Alla fine anche l'abisso ti guarda.

di Bolt_giamaica
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorprese. ***
Capitolo 2: *** Spiegazioni. ***
Capitolo 3: *** Che ha fatto Gohan? ***
Capitolo 4: *** Ghigni ***
Capitolo 5: *** Pausa momentanea. ***
Capitolo 6: *** "Sei tutto tuo padre." ***
Capitolo 7: *** Ci si prende in giro. ***
Capitolo 8: *** Calcio,calcio,pugno,calcio,onda. ***
Capitolo 9: *** Variazioni temporali. ***
Capitolo 10: *** “E quindi siamo spacciati.” ***
Capitolo 11: *** Grandi luci. ***
Capitolo 12: *** Tanto, a chi importa? ***
Capitolo 13: *** Cambiamenti. ***



Capitolo 1
*** Sorprese. ***


Una giornata d’estate. Una navicella color giallo accesa firmata Capsule Corporation, Partì, guidata da un ragazzo dai capelli color viola,Trunks, salutato da quelli che negli ultimi tempi, erano diventati i suoi migliori amici. 
Pensando:«Bene, e ora via, verso il futuro! O il passato? Mah.», scomparve.
 
Nello stesso istante in cui la navicella sparì, una identica per colore e provenienza, riapparve ed atterrò nello stesso punto in cui era parcheggiata la gemella. Tutti rimasero basiti.
Il portellone si aprì e dal fumo scaturito ne uscì una bellissima ragazza – capelli lunghi neri, altezza media, età sui 16 anni, vestita con pantaloncini corti e una maglietta a righine sottili firmata CC sulla spalla destra- subito i suoi occhi iniziarono a scrutare uno per uno tutti i presenti. Occhi stupendi, neri come la morte, inarcati in un’espressione d’odio e superiorità.
 
Bulma fu la prima ad avvicinarsi, non era spaventata da quello sguardo, lo aveva visto più volte sul viso dell’uomo che amava.
Con convinzione disse: “E tu chi saresti?” la ragazza non degnò d’attenzione la scienziata ma iniziò ad avvicinarsi lentamente a Vegeta, appoggiato in un angolo, lontano da tutti. Quando gli fu vicina non più di un paio di metri, sorrise, non un sorriso dolce ed aperto, ma un sorriso amaro, sempre avvolto da quell’aria di superiorità. Vegeta la guardava diffidente, sicuro di conoscerla, ma allo stesso tempo indeciso su chi fosse.
Finalmente si decise a parlare:” Allora ragazzina, dicci chi sei. E soprattutto dove hai preso la macchina del tempo.”.
Dalla ragazza uscì una risatina e quindi parlò:” E’ bello vedere che non sei cambiato, papà.” Rimasero tutti a bocca aperta, sconvolti da quell’informazione uscita da quella creatura misteriosa, con una voce cristallina.
Bulma esclamò sorpresa:”C-che cosa?? Come l’hai chiamato? I-insomma t-tu non puoi essere s..”
Si sono sua figlia. E sono anche tua figlia,sorpresa! Mpf vedo che siete dei geni in questo periodo.”
 “M-ma allora quel ritardo..
Si mamma, non è un semplice ritardo, sono io.”
 
La signora Brief che fino a quel momento era stata ad osservare quel curioso scambio di battute Disse:” Ma certo cara! Non vedi, i capelli e gli occhi sono di Vegeta! Anche il viso è di Vegeta, soprattutto l’espressione! Non dirmi che non ti sei accorta che ha il tuo stesso fisico quando eri ragazzina! Ooh cara è un piacere conoscerti!
 
Continua..

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Capitolo 2
*** Spiegazioni. ***


Dopo un momentaneo silenzio, nel quale tutti rielaborarono quello che aveva detto la signora,  Vegeta, che nel frattempo l’aveva osservata bene, disse:” Oh che tu sia mia figlia si capisce. Sei molto più Sayan tu che quel ragazzino che è appena partito. Beh. Spiegati, ragazzina, perché sei qui?”
Tutti annuirono, curiosi. La ragazza fece un altro dei suoi sorrisi amari e i suoi occhi si persero, nel ricordo della sua storia:” Mi chiamo Ikukoe ho sedici anni. Vengo dal futuro ovviamente. Lo preciso perché non mi sembrate troppo svegli qui. Beh comunque. Nascerò a febbraio, preparati. Comunque. Quando avevo cinque anni arrivò un mostro, avete capito la solita storia, super cattivo, super forte, vuole distruggere la terra bla bla bla. Quindi voi vi trovate tutti insieme e dite:” ehi, insieme uccideremo quel mostro!” purtroppo, non avete capito qual era il modo giusto di ucciderlo e beh.  Siete morti. Non tutti. Mia madre e alcuni tizi ed io siamo sopravvissuti nascondendoci mentre quel tizio, Doi, si divertiva a distruggere quello che trovava. Non era molto furbo, non era neanche capace di percepire le auree. Però quando s’incazzava beh, era forte, maledettamente forte. Stavo quasi per morire. Comunque negli anni mi sono allenata, molto. E intanto studiavo, mia madre mi insegnava tutti i segreti dell’informatica, mentre un tizio mi insegnava l’anatomia umana e come curare. Un giorno vado, e uccido Doi. Brutta storia, quasi morivo. Invece no muore lui, hahahaha! Comunque mia madre non ha più materiali per costruire navicelle, sono tornata qui nel passato per farmene prestare una, la metti in una capsula e mela metto in tasca, vado su Nameek e faccio tornare tutti in vita, Puff puff evviva.”. alla fine del racconto tutti rimasero in silenzio, allibiti.
 
 «Tutti uccisi! Oh mio dio è una tragedia!» pensò Crilin.
Vegeta rise, rise disgustato da quella storia quasi inventata:” Tu spari cazzate, ragazza. Impossibile io morto, tu vinci! Hahahahaha mai sentito niente di più esilarante.
Tu mi sottovaluti, papà. Beh vedremo. Tornerò fra cinque anni tornerò, guarderò ridendo mentre ti pesta e poi, mentre sei in fin di vita ci penserò io, non voglio che tu muoia ancora, sai che figura!” sul suo viso d’angelo apparve un sorriso, forse più adatto ad un sadico assassino, lo stesso sorriso che spuntava  sul viso di Vegeta ogni volta che stava per uccidere qualcuno che domandava pietà.
 
Continua..

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Capitolo 3
*** Che ha fatto Gohan? ***


L’odio si impossessò di Vegeta. Sentì il sangue ribollire, il battito accelerare e la vista sfocarsi.
«Come si permette?» pensò «Questa ridicola ragazzina mi sta irritando proprio come faceva sua madre. Dovrei darle una lezione, farle vedere chi è veramente forte altrochè. Chissà questo tizio di cui parla sarà stato un debole ovviamente. Bah.»
Iniziò quindi a ridere, una risatina strafottente, alquanto simile a quella appena uscita dalla bocca della figlia:” Hai coraggio dolcezza a parlarmi così. Vedremo comunque. Non so dove ne con chi ti sia allenata ma di sicuro non riuscirai mai a raggiungere il mio livello, figuriamo superarmi!
Hahahahahah papà prova a pensarci. Fin da quando ho iniziato a camminare hai notato che ero diversa e indovina? Mi hai allenato tu! Hahahahahahahah mi pare ovvio di averti superato, povero illuso, ho imparato dal migliore! Beh il migliore.. fino ad ora! Hahahahahahahahaha giuro non ho mai riso così tanto!” Quello scambio di battute fece raggelare il sangue dei presenti.
Avendo appena superato lo shock, Bulma si decise a parlare:” Insomma! Come fate ad essere così tranquilli e parlare di chi è il più forte quando il destino di tutti noi è segnato? Siamo stufi di queste situazioni, ogni volta dobbiamo temere per la nostra vita! Per non pensare a tutto il resto del mondo! Lo shock emotivo di ritrovarsi continuamente morti e poi ritornare in vita!”
Calmati, Bulma.” Sentenziò Vegeta, seccato dell’interruzione.
Si calmati mamma.”Disse Ikuko” non è per questo che devi preoccuparti. A parte il fatto che tutti moriranno a parte TE, non è questo il motivo principale per cui sono tornata nel passato.” I presenti si guardarono negli occhi, spaventati.
 «Se una notizia  del genere non era la principale non oso pensare il resto!» pensò preoccupato Gohan.
E allora parla ragazza! Mi stai facendo innervosire parecchio con i tuoi stupidi discorsi e quell’aria di superiorità che hai. Muoviti.” Vegeta si stava stufando, stava perdendo tempo prezioso nel quale avrebbe potuto allenarsi.
 “Si beh hai ragione. Sono venuta qui nel passato per vendicarmi. Vedete, da quando sono nata, a causa di un carattere non troppo amichevole(e chissà da chi ho preso!), non ho mai avuto amici. Non che io ne volessi ovvio. L’unico che mi è sempre stato accanto beh, era mio fratello, Trunks. Comunque. Aveva sei anni e si stavano allenando, lui e Goten, con Gohan che era diventato loro maestro. Un bel giorno però, Gohan esagerò. A quanto mi ha raccontato lui. E beh mio fratello parte da casa vivo, torna a casa morto. E’ stato un incidente, dice lui. La deve pagare, dico io. Mi sono allenata per questo, sono tornata indietro per ucciderti prima che tu possa far del male a questo Trunks.”.
 
