Some days life just sucks

di lunatica365
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Some days life just sucks ***
Capitolo 2: *** And someothers it really hurts ***
Capitolo 3: *** It's strange to have fun again ***
Capitolo 4: *** Why are you doing that for me? ***
Capitolo 5: *** You have to help me ***
Capitolo 6: *** It doesn't seem absurd at all ***
Capitolo 7: *** Who could ever love a beast? ***
Capitolo 8: *** I'm not like you! ***
Capitolo 9: *** I don't wanna lose my dad ***
Capitolo 10: *** It's not my greatest ambition to die before I get my license! ***
Capitolo 11: *** You have never told me this ***
Capitolo 12: *** If you need help, we'll always be there ***
Capitolo 13: *** I want to trust him, I need to. ***
Capitolo 14: *** Deny. Always deny. Deny the evidence, too. ***
Capitolo 15: *** What's your name? ***



Capitolo 1
*** Some days life just sucks ***


Probabilmente molte di voi mi odieranno per ciò che succederà in questo capitolo, ma nella mia mente perversa un modo per avvicinare veramente Stiles e Derek è questo :) non fustigatemi!

Some days life just sucks

 
Un ruggito si udì dall’interno dell’edificio.
- È Scott! È in pericolo! Rompi il cerchio, rompi il cerchio! -
Mi chinai a spezzare il cerchio con un gesto veloce della mano, e mentre ero ancora chinato vidi Derek che mi superava di corsa ed entrava nell’edificio.
Stetti ad aspettare, preso dall’ansia, che Derek tornasse con Scott, possibilmente sulle sue gambe.
Passarono i minuti e Derek non tornava.
“Oddio Santo, fa che non gli sia successo niente. Intendo dire Scott, ovviamente, Derek può anche morire nel tentativo di salvarlo, insomma, è questione di priorità! Voglio dire se dovessi scegliere tra salvare il mio migliore amico e un licantropo pazzoide che sinceramente mi fa ancora paura… e se dovessi mai scegliere tra Scott e Lydia? Chi sceglierei? Scott è il mio migliore amico, ma se salvassi Lydia potrebbe essermi per sempre grata…”
Mentre facevo i miei ragionamenti contorti su chi salverei e in che oscure occasioni, vidi Derek uscire dalla porta con Scott in spalla.
- Ha i battiti deboli, molto deboli. Sono arrivato e ho trovato la signora Argent con lui. Ne ho approfittato per attaccarla, e appena ho visto che era K.O. ho preso Scott e sono venuto fuori. Spero che non sia troppo tardi. Proviamo a portarlo dal Dr. Deaton, sperando che sia in grado di salvarlo. - mi disse questo in fretta, mentre si avvicinava alla sua auto e caricava Scott sul sedile posteriore. Io, che ancora dovevo realizzare che il mio migliore amico stava rischiando di morire, rimasi per qualche secondo imbambolato, ma poi mi diressi velocemente verso il sedile del passeggero e montai nella Camaro. Derek parti in sgommata e in pochi minuti fummo dal veterinario. Non ci scambiammo nemmeno una parola durante il viaggio, preso com’ero a stare girato verso Scott, per controllare come stava.
Entrammo nel negozio e mentre Derek metteva Scott sul tavolo, io avvertivo il dottore di quello che era successo. Di tanto in tanto Derek completava alcune mie frasi con ciò che non sapevo sull’accaduto.
Lui ascoltò, mormorando di tanto in tanto qualcosa e scuotendo la testa tra sé e sé. All’ennesimo mormorio gli dissi scocciato e particolarmente in ansia
- Perché scuote la testa e mormora? Che cosa sta dicendo? Lo può aiutare vero? Mi dica che lo può aiutare! -
- I-io non lo so… posso provare, ma non posso assicurarvi niente. Le sue condizioni sono critiche: i battiti si fanno sempre più irregolari e distanziati e il respiro è debolissimo.
Lo vidi trafficare con dei vasetti con strane polveri, ma una volta giratosi nuovamente verso Scott lo vidi fare un respiro profondo e allungare la mano a tastare la giugulare. Mise giù il vasetto e gli abbassò le palpebre.
- Cosa sta facendo? Perchè gli ha abbassato le palpebre? Lui… lui non può… non può essere morto, lui è un lupo mannaro… - e girandomi verso Derek - Tu! Tu non puoi fare niente per lui? Con i tuoi poteri, non puoi fare nulla? - continuai a parlare a vanvera fino a che la mia voce non scemò e mi resi conto di quello che era appena successo.
Il mio migliore amico era morto. Il mio. Migliore. Amico. Era. MORTO!
Le lacrime iniziarono a solcare le mie guance, mentre mi avvicinavo a Derek e iniziavo a prenderlo a pugni.
- È colpa tua! Dovevi essere più veloce! È colpa tua… -
Derek non fece nulla e si prese i miei pugni in silenzio. Ad un certo punto mi bloccò le mani e mi trascinò alla macchina. Mentre uscivamo scambiò qualche parola, tra le quali compresi da parte del Dr. Deaton “Parlerò io con la madre”, “Mi inventerò qualcosa”.
Derek mi portò a casa mia e mi prese le chiavi dalla tasca della giacca. Mi portò fino alla camera da letto e aspetto che mi sdraiassi. Vidi che stava per uscire dalla finestra, ma lo fermai.
- Ho sbagliato a dirti che è colpa tua… non è vero. È solo colpa mia. Se non avessi fatto quello stupidissimo cerchio magico tu saresti potuto arrivare prima… -
- Non è vero, non è colpa tua. La colpa è della signora Argent e di nessun altro, ma tranquillo quando si risveglierà avrà un bella sorpresa. - mi disse lui con un ghigno crudele stampato sul volto.
Prima di uscire dalla finestra mi disse
- Se avrai bisogno di qualcuno con cui parlare non esitare a cercarmi. Posso capire fin troppo bene quello che stai provando… -
Questa frase mi accompagnò nel sonno inquieto in cui fui gettato.
 
 
Salve :)
allora, come vi è sembrato? spero che quello che sono veramente amanti delle Sterek mi perdoneranno per aver ucciso Scott :) vorrei sapere che ne pensate, che se non vi piace l'idea smetto di scriverla... recensite please!
lunatica365

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Capitolo 2
*** And someothers it really hurts ***


And someothers it really hurts

 
Quando mi svegliai, lo feci pensando “Che palle, devo passare a prendere Scott in macchina anche stamattina visto che la sua stupida bici si è rotta!”. Il mio cuore si strinse in una morsa “No, non ce n’è bisogno…”. Soffocai un singhiozzo e scesi a fare colazione.
In cucina trovai mio padre che stava parlando al telefono. Ero sicuro che fosse la madre di Scott, e non avevo assolutamente voglia di starlo a sentire, così mi presi una tazza con del latte e la scatola dei cereali e me ne andai in soggiorno, dove iniziai a rigirare lentamente nella tazza quelle palline marroni, addentandone di tanto in tanto un cucchiaio o due.
Riportai la tazza in cucina e vi trovai mio padre che rimetteva a posto la cornetta. Si girò verso di me e prima di abbracciarmi stretto, come solo un genitore sa fare, mi disse quanto gli dispiaceva e che avrebbe capito perfettamente se quel giorno fossi voluto rimanere a casa.
- Deve essere stato orribile per il Dr. Deaton tornare in ambulatorio, e trovarlo riverso al suolo, senza vita. Tutta colpa di uno stupido attacco d’asma e del respiratore scarico…- da queste parole scoprii la scusa che aveva utilizzato il veterinario. Dovetti ammettere tra me e me che era ingegnosa e tecnicamente fattibile… se non fosse stato per il fatto che il mio migliore amico non aveva più l’asma da quando era diventato un licantropo, ma essendo che questo non lo sapeva praticamente nessuno, forse potevamo stare tranquilli.
Prima di lasciarmi andare in camera mia, mi disse solo che il funerale sarebbe stato quel pomeriggio.
Andai di corsa in camera mia e mi buttai sul letto, e trascorsi le ore successive a ricordare i bei momenti passati insieme e le assurde avventure degli ultimi mesi. Le lacrime mi scorsero spesso sulle guance e i singhiozzi non tardarono a farsi sentire, ma aveva un che di liberatorio.
Le ore, per mia fortuna, passarono senza che me ne accorgessi, e quando fu quasi ora di andare al cimitero, mi infilai un paio di pantaloni neri e una giacca scura e uscii con mio padre.
Quando arrivammo la madre di Scott era già lì con il suo ex-marito, abbracciati l’uno all’altra, a sostenersi a vicenda. Quando passammo loro vicino, per andare a sederci, mio padre fece loro le più grandi e sentite condoglianze, mentre io fui solo in grado di mormorare un “Mi dispiace.”. Seduta dietro i genitori di Scott stava Allison con suo padre e Lydia.
Il prete fece un lungo discorso che io preferii non ascoltare: come poteva lui parlare così a lungo di qualcuno di cui praticamente conosceva solo nome e volto?
Mi accorsi che aveva finito quando chiese se qualcuno voleva dire qualcosa. La mamma di Scott si alzò e iniziò a fare un breve discorso che mi commosse molto.
Quando lei ebbe finito mio padre mi chiese sottovoce se avevo voglia di dire qualche parola, ma io gli dissi che non me la sentivo. In realtà avrei voluto andare a dire qualcosa, ma avrebbe talmente riguardato i suoi ultimi mesi da lupo mannaro che non avrei potuto dire una sola parola.
Quando il prete vide che non li alzava più nessuno chiese alla signora Mcall di gettare un pugno terra sulla bara, che intanto era stata fatta scivolare in quella maledetta fossa. Quando i genitori di Scott ebbero lanciato la terra, io e mio padre ci alzammo e facemmo lo stesso. Mentre la bara veniva ricoperta dalla gru vidi in lontananza, vicino agli alberi, che Derek stava osservando.
Fu quando la bara fu completamente ricoperta che mi resi conti di ciò che restava di Scott: cibo per i vermi. Questa rivelazione mi sconvolse a tal punto che desiderai tornare subito a casa.
Mentre mi incamminavo verso la macchina di mio padre, venni fermato da Allison. Aveva gli occhi rossi e lucidi.
- Io so che non è il miglior momento, ma volevo solo sapere cos’è successo… cos’è veramente successo. -
- Te lo dirò chiaro e tondo, senza giri di parole. È stata tua madre. - e detto questo me ne andai. Mi girai verso di lei prima di montare in macchina e la vidi ferma dove l’avevo lasciata, a piangere. Suo padre la raggiunse, ma le lo spinse via e se ne andò di corsa.
Io salii in macchina e me ne tornai a casa.
Tornai in camera mia e mi buttai sul letto. Poco dopo sentii due battiti sul vetro della mia finestra. Andai ad aprirla e Derek entrò.
- Deve essere stato difficile per te, oggi al funerale. -
- Io almeno sono ancora vivo. -
- Era proprio di questo che volevo parlarti… tu non fare come ho fatto io, non chiuderti nel tuo dolore. Non ti renderà altro che pazzo. -
- Lo so, ma solo la felicità può scacciare via il dolore. Ho già perso mia madre ed è stato Scott a farmi tornare a vivere… chi potrebbe farlo adesso? -
- Mi permetteresti di provarci? -
- Ve bene, basta solo che non ti metti a ringhiare come quasi ogni volta che ci ritroviamo a parlare! -
- Mi hai fatto venire un’idea stupenda, utile ad entrambi, e per la quale probabilmente saranno i miei Beta a ringhiare… - e detto questo iniziò a ridere come non mai, e io, anche se piuttosto preoccupato dalla sua risata, che aveva un che di diabolico (spero non nei miei confronti), scesi con lui dalla finestra e salimmo insieme nella sua Camaro che aveva parcheggiato là vicino. Intanto lui ormai su asciugava le lacrime da ridarella agli angoli degli occhi.
“Adesso sono seriamente preoccupato! Chissà cosa diamine riesce a far ridere a tal modo il ragazzo più arrabbiato e taciturno che abbia mai conosciuto? Probabilmente è meglio non saperlo…”


Salve gente :)
allora, adesso sono proprio impaziente di sapere le vostre teorie su cosa cavolo si è messo a pensare Derek! io ovviamente lo so già, ma sono stracuriosa di sapere che immaginate :) aspetto recensioni <3 ah, e se vi state chiedendo se uno riesce veramente e pensare a qualcuno come se fosse ancora vivo subito dopo la sua morte, si è possibilissimo, anzi quasi comune direi, ve lo dico per esperienza personale :(
lunatica365
 

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Capitolo 3
*** It's strange to have fun again ***


