Sirus lo azzitti. “ Probabilmente finirò a Serpeverde, non rovinare gli ultimi istanti della nostra appena nata amicizia”
James stava per ribattere, ma poi ci ripensò. Il treno, dopo aver rallentato, si fermò.
I due ragazzi scesero dal treno spintonati dalla massa, con lo stomaco chiuso per l’ emozione
“ Primo anno!!! Primo anno da questa parte!!” abbaiò una voce grossa e roca.
“ Chi ha parlato? Dove dobbiamo andare?” chiese con voce nervosa Sirius a James.
Ma quest’ ultimo era come pietrificato, guardava in alto con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati.
Sirius capì subito quando alzò lo sguardo come James: colui che chiamava i bambini del primo anno era un uomo gigantesco, con il volto coperto quasi del tutto da una criniera lunga e scomposta e da una barba lunga e aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhi che scintillavano come scarafaggi sotto tutto quel pelame. 
I ragazzi si guardarono “Forte!!” conclusero poi, seguendo l’ omone.
“ Seguitemi!” urlava ai bambini del primo anno “ Primo anno da questa parte….Ora fate attenzione a dove mettete i piedi…Manca qualcuno? Primo anno!!!” 
I ragazzi del primo anno si avvicinarono a lui, alcuni con aria sorpresa, altri con aria eccitata.
“ Comunque..” disse volgendo lo sguardo a James e Sirius, e ad un gruppetto di bambini dall’ aria impaurita “Io mi chiamo Hagrid, Rubeus Hagrid! Sono il custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts!”
“Forte” ridissero James e Sirius sorridendo ad Hagrid, che scompigliò loro i capelli.
I ragazzi risero. 
Scivolando e incespicando, i bambini seguirono Hagrid per un sentiero ripido e stretto.
“ E molto buio qui!” fece una ragazzina dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri che aveva un’ aria impaurita.
“ Probabilmente questo sentiero è fiancheggiato da molti alberi!” escamò un ragazzino con i  capelli color miele dall’ aria sveglia.
“ Siri! E il bambino che piangeva stamattina…come è che si chiamava? Ramìn?” chiese  James all’ orecchio di Sirius che scoppiò a ridere “ Remus, cretino!” gli sussurro nell’ orecchio Sirius a sua volta.
 James si limitò a fargli una linguaccia.
“ E adesso..” disse Hagrid “ Prima vista panoramica su Hogwarts!”esclamò.
Ci fu un coro di “Oooooh…”di meraviglia.
Il sentiero era sbucato sulle rive di un lago nero, e in lontananza, appollaiato sulla cima di una colina rocciosa , con le finestre illuminate che brillavano contro il cielo pieno di stelle, stava un castello con molte torri e torrette.
“ Non più di quattro per battello!” disse poi Hagrid indicando una flotta di piccole imbarcazioni sulla riva del lago.
James e Sirius si sedettero vicini ad un ragazzino con due grandi occhi marroni e il fisico un po’ tozzo, e alla ragazzina dai capelli biondi.
Nessuno parlò durante il viaggio in barca, perché tutti erano troppo impegnati a guardare il castello, che diventava sempre più vicino.
“Giù la testa” ammonì Hagrid ai ragazzini. Tutti obbedirono e i battelli li trasportarono in una cortina d’ edera che nascondeva una grande apertura sul davanti della scogliera stessa. Poi attraversarono un lungo tunnel buio , che sembrava portare dritto sotto il castello, e infine raggiunsero una specie di porto sotterraneo dove si arrampicarono tra sassi e scogli.
Infine si arrampicarono lungo un passaggio nella roccia, preceduti dalla lampada di Hagrid, e finalmente emersero sull’ erba morbida e umida, proprio all’ ombra del castello.
Salirono la scalinata di pietra e si affollarono davanti all’ immenso portone di pietra.
Hagrid alzò il pugno gigantesco e bussò tre volte.
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Capitolo 2
*** Il Cappello Parlante ***


ANGOLO DELL' AUTRICE (?):
Ciaooooooooooooooo
Eccomi con un nuovo capitolo... Spero vi piaccia!!!
Leggete e........ Commentate!
 

Capitolo 2

Il Cappello Parlante

 
La porta si spalancò all’ istante . Si vide una strega alta, dai capelli corvini racchiusi in uno stretto chignon. Aveva un volto molto severo.
“ Penso che questa qui non mi starà molto simpatica..” mormorò James nell’ orecchio di Sirius.

 
“ Stavo pensando la stessa cosa, amico!” gli rispose quest’ ultimo.
“ Ecco qua gli studenti del primo anno, professoressa McGranitt” disse Hagrid.

 
“ Grazie Hagrid, da qui in poi li accompagno io”.
Spalancò la porta: la sala d’ ingresso era enorme! Le pareti di pietra erano illuminate da torce fiammeggianti, il soffitto era così alto che quasi non si vedeva, e di fronte a loro una sontuosa scalinata in marmo conduceva ai piani superiori.
I ragazzi seguirono la professoressa McGranitt fino ad una saletta vuota oltre la sala d’ ingresso. Ci si stiparono dentro, molto più pigiati di quanto normalmente avrebbero fatto, guardandosi intorno tutti nervosi.
“ Benvenuti a Hogwarts” disse la professoressa McGranitt squadrandoli dall’ alto della sua statura. “ Il banchetto per l’ inizio dell’ anno inizierà tra poco, ma prima di prendere posto nella Sala Grande

verrete smistati nelle vostre Case. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante poiché per tutto il tempo che resterete qui la vostra Casa sarà un po’ come la vostra famiglia: frequenterete le

lezioni con i vostri compagni di Casa, dormirete nei dormitori della vostra Casa e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo della vostra Casa. 
“Le quattro Case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuna ha la sua nobile storia e ciascuna ha sfornato maghi e streghe di prim’ ordine. Per il tempo che starete a

Hoqwarts , i trionfi che otterrete faranno vincere punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione delle regole gli farà perdere. Alla fine dell’ anno la Casa che avrà totalizzato più punti riceverà una coppa: la

coppa delle Case, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi dia lustro alla Casa a cui verrà destinato.
“La Cerimonia di Smistamento inizierà tra pochi minuti davanti al resto della scuola, nell’ attesa vi suggerisco di farvi più belli che potete”

 
E cosi dicendo, i suoi occhi indugiarono un momento sui capelli disordinati di Potter, sui pantaloni sgualciti di Black e poi indugiarono sul ragazzino che aveva pianto in treno: Remus.
Gli sorrise gentilmente e il bambino ricambiò lo sguardo diventando tutto rosso.
 
“Tornerò non appena saremo pronti per la cerimonia, nel frattempo vi chiedo di attendere in silenzio” disse e usci dalla stanza chiudendo la porta dietro di se.

 
Nessuno dei ragazzi volle aprir bocca, erano tutti presi dall’ ansia.
In cosa sarebbe consistita la prova? Cosa avrebbero dovuto affrontare?
 
Ma non ebbero tempo di formulare ipotesi perché dietro a James e Sirius, molti ragazzi gridarono.
“ Ma che cosa..” provò a dire un ragazzino dai capelli biondi che prima aveva un aria molto vivace e parlava con tutti, e adesso non riusciva ad aprire bocca.
 