Tutti si girarono verso Gohan, che la guardava con una faccia sconvolta, molto simile a quella comparsa sui presenti. Balbettò:” M-ma non è possibile, perché avrei dovuto u-ucciderlo io non..”.
 Non lo lasciarono finire la frase. Bulma, in preda a singhiozzi convulsi gli gridò:” Tu piccolo..” gli si stava lanciando contro, se non fosse stata fermata dal padre. Vegeta si era rabbuiato, ma la sua aurea stava crescendo, si percepiva perfettamente.
 Stava per dire qualcosa quando la figlia lo bloccò:”Non fare niente, questo è un mio affare.” E fu subito a pochi passi dal ragazzo che, da quando aveva saputo della notizia, non aveva smesso di tremare.
 
Continua..

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Capitolo 4
*** Ghigni ***


Avanzava pericolosamente, un sorrisetto stampato sul viso, gli occhi socchiusi a fessura, sprizzanti d’odio e disprezzo. Si avvicinò quanto bastava per afferargli il collo, sentiva l’arteria pulsare, la trachea gemere.
 
Brutto piccolo bastardo figlio di nullità, come ti sei permesso di avvicinarti a mio fratello, ad ucciderlo? Dovrei farti soffrire come un animale per questo affronto al figlio del Principe dei Sayan ma sarò magnanima, morirai in fretta.” Iniziò a stringere, la mano si illuminò, pronta a sferrare un’onda che avrebbe spazzato via il ragazzo.
 
Tutti rimasero a guardare, pietrificati. Ad un certo punto Crilin si destò come da un sogno e scosse la testa. «Accidenti lo sta uccidendo, devo fermarla!» e le si scagliò addosso urlando. Ikuko lo guardò, incuriosita dalla reazione del –piccolo nanetto pelato- come lo aveva classificato il primo momento che l’aveva visto. Era incuriosita, aveva percepito il suo KI, non era nulla in confronto al suo. “Evidentemente vuoi morire” gli disse, scagliandolo a terra senza il minimo sforzo “beh non ti preoccupare tesoro appena ho finito qui verrà anche il tuo turno.”
 
Alla vista del suo amico per terra Gohan si rese conto che quella strana ragazza non scherzava, li avrebbe uccisi tutti se l’avesse ritenuto necessario. Temendo per la propria incolumità ed approfittando della sua momentanea distrazione si trasformò velocemente in super sayan e sfuggì dalla micidiale presa che gli attanagliava la gola. Ikuko si girò ad osservarlo, i pugni chiusi in una morsa d’acciaio per trattenere la rabbia. “Ti rifiuti di morire vero stronzetto? Questo trucchetto l’ho imparato anch’io quando tu eri morto e sepolto da tempo ormai, sta a guardare.” I capelli si tinsero d’oro, e si alzarono, non seguendo più la legge gravitazionale, senza però mutare la strabiliante bellezza della ragazza. Gli occhi diventarono azzurro come il cielo in una mattina di primavera,  sarebbero stati uguali a quelli della madre se non fosse stato per quella scintilla d’odio che sembrava essere parte integrante della ragazza.
 
Vegeta sussultò, percependo l’aumento del KI della ragazza. In tutto quel tempo era statofermo nascosto all’ombra ad osservare quella strana creatura che effettivamente sembrava sua figlia. Lo fece sorridere più volte, sentendo frasi che lui stesso aveva detto anni addietro. Quando si trasformò in super sayan un ghigno si formò veloce sul viso. «Forte la ragazza. Voglio proprio vedere quanto potente è in realtà. Non sta usando neanche la metà della sua reale forza.».
 
Lo stesso stava pensando Bulma, ricolma d’orgoglio e di terrore nei confronti della figlia. «Incredibile è identica a suo padre. Sta a vedere che adesso le compare un ghigno.» si giro verso Vegeta e sorrise interiormente, non era prudente ridere in situazioni del genere. «Oddio eccolo sta ghignando! Conosco i miei polli, adesso compare anche a lei, ci scommetto tutto quello che ho!»
 
Sul viso di Ikuko un ghigno, identico sotto ogni aspetto a quello del padre, comparse sul suo viso perfetto. “ Tu. Ora. Muori.” Scandì lentamente.
 
Continua..

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Capitolo 5
*** Pausa momentanea. ***


Sul viso di Ikuko un ghigno, identico sotto ogni aspetto a quello del padre, comparse sul suo viso perfetto. “ Tu. Ora. Muori.” Scandì lentamente.
 
Gli lanciò un’onda energetica che Gohan schivò a fatica tanto era veloce. Questa però distrusse una casa poco vicino. «Fortuna che  vicini sono in vacanza» pensò momentaneamente sollevata Bulma «dovremmo ricostruirgliela in fretta, non so neanche come fare.». Nessuno del vicinato accorse: da quando Vegeta era arrivato le esplosioni erano frequenti in casa Brief e la città intera smise di preoccuparsi una volta ascoltate le spiegazioni dello scienziato.
 
Aspetta!” disse Gohan “Aspetta ti prego. Non mi piace combattere, lasciami parlare, sono sicuro risolveremo tutto, ti prego fermati, distruggerai ogni cosa!”.
Ikuko si fermò, divertita. Le piaceva essere implorata, rendeva l’omicidio più facile. Si perché lei aveva già ucciso in passato, spinta da quell’irrefrenabile voglia di potere che il sangue sayan comportava. Aveva ucciso le poche persone che aveva trovato in vita sulla terra, spaventate, deboli, inermi. Il suo lato terrestre ereditato dalla madre si opponeva a quei massacri ma la parte aliena prevaleva, godendo nel vedere la paura sorgere negli occhi delle vittime. Non l’avrebbe mai raccontato alla madre però. Dopo la morte di tutti i terrestri anche una sola brutta notizia la sconvolgeva, trascinandola in uno stato depressivo punteggiato da brevi crisi isteriche. E lei ci teneva alla madre, anche se era troppo orgogliosa per ammetterlo. Dopo la prima crisi aveva categoricamente evitato di raccontarle cosa faceva nelle sue lunghe uscite. “Parla allora, sono proprio curiosa di sentire che hai da dire.” Disse,osservandolo minuziosamente.
Non capiva, era figlio di sayan,come lei –glielo aveva detto la madre fra 16 anni- eppure non si somigliavano per niente. Lei fredda e senza pietà, lui magnanimo e gentile.
 
Sono sicuro che il me del futuro non avrebbe mai fatto del male al piccolo Trunks, l’ho appena conosciuto, lui piccolo e lui grande. Vedi è tornato anche lui nel passato per avvertirci. Ti prego, perdonami, sono certo al cento per cento che è stato tutto uno stupido errore! Con le sfere di Nameek risolverai tutto! E poi non hai accennato ad una vendetta da parte di tuo padre, sicuramente ha capito l’errore e ha preferito non tentare di uccidermi, giusto? Non è da lui non vendicarsi quando gli si fa un torto!”
 
Effettivamente Vegeta ci aveva pensato, come mai non fosse intervenuto. Non l‘aveva chiesto, sicuramente quella ragazza impertinente l’avrebbe spiegato da se. Quando si senti nominare drizzò le orecchie. Si accorse che Bulma lo guardava torva come per dire:” Infatti perché non sei intervenuto a vendicare mio figlio, brutto caprone?” ed alzò le spalle indifferente.
 
Ikuko sorrise, era un sorriso diverso, era aperto e dolce e avrebbe fatto battere il cuore a molti se non fosse stato per la situazione in cui si trovava. Disse:” Razza di criceto, cosa pensi che Vegeta non abbia fatto niente? Che abbia accettato la morte di un figlio causata da un sorcio come te? Ovvio che si voleva vendicare, che discorsi. Stava arrivando da te pronto a distruggere tutto. Poi però è arrivato Doi e ha dovuto mettere da parte i rancori per dopo. Ah! Peccato che dopo non fosse un concetto adatto a voi. Nessun dopo per voi, solo per me. Sono cresciuta con l’odio nel cuore aspettando questo giorno. Ora chiudi quella fogna e prega perché sta arrivando la fredda morte a coprirti con il suo mantello per sempre.” Alzò un braccio la cui fine si illuminò per poi formare una sfera perfetta d’energia pura.
 
Aspetta!”gridò esasperato Gohan “Aspetta fino a domani ti scongiuro! Domani avrai la tua battaglia, ma non qui, non ora e non così! Potresti distruggere tutto, domani ci troveremo in un posto isolato e li avrai le tue soddisfazioni.”
Non credere di fermarmi, piccola serpe. Io ti uccido qui. Ora.” Nel’istante in cui la sfera stava per staccare la mano da cui era nata, una voce gridò:” Fermati, Ikuko!” era Bulma. “Ha ragione lui, riposati per una notte, pensaci su, qui spazzerai via mezza città ti prego!” in tutta risposta la figlia gridò:” Non metterci anche tu adesso. Non accetto ordini. Se proprio ci tenete a questo posto ci sposteremo da qui ADESSO.” Il cuore si fermò nella gola dei presenti. Troppo terrorizzati per fare qualcosa, troppo intimoriti per aprire bocca.
 
