Una Lunga Notte

di ourevel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** “La Giornata del Succo” ***
Capitolo 2: *** Sfortuna?! ***
Capitolo 3: *** Bugie ed Esplorazioni ***
Capitolo 4: *** Perché? ***



Capitolo 1
*** “La Giornata del Succo” ***


1° capitolo - “La Giornata del Succo”
 
“...e quindi concludiamo qui per oggi, ragazze! Buona giornata! E mi raccomando,siate prudenti nel rientro, il ghiaccio gioca brutti scherzi!” disse Negi pochi istanti prima del suono della campana.
Come ciò accadde, nella classe scoppiò il putiferio mentre le alunne della terza A iniziavano a lasciare l'aula per la fine delle lezioni: chi si recava al club, chi schiamazzava con le amiche, chi iniziava a correre per l'aula e chi ancora si accapigliava.
Solo in due banchi regnava una quiete che appariva quasi innaturale in quella strana classe.
“Nodoka! Mi stai ascoltando?” chiamò con fare interrogativo una ragazza dall'espressione piuttosto seria,con una folta chioma di lunghi capelli raccolti in due grosse code dietro la schiena e in due trecce che le contornavano il volto, il tutto legato con fiocchi e campanellini.
“E-Eh?” sembrò risvegliarsi con voce flebile Nodoka, una ragazza dal viso carino e dolce, ma perennemente coperto dal suo taglio a caschetto, quasi volesse nascondersi.
“Scusa Yue... E' che pensavo ad altro... D-Dimmi, cosa volevi?” rispose infine imbarazzata la ragazza.
“Volevo solo chiederti se mi davi una mano per 'La Giornata del Succo' di questo mese... Ma è tutt'oggi che hai la testa tra le nuvole, sicura di sentirti bene?”
“No,no! Sto bene intendo, non preoccuparti...” disse Nodoka, e abbassando la voce sempre di più continuò “...e scusami Yue! M-Mi ero completamente dimenticata de 'La Giornata del Succo'! H-Ho già dato la mia parola che sarei stata in biblioteca oggi! Scusami ancora! Ti raggiungo appena ho finito ok?”.
“Ma no, figurati... vorrà dire che ci vediamo stasera in camera! A proposito... chissà cosa aveva da fare di tanto urgente Paru che è già scomparsa...” disse Yue alzandosi.
“Proprio non saprei...a me non ha detto nulla!” rispose semplicemente l'amica.
Erano rimaste le uniche in classe, escludendo un Negi indaffarato a sistemare il suo materiale.
La ragazza guardò fuori dalla finestra: stava ricominciando a nevicare. Era tre giorni che venivano giù insistentemente quei piccoli e candidi cristalli di ghiaccio.
Yue diede un'ultima occhiata all'amica, che stava salutando il professore con un inchino imbarazzato, dopodiché uscì.
Era impressionante vedere il Mahora innevato, soprattutto l'Albero del Mondo, che pareva un'immensa palla di neve.
Comunque sia Negi aveva ragione: bisognava davvero stare attenti, con lo spesso lastrone di ghiaccio nascosto sotto il bianco manto in aumento.
Un brivido la percorse, faceva parecchio freddo, di sicuro erano sotto zero.
Fatte queste considerazioni, si incamminò nella più solitaria 'Giornata del Succo' da quando era al Mahora.
Per i profani, tale giornata è interamente volta alla ricerca spasmodica di ogni singolo distributore o produttore di succhi, battendo una a una le infinite viuzze e piazze della città-scuola per trovare nuovi gusti strani ed esotici. Solitamente era grande fonte di gioia per Yue, ma l'essere sola stranamente l'infastidiva in quella particolare giornata.
Non se ne sapeva spiegare il motivo, ma le piaceva vedere le facce incuriosite, e a volte disgustate delle sue due amiche davanti alle infinite possibilità di gusto di un buon succo. Fare quella cosa da soli non era la stessa cosa.
Le sue riflessioni e la sua cartina dell'istituto l'avevano intanto portata dietro una scalinata ad un centinaio di metri dal dormitorio femminile delle medie, e fu lì che scovò un raro esemplare di succo d'estratto di alga blu, anguria e pomodoro.
Sorseggiando la sua 'preda' e dimenticandosi momentaneamente delle sue preoccupazioni fece per rientrare in camera quando sentì un urlo provenire da sopra di lei.
Spaventata, poté chiaramente udire negli istanti successivi una serie di tonfi attutiti e uno schiocco secco, a pochi metri da lei, che le fecero gelare il sangue nelle vene.
Velocemente fece il giro della scalinata, e subito rimase shockata da ciò che vide: immerso nella neve, ai piedi dell'ultimo gradino, era accasciato un corpo in posizione innaturale, con una grossa chiazza di sangue che si stava rapidamente allargando, macchiando il manto nevoso con cui veniva in contatto.
Tremante Yue lasciò cadere il succo e lentamente si avvicinò alla figura immobile, per poi ritrovarsi con il respiro bloccato e le lacrime agli occhi quando si accorse di riconoscerla.
Con ancora un'espressione stupita in volto, col collo piegato a novanta gradi e occhi vitrei che fissavano il cielo vi era la sua compagna di classe Sasaki Makie.

