Come i petali di ciliegio

di SoleDincht
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo ULTIMO!!!! ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


come i petali di ciliegio cap 1

Come una piuma…

…persi nel cielo…

Come un rubino…

…rosso carminio…

come il più forte sentimento della terra…

…pesante eppure leggero…

Come i petali di ciliegio…

…trasportati dal vento…

…in una storia senza fine e senza inizio…

…la MIA storia

COME I PETALI DI CILIEGIO

Un lungo viale di ciliegi in fiore.

Uno spettacolo che tranquillizzava anche i cuori più duri.

Quindi lui era automaticamente escluso.

< eheh…lo vedi Betrayal? >

< sì >

< qui tra poco passerà lei…>

< lo so Envy >

< bene, perché allora saprai cosa fare >

< certo >

< uff…sei di poche parole…>

< che speravi, di intraprendere una loquace conversazione? >

< bè…visto che non sei uno di noi…volevo vedere chi ho di fronte…e copriti quella parte del viso, fai impressione…! >

< … >

Il moretto risparmiò una qualunque risposta per l’ homunculus, indirizzandogli lo sguardo verso il viale.

< è il momento >

< lo so Envy >

e il giovane scomparve in un turbine di petali di ciliegio, lasciando Envy a sogghignare, sussurrando tra sé…

< vediamo cosa sa fare il pivello…>

***

< Ehi fratellone!!! Hai visto quanti ciliegi?! >

< eh sì! Come ti senti ora che puoi sentire il profumo dei fiori? >

< benissimo! È una cosa che ora mi sembra bellissima! >

< ^^ >

< Ed…guarda là! >

il giovane dai capelli leggermente castani si chinò di fianco ad un corpo abbandonato sulla strada, che lasciava una macchia rossa sulla manica di un mantello beige.

< Ed…è una ragazza…>

< vedo…ha una brutta ferita al braccio…meglio portarla in casa…>

il più grande dei fratelli si caricò in spalla la giovane, diretto alla loro casa in periferia di Central city.

Appena entrati nella casa, la deposero sul letto, interrogandosi su alcuni particolari:

< Hai notato la fasciatura? >

< come non farlo, le copre esattamente metà viso! Poi hai visto i capelli? >

< Tu hai già visto quelle trecce attaccate a quei cerchi di metallo? Sai se sono caratteristiche di qualche popolo? >

< non che io sappia…che ne pensi? Non sarà pericoloso? >

< non credo, piuttosto, come credi che sia finita lì con quella ferita?>

< non ne ho idea Al…non ne ho idea… >

…mmm…

la ragazza strizzò l’occhio visibile, socchiudendo leggermente la bocca, per poi aprirlo lentamente del tutto, spalancandolo per lo spavento.

< io…voi…>

lo sguardo le cadde sul braccio fasciato, prendendo calma e constatando che non era più in pericolo.

< io…che ci faccio qui…? >

< bè…eri svenuta in mezzo ai viali con i ciliegi, con il braccio ferito, e ti abbiamo portato a casa nostra…>

disse il biondino incrociando “innocentemente” le braccia sulla schiena, dimenando leggermente il codino che arrivava a metà schiena.

< allora credo di dovervi ringraziare… >

< di niente, finché non ti sarai rimessa completamente, alloggerai da noi, nella stanza degli ospiti >

< …grazie, ma non vorrei essere di disturbo >

< nessun disturbo figurati, io sono Alphonse, e lui è mio fratello Edward >

< io mi chiamo Faith. >

< piacere, ah…la tua borsa è su quella sedia là, se vuoi puoi cambiarti >

< grazie, ne avrei piuttosto bisogno >

i due ragazzi abbandonarono la stanza, lasciando Faith sola a fissare il vuoto.

Scese cauta dal letto, notando che i pantaloni erano macchiati qua e là da macchioline di sangue, mentre la felpa era completamente da buttare.

Si avvicinò alla borsa, e tirò fuori una gonna e una camicia, li indossò sistemandosi le due trecce sul davanti, preparandosi ad andare da quella persona.

Scese le scale lentamente, cercando il modo migliore per dire semplicemente :

- scusate, sapete dirmi dove si trova il quartier generale degli alchimisti? –

ma nonostante le numerose prove mentali, ne uscì solo un flebile…

< scusate, non è che uno di voi due saprebbe dirmi dove si trova il quartier generale degli alchimisti? >

i due fratelli si guardarono stupiti, una ragazza che vuole andare al quartier generale degli alchimisti…era veramente molto strano…

< certo, ti ci accompagno, un attimo che prendo la giacca >

Ed si diresse in anticamera, dove erano appese le giacche, mentre Al guardava incuriosito la ragazza

< posso chiederti perché ci devi andare? >

< bè…devo parlare con “Fuoco”…>

fu allora che le mascelle di Al furono lì lì per sfondare il pavimento, cerano molte ragazze che ogni giorno pretendevano di “parlare” a Roy, ma ben poche (nessuna) lo chiamava col nome da alchimista.

< bene, noi andiamo, Al ciao >

< ok…a dopo…O-O >

alla fine della strada, ormai nell’atrio dell’edificio, Ed formulò la fatidica, inevitabile…

< tu che devi fare qui? >

< devo parlare con Flame… >

bè…che dire, la reazione di Al era niente se confrontato con il principio di svenimento, i cinque infarti e un curioso caso di morte/resurrezione da parte del biondino.

Faith lo guardò sorridendo, grattandosi una guancia:

< h-ho…detto qualcosa che non va…? >

< …O.o >

< oh…ciao Full “small” metal…>

Entrambi strabuzzarono gli occhi a quel saluto, e vi assicuro che Faith aveva un buonissimo motivo per farlo…

Una grande porta in legno si era aperta, rivelando la figura del giovane colonnello.

< NON CHIAMARMI FAGIOLINO MICROSCOPICO!!! >

< ciao Fuoco >

la ragazzina si fece strada nell’entrata, occupata interamente dal giovane che si era fatto incredibilmente grande di fronte all’insulto.

< ‘giorno Darkness, che posso fare per te? >

< eeeeeeeeeeh????????? >

< Full Metal, ti presento Darkness, alchimista di stato >

< …scusa se non te l’avevo detto, io sono alchimista di stato da cinque anni >

< io da…tre, più o meno >

< comunque, che posso fare per te? >

< a East City mi hanno detto di rivolgermi a te per rinnovare la mia carica. >

< difatti…seguimi . >

i moretto si alzò dalla scrivania, seguito da Riza, che sorrideva paziente.

< Full Metal, vuoi assistere? >

< certo >

li condusse in una stanza gigantesca, col soffitto alto e un lungo tavolo su un lato.

Roy vi prese posto, invitando Edward a fare lo stesso.

< vai, facci vedere che sai fare. >

la ragazza sfilò le mani dalle tasche della giacca, per poi sfregarle leggermente l’una con l’altra.

Con decisione, le puntò a terra, al centro della sua ombra.

Milioni di fili neri la raggiunsero raccogliendosi ai suoi piedi, per scorrerle poi sulle gambe, raccogliendosi infine nell’avambraccio sinistro.

Ora Faith teneva in quel braccio una specie di gelatina nero e/o viola che ondeggiava formando figure indistinte.

Faith concentrò la materia in una lunga e grossa spada, al cui interno si poteva riconoscere i movimenti della strana materia.

< e ora… >

La voce sembrava rimbombare, una specie di sdoppiamento vocale, come se a parlare fossero de persone che dicevano le stesse cose nello stesso istante.

La puntò contro a Ed, al che si allungò velocemente, diventando sottilissima.

Ed inarcò un sopraciglio…che fegato…

La lama gli passò al lato del viso, tagliando un minuscolo frammento di capelli, che caddero sul tavolo.

< Scusa full metal…avevi una doppia punta. ^^ (smile) >

< la devo prendere per una fida ? >

< vuoi un combattimento carino? Fatti sotto! >

Un ghigno si fece largo sul viso di Ed.

Congiunse velocemente le mani, portandole al terreno, estraendo da esso la solita lancia (cavolo che fantasia).

Con un salto oltrepassò il tavolo, mentre la ragazza scomponeva l’ombra per poi ricomporla in due daghe.

< colonnello, non li ferma? >

< e perché dovrei, tenente? Voglio vedere fino a che punto arrivano >

< Allora full metal…a te l’onore…>

< ti vedo temeraria…>

< non è il momento di discutere…fatti sotto…>

< con piacere! >

le si scagliò addosso, puntando l’arma al petto, attacco che fu schivato con poca fatica.

< dovresti saperlo full metal, la lancia è un’arma da punta, di conseguenza…>

< può essere facilmente evitata…ma…>

con un movimento calcolato, la puntò alla gola della ragazza, prevenendo il posto dove si sarebbe diretta per schivare l’attacco.

< ma tu dovresti sapere che il primo attacco è sempre una finta…>

< giusto, ma questo non lo sarà >

bè…tutti sanno che un qualunque colpo nello stomaco fa male…se poi dato con un manico di un’arma…

lei gli puntò una daga alla testa.

< allora come la mettiamo full metal ? >

< così >

sfregò le mani, puntandole velocemente al terreno, Faith fu circondata da spuntoni di metallo.

< uhm…parità biondino? >

< se ritiri quel arma credo di sì >

< vale lo stesso per le “spine” alle, no, sulle mie spalle…>

< è presto fatto >

gli spuntoni scomparvero.

< grazie carino …>

Faith ritirò le daghe, condensandole in una nuova bolla di materia oscura.

Con uno schiocco di dita, questa si scompose, tornando al proprio posto.

< allora flame Alchemist…che mi dici? >

< che ti chiami ancora darkness…e che stai sanguinando dal braccio sinistro…>

< merda…la ferita…>

< si è riaperta? In effetti era piuttosto brutta…che è successo quando te le sei fatta ? >

Faith si portò la mano sul braccio ferito, scostando lo sguardo imbronciato.

< niente, assolutamente niente! >

< ma…>

Roy sospirò, prese il biondo per un braccio e lo portò in una angolo della stanza.

< (sussurrando) ricorda full metal…mai fare domande del genere alle donne! >

< (sussurrando) e perché? >

< (portandosi una mano sul viso) uff…ma tu non ci capisci niente di donne…>

< è-é mi vuoi rispondere? >

< mai, e dico mai fare domande sul passato di una ragazza se non è lei a raccontartelo, e poi il suo… >

Ed si girò a guardare la ragazza, ora china sul tavolo a compilare delle carte consegnatele da Riza:

più o meno della sua età ( 16/17 anni ( il tempo è passato cari miei)), gli arrivava alla spalla ( finalmente Eddino è cresciuto in altezza!!!), i capelli neri e l’occhio nero, un fisico normale, e delle bende sul lato sinistro del viso…

ecco, questo particolare lo metteva particolarmente in soggezione…

cosa c’era di tanto misterioso/orribile/strano in quel lato del viso?

Cosa voleva celare quella ragazza?

Cos’era successo in quel viale?

Oltre a tutte queste domande…Ed sapeva e sentiva che Faith avrebbe portato un mucchio di guai…

Allora...questa storia mi è venuta in mente per caso ascoltando (per l'ennesima volta) Moment, ovvero la canzone dell'opening di - Bluebirds illusion - il videogioco di full metal alchemist.
Comunque, mi è venuto in mente il personaggio di Faith, e tutta la sua storia, e non ho resistito a scriverla e pubblicarla...

nota: si svolge circa un annetto dopo che Al riceve di nuovo il suo corpo, mentre Ed ha ancora gli auto-mail, è cresciuto in altezza e tiene i capelli in un codino.

mi sembra tutto, ditemi che vi sembra perchè l'ho scribacchiato, non so se è venuto bene...

Ah sì...gemellina...AGGIORNA UNDER THE RAIN!!!!!

Sole-chan

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***


come petali di ciliegio

Luce.


Senza di questa non può esistere l’ombra, lo sai ?


Senza luce non c’è ombra, e senza l’ombra non c’è la luce, e vuoi sapere il perché?


L’una senza l’altra non si possono distinguere.


Senza i raggi che filtrano dalla finestra non puoi riconoscere l’ombra gettata dai mobili sul pavimento.


Senza il sole che illumina la nostra città, non posso vedere l’ombra sui lineamenti del tuo viso perfetto.


Entrambe non sono altro che due facce della stessa medaglia.


Sono l’uno il contrario dell’altro, e per questo legati indissolubilmente.


Proprio per questo…se tu sei la luce…


…Io sono l’oscurità.


COME I PETALI DI CILIEGIO

Capitolo 2


< tu come hai superato l’esame? >

< uh? >


la ragazza fissò il coetaneo con sorpresa.

La giacca ripiegata sulle braccia incrociate attorno alla busta della spesa, faceva troppo caldo in quel giorno primaverile per indossare quel indumento.


< ehm…ho quasi distrutto la sala con tanto di alchimisti e militari dentro. E tu? >

< io stavo per uccidere il comandante supremo con la lancia. >

< umpf, mi hai battuto >


un sorriso sincero e frizzante.


Talmente tanto da far risultare dettagli il sole di inizio maggio che scaldava la pelle e la brezza leggera che scorreva tra i vestiti.


A vederli così erano totalmente opposti:

lui, capelli biondi e occhi dorati.

Lei, capelli neri e occhi/o nero.


Lui, luce ; lei, ombra.


Totalmente opposti, totalmente uniti.


Un passato difficile, un futuro tranquillo


Almeno per uno di loro…


***


Un urlo straziante nel mezzo della notte.


Una corsa e una porta spalancata.


Una ragazza che si dimena disperata nel letto, le mani premute sul lato fasciato del viso che le provoca tutto quel dolore, la ferita che continua a sanguinare.


< che succede?! >

< STA BRUCIANDO! STA BRUCIANDO! >

< stai calma. >


l’occhio spalancato talmente tanto da farle male, lacrime di dolore che bagnano il cuscino.


I tentativi di calmare Faith completamente vani.


Andò avanti così per mezzora.


Finché la ragazza non si addormentò di nuovo tra le braccia di Ed.


Un sospiro di sollievo, un sorriso paziente cercando di sistemare il corpo addormentato tra le coperte disfatte, una strana espressione fasciando i palmi della ragazza insanguinati, conseguenza delle unghie strette a contatto con la pelle.


Un espressione corrucciata, il mento poggiato sulle mani incrociate sulla comoda scrivania del suo ufficio ascoltando il racconto, ancora quella strana espressione concludendo.


< bella notte full metal >

< spiritoso…>

< immagino che tu mi starai per chiedere…>

< …qualcosa in più sul suo passato, certo >


rispose alzandosi dalla poltrona, guardando fuori dalla vetrata, dando le spalle all’interlocutore.


< non posso >

< come sarebbe a dire?! >

< non sono autorizzato >

< ma come Roy! Sei impazzito?! >

< tienila d’occhio fin quando non guarisce, non posso dirti altro >

< e dopo? >

< lasciala andare >

< sapevo che eri un idiota, ma non fino a questo punto >

< il mio non è un invito, è un ordine >

< … >

< un'altra cosa acciaio >

< che vuoi >

< non rimuovere quelle bende >

< eh? >

< non devi assolutamente toccarle quel lato del viso >


***


Ed tornò a casa pensieroso.


Le parole di Mustang gli riattraversavano la mente in continuazione, facendosi man mano più marcate, fino a far comparire l’espressione seria di “Fuoco” che, su uno sfondo viola, ronzava ripetendo all’infinito quelle strazianti parole.


“ non devi assolutamente toccarle quel lato del viso”


“ non rimuovere quelle bende”


“ non devi assolutamente toccarle quel lato del viso”


“ non rimuovere quelle bende”


inutile dire che quella situazione gli dava un enorme fastidio, una gigantesca irritazione.

Alla fine del tragitto fino a casa, si ritrovò un gigantesco mal di testa che gli aleggiava sul cranio, e aprendo la porta si ritrovò a rimuginare sulle cause dei vari comportamenti di Faith, ma fu alquanto sorpreso nel vedere Al a leggere impegnato un quadernetto e a scribacchiare qualcosa su un foglio, seduto in cucina letteralmente circondato da dizionari e vari.


< Al, che stai facendo? >

< ah, nii-san sei tornato! >

< (sedendosi al tavolo) già, che stai facendo? >

< stò decifrando questo quaderno, è di Faith >

< ah, sono appunti sulle sue ricerche, vero? >

< già, sono sottoforma di appunti di botanica >

< botanica? Cioè di fiori? >

< esattamente, l’ho tradotto quasi tutto, e questi sono i risultati >


Al porse al fratello il pacco di fogli appena scritti, cercando poi di rimettere a posto i dizionari e gli scritti.


< (rimettendo i fogli sul tavolo) a quanto pare il sopranome “Darkness” non le è stato dato a caso…>

< a quanto pare…>

< a quanto pare sta seguendo una serie di ricerche sulla composizione dell’ombra >

< ed è riuscita ad ottenere una composizione simile all’acciaio…>

<…niente male…niente male davvero…>

< solo una cosa nii-chan, non riesco a capire l’ultima pagina, sembra una poesia. >


Ed prese il quaderno fra le mani, osservando le immagini di fiori e piante, dove solo occhio esperto avrebbe saputo riconoscere le formule nascoste in quelle pagine.


Si ritrovò all’ultima pagina.


I petali, gocce di sangue sulla mia pelle.


Il colore, rosato, come bagnati dal doloroso liquido carminio.


I petali di ciliegio ricoprono il mio corpo, bagnati di sangue.


Riesco ancora a sentire quel sapore metallico.


Riesco ancora a riconoscere quell’odore, mischiato al profumo dei fiori.


Riesco ancora a sentire il dolore in quella parte del viso, mi alzo reggendola, come se alla rimozione della mia mano, quella cadrebbe frantumandosi come cristallo.


Un fiore, rosato, puro, semplice, ma fiorito dal terreno.


Io sono come lui.


< questa non è alchimia >

< no? >

< è una testimonianza, ma la pagina è strappata, sembra che continui…>

< uff…siamo destinati a misteri, eh nii-san? >

< credo proprio di sì, piuttosto, lei come sta? >

< uhm…si è svegliata solo alle 11:30, ed è stata tutto il tempo a guardare fuori dalla finestra >

< secondo te che le è successo ieri sera? >

< non lo so, speravo che ce lo dicesse Roy, a proposito, come è andata? >

< non ha detto niente, solo mi ha “ordinato” di tenerla d’occhio e di non toccare la bende…>


< … >

Ed scostò la sedia, alzandosi e dirigendosi verso le scale.


< dove vai? >

< diciamo a farle compagnia…>


L’alchimista entrò nella stanza, trovando la ragazza seduta ad osservare il paesaggio al di fuori della finestra:


il riflesso del tramonto era stato accolto dai capelli, ora contornati qua e là da sottili linee dorate, quanto era stato respinto dall’occhio, all’interno del quale si poteva scorgere una timida pagliuzza che rendeva il contrasto tra luce e tenebre ancora più evidente.


L’espressione corrucciata, anzi, triste davano al ragazzo la sensazione di trovarsi in un quadro, sensazione che finì notando le fasce sporche di sangue gettate malamente nel cestino.


Infilò le mani in tasca:


< a quanto pare quella ferita non vuole chiudersi, eh? >


la ragazza si voltò di scatto, colta nel profondo dei propri pensieri.


< scusa, non volevo spaventarti…>

< fa niente tranquillo >


Ed si avvicinò al letto, facendole segno di girarsi.


< su, girati, ti cambio le bende >


< sì >

la ragazza si distese a pancia in giù, sistemando la mano destra sotto il mento e facendo sgusciare il braccio ferito fuori dalle coperte, porgendolo al giovane che lo posò in grembo, cominciando a togliere le fasciature e a snodare nodi.


< Alphonse ha finito col mio quaderno? >

< sì, posso farti un paio di domande al riguardo >

< certo, sono a tua disposizione >

< perché sei alchimista di stato? >

< perché avevo bisogno di fondi per le mie ricerche, e con l’esercito ne trovo in abbondanza >

< ricerche sull’ombra? Perché? >

< diciamo solo che “ce l’ho nel sangue”… >


cadde un silenzio di tomba, frammentato solo dal fruscio delle bende che si avvolgevano al braccio di Faith, adattandosi alla pelle morbida e lattea.


< …o semplicemente per curiosità…>

< che intendi dire? >

< che mi sono sempre fatta alcune domande sull’ombra, e seguendo alcune ricerche, ho scoperto che è più o meno come l’aria ! >

< và avanti, mi interessa…>

< l’aria non si vede, e apparentemente è priva di qualunque massa, però la pressione è generata proprio dall’aria stessa. Allo stesso modo, l’ombra, occupando un tot di superficie, acquisisce (“prede in prestito”) una parte della massa dell’aria, occupandola, e con questo si forma un “volume d’ombra”, apparentemente in 2D, rimane solo da rielaborarla rendendola in 3D. chiaro? >

< sì, ma come hai fatto a dare una conformazione simile all’acciaio? Dipende dall’aria e dalla sua composizione? >

< esattamente: quando ritiro, o “risucchio” una determinata quantità d’ombra, questa trascina con sé anche una discreta quantità di componenti chimici del terreno o delle superfici, talvolta anche dell’aria, e amalgamandole si può ottenere la composizione che si vuole >


cominciarono a parlare di formule, cerchi e ricerche, e Al, povero ragazzo, ascoltava dalla porta meravigliato, saziandosi di nozioni che, bene o male, non riusciva a comprendere a fondo, col risultato di un gran mal di testa.


