let it rain

di Cla_blueB
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Il cielo estivo e limpido di Berwick si fece tutto d'un tratto scuro e nuvoloso. Elisa si trovava nel negozio di oggetti antichi in cui lavorava e come ogni giorno della settimana, esclusi il sabato e la domenica, stava cercando di vendere un' inutile e mal ridotta Abat-jour risalente probabilmente al neolitico a una coppia di tardoni con la puzza sotto il naso. Jack il propietario del negozio corse alla finestra e scorse le nuvole nere cariche di pioggia offuscare completamente il sole di giugno. Non che non fossero abituati alla pioggia anche d'estate lì, anzi, ma questa sembrava una tempesta tropicale più che un temporale inglese. Le prime gocce caddero sul vetro, e si iniziarono a sentire i primi tuoni, l'intera cittadina guardava fuori dalla finestra o correva a ripararsi dall'imminente tempesta. A un certo punto la luce saltò. “Vado a vedere io” disse scocciata Elisa lasciando i clienti assorti a guardare fuori dalla finestra come Jack. Elisa recuperò la torcia e si stupì nel vedere le facce così sconcertate degli altri in negozio. Per impressionarla ci voleva ben altro che un temporale estivo, pensò. Sbuffando scese le scale dietro al bancone e andò dal contatore, la luce però non sembrava voler ritornare neanche per tutto l'oro del mondo. Innervosita diede un cazzotto all'aggeggio inutile e indietreggiò di un passo urtando uno scatolone poggiato in bilico su una pila di altri oggetti inutili. Che strano, pensò, oggette inutili, in un negozio inutile, in cui ci va solo gente inutile e scosse la testa. Ma mentre si chinava dallo scatolone per raccogliere il contenuto rovesciato, un qualcosa attirò la sua attenzione. Rovistò fra riviste antiche, orologi da taschino e spazzole rotte fino a trovare un pezzo di tessuto che avvolgeva qualcosa. Lentamente iniziò a slacciare il pezzo di tessuto tutto sfilacciato, ma in quel momento sentì dei passi e poi un tonfo provenire dalle scale. Prontamente infilò il pacchetto ancora intatto nella tasca dei jeans vecchi e ripose tutte le altre cianfrusaglie nello scatolone. Lentamente salì le scale scricchiolanti. “Auch” urlò quando il suo piede inciampò in qualcosa. O meglio in qualcuno. Illuminò la persona per terra con un brivido di paura. Tirò un sospiro di solievo quando vide che era solo un orso impagliato caduto forse per il vento forte che ora soffiava dalle finestre. Jack era intento a mettere apposto delle vecchie stoviglie che ora erano ancora più ammaccate di prima. “Jack” iniziò Elisa “la luce non da segno di vita” disse rabbrividendo, ok iniziava ad ammettere che si sentiva strana. Anche gli altri sembravano provare le stesse sensazioni. “Si è un blackout di tutta la città” disse nervosamente Jack. “dobbiamo solo aspettare.” proprio in quel momento il lampo più luminoso che l'intera Berwick avesse mai visto, illuminò tutti i visi estremamente nervosi e spaventati delle altre persone nel negozio. In quel momento qualcosa la preoccupò improvvisamente. “Harry” mormorò tra se e se. Harry, il suo ragazzo, si trovava sperso da qualche parte della città con la sua moto a fumarsi qualche canna in un qualche campo con quegl'idioti patentati dei suoi amici. Compose il numero velocemente, ma niente, non rispondeva. “Maledetto idiota” imprecò ad alta voce Elisa. Rifece il numero nascondendosi dietro a uno scaffale. “Non ho mai visto nulla del genere a giugno” stava commentando una signora del negozio verso suo marito. “questo tempo non mi piace mamma” pignucolò il bambino accanto alla donna. In quel momento dalla finestra scorse una moto famigliare. La sua. Sapeva chi la stava guidando ma in quel momento era l'ultimo dei suoi problemi il fatto che l'avesse presa di nuovo senza permesso. Per una volta era preoccupata più per Harry. fuori si stava scagliando il diluvio universale e lui era a zonzo in moto. Corse fuori dal negozio. “tu brutta idiota” ululò diretta al ragazzo che si stava togliendo il casco, e dovette usare tutta la sua voce per sovrastare il rumore dei tuoni e della pioggia che batteva sull'asfalto. Erano completamente bagnati fradici. Harry si limitò a guardarla spaventato, almeno è vivo e non è scivolato sull'asfalto, pensò Elisa con un moto di solievo. “Vieni dentro” disse lei prendendolo per la giacca di pelle. Appena furono entrati nel negozio lei gli mollò uno schiaffo ben assestato sulla guancia. Lui non disse nulla sapeva perfettamente di essereselo meritato ampiamente. “Scusami” balbettò lui strofinandosi la guancia. “Scusami?!” urlò lei facendo girare tutti i presenti. “sparisci all'una di notte, con la mia moto, senza dirmi nulla, prendi i miei soldi, non ti fai sentire, non lasci neanche un fottutissimo biglietto e mi chiami solo per dirmi che hai finito la benzina e credi che adesso vieni qui bello come il sole mi dici scusa e torniamo pace e amore? Sono stufa Styles, stufa marcia di te, dei tuoi capricci, del tuo egoismo, del fatto che mi prendi la moto senza chiedermela, lasciandomi a piedi, del fatto che non fai mai nulla a casa, iniviti i tuoi amici e mi lasci i piatti da pulire, passi tutto il giorno a fumare per strada, e torni a casa solo per dormire.” aveva urlato tutte queste cose senza prendere fiato un secondo. Le pensava da troppo tempo e non aveva mai esitato a dirgliele. Ma quando continuò la sua voce si era addolcita,ora invece, pensò, stava per dire quelle cose che non gli diceva mai, ma se doveva lasciarlo almeno gli avrebbe detto tutto ciò che voleva dirgli da tre anni buoni. “Ti amavo sai Styles, da quando avevo diciassette anni ad adesso, tre lunghissimi anni, sono davvero tanto tempo, troppo, per due come noi.” e abbassò lo sguardo. Mentre nel monologo di prima Harry si era limitato a fare sempre le stesse cose: sbuffare e sistemarsi i ricci, ora si era completamente pietrificato. Odiava quel tono. Lo usava solo quando non voleva ferire qualcuno. E ora lo stava usando con lui. Lo stava forse lasciando? “abbiamo vissuto una bellissima storia davvero” disse lei passandosi la mano tra i capelli. Aveva pensato molto a quando lo avrebbe lasciato, ma era sempre stata convinta che non ce l'avrebbe mai fatta. Amava ancora troppo Harry, era sicura che nonostante non ce la facesse più avrebbe continuato ad accettare tutto solo perchè lo amava. Ma ora? Da dove era sbucata tutta quella forza? Da dove? Harry non moveva un musculo. Era troppo spaventato. Sapeva di essere uno stronzo a volte con lei. Ma sapeva anche che lei non lo avrebbe mai lasciato, così come sapeva che lui l'amava sempre anche quella volta che l'aveva tradita, lui sapeva che l'unica ragazza che avesse mai amato era lei. La loro era stata una storia bellissima, quasi da film e da bravo romanticone qual'era si aspettava che si sarebbero sposati e avrebbero avuto tanti bellissimi bambini, amandosi fino alla vecchiaia, ma a quanto pare non era così. Lei gli sorrise in modo dolce passandogli una mano tra i ricci, non sembrava neanche lei: i suoi occhi, benchè dispiaciuti, erano forti, non erano i suoi occhi stanchi e deboli che aveva da quando aveva lasciato casa di sua nonna e aveva iniziato a lavorare pagandosi tutto da sola e faticando per otto ore al giorno in quello stupido negozio che detestava. Era ancora più bella pensò Harry alla fine. Rinata. Quella parola comparve magicamente nella testolina di Harry. La sua ragazza era rinata di punto in bianco. Forse perchè lo stava lasciando. “ti vorrò sempre bene Harry, sei stato il mio grande amore, ma penso sia meglio chiudere.” Elisa si rese conto che presa com'era dal parlare con Harry non si era accorta che il cielo si era aperto, e stava lasciando spazio al sole timido e a un appena accennato arcobaleno, e la gente iniziò a uscire dal negozio. Sorrise un'ultima volta a Harry che sembrava l'avessero surgelato e gli lasciò un leggero bacio sulla guancia. Questo contatto sembrò risvegliare il ragazzo. “m..mi stai l..lasciando” disse sussurrando con gli occhi sbarrati. “si” rispose semplicemente lei. “si Harry, ti sto lasciando, sta sera passo a prendere le mie cose da casa tua e torno da mia nonna.” disse lei alzando le spalle. “non farlo ti prego” riuscì a sputare fuori quelle parole abbassando lo sguardo. Lei rimase interdetta. La stava supplicando di non lasciarlo? Lui? Harry? E lei che aveva sempre pensato fosse lei ad amarlo di più, tanto da non poter rinunciare a lui, ma si sbagliava, forse era lei più forte di lui. “mi dispiace Harry” disse lei senza guardarlo negl'occhi e fece per andare, ma lui prontamente le afferrò il polso e la costrinse a girarsi “non farlo, ti scongiuro, lo sai che ti amo, anche se a volte sono un vero stronzo, se ti prendo la moto, se non lavo i piatti, se ti finisco i biscotti preferiti, e se non mi ricordo mai il nostro anniversario, se mi dimentico di dare da mangiare al gatto. Scusami,ma io ti amo, ti amo, anche se non te lo dimostro sempre” Elisa aveva iniziato a piangere subito ma si ritrovò a sorridere mentre Harry elencava tutti i motivi stupidi per cui litigavano ogni giorno. Per un momento si sentì di non poterlo fare davvero, di non poter pensare di stare senza Harry, i suoi abbracci, le sue carezze, quando la chiamava piccola o la lasciava sfogare quando si arrabbiava con Jack a lavoro, ma poi si ricordò di tutti i litigi, di tutte le urla, delle porte sbattute, dei piatti volanti e si disse che non sarebbe mai cambiato nulla. Così si limitò a sorridere lentamente e a dire le ultime parole famose “mi dispiace davvero finisca così” e lo lasciò così impalato nel negozio ormai vuoto. Ora che era solo Harry poteva anche piangere. Cazzo, pensò, e fu l'ultimo pensiero articolato che la sua mente produsse quella giornata.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Tre mesi dopo. . . Elisa si svegliò sussultando nel letto bagnato dal suo sudore. Si tirò su e bevve un lungo sorso di acqua dal bicchiere appoggiato sul comodino. Appoggiò la testa al muro. 'Il solito incubo', pensò asciugandosi la fronte madita di sudore. Il giorno dopo si trovava in un bar con la sua amica Giselle. “Ti rendi” stava dicendo mentre mangiava una brioche “faccio lo stesso incubo da esattamente tre mesi e due giorni e non mi ricordo mai cosa sogno, mai.” disse finendo in un morso la brioche. “tre mesi..” disse curiosa l'amica. “si so cosa stai pensando, dalla sera in cui ho lasciato Harry, ma no, sono sicura al trecento per cento che non abbia nulla a che vedere con Harry. È come se ci fosse un dettaglio di quel giorno che mi devo essere scordata.” disse guardando fuori dalla finestra. “il temporale?” tirò ad indovinare Giselle finendo in un sorso il suo cappuccino. “Non lo so, forse”rispose Elisa ancora assorta nei suoi pensieri. “vabbè è tardi” esclamò facendo sobbalzare l'amica “è meglio che vada o Jack mi licenzia” disse sorridendo “Oddio non che non mi dispiacerebbe smettere di lavorare in quel negozio pieno di polvere con quel maniaco” disse alzandosi. “ma dove lo ritrovo un lavoro così comodo?” continuò infilandosi la giacca di pelle, ma Giselle ormai non la stava più ascoltando, era concentrata su un qualcosa fuori dal bar. Elisa seguì il suo sguardo fino ad incontrare quello di uno sconosciuto dall'altro lato della strada. Le stava fissando, anzi, per l'esattezza, stava fissando la sua amica che sembrava completamente incantata da quegl'occhi. Ma Elisa non fece in tempo a guardarlo per bene che lui voltò il suo sguardo sopra di lei incatenadogli occhi verdi della ragazza nei suoi scuri e poi dopo neanche un secondo il contatto visivo fu interrotto da un autobus che passò proprio lì davanti, ma quando passò oltre del ragazzo non c'era più traccia. “e quello... chi... diavolo.. era?” disse ancora a bocca aperta e impalata l'amica. “non ne ho idea” scosse la testa Elisa con ancora lo sguardo fisso sul punto dove fino a un secondo prima si trovava il ragazzo misterioso. “bè una cosa è sicura, era un figo della madonna” aggiunse Giselle. “io ho notato più il fatto che fosse un tantino inquietante” concluse Elisa. Elisa toccò per l'ennesima volta l'anello che portava all' anulare sinistro quando fu interrotta da una voce che catturò la sua attenzione. Era angelica ma allo stesso tempo ammaliante come poche. Quando alzò lo sguardo incontrò due occhi color ghiaccio che la fissavano. “mi scusi” ripetè il ragazzo fissando la ragazza mora davanti a se. Era alta, quanto lui, sul metro e settantacinque, mora, con i capelli fino alle spalle voluminosi lisci e gli occhi verde scuro. Sembrava un modella, pensò tra se e se il ragazzo. Lei si riprese un secondo. “mi dica” l'unica cosa che Elisa si ricordava del lavoro era che doveva dare del 'lei' ai clienti, per il resto improvvisava sempre, e il fatto di essere una brava attrice aiutava in quel lavoro. 'questa lampada era di Napoleone e questa cornice di Marie Antoinette' certo e questo scopettone del cesso era di Marilyn Monroe, ma tanto i clienti se le bevevano tutte e sborsavano soldi per delle schifezze complete, e questo solo per avere il brivido di possedere qualcosa che era stato di un personaggio famoso, fosse anche Hitler e un rotolo di carta igenica. “eh si.. allora ecco..io starei cercando un divano per casa mia” disse il ragazzo diventando rosso come un peperone in viso. “c-certo” anche lei iniziava ad imbarazzarsi senza sapere perchè, lo sguardo di lui non potè non cadere sull'anello che la ragazza indossava sulle dite lunghe e sottili e che non sembrava non voler lasciare in pace. Mentre giravano nel negozio in cerca di qualcosa che potesse interessare il ragazzo, lui trovò il coraggio di presentarsi. “Comunque io sono Niall, Niall Horan” disse tutto d'un fiato. Elisa sorrise. “Elisa” disse lei porgendogli la mano che lui strinse debolmente. “Allora Niall, che tipo di divano vorresti?” e battè le mani, forse troppo forte perchè Niall sobbalzò leggermente. “Bè vedi, non so, dimmi tu, io mi sono tresferito qui solo un paio di settimane fa e ho preso questa casetta, solo che ecco il divano consiste più o meno in un materasso rotto quindi..” e scoppiò a ridere seguito da Elisa. “solo che ecco non posso spendere troppo diciamo...” finì la frase al quanto imbarazzato, chissà perchè, in fondo era normale che un ragazzo così giovane non avesse troppi soldi da spendere. “allora da quello che ho capito puntiamo al risparmio giusto?” concluse sorridendo Elisa cercando di alleggerire la situazione di imbarazzo totale che fluttuava nella stanza. “Esatto” annuì lui contento che lei non insistesse nel sapere perchè. “Allora ti direi questo qui- e indicò un divano in pelle marrone- a occhio e croce ha visto tutte e due le guerre mondiali e forse pure le campagne napoleoniche ma ci hanno detto che è degli anni settanta, noi non abbiamo indagato, fatto sta che puzza come un cane morto, la pelle ce l'hanno fatta passare per sintetica e anti allergenica, secondo me è pelle umana ma vabbè... è scolorito da far schifo e se ci appoggi la faccia rimani intossicato dall'odore di dopobarba, liquore alla liquirizia e tabacco. Cigola più di una porta rotta ed è duro come una tavola da surf. Detto questo costa la bellezza di 15 sterline, prezzo con il quale a stento ci compreresti un cuscino, quindi dimmi tu.” finì Elisa sorridendo. “Bene, mi hai convinto, soprattutto con la storia della pelle umana” disse Niall sorridendo. “Non stavo scherzando comunque” disse improvvisamente seria fissando negl'occhi Niall, che tramutò il suo sorriso in una smorfia involontaria di paura, lei continuò a fissarlo con aria truce qualche altro secondo prima di scoppiare a ridere. Non ci poteva credere, c'era cascato in pieno ahaha, era davvero convincente, pensò che poteva benissimo vincere l'oscar uno di quei giorni. “Stronza” commmentò lui passandosi una mano sul cuore. “Come scusa?” chiese lei picata ritornando estremamente seria, stava iniziando a prenderci la mano in questo suo convincere le persone. “Eh? Niente niente..” disse Niall davvero mortificato abbassando lo sguardo fino a fissarsi i lacci delle all stars che portava ai piedi. “sbaglio o mi hai appena chiamato stronza?” disse lei incrociando le mani al petto e alzando un sopracciglio con aria di sfida. “Io? No non mi sarei mai permesso!” rise in modo nervoso e imbarazzato Niall, 'perchè non stava mai zitto?' pensò tra se e se. “Devi farti perdonare sai..” disse lei seria fissandolo negl'occhi. “Che ne direbbe signorina di una serata sul mio nuovissimo e bellissimo divano.” e si inchinò un poco. “Mmmh..non mi tentare” ghignò lei e anche lui rise sollevato. Poi lei in tutta sorpresa allungò la mano e afferrò il braccio del ragazzo e tirò fuori una penna dalla tasca posteriore del jeans e gli scrisse sul braccio una serie di numeri. “Ora, mio caro, vado a servire quei clienti, se vuoi chiamami” e ammiccò al suo braccio poi si girò e sparì dietro a uno scaffale di vecchie macchine fotografiche. Elisa sorrise tra se e se mentre si avvicinava alla coppia appena entrata nel negozio e si sentiva fottutamente bene, sicura di se stessa, erano più di tre anni che non flirtava con qualcuno che non fosse Harry. “posso esservi utile?” sorrise ai due clienti, e mentre questi le rispondevano qualcosa che a Elisa non interessava minimamente, notò Niall uscire dal negozio con aria circospetta e entrare in una macchinona nera con i vetri oscurati che schizzò via subito. Ma Niall non era entrato dal lato del guidatore, pensò Elisa.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Ma Niall non era entrato dal lato del guidatore, pensò Elisa. Voleva dire che qualcuno lo stava aspettando fuori dal negozio, pronto a sfrecciare via, in un enorme fuoristrada nero con i vetri oscurati e che aveva tutto l'impressione di essere di qualcuno che non voleva farsi vedere troppo. Una macchina anche decisamente troppo costosa per uno che non può permettersi un divano da più di 15£. Basta, di disse Elisa, cosa credi che sia Niall Bond in missione segreta in questa sfigatissima cittadina di si o no 15 mila abitanti con due cinema in croce e una sola piscina? 'Non essere ridicola, stai iniziando a essere paranoica', pensò, colpa di quegl'incubi idioti e senza senso. Niall entrò nella macchina del moro che partì all'istante. “Allora?” disse il moro guardando l'amico seduto di fianco massaggiarsi nervosamente le mani. “Non mi piace questa faccenda Zayn” disse piano Niall tenendo la testa bassa, non voleva fare la parte del bimbo codardo. “Cosa?” chiese sorpreso e innervosito l'amico. “Non sappiamo a cosa stiamo giocando Zayn, è una cosa troppo più grande di noi. Sento che si metterà male, molto male.” disse Niall che alla fine ebbe il coraggio di guardare negl' occhi l'amico che per tutta risposta inchiodò la macchina al centro della strada, meno male che era deserta. “Non dire queste stronzate Niall, ti scongiuro, ora che siamo così vicini a finire tutto. Non dire neanche per scherzo queste cose” disse serio. “credi di essere vicino a finire questa storia? Oh no Zayn, no, io so solo una cosa, una sola, ed è che siamo solo all'inizio di questa storia, non capisci?” Zayn appoggiò la testa stanca al sedile. Niall approfittò della momentanea debolezza dall'amico per continuare. “so che anche tu sei stanco di tutta sta storia. Oggettivamente non sappiamo neanche cosa stiamo facendo” continuò Niall che aveva finalmente trovato il coraggio di dire tutto quello che pensava all'amico “non sappiamo cosa.. cosa..Lui- e abbassò lo sguardo colpevole- voglia fare con quelle cose e con l..” ma Zayn non gli fece finire il discorso. “Dobbiamo rischiare,ok?” urlò lui “la posta in gioco è alta” “Non c'è più posta in gioco Zayn” disse triste Niall. Zayn si rifiutava di credere ciò. E tirò un pugno al volante. “Cazzo” urlò mentre ne sferrava un altro e un altro e un altro, le lacrime di rabbia scesero silenziose. “Cazzo” urlò un' ultima volta prendendosi la testa nelle mani. Anche Niall aveva le lacrime agl'occhi. “Ok Zayn, noi ci proveremo ok. Non so come andrà a finire, ma hai ragione tu, in fondo scappare non avrebbe senso,no?” disse Niall guardando fuori dal finestrino mentre l'amico al suo fianco si calmava. “La ragazza è carina” disse Zayn una volta che si fu calmato del tutto. Niall voltò la testa lentamente. “no Zayn è proprio gnocca” e rise insieme all'amico. Elisa entrò nella lavanderia. “Salve signora Reid” disse sorridendo alla donna al bancone, questa alzò lo sguardo e vide la ragazza. “Elisa! Ciao” sorrise, Elisa ricambiò il sorriso. “Salve sono pronti quei vestiti che ho portato due settimane fa?” chiese timida, non voleva metterle fretta ma le servivano alcune di quelle cose. “si certo” sorrise gentile la signora Reid, tornò un secondo dopo con un pacco di vestiti in mano “allora tesoro” iniziò “questa maglia è tornata come nuova, ma ricordati du non lavare mai le cose colorate bianche insieme, sopratutto il blu con il rosso e il bianco!” Elisa si sentiva una stupida a sentirsi ripetere per la trecentesima volta quelle cose dalla signora Reid, “il cappotto è apposto, e questi jeans, so che sono i tuoi preferiti e ho fatto di tutto per togliere quelle brutte macchie dalle ginocchia” gli occhi di Elisa si illuminarono. Oh, finalmente i suoi jeans, pensò. Sorrise grata alla donna. “Non so come farei senza di lei signora Reid” esclamò abbracciandola da dietro al bancone. “oh ma Elisa non ti preoccupare” Elisa allungò la banconota da venti sul tavolo. “ti prego tieni la mancia, per la tua pazienza a spiegarmi le stesse cose mille volte.” “Sei un angelo tesoro, come sta tua nonna?” chiese preoccupata la signora Reid, Elisa si rabbuiò un po' “oh è alla clinica St. John, almeno la trattano come si deve lì e ha un po' di compagnia” disse triste, si sentiva in colpa per aver lasciato la donna che si era presa cura di lei da sempre in una casa di riposo, ma sperava che stesse meglio lì che a casa. La signora Reid si accorse dello stato d'animo della ragazza e si affrettò a consolarla “non te ne fare una colpa, sono sicura che tua nonna sta benissimo lì, è sempre stata una donna attiva, sono sicura avrà creato una squadra di calcio anche nella casa di riposo” Elisa non potè non fare a meno di ridere “è vero” disse “mia nonna è una spece di coniglietto dell' Energizer pure a ottant'anni suonati” e sorrise. “Bè in ogni caso porgile i miei saluti appena la vedi” concluse la signora Reid, “certo” rispose Elisa e si girò per andare “arrivederci” sorrise un'ultima volta, ma prima che potesse chiudersi la porta dietro la signora Reid la richiamò “aspetta, aspetta. Quasi dimenticavo, tieni- e le porse un sacchettino di tessuto- era nella tasca dei jeans, stavo per lavarlo” e sorrise. Elisa si rigirò il pacchetto tra le mani curiosa. “grazie” borbottò e uscì dal negozio. 'Dove aveva già visto quel pacchetto?' si chiese. Ah giusto! Le tornò alla memoria il temporale di giugno, lo aveva trovato nel magazzino, si battè una mano sulla fronte. Con tutto il trambusto della rottura con Harry e del trasloco si era completamente dimenticata di quel pacchetto. Tornata a casa lo avrebbe aperto si disse. Salì sulla moto e partì. Inizò a guidare nel buio della serata. Cominciava a fare freddino davvero pensò. Una volta a casa, spense la moto ed entrò in casa. Era vuota, buia, silenziosa senza la nonna che smanettava in cucina o puliva il giardino. Accese una luce del soggiorno, buttò la borsa per terra e si accese una sigaretta mentre si sedeva su una sedia del tavolo da pranzo. Tirò fuori il sacchettino, chissà perchè aveva paura di aprilo. “Non essere sciocca” esclamò ad alta voce “è solo un pacchetto, di che hai paura?” eppure aveva davvero paura senza saperne il motivo, era più che altro una sensazione, pensò. Si, stava diventando eccessivamente paranoica. Iniziò a scartare il pacchetto ma qualcosa la fece sobbalzare. La finestra si era improvvisamente aperta lasciando entrare un vento gelido di settembre. “cazzo” esclamò dalla paura e andò a chiuderla, in quel momento il cellulare iniziò a vibrare dalla borsa. “Pronto” rispose in un soffio. “Pr...pr..pron..” ok iniziava decisamente male questa conversazione. “Pronto?? chi è?” disse quasi urlando, ok sembrava un film horror, pensò. “Elisa, so..sono Niall, ti ricordi, l'altro ieri, il divano, mi ..mi devo fare perdonare” balbettava? seriamente..? “Niall” esclamò estremamente sollevata. Sollevata per due motivi: 1)non era un pazzo stupratore killer da film stile scream che la chiamava prima di farla a pezzettini e metterla nel freezer. 2)in quei due giorni aveva seriamente pensato che a Niall potesse non piacere e che non l'avrebbe mai chiamata. “Allora..?” Niall era un po' agitato, non sapeva da quanto tempo non chiamava qualcuna per un appuntamento e poi lei non era una così a caso. “Si..si certo” disse lei dall'altra parte della cornetta. “Quando saresti libera?” disse Niall un po' più rilassato. “anche sta sera” disse Elisa forse un po' troppo di fretta, non voleva sembrare disperata in fondo. “Oh” Niall era sorpreso, pensava fosse una ragazza super impegnata e che aveva mille ragazzi con cui uscire, ma magari era anche così e semplicemente adesso aveva un buco di mezz'ora per lui, ma qualcosa nella voce della ragazza gli fece credere che anche lei non è che avesse tutta questa esperienza in appuntamenti, un po' come lui. “vengo io da te” soffiò lei preoccupata dal silenzio di lui. “Si certo” disse Niall. “ok arrivo” e stava per riattaccare. “aspetta” disse lui prima che lei gli schiaffasse il telefono in faccia “non è che ti serve l'indirizzo magari?” “oh si certo... che stupida... certo l'indirizzo.” si battè una mano sulla fronte. che figura da scema. “Crohaven rd. 3” disse Niall. “Ok peeeerfetto arrivo presto” disse lei e chiuse la conversazione con uno scatto. Elisa lentamente si girò verso il pacchetto ancora appoggiato sulla tavola. E con un solo gesto lo afferrò e lo infilò nella tasca della giacca di pelle.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Elisa era al 87% sicura di aver bevuto troppo, ma la cosa la toccava molto, molto poco. L'unico problema era tornare a casa in moto in quello stato, ma poco le importava comunque.

“Allora fammi riassumere” stava dicendo Niall, anche lui decisamente brillo “sei stata prima con Chris tre anni poi ti ha lasciato e tu hai sposato Billie?” disse muovendo il dito scandendo le fasi del discorso, Elisa scoppiò a ridere “Nooo! Allora io sono stata con Chris, e poi l'ho lasciato per Harry e sono stata tre anni con Harry!” disse lei per l'ennesima volta.

“e Billie?” chiese lui leggermente perplesso.

“Billie era il gatto di Harry Niall!!” urlò Elisa alzando le mani al cielo. Si versarono l'ennesimo bicchiere di vino.

“e tu Niall?” disse Elisa appoggiando la schiena completamente allo schienale della sedia.

“io cosa?” rispose Niall

“Amori adolescienziali?”

“Oh solo cose da nulla”

“Oh andiamo a chi vuoi darla a bere ci sarà stata qualche ragazza che ti ha preso il cuore almeno una volta nella vita”

nonostante i litri di Peignot Font che si era scolata in due ore, Elisa riuscì a scogliere un bagliore negl'occhi del biondino per un secondo.

“Oh bè, primi amori come Pamela Henderson e Carmen Elettra non li togli a nessuno” commentò sorridendo, sembrava meno allegro però, Elisa si sforzò di ridere per cercare di non far scivolare la conversazione nel rimpianto di amori perduti e cuori infranti. Fortunatamente Niall sembrava pensarla allo stesso modo. “vieni” disse Niall alzandosi spaparanzandosi sul divano di pelle comprato nel negozio.

“e questo quando l'hai comprato?” chiese Elisa che stava in piedi a fatica su quei tacconi che si era messa indicando l'orribile divano in pelle che non centrava nulla col resto del soggiorno, non so perchè ma il resto della casa sembrava anzi, ben arredata. Bah.

“sta mattina, ma tu non c'eri” disse Niall alzando le spalle.

“si ho preso un permesso” disse sedendosi con poca grazia sul divano accanto al biondo.

“Come mai?” chiese lui curioso.

“Avevo delle cose da sbrigare” Niall lasciò cadere il discorso, si girò ed accese lo stereo posizionato vicino al divano. La stazione radio stava dando una canzone molto estiva di sean paul e qualcun'altro.

“Wine it up” urlò Elisa scattando in piedi e nonstante i dodici centrimetri di tacco iniziò a ballare la canzone come una pazza. Niall dal divano si gustava le kilometriche gambe di Elisa e il suo fondoschiena che muoveva come una pazza. Si stava divertendo un mucchio, decisamente, e Niall era contento di questo. Poi Elisa si girò, gli afferrò le mani e lo costrinse ad alzarsi e si sfilò i tronchetti che le impedivano di saltare. Elisa allacciò le mani dietro al collo di Niall. Erano alti quasi uguali, anzi uguali, notò con un certo sconforto Niall. Elisa sembrava non persarci, neanche al fatto che erano così vicini, proprio in quel momento la canzone finì, e partì quella che doveva essere l'ultima canzone dei Coldplay e Rihanna a giudicare dalle voci. Niall e Elisa continuarono a dondolare a tempo sulla tappeto. La testa girava ad entrambi e tutto d'un tratto Elisa iniziò a cantare con gli occhi chiusi lasciando la testa indietro. Niall la prese per i fianchi e poi le fece fare una piroette e per poco non cascarono sul divano, scoppiarono a ridere, erano decisamente troppo brilli per ballare. Niall cercò di riprenderla per la vita ma proprio in quel momento Elisa si girò e finirono per far scontrare i petti cadendo sul tappeto rovinosamente.

Dio grazie al Peignot Rot, pensò Elisa. Era un cosa imbarazzante. E come se la cosa non bastasse quegli stronzi della radio fecero partire Life for rent, la canzone più romantica dopo my heart will go on. 'La simpatia e il tempismo' pensò.

A Niall non dispiaceva affatto essere stramazzato al suolo se sopra aveva una come Elisa. Che fra l'altro non dava accenni a volersi muovere.

“so di essere comodo” disse Niall in un sussurrò a un centrimetro dalle labra di Elisa.

Dio di nuovo grazie per il Peignot Rot, disse di nuovo Elisa a se stessa.

“Ma i tuoi occhi sono così belli perchè sono sbronza o sono così e basta?” chiese imbambolandosi facendo finta di non aver sentito il commento di Niall.

“Credo che sia per il Peignot Rot” disse lui sorridendo.

“già lo sospettavo” disse Elisa “quindi adesso se ti bacio sarà per il Peignot?” chiese fissando le labbra del ragazzo.

“Spero proprio di no” rispose semplicemente lui prima di baciarla. Shiver, Natalie Imbruglia. Qualcuno lassù o alla radio ce l'aveva con loro, pensarono entrambi mentre Niall prendeva in braccio Elisa portandola verso le scale. Si rivelò un' impresa tutt'altro che facile, caddero quelle sei volte buone prima di raggiungere un letto.

Elisa si sdraiò sul letto, Niall si spalmò sopra appongiandosi con i gomiti al materasso per non pesarla e mentre le baciava il collo in modo dannatamente dolce lei alzò gli occhi e notò una foto su una mensola, era Niall un pelo più giovane abbracciato a un ragazzo con la carnagione scura e gli occhi scuri che aveva già visto da qualche parte e nella foto c'era una terza persona che però non poteva vedere per colpa di un libro poggiato proprio davanti alla foto. Ma non aveva senso pensarci adesso quindi si lasciò trasportare dai baci di Niall e chiuse gli occhi.

'Harry' pensò un'ultima volta.



Zayn era fuori per strada dentro la sua macchina. Era il secondo pacchetto che fumava in un'ora. Che diavolo stava facendo Niall, la moto della ragazza era ancora lì e lui era ancora dentro con lei. Sperava solo non stessero facendo quello che lui pensava.

Aveva bisogno di parlare con Niall. Doveva drigli che non ce l'aveva fatta, non l'aveva trovato.

E ora erano nella merda, e Niall pensava bene di passare la serata a fare sesso con quella ragazzina.

Dio che rabbia, perchè il suo amico non capiva. Perchè?

'Al diavolo' pensò. Non sarebbe stato neanche un secondo di più lì. Erano le due passate che diamine.

Entrò in casa e notò due bottiglie di vino sulla tavola, Zayn ne prese una e lesse “peignot rot”

e scosse la testa, nonostante non volesse farlo salì le scale silenziosamente. Giunto alla camera di Niall aprì lentamente la porta. Non sentiva rumori sospetti, forse non erano lì.

Una volta che ebbe aperto del tutto la porta la luce del corridoio investi le due figure sdraiate sul letto.

Erano nudi, com'era prevedibile, quello che non era prevedibile era la posizione. Stavano dormendo. Niall stringeva Elisa che a sua volta lo abbracciava nel sonno. Avevano un sorriso sulle labbra. Erano dolci pensò Zayn. Se solo non fosse stato incazzato nero e spaventato allo stesso tempo probabilmente avrebbe provato gelosia o tenerezza.

E mentre restava lì impalato Niall disturbato dalla luce aprì lentamente un occhio.

“Zayn?” mormorò stupito con la voce ancora impastata dal sonno e dal Peignot Rot.

Zayn alzò le braccia al cielo infuriato.

“Cazzo” mormorò in tutta risposta Niall, e ora cosa doveva fare? Svegliarla e dirle di andare a casa? Non ne avrebbe avuto le palle. Ma avrebbe dovuto, diavolo, fra pochissimo Lui sarebbe stato lì, e doveva parlare bene con Zayn. Doveva sapere se ci era riuscito, così avrebbe potuto finire quella maledetta storia e magari riniziare una vita normale. Magari con lei. Ma non voleva illudersi.

“Allora..?!” sussurrò impaziente Zayn indicando la ragazza sdraiata sul letto.

A giudicare dal suo viso non era andata bene. Ok pensò Niall. Sono una merda ma lo devo fare.


“hey... hey” Elisa sentiva qualcuno chiamarla e scuoterla appena. Per tutta risposta lei affondò ancora di più la testa nel cuscino. “Elisa” era un voce maschile. Maschile. Harry? No non era la voce roca di Harry. Ma se non era Harry chi era? Era una voce angelica e sensuale.

Niall. Ma che cazz... una fitta improvvisa alla testa le fece ricordare tutto. Cazzo. Non era stato un sogno. Aprì un occhio e vide solo buio. Che diavolo di ore erano.

Niall era lì in piedi vicino a lei in boxer. La stava scuotendo. Lei si tirò sue lanciò un'occhiata truce all'orologio sul comodino. Le tre meno un quarto. Ma che diavolo...? Perchè l'aveva svegliata?!

“Niall” disse. Oddio che voce aveva? Sembrava una che si era scolata un litro di vino, aveva cantato come una pazza e che ora veniva svegliata alle tre del mattino dal ragazzo con cui era appena andata a letto.

Ops, ma era proprio così.

“che diavolo vuoi Niall” riprese. Lui sembrò prendere un respiro prima di parlare “scusami baby”
baby? Come l'aveva chiamata? Chi credeva di essere Al Pacino? “scusa ma dovresti andare?”

ahaha. Molto divertente Al. Stava per ridere in effetti, ma qualcosa la bloccò.

Per la precisione fu la sensazione che quel maledetto biondino fosse serio a bloccare la risata di Elisa.

“Bene” disse lei fredda come un pezzo di ice berg dopo un secondo di esitazione.

Uomini. Tutti stronzi. Aveva ragione sua madre.

Senza farselo ripetere due volte e senza guardarlo negl'occhi, si alzò dal letto e iniziò a raccattare la sua roba sparsa sul pavimento della camera.

Niall avrebbe voluto dire qualcosa tipo 'davvero non vorrei, vorrei continuare a stringerti tutta la notte, ma vedi ho un uomo che mi ricatta che deve venire qui e probabilmente il motivo per cui mi ricatta sei tu, quindi sai, non sarebbe bello se ti trovasse nuda nel mio letto' ; ma pensò che probabilmente avrebbe peggiorato ulteriormente la situazione, sempre se era possibile.