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Capitolo 2
*** Sfortuna?! ***


2° capitolo – Sfortuna?!
 
L'ufficio del preside si svuotò lentamente, i primi ad uscire furono i medici dell'ambulanza, seguiti dalle forze dell'ordine accompagnate dai professori.
Solo in tre erano rimasti 'ospiti' di Konoemon: un disperato baby-professore, in lacrime come la seconda, Yue, ancora con le spalle scosse dai singhiozzi.
Il terzo, con un'espressione tanto grave quanto seria, era l'ex-docente responsabile della terza A, Takahata T. Takamichi.
“So che è dura signorina Ayase, ma la pregherei di ripeterci nuovamente cosa ha visto questo pomeriggio...naturalmente quando se la sente.” domandò con tono pacato il preside alla studentessa che, riluttante ripercorse sia mentalmente che a voce la scena di qualche ora prima.
“...c-come ho visto c-che era M-Ma-Makie...” disse tra un singhiozzo e l'altro “e...e che n-non si muoveva...oddio...aveva gli occhi aperti, fissava i cielo con quell'espressione...” scosse la testa e tirò su col naso “era i-immobile! Ho...ho chiamato subito un'ambulanza e...e ho aspettato, ho solo aspettato...io...io non sapevo...io non SO cosa pensare...cosa fare...”
“E c'eri solo te lì Yue?” chiese gentilmente Takamichi, posandole con delicatezza una mano sulla spalla.
“S-si, all'inizio non c'era nessuno poi, con l'arrivo dei soccorsi si sono fermate delle persone...s-scusate, non ce la faccio più...vorrei andare a riposare...”
“certo,certo, ora la lasciamo andare signorina Ayase” replicò Konoemon “anzi, Takamichi vi accompagnerà entrambi in camera come avremo finito.” terminò il preside rivolgendosi anche a Negi.
“A quanto pare si è trattato di uno spiacevolissimo e sfortunato incidente, scusate il cinismo, ma questo è quanto si può dedurre dalle parole della signorina Ayase...” Konoemon li fissò allora con sguardo ancora più serio “ciononostante desidererei che il resto della classe non ne venisse a conoscenza, almeno fino a quando le indagini non saranno concluse. Pensate di poter serbare questo segreto? Il personale magico dell'istituto farà in modo di fornire una spiegazione plausibile fino ad allora.” l'espressione del vecchio preside si addolcì “ora potete andare. Abbiate una buona serata,se potete.” e con questo li congedò.
“Su ragazzi: andiamo.” li invitò cordialmente Takamichi, facendoli uscire dall'ufficio e chiudendosi la porta alle spalle.
 
