Come i petali di ciliegio di SoleDincht (/viewuser.php?uid=17049)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo ULTIMO!!!! ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo Primo ***
come i petali di ciliegio cap 1
Come una piuma…
…persi nel cielo…
Come un rubino…
…rosso carminio…
come il più forte sentimento della
terra…
…pesante eppure leggero…
Come i petali di
ciliegio…
…trasportati dal vento…
…in una storia senza fine e senza inizio…
…la MIA
storia
COME I
PETALI DI CILIEGIO
Un lungo viale di ciliegi in
fiore.
Uno spettacolo che
tranquillizzava anche i cuori più duri.
Quindi lui era automaticamente
escluso.
< eheh…lo
vedi Betrayal? >
< sì >
< qui tra poco passerà
lei…>
< lo so Envy >
< bene, perché allora saprai
cosa fare >
< certo >
< uff…sei di poche
parole…>
< che speravi, di
intraprendere una loquace conversazione? >
< bè…visto che non sei uno di
noi…volevo vedere chi ho di fronte…e copriti quella parte del viso, fai
impressione…! >
< … >
Il moretto risparmiò una
qualunque risposta per l’ homunculus, indirizzandogli lo sguardo verso il
viale.
< è il momento >
< lo so Envy >
e il giovane scomparve in un
turbine di petali di ciliegio, lasciando Envy a sogghignare, sussurrando tra
sé…
< vediamo cosa sa fare il
pivello…>
***
< Ehi fratellone!!! Hai visto
quanti ciliegi?! >
< eh sì! Come ti senti ora che
puoi sentire il profumo dei fiori? >
< benissimo! È una cosa che
ora mi sembra bellissima! >
< ^^ >
< Ed…guarda là! >
il giovane dai capelli
leggermente castani si chinò di fianco ad un corpo abbandonato sulla strada, che
lasciava una macchia rossa sulla manica di un mantello beige.
< Ed…è una ragazza…>
< vedo…ha una brutta ferita al
braccio…meglio portarla in casa…>
il più grande dei fratelli si
caricò in spalla la giovane, diretto alla loro casa in periferia di Central
city.
Appena entrati nella casa, la
deposero sul letto, interrogandosi su alcuni particolari:
< Hai notato la fasciatura?
>
< come non farlo, le copre
esattamente metà viso! Poi hai visto i capelli? >
< Tu hai già visto quelle
trecce attaccate a quei cerchi di metallo? Sai se sono caratteristiche di
qualche popolo? >
< non che io sappia…che ne
pensi? Non sarà pericoloso? >
< non credo, piuttosto, come
credi che sia finita lì con quella ferita?>
< non ne ho idea Al…non ne ho
idea… >
…mmm…
la ragazza strizzò l’occhio
visibile, socchiudendo leggermente la bocca, per poi aprirlo lentamente del
tutto, spalancandolo per lo spavento.
< io…voi…>
lo sguardo le cadde sul braccio
fasciato, prendendo calma e constatando che non era più in pericolo.
< io…che ci faccio qui…?
>
< bè…eri svenuta in mezzo ai
viali con i ciliegi, con il braccio ferito, e ti abbiamo portato a casa
nostra…>
disse il biondino incrociando
“innocentemente” le braccia sulla schiena, dimenando leggermente il codino che
arrivava a metà schiena.
< allora credo di dovervi
ringraziare… >
< di niente, finché non ti
sarai rimessa completamente, alloggerai da noi, nella stanza degli ospiti
>
< …grazie, ma non vorrei
essere di disturbo >
< nessun disturbo figurati, io
sono Alphonse, e lui è mio fratello Edward >
< io mi chiamo Faith. >
< piacere, ah…la tua borsa è
su quella sedia là, se vuoi puoi cambiarti >
< grazie, ne avrei piuttosto
bisogno >
i due ragazzi abbandonarono la
stanza, lasciando Faith sola a fissare il vuoto.
Scese cauta dal letto, notando
che i pantaloni erano macchiati qua e là da macchioline di sangue, mentre la
felpa era completamente da buttare.
Si avvicinò alla borsa, e tirò
fuori una gonna e una camicia, li indossò sistemandosi le due trecce sul
davanti, preparandosi ad andare da quella persona.
Scese le scale lentamente,
cercando il modo migliore per dire semplicemente :
- scusate, sapete dirmi dove si
trova il quartier generale degli alchimisti? –
ma nonostante le numerose prove
mentali, ne uscì solo un flebile…
< scusate, non è che uno di
voi due saprebbe dirmi dove si trova il quartier generale degli alchimisti?
>
i due fratelli si guardarono
stupiti, una ragazza che vuole andare al quartier generale degli alchimisti…era
veramente molto strano…
< certo, ti ci accompagno, un
attimo che prendo la giacca >
Ed si diresse in anticamera, dove
erano appese le giacche, mentre Al guardava incuriosito la ragazza
< posso chiederti perché ci
devi andare? >
< bè…devo parlare con
“Fuoco”…>
fu allora che le mascelle di Al
furono lì lì per sfondare il pavimento, cerano molte ragazze che ogni giorno
pretendevano di “parlare” a Roy, ma ben poche (nessuna) lo chiamava col nome da
alchimista.
< bene, noi andiamo, Al ciao
>
< ok…a dopo…O-O >
alla fine della strada, ormai
nell’atrio dell’edificio, Ed formulò la fatidica, inevitabile…
< tu che devi fare qui?
>
< devo parlare con Flame…
>
bè…che dire, la reazione di Al
era niente se confrontato con il principio di svenimento, i cinque infarti e un
curioso caso di morte/resurrezione da parte del biondino.
Faith lo guardò sorridendo,
grattandosi una guancia:
< h-ho…detto qualcosa che non
va…? >
< …O.o >
< oh…ciao Full “small”
metal…>
Entrambi strabuzzarono gli occhi
a quel saluto, e vi assicuro che Faith aveva un buonissimo motivo per farlo…
Una grande porta in legno si era
aperta, rivelando la figura del giovane colonnello.
< NON CHIAMARMI FAGIOLINO
MICROSCOPICO!!! >
< ciao Fuoco
>
la ragazzina si fece strada
nell’entrata, occupata interamente dal giovane che si era fatto incredibilmente
grande di fronte all’insulto.
< ‘giorno Darkness, che posso fare per te?
>
< eeeeeeeeeeh?????????
>
< Full Metal, ti presento
Darkness, alchimista di stato >
< …scusa se non te l’avevo
detto, io sono alchimista di stato da cinque anni >
< io da…tre, più o meno
>
< comunque, che posso fare per
te? >
< a East City mi hanno detto
di rivolgermi a te per rinnovare la mia carica. >
< difatti…seguimi . >
i moretto si alzò dalla
scrivania, seguito da Riza, che sorrideva paziente.
< Full Metal, vuoi assistere?
>
< certo >
li condusse in una stanza
gigantesca, col soffitto alto e un lungo tavolo su un lato.
Roy vi prese posto, invitando
Edward a fare lo stesso.
< vai, facci vedere che sai
fare. >
la ragazza sfilò le mani dalle
tasche della giacca, per poi sfregarle leggermente l’una con l’altra.
Con decisione, le puntò a terra,
al centro della sua ombra.
Milioni di fili neri la
raggiunsero raccogliendosi ai suoi piedi, per scorrerle poi sulle gambe,
raccogliendosi infine nell’avambraccio sinistro.
Ora Faith teneva in quel braccio
una specie di gelatina nero e/o viola che ondeggiava formando figure
indistinte.
Faith concentrò la materia in una
lunga e grossa spada, al cui interno si poteva riconoscere i movimenti della
strana materia.
< e ora… >
La voce sembrava rimbombare, una
specie di sdoppiamento vocale, come se a parlare fossero de persone che dicevano
le stesse cose nello stesso istante.
La puntò contro a Ed, al che si
allungò velocemente, diventando sottilissima.
Ed inarcò un sopraciglio…che
fegato…
La lama gli passò al lato del
viso, tagliando un minuscolo frammento di capelli, che caddero sul tavolo.
< Scusa full metal…avevi una doppia punta.
^^ (smile) >
< la devo prendere per una
fida ? >
< vuoi un combattimento carino? Fatti
sotto! >
Un ghigno si fece largo sul viso
di Ed.
Congiunse velocemente le mani,
portandole al terreno, estraendo da esso la solita lancia (cavolo che
fantasia).
Con un salto oltrepassò il
tavolo, mentre la ragazza scomponeva l’ombra per poi ricomporla in due
daghe.
< colonnello, non li ferma?
>
< e perché dovrei, tenente?
Voglio vedere fino a che punto arrivano >
< Allora full metal…a te
l’onore…>
< ti vedo temeraria…>
< non è il momento di discutere…fatti
sotto…>
< con piacere! >
le si scagliò addosso, puntando
l’arma al petto, attacco che fu schivato con poca fatica.
< dovresti saperlo full metal, la lancia è
un’arma da punta, di conseguenza…>
< può essere facilmente
evitata…ma…>
con un movimento calcolato, la
puntò alla gola della ragazza, prevenendo il posto dove si sarebbe diretta per
schivare l’attacco.
< ma tu dovresti sapere che il
primo attacco è sempre una finta…>
< giusto, ma questo non lo sarà
>
bè…tutti sanno che un qualunque
colpo nello stomaco fa male…se poi dato con un manico di un’arma…
lei gli puntò una daga alla
testa.
< allora come la mettiamo full metal ?
>
< così >
sfregò le mani, puntandole
velocemente al terreno, Faith fu circondata da spuntoni di metallo.
< uhm…parità biondino? >
< se ritiri quel arma credo di
sì >
< vale lo stesso per le “spine” alle, no,
sulle mie spalle…>
< è presto fatto >
gli spuntoni
scomparvero.
< grazie carino
…>
Faith ritirò le daghe,
condensandole in una nuova bolla di materia oscura.
Con uno schiocco di dita, questa
si scompose, tornando al proprio posto.
< allora flame Alchemist…che mi
dici? >
< che ti chiami ancora
darkness…e che stai sanguinando dal braccio sinistro…>
< merda…la ferita…>
< si è riaperta? In effetti
era piuttosto brutta…che è successo quando te le sei fatta ? >
Faith si portò la mano sul
braccio ferito, scostando lo sguardo imbronciato.
< niente, assolutamente
niente! >
< ma…>
Roy sospirò, prese il biondo per
un braccio e lo portò in una angolo della stanza.
< (sussurrando) ricorda full
metal…mai fare domande del genere alle donne! >
< (sussurrando) e perché?
>
< (portandosi una mano sul
viso) uff…ma tu non ci capisci niente di donne…>
< è-é mi vuoi rispondere?
>
< mai, e dico mai fare domande
sul passato di una ragazza se non è lei a raccontartelo, e poi il suo… >
Ed si girò a guardare la ragazza,
ora china sul tavolo a compilare delle carte consegnatele da Riza:
più o meno della sua età ( 16/17
anni ( il tempo è passato cari miei)), gli arrivava alla spalla ( finalmente
Eddino è cresciuto in altezza!!!), i capelli neri e l’occhio nero, un fisico
normale, e delle bende sul lato sinistro del viso…
ecco, questo particolare lo
metteva particolarmente in soggezione…
cosa c’era di tanto
misterioso/orribile/strano in quel lato del viso?
Cosa voleva celare quella
ragazza?
Cos’era successo in quel
viale?
Oltre a tutte queste domande…Ed
sapeva e sentiva che Faith avrebbe portato un mucchio di guai…
Allora...questa storia mi è
venuta in mente per caso ascoltando (per l'ennesima volta) Moment, ovvero la
canzone dell'opening di - Bluebirds illusion - il videogioco di full metal
alchemist. Comunque, mi è venuto in mente il personaggio di Faith, e tutta la
sua storia, e non ho resistito a scriverla e pubblicarla...
nota: si
svolge circa un annetto dopo che Al riceve di nuovo il suo corpo, mentre Ed ha
ancora gli auto-mail, è cresciuto in altezza e tiene i capelli in un
codino.
mi sembra tutto, ditemi che vi sembra perchè l'ho scribacchiato,
non so se è venuto bene...
Ah sì...gemellina...AGGIORNA UNDER THE
RAIN!!!!!
Sole-chan
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo Secondo ***
come petali di ciliegio
Luce.
Senza di questa non può esistere l’ombra, lo
sai ?
Senza luce non c’è ombra, e senza l’ombra
non c’è la luce, e vuoi sapere il perché?
L’una senza l’altra non si possono
distinguere.
Senza i raggi che filtrano dalla finestra
non puoi riconoscere l’ombra gettata dai mobili sul
pavimento.
Senza il sole che illumina la nostra città,
non posso vedere l’ombra sui lineamenti del tuo viso
perfetto.
Entrambe non sono altro che due facce della
stessa medaglia.
Sono l’uno il contrario dell’altro, e per
questo legati indissolubilmente.
Proprio per questo…se tu sei la
luce…
…Io sono
l’oscurità.
COME I
PETALI DI CILIEGIO
Capitolo 2
< tu come hai superato
l’esame? >
< uh? >
la ragazza fissò il coetaneo con
sorpresa.
La giacca ripiegata sulle braccia
incrociate attorno alla busta della spesa, faceva troppo caldo in quel giorno
primaverile per indossare quel indumento.
< ehm…ho quasi distrutto la
sala con tanto di alchimisti e militari dentro. E tu? >
< io stavo per uccidere il
comandante supremo con la lancia. >
< umpf, mi hai battuto
>
un sorriso sincero e
frizzante.
Talmente tanto da far risultare
dettagli il sole di inizio maggio che scaldava la pelle e la brezza leggera che
scorreva tra i vestiti.
A vederli così erano totalmente
opposti:
lui, capelli biondi e occhi
dorati.
Lei, capelli neri e occhi/o
nero.
Lui, luce ; lei, ombra.
Totalmente opposti, totalmente
uniti.
Un passato difficile, un futuro
tranquillo
Almeno per uno di loro…
***
Un urlo straziante nel mezzo
della notte.
Una corsa e una porta
spalancata.
Una ragazza che si dimena
disperata nel letto, le mani premute sul lato fasciato del viso che le provoca
tutto quel dolore, la ferita che continua a sanguinare.
< che succede?! >
< STA BRUCIANDO! STA
BRUCIANDO! >
< stai calma. >
l’occhio spalancato talmente
tanto da farle male, lacrime di dolore che bagnano il cuscino.
I tentativi di calmare Faith
completamente vani.
Andò avanti così per mezzora.
Finché la ragazza non si
addormentò di nuovo tra le braccia di Ed.
Un sospiro di sollievo, un
sorriso paziente cercando di sistemare il corpo addormentato tra le coperte disfatte, una strana espressione
fasciando i palmi della ragazza insanguinati, conseguenza delle unghie strette a
contatto con la pelle.
Un espressione corrucciata, il
mento poggiato sulle mani incrociate sulla comoda scrivania del suo ufficio
ascoltando il racconto, ancora quella strana espressione concludendo.
< bella notte full metal
>
< spiritoso…>
< immagino che tu mi starai
per chiedere…>
< …qualcosa in più sul suo
passato, certo >
rispose alzandosi dalla poltrona,
guardando fuori dalla vetrata, dando le spalle all’interlocutore.
< non posso >
< come sarebbe a dire?!
>
< non sono autorizzato
>
< ma come Roy! Sei impazzito?!
>
< tienila d’occhio fin quando
non guarisce, non posso dirti altro >
< e dopo? >
< lasciala andare >
< sapevo che eri un idiota, ma
non fino a questo punto >
< il mio non è un invito, è un
ordine >
< … >
< un'altra cosa acciaio
>
< che vuoi >
< non rimuovere quelle bende
>
< eh? >
< non devi assolutamente
toccarle quel lato del viso >
***
Ed tornò a casa pensieroso.
Le parole di Mustang gli
riattraversavano la mente in continuazione, facendosi man mano più marcate, fino
a far comparire l’espressione seria di “Fuoco” che, su uno sfondo viola, ronzava
ripetendo all’infinito quelle strazianti parole.
“ non devi assolutamente toccarle
quel lato del viso”
“ non rimuovere quelle bende”
“ non devi assolutamente toccarle
quel lato del viso”
“ non rimuovere quelle bende”
inutile dire che quella
situazione gli dava un enorme fastidio, una gigantesca irritazione.
Alla fine del tragitto fino a
casa, si ritrovò un gigantesco mal di testa che gli aleggiava sul cranio, e
aprendo la porta si ritrovò a rimuginare sulle cause dei vari comportamenti di
Faith, ma fu alquanto sorpreso nel vedere Al a leggere impegnato un quadernetto
e a scribacchiare qualcosa su un foglio, seduto in cucina letteralmente
circondato da dizionari e vari.
< Al, che stai facendo?
>
< ah, nii-san sei tornato!
>
< (sedendosi al tavolo) già,
che stai facendo? >
< stò decifrando questo
quaderno, è di Faith >
< ah, sono appunti sulle sue
ricerche, vero? >
< già, sono sottoforma di
appunti di botanica >
< botanica? Cioè di fiori?
>
< esattamente, l’ho tradotto
quasi tutto, e questi sono i risultati >
Al porse al fratello il pacco di
fogli appena scritti, cercando poi di rimettere a posto i dizionari e gli
scritti.
< (rimettendo i fogli sul
tavolo) a quanto pare il sopranome “Darkness” non le è stato dato a
caso…>
< a quanto pare…>
< a quanto pare sta seguendo
una serie di ricerche sulla composizione dell’ombra >
< ed è riuscita ad ottenere
una composizione simile all’acciaio…>
<…niente male…niente male
davvero…>
< solo una cosa nii-chan, non
riesco a capire l’ultima pagina, sembra una poesia. >
Ed prese il quaderno fra le mani,
osservando le immagini di fiori e piante, dove solo occhio esperto avrebbe
saputo riconoscere le formule nascoste in quelle pagine.
Si ritrovò all’ultima pagina.
I petali, gocce di sangue sulla mia
pelle.
Il colore, rosato, come bagnati dal doloroso
liquido carminio.
I petali di ciliegio ricoprono il mio corpo,
bagnati di sangue.
Riesco ancora a sentire quel sapore
metallico.
Riesco ancora a riconoscere quell’odore,
mischiato al profumo dei fiori.
Riesco ancora a sentire il dolore in quella
parte del viso, mi alzo reggendola, come se alla rimozione della mia mano,
quella cadrebbe frantumandosi come cristallo.
Un fiore, rosato, puro, semplice, ma fiorito
dal terreno.
Io sono come lui.
< questa non è alchimia
>
< no? >
< è una testimonianza, ma la
pagina è strappata, sembra che continui…>
< uff…siamo destinati a
misteri, eh nii-san? >
< credo proprio di sì,
piuttosto, lei come sta? >
< uhm…si è svegliata solo alle
11:30, ed è stata tutto il tempo a guardare fuori dalla finestra >
< secondo te che le è successo
ieri sera? >
< non lo so, speravo che ce lo
dicesse Roy, a proposito, come è andata? >
< non ha detto niente, solo mi
ha “ordinato” di tenerla d’occhio e di non toccare la bende…>
< … >
Ed scostò la sedia, alzandosi e
dirigendosi verso le scale.
< dove vai? >
< diciamo a farle
compagnia…>
L’alchimista entrò nella stanza,
trovando la ragazza seduta ad osservare il paesaggio al di fuori della
finestra:
il riflesso del tramonto era
stato accolto dai capelli, ora contornati qua e là da sottili linee dorate,
quanto era stato respinto dall’occhio, all’interno del quale si poteva scorgere
una timida pagliuzza che rendeva il contrasto tra luce e tenebre ancora più
evidente.
L’espressione corrucciata, anzi,
triste davano al ragazzo la sensazione di trovarsi in un quadro, sensazione che
finì notando le fasce sporche di sangue gettate malamente nel cestino.
Infilò le mani in tasca:
< a quanto pare quella ferita
non vuole chiudersi, eh? >
la ragazza si voltò di scatto,
colta nel profondo dei propri pensieri.
< scusa, non volevo
spaventarti…>
< fa niente tranquillo
>
Ed si avvicinò al letto,
facendole segno di girarsi.
< su, girati, ti cambio le
bende >
< sì >
la ragazza si distese a pancia in
giù, sistemando la mano destra sotto il mento e facendo sgusciare il braccio
ferito fuori dalle coperte, porgendolo al giovane che lo posò in grembo,
cominciando a togliere le fasciature e a snodare nodi.
< Alphonse ha finito col mio
quaderno? >
< sì, posso farti un paio di
domande al riguardo >
< certo, sono a tua
disposizione >
< perché sei alchimista di
stato? >
< perché avevo bisogno di
fondi per le mie ricerche, e con l’esercito ne trovo in abbondanza >
< ricerche sull’ombra? Perché?
>
< diciamo solo che “ce l’ho
nel sangue”… >
cadde un silenzio di tomba,
frammentato solo dal fruscio delle bende che si avvolgevano al braccio di Faith,
adattandosi alla pelle morbida e lattea.
< …o semplicemente per
curiosità…>
< che intendi dire? >
< che mi sono sempre fatta
alcune domande sull’ombra, e seguendo alcune ricerche, ho scoperto che è più o
meno come l’aria ! >
< và avanti, mi
interessa…>
< l’aria non si vede, e
apparentemente è priva di qualunque massa, però la pressione è generata proprio
dall’aria stessa. Allo stesso modo, l’ombra, occupando un tot di superficie,
acquisisce (“prede in prestito”) una parte della massa dell’aria, occupandola, e
con questo si forma un “volume d’ombra”, apparentemente in 2D, rimane solo da
rielaborarla rendendola in 3D. chiaro? >
< sì, ma come hai fatto a dare
una conformazione simile all’acciaio? Dipende dall’aria e dalla sua
composizione? >
< esattamente: quando ritiro,
o “risucchio” una determinata quantità d’ombra, questa trascina con sé anche una
discreta quantità di componenti chimici del terreno o delle superfici, talvolta
anche dell’aria, e amalgamandole si può ottenere la composizione che si vuole
>
cominciarono a parlare di
formule, cerchi e ricerche, e Al, povero ragazzo, ascoltava dalla porta
meravigliato, saziandosi di nozioni che, bene o male, non riusciva a comprendere
a fondo, col risultato di un gran mal di testa.
