Il condominio dei pazzi

di Geronimo1829
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il nuovo portiere ***
Capitolo 2: *** I servizi segreti condominiali ***
Capitolo 3: *** Edmund Bush Asvitanken e la gallina ***
Capitolo 4: *** Isabella Elisabetta Mirtis ***
Capitolo 5: *** La famiglia de Zecchis ***
Capitolo 6: *** Le cugine Montagnoni ***
Capitolo 7: *** Un cane scatenato ***
Capitolo 8: *** Meglio di Picasso ... ***
Capitolo 9: *** Il generale Cesare Napoleone Randazzi ***
Capitolo 10: *** Il professor Schaetze ***
Capitolo 11: *** John Roll e la sua band ***
Capitolo 12: *** L'assemblea condominiale e il nuovo amministratore ***
Capitolo 13: *** Il nuovo amministratore entra in azione ***
Capitolo 14: *** "Er pistolero" vs la vecchietta ***
Capitolo 15: *** Il cugino del portiere ***
Capitolo 16: *** Gli ascensori di Troia ***
Capitolo 17: *** La resa dei conti ***



Capitolo 1
*** il nuovo portiere ***


Era una mattina d'Agosto particolarmente afosa quanto trovai finalmente un lavoro che mi pareva buono. Mi chiamo Francesco Di Nicola e in quel momento avevo appena finito gli studi di filosofia. Dopo la laurea avevo deciso di trovarmi un lavoro provvisorio per guadagnare almeno qualcosina, e mi era sembrato interessante un annuncio su internet di un condominio sul lago di Garda. Avevano bisogno di un portiere e la paga che proponevano era molto alta. Contentissimo per il lavoro trovato chiamai subito l'amministratore:

-Buongiorno, parlo con l'amministratore Albertucci?-

-No, mi dispiace ma è morto una settimana fa-

-Condoglianze. Che cosa gli è capitato?-

-si è sparato-

-Ah... mi dispiace molto. Io volevo prendere il posto di portiere nel suo condominio-

-Che cosa? Ne è sicuro- urlò lui sorpreso

-Certamente-

-Allora deve venire a casa mia per firmare alcune carte-

-Mi scusi?-

-Non si preoccupi … sono solo delle formalità-

-In che senso?-

-Niente di che … è solo che se in caso le succeda qualcosa noi non vogliamo avere guai-

-Ehm... quando passo?-

-Pure adesso se vuole-

Il signore con cui avevo parlato al telefono era il cugino dell'amministratore ormai deceduto e mi fece firmare velocemente i documenti di cui mi aveva parlato. Ero ansioso di vedere il condominio e fare conoscenza con i sicuramente simpatici condomini. Il nuovo amministratore mi accompagnò all'edificio: era un palazzo bianco molto antico di circa cinque piani. Era costituito da quattro scale: la M, la N, la O, la P. Chissà perché proprio queste lettere?

Il cugino dell'ex-amministratore mi accompagnò nel mio nuovo appartamento dove incontrai una vecchietta dall'aria aggressiva.

-Piacere, mi chiamo Francesco Di Nicola- dissi cercando di stringerle la mano ma la vecchietta al posto della mano mi diede una busta della spesa

-Bravo portiere!Portami la spesa!Abito all'ultimo piano della scala O- mi urlò mentre il cugino dell'ex-amministratore fuggiva

-Con piacere signora ...- risposi cercando un ipotetico ascensore

-Che fai scemo?Cerchi l'ascensore?Vai a chiederlo a Franca visto che non lo vuole- urlò buttando a terra la borsa. Da una porta del piano terra uscì un'altra vecchietta

-Guarda che t'ho sentita, vecchia scema- disse quest'ultima alzando il bastone con aria minacciosa

-Tu sparisci, portiere- mi disse la prima vecchietta (quella che voleva l'ascensore) -Questa è una cosa fra noi due-

Mentre salivo le scale sentii uno sparo e delle urla -Adesso lo vuoi o no l'ascensore-

Stanchissimo per la scale che avevo fatto tornai nel mio appartamento deciso a riposarmi ma trovai un'altra vecchietta

-Portami la spesa. Abito all'ultimo piano della scala N, non c'è l'ascensore ...-

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Capitolo 2
*** I servizi segreti condominiali ***


La mattina successiva fui svegliato dallo starnazzare di una gallina. Erano le sette in punto!

-Possibile che qualcuno abbia una gallina in un condominio?- pensai mentre uscivo dall'appartamento. Ieri avevo portato la spesa a ben 4 vecchiette che abitavano tutte all'ultimo piano. Vorrei ricordare che nessuna delle scale (M,N,O,P) ha un ascensore!

Quindi, come potrete ben capire, ero assolutamente esausto.

Uscito dal mio alloggio vidi tre vecchiette che erano sedute sulle scale e lavoravano a maglia.

-Ti ricordi i bei tempi?- chiese la prima, la più anziana, alle sue compagne non smettendo, però, di lavorare a maglia

-Si- rispose la seconda -non ci stancavamo mai di lavorare a maglia...-

-E poi i portieri erano molto più simpatici e lavoratori ...- disse la terza, la più giovane, guardandomi male - … e soprattutto duravano molto di più-

-Chissà perché adesso muoiono così velocemente?- si chiese la prima

-Hai ragione Carla, hai visto l'ultimo portiere?Quello si è ucciso solo dopo tre giorni-disse la seconda continuando a lavorare

-Che record!- urlò la terza -Me lo devo proprio segnare-

-E questo quanto rimarrà?-

-Io dico che domani già si uccide- disse la seconda mentre io toccavo ferro

-Io scommetto che resiste un settimana- disse la terza tirando fuori dieci euro

-No, quello si ucciderà fra un mesetto- disse la prima puntandone, invece, venti.

-Un mese di vita non era poi così male!- pensai fra me rabbrividendo.

Queste simpatiche signore si chiamavano Carla, Francesca e Antonietta ed erano le vecchiette più pacifiche del condominio! Giudicate voi!

Già dal mio primo giorno di lavoro avevo scoperto che le dieci vecchiette del fabbricato si potevano dividere in tre categorie:

  • le vecchiette irascibili (quelle della spesa), che erano le più pericolose di tutte. Erano quattro e abitavano all'ultimo piano delle scale.

  • le vecchiette che lavoravano a maglia, che erano le più pacifiche e tranquille.

  • le vecchiette dei servizi segreti condominiali. Erano tre (Giuliana, Giacomina, Bettina) e facevano parte, insieme ad altri condomini, di questa terribile organizzazione segreta.

I servizi segreti condominiali erano peggio della Gestapo, della CIA e della KGB messi insieme. Erano più efficienti di qualunque servizio segreto esistente ed era impossibile per nessuno entrare nel condominio senza essere visti da loro.

Si appostavano sui loro balconi nascosti dietro le tende e, appena vedevano uno sconosciuto, entravano in azione. Ovviamente, vedendo un nuovo portiere, i servizi segreti condominiali si misero i moto inviando il membro più temuto: Giuliana Moratti.

Era una vecchietta bassa, robusta e aveva dei capelli scuri totalmente scompigliati che le davano un'aria molto acida. Mi si avvicinò trotterellando con in mano un taccuino.

-Nome?- chiese con aria autoritaria

-Prego?-

-Insomma, sei scemo? Ti ho chiesto qual'è il tuo nome?-

-Francesco Di Nicola-

-Data di nascita?-

-Mi scusi, vuole per caso la mia carta d'identità?-

-Ah … così facciamo prima- disse strappandomi di mano il documento -Lei ha qualche esperienza come portiere?-

-No-

-Male, molto male … Oggi quanto tempo ha annaffiato le piante?-

-Penso 2 ore-

-Oltre a essere scemo sei anche bugiardo: hai annaffiato 1 ora e 58- urlò mostrando un cronometro -A che ora ti è stata consegnata la posta?-

-Alle 8 e 10-

-No, alle 8 e 15-

-In questo caso si sbaglia- dissi -il mio orologio si è proprio fermato in quel momento

-Cosa?- urlò disperata -Non è possibile … vieni a casa mia- continuò aprendo la porta del suo appartamento -Guarda- disse indicandomi degli scaffali -Anni di lavoro, migliaia di schedature … - continuò strappandosi i capelli - … tutto buttato per un piccolo errore grossolano!

Intanto io ero uscito e mi avviavo verso il mio appartamento. Chissà perché solo adesso mi ero ricordato che il mio orologio era in ritardo di alcuni minuti?

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Capitolo 3
*** Edmund Bush Asvitanken e la gallina ***


Anche quella mattina fui svegliato alle 7 dallo starnazzare di una gallina e quindi, infuriato, decisi di andarla a cercare. Scoprii che si trovava al terzo piano della scala O dove abitava un certo Edmund Bush Asvitanken, di origine tedesca. Bussai alla porta e mi aprì un signore di circa sessant'anni, alto e magro con dei capelli bianchi e corti. Aveva in mano una tartaruga enorme.