It’s strange to have fun again

 
In meno di una decina di minuti fummo al vecchio edificio dove Derek stava con il suo branco. Entrammo e io fui accolto con grande entusiasmo da Erica, che mi si avvicinò da dietro e mi sussurrò all’orecchio
- Ciao Batman… - io mi scostai da lei e le dissi
- Ciao Erica. - non ero dell’umore adatto per ricevere flirt da una lupa mannara.
Mi andai a sedere sulla prima sporgenza che trovai, e aspettai che Derek mi dicesse la sua idea. Prima di venire a parlarmi, però lo vidi fermarsi a parlare con Erica. Non capii quello che di cui stavano discutendo, ma era sicuramente una discussione molto accesa.
Derek chiamò gli altri due e una volta riuniti tutti, mi fece con la mano segno di avvicinarmi.
- Allora, adesso vi propongo un bell’esercizio, per controllare le vostre trasformazioni causate dalla rabbia. - e detto questo fece un sorrisetto, residuo delle risate che lo avevano scosso durante tutto il viaggio in macchina - allora qualcuno di voi ha voglia di dirmi alcuni dei giochi che faceva da bambino? Quelli che quando perdevi, non solo perdevi il gioco, ma anche le staffe? -
Isaac provò ad elencarne qualcuno
- Guardia e ladri, acchiapparella, nascondino, un-due-tre stella… - probabilmente avrebbe continuato un altro po’ ma Derek lo interruppe con uno “Stop!” e poi disse
- Qual è l’ultima che ha detto? -
- Un-due-tre stella? Vuoi farci giocare a un-due-tre stella?! Non abbiamo mica 8 anni! - fu il commento di Erica alla proposta.
- Io sono il vostro Alfa e vi dico che lo farete! E indovinate chi dovrà stare sempre al muro? -
Con voce un po’ tremante, consapevole del fatto che se si fossero realmente arrabbiati tutto ciò che sarebbe rimasto di me sarebbe stato una macchia rossa su quel muro, dissi
- I-Io? -
- Esatto Stiles! Vedrai che ti divertirai! - e detto questo mi diede un colpetto dietro la schiena per farmi andare verso il muro e fece allineare i suoi Beta in fondo alla stanza.
- Puoi cominciare! - mi gridò attraverso la lunga stanza.
Sussurrai un “Ok”, non propriamente convinto di quello che stavo per fare, ma loro mi sentirono e iniziarono a ridacchiare. A quel punto iniziai ad irritarmi e decisi che anche se solo un microscopico muscolo si fosse mosso quando mi sarei girato li avrei fatti tornare indietro di un bel po’.
Con un sorrisetto sadico stampato sul volto, mi girai verso il muro e gridai
- Unooo… Dueeee… tre, stella! - mi voltai e vidi che al contrario degli altri due, che sembrava non avessero alcuna intenzione di arrivare al muro, Erica era praticamente a 1 metro da me, ma visto che mi fece l’occhiolino la rimandai in fondo alla stanza. Con uno sbuffo tornò indietro e seguendola con gli occhi per controllare che non si fermasse prima del muro dall’altra parte, vidi che Derek stava sorridendo. “Non capisco cosa ci trova di divertente in questo gioco per bambini! Bah…”.
Continuammo così per un po’ e man mano che andavamo avanti, o meglio indietro, visto ne rimandavo ogni volta almeno uno in fondo, iniziai a divertirmi veramente tanto a vedere questi ragazzi che si bloccavano in posizioni assurde ogni volta che mi giravo. Una volta beccai Boyd che era praticamente in volo, perché stava tentando di raggiungere il muro in salto.
Fino a quel momento si erano visti soltanto qualche volta gli occhi gialli da lupo, e di tanto in tanto partiva qualche ringhio, che Derek accoglieva sempre con una grassa risata. Quanto se la stava godendo! Ad un certo punto mi si avvicinò e mi disse
- Adesso ogni volta che uno solo di loro si muove li manderai tutti indietro… voglio vederli veramente arrabbiati e vedere se riusciranno a controllarsi. -
- D’accordo, ci sto! La cosa si farà molto più divertente! -
Ricominciammo a giocare con questa nuova regola, e sin da subito i ringhi si fecero più frequenti, specialmente da parte di Isaac, quello più bravo a rimanere immobile, e che dopo due o tre volte che veniva rimandato in fondo per colpa degli altri due, iniziò a sfoderare gli artigli, costringendo in un modo o nell’altro Erica e Boyd a stare fermi. All’ennesimo graffio da parte di Isaac sugli altri, questi si ribellarono e si allearono contro di lui e iniziarono a combatterci. Derek si alzò e facendo brillare gli occhi della luce sanguigna dell’Alfa lanciò un potente ringhio che li fece guaire come dei cuccioletti spaventati. A quel punto disse
- Bene, direi che abbiamo finito! Adesso faremo un altro po’ di allenamento: sapete come si gioca a nascondino, no? Beh quelli che cercano sarete voi tre, mentre io e Stiles ci nasconderemo in giro per la città. Dovrete trovarci con l’olfatto. Visto che Isaac ha toccato il muro molte più volte di voi, avrà 60 secondi di vantaggio, nel senso che voi due - indicando con un cenno della testa Erica e Boyd - dovrete aspettare 20 minuti e tu - indicando l’altro ragazzo - soltanto 19. - Isaac iniziò a sfregarsi le mani, soddisfatto, mentre gli altri due iniziarono a sbuffare. Sapevano che per quelli veloci come loro 60 secondi possono dire tutto.
Derek poi mi disse di lasciarmi annusare da loro, e nonostante la cosa mi sembrasse piuttosto ambigua e stravagante li lasciai fare. Quando però Erica iniziò ad annusarmi all’altezza del cavallo dei pantaloni la cosa si fece fin troppo ambigua e dissi a Derek che avevano annusato abbastanza.
- Ottimo! Allora andiamo. - e detto questo partimmo a fare una lunga passeggiata.
Una delle prime cose che gli dissi, mentre passeggiavamo per le viuzze più piccole e isolate di Beacon Hills, fu
- Sai, è stato strano divertirsi… di nuovo. Ma è stato piacevole. - lui non disse niente, ma con la coda dell’occhio lo vidi fare un mezzo sorriso.


Allora gente :) spero che leggere questo capitolo vi abbia fatti divertire tanto quanto è stato divertente per me scriverlo! le vostre idee erano grandiose, ma ormai questa si era creata nella mia mente, e anche se le vostre erano di gran lunga migliori non ho potuto fare a meno di usare questa :D fatemi sapere che ne pensate con un po' di recensioni! Ah, e un grazie speciale a garwood, Morwen_ e RakyKiki, che recensendo mi hanno proprio messo voglia di continuare! grazie :)
lunatica365

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Capitolo 4
*** Why are you doing that for me? ***


Why are you doing that for me?

 
Continuammo a passeggiare in silenzio, ognuno perso per i propri pensieri. Ad un certo punto, quando ormai erano passati una decina di minuti, Derek mi disse
- Da questa stradina, si può arrivare alla riserva, e là conosco un posto veramente…bello? Tranquillo? Non lo so, ma mi ha sempre dato un senso di pace. Ti va di andarci?
- Avrei bisogno di un po’ di pace… si, andiamoci. - gli dissi allora io, con un sorriso leggero. Guardai un attimo il cielo e vidi che era già il tramonto, così guardai l’ora, e vidi che erano quasi le sette passate. Mandai un messaggio a mio padre per farlo stare tranquillo: Sono fuori con “E che scrivo adesso? Amico?” un mio amico. Non preoccuparti. Ti voglio bene.
Alla fine della stretta strada iniziava un sentiero piuttosto sconnesso, che si inerpicava su per la collina, in cima alla quale stava il bosco. Per mia fortuna non era particolarmente pendente, ma era piuttosto lungo. Quando arrivammo agli inizi della foresta, era già da 5 minuti circa che i Beta avevano iniziato a cercarci.
Ad un certo punto ci trovammo di fianco ad un esile ruscelletto, alla cui vista il volto di Derek si distese, come acquietato. Una decina di metri più avanti, seguendo il rivolo, c’era un laghetto. Derek si diresse senza indugio verso un insieme di massi che si trovava là vicino, sulla riva. Io lo seguii, ma inciampai in una radice che spuntava dal terreno e sbattei la testa. Mi si annebbiò la vista e la fronte iniziò a pulsarmi. In un attimo Derek fu lì ad aiutarmi ad alzarmi. Avevo preso una brutta botta, infatti la parte destra della fronte stava iniziando a diventare piuttosto rossa, ma per fortuna avevo evitato per un soffio la spiaggia sassosa che precedeva l’acqua scura.
Aiutandomi a camminare, Derek mi portò a sedere sui grandi massi ai quali si era avvicinato prima che io cadessi. Con un sospiro si posizionò su quello più in alto e iniziò a tirare dei piccoli sassolini, che sembrava stessero ammucchiati là da parecchi anni, perché su parte del mucchio era cresciuto del muschio.
- Era da qualche anno che non venivo qui. Anche se il tuo arrivo in questo posto non è stato propriamente piacevole, spero che ti piaccia. -
- Si, mi piace molto. È pacifico, come hai detto tu, ma l’acqua nera mi inquieta abbastanza. -
- D’estate è trasparente, e poi è buio è normale che sia nera, e anche se non sembra è trasparente e tranquilla… - poi lanciò un sasso particolarmente grande, che creò delle piccole onde che sembrarono brillare nella penombra crescente di quella fresca serata.
- Mi passeresti un paio di sassolini? - chiesi a Derek con un mezzo sorriso, allungando la mano verso di lui, che con un sorriso a 32 denti mi mise in mano 2 sassi di numero. Io alzai gli occhi al cielo e gli dissi
- Oh, oh, Derek Hale sa cos’è il senso dell’umorismo! Mi stupisci. - probabilmente non aveva raggiunto ancora livelli abbastanza alti, fatto sta che il volto del ragazzo si rabbuiò.
- Sai, non sono sempre stato così… è stata tutta colpa dell’incendio. Prima ero un po’ come te, poi però non lo so… la solitudine, la rabbia… probabilmente entrambe mi hanno fatto diventare il Derek che conosci ora. -
- Io, beh… mi dispiace per ciò che è successo alla tua famiglia. Sono convinto che non meritassero quella fine. -
Derek non mi rispose in alcun modo, ma capii che si era acquietato perché ricominciò a lanciare i sassi, provando anche a far fare qualche rimbalzo a quelli piatti.
Poco dopo sentii un respiro caldo sul mio collo e sentii la voce di Erica sussurrarmi
- Ti ho trovato, Batman…- prima di stamparmi un bacio sul collo. Io mi alzai infastidito e mentre andavo a sedermi sulla riva sassosa vidi Derek alzarsi e spingere a terra Erica. Lo sentii dire
- Ti ho già detto una volta che non devi farlo, non a lui. Entra in quella tua testolina bionda o te lo devo spiegare con le cattive? - concluse la frase con un ringhio, ed Erica, facendo lampeggiare di giallo i suoi occhi si alzò e se ne andò di corsa. Dopo aver finito il suo “discorsetto” venne a sedersi vicino a me e mi disse
- Vuoi tornare a casa o vuoi rimanere un altro po’? -
- Rimaniamo. Voglio vedere com’è l’acqua illuminata dalla luna. - sorridemmo entrambi e rimanemmo seduti vicini a guardare il lago e la foresta, a pensare.
Quando la luna fu alta nel cielo, tanto luminosa che il suo riflesso era nitido sull’acqua scura.
- Dovrei tornare a casa, mio padre sarà di sicuro preoccupatissimo, ma qui è così bello… -
- Se vuoi possiamo tornarci una di queste sere. - dicendomi questo si era girato verso di me con un mezzo sorriso.
- Magari! Ma solo se mi dai più di due sassi! -
- Mah, non so… sei così goffo che potresti farti male. - mi disse allora lui con un ghigno divertito.
- Evviva la fiducia nelle capacità altrui, insomma! - gli dissi sbuffando, fingendo di essermi offeso. Mi alzai e facendogli segno di alzarsi gli dissi
- Su, dai, lupo sfaticato, devi accompagnarmi a casa! -
Lui grugnì sollevandosi, evidentemente scocciato doversi alzare dalla comoda posizione che aveva trovato,  ma mi riaccompagnò a casa. Mentre tornavamo alla sua Camaro non parlammo molto, e nemmeno durante il viaggio in macchina effettivamente, ma una volta arrivati davanti a casa mia, quando feci per scendere dalla macchina, lui mi augurò la buonanotte e mi mise in mano un piccolo sacchettino.
- Oggi sono tornato fuori dall’edificio dove è mor… dove hanno fatto il rave, e sono riuscito a raccogliere un po’ di quella polvere nera che ti ha dato il Dr. Deaton. Usala. - detto questo partì senza aspettare una mia risposta.   
 

