La speranza è SEMPRE l'ultima a morire

di Hope 1999
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO Una luce nel buio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. Tradito e umiliato ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. La fuga ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. Perso nella disperazione ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. Un incontro dettato dal Destino ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. False identità ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. Quasi amici ***



Capitolo 1
*** PROLOGO Una luce nel buio ***


                                                                                              PROLOGO

                                                                               Una luce nel buio



Era una giornata come tutte alla Rocca, almeno fino a quel momento, e Aster si trovava nella sala del trono riflettendo sui suoi piani di conquista delle cosiddette Terre Libere. Ad un tratto, qualcuno irruppe nella stanza disturbando la quiete che poco prima vi aleggiava.
-Mio signore, mio signore! Abbiamo ricevuto  notizie importanti dal fronte. Giunge voce della presenza di una ragazza che combatte come dieci uomini e uccide decine e decine di fammin ogni combattimento che affronta.- Dissero in coro Semeion e Dameion, i due cavalieri gemelli.
-E a me che dovrebbe importare di questa ragazzina?- Ribatté annoiato il Tiranno.
-Signore, la ragazza è una mezzelfo.- Rispose Semeion.
-Non è possibile!! I mezzelfi sono stati sterminati anni fa! Deve essere solo una diceria.- Disse Aster fuori di sé dallo stupore. Non può essere lei. La Sheireen. Ho ucciso i miei simili per liberarmi di lei e ora scopro che è stato tutto inutile! Pensò fra sé e sé, ricordando il vecchio che gli aveva preannunciato l'arrivo della sua nemica per distruggere il suo regno.-Ci dispiace ma abbiamo fonti certe. La ragazza ha i capelli blu e gli occhi  viola. Impossibile sbagliarsi.- annunciò l'altro gemello. Non è possibile! Deve morire. E visto che miei sottoposti sono degli inetti è meglio che me ne occupi io stesso. Dovrò tentare e, se non ce la farò morirò nel tentativo!
-Fate preparare il mio cavallo e le mie armi. Me ne occuperò io.- Concluse convinto il mezzo mezzelfo.
-Ma-ma signore lei non può combattere, non... nelle sue  condizioni!- Lo supplicarono entrambi i gemelli. Non sopporto questo atteggiamento di pietà!! Urlò nella sua mente il Tiranno dal corpo di bambino. Fissò i suoi interlocutori con i suoi magnetici occhi verdi e quelli, davanti al suo sguardo profondo, abbassarono il capo. Si alzò, ripeté i suoi ordini con un tono che non permetteva nessuna obiezione  e poi si diresse nelle sue stanze, lasciando soli  e stupiti i due guerrieri.

                                                            * * * * * *

 Aster prese il libro di Magia Proibita, che aveva scovato alcune settimane prima nei meandri della sua biblioteca, e cercò la pagina di quell'incantesimo. Eccolo. Con questo dovrei riuscire a cambiare la natura del mio sigillo. Finalmente mi leverò di torno questo corpo da dodicenne e potrò eliminare con le mie mani quella ragazzina!  Devo solo tentare e, se qualcosa andasse storto, potrei morire. Ma non mi importa. Si tolse la casacca da mago altrimenti, se l'incantesimo fosse andato a buon fine, si sarebbe strappata e cercò i suoi vecchi abiti che aveva usato quando era ancora un giovane mago ventenne. Si sedette per terra e incominciò a salmodiare una litania incomprensibile. Una strana luce avvolse tutto il suo corpo. Appena la luce somparve, Aster si osservò in cerca di qualche cambiamento. Era ancora un dodicenne. Non è servito a niente! Dove ho sbagliato?? Si chiese, frustrato, e si alzò per controllare se aveva commesso eventuali errori. Un fortissimo giramento di testa lo attanagliò e si dovette reggere forte al suo scrittoio per non cadere. Ad un certo punto, tutto si fece nero e il Tiranno scivolò a terra svenuto.

Fossa dell'autrice
Ciao a tutti quelli che hanno letto questo primo capitolo di questa pazza storia!! Mi sono sempre chiesta: ma se Aster avesse incontrato Nihal prima della sua morte cosa sarebbe successo? Questo è proprio quello che voglio raccontare con questa serie. Prendetemi per pazza , dite male parole, mandatemi a quel paese ma io sentivo il bisogno di scrivere! Voglio solo ringraziare due persone speciali: Ashtart che, senza saperlo con la sua storia Monster mi ha ispirato questa serie e lucario98 per avermi convinta a pubblicarla. Grazie mille!!
Al prossimo capitolo, la vostra pazza Hope. 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. Tradito e umiliato ***


                                                                                                           CAPITOLO 1 

                                                                                                                   Tradito e umiliato

 
-Mio Signore, mio Signore!! Il suo cavallo e le armi sono pronte! Mio Signore, apra la porta.- Una voce e un continuo bussare alla porta. Aster gemette e fece per alzarsi. La testa continuava a girare e lui faticava a stare in piedi. La rabbia per il mancato incantesimo infiammava ancora il suo animo. Maledizione! Quello stupido incantesimo mi ha consumato tutte le energie e non ha neppure funzionato! Barcollando raggiunse la porta e la aprì.
-Mio Signore, mio signore. Il cavallo è...- si interruppe Yeshol. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Gli occhi e i capelli erano identici ma colui che gli stava di fronte non era più un ragazzino, bensì un giovane alto e muscoloso che lo guardava infastidito.
-Smettila di chiamarmi, Yeshol. Non ho più bisogno di alcun cavallo o arma.- Disse Aster con rammarico. -Alla fine, si è deciso a usare quel libro. Ed è anche riuscito a portare a termine con successo l'incantesimo. Vi meritate la fama di mago più potente del Mondo Emerso.- disse l'assassino con un sorriso maligno. -Come fai a sapere del libro?? Non ne ho rivelato l'esistenza a nessuno.- Ribatté il Tiranno, stupefatto. - Vi facevo più acuto, mio caro Signore. Vi ho fatto trovare io il libro. Speravo che quella magia vi avesse consumato le forze e ucciso. Ma, a quanto pare siete restio a morire.- Ammise il braccio destro di Aster.
-Tu!! Lurido verme bastardo (notate il linguaggio forbito del nostro caro Aster NdHope)!! Mi hai tradito ma ti sei dato la zappa sui piedi. Ora che ho di nuovo un corpo giovane e forte nessuno mi potrà fermare!- Rise di gusto pensando alla riuscita di una magia che credeva fosse fallita.
-Voi mi lusingate. Sono solo un diavolo di assassino*. Non siete ancora morto ma lo sarete presto. Sbaglio o per ora avete esaurito i vostri poteri? Io rimango sempre un assassino ma lei... è un comune umano.- Stavolta toccò a lui ridere maligno. Aster tacque. Era stupito. Colui che credeva fosse il suo fedele servitore lo aveva ingannato e ora lui rischiava di perdere la vita.
-Credevate forse che mi accontentassi di essere il vostro braccio destro? Io voglio il potere. Terminerò la conquista del Mondo Emerso e regnerò su tutte le terre. Altro che la vostra stupida idea di distruggere tutto. Nonostante abbiate l'aspetto di un ventenne siete sempre uno stupido marmocchio ai miei occhi. Uno stupido marmocchio che sta per perire. Anzi! Prima vi farò torturare e poi vi ucciderò con le mie mani.- E detto questo sfoderò un pugnale e lo lanciò contro Aster. Lui riuscì a scansarsi all'ultimo e l'arma si conficcò nel muro. L'assassino lanciò un urlo e si scagliò contro di lui. Lo gettò a terra e cominciò a colpirlo con foga. Aster tentava di liberarsi del peso che lo costringeva a terra ma la testa continuava a vorticargli e i muscoli non lo sorreggevano. Il pugnale lo colpì varie volte strappandogli la tunica e disegnando rivoli rossi sulle braccia. Con uno sforzo sovrumano, il Tiranno scivolò lontano dall'assassino e si alzò. Si guardò intorno. Niente, nessuna arma utile. Non aveva speranza con lui, specialmente in un corpo a corpo. La Gilda l'aveva fondata Aster ma ora non gli rimaneva altro che scappare. Sapeva che l'assassino l'avrebbe ripreso, ma decise di tentare lo stesso. Incominciò a correre più veloce possibile per distanziare Yeshol ma un muro di fuoco apparve sbarrandogli la strada.
-Mi aspettavo di più da voi, caro il mio ex Tiranno. Scappare è da vigliacchi. Combattere con qualcuno in questo stato è troppo facile. Non mi diverto. Forse volete riprendere un po' le forze in una cella nelle segrete? Magari tra una tortura e l'altra? Guardie!! Catturate quest'uomo che ha avuto  il coraggio di introdursi nella Rocca, portatelo nelle segrete e torturatelo!! Voglio sapere che cosa ci faceva qui in giro.- Urlò, chiamando le guardie. Afferrarono Aster e lo trascinarono verso le segrete mentre lui cercava di liberarsi, scalciando. Yeshol sorrise maligno.
Ora sono io il nuovo Tiranno. Oggi inizia la mia era.


Frase presa e leggermente modificata dell'anime/manga Kuroshitsuji / Black Butler.


