Io, Gladiatrice.

di Inception_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Il Villaggio Proibito ***
Capitolo 2: *** 2. Guai in vista. ***
Capitolo 3: *** 3. Honoko ***



Capitolo 1
*** 1. Il Villaggio Proibito ***


1. Il Villaggio Proibito

Mi chiamo Reina Yagami, ho sedici anni e vivo in campagna. Sono di famiglia povera, più precisamente di contadini. Sono la prima genita della famiglia, infatti ho altre due sorelle di quindici e sei anni: Fumiko Kii Yagami e Kui Ruru Yagami. Quando mio padre seppe che avrebbe avuto altre due femmine, ebbe un attacco isterico, tant’è che mia madre scappò con me . Adesso viviamo di nuovo insieme, papà dopo essersi calmato, ritornò da noi. I nostri giorni sono sempre uguali. Ci alziamo la mattina presto e lavoriamo nei campi sin dalle prime ore dell’alba e fino alle prime ore del pomeriggio . Mia madre lascia sempre me e le mie sorelle andare a giocare con gli altri figli dei contadini. La passione per i ragazzi sono i combattimenti con le spade da loro costruite in legno, mentre per le ragazze, be’… parlare. Non capisco né mia sorella Fumiko, né le altre mie amiche, Maquia, Ai, An, Nozomi, Kuri, Yuki, Clara e altre. Cosa ci troveranno di bello solo nel parlare? Io preferisco di gran lunga guardare i maschi duellare. Sì, perché è anche un modo per autodifendersi da malviventi che gironzolano nelle nostre terre.
< Ehi, Hiroto, viene a giocare! È il tuo turno e ti batterò! > un ragazzo dai capelli rossi scompigliati e occhi color dell’ambra liquida, sfida con aria da strafottenza Hiroto Kiyama.
< Nagumo, l’avrai ripetuto così tante volte che ora non riesco più a tenerne conto. > dice sorridendo con aria tranquilla di uno che sa il fatto suo.
< stavolta so che sarà la volta buona! Avanti, ti sfido a duello! > dichiara sicuro di sé, puntandogli la spada di legno ormai malconcia.
< e va bene. Ma se vinco io darò un fiore alla più bella. >
< e se vinco io, invece… ehm… > abbassa il braccio e si mette una mano tra i capelli < ehm… tutti faranno quello che dirò io! >
An schiocca la lingua con disapprovazione. < e ti pareva che mio fratello non dicesse la sua ennesima sciocchezza! Ma quando imparerà? > e si mette una mano in faccia con fare disperato.
< Fratello non ci riuscirai. Arrenditi, sennò verrai di nuovo preso in giro. > lo avverte il ragazzo con la bandana in testa.
< Netsuha! Sta zitto e non gufare! Stai tranquillo vincerò io! >
Netsuha è il fratello di mezzo. An è la più piccola, eppure lei ha un atteggiamento decisamente più maturo rispetto ai suoi due fratelli. Ha una cotta per Shigeto, l’unico ad essere figlio unico. Diciamo che la sua attrazione non è per niente segreta, salvo appunto per l’interessato.
< Non so dove andrete con le spade di legno, per giunta ormai rotte! > puntualizza Shigeto con fare polemico.
< Ma insomma! Volete stare zitti?! Mi fate perdere la concentrazione! > ribatte Haruya , calpestando il terreno.
< Non usare troppo il cervello che poi va in sciopero. > ribatte ironicamente Suzuno Fusuke.
Per un buon quarto d’ora, il rosso e l’albino continuano a litigare, ma poi Saginuma entra in scena, con tono autoritario:
< ragazzi, siamo troppo grandi per giocare con dei bastoni > fa per prenderne uno e lo piega come niente fosse.
Cala un silenzio d’imbarazzo. Purtroppo anche se siamo piuttosto grandi, ci arrangiamo con quel che ci circonda: Sassi, foglie, bastoni e altro. La nostra vita è monotona e va a rilento. Le ore proseguono molto lente e non possiamo che giocare.
< Potremmo fare un giro nel villaggio, non credo sia un problema. > conclude Nozomi stiracchiandosi.
< I nostri genitori lo vietano. O te lo sei scordata, cugina? > la canzona Midorikawa.
Lei gonfia le guance e poi comincia ad avviarsi nel luogo da lei nominato.
Il ragazzo dagli occhi color della notte, va su tutte le furie e comincia a rincorrerla. Li guardiamo finché non diventano due puntini all’orizzonte. Guardo le foglie che danzano ad ogni soffio del vento. I campi di grano formano un bellissimo mare dorato, che con l’aria, si muovono dando un spettacolare effetto. Intorno a noi, regna solo il gracidare delle rane, il ronzio delle api e gli ultimi raggi del sole che ci accarezzano la pelle, prima di nascondersi tra i monti.
Che si fa? Andiamo al villaggio, nonostante sia vietato a noi contadini, o rimaniamo nella noia più totale?
< Be’… la cugina di Midorikawa non ha tutti i torti. Io vad… > Maki viene interrotta dalla terra che trema sotto di noi.
< Buaaah! Un terremoto! > urla spaventata Ai abbracciandosi al fratello maggiore Shujii.
< Non è un terremoto! Sta arrivando una calesse! Leviamoci se non vogliamo essere stirati! > avverte Hana, buttandosi fuori dallo sterrato. Tutti seguono il suo esempio, tranne io che cerco Kui disperatamente. Continuo a gridare il suo nome, ma mi accorgo che la calesse si sta avvicinando. < Reina Levati da lì! > Hiroto mi spinge verso il prato…
Succede tutto troppo in fretta perché io possa focalizzare ciò che sta accadendo, e l’unica cosa che riesco a capire è il rosso è sopra di me che mi protegge.
Dopo una manciata di secondi, ci rialziamo tutti, e Segata chiede se stiamo tutti a posto.
Nessuno dei presenti si è fatto male, ma manca qualcuno:
< Reina! Reina-nii-san! Dov’è Kuro?! Dov’è?! > strilla mia sorella, spaventata.
< Onee-chan! Non lo so! La mamma si arrabbierà quando lo scoprirà. Non possiamo tornare indietro senza la nostra sorellina! > mi passo una mano tra i miei capelli turchesi, con fare nervoso.
< Be’ allora andiamo a cercarla! Sicuramente è al villaggio. Andiamo presto! Prima che faccia buio! > Maquia esorta gli altri nell’iniziare le ricerche.
Gli altri annuirono e la seguirono correndo, mentre Kiyama si avvicina e ci rassicura:
< Non abbiate paura. Kuro non sarà lontana. Scommetto che sarà al sicuro. >
< Lo spero tanto. > sospira Fumiko per poi avviarsi anche lei.
Il ragazzo dalla pelle chiara si avvicina e mi sussurra un “Stai bene” ed io annuisco lievemente.
Mi prende per mano ed insieme ci avviamo verso il villaggio.

