Nobody said it was easy, No one ever said it would be this hard. di EdenRape (/viewuser.php?uid=83584)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I had to find you, tell you I need you. Tell you I set you apart. ***
Capitolo 2: *** Stuck in reverse ***
Capitolo 1 *** I had to find you, tell you I need you. Tell you I set you apart. ***
Dramione
•
Angolo autrice
Saaaalve :3
Questa è una Dramione che avevo in
programma da un po’ di tempo(sarò
seincera “da un po’ di tempo” equivale a
“anni”), non avevo intenzione di
pubblicarla poi ho sentito il bisogno di farlo. Nasce da una fantasia
che ebbi
da piccola (come viaggiava la mia mente senza neanche conoscere questo
pairing
<3 ) su Hermione e Draco appunto al lago dove nasceva il loro
amore.
Buona
lettura!
Capitolo
1 I had to find you, tell you I need you. Tell you I set you apart.
‘Dovresti
renderti
conto che io non posso più sopportare tutto
questo.’
Lo
stomaco di Draco
fece un balzo, quelle parole significavano l’inizio di un
periodo di crisi, di
tortura per la sua mente.
‘Non
dire così…’
‘E
cosa devo dire? Tuo
padre non fa altro che deridermi
anche
non sapendo della nostra
relazione! E
devo anche sopportare te che gli dai ragione! ‘
‘Ma
non lo penso
davvero!’
‘Mi
pare ovvio!
Altrimenti non ti ritroveresti più la pelle!’
Hermione
amava scagliare uccellini inferociti addosso alle persone, Draco lo
sapeva
bene.
Quante
volte l’aveva
chiamata ‘sporca mezzosangue’, ‘lurida
babbana’, al quarto anno Draco rischiò
di affogare nel lago ed era solo, per caso anche Hermione era
lì e lo tirò via
il più velocemente possibile dalle acque del lago. Draco era
scombussolato,
vedeva tutto sfocato, e la testa gli girava forte, l’acqua
gli era andata di
traverso e ne aveva inghiottita un bel po’; la ragazza lo
strattonò forte per
farlo distendere completamente sulla riva e poggiò le sue
labbra su quelle dal
ragazzo.
Draco
in quel momento
fu preso da una sensazione che gli travolse l’animo. Hermione
continuò a
respirare nella sua bocca cercando di liberarlo dall’acqua,
dopo quindici
minuti Draco tossì forte cacciando tutta l’acqua
inghiottita, gli uscì dal naso
che bruciava forte e gli occhi lacrimavano, la gola era ruvida e acida.
La
guardò di sottecchi.
‘Non
avevo bisogno di
te, mezzosangue’
Strinse
gli occhi a due
fessure per il bruciore, la testa gli doleva. Hermione sentiva il cuore
martellargli nel petto per la rabbia, gli tremava il labbro inferiore,
Draco la
trovava ridicola, ma si sentiva terribilmente in colpa, ogni volta che
la
umiliava si sentiva terribilmente in colpa.
Il
padre lo aveva come
‘infettato’, era costretto
a deridere
i babbani, o coloro che non provenivano da una famiglia purosangue, non
riusciva a farsi valere agli occhi del padre. Credeva di essere una
costante
delusione: la scuola non andava a gonfie vele, anche essendo il cocco
del
professor Piton, il comportamento che assumeva non soddisfaceva il
padre, era
un ripiego. A volte pensava che anche Dobby fosse migliore di lui.
Voleva
attenzione, l’attenzione che davano a Harry Potter,
un’attenzione piena di
devozione, stima ed Hermione era riuscita ad accettarlo
così, a scoprire
lati nascosti di
Draco. Non poteva
perderla, non se lo sarebbe mai perdonato.