Dall’ombra una voce autoritaria si fece sentire:” Fermati Ikuko.” Era Vegeta. “Combatterai domani. Oggi farai un cambio di programma. Tu. Io. Gravity room. Combattere.” La ragazza rise:” Non credo proprio. A parte il fatto che perderesti miseramente, non prendo ordini da nessuno, tantomeno da te che non hai mai avuto la vitalità giusta per darmene.” Ricominciò a ridere :” Adesso basta distrazioni. Muori.
Vegeta le si parò davanti, furioso. “Forse non hai capito bene quello che ho detto. Non sono tua madre,io. Non accetto dei no,io. Non credere che non abbia ai trattato con tipi come te. Non hai idea di cosa ti aspetterebbe se fossimo ancora sul pianeta Vegeta. Quindi ora abbassi quel cazzo di braccio e mi segui. H-a-i-c-a-p-i-t-o?”. a quelle parole la ragazza si bloccò e la sua risposta fu il ritorno dei capelli al nero corvino naturale.
 
Il cuore di Gohan ritornò a battere regolarmente. Dalla bocca gli sfuggì un sospiro di sollievo percepito dal principe, che si senetiva proprio soddisfatto, aveva dimenticato quanto fosse piacevole comandare tutto e tutti. “Non credere l’abbia fermata per te. Se non fosse stato che voglio testare la sua vera forza sarei stato a guardare mentre ti riduceva in polvere e avrei riso nel vedere le tua sofferenza.” E si allontanò, seguendo la figlia che si stava già avviando dentro casa.
 
Bulma la inseguì. “Aspetta!” urlò “ Abbiamo installato un codice per entrare, non..” le parole le si bloccarono in gola quando vide la figlia digitare velocemente i numeri che componevano il codice segreto. «Beh» pensò «se in sedici anni non abbiamo mai cambiato codice vuol dire che almeno i ladri non sono venuti in casa!magra consolazione.»
 
Ikuko entrò in casa e si diresse verso la cucina intenta a prendere un goccio d’acqua. Di chinò verso il frigo e prese una bottiglia di vetro. Sorrise tra se e se «Almeno la mamma in questo non è cambiata: niente bottiglie di plastica, inquinano.» pensò.
Ne bevve un sorso, guardando l’esterno attraverso la finestra. Vide Gohan parlare un attimo con quelli che immaginò essere i suoi nonni –non li aveva mai conosciuti- e poi volare velocemente via. Si accorse di aver stretto troppo la bottiglia solo quando questa le si frantumò tra le dita. Si guardò la mano sanguinante e sussurrò:” Maledetto bastardo te la farò pagare!”.
 
Continua..

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Capitolo 6
*** "Sei tutto tuo padre." ***


Iniziò a togliersi i pezzi di vetro dalla mano, borbottando e imprecando ogni volta che un rivolo di sangue cadeva nel lavandino. Stava appunto risciacquando la mano dal sangue quando Bulma entrò nella cucina, il piccolo Trunks in braccio.”Ti sei fatta male?” chiese, un lieve sorriso sul volto che però non mascherava del tutto la preoccupazione.
Mpf, no, non sono così delicata.” Le rispose la figlia senza neanche girarsi, intenta a lavare via il liquido rosso. L’aveva sentita arrivare, l’aveva anche immaginata arrivare: infatti da quando il padre e il fratello erano morti la madre era diventata eccessivamente protettiva nei suoi confronti, immaginò lo dovesse essere un po’ anche nel passato.
Bulma si girò sbuffando:” Sei tutto tuo padre.” e se ne andò: Trunks doveva essere messo a letto per il sonnellino pomeridiano.
 
Sei tutto tuo padre. Tutto tuo padre. Ikuko l’aveva già sentita milioni di volte quella frase, ripetuta incessantemente come un disco rotto. “Ikuko non devi distruggere le cose, quando ti arrabbi! Sei tutto tuo padre.” “Ikuko non picchiare i bambini che ti fanno i dispetti, fai male! Mi scusi signora, è tutto suo padre.” Anche durante gli allenamenti con Vegeta, quando cadeva a terra e si rialzava, dolorante, le gambe che cedevano, un gusto metallico in bocca e il padre la guardava, non l’aiutava neanche, sorrideva e diceva ancora:” Sei tutto tuo padre.”
 
Tutto tuo padre. Sei tutto tuo padre. Aveva odiato quell’essere “tutto suo padre.”, aveva evitato quella frase come la morte, come uno scoiattolo evita un cane troppo allegro, un morbo che ti attacca e non si stacca più, ti morde a sangue e ti lascia a terra dolorante, l’anima spaccata in due, gli occhi ricolmi di lacrime.
 
Aveva associato quella frase al dolore, la madre glielo ripeteva sempre, lo sguardo deluso, arrabbiato, triste. Glielo aveva ripetuto il padre, quando lei era sul punto di stramazzare al suolo svenuta e la testa girava come una trottola. Gliel’aveva ripetuto ancora la madre, una volta che la terra era rimasta desolata, quando si allenava o rispondeva sgarbatamente. Aveva notato allora che negli occhi della madre,quando le ripeteva ancora quell’odiata compagnia di parole, apparivano lacrime di tristezza, nostalgia, ancora dolore.
 
Sei tutto tuo padre.” Ancora. Anche nel passato non aveva smesso di tormentarla. Quando le parole lasciarono la bocca della scienziata Ikuko sentì il cuore spezzarsi in due, l’anima distruggersi, come un giocattolo nuovo nelle unghie affilate di un gatto. Trattenne a stento le lacrime, un vero combattente soffre senza dimostrarlo. «No» pensò «No, io non sono come mio padre. Io non sono Vegeta. Io sono Ikuko
 
Leggermente confortata da quelle parole, si diresse verso camera della madre, lieta di ripercorrere quei corridoi che da tempo erano rimasti distrutti nei suoi  ricordi. “Dove vai? Guarda che sbagli proprio direzione, la Gravity room è da tutt’altra parte!” disse Vegeta, spazientito. Se si ricordava alla perfezione codice e cucina perché perdeva tempo cosi?
Sta tranquillo, so benissimo come sono dispose le stanze qui. Vado a cambiarmi, non voglio mica andare in giro con i vestiti tutti sudati eh!” aprì un cassetto e trovò facilmente quello che cercava: dei pantaloncini da calcetto, perfetti per combattere un po’. Iniziò a togliersi i pantaloni. Ad un certo punto, quando era a metà dell’operazione, guardò il padre, che la fissava, La bocca aperta, gi occhi sbarrati.
Arrossendo un po’ lo cacciò “ Va bene hai finito di guardarmi il culo, adesso esci. Subito.” 
“No.. no io st-stavo guardando..”
 “si si ho capito ora fuori. Fuori! Razza di pervertito.” Lo spintonò fino a quando non fu definitivamente fuori per sbattergli la porta alle spalle. “Ma guarda un po’ questo, fissare la figlia in quel modo.” Borbottò infilandosi i pantaloncini.
 
Ma quello che guardava Vegeta non era il suo fondoschiena – per quanto perfetto e sodo al punto giusto- stava guardando qualcosa che cresceva un po’ più in su. Dalle mutande una lunga coda usciva sinuosa, muovendosi lentamente, come per captare qualche pericolo. Inizialmente non l’aveva notata, nascosta dalla larga maglietta che la figlia indossava.
Ricordò quando anche lui aveva la coda. Era orgoglioso della sua coda. Ma una stupida pallina di lardo –Jarobei, Jirotai, non ricordava il nome- gliel’aveva tagliata. «Maedetto bastardo, devo ancora fargliela pagare per quello che mi ha fatto, dovrei schiacciarlo per questo affronto.»pensò. La sua coda..
 
Era immerso nei suoi pensieri tanto che non sentì neanche Bulma arrivare.
 “ Allora che ne pensi?” gli chiese.
 “C-che ne pensi di che?”
Di tua figlia! Insomma, posso dire di conoscerti abbastanza, da quando ha iniziato a parlare l’orgoglio è cresciuto dentro di te giusto?”
Mpf. Mi meravigliavo solo di quanto mi assomigliasse, ecco tutto. Ha anche la coda! Trunks ce l’aveva?”
Si ma gliel’ho fatta tagliare. Comunque hai ragione, è tutta suo padre.”fece una pausa. “E’ fantastica.” E lentamente andò fuori.
 
Mentre indossava una vecchia maglietta della madre, logora e piena di toppe, Ikuko stava ad ascoltare, quei cetrioli non potevano sapere che aveva ereditato anche un udito infallibile.
Si ma gliel’ho tagliata. Comunque hai ragione, è tutta suo padre.”
Il cuore le si frantumò definitivamente nel petto. Ancora. No! No! Non è possibile! Iniziò ad odiare la madre, ad odiare il padre, li immaginò mentre li torturava, immersi in un mare bollente di sangue, li immaginò urlare, chiedere pietà.
 “E’ fantastica.”
 I pensieri si bloccarono, di colpo. Com’era possibile? Che significava quel “E’ fantastica”? Che intendeva dire? Finalmente cominciò a capire. Il dolore che vedeva negli occhi della madre era dato dalla mancanza che l’assenza del marito procurava. Quando il padre glielo ripeteva era ricolmo d’orgoglio. Essere uguale al padre non la penalizzava. Finalmente Ikuko capì tutto. E finalmente si sentì un po’ meno mostro.
 
Continua..