Eccomi gente :)
lo so, forse aggiorno un po' troppo spesso, ma quando finisco di scrivere un capitolo non posso aspettare a pubblicarlo :D spero che il capitolo vi sia piaciuto! recensite, mi raccomando :D
lunatica365

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Capitolo 5
*** You have to help me ***


you have to help me

 
Tre giorni dopo, visto che il funerale era stato di venerdì, ritornai a scuola e scoprii da Danny che sabato sera c’era stata la festa di compleanno di Lydia, e che quei pochi che ci erano andati avevano avuto strani comportamenti tutta la serata. Non mi disse molto, ma da quello che riuscii a capire lui aveva visto suo padre a quella festa e che gli aveva detto qualcosa, ma non voleva dirmi ciò che gli aveva detto. Da quel che ne sapevo suo padre se n’era andato quando Danny aveva fatto outing. “Dubito fortemente che si sia presentato improvvisamente alla festa di compleanno di Lydia. C’è qualcosa di sospetto…”.
- Oltre alle stranezze generali di tutti, hai notato qualcosa di veramente strano? Intendo una cosa che non dovrebbe accadere ad una festa di compleanno. -
- Beh, - mi sussurrò lui durante la lezione di chimica - ora che mi ci fai pensare, ad un certo punto Lydia se n’è andata… -
“Lydia se n’è andata dalla sua festa di compleanno? Lydia?! Dev’esserci qualcosa sotto…”
Passai il resto delle lezioni a rimuginare sulle poche informazioni che avevo, senza arrivare ad alcuna soluzione. Non avevo la minima idea di cosa mai avesse potuto spingere Lydia ad abbandonare l’evento che più attendeva ogni anno.
Pranzai da solo, mentre mi sentivo gli occhi di tutti puntati addosso. Mangia in fretta, infastidito da quegli sguardi, ad andai nello spogliatoio a cambiarmi in vista dell’allenamento di lacrosse. Dopo una mezzoretta venni raggiunto anche dal resto della squadra. Dovevo aver mangiato veramente in fretta. Quando vidi arrivare anche Jackson per poco non mi prese un infarto, ma tentai di fare finta di niente. Quando però mi accorsi che Isaac stava osservando Jackson con fin troppo interesse e facendo molta attenzione ad ogni sua mossa, capii che ora che Scott non c’era più, nessuno sarebbe più stato contrario ad ucciderlo. E dovetti ammettere che neppure io ero particolarmente contrario.
Finito l’allenamento tornai a casa e mi feci una lunga doccia calda. Quando tornai nella mia stanza, mandai un messaggio a Derek e gli scrissi che avevo bisogno di parlargli. Mentre scrivevo, mi alzai per andare ad aprire la finestra, per non dovermi rialzare poi, e intanto che lo aspettavo, mi stesi sul letto, ma la giornata mi aveva tanto stancato che mi appisolai.
- Ehi, Stiles! Sveglia… avevi proprio urgenza di parlarmi eh? - mi disse mentre mi svegliava dandomi un leggero colpetto sulla spalla. Io mi tirai su a sedere in fretta e furia e atteggiai le braccia in una mossa di karate. Mormorai parole senza senso per qualche secondo, prima di rendermi conto che non c’era alcun pericolo.
- Vedo che hai usato la polvere. Bene, mi fa piacere. - mi disse con un mezzo sorriso, notando la striscia di polvere nera che circondava la mia stanza.
- Io… oh si, l’ho usata la stessa sera che me l’hai data, e l’ho messa anche in camera di mio padre, grazie. Non mi hai nemmeno dato il tempo di dirtelo l’altra sera. - gli dissi, mentre mi ricordavo ciò di cui volevo parlargli.
- Che cosa volevi dirmi? - ritornando d’un tratto serio, come se fosse turbato.
- Volevo dirti che Lydia è diventata parecchio strana, e secondo me il suo comportamento è piuttosto sospetto… - la sua fronte si aggrottò quando nominai Lydia e sembrò esitare un po’ a dirmi ciò che sapeva.
- Lydia mi ha addormentato con della polvere di aconito e mi ha usato per far tornare alla vita mio zio Peter… io però non volevo dirtelo, non credevo fosse più il caso di tenerti informato su tutto questo, non dopo quello che è successo. -
- Non dopo quello che è successo?! E quindi tu credi che io debba rimanere ignorante di quello che succede in una città dove ogni maledetta luna piena morire è comune come starnutire?! Scusami ma ormai credo di avere tutto il diritto di sapere che diamine succede qua! -
- Suppongo che tu abbia ragione… se sei così convinto di riuscire a sopportare tutto quello che sta succedendo, allora devi darmi una mano. - non sembrava felice di coinvolgermi, ma oramai c’ero dentro fino al collo, avevo mentito a mio padre, a Lydia, della quale, dopo ciò che mi ha detto Derek, non so più che cosa pensare, e a molta altra gente che non meritava le mie menzogne… gli feci cenno di continuare.
- Non so su chi concentrare le forze del branco in questo momento. Per il momento sembra che Peter non stia facendo niente, ma sappiamo com’è fatto e non bisogna sottovalutarlo. Invece la minaccia del Kanima si fa sempre più presente… e poi cosa dobbiamo fare con Jackson? Dobbiamo provare a salvarlo o lo uccidiamo? -
- Scott avrebbe voluto salvarlo, ma era l’unico che lo voleva. Per come la penso io, dato che non sappiamo nemmeno come salvarlo, tanto vale liberarci della minaccia al più presto. - lo dissi sicuro, senza provare pietà per Jackson. Gli dissi che a scuola sarebbe stato più facile, perché magari cogliendolo di sorpresa in bagno non avrebbe fatto in tempo a trasformarsi.
Derek mi disse che avrebbe tenuto conto di ciò che gli avevo suggerito, e che mi avrebbe aggiornato ogni qual volta ci sarebbe stato bisogno. Poi gli dissi che dovevo studiare per un compito di economia, e lui allora mi salutò, e mi augurò un “In bocca al lupo” prima di andarsene ridacchiando, rendendosi conto di ciò che aveva detto.
 

ehilà :D 
innanzitutto volevo ringraziare tutti quelli che seguono, che ricordano e che preferscono la mia storia :) e un grazie speciale a coloro che recensiscono! leggere i vostri complimenti mi migliora la giornata, sul serio! Beh, che altro dire, fatemi sapere che ne pensate!
lunatica365

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Capitolo 6
*** It doesn't seem absurd at all ***


It doesn’t seem absurd at all

 
La mattina dopo capii che Derek era entrato in azione, quando Matt, un paio di minuti dopo che Jackson era andato in bagno, si portò le mani al collo e incominciò a gridare. Evidentemente il legame tra i due si era rafforzato ulteriormente. Dopo un minutino di grida Matt si accasciò sul suo banco e iniziò a respirare affannosamente. Il professore lo mandò in infermeria, temendo che avesse qualcosa di grave.  
Dopo una ventina di minuti, il prof Harris, preoccupato che Jackson non tornasse, chiese a qualcuno di andare a vedere se andava tutto bene. Provai ad alzarmi per andare, ma Harris mi fermò dicendomi che non sarebbe stato il caso che mi perdessi parte della lezione, vista la mia infinita stupidità. “Dio, quanto vorrei picchiarlo! Ma come si permette di darmi dello stupido?”. Feci un profondo sospiro e tornai al mio banco, e al mio posto si offrì Danny.
Circa cinque minuti dopo, Danny tornò in classe in lacrime, dicendo di aver trovato Jackson senza testa, in un’enorme pozza di sangue, e tra vari singhiozzi capimmo anche che la testa non c’era nel bagno. Tra le urla di orrore delle ragazze e gli sguardi sconvolti dei ragazzi, io tentai di capire come mai Derek aveva preso la testa di Jackson, e dopo un po’ capii che l’aveva fatto per essere certo che non si rigenerasse.
In poco tempo la polizia fu a scuola e fummo tutti mandati a casa, per ispezionare la scuola. Non saprei definire cosa provai nel momento in cui il cadavere decapitato di Jackson mi passò davanti coperto da un lenzuolo. Tristezza? No… Gioia? Nemmeno. Tranquillità e senso di sicurezza. Si, mi sentivo tranquillo adesso. Un attimo dopo, tra me e il lenzuolo stava Lydia, accasciata sul ragazzo che nonostante tutto aveva continuato ad amare. Tutto l’affetto e forse l’amore che provavo per lei, già provato da ciò che aveva fatto la sera della sua festa, scemò fino a scomparire. Non mi aspettavo che sarebbe mai successo.
Mi voltai e andai di corsa verso la mia Jeep, e tornai a casa mia. Quando entrai e vidi che mio padre era in sala da pranzo con la bottiglia di whiskey semivuota e lo sguardo di chi ha perso tutto ciò che c’è di bello nella vita, iniziai a piangere, e capii che razza di figlio ero. Corsi in camera mia e quando aprii la porta trovai Derek seduto sul bordo del mio letto con le mani gronde di sangue. Mi asciugai in fretta le lacrime dalle guance e mi sedetti di fianco a lui, capendo che aveva bisogno di parlare. Non dissi nulla e aspettai.
- Staccare la testa a qualcuno… è molto più brutto di quanto già non sembri. Avevi ragione, non ha fatto in tempo a trasformarsi, ma questo… questo, può sembrare assurdo, ma mi ha reso tutto molto più difficile. -
- Non mi sembra affatto assurdo. - queste mie semplici parole, che mi erano uscite naturali, sembrarono calmarlo un po’, ma mi sembrava comunque talmente scioccato da ciò che aveva fatto, che non sembrava aver intenzione di muoversi per il momento. Rimasi accanto a lui, e vedendo che continuava a fissarsi le mani, decisi di portarlo in bagno per lavargliele. Lo feci alzare e in stato catatonico si fece portare fino al lavandino. Mi sembrò una cosa orribile da pensare, mostruosa, ma per fortuna mio padre era ubriaco fradicio, e se anche lo avesse visto non se ne sarebbe ricordato.
Iniziai a lavare le braccia a Derek, perché gli schizzi di sangue gli arrivavano fino ai gomiti, e questo solo sulle braccia. I vestiti erano pieni di gocce e spruzzi. Decisi che una volta tornati in camera gli avrei prestato dei miei vestiti larghi e avrei lavato i suoi. Quando ebbi rimosso tutto il sangue dalle sue braccia lui mormorò un “Grazie…”.
Tornammo in camera e chiusi la porta a chiave. Presi dal mio armadio la maglietta più larga che avevo e un paio di pantaloni della tuta. Gli tolsi le scarpe e lo aiutai a togliersi la maglia che indossava.  Nonostante da qualche giorno ci fossimo avvicinati, devo dire che non lo avevo mai avuto letteralmente così vicino. Derek era talmente apatico che sollevò solo le braccia. Io feci scorrere le mie mani per sollevare la sua maglietta e mentre lo facevo le mie guance si imporporarono.
“Ma che diavolo mi prende? Perché reagisco così?”
Continuai a svestirlo, passando ai pantaloni. Slacciai il bottone e gli abbassai la cerniera. A quel punto la mia faccia divenne completamente rossa. Ero imbarazzatissimo: non avevo mai svestito qualcuno in camera mia, men che meno un uomo, ma la cosa che più mi imbarazzava erano le sensazioni che spogliarlo mi dava. Tentai di togliergli i jeans il più in fretta possibile. Quando rimase in mutande si buttò sul mio letto e vedendolo così esausto, sia mentalmente che fisicamente decisi di mettergli addosso la coperta e di lasciarlo riposare. Quando gli tirai su la coperta fino al collo, alzò un braccio e mi accarezzò la guancia destra. Divenni anche più rosso di prima, ma non volli sottrarmi a quel contatto. Prima che le sue palpebre si abbassassero sui suoi occhi stanchi, Derek mi disse ancora una volta grazie.
Il mio braccio si mosse da solo e pochi secondi dopo mi ritrovai ad accarezzare gli scuri capelli di Derek. Assaporai la loro morbidezza e lo osservai: il volto si era disteso e mi sembrava tranquillo. Lo lasciai dormire e andai in lavanderia a mettere in lavatrice le ultime prove di ciò che aveva fatto.
 


Salve gente :)
adesso che vi ho anche ucciso Jackson, che mi farete? ahahaha ditemi che ne pensate del capitolo :) ci tengo! al prossimo capitolo, carissimi!
lunatica365

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Capitolo 7
*** Who could ever love a beast? ***


Who could ever love a beast?

