I don't know what i'm saying

di JustMeAndYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** For the first time ***
Capitolo 2: *** I can't believe in it ***
Capitolo 3: *** L'ultima insalata ***
Capitolo 4: *** You are fantastic! ***
Capitolo 5: *** But that's crazy.... ***
Capitolo 6: *** Gli ascensori mi uccideranno. ***
Capitolo 7: *** La ragazza sbagliata ***
Capitolo 8: *** lacrime roventi ***
Capitolo 9: *** Sotto shock non si ragiona ***
Capitolo 10: *** Un nuovo giorno ***



Capitolo 1
*** For the first time ***


Mi svegliai stesa sul mio letto con tre facce preoccupate che mi fissavano. "Cosa succede?" chiesi.
"Come cosa succede?!" esclamò mia madre con tono stridulo
"sei svenuta!"
Svenuta? "mamma,come svenuta?!"
"Sì appena ti ho detto che avevo i biglietti per il concerto degli One Direction tu..."  tutto si fece di nuovo oscuro.
Aprii gli occhi, questa volta ben consapevole di quello che stava accadendo.
Stranamente mantenni la calma. Ignorando le petulanti domande di mia madre andai in sala, presi il telefono e digitai il numero che ormai sapevo bene.
"Pronto?"
"Pronto Lily? sono Beatrice"
"Bea scusa ma ora non posso parlare, lo sai bene che io in algebra devo ancora...."
"Ho i biglietti."
"Quali biglietti?"
"Per il concerto"
"Quale concerto?" santo cielo, a volte la mia migliore amica era davvero lenta a capire.
"Cavolo Lily i bilglietti! Per il concerto dei One direction!!" dall'altra parte della cornetta c'era silenzio assoluto.
"Lily sei ancor...." un urlo lacerante mi interruppe:
"nonèpossibilenoncicredoquandopartiamodovestiamocosamangiamo...."
"Lily porca vacca calmati!! Comunque vengono la prossima settimana, proprio qui a Londra! Mia madre ci ha preso i biglietti circa due mesi fa. Lily ti rendi conto? Il nostro sogno si avvera!"
In quel momento anch'io faticavo a tenere a ferno la contentezza.
"Bea io ancora non ci posso credere! Però...tra una settimana hai detto.... Proprio quella sera c'è il ballo della scuola e io ho promesso a Joe che...."
"Lily io non posso credere a quello che stai dicendo: ti rendi conto che un'occasione come questa capita una volta nella vita?"
"Sì Bea hai ragione non so cosa mi è passato per la testa."
Continuammo a parlare per una decina di minuti, poi ci salutammo e io andai a letto con il sorriso sulle labbra.

Io e Lily eravamo amiche dalle elementari e ancora adesso, a 17 anni, lei mi sopportava e mi voleva bene.
Lily era veramente una ragazza stupenda. Aveva lunghi capelli biondi, occhi nocciola che trasmettevano calore e sicurezza, un viso ovale perfetto, delle labbra morbide e carnose, era alta e magra.
Era sempre gentile e disponibile con tutti, compresi i cento milioni di ragazzi che le andavano dietro nella nostra scuola. Come se non bastasse era pure popolare, infatti il suo ragazzo era Joe, il top del top. Io, invece, ero... ovvia, questa è la parola giusta. Bionda, con gli occhi azzurri, magra, non tanto alta, scorbutica e pungente. Non ero popolare e nemmeno tanto brava a scuola, però il cielo mi aveva donato Lily, e a me questo bastava.

La mattina dopo arrivammo a scuola tutte felici, ma, come al solito, quei simpaticoni dei nostri compagni di classe, smontarono tutto il nostro entusiasmo.
"Davvero andate a vedere quei frocetti?"
"Fanno schifo, non sanno neanche cantare!"
Ogni volta che sentivo uno di questi gentili complimenti mi infiammavo, diventavo tutta rossa e Lily doveva trattenermi, perchè se avessi aperto bocca avrei traumatizzato queli del primo anno.
Per fortuna la settimana passò in fretta e finalmente arrivò la sera del concerto.
Io e Lily avevamo passato il pomeriggio a fare maschere di bellezza, a farci le sopracciglia a cercare di renderci perfette.
Quando fummo pronte lei era uno splendore, e io ero... guardabile. La mia amica indossava un paio di jeans e una canottiera molto semplice, ma che esaltava le sue forme e la faceva risplendere. Io mi ero accontentata di jeans e una T-shirt, che però era carina. Il concerto iniziava alle 9.00, ma noi fummo lì alle 6.00, per accaparrarci i posti più vicini al palco.
Dopo tre lunghissime ore di attesa, le luci si spensero e una voce metallica gracchiò: "Signore e signori... Gli One Directioin!!" Le urla di noi fan superarono il muro del suono mentre loro facevano la loro apparizione sul palco.
Io mi sentii quasi svenire alla vista di Zayn e udii Lily mormorare "Niall...".
Noi amavamo gli One Direction, però io ero ammaliata da Zayn, mentre lei amava letteralmente Niall.
Harry disse : "Okay ragazzi, si comincia" A tutti e cinque brillarono gli occhi, poi iniziarono a cantare, e le loro voci mi sollevarono tre metri sopra il cielo.

Dopo aver cantanto "I want" i ragazzi si fermarono un attimo e cominciarono a caricare delle fan sul palco.
In quel momento il mio cuore cominciò a battere fortissimo, e sperai che mi facessero salire sul palco. Ero convintissima che mi avrebbero fatta salire, e la mia convinzione si incrementò quando incrociai lo sguardo di Zayn -il mio Zayn-.
Mi sembrò di sollevarmi da terra e quando Liam allungò la mano verso di me credetti di svenire: anche io tesi la mano, stavo per prendergliela, per toccare le sue dita...
Ma la sua mano venne afferrata dalla ragazza di fronte a me.
Mi sembrò che il tempo si fermasse e quasi sentii il rumore del mio cuore che andava in pezzi.
Come avevo potuto illudermi così? Davvero pensavo che, tra le migliaia di persone che c'erano avrebbero scelto me?
"Tutto ok?" mi urlò Lily per sovrstare la musica. Io annuii, ma dentro non ero affatto ok.
Mi sentivo malissimo, ma non per colpa loro: per colpa mia, che ero stata una stupidissima ragazzina.
Nemmeno quando i ragazzi cantarono What makes you beautiful riuscii a stare meglio.
La sera nel mio letto, versai tante lacrime da riempire un mare: la delusione non era mai stata così bruciante.






Ciao!! questa è la mia prima fan fiction, e anche se nessuno la leggerà voglio dedicarla a Agnese e Alessia, vi lovvo ragazze ;) e w i One Direction hrbfvuieyviuerkjdchbuihy :)

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Capitolo 2
*** I can't believe in it ***


Erano passati tre giorni dal concerto, eppure stavo ancora male.
La mia vita sociale (se così di poteva definire, dato che la mia unica amica era Lily) stava evaporando.
Lily mi chiamava, mi mandava messaggi, ma io non rispondevo. Stavo marinando la scuola e, mentre non ero seduta su una sedia a ascoltare i monologhi di prof in crisi, giravo per Londra. Questo mi tirava un  pò su , perchè il centro città era sempre affollato e almeno il brusio delle persone che parlavano e lo starnazzare dei clacson coprivano il rumore dei miei pensieri.
Il terzo giorno della mia "vacanza" da scuola stavo facendo un giro da Glitter, un negozio molto alla moda, per prendere un regalo per Lily, quando andai a sbattere contro una ragazza e le feci cadere tutte le grucce piene di vestiti che aveva in mano.
"MI scusi, non l'ho fatto apposta..." borbottai.
"Guarda dove vai! E se non vedi bene mettiti gli occhiali e poi... Oh ma sei solo tu, nullità" disse una voce che riconobbi subito dai modi gentili.
"Che casualità, anche tu qui, Flora?" dissi io stancamente.
"Non ti azzardare a chiamarmi con quel nome, moscerino!" sibilò lei.
Io alzai gli occhi al cielo. Bello, tra tutte le persone che ci sono a Londra proprio l'antipatica numero uno dovevo incontrare. La persona in questione era un metro e settanta di capelli rosso fuoco (palesemente tinti), occhi neri come il petrolio, due chilometri di ciglia e dieci chili di matita.
Flora, soprannominata dalle sue stupide amichette Flo, era un essere di cui non sopportavo la vista, in più dopo la storia del concerto non avevo proprio voglia di mettermi a discutere con lei.
"Scusa ma che ci fai tu qui? Non sai che questo è un negozio serio e che è vietato l'ingresso ai barboni che si vestono con degli stracci?" disse lei con voce mielosa
"E tu non sai che è vietato l'ingresso agli animali?" Ringhiai io in risposta.
Lei mi incenerì con lo sguardo, poi si girò e se ne andò muovendo esageratamente il suo culetto strizzato in una minigonna.
La giornata era iniziata proprio bene, dai.
 