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Capitolo 2
*** 2. Guai in vista. ***


2. Guai in vista.

Se prima stavamo camminando come niente fosse, ora correvamo come dei dannati verso le porte del Villaggio Proibito.
La ghiaia scricchiola sotto i nostri piedi, il cuore batte all’impazzata –infatti il più delle volte ci fermiamo per riprendere fiato, per poi schizzare come dei dannati verso il villaggio- quasi volesse uscire dal petto, per poi scoppiare. Clara mi chiede di fermarci e io rispondo con un no secco. Devo, voglio salvare mia sorella, anche a costo della mia stessa inutile vita. Quando Fumiko era nata, avevo promesso di proteggere mia sorella, della persone che mi stavano a cuore, perché fuori di pericoli ce ne sono tanti e bisogna tenere alta la guardia.
< R-Reina… anf… credi che sia al V-Villaggio … anf … Proibito? > mi chiede An, stanca morta.
Non rispondo. Io non credo che Ruru sia lì. Io sono sicura che sia lì. Punto. È il mio sesto da sorella maggiore che me lo dice. Non si discute.
Dopo un po’, arriviamo al grande portone di color oro lucente, decorata da fregi e frontespizi di ogni genere. Riamiamo a fissarlo per interminabili secondi, mentre il nostro cuore e i nostri polmoni acquisiscono la giusta velocità.
< Ragazzi, entriamo, il sole sta tramontando! > annuncia Shuji con fare molto preoccupato. < Dobbiamo cercare anche Nozomi e Midorikawa! > conclude sistemandosi gli occhiali sugli occhi.
< mal che vada, ci imprigioneranno e ci tortureranno! > solleva le spalle la ragazza dagli occhi arancioni.
Hana scrolla le spalle come se si stesse levando un peso. Prendo un respiro profondo e spingo la porta che divide me e dalla mia sorellina.
Yuki trema tutta < non credo che sia la cosa migliore adesso! > e si mette le mani davanti alla maschera bianca e celeste.
Nessuno protesta. Nessuna lamentela. Solo occhi sgranati e bocca aperta. Davanti a noi c’è il villaggio più grande, vasto, colorato e dall’aria gioiosa mai visto prima d’ora.
Nell’aria regna solo musica vivace, ogni abitante è vestito a festa. In giro ci sono alcune danzatrici dai vestiti sfavillanti.
Ci addentriamo più sereni di prima, con gli occhi che riflettono luci di ogni tonalità.
Ci sono enormi negozi e bancarelle che vedono deliziosi manicaretti dall’aspetto invitante.
< R-ragazzi, io quasi quasi mi fermo a mangiare qualcosa.. > Nagumo si avvicina con gli occhi che esprimono avidità e fame. Noi contadini non possiamo permetterci molto. Mangiamo riso quasi tutti giorni, se riusciamo, pomodori, e poca, pochissima frutta.
< HARUYA! NO! NON POSSIAMO! NON DOBBIAMO PERDERCI IN QUESTE SCEMENZE!! > mentre cerco di tirare via il suddetto da un vassoio di pesce, mi scontro contro qualcuno.
Quando mi giro, mi ritrovo una ragazza dai capelli color lilla e occhi blu con sfumature celesti.
< Scusa, non ti avevo vista. > sbuffo leggermente, aiutandola ad alzarsi.
Lei mi guarda dall’alto verso il basso per attimi. < Siete contadini a quanto vedo. Poco fa ne ho visti due come voi che correvano da quella parte! > si volta, e punta il dito verso una locanda dalla quale proviene un profumino invitante
. Sento il mio stomaco brontolare. Inutile dire che come se fossi ipnotizzata seguo la ragazza insieme agli altri, anche loro affamati.
Quando entriamo,vediamo subito Nozomi e Midorikawa che si abbuffano – o sarebbe meglio dire ch stanno divorando- con avidità un…