*
Era
la sera del ballo
del ceppo, era tardi, davvero tardi e Hermione era seduta sulle scale
che
portava alla torre di Astronomia, Draco era andato prima per
controllare il suo
Gufo, non poteva farlo tornare alla guferia, il padre
gliel’aveva severamente
vietato. Scendendo le scale notò Hermione, erano passati dei
mesi dal
pomeriggio in cui Hermione l’aveva salvato evitandola ogni
volta che la
incontrava per i corridoi. Hermione abbassò lo sguardo
notando la presenza del
Serpeverde, rialzandolo notò che stava per parlare. La
ragazza sentì montare la
rabbia dentro di sé.
‘PER
UNA BUONA VOLTA LASCIAMI IN PACE E NON PRENDERMI IN GIRO PER OGNI COSA!
HO
PASSATO UNA SERATA ORRIBILE PERCHE’ LA GENTE NON SA GUARDARE
IN FACCIA LA
REALTA’ E FARSI AVANTI NEI MOMENTI GIUSTI! ORA SE NON TI
DISPIACE LASCIAMI QUI
A DISPERARMI E VAI
NELLA TUA SALA COMUNE
A DERIDERMI DAVANTI A TUTTI TUOI AMICI PUROSANGUE, E NON QUI
PERCHE’ POTRESTI TROVARTI
AL SAN MUNGO NEL GIRO DI CINQUE MINUTI!’
Draco voleva andarle vicino e abbracciarla, scusarsi per
tutti i mesi passati a farla soffrire, per le brutte cose che le aveva
detto
insieme al padre. Hermione chinò la testa sulle ginocchia
piegate, sospirò
aspettandosi qualche insulto. Draco con la bacchetta fece apparire una
rosa
sulla sua mano e nel scendere le scale la fece cadere accanto a lei.
‘Che
resti fra noi..’
disse pacatamente.
‘E
scusami. Per…tutto.”
Cacciò a fatica quelle parole dalle sue labbra, fu come
autosabotarsi,
autoumiliarsi. E se abbandonare tutte le difese non fosse servito a
farla
ragionare? E se tutto ciò fosse stato uno stupido modo per
sembrare ancora più
ridicolo ai suoi occhi? E se lei non fosse andata da lui nonostante
abbia
dichiarato implicitamente che gli piaceva?
Oh
Hermione.
Scendeva
le scale
lentamente sperando che Hermione si alzasse e corresse da lui, ma la
ragazza
rimase accasciata sulle scale con la fronte poggiata sulle ginocchia
avvolte
dalle braccia e le lacrime che scendevano dai suoi occhi.
Spostò lo sguardo
affianco a lei notando il fiore.
Sospirò
sentendo la
confusione nascere dentro di sé, colse il fiore e
aspettò che Malfoy andasse
via per prendere il passaggio segreto più vicino e arrivare
alla torre di
Grifondoro. Si tolse le scarpe liberando i piedi doloranti,
sentì il marmo
freddo entrare in contatto con la pelle facendole provare un piccolo
brivido e
zoppicando ogni tanto per il dolore si avvicinò al quadro.
La Signora Grassa la
guardava con un certo disappunto, a sorrise divertita.
«Non
mi aspettavo di
trovarti ancora in giro per il castello, signorina.» Disse
guardando la rosa cercando
di non farsi notare, ma la goffaggine della donna non le permetteva di
comportarsi in modo discreto.
«Avevo
voglia di stare
da sola..» buttò lì Hermione. La
Signora Grassa stava per aprire bocca quando
la strega la interruppe di proposito «Ora invece ho tanto
sonno e i piedi
doloranti.»
«Prego.»
Disse.
Hermione
sorrise appena
e dopo aver detto la parola d’ordine corse dentro la sala
comune per sfuggire a
ulteriori domande. Si guardò intorno prima di entrare. Non
c’era nessuno così
si lasciò cadere sul divano di fronte al camino spento. La
luna illuminava la
sala comune e Hermione guardava la rosa tra le sue mani,
l’accarezzava
riflettendo. La portò alle bocca sentendo i petali vellutati
accarezzarle le
labbra e chiuse gli occhi stringendo la mano destra attorno allo stelo,
fortunatamente senza farsi male.
Malfoy
ma cosa ti sta succedendo?
