E Se Fosse Arrivata Zoe....?

di black 91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Tutti insieme ***
Capitolo 3: *** Il torneo dei giovani ***
Capitolo 4: *** Zoe conosce i genitori ***
Capitolo 5: *** Majin Bu ***
Capitolo 6: *** La pace ***
Capitolo 7: *** Nuovi incontri ***
Capitolo 8: *** Partita a scacchi ***
Capitolo 9: *** Una brutta notizia ***
Capitolo 10: *** La paura ***
Capitolo 11: *** La vendetta ***
Capitolo 12: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 13: *** La famiglia di Zoe ***
Capitolo 14: *** Tutto finito? ***
Capitolo 15: *** Assolutamente sì ***
Capitolo 16: *** Finalmente insieme ***
Capitolo 17: *** L'appuntamento ***
Capitolo 18: *** Il torneo interplanetare ***
Capitolo 19: *** Una canzone ***
Capitolo 20: *** IL matrimonio ***
Capitolo 21: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


zoe

PROLOGO:

Terra, pianeta bellissimo, rigoglioso, vivo, la giornata stava scorrendo come tutte le altre per la maggior parte della popolazione, tranne che per una donna, una giovane donna correva disperatamente sotto la pioggia nel tentativo di salvare quel piccolo fagotto ke aveva in braccio, una bimba, la sua bimba, stranamente nn piangeva, stava dormendo, come facesse lo sapeva solo lei, ma in fondo era meglio così, non le sarebbe piaciuto quello che stava succedendo. La donna continuava la sua fuga tra le vie sperdute di un piccolo paese, nn le importava ke ne sarebbe stato di lei, solo voleva salvare la sua piccola. Arrivò sul fiume e mise la bimba sotto ad un albero, nn poteva sopportare il fatto che nn l’avrebbe più vista, le si spezzava il cuore, la piccola si svegliò di colpo, le sorrideva come se le volesse dire:”non ti preoccupare per me, fa quello che ritieni più giusto” in un certo senso la rincuorava quel sorriso innocente; ora o mai più, doveva salvarla, lì, in riva al fiume e nn lontana dalle abitazioni l’avrebbe presa qualcuno, l’avrebbe curata. Così Elena, la madre, si allontanò, ma nn fece molta strada che un potente raggio le trapassò il petto e facendola morire all’istante, da dietro una voce malefica mormorò:

-ecco, ora la famiglia discendente da Katu è stata sterminata, la mia vendetta è compiuta-  e detto ciò volò via come il vento soddisfatto di quello ke aveva appena fatto. La piccola nn si accorse di niente, solo la mattina dopo sobbalzò nell’avvertire due mani ke la prendevano con amore, ma nn erano quelle calde e rassicuranti della madre, l’aura nn era la stessa, così pianse, chiedendosi che fine avessero fatto la sua mamma e il suo papà, nonostante questo, la donna che la prese se la portò in casa sfamando la piccina e acquistandosi di conseguenza un po’ di simpatia.

Credo di avere causato un bel casino quindi è meglio se faccio un flashback per far capire meglio la storia :

un piccolo sayan di circa 8 anni chiamato Keith, va sul pianeta terra per conquistarlo, ma dopo averne conosciuto la popolazione cambia idea, essendo venuto a sapere ke il pianeta Vegeta era esploso, decide di stabilirsi lì poiché aveva fatto conoscenza di una simpatica famigliola, ke faticaccia abituarsi alla vita dei terrestri! Tutti i giorni doveva andare a scuola, cercando di vincere quella voglia opprimente di ammazzare tutti, eh sì, xkè è nella natura dei sayan lo sterminio, ma lui si trattenne in fondo gli rimanevano solo quegli stupidi terrestri perchè il padre, la madre, tutti i suoi simili erano morti e forse anke il suo migliore amico, Vegeta.

Gli anni passavano, lui cresceva, il suo carattere si ammansiva, finché non incontrò la donna della sua vita; Elena, bellissima, capelli rossi, occhi verdi e un corpo da modella, nonché molto intelligente. Si sposarono ed ebbero due gemelle : Zoe (il fagottino) e Jill. A poche settimane dalla sua nascita, però, arrivò Zinegar, un mostro orribile ke era venuto lì solo xkè voleva sbarazzarsi della famiglia di Katu, quel sayan ke aveva sterminato la popolazione del suo pianeta, Katu era il padre di Keth e Zinegar voleva liberarsi della sua stirpe per vendicarsi. Così andò sulla terra e uccise prima Keith e poi Elena, della piccola Zoe nn si accorse minimamente. Ecco cosa è successo.

Subito dopo la morte dei due genitori, essi andarono nell’aldilà dove conobbero Goku, morto da nn molto tempo per colpa di Cell, e anke un namecciano di nome Gui, all’altro mondo da ormai molto tempo per cause naturali. Gui, venuto a conoscenza della storia dei due, volle cercare di fare qualcosa, nn poteva lasciare che la loro morte rimanesse invendicata, così, dopo molte richieste da parte dei due genitori, decise ke sarebbe tornato in vita per allenare la piccola Zoe e farle diventare una ottima combattente. Andò da Re Caio che lo fece comunicare con la sua gente, voleva che radunassero le sfere del drago e chiedessero a Polunga ke lo facesse tornare in vita, ma nn su Namek, bensì sulla terra. Così tornò in vita e dovette salutare Goku :

-ciao Goku-

-alla fine ti 6 deciso a tornare in vita-

-eh già-

-Gui, quando finisci di allenare la piccola Zoe, ke ne dici di fare un salto da noi a Earth?-

-è un’idea-

-allora a presto-

-a presto- e sparì dalla vista di Goku

 

 

 

Ritorniamo a Zoe, la donna rimase pietrificata quando vide la sua coda, segno inconfondibile di razza sayan, ma la tenne ugualmente, pensava ke fosse un fatto genetico “a volte capita” pensò.

Dopo circa una settimana arrivo Gui dicendo di essere venuto a prendere la piccola, la donna nn appena lo vide svenne, Gui rimase sconcertato così prese Zoe e se ne andò. La piccola nn capiva più niente e si arrese al fatto ke quello strano essere dalla pelle verde avrebbe dovuto farle da padre.

Da questo momento incomincia la storia vera e propria, una storia tutta da scoprire e, a mio parere, carina, poi nn so se riuscirò veramente ad esprimere quello ke ho pensato, io ci provo, in fondo è la prima volta ke mi metto a scrivere sul serio.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Tutti insieme ***


zoe

CAPITOLO 1: TUTTI INSIEME

 

Meno 5, 4, 3, 2, 1………………… atterraggio!!!!! Due individui escono da una strana navicella spaziale appena atterrata sul pianeta Earth, uno era alto e verde, l’altro più piccolo, una bambina dai capelli rossi raccolti in una coda di cavallo e dagli occhi verdi, indossava una divisa nera senza maniche e con pantaloni lunghi aderenti col bordo infilato in stivali da combattimento (tipo quelli di Trunks), sotto alla tuta aveva una maglietta verde, in vita aveva una corta gonna anch’essa verde fatta in modo che non disturbasse nel combattimento, portava quattro scaldamuscoli: due sulle braccia dai gomiti ai polsi e gli altri due alle caviglie che coprivano un po’ le scarpe, aveva anche una coda ke ballonzolava a destra e a sinistra, erano Gui, un namecciano, e Zoe, atterrati in mezzo ad una foresta.

-uffi, proprio nella melma dovevi atterrare?- si lamentò Zoe

-senti……………- nn ebbe il tempo di finire la frase ke un grosso dinosauro gli si parò contro, al che seguì un “ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” collettivo.

Intanto Goku aveva fatto il suo ritorno e si stavano tutti dirigendo vero lo sportello per iscriversi al torneo, era il turno di Trunks e Goten:

-nome ragazzo?-

-Trunks-

-va bene, ti metterò nel girone dei giovani-

-coooooooosa!!! No, dai la prego, noi siamo un’eccezione, ci metta nel girone degli adulti!- trunks era disperato

-no ragazzo le regole sono regole- rispose il tizio

-uffa, ma ci annoieremo!!!!!!- ribattè trunks, quando improvvisamente sentì una voce a lui sconosciuta dirgli:

-rassegnati “le regole sono regole”…… ma fammi il piacere! Cmq mi sono iscritta anke io al girone dei giovani, nn lo avrei fatto se nn avessi saputo ke c’erano anke i figli di Goku e Vegeta- Zoe aveva fatto la sua comparsa con Gui davanti agli occhi esterrefatti dei presenti

-Gui!!!!!!! Ke piacere rivederti!-

-ciao Goku, ti trovo in forma, così ti 6 fatto portare in vita anke tu-

-nn esattamente, mi ha portato Baba, posso stare qui ancora per 24 ore-

Lo sguardo di Goku si abbassò a guardare la piccola Zoe

-così tu 6 Zoe-

-sì, ho tanto sentito parlare di te, zio Gui mi ha detto ke 6 fortissimo-

-grazie piccola, sono proprio curioso di vedere come te la cavi-

Gui fece un sorrisetto maligno:

-sai nn se la cava male, è addirittura più forte di me-

-cooooosa! Allora devo proprio vederti combattere-

Intanto gli altri osservavano la scena sbigottiti, soprattutto Vegeta, gli ricordava qualcuno quello sguardo, ma nn riusciva a capire chi.

-ehm ehm, nn è ke puoi presentarci i tuoi amici Goku?- intervenne Bulma

-ah, certo, Gui l’ho conosciuto nell’aldilà, è tornato in vita per allenare Zoe, dato che aveva perso i genitori per colpa di un farabutto e gli avevo detto che non appena avesse finito con gli allenamenti di venire su Earth con noi-

-ah, bè, allora ciao, io sono Goten-

-…… piacere Zoe-.

Ke strano, Goten è sempre stato così riservato nei confronti dei nuovi arrivati, questo comportamento non era proprio da lui, se ne stupirono tutti, soprattutto sua madre Chichi, ma ne fu contenta, perchè pensava ke finalmente suo figlio si fosse deciso ad aprirsi anke agli sconosciuti, ma si illudeva xkè Goten era rimasto il timidone di sempre, solo ke Zoe gli infondeva un senso di tranquillità, cosa ke nn provava per Gui, provate voi a presentarvi ad un essere verde!!

Concluse le presentazioni si recarono tutti all’arena, il torneo dei giovani stava per cominciare, e nn poteva avere inizio senza le sue star. I 3 piccoli andarono nel salone nell’attesa di essere riamati sul ring, c’erano tanti ragazzi molto più grandi di loro, forse erano i più piccoli, e per questo motivo li guardavano male, con un’espressione da: “ehi tu, mezza calzetta ke ci fai qui, dovresti dormire nella culla”. Poi ad un tratto si avvicinò un ragazzetto di circa 13 anni dicendo: -ehi bimba, ti 6 persa, perchè questo è un posto dove possono stare solo i maschi forti sai?-

-nn sono autorizzata a parlare con un earthiano insolente come te, nn mi abbasso al tuo livello- rispose Zoe senza batter ciglio, sapeva ke lo avrebbe potuto eliminare anke con un sol cenno del dito mignolo, però Gui si era raccomandato con lei di nn far fuori nessuno che non valesse veramente la pena, solo quando c’era in gioco la vita di qualcuno poteva uccidere, pochi anni prima non si sarebbe fatta tutti questi problemi, a soli 3 anni aveva massacrato un’intera città, così, senza motivo e Gui per punizione le aveva staccato la coda e l’aveva sottoposta ad un allenamento durissimo 18 ore al giorno per un anno intero, nel quale aveva rischiato la morte a causa del sonno e della fame, ma solo questo le fece capire ke uccidere è sbagliato, eh sì, era proprio un vero sayan prima, anke ora ma Gui l’aveva aiutata ad eliminarne i difetti di carattere, solo l’orgoglio le era rimasto, ma Gui sapeva meglio d tutti ke quello nn glie lo poteva togliere nessuno.