Era furiosa. E certo che era fuoriosa. Era una ragazzina di vent'anni che dopo essere stata chiamata alle nove si era presentata a casa sua alle dieci e che a mezzanotte era finita a letto con uno che conosceva appena per poi essere svegliata e cacciata di casa alle tre. Bè direi che anche Niall si sarebbe sentito leggermente infastidito se fosse successo a lui.

Con un ultimo gesto secco si infilò i pantaloni. E al diavolo pensò Niall. Ho appena cacciato la più bella ragazza che sia mai venuta a letto con me, fottendomi completamente ogni probabilità di rivederla senza che mi sputi in un occhio.

In men che non si dica Elisa era perfettamente vestita ed era uscita da quella maledettissima stanza, era uscita da quella maledettissima casa, era salita su quella maledettissima moto e aveva iniziato a piangere come un bambina.




“Spero tu abbia un buon motivo per avermi fatto cacciare la più bella ragazza che io fossi riuscito a portarmi a letto in meno di 48 ore” disse Niall abbandonandosi sulla poltrona del salotto.

“Non c'era” disse Zayn che intanto passeggiava nervoso per la stanza passandosi una mano tra i capelli nero corvino.

“come no?” disse Niall tirandosi su di scatto. Ora erano nella cacca davvero.

“no!” urlò Zayn “non c'era nulla, ho cercato avunque. Sei sicuro ce l'avesse lei?” disse Zayn

“Lo sai bene come me quello che ci ha detto” esclamò Niall “è qui, da qualche parte. Non sono sicuro ce l'abbia lei, ma di sicuro lei è un buon punto da dove iniziare.”

“certo che se sapessimo di più, diavolo!”

Niall stette in silenzio quando all'improvviso il campanello suonò. I ragazzi si guardarono. Poi Zayn prese un bel respiro e aprì la porta.

“Salve ragazzi” disse una voce ben nota.


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Capitolo 5
*** 5 ***


capitolo 5°



Salve Louis” disse Zayn, Niall si limitò ad accennare un movimento con la testa restando seduto sulla poltrona.

posso..?” chiese Louis sempre educatamente.

s-si certo” disse Zayn facendosi da parte e lasciando che il ragazzo entrasse guardandosi intorno. “Adorabile” commentò Louis ammirando la stanza. Zayn non si era mai capacitato di come potesse Louis con un viso così angelico, essere così malefico. Tutto in lui sembrava urlare bellezza e simpatia.

Ecco la sua arma più potente.

Louis si avvicinò al tavolo prendendo in mano una delle bottiglie vuote di Peignot Rot seminate sul tavolo.

Qualcuno si è divertito qui, eh” commentò sarcastico “spero che queste bottiglie siano servite a festeggiare il vostro successo nel piccolo incarico che vi ho dato da svolgere.”

Zayn avrebbe voluto rispondere con qualcosa di diplomatico ma Niall lo anticipò.

No Louis, ci abbiamo provato, ma non abbiamo trovato quello che cerchi, perchè non sappiamo quello che cerchi e da chi lo cerchi. Come pensi che avremmo potuto trovare qualcosa che non sappiamo cosa diamine sia o dove diamine cercarlo?” disse Niall. Louis rimase immobile per una decina di secondi prima di afferrare la bottiglia di vino in una presa d' acciaio e mandandola in frantumi senza batter ciglio.

Niall si pentì di quello che aveva appena detto.

Louis..” incominciò bonario Zayn cercando di riparare il casino che aveva appena combinato quello stupido dell'amico. Ma un improvvisa raffica di vento lo interruppe, tutte le finestre si erano aperte e un vento gelido aveva iniziato a soffiare per il salotto.

dovevate solo trovare un negozio di antiquariato e cerchare un pezzo di stoffa contente una cosa preziosa” disse a denti stretti facendo lampeggiare gli occhi verdiazzurri.

L'hai controllato con noi pochi giorni fa quel negozio Louis” disse Zayn sovrastando il rumore del vento che ero stava facendo cadere gli oggetti sparsi per il salotto.

La ragazza, ce l'ha lei..” ruggì Louis.

Quale ragazza!?” esclamò Niall levando le braccia in alto.

Quante ragazze lavorano in quel maledettissimo negozio?!” tuonò Louis e il vento aumentò.

Hai ragione. hai ragione!” disse Zayn cercando di calmarlo “ma ho cercato personalmente nella casa di quella ragazza sta notte e non ho trovato nessun pacco!” urlò e il vento si placò riducendosi a una leggera brezza fresca. “e non ho trovato nessun pacco o pacchettino di stoffa, nessuno, neanche l'ombra!” esclamò Zayn con il fiatone.

Devi dirci di più se vuoi che ti aiutiamo per bene Louis” disse Niall ormai stremato, cercando di farlo ragionare.

Louis si era calmato sì, ma bastava poco per farlo irritare di nuovo e ora era lì in silenzio a scrutare le figure di quei due ragazzi sciocchi in piedi davanti a lui.

Non sapeva se fidarsi di quei due bambinoni ma di certo non poteva fare tutto da solo. Gli avrebbe detto parte della verità, parte, non poteva rischiare di dirgli tutto.

sedetevi” disse Louis e i ragazzi si sedettero. Louis invece si avvicino al cammino e lo fissò, in quel momento un fuoco rosso scuro si accese dal nulla riscaldando tutta la stanza.

Non era la prima volta che Niall e Zayn lo vedevano usare i suoi poteri ma continuavano a essere terribilmente sconcertati e affascinati tutte le volte che Louis faceva qualche cosa del genere.

Louis si accomodò sul divano con una smorfia. “puzza” decretò guardando l'osceno sofà in pelle. Niall rispose con un'alzata di spalle.

dicevamo- riprese Louis mettendosi comodo- come voi sapete ho dei poteri.” e lasciò un occhiata significativa ai ragazzi “molti poteri: so dare fuoco ad oggetti solo guardandoli, posso scatenare uragani, posso sollevare oggetti senza toccarli, posso controllare gli uccelli e le fiamme. Ma non posso fare tutto, non ho ancora il controllo di tutti e quattro gli elementi. Una volta che li avrò tutti sarò immortale, e i miei poteri saranno illimitati. Per me e per coloro che mi hanno aiutato”

A questo punto i ragazzi si guardarono. Zayn annuì per dirgli di andare avanti.

Per farvela breve, Il potere era un tempo racchiuso in un' unica pietra, era una pietra su cui i druidi, o stregoni o come voi li vogliate chiamare, avevano racchiuso tutta la magia. Sapete non è facile risalire a cosa accadde circa tremila anni fa, quindi non so molto su cosa successe esattamente col tempo. Ma le cose che so ora e di cui sono certo sono due. Primo: il potere non è più racchiuso in quella pietra, perchè quella non esiste praticamente più, e qui scatta il punto secondo: di quella pietra si sono salvati solo frammenti, e questi racchiudono i diversi poteri e i diversi elementi anche se non completi. Il fuoco- e un anello argento con una pietra scura incastonata, brillò sul dito di Louis- e l'aria” Louis alzò il braccio facendo ammirare ai due ragazzi un braccialetto con una pietra come ciondolo uguale all'anello. Zayn ebbe l'impressione che però fossero i riflessi a cambiare in quelle due pietre identiche.

Louis finito il monologo si alzò e prese a passeggiare per la stanza.

E qui entrate in gioco voi.” disse indicandoli.

Niall e Zayn si guardarono. Non erano sicuri di quello che intendesse Louis, non sapeva come poterlo aiutare. Louis notò i loro sguardi e li anticipò.

trentanni fa mio padre trovò qui l'anello, ma lo perse come un idiota, e ora io ho trovato nello stesso posto la collana. Peccato che io non possa prenderli con la magia, e la questione è, ecco, complicata, non è facile da spiegare”

la collana e l'anello sono dentro quel pacco, non è così?” chiese Zayn.

Spero proprio di si” disse Louis lasciando trasparire per la prima volta un po' di preoccupazione alzandosi dal divano .

chi potrebbe averlo oltre quella ragazza che lavora lì?” chiese Niall.

Non lo so, chiunque immagino” disse Louis continuando a passeggiare davanti al camino.

Magari l'uomo che lavora al negozio si ricorda a chi l'ha venduto” tirò ad indovinare Zayn.

Dubito ma ci potreste provare” rispose semplicemente Louis prima di avviarsi verso la porta.

un'ultima cosa Louis” disse Zayn “perchè non te ne occupi tu stesso della questione?”

Louis si girò lentamente e lo fissò. “Semplicemente perchè non posso” e detto ciò uscì.

Niall lo seguì fuori “e adesso cosa dobbiamo fare?” chiese da dietro, Louis si girò lentamente e lo guardò “tu stai lontano dalla ragazza, lo dico per il tuo bene- e ammiccò a un sorriso- Zayn si occuperà di lei, tu preoccupati del negozio” disse Louis

Ma come faccio a occuparmi del negozio se ci lavora la ragazza?” disse Niall disperato.

Semplice, fai in modo di lavorarci tu al posto suo” e detto questo salì in macchina e sfrecciò via. Zayn lo aveva raggiunto da dietro. “devi rovinarle la vita Niall, quanto potrà essere difficile?” disse ironico da appoggiato alla porta. “Non sai neanche quanto” rispose Niall continuando a fissare la strada.



Elisa arrivò ancora scossa davanti alla porta di casa sua, stava per infilare le chiavi nella serratura quando la porta si aprì lentamente cigolando. 'strano' pensò, era sicura di averla chiusa a chiave come sempre. Un brivido le percosse la schiena, 'e se qualcuno fosse entrato in casa per rubare? O peggio ancora, fosse ancora lì?' Era terrorizzata, ma non poteva passare il resto della nottata fuori impalata, così si girò e afferrò l'imbarazzante nano da giardino che sua nonna aveva voluto tanto qualche anno prima, e piano entrò in casa. Teneva il nanoarma ben in alto, pronta per scagliarlo sulla testa di qualche malintenzionato. Si diresse in salotto ma non sembrava ci fosse nessuno, così come in cucina; pian piano iniziò a salire le scale, si sarebbe sentita molto Bond girl, se non fosse stato per il fatto che si stava letteralmente facendo la cacca addosso dalla paura, e se non fosse stato per il fatto che proprio mentre raggiungeva l'ultimo gradino delle scale tirò una craniata epica contro il soffitto, 'maledetti tacchi 12'.

Massaggiandosi la testa come un'idiota e continuando a tenere un nano di ceramica in alto stile coltello, si sentì profondamente stupida e ridicola. Anche perchè in casa non c'era proprio nessuno.

Accese le luci, pensando che, forse, non aveva semplicemente chiuso la porta, ma qualcosa la fece ricredere: il mobile di legno nel corridoio era completamente rovesciato a terra, così come il mobile del bagno, la camera e la stanza degl'ospiti.

cazzo” mughugnò, si avventò verso il quadro in camera, dietro il quale si nascondeva la cassaforte, l'aprì, ma niente. Era tutto regolare, soldi e gioielli erano ancora lì, guardò anche nei cassetti, ma anche lì tutti contanti e le cose preziose erano al loro posto, solo incasinati, come se qualcuno avesse frugato lì in mezzo, veloce come un lampo prese il cellulare e compose in fretta il numero.

pronto polizia? Volevo denunciare un furto qui a casa mia, o sarebbe meglio dire forse, un tentato furto.. no, non lo so, mi sembra non abbiano portato via nulla di valore, ma la porta era aperta e tutti i cassetti e mobili sono aperti e rovesciati” intanto scese le scale a controllare il piano di sotto, ma niente, era esattamente come al piano di sopra, tutto lì, solo incasinato.

si, Elizabeth Queen road 4... si.. stavano cercando qualcosa.. e spero non l'abbiano trovata, qualsiasi cosa sia” concluse significativamente prima di riaggangiare.

Si lasciò cadere sul divano in modo pesante. “che serata di merda” e nascose la faccia tra le mani che tremavano.




Ragazze volevo ringraziare (si lo so sono scontata) tutte le mie lettrici!

È la prima storia che faccio leggere a qualcuno quindi tutte le volte che mi dite che vi piace questa fan fic mi si riempe il cuore di gioia! (ahah) in ogni caso mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, non per le recensioni in se perchè vorrei sapere come migliorare! Vi amerò in ogni caso!
No davvero, grazie!

Xx Cla...

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Capitolo 6
*** 6 ***



Capitolo 6°



Ei nonnina” disse Elisa entrando nella stanza della casa di risposo Sant John con un mazzo di fiori in mano. L'anziana signora era seduta su una poltroncina vicino alla finestra con una catenina tra le mani che tremavano leggermente.

Ei tesoro” rispose flebile mentre un enorme sorriso faceva largo sul suo viso rugoso e dolce.

Elisa si sedette nella poltrona di fonte a quella della nonna, adagiando i fiori selvatici in un vaso lì vicino, prese tra le sue mani quelle delicate e fragili della donna. “mi sei mancata nonna” disse sorridendo.

Anche tu tesoro” rispose la donna. “come stai Elisa, novità?”

Tutto bene nonna, a parte il fatto che sono entrati i ladri in casa l'altro ieri, cercavano qualcosa, ma a quanto pare non l' hanno trovato”

Cosa?!?!” esclamò la nonna preoccupata.

Tranquilla nonna non mi hanno rubato nulla, hanno solo rovistato, non ho nulla di prezioso in casa da farmi rubare. La cosa più preziosa è qui davanti a me, ma nessun ladro me la toglierà mai” e sorrise con il suo sorriso più dolce cercando di calmarla, lei si addolcì come una bimba a cui regalano la prima bambola per natale.

tu piuttosto? Come va qui? Ti trattano bene?” chiese Elisa con una punta di senso di colpa nella voce.

Oh benissimo a parte che mi trattano come una povera vecchietta rimbambita” e rise di gusto, non la voleva far sentire in colpa, Elisa ne era sicura, ma si sentì in ogni caso una merda nel profondo dell'anima. La nonna percepì i sentimenti della nipote e si affrettò a cambiare discorso.

Allora con Harry come va?” Harry, un nome, un pugnalata dritta nello stomaco.

Ci siamo lasciati mesi fa, nonna” disse lei ancora con gli occhi bassi. La nonna si sentì davvero una vecchia rimbambita. “Scusa tesoro, me lo avevi detto, ma sai questa- e indicò la testa- inizia a perdere colpi” e sorrise. Era frustante pensò Elisa, voleva aiutare la nonna per non sentirsi giù, ma come faceva, se era lei la prima depressa in quella stanza.

comunque non ti preoccupare, anche io e Nonno ci siamo lasciati per un periodo prima di sposarci, poi ci siamo sposati e siamo stati benissimo” disse la nonna continuando ad accarezare la mano della nipote.

Davvero?” chiese Elisa, non ne sapeva nulla.

Si, credo che tuo nonno non riuscisse a starmi lontano” e rise.

suo nonno era sempre stato innamorato della moglie fino all'ultimo respiro, e in fondo tutti lo sarebbero stati di una donna come sua nonna, pensò Elisa.

Donne come lei ce n'erano poche al mondo, davvero poche.

La nonna era una di quelle donne che si definiscono 'con le palle'.

Persino ora a quasi novant'anni quella fragile signora era più intelligente di qualsiasi altra donna o ragazza che Elisa avesse mai conosciuto.

Peccato che Harry riesca a starmi lontano molto bene, visto che in questi mesi non si è mai fatto sentire o vedere, è partito per l'Australia e non è ancora tornato, a questo punto credo non tornerà mai” rivelò Elisa.

Probabilmente ti ama ancora Elisa” disse la nonna “in fondo chi non ti amerebbe?” concluse accarezzando il viso liscio e perfetto della nipote.

Notò che era stanca: aveva delle profonde occhiaia, era struccata, indossava una tuta e i suoi capelli bruni erano raccolti in un concio spettinato.

Non starai lavorando troppo Elisa?” chiese la nonna di nuovo preoccupata.

No nonna, sono solo triste” ammise Elisa mentre le lacrime offuscavano la sua vista.

E perchè sei triste bambina mia?”

'bambina mia', erano secoli che non la chiamava così, da ragazza non le piaceva, ma in quel momento fu come una cucchiaiata di miele dopo un medicinale amaro.

Perchè non è vero che tutti mi amerebbero nonna, la prova sono Harry e Niall, un ragazzo che ho conosciuto pochi giorni fa.”

Perchè dici così..?” chiese la nonna triste fissando gli occhi verdi della nipote, così simili a quelli di sua madre e ai suoi.

Perchè mi ha usato ecco perchè” disse Elisa alzandosi di scatto “perchè io avevo bisogno di sentire qualcuno vicino, e dico anche fisicamente, ma lui... lui mi ha solo usato per il sesso, e mi sento così stupida, stupidissima, una completa idiota” Elisa si gettò seduta sul letto, era una liberazione dire quelle cose ad alta voce.

La nonna dietro di lei si alzò e la raggiunse. Appoggiò il suo viso sulla spalla della nipote che a sua volta appoggiò la testa su quella della nonna. “pensavo di essere speciale sai nonna?” sussurrò lei.

Lo sei piccola mia, più di quanto tu pensi” la nonna continuò ad accarezzarle la mano. “non porti l'anello di tua madre, come mai?” chiese la nonna tutto d'un tratto.

cosa? Ah l'anello... mmh non lo so.” disse la nipote stringendosi nelle spalle. “non lo so, mi fa sentire di più la mancanza di mamma a volte, mi ricorda di quando c'era ancora” continuò.

Lei c'è Elisa, è qui” e le toccò il petto all'altezza del cuore. “dentro il tuo cuore, sempre”

Elisa sorrise grata alla nonna e in quell'istante tutta la magia di quel momento fu spezzata dall'entrata di un'infermiera nella stanza.

Signora Craig le sue medicine. Signorina, l'orario delle visite è scaduto mi dispiace” la ragazza sorrise all'infermiera poi si chinò sulla nonna e l'abbracciò forte prima di lasciarle un bacio sulla fronte.

ciao nonna, a presto” e le strinse la mano e uscì, la nonna rimase alla finestra ad ammirare la sua bellissima e fragile nipote scendere le scale dell'isituto e salire sulla sua moto. Era così simile a sua madre.


Elisa si abbandonò sul letto. Prese tra le mani il suo album di fotografie sepolto sotto centinaia di libri letti e riletti mille volte e ormai imparati a memoria. Accarezzò la copertina dell'album ed aprì la prima pagina. La prima foto: il matrimonio dei suoi genitori secoli fa; la seconda foto: suo fratello vicino alla sua culla; poi la foto in cui la madre la stringe ancora in fasce in ospedale; le foto dei suoi primi passi, di lei abbracciata a suo padre, la foto di loro quattro al mare, la foto di lei e suo fratello a carnevale vestiti da superman e catwoman e infine l'ultima foto, quel natale di quattordici anni prima, tutti e quattro insieme, l'ultima foto della sua famiglia unita, l'ultimo natale della sua famiglia, prima che suo padre se ne andasse di casa senza tornare mai più.

La foto del suo settimo compleanno abbracciata alle sue amiche e a suo fratello, altre foto con le amiche o con suo fratello, ma neanche una di sua madre. Elisa ricordò con dolore quanto la madre fosse stata male per l'abbandono del marito, fino ad ammalarsi di depressione e trascinarsi fino alla fine dei suoi giorni come uno scheletro. E poi la partenza di suo fratello a sedici anni, dopo la morte della madre, mentre lei appena tredicenne era rimasta a vivere con la nonna in quella casa. Il fratello era andato dal padre, senza più far ritorno neanche lui. Le lacrime iniziarono a scivolare sulle guance di Elisa, ormai dovevano aver scavato dei solchi per tutte le volte che avevano rigato le sue guance, l'ultima foto fu il colpo di grazia per Elisa. La foto di lei e Harry che si baciavano al ballo della scuola. Bei vecchi tempi ormai passati. I tempi dei ritardi a scuola, dei brutti voti, delle amicizie infrante, delle prime sbornie, dei venerdì sera passati con gli amici in giro per la città, le prime canne, il nascondere le sigarette dai genitori, i primi amori e le prime delusioni, la prima volta a letto. Tutte quelle cose vissute e condivise con Harry. Era proprio vero quello che diceva la sua amica Giselle, 'i grandi amori non sono grandi per sempre'.




Louis era taciturno. Seduto in qualche stupido pub di Londra, restava lì a sorseggiare uno stupido drink al gusto di nulla.

Ormai doveva essere tardi, il locale era semivuoto, guardò distrattamente il rolex che portava al polso che segnava le tre passate. Finì con un ultimo sorso il drink e si alzò dai divanetti, proprio in quel momento vide andargli incontro una ragazzina bionda.

Ehy Louis!” esclamò la ragazzina con voce forse troppo acuta, Louis si sentì parecchio infastidito.

Ehy Camille” rispose senza entusiasmo.

Wow ti ricordi come mi chiamo!” sembrava davvero sorpresa “sai pensavo che l'altra sera per te, non fosse stato nulla, non mi hai più richiamato” continuò.

Si, ecco, vedi sono stato molto impegnato” cercò di inventarsi una scusa migliore ma proprio non ne aveva le forze.

Oh certo, ti volevo solo dire che per me è stato solo del buon sesso e che mi stai simpatico, quindi, amici come prima?” chissà perchè ma la voce che stava usando non sembrava corrispondere perfettamente a quello che stava dicendo. Ma Louis non volle indagare, si limitò a sorriderle e a dire “certo amici come prima” e detto questo, sparì dall'uscita di emergenza del locale.

Mentre si avviava alla macchina sportiva parcheggiata nella stradina buia un dolore atroce lo fece piegare in due, lasciandolo accasciato sull'asfalto bagnato mentre urlava di dolore, nessuno lì però poteva sentirlo.



A parecchi kilometri di distanza Elisa si trovava nel bagno, aveva appena fatto la doccia, e si era lentamente lasciata scivolare con la schiena lungo le fredde mattonelle del bagno, senza accorgesene iniziò a piangere e più piangeva meglio stava. Abbracciò le ginocchia con le mani e appoggiò la nuca contro la parete. Chiuse gli occhi cercando di calmarsi e respirò profondamente, stava funzionando. Si alzò dal pavimento e si avvicinò al mobiletto sopra il lavandino e lo aprì guardando tutti flaconi arancioni dentro. Erano ansiolitici, antidepressivi, sonniferi e altra robaccia che aveva distrutto la madre anni prima. E ora, pensò, stava lentamente distruggendo lei.

Richiuse l'armadietto vedendo la sua immagine riflesse nello specchio. Avvolta in un'accappatoio blu notte, la sua pelle sembrava ancora più bianca e da struccata le sue occhiaia erano ancora più accentuate.

I capelli sembravano neri, così bagnati, e le cadevano mosci sulle spalle, spenti, privi di vita. Proprio come lei. Era inoltre dimagrita ancora e le spalle stavano diventando pericolosamente scheletriche.

Era stata una settimana di merda, prima quel senso di angoscia, poi quello stronzo di Niall e infine il primo ladro della storia che non ruba.

Poteva andare peggio? La sua risposta fu si.

Può sempre andare peggio e quella sensazione le fece venire voglia di ingoiare un'intero flacone di pillole.

Ma non lo fece.

E non lo avrebbe mai fatto. Non ne aveva le palle. Proprio come sua madre.

Si sarebbe lasciata morire lentamente, di fame e tristezza.

Appoggiò la fronte allo specchio e poi ingoiò due pillole di valium.

Sarebbe stata così rincoglionita che avrebbe pure potuto cascare il mondo, che lei tanto avrebbe continuato a dormire tranquillamente come una bambina. Meglio così.

Si sdraiò come una mummia sul letto. Senza coprirsi, restando così, bagnata e solo con l'accappatoio, chiuse gli occhi e una lacrima timida scese dal suo occhio.



Ragazuole..

ecco il sesto capitolo, si lo so, non si capisce ancora tutto, anzi quasi nulla,

ma tranquille ogni cosa a suo tempo!
Xx cla_

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Capitolo 7
*** 7 ***


Capitolo 7°



Allora ecco come procederemo...” disse Zayn seduto al bar con Niall davanti.

Tu non potrai rivedere la ragazza, ovviamente, come ha detto Louis” iniziò a spiegare, ma Niall lo fermò subito, “Chissà poi come diavolo faceva lui lì a sapere della ragazza” commentò.

Zayn gli lanciò un'occhiata significativa “Niall se lui non fosse così com'è, noi ce la saremmo già date a gambe” commentò, Niall annuì perchè aveva assolutamente ragione.

comunque” continuò poi Zayn “come ha detto Louis tu potresti occuparti del negozio” ma il biondo lo interruppe di nuovo.

Ma dovrei farla licenziare! e dovrei farmi assumere! Come diavolo faccio?!” esclamò Niall alzando le mani al cielo.

bella domanda, ma non temere ho un piano geniale ma te lo spiegherò a tempo debito” lo informò il moro “comunque una volta che tu l'avrai fatta licenziare entrerò in gioco io... avrà bisogno di una spalla su cui piangere, e ta dà! Zayn l'orso abbraccia tutti entra in gioco, e in men che non si dica scopro se ha o meno i gioielli” concluse Zayn strizzando l'occhio.

ok, ma potrebbe anche essere che lei indossi i gioielli” ipotizzò Niall.
“in quel caso sarebbe facilissimo, potremmo inscenare una rapina in un vicolo buio, le facciamo togliere i gioielli e ce la filiamo!” spiegò come se fosse la cosa più logica e ovvia di questo mondo.

e dimmi pure, mia piccola pantera rosa, se fosse davvero tutto così facile, secondo te, perchè non lo fa direttamente Louis, invece di scocciare noi?!” chiese Niall.

l'hai sentito! non può, o magari vuole metterci alla prova per vedere se siamo in gamba, o magari non c'ha semplicemente voglia o tempo”

secondo me c'è più di quanto ci ha spiegato!” disse Niall preoccupato “inoltre ti sembra un caso che proprio i due gioielli si trovino in questo paesino sfigato Inglese e che nessun'altro li stia cercando oltre a noi?” finì con una punta di terrore nella voce alla sola idea di imbattersi in altri come Louis.

sei troppo paranoico Niall, pensa positivo che è meglio” disse Zayn scocciato, bevendo l'ultima goccia del suo frappè alla banana.

e comunque, Zayn, mi devi ancora spiegare come farla licenziare e prendere il suo posto” disse Niall. Zayn invece di rispondergli, sorrise con sguardo complice e furbo.


Ricordami perchè lo stiamo facendo?” disse Elisa da davanti allo specchio di camera sua, ammirando i suoi 175 centrimetri di altezza fasciati in un tubino nero con le spalle di pizzo e dei tacconi che le davano almeno altri dieci centimetri in più.

perchè hai bisogno di divertirti un pochino, sei sempre chiusa qui o a lavoro!” disse Giselle spuntando con solo la testa dal corridoio. “e perchè hai bisogno di trovarti un ragazzo” continuò riscomparendo dalla stanza.

Non ho alcun bisogno di un ragazzo! Tre anni di Harry e quello stronzo di Niall mi bastano e mi avanzano, grazie!!” disse Elisa.

Oh! Mica ho detto che te lo devi sposare! Basta che ci vai a letto... si chiama terapia d'urto” disse Giselle entrando nella stanza. Elisa non potè fare a meno di notare che Giselle fosse bellissima in quel vestitino rosso che le valorizzava la scollatura e le gambe. Anche lei indossava i tacchi alti e anche lei sembrava una modella, solo più vistosa diciamo. I suoi capelli biondo platino erano sciolti fino al bacino e gli occhi azzurri erano truccati con un pesante strato di eyeliner e matita nera e ombretto brillantinato.

in ogni caso non ne vedo il motivo.” disse decisa Elisa pettinandosi i capelli scuri all'indietro.

un motivo c'è, Elisa, ed è quello di divertirsi! Hai ventanni, ne hai tutto il diritto... e il dovere” disse “ora, parlando di cose serie, hai degli orecchini da prestarmi? me li sono dimenticata a casa.” chiese facendo gli occhioni dolci.

certo, guarda in quella scatola” disse Eleonor, indicandole un punto indefinito della scrivania piena di fogli e vestiti, mentre era alle prese con l'eyeliner che non aveva ancora imparato a mettersi senza sembrare joker pestato a sangue.

ommiodio ma è stupendo” esclamò Giselle qualche secondo dopo, tirando fuori dalla scatola un anello semplice con una grossa pietra ovale scura. Era bellissimo, certo.

Era di mia madre” disse Elisa girandosi, anche se non aveva bisogno di vedere a cosa si riferisse Giselle, lo sapeva già che solo una cosa in quella scatola piena di roba di bigiotteria da quattro soldi, poteva attirare così l'attenzione delle persone: quell'anello. Era forse per quello che non lo indossava quasi mai. Aveva come paura di rovinarlo, di non essere all'altezza di quell'anello. Ci era molto affezionata però.

E' bellissima la pietra, che cos'è? Onice?” chiese Giselle rigirandoselo nelle mani.

Non ne ho la più pallida idea” era sincera, non sapeva cose fosse, ne dove la madre l'avesse comprato, “è un cimelio di famiglia credo” disse Elisa stringendo le spalle “ma non lo so davvero, dovrei chiederlo alla nonna” in effetti non ci aveva mai pensato.

ha un qualcosa di..di..magico questo anello” Giselle era assorta a fissarlo.

Si è davvero particolare” disse Elisa avvicinandosi curiosa per la reazione dell'amica, glielo tolse gentilmente dalle mani, “poi era di mia mamma, quindi mi da forza quando lo indosso” sorrise.

Perchè non lo metti sempre allora?” chiese Giselle che si era un po' ripresa dal momento di rimbambimento.

Non lo so, è troppo vistoso per me” disse Elisa stringendosi nelle spalle.

stasera dovresti indossarlo però.” concluse l'amica “Io invece, ti prendo in prestito questi.” e prese degl'orecchini che Elisa non aveva mai neanche indossato, dalla scatola.

certo certo” disse sorridendo all'amica prima di infilarsi l'anello all'anulare sinistro.

Un sorriso e un senso di sicurezza fecero largo nel corpo della ragazza. Forse avrebbe dovuto indossarlo di più.

siamo proprio uno schianto sta sera eh?” disse Giselle abbracciandola da dietro ammirandosi nello specchio accanto all'amica.

come sempre” sorrise Elisa prima di scoccarle un bacio sulla guancia, era davvero grata all'amica per averla convinta a uscire.



Harry entrò nell'unico locale decente che esistesse a Berwick.

Notò però con un certo disappunto che l'età media della gente che lo frequentava si era abbassato ulteriormente. C'erano ragazzine di neanche quindici anni in ogni angolo, tutte brille e mezze nude che sculettavano a pseudo-ritmo di musica, e poi c'erano i classici bulletti di sedici anni vestiti come teppistelli, che ballavano in pista come un branco di scimpanzè in calore.

Quel posto stava peggiorando, constatò rattristito.

E pensare che anche lui ci aveva passato un bel po' di tempo lì. Per l'esattezza ci aveva passato tutti i venerdì sera degli ultimi tre anni con Elisa.

Elisa. Cazzo, eccoci, ci risiamo, aveva di nuovo pensato a Elisa, tre mesi in Australia non erano serviti assolutamente a nulla quindi?

Tutti i suoi sforzi per dimenticarla, per non svegliarsi la notte cercandola nel letto, per non passare le giornate a guardare le loro foto o a ricordare la loro storia travagliata iniziata il penultimo anno di scuola, erano stati inutili?

Basta, doveva davvero darci un taglio. Era patetico, erano passati mesi, lei lo aveva lasciato e probabilmente era già felicemente fidanzata con qualcun'altro, magari qualcuno migliore di lui, che non le rubava la moto e lavava i piatti tutte le sere.

Si accorse di essere rimasto impalato al centro del locale solo quando gli andò a sbattere contro una ragazza.

Era biondissima, con i capelli lunghi fino al bacino e perfettamente piastrati, gli occhi azzurri e il viso dolce esageratamente truccati, un vestitino rosso che lasciava ben poco all'immaginazione e dei tacconi che la facevano camminare con la stessa grazia di un t-rex col mal di pancia.

Ce ne erano tantissime di tipe come lei, lì a Berwick e in tutta l'Inghilterra in generale, ma Harry riconobbe subito la ragazza che aveva di fronte.

Giselle” mormorò, neanche avesse visto un fantasma.

Harry!!” Giselle aveva usato un tono che avrebbe fatto invidia al miglior soprano del mondo, effetto collaterale di troppi Mohiti. “che diavolo ci fai tu qui? Non eri in Australia a giocare con i canguri?!” ok, l'alcool la rendeva estremamente cattiva.

Sono tornato due giorni fa” disse infastidito, perchè le stava dando spiegazioni? Cosa diavolo voleva questa pseudo-barbie da lui?

bè spero davvero che tu...” Giselle avrebbe voluto dire qualcosa di veramente cattivo, ma Harry non la lasciò parlare.

C'è Elisa?” chiese trattenendo il respiro.

Certo che c'è!! Cosa credevi che lei fosse rimasta lì a piangerti per tre mesi dopo l'inferno che le hai fatto passare per tre anni?!? se lo vuoi sapere, io ti avrei lasciato mooolto prima!!” esclamò la bionda agitando le mani.

Non farmi diventare cattivo Giselle” Harry si aggrappò a tutto l'autocontrollo, che da buon inglese aveva, per non mandarla a farsi benedire.

Si girò e si allontanò cercando con lo sguardo Elisa e il suo cuore fece un salto olimpionico quando scorse una mora sul cubo. Quelle gambe e quel modo di ballare li avrebbe riconosciuti anche se fosse stato ubriaco e da 1 kilometro di distanza.

Era una modella anche, quindi ovviamente non passava inosservata, pensò, e tantomeno in quel momento, vestita così, visto che sotto il cubo c'era una massa di scimpanzè sbavanti che le fissava il sedere.

Rabbia, ecco cosa provava in quel momento, più che la nostalgia, la gelosia o il rancore; la rabbia, per non poter pestare quegl'idioti senza un buon motivo.

Elisa non era più la sua ragazza, non aveva più bisogno di protezione. E con questa consapevolezza e senza dire una parola, si girò e si diresse verso il bancone. Alcool, aveva bisogno di Alcool, tanto Alcool.



Giselle cercava Elisa da mezz'ora, era sicura di averla lasciata sul cubo con un drink in mano e sei o sette nel fegato, ma ora era sparita.

Che avesse visto Harry e presa da un momento di depressione si fosse suicidata?

Occielo. Ne era capace? Non voleva rispondere.

Senza farsi vedere salì al piano di sopra del locale, che teoricamente era chiuso, con la speranza di trovarla lì in un angolino a piangere e a imprecare contro il suo ex e l'intero genere maschile, ma quello che si ritrovò davanti era tutt'altro che lo spettacolo che si era immaginata pochi secondi prima.

Elisa era seduta a gambe aperte su una cassa di qualche alcolico, con il vestitino tirato pericolosamente su, e in mezzo alle gambe c'era un ragazzo che, ad occhio e croce, sembrava un piccolo Eminem molto mal riuscito. Anche se non poteva vedere come era in faccia, visto che era completamente appiccicato a Elisa e sembrava essere intenzionato a ispezionarle le tonsille a fondo per un altro po'. Era una scena raccapricciante.

Era davvero così da fuori una pomiciata da ubriachi?

Doveva aggiungere alla lista di cose da non fare: 'pomiciare da ubriaca'.

Con un moto di disgusto separò il piccolo gansta dalla sua amica e questo non sembrò felice della mossa.

Che diavolo vuoi tu?” chiese scocciato il ragazzo. Oddio ora che lo vedeva in faccia ringraziò il Signore in tutte le lingue, di averli divisi; altro che Eminem, quel ragazzo era un bruttissimo incrocio tra un chihuahua che aveva fumato troppa erba e un P-Diddy candeggiato e appena uscito da una brutta rissa con un gatto imbufalito.

Quanto poteva essere ubriaca la sua amica per poter, anche solo pensare, di baciare un individuo del genere? Senza nascondere il suo disgusto, Giselle guardò il ragazzo e disse “senti c'è tua mamma giù che ti rivuole a casa per la poppata, e per favore, te lo chiedo col cuore in mano, la prossima volta che ti cimenti nel farti la barba, che non hai, cerca almeno di non sfregiarti la faccia, sai, non è un bel vedere. Ora smamma” disse girandosi verso l'amica.

che troia..” commentò il ragazzo sottovoce, Giselle si girò a rallentatore, Elisa che osservava, senza capire, la scena, ebbe paura davvero per il ragazzo.

Senti piccolo bimbo idiota, hai trenta secondi per smaterializzarti come Harry Potter, prima che ti distrugga il resto della faccia che la lametta da barba ha risparmiato e fidati, sarò anche ben contenta di rovinarti la serata, chiamando il body guard per controllare cos'hai nei boxer- e con sorpresa di tutti afferrò il ragazzo per i boxer stringendo-, perchè scommetto che il tuo piccolo amico Willy qui giù riempe un quarto scarso del tuo pacco, il resto scommetto che è occupato da erba buona, o sbaglio?” il ragazzo era rimasto paralizzato dal dolore e dallo shock

bene, detto ciò, scattano i trenta secondi, op op” e lasciò il ragazzo che, in molto meno di trenta secondi, scappò via a gambe levate.

Poi la bionda si girò verso Elisa che aveva osservato l'intera scena a braccia incrociate.

che diavolo stavi facendo!? Poteva essere tuo figlio quello là!” esclamò disgustata Giselle.
“Oh, hai fatto di peggio tu! E comunque non eri tu, quella della terapia d'urto e del dovere di divertirsi a vent'anni?” chiese mettendo le mani sui fianchi.