Una ventina di fantasmi erano appena entrati nella stanza, attraversando la parete di fondo.
 
Di color bianco perlaceo e leggermente trasparenti, parlavano tra di loro senza guardare minimamente i nuovi studenti, sembrava stessero discutendo.
 
Quello che assomigliava ad un monaco piccolo e grasso stava dicendo: “ Io dico che bisogna dimenticare e perdonare; dobbiamo dargli un’ altra possibilità! In fondo e qui solo da poco tempo e deve ambientarsi…”
“ Mio caro Frate, Pix non fa che gettare discredito sul nostro nome da quando è arrivato qui
, e poi lo sai, non è neanche un vero fantasma…. Ehi voi che ci fate qui?”
 
Un fantasma in calzamaglia e gorgiera aveva d’ un tratto notato gli studenti del primo anno.
 
Nessuno rispose.
“ Nuovi studenti!” disse il Frate Grasso abbracciandoli tutti con un sorriso.
“ In attesa di essere smistati, suppongo “
 
Alcuni annuirono in silenzio.
“ Spero di vedervi tutti a Tassorosso” disse il Frate  “ Sapete, un tempo è stata la mia Casa!”
 
“ E ora sgombrare!” ordinò una voce aspra “Sta per cominciare la Cerimonia dello Smistamento”
La professoressa McGranitt era tornata, e uno ad uno i fantasmi si dileguarono attraversando la parete di fronte.
 
“ Mettetevi in fila e seguitemi” ordinò poi agli alunni.
 
Sirius si mise dietro a James e davanti ad un bambino con corti capelli color sabbia e sguardo impaurito.
 
Uscirono dalla stanza, attraversarono di nuovo la sala d’ ingresso, oltrepassarono un paio di doppie porte, ed entrarono nella Sala Grande.
 
La sala in questione era illuminata da migliaia di candele sospese per aria, era enorme ed in mezzo stavano quattro tavoli in cui sedevano tutti gli altri studenti in divisa I tavoli erano apparecchiati con calici e piatti d’ oro scintillanti. In fondo cera un altro tavolo lungo dove vi erano seduti gli insegnanti: il tavolo delle autorità.
“ Wow!” escalmò Remus, da dietro il bambino con i capelli rossi.
 
James e Sirius si girarono a guardarlo: la sua espressione era meravigliata e commossa, i suoi occhi luccicavano. 
Poi si riscosse e, notando che James e Sirius lo fissavano, arrossi.
Sirius alzò gli occhi e notò che il soffitto era di velluto nero e ricoperto di stelle, era come se in realtà non ci fosse nessun soffitto! 
Sentì la voce di Lily, la bella bambina dai capelli rossi sussurrare “ E per magia che assomiglia al celo di fuori! Lo letto in Storia di Hogwarts!”
 
La professoressa McGranitt , senza far rumore, pose uno sgabello a quattro gambe davanti agli alunni del primo anno. Poi sopra lo sgabello appoggiò un cappello da mago a punta. Era vecchio, consunto, rattoppato e pieno di macchie.
“ Chissà se ci chiederanno di estrarne un coniglio!!” bisbigliò un ragazzo dai capelli color sabbia a una bambina con capelli lunghi, ricci e bruni. La ragazzina gli rivolse un sorrisetto nervoso, e tornò a Guardare il cappello.
Sirius fece altrettanto. silenzio, poi il cappello si contrasse. Una apertura sul davanti si apri come una bocca, e poi con meraviglia di tutti, iniziò a cantare:
 
“Forse pensate che non son bello,
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c'è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è a Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all'istante
Con me sarete in mani sicure
Perché io sono un Cappello Parlante !!!”
 
 
Non appena ebbe terminato la sua filastrocca, tutta la sala scoppiò in un applauso fragoroso. 
 
Quando gli applausi e i fischi provenienti dai quattro tavoli cessarono, la professoressa Megranitt si fece avanti tenendo tra le mani un lungo rotolo di pergamena.
“ Quando chiamerò il vostro nome, voi indosserete il Cappello Parlante e vi siederete sullo sgabello” disse “ Signor Avery lei è il primo!” Dalla folla di ragazzini ne uscì un ragazzino magro con i capelli

neri e un ghigno perfido stampato in viso. 
Si sedette sullo sgabello, indossò il capello che gli ricadde sugli occhi.
 
 Un attimo di pausa e …..
“ SERPEVERDE!” urlò il cappello parlante.
 
Il tavolo dei Serpeverde scoppiò in un boato di gioia!
Sirius vide sua cugina stringere la mano a Avery quando arrivò al tavolo della sua Casa.
 
“ Bennet, Nicole!” chiamò la professoressa MeGranitt. Dalla folla uscì una ragazzina bassa, magra con i capelli corti di un castano intenso, fatta eccezione per la frangia bionda. 
Molto timidamente, con lo sguardo fisso sui propri piedi, avanzò fino allo sgabello e, appena il cappello le sfiorò la testa urlò “ TASSOROSSO!”
 
Il tavolo dei Tassorosso, a destra, si rallegrò, è James scorse il Frate Grasso sorridere mentre Nicole si avviava verso i Tassorosso.
“ Black, Sirius!” Sirius sbiancò. Sentiva tutti gli sguardi su di lui, soprattutto dal tavolo dei Serpeverde. “ Vai amico, andrà tutto ok!” lo rassicuro James, con voce bassa, in modo che nessuno sentisse a

parte lui. Sirus gli sorrise e avanzò verso il Cappello Parlante. 
Arrivato allo sgabello ci si sedette sopra e si mise il cappello in testa: era talmente grande che gli inghiottì tutta la testa.
“ Bene, bene…..Un altro Black! Mmm…..Difficile, molto difficile! C’è talento…O si molto talento! Ma ce anche astuzia…Si …..E intelligenza! Saresti un perfetto Serpeverde sai?” Sirius deglutì e con le

mani si aggrappò meglio allo sgabello. “ Però..” continuò il cappello “ Vedo anche coraggio da vendere e….Si! Voglia di mettersi alla prova…. No Serpeverde non è la Casa giusta per te” “Davvero?”

pensò Sirius. “ Si davvero…Per te sarà meglio… GRIFONDORO!” Sirius sentì urlare a tutta la sala l’ ultima parola. Non ci poteva credere! Era un Grifondoro! Balzò giù dallo sgabello, si tolse il cappello


lo lanciò nelle braccia della professoressa MeGranitt e corse verso il tavolo dai colori rosso e oro che stava esultando. Per un attimo incrociò lo sguardo di puro rimprovero di sua cugina, ma poi vide

James che gli sorrise e gli fece “OK” con il pollice alzato.
Si sentiva leggero come non mai e si sedette vicino a un ragazzo con corti capelli biondi e grandi occhi azzurri. Aveva un bel fisico scolpito e quando Sirius gli si sedette vicino si congratulò con lui stringendogli la mano 
 
“ Congratulazioni! Io sono Ludo! Ludo Bagman piacere di conoscerti!” esclamò con voce esultante. Sulla sua tunica splendeva un distintivo da prefetto.
“ Piacere Ludo io sono Sirius Black!” disse stringendo di rimando la mano di Ludo.