Per fortuna quel giorno non la vidi più. Dopo che se ne fu andata, uscii dal negozio anche se non avevo comprato niente e mi misi a passeggiare sui marciapiedi super affollati.
Tutte le persone che mi passavano accanto mi lanciavano delle occhiatacce perchè il mio telefono suonava fortissimo e in continuazione.
Avevo provato a metterlo in silenzioso, ma con l'I-Phone (che mi aveva regalato Lily) non sapevo fare. La persona che mi chiamava era proprio la mia migliore amica, e dopo dieci minuti di squilli non-stop decisi di rispondere.
"Per favore Lilian dimmi cosa vuoi" La chiamai così apposta, lei detestava il suo nome di battesimo.
"Non mi chiamare con quel nome!" esclamò lei arrabbiata. Avevo un de-ja-vù: a quanto pareva, nessuno voleva essere chiamato col proprio nome a Londra.
"E comunque, finalmente hai risposto!" aggiunse lei con un tono più allegro.
"Mi stavo preoccupando!"
"No no sto bene... grazie per aver chiamto e ciao..." dissi io
"Eh no tesoro! Tu non mi scarichi così! è ovvio che c'è qualcosa che non va. Avanti sputa il rospo."
"Ma no, niente,e comunque roba complicata..." tentai di dire.
"Ha a che fare con il concerto vero? L'ho visto da come ti sei comportata."
Accidenti, Lily mi conosceva troppo bene.
"Sì ma..."
"Aspettami a casa tua domani sera alle otto, e prepara i pop-corn. Ciao!" E, detto questo, buttò giù. Lily era proprio incorreggibile.
Stavo ancora pensando a lei, quando mi accorsi di avere una certa fame.
Guardai l'orologio: segnava l'una e mezza. In quel momento passai davanti a Nando's, così decisi di fermarmi a mangiare un boccone.
Ero sovrappensiero e non mi accorsi che mentre io entravo un ragazzo stava uscendo.
CRASH!
Feci uno scontro frontale e al ragazzo si rovesciò tutta la coca-cola sulla maglietta bianca. Avevo un altro de-ja-vù.
"Oh no!"dissi "Senti, mi dispiace ma io non ti compro nè un'altra coca nè un'altra maglietta."
Lui si tirò su ridendo.
"Non ti preoccupare, e poi, questa macchia mi dona una certa... classe. Come tutto il resto, naturalmente."
Modesto, il ragazzo.
Mentre mi rialzavo, notai che intorno a noi c'erano dei ragazzi, probabilmente i suoi amici. Ce n'era uno riccio, uno con degli occhi stupendi, uno biondo, uno con i capelli marroni e quello contro cui mi ero scontrata. Mi erano incredibilmente familiari...
Poi spalancai gli occhi per la sorpresa:
"Ma voi siete..."
"SSSST!!!!" Zayn mi tappò la bocca con una mano "Vuoi che ci assalgano le fan?"
"No no scusate, dopo dovrei concedere troppi autografi" dissi. Da dove vengono tutta questa calma e ironia? Insomma, loro sono i One Direction! pensai.
I ragazzi scoppiarono a ridere e io mi sentii benissimo.
"Comunque, non è che un autografo me lo fareste voi?" chiesi.
Sorridendo, Harry, Louis, Liam, Niall e Zayn (quando si avvicinò il mio cuore saltò un colpo) mi fecero una dedica sulla maglietta.
"Un saluto" Niall Horan; "Un abbrccio a questa biondina" Louis Tomlinson"; "Saluti alla nostra fan" Harry Styles; "A questa bellissima ragazza" Liam Payne; "Alla ragazza che mi ha rovesciato la coca sulla maglietta" Zayn Malik.
"Grazie mille" dissi
"Non c'è di che..."disse Louis aspettando che dicessi il mio nome.
"Beatrice"
"Okay, ci si vede Tri" disse Zayn
"Tri?" chiesi io.
Zayn si strinse nelle spalle. Li salutai e ci incamminammo in direzioni opposte.
"Tri...Tri...mi piace un sacco, nessuno mi aveva mai chiamato così! pensai.
Wow. Che giornata. Avevo appena incontrato i One Direction!

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Capitolo 3
*** L'ultima insalata ***


DLIN-DLON! DLIN-DLON!

Solo Lily suonava il campanello due volte, ed erano le 7.59: era lei di sicuro, puntuale come un orologio svizzero.
Mascherai la mia eccitazione in una maschera di indifferenza, poi aprii la porta.
"Sei in anticipo di un minuto" borbottai, fingendomi annoiata.
"Ciao anche a te, e grazie per questa calorosa accoglienza" rispose lei allegra.
Salì tranquillamente le scale, andò in camera mia e si buttò sul mio letto con noncuranza.
Con la mano battè lo spazio vuoto di fianco a lei per invitarmi a sedermi vicino a lei.
Dopo un minuto di silenzio lei chiese:
"Allora? Cosa c'è che non va?"
"Ma niente...Ho solo..." Non ce la facevo più a stare zitta "Incontrato i One Direction!!! Stavo entrando da Nando's, quando mi sono scontrata con Zayn e gli ho rovesciatro la Coca addosso, allora gli ho chiesto se..."
Lily trattenne rumorosamente il fiato:
"Tu hai incontrato... chi?"
Io sorrisi.
"Lily, hai capito benissimo. Ti devo dire i loro nomi? Niall, Zayn, Harry, Louis e Liam."
Lily spalancò la bocca in una "O" muta.
Poi un sorriso le si formò agli angoli della bocca.
"Allora? Dove sono?"
Io ero disorientata.
"Dove sono chi? Lily, non penserai mica che li abbia invitati a casa mia..."
"Ma no! Dove sono gli autografi!" rispose lei spazientita.
"Oh, sì, li ho qua." Tirai fuori la maglietta.
"Guarda, questo me l'ha scritto Liam, quasto me l'ha scritto Harry, qusto qua Zayn e poi..."
"Sì sì, ma dov'è quello di Niall per me?" chiese lei.
In quel momento mi sentii morire. "Quello di Niall per te?" sussurrai.
"Sì, perchè tu non..." Poi vide la mia faccia. Gli occhi le si riempirono di lacrime.
"Lily, no... Me ne sono dimenticata, ma ti prometto che la prossima volta te lo porto, scusa ma è successo tutto in fretta e..."
"Bea, io non ci posso credere! Sei un'egoista! Come ti sei potuta dimenticare di me? Tu pensi sempre e solo a te stessa!Lo sai che io amo letteralmente i One direction, in particolare Niall!"
Ora le lacrime le rotolavona copiosamente sulle guance. Mi sentivo malissimo.
"Lily, hai ragione, lo so, ma la prossima volta..."
"La prossima volta!!" strillò lei. "Per favore, Beatrice, non prendermi per scema! Quando mai ti ricapiterà di incontrarli? Scommetto che tu eri tutta contenta e non hai minimamente pensato di chiedere almeno un autografo in più!"
"Bè, sì, ero molto contenta, ma tu al mio posto avresti fatto lo stesso!" Cominciavo a innervosirmi, perchè ci stava andando giù pesante.
"Io ti penso sempre, e avrei di sicuro pensato alla mia migliore amica se avessi incontrato i nostri idoli!"
Poi fece un gesto che mi ferì moltissimo: si strappò la collana che le avevo regalato per il suo compleanno dodici anni prima, e che simboleggiava la nostra amicizia.
"Se questo è il tuo modo di essere mia mica, allora la nostra amicizia finisce qui." sibilò.
Io spalancai gli occhi per la sorpresa.
"E adesso vallo a chiedere a qualcun altro, di farti i compiti!" sibilò.
"Io ti ho chiesto scusa!" Gridai offesa.
Lei mi guardò sprezzante e mi disse "Ma vai a farti fottere". Poi uscì dalla camera e se ne andò.

UNA SETTIMANA DOPO

La mia vita stava andando a rotoli. Solo in una settimana ero finita tre volte a fare una visitina al preside, e la segretaria, che io non sopportava, era sempre dontenta che fossi finita nei guai.
Non facevo i compiti, non seguivo le lezioni, rispondevo male, e per di più, Lily seguiva tutti i miei stessi corsi, quindi la vedevo sempre.
Eravamo perfino vicine di banco, ma non ci rivolgevamo la parola: era ancora arrabbiata nonostante le avessi chiesto scusa miliardi di volte e non mi aveva dato la possibilità di rimediare a ciò che avevo fatto.
Stavo toccando il fondo.

L'unica cosa che mi tirava un pò su erano le passeggiate a Londra.
Facevo dei chilometri vagando per le strette viuzze e i viali giganti. Un giorno stavo passando davanti a Nando's, quando mi accorsi di avere fame.
Mi tornò in mente l'incontro con loro e decisi di entrare, perchè quel ristorante mi piaceva.
Mi sedetti a un tavolo un pò in disparte e presi a giocherellare con uno stuzzicadente.
Finalmente arrivò il cameriere: un ragazzo alto, magrissimo, pieno di brufoli e con un'apparecchio disgustosamente sporco. Lui da solo faceva passare la voglia di mangiare.
"Vuole ordinare?" chiese con tono svogliato.
No guarda, sono venuta qui a fare un balletto.
"Sì grazie. Vorrei.... Un'insalata"
Lui strabuzzò gli occhi: "SOLO un'insalata? Con tutto quello che c'è nel menu? Non starai mica facendo la dieta! Anche se... forse... qualche chiletto in meno..."
Io mi infiammai: "Ma come ti permetti? Portami questa stramaledetta insalata e fai il tuo stupidissimo lavoro di cameriere!"
Mi ero alzata in piedi e mi resi conto che mi stavano fissando tutti. Allora mi risedetti e il cameriere se ne andò sbuffando.
Ma tu guarda che educazione! Stupido cameriere.
 