Una spinta del ragazzotto la fece tornare alla realtà, indietreggiò di pochi passi, lei si arrabbiò molto, Goten e Trunks temerono il peggio ma lei, con loro stupore, si allontanò da quel ragazzo ke le faceva tanto saltare i nervi, i 2 bambini tirarono un sospiro di sollievo e la seguirono ed è a questo punto ke Goten cominciò a pensare che nn sembrava molto forte, era piccola, avrà avuto la sua età al massimo, poi era minuta e il suo viso era da bambina indifesa, solo l’espressione smentiva tutto, uno sguardo sicuro delle proprie capacità, ma anke uno sguardo sofferente, ma per cosa? Per l’allenamento subito? No, per la mancanza dei genitori? Forse, ma era difficile poiché erano morti quando lei aveva poche settimane. Alla fine giunse ad una conclusione, doveva proteggerla da qualunque nemico, nn voleva ke le succedesse niente di male.

Ad un ceto punto lei si fermò, poi si girò verso di loro con un sorriso gigante dicendo:

-sono stata brava?-

-certo, un pugno in faccia però glie lo potevi anke dare- disse trunks

-lo so ma voglio tenermelo buono per quando lo affronterò sul ring, così scoprirà ke nn è bello farmi arrabbiare-

-scusa, ma tu quanti anni hai?- chiese Goten

-6, sono piccola ma non per questo debole e nn vedo l’ora di scontrarmi con uno di voi, i vostri padri sono tra gli esseri più forti in tutto l’universo, anke se Goku all’inizio era stato messo tra i sayan di infimo livello-

-il mio papà era il principe dei sayan, e il tuo chi era?- disse Trunks con un tono di superiorità

–non lo so, Gui non mi ha parlato molto dei miei genitori, perchè lui nn li ha conosciuti bene, mi piacerebbe tanto sapere chi erano………-

Il sorriso solare si spense tutt’un tratto e Goten tirò una gomitata a Trunks ke gemette per il dolore. Povera Zoe, nn immaginava neanke la sorpresa ke Goku le voleva fare, infatti poco dopo ke i 3 piccoli furono entrati nel gran salone lui chiamò Baba, con lo scopo di chiederle se poteva far tornare in vita per un giorno anke i genitori della piccola Zoe, la vecchia accettò e tornò nell’aldilà a cercarli. Goku, Vegeta, Crili, C18 e Junior erano già sulle tribune quando apparve Baba con Elena e Keth,

-ciao Goku, ke piacere! Era da un po’ ke nn c si vedeva, ma ke fine avevi fatto?- disse Keth

-sono andato ad allenarmi, così posso partecipare al torneo-

-hai fatto bene, sai anke io mi sono allenato, però credo di essere arrivato tardi per iscrivermi, ehi ciao Vegeta, sai nn 6 cambiato per niente-

-cosa? Io nn credo di conoscerti-

-come no? Dai nn fare lo spiritoso ke nn ti si addice-

-……………… Keith?-

-sì, sono io, ce ne hai messo di tempo per riconoscermi!!!!!!- a questo punto Vegeta abbozzò una specie di sorriso, Keith capì ke quello era il suo massimo della dimostrazione del suo animo, andò verso si lui per stringergli la mano, ma con sua sorpresa si ritrovò in un suo abbraccio, che durò meno di un secondo, ma era pur sempre un passo avanti. Ora Vegeta ricordava dove aveva visto l’espressione di Zoe, era la stessa di suo padre, sicura e innocente allo stesso tempo. Baba se ne andò raccomandandosi di farsi trovare 24 ore dopo.

-e così nn 6 morto nell’esplosione del pianeta Vegeta- disse Vegeta

-no, durante uno dei miei viaggi sono accidentalmente atterrato sul pianeta terra, poi là la gente era così gentile ke mi ha ammorbidito, così sono rimasto là, visto ke Vegeta era esploso-

-certo ke…………… farti ammorbidire dai terrestri………………- disse Vegeta

-mi sembra ke anke tu ti 6 sposato un essere inferiore- disse Keth con un’espressione maliziosa

-umpf…………- risposa Vegeta, nn ammetterebbe mai di essersi veramente innamorato di una earthese, neanke lontanamente paragonabile alle donne sayan, solo ke aveva qualcosa si straordinario e affascinante quella donna.

-Goku, pensi ke riuscirò a riconoscere mia figlia?- disse Elena titubante

-nn ti preoccupare, ha i capelli proprio come i tuoi e poi è anke l’unica femmina ke partecipa al torneo dei piccoli- disse Goku con tono rassicurante. Ad un certo punto arrivò anke Gui ke salutò calorosamente i nuovi arrivati.

-com’è andato l’allenamento con mia figlia?- kiese Keth

-benone, l’unico problema è stato ke ho dovuto placare il suo carattere sayan con le maniere forti, ma ora ha imparato la lezione, è addirittura più forte di me-

-fermi tutti, inizia il torneo, voglio proprio vedere come se la cava Zoe sul ring- disse Vegeta –sento ke lo scontro finale sarà mio figlio Trunks contro Zoe, voglio vedere due figli di sayan di prima categoria battersi fra loro- un ghigno si disegnò sul suo volto, le sue previsioni non erano sbagliate, ma chi vincerà?

 

 

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Capitolo 3
*** Il torneo dei giovani ***


zoe

 

 

 

CAPITOLO 2: IL TORNEO DEI GIOVANI

 

Il telecronista annunciò il 1° incontro, durante il quale toccherà a Trunks combattere

-bene bene, 1° incontro, Trunks di 7 anni contro Thjh di 11 anni, cominciate!-

L’incontro non durò molto, Trunks lo mise subito al tappeto dopo un leggero pugno in pancia, dopo toccava al piccolo Goten che arrivò tutto impaurito perchè non era abituato a combattere davanti a tanta gente, si era allenato prima con sua madre, poi con suo fratello Gohan. Rimase quasi deluso quando battè il suo avversario con solo un pugno in faccia, pensava ke gli earthiani fossero più forti! Dopo un po’ di incontri toccò a Zoe ke doveva battere indovinate un po’, quel tipo antipatico ke prima l’ha fatta arrabbiare!

-ehi piccolina, cercherò di non farti troppo male, perchè saprei ridurti in un modo ke neanke tua madre ti riconoscerebbe- Zoe stava per sputare fuoco da quanto era arrabbiata, ma si trattenne, presto avrebbe capito ke nn poteva nulla contro di lei.

-quella è la piccola Zoe? Oh, bambina mia, come 6 cresciuta!- disse la madre commossa, tanto che una lacrima le bagnò la guancia, Keith si apprestò ad asciugargliela dicendo :

-sai cara, è proprio come te, si vede lontano un miglio che è figlia tua-

-si vede anke ke è figlia tua, osserva il suo sguardo, è esattamente come il tuo e poi ha ancora la coda! È adorabile- rispose Elena

-è proprio vero, ora vediamo come se la cava sul ring-

I due contendenti si misero uno di fronte all’altro e il telecronista diede il via all’incontro:

-ti voglio dare un piccolo vantaggio, dai attaccami per prima- disse il ragazzino sicuro di avere la vittoria in pugno

-no, grazie, me la cavo meglio di quanto credi- disse Zoe con aria di sufficienza

-allora nn vuoi capire eh? Te lo insegno io a non metterti con chi è visibilmente più forte di te!-.

E partì all’attacco ma quando cercò di sferrare il suo pugno colpì solo aria, Zoe si era volatilizzata! In compenso sentì un peso sulle spalle, non si era neanke accorto che lei gli era salita sulla spalle pochi attimi prima che lui cercasse di colpirla, con un salto mortale all’indietro Zoe scese dal suo avversario, questi sì girò come pietrificato

-ehi……… ma come hai fatto? Nn è valido usare certi trucchi!-

-ma io nn ho usato nessun trucco, non solo sono più veloce di te, ma sono anche più forte, neanche allenandoti all’infinito riuscirai ad arrivare al mio livello-

-piccola peste, ora ti sistemo!-.

E partì nuovamente alla carica, stavolta Zoe evitò tutti i suoi colpi, ma ciò che fece imbestialire il suo avversario era che lei sembrava non presente, come se stesse pensando ad altro, difatti, mentre evitava quella tempesta di pugni diceva:

-uffa, mi sono dimenticata di tagliarmi le unghie stamattina, vabbè, le taglio dopo…- e altre boiate varie. Alle fine il ragazzo era esausto e ansimava come se avesse appena corso una campestre a tutta velocità.

 –ma 6 già stanco? Che noia, metterò fine a questo incontro subito- disse Zoe con uno sbadiglio. Così, senza ke lui se ne accorgesse, con il gesto di tirare una biglia (nn so se mi sono spiegata, perchè quel gesto nn ha nome) lo scaraventò a terra davanti agli occhi stupefatti di tutti i presenti.

Dopo un attimo di pausa il telecronista si riprese.

-l’incontro è terminato, vince la piccola Zoe!!!!!-

-ha una forza straordinaria, nn lo avrei mai detto- disse Goku

-dubitavi dei miei allenamenti?- disse soddisfatto Gui

-la mia bambina, è fortissima, nn…… nn mi sono neanche accorta di quello che ha fatto- disse la madre con un’espressione tra lo stupito e il terrorizzato

-è degna figlia di suo padre- intervenne Vegeta, alquanto compiaciuto di quello che era appena successo

-grazie, in effetti nn avrei mai pensato ke una femmina potesse essere così forte, ma visto che si tratta di mia figlia allora……-  Keith era contento ke sua figlia fosse così forte, ma in cuor suo sapeva che non era suo il merito, era di Gui, quanto avrebbe voluto allenarla lui……

Quando Zoe raggiunse Goten e Trunks loro la inondarono di complimenti, lei di conseguenza diventò di un colore ke somigliava molto a quello del pomodoro dicendo un semplice: -grazie-

Gli altri incontri si svolsero in modo molto simile e furono piuttosto rapidi, i 3 ragazzini non usavano neanche un decimo della loro capacità. Finalmente ci fu lo scontro tra Goten e Trunks, Zoe li osservava, voleva conoscere a fondo il suo prossimo avversario.

I due amici si fecero un inchino prima di cominciare a combattere, dopo di che partirono, entrambi dimostrarono al pubblico le loro capacità ed esso li guardava stupito, cercando di non farsi sfuggire neanche una mossa, impresa piuttosto ardua, tranne che per i nostri eroi e la piccola Zoe. L’incontro sembrava alla pari fino a quando Trunks sorprese Goten dal dietro e lo prese da sotto le braccia, il figlio di Goku non riusciva a contrattaccare e intanto le rispettiva madri sbraitavano come due pazze, per poco non si menavano! Ad un certo punto è successo l’inimmaginabile, Goten si trasformò in super sayan, così si liberò subito, Trunks era offeso, avevano promesso che non si sarebbero trasformati e Goten tornò normale dicendo che non lo avrebbe fatto più, continuarono il combattimento, ancora una volta sembravano ad armi pari, fino a che Trunks non lanciò un’onda contro Goten, quest’ultimo si spostò e fece un salto altissimo, una volta su si lanciò in picchiata contro Trunks che si spostò all’ultimo momento, Goten lo seguì, ma Trunks si trasformò in super sayan e con un’onda lo spedì contro le tribune, l’incontro era finito con la vittoria di Trunks. In fondo dispiaceva a Zoe il non battersi con il figlio di Goku, ma Trunks nn le dispiaceva, era pur sempre il figlio del principe dei sayan, voleva dimostrare a tutti ke anke se era un femmina poteva benissimo confrontarsi con i maschi, addirittura batterli, nn amava essere sottovalutata, neanke perdere.

Intanto Goten si era arrabbiato col suo amico perchè nn aveva mantenuto la promessa, ma in effetti nn l’aveva fatto neanche lui. Trunks rientrò nel salone per riposarsi, l’incontro finale sarebbe cominciato a minuti, e tutti erano sicuri che avrebbe vinto Trunks, perchè era un maschio, mi sembra normale.

Circa 10 minuti dopo incominciò l’incontro, i 2 si fissavano:

-sai nn mi sono mai battuto con una femmina- disse Trunks

-neanche io, sai non sono molte le femmine che praticano questo sport, sono esseri deboli, ma io non ti renderò la vita facile, stai in guardia!- Zoe era decisa a farsi valere e quella era l’occasione che aspettava da tanto tempo.