Si ma non con ti ho detto di interpretare Pedo Bear, soprattutto, non stasera, rimangio tutto, sta sera il mio compito sarà quello di farti tornare a casa viva e vegeta” disse ironica.

e perchè mai? Ho visto serate peggiori di questa”
“C'è qualcosa che devi sapere Elisa”





**Eh.......Oooooh** ….... Elisa-Harry. Come andrà a finire??


Grazie a tutte voi che lo leggete e lo recensite, (grazie di cuore a te itsraining <3), e a tutte le lettrici silenziose.

Grazie davvero tanto!

Chi volesse può seguirmi su twitter così mi consigliate da lì come tirare la storia, mi chiamo Cla_blueB anche lì.

Xx Cla_

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Capitolo 8
*** 8 ***


Capitolo 8°


dedicato a tutte le ragazze che lo stanno leggendo.



E perchè mai? Ho visto serate peggiori di questa” disse Elisa sorridendo.
“C'è qualcosa che devi sapere, Elisa” Giselle però non ricambiò il sorriso.

Oddio mi fai spaventare Gi se dici così” anche Elisa iniziò a preoccuparsi.

mezz'ora fa ho incontrato qualcuno al bar... e...vedi... io devo...io non...”

chi?” Elisa voleva tagliare corto quella conversazione che le stava mettendo ansia.

Harry” disse in un soffio Giselle, cercando di studiare ogni singola reazione dell'amica, ma questa l'unica cosa che fece fu sbarrare appena gli occhi e stringere l'anello nel palmo della mano in una morsa stretta tanto da farle diventare le nocche bianche.

ma non era in Australia?” chiese sinceramente sorpresa.

Ha detto che è tornato da due giorni” disse Giselle stringendosi nelle spalle.

Non lo avrai mica aggredito, vero Gi?” chiese Elisa minacciosa, conosceva l'indole dell'amica, soprattutto dopo qualche bicchierino in più del dovuto.

Giselle spalancò i suoi occhioni azzurri mostrando la sua migliore faccia da angioletto “Chi io?” disse portandosi una mano al petto, fingendosi ferita.

Elisa scosse la testa fissandola con aria severa.


Harry non pensava che rivederla avrebbe avuto questo effetto.

Era stato davvero brutto sul momento, ma adesso, dopo averci bevuto su, era contento, perchè lei era felice, era lì, allegra e spensierata che ballava sul cubo.

Ma che cazzo stava dicendo? Era distrutto.

Non avrebbe voluto rivederla, eppure sapeva che incosciamente era andato in quel locale proprio perchè sapeva che l'avrebbe incontrata.

Era perso nei suoi pensieri quando un profumo di Fiori di arancio mischiato a Coca e Malibù si avvicinò a dove era seduto. Alzò lo sguardo dalle sue mani e la vide.

Elisa era lì in piedi, altissima come sempre, in un tubino nero con il pizzo, era il suo preferito si ricordò. Era lì che lo fissava senza parlare. Era così bella. Non era cambiata molto. I suoi capelli erano un pelo più lunghi, e la pelle leggermente più abbronzata, forse per il fondotinta.

Harry era lì seduto su quello sgabello del piano bar con un bicchiere vuoto tra le mani e altri tre o quattro vuoti intorno. Era lì che la stava fissando ma non diceva nulla. Era nervoso, lo sentiva. Si passava la mano tra i capelli ricci che tanto amava, con quelle mani morbide che mancavano le tanto. Però lei stranamente non era nervosa, anzi, aveva come la sensazione di sapere esattamente quello che stava facendo. Come se avesse bevuto una boccetta di fortuna liquida di Harry Potter.

Hey” sorrise lei. Lui ci mise qualche secondo per risponderle “Ehy” disse con meno entusiasmo.

Ti va di uscire e fare due passi?” chiese lei.

'Perchè diavolo sembra così dannatamente tranquilla?' Pensò lui, 'perchè doveva essere lui, a sentirsi malissimo, a sudare freddo, ad avere lo stomaco attorcigliato e le mani che tremavano?'

certo” rispose alzandosi da dove era seduto infilandosi il giubotto. Insieme si incamminarono fuori dal locale e la musica pian piano non si sentì più e il silenzio imbarazzante ne prese il posto. Dopo qualche minuto Elisa si sentì che doveva dire qualcosa. “Allora com'era l'Australia?” che domanda idiota.

Bella, molto bella” rispose il ragazzo fissando l'asfalto.

Ah, bene.” seguirono altri minuti di imbarazzo.

Ho incontrato Giselle” stavolta fu Harry a spezzare il silenzio. Dopo pochi secondi si sedette su una panchina che dava sul lago.

Si me lo ha detto” disse con un mezzo sorriso Elisa, sedendosi accanto a Harry “mi scuso per qualsiasi cosa ti abbia detto, sai com'è da ubriaca... la conosci anche tu, parla senza riflettere” disse gesticolando con la mano.

E il più delle volte dice la verità” concluse Harry fissando l'acqua del lago che si increspava leggermente. Elisa invece realizzò in quel momento che stava congelando con solo quel vestitino là fuori. Era quasi ottobre che cavolo. Certo che era freddo. Harry lo notò.

Hai freddo?” chiese.

un po' ma fa niente” rispose Elisa stringendosi nelle spalle e incrociando le braccia al petto.

Era strano averlo di nuovo al suo fianco, con il suo profumo e il suo respiro regolare e profondo.

mi sei mancato” disse Elisa senza riflettere.

Non sembrerebbe da come ci davi dentro sul cubo, sai?” disse Harry acido.

Lei? lei veniva a parlargli del fatto che gli era mancato, sbaglio o era stata lei a lasciarlo?

Non credere di aver il diritto di essere l'unico a soffrire!” esclamò Elisa colpita nell'orgoglio “sei sempre stato così, solo tu avevi problemi e solo tu avevi il diritto di soffrire” continuò arrabbiata.

Quella eri tu Elisa, con i tuoi problemi e le tue scenate perchè mi dimenticavo di passare la spugna sul tavolo”

io lavoravo dieci ore al giorno, Harry!” disse alzandosi in piedi, Harry fece lo stesso.

Si e solo tu avevi avuto problemi vero?” Harry iniziò ad alzare la voce.

cosa centra questo? Poi tu non sei stato abbandonato da tuo padre e da tuo fratello e tua madre non è morta quando avevi dodici anni Harry! Scusami se cercavo un po' di comprensione almeno da te!” anche Elisa adesso stava urlando.

e io non te la davo?” chiese esasperato Harry alzando le braccia al cielo “so benissimo cosa ti è capitato Elisa, sono cresciuto con te, ti ho tenuto la mano mentre piangevi la notte, mentre ripensavi a tua madre e a quello stronzo di tuo padre, mentre ti mancava tuo fratello, c'ero quando avevi paura di perdere tutti, quando mollasti quell'idiota di Chris e c'ero quando tua nonna si ammalò. Ci sono sempre stato io per te, ma tu non te lo ricordi Elisa, ti ricordi solo delle liti e dei miei errori, ma io non ero solo quello!”

Certo che me lo ricordo! Sei stato l'unico insieme a mia nonna a starmi vicino, ma, Harry, davvero credimi, quando ti dico che mi sei mancato da morire in questi tre mesi” la sua voce si addolcì.

Allora perchè mi hai lasciato?” ecco, la domanda che si stava ripetendo da tre mesi, finalmente la diceva ad alta voce.

Dovevo provare Harry, a scoprire se ce la facevo anche senza di te...” ora era più calma e parlava lentamente, senza scomporsi troppo.

e l'hai scoperto?” chiese.
“Si..”

e la risposta è stata?” era leggermente impaziente, che tradotto voleva dire che era terrorizzato.

Si Harry, la risposta è stata: si, posso vivere anche senza di te” disse Elisa guardandolo negl'occhi verdi di una sfumatura così diversi dai suoi.

Bene, pensò Harry, si era fatto 18 ore di volo solo per ricevere il più bel cazzotto nella pancia della storia. Anzi quello, più che un cazzotto, era un boomerang. Harry chiuse gli occhi e sorrise scuotendo la testa. Che idiota era stato. Lei lo aveva lasciato, perchè credeva che sarebbero ritornati insieme? Cosa glielo aveva fatto credere? Lei non lo aveva mai chiamato o cercato. Mai. Neanche una volta. Non lo era mai andato a cercare a casa o dai suoi amici. Niente di niente, era sparita nel giro di due ore, e si era portata via tutto, vestiti, fotografie, libri, gioielli e soprattutto tutta la felicità, ed era per questo che lui era partito. Quella casa era terribilmente vuota senza di lei.

Elisa pensò che vederlo così in quel momento, fosse un vero suicidio, pensò fosse quasi come vedersi il film Titanic, nel pieno del ciclo mestruale, con una vaschetta di gelato al cioccolato tra le mani, dopo essere stata lasciata da un ragazzo. Un suicidio psicologico.

Così decise di metter fine alle sofferenze di entrambi, e gli prese il volto tra le mani costringendolo a guardarla negl'occhi.

Posso vivere senza te Harry..solo che non voglio” disse Elisa continuando a fissarlo in quegl'occhi verde prato che in quel momento erano spenti, pieni di lacrime e delusione. E che, in un attimo, si riaccesero e si trasformarono in un verde brillante che avrebbe fatto vergognare il più bravo dei pittori.

Lo strinse come per assicurarsi fosse veramente vero e reale, prima di baciarlo lentamente.

Era così quindi. Lo aveva lasciato perchè non sopportava più i suoi difetti e adesso, dopo tre mesi, lo stava baciando di nuovo?

'Ma dov'era lei, quando Dio distribuiva la coerenza?' pensò 'In bagno?'

Eppure lui sembrava così felice, mentre la stringeva a se e le accarezzava i capelli mossi dal vento.

Ma era davvero quello, di cui Elisa aveva bisogno in quel momento? Di Harry? O semplicemente di qualcuno che la stringesse e le desse amore?

Harry, al contrario, sentì che in quel momento, era felice quanto non lo era mai stato prima probabilmente.

Ma la vera domanda per entrambi era: 'quanto sarebbe durata tutta questa felicità?'

ti amo” le sussurrò Harry nell'orecchio prima di riprendere a baciarla con ancora più slancio e passione.




Zayn era posteggiato dentro la macchina come sempre, mentre fumava l'ennesima sigaretta, guardava fuori dal finestrino la commovente scena della ragazza con un ragazzo riccio che la baciava. Ok, questo complicava un po' le cose.

Digitò senza guardare il numero di Niall e si portò il cellulare all'orecchio. “Horan, abbiamo un problema” disse semplicemente “dimmi Malik” rispose l'altro.

La nostra bella mi sa che è occupata” disse continuando a fissare i due baciarsi dall'altra parte del lago.

occupata? In che senso?” chiese senza capire, Zayn però non rispose e Niall ci arrivò dopo qualche secondo “ah in quel senso...” cos'era un sentimento di delusione e gelosia quello che si faceva largo nel petto di Niall?

Già concordò” Zayn “questo complica un po' le cose, ma non ti disperare continua a seguire il piano io so già cosa fare, è appena scattato il piano B”

mi fa piacere che almeno tu sia così convinto, per me la cosa ha sempre meno senso” disse sincero Niall. Zayn però non gli rispose e si limitò a chiudere la conversazione, prima di mettere in moto la macchina e partire.



Giselle era decisamente troppo brilla per rendersi conto che il ragazzo con cui stava ballando non era proprio Brad Pitt, ma poco contava. Tanto, come diceva sempre lei: 'mica se lo doveva sposare'.

Bastava che fosse un buon baciatore e fosse bravo a letto e andava tutto bene per una nottata.

'Ma quello non era neanche un gran baciatore' si disse e così si staccò anche da lui e mentre questo protestava, in un momento di lucidità si allontanò, ondeggiando su quei tacchi che le stavano uccidendo i piedi e, sempre con qualche difficoltà, riuscì a comporre il numero dell'amica.

Pronto?” urlò “Prontoooo!?” Maledizione, musica tecno del cavolo. Si stava sgolando e non sentiva nulla, quindi si allontanò ancora, uscendo alla fine dal locale.

Pronto” urlò di nuovo.

piantala di urlare Gi o mi dovranno impiantare amplifon!” disse Elisa allontanandosi da Harry un pochino.

Oh scusa” disse “dove sei?” sperava non si fosse suicidata, ma se lo avesse fatto non avrebbe risposto, o no? Sollievo.

Sono qui vicino, con Harry...” rispose a bassa voce, non voleva che Harry sentisse tutta la conversazione con l'amica, quindi si allontanò ancora.

Ah, capisco, e state parlando giusto?” chiese Giselle, se non fosse stata così brilla non avrebbe insistito, pensò.

No Giselle...” rispose leggermente infastidita Elisa.

Ah capisco... quindi, fammi capire, lui ti tratta di merda per tre anni, tu lo lasci, finalmente! e dopo tre mesi in cui lui neanche si fa sentire o vedere, ci ritorni insieme e sono tutte rose e fiori? Ovvio no?” disse portando una mano sul fianco.

Giselle non iniziare” chiese supplicando l'amica.

No! io inizio, inizio eccome El! perchè sono io, IO, la scema che da tre anni mi sorbisco le vostre litigate, che corro a casa tua tutte le volte che lui ti fa arrabbiare, sono io che ti vengo a prendere quando sei a piedi perchè lui prende la tua moto, sono io che in questi tre mesi ti ho visto come un cadavere, senza mangiare ne parlare, e ora che le cose si mettevano bene lui torna dall'Australia dopo che non si è fatto sentire per mesi e tu magicamente dimentichi tutto e ci torni insieme. Ovvio... Bè sai che ti dico Elisa? La prossima volta che torni a casa, dopo dieci ore di lavoro e ti trovi dodici piatti da lavare e il bucato da stendere, non chiamarmi. La prossima volta che piove e tu non sai come tornare a casa, chiama Harry, non me!” e detto ciò riattaccò la conversazione.

Elisa si girò dopo aver sospirato e guardò Harry.

Tu..tu hai sentito tutto, non è vero?” chiese notando la sua faccia triste.

Si certo, ho sentito tutto” Harry abbassò la testa, voleva sprofondare nell'asfalto.

Ha ragione lei, Harry” disse Elisa abbassando la testa.

Lo so, ma non so che dirti, la scelta sta a te”neanche lui la voleva guardare negl'occhi.

Ma io ho già fatto la mia scelta, Harry. Io ti amo più di prima. E anche se oggi non avessi visto il tuo volto, niente sarebbe cambiato, perchè nessuno prenderà mai il tuo posto.

Diventa ogni giorno più difficile stare senza te, ed ho paura di questo.

Ma tu dimmi solo che mi ami più di prima, e mi dispiace che sia andata così.

Ma sto per tornare a casa, sto tornando a come ero prima di te, Harry. Non lo capisci? E se me lo chiederai... io rimarrò, rimarrò qui con te.” le lacrime stavano rigando per l'ennesima volta il viso di Elisa, e non le importava se il mascara stava colando, se il fondotinta era rovinato e lei se sembrava un panda raffreddato, perchè per la prima volta da tantissimo tempo stava piangendo con qualcuno. Con Harry. Con il suo migliore amico.

Harry si avventò sulla ragazza, e l'abbracciò, l'abbracciò con la stessa forza di quando tre anni prima l'aveva vista crollare, dopo che quello stronzo del suo ex l'aveva lasciata ricordandole tutte le volte in cui era stata abbandonata dalle persone che amava.

L'abbracciò come la prima volta che fecero l'amore.

L'abbracciò come quando era scoppiata a piangere perchè le mancava sua madre o come quando sua nonna si era ammalata.

E non riusciva a non stringerla, aveva paura di farle male, ma aveva bisogno di sentirla vicina.

Era del contatto fisico che aveva bisogno, più di quello visivo, perchè lui l'aveva vista, precisamente l'aveva vista ogni singola notte in Australia, mentre dormiva e la sognava, e sorrise tra le lacrime al ricordo di quando, in quei tre mesi, aveva fatto salti spaventosi tutte le volte che qualcuno chiamava il nome Elisa, o scorgeva da lontano una ragazza alta e mora. Era stato davvero patetico. Era stato davvero innamorato.

Beh ho provato a vivere senza di te Elisa, posso giurare che c'ho davvero provato. Le lacrime scendono dai miei occhi e mi sento un completo idiota a dire queste cose sdolcinate, ma lo sai sono un romanticone, piango davanti al Titanic e sogno come una bimba di tredici anni. Ma sono solo come un cane, e mi sento vuoto. Dio, ho passato tre mesi guardando le stelle in cielo, sperando che anche tu faccessi lo stesso. Perchè in qualche modo mi sentivo più vicino a te, e potevo quasi sentirti dire le tue solite frasi e le tue offese, tipo: 'dov'eri quando dio distribuiva l'intelligenza' oppure 'spero che qualcuno lassù stia guardando, così me lo sconteranno in paradiso'”

Entrambi, sentendo quelle frasi, dal pianto incontrollato, scoppiarono in una risata folgorante e Harry continuò un po' più serio, le lacrime non accennavano a smettere di scendere “e si Elisa, ti amo, ti amo più di prima, e ti giuro ce la metterò tutta per essere migliore per te, te lo giuro” e la baciò prendo il suo viso tra le mani. Questa volta Elisa si ricordò dov'era, quando Dio distribuiva la coerenza... lei era in un parco a baciare l'uomo più bello del mondo: Harry Styles, aka il suo ragazzo. Un brivido le strisciò lungo la schiena a pensare che Harry era di nuovo il suo ragazzo.




Holaaaaaa!

Allora partendo dal fatto che non so quante di voi stiano leggendo questa nota, ma chiunque la legge vuol dire che ha letto su, quindi la amo solo per questo.

Sapere che qualcuno legge le cose che scrivi è davvero..boh bellissimo.

Fino a poco tempo fa, ero anche io solo una lettrice, e un po' mi vergognavo a pubblicare storie, ma ora tutte le volte che mi dite che sono brava, che vi piace, che la trama vi ha preso..bè è davvero stupendo.

Grazie a tutte.

Detto ciò sono curiosa di sapere, quante di voi si identificano in Elisa, quante in Giselle?

Xx Cla.

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Capitolo 9
*** 9 ***


Capitolo 9°



Dedicato a tutte le Giselle e a tutte le Elisa.



'Vaffanculo' pensò Giselle, calciando una lattina di birra vuota per terra; odiava litigare con Elisa. Le voleva troppo bene.

La gente solitamente pensava che lei fosse la classica oca bionda, stupida e pure un po' troia. E magari, lo era anche. Ma chi aveva mai detto che le ochette bionde tinte non provassero sentimenti? Lei li provava eccome. Tutta quella gente, che la giudicava da lontano, cosa sapeva di lei? Nulla! La vedeva lì, con i suoi capelli biondo platino, con i suoi vestiti succinti e il suo trucco pesante e dicevano 'che zoccola!', ma sapevano quanto lei avesse sofferto?

Tutte quelle ragazzine perfettine, che si credevano migliori di lei, solo perchè avevano voti alti, un ragazzo perfetto e una famiglia stabile, quanto erano effettivamente migliori di lei? Zero.

E Elisa questo lo aveva sempre saputo, dai tempi del liceo, era sempre stata l'unica a vederla per quello che era davvero: una semplice ragazzina insicura che aveva bisogno di attenzioni.

E adesso aveva litigato anche con la sua unica vera amica, solo perchè aveva paura di perderla di nuovo per Harry.

Perchè la verità era che non le dispiaceva, quando Elisa la chiamava in lacrime per sfogarsi o per un passaggio. Anzi, la faceva sentire importante per qualcuno, e la cosa la gratificava molto.

Ma ora le aveva sbattuto il telefono in faccia, dopo averle detto un sacco di cattiverie. Che stronza era stata?

Sapeva che era troppo orgogliosa per chiederle scusa subito, e comunque lei avrebbe voluto passare del tempo con Harry quella notte. Perchè ne era certa, che lei si fosse rimessa insieme a lui. La conosceva troppo bene ormai. Era Harry-dipendente più che dallo Xanax o dal Valium o dalla nicotina.

Decise quindi che l'avrebbe chiamata l'indomani per scusarsi, e ora tanto valeva tornarsene a casa, anche perchè nel locale erano davvero tutti troppo piccoli per lei.

Salì in macchina, quel roito di macchina del '76 che usava per muoversi. Infilò le chiavi per accendere il motore, ma tutto quello che ricevette come risposta fu un patetico e appena accennato 'wrom'.

Che macchina stupida, vecchia e inutile.

Riprovò di nuovo, ma niente... 'wrom'. E ancora, e ancora, solo dei 'wrom' sempre più flebili, fino al classico 'bruuuu', che segnava la morte definitiva e irreversibile del motore.

Tirò un pugno al volante.

stupido aggeggio inutile” urlò uscendo dalla macchina, sbattendo la portiera. Non si era ancora sfogata abbastanza, quindi tirò un calcio ben assestato alla ruota davanti.

Sperò di forarla col tacco, ma si fece solo del male al piede.

uff” sbruffò portandosi indietro i capelli e stringendosi nel giaccone per poi togliersi i tacchi che le stavano torturando le caviglie e i talloni.

Brutta serata, eh” disse qualcuno alle sue spalle facendola sobbalzare.

E che qualcuno!!!

Il ragazzo che si trovò davanti doveva essere almeno un metro e ottanta, moro con gli occhi scuri, la pelle olivastra, tirato a lucido e con i capelli ingellati quasi quanto quelli di Pauly-D.

'proprio il mio genere di ragazzo' pensò, la serata forse stava iniziando a tirare nel verso giusto.

Già” disse semplicemente lei mentre il bel moro si avvicinava.

'un attimo, dove lo aveva già visto?'

Se vuoi ti posso dare un passaggio io..” disse lui. “tranquilla non ti stupro, promesso” aggiunse dopo aver visto la faccia contratta della ragazza portandosi una mano al petto come per giurare.

Sembrava, cosa... spaventata? Bè forse faceva bene ad esserlo.

No no, non è per quello” disse Giselle scuotendo la testa.

Ah vabbè, comunque piacere” disse allungando la mano verso di lei “mi chiamo Zayn” Giselle afferrò la mano grande del ragazzo con forza.

Piacere tutto mio Zayn, io sono Giselle” era ripartita alla carica, stava sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.

Bè, Giselle, come ho detto prima, visto che il tuo mezzo qui sembra a terra, se vuoi ti do uno strappo io” ripetè guardandola negl'occhi.

Certo perchè no!” BINGO! Bel modo di concludere una serata 'no'.

'Bingo!' Pensò Zayn sorridendo alla ragazza bionda che aveva davanti. Persino troppo facile rispetto a come si era immaginato. Non c'era stato gusto.


Sicura che non vuoi che t'accompagni?” domandò Harry per l'ennesima volta mentre tornavano verso il locale.

Ma no, non serve, Giselle sarà nel locale a fare sesso con qualche tamarro nel bagno, e scommetto che l'è già passata la rabbia” disse Elisa stingendosi ancora di più nel giubotto che Harry le aveva dato.

Come vuoi, se hai bisogno dimmelo” disse “anche perchè sai, io sinceramente di Giselle mi fido il giusto mentre gui...”

Aspetta” lo interruppe Elisa. Era sicura al 100% di aver visto una chioma bionda salire su una macchina. E la chioma bionda sembrava proprio quella della sua amica.

Si girò e vide la vecchia ford di Giselle ancora parcheggiata lì.

era Giselle quella che saliva su quella macchina?” chiese Harry che aveva visto anche lui la scena.

Decisamente” disse Elisa mentre vedeva la grossa macchina sfrecciare via dal parcheggio. Una grossa macchina. Precisamente un fuoristrada nero, con i finestrini completamente oscurati. Macchina che aveva già visto da qualche parte. E non ci mise molto a ricordarsi dove l'avesse vista. Niall.

Ma no, non poteva essere che Giselle fosse salita sulla stessa macchina di Niall.

E poi chissà quante persone lì, avevano quello stesso tipo di macchina.

Paranoica, ecco cosa stava diventando, una vecchia paranoica, come la sua vicina, la signora Rodd, convinta che il lattaio la perseguitasse e il postino fosse un agente segreto russo del KGB mandato per ucciderla e rubarle la casa per farne un bordello.

Allora qualcosa mi dice che vuoi un passaggio adesso” sorrise Harry.

Già” annuì Elisa sorridendogli prima di posare le sue labbra sulle sue.

'Ci aveva rifatto l'abitudine', pensò.


Louis si svegliò e come ogni mattina, sceso dal letto, dopo essersi stiracchiato, andò a fare colazione, con gli occhi ancora semichiusi. Ma quella mattina c'era una sorpresa che lo aspettava in cucina.

Il padre, seduto su una sedia leggeva il giornale. Era vestito elegante.

Louis rimase impalato lì davanti con ancora solo i boxer addosso.

Buongiorno Louis” disse l'uomo, con il suo solito tono freddo e distaccato, senza guardarlo.

B-Buongiorno Papà” rispose balbettando scioccato da quella situazione. Non si aspettava affatto di trovarlo lì.

Non hai né latte, né caffè. Cosa bevi alla mattina?” chiese severo il padre, senza ancora alzare gli occhi dal giornale.

Thè, papà, lo sai che io bevo il thè” disse Louis, ovvio che il padre non lo sapesse. Quando mai si era interessato di cosa mangiasse la mattina?

Ah ecco” disse alzandosi finalmente da quella sedia. Era fuori luogo lì. Impacchettato dentro quel costoso smoking, in quella cucina disordinata e sporca.

Comunque ti ho lasciato cento sterline sul tavolo, per comprarti un po' di cibo decente” disse “hai solo pizza surgelate e snack”.

Il mio cibo è decente papà, comunque non ce n'era alcun bisogno” disse avvicinandosi al piano cottura.
“Invece si” disse severo al figlio. Era così simile a lui, così testardo e ostinato.

Perchè sei qui, comunque?” chiese Louis al padre.
“Perchè volevo vedere come te la passavi” rispose mentendo l'uomo.

Sto bene papà. Ma bastava una chiamata.”

Ero in città per affari e così sono passato” disse il padre. Ah ecco, adesso le cose iniziavano a tornare. Louis non volle neanche indagare su cosa intendesse suo padre per 'affari'. Davvero non voleva saperlo.

E comunque volevo vedere come te la cavavi in quella cosa” disse poi l'uomo più vecchio fissando negl'occhi il figlio.

Bene” mentì Louis. “Sta andando tutto secondo i piani” gli rispose con aria di sfida. Si perchè era quello in fondo, una sfida.
“Bisogna stare attenti a giocare col fuoco Louis, ci si può scottare” disse avvicinandosi al ragazzo.

Non ti preoccupare papà, non mi brucerò, so controllare molto bene il fuoco” aggiunse con voce altezzosa a testa alta.

Ti avverto Louis, non esagerare, è il momento che la finisci con tutte queste stupidaggini, non sei più un ragazzino” disse diventando preoccupato per davvero.

cos'è una minaccia paparino?” chiese Louis, inclinando la testa e assottigliando gli occhi. Il padre era pericolosamente vicino, ma sapeva che non avrebbe alzato un dito, si sarebbe limitato a guardarlo con quel suo sguardo micidiale, ma non lo avrebbe picchiato, non più almeno, non fino a quando Louis fosse stato più forte di lui.

E' un avvertimento Louis, non ti immischiare in queste cose che sono più grandi di te, non ne vale la pena, finirai per buttare via la tua vita in queste stupidaggini” disse il padre prima di allontanarsi verso l'uscita con la sua ventiquattrore che gli dava tutta l'aria di un rispettabile uomo d'affari, cosa che non era assolutamente.

Io non ho paura” disse Louis guardando la schiena del padre.

Dovresti” disse questo, prima di aprire la porta e richiudersela alle spalle.


Elisa si risvegliò nel suo letto per colpa del cellulare che non voleva accennare a smettere di vibrare. Stava facendo muovere il comodino, altro che terremoto, pensò. Qualcosa la bloccava però dal prendere l'oggetto del demonio.

Un braccio per la precisione. Un braccio muscolo e peloso.

Girò la testa. Una montagna di ricci mezzi lisci era appoggiata sul cuscino.

Harry. La stava abbracciando da dietro. Era a petto nudo. La cosa non le dispiacque affatto. L'Australia non gli aveva fatto male eh. Era abbronzato e i muscoli risaltavano di più.

VRRR VRRRRR.

Si si, ok aveva capito, spostò delicatamente il braccio di Harry e afferrò il cellulare.

pronto?” sussurrò.

Prontooo!” una voce squillante risuonò dall'altra parte della cornetta.

Giselle? Che le fosse già passata l'arrabbiatura e la sbornia della sera prima?

Veloce anche per i suoi standard.

Ehy Gi!” sussurrò per non svegliare il ragazzo sdraiato al suo fianco.

io, te, due cappuccini, alle 4, al bar. Passo e chiudo”
“Come mai così auforica?” chiese Elisa, ma l'amica aveva già messo giù. Bah. Quella ragazza aveva più sbalzi d'umore di una donna in menopausa.

Chi era?” mugugnò Harry al suo fianco stropicciandosi gli occhi senza aprirli.

Nessuno, amore, dormi pure” disse prima di dargli un bacio in fronte.

Mi sei mancata sai, questa notte ne è stata la prova...” disse Harry abbracciandola stretta. Elisa rise.

Dovrò dire alla nonna che aveva ragione” pensò ad alta voce.

Perchè?” chiese Harry aprendo finalmente gli occhi.

Niente, storia lunga” liquidò Elisa.

Come sta tua nonna?” chiese Harry cautamente, non sapeva cosa fosse successo in quei tre mesi, poteva essere accaduto di tutto e tanto lui non ci sarebbe stato.

è ancora al Sant John, ma i medici mi hanno detto che sta pian piano peggiorando” disse triste Elisa giocando con l'anello d'argento che Harry portava all'indice mentre lui le accarezzava i capelli spettinati. Una fitta le passò nello stomaco all'idea di perdere l'unico membro della famiglia che ancora le rimaneva.

Harry le accarezzò la guancia con il dorso della mano. Elisa si era quasi dimenticata come fosse Harry quando faceva il dolce.

è forte Elisa, vedrai che starà meglio” disse prima di baciarla.

Grazie a Dio ora se lo ricordava.


Elisa era seduta al solito tavolo vicino alla finestra del bar.

Guardò distrattamente l'orologio, 4.15. Giselle era in ritardo. Ma non è che fosse questa gran novità. Giselle però ci teneva sempre a ricordare che lei non era mai in “ritardo”, erano gli altri che erano sempre in “leggero anticipo”.

Vide fuori dalla finestra l'ormai famigliare fuoristrada nero accostare dall'altra parte della strada e una cascata di capelli biondi scendere dal lato del passeggero, dopo qualche secondo.

Eccola. Attraversò la strada correndo e entrò nel bar sfoggiando il suo sorriso migliore. Era vestita con un paio di jeans, dei tronchetti e un giubotto firmato. Era quasi sportiva per essere lei.

Buongiorno bellezza!” squittì baciandola sulla guancia. Altro che donna in menopausa! Quella ragazza soffriva di disturbi da personalità multipla. Dottor Jekyll e mister Hyde a confronto era equilibrato.

Buongiorno anche a te Gi” disse lei un po' interdetta. “sei...tutto ok?” chiese leggermente preoccupata dal sorriso a trentadue denti che non voleva sparire e da quell'aria da angioletto che alleggiava sul viso dell'amica.

Eh..come?” chiese Giselle alzando gli occhi dal menù che stava scrutando da venti minuti. “Oh sisi certo, tutto bene” sorrise raggiante.

Ok...e sei per caso, ancora arrabbiata con me?” chiese titubante Elisa.

Oh, ma certo che no, anzi volevo scusarmi per la scenata di ieri, sai come sono da brilla” rispose prendendole la mano e stringendola. Giselle notò solo allora che Elisa portava l'anello. “per questo ho deciso che pago io oggi, ma mi devi prestare i soldi, perchè io ho lasciato la borsetta a casa di Zayn” e ridacchiò come una bimba ritornando a scrutare il menù.

A casa di chi!?” chiese, eccolo il nome del misterioso guidatore di fuoristrada sospetti dai vetri oscurati. Mmh...

A casa di Zayn!” rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.

E chi è Zayn? Quello che ti ha accompagnato qui adesso?” chiese Elisa. Sapeva che Giselle avrebbe avuto bisogno solo di un attimo di incoraggiamento, poi avrebbe iniziato a descrivere nei minimi dettagli tutto.

Bè si è lui, ed è un gran pezzo di figo ti giuro!” esclamò togliendo gli occhi dal menù, eccola era partita alla carica. “E' alto, moro, abbronzato, muscoloso, con un viso da angelo e anche lì sotto voglio dire, mica scherza eh” disse Giselle strizzando l'occhio.

E quando l'hai conosciuto?” chiese circospetta l'amica.

Oh ieri sera... sai il mio catorcio ha spirato, e lui si è offerto di portarmi a casa, ed è stato così dolce e gentile che guarda... Jack Dawson era un bastardo a confronto, pensa...mi ha aperto la portiera e baciato la mano...” disse con aria sognante. Chissà perchè la cosa allarmava sempre di più Elisa.

Insomma, quando mai si vedeva un bel ragazzo che, oltre ad essere bello, era: gentile, dolce, galante e pure bravo a letto. Chi era questo Superman?? Elisa aveva imparato che era meglio diffidare dalle persone troppo perfette, perchè i casi possono essere due: caso 1: i suddetti pseudo-perfetti alla fine si rivelano degli psicopatici assassini stupratori vampiri agenti segreti in missione, o magari tutte le cose insieme. E caso 2: questi sono davvero così perfetti e allora ti inducono al suicidio con la loro perfezione straziante e noiosa.

In ogni caso, quindi, la faccenda non andava a finire mai bene con le persone troppo perfette.

E la cosa sorprendente sapete qual'era? Era che era stata proprio Giselle, a impartire questa lezione di vita a Elisa, anni prima, in un bagno della scuola, parlando della reginetta del ballo, che da ragazzina perfetta quale sembrava, si era scoperto che faceva video porno su internet. E adesso Giselle sembrava completamente accecata da questo Zayn, da non accorgersi che qualcosa puzzava là sotto.

'Inoltre' pensò Elisa 'che razza di nome era Zayn?'. Lei non era la signora Rodd, lì qualcosa puzzava veramente...



Mentre le cose tra Harry e Elisa si mettono bene, inizia il problema Giselle- Zayn.

Io direi che questo capitolo è uno dei miei preferiti fino ad adesso...

spero piaccia anche a voi..

Xx Cla_


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Capitolo 10
*** 10 ***


Capitolo 10°


dedicato a Pulce9_ per la sua pazienza ad aiutarmi nella storia <3


'Inoltre' pensò Elisa 'che razza di nome era Zayn?'. Lei non era la signora Rodd, lì qualcosa puzzava veramente...

Non sapeva esattamente cosa non quadrasse in quella serie di eventi, ma aveva questa sensazione.

E quindi con questo Zayn cosa ci hai fatto?” chiese Elisa.

In quel momento arrivò la cameriera, la conosceva bene, dai tempi delle medie, il chè, era normale in una cittadina così piccola.

Ei Elisa!” disse raggiante la ragazza avvicinandosi al tavolo “Ciao Giselle” aggiunse con una faccia quasi schifata lanciandole un'occhiata sprezzante; certo non c'erano bei trascorsi tra le due, risalenti agli anni del Liceo, ma Elisa non pensava che lei potesse ancora serbare rancore nei confronti di Giselle. Questa, invece di rispondere con qualche insulto o presa in giro, si limitò ad accennare un debole gesto col capo senza neanche guardare in faccia la ragazza.

Ei Jessica, come stai? Sono secoli che non ci vediamo!” esclamò Elisa per salvare la situazione, rivolgendosi alla ragazza.

Si sai... ero a New York, ho fatto uno stage come fotografa lì” disse sorridendo Jessica.

Oh ma è bellissimo” esclamò Elisa.

Già, peccato che adesso, tutto quello che ho trovato come lavoro è stato questo posto come cameriera nel bar di mio zio, bella storia!” disse amareggiata scuotendo la testa.

Mi dispiace” rispose Elisa, e in effetti le dispiaceva veramente. Ma stava succedendo lo stesso a tutte le ragazze con cui era rimasta in contatto nel tempo.

Anche a me...cosa ti porto comunque?” tutta questa conversazione era accaduta senza che nessuna della due ragazze degnasse della minima attenzione Giselle, che pensava a controllarsi le lunghe unghie, meticolosamente laccate di rosso.

Ehm un aperol spritz per me e tu, Giselle, cosa vuoi?” Disse Elisa rivolgendosi finalmente alla ragazza seduta di fronte.

Oh anche io...” disse distrattamente l'amica.

Ma come!? Aveva passato tre ore a leggere quel benedetto menù e alla fine non sapeva neanche che ordinazione fare!?

Non aveva mai visto Giselle così distratta e misteriosa. Appena Jessica se ne fu andata con le ordinazioni, Elisa rivolse uno sguardo minaccioso all'amica... avrebbe parlato, e le avrebbe detto tutta la verità, con le buone o con le cattive.

Si può sapere quanto era bravo a letto questo benedetto Zayn, per ridurti così?”

Così come?” chiese innocentemente Giselle sbarrando gli occhi come una bambina.