Si fermarono solo quando Al, rassegnato, finì col preparare la cena, e richiamò i due alchimisti per il pasto.


< stai meglio Faith? Prima avevi una brutta cera >

< molto meglio Alphonse, ti ringrazio…ah, dov’è il mio quaderno? >

< è su quel tavolo in sala, perché? >

< no, è solo che ci devo ancora scrivere qualcosa, e volevo completare gli appunti >

< (ingoiando un altro boccone) capisco… >


I tre giovani continuavano ignari la cena, e solo uno dei tre era forse consapevole di ciò che stava per accadere, per quanto cercasse di far ritirare i cattivi pensieri in un angolo della propria mente, sperando con tutta sé stessa che ciò che temeva non doveva per forza accadere, nella candida speranza di vivere una vita normale, anche se quella cosa glielo impediva.


Una figura avvolta in un cappotto nero guardava le immagini nella casa, e l’espressione corrucciata esprimeva i propri pensieri all’aria, si ritrovò a farfugliare tra sé.


< ma guardali…sembrano una famigliola…>

< disgustosi vero? >

< Envy…… >

< sono venuto a vedere che combini pivello, spero che tu non mandi tutto all’aria…>

< abbi fiducia in me Envy…se mando all’aria i vostri piani smonto anche il mio obiettivo… >

< allora sei ragionevole Betrayal…come ti sembra la tua metà? >

< troppo tranquilla, non sa di essere un arma umana…>

< tanto meno che tu sei la chiave >

< oh insomma! Che ci fai qui? E poi perché continui a chiamarla la mia metà? >

< non è forse così? >

< (infilando le mani in tasca e voltandosi) io non ho niente a che fare con lei >

< il tuo obiettivo ti tradisce >


Betrayal lo fulminò con lo sguardo


< il mio scopo non ti riguarda, come non mi riguarda il tuo, l’importante è che entrambi raggiungiamo il nostro fine, poi…>

< chi s’è visto s’è visto, già >

< e ora, se non ti dispiace…>


come la prima volta, un turbine avvolse il giovane, lasciando al suo posto solo aria, Envy sospirò, tornando a fissare l’immagine che la finestra gli dava.


< uff…eppure è un peccato…un’alchimista così brillante… >


sollevò di scatto la testa, come risvegliato di colpo. Si dette un piccolo colpo sulla fronte.


< ma che m’importa…in questo periodo avevo proprio bisogno di dar sfogo al mio spirito sadico… >



The end of the 2° chap




E ora, la parte che preferisco!! Le risposte alle vostre domande!!!



Selly : Bè… chi legge le mie storie sa che i colpi di scena arriveranno principalmente alla fine, come i nodi, oscuri misteri e simili che verranno svelati tramite cose che NON saranno racconti espliciti…quindi…tranquilla!! Sulle spine non lascio nessuno, tanto più che spesso rimango sveglia per pensare alle evoluzioni per le varie storie….


16smartis16: Ah! Una cosa su cui andiamo d’accordo! Anch’io adoro il mistero, e come ho già detto a Selly, tra un po’ i misteri saranno svelati, e con metodi che mi aggradano parecchio…ihihih


Hermyone: Il tuo è stato un commento che mi ha incuriosito parecchio…innanzitutto sono felice che sia piaciuta…tuttavia…chi è il moretto di cui parli? Non voglio anticiparti niente ma non credo che tu abbia indovinato…non è che intendevi Mustang? Poi, come ho già detto…si risolverà tutto, tranquilla, basta che continui a leggere e a recensire…comunque:

1) Bè…sinceramente non me n’ero nemmeno accorta…forse per abitudine, ma devo dire che mi irrita un pochino quella specie di devozione/venerazione ossessiva che ha Al per Ed…diciamo che forse nella mia storia lo tratterà come un comune essere umano…

2) Grazie…secondo me l’inizio è di fondamentale importanza per una storia…quindi alcune volte ci metto giorni per iniziare col piede giusto, e spesso (come in questo caso) poesie o simili me le invento di sana pianta, e a volte devo rifarli da capo perché non hanno un senso o perché sono andata fuori tema…


Kimmalfoy: taci gemella.



Questo è ciò che è saltato fuori dal commento di mia sorella appena ha letto questo chappy.


I meriti per le demenzialità se li prende tutti lei…


< … > - Sole-chan / soleDincht

“...”- kimelric / kimmalfoy


“non toccarle quel lato del viso…(sembra 2 facce quello di batman…!! ^ 0 ^)”

< gemellino ma che cazzo spari?>

“batmaaaaaan batmaaaaan!(canta la sigla di batman…)”

< dal momento che ti piace così tanto scrivi una storia su di lui…poi vediamo se l’aggiorni…>

“se anch’io mi metto a gridare nella notte arriva Ed a consolarmi? Io ci provo...(tira un urlo…e non viene nessuno ç__ç eddynooooo!!!!)

< nei tuoi sogni cara…ma non nelle mie storie!! ^^ >

“come petali di ciliegio……………COME PET(ALI DI BATMAN….) wow dal prossimo capitolo il protagonista diventa BATMAN…!”

< come dire…ma anche no! Ragazzi, non ci credete, è la sclerata quotidiana di mia sorella…>

“bene…al prossimo capitolo!!!! Commentate…!!!!”

< STRONZA !!!! QUESTA STORIA E’ MIA ! e se proprio vuoi saperlo…anche ED è mio!! >

“nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo(urlo in stile jean claude)”

< ok, ora che abbiamo messo le cose in chiaro (Ed) scrivete a ME, alias sole-chan, e se potete, mandatemi fondi per mandare quella pazza esagitata di una sorella in un manicomio (laboratorio n°5)>


ecco spiegato il commento al primo capitolo… COMMENTATEEEEEEE...bye bye !!!

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo ***


come i petali di ciliegio cap 1

 

 

 

 

 

 

 

Scorgo ancora la mia punizione.

 

La scruto con un piccolo specchio, illuminato dal bagliore chiaro della luna che filtra dalla finestra.

 

Occhi indagatori scorrono sul viso, esaminandolo in ogni suo aspetto.

 

Difatti, è solo di notte che permetto a quell occhio di irradiarsi della timida luce lunare, complice del mio sbaglio.

 

Volsi il mio sguardo distratto al cielo stellato, leggendo nell’intricata distesa luminescente il tuo ricordo.

 

L’ho fatto solo per te.

 

E tu vuoi uccidermi…

 

                                 …comincio a ricordare…

 

 

…comincio a ricordare il mi odio…

 

 

COME I PETALI DI CILIEGIO

Capitolo 3

 

 

 

Faith guardò affascinata gli scaffali dell’edificio.

Non poteva credere che la biblioteca di Central city potesse essere così grande…

 

< com’è grande… >

< già, se non la conosci bene rischi di perderti… >

< ci lavori da tanto Alphonse? >

< più o meno da sei mesi dopo che ho riavuto il mio corpo…il titolare è una mia vecchia amica… >

 

< ALPHONSE!!! >

 

< ah, è lei! Ciao Sheska! >

< Ciao Al, come mai così presto? >

< è l’orario più giusto. Scusa se ti ho lasciata sola ieri >

< figurati…lei è una tua amica? >

< sì, è una collega di Ed >

< mi chiamo Faith, molto piacere >

< Io sono Sheska, sei un alchimista di stato anche tu? >

< sì, stavo cercando dei libri >

< a proposito di libri: Al, ne sono arrivati quattro scatoloni pieni. Ti dispiacerebbe catalogarli? >

< ok. Ci vediamo dopo Faith >

< a dopo >

 

Sheska rivolse un sorriso a Faith:

 

< che tipi di libri stavi cercando? >

< in verità non sono proprio libri…io cercavo dei registri con i nominativi degli alchimisti di stato… >

< per di qua >

 

le due ragazze si inoltrarono tra gli intricati corridoi formatisi dagli scaffali.

Faith non riuscì a tenere a mente tutti i passaggi e le curve, né riuscì a capacitarsi del fatto che Sheska potesse essere così sicura della strada che stava facendo.

 

Sheska si fermò quando ormai Faith non aveva alba nemmeno della direzione dell’uscita.

 

< qui ci sono tutti i registri sui membri dell’esercito, dalle matricole appena registrate agli ufficiali di più alto grado >

< ti ringrazio, sei molto gentile >

< se ti serve qualcosa chiama >

< ok >

 

Faith ci mise non poco a trovare i cataloghi riguardanti gli alchimisti di stato.

 

L’unica differenza da quel volume agli altri libri era solo il titolo in argento, ma quando sostava ordinatamente sulla libreria appariva semplicemente come un quaderno ad anelli, per nulla differente ai tanti altri che riempivano quegli scaffali.

 

Si sistemò su un tavolo poco lontano, cominciando a sfogliare distrattamente quel volume:

 

< cavolo…quelli dell’esercito hanno fatto le cose in grande…qui c’è vita, morte e alchimie di tutti gli alchimisti di stato… >

 

Nome: Mustang Roy

Nome in codice : Flame alchemist / alchimista di fuoco

Grado nell’esercito: Alchimista di stato - Generale

 

E poi sciolinava su cose noiose…per quanto Faith non fosse stupita di scoprire che Roy avesse fato strada…in fondo in fondo non credeva che l’avrebbe fatto in così poco tempo…ma lei stava cercando altro…

 

Andò avanti:

 

Nome: Elric Edward

Nome in codice : Full Metal Alchemist / Alchimista d’acciaio

Grado nell’esercito: Alchimista di stato -  Colonnello

 

Qui Faith si stupì, parecchio.

 

< oh oooh…Full metal ha fatto progressi…vediamo i meriti… >

 

Meriti: Ampi risultati nel merito di ricerche sull’alchimia, più numerosi interventi a favore dell’esercito

 

Le spuntò un sorrisetto all’angolo della bocca…eh bravo Edward…

Andò oltre…e poi cominciava ad innervosirsi poiché non trovava ciò che stava cercando.

 

Girò pigramente un po’ di pagine, sempre più delusa dal mezzo fallimento della ricerca, poiché era quasi alla fine del volume.

 

Le si illuminò il viso quando trovò quel nome.

 

Nome : Zolf J. Kimblee

Nome in codice: alchimista scarlatto

Grado nell’esercito : Alchimista traditore

Causa: Assassinio non giustificato dei propri compagni per mezzo dell’alchimia.

Status attuale: Morto assassinato  per mano di Scar.

 

< no…Zolf…mi hai deluso…farti uccidere così…anche se avevo sentito delle voci che lo dicevano… >

 

fece per chiudere il volume, dal momento che aveva ottenuto ciò che voleva.

Aveva scoperto come era morto.

 

Tuttavia, la curiosità spinse Faith a continuare la lettura, e si irritò parecchio quando trovò il suo nome solo nell’ultima pagina.

 

Nome in codice: Dark Alchemist / Darkness  / Alchimista di Tenebra

Grado nell’esercito: Alchimista di stato – Maggiore

 

 

Nome: Faith Vanessa Kimblee

 

 

***

 

< Ehi Faith! È ora di andare! >

< sì…scusa Al, che ore sono? >

< quasi le sei di pomeriggio, perché? >

 

La ragazza volse lo sguardo verso il cumulo di libri sull’alchimia e simili disposti senza un particolare ordine sul tavolo.

 

Aveva studiato per quasi tutto il giorno, senza pausa.

 

< niente…solo avevo perso la cognizione del tempo >

 

Faith raccolse in fretta i libri sparsi sulla scrivania, portandoli sul tavolo dove dovevano essere disposti i libri appena consultati, e raggiunse Al che l’aspettava all’uscita.

 

< forza, si torna a casa >

< ok…scusa una domanda >

< vai >

 

Il ragazzo era leggermente più alto di lei, nonostante la minore età rispetto Faith.

Invece, era del tutto simile a Ed, non fosse stato per i capelli leggermente più castani,un nocciola chiaro…per il resto si poteva notare piuttosto bene il legame familiare tra i due.

 

Cominciarono ad incamminarsi verso casa.

 

< come mai Edward và ogni giorno al quartier generale? >

< bè…ha a carica da Colonnello, quindi ha parecchio lavoro da sbrigare…e il generale Mustang non gli dà pace… >

< Generale?! >

< sì, è stato sollevato di grado…Ed si è infuriato molto quando ha saputo che era ancora al di sopra di lui… >

< posso immaginare…quei due non si possono vedere… >

< già…ma oltre le apparenze c’è un bellissimo rapporto di amicizia… >

 

Calò nuovamente il silenzio, che perdurò per tutto il tragitto, durante il quale Faith ebbe modo di riflettere:

 

In effetti parecchie amicizie erano “mascherate” da rivalità assoluta, e talvolta proprio questa diveniva un amicizia parecchio forte…nonostante entrambi i chiamati in causa facciano di tutto per  nascondere l’evidenza…

 

Qualche giorno prima, Edward e Alphonse le avevano parlato di una certa Winry Rockbell, una loro amica d’infanzia e, per quanto a Faith in quel momento quel pensiero le sembrò cattivo, si ritrovò a sperare con tutto il cuore che per Edward, Winry sia solo una carissima amica…

 

Era un pensiero egoista, e che stupì persino lei, che però non aveva la stupidità per negarlo.

 

Edward la attirava.

 

Tanto.

 

Per Alphonse provava solo un’infinita gratitudine, che sentiva evolversi sempre più velocemente in amicizia, ma per Ed…

 

In quel momento rischiò semplicemente di andare a sbattere contro un palo, tanto era immersa nei suoi pensieri.

 

Lo schivò per un soffio, andando ad urtare però un giovane avvolto in un mantello, che fece quasi cadere.

 

< m-mi scusi…non l’ho fatto apposta, mi dispiace… >

 

quasi per errore diede lo sguardo dentro il cappuccio, scorgendo la cosa che meno avrebbe voluto vedere al mondo.

 

Quell occhio…

                       

                               …quella condanna…

 

…quel ricordo…

 

 

< ehi Faith, ci sei? >

 

La ragazza guardò sconvolta l’amico.

Aveva cominciato ad ansimare un po’, ma riuscì a gestire il proprio respiro abbastanza presto.

 

< che ti è successo? >

< niente…niente… >

 

si voltò per rivedere il tizio contro il quale era andata a sbattere.

 

Niente.

 

< forza, andiamo a casa… >

< sì >

 

Faith si rialzò, ricomponendo la giacca, che si era quasi sfilata da sola.

 

Al notò che, nella parte rimanente del tragitto Faith non faceva altro che guardarsi le spalle e a muoversi con diffidenza.

 

Questa specie di nervosismo, che non aveva mai notato in quella ragazza, sorprese molto Al, che però si guardò bene dal fare domande.

 

Lasciò infatti scivolare la questione, sebbene decise di accennarne col fratello maggiore.

 

Viceversa, Faith era inquieta.

 

Molto.

 

Quella comparsa affermava una cosa sola.

 

Quello da cui era fuggita da anni, quello che più temeva in assoluto…

 

…stava arrivando…

 

…e non ci avrebbe messo molto.

 

 

 

 

Mi dispiace per coloro che hanno commentato, ma vorrei rispondere solo ad una recensione.

 

Minako-kity – Lo so che questa non è la storia dove hai scritto, ma non volevo sprecare un capitolo per una recensione, ti pare?

So anche che a te non piace come scrivo, e che quindi probabilmente non leggerai questa risposta.

Comunque, volevo dirti principalmente tre cose.

 

1 – intanto, apprezzo la tua sincerità. Davvero, mi ha fatto piacere ricevere una critica, tuttavia, mi ha irritato il fatto che non sia una critica costruttiva.

Non so te, ma io preferisco le critiche che, invece di sminuire così l’impegno che un autore mette nelle sue storie, mettano al corrente lo stesso degli errori e di come migliorare.

Non sei d’accordo?

 

2 – francamente, se a te non piace una storia o come viene scritta, non credo che qualcuno ti punti una pistola alla schiena ordinandoti di leggerla da capo a coda…

…se non ti piace puoi anche fare a meno di leggerla…io non mi offendo mica…

 

3 – infine…su questo punto ho riflettuto parecchio, e sono giunta alla conclusione che no…NON esistono modi gentili per dirlo…quindi mi scuso in anticipo per l’acidità che sgorgherà da queste ultime righe…

 

francamente, tu, come ti permetti?!

 

Accetto con piacere una critica, a patto che sia costruttiva.

Al contrario, non tollero in alcun modo che mi si venga a dire – ritirati che fai schifo – perché…ammettiamolo…il succo della faccenda è questo.

 

Perché cazzo dovrei ritirarmi se A TE non piacciono le mie storie???

Voglio dire…NESSUNO TI COSTRINGE A LEGGERLE…se non ti piacciono, amen…che ci posso fare…

 

Una domanda:

in quale Dio vendicatore ti sei immedesimata per scrivere questo commento?

Chi credi che ti dia l’autorità per giudicare un autore, e decidere per lui?

Perché veramente trovo, e penso non solo a nome mio, tanto, ma tanto sfrontato che una persona ( mai sentita prima oserei dire ) distrugga in tre righe vuote l’impegno che ci ho messo.

 

Inoltre, non hai né l’autorità né tanto meno l’autorizzazione per dirmi che faccio schifo e di “cambiare hobby” perché, nel caso non l’avessi capito, non lo farò.

 

Non credo quindi che prenderò più di tanto in considerazione la tua recensione, poiché vuota e quasi arrogante.

 

Se vuoi però, e se hai messenger, ti invito ad approfondire la faccenda in msn.

Se accetti, inviami il tuo indirizzo ( anche e-mail ), perché vorrei comunque chiederti come migliorare e cosa correggere.

 

Grazie a tutti dell’attenzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto ***


come i petali di ciliegio cap 1

 

Ancora questi petali, così belli, appartenenti a ricordi dolorosi.

 

Quel posto, quella pioggia, e quel dolore mi tornano alla mente.

 

I fili di tenebra che si riunivano nel cerchio alchemico, per poi ricrearmi.

 

La pioggia che si mischia al sangue sul pavimento, scivolandomi sulla pelle e fondendosi con le lacrime.

 

Mai dolore fu più grande.

 

 

 

COME I PETALI DI CILIEGIO

Capitolo 4

 

 

Come era già stato detto, Al non proferì parola sullo strano comportamento di Faith che, dal canto suo, aveva ripreso a comportarsi come sempre…

 

In poche parole, Ed, dell’accaduto non seppe proprio nulla.

 

E poi tutto stava scivolando nella normalità:

 

Roy sfotteva a ripetizione Ed non si sa bene per quale motivo, Al continuava il lavoro alla biblioteca, e la ferita di Faith stava guarendo.

 

Tuttavia, quando stava all’aperto, Faith aveva dei velati comportamenti circospetti, e la cosa più evidente era che a volte usciva col mantello completo di cappuccio.

 

Ma ultimamente stava in casa, dal momento che Al stava quasi sempre fuori per aiutare Sheska in biblioteca, mentre Ed era in ufficio; per questo, e per ringraziarli, Faith sbrigava i soliti “da donna”, cosa a cui non era per niente abituata…dal momento che lei il massimo che aveva mai fatto era stato rifarsi il letto…

 

Comunque sia…nonostante Faith si ritrovasse continuamente a pensare “quanto sono disordinati gli uomini”, questo pensiero si alternava alla gratitudine verso i due ragazzi, che l’avevano salvata…quindi i lavori si facevano man mano più leggeri.

 

Giunsero più o meno le quattro di pomeriggio.

 

Aveva passato la mattina a mettere in ordine quella casa, pulire in giro eccetera, infine, il pomeriggio aveva studiato dai libri dei due alchimisti.

 

Ora voleva solo fare una doccia.

 

In breve tempo, un odore dolce di doccia-schiuma invase il piccolo ambiente quale era il bagno, accompagnato da una nube di vapore che si levava dal corpo della ragazza, offuscando lo specchio.

 

si fissò il viso, strofinando i capelli umidi con un’ asciugamano.

 

Era orribile

 

Quel lato, ora scoperto, le dava un alone di orrore, un senso di sovrannaturale marchiato per sempre sulla pelle.

 

L’occhio…quello poi…

 

Ormai asciutta, si spostò nella camera degli ospiti, dove alloggiava.

 

Indossò un paio di jeans con una camicia e , scrutando la propria immagine nello specchio dell’armadio, lo sguardo le ricadde sul viso.

 

Voltò istintivamente lo sguardo, ricordandosi poi di aver lasciato le bende in bagno.

 

Si voltò verso l’uscita, percorrendo la stanza a grandi falcate, allungando la mano per afferrare la maniglia, che si ritrasse un attimo prima che la punta delle dita affusolate potessero toccarla.

 

Ed era tornato.

 

< Ciao Faith, sono tornat… >

< fuori >

 

urlò, coprendosi automaticamente il viso con una mano, indietreggiando.

 

< scusa, hai qualcosa sul viso >

< no fermo, non av… >

 

cadde rovinosamente all’indietro, inciampando sul letto, per ritrovarsi schiena a terra e braccia distese.

 

Ed accorse.

 

< ti sei fatta mal…!!! >

 

finalmente lo scoprì.

 

Fissò quel occhio con tutto lo stupore che aveva in corpo.

 

L’occhio sinistro, al cui angolo ora si stava formando una piccola lacrima, aveva un contorno nero…l’iride bianca con un tono di rosso non era solcata da alcuna pupilla.

 

La cosa ancora più spaventosa, era il cerchio alchemico di colore rosso vivo che le solcava tutto il lato del viso, anche se si doveva definire piuttosto metà cerchio.