Angolo autrice
Scusate per il ritardo, ma sono stata molto impegnata in questi giorni e poi non sapevo proprio cosa  scrivere in questo capitolo. Ma ora eccomi qua.  A tormentarvi con le mie fantasie!
Mi sono sempre chiesta “Perché Yeshol è così fedele ad Aster? Non può voler essere solo il suo braccio destro!” e così in questo capitolo si capisce il perché. Aster si vendicherà per il tradimento, questo è sicuro! E anche per le botte che ha preso!Aster: Imprigionato nelle segrete della propria Rocca. Questo è il colmo! Maledetto verme bastardo figlio di...
Perfetto! Adesso si deprime ancora di più! Scusami, ma non eri il più grande mago e combattente del Mondo Emerso? Ti sei fatto battere da un assassino con gli occhiali! E dopo aver ottenuto il corpo di un ventenne! Vergogna!
Aster: Basta! *Prende un coltello* La faccio finita!
*Gli leva il coltello* Masei matto? Mi vuoi rovinare? Io ti dedico una storia e tu, per ringraziarmi, ti ammazzi alla prima difficoltà! Mi deludi.
Aster: Bene! Non mi uccido. Però tu fammi uscire di qui!
Certo. Non potrei mai lasciare un bel mezzo mezzelfo ventenne rinchiuso in una sudicia cella! Il mondo ha il diritto di sbavare su di te.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia storia, lucario98 e Nihal_Sennar2000 che mi hanno recensito e St_rebel che ha inserito questa storia nelle seguite. Grazie a tutti!

Al prossimo pazzo capitolo!
Aster: Liberatemiiii!!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. La fuga ***


                                     CAPITOLO 2

                                                                                                                            La fuga

 

Dolore. Solo dolore. Le frustate che si abbattevano sulla sua schiena e che lasciavano molteplici segni rossi sulla schiena. Ma Aster non gridava. Erano due giorni che lo torturavano ma lui non diceva niente. Lui aspettava. I poteri non gli erano ancora tornati completamente. Riusciva soltanto a fare piccole magie. Il suo obbiettivo era scappare da quella sudicia e buia prigione. Il suo torturatore rideva di gusto. Godeva a vedere la sofferenza dipinta sul suo volto. Ben presto sarebbe passato ai ferri riscaldati col fuoco e, allora quel maledetto avrebbe urlato come un pazzo. La stanza delle torture puzzava di sudore e sangue. L'aria era rarefatta e irrespirabile.
Poco dopo arrivarono due guardie che presero in consegna Aster, lo condussero nella sua cella e chiusero a chiave la porta. Agirò domani. Mi riprenderò la mia libertà. Rimpiangeranno il giorno in cui sono nati. Pensò Aster mentre un piano gli si figurava nella mente.

 

 

-Perché ci hai fatti chiamare, Yeshol? E perché sei seduto sul trono del nostro Signore?- Chiesero Semeion e Dameion in coro, dopo essere giunti nella sala del Trono e aver trovato l'assassino seduto al posto di Aster.
-Io sono seduto sul mio trono. Aster è scomparso. Sono due giorni che non si trova da nessuna parte. Probabilmente è stato rapito.- Lo stupore si dipinse sul volto dei gemelli.-Ho già mandato diversi cavalieri a cercarlo. Ora sono io che comando. E voi siete ai miei ordini. Il rapitore è un ragazzo di vent'anni, con gli occhi verdi ed è stato avvistato in giro per la Rocca da alcuni servi. Semeion! Dameion! Questo è un'ordine: trovate quel rapitore e Aster e portatemeli.-
-Yes, my lord!*- Risposero i due cavalieri e, insieme uscirono dalla sala.
Cercate pure una persona che non esiste. Mi basta avervi fuori dai piedi! Stupidi gemelli senza cervello!

 

 

Finalmente quella stupida guardia è arrivata. Pensò Aster appena vide il soldato che gli portava il cibo. Anche se non si poteva certo definire cibo quel pezzo di pane nero rinsecchito e quella ciotola di acqua stagnante che era costretto a inghiottire ogni giorno. L'aria di certo sarebbe stata più sostanziosa. Le chiavi girarono nella toppa e la porta venne aperta. Il Tiranno si preparò a scattare in piedi. Colpì il giovane facendolo cadere a terra e poi lo immobilizzò. Recitò un incantesimo e il ragazzo cadde addormentato. Il mezzelfo si terse il sudore dalla fronte. Aveva sprecato troppe energie ma non poteva riposarsi. Prima fosse uscito da quel luogo buio e sudicio e meglio sarebbe stato per tutti. Tolse il mantello e la spada al loro proprietario e uscì in fretta dalla cella chiudendosi la porta alla spalle. Si avviò lungo il corridoio che portava in superficie. Incontrò un paio di guardie ma si limitò a calarsi ancora di più il cappuccio sul volto e nessuno si curò di lui. Ad un tratto un urlo squarciò l'aria. -Un prigioniero è fuggito! Un prigioniero è fuggito! Inseguitelo e fategli  pentire di essere scappato!- Merda! Hanno trovato il bell'addormentato. Pensò e cominciò a correre più velocemente possibile. Passi risuonarono dietro di lui.
-Ehi! Tu! Perché scappi? Il prigioniero è lui! Fermatelo!- Maledizione! Mai avere un pizzico di fortuna, vero? Che rabbia!
Dopo una corsa che gli sembrò interminabile, Aster sbucò all'esterno. L'aria pura e fresca gli riempì i polmoni. Si strinse nel mantello. Faceva freddo. Doveva essere Ottobre o Novembre. Mi riscalderò combattendo. E sguainò la spada per affrontare i guerrieri che  gli bloccavano la strada. Parò alcuni fendenti, ne evitò altri e in poco più di qualche minuto tutti i suoi avversari giacevano a terra. Si diresse verso le scuderie ed entrò. C'erano pochi cavalli, quasi tutti neri. Si avvicinò ad un giovane stallone con una grossa macchia bianca a forma di stella. Era già sellato e pronto per partire. Ritornò accanto ai soldati che aveva freddato poco prima e cercò un'arma migliore di quella che aveva “preso in prestito” al suo carceriere. Uno dei morti molto probabilmente era un capitano perché era vestito meglio e aveva una spada di squisita fattura. Sarebbe uno spreco lasciare qui quest'arma. Si chinò a raccoglierla. Un sibilo. La freccia si fermò a mezz'aria bloccata dalla barriera che il mago aveva eretto all'ultimo istante.
-Maledizione! Il fuggitivo è qui. Correte a catturarlo!- Disse l'arciere che aveva cercato di uccidere Aster mentre incoccava un'altra freccia.
-Hai scelto il giorno sbagliato per fare l'eroe.- Sentenziò il Tiranno che, in pochi istanti, si era portato dietro al giovanotto. Il ragazzo cadde a terra, morto. Con un leggero movimento della mano, il mezzelfo gli aveva fracassato la trachea. Dei fammin stavano sbucando da uno stretto cunicolo e lo stavano circondando. Perché mai ho creato delle creature così orribili e fastidiose? Pensò, saltando in groppa al cavallo nero e cominciando a cavalcare calpestando più fammin possibile. Si diresse verso il portone della Rocca e verso la libertà a tutta velocità.
-Fermatelo! Non fatelo scappare! Chiudete i battenti, idioti!- Urlarono dai bastioni alcuni arcieri. Aster spronò il cavallo ancora di più e fissò determinato l'uscita di quel maledetto palazzo. Ce la devo fare. Non mi farò rinchiudere nel mio stesso palazzo! Nessuno mi può fermare! Attraversò i cancelli inseguito da uno stuolo di nemici verso la tanto agognata libertà. Mentre il suo destriero era ancora in corsa, lui si voltò sulla sella e lanciò un incantesimo contro i suoi nemici. Una palla di fuoco scoppiò alle sue spalle e uccise gran parte dei suoi inseguitori. Il mezzelfo aveva il fiatone e tremava. Dannazione! Ho sprecato troppe energie e non mi sono ancora ripreso completamente. La schiena gli bruciava e le escoriazioni provocate dalle frustate avevano ricominciato a sanguinare. Strinse i denti e cercò di ignorare il dolore. Doveva trovare un posto dove nascondersi e riposare, altrimenti l'avrebbero ripreso subito.

 

 

Erano stati due giorni terribili. Non si erano fermati tranne che per riposare poche ore e mangiare qualunque cosa trovassero. Sia il cavallo sia Aster erano esausti e affamati. Dopo la fuga non avevano visto più nessuno anche se durante la notte gli era capitato di sentire rumore di zoccoli in avvicinamento. Le ferite del Tiranno continuavano a sanguinare e rischiavano di infettarsi. Recitare una magia curativa in mezzo al nulla della Grande Terra era come accendere un fuoco di segnalazione. I soldati li avrebbero trovati immediatamente. Continuava a far freddo e, durante la prima notte dopo essere fuggito, aveva piovuto a dirotto (manca un gatto nero che gli attraversa la strada e diventa il più sfortunato del Mondo Emerso! NdHope). Stava per perdere la speranza quando notò un leggero cambiamento nell'ambiente circostante. Il terreno saliva improvvisamente e cominciavano ad esserci alcuni sparuti arbusti. Davanti al mezzelfo e al suo destriero si profilava una collina. Iniziarono la salita il mattino del terzo giorno e al tramonto erano già arrivati in cima. La vista era mozzafiato. Il sole tingeva di rosso e di viola il cielo, la prateria che si estendeva ai suoi piedi sembrava infuocata, a ovest le rovine di una torre testimoniavano il passaggio dei soldati del Tiranno e, dietro le rovine, si estendeva una foresta immensa. Cavalcò in direzione di quel bosco infinito dove avrebbe potuto trovare un riparo e qualcosa da mettere sotto i denti.
Benvenuto nella Terra del Vento, Aster.