Così!” disse Elisa indicandola con la mano. In quel momento arrivarono i due aperol, Elisa sorrise a Jessica e poi si rigirò verso la bionda davanti. “Sembri una quattordicenne innamorata” disse aspettando che l'altra ragazza si allontanasse di nuovo. “se non mi spieghi cosa ti ha fatto di così fantastico e indimenticabile, dovrò ipotizzare il peggio!!” esclamò.

E cioè?” rise Giselle, cosa pensava Elisa, che Zayn l'avesse stregata? Ahaahah.

Elisa la guardò minacciosa bevendo un sorso del drink.

Eh va bene” sospirò Giselle prima di fare lo stesso “Allora, ieri salgo nella sua macchina, e lui inizia a guidare verso casa sua...” ecco, adesso si riconosceva: aveva preso a parlare a macchinetta. “Allora io gli faccio 'scusa ma non mi chiedi dove abito?' e lui mortificato (era tutto rosso, era dolcissimo, avresti dovuto vederlo), mi fa 'oddio scusa'. In quel momento indovina cosa succede? Si fora una ruota!”

Oook.. casualità?

E allora gli faccio 'e adesso..?' e lui si è messo a cambiarla lì! in mezzo alla strada, con quel freddo. Era di un sexy!! avresti dovuto vederlo. Poi è stato gentilissimo, non ha voluto che io facessi nulla, ha fatto tutto da solo..”

Mi sembra il minimo” borbottò Elisa, Giselle non le rispose, si limitò ad un'occhiataccia, prima di andare avanti.

Insomma alla fine mi fa 'possiamo passare da casa che vedo come sta il mio coinquilino che sta male, e siamo a due passi?' così siamo andati a casa sua. Lui mi ha fatto entrare ed è andato a vedere il coinquilino che era a letto, e quando è sceso, era tutto così romantico. C'erano delle candele accese, e l'atmosfera era molto mooolto...bella.- e sorrise in modo malizioso- Allora ho acceso la radio e lui ha stappato una bottiglia di un vino, aspetta il vino si chiamava qualcosa tipo Pi...Pignot ros? Rol? Qualcosa del genere...”
“Peignot Rot...” mormorò Elisa.

esatto! Il concetto è che abbiamo brindato alle serate 'no' e dopo tre bicchieri di quel vino ero caput. Morta. Insomma ci siamo baciati. Ed è stato un bacio da urlo. Stupendo! È il miglior baciatore che io abbia mai conosciuto. Non sto scherzando! E comunque, sai come sono queste serate, una cosa tira l'altra. E così mi sono svegliata sta mattina di fianco a questo Adone e non mi sembrava vero. Pensa che mi ha portato la colazione a letto, con una rosa rossa sul vassoio. mi stavo letteralmente sciogliendo. E poi mi ha portato a casa per cambiarmi e mi ha portato al cinema! E poi mi ha accompagnato qui, e lui è.. è così.. perfetto” disse estasiata sbattendo le ciglia.

Ecco l'aveva detto. Aveva pronunciato la parola 'perfetto'. Era perduta.

Elisa era intelligente. Capì che dirle quello che pensava davvero, non sarebbe servito a nulla, se non ad allontanarla da lei, e a farla avvicinare a quel cavolo di Zayn, chiunque lui fosse.

Quindi decise che avrebbe giocato sporco, per capire meglio che diavolo stava succedendo. Anche se questo avrebbe comportato mentire alla sua migliore amica.

Oh sono così felice per te Gi! Finalmente! Te lo meritavi un ragazzo così” disse prendendole la mano. Che grande attrice che era. Giselle sorrise grata.

Grazie El. Sapevo che saresti stata felice per me. Perchè lo so, non sono una stupida dopo tutto, so che può suonare strano detto così, che lui sia così perfetto, e magari non durerà per sempre, ma insomma... se fosse stato uno stronzo, oggi non mi avrebbe portato al cinema e poi qui, no?”

Stronzo forse non era, ma di sicuro, qualcosa non tornava.

Già..spero vada tutto bene. Te lo meriti Gi. Sai cosa stavo pensando poi?” disse continuando il suo piano malefico. “Ora che sei felicemente cotta anche tu di un ragazzo, che ne diresti di un'uscita a quattro: io, te, Zayn e Harry. Magari si starebbe simpatici, scommetto che hanno molte cose in comune...”

Oscar, che qualcuna la nominasse per l'oscar. ORA.

Anche se un po' le dispiaceva mentire proprio a Giselle. Proprio a lei, che aveva sempre pensato sapesse leggerle dentro.

E' una bella idea El, ma sai... non vorrei affrettare le cose con Zayn”

E cosa c'è di più affrettato del conoscersi, andare al letto e al primo appuntamento, in meno di 12 ore?” era una frecciatina bella e buona, ma Elisa proprio non ce la fece a trattenersi. Giselle per tutta risposta le tirò un'occhiataccia limitandosi a schioccare la lingua.

Finì in un sorso il suo aperol, prima di alzarsi e infilarsi il giubotto. Era lì da quanto? Mezz'ora? E se ne andava? Giselle di solito per raccontarti di una serata ti parlava per tre ore senza pause. E in genere, un'ora soltanto, per descrivere come le aveva tolto la camicetta. E adesso, tre frasi e liquida così la serata con l'amore della sua vita? Bah...

Chissà peerchè la cosa continuava a puzzarle sempre di più. Doveva indagare per bene. Tenente Elisa Colombo a rapporto.

Ei dove stai andando?” chiese offesa.
“Da Zayn, mi aspetta qui dietro l'angolo, mi accompagna a casa a cambiarmi, che sta sera mi porta a cena fuori!” e sorrise battendo le mani come una bimba di dieci anni.

Ah capisco” disse Elisa, senza capire.

Ok, bè ci vediamo” rispose la bionda.

'Ci vediamo'? Dio … dov'era Giselle e chi era quella sua copia, senza cervello?

Certo..c-ci vediamo. Ah una cosa Gi..” Giselle si fermò prima di aprire la porta del bar.

Dimmi El..” chiese.

Giusto per curiosità... ma dove abita Zayn?” meno male che si era ricordata di chiederglielo.

Uhm..Crohaven Rd 4 mi sembra... si si, esatto”

Crohaven Rd. 4.

Ok. Respira Elisa, respira. Ricordati di respirare.

Perchè?” chiese curiosa Giselle.

Curiosità” riuscire a sputare fuori quelle nove lettere fu un'impresa a dir poco ardua.

Elisa aveva un malloppo nella gola.

Crohaven Rd 4. Casa di Niall.

Tutte le sue paure presero forma.

Ah la sai un'altra cosa?” disse Giselle, affacciandosi da fuori dal bar.

Elisa sta volta riuscì solo a scuotere la testa. “il suo divano puzza!” rise prima di uscire definitivamente.

Cazzo! Che. Diavolo. Stava . Succedendo?



Giselle camminò fino ad arrivare all'angolo di Parade Road e lui era lì, bello come il sole, appoggiato alla sua macchina, con gli occhiali da sole nonostante a Berwick non ci fosse il sole da una settimana buona.

Era davvero bellissimo. 'forse troppo bello per lei' pensò. Scosse la testa per scacciare tutti quei noiosi pensieri e si avvicinò a Zayn.

Ciao Amore!!!”

Amore? Come le era uscito???

Ciao baby!” disse lui. Lei si avvicinò e nonostante i tacchi, dovette alzarsi leggermente sulle punte, per raggiungere per bene le sue labbra e lanciarsi in un bacio poco casto.

Zayn rispose al bacio afferrandola per i fianchi.

Baciava talmente bene che Giselle avrebbe potuto passare tutta la giornata lì. Ma alla fine si dovette staccare, almeno per respirare.

Allora come è andata?” chiese Zayn, aprendole la portiera.

Oh meglio di come mi aspettassi!” disse lei, quando anche lui fu entrato in macchina.

Perchè? Cosa ti aspettavi?” chiese lui curioso. E... preoccupato?

'Che lei sospettasse qualcosa?'

Sai.. non sapevo come l'avrebbe presa di me e te. In genere è molto.. diffidente. Ha paura per me, che io soffra. Ma adesso sembrava stranamente tranquilla.” disse Giselle stringendosi nelle spalle.

Oh capisco...”

Anche se devo ammettere, che mi è sembrata quasi scioccata quando le ho detto dove abitavi...” Zayn ebbe un sussulto mentre guidava.

P-perchè? lei hai detto dove abito?” chiese preoccupato.

Si.. me l'ha chiesto e non mi sembrava fosse un segreto.” disse lei difendendosi.

Si si certo...”

'cacchio'. E se lei avesse capito il collegamento tra lui e Niall. Bè, e anche se...

Poteva essere, che fossero semplici coinquilini e che lei avesse iniziato a uscire con la migliore amica di Elisa. In fondo, non è che Berwick fosse questa metropoli!

Non avrebbe potuto accusarli di nulla, anche se avesse capito che Niall e Zayn vivevano assieme.

Si sentì sollevato.

Allora, Baby” disse rivolgendosi alla bionda seduta accanto “dove vorrebbe cenare questa sera?”

Dove vuole lei Sir” disse lei sorridendogli.

Mmh che ne dici di Terry's? Non ci ho mai mangiato ma mi hanno detto che è il ristorante migliore della città”

Si, andata!” e Giselle non potè fare a meno di sorridergli.



Niall passeggiava nervoso davanti al negozio, ormai in orario di chiusura. Era sabato. Il giorno dopo sarebbe stato chiuso. Aveva solo oggi per farlo. E aveva aspettato la chiusura.

Aveva troppa paura che qualcosa andasse storto. E così, mentre il suo amicone Zayn se ne andava in giro sbaciucchiandosi con una ragazza, a lui toccava la parte sporca del lavoro. Aveva passato tutta la mattinata cercando un modo alternativo, ma proprio non ce n'erano.

In quel momento, un signore in forte sovrappeso, mezzo calvo e con la barba alquanto incolta e sporca, uscì dal negozio, iniziando a chiudere porta e saracinesca.

Niall gli si avvicinò e aspettò che l'uomo parlasse per primo.

E tu che diavolo vuoi??” borbottò l'uomo grattandosi la pancia in maniera rumorosa.

E Elisa lavorava per quell'individuo spregevole? Forse le stava facendo un favore, dopo tutto.

Salve signore, mi chiamo Niall, sono venuto a farle una proposta..” disse calmo.

Se sei anche tu, uno di quei teppistelli, che vuole usare il mio magazzino come pista, la risposta è sempre no, assolutamente e inequivocabilmente, no.”

disse sbruffando.

No signore.. sono venuta a chiederle di assumermi” iniziava ad innervosirsi.

Mi dispiace ragazzo ho già un commesso” disse allontanandosi, Niall lo seguì.

Signore mi ascolti trenta secondi. L'offerta che sto per farle, le potrà sembrare molto allettante, mi creda”

Non ora ragazzo, ho fame..” disse.

Mi ascolti” disse Niall spazientito, afferrandolo per il braccio. L'uomo sembrò come stupito, da quella mossa affrettata. “Io lavorerei per lei, per la metà dello stipendio che paga ora al suo commesso.” continuò Niall guardandolo negl' occhi.

sempre otto ore al giorno?” chiese Jack tutto d'un tratto interessato.

Sissignore. Otto ore e gli costerei la metà. Che dice...?” e gli allungò la mano.

Dico che inizi dalla prossima settimana figliolo.” disse stringendogli la mano sorridendogli.


Cosa?!?” urlò Elisa, stringendo il cellulare così forte da poterlo rompere. “No Jack! non mi puoi licenziare così! Non senza preavviso!” continuò a sbraitare.

Te la farò pagare Jack, ci puoi scommettere il tuo culone ciccione” e chiuse la conversazione buttando poi il cellulare sul divano. Si accasciò di fianco prendendosi la testa tra le mani.

Un anno e mezzo, a lavorare come un cane, per uno stronzo che la licenziava su due piedi al telefono. Era comico, quasi. Aveva le lacrime che stavano per scendere, così si costrinse a guardare in alto. Non voleva piangere, non per quel ciccione pervertito e miserabile di Jack. Ma adesso, le cose si sarebbero complicate. Avrebbe dovuto trovare un altro lavoro. E in fretta anche.

Harry entrò in quel momento in casa, con delle buste della spesa in mano.

Ei El..” disse senza guardarla, andando dritto in cucina. Intanto, Elisa rimase seduta immobile, a pestare il piede contro il pavimento, cercando con tutte le sue forza e di calmarsi. Una volta che Harry ebbe finito di mettere a posto le cose della spesa, andò in soggiorno, trovandola seduta, con le mani congiunte, come se stesse pregando, il viso alzato e alcune lacrime sparse per il viso.

Che diavolo succede El..?” chiese preoccupato, inginocchiandosi davanti a lei, prendendole le mani.

Jack... mi ha appena licenziato” disse ridendo dal nervoso.

Come?! E perchè!?” chiese senza capire.

Ah boh! Saperlo! mi chiama, e mi dice che mi licenzia e mi da altre due settimane di stipendio... poi ciao!” Elisa si alzò dal divano, prendendo a passeggiare per la stanza. “Ma sai cosa ti dico? Meglio così. Troverò qualcosa di meglio, di quello stupido lavoro, in quello stupido negozio!” disse.

Sono sicuro” disse Harry, sorridendole. “Adesso, per festeggiare, sai cosa facciamo?” disse poi abbracciandola, “andiamo a cena fuori” e sorrise a trentadue denti. Non vedeva l'ora di fare vedere a tutti che Elisa era ancora sua. Ed erano felici, finalmente.

E cosa c'è da festeggiare, nel fatto che mi hanno licenziato, sentiamo?”

Bè, che adesso avrai un lavoro cento mila volte meglio!” disse.

E ok allora! Dove mi porti?”

Mmh, che ne dici di Terry's”


Ecco il decimo capitolo...

Ditemi cosa ne pensate!

Xx cla_


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Capitolo 11
*** 11 ***


Capitolo 11°


Elisa si sentì strana ad entrare in quel ristorante così chick, non era da lei frequentare posti come quelli.

Indossava un vestito color panna lungo fino al ginocchio e da sopra un cappottino nero, che poteva benissimo sembrare firmato, la verità era che lo aveva comprato al mercato per 10 sterline.

Harry, al contrario, era completamente a suo agio, aveva una camicia bianca e dei jeans di Armani, che gli valorizzavano il fondoschiena e lo rendevano il più bello del ristorante.


Giselle, seduta a qualche tavolo più avanti, in un mini abitino nero, pensò la stessa cosa del suo accompagnatore.

Zayn indossava uno smoking nero, probabilmente un po' troppo elegante, per un ristorante in quel posto di poveri pescatori.

Zayn sorrise alla ragazza “Baby vado un attimo in bagno, arrivo subito” disse e se ne andò con la sua camminata sexy.



Elisa rimase stupita a vedere quella chioma platino, seduta in un tavolo dello stesso ristorante.

Gi! Anche tu qui!” esclamò, avvicinandosi mano per mano con Harry.

Il famoso Zayn non era seduto lì, probabilmente era al bagno, ma non importava, l'avrebbe visto sicuramente quella sera.

Si, sono qui con Zayn, oh eccolo!” esclamò, indicando alle loro spalle . Quando Elisa si girò si vide arrivare vicino il più bel ragazzo che avesse mai visto.

Persino più bello di Harry.

Vedendo com'era quel Zayn, Elisa riuscì quasi a capire il perchè del rimbambimento della sua amica.

Solo la voce acuta di Giselle, la risvegliò dai suoi pensieri su Zayn.

Amore, lei è la famosa Elisa! E lui è il suo ragazzo, Harry!” disse alzandosi rivolta Zayn.

Piacere Elisa... Harry” rispose affabile, stringendogli le mani. Elisa rimase con la mano in aria per qualche secondo, prima di riabbassarla con ancora la bocca aperta.

Piacere Zayn” disse Harry con un sorriso tirato.

Aveva notato la reazione strana della sua ragazza.

E provò una fitta di gelosia a vedere lo sguardo cotto di Elisa.

Quel Zayn era sicuramente un bellissimo ragazzo, non c'era alcun dubbio.

Ma avanti! Sembrava un bambolotto! Era troppo perfetto... non aveva difetti, e poi si dava troppe arie. Insomma, perchè indossare quello smoking, in un posto come quello, se non per farsi vedere??

La verità era che era geloso, ma non solo di Elisa, ma anche del fatto che era cresciuto a Berwick, convinto di essere il più bel ragazzo di lì. E ora arrivava questo bambolotto gonfiato.

Ciao Zayn” disse Elisa,che sembrava essersi appena ripresa.

Allora, cosa ti porta qui, Zayn?” chiese curioso Harry.

Perchè diavolo uno come lui era venuto a vivere lì?

Non poteva andarsene a Londra, o a New York? Perchè in quel paesino sfigato?

Oh bè..” disse Zayn vano.

Bè ora, scusateci, ci vediamo dopo” disse Elisa sorridendo ai due, prima di tirare via il suo ragazzo per il braccio.

Che diavolo gli era preso?

Era chiaro perchè Harry avesse fatto quella domanda.

Visto che, mentre la faceva, anche uno stupido si sarebbe accorto del tono acido e risentito che aveva usato.

Senza dire una parola, si accomodarono in un tavolo lì vicino.

Da dove era seduta, Elisa poteva perfettamente guardare Zayn in volto, 'perfetto' pensò.

Lo avrebbe osservato per bene, perchè, ok, era bellissimo... ma la storia continuava a non piacerle.

Perchè se Zayn, come amico, aveva uno stronzo come Niall, probabilmente, anche lui era su quel genere.

Ma in fondo, Zayn non aveva cacciato Giselle dal suo letto alle tre di notte, pensò.

Come Niall l'aveva fatto con lei.

Guardò Zayn per un momento, e si accorse che lui stava facendo lo stesso.

I loro sguardi si incrociarono per un attimo, prima che Elisa girasse la testa, ritornando a leggere il menù che aveva tra le mani.

Harry, seduto di fronte, non potè non accorgersi dello scambio di occhiate tra la sua ragazza e quello Zayn, che intanto, come constatò, continuava a fissare Elisa, ignorando completamente la ragazza bionda seduta di fronte, che continuava a parlare.

Giselle continuava a chiacchierare senza accorgersi che il suo ragazzo non l' ascoltava minimamente , impegnato com'era a fare una radiografia alla sua migliore amica.


Zayn vide che Harry lo guardava male, così decise di smettere di fissare Elisa, ritornando con lo sguardo su Giselle, che intanto, non aveva smesso un attimo di parlare: di come lei e Elisa fossero state migliori amiche dal primo secondo in cui si erano viste, e di come l'adorasse, nonostante il suo amore tormentato con Harry.

A Zayn non fregava davvero nulla di tutto ciò, ma si costrinse ad ascoltarla.

O almeno a fingere di ascoltarla.

Perchè, in quel momento, riusciva solo a pensare all'anello che Elisa indossava all'anulare sinistro.

Un anello incredibilmente famigliare.

La pietra incastonata era esattamente la stessa che aveva visto, pochi giorni prima, al dito e al braccio di Louis, ne era certo.

'perfetto' pensò l'anello sicuro che ce l'ha lei, ora manca la collana.

E senza volerlo, ritornò a fissare la mora, seduta appena qualche tavolo più avanti.

Era bellissima, lo aveva notato subito: era alta, con dei bellissimi capelli bruni, degl' incredibili occhi, verde scuro e un fisico mozzafiato.

Niente a che vedere con la bionda che si ritrovava seduta davanti.

'la stai fissando perchè la devi perseguitare, o perchè la trovi la più bella ragazza mai vista, Zayn?' chiese la parte stupida del suo cervello.

Zayn fissava la ragazza, ignaro del fatto che lei stava pensando più o meno le stesse cose su di lui.


Giselle era convinta che, per tutta la cena, Zayn non l'avesse minimamente ascoltata.

Probabilmente, perchè era stato troppo impegnato a fissare Elisa, che, dal canto suo, voltava la testa troppo spesso per i suoi gusti, e per quelli di Harry.

Avevano appena ordinato il dolce, quando si alzò per andare in bagno.

Elisa vide l'amica alzarsi, e fece lo stesso.

Scusami” mormorò a Harry che, distratto, annuì.

Entrò nel bagno delle donne e vide Giselle intenta a lavarsi le mani, mordicchiandosi nervosamente le guance.

Eiii” disse avvicinandosi e sorridendole.

Ei.” rispose Giselle, alzando appena gli occhi, per fissare il riflesso dell'amica nello specchio.

Perchè doveva essere così perfetta sempre. Perchè?

Era lì dietro di lei, nei suoi millemila metri di altezza, bella come una dea e con un sorriso stupendo.

Non si sentiva nemmeno un po' in colpa, per aver passato tutta la serata a lanciare occhiate languide al suo ragazzo? Perchè era venuta in quel ristorante?

Per rovinarle la serata con il ragazzo che amava ?


Elisa ci rimase male, a vedere la freddezza con cui Giselle l'aveva salutata.

Non era stupida, si doveva essere accorta che aveva passato la serata a fissarsi con Zayn.

E ovviamente non l'aveva presa bene.

Ma lei non capiva. L'aveva fatto per il suo bene. Per farle capire com'era davvero quel ragazzo: era tale e quale al suo amico.

Giselle cos'hai?” chiese.

Cos'ho!?” esclamò la bionda girandosi a guardare la sua migliore amica negl' occhi.

In quel momento uscì dal uno dei bagni una donna che le ignorò imbarazzata. Giselle abbassò di un poco la voce. “Ho che tu e Zayn... avete passato tutta la cena... a fissarvi come due dolci innamoratini! Ecco che cos'ho! E avevi pure Harry davanti!” esclamò indignata.

Non è quello Giselle, tu non capisci..” rispose Elisa scuotendo la testa.

Oh si che capisco Elisa, non ti bastava avere il mondo ai tuoi piedi: Harry, Chris, Niall e tutti i ragazzi di questa stramaledettissima città, dovevi farlo anche con il mio ragazzo!”
“Io non ho fatto nulla! Lui mi fissava...” Elisa era stupita, non si aspettava quella scenata da parte di Giselle. Ok che fosse arrabbiata, ma stava esagerando.

Oh certo! Tu sei sempre la solita vittima, non è così Elisa? Sempre! Tu puoi fare sempre quello che vuoi, e solo perchè tua madre è morta!” Giselle aveva le guance rosse dalla rabbia ma si pentì subito dell'ultima affermazione fatta.
“Non tirare in mezzo mia madre! Non capisci Gi!?! Zayn è uno stronzo, proprio come Niall!”

Non conosci Zayn! Non giudicarlo solo perchè, per una volta, hai avuto sfigata con un ragazzo!”

Lo stai difendendo Gi? dicendo che ho fatto tutto da sola?!” esclamò Elisa schifata e poi continuò “Sai cosa ti dico! Mi conosci da 7 fottutitissimi anni, Giselle, ma preferisci pensare che sono io, e non un ragazzo che conosci da neanche 24 ore! Perfetto! Come vuoi tu!- disse alzando le mani- Ma ti dico solo una cosa... arriverà il momento, in cui capirai di star sbagliando. Presto o tardi, arriverà”
“Cos'è una minaccia Elisa!?” ruggì Giselle avvicinandosi all'amica a testa alta.

E' un avvertimento Giselle. E lo faccio unicamente per il tuo bene.” rispose fissandola negl'occhi.
“Tu sei solo gelosa Elisa, gelosa che per una volta IO, ho il ragazzo migliore!”

Elisa si limitò a scuotere la testa: era davvero schifata dal comportamento dell'amica.

Come poteva pensare tutte quelle cose, e essere così accecata dall'amore, per capire che qualcosa puzzava là sotto.

Giselle aspettò una riposta dall'amica, che però non arrivò mai, così sbuffò, pensando di aver fatto centro, e afferrò la pochette sul piano vicino al lavandino, prima di ancheggiare fuori dal bagno, sbattendo la porta.

Ma quando uscì vide un'altra scena che non le piacque per nulla.

Zayn e Harry stavano discutendo fuori dal ristorante.



Zayn si stava fumando una sigaretta in pace, 'almeno cinque minuti di silenzio' pensò.

Ma in quel momento sentì la porta dietro di se aprirsi. Uscì l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento: Harry.

Dimmi...” chiese senza degnarlo di uno sguardo, rimanendo concentrato sulla sua sigaretta.

Sapeva benissimo cosa pensasse il riccio di lui.

E lui ricambiava perfettamente.

Sono solo venuto a chiederti se, la prossima volta che decidi di fissare per due ore la mia ragazza, me lo puoi dire prima, così magari ti metto un fazzolettino al collo, così non ti sbavi addosso almeno. Ecco tutto” Harry era infastidito, e geloso. E la cosa divertì troppo Zayn.
“Amico io non fissavo proprio nessuno, tanto meno sbavavo”

Harry avrebbe voluto controbattere, ma in quel momento dalla porta uscì Giselle.

Scusatemi tanto. Zayn è arrivato il dolce” era arrabbiata anche lei, si sentiva dal tono.

Magari aveva litigato con Elisa.

'Ahia, questo non era un bene' pensò Zayn. Gli servivano unite.

Certo baby” e sorrise a Harry, prima di rientrare dentro.



Mentre tornavano a casa,nell'abitacolo della macchina non volava un mosca.

Harry parcheggiò la sua amata Mustang del '67, pensando che almeno lei non lo avrebbe mai tradito con un altro.

Elisa non scese dalla macchina. Aveva appena trovato il coraggio di dire quelle due paroline magiche al suo ragazzo.

Mi dispiace” sussurrò a testa bassa.

E perchè? mica te lo sei scopato” chiese Harry ironico, era visibilmente incazzato nero, stringeva i pugni e le nocche erano bianche.

Senti, probabilmente non te ne frega un cazzo, e pensi che siano solo cazzate... Ma ho paura per Giselle, Harry, quel ragazzo non mi piace. Così come non mi piace un suo amico che ho conosciuto al negozio. Penso siano solo degli stronzi” disse a testa bassa.

Ah, per questo sta sera hai pensato che fissarlo, facendo finta che io non esistessi, servisse a cosa...? Spaventarlo?” chiese sincero.

No! Non essere ridicolo..” rispose Elisa scuotendo la testa.

Ah io sono ridicolo!?” ora lo prendeva anche in giro?!

Si” esclamò Elisa.

E sentiamo un po', perchè sarei ridicolo?”

Perchè si ok!?” urlò lei, scendendo dalla macchina. Harry fece lo stesso seguendola fino dentro casa, sbattendo la porta alle sue spalle.

Bella argomentazione, complimenti!” esclamò Harry, allargando le braccia.

Senti Harry” disse Elisa fermandosi di colpo davanti alle scale “Non capirai, potrai prendermi per scema, ma io ho una bruttissima sensazione legata a quel ragazzo, ho paura di lui, per Giselle.. e per me.” disse spaventata: provava veramente quelle sensazioni.

Ah certo capisco... ora si che è chiaro” disse lui annuendo, di nuovo ironico.
“Non posso spiegarti cose che non so nemmeno io Harry!”

Perchè? Perchè Harry non capiva, era frustrante...

Senti, ora come ora, ho solo bisogno di sbollire la rabbia. E stare qui a discutere con te non porterà a nulla. Ma fidati, se ti dico che il modo in cui guardavi Zayn, non era lo sguardo di una ragazza che ha 'paura' Elisa...”

Hai ragione Harry” disse Elisa acida, incrociando le braccia “forse è meglio che vai a farti sbollire la rabbia da qualche altra parte”

Harry scosse la testa. 'Che stronza' pensò.

Aprì la porta di casa e sparì nella notte.



Zayn guardava Giselle alzarsi dal letto, con solo il lenzuolo intorno al corpo.

Non aveva pronunciato praticamente una parola, da quando erano usciti dal ristorante. E Zayn non aveva fatto domande.

Zayn si alzò un po' su, appoggiando la testa sulla mano. “Dove vai?” chiese alla ragazza, che era intenta a raccogliere tutti i vestiti sparsi sul pavimento.

A casa” disse semplicemente lei, senza guardarlo.

E come pensi di arrivarci a casa?” chiese curioso.

In taxi o a piedi” rispose lei.

Vuoi che ti accompagno?” continuò lui. Sapeva che aveva bisogno di un passaggio.

No, non serve” era fiera. A Zayn piacevano le ragazze fiere.

Forse, Giselle era meglio di come l'aveva giudicata, forse, non era così stupida e inutile. Forse era solo insicura e fragile, come quasi tutte le ragazze che aveva conosciuto simili a lei.

Vieni qui” mormorò, alzandosi dal letto e abbracciandola.

Lei scoppiò a piangere sulla sua spalla.

Quella ragazza stava piangendo per lui? Un po' gli dispiacque.

Shh, shh. Va tutto bene” disse lui lisciandole i capelli con la mano. Lei poggiò la sua testa nell'incavo del suo collo.

Era parecchio più piccolina senza i trampoli, e Zayn la preferiva così.

Poteva abbracciarla meglio. Poteva proteggerla meglio, in un certo senso.

Poi si ricordò che l'unica persona da cui poteva proteggerla era se stesso. E rise a quel pensiero.

Io ti amo Giselle” disse tutto d'un tratto. Che pezzo di merda era? Illudere così una ragazza. Ma lo doveva fare. Doveva.

C-cosa?” balbettò lei, asciugandosi con il dorso della mano le lacrime salate. Giselle fissò gli occhi marrone cioccolato di quel ragazzo, credendo di potersi sciogliere. Aveva detto che l'amava? L'amava?

Hai capito bene Giselle”

Zayn era freddo e calcolatore, ma la sua voce non rivelava nessun sentimento. “Ti amo” ripeté e pronunciare quelle parole prive di significato per lui, era facile, come dire 'un gelato alla panna'.

Per lei? Per lei quelle due parole erano le più belle della sua vita.

Lui era il primo uomo che le pronunciava dirette a lei.

Ho solo bisogno che tu faccia una cosa per me Giselle, è una cosa importante per me” disse Zayn fissandola negl'occhi “come prova del tuo amore” disse prima di baciarla. Sapeva benissimo che lei, adesso, avrebbe fatto di tutto per lui.

Anche quello che stava per chiederle: Rubare l'anello alla sua migliore amica.


Niall era in quel orribile pub, con la terza birra davanti, ma l'uomo al suo fianco se n' era fatte fuori molte di più. E ora era seduto lì, accanto a lui, su quello sgabello, troppo piccolo, per poter dar spazio al suo enorme sedere.

Poco importava a Niall. se quello era un pub per pescatori, camionisti e ubriaconi, se puzzava di alcool e sudore, se non si vedeva nulla per tutto il fumo che galleggiava nella stanza, e se la birra non era neanche una delle migliori. Almeno non avrebbe passato la serata a sentire Zayn e la sua amica, darci dentro nella camera accanto alla sua.

Come al solito, a Niall, toccava il lavoro sporco.

Anche se illudere una come Giselle, forse, era cento volte peggio, che passare la serata con Jack e la sua cricca di amici ciccioni e alcolizzati.

Jack puzzava, ed era sporco, beveva come una fogna, e ora che ci pensava, Niall notò che si assomigliava un po' a un troll.

Allora, ragazzo!” esclamò Jack paonazzo, tirando una pacca sulla schiena al biondino, che, per poco, non sputò tutta la birra che stava bevendo “cosa mi dici di te? Oltre a lavorare come uno schiavo, hai altri hobby?” .Era ubriaco marcio. si sentiva anche solo dall'alito.

Si” disse Niall fingendosi affranto, voleva divertirsi un po' anche lui...

sai... lavoro per un mago, un mago molto potente, che mi sta praticamente ricattando, affinché io, e il mio migliore amico, gli troviamo una preziosa collana che, a quanto pare, contiene uno dei quattro elementi che, messi insieme, possono donargli l'immortalità e un sacco di altre figate di poteri” disse tutto di un fiato Niall.

Jack rimase un attimo interdetto, non capiva bene.

Calò il silenzio.

L'uomo fissava Niall, come se avesse appena visto un salmone giocare a cricket.

Poi, scoppiò in una fragorosa risata.

Niall scoppiò a ridere con lui. E poi, tutto d'un tratto, ritornò serio, prendendo Jack per le spalle. Era sei volte lui, ad occhio e croce.

Jack” disse serio, fissandolo negl'occhi.

Jack spalancò gli occhi, e si perse in quelli color ghiaccio di quel ragazzino mingherlino che, senza ricordarsi perchè, aveva seduto davanti.

Lo stesso Niall non sapeva a che gioco stesse giocando, ma tanto valeva provarci. In fondo Jack era talmente ubriaco, che il giorno dopo non si sarebbe ricordato nulla.

Jack, sono serio” disse, spalancando ulteriormente gli occhi. “Devi dirmi una cosa” Jack era come ipnotizzato, e annuì impercettibilmente.

Ti ricordi di una collana..che avevi al negozio? È una bellissima collana. Con un ciondolo in pietra scura. Te la ricordi, non è vero Jack?”

Jack annuì ancora, senza sbattere le ciglia, nemmeno una volta.

Dov'è Jack?”

Jack non rispose, e le sue pupille iniziarono a dilatarsi.

E' importante Jack” lo scosse appena Niall.

Me- me l'hanno r-rubata..L-l'ho già detto” balbettò l'uomo, sbattendo finalmente le ciglia, facendo scendere un leggero strato di lacrime sopra gli occhi spenti.

A chi?” chiese Niall stringendo la presa “A chi l'hai già detto?”

A quei ragazzi” mormorò come risposta.

Quali ragazzi” chiese il biondo.

Jack chiuse appena gli occhi, Niall lo scosse. “Jack, Jack! Quali ragazzi?”

Adesso doveva rispondergli assolutamente. Non stava capendo nulla.

Quei due fratelli...” mormorò “sembravano gemelli...” e chiuse gli occhi, cadendo di faccia contro il bancone. Niall lo lasciò cadere schifato e stupito da se stesso, sentendo le lamentele del barista.

Poi ritornò a quello che Jack gli aveva appena, incosciamente, rivelato.

Quali due fratelli. Louis e Zayn? No. loro non di certo. Allora chi?

Chi altro stava cercando quella collana?

Bè chiunque fosse, non l'aveva trovata lì.. quindi voleva dire che aveva fatto licenziare Elisa per nulla.

La sola idea di qualcun' altro, oltre a loro, che cercava la collana, lo fece rabbrividire di paura.

Uscì in fretta da quel ripugnante pub e chiamò l'ultimo numero in rubrica.

Zayn.. brutte notizie..” mormorò.

Niall..buone notizie” rispose l'altro.




Oddio siamo già all'undicesimo... il prossimo sarà il mio preferito., si chiariranno molte delle cose misteriose, forse!!

Questo è stato un po' il capitolo delle litigate..):

Comunque, grazie a voi tutti che lo leggete, che lo recensite e che lo mettete tra le ricordate o le seguite. Davvero mi fate sentire quasi brava..

Spero che piaccia a tutte, anche se so che è diversa, dalla media delle altre fan fic, come trama..

In ogni caso mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate.

Potete anche insultarmi, ma vorrei davvero sapere se posso migliorare e dove..

Grazie ancora.

Xx cla

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Capitolo 12
*** 12 ***


Capitolo 12°



Elisa aprì la porta di casa. Ma, per la seconda volta in un mese, la porta era già aperta. Almeno questa volta, pensò, era pieno giorno, quindi dubitava fortemente si trattasse di un ladro.

Forse era Giselle o Harry; solo loro due sapevano dove Elisa tenesse le chiavi di riserva. Aveva mille buste della spesa in mano, quindi per aprire del tutto la porta, gli tirò una sederata contro.

Chi c'è?” urlò entrando. Nessuna risposta.

Ok, strano.

Poggiò le buste in cucina e si affacciò nel salotto, ma non c'era nessuno.


Giselle perse un battito quando sentì la voce di Elisa.

'cazzo'. Era già tornata. E ora?

Giselle ributtò tutti i gioielli nella scatola.

Si sentiva la peggiore merda al mondo.

Che diavolo stava facendo?

Stava rubando l'anello della sua migliore amica?

L'anello che era appartenuto alla madre defunta di Elisa? Come si era ridotta...


In quel momento, Elisa arrivò in camera sua, trovandosi Giselle impalata davanti alla scrivania. Notò che le tremavano le mani ed era pallidissima.

Gi..?” chiese piano; l'aspetto sconvolto dell'amica la spaventava, cosa le stava succedendo?

Ma Giselle non le rispose, si limitò ad afferrare la giacca che aveva lasciato sul letto, e a correre giù per le scale, oltrepassando Elisa, senza guardarla in faccia. Aveva le lacrime agli occhi. 'Perchè lo stava facendo?'

Elisa la inseguì, non voleva che se ne andasse così. In quello stato.

Giselle” urlò scapitollandosi giù per le scale, riuscì ad afferrarle un braccio prima che lei aprisse la porta.

Gi, che succede?” chiese.

Perchè aveva quell'aspetto terrorizzato?

Di chi aveva paura? Di lei? O di Zayn ?

Perchè credeva che c'entrasse lui, anche questa volta?

Ma Giselle non poteva rispondere a nessuna di queste domande silenziose di Elisa. Si limitò ad abbassare gli occhi, versando una o due lacrime, “mi dispiace” sussurrò, prima di volatilizzarsi fuori da quella casa.


Harry stava per bussare alla porta, quando questa venne spalancata da una Giselle decisamente sconvolta. Non lo degnò di uno sguardo e corse via, scomparendo dietro l'angolo. Harry nascose il mazzo di fiori dietro alla schiena, quando si accorse che Elisa era dietro alla porta, impalata e scioccata anche lei.