Si fermarono solo quando Al,
rassegnato, finì col preparare la cena, e richiamò i due alchimisti per il
pasto.
< stai meglio Faith? Prima
avevi una brutta cera >
< molto meglio Alphonse, ti
ringrazio…ah, dov’è il mio quaderno? >
< è su quel tavolo in sala,
perché? >
< no, è solo che ci devo
ancora scrivere qualcosa, e volevo completare gli appunti >
< (ingoiando un altro boccone)
capisco… >
I tre giovani continuavano ignari
la cena, e solo uno dei tre era forse consapevole di ciò che stava per accadere,
per quanto cercasse di far ritirare i cattivi pensieri in un angolo della
propria mente, sperando con tutta sé stessa che ciò che temeva non doveva per
forza accadere, nella candida speranza di vivere una vita normale, anche se
quella cosa glielo impediva.
Una figura avvolta in un cappotto
nero guardava le immagini nella casa, e l’espressione corrucciata esprimeva i
propri pensieri all’aria, si ritrovò a farfugliare tra sé.
< ma guardali…sembrano una
famigliola…>
< disgustosi vero? >
< Envy…… >
< sono venuto a vedere che
combini pivello, spero che tu non mandi tutto all’aria…>
< abbi fiducia in me Envy…se
mando all’aria i vostri piani smonto anche il mio obiettivo… >
< allora sei ragionevole
Betrayal…come ti sembra la tua metà? >
< troppo tranquilla, non sa di
essere un arma umana…>
< tanto meno che tu sei la
chiave >
< oh insomma! Che ci fai qui?
E poi perché continui a chiamarla la mia metà? >
< non è forse così? >
< (infilando le mani in tasca
e voltandosi) io non ho niente a che fare con lei >
< il tuo obiettivo ti tradisce
>
Betrayal lo fulminò con lo
sguardo
< il mio scopo non ti
riguarda, come non mi riguarda il tuo, l’importante è che entrambi raggiungiamo
il nostro fine, poi…>
< chi s’è visto s’è visto, già
>
< e ora, se non ti
dispiace…>
come la prima volta, un turbine
avvolse il giovane, lasciando al suo posto solo aria, Envy sospirò, tornando a
fissare l’immagine che la finestra gli dava.
< uff…eppure è un
peccato…un’alchimista così brillante… >
sollevò di scatto la testa, come
risvegliato di colpo. Si dette un piccolo colpo sulla fronte.
< ma che m’importa…in
questo periodo avevo proprio bisogno di dar sfogo al mio spirito sadico…
>
The end of the 2°
chap
E ora, la parte che preferisco!! Le
risposte alle vostre domande!!!
Selly : Bè… chi legge le mie storie sa
che i colpi di scena arriveranno principalmente alla fine, come i nodi, oscuri
misteri e simili che verranno svelati tramite cose che NON saranno racconti
espliciti…quindi…tranquilla!! Sulle spine non lascio nessuno, tanto più che
spesso rimango sveglia per pensare alle evoluzioni per le varie storie….
16smartis16: Ah! Una
cosa su cui andiamo d’accordo! Anch’io adoro il mistero, e come ho già detto a
Selly, tra un po’ i misteri saranno svelati, e con metodi che mi aggradano
parecchio…ihihih
Hermyone: Il tuo è stato un commento che mi ha
incuriosito parecchio…innanzitutto sono felice che sia piaciuta…tuttavia…chi è
il moretto di cui parli? Non voglio anticiparti niente ma non credo che tu abbia
indovinato…non è che intendevi Mustang? Poi, come ho già detto…si risolverà
tutto, tranquilla, basta che continui a leggere e a recensire…comunque:
1)
Bè…sinceramente non me n’ero nemmeno accorta…forse per
abitudine, ma devo dire che mi irrita un pochino quella specie di
devozione/venerazione ossessiva che ha Al per Ed…diciamo che forse nella mia
storia lo tratterà come un comune essere umano…
2)
Grazie…secondo me l’inizio è di fondamentale importanza per
una storia…quindi alcune volte ci metto giorni per iniziare col piede giusto, e
spesso (come in questo caso) poesie o simili me le invento di sana pianta, e a
volte devo rifarli da capo perché non hanno un senso o perché sono andata fuori
tema…
Kimmalfoy: taci gemella.
Questo è ciò che è saltato fuori dal
commento di mia sorella appena ha letto questo chappy.
I meriti per le demenzialità se li prende
tutti lei…
< … > - Sole-chan /
soleDincht
“...”- kimelric /
kimmalfoy
“non toccarle quel lato del viso…(sembra 2
facce quello di batman…!! ^ 0 ^)”
< gemellino ma che cazzo
spari?>
“batmaaaaaan batmaaaaan!(canta la sigla di
batman…)”
< dal momento che ti piace così tanto
scrivi una storia su di lui…poi vediamo se l’aggiorni…>
“se anch’io mi metto a gridare nella notte
arriva Ed a consolarmi? Io ci provo...(tira un urlo…e non viene nessuno ç__ç
eddynooooo!!!!)
< nei tuoi sogni cara…ma non nelle mie
storie!! ^^ >
“come petali di ciliegio……………COME PET(ALI
DI BATMAN….) wow dal prossimo capitolo il protagonista diventa
BATMAN…!”
< come dire…ma anche no! Ragazzi, non ci
credete, è la sclerata quotidiana di mia sorella…>
“bene…al prossimo capitolo!!!!
Commentate…!!!!”
< STRONZA !!!! QUESTA STORIA E’
MIA ! e se proprio vuoi saperlo…anche ED è mio!! >
“nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo(urlo
in stile jean claude)”
< ok, ora che abbiamo messo le cose in
chiaro (Ed) scrivete a ME, alias sole-chan, e se potete, mandatemi fondi per
mandare quella pazza esagitata di una sorella in un manicomio (laboratorio
n°5)>
ecco spiegato il commento al primo
capitolo… COMMENTATEEEEEEE...bye bye !!!
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo Terzo ***
come i petali di ciliegio cap 1
Scorgo ancora la mia
punizione.
La scruto con un piccolo specchio,
illuminato dal bagliore chiaro della luna che filtra dalla
finestra.
Occhi indagatori scorrono sul viso,
esaminandolo in ogni suo aspetto.
Difatti, è solo di notte che permetto a
quell occhio di irradiarsi della timida luce lunare, complice del mio
sbaglio.
Volsi il mio sguardo distratto al cielo
stellato, leggendo nell’intricata distesa luminescente il tuo
ricordo.
L’ho fatto solo per te.
E tu vuoi uccidermi…
…comincio
a ricordare…
…comincio a ricordare il mi
odio…
COME I
PETALI DI CILIEGIO
Capitolo 3
Faith guardò affascinata gli
scaffali dell’edificio.
Non poteva credere che la
biblioteca di Central city potesse essere così grande…
< com’è grande… >
< già, se non la conosci bene
rischi di perderti… >
< ci lavori da tanto Alphonse?
>
< più o meno da sei mesi dopo
che ho riavuto il mio corpo…il titolare è una mia vecchia amica… >
< ALPHONSE!!! >
< ah, è lei! Ciao Sheska!
>
< Ciao Al, come mai così
presto? >
< è l’orario più giusto. Scusa
se ti ho lasciata sola ieri >
< figurati…lei è una tua
amica? >
< sì, è una collega di Ed
>
< mi chiamo Faith, molto
piacere >
< Io sono Sheska, sei un
alchimista di stato anche tu? >
< sì, stavo cercando dei libri
>
< a proposito di libri: Al, ne
sono arrivati quattro scatoloni pieni. Ti dispiacerebbe catalogarli? >
< ok. Ci vediamo dopo Faith
>
< a dopo >
Sheska rivolse un sorriso a
Faith:
< che tipi di libri stavi
cercando? >
< in verità non sono proprio
libri…io cercavo dei registri con i nominativi degli alchimisti di stato…
>
< per di qua >
le due ragazze si inoltrarono tra
gli intricati corridoi formatisi dagli scaffali.
Faith non riuscì a tenere a mente
tutti i passaggi e le curve, né riuscì a capacitarsi del fatto che Sheska
potesse essere così sicura della strada che stava facendo.
Sheska si fermò quando ormai
Faith non aveva alba nemmeno della direzione dell’uscita.
< qui ci sono tutti i registri
sui membri dell’esercito, dalle matricole appena registrate agli ufficiali di
più alto grado >
< ti ringrazio, sei molto
gentile >
< se ti serve qualcosa chiama
>
< ok >
Faith ci mise non poco a trovare
i cataloghi riguardanti gli alchimisti di stato.
L’unica differenza da quel volume
agli altri libri era solo il titolo in argento, ma quando sostava ordinatamente
sulla libreria appariva semplicemente come un quaderno ad anelli, per nulla
differente ai tanti altri che riempivano quegli scaffali.
Si sistemò su un tavolo poco
lontano, cominciando a sfogliare distrattamente quel volume:
< cavolo…quelli dell’esercito
hanno fatto le cose in grande…qui c’è vita, morte e alchimie di tutti gli
alchimisti di stato… >
Nome: Mustang Roy
Nome in codice : Flame alchemist /
alchimista di fuoco
Grado nell’esercito: Alchimista di stato -
Generale
E poi sciolinava su cose
noiose…per quanto Faith non fosse stupita di scoprire che Roy avesse fato
strada…in fondo in fondo non credeva che l’avrebbe fatto in così poco tempo…ma
lei stava cercando altro…
Andò avanti:
Nome: Elric Edward
Nome in codice : Full Metal Alchemist /
Alchimista d’acciaio
Grado nell’esercito: Alchimista di stato
- Colonnello
Qui Faith si stupì,
parecchio.
< oh oooh…Full metal ha fatto
progressi…vediamo i meriti… >
Meriti: Ampi risultati nel merito di
ricerche sull’alchimia, più numerosi interventi a favore
dell’esercito
Le spuntò un sorrisetto
all’angolo della bocca…eh bravo Edward…
Andò oltre…e poi cominciava ad
innervosirsi poiché non trovava ciò che stava cercando.
Girò pigramente un po’ di pagine,
sempre più delusa dal mezzo fallimento della ricerca, poiché era quasi alla fine
del volume.
Le si illuminò il viso quando
trovò quel nome.
Nome : Zolf J. Kimblee
Nome in codice: alchimista
scarlatto
Grado nell’esercito : Alchimista
traditore
Causa: Assassinio non giustificato dei
propri compagni per mezzo dell’alchimia.
Status attuale: Morto assassinato per mano di Scar.
< no…Zolf…mi hai deluso…farti
uccidere così…anche se avevo sentito delle voci che lo dicevano… >
fece per chiudere il volume, dal
momento che aveva ottenuto ciò che voleva.
Aveva scoperto come era
morto.
Tuttavia, la curiosità spinse
Faith a continuare la lettura, e si irritò parecchio quando trovò il suo nome
solo nell’ultima pagina.
Nome in codice: Dark Alchemist /
Darkness / Alchimista di
Tenebra
Grado nell’esercito: Alchimista di stato –
Maggiore
Nome: Faith Vanessa
Kimblee
***
< Ehi Faith! È ora di andare!
>
< sì…scusa Al, che ore sono?
>
< quasi le sei di pomeriggio,
perché? >
La ragazza volse lo sguardo verso
il cumulo di libri sull’alchimia e simili disposti senza un particolare ordine
sul tavolo.
Aveva studiato per quasi tutto il
giorno, senza pausa.
< niente…solo avevo perso la
cognizione del tempo >
Faith raccolse in fretta i libri
sparsi sulla scrivania, portandoli sul tavolo dove dovevano essere disposti i
libri appena consultati, e raggiunse Al che l’aspettava all’uscita.
< forza, si torna a casa
>
< ok…scusa una domanda
>
< vai >
Il ragazzo era leggermente più
alto di lei, nonostante la minore età rispetto Faith.
Invece, era del tutto simile a
Ed, non fosse stato per i capelli leggermente più castani,un nocciola chiaro…per
il resto si poteva notare piuttosto bene il legame familiare tra i due.
Cominciarono ad incamminarsi
verso casa.
< come mai Edward và ogni
giorno al quartier generale? >
< bè…ha a carica da
Colonnello, quindi ha parecchio lavoro da sbrigare…e il generale Mustang non gli
dà pace… >
< Generale?! >
< sì, è stato sollevato di
grado…Ed si è infuriato molto quando ha saputo che era ancora al di sopra di
lui… >
< posso immaginare…quei due
non si possono vedere… >
< già…ma oltre le apparenze
c’è un bellissimo rapporto di amicizia… >
Calò nuovamente il silenzio, che
perdurò per tutto il tragitto, durante il quale Faith ebbe modo di
riflettere:
In effetti parecchie amicizie
erano “mascherate” da rivalità assoluta, e talvolta proprio questa diveniva un
amicizia parecchio forte…nonostante entrambi i chiamati in causa facciano di
tutto per nascondere
l’evidenza…
Qualche giorno prima, Edward e
Alphonse le avevano parlato di una certa Winry Rockbell, una loro amica
d’infanzia e, per quanto a Faith in quel momento quel pensiero le sembrò
cattivo, si ritrovò a sperare con tutto il cuore che per Edward, Winry sia solo
una carissima amica…
Era un pensiero egoista, e che
stupì persino lei, che però non aveva la stupidità per negarlo.
Edward la attirava.
Tanto.
Per Alphonse provava solo
un’infinita gratitudine, che sentiva evolversi sempre più velocemente in
amicizia, ma per Ed…
In quel momento rischiò
semplicemente di andare a sbattere contro un palo, tanto era immersa nei suoi
pensieri.
Lo schivò per un soffio, andando
ad urtare però un giovane avvolto in un mantello, che fece quasi cadere.
< m-mi scusi…non l’ho fatto
apposta, mi dispiace… >
quasi per errore diede lo sguardo
dentro il cappuccio, scorgendo la cosa che meno avrebbe voluto vedere al
mondo.
Quell occhio…
…quella condanna…
…quel
ricordo…
< ehi Faith, ci sei? >
La ragazza guardò sconvolta
l’amico.
Aveva cominciato ad ansimare un
po’, ma riuscì a gestire il proprio respiro abbastanza presto.
< che ti è successo? >
< niente…niente… >
si voltò per rivedere il tizio
contro il quale era andata a sbattere.
Niente.
< forza, andiamo a casa…
>
< sì >
Faith si rialzò, ricomponendo la
giacca, che si era quasi sfilata da sola.
Al notò che, nella parte
rimanente del tragitto Faith non faceva altro che guardarsi le spalle e a
muoversi con diffidenza.
Questa specie di nervosismo, che
non aveva mai notato in quella ragazza, sorprese molto Al, che però si guardò
bene dal fare domande.
Lasciò infatti scivolare la
questione, sebbene decise di accennarne col fratello maggiore.
Viceversa, Faith era
inquieta.
Molto.
Quella comparsa affermava una
cosa sola.
Quello da cui era fuggita da
anni, quello che più temeva in assoluto…
…stava arrivando…
…e non ci avrebbe messo molto.
Mi dispiace per coloro che hanno
commentato, ma vorrei rispondere solo ad una recensione.
Minako-kity – Lo so che questa non è la
storia dove hai scritto, ma non volevo sprecare un capitolo per una recensione,
ti pare?
So anche che a te non piace come
scrivo, e che quindi probabilmente non leggerai questa risposta.
Comunque, volevo dirti
principalmente tre cose.
1 – intanto, apprezzo la tua
sincerità. Davvero, mi ha fatto piacere ricevere una critica, tuttavia, mi ha
irritato il fatto che non sia una
critica costruttiva.
Non so te, ma io preferisco le
critiche che, invece di sminuire così l’impegno che un autore mette nelle sue
storie, mettano al corrente lo stesso degli errori e di come migliorare.
Non sei d’accordo?
2 – francamente, se a te non
piace una storia o come viene scritta, non credo che qualcuno ti punti una
pistola alla schiena ordinandoti di
leggerla da capo a coda…
…se non ti piace puoi anche fare
a meno di leggerla…io non mi offendo mica…
3 – infine…su questo punto ho
riflettuto parecchio, e sono giunta alla conclusione che no…NON esistono modi gentili per
dirlo…quindi mi scuso in anticipo per l’acidità che sgorgherà da queste
ultime righe…
francamente, tu, come ti
permetti?!
Accetto con piacere una critica,
a patto che sia costruttiva.
Al contrario, non tollero in
alcun modo che mi si venga a dire – ritirati che fai
schifo – perché…ammettiamolo…il succo della faccenda è questo.
Perché cazzo dovrei ritirarmi se
A TE non piacciono le mie storie???
Voglio dire…NESSUNO TI COSTRINGE
A LEGGERLE…se non ti piacciono, amen…che ci posso fare…
Una domanda:
in quale Dio vendicatore ti sei
immedesimata per scrivere questo commento?
Chi credi che ti dia l’autorità
per giudicare un autore, e decidere per lui?
Perché veramente trovo, e penso
non solo a nome mio, tanto, ma tanto sfrontato che una persona ( mai sentita
prima oserei dire ) distrugga in tre righe vuote l’impegno che ci ho messo.
Inoltre, non hai né l’autorità né
tanto meno l’autorizzazione per dirmi che faccio schifo e di “cambiare hobby”
perché, nel caso non l’avessi capito, non lo farò.
Non credo quindi che prenderò più
di tanto in considerazione la tua recensione, poiché vuota e quasi
arrogante.
Se vuoi però, e se hai messenger,
ti invito ad approfondire la faccenda in msn.
Se accetti, inviami il tuo
indirizzo ( anche e-mail ), perché vorrei comunque chiederti come migliorare e
cosa correggere.
Grazie a tutti
dell’attenzione.
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo Quarto ***
come i petali di ciliegio cap 1
Ancora questi petali, così belli, appartenenti a ricordi
dolorosi.
Quel posto, quella pioggia, e quel dolore mi
tornano alla mente.
I fili di tenebra che si riunivano nel
cerchio alchemico, per poi ricrearmi.
La pioggia che si mischia al sangue sul
pavimento, scivolandomi sulla pelle e fondendosi con le
lacrime.
Mai dolore fu più grande.
COME I
PETALI DI CILIEGIO
Capitolo 4
Come era già stato detto, Al non
proferì parola sullo strano comportamento di Faith che, dal canto suo, aveva
ripreso a comportarsi come sempre…
In poche parole, Ed,
dell’accaduto non seppe proprio nulla.
E poi tutto stava scivolando
nella normalità:
Roy sfotteva a ripetizione Ed non
si sa bene per quale motivo, Al continuava il lavoro alla biblioteca, e la
ferita di Faith stava guarendo.
Tuttavia, quando stava
all’aperto, Faith aveva dei velati comportamenti circospetti, e la cosa più
evidente era che a volte usciva col mantello completo di cappuccio.
Ma ultimamente stava in casa, dal
momento che Al stava quasi sempre fuori per aiutare Sheska in biblioteca, mentre
Ed era in ufficio; per questo, e per ringraziarli, Faith sbrigava i soliti “da
donna”, cosa a cui non era per niente abituata…dal momento che lei il massimo
che aveva mai fatto era stato rifarsi il letto…
Comunque sia…nonostante Faith si
ritrovasse continuamente a pensare “quanto sono disordinati gli uomini”, questo
pensiero si alternava alla gratitudine verso i due ragazzi, che l’avevano
salvata…quindi i lavori si facevano man mano più leggeri.
Giunsero più o meno le quattro di
pomeriggio.
Aveva passato la mattina a
mettere in ordine quella casa, pulire in giro eccetera, infine, il pomeriggio
aveva studiato dai libri dei due alchimisti.
Ora voleva solo fare una
doccia.
In breve tempo, un odore dolce di
doccia-schiuma invase il piccolo ambiente quale era il bagno, accompagnato da
una nube di vapore che si levava dal corpo della ragazza, offuscando lo
specchio.
si fissò il viso, strofinando i
capelli umidi con un’ asciugamano.
Era orribile
Quel lato, ora scoperto, le dava
un alone di orrore, un senso di sovrannaturale marchiato per sempre sulla
pelle.
L’occhio…quello poi…
Ormai asciutta, si spostò nella
camera degli ospiti, dove alloggiava.
Indossò un paio di jeans con una
camicia e , scrutando la propria immagine nello specchio dell’armadio, lo
sguardo le ricadde sul viso.
Voltò istintivamente lo sguardo,
ricordandosi poi di aver lasciato le bende in bagno.
Si voltò verso l’uscita,
percorrendo la stanza a grandi falcate, allungando la mano per afferrare la
maniglia, che si ritrasse un attimo prima che la punta delle dita affusolate
potessero toccarla.
Ed era tornato.
< Ciao Faith, sono tornat…
>
< fuori >
urlò, coprendosi automaticamente
il viso con una mano, indietreggiando.
< scusa, hai qualcosa sul viso
>
< no fermo, non av… >
cadde rovinosamente all’indietro,
inciampando sul letto, per ritrovarsi schiena a terra e braccia distese.
Ed accorse.
< ti sei fatta mal…!!!
>
finalmente lo scoprì.
Fissò quel occhio con tutto lo
stupore che aveva in corpo.
L’occhio sinistro, al cui angolo
ora si stava formando una piccola lacrima, aveva un contorno nero…l’iride bianca
con un tono di rosso non era solcata da alcuna pupilla.
La cosa ancora più spaventosa,
era il cerchio alchemico di colore rosso vivo che le solcava tutto il lato del
viso, anche se si doveva definire piuttosto metà cerchio.