< è un Donburi.> ci spiega lei cordialmente < È il tipico casalingo, veloce da preparare e molto sostanzioso. Ha molte varianti. Questa si prepara cuocendo, in brodo dashi, del pollo con salsa di soia e mirin o sakè. Quando la cottura è ultimata si aggiungono uova sbattute e quando anch'esse sono a cottura si versa il tutto in una grossa ciotola con riso già cotto, caldo. > prende uno di quei piatti e ce lo porge.
Io e i miei amici ci guardiamo e senza nemmeno ringraziare, ci fiondiamo su quel manicaretto.
È delizioso e non faccio nemmeno in tempo ad ingoiare che già ho un altro boccone nella bocca. < è delifiofo. > farfuglia Nagumo, con la bocca strapiena.
< Allofa…. > esorda Diam < ma dov’eravate? > si pulisce la bocca tutta unta.
Mentre Midorikawa deglutisce, la violetta ci porge un altro piatto dall’aspetto invitante. Ramen, tanto ramen, Zuppa di carne, spaghetti, grano, uova e alghe crude. Inutile dire che anche quella pietanza vale la pena di essere finito.
< Stavo seguendo mia cugina. Ad un certo punto l’ho persa di vista e girovagando ho trovato Fuyuka. Ho chiesto se aveva visto una contadina e mi ha portato qui. >
Non bado molto alle parole di Ryuuji, dato che l’unico mio pensiero è quello di mangiare più cibo che potevo. Non so quando potrò mangiarne dell’altro, perciò ne approfitto.
< fermo, fermo, fermo. Chi è Fuyuka? > chiede Hiroto sorpreso.
< be’, Fuyuka è lei! > interviene Nozomi indicando la ragazza dai capelli viola e dal kimono dello stesso colore. Si avvicina e ci offre dei Onigiri di tutti i tipi: ripieno di tonno e maionese, con il gambero, con le prugne, fatto con riso al pomodoro e arrotolato intorno ad una frittata e altro ancora. Ne prendo uno al sapore di soia con pezzetti soba sminuzzati all’interno e ringrazio.
< Dovete essere molto affamati. Non ho mai visto nessuno spazzolarsi tutto ciò che portiamo in tavola > sorride dolcemente.
< Siamo contadini e di certo noi non mangiamo questa roba! > esclama Maki affondando i denti nel Takoyaki – polpettine di polpo- La cameriera ride, ma non con fare cattivo. È molto premurosa con noi. Di sicuro dovremo pagare un sacco di yen… che però noi non abbiamo.
< ma perché è vestita così? > chiede curiosa Clara dalle labbra sporche di soia.
< perché oggi si festeggia. > risponde lei con semplicità.
Alzo un sopracciglio titubante.
< ehm… non credo di aver capito… > ammette An imbarazzata..
Fuyuka, dopo aver intuito che non abbiamo afferrato il concetto, si siede di fronte a noi, poggiando due piati ricolmi di Tonkatsu -Cotoletta di maiale servita con cavolo cappuccio tritato e zuppa di miso, accompagnata dalla salsa tonkatsu - .
< vedete, noi come ogni anno, il primo mercoledì del mese di Aprile noi festeggiamo. >
< così, per divertimento? > sbotta il Netsuha.
< no. Festeggiamo l’apertura della arena. > dice con tono fermo.
Sollevo la testa dal piatto. Ha detto Arena? L’Arena? Quella Arena? L’arena in cui si svolgono i combattimenti? < Stiamo p-parlando dell’Arena, dove ci sono i… i… > balbetto eccitata.
< Si esatto. Dove combattono i gladiatori. > sbarro gli occhi sorpresa. Possibile…? Magari qui il mio sogno può avverarsi…
< Figata! Ragazzi andiamo a vederli! > grida Shigeto alzandosi dal tavolo.
< ma anche no! Dobbiamo anc …. > trascino Maquia fuori dal locale, euforica.
< Reina-nii-chan! Aspetta! > Fumiko mi corre dietro.
Perdo la ragioe. Il mio unico desiderio è di vedere i gladiatori adesso, niente di più, niente di meno.
< Mi spiace, ma ora dobbiamo andare. > si scusa Hana, inchinandosi < non abbiamo soldi a … >
< Non importa. Vi ho offerto la cena. > sorride Fuyuka.