Avevo
vergogna nel
provare felicità per quel gesto, di aver sentito finalmente
delle scuse
provenire da Malfoy, ma non avrebbe potuto reggere tante domande per
una rosa,
non avrebbe potuto reggere le domande di Ron in preda alla gelosia,
così con un
colpo di bacchetta accese il camino e lentamente staccò i
petali, uno ad uno e
li buttò nel fuoco.
I
petali si
contorcevano nelle fiamme quando Hermione sentì dei passi.
Frettolosamente si
alzò dal divano raccogliendo il vestito fino a sopra le
ginocchia e prendendo
le scarpe da terra. Buttò il resto della rosa nel fuoco e di
corsa andò verso
il dormitorio femminile, si voltò notando il camino ancora
accesso, buffò
spegnendolo e sgattaiolò nel suo dormitorio.
Affacciandosi
notò che
era Harry e portava con sé l’uovo. Di solito non
ci avrebbe pensato due volte
ad aiutarlo, ma questa volta non poteva, era distrutta, confusa,
debole. Per la
prima volta Hermione Grenger non era nelle facoltà mentali e
fisiche per
mettere in atto il suo ingegno.
Ri-salve, se
siete
arrivati fin qui vuol dire che avete letto tutta la fanfiction e ne
sono
contenta, spero vi sia piaciuta e che lasciate una recensione. Non so
quando
aggiornerò di nuovo, spero presto e spero anche di riuscire
a scrivere molto di più di questo.
E
arrivederci!
EdenRape
:3
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Capitolo 2 *** Stuck in reverse ***
{Angolo autrice}
FINALMENTE SONO TORNATA. Lo so vi ho fatto passare le pene dell'infermo, ma ci sono state tante novità in questo ultimo periodo e non sapevo cosa fare prima. Anyway ecco il secondo capitolo, il terzo l'ho già organizzato, spero di far passare meno di un mese prima di pubblicarlo. Che posso dirvi più... grazie per seguire questa FF e buona lettura! #lovelove
Capitolo 2
Stuck in reverse
Come al solito regnava un'aria cupa giù in quell'area sotterranei, un'aria che ti faceva sentire Serpeverde. Sentivi la fierezza, l'importanza, ma soprattutto sentivi l'egocentrismo di quella casa. Ogni volta che Draco percorreva quei corridoi, alzava il mento, sporgeva il petto in fuori e portava le mani a congiungersi dietro la schiena così da assumere un portamento da Serpeverde, e si avvicinava sempre di più alla sua sala comune e passo dopo passo sentiva crescere attorno a sè la corazza che si era creato in tutti questi anni, quella maschera aggressiva, sicura, imbattibile. Quella maschera che si era creata grazie al padre, perchè nessuno si sarebbe mai messo contro Lucius Malfoy e Draco non poteva far altro che sottostare all'autorità del padre. Era cresciuto agevolato, viziato, ma questo non lo faceva sentire al sicuro, la madre cercava sempre di proteggerlo, il padre cercava di farlo apparire il mangiamorte perfetto che sarebbe dovuto diventare, e ogni volta che sentiva quella storia Draco si rintanava nel letto, portava le coperte fin sopra al capo e fissava il buio con gli occhi sbarrati, sudava freddo e il cuore gli martellava nel petto. Perchè dover avere un padre mangiamorte significava che anche lui sarebbe dovuto esserlo? Draco amava la sua casa, sentire l'orgoglio pompargli nelle vene, ma essere Serpeverde, a volte, significava anche passare dalla parte oscura e lui non voleva. Draco sentiva un enorme peso sul cuore ogni giorno, perchè quella era una responsabilità troppo grande da portare avanti, lui immaginava di portare avanti il nome dei Malfoy da mago purosangue che conduceva una vita grandiosa nella ricchezza e magari nell'onestà, ma non voleva essere un mangiamorte, rischiare la vita per qualcuno che non ti considerava neanche. Ma era il volere del padre, non poteva deluderlo, anche se ogni giorno Lucius Malfoy ricordava al figlio quanto fosse mediocre e che avrebbe dovuto essere migliore per poter diventare mangiamorte, così Draco soffriva e si rintanava nel letto, portava le coperte sopra al capo e fissava il buio con gli occhi sbarrati.