-Che bella!- dissi

-Entri pure, le stavo dando da mangiare-

-Finalmente una persona gentile e normale!- pensai fra me mentre Asvitanken metteva la tartaruga in un secchiello

-Che cosa le sta facendo?-

-Le do da mangiare-

-Ehm … e perché l'ha messa in un secchiello?-

-Non lo so-
-Ah … capisco- dissi cambiando idea sul suo conto: anche lui era totalmente matto!

-Vuole vedere la mia gallina?-

-Si, grazie, ero venuto proprio per questo. La sua gallina mi sveglia ogni giorno alle 7 e io vorrei dormire un po'. Potrebbe farla stare zitta- Però Asvitanken sembrava non ascoltarmi e mi accompagnò nel salotto dove la gallina era seduta sul divano.

-Le presento Pia- mi disse

-Piacere-

-Sono le 8,20! Mi scusi, devo sbattere i tappeti- urlò dirigendosi verso il balcone mentre la gallina starnazzava: aveva fatto un altro uovo.

-Perché sbatte i tappeti? Mi sembrano puliti- gli chiesi quando tornò

-Non lo so … ti piacciono i pinoli?-

-Si, abbastanza-

-Guarda- mi disse tutto orgoglioso mostrando un piccola pianta che si trovava sopra

al televisore -Questa l'ho piantata io-

-Che bravo!- dissi mentre lui prendeva l'uovo che aveva fatto la gallina

-Vuole una frittata?-

-No, grazie. Io in verità ero venuto qui per la gallina-

-Non è in vendita-

-No, non intendevo questo. Io voglio che la gallina stia zitta alle 7, mi ha capito?-

-Mi dispiace ma la mia gallina è più precisa di un orologio svizzero: fa le uova alle 7 e alle 8 e 20 … non ci posso fare niente-

-Non può … reinstallarla-

-No. È sicuro che non vuole una frittata?- mi chiese mentre uscivo

-Ah … e non si dimentichi di togliere la tartaruga dal secchiello- dissi chiudendo la porta.

Uscito dall'appartamento di Asvitanken incontrai di nuovo le vecchiette che lavoravano a maglia

-Hai visto Francesca, è uscito vivo! Mi devi cinque euro- disse felice la prima, Carla.

-Giovanotto- mi chiamò la seconda, Francesca, -Lo devi evitare Asvitanken … quello è matto!-

-Già, me ne sono accorto- dissi -Ma c'è uno normale in questo condominio?-

-C'era-

-C'era?-

-Si, ma si è trasferito-

-Non è morto?-

-No-

-Allora è già un progresso- dissi -Ora dove abita?-

-A Salò, via Roma 3.

Così decise di andarlo a trovare. Era un uomo basso, sulla trentina con dei baffi castani folti.

-Salve. Lei chi è?- chiese osservandomi attentamente

-Sono il nuovo portiere del condominio in cui abitava-

-Quello dei pazzi?-

-Esattamente-

-Figliolo, su quel condominio ho solo una cosa da dirti: scappa il più velocemente possibile se non vuoi finire sotto terra-

-Se rimango, quante possibilità ci sono che mi salvi?-

-Una su cento … perché quella faccia?-

-Buona fortuna.

Ritornato rincontrai le tre vecchiette

-Che cosa ti ha detto?- chiese la prima

-Mi ha consigliato di andarmene-

-E tu che fai?-

-Rimango-

-Allora vedi che neanche tu sei del tutto normale.

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Capitolo 4
*** Isabella Elisabetta Mirtis ***


La porta del mio appartamento si aprì di colpo mostrandomi una signora bassa sui sessant'anni. Aveva in mano due scope, una paletta e mi guardava con un'aria aggressiva.

-Il giardino non è pulito!- mi urlò indignata

-Mi scusi signora, ma sono le 6 di mattina … io vorrei dormire-

-Non fare storie e aiutami a pulire!- urlò lanciandomi una delle scope -Vorrei finire entro domani-

-Come entro domani?-

-Non vedi che il cortile è molto sporco-

-… ma l'ho pulito tutta la sera!

Mi era ormai chiaro che la signora Mirtis aveva una delle malattie nervose più gravi da me conosciute: la mania della pulizia!

-Persone come queste andrebbero rinchiuse a vita in un manicomio- pensai mentre pulivo per l'ennesima volta la portineria

-Guarda- mi disse mentre spazzava un minuscolo granello di polvere invisibile all'occhio umano -Bastardi … vi insinuate nei posti più improbabili per non essere visti ma io vi scoverò tutti! - per lei la polvere o qualunque forma di sporcizia era un nemico da abbattere con tutti i mezzi possibili.

Dopo aver pulito per 40 volte la portineria passammo al cortile dove erano sedute sulle scale le solite tre vecchiette.

-Quanto ci metteranno a pulire tutto il condominio?- chiese la prima

-Secondo me un mesetto- disse la seconda

-Che dici, Francesca? Sarebbe un record negativo. Ti ricordi il penultimo portiere? Quello ci ha impiegato quattro mesi-

-In questo caso ti sbagli! Il penultimo portiere dopo un mese è svenuto e Isabella l'ha spazzato insieme alla polvere ...-

-Hai ragione! Adesso mi ricordo! Quello che dico io era Tommaso, il portiere di due anni fa!-

-Vi ricordate di Claudio? Lui ci è diventato vecchio a pulire il condominio! Ben dieci anni! Pover'uomo!-

-E Stefano?Dopo tre settimane ha avuto un infarto!

Intanto che le vecchiette discutevano e io pulivo si erano fatte le 8,20 e come di consueto Asvitanken iniziò a sbattere i tappeti.

-Cosa?- urlò Isabella dirigendosi verso l'appartamento del tedesco -Chi osa inondare di sporco il cortile che sto pulendo?

Asvitanken le aprì la porta con la tartaruga in mano

-Che c'è, signora?-

-Come le viene in mente di sbattere i tappeti a quest'ora? Adesso devo ricominciare a pulire d'accapo!-

-Perché? I tappeti sono puliti … dopotutto li sbatto ogni giorno-

-Questo è un insulto! Io vi faccio causa: a lei, alla tartaruga e alla gallina!-

-Vuole una frittata?-

-Cosa? Le consiglio di contattare un avvocato se non vuole finire in galera … così voglio proprio vedere come riesce a sbattere i tappeti dietro le sbarre?-

-Sicura che non vuole una frittata?-

-Giuro che glielo farò pagare questo affronto!- urlò Isabella mentre la tartaruga la guardava stralunata

-Mi scusi, ma di che sono accusato esattamente?-

-Ehm … di disturbo della pulizia pubblica, di omertà nei confronti della polvere e di resistenza a pubblico ufficiale-

-Basta?-

-Si, è tutto … ci rivedremo in tribunale- disse la maniaca della pulizia uscendo dall'appartamento.

Il tempo, intanto, era peggiorato ed iniziarono a scendere le prime gocce di pioggia.

-Forse è meglio che me ne torni a casa ...- disse Isabella stizzita -... non vorrei che la pioggia mi sporchi.

Le tre vecchiette (che imperterrite continuavano a lavorare anche sotto la pioggia) si erano già segnate il nuovo record negativo: cinque ore e dieci minuti! Non era mai successo in tutta la storia del condominio dei pazzi!

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Capitolo 5
*** La famiglia de Zecchis ***


Durante la mattina del mio quinto giorno di lavoro tornò la famiglia de Zecchis. Stavo pulendo la portineria quando incontrai il maggiore Rodolfo de Zecchis, neo ambasciatore della Mongolia nella repubblica italiana. Era un uomo di mezza età, alto, robusto e con dei caratteristici baffi neri arricciati sulla punta.

-Buongiorno- mi disse posando le valigie che stava trasportando -Lei è il nuovo portiere?-

-Si, a sua disposizione eccellenza-

-Signor portiere, ho deciso di trasferire l'ambasciata mongola in questo condominio e quindi vorrei chiederle il favore di piantare una bandiera qui all'entrata-

-Certamente … ma come faccio a trovare una bandiera della Mongolia?-

-Non so … vada in tabaccheria, loro sicuramente ce l'hanno.

Come un fesso ,durante la mia pausa pomeridiana, mi recai ignaro all'unica tabaccheria del paese.

-Salve, vorrei una bandiera della Mongolia-

-Ah!Ah!Ah!Ah!Ah! Starai scherzando? Non abbiamo neanche i francobolli per quello stato!- mi disse il tabaccaio mentre tutto il negozio rideva

-E dove posso trovarla?-

-Non lo so… ma sicuramente non in Italia.

Uscii dal tabaccaio rassegnato: avevo sprecato la mia unica pausa giornaliera senza aver raggiunto nessun risultato! Mentre tornavo a casa, però, mi venne un'idea geniale. Stampai sul computer la bandiera della Mongolia e corsi dalle vecchiette che, come ogni giorno, lavoravano a maglia.

-Buongiorno, vorrei chiedervi un piacere-

-Che vuoi, giovanotto?- mi chiesero all'unisono

-Dovreste farmi una bandiera- dissi mostrando la fotocopia

-Una bandiera? Interessante … Accettiamo!