 
Quando i vestiti furono completamente puliti e asciutti, tornai in camera, e li appoggiai sulla mia scrivania. Lo trovai ancora lì, a dormire. Mentre ero di sotto si era rigirato e si era tolto via mezza coperta, rimanendo a torso scoperto. Vederlo così mi trasmetteva sensazioni che non comprendevo, e che in quel momento non volevo comprendere, così decisi di lasciarlo dormire e andai in soggiorno a studiare sdraiato sul divano.
Quando passai di fianco alla sala da pranzo vidi che mio padre si era addormentato sul tavolo, così gli diedi un colpetto e lo feci svegliare, per modo di dire, e lo accompagnai di sopra fino al suo letto, dove si accasciò, completamente vestito e con le scarpe. Tornai di sotto e con un sospiro mi buttai sul divano, e misi i libri da parte, perché il mio cervello era troppo sovraccarico in quel momento per subire un “aggiornamento”. Accesi la televisione e iniziai a fare zapping. Ad un certo punto trovai “Mulan” su un canale per bambini e iniziai a guardarmelo, ritrovando un po’ di felicità.
Quando ero più piccolo lo guardavo spesso con mia mamma, prima che lei morisse, e ora mi è rimasto l’amore per questo cartone. Conoscevo tutte le canzoni a memoria, e senza accorgermi mi trovai a cantarle a voce alta, divertendomi come un matto. Canzone dopo canzone, la fine del film si stava avvicinando, quando sentii la voce di Derek alle mie spalle dire
- Non sapevo che ti piacessero i film della Disney. - mi voltai verso di lui piuttosto imbarazzato, mentre lui mi osservava con un mezzo sorriso.
- In realtà non lo sa nessuno, voglio dire tranne mio padre. -
- Sai che quand’ero piccolo piacevano tanto anche a me? Indovina qual era il mio preferito? -
Intanto che mi diceva questo, si sedette di fianco a me sul divano. Si era rimesso i vestiti che aveva addosso stamattina, ma non si era rimesso le scarpe, rimanendo in calzini, come se non volesse andarsene. Mi risultava difficile immaginarlo bambino, men che meno immaginare cosa gli potesse piacere da bambino.
- Non lo so… quale? - ero curioso, era interessante pensare che una stessa storia avesse potuto accomunare le nostre infanzie. Mi voltai verso di lui con sguardo interrogativo.
- La Bella e la Bestia. Non riuscivo mai a capire come Belle potesse amarla… chi potrebbe mai amare una bestia… - volsi lo sguardo altrove, e sussurrai
- Io potrei… -
Quelle due semplici parole mi uscirono da sole, come se il mio cuore, lo capii solo in quel momento, e la mia bocca si fossero alleate contro il mio cervello. Improvvisamente capii l’imbarazzo di quel pomeriggio, e nonostante non volessi ammetterlo a me stesso, quegli ultimi giorni avevano cambiato talmente tanto ciò che pensavo di lui, che qualcosa era nato.
- Non è sicuro amare una bestia. - in quella frase, il tono, e il dolore che vi erano dentro, sembrava racchiudessero anni di rinunce e di solitudine. Scossi la testa e mi voltai di nuovo verso di lui.
- A chi importa la sicurezza quando può avere l’amore? -
- A me! A me importa della tua sicurezza! - mi strinse le mani tra le sue.
- Se ti importa così tanto puoi sempre rendermi in grado di proteggermi… - abbassai lo sguardo sulle nostre mani intrecciate e gliele strinsi più forte.
- Non credevo che volessi. - sembrava piuttosto confuso. Io invece ero sicuro. Se questo lo avrebbe reso più tranquillo lo avrei fatto.
- Adesso si. -
- Io… va bene, lo farò. Ma solo perché non stai mentendo. -
Liberando le sue mani dalle mie, avvicinò il mio volto al suo e mi baciò. Era il mio primo bacio, e nonostante non sapessi precisamente cosa fare fu veramente speciale. Le nostre lingue si accarezzavano e si staccavano in una danza continua. Fu Derek ad allontanarsi per primo da quella stretta, per poi dirmi
- Ho cambiato idea. Non posso farlo! E se tu morissi a causa del morso? - il suo sguardo era inquieto e spaventato.
- Finora tutti quelli che hai morso non sono morti, Derek. Fallo. Ora. - ero certo della mia decisione, e nulla avrebbe potuto farmi cambiare idea. Sollevai il braccio sinistro, tirai su la manica della maglia, e lo avvicinai al suo viso, però poi mi voltai, poiché la vista del sangue mi disgustava. Quando le sue zanne squarciarono il mio avambraccio, trattenni a stento un urlo soffocandolo in un mugugno.
Mi voltai verso di lui e lo vidi con la bocca sporca del mio sangue e le zanne da lupo. Mi avvicinai al suo viso, ma lui si scostò, allora poggiai la mano destra sulla sua guancia e mi avvicinai di nuovo a lui. Gli diedi un leggero bacio a stampo e poi gli chiesi se poteva andare in bagno a prendere le bende, perché avevo bisogno che mi bendasse il braccio.
In pochi minuti fu di ritorno e in ancora meno mi bendò l’avambraccio. Visto che ormai erano le sei, preparai la cena ad entrambi, e lasciai la porzione per mio padre nel frigo, per quando si fosse svegliato. Dopo aver mangiato e aver lavato i piatti, andammo in camera. Dopo essermi messo il pigiama mi buttai a letto e quando vidi che stava per andarsene gli dissi
- Perché non rimani? Se ci stringiamo ci stiamo entrambi. - lui sorrise e si sdraiò vicino a me. Quella notte dormii tra le sue braccia.


salve gente :) 
direi che il capitolo si commenta da solo ;D se però volete dirmi che ne pensate scrivete, che mi fa solo piacere :) 
lunatica365

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Capitolo 8
*** I'm not like you! ***


I’m not like you!

 
Il bip della sveglia impostata sul cellulare mi perforò il cervello, anziché darmi il solito tranquillo risveglio. I primi risultati di ciò che il morso aveva da offrirmi. Ero appoggiato sul petto di Derek, che evidentemente doveva essersi svegliato insieme a me, e che aveva iniziato ad accarezzarmi i capelli.
- La prossima volta metti la sveglia a volume minimo. - e massaggiandomi una tempia gli risposi
- Si, credo proprio di si. - poi sollevai il volto verso di lui e gli stampai un bacio sulle labbra, pungendomi un po’ con la sua barba sfatta.
- Buongiorno, comunque! - gli dissi dopo essermi staccato da lui con un sorriso.
- Buongiorno… - mi disse lui con la voce impastata dal sonno, mettendomi una mano dietro a nuca e riattirandomi a sé. Io lo assecondai per un po’, lasciando intrecciare le nostre lingue, ma poi mi staccai da lui ricordandogli che quel giorno avevo scuola.
- Vorrei tanto rimanere qui con te, veramente, ma abbiamo entrambi i nostri impegni: io ho scuola e tu devi scoprire cosa sta architettando quel pazzo di tuo zio. Stasera… stasera torniamo al laghetto, d’accordo? - gli dissi mentre lui fece inizialmente uno sbuffo, ma alla mia proposta finale gli tornò il sorriso. Mi diede un ultimo bacio e prima di uscire dalla finestra mi disse
- Evita qualsiasi situazione possa farti arrabbiare e… stai attento per favore. Non sappiamo a chi o cosa stia puntando Peter. -
- No, sai pensavo di andare in giro con due cartelli: uno sulla schiena con scritto “Offendimi e usami come sacco da boxe!” e uno sul petto, lampeggiante ovviamente, con scritto “Ehi, Peter, se ti serve una mano per un piano diabolico e malvagio, mi trovi qui!”. Non ti sembra un’ottima idea? -
Derek alzò gli occhi al cielo e poi uscì. Sciolsi il bendaggio che mi avvolgeva l’avambraccio e osservai con un sorriso che la pelle era tornata integra. Mi preparai in fretta e mangiai una merendina mentre andavo a scuola con la mia Jeep. Le prime ore di scuola trascorsero tranquille, fino a quando non arrivò l’ora di chimica. Il professor Harris mi chiamò alla lavagna e mi fece un paio di domande alle quali non seppi rispondere.
- Signor Stilinski, la sua ignoranza e incapacità di sedersi da qualche parte a imparare qualcosa mi stupiscono sempre di più. Torni al suo banco ora, mentre io le segno questa bella F sul registro . -
Tornai al mio banco, mentre il mio battito accelerava. Capii cosa stava per succedere e chiesi a Harris se potevo andare in bagno perché non mi sentivo affatto bene. Lui mi lasciò andare osservandomi con un sorrisetto che mi fece imbestialire. Andai nel bagno dello spogliatoio, il più lontano da qualsiasi classe e una volta arrivato il mio respiro aveva iniziato a farsi pesante e piuttosto affannoso. Rabbrividii guardandomi allo specchio, vedendo i miei occhi scuri tramutati in giallo acceso e l’intero volto trasfigurato in quello di un mostro.
Sapevo che ciò di cui avevo bisogno era un’ancora. Mi venne naturale pensare a mia madre, e a mio padre e ai bei momenti che siamo riusciti a passare felicemente nei momenti relativamente più tranquilli della sua malattia. Lacrime iniziarono a scivolare sulle mie guance. Quando sollevai lo sguardo ero tornato normale. Mio padre e mia madre: ecco ciò che teneva saldo il mio lato umano.
- Oh, ma che bravo Stiles… hai imparato così in fretta. Sai, me lo sentivo che prima o poi avresti accettato il morso… -
Quando riconobbi la voce di Peter Hale, il mio cuore perse qualche colpo.
- Ah… l’odore della paura. E io che credevo che una volta diventato come me chiunque non avrebbe più provato paura… ma d’altronde Stiles tu mi stupisci sempre. -
- Io non sono come te. - la rabbia stava nuovamente prendendo possesso di me.
- Certo che lo sei. -
- IO. NON. SONO. COME. TE! - senza volerlo dalla mia gola uscii un ringhio. “Si che lo sono…”. Mi presi la testa tra le mani e iniziai a girare per la stanza come un animale in gabbia.
- Stiles… ho bisogno che tu faccia una cosa per me. Devi aiutarmi a convincere mio nipote a fare una cosa per me. -
- No. -
- Certo che lo farai, altrimenti darò a tuo padre una motivazione per convincerti a farlo. -
- Tu non toccherai mio padre… - mentre dicevo questo sentii le mie unghie diventare artigli, i miei denti allungarsi e poi vidi tutto rosso. Partii all’attacco, come se fosse la cosa più naturale che avessi mai fatto. Mi fidai del mio istinto e lasciai andare la parte animale.
Peter schivò ogni mio attacco mentre rideva di me.
- Il piccolo lupetto si è arrabbiato? - e rideva e rideva, mentre la mia rabbia saliva.
Ad un certo punto, stufo di schivare, Peter iniziò ad attaccare. Mi fece schiantare contro il muro, rompendomi un paio di costole. Gemetti di dolore, ma continuai ad attaccare, mentre Peter mi graffiava e mi lanciava letteralmente in giro per il bagno, nonostante fosse più debole, come mi aveva spiegato Derek tempo fa.
Non sarei riuscito a resistere ancora a lungo. Dopo poco non fui più capace di contrattaccare, infiacchito dalle ferite. Si fermò lui.
- Sai cosa fare se vuoi rivedere tuo padre, che credo che porterò in “villeggiatura” per un pò. Porta Derek alla foresta e io vi troverò. -


Salve gente :)
sembrava andare tutto relativamente bene fino ad un capitolo fa, vero? ma adesso si è fatto vivo Peter! secondo voi cosa può volere da Derek? :) attendo le vostre teorie! ah, e grazie a tutti quelli che seguono, che recensiscono, che preferiscono, che ricordano e anche a quelli che leggono e basta :) grazie a tutti voi!
lunatica365
 

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Capitolo 9
*** I don't wanna lose my dad ***


I don’t wanna lose my dad

 
Mi tirai su dopo qualche minuto, ancora parecchio acciaccato. Avevo paura, ero in ansia per mio padre, non sapevo cosa avrebbe potuto fargli pur di ottenere ciò che voleva. Decisi di non tornare in classe, avrei portato la giustificazione per l’assenza il giorno dopo.
“Sempre che io sia ancora vivo, domani… Oddio, Stiles, quanta positività!”
Andai in fretta al parcheggio, passando però per il campo da lacrosse, per non farmi vedere da nessuno, e salii sulla mia Jeep.  Arrivai a casa, e quasi sperai che Peter non avesse preso mio padre, che avesse cercato un altro modo per convincermi, ma quando entrai, lo chiamai e non lo sentii rispondere capii che lo aveva portato via. Ero sconvolto: avevo già perso mia madre per la malattia, adesso non avevo alcuna intenzione di perdere mio padre per colpa di un lupo mannaro risorto e per di più psicopatico.
Mandai un messaggio a Derek con scritto : Vieni da me, subito. So cosa vuole Peter, almeno in parte. Dobbiamo parlare.
In poco meno di dieci minuti Derek arrivò a casa mia. Subito mi strinse a sé e mi chiese se stavo bene. Io gli risposi che stavo bene, ma che era mio padre quello a non stare bene.
- Cos’è successo? Cosa ti ha detto? -
- Io… io ero arrabbiato, e ho provato a fronteggiarlo per un po’, ma anche se lui è debole io lo sono di più, visto che è da così poco che sono un licantropo. Mi ha detto che ha bisogno del tuo aiuto per una cosa, e che se non lo aiuterai, anche se non lo ha detto esplicitamente, lui ucciderà mio padre! Ti prego, Derek, fa’ quello che vuole. Non voglio perdere anche mio padre. Ti prego… - iniziai a piangere di dolore, di rabbia e di impotenza. Perché anche se ero diventato un lupo mannaro, in una situazione del genere continuavo a sentirmi inutile e indifeso.
Derek mi strinse più forte e incominciò ad accarezzarmi i capelli.
- Shh…shh. Dai, Stiles, si sistemerà tutto. Farò tutto ciò che posso per salvare tuo padre, te lo prometto. Dove ha detto di volermi incontrare? - tra i singhiozzi gli dissi che ci sarebbe bastato andare alla riserva, e lui ci avrebbe trovati.
- Va bene, allora andremo stasera stessa. Hai bisogno di tranquillizzarti un po’ prima di andare, e io devo avvertire gli altri tre della situazione e farli venire con noi. Ah, si, e magari dovrei anche dirgli che sei diventato uno di loro… -
- Allora vai, io mi farò una doccia e poi, boh, magari mangerò qualcosa… -
- No, non serve che vado ora, le lezioni finiranno tra un paio d’ore. Posso stare qui con te. - mi sorrise e mi baciò. Era sempre un’emozione sconvolgente baciarlo: altro che farfalle nello stomaco! A me passano i treni! Mi staccai io per primo, a corto di fiato.
- Però la doccia voglio farmela lo stesso, quindi ti toccherà aspettare. - lui avvicinò il volto al mio orecchio, poggiò le mani sulla mia schiena e mi avvicinò di nuovo a lui, e mi sussurrò
- O magari potrei farla con te… - devo dirlo, l’idea mi eccitava assurdamente, ma non era la giornata giusta, non con mio padre nelle mani di un pazzo assassino.
- Derek, te lo giuro, non hai idea di quanto vorrei, ma non è il periodo giusto… prima ci dedichiamo a tutti questi problemi e poi ci dedichiamo a noi. - Derek sbuffò e allora mi disse che intanto lui avrebbe preparato il pranzo.
- Tu sai cucinare? - lo guardai con uno sguardo stralunato.
- E secondo te chi mi prepara da mangiare da sei anni? La cameriera? - ridacchiai e gli diedi un bacio a stampo prima di dirgli
- Vai a cucinare, cameriera, che ho fame! - lui alzò gli occhi al cielo e mi diede una spintarella verso il bagno.
Entrai nel bagno, e dopo aver messo a scorrere l’acqua per farla scaldare iniziai a spogliarmi. Mentre aspettavo che l’acqua si scaldasse, sentii dalla cucina un grande frastuono.
“Dio, fa che abbia non abbia rotto i piatti! Papà mi ucciderà…”
Entrai nella doccia e mi godetti la sensazione dell’acqua calda che mi scorreva sulla pelle. Mi lavai lentamente e quasi mi prese un infarto quando Derek entrò un attimo in bagno per dirmi che il pranzo era pronto e che dovevo sbrigarmi. Lo vidi fermarsi ad osservarmi attraverso le pareti di vetro della doccia. Io diventai tutto rosso, imbarazzatissimo. Lui se ne andò con un sorriso, dopo avermi dato un’ultima occhiata.
Finii in fretta di farmi la doccia e mi rivestii. Mi passai un attimo l’asciugamano sui capelli, che rimasero un po’ umidicci, ma in cinque minuti si sarebbero asciugati. Scesi di corsa le scale e arrivato in sala da pranzo inspirai il delizioso odorino che veniva dai due piatti messi in tavola. Derek era già seduto, che mi aspettava. Mi sedetti e gli dissi che le bistecche che aveva preparato avevano un ottimo aspetto e un ottimo odore. Lui accettò il complimento con un sorriso e mi disse “Buon pranzo.”. Mangiai di gusto l’enorme bistecca che avevo davanti e parlammo. Io gli chiesi della sua famiglia, e lui si rabbuiò per un attimo, ma poi iniziò a raccontarmi: mi disse che la sua famiglia è sempre stata il suo mondo, e che dopotutto era dispiaciuto di aver dovuto uccidere suo zio, perché erano molto legati un tempo. Quando gli chiesi di sua sorella i suoi occhi divennero lucidi e lo sguardo si fece fisso, come se si stesse sforzando di non piangere. Mi alzai e andai a stringerlo.
- Se non vuoi parlarne, tranquillo. Capisco che ti fa stare male. Volevo solo conoscere un po’ la tua vita. -
- Grazie, preferisco non parlarne, per adesso. - 