-mio figlio si è fatto valere, vediamo come se la cava ora- Disse Vegeta

-sembra come noi da piccoli, quando ci battevamo, quanti bei ricordi- rispose Keth

-già, solo che ora sono mio figlio contro tua figlia-

-nn sottovalutatela, potreste avere molte sorprese, Zoe è diversa dalle altre bambine e sono sicuro che vincerà- Gui era molto sicuro di quello ke diceva

-ma nn è possibile, quella è solo una bambina- disse Videl che era arrivata prima con Gohan per assistere all’incontro di Goten –e poi un’altra cosa, perchè ha la coda? Non è normale……-  

-vedi Videl, capita, è la genetica, vero?- rispose Gohan prima che potesse farlo qualcun altro, Videl non era molto convinta:

-sarà, ma questa storia nn mi piace-

Il telecronista diede il via al combattimento, Trunks cominciò subito ad attaccare e ad inondare Zoe con una raffica di pugni velocissimi, la bambina li evitò tutti, quando Trunks se ne accorse si allontanò

-allora? dai impegnati, lo so che puoi fare di meglio- lo incitò Zoe

-cavolo, 6 più veloce di quanto pensassi, d’accordo mi impegno-

L’incontro continuò, e stavolta era sul serio, sembravano pari, ma ad un tratto:

-così va meglio, ma di questo passo non finiremo mai, così ho deciso di impegnarmi anke io-

-come impegnarti, vuoi dirmi ke ora hai solo scherzato?- Trunks cominciò a spaventarsi

-no, mi stavo riscaldando, fino ad ora ho combattuto solo contro degli incompetenti-

-cosa? Non ci credo, finora si è solo scaldata- Goku era stupefatto

-sì, è forte, ma ho notato un suo punto debole, non è molto veloce nei movimenti- disse Vegeta

-sì…… hai ragione, non è molto veloce, ma prendersi un suo pugno in faccia non è il massimo- Gui non era molto convinto dell’osservazione di Vegeta, chissà cosa nascondeva.

Intanto Trunks era in difficoltà, in velocità era superiore, ma non basta, anche la tecnica era importante, e quella di Zoe era sicuramente migliore, così si alzò in volo e le lanciò una sfera di energia, lei non poteva evitarla, ma non era spaventata, anzi, la prese come se le fosse stato tirata una gomma, dopo di che la ributtò addosso a Trunks che la scansò lasciandola volare nel cielo, non sapeva più cosa fare, l’unica possibilità che aveva di batterla era quella di trasformarsi in super sayan, ma non ne era molto sicuro, così si voltò verso suo padre come per chiedergli il permesso, lui capì e gli fece un cenno del capo come per dirgli ke poteva, Trunks non aspettò oltre e si trasformò, adesso era lui in vantaggio.

-nn è valido, lui è trasformato mentre la mia piccola no- disse Keith

-……………………………………………… quella nn è una bambina è……è… NN LO SO COS’è!!!!!- Videl stava per impazzire.

–su Videl nn ti preoccupare è la genetica…………- Gohan cercava di confortare l’amica prima che svenisse.

-………………… tu e la tua genetica!!!!!!!! Secondo me mi nascondi qualche cosa- 

-ma cosa dici? Io…… non so niente di quella bambina- Gohan era disperato, Videl lo guardò malissimo, poi si girò per osservare lo scontro.

-il mio Trunks ha la vittoria in pugno- Vegeta cominciava già ad assaporare la vittoria di suo figlio, oltre che naturalmente la propria, Gui non era preoccupato, anzi, un sorriso gli si era stampato in volto:

-nn ti illudere, guarda cosa succede ora-

Zoe si era accorta ke Trunks era più forte di lei, così si fermò:

-non vorrai arrenderti spero, mi stavo divertendo- disse Trunks che già si vedeva vincitore

-niente affatto, non pensavo che sarei arrivata a questo punto- Zoe si concentrò e si trasformò anke lei in super sayan, tutti erano sbalorditi, nessuno se lo aspettava.

-e ora preparati- Trunks cominciò a spaventarsi e cercò di attaccarla con tutta la forza di cui disponeva, ma fu tutto inutile, Zoe lo mandò a sbattere contro al muro dell’arena, frantumandola, Trunks aveva perso, tutti erano in silenzio, poi piano piano cominciò un lungo boato della urla della folla in delirio per quella ragazzina che aveva dimostrato a tutti quanto era forte, anke di più dei maschi, lei diventò tutta rossa, ma dentro era felice, felice di avere sguardi non di sufficienza, ma di ammirazione, in quel momento le scese una timida lacrima, non tanto per la felicità, ma per il fatto che avrebbe tanto voluto che i suoi genitori avessero assistito al suo trionfo, non poteva immaginare che loro erano proprio lì, a vederla, e che erano tanto orgogliosi di lei.

Gui era contento della sua piccola, anche Keith, anche se sapeva che nn era merito suo

-grazie per aver allenato la piccola Zoe, l’hai fatto molto meglio di quanto avrei potuto fare io-

-nn dirlo neanke per scherzo, buon sangue non mente, ha fatto quasi tutto da sola, io l’ho solo aiutata, ma sono molto orgoglioso di com’è venuta su-

-urka, chi lo avrebbe mai detto, complimenti Gui- disse Goku entusiasta, gli piaceva sempre incontrare persone forti, poi lei era una femmina, non avrebbe scommesso una lira sulla sua vittoria. La madre era preoccupata, aveva paura che finisse in quale guaio e morisse come avevano fatto lei e Keith: 

-e se un giorno le venisse in mente di vendicarci?-

-lei si è allenata tanto duramente per questo motivo, non sono mai riuscita a smuoverla, per lei è veramente importante farlo- disse Gui

-no, fammi una promessa, lei nn deve mai scontrarsi con quel mostro, tu glie lo impedirai-

-nn credo ke sarà possibile………………-

-sta tranquilla Elena, qui non la troverà mai- disse Keith

Nel frattempo Vegeta nn credeva ai propri occhi, non riusciva a capacitarsi di quello che era appena successo, suo figlio era forte, ma Zoe lo era di più, non poteva negare all’evidenza

-ehi, Vegeta perchè quella faccia?- gli kiese Goku

-no, è che da piccoli io e Keith eravamo quasi pari, io ero un po’ più forte, ma sembra che ora la situazione sia cambiata-

-in effetti per te questo è un affronto imperdonabile……..-

-nn sono arrabbiato, è solo che Trunks non si è allenato tanto come Zoe, si è fatto onore laggiù e poi a me basta che sia io il più forte- Vegeta fece una faccia di finta indifferenza. Zoe ora doveva scontrarsi con il grande Mr. Satan, questo entrò in campo e si rivolse al telecronista:

-aspetta, aspetta non è che mi fai parlare un po’ con la piccola campionessa?-

-certo, come vuole-

Allora si avvicinò a Zoe e le sussurrò all’orecchio:

-senti piccola, ora ti prego, colpiscimi piano, io farò finta di farti vincere, ma ti prego…… non farmi perdere la faccia davanti a tutti-

-va bene, farò più piano che posso, perchè tu 6 solo un earthese vero?-

-sìsìsìsìsìsìsìsìsìsìsì, allora si fa come ho detto?-

-ma certo, non ho alcun interesse a farti fare una figuraccia davanti a tutti-

-bene bene, così si fa, ehm ehm- si skiarì la voce e gridò

–possiamo cominciare. Stavo discutendo con la mia piccola avversaria-

-va bene allora cominciate- disse il telecronista mentre il pubblico guardava attento.

Zoe gli diede un piccolo pugno sul naso e Mr. Satan stramazzò a terra dolorante, dopo di che disse sottovoce al telecronista di porre fine all’incontro, subito dopo si rialzò con la mano sul naso e corse dentro, non voleva che tutti vedessero che gli usciva sangue. Zoe rimase sbigottita, mai aveva visto un più strampalato di quel tizio, ma poi sentì il telecronista che le alzò il braccio in segno di vittoria, ancora una volta gli applausi erano tutti per lei, ma stavolta non le sembrava un gran traguardo, ma sorrise ugualmente al pubblico, non nascondendo un certo rossore, stare al centro dell’attenzione la metteva a disagio, ma in fondo era quello che aveva sempre voluto, ad un certo punto incrociò lo sguardo di Goten che le sorrideva, ricambiò amichevolmente, poi guardò verso Gui, che la guardava soddisfatto, poi spostò lo sguardo verso Goku, poi verso Vegeta, infine ricadde su due strani individui…………

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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grande così va bene?

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Capitolo 4
*** Zoe conosce i genitori ***


zoe

CAPITOLO 3: ZOE CONOSCE I GENITORI

 

Zoe aveva già raggiunto Goten e Trunks che erano ancora nel salone ad aspettarla

-6 stata fortissima- le disse Goten

-i miei complimenti, ti avevo sottovalutata- disse Trunks

-grazie, anche voi non siete niente male, con un po’ di allenamento riuscireste a diventare ancora più forti di me, io mi sono allenata tanto perchè voglio vendicare i miei genitori e se sono debole non ce la posso fare- poi aggiunse –dai, ora saliamo-

-no, andate senza di me- disse Trunks sommessamente

-perché?- esclamarono insieme Goten e Zoe

-perché sono sicuro che non appena mi vedrà mio padre, lui si arrabbierà con me, me lo sento-

-ma cosa dici? Dai vieni- disse Goten

-infatti, e poi io credo che tuo padre sia molto più comprensivo di quanto non sembri- aggiunse Zoe

-e poi se farai la faccia sommessa forse non ti dirà niente- la soluzione di Goten sembrò smuovere Trunks, e tutti e 3 si incamminarono verso Goku e gli altri.

Non appena Trunks vide suo padre, abbassò lo sguardo si aspettava una bella ramanzina, invece:

-Trunks, 6 stato bravo, ti 6 fatto onore, ma cerca di allenarti di più- il bambino non poteva credere alla sue orecchie, suo padre gli aveva appena fatto un complimento, in modo un po’ sgarbato, ma lui lo conosceva e sapeva che era il suo massimo, si sentì felice e disse solo che si sarebbe impegnato di più, Vegeta fece una smorfia, che sembrava nascondere un timido sorriso. Goku era entusiasta che suo figlio sapesse diventare super sayan già a quell’età e per questo non badò molto alla sconfitta subita. Zoe quasi travolse Gui con un suo abbraccio e gli chiese:

-hai visto, sono stata brava?-

-bravissima, non ho mai pensato che tu perdessi- Zoe gli sorrise, ma intravide dietro all’amico verde due figure, le stesse che aveva visto dal ring, che la guardavano come se la conoscessero, quindi sussurrò a Gui:

-ma chi sono quei 2 non li ho mai visti-

-loro………… vorrebbero parlarti- e rivolgendosi a , loro disse –eccola, lei è Zoe-

-come 6 cambiata, non ti avrei mai riconosciuta………- la madre quasi si commosse, Zoe nn capiva 

-ciao, piccola, lo so ti sarà difficile da credere ma noi siamo……… i tuoi genitori- disse Keth, al quale ribolliva il sangue da quanto aveva desiderato dire a sua figlia quella frase, Zoe era pietrificata

–i miei genitori?- poi ci fu un silenzio, insopportabile per Keth ed Elena, avevano paura che la loro figlia non gli credesse o peggio, non li volesse, in realtà lei stava pensando, doveva riordinare le idee, questa cosa l’aveva colta all’improvviso e lei non era psicologicamente preparata e non capiva, aveva tanto atteso quel momento e ora che le si presentava davanti non aveva il coraggio di spiccicare parola, 

-piccola dì qualcosa- la supplicò la madre, Zoe cominciò a lacrimare dopo di che corse verso i suoi genitori, i quali stavano solo aspettando un suo segno, anche la madre cominciò a piangere e Keth si sentiva felice come non mai, dopo essere morto mai si sarebbe aspettato di poter essere ancora così felice.

Il desiderio di Zoe si era avverato, lei aveva desiderato che i suoi genitori vedessero il suo combattimento, si diede un pizzicotto per essere sicura che non stesse sognando, ma era tutto vero, poi dopo si staccò dalla presa della madre che sembrava non volerla mollare mai più:

-ma voi da dove siete venuti?-

-ci ha portati qui Baba, dovremo andarcene tra un giorno- rispose il padre

-ah…………… solo un giorno………….- Zoe si rabbuiò

-allora bisogna sfruttarlo, andate a fare un giro- disse Bulma ancora commossa

-ok, ma io volevo seguire i vostri incontri…………….- disse Zoe

-dai, è un’occasione unica, poi ti racconto tutto io- rispose Gui

-va bene, allora a dopo- Zoe salutò i suoi amici e si diresse lontano dall’isola per andare in un posto e passare quella giornata unica con i suoi genitori.