Le vecchiette si misero al lavoro riempiendomi di domande.

-Al sole devo fare la faccina?-

-Quale sole?-

-Quanto deve essere larga?-

-è uguale-

-Quanto deve essere spessa?-

-è uguale-

-Quanto deve essere lunga?-

-è uguale-

-Sei sicuro che non vuoi la faccina?-

-No!

Nonostante tutto, però, il lavoro andò bene e la bandiera fu finita in un'ora.

-Grazie- dissi prendendomi il vessillo

-Grazie un corno!- mi urlarono all'unisono -cinquanta euro, prego-

-Cosa?

Fui costretto a pagare la somma e mi allontanai deluso verso il terrazzo condominiale dove avrei dovuto appendere la bandiera mentre le vecchiette si dividevano il compenso.

-Dovremmo fare bandiere più spesso … 50 a me, 100 a voi- disse la prima sorridendo

-Hai ragione, Carla … ma che fai? Te ne sei presa 80! Cerchi sempre di fregarmi!-

-Neanche te scherzi, Francesca! Tira subito fuori i soldi che ti sei nascosta sotto la borsa!

Il giorno successivo ritornò il maggiore de Zecchis con la famiglia.

-Ciao. Hai messo la bandiera?-

-Certo, eccellenza-

-E perché è piena di buchi? I piccioni?- mi chiese la moglie, Maria Luisa de Zecchis

-No, sono proiettili-

-Chi è stato?- chiese il maggiore indignato mentre i suoi figli, Laura e Martino, giocavano a rincorrersi

-Il generale Cesare Napoleone Randazzi e il suo fucile. Che cosa devo fare?-

-Le faccia i miei complimenti: ha un'ottima mira!

Sarà stata la bandiera bucherellata? Questo condominio pieno di pazzi? Ma chissà perché non vidi mai nessun mongolo recarsi all'ambasciata.

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Capitolo 6
*** Le cugine Montagnoni ***


Ho sempre pensato che i pettegolezzi siano un modo per sconfiggere la noia … ma non avrei mai creduto che sarebbero potuti diventare anche un hobby, anzi una professione! Le cugine Montagnoni erano proprio specializzate in questo. Si chiamavamo Annalisa, Antonietta e Antonella e abitavano in tre appartamenti diversi della scala N. Avevano circa sessant'anni e si assomigliavano molto tra loro sia per i loro capelli grigi ricci che per la loro altezza.

Le incontrai per la prima volta la mattina del mio settimo giorno lavorativo mentre discutevano di alcuni misteriosi segreti.

-Avete visto il signor Fabrizzi, il macellaio?- chiese Annalisa sussurrando

-No, che cosa è successo?-

-Oggi non ha messo lo zucchero nel caffè- disse parlando ancora più piano come se rivelasse un segreto di stato

-Non è da lui! Da chi l'hai saputo?- domandò Antonietta sempre più interessata

-Da alcuni miei informatori ...- disse Annalisa. Di solito quando lei parlava di informatori intendeva lei nascosta trai cespugli o da qualche altra parte.

-E sapete io che ho scoperto su Mario, il lustrascarpe?- chiese Antonella

-No-

-Oggi lui ha incontrato la madre- disse velocemente

-E come l'hai scoperto?-

-L'ho chiesto alla madre- disse Antonella bisbigliando per non farsi sentire.

-Indovinate, invece, che ha fatto oggi don Gianni, il prete?- chiese Antonietta

-Ha celebrato la messa- rispose Annalisa alzando un po' il tono di voce

-Brava … come l'hai saputo?-

-Da alcuni miei informatori …- disse Annalisa, che aveva intelligentemente calcolato che era Domenica.

Spettegolando le tre streghe avevano superato la portineria e si stavano dirigendo verso la scala N. Annalisa, però, aveva dimenticato di prendere la posta.

-Signora- urlai a perdifiato -la posta!-

-Hai ragione ...- disse avvicinandosi a me mentre le sue cugine salivano ai loro appartamenti – … me ne stavo quasi dimenticando.

Dopo aver letto la posta, Annalisa Montagnoni mi rivolse la parola:

-Conosci Antonietta, mia cugina?- mi chiese sussurrando

-Si, l'ho vista adesso ma non le ho rivolto la parola- risposi

-Non fa niente. Lo sai che Antonietta non si è sposata perché nessuna la voleva?- mi domandò sempre a bassa voce

-Ah ...-

-Non mi chiedi da chi l'ho saputo?- mi chiese irritata

-Ah … Da chi l'ha saputo?-

-Da alcuni miei informatori …

Passarono alcuni secondi interminabili in cui la signora Montagnoni mi guardava incredula.

-Non lo sai? Adesso mi devi raccontare tu qualcosa- disse

-Ah …- dissi cercando di trovare un metodo per levarmela di torno -Lo sa che anche lei non si è sposata perché nessuna la voleva?-

-Io? Chi te l'ha detto?- urlò arrabbiatissimo

-Antonietta Montagnoni, sua cugina- mentii.

La pettegola se ne andò via, adirata, verso l'appartamento di sua cugina con in mano un mattarello.

Ero riuscito a liberarmi delle tre streghe pettegole ma quel giorno mi sentivo strano perché non avevo sentito parlare di me le tre vecchiette (ovviamente parlo di quelle che lavoravano a maglia). Come ogni giorno stavano sedute a lavorare, ma questa volta, non le avevo sentito dire una parola.

-Che fate?- chiesi -non scommettete più?-

-Che dici, figliolo?- domandarono all'unisono

-Non scommettete più sulla mia morte?-

-No- rispose la prima -abbiamo trovato un impiego più conveniente.

Solo ora mi accorsi del cartello:

 

SVENDITA DI BANDIERE DI STOFFA

50 euro l'una

-Ah!Ah!Ah!Ah!Ah! Brave! Anche se non penso che ne venderete tante!-

-Dici?Chi vivrà vedrà!

Avevano ricominciato a scommettere.

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Capitolo 7
*** Un cane scatenato ***


NOTA: Per chi non lo sapesse il Jack Russell terrier è un piccolo cane dal carattere molto vivace. Di solito ha un mantello bianco con chiazze marroni. Per fare un esempio, assomiglia al Beagle solo che è leggermente più piccolo, ha le orecchie più sottili e la coda è in alto, di solito un po' arricciata.

 

 

Nel condominio dei pazzi era completamente inesistente il concetto di animale inteso come “animale domestico”. Nel palazzo, infatti, c'erano solamente una gallina, una tartaruga (di Asvitanken) e un cane, anzi per essere più precisi un jack russell. Quest'ultimo si chiamava Jack (che fantasia!) e il suo padrone era Giovanni Bottinelli. O meglio, Jack era il padrone di Giovanni Bottinelli. Il cane, infatti, entrava sempre prima di lui nell'appartamento, nella macchina, nel bar, nel supermercato, in qualsiasi negozio … e, addirittura, mangiava prima del padrone … scusatemi, volevo dire del servo. Per pasto intendo ovviamente primo, secondo, contorno, dessert e, come se non fosse contento della sua povera alimentazione, andava successivamente a rompere le scatole al padrone, che stava cercando di pranzare o cenare in santa pace. Nonostante tutto, il signor Bottinelli era felicissimo del suo cane-padrone e ogni volta che incontrava una persona ne decantava le lodi e ne elogiava la tranquillità (scordandosi che gli aveva distrutto tre divani, due letti, una porta, dieci mobili e un televisore da 500 euro). Durante la mia prima settimana da portiere avevo incontrato il signor Bottinelli con il suo padrone fortunatamente soltanto un paio di volte.

-WOF! WOF!- abbaiò il jack russell mentre cercavo di nascondermi dietro un albero. Era domenica, la mia giornata di riposo, e avevo deciso di fare una passeggiata in montagna. Se fosse stato per il signor Bottinelli non mi avrebbe visto ma Jack, purtroppo mi aveva sentito e ora stava mordendo con violenza i miei pantaloni.

-Che fai, Jack?- chiese il padrone-servo -ora basta giocare!

Il cane aveva mollato i pantaloni e si stava dirigendo verso il sentiero.

-Mi scusi- disse Giorgio Bottinelli -ma jack è un giocherellone-

-L'ho notato!-

-Però è molto intelligente … - disse come per giustificare l'aggressione

-Certo, ma non dovrebbe tenerlo al guinzaglio?- chiesi

-No … povero jack- disse mentre il cane stava cercando di ammazzare un merlo

-Non c'è il rischio che faccia male a qualcuno?- chiesi io preoccupato

-Chi? Jack?- chiese come se parlasse un angelo -lui è una creatura indifesa. L'unico rischio è che potrebbe azzannare un gatto o qualche altro piccolo animale-

Dovrei dirgli di andare trovare la gallina di Asvitanken” pensai fra me sorridendo

-Jack non ama proprio i gatti!- continuò il signor Bottinelli -le ho mai raccontato quando ha rotto la televisione perché aveva visto la pubblicità con un gatto …-

-Non per interromperla, ma dov'è il suo Jack?