-Incidente? Un maledetto incidente? Sfortunato per di più?! Makie sarebbe morta per un maledettissimo incidente? ...ma chi ci crede alla sfortuna poi?! Non esiste nulla del genere! Come ci posso credere? E'...è semplicemente assurdo! Makie era un asso come atleta, come può essere scivolata su una lastra di ghiaccio su cui riesco a camminare senza troppi problemi pure io? Ma per favore!
Tsk... sfortuna...-
“Takamichi!” le riflessioni di Yue vennero bruscamente interrotte dal richiamo di Negi, fino ad allora rimasto muto. Aveva gli occhi arrossati per le lacrime, ma sembrava essersi ripreso abbastanza. Yue si stupì ancora della forza d'animo di quel ragazzino.
“Senti, Takamichi...secondo te possiamo parlarne almeno ad Asuna
 e a Setsuna? Tanto lo capirebbero subito che gli sto nascondendo qualcosa, e poi...nel tenergli segreti come questo mi sentirei ancora più un verme...”
“Mhm...” rifletté il collega per qualche istante “suppongo non ci sa nulla di male a dirglielo. Assicurati solo che non ne parlino ad altri e specialmente a Konoka...ha un cuore troppo tenero per queste cose...”
Il discorso venne troncato da una serie di lampeggianti e sirene, che squarciarono il silenzio della sera che li aveva accompagnati fino ad allora. Ora che Yue ci faceva caso, aveva fatto in fretta buio.
“Le disgrazie non vengono mai sole...” citò a bassa voce Yue, ricevendo sguardi interrogativi dai suoi compagni.
Dopo una decina di minuti arrivarono in vista del dormitorio, e soprattutto a portata d'orecchio. Vi proveniva un gran vociare oltre che alcune luci a intermittenza dall'ingresso.
Posizionate davanti ad esso vi erano un'ambulanza e un paio di pattuglie della polizia, i cui agenti stavano allontanando alcuni gruppi di ragazze, un paio sembravano opporre resistenza.
Il telefono di Takamichi cominciò a squillare, e lui prontamente rispose.
La telefonata non portò via più di una trentina di secondi, ma questi furono sufficienti perché la natura curiosa di Yue prendesse il sopravvento e la portasse ad avvicinarsi alla scena.
Quel che vide le procurò una terribile fitta allo stomaco, abbastanza forte da piegarla in due: innanzi all'ingresso del dormitorio, quasi per il volere di un macabro senso dell'umorismo vi era un corpo accasciato in un cumulo di neve rossa, purtroppo particolarmente familiare alla ragazza.
Almeno in questo caso i qualche anima pia aveva ricoperto la figura con una tela, anch'essa macchiata che almeno ne nascondeva i tratti, ma non i lunghi capelli biondi che fuoriuscivano come raggi da quel sudario.
Solo allora notò che le due figure che ancora lottavano per stare affianco al corpo erano Asuna e Chizuru, mentre in subito dietro il vetro della porta vi erano un ragazzino dell'età di Negi con una ribelle criniera corvina e una minuta ragazza dal taglio corto e delle lentiggini sul volto, stretti in un abbraccio che avrebbe dovuto confortarli.
“Capoclasse...” sussurrò Yue con un groppo in gola e portandosi le mani alla bocca.
“Un candelotto di ghiaccio. L'ha colpita in pieno mentre rientrava... probabilmente si è staccato da quel balcone lì, anche se non mi pare ci fossero state segnalazioni per i pompieri...” le spiegò Takamichi, che nel frattempo l'aveva raggiunta con Negi al seguito “è accaduto qualche una decina di minuti fa...mi ha chiamato ora il preside.” concluse.
“Su: entriamo” disse forzandola delicatamente a distogliere lo sguardo.

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Capitolo 3
*** Bugie ed Esplorazioni ***


3° capitolo – Bugie ed Esplorazioni
 
L'aria nell'atrio del dormitorio era carica di tristezza: Asuna singhiozzava in un angolo, le altre compagne li presenti si scambiavano poche parole sussurrate.
Vedendo entrare i professori Ako si staccò da un gruppetto lì vicino e gli si accostò titubante.
“Mi scusi professore... non è che per caso ha incontrato o visto Makie per strada? Dovevamo andare al cinema, ma è da quando è andata a comprare delle bibite che non la vedo... non risponde neppure al cellulare e, ecco, io...”
“Non preoccuparti Ako” prese la parola Takamichi con un sorriso che dovette sembrare rassicurante, almeno per la ragazza, “La sono passata a prendere i suoi genitori... Dovevano andare in Francia mi pare, mi sa che per un po' non la vedremo... eheh... si sarà scordata di dirtelo!” finì inventando di sana pianta.
“O-Oh. Capisco.” rispose con faccia perplessa la calciatrice “Se lo dice lei... mi fido. Grazie infinite!” concluse con un piccolo inchino e tornando dalle sue compagne.
“Uff... c'è mancato poco...” si disse il professore passandosi una mano tra i capelli “ Ora dovete scusarmi ragazzi, ma il preside desidera parlarmi con urgenza. Vi consiglio vivamente di fare una bella dormita, se ci riuscite. Può aiutare: credetemi.”
“Sì... mi pare un'ottima idea... mi sa che la metterò in pratica.” rispose Negi, evidentemente provato da quegli spiacevoli eventi.
 