Arriviamo davanti all’arena. È imponente e sovrasta tutto il villaggio. Dall’interno provengono schiamazzi, urla e grida di vario genere.
Guardo Hiroto emozionata. Lui mi fa cenno con la testa. Entriamo.
Nel campo ci sono due ragazzi, più o meno della nostra età, che combattono in modo molto brutale.
Il primo ha un elmo con un pennacchio rosso, con una armatura di bronzo e la spada fatta anch’essa dello stesso materiale. Ha un’espressione molto accattivante, negli occhi risplende la luce dell’ambizione, di chi vuole raggiungere la vetta e scolpire il proprio nome.
L’altro invece, porta stranamente una maschera. Non intravedo né i suoi occhi, né la sua bocca. Sento lontanamente alcuni gemiti sommessi.
< Ma chi sono? > mi chiede Fuuko, tirandomi la manica del vestito stracciato e irrimediabilmente sporco di polvere e salse varie. Scuoto la testa.
< Dai Demete!! Uccidilo! Forza! >
< Saneki! Riprenditi! > urla da ogni parte ci invadono le orecchie. Hana e Ai si tappano le orecchie per l’eccesivo trambusto.
< Reina-chan! Come sarebbe “uccidilo”? devono uccidere i loro avversari? > Chiede Yuki, sconvolta.
< Sarebbe a dire che, negli scontri di questo genere, l’avversario viene buttato a terra, e poi sotto ordine di colui che ha il potere, può vivere o morire. > Suzuno racconta con tono gelido –mentre mangia un ghiacciolo alla menta.-
< Che cosa?! E come lo decide? Facendo testa o croce?! > Clara cerca di farsi sentire dalle grida parlando più forte che può.
< Più o meno. Il capo decide se muore o no con un solo gesto della mano > Shuji si sistema gli occhiali sul naso. < ovvero, pollice in su, è vivo, pollice in giù… >
< Muore. Onee-chan, a te piacciono queste cose? > Kii mi mette una mano sulla spalla.
Non le do ascolto. Guardo il combattimento che sta per raggiungere il clou.
Quello con la maschera sta per effettuare un fendente* ma l’altro con una stoccata* lo ferisce all’addome, facendolo cadere per terra.
Il feritosi appoggia una mano sul taglio -molto profondo- e poi la solleva: sangue. Solo e soltanto sangue che sporca la terra biancastra.
Il vincitore posa un piede sul petto della vittima e poi rivolge lo sguardo nella tribuna. Seguo i suo sguardo. Vedo una figura o meglio, un uomo piuttosto anziano. Ha la barba e i capelli bianchi e una cicatrice sull’occhio.
Tutti tacciono, si aspetta solo la sua decisione.
< ma chi è? > sussurra la blu.
< ma come non lo sai? È il capo del villaggio! Mi stupisco di voi! Seigo Hibiki! > una voce lamentosa s’intromette. Ci voltiamo e ci troviamo una ragazza dai capelli anche lei blu, occhi grigi e una smorfia di disapprovazione dipinta sul viso.
< Scusa! Ma siamo contadini! > ringhia Saginuma.
< Osamu! Stai zitto! Non risolvi nulla! > Ryuji si mette in mezzo e il suo compagno si gira infuriato.
< Guardate! E quella ragazza chi è invece? > Nozomi ci indica una donna dai capelli verdi e vaporosi, sul naso porta dei grossi occhiali.
< tzè! Lei Honoka Nito! Certo che non sapete proprio niente! Siccome sono di buono umore … >
< pensa se non lo era. > bisbiglia il ragazzo con la bandana, ridendo insieme al suo amico albino.
< vi dirò che lei è la consigliera personale di Hibiki. > finisce la frase con una punta di orgoglio.
Noi facciamo un leggero segno con la testa e poi ci giriamo.