Il cane, infatti, era sparito nel nulla.

-Jack! Jack!- urlò il padrone-servo. Intanto, dal sentiero che porta alla del monte, vedevamo spuntare Jack, che camminava tutto calmo.

-Jack! Dov'eri finito? Oh, ma che bravo! Hai scalato la montagna e poi sei ritornato da me per dirmi di sbrigarmi … ma che bravo che sei!- disse il signor Bottinelli accarezzandolo. Intanto, Jack si era avvicinato a me guardandomi con aria di sfida. Aveva nella bocca un legnetto e lo buttò verso di me.

-Grazie, devo raccoglierlo? Ma quanto sei intelligente … ahi!- mi aveva morso la mano

-Jack, basta giocare!- ordinò

-Secondo me dovrebbe mettergli la museruola!- dissi alzando il tono di voce

-Ma perché? Povero cagnetto … è così intelligente!-

-Ehm … adesso dov'è finito?- chiesi preoccupato. Era scomparso di nuovo.

Lo cercammo per due giorni interi ed il terzo giorno si presentò in portineria trotterellando.

-Oh! Povero Jack! Dov'eri finito?

La mattina seguente mi recai all'edicola a prendere il giornale. Notai subito un articolo molto particolare:

In Germania, piccolo Jack Russell semina il terrore causando vari incidenti. Sono stati arrestati molti Jack Russell non colpevoli. Temiamo un espatrio in un'altra nazione”.

Ancora oggi la polizia tedesca è sulle tracce di quel misterioso Jack Russell.

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Capitolo 8
*** Meglio di Picasso ... ***


-Adrian Forlani è meglio di Picasso- mi aveva detto entusiasta un signore sulla quarantina -e tu hai addirittura la fortuna di essere il portiere del condominio in cui abita!

Non avevo mai visto né sentito nominare questo pittore e quindi decisi di andarlo a trovare. Scoprii che abitava nella scala P al secondo piano.

Mi aprì un uomo sui trent'anni, di media statura con dei capelli lunghi e ricci. Aveva dei grossi occhiali che occupavano gran parte del viso.

-Buongiorno- salutai sorridendo

-Salve. Lei chi è?-

-Sono il portiere. Mi hanno detto che lei è un pittore …-

-Si, è vero. Vuole vedere alcuni dei miei quadri?- chiese Adrian Forlani gentilmente

-Grazie.

Il pittore mi accompagnò all'interno. Era un appartamento completamente buio a causa delle finestre sbarrate. Adrian Forlani prese una torcia ed entrò lentamente nella prima stanza dove c'erano tre dipinti.

-Questo l'ho chiamato “La luce”- disse indicando un quadro verde

-Bello! Che particolare interpretazione della luce. La lucentezza, qualcosa di ultraterreno, si trasforma in un prato, qualcosa di molto terreno-

-Il prato? Il mio quadro non è verde, vero?- chiese il pittore sorpreso

-Invece si. Perché?-

-Sono daltonico- rispose Adrian Forlani passando al secondo quadro -Questo si chiama “L'inferno”-

-Ehm … è giallo-

-Lo so. Qualche problema?- chiese l'artista irritato

-No, pensavo …-

-Guarda!- continuò senza fermarsi -Uno dei miei preferiti. L'ho chiamato “Omaggio alla nonna”-

-Ha i baffi?- domandai incredulo

-Si, mica ho detto che è una nonna!-

-Ah, capisco … umorismo surrealista!- dissi

-Surrealismo? Che cos'è?

Un tipo strano ...” pensai fra me “... ma dopotutto gran parte dei pittori sono stravaganti, basta pensare a Van Gogh e allo stesso Picasso”.

Nell'oscurità inciampai in un oggetto sul pavimento.

-Che cos'è?- chiesi rialzandomi

-Un mio dipinto: “L'inciampo”.

Entrammo nella seconda stanza. C'era un unico quadro posto in una enorme teca.

-Il mio grande capolavoro!- disse indicando un quadro pieno di scarabocchi

-Originale!- dissi fingendo di essere contento -Che cosa rappresenta?-

-Niente-

-Ah … molto interessante.

Successivamente entrammo nel bagno. Anche lì c'erano due quadri.

-Mi scusi, ma lei dove dorme?- chiesi incuriosito

-Sul pavimento-

-Ho capito: una scelta artistica!- dissi sorridendo

-No … non ho i soldi per comprarmi il letto.

Decisi di cambiare discorso.

-Che bel quadro! Un capolavoro! In tutta la mia vita non ho mai visto una natura morta disegnata così bene!- esclamai entusiasta

-Le piace? L'ho comprato una settimana fa in una bancarella cinese-

-Ah …-

-Questo invece l'ho fatto io- disse indicando un dipinto vuoto con in mezzo un minuscolo puntino

-Ehm … bello. Che cos'è?-

-Non lo vedi? È una natura morta!-

-Si, in effetti è abbastanza morta- dissi guardando esterrefatto l'unico puntino del quadro

-Vi è piaciuta la mostra?- mi chiese

-Si, molto interessante. Grazie mille-

-Grazie un corno! Il biglietto costa cinque euro!-

Deve aver imparato dalle vecchiette” pensai mentre scendevo le scale “A proposito, chissà come sta andando la vendita delle bandiere?”

Non riuscii neanche a finire la frase che le vidi discutere insieme a un gruppo di turisti cinesi.

-Belle!- esclamò uno di loro -ma non sapevo che è tradizione di qui fare bandiere-

-Che scherzi? È un antichissima usanza che si tramanda da padre in figlio- mentì Carla

-Eppure mai sentito- disse il turista cinese

-Come? Non sapevi che è tradizione, quando si va a Garda, comprare almeno 5 bandiere? Sai che figuraccia fareste se non ne portate nessuna in Cina! -

-Ragione!-

-Ti faccio una proposta: vi comprate dieci bandiere e io ve ne faccio pagare solo 8- propose Francesca

-Troppe dieci bandiere!-

-Perché? Pensa che grande figura faresti! Dieci bandiere sono simbolo di coraggio e forza- disse Antonietta

-Va bene, io comprare-

-Sono 400 euro.

I turisti cinesi presero le bandiere e se ne andarono via soddisfatti.

Vecchie truffatrici ...”

Il giorno successivo rincontrai l'uomo che mi aveva parlato di Adrian Forlani.

-Com'è andata?-mi chiese

-Male. Devo dire che come critico d'arte lei non vale proprio tanto!-

-Chi ha detto che sono un critico d'arte! Gestisco la tabaccheria qua accanto.

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Capitolo 9
*** Il generale Cesare Napoleone Randazzi ***


Vi ricordate del generale Cesare Napoleone Randazzi, quello che aveva sparato alla bandiera mongola nel V capitolo?

Era un ex-militare di circa settant'anni, che era andato in pensione dopo aver servito la bandiera italiana per ben mezzo secolo. Suo padre, Scipione Annibale Randazzi, era stato anche lui un generale come pure lo zio (Alessandro Rommel), il nonno (Carlo Saladino), il bisnonno (Guglielmo Gengis Khan), il trisavolo (Leonida Tamerlano) ecc. (in pratica tutta la famiglia).

Essendo tutti militari, nella famiglia Randazzi si era tramandato fin da epoche remote un patriottismo esasperato e fanatico.

-Camerata! ...- mi aveva urlato il generale -… la posta!-

-Certo- dissi passandogli il dispaccio

-Camerata! …- continuò in tono minaccioso -… leggimi che cosa c'è scritto-

-Si. È un dispaccio dall'Etiopia da parte di suo cugino Garibaldi Zhukov- risposi

-Ora leggi!-

-Va bene. “Camerata! l'Etiopia ritornerà presto in mani italiane -stop- stiamo marciando su Addis Abeba -stop- fine”-

-Che hai da guardarmi, camerata?- chiese Cesare Napoleone Randazzi dopo aver finito di ascoltare il telegramma

-Niente. Mi chiedevo solo perché suo cugino non vi ha scritto una cartolina? Forse era meglio di un dispaccio- dissi

-Che dici, camerata?! Il generale Garibaldi Zhukov sta intraprendendo una campagna per il bene dell'Italia, non una gita turistica!- urlò

-Se lo dice lei ...-

-A proposito, camerata, perché non hai ancora tolto quella bandiera straniera?- mi chiese indicando la bandiera mongola (vedi cap.5)

-Non posso toglierla. L'ha ordinato sua eccellenza l'ambasciatore- risposi

-Me ne frego, camerata!- urlò sparando sull'asta della bandiera, che cadde -ora vai e pianta la bandiera italiana! Salute, camerata!- continuò facendo il saluto militare

-Arrivederci.

Il giorno successivo si presentò l'ambasciatore de Zecchis …

-Signor portiere, perché è scomparsa la bandiera mongola?-

-Ehm … è stato il generale Randazzi- risposi

-Provveda a rimetterla.

Quando tolsi la bandiera italiana si precipitò in portineria Cesare Napoleone Randazzi.