Faith si tirò su in fretta, e con
un passo svelto oltrepassò la figura inerme di Ed, ancora colpito dalla
scoperta, e quando si riscosse, corse all’entrata, accorgendosi troppo tardi che
sia il mantello che la ragazza era scomparsi senza lasciare traccia.
***
Correva.
Correva inciampando nei
mattoncini malmessi della strada.
Correva scontrandosi in
continuazione con la gente.
Correva a testa china, in modo
che nessuno potesse scorgere l’orrore celato sotto quel cappuccio.
Correva senza sapere nemmeno lei
dove
Correva.
Correva e basta.
Si ritrovò a entrare di corsa nel
quartier generale, sapendo che aveva bisogno di lui.
Aveva bisogno del suo aiuto.
Ancora una volta.
Spalancò il portone, senza
esitazione, trovando dentro la stanza Roy che, per una volta, stava VERAMENTE
compilando dei documenti.
Il tenente Hawkeye stava
controllando delle carte da una parte della scrivania.
< ROY TI DEVO PARLARE >
< non l’avrei mai detto…
>
< non scherzare con me “Flame
alchemist” !!!!
>
< non lo sto facendo… >
< senti lasciamo perdere che è
meglio… >
Si avvicinò alla scrivania,
trascinando una sedia davanti a Roy, e lasciandosi cadere su questa.
Roy lasciò cadere i fogli sul
tavolo, prendendo ad osservare la diciassettenne.
< che è successo Darkness? >
< l’ha scoperto >
Roy strabuzzò gli occhi, lei
chinò il capo.
< questa non è una buona
notizia…>
< lo so…ma… >
< niente ma, non servono
scuse…ora dovrai parlargli >
< e cosa dovrei dirgli? Non ne
vedo la necessità… >
< aaaaahhhhhhhh(sospiro),
forse avrei dovuto dirglielo io, dal momento che gli ho detto di protegger…
>
si accorse troppo tardi di aver
pensato ad alta voce.
Faith aveva già sollevato la
sedia, e non sarebbe finita bene per lui…
< guarda che io so badare
benissimo a me stessa!!! >
< sìsì…non lo metto in
dubbio, però ho giudicato la faccenda quando lui mi ha detto di quella notte
>
lei arrossì, abbassando la
sedia e scostando lo sguardo…
< comunque non mi piace
il fatto che mi hai appioppato una guardia del corpo senza dirmi niente…
>
< mah…a me non sembra
che ti sia dispiaciuto poi così tanto… >
lei si fece visibilmente
rossa, mentre un sorrisetto si allargava nel viso di Roy.
< ahah…ho colto nel
segno… >
lei si girò cominciando a
camminare verso la porta.
Solo a pochi centimetri da
questa arrestò il passo, e senza voltarsi proferì parola.
< ti darò ascolto, gli
parlerò…è giusto che sappia… >
< sei sempre stata
brava a fare le scelte giuste >
< ti sbagli… >
aprì la porta quel che
bastava per poterci passare.
< …una volta ho fallito
>
si riaggiustò il cappuccio
e uscì dalla porta, scortata dal sorriso di Roy.
< quei due si
assomigliano >
< cosa intende?
>
***
Ed si muoveva veloce tra
la gente.
A vivere in una città
grande come Central City si imparava in fretta ad evitare le persone sul proprio
cammino.
Al contrario, a chiunque
risultava impossibile trovare una persona in mezzo a tutta quella folla, per di
più intorno alle cinque di pomeriggio, ritenuta l’ora di punta per l’enorme
quantitativo di persone che si riversavano nelle vie, principali o meno, dopo il
lavoro.
La sua figura si spostava
agilmente di vicolo in via, e di via in viale, fino a giungere davanti alla
fontana del parco.
Stranamente, quel giorno
la piazzetta era completamente deserta.
Seduta sul bordo della
fontana c’era Faith.
Le gambe accavallate, la
figura poggiata leggermente su un lato, sorretta da un braccio che era fermo sul
bordo della fontana.
Giochicchiava
distrattamente con il gambo spinato di una rosa rossa, il braccio piegato verso
l’alto, e lo sguardo rivolto ai petali scarlatti del fiore.
I capelli erano adagiati
sulla spalla destra, e una lunga frangia ricopriva il lato del viso marchiato, e
l’unico occhio visibile sorrise vedendo che era arrivato.
< ciao Edward >
< Ed…chiamami Ed…
>
< già, scusa… >
Ed mosse qualche passo
verso la fontana, mentre Faith si alzò, divaricando leggermente le gambe,
reggendo la rosa dritta davanti a sé.
< perché hai preso quel
fiore >
< mi serviva come
innesco >
< innesco a cosa?
>
< al mio racconto
>
< al tuo racconto?!
Vuoi dire che… >
Faith annuì.
< sì Ed…è arrivato il
momento di raccontarti la mia storia… >
gli fece cenno di sedersi
su una panchina.
Continuò a rigirarsi la
rosa tra le mani, rischiando più volte di pungersi e sfiorando i morbidi
petali.
Ad un certo punto, si girò
di scatto verso Ed, frapponendo la rosa tra i loro visi.
< tu sai che significa?
>
< cosa? Intendi dire la
rosa? >
< sì, tu sai il suo
significato? >
< no…perché? >
< la rosa è un tema
iconografico…sai cos’è un tema iconografico? >
< non sono molto
ferrato nel campo artistico, ma se non sbaglio è un soggetto ricorrente nella
tradizione artistica di una determinata cultura…sbaglio? >
< no, è giusto. Più
precisamente, questo fiore è un simbolo: un simbolo è la sinterizzazione di un
significato o concetto in un’immagine, pianta o oggetto >
< ah, e la rosa, che
significa? >
< la rosa ha
principalmente due significati: il primo è la passione di cristo, il secondo…il
peccato macchiato di sangue >
Ed guardava interessato
Faith.
Non si era mai interessato
particolarmente all’ arte, ma questa volta questa lo interessava
particolarmente.
< la rosa rossa
raffigura dolore, colpa, peccato e infine, punizione >
< non capisco >
< i petali scarlatti
raffigurano l’essersi macchiati da una colpa, e in sé, il colore rosso raffigura
il dolore e il sangue, poi, le spine raffigurano la punizione… >
Ed non seppe dire se
quella fu una casualità, ma nel momento in cui pronunciò la parola “punizione”,
una spina le punse la punta del dito indice.
La goccia del liquido
cremisi scivolò velocemente sul dito, lasciando sul suo passaggio una tenue scia
rossastra, fino a quando, alla base del dito, si prolungò verso il basso,
cadendo e macchiando inesorabilmente la panchina di metallo.
Ed sentì il profumo dolce
del bocciolo solleticargli il naso.
Come poteva un fiore così
bello avere un significato talmente negativo?
Faith passò il dito sulle
labbra, succhiandoselo leggermente, tamponando la ferita, di cui rimase solo un
alone rossastro.
Dopo questo, prese il
fiore con entrambe le mani, ed evitando un nuovo contatto con le spine, lo
appoggiò leggermente davanti al petto.
Chiuse gli occhi.
< questo
bocciolo…questo bocciolo non è solo il simbolo di tutto ciò che ho detto fino ad
adesso… >
Ed si rimise comodo, aveva
capito dove voleva arrivare…
< …è il simbolo della
mia vita… >
< allora contalo per
due… >
Sorrisero.
La ragazza cominciò a
riordinare le idee.
Le parole le
attraversavano la mente, assumendo pian piano significato.
Ormai non poteva più
tirarsi indietro, doveva raccontargli tutto.
Il suo passato, i suoi
ricordi sarebbe riapparsi un’altra volta.
Il sangue, le lacrime e
tutto il resto sarebbero riaffiorati dopo tanto tempo.
Nonostante avesse cercato
di lasciarli morire da qualche parte dentro di lei, ora erano tornati…
…Ed
ogni tanto i ricordi, lo sai, possono ferire
e
non li potrai mai schivare,
sei
rassegnato a sanguinare…
E con questo sono
quattro.
Non ho la più pallida idea di cosa
scrivere d’ora in poi quanto durerà questa storia, ma sono andata piuttosto
veloce.
Finalmente scriverò cosa è successo a Faith
nel suo senza dubbio tormentato passato, ma ho scritto questa nota dell’autrice
soprattutto per mettere in chiaro una cosa:
mia sorella ha trovato l’ultima frase
(quella in rosso) da qualche parte, e me l’ha fatta leggere chiedendomi di
metterla nella mia storia.
Ora, dal momento che questa frase mi è
effettivamente piaciuta, ed essendo anche adatta al contesto, ho deciso di
inserirla.
Per non sollevare polemiche, ho trovato
moralmente giusto non attribuirmi il merito di questa splendida poesia,
scusandomi con chiunque l’avesse scritta, che non posso citare per la scarsità
di informazioni base.
Terminato questo discorso, vorrei consolare
i lettori che, come ho già detto, attendono chiarimenti, anche a cose scoperte
solo in questo capitolo:
Betrayal, il cerchio alchemico, l’occhio e
tutto il resto saranno chiariti nel prossimo capitolo!
( per la cosa della rosa, i termini
riguardanti il "tema iconografico" e il "simbolo" sono tutti veri, mentre per il
suo significato effettivo ho dovuto lavorarci un pò su...diciamo che me lo sono
quasi inventato...)
Un ringraziamento a LinMustang ( finalmente ti hanno messo internet ) e
a Kimmalfoy ( mi hai sbolognato delle frasi
bellissime, thank you!!) e anche a Sabry-chan
( grazie di incoraggiarmi, ma visto che la prof mi odia, continuerò ad
avere 5 in italiano…) e a tutti quelli che sopportano le mie sclerale via
internet e non.
Kimmalfoy: Lasciamo stare… -_-‘…
Selly: Anche questo sarà scritto dalle
mie angelice ( mica tanto ndKimmalfoy) ( zitta ndSole) manine nel prossimo
chappy! ^^
-Ivi-92 : Grazie, e a me piace molto
scrivere questo alone di mistero. Come vedi non c’ho messo neanche tanto
tempo!
Hermyone: Grazie, ma certo che ho
ricevuto l’e-mail. Scusa se non ho scritto chiaro…ma cos’è che devi dirmi?
Comunque io ho messenger, il mio indirizzo è :
Sole-chan@hotmail.it
BYE BYE
Sole-chan
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo Quinto ***
capitolo 5
Mi scuso immensamente per il tempo di
scrittura, ma questo capitolo mi ha dato parecchio filo da torcere…vi ricompenso
con i ricordi di Darkness.
Lets go!!!
Il mio cuore è infranto
La mia memoria corrosa
La mia mente è straziata da ricordi che non
riesco a portare a galla
I miei sogni di speranza sono diventati un
incubo da cui non posso svegliarmi
I miei desideri una condanna indelebile sul
mio corpo, diventato verità e menzogna.
Il mondo di meraviglie che avevo costruito
sulle mie ambizioni non si è rivelato altro che una crudele
illusione.
Tutto ciò in cui o creduto e
sperato sta cadendo, e io con lui.
COME I
PETALI DI CILIEGIO
Capitolo 5
Lo sapevo che sarebbe finita
così.
Ne avevo combinate veramente
troppe per non finire in un modo del genere.
Sotto le macerie, la mia vita mi
passò davanti in un soffio, soffermandosi sul più atroce e profondo atto della
mia vita…
† † †
Era un giorno di sole.
Questo Zolf lo ricordava
bene.
I due gemelli stavano leggendo alcuni volumi
sull’alchimia, scambiandosi opinioni su formule e cerchi, e chiedendo di tanto
in tanto l’opinione del maggiore.
Zolf rispondeva paziente, indicando gli
errori e dimostrando la soluzione con piccole prove
pratiche.
Constatò che molte volte, aveva ragione
sulle teorie Caleb, il maggiore dei due di alcuni secondi.
In quei casi, Faith corrugava la fronte
assumendo un’espressione accigliata, chiedendo ai due fratelli dove avesse
sbagliato e facendosi spiegare tutto per bene.
Caleb aveva capelli corti e neri come
fuliggine, occhi piccoli e sottili, che lasciavano intravedere l’iride nera che
si distingueva a malapena dalla pupilla.
La pelle pallida creava contrasto con quelle
caratteristiche, che però si sposavano in piena armonia.
Faith dal canto suo, era identica al
fratello gemello, i capelli corvini cadevano giù per la schiena, raggiungendo
quasi i fianchi, gli occhi grandi e vivaci identici a quelli del
fratello.
Zolf adorava i suoi fratelli, nonostante
fossero molto più piccoli di lui.
Dopo la morte dei genitori, li aveva
cresciuti personalmente e li aveva anche insegnato
l’alchimia.
Per questo non seppe neppure lui spiegarsi
quel gesto.
Come già detto, i ragazzi stavano studiando
in giardino, al riparo dal sole da una quercia, sotto la quale erano distribuiti
nel modo più disordinato possibile molti tomi trattanti di
alchimia.
Zolf leggiucchiava distrattamente un
libretto, chiaramente immerso nei propri pensieri.
Una sagoma gli si avvicinò
silenziosa:
< stai male nii-san? Oggi sei strano…
>
< no Faith…stavo solo pensando…
>
La ragazzina accennò un sorriso poco
convinto, per poi tornare alla sua occupazione.
Zolf fece scorrere lo sguardo da un gemello
all’altro, prendendo la sua decisione: dopo tutti i suoi studi, le sue
fatiche e i suoi sacrifici era un peccato lasciare tutto all’aria, e un buon
modo per farlo era senza dubbio lasciarsi andare ai
sentimentalismi.
Si alzò dalla posizione comoda che aveva
assunto ridosso ala quercia, chiudendo rumorosamente il volumetto e
appoggiandolo a terra.
Si diresse verso il fratello poggiandogli
una mano sulla spalla.
< Caleb, dovrei parlarti…
>
< ma perché non posso sentire anch’io???
> chiese spazientita.
Non le piaceva essere
esclusa.
< sono cose da uomini Faith, torniamo
subito >.
I due “uomini” si diressero verso la
villetta, a Faith sembrò quasi di adocchiare una piccola scarica elettrica
attorno alla mano destra di Zolf.
Non ci fece caso, ritornando sui
libri.
Occupazione che non durò molto, per
niente.
I suoi studi furono interrotti da un
esplosione.
Proveniva dalla casa.
La ragazza vi ci tuffò, ignorando cosa vi
avrebbe trovato.
E quello non le piacque
affatto.
I resti martoriati del gemello a terra,
macchie di sangue sulle pareti e sui vestiti del fratello
maggiore.
Un ghigno di Zolf sulla faccia, fissando la
propria mano destra.
< hai ucciso Caleb!!! L’hai ucciso con
l’alchimia!!!! >
< non lo sai Faith? I più grandi passi
avanti nella scienza, compresa l’alchimia sono stati fatti con l’inevitabile
sacrificio di qualcuno… >
< hai ucciso tuo fratello!!! Sei un
mostro!!! >
< zitta >
< … >
< ora ho raggiunto l’apice, ho appena
provato le mie capacità, e sono più che sufficienti a diventare alchimista di
stato >
< ma perché vuoi diventare alchimista di
stato? >
Lui si incamminò verso l’uscita, senza
degnarla né di uno sguardo né di una risposta.
Solo quando ebbe indossato la giacca e
aperto la porta, le parlò.
< non ti riguarda, e ringrazia che ti
lascio in vita… >
< fammi fuori ti prego, uccidimi
>
Si girò, guardandola con un’occhiata privo
di ogni espressione.
< perché non avrebbe senso…
>
Uscì chiudendo piano la
porta.
Faith fissò le pareti sporche di sangue, il
pavimento ripugnante la fece inorridire.
Si trovò a fissare il pavimento, sulle
guance lacrime di tristezza, rabbia, impotenza,
disperazione.
Cadde in ginocchio, puntando i pugni chiusi
in una dolorosa stretta a terra.
< maledizione!!!
>
“ Ti giuro fratello, te lo giuro sul mio
sangue.
Ti giuro che l’odio che ora stò provando per
te tra poco ti raggiungerà, e ti colpirà a spese della tua
vita.
Ti giuro che la mia vendetta si abbatterà su
di te, ti giuro che la mia vendetta ti colpirà, e l’unico esito sarà il tuo
sangue che scorrerà fresco sul terreno.
Te lo giuro Zolf.
Te lo giuro sul mio
odio.
† † †
< che vita miserabile… >
scherzai.
Pensai alla faccia di Caleb prima
di farlo esplodere, pensai all’espressione terrorizzata e disperata di
Faith.
Pensai ad Alphonse, il mio gesto
non era stato fatto per cattiveria…bè, un po’ anche per quello…ma era un gesto
simbolico.
Quasi per dimostrare a Faith che
non avevo rimpianti…che gran bastardo che sono…
La ferita mi stava distruggendo,
e quando fui colpito da Scar, la mia mente si portò alla mia cara
sorellina.
Doveva avere più o meno sedici
anni.
“ mi dispiace sorellina, ma la
tua vendetta e destinata a vagare in eterno…mi dispiace solo che il mio sangue
non sia fluito per mano tua…”
oO°Oo Alcuni anni più
tardi oO°Oo
Giornata di sole a Central
City.
Nel parco dietro il quartier
generale il colonnello Roy Mustang si godeva il “meritato” riposo seduto
(disteso) su una panchina all’ombra di un grande faggio, ripetendosi in
continuazione quanto fosse stato intelligente a far scappare black Hayate, così
da distrarre Riza e scappando verso la libertà che ogni membro della
“combriccola di Mustang” agognava da quasi una settimana, e che li era
ripetutamente negato da Riza Hawkeye, e da chi sennò!!
In parole povere, stava
pacatamente a ripetersi quanto fosse bello (Oh Yes!!! Nd LinMustang),
affascinante (Oh Yes!!! Nd LinMustang) e intelligente (YEAH!!! Nd LinMustang),
ma questi pensieri furono interrotti da uno strattonamento insistente intorno
alla caviglia.
Stupito, chinò la testa per
vedere il colpevole della macchia che si sarebbe formata su quei pantaloni che
lo rendevano così sexy (Ave Roy!!! Nd LinMustang) .
Si stupì quando vide che a
quasi-strappargli i pantaloni era proprio black Hayate, seguito dalla
padrona:
< che ci fa qui colonnello?
>
< Ah Tenente! Mi erano volati
dei documenti fuori dalla finestra? >
< intende dire la finestra
dell’ufficio? >
< sì >
< quella che prima ho chiuso
a chiave? >
< ah-ehm… >
Fatto sta che Roy dovette tornare
sulle scartoffie, e la figura avvilita ritornò nell’ufficio, dove fu tutta presa
da firmare dei documenti, sotto la stretta sorveglianza di Riza.
< ehi colonnello! Ho trovato
quel fascicolo che cercava! >
< quale fascicolo Havoc…?
>
< quello che contiene tutti i
nominativi degli alchimisti di stato >
< passa qua… >
Con un espressione molto, ma
molto, ma moltissimo svogliata prese a leggiucchiare il volume, giungendo infine
all’ultima pagina.
Nome: Faith Vanessa
Kimblee
Nome in codice: Dark Alchemist /
Darkness / Alchimista di
Tenebra
Grado nell’esercito: Alchimista di stato –
Maggiore
Ah, Darkness!
Era ricomparsa giusto un po’ di
giorni prima.
Che storia triste si posava sulle
sue spalle…spesso Roy si chiedeva come facesse ad andare avanti, e la stessa
domanda valeva per Full Metal.
Di colpo gli tornarono in mente
quei momenti…
† † †
Giunse nella casa di
corsa.
Al telefono gli era stato detto di arrivare
il più in fretta possibile, e la voce della ragazza, nonostante fosse stata
ferma e calma, gli era sembrata leggermente roca e rotta in alcune
parti.
La casa si trovava in una fitta foresta a
nord di Central city, si fece accompagnare in macchina fino ad un certo punto,
per poi proseguire a piedi.
La pioggia creava insieme al silenzio della
foresta un’atmosfera innaturale, le gocce gli scivolavano sui capelli e sulla
giacca silenziose.
La mancanza di rumori era rotta da qualche
fulmine che cadeva lontano, e niente nella foresta si muoveva, se non le fronde,
mosse dal vento.
Quella era una vera e propria
tempesta.
La casa non aveva nulla da invidiare alle
villette di città, i muri erano dipinti con una vernice verde menta, come a
fondersi ulteriormente col paesaggio circostante.
Non una luce al suo interno era
accesa.
Cominciò a pensare che Darkness gli avesse
solo giocato uno scherzo.
Dubbio che si estinse quando trovai il
motivo della sua convocazione.
Nella soffitta si trovava uno spettacolo
orribile, ma già visto.
Il soffitto sfondato, la pioggia che cadeva
incessante, i cerchi per terra, il sangue e una cosa informe di fronte al
corpicino della ragazza, appoggiata al muro con un telo sulla
testa.
< Faith!!! Che hai fatto!!??
>
< ho fallito… >
Si precipitò di fronte alla ragazza, era
fuori di lui dalla rabbia, si era come affezionato a quella ragazzina, e il
fatto che non lo avesse consultato per una cosa del genere lo
irritava.
Non riusciva a guardarla negli occhi, il
velo le copriva il viso fino alla bocca.
< perché questo telo?
>
< non toglierlo
>
Si morse il labbro inferiore, da cui uscì
una goccia di sangue.
< perché l’hai fatto?
>
< … >
< rispondi!! >
< volevo provarci…almeno per non…vivere
col…rimpianto… >
Una lacrima le scivolò giù per la guancia,
nata da un occhio che era escluso al suo sguardo.
< ma che ti sei fatta…?
>
< … >
Scostò la testa.
Il suo orgoglio ostinato non lo sfiorò
nemmeno, c’era abituato.