Entrò nella sala comune tranquillo, col suo portamento da Serpeverde, Tiger e Goyle lo stavano aspettando, era seduti a giocare a spara schiocco. Appena sentirono i passi di Draco si girarono.
«Tuo padre ti ha scritto una lunga lettera Draco?» Domandò Tiger.
Ah si, loro sapevano che era andato a recuperare la lettera, ma non sapevanno che Hermione l'aveva bloccato per qualche minnuto e non sapevano che era andato in giro per il castello per riflettere.
«Mh, si...aveva molte cose poco interessanti da raccontarmi.» Disse con aria beffarda.
I due amici risero.
«Io vado a letto, non giocate fino a tardi domani dovete svegliarvi presto e non essere assonnati, già siete troppo imbecilli.» Disse con noncuranza avviandosi verso il dormitorio maschile.
Si sentiva terribilmente solo e nessuno lo capiva, forse nessuno poteva capirlo.
Some nights, I stay up cashing in my bad luck
Some nights, I call it a draw
Some nights, I wish that my lips could build a castle
Some nights, I wish they’d just fall off
Some nights - Fun
Draco non chiuse occhio tutta la notte, era agitato, quando si appisolò era l'alba e giusto un'ora dopo si sarebbe dovuto svegliare. Goyle lo svegliò con un brusco spintone e il ragazzo stava quasi per cadere dal letto.
«Goyle, cavolo non mi buttare giù dal letto!»
L'amico rise e se n'è andò via dal dormitorio indicando con l'indice il polso per segnalare che era tardi.
Draco sbuffò e si preparò velocemente. Ficcò i primi libri che gli capitarono davanti, ricordava di avere pozioni quel giorno, come al silito l'avrebbero avuta con i Grifondoro.
Velocemente percorreva i corridoi ansioso di andare in aula, non sapeva cosa lo avrebbe aspettato. Hermione lo avrebbe guardato con rabbia? Lo avrebbe ignorato? Oppure lo avrebbe perdonato? Ma si sentiva un illuso, c'era bisogno di parlare, discutere, se Draco voleva farsi perdonare, se aveva intenzione di appianare le divergenze. Ma era complicato, tutto. Non capiva neanche lui cosa stesse succedendo. Lui era un Serpeverde lei una Grifondoro, lui doveva essere un purosangue schizzinoso, diffidente e disprezzare chi fosse un mezzosangue, cioè Hermione.
Improvvisamente rallentò, i piedi gli si fecero pesanti, aveva il cuore in gola e un vuoto nello stomaco. Prima di svoltare l'angolo si fermò e Tiger e Goyle gli andarono a sbattere contro involontarimanete, ma Draco si innervosì lo stesso mandandoli via bruscamente. Certe volte si chiedeva perchè avesse loro come "amici", non arrivava mai a una conclusione precisa, in fondo gli facevano comodo. Le voci del corridoio facevano da sottofondo alla lotta interiore che stava avendo. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo muovendo con poca convinzione gli ultimi passi verso gli altri. C'era una piccola folla fuori l'aula che aspettava il professor Piton, gli occhi di Draco guizzavano veloci da un Grifondorio all'altro in cerca di Hermione. Quando la vide gli scappò un sorriso, era così bella. Aveva i capelli legati in una treccia e qualche ciocca le cadeva sul collo, rideva, teneva in mano un libro e lo sfogliava mentre parlava con Harry e Ron. La ragazza spostò lo sguardo verso i Serpeverde e notò che Draco nascosto tra la folla la stava guardando. Il mago sgranò gli occhi notando che era stato visto e si girò di scatto portando le mani dietro la testa facendo finta di stiracchiarsi. Si sentiva terribilmente imbarazzato, sentiva le guancie accaldarsi. Draco Malfoy che diventava rosso? Si sentiva ridicolo, terribilmente ridicolo e imbarazzato. Hermione diede le spalle al gruppo dei Serpeverde scuotendo la testa e sentendosi imbarazzata a sua volta.