Yue nel frattempo rimaneva sempre più colpita dal modo di fare calmo e pacato del loro ex-docente. Lei non ce l'avrebbe mai fatta addirittura a sorridere a qualcuno, in quella situazione. Tanto meno avrebbe avuto la prontezza di inventarsi una palla per coprire un evento così tragico, e mai e poi mai con quella facilità! Si poteva notare da questi particolari lo spirito di un uomo che ha passato veramente di tutto nella vita.
-Anche la capoclasse?! No... non è possibile!- la sua mente aveva ripreso la sua frenetica attività -Non può essere una maledettissima coincidenza! E non voglio neppure pensare a quella roba... la sfortuna! Il caso non esiste! Qui ci DEVE essere dietro qualcosa, o qualcuno! Deve! Non è possibile che due persone muoiano senza motivo a poche ore di distanza, causa il ghiaccio, quando è tre, e ripeto TRE, giorni che la situazione è così! Ma che motivo potrebbe avere qualcuno per uccidere due ragazze delle medie?! Ma chi può essere stato,poi? Maledizione...tutto questo non ha senso!-
“Yue! Yue! Ha-hai sentito cos'è successo? E'...è terribile! L-la capoclasse...!”
Nodoka, spuntata dal fondo della sala, corse incontro alla ragazza con le lacrime agli occhi e gli si buttò al collo, abbracciando con forza.
“Calmati Nodoka! S-sì, purtroppo ho visto...su, però ora staccati: non respiro!” annaspò Yue cercando di scrollarsi di dosso l'amica “Ma che hai? Sei gelata!” notò quando infine riuscì nel suo intento.
“O-oh... S-sono rientrata poco fa dalla biblioteca...H-ho sentito delle urla e sono scesa... e c'era la capoclasse lì...” rispose sempre più piano Nodoka.
Poi sembrò inspirare coraggio invece che aria, gonfiando il petto e fece per dire qualcosa, ma quel che uscì dalle labbra della ragazza furono solo un flebile “E-ecco... p-professore, perché lei e Asuna non venite in camera da noi a prendere un thè e provare a rilassarvi? S-sembrate a pezzi, senza offesa, e ho letto che in momenti come questi a-aiuta avere qualche amico vicino...” concluse guardando di sottecchi in direzione della ragazza dai capelli arancioni rannicchiata in un angolo a singhiozzare.
Anche Negi la fissò un attimo, poi rispose “Sì, penso che sia una buona idea... ma, Nodoka: Paru e Konoka non dovevano essere con te in biblioteca? Dove sono?” chiese stupito notando la loro assenza nel salone.
“Stavamo esplorando una nuova serie di librerie al decimo piano sotterraneo quando Konoka si è accorta che le erano cadute le carte pactio... mi ha detto di avvisarvi che rientrava tardi perché le rimaneva a cercare e Haruna a deciso di darle una mano... sono un vero labirinto quelle sale!” rispose inclinando la testa la bibliotecaria.
-Ah! Ecco dove era sparita quella sottospecie di mangaka!- si disse Yue, ripensando alla fine delle lezioni.
 