salve gente :)
ho solo una cosa da dire, e non centra con la mia storia, ma con la puntata di ieri! Se osano fare qualcosa a Stiles, come credo che succederà comunque, io giuro su tutti i miei libri che vado ad ucciderli tutti, TUTTI! tranne Tyler Hoechlin e Dylan o'Brien ovviamente <3 loro sono troppo carucci per ucciderli :D ahaha! aspetto le vostre recensioni!
lunatica365

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Capitolo 10
*** It's not my greatest ambition to die before I get my license! ***


It’s not my greatest ambition to die before I get my license!

 
Quel pomeriggio mi trovai la casa piena. Derek era andato a recuperare Erica, Boyd e Isaac dopo scuola e li aveva portati a casa mia. Li aveva lasciati in soggiorno e mi era venuto a chiamare in camera. Era ora di informare gli altri delle novità.
- Ma… se dobbiamo informarli delle novità, intendi proprio tutte le novità? Cioè, anche di me e te? - mi guardò pensieroso e per qualche secondo non disse nulla, ma poi mi disse
- Non credo che sia necessario, ma almeno Erica smetterebbe di ronzarti intorno. - quella che fiutavo era… gelosia? Mi avvicinai a lui e lo strinsi forte e con la guancia appoggiata al suo petto gli dissi
- Derek, di Erica non mi è mai importato nulla, per me ora ci sei solo tu. - era felice ora. Mi prese il volto tra le mani e mi baciò con passione. Io risposi con altrettanta foga, ma nonostante non volessi staccarmi da lui, lo feci e gli ricordai che ci stavano aspettando di sotto. Lui fece uno sbuffo divertito e mi prese per mano.
Arrivammo in soggiorno così. Gli occhi di Erica viaggiarono velocemente da me a Derek, soffermandosi ogni volta sulle nostre mani intrecciate. Era piuttosto sconvolta, ma commentò la cosa solamente con un mugugno. Boyd e Isaac sembravano piuttosto indifferenti alla cosa. Meglio così.
- Allora, sono successe parecchie cose di cui dobbiamo parlare: primo, come ben avete visto due giorni fa, ho ucciso Jackson; secondo, mio zio Peter, con l’aiuto di Lydia, è tornato in vita; - a questa seconda informazione vidi tutti e tre spalancare gli occhi per la sorpresa - e terzo, ha preso il padre di Stiles come ostaggio, perché vuole qualcosa da me. - si stava dimenticando una delle parti più importanti, ma vedendo che evidentemente gli era passato di mente (al che mi chiedo come diamine abbia fatto a passargli di mente, voglio dire, per lui sarà anche una cosa da tutti i giorni essere un licantropo, essendo che lo è dalla nascita, ma per me è una novità piuttosto sconcertante!) decisi di prendere la parola e informarli io stessi.
- E quarto, sono diventato come voi. - mentre lo dissi mi passai la mano sinistra sulla nuca.
Evidentemente tutte quelle informazioni insieme dovevano averli sconvolti alquanto, tant’è che prima che uno di loro dicesse qualcosa passarono alcuni minuti. Il primo a prendere parola fu Boyd.
- Che cosa vuole da te Peter? - Derek gli rispose sconsolato
- Non lo sappiamo, ma stasera, quando andremo alla foresta per incontrarlo, lo scopriremo - Erica non sembrava soddisfatta del “andremo”.
- Come come? E se volesse solo attirarci lì per ucciderci? Sai, non è la mia massima aspirazione morire prima di aver preso la patente. -
- È troppo debole, non è in grado di attaccarci se stiamo tutti insieme, figurarsi ucciderci. E poi se avesse voluto ucciderci, avrebbe potuto tranquillamente uccidere Stiles stamattina, anziché rapirgli il padre. Lui vuole qualcosa per cui ha bisogno che rimaniamo in vita… - iniziò a camminare per la stanza con fare pensieroso, finche non disse
- Ah, Stiles, tu non ha ancora mai fatto un allenamento serio con noi, hai un posto qui dentro in cui posso spiegarti qualche tecnica? - la frase suonava mi sembrava ambigua, molto ambigua, ma quando lo guardai in faccia e vidi che era serio capii che voleva seriamente insegnarmi a combattere, o quanto meno a difendermi, visto il poco tempo a disposizione.
- Possiamo andare nello scantinato. Non è molto grande ed è molto in disordine, ma se ci mettiamo tutti insieme dovremmo riuscire a sistemarlo piuttosto velocemente. - Derek fece un cenno di assenso e mi fece segno di portarli nello scantinato. Era così diverso il suo comportamento davanti agli altri Beta, rude, ma capivo perché si comportava così. Era l’unico modo di tenere sotto controllo un branco di adolescenti, nel vero senso della parola.
In meno di mezz’ora sistemammo tutte le cianfrusaglie da cui era occupato lo scantinato lungo i muri, creando una specie di rettangolo di quattro metri per cinque. Derek disse che era un po’ piccolo, ma se chi osservava stava sulle scale, si poteva fare.
- Bene, adesso che abbiamo un po’ di spazio, possiamo allenarti. Adesso a turno voi tre - girandosi a guardare gli altri tre Beta - dovrete attaccarlo, e tu Stiles, dovrai provare a difenderti, a schivare… qualsiasi cosa ti riesca, purché tu riesca a non arrivare a romperti qualche osso. - deglutii, nervoso. “Rompermi qualche osso? Me ne sono già rotti un paio stamattina, non vorrei ripetere l’esperienza così presto!” .
Isaac si offrì per primo. Si avvicinò con un ghigno, che era piuttosto inquietante, e quando sfoderò gli artigli capii che era ora di fare sul serio. Da quel momento iniziarono tre ore di estenuanti allenamenti, combattimenti e consigli, che mi lasciarono spossato. Combattere contro Erica è stato piuttosto drammatico: sembrava avesse voglia di sfogare tutta la tristezza e soprattutto la rabbia di non avere più alcuna possibilità con me. Un paio di volte riuscii a mandarla al tappeto, e quando successe Derek si fece un paio di risatine. Ero rimasto relativamente calmo durante il corso dell’allenamento, infatti solo poche volte sentii che i miei battiti stavano accelerando, ma ogni volta che accadeva mi concentravo sui miei genitori e tutto tornava normale. Derek sembrava piuttosto stupito.
 Dopo questa sessione stancante, ma fruttuosa, decidemmo di mangiare qualcosa prima di andare alla foresta. Una volta che ci fummo rifocillati, Derek, Erica e Boyd presero la Camaro per andare fino al confine della riserva, mentre io e Isaac andammo con la mia Jeep. Non mi disse molto durante il breve viaggio, ma la frase che mi stupì di più fu quella che disse quando ci trovammo a parlare di Derek.
- Sono felice per lui. Sembrava avesse veramente bisogno di qualcuno. - soltanto poche parole ma che sancirono, se non l’inizio di un’amicizia, quello di un rapporto di fiducia e rispetto. 


Ehilà gente :D
insomma insomma vi sto proprio facendo stare sulle spine :3 , ma tranquille, il prossimo capitolo si scoprirà cosa vuole Peter :) la frase di Erica sulla patente è un po' copiata dalla puntata 11, ma non potete biasimarmi, ci stava troppo bene *w* e poi Isaac che è felice per Derek e Stiles? Quanto dolcino è? :3 ahahah
attendo come al solito le vostre magnifiche recensioni, e colgo l'occasione per ringraziarvi ancora una volta tutti quanti (chi segue, chi recensisce, chi preferisce, che ricorda e chi legge soltanto)! siete la mia gioia <3 al prossimo capitolo (cioè probabilmente a domani XD)
lunatica365

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Capitolo 11
*** You have never told me this ***