Lei tossicchia per attirare di nuovo l’attenzione < e comunque mi chiamo Haruna Otonashi. >
< ok, Haruna Qualcosa. > Haruya fa un lieve cenno della mano per zittirla. L’altre, impettita batte un piede a terra e incrocia le braccia sul petto.
I maschi sghignazzano.
< Signori e Signore! Il qui presente Afuro Terumi, annuncia che il capo villaggio, Seigo Hibiki, ha preso una decisione! > una voce molto suadente rompe il silenzio nell’arena.
Un ragazzo dall’aria seducente, con i capelli color del grano e occhi color del fuoco della passione ha appena preso parola < la sua decisione è… > la mano si raccoglie a pugno, solo il pollice è alzato. Ruota il polso verso il basso. È NO.
Un boato scoppia sugli spalti. Demete sta per effettuare un affondo ma …
< NO!!!! Fermi tutti! > io stessa irrompo nel campo, proteggendo la vittima con il mio corpo < giù la spada! Cos’ha fatto quest’uomo per meritarsi la morte? > urlo in direzione del biondo.
< è un perdente. E i perdenti non meritano di vivere. > la donna si alza e mi guarda con sguardo assassino.
< Be’, NON HA ALCUN SENSO! QUALSIASI ESSERE VIVENTE A DIRITTO DI VIVERE! > la guardo in cagnesco.
Honoka mi guarda per qualche secondo e poi esorde < come ti chiami? >
< io mi chiamo Reina Yagami. > lo dico con durezza, orgoglio con gli occhi che esprimono solo odio verso di lei.
< Bene, Reina Yagami. Oggi tu morirai al posto di Saneki Arute! Demete! Finiscila! > Mi volto e schivo per un pelo la spada.
< Muori, maledetta! >
< ragazzina… prendi la mia spada… io non posso fare più niente, ma tu sì… > Arute mi passa la sua spada.
Mettiamo in pratica gli allenamenti. Demete prova con l’Imbroccata cercando di colpirmi alla gola, ma velocemente prendo lo scudo del ragazzo ormai in fin di vita.
< Complimenti ma era un assaggio. > sibila lui.
Dopo una serie di affondi, decido di fare la mia mossa. Rapidamente effettuo uno Sgualembro ferendogli la spalla e poi lo colpisco alle gambe poi provo con un mezzotempo, ma non va a buon fine. Il ragazzo si alza velocemente e mi colpisce ai finachi. Urlo dal dolore.
< Onee-chan! > Fumiko lancia un urlo lacinante.
< Reina! Basta! Non è il caso! > mi grida Hiroto.
Lo ignoro. Il mio vestito blu ormai è sporco di sangue. Ad ogni movimento una fitta dolorosa mi blocca. Demete mi butta a terra e punta la punta della spada in gola < oggi morirai in modo eroico non credi? > sogghigna sadico.
La alza e poi schizza verso di me…. < CHE COSA?! > le nostre armi si incontrano.
< Io NON morirò. Costi quel che costi! > compio una finta e Yukata ci casca. Lo colpisco prima alle caviglie e poi al fianco destro. Cade rovinosamente a terra.
< Oggi non sarò io a morire, ma tu! > Alzo la spada che luccica agli ultimi raggi del sole.
< Finiscilo!! Avanti! > mi grida Netsuha.
Ma io mi fermo. L’arma sfiora la pelle di Yukata. < io uccido solo quando ce n’è bisogno , non per questi giochetti. > la ritiro e la faccio volteggiare. Infine la pianto nel terreno.
Grida di euforia scoppiano. I miei amici mi corrono incontro. Le mie amiche con le lacrime agli occhi. I ragazzi con il sorriso stampato in faccia. Gli spettatori che gridano il mio nome.
< Ce l’hai fatta Reina-chan!! > Fumiko mi abbraccia. < già… incredibile. Aspettate… ma…Ruru?! > esclamo.
< Oh cavolo! Ruru! > urlano gli altri. Corriamo verso l’uscita affannati.


