L'ultima luce dell'alba

di Powerburst
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima carica - Incipit ***
Capitolo 2: *** Seconda carica - Out of control ***
Capitolo 3: *** Terza carica - Flames from the past ***
Capitolo 4: *** Quarta carica - Memento mori ***



Capitolo 1
*** Prima carica - Incipit ***


Il fumo non era mai stato la sua passione. Come aveva cominciato? 
Tentò di recuperare quell'ormai antico ricordo, senza però riuscire nell'impresa. Si appoggiò alla macchina immacolata come il suo completo, accendendo l'ennesima sigaretta. Di solito non sarebbe stato nervoso, ma la sua particolare intuizione quella sera non lanciava buoni segnali. 
«Com'è calma questa sera.. L'aria è carica, come se la stessa notte dovesse mettersi in movimento.» pensò meditabondo.
«Sei ancora qui, vedo. Non ti smentisci mai, Decimo Vongola, quando annunci un'intenzione la porti a termine.» sussurrò una voce alle spalle dell'uomo.
«Tu invece non sai celare più la tua presenza come una volta, miglior "hitman" del mondo.» Il Boss rise sommessamente, girandosi verso la figura alle proprie spalle. Il sicario, sempre in completo ma con il solito cappello a fascia arancione, lo stava osservando divertito,  tenendo le braccia conserte.
«Come posso dire, la piccola taglia aveva il vantaggio di rendermi molto furtivo, ma non disprezzo essere tornato normale.» disse Reborn toccandosi nervosamente i riccioli.
«Storia vecchia, e deve rimanere come tale.»
L'interlocutore si alzò dalla macchina, ergendosi nei confronti della notte esigendone quasi una sorta di rispetto.
«Tsuna, sei sicuro di ciò che stai facendo?»
«Sono il Decimo Vongola Reborn non dimenticarlo. Devo farlo, devo andare fino in fondo: la salvezza delle persone che amo dipende da questo.» sentenziò Sawada.
«Potresti non salvarti, stavolta.»
«Ne sono al corrente.»
«Quindi non ascolterai i miei consigli?»
«Non ho detto questo.»
«Non riuscirò comunque a convincerti.»
«Corretto.»
«Sigaretta?»
«Con piacere.»
Le due figure stettero pensierosi a riflettere, aspettando l'evento ormai tanto aspettato.
Sawada scrollò le spalle, nervoso. «Maledizione - disse - sono in ritardo. Non è da Xanxus farsi aspettare per un incontro così importante.»
Rimirò per un po' il suo anello. Quell'anello, tanto bramato gioiello che aveva suscitato troppo interesse, fino a...
Un'esplosione rimbombò in lontananza.
Uno schianto.
Troppe urla.
La fiamma del cielo tornò a splendere sulla fronte del Boss, segno che era pronto per ogni evenienza.
«Cosa diavolo sta succedendo?!» esclamò il sicario alle sue spalle.
Improvvisamente il cellulare del Decimo cominciò a squillare. Il proprietario terrificato squadrò lo schermo dell'apparecchio prima di rispondere.
«L - Lal...?» disse esitante.
«Tsuna! - disse la voce all'altro capo - sei ancora sul luogo dell'incontro?!»
«Certo, non capisco che...» La frase gli morì in gola.
La base dei Vongola, in lontananza, era esplosa in uno schianto e ora era lambita dalle fiamme.
«Scappa!»

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Capitolo 2
*** Seconda carica - Out of control ***


«Non che voglia girare il coltello nella piaga Decimo, ma hai deciso di tirare le cuoia su una statale?» chiese allarmato Reborn.
«Silenzio - sentenziò il Boss con voce ferma - non importa cosa dica Lal: non posso abbandonare i miei compagni nel momento del bisogno.»
«Se è questo il suo desiderio, sua maestà..» scherzò il sicario, mettendosi comodo sul sedile mentre ricaricava la sua Colt M1911 - Leon con dei proiettili speciali.
«Com'è possibile che siamo arrivati a tanto? Come?!» sbraitò il Boss mandando su di giri l'auto.
 