Elisa aprì la porta del tutto, ritrovandosi Harry, giustamente confuso, che la guardava. Stava per chiedergli se avesse visto da che parte correva Giselle, quando lui tirò fuori, da dietro la schiena, un mazzo di rose bianche che teneva in mano, porgendogliele, come se fossero un branco di merluzzi morti.

Elisa sbatté le palpebre senza capire e senza prendere i fiori.

Perchè Harry aveva delle rose in mano? Era per caso il loro anniversario? No il loro anniversario era a Gennaio. Allora perchè?

Ah, cacchio.

Si ricordò solo allora, della litigata della sera prima.

Ma non aveva tempo adesso, doveva trovare Giselle e capire cosa le fosse successo e impedirle di fare qualche sciocchezza.

Harry” disse guardandolo negli occhi “grazie mille, ma..” Harry la interruppe.

No lasciami parlare, Elisa io...”

Ma perchè non capiva che aveva fretta di cercare Giselle?

Harry continuò “volevo dirti che mi dispiace per l'altra sera, io non volevo ferirti..” Stava arrossendo, portarle un mazzo di rose bianche, non era nel suo stile, ma si era ripromesso che sarebbe stato migliore questa volta.

Elisa sorrise frettolosamente. “Lo so Harry, anche a me dispiace, ma adesso devo scappare” disse prima di scavalcarlo, chiudendosi la porta alle spalle “Scusami” Ripeté e iniziò a correre nel lato opposto di dove era corsa Giselle.

scusami dopo ti spiego” urlò girandosi, prima di curvare all'angolo.

Harry rimase impalato con le rose ancora in mano, sentendosi un vero idiota.


Zayn parcheggiò la macchina sul ciglio della strada che affiancava il bosco.

Spense il motore e guardò la ragazza seduta al suo fianco.

Non aveva spiccicato una parola, per tutto il tragitto.

Zayn non sapeva il motivo del suo silenzio.

Poteva essere che avesse preso l'anello, e che ora si sentisse in colpa.

Oppure, poteva essere che, non lo avesse preso affatto. e ora avesse paura della sua reazione.

Zayn scese dall'auto. Ma, visto che Giselle non scendeva, le andò ad aprire la portiera.

Cos'è, non sai come si apre?” chiese scocciato.

Giselle non rispose, si limitò ad uscire dalla macchina, e infilare le mani nelle tasche del giubbotto.

Zayn sbuffò, e iniziò a camminare verso il bosco. Giselle lo seguiva silenziosa.

A un certo punto lui si fermò.

Era stanco di tutta questa pagliacciata. Era stanco di questa storia senza senso.

Ormai era sempre più convinto che non avrebbe funzionato.

Giselle non sarebbe stata affatto utile, come aveva previsto Niall.

Si girò di scatto. “Allora?” chiese spazientito.

Doveva sapere se l'aveva con se o meno.

Allora cosa?” chiese Giselle sollevando la testa, spaesata da quella improvvisa domanda.

Allora l'hai preso o no l'anello?” Chiese Zayn, cercando di trattenersi dal prenderla a sberle. Quanto era stupida?

Io..io non me la sono sentita” Giselle abbassò la testa.

Cosa voleva dire che 'non se l'era sentita'?

Zayn serrò la mascella e strinse i pugni.

Questa reazione spaventò Giselle, che corse ai ripari “io ti giuro volevo, ma non l'ho trovato, probabilmente lo indossa ancora” disse spalancandogli occhi.

Ma non avevi detto che non lo indossava mai?” chiese Zayn a denti stretti.

O Giselle le stava mentendo o le aveva mentito la sera prima, dicendo che sarebbe stato un gioco da ragazzi.

Io..non lo so perchè, in genere non lo indossa” disse, abbassando di nuovo lo sguardo.

Zayn sbuffò di nuovo, cazzo, ora si doveva inventare qualcos'altro, e in fretta anche. Senza dire una parola si girò e se ne andò, scrisse in fretta un messaggio e lo inviò a Louis e Niall.

In quel momento un tuono ruppe il silenzio.

Giselle fissò Zayn camminare via, pensando che prima o poi si sarebbe girato e le avrebbe detto di seguirla, ma lui non lo fece.

Continuò ad andare dritto, tornando alla macchina, ignorandola completamente.

Lei prese a rincorrerlo e lo raggiunse quando ormai lui stava salendo su.
“Ei aspetta!” riuscì a urlare, nonostante il groppo in gola.

Ma lui non aspettò affatto, anzi salì e si chiuse la portiera dietro, inserendo la sicura.

Le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere. e scivolare sul viso contratto dalla paura di Giselle. mischiandosi con le lacrime.

La voleva lasciare lì, da sola, nel bosco, nel mezzo di un temporale? Davvero?

Ma lui l'amava...no?

Zayn accese il motore senza degnare di uno sguardo Giselle che battè con la mano contro il finestrino dell'auto. “Zayn! Apri Zayn!” urlò.

Doveva aprirle. Doveva.

Ma lui non la degnò di uno sguardo, mise in moto e iniziò a fare retromarcia.

Aspetta!” esclamò Giselle verso la macchina. “Non puoi lasciarmi qui” disse disperata.

Lui l'aveva lasciata lì. E adesso pioveva a dirotto e lei non sapeva che fare.

'Che bastardo'.

Brutto figlio di puttana!” urlò, disperata, verso la macchina, che ormai sfrecciava lontana.

'cazzo..cazzo, cazzo, cazzo.' E adesso cosa doveva fare?

Si passò una mano sotto gli occhi e sulle guance.

Aveva il viso distrutto: la pioggia e le lacrime avevano sciolto il trucco, e le erano colate sul fondotinta. I suoi capelli erano completamente zuppi e i suoi vestiti rovinati, ma per la prima volta a Giselle non importò nulla, di come potesse sembrare.

Anche perchè poteva sembrare solo una cosa: una cogliona che si era innamorata di uno stronzo bugiardo, che ora l'aveva mollata lì nel bosco, da sola, solo perchè lei non aveva fatto quello che lui le aveva ordinato.


Elisa era affacciata alla finestra della sua casa, e stava fumando una sigaretta, mentre osservava la pioggia scendere, quando sentì il cellulare vibrare dal tavolo.

Spense la sigaretta e si avvicinò, lesse 'Giselle' sul display.

Giselle? Adesso?

pronto?” Silenzio. Un singhiozzo. “Giselle?” chiese più preoccupata.

El..El..i-io” stava singhiozzando? Cazzo “S-son-no nel b-bosc-o..”

Gi.. calmati” disse, 'oddio cosa era successo'.

Tre mila immagini orribili le entrarono in testa, ma si costrinse a restare lucida.

Gi, dimmi bene dove sei, e ti vengo a prendere” disse stringendo il cellulare.

Son-no sulla str-strada per Tw-weedmout-th” disse singhiozzando Giselle, cercando con tutte le sue forze di calmarsi almeno un po'.

Ok arrivo” rispose Elisa. “tu resta lì, non ti muovere,ok?”

Chiuse la chiamata e afferrò la giacca di pelle, la sciarpa e il casco, uscendo fuori sotto la pioggia.


Stava sfrecciando ai 180 all'ora, e nonostante il maglione pesante, la sciarpa e la giacca imbottita, stava letteralmente congelando.

Era da più di 10 minuti che percorreva quella strada, e non c'era nessuna traccia di Giselle.

Il vento gelido le soffiava contro, e la pioggia batteva sull'asfalto, rendendolo scivoloso e pericoloso.

Mortale, se si andava troppo veloce.

Ma lei non aveva tempo da perdere.

Elisa sentì la pelle strapparsi nelle mani per il freddo.

Non aveva preso i guanti, nella fretta, e ora non si sentiva più le mani; staccò la sinistra dalla moto, per stringerla a pungo, cercando, invano, di riacquistare sensibilità, ma non riuscì a tenere il controllo della moto, che ora stava pericolosamente scivolando sull'asfalto, come un pattino lanciato su una lastra di ghiaccio.

Elisa cercò di riprendere il controllo sulla moto, ma era tardi, le ruote avevano perso l'attrito con l'asfalto.

La moto si inclinò, strisciando per terra, e scagliandola a 10 metri di distanza.

Elisa sentì il casco staccarsi dalla testa, il dolore alle mani e alle gambe e l'inconfondibile sensazione di calore del sangue, sotto la testa.

Era successo tutto in un secondo, Elisa non se n'era neanche resa conto, aveva solo visto la ruota davanti inclinarsi e aveva chiuso gli occhi, sapendo cosa sarebbe successo dopo.

Sperava solo che il dolore fosse minimo.

Era sdraiata nel mezzo della strada desolata, con ai lati il bosco.

Respirava a fatica.

L'odore acre del sangue le fece girare la testa, e senza neanche accorgersene, perse i sensi, mentre la pioggia ancora le batteva addosso e il sangue scendeva abbondante dalla testa.

Le mani erano completamente coperte di rosso e il jeans strappato lungo tutta la coscia e sul ginocchio.


Louis era seduto sul suo letto, a gambe incrociate come un bambino, e tra le mani stringeva le uniche cose che, da sei anni a questa parte, gli avevano donato un po' di sollievo.

Le fotografie. Quelle foto lo tenevano legato alla sua vecchia vita.

Quelle che lo ritraevano abbracciato ai suoi genitori. Quelle in cui stringeva la sorellina minore. Quelle con i suoi compagni di scuola.

E quell'ultima, l'ultima foto scattata alla sua famiglia, nel natale prima che suo padre li lasciasse.

Stava accarezzando con il pollice il viso della piccola bambina abbracciata alla madre, quando un dolore lancinante gli squarciò la testa, e poi le gambe e le mani.

Il sangue iniziò a scorrere dalle ferite.

Non capiva.

Che cosa stava succedendo? Il dolore lo pervase, facendogli perdere i sensi.

E lui cadde sul letto, coperto da un sangue non suo.

La magia non portava solo vantaggi.


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Capitolo 13
*** 13 ***


Capitolo 13°


Dedicato a mia mamma, che mi ha fatto appassionare alla scrittura.



Quando riaprì gli occhi, molto lentamente, Elisa fu accecata dalla luce bianca della stanza, e sentì il classico 'bip bip' delle macchine dell'ospedale.

Sbattè le palpebre per abituare gli occhi alla luce.

Provò un dolore acuto all'altezza della nuca e al ginocchio.

Fu solo in quel momento, che sentì una presenza vicino a lei.

Lentamente girò la testa e vide un ragazzo biondo, in piedi, di spalle, alla finestra.

Ch...” grugnì.

'che sta succedendo' era la frase che Elisa avrebbe voluto dire.

Ma le parole non riuscirono ad uscire dalla sua bocca.

Rimase immobilizzata a fissare quel ragazzo biondo.

Che cazzo ci faceva Niall nella sua stanza d'ospedale?

Hai fatto un incidente in moto: sei scivolata sull'asfalto e hai battuto la testa, io ti ho trovato, e ti ho portato qui. Non hai nulla di grave, solo qualche escoriazione, qualche livido, e un leggero trauma cranico all'altezza del lobo occipitale. Ti dimetteranno fra pochi giorni, forse domani, ma passerai la notte qui.” spiegò senza darle il tempo di intervenire e senza girarsi per guardarla.

Era come se si fosse imparato a memoria il discorso, pronto per recitarglielo a macchinetta, pensò Elisa.

Gi..giselle..?” chiese, aveva la voce rauca e impastata. Aveva bisogno di dell'acqua se voleva riniziare a parlare come una persona normale.

Niall sembrò spiazzato da quella domanda, e si girò; mentre prima sembrava calmo e controllato, ora sembrava in panico.

Gi..Giselle è fuori, a prendere una tazza di caffè... è stata lei a trovarti per prima, mi ha accompagnato qui” disse Niall sbattendo le palpebre.

In quel momento Giselle entrò nella stanza. “Ommiodio sei sveglia!” urlò buttandosi su Elisa e abbracciandola stretta.

Era stata così in pena per lei. Si sentiva così responsabile. Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonata.

Gi..Gi non respiro, se mi stringi così” boffonchiò Elisa, contro il maglione di Giselle, che le stava tappando la bocca, impedendole di respirare per bene.

Oh scusa..” mormorò Giselle, allontanandosi un po' e prendendole la mano.

Niall era rimasto impalato lì, Elisa lo guardò. E Giselle lo notò.

E' stato lui a portarti qui” spiegò Giselle, ma Elisa già lo sapeva.

Niall abbassò gli occhi, imbarazzato, annuì distrattamente e uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle.

Elisa prese un lungo sorso di acqua dal bicchiere sul vassoio accanto.

Allora, Gi, mi devi qualche spiegazione?” chiese Elisa, finalmente con un tono di voce normale. Grazie a chi avesse inventato l'acqua, pensò.

Giselle si staccò imbarazzata, e prese a passeggiare per la stanza, misurandola a grandi passi. Elisa aspettava paziente.

io ti devo delle scuse Elisa. Avevi ragione tu, come sempre. Sono stata una scema, un' idiota, una deficiente. Se ripenso a tutte le brutte cose che ti ho detto, mi prenderei a cazzotti da sola” disse Giselle senza smettere di camminare, e alternando lo sguardo da per terra, al soffitto, agl'occhi di Elisa.

Sono stata una vera e propria stronza” concluse fermandosi un secondo, come se fosse stata una conclusione a cui era appena arrivata, poi riprese a camminare avanti e indietro, “Sai pensavo che Zayn mi amasse, e invece mi ha solo usato, per arrivare a te” disse Giselle trattenendo le lacrime, guardando il soffitto.

A me?” chiese Elisa senza capire.

Si Elisa” e finalmente si fermò, avvicinandosi al letto. “Zayn mi ha chiesto di rubarti l'anello” disse in un sussurro Giselle.

La mano di Elisa scattò automaticamente all'anulare sinistro, nudo.

Dov'era l'anello?

non ti preoccupare El, non te l'ho preso, è dentro quel cassetto” e indicò il comodino al suo fianco. Elisa non controllò perchè si fidava della sua amica.

Giselle riprese a passeggiare, ora più tranquilla, passandosi lentamente una mano tra i capelli.

Pensa che mi aveva detto che mi amava” disse ridendo dal nervoso. “Che bastardo, eh.”

Elisa la fissava. E le dispiaceva per la sua amica.

Quello Zayn era proprio uno stronzo. Anche peggio di Niall.

E perchè eri nel bosco?” chiese Elisa.

Perchè, quando ho detto a Zayn che non avevo potuto prenderti l'anello, lui mi ha mollato lì, sotto il temporale.” disse Giselle stringendo i pugni. Poi ad un certo punto la sua espressione cambiò. Sembrava tutto d'un tratto spaventata.

Ma ho scoperto delle cose strane, Elisa” disse, fissandola negli occhi.

Elisa li sbarrò. Aveva paura. Cosa aveva scoperto su quel ragazzo?

Zayn lavora con qualcuno Elisa, con qualcuno di cui deve avere molta paura, perchè lui gli ha ordinato di prenderti l'anello e Zayn lo deve assolutamente fare.” disse con un brivido di paura.
“Perchè l'anello?” chiese Elisa senza capire, scuotendo leggermente la testa.

Non lo so” sussurrò Giselle, mortificata; sentiva di doverle dare più spiegazioni.

In fondo era colpa sua se ora la sua amica era lì, sdraiata su quel lettino, con la testa fasciata e le ferite su tutto il corpo. Tutta colpa sua.

Ok Gi” sospirò Elisa. “Devo chiederti un favore, ma è una cosa pericolosa, molto; devi farlo solo se te la senti..” disse Elisa fissandola negl'occhi.

Giselle annuì.

Qualunque cosa Elisa le stesse per chiederle, lei lo avrebbe fatto, glielo doveva.




Harry corse nel corridoio dell'ospedale cercando con gli occhi un'infermiera. Finalmente ne scorse una. “Scusi sto cercando una ragazza, è stata ricoverata qui sta sera, si chiama Elisa...” ma la donna non lo fece finire.

non chiedere a me, chiedi lì” e indicò un bancone dietro al quale vi erano varie infermiere.

Grazie” mormorò Harry, quando una voce alle sue spalle lo costrinse a girarsi.

Se cerchi Elisa è in quella stanza” disse un biondino che doveva avere circa la sua età, indicando la stanza 123b. Era seduto su una delle sedie di plastica del corridoio e stava mangiando uno snack.

Chi era questo?

Comunque adesso c'è dentro Giselle” continuò Niall concentrato su quello che stava mangiando.

Grazie..” disse Harry perplesso “Tu sei?” chiese, era sicuro di non averlo mai visto prima.

Mi chiamo Niall Horan, sono un amico di Elisa” Niall non stette a specificare cosa intendesse per 'amico'. Si alzò e gli strinse la mano.

Harry, Harry Styles, il ragazzo di Elisa. Sei tu che l'hai trovata?” chiese cortese.

Quel ragazzo non gli sembrava uno antipatico, e poi aveva salvato la sua ragazza.

Niall annuì. E Harry non potè fare a meno di sorridergli “Grazie infinite” disse in modo grato, prima di entrare nella stanza.



Vi lascio soli” mormorò Giselle, alzandosi dal letto e lasciando la mano ad Elisa che le sorrise, lei ricambiò il sorriso strizzandole l'occhio.

Si richiuse la porta alle spalle, sorridendo ad Harry quando gli passò accanto.


Harry rimase lì, con una faccia tra il dispiaciuto e lo spaventato, a fissare Elisa.

Le sue condizioni erano buone, gli aveva detto Giselle al telefono.

Elisa aveva la testa fasciata.

Le mani completamente coperte di cerotti e diversi graffi e lividi su braccia, collo e viso.

Alla faccia delle condizioni buone! e se erano brutte?!

Si avvicinò piano al letto. Elisa lo fissava senza parlare. I suoi occhi erano leggermente più chiari con le luci bianche dell'ospedale puntate addosso.

Lui prese una sedia e si sedette di fianco a lei. “come stai?” chiese.

Dolorante” rispose Elisa sorridendo.

Mi dispiace” disse Harry abbassando gli occhi. “Avrei dovuto trovarti io, non quel Niall” mormorò passandosi una mano tra i ricci.

Perchè non era stato lui a salvarla? Perchè?

Hai conosciuto Niall?” chiese Elisa, sorpresa e un attimo timorosa che Harry sapesse di loro due.

Sisi, l'ho incrociato adesso” mormorò distratto, fissandosi le mani. Era triste e preoccupato, ma soprattutto era frustrato, anni prima aveva fatto una promessa; aveva promesso che l'avrebbe sempre protetta, e invece non lo aveva fatto.

Ehy, ehy” disse Elisa, tirandogli su il viso. “Non importa chi mi ha trovato. Sei qui adesso” sorrise “questo è quello che conta Harry”

Lui le sorrise e si avvicinò per baciarla. Quel senso di frustrazione pian piano lo abbandonò lasciando spazio alla felicità di sapere Elisa sana e salva su quel letto, così vicino a lui.

Ora l'avrebbe protetta davvero. Era un giuramento.



Zayn si trovava affacciato alla ringhiera che dava sul mare. Non c'era niente come l'odore del mare in tempesta per lui. Gli ricordava la sua infanzia.

Fissava l'acqua incresparsi per il vento. Il temporale era appena cessato,

lasciando il fango per terra e gli alberi sgocciolanti.

Il cielo era ancora coperto dalle nuvole.

E lui si sentiva così oppresso.

Oppresso dal quel cielo così grigio, da quel terreno bagnato che lo circondava, da quella cittadina minuscola da cui non poteva andarsene, e da Lui: Louis.

Sospirò, prendendosi la testa tra le mani, appoggiandosi con i gomiti alla staccionata.

Niall voleva farla finita con quella storia.

Ma per lui era facile dirlo: Non c'era sua sorella di mezzo.

Senza accorgersene iniziò a versare le prime lacrime amare.

Strinse con tutta la forza che aveva quella ringhiera, come se romperla avrebbe potuto aggiustare tutto il resto.

Nella sua testa, la sua immagine non spariva: Becky.

L'immagine della sua sorellina di diciotto anni, che adesso si trovava tra la vita e la morte in un ospedale di Londra.

Anche Elisa era in ospedale, glielo aveva detto Niall.

L'aveva trovata lui, sul ciglio della strada, coperta di sangue, mentre andava a recuperare Giselle.

Si sentì uno schifo a pensare come si era comportato con quella povera ragazza. Lei non aveva fatto nulla di male. Non era stata colpa sua.

Lei non c'entrava, era solo una vittima innocente di una cosa più grande di lei.

Più grande dello stesso Zayn, e più grande di Becky che, come Giselle e Elisa, in quella storia erano state solo delle vittime.

Ma Zayn aveva fatto tutto questo solo per Becky, e sapeva che stava causando troppo dolore per riaverla.

Ma non gli interessava, avrebbe anche ucciso per sua sorella.

Perchè Louis l'avrebbe potuta aiutare un giorno, e lui desiderava solo riabbracciare la sua piccola Becky.

Anche solo per l'ultima volta.

Chiuse gli occhi e lasciò che le lacrime cadessero, senza vergognarsene.




Louis fissava la lapide. Leggendo il nome lentamente.

Igraine Van Helsing Tomlinson, madre e moglie amata.

Salem,16 marzo 1967- Berwick, 30 dicembre 2005.

Risposa in pace, Angelo.”

A Louis mancava sua madre a volte. Da quando era morta tutto era cambiato.

La sua intera esistenza era tutta un'altra cosa.

Louis si sedette appoggiando la schiena alla pietra fredda.

Mi manchi sai..” mormorò strappando qualche filo d'erba ancora bagnato dalla pioggia. “Mi manchi tanto” disse. Si sentiva un bambino a parlare da solo.

Guardò il cielo. Le nuvole offuscavano il cielo di Berwick e il cimitero era vuoto. Forse perchè era tardi, e il sole stava tramontando.

Sto combinando un casino mamma..” disse chiudendo gli occhi e nascondendo il viso tra le mani.

Senza rendersene conto la sua mente lo catapultò a una domenica di dodici anni prima.


Non correre Louis, aspettami” urlò la bambina, correndo dietro al fratellino di tre anni più grande. Questo di colpo si fermò. Erano in mezzo al bosco, in quella radura che a loro era sempre sembrata tanto magica.

La bambina si avvicinò al fratello per guardare il motivo per cui si era fermato.

Una piccola ranocchia era ferma in mezzo al prato. Era piccola come un pugno. Così delicata e indifesa.

Si deve essere persa” commentò Louis con la sua vocina. Pian piano si chinò ed afferrò la piccola rana che emise un debole 'cra'.

La bambina annuì affascinata. “Vieni” disse Louis prendendola per la mano. E insieme iniziarono a correre verso il ruscello. Quando furono arrivati Louis lasciò la mano alla sorellina, chinandosi per appoggiare la rana su un sasso. “vai dalla tua mamma, su” disse piano.

La rana prese a saltellare via, mentre Louis e la sorella facevano ciao con la mano.

Abbiamo appena salvato una rana” sorrise felice Louis guardando la sua bellissima sorellina. Era mora, con dei grandi occhi verdi.

Siamo stati proprio bravi” sorrise questa, poi aggiunse guardandosi attorno “mi piace qui. Sembra un posto per le fate” esclamò estasiata dopo qualche secondo.
“Ma le fate non esistono!” esclamò Louis. “Si invece che esistono” rispose lei offesa incrociando le braccia al petto.

come sei ingenua” commentò lui prendendola per mano. “Però è vero è bello qui... Sarà il nostro posto segreto, non lo devi dire a nessuno” disse guardandola.

Promesso” sorrise la sorellina.



Non mi lasciare Louis, ti prego, non anche te...” la voce di quella bambina era cresciuta, come il suo corpo; ma in fondo, pensò Louis, sua sorella era ancora una bambina, aveva appena quattordici anni, e lui la stava lasciando. Anche lui.

Scusami” balbettò lui. Lei non avrebbe capito, ma lui la doveva lasciare.



Louis e il suo passato.. secondo voi cosa c'è sotto.

E Becky? La sorella di Zayn...

E il favore che Elisa chiede a Giselle per voi cos'è?

Se volete potete dirmi cosa pensate arrivate a questo punto, lasciandomi una recensione, rispondo a tutte come posso! (:

Xx Cla_

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Capitolo 14
*** 14 ***


Capitolo 14°

Vorrei di nuovo dedicare questo capitolo a Pulce9_ per sostenermi in questa cosa, che probabilmente non avrei mai continuato se non fosse stato per lei.

Questo capitolo inoltre è dedicato a tutte le ragazze che lo leggono, che lo recensiscono, e che lo ricordano o lo seguono.

Grazie davvero tanto, almeno posso pensare che a qualcuno piacciano le cose che scrivo. Buona lettura e Grazie infinite.


Elisa era uscita la mattina prima da quel benedetto ospedale, dopo che le avevano fatto tre mila analisi inutili.

Il dolore alle mani e al ginocchio non lo sentiva quasi più, quello alla testa era già più un problema; ogni tanto aveva delle fitte, soprattutto se si alzava troppo in fretta o faceva qualche sforzo, ma era tutto normale, da quello che aveva detto il medico che l'aveva visitata.

Sentì il cellulare vibrare nella tasca posteriore dei jeans scuri che indossava, guardò lo schermo, anche se non vi era alcun bisogno di farlo: sapeva benissimo chi la stesse chiamando.

Era precisamente la 34esima chiamata che riceveva da Harry nel corso della giornata.

E si erano anche visti a pranzo.

Pronto Harry..” rispose con un sospiro, mentre le porte automatiche del supermercato si aprivano, e Elisa sentì improvvisamente caldo per l'eccessivo riscaldamento.

Si Harry, si, si, sono alla Liddle... no Harry, sono andata a piedi... si, la moto è ancora dal meccanico... No Harry non c'è bisogno che tu venga qui!!” esclamò.

Una signora al suo fianco la guardò con aria dubbiosa.

In effetti come conversazione non aveva molto senso.

Harry continuò a blaterare qualcosa di insensato, ma Elisa non lo ascoltò, iniziando a girovagare tra gli scaffali delle pizze surgelate.

'Dio mio', pensò, 'ma cosa aveva mangiato Harry quella mattina, pane e pesantezza?'

No Harry, Santo cielo, non corro nessun pericolo al supermercato! A meno che un barattolo di piselli surgelati non mi caschi in testa facendomi secca!” Esclamò.

Harry disse qualcosa tipo 'non scherzare su queste cose', ma lei lo interruppe.

Harry, facciamo che se ho delle fitte o mi gira la testa ti chiamo subito!? Promesso...” il tono che aveva usato era una via di mezzo tra il divertito e lo scocciato: Harry iniziava a essere un po' ossessivo con questa storia del proteggerla.
“Si ok, ti amo anche io” disse chiudendo, finalmente, la chiamata.

Caffè decaffeinato, caffè decaffeinato.

Dove diavolo avevano messo il caffè? Elisa vagò tra gli scaffali.

Eppure era sicura fosse lì prima! Ne era certa!

Uff... non poteva andarsene da lì senza il caffè, andiamo!

Forse nel reparto prima colazione?

BINGO! Si chinò a prendere il barattolo.

Ma lo fece troppo in fretta.

Una fitta all'altezza delle tempie la fece gemere dal dolore.

Non correre, ti prego aspettami!!” disse una vocina infantile nella sua testa.

Sentì un'altra fitta che le fece perdere l'equilibrio.

Chiuse gli occhi.

mi piace qui. Sembra un posto per le fate” ancora quella voce da bambina nella sua testa.

Con una mano si aggrappò allo scaffale, mentre con l'altra prese a massaggiarsi la fronte.

Maledetto cervello del cavolo.


Pagò le 23 sterline e 56 pence e uscì con la busta in mano.

Non si spiegava il perchè di quel flashback, prima.

Le immagini di quella radura non la sfioravano più da anni, ed ora erano ritornate nella sua testa tutte di un colpo.

Proprio non se lo spiegava.

Si incamminò verso casa rimuginando.

Era buio pesto ed erano appena le otto e mezza di sera, perchè Berwick doveva essere sempre così buia e tetra?

Altro che Forks di Twilight, Berwick sì, che era un posto per vampiri.

Sin da bambina aveva odiato quell'aspetto della città, così come suo fratello, da quando si erano trasferiti dalla nonna, dopo che il padre gli aveva abbandonati, e la madre non era più in grado di stargli dietro da sola, ridotta com'era.

Ma almeno Elisa aveva trovato sua nonna, la sua amata nonna.

Era da un po' che non l'andava a trovare, pensò, chissà quanto si sentiva sola.

Ma aveva avuto una settimanina alquanto piena di, come dire, incidenti di percorso?

La sarebbe andata a trovare domani, promesso.

In quel momento attraversò la strada, e nel girarsi scorse una figura in lontananza. Questa si fermò appena Elisa la vide.

Era un uomo, abbastanza alto, vestito di scuro, ma Elisa non potè vedere i suoi lineamenti, nascosti dal buio della notte.

Qualcosa le suggeriva che la stesse seguendo da un po'.

Una macchina sfrecciò distraendo per una frazione di secondo Elisa, ma tanto bastò per far scomparire l'uomo misterioso.

Elisa si ricordò di quel ragazzo fuori dal bar, appena due settimane prima, fissare lei e Giselle allo stesso modo.

Lo aveva riconosciuto in Zayn qualche giorno fa, ma adesso era abbastanza sicura non si trattasse di nuovo di lui.

Era un altro uomo misterioso.

Fantastico, un altro. Uno non le bastava.


Non mi interessa quando è iniziata Josh! Sei un bastardo!” esclamò una voce femminile.

No Igraine, cazzo, lasciami parlare” rispose un uomo con rabbia.

Elisa era accasciata di fianco alla porta di camera dei suoi, in una piccola camicia da notte rosa, abbracciata alle sue ginocchia, con la sua bambola preferita stretta tra le mani. Era stata un regalo di suo padre quel natale.

Sparisci ora!” la donna stava piangendo. “Igraine” urlò l'uomo esausto.

E' tutta colpa tua Josh, sei un pezzo di merda!”

La colpa non è solo mia!”

Ah no? E di chi è? Mia? Sparisci, non ti voglio più vedere” Elisa sentì la madre singhiozzare aprendo l'armadio, e iniziare a scagliare dei vestiti a terra.

Stai ferma cazzo, sveglierai tutto il vicinato” cercò di calmarla il padre.

Non mi interessa chi sveglio! Tu.. tra tutte....lei!!!” la madre aveva perso il controllo dei suoi nervi.

Elisa chiuse gli occhi sperando che la smettessero di urlare.

Lei!” tuonò la madre, ferita. “Dopo tutto questo tempo! lei”

Anche tu mi hai mentito Igraine!”

Io non ti ho mai tradito Josh! L'ho fatto solo per proteggerti! Non capisci!?”

Non devi credere a tua madre Igraine, io ti amo!” Esclamò l'uomo.

Lascia stare mia madre! Lei ha sempre avuto ragione su di te, dal primo momento! E io non le credevo, Josh... perchè ti amavo! Ma tu...!” prese un respiro prima di continuare “tu sei andato a letto con lei! LEI!”

Elisa prese a singhiozzare stringendo la bambola.

Shh” disse una voce dalle scale.

Suo fratello l'abbracciò. “Shh Elisa, andrà tutto bene, te lo prometto” disse lui lisciandole i capelli, nel tentativo di calmarla.


Elisa si svegliò di colpo dal sogno che stava facendo.

Si passò una mano sulle guance, trovandole inaspettatamente bagnate.

Aveva pianto nel sonno.

Ma cosa aveva sognato pure? Non ricordava.

Dovette sforzarsi prima di arrivarci.

Aveva sognato la notte in cui suo padre se n'era andato. La litigata tra lui e sua madre, quando aveva scoperto che suo padre aveva un'altra donna.

Non aveva mai scoperto chi fosse questa; non che avesse mai minimamente pensato di chiederlo a sua madre.

Lei non aveva mai smesso di soffrire per lui.

'Non ti fidare degli uomini Elisa, sono tutti stronzi' era la classica perla di saggezza di sua madre, e lei per molto tempo aveva pensato fosse vero.

Poi aveva incontrato Harry e si era ricreduta.

E poi era arrivato Niall, e lì, aveva ripensato che la madre magari avesse avuto un po' ragione.

Le 6.02 a.m. segnava l'orologio elettronico sul comodino.

Non si sarebbe mai riaddormentata. Tanto valeva guardare l'alba, così si affacciò alla finestra, scostando le tendine viola.

Elisa si pietrificò quando lo vide.

L'uomo misterioso.

Era lì.

In piedi.

Sotto la sua finestra.

E guardava dritto nella sua direzione.

Indossava un cappotto nero e dei pantaloni neri, come la sera prima.

Elisa rimase paralizzata.

Chi era?

Adesso aveva davvero tanta paura.

Lasciò andare la tenda, indietreggiando lentamente.

Tremava dalla paura.

Quando la tenda ebbe oscurato completamente la finestra, Elisa corse giù per le scale e si fiondò sul telefono.

Le dita le tremavano, quindi ebbe qualche difficoltà a comporre il numero.


Harry bussò alla porta. “Elisa sono io, aprimi” disse.

Elisa lo stava aspettando dietro alla porta. Appena Harry mise un piede in casa Elisa l' abbracciò singhiozzando.

Shh. Elisa. Elisa...” disse Harry prima di baciarla la fronte “ci sono qua io, va tutto bene calmati.” Elisa si aggrappò al suo giubbotto, bagnandoglielo con le sue lacrime.


Elisa” mormorò Harry accarezzandole i capelli.

Erano sdraiati su quel letto da quasi un'ora.

Lui non l'aveva forzata a parlare.

Ma adesso aveva assolutamente bisogno di sapere cosa l'avesse ridotta in quello stato.

Sei consapevole che mi stai facendo impazzire?” sussurrò al suo orecchio.

Lei chiuse gli occhi.

Harry aveva lasciato che lei si sfogasse, piangendo senza sosta per un bel po'.

Elisa sospirò.

Le facevano male gli occhi per quante lacrime aveva permesso che cadessero. Harry stava aspettando una spiegazione.

Ma che spiegazione poteva mai dargli lei?

Non sapeva spiegare neanche a se stessa, gli eventi che si stavano susseguendo in quella settimana.

Quella settimana che sembrava la più lunga e la più infernale di tutta la sua vita.

Harry” incominciò, ci avrebbe provato, a spiegargli quelle poche cose che sapeva

io non so spiegarti tutto. Posso solo chiederti di ascoltarmi e non interrompermi” disse.

Harry annuì perplesso, non gli piaceva tutte quella questione.

Elisa si tirò su.

Andò alla scrivania e prese l'anello.

Se avesse dovuto raccontare tutta la storia avrebbe avuto bisogno di un aiuto.

Pochi giorni prima che tu tornassi, io ho conosciuto un ragazzo, Niall”

Harry stava per parlare ma Elisa lo precedette “non interrompermi, si comunque, quel Niall, quello che mi ha trovato dopo l'incidente; in ogni caso, la sera dopo sono andata a cena da lui e mi sono ubriacata, insomma..”

Elisa non sapeva come dirlo “Io.. sono rimasta a dormire da lui perchè non ero in condizioni di guidare”

Aveva un senso, non era la verità, ma aveva un suo sfondo di plausibile.

Harry annuì, vagamente sospettoso che ci fosse dell'altro.
“Insomma, Niall alle tre di notte, mi sveglia e mi caccia. Sono tornata qui ed ho scoperto che erano appena entrati dei ladri in casa”

Harry strabuzzò gli occhi.

Elisa continuò ignorandolo. “E però non hanno rubato nulla, hanno solo fatto confusione, e..non so, sembrava come se avessero cercato qualcosa. Capisci?”

Si credo..” mormorò Harry ancora seduto sul letto.

Elisa invece stava misurando a grandi passi la stanza.

Qualche giorno dopo sei tornato tu, e quella sera Giselle ha conosciuto Zayn, e la cosa mi puzzava, perchè avevo il sospetto che Zayn avesse a che fare con quello stronzo di Niall”

Harry non capiva, Niall non gli era sembrato uno che caccia le ragazze dal letto alle tre di notte, Zayn era più quel tipo.

E infatti avevo ragione, quei due vivono insieme. E ho paura di loro, Harry.

Giselle mi ha raccontato delle cose su di loro...” Elisa scosse la testa.

Cose?” chiese Harry alzando un sopracciglio. Quali cose?

Si Harry, Giselle ha detto che Zayn, lavora per un qualcuno che vuole a tutti i costi il mio anello”

Quale anello?” chiese Harry.

Questo” rispose Elisa allungando la mano sinistra. “Era di mia madre, me lo diede la nonna quando lei morì, era nascosto tra le sue cose. Non so perchè sia così importante per loro...” ammise scuotendo la testa.

E sta notte che è successo?” chiese Harry grattandosi il collo, cercando di mettere insieme i pezzi.

Iniziava a non piacergli affatto tutta quella storia.

Ieri sera mentre tornavo dal supermercato ho visto qualcuno, non Zayn, né Niall, che mi seguiva … e sta notte, io ho fatto un incubo e quando mi sono svegliata ho visto che alla finestra c'era sempre quell'uomo che mi fissava. io.. io ho avuto paura Harry. Ho ancora paura.”

Senza volerlo riniziò a piangere, Harry si alzò dal letto e l'andò ad abbracciare. Sentiva però che c'era qualcos'altro che preoccupava Elisa.

Qualcosa che non le aveva detto.