Poco dopo, mentre aprivo la bottigliia d'acqua (che per fortuna il cameriere mi aveva portato senza dire niente), sentii qualcuno che mi ticchettava sulla spalla.
Mi girai: il mio ripugnante cameriere era lì in piedi che mi fissava.
"Che vuoi?" chiesi, ancora irritata da prima.
"Senti ma l'insalata la vuoi con o senza pomodori?"
Io sospirai "Senza, grazie."
Cinque minuti dopo, mentre aspettavo la mia insalata, sentii di nuovo qualcuno che mi toccava la spalla: era di nuovo il cameriere, che mi chiese:
"L'insalata la vuoi con o senza parmigiano?"
"SENZA!" esclamai con troppa foga. "Cioè... sono allergica al parmigiano, e preferirei che non glielo mettesse. E poi scusa, ma nell'insalata si mette il parmigiano?"
"Lo chef è italiano, lo mette in tutte le ricette" si giustificò lui.
Mi ricordai di quella volta che avevo mangiato il parmigiano e mi era venuto uno shock anafilattico. Terribile.
Poi, per l'ennesima volta, sentii di nuovo un dito che picchettava sulla spalla, persi la pazienza e senza voltarmi dissi:
"Senti, l'insalata senza parmigiano perchè sono allergica, senza pomodori, con le carote tagliate come ti pare, con l'olio, il sale, l'aceto, con le foglie d'inalata, senza cetrioli. Devi chiedere ancora qualcosa o mi porti questa benedetta insalata?"
"Prima non era stramaledetta?" Chiese una voce divertita.
Oh.No. Quella non era la voce del cameriere. Mi girai molto lentamente e restai a bocca aperta: quello.Era.Liam.Payne
. "Ti abbiamo vista quando hai gridato contro il cameriere"
Io diventai del colore del fuoco. "Bè, sì, il servizio non è molto efficiente... Sono qua da mezz'ora e non mi hanno ancora portato l'insalata..."
Liam ridacchiò e mi chiese "Vuoi venire a sederti al tavolo con noi?"
"Certamente."
Risposi così in fretta che lui restò spiazzato per un momento, poi sorrise e mi condusse al loro tavolo.
"Ciao!"
"Ciao!" mi risposero loro tutti in coro.
Poi Louis aggiunse: "Bella mossa con il cameriere! Era ora che qualcuno gli dicesse qualcosa! Dai, siediti qui vicino a me."
Mi sedetti di fianco a lui quando vidi che intorno al tavolo dove ero prima si aggirava il cameriere con una ciotola in mano.
"Hei sono qua!" gridai. Il cameriere mi vide e, sbuffando sonoramente, mi portò l'insalata, la mise sul tavolo e se ne andò.
Quando la appoggiò sul tavolo Niall disse:
"Uau, ha davvero un ottimo aspetto!" Io lo guardai malissimo.
"Occhei, sembra vomitevole" ammise. Le foglie erano marroncine ai bordi, Le carote erano quasi intere e il tutto galleggiava nell'olio.
Ero disgustata, però avevo fame, così infilzai con foga qualche foglia e me la portai alla bocca.
Masticai a lungo, poi ne presi ancora, e con tre forchettate avevo finito.
I ragazzi mi fissavano intensamente.
"Bè? Com'era?" Chiese Harry.
"Mmm..." Finsi di pensarci, poi dissi: "Faceva schifo." Scoppiammo a ridere tutti.
Mentre ancora ridevamo arrivò il cameriere con un'aria terrorizzata.
"L'insalata, l'insalata!" ripeteva.
"L'insalata faceva schifo, grazie." Dissi io.
Mi sentivo un pò strana e mi faceva male la pancia.
"L'insalata, l'insalata!" continuava lui.
"Insomma, l'insalata cosa?" chiese Zayn.
Il mio dolore alla pancia si fece più acuto e mi girava la testa.
"Nell'insalata c'è finito il parmigia...."
Non sentii il resto della frase, perchè mi sentii cadere, poi tutto si fece buio.  

Ciao a tutte! terzo capitolo, mooolto divertente :) shock anfilattico copiato da piovono polpette visto due anni fa :D

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Capitolo 4
*** You are fantastic! ***


Odore di disinfettante, alcool, pulito. Dove mi trovavo? Non riuscivo ad aprire la palpebre. Mi sentivo goffa e pesante e le mie braccia non rispondevano. Strizzai gli occhi, poi li aprii di scatto: una luce accecante mi costrinse a socchiuderli. Quando riuscii a tenere gli occhi aperti, vidi che ero distesa sopra a un lettino. Con una flebo al braccio. Oddio ero in ospedale! Il cuore cominciò a battermi fortissimo: stavo per morire? Avevo una grave malattia? Mi agitai sul lettino, che fece rumore.                                                                                                                      
 "Meno male, sei sveglia!" disse una voce.                                                                                    
  Mi guardai intorno e vidi Liam che si avvicinava.                                                                            
  "Liam? Ma cosa mi è successo?" dissi con voce roca.                                                                
  "Quallo stupido cameriere di Nando's ha messoper errore il parmigiano nella tua insalata. Sei svenuta, e sapevamo che eri allergica, così abbiamo chiamato l'ambulanza. Hai dormito un giorno e mezzo. I tuoi genitori sanno già tutto, ma non potevano restare perchè dovevano lavorare, così io e i ragazzi abbiamo fatto i turni."                                                                       
"Grazie mille." Mi passai una mano sul viso. "Mi sento uno straccio, però adesso mi alzo e vado a denunciare quel deficiente incompetente di un cameriere."                                                             
  Liam trattenne una risata. "Troppo tardi, ci hanno già pensato i tuoi. Tipa tosta, tua madre"                                                                                                                                            
 "Già..." mormorai.                                                                                                                     
 Liam si avvicinò e si sedette vicinissimo a me. Meno male che non avevo addosso quel coso che segnala i battiti del cuore, o sarebbe stato imbarazzante: il mio cuore era a mille.                                                                                                                            
 Lui interruppe i miei pensieri. "Ah, mi stavo dimenticando di dirti che la tua amica Lily è passata a trovarti. Ha detto di dirti che non cambierai mai."                                                                        
  Non cambierò mai? In senso negativo o positivo?                                                                        
Mi salirono le lacrime agli occhi e Liam se ne accorse, perchè chiese:                                                                                            
  "Tutto bene? Scusa, sono un pò invadente, ma adesso vado..."                                              
  "Non dire sciocchezze!" Gli afferrai una mano. "Ti prego resta. Ti prego."
Lui si risedette e mi fissò intensamente. Io distolsi lo sguardo imbarazzata.                                                                  
   "Adesso devo andare, comunque, perchè ho da fare. L'infermiera ha detto che è meglio se qualcuno sta qui con te sempre, quindi adesso dovrebbe arrivare Zayn"                               
Feci del mio meglio per restare calma.Inspira, espira, inspira, espira...                                    
  "Occhei. Grazie mille per il tuo aiuto!" dissi a Liam, sorridendo.                                                    
    "Figurati" rispose lui, poi, propio mentre stava uscendo si girò e mi mandò un bacio con la mano. Il mio cuore perse due o tre battiti, ma ormai mi ci ero abituata.                                  
 Poco dopo entrò l'infermiera, che mi disse di cambiarmi perchè tra poco mi avrebbero dimessa. Appena se andò lei, entrò lui, bellissimo come sempre, con quegli occhiali grandi che gli donano tantissimo. Si sedette nella sedia più lontana dal mio lettino.                                               
 "Non è che ti potresti girare?" chiesi.                                                                                     
  Alzò un sopraggiglio. "Perchè?" domandò.                                                                                       
 "Bè, sai, mi dovrei cambiare". Lui fece un sorriso malizioso, ma si girò senza dire niente.                                                                                                                                    
Mi cambiai in fretta sul lettino, poi infilai le scarpe, pronta per scendere dal letto.                                  
"Fatto" dissi. Zayn si avvicinò e io scesi dal lettino, ma feci appena in tempo a fare un paio di passi che...
PATAPUM!
Le gambe mi cedettero e caddi rovinosamente per terra.                                                                                                                                       
Lui mi passò un braccio attorno alle spalle e mi aiutò ad alzarmi ridacchiando.                                      
 "Guarda che non c'è da ridere. Anzi, è estremamente imbarazzante!" dissi, punta nell'orgoglio.                                                                                                                         
"Non so cosa sia, l'imbarazzo" disse in tono spavaldo. Poi sorrise "Comuque sono qua apposta."   
Uscimmo dall'ospedale e salimmo nella macchina di Zayn, gli indicai casa mia e lui mi accompagnò fino alla porta.                                                                                                 
  "Grazie mille. E mi dispiace di avervi fatto fare tanta fatica" dissi con un sorrisetto.                           
"Non ti preoccupare, è stato un piacere" rispose lui, allegro. "Soprattutto quando mi hai vomitato l'insalata sulle scarpe."                                                                                                 
   "Che cosa!?? Liam questa parte non me l'aveva detta! Comunque, pare che tutte le tue scarpe e i tuoi vestiti siano in grave pericolo con me."                                                                                         
Lui scoppiò a ridere."Persone come te sono difficili da trovare!"disse. Poi mi salutò con la mano, mise in moto l'auto e se ne andò.           
 
 
Persone come te sono difficili da trovare? Ma in che senso? Forse sono troppo fastidiosa... O era in senso buono? Ma perchè la gente non si esprime chiaramente?              
Ero ancora impegnata a pensare a Zayn, quando entrai in casa e sentii un profumo buonissimo. Era... vaniglia. Solo una persona poteva usare quel profumo. Entrai di corsa in cucina e urlai:                                                  
  "Alex!"                                                                                                                                     
 Mia cugina si voltò verso di me e corse ad abbracciarmi.                                                               
   "Bea! Come stai? Ho saputo che sei stata all'ospedale!"                                                                              
"Sì sì niente di che... Ma tu cosa ci fai qui? Perchè sei venuta qua?"                                                   
Lei sorrise. "Sono qua solo per te." Ci abbracciammo di nuovo. Eravamo molto legate, e per di più coetanee, quindi ci capivamo alla perfezione.Lei era magra, alta, con una massa di ricci castani stupendi, due occhi marroni profondissimi e un carattere davvero ribelle. Salimmo subito al piano di sopra e cominciammo a raccontarci un anno di avvenimenti. Alexis, o Alex, come la chiamavo io, viveva in Italia e di solito ci vedevamo solo a Natale. Aveva un nome inglese perchè sua madre era di Londra, essendo la sorella di mia mamma, e l'inglese lo parlava alla perfezione.                                 
  "Allora, come mai sei qua?" chiesi. A lei brillarono gli occhi, poi balzò in piedi:                                      
"Bea, mi sposo!" Io rimasi a bocca aperta.                                                                      
  "Che cosa!? Ti sposi? Ma con chi?"                                                                             
  "Con un fustaccio. No, scherzi a parte, mi sono innamorata, lui mi adora, allora mi sposo." Era proprio una ribelle.                                                                                                                      
 "Ma non pensi che hai 17 anni? E lui quanti ne ha?"                                                              
"Lui 18. E comunque, me l'ha chiesto lui di sposarci, e io ho accettato." Io avevo ancora molte domande e perplessità, ma la vedevo così felice che non volevo darle fastidio.                                                                                                                          
 "Sto qua un mese....E... Ah quasi dimenticavo: sarai la mia damigella d'onore e la mia testimone di nozze insieme alla nonna."                                                                                            
  "Insieme alla nonna? Comunque per me va bene, se questo ti renderà felice." Lei mi abbracciò di nuovo.
 