*
[Sei ore prima, base della famiglia Vongola]
 
«Non credo sia una buona idea, Juudaime.» Hayato Gokudera si sistemò meglio sulla sedia.
Il Boss non battè ciglio. «Storm, quando mai le mie idee si sono rivelato buone? - Un sorriso apparve sul volto di Sawada - Non posso permettere che i miei compagni vengano esposti ulteriormente.»
Reborn annuì. «A malincuore concordo. - disse - Abbiamo avuto episodi di irrequietezza da membri esterni, alcuni individui non accettano più la supremazia dei Vongola.»
«Quindi dovremmo farci aiutare da individui di cui non ci possiamo fidare?!» sbraitò Hayato.
«Gokudera, ti ricordo che siamo tutti appartenenti alla famiglia Vongola, seppur altre famiglie abbiano mantenuto il cognome.»
Il guardiano storse il naso. «Ne sono al corrente, però...»
«Via Gokudera, non è un  male affiliarci ai Varia: già in precedenza ci hanno dimostrato la loro affidabilità!» esclamò il guardiano della pioggia emanando la solita sensazione di tranquillità.
«Approvo all'estremo!» sbraitò il guardiano del sole.
«Perfetto. Quanti a favore?»
I guardiani assentirono alla richiesta eccetto Chrome, che si era alzata con lo sguardo annebbiato.
«Chrome - chiese il Decimo - stai bene? C'è qualcosa che ti turba?»
La guardiana camminò insicura verso Gokudera, chinandosi al livello del suo viso con un sorriso storto.
«Qual è il suono di una persona che muore?»
La guardiana infilzò con un pugnale Gokudera, che cadde a terra incapace di muoversi.
I restanti non ebbero il tempo di muovere un singolo muscolo, che Chrome si volatilizzò con la stessa espressione stampata sul volto.
«G - Gokudera?! Gokudera!»
 
*
[Nello stesso istante, nella residenza della famiglia Varia]
 
A Xanxus non era mai piaciuto il dormiveglia. Era necessario un sonno ristoratore per alleviare le tensioni della giornata. Ma quella sera, per sua fortuna, non riuscì a prendere sonno totalmente.
Un fruscio alle sue spalle gli fece spalancare gli occhi. In pochi momenti fu in piedi, sveglio e con le pistole puntate verso l'ignoto aggressore.
«Mammon!» esclamò il Boss. «Quante volte ti ho detto di non prendermi di sorpresa?! Tsk. Comunque, che vuoi?»
Mammon si avvicinò al proprio Boss con fare sicuro ed un sorriso storto sulla faccia.
«Qual è il suono di una persona che muore?»
Xanxus cadde in ginocchio, il sangue che sgorgava copioso dalla ferita appena inferta. Guardò Mammon volatilizzarsi con una risata agghiacciante, poi cominciò a trascinarsi verso le altre stanze, sempre più debole.
«Feccia!» gridò disperato battendo il pugno sulla prima porta che vide.
«Vooooi! Chi osa disturbare il grande Squalo a quest - Boss? Boss!»
 
*
[Luogo non definito, stesso istante]
 
I due guardiani apparvero in una stanza buia, apparentemente ancora incoscienti.
«Siete arrivate, vedo. Molto bene, possiamo dare inizio al resto del piano.» sussurrò una voce.
«Sì, maestro Verde!» esclamarono in coro.
 
 

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Capitolo 3
*** Terza carica - Flames from the past ***


*
[Tre ore prima dell'esplosione, ospedale cittadino]
 
Il decimo chiuse la telefonata con un sospiro.
«Hanno preso Xanxus per i capelli, ma se la caverà»
I componenti della famiglia erano radunati intorno al letto in cui giaceva il guardiano della tempesta, profondamente addormentato.
«Perchè è dovuto accadere? - chiese Yamamoto con le mani fra i capelli - Perchè Chrome e Mammon hanno agito in tale maniera?!»
«Calmati Rain - rispose il Decimo - ho giusto chiesto ad un vecchio amico spiegazioni.»
Reborn fece una smorfia.
«Boss, potresti anche consultarci prima di spargere informazioni riservate ad elementi estranei.»
«Kufufufu, chi sarebbe l'estraneo, hitman?» chiese Mukuro Rokudo, apparso dietro al sicario con un ghigno.
Il Decimo sorrise.
«Chi non muore si rivede eh, Rokudo?»
«Non farti strane idee, Sawada Tsunayoshi. Sono qui solo per Chrome, e per nessun'altro.» rispose l'illusionista ghignando.
«Ci puoi, di grazia, spiegare cosa sta succedendo?» chiese Reborn con evidente disappunto.
«La questione - disse Rokudo - è molto semplice: i due guardiani non hanno agito di propria iniziativa. Deduco che fossero assoggettate da qualche elemento esterno: non essendo richieste particolari capacità al momento, i due elementi avevano abbassato la guardia, quindi il nemico le ha colpite e ne ha preso il controllo.»
Il Decimo era fuori di sè.
«A che scopo? - sbraitò - E chi le avrebbe sottomesse?!»
«Non sono a corrente dello scopo - rispose l'illusionista - ma credo che sia lampante il folle ideatore: il professor Verde.»
Nella stanza scoppiò il caos.
«Silenzio, - sentenziò Gokudera - altrimenti vi faccio saltare in aria tutti quanti.»
«Storm! - esclamò Sawada - stai bene?»
Il guardiano fece una smorfia.
«Non importa ora. Perchè avrebbe dovuto fare una cosa del genere?» chiese rivolto a Rokudo.
«In effetti - rispose l'altro - negli ultimi anni il professore stava mostrando segni di evidente follia. Stava lavorando ai dei progetti interessanti, primo fra tutti un procedimento per rendere veramente reali delle illusioni, senza che esse scimmiottino il pensiero dell'illusionista e non spariscano una volta create.»
I guardiani erano allibiti.
«Se ci fosse riuscito - cominciò Yamamoto - Mammon e Chrome...»
«Servirebbero ad uno scopo ultimo, e i mezzi per realizzarlo sarebbero ancora più impensabili.»
«Ma cos'è che...» Lo squillo del telefono del Boss interrupe il filo di pensieri.
«P - pronto...?» fece esitante.
«Ho l'immenso onore di parlare con Sawada Tsunayoshi, decimo Boss della famiglia Vongola?» chiese una voce sibilando.
«Verde! - urlò il Boss - Che hai fatto a Chrome?!»
«A dopo le spiegazioni. Hai tre ore esatte per radunare gli effetti fondamentali e le carte di passaggio, poi ci incontreremo all'incrocio di Namimori ovest. Avverti solo il boss dei Varia.»
«Ma cosa vuoi?!» fece il Boss.
«Ma non è ovvio? - rispose il professore - I Vongola.»
 