Keith prese in braccio la moglie e durante il volo parlarono:

-vedo che ti sai muovere bene nel combattimento- le disse Keith

-sì, mi sono allenata duramente, guarda?- e gli fece vedere una brutta cicatrice su un fianco  -me la sono fatta l’anno scorso quando cercavo di evitare dei sassi affilati con pesi da 500 chili due ai polsi e altri due alle caviglie, purtroppo questo nn l’ho evitato…-

-ho notato, che ne dici di fare un combattimento?- disse Keth

-oh, no ha combattuto fino ad ora, lasciala stare- disse la madre che non ne poteva più di vedere combattimenti

-dai mamma, un combattimento piccolo piccolo- la supplicò Zoe, lei non poteva resistere a quello sguardo e acconsentì, così si fermarono in una radura e cominciarono a combattere, Zoe s’impegnò, ma suo padre era più forte (come è giusto ke sia) e la sconfisse.

-wow, ti 6 allenato anche nell’aldilà?- kiese Zoe ancora ansante

-sì, la non c’è niente di meglio da fare, non mi andava di stare a rigirarmi i pollici-

-mmm…… di meglio c’era da fare, per esempio potevamo girare un po’ e andare alle terme, ce ne sono tante di cose da fare- disse Elena

-questo è il prezzo per aver sposato un sayan! Ok, andiamo dove vuole tua madre…- rispose il marito.

Passarono della ore bellissime, andarono al parco, al luna park e anche al bar, dove Zoe e Keth si sporcarono di gelato al cioccolato (eh già, non siamo mica gli unici all’universo a mangiarlo), quella furono ore durante le quali non importava cosa succedeva fuori, o della gente che li guardava, l’importante era che fossero riuniti tutti e tre nello stesso momento, durante queste ore si dimenticarono di tutto e di tutti, non potevano neanche immaginare cosa stesse succedendo a Goku e agli altri……………………(la storia la sapete già quindi non stò neanke a dirvela)

 

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Capitolo 5
*** Majin Bu ***


zoe

CAPITOLO 4: MAJIN BU

 

La famiglia felice si trovava davanti a un lago quando arrivò Gui insieme a Baba

-finalmente vi abbiamo trovati! Puff…. Pant …- Baba aveva ancora il fiatone

-forza Zoe devi seguirmi non c’è un minuto da perdere!- urlò Gui alla piccola

-ma………ma come, non è ancora passato neanche un giorno……………- piagnucolò la bambina

-niente ma, forza voi, dovete tornare nell’aldilà- disse

-cooooooooosa!!! Ma noi……..- si lamentarono i genitori

-è successo un disastro e il re Emma vuole che tutte le anime siano al loro posto, a quanto pare è resuscitato un essere malvagio di nome Majin Bu che vuole distruggere tutto! Ora andiamo!- urlò di nuovo Gui

-bè…………… allora ciao- disse Zoe

-ciao piccolina, stà attenta e soprattutto non farti venire strane idee- la disse la madre con le lacrime agli occhi, Zoe fece un cenno col capo

-ciao Zoe, e ricorda, noi veglieremo sempre su di te, ti vogliamo bene………..- detto questo sparirono come una nuvola di fumo.

-c…….. ciao…………..- Zoe era preoccupata, chi era questo Majin Bu, che aveva osato rovinarle il giorno più bello della sua vita? Chiunque fosse se la sarebbe vista con lei…………….. no, non poteva, lo aveva promesso a sua madre, se ne doveva stare buona, ma come faceva? Lei era un sayan, una della razze più indomabili dell’universo, a lei piaceva fare tutto di testa sua, ma alla fine si rassegnò e partì con Gui.

-dove andiamo?- chiese lei

-al santuario di Dende, sono tutti la-

-ah, anche Goku e Goten e Trunks?-

-non lo so- lo sguardo di Gui si rabbuiò, aveva un brutto presentimento.

Una volta arrivati Zoe non vide né Goku, né Goten, né Trunks e neanche Vegeta

-ciao Gui, ciao Zoe, cominciavamo a pensare che vi avesse trovati quel pazzo di Majin Bu- disse Bulma

-ma, che cosa è successo?- Zoe era preoccupata

-Goku, Gohan e Vegeta sono ancora fuori, spero che tornino- intervenne Junior

-e Goten e Trunks?-

-loro stanno bene, sono nel santuario a dormire-

-a dormire?- chiese lei non troppo convinta

-sì, Vegeta me li ha affidati perchè voleva stare solo a battere Majin Bu- disse Junior.

Dopo non molto apparve Goku con un’aria per niente rassicurante.

-Goku, dov’è Gohan?- chiese Chichi, dopo ci fu un attimo di silenzio che per i presenti sembrò durare un secolo, che cosa stava succedendo? E perché Goku esitava così tanto a rispondere? L’attesa stava cominciando a diventare insopportabile, ciò non prevedeva niente di buono.

-ecco…………… per fortuna i piccoli stanno bene, ma……………- cominciò Goku –ma Gohan e Vegeta sono morti-. Erano poche parole, ma significavano tanto e quel tanto, non era per niente positivo, Chichi svenne, non riusciva a sopportare il fatto che suo figlio Gohan fosse morto, Bulma cominciò a disperarsi e a strillare, quasi non ci credeva, non voleva crederci, Iamko cercava di consolarla in quale modo, ma sapeva che era tutto inutile, Videl intanto piangeva in silenzio la perdita del suo migliore amico, anzi no, del suo amore, Zoe rimase come pietrificata, l’unica cosa che voleva ora era stare da sola a pensare così si trovò un angolino solitario dove riflettere, era brava a farlo, e si kiese: “ma, se Vegeta è morto, come farà Trunks? Come prenderà la notizia? E Goten? Senza fratello? Lui gli voleva bene. Io……….. io nn posso stare a guardare senza fare niente, non ce la faccio, devo……… devo fare qualche cosa” alla fine giunse alla conclusione che quel tizio non poteva andarsene in giro a fare della gente quello che voleva, doveva fermarlo, ma come? Sapeva che era certamente più forte di lei, era solo una bambina, e poi se neanche Vegeta lo era riuscito a sconfiggere lei non aveva speranze. Così mentre si scervellava sentì Trunks che urlava contro Goku dandogli del codardo, ciò non le piacque neanche un po’, ma poteva capire come si sentisse Trunks in quel momento. Non avendo concluso molto andò dagli altri che stavano parlando di un piano contro quella palla di lardo, alla fine Goku trovò come unica risposta la fusione tra Goten e Trunks, solo che ci voleva tempo perchè la imparassero, difatti ci voleva prima una specie di danza e poi bisognava saper controllare gli enormi poteri del risultato della fusione, un essere che non sarebbe stato ne Goten ne Trunks, ma un po’ di tutti e 2, ora si doveva trovare un modo per far passare il tempo:

-ci penso io!- disse Zoe, tutti si voltarono verso di lei sbalorditi

-e cosa vorresti fare, sentiamo- disse Junior

-bè, io terrei un po’ occupato questo Majin Bu mentre Goten e Trunks imparano la fusione-

-no, non se ne parla, 6 forte, ma non abbastanza per resistere tanto a lungo- le disse Gui

-ha ragione, rischieresti per niente e noi non possiamo permetterci di perdere altre vite- disse Goku cercando di farla ragionare

-ma io non voglio stare qui a non fare niente, voglio aiutarvi, datemi qualsiasi compito- li pregò lei

-mmm…. si vede che hai sangue sayan, va bene ti do una missione importante: devi recuperare tutte le sfere del drago, sarebbe una disgrazia se per caso ne entrasse in possesso Majin Bu- le disse Goku

-le sfere del drago? Quelle che servono per esprimere i desideri?-

-esatto, questo è il radar cercasfere, sai l’ho costruito io, sta’  attenta- le disse Bulma quasi sussurrando, non si era ancora ripresa della notizia shock che le aveva dato Goku poco prima

-ok, non vi deluderò, ah, una domanda, ma come sono fatte questa sfere?-

-sono rotonde e di colore arancione………. con delle stelle dentro… papà posso andare anche io?- parlò Goten

-no, tu devi imparare la fusione-

-ah già è vero-

-allora io vado- disse Zoe

-cerca di stare lontano dai guai- le disse Gui

-sì, certo, come se ne fossi allergica-

-brava-.

Così Zoe partì per la sua missione, finalmente si era resa utile e volava felicemente, cercando di girare alla larga da Majin Bu.

-questa storia non mi piace- disse Gui poco dopo

-perchè? Cosa ti preoccupa?- gli kiese Goku

-è che, lei fa sempre di testa sua e non ha paura di niente, ho paura che stia andando a cercare Majin Bu-

-non credo, prova a fidarti di lei, vedrai che presto la vedremo tornare-

-lo spero, perchè se entro 3 ore non rientra io la vado a cercare-.

Ad un certo punto apparve Babidy, in qualche modo era riuscito ad entrare nelle loro menti, e stava inviando loro le immagini di quello che stava facendo Majin Bu in quel momento, ovvero trasformando un’intera città in caramelle per mangiarsele, l’immagine che avevano in testa erano divertenti e si sarebbero fatti una risata se la situazione non fosse stata così tragica, poi il perfido mago disse loro che cercava Junior, Goten e Trunks e che avrebbe fatto fuori tutti gli abitanti di Earth se non li avesse trovati e con questa minaccia li lasciò. Loro nn sapevano cosa fare, si sentivano con le mani legate.

Intanto Zoe aveva già trovato 2 sfere e si stava dirigendo verso la terza, in fondo era divertente cercarle, distratta da questi e altri pensieri non si accorse della grande energia che si avvicinava a lei, se ne accorse solo quando era troppo tardi

-ma, da dove viene questa energia? No, accidenti questo è Majin Bu, devo nascondermi- troppo tardi, si sentì una voce dietro

-dove credi di andare?- era il mago Babidy

-io? Da nessuna parte, mi…………. mi sono persa, eheheh……ma adesso l’ho trovata la strada-

-la strada, ummm, la strada per dove?-

-cosa ti interessa? Sono fatti miei-

-mi interessa perchè ho i miei motivi, piuttosto, interessa anche a te visto che se non me lo dici io ti faccio far fuori dalla mia creatura-

-no grazie, non ci tengo a conoscerla-

-ah no? Peccato, lui è così ansioso di fare la tua conoscenza……………… ma cos’è che hai nel sacchetto?-

-secondo me tu fai troppe domande-

-e secondo me tu non vedi l’ora di andare all’altro mondo-

-bè, non deve essere un brutto posto, ma preferisco andarci il più tardi possibile-

-allora dimmi cos’hai lì dentro!-

-uffa……….. ecco……- Zoe stava facendo lavorare ogni neurone che aveva nel cervello per inventarsi qualcosa  –sono…………. biglie, sì, e le sto portando a casa-

-biglie?-

-sì, hanno un certo valore affettivo perchè me le ha regalate mia madre prima di morire-

-ah, certo…………. la mamma, ti piacerebbe rivederla vero?

-certo, che domande-

-allora ti faccio fuori lo stesso, così me la saluti, ahahah-

-non sarà tanto facile, sono piccola ma non per questo debole-

-fa’ come vuoi, vai Majin Bu! Falle vedere la tua forza!- Zoe si mise in posizione di attacco e si lanciò contro la palla di lardo colpendolo svariate volte con dei colpi velocissimi

-caspita, per essere una mocciosetta 6 forte, ma ci vuole ben altro per battere Majin Bu- difatti quel mostro non si era fatto niente, sembrava fatto di gomma

-ok, piccolina, il gioco è durato abbastanza, ora ti stendo-

-non ci pensare neanche- ma senza che lei se ne accorgesse si ritrovò con un dolore insopportabile allo stomaco, non aveva fame, ma quell’ammasso rosa l’aveva colpita in pieno, non riusciva più a respirare, neanche a parlare, ma comunque non avrebbe avuto il tempo perché sentì un altro dolore alla schiena, Majin Bu le aveva dato una gomitata e ora lei stava precipitando al suolo, vedeva tutto annebbiato ma riuscì a raccogliere più energia che poteva e scagliò un’onda di energia al suo avversario, questi lo evitò facilmente e ne scagliò una lui contro Zoe che venne colpita e sbattuta con maggior forza contro il suolo, appena la piccola toccò terra perse conoscenza.