Il giorno dopo io e mia cugina andammo a scuola in autobus. Dato che stava un mese, doveva venire con me o sarebbe stata bocciata. Arrivammo davanti all'edificio e Alex lo guardò schifata.                                                                                                                                           
"Che pena. Sembra un ospizio." Io ridacchiai. Arrivammo in classe in anticipo e ci sistemammo negli ultimi banchi, vicine. Poco dopo entrò Lily e notai che aveva gli occhi gonfi di pianto. Mi sentii malissimo, perché in quel momento non le ero vicina.                                                             
"Chissà cosa ha fatto..." mormorai.                                                                                                
 Lauren la ficcanaso, che sedeva nel banco davanti a me, si voltò e disse:                                                           
  "Ma come, non lo sai? Pensavo foste migliori amiche..."                                                                      
"Tu fatti gli affari tuoi." replicai.                                                                                                          
Lei continuò "Lei e Joe si sono lasciati, stamattina. Pare che lui sia stato sgamato mentre limonava con..." abbassò la voce "Flo".                                                                                          
Quella troia. Non ci potevo credere.                                                                                      
  Passai tutta l'ora di storia a pensare ad un modo per farla pagare a quella sgualdrina, ma non dovetti ragionarci tanto, perché all'ora di pranzo tutto andò da sè.                                                      
  Io e Alex stavamo camminando di fianco al tavolo delle cheerleader, quando Flo si è girata e ha fatto lo sgambetto a mia cugina. Il suo primo, grande errore.                                                                 
Alex si è voltata verso di lei con uno sguardo che lanciava fulmini.                                                        
  "Pretendo delle scuse." disse con tono calmo.                                                                                             
   "Ma vai a farti fottere" fu la risposta carina e gentile di Flo. Alex allora ha preso il suo pranzo, composto da panino al salame e maionese, e l'ha spiaccicato sulla maglietta firmata di Flo. Poi è salita sul tavolo rovesciando per terra i pranzi di tutte le cheerleader e, mentre tutti la fissavano, ha cominciato a dire:                                                                                                                       
"La qui presente Flora Sunders è una sgualdrina. Si droga, fa uso di alcool, porta una quinta di reggiseno quando in realtà è una prima, si mette delle imbottiture nel sedere e sui fianchi, compra firme tarocche, parla alle spalle di tutti, compresi i suoi "migliori amici", gioca d'azzardo, fa la spogliarellista per procurarsi qualche soldo e non lavora in un importante catena di negozi come dice con tutti. Ha dieci denti finti, dovrebbe portare gli occhiali, ma per lei è troppo out. Alle elementari si faceva sempre le treccine, aveva l'apparecchio, e da quando è qui alle superiori è andata a letto con almeno un sessantina di persone. Io vi ho detto tutto, fate un pò i vostri calcoli."
Quindi è scesa dal tavolo.                                                                                            
  Flo la guardava scioccata, e io ero orgogliosa di lei. Alex sapeva tutte queste cose perché gliele avevo raccontate io, anche se non avevo mai avuto il coraggio di dirle apertamente.
Per tutto il resto della giornata Alex venne trattata come una dea e tutti la ringraziavano.                                                                                                                                   
  Alla fine quando tornammo a casa la abbracciai forte e le dissi:                                                                 
  "Sei troppo forte."                                                                                                                                   
  Lei sorrise, poi andò a farsi una doccia. Mentre salivo le scale il mio I-Phone vibrò e vidi che mi era arrivato un messaggio. Lo aprii e diceva:
come va? Che ne dici se ci vediamo, domani? Vorrei accertarmi del tuo stato di salute :) Liam                                                               
 Io rimasi senza fiato. Liam.Payne.Mi.Aveva.Appena.Chiesto.Di.Vederci.
 
  Ciaoo! A chiunque legga questa fan fiction, grazie!!! :)

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Capitolo 5
*** But that's crazy.... ***


Mi guardai per l’ennesima volta allo specchio: capelli, ok, trucco, ok, vestiti, ok... Ero praticamente pronta per il mio appuntamento con Liam.
Occhei, definirlo appuntamento era forse un po’ esagerato... lui voleva solo accertarsi che stessi bene.
Appena avevo letto il suo messaggio ero andata in iperventilazione. Alex mi aveva aiutata a prepararmi: capelli sciolti, un filo di trucco, jeans attillati e una T-shirt.
“Okay, sono pronta” dissi.
“Fatti vedere...” disse Alex, mia cugina, facendomi girare su me stessa. Poi alzò i pollici in su, per dirmi che approvava.
Uscii di casa abbastanza agitata. Io e Liam ci dovevamo vedere da “Tom’s breakfast”, una caffetteria non troppo in centrro.
Quando arrivai vidi Liam, Niall e Zayn seduti a un tavolino. Appena Liam mi vide si alzò in piedi e agitò una mano.
Dio, quanto era bello. E quanto ero fortunata a conoscerli.
Mi sedetti attorno al piccolo tavolino circolare e ordinai un cappuccino, Zayn un caffè, Liam una brioche e Niall chiese: uova strapazzate con bacon e salsiccia, acqua, caffè, toast, pane, marmellata e una barretta di cioccolato.
“Scusa, il mio orologio è sbagliato o sono le dieci di mattina?” chiesi incredula.
“Questa è la mia colazione di tutte le mattine.” rispose arrossendo.
Ridacchiai. “Dove sono Harry e Louis?” chiesi.
Liam sospirò. “è una lunga storia..” e cominciò a parlare. Mentre mi spiegava di come Harry si era fatto male alla caviglia, feci scorrere lo sguardo sui tre.
Liam aveva i capelli ricci, come piacevano a me, indossava una delle sue solite camicie a quadri e portava i jeans. Niall aveva una maglia bianca a maniche corte  e, dato che si metteva in bocca tutto quello che aveva nel piatto, le guance gli si gonfiavano come quelle di un criceto, e con quegli occhioni azzurri lo sembrava proprio.
Poi guardai Zayn: oggi non aveva gli occhiali, i capelli erano tirati su e notai che stringeva continuamente la mascella, come se fosse irritato. Forse il mio sguardo si soffermò troppo su di lui, perché Niall si schiarì la gola rumorosamente e mi guardò con un sopracciglio alzato.
Intanto Liam aveva finito di parlare e mi stava porgendo un foglietto.
“Domani sera ci sarà una festa in questo locale, se ti va di venire...”
“Certo grazie” risposi sorridendo.
“Occhei” disse Liam. “Abbiamo visto che stai bene”
Io mi alzai. “Già. Ora devo andare...” e lasciai i soldi sul tavolo.
“No, offriamo noi.” disse Zayn, e mi rimise i soldi in mano.
“Bè, grazie” mormorai. Poi sorrisi. “Allora ci vediamo”  Feci per andarmene, quando mi venne in mente una cosa. Mi girai.
“Niall, oggi hai degli impegni? Non è che verresti con me in un posto?”
Tre paia di occhi mi guardavano stupiti.
Poi lui rispose: “Certo che sì! Dove andiamo?”
Io sorrisi. “Ti faccio conoscere una persona.”
 
Io e Niall eravamo per strada e mi stava assillando da dieci minuti.
“Allora? Com’è la tua amica? Come si chiama? Dove vive?” Io chiusi le labbra con una cerniera immaginaria. Lui mise il broncio per circa tre secondi, poi ricominciò a parlare.
“Bene, non mi vuoi dire niente della tua amica. Allora parliamo di te. Che cosa intendi fare con Liam?” Rimasi spiazzata.
“Con Liam?” chiesi confusa.
“Sì, con Liam. Sei l’unica che non se n’è accorta, ma è chiaro come il sole che gli piaci.”
Io che piaccio a Liam?Che cosa?
“Non dire scemenze” replicai. “E poi Liam ha la ragazza.”
“Sarà...” fece lui.
Nel frattempo arrivammo a casa di Lily.
“Ok, ti ricordi cosa devi fare?”
Lui annuì.
Io suonai il campanello. “Sì?” rispose Lily.
“Salve, dovremmo controllare il generatore, ci fa entrare?” disse Niall con voce profonda.
Lily aprì il cancello. Una volta che avessimo fatto pace le avrei dovuto ricordare che non si apre la porta agli sconosciuti.
Passammo oltre il cancello e arrivammo alla porta. Bussai forte e Lily aprì.
Vedendomi aprì la bocca per dire qualcosa, ma io la zittii.
“Prima che tu dica qualunque cosa, devo parlare io. Scusa, Lily. Sono stata un’egoista, e per farmi perdonare ti voglio far conoscere una persona.”
“Non ho voglia di vedere nessuno.”
Sorrisi. “Scommetto di sì.”
Niall sbucò da dietro la porta e mormorò un timido “Ciao.”
Lily spalancò la bocca.
“E tu... Chi sei?!” chiese pianissimo, mentre le si riempivano gli occhi di lacrime.
“Niall Horan” rispose lui.
Lei spostò lo sguardo da me al biondo una decina di volte, poi mi corse incontro e mi abbracciò fortissimo, togliendomi il fiato.
“Ti voglio bene” sussurrò al mio orecchio. “Mi ero pentita già due secondi dopo essere uscita da casa tua, e non penso niente di ciò che ti ho detto.”
“Non è nulla” dissi io “ma non è carino far aspettare gli ospiti...”
“Oh, certo” poi si concentrò su Niall. “Allora, ti va di entrare?” Lui annuì e un attimo prima di varcare la porta si girò e mi disse pianissimo: “ chiedimi più spesso di farti questi favori se le tue amiche sono tutte così.”
Io feci l’occhiolino a Lily e poco prima che si chiudesse la porta alle spalle dissi:
“Lily! Domani sera, Crashing Heads, alle dieci. Mega Party!” Lei annuì ed entrò.
 