La serata passò tranquilla nella stanza di Yue, Nodoka e Haruna: si provò a fare un po' di conversazione cercando di evitare argomenti spiacevoli, ma quasi ogni tentativo fallì miseramente in un silenzio imbarazzato.
Poco dopo il thè, sia asuna che negi crollarono addormentati dalla stanchezza. Yue, aiutata dalla compagna sistemò Asuna nel letto sopra il suo, mentre Negi venne posizionato su quello di Nodoka. Lei e l'amica avrebbero dormito insieme, non sarebbe stata la prima volta, per Paru aveva preparato un futon ai piedi del letto.
“Scusa Yue... Vado a farmi un bagno, te vai pure a letto! Sembri reggerti a malapena in piedi!” disse uscendo.
Il che in effetti era vero: stava facendo una fatica tremenda a combattere il sonno e non pensava di poter reggere ancora a lungo.
Guardò l'orologio: erano le dieci e mezza.
-Ma quanto ci mettono quelle due a trovare le carte? Se vengono beccate finiranno in guai grossissimi!- pensò preoccupata mentre si stendeva sotto le coperte e spegneva la luce.
Proprio mentre stava prendendo sonno il cellulare si mise a squillare: era Konoka.
“BZZ... onto! Pronto! Yu...BZZ... esci a sentirmi? Mi Senti?...BZZ...” si sentiva la voce della nipote del preside che chiamava dall'altra parte.
“Sì, ti sento Konoka” rispose con voce impastata Yue “ Dove diavolo siete te e Paru? Vedi di sbrigarti a trovare le carte e tornare al dormitorio! E' tardissimo”
“...BZZ...aru? Guarda che qua ci sono solo io! Oh! Ora non ci sono più interferenze!” rispose con voce candida Konoe. Un brivido percorse la schiena di Yue ,svegliandola all'istante.
“In che senso, scusa, ci sei solo te? E Haruna?” chiese con un filo di voce.
“Nel senso che se ne è andata poco dopo Nodoka, dicendo che si era scordata di dirle una cosa, e si è portata via la cartina, senza però tornare indietro! Ecco quale! E' da un'ora che cerco di chiamare qualcuno che mi indichi la strada per uscire di qui!”
“Aspetta. Prendo una cartina! A che piano sei ora?” chiese Yue cercando nei cassetti del comodino le varie carte relative al club.
“Dunque... eccolo! Sono al nono sotterraneo! Corridoio... dunque... 125b sezione 54!”
In qualche minuto Yue riuscì a identificare la posizione di Konoka, e da lì iniziò a istruirla su come uscire passo a passo, corridoio dopo corridoio. Era un processo lungo laborioso poiché, oltre a dover districare il labirinto, bisognava stare attenti a non attivare trappole o incantesimi di protezione (aveva fatto ricerche al riguardo, e ne aveva trovati di più di quanti se ne aspettasse).
Dopo mezzora di istruzioni Yue si sentì chiamare dall'altro capo del telefono-walkie talkie loro in dotazione, dove una normale ricarica sarebbe finita in un attimo in casi come questi.
“Aspetta Yue! Le ho viste! Le mie carte! Sono là sopra un tavolo!”
Yue senti scalpiccio di passi e controllò l'area attorno alla posizione di Konoka: era tutto pulito, tranne che per una piccola sbavatura appena accennata sulla cartina.
“Ok prendile ed esci! Ormai sei fuori.”
Aspettò ancora qualche attimo per permettere a Konoka di raggiungere il tavolo e recuperare le carte, e in quel lasso di tempo notò che in realtà la sbavatura era più una macchia, di colore molto simile a quello della carta, che sembrava possibile grattare. Incuriosita cominciò a passarci sopra l'unghia.
Intanto dall'altro capo Konoka esultava per il ritrovamento dei suoi tesori “Chissà come sono finiti qui... non ci siamo mica passate all'andata! Aspetta! Qui di fianco, a terra, c'è lo zaino di Paru... cosa ci fa qui? Aspetta che glielo riporto! Sarà qui nei parag...UGH!”.
E cadde la linea, proprio quando Yue, sbalordita riuscì a staccare quella strana macchia di colore che nascondeva una T nera contornata da un teschio stilizzato.

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Capitolo 4
*** Perché? ***


4° capitolo – Perché?
 