 


*Citazione presa dal manga/anime Black Butler



Angoletto dell'autrice

Ciao a tutti quelli che hanno letto la mia storia! Due capitoli a due giorni di distanza. Mi stupisco di me stessa! Mi è venuta un' illuminazione e mi sono messa a scrivere come una furia. Ho praticamente fuso la tastiera del pc! Lo confesso: mentre raccontavo delle torture subite da Aster fremevo e avevo voglia di fare a pezzetti quel maledetto torturatore! Poverello il nostro Tiranno
Aster: Non sai quanto fanno male cento frustate sulla schiena!
Mi sembrava che il mio angoletto fosse troppo tranquillo oggi! Ci mancavi tu!
Aster: Libertààààà *incomincia a ballare in modo assurdo*!!
Ci mancava solo questo! Aster, smettila di ballare, ti prego. Sei pur sempre in territorio nemico!
Aster: Quelle guardie mi fanno un baffo.*Compaiono due guardie e Aster si nasconde dietro Hope* Aiutami tu! Mi vogliono fare del male!
*Stacca Aster e gli mette in mano una spada* Alzati e combatti, fifone che non sei altro!
Aster: *Scappa* Aiuuuuto!!
Bene, un po' di calma. Ringrazio tanto tutti coloro che hanno letto, che hanno recensito, che hanno inserito questa pazza storia nelle ricordate e nelle seguite. Un ringraziamento speciale ad un'amica speciale, ALEX_p4nt0mh1v3! Grazie per il tuo sostegno. Continuate a recensire, salverete dalla depressione una pazza scrittrice!
Alla prossima, la vostra sciroccata autrice!
Aster: Al prossimo capitolo! *Scappa* Aiutoooo! 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. Perso nella disperazione ***


                                          CAPITOLO 3

                                                                      Perso nella disperazione

 

La Foresta. Dopo un giorno intero, l'aveva finalmente raggiunta. Aster c'era già stato prima della guerra. Era stata la prima volta che aveva messo piede in quella Terra in tutta la sua vita. Era in missione per conto del Consiglio insieme a Reis e ad un' altra maga che non aveva mai visto. Dovevano recarsi a Salazar per discutere con l'anziano capo della città-torre di alcuni affari molto importanti. Lui e Reis naturalmente avevano passato tutto il tempo insieme.
Rivide il tramonto che tingeva di rosso la prateria mentre lui, sul tetto di Salazar, abbracciava la sua amata e le sussurrava parole dolci. Scosse la testa. Non doveva perdersi nei ricordi. Doveva trovare un riparo per la notte. Osservò ciò che aveva davanti. La Foresta come lui l'aveva conosciuta non esisteva più, probabilmente distrutta dai fammin che ne avevano fatto legna da ardere. Il resto degli alberi era ammalato o morto. Il silenzio avvolgeva ogni cosa in quel luogo. Si inoltrarono in quel bosco ormai deserto in cerca di un rifugio sicuro. Il vento aumentò e in pochi minuti il cavallo del Tiranno si ritrovò a lottare per andare avanti. Ci sarà un motivo se questa regione si chiama Terra del Vento. Legò il cavallo ad un albero e proseguì a piedi inoltrandosi nel cuore della Foresta. Continuò a camminare per una buona mezz'ora, ignorando le fitte alla schiena causate dai segni delle frustate. Gliela farò pagare a quel maledetto torturatore e anche Yeshol. Si pentiranno di essere nati. Finalmente raggiunse una radura, la sua meta. Mi sembrava fosse qui. Anche se sono passati anni, gli alberi non si spostano. Era l'unico luogo in cui sopravvivevano ancora alcuni alberi sani. Dell'erbetta colorava di verde il suolo, fino a quel momento grigio e spoglio. Al centro della radura c'era lui. Il Padre della Foresta. Immenso, con la sua chioma verdeggiante nonostante fosse ormai autunno inoltrato, troneggiava su tutto e tutti. L'albero non sembrava trarre vita dalla terra bensì il contrario. I ricordi assalirono Aster un'altra volta più vividi che mai.
La loro compagna, la maga di cui non si ricordava neanche il nome dormiva saporitamente a poca distanza da loro. -Vieni, Asteruccio, (Che dolci!! ndHope) ti voglio mostrare qualcosa di stupefacente!- Diceva Reis, mentre lo tirava verso il centro del bosco.
-E va bene, vengo! Ma non chiamarmi Asteruccio!- Le rispose, sorridendo (Il Tiranno che sorride!? NdHope). Lo condusse attraverso gli alberi rigogliosi e l'erba alta costeggiata di fiori multicolori. Giunsero infine a quella radura. Lo spettacolo era incredibile. Entrambi i giovani si sentivano minuscoli rispetto a quel gigantesco albero. -Te l'avevo detto che era bellissimo!- Fece la sua innamorata, mentre osservava estasiata quella vista.
-Mai come te.-Ribatté il mago, guardando l'amata con occhi dolci.
-Esagerato. Non smetterò mai di chiedermi come ho fatto a innamorarmi di te.-
-Ti sei innamorata di me per la mia incredibile bellezza.- Rispose, assumendo un'aria da spaccone. (E ha ragione! Basta uno sguardo per cadere ai suoi piedi. NdHope). Reis lo baciò con passione.
-Ti amo e ti amerò per sempre.- Gli dichiarò tra un bacio e l'altro.
-Anche io ti amo. Sei l'amore della mia vita- Le confessò anche lui.
Perché mi hai lasciato, Reis? Perché hai creduto alle menzogne di tuo padre? Dovevamo rimanere insieme per sempre. Aster riaprì gli occhi e si accorse di essere riverso a terra accanto alle radici del Padre della Foresta. Si mise seduto e appoggiò la schiena al tronco del maestoso albero dietro di lui. Gli occhi gli si riempirono di lacrime e, dopo pochi minuti, si ritrovò a singhiozzare come un bambino. Non piangeva da anni e in quel pianto riversò tutte le lacrime che aveva trattenuto nella sua vita. Pianse per la morte di sua padre e per quella di sua madre. Pianse per l'amore che aveva provato per Reis e che gli aveva spezzato il cuore. Pianse per l'odio che lei provava per la persona che un tempo diceva di amare. Pianse per il sigillo che Oren gli aveva impresso e che gli aveva dato l'aspetto di un bambino fino ad una settimana prima. Pianse per il tradimento di Yeshol e per il dolore che gli provocavano le frustate che continuavano a sanguinare. Quando il pianto terminò, il Tiranno si arrese alla stanchezza e si addormentò.
Il giorno dopo, Aster si svegliò e si accorse di aver dormito tutta la mattina. Trovò un fiumiciattolo, decise di seguirne il corso e, dopo circa mezz'ora giunse alla sorgente.  L'acqua sgorgava da una fenditura nella roccia e creava un piccolo lago per poi scomparire tra le fronde del bosco. Il Tiranno vi si gettò senza neanche pensarci. Nonostante fosse autunno inoltrato, l'acqua era tiepida e limpida.
Riemerse e si rese conto di essersi buttato con i vestiti. Si arrampicò su una delle rocce che costeggiavano la piccola pozza. Decise di farsi un bagno coi fiocchi come non faceva da tempo immemore perciò si tolse i vestiti e rientrò in acqua. Osservò il suo volto riflesso. Era sporco, stanco ed emaciato. I capelli blu erano fin troppo riconoscibili, chiunque lo avesse visto senza il mantello avrebbe capito subito che era un mezzelfo. Gli bastò muovere una mano e sussurrare alcune parole e i suoi capelli passarono dal blu al nero. (Questa è una nuova tinta. Presto in commercio XD! NdHope) Si osservò soddisfatto del suo lavoro e lo sguardo gli cadde sui suoi occhi. Li odiava. Quegli occhi avevano condannato lui e la sua famiglia. Non esistevano mezzelfi con gli occhi verdi. Da giovane, ammaliava tutte le ragazze con quello sguardo magnetico. Ma lui avrebbe dato qualunque cosa per averli di colore diverso. Decise però di non mascherarli per mantenere qualcosa del suo vecchio aspetto. Si avvicinò alla riva e raccolse la spada che aveva lasciato accanto ai vestiti. La pulì dal sangue incrostato dei soldati uccisi durante la sua fuga. Era di splendida fattura, un'arma fantastica. La lama era a doppio taglio, affilatissima, di colore blu con venature di cristallo nero mentre l'elsa era nera con un motivo di foglie e viticci di colore verde. Come i suoi maledetti occhi. Era stata una gran mossa rubare quella spada e anche l'arco e le frecce appartenute al soldato che aveva tentato di colpirlo. Un novellino che ha tentato di uccidere il Tiranno senza saperlo. Che illuso. Uscì dall'acqua, si rivestì e si stese al sole per asciugarsi. Ripensò alla sua prigionia e alla successiva fuga, a tutti i soldati che aveva ucciso, ai  suoi poteri che oramai erano tornati completamente, alla cavalcatura che aveva rubato... Merda!! Ho dimenticato il cavallo legato a quell'albero! Si tirò su di scatto, raccolse le sue armi e corse verso dove aveva lasciato l'animale. Eccolo lì, sano e salvo. Per fortuna nessuno l'ha trovato. Altrimenti sarei stato in guai seri. Il suo destriero era felice di vederlo nonostante lui l'avesse lasciato solo.
-Dopo quello che ho fatto ti rallegri vedendomi? Adesso che ci penso, hai bisogno di un nome. Non posso continuare a chiamarti bestiaccia per sempre.- Disse Aster, osservandolo attentamente. -Mmmh, faccio veramente schifo con i nomi... come ti potrei chiamare... forse... con quel manto nero come la notte... Ho deciso! Ti chiamerai Blackie!!- Esclamò ad un certo punto. Il cavallo per risposta nitrì contento.- Ti piace? Bene, d'ora in poi tu sarai Blackie! E ora cerchiamo un posto dove accamparci.- Saltò in sella e cominciarono a perlustrare i dintorni. Dopo un'ora intera, trovarono una casetta abbandonata (Indovinate un po' di quale casa parliamo? Scommetto che l'avete già capito! NdHope). Era ancora in buone condizioni ma, stranamente, era protetta da un incantesimo che la nascondeva agli sguardi dei nemici e dei maghi non troppo potenti. Ma per lui non c'erano problemi: era o non era il più grande mago del Mondo Emerso? Nessuno poteva batterlo. Si avventurò all'interno della piccola abitazione. Dentro era tutto in ordine e lindo come se prima di abbandonarla avessero fatto le pulizie. Non sembrava fosse stata lasciata in fretta e furia. La cucina era completa di tutte gli utensili, i letti nelle camere erano rifatti, i libri sistemati ordinatamente sugli scaffali. Aster lesse i titoli sul dorso e si accorse che erano tutti quanti manuali di magia pieni di incantesimi. Qui abitava un mago o una maga. Tornò sui suoi passi e uscì all'aria aperta. Doveva essere ormai mezzogiorno passato.
-Mio caro Blackie, abbiamo appena trovato un rifugio tutto per noi. Non sarà la Rocca ma è meglio che dormire all'addiaccio.- Parlò rivolto alla sua cavalcatura.
Siamo al sicuro, finalmente. Siamo a casa.