La sera successiva arrivai al Crashing Heads alle dieci meno cinque, e Lily era già lì che mi aspettava. Era bella come sempre e indossava un vestito corto, bianco con una sola spallina, che la faceva risplendere nel buio. Io avevo un vestitino blu notte, con due spalline sottilissime, stretto sotto i seni, così se giravo si gonfiava tutto. Alex, invece indossava un vestito nero senza spalline, strettissimo e davvero provocante, esattamente quello che ci si sarebbe aspettato da lei.
Mia cugina e Lily si abbracciarono, e la mia migliore amica le disse:
“Sei stata grande con Flo! Gliele hai cantate per bene!”
“Un giochino da ragazzi.” Disse lei sorridendo.
Entrammo nel locale-discoteca e come al solito ci assalì un rumore che rimbombava nel petto.
Cercai Liam con lo sguardo, ma quel posto era immenso. Intanto che cercavamo i ragazzi Lily e Alex si misero a ballare-due tizi le avevano subito invitate- mentre io mi sedetti su un divanetto a pastrocchiare con l’ I-Phone.
Dopo un po’ sentii una voce che diceva:
“Hei Bea!” Alzai lo sguardo e vidi Liam, Louis, Niall, Harry e Zayn che mi venivano incontro.
Balzai in piedi e Liam mormorò un “wow”, mentre Zayn stringeva la mascella (gesto istintivo quando c’era qualcosa che non andava).
“Cosa c’è? Cosa ho combinato questa volta?” guardai preoccupata alle mie spalle. Eppure era tutto a posto...
“No niente, è che sei... Bellissima.”
“Grazie” mormorai io arrossendo. Poi notai Niall che si guardava intorno.
“Niall, Lily è laggiù” dissi indicando un punto.
Lui arrossì, mormorò una scusa incomprensibile e andò verso di lei.
Feci un sorriso. Avevo un presentimento su quei due...
Poi indicai una figura. “Quella è Alex, mia cugina.” Lei si accorse che la stavo additando, venne da noi, si presentò e poi si mise a parlare con Harry lamentandosi della qualità scadente dei bagni nella discoteca.
“Ti va un drink?” chiese Louis. Io annuii e insieme a Liam e Zayn andammo al bancone.
Bevvi quattro drink, nemmeno tanto forti, ma non sapevo reggere l’alcool e dopo poco tempo ero ubriaca. Feci del mio meglio per restare lucida.
Mi sedetti su un divanetto, poi qualcuno si sistemò di fianco a me e mi disse: “Torno tra poco, tu cerca di non fare cavolate.” Penso fosse Alex.
Poco dopo qualcun altro si sedette di fianco a me, mi mise un braccio attorno alle spalle e io mi rannicchiai contro il suo petto muscoloso per isolarmi dalla musica assordante che usciva dalle casse.
“Non dovevi bere così” disse una voce maschile.
“E tu che ne sai?” replicai io con voce impastata.
“Non mi va bene che ti ubriachi” replicò lui.
“Ma a te che importa?” risposi acida, voltandomi verso di lui. Non riusciva a metter a fuoco il suo viso...
“Mi importa.”
Strizzai gli occhi e lui si voltò verso di me.
Due bellissimi occhi color caramello mi guardavano.
Lui si avvicinò.
Gli occhi erano costellati da lunghe ciglia, del colore della pece. Le potevo quasi contare...
Eravamo molto vicini. Troppo.
Ormai non c’era più scampo... Sentivo il suo respiro sulla pelle...
E poi non ci fu più niente.


Ciao a tutte!!! Scusate se ho aggiornato così tardi ma le mie simpatiche prof ci caricano di compiti.... spero vi sia piaciuto il capitolo, fatemi sapere!!!!
 








   

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Capitolo 6
*** Gli ascensori mi uccideranno. ***









Battei le palpebre più volte, infastidita dalla luce. Ero stesa sul mio letto, ancora vestita. Mia cugina Alexis era seduta su una sedia di fianco al mio letto.
“Era ora che ti svegliassi!” mi disse.
Io mi alzai borbottando, mi struccai, mi misi dei vestiti normali e guardai l’ora: era l’una di pomeriggio.
“Hai dormito un sacco perché ti sei sbronzata, nel caso non te lo ricordassi.” Disse  mia cugina.
Il mal di testa lancinante che avevo me lo ricordava fin troppo bene.
“Me lo ricordo. E anche tu non sei stata da meno.” Infatti l’avevo vista andare in giro a dare pacche sulla schiena a gente sconosciuta e con espressione vacua dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo.
“Mmmh...” fece lei. “Comunque adesso voglio sapere tutti i dettagli.”
La guardai. “I dettagli di cosa?”
“Avanti, sono tua cugina!”
“Ma i dettagli di quale avvenimento!?” chiesi esasperata.
“Ma è ovvio. Del tuo bacio con Zayn.” Rispose lei.
Alzai un sopracciglio. “Scusa ma quale bacio? Te lo sarai sognata” risposi sicura.
Mi ricordavo chiaramente che Zayn si era allontanato da me e io ero andata a farmi offrire da Liam l’ennesimo drink, dopo averlo abbracciato una ventina di volte.
“No, affatto.” Rispose mia cugina.
“Sì, Alexis, eri ubriaca e avrai avuto le allucinazioni.”
“Eri ubriaca anche tu, ma io mi ricordo di averti vista baciarlo.”
“E io ricordo di non averlo fatto.”
Ci lanciammo uno sguardo di fuoco.
“Appena lo vediamo risolviamo questa faccenda.” Disse lei.
“Molto bene” risposi io.
Ma per tutta la settimana successiva non vidi né Zayn né Liam.
Io e Lily andavamo in giro insieme tutti i pomeriggi, ma lei mi stava nascondendo qualcosa, lo capivo da come si comportava.
“Allora che ne pensi di questi pantaloni?” le chiesi mentre eravamo dentro ad un negozio.
Lei però armeggiava con il telefono e non mi considerava.
“Lily,  mi ascolti?”
Lei ancora non rispondeva, allora presi un gran respiro e gridai:
“LILY!!!”   
Tutti si girarono a guardarmi come se fossi drogata e lei per lo spavento fece cadere il cellulare che si aprì in due e la cui batteria finì dall’altra parte del negozio.
“Bea! Ma sei impazzita?”
“Tu non mi ascoltavi... Comunque, sono pronta. Dimmi quello che mi nascondi da una settimana.”
“Io non ti nascondo niente.” Rispose lei arrossendo.
Certo che le bugie non le sapeva proprio raccontare.
“Lily non ti fidi di me?” le chiesi.
“No, non è che non mi fidi è che...” poi sospirò. “Io e Niall usciamo insieme.”
“Ma Lily è fantastico! Perché non me lo volevi dire?”
“Bè, visto che tu al momento non esci con nessuno...”
“Sei proprio una stupida. Ma secondo te me la prendo per una cosa così?” chiesi sorridendo.
“Comunque, io mi annoio. Andiamo al Luna Park venerdì sera?”
“Perché venerdì e non sabato?”
“Perché venerdì c’è meno gente.”
“Per me va bene.” Rispose lei, stringendosi nelle spalle.
“Allora è deciso.”
 
 
Il venerdì sera io, Alex e Lily ci trovammo al Luna Park. Alex non voleva venire, perché secondo lei era “da bambini”, ma poi l’avevo convinta.
Andammo a fare vari giochi, tra i quali le autoscontro almeno una quindicina di volte.
“Andiamo a fare le montagne russeeeee?” proposi io con tono infantile.
“Certo!” rispose Lily entusiasta.
“Finalmente un gioco decente!” sbuffò Alex.
Ci stavamo avvicinando alla fila chilometrica per le montagne russe quando vidi una  figura che indossava una maglia a righe. Strizzai gli occhi.
No, non è possibile...
“Louis!” gridai. Poi mi misi correre verso di lui.
Louis si girò verso di me, mi vide e sorrise.
“Bea!” disse, poi mi abbracciò forte.
“Ma cosa ci fai qui da solo?” chiesi io.
Lui indicò quattro figure alle sue spalle.
“A quanto pare abbiamo avuto tutti la stessa idea.” Dissi.
“Mettetevi in fila con noi.” Propose Harry.
Quando arrivò il nostro turno pagammo il biglietto e ci trovammo davanti le dieci rampe di scale per arrivare ai carretti da cui sarebbe partito il gioco.
“Non se ne parla. Io prendo l’ascensore.” In teoria l’ascensore era solo per il personale, ma in pratica...
“Io pure.” Disse Zayn.
“Allora facciamo chi arriva prima.” Disse Harry con aria di sfida.
Io e Zayn ci fiondammo nell’ascensore e premetti convulsamente il pulsante. Non potevo di certo perdere quella sfida.
Eravamo appena partiti quando si udirono dei cigolii e un colpo fortissimo,poi l’ascensore si fermò. Eravamo bloccati.
“Oh no...” sussurrai.
Premetti duecento volte in un secondo il pulsante di allarme, mentre il panico prendeva il sopravvento e la mia claustrofobia si faceva sentire.
Il telefono vibrò e feci appena in tempo a leggere il messaggio di Liam che diceva mantieni la calma. vi tiriamo fuori che il mio I-Phone si spense per batteria scarica.
Merda.
Mi mancava l’aria, l’ascensore era piccolissimo. Cominciai a respirare affannosamente.
“Hei, calma.” Disse Zayn. “Adesso ci tirano fuori, ok?”
Annuii. “Gli spazi chiusi non mi piacciono molto.”
“Sì, me ne sono accorto.”
Mi concessi un sorrisetto, poi ripresi il controllo e cominciai ad aspettare.
 
