A Path between Love and Death

di HermioneCH
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una voce oltre la morte ***
Capitolo 2: *** Cena a casa Potter ***
Capitolo 3: *** Sogni, parole e sensazioni ***
Capitolo 4: *** Lotta interiore ***
Capitolo 5: *** Sensi di colpa ***
Capitolo 6: *** Cruciverba ed Ex da Cruciare ***
Capitolo 7: *** Scoperte del cuore ***
Capitolo 8: *** Nel parco ***
Capitolo 9: *** Il Potere dell'Amore ***
Capitolo 10: *** Sangue ***
Capitolo 11: *** A Path between Love and Passion ***
Capitolo 12: *** Rivelazioni ***
Capitolo 13: *** Generazione Potter ***
Capitolo 14: *** Una ventata di Vita ***
Capitolo 15: *** Sotto la luce della Luna ***



Capitolo 1
*** Una voce oltre la morte ***


A Path between Love and Death

 

1. Una voce oltre la morte

 

“Andiamo Hermione! Ti piacerà“ disse Owen, trascinandola di forza nell’ascensore. Owen White era un giovane e affascinante ragazzo australiano, che aveva conosciuto a Melbourne oltre un anno prima, quando con ansia e disperazione aveva intrapreso il viaggio alla ricerca dei suoi genitori.

Poco più di un anno dopo aveva rincontrato Owen nella Hall del Ministero della Magia. Il giovane aveva deciso di trasferirsi a Londra e tentare una carriera come indicibile.

In memoria dei giorni condivisi in Australia, avevano passato un po’ di tempo insieme ed erano diventati subito buoni amici. Hermione era incredibilmente sorpresa e compiaciuta che con lui riuscisse a comunicare bene quanto con Harry, che conosceva da anni.

“Ma si può sapere dove mi porti?” chiese Hermione, erano le nove di sera, quando sulla via per tornare a casa, Owen l’aveva fermata dicendole che doveva farle vedere qualcosa di sensazionale.

“Una cosa che ho scoperto da poco. È davvero incredibile!” rispose Owen, premendo il pulsante dell’ascensore.

“Ufficio Misteri?” esclamò Hermione “Sei matto? Vuoi farci finire nei guai?”.
“Shhh! Non gridare o finiremo davvero nei guai” rispose Owen, schiacciando una seconda volta il pulsante. Le porte dell’ascensore finalmente si aprirono.

Hermione deglutì, vedendo il corridoio buio. Aveva paura di rivivere terribili ricordi, percorrendolo. “Io non dovrei essere qui” sussurrò la ragazza.

“Quanto sei fifona” rispose Owen, trascinandola fuori dall’ascensore “Di che hai paura? Stento a credere che tu abbia combattuto e sia sopravvissuta a una guerra con questo spirito. Dai, non ci prenderanno. O hai magari paura che il tuo fidanzato ci veda e si ingelosisca di nuovo?”

Ron. Non aveva funzionato con lui. Era stato tremendamente e insopportabilmente geloso della sua amicizia con Owen, ma non lo aveva lasciato per questo, le cose non funzionavano da tempo. Forse, avevano aspettato troppo. Ron continuava a insistere perché tornassero assieme, aiutandosi con una serie di fiori, bigliettini, regali e suppliche. Ma lei non poteva tornare con lui, doveva essere fedele al suo cuore.

“Owen. lo sai che non siamo più assieme” rispose Hermione, scuotendo la testa. Owen fece un sorrisetto soddisfatto.

“Ti ho visto, non sorridere in quel modo”.
“Perché?” sussurrò Owen, aprendo la porta dell’Ufficio Misteri.

“Perché tanto lo sai che tra noi non funzionerebbe” rispose Hermione, fissandolo negli occhi.
“Mai dire mai” disse Owen, indicandole di entrate “E ora silenzio assoluto”.

Lo seguì attraverso porte e corridoi scuri, ma non sapeva perché lo stava seguendo.Non voleva trovarsi lì. Quando era stata assunta al Ministero, aveva giurato a sé stessa che mai avrebbe messo piede nell’Ufficio Misteri, come aveva fatto Owen a corromperla?”

“Eccoci qui” mormorò Owen, entusiasta.
Aprì l’ultima porta, prese Hermione per un braccio e la portò dentro la stanza.

Hermione trattenne il fiato, mentre i suoi occhi si velavano di lacrime.

“Non è fortissimo? Non crederai mai che cos’è! Un Velo della Morte! Un autentico Velo, incredibile! Ne avevo sentito parlare solo una volta, mai avrei pensato di trovarne uno proprio qui! Ci credi? Un passaggio verso il mondo dei morti!” spiegò Owen, eccitato.
“Andiamo!” disse Hermione, spaventata “Non voglio stare qui”
“Hermione tutto bene?” chiese Owen, avvicinandosi a lei. La ragazza annuì.
“Voglio andare via” .

“Va bene, scusa. Pensavo che potesse interessarti. Sei tu quella con una cultura generale da paura” disse Owen, accarezzandole il braccio.
“Grazie. Hai rischiato a portarmi qui. Ma ora andiamo ok?” rispose Hermione, non voleva ferire i sentimenti di Owen, poiché lui lo aveva fatto con le migliori intenzioni, ma non poteva più rimanere in quel luogo.

 

Hermione

 

Hermione sobbalzò ed emise un verso spaventato, gettandosi al collo di Owen.
“Hermione? Piccola? Cosa succede?” chiese Owen, preoccupato.

“Io… No niente. Andiamo!” rispose la ragazza, staccandosi da lui. Non era possibile, era assurdo. Non aveva appena sentito la voce di Sirius Black pronunciare il suo nome. Doveva esserselo immaginata, era colpa di quel posto terribile e dei ricordi legati alla morte di Sirius. Diede le spalle all’arco e sospirò, sarebbe stata meglio appena uscita di lì e la sua mente non gli avrebbe più giocato brutti scherzi.

 

Hermione… Aiutami!

 

Hermione sobbalzò di nuovo. Impossibile pensò, si voltò di scatto e fissò il Velo. “Hai sentito anche tu?” chiese.

“Che cosa?” domandò Owen, confuso.
“Niente. Andiamo” rispose Hermione.

Hermione vagò per oltre trenta minuti per le strade di Londra, ripensando a quello che le era successo. Non è possibile pensò, torcendosi le mani ero stanca e agitata per essere di nuovo in quel posto. Non è razionalmente possibile. Si sedette su una panchina, mettendosi le mani nei capelli E se invece lo fosse, se Sirius fosse bloccato e avesse bisogno di me? Se non fosse morto e da oltre tre anni aspettasse qualcuno che lo aiutasse?

Scosse la testa confusa. Stava impazzendo? O forse c’era di più? Non poteva parlarne con il suo migliore amico, non voleva alimentare false speranze. Ma non riusciva togliersi la voce di Sirius dalla testa. D’un tratto capì con chi poteva parlare, era così ovvio, perché non ci aveva pensato prima?

Si smaterializzò in un vicolo e qualche passo dopo intravide la piccola casa di Remus Lupin. Le luci erano spente, ma Hermione tentò comunque la fortuna.
Bussò tre volte, ma non ebbe nessuna risposta. Bussò di nuovo “Remus! Remus sono Hermione ci sei?”

Vide dalla finestra accendersi la luce in cucina ed Hermione tirò un sospiro di sollievo. La porta si aprì e si ritrovò a guardare Remus Lupin. Hermione rimase piacevolmente sorpresa nel vederlo in quella veste. Capelli leggermente scompigliati, occhi arrossati, una canottiera sbiadita che gli segnava il petto muscoloso e pantaloni del pigiama.

“Hermione che succede?” chiese, preoccupato e decisamente assonnato.

“Scusa, non volevo svegliarti, ma avevo assolutamente bisogno di parlarti” rispose Hermione, agitata.
“Immagino che non possa aspettare domani mattina” disse Remus, non aspettò una risposta dalla ragazza, ma spalancò la porta e le fece gesto di entrare.

La guidò nella piccola cucina, dove la invitò a sedersi e preparò il tè.
“Fortuna non ho svegliato Teddy” disse Hermione, sconsolata per la sua foga.
“Dorme da Dromeda questa settimana, sai c’è la Luna Piena tra cinque giorni” rispose Remus, togliendo l’acqua dal fuoco. Hermione lo scrutò bene, mentre armeggiava con bustine di tè, le braccia erano ricoperte di cicatrici bianche e graffi e benché fosse più pallido del solito non poté trovarlo affascinante, perfino bello, a modo suo.

Ma che diavolo sto pensando? si disse imbarazzata Hermione. Forse stava davvero impazzendo.

Remus le porse una tazza di tè e si sedette accanto a lei.

“Allora Hermione, cosa c’è che non va? Hai litigato con Harry e Ron?” chiese Remus.
“Vorrei quasi che fosse così, magari sarebbe meno terrificante di questo” rispose Hermione, stringendo la tazza di tè.
“Hermione” mormorò Remus, preoccupato. Mise la sua mano su quella di lei “Raccontami”.

Così Hermione si liberò di quel peso che le opprimeva il cuore e gli raccontò tutto.

“Non è possibile” sussurrò Remus, una volta che la ragazza gli aveva raccontato quello che le era successo.

“Credi che sia pazza” rispose Hermione.
“No io…”
“Tranquillo” lo interruppe “Anche io credo di essere impazzita”.

“Forse sei solo stanca” disse Remus, pacato. Non voleva ferire i sentimenti della ragazza “Quante ore hai lavorato ultimamente?”
“Tante” ammise Hermione.

“Forse troppe?”
“Forse. Ma Remus era così reale” disse Hermione, sospirò e abbassò il viso. Sentì la mano di Remus che le accarezza la guancia. Non era possibile che la sua mente le avesse fatto questo scherzo, era stato così reale.
“No!” esclamò Hermione, afferrando la mano di Remus. La strinse e sbatté le loro mani sul tavolo “Remus! E se fosse tutto vero? Se Sirius mi avesse davvero chiamata? Se fosse bloccato in una specie di limbo e non potesse uscirne? Dopo tutto non sappiamo come funziona il Velo. Forse è bloccato lì da tre anni, in attesa che qualcuno lo tiri fuori e pensaci, nessuno di noi, di quelli che volevano bene a Sirius è più sceso là sotto da quella maledetta sera. Se fosse bloccato e mi avesse sentita? Se avesse sentito qualcuno di famigliare, qualcuno a cui in un qualche strambo modo era legato e questo legame gli ha finalmente permesso di chiedere aiuto?”

“Hermione” fece una pausa e sospirò, ma continuò deciso “Sirius è morto”.
“Ma se non fosse così? Come fai ad averne l’assoluta certezza!?!” rispose Hermione, arrabbiata. Si liberò della mano di Remus e la spinse via.

“Sono sopravvissuto a troppe delle persone che amavo, a cui volevo bene, per pensare a questa possibilità. Non riesco a concedermi di sperare. Non posso, perché se poi si rilevasse solo uno sbaglio e io mi fossi concesso di crederci fino in fondo, ne uscirei distrutto” rispose Remus “La morte mi ha già fatto soffrire abbastanza, non posso permettermi di correre questo rischio, per una cosa così improbabile”.

“Ma…”

“E nemmeno tu vuoi correrlo” la interruppe Remus “Perché se non fosse così, in questo momento non saresti in casa mia, ma in quella di Harry. Ammettiamolo Hermione, non sei andata da Harry perché non volevi dargli false speranze”.

“Su questo hai ragione Remus. Ma se invece non fossero false speranze?” aggiunse intestardendosi. “Se Sirius fosse davvero lì, in attesa che uno di noi lo aiuti? Se stesse aspettando me?”
“Troppi se, Hermione”

“Ma”
“Hermione…”
“No!” esclamò la ragazza, alzandosi “Forse tu non vuoi correre questo rischio. Ma io lo farò. Per Sirius” lentamente le lacrime iniziarono a rigarle il viso “Scoprirò la verità! Forse sarò pazza e probabilmente anzi sicuramente tu credi che sia così, ma se c’è una possibilità per far tornare Sirius io la troverò! Con o senza di te!”

E uscì di corsa dalla cucina “Hermione!” gridò Remus “Hermione! Aspetta!”

Ma la ragazza si era già dissolta.

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Capitolo 2
*** Cena a casa Potter ***


2. Cena a casa Potter

 

Hermione era china su dei fogli di pergamena a rileggere i suoi scritti. Era la sua prima relazione importante, il Ministro in persona gliel’aveva richiesta e l’indomani avrebbe dovuto consegnarla. ¨

Aveva già finito da qualche giorno di scriverla, ma voleva che fosse perfetta. Hermione rialzò gli occhi e sbuffò. Non riusciva a concentrarsi, era ancora turbata e arrabbiata per i fatti della sera prima.

La porta dell’ufficio si aprì e con eleganza entrò il Ministro della Magia, che percorse il corridoio e si fermò da parte alla scrivania della ragazza.

“Buongiorno, Ministro. Temo che se è venuto per la relazione, dovrà aspettare. Devo ancora sistemare qualche dettaglio, ma la consegnò entro domani come promesso” disse Hermione, nel suo tono più formale e rispettoso.

“Non sono qui per la relazione, Hermione. Mi stavo solo sgranchendo le gambe e per l’amor di Dio, vuoi chiamarmi per nome?” disse Kingsley, con un sorrisetto.

“Lo sai che non voglio che gli altri pensino che io sia una raccomandata” rispose Hermione, riordinando le pergamene.

“Hermione, ti prego. Nessuno crede che tu sia una raccomandata. Sei Hermione Granger, strega brillante e talentuosa che ha aiutato Harry Potter a sconfiggere Voldemort! È così brutto che la gente sappia che siamo amici?”
“Non certo che no” rispose Hermione, sorridendogli.
“Oh! Finalmente un sorriso. Mi sembravi un po’ giù di corda” disse Kigsley, con la sua confortante voce profonda. “Vuoi un ufficio tutto tuo?”

“Sto bene qui, Kingsley. E niente favoritismi. Ho solo avuto una serataccia e stanotte ho dormito poco, tutto qui” rispose Hermione, per un attimo avrebbe voluto parlargli dei fatti della sera prima, ma cambiò subito idea, non voleva discutere anche con lui. La discussione con Remus le era bastata.

“Mi dispiace, Hermione” disse Kingsley, dandole un buffetto. Poi sorrise “Ma non puoi comunque avere la giornata libera! Va bene così con i favoritismi?”
“Perfetto” rispose Hermione, sorridendo. Kingsley come Remus aveva il potere di rasserenarla. Peccato che questa svolta era turbata per colpa del Mannaro.

“Oh bene! Questo ti tirerà sicuramente su di morale” disse Kingsley, voltandosi leggermente. Hermione seguì lo sguardo del Ministro e con suo enorme sconforto vide Remus entrare nel suo ufficio. Non aveva voglio di discutere ancora con lui, di sentire una completa idiota, stupida e pazza. Non era ancora pronta per affrontarlo.

“Remus!” esclamò Kingsley, stringendogli la mano. Hermione si guardò intorno imbarazzata, metà dei suoi colleghi d’ufficio avevano sospeso le loro attività per guardare la scena.

“Ciao Kingsley, come stai?”

“Tutto bene” rispose l’Auror “Occupato, come sempre. Ti lascio con la nostra Hermione, ma ti aspetto dopo nel mio ufficio, vorrei parlarti di una cosa”

“Certo” rispose Remus. Kingsley gli fece l’occhiolino, salutò Hermione con un gesto della mano e se ne andò.

“Hermione” tentò Remus.

“Sto lavorando!”

“Senti, io…”
“Dev’essere bello essere amico del Ministro, adesso che si è liberato della Umbridge puoi tornare a girovagare per il Ministero, purtroppo

Remus si rabbuiò-
“Scusa, Remus! Non volevo, sono stata pessima” disse Hermione, pentita.
“È colpa mia. Hai ragione ad avercela con me. Sei venuta a casa mia preoccupata e spaventata e io non ti ho supportato o capito. Dovresti avercela con me Hermione, io sono stato pessimo. Ci ho pensato tutta la notte” disse Remus, sedendosi di fronte a lei.

“Hai pensato a me?” domandò, incerta.

“Bè sì, a te e a quello che mi hai detto” rispose Remus, lisciandosi la barba.

“Mi aiuterai?”