«Insomma Ron, devo aiutarti per il tema di Storia della Magia o posso finalmente passare un pomeriggio a fare soltanto i miei compiti?» disse in tono scherzoso, ma non riuscì a non far trapelare una punta di sarcasmo nella sua voce. Ron la guardò stupito per quel tono ma cercò di non darlo a vedere.
«Cercherò di fare da solo..» mormorò sentendosi in colpa.
«Scusa Ron.. ti aiuterò se vuoi.» Hermione spostava il peso da una gamba all'altra agitata, era ancora arrabbiata con Draco per tutto, ma lui si era scusato, e perchè l'aveva fatto? Hermione non riusciva a spiegarselo, non avevano senso quelle scuse, da quanto Draco si scusava con la gente, e poi perchè con lei? Lui odiava i babbani.
Il professor Piton arrivò con passo veloce, nervoso e irritato da tutta quella folla. Si fermò davanti agli alunni con i pungi chiusi, inspirò a fondo prima di parlare, chiuse le palpebre ma non riusciva a controllarsi.
«Insomma cosa ci fate ancora qui fuori?!» Sbraitò. «Dovete essere in classe prima che io arrivi!» Aggiunse ed entrò in classe sbattendo la porta.
Calò il silenzio. Qualcuno soffocava una risata, qualcuno sbogittito guardava la porta.
Prima che il professore potesse dire altro la classe si precipitò verso la porta. Scatti d'ira, Piton non ne era vittima ma quando succedeva c'era più da ridere che da stare attenti.
Nell'entrare tutti accalcati Hermione e Draco si trovarono a tozzare l'uno contro l'altro. Entrambi sbuffarono. Goyle rise fragorosamente «Ah, questi mez..» Draco non gli diede il tempo di concludere la frase che gli tirò un pugno sul braccio.
«Imbecille, il professor Piton non vuole mettersi a fermare risse e io non voglio sprecare energie per degli stupidi.» Sbraitò Draco entrando in aula.
Hermione lo seguì con lo sguardo ferita da quel mezzo insulto, le sue scuse non valevano poi così tanto. Prese posto in aula al banco affianco a quello di Draco, spostò lo sguardo su di lui che cacciava irritato i libri dalla borsa, anche Draco la guardò e notò la rabbia e la tristezza nei suoi occhi. Passò un istante lunghissimo, colmo di sensi di colpa e incredulità.
Harry scosse Hermione per una spalla e lei si girò di scatto come se l'avesse punta un'ape.
«Cosa c'è?» chiese la strega come se niente fosse successo, ma la voce più acuta del solito la tradì.
«Hai il libro? Io e Ron l'abbiamo dimenticato.» Disse Harry.
«Siete irrecuperabili.» sbottò Hermione prendendo il libro dallo zaino e piazzandolo nel centro del tavolo. «Capisco i vostri risentimenti verso la materia, ma non potete prendermi per una libreria ambulante.» Aggiunse poi aprendo alla pagina dell'ultima lezione. «Voi..»
«Ci vuole deliziare con i propri soliloqui signorina Granger?» Disse Piton interrompendola.
«Io.. non... mi scusi.» Borbottò la ragazza.
«Oltre ad essere esperta in "Tuttologia" è anche specializzata nel teatro, i miei complimenti.» Disse il professore sarcastico.
Hermione abbassò lo sguardo e sospirò.
La lezione passò veloce, Hermione non era stata tanto attenta come sempre, e si odiava per questo, non poteva perdersi in fantasticherie mentali.
Dopo avevano incantesimi, finalmente non avrebbero dovuto avere a che fare con i Serpeverde e Hermione non si sarebbe distratta.
*
«Quei Serpeverde sono degli stupidi! Se Draco non avesse zittito Goyle lo avrei fatto io.» sbottò Ron quando arrivarono nella Sala Grande per pranzare.