 

Faith si tirò su in fretta, e con un passo svelto oltrepassò la figura inerme di Ed, ancora colpito dalla scoperta, e quando si riscosse, corse all’entrata, accorgendosi troppo tardi che sia il mantello che la ragazza era scomparsi senza lasciare traccia.

 

***

 

Correva.

 

Correva inciampando nei mattoncini malmessi della strada.

Correva scontrandosi in continuazione con la gente.

Correva a testa china, in modo che nessuno potesse scorgere l’orrore celato sotto quel cappuccio.

Correva senza sapere nemmeno lei dove

Correva.

 

Correva e basta.

 

Si ritrovò a entrare di corsa nel quartier generale, sapendo che aveva bisogno di lui.

 

Aveva bisogno del suo aiuto.

 

Ancora una volta.

 

Spalancò il portone, senza esitazione, trovando dentro la stanza Roy che, per una volta, stava VERAMENTE compilando dei documenti.

 

Il tenente Hawkeye stava controllando delle carte da una parte della scrivania.

 

< ROY TI DEVO PARLARE >

< non l’avrei mai detto… >

< non scherzare con me “Flame alchemist” !!!! >

< non lo sto facendo… >

< senti lasciamo perdere che è meglio… >

 

Si avvicinò alla scrivania, trascinando una sedia davanti a Roy, e lasciandosi cadere su questa.

Roy lasciò cadere i fogli sul tavolo, prendendo ad osservare la diciassettenne.

 

< che è successo Darkness? >

< l’ha scoperto >

 

Roy strabuzzò gli occhi, lei chinò il capo.

 

< questa non è una buona notizia…>

< lo so…ma… >

< niente ma, non servono scuse…ora dovrai parlargli >

< e cosa dovrei dirgli? Non ne vedo la necessità… >

< aaaaahhhhhhhh(sospiro), forse avrei dovuto dirglielo io, dal momento che gli ho detto di protegger… >

 

si accorse troppo tardi di aver pensato ad alta voce.

Faith aveva già sollevato la sedia, e non sarebbe finita bene per lui…

 

< guarda che io so badare benissimo a me stessa!!! >

< sìsì…non lo metto in dubbio, però ho giudicato la faccenda quando lui mi ha detto di quella notte >

 

lei arrossì, abbassando la sedia e scostando lo sguardo…

 

< comunque non mi piace il fatto che mi hai appioppato una guardia del corpo senza dirmi niente… >

< mah…a me non sembra che ti sia dispiaciuto poi così tanto… >

 

lei si fece visibilmente rossa, mentre un sorrisetto si allargava nel viso di Roy.

 

< ahah…ho colto nel segno… >

 

lei si girò cominciando a camminare verso la porta.

Solo a pochi centimetri da questa arrestò il passo, e senza voltarsi proferì parola.

 

< ti darò ascolto, gli parlerò…è giusto che sappia… >

< sei sempre stata brava a fare le scelte giuste >

< ti sbagli… >

 

aprì la porta quel che bastava per poterci passare.

 

< …una volta ho fallito >

 

si riaggiustò il cappuccio e uscì dalla porta, scortata dal sorriso di Roy.

 

< quei due si assomigliano >

< cosa intende? >

 

 

***

 

Ed si muoveva veloce tra la gente.

A vivere in una città grande come Central City si imparava in fretta ad evitare le persone sul proprio cammino.

Al contrario, a chiunque risultava impossibile trovare una persona in mezzo a tutta quella folla, per di più intorno alle cinque di pomeriggio, ritenuta l’ora di punta per l’enorme quantitativo di persone che si riversavano nelle vie, principali o meno, dopo il lavoro.

 

La sua figura si spostava agilmente di vicolo in via, e di via in viale, fino a giungere davanti alla fontana del parco.

Stranamente, quel giorno la piazzetta era completamente deserta.

 

Seduta sul bordo della fontana c’era Faith.

 

Le gambe accavallate, la figura poggiata leggermente su un lato, sorretta da un braccio che era fermo sul bordo della fontana.

 

Giochicchiava distrattamente con il gambo spinato di una rosa rossa, il braccio piegato verso l’alto, e lo sguardo rivolto ai petali scarlatti del fiore.

 

I capelli erano adagiati sulla spalla destra, e una lunga frangia ricopriva il lato del viso marchiato, e l’unico occhio visibile sorrise vedendo che era arrivato.

 

< ciao Edward >

< Ed…chiamami Ed… >

< già, scusa… >

 

Ed mosse qualche passo verso la fontana, mentre Faith si alzò, divaricando leggermente le gambe, reggendo la rosa dritta davanti a sé.

 

< perché hai preso quel fiore >

< mi serviva come innesco >

< innesco a cosa? >

< al mio racconto >

< al tuo racconto?! Vuoi dire che… >

 

Faith annuì.

 

< sì Ed…è arrivato il momento di raccontarti la mia storia… >

 

gli fece cenno di sedersi su una panchina.

Continuò a rigirarsi la rosa tra le mani, rischiando più volte di pungersi e sfiorando i morbidi petali.

 

Ad un certo punto, si girò di scatto verso Ed, frapponendo la rosa tra i loro visi.

 

< tu sai che significa? >

< cosa? Intendi dire la rosa? >

< sì, tu sai il suo significato? >

< no…perché? >

< la rosa è un tema iconografico…sai cos’è un tema iconografico? >

< non sono molto ferrato nel campo artistico, ma se non sbaglio è un soggetto ricorrente nella tradizione artistica di una determinata cultura…sbaglio? >

< no, è giusto. Più precisamente, questo fiore è un simbolo: un simbolo è la sinterizzazione di un significato o concetto in un’immagine, pianta o oggetto >

< ah, e la rosa, che significa? >

< la rosa ha principalmente due significati: il primo è la passione di cristo, il secondo…il peccato macchiato di sangue >

 

Ed guardava interessato Faith.

Non si era mai interessato particolarmente all’ arte, ma questa volta questa lo interessava particolarmente.

 

< la rosa rossa raffigura dolore, colpa, peccato e infine, punizione >

< non capisco >

< i petali scarlatti raffigurano l’essersi macchiati da una colpa, e in sé, il colore rosso raffigura il dolore e il sangue, poi, le spine raffigurano la punizione… >

 

Ed non seppe dire se quella fu una casualità, ma nel momento in cui pronunciò la parola “punizione”, una spina le punse la punta del dito indice.

La goccia del liquido cremisi scivolò velocemente sul dito, lasciando sul suo passaggio una tenue scia rossastra, fino a quando, alla base del dito, si prolungò verso il basso, cadendo e macchiando inesorabilmente la panchina di metallo.

 

Ed sentì il profumo dolce del bocciolo solleticargli il naso.

Come poteva un fiore così bello avere un significato talmente negativo?

 

Faith passò il dito sulle labbra, succhiandoselo leggermente, tamponando la ferita, di cui rimase solo un alone rossastro.

 

Dopo questo, prese il fiore con entrambe le mani, ed evitando un nuovo contatto con le spine, lo appoggiò leggermente davanti al petto.

 

Chiuse gli occhi.

 

< questo bocciolo…questo bocciolo non è solo il simbolo di tutto ciò che ho detto fino ad adesso… >

 

Ed si rimise comodo, aveva capito dove voleva arrivare…

 

< …è il simbolo della mia vita… >

< allora contalo per due… > 

 

Sorrisero.

La ragazza cominciò a riordinare le idee.

Le parole le attraversavano la mente, assumendo pian piano significato.

 

Ormai non poteva più tirarsi indietro, doveva raccontargli tutto.

Il suo passato, i suoi ricordi sarebbe riapparsi un’altra volta.

Il sangue, le lacrime e tutto il resto sarebbero riaffiorati dopo tanto tempo.

Nonostante avesse cercato di lasciarli morire da qualche parte dentro di lei, ora erano tornati…

 

 

 

…Ed ogni tanto i ricordi, lo sai, possono ferire

e non li potrai mai schivare,

sei rassegnato a sanguinare…

 

 

 

 

E con questo sono quattro.

Non ho la più pallida idea di cosa scrivere d’ora in poi quanto durerà questa storia, ma sono andata piuttosto veloce.

 

Finalmente scriverò cosa è successo a Faith nel suo senza dubbio tormentato passato, ma ho scritto questa nota dell’autrice soprattutto per mettere in chiaro una cosa:

 

mia sorella ha trovato l’ultima frase (quella in rosso) da qualche parte, e me l’ha fatta leggere chiedendomi di metterla nella mia storia.

 

Ora, dal momento che questa frase mi è effettivamente piaciuta, ed essendo anche adatta al contesto, ho deciso di inserirla.

Per non sollevare polemiche, ho trovato moralmente giusto non attribuirmi il merito di questa splendida poesia, scusandomi con chiunque l’avesse scritta, che non posso citare per la scarsità di informazioni base.

 

Terminato questo discorso, vorrei consolare i lettori che, come ho già detto, attendono chiarimenti, anche a cose scoperte solo in questo capitolo:

Betrayal, il cerchio alchemico, l’occhio e tutto il resto saranno chiariti nel prossimo capitolo!

 

( per la cosa della rosa, i termini riguardanti il "tema iconografico" e il "simbolo" sono tutti veri, mentre per il suo significato effettivo ho dovuto lavorarci un pò su...diciamo che me lo sono quasi inventato...)

 

Un ringraziamento a LinMustang ( finalmente ti hanno messo internet ) e a Kimmalfoy ( mi hai sbolognato delle frasi bellissime, thank you!!) e anche a Sabry-chan ( grazie di incoraggiarmi, ma visto che la prof mi odia, continuerò ad avere 5 in italiano…) e a tutti quelli che sopportano le mie sclerale via internet e non.

 

Kimmalfoy: Lasciamo stare… -_-‘…

 

Selly: Anche questo sarà scritto dalle mie angelice ( mica tanto ndKimmalfoy) ( zitta ndSole) manine nel prossimo chappy! ^^

 

-Ivi-92 : Grazie, e a me piace molto scrivere questo alone di mistero. Come vedi non c’ho messo neanche tanto tempo!

 

Hermyone: Grazie, ma certo che ho ricevuto l’e-mail. Scusa se non ho scritto chiaro…ma cos’è che devi dirmi? Comunque io ho messenger, il mio indirizzo è : Sole-chan@hotmail.it

 

BYE BYE

 

Sole-chan

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo Quinto ***


capitolo 5

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi scuso immensamente per il tempo di scrittura, ma questo capitolo mi ha dato parecchio filo da torcere…vi ricompenso con i ricordi di Darkness.

 

Lets go!!!

 

 

Il mio cuore è infranto

 

La mia memoria corrosa

 

La mia mente è straziata da ricordi che non riesco a portare a galla

 

I miei sogni di speranza sono diventati un incubo da cui non posso svegliarmi

 

I miei desideri una condanna indelebile sul mio corpo, diventato verità e menzogna.

 

Il mondo di meraviglie che avevo costruito sulle mie ambizioni non si è rivelato altro che una crudele illusione.

 

 

Tutto ciò in cui o creduto e sperato sta cadendo, e io con lui.

 

 

COME I PETALI DI CILIEGIO

Capitolo 5

 

 

Lo sapevo che sarebbe finita così.

 

Ne avevo combinate veramente troppe per non finire in un modo del genere.

Sotto le macerie, la mia vita mi passò davanti in un soffio, soffermandosi sul più atroce e profondo atto della mia vita…

 

† † †

 

Era un giorno di sole.

Questo Zolf lo ricordava bene.

 

I due gemelli stavano leggendo alcuni volumi sull’alchimia, scambiandosi opinioni su formule e cerchi, e chiedendo di tanto in tanto l’opinione del maggiore.

 

Zolf rispondeva paziente, indicando gli errori e dimostrando la soluzione con piccole prove pratiche.

 

Constatò che molte volte, aveva ragione sulle teorie Caleb, il maggiore dei due di alcuni secondi.

In quei casi, Faith corrugava la fronte assumendo un’espressione accigliata, chiedendo ai due fratelli dove avesse sbagliato e facendosi spiegare tutto per bene.

 

Caleb aveva capelli corti e neri come fuliggine, occhi piccoli e sottili, che lasciavano intravedere l’iride nera che si distingueva a malapena dalla pupilla.

La pelle pallida creava contrasto con quelle caratteristiche, che però si sposavano in piena armonia.

 

Faith dal canto suo, era identica al fratello gemello, i capelli corvini cadevano giù per la schiena, raggiungendo quasi i fianchi, gli occhi grandi e vivaci identici a quelli del fratello.

 

Zolf adorava i suoi fratelli, nonostante fossero molto più piccoli di lui.

Dopo la morte dei genitori, li aveva cresciuti personalmente e li aveva anche insegnato l’alchimia.

 

Per questo non seppe neppure lui spiegarsi quel gesto.

 

Come già detto, i ragazzi stavano studiando in giardino, al riparo dal sole da una quercia, sotto la quale erano distribuiti nel modo più disordinato possibile molti tomi trattanti di alchimia.

 

Zolf leggiucchiava distrattamente un libretto, chiaramente immerso nei propri pensieri.

 

Una sagoma gli si avvicinò silenziosa:

 

< stai male nii-san? Oggi sei strano… >

< no Faith…stavo solo pensando… >

La ragazzina accennò un sorriso poco convinto, per poi tornare alla sua occupazione.

 

Zolf fece scorrere lo sguardo da un gemello all’altro, prendendo la sua decisione:
dopo tutti i suoi studi, le sue fatiche e i suoi sacrifici era un peccato lasciare tutto all’aria, e un buon modo per farlo era senza dubbio lasciarsi andare ai sentimentalismi.

 

Si alzò dalla posizione comoda che aveva assunto ridosso ala quercia, chiudendo rumorosamente il volumetto e appoggiandolo a terra.

Si diresse verso il fratello poggiandogli una mano sulla spalla.

 

< Caleb, dovrei parlarti… >

< ma perché non posso sentire anch’io??? > chiese spazientita.

Non le piaceva essere esclusa.

 

< sono cose da uomini Faith, torniamo subito >.

 

I due “uomini” si diressero verso la villetta, a Faith sembrò quasi di adocchiare una piccola scarica elettrica attorno alla mano destra di Zolf.

 

Non ci fece caso, ritornando sui libri.

Occupazione che non durò molto, per niente.

 

I suoi studi furono interrotti da un esplosione.

Proveniva dalla casa.

 

La ragazza vi ci tuffò, ignorando cosa vi avrebbe trovato.

E quello non le piacque affatto.

 

I resti martoriati del gemello a terra, macchie di sangue sulle pareti e sui vestiti del fratello maggiore.

 

Un ghigno di Zolf sulla faccia, fissando la propria mano destra.

 

< hai ucciso Caleb!!! L’hai ucciso con l’alchimia!!!! >

< non lo sai Faith? I più grandi passi avanti nella scienza, compresa l’alchimia sono stati fatti con l’inevitabile sacrificio di qualcuno… >

< hai ucciso tuo fratello!!! Sei un mostro!!! >

< zitta >

< … >

< ora ho raggiunto l’apice, ho appena provato le mie capacità, e sono più che sufficienti a diventare alchimista di stato >

< ma perché vuoi diventare alchimista di stato? >

 

Lui si incamminò verso l’uscita, senza degnarla né di uno sguardo né di una risposta.

 

Solo quando ebbe indossato la giacca e aperto la porta, le parlò.

 

< non ti riguarda, e ringrazia che ti lascio in vita… >

< fammi fuori ti prego, uccidimi >

 

Si girò, guardandola con un’occhiata privo di ogni espressione.

 

< perché non avrebbe senso… >

 

Uscì chiudendo piano la porta.

 

Faith fissò le pareti sporche di sangue, il pavimento ripugnante la fece inorridire.

 

Si trovò a fissare il pavimento, sulle guance lacrime di tristezza, rabbia, impotenza, disperazione.

 

Cadde in ginocchio, puntando i pugni chiusi in una dolorosa stretta a terra.

 

< maledizione!!! >

 

“ Ti giuro fratello, te lo giuro sul mio sangue.

Ti giuro che l’odio che ora stò provando per te tra poco ti raggiungerà, e ti colpirà a spese della tua vita.

Ti giuro che la mia vendetta si abbatterà su di te, ti giuro che la mia vendetta ti colpirà, e l’unico esito sarà il tuo sangue che scorrerà fresco sul terreno.

 

Te lo giuro Zolf.

 

Te lo giuro sul mio odio.

 

† † †

 

< che vita miserabile… > scherzai.

 

Pensai alla faccia di Caleb prima di farlo esplodere, pensai all’espressione terrorizzata e disperata di Faith.

 

Pensai ad Alphonse, il mio gesto non era stato fatto per cattiveria…bè, un po’ anche per quello…ma era un gesto simbolico.

Quasi per dimostrare a Faith che non avevo rimpianti…che gran bastardo che sono… 

 

La ferita mi stava distruggendo, e quando fui colpito da Scar, la mia mente si portò alla mia cara sorellina.

Doveva avere più o meno sedici anni.

 

“ mi dispiace sorellina, ma la tua vendetta e destinata a vagare in eterno…mi dispiace solo che il mio sangue non sia fluito per mano tua…”

 

 

oO°Oo Alcuni anni più tardi  oO°Oo

 

Giornata di sole a Central City.

Nel parco dietro il quartier generale il colonnello Roy Mustang si godeva il “meritato” riposo seduto (disteso) su una panchina all’ombra di un grande faggio, ripetendosi in continuazione quanto fosse stato intelligente a far scappare black Hayate, così da distrarre Riza e scappando verso la libertà che ogni membro della “combriccola di Mustang” agognava da quasi una settimana, e che li era ripetutamente negato da Riza Hawkeye, e da chi sennò!!

 

In parole povere, stava pacatamente a ripetersi quanto fosse bello (Oh Yes!!! Nd LinMustang), affascinante (Oh Yes!!! Nd LinMustang) e intelligente (YEAH!!! Nd LinMustang), ma questi pensieri furono interrotti da uno strattonamento insistente intorno alla caviglia.

Stupito, chinò la testa per vedere il colpevole della macchia che si sarebbe formata su quei pantaloni che lo rendevano così sexy (Ave Roy!!! Nd LinMustang) .

 

Si stupì quando vide che a quasi-strappargli i pantaloni era proprio black Hayate, seguito dalla padrona:

< che ci fa qui colonnello? >

< Ah Tenente! Mi erano volati dei documenti fuori dalla finestra? >

< intende dire la finestra dell’ufficio? >

< sì >

< quella che prima ho chiuso a chiave? >

< ah-ehm… >

 

Fatto sta che Roy dovette tornare sulle scartoffie, e la figura avvilita ritornò nell’ufficio, dove fu tutta presa da firmare dei documenti, sotto la stretta sorveglianza di Riza.

 

< ehi colonnello! Ho trovato quel fascicolo che cercava! >

< quale fascicolo Havoc…? >

< quello che contiene tutti i nominativi degli alchimisti di stato >

< passa qua… >

 

Con un espressione molto, ma molto, ma moltissimo svogliata prese a leggiucchiare il volume, giungendo infine all’ultima pagina.

 

Nome: Faith Vanessa Kimblee

Nome in codice: Dark Alchemist / Darkness  / Alchimista di Tenebra

Grado nell’esercito: Alchimista di stato – Maggiore

 

Ah, Darkness!

Era ricomparsa giusto un po’ di giorni prima.

Che storia triste si posava sulle sue spalle…spesso Roy si chiedeva come facesse ad andare avanti, e la stessa domanda valeva per Full Metal.

 

Di colpo gli tornarono in mente quei momenti…

 

† † †

 

Giunse nella casa di corsa.

Al telefono gli era stato detto di arrivare il più in fretta possibile, e la voce della ragazza, nonostante fosse stata ferma e calma, gli era sembrata leggermente roca e rotta in alcune parti.

 

La casa si trovava in una fitta foresta a nord di Central city, si fece accompagnare in macchina fino ad un certo punto, per poi proseguire a piedi.

 

La pioggia creava insieme al silenzio della foresta un’atmosfera innaturale, le gocce gli scivolavano sui capelli e sulla giacca silenziose.

La mancanza di rumori era rotta da qualche fulmine che cadeva lontano, e niente nella foresta si muoveva, se non le fronde, mosse dal vento.

 

Quella era una vera e propria tempesta.

 

La casa non aveva nulla da invidiare alle villette di città, i muri erano dipinti con una vernice verde menta, come a fondersi ulteriormente col paesaggio circostante.

 

Non una luce al suo interno era accesa.

Cominciò a pensare che Darkness gli avesse solo giocato uno scherzo.

 

Dubbio che si estinse quando trovai il motivo della sua convocazione.

 

Nella soffitta si trovava uno spettacolo orribile, ma già visto.

Il soffitto sfondato, la pioggia che cadeva incessante, i cerchi per terra, il sangue e una cosa informe di fronte al corpicino della ragazza, appoggiata al muro con un telo sulla testa.

 

< Faith!!! Che hai fatto!!?? >

< ho fallito… >

 

Si precipitò di fronte alla ragazza, era fuori di lui dalla rabbia, si era come affezionato a quella ragazzina, e il fatto che non lo avesse consultato per una cosa del genere lo irritava.

 

Non riusciva a guardarla negli occhi, il velo le copriva il viso fino alla bocca.

 

< perché questo telo? >

< non toglierlo >

 

Si morse il labbro inferiore, da cui uscì una goccia di sangue.

 

< perché l’hai fatto? >

< … >

< rispondi!! >

< volevo provarci…almeno per non…vivere col…rimpianto… >

 

Una lacrima le scivolò giù per la guancia, nata da un occhio che era escluso al suo sguardo.