-Camerata! Rimetti subito la bandiera italiana!- urlò

-Non ascoltarlo, metti quella mongola!- rispose l'ambasciatore

-Italiana!-

-Mongola!-

-Mongola!-

-Italiana!-

-Mongola!-

-Italiana!-

-Francese!- (nel litigio si erano intromessi anche alcuni turisti)

-Tedesca!-

-Russa!-

-Polacca!-

-Etiopica!-

-Etiopica?- esclamò il generale Randazzi infuriato -chi vuole mettere la bandiera etiopica, traditrice, nel mio condominio?-

-Io!- rispose un uomo africano

-E tu chi sei?-

-Il generale Garibaldi Zhukov.

Non sto a raccontarvi la scena successiva che sicuramente potrete immaginarvi.

Nel pomeriggio si ripresentò il turista cinese ( vedi capitolo precedente).

-Voi ingannato!- urlò alle tre vecchiette -io voglio indietro miei soldi!-

-Perché ti abbiamo ingannato, fratello?- chiese Carla facendo finta di nulla

-Mi hanno detto che non è tradizione prendere 5 bandiere!-

-È vero, ti abbiamo mentito ...- disse Francesca - … infatti, a Garda non è tradizione comprare 5 bandiere, ma 20. L'abbiamo fatto per il tuo bene. Sapevamo che non volevi spendere tanti soldi-

-D'avvero? Che gentili! Allora comprare altre dieci-

-Va bene. Ma questa volta NIENTE SCONTO.

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Capitolo 10
*** Il professor Schaetze ***


Sempre caro mi fu quest'ermo colle e questa siepe che da tanta parte ...”- recitò Martin Schaetzke

-Professore? Sta bene?- chiesi

- “ … e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e che devo prendere la posta ...”-

-Vuole la posta, professore?- domandai

-Si. “ed il naufragar m'è dolce in questo mare ...” Porca vacca! Un'altra bolletta!- urlò dopo aver letto la corrispondenza

-Eh si, Leopardi era veramente un grande poeta!- dissi pensando di far contento il professore -Peccato che è morto così giovane. In tutta la sua breve vita ci ha lasciato solo poche poesie ...-

-Poche poesie? 33 componimenti scritti, 6 idilli, 2 elegie, 5 sonetti, 2 epistole e 3 canti-disse acidamente

-Mi scusi?-

-Dicevo che quell'idiota di Leopardi ha scritto nella sua brevissima vita ben 33 componimenti scritti, 6 idilli, 2 elegie, 5 sonetti, 2 epistole e 3 canti. Stava per scrivere il 34° componimento ma grazie a Dio è morto-

-Ah …-balbettai

-Se avesse scritto anche un 34° componenti penso mi sarei suicidato- spiegò Schaetzke -A proposito, non è arrivata un'altra lettera?-

-Si, dal professore Radovansky- risposi

-Che cosa c'è scritto?-

-Dice che ha trovato il 34° componimento di Leopardi.

-Leopardi, brutto bastardo!- urlò il professore mentre lo accompagnavo con la macchina all'ospedale

-Non si agiti troppo, professore. Radovansky scrive che potrebbe anche trattarsi di un falso- dissi

-Quant'è la percentuale?-

-1% ma ...- la mia frase fu interrotta da un poliziotto che si era avvicinato alla macchina

-STOP. Da qua non si può passare- urlò

-Che cosa è successo?Un terrorista?-

-No, un Jack Russell.

Indovinate chi era? Jack!

Era circondato da una ventina di carabinieri armati di mitra.

-Arrenditi! Sei circondato!- gridò uno dei carabinieri a Jack. Il cane aveva la lingua di fuori e li guardava con una faccia beota

-Ti ripeto: arrenditi o facciamo fuoco!- continuò il carabiniere. Jack prese un legnetto e lo gettò verso il gendarme.

-Che c'è,ti arrendi?- chiese raccogliendo il legnetto -Ahi!- il cane l'aveva morso.

I carabinieri si gettarono sul cane immobilizzandolo.

-Povero Jack ...- disse il padrone, Giorgio Bottinelli -Voleva solo giocare!-

-Ah si- rispose il carabiniere -Vediamo che cosa dirà il giudice. Il suo cane è in arresto …

Dopo aver portato il professor Schaetze all'ospedale, tornai al condominio dove

incontrai il turista cinese (vedi due capitoli precedenti).

-Dove vecchiette?Loro fregato me due volte! Io chiama polizia!- urlò arrabbiatissimo

-Nono lo so. Ma ti hanno lasciato un biglietto.

Caro turista cinese,

come avrai scoperto ti abbiamo fregato due volte. Se ti può consolare i soldi che ci hai dato sono serviti per una buona azione. Andare alle Hawaii.

Saluti

Carla, Francesca e Antonietta

-Adesso che cosa fai?- chiesi quando finì di leggere la lettera

-Vado alle Hawaii.

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Capitolo 11
*** John Roll e la sua band ***


Perché i musicisti Rock devono suonare alle 2 di notte? E, sopratutto, perché abitano sempre sopra di me?

Questa volta mi è andata bene!” pensavo felice “sopra di me non abita nessuno!”

Ma fu proprio in questo momento che spuntò un giovane con la chitarra in mano.

-Ciao!-salutò -c'è un appartamento libero?-

-Forse- risposi

-Forse? L'amministratore mi ha detto che è disponibile un appartamento sopra la portineria-

-No, mi dispiace. È già stato affittato- mentii -però è libero un locale al primo piano della scala O-

-Grazie. Scusami, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo John Roll- disse stringendomi la mano

-Sei americano?- chiesi

-No, sono italiano. Il mio vero nome è Alfonso ...-

-Ah … e da quanto tempo suoni?-

-Da ieri- rispose orgoglioso

-Quindi immagino che sei molto bravo?-

-Certo. Mi sono sacrificato tantissimo. Minuti e minuti di esercizio, secondi di studio ...- disse fiero di sé

-Bravo! Molti si fermano alla prima ora! Ecco le chiavi.

 

Fui svegliato da un frastuono allucinante. Guardai l'orologio. Erano le 2 di notte.

Chi poteva essere a quest'ora? Uscii dall'appartamento. Il baccano sembrava provenire dalla scala O.

-Oh no!- esclamai -John Roll deve aver invitati anche la sua band!

Notai subito che alcune vecchiette stavano davanti alla porta della scala O con qualcosa in mano.

-Ehi! Che cosa state facendo?- chiesi sospettoso

-Niente. Non riusciamo a dormire- risposero arrabbiate

-Non vi preoccupate. Vado a dirgli qualcosa.

Entrai nell'appartamento.

-Basta! In questo condominio abitano anche delle“povere” vecchiette. Smettetela di suonare!- urlai

-Ma noi stiamo facendo le prove generali per il concerto di domani ...-

-Non potete farle domani mattina?- chiesi

-No- riposero

-Perché? A che ora è il concerto?- domandai

-Alle 2 di notte-

-Allora …

Ma i musicisti non sembravano ascoltarmi e avevano ricominciato a suonare. Così decisi di andarmene.

-Che è successo?- mi chiesero le vecchiette

-Niente. Non vogliono smettere di suonare-

-Fai provare a noi- proposero. Controllai che cosa avevano in mano: delle buste della spesa. Non c'era pericolo.

Così le vecchiette bussarono alla porta.

-Chi è?- chiese John Roll. Il bassista guardò dallo spioncino.

-Sono le povere vecchiette di cui ci aveva parlato il portiere-

-Apri la porta- ordinò il chitarrista

-Buonasera giovanotti! Siamo venuti a portarvi le merendine- disse una delle vecchiette tirando fuori dalla busta della spesa un mitra.

Da quel giorno nessun musicista affittò più un appartamento al condominio dei pazzi.

 

Intanto alla centrale di polizia …

-Signor Bosetti, le devo affidare un incarico difficilissimo ...- annunciò il commissario -...deve riportare l'ordine in un condominio sul lago di Garda. Questo fabbricato ha un tasso di mortalità più alto di tutti gli stati europei messi insieme. Dovrà contattare al più presto il vecchio amministratore e prenderne il suo posto. Ce la può fare?

-Certo. Sarà fatto …

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Capitolo 12
*** L'assemblea condominiale e il nuovo amministratore ***


-Cari condomini, siamo qui riuniti per discutere i vari punti elencati su questo foglio- annunciò l'amministratore indicando un pezzo di carta mezza stracciata -sono, inoltre, molto contento che abbiamo raggiunto il numero legale …

L'amministratore si guardò attorno. Davanti a sé erano seduti Asvitanken, la gallina e la tartaruga.

-Elenco i vari punti:

Punto1: la ristrutturazione del condominio, risalente agli inizi del XX secolo… a.C. ;

Punto2: la costruzione di 4 ascensori nelle scale M, N, O, P in modo tale da facilitare l'accesso agli appartamenti per le persone più anziane;

Punto3: la sistemazione dei tubi di scarico, per evitare la diffusione di ratti e altri animali, che sicuramente si meritano un destino migliore;

Punto4: la centralizzazione delle antenne paraboliche, che superano il numero degli abitanti del condominio;

Bene. Diamo la parola alle votazioni: punto1, chi è favorevole?- domandò l'amministratore.