Si
rigirò verso la scena:
L’essere aspirava l’aria avidamente, senza
muovere un muscolo, al centro del cerchio più grande.
Poco dietro di lui c’era un altro cerchio,
più piccolo, ad un lato del quale un lago di sangue.
Capì.
< è a questo che ti servivano quelle
ricerche sull’ombra!? >
< …sì… >
< quanto hai perso…?
>
< metà >
< … >
< Roy…? >
< uh? >
< non riesco a…muovermi…
>
La sollevò, prendendola in braccio e
tenendole sollevata la testa.
Gli sembro di cogliere un bagliore sul
viso.
< che hai in faccia?
>
< …niente… >
< Faith cazzo!! Prima fai questa enorme
cazzata e ora ti ostini a negare?! >
Lei buttò all’indietro la testa, togliendo
di colpo il cappuccio.
Il viso del colonnello fu illuminato dal
bagliore rosso che le copriva metà faccia.
Il suo sguardo era spento, privo di ogni
segno di vita.
< c-che cos’è ?
>
< un…sigillo… >
< non voglio sapere di che cosa…
>
< è da quando mi sono…risvegliata che
cerco…di ricordare qualcosa ma…ogni volta che ci provo mi sembra…che questo lato
bruci… >
< non pensarci…e ti risparmio la scenata
solo perché non ti ho trovata in un lago di sangue senza metà corpo…
>
Faith sorrise debolmente mentre veniva
avvolta nella giacca del colonnello, per venire poi trasportata verso la
macchina, dove li attendeva il sottotenente Havoc.
< finalmente siete tornato! Con questo
tempaccio non vedevo l’ora di torn… >
la frase gli morì in gola quando vide la
ragazza semi-cosciente essere posata sul sedile posteriore, e guardando il
colonnello sederglisi accanto, nel sedile anteriore.
< non una parola su ciò che sto per fare
sottotenente Havoc >
< come sempre colonnello
>
per alcuni giorni la giovane alchimista
sembrò come in stato di trans, fissava con gli occhi persi un punto inesistente
davanti a lei, a malapena parlava, i primi giorni non mangiò
nemmeno.
Il colonnello raccontò ai propri superiori
che una trave del soffitto aveva ceduto e che le era piombata addosso,
sfigurandole il viso.
Tra lei e il Full Metal stava diventando un
genio ad inventare scuse…
Quando lei si riprese alloggiò per un po’ di
tempo in una stanza del dormitorio, fino a che…
< colonnello!!!
>
† † †
< uh, che c’è tenente?
>
< si era imbambolato, stava
dormendo? >
< no, è che… >
< allora le ricordo che quei
documenti sono da firmare entro oggi >
< (scrivendo freneticamente)
ma qui sarei io quello col grado più alto…T-T >
***
Faith guardò le immagini dei
propri ricordi scorrerle nella mente.
Vide l’assassinio del gemello, il
suo esame e quel gesto disperato, vide anche il soccorso di Mustang.
In un colpo solo, vide la sua
vita scivolarle silenziosa davanti agli occhi.
† † †
Kate entrò
nell’esercito circa sei mesi dopo l’accaduto.
All’interno
dell’esercito sembrava solo una ragazzina, ma la sua espressione matura tradiva
questo pregiudizio.
Alla fine la
sensazione che si provava vedendo quella ragazzina in giro per i corridoi, che
accompagnava il tenente colonnello Mustang carica di tomi, era quella di chi
stava guardando una ragazza cresciuta troppo in fretta.
Il corpo da
undicenne si stava lentamente modellando, ma sembrava tutt’ al più estraneo alla
divisa che indossava.
Non era un
militare, era una specie di assistente a Mustang, gli riordinava i documenti e
teneva d’occhio gli appuntamenti.
Anche se questo
era solo la sua occupazione teorica.
Mustang la usava
più che altro per dissuadere le pretendenti troppo pressanti, oltre che per
chiedere una proroga per i documenti “misteriosamente”
spariti.
Non si poteva dire
di no ad una ragazza così graziosa.
Col tempo cominciò
a portarsela dietro ad ogni riunione, alla fine l’unico viaggio che le risparmiò
fu quello fino a Resembool, per due alchimisti.
Durante quel
viaggio ebbe modo di fare le sue ricerche:
era entrata
nell’esercito sotto falso nome, Kate Hawkin, aveva tagliato i capelli e li aveva
tinti di un castano scuro per non essere riconosciuta.
Tutto questo solo
per affinare la sua vendette, sapeva che Zolf voleva diventare alchimista di
stato, quindi non poteva che essere lì.
Scoprì che aveva
avuto il sopranome di “Alchimista scarlatto”, ed era stato mandato da qualche
parte da Bradley.
Per un istante
prese in considerazione la possibilità di lasciare l’esercito per cercare il
fratello da sola.
Ipotesi che sfumò
con l’entrata nella stanza di Havoc.
Cercò di
nascondere nel modo più normale e tranquillo che riusciva i registri che stava
consultando.
< ehi Kate! È
tornato il colonnello, ha detto che vuole parlarti >
< ok , digli
che sarò da lui tra un minuto >
mise in ordine i
fascicoli e raggiunse Havoc, che l’avrebbe condotta dal loro
principale.
Fu guidata
all’entrata, dove trovò il tenente colonnello Roy Mustang , ancora con
l’impermeabile indosso.
< Ho bisogno di
parlarti Kate >
< sì sissignore
>
Seguì il proprio
principale fin nell’ufficio di questo.
Furono seguiti
solo dalla presenza silenziosa e fedele di Riza.
Mustang si sedette
alla scrivania, facendo segno alla sottoposta di sederglisi di
fronte.
Faith si sedette
di fronte a lui avvolgendo le mani intorno al bordo della
sedia.
Lui, le mostrò la
schiena, guardando fuori dalla finestra.
< sai dove
siamo stati? >
< a Resembool,
per la convocazione di due alchimisti, sbaglio? >
< no…credo che
tra più o meno un anno avremo tra le nostre file un nuovo alchimista di
stato…sai quanti anni ha Kate? >
< il documento
diceva che ne aveva 31… >
Faith non poteva
fare altro che chiedersi cosa centrasse tutto questo con
lei.
Perché aveva
dovuto parlarle in privato se l’argomento era quello?
< il documento
era sbagliato Kate. Edward Elric ha 11 anni >
< und…è così
giovane? >
Mustang ignorò la
domanda.
< non è la tua
stessa età…Faith Vanessa Kimblee? >
< !!!
>
Faith conficcò le
dita nel velluto della sedia, senza dare apparentemente segni di essere stata
scoperta.
< non so di
cosa stia parlando tenente colonnello >
< io invece
penso che tu lo sappia benissimo Faith >
< ma se non so
nemmeno chi è questa ragazza >
< è inutile
negare, so quello che è successo a casa di Zolf, ho visto io stesso i resti, che
si è accertato, appartengono a Caleb David Kimblee, ma non si è trovato il corpo
di Faith.
Poi ho notato il
tuo interesse a Zolf J. Kimblee, ai suoi spostamenti…io non ci metto molto a
fare due + due… >
< ok lo
ammetto, sono io Faith Vanessa Kimblee, e ora che lo sa cosa intende fare?
>
< niente
>
< eh?
>
< continuerai a
lavorare sotto il mio comando >
< niente
provvedimenti? >
< e che dovrei
fare? Vuoi finire fuori dall’esercito…in questo modo non potrai attuare la tua
vendetta… >
< dovrei
ringraziarla? >
< non sei
obbligata, puoi andare. Hai dei documenti da catalogare mi sembra…
>
si alzò dalla
sedia, sentendo i muscoli indolenziti.
Si sistemò la
gonna dell’uniforme, e solo aprendo la porta mormorò un flebile
“grazie”.
***
passò più o
meno un anno dall’accaduto.
E in quel
periodo si accorse che Mustang era entrato nell’ufficio con una strana luce
negli occhi.
I suoi
sottoposti avevano già cominciato a formulare alcune
ipotesi.
< avrà
trovato un’altra donna > mormorò Havoc con le lacrime agli
occhi.
< sei
invidioso perché non riesci a rimorchiare come lui… > infierì
Breda.
< perché
tu sei felicemente fidanzato, vero? >
< avrei
sicuramente più probabilità di te… >
Ok,
l’ammetto, la supposizione fu solo una…
< è una
sfida? >
< oh
insomma finitela!!! > si impose alla fine Faith.
Anche se i
due si calmarono solo dopo essere stati sfiorati da un proiettile di
Riza.
Forse era
solo un richiamo all’attenzione però, perché Mustang prese a
parlare:
<
ragazzi, sono felice di mettervi al corrente della mia nomina a colonnello
>
silenzio.
<
inoltre, mi è giunta la notizia che dopodomani dovrò andare a Central City per
una nomina ad alchimista di stato, quindi vi do la giornata libera…
>
rimasero
tutti a bocca aperta.
Succedeva
molto di rado che Mustang lasciasse una giornata libera ai suoi
sottoposti.
Faith fu
però risparmiata da questo privilegio.
< Kate,
voglio che tu parta oggi pomeriggio per Central City per preparare il nostro
arrivo >
< sì
signore >
il giorno
stesso partì, come previsto, alla volta di Central City.
Faith fu
molto contenta della cosa, con questo viaggio si ingigantivano le probabilità di
incontrare il fratello.
Ma i giorni
passati lì furono assorbiti pienamente per i preparativi:
giungeva
voce che avrebbe assistito alla prova anche il comandante supremo in
persona.
In un
giorno riuscì a preparare tutti i documenti per l’eventuale entrata
nell’esercito di Edward Elric, si occupò dell’alloggio e degli inviti ai
militari di più alto grado, e improvvisamente il lavoro da Mustang non le sembrò
poi così pesante…
Lo attese
all’entrata del quartier generale di Central City, e si stupì quando vide che
l’alchimista era un ragazzo della sua età, ma che era almeno un dito più basso
di lei.
< Ben
trovata Kate, com’è andato il lavoro qui >
Faith
accennò un inchino.
< bene
colonnello, la ringrazio. Se volete seguirmi, vi conduco alla sala dove avrà
luogo la prova >
Ed la
scrutò con un grosso punto interrogativo sulla testa.
Faith gli
abbozzò un piccolo sorriso, mentre li fece cenno di entrare in una grande sala
dove erano già riuniti quasi tutti i comandanti e
militari.
< io
sarò poco dietro il comandante supremo a prendere appunti come lui mi ha
chiesto, ci ritroveremo alla fine dell’esame per tornare a Central City
>
<
perfetto, a dopo e mi raccomando Edward, fai una buona prova
>
< e lei
stia zitto >
le scappò
un sorrisetto, che nascose prima che qualcuno lo potesse cogliere.
Mustang e
Riza salirono al piano superiore, mentre Faith condusse Edward alla base della
sala dove si sarebbe tenuta la sua prova.
< tu
come fai a sopportarlo? >
< cosa
intendi? >
Faith
rivolse al proprio interlocutore improvvisato un’espressione
interrogativa.
< sì,
Mustang >
< il
colonnello? Bè …ormai ci ho fatto l’abitudine, fidati, dopo un po’ di tempo…
>
Faith si
girò, lasciando cadere il discorso nel vuoto, e abbandonando Edward al centro
della stanza, osservato da tutte le persone riunite nella
sala.
Ma Bradley
non si fece attendere molto.
Fece la sua
entrata mormorando ad alta voce:
“ se ha
talento, ci sarà posto per lui nell’esercito! “
tutti
accolsero l’individuo mettendosi sull’attenti, solo Edward rimase comodo
dov’era.
Alcuni
militari guardarono con diffidenza al gesto irrispettoso del giovane, il quale
se ne accorse, e la guardò interrogativo.
Lei gli
accennò un sorriso, ma Edward dovette rispondere al
Fuhrer.
< oh…una
protesi d’acciaio… >
< un
ricordo della guerra civile dell’est… >
< povero
ragazzo, l’hai perso a Ishbar, vero? …sigh… >
< …
>
Il Fuhrer
fece un cenno a Faith, al che si sedette su una sedia con un blocco e una penna,
dopodiché dovette aspettare solo le sue fatidiche parole.
< che
l’esame abbia inizio! >
Ma Edward
si rivolse ad un militare al suo fianco:
< chi è
quello? >
< è il
comandante supremo
King Bradley, è
il massimo responsabile dell’esercito >
< uhm…
>
chissà che
stava macchinando il ragazzino…
< non
essere nervoso, rilassati…l’hai portato l’occorrente per disegnare il cerchio?
>
< a me
non serve quella roba >
questa
affermazione le fece inarcare un sopraciglio, come alla maggior parte dei
presenti.
Congiunse
le mani e le puntò a terra, estraendovi una lancia.
Faith prese
a scrivere con foga.
Quando la
lancia fu estratta completamente, venne puntata al collo del Fuhrer, per poi
essere fermata ad un dito dalla giugulare.
Un
centimetro in più e quel ragazzino sarebbe diventato cibo per i lombrichi
…
In un
secondo gli vennero puntate contro quattro o cinque pistole pronte a
sparare
Ad un cenno
del Comandante supremo, queste vennero posate, come la lancia, che venne
appoggiata sulla spalla del proprietario.
< è
proprio così che vengono eliminate le persone importanti, forse fareste meglio a
cambiare le regole di questo esame… >
<
uhm…hai ragione, ne terrò conto…
>
Faith
dovette trattenersi per non ridere a crepapelle.
Quel
ragazzo la faceva divertire, ma dovette limitarsi ad un
sorrisetto.
Anche se
l’idilliaco momento durò decisamente poco…
< TU,
BRUTTO INSOLENTE! SEI FUORI! HAI CAPITO! FUORIIIIIIII!
>
< uh…ho
esagerato? >
fu la
risposta del giovane alchimista alla sfuriata del militare, che andò a finire
con le congetture del Fuhrer…
< non è
compito tuo prendere queste decisioni >
< ah…sì
>
<
l’esame scritto e psicologico erano entrambi adeguati, non è così?
>
< per
quanto riguarda la sua abilità, l’avete visto anche con i vostri occhi…e poi,
più di tutto… ha fegato da vendere… >
< …
>
< quello
che gli manca è solo un po’ di esperienza di vita… >
mormorò
infine Bradley girandosi, seguito dallo sguardo interrogativo di Edward, che si
moltiplicò quando seguì il bastone della lancia che cadde, tagliato, a
terra.
< Adesso
aspetta pure i risultati dell’esame…mio giovanissimo alchimista! >
Lo sguardo
dell’ Elric si volse inquisitore verso la spada, ma l’unica cosa che riuscì a
mormorare fu un debole:
<
q…quando ha tirato fuori la spada…?! >
Ma Faith
seguì ben poco di tutta la scena.
I suoi
pensieri appartenevano totalmente al modo in cui Edward aveva eseguito la
trasmutazione.
Qualunque
cosa il ragazzo avesse fatto, lei lo doveva assolutamente
scoprire.
***
< non sono tenuto a dirtelo
>
< ma tu lo sai che per me è importante!!
>
< sono informazioni riservate, devo avere
il suo consenso per dirtelo >
< allora me la sbrigherò da sola
>
Faith si allontanò offesa dall’ufficio del
colonnello, e si diresse dove era certa di trovare alcune informazioni che le
potevano servire.
Sgobbò per tutto il pomeriggio che le era
stato concesso libero, ma non trovò niente che le potesse risultare vagamente
utile.
Cercò tutti i registri dove fosse registrato
il nome Edward Elric, ma trovò sempre le stesse
informazioni.
Edward Elric
Ha
perso gli arti nella battaglia di Ishbar, che sono stati sostituiti da due
auto-mail.
Quindi Roy era riuscito a sbolognare quella
storia, ma Faith sapeva, un po’ per intuito femminile, un po’ per sindrome
pre-mestruale, che sotto quel velo c’era qualcos’altro.
Le tenebre sarebbero state
dissolte
“ Su un libro c’era scritto – Le tenebre
sono la parte nascosta della verità… - poi non ricordo…”
pensò sconsolata
Faith.
Decise di cambiare tattica, così non
andava.
Si gettò sui libri di alchimia, e solo
quando il tramonto gettava le prime ombre della sera, trovò in un volume una
frase, trovata più che altro per caso, che le sembrò atta ai suoi
scopi:
[…]
…e
solo in questo caso si possono eseguire trasmutazioni alchemiche con il solo
battere delle mani, altrimenti non è possibile e questo è l’unico modo noto per
non servirsi dei cerchi alchemici.
[…]
Faith trafugò il volume e si diresse
velocemente verso il proprio alloggio, trascinandosi dietro il
libro.
Si sedette alla scrivania e cominciò a
leggere le pagine antecedenti la nota che l’aveva colpita.
Era molto tranquilla quando cercò la pagina
che dava inizio al capitolo, e quando la trovò le venne un colpo al
cuore:
“ Le trasmutazioni umane ”
sussultò.
La cosa si faceva sempre più strana, e lei
dedicò anche la sera alla lettura.
Adorava le sfide.
“ le
trasmutazioni umane sono i tentativi da parte degli alchimisti di riportare in
vita persone care, defunte.
È
un’operazione tacitamente vietata dalle autorità, poiché pericolosa e perché da
questa nascono creature umanoidi chiamati “ Homunculus
”.
Tornando all’argomento principale, le
trasmutazioni umane consistono nella composizioni dei corpi tramite due
varianti:
carne vera e propria, o le sostanze che
compongono il corpo umano.
Tramite alcuni studi si è scoperto però che,
oltre a non avere la certezza della piena riuscita dell’esperimento, si deve
sacrificare qualcosa, talvolta una parte del corpo, e anche mettendo in pratica
questo passaggio, l’esito finale positivo non è
garantito.
Tuttavia, eseguendo la trasmutazione umana,
qualunque sia l’esito della prova, si ottiene l’innata capacità di eseguire
trasmutazioni alchemiche con il solo battere delle mani, altrimenti non è
possibile e questo è l’unico modo noto per non servirsi dei cerchi
alchemici.
[…]
”
La trasmutazione
alchemica…
Poteva essere l’unica
spiegazione.
Tutto quadrava
perfettamente!
Gli arti “persi a Ishbar” gli erano stati
tolti in seguito ad una trasmutazione umana, la quale gli aveva permesso di
eseguire trasmutazioni senza cerchio alchemico…
Chiuse con un tonfo il
libro.
Si svestì e si coricò con un solo pensiero
in testa.
La trasmutazione
umana.
Il giorno dopo, Kate Hawkin
diede le dimissioni all’esercito.
< Faith… >
† † †
< uh? >
< scusa, ma saranno almeno
cinque minuti che stai zitta a fissare il vuoto… >
< mi dispiace …stavo
riordinando le idee e mi sono persa in esse… ma mi sembrava di doverti
raccontare qualcosa… >
gli raccontò tutto, racconto che
fece diventare pensieroso Ed, un po’ per lo stupore di quello che aveva scoperto
e per il fatto di aver già incontrato la ragazza senza nemmeno ricordarlo.
< così tu saresti la sorella
di Kimblee… >
< già… >
Faith era distrutta.
La storia della sua vita le
faceva sempre quell’effetto.
Ogni volta che ricordava il
passato, le difficoltà passate e la prospettiva per niente allettante di un
futuro incerto, si sentiva stanca.
Incredibilmente stanca.
Dal canto suo, Ed sembrava aver
colto ogni sillaba di quel complicato racconto, nonostante l’incredulità si era
ormai fatta strada sul suo viso.
Gli occhi erano stati leggermente
dilatati, la fronte era solcata da qualche ruga leggera, ma nulla di più.
< faccio ancora fatica a
crederci… >
< è normale >
< noi abbiamo una storia molto
simile >
< quasi identica direi
>
< c’è solo una cosa che non mi
è chiara… >
< sarebbe? >
< hai detto che è un sigillo,
no? Mi piacerebbe sapere di cosa, e perché >
< immaginavo… >
< e poi, dopo le tue ricerche
per ricrearti il corpo, e dopo aver compiuto la trasmutazione umana, hai detto
che hai abitato per un po’ negli alloggi dell’esercito…ma perché te ne sei
andata viaggiando per il mondo? >
< mi aspettavo queste domande…
>
< allora? >
< bè, c’è un solo modo per
scoprirlo… >
se fosse stato nel manga, Ed
sarebbe stato circondato da decine di migliaia di punti di domanda, non sapendo
cosa passasse per la testa della ragazza.
Questa si era alzata di scatto,
incrociando le braccia dietro la schiena, e cominciando ad incamminarsi verso
casa.
< cioè? >
Faith si voltò sorridendo.
< lo scoprirai solo vivendo
>
ZAN ZAN!!!!!
Un altro capitolo è andato, e mi scuso per
l’enorme ritardo e per l’altrettanta lunghezza del chappy!
Per questo capitolo, anzi, per la fine,
credo che Hermyone, LinMustang e chissà quanti altri lettori vorranno tagliarmi
la testa, ma come dice Faith, cosa successe alla stessa riguardo Betrayal lo
scoprirete solo vivendo!!!
Quindi continuate a campare, e soprattutto
a leggere e commentare la mia storiella!!!
E ora…le risposte alle vostre
domande!!!
Hermyone: Tranqui…lo so che sono cattiva (LinMustang
me lo dice sempre…), ma che ci vuoi fare…è la mia caratteristica principale! Ti
basti leggere il finale del secondo capitolo della storia su Envy!!
Kimmalfoy: Ma come fai a lasciarmi a bocca aperta ad
ogni commento?? Questo poi…da quand’è che hai maturato un odio verso Al? E
comunque…non mi sembra che le frasi siano così tante…hai aggiunto solo la
descrizione sprezzante di Rukawa su una tipa che si era vestita da
schifo!!!
Anche se può tornarmi utile…ogni volta che
francav e carotina mi rivolgeranno la parola, penserò a quella raffigurazione
per rispondergli!!!