 
Intanto “ Blaise, Zabbini” era stato smistanto in Serpeverde.
“Bones, Amelia!” Una ragazzina con due codini biondi e la faccia squadrata si fece avanti, si sedette e si mise il Cappello parlante sulla testa “TASSOROSSO!” urlò quest’ ultimo poco dopo.
 
Per la seconda volta il tavolo dei Tassorosso esultò di gioia e Amelia andò a sedersi vicino a due ragazzi, biondi anche loro, che gli assomigliavano molto. Sirius ipotizzava che fossero i suoi fratelli o comunque dei suoi parenti.
Dopo Amelia fu chiamata “Cooper, Sofhì!” una ragazzina dai corti capelli ricci mori (fatta eccezione per alcune ciocche colorate di rosa) e il naso all’ insù che si sedette sullo sgabello con aria indifferente e appena il cappello le sfiorò la testa gridò “Corvonero!”
 
Il secondo tavolo a sinistra scoppiò in un applauso fragoroso, e accolse calorosamente Sofhì.
 
James aspettava con impazienza il suo turno. Tremava dall’ eccitazione e non vedeva l’ ora di sapere a quale casa sarebbe stato smistato.
In fondo al cuore sapeva di voler finire a Grifondoro (dove tra l’ altro era appena stato smistato Sirius) ma cercava di non illudersi e continuava a ripetersi che anche Corvonero e Tassorosso sarebbero state delle belle Case….. Serpeverde no però! O no! James sarebbe scappato da Hogwarts piuttosto che essere costretto a rimanere sette anni in quel covo di serpi! 
Intanto “Evans, Lily” la ragazzina dai lunghi capelli rossi, gli occhi verdi e con le lentiggini sul naso si stava avviando verso lo sgabello. La professoressa MeGranitt le poso il Cappello Parlante sulla chioma rosso scuro e un secondo dopo si senti la parola “ GRIFONDORO!”.
James sorrise.  Quella bimba era proprio carina! Una vocina nella sua testa gli diceva che era stato uno stupido a essere stato cosi maleducato con lei sul treno.
Seguì con lo sguardo Lily che salutò Severus con un sorriso un po’ deluso , poi si avviò verso il tavolo dei Grifondoro.  James vide  Sirius fare spazio a Lily vicino a lui, ma lei lo aveva riconosciuto e,

dopo aver incrociato le braccia al petto, si diresse dall’ altra parte del tavolo.
 
“Ai!!” senti una voce accanto a lui e quando si girò vide il bambino con i capelli color sabbia che si massaggiava il piede cercando di non togliersi la scarpa. Mentre osservava Lily aveva colpito forte il piede del poveretto con il proprio. “O no! Scusami! Scusami tanto….” Gli sussurrò nell’ orecchio.
 
Peter si sentì avvampare. Davvero quel ragazzino gli aveva chiesto scusa? In modo gentile? 

 
“ O non ti preoccupare è già passato” lo rassicurò “Io sono Peter Minus!” si presentò con un filo di timidezza nella voce “Piacere io sono James Potter!” gli rispose il ragazzino con gli occhiali sul naso e i

capelli spettinati. Sul volto del piccolo Peter comparve un sorriso.
 
Nel frattempo “ Foster, Alan” il ragazzino con i capelli biondi e lo sguardo vivace, era stato smistato a Tassorosso , e un certo “Goile” (un ragazzino grasso con i capelli corti e lo sguardo stupido) era stato smistato in Serpeverde.
 
Ora era il turno di due gemelle “ Jones, Allison e Jones, Kelly” due ragazzine  con lunghi capelli biondo scuro, occhi color nocciola e statura alta. Dopo essere state smistate in Corvonero, andarono a sedersi vicino a Sofhì Cooper.
 
Remus sapeva che tra poco sarebbe toccato a lui. “ Lupin, Remus!” 
 
Ecco, appunto! Avanzò con gambe tremanti verso la professoressa MeGranitt con lo sguardo che andava da lei al tavolo delle autorità. Tutti gli insegnanti gli sorridevano, e si sentì avvampare. Non gli era mai piaciuto quando la gente lo fissava, e in cuor suo sperava che nessuno si accorgesse delle cicatrici sul suo volto. Si sedette sullo sgabello e si mise in testa il cappello.      “Mmm…. Tu hai una

grande intelligenza e…Molta curiosità!……Hai voglia di imparare vero?  Non ti senti a pari dei tuoi compagni non è cosi? Hai paura di non essere accettato dagli altri eh? E ti chiudi in te stesso, non è così?” “ Come fai a saperlo?” chiese con il pensiero Remus al Cappello Parlante, cercando però di tenere un tono cortese, a Remus non piaceva essere scortese.
 
“ Come faccio a saperlo?!” chiese il cappello con tono sorpreso “ Ma ragazzo mio è tutto qui! Tutto nella tua testa! Potresti essere un buon Corvonero ma…… Non…..No sai cosa altro vedo? Vedo coraggio, molto coraggio! E lealtà….. Lealtà e coraggio da vendere! O si …si….. tu starai benissimo in…. GRIFONDORO!” Remus sospirò sollevato, e con il cuore più leggero si diresse verso il tavolo

dei Grifondoro, che ora stava esultando, Si! Stavano esultando per lui!
Quando arrivò al tavolo si sedette vicino ad un ragazzino con lunghi capelli neri, mossi, che gli arrivavano alla spalla. 
 
“ Ciao! Io sono Sirius Black!...E tu come ti chiami?” gli chiese, anche se sapeva già la risposta. “Io sono Remus” rispose con voce bassa, quasi impaurita “Remus Lupin”
 
 “Piacere Remus!” i bambini si strinsero la mano e sul volto di Remus comparve un sorriso “ Piacere mio!”
Nel frattempo “Macdonald, Mary” e “Mckinnon, Marlene” erano state smistate in Grifondoro e si erano sedute vicino a Lily Evans.
 
“Minus, Peter” A Peter tremavano la gambe “ Tranquillo andrà tutto bene! Vai!” lo incoraggiò il ragazzino occhialuto, James.
Avanzò con le gambe tremanti fino allo sgabello e, dopo che la professoressa McGranitt gli pose il cappello sulla testa sussulto per la sorpresa “Mmm…… Sei timido…. Non troppo coraggioso eh?

Non hai un grande talento ragazzo mio ma…. Vedo qualcosa qui… Nel profondo! Si vedo…Curiosità! Voglia di crescere eh? Mmm…. E difficile…Insomma dove ti metto?” chiese infine il Cappello Parlante “Non lo so!” pensò Peter.
“ Aaaaaa…… Non lo sai eh? Bè io lo so invece, tu starai in….Grifondoro!”
Peter Senti l’ ultima parola e non poté crederci, era un Grifondoro! Saltò giù dallo sgabello, si tolse il cappello e dopo averlo ridato alla professoressa McGranitt si avviò verso il tavolo rosso e oro che ora stava applaudendo.
“ Congratulazioni! Grifondoro anche tu eh?” gli fece un ragazzino dall’ aria malandata con due grandi occhi color ambra e i capelli color miele.
“Si, non è forte?” esclamò un ragazzino con lunghi capelli neri  “Approposito! Io sono Sirius Black e lui è Remus Lupin!” disse indicando prima se stesso e poi il ragazzino con i capelli color miele che

ora sorrideva imbarazzato “ Piacere! Io sono Peter Minus!”
Dopo Peter furono smistati Mulciber in Serpeverde, Muracami Lù in Corvonero, un certo Nott in Serpeverde, Paciock Frank in Grifondoro  e Piton Severus in Sepeverde.
 