 
Due ore. Aspettammo dentro quel dannatissimo ascensore due ore.
Dopo un po’ io e Zayn ci sedemmo uno di fianco all’altro e cominciammo a parlare per ammazzare il tempo che scorreva lento, lentissimo.
Parlammo di tutto. Dai film ai libri, dal cibo alle scarpe.
“Quante paia di scarpe hai?”
Pensai un attimo. “Tre, e tu?”
“Diciotto.”
Sgranai gli occhi. “Diciotto! Ma quando trovi il tempo di metterle tutte! Tre bastano e avanzano.” Dissi decisa. Lui fece un sorrisetto.
“Colore preferito?” chiesi.
“Rosso, e tu?”
“Verde, verde speranza.” Poi sorrisi.
“Perché sorridi?” chiese lui.
“Perché... questa situazione è terribile. Siamo rinchiusi qui dentro da ore, eppure sono stranamente calma. Ma non vedo l’ora di uscire di qui.”
“Io invece penso che stare qui sia quasi piacevole.”
Lo guardai.
“Non abbiamo proprio niente in comune, noi due.”
“Vero.”
“Ma non sembri infastidito dalla mia presenza.”
“Infatti non lo sono, anzi, tutto il contrario.”
Mi accigliai. “Ma non lo sai che gli opposti si respingono?”
Lui mi fisso con i suoi occhi dorati, così profondi ma così chiari.
“Oppure si attraggono.”
Io mi avvicinai. Lui si avvicinò. Le nostre labbra si sfioravano. Era tutto già successo...
In quel momento ripartì l’ascensore bruscamente, e io balzai in piedi.
Quando le porte si aprirono saltai addosso alla prima persone che vidi, sicura che fosse la mia migliore amica. Solo che non era Lily. Era Liam.
Lo abbracciai fortissimo.
“Finalmente ci avete tirati fuori!”
Lui sorrise e mi accarezzò i capelli.
“Dai, sbrighiamoci a fare questo gioco e poi andiamo a casa che non ne posso più” disse Alexis.
Mentre tutti si allontanavano e andavano verso il gioco, io mi fermai un attimo davanti all’ascensore.
Quello che era appena successo con Zayn mi aveva un po’ scombussolata. Ma a me piaceva Liam... O no? Fino a quando erano stati solo gli One Direction, Zayn aveva avuto sempre un certo ascendente su di me. Poi avevo conosciuto Liam, e ne ero rimasta confusa. Di sicuro i miei sentimenti per Liam erano qualcosa che andava analizzato.
Ma non oggi.
Mi avviai anch’io verso il gioco, con una gran confusione in testa e sulle labbra ancora il sapore di Zayn.
 
 
 
Ciao a tutte!! Spero vi piaccia questo capitolo, fatemi sapere! Un bacio J
   

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Capitolo 7
*** La ragazza sbagliata ***


Ciao a tutte! Questo capitolo è un po’ corto, ma succedono muchas cosas. Non aggiornerò per un po’ perché vado in vacanza, ma quando torno vi metto l’ottavo capitolo. Intanto leggetevi questo e... Enjoy it! :)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Timbrai il biglietto ed entrai. Avevo una certa fretta, dovevo andare dall’altra parte di Londra.
Un leggero brusio e il rumore dei treni che sferragliavano mi accolse. “Benvenuti”, recitava un grande cartello. Sì, benvenuti nella metropolitana, un posto perfetto per passare le vacanze.
Entrai nel treno e mi aggrappai al tubo verticale di un verde sbiadito, per evitare di cadere.
Il treno partì bruscamente, e non tutti avevano capito che dovevano tenersi a qualcosa, perché una ragazza mi crollò addosso, facendomi cadere di faccia per terra.
“Scusa scusa scusa!”   disse lei.
Io mi tirai su tenendomi il naso, che mi faceva un gran male.
“Niente, non ti preoccupare.” borbottai. Poi la guardai bene.
Oh.Oh.
“Scusa ma tu sei Danielle Peazer, la ballerina?”
No no no no....
“Sì sono io!” esclamò lei, meravigliata. “è incredibile che tu mi abbia riconosciuta come ballerina e non come...”
“La ragazza di Liam” conclusi per lei.
Certo,con tutte le persone di Londra dovevo incontrare proprio lei, ovvio.
“Ah.”disse lei. “Quindi anche a te piacciono... loro.”
Pronunciò la parola “loro” con velato disprezzo.
“E a chi non piacciono?” chiesi io con un sorriso, parlando più a me stessa che a lei.
Lei mi guardò.
“A me” disse. “Non fraintendermi, i ragazzi, che io conosco tutti, sono simpaticissimi.”
Lo sappiamo che li conosci, non c’è bisogno che lo gridi a tutti.
Ero tentata di sbatterle in faccia che anche io li conoscevo, ma mi trattenni.
Lei continuò “Solo che, con questa storia della band... Liam passa davvero poco tempo con me, e poi moltissime fan mi odiano solo perché sto con lui... Sapessi quanti insulti ricevo!”
Poverina, mi faceva pena.
In fondo lei, che colpe ne aveva?
“E poi, non so, in queste ultime settimane Liam è distante, sembra che...” Sospirò “Bè, sembra che ci sia... un’altra.”
Porca vacca.
Mi ricordai delle parole di Niall: “Allora? Cosa pensi di fare con Liam? È ovvio che gli piaci...”
“Dai Danielle, vedrai che si risolve tutto...” tentai di consolarla.
Intanto il treno era arrivato alla mia fermata.
“Io scendo qui.” Dissi.
“Anche io” rispose lei con un sorriso.
Scendemmo dal treno, e mentre camminavamo mi arrivò un messaggio da Liam.
Ci vediamo stasera?
Anche a Danielle era arrivato un messaggio, e mentre lo leggeva le tremava il labbro inferiore.
“Hei Danielle tutto bene?”
Lei fece segno di no con la testa e mi porse il telefono.
Era un messaggio di Liam: stasera ho un impegno con i ragazzi, non posso venire. Mi dispiace.
“Dovevamo andare a mangiare fuori insieme. È una settimana che trova scuse.” Disse lei con le lacrime agli occhi.
Povera Danielle.
La conoscevo da due minuti, e non mi stava nemmeno troppo simpatica, però non si meritava questo.
Presi il telefono e scrissi a Liam. Alle nove all’ INSKY.
Bisognava fare qualcosa.
 
 
L’insky era un locale tranquillissimo, un pub, dove non c’era musica martellante ma una sifonia di sottofondo.
Quando arrivai Liam era seduto su una poltrona in un angolo. Mi feci strada fra la folla e mi sedetti di fronte a lui. Poi, contemporaneamente, dicemmo: “Ti devo dire una cosa.”
Lui sorrise.
“Prego.” Disse.
“No, prima tu” replicai io.
Lui si schiarì la gola.
“Beatrice, tu mi piaci un sacco.”
Bam.
“Sei una persona bellissima, sia dentro che fuori. È inutile che io faccia finta di niente.”
Poi si avvicinò e mi diede un bacio. Fu un bacio bellissimo, ma tutto quello a cui riuscivo a pensare era Danielle.
Lo allontanai.
“Liam, tu sei perfetto. Sul serio. Ma io credo che la persona giusta per te sia Danielle. Lei è bellissima e dolce, e sono sicura che tu la ami.
Siete fatti l’uno per l’altra. Pensaci, perché credo che tu abbia baciato la ragazza sbagliata.”
Poi mi alzai e mi allontanai.
Stavo per uscire quando mi fermai un attimo. Stavo lasciando alle mie spalle degli occhi dolcissimi, dei capelli ricci, un viso splendido, un fisico meraviglioso e un carattere perfetto per...?
per trovare il ragazzo perfetto, che non esiste? Forse ero ancora in tempo... Presi la mia decisione. Uscii dall’insky e mi allontanai nel buio.
Danielle e Liam erano perfetti, dovevano stare insieme. Era bello fare qualcosa di buono, ogni tanto.   
 

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Capitolo 8
*** lacrime roventi ***


Rimpiangevo solo una cosa di quello che avevo fatto con Liam: non avrei più potuto vedere gli altri.
In genere era sempre lui che mi scriveva e adesso che lo avevo, per così dire, scaricato, non credo che mi avrebbe scritto più. Non per cattiveria, ma perché è un maschio, e l’orgoglio maschile non consente certe cose.
Quindi, era il momento di iniziare una nuova vita.
Quella sera avevo voglia di uscire, e, dato che Lily era “impegnata” (chissà con chi) andai da Alex.
“Alex stasera ce la spassiamo!”
Lei mi guardò come se fossi da rinchiudere in manicomio. “Tu sei matta, tra un mese e mezzo mi sposo!”
Le feci gli occhi dolci. “Non posso credere che neghi un po’ di divertimento alla tua cuginetta preferita!”
Lei mi guardò, poi fece un grosso sospiro. “E va bene...”
 
Quella sera decidemmo di andare in discoteca, decisione presa da Alex, “solo lì ti diverti davvero”, aveva detto.
Appena arrivate andammo a sederci al bancone, anche se erano le nove era già strapiena.
Io ordinai una coca e mia cugina mi guardò con un sopracciglio alzato.
“Solo una coca?”
Feci una smorfia. “Non ho intenzione di ubriacarmi... di nuovo.”
“A proposito, poi come è finita con Zayn?”
Sospirai rumorosamente. Già, Zayn...
Qualcuno mi batté una mano sulla spalla.
Era un ragazzo, molto bello, con due occhi del colore del cielo. Mi guardò.
“Balli?”
Io guardai Alex, che mi lanciò un’occhiataccia. “Vai vai” mi disse fra i denti.
Mentre me ne andavo sentii che si ripeteva a bassa voce “ricordati che tra poco ti sposi, ricordati che tra poco ti sposi...”
Ballai un po’ con il tipo occhi-di-cielo poi ci andammo a sedere.
“Come ti chiami?” mi chiese lui.
“Beatrice e tu?”
“Se te lo dico non ridi?”
Feci di no con la testa.
“Hunter.” Disse lui.
“Hunter non fa ridere.”
Lui fece spallucce.
Parlammo un po’, e Hunter si rivelò simpatico e dolce.
“Insomma, uno schianto come te è single?”
Uno schianto? Ma stava parlando con me?
“Bé, sì, sono libera.” Risposi io arrossendo un po’.
“Allora non dispiacerà a nessuno se ti do un bacio.”
E mi baciò. Era dannatamente bravo.
In quel momento arrivò Alex.
“Bea dobbiamo andare. Subito.” Era pallidissima. Si voltò e andò verso l’uscita.
Io mi alzai per seguirla ma Hunter mi afferrò per un polso.
“Dove vai?”
“Non son affari tuoi.”
Strinse la presa.
“Credo di sì.” Disse.
Lo infuocai con lo sguardo.
“Hunter. Lasciami.” Mi stava facendo maledettamente male.
“Mai.”
Gli sferrai un calcio in mezzo alle gambe.
“E vaffanculo, Hunter.”
Corsi all’uscita massaggiandomi il polso, poi salii sull’auto.
“Perché ci hai messo così tanto?” mi chiese Alex.
“Niente. Alex ma cosa succede?”
Lei mi guardò con gli occhi pieni di lacrime ma non rispose.
Quando arrivammo a casa mia madre mi accolse in singhiozzi.
“Mamma ma cosa succede?” chiesi di nuovo.
Mia madre guardò Alex.
“Non glielo hai detto?”
Alex fece di no con la testa. “Non... non ce l’ho fatta” disse con voce spezzata.
“Ma insomma che cavolo succede?” chiesi io.
Mia madre mi guardò.
“Tua sorella... è ... è morta, in un incidente d’auto”
 