< Quella ragazza è fenomenale. Ha battutto il miglior guerriero. > dice Hibiki meravigliato.
" Fin troppo. Sarà una spina nel fianco. Ma non sa cosa l'aspetterà ... " pensa Honoko con gli occhi che brillano di malvagità.





***Logicool's Corner***
Salve .w. Questo è il secondo chappy.
Spero vivamente che sia di una lunghezza decente e che sia leggibile TwT
Allora, eccomi qua.
Non è troppo corto, vero? è troppo lungo?
Cercate di capirmi .w.
Qua, Reina non ha ancora trovato Ruru fatto apposta *sghignazza* ma in compenso si caccia nei guai *^*
è qui che inizierà l'avventura :D
Metto qua le noticine :3
FENDENTE:  colpo portato dall'alto verso il basso. In genere è un colpo molto forte che si può portare ad una mano o a due, ma porta lo svantaggio di lasciare la guardia di chi attacca scoperta
STOCCATA:  colpo effettuato mirando all'addome e passando sotto all'arma nemica
IMBROCCATA:  a colpire la testa o la gola... passando sopra l'arma nemica- a punta roversa: mirando al fianco- a punta dritta: a colpire il petto
SGUALEMBRO:  colpo classico portato dall'alto verso il basso in obliquo, in genere per colpire la spalla o il braccio. Può essere portato a due o una mano
MEZZOTEMPO:  è il colpo tirato al bersaglio avanzato (braccio armato) sull'attacco dell'avversario
^3^ ok!
Spero che ha qualcuno piacci çAç e spero di non avervi messo fame .u.
non so quando aggiornerò çoç
e nemmneno The Gift. GOMENASAI.....
Mi farò perdonare çOç ora vado,
ciao :3

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Capitolo 3
*** 3. Honoko ***


Premetto che non ho preso ispirazione da nessuno -e non voglio le solite rotture di cocones (?) - dico alcune cose...
                    • Voglio finire tutto quello che ho lasciato in sopseso. Poi me ne andrò. 
                    • Accenni lievi alla mia crack: NetsuCla
                    • Mi spiace per il ritardo .///.
                    • Ringrazio le cinque persone che mi hanno recensito ne " Torta al Limone". Arigatou.
                    • Spero che sia di vostro gradimento questa storia. 
                    • Non so se il finale sarà bello o brutto confido nel brutto.
                    • Prossimo week voglio pubblicare il primo chappy della storia ad Oc -ho già scritto alcune righe, sa'. [Sa'= mia esclamazione. Mia e solo mia.]
                    • Dedico a Marta -anche se lei qui non c'è. - il chappy. Nonostante la nostra differenza di età, ci sei. In un modo o nell'altro
Detto questo, vi lascio alla lettura. 

 Alla Mia Martina.
La nostra differenza non conta.
Tu ci sei e basta.