“Lo sapevo!” commentò Sirius quando Piton si sedette vicino a Lucius Malfoy (il ragazzo biondo che era con sua cugina alla stazione) al tavolo dei Serpeverde. Il distintivo da prefetto scintillava sulla

divisa di Malfoy, sul volto un ghigno d’ approvazione mentre dava della pacche affettuose sulla schiena di Piton.
“Potter, James!” Sirius si riscosse è guardo il suo amico andare verso lo sgabello “ Calmo James, calmo!” si disse quest’ ultimo mentre con un finto sorriso raggiante andava anche lui verso lo

sgabello.
Si sedette e la professoressa gli metteva il Cappello Parlante, cosi che anche la sua testa venne  inghiottita dalla stoffa.
 
“ Ma guarda guarda….. Un altro Potter! O ricordo perfettamente quando smistai tuo padre e tu sei uguale a lui…. O si…”diceva il cappello “ Era quello che speravo!” commentò James.  
Il cappello scoppiò in una risatina. “ O si tu sei….Coraggioso! Leale! Curioso e …. Ti ficchi sempre nei guai eh? Non stai mai fermo! Vuoi divertirti e vuoi che tutti si divertano….. Ma attento giovanotto!

Sei anche un po’ arrogante a volte eh?  Bè sono sicuro che starai bene in…… GRIFONDORO!”
James si sentì leggero come una piuma. Grifondoro! Era un grifondoro!
Con l’ orgoglio che usciva da tutti i suoi pori, James si avviò verso il tavolo dei Gridondoro, senza neanche togliersi il Cappello Parlante dalla testa. Quando se ne accorse tornò indietro e lo ridiede alla

professoressa McGranitt che lo guardo con severità. Molti risero, Intanto i Grifondoro esultavano… Si ! Esultavano per lui! Con un sorriso a trentadue denti si sedette vicino a Sirius. I due bambini si

guardarono e poi ……. Scoppiarono a ridere! Era tutto cosi perfetto! Erano nella stessa casa e potevano tranquillamente continuare ad essere amici! Niente avrebbe più potuto intralciare la loro amicizia!
“ James ti presento Peter Minus e Remus Lupin!” disse Sirius a James indicando prima il bambino con i capelli color sabbia e poi quello con l’ aria imbarazzata e gli occhi color ambra.
“ Peter lo conosciuto prima…. Remus… Bè è un piacere conoscerti! Io sono James Potter!
I due si strinsero la mano e dopo che Prevette Alice  e Vance Emmeline (la bambina con i capelli biondi e gli occhi azzurri )finirono in Grifondoro e Tiger e Wilkes finirono in Serpeverde la professoressa McGranitt mise via cappello e sgabello.
Il professor Silente si alzò dal tavolo delle autorità. Sorrideva agli studenti con le braccia aperte come se niente gli facesse più piacere di avere tutti gli studenti li, davanti a lui.
“ Benvenuti! Benvenuti ad un nuovo anno ad Hogwarts! Prima di mangiare vorrei dire solo un paio di parole: foglia, zuccotto, mantello e leone! Grazie!”
Tutti applaudirono ma Sirus non sapeva se ridere o no “ Ma…..è un po’ matto?” chiese un po’ incerto ad il prefetto Ludo Bagman. “ Matto dici?” ripeté Ludo girandosi verso di lui “ Si be può darsi….

Comunque è un genio! Pollo ragazzo?” Remus spalancò la bocca per lo stupore. Sul tavolo erano comparse una marea di pietanze diverse: roast beef, pollo arrosto, braciole di maiale e d’ agnello, salsicce, bacone bistecche, patate lesse, patate al forno, patatine fritte, carote, insalata, pasta con vari condimenti, ragù, salsa Ketchup e , per qualche strana ragione, dolci alla menta. I quattro ragazzi

riempirono i propri piatti di un po’ di tutto (tranne i dolci alla menta) e iniziarono a mangiare voraci. Era tutto squisito.
“ Ma buona sera nuovi Studenti!” li saluto il fantasma con la gorgiera che, prima dello smistamento, discuteva con il Frate Grasso. “Io sono ‘Ser Nicholas de Mimsy-Porpington’ il fantasma di Grifondoro!” 
“ Ehi! Tu sei Nick-Quasi-Senza-Testa vero?” chiese una ragazzina seduta vicino a Lily: aveva i capelli a caschetto neri e due grandi occhi scuri.
“ Preferirei che tu mi chiamassi ‘Ser Nicholas….” Iniziò il fantasma tutto impettito ma fu interrotto da Mary MaCdonald, una ragazzina con un cerchietto rosa tra i capelli mori.
“ Perché ti chiamano ‘Nick-Quasi-Senza-Testa’?”
Sir Nicholas sembrava estremamente stizzito, come se la conversazione non stesse prendendo la piega da lui desiderata.
 
“ Perché posso fare così” rispose irritato. Si afferrò l’orecchio destro e tirò. La testa gli si staccò dal collo e gli si poggiò sulla spalla, come se fosse incernierata.
Evidentemente qualcuno aveva cercato di decapitarlo, ma senza farlo a dovere. Tutto soddisfatto per gli sguardi sbalorditi dei nuovi giovani Grifondoro, Nick-Quasi-Senza-Testa si rimise la testa a posto con uno scatto deciso. 
 
Quando tutti si furono rimpinzati a dovere, gli avanzi del cibo scomparvero dai piatti scomparvero lasciandoli puliti e spendenti. 
Un attimo dopo apparvero i dolci. Montagne di gelato di tutti i gusti immaginabili, torte alle male, pasticcini al miele, bignè al cioccolato e ciambelle alla crema e alla marmellata, zuppa inglese, fragole, gelatine, dolci di riso….
 