Nonononononononononononononononononon.......
Indietreggiai fino alla porta, l’aprii e cominciai a correre.
Sentii Alex che mi chiamava, ma non mi fermai.
Improvvisamente mi trovai le guance bagnate: avevo cominciato a piangere senza nemmeno accorgermene.
Continuai a correre fino a che non mi rimase più fiato nei polmoni.
Sylvia... mia sorella. Morta.
Era andata a vivere in Italia più di quattro anni prima, e per me era stato tristissimo. Eravamo molto legate, ma da quando se n’era andata avevamo iniziato a perderci, e non era più stato come prima.
Non un singhiozzo usciva dalle mie labbra, mentre le lacrime rotolavano copiosamente sulle mie guance. Poi mi accorsi dov’ero. Ero nel posto dove io e Lily ci nascondevamo da piccole, quando eravamo tristi: una panchina del parco nascosta da un albero, da cui si poteva vedere il tramonto.
Mi sedetti, appoggiai la testa alle ginocchia e cominciai a ripercorrere tutti i momenti vissuti con mia sorella, mentre finalmente il nodo che avevo in gola si scioglieva e cominciavo a piangere sul serio.
Il telefono vibrò e vidi il messaggio di Lily. Bea mi dispiace tantissimo. So dove sei, tra poco arrivo.
Scagliai il telefono a terra e ricominciai a piangere.
Poi sentii delle voci, e mi resi conto che ero al parco, da sola, alle due del mattino. Mi rannicchiai ancora di più sulla panchina. Poi una ragazza e un ragazzo oltrepassarono le fronde dell’albero che nascondevano la panchina.
“Dai, lasciami in pace...” diceva lui.
“Uffa, come sei noioso!”
Poi il ragazzo si espose alla luce della luna, e mi si strinse lo stomaco.
Zayn.
Anche lui mi vide, e io girai in fretta la testa, per cancellare con la manica le righe che lacrime e matita avevano tracciato sul mio viso.
“Vattene, Eliza. E non farti più vedere.” Disse Zayn con la ragazza, che se ne andò sbuffando.
Lui si sedette di fianco a me.
“Hei, cosa succede?”
“Niente, non ti preoccupare.” Risposi io, senza guardarlo.
“Invece mi preoccupo. Cosa c’è che non va, Tri?”
A quel punto non riuscii a trattenermi. Mi girai di scatto verso di lui.
“Non va niente, ecco cosa c’è! Mia sorella è morta, tutti i ragazzi che incontro sono degli stronzi, Liam non mi parla più, non ti capisco mai, non so cosa pensi di me, e per di più no so nemmeno se ti ho baciato o se mi sono inventata tutto!”
Le lacrime ricominciarono a scendere.
“E per di più non so nemmeno controllare le mie emozioni!”
Seppellii la faccia tra le mani e cominciai a singhiozzare. Dopo qualche istante sentii delle braccia che mi circondavano il corpo e mi abbandonai contro il petto di Zayn.
Quando mi calmai, lui mi sollevò il mento, e ci trovammo vicinissimi.
“Aspetto questo momento da una vita.” Sussurrò.
Poi mi diede un bacio, quel bacio.
Fu un bacio dolcissimo. Finalmente.
Lui sorrise, poi mi abbracciò, e aspettammo insieme l’arrivo del mattino.
 
 
 
 
Cccciao ragasse. A me questo capitolo piace un sacco, anche se è un po’ triste. Per ora sta andando tutto bene, ma nel prossimo capitolo succederanno cose molto importanti, dei grossissimi cambiamenti. Vi prometto che aggiorno presto! :)

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Capitolo 9
*** Sotto shock non si ragiona ***


Erano venti minuti che aspettavo, così uscii di casa e presi un taxi. Quando arrivai sotto casa di Zayn suonai il campanello con insistenza. Appena rispose gli gridai nel citofono:
“Ma sei matto sono venti minuti che dovevi venire a prendermi a casa!”
Allora lui, con finta voce femminile rispose:
“Non sono ancora pronto, finisco di truccarmi e arrivo!”
Sbuffai divertita. Quando, dieci minuti dopo, Zayn uscì, capii perché ci aveva messo così tanto. Era bellissimo, ma d’altronde lo era sempre. Appena mi vide sgranò gli occhi, poi si avvicinò e mi diede uno dei suoi baci. “Sei bellissima.” Mi sussurrò.
“Anche tu.” Replicai sorridendo.
Ci dovevamo incontrare con Lily e Niall per andare da qualche parte e trascorrere un po’ di tempo insieme.
Ancora non mi ero ripresa del tutto dalla morte di Sylvia, ma quando ero con Zayn era come se tutto il  mondo sparisse, per lasciare spazio solo a noi due.
Quando vidi Lily corsi subito ad abbracciarla. Era la mia migliore amica ed era un po’ che non ci vedevamo.
Avevamo deciso di andare a fare un giro, quando, per errore, urtai qualcuno sulla spalla.
Mi girai per chiedere scusa e incrociai due occhi colore del cielo.
“Ciao bambolina.”
“Ciao Hunter.” Dissi gelida.
Fece un passo avanti. “Non sei stata molto gentile l’altra sera.”
In quel momento Zayn si schiarì rumorosamente la voce. Tese la mano verso Hunter.
“Piacere, sono Zayn Malik, e quella con cui stai parlando è la mia ragazza. Qualche problema?”
Era più alto di Hunter di almeno due spanne.
“No, no nessuno.”borbottò occhi-di-cielo. Da dietro la spalla di Zayn tirai fuori la lingua e feci una smorfia che fece tanto ridere Lily, ma che Hunter dovette trovare piuttosto irritante, perché se ne andò rosso come un peperone.
Zayn si girò verso di me. “Chi era quello?”
Alzai le spalle.
“Non mi piace che frequenti certa gente.”
“Veramente io quello lì non lo “frequentavo” proprio per niente.”
“Non importa, devi stare attenta a certe persone.”
“Occhei papà.”
Niall soffocò una risata.
“Dai, andiamo.”
 
Fu una serata magnifica. Lily e io mangiammo tanto di quello zucchero filato che per poco non cademmo morte a terra; Zayn e Niall fecero quel gioco in cui bisogna sparare alle lattine, e Niall vinse un orsacchiotto morbidissimo e grande quanto una persona, mentre Zayn vinse un gattino di peluche che stava su un dito.
“Tu non mi tratti come lui tratta lei.” Dissi scherzando.
Poi vidi che lui l’aveva presa sul serio, così gli schioccai un bacio sulle labbra.
“Comunque a me i gatti piacciono tantissimo.” Lui alzò gli occhi al cielo, ma sorrise.
Quando salutammo Lily e Niall tornammo a casa di Zayn e io mi fermai sulla soglia.
“Ci siamo divertiti, ma la parte più bella è stata quando mi hai regalato il mini- gattino.”
Lo salutai con un bacio e poi feci per andarmene.
Lui mi afferrò per un braccio.
Poi fece un sorriso malizioso. “Dove credi di andare?” E mi trascinò dentro.
Come ho già detto, fu una serata magnifica.
 
 
Una settimana dopo, Zayn mi chiamò e disse che doveva parlarmi. Questo mi spaventò a morte. Quando qualcuno a cui tieni dice che ti deve parlare è sempre un brutto segno.
Ci dovevamo incontrare nel parco. Quando arrivai lo vidi seduto su una panchina, e mi sedetti lì di fianco a lui.
Riuscivo solo a pensare a una cosa:ti prego fa che non mi lasci, ti prego fa che non mi lasci, ti prego fa che non mi lasci....
Poi lui si girò verso di me.
“Devo partire.”
Il mio stomaco sprofondò sottoterra.
“C-come devi partire!”
“Io e i ragazzi siamo stati qui a Londra due mesi. Adesso ricomincia il tour mondiale. Devo partire con loro e stare via tre mesi.”
Sgranai gli occhi.
“Tre mesi!?! Non posso. Vengo con te.”
“Non puoi perdere tre mesi di scuola.”
Era vero.
“M-ma tu in tour conoscerai un sacco di persone, diragazze, e...”
“Io ti amo.” Disse lui bruscamente. “Non potrei mai tradirti.”
Poi mi guardò con sguardo triste. “Ma tu?”
Questa volta fui io a dirlo bruscamente. “Ti amo. Non potrei mai tradirti.”
Lui sorrise e mi baciò.
“Promettimi solo che quando tornerai sarà tutto come adesso.” Chiesi.
“Te lo prometto.”
 
Il giorno dopo Zayn partì.
Lily mi stette vicina tutto il giorno, perché io mi sentivo a pezzi.
Tre mesi. Tre mesi.
Sono tanti. Ma io amavo davvero Zayn, e per lui avrei aspettato.
 Sempre.
 