-Ivi-92 : Soddisfatta in parte, come tutti: ho
preferito tenermi una cosa ancora per un po’.
LinMustang: che ci vuoi fare…i tecnici sono una razza
infida!!! L’adsl me l’ha portato con due o tre giorni di ritardo, ma almeno è
arrivato…e poi ora ti connetti, no?
Poi…che sono una bagascia
me lo dici ogni giorno, che sono bellissime non è vero, e all’assemblea ho
dormito.
Shine no Kami: ti ringrazio per la solidarietà. Comunque
credo che lo scorso tema sia andato piuttosto bene…vabbè…sono felice che il
personaggio sia risultato in qualche modo accattivante, forse farò comparire
Faith da qualche altra parte…mah, chissà…
Orochiamarusama: mi ha fatto piacere leggere il tuo commento.
Credo che le critiche siano il modo migliore per migliorare, ovviamente se sono
costruttive, e la tua lo era!
Cominciamo: ti do pienamente
ragione! Il primo capitolo non è venuto molto bene, e rileggendolo ora sono
stata contenta di non trovare errori particolarmente gravi, e nemmeno
ripetizioni, a parte quella da te menzionata.
Le imprecisioni credo siano
frutto di cambiamenti improvvisi dei dialoghi e delle frasi, che le hanno rese
ancora più contorte e poco leggibili, ed ho trovato anche un altro errore, che
però influisce sulla storia:
“< …scusa se non te l’avevo
detto, io sono alchimista di stato da cinque anni >.
< io da…tre, più o meno
>”
La prima frase è pronunciata da
Ed, mentre la seconda da Faith, che è poi quella errata.
Difatti ha ricevuto la carica di
alchimista quando aveva circa tredici anni, quindi 4 anni prima della storia da
me raccontata.
Tornando a noi, sinceramente non
ho trovato ripetizioni, a parte forse quelle nelle frasi in corsivo, dove però
le ho ritenute quasi essenziali.
Infine, quella del codino io non
la considero un’imprecisione, né un errore, solo che all’inizio della frase
avevo scritto coda, e per non ripetere il termine avevo poi scritto codino,
anche se poi “coda” è stato cancellato, ho preferito tenere la sua variante.
Credo di aver finito, e spero che
questo capitolo sia risultato più scorrevole dei precedenti, nonostante la sua
lunghezza decisamente snervante.
Ti prego di mettermi al corrente
di altre imprecisioni, e magari di chiedermi spiegazioni su parti poco
chiare.
This Web
Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo Sesto ***
capitolo 5
L’ho scritta pensando ad “Everithing
Burns”, non so perché…ma da questa canzone mi è venuto in mente il potere di
Betrayal…ammetto che fino ad ora non avevo la più pallida idea di cosa fargli
fare…
Cmq…quello qua sotto è il testo, solo
l’inizio, poi gli ho fatto prendere la piega che volevo.
Tutto brucia Guardo dissolversi
tutto
Bruciano le mie colpe
Bruciano le mie
sofferenze
Finché tutto brucia
Finché rimango qui ad
osservare
I miei sogni che comunque continuano a
bruciare
Finché rimango sola
A contare le lacrime sul
terreno
…a contare le gocce di sangue sulla mia
pelle
Finché tutto brucia…
…Perché tutto
brucia
COME I
PETALI DI CILIEGIO
Capitolo 6
< ha detto tutto… >
< e allora? >
< MALEDIZIONE!! >
Il ragazzo indirizzò un pugno al
muro già cadente dell’edificio di periferia.
Al suo posto la mano lasciò un
buco perfetto, una voragine che calcava precisamente i solchi delle dita.
< e-ehi! Che ti prende?!
>
< non doveva succedere
>
< ma che ti frega? Tanto non
sanno della tua esistenza! >
< STIAMO PARLANDO DI EDWARD
ELRIC, ENVY!!! SONO SICURO CHE HA GIA’ CAPITO CHE CI SONO!!! >
< non usare quel tono con me!
Non mi intimorisci mica, sai? >
Betrayal lo guardò.
Envy aveva ragione, dannatamente
ragione.
Era nato più velocemente del
normale, e forse poteva contare ancora sull’elemento sorpresa, almeno per quanto
riguarda Edward…
< hai ragione…forse lei non si
aspetta che io torni così presto… >
Envy si lasciò cadere
distrattamente su un copertone lì vicino.
< visto? Quando agirai?
>
< stanotte >
< hai fretta di raggiungere la
tua metà? >
Betrayal lanciò a Envy uno
sguardo omicida, che si spense però negli occhi viola e per niente preoccupati
dell’interlocutore.
< hai finito di guardarmi
male? Tanto non mi fai nessuna paura…piuttosto, non mi chiedi niente? >
< sbuff…mi dai una mano…?
>
< certo! Ho proprio voglia di
divertirmi!!! >
< e io non vedo l’ora di usare
il mio potere… >
***
< allora me lo vuoi dire?
>
< no >
< eddaiiiiiii >
< no >
< ma perché no? >
< no >
< non è una risposta >
< ma tu non avevi più o meno
17 anni? Non è che l’autrice ha sbagliato? >
(io non sbaglio mai! Ndme)
(tranne nei compiti in classeNd LinMustang) (e statte zitta! Ndme)
< quasi 18 >
< dai discorsi di adesso non
sembra… >
< uff…vabbè, tanto ho capito
che non me lo dirai… >
< l’hai capito finalmente!
>
< spiritosa… >
Tornarono a casa dopo questo
“brillante” dialogo che era già l’imbrunire.
Per una qualche strana ragione,
Al aveva cucinato un lauto pasto, che terminò con una splendida torta di
fragola, sormontata qua e là da ciuffetti di soffice e candida panna.
< ugh… >
< che hai Edward? >
< 1. chiamami Ed…2. io odio
qualunque cosa che abbia a che fare col latte… >
< odi anche la tua faccia
allora dal momento che è diventata proprio di quel colore alla vista della
panna… >
< non mi prendere in giro!!!
>
< eddai nii-san! Mangia almeno
le fragole! >
< quelle mi piacciono, ma se
hanno toccato la panna… >
< oh insomma! Nii-san! Almeno
assaggiala! >
< oh, ma io la assaggerei, se
solo Faith mi dicesse “quella cosa”… >
< ma che centra?! Comunque…no
>
< dai! Se no non mangio la
panna! >
< …e chi se ne sbatte…
>
< … >
Al faceva scorrere veloce lo
sguardo confuso da uno all’altro convivente, realizzando che lui in quella
discussione non ci capiva un emerito…niente.
Dopo il pasto abbondante ci fu
una chiamata da parte di Roy, che portò via la serata, poiché, dopo aver messo
in funzione il viva voce, né Faith, né Ed e né tanto meno Roy si risparmiarono
battutine e alla fine il dialogo fu di questo tipo:
< che vuole colonnello
>
< sapere se hai raggiunto il
metro e XXXXX >
< NON MI DEFINISCA COSI’ BASSO
DA DOVER USARE I TRAMPOLI PER ARRIVARE ALLA MANIGLIA DELLA PORTA!!! >
< cavolo fullmetal…hai i
complessi? >
< ma stia zitto Colonnello del
cazzo… >
< sesese…come vuoi
tu…piuttosto, come stai Darkness ? >
< bene, ma mi dica colonnello,
lei ci chiama col nome da alchimisti perché non si ricorda quelli veri? >
< certo che no…solo che Edward
elric come nome fa schifo, e Faith mi suona male… >
< NON OFFENDA IL MIO NOME!!!
>
< e poi…non ti sembra che
“Darkness” suoni terribilmente sensuale detto dalle mie labbra? >
< no, per niente >
< … >
- colonnello! Sfugge di nuovo al
lavoro???
- no tenente Hawkeye, controllavo
che la linea dell’esercito funzionasse a dovere
- non so perché faccio fatica a
crederle signore
- ancora cinque minuti
- gliene concedo tre,
signore.
- ok tenente.
< ha ancora rifiutato di
uscire con lei colonnello? >
< purtroppo non riesco a
trascinarla ad un ristorante nemmeno col ricatto… >
< mi vuole per caso dire che
il suo “fascino” ha fatto un buco nell’acqua…? >
< non mi sembra che tu sia in
posizione tale da fare commenti fullmetal… >
< almeno io non faccio il don
Giovanni come lei… >
< tsk…uomini >
< prego? > esclamarono
all’unisono Ed e Roy
< sempre a farvi belli
elencando le vostre ex-fidanzate… >
< parla per lui… >
< già, il piccolo fullmetal
non ha mai avuto la ragazza!!! >
< mentre lei non riesce a
portarla fuori, la ragazza >
< ma quale ragazza!!! Riza è
una vera donna!! >
< e io cosa sarei allora?!
>
< una ragazzina! >
< ma sentilo!!!!!! >
- colonnello, è l’ultima volta
che glielo dico! Se non mette giù quel telefono la faccio azzannare da
Hayate!
- ok tenente
< bè…fullmetal, Darkness…ci si
sente >
< spero proprio di no >
< arrivederci Colonnello
>
dopo questa interessante
discussione, Ed, Al e Faith si coricarono, cercando di prendere sonno, il quale
arrivò in un istante.
***
Fuoco.
Nei suoi sogni questo elemento
dominava su tutto.
Potesse essere il sogno più
bello, tranquillo e felice, ma lei non faceva in tempo ad assaporarlo che una
lingua di fuoco lo riduceva a cenere.
E in quel momento sentiva caldo,
troppo caldo.
A volte quel caldo le dava la
sensazione del sudore tra le bende e la pelle sottostante, ma quella notte il
sigillo era coperto solo dai capelli corvini della ragazza.
Ma di solito apriva l’occhio e
realizzava che nella stanza dove dormiva c’era solo buio, quindi girava la testa
quanto bastava per guardare la notte fuori dalla finestra, godendosi la notte
sulla città.
Quella volta non fu così.
Appena aprì l’occhio, un calore
insopportabile le ferì la retina, e questo la costrinse a richiuderlo.
Dopo qualche istante lo riaprì,
riparandosi la vista con le mani.
Qualcosa aveva preso fuoco vicino
alla parete interna, e si stava propagando velocemente verso la porta.
Troppo velocemente.
Maledizione.
Avrebbe dovuto aspettarselo.
Non poteva nemmeno sperare che ci
avrebbe messo così tanto tempo.
Ma ora era troppo tardi.
E a confermare questa sentenza fu
la figura che emerse (letteralmente) dalle fiamme.
Era un ragazzo coi capelli neri,
corti.
Gli occhi erano rosso purpureo,
la pelle nivea era coperta da una maglia smanicata nera, mentre la gambe erano
fasciate da un paio di pantaloni, anch’essi neri, sulle braccia figuravano dei
polsini scuri.
< e così ci troviamo di nuovo
Faith >
< …Betrayal… >
< in persona! E non pensare di
chiamare i tuoi amichetti…di là c’è un mio amico che li sta facendo
compagnia…così non si annoieranno troppo… >
< ma quanto sei gentile…
>
fece toccare le sue due mani,
puntandole con decisione al terreno, dal quale nacquero almeno cinque spuntoni
che parevano fatti di cemento, che però colpirono solo fuoco, esattamente nel
punto dov’era il ragazzo.
< sei lenta… >
fu il fuoco a parlare.
< dunque è questo il tuo
potere… >
< poche chiacchiere >
due lingue di fuoco si divisero
dalle fiamme davanti alla porta, andando ad annerire due punti della parete ai
lati della testa di Faith.
Questa portò istintivamente le
braccia davanti al viso, in protezione.
< tsk…se credi di fermarmi
così… >
stavolta, dopo aver fatto
sfiorare le mani, se le puntò al petto, e allora si sciolse.
Sìsì, avete letto bene, si
sciolse.
Diventò come petrolio, una
sostanza densa e nera, che si riversò sul pavimento, raggiungendo le lingue di
fuoco.
< maledizione >
bofonchiò il ragazzo, che ora si
guardava intorno allarmato.
< dove sarà finita
ora…bastarda >
dal pavimento emerse una sagoma
nera che somigliava vagamente ad una ragazza, con una specie di spada al posto
del braccio destro, il quale lo passò da parte a parte.
< dì la verità…credevi davvero
di fermarmi? > ( Ryota mitico)
< ci speravo… >
< sfortunatamente per te…ho
condotto molti studi sull’ombra…e ora sono capace di prenderne la
consistenza…>
< sfortunatamente per te…io so
come metterti a tacere >
con un movimento fulmineo, si
strappò un pezzo di stoffa che gli copriva il lato destro del viso,
costringendo per le spalle Faith
a guardarlo in faccia.
***
Caldo, sentiva troppo caldo
perché fosse naturale.
Erano a maggio, non ad
agosto.
Non senza fatica, si mise a
sedere sul letto, i capelli biondi che gli si erano fastidiosamente appiccicati
al collo per colpa del sudore.
Con gli occhi ancora socchiusi,
riuscì ad intravedere una linea rossa che fendeva lo spiraglio della porta.
Le fessure dorate si
spalancarono, il corpo del 18 si buttò giù dal letto, ogni frammento di sonno
svanito.
Corse verso la porta
Movimento che fu impedito da una
voce proveniente dalla finestra.
< Oh! Ma ciao Chiby-san!!!
>
L’homunculus stava comodamente
seduto sul davanzale; le gambe leggermente divaricate e le braccia appoggiate su
di esse, il solito sorriso strafottente figurava sulle labbra.
< Envy?! Ma che cazzo ci fai
qui? >
< passavo di qui e il mio
amico ha deciso di fare una capatina da sua sorella…così eccomi qui… >
< il tuo amico?! E chi
sarebbe?! >
< non credo che tu lo
conosca…si chiama Betrayal…è nato in modo un po’ bizzarro…ma è simpatico…se vuoi
te lo faccio conoscere… >
< non ne vedo il motivo…e
comunque…se vuoi uccidermi, mi dispiace…ma la mia casa stà andando a
fuoco…quindi >
< ma dai…sul serio non ti
piacerebbe conoscerlo? Tanto è di là, dalla tua amichetta… >
Il tentativo di fuga di Ed fu
bloccato da queste parole.
Non ci mise molto a fare
2+2…specialmente riguardo un argomento sul quale aveva fatto diverse ipotesi e
ragionamenti.
< bè…che c’è Chiby-san?
Preoccupato per qualcosa? >
< Envy… ma che vuoi da me…?
>
< tenerti occupato per esempio
>
Envy saltò giù dal davanzale,
portandosi davanti ad Ed.
< quindi, tu rimarrai qui…
>
< ma neanche per sogno…
>
< eddai…è un favore per un
amico… >
< non mi interessa >
Ed si diresse velocemente alla
porta, spalancandola.
Una lingua di fuoco lo accolse
nel pianerottolo, e ancora fermo sullo stipite della porta, urlò a squarciagola
il nome del fratello, che rispose dal piano inferiore.
< AL! STAI BENE? >
< Sì fratellone! Sto prendendo
l’acqua per spegnere l’incendio!!! >
< DOV’E’ FAITH!! >
< è ancora di sopra! Il fuoco
è proprio davanti alla porta!!! >
< OK! CHIEDI AIUTO! IO CERCO DI TIRARLA FUORI!
>
Ed cercò di uscire dalla stanza,
ma qualcosa lo afferrò per il colletto, scaraventandolo sulla parete.
< ti ho detto che resterai
qua, con me >
< no >
< tsk…credi di poterti
ribellare? Non mi sembra che tu abbia il coltello dalla parte del manico…
>
< LASCIAMI ANDARE >
< perché dovrei? >
< perché…devo…salvarla…
>
disse queste parole con un filo
di voce, come se fossero la cosa di cui si vergognasse di più al mondo.
< dimmi…chiby-san… >
la voce di Envy si era fatta più
calma, ma la stretta attorno al colletto del pigiama non aveva ceduto.
< …quanto tieni a quella
ragazza…? >
Si guardarono negli occhi.
Lo sguardo di Envy non era né
divertito, né triste, era semplicemente serio.
L’espressione dell’homunculus era
così penetrante che Ed dovette abbassare lo sguardo alla sua sentenza…
< …tanto… >
< tanto quanto… >
< MOLTO, OK?! MA TU CHE VUOI
SAPERNE!! Sei solo un homunculus… >
Envy lo lasciò andare.
La presa dapprima ferrea
dell’homunculus aveva lasciato che il ragazzo cadde sul pavimento, confuso.
< Envy…perché…? >
< vai da lei… >
< eh ? >
< vai a prenderla… >
Ed non se lo fece dire due
volte.
Si alzò e corse verso la porta,
così velocemente che non sentì le ultime frasi che disse l’homunculus prima di
saltare dalla finestra:
< fai quello che io non sono
riuscito a fare… >
Ola!
Ma sono solo io che credo che l’odio per il
latte da parte di Ed è oltre l’incredibile?!
La parte delle fragole è venuta per caso,
dopo aver mangiato un intera scodella di panna fragole…e questo ha influito sul
capitolo…
Come vedete, Envy e Betrayal tornano alla
ribalta! Per la gioia delle fan dell’homunculus!
Sono stata molto indecisa per il potere di
Betrayal, fin dall’inizio.
Però il fatto che ogni homunculus avesse un
potere che non aveva niente a che fare con quello dell’altro mi ha reso tutto
più facile.
Alla fine, è venuta fuori la capacità di
diventare fuoco, un po’ come Sloth dell’anime, solo che lei era
acqua.
A proposito!!!
Oggi è mercoledì, e ieri sera è morta
sloth!!!
Ahahahahahahahahah!!! Una troia di meno!!
Quanto non mi stava antipatica!
Invece mi è dispiaciuto per
Lust:
nel manga non mi ha dato tutto questo
dispiacere, perché ha tentato di uccidere Havocuccio e Roy-chan…ma nell’anime
cominciava a starmi simpatica…
ho passato tutta la puntata a dire ad Al
che era un inutile e che era colpa sua se era morta Lust, e a Wrath che era
pulcioso e con crisi esistenziali…
Cmq…tornando a noi…
Betrayal significa “Tradimento”…giusto per
far capire che nn è un nome preso a caso, ma che qualcosa di sensato pure io
riesco a scriverlo… il nome è in relazione a quello di Faith, che significa
“Fede”, che io ho inteso come “fiducia”, anche se non era il significato
letterale, e il contrario perfetto sarebbe stato “Falsità” o “menzogna”, ma la
traduzione era o “falsity” o “Lie”…e come nomi lasciavano parecchio a
desiderare, quindi ho optato per “Betrayal”, che come ho già detto significa
“Tradimento”, che era pure maschile!!!
Ok basta và.
AVVISO IMPORTANTE:
La connessione fa le bizze, ho il modem
ADSL, ma sembra che il problema sia del computer…quindi può darsi che mi portino
via Ed ( è il nome del mio PC, per la cronaca, il lettore Mp3 si chiama Roy ),
quindi, o aggiorno a casa di una mia amica o rompendo a mia sorella, o proprio
non so…
Preghiamo il Dio Roy e il Dio Ed che non
accada…dal momento che stamattina le mie preghiere mi hanno evitato il test di
mate…
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo Settimo ***
capitolo 5
Dovrei andarmene.
Ho giocato ad avere una vita come ogni
altra.
Ora posso andare.
Devo andare,
Non posso più rimanere
Non devo più rimanere
Lo sai che devo
andarmene.
Anche a me dispiace
Anche a me piacerebbe
rimanere.
Ma non sarebbe giusto.
Spero di rivederti un
giorno
Spero che non ti dimenticherai di
me.
Ci vediamo Ed, lo
spero.
Se non qui, in un’altra
vita.
COME I
PETALI DI CILIEGIO
Capitolo 7
Ed, uscito dalla stanza, realizzò
che c’era qualcosa che non andava.
1. Envy.
Che cavolo gli era preso?
Non era da lui!!! Gli aveva
lasciato via libera senza nemmeno dargli uno schiaffetto…non che a Edo
dispiacesse…però era strano! Forse c’era qualcosa sotto…
2. il fuoco.
Stranamente non era fuoriuscito
dalla stanza…
GHIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Edo corse nello sgabuzzino che
affiancava la stanza di Faith, e battendo le mani, creò un buco che dava sulla
stanza.
Senza esitazioni, si gettò nella
stanza, dove vide una figura emergere tra le fiamme.
Era un ragazzo coi capelli neri,
corti.
Questo lo guardò con due occhi
cremisi, dello stesso colore del tatuaggio a forma di uruboro sull’anca
destra.
Era vestito con una maglia nera
senza maniche e dei pantaloni lunghi del medesimo colore
Ai sui piedi, una figura
accasciata.
I fini capelli neri sparsi a
casaccio sul pavimento annerito dalle fiamme.
Gli occhi di Ed si spalancarono,
e i muscoli si tesero sotto la pelle.
Fulminò con lo sguardo
l’homunculus, che gli rivolse a sua volta uno sguardo interessato.
Sorrise malignamente.
B: < tu conosci questa
ragazza? >
E: < che le hai fatto…?
>
B: < era una domanda retorica,
vero? >
Dannazione quanto
quell’atteggiamento strafottente ricordava Envy, Ed ne fu disgustato.
Faith fu scossa da un gemito,
dopo il quale si tirò faticosamente su, facendo perno su un braccio, portandosi
la mano libera alla tempia.
F: < ma che cazz…TU! >
B: < io sono sempre rimasto
qui, sorellina… >
E: < conosci questo
homunculus? >
F: (rialzandosi)< un tempo
l’avrei chiamato fratello >
E: < e che ci fa qui? >
B: < rivoglio il mio corpo!!
>
Ed mise una mano sulla spalla di
Faith, in segno di solidarietà.