 

 

 

Angoletto dell'autrice   

Ciao a tutti!! Eccomi di nuovo con un altro capitolo! Questo è un po' corto ma nel prossimo ci sarà un “incontro” mooooltointeressante e sarà anche più lungo!
Aster: *grida e corre avanti e indietro come un matto* Dove quella sottospecie di mezza autrice?Si può sapere dove si è cacciata?
Sono qui, Aster. Non c'è bisogno di urlare. Cosa vuoi?
Aster: Voglio che tu la smetta di farmi ferire, frustare, picchiare, piangere, ecc... ogni diavolo di capitolo! O la finisci o voglio un aumento!
1. Non posso farlo perché non posso proprio farlo, va oltre il mio controllo. La colpa è della mia mente e della mia fantasia malata. Io non posso farci niente. 2. Ti ricordo che non puoi avere un aumento perché io non ti pago. Anzi! Saresti tu a dovermi dare dei soldi per averti fatto tornare ventenne.
Aster: *triste e offeso* E va bene, hai vinto tu. Non ho voglia di discutere. Torno nella mia nuova casetta.
Aspetta! Non devi prendertela! Nel prossimo capitolo ti divertirai e soprattutto incontrerai qualcuno di speciale. Te lo prometto!
Aster: Davvero?! Incontrerò qualche essere vivente che non sia un albero o un cavallo?! Dimmi chi è! Ti preeeego...
No, non te lo posso dire. Ma lo scoprirai prestissimo! E ti divertirai un bel po' facendo a pezzi soldati nemici.
Aster: Evvai!! Grande!! Non vedo l'ora! *Se ne va tutto contento*
Torniamo a noi. Sono letteralmente impazzita a scrivere questo capitolo. Di certo non è il migliore tra quelli che ho scritto fino ad ora. Questo brano è una specie di introduzione per il prossimo. Comunque sono sempre ben accette tutte le recensioni anche negative, così posso migliorare ancora. Grazie a tutti quelli che hanno recensito i capitoli precedenti (e scusate se sono ripetitiva ma ci tengo a dirlo), che hanno inserito questa storia nelle seguite e nelle ricordate o che hanno semplicemente letto. Grazie per il sostegno morale e per i consigli!!
Alla prossima, la vostra pazza e sclerata Hope.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. Un incontro dettato dal Destino ***


                                                                                                                                                CAPITOLO 4

                                                                                                                             Un incontro dettato dal Destino

 

 Era ormai passata una settimana dal suo arrivo nella Terra del Vento e Aster si era già ambientato. Di giorno andava a cercare nel folto della Foresta qualunque cosa commestibile e di notte si curava le ferite e lucidava le armi. Tutto era avvolto da un silenzio impenetrabile e il Tiranno era solo in compagnia di Blackie, la sua cavalcatura, e dei suoi pensieri. Non parlava con un essere umano da molto, moltissimo tempo. Conduceva una vita da eremita e la cosa cominciava a piacergli. Niente consigli di guerra, niente ordini, insomma nessuna preoccupazione. Ma il Destino aveva altri programmi per lui. E a volte gioca brutti scherzi.
Era un giorno come un altro. Il Tiranno era a caccia con il suo fidato destriero. Il bottino fino a quel momento era stato molto magro: soltanto un paio di conigli e un piccolo scoiattolo. Aveva preso anche un minuscolo uccellino, ma lo aveva liberato perché non era così senza cuore da mangiare un esserino indifeso come quello. Tutto era stato molto tranquillo, il silenzio assoluto, almeno fino a quel momento.
Un urlo squarciò l'aria. Un grido di guerra. Proveniva dalla Prateria ai piedi di Salazar. Una battaglia. L'esercito del Tiranno contro quello delle Terre Libere. Senza neanche rendersene conto spronò il cavallo che cominciò a galoppare in direzione dello scontro. Si calò il cappuccio sul viso, incoccò una freccia e si tenne pronto a combattere. Sbucò all'aria aperta e si ritrovò tra le schiere di fammin. Cominciò a combattere come un pazzo, calpestando diversi nemici con gli zoccoli di Blackie e uccidendone altri con le frecce. Fu in mezzo a quel caos che la vide. Lei. La sua nemica. La Sheireen. Impossibile confonderla con quei capelli blu. Combatteva anche lei come una furia, menando fendenti precisi e letali. Una macchina di morte. Come me. Dei burattini in mano agli Dei. Un Destino scritto nel sangue. Una fine certa per uno dei due. Due nemici. Una Sheireen e un Marvash. Bene e Male. Luce e Buio. Due opposti. (Ma gli opposti si attraggono, mio caro Aster. Tu dovresti saperlo... NdHope) Si diresse verso di lei a tutta velocità. Giunto a qualche metro dalla ragazza saltò giù dall'animale in corsa e sguainò la sua spada. Si fece strada vibrando colpi e mettendo fine alla vita di molteplici soldati e fammin. Fu allora che Nihal si accorse di colui che stava praticamente lottando al suo fianco. Era vestito completamente di nero, maneggiava la spada come se non avesse mai fatto altro nella vita ed era agilissimo. Evitava i colpi dei nemici con un'eleganza ammirabile e poi, con un unico attacco, freddava coloro che lo avevano attaccato. Chissà chi è questo guerriero incappucciato... Non ho mai visto nessuno schivare gli assalti così. Pensò la mezzelfo mentre trapassava un fammin da parte a parte. Il sangue di quell'essere colorò il suolo della Terra dove aveva abitato per anni con Livon. Ad un certo punto i soldati del Tiranno li accerchiarono, costringendoli a combattere schiena contro schiena. Il misterioso cavaliere cominciò a muoversi ancora più velocemente. Nessuno lo poteva fermare. Chiunque osasse avvicinarsi a lui andava incontro a morte certa. La giovane mezzelfo si distrasse un secondo a guardarlo e non si accorse della spada che la stava per uccidere. Una spada blu dai riflessi neri parò il fendente a pochi centimetri dal viso della mezzelfo.
-Dovresti stare più attenta, dolcezza. La prossima volta ci potresti rimanere secca.- Disse il suo tenebroso salvatore. La sua voce era profonda senza alcuna traccia di affanno dovuto alla battaglia.
-L'ultimo che mi ha chiamato dolcezza ora è sotto terra a fare compagnia ai vermi. E non credo tu voglia fare la stessa fine, vero?- Ribatté piccata.
-Una minaccia di morte. Che bel ringraziamento per averti appena salvato la vita.- Le rispose. Un soldato nemico cercò di sorprenderlo alle spalle, ma lui rapido come un ghepardo lo colpì con una mano facendolo cadere a terra, morto.
-Tutti questi stupidi maiali mi stanno facendo innervosire. Sono così irritanti.- Finito di parlare, Aster alzò una mano e cominciò a recitare una litania nell'Antica Lingua. Una luce intensissima accecò tutti i combattenti. Appena riprese l'uso della vista, Nihal rimase a bocca spalancata. Tutti i fammin erano ridotti in mucchietti di cenere.
-Così va decisamente meglio. Non trovi anche tu?- Io li ho creati e io li ho distrutti. La ritirata risuonò per tutta la pianura. Avevano vinto. I loro avversari (O meglio i due o tre umani che erano rimasti in vita dopo la magia del Tiranno. NdHope) scappavano con la coda tra le gambe dopo essere stati decimati.
-Ma tu chi diavolo sei? Come cavolo hai fatto a ucciderli tutti in contemporanea?- Chiese Nihal fuori di sé dallo stupore. Sopra di loro un drago solcava il cielo e, sulla sua groppa uno gnomo in armatura. Anche Aster si accorse della loro presenza e richiamò il suo cavallo. Li aveva riconosciuti immediatamente.
-Ido!! Vesa!! Siete arrivati! Allora, ti sei deciso a dirmi chi sei?- Nihal si volse e si accorse che il suo salvatore era svanito. -Maledetto! Quello lì è scappato! Non ho saputo neanche il suo nome.- Il drago intanto era atterrato e il suo cavaliere era sceso.
-Nihal, che hai? Sei ferita?- Ido le chiese preoccupato.
-No, non sono ferita. Stavo solo osservando la Foresta.- Mentì la ragazza.
-Avanti, torniamo all'accampamento a riposarci un po'.- Le propose invitandola a salire in groppa al drago rosso.
-Ok, andiamo.- Disse mentre saliva in sella. Ti ritroverò mio caro sconosciuto e scoprirò la tua identità. Fosse l'ultima cosa che faccio. Ci rivedremo presto.