“Credo di sì. Ma devi capire Hermione che per me questa è una situazione molto difficile, devo prenderla con le pinze. Non posso permettermi di ritrovarmi distrutto emotivamente dopo un nostro eventuale fallimento. Capisci? Devo pensare a mio figlio, devo essere in grado di occuparmi di lui al meglio delle mie capacità. Prima dobbiamo fare ricerche, esserne sicuri. Non posso permettermi di farmi prendere dalla foga e dall’impulsività” disse Remus. Hermione lo guardò per un lungo istante. Lo capiva, sapeva che come lei avrebbe voluto fiondarsi in quello stesso istante nell’Ufficio Misteri, ma dovevano andarci cauti, non era il tipo di problema che si poteva risolvere in cinque minuti.

“Capisco il tuo punto di vista” gli assicurò Hermione “Mi dispiace che ieri sera sono stata così impulsiva, ma ero turbata, per non dire sconvolta”

“Lo so, Hermione” disse Lupin, annuendo leggermente “Dobbiamo parlarne, capire cosa fare. Adesso stai lavorando, ma che ne dici se ci troviamo questa sera dopo il lavoro?”

“Va bene, anzi no. Ho promesso a Ginny che sarei andata a cena da lei e Harry. Sono settimane che me lo chiede e se rimandassi sarebbe capace di uccidermi. Ho un’idea! Perché non vieni anche tu? Harry sarebbe davvero contento di vederti e a Ginny di sicuro non dispiacerà, poi quando cucina è come sua madre, prepara tante di quelle cose che servirebbero a sfamare un esercito. Possiamo parlare dopo la cena, che ne dici?” propose Hermione. Remus sarebbe stato una distrazione molto piacevole e forse avrebbe, con un po’ di fortuna, evitato domande sulla situazione tra lei e Ron.

Remus valutò la proposta per qualche istante e poi accettò.

“D’accordo!” disse Hermione, entusiasta. “Passi da me alle sei?”

“Va bene” disse Remus, pacato. “Ora vado da Kingsley, a questa sera”

“A dopo” ripose Hermione, sorridendogli.

Lo seguì con lo sguardo uscire dall’ufficio, era felice di passare una sera con lui, non sapeva perché, ma lo era.

Sorrise leggermente, prese un foglio di pergamena nuova e scrisse a Ginny.

 

Quella sera Remus, raggiunse l’appartamento della ragazza e quando lei aprì la porta il Mannaro rimase di stucco. La ragazza indossava un abito nero svolazzante che le arrivava fino alle ginocchia, con una scollatura a V che lasciava intravvedere leggermente la scollatura e i capelli raccolti in un’acconciatura elegante. Remus sorrise, davanti a lui c’era una giovane donna. Un fiore bellissimo appena sbocciato. Remus si chiese come avesse potuto essere così miope, da non notare quanto bella era diventata la ragazza in quegli ultimi anni.

“Entra, prendo il mantello e arrivo” disse Hermione, si allontanò e lasciò la porta aperta. Remus entrò, curioso. L’appartamento era spazioso, un arredamento babbano, moderno. Un altro sorriso apparve sul viso di Remus, quando vide la grande libreria piena di libri.

Hermione tornò, tenendo tra le mani una borsa e un cappotto leggero, color nero. Benché fino a quel momento fosse stato un ottobre mite, era saggio coprirsi.
“Prego” disse Remus, prendendole dalle mani il cappotto. La aiutò ad indossarlo e lei gli sorrise “Sei un vero gentiluomo, Remus”

“Vogliamo andare?”
Hermione annuì, uscirono e si smaterializzarono. Riapparvero in una famigliare campagna inglese, poco d’istante si intravvedevano già le luci della villetta, nido d’amore di Harry e Ginny.

Camminarono silenziosamente fino alla porta, dove Hermione bussò. Qualche secondo dopo Harry aprì loro la porta.

“Hermione! Remus!” disse Harry, allegramente. Abbracciò Hermione e poi Remus.
“Sembra che non mi vedi da mesi, quando ci siamo visti solo ieri mattina” disse Hermione, sorridendo, mentre Harry si faceva da parte per lasciarli entrare.
“Bè Remus è un po’ che non si fa vedere. Ultimamente vedo solo Teddy” rispose Harry, ridendo. Si fece dare i capotti, mentre Ginny sbucava dalla cucina assieme a Ron. Hermione ebbe una fitta allo stomaco vedendo il suo ex ragazzo. Lui fece un leggero cenno ad entrambi e si sedette sul divano con un bicchiere di Idromele tra le mani.

Ginny salutò calorosamente entrambi e poi la trascinò in cucina.
“Perché non mi hai detto che era Remus il tuo ospite?” chiese Ginny, guardandola male.
“Perché così non avresti passato tutto il giorno chiedendoti chi avrei portato” rispose Hermione, ridendo.
Ginny sorrise, l’amica la conosceva davvero bene. “Sei perfida!”

“Lo so” rispose Hermione, guardando quale pietanza stava cuocendo nel forno.

“Tu invece non mi avevi detto che ci sarebbe stato anche tuo fratello” aggiunse in tono accusatorio.
Ginny arrossì leggermente “È stato Harry ad invitarlo” si giustificò.

“Non avrete architettato un qualche assurdo piano per farci tornare assieme spero” disse Hermione. Il suo tono era d’avvertimento, quasi minaccioso.
“Non siamo così idioti, sappiamo che quando prendi una decisione non torni indietro e come ho detto ad Harry, quello che succede tra voi sono affari vostri” rispose Ginny.

“Giusto”.

Passò qualche minuto  in cucina con Ginny, sperando di poterla aiutare a preparare la cena, ma la rossa sembrava avere tutto sotto controllo.

D’un tratto si sentì osservata, si voltò e trovò Ron sulla soglia della cucina, con due bicchieri di vino bianco in mano.
Il ragazzo sorrise leggermente “Ti ho portato da bere”

“Oh il vino rosso! Devo aprirlo” esclamò Ginny. Hermione la fulminò con lo sguardo, ma lei uscì dalla cucina impassibile, lasciandoli soli.

“Allora.. Remus eh?” disse Ron, porgendole il vino.

Hermione prese il vino dalle sue mani, con uno sguardo inquisitorio.
“Tu e.. ehm lui?”
Hermione non rispose, temeva di sapere dove Ron voleva andare a parare.
“Non mi avrai lasciato per lui?” aggiunse Ron, esibendo una faccia disgustata.

“Devi smetterla!” disse Hermione, con rabbia “Non ti ho lasciato per un altro! Te l’ho già detto mille volte! Sei assurdo! E ti stai coprendo di ridicolo, Ronald!” lo superò con passo deciso e una volta arrivata sulla soglia si voltò “E comunque, qualsiasi donna sarebbe davvero fortunata ad avere Remus nella sua vita!”

 

Ben decisa ad ignorare Ron, la sua gelosia e stupide insinuazioni, Hermione tentò di concentrarsi sulla serata. La cena fu molto piacevole, scherzarono e risero, accompagnati da una più che modesta quantità di vino. Ginny aveva preparato ben tre portate, in aggiunta alla torta di melassa, che Hermione evitò per paura che lo stomaco le esplodesse dal troppo cibo.

Verso le undici lei e Remus lasciarono la casa di Harry e tornarono a Londra, Hermione li fece materializzare qualche isolato da casa sua, così che potessero parlare tranquillamente.
“Trovo che una passeggiata dopo cena aiuti la digestione e schiarisca le idee” disse Remus, sorridendo. Hermione annuì.
“Allora, cosa hai pensato per Sirius!” disse Hermione, velocemente “Io trovo che dovremmo…”
“Hermione, con calma” disse pacato Remus, mettendole una mano sulla spalla.

“Scusa, lo so che vuoi gestire questa situazione nel modo giusto, ma…”
Lo sguardo di Remus la zitti, lei fissò i suoi occhi ambrati e si sentì arrossire. Decise di dargli il tempo di elaborare la situazione e aspettò che fosse lui a parlare.

Qualche minuto dopo, scorse il suo palazzo e si sentì preoccupata per il continuo silenzio di Remus. Lui la accompagnò fino alla porta del suo appartamento e fu lì che lei decise di parlare. “Remus dobbiamo decidere come gestire questa situazione”

“I-io non credo di farcela. Fa troppo male” disse Remus, distogliendo lo sguardo da lei.
Hermione cercò i suoi occhi “Non dovrai farlo da solo, ci sono io”
“La ferita che mi porto dentro per la morte di Sirius non guarirà mai, Hermione. Con il passare del tempo va meglio, ma io non il coraggio di farmi di nuovo del male per questa storia, che sinceramente è davvero assurda”

“Non lo è, Remus. Ho deciso che tornerò all’Ufficio Misteri! Proverò a sentire di nuovo Sirius” disse Hermione, deciso.
“Basta!” intimò Remus.

“No, ascolta! Io…”
“Smettila!” gridò Remus, afferrandola per le spalle. Hermione si spaventò, vedendo per la seconda volta in vita sua il Lupo negli occhi di Remus. Lui si ritrasse, odiandosi per averla spaventata “Scusami” si voltò, ma Hermione gli afferrò la mano e lo obbligò a voltarsi. “Remus stai prendendo la pozione?”
Il Mannaro distolse lo sguardo, di nuovo. Senza lasciargli la mano, Hermione aprì la porta e lo trascinò dentro casa, lo fece sedere al tavolo della cucina e iniziò a preparare della cioccolata calda.

Gliela porse e si sedette di fronte a lui.

“La cioccolata riesce sempre a farmi stare meglio”
“Lo so”

“Non volevo spaventarti, mi dispiace”
“Lo so”
Remus bevve un sorso di cioccolata e subito sentì gli effetti benefici della bevanda.

“Remus, la pozione?”
“L’ho presa” le assicurò Remus “Ma la sto lesinando, temo di averne abbastanza”

“Cosa posso fare?” chiese Hermione, preoccupata.
“Non c’è nulla che tu possa fare, temo. È troppo tardi. Dovresti rimanere lontana da me nei prossimi giorni, è troppo pericoloso” rispose Remus, alzandosi.

Hermione lo seguì nell’ingresso, agguantandolo per una spalla “Non voglio stare lontano da te”

Remus si voltò sorpreso.

Anche Hermione si stupì delle proprio parole. Quel giorno aveva scoperto che le piaceva molto passare il tempo con Remus e desiderava averlo accanto. Aiutarlo. “Volevo dire, non dovresti stare da solo, perlomeno fino alla Luna Piena. Rimani qui, almeno stanotte. Non tornare in quella casa vuota, ho tanto spazio qui. Puoi dormire nella stanza degli ospiti”

“È troppo pericoloso” rispose Remus.
“Io mi fido di te, Remus. Tu fidati di me”.
“D’accordo” decise infine il Lupo Mannaro. Senza suo figlio, la casa gli sembrava tremendamente vuota, forse con Hermione sarebbe riuscito a superare megliola Luna Piena. Solo una notte, si disse. Non poteva rischiare di farle male.

Hermione sobbalzò, sentendo dei colpi alla porta.

“Hermione, aprì. Lo so che sei in casa!”
“Ron!” esclamò Hermione, sorpresa.

“Aprì questa porta!” ordinò Ron, ma era evidente che c’era qualcosa di strano nella sua voce.
“Ronald, sei ubriaco! Tornatene a casa!” disse Hermione, guardando la porta.
Ci fu un altro colpo “Non me ne torno alla Tana, a costo di ‘ormire sul tuo pianerottolo” biascicò.
Hermione aprì la porta, spazientita. Ron, che si era appoggiato alla maniglia, per poco non cadde per terra. Dopo essersi ricomposto, lanciò uno sguardo torvo a lei e Remus.

“Oh, scusa! Non sapevo che te la stavi spassando con il tuo nuovo amico” borbottò Ron.
“Ron…” mormorò Hermione, scuotendo la testa. Nonostante tutto gli voleva ancora molto bene, e le dispiaceva vederlo ridursi così.

“Vieni Ron, ti porto a casa” disse Remus, prendendolo delicatamente per un braccio.

“Non ho bisogno del tuo aiuto” ripose Ron, allontanandolo. Si voltò ed uscì dalla porta barcollando.
Hermione sospirò e guardò Remus “Accompagnalo alla Tana, ti spiace?”
“Certo che no” rispose Remus.

“Dopo torni, però?!”

Remus annuì. Hermione sorrise e gli stampò un bacio sulla guancia. Il Malandrino rispose con un timido sorriso e uscì dalla porta, seguendo Ron.

Oh Dio! Gli chiedo di dormire qui e poi gli do un bacio! Questa storia di Sirius mi sta davvero facendo uscire di testa! Speriamo che non pensi male si disse Hermione, sospirò e chiuse la porta.

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Capitolo 3
*** Sogni, parole e sensazioni ***


3. Sogni, parole e sensazioni

 