You have never told me this

 
Ci addentrammo un po’ nella foresta con le macchine, fino a quando gli alberi non si fecero troppo fitti per permettere il passaggio della Camaro di Derek. Scendemmo e continuammo a camminare a piedi, fino a quando non raggiungemmo un radura. Decidemmo di aspettarlo là.
Poco tempo dopo, circa una decina di minuti, sentimmo un rametto spezzarsi e guardandomi intorno vidi al confine della radura Peter, che con un mezzo sorriso ci osservava. Dietro di lui stava mio padre, imbavagliato e con le mani legate. Mi prese una stretta al cuore quando vidi che aveva un occhio nero. Evidentemente aveva provato a lottare per non farsi portare via. Quando mi vide il suo cuore perse un colpo e lo sentii mugugnare il mio nome attraverso lo scotch che gli copriva la bocca.
Peter avanzò tranquillo, spingendo mio padre per far camminare anche lui. Mi tramavano le mani dalla rabbia, avrei voluto andare lì a ucciderlo con le mie mani. Derek dovette percepire la mia rabbia, perché mi strinse forte la mano e sussurrò “Lo libereremo, tranquillo.”. Quel suo gesto mi tranquillizzò un po’.
Peter osservò con un sorriso le nostre mani strette e rivolgendosi a Derek disse
- Oh, nipote, che novità! Non sapevo fossi dell’altra sponda… - gli occhi di Derek brillarono intensamente di rosso e un ringhio basso si scaturì dalla sua gola. Vidi mio padre osservare la scena sconvolto, e sperai con tutto il mio cuore che fosse sconvolto per aver visto il mio ragazzo ringhiare e far brillare i suoi occhi di una luce sanguigna, piuttosto per il fatto che fosse il mio ragazzo.
- Ma bando alle ciance, sono venuto qui per parlare d’altro. - continuò poi Peter.
- Dimmi cosa vuoi e libera il padre di Stiles. - disse allora Derek, ancora infastidito dal tono del commento precedente dello zio.
- Io voglio aiutarvi a fermare Gerard, ecco cosa voglio. Ma per farlo ho bisogno di due cose: un branco (il vostro), e ho bisogno di avere un po’ del tuo sangue. -
- Il mio sangue? Perché? E perché mai dovrei aver bisogno dell’aiuto di un pazzo psicopatico come te? -
- Primo: non sono un pazzo psicopatico. Secondo: sei o non sei tu quello che mi ha squarciato la gola con i suoi artigli? Ma ci stiamo tutti lavorando su… quindi, tornando al perché ho bisogno del tuo sangue: mi serve per tornare a essere potente come un tempo. C’è una leggenda, che dice che bevendo il sangue del più potente e il sangue di chi mai potrà esserlo, si otterranno poteri inimmaginabili. Tu, Derek, sei il più potente, essendo un Alpha, mentre c’è una giovane donna di vostra conoscenza che non potrà mai essere come noi… -
- Lydia. - completai la sua frase.
- Esatto, Stiles. Comunque il sangue va bevuto fresco in una notte di luna piena, e grazie ai poteri che otterrò vi aiuterò a distruggere Gerard. E se invece non dovesse funzionare mi sarò bevuto un bicchiere di sangue. -
- Come credi di convincere Lydia a darti il suo sangue? - Derek sembrava scettico e sospettoso. Non riusciva a fidarsi da un momento all’altro di qualcuno che era stato costretto ad uccidere per la sua incontenibile smania di vendetta. Peter rise alla domanda e poi rispose
- Ho già quella ragazza in pugno, farà qualsiasi cosa le chieda di fare. - poi vedendo che non credevamo al fatto che voleva aiutarci, slegò mio padre e lo spinse verso di me.
- Potete credere che voglio aiutarvi adesso? Alla prossima luna piena, che sarà tra una ventina di giorni, visto che come ben ti ricorderai, Derek, la scorsa luna piena è stata la sera della festa di Lydia, verrete di nuovo qui e scopriremo se questa leggenda ha un fondo di verità. - con un sorriso si voltò e se ne andò.
- Dio, Stiles come sono felice di vederti! Pensavo che non ti avrei mai più rivisto… - mio padre mi disse queste parole e mi abbracciò stretto.
- Sono qui, sono venuto qui per te, e adesso ti riporto a casa. -
- Si, ti prego. Non mi ha dato nulla da mangiare queste ore che mi ha tenuto con sé, ho proprio bisogno di un bel fast-food. - ero piuttosto contrario al fatto che mangiasse cibo-spazzatura, per via di quello che gli aveva detto il medico, però dopo essere stato rapito da un lupo mannaro, un premio ci sta.
- Solo per stasera, però! - intanto che io parlavo con mio padre, Derek e gli altri discussero sul fatto che non era il caso di fidarsi di Peter, ma se lui desiderava aiutarli avrebbe potuto essere un valido alleato con le sue conoscenze tanto maggiori rispetto a quelle di Derek.
Quando finirono di parlare, feci a Derek segno di avvicinarsi.
- Io porto mio padre al fast-food e poi lo porto a casa, tu…? -
- Porto a casa di Isaac loro tre e poi vi raggiungo a casa vostra. - e girandosi verso mio padre disse - Signor Stilinski, ci sono alcune cose che ha visto che devono essere spiegate. - mio padre lo osservava serio in volto, indeciso se fidarsi di quel ragazzo che aveva tante volte accusato e arrestato. Gli dissi che di lui si poteva fidare, e mio padre mi rispose che non sapeva se sarebbe riuscito a fidarsi di Derek, ma se io mi fidavo di lui, allora poteva almeno credere a quello che gli avrebbe detto.
- A dopo, allora. - dissi a Derek, che mi diede un leggero bacio a stampo prima di andarsene con gli altri Beta.
Io e mio padre ci incamminammo dietro di loro, perché avevamo comunque le macchine parcheggiate vicine, ma mantenemmo una decina di metri di distanza. Mio padre stette in silenzio fino a quando non fummo arrivati alle macchine. Una volta visto che Derek e gli altri ragazzi erano andati via mi chiese solo
- E, così… è il tuo ragazzo? -
- Io, si, suppongo di si. In realtà non ne abbiamo mai parlato in questi termini… effettivamente non ne abbiamo mai parlato, però credo di possa definire così. -
- Mh. Va bene. Se è questo quello che vuoi, non posso far altro che essere felice per te. -
- Grazie, papà. - lo abbracciai di nuovo. Ero felicissimo di aver ricevuto l’approvazione di mio padre. Credo che sarei rimasto distrutto se non lo avesse accettato.
Salimmo in macchina ed andammo al McDonald in centro. Prendemmo le cose da portare via: mio padre si prese due cheeseburger e una porzione di patatine, mentre io mi presi solamente un toast, visto che avevo già mangiato, ma avevo comunque un certo languorino. Andammo a casa e mangiammo con calma davanti alla TV, stravaccati sul divano. Poco dopo aver finito di mangiare, sentimmo il campanello suonare. Andai ad aprire, e per la prima volta in mesi e mesi Derek fece il suo ingresso in casa Stilinski dalla porta anziché dalla finestra.
Dissi a mio padre che Derek era arrivato e ci dirigemmo in sala da pranzo, e una volta seduti, Derek iniziò a parlare.
- Allora, signore. Prima di tutto deve sapere che a questo mondo esistono esseri umani un po’.. diversi. Quelli con cui lei ha avuto a che fare con il suo lavoro da sceriffo, nonostante non se ne sia reso conto, erano lupi mannari e una specie di uomo lucertola chiamato Kanima. - mio padre spalancò gli occhi dalla sorpresa, incredulo delle parole che stava udendo.
- Era per quello che gli attacchi sembravano di animali? -
- Si. -
- L’uomo che mi ha rapito oggi, cos’era? -
- Un lupo mannaro, come me e suo figlio. - mio padre sbiancò all’ultima parola. Questa volta rivolse la sua domanda a me.
- Sta dicendo la verità, Stiles? Tu sei un… lupo mannaro? - sputò fuori quella parola, incapace di associare il nome di un mostro, che fino ad un giorno prima credeva esistesse solo nei libri e nei film, a suo figlio.
- Si, lo sono. - non riuscii a guardarlo negli occhi mentre gli dissi cos’ero diventato.
- Da quando? Insomma non credo che sia da molto, penso che mi sarei accorto che mio figlio fosse diventato… così. -
- In effetti, lo sono circa da stamattina. -
- Ah. E se posso sapere, come lo sei diventato? - capii da chi avevo preso la mia attitudine a fare continue domande.
- Beh, lui - indicando Derek - mi ha morso. - e sentendo i battiti del cuore di mio padre aumentare, in preda alla rabbia, continuai - E gliel’ho chiesto io. -
- Ah. - fece un respiro profondo, e ci disse che sarebbe andato a dormire.
Io e Derek andammo in camera mia, e ci stendemmo sul mio letto. Mi appoggiai al suo petto, mentre lui mi stringeva a sé.
- Beh, alla fine, come prima giornata da licantropo non è andata tanto male, dai! - Derek si sbatte la mano sulla fronte e fece una risatina.
- Stiles, quando spari queste stronzate mi fai proprio arrivare a chiedermi come ho fatto ad innamorarmi di te! - il suo battito non perse un colpo mentre diceva queste parole, mentre il mio accelerò e i miei occhi si spalancarono per la sorpresa.
- Che c’è? - mi chiese lui vedendomi così scioccato.
- Niente… è che non me lo avevi mai detto. -
- Cosa? Che ti amo? È la verità. -
- Lo so, l’ho sentito dal tuo cuore. Il fatto è che… beh, ti amo anche io. - arrossii dopo aver detto quelle parole. Non ero mai riuscito a dirle a nessuno.
Derek mi fece girare a pancia in su, e si mise sopra di me e prima di chinarsi a baciarmi mi disse con un sorriso malizioso
- Beh, caro il mio Stiles, adesso abbiamo una ventina di giorni di tempo per occuparci di noi…-
 

salve gente :)
immagino vi stiate chiedendo come mai ho scritto un capitolo così lungo! l'ho fatto perchè presto partirò per andare al mare, e lì voglio dedicarmi a continuare un libro che sto provando a scrivere :D quindi non prendetela a male, ma ricomincerò ad aggiornare appena tornerò, cioè fine agosto, inizi di settembre :) e ricomincerò proprio dalla notte della prossima luna piena, quindi potete farvi tutti i trip mentali che volete su che cosa succede in quei venti giorni :D ahahah! ah, e ho inserito la frase di Peter della puntata 11 perchè mi è piaciuta troppo e perchè mi ha fatto tanto ridere, spero che ci stia bene :) spero, inoltre, che il capitolo vi sia piaciuto, e non vedo l'ora di leggere che ne pensate :) alla prossima!
lunatica365

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Capitolo 12
*** If you need help, we'll always be there ***


If you need help, we’ll always be there

Erano stati venti giorni piuttosto noiosi e non era successo niente di particolarmente interessante. Pfff. Ma chi la vado a raccontare? Sono stati venti giorni, come dire… eccitanti sarebbe un eufemismo.
Venti sere fa, Derek mi aveva letteralmente dato tutto se stesso. È stato speciale, e eccitante e… perfetto. Quando se ne fu andato la mattina dopo per lasciarmi andare a scuola, non riuscii a trattenermi dal piangere. Si, certo, era stata l’esperienza più bella e dolce della mia vita, ma a chi avrei potuto raccontarla? Mi mancava Scott, e nonostante tutto Derek non sarebbe mai riuscito a rimpiazzarlo. Mai. Derek era il ragazzo che amavo, il mio ragazzo, non il mio migliore amico.
                                                                                 