-dai Majin Bu, trasformala in caramelle e mangiatela-

-ma nn posso-

-come nn puoi!-

-è che non mi darebbe abbastanza soddisfazione, è piccola e non ha neanche un po’ di ciccia, verrebbe fuori una caramella piccola piccola e senza sapore-

-ohhhhhhhh, quante lagne! 6 un idiota!-

-scusa, ma io nn la mangio, mangiatela tu se vuoi-

-no, per carità, lasciamo stare, tanto ormai avrà già raggiunto sua madre- detto questo se ne andarono.

Quando Zoe si risvegliò era ancora un po’ stordita e le faceva male la testa per la brutta botta presa

-ma da quanto sono qui?- per lei poteva essere passato un minuto come diverse ore, ma alla fine capì che era passata poco più di un’ora, il sole era ancora alto, come prima; non si era ancora ripresa del tutto, ma decise di tornare alla ricerca della sfere, la prossima era vicina e decise che sarebbe andata a piedi a cercarla, poi con le altre avrebbe fatto appello a tutte le sue energie perchè non poteva permettersi di metterci tanto tempo, Goku contava su di lei, aveva fiducia e lei non lo avrebbe deluso.

Le trovò tutte, dalla prima all’ultima, così decise di tornare al palazzo di Dende andando più veloce che poteva, il che non era molto visto che ormai le sue energie erano agli sgoccioli, ora ciò che la faceva andare avanti era la sola forza di volontà.

Raggiunse il palazzo volando pianissimo e tutta storta, come se stesse per cadere da un momento all’altro.

-ehi ciao!- disse lei con voce stanca

-ciao! Stavo per venirti a cercare ma…………….. cosa hai combinato?- le disse Gui

-niente-

-come niente, 6 conciata da sbatter via!-

-scusami, io non sono andata a cercarlo, mi ha trovata lui ed è veramente forte, ma io sono un osso duro sai?-

-Di cosa stai parlando? Non avrai mica incontrato……………. Majin Bu-

-ti ho chiesto scusa-

-oh, santo cielo!!!!!!!! Ma tu 6 una testa dura! E se ti avesse uccisa?-

-e dai zio (lei lo chiama così), non farne un dramma, io sono viva è questo l’importante no?-

-vero, ma ti prego, non fare mai più una cosa simile chiaro?-

-ma non l’ho fatto apposta, io stavo volando per i fatti miei quando all’improvviso mi ritrovo davanti questi 2 pazzi che mi hanno tempestato di domande-

-e tu?-

-io mi sono inventata un sacco di bugie, non potevo mica dirgli che stavo trasportando le sfere del drago!-

-brava, per lo meno ora so che mi posso fidare di te-

-hai mai dubitato di me?-

-a volte, tu hai la testa così dura………..-

-dove sono Goten e Trunks?-

-sono qui, hanno appena incontrato Majin Bu, solo che sono tornati indietro perchè si sono accorti che dovevano allenarsi per sfruttare al meglio l’energia di Gotenks, la loro fusione-

-voglio andare da loro-

-sono qui dietro-

Non appena Gotenks la vide disse:

-ehi Zoe, hai visto che forza?-

-sì, sento una grande energia, però fa impressione vedervi tutti e 2 in una sola persona-

-è strano anche per me, anche se sto imparando in fretta, ma cosa hai fatto?-

-è una storia lunga, te la racconto dopo-

-Dende, Zoe ha bisogno di cure- disse Gui

-ok, arrivo, accidenti 6 conciata male-

-questo succede a chi fa incontri sbagliati al momento sbagliato- disse lei ironicamente

-ah, e chi avresti incontrato?- kiese Dende

-ehm………… l’uomo nero-

-cosa?-

-no, ho incontrato Majin Bu, caspita, quel palloncino ambulante è fortissimo-

-accidenti, è un miracolo che tu sia ancora qui con noi-

-si, credo che abbia pensato che fossi morta, credo di essere svenuta dopo i suoi colpi-

-ora stai ferma che tra poco ti sentirai meglio- così Dende usò il suo potere speciale, ovvero quello di guarire qualsiasi ferita, e Zoe tornò come nuova

-grazie Dende, mi sento anche più forte-

-è il potere di voi sayan, ogni volta ke rischiate di morire poi diventate ancora più forti-

-bello! Posso allenarmi anche io?-

-va bene vai pure- e Zoe andò dove c’erano Goten e Trunks che si allenavano, anke lei voleva diventare sempre più forte

-vedo che ti 6 rimessa- le disse Gotenks

-sì, ora sono più forte di prima-

-davvero? Vuoi fare un incontro?-

-ma io credo che tu sia ancora più forte di me, 6 circa la forza di Goten sommata a quella di Trunks-

-no, sono ancora più forte perchè mi sono allenato, io-

-va bene, ma lasciami un piccolo vantaggio- e si trasformò in super sayan

-mmm…. La cosa si fa interessante…… Junior! Posso allenarmi con lei?-

-va bene, purché non sia una perdita di tempo, non abbiamo un minuto da perdere- Zoe si sentì un po’ offesa di questa frase:

-senti muso verde, ora ti dimostro io quanto sono brava!- (xò…… ke carattere!)

Così iniziarono a combattere, all’inizio erano quasi pari, ma poi Gotenks cominciò ad abituarsi veramente al nuovo corpo ed era nettamente superiore a Zoe e alla fine lei si arrese

-basta! 6 troppo forte, io ti sono stata d’aiuto solo per abituarti al corpo, ma ora ti faccio solo perdere tempo, ti conviene allenarti con Junior-

-ok, ma la sai una cosa? 6 veramente un osso duro-

-grazie! Tu continua così che lo fai a strisce quel Majin Bu-

-va bene-.

A questo punto Gotenks cominciò ad allenarsi nella stanza del palazzo costruita per i combattimenti e lì rimase per i restanti giorni che aveva prima di incontrare Majin Bu. Anche Zoe si allenò in una stanza simile, si annoiava a stare ad aspettare, così decise di ammazzare il tempo in qualche modo. I 3 giorni passarono in fretta e Gotenks dovette partire per andare a battere Majin Bu:
-ciao Zoe, sono riuscito addirittura ad arrivare al super sajan di terzo livello, ora quel mostro non ha più scampo-

-giusto, ma stai, anzi, state attenti, quello è fatto di gomma-

-sì, l’ho già conosciuto-

-vi prego, a me basta che tornate sani e salvi- dissero in coro le due madri molto, ma molto preoccupate, videro volare i loro figlioli via, sempre più lontani, fino a sparire.

Gui non aveva un buon presentimento e disse:

-Zoe, andiamocene-

-perchè?-

-non prevedo niente di buono-

-ma dai! Di cosa ti preoccupi, ora Goten e Trunks sono fortissimi, vedrai, vinceranno-

-sarà, ma il mio sesto senso non ha mai sbagliato-

-c’è sempre una prima volta- ma più passava il tempo, più questo presentimento si assediava nella mente di Gui, finché:

-senti Zoe, io non voglio che tu muoia, quindi io ti porterò in salvo con o senza il tuo consenso-

-ma zio, e se Bulma, Chichi e Videl tornassero da un momento all’altro?-

-auguro a loro di rimanere là, devono cercare Gohan e l’aldilà è grande-

-no, io resto- Gui nn sapeva cosa fare, così le prese la coda con tutta la sua forza, era la sola speranza che aveva per portarla in salvo:

-ehi………. ma………così……………….non………………..vale………………- e svenne

-forza Dende, Popo, venite anche voi, la nostra navicella è abbastanza grande-

-ah…………….bè………………..ecco…………..- fece Dende

-forza non c’è un momento da perdere!-

-ah, sì arriviamo- così salirono sulla navicella spaziale e decollarono uscendo dall’atmosfera earthiana e portandosi a debita distanza, per non correre rischi nel caso in cui Earth scoppiasse.

 

 

 

 

 

Ciao, a chiunque si degna di leggere la mia fanfiction assurda..... non ho visto molti commenti, anzi, quasi nessuno (a parte Goten93 che è il mio mito e chi mi ha dato consigli sull' HTML).... non so se la storia vi piace, di conseguenza non so se mandarla avanti..... fatemelo sapere vi pregoooooooooooooooo!!!

kiss: black91

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** La pace ***


zoe

CAPITOLO 5: LA PACE

 

Si svegliò, la navicella sobbalzava, ma per cosa? Dove si trovava? Riconobbe la sua camera, la navicella e improvvisamente si ricordò di Gui, che le tirava la coda per portarla via; corse nella sala principale, dove c’era un’ampia vetrata da dove si vedeva tutto:

-cosa sta succedendo?- nessuno rispose, così andò anche lei a vedere cos’era quel bagliore, lo spettacolo che le si presentò davanti era terrificante: al posto del pianeta Earth c’era un gioco di luci, il che voleva solo dire che era esploso. Non ci voleva credere, il pianeta era scoppiato con tutti i suoi abitanti, tra quali erano compresi Goku, Goten, Trunks, Junior, Crili e tutti gli altri… no, non era vero, forse stava sognando, si diede un pizzicotto, ma si accorse, purtroppo, che era la triste realtà.

-sono……….. sono morti tutti- disse lei in un attimo di smarrimento, a questa affermazione ne Gui, ne Dende, ne Popo dissero niente.

-perché il destino è così crudele!- disse cominciando a piangere a dirotto e prendendo a pugni il petto di Gui, che la calmò abbracciandola.

-perché la vita è piena di sofferenze, io………… io sono stufa di soffrire- disse, quando ormai la disperazione aveva preso il sopravvento su di lei, non riusciva neanche più a reagire.

-non piangere, c’è un modo per sistemare la situazione, sai, prima di andare ho preso le sfere del drago, possiamo chiedere a Sheron se può ricreare Earth con tutti i suoi abitanti- disse Dende sperando di placare il suo animo triste.

-sul- la bambina tirò su col naso –sul serio il drago è capace di fare questo?- chiese lei speranzosa.

-questo e altro, abbiamo 3 desideri a disposizione, il terzo è tutto tuo-.

-davvero? Io vorrei…………………ci devo un po’ pensare-

-allora forza- Dende mise le 7 sfere davanti a se e disse –appari drago Sheron!-.

Le sfere s'illuminarono e da una luce comparve Sheron, che purtroppo non aveva molto spazio, ma si accontentò lo stesso, dato che la navicella era piuttosto grande:

-esprimete 3 desideri, esaudirò qualunque vostra richiesta- disse l’imponente drago

-per prima cosa vorremmo che ricreassi il pianeta Earth- disse Dende.

Gli occhi del drago s'illuminarono di una luce rossa e come per incanto Earth riapparve sotto i loro occhi, più bello che mai.

-il vostro desiderio è stato esaudito quindi potere passare al secondo- disse il drago

-ora vorremmo che tu resuscitassi tutti quelli che sono morti a causa di Majin Bu-.

Gli occhi di Sheron s'illuminarono di nuovo, Zoe percepì di nuovo le aure di tutti gli esseri viventi, questo voleva solo dire che erano tornati in vita veramente!

-il secondo desiderio è stato esaudito, ora passate al terzo-.

-forza Zoe, tocca a te-

-sì, ecco………………vorrei che a Goku, che ora sta combattendo contro Bu, sia data energia necessaria, nel caso in cui ne avesse bisogno- disse lei

Gli occhi del drago si illuminarono ancora e poi disse:

-i vostri desideri sono stati esauditi ora addio- e scomparve all’improvviso, così come era arrivato

-Zoe............ma Goku non era morto?- chiese Gui.

-no, lui si è salvato, era come in un’altra dimensione insieme a Vegeta e stava combattendo contro un essere ancora più cattivo di Majin Bu ed era Bu, la sua parte cattiva, molto più forte nel combattimento-.

-e tu come lo sai?