 

< ma che ti sei fatta…? >

< … >

 

Scostò la testa.

Il suo orgoglio ostinato non lo sfiorò nemmeno, c’era abituato.

Si  rigirò verso la scena:

 

L’essere aspirava l’aria avidamente, senza muovere un muscolo, al centro del cerchio più grande.

Poco dietro di lui c’era un altro cerchio, più piccolo, ad un lato del quale un lago di sangue.

 

Capì.

 

< è a questo che ti servivano quelle ricerche sull’ombra!? >

< …sì… >

< quanto hai perso…? >

< metà >

< … >

< Roy…? >

< uh? >

< non riesco a…muovermi… >

 

La sollevò, prendendola in braccio e tenendole sollevata la testa.

Gli sembro di cogliere un bagliore sul viso.

 

< che hai in faccia? >

< …niente… >

< Faith cazzo!! Prima fai questa enorme cazzata e ora ti ostini a negare?! >

 

Lei buttò all’indietro la testa, togliendo di colpo il cappuccio.

 

Il viso del colonnello fu illuminato dal bagliore rosso che le copriva metà faccia.

Il suo sguardo era spento, privo di ogni segno di vita.

 

 < c-che cos’è ? >

< un…sigillo… >

< non voglio sapere di che cosa… >

< è da quando mi sono…risvegliata che cerco…di ricordare qualcosa ma…ogni volta che ci provo mi sembra…che questo lato bruci… >

< non pensarci…e ti risparmio la scenata solo perché non ti ho trovata in un lago di sangue senza metà corpo… >

 

Faith sorrise debolmente mentre veniva avvolta nella giacca del colonnello, per venire poi trasportata verso la macchina, dove li attendeva il sottotenente Havoc.

 

< finalmente siete tornato! Con questo tempaccio non vedevo l’ora di torn… >

 

la frase gli morì in gola quando vide la ragazza semi-cosciente essere posata sul sedile posteriore, e guardando il colonnello sederglisi accanto, nel sedile anteriore.

 

< non una parola su ciò che sto per fare sottotenente Havoc >

< come sempre colonnello >

 

per alcuni giorni la giovane alchimista sembrò come in stato di trans, fissava con gli occhi persi un punto inesistente davanti a lei, a malapena parlava, i primi giorni non mangiò nemmeno.

 

Il colonnello raccontò ai propri superiori che una trave del soffitto aveva ceduto e che le era piombata addosso, sfigurandole il viso.

Tra lei e il Full Metal stava diventando un genio ad inventare scuse…

 

Quando lei si riprese alloggiò per un po’ di tempo in una stanza del dormitorio, fino a che…

 

< colonnello!!! >

 

† † †

 

< uh, che c’è tenente? >

< si era imbambolato, stava dormendo? >

< no, è che… >

< allora le ricordo che quei documenti sono da firmare entro oggi >

< (scrivendo freneticamente) ma qui sarei io quello col grado più alto…T-T >

 

***

 

 

Faith guardò le immagini dei propri ricordi scorrerle nella mente.

 

Vide l’assassinio del gemello, il suo esame e quel gesto disperato, vide anche il soccorso di Mustang.

In un colpo solo, vide la sua vita scivolarle silenziosa davanti agli occhi.

 

† † †

 

Kate entrò nell’esercito circa sei mesi dopo l’accaduto.

 

All’interno dell’esercito sembrava solo una ragazzina, ma la sua espressione matura tradiva questo pregiudizio.

Alla fine la sensazione che si provava vedendo quella ragazzina in giro per i corridoi, che accompagnava il tenente colonnello Mustang carica di tomi, era quella di chi stava guardando una ragazza cresciuta troppo in fretta.

 

Il corpo da undicenne si stava lentamente modellando, ma sembrava tutt’ al più estraneo alla divisa che indossava.

 

Non era un militare, era una specie di assistente a Mustang, gli riordinava i documenti e teneva d’occhio gli appuntamenti.

 

Anche se questo era solo la sua occupazione teorica.

Mustang la usava più che altro per dissuadere le pretendenti troppo pressanti, oltre che per chiedere una proroga per i documenti “misteriosamente” spariti.

Non si poteva dire di no ad una ragazza così graziosa.

 

Col tempo cominciò a portarsela dietro ad ogni riunione, alla fine l’unico viaggio che le risparmiò fu quello fino a Resembool, per due alchimisti.

 

Durante quel viaggio ebbe modo di fare le sue ricerche:

era entrata nell’esercito sotto falso nome, Kate Hawkin, aveva tagliato i capelli e li aveva tinti di un castano scuro per non essere riconosciuta.

Tutto questo solo per affinare la sua vendette, sapeva che Zolf voleva diventare alchimista di stato, quindi non poteva che essere lì.

 

Scoprì che aveva avuto il sopranome di “Alchimista scarlatto”, ed era stato mandato da qualche parte da Bradley.

 

Per un istante prese in considerazione la possibilità di lasciare l’esercito per cercare il fratello da sola.

Ipotesi che sfumò con l’entrata nella stanza di Havoc.

Cercò di nascondere nel modo più normale e tranquillo che riusciva i registri che stava consultando.

 

< ehi Kate! È tornato il colonnello, ha detto che vuole parlarti >

< ok , digli che sarò da lui tra un minuto >

 

mise in ordine i fascicoli e raggiunse Havoc, che l’avrebbe condotta dal loro principale.

Fu guidata all’entrata, dove trovò il tenente colonnello Roy Mustang , ancora con l’impermeabile indosso.

 

< Ho bisogno di parlarti Kate >

< sì sissignore >

 

Seguì il proprio principale fin nell’ufficio di questo.

Furono seguiti solo dalla presenza silenziosa e fedele di Riza.

 

Mustang si sedette alla scrivania, facendo segno alla sottoposta di sederglisi di fronte.

Faith si sedette di fronte a lui avvolgendo le mani intorno al bordo della sedia.

 

Lui, le mostrò la schiena, guardando fuori dalla finestra.

 

< sai dove siamo stati? >

< a Resembool, per la convocazione di due alchimisti, sbaglio? >

< no…credo che tra più o meno un anno avremo tra le nostre file un nuovo alchimista di stato…sai quanti anni ha Kate? >

< il documento diceva che ne aveva 31… >

 

Faith non poteva fare altro che chiedersi cosa centrasse tutto questo con lei.

Perché aveva dovuto parlarle in privato se l’argomento era quello?

 

< il documento era sbagliato Kate. Edward Elric ha 11 anni >

< und…è così giovane? >

 

Mustang ignorò la domanda.

 

< non è la tua stessa età…Faith Vanessa Kimblee? >

< !!! >

 

Faith conficcò le dita nel velluto della sedia, senza dare apparentemente segni di essere stata scoperta.

 

< non so di cosa stia parlando tenente colonnello >

< io invece penso che tu lo sappia benissimo Faith >

< ma se non so nemmeno chi è questa ragazza >

< è inutile negare, so quello che è successo a casa di Zolf, ho visto io stesso i resti, che si è accertato, appartengono a Caleb David Kimblee, ma non si è trovato il corpo di Faith.

Poi ho notato il tuo interesse a Zolf J. Kimblee, ai suoi spostamenti…io non ci metto molto a fare due + due… >

< ok lo ammetto, sono io Faith Vanessa Kimblee, e ora che lo sa cosa intende fare? >

< niente >

< eh? >

< continuerai a lavorare sotto il mio comando >

< niente provvedimenti? >

< e che dovrei fare? Vuoi finire fuori dall’esercito…in questo modo non potrai attuare la tua vendetta… >

< dovrei ringraziarla? >

< non sei obbligata, puoi andare. Hai dei documenti da catalogare mi sembra… >

 

si alzò dalla sedia, sentendo i muscoli indolenziti.

Si sistemò la gonna dell’uniforme, e solo aprendo la porta mormorò un flebile “grazie”.

 

***

 

passò più o meno un anno dall’accaduto.

E in quel periodo si accorse che Mustang era entrato nell’ufficio con una strana luce negli occhi.

I suoi sottoposti avevano già cominciato a formulare alcune ipotesi.

 

< avrà trovato un’altra donna > mormorò Havoc con le lacrime agli occhi.

< sei invidioso perché non riesci a rimorchiare come lui… > infierì Breda.

< perché tu sei felicemente fidanzato, vero? >

< avrei sicuramente più probabilità di te… >

 

Ok, l’ammetto, la supposizione fu solo una…

 

< è una sfida? >

< oh insomma finitela!!! > si impose alla fine Faith.

 

Anche se i due si calmarono solo dopo essere stati sfiorati da un proiettile di Riza.

Forse era solo un richiamo all’attenzione però, perché Mustang prese a parlare:

 

< ragazzi, sono felice di mettervi al corrente della mia nomina a colonnello >

 

silenzio.

 

< inoltre, mi è giunta la notizia che dopodomani dovrò andare a Central City per una nomina ad alchimista di stato, quindi vi do la giornata libera… >

 

rimasero tutti a bocca aperta.

Succedeva molto di rado che Mustang lasciasse una giornata libera ai suoi sottoposti.

Faith fu però risparmiata da questo privilegio.

 

< Kate, voglio che tu parta oggi pomeriggio per Central City per preparare il nostro arrivo >

< sì signore >

 

il giorno stesso partì, come previsto, alla volta di Central City.

Faith fu molto contenta della cosa, con questo viaggio si ingigantivano le probabilità di incontrare il fratello.

 

Ma i giorni passati lì furono assorbiti pienamente per i preparativi:

giungeva voce che avrebbe assistito alla prova anche il comandante supremo in persona.

 

In un giorno riuscì a preparare tutti i documenti per l’eventuale entrata nell’esercito di Edward Elric, si occupò dell’alloggio e degli inviti ai militari di più alto grado, e improvvisamente il lavoro da Mustang non le sembrò poi così pesante…

 

Lo attese all’entrata del quartier generale di Central City, e si stupì quando vide che l’alchimista era un ragazzo della sua età, ma che era almeno un dito più basso di lei.

 

< Ben trovata Kate, com’è andato il lavoro qui >

 

Faith accennò un inchino.

 

< bene colonnello, la ringrazio. Se volete seguirmi, vi conduco alla sala dove avrà luogo la prova >

 

Ed la scrutò con un grosso punto interrogativo sulla testa.

Faith gli abbozzò un piccolo sorriso, mentre li fece cenno di entrare in una grande sala dove erano già riuniti quasi tutti i comandanti e militari.

 

< io sarò poco dietro il comandante supremo a prendere appunti come lui mi ha chiesto, ci ritroveremo alla fine dell’esame per tornare a Central City >

< perfetto, a dopo e mi raccomando Edward, fai una buona prova >

< e lei stia zitto >

 

le scappò un sorrisetto, che nascose prima che qualcuno lo potesse cogliere. 

 

Mustang e Riza salirono al piano superiore, mentre Faith condusse Edward alla base della sala dove si sarebbe tenuta la sua prova.

 

< tu come fai a sopportarlo? >

< cosa intendi? >

 

Faith rivolse al proprio interlocutore improvvisato un’espressione interrogativa.

 

< sì, Mustang >

< il colonnello? Bè …ormai ci ho fatto l’abitudine, fidati, dopo un po’ di tempo… >

 

Faith si girò, lasciando cadere il discorso nel vuoto, e abbandonando Edward al centro della stanza, osservato da tutte le persone riunite nella sala.

 

Ma Bradley non si fece attendere molto.

Fece la sua entrata mormorando ad alta voce:

“ se ha talento, ci sarà posto per lui nell’esercito! “

 

tutti accolsero l’individuo mettendosi sull’attenti, solo Edward rimase comodo dov’era.

Alcuni militari guardarono con diffidenza al gesto irrispettoso del giovane, il quale se ne accorse, e la guardò interrogativo.

 

Lei gli accennò un sorriso, ma Edward dovette rispondere al Fuhrer.

 

< oh…una protesi d’acciaio… >

< un ricordo della guerra civile dell’est… >

< povero ragazzo, l’hai perso a Ishbar, vero? …sigh… >

< … >

 

Il Fuhrer fece un cenno a Faith, al che si sedette su una sedia con un blocco e una penna, dopodiché dovette aspettare solo le sue fatidiche parole.

 

< che l’esame abbia inizio! >

 

Ma Edward si rivolse ad un militare al suo fianco:

 

< chi è quello? >

< è il comandante supremo King Bradley, è il massimo responsabile dell’esercito >

< uhm… >

 

chissà che stava macchinando il ragazzino…

 

< non essere nervoso, rilassati…l’hai portato l’occorrente per disegnare il cerchio? >

< a me non serve quella roba >

 

questa affermazione le fece inarcare un sopraciglio, come alla maggior parte dei presenti.

 

Congiunse le mani e le puntò a terra, estraendovi una lancia.

Faith prese a scrivere con foga.

 

Quando la lancia fu estratta completamente, venne puntata al collo del Fuhrer, per poi essere fermata ad un dito dalla giugulare.

Un centimetro in più e quel ragazzino sarebbe diventato cibo per i lombrichi …

 

In un secondo gli vennero puntate contro quattro o cinque pistole pronte a sparare

 

Ad un cenno del Comandante supremo, queste vennero posate, come la lancia, che venne appoggiata sulla spalla del proprietario.

 

< è proprio così che vengono eliminate le persone importanti, forse fareste meglio a cambiare le regole di questo esame… >

< uhm…hai ragione, ne terrò conto…  >

 

Faith dovette trattenersi per non ridere a crepapelle.

Quel ragazzo la faceva divertire, ma dovette limitarsi ad un sorrisetto.

 

Anche se l’idilliaco momento durò decisamente poco…

 

< TU, BRUTTO INSOLENTE! SEI FUORI! HAI CAPITO! FUORIIIIIIII! >

< uh…ho esagerato? >

 

fu la risposta del giovane alchimista alla sfuriata del militare, che andò a finire con le congetture del Fuhrer…

 

< non è compito tuo prendere queste decisioni >

< ah…sì >

< l’esame scritto e psicologico erano entrambi adeguati, non è così? >

< per quanto riguarda la sua abilità, l’avete visto anche con i vostri occhi…e poi, più di tutto… ha fegato da vendere… >

< … >

< quello che gli manca è solo un po’ di esperienza di vita… >

 

mormorò infine Bradley girandosi, seguito dallo sguardo interrogativo di Edward, che si moltiplicò quando seguì il bastone della lancia che cadde, tagliato, a terra.

 

< Adesso aspetta pure i risultati dell’esame…mio giovanissimo alchimista! >

 

Lo sguardo dell’ Elric si volse inquisitore verso la spada, ma l’unica cosa che riuscì a mormorare fu un debole:

 

< q…quando ha tirato fuori la spada…?! >

 

Ma Faith seguì ben poco di tutta la scena.

I suoi pensieri appartenevano totalmente al modo in cui Edward aveva eseguito la trasmutazione.

 

Qualunque cosa il ragazzo avesse fatto, lei lo doveva assolutamente scoprire.

 

***

 

< non sono tenuto a dirtelo >

< ma tu lo sai che per me è importante!! >

< sono informazioni riservate, devo avere il suo consenso per dirtelo >

< allora me la sbrigherò da sola >

 

Faith si allontanò offesa dall’ufficio del colonnello, e si diresse dove era certa di trovare alcune informazioni che le potevano servire.

 

Sgobbò per tutto il pomeriggio che le era stato concesso libero, ma non trovò niente che le potesse risultare vagamente utile.

Cercò tutti i registri dove fosse registrato il nome Edward Elric, ma trovò sempre le stesse informazioni.

 

Edward Elric

Ha perso gli arti nella battaglia di Ishbar, che sono stati sostituiti da due auto-mail.

 

Quindi Roy era riuscito a sbolognare quella storia, ma Faith sapeva, un po’ per intuito femminile, un po’ per sindrome pre-mestruale, che sotto quel velo c’era qualcos’altro.

Le tenebre sarebbero state dissolte

 

“ Su un libro c’era scritto – Le tenebre sono la parte nascosta della verità… - poi non ricordo…”

 

pensò sconsolata Faith.

Decise di cambiare tattica, così non andava.

Si gettò sui libri di alchimia, e solo quando il tramonto gettava le prime ombre della sera, trovò in un volume una frase, trovata più che altro per caso, che le sembrò atta ai suoi scopi:

 

[…]

…e solo in questo caso si possono eseguire trasmutazioni alchemiche con il solo battere delle mani, altrimenti non è possibile e questo è l’unico modo noto per non servirsi dei cerchi alchemici.

[…]

 

Faith trafugò il volume e si diresse velocemente verso il proprio alloggio, trascinandosi dietro il libro.

Si sedette alla scrivania e cominciò a leggere le pagine antecedenti la nota che l’aveva colpita.

Era molto tranquilla quando cercò la pagina che dava inizio al capitolo, e quando la trovò le venne un colpo al cuore:

 

Le trasmutazioni umane

 

sussultò.

La cosa si faceva sempre più strana, e lei dedicò anche la sera alla lettura.

Adorava le sfide.

 

le trasmutazioni umane sono i tentativi da parte degli alchimisti di riportare in vita persone care, defunte.

È un’operazione tacitamente vietata dalle autorità, poiché pericolosa e perché da questa nascono creature umanoidi chiamati “ Homunculus ”.

Tornando all’argomento principale, le trasmutazioni umane consistono nella composizioni dei corpi tramite due varianti:

carne vera e propria, o le sostanze che compongono il corpo umano.

Tramite alcuni studi si è scoperto però che, oltre a non avere la certezza della piena riuscita dell’esperimento, si deve sacrificare qualcosa, talvolta una parte del corpo, e anche mettendo in pratica questo passaggio, l’esito finale positivo non è garantito.

Tuttavia, eseguendo la trasmutazione umana, qualunque sia l’esito della prova, si ottiene l’innata capacità di eseguire trasmutazioni alchemiche con il solo battere delle mani, altrimenti non è possibile e questo è l’unico modo noto per non servirsi dei cerchi alchemici.

[…] 

 

La trasmutazione alchemica…

Poteva essere l’unica spiegazione.

Tutto quadrava perfettamente!

Gli arti “persi a Ishbar” gli erano stati tolti in seguito ad una trasmutazione umana, la quale gli aveva permesso di eseguire trasmutazioni senza cerchio alchemico…

 

Chiuse con un tonfo il libro.

Si svestì e si coricò con un solo pensiero in testa.

La trasmutazione umana.

 

Il giorno dopo, Kate Hawkin diede le dimissioni all’esercito.

 

< Faith… >

 

† † †

 

< uh? >

< scusa, ma saranno almeno cinque minuti che stai zitta a fissare il vuoto… >

< mi dispiace …stavo riordinando le idee e mi sono persa in esse… ma mi sembrava di doverti raccontare qualcosa… >

 

gli raccontò tutto, racconto che fece diventare pensieroso Ed, un po’ per lo stupore di quello che aveva scoperto e per il fatto di aver già incontrato la ragazza senza nemmeno ricordarlo.

 

< così tu saresti la sorella di Kimblee… >

< già… >

 

Faith era distrutta.

La storia della sua vita le faceva sempre quell’effetto.

Ogni volta che ricordava il passato, le difficoltà passate e la prospettiva per niente allettante di un futuro incerto, si sentiva stanca.

 

Incredibilmente stanca.

 

Dal canto suo, Ed sembrava aver colto ogni sillaba di quel complicato racconto, nonostante l’incredulità si era ormai fatta strada sul suo viso.

 

Gli occhi erano stati leggermente dilatati, la fronte era solcata da qualche ruga leggera, ma nulla di più.

 

< faccio ancora fatica a crederci… >

< è normale >

< noi abbiamo una storia molto simile >

< quasi identica direi >

< c’è solo una cosa che non mi è chiara… >

< sarebbe? >

< hai detto che è un sigillo, no? Mi piacerebbe sapere di cosa, e perché >

< immaginavo… >

< e poi, dopo le tue ricerche per ricrearti il corpo, e dopo aver compiuto la trasmutazione umana, hai detto che hai abitato per un po’ negli alloggi dell’esercito…ma perché te ne sei andata viaggiando per il mondo? >

< mi aspettavo queste domande… >

< allora? >

< bè, c’è un solo modo per scoprirlo… >

 

se fosse stato nel manga, Ed sarebbe stato circondato da decine di migliaia di punti di domanda, non sapendo cosa passasse per la testa della ragazza.

Questa si era alzata di scatto, incrociando le braccia dietro la schiena, e cominciando ad incamminarsi verso casa.

 

< cioè? >

 

Faith si voltò sorridendo.

 

< lo scoprirai solo vivendo >

 

 

 

 

ZAN ZAN!!!!!

Un altro capitolo è andato, e mi scuso per l’enorme ritardo e per l’altrettanta lunghezza del chappy!

Per questo capitolo, anzi, per la fine, credo che Hermyone, LinMustang e chissà quanti altri lettori vorranno tagliarmi la testa, ma come dice Faith, cosa successe alla stessa riguardo Betrayal lo scoprirete solo vivendo!!!

Quindi continuate a campare, e soprattutto a leggere e commentare la mia storiella!!!

 

E ora…le risposte alle vostre domande!!!

 

Hermyone: Tranqui…lo so che sono cattiva (LinMustang me lo dice sempre…), ma che ci vuoi fare…è la mia caratteristica principale! Ti basti leggere il finale del secondo capitolo della storia su Envy!!

 

Kimmalfoy: Ma come fai a lasciarmi a bocca aperta ad ogni commento?? Questo poi…da quand’è che hai maturato un odio verso Al? E comunque…non mi sembra che le frasi siano così tante…hai aggiunto solo la descrizione sprezzante di Rukawa su una tipa che si era vestita da schifo!!!