Hermione fu svegliata da un rumore di porcellana infranta. Ebbe un fremito di paura, ma poi si ricordò che quella sera aveva deciso di ospitare Remus. Si guardò attorno, confusa, era nel suo letto, ma non ricordava come vi fosse arrivata.
Si alzò titubante. Era ancora vestita. Remus doveva averla trovata addormentata sul divano e portata in camera. Hermione sorrise al pensiero di tanta dolcezza.
Trovò Remus in cucina, nella quale vi era un intenso odore di cioccolato. Non appena, lei passò la soglia della cucina, il Mannaro si voltò “Mi dispiace! Davvero! Non volevo svegliarti”.
“Non fa niente”.
“Vuoi un po’ di cioccolata?” chiese Remus, Hermione annuì e si sedette al tavolo della cucina. Da quella posizione riusciva a vedere il divano in salotto, dove c’era un cuscino e una coperta.
“Remus, ti ho preparato la stanza degli ospiti! Perché dormi sul divano?” chiese la ragazza, guardandolo. L’orologio sopra di lui segnava le due del mattino.
“Non voglio essere di troppo disturbo” rispose Remus, offrendole una tazza di cioccolata. Hermione la prese lentamente, tentando di non scottarsi. “Sei assurdo, lo sai?”
“A volte” rispose Remus, stringendosi nelle spalle.
“E grazie per avermi portata a letto” continuò Hermione. Il Malandrino sorrise e lei si rese conto del suono delle proprie parole “Cioè” mormorò imbarazzata “Volevo dire…”
“Ho capito, Hermione” disse Remus, ridendo “Non c’è di che”.
Bevvero in silenzio per alcuni minuti.
“Come mai sveglio?”
“Non riuscivo a riprendere sonno” rispose Remus, alzandosi per prendere ancora un po’ di cioccolata.
“Per forza, dormi sul divano” lo rimproverò Hermione.
Remus sorrise leggermente “Non è questo. Ho fatto un sogno e continuavo a pensarci. Ne vuoi?” aggiunse, offrendole dell’altra cioccolata.
Hermione scosse la testa “No, grazie”. Remus si servì e tornò a sedersi da parte a lei.
“Che sogno?” chiese Hermione “Scusa non sono affari miei”.
“No, tranquilla. Non è nulla di top secret, ho sognato Dora” rispose Remus. Hermione intravide un velo di tristezza nei suoi occhi ambrati e si sentì stringere il cuore.
“Oh” mormorò “Tonks, capisco, era un sogno bello o brutto?”
“Non lo so, era un sogno strano” ammise Remus “Come se fosse venuta da me per ricordarmi di lei. Sai, certe volte penso che sia il momento di andare avanti, ma poi mi sento di far un torto a Tonks”.
“Sono sicura che lei vorrebbe che tu andassi avanti” disse Hermione. Afferrò la mano di Remus e la strinse. Remus la guardò e sorrise leggermente “Ne sei sicura?”
“Certo! Lei ti ha amato, Remus. E sono sicura che non vorrebbe mai, che tu rimanessi da solo, che tu vivessi nel passato” rispose Hermione.
“Hai ragione” disse Remus, annuendo “Tranne che io non sarò mai solo”
“Teddy” disse Hermione, sorridendo.
“È il più bel regalo che Dora mi potesse fare. Però. a volte penso che sia ingiusto, lei avrebbe potuto prendersi cura in modo migliore, garantirgli un futuro più sereno, sarebbe stato meglio che fossi morto io al suo posto”
Hermione trattenne il fiato. “Remus” sussurrò, con le lacrime agli occhi.
“Scusa” disse subito Remus “Scusa, Hermione, non volevo turbarti. Ti prego perdonami” Le accarezzò la guancia. Hermione rabbrividì a quel tocco, perché tutt’un tratto Remus le faceva quell’effetto?
“Ti sembra strano parlare di lei con me?” chiese Hermione.
“No” rispose Remus “Insomma, non credo. A te sembra strano?”
“No. Bè Tonks è stata un importante parte del tuo passato. È ancora un importante parte di te, ha aiutato a plasmare quello che sei, quindi parlare di lei è un po’ come parlare di te. Ora capisco ancora meglio perché tu voglia andare con i piedi di piombo sulla storia di Sirius. Prometto che non ti spingerò in questo casino, se non vorrai” disse Hermione. “Hermione, non è che non voglio”
“Lo so, Remus. Ho capito, davvero. Hai sofferto tanto nel passato, hai perso i tuoi migliori amici e tua moglie, la madre di tuo figlio, il che ti ha provocato una grande voragine nel petto, che pian piano sta guarendo e sperare in un ritorno di Sirius sarebbe troppo pericoloso, perché se poi non dovessimo farcela, quella voragine tornerebbe a ingrandirsi, sarebbe un'altra perdita. Io capisco, Remus e per niente al mondo voglio che tu debba soffrire ancora”.
Remus si stupì. Ancora una volta le parole della ragazza e la sua profondità lo lasciarono sorpreso. Conosceva troppo poco di Hermione Granger e in quei giorni si era pentito di questa sua mancanza. Era quindi deciso e curioso più che mai di conoscere la brillante giovane donna che aveva di fronte.
“Credo che Ron abbia ragione” disse Remus, con sorrisetto.
“Mio Dio! Che ha detto?”
Remus rise “Ha detto che sei la creatura più incredibile che abbia mai incontrato, di una bellezza solare e con una mente incredibilmente brillante”
Hermione arrossì e si coprì il viso. “Mi dispiace che tu abbia dovuto portarlo a casa in quelle condizioni”
“Non fa niente” ripose Remus “Nessuna possibilità che torniate assieme?”
Hermione guardò di nuovo il Mannaro e scosse la testa. D’un tratto Remus si sentì più allegro.
“Ti sembra strano parlare di lui con me?” chiese Remus.
“Non lo so, dovrebbe?”
“Non lo so”
“A te sembra strano?” chiese Hermione.
“No” rispose Remus. In effetti parlare con lei di Ron non era un problema, ma aveva trovato estremamente fastidioso quando Ron gli aveva detto quanto fosse bella l’intimità con lei. Avrebbe voluto lasciarlo da solo in mezzo alla strada.
“Allora non lo è nemmeno per me” disse Hermione. Remus sorrise, si alzò e con un gesto della bacchetta pulì le due tazze.
“È meglio che torni a letto, domani devi lavorare e non voglio che per colpa mia, tu non riesca a svegliarti” disse Remus.
“Ok! Ma vado a letto ad una sola condizione” rispose Hermione, con aria di sfida.
“Sentiamo”.
Hermione lo prese per l’orlo della manica, trascinandolo fino alla camera degli ospiti. “Adesso dormi qui”.
“Tutto quello che comanda, Milady” rispose Remus, con un piccolo inchino.
Hermione rise “Buona notte, Moony”
“Buona notte, Milady” rispose Remus, sorridendo. Si sporse leggermente e la baciò sulla fronte. Il suo sguardo cadde verso il basso e intravide pelle bianca e seni prosperosi. Strinse le mani attorno allo stipite della porta, mentre il Lupo dentro di sé ululava.
“Remus, tutto bene?”.
“Certo, Notte!”.
Appena Hermione si voltò, chiuse la porta e vi si appoggiò contro. Aveva il respiro affannato e sentiva il Lupo eccitato dentro di sé, tentare di prendere il controllo della sua mente.
“No” gemette, lasciandosi cadere.
Pochi secondi dopo riuscì a riprendere il controllo. Aveva già sperimentato quella sensazione di desiderio nei giorni prima della Luna Piena, ma mai sotto l’effetto della Pozione AntiLupo. Trasse un respiro profondo, con la paura che i suoi timori fossero veritieri, la pozione che aveva a disposizione quel mese, avrebbe potuto essere insufficiente per contrastare gli effetti della Luna Piena.
Doveva prenderla più regolarmente e allontanarsi da Hermione, non poteva rischiare di farle male.

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Capitolo 4
*** Lotta interiore ***


4. Lotta interiore

Il giorno dopo, Hermione si svegliò decisamente allegra, ma il suo buon umore venne smorzato, quando lesse il biglietto che Remus le aveva lasciato sul tavolo della cucina, se n’era andato prima che lei si svegliasse.
Con l’allegria ormai scomparsa si preparò e andò al lavoro, decisa a passare da Remus la sera stessa, per sincerarsi delle sue condizioni.
Infatti, alle otto in punto era davanti a casa sua, bussò più volte alla porta, ma nessuno rispose. Era preoccupata, Remus le era sembrato strano, prima di andare a dormire e mancavano solo tre giorni alla Luna Piena. Sbuffò e si smaterializzò al Ministero, quella sera aveva un'altra missione da compiere. Durante la giornata, invece di concentrarsi sul lavoro, aveva deciso di intrufolarsi di nuovo nell’Ufficio Mistero, voleva trovarsi una seconda volta nella Stanza della Morte e forse fissando il Velo, avrebbe avuto un altro contatto con Sirius, magari avrebbe capito cosa fare o se tutto questo era stato frutto della sua mente malata.
L’Atrium del Ministero era deserto, nemmeno il guardiamago era alla sua postazione. Negli anni passati a Hogwarts, aveva dovuto abbandonare leggermente il suo rispetto per le regole, quando la situazione lo richiedeva e in quella circostanza era assolutamente necessario.
Ma quella era la legge si disse, mentre l’ascensore magico si spostava al piano inferiore. Ricordava che Sturgis era finito in carcere, tentando di entrare nell’Ufficio Misteri, anche se di certo quelle erano circostanze diverse ed era sicura che Kigsley, non l’avrebbe mai sbattuta ad Azkaban, ma per sicurezza decise di Disilludersi.
Le porte dell’ascensore si aprirono e benché il suo incantesimo fosse eccellente, desiderò avere il Mantello dell’Invisibilità di Harry.
Ricordandosi i gesti di Owen, riuscì a entrare nell’Ufficio Misteri, il problema successivo era trovare la camera del Velo. Convinta che Owen avesse preso la prima porta a sinistra, lo imitò, ma si ritrovò nella Sala delle Profezie, ebbe un brivido lungo la schiena. Nella camera del Velo forse Sirius era morto, anche se nutriva molti dubbi su questo, ma in quella Sala lei era svenuta e senza il suo Incantesimo Tacitante avrebbe anche potuto perdere la vita. Sospirò e tornò indietro. Fortunatamente, la seconda volta fu quella buona. Eliminò l’incantesimo di Disillusione e scese gli scalini, lentamente.
“Sirius” sussurrò, ma nessuno ripose. Tesissima, tentò una seconda volta “Sirius, sono Hermione. Ti ho sentito l’altra sera, dimmi come posso fare ad aiutarti”.
E per seconda volta nessuno rispose. Sconfortata, era sul punto di andarsene quando “Hermione”.
La ragazza sobbalzò, la voce proveniva dalle sue spalle, ma non era quella di Sirius, bensì di “Owen!” esclamò Hermione, voltandosi.
“Hermione si può sapere che ci fai qui?” chiese Owen, raggiungendola “Vuoi finire nei guai?”
“Volevo provare a vedere una cosa” rispose Hermione, incrociando le braccia “E poi non mi sembrava che l’altra sera fossi tanto preoccupato che finissi nei guai”.
“Hai ragione, ma l’altra sera eri con me. Cosa credi che ti sarebbe successo, se non fossi stato io a trovarti, ma un altro dei miei colleghi?” disse Owen.

“Non lo so”.
“Credimi, non sarebbero stati così gentili e indulgenti come me, andiamo ti accompagno fuori”.
Hermione annuì sconfortata, forse Sirius era morto davvero, forse era stato solo uno scherzo della sua mente malata.
Owen, la mise una mano sulla schiena, scortandola fuori di lì.
Hermione

Era quasi arrivata alla porta, quando aveva sentito distintamente la voce di Sirius, chiamarla. La voce era forte, vigorosa. La ragazza si voltò di scatto.
“Che fai?”
“Zitto” intimò Hermione e si mise a correre giù per i gradini. “Hermione, dannazione!” esclamò Owen.
La ragazza si fermò a pochi metri dal Velo della Morte. Hermione, non lasciarmi.
“Sono qui, Sirius. Non ti lascio” sussurrò la ragazza, con le lacrime agli occhi.
Hermione
“Come posso tirarti fuori da lì?”
Hermione aiutami
La voce di Sirius si stava affievolendo. “Dimmi come!?”
Hermione…
“Sirius!”
Ma non ebbe più risposta.
“Si può sapere cosa diamine stai blaterando?” sbottò Owen, raggiungendola.

Calde lacrime iniziarono a rigarle il viso, era tutto vero, Sirius si era messo in contatto con lei, dopo tutto c’era una speranza.

Finalmente, Owen riuscì a trascinarla fuori dall’Ufficio Mistero, era sconvolta e sollevata. Voleva raccontare tutto a Remus immediatamente, ma lo avrebbe trovato? Uscita dal Ministero, si smaterializzò nei pressi della casa di Remus, ma la trovo di nuovo vuota, forse era andato da un'altra parte per passare la Luna Piena.
Eccitata per le conferme di Sirius e preoccupata per la scomparsa di Remus, quella notte non riuscì a dormire.

La mattina assomigliava a uno zombi ma fortunatamente era sabato e quindi poteva rimanere a casa tutto il giorno, ma il pensiero di Remus era sempre presente nella sua mente, se davvero era andato da un’altra parte per la Luna Piena, non aveva senso passare di nuovo a casa sua.
Infine, ebbe un idea, decise di mandare il suo Patronus da Remus. L’avrebbe trovato più velocemente di un gufo e magari sentendo la nota di urgenza nella sua voce, l’avrebbe raggiunta prima, aveva bisogno di parlargli e subito.
La giornata passò lentamente, ma non ebbe nessuna risposta da Remus. Irritata, decise di provare ancora una volta a casa sua, mancavano solo due giorni alla Luna Piena e aveva bisogno di parlare con lui, benché gli avesse chiesto di aspettare dopo la Luna Piena per altre indagini, era sicura che quella notizia lo avrebbe risollevato e aiutato a superare quel plenilunio reso difficile dalla scarsa quantità di pozione AntiLupo. Doveva parlare con Remus, sentiva il bisogno di condividere quell’informazione, ma non poteva dirlo ad Harry, non ancora.
Quella sera era più fredda delle altre, l’autunno mite che si erano goduti fino a quel memento, sembrava essere giunto al termine.
Hermione si strinse nel mantello, mentre raggiungeva la casa del Mannaro. Le luci erano spente e questo non faceva presagire nulla di buono.
Bussò alla porta, ma anche quella sera la fortuna sembrava non sorriderle, Remus non era in casa. Forse aveva avuto paura di non poter passare la notte come un normalissimo lupo e quindi era andato da un'altra parte, ma dove?
D’un tratto capì, era così ovvio. Si guardò veloce attorno, controllando che la via fosse deserta e poi si smaterializzò.
L’aria di Hogsmeade era molto più fredda di quella di Londra, si fermò un attimo ad ammirare il castello di Hogwarts, quella era stata la sua casa per sette anni, li erano morte tante, troppo persone. Sentì un groppo alla gola, l’ultimo anno di scuola senza Harry e Ron era stato strano, ma ora avrebbe voluto tornare a camminare per quei corridoio, dormire nella Torre di Grifondoro, essere la prima della classe.
Si fece coraggio e cominciò salire il crinale, non poteva entrare da fuori nella Stamberga Strillante, dunque doveva passare per il passaggio sotto il Platano Picchiatore, ma poi ricordò. Voldemort si era smaterializzato dalla Stamberga, la casa non era nei confini della scuola, poteva dunque entrarci senza difficoltà.
Si materializzò, sollevando un po’ di polvere. Si guardò attorno, la Stamberga era immutata, esattamente come se la ricordava. Scorse il letto dove Ron si era seduto con una gamba rotta, si ricordò la paura che aveva avuto la prima volta che aveva visto il volto incavato di Sirius. Sospirò, c’erano delle candele accese, Remus doveva essere lì.
“Hermione”
La ragazza sussultò, si voltò e vide il Mannaro uscire dall’ombra.

“Hermione che ci fai qui?” chiese Remus, c’era una punta di disperazione nella sua voce, aveva fatto il possibile per allontanarsi da lei in quei giorni, ma evidentemente non era bastato.
“Non hai ricevuto il mio Patronus?” chiese Hermione, l’irritazione per non aver avuto sue notizie stava lentamente lasciando posto alla felicità di vederlo. Possibile che la compagnia del Mannaro la rendeva così allegra? Era perché non lo aveva visto per molto tempo, prima di arrivare a casa sua sconvolta, solo qualche sera prima? si chiese.
“Sì, l’ho ricevuto” .
“E allora perché non sei venuto da me?” chiese Hermione “Potevi almeno rispondermi”.
“Sono stato impegnato” rispose malamente Remus, le passò accanto e si sedette sul letto polveroso. Hermione lo fissò, perché era così nervoso? Sentiva già l’incombere della Luna Piena?
“Ho notizie importanti” disse Hermione, con un sorriso, sedendosi accanto a lui,sicura che le sue novità l’avrebbero tirato su di morale.

“Sì, l’avevo intuito” rispose Remus, scostandosi leggermente da lei “Ma pensavo che potessero aspettare dopo la Luna Piena”
“Bè, questa notizia non può”
“Ti sei fidanzata con Ron?” commentò Remus. Il tono della sua voce turbò Hermione, c’era qualcosa di strano, qualcosa che non aveva mai sentito. La ragazza si alzò accaldata e si tolse il mantello. Remus, la guardò in tralice, mentre il Lupo dentro di lui ringhiava compiaciuto, dal maglioncino aderente della ragazza che avvolgeva il suo corpo, definendone le forme.

“Non dire assurdità” replicò Hermione “È qualcosa di molto meglio, sono sicura che ti tirerà su il morale all’istante. Si tratta di Sirius!”

“Non iniziare!” sbottò Remus, era troppo arrabbiato per rimanere seduto “Ti avevo chiesto di non parlarne più fino a dopo la Luna Piena?”.
“Ma Remus, non capisci, sono entrata nell’Ufficio Misteri ieri sera e…”

“Perché hai voluto fare di testa tua?” ruggì Remus “Maledizione!”
Hermione lo guardò ferita. Come era possibile che Remus la trattasse così? D’al canto suo Remus camminava per la stanza, tentando di calmarsi. Non voleva dirle quelle cose, era stata la bestia dentro di sé a farlo, non riusciva a domarla.

Riuscì a calmarsi, quando vide gli occhi luccicanti di Hermione. “Mi dispiace, non volevo” disse Remus, avvicinandosi a lei con le braccia tese.
Hermione lo spinse via, offesa. “Sono venuta qui solo perché pensavo di farti star meglio, pensavo che sapere che sono tornata all’Ufficio Misteri e Sirius mi ha parlato di nuovo, ti avrebbe fatto sentire meglio, ti avrebbe fatto sperare e sopportate la Luna Piena con una dose minore di pozione, ma a quanto pare sono stata una stupida! A te non importa niente di Sirius o di me”.
“Come accidenti puoi dire questo?” rispose Remus, un miscuglio di emozioni si intrecciavano dentro di lui. Era sollevato per le notizie su Sirius, ma arrabbiato per le accuse della ragazza. “Vuoi farmi impazzire, Hermione?”

Hermione si avvicinò a lui, aveva le lacrime agli occhi “Scusa non volevo, so che per te Sirius era importante”.