 

 

Ma perché diavolo l'ho salvata? Lei è la mia nemica. Avrei potuto lasciare che il soldato la uccidesse. Che idiota che sono! Aster si era rifugiato nella Foresta appena aveva visto Ido. Non si sarebbe mai aspettato di vederlo laggiù. Lo chiamavano il Traditore. Era passato dalla parte dei buoni. Dola, suo fratello, era invece uno dei suoi più fedeli servitori. Per quello gli aveva lasciato il comando di quella Terra.Con il suo corpo da ventenne non l'avrebbe riconosciuto di certo ma era meglio non rischiare. Il Tiranno non si dava pace. Continuava a darsi dello stupido per l'occasione mancata ma allo stesso tempo voleva rincontrare la mezzelfo. Il perché non sapeva spiegarselo. Si era divertito come un matto a stuzzicarla. La sua faccia dopo aver visto i fammin ridotti in polvere era stata impagabile. Si era trattenuto a stento dal scoppiare a riderle in faccia. E poi era una guerriera formidabile. Naturalmente non alla sua altezza ma quasi. La sua spada di cristallo nero era formidabile, affilata come poche, semplicemente stupenda. Chissà come sarebbe stato maneggiarla... Magari dopo aver ucciso quella ragazzina potrei tenerla. Come trofeo. Dopotutto era stata colpa sua se era stato incarcerato e torturato. Era per lei che si mi ero trasformato in un ventenne. Era ormai notte fonda. Aster non aveva voglia di dormire in casa. Non con quel cielo trapunto di stelle. Decise allora di accamparsi nella radura del Padre della Foresta. Si addormentò poco dopo e sognò la battaglia che si era svolta poche ore prima e l'incontro con la Sheireen, dettato dal Destino.

 

 

Erano passati appena tre giorni dalla battaglia nella Prateria quando l'eco di un'altra lotta risuonò per tutta la Foresta. Aster ne approfittò subito. In fondo sperava di rivedere quella ragazza. Si gettò immediatamente nella mischia. Cominciò a scoccare decine di frecce. Guardava dappertutto, ma non la vedeva. Era distratto e i suoi avversari ne approfittavano, anche se con scarsi risultati. Il suo obbiettivo era lei non tutti quei soldati che aveva davanti. Quelli erano solo ostacoli e lui li eliminava senza pietà. Scese dal cavallo ed estrasse la spada dal fodero. Subito molti fammin si avventarono su di lui. Se ne liberò con una semplice magia Proibita. Ma altri sostituirono quelli appena eliminati. Mentre era di spalle un soldato semplice cercò di colpirlo con la spada. Aster però se ne accorse troppo tardi. Si vedeva già agonizzante a terra in un lago di sangue. Sorprendentemente un'altra arma si frappose tra quella nemica e il corpo del Tiranno. Una spada di cristallo nero. La Sheireen. Mi ha salvato la vita. Un viso incorniciato da corti capelli blu, splendidi occhi viola, un corpo agile e scattante, fasciato da una lucente armatura fu quello che vide Aster. Una bellezza letale, molto letale.
- Attento, dolcezza. Ti potresti fare molto male.- Disse la mezzelfo prendendolo in giro.
-Chi non muore si rivede! Che cosa ci fai in un bel posto come questo?- Rispose sarcastico l'altro. -Beh, sai ero nei dintorni... E già che c'ero ho salvato anche uno sbruffone. Sai come si dice: occhio per occhio, dente per dente, salvataggio per salvataggio.- Continuavano a scherzare e a stuzzicarsi nonostante i nemici che li attaccavano e che poi facevano una brutta fine per mano loro. L'esercito delle Terre Libere però stava perdendo molti uomini e arretrava sempre di più. Nihal e Aster rimasero isolati e vennero circondati da un gran numero di avversari equipaggiati con asce, spade e lance. Presero a muoversi più velocemente per schivare gli innumerevoli colpi. Erano in grande difficoltà, persino il mezzo mezzelfo faticava a tenere il ritmo. I primi segni rossi cominciarono a materializzarsi sulle sue braccia. Era così preso dalla battaglia che si accorse troppo tardi della freccia che puntava verso la Sheireen. Quando sentì un tonfo si voltò e la vide. Nihal era stesa a terra agonizzante, con la freccia conficcata nel ventre. No! Non può morire così! Sono io quello che la deve uccidere. Aster si lanciò verso la ragazza per proteggerla dai fendenti dei nemici. Tagliò di netto la testa ad alcuni e poi trapassò da parte a parte l'arciere che l'aveva colpita. Richiamò a sé il suo cavallo e vi caricò sopra il corpo inerte della giovane. Vi montò in groppa anche lui e cominciò a cavalcare verso la Foresta, dove lei sarebbe stata al sicuro. Avanti, non mollare. Tra poco saremo lontani da qui. Creò una barriera magica attorno alla mezzelfo per ripararla da eventuali altri assalti. Ma si dimenticò per la fretta di proteggere anche sé stesso. Un colpo di ascia lo colpì ad una gamba, che prese a sanguinare copiosamente. Maledizione! Questo non ci voleva. Un'altra ferita da curare. Nonostante tutto, aumentò la velocità e puntò imperterrito alla sua meta. La vista gli si annebbiava e faticava a tenere gli occhi aperti. Un dolore lancinante alla spalla quasi lo fece cadere dalla sella. Una lancia gli si era conficcata in profondità nella carne. Ce l'ho quasi fatta. La Foresta è a pochi metri. Ce la devo fare. Si tolse con fatica la lancia dal corpo e la lanciò lontano. Mancava pochissimo ormai. Il cavallo si impennò e li disarcionò entrambi. Evidentemente era stato colpito anche lui da una freccia. Aster cadde a terra con un tonfo. L'ultima cosa che vide fu Nihal poco lontano da lui, immobile. Poi tutto fu avvolto dall'oscurità. 

Angoletto dell'autrice               

Ciao a tutti!! Eccomi con un nuovo capitolo. Credo sia il migliore tra quelli pubblicati finora. E stavolta è anche abbastanza lungo. Piaciuta la sorpresa? Finalmente il mistero è stato svelato! Aster ha incontrato Nihal. Diciamolo, era ora!! Così lui avrà qualcuno con cui parlare e sarà meno depresso. Questi due faranno letteralmente fuoco e fiamme insieme! Allora, Aster valeva la pena di aspettare?
Aster: Certo che sì! Anche se ci hai praticamente ridotti in fin di vita al nostro secondo incontro.
Hai ragione... Non so come mai mi vengono queste idee. Io sono affezionata a te e anche a Nihal e vorrei farvi vivere una vita tranquilla, ma siete voi che vi cacciate sempre nei casini!!
Nihal: Siamo come delle calamite. I guai ci inseguono.
Siete sfigati. Tutto qui. Comunque, caro il mio Tiranno, ti potevi comportare un po' meglio con lei!
Nihal: E soprattutto potevi fare meno lo sbruffone. Altrimenti la prossima volta che ti cercano di uccidere te la cavi da solo.
Aster: Mi dispiace, dolcezza, ma io sono così.
Nihal: *sfodera la spada e la punta alla gola del ragazzo* Chiamami ancora così e vai a fare compagnia ai pesci. Te l'ho già detto una volta.
Aster: *allontana l'arma da sé* Ehi, calmati un po'. E poi non oseresti mai farmi del male.
Nihal: Vogliamo scommettere? Ho già ferito il mio migliore amico, non mi faccio di certo scrupoli ad ammazzare uno sconosciuto.
Aster: Certo, come no e io sono il Tiranno.
Ma lo sei, ti ricordi?!
Aster: Giusto, grazie per avermelo ricordato.
Nihal: Vedi di comportarti meglio la prossima volta, altrimenti... *sguardo assassino*
Aster: Io faccio quello che voglio. Non mi faccio spaventare dalle minacce di una ragazzina.
Nihal: E da una ragazzina armata, invece?
Bene mentre questi continuano a litigare come piccioncini (Non siamo piccioncini!! NdAster e Nihal) (Invece sembrate proprio due innamorati! NdHope) colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno letto questa storia, che l'hanno recensita, ecc... Ma voglio soprattutto ringraziare una vera amica, che mi sostiene sempre e che mi da' preziosi consigli. Grazie ALEX_p4nt0mh1v3! Sei un'amica speciale!! Bene, ho detto quello che avevo da dire e ora vi saluto.
Alla prossima, la vostra pazza e sclerata Hope.
Ciao a tutti!!!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. False identità ***


                                                                                                                     CAPITOLO 5

                                                                                                                           False identità

   

