Wedding

di KyahSuzumy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lettera. ***
Capitolo 2: *** Maledetti sentimenti che tornano a galla ***



Capitolo 1
*** Lettera. ***


Bruttissimo stronzo,
Si, lo sai chi sono e non ho intenzione di dirti che hai fatto bene.
Non ti dirò che desidero solo il bene per te e, sicuramente, non darò la mia benedizione a te e a quella
sgualdrina che hai preso in moglie anzi, ti consiglio di non farmela MAI incontrare oppure potresti ritrovarla in ospedale
con qualche ossicino rotto.

Ma passiamo alle cose importanti:

Come hai potuto? L'hai sempre saputo che tu per me non sei mai stato solo un amico.
Credevo l'avessi capito durante il Super Show 2, quello a Beijing, in cui ho pianto come un deficiente solo per colpa TUA.
Ho sempre dovuto sopportare la tua assenza in silenzio, nessuno degli altri membri ha mai capito che io ti amavo ancora,
che non passava notte in cui non ti sognassi e non mi svegliassi in lacrime, con un peso nel petto e la terribile voglia di chiamarti,
di rincontrarti.

Non ti ho mai cercato perchè pensavo che anche tu ci stessi male per la nostra separazione e avevo il presentimento che se ti avessi fatto sentire troppo in colpa avresti iniziato a nutrire una specie di rancore nei miei confronti.
Non so da dove mi fossi tirato fuori tutte 'ste stronzate.

Ora me ne fotto di tutte quelle stupide fisime che ho accumulato nel corso di questi quattro anni e, sai cosa ti dico?
Torna, fatti sentire, mi manchi da impazzire e... Si, ti voglio dare l'ultimo 'addio' guardandoti in faccia.

 

                                                                                                                                     Heenim

 

Piego quel maledetto foglio e lo infilo nella busta.

Non so davvero se mandargliela o no, quella lettera, prendendo in considerazione il fatto che
io non dovrei sapere niente del matrimonio tra Hankyung e una tizia di cui mi rifiuto di sapere anche solo il nome.
Non riesco a non ripensare a qualche giorno fa, alla litigata tra me e Kyuhyun.

Quel ragazzo è sempre stato un po' troppo irriverente verso i suoi Hyung e, come sempre, tra me e lui era iniziata una lite.
Una cosa stupida, ci stavamo solo stuzzicando.

 

FLASHBACK

 

-Il nostro Kyu è mestruato, oggi, lasciamolo in pace.- Ridacchio, continuando a fissarlo.

-Mestruato sarai tu, Cinderella.-

 

Mi arriva un assorbente dritto in faccia. Nonostante non sia la prima volta che in questa casa volino oggetti simili
continuo a non capire da dove provengano.
Infondo siamo solo ragazzi e donne, in casa, non ne entrano praticamente mai.

 

-Non permetterti Maknae.-

-Perchè, sennò cosa mi fai?-

-Ti lancio Heebum dritto dritto sugli attributi.-

-Almeno io ce li ho, a differenza tua.-

-Porta rispetto Maknae, mi stai facendo innervosire.-

-Oh il povero nonnetto si sta arrabbiando?- schiva prontamente il libro che gli lancio e ghigna.

-Hee, comunque, lo sapevi che...-

 

Continua, guardandomi fisso negli occhi.

 

-Hankyung si è sposato?-

 

Eccole lì, le poche parole che non avrebbe mai dovuto pronunciare, che nessuno avrebbe mai potuto lasciarsi sfuggire nemmeno per gioco.

 

-C-Cosa?- Mormorai, stringendo entrambe le mani a pugno così forte da farmi quasi male. Non aspettai una sua risposta, iniziando a lanciare qualsiasi cosa mi capitasse.

-COME- vola un soprammobile.

-CAZZO- vola un joystick.

-HA- vola un libro.

-POTUTO- vola l'ultima cosa che mi capita a tiro, il mio piccolo Heebum che, con un miagolio terribilmente simile ad un ultrasuono, finisce aggrappato alla maglietta del Maknae che, a sua volta, lo lancia via, facendolo cadere perfettamente sul divano.

 

Continuo ad urlare e lanciare qualsiasi cosa mi capiti a tiro, soffocando le lacrime e battendo i piedi per terra, come fossi un bimbetto al quale non hanno dato il pupazzo che desiderava.