-ho avvertito le loro aure-

-ho capito……-

-ora torniamo su Earth: Goku ha bisogno di noi e della nostra energia per fare una grande sfera-

-la Genkidama!- disse Dende

-la che?- chiese Gui

-la sfera Genkidama è il colpo migliore di Goku; ora Bu non ha più scampo!-.

Così tornarono sul pianeta Earth e lì trovarono tutti i loro amici sani, salvi e soprattutto vivi.

-ehi! Goten, Trunks! State bene?- kiese Zoe

-ciao Zoe! Stiamo bene!- disse Goten

-ah, bene-

-sapete, la nostra piccola Zoe ha avuto paura di non rivedervi più- disse Gui

-certo! Finalmente mi sono fatta degli amici e devo perderli, nossignore!-

Ad un tratto sentirono la voce di Goku che li supplicava di donargli la loro energia per battere Bu, i nostri amici non aspettarono un attimo e si misero subito con le braccia alzate, delle piccole, impercettibili scintille uscirono dai loro corpi, era la loro forza, la forza che ti permette di camminare, di combattere, di pensare, è solo grazie a lei se la vita va avanti, solo che vederla così flebile e così fragile non ti sembra che possa nascondere tanta potenza e importanza, è solo grazie a lei se Goku sperava di battere Bu, il nemico più forte che gli sia mai capitato, perché quell’esercito di scintille gli sarebbe servito per formare una vera e propria arma, semplice, ma efficace e difficile da controllare. A questo punto c’era un problema: gli earthiani non volevano donare la loro energia a Goku (non chiedetemi il perchè, secondo me sono solo pazzi, ma Akira ha voluto così……………) e senza di loro Bu non poteva essere battuto, come fare a convincerli? Ad un certo punto Mr Satan ebbe un’idea, chiese lui agli earthiani di donare l’energia a Goku, spiegando le sue ragioni (giustissime direi); così Goku formò la genkidama più grande che avesse mai fatto, era una cosa sbalorditiva, poteva distruggere l’intera galassia, ma noi sappiamo che il nostro Goku è un tipo con l’animo nobile, la usava solo nei casi estremi, quelli in cui non aveva altra scelta.

Goku si preparò a lanciarla, ma si accorse che gli mancava energia, la sfera glie l’aveva consumata tutta, a questo punto entrò in gioco il terzo desiderio, quello espresso da Zoe, che gli diede tutta l’energia necessaria a lanciare la genkidama. Bu venne disintegrato, Earth e tutto l’universo erano salvi grazie a Goku, il nostro super eroe.

 

Il giorno dopo ci fu una gran festa (i nostri combattenti devono riposarsi qualche volta) e i nostri amici stettero insieme per tutto il giorno nel giardino della lussuosa casa di Bulma. Ci fu una specie di rinfresco, ma naturalmente con porzioni gigantesche visto la gente che doveva sfamare! Anche Majin Bu partecipò al banchetto, quello grasso era buono ed era diventato amico di Mr Satan, solo che voleva rubare il panino che aveva proprio Vegeta, il quale non era molto d’accordo, ma alla fine cedette (cosa è successo?!).

Dopo lo spuntino Bulma accese la sua discoteca personale con tanto di luci colorate.

Goten e Trunks cominciarono a ballare:

-ehi Zoe tu non vieni?- disse Goten

-no, non so ballare-

-perché, pensi che qui ci sia qualcuno che ne sia capace? Dai vieni- disse Trunks

-vabbè, allora verrò anche io- disse, vedendo il modo penoso di ballare di certa gente vicino a lei. Tutti si divertirono, anche Chichi, che fece uno spettacolo davanti a tutti e lì lasciò con una gocciolina sulla fronte. La festa andò avanti anche la sera, durante la quale Goku, Goten e Trunks fecero un bagno mentre tutti gli altri erano in casa di Chichi a parlare del più e del meno, quando si sentì un botto (si sa cosa è successo), Tutti uscirono e si videro Gotenks seduto per terra a guardare spaventato Goku che era diventato super sayan, naturalmente entrambi senza vestiti (ehm… tralasciamo…).

-cosa è successo?- Zoe non fece neanche in tempo a varcare la porta che si vide 2 mani che le coprirono gli occhi, era Vegeta.

-niente, un ostacolo alla tua evoluzione fisica ma soprattutto mentale-

-ah… ehm… forse è meglio se torno dentro-

-brava, vedo che capisci al volo-.

Dopo questo episodio eclatante tornarono ognuno nella propria casa, Gui e Zoe si trasferirono con la loro navicella in un villaggio poco lontano dalla casa di Goku e Chichi con la loro navicella, la loro unica casa, ma a loro andava bene così, ci erano affezionati, lì avevano tutto quello di cui avevano bisogno: due camere, una cucina, un bagno, una sala di allenamento e un salotto, cosa potevano volere di più?

Così i nostri eroi si addormentarono e dopo tanto tempo fecero finalmente sogni tranquilli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rieccomi con un altro capitolo! Lo so, per ora la storia è un po' noiosa perchè la conoscete già, ma vi prometto che dal prossimo capitolo comincerà la storia vera e propria, di cui non sapete nulla (anche perchè non so come possiate fare, visto che stà nella mia testolina bacata). Spero solo di non deludervi, sempre che la vogliate ancora leggere. Forse sono un po' ripetitiva, ma commentate!!

kiss da black91

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Nuovi incontri ***


zoe

CAPITOLO 6: NUOVI INCONTRI

 

Sono passati circa due anni dalla sconfitta di Bu e da allora su Earth regna le pace.

Goten, Trunks e Zoe sono diventati amici inseparabili e insieme ne combinano di tutti i colori, ai quali, qualche volta, si unisce anche Marron. La piccola Zoe ha provato ad essere amica della figlia di Crili ma non c’è verso, sono troppo diverse, perché Zoe è una bambina-maschiaccio mentre Marron è una bambina a cui piace giocare con le bambole. Una volta è successo che Goten e Trunks hanno escluso Zoe da un loro gioco perché dicevano che erano cose da maschi:

-ciao! Cosa state facendo?- chiese lei

-stiamo giocando con le macchinine- rispose Goten

-che bello! Posso giocare?-

-no, sono cose da maschi- rispose Trunks

-ma non è giusto!-

-ti annoieresti-

-non è vero!-

-sì che è vero-

-no!-

-sì-

-allora vado a giocare da Marron, e non vi parlerò mai più-

-vai pure a fare i giochi da femmine-

-puoi contarci-.

Zoe se ne andò volando a casa di Crili, le scese un lacrima, perché non volevano farla giocare ai loro giochi? Lo sapevano bene che lei non era come le altre bambine, lei non si divertiva con le bambole, a lei piacevano i giochi che facevano loro, ma allora perché si comportavano così?

-uffa…………… in fondo non ho bisogno di loro- si disse quasi per autoconvincersi.

Arrivò a casa di Crili e una volta scesa al suolo bussò alla porta:

-ciao Zoe- la salutò C18

-ciao C18, c’è in casa Marron?-

-sì, te la chiamo, Marron ci sono visite!!!!!!!-

-arrivo!!!!!!!-

-ciao Marron, posso stare qui a giocare con te?-

-bè……………….. sì-

-grazie! Goten e Trunks non mi vogliono, dicono che non posso fare i loro “giochi da maschi”-.

Salirono in camera di Marron che era piena di bambole e peluche e come se non bastasse era completamente pitturata di rosino.

-bella la tua camera…- disse Zoe con aria poco convinta

-grazie, l’ha pitturata il mio papà-

-a cosa giochiamo?-

-a bambole, madre e figlia oppure con i peluche……………-

-ah……………… c’è solo questo?-

-cosa ti aspettavi? Io non gioco mica ai combattimenti-

-no………………non intendevo questo…………… scegli tu-

-ok, giochiamo con le bambole-

-va bene-.

Le due cominciarono a giocare con la bambola preferita di Marron chiamata Camilla, Marron era la madre e Zoe la sorella di Camilla. Dopo neanche mezz’ora Zoe cominciò ad annoiarsi a morte, il suo unico desiderio era di andarsene, di volare via, lontano, magari con Goten e Trunks………………… NO, loro due non la volevano, quindi se ne sarebbe dovuta andare da sola, ma da soli non è divertente, si soffermò a guardare le nuvole, loro sì che erano libere di fare quello che volevano, cadevano sottoforma di pioggia anche se la gente non voleva, ma nessuno se la prendeva con loro, “quanto mi piacerebbe essere una nuvola” pensò sospirando, poi venne interrotta da Marron:

-ehi………… sto parlando con te-

-sì?-

-ora tu 6 a casa da sola e io ti sto affidando Camilla-

-scusami ma mi sono ricordata di essere in ritardo, devo tornare a casa o Gui si arrabbierà- cercò di inventarsi Zoe, doveva andarsene al più presto

-ah, ok, allora alla prossima volta, vieni ancora vero?-

-contaci…- disse Zoe cercando di fare la faccia più convinta possibile.

Uscita dalla casa spiccò il volo e si diresse verso casa, le mancavano Goten e Trunks, con loro sì che si divertiva, non s’annoiava mai.

Arrivata al suo villaggio si accorse che Gui non era in casa (ricordo che la loro casa era una navicella) e lei non aveva il dispositivo per aprirla, si rassegnò al fatto che lo dovesse aspettare e si sedette all’ombra di un albero appoggiandosi al tronco, stava per assopirsi quando avvertì una forza avvicinarsi, si mise subito in guardia, ma alla fine capì che era solo Goten:

-ciao Zoe, sono andato a casa di Crili ma mi hanno detto che te n’eri già andata-

-ciao, non ne potevo più, mi ha fatto giocare a mamma e figlia!-

-che orrore!-

-esatto, sono scappata-

-scusa per prima, io non volevo ma Trunks ha tanto insistito……………-

-scuse accettate, ma ho notato che me la cavo anche senza di voi-

-davvero? E con Marron come la mettiamo?-

-quello è un caso a parte…-

-vuoi venire a giocare con noi a nascondino? In due non è bello-

-ok, però solo se anche Trunks mi chiede scusa-

-sarà difficile…………… ma anche se non lo ammetterà mai 6 mancata anche a lui-.

Così i 3 amici fecero pace e tornarono ancora più uniti, da allora Trunks permise a Zoe di giocare con loro alle macchinine.

A parte questi episodi la vita trascorreva tranquilla fino ad un certo giorno.

Come ogni Domenica erano tutti andati a mangiare da Bulma e ognuno si stava facendo i cavoli propri: C18, Bulma, Videl e Chichi stavano spettegolando un po’ su tutti, a loro si era unita anche Marron; Goku, Vegeta e Gohan si allenavano tra di loro, Crili, Iamko, Tensing, Rif e Genio stavano parlando di “Dio solo sa cosa”, Gui e Junior combattevano usando tutte le tecniche di Namek e Goten, Trunks e Zoe stavano giocando un po’ a nascondino, un po’ a prendersi e un po’ a mosca cieca (ke somiglia molto a “ce l’hai” perché avvertivano l’uno la forza dell’altro).

Insomma, nessuno pensava a quello che sarebbe dovuto succedere di lì a poco.

-Videl, ma quando si decide Gohan a chiederti di sposarlo?- disse Bulma

-bè, veramente non ci stiamo ancora pensando…….-

-è vero, e poi sono troppo piccoli per sposarsi, il mio bambino non è ancora pronto, mettetevelo bene in testa- ribattè Chichi, provocando il rossore sul viso della povera Videl.

-a me sembra che tu ti sia sposata con Goku quando avevate 19 anni- rispose Bulma

-è vero, ma Gohan e Videl ne hanno solo 18-.

Questo discorso andò avanti, ma nn sto a raccontarvi cos’altro si dissero Bulma e Chichi perché alla lunga annoia, passiamo alle tre piccole pesti:

-ahah, ti ho trovata! Ora tocca a te contare!- disse Trunks trionfante dopo aver preso Zoe

-uffa……………ma voi vi mettete d’accordo per scovarmi!- e cominciò a contare

-38, 39, 40, 41, arrivo!!!!!!!!!-.