“Anche tu lo sei” rispose Remus, mise la mano sulla spalla della giovane strega e lei si appoggiò al suo petto. Remus la circondò con un braccio e ispirò il dolce profumo dei suoi capelli. La ragazza chiuse gli occhi, si sentiva al sicuro tra le braccia di Remus, protetta. Poi, senza preavviso, Remus l’allontano bruscamente.
“È meglio che tu vada” disse Remus, prese il mantello della ragazza e glielo mise tra le mani, sentiva il desiderio del Lupo dentro di sé, voleva Hermione. Desiderava possederla, piegarla al suo volere, mordere quella delicata pelle bianca e non sapeva quanto sarebbe riuscito a tenerlo a bada.
“Non mandarmi via, ti prego” disse Hermione, tristemente “Lasciami stare qui con te, lasciati aiutare”

“È pericoloso”
“Non fino a domani” rispose Hermione, scuotendo la testa “Il plenilunio è solo domani, stanotte mica ti trasformerai”.

“È complicato” rispose Remus, dandole le spalle. “Hermione ti prego, va via”

“Non mi vuoi qui?” chiese Hermione, con voce spezzata. Remus ebbe un sussulto, cosa doveva fare per mandarla via? Non voleva trattarla male per farla andare via, ma iniziava a non vedere altre soluzioni. Era dura, lui avrebbe voluto che restasse, ma non poteva correre il rischio di farle del male, non doveva essere così egoista, lei doveva andare, per la sua sicurezza.

Ora che si trovava di nuovo accanto a lui, Hermione non voleva tornare a casa, non poteva lasciarlo a solo in attesa del plenilunio, non voleva. Voleva rimanere almeno fino al giorno dopo, aiutarlo a distrarsi per non pensare allo strazio della trasformazione.

Ma forse non era solo questo, dentro di sé si sentiva confusa, in un qualche modo si sentiva ancora legata a Ron, ma negli ultimi giorni si era sentita felice. Era felice quando stava con Remus e il suo cuore accelerava quando lui la guardava, possibile che iniziasse a provare qualcosa per lui? Era talmente assurdo e soprattutto rischioso, perché sapeva che se si fosse innamorata di lui, Remus non l’avrebbe mai ricambiata. Scosse la testa, era un idea folle, non provava nessun sentimento per Remus, voleva solo aiutarlo, voleva essere una buona amica. Fissò la sua schiena per un attimo, poi gli strinse le braccia attorno. Remus si irrigidì, sentendo il tocco della ragazza, vide le mani di lei intrecciarsi sul suo stomaco. “Lasciami stare qui, lascia che ti aiuti” insistette Hermione.
Remus la sentì a malapena, dentro di sé era in corso una lotta tra lui e il Lupo, che bramoso voleva prendere il controllo e soprattutto prendere Hermione.
Provò a liberarsi, ma le mani di Hermione erano come sigillate. Si voltò e mise le mani sulle spalle della ragazza “Ti prego, mi stai facendo impazzire” disse Remus, tentando di allontanarla. Hermione finalmente lasciò la presa. “Che c’è ero troppo vicina?” chiese Hermione, sorridendo. Remus era davvero strano quella sera, “Ti metto in soggezione? Perché fai così? Anche tu mi hai abbracciato prima”.
“Non è questo, ti prego, Hermione, vai” rispose Remus, aveva il respiro affannoso.
Hermione si avvicinò di nuovo “Non finché mi avrai spiegato perché non vuoi farti aiutare da me” disse, voleva sapere, voleva capire. Era testarda, lo sapeva, ma voleva capire.
Remus sentiva di stare per esplodere, Hermione continuava ad avvicinarsi, non capiva cosa stava provando Remus? Quale strazio era starle accanto? Come poteva non capire che il Lupo non del tutto domato, diventava più forte a causa della sua presenza e che Remus riusciva a malapena a contenerlo e a contenersi.
 “Perché lui ti vuole!” disse finalmente Remus.
“Chi?”
Gli occhi di Hermione, incontrarono i suoi. La ragazza si morse leggermente il labbro inferiore tentando di capire. Quel gesto involontario fu la fine di Remus, il Lupo vinse.
Afferrò la ragazza per le spalle, attirandola a sé con forza. Spinse le labbra contro le sue, sentì Hermione irrigidirsi e la baciò con ancora più foga, sentì la ragazza arrendersi a lui, la desiderava tremendamente, voleva strapparle i vestiti e farla sua, possederla immediatamente. No si disse, Remus, riprendendo per un attimo lucidità, allontanò violentemente Hermione e si smaterializzò.

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Capitolo 5
*** Sensi di colpa ***


5. Sensi di colpa

Hermione rimase seduta sul pavimento polveroso della Stamberga Strillante. Si massaggiò il sedere, mentre dentro di lei una miriade mi emozioni si scontravano. Era confusa, sorpresa, eccitata dalla foga di quel bacio e terribilmente arrabbiata con se stessa. Era stata così ingenua e testarda da non capire cosa stava passando Remus, come poteva essere stata così stupida da non capire gli effetti della Luna Piena sul Lupo che dimorava dentro di Remus. Si nascose il volto tra le mani.

Perché lui ti vuole

Finalmente capiva il senso di quella parole e non poteva credere di essere stata così miope da non vedere le conseguenze delle sue azioni. Remus non voleva averla attorno perché sentiva il Lupo crescere dentro di sé, diventare sempre più forte. E infine il Lupo, istigato dal comportamento della ragazza, aveva preso possesso di Remus, che si era avventato su di lei:
Non era stato Remus a baciarla, di questo ne era certa, lui non l’avrebbe baciata in quel modo e se conosceva almeno un po’ il Mannaro, non si sarebbe nemmeno perdonato tanto facilmente per quell’incidente. Hermione sospirò, era tutta colpa sua, era consapevole di aver fatto del male a Remus e questo la faceva soffrire. In quel frangente, era diventata consapevole di un’altra cosa, la quale era forse la più preoccupante, lei voleva essere baciata da Remus.
Hermione scosse la testa e si alzò, in quei giorni erano successe fin troppe cose assurde. Il possibile ritorno di Sirius e la consapevolezza di provare qualcosa per Remus gli pesavano sul cuore come un macigno. Non capiva come poteva provare sentimenti per un uomo tanto più vecchio di lei, certo un uomo fantastico sotto qualsiasi aspetto, dolce, gentile, disponibile, talentuoso, che di certo non avrebbe mai ricambiato I suoi sentimenti. La ragazza, sbuffò raccolse il mantello e si smaterializzò.
I tre giorni che seguirono, Hermione li passò sospesa tra un velo di tristezza e nervosismo, dopo la Luna Piena non aveva avuto notizie di Remus e non era sicura che le avrebbe mai avute, ma doveva far capire a Remus che non lo riteneva minimante responsabile e che quindi non doveva sentirsi in colpa, ma temeva che era un’impresa ben più difficile di far ritornare Sirius. Il giorno dopo la Luna Piena, con il permesso della preside Minerva McGranitt, aveva preso in prestito qualche libro dal Reparto Proibito, della biblioteca di Hogwarts, sperando di trovare qualche informazione sul Velo. Seduta al tavolo della cucina li stava sfogliando, senza che la fortuna la aiutasse: In due libri non aveva trovato nessuna informazione valida, naturalmente sapeva già dove trovare parte delle informazioni necessarie, ma per quello aveva bisogno di Remus, solo lui poteva sfruttare il forte legame di amicizia che aveva con il Ministro per farsi dare quelle informazioni.
Stava per mettersi a tavola, ansiosa di assaggiare il cibo cinese comprato nel nuovo ristorante dietro l’angolo, quando il campanello suonò. Hermione sbuffò e andò all’ingresso, il suo cuore ebbe un fremito quando attraverso lo spioncino vide “Remus!” esclamò aprendo la porta. Fece un passo in avanti per abbracciarlo, ma si fermò con le braccia a mezz’aria, Remus la guardò rabbuiato.
“Posso entrare?”
Hermione annuì vigorosamente e si fece da parte per farlo passare “Sono stata molto in pensiero per te” disse e la seconda volta andò più decisa e abbracciò Remus. Sentì il corpo del Mannaro irrigidirsi al suo contatto “Come stai? È stata dura? Ti sei ripreso bene?” continuò Hermione, sciogliendosi dall’abbraccio.
Lupin era molto pallido e sembrava che stesse guarendo da una brutta influenza, la guardò e si limitò ad annuire.
“Vieni in cucina” disse Hermione, trascinandolo per un braccio “Stavo per mangiare, ho comprato del cibo cinese, ma credo di averne preso troppo, sei arrivato giusto in tempo”.
“No, io…” mugugnò Remus.
“Oh non fare storie” disse Hermione, spingendolo sulla sedia. Gli mise davanti un piatto, le bacchette e aprì sul tavolo diverse scatolette di cibo. Remus iniziò a mangiare in silenzio, mentre Hermione si sedeva accanto a lui.
Mangiarono in silenzio per qualche minuto, finché Hermione non resistette più e parlò “Allora vogliamo star qui in questo silenzio imbarazzante o parlare di quello che è successo l’altra sera?”
“Nessuna delle due?” propose Remus, ma Hermione lo incenerì con lo sguardo “Scusa, non divertente. Non so esprimere quanto mi dispiace per l’altra sera, so che sei arrabbiata con me e non devi far finta di essere gentile solo perché hai compassione di me, prometto che ti starò alla larga, non ero nemmeno sicuro di voler venire qui sta sera, ma ti dovevo delle scuse” Remus fece per alzarsi, ma Hermione gli mise una mano sul bracciò.
“Siediti” ordinò la ragazza, Remus eseguì e la fissò preoccupato “Prima di tutto io non sono arrabbiata con te, Remus. E te lo ripeterò una seconda volta, per essere sicura che tu abbia capito. Io, Hermione Granger, non sono arrabbiata te, Remus John Lupin. Chiaro? E non sono gentile con te per compassione, sono sicura che tu sei molto forte e non hai di certo bisogno della mia compassione. Poi, sinceramente non voglio che tu stia alla larga da me e non devi chiedermi scusa. Io devo scusarmi con te, sono stata terribilmente stupida e testarda”.
“No, Hermione, è stata colpa mia, non devi chiedere scusa” disse Remus.
“Certo che devo” replicò Hermione, scaldandosi “Sapevi di stare per perdere il controllo per colpa della mia presenza e mi hai chiesto più volte di andarmene, lo hai fatto per il mio bene, ma io sono stata solo una stupida bambina testarda e mi sono impuntata di voler sapere il perché, di voler restare, senza capire quello che ti stavo facendo passare. Mi sono spinta troppo in là, non mi sono mai sentita tanto stupida come in quel momento, perché non mi sono accorto che la presenza di un essere umano poteva farti star male?”
“Non solo la presenza di un essere umano, Hermione” disse Remus “Ma più che altro di una bellissima giovane donna” aggiunse, facendo arrossire Hermione.”Mi dispiace tanto, Hermione. Ce l’ho con me stesso, avrei potuto farti del male” continuò, mentre I suoi occhi si velavano di tristezza.
“Ma non l’hai fatto, ti sei fermato. Sono sicura che non mi avresti mai fatto del male, Remus” rispose Hermione.
Remus batté la mano sul tavolo “Ma non capisci!? Io volevo farti del male in quel momento! Il mostro dentro di me ti desiderava così tanto da voler averti, in tutti i sensi, anche con la violenza, se fosse stato necessario” disse e nascose il suo viso tra le mani “Non dovresti lasciare che io ti stia vicino”
“Remus, ti prego, non dire assurdità. So che tu non mi avresti mai fatto del male e infatti sei tornato in te stesso e te ne sei andato, non hai lasciato che lui mi facesse del male. E inoltre, questa è stata una circostanza del tutto straordinaria perché non avevi abbastanza pozione Antilupo e sono sicurissima che non correrai mai più il rischio di rimanere senza, quindi il problema è risolto, non devi allontanarti da me, non voglio. Ho bisogno della tua amicizia” disse Hermione, prese le mani di Remus, togliendole dal suo volto e guardandolo dritto negli occhi disse “Ho bisogno di te, Remus. Tu sei sempre stato un uomo razionale, non essere irrazionale proprio adesso, ti prego”.
Remus annuì lentamente, Hermione sorrise subito. “Dai adesso mangia o si raffredderà”.
Cenarono parlando amabilmente, Hermione era molto felice e anche Remus, sembrava più disteso. Presero il caffè il salotto, dove Hermione si fece coraggio e introdusse l’argomento Sirius “Sto cercando informazioni sul Velo, ho preso in prestito dei libri ma fino ad ora non ho trovato materiale utile e quindi avrei bisogno di te”.
“Sono a tua disposizione”.
Hermione gli sorrise raggiante “Dovresti parlare con Kingley e…”
“Ci avevo già pensato” l’anticipò Remus “Lui è il Ministro e quindi…”
“Avrà molte informazioni sul Velo e di certo saranno…”
“Le più attendibili, così visto che…”
“Siete amici e che anche lui…”
"Voleva bene a Sirius, potrebbe…”
“Dartele senza troppi problemi. Sicuramente anche lui…”
“Vorrà il ritorno di Sirius e si…”
“Fida di te” ,
Entrambi sorrisero. “Si intendevo proprio, questo” disse Remus.
“Anche io".

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Capitolo 6
*** Cruciverba ed Ex da Cruciare ***