«Ammiro le tue gesta da cavaliere, Ron, ma sono una ragazza che sa vedersela da sola.» Disse Hermione sedendosi. Poggiò la borsa affianco a sè poi guardò Harry pensieroso.
«Non hai ancora scoperto il messaggio dell'uovo Harry?» Domandò la ragazza preoccupata.
Il mago scosse la testa, non aveva idea di cosa fare/chiedere.
«Se vuoi io e Ron oggi pomeriggio possiamo aiutarti.»
«Hermione ti ringrazio ma oggi ho gli allenamenti di Quidditch.» Harry sospirò.
«Hey e il mio tema per Storia della Magia?» Chiese Ron piagnucolando rivolgendosi verso la strega.
La ragazza sospirò scocciata inarcando le sopracciglia.
«Ron, scrivi il tema, tanto è per lunedì, se non va bene qualcosa o devo aggiungere potrò farlo nel finesettimana, non ce la faccio a finire Aritmanzia per domani se faccio anche il tuo tema.» Hermione diede una pacca sulla spalla a Ron.La ragazza si prese una piccola porzione di pollo e purè, ma non aveva tanta fame. Lo sguardo di Hermone si posava spesso sul tavolo dei Serpeverde, Draco non si era fatto vedere per tutto il pranzo, lo stomaco di Hermione si contorceva per l'ansia e la rabbia. Voleva andare da Draco e dirgliene quattro, si era sentita come tradita.
Un gufo le portò la gazzetta del profeta, solite notizie: Rita Skeeter che screditava qualcuno, il Ministro della Magia che dava notizie poco importanti. Hermione non aveva voglia di leggere il giornale così lo arrotolò e lo strinse in una mano, prese un ultimo boccone del pranzo e si alzò.
«Dove vai?» chiese Ron vedendola alzarsi all'improvviso.
«Io? devo fare troppi compiti e non ho molta voglia di studiare, prima comincio, prima finisco.» Rispose frettolosamente. Non era proprio quello che aveva intenzione di fare, voleva andare giù nei sotterranei, vedere se riusciva ad incontrare Malfoy, chiedere perchè. Prese la borsa mettendosela in spalla e augurando buona foruna a Harry e Ron per le loro faccende si avviò fuori la Sala Grande.
Con passo veloce si diresse verso i sotterranei, il giornale ancora stretto nella mano destra, le labbra strette a una fessura, agitata si guardava attorno, aveva l'impressione che tutti sapessero. Scacciò dalla testa quel pensiero scendendo le scale, se avesse girato l'angolo si sarebbe trovata di fronte una miriade di Serpeverde pronti a darle fastidio così si fermò sulla scalinata. Aprì il giornale coprendosi metà faccia e aspettò che qualcuno uscisse dai sotterranei.
Passarono parecchi minuti prima che Draco salisse, non aveva fame ed era ritornato nel dormitorio per posare i libri e prendere quelli per studiare. Studiare poi... avrebbe sicuramente scarabocchiato quattro cose sulla pergamena con noncuranza e se la sarebbe cavata per un pelo come al solito, perchè suo padre era Lucius Malfoy. Salì gli ultimi gradini quando notò Hermione in cima alle scale intenta a leggere il giornale. Guarda il suo viso stanco corniciato da quella massa di capelli imperfetti, il viso coperto dalla bellezza della semplicità. Mosse ancora qualche passo e Hermione sentendo quel rumore girò la testa di scatto. Finalmente era uscito dalla sua fortezza. La ragazza chiuse di scatto il giornale riarrotolandolo e si spostò velocemente verso di lui con fare minaccioso. Draco la guardò interrogativo, non sapeva se scappare o andarle contro.
«Cosa..?»iniziò a dire Draco, ma Hermione fu più veloce di lui e, prima ancora che il ragazzo potesse alzare le braccia per difendersi la strega, lo colpì col giornale sulla testa.
«Tu! Lurido purosangue!» urlò Hermione in preda alla rabbia. Il corridoio era fortunatamente vuoto così Draco la prese per un polso e la portò dietro la scalinata.