3. Honoko

 Come siamo riusciti a trovare Ruru non lo so, sinceramente.
So solo che ora ci troviamo in una villa mastodontica.
Ma andiamo per gradi.
Abbiamo girovagato per tutto il villaggio come matti, e solo dopo tre quarti d’ora l’abbiamo miracolosamente trovata vicino ad una bancarella che vendeva pesci rossi.
E non era da sola. Nossignore, era in compagnia di un bambino dagli occhi rossi e i capelli verdi.
< Ruru… > ansimai < questa volta sei nei guai fino al collo. > ero stremata.
Mi chinai per prenderla in braccio ma partì una fitta di dolore al fianco, mi girai: sanguinavo.
< Oh, povera cara, sanguini ancora! > una voce riconoscibile mi attraversò le orecchie che pulsavano ancora per gli sforzi fatti finora.
< H-Honoko… > alzai la faccia imperlata di sudore < c-che vuoi? >
< Volevo solo chiederti scusa per il pessimo e indecorato spettacolo che hai assistito e, affrontato. > cinguettò sistemandosi gli occhiali sul naso. < Comunque! Stavamo cercando i nostri bambini ed eccoli qua! > continuava a parlare con quella voce irritante.
Si sporse e prese il bambino < lui si chiama Nerumo. Saluta caro! > sorrise.
L’altro storse il naso infastidito. < Birbante! Vabbe’… allora siete contadinelli, giusto? > chiese con una strana luce negli occhi.
Shuuji annuì. Hiroto esortò < siamo qui perché dovevamo trovare Ruru… > e indicò la suddetta rosa, che nel frattempo stava giocando con una boccia di vetro. < spero che non lo direte al Capo Villaggio… > abbassò gli occhi, imbarazzato.
Honoko ci guardò per minuti interminabili.
Ai si avvicinò al fratello un po’ timorosa per la risposta, Yuki cominciò a giocare cin una ciocca di capelli e Kuri si mangiucchiò qualche unghia nervosamente.
La grossa donna scoppiò a ridere < Figuriamoci! Ci fa sempre piacere avere dei forestieri! E ditemi, abitate lontani? >
Annuimmo. < Non mi pare il caso di ripartire verso casa. Vi porterò volentieri nella mia villa! > miagolò facendo sobbalzare il bambino.
Nagumo, con fare esitante, cercò di ribattere < a dir la verità abbiamo i nostri genitori che ci aspettano a casa… >
< Oooh, suvvia! Che volete che sia una notte fuori casa? Siete stanchi, sudati sporchi e… feriti. > il suo sguardo cadde su di me. Avevo i vestiti sporchi di sangue che usciva senza sosta.
Alla fine la seguimmo. Durante il tragitto, avevamo l’impressione che tutti gli abitanti ci stessero squadrando.
< Sarà perché siamo contadini. > sollevò le spalle Clara.
Netsuha scosse la testa < No. Prima eravamo senza quella lì e nemmeno ci consideravano. >
Mi guardai intorno tenendo Ruru per la mano e con l’altra appoggiata al fianco malsano. Effettivamente la gente ci guardava preoccupati e o con terrore. O forse non eravamo noi i soggetti, ma come diceva lui… Honoko.
< Ma perché? Perché la guardano male? Non sarà per caso… > Shigeto fu interrotto da Fuusuke che gli mise una mano sulla bocca.
< Stai zitto. Guarda e ascolta. > sibilò.
< Che c’è da sentire? Non sento un bel niente e poi … > Rean gli diede una gomitata.
< Stordito. È proprio questo il punto. Hanno smesso di suonare e ballare! > bisbigliò.
Effettivamente era così. Tutto aveva preso una piega leggermente sinistra.
Fumiko si avvicinò, tremante. < Onee-chan! Ho paura. >
< Sta tranquilla. Vedrai che andrà tutto bene! > dissi anch’io però non sicura.
Midorikawa ci indicò una persona che si sbracciava per attirare la nostra attenzione.
< Ehi! Ma voi sapete quello che state facendo?! > mormorò il ragazzo dai capelli biondo scuro < andatevene più velocemente possibile! Quella donna è… >
< Tachimukai! Andiamo via! Lo sai cosa potrebbero farci! > implorò un ragazzo dalla pelle scura e dai capelli rosa.
< Tsunami! Fratello, fammi spiegare a loro a cosa… > il ragazzo venne trascinato a forza dal compagno.
Nozomi si strinse i vestiti a sé. Qualcosa non andava.
< Buona fortuna! > mi girai e vidi una chioma violacea spuntare dal locale a noi conosciuto.
< Fuyuka! > esclamò Ryuuji.
Lei cercò di avvicinarsi ma un ragazzo dalla testa calva con un solo ciuffo la bloccò:
< Rientra non è sicuro. Hai visto chi è quella? Ecco. Muoviti e vieni dentro. > la spinse per una spalla.
< Fudo… ma io … > obbiettò senza risultati.
< Che insolenti! E ora chi vi aiuterà? Si vede che non siete gente del villaggio. >borbottò Haruna acidamente.