Elisa..” iniziò Harry. Ma Elisa lo interruppe subito “Si c'è dell'altro.”

Harry si staccò per guardarla meglio negl'occhi.

Rivide quello sguardo di mesi prima.

Quando lo aveva lasciato e lui aveva creduto che Elisa fosse rinata.

Bè adesso aveva di nuovo quella maschera sul volto.

Dura. Fredda. I suoi occhi erano color muschio.

Io sono andata a letto con Niall quella notte Harry” disse con voce piatta.

Harry sapeva perfettamente che non aveva nessun diritto, né di essere geloso, né di essere arrabbiato; Elisa a quei tempi non era più la sua ragazza... lo aveva mollato da mesi.

Ma lui non ce la fece. Si staccò da lei.

Scusa” mormorò Elisa, guardando Harry avvicinarsi alla finestra senza parlare.

So che sei arrabbiato ora... ma io e te...”

No Elisa, non sono arrabbiato. Ma sai che ti dico?” chiese guardandola. “Sono deluso. Insomma...” Harry si passò una mano tra i ricci.

Non la voleva guardare negli occhi. “Io ho passato tre mesi, in Australia a piangere per te, tutte le sante notti; e tu qui, ci davi dentro come non mai..” Harry aveva fatto tutto quel discorso rivolto alla finestra, non voleva darle la soddisfazione di vederlo di nuovo piangere.

Io... non so che dirti...” disse lei allargando le braccia.

Lui ti piace ancora?” chiese, girandosi per guardarla negl'occhi.

Ora aveva bisogno di farlo, voleva vedere se mentiva o no, anche se sarebbe stato difficile dirlo, ora che indossava quella maschera.

Elisa sbarrò appena gli occhi, sorpresa da quella domanda.

Non ci aveva mai pensato.

Le piaceva ancora Niall?

Quando lo aveva conosciuto lo aveva trovato bello e angelico.

Ma dopo aveva provato solo disgusto per come l'aveva trattata.

E poi non aveva neanche avuto il tempo di pensarci perchè Harry era ritornato nella sua vita come un boomerang.

E quando lo aveva rivisto, qualche giorno prima, non sapeva cosa avesse provato di preciso.

Dolore? Rancore? Gratitudine? Non lo sapeva davvero.

Harry, in piedi accanto alla finestra, interpretò in un altro modoil silenzio di Elisa.

Non c'è bisogno che tu aggiunga altro” disse amaramente.

Poi, con le lacrime agl'occhi, la superò e scese le scale.

Elisa chiuse gli occhi.

Avrebbe voluto inseguirlo, dirgli che non aveva capito nulla.

Che lei lo amava.

Ma non voleva infilarlo ancora di più in una cosa in cui lui non c'entrava.

Voleva proteggerlo. Da se stessa e dai suoi casini.

Così lasciò che lui se ne andasse sbattendo la porta.

Un'ultima lacrima rigò la sua guancia.


L'infermiera bussò alla porta della sua stanzetta.

Signora Van Helsing, c'è sua nipote” disse lasciando che Elisa entrasse nella stanza.

Era raggiante. Gli occhi della nonna si illuminarono quando vide sua nipote sorriderle.

Ciao cara” disse sistemandosi meglio sulla poltroncina foderata accanto alla finestra su cui era seduta. Si appoggiava al suo vecchio bastone anche se non ne aveva alcuna necessità.

Elisa si accomodò nella poltrona di fronte. “Ciao nonna, come stai?”

Bene. Tu?” chiese cortese.

bene” Elisa aveva un tono incredibilmente dolce, il suo viso era reso ancora più bello dal sorriso sincero che aveva sulle labbra.

Sono successe tante cose questa settimana nonna” disse Elisa abbassando appena gli occhi. “Sono tornata con Harry ad esempio” disse sorridendo “anche se oggi abbiamo un po' litigato...”

La nonna ascoltava interessata, come una bambina a cui viene raccontata una favola per farla dormire.

Sai nonna..” Elisa si morse un labbro.

Non sapeva che altro dirle. Non la voleva far preoccupare.

La donna anziana osservava quella bellissima ragazza di fronte a se, pensando che non ne avesse mai visto di così belle.

L'ultima volta che l'aveva vista l'era parsa visibilmente stanca e provata.

Ora invece era piena di energie. Di vita.

Il suo sguardo cadde sull'anello che indossava.

Quell'anello.

Appartenuto prima a lei, poi a sua madre ed ora ad Elisa.

Nonna..?” chiese Elisa, aveva parlato, ma la nonna chiaramente non l'aveva ascoltata, vide il suo sguardo fisso sull'anello.

La nonna alzò gli occhi incredibilmente vispi per la sua età.

Era giunto il momento che qualcuno le rispondesse, pensò Elisa.

E la nonna era l'unica che avrebbe potuto farlo.

Nonna, io ho bisogno di sapere qualcosa in più su questo anello”

Per quanto tempo si possono mantenere i segreti?




Questo è un capitolo un po' particolare, lascia un po' di cose irrisolte.

Ma spero vi piaccia.

Vi preannuncio che il prossimo sarà un capitolino bello carico di roba.

Ciao a tutti!

Xx Cla_

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Capitolo 15
*** 15 ***


Capitolo 15°



Zayn odiava le stanze degli ospedali. Tutta quella luce innaturale, tutti quei fili, quei tubi, quelle macchine e quei rumori elettronici.

Aveva sempre odiato gli ospedali in generale. Da quando suo nonno era morto. Quell'evento lo legava ad un dolore profondo che era riuscito a superare con molta difficoltà nel tempo. E ce l'aveva fatta soprattutto grazie a sua sorella. Becky. Che adesso era lì. Sdraiata in uno stupido letto di quello stupido ospedale, in bilico tra la vita e la morte.

Zayn la guardava respirare in modo regolare. Legata a quella macchina. E pensava a quanto fosse stata stronza. Lo aveva lasciato lì. E ora lui stava facendo troppe stronzate solo per lei.

'Perchè? Perchè quella sera non sei rimasta a casa, invece di uscire? Perchè ora tu sei qui, in questo letto, e io sono là fuori a lottare per te? Perchè?'

Niall entrò nella stanza, appoggiandosi contro lo stipite della porta. In mano stringeva due caffè delle macchinette.

Ti manca?” chiese il biondo allungandogli il bicchiere.

E' mia sorella, Niall, certo che mi manca” disse Zayn fissando Becky che sembrava dormisse serena. “mi manca da morire” aggiunse abbassando gli occhi e prendendo un sorso di caffè. Niall gli posò una mano sulla spalla.

Sai manca anche a me” disse.

Zayn si chiese perchè lo avesse detto. Ovvio che gli mancava, Becky mancava a tutti.

Con la sua euforia, i suoi modi dolci e il suo sorriso contagioso faceva innamorare chiunque e Niall era stato innamorato di lei per molto tempo, ne era sempre stato sicuro.

Sei ancora convinto di quello che stiamo facendo?” chiese Niall titubante “lei non avrebbe voluto Zayn, lo sai.”

Zayn annuì. “Si ma lei non è qui e Louis è l'unico che può dirci cosa è successo a Becky quella notte, chi le ha fatto questo, e magari può riportarla in vita” disse.

Lo credi davvero? Credi che lui la riporterebbe in vita?” Quanto poteva essere ingenuo Zayn, come faceva a non capire che a Louis non importava nulla di Becky?

Louis l'ha promesso, lo farà” disse semplicemente l'altro, uscendo dalla stanza, lasciando Niall da solo con Becky in coma in quel letto.

Niall si grattò la testa e si passò la mano sul viso stropicciandosi gli occhi.

Quanto avrebbe voluto svegliarsi e scoprire che quello era stato solo un brutto sogno.

Niall si abbassò verso la ragazza e le lasciò un bacio sulla fronte, prima di uscire anche lui dalla stanza.

Lasciando che Becky dormisse tranquilla, ignara di tutto quello che le accadeva intorno.


Zayn era fuori dall'ospedale, sotto la tettoia perchè stava di nuovo piovendo.

Chiuse la chiamata e infilò il cellulare nella tasca posteriore dei Jeans dopo aver parlato al telefono con Louis.

Niall lo raggiunse da dietro.

Era Louis” mormorò Zayn sentendolo arrivare e accendendosi una sigaretta.

Niall osservava la pioggia cadere. “Cosa ti ha detto?” chiese preoccupato ma in un certo senso anche rassegnato alle richieste assurde che Louis era solito fargli.

Che sta sera dobbiamo agire come ci ha detto” disse Zayn senza batter ciglio.

Niall invece rimase stupito. “Sta sera?” ripetè “ma piove e... non è un po' presto...? io pensavo volesse aspettare...”

Facciamo quello che dice lui, Niall, e se lui dice sta notte, allora è stanotte.”

disse Zayn prendendo un lungo tiro dalla Wiston.

Ci servirà Giselle” fece notare dopo qualche secondo e senza troppo entusiasmo Niall.

Già, purtroppo” convenne Zayn mentre guardava il cielo nuvolo.

Sarebbe stata una lunga notte, pensò.


Giselle non era rimasta affatto sorpresa quando Zayn l'aveva chiamata quel pomeriggio, chiedendole di uscire a cena fuori. Aveva immaginato che Zayn non fosse uno che mollava facilmente.

E lei aveva fatto come le aveva chiesto Elisa: aveva detto di si, in modo che potesse capirne di più.

Ci avrebbe almeno provato, a scoprire chi fosse il misterioso uomo per cui Zayn lavorava.

E ora si ritrovava nello stesso ristorante di qualche sera prima, seduta di fronte allo stesso ragazzo, solo che lui non era più il suo grande amore ma semplicemente l'uomo che più detestava sulla faccia della Terra.

Ma lei doveva fingere di essere ancora cotta di lui.

E la cosa le stava riuscendo abbastanza bene, nonostante la forte tentazione di infilzarlo con la forchetta urlando 'brutto stronzo muori'.

Zayn le prese la mano sul tavolo e Giselle trattenne uno sguardo di disgusto.

Mi dispiace davvero per tutto quello che è successo Gi. Io sono uno stronzo, lo so, ma credo di amarti davvero, e vorrei morire quando ripenso a quello che ti ho fatto” Zayn era un ottimo attore, dai tempi delle recite alle elementari elui ne era sempre stato fiero, ma mai come in quel momento.

'Tu non sei un bravo attore. Sei solo un bugiardo patentato. Ma sai qual'è il problema dei bugiardi, caro Zayn? Che una volta che ne dicono una, di bugia, ne diventano dipendenti.' pensò Giselle, ma non lo disse, anzi si costrinse a sorridere languidamente a quel ragazzo, provando solo una gran pena per lui.

Vieni, ti voglio portare in un posto, è speciale per me” disse tutto di un tratto Zayn alzandosi dal tavolo anche se nessuno dei due aveva finito quello che aveva nel piatto.

Giselle decise di continuare il bluff e assecondarlo, anche se non poteva non ammettere di avere un po' di paura.

Dove l'avrebbe portata, e soprattutto, cosa le avrebbe fatto?

Si chiese Giselle, ma era troppo tardi per tirarsi indietro, sarebbe stato inutile anche, perchè lui con le buone o con le cattive l'avrebbe portata in quel luogo.

Zayn aveva capito da subito che c'era qualcosa che non andava nel comportamento di Giselle, non era esuberante e dolce come al solito. Sicuramente aveva accettato il suo invito convinta che avrebbe gestito la situazione, e lui se l'era già immaginato dall'inizio. Ma non credeva che lei lo avrebbe seguito a quel punto. Ma stranamente lo fece, salì con lui in macchina e senza dire una parola aspettò che lui accendesse il motore e mettesse la sicura, per evitare che lei tentasse la fuga.

Doveva avere un piano, pensò, e qualunque questo fosse, Zayn dubitava fortemente che avrebbe funzionato con lui.

Solo a metà del tragitto Giselle gli chiese dove la stesse portando esattamente. Non che si aspettasse che lui glielo dicesse, ma non riusciva a trattenere la curiosità.

Lui non rispose infatti, si limitò a sorridere “Lo vedrai presto baby”

La macchina sfrecciava silenziosa sulla strada bagnata, uscendo pian piano dai confini della città spostandosi verso il bosco.

Superarono il ponte sul fiume Tweed e Giselle iniziò ad allarmarsi.

La tensione dentro quella macchina era palpabile.

Lei guardava fuori dal finestrino cercando disperatamente di capire la meta, e Zayn fissava di sbieco la bionda al suo fianco con un ghigno di soddisfazione dipinto sul volto.

Solo quando furono arrivati al vecchio castello di Berwick, sul fiume, Giselle capì che seguire Zayn non era stata affatto una buona idea.

Scendi” disse Zayn, il suo tono ora era freddo, diverso da quello che aveva usato per tutta la cena.

Che non fosse stata una buona idea, pensò Giselle, era un eufemismo.

Ma qualunque cosa Zayn avesse voluto da lei, non l'avrebbe ottenuta.

Giselle avrebbe lottato fino all'ultima goccia di sangue, per proteggere Elisa.

Non cambierai mai, eh Zayn?” disse retorica, prima che lui scendesse dalla macchina, lei lo imitò rassegnata.

Giselle, sai perchè si dice che le bionde siano stupide?”

No Zayn perchè?” chiese Giselle tenendo la testa alta e un tono di sfida, mentre il moro le si avvicinava.

Voleva mantenere un minimo di dignità, nonostante fosse spaventata a morte.

Perchè chi lo disse doveva star pensando a te” disse Zayn sorridendo.

Giselle gli rispose con un sorriso ironico e con il viso contratto dall'odio che provava per quel ragazzo così maledettamente bello.

Sai perchè in genere si è razzisti nei confronti degli immigrati, Zayn?” chiese a sua volta lei. Zayn non rispose. “perchè si pensa a gente come te” concluse Giselle sorridendo. “ora dimmi quello che vuoi da me, e sappi solo che non ti dirò una parola, dovrai passare sul mio cadavere per avere qualcosa.” disse Giselle incrociando le braccia al petto alzando un sopracciglio.

Era pronta anche a scappare volendo, anche se dubitava sarebbe andata molto lontana, con quei tacconi, e con Zayn che aveva il doppio delle sua gambe e della sua resistenza.

Urlare non poteva, o meglio, sarebbe stato inutile, visto che erano al centro del bosco e nessuno, a parte qualche cervo, l'avrebbe potuta sentire.

Restava l'unica soluzione, combattere, ma probabilmente era la cosa più stupida in assoluto.

Veramente credi voglia sapere qualcosa, da te?” chiese Zayn divertito. “No Giselle” disse scuotendo la testa, “da te non mi serve nulla, mi servi solo viva..” e sorrise. “Niall” urlò tutto d'un tratto, e il biondino uscì dal buio con delle corde in mano.

Giselle spalancò la bocca: ora era davvero terrorizzata; non credeva che anche Niall fosse in mezzo quella storia; lui era diverso da Zayn, era migliore.

Lo aveva capito da quando lo aveva visto mentre raccoglieva Elisa dalla strada e la salvava.

Non poteva essere anche lui così.

Giselle lo guardò con aria supplichevole.

Niall non voleva vederla in viso, avanzò verso la bionda con le corde in mano, a testa bassa, e si odiava nel profondo, per quello che stava per fare.

Due uomini contro una ragazza. Che pezzi di merda.

Giselle sarà anche stata bionda, ma non era stupida come diceva Zayn, e questo lo aveva sempre saputo, quindi si tolse piano i tacchi, cercando di non farsi notare.

Poggiò il palmo dei piedi nudi sul terriccio bagnato, e un brivido di freddo le attraversò il corpo.

Freddo mischiato ad adrenalina.

Zayn e Niall si guardarono, gli occhi color ghiaccio del più basso esprimevano tutto il suo sconforto e il suo ribrezzo per quello che stavano per fare a quella povera ragazzina.

Gli occhi nocciola di Zayn, invece, non rivelarono nessun sentimento. Erano freddi, duri, calcolatori.

Sapeva quel che doveva fare e perchè lo dovesse fare.

C'è un limite di cose che una persona può fare, per amore della propria sorella?

Zayn e Niall avevano risposte diverse a questa domanda.

Ma Niall, pensò Zayn, non aveva nessun diritto di guardarlo in quel modo, perchè in coma in quel letto, appesa tra la vita e la morte, non c'era la sorella dell'amico, c'era la sua, la sua Becky.

La mente di Giselle era paralizzata dalla paura, come ogni suo muscolo del corpo. Fino a dove si sarebbe potuto spingere Zayn con lei?

Nella sua mente si materializzarono due opzioni: scappare o fare quello che lui le diceva di fare.

Ma Giselle non avrebbe più preso ordini da un uomo, mai più.

Decise che ci avrebbe provato, 'tentar non nuoce' pensò.

Così, più veloce di quanto avrebbe mai creduto di poter correre, si girò e si diresse verso il bosco.

Zayn e Niall non se ne accorsero subito, presi com'erano da quel dialogo silenzioso.

I rami e le spine si conficcarono nei piedi scalzi della ragazza, che urlò di dolore ma non si fermò. Portare i tacchi ventiquattro ore su ventiquattro anche al cesso, le aveva fatto crescere dei bei muscoli e ora le sue gambe erano scattanti come non mai, forse merito anche dell'adrenalina che aveva in circolo.

Corri per Elisa, corri per lei pensò incurante del dolore ai piedi e della fatica.

Zayn osservò Giselle correre.

'Stupida' aveva pensato; era scalza, ed era si e no un metro e sessantacinque, dove sarebbe voluta andare? Prese ad inseguirla con tutta la velocità e la potenza del suo corpo.

Ma Giselle correva più veloce di quanto Zayn avesse creduto all'inzio.

Non abbastanza veloce però.

Zayn sembrava un segugio a caccia, pensò Niall disgustato, guardandolo correre tra gli alberi. In meno di due minuti l'aveva raggiunta.

Ma anche quando lui l'afferrò per il bacino, lei non smise di lottare, e iniziò a dimenarsi come una pazza, urlando con tutto il fiato che aveva in gola, nonostante non ne avesse quasi più, ormai.

'avanti ci sarà uno stupido cacciatore da queste parti' pensò disperata mentre cercava di liberarsi dalla presa di Zayn.

Lui le mise una mano sulla bocca. “stai zitta, cazzo” urlò strattonandola.

Ma lei non ci pensava minimamente a stare zitta, così lo morse.

Zayn la lasciò cadere a terra, facendole sbattere ginocchia e viso con forza. “Brutta puttana! mi hai morso... Niall!” Disse sconcertato, guardandosi la mano sanguinante, non pensava avesse fatto così tante storie quella biondina.

Giselle avrebbe ripreso a correre, si stava già alzando, ma qualcuno la bloccò, affondandole il viso nel fango, e le portò le mani dietro alla schiena.

Nonostante l'umiliante posizione di sottomissione, lei continuò a ribellarsi con tutte le forze che aveva, ed a urlare.

Lasciami andare! Bastardo!!” ruggì con la bocca piena di terreno e foglie. La guancia e il naso stavano premendo con forza sulle spine e i rami, graffiandola.

Niall la teneva ferma, con il ginocchio piantato contro la schiena, spingendola per terra, mentre Zayn le legava i polsi e le caviglie con le corde.

Sei proprio una piccola stronzetta, Giselle, complimenti” mormorò Zayn a denti stretti tirandola su, e girandola per guardarla bene in viso. “ma non ci provare mai più” disse.

Era sporca di fango e terra e tutto il suo bel visino curato non aveva più nulla di dolce o sexy. Sembrava un piccolo cucciolo di tigre catturato da un cacciatore. La teneva a qualche centimetro dalla sua faccia, contento che lei ormai non potesse fare più niente per scappargli.

Giselle aveva capito che urlare ormai non sarebbe servito più a nulla, era chiaro che da quelle parti non ci fosse proprio nessuno.

Guardò il viso di Zayn che un tempo aveva trovato così bello e provocante, ora era contratto dalla rabbia.

Senza pensarci, gli sputò in faccia, dritto sotto l'occhio.

Zayn non ci potè credere, come cazzo aveva osato sputarle in faccia?

Chi cazzo si credeva di essere quella ragazzina?

La guancia di Giselle fu colpita con tutta la rabbia che Zayn aveva in corpo.

L'aveva schiaffeggiata. Zayn aveva schiaffeggiato una donna.

Quanto si era ridotto in basso, pensò il suo amico.

L'aveva colpita col dorso della mano destra, e ora la guancia di Giselle era rossa e sanguinava leggermente.

Lei non avrebbe mai voluto dargli quella soddisfazione, ma senza volerlo i suoi occhi si riempirono di lacrime, per il dolore.

Un dolore unicamente fisico, perchè Zayn l'aveva già ferita in passato in tutti gli altri modi possibili.

Probabilmente lui avrebbe anche continuato a picchiarla, se Niall non fosse intervenuto, mettendosi davanti a Giselle, facendogli scudo con il suo corpo.

Basta Zayn! Basta!” urlò il biondo spalancando le braccia.

Zayn parve riprendersi un po'. Il suo viso era ancora deformato dalla rabbia però, e qualsiasi suo bel lineamento del viso, era stato cancellato.

Dove hai il cellulare?” chiese tutto d'un tratto a Giselle cercando di controllarsi.

Lei strabuzzò gli occhi. Il cellulare? Perchè gli serviva il cellulare?

Rispondi” ruggì Zayn, ma lei non si mosse.

rispondi Giselle, non ti voglio fare altro male” disse Zayn e sembrava sincero. Ma lei non gli avrebbe risposto. Serrò la mascella e alzò il viso sporco con fierezza.

Lo avrebbe cercato lui quel maledetto cellulare, se gli serviva. Lei non lo avrebbe mai aiutato nel suo piano, qualunque esso fosse.

Ok facciamo a modo tuo Giselle” disse lui avvicinandosi alla ragazza, che cercò di divincolarsi.

Niall la teneva ferma da dietro, mentre Zayn cercava il cellulare nelle tasche del giubbotto rosa.

Bingo!” esclamò tirandolo fuori con aria trionfale e sventolandoglielo sotto il naso.

Cosa vuoi fare?” sputò fuori Giselle, che ormai si era leggermente calmata e l'odio e il ribrezzo avevano preso il posto della paura e della rabbia.

Zayn la guardò senza risponderle, mentre schiacciava i tasti del cellulare.

Bene, ora aspettiamo” disse una volta finito di usare il telefono, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni il fedele pacchetto di Wiston. “Gradisci?” chiese allungando il pacchetto verso Giselle con un ghigno bastardo.

Spero tu muoia Zayn” rispose lei con una smorfia di disgusto.



Elisa era seduta su una delle sedie di legno dell'ikea in giardino, in una mano stringeva la decima sigaretta di quelle due ore, e nell'altra l'anello della madre.

Era tardi, tipo le nove di sera.

Giselle era uscita con Zayn alle sette e ancora non si era fatta sentire. Che le fosse successo qualcosa?

Elisa continuò a rigirarsi l'anello nella mano osservandolo attentamente.

Risentì nella sua testa le parole che la nonna le aveva detto la mattina.

Quell'anello è da sempre appartenuto alla nostra famiglia Elisa, mia madre me lo lasciò prima di morire, e io lo diedi a tua madre, e quando lei morì volle che io lo lasciassi a te.” La voce della nonna era calma e dolce.

Nonna, ci sono delle persone che lo stanno cercando.. e io non so il perchè”

Chi lo sta cercando Elisa?” la nonna parve leggermente scossa dall'affermazione della nipote. Elisa si limitò ad alzare le spalle.

Elisa, tieniti stretto quell'anello, non darlo a nessuno, neanche per tutto l'oro del mondo” si raccomandò la nonna, prendendole le mani e stringendogliele.

Perchè nonna...? cos'ha questo anello di così di valore?” chiese senza capire. Era andata da lei per delle spiegazioni, e invece ora era solo più confusa di prima.

E' un anello magico Elisa” disse la nonna e i suoi occhi verdi brillarono.


Elisa aveva creduto che la nonna avesse iniziato a soffrire di Alzheimer, quando le aveva dato quella risposta.

Insomma, andiamo!! Un anello magico!?!

'Ma dove siamo nel Signore degli Anelli?' pensò Elisa scuotendo la testa.

Adesso ci mancava solo che uscisse Gandalf a urlare 'You shall not pass'.

Legolas, Frodo e Aragon però dov'erano, eh?

Gli elementi più interessanti della storia! Quei tre pezzi di ragazzi!

Elisa sorrise tra se e se all'idea assurda che quello fosse, effettivamente, un anello magico.

Che cosa senza senso.

Ma in fondo, quali altre spiegazioni si potevano dare a quella serie di eventi?

Perchè qualcuno avrebbe dovuto essere così fissato con quell'anello da non lasciarla in pace?

Magari era molto prezioso. O magari era un pezzo da collezione.

Ma Elisa non ne era poi così convinta. Spense la sigaretta nel posacenere e si infilò l'anello che brillò al suo dito. Le stava incredibilmente bene, quella pietra così scura e lucida in contrasto con la sua pelle pallida e opaca.

Che quell'anello fosse o meno magico, Elisa non lo sapeva, ma di una cosa era certa.

Quell'anello era magico per lei.

Sapere che sua madre aveva voluto lasciarglielo la riempiva di felicità, e amore.

Alzò gli occhi al cielo pensando alla madre.

Tutto ciò che vide in un primo momento fu solo il buio della notte.

Ma poi vide le stelle luminose nel cielo della Scozia che lottavano contro la nebbia, gli uccelli volare liberi tra le nuvole, e la Luna, piena quella notte, splendere e illuminare tutta la sua amata terra.

Quella luna cosi luminosa rendeva il cielo di un blu stupendo, quasi color zaffiro.

'ricordati che senza il buio Elisa, non ci sarebbe la luce'.

Il viso rugoso e dolce della nonna si fece largo tra i suoi pensieri e Elisa sorrise involontariamente.

Non le importava sapere in che senso quell'anello fosse magico, lei lo avrebbe protetto a qualunque costo. Anche fino alla morte.


Il cellulare vibrò sul tavolino. Era un messaggio di Giselle.

Alleluia alleluia. Ora era sollevata.

Vieni al vecchio castello sul fiume, ho delle cose urgenti da dirti su Zayn...e sull'anello. Xx G.” lesse ad alta voce.

Il vecchio castello?

Perchè Giselle era al vecchio castello? E perchè non l'aveva chiamata? Lei odiava gli sms.

Aveva sempre detto che i messaggi erano l'invenzione più stupida dopo lo scalda-merendine e il gioco del curling.

Elisa capì immediatamente che c'era qualcosa che non andava.

Ma che altre opzioni aveva?

Non poteva ignorare il messaggio.

E poi, se Giselle avesse veramente avuto bisogno di lei?

'Ma è una trappola, non capisci?!' urlò la parte logica del suo cervello.

La sua amica sarebbe andata a casa sua, non le avrebbe chiesto di andare in quel luogo sperduto e isolato. Era ovvio.

Ma non le importava dopo tutto, perchè, anche se era chiaramente una trappola, Zayn doveva avere Giselle, quindi lei non aveva scelte.

Si alzò dalla sedia e andò al piano di sopra.

Se doveva andare in mezzo al bosco da sola, ci sarebbe andata ben equipaggiata.

Afferrò la prima cosa che si trovò davanti: la mazza da baseball che aveva comprato due anni prima con Harry a New York.

Sapeva che, chiunque la stesse aspettando al vecchio castello, avrebbe avuto armi più potenti di una mazza da Baseball, ma sempre meglio che nulla.

Si infilò la giacca, la sciarpa, il cappello, i guanti, e gli anfibi.

Tutta vestita di scuro si sarebbe mimetizzata con la notte facilmente.

Prese uno zainetto e ci mise dentro: una torcia, uno spray al peperoncino -scaduto- e il suo vecchio cellulare, di riserva. 'Non si sa mai' , pensò.

Si infilò lo zaino, il casco e si tirò su la sciarpa fino al naso.

Salì in soffitta dove trovò un vecchio kit da pesca di Harry;

perfetto, c'era anche un coltello.

Lo infilò negli stivali e scese passando davanti a uno specchio: Sembrava un blackblock, notò mezza spaventata e mezza eccitata.

Alla fine infilò la mazza nello zaino e uscì di casa.


Parcheggiò la moto lontana dal castello e si tolse il casco, tirando fuori la mazza dallo zaino.

Non voleva che la sentissero arrivare, ma era pronta a eventuali attacchi.

Camminò nel bosco per una decina di minuti e pian piano che camminava verso il castello sentiva delle voci sempre più forti e distinte provenire da lì vicino.

Si avvicinò cautamente senza far rumori al confine del bosco.

Non mi toccare” riconobbe la voce di Giselle.

Oddio cosa le stavano facendo?

Potete non litigare ogni secondo, voi due?” Questa voce la conosceva.

Angelica e... sensuale.

Niall.

Indietreggiò di un passo e l'anfibio schiacciò un ramo, che si spezzò a metà con un sonoro 'Crak'.

Strinse gli occhi dalla paura. Cazzo.

Shh” disse una voce più roca e forte. Zayn. “Avete sentito?” chiese di nuovo la voce.

Sarà stato un cervo Zayn” questo era di nuovo Niall.

Elisa trattenne il fiato cercando di non respirare rumorosamente.

Poi vide un lampo di luce puntato dritto su di lei.

Si nascose al volo dietro un albero.

Zayn illuminò con la torcia il bosco da cui era venuto il rumore e vide qualcosa muoversi veloce. “cazzo c'è qualcuno” mormorò più che spaventato, era eccitato. 'ora si che si sarebbe divertito'.

Non sapeva di che pasta fosse fatta Elisa ma sperava fosse meno patetica della bionda di prima.

Giselle spalancò gli occhi. Sperò che non fosse l'amica che era venuta davvero lì.

Era sicura che Elisa avrebbe capito che era una trappola. Quindi se era lì, voleva dire che era venuta solo per salvarla.

Ancora una volta sarebbe stata colpa sua se Elisa avesse sofferto.

Tu resta qui” mormorò Zayn a Giselle, prima di fare un gesto con la testa a Niall.

E dove vado? mi avete legato” fece notare Giselle acida.

Bè si... comunque non provare a scappare” disse Zayn serio, prima di incamminarsi verso il bosco.

Niall andò dall'altra parte.

'cazzo' pensò Elisa. Stavano venendo di qua.

'e ora?? avanti Elisa, pensa, pensa...'

Provò ad indietreggiare, tenendo la mazza ben stretta nelle mani.

Sentì dei passi avvicinarsi nella sua direzione.

Zayn?” sussurrò Niall, era sicuro di aver visto qualcosa muoversi davanti a se.

Non sapeva se fosse un animale o una persona.

Elisa indietreggiò ancora.

Zayn??” ripetè Niall.

Elisa fece un altro passo indietro, ma sbattè contro qualcosa.

O meglio contro qualcuno.

Si girò in tempo per vedere contro cosa fosse andata contro: Il petto di Zayn.

Presa piccola” disse questo sorridendo prima di afferrarla.

'merda'.



Eccovi il 15° capitolo!

Elisa inizia a scoprire un po' di cose, finalmente.

Adesso restano Zayn e Elisa nel bosco... cosa succederà?

Spero vi sia piaciuto!

Xx cla_

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Capitolo 16
*** 16 ***


Capitolo 16°


Presa piccola” disse questo sorridendo prima afferrarla.

'merda', pensò Elisa, mentre iniziava a divincolarsi dalla presa ferrea di Zayn.

Era più forte della sua amica, concluse lui soddisfatto, mentre cercava di bloccarla, aspettando l'aiuto di Niall.

Ma Elisa era decisamente molto più forte di Giselle e prima che lui se ne potesse rendere conto, lei gli tirò un calcio in mezzo alle gambe.

Zayn cadde a terra dal dolore.

Elisa recuperò la mazza appena in tempo per poter colpire di nuovo Zayn allo stomaco, visto che si stava rialzando, anche se ancora piegato in due dal dolore.

Questo è per Giselle” mormorò osservandolo ricadere a terra; quando si girò vide Niall correrle incontro. 'molto bene' pensò

Elisa strinse forte l'arma tra le mani e la fece roteare.

Elisa no!” urlò il biondo, quando vide la ragazza avventarsi contro di lui, con una mazza da baseball in mano; ma Elisa non si fermò, si chinò sulle ginocchia, e lo colpì alle gambe e prima che lui potesse far qualsiasi cosa, cadde a terra come il suo amico.

E questo è per avermi portato a letto” disse lei, tirandogli un calcio all'altezza dello stomaco con l'anfibio “e per avermi cacciato alle 3” aggiunse prima di pestarlo di nuovo con forza, mentre Niall sputava sangue sul fango.

Si girò e iniziò a correre veloce verso il castello.


Giselle stava cercando di slacciarsi con i denti il nodo che le legava i polsi, quando sentì qualcuno correre nella sua direzione. 'Dio, fa solo che sia Elisa' pensò spaventata.

Impiegò qualche secondo a riconoscere la figura completamente vestita di nero che le si parò davanti.

Elisa aveva il fiatone ed era vestita come una di una truppa d'assalto: I jeans scuri infilati negli anfibi neri lucidi, la giacca di pelle nera, i guanti, la sciarpa e un cappello dello stesso colore. Nelle mani stringeva una mazza da baseball.

Elisa!” esclamò Giselle. Elisa si chinò dall'amica e tirò fuori dalle scarpe il coltello, tagliando le corde che le legavano i polsi e le caviglie della ragazza.

Gliel' avrebbe fatta pagare per bene a quei due stronzi per questo.

La bionda aveva il viso coperto dal fango e sporco di sangue sulla guancia. Era scalza e il suo vestito era completamente stracciato.

Scusami” disse Giselle in lacrime abbracciandola, una volta che fu slegata.

Elisa rispose all'abbraccio cercando di calmarla e la prese per mano, trascinandola via. “andiamo” mormorò.

Non così di fretta, bellezza” disse una voce dalle loro spalle.

Zayn.

'Lo stronzo non demordeva, eh', pensò Elisa assottigliando gli occhi e stringendo i denti.

Bene allora.

Passò il coltello a Giselle di fianco a lei, che lo impugnò decisa.

Dopo un secondo comparve anche il biondo, da dietro a Zayn.

Ottimo, ce ne sarebbe stata per entrambe, pensò Elisa.

Zayn fece l'occhiolino alla più alta e le fece il gesto di avvicinarsi con il dito, prima di correrle incontro.

Poco importava se questa aveva una mazza da baseball in mano, era comunque meno forte di lui.

Ma Zayn stava tralasciando un piccolo dettaglio: l'anello.

Elisa indossava ancora l'anello, sotto i pesanti guanti, e questo le donava una forza maggiore.

Elisa fece roteare la mazza in aria. Zayn la evitò per poco.

Elisa sentì un dolore allo stomaco e cadde; il moro l'aveva letteralmente placcata, e ora la teneva per i polsi sdraiata per terra.

Lei alzò la gamba e gli tirò un calcio nell'addome, talmente forte, che lo fece volare esattamente dall'altra parte.

Si alzò in fretta riprendendo la mazza.


Nel frattempo la bionda aveva passato dieci secondi buoni a fissare Niall negl' occhi prima di girarsi e scappare.

Aveva un coltello in mano, è vero, ma non sarebbe mai riuscita a fare del male a Niall, neanche se l'avesse voluto.

Niall aspettò ancora, prima di inseguirla,e la vide entrare nella macchina.

'le chiavi, le chiavi' pensò Giselle cercandole nella macchina impanicata

'dove cazzo aveva messo Zayn quelle chiavi di merda??' pensò.

Scese e le vide a pochi metri da se, a terra.

Dovevano essergli cadute dalle mani prima, mentre la inseguiva.

Stava per raccoglierle quando sentì qualcuno bloccarla e sollevarla.

Niall, Niall, lasciami andare!” urlò lei scalciando in aria, ma il biondo la prese a mò di sacco di patate e la sbattè, poco gentilmente, contro il cofano dell'auto, bloccandola con il suo corpo.

Non vorrei Giselle, ma devo farlo.” disse dispiaciuto a pochi centimetri dalla sua faccia fissandola negl'occhi celesti.


Elisa stava lottando con tutte le sue forze, rotolandosi nel fango con Zayn, che non riusciva a capire da dove nascesse, tutta quella forza, in quella ragazzina di appena vent'anni.

Lei continuava a graffiarlo, morderlo e sferrargli calci con quei benedetti anfibi. Mentre lui era riuscito a colpirla poche volte: una volta in viso con un pugno che le aveva fatto sanguinare la bocca, e due o tre volte nello stomaco.

Ma Elisa non dava il minimo segno di cedimento... Anzi, sembrava che ad ogni botta che prendeva, la sua forza aumentasse.

'Niente a che vedere col patetico tentativo di fuga di Giselle' pensò Zayn, mentre faceva rotolare, per l'ennesima volta, Elisa contro il terreno freddo, facendole sbattere la schiena.

Stava per colpirla sul viso, ma lei lo anticipò con una testata in mezzo gli occhi. Per un secondo Zayn chiuse gli occhi dal dolore, portandosi le mani sulla fronte che sanguinava; quando li riaprì vide Elisa avventarsi sulla mazza appena un metro più in là.

Zayn aveva sperato di non arrivare a quel punto, era una cosa vile da parte sua, ma poco importava ormai, quindi estrasse fuori dalla tasca dei Jeans un fazzoletto in tessuto e si avvicinò ad Elisa che intanto frugava nel suo zaino, in cerca di qualcosa.