6. Cruciverba ed Ex da Cruciare


Nei giorni che seguirono Remus ed Hermione, lavorarono duramente tentando di raccogliere più informazioni possibili sul Velo della Morte. 
Promettendo assoluta discrezione, non divulgazione e uso ponderato del materiale Remus era riuscito a reperire le informazioni del Ministero tramite Kingsley. Il materiale top secret era tenuto al sicuro da Hermione, nella sua cassetta di sicurezza magica, incastonata nel armadio guardaroba della sua camera da letto. Quando aveva affittato l’appartamento, quella cassetta di sicurezza le era sembrata un'esagerazione ed era sicura che non l’avrebbe mai usata, ma ora era felice di averla. 
Il rapporto dell’Ufficio Mistero riguardante il Velo della Morte era un tomo di oltre mille pagine. Ogni sera, Remus ed Hermione passavano ore sopra le pagine, studiando attentamente gli scritti, sperando di trovare qualche informazione importante. 
Hermione era appena uscita dalla doccia, quando sentì il campanello della porta trillare. Si avvolse velocemente in un asciugamano bianco candido ed uscì di corsa dal bagno. Il suo orologio da polso, segnava le 17.30, dirigendosi verso la porta, si chiese se Remus fosse terribilmente in anticipo e avesse ricevuto qualche visitatore inaspettato. Sorrise, guardando nello spioncino.
“Non sono sicura di voler aprire”.
“Perché?” chiese preoccupato Remus, al di là della porta. 
Hermione rise e aprì la porta “Ho appena finito di fare la doccia”.
Remus sussultò, impreparato a quella scena. Senza accorgersene si mise a notare quanto fosse bella la sua pelle, le sue gambe, quanto Hermione fosse magnifica in quello striminzito asciugamano. Avrebbe voluto toglierglielo. Sussultò di nuovo e scosse la testa di fronte a quei spaventosi pensieri. “Forse è meglio che me ne vada”.
“Non essere ridicolo, ma vorrei sapere come mai sei così in anticipo?!” chiese la ragazza, facendosi da parte per farlo entrare.
Remus sorrise e alzò il braccio, dove teneva un sacchetto della spesa “Ho pensato che meritassi qualcosa di buono” disse, entrando nell’appartamento “Sono quasi due settimane che lavoriamo tutte le sere su quei fogli, mangiando quello che capita. Quindi ho pensato che dovessi essere premiata per il tuo impegno e per lo più credo che Sirius non sarebbe contento di me se al suo ritorno di trovasse deperita, perciò ho pensato di prepararti la mia specialità”. 
“Ovvero?” domandò Hermione, mentre entravano in cucina. Remus sorrise e posò sul tavolo la borsa della spesa. “Lasagne!”
Hermione fece un balzo in aria “Le adoro!” con uno slancio abbracciò Remus. Lui ricambiò l’abbraccio, ma le sue mani si posarono sulla schiena nuda della ragazza, istintivamente chiuse gli occhi. “Hermione credo che ti sia caduto l’asciugamano”.
“Oh!” esclamò Hermione, mettendo una mano sugli occhi di Remus. Lui rise “Hai paura che veda qualcosa? Hai molta poca considerazione di me, da buon gentiluomo li avevo già chiusi”.
“Che imbarazzo” mormorò Hermione, arrosendo furiosamente “Tieni chiusi gli occhi”.
Remus rise di nuovo “Sì Milady” sentì Hermione abbassarsi per raccogliere l’asciugamano e combatté contro l’istinto di aprire gli occhi. 
"Fa come fossi a casa tua” borbottò Hermione e scappò in direzione del bagno. 
Remus scosse la testa, non capiva perché d’un tratto si sentiva così attratto dalla ragazza, il Lupo si era assopito dentro di lui, ma questo non lo fermava dal desiderarla. Era felice in sua compagnia e si sentiva troppo codardo per allontanarla, decise di reprimere i propri istinti umani e animali tentando di comportansi da perfetto gentiluomo. 
Hermione aveva acceso il camino e in casa faceva molto caldo, Remus si tolse la giacca, arrotolò le maniche della camicia, cercò un grembiule e iniziò a preparare le lasagne. Mezz’ora dopo, Hermione tornò con i capelli asciutti e lucenti, un vestitino di cotone bianco fin sopra le ginocchia e un coprispalle argentato. 
“Come posso aiutarti?” chiese Hermione, ma prima che potesse rispondere aggiunse “Oh, forse è meglio che vada a cambiarmi però, il sugo non sta bene con il vestito bianco, ma l’ho messo perché avevo caldo, credo di aver fatto male ad accendere il camino, ora sto soffocando dal caldo”.
Remus rise “L’unica cosa che puoi fare è sederti e lasciar fare tutto a me. Questa sera sarai servita e riverita”. 
Hermione sorrise e si sedette, togliendosi il coprispalle argentato. Remus la fissò senza fiato, era bellissima. 
“Allora forse posso prendere quei fogli e finire di…” le parole le morirono in gola, quando vide Remus scuotere la testa. “Stasera, riposo. Ti ho osservata, sai. Non puoi continuare con questo ritmo, hai bisogno anche tu di staccare un attimo. Lavori come una matta tutto il giorno al Ministero, quando torni a casa fai lo stesso. So che quello che stiamo facendo è importante, ma non riusciremo a compiere questa impresa dall’oggi al domani, quindi è giusto che per una sera tu ti prenda una pausa”.
“Va bene” rispose Hermione “Ci proverò”. Afferrò il giornale e che c’era sul tavolo e iniziò a fare il cruciverba. 
“Adoro i cruciverba” sussurrò Remus, accendendo il forno.
“Anche io, lo facciamo assieme?” offrì Hermione. Remus sorrise ed annuì.
“Iniziamo allora! Uno orizzontale: figlio di Zeus, sette lettere”.
“Sette?” mormorò Remus, iniziando a comporre le lasagne nella teglia.
“Sì, quindi possiamo escludere Apollo, Perseo, Elena”.
“Minosse” disse Remus. 
“Giusto!” esclamò Hermione “Sei bravo”.
“Avevi dubbi?”
“Nemmeno per un minuto” rispose Hermione, entrambi sorrisero e lei tornò a guardare il cruciverba sentendosi accaldata, scrisse la risposta e passò alla domando successiva. 
“Due orizzontale: lo stato Nord-Orientale della patria dei Kiwi? Oh andiamo, Queensland! Domande più difficili per favore!” disse Hermione, Remus sorrise. “Oh scusa non ti ho dato il tempo di rispondere”.
“Non fa niente” disse Remus “La sapevi tu, quindi è giusto così. Tra l'altro, com’era l’Australia?”
“Molto bella, direi magnifica. I miei genitori avevano trovato una casetta proprio nel Queensland, vicino a Cairns, era un posto davvero bellissimo. Non è detto che quando tutto questo sarà finito, ci ritorni per un viaggio”.
“Bè, se i cruciverba laggiù non sono troppo complicati, non è detto che ti chiederò di accompagnarti”.
Hermione sorrise “Sarebbe un onore essere accompagnata da te” la ragazza si sentì arrossire di nuovo e distolse lo sguardo da Remus “Andiamo avanti, quattro orizzontale: particella subatomica negativa”.
“Avevi chiesto una domanda difficile…” disse Remus, scoppiando a ridere “La sai?”
“Certo. Non te l’ho mai detto che nel tempo libero studio fisica delle particelle? È una vero passione!”
“Davvero?”
“No”.
Entrambi scoppiarono a ridere. “Comunque, credo che la risposta che stai cercando sia elettrone”.
“Non era poi così difficile” disse Hermione, contando le caselle “Elettrone ci sta”.
“Probabilmente perché è la risposta giusta”.
Continuarono a risolvere il cruciverba assieme finché la cena non fu pronta. Hermione poté constatare che Remus era un ottimo cuoco, in quanto le lasagne erano deliziose. Dopo cena presero il caffè in salotto, dove Remus curiosò nella collezione di libri della ragazza. 
“Queste sono romanzi Babbani” disse Remus, prendendo Cime Tempestose. Hermione ancora seduta sul divano, annuì. “Ne hai mai letti?” 
“Qualche classico” rispose Remus “Shakespeare non mi dispiace”.
Hermione si alzò dal divano “Oh Dio, ho bisogno di un digestivo, le tue lasagne erano così buone, ma temo di averne mangiate troppe, purtroppo non sono il tipo di persona che tiene alcolici in casa” sospirò Hermione “Però... aspetta, forse ho ancora una bottiglia che mi ha portato Ginny”.
“Ne prendo un goccio anche io, se caso” disse Remus. Hermione tornò qualche minuto dopo con una bottiglia di Whisky Incendiario tra le mani “Missione compiuta. Sono mesi che questa bottiglia aspetta di essere aperta”.
“Sai come si dice, più è vecchio più migliora” rispose Remus, avvicinandosi.

"Vale anche per gli uomini?" chiese la ragazza, guardandolo di traverso. Remus sorrise, leggermente imbarazzato.
Hermione gli versò una generosa quantità di liquido ambrato e si risedettero sul divano. Era felice dell’idea di Remus, aveva proprio bisogno di una serata in tranquillità e adorava parlare con lui.
Senza che se ne accorgesse il tempo volò, arrivando alle undici di sera in un lampo.
“È ora che mi congedi” disse Remus, alzandosi “Ti ho tenuta sveglia fin troppo”.
Hermione lo seguì nell’ingresso, si sentiva accaldata e la testa le pesava, forse il Whisky non era stato una grande idea “Non sei costretto ad andare, puoi restare se vuoi, Teddy è da sua nonna”. Remus la ringraziò per l’offerta, era tentato, ma decise comunque di aprire la porta.
“Ci vediamo domani, allora?” chiese Hermione, accompagnandolo sul pianerottolo.
“Certo. Stessa ora?”
“Ok”.
Hermione sorrise, si lanciò e lo baciò sulla guancia. Remus ricambio il sorriso e le accarezzò i capelli.
“Lo sapevo”.
Hermione sussultò “Ron!” disse voltandosi, il rosso era sulle scale, che li guardava infuriato. “Che ci fai qui a quest’ora?”.
“La domanda puoi interessante è che ci fa 
lui qui a quest’ora” rispose Ron, indicando Remus. 
“Non credo siano affari tuoi” rispose Hermione, con aria di sfida. 
“Ron non è come pensi” aggiunse Remus, tentando di calmare il rosso, in evidente stato di ira. 
“E come sarebbe allora? Lei mezza nuda e tutta zuccherosa che ti dice ci vediamo domani allora? E tu che la guardi con lo sguardo da pesce lesso”.
“Ti stai coprendo di ridicolo, Ronald” disse Hermione, arrabbiata.
“Tu sei ridicola! A fartela con quello! Potrebbe essere tuo padre, senza contare che è…”
“Smettila!” ordinò Hermione. 
“Mi fai schifo” ruggì Ron “Tutti e due mi fate schifo!” si girò su sé stesso e si smaterializzò. Hermione sospirò, alzando lo sguardo timoroso verso Remus.
“Mi dispiace” disse Hermione.
“È ancora innamorato di te”.
“Ma io non lo sono di lui, se mai lo sono stata. E dovrebbe farsene una ragione, non venire qui a casa mia a sera tardi, insultandoti solo perché sei qui” rispose Hermione, scuotendo il capo. “È un comportamento infantile e credimi domani andrò alla Tana e lo affatturo! Anzi, lo crucio!”
Remus sorrise leggermente “Non devi litigare con i tuoi amici per me,Hermione”.
“Non è per te! È per me!” rispose la ragazza “Non gli permetto queste intrusioni nella mia vita, non sta a lui decidire chi posso o chi non posso frequentare… cioè non che io e te ci frequentiamo, volevo dire che…”
“Ho capito, Hermione” disse Remus sorridendo, poggiandole un dito sulle labbra “A domani” le sfiorò la guancia con le labbra e scese velocemente le scale. Hermione venne travolta da brividi di piacere, scosse le spalle, sorrise e rientrò in casa.

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Capitolo 7
*** Scoperte del cuore ***


7. Scoperte del cuore

La mattina dopo Hermione si presentò alla Tana di buon ora. 
Era nervosa, il pensiero di Ron che le rovinava la serata e insultava Remus, l'aveva tenuta sveglia tutta la notte. Poteva anche predersela con lei, ma non doveva osare a trattare Remus in quel modo, o parlargli così.
La signora Weasley le aprì la porta con un sorriso gentile, chiedendole se volesse fare colazione. 
"No grazie, dovrei parlare con Ron" rispose Hermione.
"È ancora a letto, cara" disse Molly "Vuoi del porridge mentre lo aspetti?"

"No, grazie" rispose Hermione, decisa "Ho davvero bisogno di parlargli prima di andare al lavoro. Vorrà dire che lo sveglierò". 
"Ti preparerò comunque dei toast" le gridò la signora Weasley, mentre saliva le scale. Si diresse velocemente nella camera del suo ex ragazzo e spalancò la porta. Ron si svegliò di soprassalto e cadde dal letto. 
"Ma che diavolo... Hermione!"
"Ben di sta!" rispose malamente Hermione e poi scoppiò "Ronald Bilius Weasley! Come hai osato arrivata a casa mia a sera tarda! Come hai osato insultare un mio ospite! La tua maleducazione non ha limiti, Ronald! E sono sicura che questa non è l'educazione che ti ha impartito tua madre. DEVI smetterla di voler controllare la mia vita, tu non hai il diritto di veto su chi viene a casa mia!"
"Quindi non stai con lui?" chiese Ron, alzandosi da terra.
"Anche se ci fosse qualcosa tra noi, non sono faccende che ti riguardano!" rispose Hermione.
"Quindi c'è qualcosa?"
"No! Non c'è niente" mentì Hermione, perchè di una cosa era sicura, provava qualcosa per il Malandrino. 
"Allora perchè ti vedo sempre con lui?"
"Io e Remus stiamo collaborando ad un progetto" rispose Hermione "Stiamo lavorando assieme, mettitelo bene in testa! Ti avverto, Ronald! Questa è l'ultima volta che ti permetto di intrometterti nella mia vita!"
"Io..."
"No, Ron! Basta! Se ci tieni alla nostra amicizia, vai avanti e lasciami vivere!" rispose Hermione, si voltò e uscì dalla camera a passo spedito.
Durante tutta la giornata fu molto distratta, pensava a Ron, pensava a Remus. Voleva scusarsi ancora una volta con lui, chiedergli perdono per il comportamento di Ron, ma doveva aspettare almeno fino all'indomani, perchè quella sera il bel mannaro non sarebbe venuto a casa di Hermione, ma sarebbe rimasto con Teddy. Aveva appena ricevuto un gufo da lui e guardava ancora la lettera con sconforto. Si sentì in colpa nei confronti di Sirius, avrebbe dovuto pensare solo al modo di poterlo liberare, non sperare di passare più tempo con Remus. Finito di lavorare, stava ancora pensando a Remus, quando con sua meraviglia si materilizzò davanti alla casa del Mannaro, anzi che a casa sua. Scosse la testa, stava davvero impazzendo. Si fece coraggio ed attraverso il vialetto. 
Remus le aprì la porta qualche istante dopo, con un sorriso. In braccio teneva il piccolo Teddy.
"Emone!" gracchiò Teddy, facendole un sorriso.
"Ciao piccolo" disse Hermione "È tanto che non ci si vede".
"Tei benuta a giocale con me?" chiese il piccolo, trasformando i suoi capelli da castani a celeste.
"Hai voglia di giocare?"
"Tiii!"
"Lui ha sempre voglia di giocare" rispose Remus, facendosi da parte per farla passare. Posò per terra il bambino, che prese Hermione per mano e la trascinò nel salotto dove stava giocando con i cubi. Hermione si sedette sul tappetto accanto a Teddy e Remus li raggiunse subito.
"Scusa per questa improvvisata" sussurrò Hermione "Volevo chiederti scusa per il comportamente di Ron"
"Emone gualda!" disse Teddy, indispettito perchè lei non prestava attenzione ai suoi cubetti colorati.
"Sì scusa! Bello questo! Mi piace il blu!" disse Hermione, prendendo un cubetto indaco. 
"Anche a meeee" rispose Teddy, impilando due cubetti.
"Non ti preoccupare" mormorò Remus "Primo: puoi restare quanto vuoi e in secondo luogo, te lo già detto, in un certo senso capisco Ron, è ancora innamorato di te e non riesce a lasciarti andare, sarebbe difficile per chiunque, ma non devi litigare con lui per me". 
"Non ho litigato con lui, diciamo che gli ho parlato chiaramente e spero che ora abbia capito come comportarsi".
Remus le sorrise e le sfiorò la mano, il cuore di Hermione ebbe un sussultò. Forse, tentando di scoprire la verità su Sirius, aveva scoperto anche cosa provava davvero il suo cuore. 

Spazio Autrice
Un capitolo corto e veloce, scusate ma al momento non ho tempo per altro, sto studiando per gli esami e sono parecchio presa! A presto, baci!
Spero che il cap vi piaccia! ;)  

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Capitolo 8
*** Nel parco ***