«Granger che cavolo vuoi fare?» sbraitò Draco senza lasciarle il polso e bloccò anche l'altro che Hermione stava per sferrargli un'altro colpo.
«No! Dimmi tu cosa vuoi fare! Al ballo ti sei scusato con me e non so per cosa e poi stamattina mi offendi di nuovo!» Urlò di rimando cercando di divincolarsi.
Draco sospirò esasperato cercando di tener ferma la strega. Non sapeva che dirle, sentiva un vuoto nello stomaco, il cuore sembrava volergli uscire dal petto.
«Hermione..»
«Lasciami i polsi Mafoy!» sbottò Hermione.
«Solo se ti calmi.» Disse freddo Draco.
Hermione sbuffò e acconsetì. Draco le lasciò i polsi in predo all'ansia.
«Hermione mi pare ovvio perchè ti ho chiesto scusa. Io.. mi sono sentito in colpa. Io non avrei mai voluto prenderti in giro fino a tal punto.» Disse abbassando lo sguardo.
«Malfoy non raccontarmi stupidagini per favore.» Sbraitò Hermione cercando di mantenere la calma.
«Io devo sempre fare tutto in base al volere di mio padre Hermione, non riesco a distaccarmi dal suo volere...» Mormora il ragazzo.
«Oh non fare la vittima Malfoy.»
Il senso di colpa divorava Draco, guardava il pavimento soffermandosi sulle venature del marmo.
«Non voglio fare la vittima Hermione. Sappi soltanto che mi dispiace, tantissimo.» Alzò lo sgurdo incrociando gli occhi con quelli di Hermione.
La ragazza si irrigidì sotto lo sguardo del mago e imbarazzata guardò altrove.
«Malfoy, la prima volta che mi hai chiesto scusa non sapevo se scherzassi, adesso credo che tu non lo stessi facendo. Ma dopo stamattina non mi chiedo se posso crederti, bensì se abbia senso farlo.» Disse Hermione irritata. «Da quando ho saputo di essere una strega ho pensato alla fortuna che ho avuto, a quanto fossi orgogliosa nell'esserlo.»continuò Hermione con gli occhi lucidi «E non permetterò mai a un bamboccio di umiliarmi davanti a tutti solo perchè mago lo è per famiglia!»
Hermione girò sui tacchi e se ne andò via correndo. Piangeva per l'ennesima volta a causa di Draco e della sua stupidità, era stufa di tutto quello, era stufa di sopportare gli insulti, l'umiliazione, sentirsi chiedere sempre i compiti. Stava diventando tutto opprimente e non prometteva bene.
Sembrare sempre forti, fare vedere che niente può farti del male a volte non è la miglior difesa, per quanto si è forti in certi momenti si crolla, e anche se hai tutto il mondo che può aiutarti ti senti distrutto e solo, perchè non riesci più a sopportare tutto quello che hai intorno.
When you try your best but you don't succeed,
when you get what you want but not what you need,
when you feel so tired but you can't sleep
Stuck in reverse.
Fix you - Coldplay
Rintanata in riva al lago dove aveva salvato Malfoy, Hermione cercava di concludere i compiti di Aritmanzia. Aveva le guance bagnate e continuava a mordersi il labbro in preda al nervosismo, gli occhi e il naso arrossati, il vuoto nella testa. Stringeva i denti in preda alla rabbia, e la piuma era ora mai distrutta tanto che l'aveva torturata con le mani; Hermione si sentiva frustata e odiava quella sensazione. Guardò verso il castello con aria assorta e notò che un uccellino fatto di carta svolazzava sopra il lago dirigendosi verso di lei, e nel becco aveva una rosa, la strega avvampò all'istante anche essendo da sola. Malfoy le aveva mandato di nuovo una rosa, ancora per delle scuse? L'uccellino si posò davanti i suoi piedi perdendo la sua magia, la rosa cadde sull'erba e Hermione la raccolse. Con mani tremanti e tanto imbarazzo prese il biglietto e lo aprì: un caos totale. Parole scritte, cancellate, sostituite e cancellate di nuovo, la scrittura era tremante, alcune parole non era scritte completamente e poi cancellate. Malfoy le chiedeva scusa, di nuovo, diceva che sarebbe cambiato per lei e la invitava a incontrarsi in riva al lago di domenica alle sei di mattina. Hermione aggrottò la fronte, lei sei di mattina, era pazzo? Decise di andare solo per fargli l'ennesimo rimprovero e chiedergli cosa significava quel biglietto. Riprese a fare Aritmanzia con gli occhi lucidi per la rabbia e la confusione.