 

Purtroppo, nel dormitorio, è presente anche il piccolo Taemin che, impaurito e tremante, si nasconde dietro a Kyu e con voce flebile come un sussurro mi prega smetterla.

Per sua sfortuna non posso, il mondo è come se fosse completamente disintegrato, non ha più senso vivere senza la persona che, per quei lunghi sei anni, ho amato e amo ancora.

 

Una donna.

Una fottuta donnetta mi ha rubato l'amore di sempre, l'unica persona per cui io non avessi mai provato astio o apatia, l'unica persona per la quale avrei potuto dare la mia vita.

 

Dopo vari minuti, o forse anche ore, crollo. Sono troppo stremato per continuare a lanciare oggetti e la testa mi pulsa insistentemente; mi sfugge un singhiozzo e cado per terra in ginocchio, quasi senza rendermene conto, e le lacrime iniziano a scorrere.

 

FINE FLASHBACK

 

-Heechul, aprimi, per favore.- Donghae bussa insistentemente alla porta della stanza che ho rincominciato ad utilizzare da quando sono tornato dal servizio civile, qualche mese appena.

 

Mi alzo dalla poltroncina e raggiungo la porta, spalancandola di colpo e facendomi quasi cadere addosso il mio 'saeng.

Gli rivolgo un sorriso che, nonostante sia forzato sembra lo rincuori, lasciandomi poi abbracciare.

 

-Hae, devo fare una cosa, prometti che non lo dirai a nessuno?- sciolsi l'abbraccio, fissandolo.

 

Quel ragazzo era l'unico ragazzo di cui mi fidavo davvero.

Mi guardò con aria interrogativa, alzando un sopracciglio.

 

-In quali altri guai ti devi cacciare, Kim Heechul?-

-Povero piccolo Donghi, sempre con questo pallino fisso.- Rido, posandogli una mano sul capo.

 

Sempre davanti ai suoi occhi mi cambio velocemente, rendendomi presentabile per le telecamere presenti al piano di sotto e prendo la lettera dalla busta viola; non so perchè ma sci spruzzo sopra un po' del mio profumo, per poi tornare dal ragazzo con i capelli color rame che mi sta fissando.

 

-Per chi è quella lettera?-

-Non sono cazzi tuoi, piccolino.- Adoro sfotterlo, sopratutto per la sua altezza. Le sue labbra si schiudono, come se stesse cercando il modo di rispondermi, ma da esse non esce alcun suono. Sorride esasperato e si volta, uscendo dalla mia stanza con me al seguito.

 

Come avevo intuito, all'uscita del palazzo della SM ci sono due o tre telecamere di paparazzi. Non capisco se siano loro a non essersi nascosti bene o io troppo abituato a scovarli in qualunque nascondiglio.

 

Beh, facciamo qualcosa per le nostre care ELF.

 

Prendo per mano Donghae e ci dirigiamo verso le poste, chiacchierando. Non c'è molta fila e riesco a spedire la lettera, assicurandomi che arrivi nel minor tempo possibile; sento un brivido percorrermi la schiena se penso che domani a quest'ora il /mio/ Han starà leggendo quella lettera.

 

Deduco che la mia agitazione sia ben visibile perchè Hae è silenziosissimo, al mio fianco, e mi fissa insistentemente. Quegli occhi mi irritano, sembra quasi che voglia entrarmi nei pensieri.

 

-Donghae, smettila di fissarmi o farò felici quei fottuti paparazzi infilandoti la lingua giù per la trachea.

 

Ghigno, vedendolo distogliere immediatamente lo sguardo, e allungo il passo.

Voglio solo tornare a dormire.

 

******

Il suo respiro sul viso, la sua mano delicata che carezza il mio fianco, il suo sguardo addosso, carico d'amore, di sentimenti che si era da sempre ripromesso di soffocare. Ero sbagliato e lo sono tutt'ora ma chi se ne importa. Lui mi è accanto e questo è l'importante.

 

-Heenim.

 

Mi chiama dolcemente, il suo accento cinese lo riuscivo anche ad identificare con una parola. Il mio nome. Mi giro verso di lui, coricandomi lateralmente su uno dei divani in pelle del salotto, e incontro i suoi occhi, bellissimi come la prima volta che li ho visti.