E: < ti capisco…per quasi un
anno un moccioso mi ha rincorso pretendendo di avere il mio corpo…senza contare
Envy che mi invidia in ogni cosa, pensa che credo sia invidioso anche del fatto
che mi mancano un braccio e una gamba… >
B: < a proposito…dove diamine
è andato a finire quell’idiota di Envy?! Avrebbe dovuto tenere buono il
piccoletto… >
E: < CHI E’ CHE HAI DEFINITO
COSI’ BASSO DA ESSERE CONSIDERATO IL FIGLIO PERDUTO DI POLLICINA??????? >
B: < oltre che di statura hai
anche problemi d’udito? Io non ho mai detto niente del genere!! >
E: (trasmutando il braccio) <
ora ti faccio vedere ioooooooo!!!! >
B: < umpf…non ci voleva
proprio…tutta colpa di Envy…tieniti pronta Faith, non manca molto al momento in
cui tornerai di là !! >
Faith rimase ferma a cercare di
capire queste parole, ma Betrayal tornò completamente fuoco, propagandandosi
velocemente per la stanza.
Ed capì il suo intento, prese per
un braccio Faith e la trascinò con sé verso la finestra, dalla quale si buttò,
giusto un attimo prima che l’homunculus potesse raggiungere la lampada ad olio,
al che…
BOOM
***
Faith si trovò frastornata
sull’albero fuori dalla finestra, appesa ad un ramo e con la schiena dolorante,
a rivolgere il proprio sguardo alle fiamme che divoravano quel che rimaneva
della casa.
Sul ramo sottostante, Edo
guardava con occhi vuoti la medesima scena, per poi rivolgerle poche e scarne
parole:
< ora possiamo scendere
>
eseguì silenziosa l’ordine, senza
lamentarsi del dolore acuto alle ossa.
Ad attenderli alla base del
tronco c’era Al, circondato da qualche persona accorsa per dare una mano, ma era
ormai inutile in modo evidente.
Ed rivolse qualche triste sguardo
verso quella che era stata la sua casa:
La luna illuminava la scena,
sulla quale non rimaneva che qualche muro pericolante a ricorda l’abitazione,
completamente divorata dalle fiamme.
I vicini accorsi li fecero sedere
sul muretto che circondava le macerie.
Faith guardava in basso evitando
gli sguardi dei ragazzi, sentendosi si in imbarazzo, ma soprattutto in colpa,
come era prevedibile.
E: < non sentirti in colpa per
questo… >
F: < non dovrei? >
E: < diciamo che non è il
caso… >
F: < a me sembra tutt’altro…
>
E: < sembra quasi presuntuoso
quello che dici… >
F: < in che senso? >
E: < mi sembra presunzione la
tua voglia di addossarti ogni colpa… >
La ragazza lo guardò
sorpresa.
Come faceva ad essere così
tranquillo?
Come faceva a nascondere così
bene le proprie emozioni?
A: < Nii-san! Faith! Ho
chiamato il generale! Tra poco verrà a prenderci! >
E: < e perché l’hai
chiamato??? Io non lo voglio!!! >
A: < Nii-san! Non fare il
bambino, e poi ha già fatto preparare tre stanze ai dormitori
dell’esercito!>
E: < uff…e va bene…d’altronde…
non mi sembra di avere molte alternative… >
In pochi minuti arrivò una
macchina nera guidata da Havoc, che si sporse appena dal finestrino per chiamare
i fratelli Elric e Faith.
H: < forza, vi porto all’Head
Quarter. Vi hanno già preparato delle stanze >
E: < sì…vieni Al >
La sua voce sembrava vuota, priva
di ogni emozione.
Questo tono fece stringere il
cuore di Faith.
Senza tante storie, salirono
sulla vettura, Faith davanti, mentre i due fratelli si sistemarono sui sedili
posteriori.
Havoc cominciò a percorrere la
strada in silenzio.
Le strade erano deserte, cosa
naturale.
Ogni centimetro di cemento
sembrava ricoperto di un fitto strato di stanchezza, e persino gli alberi
sembravano addormentati, non muovendo nemmeno una foglia al vento notturno.
Ma a Faith, quel panorama
sembrava più che altro triste, di una malinconia quasi appiccicosa.
Nemmeno la luna sembrava
confortare la ragazza, poiché il suo latteo candore era celato da scure e
antipatiche nuvole.
In quell’apatia distaccata,
arrivarono ai dormitori dell’esercito, dove erano state preparate delle stanze
per loro.
H: < ragazzi, vi hanno
preparato delle stanze, sono le tre in fondo al corridoio. Ci troverete anche
dei vestiti, due divise e un paio di abiti da civili, dal momento che i vostri
sono bruc… >
E: < grazie sotto-tenente, noi
andremmo a dormire >
A: < vengo anch’io, nii-san
>
H: < ‘notte >
I due ragazzi si inoltrarono nel
buio corridoio, scomparendo presto alla vista degli altri due.
H: < e tu? Non vai a dormire?
>
F: < non ne ho affatto
voglia…è già l’alba, non ne vale la pena… >
H: < che ne dici di un caffè
alla mensa? Dovrebbe essere già aperta… >
F: < va bene… >
Havoc la squadrò da capo a
piedi:
indossava il solito vestito
bianco lungo fino alle caviglie, che di solito usava come camicia da notte.
H: < non ti cambi? >
F: < no, ora ho solo voglia di
un caffè >
Entrarono in mensa, che era
effettivamente aperta, ma decisamente deserta.
C’erano solo un paio di militari
che avevano il turno di guardia da qualche parte, di primissima mattina.
C’era a malapena un cuoco, che
preparò in pochi minuti un caffè bollente a Faith.
Havoc porse la tazza di caffè
alla ragazza, togliendosi con la mano libera la sigaretta dalle labbra, per
tenerla tra due dita, liberando una nuvoletta che si riversò dalla bocca
nell’aria.
Si sedettero l’uno di fronte
all’altra ad un tavolo appartato della mensa.
Faith guardò sospettosa la tazza
gialla, mentre Havoc la fissava con gli occhi cerulei.
H: < che ne dici di
raccontarmi cosa è successo stanotte? >
F: < mi hanno trovata >
Havoc sussultò appena, stringendo
leggermente gli occhi.
H: < cosa pensi di fare, ora?
>
F: < me ne vado >
Il militare si portò nuovamente
il mozzicone alla bocca, facendola pendere da un lato delle labbra,
trattenendola solo con i denti.
H: < di nuovo…? >
F: < e cosa dovrei fare,
secondo te? >
Faith fece girare velocemente il
dito sul bordo della tazza, esitando ancora a bere il liquido scuro che ci
ondeggiava leggermente dentro, che sembrava tutto fuorché commestibile.
H: < smettere di scappare, per
esempio >
L’alchimista staccò il dito dal
piccolo recipiente, alzando la testa sorpresa, per poi abbassarla
lentamente.
F: < no, ho già coinvolto
troppe persone >
H: < che sono le stesse che
soffrirebbero se tu te ne andassi >
Faith avvolse le dita intorno al
manico della tazza, mandando giù di malavoglia un sorso di pseudo-caffè,
pentendosene subito.
Le fu immediatamente chiaro il
perché Mustang si facesse portare il pranzo da fuori.
F: < sarà…ma ti assicuro che è
meglio così >
H: < questa situazione fa
troppo soap opera! Si vede lontano un miglio che non vuoi andartene! >
F: < spesso il volere non
coincide col dovere >
H: < ooooooooooooooh…ma
smettila!! >
Havoc si tolse nuovamente la
sigaretta dalla bocca, ormai ridotta ad un mozzicone, rigirandosela tra le
dita.
H: < se te ne vai ora, non
risolverai proprio NIENTE!anzi!! >
Il militare dagli occhi celesti
si riportò l’avanzo di sigaretta alla bocca, per prenderne un’altra rapida
boccata.
H: < mettiamo che tu te ne
vada: che cosa otterresti? Fai soffrire chi ti vuole bene, e soffri pure tu!
Inoltre, a che ti serve realmente scappare? Ti troveranno, lo sai benissimo, e
allora sarai sola! E quel che è peggio, nessuno saprà cosa ti è successo, e lo
verremo a sapere magari da qualche
giornale di provincia! >
Faith distolse lo sguardo
confusa; davvero non si aspettava una sfuriata del genere dall’amico.
Le sue mani si strinsero attorno
alla stoviglia ancora colma del liquido, ormai tiepido.
Havoc sembrò svegliarsi
improvvisamente, chiudendo appena gli occhi turchini.
H: < Faith, non volevo essere
così duro, ma solo dirti che… >
F: < Hai pienamente ragione
>
L’alchimista ingoiò il liquido
scuro in un sorso, maledicendosi per quell’azione ancora prima di averla
compiuta del tutto.
F: < non posso continuare a
sperare di poter risolvere un problema semplicemente evitandolo, e ti ringrazio
per avermelo fatto capire >
H: < ora, non volevo di certo
dirti di gettarti nell’azione senza criterio… >
F: < lo so, e prima devo
sistemare delle cose qui…lo sai che potrei anche … >
H: < non pensare subito alla
peggiore delle ipotesi… >
F: < è bene considerare OGNI
possibilità >
H: < senza esagerare però >
Faith si alzò con un sorriso
quasi divertito.
F: < ciao Jean! Ci si vede!
>
Darkness, uscì dalla mensa con
passo deciso, facendo rimbombare i tacchi.
Doveva sistemare tutto quel
giorno.
Mancava davvero poco.
Solo l’adrenalina che le saliva
in corpo le dava la forza per affrontare quella che probabilmente sarebbe stata
la sua ultima giornata.
***
B: < PORCA PUTTANA ENVY!!! CHE
CAZZO HAI FATTO!!?? >
E: < niente che ti riguardi
>
B: < mi riguarda eccome!! Hai
mandato all’aria il nostro piano!! Ma si può sapere che ti è preso?! >
Envy lo squadrò dalla sua
posizione.
Era spaparanzato su un vecchio
divano dalle molle fuoriuscite e arrugginite.
E: < no . Non sono fatti che
ti interessano >
B: < e invece sì! Dio, hai
rovinato tutto! >
Envy si alzò di scatto,
afferrando con forza la maglia dell’altro ragazzo, attirandoselo addosso.
E: < quello. Che mi accade.
Nella mia vita privata. Non. Ti. Deve . interessare. >
B: < eppure sei tu che hai
insistito per il nostro accordo: io recuperavo il mio corpo, e tu inducevi
fullmetal a… >
E: < è che il suo attaccamento
a quella ragazza non era previsto… >
Envy rilasciò la presa, e
Betrayal si lasciò cadere su un copertone alle sue spalle.
B: < era previstissimo invece!
E lo sai! Non faccio a meno di interrogarmi sul tuo passato… >
E: < allora continua a farlo,
perché da me non avrai proprio niente!!?? >
B: < comunque, lo sai che era
previsto che l’Elric si attaccasse in modo particolare a tua sorella, così
magari la sua morte lo avrebbe indotto a fare un’altra trasmutazione umana…
>
E: < che magari avrebbe dato
vita ad un altro homunculus…però devi contare una cosa…ricorda che il piccoletto
ha già fatto una trasmutazione riuscita, col fratellino… >
B: < dirmelo prima no, eh?
Vabbè…magari non è detto che ci riesca di nuovo… >
E: < secondo me ci potrebbe
riuscire di nuovo… >
Betrayal guardò l’invidia in modo
strano, quasi con rabbia.
B: < dì un po’, ma da che
parte stai??? >
E: < dalla nostra, ovvio…
>
B: < ad ascoltarti non
sembrerebbe!! >
E: < puoi pensare quello che
vuoi, non mi interessa >
B: < uuuuuuhm…e se tu avessi
lasciato passare il piccolo fullmetal? >
E: < …… non dire assurdità…
>
B: < uhm…non stai mica
diventando buono, vero? >
Envy si agitò la mano di fronte
alla faccia, in segno di diniego.
E: < ma figurati…io e la bontà
siamo due mondi completamente opposti… >
B: < se lo dici tu… >
Betrayal accavallò le gambe,
incrociando le braccia dietro la testa, cominciando a dormire.
Envy rivolse uno sguardo
nostalgico verso il cielo chiaro dell’alba.
“ non sto diventando buono…solo incredibilmente nostalgico… ”
Note dell’autrice: pensieri
sparsi
29 / 05 / 07
Ciao!!!
Allora, con lo scorso capitolo mi sono
presa un po’ in fallo, ma spero di essermi riscossa con questo
capitolo.
Dopo aver letto questo capitolo, mia
sorella mi ha dato della piromane, mentre il mio dolce, caro, stupido nii-san mi
ha consigliato di intraprendere una brillante carriera da
demolitrice…
E poi dicono a me…
Comunque, piccole
precisazioni:
1- Un paio di volte ho scritto “Edo”, non è
un errore, solo che ho visto sia il film che l’ultima puntata in jappo, e il
fascino del diminutivo orientale di Ed mi ha catturato…
2- come avrete di sicuro notato, la mia
storia si basa su concetti dell’anime, ma vi sarete anche chiesti (almeno credo)
: < ‘azzo ci fanno Ed e Al lì? (mi riferisco alla fine del film)
>
( mio finale personale, per risolvere la
faccenda : piccolo SPOILER, che di piccolo ha sol il nome)
semplice, hanno deciso di tornare a
casuccia, di conseguenza, non hanno chiuso bene il portale
che…
Vabbè, non usciamo dal
contesto:
in quest ’ultima settimana, quella che è
partita dall’ultima (sigh) puntatuccia di FMA, mi sono ridotta ad uno
straccio.
Risultato: mi sono downloddata tutte le
puntate più il film (in jappo con i sott. ), e ho cominciato a scrivere a
mitraglia questo capitolo, perché sapevo come finire la
storia.
(e sì che non dovevo uscire dal contesto…
)
31 / 05 / 07:
Finito chappy!!! Non credo che pubblicherò
prima di 2 settimane (cm al solito), perché il 10 giugno parto e me ne vò per
una settimana. Ciao ciao!!!
Dopo la fine di FMA mi ha fatto proprio
bene riprendere in mano i miei pg!! ^^
MaTeRiAlGiRl91:
Intanto nell’ultimo tema ho scritto
un capolavoro…il 7 non me lo toglie nessuno!!! (mimma a
parte)
shiratori_chan:
Bè…grazie, ma rispondiamo ai
punti:
1 -
in effetti è abbastanza pignolo questo ragionamento…non so come
rispondere.
2 – sì, ricordo quella puntata, c’è anche nel
manga!! Tuttavia, lì Ed elogia sì quella zuppa, la quale contiene effettivamente
latte, ma appunto perché non se ne sente il sapore! ^^
anche se in molte storie vedo scritto che a
Ed piace la crema…forse mi sono persa un pezzo in cui diceva che gli
piaceva…Sorry.
3 – Acc…quando me ne sono accorta l’avevo già
pubblicata, quindi speravo che nessuno ci facesse caso, hai perfettamente
ragione, ne approfitto per scusarmi con tutti per questo terribile
errore.
Selly: Bè…grazie dei complimenti…dello scorso
capitolo non ero sicura nemmeno io, ma sono contenta che sia piaciuto! ^^ per
Envy, non è diventato buono, solo nostalgico:
metto il link per ogni spiegazione a
riguardo: Sono un homunculus...e
allora?
Akemichan: Davvero? Devo dire che ho scritto d’istinto,
non avevo fatto caso a questo aspetto del racconto! WOW!!! Grazie per i
complimenti e continua a leggere, così poi mi dici! ^^
Per i dialoghi, ho cominciato già da questo
capitolo col tuo consiglio delle iniziali, avevi pienamente ragione, e cercherò
e ho cercato di curare di più le parti che mi hai consigliato!
Bye!!
giuli-chan^^: ola!!! Comunque…il mio pc ha finito di fare i
capricci!! Quella testa di gluttony (ma che offesa è????) di mio fratello aveva
disattivato la periferica del modem…ma ora tt a posto!!!
Come ho già detto a Selly, Envy è
semplicemente attaccato ai ricordi, ovvero quelli contenuti in
Sono un homunculus...e
allora? la mia seconda storia su questo sito, di
cui vado piuttosto orgogliosa…Tao!!^^
DarkRose86:
Grazie O///O…sono felice che Faith
ti sia piaciuta, e per il fatto che sia sorella di Kimblee devo ringraziare mia
sorella, Kimmalfoy…lei me l’ha suggerito (io volevo farla sorella di Roy, ma
dopo non sapevo che storia farci dietro)!! ^^
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo Ottavo ***
capitolo 5
Fin dove l’aria diventa pura
Fin dove il sole rischiara ogni
cosa
Fin dove i ricordi si perdono nelle onde del
tempo
Fin dove la memoria viene sostituita da
nuove immagini e colori
Fin dove tutto cambia, rimanendo
uguale
Fino al di là di quella
porta
Fino al confine
Fino alla differenza
Fino alla nostra
divisione…
Fino ad allora, ti prometto, ti
giuro…
Ti giuro che ti amerò con tutto il
cuore.
Ti giuro che…il tuo ricordo
non verrà perso.
Te lo giuro,
Faith
COME I
PETALI DI CILIEGIO
Capitolo 8
Faith camminò decisa verso
l’ufficio del generale.
La divisa che aveva trovato in
camera le stava a pennello, e aveva deciso di indossarla per andare da
Mustang.
Sapeva che l’avrebbe presa per
pazza, quindi doveva apparire il più seria possibile.
Almeno esteriormente.
Fuori dalla porta si fermò.
Si portò una mano al mento,
preparandosi mentalmente un discorso che potesse convincere Roy Mustang,
accorgendosi troppo tardi che non esisteva.
Sussurrò, più che altro per
convincere sé stessa, le solite paroline magiche: “o la và, o la spacca”
Chiuse la mano a pugno,
preparandosi a bussare, rischiando però di picchiettare le nocche sulla bella
testolina del nostro generale.
R: < Darkness?! Che ci fai
qui? >
F: < Ah-ehm…dovevo parlarti
>
R: < io dovrei andare…mi
parlerai in macchina, se a te va bene… >
F: < oh, perfetto >
Havoc si sporse da dietro la
spalla del generale, guardando con intesa la ragazza, la quale si sentì
incoraggiata da questo gesto tutt ’ al più naturale, e pronta ad intraprendere
una lunga conversazione col generale.
Nella macchina nera, un luogo che
in quel momento come non mai, a Faith sembrò una prigione stretta e asfissiante;
o peggio, senza possibilità di scampo.
Cominciò ad evocare con foga la
calma, che arrivò inaspettatamente solo dopo la prima frase di Mustang:
M: < allora, di cosa dovevi
parlarmi? >
Stupendosi da sola, sentì i
muscoli, prima tesi, rilassarsi sotto la pelle, mentre i nervi diventavano
quieti, permettendole di pensare meglio.
Tuttavia, tra i vari giri di
parole che aveva costruito mentalmente, scelse il più semplice e
convincente.
F: < Roy, ho fatto una scelta
>
Il Flame Alchemist fu il primo a
stupirsi nel sentirsi chiamare per nome da un suo sottoposto, ma Faith non si
lasciò fermare dallo sguardo confuso del suo superiore.
M: < sarebbe? >
F: < io…io ho deciso di finire di
scappare >
Havoc e Riza si girarono di un
poco, mostrando il loro interessamento quanto bastava per mostrare la loro
sorpresa.
M: < non capisco cosa intendi…
>
F: < stasera vado, ormai ho
deciso >
M: < Havoc, accosta >
A queste parole, Havoc sterzò
verso un prato incolto della periferia che stavano attraversando,
fermandosi.
Roy continuava a non guardarla in
viso.
M: < Faith…è un suicidio…
>
F: < e allora cosa dovrei
fare? Se me ne andassi di nuovo mi troverebbero, non trovi? >
Faith lanciò un nuovo sguardo al
sotto-tenente.
M: < mh…sei stata troppo
influenzata da Fullmetal…l’hai già avvertito? >
F: < …nì… >
M: < nì?! Che razza di
risposta è?! >
F: < gliel’ho lasciato
intendere!!! >
M: < …non gli hai detto
niente… >
F: < …già… >
Roy si passò una mano sulla
fronte.
M: < bè…lo so che non dovrei
dirlo, perché ti sto praticamente mandando a morire, ma fai quello che credi
giusto… >
Faith uscì dalla macchina,
accennando un inchino dopo essere uscita, e corse nella direzione che le
sembrava fosse quella che conducesse alla via principale, sotto due occhi viola
come le ametiste più belle…
E: < mi dispiace Betrayal…ma
non posso proprio farlo…le assomiglia troppo… >
***
Edward guardava gli operai
ricostruire pian piano la sua casa.
Ufficialmente, la sua casa era
esplosa per una perdita di gas, e l’esercito aveva fornito subito dei fondi e
degli operai per la ricostruzione dell’edificio.
Erano stati molto veloci.
In una giornata erano a più di
metà del piano terra, e a occhio e croce non ci avrebbero messo più di altri due
giorni per ricostruirla completamente.
Edward li fissava sistemare un
mattone sopra l’altro, ricostruire il posto che tra poco sarebbe stato
nuovamente abitato da loro.
Ed fu sorpreso da una mano che
picchiettava gentile la sua spalla destra; non riuscì a trattenere un
sussulto.
A: < tranquillo Ed, sono io
>
E: < pfui…scusa Al >
A: < sei troppo teso in questo
periodo, perché non ti trovi un modo per rilassarti…ne, nii-san? >
E: < è che non sono più molto
tranquillo…ora che sembra che Envy è tornato… >
A: < già…mi hai detto come è
andata…ma sei sicuro del fatto che ti sembra che Envy ti abbia LASCIATO andare?
>
E: < sì, ha detto esattamente
queste parole: “vai da lei” e “vai a prenderla”, poi mi sembra che abbia detto anche un’altra frase…ma
non sono sicuro…mi sembra vagamente di aver sentito “fai quello che io non sono
riuscito a fare”… >
A: < mah…chissà qual è il
passato di quell’homunculus… >
E: < e se si fosse innamorato
di una ragazza che è stata uccisa? >
A: < … >
E: < … >
A+E: < MA FIGURATI!!! Te lo
immagini?! Ihihih >
Un brivido inaspettato scorse per
le schiene dei due fratelli, più vicini alla realtà di quanto pensassero.