Draco picchiettava ancora con la punta della piuma sul foglio di Storia dell magia senza aver scritto una parola. Aveva mandato quel biglietto a Hermione d'impulso, e ora l'ansia lo stava divorando. Se alla fine provare non avesse portato da nessuna parte? Sulla pergamena si era creata un'enorme macchia d'inchiostro, Mafoy sbuffò, avrebbe dovuto cambiare pergamena per non utilizzarla. Sentiva Tiger e Goyle che ridevano fragorosamente dall'altra parte della sala, qualche altro Serpeverde giocava a scacchi. Scocciato, Draco, si alzò e si diresse verso Tiger e Goyle. I due ragazzi smisero di ridere vedendo la sua faccia seria.
«Che c'è? Vi voglio chiedere soltanto se avete visto Pansy.» Disse acido.
«E' probabile che sia..» Goyle non fece in tempo a finire la frase che Pansy spuntò dalle porte del dormitorio.
«Ero a letto..» Disse la ragazza. Si mosse velocemente attraversando la sala comune per afferrare il braccio di Draco e alzarsi sulle punte per dargli un bacio sulla guancia.
Malfoy imbarazzato spostò lo sguardo da Tiger e Goyle che sghignazzavano e sentendoli gli rivolse uno sguardo minaccioso.
«Come mai mi cercavi Draco?» Chiese la ragazza stringendosi a lui, aveva un sorriso da un orecchio all'altro.
«Ho bisogno di un aiuto con Storia della Magia.» Borbottò guardando in basso.
«Capisco... allora andiamo al lago. Qua c'è troppa gente.» Dise Pansy, tirandolo per il braccio.
Draco perplesso prese le sue cose e si laciò trascinare. Tutti i serpeverde di quella stanza lo guardavano divertito, sarebbe stato lo zimbello di tutti per almeno una settimana. Si sapeva che Pansy disperatamante cercava di farlo suo e Draco un po' la illudeva, solo che non erano mai arrivati a concludere qualcosa, perchè lui non voleva e scappava ogni volta che Pansy gli voleva parlare. Stavano uscendo dai sotterranei e Pansy gli sfiorò la mano, Draco la ritrasse e la prese sottobraccio.
«Allora Draco, devo farti il tema di Storia della Magia?» disse Pansy un po' scocciata.
«No, solo un aiuto magari..»
«Okay..»
Velocemente camminarono verso il lago senza dire una parola. Pansy era letterealmente attaccata a Draco con un sorriso da ebete. Quando erano fuori dal castello, Draco vide Hermione che a passo veloce si dirigeva verso il castello, si sarebbe di sicuro incrociati e stare con la serpeverde avrebbe creato altre discrepanze. A ogni passo gli cresceva l'ansia così cercò di staccarsi dalla Serpeverde che non gli permise di allontanarsi, Hermione li vide e divenne seria in volto, una tempesta di emozioni la stava attraversando, probabilmente si stava addirittura rassegnando perchè aveva iniziato a crederci incosciamente al cambiamento di Draco, lei lo voleva. L'espressione di Draco era una supplica ed Hermione abbassò il capo e corse via. Pansy rise di lei.
Il ragazzo serrò la mascella abbassando lo sguardo.
«Draco sei troppo strano in questo periodo. Credi che nessuno se ne accorga che hai dei grilli per la testa? Fidati di me, è meglio che questa situazione cambi.» Disse gelida la ragazza.
Forse aveva ragione Pansy, forse era meglio non cercare la parte migliore di sè stesso.
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