Era sola, al buio, nel bel mezzo del bosco, ma non aveva paura, lei era famosa per non aver paura di niente, non aveva neanche avuto neanche un tremore quando si era trovata davanti a Majin Bu, non sapeva neanche cos’era la paura, ma presto lo avrebbe scoperto.

-Gui! Zoe è molto brava nel combattimento, mi chiedo come tu sia riuscito ad allenarla così- chiese Goku

-ha fatto quasi tutto da sola, io le ho solo dato una camera gravitazionale e dei pesi ai polsi e alle caviglie, poi la incitavo quando si arrendeva-

-ma questo è bastato no?-

-sì, ma lei ha un dono speciale-

-un dono? Che dono?- chiese Vegeta

-lei riesce a far delle onde di energia potentissime anche impegnandosi al minimo-

-…………………in che senso?- chiese Goku

-nel senso che riesce a sfruttare al massimo ogni suo briciolo si energia, ha anche inventato un suo colpo, che per ora non ha ancora usato contro nessuno, per fortuna………..-

-ma si può sapere di che si tratta?- chiese Vegeta spazientito

-lei accumula i gas che ci sono intorno a lei come azoto, idrogeno e altri, poi non so come li mette insieme e mettendoci un po’ della sua energia riesce e formare un piccolo sole, l’ha chiamato supernova-

-????????? Ma come è possibile?- disse Vegeta

-non lo so, non avevo mai visto nulla di simile, qualche volta ne crea una o due e le fa volteggiare in giro per la camera come se niente fosse, lei dice che l’aiuta a liberarsi la mente, io le ho ordinato più volte di smetterla anche se non ha mai fatto danni-

-urca! Sono proprio curioso di vederla questa supernuova………- disse Goku

-è supernova idiota, lo stadio a cui arriva una stella prima di esplodere- rispose Vegeta

-…qualunque sia il suo nome… io la voglio vedere- disse Goku

-io non ci spererei perché la userà solo quando sarà necessario- disse Gui.

Intanto Zoe stava ancora cercando Goten e Trunks, li cercava da un pezzo, magari erano andati lontano, così tanto che neppure lei avvertiva la loro forza, così spiccò il volo stando sempre all’erta, per evitare che la sorprendessero sbucando fuori dal nulla. Si fermò in una radura perché aveva bisogno di bere e lì c’era un fiume, si specchiò nell’acqua, riusciva a vedere anche il fondo e notò che un pesce si era incastrato in un’alga, poverino, lo liberò e lui, prima di andarsene per sempre si girò come per salutarla e dirle “grazie”, lei lo salutò con un cenno della mano, è sempre bello fare una buona azione, mentre era lì a fare questi pensieri avvertì una forza, non era ne di Goten ne di Trunks, ma allora di chi poteva essere? Non l’aveva mai sentita, eppure le ricordava qualcosa………………… andò ad indagare verso la fonte di quell’energia e quando fu lì non vide niente e nessuno:

-magari sto cominciando a impazzire, in fondo ho mangiato poco a pranzo- e se ne andò.

Ormai Goten e Trunks si erano toppati da un pezzo e quando Zoe arrivò le chiesero dove fosse stata: lei rispose che li era andati a cercare lontano e si era fermata un po’ a bere:

-ho avvertito una strana energia, ma lì c’ero solo io, forse è la fame…….-

-vedi a mangiare poco? Noi sayan dobbiamo mangiare molto- disse Trunks.

Così tornarono in cucina per mangiare qualcosa, ma sentirono un botto provenire da fuori, corsero a vedere cos’era, ma videro solo una fitta nebbia, no, non era nebbia, qualcosa, o qualcuno aveva innalzato un polverone tale da ridurre la visibilità a zero. Man mano che la terra ricadeva al suolo si cominciò ad intravedere una tozza figura, ma no, erano due, una grande e grossa, l’altra più esile e piccola.

-papà! Dove 6?- chiamarono Goten e Trunks

-urca! Non si vede niente, Goten sono qui!- rispose Goku

-aaaaaaaaaaaaaaah ma cosa sta succedendo?!- chiese Chichi allarmata

-non lo so!!!!!!!!- rispose Bulma altrettanto spaventata.

Videl andò a ripararsi tra le forti braccia di Gohan.

Quando riuscirono a vedere chi erano quei due individui non credettero ai propri occhi: la figura piccola era la fotocopia di Zoe!

-ma……………. ma che significa?- chiese Zoe incredula e allo stesso tempo confusa

-quella bambina è uguale a Zoe………….- disse Goten

-sono due gocce d’acqua, tranne che per i capelli, quelli di Zoe sono più lunghi- notò Bulma.

Gui aveva un bruttissimo presentimento……………..

-ciao sorellina, è da tanto tempo che desideravo conoscerti- disse la bambina.

Zoe la guardò con occhi interrogativo:

-sorellina????? Ma…….-

-Zoe, io non ci posso credere, io……………… sapevo che tu avevi una sorella gemella, ma credevo che fosse morta- Zoe rimase allibita da questa rivelazione

-ma come Gui, non hai detto alla piccola che aveva una sorella? Eh no, non si fa così- disse l’essere tozzo

-e tu chi saresti, e perché al tuo fianco c’è la piccola Jill-.

Jill, Jill, Jill……………… questo nome echeggiò più volte nella confusa mente di Zoe, cercava disperatamente di ricordare, ma senza risultati, l’essere tozzo, vedendola così cominciò a parlarle:

-ciao piccola Zoe, non vieni a salutare tua sorella?-

-m… mia sorella?- fece una pausa per cercare di formulare una frase che avesse senso –piuttosto tu, chi 6?-

-non te lo ricordi vero? Eri troppo piccola, il mio nome è Zinegar-

-Zinegar! È lui……………… 6 tu che hai ucciso Keith ed Elena senza alcuna pietà!-

-esatto, sono rimasto deluso, credevo di essere più popolare-.

Zoe stava cominciando a riordinare le idee, stentava a crederci, ora, in quel momento, si trovava davanti all’assassino dei suoi genitori, si trovava davanti all’essere per cui si era allenata tutti quegli anni.

-perché Jill è con te?- chiese Gui

-non mi sembrava il caso di sprecare tanta forza, ho pensato che un buon alleato mi avrebbe fatto comodo, peccato non aver trovato anche Zoe, a quest’ora avremmo l’universo ai nostri piedi- poi Zinegar si voltò verso di lei –ma forse è meglio così-

-in che senso?-

-ma vi devo proprio spiegare tutto!!!!!! Sapete che io volevo eliminare tutta la famiglia di Katu, il quale ha distrutto il mio pianeta, così sono andato sulla terra per far fuori suo figlio, poi però mi sono trovato davanti una bella famiglia felice e ho deciso di eliminarli tutti, solo che la donna è scappata con in braccio una figlia, che io purtroppo non ho trovato. Trovai Jill però, e decisi di allenarla, sapevo che mi avrebbe aiutato nella conquista di molti pianeti, l’ho allenata anche perchè sapevo che sarebbe giunto questo giorno e non volevo perdermi lo scontro tra le due sorelline-

-lo scontro?- chiese Zoe

-certo sorellina, io mi sono allenata tanto solo perché volevo sfidarti-

-ma io non ho niente contro di te, io…………… voglio battere Zinegar-

-ahahah, credi che sia così facile? Credi veramente di essere così forte?-

-ma come fai a stare dalla sua parte, lui ha ucciso i nostri genitori!-

-e con questo? Sicuramente loro non credo che mi avrebbero permesso di combattere, Zinegar invece mi ha allenata molto, mi sento spietata e non provo nessuna emozione che mi possa indurre a non uccidere il mio avversario-

-le emozioni non ti rendono più debole, sono loro che ti danno la forza per vincere-

-se tu avessi ragione mi sconfiggeresti, ma non credo che riusciresti a battermi-

-mai sottovalutare l’avversario, se vuoi ti dimostro che quello che dico è vero-

-non vedo l’ora-

-no Zoe, cosa stai facendo?- disse Gui

-non ti preoccupare, cerco di farla ragionare, poi vedrai che si schiererà dalla nostra parte- gli disse Zoe a bassa voce.

Stava per cominciare lo scontro. Tutti erano attenti, non volevano perdersi un solo minuto, Gui, Goku, Goten e Trunks temevano per la sorte di Zoe, chi avrebbe vinto? Il bene o il male? Goten si ricordò della promessa che si era fatto circa 2 anni prima: lui doveva proteggere Zoe, non poteva permettersi che si facesse del male, non voleva farle correre dei rischi, lei era la sua migliore amica, loro due più Trunks formavano un gruppo formidabile, si divertivano sempre, non voleva che quei pomeriggi passati insieme fossero solo un ricordo, alla fine decise che l’avrebbe aiutata. Avanzò un passo per andare verso di lei quando una mano lo fermò, era Goku:

-papà, lasciami andare-

-no Goten, non puoi, anche io vorrei aiutare Zoe, ma vedi, questa è una faccenda che riguarda la sua famiglia, vediamo come va l’incontro con sua sorella, sono sicuro che vincerà- poi guardò in direzione di Zinegar –quel mostro non mi piace per niente e come se nn bastasse ha una forza incredibile, Zoe non si batterà da sola contro di lui, allora sì che correrai in suo aiuto, ma fino ad allora devi startene buono, mi hai capito?-

-sì papà... è che io non voglio che lei si faccia male-

-abbi fiducia in lei, e poi te l’ho detto: io sono sicuro che vincerà-

-va bene, me ne starò qui a guardare-

-bravo-.

Il clima tra le due sorelle cominciò a farsi gelido, nessuna delle due accennava a cominciare il che rese gli spettatori ancora più in ansia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi finalmente!! Ultimamente sono pienissima di compiti e di studio... non ce la faccio più, comunque, ecco diciamo "l'inizio" della storia, spero di avervi incuriosito almeno un po'. Ringrazio tutti quelli che mi commentano, vi adoro!!!! E anche chi legge e basta, vi anticipo che il prossimo capitolo l'ho scritto in un periodo di depressione totale, di conseguenza non è esattamente allegra... mi aspetto dei commenti, ciaaaaaaaaaaaao!!!!!!!!

kiss by black91 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Partita a scacchi ***


zoe

CAPITOLO 7: PARTITA A SCACCHI

 

Erano una di fronte all’altra, nessuna delle due aveva paura, si sentivano imbattibili, Jill era tutta la vita che aspettava tale momento, Zoe non avrebbe mai creduto che fosse arrivato, in lei c’era molta confusione, ma non era per il fatto che aveva incontrato l’assassino tanto atteso dei suoi genitori, ma perché doveva far capire alla sua cosiddetta sorella che la strada del male non era quella giusta.

-preparati- le disse Zoe

-sono anni che lo sono- rispose la sorella.

Cominciò lo scontro: Jill andò contro Zoe, che si ritrovò subito a terra, quel pugno in faccia l’aveva stordita, nessuno, a parte Gui, l’aveva mai colpita con tanta forza

-hai visto? Che te ne pare?-

-davvero niente male, non ci avrei scommesso un centesimo-

-beh, allora? Non dirmi che ti arrendi-

-neanche per idea, più una cosa è difficile, più mi piace e questo mi fa essere ancora più determinata a batterti-

-non ci sperare-.

L’incontro continuò senza esclusione di colpi, le due sorelle sembravano alla pari, appena una tirava un pugno all’altra, ecco che riceveva un calcio a sua volta, mai abbassare la guardia “o si rischia di soccombere”, come aveva sempre detto Gui a Zoe.

Ad un tratto Jill colpì Zoe in pieno stomaco (che dolore!!!!!!!) e quest’ultima si accasciò a terra dolorante e sputando sangue, da dove veniva tanta forza? Era addirittura più forte di Trunks, sembrava che non stesse neanke usando tutta la sua potenza, fino a che punto sarebbe arrivata? Di una cosa era certa: se non l’avesse battuta non l’avrebbe mai liberata, Jill si credeva tanto libera, sentiva di poter fare tutto quello che voleva, ma in fondo non era così, lei era vittima di Zinegar, lui la stava usando per i suoi loschi affari, faceva sempre fare a lei il lavoro sporco, mentre lui stava a guardare……………… doveva fermare tutto ciò, doveva farla ragionare e il solo modo per farlo era batterla, poi c’era un altro problema: la sua aura, era strana, aveva un qualcosa di non normale per una sayan.