Anche se può tornarmi utile…ogni volta che francav e carotina mi rivolgeranno la parola, penserò a quella raffigurazione per rispondergli!!!

 

-Ivi-92 : Soddisfatta in parte, come tutti: ho preferito tenermi una cosa ancora per un po’.

 

LinMustang: che ci vuoi fare…i tecnici sono una razza infida!!! L’adsl me l’ha portato con due o tre giorni di ritardo, ma almeno è arrivato…e poi ora ti connetti, no?

Poi…che sono una bagascia me lo dici ogni giorno, che sono bellissime non è vero, e all’assemblea ho dormito.

 

Shine no Kami: ti ringrazio per la solidarietà. Comunque credo che lo scorso tema sia andato piuttosto bene…vabbè…sono felice che il personaggio sia risultato in qualche modo accattivante, forse farò comparire Faith da qualche altra parte…mah, chissà…

 

Orochiamarusama: mi ha fatto piacere leggere il tuo commento. Credo che le critiche siano il modo migliore per migliorare, ovviamente se sono costruttive, e la tua lo era!

Cominciamo: ti do pienamente ragione! Il primo capitolo non è venuto molto bene, e rileggendolo ora sono stata contenta di non trovare errori particolarmente gravi, e nemmeno ripetizioni, a parte quella da te menzionata.

Le imprecisioni credo siano frutto di cambiamenti improvvisi dei dialoghi e delle frasi, che le hanno rese ancora più contorte e poco leggibili, ed ho trovato anche un altro errore, che però influisce sulla storia:

“< …scusa se non te l’avevo detto, io sono alchimista di stato da cinque anni >.

< io da…tre, più o meno >”

La prima frase è pronunciata da Ed, mentre la seconda da Faith, che è poi quella errata.

Difatti ha ricevuto la carica di alchimista quando aveva circa tredici anni, quindi 4 anni prima della storia da me raccontata.

Tornando a noi, sinceramente non ho trovato ripetizioni, a parte forse quelle nelle frasi in corsivo, dove però le ho ritenute quasi essenziali.

Infine, quella del codino io non la considero un’imprecisione, né un errore, solo che all’inizio della frase avevo scritto coda, e per non ripetere il termine avevo poi scritto codino, anche se poi “coda” è stato cancellato, ho preferito tenere la sua variante.

Credo di aver finito, e spero che questo capitolo sia risultato più scorrevole dei precedenti, nonostante la sua lunghezza decisamente snervante.

Ti prego di mettermi al corrente di altre imprecisioni, e magari di chiedermi spiegazioni su parti poco chiare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sesto ***


capitolo 5

 

 

L’ho scritta pensando ad “Everithing Burns”, non so perché…ma da questa canzone mi è venuto in mente il potere di Betrayal…ammetto che fino ad ora non avevo la più pallida idea di cosa fargli fare…

Cmq…quello qua sotto è il testo, solo l’inizio, poi gli ho fatto prendere la piega che volevo.

 

Tutto brucia
Guardo dissolversi tutto

 

Bruciano le mie colpe

Bruciano le mie sofferenze

 

Finché tutto brucia

Finché rimango qui ad osservare

 

I miei sogni che comunque continuano a bruciare

Finché rimango sola

 

A contare le lacrime sul terreno

…a contare le  gocce di sangue sulla mia pelle

 

 

                           Finché tutto brucia…

…Perché tutto brucia

 

 

 

 

COME I PETALI DI CILIEGIO

Capitolo 6

 

< ha detto tutto… >

< e allora? >

< MALEDIZIONE!! >

 

Il ragazzo indirizzò un pugno al muro già cadente dell’edificio di periferia.

Al suo posto la mano lasciò un buco perfetto, una voragine che calcava precisamente i solchi delle dita.

 

< e-ehi! Che ti prende?! >

< non doveva succedere >

< ma che ti frega? Tanto non sanno della tua esistenza! >

< STIAMO PARLANDO DI EDWARD ELRIC, ENVY!!! SONO SICURO CHE HA GIA’ CAPITO CHE CI SONO!!! >

< non usare quel tono con me! Non mi intimorisci mica, sai? >

 

Betrayal lo guardò.

Envy aveva ragione, dannatamente ragione.

Era nato più velocemente del normale, e forse poteva contare ancora sull’elemento sorpresa, almeno per quanto riguarda Edward…

 

< hai ragione…forse lei non si aspetta che io torni così presto… >

 

Envy si lasciò cadere distrattamente su un copertone lì vicino.

 

< visto? Quando agirai? >

< stanotte >

< hai fretta di raggiungere la tua metà? >

 

Betrayal lanciò a Envy uno sguardo omicida, che si spense però negli occhi viola e per niente preoccupati dell’interlocutore.

 

< hai finito di guardarmi male? Tanto non mi fai nessuna paura…piuttosto, non mi chiedi niente? >

< sbuff…mi dai una mano…? >

< certo! Ho proprio voglia di divertirmi!!! >

< e io non vedo l’ora di usare il mio potere… >

 

***

 

< allora me lo vuoi dire? >

< no >

< eddaiiiiiii >

< no >

< ma perché no? >

< no >

< non è una risposta >

< ma tu non avevi più o meno 17 anni? Non è che l’autrice ha sbagliato? >

(io non sbaglio mai! Ndme) (tranne nei compiti in classeNd LinMustang) (e statte zitta! Ndme)

< quasi 18 >

< dai discorsi di adesso non sembra… >

< uff…vabbè, tanto ho capito che non me lo dirai… >

< l’hai capito finalmente! >

< spiritosa… >

 

Tornarono a casa dopo questo “brillante” dialogo che era già l’imbrunire.

Per una qualche strana ragione, Al aveva cucinato un lauto pasto, che terminò con una splendida torta di fragola, sormontata qua e là da ciuffetti di soffice e candida panna.

 

< ugh… >

< che hai Edward? >

< 1. chiamami Ed…2. io odio qualunque cosa che abbia a che fare col latte… >

< odi anche la tua faccia allora dal momento che è diventata proprio di quel colore alla vista della panna… >

< non mi prendere in giro!!! >

< eddai nii-san! Mangia almeno le fragole! >

< quelle mi piacciono, ma se hanno toccato la panna… >

< oh insomma! Nii-san! Almeno assaggiala! >

< oh, ma io la assaggerei, se solo Faith mi dicesse “quella cosa”… >

< ma che centra?! Comunque…no >

< dai! Se no non mangio la panna! >

< …e chi se ne sbatte… >

< … >

 

Al faceva scorrere veloce lo sguardo confuso da uno all’altro convivente, realizzando che lui in quella discussione non ci capiva un emerito…niente.

 

Dopo il pasto abbondante ci fu una chiamata da parte di Roy, che portò via la serata, poiché, dopo aver messo in funzione il viva voce, né Faith, né Ed e né tanto meno Roy si risparmiarono battutine e alla fine il dialogo fu di questo tipo:

 

< che vuole colonnello >

< sapere se hai raggiunto il metro e XXXXX >

< NON MI DEFINISCA COSI’ BASSO DA DOVER USARE I TRAMPOLI PER ARRIVARE ALLA MANIGLIA DELLA PORTA!!! >

< cavolo fullmetal…hai i complessi? >

< ma stia zitto Colonnello del cazzo… >

< sesese…come vuoi tu…piuttosto, come stai Darkness ? >

< bene, ma mi dica colonnello, lei ci chiama col nome da alchimisti perché non si ricorda quelli veri? >

< certo che no…solo che Edward elric come nome fa schifo, e Faith mi suona male… >

< NON OFFENDA IL MIO NOME!!! >

< e poi…non ti sembra che “Darkness” suoni terribilmente sensuale detto dalle mie labbra? >

< no, per niente >

< … >

 

- colonnello! Sfugge di nuovo al lavoro???

- no tenente Hawkeye, controllavo che la linea dell’esercito funzionasse a dovere

- non so perché faccio fatica a crederle signore

- ancora cinque minuti

- gliene concedo tre, signore.

- ok tenente.

 

< ha ancora rifiutato di uscire con lei colonnello? >

< purtroppo non riesco a trascinarla ad un ristorante nemmeno col ricatto… >

< mi vuole per caso dire che il suo “fascino” ha fatto un buco nell’acqua…? >

< non mi sembra che tu sia in posizione tale da fare commenti fullmetal… >

< almeno io non faccio il don Giovanni come lei… >

< tsk…uomini >

< prego? > esclamarono all’unisono Ed e Roy

< sempre a farvi belli elencando le vostre ex-fidanzate… >

< parla per lui… >

< già, il piccolo fullmetal non ha mai avuto la ragazza!!! >

< mentre lei non riesce a portarla fuori, la ragazza >

< ma quale ragazza!!! Riza è una vera donna!! >

< e io cosa sarei allora?! >

< una ragazzina! >

< ma sentilo!!!!!! >

 

- colonnello, è l’ultima volta che glielo dico! Se non mette giù quel telefono la faccio azzannare da Hayate!

- ok tenente

 

< bè…fullmetal, Darkness…ci si sente >

< spero proprio di no >

< arrivederci Colonnello >

 

dopo questa interessante discussione, Ed, Al e Faith si coricarono, cercando di prendere sonno, il quale arrivò in un istante.

 

***

 

Fuoco.

 

Nei suoi sogni questo elemento dominava su tutto.

Potesse essere il sogno più bello, tranquillo e felice, ma lei non faceva in tempo ad assaporarlo che una lingua di fuoco lo riduceva a cenere.

 

E in quel momento sentiva caldo, troppo caldo.

A volte quel caldo le dava la sensazione del sudore tra le bende e la pelle sottostante, ma quella notte il sigillo era coperto solo dai capelli corvini della ragazza.

Ma di solito apriva l’occhio e realizzava che nella stanza dove dormiva c’era solo buio, quindi girava la testa quanto bastava per guardare la notte fuori dalla finestra, godendosi la notte sulla città.

 

Quella volta non fu così.

 

Appena aprì l’occhio, un calore insopportabile le ferì la retina, e questo la costrinse a richiuderlo.

Dopo qualche istante lo riaprì, riparandosi la vista con le mani.

 

Qualcosa aveva preso fuoco vicino alla parete interna, e si stava propagando velocemente verso la porta.

 

Troppo velocemente.

 

Maledizione.

Avrebbe dovuto aspettarselo.

Non poteva nemmeno sperare che ci avrebbe messo così tanto tempo.

Ma ora era troppo tardi.

E a confermare questa sentenza fu la figura che emerse (letteralmente) dalle fiamme.

 

Era un ragazzo coi capelli neri, corti.

Gli occhi erano rosso purpureo, la pelle nivea era coperta da una maglia smanicata nera, mentre la gambe erano fasciate da un paio di pantaloni, anch’essi neri, sulle braccia figuravano dei polsini scuri.

 

< e così ci troviamo di nuovo Faith >

< …Betrayal… >

< in persona! E non pensare di chiamare i tuoi amichetti…di là c’è un mio amico che li sta facendo compagnia…così non si annoieranno troppo… >

< ma quanto sei gentile… >

 

fece toccare le sue due mani, puntandole con decisione al terreno, dal quale nacquero almeno cinque spuntoni che parevano fatti di cemento, che però colpirono solo fuoco, esattamente nel punto dov’era il ragazzo.

 

< sei lenta… >

 

fu il fuoco a parlare.

 

< dunque è questo il tuo potere… >

< poche chiacchiere >

 

due lingue di fuoco si divisero dalle fiamme davanti alla porta, andando ad annerire due punti della parete ai lati della testa di Faith.

Questa portò istintivamente le braccia davanti al viso, in protezione.

 

< tsk…se credi di fermarmi così… >

 

stavolta, dopo aver fatto sfiorare le mani, se le puntò al petto, e allora si sciolse.

 

Sìsì, avete letto bene, si sciolse.

Diventò come petrolio, una sostanza densa e nera, che si riversò sul pavimento, raggiungendo le lingue di fuoco.

 

< maledizione >

bofonchiò il ragazzo, che ora si guardava intorno allarmato.

< dove sarà finita ora…bastarda >

 

dal pavimento emerse una sagoma nera che somigliava vagamente ad una ragazza, con una specie di spada al posto del braccio destro, il quale lo passò da parte a parte.

 

< dì la verità…credevi davvero di fermarmi? > ( Ryota mitico)

< ci speravo… >

< sfortunatamente per te…ho condotto molti studi sull’ombra…e ora sono capace di prenderne la consistenza…>

< sfortunatamente per te…io so come metterti a tacere >

 

con un movimento fulmineo, si strappò un pezzo di stoffa che gli copriva il lato destro del viso, 

costringendo per le spalle Faith a guardarlo in faccia.

 

***

 

Caldo, sentiva troppo caldo perché fosse naturale.

 

Erano a maggio, non ad agosto.

 

Non senza fatica, si mise a sedere sul letto, i capelli biondi che gli si erano fastidiosamente appiccicati al collo per colpa del sudore.

 

Con gli occhi ancora socchiusi, riuscì ad intravedere una linea rossa che fendeva lo spiraglio della porta.

 

Le fessure dorate si spalancarono, il corpo del 18 si buttò giù dal letto, ogni frammento di sonno svanito.

 

Corse verso la porta

Movimento che fu impedito da una voce proveniente dalla finestra.

 

< Oh! Ma ciao Chiby-san!!! >

 

L’homunculus stava comodamente seduto sul davanzale; le gambe leggermente divaricate e le braccia appoggiate su di esse, il solito sorriso strafottente figurava sulle labbra.

 

< Envy?! Ma che cazzo ci fai qui? >

< passavo di qui e il mio amico ha deciso di fare una capatina da sua sorella…così eccomi qui… >

< il tuo amico?! E chi sarebbe?! >

< non credo che tu lo conosca…si chiama Betrayal…è nato in modo un po’ bizzarro…ma è simpatico…se vuoi te lo faccio conoscere… >

< non ne vedo il motivo…e comunque…se vuoi uccidermi, mi dispiace…ma la mia casa stà andando a fuoco…quindi >

< ma dai…sul serio non ti piacerebbe conoscerlo? Tanto è di là, dalla tua amichetta… >

 

Il tentativo di fuga di Ed fu bloccato da queste parole.

Non ci mise molto a fare 2+2…specialmente riguardo un argomento sul quale aveva fatto diverse ipotesi e ragionamenti.

 

< bè…che c’è Chiby-san? Preoccupato per qualcosa? >

< Envy… ma che vuoi da me…? >

< tenerti occupato per esempio >

 

Envy saltò giù dal davanzale, portandosi davanti ad Ed.

 

< quindi, tu rimarrai qui… >

< ma neanche per sogno… >

< eddai…è un favore per un amico… >

< non mi interessa >

 

Ed si diresse velocemente alla porta, spalancandola.

 

Una lingua di fuoco lo accolse nel pianerottolo, e ancora fermo sullo stipite della porta, urlò a squarciagola il nome del fratello, che rispose dal piano inferiore.

 

< AL! STAI BENE? >

< Sì fratellone! Sto prendendo l’acqua per spegnere l’incendio!!! >

< DOV’E’ FAITH!! >

< è ancora di sopra! Il fuoco è proprio davanti alla porta!!! >

< OK!  CHIEDI AIUTO! IO CERCO DI TIRARLA FUORI! >

 

Ed cercò di uscire dalla stanza, ma qualcosa lo afferrò per il colletto, scaraventandolo sulla parete.

 

< ti ho detto che resterai qua, con me >

< no >

< tsk…credi di poterti ribellare? Non mi sembra che tu abbia il coltello dalla parte del manico… >

< LASCIAMI ANDARE >

< perché dovrei? >

< perché…devo…salvarla… >

 

disse queste parole con un filo di voce, come se fossero la cosa di cui si vergognasse di più al mondo.

 

< dimmi…chiby-san… >

 

la voce di Envy si era fatta più calma, ma la stretta attorno al colletto del pigiama non aveva ceduto.

 

< …quanto tieni a quella ragazza…? >

 

Si guardarono negli occhi.

Lo sguardo di Envy non era né divertito, né triste, era semplicemente serio.

L’espressione dell’homunculus era così penetrante che Ed dovette abbassare lo sguardo alla sua sentenza…

 

< …tanto… >

< tanto quanto… >

< MOLTO, OK?! MA TU CHE VUOI SAPERNE!! Sei solo un homunculus… >

 

Envy lo lasciò andare.

La presa dapprima ferrea dell’homunculus aveva lasciato che il ragazzo cadde sul pavimento, confuso.

 

< Envy…perché…? >

< vai da lei… >

< eh ? >

< vai a prenderla… >

 

Ed non se lo fece dire due volte.

Si alzò e corse verso la porta, così velocemente che non sentì le ultime frasi che disse l’homunculus prima di saltare dalla finestra:

 

< fai quello che io non sono riuscito a fare… >

 

 

 

 

Ola!

Ma sono solo io che credo che l’odio per il latte da parte di Ed è oltre l’incredibile?!

La parte delle fragole è venuta per caso, dopo aver mangiato un intera scodella di panna  fragole…e questo ha influito sul capitolo…

Come vedete, Envy e Betrayal tornano alla ribalta! Per la gioia delle fan dell’homunculus!

Sono stata molto indecisa per il potere di Betrayal, fin dall’inizio.

Però il fatto che ogni homunculus avesse un potere che non aveva niente a che fare con quello dell’altro mi ha reso tutto più facile.

 

Alla fine, è venuta fuori la capacità di diventare fuoco, un po’ come Sloth dell’anime, solo che lei era acqua.

 

A proposito!!!

Oggi è mercoledì, e ieri sera è morta sloth!!!

Ahahahahahahahahah!!! Una troia di meno!! Quanto non mi stava antipatica!

Invece mi è dispiaciuto per Lust:

nel manga non mi ha dato tutto questo dispiacere, perché ha tentato di uccidere Havocuccio e Roy-chan…ma nell’anime cominciava a starmi simpatica…

ho passato tutta la puntata a dire ad Al che era un inutile e che era colpa sua se era morta Lust, e a Wrath che era pulcioso e con crisi esistenziali…

 

Cmq…tornando a noi…

Betrayal significa “Tradimento”…giusto per far capire che nn è un nome preso a caso, ma che qualcosa di sensato pure io riesco a scriverlo… il nome è in relazione a quello di Faith, che significa “Fede”, che io ho inteso come “fiducia”, anche se non era il significato letterale, e il contrario perfetto sarebbe stato “Falsità” o “menzogna”, ma la traduzione era o “falsity” o “Lie”…e come nomi lasciavano parecchio a desiderare, quindi ho optato per “Betrayal”, che come ho già detto significa “Tradimento”, che era pure maschile!!!

 

Ok basta và.

 

 

AVVISO IMPORTANTE:

 

La connessione fa le bizze, ho il modem ADSL, ma sembra che il problema sia del computer…quindi può darsi che mi portino via Ed ( è il nome del mio PC, per la cronaca, il lettore Mp3 si chiama Roy ), quindi, o aggiorno a casa di una mia amica o rompendo a mia sorella, o proprio non so…

 

Preghiamo il Dio Roy e il Dio Ed che non accada…dal momento che stamattina le mie preghiere mi hanno evitato il test di mate…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo Settimo ***


capitolo 5

Dovrei andarmene.

Ho giocato ad avere una vita come ogni altra.

Ora posso andare.

Devo andare,

Non posso più rimanere

Non devo più rimanere

Lo sai che devo andarmene.

Anche a me dispiace

Anche a me piacerebbe rimanere.

Ma non sarebbe giusto.

Spero di rivederti un giorno

Spero che non ti dimenticherai di me.

Ci vediamo Ed, lo spero.

Se non qui, in un’altra vita.

COME I PETALI DI CILIEGIO

Capitolo 7

Ed, uscito dalla stanza, realizzò che c’era qualcosa che non andava.

1. Envy.

Che cavolo gli era preso?

Non era da lui!!! Gli aveva lasciato via libera senza nemmeno dargli uno schiaffetto…non che a Edo dispiacesse…però era strano! Forse c’era qualcosa sotto…

2. il fuoco.

Stranamente non era fuoriuscito dalla stanza…

GHIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

Edo corse nello sgabuzzino che affiancava la stanza di Faith, e battendo le mani, creò un buco che dava sulla stanza.

Senza esitazioni, si gettò nella stanza, dove vide una figura emergere tra le fiamme.

Era un ragazzo coi capelli neri, corti.

Questo lo guardò con due occhi cremisi, dello stesso colore del tatuaggio a forma di uruboro sull’anca destra.

Era vestito con una maglia nera senza maniche e dei pantaloni lunghi del medesimo colore

Ai sui piedi, una figura accasciata.

I fini capelli neri sparsi a casaccio sul pavimento annerito dalle fiamme.

Gli occhi di Ed si spalancarono, e i muscoli si tesero sotto la pelle.

Fulminò con lo sguardo l’homunculus, che gli rivolse a sua volta uno sguardo interessato.

Sorrise malignamente.

B: < tu conosci questa ragazza? >

E: < che le hai fatto…? >

B: < era una domanda retorica, vero? >

Dannazione quanto quell’atteggiamento strafottente ricordava Envy, Ed ne fu disgustato.

Faith fu scossa da un gemito, dopo il quale si tirò faticosamente su, facendo perno su un braccio, portandosi la mano libera alla tempia.