Quando Elisa si rese conto che Zayn si stava lentamente rialzando dopo la testata, si tolse lo zainetto dalle spalle, cercando lo spray al peperoncino. Lo prese in mano e decise di aspettare che fosse più vicino, prima di girarsi e spruzzarglielo addosso;

vide Giselle due o tre metri lontana da lei, contro il cofano del fuoristrada di Zayn cercare di divincolarsi da Niall che la teneva bloccata lì.

Sentì Zayn dietro di se, ma prima che si potesse girare, qualcosa le venne premuto contro il naso e la bocca, impedendole di respirare.

'che diavolo...?''

Elisa premette lo spray diretto al viso di Zayn, ma lo mancò di poco.

Questo sentì il bruciore sotto l'occhio, e tenne più premuto il fazzoletto sulla bocca di Elisa che, pian piano perdeva conoscenza, e la smetteva di divincolarsi come un pesce.

Era più facile ora tenerla ferma, mentre lei scivolava nelle sue braccia, priva di forze.


La testa di Elisa girava. Girava così veloce da farle venire la nausea.

'Ti prego smettila di girare..' supplicò il suo stesso cervello.

Il buio era interrotto da sprazzi di luce debole. E il silenzio era disturbato da voci lontane.

Pian piano Elisa riuscì ad aprire gli occhi. Il naso le bruciava fortissimo, e sentiva in bocca il sapore disgustoso del sangue. Si passò la lingua sulle labbra secche, anche quelle coperte di sangue.

Si sta svegliando...” era una voce vicina al suo orecchio eppure così irreale e deformata, quella che aveva appena parlato.

Elisa tossì forte perchè il sangue le stava scendendo nella gola.

Shh shh” disse di nuovo la voce e sentì una mano accarezzarle i capelli. “shh” ripetè la voce dolce, e Elisa risprofondò nel baratro di buio e pace creato dalla sua mente.

Lottò, con tutte le sue forze, per restare a contatto con la realtà, ma fu tutto inutile; si riaddormentò tra le braccia di uno sconosciuto.


Quando rispalancò gli occhi fu a causa di una forte sensazione di freddo e di... bagnato...?

Mise a fuoco la figura davanti a se nonostante non ci fosse praticamente luce.

Moro, alto, bellissimo: Zayn.

E in mano teneva una bottiglietta di plastica vuota.

Fantastico, le aveva buttato dell'acqua in faccia.

Almeno lavava via il sangue e il senso di sonno dal suo viso.

Elisa provò un fastidioso dolore ai polsi: era bloccati; l'avevano legata stretta, idem le caviglie.

Sbattè gli occhi un paio di volte, cercando di capire dove si trovasse.

Era un luogo freddo e umido, le pareti erano in pietra, ricoperte da uno spesso strato di sporco e muffa.

Non vi erano segni né di luci elettriche, né di riscaldamento. Vide una grossa finestra a destra, da cui filtrava la luce, e una larga porta pesante in legno, dall'altra parte della stanza: Erano nella torre del castello.

Elisa sentì qualcuno piagnucolare alle sue spalle e girò la testa: Giselle, qualche metro più indietro, era accovacciata contro la parete, la testa nascosta tra le gambe, le sue mani e i suoi piedi legati da spesse corde che le stavano lacerando la pelle.

Elisa, senza rendersene conto, emise un grugnito di rabbia e qualcuno l'alzò dal pavimento freddo e duro. Sentiva le gambe molli e deboli.

Zayn la fissò in viso.

Com'era docile ora, pensò. Tutta legata come un salame.

Facciamo in fretta Elisa e nessun' altro si farà male” disse stringendole il braccio con forza.

Elisa non si scompose, digrignò appena i denti.

Sapeva quello che Zayn voleva, e sapeva anche che avrebbe fatto di tutto per prenderlo. Con un movimento repentino abbassò lo sguardo sulla sua mano sinistra. Nuda.

Non c'era più né il guanto, né l'anello.

Cazzo, Zayn l'aveva già preso. Cosa voleva ancora allora?

Dov'è l'anello?” ruggì il ragazzo stringendo la presa sul braccio di Elisa, ma questa non rispose; fissava sconcertata la sua mano sinistra senza anello, respirando velocemente.

Dov'è?” ripetè scuotendola. Lei finalmente lo guardò e balbettò qualcosa senza senso.

Bene allora!” esclamò lasciandola andare “Facciamo a modo tuo Elisa” disse indietreggiando e allargando le braccia con un sorriso quasi sadico. I suoi occhi lampeggiavano da tutta la rabbia che aveva addosso. Tirò fuori dal passante della cintura un coltello, il suo coltello. Elisa spalancò gli occhi.

Cosa voleva fare Zayn con quel coltello?

Zayn si avvicinò alla ragazza in piedi, che chiuse gli occhi dalla paura, ma lui la superò, andando dritto verso la piccola ragazza bionda, ranicchiata in fondo alla stanza.

No!” urlò Niall.

Solo in quel momento Elisa si rese conto che c'era anche lui, nascosto in un angolo buio della torre. Ma Zayn non lo ascoltò, sollevando per i capelli biondi Giselle, che urlò.

Non farle del male Zayn!” Chiese Elisa disperata iniziando a piangere “ti prego! Ti supplico!”

Ma lui non l'ascoltò puntando il coltello alla gola della ragazza più debole e indifesa.

Niall si avvicinò a Zayn, fermandosi a qualche passo da lui. “Zayn stai fermo.. ragiona..” iniziò a dire, cercando di calmare l'amico.

Ma lui lo interruppe “No Niall, deve dirmi dov'è l'anello o ti giuro che la...” ma non finì la frase, non ce la faceva a dirlo.

Non le avrebbe mai fatto nulla, ma loro non lo sapevano.

Era uno stronzo è vero, ma non avrebbe mai fatto del male a Giselle, non fino a quel punto almeno.

Niall avanzò di un altro passo, tenendo le mani avanti. Ma Zayn strinse ancora di più Giselle a se, premendo appena il coltello contro il suo collo.

Poteva sentire il cuore della ragazza battere all'impazzata e vedere il suo viso contratto dalla paura. Per un attimo pensò di lasciarla andare, ma poi si ricordò perchè si trovava lì. Becky.

Zayn! Ti dico dov'è l'anello se la lasci!” disse Elisa, lasciando tutti di stucco. Giselle spalancò gli occhi. “Giuro!” insistette Elisa guardando prima l'amica e poi il ragazzo.

Zayn lentamente lasciò andare Giselle che cadde per terra, svenuta.

Fu Niall a prenderla, prima che sbattesse la testa contro la pietra dura del pavimento. La tenne tra le sua braccia, scostandogli i lunghi capelli biondi dal viso. Era bella anche ridotta così, pensò Niall, stringendola a se.

Zayn si avvicinò ad Elisa. La fissava con la mascella serrata e gli occhi ridotti a due fessure. “dov'è?” sibilò.

Io..io.. l'ho lasciato cadere, giù...” mormorò Elisa cercando di mantenere un'espressione neutra.

Stai mentendo..” disse assottigliando ancora di più gli occhi Zayn e avvicinandosi in maniera minacciosa.

No Zayn, non sto mentendo, è giù.” disse.

Senza l'anello era meno brava a convincere le persone, ma ci stava riuscendo abbastanza bene anche in quel momento; come se comunque ci fosse qualcos'altro... vicino al suo cuore, a darle forza.

Ti avverto Elisa, se non lo troviamo, Giselle qui, fa una bruttissima fine” disse Zayn, prendendola per il braccio e trascinandola con se verso la porta, e poi giù per le scale a chiocciola della torre.

Elisa incespicò un paio di volte, ma la presa forte di Zayn le impediva di cadere.

Una volta che furono usciti dal castello Zayn la gettò a terra. “Dov'è?” ruggì. Elisa iniziò a gattonare in modo umiliante tra il fango e la ghiaia. Le facevano male le ginocchia e il palmo delle mani, ma non si fermò.

Sentiva Zayn camminarle dietro, neanche la stesse portando al guinzaglio.

Elisa tastava con le mani il terreno bagnato, e aveva la vista offuscata dalle lacrime, tirava su con il naso, cercando di restare lucida, quando la sua mano incontrò qualcosa di liscio, cilindrico.

Oppalà. Bingo. Prese in mano lo spray al peperoncino che le era caduto prima.

Allora...?” chiese Zayn.

Lei borbottò qualcosa in risposta e lui, stanco di quella sceneggiata, la prese per il braccio e la girò, tirandola su in piedi.

Ma in quel momento qualcosa spruzzò nei suoi occhi, accecandolo col bruciore. Si porto le mani sul viso, urlando dal dolore.

Elisa cadde per terra e nonostante fosse legata riuscì ad allontanarsi velocemente, strisciando sui gomiti, arrivando allo zainetto abbandonato per terra.

Infilò le mani dentro, cercando affannosamente il vecchio nokia. Ma non lo trovava. “Andiamo” mormorò morsicchiandosi le guance dalla paura e dal nervoso. Rovesciò l'intero contenuto dello zaino per terra, e lo vide.

Si girò e notò con orrore che Zayn si stava lentamente riprendendo. Si strofinava gli occhi imprecando contro di lei.

Il cuore di Elisa batteva troppo forte, e le mani tremanti e sudate non aiutavano la situazione, mentre cercava di far funzionare quel vecchio cellulare. Quando lo ebbe, finalmente, acceso le scivolò dalle mani. 'cazzo, cazzo, cazzo'. Si rigirò e vide Zayn avanzare verso di lei con un espressione che le fece gelare il sangue nelle vene. 'cazzo muoviti' pensò sudando freddo, mentre digitava il numero della polizia. Premette il tasto verde, ma sentì qualcosa tirarla con forza per i capelli.

Zayn, nonostante gli occhi gli lacrimassero e bruciassero come fuoco, vide Elisa ranicchiata appena tre metri più avanti, maneggiare con un vecchio cellulare.

Adesso si metteva male per lei, pensò.

Non gli importava neanche più se l'avesse uccisa 'sta volta.

La prese per i capelli tirandola con forza. Le strappò il cellulare dalle mani e schiacciò il tasto rosso. Appena in tempo.

Elisa sdraiata da per terra e piangeva. Ma a lui non importava niente di quanto forte potesse piangere. Con tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo, le sferrò un calcio nello stomaco e poi un altro, che le fecero sputare sangue dalla bocca.

Zayn non si sarebbe fermato.

Basta” disse una voce maschile. Fredda, dura, severa e arrabbiata.

Louis.



Giselle aprì gli occhi e vide quelli color ghiaccio di Niall fissarla.

La stava tenendo tra le sua braccia, cullandola come fosse una bambina di otto anni che si era sbucciata il ginocchio.

D-dov'è El-Eli..” chiese sbattendo le palpebre, ma Niall si portò il dito sulle labbra, facendole segno di tacere.

Giselle non capì. Niall la lasciò e si alzò, avvinandosi alla finestra.

Lei osservava il suo profilo mentre lui scrutava fuori; non ci aveva mai fatto caso prima, accecata com'era dalla bellezza di Zayn; ma Niall era stupendo.

Alto il giusto per lei, con i capelli biondi chiari sempre spettinati, quegl' occhi color ghiaccio così sinceri e le labbra carnose e rosee.

Non lo aveva mai visto ridere, ma senza sapere il perchè, credeva che la sua risata sarebbe stata la cosa che le avrebbe fatto sciogliere il cuore, un giorno.

E ora era lì, in piedi, e le tendeva una mano, aspettando che lei gliela stringesse.

Ma Giselle non sapeva se farlo. Non sapeva se fidarsi di lui.

Lui era dolce, al contrario di Zayn e non le avrebbe fatto del male, se lo sentiva. Lui l'avrebbe protetta.

Allora perchè non afferrava la mano che lui le stava offrendo? Forse per quello che aveva fatto a Elisa, o, forse, perchè non si fidava degli uomini, non più ormai.

Ma Niall era lì e non ritraeva la mano, aspettando.

Aspettando lei. E Giselle gli prese la mano e si alzò.

Notò solo allora, che le sue mani e le sue caviglie erano finalmente libere.

Lui aveva spezzato le corde.

E ora da in piedi lo poteva fissare negl'occhi.

Grazie” mormorò massaggiandosi i polsi doloranti.

prego” soffiò lui a un centimetro dalle sue labbra.

Devi lasciarmi andare Niall” disse Giselle con calma.

Niall scosse la testa affranto “non posso...” era così combattuto, glielo si poteva leggere negl'occhi.

Devi Niall... non capisci? tu non vuoi farci questo. Tu non sei come lui.”

Tu non sai..” mormorò, ma Giselle lo interruppe.

No, non so perchè Zayn lo faccia; ma ti prego, lasciami andare, devo trovare l'anello prima che lo trovi lui” disse lei disperata cercando il suo sguardo.

L'anello è al sicuro.. ce l'ho io” disse Niall infilandosi una mano nella tasca dei pantaloni e estraendo quell'anello così prezioso per tutti, tranne che per lui.

Giselle sbarrò gli occhi. “Tu..? come..?” chiese senza capire, scuotendo la testa.

Glie l'ho sfilato mentre Zayn ti legava” rispose stringendosi nelle spalle a testa bassa.

Per lui non era nulla.

Per lei quello era stato l'atto più nobile di questa terra.

Adesso capisci Niall, tu non sei così!” esclamò Giselle sollevata, allungando il palmo della mano verso di lui.

Era contenta di aver trovato Niall.

Non gli avrebbe preso l'anello dalle mani, avrebbe aspettato fosse stato lui a darglielo, perchè sapeva che lui l'avrebbe fatto.

Niall studiava i lineamenti perfetti del viso di quella ragazza, pensando a quanto doveva aver sofferto quella notte e nella sua vita.

Il suo viso era provato, stanco, coperto di fango e sangue. Ma ogni traccia di paura era sparita, lasciandole solo un'espressione di amore e dolcezza.

Zayn non aveva capito affondo quella ragazza.

L'aveva solo torturata, fisicamente e psicologicamente.

Ma lei si meritava di più, di tutto questo dolore.

Teneva la sua mano aperta, aspettando qualcosa. L'anello.

Niall vide il suo stesso riflesso negl'occhi chiari e limpidi di Giselle.

Niente a che vedere con gli occhi scuri e forti di Elisa.

Quelli di Giselle erano un vero e proprio specchio.

Senza rendersene conto allungò la mano, posando sul palmo della ragazza quell'anello che stava causando tanto dolore a tutti.

Lei lo strinse nella sua mano e gli sorrise riconoscente. Poi si girò verso la porta. “Vieni con me.” sussurrò tutto d'un tratto.

Niall spalancò gli occhi. “ti prego” lo supplicò lei, allungando la mano, aspettando, questa volta, che fosse lui ad afferrargliela, e a scappare con lei.

Lui la strinse e le sorrise.

Dobbiamo chiamare Harry” disse lei sorridendogli.

E per un momento Niall non si ricordò perchè fosse lì e neanche come si chiamasse.

C'erano solo Giselle e i suoi occhi.



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Capitolo 17
*** 17 ***


Capitolo 1


Basta” disse una voce maschile. Fredda, dura, severa e arrabbiata.

Louis.

Zayn si staccò da Elisa.

Lei giaceva a terra, sdraiata, piegata su se stessa, il viso affondato nel fango, dolorante e umiliata.

A Louis gli si spezzò il cuore vederla così.

Fulminò con lo sguardo Zayn, che senza capire, indietreggiò, spaventato a morte.

Louis era in piedi davanti a lui. Fermo come una statua. E aveva i denti scoperti, in una smorfia spaventosa: sembrava un predatore.

Zayn non capì perchè Louis lo stesse guardando con quello sguardo carico di odio e di rabbia. Cosa aveva fatto di sbagliato?

Elisa aprì gli occhi, sputando altro sangue. Aveva entrambe la mani sull'addome e stringeva forte. Stava tremando. Non capiva bene cosa avesse fermato Zayn. Era stata una voce così dura e carica d'odio, a parlare.

Una voce così... famigliare.

Elisa aprì lentamente gli occhi, e vide Zayn indietreggiare e portare le mani in alto, in segno di difesa.

io non... ti giuro che io...” disse spaventato, tremando.

Di chi aveva paura Zayn?

Non la toccare mai più” ruggì la voce.

Perchè quella voce non la spaventava? Si chiese Elisa.

Io non capisco...Louis...” disse Zayn. Louis.

Louis.

Louis....

Non alzare mai più un dito su mia sorella”





sorella.

Louis. Sorella. Louis. Sorella. Louis. Sorella. Louis. Sorella. Louis. Sorella. Louis. Sorella. Louis. Sorella. Louis. Sorella.Louis. Sorella. Louis. Sorella. Louis. Sorella.

Queste due parole rimbombavano nella sua testa.

Cosa?

Elisa si tirò su a fatica. Gli spasmi gli attraversavano tutto il corpo.

Ma non era più, né per il freddo, né per la paura, né per il dolore, né per l'umiliazione.

Louis suo fratello era in piedi a pochi metri da lei.

Il suo viso si rigò di lacrime.

Ma lacrime di cosa...? Gioia? Sorpresa? Incredulità?

Orrore?

Suo fratello Louis, che non vedeva da, quanto, sei anni?

Era il capo di Zayn, quello di cui lui aveva paura, quello che gli aveva ordinato di fare tutte quelle cose per l'anello....

Aveva lasciato che lui la torturasse, la picchiasse, la pestasse a sangue. Per l'anello?

Chi era diventato Louis?

Zayn stava impalato lì, fermo, immobile, senza capire.

Louis e Elisa. Fratelli?

Cosa?

Lui gli aveva chiesto di prendere l'anello, da sua sorella?

Perchè non ci era andato lui e non gliel'aveva chiesto per favore?

Perchè tutta quella storia? Non capiva.

Poi la paura prese il posto della sorpresa. Aveva appena pestato a sangue la sorella piccola di Louis.

Cazzo.

Io.. io non sapevo fosse...” iniziò a balbettare Zayn sbattendo le palpebre in modo nervoso.

Che fosse mia sorella?” esclamò Louis avanzando “certo che non lo sapevi, razza di idiota! Ma non ti ho mai chiesto di picchiarla”

Mentre parlava il cielo si scurì ancora e grosse nuvole cariche di pioggia offuscarono la luna.

Io...io..” balbettò Zayn ancora.

E non ti ho mai detto di torturarle!” esclamò ancora, e si udì un forte tuono.

Ti ho detto solo di portarle qui e aspettare il mio arrivo!” urlò ancora e il cielo fu squarciato da un lampo bianco come il latte.

La pioggia iniziò a cadere, forte, bagnandoli completamente, ma Elisa non si mosse.

Non ne aveva le forze, era ancora sotto shock.

Non ci credeva ancora che Louis, suo fratello, il suo amato fratello, fosse lì, in piedi davanti a lei.

E non la degnasse di uno sguardo.

Ancora un volta la sua mente decise di portarla al sicuro, e fu ritrascinata nel baratro.



Dopo qualche secolo Elisa si svegliò.

La pioggia non bagnava più il suo volto. E il temporale improvviso sembrava cessato.

Elisa era cosciente al cento per cento, ma non apriva gli occhi.

Aveva paura. Si ricordava tutto. Di Louis. Di suo fratello.

Ma prima o poi li avrebbe dovuti riaprire, pensò, e così molto lentamente, lo fece.

Era sdraiata su un fianco e il suo viso era rivolto contro la parete sporca della torre.

L'umidità filtrava fino alle sue ossa e il dolore allo stomaco era ancora forte.

Strinse i pugni e si sollevò, aiutandosi appoggiandosi alla parete con le mani. Si girò e abbandonò la schiena contro la fredda roccia del castello.

Alzò lentamente lo sguardo fino ad incontrare quelli chiari di suo fratello.

Era in piedi al centro della stanza e la stava fissando con un'espressione indecifrabile. Poi, molto lentamente, le sorrise.

Elisa lo guardava senza riuscire a muovere un muscolo.

Fino a quando una scarica di adrenalina invase il suo corpo. Si staccò dalla parete e riaddrizzò le spalle, mostrandosi fiera in tutta la sua altezza e bellezza.

Se prima aveva creduto di essere felice per aver ritrovato il fratello, ora invece era solo disgustata a vedere com'era diventato.

Il vento che entrava dalla finestra le muoveva leggermente i capelli, scuri come la notte, e gli occhi verdi brillavano, lucidi per tutte le lacrime versate quella notte.

Sul suo volto era dipinta un'espressione di disgusto e rabbia.

Louis pensò a quanto la sorella fosse diventata bella, in quei lunghi anni.

Sei bellissima” disse Louis.

Cosa vuoi da me Louis?” rispose lei.

La freddezza con cui disse il suo nome fu come una pugnalata per lui.

Certo, non che non avesse le sue buone ragioni per essere arrabiata, ma lei non poteva capire il perchè delle sue azioni.

Credo che tu sappia sorellina, cosa voglio..” disse serrando la mascella. Non aveva pensato che la sorella l'avrebbe presa così.

Non so perchè tu lo cerchi Louis, ma credo che tu mi debba qualche spiegazione” disse lei a denti stretti.

Certo che te la devo. Ma mettiti comoda però, è una storia parecchio lunga” disse.

Allora inizia subito” ruggì lei.

Come vuoi. Da dove partiamo? Allora... Elisa... Devi sapere un paio di cosette sulla nostra bella famigliola. Sulla nostra amata mammina.” disse lui immobile.

Un brivido percosse il corpo di Elisa, quando lo sentì parlare così della loro madre.

La nostra cara mamma” continuò Louis, anche se ora la voce era meno ironica, e più triste “non ci ha mai detto tante piccole cose, né e noi, né a nostro padre. È per questo, Elisa, che ti ho lasciato. Per ritrovare papà e capire tutto quello che la mamma ci ha sempre tenuto nascosto, visto che nostra nonna è anche lei,molto brava a tenere la bocca chiusa, diciamo.”

Cioè?”

Cioè il fatto che siamo delle streghe. O meglio. Io preferisco definirmi un mago.” rispose lui stringendosi nelle spalle come se avesse appena chiesto un etto di prosciutto dal salumiere.

Che cazzo stai dicendo Louis? Di che cazzo ti fai..?” chiese Elisa ridendo, sbalordita.

Ahahaha. Sapevo avresti detto qualcosa del genere. Allora bè, mettiamola così Elisa, se tu per maghi e streghe, intendi Harry Potter e Hermione Granger, allora no.” disse scuotendo la testa divertito. Poi continuò leggermente più serio.

Niente Hogwards, niente bacchette e niente Silente. Solo un'elevata capacità di controllare, Elisa. Controllare... Gli elementi, per esempio. Come l'aria, come ho fatto prima scatenando quel temporale, o.... il fuoco!” Louis la guardò in modo significativo prima di scrocchiare le dita, provocando una scintilla e poi qualche fiamma, tra le sue dita.

Elisa spalancò gli occhi.

Che razza di trucco aveva usato suo fratello per accendere il fuoco così.

Louis lo spense dopo qualche secondo, abbassando la mano.

Noi controlliamo. Controlliamo anche, oltre ai quattro elementi, le emozioni altrui.... le menti altrui; gli animali...e la natura. Controlliamo; Influenziamo. Questa è la magia Elisa. E tu come me... come nostra madre ...come nostra nonna e come la nostra intera famiglia, siamo dei maghi. Da generazioni. Da secoli e secoli, la magia scorre nelle nostre vene

Non capisco” disse Elisa scuotendo la testa “ammesso e non concesso tutto questo, cosa c'entra l'anello?” chiese.

Il tuo anello, insieme al mio, al mio braccialetto ed a una collana, racchiudono i quattro elementi. Chi li indossa, se dotato di poteri magici, può esplicitamente controllare i determinati elementi, anche se giovane o poco potente.

Insieme le quattro pietre possono donare poteri illimitati al mago, o alla strega, che le indossa.”

Non ti credo...” disse Elisa scuotendo la testa e alzandola con aria di sfida.

Sai perchè nostro padre ci lasciò?” chiese Louis.

Perchè tradì nostra madre.” disse lei alzando un sopracciglio.

Quello fu uno dei motivi; ma nostra madre gli tenne nascosto per ben dieci anni la verità su di lei e sulla nostra famiglia” disse Louis.

Continuo a non credere a una sola parola” ripose Elisa assottigliando gli occhi.

Ti è mai capitato Elisa, che indossando il tuo anello, ti sentissi più... potente?”

Elisa non rispose.

O più forte..? hai mai notato che quando lo portavi riuscivi a convincere le persone? A influenzarli con i tuoi stati d'animo? Dimmi la verità, Elisa, non hai mai percepito la magia in quell'anello?” chiese lui sincero.

Io- non -sono- una- strega- Louis” disse lei scandendo bene ogni singola parola e arricciando le labbra dalla rabbia.
“Non voli su una scopa è vero, e non indossi un cappello a punta, ma ti posso assicurare Elisa che tu sei una strega coi fiocchi.”

Elisa scosse la testa tra il divertito e lo stupefatto.

Non poteva credere a tutto le stronzate che Louis le stava raccontando, eppure nel suo profondo sentiva che erano la verità. Strinse i denti e si morse le guance.

Ti ricordi quando da bambini giocavamo nel bosco e tu riuscivi ad accarezzare tutti gli animali, anche quelli che normalmente scappano dagli uomini?” chiese Louis avvicinandosi a lei.

Ti ricordi quando da bambina, se ti arrabbiavi, riuscivi ad ottenere quello che volevi?” Louis si faceva sempre più vicino e la testa di Elisa girava sempre di più.


Attenta Elisa” disse Louis cercando ti chiamarla indietro. Ma la piccola bambina non aveva paura del grosso cervo che aveva davanti. Gli si avvicinò, e salita lentamente su una roccia, gli accarezzò il muso. “Elisa!” urlò Louis spaventato. ma la bambina continuava ad accarezzare l'animale, stregato dai suoi occhi.


Elisa rispalancò gli occhi.

Quella scena era avvenuta all'incirca quindici anni prima in un bosco lì vicino, mentre trascorrevano le vacanze estive dalla nonna.

Gli occhi verde scuro di lei si riempirono di lacrime.

Come aveva potuto dimenticare.

Ho bisogno di quell'anello, Elisa” disse Louis a bassa voce.
“Perchè?” chiese lei cercando di non piangere e di capire cosa davvero volesse il fratello da lei. Perchè era tornato dopo anni in cui non l'aveva mai cercata.

Non posso dirtelo Elisa, ma, ti prego, fidati di me..” disse lui sincero.

Perchè non me lo hai semplicemente chiesto?” chiese lei scuotendo la testa, senza capire.

Perchè avevo paura di rivederti Elisa...” ammise lui a testa bassa.

Tu mi hai lasciato Louis, come nostro padre, dopo aver saputo la verità, e mi hai lasciato. Mi dispiace... Non ti posso dare quello che cerchi. Anche perchè non ho più io l'anello.” concluse lei con una punta di amarezza nella voce.

Cosa!?” esclamò Louis sconcertato dall'ultima affermazione della sorella.

No Louis, mi dispiace, non ce l'ho più” A Elisa non dispiaceva affatto di non poterglielo dare.

Era chiaro che suo fratello non era tornato per lei; ma unicamente per quello stramaledetto anello.

E chi ce l'ha...?” ruggì Louis digrignando i denti fino a mostrare le gengive.

Suo fratello la spaventava.

Più di Zayn e Niall messi insieme.

Quello non era più suo fratello, pensò.

Suo fratello era morto per lei.

Così come sua madre e suo padre. Morti.

Lui non era nessuno per lei e lei non gli avrebbe mai dato quell'anello, neanche se ce l'avesse avuto.

Stava per dirgli tutte quelle cose in faccia quando qualcosa attirò la loro attenzione.

Precisamente fu il rumore lontano di delle sirene.

La polizia.

Zayn salì le scale e entrò nella stanza in quel momento, mentre suo fratello correva alla finestra.

Louis.. la polizia.. non so come..” disse Zayn con il fiatone.

Maledizione” ruggì Louis, e salì in piedi sulla finestra, e prima di saltare giù come un felino, guardò sua sorella in piedi contro la parete. Era sollevata.

ci rivediamo, sorellina” disse malizioso, prima di lanciarsi sotto.

Zayn scomparve in maniera molto meno scenica, dalla porta.

Che seratina interessante, pensò Elisa lasciandosi scivolare contro la parete dura del castello.


Elisa era troppo rimbambita per sentire esattamente cosa diceva tutta quella gente accanto a lei. Il suo udito era molto molto parziale.

Stava uscendo da quel castello in una pesante coperta grigia, scortata da tre o quattro agenti. Aveva gli occhi bassi e mezzi socchiusi, ma poteva vedere chiaramente gli inconfondibili colori, rosso e blu, delle sirene sella polizia. Vedeva anche tutta quella gente intorno a lei, abbracciarla e rassicurarla.

Alzò gli occhi e vide a un metro da se un viso famigliare, distrutto.

Giselle era seduta nell'ambulanza con ancora gli sportelli aperti, avvolta anche lui in un coperta, mentre un medico le misurava la pressione al suo fianco.

Il suo viso era pieno di graffi e sporco, così come quello di Elisa.

Le due si guardarono da lontano, gli occhi pieni di dispiacere e dolore. Si sorrisero in modo timido. Giselle scese da dove era seduta e si avvicinò ad Elisa.

Nello stesso secondo si abbracciarono, scoppiando in un pianto incontrollato.

Io, è stata, tutta colpa mia...” singhiozzò Giselle contro la sua spalla.

Shh... non dire così.” disse Elisa lisciandole i capelli.

Niall...Niall” disse Giselle mentre piangeva.

Lui non ti farà più del male.. te lo prometto”

No..” disse staccandosi Giselle, mentre si asciugava le guance “lui, lui mi ha aiutato, e lui mi ha dato questo” ed estrasse l'anello dalla sua mano che aveva tenuto chiusa a pugno tutto il tempo.

Cosa?” chiese Elisa, senza capire. Niall? Niall aveva il suo anello e lo aveva dato a Giselle.

Ho un sacco di cose da dirti” mormorò Giselle.

Anche io Giselle... parecchie. So per chi lavora Zayn e perchè vuole l'anello” disse Elisa in un soffio, guardandola dritto negl'occhi. Vide le pupille di Giselle dilatarsi un poco, spaventata.

Chi...?” stava iniziando a chiedere, quando fu interrotta da una voce.

Quella di Harry. “Elisa!” urlò lui, separando le due ragazze e abbracciando Elisa.

Oddio Elisa...Oddio...”

Era sconvolta. Il suo bellissimo viso era sporco e pieno di ferite e lividi. Si reggeva a sento in piedi. La sua bocca era incrostata col sangue, così come i suoi vestiti, aveva un occhio nero e uno si teneva lo stomaco.

Chiunque le avesse fatto questo l'avrebbe pagata cara, pensò Harry, stringendola tra le sua braccia.


Capitolo quel tantino importante! Insomma Elisa scopre tutto!

Scopre che il famoso “capo” di Zayn è suo fratello.

Scopre come è diventato.

E soprattutto scopre finalmente di essere una strega!

Spero vi sia piaciuto! E grazie tante a tutte! (:

Xx_cla

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Capitolo 18
*** 18 ***


Capitolo 18


Berwick era sempre stato un paesino che o amavi o odiavi con tutto il cuore.

Elisa sinceramente non lo aveva mai odiato.

Le piaceva la sua natura incontaminata, i boschi rigogliosi, gli immensi prati verdi, il cielo stra stellato, il fiume, il mare, tutte quelle piccole casette colorate e quei negozietti a torre.

Lo aveva sempre trovato molto suggestivo e caratteristico.

Persino fuori dalla civiltà, a volte. Come se fosse rimasto fermo al 20° secolo.

Ma se c'era un difetto che aveva sempre trovato in Berwick, era quello di essere estremamente noioso.

Sempre le stesse persone, sempre gli stessi posti e le stesse cose da fare.

Quando si sentiva particolarmente oppressa da quel paesino, Elisa si rifugiava nella natura. Nei boschi e nelle radure vicino al fiume.

Tutto quel verde, così simile ai suoi occhi, la faceva sentire a casa. La sua vera casa erano i boschi della Scozia.

La natura non era mai noiosa, anzi, c'era sempre un nuovo rumore d'ascoltare: il canto delle cicale, l'acqua che scorreva in lontananza, il vento tra le fronde degli alberi. Un nuovo colore da vedere, i fiori primaverili, gli animali che si mimetizzavano nel bosco e un nuovo particolare da scoprire.

Amava camminare nell'erba alta, accarezzandone delicatamente i fili con le mani.

E persino ora, che Berwick si era dimostrato il suo piccolo inferno personale, una fitta ragnatela di segreti e magia, Elisa sentiva di poter contare ancora sulla natura.


Seduta contro un albero, sovrappensiero, si rigirava tra le mani quel piccolo anello.

Anello rimasto per anni sotterrato sotto un mucchio di oggetti vecchi, nella soffitta di casa di sua nonna. Ignorato da tutti e tutte. Privo di attenzioni.

E ora quell'anello stava scatenando l'inferno. Tutto di un tratto.

Il destino può scagliarsi sopra di noi in ogni momento, pensò Elisa.

Era passato appena qualche giorno da quella notte terribile e lei portava ancora i segni delle botte e del dolore. I lividi e i graffi su tutto il corpo.

Ma nulla la feriva e la torturava come l'immagine di suo fratello con quell'espressione animalesca e cattiva sul viso.

Per anni aveva immaginato suo fratello, lontano, finalmente felice e soddisfatto della sua vita.

Non si sarebbe mai immaginata di rivederlo così, non in quelle circostanze almeno.

Avrebbe dato di tutto, per tornare anche solo a un mese prima. Quando ancora era ignara di tutto. Della sua vera identità.

Ma qual'era la sua vera identità poi? Era davvero come diceva Louis, una strega?

Non ci poteva credere. Non ci voleva credere.

Chissà quel' era poi il potere di quell'anello.

Louis aveva detto che le sue due pietre controllavano l'aria e il fuoco. O almeno così aveva capito. Il suo anello cosa controllava? Qual'era il suo elemento?

L'acqua? O forse la terra? E la quarta pietra dov'era?

Perchè nessuno le aveva mai rivelato quelle cose prima?

Da chi la doveva proteggere suo fratello?

Cosa avrebbe dovuto fare adesso?


Troppe domande affollavano la sua mente, tutte prive di una risposta.

Elisa chiuse gli occhi, cercando un po' di pace interiore.

Appoggiò la nuca contro la corteccia ruvida del secolare albero sotto il quale era seduta.

Scappare non sarebbe stata una soluzione, lo sapeva, allora perchè lo desiderava tanto? Capì perché suo fratello l'avesse lasciata, sei anni prima, dopo aver scoperto la verità.

Probabilmente anche lei l'avrebbe fatto. Ma adesso lei era incastrata lì.

Costretta a giocare un gioco di cui non conosceva le regole e neppure i giocatori.

Avrebbe avuto bisogno di risposte, e di un aiuto. Odiava ammetterlo, ma non ce l'avrebbe mai fatta da sola. Ma aveva già fatto soffrire così tanto Giselle e Harry.

Per questo era sparita dalla circolazione in quei due giorni, ritirandosi nella natura. Doveva proteggerli. Quello era un gioco che richiedeva un giocatore singolo.

Era sola. Di nuovo. Su chi avrebbe contato ora?

Aveva solo se stessa. E il suo anello.


Elisa aprì la porta di casa. Già aperta.

Uff! Succedeva troppo spesso ultimamente. Il momento di solitudine non era durato poi così tanto, eh.

Dove cazzo sei stata!?!?” esclamò una voce acuta, mentre una chioma bionda le si fiondava addosso.

In giro Gi...” disse lei, ignorandola e andando dritta in cucina.

Per due giorni, senza cellulare e nulla? Hai idea dei rischi che corri?... Elisa!” disse disperata la sua amica seguendola come un cagnolino.

Ci hai fatto morire di infarto” aggiunse portandosi una mano al petto.

Elisa bevve un po' d'acqua e andò nel salotto. La cosa non la toccava minimamente. Poteva preoccuparsi quanto voleva, lei non avrebbe smesso di uscire di casa comunque.

Harry era in salotto, appoggiato alla finestra con un' aria afflitta.

Rimprovero misto a preoccupazione e angoscia. Li aveva fatti preoccupare così tanto?? Elisa sbuffò, lasciandosi cadere su una sedia, accendendosi una sigaretta.

Erano entrambi in piedi di fronte a lei, con aria severa.

Sembravano due genitori che mettono in punizione la figlia. Se non fosse stata così stanca l'avrebbe trovata una cosa comica.

Stava per ribattere con qualcosa di acido, quando sentì il rumore di uno scarico.

Aggrottò le sopracciglia: chi altro c'era in casa oltre a Giselle e Harry?

Ma, prima che potesse chiederlo, una testa bionda palesemente tinta spuntò dalla porta.

Niall?

Niall.

Niall era proprio come un fungo: spuntava sempre quando meno te lo aspettavi. Guardò con aria interrogativa Giselle.

Te l'ho detto El, ora lui è con noi” disse l'amica, stringendosi nelle spalle con aria innocente. Elisa non capiva il perché di un così repentino cambio di prospettiva...

Niall era in piedi sulla porta, sembrava si preparasse ad un verdetto.

Posso parlarti un secondo Gi?” chiese Elisa, facendo saettare gli occhi da Niall alla amica.

C-certo” disse Giselle seguendola al piano di sopra.