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Capitolo 7
*** Ci si prende in giro. ***


Allora hai finito di ciondolare? Ho capito che vuoi fare, perdi tempo e speri che io mi stufi e lasci perdere. Beh mi spiace ragazzina, non demordo, voglio proprio vedere di che pasta sei fatta. E ora muoviti.”
Si si bla bla ho capito, arrivo. Dio come sei irritante. Vediamo se la setti di borbottare quando ti avrò rotto il collo.
Piccola impertinente, chi ti credi di essere?” Vegeta si trasformò i Super Sayan, pronto a sferrare un colpo, quando arrivò Bulma.
Fermo li tu. Ora ti calmi e andate subito alla Gravity Room. Non ho intenzione di far ricostruire anche questa casa. Via!
Vegeta si incamminò, i capelli ancora dorati, lo sguardo ricolmo d’odio, poi tutto tornò normale, nero. Ikuko gli ridacchiò alle spalle e questo lo fece infastidire ancora di più.
«Vediamo se continuerai a ridere una volta che ti avrò fatto del male.»
 
Arrivarono alla Gravity Room in fretta. Una volta dentro Ikuko chiese:” Come mai qui e non fuori? Insomma non i sembra molto adatto.”
Questa stanza è stata progettata apposta per sopportare i colpi senza saltare in aria, al contrario delle case dei vicini. Mi sorprende che non lo sappia, Miss so-tutto-io” rispose il padre con un sorrisetto.
Ah beh assorbe i colpi dal dentro ma di certo non dal fuori. Distrutta subito, al primo colpo. E a proposito di sorprese, io sono molto sorpresa che ti faccia comandare a bacchetta dalla mamma. Devi esserti proprio rammollito, principino.”
Te la farò pagare. Non permetterti mai più di parlarmi in questo modo!” Quell’ultima provocazione lo fece esplodere. I capelli si tinsero d’oro, gli occhi si tramutarono in azzurro, i muscoli si ingrandirono  e il KI aumentò vertiginosamente.
Ehi ehi già a Super Sayan? Non vuoi vedere come ti distruggo anche da normale , papino?”
Chiudi quella fogna e trasformati prima che ti rompa  le gambe, muoviti!”
Che caratteraccio.” La ragazza si trasformò, luminosa, spaventosa. “Bene papi, vediamo un po’ quanto è forte questo Principe.” Rise soddisfatta, adorava farlo innervosire.
Hai finito di ridere!” le si scagliò contro.

 
Dopo un’ora, ancora li a combattere, entrambi sfiniti, pieni di tagli da cui fuoriusciva caldo sangue, doloranti. Vegeta teneva ferma a terra la figlia, con una mano pronto a colpirla con una sfera d’energia.
E’ tutto qui quello che sai fare principessa? Mi deludi, ti credevo più forte. E a quanto dicevi tu sarei dovuto essere a terra a domandare pietà.”
La ragazza sorrise: “Mai sottovalutare l’avversario.” Si rialzò in fretta e lo colpì al viso. Una luce, Vegeta stava per colpirla con la sfera d’energia creata poco prima. Subito ne creò una anche lei e la scagliò nello stesso istante in cui il padre scagliò la sua. Vide una grande luce. Poi niente.
 
Si svegliò su un letto estraneo, la testa girava esageratamente, proprio come quando si svegliava dopo essersi ubriacata, la sera prima. Si accorse di avere le ferite fasciate e di essere stata imbottita di antidolorifici. Sentì gemere vicino a lei e vide il padre, disteso su un altro letto, stesse condizioni, stesse fasciature. Però lui ancora dormiva.
«Mi sorprende proprio. E’ più forte di quanto ricordassi. Non abbastanza però. Mi sono dovuta trattenere parecchio. Quel bastardo ce l’ha messa tutta e a forza di trattenermi sono crollata. Dio, se la tirerà per mesi, già me lo immagino “non sei così forte come pensi” bah. Meglio questo che l’onta della sconfitta. Ne sarebbe uscito distrutto. Mmh. Mi sei mancato, principino
Ehi guarda un po’ chi si è svegliata qui! Ciao cara come stai?” Bulma era appena entrata a controllavano i due ragazzi, come li chiamava affettuosamente.
Non mi chiamare cara mamma, mi chiamo Ikuko, lo sai benissimo che mi da fastidio che mi chiami così.
No veramente lo so da adesso. Ho imparato così tante cose del futuro oggi! Ma non hai ancora risposto alla mia domanda, come stai?”
Bene mamma, cazzo, come vuoi che stia?!”
Modera i termini, signorina. Non so come ti abbia educata quella Bulma del futuro ma qui ci si parla differentemente eh!” sorrise, cercando di strapparle un sorriso che puntualmente non arrivò. Sbuffò. «Accidenti è più simile a Vegeta di quanto immaginassi! Dovrò ingegnarmi un po’ di più per farla reagire.»
Si beh comunque. Non ho intenzione di stare qui a farmi trattare male da te. Ho sentito hai la coda. Brutta scimmia te e brutta scimmia tuo padre. Volevo solo sapere com’era andata la dentro. Scusa se ti ho disturbata, signorina impertinente.” Si alzò e fece per andarsene, aspettando una risposte che ,naturalmente, arrivò.
No dai aspetta. Comunque tutto okei, abbiamo fatto tanto casino per niente, per poco non ci rimaneva secco, il principe qui” Sorrise, nel vedere la madre che le sorrideva a sua volta.
 
Era tanto che la madre non si comportava così, mostrando il suo vero carattere. Da anni si era depressa, deperendo sempre più fino ad arrivare a sembrare uno zombie vivente. Le mancava sentirsi parlare così.
 
Ci rimaneva secco   un cazzo. Quella che stava per morire eri tu, ragazzina.” Vegeta si era svegliato, ascoltando l’ultimo pezzo di frase uscita dalla bocca di Ikuko. Aveva sognato. Kakaroth che lo batteva, Freezer, Cell. Ikuko che perdeva. Almeno che finivano pari. Si sentì sollevato come non accadeva da tempo. Ghignò.
Chi ci stava per rimettere le penne eh principessa? Ti eri proprio sbagliata, non sei così forte come pensi.”
«Oddio eccolo già inizia.» sorrise tra se e si girò verso il padre.
Si si abbiamo capito. Evidentemente il te che ho conosciuto io era proprio  una schiappa perché lo stendevo subito. Sei forte, scimmia.” Aveva sentito così tante volte la madre chiamarlo così che ormai si era abituata.
Comunque,” continuò “comunque non so te ma io sono a posto, posso anche liberarmi di ste cose.” Si alzò facilmente e si strappò le bende che la comprimevano.
“Ferma cara..ehm cioè.. Ikuko! Non è passata nemmeno un’ora! Non puoi essere già a posto!”
Si si bla bla, io vado ad allenarmi un po’. Ciao!” E volò via, la madre che la osservava preoccupata.
Non ti preoccupare.” Disse Vegeta “ E’ più me che te. Anche io sono a posto, non eravamo così gravi, vado ad allenarmi anch’io.”
Guarda che non vengo a raccattarvi ancora!” Rise. Rise di gusto, per una buona mezz’ora. Quei due si assomigliavano così tanto! Era felice di avere dei figli così. Uno gentile ed altruista e sicuramente un bel ragazzo, un’altra fredda e scostante dal di fuori ma che dentro aveva un animo così gentile, insomma tornare indietro per vendicare il fratello morto non è cosa da tutti! Così somigliante al padre. Questo la fece ridere ancora e ancora. Rideva di felicità ma sotto c’era un punto di disperazione, non per il figlio morto – sarebbe tornato facilmente in vita,  anche se non si sarebbe più fidata di quel Gohan- era disperata perché pensava «Vivere con uno come Vegeta è già complicato, non immagino con due nella stessa casa!» e rise ancora, di gusto.
 
Continua..

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Capitolo 8
*** Calcio,calcio,pugno,calcio,onda. ***


Calcio,calcio,pugno,calcio,onda. «Ucciderò quel Gohan, lo farò a pezzi. Trunks..Trunks.»
 
Calcio,calcio,pugno,calcio,onda.« Accidenti quella ragazza è un portento. Però c’è qualcosa che mi sfugge. Non vorrei mai che.. No no non è possibile bah. A che starà pensando? Vabbè non mi interessa.» Vegeta si fermò un attimo e si diresse al pannello di controllo, intento ad alzare la gravità. «Sta  dei minuti a guardare il muro, pensando. Ecco adesso si è fermata e guarda ancora il muro. Non puo’ essere stanca, non ha neanche il fiatone. Ecco adesso sorride e ricomincia. Ma che..?»
 
Ikuko si fermò a guardare il muro, presa com’era dai ricordi. Trunks che la faceva ridere, quando lottavano e si facevano male. Sorrise,«Sei stato un buon fratello, nessuno fa del male  alle persone a cui tengo, nessuno. Soprattutto un moscerino come quello
Calcio, pugno, venti flessioni, calcio.
 