 

-Ti amo, troveremo una soluzione, il mio matrimonio è...- si sfila la fede nuziale dal dito e la lancia con rabbia, facendola finire dall'altro lato della stanza.

 

-Voglio essere solo tuo, per sempre.

 

A quelle parole le mie labbra si increspano in un sorriso raggiante, forse per la prima volta dopo anni, e alzo un braccio, sfiorandogli la guancia con il dorso della mano.

La differenza di temperatura notevole, la mia mano e gelida e mi accorgo del suo lieve singulto a contatto con essa ma poco gliene importa; chiude gli occhi, sorridendo appena e lasciandosi trasportare dai ricordi che lentamente riaffiorano nella sua mente.

 

Le sue labbra sono davvero morbide come sembrano?

Con questo pensieri mi ritrovo a fissarle, avvicinandomici lentamente fino a sfiorarle con le mie.

I nostri nasi si sfiorano, i nostri respiri sembra quasi che si fondano, e le sue labbra sono esattamente come me le ricordavo; calde, forse bollenti, morbidissime e lievemente umide. Dio quanto sto impazzendo.

 

Apre gli occhi e vi ci leggo nostalgia, forse la stessa che sta riempiendo i miei.

 

Mi sorride, posando le labbra sulle mie e muovendole lentamente; schiudo le labbra, in un sospiro, e lui ne approfitta per infilarmi la lingua in bocca. La carezzo con la mia, giocandoci e assaporandola, lasciando che la nostra saliva si mischi.

 

-KIM HEECHUL, PORCA PUTTANA, SVEGLIATI.

 

Il salotto scompare, lasciando posto solo ad un buio opprimente.

Dovrei aprire gli occhi ma non ci riesco, ho ancora le immagini di noi due, mi sembra ancora di sentire il suo sapore.

Qualcuno pi da' un pizzicotto e sgrano istantaneamente gli occhi, chiunque si sia permesso di farlo me la pagherà carissima.

 

-Oh, cielo, ti sei svegliato finalmente. Mi è arrivata una telefonata dal manager, dobbiamo iniziare il tour e la prima città è Macau.

 

Leeteuk, il mio 'fratellone', mi guarda preoccupato e attorno a lui una decina di giovani uomini, se ancora si possono definire tali dei ventisettenni.

 

Mi stropiccio gli occhi e, decisamente in ritardo, mi arriva alle orecchie il nome della prima cttà e il mio cervello fa in pochi secondi tutti gli ovvi collegamenti.

 

Macau – Cina – Hangeng – moglie – famigliola felice – disperazione assoluta.

 

-CHE COSA? Io non mi muovo da questo fottuto letto, dovessi morirci.

Sbraito, in preda al panico.

Hae è l'unico che probabilmente ha capito tutto e chiede agli altri di lasciarci soli, 
per poi sedersi nel bordo del mio letto e guardarmi con compassione.

Che me ne faccio di quella merda di compassione?
Meglio non dirglielo oppure metterà un tenerissimo broncio e se ne andrà offeso,
è uno dei pochi che mi disturba vedere irritati.

 

-Heechul, davvero, la devi superare questa storia. Trovati una ragazza. Han non è più... tuo.

-Hankyung non è piu' mio? Ma che stai dicendo? Mi appartiene. Mi apparterrà per sempre.


Sospira e mi scosta un ciuffetto di capelli che da vari minuti mi dondola fastidiosamente davanti agli occhi 

ma gli sposto la mano con un colpo.

-Non mi toccare.

Sibilo irritato ed esco dalla mia camera con ancora indosso la maglietta di Tom & Gerry che uso la notte.
Quella che mi ha regalato lui.

Mi immagino Hae, poveretto, ancora seduto sul mio letto con gli occhi sgranati, sconvolto dalla mia reazione degna di una zitella mestruata, ma poco m'importa.

Mi dirigo a passo svelto verso il salotto, il pavimento è quasi ricoperto di valigie, tra le quali scorgo anche le mie quattro Louis Vuiton;
mi hanno fatto anche le valigie.
Dobbiamo solo partire.

E così mi ritrovo ad affrontare il passato.
Nascosto da tempo nei meandri della memoria.