Nessuna risposta.

-Il punto1 non è approvato. Chi è favorevole al punto2?-

-Coccodééééé!!!!- la gallina aveva fatto l'uovo

-Il punto2 non è approvato. Chi è favorevole al punto3?-

-Vuole una frittata?- domandò Asvitanken

-Il punto3 non è approvato. Chi è favorevole al punto4?-

-È sicuro che non vuole una frittata?-

-Non ce la faccio più, mi dimetto!-urlò l'amministratore -chi è favorevole?

Asvitanken alzò la mano e i due animali le zampe.

-Ottimo. Me ne vado.

Asvitanken alla gallina:

-Però se l'è cercata! Non voleva la frittata …

 

Era una mattina particolarmente calda quando arrivò il nuovo amministratore. Era un uomo di mezza età, alto, robusto e calvo.

-Buongiorno, lei è il portiere?- mi chiese

-Si-

-Io sono il nuovo amministratore. Mi chiamo Adolfo Bosetti- disse stringendomi la mano

-Condoglianze- dissi

-Condoglianze?-

-Si, volevo solo un po' anticipare- riposi

-Anticipare un corno!- urlò -io sono venuto in questo condominio per riportare l'ordine! E ci riuscirò!-

-Beh … buona fortuna-

-Osi prendermi in giro? In una settimana sarà tutto a posto. Ho incontrato condomini molto più difficili di questo!

Intanto era entrata in portineria una vecchietta.

-Giovanotti, portatemi la spesa!- urlò

-No- intervenne l'amministratore -lei non voleva l'ascensore e ora s'attacca!-

-L'ascensore non s'ha da fare. Né domani, né mai...- disse la vecchietta

-Vedremo. Domani ci sarà un assemblea condominiale e il progetto dell'ascensore sarà approvato- disse l'amministratore andandosene via

-Ah!Ah!Ah!Ah!Ah!Ah!Ah!Ah!Ah! Ah! Dai, basta scherzare. Almeno te, portiere, portami la spesa-

-No! L'amministratore ha ragione!- riposi

-Neanche se te lo chiedo gentilmente?-

-No!

Due minuti dopo ...

-Per favore- disse la vecchietta puntandomi la pistola sulla testa -mi porti la spesa?-

-Certo, non c'è problema ...

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Capitolo 13
*** Il nuovo amministratore entra in azione ***


-Sveglia! C'è l'assemblea condominiale- aveva urlato il signor Bosetti buttandomi giù dal letto

-Ma sono le 4 di mattina ...-

-Che mi importa? Guarda già quanta gente ho radunato.

Mi affacciai dalla finestra. C'erano Asvitanken, la gallina e la tartaruga.

-Che bel gruppetto …-

-Ho intenzione di far venire anche il resto dei condomini- annunciò l'amministratore sorridendo

-Ah! Ah! Ah! Ah! Non penso che verranno-

-No? Sta a vedere.

L'amministratore Bosetti prese un altoparlante:

-Cari condomini, questa mattina ci sarà l'assemblea condominiale. Siete pregati di venire …-

-Chi è che strilla in questo modo a quest'ora?- chiese una delle vecchiette tirando fuori il fucile

-… siete pregati di venire per il bene del vostro condominio...-

-Adesso ti faccio vedere come faccio il bene del nostro condominio- disse la vecchietta prendendo la mira

-... inoltre, ricordo che, se non sarà presente almeno l'80% dei condomini, i punti che elencherò saranno automaticamente approvati ...-

-Cosa?!- esclamò la “povera” vecchietta, che stava per premere il grilletto

-... l'assemblea condominiale è prevista fra una mezz'oretta. Spero che veniate in molti.

 

Infatti, all'assemblea, furono presenti tutti i condomini.

-Vuole una frittata?- chiese Asvitanken al signor Bosetti -mi è avanzata da ieri …-

-Si, grazie- rispose l'amministratore sapendo che con questa mossa si sarebbe assicurato tre voti favorevoli.

-Cari condomini, ora iniziamo l'assemblea. Vi elenco i vari punti.

Punto1: la ristrutturazione degli edifici risalenti agli inizi del XX secolo a.C. Chi è favorevole?

Alzarono le mani solamente Asvitanken, la gallina e la tartaruga.

-Ricordo che tale scelta, in caso di guerra, può condizionare la resistenza ai bombardamenti. Qualcuno ha cambiato idea?- chiese l'amministratore

-Io, camerata!- urlò il generale Cesare Napoleone Randazzi

-Questa scelta può anche condizionare la dignità di una ambasciata e la pulizia di un condominio. Qualcun altro ha cambiato idea?

Questa volta alzarono le mani la famiglia de Zecchis e Isabella Mirtis.

-Ottimo. Il punto1 è stato approvato- annunciò il signor Bosetti

-Cosa?- esclamò una vecchietta svenendo

-Il punto2, la costruzione degli ascensori, è stato già automaticamente approvato in quanto trovo indecoroso il fatto che nessuna scala ne possieda uno- annunciò l'amministratore

-Non è possibile! Io chiamo il mio avvocato!- urlò una delle vecchiette

-Prego, signora. Esca fuori e chiami pure il suo avvocato-

-Non c'è bisogno che esca per chiamare il mio legale. È già qui presente- continuò

-Ah si?- disse il signor Bosetti con aria di sfida

-Certo- rispose la vecchietta tirando fuori la pistola -caro avvocato, spiega un po' all'amministratore che l'ascensore non si può fare-

-Non cedo alle sue minacce! Spari pure, tanto quella pistola è scarica.

La vecchietta premette il grilletto ma l'arma da fuoco non sparò.

-Maledetto!- gridò -mi vendicherò! Da questo giorno sarà guerra …

 

Intanto al tribunale …

-Il mio Jack è innocente! Voi state mandando in prigione un cane che non ha fatto mai male a nessuno!

Cinque minuti dopo …

-Jack Bottinelli, già ricercato in 14 stati, e riconosciuto colpevole dei reati di omicidio, rapina contro privati, banche e servizi postali, furto di oggetti sacri, incendio doloso, disturbo alla quiete pubblica, rapimento a scopo di estorsione, aggressione e lesione a danno di privati, oltraggio a pubblico ufficiale … pertanto, secondo le facoltà a noi concessa condanniamo il qui presente Jack Bottinelli all'ergastolo-

-Ma il mio povero Jack non ha fatto niente ...

 

Quest'ultima battuta è ispirata a una scena del film di Sergio Leone, il buono, il brutto e il cattivo. Mi scuso con i lettori per aver messo in questo capitolo troppe armi ma spero che comunque vi faccia ridere.

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Capitolo 14
*** "Er pistolero" vs la vecchietta ***


In questo capitolo ci sono molti riferimenti e battute prese dal film per un pugno di dollari. Spero che comunque vi faccia ridere.

 

La mattina successiva furono inviati due operai per iniziare la costruzione degli ascensori.

-Che bel posto!- esclamò uno degli operai

-Finalmente un bel condominio, pieno di persone pacifiche, gentili, educate …

-Fate un altro passo e vi sparo!- urlò una delle vecchiette sbarrandogli la strada

-Che stavi dicendo, Mario?-

-Niente ...

I due operai furono costretti a tornare indietro.

-Che cosa è successo?- chiese l'amministratore

-Ci hanno minacciati con la pistola- risposero i due lavoranti all'unisono

-A mali estremi, estremi rimedi. È ora di far entrare in azione “er pistolero”-

-“Er pistolero”? L'uomo più veloce del West?-

-No. L'uomo più veloce di Roma …

Nella stanza entrò un uomo vestito da cowboy con un sigaro in bocca *musichetta per un pugno di dollari*

I due operai scoppiarono a ridere.

-Fate molto male a ridere. Al mio mulo non piace la gente che ride: ha subito l'impressione che si rida di lui. Ma se mi promettete di chiedergli scusa, con un paio di calci in bocca ve la caverete ...-

-Quale mulo?- chiese uno degli operai

-Quando un mulo con il fucile incontra un mulo con la pistola, il mulo con la pistola è un mulo morto ...- continuò il cowboy

-Ma quanti muli ci sono?-

-Aspetta un attimo, uno con il fucile, due con la pistola e uno morto- disse Mario, l'altro operaio, iniziando a contare freneticamente

-E io che credevo ce n'erano solamente due ...

-Non vi preoccupate. È solo che “er pistolero” è stato scelto come attore di un remake del film “Per un pugno di dollari”. Poi, purtroppo, gli è caduta in testa una pigna ed è diventato scemo- spiegò il signor Bosetti -ma quando deve sparare nessuno è più veloce di lui-

-Certo ...- risposero i due operai

-Mi raccomando, “er pistolero”,non è necessaria alcuna strage. Devi solo spaventarli-

-Chi muore è molto spaventato …

 

Il cowboy arrivò al condominio. *musichetta per un pugno di dollari*

La vecchietta si mise davanti con un fucile in mano *musichetta duello*

-Da qui non si passa!