Mentre Sirius si stava servendo una fetta di torta alle mele, il discorso tornò sulle famiglie…
“ Io sono una…Nata babbana” stava raccontando Lily mentre si prendeva un bignè “ A mia mamma gli è venuto un infarto quando ha visto il gufo con la lettera di Hogwarts sulla finestra della nostra cucina!” 
Tutti risero.
“ E tu,  Remus?”
A Lupin andò di traverso la suo gelato al cioccolato.
“ Bè…io….. Non c’è molto da dire su di me in effetti!” bofonchiò “ Sono cresciuto con i miei genitori in campagna e … bè…. Ho subito dimostrato potenzialità con la magia, pensate che una volta ho colorato i capelli biondi di mia mamma in un blu elettrico quando avevo tre anni! Era incavolatissima!
Dall’ altro lato del tavolo Ludo Bagman parlava animatamente con James e Sirius sul Quidditch (“ La nostra squadra è fantastica! Io sono uno dei battitori! Abbiamo battuto Serpeverde e Tassorosso l’

anno scorso, ma non abbiamo vinto comunque  la coppa…… Questo anno spero di farcela, ma l’ anno scorso abbiamo perso il nostro portiere migliore quindi non so…”)
Finalmente scomparvero anche i dolci e il professor Silente si alzò in piedi per la seconda volta quella sera e nella sala cadde il silenzio.
“ Bene…. Ora che siamo tutti sazi vorrei dire un paio di parole di inizio anno. Gli studenti del primo anno che l’ accesso alla foresta qui intorno è proibito a 
 
tutti gli alunni. Inoltre il nostro custode, Il signor Gazza, mi a chiesto di ricordare a tutti voi che è vietato duellare per i corridoi “
Un attimo di silenzio, poi Silente riprese “ Per ultima cosa chi vorrebbe entrare nella squadra di Quidditch della sua Casa e pregato di contattare madama Bumb, la nostra nuova insegnante di volo!”
 
Detto questo a Silente comparve un sorriso sulle labra “ E ora di andare a letto ragazzi miei, ma prima… Intoniamo l’ inno della scuola!” grido Silente, Peter notò che sui volti degli altri insegnantis’ era come gelato il sorriso sulle labbra.
Silente diede un colpetto con la bacchetta come se volesse scacciarne una mosca dalla punta, e ne fluì un lungo nastro d’ oro che si contorceva formando delle parole.
 
“ Ognuno scelga il motivetto che più gli piace” disse Silente “ Via!
Tutta la scuola intonò:
“ Hogwarz, Hogwarz del nostro cuore,
te ne preghiamo, insegnaci bene
giovani, vecchi, o del Plesticione,
la nostra testa tu solo riempi
con tante cose interessanti.
Perché ora è piena di venti,
mosche morte e idee deliranti.
Insegnaci dunque quel che è richiesto,
dalla memoria cancella l’ oblio
fai del tuo meglio, a noi aspetta il resto
finché al cervello daremo l’ addio”
 
Ognuno finì la canzone in tempi diversi. Silente diresse le ultime battute con la bacchettà e poi fu uno di quelli che applaudì più fragorosamente.
 
“ Ah la musica!” disse asciugandosi gli occhi “ Una magia che supera tutte quelle che noi facciamo qui! E ora tutti a letto, di corsa!”
Aprendosi un varco tra la folla che parlava animatamente, gli studenti del primo anno di Grifondoro seguirono Ludo, uscirono dalla Sala Grande e salirono al piano di sopra passando per la scala di marmo
Sirius  aveva un po’ di mal di stomaco, ma questo solo perché si era rimpinzato a cena.
 
Ma non era comunque troppo stanco per salutare insieme a James tutti i personaggi dei ritratti appesi alle pareti. Passarono attraverso delle porte nascoste tra arazzi e pannelli scorrevoli quando si sentì un urlo. Emmeline Vanse era ricoperta di una strana sostanza color verde.
“ Pix!” Urlò Ludo, non potendo nascondere un sorrisetto. “ è un Poltergeist… E a Hogwarz solo da qualche anno….” Spiegò Ludo ai ragazzini del primo anno.
 
“ Pix …fatti vedere!” Ci fu uno schiocco e apparve un omino dai neri capelli maligni e una grande bocca che galleggiava a mezzaria. Quando si accorse di come aveva conciato la povera Emmeline scoppiò in una orribile risata maligna.
“ Pix stavolta l’ hai fatto grossa, andrò ad informare il preside più tardi, dopo che avrò portato lei” e indico Emmeline “In infermeria!”
 
Detto questo Ludo prese la mano della bambina e Pix scomparì con una linguaccia.
“ Dovete stare attenti con Pix, può fare anche di peggio se vuole” disse Ludo ai ragazzini che ora rabbrividivano al dolo pensiero che Pix possa fargli una cosa simile.
 
Ripresero a camminare fino all’ estremità del corridoio dove era appeso un quadro di una donna molto grassa, con addosso un abito di seta rosa.
“ La parola d’ ordine?” chiese.
“Piperille” rispose Ludo, e il ritratto si staccò scoprendo un’ apertura circolare . Passarono tutti, aiutandosi con mani e piedi e sbucarono nella sala  di ritrovo dei Grifondoro: era una stanza accogliente, a pianta rotonda piena di soffici poltrone e illuminata da un camino e da alcune candele poste un po’  dappertutto.
 
Ludo indicò alle ragazze una porta che conduceva al loro dormitorio, e ai ragazzi un’ altra.
 
In cima ad una scala a  chiocciola –era chiaro che si trovavano in una delle torri- finalmente trovarono i loro letti: cinque letti a baldacchino circondati da tende di velluto rosso scuro. I loro bauli erano già stati portati su. 

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Capitolo 3
*** Lettere e segreti svelati al buio ***


Capitolo 3
Lettere e Segreti svelati Al Buio

Sirius aveva il letto più vicino alla porta, James quello accanto al suo, poi cera Remus che aveva quello in mezzo alla stanza, Peter quello dopo di lui e Frank (il ragazzino con cui James e Sirius avevano attraversato il lago) aveva il letto più vicino al bagno. Si misero tutti e cinque il pigiama. Peter scoppio a ridere quando James tirò fuori il suo e fece lo stesso Sirius quando se accorse. “ Ma dove lo hai preso quel pigiama?” “ Perché? Cosa ha che non va?” chiese James con un sorriso a trentadue denti, mentre osservava il cervo innamorato sullo sfondo verde sul suo petto che faceva gli occhi dolci

alla cerbiatta vicino a lui. “ Cosa ha che non va?” gli fece eco Sirius mentre si infilava i suoi anonimi pantaloni bianchi con righe grigie e la sua semplice maglietta grigia a maniche corte “ Niente James e solo leggermente ridicolo!” “ Almeno il mio pigiama è originale, non come i vostri mediocri straccetti!” disse con fare indignato indicando il pigiama a righe di Sirius, quello arancione di Frank, quello

blu di Peter e quello con le ranocchie di Remus… Quello con le ranocchie di Remus? “Non è male neanche il tuo Lupin!” gli lesse nel pensiero Sirius. Il ragazzino diventò tutto rosso “ Me lo ha regalato mia madre…” spiegò timidamente lui. Dopo che tutti e cinque furono andati in bagno spensero le luci e andarono tutti a dormire, tutti tranne Sirius che, con la lampada accesa sotto le coperte del suo letto a baldacchino con le tende chiuse, stava a pancia in giù con dei fogli di pergamena sul cuscino e la penna d’ oca impugnata nella mano destra. Il ragazzo doveva assolutamente scrivere a suo fratello perché glielo aveva promesso, e ai suoi genitori per dir loro che era entrato, contro la tradizione di famiglia, in Grifondoro. La lettera per suo fratello Regulus fu la più facile, Sirius la rilesse un

ultima volta:

"Caro Regulus, come stai? Io bene, ma prima di continuare devo dirti una cosa: sono un Grifondoro. Lo so che la tradizione dice che dovevo essere un Serpeverde, ma il Cappello Parlante mi ha smistato qui, non è colpa mia. Comunque tranquillo, io sto bene! I miei compagni di Casa sono simpatici e, modestamente, il rosso mi dona! Non dire niente a mamma e papà, gli scriverò io per

spiegargli la situazione. Tornando a noi, questa è la mia prima notte ad Hogwarts e qui è tutto magnifico! Il cibo è delizioso, il preside è matto, i dipinti sono più strambi di quelli che ci sono a casa nostra e c’è magia da tutte le parti! Appena posso ti dirò di più, ora però devo proprio scrivere la lettera per mamma e papà… Con affetto Tuo Siri

P.s. Saremo sempre fratelli, il fatto che io sono a Grifondoro non ci dividerà, te lo prometto."