Difficile, o forse impossibile è evitare di crollare nel momento in cui tutta la vita si rimanifesta davanti ai propri occhi.
I momenti di allegria, ormai impossibili da rivivere.
Quello stramaledetto calore che si propaga in tutto il corpo, partendo dalla mano posata sul tuo viso.
Un sorriso che contagerebbe chiunque, che ti fa sentire protetto. A casa.

È tutto finito.

 

Poggio la schiena contro al muro, scivolando lentamente verso terra.

Non voglio soffrire ancora. La testa mi pulsa, porto le mani sul capo, premendo due dita sulle tempie cercando di sopprimere quella vocina maledetta che mi urla di tornare da lui, poter essere solo suo un ultima volta; fargli capire che senza di lui non valgo niente.

Mi allontano da quel gelido sostegno e vado in bagno a prepararmi.
Mi infilo, anche se con difficoltà immane, i miei jeans più attillati;
neri e con strappi in punti strategici, e ovviamente non può mancare la mia cara maglietta a rete 
che lascia intravedere la canottiera nera.

Mi guardo allo specchio:
sono bello, decisamente, ma non mi sento per niente in grado di dissuadere Han che valgo più della sua puttana.




-Angolino dell'autrice...

Perdonate per gli errori ma l'ho riscritta(?) velocemente e qualcosa probabilmente me la sono persa per la strada(?).
Questo è tipo solo il primo capitolo ma non credo che ne scriverò più di tanti perchè io e le longfic non andiamo molto d'accordo. ç_ç
Detto questo, avviso che i prossimi capitoli li inizierò a postare tra dieci giorni perchè devo andare in vacanza al mare.
-Angolino.-
Non sono abituata a mettere foto o cose simili comunque se ne desideraste qualcuna chiedete e vi sarà dato. -Ondeggia.-
Bene, addio--

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Capitolo 2
*** Maledetti sentimenti che tornano a galla ***


 

Aereo.

Massa di ferrame che tiene me e i miei compagni sospesi nel vuoto;
sembra ricerchi quasi disperatamente il luogo nel quale atterreremo e, per la prima volta dopo sette mesi,
ci rifaremo vedere.

 

Non che odi i live, anzi, mi piace sentire tutta quell'adrenalina scorrere nelle vene, il mio nome urlato dalle Petals non appena faccio una delle mie tipiche stronzate o, semplicemente, canto o parlo, ma... Lui.

 

Spieghiamoci meglio: ovviamente andare a Macau vuol dire rincontrare 'il principe della Cina' e riprovare quei fottuti sentimenti che ormai non so nemmeno più dove li abbia nascosti.

 

Mi poso una mano sul petto, all'altezza del cuore, tornando con la mente a quei giorni felici, quando ancora io e lui -mi fa terribilmente male anche solo pensare il suo nome e la sua voce, perennemente malinconica e l'accento che gli donava un non so che di ipnotico e si, era sensuale e lo è ancora- potevamo stare assieme, davanti al mondo.

 

Fottuto matrimonio.

 

Sospiro e mi dirigo barcollante verso il bagno del nostro aereo, piegandomi verso il water nel momento esatto nel quale un conato di vomito mi sorprende. No, non mi posso far prendere ora dal nervosismo.

Mi lavo velocemente i denti, evitando accuratamente il mio riflesso nello specchio che, probabilmente, è peggio di quanto mi immagini.

 

-Chul, ti senti bene?- Leeteuk mi intercetta non appena esco da quel rettangolo asettico, rivolgendomi un'occhiata preoccupata alla quale rispondo con un sorriso forzato.

Sono un attore magnifico, a parer mio, ma quel ragazzo è troppo... Insistente.

 

-No Teuk, non sto bene. Sto per andare nella patria del ragazzo che amo senza poterlo incontrare per colpa di una sgualdrina, secondo te cosa dovrei fare? Andare in giro lanciando coriandoli e regalando cioccolatini?-

 

Sbotto, mantenendo il mio magnifico tono apatico, come una maschera d'indifferenza della quale non mi potrò mai liberare. Devo avere il carattere che gli altri mi hanno costruito. Sbaglio o /lui/ diceva un qualcosa di simile in una sua canzone?

 

No, la mia vita non dipende più dalle sue fottute parole. Mi avrà inconsciamente copiato. Infondo, io sono perfetto, è impossibile non prendermi come esempio.