Ma “er pistolero” continuò ad avanzare imperterrito.

-Beh, che ti succede, Ramon? Ti trema la mano, o forse hai paura? Al cuore, Ramon, al cuore! Se vuoi uccidere un uomo, devi colpirlo al cuore, sono parole tue, no? Al cuore, Ramon, al cuore! Altrimenti non riuscirai a fermarmi!- urlò

-Chi è sto Ramon?- pensò fra se la vecchietta sparando al cuore, ma “er pistolero” continuò a camminare, avendo un armatura nascosta dal poncho

-Al cuore, Ramon, al cuore!-

-Va bene- e la vecchietta risparò al cuore

-Che fai? Ti trema la mano? Al cuore, Ramon, al cuore … Ah!! Perché mi hai colpito in testa, Ramon?

 

Due ore dopo, all'ospedale …

-Lo stiamo perdendo!-

-Dobbiamo fare immediatamente un intervento chirurgico!-

-Dove?- chiese “er pistolero”, in fin di vita

-Al cuore …

 

Sicuramente i lettori più pignoli si chiederanno: “ma non l'avevano colpito in testa?” è vero, però questa storia è molto surreale e questo mi sembrava un buon modo per finire il capitolo.

 

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Capitolo 15
*** Il cugino del portiere ***


Lessi in fretta e furia la lettera che mi era arrivata dalla Germania. Non poteva essere. Mio cugino stava vendendo qui! Dovevo evitarlo a tutti i costi. Presi una penna ed iniziai a scrivere freneticamente. Mio cugino non poteva venire in questo condominio! Sarebbe stata la mia rovina … e la sua fine! Ma ecco che sentii delle voci. Le vecchiette stavano osservando un uomo che si stava arrampicava per la facciata del condominio

-Chi è questo idiota, spider-man?- si chiese una vecchietta -ho sempre sognato di fare il tiro a segno su spider-man …-

-Povero spider-man, è l'eroe preferito del mio caro nipotino- disse un altra -non si merita una fine così brutta. Si possono fare ancora una decina di film su di lui-

-Ma se siamo già a quota 5...-

-Però l'uomo ragno è un grande supereroe!- spiegò la vecchietta pro-spiderman

-Ma quale grande supereroe! Il migliore di tutti è Nonno Nanni! Lui ,si, che è un galantuomo!-

-Sciocchezze!

Nel frattempo che le vecchiette discutevano, mio cugino era arrivato in cima al condominio e stava piantando una bandiera tedesca gridando di felicità.

-Oh no!!!!!- balbettai mentre usciva fuori il generale Cesare Napoleone Randazzi con il suo fucile.

-Bandiera straniera, nemica, traditrice, ingannatrice, codarda, diffamatrice …-

Ma questo sente le bandiere straniere con l'olfatto” pensai uscendo dalla portineria

-Si calmi, generale Randazzi! Quello è mio cugino!- dissi spazientito

-Cosa????- chiese puntandomi il fucile -Che hai detto?-

-Niente ... bisogna subito provvedere per rimuovere quello stendardo-

-Ottimo! Camerata! Proceda Subito.

Grazie a chissà quale intervento divino ero riuscito a salvare il mio disgraziato cugino (ehehe! Fa anche rima).

-Ciao Hans! È da un po' che non ci si vede. Dove sei stato?- chiesi accompagnandolo in portineria

-A scalare montagne...-

-Ti capisco! Le Alpi sono bellissime!-

-Ma quali Alpi? Sono andato a scalare le montagne in Kirghizistan- mi spiegò

-Ah … e perché non ci sei rimasto?-

-Perché ho bevuto il latte di cavalla e quindi mi sono ammalato-

-Colpa tua!- dissi -ti metti a bere latte di cavalla!-

-Mica sono scemo! Loro non mi hanno detto che era latte di cavalla, ma che era latte di orsa!- disse il cugino

-Certo, così cambia tutto ...-

-È quello che dico anch'io-

-Però almeno hai imparato la lezione, no?-

-Si, non andrò mai più in Kirghizistan … il prossimo anno vado in Uzbekistan!

 

Ma che fine aveva fatto “er pistolero”?

Il finto cowboy era stato dimesso dall'ospedale e, dopo due settimane di interventi chirurgici, aveva ripreso la sua attività di pseudo-killer. Purtroppo le operazioni gli avevano provocato un forte trauma, per cui andava in giro, non più con una armatura, ma con un elmo.

-Beh, che ti succede, Ramon? Ti trema la mano, o forse hai paura? In testa, Ramon, in testa! Se vuoi uccidere un uomo, devi colpirlo in testa sono parole tue, no? In testa, Ramon, in testa! Altrimenti non riuscirai a fermarmi!

L'uomo, però, sparò al cuore.

-VAFFANCULO, Ramon!

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Capitolo 16
*** Gli ascensori di Troia ***


Quattro aerei sorvolarono il condominio dei pazzi.

-Toh, le frecce tricolori ...- esclamò mio cugino

-Ma tu non dovevi andare in Uzbekistan?-

-Non c'è nessun aereo che ci va-

-E perché non vai a piedi?- chiesi ironicamente

-Giusto! Ottima idea! Ciao, cugino!- disse scappandosene via

Che deficiente! Ma finalmente un po' di pace ...”

-Scusami, cugino. Ma come si arriva in Uzbekistan?-

-Devi andare sempre avanti, a destra e poi chiedi indicazioni. Ora sparisci!-

-Grazie, vado!

I quattro aerei sorvolarono un'altra volta il condominio dei pazzi. Ad un certo punto sganciarono quattro ascensori, che caddero in mezzo al cortile.

-Che cosa sono?- chiese una vecchietta, avvicinandosi sospettosamente con una mascherina e dei guanti

-Attenta! Sono degli ascensori, c'è il rischio di contaminazione!- intervenne un altra

-Hai ragione, è molto pericoloso! Dobbiamo trovare una persona inutile e idiota, che rischi la vita toccandolo …-

-Volete una frittata?- chiese Asvitanken

-… bene, l'abbiamo trovata. Ora dobbiamo trovare qualcuno che mangi la frittata …

Due minuti dopo, in portineria …

-Perché proprio io. Non mi sono mai piaciute le frittate!-

-Perché proprio tu?- disse la vecchietta -forse perché hai una pistola puntata sulla schiena?-

-Ah, giusto. Ecco che cos'era quella cosa gelida che mi toccava la schiena!-

-No, quello è il kalaschnikov di Franca. La pistola è più a destra ...-

-Che sensibilità commuovente!

 

Intanto, sempre avanti e a destra

-Mi scusi, signore, come si arriva in Uzbekistan?-

-Ahahahahah! Che scherzo divertente! Ahahahah!-

-Mi scusi, signora, per l'Uzbekistan?-

-Ahahahahah! Alla farmacia svolti a destra! Ahahahah!-

-Molto obbligato.

Quando il cugino si allontanò.

-Mamma, ma a destra della farmacia non si trova il manicomio?-

 

Ma torniamo al condominio …

-Mhmm … che buona questa frittata!- esclamai

-L'ho fatta con le mie mani … scusa, volevo dire con i miei piedi ...-

-Chissà perché sento un grande bisogno di vomitare?-

-... ma non ti preoccupare, i miei piedi sono puliti, li ho lavati tre giorni fa!- disse Asvitanken orgoglioso

-Ah, così cambia tutto- risposi poco convinto

-Peccato per la cacca di gallina che ho calpestato questa mattina … che bella rima!Sono proprio un poeta nato …-

-Franca, mi passi il kalaschnikov!-

 

Mio cugino lesse il cartello: “MANICOMIO STATALE”

Si vede che questo è il nome dell'Uzbekistan in lingua locale” pensò fra se. Poi prese una fune ed iniziò ad arrampicarsi per l'edificio. In quel momento due guardie stavano guardando dalla finestra:

-Guarda Mario- disse una di queste -abbiamo un nuovo ospite!

 

Asvitanken toccò più volte uno degli ascensori. Le vecchiette l'osservarono senza dire una parola. Aspettarono dieci minuti. Non era successo niente. Potevano andare a dormire tranquille.

 

Nella notte una decina di operai uscirono silenziosamente dagli ascensori. La mattina successiva le vecchiette si sarebbero svegliate con una bruttissima sorpresa …

 

Ciao a tutti! Come state? Mi scuso per il ritardo ma è iniziata da poco la scuola e non ho avuto tanto tempo. Siamo ormai giunti al penultimo capitolo. Siete tristi? Non vi preoccupate, perché ci sarà anche un condominio dei pazzi 2. Se lo vorrete, ovviamente. Mi raccomando recensite in tanti! A proposito, volevo mettere una foto del mio cane (Medea), a cui è ispirato Jack, ma non riesco a metterla. Chi mi sa spiegare come si fa?

Ciao e al gran finale!

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Capitolo 17
*** La resa dei conti ***


La mattina dopo...

-Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!-

-Che cosa succede? Ci attaccano gli ufo?- chiese una vecchietta uscendo dal suo appartamento

-No, peggio, un a...un a...un a...un a... un a...-

-Un attentatore? Un assassino? Un aeroplano?-

-No, un a...un a...un a...- continuò la vecchietta terrorizzata

-Dai, qualunque cosa sia stai calma. Prendi esempio da me, io non mi agito mai!-

-Ma è un a...ascensore!!!!-

-Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!-

la vecchietta svenne di colpo.

-Che hai? Ti devo portare all'ospedale?- intervenne la prima

-No, è solo un a... un a... un a... un a... un a...-

-Un ascensore?-

-No, un attacco di panico, cogliona!

Immediatamente furono riuniti tutti i condomini. Una delle quattro vecchiette irascibili prese la parola.

-Ci troviamo in una situazione di emergenza! Questa notte, con l'inganno, sono stati installati quattro ascensori, uno per ogni scala. Ora vi chiedo: che cosa dobbiamo

fare? Come possiamo fronteggiare questa crisi? Io vi dico che c'è solo una persona che può aiutarci...-

-Chi?- chiesero tutti all'unisono

-La “Gattara”!*musichetta macabra*

 

Quella mattina, al parco...

-Guarda Marco!- disse un ragazzino al suo amico

-Che c'è?-

-Dei gatti che stanno mangiando del pesce...-

-E allora?- chiese l'altro indifferente

-Non capisci? Ora andiamo a spaventarli e poi rovesciamo il piattino con il pesce-

-Perché?-

-Perché siamo dei bambini cattivi e deficienti- rispose il ragazzino

-Ma lì seduta sulla panchina c'è una vecchietta!-

-Che ti frega! Tanto che cosa ci può fare? Poi non vedi che sta dormendo-

-Hai ragione-

-Allora andiamo!

I due ragazzini si avvicinarono lentamente ai gatti. Intanto la vecchietta alzò il viso con un gesto lento e sornione. Sulla sua faccia si formò un sorriso malvagio e inquietante. Si rivolse ai due arrivati mostrando tutti i suoi 32 denti-18.

-Che cosa volete bei bambini?-

-Non parliamo con gli sconosciuti- risposero i due all'unisono

-Neanche se vi do una caramellina?-

-NO-

-Neanche se vi do un biscottino?-

-NO-

-Neanche se vi do un dolcetto buonissimo fatto in casa?-

-NO-

-Neanche se vi punto un mitra in testa?-

-Va be, allora prendiamo il dolcetto.

 

La vecchietta continuava a guardare i ragazzini sospettosa.

-Che cosa state facendo?- chiese

-Guardiamo i gatti-

-Avete mangiato il dolcetto?-

-Si-

-Era buonissimo, vero?-

-No, faceva schifo-

-E ora che state facendo?-

-Tiriamo i sassi ai gatti!- dissero i due ragazzini scappando

-Aspettate! Non volete un altro dolcetto avvelenato...

 

Nell'ufficio dell'amministratore del condominio dei pazzi...

-We are the champions, we are the champions...-

-Signor Albertucci- disse uno degli operai

-Che c'è?-

-È arrivato un messaggio dal condominio dei pazzi-

-Da qua!

L'amministratore prese il pezzetto sudicio di carta su cui era stato scritto e lesse:

Carissimo e stronzissimo amm. Albertucci,

intanto le comunichiamo che, se vuole la guerra, l'avrà... e sarà terribile. Lei ha utilizzato delle armi non convenzionali (diffusione premeditata di ascensori) senza pensare al pericolo che queste avrebbero potuto causare all'umanità. Lei si è macchiato di crimini di guerra, contro l'umanità e soprattutto contro il nostro condominio! Lei pensa di avere la vittoria nella sue mani, ma si sbaglia! Abbiamo ancora un asso nella manica...

Con affetto

I condomini

-Che devo fare?- chiese l'operaio impaziente

-Prepara gli uomini. Come diceva un fottutissimo barbone: l'attacco è la migliore difesa!-

-Che barbone saggio? Come si chiamava?-

-Barbarossa...

 

Un esercito enorme di operai era schierato davanti al condominio dei pazzi impaziente di attaccare. Nel cortile del fabbricato io ed i condomini eravamo pronti a respingere l'avanzata nemica armati fino ai denti. Ad un certo punto suonarono la carica e gli operai iniziarono a marciare compatti verso il condominio.

-Non possiamo resistere a loro attacco, sono troppi!- esclamai io preoccupato

-Non ti preoccupare portiere, abbiamo ancora un asso nella manica...- mi rispose una delle vecchiette convinta.

L'esercito di operai raggiunse il cancello e lo sfondò entrando nel cortile. Ma una figura che trasportava una cassa da morto gli bloccò la strada.

-Chi è questa?- domandò un operaio

-Lei è fortissima, lei è magnifica, lei è potente, lei è grande, lei è intelligente, lei è furba...-

-Ho capito, ma chi è alla fine?-

-La Gattara*musichetta macabra*-

-Bene, ora perché non si toglie dalla strada?

 

La Gattara però non si mosse e lì guardò con aria di sfida.

Anche gli operai la guardarono con aria di sfida.

E i piccioni li guardarono con aria di sfida.

Insomma, tutti si guardavano con aria di sfida.

-Ma che cazzo state facendo?- urlò l'amministratore arrabbiato

-Ci guardiamo con aria di sfida...-

-Bene, ora smettete di guardarvi con aria di sfida e andate all'attacco!

L'esercito di operai iniziò a marciare deciso. La Gattara con un gesto lento aprì la cassa da morto seguita da un leggero miagolio

-Che bello!- esclamò un operaio -Ho sempre amato i gatti! Dove stai bel micino?

Un orda di centomila gatti saltò addosso al gruppo di uomini.

-Cazzo, me ne bastava uno- commentò l'operaio scappando insieme agli altri uomini.

-Oh, che bello! Un gatto persiano!- dissi io felice -posso accarezzarlo?-

-No-

-Ma è così tenero!-

-No-

-Ma lei non dice mai si? Se non sto zitto mi ammazzi?-

-Forse- rispose passandomi una granata...

 

-Che cos'è questo rumore?- domandò l'amministratore

-Una granata, signore-

-Hanno ammazzato il portiere?-

-No, all'ultimo secondo l'ha passata ad Asvitanken che l'ha mangiata-

-Ed è morto?- chiese tutto contento l'amministratore Albertucci

-No, l'ha digerita...-

-Maledizione! Comunque ora prepara l'artiglieria pesante!

In pochi minuti furono posizionati una decina di cannoni.

-Mirare! Fuoco!

Un primo ascensore colpì il condominio.

-Ci bombardano di ascensori! Aiutoooooooo!- urlò una vecchietta nascondendosi dietro un cespuglio

-Abbiamo la vittoria nelle nostre mani, ma... che cos'è questa puzza?-

-Pelo di gatto, signore-

-Cosa??????-

-Che c'è, signore?-

-Io..io...io...sono...molto...allergico...al...pelo...di...gatto...

Un'altra volta il condominio dei pazzi era rimasto senza amministratore.

THE END

 

Spero che quest'ultimo capitolo vi sia piaciuto. Devo dire che come fine forse non è così bella ma purtroppo non mi sono venute idee migliori. Come ho già detto nel capitolo precedente dopo questa serie ce ne sarà un altra. Torneranno alcuni personaggi che sono scomparsi come ad esempio Jack, le vecchiette che lavorano a maglia, il turista giapponese, “er pistolero”... ma ci saranno anche nuovi protagonisti!

Visto che questo è l'ultimo capitolo spero (ovviamente non è un dovere) che recensiscano tutti quelli che hanno letto o hanno messo la storia tra le seguite o tra le preferite

Ringrazio Kay Burns, PinkRabbit, SuperFangirl, superpoltix (che hanno messo la storia tra le seguite e tra le seguite anche se non hanno recensito alcun capitolo); poi ringrazio Adele13, eicoevans, Matilde9 (che hanno messo la storia tra le ricordare ma non hanno recensito); un particolare ringraziamento va anche anche a SalazarSerpeverde e a scrittrice in canna (che addirittura hanno messo la storia tra le seguite, tra le preferite e hanno recensito) e a Camilletta, Flavia Cat, Estatemeravigliosa, blacksmokey, Bra__Sayan, anna21. Poi per vari altri motivi (seguite, recensioni ecc.) ringrazio Tormenta, tomboy, Tyra Sunlow, moni93, Carly_Drama, Pan_Sayan, nerobensongranaACE, Alesaphi24, Cichan, darkmagic31, Flaviuz, Forever_Alone, GothFangirl, little mad butterfly,

Nabby, ombra_notturna, RavenRobin, sexy_time, TataMatta, Violet Stevens.

Vi ho ringraziati tutti? Se no ditemelo! Allora ci vediamo fra un mesetto con la seconda serie del condominio dei pazzi! Per ora aspetto le vostre recensioni con la speranze che le seguite si trasformino in preferite!

Grazie di tutto!

Geronimo1829

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