Se togliamo il dettaglio della sua calligrafia disordinata, la lettera era perfetta! Orgoglioso di se stesso, Sirius piegò con precisione il foglio e lo mise con altrettanta precisione in una busta che teneva sotto i fogli di pergamena. Dopo che la ebbe chiusa con cura, la giro e scrisse “Per Regulus A. Black” Poi allungo la mano fuori dalle tende del suo baldacchino per posare la busta sul comodino, ma

accidentalmente fece cadere la lettera a terra, non sul mobile desiderato. “ Accidenti!” borbottò aprendo le tende e mettendosi a carponi sul pavimento “ Deve essere qui da qualche parte!” borbottava

Sirius tra sé e sé mentre tastava il pavimento con le mani. Avrebbe voluto accendere la luce, ma cosi facendo avrebbe svegliato i suoi compagni di dormitorio. Dopo due minuti di ricerca ritrovò la busta, la appoggiò sul comodino e si ristese sul suo letto, facendo attenzione a non far cadere la boccettina di inchiostro in bilico sul cuscino. Riprese la penna d’ oca tra le mani ma dopo quelli che secondo il suo orologio da polso furono ventotto minuti buoni, Sirius aveva scritto solo due parole: Cari genitori. I suoi occhi grigi si riempivano di lacrime, perché solo adesso Sirius aveva realizzato cosa era

successo quel giorno, si perché quel giorno era diventato un Grifondoro, e aveva deluso tutta la sua famiglia. Con quale coraggio sarebbe tornato a casa per le vacanze di Natale? Cosa poteva scrivere in quella lettera per sdrammatizzare la notizia? In preda ai singhiozzi, Sirius non si era accorto che James aveva aperto le tende del suo letto e si era avvicinato a quello dell’ amico. “ Sirius ma perché piangi?” chiese poi. Sirius si girò di scatto verso la voce familiare “ Io…. Be ecco….. Sono entrato in panico!” ammise alla fine il giovane Black che per una volta mise da parte l’ orgoglio. James si stese

vicino a lui (posando prima la boccetta di inchiostro sul comodino) e lo strinse a se. “ Ok tranquillo. Ora ti calmi ok? ” gli disse dolcemente “ Calmati e dimmi che cosa è successo!” Sirius era meravigliato da quella manifestazione di affetto da parte del ragazzino occhialuto. “ Io non….E che….Ho paura!” riusci a dire tra i vari singhiozzi . “ Paura di che cosa?” chiese Potter, mentre gli


accarezzava un braccio. Quel gesto era stupido e sicuramente non adatto ma fece sentire molto meglio Sirius. “ Io sono diventato un Grifondoro capisci?” “ No” ammise James “ Non capisco. Perché l’ essere diventato un Rosso-Oro ti rende così infelice? In fondo ci sono anche io qui e poi mi sembravi felice a cena” gli rispose James “ La mia famiglia…. Io non so…. Come lo dico alla mia famiglia?”

Sirius era terrorizzato, James glielo leggeva negli occhi. “ Gli scrivi come stavi facendo prima e gli dici che sei un Grifondoro…. Semplice no? “ Sirius sorrise. Non voleva neanche sapere come James avesse scoperto che stava scrivendo ai suoi genitori. “ No, non è semplice….” Sirius si girò sulla schiena strappandosi via dalla morsa di Potter e da sotto la maglia del pigiama tiro fuori la catenina

che portava al collo. La catenina arrivava fino all’ altezza del suo cuore, e il ciondolo che vi era appeso era una piccola “ B “ d’ orata. “ La vedi questa?” chiese poi a James che annuì. “ Questa è la ‘B’ di

Black, me l’ hanno regalata i miei genitori quando feci la mia prima magia” Spiegò “ Erano così orgogliosi di me quel giorno, mi ricordo che potei mangiare un barattolo intero di gelato! E poi mio padre e mia madre mi portarono fuori di casa e mi fecero entrare in una gioielleria, e mi fecero fare questa….. Ora ce l’ ha anche mio fratello Regulus….. Questa volta non saranno per niente felici ” Per

qualche minuti i bambini stettero in silenzio. Poi James si rivolse a Sirius: “ Senti se vuoi, ti aiuto io a scrivere quella lettera!” Sirius sorrise. “ Perché? Perché mi aiuti?” “ Ma perché io sono il tuo migliore amico!” esclamò James. “ Non puoi essere il mio migliore amico!” sbottò Sirius alzandosi a sedere e facendo ricadere la collanina sotto la veste “ Ci conosciamo da meno di ventiquattro ore!” “Non

importa!” rispose James cocciuto “ Io e te siamo migliori amici! Punto! E io ora ti aiuto con quella lettera!” detto questo si stese a pancia in giù, riprese la boccetta di inchiostro da sopra il comodino e recuperò la penna d’ oca che era finita (non si sa come) sotto il cuscino. Sirius sorrise di nuovo, non sapeva se quel ragazzino fosse davvero il suo migliore amico, ma di certo si comportava da tale. I

due ragazzini lavorarono per almeno una quarantina di minuti ma alla fine riuscirono nel loro intento:

"Cari Genitori, il viaggio verso Hogwarts è stato piacevole, ho mangiato tutti e due i panini e una marea di dolci! Ho tante cose da raccontarvi ma prima di continuare però devo rivelarvi l’ esito dello smistamento: sono entrato in Grifondoro. Lo so che vi aspettavate diversamente da me, ma il Cappello Parlante ha preso la sua decisione. Tra i Rosso-Oro comunque mi trovo bene, ho fatto molte

amicizie e il dormitorio è bellissimo! La cena è stata deliziosa, ho mangiato di tutto! Il professor Silente è una persona simpatica, ci ha fatto cantare l’ inno di Hoqwarz dopo cena. Stare qui mi piace molto, questo posto è fantastico!

Cordiali Saluti Vostro Sirius"


“ Non è male eh?” fece James all’ amico. Sirius sorrise di nuovo “ No, Non è male!” Come per la lettera di Regulus, Sirius piegò bene il foglio di pergamena, lo infilò con attenzione dentro la busta e con altrettanta cautela la chiuse, poi la girò e, sul retro della busta, scrisse cinque parole: Per Orion e Walburga Black. Poso la seconda

lettera sul comodino vicino alla prima, e poi risistemò (con l’ aiutò di James) i fogli rimasti di pergamena, l’ inchiostro e la penna d’ oca nel baule. “ Grazie Potter! Mi sei stato di grande aiuto!” “ Non c’ è

di che, Sirius, ma promettimi una cosa…” “Cosa?” “ Che da oggi non mi chiamerai più Potter, ma solo James!” esclamò l’ occhialuto con finto tono di rimprovero. “ Ok!” concordò Sirius “ Grazie James!”