Il corpo inerte di colui che le aveva salvato la vita giaceva immobile tra le coltri. Se non fosse stato per lui lei sarebbe morta di sicuro. Ora quel giovane lottava tra la vita e la morte. Ti devo la vita, caro il mio oscuro salvatore. E ora tu giaci in questo stato per colpa mia. Ti sei sacrificato. Noi due siamo estranei, non ci conosciamo ma tu lo hai fatto lo stesso. Non so neanche il tuo nome. Perché lo hai fatto a tuo rischio e pericolo? Perché ti sei fatto ferire al mio posto? L'unica cosa che posso fare per ricambiare il tuo gesto è cercare di salvarti. Come tu hai fatto con me. Non voglio che tu muoia. Per me. Per salvare un'anima senza speranza, senza futuro, con un passato e un presente scritti nel sangue. Non so neanche il tuo nome. Lotto per salvare uno sconosciuto. Erano ormai passate due settimane da quella fatidica battaglia. Nihal aveva perso molto sangue a causa della freccia nel ventre, ma il ragazzo che aveva cercato di portarla in salvo era conciato molto peggio. Diversi tagli pochi profondi sulle braccia, una ferita lunga, slabbrata e profonda ad una gamba, una spalla trapassata da parte a parte da una lancia e una commozione cerebrale dovuta alla caduta da cavallo. Rischiavano ogni momento di venire colpiti dai nemici e uccisi. Per fortuna, Ido li aveva visti e li aveva salvati, portandoli al primo accampamento alleato della zona. Altrimenti sarebbero morti sicuramente. Nihal non aveva ripreso conoscenza per tre giorni interi durante i quali lo gnomo era sempre rimasto al suo capezzale. Una settimana dopo, lei era di nuovo in piedi anche se camminava un po' a fatica. Al contrario, Aster non dava segni di miglioramento anzi, peggiorava ogni giorno di più. Per lui era come trovarsi in un limbo tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Qualcosa lo trascinava verso quest'ultimo, ma lui non opponeva alcuna resistenza. Non lottava per rimanere nel nostro mondo. Forse è meglio morire. Ho vissuto la mia vita, ho perso tutti coloro che mi erano cari e anche la persona che amavo di più. Forse era così che doveva andare. La Sheireen mi ha ucciso senza neanche rendersene conto. Quella era la prima volta che la mezzelfo lo vedeva dalla battaglia in cui aveva quasi perso la vita. Era a torso nudo, con spesse bende bianche macchiate di rosso che gli ricoprivano le ferite. Respirava a malapena ed era madido di sudore. I riccioli neri che gli incorniciavano il viso erano tutti incrostati di sangue rappreso. Nihal l'osservò interessata: era la prima volta che gli vedeva il volto. Era di una bellezza straordinaria nonostante fosse in fin di vita. Nihal si sedette sul bordo della branda. Cercò di riportare a mente tutti gli incantesimi curativi che aveva imparato durante il periodo in cui aveva studiato da Soana. Cominciò a muovere le mani sopra il torace del ragazzo, salmodiando una litania nell'Antica Lingua. Il rito durò vari minuti e dopo averlo concluso, Nihal si asciugò il sudore dalla fronte. Era tutto ciò che poteva fare per quel momento. Sperò che quel poco fosse servito a qualcosa. In quel momento, nel buio luogo doveva il Tiranno si trovava comparve una fievole luce. Una speranza. Qualcosa per cui valeva la pena di vivere. Cominciò a lottare per raggiungerla. A combattere per la vita.

Passò un'altra settimana senza che riprendesse conoscenza. Nihal, tra un allenamento con la spada e l'altro, si recava da lui per curarlo. Con la magia e con semplici metodi tradizionali. Ormai tutti stavano perdendo le speranze ma lei non si arrendeva, continuava imperterrita a cercare di salvarlo.  Quel giorno la guerriera aveva appena finito di controllare e cambiare le bende. Le ferite stavano guarendo lentamente: la spalla e la gamba era tornate normali, anche se sarebbero rimasti dei segni. Notò che sull'altra spalla c'era una piccola cicatrice che non aveva mai visto. Chissà come se l'è fatta. Di sicuro combattendo. Si avvicinò al corpo del guerriero per osservarlo meglio quando sentì un debole gemito. Volse la testa.  Il giovane aveva gli occhi aperti. Erano di colore verde purissimo come le foglie degli alberi, ma velati da una tristezza assoluta.
- Do-dove sono? Cos'è questo posto? Che ci faccio qui?- Sussurrò pianissimo, cercando di alzarsi. Una fitta lancinante lo costrinse a desistere.
-Sei ancora nella Terra del Vento. Nell'infermeria di questo accampamento. Ti hanno ferito mentre tentavi di portarmi in salvo. Sei rimasto svenuto per tre settimane e ti davano tutti per spacciato. Ora non ti stancare. Devi recuperare le forze.- Gli disse mettendolo a tacere. Il Tiranno chiuse nuovamente gli occhi e si addormentò, ormai senza forze. La giovane era al settimo cielo. Le sue cure erano servite a qualcosa. Finalmente, lo sconosciuto aveva ripreso i sensi. Forse ora avrebbe potuto conoscere il suo nome e il motivo del suo salvataggio. Il tramonto era passato da un pezzo e Nihal andò a dare la bella notizia a Ido. Essendo ormai ora di cena, lo gnomo doveva essere al refettorio. Ne approfitterò per mangiare qualcosina. Tanto lui dormirà ancora per un bel po'.

 

 Dopo un paio di giorni, il mezzelfo si era ripreso. Ormai era totalmente fuori pericolo. Riusciva a stare in piedi a malapena, ma era un osso duro e presto si sarebbe rimesso completamente. In tutto il campo si era sparsa la voce del bellissimo e impavido guerriero che era sfuggito alla morte. I soldati lo rispettavano e lo stimavano. Le giovani donne che vivevano nel villaggio vicino fantasticavano su di lui e sul suo aspetto (E facevano bene! Come si fa a non sbavarci dietro? NdHope). Nihal gli andava a far visita quasi tutti i giorni. Lei però non riusciva più a trattenersi: doveva sapere chi era il suo salvatore. Prese il suo coraggio a due mani e glielo chiese direttamente.
-Chi sono? Sono un guerriero con una lunga storia alle spalle. Ecco tutto.- Le rispose lui semplicemente anche se un po' a fatica.
-Mi piacciono le storie lunghe.- Ribatté lei sempre più curiosa. Maledizione! E ora che cosa mi invento? Meglio raccontarle una storia strappalacrime. Doveva mentirle. Doveva crearsi un' altra vita. Di certo non poteva dirle che era Aster il Tiranno.
-Allora mettiti comoda.- Disse indicando la sedia accanto alla sua branda. Nihal si sedette e si mise all'ascolto. -Vengo dalla terra della Notte. Il mio villaggio è stato distrutto dai soldati del Tiranno. Uccisero tutti tranne me. Me la cavai con una freccia nella spalla. Ho perso la mia famiglia quando avevo solo otto anni. Cominciai a vagare in lungo e in largo. Un giorno incontrai un mago e tutto cambiò. Già da piccolo avevo una predisposizione per la magia. Così, dopo alcuni anni di studio, divenni mago a tutti gli effetti. Purtroppo il mio maestro perì poco dopo. Ricominciai a viaggiare senza meta, feci mille lavori, imparai la Magia Proibita e imparai a usare la spada e l'arco. Iniziai a combattere. Per vendicare i miei genitori. La mia lotta mi ha portato in questa Terra desolata e mi ha fatto incontrare te. Questa è la mia storia. Invece vorrei sapere chi ho davanti a me.- Ci ha creduto. Dovrei fare l'attore al posto del despota. -Io sono Nihal della Terra del Vento. E, come avrai già notato, sono una mezzelfo. L'ultima, per la precisione. Piacere di conoscerti...- Rispose, stringendo la mano ad Aster.- Hope. Hope della Terra della Notte. (E qui si spiega il perché del mio nickname! L'ho scelto proprio per questo. NdHope) Il piacere è tutto mio. Avevo sentito parlare di una donna guerriero e anche mezzelfo.- Nihal divenne all'improvviso triste e mesta. -Speranza. Significa speranza. Il tuo nome, intendo. La speranza è qualcosa che non ho il diritto di avere. Mi è stata negata tempo fa da qualcuno più potente di me.- Finalmente, lei sapeva il nome di colui che l'aveva salvata. Le rimaneva solo più un unico interrogativo. -Perché mi hai salvato? Perché hai rischiato di morire per me?-
- Se non fossi in grado di salvare una fanciulla in pericolo, che cavaliere sarei? - Rispose con il suo solito tono sbruffone. La verità è che neanche io so il motivo che mi ha spinto a farlo. Tu sei mia nemica. La mia missione è quella di ucciderti. Ma ho fatto l'esatto contrario.
-Certo. Infatti sei rimasto in coma tre settimane. Anche se ti devo ringraziare. Senza di te non sarei qui in questo momento. Sono felice di averti conosciuto. Nonostante tu sia un po' troppo montato e sbruffone.-  Aster si fece serio. -Non mi devi ringraziare. Non farlo.- Disse duramente. Io sono tuo nemico. Non ti ho fatto un favore. Ho solo allungato la tua agonia. - E poi sono io che ti devo ringraziare. Senza le tue cure ora sarei all'altro mondo.- Hai salvato la vita al tuo peggior nemico. Hai commesso il più grande errore della tua vita. Avresti dovuto lasciarmi morire. In quel momento dalla porta entrò Ido. Aster rimase immobile dallo stupore. Che ci fa qui? Cosa vuole da me?
-E così tu sei colui che ha salvato la mia allieva.- Disse il Cavaliere di Drago dopo averlo osservato per alcuni istanti. -Sì, sono io. Mi chiamo Hope. Piacere di conoscerla, signore.- Meglio fingermi intimorito e ossequioso. Speriamo se ne vada via il prima possibile.
-Non chiamarmi signore: mi fa sentire vecchio! Chiamami solo Ido. Piacere di conoscerti. Senza di te quella stupida della mia allieva sarebbe già morta.- Rispose scherzando. Anche se non lo dava a vedere, si era preoccupato molto per Nihal durante i giorni in cui era stata in coma. 
-Ma tu sei vecchio!- Lo prese in giro la mezzelfo. Si misero tutti e tre a ridere.
-Allora, torniamo seri. Hai già deciso cosa fare una volta guarito completamente? Potresti rimanere qui e combattere con noi. Abbiamo bisogno di guerrieri abili come te.- Già, ora cosa farò? Forse mi conviene rimanere. Potrei avere più occasioni per ucciderla. Certo! Farò così. Malediranno il giorno in cui hanno conosciuto Aster il Tiranno.
-Dai Hope, rimani con noi! Potrai continuare a combattere e avrai un posto dove dormire e un pasto caldo.- Allora è deciso. Rimarrò. Ma solo per il piacere di ammazzarla con le mie mani. Prima però dovrò riprendermi completamente. E allora, sì che mi divertirò. Attenta Sheireen, la tua morte si avvicina.