8. Nel parco


Hermione aprì distrattamente la borsa e ne estrasse un paio di quanti di lana, da alcuni minuti era seduta su una scomoda panchina di Hyde Park, leggendo un libro nel quale sperava di trovare informazioni sul Velo della Morte. Adorava il parco e benché la temperatura di quei giorni fosse alquanto polare, non disdegnava mai una passeggiata in Hyde Park.
“Freddo?”
Hermione si voltò con un ampio sorriso e vide Remus Lupin dietro di lei. “Mi stai forse seguendo Lupin?”
“No, ma mi stavo chiedendo la stessa cosa di te. Credevo di aver notato solo io, il fatto che tendiamo a incontrarci nei posti più bizzarri, ma vedo che nulla può sfuggire alla sua acuta mente e brillante intelligenza, signorina Granger”.
Hermione storse la bocca al suono di “signorina Granger”.
“Ho detto qualcosa di sbagliato?” le chiese Remus, notando l’espressione della ragazza.
“No, niente. Che fai da queste parti?”
“Avevo bisogno di un po’ d’aria” rispose Remus, sedendosi accanto a lei “Avevo un colloquio di lavoro qui vicino, il quale è andato parecchio male, quindi ho sentito il bisogno di schiarirmi le idee. Leggi qualcosa di interessante?”
“Sono alla ricerca di nuove informazioni sul Velo” rispose Hermione, mostrandogli il libro. Lupin si rabbuiò e fissò il cielo pensieroso.
“Qualcosa non va?”
Remus esibì un sorriso forzato, per nulla convincente, si alzò e tese la mano verso la ragazza. “Vieni facciamo due passi”.
Hermione afferrò la mano del Lupo Mannaro, che la aiutò ad alzarsi e poi si incamminarono nel parco.
“Si può sapere che hai?” chiese Hermione, dopo insopportabili istanti di silenzio.
“È già da qualche settimana che volevo parlartene, ma non sapevo come fare a dirtelo, dentro di me ho un turbinio di emozioni e sentimenti che mi confondono e sono giorni che cerco le parole adatte per dirtelo, per dirtelo nel modo giusto”.
Lo stomaco di Hermione venne invaso da una miriade di farfalle, si sentiva leggera e felice, Remus stava per dirle quello che lei sperava ardentemente. Da settimane si era accorta di provare qualcosa per il Mannaro e questo sentimento l’aveva invasa e stravolta. Negli ultimi giorni aveva notato leggeri cambiamenti nel comportamento di Remus, ma non si era mai permessa di sperare che lui la ricambiasse.
“Avanti, Remus. Non girare attorno al punto del discorso” disse Hermione, sul punto di scoppiare. L’attesa di sentire quelle parole la stava facendo impazzire.
“Il punto è….”
“È…?”
“È che credo che dovremmo lasciar perdere tutta questa storia di Sirius”.
“Co-come?” chiese Herione, abilita.
“Capisco che tu sia sconvolta nel sentirmelo dire” Hermione scosse la testa, più che sconvolta era spiazzata. Era in attesa di tutt’altra rivelazione “Insomma, Hermione. Siamo realisti, sono mesi che ci lavoriamo, niente mi farebbe più felice di ritrovare Sirius. Sarebbe di certo il regalo di Natale più bello del mondo, ma le nostre ricerche non ci hanno portato da nessuna parte, ammettiamolo. Abbiamo letto, riletto e letto ancora una volta le informazione che ci ha dato Kingsley. Informazioni che è bene sottolinearlo, venivano direttamente dall’Ufficio Misteri, i quali hanno studiato per anni le proprietà del Velo. Hermione, questa cosa mi addolora ben oltre quanto tu possa immaginare, ma se ci fosse stato un modo per far tornare Sirius, lo avremmo di certo già trovato”.
Hermione tentò di focalizzare la sua attenzione sull’argomento Sirius e con grande difficoltà represse le lacrime che insistentemente spingevano contro i suoi occhi. “Non devi essere impaziente” buttò lì.
“Non è questione di essere impaziente” rispose Remus, gesticolando così vistosamente che una coppia di anziane signore si fermarono a guardarlo “Ma di essere realisti, non c’è nulla che possiamo fare. Sirius è morto e dobbiamo farcene una ragione”.
“No! Do-dobbiamo coinvolgere Harry, ci ho pensato un po’. Dobbiamo portarlo davanti al Velo, Sirius lo sentirà sicuramente e potrebbe dirgli come possiamo fare ad aiutarlo” rispose Hermione.
“Hermione, sii ragionevole”.
“No” rispose Hermione, allontanandosi da lui “Non voglio”.
Remus l’afferrò per un braccio avvicinandola a sé, ma Hermione si divincolò. “La questione non riguarda più noi due da tempo. Avremmo dovuto coinvolgere Harry da subito, lui è l’unico che può far tornare Sirius, ne sono convinta, il loro legame va oltre la morte”.
“Hermione, ascolta le tue parole, te ne prego. Non ha senso, non fare qualcosa di cui poi te ne pentiresti”.
“La decisione spetta ad Harry”.
Remus tentò di avvicinarsi di nuovo alla ragazza, sperando di poterla far ragionare, ma prima che potesse anche solo far un passo lei si smaterializzò. Remus sospirò e si smaterializzò a sua volta.
Individuò subito Hermione all’entrata del Ministero della Magia, le corse dietro e la fermò.
“Non lo troverai qui”.
“Come fai a sapere che sarei venuta prima qui?” chiese Hermione, sorpresa.
“Ti conosco, Hermione. Per mia grande fortuna ho imparto a conoscerti” rispose Remus, tentando di calmare gli animi. Sapeva che sarebbe stato un discorso difficile, Hermione era caparbia e non avrebbe mai mollato.
“Perché hai detto che non è qui?” chiese Hermione, guardandolo sottecchi.
“Prometti che se te lo dico non ti precipiterai da lui. Devi calmarti, Hermione. Un attimo fa hai detto a me di non agire con impazienza, quindi accetta il tuo stesso consiglio. Dobbiamo parlarne e ragionare, una volta che avremmo esposto tutti i fatti, i pro e i contro, prenderemo una decisione insieme. Io ascolterò te e tu ascolterai me. Promettimelo”.
“È sempre tutto un ragionare e far le cose con calma con te, vero?”
“Perché con te no?” rispose Remus, divertito.
“Mmm”.
“Allora me lo prometti?!”
“Ok, sputa il rospo adesso”.
“Stamattina ho incontrato GInny, alla Tana. Era passata da sua madre a prendere il suo speciale infuso di erbe, Harry ha l’influenza, è ha casa ammalato. Ora che lo sai mi hai promesso di non piombare a casa sua con una notizia del genere, ma di ragionarci su e prima di tutto calmare il tuo animo”.
Hermione sbuffò “D’accordo, andiamo” prese Remus per mano e si smaterializzarono. Il Mannaro si fece guidare dalla ragazza tramite la Materializzazione Congiunta e quando riaprì gli occhi, si trovo a fissare un famigliare panorama. “Siamo di nuovo in Hyde Park” disse uscendo dal boschetto, dove Hermione li aveva fatti materializzare.
“Questo posto mi calma molto” rispose Hermione, stringendosi nelle spalle.
“Interessante”.
“Perché?”
“Così” rispose Remus, sorridendo. Hermione lo guardò storto, detestava quando lasciava discorsi a metà “Vieni, camminiamo” aggiunse Remus.
Camminarono chiacchierando per alcuni minuti, finché Hermione notò un banco di caldarroste e si avvicinò. Ne comprò un sacchetto e ne offrì un paio a Remus “Ideali in questa stagione” disse Remus, dopo averla ringraziata “Sono belle calde, anche se comunque tendo a preferire in ogni caso il cioccolato”.
Hermione rise “A cos’è che tu non preferisci il cioccolato?”
Remus arrossì leggermente e si strinse nelle spalle. Si sederono su una panchina solitaria e finirono di mangiare le castagne. “Grazie per avermi fatta calmare”.
“Di niente”
“Mi sarei presentata da Harry senza la benché minima idea di cosa dirgli, da dove cominciare…”
“Lo so” ripose Remus, guardando il cielo.
Hermione fissò da prima il Lupo Mannaro e poi il cielo coperto da nuvole bianche. Studiò Remus, mentre guardava le nuvole e lo vide togliersi la sciarpa e mettergliela attorno al collo di lei.
“Perché?” chiese Hermione, stupita. Il suo cappotto era di certo più caldo di quello rattoppato che indossava lui.
“Non ce l’hai e sta per nevicare” rispose Remus.
“Non è vero. Come fai a dirlo?” chiese Hermione, stupita, puntando gli occhi verso l’alto.
“Aspetta e vedrai, tra poco meno di due minuti inizierà a nevicare” rispose Remus “Non mi sbaglio mai su questo”.
Hermione aspettò con ansia, contando mentalmente il trascorrere del tempo. Non era ancora arrivata a centoventi secondi, quando incredibilmente un fiocco di neve cadde, finendo sul suo naso. Hermione gridò sorpresa e si voltò a guardare Remus, che rideva.
“Ma come hai fatto?” chiese, mentre altri fiocchi iniziavano a scendere.
“Non lo so di preciso, non ho mai capito bene come funziona. Passione per la meteorologia, sensi di Lupo, non lo so. Semplicemente, un attimo prima che inizia a nevicare lo sento, sento la neve”.
“Interessante, l’uomo che sussurra neve” disse Hermione, ridendo.
“Brava, brava. Prendimi in giro, allora non so se la prossima volta che ci sarà un bufera di neve io ti avvertirò, ti troverai da sola fuori all’addiaccio coperta di neve e maledirai il giorno che mi hai preso in giro”.
Hermione rise di nuovo “Certo, certo”.
Un grosso fiocco di neve finì la sua corsa sulla fronte di Remus, che rabbrividì “Sta aumentando, credo sia meglio rintanarsi in casa davanti al camino acceso e a una bella cioccolata”.
Hermione si sfilò al sciarpa di Remus dal collo, si sporse verso di lui e gliela mise di nuovo al collo. Remus mise le sue mani su quella della ragazza. Hermione, che aveva sfilato i guanti per mangiare le caldarroste, ne sentì il tocco freddo e rabbrividì. Remus sorrise dolcemente e la ragazza perse il controllo, si sporse qualche centimetro in più e posò lentamente le labbra su quelle del Mannaro.
Era una sensazione calda e piacevole, il suo corpo sembrava voler esplodere dall’emozione e nell’aria c’era un dolce profumo di neve e caldarroste.
Ma quella meravigliosa sensazione finì, quando Remus le poggiò le mani sulle spalle e l’allontanò.
“Che stai facendo?”
“Ti sto baciando”.
“Perché?”
Hermione arrossì “Perché sono settimane che desidero ardentemente di farlo”.
“Oh”.
“Già”.

 

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Chiedo terribilmente scusa per il grandissimo ritardo, ma sono stata super impegnata con l’università e non ho più avuto tempo nemmeno di venire a curiosare su EFP! Spero che il capitolo vi piaccia, un bacione a tutti!

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Capitolo 9
*** Il Potere dell'Amore ***


9. Il Potere dell'Amore


“Che stai facendo?”
“Ti sto baciando”.
“Perché?”
Hermione arrossì “Perché sono settimane che desidero ardentemente di farlo”.
 
“Oh”.
“Già”.
Il loro sguardo si incrociò, Hermione rimase in mobile fissando gli occhi ambrati di Remus.
"Tutto questo non ha senso, è ridicolo" disse Remus, distogliendo lo sguardo "Potrei essere tuo padre".
"Ma fortunatamente non lo sei, senti Remus fino a qualche mese fa anche io avrei pensato che tutto questo fosse assurdo, ma mentre mi aiutavi a cercare un modo per tirar fuori Sirius da lì mi sono accorta di quanto eccezionale sei. Sì, insomma, lo sapevo già. Ma la stima e l'affetto sono diventati qualcosa di più. Quando sei con me mi sento felice, libera di essere me stessa".
"Io... Non posso, perdonami" rispose Remus, girò su sè stesso e scomparve. Gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime, mai avrebbe creduto che Remus condividesse i suoi sentimenti, ma non pensava che lui potesse abbandonarla così.

Nei giorni che seguirono tentò di contattare Remus più volte, ma non riuscì a trovarlo in nessun posto. E tre giorni dopo il suo gesto folle, scoprì da Harry che Remus era partito con Teddy per passare qualche giorno assieme, prima di Natale. Infatti quell'anno la Luna Piena cadeva proprio la Vigilia di Natale. Se Remus era deciso ad evitarla lei non poteva farci niente a proposito, avrebbe aspettato che lui fosse pronto ad affrontare la situazione. 
La sera di Natale, Hermione fu l'ultima ad uscire dall'ufficio,  da ore i suoi colleghi del Ministero erano tornati a casa per festeggiare con la famiglia, ma il peso terribile che aveva sul cuore le impediva di godersi le Feste. Nelle ultime due settimane si era buttata a capofitto nel lavoro tentando di non pensare a Remus ed ci era riuscita abbasranza bene, ma quando tornava a casa quei pensieri continuava a torturarla. Si chiedeva come avrebbe fatto a superare la seguente settimana di vacanza, temeva la solitudine. 
Il Ministero della Magia era completamente, vuoto e lei era in ritardo alla cena di Natale a casa Potter. La ragazza entrò nell'ascensore, ma invece di spingere il pulsante Atrium decise di scendere più in basso.
L'Ufficio Misteri era ancora più buio quella sera, niente addobbi, niente ghirlande. Percorse velocemente il tragitto che la separava dalla Camera della Morte, odiava qualla stanza, ma aveva sentito un terribile bisogno di visitarla. Scese gli scalini e si sedette ai piedi dell'Arco.
"Non ti ho dimenticato, Sirius. È solo che non so come tirarti fuori di lì" disse Hermione, sorpirò e chiuse gli occhi. I minuti passarono inesorabilmente senza che nessuno le rispondesse. Hermione trassé un profondo respiro e si alzò "Buon Natale, Sirius. Ci manchi".

Sangue

"Sangue?"
Sangue 

"Che vuoi dire?"

Tributo

Il cuore di Hermione lavorava velocemente, una vita per una vita? Non poteva essere vero, la Morte era così crudele? Ma se lo sentiva allora non era morto, quindi non poteva significare questo, magari un famigliare? Dromeda!
Amore

"Amore? Harry! Harry e James sono le persone che più hai amato nella tua vita! E l'amore è la forza più potente a questo mondo! Maledizione, lo diceva sempre anche Silente" gridò Hermione, eccitata. 
Amore
Hemrione respirava forte, ma non ebba alcun altro messaggio da Sirius. Corse su per le scale eccitata, finalmente sapeva come tirar furoi Sirius da lì. 
Era arrivata alla villa di Harry e Ginny, ma il suo cervello stava ancora lavorando velocemente. Era confusa, non sapeva se dirlo a Harry, sarebbe stato il modo più semplice per avere il suo sangue, ma se aveva interpretato male le parole di Sirius?
Durante tutta la serata Hermione, fu così distratta, che più volte Ginny le chiese se si sentisse bene. Lei si limitò ad annuire, ma la rossa la conosceva troppo bene per cascarci, così con la scusa di prendere il dolce, trascinò Hermione in cucina.
"Allora, vuoi dirmi cosa succede? Anche Harry si è accorto che hai qualcosa che non va!" la incalzò Ginny.
"Io..."
"Sputa il rospo!"
"Io.. ehm.. Ho baciato Remus" ammisé Hermione, non poteva rivelarle di Siirus. Non ancora per lo meno.
"COSA?"
"Ginny! Shhhhh".
"Oh.. ehm.. Cioè come? Quando? Dove? Ma soprattutto perchè?"
"Mi sono innamorata di lui, Ginny" confessò Hermione "Ultimamente abbiamo passato tanto tempo assieme ed è semplicemnte successo, così due settimane fa l'ho baciato"
"E lui?" chiese Ginny, emozionata.
"Non si è fatto trovare per due settimane".
"Oh... no" disse Ginny "Herm, mi dispiace. Insomma, si.. Remus è un grand'uomo e se tu proprio.. sai no... ma ah! Come ha potuto comportarsi così? Uomini! Piu invecchiano più diventano stupidi!"
Hermione rise, Ginny era davvero unica, in pochi secondi era passata dallo shock a inveire contro Remus.
Un rumore di vetri infranti li raggiunse dalla sala e poco dopo sbucò Harry che si teneva una mano.
"Gin, mi sono tagliato con un bicchiere maledizione".
"Tagliato?" borbottò Hermione, prima che Ginny potesse anche solo battere un ciglio afferrò un asciuga piatti e asciugò il sangue di Harry.

"Vieni Harry, andiamo in bagno, meglio controllare che non ci siano scaglie di vetro prima di chiudere la ferita" disse Ginny, togliendo lo straccio di Hermione dalla mano e guardando la ferito.
"Lascia, dai a me questo" disse Hermione, strappando subito di mano il canovaccio a Ginny "Lo pulisco io".
"Ah.. O-ok"
Ma appena furono usciti Hermione si infilò lo straccio in una famosa borsa di perline.