*
[Ora]
 
«I guardiani? Sono operativi?» chiese il Boss al telefono accelerando ulteriormente.
«Quasi tutti - rispose Lal Mirch - Hayato Gokudera è uscito comunque dall'ospedale, non so quanto reggerà. Tsuna, sei sicuro che...»
«Sono il Decimo, non dimenticarlo. Organizza la difesa, sto arrivando davanti alla base. Incontriamoci lì.»
Detto questo Sawada chiuse la telefonata ed inchiodò.
«La mia... Base...» pensò distrutto il Boss osservando le fiamme innalzarsi verso il cielo.
«Reborn, guarda se qualche ferito ha bisogno di aiuto, io devo assolutamente andare...»
«Andare dove, di grazia?» chiese una voce antica, ma fin troppo familiare.
In posa da combattimento, davanti all'entrata imperturbabile nonostante l'inferno di fuoco, stava Ieyasu Sawada, alias Vongola Primo.
«È un immenso piacere rivederti, Decimo.» disse, e scattò.
 

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Capitolo 4
*** Quarta carica - Memento mori ***


(I morti sono morti, Dame Tsuna...)
 
Il primo boss della famiglia Vongola tentò di colpire il Decimo con una scarica di fiamme del Cielo. Fiamme per colpire, uccidere.
 
(Coloro che perdono il diritto di rimanere sulla terra, è giusto che lascino il mondo conosciuto...)
 
«P - Primo - sama!» esclamò il Boss evitando i colpi dell'avversario, quasi con disperata incredulità.
«Primo! Primo!» ripetè disperato, guardando l'uomo che aveva quasi segnato la sua dipartita.
 
(...lasciando lo spazio alle nuove generazioni...)
 
«Uccidimi.»
La voce calma ed al contempo abbattuta colpì le orecchie di Sawada come se fosse uno schiaffo.
«Uccidimi, te ne prego.»
 
(...bisogna essere sempre pronti a questo passaggio naturale, senza esitazioni...)
 
Fu a quel punto che li notò. Occhi viola, di una tonalità smorta, privi di voglia di vivere.
«Come posso ucciderti? Dovresti essere morto da tempo! A meno che...» cominciò il Decimo.
Il Primo si fermò con un sorriso triste.
«Esatto, Decimo. Verde ha realizzato quella folle macchina.»
«Ma perchè riportarti qui?! » sbraitò il Boss.
«Solamente il Cielo, che comprende gli altri elementi, può sconfiggere il Cielo.» Il Primo chiuse gli occhi.
«Forza Decimo, poni fine questa penosa esistenza, che non si può chiamare Vita.»
 
(...Ciò rende l'essere umano saggio e pronto a sacrificarsi per gli altri.)
 
 
«M - ma non posso...» fece il Decimo.
«Forza Decimo. Tu e i tuoi guardiani dovrete affrontare prove ben peggiori di questa.»
«Primo...»
«No! Non un attimo di esitazione. Sei un boss Vongola, dopotutto.»
Uno sguardo d'intesa.
Semplice.
Chiaro.
 
(Memento, homo; quia pulvis es...)
 
Un colpo.
Un singolo colpo uscì dalla pistola del Decimo, accompagnato da una sottile lacrima.
«Buffo ossimoro, è la morte...»
 
(...et in pulverem reverteris.)
 
*
 

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