Allora com’è andato l’allenamento?” chiese Bulma sorridendo mentre metteva in tavola le pietanze che aveva cucinato.
Bene.”
Bene.”
Okei, bene, bene. Ascolta Ikuko volevo chiederti, quando Trunks è tornato indietro dal futuro, non ha mai accennato di te, come mai?”
Ikuko sorrise tra se e disse:” Dio mamma, non ci arrivi proprio? Allora immagina il tempo come un lungo fiume dritto, voi siete in questo fiume. Poi succede qualcosa, un viaggiatore nel tempo, Trunks torna indietro e vi avverte di qualcosa. Ecco che si forma un affluente, in cui il futuro è diverso da quello previsto. Immagino infatti che ci siano stati dei cambiamenti giusto?
Si! Arrivarono altri due cyborg!”
Appunto. Quindi il futuro varia, la terra non viene distrutta. Nel futuro del grande fiume però il futuro non cambia, questo viaggio non interferisce con Quel futuro. Quando Trunks torna indietro avvengono delle modifiche. Probabilmente oltre ai due nuovi Cyborg succede qualcos’altro. Voi due vi fate una scopata di troppo –non prevista nel futuro del grande fiume- e nasco io, nel futuro dell’affluente. Tornando indietro creo un altro futuro differente, un altro affluente. Un affluente nell’affluente diciamo. Questo provocherà dei cambiamenti, Trunks di questo futuro non morirà e magari Doi apparirà prima o dopo o non apparirà o voi lo sconfiggete boh. Capito adesso?”
Oh si, ti sei spiegata bene.” Sussurrò Bulma arrossendo. Insomma non voleva che quello che faceva a letto fosse sbandierato a tutti! Davanti ai suoi genitori poi!
Ho già capito come verrà cambiato il futuro! Quel Doi verrà sconfitto da me! Bene bene..
“Non lo sottovalutare.”
Non sei tu che devi dirmi che cosa fare o no.
Si si ho capito però non farlo, principino, altrimenti fai una brutta fine.”
Mhp.” Vegeta si alzò e se ne andò fuori. Ad ammirare segretamente le stelle, come faceva ogni sera, nascosto da tutti, in compagnia solo dei suoi pensieri. Quella ragazza.. quella ragazza gli nascondeva qualcosa! Ma cosa potrebbe essere..?
 
Oh non badare a lui ha un caratteraccio. Ora raccontami della coda, hai mai avuto problemi?”
No, la luna è stata disintegrata. Hai finito con la navicella?”
Disintegrata? No comunque, mi ci vuole un po’ più di tempo. Guarda che qui la luna ancora c’è, ti conviene stare in casa e non guardare in giro.
“So come si fa. Vedi di muoverti, io vado a letto.”
Guarda che qui non abbiamo un letto per te.” Sorrise, era così divertente infastidirla come a suo tempo aveva infastidito Vegeta.
Allora vado al Divano, contenta?”
Bulma rise sotto i baffi e si incamminò verso la cameretta di Trunks che intanto le si era già addormentato in braccio. Una volta terminata l’operazione tornò dai genitori per la consueta chiacchierata serale con contorno di sigaretta. Vegeta non era tipo da tenerle compagnia parlando e la figlia sembrava non essere da meno.
Allora cara che ne pensi? Hai dei familiari così buffi!”
Sorrise per quell’osservazione, la madre non poteva dire niente di più azzeccato: “Si mamma, non poteva capitarmi di meglio. Credo proprio che Ikuko sia il figlio che Vegeta ha sempre desiderato, non lo vedevo sorridere da così tanto!”
Sorridere? Io non l’ho visto! Oooh me lo sono perso!”
Tranquilla mamma, è molto difficile accorgersene. Comunque papà, quanto tempo credi che ci vorrà per costruire quella benedetta navicella?”
Non ti preoccupare tesoro, non ci vorrà molto. Preoccupati invece di cosa potrebbe essere la variazione di cui parlava!”
Oh si guarda, non ci voglio neanche pensare!” spense la sigaretta ormai consumata.
 
Sangue. Urla. Corpi martoriati, con la testa spappolata. Una bambina di cinque anni spaventata, che piange, sola. Ha paura, non riesce a capire che cosa stia succedendo. Non trova più ne il fratello ne il padre, vede solo la madre che piange. Poi all’improvviso un’esplosione, un’altra. Altre grida di terrore. No, non è terrore, è dolore.
Si svegliò di soprassalto, si guardò attorno, non ricordando più dove si trovasse. «An già, sono in questo schifoso passato. Bah ormai sono sveglia, vado a bere qualcosa.»  Si alzò velocemente e senza far rumore andò in cucina. Guardò l’orologio, le 04:12. Aprì il frigo, alla ricerca di qualcosa con una gradazione più alta dell’acqua o del latte. Niente. «Non c’è un cazzo in questa casa. ‘Fanculo.» Richiuse il frigo sbattendolo, il fascio di luce che poco prima l’aveva illuminata si spense, facendo tornare le tenebre che l’avvolsero.
Si distese sul divano, a riflettere. Quel sogno. Lo aveva fatto ogni fottuta sera da undici anni a questa parte. E ora anche nel passato. Per una bambina di cinque anni scene del genere non dovevano essere viste ne tanto meno vissute. Devono avere il bollino rosso: vietato ad un pubblico di minori. E invece lei era cresciuta con la violenza e la morte.
Nel suo cuore di bambina era stato deposto un seme che pian piano era germogliato, diventando una pianta rampicante, stringendosi attorno al cuore, intenta a non mollarlo tanto facilmente. L’odio era stato il suo pane, la distruzione la sua acqua. Era quindi diventata una ragazza violenta, volgare, un’assassina spietata, assetata di sangue. Aveva iniziato ad uccidere, a godere nel sentire quell’ultimo battito di vita delle persone, accelerato dalla paura. Non fumava, le affaticava i polmoni e quindi le prestazioni. Però quando quelle scene tornavano nei sogni, più forti ed accese, beveva fino ad addormentarsi. O quello o la morte di qualcuno.
«Gran vita del cazzo. Quando tutti torneranno in vita partirò, ucciderò fino a quando non mi sentirò soddisfatta. Poi tornerò a condurre una vita normale. Già proprio come mio padre. Ma che..?»
Si tirò su a sedere di scatto, sentendo che qualcuno si era avvicinato. Vegeta.
Che vuoi? Non sono in vena, vai a rompere a qualcun’altro.”
Tu mi hai preso per il culo. E per questo devi pagare.”
Si alzò in piedi sorpresa da quelle parole e lo vide, gli occhi iniettati di sangue, i pugni stretti, i capelli che ondeggiavano, pronti a tingersi d’oro.
 
Continua..

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Capitolo 9
*** Variazioni temporali. ***


Che vuoi? Non sono in vena, vai a rompere a qualcun’altro.”
Tu mi hai preso per il culo. E per questo devi pagare.”
Si alzò in piedi sorpresa da quelle parole e lo vide, gli occhi iniettati di sangue, i pugni stretti, i capelli che ondeggiavano, pronti a tingersi d’oro.
Che? Devo pagare per cosa? Sta calmo. E spiegati.”
Ti ho già detto che non puoi dirmi cosa devo o non devo fare.” Si avvicinò, luminoso, possente, arrabbiato.
Si okei scusa. Allora che hai?”
Non ti sei impegnata un cazzo oggi pomeriggio. Avevo notato che c’era qualcosa che non andava. Mi hai preso per il culo,mi hai fatto passare per un pivello che non è neanche capace di badare a se stesso. Adesso però mi hai fatto incazzare!” Improvvisamente una luce si sparse in tutta la stanza, illuminandola. Si era trasformato in Super Sayan.
“Oh, quello! Ehm..Okei mi dispiace, non volevo ch..Ehi!” Ikuko deviò l’onda appena lanciata dal padre con un braccio, mandandola contro il soffitto. Questa fece un buco perfetto sul tetto e nella stanza entrò un fascio tenue di luce.
SEI IMPAZZITO PER CASO? Vuoi distruggere casa tua? Non perché se è per qu..” Si bloccò, guardando il soffitto. La luce che era entrata velocemente poco prima non era nata da un lampione, come aveva pensato. Era la luna piena.
«Cazzo!» Pensò sentendo il cuore iniziare a battere accelerato. In quell’istante scesero dalle scale Bulma,Trunks che piangeva in braccio e i suoi genitori.
Ma che diavolo sta succedendo qui?”
Non ti intromettere, donna!” Vegeta aveva capito che stava succedendo, cercava di pensare a cosa avrebbe potuto fare adesso, a come avrebbe salvato la casa e tutto quello che la circondava.
Spero tu sia soddisfatto papà! Cazzo!” Ikuko approfittò di quei ultimi istanti di lucidità per correre fuori casa, seguita dai familiari.
 
 
Si svegliò ancora su quel letto che poche ore prima era stata la sua barella. Sentiva dolori lancinanti, localizzati soprattutto nella zona sacrale.
Merda!” urlò. Con la mano si era cercata la coda ma trovò solo quello che rimaneva: una lunga cicatrice dolorante.
Ma che cazz..?”
Ti sei svegliata, finalmente.” Bulma non si era mossa dalla poltrona posizionata vicino al letto da quando Ikuko aveva chiuso gli occhi.
Sei stata a dormire per un bel po’, quando Gohan è venuto a cercarti  abbiamo dovuto mandarlo via.” Sorrise leggermente nel ricordare la faccia del ragazzo. Smise di sorridere, sentendo una morsa d’acciaio alla gola, il fiato mancarle. “I-I-kuko!”
Che cazzo hai fatto? L’hai mandato via? Che è successo? Rispondi o giuro che ti uccido.” Iniziò a stringere. Poi un’immagine la invase, lei che trasformava.
«Che sto facendo? Oddio.» Lasciò subito la presa, conscia di quello che stava per fare.
I-io.. scusami mamma, mi sono lasciata prendere e-e.. m-mi dispiace.”
Bulma boccheggiò, le immagini tornarono nitide, la testa cominciò a ronzare e girare.
Si si ho capito. Tranquilla, non è successo niente.” Sorrise per rassicurare la figlia, massaggiandosi la gola. Ormai non teneva più il conto di quante volte rischiava di morire, preferiva semplicemente accantonare tutto in un angolo del cervello per farle uscire quando era sola, piangendo per sfogarsi.
Aspetta un istante.” Si schiarì la voce e riprese a parlare “Prima che tu mi bloccassi così sgarbatamente stavo per raccontarti che è successo ieri sera.”
 