Harry e Niall erano vicini, seduti sul divano, davanti alla televisione sincronizzata su una qualche partita di calcio importante. Ma nessuno dei due prestava la minima attenzione al gioco. Si stavano studiando a vicenda con la coda dell'occhio.

'Chissà cosa ci aveva trovato Elisa in lui..' si chiese Harry scettico.

Niall invece pensava a trovare un modo per fargli capire di non essere una minaccia per la sua relazione con Elisa. Era inutile che si preoccupasse tanto di lui. Ora la sua testa era concentrata su qualcos'altro, mettiamola così.


Non mi fido di lui!” esclamò Elisa passeggiando nervosamente per la stanza.

Elisa calmati, davvero, lui è con noi... Lui.. non è come Zayn, davvero credimi”

Giselle non sapeva proprio come farle capire che Niall era buono.

Non le avrebbe mai fatto del male. Non più.

Elisa sbuffò, scuotendo la testa.

Avrebbe continuato a non fidarsi, non le interessava il parere di Giselle, lei era troppo buona con le persone. Ingenua spesso.


Bene allora. Ci sono parecchie cose da dire. Quindi zitti e ascoltate” disse Elisa camminando davanti ai tre, tutti seduti composti sul divano, uno di fianco all'altro.

Elisa sorrise sommessamente: sembravano dei bravi scolari e lei la maestra cattiva.

Allora partiamo dal fatto che, dopo che tu e il biondino siete andati a cercare aiuto...” iniziò Elisa, indicando Giselle e il ragazzo al suo fianco.

Non aveva la minima intenzione di rivolgere la parola a Niall, anche se Giselle si fidava di lui, Elisa proprio non ci riusciva.

...Io sono rimasta giù con Zayn” continuò concentrata, pensando a come poter andare avanti.

Harry si irrigidì a sentire quel nome e strinse i pugni.

Un giorno quello Zayn l' avrebbe pagata cara, per cosa aveva fatto a Elisa. Elisa ignorò l'espressione sul viso del suo ragazzo ed andò avanti nel racconto, camminando avanti e indietro.

E a un certo punto è arrivato Louis..” disse ancora vaga.

Louis?” urlò Giselle, tirando un acuto che faceva un baffo agli ultrasuoni dei pipistrelli.

Louis come tuo fratello...” commentò sorpreso Harry, aggrottando le sopracciglia.

Louis è mio fratello, Harry” dirlo ad alta voce così, non aveva senso.

Che intendi?” chiese Giselle senza capire. “Quale fratello??”

Quanti fratelli ho Gi? Louis è l'unico. Ed è il capo di Zayn”

Cosa? Louis è.. tuo fratello?” esclamò Niall strabuzzando gli occhi.

Colpo di scena. Sembrava beautiful tutta 'sta storia. Pensò il biondo.

Esatto Sherlok” disse Elisa acida.

Perchè non la lasciavano andare avanti?

Aspetta, frena...” disse Giselle scuotendo la testa, confusa. “Fammi capire bene.. tuo fratello, che non vedi da sei anni” precisò “è il capo di Zayn e vuole l'anello di vostra madre? Perchè?! Non ha senso!!” esclamò levando le mani in alto.

Se mi lasciate finire magari...” commentò acida.

Scusa se ti interrompo ancora eh, ma Louis non era andato da tuo padre?” chiese Harry, anche lui a dir poco scioccato.

Elisa sbuffò.

Si. Ma adesso se mi lasciate parlare, magari vi spiego meglio. Graaaazie!” esclamò esasperata. “Allora.. mio fratello ha detto una cosa un tantino scioccante. Ma promettetemi di non ridere” li supplicò.

Perché dovremmo ridere?” disse Giselle, che stava capendo sempre meno.

Bè... forse perché Louis ha detto che... io e lui... e la nostra famiglia a quanto pare, siamo come dire...” non sapeva proprio come dirlo.

Si sarebbe sentita troppo stupida a pronunciare quella parola ad alta voce.

Dei maghi” disse al posto suo Niall.

Tutti lo fissarono per un paio di secondi, prima che Harry scoppiasse a ridere in modo fastidioso.

Maghi?? in che senso!?” chiese divertito.

Elisa aveva proprio sperato di non vedere quel tipo di reazione.

Nel senso che Louis... voi non lo avete visto cosa fa. Davvero. Non potete capire.. lui.. accende il fuoco senza usare nulla, e scatena tempeste come niente fosse; e se ti fissa negli occhi... ti si ghiaccia il sangue nelle vene.” disse Niall guardandoli serio, rabbrividendo al ricordo.

E vi posso assicurare che fa letteralmente cagare sotto dalla paura” aggiunse poi per sottolineare il concetto, visto che lo osservavano come se fosse stato un pazzo, appena uscito dall'ospedale psichiatrico.

Elisa si chiese quanto dovesse essere stato scocciante per Niall e Zayn vedere i poteri di Louis quando era arrabbiato.

Giselle e Harry avevano un'espressione a dir poco sconcertata.

Elisa li fissava di sottecchi, sperando che capissero la situazione.

Ringraziò mentalmente Niall per aver detto al posto suo tutte quelle cose, che per lei ancora non avevano un senso.

E' vero?” chiese Harry guardando Elisa, che a testa bassa si limitò ad annuire.

Si Harry, so che è incredibile, fidati, ancora stento a crederci io, ma Louis, è davvero un mago” disse con voce flebile.

Questo fa di te una strega?” chiese Giselle, stranamente tranquilla;

era arrivata a quella conclusione subito, ed era il punto cruciale della questione.

Quella storia aveva un ché di assurdo, ma Elisa e Niall non le avrebbero mai raccontato bugie, pensò Giselle.

Quindi gli credeva. Solo diciamo che, bé, era assurdo!!

Streghe e maghi.

Elisa annuì a testa bassa.

Louis ha detto così. Ha detto che la magia scorre nelle vene della nostra famiglia da secoli.”

E cosa c'entra l'anello?” chiese dubbioso Harry.

C'entra che, un tempo; e sto parlando di migliaia di anni fa; c'era una sola pietra magica, che conteneva tutto il potere. E poi questa pietra fu distrutta, e si salvarono solo frammenti. Come l'anello. Quattro frammenti per la precisione. Come i quattro elementi. Ogni pietra ne controlla uno. Louis indossa quelle dell'aria e del fuoco. Ma le vuole tutte per essere il mago più potente su questa terra.”

Non era stata Elisa a parlare ma Niall, che si massaggiava nervoso il palmo della mano.

'Quindi anche lui conosce la leggenda' pensò sollevata Elisa.

Non so quale potere abbia questo anello, lo possiamo scoprire, oppure possiamo chiederlo all'unica persona viva, oltre a Louis, che sa la verità” disse Elisa guardandoli uno ad uno negl' occhi.

Cioè chi?” chiese Giselle ancora una volta dopo aver perso il filo del discorso.

Mia nonna” disse Elisa decisa.



La signora Van Helsing era seduta sulla panchina nel giardino della casa di risposo Saint John e sfogliava un vecchio libro. Qualcosa la interruppe dalla sua lettura.

Nonna!” alzò gli occhi stanchi, sfilandosi gli occhiali dalla punta del naso, e incontrò lo sguardo della sua amata nipote.

Elisa...” mormorò sorpresa.

Quello non era l'orario delle visite, lo sapeva bene, ma lei aveva bisogno di parlare con la nonna. Urgentemente.

Nonna, conosci Giselle e Harry” disse frettolosamente, indicando ai propri lati.

Salve signora” disse Giselle con un gesto del capo, Harry fece lo stesso. La nonna gli rispose con un sorriso.

Lui è Niall invece” disse Elisa indicando il biondo alla destra di Giselle.

Salve ragazzi; Niall è un piacere.” disse la nonna con voce dolce.

Aveva capito benissimo cosa volesse Elisa.

Cosa avesse di così urgente da dirle per venire lì a quell'ora e senza preavviso.

Era chiaro.

Aveva scoperto la verità.

Tu sai perché sono qui nonna.” disse Elisa breve e concisa, guardando la fragile nonnina seduta sulla panchina di legno.

La nonna strinse nella mano il bastone che usava come appoggio.

'molto bene' pensò 'è giunto il momento'

Credo sia meglio camminare” disse alzandosi a fatica e incamminandosi sul sentierino che circondava l'edificio bianco. Elisa e gli altri la seguirono senza dire una parola.

Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato..” mormorò la nonna, quando si ritrovò la nipote al suo fianco, mentre fissava le nuvole.

Ma non era dispiaciuta o preoccupata mentre lo diceva, era una pura constatazione.

'Ma come l'aveva scoperto?' Si chiese.

E' stato Louis a dirmi tutto” disse Elisa, come se le avesse letto nel pensiero.

Louis?” chiese la nonna, leggermente sorpresa.

Si mio fratello, è tornato nonna, e vuole l'anello.”

Oh e tu sai perché lo vuole?” chiese la nonna ammirando il prato verde di fianco a loro.

Non era affatto allarmata mentre parlava, sembrava tranquilla... come se stessero discutendo del tempo.

Per una che non ne aveva mai fatto parola in vent'anni, era abbastanza rilassata sull'argomento.

Si nonna ho solo bisogno di sapere se quello che dice è vero.” insistette Elisa forzando la voce, cercando di stare calma quando avrebbe voluto prendere qualcosa è spaccarlo in mille pezzi.

La nonna e la sua tranquillità la stavano snervando.

Si, cara Elisa, sei una strega e quello che porti al dito è una pietra millenaria forgiata dai primi uomini che abitarono queste terre.”

Perchè aveva la voce di una che aveva appena ordinato una tazza di thè?????

Elisa non sapeva che dire, così come Harry, Niall e Giselle al suo fianco.

Erano senza parole, ascoltavano rapiti le parole della nonna senza osare nemmeno respirare.

La nonna di Elisa non aveva mai sofferto di elzheimer o demenza senile, mai.

Quella donna era più sveglia di metà dei loro coetanei.

Ma tutti e quattro, in quel momento, sperarono avesse iniziato a soffrirne proprio cinque minuti prima: perché credere a quelle parole, era la cosa più difficile che avessero mai fatto nella loro vita.

Una vita passata a credere che la magia, e quelle cose lì, non esistessero; e poi arrivava un giorno, a caso, e tutto il mondo di bugie e false apparenze in cui credevano ed erano cresciuti, gli era precipitato addosso.

Perché non me l'hai mai detto, in tutto questo tempo?” chiese Elisa, più che risentita ancora scioccata.

Ma comunque sua nonna, la persona che amava di più al mondo, le aveva mentito per anni e anni. Ma lo aveva davvero fatto per il suo bene?

Dicevano tutti così.. ma era una bugia o la verità? Da cosa la stavano realmente proteggendo?

Tanti anni fa quando ero giovane io, la magia era ancora ben radicata in queste terre Elisa, ma i tempi cambiavano e cose terribili accaddero a coloro che la praticavano; crebbi in un mondo che sembra così vicino nei libri di storia, ma era un qualcosa che tu non puoi neanche immaginare. Fu in inferno un'estate, ci fu un massacro. In pochi sopravvivemmo. La storia ricorda di una bomba tedesca, la verità è un'altra purtroppo.”

La voce della nonna era lontana, distante, come se fosse tornata indietro nel tempo insieme alla sua storia.

Lasciai la mia terra e la mia famiglia da bambina, e crebbi con la sete di vendetta, ma poi, un giorno, incontrai tuo nonno e lui non sapeva nulla di me, delle mie origini e dei miei poteri, e decisi di non rivelargli nulla e mi convinsi che la magia fosse solo un male. Anni dopo diedi alla luce tua madre, e mi ripromisi che, per il suo bene avrei tenuto lontana anche lei da quel mondo pericoloso. Lei era così fragile e dolce sin da bambina... andava protetta Elisa; lei era troppo innocente.”

La nonna parlava come si dovesse giustificare di qualche grave colpa, persino nei suoi occhi turchesi si leggeva che, dietro alle parole dolci, si nascondeva un mondo fatto di sensi di colpa e passati rimpianti.

Ma poi nacque tua zia, Morgana...” la voce della nonna tremò e la sentì trattenere le lacrime. Era arrivata al punto cruciale della storia. Il tassello mancante. Morgana.

La madre e la nonna non le avevano quasi mai parlato di sua zia.

Sapeva solo che avevano litigato anni prima e che non si vedevano da vent'anni e questo era tutto.

Era uno dei tanti segreti di famiglia, il perché della lite. Era un tabù in casa loro.

Ma non capiva cosa centrasse adesso la zia Morgana in questa storia.

La nonna prese un bel respiro e cercò di calmare il tremore delle sue mani, prima di continuare con il racconto. Le faceva incredibilmente male ricordare tutte quelle cose.Tutti quei terribili errori che aveva commesso. Quelle cose che per anni aveva fatto di tutto per dimenticare.

Tua zia Morgana era così diversa, Elisa.. lei era.. potente. Lo sentì dal primo momento in cui la diedi alla luce. Era forte come la roccia. E al contrario di tua madre, lei percepì la magia sin da piccola. Aveva delle capacità strabilianti, io... io non potevo credere ai miei occhi. Ed erano così diverse tua madre e lei. Erano come il sole e la luna. Ma Morgana presto volle sapere, e io non volevo parlare, volevo proteggerla. Per questo si arrabbiò con me e scappò di casa... a soli sedici anni.”

La voce della nonna fu rotta dal pianto. Elisa posò la sua mano sopra quella della nonna, cercando di calmarla. La nonna le sorrise riconoscente.

Giselle appena qualche passo indietro si asciugò qualche lacrima di commozione.

Ma lei non sapeva dei gioielli a quei tempi. Lo seppe solo anni dopo, quando venne a reclamarli; tu non eri ancora nata Elisa, Louis era piccolo. Quando tornò era un'altra persona, fuori di se. Io e tua madre cercammo di fermarla e usammo le pietre. Morgana era malvagia, ma era mia figlia. Non le avrei mai fatto del male, mai. Ma non le potevo darle quello che voleva. Lo avrebbe usato nel modo sbagliato. E dopo quella volta io e tua madre nascondemmo i gioielli con l'intento di non usarli mai più. ” disse tremando, mentre le lacrime le scivolavano sulla pelle rugosa.

I ricordi le pesavano sulle spalle come macigni, ed erano rimasti lì per anni e anni; rendendola sempre più debole.

Ma ora se ne stava finalmente liberando, grazie alla nipote.

Perché dici che era malvagia?” chiese Elisa.

Lei.. infondo lei lo era sempre stata. Ma da bambina, io e tuo nonno credevamo fosse semplicemente un'indole un po' vivace e dispettosa. Ma con gli anni, i suoi poteri aumentavano e la sua brama di potere con loro. Potevo vedere nei suoi occhi la rabbia e la frustrazione crescere ogni giorno di più.”


Perché non lasci che usi i poteri che la natura mi ha donato mamma!?” urlò la voce forte, decisa e arrogante della sua figlia minore.

Perché portano solo guai Morgana! Fino a quando sarai sotto il mio tetto non ti permetterò di usarli e farti del male!” la voce della nonna, indietro nel tempo, era molto più forte e decisa, cosi come il suo viso.

Insegnami a controllarli allora!” urlò disperata la figlia, con gli occhi che luccicavano dalla rabbia e dalla frustrazione.

Era sempre stata bellissima e maestosa. I grandi occhi neri come la notte e i capelli biondo argento come la luna.

Aiutami mamma ti scongiuro!” disse un'ultima volta, avvicinandosi al volto della madre, così severo e determinato.


La nonna aprì lentamente gli occhi arrossati dalle lacrime. Aveva sentito quel ricordo così vicino a se.

Ma era di nuovo seduta su una panchina nella casa di riposo e Elisa le era di fianco. Le cingeva delicatamente le spalle.

Va tutto bene nonna, non è stata colpa tua..” disse lei cercando di calmarla.

E invece si.. io avrei dovuto...avrei potuto..” mormorò indistintamente.

Portare a galla quei ricordi era stato doloroso, ma lo doveva fare per Elisa. Non avrebbe commesso lo stesso errore due volte.

Shh nonna.. shhh” Elisa non sapeva cosa dirle per fare in modo che la smettesse di piangere.

Era stata lei a spingerla a rivelarle quelle cose così dolorose. A ricordare la perdita di una figlia.Era tutta colpa sua.

La nonna le accarezzò il viso dolcemente.

Pagherò il prezzo dei miei errori Elisa, come tutti.” disse senza paura.

Nonna.. io... Louis indossa il bracciale e l'anello. Perché lui...?”

Tuo fratello fece quello che fece tua zia. Mi chiese spiegazioni e io gliele diedi, ma lui si arrabbiò perché gli avevamo mentito. Non seppi mai come Louis scoprì la verità, probabilmente la intuì. Quando seppe tutta la storia se ne andò di casa, portando con se due dei quattro gioielli. Non so neanche come lui sapesse dei gioielli. È ancora un mistero per me come lui scoprì tutto ciò.” Ammise la nonna a testa bassa.

Dov'è la collana, nonna?” chiese Elisa

Non l'ho mai ritrovata ma...”

Ma cosa...?”

Tuo padre...” iniziò la nonna guardandola negli occhi.

Mio padre..?” Elisa non capiva, pensava suo padre fosse fuori da tutta questa storia.

Ci sono delle cose che devi sapere su tuo padre Elisa...” disse la nonna.

Ma proprio mentre la nonna stava per parlare, una voce acuta risuonò da dietro di loro e tutti si girarono. Una stupida infermiera venne verso di loro a passo di marcia e notando le condizioni della nonna, iniziò a sbraitare come un'isterica.

Questo non è un bordello! Ci sono degli orari da rispettare! Come siete entrati!? Chi vi ha lasciato passare!? E cosa le avete fatto per l'amor di Dio, povera signora Van Helsing. Ester.. Katy! Dora! Venite presto!”

Altre infermiere arrivarono, strappando la nonna dalle braccia di Elisa.

Nooo” urlò Elisa, divincolandosi. “Sono la nipote, sono la nipote!”

Ma non vedi che tua nonna sta male!” urlò una delle infermiere raccogliendo dalla panchina la nonna, che ora sembrava veramente in stato confusionario.

Anche gli altri cercarono di protestare, ma fu a quel punto che i gorilla-infermieri spuntarono fuori: bestioni di due metri vestiti di bianco, erano quel tantino inquietanti.

Li strattonarono via, mentre Elisa fissava la nonna con gli occhi sbarrati.

Non potevano portarla via ora. Mancava ancora un pezzo di verità. Vide per un ultimo secondo la lucidità negl' occhi della nonna, prima che cadesse priva di sensi e esausta nelle mani delle infermiere.

Ti prego...” urlò, prima che fossero sbattuti fuori dal cancello della casa di risposo.

Elisa tirò un calcio alle sbarre con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Cazzo!! cazzo..cazzo” sbraitò. Aveva bisogno di sfogarsi un po'... Cazzo! Proprio ora che le stava per dire del padre.

Bè qualcosa l'abbiamo scoperto..” mormorò Niall dopo qualche secondo.

Harry e Giselle annuirono ancora sotto shock, mentre Elisa si abbandonava contro un albero. Esausta anche lei.


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Capitolo 19
*** 19 ***



Come facciamo adesso?” chiese nervoso Zayn, mentre camminava avanti e indietro per l'appartamento di Louis.

Di cosa stai parlando?” Louis invece sembrava fin troppo calmo, seduto su quella poltrona in pelle marrone del salotto, mentre sorseggiava tranquillamente un bicchiere del suo whisky preferito.

Sai di cosa sto parlando... di Niall!” esclamò Zayn sbuffando “E dell'indagine in corso della polizia, dell'anello, e di tutto!” continuava a muoversi per la stanza come un razzo, per sfogare tutta l'ansia che aveva in corpo.

Non c'è niente di cui preoccuparsi Zayn! Niall è troppo stupido per essere un pericolo, e la polizia non troverà nulla che riconduca a noi..” disse lentamente Louis, concentrato a fissare il bicchiere, come se volesse scoprire qualcosa all'interno del liquido ambrato..

Ma Niall sa tutte quelle cose...” iniziò il moro sempre agitato, gesticolando con le mani per poi passarsele tra i capelli; ma Louis lo interruppe prima che a Zayn scoppiasse un attacco isterico in grande stile.

Niall non sa nulla di più di quello che Elisa scoprirà da nostra nonna” disse contrariato, stringendo nella mano il bicchiere di vetro come se volesse romperlo.

La cosa lo scocciava, e non poco; quella donna aveva il dono di parlare solo quando non doveva.

E ora quella piccola questione da niente si era trasformata in una guerra aperta, pensò.

L'unica cosa che mi preoccupa è Elisa..” disse Louis alzandosi, dopo aver finito in un solo sorso il whisky come fosse stata acqua.

E perchè?” chiese Zayn senza capire, scuotendo la testa lentamente.

Non aveva mai pensato che Louis si preoccupasse della sorellina piccola.

Anche perché, sinceramente, lui non avrebbe neanche mai minimamente immaginato che lui e Elisa fossero fratelli, fino a qualche notte prima.

Il modo in cui l'aveva trattata e ne parlava... senza interesse... semplicemente non era lo stesso modo in cui lui parlava di Becky.

Di sicuro c'era sotto molto più di quanto Louis gli avesse raccontato.

Perchè è una strega e perchè sono sicura che ha sia l'anello che la collana.” stava spiegando Louis, più che a Zayn, a se stesso.
“Come fai a dirlo...?” chiese l'altro che aveva finalmente cessato di camminare per la stanza ed era concentrato sul ragazzo di fronte a se.

Lo sento” mormorò semplicemente Louis, ed era la verità.

Louis...” iniziò Zayn dopo qualche secondo. “Se vuoi che io ti aiuti in questa storia ho bisogno di sapere tutto.”

Louis sorrise, forse Zayn non era così stupido come aveva immaginato, anche lui aveva capito che sotto c'era più di quanto sembrasse.

Devo essere sicuro che tu stia dalla mia parte Zayn.” rispose dopo qualche secondo guardandolo dritto negl' occhi, cercando disperatamente, senza esserne conscio, una persona su cui contare.

Non ne aveva mai avuta nessuna in tutta la sua vita.

A parte Elisa. Ma ormai l'aveva persa.

Io non sono come Niall, io ho qualcosa per cui combattere.” disse Zayn alzando la testa e ricambiando con uno sguardo altrettanto intenso.

Niall era un argomento che non era ancora pronto ad affrontare. Era incazzato nero con il suo migliore amico, sì, ma alla fine lo capiva. In fondo anche lui forse si sarebbe ribellato a Louis, se non avesse avuto Becky per cui combattere.

E per questo aveva lasciato che lui il giorno prima andasse a casa per portare via tutti i suoi vestiti e trasferirsi da Giselle.

Si lo so, e credimi Zayn, appena avrò le quattro pietre potrò riportarla in vita. Lo prometto” disse Louis, appoggiando la sua mano sulla spalla dell'altro.

Zayn gli sorrise riconoscente. Gli bastava sapere questo.

E avrebbe creduto alla sua promessa. Non aveva alternative.

Ok quindi, Zayn, penso tu ci sia arrivato da solo, che non sono l'unico a cercare quelle pietre” disse Louis e sorrise, spezzando la tensione di poco prima e allontanandosi dal moro.

E tu sai chi altro le sta cercando?” chiese Zayn.

Certo” rispose in modo tranquillo.

Chi?”

Perchè non glielo diceva e basta?

Louis però si limitò a sorridere maliziosamente rivolto verso la finestra.

E' giunto il momento che tu conosca il resto della mia allegra famigliola” disse Louis ridendo, divertito dall'idea di come dovesse sembrare complicata la situazione da fuori.

Meglio di Beautiful.



Giselle prese a scrivere su un quadernetto da bambini delle elementari una serie di nomi e frecce colorate con i tratto-pen.

Quindi- stava dicendo- abbiamo tua nonna che è una strega, tua madre pure.. ma entrambe non ne volevano mezza di magia, e poi c'era Morgana, la tua cara zietta, che a quanto pare non era troppo apprezzata dal resto della famiglia... Lei invece era affascinata da questa storia e voleva le pietre per farci qualcosa.

Prima domanda, cosa ci voleva fare tua zia con i gioielli?.. magari è quello che vuole fare anche tuo fratello, no?”

Giselle, Niall, Harry e Elisa erano seduti al tavolo di casa di Elisa da due ore, mentre fuori pioveva a dirotto, e stavano disperatamente cercando di capire qualcosa di quello che la nonna gli aveva rivelato la mattina.
“E poi seconda domanda.. -riprese Giselle-
che fine ha fatto tua Zia? Tua nonna ha solo detto che non avrebbero mai voluto farle del male, ma cosa le hanno fatto esattamente?” Come per la prima domanda di Giselle, Elisa si limitò ad alzare le spalle.

Forse l'hanno uccisa..” ipotizzò Harry, cercando di essere d'aiuto.

No, mia nonna non farebbe male a una mosca, figuriamoci uccidere sua figlia” esclamò Elisa, irritata all' idea che qualcuno ipotizzasse anche solo la remota possibilità che sua nonna fosse un'assassina. Harry come risposta si limitò a scuotere le spalle indifferente, facendo cadere l'argomento.

Ok, allora è ancora viva da qualche parte, e magari lei sa qualcosa in più... anche se è probabile che neanche lei si sia arresa alla questione dei gioielli..” disse Giselle.

Una cosa è sicura però” Disse Niall intervenendo per la prima volta nella conversazione “Qualcun' altro sta cercando i gioielli, e non è una donna.

Elisa annuì. Era sollevata da questo, non voleva altri coinvolgimenti da parte della sua famiglia.

Ok... terza domanda” riprese Giselle “Tua nonna non ha specificato se quando hanno combattuto contro tua zia, avevano tutti i gioielli o solo tre. Quindi ecco la domanda tre... dov'è la collana? Se non l'hai tu, non l'ha la nonna, non l'ha Louis, e neanche l'altro uomo che la sta cercando, allora dov'è questa benedetta collana?”

Potrebbe ancora essere in soffitta dove c'era l'anello!” esclamò Harry.

No non credo” disse Elisa scuotendo la testa. “Ho pulito la soffitta quest'anno, l'avrei notata in qualche modo se fosse stata lì.”

Quarta domanda, come ha fatto tuo fratello a scoprire tutto?” disse allora Giselle.

Forse l'ha scoperto per caso” tentò Niall.

No non è possibile, perché vedi, solo in pochi sanno la leggenda delle pietre.” disse Elisa “Qualcuno glielo deve aver detto per forza”

E in fine quinta e ultima domanda. La più critica aggiungerei..... Cosa facciamo adesso?” Giselle abbandonò il quaderno e li guardò uno a uno.

Troviamo mio padre...” disse Elisa tutto d'un tratto, lasciandoli spiazzati.

E perché?” chiese Harry “tuo padre non è un mago, o no? E sembra anche l'unico della famiglia fuori da questa storia!”

No non è un mago..ma lui scoprì della mamma tanti anni fa non so come, e la lasciò. E mio fratello andò da lui dopo anni.” Neanche Elisa sapeva dove stava arrivando, ma lei non era certa che suo padre fosse la soluzione, ma era un buon punto da cui partire, no?

Appunto, tuo fratello potrebbe essere ancora da tuo padre. Non possiamo correre il rischio” disse Harry spaventato da un possibile scontro tra lui e il fratello della sua ragazza.

Potrebbe essere, ma tanto vale la pena provare, no? Lui c'era quando ci fu la litigata tra mia madre, la nonna e Morgana, sa cosa successe a mia zia e magari, se siamo fortunati, sa anche della collana.” disse Elisa con le mani incrociate sul tavolo, e si stupì di essere così stranamente tranquilla e lucida nonostante gli avvenimenti di quei giorni.
“Ok..quindi.. come lo troviamo? Se n'è andato quattordici anni fa, potrebbe essere ovunque!” disse Harry alzando le braccia.

Mio padre è nato nell' Isle of Man, ci è molto legato e magari è ritornato lì.” ipotizzò Elisa. Aveva sempre pensato che l'avrebbe trovato lì se l'avesse voluto cercare. Non che la cosa le fosse mai passata per la testa, in quei quattordici anni.

Come si chiamava tuo padre?” chiese Niall tutto d' un tratto.

Josh Tomlinson, perchè?” chiese Elisa senza capire dove volesse andare a parare? Voleva cercarlo sulle pagine gialle per caso?

Forse so come trovarlo....” disse Niall sorridendo.



La terribile aggressione accaduta lo scorso giovedì sera nei pressi di Berwick on Tweed, Scozia, ha allarmato l'intera popolazione della contea.

Le due vittime, delle ragazze di 20 e 21 anni, sono state attirate nel vecchio castello nel bosco con un inganno da due coetanei, le cui identità sono ancora ignote. Le due sono state selvaggiamente picchiate e torturate, anche se a quanto pare, non hanno subito alcuna violenza sessuale.

È aperta la caccia ai due mostri. Intanto continuano le indagine della polizia sull'accaduto. Ecco cosa il commissario della polizia ha dichiarato a proposito:

'non sappiamo cosa abbia spinto i due ragazzi, forse tre, ad aggredire così le due povere vittime, che per ora sono troppo sotto shock per parlare dell'accaduto. Noi sospettiamo si tratti di un effetto di una qualche droga che li ha spinti a diventare così violenti.'

Per ora è tutto, linea allo studio.”


Vedi!” esclamò Zayn alzandosi dalla sedia dello squallido bar semi deserto dove erano seduti “E' come ti dicevo! La polizia sta indagando, Louis! Cosa ti da la garanzia che tua sorella e quell'altra scema non parlino!?” continuò, le vene sul suo collo sembravano sul punto di esplodere e nonostante la sua pelle ambrata e perennemente abbronzata, ora sembrava pallido e con un colorito tendente al verde vomito. La barba incolta e le profonde occhiaia gli davano un aria di uno gravemente malato, ma infondo a Zayn non importava: aveva rinunciato da tempo al suo look impeccabile.

Intanto siediti e abbassa la voce, se non vuoi che sia la barista a denunciarti, cretino!” disse Louis a denti stretti.

Zayn fece quello che gli era stato detto, contraendo la mascella come se fosse stato sul punto di vomitare pure i pasticcini della prima comunione.

Elisa e Giselle potrebbero parlare..” sussurrò di nuovo, mentre il suo viso andava verso il verde pisello e il ciuffo di capelli gli copriva gli occhi stanchi.

Non lo faranno” disse semplicemente Louis scuotendo la testa.

Cosa ti rende così sicuro di ciò?” chiese Zayn. Avrebbe pagato per essere tranquillo come Louis, ma proprio non ce la faceva.

Era letteralmente spaventato a morte.

Sapeva che le accuse erano gravi, e lui non voleva di certo passare il resto della sua giovinezza in una cella di tre metri per quattro.

Perchè Elisa sa benissimo che sbatterti in prigione non risolverebbe nulla, e non vuole assolutamente mettere la polizia in mezzo a questa storia.” disse sicuro.

Forse questo vale per te, ma fidati che Giselle mi sbatterebbe volentieri in galera e getterebbe via la chiave se potesse...” mormorò il moro.
“Si, sei andato decisamente oltre con lei e mia sorella, e ti conviene non ricordarmelo perché sono ancora sensibile sull'argomento.” disse Louis, che in un primo momento poteva sembrare divertito, ma era tutt'altro.

Cosa?” chiese Zayn, senza capire “sensibile su quale argomento?”

Sul fatto che hai selvaggiamente picchiato mia sorella, razza di idiota!” disse Louis fulminandolo con lo sguardo.

Ma che te ne frega, neanche la vedevi più da anni! Cos'è tutto questo improvviso interesse per lei?!”

Louis perse la pazienza. Afferrò il moro per le spalle sbattendolo contro il muro facendo tremare i vetri delle finestre del bar, facendo sobbalzare la bionda dietro il bancone, che però non si azzardò ad intervenire.

Non credere, neanche per un secondo, che a me non interessi di Elisa, se non l'ho cercata o non le ho chiesto l'anello subito, è stato solo per proteggerla! Davvero credi che se non le volessi un bene dell'anima non l'avrei già uccisa o forzata con i miei poteri, a darmi quello che voglio!?”

Zayn fissava il viso di Louis fuori di se a pochi centimetri dal suo. Non pensava davvero che gli interessasse di Elisa. Insomma, da come si era comportato non sembra per nulla. Louis lo strinse ancora, spingendolo contro il muro con rabbia.

E credi che non ti avrei già spaccato la faccia per cosa le hai fatto, se non mi servissi?! Io non voglio combattere contro di lei Zayn, io voglio che lei combatta al mio fianco ora. Prima volevo solo proteggerla, tenendola fuori da tutta questa merda... Quindi, la prossima volta che ti chiedo di rapirla, non vuol dire che la devi torturare in quel modo, è chiaro!?” esclamò Louis, lasciandolo finalmente cadere sulla sedia.

Certo Louis, bè... io non pensavo..” mormorò Zayn timidamente, col viso completamente rosso, dopo qualche secondo.
“Bè, mettiamola così, se io avessi torturato Becky, tu come l'avresti presa?” chiese Louis.

Molto peggio di così decisamente” concluse Zayn.

Ecco appunto. Io non lo faccio solo perché non servirebbe a nulla. Ma fidati Zayn in altre circostanze, ti avrei ucciso” disse Louis stringendo i denti.

Zayn rimase a testa bassa a fissare la birra tra le sue mani.

Mi dispiace...” mormorò.

Gli dispiaceva veramente aver trattato così Giselle ed Elisa.

Si vergognava come un cane. Ma ormai era fatta. Quella sera la rabbia e la paura avevano preso potere in lui come non mai. Era stato un mostro.

Se Becky lo avesse visto probabilmente non lo avrebbe mai più guardato in faccia.

Darei qualsiasi cosa per tornare a quando avevo sedici anni. Io e lei eravamo così...uniti. Legati dall' abbandono di nostro padre, dalla malattia di mia madre, e dall'amore di nostra nonna. Eravamo legati ai nostri dolori. C'è sempre stato un legale sin da bambini. Poi l'ho lasciata e non c'è cosa di cui più mi pento in tutta la mia vita. L'ho abbandonata, quando più le dovevo stare accanto, e mai me lo perdonerò, Zayn.” Louis stava torturando il suo bel viso con le mani, dalla rabbia che provava verso se stesso.
“Perché te ne andasti allora? E perché non tornasti?” chiese Zayn.

Perché ero sconvolto, dalla verità che avevo scoperto, e da tutte le bugie che mia nonna e mia madre mi avevano raccontato. Mia nonna disse che lo aveva fatto per proteggermi, la verità è che mi nascose tutto per proteggere se stessa da ricordi troppo dolorosi.”

Ma adesso l'hai ritrovata, perché non vai da Elisa e chiarisci?”

Perché Zayn, so che non ho uno splendido futuro davanti a me, e preferisco che lei mi odi, così almeno quando me ne andrò di nuovo dalla sua vita lei non soffrirà” disse Louis, e una lacrima scese timida dal suo occhio color azzurro mare. Zayn era scioccato.

Non credeva che Louis fosse capace di amare o di provare dolore, ma era chiaro che quel ragazzo non fosse solo malvagio, a volte lo era si.. ma era solo schiavo del suo destino.

Come Zayn. Come tutti.

Tutti abbiamo qualcosa per cui combattere e tutti dobbiamo fare cose di cui non siamo fieri. Tutti proviamo dolore, amore e paura.

Persino un mago. Persino Louis.

Fino a cinque minuti prima, se qualcuno avesse chiesto a Zayn chi secondo lui era l'emblema della cattiveria, lui avrebbe risposto Louis senza esitazioni.

Ora?

Avrebbe risposto la vita.

Sai Zayn, io ti invidio, tu avrai sempre tua sorella. Nel tuo cuore. Tu hai la certezza che ti ami. Io Elisa l'ho persa anni fa, quando le ho spezzato il cuore, e ora lei mi odia. Come tutti. Credo che se morissi domani, nessuno verrebbe al mio funerale... si Zayn, la mia vita fa schifo..” disse Louis scuotendo la testa, lasciando che altre lacrime bagnassero il suo bel viso, ma allo stesso tempo ridendo amaramente.

E per la prima volta Zayn notò qualche somiglianza con Elisa. Il modo di tenere lo sguardo basso. La forma degli occhi e del viso, e la sua capacità di bloccarti il cuore con uno sguardo.

Erano così magici quei due fratelli. In Elisa non lo aveva notato subito.

Ma ne era rimasto affascinato, così come da Louis.

Lei non ti odia Louis” disse Zayn “lei si sente solo ferita e abbandonata. Ed è difficile come sentimento.”

Non lo so Zayn...” rispose l'altro, nascondendo il viso nelle mani.

Lasciando finalmente che lo scudo cadesse e potesse finalmente piangere senza paura che qualcuno lo giudicasse.


Louis....” disse dopo qualche secondo Zayn, ma il suo tono di voce era parecchio diverso da quello di un attimo prima.

Dimmi Zayn” disse Louis ,sollevando la testa e asciugandosi le lacrime dalle guance.

Credo che sia arrivato chi stiamo aspettando da un'ora.”

Louis immediatamente girò la testa, scorgendo fuori dal vetro i due visi famigliari.

Eccoli qui. Finalmente.

Zayn ora avrebbe potuto conoscere il resto della famiglia.

Zayn” mormorò compiaciuto.

Ecco..... se prima Louis era parso così fragile e umano, ora era tornato quello di prima. Freddo, bastardo e calcolatore.

Sono lieto di presentarti la mia amata Zietta Morgana e il suo amabile figliolo, Liam....” disse sorridendo.

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