F: < ma che cazz…TU! >

B: < io sono sempre rimasto qui, sorellina… >

E: < conosci questo homunculus? >

F: (rialzandosi)< un tempo l’avrei chiamato fratello >

E: < e che ci fa qui? >

B: < rivoglio il mio corpo!! >

Ed mise una mano sulla spalla di Faith, in segno di solidarietà.

E: < ti capisco…per quasi un anno un moccioso mi ha rincorso pretendendo di avere il mio corpo…senza contare Envy che mi invidia in ogni cosa, pensa che credo sia invidioso anche del fatto che mi mancano un braccio e una gamba… >

B: < a proposito…dove diamine è andato a finire quell’idiota di Envy?! Avrebbe dovuto tenere buono il piccoletto… >

E: < CHI E’ CHE HAI DEFINITO COSI’ BASSO DA ESSERE CONSIDERATO IL FIGLIO PERDUTO DI POLLICINA??????? >

B: < oltre che di statura hai anche problemi d’udito? Io non ho mai detto niente del genere!! >

E: (trasmutando il braccio) < ora ti faccio vedere ioooooooo!!!! >

B: < umpf…non ci voleva proprio…tutta colpa di Envy…tieniti pronta Faith, non manca molto al momento in cui tornerai di là !! >

Faith rimase ferma a cercare di capire queste parole, ma Betrayal tornò completamente fuoco, propagandandosi velocemente per la stanza.

Ed capì il suo intento, prese per un braccio Faith e la trascinò con sé verso la finestra, dalla quale si buttò, giusto un attimo prima che l’homunculus potesse raggiungere la lampada ad olio, al che…

BOOM

***

Faith si trovò frastornata sull’albero fuori dalla finestra, appesa ad un ramo e con la schiena dolorante, a rivolgere il proprio sguardo alle fiamme che divoravano quel che rimaneva della casa.

Sul ramo sottostante, Edo guardava con occhi vuoti la medesima scena, per poi rivolgerle poche e scarne parole:

< ora possiamo scendere >

eseguì silenziosa l’ordine, senza lamentarsi del dolore acuto alle ossa.

Ad attenderli alla base del tronco c’era Al, circondato da qualche persona accorsa per dare una mano, ma era ormai inutile in modo evidente.

Ed rivolse qualche triste sguardo verso quella che era stata la sua casa:

La luna illuminava la scena, sulla quale non rimaneva che qualche muro pericolante a ricorda l’abitazione, completamente divorata dalle fiamme.

I vicini accorsi li fecero sedere sul muretto che circondava le macerie.

Faith guardava in basso evitando gli sguardi dei ragazzi, sentendosi si in imbarazzo, ma soprattutto in colpa, come era prevedibile.

E: < non sentirti in colpa per questo… >

F: < non dovrei? >

E: < diciamo che non è il caso… >

F: < a me sembra tutt’altro… >

E: < sembra quasi presuntuoso quello che dici… >

F: < in che senso? >

E: < mi sembra presunzione la tua voglia di addossarti ogni colpa… >

La ragazza lo guardò sorpresa.

Come faceva ad essere così tranquillo?

Come faceva a nascondere così bene le proprie emozioni?

A: < Nii-san! Faith! Ho chiamato il generale! Tra poco verrà a prenderci! >

E: < e perché l’hai chiamato??? Io non lo voglio!!! >

A: < Nii-san! Non fare il bambino, e poi ha già fatto preparare tre stanze ai dormitori dell’esercito!>

E: < uff…e va bene…d’altronde… non mi sembra di avere molte alternative… >

In pochi minuti arrivò una macchina nera guidata da Havoc, che si sporse appena dal finestrino per chiamare i fratelli Elric e Faith.

H: < forza, vi porto all’Head Quarter. Vi hanno già preparato delle stanze >

E: < sì…vieni Al >

La sua voce sembrava vuota, priva di ogni emozione.

Questo tono fece stringere il cuore di Faith.

Senza tante storie, salirono sulla vettura, Faith davanti, mentre i due fratelli si sistemarono sui sedili posteriori.

Havoc cominciò a percorrere la strada in silenzio.

Le strade erano deserte, cosa naturale.

Ogni centimetro di cemento sembrava ricoperto di un fitto strato di stanchezza, e persino gli alberi sembravano addormentati, non muovendo nemmeno una foglia al vento notturno.

Ma a Faith, quel panorama sembrava più che altro triste, di una malinconia quasi appiccicosa.

Nemmeno la luna sembrava confortare la ragazza, poiché il suo latteo candore era celato da scure e antipatiche nuvole.

In quell’apatia distaccata, arrivarono ai dormitori dell’esercito, dove erano state preparate delle stanze per loro.

H: < ragazzi, vi hanno preparato delle stanze, sono le tre in fondo al corridoio. Ci troverete anche dei vestiti, due divise e un paio di abiti da civili, dal momento che i vostri sono bruc… >

E: < grazie sotto-tenente, noi andremmo a dormire >

A: < vengo anch’io, nii-san >

H: < ‘notte >

I due ragazzi si inoltrarono nel buio corridoio, scomparendo presto alla vista degli altri due.

H: < e tu? Non vai a dormire? >

F: < non ne ho affatto voglia…è già l’alba, non ne vale la pena… >

H: < che ne dici di un caffè alla mensa? Dovrebbe essere già aperta… >

F: < va bene… >

Havoc la squadrò da capo a piedi:

indossava il solito vestito bianco lungo fino alle caviglie, che di solito usava come camicia da notte.

H: < non ti cambi? >

F: < no, ora ho solo voglia di un caffè >

Entrarono in mensa, che era effettivamente aperta, ma decisamente deserta.

C’erano solo un paio di militari che avevano il turno di guardia da qualche parte, di primissima mattina.

C’era a malapena un cuoco, che preparò in pochi minuti un caffè bollente a Faith.

Havoc porse la tazza di caffè alla ragazza, togliendosi con la mano libera la sigaretta dalle labbra, per tenerla tra due dita, liberando una nuvoletta che si riversò dalla bocca nell’aria.

Si sedettero l’uno di fronte all’altra ad un tavolo appartato della mensa.

Faith guardò sospettosa la tazza gialla, mentre Havoc la fissava con gli occhi cerulei.

H: < che ne dici di raccontarmi cosa è successo stanotte? >

F: < mi hanno trovata >

Havoc sussultò appena, stringendo leggermente gli occhi.

H: < cosa pensi di fare, ora? >

F: < me ne vado >

Il militare si portò nuovamente il mozzicone alla bocca, facendola pendere da un lato delle labbra, trattenendola solo con i denti.

H: < di nuovo…? >

F: < e cosa dovrei fare, secondo te? >

Faith fece girare velocemente il dito sul bordo della tazza, esitando ancora a bere il liquido scuro che ci ondeggiava leggermente dentro, che sembrava tutto fuorché commestibile.

H: < smettere di scappare, per esempio >

L’alchimista staccò il dito dal piccolo recipiente, alzando la testa sorpresa, per poi abbassarla lentamente.

F: < no, ho già coinvolto troppe persone >

H: < che sono le stesse che soffrirebbero se tu te ne andassi >

Faith avvolse le dita intorno al manico della tazza, mandando giù di malavoglia un sorso di pseudo-caffè, pentendosene subito.

Le fu immediatamente chiaro il perché Mustang si facesse portare il pranzo da fuori.

F: < sarà…ma ti assicuro che è meglio così >

H: < questa situazione fa troppo soap opera! Si vede lontano un miglio che non vuoi andartene! >

F: < spesso il volere non coincide col dovere >

H: < ooooooooooooooh…ma smettila!! >

Havoc si tolse nuovamente la sigaretta dalla bocca, ormai ridotta ad un mozzicone, rigirandosela tra le dita.

H: < se te ne vai ora, non risolverai proprio NIENTE!anzi!! >

Il militare dagli occhi celesti si riportò l’avanzo di sigaretta alla bocca, per prenderne un’altra rapida boccata.

H: < mettiamo che tu te ne vada: che cosa otterresti? Fai soffrire chi ti vuole bene, e soffri pure tu! Inoltre, a che ti serve realmente scappare? Ti troveranno, lo sai benissimo, e allora sarai sola! E quel che è peggio, nessuno saprà cosa ti è successo, e lo verremo a sapere magari da qualche giornale di provincia! >

Faith distolse lo sguardo confusa; davvero non si aspettava una sfuriata del genere dall’amico.

Le sue mani si strinsero attorno alla stoviglia ancora colma del liquido, ormai tiepido.

Havoc sembrò svegliarsi improvvisamente, chiudendo appena gli occhi turchini.

H: < Faith, non volevo essere così duro, ma solo dirti che… >

F: < Hai pienamente ragione >

L’alchimista ingoiò il liquido scuro in un sorso, maledicendosi per quell’azione ancora prima di averla compiuta del tutto.

F: < non posso continuare a sperare di poter risolvere un problema semplicemente evitandolo, e ti ringrazio per avermelo fatto capire >

H: < ora, non volevo di certo dirti di gettarti nell’azione senza criterio… >

F: < lo so, e prima devo sistemare delle cose qui…lo sai che potrei anche … >

H: < non pensare subito alla peggiore delle ipotesi… >

F: < è bene considerare OGNI possibilità >

H: < senza esagerare però >

Faith si alzò con un sorriso quasi divertito.

F: < ciao Jean! Ci si vede! >

Darkness, uscì dalla mensa con passo deciso, facendo rimbombare i tacchi.

Doveva sistemare tutto quel giorno.

Mancava davvero poco.

Solo l’adrenalina che le saliva in corpo le dava la forza per affrontare quella che probabilmente sarebbe stata la sua ultima giornata.

***

B: < PORCA PUTTANA ENVY!!! CHE CAZZO HAI FATTO!!?? >

E: < niente che ti riguardi >

B: < mi riguarda eccome!! Hai mandato all’aria il nostro piano!! Ma si può sapere che ti è preso?! >

Envy lo squadrò dalla sua posizione.

Era spaparanzato su un vecchio divano dalle molle fuoriuscite e arrugginite.

E: < no . Non sono fatti che ti interessano >

B: < e invece sì! Dio, hai rovinato tutto! >

Envy si alzò di scatto, afferrando con forza la maglia dell’altro ragazzo, attirandoselo addosso.

E: < quello. Che mi accade. Nella mia vita privata. Non. Ti. Deve . interessare. >

B: < eppure sei tu che hai insistito per il nostro accordo: io recuperavo il mio corpo, e tu inducevi fullmetal a… >

E: < è che il suo attaccamento a quella ragazza non era previsto… >

Envy rilasciò la presa, e Betrayal si lasciò cadere su un copertone alle sue spalle.

B: < era previstissimo invece! E lo sai! Non faccio a meno di interrogarmi sul tuo passato… >

E: < allora continua a farlo, perché da me non avrai proprio niente!!?? >

B: < comunque, lo sai che era previsto che l’Elric si attaccasse in modo particolare a tua sorella, così magari la sua morte lo avrebbe indotto a fare un’altra trasmutazione umana… >

E: < che magari avrebbe dato vita ad un altro homunculus…però devi contare una cosa…ricorda che il piccoletto ha già fatto una trasmutazione riuscita, col fratellino… >

B: < dirmelo prima no, eh? Vabbè…magari non è detto che ci riesca di nuovo… >

E: < secondo me ci potrebbe riuscire di nuovo… >

Betrayal guardò l’invidia in modo strano, quasi con rabbia.

B: < dì un po’, ma da che parte stai??? >

E: < dalla nostra, ovvio… >

B: < ad ascoltarti non sembrerebbe!! >

E: < puoi pensare quello che vuoi, non mi interessa >

B: < uuuuuuhm…e se tu avessi lasciato passare il piccolo fullmetal? >

E: < …… non dire assurdità… >

B: < uhm…non stai mica diventando buono, vero? >

Envy si agitò la mano di fronte alla faccia, in segno di diniego.

E: < ma figurati…io e la bontà siamo due mondi completamente opposti… >

B: < se lo dici tu… >

Betrayal accavallò le gambe, incrociando le braccia dietro la testa, cominciando a dormire.

Envy rivolse uno sguardo nostalgico verso il cielo chiaro dell’alba.

“ non sto diventando buono…solo incredibilmente nostalgico… ”

Note dell’autrice: pensieri sparsi

29 / 05 / 07

Ciao!!!

Allora, con lo scorso capitolo mi sono presa un po’ in fallo, ma spero di essermi riscossa con questo capitolo.

Dopo aver letto questo capitolo, mia sorella mi ha dato della piromane, mentre il mio dolce, caro, stupido nii-san mi ha consigliato di intraprendere una brillante carriera da demolitrice…

E poi dicono a me…

Comunque, piccole precisazioni:

1- Un paio di volte ho scritto “Edo”, non è un errore, solo che ho visto sia il film che l’ultima puntata in jappo, e il fascino del diminutivo orientale di Ed mi ha catturato…

2- come avrete di sicuro notato, la mia storia si basa su concetti dell’anime, ma vi sarete anche chiesti (almeno credo) : < ‘azzo ci fanno Ed e Al lì? (mi riferisco alla fine del film) >

( mio finale personale, per risolvere la faccenda : piccolo SPOILER, che di piccolo ha sol il nome)

semplice, hanno deciso di tornare a casuccia, di conseguenza, non hanno chiuso bene il portale che…

Vabbè, non usciamo dal contesto:

in quest ’ultima settimana, quella che è partita dall’ultima (sigh) puntatuccia di FMA, mi sono ridotta ad uno straccio.

Risultato: mi sono downloddata tutte le puntate più il film (in jappo con i sott. ), e ho cominciato a scrivere a mitraglia questo capitolo, perché sapevo come finire la storia.

(e sì che non dovevo uscire dal contesto… )

31 / 05 / 07:

Finito chappy!!! Non credo che pubblicherò prima di 2 settimane (cm al solito), perché il 10 giugno parto e me ne vò per una settimana. Ciao ciao!!!

Dopo la fine di FMA mi ha fatto proprio bene riprendere in mano i miei pg!! ^^

MaTeRiAlGiRl91: Intanto nell’ultimo tema ho scritto un capolavoro…il 7 non me lo toglie nessuno!!! (mimma a parte)

shiratori_chan: Bè…grazie, ma rispondiamo ai punti:

1 - in effetti è abbastanza pignolo questo ragionamento…non so come rispondere.

2 – sì, ricordo quella puntata, c’è anche nel manga!! Tuttavia, lì Ed elogia sì quella zuppa, la quale contiene effettivamente latte, ma appunto perché non se ne sente il sapore! ^^

anche se in molte storie vedo scritto che a Ed piace la crema…forse mi sono persa un pezzo in cui diceva che gli piaceva…Sorry.

3 – Acc…quando me ne sono accorta l’avevo già pubblicata, quindi speravo che nessuno ci facesse caso, hai perfettamente ragione, ne approfitto per scusarmi con tutti per questo terribile errore.

Selly: Bè…grazie dei complimenti…dello scorso capitolo non ero sicura nemmeno io, ma sono contenta che sia piaciuto! ^^ per Envy, non è diventato buono, solo nostalgico:

metto il link per ogni spiegazione a riguardo: Sono un homunculus...e allora?

Akemichan: Davvero? Devo dire che ho scritto d’istinto, non avevo fatto caso a questo aspetto del racconto! WOW!!! Grazie per i complimenti e continua a leggere, così poi mi dici! ^^

Per i dialoghi, ho cominciato già da questo capitolo col tuo consiglio delle iniziali, avevi pienamente ragione, e cercherò e ho cercato di curare di più le parti che mi hai consigliato! Bye!!

giuli-chan^^: ola!!! Comunque…il mio pc ha finito di fare i capricci!! Quella testa di gluttony (ma che offesa è????) di mio fratello aveva disattivato la periferica del modem…ma ora tt a posto!!!

Come ho già detto a Selly, Envy è semplicemente attaccato ai ricordi, ovvero quelli contenuti in

Sono un homunculus...e allora? la mia seconda storia su questo sito, di cui vado piuttosto orgogliosa…Tao!!^^

DarkRose86: Grazie O///O…sono felice che Faith ti sia piaciuta, e per il fatto che sia sorella di Kimblee devo ringraziare mia sorella, Kimmalfoy…lei me l’ha suggerito (io volevo farla sorella di Roy, ma dopo non sapevo che storia farci dietro)!! ^^

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Capitolo 8
*** Capitolo Ottavo ***


capitolo 5

Fin dove l’aria diventa pura

Fin dove il sole rischiara ogni cosa

Fin dove i ricordi si perdono nelle onde del tempo

Fin dove la memoria viene sostituita da nuove immagini e colori

Fin dove tutto cambia, rimanendo uguale

Fino al di là di quella porta

Fino al confine

Fino alla differenza

Fino alla nostra divisione…

Fino ad allora, ti prometto, ti giuro…

Ti giuro che ti amerò con tutto il cuore.

Ti giuro che…il tuo ricordo non verrà perso.

Te lo giuro, Faith

COME I PETALI DI CILIEGIO

Capitolo 8

Faith camminò decisa verso l’ufficio del generale.

La divisa che aveva trovato in camera le stava a pennello, e aveva deciso di indossarla per andare da Mustang.

Sapeva che l’avrebbe presa per pazza, quindi doveva apparire il più seria possibile.

Almeno esteriormente.

Fuori dalla porta si fermò.

Si portò una mano al mento, preparandosi mentalmente un discorso che potesse convincere Roy Mustang, accorgendosi troppo tardi che non esisteva.

Sussurrò, più che altro per convincere sé stessa, le solite paroline magiche: “o la và, o la spacca”

Chiuse la mano a pugno, preparandosi a bussare, rischiando però di picchiettare le nocche sulla bella testolina del nostro generale.

R: < Darkness?! Che ci fai qui? >

F: < Ah-ehm…dovevo parlarti >

R: < io dovrei andare…mi parlerai in macchina, se a te va bene… >

F: < oh, perfetto >

Havoc si sporse da dietro la spalla del generale, guardando con intesa la ragazza, la quale si sentì incoraggiata da questo gesto tutt ’ al più naturale, e pronta ad intraprendere una lunga conversazione col generale.

Nella macchina nera, un luogo che in quel momento come non mai, a Faith sembrò una prigione stretta e asfissiante; o peggio, senza possibilità di scampo.

Cominciò ad evocare con foga la calma, che arrivò inaspettatamente solo dopo la prima frase di Mustang:

M: < allora, di cosa dovevi parlarmi? >

Stupendosi da sola, sentì i muscoli, prima tesi, rilassarsi sotto la pelle, mentre i nervi diventavano quieti, permettendole di pensare meglio.

Tuttavia, tra i vari giri di parole che aveva costruito mentalmente, scelse il più semplice e convincente.

F: < Roy, ho fatto una scelta >

Il Flame Alchemist fu il primo a stupirsi nel sentirsi chiamare per nome da un suo sottoposto, ma Faith non si lasciò fermare dallo sguardo confuso del suo superiore.

M: < sarebbe? >

F: < io…io ho deciso di finire di scappare >

Havoc e Riza si girarono di un poco, mostrando il loro interessamento quanto bastava per mostrare la loro sorpresa.

M: < non capisco cosa intendi… >

F: < stasera vado, ormai ho deciso >

M: < Havoc, accosta >

A queste parole, Havoc sterzò verso un prato incolto della periferia che stavano attraversando, fermandosi.

Roy continuava a non guardarla in viso.

M: < Faith…è un suicidio… >

F: < e allora cosa dovrei fare? Se me ne andassi di nuovo mi troverebbero, non trovi? >

Faith lanciò un nuovo sguardo al sotto-tenente.

M: < mh…sei stata troppo influenzata da Fullmetal…l’hai già avvertito? >

F: < …nì… >

M: < nì?! Che razza di risposta è?! >

F: < gliel’ho lasciato intendere!!! >

M: < …non gli hai detto niente… >

F: < …già… >

Roy si passò una mano sulla fronte.

M: < bè…lo so che non dovrei dirlo, perché ti sto praticamente mandando a morire, ma fai quello che credi giusto… >

Faith uscì dalla macchina, accennando un inchino dopo essere uscita, e corse nella direzione che le sembrava fosse quella che conducesse alla via principale, sotto due occhi viola come le ametiste più belle…

E: < mi dispiace Betrayal…ma non posso proprio farlo…le assomiglia troppo… >

***

Edward guardava gli operai ricostruire pian piano la sua casa.

Ufficialmente, la sua casa era esplosa per una perdita di gas, e l’esercito aveva fornito subito dei fondi e degli operai per la ricostruzione dell’edificio.

Erano stati molto veloci.

In una giornata erano a più di metà del piano terra, e a occhio e croce non ci avrebbero messo più di altri due giorni per ricostruirla completamente.

Edward li fissava sistemare un mattone sopra l’altro, ricostruire il posto che tra poco sarebbe stato nuovamente abitato da loro.

Ed fu sorpreso da una mano che picchiettava gentile la sua spalla destra; non riuscì a trattenere un sussulto.

A: < tranquillo Ed, sono io >

E: < pfui…scusa Al >

A: < sei troppo teso in questo periodo, perché non ti trovi un modo per rilassarti…ne, nii-san? >

E: < è che non sono più molto tranquillo…ora che sembra che Envy è tornato… >

A: < già…mi hai detto come è andata…ma sei sicuro del fatto che ti sembra che Envy ti abbia LASCIATO andare? >

E: < sì, ha detto esattamente queste parole: “vai da lei” e “vai a prenderla”, poi mi sembra che abbia detto anche un’altra frase…ma non sono sicuro…mi sembra vagamente di aver sentito “fai quello che io non sono riuscito a fare”… >

A: < mah…chissà qual è il passato di quell’homunculus… >

E: < e se si fosse innamorato di una ragazza che è stata uccisa? >

A: < … >

E: < … >

A+E: < MA FIGURATI!!! Te lo immagini?! Ihihih >

Un brivido inaspettato scorse per le schiene dei due fratelli, più vicini alla realtà di quanto pensassero.