“ Così va meglio….” decretò l’ interessato “ Ora dai, fammi spazio!” disse spostando le coperte del letto a baldacchino di Sirius. “ Farti spazio per far cosa?” chiese Sirius senza capire. “ Fammi spazio nel tuo letto no? Non penserai mica che io ti lascerò dormire da solo dopo la crisi che hai avuto prima vero?” chiese sbalordito. Sirius non gli rispose, ma gli fece un po’ di spazio e, dopo essersi

avvinghiati l’ uno all’ altro, i due bambini si addormentarono.








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Capitolo 4
*** Ritardo e Sonnifero ***


Ritardo e sonnifero 



James cercava di allacciarsi la cravatta mentre attraversava il buco del ritratto della Signora Grassa, Sirius lo seguiva, intendo ad allacciarsi la scarpa destra.
A Hogwarts c’erano centoquarantadue scalinate, alcune ampie, alcune strette; alcune che il venerdì portavano in luoghi diversi; altre che a metà avevano un gradino che scompariva e bisognava ricordarsi di saltare.
Poi c’erano porte che non si aprivano a meno che non glielo si chiedeva gentilmente o non gli si faceva il solletico nel punto giusto, e porte che non erano porte ma facevano finta di esserlo.
A Hoqwarts era anche difficile ricordare dove fossero le cose, perché tutto sembrava oggetto ad continui spostamenti: i personaggi dei ritratti e dei quadri si spostavano per farsi visita l’ un con l’ altro, e James avrebbe giurato che le armature camminassero.
Tutto questo non avrebbe contribuito alla situazione, in quanto i due ragazzi erano in ritardo di mezzora alla loro prima lezione di Storia della Magia del loro, per giunta, primo giorno di scuola.
 
“ A che piano è l’aula di Storia della Magia?” chiese Sirius a James mentre correvano giù per le scale.
“ Non ne ho la più pallida idea per Melino!” rispose con tono disperato James.
Erano arrivati al quinto piano quando si fermarono per riprendere fiato.
 
Davanti a loro stavano due gargoylle di pietra e dall’ altra parte del corridoio una porta dall’ aspetto comune.
 
James si era immobilizzato davanti ai gargoylle, incantato dalla loro altezza e dai loro volti minacciosi, Sirius invece era troppo  impegnato a strapparsi i capelli dal nervoso per badare a quelle due statue che adesso si stavano spostando di lato…..
Che si stavano spostando di lato?
 
Sirius e James rimasero li, imbambolati con la bocca aperta mentre i gargoylle si spostavano facendo comparire un’alta scala a chiocciola, dove pochi secondi dopo scese un uomo alto, magro con una lunga barba argentea, e un paio di occhialini a mezza luna. La sua veste color zafferano sfiorava il pavimento: era Albus Silente.
 
Fantastico, pensò Sirius, beccati in ritardo il primo giorno di scuola dal preside!
 
“ Buongiorno preside! Dormito bene?” James, ovviamente, salutò cordialmente il professor Silente con la sua solita voce squillante, come se il fatto che dovrebbe essere a lezione fosse un dettaglio superfluo.
“ Buongiorno anche a lei signor….?” 
“Potter signore! Io sono James Potter e lui è Sirius Black!” disse indicando l’ amico che, con fare imbarazzato, fece un cenno con il capo prima di iniziare a fissare il pavimento.
“ Sono felice di conoscervi ragazzi, ma non dovreste essere a lezione?” chiese con un sorrisetto divertito.
 
“ Be…” iniziò Sirius “ Ci siamo… come dire…” 
 
“ Persi?” chiese Silente scoppiando a ridere al cenno di affermazione dei ragazzi “ Dove dovete andare?” chiese poi gentilmente.
“A Storia della Magia” rispose prontamente James.
“ Allora dovente andare al secondo piano e andare dritto fino alla fine del corridoi!” rispose Silente con fare ovvio. D'altronde egli è in questa scuola da anni, anche se è preside da solo uno, e deve

conoscere bene la scuola, le aule e le varie zone del castello.
“ Grazie signore!” gli dissero i ragazzi prima di iniziare a correre “ Di niente e buona fortuna!”.
 
Corsero giù ancora per tre piani di scale prima di arrivare al secondo piano.
L’aula di storia della magia era in fondo al corridoio, i due ragazzi ci arrivarono davanti con il fiatone, e dopo che il loro respiro tornò normale, bussarono ed entrarono. L’ aula era molto grande, con un enorme lavagna posta al centro del muro di fondo. I banchi erano messi in cerchio, e stavano su più piani, come quando si va a vedere gli spettacoli dell’ A.M.A.D. (accademia magica arti

drammatiche).
“Ci scusi per il ritardo professor… Fantasma?” concluse Sirius con tono confuso.
“Che forza!” esclamò invece con molto entusiasmo James, suscitando un leggero scroscio di risate “Ma come fa a scrivere alla lavagna?” chiese poi stupidamente il ragazzino con gli occhiali.
 
“ Si da il caso che la lavagna nella mia lezione, sebbene sia presente nell’ aula, non è utilizzata da ben 20 anni, dal 18 novembre del 1951 per l’esattezza. Da quando sono morto” disse il professore

fantasma. Parlava molto lentamente, e aveva una voce molto bassa e profonda. Il professore aveva poi iniziato un discorso sull’ importanza della puntualità, e intanto Sirius aveva adocchiato Remus e Peter, che si erano seduti in prima fila, vicino ad una ragazzina di Corvonero con corti capelli ricci.
 
“Comunque…” continuò il fantasma “Io sono il professor Cuthbert  Rüf, e sarò il vostro insegnante di Storia della Magia” disse, e accennò ad un sorriso “Voi invece scommetto che siete i signori Ponker e Blaka giusto?” 
Sirius e James si guardarono interrogativi, finché non arrivò in loro aiuto una ragazza dai lunghi capelli biondo scuro e con la cravatta blu “Si signore sono loro!” urlò in direzione del professor Rüf, per poi bisbigliare all’ indirizzo dei due ragazzini “Ha sbagliato tutti i nostri nomi prima, all’ appello, quindi non fateci caso…”
 
“ Bene signori, adesso vi pregherei di sedervi, perché  vorrei continuare la mia lezione…” I ragazzi presero posto negli ultimi banchi, in fondo all’aula, e ascoltarono la lezione più noiosa della loro vita. Il professor Rüf era noiosissimo mentre spiegava, e visto che la lavagna non era utilizzata durante le sue lezioni, i ragazzi erano costretti a stare attenti per prendere appunti, cosa praticamente

impossibile, visto che la voce del professore fantasma sembrava avere un effetto tipo sonnifero.
 
