Il Mercatino dell'Usato.

di Laleith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La Borsa. ***
Capitolo 3: *** Il Divano. ***
Capitolo 4: *** La Pompa di Benzina. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il Mercatino dell'Usato




Il mercatino dell'usato.


Una ragazza dai capelli ricci e dagli occhi gentili ti aspetta con un sorriso.
Avanti, raggiungila.
La vedi quella doppia porta di legno, rovinata dal tempo?
Il mondo della ragazza si cela dietro quelle ante. Ti fa un cenno con la testa, invitandoti a seguirla.
Si volta, aprendo maggiormente il suo sorriso gioviale ai tuoi occhi incuriositi e spalancando l'entrata su un mondo di sogni passati,
di amori finiti e storie mai raccontate.
Delle luci al neon illuminano una piccola stanza piena di caos. Perchè a prima vista altro non è che semplice disordine senza senso,
creato dall'accumularsi di cianfrusaglie e oggetti vari, senza alcun indizio che faccia intendere la loro provenienza comune.
Quando, però, avrai notato i piccoli cartellini appesi ai pezzi, capirai.
L'odore di vissuto ti entra nei polmoni e, stranamente, sei felice di respirarlo. Sa di limone e di incenso, quell'aria pesante, riempita di vicende che
forse nemmeno meriti di conoscere. Eppure ti sembra di sentire il brusio della memoria, quella indelebile nelle impronte di chi
ha acceso quella lampada, di chi si è sdraiato su quel divano, di chi ha impugnato quella fotocamera.
I tuoi occhi brillano e convincono la proprietaria, forte di una convinzione speciale.
"Sei assunto."






Angolo Autrice

Lo so, lo so. Sono pazza. Però, vi è mai capitato di entrare in un luogo in cui vi sembra tutto parli da sè o che sembri celare i più antichi segreti che nessuno potrà mai scoprire? Mi succede ogni volta che visito un museo o una rovina. Trovo tutto così magico. Ho avuto la stessa sensazione quando mi sono ritrovata, quasi per sbaglio, in uno di questi mercatini, di cui neanche conoscevo l'esistenza, nella mia città.  Spero possa interessarvi e che, magari, mi lascerete un commentino piccolo piccolo a questa folle idea :D
Laleith.



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Capitolo 2
*** La Borsa. ***


Il Mercatino dell'Usato






La Borsa.



Il tuo primo cliente ha la stessa aria vissuta di molti degli oggetti che vendete. Si muove con delicatezza e perizia nei piccoli corridoi creati più per necessità che per vero bisogno di ordine. I suoi occhi stanchi incrociano i tuoi e ti esortano silenziosamente a lasciargli lo spazio di cui ha bisogno. Lo sai che ad ognuno occorre diverso tempo per sentirla. La voce degli oggetti.
L'uomo esplora la stanza in silenzio, non osando sfiorare nemmeno per sbaglio qualunque cosa lo attiri. Finchè, senza accorgersene, fa cadere una vecchia borsa di cuoio. 
È in vendita da più di cinque anni, nessuna richiesta di restituzione. Più che comprensibile visto lo stato in cui versa. Eppure l'uomo, nell'afferrarla dal pavimento, rimane imbambolato.

Ti prego, non andartene anche tu! Somigli così tanto al mio vecchio proprietario, sai? Stessa postura elegante, stessa mano decisa ma attenta. Mi prese che era uno studente, sai? Ricordo il modo in cui mi riempiva di libri. A volte non volevo saperne di serrare i lembi della cerniera: forse si nota sulla zip. Vedi quel piccolo spazio vuoto tra i dentini? Me lo ha fatto lui, nel tentantivo disperato di chiudermi mentre cercava di salire sul treno. Per non parlare della volta in cui tentarono di strapparmi dalle sue mani. Qualcuno aveva urlato "Al ladro!" mentre le dita del mio studente si stringevano come non mai sui miei manici. Li tenne così forte, mentre qualcuno mi tirava, che quasi si staccarono dal resto del mio corpo. Se controlli, vedrai la screpolatura alla base della presa. E...vedi quella macchia scura sulla tasca esterna? Non è una macchia di sporco. Il mio propiretario ha rischiato di cadere e io, con grande soddisfazione e qualche piccola escoriazione, riuscii a proteggerlo. Divenne un medico, te l'ho detto? Oh, era bravissimo. Purtroppo però, non tutti la pensavano così. Un giorno passeggiavamo verso l'ospedale. C'era il sole e la sua mano sudava, tanto che rischiavo di scivolargli ad ogni passo. Un uomo si avvicinò urlando cose senza senso: il mio dottore le salvava le persone, non avrebbe mai potuto ucciderne una! Quell'uomo, però, era così convinto...Improvvisamente la sua mano mi lasciò cadere a terra. L'uomo che lo assassinò, invece, mi afferrò. Iniziò a scappare, sbattendomi contro le sue gambe. Non so per quanto corse. So, però, che mi svuotò nel cassonetto più vicino. Rimasi nel suo garage per anni, finchè una donna non decise di portarmi qui.
Era da tanto che un paio di mani così non mi afferravano.
Non andartene.