                                                                               ***
 
Ero appoggiato con la testa sul petto di Derek, disteso sotto di me sul mio letto, mentre lui mi accarezzava i capelli, quando mi disse con un sospiro
- Non vorrei mai alzarmi da qui, in questo momento, ma tra poche ore dovremmo andare nella foresta da Peter, quindi dobbiamo andare a chiamare gli altri… - mi staccai dalla sua stretta per sedermi a cavalcioni su di lui. Mi chinai verso il suo volto e lo fissai negli occhi: grigio-azzurri, come un cielo solcato da nuvole cariche di pioggia.
- Sbaglio o hai detto poche ore? Abbiamo tutto il tempo… - iniziai a baciarlo sul collo, lentamente. Gli lasciai anche un paio di succhiotti.
- Stiles… - la sua voce era bassa e carica di desiderio. Portai nuovamente il mio viso vicino al suo e gli baciai prima la mandibola, poi gli zigomi, e poi scesi fino agli angoli della sua bocca. Poco dopo premetti le mie labbra sulle sue. Lui ricambiò con la mia stessa foga, fino a quando, con un movimento brusco, mi staccò da lui.
I suoi occhi brillavano di un rosso sanguigno. Quando parlò la sua voce era autoritaria, la voce di un Alpha.
- No, Stiles. Dobbiamo andare. - io incrociai le braccia sbuffando e gli dissi, mentre i suoi occhi tornavano a essere gli occhi in cui spesso mi perdevo.
- Alpha antipatico! - lui sollevò un sopracciglio e replicò
- Beta in calore! - mio malgrado risi, e lui si unì a me. Quando ci fummo tirati su dal letto gli dissi
- E comunque questo è un abuso di potere! -
- Certo. - mi disse lui con un sorriso. Io gli feci una linguaccia e mi presi la giacca. Quando passammo davanti alla sala da pranzo, dissi a mio padre
- Noi dobbiamo andare a sbrigare una faccenda. - vidi i suoi occhi incupirsi e mi chiese
- Quella faccenda? -
- Si. - il suo sguardo si fece preoccupato, e con la voce carica di ansia mi disse di fare attenzione. - Certo, papà. -
Uscimmo di casa ed entrammo nella Camaro di Derek. Al pensiero di tutto quello che era successo nei sedili posteriori di quella macchina, e a quello che stava per succedere poco prima nella mia camera sospirai, mentre mi lasciavo avvolgere dal caldo abbraccio della pelle scura.
In pochi minuti arrivammo a casa di Isaac. Entrammo con la copia della chiave che ci aveva dato il figlio del defunto proprietario. Evidentemente Erica si era ripresa all’idea che io stessi con Derek, perché la trovammo sul divano intenta a sondare con la lingua la bocca di Boyd. Isaac era seduto accanto a loro mentre guardava con aria annoiata un talk show.
- Ehm, ehm. - tossicchiai per avvertirli della nostra presenza. Isaac si voltò verso di noi e, accennando un sorriso, fece un gesto di saluto con la mano. Erica e Boyd ci ignorarono bellamente e Derek, evidentemente spazientito, fece un ringhio basso e lungo. Quello lo ascoltarono.
Prima che il mio ragazzo se li sbranasse, calmai le acque proponendo di mangiare qualcosa prima di andare. In tutta risposta Isaac si alzò e si diresse in cucina. Evidentemente non aspettava altro che qualcuno gli suggerisse qualcosa da fare. Poco dopo sentimmo rumore di padelle e coltelli. Dalla cucina sentimmo la sua voce dire
- Qualcuno può venire a preparare la tavola? - vidi che Derek non sembrava avere per niente voglia, mentre Erica e Boyd erano tornati all’occupazione di poco prima, così gli dissi
- Arrivo! -
Mi fiondai in cucina e venni avvolto da un odorino veramente delizioso, al che chiesi curioso
- Che prepari? - lui, impegnato a girare qualcosa in una pentola, mi disse senza girarsi verso di me, ma accennando un mezzo sorriso
- Zuppa di cipolle. -
- Beh, complimenti! Già adesso ha un odore buonissimo. - Poi gli chiesi dove si trovavano i piatti e preparai la tavola per noi cinque. Mi sedetti e poco tempo dopo venni raggiunto da Derek, che evidentemente doveva essersi stufato di stare in soggiorno con quei due che pomiciavano.
Qualche minuto dopo Isaac annunciò che era pronto, e chiamò anche gli altri due a tavola. Mi venne quasi da ridere quando li vidi entrare in cucina con le labbra gonfie.
Isaac mise in tavola la tenda e tirò fuori dal forno, che non avevo notato fosse acceso, dei crostini ricoperti di formaggio fuso. Ne diede un paio ciascuno e ci riempì i piatti di zuppa.
La assaggiai e le mie papille gustative ballarono la samba per la gioia! Quella zuppa era veramente ottima!
- Sarò ripetitivo, ma complimenti! Quando hai imparato a cucinare? - alla mia prima frase fece un grande sorriso, mentre alla seconda sembrò rabbuiarsi.
- Beh… mio padre spesso dopo avermi picchiato mi chiedeva di cucinare per lui, quindi ho imparato a fare cose di questo genere nella speranza di farmi perdonare. - lo disse in tono distaccato, ma si capiva che dietro si celava un grande dolore.
Non seppi cosa dire e continuai a mangiare in silenzio, gustandomi il sapore delicato della zuppa, che celava dietro di sé anni di sofferenze.
Quando finimmo di mangiare, aiutai Isaac a fare i piatti. Lui li lavava, mentre io li asciugavo.
- Quando ha iniziato? - capì che mi stavo riferendo a quando suo padre aveva cominciato a picchiarlo.
- Dopo il suicidio di mia madre… io non gli davo mai le soddisfazioni che gli dava mio fratello, e da quando è morto anche lui, mio padre è diventato sempre più rabbioso. Ma poi è arrivato Derek e… e il Kanima. -
- Non hai più nessuno. -
- Ho voi. Siete il mio branco. Su di voi potrò sempre contare. - non sembrava che stesse ancora parlando con me. Sembrava più che altro che fosse una specie di mantra, una frase che si diceva per andare avanti. Gli misi una mano sulla spalla e gli dissi con un sorriso
- Certo. Se avrai bisogno di aiuto noi ci saremo sempre. - lui fece un mezzo sorriso e finimmo di lavare i piatti.
Quando tornammo in soggiorno vidi che Derek stava spiegando a Erica e Boyd che loro avrebbero dovuto rimanere nello scantinato di Isaac, legati, perché non avevano ancora trovato un’ancora. Così li portammo di sotto e li legammo il più stretto possibile, prima di uscire per recarci nella foresta.
 Dopo una decina di minuti arrivammo all’ingresso della riserva e a piedi arrivammo alla radura dove avevamo incontrato Peter una ventina di giorni fa. Era già lì che ci aspettava, con Lydia al suo fianco, che si guardava intorno in un modo che mi fece capire che lei non credeva di trovarsi in quel luogo. Mi chiesi dove pensasse di essere.
- Oh, nipote! Che piacere vederti. Che splendida luna stasera, non trovi? - disse Peter osservando la luna piena che brillava nel cielo terso di quella sera.
- Bando alle ciance, Peter. Sappiamo tutti cosa vuoi, quindi vediamo di cavarcela in fretta, che ho due Beta legati in una cantina da cui potrebbero riuscire a uscire. - Peter fece un sorriso e tirò fuori dalla giacca due coltelli e un bicchiere. Porse una delle sue lame a Lydia, che la prese in mano, guardandola con orrore, e l’altra a Derek. Diede a lui il bicchiere e gli disse
- Devi tagliare a fondo, altrimenti la ferita guarisce prima che sia uscito abbastanza sangue. - il mio ragazzo lo guardò in cagnesco e con un grugnito tagliò, per un profondità di un centimetro circa, dal gomito al polso. Poi tenendo il bicchiere sotto al taglio, lo riempì per poco meno della metà, prima che il sangue smettesse di scorrere. Peter gli rivolse un sorriso prima di voltarsi verso Lydia. Le chiese di tagliarsi lungo il palmo. Quando lei appoggiò il coltello calde lacrime iniziarono a rigarle le guance. Tagliò. Il suo urlo squarciò la tranquillità della foresta. Peter posizionò il bicchiere sotto la mano di lei e osservò soddisfatto che quando la prima goccia di sangue cadde, il tutto si fece nero. Era un segno positivo, vuol dire che almeno stava succedendo qualcosa. Quando il bicchiere fu pieno lo avvicinò alla bocca, ma io lo fermai e gli dissi
- Almeno falle una fasciatura, prima! -
- Posso fare di meglio. - prese Lydia per la mano ferita, che si rimarginò, quasi alla nostra stessa velocità. Osservammo tutti e tre sbalorditi la scena. Con un mezzo sorriso ci disse
- Ci sono molte cose che posso insegnarvi. -
Detto questo riavvicinò alla bocca il bicchiere e ne bevve il contenuto per intero. Per qualche secondo pareva non succedesse nulla, ma all’improvviso dalla sua bocca e dal suo naso iniziò a uscire una specie di nebbia nera che lo circondò. Dietro quel vortice nero lo vedemmo muoversi convulsamente.
Quando la nebbia si dissolse quello che vi si trovava dentro non era il Peter che aveva martoriato quelle persone, e che Derek aveva ucciso. C’era il Peter del liceo.



Salve gente :D
eccomi tornata alla civiltà, dotata di wifi :) innanzitutto, vi dico che mi è proprio mancato scrivere questa storia, e che soprattutto mi mancavate voi, mie carissime lettrici <3 spero che il capitolo vi sia piaciuto! teoricamente dal prossimo dovrebbero tornare a essere della lunghezza di quelli dal dieci in giù, ma chi lo sa, magari potrei trovarmi a scrivere parecchio, quindi diciamo solo che avranno una lunghezza XD ah, e poi volevo anche chiedervi se vi andrebbe che scrivessi una spin-off sul "momento speciale" di Derek e Stiles :) pensavo una spin-off perchè magari alcune di voi, come me d'altronde, non sono maggiorenni e teoricamente non potrebbero leggere storie del genere :D se volete che la scriva, fatemelo sapere in una recensione :) 
lunatica365

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Capitolo 13
*** I want to trust him, I need to. ***


I want to trust him, I need to.

- Ma che diavolo?! - Derek era abbastanza sconvolto. Insomma, suo zio era appena diventato più giovane di lui sotto i suoi occhi!
- Che c’è? Che è successo? - la risposta gliela diede la sua voce da diciassettenne. Dopo essersi sentito parlare, si portò le mani alla bocca e spalancò gli occhi. Poi fece un respiro profondo e dopo essersi relativamente calmato ci chiese
- Cosa diamine è appena successo?! - non sembrava affatto che si fosse calmato, anzi mi sembrava alquanto sclerato. Decisi di dirglielo il più semplicemente possibile, dopo essermi scambiato un’occhiata con Derek.
- Sei tornato di aspetto a essere il te del liceo. - se possibile i suoi occhi si spalancarono ancora di più.
- Perché? Non avrei dovuto diventare più forte? Come diamine fa un fottuto diciassettenne a essere più forte, - e guardando me e Isaac - senza offesa, di quel fantastico, bellissimo, caro, leggermente più vecchio me, che mi manca parecchio?! - Derek sbuffò al “leggermente” e gli rispose
-  Sei sicuro che non ci possa essere nulla, nel giovane te, che ti renda più forte? Magari anche, chessò, spiritualmente? - i suoi occhi sembrarono illuminarsi di una nuova consapevolezza alla parola “spiritualmente” e annuì tra sé prima di dirci ciò che pensava.
- Ho una teoria, ma è assurda! - Derek gli fece cenno di continuare.
- Io… credo di essere tornato così perché… - sembrava restio a continuare a parlare, ma lo fece comunque - perché quando ero alla vostra età, facevo tutto quello che facevo per l’amore per la mia famiglia, e non per l’odio per tutti gli altri. - Derek gli disse
- Questo non ha spiegato un bel nulla! - Peter sollevò un sopracciglio e gli disse
- Tu, tu che sei innamorato (lo sento dal vostro odore, dolciastro, particolarmente fastidioso se non si è uno dei due interessati) - al che, Isaac annuì come a dire “Effettivamente.”-  non ti rendi conto del potere del tuo cuore? Del tuo amore? - Derek sembrò sorpreso e un pochino sconcertato, e Peter, con un sorrisetto continuò
- Evidentemente il mio caro nipote ha molto da imparare. - Derek si lasciò andare uno sbuffo. Io, volsi lo sguardo alla luna e mi ricordai improvvisamente che Boyd e Erica erano nello scantinato, così lo dissi a Derek, che mormorò un “Oh, cazzo.” E poi fece segno a me e ad Isaac di seguirlo, per andare alla macchina. Mentre correvamo, sentimmo la voce di Peter urlarci dietro
- Riaccompagno Lydia a casa sua, e poi vi raggiungo! -
Arrivati al piccolo spiazzo dove avevamo lasciato la macchina, ci salimmo velocemente dentro, e Derek partì a tavoletta. Cosa alquanto ardua, in mezzo ad un bosco.
Durante il breve viaggio gli dissi
- Non lo so, Derek. Questa storia mi puzza di bruciato. Siamo sicuri di poterci fidare di lui? - lui tenne lo sguardo fisso sulla strada, pensieroso, e dopo aver accostato di fianco a casa di Isaac, dopo che il suddetto fu sceso dalla macchina, mi strinse la mano e mi disse
- Io… per favore, Stiles, capiscimi. Io voglio fidarmi di lui, ne ho bisogno. - “Dio, come posso anche solo pensare a una qualunque cosa quando mi guarda con quei bellissimi occhi?!” prima di poggiare le mie labbra sulle sue gli dissi
- Mi fido di te. - fu un bacio veloce, ma carico di sentimento. Quando uscimmo dalla macchina Peter era davanti all’ingresso che chiacchierava con Isaac.
- … e dopo averla lasciata a letto, mi sono dato uno sguardo allo specchio, e non sono così male come ricordavo di essere! - Isaac alzò gli occhi al cielo e aprì la porta di casa.
Già da fuori si sentivano dei mugugni attutiti e qualche ringhio, ma quando entrammo dominarono su qualsiasi altro rumore. Derek andò di corsa a controllare la porta della cantina, che era fortunatamente chiusa. Ora eravamo già tutti più tranquilli. Relativamente.
Aprimmo la porta e in fila - Derek davanti a tutti, io, Peter e Isaac - scendemmo le scale lentamente. Ogni gradino i mugugni si facevano più forti e i ringhi… sbaglio o sembrava avessero un ritmo?
Arrivato all’ultimo gradino, Derek accese la luce , e osservammo tutti sconcertati quello che stava succedendo in un angolo della stanza. Erica e Boyd stavano… ehm-ehm, copulando come degli animali! Erano trasformati, e così presi dalla loro “occupazione” che nemmeno si accorsero di Peter che scoppiava a ridere come un idiota. A quel punto nessuno di noi riuscì più a trattenersi e ridemmo tutti di gusto. Mi vennero quasi le lacrime agli occhi. Quando mi calmai chiesi agli altri
- Non dovremmo tenerli legati? - fu Isaac a rispondermi
- Primo: mi sembrano così presi dalla loro “attività” da non pensare a uccidere o mutilare qualcuno. Secondo: tu avresti seriamente voglia di separarli? - mi sorrise ironico e decidemmo di tornare di sopra, e per sicurezza ci organizzammo per fare dei turni di guardia alla porta della cantina.
Decisi di fare io il primo turno, così mi sedetti per terra, appoggiando la schiena alla porta. Mandai un messaggio a mio padre con scritto che andava tutto bene, ma che quella notte sarei rimasto fuori.
Rimasi seduto lì una mezzoretta, mentre i versi dei due là sotto non cessavano. “Istancabili! Chissà se domattina ricorderanno di come hanno dato spettacolo davanti al branco!” risi tra me e me.
Quando ormai stavo iniziando a prendere sonno, Derek si sedette vicino a me.
- Ehi. -
- Ehi. -
- Come stai? - avevo appoggiato la testa alla sua spalla, mentre ascoltavo il suo respiro regolare.
- Io? Benissimo! Ho solo un po’ di shonno… - sbadigliai forte e Derek mi strinse col braccio e mi accarezzò la spalla. In breve mi addormentai.
 



Salve gente :D
eccomi tornata al mondo dei dotati di computer :) sono felicissima di essere tornata a scrivere, e spero che il capitolo vi sia piaciuto :3 non credo che riuscirò ad aggiornare molto spesso con la scuola e tutto, ma farò il possibile per voi <3 ditemi che ne pensate del capitolo :)
la vostra lunatica365

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Capitolo 14
*** Deny. Always deny. Deny the evidence, too. ***


Deny. Always deny. Deny the evidence, too.