Non tutti i professori si buttarono subito nelle lezioni. L’insegnante di incantesimi, il professore Vitious  per esempio, gli fece mettere tutti in cerchio e gli fece dire il loro nome, la loro Casa di appartenenza e cosa pensavano dell’ idea di imparare a fare incantesimi. La sua statura piccola (Peter Minus, che era il più basso della classe, eppure lo superava di una spanna) e la sua barba

lunga (che gli arrivava ai piedi) facevano di lui un personaggio abbastanza buffo, ma il signor Vitious era anche severo, e i ragazzi lo compresero bene quando sgridò  James che aveva insultato Severus Piton dicendogli che era più brutto di un troll. Quel giorno la casa di Grifondoro perse dieci punti.
 
Peter, James e Sirius si trovavano un po’ in difficoltà durante le lezioni(anche se tutti e tre erano dotati di grande intelletto,soprattutto James e Sirius) che man mano che passava il tempo si fecero sempre più difficili.
Remus al contrario manifestò subito un grande interesse per tutte le materie, e guadagnò molti punti per la casa di Grifondoro.
 
Non era comunque portato per tutto, come i ragazzi scoprirono tre giorni dopo, alla prima lezione di Pozioni.
 
Tutto era iniziato dopo colazione, quando i ragazzi iniziarono a scendere giù per i sotterranei, dove si trovava l’aula del professore Horage Lumacorno.
Il professor Lumacorno era un uomo grasso con due grossi baffi che assomigliava molto ad un tricheco. Accolse tutti i ragazzi (che erano mischiati tra Serpeverde e Grifondoro).
 
“ Buongiorno futuri Maghi e future Streghe!” esclamò entrando.
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ecco un nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo e per il fatto che questo capitolo é piu corto..... Elison
 
 
 

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Capitolo 5
*** la pozione balbettante ***


Capitolo 5

La pozione Balbettante

 
Dopo essersi seduto dietro la scrivania e dopo aver fatto l’appello, il professor Lumacorno fece una brave spiegazione sulle basi di una buona pozione e poi decise che era ora di vedere cosa sapevano fare i suoi nuovo alunni.
“Vediamo se c’è qualcuno degno di entrare nel Lumaclub già dal primo anno!” esclamò allegro, e mentre tutti si chiedevano cosa fosse questo “Lumaclub”, il professore divise i suoi studenti a coppie.
“Allora vediamo emm…… Piton con Minus….Potter con Jones….L’altra Jones con Bennet….Black con Lupin…” 

“Hey siamo compagni!” sussurrai a Lupin, che accennò un sorriso. Dopo che tutte le coppie furono formate, io e Remus ci mettemmo davanti al calderone e iniziammo a lavorare.
"Bene ragazzi… Vi ho messo in coppie per un motivo: faremo una pozione per fare balbettare le persone. Quando finirete di prepararla, il vostro compagno dovrà berla!" disse euforico il professore
"COSA?!" urlarono quasi tutti, ma il professore non li degnò minimamente.

 "Buon lavoro!" disse, ghignando.
Sirius non era preoccupato, poiché Pensava che Remus fosse bravo in tutto. Ma si sbagliava.

Prese il libro di pozioni dalla sua borsa, e dopo che Remus ebbe recuperato gli ingredienti necessari, i due ragazzi iniziarono a lavorare. Andò tutto bene per i primi venti minuti (nei quali Black schiacciò ben dieci uova di pipistrello e Lupin taglio altrettante code di topo), ma quando arrivò il momento di far bere la pozione ai compagni, avvenne il guaio.

"Bene...” sussurrò il professore scorrendo i nomi delle coppie che si era appuntanto su un pezzo di coppie di pergamena ”Cominciano:Potter e Jones!" La prima coppia fu chiamata, e quando i ragazzi arrivarono alla cattedra e bevvero l'uno la pozione dell'altro...tutto filò liscio.

 "Eccellente!” Esclamò Lumacorno.

 ”Ora...Lupin e Black!" I ragazzi andarono alla lavana, e Sirius bevve la pozione di Remus e provò a parlare, ma invece di balbettare parlava in...Russo!

 "Signor Lupin si può sapere che è successo?" chiese il prof. adirato "Non lo so!" Confessò il ragazzo prima di diventare tutto rosso...Il professore cominciò a fargli la solita ramanzina finché io urlai qualcosa in russo che voleva dire "INVECE DI PARLARE QUALCUNO MI METTE A POSTO?”

Dalla cattedra vide James che si stava sbellicando dalle risate e Lily Evans che ghignava... Quei traditori!
"Bè signori mi spiace ma non posso fare altro che darvi un Accettabile, poiché il colore della pozione e anche l'odore è ottimo ma... L'effetto non è quello giusto!"

Sirius era molto arrabbiato, tanto per iniziare Remus la sua pozione non l’aveva bevuta, e per secondo luogo…Parlava ancora in russo! E la classe lo stava deridendo!

"Scusi professore...La situazione è hahahaahaha divertentissima ma hahahahahaha non dovrebbe far tornare Sirius normale ?" Chiese Potter. Ottima affermazione, pensò Lupin.

“ In effetti sarebbe opportuno ma io devo confessarvi che… Emm…Io non so cosa fare!” “Fantastico!” Pensò Sirius. James aveva le lacrime agli occhi.

"portiamolo in infermeria!" disse Lily cercando di non ridere. “Finalmente qualcuno che aziona il cervello!” urlò Sirius, ma nessuno lo capì. Le risate tuttavia aumentarono.
"Giusto signorina Evans non ci avevo pensato!" Lupin si diede una manata in pieno volto.

"Per questa trovata Grifondoro guadagna 10 punti!" Esclamò Lumacorno...”O bè almeno qualcosa di buono era accaduta!” pensò Lily.
"Per aver pensato di portarlo in infermeria? Ma che razza di professore è Lei?" urlò Avery dall’ultimo banco.

"Ma come si permette?" Avery ghignò “Per punizione ora lei...lei per punizione sta qui con me a pulire tutto”
Dopo questa discussione Lily si alzò e mi portò in infermeria insieme a James, Remus e Peter.

Per arrivare in infermeria i ragazzi dovettero fare due piani di scale, poiché era al primo piano e loro eravano nei sotterranei.

 Arrivati davanti alla porta dell'infermeria bussarono. Ad aprire fu una donna dallo sguardo serio e intelligente.
"Buongiorno" si presentò " Sono Madama Chips, voi chi siete? e cosa posso fare per voi?" ci disse iniziando a scrutarci.

Fu Lily Evans a prendere la parola.

: "Salve! Io sono Lily Evans e loro sono Remus Lupin, James Potter, Peter Minus e Sirius Black" Iniziò la ragazzina con il solito tono da So-Tutto-Io "Quest'ultimo è la causa per cui siamo qui: c'è stato un incidente a pozioni e ora parla in Turco...Può aiutarci?"


La donna ci squadrò per un momento, poi senza dir niente prese Sirius per un braccio e in men che non si dica lo fece "accomodare" su uno dei tanti letti disponibili.


"Devo farle i miei complimenti Signor Black. Tanto per iniziare è diventato un Grifondoro, cosa rara nella sua famiglia se non erro, e in più... Lei è il mio primo ospite quest'anno!"




ANGOLO DELLA AUTRICE XD
Allora.... Questo è un capitolo un po' cortino, devo ammetterlo, ma spero piaccia comunque!! Mi aspetto taaanti commenti!!!
Ciaooooo Kiss kiss

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