I vestiti si strapparono, non potendo più contenere il mostro che stava nascendo, perdendo il controllo, assumendo tratti non umani. Non avendo ancora imparato a controllarsi quando si trasformava, il mostro che una volta era stata una bella ragazza, ruggì, distruggendo con piedi – o forse è meglio chiamarle zampe- e mani tutto quello che le capitava a tiro, creando crateri solamente pestando il terreno, lanciando onde dalla bocca.
Vegeta! Vegeta fai qualcosa!” Bulma era disperata, non sapeva come fermare quella creatura.
Vegeta si alzò in volo, tentando di nascosto di tagliare la cosa della ragazza. In quell’istante Ikuko, attirata dalle grida della madre si girò e lo vide, con una mano lo scaraventò lontano. Dolorante Vegeta le si scagliò contro. Dopo una successione di colpi dati e ricevuti, riuscì a tagliarle la coda. Ruggendo per il dolore, l’immensa scimmia ritornò ragazza. Questa balbettò qualche parola insensata e svenne.
Ecco perché ho fatto tagliare la coda a Trunks in tempo.” Disse Buulma ancora tremante per la paura.
Sta zitta per favore.” Prendendola in braccio il padre la portò in casa dove fu medicata e, naturalmente, rivestita.
 
 
Ho fatto danni?”
Mmm un po’. Non tanti comunque. Adesso riposati, ti abbiamo medicato come potevamo, non potevamo di certo chiamare un medico, borbottavi di quelle cose!”
Ikuko provò ad alzarsi in piedi a fatica. Sentì una fitta lancinante alla ferita e si accasciò nuovamente nel letto.
Maledizione, ma che mi avete fatto? Si stanno scucendo tutti i punti, siete degli incapaci!”
Guarda che io tratto con i macchinari, non con le persone, carina!”
Si si vabbè. Ti spiego io come fare.”
 
Dopo alcune ore Ikuko uscì zoppicando di casa, intenta a scoprire quanti danni avesse provocato. Trovò il padre, seduto vicino a un cratere intento ad osservarlo, pensando però a tutt’altro.
Insomma mi hai tagliato la coda. Contento? Ti basta come vendetta?”
Taci.”
“Oh andiamo, guarda che io l’ho fatto per..”
“Di un’atra parola e giuro che ti fracasso il cranio.”
“Okei okei. Che scorbutico!” borbottò.
Comunque per il momento ho intenzione di allenarmi un po’, vieni anche tu?” Guardò il padre che ormai non le prestava più attenzione. Guardava invece il cielo, un’espressione confusa e preoccupata, intento a capire qualcosa.
Shh! Lo senti anche tu?”
Che..?” in quell’istante lo percepì. Un KI ben superiore alla media stava entrando nell’atmosfera terrestre. Riconosceva quella potenza. L’aveva sentita alzarsi vertiginosamente e poi, pian piano, spegnersi.
“Abbiamo”
«Cazzo!»
“un”
«Cazzo!»
“problema.”
«Cazzocazzocazzo!»
E la variazione temporale, anche chiamata Doi, atterrò sulla terra.
 
Continua..

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Capitolo 10
*** “E quindi siamo spacciati.” ***


Gohan! Gohan, allora è pronto in tavola, vieni!” Chichi lo richiamò, spazientita. Spesso il figlio si perdeva nei ricordi e lei odiava ripetersi. Si avviò verso la sua stanza, con una predica già pronta in mente. Spalancò la porta.
 “Gohan!” Nessuno. «Sarà fuori a bighellonare come il suo solito.» Si incamminò verso la porta d’entrata. Era aperta. Lo vide, gli occhi fissi verso il cielo, lo sguardo preoccupato. Sorrise. Da quando era morto Goku non era una novità se trovava il figlio che guardava il cielo pensandolo. La predica le si spense in gola per far posto ad un nodo, una palla di neve che non aveva intenzione di sciogliersi, almeno finchè pensava al marito. Questo l’addolcì un po’.
Gohan, tesoro, è pronto in tavola, dai si raffredda tutto, rientra.”
Scusa mamma, io non mangio, devo andare!” e prese il volo, lasciando la madre più confusa che mai.
Andare dove? Gohan.. Gohan! Torna qui!” Troppo tardi, era già sparito, inghiottito dalle candide nuvole.
Oh, Goku..  mi manchi sempre di più..” Sospirò e rientrò  in casa.
 
 
D-Doi..” Sussurrò Ikuko, gli occhi sbarrati verso il cielo, persa nei ricordi che le occupavano la mente, ricordi che aveva accantonato, lasciandoli uscire solo durante quegl’incubi che la spaventavano tanto.
Cosa? Cos’hai detto? Lo conosci? Allora, Rispondimi! E’ lui??” Vegeta si girò a guardare la figlia e la vide, persa nei suoi ricordi, in iniziò a scuoterla violentemente.
Allora Ikuko! Sei sicura che sia lui? Rispondimi!”
 
Sangue. Urla. Corpi martoriati, con la testa spappolata. Ancora quelle immagini. I pianti e le urla le riempirono le orecchie, impedendole di tornare alla realtà, a quello che stava capitando. Non aveva mai provato paura. Figurarsi, era l’essere più forte dell’universo! Ma perdere tutto e rischiare di perdere anche la vita l’aveva cambiata, facendole provare puro terrore sentendo la morte che avanzava, chiamandola. Improvvisamente udì urlare il suo nome: una voce che con quei ricordi, quei corpi, non centrava niente. Decise di seguirla.
                                                      
Scosse un attimo la testa, come per scacciare qualcosa di orribile. Vide il viso del padre che la guardava, le urlava di rispondergli,  arrabbiato, spazientito e.. preoccupato? Non era da suo padre preoccuparsi.
Si è lui. E’ già arrivato,lo senti?. Non aspetterà molto prima di iniziare.” Sentì un’esplosione, la terra tremare. O erano le sue gambe?
Ha già iniziato, senti?”
In quell’istante tre figure atterrarono,  i volti scuri, preoccupati.
Piccolo fu il primo a parlare:” Cos’avete intenzione di fare, venite con noi?”
Non avete nessuna speranza di sopravvivere.” Ikuko aveva una voce che sembrava provenisse dall’oltretomba. Nessuno aveva visto un componente della famiglia di Vegeta in quello stato e quella voce preoccupò molto i presenti.
Come? Vuol dire che sai chi è?” Crilin cominciò a preoccuparsi seriamente.
Si. E’ l’essere che vi uccise nel mio presente, Doi. Vado io, voi sareste solo d’intralcio.”
Non credo proprio.” Vegeta la teneva ferma per un braccio. Continuò:” Tu hai detto che siamo stati uccisi perché non avevamo capito come agire. Allora insegnacelo. Dicci tutto quello che sai di questo Doi.” Tutti annuirono, la preoccupazione che non aveva intenzione di calare mista alla paura.
Firmate solo la vostra condanna a morte.”
Non intendo aspettare oltre!”
Okei okei. Però poi non torno indietro ancora. Quindi. Tenete a mente che non riesce a percepire il KI in nessun modo quindi questo ci avvantaggia di molto. Ricordatevi inoltre che è un essere molto stupido e quando è calmo è abbastanza debole, il problema è quando si arrabbia, non fatelo mai arrabbiare! Papà, lo dico a te, non provocarlo con battutine di nessun genere, avresti come unico risultato quello di farlo diventare spropositamente più forte.”
Crilin rise sotto i baffi, Vegeta era proprio uno da irritarlo appena arrivato!
Ti faccio io passare la voglia di ridere.” Si avvicinò velocemente, pronto ad uno scontro.
Fermati papà. Non è questo il momento di risse inutili, quel moscerino ci serve, potrebbe fare da esca” Un ghigno le comparve sul viso identico a quello appena comparso al padre, si guardarono un istante e da li scattò un’affiliazione assoluta.
Crilin rabbrividì non poco e disse:”Ehi un momento! Che vuoi..”
“Taci adesso. Ora ascoltatemi che vi spiegherò che dovete fare se..”
Faremo tutto quello che ci dirai di fare!” Gohan voleva ingraziarsi quella strana ragazza che ancora lo faceva tremare, ricordando l’aumento del KI spropositato e la violenza con cui l’aveva guardato.
Interrompimi un’altra volta e giuro che ti stacco la testa. E’ già tanto che ti lascio qui, vivo,a meno di 100 km da me quindi sta zitto e FAI quello che ti dico, non voglio perdermi la soddisfazione di sentire la tua vita che scorre via tra le mie dita.”
Comunque.” Continuò “Io sono ancora dolorante causa coda e non so quanto riuscirò a fare. Quindi dovrete coalizzarvi e riuscire a pensare come se foste una sola persona, solo così riuscirete a sconfiggerlo. All’epoca era di gran lunga più forte di me, io ero semplicemente più furba.”
“Ferma li Ikuko. Sbaglio o combattendo contro di lui hai rischiato la vita? Così facendo la tua forza è aumentata sicuramente, sei diventata più forte di quel mostro!”
Eh mi piacerebbe tanto. Sono si più intelligente –non che sia difficile-  il punto è che la mia forza non è aumentata abbastanza da superarlo. Metti in conto che il dolore alla coda mi impedisce certi movimenti e..”
E quindi siamo spacciati.” Un’ombra si formò sul viso di Crilin mentre proferiva quel messaggio di morte certa.
In poche parole.. si, siamo spacciati. Beh non è il caso di piangersi addosso. Ora vi spiego tutto il necessario che c’è da sapere per distruggerlo.”
 