Passarono le settimane, poi passò un mese.
La vita continuava. Per fortuna Lily c’era, e passavamo quasi tutto il giorno insieme.
Anche lei sentiva la mancanza di Niall. Loro due erano proprio innamorati.
“Ma com’è successo? Insomma, un giorno vi siete conosciuti, e il giorno dopo... puff! Ecco che state insieme.” Le chiesi un giorno.
“Non è andata proprio così.” Rispose lei con un sorriso. “Come ben sai io ero già innamorata di lui, ma, conoscendolo, me ne sono innamorata di nuovo. Io pensavo di non avere speranze, e invece un giorno...” Lily arrossì violentemente.
“Un giorno...?”
“Bè, un giorno lui mi ha detto che ero speciale e mi ha baciata.” Sospirò. “è stato il giorno più bello della mia vita.”
La abbracciai. “Scommetto che ti manca molto.” Le dissi.
“Bè, almeno non sono l’unica.”
“Sì, non sei l’unica.”
Poi mi stesi sul letto di Lily ascoltando la musica, mentre lei navigava su internet. Poco dopo vidi che Lily muoveva la bocca. Mi tolsi le cuffie.
“Hai detto qualcosa?” chiesi.
“Sì. C’è una cosa che dovresti vedere. Ma non sono sicura che...”
“Fammi vedere dai.”
Andai davanti al computer e restai pietrificata.
Nella foto c’era Zayn.
Nella foto c’era Zayn, in piscina, che baciava un’altra ragazza.
 
 
 
Capitolo choc!!! Spero vi piaccia girls!! Ah, ho pubblicato una nuova ff.... harry-Zayn. Per chi vuole leggerla... grazie!!
 

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Capitolo 10
*** Un nuovo giorno ***


Ragazze questo è l’ultimo capitolo... scrivere mi è piaciuto molto, e anche se ho ricevuto poche recensioni ho visto che qualcuno mi ha seguita fino dall’inizio. Grazie mille a quelle che hanno letto in silenzio, a quelle che hanno recensito e a quelle che mi hanno seguita solo per curiosità. Un grazie speciale alla mia migliore amica, che mi ha sempre sostenuta. Un bacio a tutte. Agne.
 
 
“Bea! Vuoi venire con me o no?”
“Arrivo, Lily, arrivo! Per nulla al mondo mi perderei il ritorno di tuo marito!”
“Non è mio marito, è solo il mio ragazzo. Esageri sempre.”
“Come vuoi tu.”
Mi misi il cellulare in tasca e seguii Lily. Stavamo andando a dare il bentornato a Niall Horan, il suo ragazzo e uno dei miei migliori amici.
Erano passati tre mesi da quando i One Direction erano partiti per il tour, e un mese e mezzo da quando mi si era spezzato il cuore. Lily aveva tentato in tutti i modi di convincermi che la foto era truccata, che c’era un errore, che era l’inquadratura. Ma non si poteva sbagliare. Zayn stava baciando una ragazza. Che non ero io.
Non avevo versato nemmeno una lacrima, ma in compenso il mio cuore aveva fatto crac.
Ora mi ero ripresa, ma solo in apparenza. Sorridevo, certo, ma lo facevo solo per Lily.
I One Direction erano tornati da due giorni, e Zayn non mi aveva chiamata, né cercata. D’altronde, se lo avesse fatto, gli avrei sbattuto il telefono in faccia. Forse era stato meglio così.
Nel frattempo eravamo arrivate a casa di Niall. Lily suonò il campanello tutta contenta, e appena il biondo aprì la porta, gli si lanciò addosso soffocandolo con un bacio.
Quando ebbero finito di “salutarsi” Niall mi vide e sussurrò qualcosa all’orecchio di Lily.
Lei, come risposta, mi afferrò il braccio e mi trascinò dentro. Solo che, seduto sul divano, con una birra in mano, c’era Zayn.  
I nostri sguardi si incrociarono per un secondo. Feci automaticamente dietro-front, abbracciai Niall e me ne andai. Non avevo intenzione di restare nella stessa stanza con lui per più di due secondi.
E di sicuro non mi avrebbe vista crollare per causa sua.
Non mi spezzerai mai più il cuore, Zayn Malik.
 
 
Mentre tornavo verso casa a piedi, sentii una voce che mi chiamava. Mi voltai e vidi una sagoma che conoscevo.
“Liam!”
Gli corsi incontro e lo abbracciai. Mi era terribilmente mancato, me ne rendevo conto solo ora.
“Vieni, andiamo a prendere un caffè.” Disse. “Come amici.” Si affrettò a specificare.
Quando ci sedemmo, Liam mi raccontò quello che era successo dal nostro ultimo incontro.
“Inizialmente ero rimasto ferito dalle tue parole, ed ero  anche piuttosto arrabbiato con te.” Disse sorridendo. “Poi però ho capito che tutto quello che avevi detto era giusto, così ho fatto come avevi detto, e dovevi vedere la faccia di Danielle. Era contentissima. E tutto grazie a te.”
“Era la cosa migliore da fare.” Dissi annuendo.
Poi Liam mi guardò con occhi tristi.
“Mi dispiace moltissimo per quello che è successo. Non hai idea delle litigate che si sono scatenate a causa tua.”
“A causa mia?” chiesi incredula.
“Certo. Ci siamo arrabbiati tutti con Zayn, dovevi vedere Niall e Louis.”
“E...e lui?”
“Zayn è Zayn. Non si sa mai quello che pensa, a meno che non te lo dica lui.”
“Io... è... Grazie mille.” Dissi con le lacrime agli occhi. Non avevo idea che sarebbero stati dalla mia parte.
“Liam, senti, ma... chi è lei?”
“Intendi quella della piscina? È una delle ragazze addette al trucco. È molto bella, ma non per questo Zayn  aveva il diritto di fare quello che ha fatto.”
Annuii. “Grazie mille Liam. Ci vediamo.”
Pagai il mio caffè e me ne andai.
 
I mesi successivi passarono lenti. Lily era sempre al mio fianco, e passavo quasi tutto il mio tempo con lei e Niall. Ero quasi felice. Quasi. Perché, comunque, nella mia vita lui aveva lasciato un vuoto. Avevo provato a uscire con altri ragazzi,ma in tutti cercavo sempre le sue qualità, i suoi difetti, insomma, cercavo lui.
Ero anche uscita con un ragazzo molto carino, che quando gli avevo detto che tra noi non poteva funzionare non si era rassegnato e aveva continuato a farmi dei regali. Poi, quando aveva visto che io ero indifferente, mi aveva lasciato perdere.
E poi c’era lui. Ogni sera trovavo un tulipano appoggiato sul davanzale della mia finestra, con attaccato al gambo un biglietto.  Nessuna firma, solo una “B” disegnata con l’inchiostro nero.
“B” di Beatrice.
“Mercoledì sera c’è la partita di baseball! Tutti a casa mia?” Disse Niall un pomeriggio.
“Certo!” esclamò Lily.
Alzai gli occhi al cielo. “Come se non fossimo a casa tua quasi ogni sera!”
“Un momento... Bea, forse è meglio che tu non venga.” Disse Niall.
“Certo.” Quando il biondo diceva così, voleva dire che c’era Zayn a casa sua.
Non che passare il mercoledì sera in casa da sola fosse un proposta molto allettante, ma almeno c’era Alex.
Nel periodo in cui io e Zayn eravamo stati insieme l’avevo un po’ trascurata, e a lei non aveva fatto molto piacere, così quando le chiesi di guardare con me la partita ne fu felicissima.
Nel bel mezzo della partita, però, mia madre si piazzò davanti alla TV.
“Mamma spostati!”
Mia madre mi ignorò totalmente.
“Alex, non dovreste fare qualcosa?”
Mia cugina sbuffò. “Ah già.”
Mi trascinò di sopra, in camera mia.
“Tua madre vuole che proviamo il tuo vestito da testimone per il mio matrimonio.” disse svogliata.
Poi tirò fuori dall’armadio un vestito così zuccheroso da far venire il diabete.
“Io quello non me lo metto.” Dissi.
Alex sorrise. “Lo sapevo. Ascolta, tu vieni coni jeans e una T-shirt. Mi farai il più bel regalo di matrimonio.”
Poi, mentre metteva via il vestito e senza il minimo preavviso disse:
“Ah, e comunque è uno stronzo, non piangere per lui.”
Come cavolo fa a saperlo?
Restai imbambolata un momento, poi la abbracciai.
“Grazie.”
 
 
Sabato sera. Lily e Niall impegnati. Alex via. La mia vita sociale da qualche parte in fondo al cassetto. Che si fa? Si va a mangiare da Nando’s, perché il cibo è buono e perché, in fondo, quel posto è pieno di ricordi. Mentre passeggiavo per le strade di Londra, mi sentii bene. Camminare mi fa stare meglio.
Quando arrivai davanti a Nando’s infilai la porta con la testa in un altro mondo e andai a sbattere contro una persona, rovesciandogli la coca cola addosso.
Questa cosa era già successa, ed era stato l’inizio di tutto.
Alzai lo sguardo per chiedere scusa, e mi trovai davanti l’ultima persona che avrei voluto incontrare.
Zayn.
Mi alzai di scatto e mi girai per andarmene.
Lui mi afferrò il polso. “Aspetta. Parliamo.”
“Molto bene. Parliamo.”
 Cominciammo a camminare.
“Mi dispiace.”
Lo guardai con rabbia.
“Ti dispiace. Mi dici che mi ami e poi appena ti allontani vai con un’altra ragazza. E tutto quello che sai dire alla fine è che ti dispiace! Pensi che possa bastare?
Lui scosse la testa. “No.”
Poi mise la mano nella tasca interna del suo giubbotto e tirò fuori un bellissimo tulipano rosso, con attaccato un bigliettino. Sopra, c’era disegnata una “B”.
Sbarrai gli occhi. “Sei tu...”
“Non esistono giustificazioni per quello che ho fatto. Però voglio che tu sappia che mi sono pentito subito, e non l’ho mi più vista dopo quella volta. Quando sei scappata quella sera a casa di Niall... Mi sono reso conto che ci voleva qualcosa di speciale per farmi perdonare.”
“Lo sai che sarà molto difficile che ti perdoni, vero? ” dissi sfiorando i petali del fiore.
“Certo. Però guardami.”  Lo guardai.
“Io non dormo più la notte per questo.”
Effettivamente aveva un’aria stanca, la barba di almeno due settimane, le occhiaie. Però gli occhi a volte color caramello, a volte color cioccolato, le labbra così piene e l’espressione dura e dolce allo stesso tempo erano sempre quelle di cui mi ero innamorata.
“Possiamo provare a ricominciare?” chiese lui.
Lo guardai e le mie labbra si schiusero in un sorriso.
“Forse Zayn. Forse.”
 

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