 

 

*************************************************************************
So, che mi stata odiando un po' per il capitolo e soprattutto per la lunga attesa. Sono convinta che il capitolo non era quello che vi aspettavate dal titolo.. hhihihi.. sopresina.. :P Dovevo lasciar un po' da parte Remus per dare nuove info su Sirius no? hehehehhe.. prometto che non vi farò aspettare così tanto il prossimo aggiornamento sarà presto!! Baci 

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Capitolo 10
*** Sangue ***


10. Sangue

Hermione si sistemò il vestito da sera, indossava un lungo vestito color rosso con scollo a cuore. Sospirò e mise il mantello, quella sera di Capodanno sarebbe stata decisiva. Infatti, la giovane strega aveva deciso di utilizzare i bagordi per il nuovo anno per entrare innosservara all'Ufficio di Misteri e verificare la sua teoria, il sangue di Harry avrebbe riportato Sirius nel loro mondo? Così dopo aver festeggiato l'arrivo del nuovo anno con la famiglia Weasley, sarebbe sgattaiolata via dalla Tana in direzione Londra 
Aprì la porta e il suo cuore perse un battito, davanti ai suoi occhi c'era Remus Lupin, sciupato e bello più che mai. Inspirò lentamente, mentre il suo corpo fremeva. Ma poi il piensero delle lacrime che aveva versato per lui la fermarono.
"Che ci fai qui?" chiese duramente.
"Ti dovevo una spiegazioe.... Io..."
"Tre settimane!" sbottò Hermione "Tre settimane, Remus! Sei sparito, mi hai abbandonato nel casino più totale, tre settimane fa mi dovevi dare una spiegazione, chi ti dice che ora io voglia sentirla?"
"Mi dispiace, Hermione" disse Remus, abbassando lo sguardo "Sono stato un vigliacco. Io non pensavo... È stato.. Dannazione mi ero preparato un discorso, ma non riesco a concentrarmi con te, mi spiazzi, non riesco a ragionare".
"Che vuoi dire?"
Remus alzò lo sguardo "Non voglio perderti, Hermione. Sei diventata troppo importante per me".
"Avresti dovuto pensarci prima".
"Hermione io..." Remus si interruppe, spostò il peso velocemente in avanti e abbracciò la ragazza. Hermione lottò contro le braccia del Mannaro, ma poi non poté fare a meno di arrendersi. Appoggiò la testa sulla sua spalla e inspirò il profumo dell'uomo. "Mi sei mancato, stupido idiota":
Remus sorrise "Anche tu mi sei mancata, Mione".
Hermione si sciolse dall'abbraccio e lo prese per mano "Andiamo, sono in ritardo".
Quando arrivarono alla Tana, Remus e Hermione si stavano ancora tenendo per mano, la ragazza lo liberò dalla presa e iniziò a camminare.
"Hermione?"
"Sì?" disse lei, voltandosi.
"Sei bellissima".
Hermione sorrise, era così felice che lui era tornato, ormai le ultime tre settimane erano già un lontano ricordo. "Grazie, ma ora andiamo".
"Sono perdonato?"
"Ci penserò su".
"Sei la mia migliore amica, Hermione"
"Muoviti".
Bah, migliore amica, lei sperava di diventare qualcosa di più. Dopo qualche istante una Molly raggiante aprì loro la porta "Oh Hermione, ti stavamo aspettando e hai portato anche il nostro Remus".
"Hermione, mi ha costretto. Ma mi fermo sullo un attimo, vorrei essere da Dromeda prima della mezzanotte" disse Remus 
"Certo, caro. Ma ora entrato, non state li al freddo".
La serata passò così velocemente che quando arrivarono le 23.55, Hermione pensò che avevano fatto un incantesimo all'orologio. Tutti si divertivano, bevevano, mangiavano, ridevano e scherzavano.
Remus passando accanto a lei le finì praticamente addosso "Sei ubriaco":
"Tsk, sciocchezze. Non sono nemmeno brillo, guarda che sono un malandrino non un topo" rispose Remus, prendendo un altro sorso di Whisky Incendiario.
"Sì un Malandrino che è si scolato una bottiglia di Whisky".
"Non è vero"
"È vero"

"Non è vero"
Hermione rise "È vero e adesso smettila".
"UN MINUTO a mezzanotte!" annunciò Remus, a gran voce. 
Hermione fece un passo indietro, era tempo per lei di andare. Uscì velocemente dalla Tana, era già a metà del giardino quando una mano le prese il braccio. 
"Dove diavolo stai andando?"
"Remus, torna dentro".
"Perchè te ne vai?"
"10.. 9..." urlarono dalla casa.
"Va da tuo figlio, Remus".
"E chi mi darà il bacio del nuovo anno?"
"6.. 5.."
"Non ho tempo di giocare" disse Hermione, liberandosi dalla presa. 
"Dove devi andare?" chiese Remus, avvicinandosi di più. 
"3.. 2..."
"Va da tuo figlio, Remus"
"BUON ANNO!!!!"
Remus si voltò a guardare la Tana, mentre un paio di fuori di artificio con innesco ad acqua uscivano dalla finestra. "Hermione!" la ragazza aveva già fatto qualche passo, lui la rincorse e le si parò davanti "Cosa non mi stai dicendo?"

"Dannazione, Remus!" lo prese per mano e corse al di fuori dei confine del giardino e girò su se stessa. 
Riapparvero nell'Atrium del Ministero della Magia, come immaginava il posto del guardiamago era vuoto. 
"Cosa hai intenzione di fare?"
"Aspetta e vedrai, ora muoviti non abbiamo tanto tempo".
Hermione si tolse i tacchi e corse verso l'ascensore seguita da Remus. Arrivati alla stanza della morte percepì un freddo innaturale.
"Hermione, non voglio stare qui".
"Sta zitto e aspetta".
La ragazza scese gli scalini, mentre dalla borsa di perline estraeva lo straccio impregnato dal sangue di Harry. Tenissima estrasse la bachetta, fece un respiro profondo e gettò lo straccio nell'arco. Rimase lì a galleggiare per qualche secondo, poi vi fu una luce accecante. Il cuore di Hermione, sobbalzò quando Sirius apparve nell'arco. 
"Hermione!" esclamò Sirius, sorridendo. Tese la mano verso di lei, Hermione si sporse per afferarla, ma lui viso di Sirius apparve una smorfia di dolore e scomparve. "NO!" gridò Hermione, era stata così vicina a lui, ce l'aveva quasi fatta. Cadde a terra e diede un pugno al pavimento "Serve più sangue, adesso ho bisogno di Harry".
La ragazza si voltò, dietro di lei Remus era sottoshock, lo sguardo fisso verso l'arco e le mani gli tremavano. Hermione si alzò velocemente e lo raggiunse. 
"Remus.." sussurrò accarezzandogli il volto "Remus stai bene?"
"Come?"
"Il sangue di Harry era la chiave".

Remus la fissò estereffatto. "Harry e James sono le persone che Sirius ha amato di più nella sua vita e l'amore è la forza più potente del mondo". 
"Ma come..."
"Me lo ha fatto capire Sirius, la Vigilia di Natale". 
 Remus annuì, la fissò e le accarezzò la guancia "Hermione Granger, tu sei la persona più straordinaria che io abbia mai conosciuto" si avvicinò e dolcemente posò le sue labbra su quelle della ragazza.

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Capitolo 11
*** A Path between Love and Passion ***


11. A Path between Love and Passion


Hermione riprese fiato, si sentiva stravolta, eccitata, confusa. Remus Lupin l’aveva baciata, era stato un bacio dolce, casto, molto semplice, ma stava di fatto che lui aveva consapevolmente posato le labbra sulle sue.
“Io…”
Remus sorrise “Andiamo via da qui, non c’è più niente che possiamo fare qui”. Prese la ragazza per mano e l’accompagnò fuori dalla Stanza della Morte. Hermione camminava seguendo Remus, senza veramente rendersi conto di dopo stava andando, si lasciava trascinare da lui, galleggiando sopra il pavimento. Fu riscossa dall’aria freddo della prima notte dell’anno.
“Torniamo alla festa? Do-dobbiamo dire a Harry…”
“Harry era già ben oltre l’ubriaco quando siamo andati via” constatò Remus “Temo l’effetto di una tale rivelazione in questo stato, lasciamogli smaltire la sbornia, glielo diremo domani”.
Hermione annuì “Cosa facciamo allora?”
“Io avrei qualche idea” disse Remus, sorridendo maliziosamente, afferrò la ragazza per le spalle e la attirò a sé baciandola appassionatamente. Hermione rispose al bacio estasiata, il freddo della notte era un lontano ricordo.
Senz’accorgersene si ritrovò davanti alla porta del suo appartamento, aprì velocemente la porta e trascinò dentro Remus. Il Mannaro chiuse la porta e appoggiò Hermione contro il muro baciandole il collo. “Sono stato un idiota a reprimere i miei sentimenti”.
“Indubbiamente, ma ora sta zitto e baciami”.
Remus rise e la baciò di nuovo. Vestiti e mantelli si sparsero per tutto l’appartamento della ragazza. Finalmente raggiunsero la camera da letto, Remus lanciò Hermione su letto e rimase ad ammirare la bellezza del suo corpo nudo. Sempre più eccitato si sdraiò su di lei, iniziando a baciare e leccare la morbida pelle della ragazza percorrendo tutto il corpo fino ad arrivare alla femminilità della ragazza, si soffermò, baciando e leccando, eccitandosi sendendo i gemiti di piacere di Hermione.
Tornò a guardarla e sorrise. Dolcemente si insinuò dentro lei, sul volto della ragazza apparve una leggera espressione di dolore. Molto lentamente Remus iniziò a muoversi dentro di lei e l’espressione di Hermione mutò in puro godimento. La ragazza afferrò la testiera del letto mentre i loro corpi s’infuocavano e le loro voci si intrecciavano, finché non vennero raggiunti dalla frenesia più assoluta.
“Direi che ti sei fatto perdonare delle ultime tre settimane” disse Hermione, con il fiatone.
Remus l’abbracciò e Hermione poggiò la testa sul suo petto. “E non ho ancora finito” disse il Malandrino, prese la ragazza per le spalle e la fece voltare, ricominciando la danza sfrenata.


La mattina seguente Hermione si svegliò dolorante, i suo muscoli sembravano volerle farle pagare quella notte di assoluta frenesia, ma il corpo caldo di Remus al suo fianco la fece subito sentir meglio, lo abbracciò avvicinando il viso alla sua schiena. Remus si destò e si voltò. “Mmm.. Buongiorno”.
“Ciao” salutò Hermione, sorridendo.
“Come stai?”
“Divinamente”
“Sono felice, pensavo che a un certo punto avresti sfondato il letto” disse Remus, ridendo.
Hermione gli tirò un pugno e il mannaro rise più forte.
Remus si spostò, mettendosi sopra di lei. “Allora?”
“È stato fantastico” rispose Hermione, sentendo Remus eccitarsi per l’ennesima volta.
“Non hai mai provato l’amore, finché non hai conosciuto quello di un mannaro!”
“Amore?”
“Ti amo, Hermione”.
La giovane strega sorrise, estatica “Anche io, ti amo, Remus!”

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Capitolo 12
*** Rivelazioni ***


12. Rivelazioni

Era quasi mezzogiorno quando Remus ed Hermione si materializzarono del sul retro di Casa Potter. Girarono l'angolo senza lasciarsi la mani. 
"Sei pronta?"
"No... Non siamo nemmeno sicuri di quello che stiamo per dirgli e se fosse solo una cosa temporanea? Se Sirius non potesse tornare davvero, insomma non come prima? Harry non me lo ha mai detto, ma io ho sempre saputo che non ha mai smesso di pensare alla Pietra della Resurrozione" rispose Hermione.
*Questo è l'unico modo per scoprire la verità" disse Remus.
"Lo so" rispose Hermione, fece un respiro profondo e suonò il campanello "Stammi vicino".
"Sempre".
Circa un minuto dopo la porta si aprì lentamente e vi sbucò Ginny "Hermione? Remus? A cosa devo il piacere?" 

"Dobbiamo parlare con Harry" affermò Hermione, decisa. 
"Lui sta... ehm.. vomitando in bagno".
"Serata pesante?" chiese Remus, sorridendo appena. 
"Non me ne parlare".
"Mi dispiace Ginny, ma è importante!" disse Hermione, facendo un passo in avanti.
"Certo, certo" rispose la rossa, scostandosi dall'entrata "Entrare, vado a chiamarlo".
Hermione e Remus entrarono e si accomodarono sul divano, aspettando l'arrivo di Harry. Remus le passò dolcemente la mano sulla schiena "Sta calma".
Harry e Ginny tornarono qualche minuto dopo, la faccia del Prescelto era un orrore.
"Scusate" borbottò Harry, sedendosi sulla poltrona in faccia a loro.
"Preparo un po' di tè" disse Ginny.
"No, aspetta Ginny, rimani un attimo" la pregò Hermione, Harry avrebbe avuto bisogno di tutto il suo sostegno per sopportare il colpo.
"Allora, ditemi, cosa succede?" disse Harry "Avete delle facce anche peggiori della mia". 
"Harry... noi..." iniziò Hermione, aveva un fastidioso groppo alla gola. E se il suo migliore amico si fosse arrabbiato perché lei gli aveva tenuto segreto questo fatto per così a lungo? Remus, le toccò delicatamente la schiena e Hermione si fece coraggio "Non so come dirtelo, quindi andrò diritta al punto...."
"Hermione?" borbottò Harry, confuso.
"Noi sappiamo come far tornare Sirius!" sputò fuori la ragazza. Sul viso di Harry si dipinsero una miriade di emozioni, dopo di che si alzò e corse di nuovo in bagno. Ginny li guardò stupefatta e corse in suo aiuto. Hermione si nascose il viso tra le mani, quando sentì i rumori poco piacevoli che provenivano dal bagno.
"Va tutto bene, Mione. Lasciagli..."
"Vomitare la cosa?" chiese Hermione, guardandolo. Remus sorrise, stava per aprire bocca quando Harry sbucò di nuovo in salotto.
"Cosa vuoi dire sappiamo come far tornare Sirius? Come? Quando?"
"In realtà ne siamo quasi certi..." iniziò Hermione.
"Cosa vuol dire che ne siete quasi certi?" incalzò Harry.
"Forse è meglio che gli racconti la storia dall'inizio" disse Remus, poggiando la mano sulla spalla di Hermione, la ragazza annuì "Harry, siediti ti prego".
Hermione iniziò a raccontare tutti i fatti successi negli ultimi due mesi senza tralasciare alcun dettaglio, Harry ascoltava in silenzio, ma il turbinio di emozioni sul suo viso non smetteva. "...E così abbiamo capito che ci servivi te, non bastava il tuo sangue. Sei tu l'unico che può tirare fuori Sirius da lì, almeno così pensiamo".
"Ma perché non me l'hai detto prima? Perchè tenermi nascosta una notizia del genere, Hermione? Io e te ci siamo sempre detti tutto. Ne abbiamo passate..."
"Ma non è ovvio?" lo interruppe Ginny "Non voleva farti soffrire di nuovo! Avevano solo delle supposizioni e non voleva darti false speranze"
"Per questo Hermione si è rivolta a me. E credimi Harry è stato davvero duro all'inizio, mai mi sono concesso di sperare tanto. Nessuno dei due voleva che tu soffrissi inutilmente dopo tutto quello che hai già passato" disse Remus. Harry annuì "Grazie per avermelo detto" chiuse gli occhi, nascondendosi il viso tra le mani. Ginny gli accarezzò i capelli "Credo che ora preparerò quel tè" disse Ginny, accarezzando i capelli di Harry.
"Ti aiuto" disse Hermione, alzandosi.
"Lo sai che Ron mi ha fatto impazzire? Continuava a dire che vi trovava sempre assieme, che vi vedevate troppo spesso, pensavo che fossero solo sue paranoie, ma ora capisco, vi vedevate davvero spesso quanto lui diceva, anzi anche di più" disse Harry. Hermione sorrise leggermente e si scambiò uno sguardo con Remus.
"Ok, sputa il rospo, qui c'è molto di più che bolle nel calderone oltre alla storia di Sirius" disse Ginny, appena arrivarono in cucina. 
"Che  vuoi dire?"
"Oh, andiamo Hermione! Credi davvero che io sia così stupida? O miope? Ho visto come Remus ti difende o come ti da coraggio sfiorandoti il braccio e quello sguardo di intesa di qualche secondo fa che cos'era? E se non sbaglio una settimana fa mi hai detto di averlo baciato, prima che lui si volatilizzasse, lo sapevo, appena vi ho visti ieri sera, sentivo che, bè sai no?!"
"Ginny, io non so cosa..." iniziò Hermione.
"Confessa!" esclamò Ginny. "
"Sshh!"
"State insieme non è vero?" chiese Ginny, emozionata. 
"Non lo so".
"Come non lo sai?" disse Ginny, scioccata "O lo sai o non lo sai!"
"Bè ieri sera dopo quello che è successo al Ministero mi ha baciato e diciamo che ha continuato a baciarmi tutta la notte e non solo" rispose Hermione.
"E?"
"E a detto di amarmi"
"Oh! Quindi state insieme!" rispose Ginny, alzando le mani al cielo. 
"Non lo so, Ginny. Non ne abbiamo parlato, non ti sembra che ci siano questioni più importanti in gioco?"
"Oh si, scusa" mormorò Ginny, abbassando le braccia. 
"Non dovevi fare il tè?"

Qualche minuto dopo tornarono in salotto con un vassoio carico di tè e biscotti. "Tesoro, non ho tempo per il tè adesso! Dobbiamo andare da..."
Ginny lo spinse di nuovo sulla poltrona "Capisco la tua fretta, amore. Ma non saresti di aiuto se svenissi prima di arrivare al Ministero, quindi bevi il tè e mangia un biscotto, poi potremmo andare a salvare Sirius!"