Gli si avvicinò un operaio,
trascinando un secchio rovinato in più parti dal cemento, contenente molti
oggetti metallici.
O: < scusi, volevo avvertirla
che noi finiremo i lavori domani sera, se continuiamo con questo ritmo, e che
l’esercito ci ha già pagato l’anticipo da parte sua, signor Elric >
E: < bene, l’intero vi verrà
pagato a lavori finiti, va bene? >
O: < perfetto, arrivederci
>
E l’operaio si allontanò
soddisfatto, di che cosa non si sa, ma Ed e Al rimasero nuovamente soli.
A: < perché non vai ad
avvisare Faith che i lavori sono quasi terminati? Di sicuro anche lei ne sarebbe
contenta… >
E: < ok, vado! >
???
Faith era distesa nel letto
bianco.
Guardava il soffitto grigio,
senza vederlo davvero; pensava e ripensava alla decisione che stava prendendo, a
ciò che stava lasciando; per sempre.
Le mani, incrociate dietro la
nuca, tormentavano con le loro lunghe dita i capelli corvini dispersi sul
cuscino, in un movimento istintivo e atto a riflettere il suo spirito
interno.
Martoriato da decisioni troppo
grandi per lei, troppo difficili e pesanti.
Troppo.
Troppo e basta.
La sua coscienza le stava
chiedendo se morire o, semplicemente, se guadagnare tempo.
Di scatto, si tirò su a
sedere.
Con sguardo deciso, scese dal
letto, dirigendosi alla scrivania.
Camminò verso il cassetto dello
scrittoio, tirando fuori il foglio con la busta, e lo tenne tra le mani tremanti
per un po’, esitante.
Lo portò sul tavolino di legno,
stendendo la pagina sulla superficie liscia.
Impugnò una penna con fare
incerto, portandola lentamente al termine delle righe già scritte.
Mancava solo la firma.
Voleva veramente lasciare tutto
ciò?
Era davvero sicura di voler
lasciare tutto ciò che le era stato offerto?
Ma soprattutto, doveva davvero
lasciare lui?
La risposta fu chiara quando,
uscendo vestita col solito vestito bianco lungo fino alle caviglie e i capelli
sciolti, lasciò sul tavolino una busta, con scritto sopra:
Per Ed.
***
E: < Faith! Faith!? Ci
seiiiiiii???? >
Edward bussò ripetutamente alla
porta dell’amica, urlando il nome di questa, senza ottenere risposta.
Voleva parlarle, avvertirla della
situazione della casa, ma soprattutto chiedere cosa voleva fare nella sua
situazione, magari davanti ad una bella cenetta.
Senza sapere il perché, posò la
mano sulla maniglia, abbassandola, scoprendo con non poca sorpresa che la porta
era aperta.
Ed entrò piano nella stanza
buia.
La camera era illuminata solo
dalla chiara luce del sole che si apprestava al tramonto, gettando pochi e
fiochi fasci di luce sul pavimento e sul piccolo tavolo circolare in mezzo alla
stanza.
Su di esso c’era una busta
bianca.
A questo particolare, Ed si
avvicinò al ripiano, leggendo la scritta sul retro del sacchetto di carta, sul
quale c’era scritto con una calligrafia elegante, “per Ed”.
Incuriosito e un po’ timoroso, Ed
pensò ripetutamente, aprendo la busta, di avere un pessimo presentimento,
pensiero che divenne realtà nel leggere il piccolo foglio la seguente frase:
“Non credo nel destino
Il destino esiste per i vigliacchi che non
si assumono le loro responsabilità, e per i credenti.
Io non sono né l’uno né
l’altro.
Quindi non ti dirò che è destino, né che è
scritto che dovesse andare così.
È solo la conseguenza delle mie scelte, che
non definisco sbagli, e di cui sono sicura tuttora.
L’unico sbaglio l’ho fatto
all’inizio.
Io sono come un fiore di ciliegio nato dal
terreno.
Ho sbagliato tutto, fin
dall’inizio.
Ma ciò non significa che mi sono pentita dei
miei cosiddetti “sbagli”.
Ora, ci ho riflettuto, parecchio, e se devo
morire, sono contenta di farlo per un tuo desiderio.
Per te.
Non ho rimpianti.
Non abbine nemmeno tu.
Faith”
Edward rilesse più e più
volte la lettera, sperando ogni volta di sbagliare a leggere, tuttavia si rese
conto di non essere analfabeta.
Strinse forte il foglio di
carta, riducendolo infine ad una pallina, che gettò con rabbia per terra.
Sentiva qualcosa nel petto
esplodergli, mentre un sentimento di puro terrore e angoscia lo assaliva.
D’istinto, corse verso la
porta, correndo verso quello che sapeva, sarebbe stato il posto dove Faith
avrebbe evocato il portale.
OLA!!!
È ormai da molto tempo che ho la rete
scoperta, e non so quando tornerà…ç-ç…se qualche ragazzo del forum (cm li chiamo
io, “i raga del forum”) Fullmetal Alchemist Genesis, è per questo motivo che non
mi sono fatta sentire, e mi mancate taaaaaanto!!
Wow, sono eccitatissima.
Manca poco alla fine, due capitoli massimo
massimo, e già da quando ho scritto il terzo ho cominciato a scrivere qualche
bozza su un possibile finale.
Ora sono quota 9 bozze.
A 10 stappo lo spumante.
Se arrivo a 15 c’è il
Bacardi.
Se ne faccio di più, le pubblico tutte
sotto “finali alternativi”
Poi c’è la mia nee-chan che (per la prima
volta) mi ha detto (seriamente) che la mia storia le piace, ma soprattutto che
le piace come ho combinato Envy.
Che dire, sorellina, mi piace troppo come
personaggio, mi sa che scriverò una ************* dopo ********************* di
*************** come ***************.
Mi manca molto Eddino, e mi sono sparata tt
e 51 le puntate più il film, pensando…”cavolo, che voce “secsi” che ha il mio
ammmore…”(film a parte, perché l’ho visto con i sottotitoli)
Poi, capisco che niente può non farmi
rimpiangere “Hangaren”, ma che diamine, sono solo io che reputo un’AUTENTICA
CAZZATA QUELLO SCHIFO DI “GARO”???!!
All’ “anime week” hanno presentato un casino di
anime fantastici, e mi vanno a mettere quella “cosa”?!
Senza contare che in internet si trovano le
puntate già tradotte di “D.Gray-man” (la panini mi ha interrotto anche
quello…ç-ç…) e di Death-Note, e su una rivista hanno nominato l’addetto alla
grafica dell’anime di “Chevalier D’Eon”, il nuovo manga
gotico…
MA
DITEMI…PERCHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE’!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
PERCHE’ DOBBIAMO SORBIRCI QUELLA ROBA
LI’!!!
E’ UN INSULTO ALLA MEMORIA DI
“FMA”!!
E non protesto neanche perché almeno non
hanno ancora tolto “Nana”…se finisce anche quello e non mi mettono qualcosa i
decente, io UCCIDO qualcuno, e vi assicuro, uccido quell’incapace che ha OSATO
mettere quella schifezza di “Garo”!
Ecco.
Basta và.
[ mi scuso per eventuali errori, ma non ho
potuto riveder il chappy – sorry ]
DarkRose86: Ma tao!!! Grazie dei complimenti, ma basta,
se no mi monto la testa! ^^
Per Envy, anch’io lo adoro così (se no non lo
scriverei, ovvio)… mi mancava troppo scrivere su di lui, quindi gli ho allargato
la parte.
Pensavo di fare una fic comica sulle mie “4
divinità”, ma non so come metterle tt insieme…ci penserò…
Selly: Thanks anche a te! Comunque, mi
sono sparata il film per almeno due volte al giorno e mi sono convinta di una
cosa…Fma è eterno. Non credo che me ne dimenticherò, nemmeno dopo la fine del
manga.
Voglio dire, ha rivoluzionato
gli “Shonen”!!!
Al contrario di , che so,
“Dragon ball” o che altro, non è fondato sui combattimenti, che tuttavia non
mancano e sono comunque spettacolari, ma al contrario è basato su una storia
complicata ed evoluta in maniera tale da dover essere riassunta in decine e
decine di pagine.
Un mio amico ha detto che lo
apprezza perché si basa anche sulla scienza, come quando uccide Sloth, dove Ed
gioca sul fatto che è fatta d’acqua e la trasforma in metanolo, che evapora a
temperatura ambiente.
Ora che sono uscita
dall’argomento, posso dirti che personalmente mi definisco
“ultra-sadica”:
nel senso, chi è quello
spietato autore che complica così la vita ad una
diciassettenne?
La risposta è al
femminile!
Kimmalfoy: Evvai! Ti ho convertita al culto di Envy!! ^^
e comunque, io l’ho sempre detto che era gnocchissimo (a parte nella puntata
dove sclerava perché non poteva uccidere Hoheneim) e poi, tu non sei diventata
DI NUOVO pazza, lo sei sempre stata; solo che lo nascondevi
bene!
E infine, mia cara nee-chan, quando mi parli
non sembra proprio che mi adori, sai?!
Solo 3 commenti…ragazzi, se
non commentate almeno in 6 io cado in depressione…ma perché vedo tipo 75 letture
e 3 commenti?!
Su su, datevi da fare (poi
chissà perché, in ogni storia il primo capitolo è a 10 commenti, l’ultimo a
2…non l’ho mai capita ‘sta storia…
Wow, ho quasi
finito.
Cara Faith, le tue sorti si
giocheranno tra un tasto e l’altro…
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo ULTIMO!!!! ***
capitolo 5
Ultimo
Capitolo
I rami si estendono fino al
cielo,
escludendo il blu cobalto alla mia
vista.
I petali scendono
E scivolano sul mio corpo come
pioggia.
Il candore macchiato di
questi
Crea contrasto coi miei occhi
neri.
Lo sto aspettando
Il vento muove dolcemente i miei
capelli.
Tenebra nella luce.
Guardo ancora i ciliegi del viale.
So che sarà l’ultima
volta.
COME I
PETALI DI CILIEGIO
Capitolo 9
Faith fece un passo gattonando
all’indietro, trattenendo con la mano sinistra l’orlo del vestito sulle
ginocchia, e trascinando con la destra un gessetto.
Pian piano si formava un cerchio
perfetto, con vari disegni complicati al suo interno.
Con una piccola spinta delle
mani, si riportò in piedi.
Aveva le ginocchia e le gambe
sporche di terra, ma non ci fece caso; invece, portò le mani sui fianchi,
constatando che l’opera era finalmente compiuta.
Guardava soddisfatta il cerchio
alchemico, ora in parte coperto da petali.
Si portò le mani al lato della
testa dove c’era il fiocco che legava la benda.
Con un movimento fluido della
mano fece cadere le fasciature a terra, scoprendo la metà del cerchio sul viso,
che brillò in risposta al sole.
Il cielo andava schiarendo verso
il tramonto, ma era ancora presto.
Sentì un rumore di passi
provenire da dietro di lei.
Si girò quanto le bastava per
scorgere la figura di un ragazzo biondo che le correva incontro, ansante per la
corsa estenuante.
Appena giunse ad un paio di metri
da lei, inchiodò puntando le mani sulle ginocchia, e gettando la testa in avanti
per riprende fiato, ansimando visibilmente.
E: < Faith…che cazzo
stai…combinando? >
F: < secondo te? >
Mettendosi di profilo, Faith
allungò un braccio verso il gigantesco cerchio per terra.
F: < non mi sembra ci sia
molto da spiegare… >
E: < ma perché qui >
F: < perché quelli di ciliegio
sono i miei fiori preferiti >
E: < uh? Credevo fosse la rosa
rossa… >
Faith scosse piano la testa,
tirando una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio.
F: < sono quelli di ciliegio,
e questo perché… >
Si inginocchiò lentamente, e con
una mano colse un petalo rosato, per poi alzarsi di nuovo.
Strinse il petalo tra le due
dita, tendendolo verso Ed.
F: < lo vedi? C’è una storia
legata a questi bellissimi fiori…non ti sei mai reso conto del perché siano come
macchiati? Di rosa, intendo… >
E: < no, non è una delle mie
domande frequenti… >
F: < si dice che in origine
siano bianchi, ma che si macchino di rosa in seguito all’ “assorbimento” delle
colpe degli esseri umani…eppure…ogni anno, in primavera, tornano. Ci vuole una
grande forza per andare avanti con dei pesi sulle spalle, no? Io e te ne
sappiamo qualcosa >
Faith lasciò che un alito di
vento le portasse via il petalo dalle mani, che volò verso Ed, passandogli
affianco.
Stettero lì a guardarsi, Ed con
rabbia, Faith con decisione.
Fu Ed, ancora trafelato per la
corsa, a rompere quel fastidioso silenzio.
E: < sei - una - stupida >
F: < eh? >
E: < vuoi fare tutto da sola!!
Bè, non te lo permetterò >
F: < …sono affari miei, non ti
immischiare >
Faith si girò verso il cerchio,
mentre sulla fronte di Ed si fecero notare i primi segni di un’arrabbiatura.
E: < come sarebbe a dire on ti
immischiare?! Sei un egoista! Non pensi che…! >
La ragazza si girò di scatto, e
acciaio poté notare una lacrimuccia che si formava all’angolo dell’occhio
destro.
F: < io sarei egoista! Ma non
ti sfiora nemmeno un po’ il pensiero che ti sto tenendo fuori da questa storia
proprio per proteggerti!! >
Ed esitò.
Era stato colto di sorpresa, e
avvampò all’improvviso.
F: < non pensi che forse, se
ti capitasse qualcosa per colpa mia, ne soffrirei ancora di più?! >
E: < io… >
F: < bè…in effetti un po’
egoista lo sono… >
Faith si girò nuovamente verso il
cerchio
E: < ehi, aspetta! >
F: < un po’ mi dovresti
capire…come si dice…non si può dire di aver vissuto se prima non si è provato
cio che è proibito…e l’abbiamo fatto entrambi, l’importante è rimediare in
seguito >
E: < smettila di dire
stronzate e stammi a sentire! >
Ma la ragazza non si fermò,
invece raggiunse il centro del cerchio.
Ed le corse dietro, portandosi ai
margini del cerchio.
E: < fermati >
F: < eh? Ti sto tornando
quello che tu stai cercando da una vita…>
Edward gettò uno sguardo al
braccio meccanico, che strinse con rabbia.
E: < non con un sacrificio,
non con il tuo sacrificio maledizione, IO NON VOGLIO UN CORPO COSI’! >
F: < però hai rischiato
comunque la vita per quattro anni per quel braccio e per quella gamba, e per il
corpo di Al, ed entrambi eravate coscienti che questa missione avrebbe portato
delle vittime… >
Edward si sentì disarmato, quella
maledetta ragazzina l’aveva messo con le spalle al muro.
Faith, dal canto suo, allargò
impercettibilmente il sorriso, compiaciuta di aver zittito l’amico.
F: < e ora…iniziamo. Se tutto
va bene, scoprirai anche perché ho questo segno sul viso >
Ed la guardava smarrito.
Sapeva che doveva fermarla.
Sapeva che doveva impedirle di
fare ciò che intendeva.
Già.
Ma come?
I muscoli rifiutavano di
muoversi, le gambe erano rigide, ma a nervi comunque tesi.
Era esattamente come quando gli
si rompevano gli auto-mail.
Si sentiva impotente.
Ad assumersi il suo compito, fu
Betrayal, che immobilizzò Faith da dietro.
B: < stavi cercando di
scappare, eh? >
F: < sei un fissato, Betrayal,
io non stavo cercando di scappare… >
Con un colpo secco, la ragazza si
liberò, dando una gomitata sullo stomaco dell’homunculus.
Trasmutò più in fretta che poté
il proprio braccio, trafiggendo Betrayal con una lama.
B: < illusa… >
Betrayal trasformò il suo braccio
in fuoco incandescente, che lambì la lama di Faith, che tuttavia non fece una
piega.
Ed si alzò di scatto, correndo
verso l’homunculus, anche se non sapeva bene come fare per toglierlo di
mezzo.
Notò che appena Faith toccava
Betrayal, la parte toccata diveniva subito fuoco, quindi attacchi diretti non
avevano alcun effetto.
Che composizione aveva il fuoco?
E nel caso di quell’homunculus, come si creava?
La risposta gli venne in mente
automaticamente:
Auto-combustione.
Anche Faith si fermò, per
studiare l’avversario.
Fece tornare la lama a braccio,
cercando di capire qual’era il combustibile.
Allora, l’aria è composta da
Azoto, Ossigeno, Argon, diossido di Carbonio, Neon, Elio, monossido di Azoto,
Cripton, Metano, ossido di Diazodo, Idrogeno, Xeno, diossido di Azoto e infine
Ozono.
Ed+F: < tra questi, quali sono
combustibili…? >
Betrayal si lanciò all’attacco,
spingendoli entrambi fuori da cerchio alchemico, urlando:
B: < Envy! Vieni a darmi una
mano >
Questo, che si era scoperto fosse
appollaiato su un albero, scosse lentamente la testa, mormorando con un sorriso
sornione.
En: < mi dispiace compare…non
lo farò >
B: < e i tuoi scopi? Te li
puoi scordare, se non collabori >
En: < il mio scopo era quello
di farti uccidere la ragazzina per indurre il piccoletto a creare una nuova
Lust…anche se forse…la trasmutazione umana gli sarebbe venuta lo stesso…
>
Betrayal lo guardò con rabbia,
per poi ributtarsi nella lotta.
F: < ED! CREA UNA SCATOLA
ATTORNO A LUI!!! FALLA PIU’ GRANDE CHE PUOI!!! >
Edward fece cenno di aver capito,
e arrestò la corsa, battendo le mani.
Portò gli arti a terra, creando
una scatola di terra completamente chiusa attorno all’homunculus, dalla quale
cominciarono a provenire ansimi.
Faith si accostò alla trappola,
pronta a spiegare all’homunculus la dinamica dell’attacco.
F: < Betrayal, tu hai la
composizione di fuoco, no? allora ci siamo chiesti, come posso ben immaginare,
quali dei componenti chimici dell’aria fossero anche combustibili del fuoco, e
ragionando, li ho trovati, sono: Ossigeno, Metano, ma sopratutto Idrogeno.
Così, chiudendoti in una scatola
TOTALMENTE priva d’aria, non trovi il combustibile per continuare a vivere,
semplice, vero? >
Faith non controllò nemmeno che
le fiamme si fossero estinte completamente, che fece cenno a Ed di entrare nel
cerchio.
Lui la seguì, sentendola
mormorare appena:
F: < cominciamo >
Envy la guardò tranquillo, senza
muovere un muscolo per fermarla.
Il suo compagno era
definitivamente morto, e lui voleva a tutti i costi vedere come andava a finire
quella storia.
Al’ultimo si inserì nel cerchio,
venendo anche lui avvolto dalla tenue luce azzurrina, insieme ai due ragazzi,
sparendo nel cerchio.
** * **
Edward si rialzò in un luogo,
come dire, vuoto.
Era circondato dal bianco più
assoluto, persino il pavimento sembrava inesistente, eppure era seduto su
qualcosa che pareva solido, ma anche guardando in basso, niente, solo
bianco.
La cosa più angosciante era però
una sensazione strana.
Come Deja-vu.
Rimase lì inginocchiato per un
po’, quando sentì un mormorio…
Si girò di scatto nella direzione
da cui provenivano i sussurri, spalancando gli occhi allo spettacolo che gli si
mostrava davanti:
A qualche metro da lui, era
comparso un enorme portale di pietra, decorato da disegni e iscritte incise
nella roccia.
Si seppe spiegare il perché di
quella sensazione strana.
Il sacrificio del braccio e della
gamba, durante la trasmutazione fallita della madre.
Non poteva dimenticarlo.
Davanti a lui, Faith era in
piedi.
Le braccia ciondolavano lungo il
corpo, e la testa era china, immobile.
Il bisbiglio proveniva
esattamente da lei.
Ed si alzò di scatto per correre
nella sua direzione, per capacitarsi di tale stranezza.
Gli occhi avevano un espressione
vuota, e la parte sfregiata brillava come di luce propria, mentre la bocca si
muoveva emettendo frasi, date e nomi apparentemente senza senso.
Ma prima che potesse anche solo
toccare la ragazza, una voce agghiacciante lo fermò.
- Bentornato…mio giovane
alchimista…
Ed si girò verso la voce.
Accanto al portale, c’era una
specie di sagoma umana evanescente che mostrava un sorriso
sornione
Ed: < che le sta succedendo?!
>
- Sta morendo, si è sciolto il
sigillo.
Ed: < sigillo…vuoi dire lo
sfregio che ha sul viso? Ma sigillo di cosa…? >
- In altre parole, le ho impedito
l’accesso ad una parte dei suoi ricordi, e ora che il marchio si è
sciolto…
En: < lei morirà. >
Ed: < una cosa, quindi, se
Betrayal non l’avessimo ucciso noi prima, sarebbe morto anche lui per il
marchio? In fondo ha l’altra metà… >
- sia lei che l’homunculus hanno
solo metà cerchio…sono due forze opposte che si attraggono, e come è
naturale…l’una senza l’altra non può esistere…
Ed: < ecco perché quando lui
le si avvicinava la paralizzava…ma lui, se fosse qui, ripeterebbe quello che sta
dicendo Faith? >
- No, lui non ha mai visto la
verità…
Ed: < con questo mi vuoi dire
che…sta ripetendo la verità a memoria? >
- esattamente…ma a quanto pare
quella ragazzina non ti ha raccontato tutta la storia…ascoltami
bene…
Quando è arrivata, come da
“procedura” è entrata nel portale, ma quando ne è uscita mi sono accorto di un
problema:
nel momento in cui stavo per
estorcerle il giusto prezzo, ho notato che ripeteva tutto a memoria, in una
specie di trans.