 

Ryeowook mi sta osservando, sento i suoi occhietti puntati sulla mia nuca, pieni di preoccupazione, mi volto verso di lui e gli sorrido gentilmente, cercando di evitare quella morsa alla base dello stomaco che provo vedendolo con i viso posato sul petto di Yesung, che gli carezza delicatamente un braccio.

 

Maledette coppiette.

 

Cosa sarà mai, l'amore infondo? Un buco nero che risucchia solo chi è troppo avventato, ci si avvicina vedendo la sua bellezza apparente, un turbine di luci chiare, invitanti, a decorare solo del nero. Opprimente. Cosa ci sarà dietro questo? Per me, solo dolore.

 

Infondo, l'ho sempre pensato, da quel lontano duemilasette, al ritorno dal funerale del padre di Donghae; la vita non ha niente da darmi, se non disperazione e sogni che, a poco a poco, si infrangono. Il fato si diverte a farmi soffrire.

Guardo sopra di me, il tetto dell'aereo.

 

-Appena arriverò avremo un po' di conti da sanare.-

 

Ridacchio, continuando a tenere lo sguardo puntato su quel metallo, come se volessi superarlo, arrivare fino al luogo nel quale, il piccolo ed innocente Simba, crede ci sia qualcuno che ci osserva e decide il corso della nostra vita.

Si vede che devo avergli fatto un torto parecchio grande, per essermi meritato una vita del genere.

 

Finalmente, o purtroppo -dipende dai punti di vista- l'aereo è atterrato con un ultimo scossone che ha fatto sobbalzare Henry al mio fianco. Ha terrore degli aerei e dell'altezza in generale, strano per uno alto un metro e ottantacinque.

 

-H-Hyung, siamo arrivati vero?- Mormora tremante, gli occhi ancora serrati e la mano stretta alla mia.

-Si piccino, puoi riaprire gli occhi.

 

È arrivato il momento di affrontare la cruda realtà.

 

----------------

 

la voce delle ELF è sempre più irritante, sopratutto per colpa del loro coreano impensabile, intaccato dall'accento cinese che, ovviamente, mi ricorda quello stronzo.

Rido ancora, se penso al giorno in cui era arrivato nei Super Junior, mi avevano detto che era davvero bravissimo ma ero piuttosto scettico; in più, eravamo già in sette e un ottavo membro sarebbe stato decisamente eccessivo. Ovviamente non mi sarei mai immaginato che, nel giro di due anni, saremo diventati quindici.

 

Entrai nella palestra nella quale il ragazzo si stava esercitando -non ne capivo il perché dato che era appena arrivato- e, per la prima volta, mi ritrovai completamente concentrato su quel corpo così forte; terribilmente sensuale.

-Salve.

Mi sorprese, guardando il mio riflesso nello specchio che ricopriva la parete davanti a noi.

-Ehi.

Dissi, sorridente, avvicinandomi a lui.

 

-Mi chiamo Kim Heechul, sono un attore e un modello e sono stato preso da poco, per far parte di questa band; come mai non ti ho mai visto in giro? Sei Cinese, vero? Ti trovi bene qui? Hai già conosciuto il ragazzo che sarà il nostro leader? Si chiama Leeteuk, è davvero bravissimo-

Attaccai subito con la mia solita parlantina, mentre lui si accigliava, cercando di capire cosa stessi dicendo.

 

-Mi chiamo Han Geng... Vengo da un paese chiamato Mudanjiang, in Cina... Ehm... non parlo molto bene il coreano, devi scusarmi.-

 

Aveva un accento cinese marcato, e parlava incespicando con le parole. Intuii che non aveva capito praticamente nemmeno una parola del mio discorso; presi fiato e, più tranquillamente, rincominciai a parlare.

 

-Mmh... Allora benvenuto nei Super Junior-

 

Non so perché ma gli sorrisi, un sorriso sincero, che venne seguito a ruota dal ragazzo davanti a me; non sapevo ancora perché, ma quel piccolo suo gesto mi provocò un brivido lungo la schiena che si spense con la stessa velocità nella quale era arrivato e, come mai mi era capitato prima d'allora, mi lasciò una mortale confusione in testa.

