Il Mercatino dell'Usato. di Laleith (/viewuser.php?uid=130812)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La Borsa. ***
Capitolo 3: *** Il Divano. ***
Capitolo 4: *** La Pompa di Benzina. ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Il Mercatino dell'Usato
Il mercatino dell'usato.
Una ragazza dai
capelli ricci e dagli occhi gentili ti aspetta con un sorriso.
Avanti,
raggiungila.
La vedi
quella doppia porta di legno, rovinata dal tempo?
Il mondo
della ragazza si cela dietro quelle ante. Ti fa un cenno con la testa,
invitandoti a seguirla.
Si volta,
aprendo
maggiormente il suo sorriso gioviale ai tuoi occhi incuriositi e
spalancando l'entrata su un mondo di sogni passati,
di amori
finiti e storie mai raccontate.
Delle luci
al neon
illuminano una piccola stanza piena di caos. Perchè a prima
vista altro non è che semplice disordine senza senso,
creato
dall'accumularsi di cianfrusaglie e oggetti vari, senza alcun indizio
che faccia intendere la loro provenienza comune.
Quando,
però, avrai notato i piccoli cartellini appesi ai pezzi,
capirai.
L'odore di
vissuto ti entra nei polmoni e, stranamente, sei felice di
respirarlo. Sa di limone e di incenso, quell'aria
pesante, riempita di vicende che
forse nemmeno meriti di conoscere. Eppure ti sembra di sentire il
brusio della memoria, quella indelebile nelle impronte di chi
ha acceso quella lampada, di chi si è sdraiato su quel
divano, di chi ha impugnato quella fotocamera.
I tuoi occhi brillano e convincono la proprietaria, forte di una
convinzione speciale.
"Sei assunto."
Angolo Autrice
Lo so, lo so. Sono pazza. Però, vi è mai capitato
di entrare in un luogo in cui vi sembra tutto parli da sè o
che sembri celare i più antichi segreti che nessuno
potrà mai scoprire? Mi succede ogni volta che visito un
museo o una rovina. Trovo tutto così magico. Ho avuto la
stessa sensazione quando mi sono ritrovata, quasi per sbaglio, in uno
di questi mercatini, di cui neanche conoscevo l'esistenza, nella mia
città. Spero possa interessarvi e che, magari, mi
lascerete un commentino piccolo piccolo a questa folle idea :D
Laleith.
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Capitolo 2 *** La Borsa. ***
Il Mercatino dell'Usato
La
Borsa.
Il
tuo primo cliente ha la stessa aria vissuta di molti degli oggetti che
vendete. Si muove con delicatezza e perizia nei piccoli corridoi creati
più per necessità che per vero bisogno di ordine.
I suoi
occhi stanchi incrociano i tuoi e ti esortano silenziosamente a
lasciargli lo spazio di cui ha bisogno. Lo sai che ad ognuno occorre
diverso tempo per sentirla. La voce degli oggetti.
L'uomo esplora la stanza in silenzio, non osando sfiorare nemmeno per
sbaglio qualunque cosa lo attiri. Finchè, senza
accorgersene, fa
cadere una vecchia borsa di cuoio. È
in vendita da più di cinque anni, nessuna richiesta di
restituzione. Più che comprensibile visto lo stato in cui
versa.
Eppure l'uomo, nell'afferrarla dal pavimento, rimane imbambolato.
Ti prego, non andartene
anche tu!
Somigli così tanto al mio vecchio proprietario, sai? Stessa
postura elegante, stessa mano decisa ma attenta. Mi prese che era uno
studente, sai? Ricordo il modo in cui mi riempiva di libri. A volte non
volevo saperne di serrare i lembi della cerniera: forse si nota sulla
zip. Vedi quel
piccolo spazio vuoto tra i dentini? Me lo ha fatto lui, nel tentantivo
disperato di chiudermi mentre cercava di salire sul treno. Per non
parlare della volta in cui tentarono di strapparmi dalle sue mani.
Qualcuno aveva urlato "Al ladro!" mentre le dita del mio studente si
stringevano come non mai sui miei manici. Li tenne così
forte,
mentre qualcuno mi tirava, che quasi si staccarono dal resto del mio
corpo. Se controlli, vedrai la screpolatura alla base della presa.
E...vedi quella macchia scura sulla tasca esterna? Non è una
macchia di sporco. Il mio propiretario ha rischiato di cadere e io, con
grande soddisfazione e qualche piccola escoriazione, riuscii a
proteggerlo. Divenne un medico, te l'ho detto? Oh, era bravissimo.
Purtroppo però, non tutti la pensavano così. Un
giorno
passeggiavamo verso l'ospedale. C'era il sole e la sua mano sudava,
tanto che rischiavo di scivolargli ad ogni passo. Un uomo si
avvicinò urlando cose senza senso: il mio dottore le salvava
le
persone, non avrebbe mai potuto ucciderne una! Quell'uomo,
però,
era così convinto...Improvvisamente la sua mano mi
lasciò
cadere a terra. L'uomo che lo assassinò, invece, mi
afferrò. Iniziò a scappare, sbattendomi contro le
sue
gambe. Non so per quanto corse. So, però, che mi
svuotò
nel cassonetto più vicino. Rimasi nel suo garage per
anni, finchè una donna non decise di portarmi qui.