Yue ci mise qualche attimo a capire ciò che era accaduto. Con espressione stupita guardò quel quel segno simile a tanti altri sulla mappa, uno di quei tanti che aveva cercato di fare evitare all'amica per tutto quel tempo, poi spostò lo sguardo sul cellulare, nel cui schermo continuava a lampeggiare la scritta 'segnale assente!'.
Plitch.
Un brivido percorse la schiena di Yue, che iniziò a tremare violentemente.
-N-no! NO! Cosa ho fatto?! L-l'ho u-u-uccisa! S-se mi fossi accorta prima della macchia... ma non ci ho fatto molto caso! E per questo è morta!- si disse lanciando il telefono sul cuscino,quasi fosse bollente -No... io non posso aver ucciso nessuno! M-ma Konoka è...è...-
Plitch.
Qualcosa le cadde sulla testa, qualcosa di umido e caldo.
Yue si congelò.
Plitch.
Qualcosa macchiò lo schermo del cellulare, ancora sul cuscino, quasi fosse infettivo il solo contatto.
Era un liquido rosso e abbastanza viscoso, e c'era solo un posto dal quale potesse provenire.
Lentamente, la ragazza alzò il capo per vederne l'origine.
Plitch.
Un'altra goccia si staccò da una grossa chiazza scura nel materasso soprastante, appena visibile nella flebile luce fornita dai lampioni in strada, e le finì in fronte.
Lentamente, la goccia iniziò a colarle prima sul naso, per poi discendere quasi come una lacrima sulla guancia. Poteva sentirne l'odore metallico.
Silenzio.
Plitch.
Quasi con movimenti automatici, e in un silenzio assoluto, Yue scese dal letto recuperando il cellulare e rimase in ascolto.
Nulla.
Plitch.
Lentamente salì la scala del letto a castello, aiutandosi con la luce del telefono per non cadere.
Sotto le coperte, nere, nulla si muoveva. Con mani tremanti Yue scostò la trapunta.
Asuna sembrava quasi in pace, con quell'espressione serena in viso. Se non fosse stato per lo squarcio largo un dito che aveva da una parte all'altra della gola, attorno a lei una gigantesca macchia cremisi. Un grosso coltello da cucina le era stato conficcato in mezzo ai seni.
Yue contemplò per un paio di secondi quella macabra scena, quasi non riuscisse ad afferrare il concetto di ciò che vedevano i suoi occhi.
Poi parve realizzare e fu subito colta da un intenso conato,che la fece cadere dolorosamente a terra.
Ripulendosi e singhiozzando si alzò, cercando di mettere più distanza possibile tra sé e il cadavere di Asuna.
Plitch.
Quel suono sembrava un rimbombo nella testa di Yue.
Poi vide il professore. Dormiva sereno nel suo letto, per nulla consio di ciò che stava avvenendo a pochi metri da lui. La sembrò tranquillizzare almeno un po' Yue, che con una mano sullo stomaco cercava di decidere che fare.
Plitch.
Quel lento gocciolare la stava facendo impazzire, e non aveva la minima intenzione di rimanere in quella stanza, ma lasciare lì Negi, inerme e addormentato...
Plitch.
No. Doveva uscire. Quasi di corsa attraversò la porta, e appoggiandocisi sopra non appena la chiuse, per riprendere fiato.
La testa aveva iniziato a pulsarle dolorosamente, così come lo stomaco non smetteva di dolerle.
Con passo malfermo iniziò ad incamminarsi verso le stanze dei responsabili, quando qualcuno le si parò davanti.
“Y-Yue! Ma che ci fai qui?! E che è successo? S-sei tutta sporca... e s-sanguini!” disse una Nodoka visibilmente preoccupata.
“Nodoka...” faticò a dire Yue “Grazie al cielo sei qui... per favore... accompagnami in camera dei responsabili... Asuna.. Asuna è... Ugh... e poi mi sento malissimo...” disse arrancando e tenendosi al muro per non cadere.
“E perché dovrei?”
Yue si bloccò.
-No... Non può essere...- pensò raggelando.
“Perché non credo di farcela da sola...” iniziò a dire, per poi bloccarsi davanti a una Nodoka sorridente che iniziava a ridacchiare.
“Mphf...Ahah... Questo lo so pure io, cretina! Anzi, mi stupisco che tu stia ancora in piedi!”
-No...- ma Yue non ebbe la forza di dirlo.
“Sai che sei veramente fastidiosa quando ti ci metti?” disse con un sorriso sadico stampato sulla faccia “questo mi costringe a rivedere i miei piani!”.
Detto questo la afferrò per i capelli e la tirò a terra con violenza abbastanza velocemente perché Yue non potesse fare resistenza.