< Non hai imparato ha chiudere quella fogna?! > la insultò Saginuma.
L’altra stupita gli rigettò una frase simile ad “ Ma come ti permetti?! Tu non sai chi sono io! ” ma venne ignorata.
Improvvisamente sbattei conto la donna. Sussurai un “ Scusi “ e poi mi guardai davanti. Davanti a noi spiccava una villa dalle pareti oro e con una scritta gigantesca:
< Domus Aurea. Significa “ Casa Dorata “ in latino. > spiegò prontamente Shuuji.
< Vuoi dire che è una casa dorata?! > Netsuha esclamò entusiasta.
< CHE FIGO! > lo seguì a ruota il suo migliore amico.
Clara e Rean risero, mentre Suzuno era impegnato nel trattenersi dal sbraitare. Hiroto chiuse gli occhi irritato e Midorikawa si apprestò nel spiegare meglio il significato della parola.
Entrammo senza troppi problemi.
L’atrio era gigantesco. Il pavimento era ricoperto di mattonelle color panna e con sopra degli eleganti motivi floreali. Sulle pareti –anch’esse dorate – enormi finestre coperte da tende color rubino.
< pessimo abbinamento. > sentenziò Nozomi.
Appoggiate ai muri c’erano vasi con dentro splendidi fiori esotici posati su delle colonne in stile greco.
A destra intravidi la sala dei banchetti, a sinistra un salone piuttosto grande –probabilmente una sala da ballo – con una libreria che occupava tutta una parete.
Davanti a noi, una porta decisamente più piccola con su scritto “ cucina ”. A lato, vicino alla sala da pranzo, una scala molto ampia –fatto di marmo. – bianca. Probabilmente portava alle camere…
La verde batté le mani tre volte < Akane! Aki! Gouenji! Masaki! Venite qua immediatamente! > e all’istante comparvero tre servi.
La prima aveva i capelli grigio-marroncino, con occhi lilla e aveva un’aria sofferta mentre la sua collega dai capelli verdi di meno.
Il terzo aveva una capigliatura alquanto bizzarra, tant’è che i fratelli di Rean fecero battutine poco carine.
L’occhialuta lì guardò e poi a gran voce ordinò < Masaki Kariya, venga qua subito! > stancamente arrivò dalla cucina un ragazzo dagli occhi ambrati e capelli cobalto. La sua faccia esprimeva strafottenza e disubbidienza. < Masaki. Sai bene che quando ti chiamo tu devi essere qui in tempo zero! > e posò Nerumo per terra. < Kirino! Porta il bambino in camera sua insieme alla sua amichetta. > arrivò un bambino dai capelli color pesca. S’inchinò e lo prese, esortando “ agli ordini ” .
< Per quanto riguarda a voi. Portate i nostri ospiti nelle loro camere, preparate un bagno caldo e poi dite al cuoco di preparare loro da mangiare. > e se ne andò sorridendoci.
Bene. Ora siamo nelle nostre camere. Io con mia sorella che stiamo parlando sull’accaduto.
< Che significa? Perché ha dei servi?! Nel villaggio non ce ne dovrebbero essere!! >
< Qua gatta ci cova, evidentemente. > esco dal bagno con un vestito pulito e dal color turchese.
Lei socchiuse gli occhi dolcemente. < Domani mattina, presto possibilmente, vorrei tornare a casa. > aggiunge tristemente.
Annuisco < ma prima mi piacerebbe sapere che sta succedendo… > mi avvicino alla porta e la apro.
Vedo passare una delle cameriere. La chiamo .
< Ehm… Akane? > inizio titubante < perché qui è diverso dagli altri? >
L’altra si gira sgranando appena gli occhi < Io non ne ho il diritto di parlare della matrona. Le chiedo scusa. > s’inchina e se ne va frettolosamente.
Richiudo la porta sconsolata. Voglio tornare a casa. IO so solo questo…
La donna entra nella biblioteca e si siede su una sedia di ciliegio.
< Bene. Ora che sono qua, che posso fare? > si domanda ad alta voce.
Dalla penombra esce un ragazzo dai capelli bianchi e dalla pelle scura.
< Uccidili il prima possibile. > sibila.
Lei scuote la testa.
< No. Il signor Afuro ha detto che prima dobbiamo far fuori il vecchio, così prenderà il comando del villaggio. >
< Sono svegli. Non credo che se ne staranno con le mani in mano, questi poveracci. > l’individuo incrocia le braccia sul petto.
< La ragazza… Reina Yagami. Ha battuto Demete per un soffio. Quella ragazza potrebbe capire tutto e mandare in aria il piano di Terumi. > si alza.
< E tu cerca di farla entrare nelle tue grazie. Vedrai così come non si immischierà nei affari altrui… > così come è apparso, scompare misteriosamente.
“ E ora? Che faccio? “ si avvicina alla finestra pensando al da farsi per il futuro ancora troppo oscuro…

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