 
Venni svegliato da un bacio leggero. Aprii gli occhi svogliatamente: Derek mi osservava con un sorriso. Lo ricambiai, ancora pieno di sonno.
- Buongiorno. - mi disse Derek, dandomi un altro bacio.
- ‘giorno… - mi stiracchiai e con la mano destra andai a toccare la testiera di un letto. “Letto? Ma ieri notte mi ero addormentato per terra!”.
- Ehi, come ci sono finito qui?! - Derek alzò gli occhi al cielo e sbuffò, come a dire “Domanda più stupida non la potevi fare.”.
- Perché, caro, ma evidentemente poco intuitivo ragazzo, mi sembrava veramente brutto fatti dormire per terra. -
- Ohhh… ma aspetta! Io sono molto intuitivo! Sono o non sono io quello che ha capito fin da subito che Matt era il padrone del Kanima? - lui fece un gran sorriso e mi disse
- Bla bla bla… Su alzati che devi andare a scuola! -
- Uffa, mamma, non voglio andare a scuola. - gli dissi facendo la vocetta da bambino petulante.
- Stiles, sono riuscito a portarti fino a questo letto, secondo te non sono in grado ti portatrici via? - e ancora con la voce da bambino gli dissi
- Io non mi sposto. - lui sollevò un sopracciglio con fare di sfida.
Mi tolse la coperta, io iniziai a lamentarmi e mi raccolsi in posizione fetale per provare a mantenere il calduccio di poco prima. Feci per prendere il cuscino di Derek per mettermelo al posto della coperta, ma lui me lo strappò di mano. A quel punto, esasperato, non potei fare a meno di dirgli
- Ammettilo, Derek. Tu mi odi. - lui scoppiò a ridere e mi prese in braccio. Io strinsi le gambe attorno al suo bacino, mentre lui iniziava a baciarmi il collo. Ogni bacio mi disse una parola.
- Certo! Ti odio proprio un sacco. -
- Oh, beh, se questo comprende il tuo modo di odiarmi, potrebbe piacermi. - Derek rise e mi portò in cucina, dove Isaac stava preparando la colazione, aiutato da Peter. O per meglio dire, Isaac cucinava dei pancake mentre Peter lo guardava. Almeno si era degnato di preparare la tavola però.
Una volta entrati in cucina mi staccai da Derek e salutai gli altri due ragazzi. Mangiai di gusto quello che Isaac aveva preparato. Era da anni che non mangiavo dei pancake fatti in casa, da quando mia madre era morta. Ad un certo punto mi resi conto che Erica e Boyd non c’erano.
- Ehi, ma dove sono Boyd e Erica? - fu Isaac a rispondermi.
- Oh, stanno dormendo. - Peter fece un sorrisetto e disse
- Effettivamente dopo aver scopato come mandrilli in calore tutta la notte, devono essere piuttosto stanchi! - Isaac sbuffò divertito e gli sorrise. Non saprei dire, ma c’era qualcosa nel suo sguardo… Che provasse qualcosa per lui? Magari glielo avrei chiesto.
Dopo colazione mi preparai e Derek accompagnò me e Isaac a scuola. Le prime ore passarono piuttosto lentamente, tra economia, chimica e letteratura. Poco prima di pranzo venni chiamato nell’ufficio del preside, ovvero nell’ufficio di Gerard vecchio-cacciatore-spaccaculi Argent. Ero relativamente preoccupato, ma contavo sul fatto che non mi facesse nulla a scuola, e che soprattutto non sapesse ancora cos’ero diventato.
Evidentemente mi sbagliavo. Non feci in tempo a varcare del tutto la porta che una scarica mi attraversò e tutto si fece buio.
Non so dire quanto tempo dopo mi risvegliai. Forse qualche ora, magari solo qualche minuto. Fatto sta che ero imprigionato nello stesso posto dove Derek era stato rinchiuso e torturato da Kate (non c’ero mai stato, ma sentivo il suo odore sulle catene).
Gerard era in piedi davanti a me, che mi osservava.
- Oh, bene. Il nostro ospite si è svegliato! -
- Che cosa vuoi? - lui sogghignò e mi rispose
- Voglio quello che ho sempre voluto. Voglio Derek e il suo branco. -
- E perché credi che imprigionando me, avrai Derek? - speravo che non sapesse di noi.
- Perché, ragazzo, non mi porto dietro tutti questi anni senza avere qualcosa in cambio. Saggezza, intuito. Il punto è che tu e Derek state insieme. - “Cazzo. E adesso come mi ci tiro fuori?! Proviamo a negare…”. Feci una finta risata e gli dissi
- Io e… Derek? Diciamo che oltre a saggezza e intuito le hanno dato anche un ottimo senso dell’umorismo! - Gerard rimase li ad osservarmi come in attesa di qualcosa. Ad un certo punto, sfinito da tutto quel silenzio gli chiesi
- Che ore sono? -
- Ora che il tuo ragazzo si faccia vivo. -
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che da qualche parte risuonò un ululato. Sentivo che era Derek. Io… Non seppi nemmeno cosa mi prese, io non volevo farmi trovare, non volevo che Gerard trovasse Derek, ma l’istinto prese il sopravvento. Dovevo ululare in risposta al mio Alpha, dovevo.
Gerard osservò compiaciuto e dopo una decina di minuti la sua attesa venne premiata.
Derek era arrivato. Solo.  
 


*si butta ai vostri piedi e implora perdono* 
vi prego, vi prego perdonate questa assenza tanto lunga e oltretutto questo capitoletto tanto striminzito con cui ho fatto ritorno :(
vorrei poter dire che la scuola mi ha tenuto sempre impegnata, ma non sarebbe vero! é tutta colpa di Tumblr! mi richiama a sè :3 (se volete seguirmi http://littlelooneygirl.tumblr.com/) e inoltre l'ispirazione mi è proprio mancata, non avevo idea di come continuare...
però stamattina l'illuminazione divina mi ha raggiunta, quindi con molto orgoglio per me stessa vi dico che questo è il penultimo capitolo :D (l'orgoglio non sta certo nel fatto di abbandonare questi due figaccioni, ovviamente XD però sarebbe la prima long che finisco *-*)
tecnicamente so già come finisce, quindi non dovrei metterci molto ad aggiornare :D
Ma tranquille miei cari, anche se la mia long finisce, mi svaserò a scrivere oneshot, sia ben chiaro :) amo troppo questo OTP per lasciarlo solo nelle mani (abilissime niente da dire :D) delle altre fanfictioner (?)
 la vostra molto orgogliosa lunatica365

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Capitolo 15
*** What's your name? ***


What’s your name?

 
Gerard osservava compiaciuto l’arrivo di Derek, che facendo un ghigno gli chiese
- Come mai sei qui da solo? Non c’è neanche la tua cara nipote a proteggerti? - quando venne nominata la nipote, Gerard si fece scuro in viso e dichiarò con voce carica di delusione
- Allison è stata la più grande delusione della mia vita. Credevo fosse forte come sua zia, mia figlia… Evidentemente non è così. La morte di Scott - dichiarò questo evento orgoglioso, e io feci un ringhio basso e lungo di odio e dolore - accompagnata al suicidio di sua madre - Derek sorrise maligno, e io, già a conoscenza del fatto, mi stupì comunque della freddezza con cui lo disse - l’hanno distrutta. -
Sapevo di quello che parlava, la vedevo come un fantasma a scuola che si aggirava per i corridoi, seguita dagli sguardi molti. Ogni tanto provava anche a parlarmi, a chiedermi come stavo, ma nonostante mi dispiacesse per lei, non ce la facevo proprio.
Quando Derek vide come ero bloccato, guardò furente Gerard e sputò queste parole tra di denti.
- Liberalo. Ora. - Gerard rise, mentre Derek mi si avvicinava, per vedere se stavo bene. Gli sussurrai che era tutto a posto. Sempre che si possa definire “tutto a posto” l’essere incatenati a delle sbarre con dei cavi elettrici che attendono solo di arrostirmi. Gerard disse a Derek
- Perché sennò che mi fai? Mi mordi? È esattamente quello che voglio. - Derek si girò sconvolto verso di lui, incredulo di ciò che aveva appena udito. E non poteva aver capito male, non con i suoi sensi ultra sviluppati. Io, non so perché, ma non ero affatto sorpreso. Me lo aspettavo, quasi. Non poteva essere solo vendetta la sua, perché altrimenti anche Chris si sarebbe unito a lui con la stessa tenacia.
- Sta morendo. - fu il commento che uscì spontaneo dalle mie labbra. Effettivamente aveva uno strano odore, che non avevo sentito su nessun altro fino a quel momento, ma non avevo capito cosa fosse.
- È cancro. - Gerard lo disse con disprezzo - La scienza non ha ancora trovato una cura, ma il sovrannaturale sì! - sorrideva, soddisfatto per ciò che avrebbe ottenuto di lì a poco.
Derek si avvicinò lentamente a Gerard. Gli avrebbe dato ciò che voleva, e questo mi sconvolgeva oltre ogni limite. Possibile che stesse veramente per soddisfare il suo nemico peggiore?
- Derek, fermo! - mi agitavo, trattenuto a stento dalle catene, che cigolavano fastidiosamente. Lui si girò verso di me e mi guardò con lo sguardo di chi sapeva ciò che stava facendo. La fermezza dei suoi occhi mi convinse. Di lui mi fidavo.
Derek si rigirò nuovamente verso Gerard. Nel suo sguardo felicità, sollievo, soddisfazione, ma anche una nota di.. paura? Si, sicuramente paura. Scandita dal battito leggermente irregolare del suo cuore. Tentava di nasconderla, ma dopotutto, non è sempre la paura che porta al voler eliminare il diverso? Lui, cacciatore. Noi, la sua preda. Ma pur sempre una preda temibile.
Gerard allungò un braccio, e nonostante mi desse le spalle vidi chiaramente Derek scuotere la testa. “Dove vuole morderlo?!”. La risposta mi arrivò poco dopo: quando Derek fu davanti a Gerard indicò il suo collo. Gerard, serissimo in volto, aprì i primi bottoni della camicia e lasciò scoperta la base del collo. Poi chiese
- Chi mi assicura che non mi staccherai la testa a morsi? Mi risulta che tu non abbia avuto problemi a farlo con uno degli studenti della mia scuola. -
- Nessuno. Tanto che io ti stacchi la testa o meno, potrebbe ucciderti il morso. Non hai altra scelta che provare a fidarti, dato che comunque non c’è nessun’altro qui oltre a noi. - immaginai il ghigno sul suo volto, mentre diceva queste parole.
Ruotò la testa con uno scatto e sfoderò le zanne con un ringhio che lasciò il vecchio impassibile. Gerard inclinò il collo, per permettere a Derek di morderlo.
Prima di appoggiare la bocca sul suo collo, artigliò una mano lì di fianco sempre sulla pelle cadente e scoperta. Dopo poco si senti una specie di risucchio, e vidi che velocemente una specie di cosa bianca risaliva le vene del braccio di Derek. Il volto di Gerard era atteggiato in una smorfia di dolore e iniziò ad urlare. Cadde in ginocchio, mentre Derek manteneva la presa sulla spalla del vecchio. Sembrava che stesse… invecchiando? A quel punto non riuscì a trattenermi dal chiedere
- Ma che cazzo sta succedendo?! - Derek mi ignorò.
Osservai immobile il vecchio che moriva velocemente. Sembrava che si stesse rattrappendo, consumando. In pochi secondi non fu altro che un corpo morto.
Derek rimase in piedi immobile. Io riuscì finalmente con uno strattone a liberarmi di una delle catene, e quando ebbi la mano libera ruppi l’altra. Mi avvicinai e gli poggiai una mano sulla spalla.
- Come hai fatto? - lui scosse lievemente la testa e sussurrò
- Io.. Non lo so. Credo di aver fatto quello che Peter ha fatto a Lydia, solo.. al contrario. Io desideravo solo che stesse peggio, che provasse dolore anche solo per aver provato a portarti via da me. - deglutii, ancora incapace di capire quanto tenesse a me, e poi lo feci girare verso di me e lo abbracciai. Lui ricambiò forte la mia stretta e poi mi disse
- Credo che sarebbe meglio andare a casa tua da tuo padre. Quando non ti ha visto tornare a casa da scuola mi ha subito contattato. Deve sapere che ora stai bene. -
Andammo velocemente a casa e quando mio padre ci aprii, mi strinse forte e mi chiese
- Chi ti ha portato via? Chi ti ha preso? -
- Non è importante, papà, non più. - mi strinse più forte e quando poi sciolse il nostro abbraccio, ringraziò Derek e gli diede un veloce abbraccio, che lo stupì veramente. Osservai il tutto con il più grande dei sorrisi, e quando Derek, piuttosto imbarazzato, si separò da mio padre, lo presi per mano e dissi a mio padre che ero stanco e sarei andato a letto.
Arrivato in camera, mi tolsi le scarpe e mi buttai sul letto e battendo la mano sul materasso, feci segno a Derek di stendersi vicino a me. Lui mi raggiunse e mi strinse a sé. Stette zitto per un po’ e poi mi disse
- Ho appena realizzato che non so il tuo nome. Intendo, il tuo vero nome. - io feci un mezzo sorriso e gli rivelai quello che per me era un segreto che nessuno avrebbe mai dovuto sapere.
- Genim. -




Salve gente :)
con orgoglio e malcelata tristezza vi dico che questa storia volge al termine. ringrazio tutti quelli che sono stati con me fin dall'inizio, quelli che ci hanno raggiunti a metà strada, quelli che magari ci raggiungeranno ora, tutti quelli che hanno messo questo frutto della mia mente bacata tra le preferite, tra le ricordate e le seguite, tutti quelli che hanno recensito, e anche quelli che sono stati in silenzio :) 
siete stati la mia gioia e il mio orgoglio. ogni nuovo capitolo andavo da mia mamma a farle vedere quante persone avevano recensito e letto, perchè è veramente molto importante per me. 
spero che la storia vi sia piaciuta, e che il finale vi abbia soddisfatto, e già non vedo l'ora di ricominciare a scrivere su questi due *-*
davvero, grazie mille a tutti.
lunatica365

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