 

 

Angoletto dell'autrice


Eccomi di nuovo con un altro pazzo capitolo!! Ci ho messo un po' di tempo per postarlo: avevo il blocco della scrittrice!! Spero vi sia piaciuto. Aster sa mentire davvero bene. Dovrebbe fare l'attore.
Nihal: Devo ammettere che è davvero carino...
*Fa pat-pat sulla testa di Nihal* Lo so, lo so. Fa a tutte questo effetto.
Aster: Yeah! I'm sexy and I know it!
*Da un pugno in testa allo sbruffone* Abbassa la cresta, galletto.
Aster:*Si massaggia il bernoccolo* Ahia!! Perché l'hai fatto?
Perché non potevo spararti. Mi servi vivo. E poi se sei così tanto figo, bravo con la spada, Assassino provetto, ecc... perché non l'hai evitato?
Aster: Non me lo aspettavo!Comunque anche Nihal è carina...
Sennar: *compare dal nulla* Eh, no!! Nihal è mia!
E tu che diavolo ci fai qui?! Non eri nel Mondo Sommerso a sbaciucchiarti con Ondine?
Sennar: Sono tornato in anticipo. E ho fatto bene, vedo!
Aster: Nihal non è tua, è mia!
Nihal: Scusate se vi disturbo, ma io non sono di nessuno.
Sennar: Lei è mia, l'ho vista prima io!!
Aster: Sì, ma io le ho salvato la vita. E quindi lei è mia.
Nihal: Ma...
Aster&Sennar: Restane fuori e adeguati!!
Nihal: *Sfodera la spada* Ripetete un po' cosa avete detto. Non ho sentito bene.
Aster: Non abbiamo detto niente!
Nihal: *Rinfodera la spada* Meglio per voi.
Sennar: E poi è tutta colpa di quell'idiota: è lui che ha iniziato!
Aster: Idiota a me?! Io ti ammazzo, traditore fedifrago!!
Sennar: Stupido!
Aster: Ritardato!
Sennar: Maniaco!
Aster: Incoerente!
Sennar: Bugiardo!
Bene, mentre questi due continuano a litigare come bambini di due anni, io faccio i miei soliti ringraziamenti. Grazie a tutti coloro che hanno letto, inserito tra le ricordate o le seguite e recensito questa storia. Senza di voi sarei un'autrice depressa! Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo!
E ora salutate, da bravi!
Aster: Uff, e va bene. Ciao a tutti!!
Sennar: Ciao!!
Nihal: Alla prossima!!
Ciao anche da me, la vostra pazza Hope. Alla prossima!

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. Quasi amici ***


                                                                                                                   CAPITOLO 6

                                                                                                                          Quasi amici

 

Rumore di spade. Un accanito duello. Due contendenti. Uno gnomo e una mezzelfo. Maestro e allieva. Un' accoppiata piuttosto strana. Una folla di soldati occupava il resto dell'arena. Osservavano basiti il susseguirsi di colpi. Nonostante fosse ormai inverno inoltrato e la neve ricoprisse i tetti delle case, i due continuavano ad allenarsi senza curarsi del freddo. Una figura ammantata di nero fendette il pubblico, muovendosi lentamente.
-E questo sarebbe un combattimento? Dei bambini saprebbero fare di meglio. Nihal, io ti sfido!- Sfoderò la spada e la puntò verso la sua avversaria. Ido si fece da parte, lasciando i due l'uno davanti all'altra.
-Non credo che tu sia completamente guarito. Ti batterei ad occhi chiusi.- Disse la guerriera, abbassando la sua arma. Era infastidita dal suo comportamento e da quell'atteggiamento da sbruffone.
-Mi sottovaluti, dolcezza. Potrei vincere anche con un braccio legato dietro la schiena.- Ribatté Aster sarcastico. Era determinato. Di certo non poteva ucciderla davanti a tutti, ma ne avrebbe sperimentato la forza.
-Dimostralo.- Si mise in posizione. -In guardia!- Gridò pregustando già la vittoria. Il Tiranno rimase immobile al suo posto. Lei allora attaccò con tutta la forza che aveva. L'altro si spostò di lato e schivò il fendente. Mi aspettavo di meglio. Probabilmente la sottovaluto. La Sheireen continuò ad attaccare a raffica, ma il Marvash si muoveva velocemente e si scostava ad ogni colpo.
-Incomincia a combattere! Sono una donna, ma anche un soldato. Attaccami!- Gli gridò contro inferocita. Perché mi tratta con i guanti bianchi? Io voglio un vero duello. Non una stupida farsa. Io sono la migliore e lo posso battere.
-Sappi che ti potrei fare molto male, dolcezza. Ma, se è questo che vuoi... Ti tratterò come un qualsiasi nemico.- Cominciò a rispondere agli assalti. La lotta si fece sempre più dura. Gli spettatori faticavano a stargli dietro. Si muovevano con un'agilità sorprendente. Combattevano come delle belve. Nihal provò a colpirlo con un fendente dall'alto, ma l'altro lo evitò saltando sui rami più bassi di un albero lì vicino. Lo stupore si dipinse sul volto di tutti i presenti.
-Ehi!! Scendi e combatti da uomo, fifone!- Si lamentò, innervosita dal suo atteggiamento.
-E va bene, scendo. Pensavo volessi una piccola pausa. Volevo solo essere gentile.- Le rispose con un sorrisetto ironico stampato sul volto. Sfoderò un pugnale e, con un balzo di una precisione straordinaria, atterrò alle spalle dell'avversaria. Le puntò l'arma alla gola.
-Fine dei giochi.- Decretò soddisfatto. Sono pur sempre un Assassino. Nessuno può battermi. Neanche la Consacrata. La giovane non mollava: si agitava, rischiando di ferirsi con la lama, per sottrarsi a quella morsa mortale. Piazzò un calcio ben assestato alla gamba del Tiranno; questi allentò la presa impercettibilmente. Lei ne approfittò per sgusciare via come una biscia e recuperare la sua spada. Intendeva vincere, a qualunque costo. Nessuno l'aveva mai battuta a parte Ido. Non gliela avrebbe data vinta. Mai e poi mai. Ripresero a scambiarsi colpi ancora più velocemente. Ormai l'intero accampamento era arrivato per gustarsi quello spettacolo per il titolo di più forte. Ido e Laio, che era giunto tutto trafelato pochi minuti prima, osservavano l'amica mulinare fendenti ad una velocità inimmaginabile. I due contendenti sembravano essersi isolati dal mondo esterno. Vedevano solo l'altro e niente più. La lotta durava da più di mezz'ora. Un velo di sudore imperlava la fronte dei due, nonostante la temperatura appena al di sopra dello zero. Nessuno osava disturbare quella macabra danza. Sembrava di guardare uno specchio: i due si muovevano all'unisono ed era difficile distinguere l'uno dall'altro. I primi segni rossi si dipinsero sulle braccia dei due. Piccoli graffi, ma erano pur sempre colpi andati a segno. Con lo scorrere del tempo si facevano sempre meno attenti. Cominciavano a stancarsi.
Era passato un mese dall'incidente e durante la convalescenza, i due mezzelfi si erano avvicinati sempre di più. Tutta la truppa compreso Laio erano stati presentati al nuovo arrivato. Il biondo l'aveva squadrato diffidente ma, poi un luminoso sorriso si era dipinto sul suo volto. Non vedeva la sua amica così allegra da quando Sennar era partito per il mondo Sommerso e se lei era felice, lo era anche lui. Aster aveva avuto l'onore di conoscere anche Oarf. Di solito, il drago si mostrava ostile con chiunque non fosse il suo cavaliere. In quell'occasione, si era stranamente comportato come un agnellino. Si era fatto accarezzare il muso e aveva accettato di buon grado la carne ancora sanguinante da lui offerta. Nihal era rimasta a bocca aperta: lei, per farsi accettare dall'animale con gli occhi di brace aveva quasi rischiato di morire. A lui era bastato uno sguardo carico di rispetto per conquistarlo. Già da bambino parlava con tutti gli animali, compresi quelli carnivori, e ne capiva il linguaggio. Quindi quel comportamento non gli era nuovo. Erano anni che non toccava un drago non creato con le sue stesse mani. Quando la giovane gli aveva proposto di farci un giro, lui aveva accettato di buon grado. La prima volta che era salito in groppa a una bestia del genere era stato in occasione di un viaggio nella Terra del Sole, a nome del Consiglio. Ricordava le emozioni che aveva provato una volta in cielo. Tutta il mondo sotto di lui, le persone della grandezza delle formiche, il vento che gli frustava il viso, erano qualcosa di indimenticabile. Il volo con Nihal non fu da meno. Abbracciato a lei, osserva tutto il Mondo Emerso. La Foresta con la casetta in cui si era rifugiato, la Prateria della Terra del Vento, i mille fiumi di quella dell'Acqua, l'oceano che bagnava le coste di quella del Mare e le tante altre bellezze di quel fantastico mondo. La Rocca, che una volta era stata la sua casa, si stagliava oscura nel cielo, circondata da nubi nefaste. Gli sembrava estranea, gli ricordava il suo dolore e il tradimento di Yeshol. Per quel momento non voleva pensare alla sua missione. Voleva solo godersi quel momento magico insieme a colei che avrebbe dovuto uccidere il prima possibile.
Alcuni giorni dopo, erano tornati a calcare il campo di battaglia. Avevano lottato l'uno accanto all'altra e si erano guardati le spalle a vicenda. Ido li controllava dall'alto, assicurandosi che non riportassero ferite gravi. I due combattevano allo stesso modo eppure con alcune sostanziali differenze. Uguali ma diversi. Due facce di una stessa medaglia. Bene e Male. Luce e Buio. Amore e Odio. Sheireen e Marvash. Due mondi paralleli, che non si dovrebbero mai incontrare. L'esercito delle Terre Libere aveva guadagnato molto terreno. E gran parte del merito andava ai due guerrieri.
Tra uno scontro e l'altro potevano passare giorni interi. I soldati nel frattempo si dedicavano agli allenamenti, si prendevano cura dei cavalli, cacciavano gli animali di cui si sarebbero nutriti, aiutavano in cucina e si recavano al villaggio vicino. Durante la prima visita di Aster al piccolo paesino, tutte le giovani ragazze lo osservavano incuriosite e ammirate. Era lui il misterioso e baldo guerriero che era stato ferito gravemente e che si era salvato miracolosamente, dopo tre settimane passate tra la vita e la morte. Alcune di quelle donne trovarono anche il coraggio di avvicinarsi. Lui   parlava e scherzava con tutte quante e spesso i suoi commenti le facevano arrossire e ridere senza freno (Le prime fan girl del Tiranno! NdHope). Nihal, che si era offerta di accompagnarlo, osservava infastidita e ingelosita quella piccola folla intorno al suo salvatore. Ma come si comportano quelle ragazzine? Non si vergognano a ridere così sguaiatamente!? E quello sbruffone che fa lo stupido con quelle oche! Dopo un quarto d'ora passato a osservare lo spettacolo, decise di agire. Attraversò la folla con passo sicuro, preso Aster per l'orecchio e lo trascinò letteralmente fino al campo nonostante le sue numerose proteste.
Durante il loro scontro, Nihal ricordava tutti quei momenti passati assieme. Si scambiavano colpi ormai da un'ora, ma a entrambi sembrava passata un' eternità. Aveva ripreso a nevicare sempre più forte e questo rendeva scivoloso il terreno. Il mezzelfo decise che era ormai tempo di finirla. La spinse, con una serie di assalti, in un angolo dell'arena, bisbigliò alcune parole, mosse la mano libera e una radice spuntò fuori dal terreno. Lei vi inciampò e, mentre cadeva, agguantò un lembo del mantello di lui facendolo finire a terra. Si trovavano l'uno sopra l'altra. Il suo salvatore le puntò al cuore il pugnale. Lei gli poggiò la spada sulla gola. Si trovavano in un punto di stallo. Nessuno dei due si muoveva. I due si scrutavano negli occhi dimentichi della loro posizione ambigua e del fatto di trovarsi davanti a tutta la truppa.
-Direi che siamo pari, dolcezza. Potremmo continuare all'infinito e si concluderebbe sempre con un pareggio. Che ne dici, tregua?- Le chiese, quasi deluso.
-Per me va bene, tregua.- Rispose abbassando l'arma, subito imitata dal giovane.-E ora ti potresti gentilmente spostare? Mi stai schiacciando.- Si lamentò. Con le armi e lui addosso non riusciva quasi a respirare.
-Peccato. Pensavo ti piacesse stare in questa posizione.- Sorrise ambiguo e poi si alzò. Non è di certo il tipo di uomo che arrossisce ogni volta che parla ad una ragazza. Anzi, è proprio l'esatto contrario. Lui è uno sfacciato ed uno sbruffone. Nonostante questo è un bravo ragazzo. Credo che potremmo diventare amici. Lui mi ha salvato la vita e io lo salvo dalla solitudine, come Laio ha fatto con me all'Accademia. Mi piacerebbe cancellare quell'ombra di tristezza che oscura quei magnifici occhi verdi. Gli rivolse un sorrisino e poi si avviò in silenzio verso il suo alloggio. Davanti al portone d'ingresso dell'arena si fermò e si voltò. Tutti i soldati si stavano congratulando con lui per la performance, commentando stupiti ciò che avevano visto e scherzando sulla sua strana e imbarazzante conclusione. Lei rimaneva pur sempre una donna e lui un uomo. Ido le bloccò il passaggio e discusse degli errori che aveva commesso. Avrebbe potuto fare di meglio, ma si era quasi trattenuta. Il perché rimaneva un mistero anche per la ragazza in questione. Lo sbruffone si avvicinò ai due con passi felpati e veloci.
-Sei stata magnifica. Mi ha fatto piacere combattere con te. Sarei onorato di intraprendere un altro scontro. Che non finisca con un pareggio, stavolta. Vincerò io.- Le propose con fare rispettoso. Sembrava un'altra persona. Prima irriverente e senza peli sulla lingua e subito dopo serio e beneducato. Un po' lunatico.
-Neanche a me è piaciuto troppo come è finita. Io non accetto di pareggiare con nessuno. Ci sarà sicuramente una rivincita, stanne sicuro.- Concluse lei, avviandosi lungo la strada polverosa.
-La caduta finale è stata perfetta. Mi piacerebbe ripetere l'esperienza. Hai degli occhi incredibili e magnetici, dolcezza. Non quanto i miei, però. A domani, carina.- La salutò, andando anche lui verso la piccola casetta assegnatogli. Decisamente lunatico. Ha un po' troppi sbalzi d'umore. Ma per il resto è bravo giovane. Forse potremmo diventare davvero amici. Quasi amici.