 

Da quel giorno divenimmo inseparabili. Non potevamo stare lontani, senza un apparente motivo, e anche le fan dopo un po' se ne accorsero, dando il soprannome di Hanchul alla nostra coppia.

 

Non nego di aver letto fanfiction su noi due forse un po' troppo spinte ma, se non sbaglio, furono proprio quelle a darmi il coraggio di fare la prima mossa.

 

Ricordo ancora quel giorno, era una tiepida giornata di settembre e, come quasi tutte le mattine, mi ero risvegliato con il tuo magnifico sorriso ad un millimetro da me. Non so nemmeno io come feci a non baciarti, soffocando quella voglia insistente di sentirmi finalmente legato a te; non comprendo il perchè, ma per me quel bacio significava davvero troppo per me.

Rotolai su di te, sedendomi a cavalcioni sul tuo bacino e ridendo gioioso non appena ti svegliasti.

 

-Buongiorno Principessa- mi dissi, la voce ancora impastata dal sonno e i capelli biondo platino scompigliati.

-Buongiorno Hannie- ti posai le mani sul petto, sentendole quasi bruciare al contatto con il tuo cuore, pulsante più veloce della norma probabilmente per colpa mia; posai le labbra sul tuo collo, mordendolo piano.

 

Mi lasciavo sempre andare a queste piccolezze che, con gli altri, non significavano niente ma con lui... con lui era tutto terribilmente diverso; sentire le sue labbra schiudersi e il suo respiro farsi poco più affannato mi provocavano un senso di soddisfazione e calore che si propagava per tutto il corpo decisamente non indifferenti. Tutto con lui era intimo, forse troppo.

 

-Mmh... Mio caro dongsaeng, che ne pensi di portarmi in un luogo tanto carino, stamattina?- Mi sorrise dolcemente, bruciandomi gli unici due neuroni che, in quel momento, stavano giocando a mosca cieca tra loro. Poco male, avrei avuto più coraggio per il mio folle gesto.

-Certamente Hee, conosco un luogo perfetto- sentii le sue mani sui fianchi e mantenni il mio sorriso sghembo, vagamente malizioso, facendo poco caso alla scossa elettrica che mi attraversò la schiena.

 

Quella sera, non appena tornai in camera, le sue mani si bloccarono attorno ai miei polsi mentre lui, con il petto quasi attaccato alla mia schiena, mi sussurrava all'orecchio di chiudere gli occhi e non riaprirli fino al suo segnale.

Probabilmente non si fidò di me perchè, subito dopo avermi legato le mani dietro alla schiena, mi mise una benda sugli occhi; appena mi prese in braccio -a mo' di sacco di patate- non potei evitare di urlare stizzito ma non mi ascoltò per un bel po' di tempo.

 

Un'ora dopo eravamo in una spiaggia, seduti sulla sabbia, io a gambe incrociate e lui con il capo sul mio grembo.

Ambedue fissavamo il mare.

 

-Han, ti ho chiesto di portarmi qui per un motivo piuttosto particolare.- era arrivato il momento, mi sentivo la bocca asciutta, il cuore stava decisamente correndo un po' troppo e sperai con tutto il cuore che lui non lo sentisse.

-Si, e io vorrei approfittarne per dirti una cosa. Sai Hee...-

-...Io ti amo.- Dissi, assieme a te, e le nostre voci quasi si fusero facendoci scoppiare a ridere.

 

 

---------

 

Fisso il paesaggio di Macau da dietro al finestrino oscurato della nostra auto, Donghae mi si avvicina lentamente per poi posarmi una mano sul braccio. Non posso più piangere. Non so più piangere.

Per la prima volta dopo un giorno accetto la vicinanza di qualcuno, ho bisogno di un sostegno che non sia il nostro leader, lui ha già fin troppo lavoro da fare. Poggio la testa sulla spalla di Hae, sospirando impercettibilmente.

Ho paura. Per la prima volta in vita mia ho davvero una paura assurda.

 

Vado su twitter con il cellulare, sperando che l'amore delle mie Petals mi distragga, almeno un po', dal peso che mi grava nel petto ma non è così. Sono tutte così impegnate nel trendare a favore della loro cara OTP, finalmente riunita, non pensando che il loro bias possa essere bel mezzo di una crisi psicologica.