L'uomo alza lo sguardo, occhi luminosi che ti cercano.
"La prendo."




Angolo Autrice
Ecco il primo capitolo. Inizio col dire che l'ho scritto ascoltando Bohemian Rhapsody e che se non l'avete mai ascoltata andate subito ad ovviare a questo gravissimo errore. Non so se avete notato l'assenza di riferimenti di genere nel racconto della borsa: mi è stato fatto notare che essendo una borsa, dovesse parlare al femminile. Peccato che nella mia testa la sua era una voce maschile e quindi, per dare a ognuno di voi la possibilità di immaginare la voce che preferivate, ho deciso di non "sessilizzarla" (evviva i neologismi! XD). Aggiungo poi che non aggiornerò sempre ogni due giorni. Ho voluto, per questa volta, fare così solo per dare un'idea di come sarà la raccolta. Spero che piaccia :)
Un bacio,
Laleith.






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Capitolo 3
*** Il Divano. ***







Il Divano.


Oggi il caldo ha avuto la meglio. Le strade sono deserte, quasi quanto il negozio. I clienti si possono contare su una mano. E avanzerebbero comunque parecchie dita. Esplori indisturbato quel mondo di memoria che qualche giorno prima ignoravi. Per qualche attimo dimentichi ciò che ti aspetta fuori da quelle mura di mattone che rendono il luogo ancora più...antico.
Dopo quattro ore di attesa, però, il tuo corpo reclama riposo. Non c'è nessuno. Manca poco più di mezz'ora alla chiusura e sai già che non arriverà alcuna anima in cerca di oggetti.
Ti avvicini all'angolo "Divani" osservando ogni sofà con occhio critico e cercando di indovinare quale possa essere il più comodo. La lotta è dura: opterai per quello a due posti, dalla stoffa bianca e floreale, o per quello a quattro, di morbida pelle nera?
D'estate non è uno dei materiali più simpatici, ma non puoi ignorare la lucentezza della pelle, abbandonandoti sui cuscini con un sospiro.
Non passano nemmeno cinque minuti che già avverti i muscoli rilassarsi e la testa farsi pesante.

Non vorrei essere di disturbo, ma potresti togliere le scarpe?  Di solito ero trattato con i guanti. La mia padrona mi rinfrescava e puliva sempre con creme super idratanti, altrimenti la mia splendida pelle nera - che sembri apprezzare particolarmente- non sarebbe stata tutt'oggi così morbida. Quindi, gentilmente, metti i piedi a terra. Sono stato fortunato e non vorrei essere rovinato da qualcuno che non conosco.
Ho visto affetto e dolore, pigrizia e divertimento, tra questi miei vecchi cuscini. Probabilmente se ti metterai a cercare troverai qualche forcina della padrona, o qualche spicciolo caduto dalle tasche dell'uomo di casa. Quante ne ho viste, quante ne ho vissute. Come quella volta che, di nascosto, il cane ha osato saltare sui miei preziosi e delicati cuscini, lasciando, per sempre, l'impronta delle sue zampe e delle sue unghie. Odiavo quel cane, sul serio. Eppure mi manca. Mi teneva compagnia con quel suo fastidioso russare e scalciare mentre dormiva. Probabilmente faceva meno rumore quando era sveglio.
Non lo vedo da molto tempo, da quando lentamente la casa aveva iniziato a svuotarsi e a trasformarsi. Quando hanno iniziato a riapparire i primi mobili, mi sono accorto che erano diversi dai miei vecchi compagni, ma ero tranquillo. Lasciatelo dire: non avrei dovuto esserlo. Un giorno, all'improvviso, mi sono ritrovato qui, in mezzo a questi oggetti dalle mille storie, certo, ma che fanno davvero a pugni con la mia pelle nera. Andiamo! Guarda come sono bello! Che cavolo ci faccio accanto a questo compagno dagli orridi fiori verdi?

"Ehm Ehm"
Apri gli occhi di scatto, osservando il volto divertito della tua datrice di lavoro.
"Ti stai annoiando, per caso?" chiede con un sorriso mentre osserva i tuoi movimenti goffi. Ancora intorpidito dal sonno, stai osservando la seduta del divano dove ti sei appisolato e noti un'impronta canina leggermente in evidenza.
Sorridi alla ragazza.
"Veramente... Sai quanto costa?"
Nel tuo salone starebbe una meraviglia, in fondo.