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Capitolo 13
*** Generazione Potter ***


13. Generazione Potter


 Remus non aspettò che Ginny servisse il tè, era già in piedi davanti alla porta, quando Ginny finì la sua romanzina. 
"Dove vai?" gli sussurò Hermione, avvicinandosi.
"Ho pensato che un piccolo aiuto da parte del Ministro della Magia, sarebbe stato utile" rispose Remus, infilandosi il cappotto.
"Kingsley?"
"Sì, sa bene che stiamo facendo ricerche sul velo e non sarebbe male, per una volta, non entrare nell'Ufficio Misteri di soppiatto. Gli ho mandato un Patronus subito dopo che sei andata in cucina, ora vado a casa sua" disse Remus, le accarezzò la guancia e sorrise "Non preoccuparti, Mione. Ci vediamo nell'Atrium del Ministero tra venti minuti".
Hermione sospirò, guardando Remus uscire nel gelo di Gennaio.
"E quello che cos'era?" chiese Harry, dietro le sue spalle.
"Cosa?" disse Hermione, non curante, sedendosi su una poltrona.
"Quello" disse Harry, indicando la porta. Hermione prese una tazza di tè e iniziò a sorseggiarlo "Niente". 
"Certo, Non sono più un ragazzino di 15 anni cieco a queste cose, Hermione" rispose Harry, scrutando la sua reazione "Dopo tutto credo che i vaneggianti di Ron, non fossero così vaneggianti".
Hermione, deglutì, preoccupata del giudizione del suo migliore amico, dopo tutto lei e Remus avevano molto anni di differenza, così tanti che lui poteva essere suo padre, non tutti avrebbero potuto capire lo speciale legame che li univa. Il viso di Harry si aprì in un sorriso "Sono felice per voi, Remus si merita una persona splendida come te, Herm! Oggi è davvero la giornata delle buone notizie e dire che questa mattina non ti avrei giurato".

Venti minuti dopo, erano nell'Atrium aspettando Remus e Kingsley. Harry passeggiava nervosamente avanti e indietro, la sua pazienza era messa a dura prova. "Non c'è nessuno in giro, non possiamo andare giù e basta?"
"Harry, lo so che..."
"Eccoli" la interruppe Ginny, annunciando l'arrivo di Remus e Kingsley.
"Hermione" esortò Kingsley, affrettando il passo per raggiungerli "Quello che mi ha raccontato Remus è vero? Avete scoperto un modo per far tornare Sirius?". 
"Lo spero" rispose Hermione.
"Andiamo allora, non c'è tempo da perdere" disse Kingsley, mettendo una mano sulla spalla di Harry, tutti annuirono. 
La stanza della Morte era proprio come se la ricordava, ma la luce quel giorno sembrava diversa, più viva, forse era la speranza che portava nel suo cuore che le faceva vedere questo cambiamento.
"Come procediamo? Harry?" chiese Kingsley.  
"Bè di certo non possiamo dissanguare, Harry" disse Ginny "Quanto sangue hai usato l'ultima volta?"
"Hai presente lo straccio con cui ho pulito la ferita di Harry a Natale?" rispose Hermione, rabbrividendo.

"D'accordo" disse Harry, fece apparire una bacinella e utilizzando la bacchetta si fece un taglio sulla mano, strinse il pugno per far uscire più sangue, gemette mentre nella baccinella cadevano le prime gocce.
"Così basta, Harry" disse Ginny, posandogli una mano sul polso. Gli disinfettò la ferità e la chiuse magicamente. Harry trasse un profondo respiro, la sua fronte era imperlata di sudore.
"Buttalo nell'Arco" disse Hermione, mettendogli una mano sulla spalla. Harry chiuse gli occhi e scaraventò la bacinella nell'Arco, come la prima volta galleggiò sospeso tra il Velo e la Morte, poi con un accecante lampo di luce apparve Sirius.
"Sirius..." mormorò Harry, con le lacrime che gli rigavano le guance.
"Ragazzo.. Mio" disse Sirius, alzando il braccio. Ma prima che Harry riuscisse ad afferrarlo sul volto di Sirius si tinse di dolore e consapevolezza. "No.. Due generazioni.. Amore" tentò di dire.
"Che vuol dire?" chiese Hermione, mentre Harry tentava di afferrare il braccio di Sirius senza riuscirci. Sirius alzò lo sguardo verso Ginny, poi con un lampo blu scomparve di nuovo.
L'urlo straziato di Harry riecceggio nella Stanza. Il ragazzo cadde in ginocchio. "Aspetta Harry, aspetta" disse Hermione, rimettendolo in piedi. "Dove abbiamo sbagliato?" disse Harry.
La mente brillante di Hermione era già al lavoro.

"Sirius ha detto amore e due generazioni" disse Hermione. 
"Perchè lui ha amato due generazioni di Potter, Harry e James" aggiunse Remus.
"Quindi non c'è soluzione, papà è morto" disse Harry, disperato.
"Aspetta" disse Hermione, alzando la mano "Sirius ha guardato Ginny però, quindi.. Ehm Gin non è che per caso?"
"No" disse Ginny, scioccata.
"Sicura al cento per cento? Pensaci.. non è che magari?" continuò Hermione e sorrise, vedendo Ginny portandosi le mani alla bocca.
"Forse, ma come faceva lui a sapere?" chiese Ginny.
"Non lo so, ma vale la pena provare" rispose Hermione, afferando la bacchatta.
"Mi dite cosa diavolo sta succedendo?" strillò Harry.
Hermione sorrise "Penso che abbiamo le due generazioni"
"Ma come?" chiese Harry, allargando le braccia.
Il sorrise di Hermione si allargò ulteriormente "L'hai detto tu che oggi è la giornata della buone notizie... Congratulazioni, papà!" 

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Capitolo 14
*** Una ventata di Vita ***


14. Una ventata di vita


Harry barcollò, facendo qualche passo indietro, Hermione lo sostenne. "Ginny" sussurrò il ragazzo sopravvissuto volgendo lo sguardo verso di lei. 
"È una possibilità, amore" ripose Ginny, sostenendo lo sguardo.
Harry si gettò verso di lei e l'abbracciò, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
Ginny sorrise "Riproviamoci!"
Come avevano fatto in precedenza fecero apparire la bacinella e versarono dentro il loro sangue.
Hermione si sentiva paralizzata, mentre li guardava gettare la bacinella nel Velo. Sirius apparve di nuovo ansante e affaticato.
"Harry..." mormorò tendendo la mano, lui e Ginny afferrarono il braccio di Sirius e tirarono. Furono tutti colpiti da una forte ventata, il Velo si mosse e Sirius, Harry e Ginny caddero a terra.  
"Sirius!" gridò Harry, scuotendolo. La sua vista era annebbiata dalle lacrime, ma poteva sentire il corpo di Sirius sotto le sue mani, fuori dal Velo. Ma Sirius continuava a rimanere immobile. "Hermione non respira!"
"Spostati, Harry, spostati!" ordinò Hermione, gettandosi sul corpo di Sirius, iniziò a far pressione sul suo petto.  "Avanti Sirius! Non ho passato tutto questo per arrivare fino qui e perderti di nuovo!"
Aprì la bocca del malandrino, ma non uscì nessun rantolo d'aria, gli chiuse il naso con mano e vi soffiò dentro "Forza Sirius!" gridò dandogli un pugno sul petto. Gli chiuse di nuovo il naso e soffio una seconda volta. Il corpo di Sirius ebbe un fremito, Hermione si scostò leggermente, ma poi sentì una stretta attorno alla sua camicietta e cadde di nuovo sopra di lui. Le labbra di Sirius si scostarono e sentì il suo respiro di lui nella sua bocca. Hermione si scostò velocemente e Sirius iniziò a tossire. "Gra..zie Hermione" sussurrò mettendosi a sedere. In un attimo Harry si gettò su Sirius, abbracciandolo. Sirius lo baciò sulla fronte, continuàndo a ripetere "Grazie". Si mise in ginocchio e baciò la pancia di Ginny, lei lo aiutò ad alzarsi e Sirius afferrò lei e Harry in uno strettissimo abbraccio "Grazie ragazzi!"
Barcollò verso Remus e gli saltò praticamente in braccio, il Mannaro sorpreso cadde sotto il peso dell'amico, Harry emise un urlo di gioia e saltò sopra ai due. "Remus amico mio, quanto ti voglio bene". 
"Ahi, sì anche io" rispose Remus, cerdando di respirare. Kingsley li aiutò ad alzarsi e Sirius abbracciò anche lui.
Hermione era ancora seduta per terra, scioccata, quando Remus si alzò e la raggiunse, tendendole la mano. "Certe cose non cambiano mai, è appena tornato e la sua prima azione è stata baciare una bellissima donna".
Hermione lo guardò. "Sei arrabbiato?"
"Sono troppo felice per esserlo" rispose Remus, aiutò la confusa Hermione ad alzarsi e l'abbracciò. Subito dopo vennero tramortiti da due braccia che li stringevano "Grazie amici, se non fosse stato per voi non ce l'avrei mai fatta".
"Andiamo!" esclamò Harry, esultante "Dobbiamo festeggiare! Alla Tana è rimasto ancora un po' di alcol dalla festa di Capodanno!"
"Perfetto!" gridò Sirius, alzando un pugno verso il cielo.
"Io non credo che berrò" disse Ginny, strizzando l'occhio ad Harry, il quale la baciò.  
"Sirius non credi che dovresti prima riposare?" chiese Remus, preoccupato.
"Non iniziare, Lunastorta! Ho riposato nell'ultimo paio di anni, ora voglio riassaporare la vita" rispose Sirius, seguendo Harry su per le scale. Remus lo afferrò per un braccio, fermandolo "Sì, ma nel frattempo mentre riassapori la vita, cerca di non baciare più Hermione o ti rispedisco oltre il Velo a calci del sedere! Capito?".
"Che COSA?!? Tu e Hermione?"
Remus sorrise e abbracciò Sirius.  

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Capitolo 15
*** Sotto la luce della Luna ***


15. Sotto la luce della Luna

Remus era seduto sugli scalini della porta d’ingresso della Tana, dentro la festa impazzava, sentiva urla, musica e risate. Una brezza gelida attraverso il cortile e lo colpì in pieno viso. Si sentiva felice, per la prima volta dopo un tempo lunghissimo si sentiva finalmente felice. La Luna accarezzava la neve, Remus sospirò, ora che Sirius ed Hermione erano accanto a lui, la Luna non gli faceva più così paura. La porta dietro di lui si aprì lasciando uscire canti allegorici e un odore di alcol e fumo.
“Che fai qui fuori tutto solo?” chiese Sirius, sedendosi accanto a lui.
“Guardo la notte”
“È davvero così interessante?” chiese Sirius, guardandosi in giro “Più di una festa?”
“Forse”
Sirius gli mise una mano sulla spalla “Con tutto il casino al Ministero e quando siamo arrivata alla Tana non ho avuto modo di ringraziarti”.
“Non devi ringraziarmi, Felpato” disse Remus, guardandolo negli occhi “Tu avresti fatto lo stesso per me”.
“Non è solo questo, avevo bisogno di parlarti. Ora che sono tornato alla vita i ricordi iniziano a sbiadirsi e voglio condividerli con te, prima che sia troppo tardi” spiegò Sirius.
“Sono qui se hai bisogno di parlare” rispose Remus, poggiando a sua volta la mano sulla spalla dell’amico.
“Non dico per me, ma per te” rispose Sirius, Remus si ritrasse leggermente “Che vuoi dire?”
“Tonks” disse Sirius, fissando l’amico. Gli occhi di Remus diventarono più brillanti, le lacrime riflettevano alla luce della Luna “Tu.. tu hai visto Dora?”
“Non proprio” disse Sirius, scuotendo la testa “È complicato da spiegare, ma mentre trapassavano, l’anima o quello che era, non so, delle persone a cui ho voluto bene mi raggiungeva. Prima Emmeline, poi Albus, Malocchio, Tonks e Fred. È stato terribile, ero bloccato in un punto di trapasso e sentivo che loro erano andati dall’altra parte, lasciando indietro la loro storia per me. Non hai idea quanto ho temuto di sentire anche te”.
“Dolohov ci è andato molto vicino, te lo posso assicurare” rispose Remus, premendosi le mani sul viso.
“Tonks sarebbe così orgogliosa di te, Remus. Ti amava così tanto” disse Sirius, mentre Remus iniziava a singhiozzare silenziosamente “Tu eri tutto per lei, credimi. È morta lottando per dare un mondo migliore a te e a Teddy”.
“Tu sai di Teddy?”
Sirius sorrise, stringendo forte la spalla dell’amico “Me l’ha detto Tonks, in un qualche strano modo, ma sappi che è morta con la convinzione che tu avresti dato a vostro figlio un futuro radioso e tutto l’amore necessario, molto di più di quanto avrebbe potuto dargliene lei”.
Remus annuì, asciugandosi le lacrime.
“Sono orgoglioso di come ne sei uscito e da come sei riuscito ad andare avanti e sono sicuro che lo sarebbe anche lei” concluse Sirius.
“Ti riferisci ad Hermione, vero?” chiese Remus.
“In particolar modo, ma non solo” rispose Sirius, sorridendo.
“Lei è stata come una ventata di aria fresca, il percorso che abbiamo fatto per ritrovarti è stato tortuoso e non ce l’avrai fatta senza di lei, mi è entrata nel cuore, non credevo di potermi innamorare di nuovo, ma è successo” spiegò Remus, guardando verso la Luna.
“Ti meriti qualcuno di speciale come lei, e sono sicuro che anche Tonks lo pensa, ovunque lei sia” disse Sirius, alzando lo sguardo a sua volta. Rimasero qualche istante in silenzio guardando il cielo, poi Sirius scoppiò nella sua risata simile ad un latrato di un cane. Diede una spallata a Remus “Ti piacciono sempre più giovani eh? Mattacchione!”
“In lei c’è molto di più di una ragazza di vent’anni” rispose Remus, sfregandosi le mani “A proposito, come hai fatto a comunicare con lei? Sai cosa voglio dire”.
“Sinceramente, non so ancora io bene come ho fatto. La sentivo, quella sera in cui è scesa nella Sala della Morte ho sentito la sua presenza, per il primo momento ho temuto che stesse trapassando anche lei, ma poi ho capito che non era così, lei c’era, ma era dall’altra parte, era viva e mi pensava intensamente. Ho concentrato tutto il mio essere su di lei, sulla sua presenza e sono riuscito a farmi sentire” rispose Sirius.
“Per fortuna che quella sera ha deciso di scendere nell’Ufficio Misteri, all’inizio sono stato così sciocco da non crederle, ma sicuramente questo è un errore che non ripeterò più” disse Remus.
“Per fortuna è stata così testarda da farti ricredere” rispose Sirius, toccandosi il petto.
Remus rise “Sì, non si arrende di fronte a niente, nemmeno alla mia testardaggine”.
La porta alle loro spalla si aprì, facendo uscire un piacevole colore.
“Che fate gli di fuori al freddo?” chiese Hermione.
“Parlavamo di te, mia cara” disse Sirius, alzandosi. Scoppiò a ridere e abbracciò Hermione. “Ti lascio il mio posto, torno alla festa”.
Hermione sorrise, ma prima di entrare Sirius si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò “Rendilo felice”.
La ragazza si sedette accanto a Remus e lui le prese la mano. Il suo tocco gelido la fece rabbrividire.
“Ti stai congelando, torniamo dentro” disse Hermione, strofinandogli la mano.
“Ancora un attimo” rispose Remus “Mi piace qui, sotto la Luna sottile”.
“Stavate davvero parlando di me?” chiese Hermione, incuriosita.
“Sì, tra le altre cose” rispose Remus, sorridendo. Hermione annuì “Vuoi sapere che ci siamo detti?”
“No bè, sono confidenze tra di voi, io non….”
“Gli ho detto che ti amo, Hermione!”
Il cuore della ragazza sussultò, aveva sentito quelle parole dette da Remus solo una volta, ma ogni volta il suo cuore sembrava fermarsi “Ti amo, Remus”.
Remus sorrise e le accarezzò la guancia. “Credimi, Sirius non è il solo a cui hai ridato la vita” disse e annullò le distanze tra i due.

 

FINE

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È giunto il momento di dare una conclusione anche a questa storia, la mia primissima Remus/Hermione, mi scuso se negli ultimi tempi ho fatto passare molto tempo tra un aggiornamento e l’altro, ma gli impegni sono stati parecchi. Ringrazio tutti quelli che hanno commentato! È stato un piacere scrivere per voi!

Spero che questa conclusione vi piaccia e sia degna di questa storia, fatemi sapere che ne pensate.
Alla prossima!
HermioneCH

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