“Dunque...cosa ne posso fare di te ora? E pensare che avevo deciso di donarti la morte meno dolorosa, l'esatto contrario di ciò che meriteresti! Che siocca che sono stata!”
Sempre tenendola per le code, Nodoka iniziò a trascinare la piccola compagna nella direzione da cui era arrivata.
“Eh! Ma ora torniamo subito al piano originale! Che ne dici mhm? Mentre stavi facendo anzi, per fare un bel bagno, e... uff, pesi sai?... ecco che non vedi dove poggi il piede, e sbatti la testa sul bordo della vasca! Ti piace?” disse tutto questo con una tranquillità ed un'allegria che spaventò ancora di più la compagna,di quanto non lo fosse già.
“No...do...ka...” provò a fermarla Yue.
“Sai? Non ti facevo così resistente ai sonniferi...” proseguì incurante l'altra “dev'essere per via di tutto quello schifo che ingurgiti senza sosta! Dio che schifo! Ma ti sei mai messa a riflettere su che ci può essere dentro quelle buste?”.
Erano intento arrivate verso le porte dei bagni. Con un brusco e doloroso strattone Nodoka buttò letteralmente la compagna di stanza dentro e, entrando a sua volta, si richiuse a chiave la porta alle spalle.
“P-per...ché? Perché lo... fai?” provò a domandare Yue.
Nodoka, che le stava praticamente strappando di dosso il pigiama, si immobilizzò un secondo prima di riprendere imperterrita, guardandola con aria interrogativa.
“Ma come... ti facevo più intelligente Yue... Davvero non ci arrivi? E' tutto per Negi! Ammettiamolo... io non sono proprio la ragazza più carina della classe, né la più intelligente... tanto meno la più simpatica!” iniziò ricominciando a trascinarla verso le vasche, vanificando i sempre più fiacchi tentativi di Yue di liberarsi “Quindi, quando ho visto anzi, ho sentito che pure la mia MIGLIORE amica, colei che fino ad allora mi aveva sostenuto o almeno così mi aveva fatto credere, mi aveva tradito, desiderando lei stessa il mio amato... non mi è rimasta che un'opzione per farmi notare... per uscire dalla massa.”.
Detto questo rifilò un violento calcio nella gamba a Yue, e si allontanò qualche metro, mentre la vittima si stringeva la nuova contusione.
“Dato che non sembri molto sveglia te lo dico: le dovevo fare fuori. 'Eliminare la concorrenza'. Per quella piccola bastarda di Makie è stato facile: una spintarella è ha fatto il resto da sola! Per la capoclasse ho invece dovuto gelare per quasi mezzora su quel fottuto balcone con dannatissimo pezzo di ghiaccio in mano! Mi faceva una rabbia, lì a ridere con le sue VERE amiche...” continuò tornando con una pietra grande poco più di un pugno, soppesandola.
“Ma anche lei è stata sistemata. Ora venivano le due più grandi distrazioni del mio caro professore: le sue coinquiline. Per quell'idiota di Konoca è stato semplicissimo, bastava tenerla lontana dalla sua schifosissima spadaccina! Durante la spedizione gli ho fregato le carte pactio e le ho nascoste dove penso tu ben sappia, data la tua faccia. Peccato ci sia cascata pure Paru... Ah, sì, la mappa l'ho modificata io, sai, per ogni eventualità. Aquanto pare ho fatto bene!” concluse con un sorriso.
Nodoka le rifilò un secondo calcio, per poi iniziare a prendere la mira con la roccia “...e sta un po' ferma, dannazione! Altrimenti ci mettiamo anni! Comunque... rimaneva solo Asuna. Un po' di sonnifero nel vostro thè, mentre la sistemo a letto le apro un secondo sorriso... ed il gioco è fatto!”
“No... non... farlo... Nodoka!” disse con le sue ultime forze Yue, disperata.
“Come ho detto prima: perché no?” disse la ragazza con l'aria più innocente al mondo. E abbassò di scatto la pietra.
Il mondo di Yue divenne nero.
 
“NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!” urlò di scatto Yue, alzandosi a sedere nel letto, trafelata come dopo una maratona.
Ancora col batticuore e con la scena più vivida che mai nella sua mente,si guardò intorno. La sveglia indicava l'una di notte.
Tirò un sospiro di sollievo. Il raro succo di quel pomeriggio le aveva fatto davvero male.
E per di più doveva andare in bagno. Dandosi un'occhiata in giro, si avviò utilizzando il cellulare come unica fonte di luce.
Non un rumore in quella notte tenebrosa.
Rabbrividì.
Poi... Plitch.
 
-FINE-

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