                       
Angolo dell'autrice

Salve a tutti!! Rieccomi con un nuovo capitolo. Scusate se ci ho messo così tanto ma ho avuto un blocco e non riuscivo a continuare *me mortificata*. Infatti, secondo me, non è venuto benissimo. Spero che comunque vi piaccia. Nel prossimo ci sarà una piccola festicciola. E scorreranno fiumi di birra e altri alcolici.
Aster: Davvero? Yeah! Festa, festa, festa, la feeeeesta!!
Sennar: Ehi, voglio esserci anch'io!
No, tu sei in prigione in fondo al mar.
Sennar: Ma perché ci vanno tutti tranne me?
Ora la finite di imitare Fabri Fibra!? Vi preferisco in versione “bambini di due anni che litigano”.
Aster: Okay, per me vanno bene entrambi.
Certo che sei un vero pervertito. Buttarti addosso ad una giovane e innocente fanciulla!
Aster: Innocente mica tanto: è stata lei a farmi cadere. Come si fa a resistere ad un bel ragazzo come me?
Sennar: Lei è mia!
Aster: No, mia!
Sennar: Allora io ti sfido. Faremo un duello mortale!
Aster: Accetto. Non ho paura di un maghetto da quattro soldi.
Finalmente uno spargimento di sangue! Non vedo l'ora!
Nihal: No, non vi permetto di fare una cosa simile!
Sennar: *Tira fuori una Playstation 3* Partitona a PES??
*Facepalm* E questo sarebbe un duello all'ultimo sangue?!
Aster: Io prendo il Barcellona!
Perché ci gioca Messi detto La Pulce?
Aster: No, perché è una squadra fortissima.
Sennar: Allora io prendo il Real Madrid!
Non bastava mio fratello che ci sta attaccato tutto il giorno a quel gioco. Adesso pure i miei personaggi preferiti! Che cosa ho fatto di male?
Nihal: Che bambini! Io che mi aspettavo spade e magie!
Aster: Cominciamo!
Sennar: Vincerò io!
Pintus: Salve a tutti, signori e signore, bambini e bambine. Questa sarà una partita molto speciale, fidatevi di me! E naturalmente io farò la telecronaca. Il Real è molto scattante e in ottima forma, ma il Barça non è da meno! Sarà un vero massacro! E tu che ci fai qui?!
Nihal: Ma sopratutto chi diavolo sei?
Pintus: INZAGHI!! Messi riceve la palla, si avvicina all'area, tira di destro... e finisce clamorosamente fuori!
Lui è un fantastico comico di Colorado. Compare ogni volta che c'è una telecronaca da fare.
Nihal: Ahhh, ok.
Sennar: GOOOOOL!!! Campioni del Mondo!!!
Aster: Non ti montare la testa. Mancano ancora tre minuti. Posso ancora vincere.
Sennar: Ti servirebbe un miracolo.
Aster: *Sguardo maligno* O una magia!
Sennar: Non è valido!
Aster: Ehi, le regole sono fatte per essere infrante!
Questa mi mancava...
Pintus: RIGORE!!! Valdes viene falciato in area di rigore! Ad un solo minuto dalla fine! Messi si prepara, tira... ed è GOLLLLLL!!! Barcellona-Real Madrid 1-1!
Un pareggio annunciato. Come nel duello tra i due mezzelfi.
Nihal: Meglio così. Io appartengo a me stessa e a nessun altro. CHIARO??
Aster: Limpido!!    
Sennar: Trasparente!
Bene. Direi che ho vaneggiato abbastanza per questo capitolo. E quindi vi saluto! Alla prossima! A presto!
Nihal: Ciao a tutti!
Aster: Alla festa!
Sennar: *sguardo assassino* Toccala e ti taglio le mani!!
Aster: Io non la vorrei toccare. Ma è colpa dell'autrice!
Sennar: Grr, io ti ammazzo!!
Aster: Certo, certo. Io ci credo.
Sennar: Davvero. Io ti ucciderò.
Contaci. Prima o poi ce la farai. Non mollare!
Al prossimo pazzo capitolo, la vostra Hope.
l

 

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