Continua..

 

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Capitolo 11
*** Grandi luci. ***


Una grande luce si formò sulla sua mano e veloce scagliò l’onda il più forte possibile a terra.
Gli piaceva distruggere. Era la cosa che lo divertiva di più.  Amava vedere la gente scappare, i palazzi crollare, udire le urla. Un’esplosione, altre urla.
 
Vide una persona uscire da delle macerie e iniziare a correre, senza voltarsi. Non fu ne abbastanza veloce ne tantomeno fortunato. Doi immediatamente e gli atterrò davanti. Gli sorrise: lui si nutriva di terrore e quel poveretto era la reincarnazione della paura. Più che piangere l’uomo ululava, monotono come un cane ferito,moribondo,rabbioso. Tutto il corpo tremava, gli occhi sbarrati, i denti che sbattevano tra di loro convulsamente lasciando uscire di tanto in tanto gridolini acuti. Iniziò a piegarlo, non fu neanche difficile. Godeva nel sentire le ossa rompersi, il sangue sgorgare dalla bocca per unirsi alle lacrime. Un altro sorriso, un grido di dolore, un rumore forte, come di albero che viene abbattuto, ma non era del legno, era spina dorsale, midollo che si spezza, occhi che diventano bianchi e vitrei, morte.
 
Una risatina soffocata gli uscì dalla bocca.
Improvvisamente un’oscura figura gli atterrò davanti. Sussultò leggermente, non l’aveva sentito arrivare.
 Un’occhiata bastò per classificarlo:terrestre.
“Dimmi terrestre, non temi la morte?”sorrise leggermente.
 
«Perfetto, l’ha distratto.»
Annuendo, guardò i suoi compagni che annuirono a loro volta. Lentamente,come guidati da un maestro invisibile formarono delle onde, pronti a scagliarle.
 
Intento a distrarre il mostro, Crilin prestava comunque attenzione ai suoi nuovi alleati. Un passo falso e Doi si sarebbe accorto di tutto, mandando all’aria il piano. Finchè era tranquillo avrebbero potuto colpirlo e neutralizzarlo. Bastava scansarsi al momento giusto.
 
«Che diavolo vuole questo piccoletto?  Perché non ha paura di me? Che ha di diverso? Non capisco..»
 
«Ecco, è il mio momento, devo andarmene!» Crilin volò via, veloce come il vento. Troppo veloce, troppo presto. Doi si voltò. E vide.
La rabbia mutò lentamente dentro di lui mentre capiva tutto. Stavano cercando di annientarlo. Alle spalle. La sfera lo colpì al viso, facendolo sanguinare. Sangue color argenteo colò a terra. Nessuno gli aveva mai fatto fuoriuscire del sangue.
 
Merda ci ha beccati, dovete accerchiarlo! Io non riesco a muovermi troppo velocemente, vi aiuterò con le sfere d’energia, muovetevi, colpitelo tutti insieme!” Ikuko era in preda al panico, il piano non doveva fallire. Se solo quel pelato si fosse mosso con un attimo di ritardo! Lo odiò per la sua incompetenza e si annotò mentalmente di fargli del male. Molto.
 
Caddero tutti, uno dopo l’altro. Finirono con il diventare inutilizzabili, feriti, doloranti, moribondi. Gli unici rimasti furono Gohan e Ikuko. Uno troppo docile per far qualcosa di serio, l’altra troppo dolorante. Avrebbero voluti entrambi far qualcosa. Ma erano bloccati. Chi ha la forza non la usa, e chi vorrebbe usarla non puo’.
 
Doi ghignò, felice. La rabbia lentamente era calata e con essa anche il suo KI. Non che ne avesse bisogno. Quei due sarebbero stati disintegrarti presto.
Preparatevi terrestri perché state per assistere alla vostra dipartita.” Puntò un dito verso Ikuko che gli sembrava così debole ed inerme, una risatina divertita gli uscì veloce dalla bocca.
 
Lo sentì mentre rideva piano. Si voltò verso la ragazza che fino al giorno prima voleva ucciderlo e la vide, tremante, spaurita, come un cane abbandonato in autostrada. Lo sentì mentre rideva piano. E la visuale si riempì immediatamente di rosso. Come un lampo che appare e immediatamente dopo scompare, lasciando come unica traccia del suo passaggio la sua immagine indelebile sulla retina, il ragazzo scomparve, ritrovandosi la metà di un secondo dopo davanti ad Ikuko, deviando la sfera.
 
 Gli guardava le spalle, gli occhi sbarrati per la sorpresa. Come poteva quel ragazzo che aveva disprezzato ed insultato provare compassione per lei e proteggerla? Una forte luce la costrinse a socchiudere gli occhi. Quando li riaprì, tutto era cambiato.
 
Continua..

 
 

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Capitolo 12
*** Tanto, a chi importa? ***


Stremato, cadde a terra. Per quel colpo aveva utilizzato tutte le sue energie. Cercò di guardare in alto per vedere se era andato a segno, se era riuscito a distruggere quell’essere ripugnante dalle squame azzurrognole. Il sole lo accecava, la vista era troppo debole. Chiuse gli occhi, quando li riaprì gli sembrò di vedere un angelo. Li richiuse, e cadde in un sonno profondo.
 
Doi era li, ferito, sanguinante. Non riusciva ad alzarsi dal terreno se non per pochi centimetri, compiendo comunque uno sforzo sovrumano. Sentì qualcuno atterrare vicino a se. Sollevato, chiese aiuto a mezza voce.
“..a-aiuto..”Si girò verso quella che pensò fosse la sua salvatrice. Aveva un sorriso stupendo e il viso illuminato dal sole incorniciato da folti capelli neri. Non poteva essere malvagia una creature di tale bellezza. La creatura gli tese una mano aperta, veloce.
“..g-grazie.. S-sto sanguinando, aiutami!”
Il sorriso mutò lentamente. Quello che appariva non era un dolce sorriso. Era un ghigno. Maligno come un padre pazzo che uccide i propri figli, quel ghigno rappresentava quello che era stato lui nel corso della sua vita.
Di ciao ciao alla vita!” Quelle parole uscirono da quel ghigno con una dolcezza infinita, come un’amante che parla al proprio amato. Ma non era quella la situazione. Doi vide tutto bianco, poi tutto si tramutò in nero.
 
Ikuko si guardò intorno, soddisfatta. Finalmente incrociò lo sguardo del padre, attento. Rapidamente lo raggiunse.
Ehi principe! Che ti avevo detto eh? L’ho distrutto, proprio come nel passato! Ha sentito il KI spegnersi? E il cuore battere come le ali di un colibrì? E’ stato assolutamente fantastico io..”Iniziò a parlare, più per l’agitazione che per altro.
 
Guardando i suoi occhi si rivedeva, rivedeva in lei quello che era stato: spietato, crudele, incontrollabile. Vide quell’ombra nei suoi occhi. Era come lui, una spietata assassina,  che godeva nel far soffrire la gente, nel prendere in giro le proprie vittime, illudendole di avere una speranza.
«E’ diventata come me. Era quello che desideravo giusto? Un figlio che fosse degno del suo nome. Allora perché non sono del tutto felice per questo
 
Chiudi quella bocca.”
 
“Scusa?”
 
“Stai zitta ho detto, mi stai rompendo con il tuo stupido sproloquiare, mi fai venire il mal di testa.”
 
“Oh andiamo, non puoi non essere felice per quello che ho fatto! L’hai vista quella scintilla nei suoi occhi prima di morire? Impagabile!”
 
“Ti ho detto di tacere! Credi che sia bello uccidere? Che sia giusto sottrarre la vita ad un altro essere?”
 
“Non venirmi a fare la morale. Sai meglio di me perché sono così eccitata dall’idea di uccidere. Scommetto che la mamma non ha mai ucciso mentre..”
 
“Non fare la saputella con me. Quello che ho fatto in passato non ti riguarda. Vedi di cambiare. Non puoi sperare di vivere una vita in pace se continui così.”
 
La mia vita è già compromessa non lo capisci? Sono vissuta con il terrore e la disperazione! Lo sai che quando stai tutta una vita nel fondo di un abisso alla fine anche l’abisso ti guarda? Se sono così  non è colpa MIA. Non venirmi a fare la morale perché non lo sopporto. Sei stato un buon padre quanto potrebbe esserlo questo sasso” Stritolò una pietra fino a frantumarla “Mi hai sempre insegnato a cercare di migliorarmi, ad essere la migliore, l’orgoglio me l’hai insegnato tu! Se sono tornata indietro è per vendetta, non perché voglia far tornare in vita un branco di stupidi umani! Sei stato tu ad insegnarmi che far provare terrore è  BELLO. Quindi vaffanculo, non ho intenzione di ascoltarti!”
 