Gli si avvicinò un operaio, trascinando un secchio rovinato in più parti dal cemento, contenente molti oggetti metallici.

O: < scusi, volevo avvertirla che noi finiremo i lavori domani sera, se continuiamo con questo ritmo, e che l’esercito ci ha già pagato l’anticipo da parte sua, signor Elric >

E: < bene, l’intero vi verrà pagato a lavori finiti, va bene? >

O: < perfetto, arrivederci >

E l’operaio si allontanò soddisfatto, di che cosa non si sa, ma Ed e Al rimasero nuovamente soli.

A: < perché non vai ad avvisare Faith che i lavori sono quasi terminati? Di sicuro anche lei ne sarebbe contenta… >

E: < ok, vado! >

???

Faith era distesa nel letto bianco.

Guardava il soffitto grigio, senza vederlo davvero; pensava e ripensava alla decisione che stava prendendo, a ciò che stava lasciando; per sempre.

Le mani, incrociate dietro la nuca, tormentavano con le loro lunghe dita i capelli corvini dispersi sul cuscino, in un movimento istintivo e atto a riflettere il suo spirito interno.

Martoriato da decisioni troppo grandi per lei, troppo difficili e pesanti.

Troppo.

Troppo e basta.

La sua coscienza le stava chiedendo se morire o, semplicemente, se guadagnare tempo.

Di scatto, si tirò su a sedere.

Con sguardo deciso, scese dal letto, dirigendosi alla scrivania.

Camminò verso il cassetto dello scrittoio, tirando fuori il foglio con la busta, e lo tenne tra le mani tremanti per un po’, esitante.

Lo portò sul tavolino di legno, stendendo la pagina sulla superficie liscia.

Impugnò una penna con fare incerto, portandola lentamente al termine delle righe già scritte.

Mancava solo la firma.

Voleva veramente lasciare tutto ciò?

Era davvero sicura di voler lasciare tutto ciò che le era stato offerto?

Ma soprattutto, doveva davvero lasciare lui?

La risposta fu chiara quando, uscendo vestita col solito vestito bianco lungo fino alle caviglie e i capelli sciolti, lasciò sul tavolino una busta, con scritto sopra:

Per Ed.

***

E: < Faith! Faith!? Ci seiiiiiii???? >

Edward bussò ripetutamente alla porta dell’amica, urlando il nome di questa, senza ottenere risposta.

Voleva parlarle, avvertirla della situazione della casa, ma soprattutto chiedere cosa voleva fare nella sua situazione, magari davanti ad una bella cenetta.

Senza sapere il perché, posò la mano sulla maniglia, abbassandola, scoprendo con non poca sorpresa che la porta era aperta.

Ed entrò piano nella stanza buia.

La camera era illuminata solo dalla chiara luce del sole che si apprestava al tramonto, gettando pochi e fiochi fasci di luce sul pavimento e sul piccolo tavolo circolare in mezzo alla stanza.

Su di esso c’era una busta bianca.

A questo particolare, Ed si avvicinò al ripiano, leggendo la scritta sul retro del sacchetto di carta, sul quale c’era scritto con una calligrafia elegante, “per Ed”.

Incuriosito e un po’ timoroso, Ed pensò ripetutamente, aprendo la busta, di avere un pessimo presentimento, pensiero che divenne realtà nel leggere il piccolo foglio la seguente frase:

“Non credo nel destino

Il destino esiste per i vigliacchi che non si assumono le loro responsabilità, e per i credenti.

Io non sono né l’uno né l’altro.

Quindi non ti dirò che è destino, né che è scritto che dovesse andare così.

È solo la conseguenza delle mie scelte, che non definisco sbagli, e di cui sono sicura tuttora.

L’unico sbaglio l’ho fatto all’inizio.

Io sono come un fiore di ciliegio nato dal terreno.

Ho sbagliato tutto, fin dall’inizio.

Ma ciò non significa che mi sono pentita dei miei cosiddetti “sbagli”.

Ora, ci ho riflettuto, parecchio, e se devo morire, sono contenta di farlo per un tuo desiderio.

Per te.

Non ho rimpianti.

Non abbine nemmeno tu.

Faith”

Edward rilesse più e più volte la lettera, sperando ogni volta di sbagliare a leggere, tuttavia si rese conto di non essere analfabeta.

Strinse forte il foglio di carta, riducendolo infine ad una pallina, che gettò con rabbia per terra.

Sentiva qualcosa nel petto esplodergli, mentre un sentimento di puro terrore e angoscia lo assaliva.

D’istinto, corse verso la porta, correndo verso quello che sapeva, sarebbe stato il posto dove Faith avrebbe evocato il portale.

OLA!!!

È ormai da molto tempo che ho la rete scoperta, e non so quando tornerà…ç-ç…se qualche ragazzo del forum (cm li chiamo io, “i raga del forum”) Fullmetal Alchemist Genesis, è per questo motivo che non mi sono fatta sentire, e mi mancate taaaaaanto!!

Wow, sono eccitatissima.

Manca poco alla fine, due capitoli massimo massimo, e già da quando ho scritto il terzo ho cominciato a scrivere qualche bozza su un possibile finale.

Ora sono quota 9 bozze.

A 10 stappo lo spumante.

Se arrivo a 15 c’è il Bacardi.

Se ne faccio di più, le pubblico tutte sotto “finali alternativi”

Poi c’è la mia nee-chan che (per la prima volta) mi ha detto (seriamente) che la mia storia le piace, ma soprattutto che le piace come ho combinato Envy.

Che dire, sorellina, mi piace troppo come personaggio, mi sa che scriverò una ************* dopo ********************* di *************** come ***************.

Mi manca molto Eddino, e mi sono sparata tt e 51 le puntate più il film, pensando…”cavolo, che voce “secsi” che ha il mio ammmore…”(film a parte, perché l’ho visto con i sottotitoli)

Poi, capisco che niente può non farmi rimpiangere “Hangaren”, ma che diamine, sono solo io che reputo un’AUTENTICA CAZZATA QUELLO SCHIFO DI “GARO”???!!

All’ “anime week” hanno presentato un casino di anime fantastici, e mi vanno a mettere quella “cosa”?!

Senza contare che in internet si trovano le puntate già tradotte di “D.Gray-man” (la panini mi ha interrotto anche quello…ç-ç…) e di Death-Note, e su una rivista hanno nominato l’addetto alla grafica dell’anime di “Chevalier D’Eon”, il nuovo manga gotico…

MA DITEMI…PERCHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE’!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

PERCHE’ DOBBIAMO SORBIRCI QUELLA ROBA LI’!!!

E’ UN INSULTO ALLA MEMORIA DI “FMA”!!

E non protesto neanche perché almeno non hanno ancora tolto “Nana”…se finisce anche quello e non mi mettono qualcosa i decente, io UCCIDO qualcuno, e vi assicuro, uccido quell’incapace che ha OSATO mettere quella schifezza di “Garo”!

Ecco.

Basta và.

[ mi scuso per eventuali errori, ma non ho potuto riveder il chappy – sorry ]

DarkRose86: Ma tao!!! Grazie dei complimenti, ma basta, se no mi monto la testa! ^^

Per Envy, anch’io lo adoro così (se no non lo scriverei, ovvio)… mi mancava troppo scrivere su di lui, quindi gli ho allargato la parte.

Pensavo di fare una fic comica sulle mie “4 divinità”, ma non so come metterle tt insieme…ci penserò…

Selly: Thanks anche a te! Comunque, mi sono sparata il film per almeno due volte al giorno e mi sono convinta di una cosa…Fma è eterno. Non credo che me ne dimenticherò, nemmeno dopo la fine del manga.

Voglio dire, ha rivoluzionato gli “Shonen”!!!

Al contrario di , che so, “Dragon ball” o che altro, non è fondato sui combattimenti, che tuttavia non mancano e sono comunque spettacolari, ma al contrario è basato su una storia complicata ed evoluta in maniera tale da dover essere riassunta in decine e decine di pagine.

Un mio amico ha detto che lo apprezza perché si basa anche sulla scienza, come quando uccide Sloth, dove Ed gioca sul fatto che è fatta d’acqua e la trasforma in metanolo, che evapora a temperatura ambiente.

Ora che sono uscita dall’argomento, posso dirti che personalmente mi definisco “ultra-sadica”:

nel senso, chi è quello spietato autore che complica così la vita ad una diciassettenne?

La risposta è al femminile!

Kimmalfoy: Evvai! Ti ho convertita al culto di Envy!! ^^ e comunque, io l’ho sempre detto che era gnocchissimo (a parte nella puntata dove sclerava perché non poteva uccidere Hoheneim) e poi, tu non sei diventata DI NUOVO pazza, lo sei sempre stata; solo che lo nascondevi bene!

E infine, mia cara nee-chan, quando mi parli non sembra proprio che mi adori, sai?!

Solo 3 commenti…ragazzi, se non commentate almeno in 6 io cado in depressione…ma perché vedo tipo 75 letture e 3 commenti?!

Su su, datevi da fare (poi chissà perché, in ogni storia il primo capitolo è a 10 commenti, l’ultimo a 2…non l’ho mai capita ‘sta storia…

Wow, ho quasi finito.

Cara Faith, le tue sorti si giocheranno tra un tasto e l’altro…

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Capitolo 9
*** Capitolo ULTIMO!!!! ***


capitolo 5

 

Ultimo Capitolo

 

 

 

I rami si estendono fino al cielo,

escludendo il blu cobalto alla mia vista.

 

I petali scendono

E scivolano sul mio corpo come pioggia.

 

Il candore macchiato di questi

Crea contrasto coi miei occhi neri.

 

Lo sto aspettando

 

Il vento muove dolcemente i miei capelli.

Tenebra nella luce.

 

Guardo ancora i ciliegi del viale.

 

So che sarà l’ultima volta.

 

 

COME I PETALI DI CILIEGIO

Capitolo 9

 

 

Faith fece un passo gattonando all’indietro, trattenendo con la mano sinistra l’orlo del vestito sulle ginocchia, e trascinando con la destra un gessetto.

Pian piano si formava un cerchio perfetto, con vari disegni complicati al suo interno.

Con una piccola spinta delle mani, si riportò in piedi.

Aveva le ginocchia e le gambe sporche di terra, ma non ci fece caso; invece, portò le mani sui fianchi, constatando che l’opera era finalmente compiuta.

Guardava soddisfatta il cerchio alchemico, ora in parte coperto da petali.

 

Si portò le mani al lato della testa dove c’era il fiocco che legava la benda.

Con un movimento fluido della mano fece cadere le fasciature a terra, scoprendo la metà del cerchio sul viso, che brillò in risposta al sole.

Il cielo andava schiarendo verso il tramonto, ma era ancora presto.

 

Sentì un rumore di passi provenire da dietro di lei.

 

Si girò quanto le bastava per scorgere la figura di un ragazzo biondo che le correva incontro, ansante per la corsa estenuante.

 

Appena giunse ad un paio di metri da lei, inchiodò puntando le mani sulle ginocchia, e gettando la testa in avanti per riprende fiato, ansimando visibilmente.

 

E: < Faith…che cazzo stai…combinando? >

F: < secondo te? >

 

Mettendosi di profilo, Faith allungò un braccio verso il gigantesco cerchio per terra.

 

F: < non mi sembra ci sia molto da spiegare… >

E: < ma perché qui >

F: < perché quelli di ciliegio sono i miei fiori preferiti >

E: < uh? Credevo fosse la rosa rossa… >

 

Faith scosse piano la testa, tirando una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio.

 

F: < sono quelli di ciliegio, e questo perché… >

 

Si inginocchiò lentamente, e con una mano colse un petalo rosato, per poi alzarsi di nuovo.

Strinse il petalo tra le due dita, tendendolo verso Ed.

 

F: < lo vedi? C’è una storia legata a questi bellissimi fiori…non ti sei mai reso conto del perché siano come macchiati? Di rosa, intendo… >

E: < no, non è una delle mie domande frequenti… >

F: < si dice che in origine siano bianchi, ma che si macchino di rosa in seguito all’ “assorbimento” delle colpe degli esseri umani…eppure…ogni anno, in primavera, tornano. Ci vuole una grande forza per andare avanti con dei pesi sulle spalle, no? Io e te ne sappiamo qualcosa >

 

Faith lasciò che un alito di vento le portasse via il petalo dalle mani, che volò verso Ed, passandogli affianco.

 

Stettero lì a guardarsi, Ed con rabbia, Faith con decisione.

Fu Ed, ancora trafelato per la corsa, a rompere quel fastidioso silenzio.

 

E: < sei - una - stupida  >

F: < eh? >

E: < vuoi fare tutto da sola!! Bè, non te lo permetterò >

F: < …sono affari miei, non ti immischiare >

 

Faith si girò verso il cerchio, mentre sulla fronte di Ed si fecero notare i primi segni di un’arrabbiatura.

 

E: < come sarebbe a dire on ti immischiare?! Sei un egoista! Non pensi che…! >

 

La ragazza si girò di scatto, e acciaio poté notare una lacrimuccia che si formava all’angolo dell’occhio destro.

 

F: < io sarei egoista! Ma non ti sfiora nemmeno un po’ il pensiero che ti sto tenendo fuori da questa storia proprio per proteggerti!! >

 

Ed esitò.

Era stato colto di sorpresa, e avvampò all’improvviso.

 

F: < non pensi che forse, se ti capitasse qualcosa per colpa mia, ne soffrirei ancora di più?! >

E: < io… >

F: < bè…in effetti un po’ egoista lo sono… >

 

Faith si girò nuovamente verso il cerchio

 

E: < ehi, aspetta! >

F: < un po’ mi dovresti capire…come si dice…non si può dire di aver vissuto se prima non si è provato cio che è proibito…e l’abbiamo fatto entrambi, l’importante è rimediare in seguito >

E: < smettila di dire stronzate e stammi a sentire! >

 

Ma la ragazza non si fermò, invece raggiunse il centro del cerchio.

Ed le corse dietro, portandosi ai margini del cerchio.

 

E: < fermati >

F: < eh? Ti sto tornando quello che tu stai cercando da una vita…>

 

Edward gettò uno sguardo al braccio meccanico, che strinse con rabbia.

 

E: < non con un sacrificio, non con il tuo sacrificio maledizione, IO NON VOGLIO UN CORPO COSI’! >

F: < però hai rischiato comunque la vita per quattro anni per quel braccio e per quella gamba, e per il corpo di Al, ed entrambi eravate coscienti che questa missione avrebbe portato delle vittime… >

 

Edward si sentì disarmato, quella maledetta ragazzina l’aveva messo con le spalle al muro.

Faith, dal canto suo, allargò impercettibilmente il sorriso, compiaciuta di aver zittito l’amico.

 

F: < e ora…iniziamo. Se tutto va bene, scoprirai anche perché ho questo segno sul viso >

 

Ed la guardava smarrito.

Sapeva che doveva fermarla.

Sapeva che doveva impedirle di fare ciò che intendeva.

 

Già.

Ma come?

 

I muscoli rifiutavano di muoversi, le gambe erano rigide, ma a nervi comunque tesi.

Era esattamente come quando gli si rompevano gli auto-mail.

Si sentiva impotente.

 

Ad assumersi il suo compito, fu Betrayal, che immobilizzò Faith da dietro.

 

B: < stavi cercando di scappare, eh? >

F: < sei un fissato, Betrayal, io non stavo cercando di scappare… >

 

Con un colpo secco, la ragazza si liberò, dando una gomitata sullo stomaco dell’homunculus.

Trasmutò più in fretta che poté il proprio braccio, trafiggendo Betrayal con una lama.

 

B: < illusa… >

 

Betrayal trasformò il suo braccio in fuoco incandescente, che lambì la lama di Faith, che tuttavia non fece una piega.

 

Ed si alzò di scatto, correndo verso l’homunculus, anche se non sapeva bene come fare per toglierlo di mezzo.

Notò che appena Faith toccava Betrayal, la parte toccata diveniva subito fuoco, quindi attacchi diretti non avevano alcun effetto.

Che composizione aveva il fuoco? E nel caso di quell’homunculus, come si creava?

La risposta gli venne in mente automaticamente:

 

Auto-combustione.

 

Anche Faith si fermò, per studiare l’avversario.

Fece tornare la lama a braccio, cercando di capire qual’era il combustibile.

Allora, l’aria è composta da Azoto, Ossigeno, Argon, diossido di Carbonio, Neon, Elio, monossido di Azoto, Cripton, Metano, ossido di Diazodo, Idrogeno, Xeno, diossido di Azoto e infine Ozono.

 

Ed+F: < tra questi, quali sono combustibili…? >

 

Betrayal si lanciò all’attacco, spingendoli entrambi fuori da cerchio alchemico, urlando:

 

B: < Envy! Vieni a darmi una mano >

 

Questo, che si era scoperto fosse appollaiato su un albero, scosse lentamente la testa, mormorando con un sorriso sornione.

 

En: < mi dispiace compare…non lo farò >

B: < e i tuoi scopi? Te li puoi scordare, se non collabori >

En: < il mio scopo era quello di farti uccidere la ragazzina per indurre il piccoletto a creare una nuova Lust…anche se forse…la trasmutazione umana gli sarebbe venuta lo stesso… >

 

Betrayal lo guardò con rabbia, per poi ributtarsi nella lotta.

 

F: < ED! CREA UNA SCATOLA ATTORNO A LUI!!! FALLA PIU’ GRANDE CHE PUOI!!! >

 

Edward fece cenno di aver capito, e arrestò la corsa, battendo le mani.

Portò gli arti a terra, creando una scatola di terra completamente chiusa attorno all’homunculus, dalla quale cominciarono a provenire ansimi.

 

Faith si accostò alla trappola, pronta a spiegare all’homunculus la dinamica dell’attacco.

 

F: < Betrayal, tu hai la composizione di fuoco, no? allora ci siamo chiesti, come posso ben immaginare, quali dei componenti chimici dell’aria fossero anche combustibili del fuoco, e ragionando, li ho trovati, sono: Ossigeno, Metano, ma sopratutto Idrogeno.

Così, chiudendoti in una scatola TOTALMENTE priva d’aria, non trovi il combustibile per continuare a vivere, semplice, vero? >

 

Faith non controllò nemmeno che le fiamme si fossero estinte completamente, che fece cenno a Ed di entrare nel cerchio.

Lui la seguì, sentendola mormorare appena:

 

F: < cominciamo >

 

Envy la guardò tranquillo, senza muovere un muscolo per fermarla.

Il suo compagno era definitivamente morto, e lui voleva a tutti i costi vedere come andava a finire quella storia.

 

Al’ultimo si inserì nel cerchio, venendo anche lui avvolto dalla tenue luce azzurrina, insieme ai due ragazzi, sparendo nel cerchio.

 

 

** * **

 

Edward si rialzò in un luogo, come dire, vuoto.

 

Era circondato dal bianco più assoluto, persino il pavimento sembrava inesistente, eppure era seduto su qualcosa che pareva solido, ma anche guardando in basso, niente, solo bianco.

La cosa più angosciante era però una sensazione strana.

Come Deja-vu.

Rimase lì inginocchiato per un po’, quando sentì un mormorio…

 

Si girò di scatto nella direzione da cui provenivano i sussurri, spalancando gli occhi allo spettacolo che gli si mostrava davanti:

 

A qualche metro da lui, era comparso un enorme portale di pietra, decorato da disegni e iscritte incise nella roccia.

 

Si seppe spiegare il perché di quella sensazione strana.

Il sacrificio del braccio e della gamba, durante la trasmutazione fallita della madre.

Non poteva dimenticarlo.

 

Davanti a lui, Faith era in piedi.

Le braccia ciondolavano lungo il corpo, e la testa era china, immobile.

Il bisbiglio proveniva esattamente da lei.

 

Ed si alzò di scatto per correre nella sua direzione, per capacitarsi di tale stranezza.

Gli occhi avevano un espressione vuota, e la parte sfregiata brillava come di luce propria, mentre la bocca si muoveva emettendo frasi, date e nomi apparentemente senza senso.

Ma prima che potesse anche solo toccare la ragazza, una voce agghiacciante lo fermò.

 

- Bentornato…mio giovane alchimista…

 

Ed si girò verso la voce.

Accanto al portale, c’era una specie di sagoma umana evanescente che mostrava un sorriso sornione

 

Ed: < che le sta succedendo?! >

 

- Sta morendo, si è sciolto il sigillo.

 

Ed: < sigillo…vuoi dire lo sfregio che ha sul viso? Ma sigillo di cosa…? >

 

-  In altre parole, le ho impedito l’accesso ad una parte dei suoi ricordi, e ora che il marchio si è sciolto…

 

En: < lei morirà. >

Ed: < una cosa, quindi, se Betrayal non l’avessimo ucciso noi prima, sarebbe morto anche lui per il marchio? In fondo ha l’altra metà… >

 

- sia lei che l’homunculus hanno solo metà cerchio…sono due forze opposte che si attraggono, e come è naturale…l’una senza l’altra non può esistere…

 

Ed: < ecco perché quando lui le si avvicinava la paralizzava…ma lui, se fosse qui, ripeterebbe quello che sta dicendo Faith? >

 

- No, lui non ha mai visto la verità…

 

Ed: < con questo mi vuoi dire che…sta ripetendo la verità a memoria? >

 

- esattamente…ma a quanto pare quella ragazzina non ti ha raccontato tutta la storia…ascoltami bene…

 

Quando è arrivata, come da “procedura” è entrata nel portale, ma quando ne è uscita mi sono accorto di un problema:

nel momento in cui stavo per estorcerle il giusto prezzo, ho notato che ripeteva tutto a memoria, in una specie di trans.