Angolo autrice
Chiedo enormemente scusa per l'orrendo ritardo di questo capitolo. Non ho effettivamente delle giustificazioni. Purtroppo posso solo dire che la vita fuori dal computer per un po' è stata alquanto incasinata, e ho dovuto pensare a quella, anche nei momenti in cui avrei potuto dedicarmi alla scrittura.
So che questo capitolo non è il massimo, ma non me la sentivo di modificarlo. Spero che apprezzerete comunque :)
Volevo inoltre ringraziare le persone che hanno messo la storia tra i Seguiti. Avevo bisogno di una spinta per riprendere in mano la tastiera, e voi me l'avete data. Grazie!
Un bacio,
Laleith.





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Capitolo 4
*** La Pompa di Benzina. ***


La Pompa di Benzina.




Di tizi strani ne hai visti.
Come quello che un giorno ha provato a farti vendere un Panama talmente rovinato da non avere nemmeno la parte superiore. Scusa per metterlo in vendita? "Guarda che è quello indossato da Roosevelt all'apertura del Canale!" E tu, con la pazienza ricavata dagli oggetti che ti circondano, hai solo potuto suggerirgli di metterlo su Ebay e sperare che qualcuno ci cascasse. Oppure come quella signora che nel giro di venti minuti aveva avuto l'ardire di comprare tutte le quattordici tipologie di lampade e lumini che vi erano state portate in consegna. Probabilmente abitava in una grotta.
Ma oggi, stai seriamente pensando di appendere un cartello che rechi il giusto indirizzo per il Centro Igiene Mentale.
Un bambino si aggira da venti minuti nel negozietto e tu, nel tentativo di salvaguardare l'integrità dei vari articoli, lo sorvegli di nascosto. La madre è tutta intenta a patteggiare un prezzo per la sua borsa di vera pelle di pitone e sembra troppo impegnata per badare ai possibili danni del figlioletto.
Questo, tutto intento a toccare qualsiasi cosa gli capiti sotto mano, si ritrova ad osservare incuriosito una miniatura in vetro trasparente di quella che ignora essere una pompa di benzina degli anni sessanta. Dietro di lui, spunta all'improvviso una giovane coppia dall'aria svampita.
Osservi la ragazza che dà di gomito al ragazzo.
"No, amò. Hai capito che è quer coso?" esclama eccitata.
Il ragazzo, dagli occhi gonfi e lo sguardo un po' rimbambito, le risponde semplicemente: "Ma che è? Un narghirè?"


Finalmente qualcuno che capisce cosa diavolo sono!! Finora nessuno ci era arrivato. Menomale! Iniziavo a credere di essere io quello strano. Non che sia normale ritrovarsi a fischiare quando il vapore mi riempie troppo... Sapete, mi fa un po' il solletico. In ogni caso sono felice! Mi comprate? Vero? Dai, dai! Ho un sacco di storie da raccontarvi. La maggior parte sono avvenute nella mente del mio ex padrone, e lui sì che era strano! Con quei capelli lunghissimi e la fascetta in testa rischiava di farmi cadere ogni volta che mi passava vicino. Avevo il terrore! Però le risate! Credo mi abbia usato anche per sostanze non propriamente legali, ma insomma, chi ci fa più caso!  Probabilmente neanche lui aveva le idee chiare su cosa fossi, ora che ci penso... Possibile credesse che fossi un Bong. Boooh! Comunque mi comprate, vero? Io parlo un sacco, ma tengo taaanta compagni---Hey, ragazzino! Mettimi gi----No, attento. Non così! Oddio!


Crack.


Per restare in tema, pensi, mentre osservi contrariato i vetri rimasti del fu Narghilè/Bong.
Il ragazzino scappa dalla madre, uscita vincitrice dal dibattito con la tua datrice di lavoro che, con estrema soddisfazione, porge con impazienza il palmo verso l'alto: le sorti dello scontro sono appena cambiate.
I due ragazzi, intanto, osservano un po' dispiaciuti i resti della pompa di benzina che benzina non pompava. Poi il ragazzo, passando un braccio attorno alle spalle di lei, sbadigliando, afferma convinto "Meglio ahò! Chiacchierava peggio de te!"
Non riesci a sentire la risposta al vetriolo della ragazza, troppo intento ad ascoltare l'assenso di tutti gli articoli che circondavano il povero Narghilè incompreso.



Angolo autrice
Sorpresa! Sono ancora viva! Lo so, mi starete odiando, ma l'ansia per i test di ammissione prima, per i risultati poi, e l'eccitazione per l'inizio dell'università mi hanno distratta e la voglia di scrivere era decisamente fuggita in qualche località di montagna a prendere un po' di riposo. Con questa breve storiella un po' stupida spero di avervi regalato un sorriso, perchè non so come mai, ma a me il brutto tempo fa venire voglia di sorridere e vorrei che lo faceste anche voi.
Un bacio,
Laleith.


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