Non potevo permetterle di andare
in giro a dire la verità a destra e a manca, quindi le ho impresso quel marchio
per impedirle di ricordare tutto, e ogni volta che tentava di ricordare, provava
una sensazione come di bruciore in quella parte del viso.
Inoltre, dal momento che il
sigillo era incompleto, ho accelerato il processo di formazione di un nuovo
homunculus, Betrayal, e l’ho messo a guardia di Faith, promettendogli un corpo
nel caso la facesse fuori.
Ora, Betrayal mi ha avvertito che
il sigillo era instabile, così gli ho detto di ucciderla, come avrai capito
dalla sua incursione a casa tua…anche se quella fine è toccata a lui, a quanto
pare…
Ora è tornata…e vorrà fare una
trasmutazione su qualcosa, o qualcuno…
L’omino evanescente gli volse la
testa, ed Edward immaginò che lo stesse fissando, con occhi che lo sguardo umano
non poteva vedere.
Ed: < falla rinvenire…ti
prego… >
- e tu cosa mi dai in
cambio?
Ed rimase interdetto.
Anche se conosceva quel buffo
omino, non si aspettava quella pretesa, e si maledisse per non averla prevista,
seppur fosse ovvia.
Invece di rispondere, fissò la
ragazza che teneva stretta tra le braccia, notando che la parte del corpo che
lui sapeva fosse d’ombra, era diventata nera, senza essere stata trasmutata
dalla proprietaria.
Ed: < ma se non le fai
riprendere coscienza, non può eseguire la trasmutazione! >
L’omino si portò una mano al
mento, pensoso.
- non hai tutti i torti…ok, ma mi fa
uno strano effetto fare qualcosa gratis…
con un gesto della mano,
l’omino(che da ora in poi chiameremo Verità, perché mi sono rotta) fece in modo
di far rinsavire Faith, che si alzò confusa.
F: < siamo arrivati al
portale? >
Ed: < già…ora cosa pensi di
fare?! >
Faith si alzò, guardando seria
Verità.
F: < dammi il braccio e la
gamba di Ed >
Il tono con cui aveva pronunciato
la frase non permetteva remore.
Serio e piatto, reso meno forte
forse da un tic che le aveva preso la spalla.
- stessa domanda. Tu che mi dai in
cambio? Te lo dico già, l’homunculus non vale…
Faith portò le mani al petto,
chiudendo gli occhi.
Alzò la testa di scatto,
guardando Verità in modo ancora più ostile di prima, dichiarando:
F: < me stessa! Ti offro me
come merce di scambio. Che ne dici? >
Verità sembrò esitare, e quel
sorriso strafottente che mostrava tanto volentieri sparì definitivamente.
- Mi va bene. Se ti offri
così…prenderò te.
Con un movimento del braccio,
Verità aprì il portale, e migliaia di manine nere presero Faith, trascinandola
dentro la grande porta in pietra.
Envy, che aveva assistito alla
scena per tutto il tempo, si buttò a capofitto nel portale, lasciando Ed
interdetto anche su questo.
Ed protese il braccio verso il
portale, che si era richiuso alle spalle di Faith, accorgendosi che era il SUO
braccio.
Era di carne, poteva quasi
sentire il sangue scorrergli nelle vene.
Fece scorrere lo sguardo dalla
punta delle dita fino alla spalla, soffermandosi sulla cicatrice situata un po’
più in su del gomito, lasciatagli da quella volpe sull’isola di Dublith, durante
il primo messe di apprendistato.
Il senso di formicolio alla gamba
sinistra gli confermò che anche la gamba era tornata a posto.
Non poteva crederci.
Aveva inseguito quel desiderio
per una vita, e ora che ce l’aveva lì.
Ma mai, un desiderio risultò così
doloroso.
In quel momento, Edward sentì
come un torpore, piacevole, e subito, si ritrovò nel grande viale alberato.
Poco più in là, c’era un corpo,
per metà nero.
A fatica si alzò, correndo
maldestramente verso quello che, sapeva, apparteneva alla ragazza.
Aveva gli occhi socchiusi, e
respirava a fatica, ma poteva constatare che fosse ancora viva.
Faith aveva metà corpo nero,
tornato tenebra, e questo si stava espandendo all’altra metà, tramite delle
piccole lingue.
La strinse a sè, chiamandola.
Aprì gli occhi.
F: < Ciao ed…dov’è Envy?
>
Ed: < non lo so, è sparito da
quando Verità ha aperto il portale…ma non mi interessa…
Ed: < ti faccio una
promessa…no, non ti prometto che ti amerò per sempre…
‘Per sempre’ ed ‘Eternità’, come
‘Infinito’, sono concetti troppo astrusi e senza valore, per noi alchimisti.
Ma posso donarti il mio
presente.
Ti giuro ora, che ti amerò
quest’oggi. E domani rinnoverò la mia promessa, per un giorno ancora. E ogni
volta che nascerà l’alba, mi troverai lì, a ricordarti che, per un nuovo giorno,
hai tutto me stesso.
Questo è amore.
Amore infinito. >
Faith sorrise, ma a Edward quel
sorriso sembrava veramente troppo triste…
F: < non ci sarà nessun domani
per me… >
Ed la guardò.
Gli occhi socchiusi e la pelle
nivea che pian piano si tingeva di nero, davano alla creatura che teneva stretta
un non so che di mistico, magico.
Gli stavano diventando umidi gli
occhi, e in quel momento, seppe con certezza che si sarebbe potuto specchiare in
quei pozzi neri per l’ultima volta…
Ed: < non può essere…perché le
cose a cui tengo devo sempre sparire?! >
Lei non disse una parola, ma fece
scorrere la mano, ormai nera, sul suo volto.
Lui si chinò lentamente, posando
un bacio su quelle labbra che stavano diventando del colore della notte.
Ringraziò di sentire il suo
calore.
Ringraziò di avere il tempo di
sentire ancora il suo profumo, di avere il tempo di stringerla a sé.
Ringraziò di poterla finalmente
toccare con quella mano, di sentire attraverso il semplice tocco delle dita la
sua pelle, di sentirla diventare sempre più fredda.
Sollevò la testa, vedendo i suoi
occhi chiusi in un sorriso che stava pian piano diventando gelido.
Vide il suo corpo diventare
completamente nero.
Lo vide frammentarsi in minuscoli
pezzi, diventare polvere nera, che si disperse nel grande viale, tornando
ombra.
Con le mani, ora entrambe umane,
strinse l’aria, trafiggendosi i palmi delle mani con le unghie.
Si morse il labbro inferiore,
accorgendosi troppo tardi che nella sua vita…
…aveva pianto veramente
troppo poco…
E’ – finita!
Sniff…sto facendo troppi finali tragici, ma
mi piacciono troppo, che ci posso fare TT^TT
Comunque, volevo tanto pubblicarla ieri
sera, così facevo 7 mesi (o 6, nn ricordo), ma non mi apriva
Efp…ç-ç
Sono molto contenta di aver finito con
Faith, e ho deciso che non scriverò mai più Fic di questo genere su
FMA.
D’ora in poi mi abbandonerò completamente
alle Comiche o Demenziali, pomesso!
Ringraziamenti speciali:
Ringrazio tutte quelle persone abbastanza
masochiste da aver letto questa storia, ma SOPRATTUTTO quelle che hanno
commentato, quindi…
Selly,
16smartis16,
Hermyone, -Ivi-92, Shine no Kami, Orochiamarusama, shiratori_chan,
Akemichan, giuli-chan^^, DarkRose86.
Un ringraziamento
ultra-speciale a :
MaTeRiAlGiRl91, altresì dicasi, Sabry-chan, che è stata così idiota da farmi un forum
su di me; a LinMustang, che mi ha rotto per
tutto l’anno < continuala! > (questo è l’ultimo anno che ci vediamo, m mancherai! T^T
).
Infine, alla mia (poco)
adorata Nee-chan, Kimmalfoy, che mi ha dato
tanto di quelle frasi…e preso tanto in giro per il titolo (ricordo la
discussione del 2° capitolo, pet(ali di barman))
E che però mi ha fatto tanti
di quei complimenti per come avevo fatto Ecchan in questa storia, ovvero con
l’intreccio che ho fatto con Sono un
Homunculus…e allora?
Ci si vede alla prossima,
immancabilmente comica o demenziale, perchè con le tragiche HO
CHIUSO!!!
Credo che collaborerò con
nee-chan…chissà cosa ne verrebbe fuori…
SAYOUNARA!!!
SoleDincht/Sole-chan
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Epilogo ***
capitolo 5
Credevate davvero di esservi liberati di
me?!
POVERI ILLUSI!!!!
MUAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAH!!!
Ok, dopo la sclerata quotidiana, posso
spiegare.
Questo è l’unico vero finale
L’ho scritto da mooooolto tempo, ed è, come
dire, una specie di epilogo.
Una piccola sorpresa, ecco.
E non mi sono sbagliata a mettere “
Conclusa: Sì”, nella scheda della
fic, solo che era tecnicamente conclusa, questo è un epilogo.
In teoria.
Vabbè…a voi! XD
Certe volte…
guarda il cielo…
Forse troverai la giusta
risposta…
Certe
volte…
guarda più lontano che
puoi…
per scorgere ciò che non ti
saresti mai aspettato di vedere…
potresti trovare…
durante il giorno più
luminoso…
ombre che non avresti mai voluto
vedere…
potresti
trovare…
nella notte più
buia…
stelle così luminose da
rendere ridicola l’oscurità…
ma…
ogni tanto fermati, e voltati
indietro…
e…
…potresti vedere
me.
COME I
PETALI DI CILIEGIO
Epilogo
Ed guardò rabbioso il sole
splendente di quel giorno.
Non era giusto.
Non lo era affatto.
Quando muore una persona deve
piovere.
Una pioggia torrenziale.
O almeno nuvoloso.
Ma non un sole estivo,
dannazione.
Poi rivolse il suo sguardo alla
processione davanti al quartier generale:
Vide il corpo della ragazza
custodito in una cassa di mogano nero, chiuso solo da un coperchio di
cristallo.
Vide che aveva indosso un lungo
vestito bianco, che le copriva anche i piedi.
Vide le mani nivee congiunte sul
petto.
Vide i lineamenti di porcellana
rilassati, gli occhi, una volta vivaci e allegri, ora chiusi.
Semplicemente chiusi.
Ma soprattutto, vide il lato
destro del viso libero da ogni riga o sfregio, perfetto nel suo biancore.
Vide quel corpo finto, nato da un
manichino che aveva lavorato alla perfezione, per renderlo perfettamente
identico a Faith
Vide che sui lunghissimi capelli
neri erano sparsi petali rosa, e tra le mani teneva una rosa rossa.
L’esercito aveva fatto le cose in
grande.
Ma era un’alchimista di stato,
era normale una celebrazione del genere.
Ma Ed la odiava.
Secondo lui era come se
l’esercito facesse vanto di un fatto così grave.
Non si convinceva che invece era
in onore di Faith.
Quell’idea proprio non gli andava
giù.
Guardò con disprezzo al
rappresentante del parlamento che parlava al microfono, ma non stava lodando
Faith V. Kimblee, stava lodando solo l’alchimista di stato Darkness.
Edward non rimase fino al
funerale.
Se ne andò prima della fine del
discorso, andando nell’unico posto dove potesse stare in pace.
Da solo.
Coi propri ricordi.
***
Ed se ne stava lì, seduto
affianco della croce in pietra, in religioso silenzio.
L’aveva fatta mettere lì lui,
anche se il corpo era ben da un’altra parte.
La testa premuta tra le
ginocchia, gli occhi chiusi come se non volessero vedere cosa gli stava
succedendo attorno.
Come se non volessero sentire chi
stava arrivando.
R: < Come ti sei
ridotto…fullmetal… >
E: < … >
La figura dell’uomo si stagliava
sul tramonto come una divinità.
E questo irritò ancora di più
Ed.
Ma quel giorno lo irritava
tutto.
Lo irritava persino il fatto di
essere vivo.
R: < non devi abbatterti
così…viv >
E: < cosa cazzo vuole che
faccia?! Ora non mi dica le solite cose da adulti, tipo “vivi anche per lei”,
“il suo ricordo sarà sempre tra noi” o altre stronzate del genere perché…
>
R: < non mi prendere per un
idiota…so meglio di te che queste sono le cose più sbagliate da dire ad un uomo
che ha perso la persona che ama… >
Edward alzò la testa dalle
ginocchia.
Lo sguardo adirato lasciò il
posto ad un altro tipo di espressione…più che altro…disperata.
Per la prima volta, Ed guardò a
quell’uomo come ad un amico, e non come ad un “colonnello bastardo”.
Il suo stesso tono di voce si
fece più abbattuto.
E: < i-io…io ho cercato di
salvarla, ho cercato di fare qualcosa, ma… >
La voce si era fatta affannata,
come se volesse buttare fuori tutto quello che aveva dentro in una volta
sola.
R: < lo so >
E: < …io…io non voglio
accettare questa cosa! >
R: < devi farlo >
E: < … >
R: < accetta questa condizione
da uomo! Hai ricevuto qualcosa in cambio, è il principio dello scambio
equivalente; fattene una ragione >
Ed guardò con odio il proprio
braccio.
Se avesse saputo che l’avrebbe
riavuto ad un prezzo così amaro, non l’avrebbe cercato così strenuamente.
Se avesse potuto strapparselo di
dosso e riavere il “pagamento”, l’avrebbe fatto senza esitazione.
Ma ormai era solo l’unico ricordo
di Lei, e lo avrebbe custodito gelosamente.
Strofinò le due mani sulle
braccia per trovare calore.
Roy gli girò le spalle
cominciando a camminare.
Nel profondo del suo cuore,
Edward voleva che quel’uomo che aveva tanto odiato rimanesse, almeno per
convincerlo a non rincorrere la ragazza, fino a raggiungerla.
Avrebbe voluto che quell’uomo che
se ne stava andando lo persuadesse che c’era ancora qualcosa per cui vivere.
Che non era solo.
Anche se non lo era mai
stato.
Ma quello che riuscì a fare fu
solamente mormorare un flebile…grazie.
Questa parola, somigliante più
che altro ad un sospiro, fu udito appena dal generale, che sorrise tra sé,
arrestandosi di colpo
R: < ah, fullmetal >
Edward alzò di un poco la testa,
giusto per vedere che il generale, pur parlandogli, non lo stava guardando.
R: < un giorno di questi,
vieni a cena a casa mia, Riza cucina benissimo >
E: < tsk…pensi piuttosto a non
far sapere ai pezzi grossi della sua relazione col tenente >
R: < ci starò ben attento, non
preoccuparti >
Detto questo, il generale si
allontanò nuovamente da Edward, tornando definitivamente a casa.
Edward invece, non ne aveva la
minima voglia.
Decise di rimanere lì, a
crogiolarsi nel calore della sua ombra e nel sapore delle sue lacrime.
Riaffondò il viso nelle
ginocchia, accorgendosi che aveva pianto davvero poche volte…
Non passò molto tempo, che
all’ombra di quei ciliegi, inebriato dal loro profumo, Ed sentì una voce.
< ciao piccoletto d’acciaio,
non pensavo fossi così abbattuto…
>
Ed girò apatico la testa, e
guardò con seccatura alla figura che gli aveva rivolto la parola, ma solo per il
tempo necessario ai suoi occhi d’ambra di spalancarsi.
Ed: < Envy…che ci fai qua…
>
Non riusciva nemmeno ad
arrabbiarsi.
Non riusciva nemmeno a guardare
con astio l’homunculus, eppure l’aveva odiato per quattro anni, l’aveva odiato
nel momento in cui era tornato, mentre pensava che fosse ancora al di là del
portale.
Eppure…
En: < niente…volevo solo
vedere come ti eri ridotto… >
Ed si stupì del tono che aveva
usato Envy:
tranquillo, per niente sarcastico
o di sfida, semplicemente…piatto.
Ed: < e a che scopo? Beffarti
di me per caso? >
Si stava alterando.
Per un motivo sconosciuto persino
a lui, Ed si stava arrabbiando.
In tutta risposta, Envy si
avvicinò lentamente camminando, accucciandoglisi accanto.
En: < non avercela col mondo
solo perché ti è morta la persona che amavi… >
Ed: < e tu che ne sai…sei un…
>
En: < un homunculus…può darsi.
Ma può darsi anche che in fondo non siamo poi così diversi… >
Envy si alzò, cominciando a
camminare.
En: < piccoletto… >
Ed: < per favore…non chiamarmi
così… >
En: < Comunque…non perdere mai
la speranza…spesso è l’unica cosa che ci rimane… >
Ed si girò di scatto.
Che stava succedendo?!
Aveva appena dialogato in modo
civile con una delle persone che avrebbe più volentieri preso a pugni.
Ma appena focalizzò il punto in
cui ci sarebbe dovuto essere l’altro ragazzo, non vide altro che aria.
Ma Envy non…
…
Non voleva pensarci, non voleva
più ricordare l’accaduto.
Girandosi nuovamente verso la
croce, si alzò.
Volse un malinconico sguardo al
cielo, che dopo il tramonto stava già scurendo, e qualche stella compariva ad
illuminare lo sterminato firmamento.
La luna, il pallido disco
lattescente aveva già cominciato la sua lunga salita, e ora donava a Edward la
sua luce, illuminandogli il viso.
< bella la luna stasera, vero? >
Ed si girò di scatto.
Gli occhi d’ambra erano
spalancati, la bocca semi aperta.
Davanti ai suoi occhi c’era la
persona che meno si sarebbe sognato di vedere lì.
Si specchiò nei suo occhi di
caligine, incredulo.
Quella persona gli si avvicinò
con passo lento ed elegante, portandosi ad un metro da lui.
Era senza parole.
Non sapeva minimamente cosa
dire.
Le braccia si erano bloccate
lungo il corpo, le gambe ancorate al terreno.
Non sapeva esattamente cosa
fare.
Aveva visto mille volte quelle
sciocche telenovele che guardava Winry quando li veniva a trovare, prendendo in
giro spesso e volentieri i personaggi che si stringevano tra le lacrime, con una
struggente melodia di sottofondo, e lui e Al non esitavano a farne una parodia,
probabilmente sognata da milioni e milioni di yaoi-fan, appassionate delle
Elricest…ma Winry non la prendeva così bene…
Comunque sia…rimase semplicemente
lì a fissarla, con la bocca aperta e gli occhi spalancati.
Era diversa:
non aveva più quei assurdi cerchi
di metallo legati alle trecce, ma i due ciuffi erano comunque divisi dal resto
della massa corvina tramite due nastri bianchi chiusi in un fiocco.
Il vestito era bianco, semplice
con le spalline, ma era più corto di quello indossato giorni fa, infatti
arrivava appena sopra il ginocchio.
E il viso…non aveva più quello
sfregio sul viso, ma questo era limpido, libero da ogni imperfezione nella sua
pelle nivea.
Entrambi gli occhi erano di un
nero cupo, decorati da piccoli riflessi dorati, concessi dal tramonto comparso
alle sue spalle.
Era bella.
Molto.
Ed era come se Edward non volesse
turbare quella bellezza quasi mistica, scuotendola con un abbraccio.
Si rispose, che quella divinità
sarebbe stata lì a illuminare il tramonto in un altro momento.
Con uno scatto la strinse a sé, e
non sapendo cosa dire, stette semplicemente zitto.
Chiuse gli occhi, e sentì il
tocco leggero e delicato dei petali rosa che si posavano lievemente sulle loro
teste.
E mentre ritrovava quelle labbra
che aveva tanto sognato quelle notti, che aveva tanto sperato di baciare di
nuovo, si rese conto di quanto quella ragazza fosse simile al fiore che lei
stessa adorava:
Si era fatta carico delle sue
colpe.
Gli aveva donato ciò che lui aveva cercato
per una vita,
sacrificando il suo
candore.
Ma era tornata.
Era tornata come il più bello
dei fiori.
Proprio…
…COME I
PETALI DI CILIEGIO…
The
End
(stavolta
davvero)
ORA è finita.
A questo punto ci dovrebbero essere gli
applausi, le urla, i fiori…ma vedo che qua mi state già guardando male…quindi
suppongo niente.
Credo che alcuna gente ci sia rimasta male
perché ho fatto tornare la protagonista nell’epilogo, in stile beautiful, dove
un tizio muore e risorge migliaia di volte, ma ho finito,
promesso!!
Soprattutto la mia nee-chan, kimmalfoy, era
tanto contenta che Faith fosse
morta…
Ma d’altronde, anche nell’epilogo del terzo
di “Cronache dal mondo emerso” ritorna Nihal, no?
Allora, dinamica dei
fatti:
Ho preso spunto da una delle ultime puntate
dell’anime, dove Ed muore nel suo mondo, ma si sveglia nel nostro nel corpo del
suo alter-ego…poi muore anche lì, ma a noi non interessa…
Non svelerò mai come ha fatto Faith a
riaprire il portale, ma avrete intuito che qui c’è lo zampino di un nostro
amico…
Questa storia l’ho scritta mischiando le
parti fighe del manga e dell’anime, piccola legenda:
Manga: esame di stato, omino
evanescente…
Anime: il nostro mondo dall’altra parte del
portale, nascita degli homunculus...
In generale sono questi.
Poi,
altra cosa moolto importante:
la poesia
d'inizio, quella non è mia, ma di un'altra autrice, di cui non riesco più a
trovare il nick, quindi mi è impossibile citarla.
non me ne
assumo il merito.
Ci si
vede presto!!! XD
Ah,
COMMENTATEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!
Bye
Bye!! XD
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=119558
|