 

-Heenim, lo so che forse non è il momento più adatto ma...- è incerto, fin troppo. Spero solo che non mi debba dire una delle solite cazzate come 'credo di essermi innamorato di te' o 'ti amo' che, a poco a poco, mi sono arrivati da una buona parte del gruppo.

-Oh cristo; cosa mi devi dire, pesce?- Torno con il busto quasi dritto, guardandolo negli occhi. Quel ragazzino è un tappo.

-Aehm... Chul... Io...- Tentenna, e io me la temo. Cosa non capiscono del: 'Sono innamorato di Hankyung e lo sarò per sempre'?

-Oggi volevo-- Ehm-- Voglio chiedere ad Eunhyuk di diventare il mio ragazzo.- Le sue guance si tingono di un delizioso color porpora e io non posso non tirare un sospiro di sollievo.

 

Il pesce e la scimmia, il sogno di quasi ogni ELF.

 

Gli sorrido con fare incoraggiante,dandogli poi una pacca sulla spalla.

 

-Buona idea Hae, vdrai che non ti respingerà; sei un bel ragazzo.- Si mordicchia nervosamente il labbro inferiore, sorridendo. Peccato che qualcuno dietro di lui si sia svegliato qualche secondo prima dal suo sonnellino.

 

-Donghae-- Mi dovevi chiedere qualcosa?- Il diretto interessato sobbalza, girandosi verso il biondo ossigenato accanto a lui e finendo per darmi le spalle.

La faccenda si prospetta interessante.

 

-Hyukjae, ben svegliato! Si, sai, Hae mi stava proprio dicendo che aveva bisogno di dirti una cosa importante...-

Ridacchio, indietreggiando appena nel sedile della limousine e trovandomi praticamente in braccio a ShinDong.

 

Poco prima che il pesce inizi a parlare una sua mano va dietro alla schiena, facendomi dono di uno dei suoi soliti gestacci.

Appena usciremo da qui gliela farò pagare.

 

-Eunhyuk-- Tu-- Io-- Cioè-- Vorrestidiventareilmioragazzo?- Il biondo strabuzza gli occhi, diventando viola praticamente fino alle orecchie e si porta una mano davanti alle labbra, probabilmente per nascondere il sorriso idiota che vi si sta formando.

-Si...-

Mi metto più comodo su ShinDong, sedendomi sulle sue gambe e affondando un gomito sulla sua pancia, posando poi la guancia sul palmo.

Mi rendo conto del silenzio assoluto che era piombato nella macchina solo quando viene rotto dalle nostre urla; i due piccioncini si stanno baciando.

 

Come sarebbe bello se mi fosse capitata la stessa cosa con Hankyung. Una storia d'amore normale, tranquilla; di quelle come nei cartoni animati: un 'E vissero per sempre felici e contenti.' come finale.

Forse sembrerò un folle ma ci spero ancora.

 

---

 

Piango.

Ebbene si, il grande Kim Heechul sta piangendo; non mi vedo allo specchio ma è facilmente immaginabile il mio viso: sopracciglia aggrottate in una smorfia -probabilmente per l'atroce dolore fisico e psicologico- occhi dai quali escono una quantità industriale di lacrime salate che, ovviamente, fanno sciogliere il mascara e l'eye liner tracciando poi un solco scuro lungo la mia 'maschera' di fondotinta.

Sono un uomo, perché insistono tanto per truccarmi?!

Perché sono così maledettamente petulanti che mi convincono sempre a indossare vestiti da donna solo perché ho dei tratti femminei?!

 

Devo smettere di arrabbiarmi con il mondo oppure mi deconcentrerò dalla disperazione che lentamente mi sta mordicchiando le viscere.

 

Quello stronzo.

Ha anche avuto il coraggio di presentarsi.

 

Ricapitolando: sono uscito da quel buco -si fa per dire- di limousine e, solo dopo aver ritrovato un pizzico di allegria, me lo sono visto passare davanti.

Mi ha sorriso, quel pezzo di idiota.

Si è permesso di fottermi nuovamente il cervello per poi voltarmi le spalle -di nuovo- e andarsene, portando alle labbra una sigaretta.

 

Una domanda mi è sorta spontanea: da quand'è che Hankyung fuma?