Era da tanto che un paio di mani così non mi afferravano.
Non andartene.
L'uomo alza lo sguardo, occhi luminosi che ti cercano.
"La prendo."
Angolo Autrice
Ecco il primo capitolo. Inizio
col dire che l'ho scritto ascoltando Bohemian Rhapsody e che se non
l'avete mai ascoltata andate subito ad ovviare a questo gravissimo
errore. Non so se avete notato l'assenza di riferimenti di genere nel
racconto della borsa: mi è stato fatto notare che essendo
una borsa, dovesse parlare al femminile. Peccato che nella mia testa la
sua era una voce maschile e quindi, per dare a ognuno di voi la
possibilità di immaginare la voce che preferivate, ho deciso
di non "sessilizzarla" (evviva i neologismi! XD). Aggiungo poi che non
aggiornerò sempre ogni due giorni. Ho voluto, per questa
volta, fare così solo per dare un'idea di come
sarà la raccolta. Spero che piaccia :)
Un bacio,
Laleith.
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Capitolo 3 *** Il Divano. ***
Il Divano.
Oggi
il caldo ha avuto la meglio. Le strade sono deserte, quasi quanto il
negozio. I clienti si possono contare su una mano. E avanzerebbero
comunque parecchie dita. Esplori indisturbato quel mondo di memoria che
qualche giorno prima ignoravi. Per qualche attimo dimentichi
ciò
che ti aspetta fuori da quelle mura di mattone che rendono il luogo
ancora più...antico.
Dopo quattro ore di attesa, però, il tuo corpo reclama
riposo.
Non c'è nessuno. Manca poco più di mezz'ora alla
chiusura
e sai già che non arriverà alcuna anima in cerca di oggetti.
Ti avvicini all'angolo "Divani" osservando ogni sofà con
occhio
critico e cercando di indovinare quale possa essere il più
comodo. La lotta è dura: opterai per quello a due posti,
dalla
stoffa bianca e floreale, o per quello a quattro, di morbida pelle nera?
D'estate non è uno dei materiali più simpatici,
ma non
puoi ignorare la lucentezza della pelle, abbandonandoti sui cuscini con
un sospiro.
Non passano nemmeno cinque minuti che già avverti i muscoli
rilassarsi e la testa farsi pesante.
Non vorrei essere di disturbo, ma potresti togliere le scarpe?
Di
solito ero trattato con i guanti. La mia padrona mi rinfrescava e
puliva sempre con creme super idratanti, altrimenti la mia splendida
pelle nera - che sembri apprezzare particolarmente- non sarebbe stata
tutt'oggi così morbida. Quindi, gentilmente, metti i piedi a
terra. Sono stato fortunato e non vorrei essere rovinato da qualcuno
che non conosco.
Ho visto
affetto e dolore, pigrizia e divertimento, tra questi miei vecchi
cuscini. Probabilmente se ti metterai a cercare troverai qualche
forcina della padrona, o qualche spicciolo caduto dalle tasche dell'uomo
di casa. Quante ne ho viste, quante ne ho vissute. Come quella volta
che, di nascosto, il cane ha osato saltare sui miei preziosi e delicati
cuscini, lasciando, per sempre, l'impronta delle sue zampe e delle sue
unghie. Odiavo quel cane, sul serio. Eppure mi manca. Mi teneva
compagnia con quel suo fastidioso russare e scalciare mentre dormiva.
Probabilmente faceva meno rumore quando era sveglio.
Non lo vedo da molto tempo, da quando lentamente la casa aveva iniziato a svuotarsi e a trasformarsi. Quando hanno iniziato a riapparire i primi
mobili, mi sono accorto che erano diversi dai miei vecchi compagni, ma
ero tranquillo. Lasciatelo dire: non avrei dovuto esserlo. Un giorno,
all'improvviso, mi sono ritrovato qui, in mezzo a questi oggetti dalle
mille storie, certo, ma che fanno davvero a pugni con la mia pelle nera.
Andiamo! Guarda come sono bello! Che cavolo ci faccio accanto a questo
compagno dagli orridi fiori verdi?
"Ehm Ehm"
Apri gli occhi di scatto, osservando il volto divertito della tua
datrice di lavoro.
"Ti stai annoiando, per caso?" chiede con un sorriso mentre osserva i
tuoi movimenti goffi. Ancora intorpidito dal sonno, stai osservando la
seduta del divano dove ti sei appisolato e noti un'impronta canina
leggermente in evidenza.
Sorridi alla ragazza.
"Veramente... Sai quanto costa?"
Nel tuo salone starebbe una meraviglia, in fondo.
Angolo autrice
Chiedo enormemente scusa per l'orrendo ritardo di questo capitolo. Non
ho effettivamente delle giustificazioni. Purtroppo posso solo dire che
la vita fuori dal computer per un po' è stata alquanto
incasinata, e ho dovuto pensare a quella, anche nei momenti in cui
avrei potuto dedicarmi alla scrittura.
So che questo capitolo non è il massimo, ma non me la
sentivo di modificarlo. Spero che apprezzerete comunque :)
Volevo inoltre ringraziare le persone che hanno messo la storia tra i
Seguiti. Avevo bisogno di una spinta per riprendere in mano la
tastiera, e voi me l'avete data. Grazie!
Un bacio,
Laleith.
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