Non potevo permetterle di andare in giro a dire la verità a destra e a manca, quindi le ho impresso quel marchio per impedirle di ricordare tutto, e ogni volta che tentava di ricordare, provava una sensazione come di bruciore in quella parte del viso.

Inoltre, dal momento che il sigillo era incompleto, ho accelerato il processo di formazione di un nuovo homunculus, Betrayal, e l’ho messo a guardia di Faith, promettendogli un corpo nel caso la facesse fuori.

Ora, Betrayal mi ha avvertito che il sigillo era instabile, così gli ho detto di ucciderla, come avrai capito dalla sua incursione a casa tua…anche se quella fine è toccata a lui, a quanto pare…

Ora è tornata…e vorrà fare una trasmutazione su qualcosa, o qualcuno…

 

L’omino evanescente gli volse la testa, ed Edward immaginò che lo stesse fissando, con occhi che lo sguardo umano non poteva vedere.

 

Ed: < falla rinvenire…ti prego… >

 

- e tu cosa mi dai in cambio?

 

Ed rimase interdetto.

Anche se conosceva quel buffo omino, non si aspettava quella pretesa, e si maledisse per non averla prevista, seppur fosse ovvia.

Invece di rispondere, fissò la ragazza che teneva stretta tra le braccia, notando che la parte del corpo che lui sapeva fosse d’ombra, era diventata nera, senza essere stata trasmutata dalla proprietaria.

 

Ed: < ma se non le fai riprendere coscienza, non può eseguire la trasmutazione! >

 

L’omino si portò una mano al mento, pensoso.

 

- non hai tutti i torti…ok, ma mi fa uno strano effetto fare qualcosa gratis…

 

con un gesto della mano, l’omino(che da ora in poi chiameremo Verità, perché mi sono rotta) fece in modo di far rinsavire Faith, che si alzò confusa.

 

F: < siamo arrivati al portale? >

Ed: < già…ora cosa pensi di fare?! >

 

Faith si alzò, guardando seria Verità.

 

F: < dammi il braccio e la gamba di Ed >

 

Il tono con cui aveva pronunciato la frase non permetteva remore.

Serio e piatto, reso meno forte forse da un tic che le aveva preso la spalla.

 

- stessa domanda. Tu che mi dai in cambio? Te lo dico già, l’homunculus non vale…

 

Faith portò le mani al petto, chiudendo gli occhi.

Alzò la testa di scatto, guardando Verità in modo ancora più ostile di prima, dichiarando:

 

F: < me stessa! Ti offro me come merce di scambio. Che ne dici? >

 

Verità sembrò esitare, e quel sorriso strafottente che mostrava tanto volentieri sparì definitivamente.

 

- Mi va bene. Se ti offri così…prenderò te.

 

Con un movimento del braccio, Verità aprì il portale, e migliaia di manine nere presero Faith, trascinandola dentro la grande porta in pietra.

 

Envy, che aveva assistito alla scena per tutto il tempo, si buttò a capofitto nel portale, lasciando Ed interdetto anche su questo.

 

Ed protese il braccio verso il portale, che si era richiuso alle spalle di Faith, accorgendosi che era il SUO braccio.

Era di carne, poteva quasi sentire il sangue scorrergli nelle vene.

Fece scorrere lo sguardo dalla punta delle dita fino alla spalla, soffermandosi sulla cicatrice situata un po’ più in su del gomito, lasciatagli da quella volpe sull’isola di Dublith, durante il primo messe di apprendistato.

Il senso di formicolio alla gamba sinistra gli confermò che anche la gamba era tornata a posto.

 

Non poteva crederci.

Aveva inseguito quel desiderio per una vita, e ora che ce l’aveva lì.

Ma mai, un desiderio risultò così doloroso.

 

In quel momento, Edward sentì come un torpore, piacevole, e subito, si ritrovò nel grande viale alberato.

Poco più in là, c’era un corpo, per metà nero.

 

A fatica si alzò, correndo maldestramente verso quello che, sapeva, apparteneva alla ragazza.

Aveva gli occhi socchiusi, e respirava a fatica, ma poteva constatare che fosse ancora viva.

Faith aveva metà corpo nero, tornato tenebra, e questo si stava espandendo all’altra metà, tramite delle piccole lingue.

 

La strinse a sè, chiamandola.

Aprì gli occhi.

 

F: < Ciao ed…dov’è Envy? >

Ed: < non lo so, è sparito da quando Verità ha aperto il portale…ma non mi interessa…

Ed: < ti faccio una promessa…no, non ti prometto che ti amerò per sempre…

‘Per sempre’ ed ‘Eternità’, come ‘Infinito’, sono concetti troppo astrusi e senza valore, per noi alchimisti.

Ma posso donarti il mio presente.

Ti giuro ora, che ti amerò quest’oggi. E domani rinnoverò la mia promessa, per un giorno ancora. E ogni volta che nascerà l’alba, mi troverai lì, a ricordarti che, per un nuovo giorno, hai tutto me stesso.

Questo è amore.

Amore infinito. >

 

Faith sorrise, ma a Edward quel sorriso sembrava veramente troppo triste…

 

F: < non ci sarà nessun domani per me… >

 

Ed la guardò.

Gli occhi socchiusi e la pelle nivea che pian piano si tingeva di nero, davano alla creatura che teneva stretta un non so che di mistico, magico.

Gli stavano diventando umidi gli occhi, e in quel momento, seppe con certezza che si sarebbe potuto specchiare in quei pozzi neri per l’ultima volta…

 

Ed: < non può essere…perché le cose a cui tengo devo sempre sparire?! >

 

Lei non disse una parola, ma fece scorrere la mano, ormai nera, sul suo volto.

Lui si chinò lentamente, posando un bacio su quelle labbra che stavano diventando del colore della notte.

Ringraziò di sentire il suo calore.

Ringraziò di avere il tempo di sentire ancora il suo profumo, di avere il tempo di stringerla a sé.

Ringraziò di poterla finalmente toccare con quella mano, di sentire attraverso il semplice tocco delle dita la sua pelle, di sentirla diventare sempre più fredda.

 

Sollevò la testa, vedendo i suoi occhi chiusi in un sorriso che stava pian piano diventando gelido.

Vide il suo corpo diventare completamente nero.

Lo vide frammentarsi in minuscoli pezzi, diventare polvere nera, che si disperse nel grande viale, tornando ombra.

 

Con le mani, ora entrambe umane, strinse l’aria, trafiggendosi i palmi delle mani con le unghie.

Si morse il labbro inferiore, accorgendosi troppo tardi che nella sua vita…

 

 

 

…aveva pianto veramente troppo poco…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ – finita!

Sniff…sto facendo troppi finali tragici, ma mi piacciono troppo, che ci posso fare TT^TT

 

Comunque, volevo tanto pubblicarla ieri sera, così facevo 7 mesi (o 6, nn ricordo), ma non mi apriva Efp…ç-ç

Sono molto contenta di aver finito con Faith, e ho deciso che non scriverò mai più Fic di questo genere su FMA.

D’ora in poi mi abbandonerò completamente alle Comiche o Demenziali, pomesso!

 

Ringraziamenti speciali:

Ringrazio tutte quelle persone abbastanza masochiste da aver letto questa storia, ma SOPRATTUTTO quelle che hanno commentato, quindi…

Selly, 16smartis16, Hermyone, -Ivi-92, Shine no Kami, Orochiamarusama, shiratori_chan, Akemichan, giuli-chan^^, DarkRose86.

 

Un ringraziamento ultra-speciale a :

 

MaTeRiAlGiRl91, altresì dicasi, Sabry-chan, che è stata così idiota da farmi un forum su di me; a LinMustang, che mi ha rotto per tutto l’anno < continuala! > (questo è l’ultimo anno che ci vediamo, m mancherai! T^T ).

Infine, alla mia (poco) adorata Nee-chan, Kimmalfoy, che mi ha dato tanto di quelle frasi…e preso tanto in giro per il titolo (ricordo la discussione del 2° capitolo, pet(ali di barman))

E che però mi ha fatto tanti di quei complimenti per come avevo fatto Ecchan in questa storia, ovvero con l’intreccio che ho fatto con Sono un Homunculus…e allora?

 

Ci si vede alla prossima, immancabilmente comica o demenziale, perchè con le tragiche HO CHIUSO!!!

 

Credo che collaborerò con nee-chan…chissà cosa ne verrebbe fuori…

 

SAYOUNARA!!!

 

SoleDincht/Sole-chan

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Capitolo 10
*** Epilogo ***


capitolo 5

Credevate davvero di esservi liberati di me?!

POVERI ILLUSI!!!!

MUAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAH!!!

Ok, dopo la sclerata quotidiana, posso spiegare.

Questo è l’unico vero finale

L’ho scritto da mooooolto tempo, ed è, come dire, una specie di epilogo.

Una piccola sorpresa, ecco.

E non mi sono sbagliata a mettere “ Conclusa: Sì”, nella scheda della fic, solo che era tecnicamente conclusa, questo è un epilogo.

In teoria.

Vabbè…a voi! XD

Certe volte…

guarda il cielo…

Forse troverai la giusta risposta…

Certe volte…

guarda più lontano che puoi…

per scorgere ciò che non ti saresti mai aspettato di vedere…

potresti trovare…

durante il giorno più luminoso…

ombre che non avresti mai voluto vedere…

potresti trovare…

nella notte più buia…

stelle così luminose da rendere ridicola l’oscurità…

ma…

ogni tanto fermati, e voltati indietro…

e…

…potresti vedere me.

COME I PETALI DI CILIEGIO

Epilogo

Ed guardò rabbioso il sole splendente di quel giorno.

Non era giusto.

Non lo era affatto.

Quando muore una persona deve piovere.

Una pioggia torrenziale.

O almeno nuvoloso.

Ma non un sole estivo, dannazione.

Poi rivolse il suo sguardo alla processione davanti al quartier generale:

Vide il corpo della ragazza custodito in una cassa di mogano nero, chiuso solo da un coperchio di cristallo.

Vide che aveva indosso un lungo vestito bianco, che le copriva anche i piedi.

Vide le mani nivee congiunte sul petto.

Vide i lineamenti di porcellana rilassati, gli occhi, una volta vivaci e allegri, ora chiusi.

Semplicemente chiusi.

Ma soprattutto, vide il lato destro del viso libero da ogni riga o sfregio, perfetto nel suo biancore.

Vide quel corpo finto, nato da un manichino che aveva lavorato alla perfezione, per renderlo perfettamente identico a Faith

Vide che sui lunghissimi capelli neri erano sparsi petali rosa, e tra le mani teneva una rosa rossa.

L’esercito aveva fatto le cose in grande.

Ma era un’alchimista di stato, era normale una celebrazione del genere.

Ma Ed la odiava.

Secondo lui era come se l’esercito facesse vanto di un fatto così grave.

Non si convinceva che invece era in onore di Faith.

Quell’idea proprio non gli andava giù.

Guardò con disprezzo al rappresentante del parlamento che parlava al microfono, ma non stava lodando Faith V. Kimblee, stava lodando solo l’alchimista di stato Darkness.

Edward non rimase fino al funerale.

Se ne andò prima della fine del discorso, andando nell’unico posto dove potesse stare in pace.

Da solo.

Coi propri ricordi.

***

Ed se ne stava lì, seduto affianco della croce in pietra, in religioso silenzio.

L’aveva fatta mettere lì lui, anche se il corpo era ben da un’altra parte.

La testa premuta tra le ginocchia, gli occhi chiusi come se non volessero vedere cosa gli stava succedendo attorno.

Come se non volessero sentire chi stava arrivando.

R: < Come ti sei ridotto…fullmetal… >

E: < … >

La figura dell’uomo si stagliava sul tramonto come una divinità.

E questo irritò ancora di più Ed.

Ma quel giorno lo irritava tutto.

Lo irritava persino il fatto di essere vivo.

R: < non devi abbatterti così…viv >

E: < cosa cazzo vuole che faccia?! Ora non mi dica le solite cose da adulti, tipo “vivi anche per lei”, “il suo ricordo sarà sempre tra noi” o altre stronzate del genere perché… >

R: < non mi prendere per un idiota…so meglio di te che queste sono le cose più sbagliate da dire ad un uomo che ha perso la persona che ama… >

Edward alzò la testa dalle ginocchia.

Lo sguardo adirato lasciò il posto ad un altro tipo di espressione…più che altro…disperata.

Per la prima volta, Ed guardò a quell’uomo come ad un amico, e non come ad un “colonnello bastardo”.

Il suo stesso tono di voce si fece più abbattuto.

E: < i-io…io ho cercato di salvarla, ho cercato di fare qualcosa, ma… >

La voce si era fatta affannata, come se volesse buttare fuori tutto quello che aveva dentro in una volta sola.

R: < lo so >

E: < …io…io non voglio accettare questa cosa! >

R: < devi farlo >

E: < … >

R: < accetta questa condizione da uomo! Hai ricevuto qualcosa in cambio, è il principio dello scambio equivalente; fattene una ragione >

Ed guardò con odio il proprio braccio.

Se avesse saputo che l’avrebbe riavuto ad un prezzo così amaro, non l’avrebbe cercato così strenuamente.

Se avesse potuto strapparselo di dosso e riavere il “pagamento”, l’avrebbe fatto senza esitazione.

Ma ormai era solo l’unico ricordo di Lei, e lo avrebbe custodito gelosamente.

Strofinò le due mani sulle braccia per trovare calore.

Roy gli girò le spalle cominciando a camminare.

Nel profondo del suo cuore, Edward voleva che quel’uomo che aveva tanto odiato rimanesse, almeno per convincerlo a non rincorrere la ragazza, fino a raggiungerla.

Avrebbe voluto che quell’uomo che se ne stava andando lo persuadesse che c’era ancora qualcosa per cui vivere.

Che non era solo.

Anche se non lo era mai stato.

Ma quello che riuscì a fare fu solamente mormorare un flebile…grazie.

Questa parola, somigliante più che altro ad un sospiro, fu udito appena dal generale, che sorrise tra sé, arrestandosi di colpo

R: < ah, fullmetal >

Edward alzò di un poco la testa, giusto per vedere che il generale, pur parlandogli, non lo stava guardando.

R: < un giorno di questi, vieni a cena a casa mia, Riza cucina benissimo >

E: < tsk…pensi piuttosto a non far sapere ai pezzi grossi della sua relazione col tenente >

R: < ci starò ben attento, non preoccuparti >

Detto questo, il generale si allontanò nuovamente da Edward, tornando definitivamente a casa.

Edward invece, non ne aveva la minima voglia.

Decise di rimanere lì, a crogiolarsi nel calore della sua ombra e nel sapore delle sue lacrime.

Riaffondò il viso nelle ginocchia, accorgendosi che aveva pianto davvero poche volte…

Non passò molto tempo, che all’ombra di quei ciliegi, inebriato dal loro profumo, Ed sentì una voce.

< ciao piccoletto d’acciaio, non pensavo fossi così abbattuto… >

Ed girò apatico la testa, e guardò con seccatura alla figura che gli aveva rivolto la parola, ma solo per il tempo necessario ai suoi occhi d’ambra di spalancarsi.

Ed: < Envy…che ci fai qua… >

Non riusciva nemmeno ad arrabbiarsi.

Non riusciva nemmeno a guardare con astio l’homunculus, eppure l’aveva odiato per quattro anni, l’aveva odiato nel momento in cui era tornato, mentre pensava che fosse ancora al di là del portale.

Eppure…

En: < niente…volevo solo vedere come ti eri ridotto… >

Ed si stupì del tono che aveva usato Envy:

tranquillo, per niente sarcastico o di sfida, semplicemente…piatto.

Ed: < e a che scopo? Beffarti di me per caso? >

Si stava alterando.

Per un motivo sconosciuto persino a lui, Ed si stava arrabbiando.

In tutta risposta, Envy si avvicinò lentamente camminando, accucciandoglisi accanto.

En: < non avercela col mondo solo perché ti è morta la persona che amavi… >

Ed: < e tu che ne sai…sei un… >

En: < un homunculus…può darsi. Ma può darsi anche che in fondo non siamo poi così diversi… >

Envy si alzò, cominciando a camminare.

En: < piccoletto… >

Ed: < per favore…non chiamarmi così… >

En: < Comunque…non perdere mai la speranza…spesso è l’unica cosa che ci rimane… >

Ed si girò di scatto.

Che stava succedendo?!

Aveva appena dialogato in modo civile con una delle persone che avrebbe più volentieri preso a pugni.

Ma appena focalizzò il punto in cui ci sarebbe dovuto essere l’altro ragazzo, non vide altro che aria.

Ma Envy non…

Non voleva pensarci, non voleva più ricordare l’accaduto.

Girandosi nuovamente verso la croce, si alzò.

Volse un malinconico sguardo al cielo, che dopo il tramonto stava già scurendo, e qualche stella compariva ad illuminare lo sterminato firmamento.

La luna, il pallido disco lattescente aveva già cominciato la sua lunga salita, e ora donava a Edward la sua luce, illuminandogli il viso.

< bella la luna stasera, vero? >

Ed si girò di scatto.

Gli occhi d’ambra erano spalancati, la bocca semi aperta.

Davanti ai suoi occhi c’era la persona che meno si sarebbe sognato di vedere lì.

Si specchiò nei suo occhi di caligine, incredulo.

Quella persona gli si avvicinò con passo lento ed elegante, portandosi ad un metro da lui.

Era senza parole.

Non sapeva minimamente cosa dire.

Le braccia si erano bloccate lungo il corpo, le gambe ancorate al terreno.

Non sapeva esattamente cosa fare.

Aveva visto mille volte quelle sciocche telenovele che guardava Winry quando li veniva a trovare, prendendo in giro spesso e volentieri i personaggi che si stringevano tra le lacrime, con una struggente melodia di sottofondo, e lui e Al non esitavano a farne una parodia, probabilmente sognata da milioni e milioni di yaoi-fan, appassionate delle Elricest…ma Winry non la prendeva così bene…

Comunque sia…rimase semplicemente lì a fissarla, con la bocca aperta e gli occhi spalancati.

Era diversa:

non aveva più quei assurdi cerchi di metallo legati alle trecce, ma i due ciuffi erano comunque divisi dal resto della massa corvina tramite due nastri bianchi chiusi in un fiocco.

Il vestito era bianco, semplice con le spalline, ma era più corto di quello indossato giorni fa, infatti arrivava appena sopra il ginocchio.

E il viso…non aveva più quello sfregio sul viso, ma questo era limpido, libero da ogni imperfezione nella sua pelle nivea.

Entrambi gli occhi erano di un nero cupo, decorati da piccoli riflessi dorati, concessi dal tramonto comparso alle sue spalle.

Era bella.

Molto.

Ed era come se Edward non volesse turbare quella bellezza quasi mistica, scuotendola con un abbraccio.

Si rispose, che quella divinità sarebbe stata lì a illuminare il tramonto in un altro momento.

Con uno scatto la strinse a sé, e non sapendo cosa dire, stette semplicemente zitto.

Chiuse gli occhi, e sentì il tocco leggero e delicato dei petali rosa che si posavano lievemente sulle loro teste.

E mentre ritrovava quelle labbra che aveva tanto sognato quelle notti, che aveva tanto sperato di baciare di nuovo, si rese conto di quanto quella ragazza fosse simile al fiore che lei stessa adorava:

Si era fatta carico delle sue colpe.

Gli aveva donato ciò che lui aveva cercato per una vita,

sacrificando il suo candore.

Ma era tornata.

Era tornata come il più bello dei fiori.

Proprio…

…COME I PETALI DI CILIEGIO…

The End

(stavolta davvero)

ORA è finita.

A questo punto ci dovrebbero essere gli applausi, le urla, i fiori…ma vedo che qua mi state già guardando male…quindi suppongo niente.

Credo che alcuna gente ci sia rimasta male perché ho fatto tornare la protagonista nell’epilogo, in stile beautiful, dove un tizio muore e risorge migliaia di volte, ma ho finito, promesso!!

Soprattutto la mia nee-chan, kimmalfoy, era tanto contenta che Faith fosse morta…

Ma d’altronde, anche nell’epilogo del terzo di “Cronache dal mondo emerso” ritorna Nihal, no?

Allora, dinamica dei fatti:

Ho preso spunto da una delle ultime puntate dell’anime, dove Ed muore nel suo mondo, ma si sveglia nel nostro nel corpo del suo alter-ego…poi muore anche lì, ma a noi non interessa…

Non svelerò mai come ha fatto Faith a riaprire il portale, ma avrete intuito che qui c’è lo zampino di un nostro amico…

Questa storia l’ho scritta mischiando le parti fighe del manga e dell’anime, piccola legenda:

Manga: esame di stato, omino evanescente…

Anime: il nostro mondo dall’altra parte del portale, nascita degli homunculus...

In generale sono questi.

Poi, altra cosa moolto importante:

la poesia d'inizio, quella non è mia, ma di un'altra autrice, di cui non riesco più a trovare il nick, quindi mi è impossibile citarla.

non me ne assumo il merito.

Ci si vede presto!!! XD

Ah, COMMENTATEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!

Bye Bye!! XD

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