Risposta -che ovviamente mi sono dato da solo, da bravo psicopatico-: da quando è diventato un cinese a tutti gli effetti. Da quando si fa chiamare Han Geng anche da Teuk che, educatamente, si è fermato a salutarlo.

 

Stronzo.

 

Ha avuto le palle per venire a sussurrarmi un 'Mianhae' stentato all'orecchio.

 

Ha avuto il coraggio di guardarmi negli occhi mentre il mio autocontrollo prendeva un volo di sola andata per casinopoli.

 

Non ha avuto la forza di rincorrermi mentre -con una velocità degna di un maratoneta- mi sono chiuso nel mio camerino, accucciandomi sopra ad un pouf color pece; abbandonato a quei maledettissimi sentimenti che ormai hanno deciso di tornare a martoriarmi più intensi di prima.

 

-Heechul-ah, apri.- Lui. Si, lui. Ormai sono venti minuti che bussa incessantemente alla porta di mogano che ormai è la mia unica barriera, senza di quella probabilmente l'avrei già preso a schiaffi.

 

-Aniyo.- sussurro con il petto scosso dai singhiozzi, una voce così flebile l'ho ottenuta molto raramente e soltanto di mia volontà, magari se dovevo girare un drama e dovevo sembrare spaventato.

 

Perchè, sinceramente, ora sono spaventato o sbaglio?

Mi sento come un agnello, fottutamente intrappolato tra i rovi che aspetta solo che il lupo decida di 'farla finita di giocare col cibo' e lo uccida. Un colpo dritto al cuore. Un 'Fattene una ragione'.

 

Lo so, forse pretendo un po' troppo ma è tutto quello che desidero, infondo potrebbe tranquillamente sfondare quella maledetta porta con una spallata ma se proprio insiste così tanto nel bussare vuol dire che non gliene frega niente delle mie condizioni.

 

Potrei tagliarmi le vene, ora. Si, sarebbe divertente vedere la sua reazione mentre gli muoio dissanguato davanti.

 

Schiudo le labbra in un ghigno, liberando una risatina macabra. Merda, sto diventando pazzo.

 

-Yah, Kim Heechul, apri subito o giuro che sfondo la porta!- un colpo, un secondo.

 

Dovrei solo trovare il modo di morire abbastanza in fretta.

 

Il richiamo del coltellino svizzero che ho in tasca si fa sempre più forte, quasi sembra che scotti dentro alla mia tasca come un orcrux al quale è stato ordinato di aprirsi e ovviamente lo prendo in mano.

 

La lama scatta scintillante e affilata, in tutto il suo maestoso pericolo.

 

-Va bene, va bene; entra tra qualche minuto.- Urlo, premendo poi la lama sul polso con sconsiderata forza.

 

La pelle si lacera in un istante, bruciando fastidiosamente e mandando in circolo l'adrenalina che quasi mi da alla testa. Il dolore lo sento, si, ma mi provoca una certa gioia, mi sento terribilmente appagato da quel pezzetto di metallo che preme sulla vena principale, aprendola a poco a poco.

Il sangue cade copioso, suddiviso in piccole goccioline rosso scuro, quasi nero. Un momento, sono davvero nere oppure la vista mi si sta annebbiando?

Probabilmente tutt'e due ma poco m'importa.

La forza diminuisce, il polso tagliato sprigiona così tanto liquido che ormai la mattonella sotto di me ha assunto un colore scarlatto, il profumo metallico del sangue mi avvolge come una marcia funerea, preceduta di poco da un buio opprimente.

 

Un urlo.

 

Hankyung ha sfondato la porta, ora le sue braccia mi avvolgono.

 

-Non abbandonarmi, ti prego!-

Sei un po' troppo stupido, cinese dei miei stivali: non ti abbandonerei mai.
 

 

-Angolino angoletto.

Ma buonsalve gente- Lo so, lo so, mi vorreste uccidere perchè non ho aggiornato ma diciamo che il wifi mi ha fatto un brutto scherzo cambiando la password a mia insaputa.
Ora però sono tornata e probabilmente scriverò di più.
Perdonate gli errori ma ho scritto abbastanza di corsa per colpa del senso di colpa. ;A;
il prossimo capitolo sarà più decente, ve lo giuro.-
detto questo:
Ta~ anti chu e arrivederci.~ ~

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