Se non vuoi ascoltarmi sei libera di farlo. Però scommetto che Bulma l’ascolti vero? Ho visto come la guardi. E’ contenta di quello che fai durante le tue sessioni notturne, Ikuko? Quando eri svenuta per la coda borbottavi di uscite al chiaro di luna nelle quali uccidevi senza pietà chi incontravi. L’hai turbata molto. Come credi che reagirà quando ucciderai quel Gohan? Credi che sarà felice, orgogliosa? Alla fine anche l’abisso ti guarda” La imitò in modo feroce, con una voce acuta che la fece arrossire appena“Credi che non ci sia mai passato? Beh non mi importa se lo fai per me o per tua madre o per la salvezza dell’anima, non vuoi far soffrire Bulma. E allora cambia, sei forte abbastanza. Io sono cambiato, perché tu non ci riesci?”
 
Un sorriso amaro le nacque sul volto “Sei un bastardo lo sai? Meriteresti che ti lasci qui a marcire ma visto che sono metà umana e sua signoria mi ha ordinato di cambiare, ti porterò a casa. Non che tu lo meriti, certo.”
Brava ragazza.” Sorrise tra se e se.
 
«Com’è facile manipolare gli umani! crede di aver capito come gira l’universo ma non ha capito niente
«Guardalo che soddisfatto che è! Sarà che..?  No vabbè, tanto, a chi importa?»
 
Se non ti togli quello stupido sorriso giuro che ti lascio qui.”
Da quando sei tu che impartisci ordini?” Risero insieme, ognuno per motivi diversi. Ma tanto, a chi importa?
 
Continua..

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Capitolo 13
*** Cambiamenti. ***


Ikuko. Ikuko, sveglia!”
Mmmmche c’è?” Infastidita dalla luce, nascose la testa sotto il cuscino.
Bulma sorrise, divertita “Dai dormigliona, svegliati! C’è una bellissima giornata fuori, guarda!” Tirò ancora di più le tende in modo che il sole entrasse del tutto.
Mmmmhosmmonno lasciami in pace!”
Dai che c’è una sorpresa per te!
La parola “sorpresa” la svegliò del tutto. “Dammi un minuto.”
Bulma rise, soddisfatta. Figlia di Sayan o no, nessuno sapeva resistere alle sorprese.
 
Dopo essersi vestita ed aver sorseggiato un caffè caldo, indispensabile per iniziare bene la mattinata, Ikuko corse in giardino dove l’aspettavano tutti, tutti tranne Vegeta, che ovviamente era corso nella Gravity Room ad allenarsi.
 
Al centro del giardino spuntava un’enorme navicella color bianca avorio, pronta per lei.
Allora che ne pensi tesoro?”  Lo scienziato era ansioso di condurla dentro e mostrarle tutti i comfort di cui era dotata “Questa è una signora navicella, raggiungerai Nameek in un batter d’occhio! Vieni dentro, che ti mostro tutto!”
Mmm no grazie, basta che mi fai vedere come si usa, il resto non mi interessa, vorrei andare ad allenarmi, Vegeta è già andato?” Si guardava intorno, fremente. Non riusciva a stare ferma, ardeva dalla voglia di seguire il padre.
Si si vai, dobbiamo riuscire a metterla in una capsula, ti chiamo quando è pronta, poi ti facciamo vedere come funziona. Vai!”
Veloce Ikuko raggiunse la Gravity Room.
 
Mio Dio, quella ragazza è così somigliante a Vegeta! Non trovi cara?”
Oh si mamma, voglio proprio vedere come farò quando nascerà, sarà da impazzire questa casa!”  Risero tutti insieme, immaginando un futuro tutt’altro che triste.
Beh papà, se non ti dispiace inizierei già a lavorarci su, che dici?”
“Va bene dai, andiamo.” E si incamminarono verso il laboratorio.
 
Allora che intendi fare?” Parlava a fatica, la voce rotta dallo sforzo. Altre venti flessioni e avrebbe alzato la gravità.
Scusa?”
“Hai capito.” Odiava ripetersi.
Ah si, non lo so, devo pensarci. Credo che lo farò soffrire, si!”
Mpf.”
“Taci vecchio, faccio quello che voglio. Vuoi fare a pugni?” Sorrise, guardando il padre, impaziente.
No, lasciami in pace.”
“Eddai!”
“NO-O.”
“Come sei noioso.”Riprese ad allenarsi, riflettendo sul proprio futuro.
 
Gohan atterrò nel giardino della Capsule Corporation, con lo scopo di porre fine una volta per tutte a quell’assurda storia. Non aveva intenzione di battersi con lei, voleva farla ragionare, era abbastanza intelligente per capire. Suonò alla porta, un brivido molto umano gli percorse la schiena.
Mrs  Brief corse ad aprire la porta. “Ooh ciao caro, che piacere vederti! Cerchi Ikuko? Un amore di ragazza! Vieni dentro, vuoi un po’ di tè? Qualche dolcetto mentre aspetti?”
“No, grazie signora, mi potreste dire dove posso trovare Ikuko? E’ importante, vorrei parlare.”
“Girati.” Ikuko si era avvicinata lentamente, azzerata l’aurea il suoi passi si erano fatti silenziosi e la sua presenza impercettibile.
Ti ho sentito arrivare, ero nella Gravity Room. Che vuoi?”
“Vorrei riuscire a parlarti. Capisco la tua rabbia e la tua brama di vedetta, ma io non voglio combattere e non voglio neanche morire. Non ho idea di cosa sia successo, ma quando tornerai nel futuro e farai ritornare in vita tutti, sono sicuro che Gohan del futuro si scuserà personalmente e darà le sue spiegazioni. E se è la paura che io uccida per sbaglio questo piccolo Trunks che ti spinge ad odiarmi, non ti preoccupare, ora che sono venuto a conoscenza dell’errore del mio alter ego, starò più attento, non commetterò gli stessi sbagli. Il futuro non è inciso su una pietra, tu ne sei la prova vivente. Permettimi di dimostrare che con la forza di volontà tutto puo’ cambiare!”  Chiuse la bocca, capendo di non aver più niente da dire. Sperò con tutte le sue forze di essersi spiegato bene.
 
Ikuko rise, come forzata, battendo le mani. “Complimenti, ma che bel discorsetto!” La risata si spense in un attimo e il viso assunse un’espressione seria come la morte.
Se fosse per me ti farei diventare polvere in questo istante. “
 “Tuttavia”Continuò “Mi sono arrivati ordini dall’alto e sono costretta a risparmiarti. No, è inutile che guardi Vegeta, non è stato lui, scommetto che il suo disprezzo per te è quasi pari al mio.”
Ma io ti ho salvato la vita, come puoi disprezzarmi ancora?” Quel grido parve come un imprecazione, una frase intrisa di delusione cocente.
“E’ vero e per questo ti ringrazio. Ma non attenua che tu abbia ucciso mio fratello. Potrai rifarti con l’Ikuko che nascerà a febbraio, se ci riesci. E ora vattene, non sopporto la tua vista per troppo tempo.”
Ma io..”
“Ti consiglio caldamente di andartene. Potrei sempre cambiare idea.”
Abbattuto, Gohan prese il volo. «Incredibile, non ho mai visto persona più ostinata e crudele. Cosa l’ha resa così fredda e asettica? Non credo proprio che sia così solo perché il fratellino è rimasto ucciso. Tutti quelli che conosceva sono rimasti uccisi nel suo presente. Perché è così arrabbiata dentro? Sarà perché è figlia di Vegeta, molto probabilmente è così di indole.»
 
E’ così che fai soffrire la gente? No perché conosco un modo molto più semplice ed efficace.”  Vegeta guardava il cielo, nel quale era ancora visibile la figura del ragazzo appena partito.
Ma smettila. Non credo che sia comunque felice come sono andate le cose. Aveva un’aria così turbata. Non capisco come mai tutti cercano di capirmi e di piacermi. Solitamente si arrendono tutti al primo colpo. Sono una persona ha capito.” Sorrise, felice di lasciare quel dubbio nella mente del padre.
Sai che mi interessa. Vado un po’ ad allenarmi prima che sia pronta la cena.”
“Vengo con te.” Si sentiva felice, felice come non era mai stata prima. Era diverso da quello che aveva provato in passato. Credeva che quello che la soddisfava di più fosse quell’attimo prima che una persona le morisse davanti agli occhi. Si sentiva euforica, eccitata. Si rese conto che quella era una felicità illusoria, che durava quei pochi secondi nei quali le persone si trasformavano in corpi inanimati. No, ora provava vera felicità, duratura,stabile. Il padre non le aveva ai fatto domande, impicciandosi dei suoi affari, la prendeva così com’era. L’unico che l’aveva capita senza troppi sforzi. Entrambi odiavano parlare troppo, dare spiegazioni, sprecarsi in inutili chiacchere, dicevano quello che pensavano, stop, niente di più. Prendere o lasciare, non troppo facili da prendere, troppo difficili da lasciare. Così era ed entrambi si erano capiti creando un legame invisibile ma forte come l’acciaio.
 
                                                              * * *
 
Oh tesoro mi mancherai tantissimo, mi raccomando, fai la brava nel futuro, fai rivivere tutti e salutameli di cuore! Stai attenta, ti voglio tanto bene, non lo dimenticare!”
“Si, si mamma ho capito! Ciao. Ciao nonni! Bene, ora vado.”
“Tuo padre l’hai salutato?”
“Eh? An già, ciao principe, sempre il migliore eh? Ah!”  Con un largo sorrise entrò nella navicella.
«Bene, e ora via, verso il futuro! O il passato? Mah.»Salutata da tutti, la madre con le lacrime che cadevano copiose, i nonni che si sbracciavano e il padre in un angolo che la guardava intensamente, partì per tornare al suo futuro, pronta  per una nuova vita.

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