-cos’hai? 6 già esausta?- le disse Jill

-niente affatto, stavo solo pensando a come ti 6 ridotta-

-cosa stai blaterando?-

-non dirmi che non te ne sei ancora accorta, quel mostro ti sta usando come una pedina della sua scacchiera-

-e con questo, cosa vorresti dire?-

-ti sta mandando contro molti avversari, anche se tu sei come un piccolo pedone, vai avanti, fino alla fine della scacchiera, una volta giunta lì avrai compiuto il tuo dovere e verrai eliminata, non so se sai come si gioca a scacchi ma quando un pedona arriva alla fine della scacchiera, viene sostituito con un’altra pedina, è quello il suo scopo-

-le tue metafore sono patetiche, Zinegar si fida di me, io…………… non sono un pedone, sono una regina, la miglior pedina della scacchiera, se viene eliminata si fa di tutto per riprendersela, così farebbe Zinegar con me, non permetterebbe mai a nessuno di farmi del male, nemmeno a te, ma non ci sarà bisogno del suo intervento, non ce n’è mai stato, perché io ti batterò, fosse l’ultima cosa che faccio!-

-ben detto Jill, i miei insegnamenti sono serviti a qualcosa- disse Zinegar.

Il combattimento riprese, ma Zoe sembrava in difficoltà, non riusciva a capire perché sua sorella ce l’aveva tanto con lei, aveva visto con i suoi occhi quanto si volevano bene Goten e Gohan, nessuno dei due avrebbe mai voluto far del male all’altro, erano fratelli e l’amore fraterno è una cosa grandissima, ma allora perché, perché Jill la voleva battere a tutti i costi? Smise di cercare una risposta quando si ritrovò di nuovo col naso a terra, un forte dolore le invadeva la schiena, ma non era importante, Zoe scacciò subito questa sensazione, poi aggiunse mentre cercava di mettersi in piedi:

-ma perché mi odi così tanto? Cosa ti ho fatto? Noi non ci siamo mai parlate e io fino a ieri nn sapevo neanche della tua esistenza-

-tu? Tu non mi hai fatto niente, io non ti odio per qualcosa che mi hai fatto-

-ma allora perché stiamo combattendo, insomma, siamo sorelle, siamo sangue dello stesso sangue, siamo due mezzi sayan-

-è qui che ti sbagli- Zoe rimase stupita di fronte a tale affermazione

-è vero che siamo sorelle, è vero anche che siamo sangue dello stesso sangue, ma non è vero che siamo due sayan-.

Zoe rimase paralizzata: -come non sei un sayan? Ma io…………… cioè, ma noi………… nostro padre era……….-

-un sayan, certo, ma nostra madre era un’inutile terrestre-

-i terrestri non sono inutili, non ti permetto di parlare così di nostra madre- disse Zoe con un cenno d’ira nella voce –e poi cosa c’entra questo con te?-

-c’entra nel senso che per qualche strano motivo il gene sayan di nostro padre è rimasto solo in te!-.

Zoe era sconcertata:

-il gene sayan?-

-sì piccola, i caratteri ereditari che i genitori tramandano ai figli. Dopo la fecondazione c’è sempre un’unica cellula, ma in rari casi si sdoppia, dando origine a due cellule identiche: i gemelli- disse Bulma, cercando di mascherare al paura nei confronti di Zinegar, si era sentita in dovere di entrare in scena, in fondo lei era preparatissima in scienza, nessuno avrebbe potuto spiegare tale fatto in miglior modo.

-identiche? Ma allora perché io sono un sayan e lei no?-

-non lo so, sembrerebbe che il gene sayan non si possa sdoppiare, così è rimasto solo da una parte-

-ah… ma allora ce l’ho tutto io, mi…… mi dispiace, ma io non posso farci niente-

-lo so, ma io sì, eliminandoti dimostrerò che i sayan non sono poi così forti, solo così dimostrerò la mia superiorità, io odio i sayan perché non mi hanno voluta con loro, io odio i terrestri perché è colpa loro se sono quello che sono, se ho fatto tanta fatica ad arrivare a questo livello; tu non puoi neanche immaginare quanto ho sofferto. Tu, quanto avrai impiegato a volare? Scommetto non più di due giorni, io un mese intero! Ogni giorno che passava maledivo tutti, e maledivo soprattutto me stessa, non sai cosa darei per essere come te: un sayan, non chiedo molto no? Ma il destino fa schifo, la mia vita fa schifo, avrà un senso solo se ti batterò-

-dai allora battimi, sconfiggimi, ma ti prego lascia perdere Zinegar-

-questo mai, lui è l’unico che mi ha dato un raggio di speranza, se non fosse venuto a uccidere i nostri genitori, ora vivremmo insieme e per me sarebbe una tortura ancora più grande, non avrei mai sopportato seguire i tuoi stessi allenamenti ma vedere che tu facevi passi da gigante mentre io rimanevo sempre più indietro, non siamo fatte per andare d’accordo-

-Zinegar non ti ha dato speranze, solo molte illusioni, non sarai mai forte quanto me, questo è vero, ma non è questo che conta, ci sono cose più importanti-

-ora mi dirai che una di queste cose sono l’amore, l’amicizia e cose varie-

-esatto, so che è stupido, ma è così, se una persona non ama è come se non vivesse, non si può provare sempre e solo odio, è come vivere una vita a metà-

-smettila di dirmi queste cose, io non ci credo più-.

Jill andò di nuovo contro a Zoe con quanto più furia riusciva e cominciò a colpire Zoe con una serie di colpi potentissimi e impossibili da evitare, Zoe avrebbe potuto benissimo reagire, ma non ci riusciva, qualcosa dentro di lei la bloccava, non poteva colpirla, era sua sorella.

-Zoe ma che diavolo combini! Devi reagire, vuoi vincere? Vuoi dimostrarle di essere più debole? Falle vedere chi sei!- le urlò Gui

“Gui ha ragione, devo reagire, ma non ci riesco, cosa mi sta capitando, ho sempre colpito il mio avversario senza scrupoli” pensò Zoe “non ho altra scelta: devo diventare super sayan, in quello stato non mi farò molti problemi a colpirla, perché lei in questo momento è il mio avversario, e l’avversario va battuto, sempre”.

-mi dispiace, ma ora ti mostrerò una cosa che non ti piacerà per niente, è il solo modo che ho per riuscire a colpirti- disse Zoe

-e cosa sarebbe?-.

Zoe si trasformò senza problemi davanti agli occhi attenti di sua sorella:

-e questo cosa sarebbe?-

-cosa? Non conosci il super sayan? In questo stato aumenta potenza, velocità e cattiveria-

-non è possibile-

-i sayan sono vere e proprie macchine da guerra, come dice il mio maestro-.

L’incontro continuò, ma stavolta era Zoe in vantaggio, Jill non riusciva più a starle dietro, ma nonostante ciò non voleva gettare la spugna. Dopo l’ennesima caduta Zoe disse a Jill:

-basta così, ti ho dimostrato che sono più forte, mi ritengo soddisfatta e spero che tu abbia capito che non puoi competere con me, comunque non credevo che un terrestre potesse diventare così forte, complimenti davvero, si vede che ti sei impegnata, ma per tua informazione mi sono impegnata anche io, non puoi neanche immaginare quanto, ma il mio obiettivo non eri tu, non lo sei mai stata, neanche ora, è lui il mio obiettivo- disse indicando Zinegar

-no, io……………… posso ancora combattere, non pensare di aver vinto, non ancora, negli scacchi, come dicevi prima, la regina deve sempre proteggere il suo re, anche se sa che ha molto più potere, se il re viene eliminato il gioco è finito e io non posso permettere che finisca-

-ma se non ti reggi più in piedi, arrenditi, è solo fatica sprecata-.

Jill stava richiamando a se quanta più forza riusciva, ma le gambe le tremavano, quando accadde:

-ha ragione tua sorella, sai Jill, è molto più forte di te- disse Zinegar

-no, io sento di poter ancora combattere- rispose Jill, ma non fece in tempo a dire altro che all’improvviso la sua voce si bloccò e lei si accasciò a terra vomitando sangue paralizzata. Tutti i presenti rimasero inorriditi da ciò.

-non ho più bisogno di te, mi sei solo d’impiccio, mi hai molto deluso- un raggio aveva colpito Jill trapassandola, e quel raggio lo aveva inviato proprio Zinegar.

-perché………… perché- sussurrò Jill

-scusa? Non ti sento, ah già ti ho colpito con l’intenzione di ucciderti…………… mi stai chiedendo perché? Vedi, come ha detto la tua saggia sorellina, quando un pedone non serve più si elimina, non ho mai pensato a te come la mia regina, speravo che tu e tua sorella vi eliminaste a vicenda, sembra che sia ancora io a dovermi macchiare di sangue sayan-

-sei un mostro!!!!!!!!- urlò Zoe

-ehi………… calmati, non vorrai mica battermi in quelle condizioni vero? Ci vediamo tra una settimana, proprio qui, non mi piace partire avvantaggiato, così quando ti batterò sarà ancora più grande la mia soddisfazione-.

Zinegar partì senza lasciare traccia, ma non era lui la cosa più urgente, bisognava salvare Jill. La piccola era stesa sulla terra, con la pancia in giù ed era circondata da un lago di sangue.

-oh mio Dio!!!!!!!! Bisogna chiamare un’ambulanza!- disse Bulma, Chichi era da tempo svenuta, non sopportava le sensazioni forti e Gohan cercava di farla rinvenire.

-ma quale ambulanza! Fatemi spazio, la porto io in ospedale!- disse Zoe decisa e, presa la sorella molto delicatamente volò più veloce che poteva verso l’ospedale più vicino.

-io non ti lascerò morire, lo batteremo insieme quel mostro-

-Zoe…………- disse Jill

-non dire niente, sprechi solo preziosa energia- Jill acconsentì e arrivarono in ospedale poco dopo.

 

La tensione cominciava ad essere insopportabile, erano tutti in sala d’attesa, il luogo peggiore di un ospedale, lì il tempo sembra non passare mai, a Zoe sanguinavano le labbra da quanto se le stava mordendo e anche le mani, stava stringendo talmente i pugni che le unghie le si erano conficcate nella pelle, ma non le importava, il dolore non lo sentiva neanche, il suo pensiero era verso sua sorella e verso Zinegar, alla sola vista  di quel mostro nella mente, strinse ancora di più i pugni, provocando ferite ancora più grandi. Questo massacro finì quando arrivò il dottore davanti a loro:

-come sta mia sorella?- chiese Zoe col cuore il gola

-non bene, abbiamo provato di tutto ma i danni sono irreparabili e la paziente sta cominciando ad arrendersi, ha chiesto solo di chiamarle Zoe-

-sono io-

-credo che voglia parlare con te-.

Zoe entrò nella camera quasi in punta di piedi e vide la sorella pallidissima stesa sul lettino

-ciao-

-ciao, come te la passi?-

-non tanto bene- Jill vide le mani della sorella dalle quali cadevano gocce di sangue

-devi bendartele o faranno infezione-

-che importanza ha ora-

-ne ha, ora vieni qui-

-arrivo-

-davvero tu mi paragoni ad una pedina degli scacchi?-

-no, affatto, era solo un modo di dire, io volevo che tu capissi, tu sei infinitamente più importante di uno scacco-

-e io sono stata così stupida……… se solo avessi aperto gli occhi prima………-

-non è colpa tua, è lui che è un essere orribile, è abile ad illudere la gente-

-Zoe………-

-sono qui, non ti abbandonerò mai, anzi, sai ora che faccio? Vado da quei medici e gli dico di provare il tutto per tutto per salvarti-

-no…………… hanno detto che non c’è nulla da fare, dicono che il mio cuore è distrutto, si chiedono come faccia ad essere ancora viva…-

-ma… non è giusto… ci deve essere qualcosa che posso fare…- disse Zoe, delle lacrime le bagnavano il volto

-lo so, non è giusto, ora penso a quanto saremmo andate d’accordo, proprio adesso che avevo trovato una famiglia… -

-…………… non puoi arrenderti, ti aiuterò io, vedrai lo batteremo insieme Zinegar-

-sono sicura che senza di me lo batterai prima…-

-… non dire così… tu vivrai…- disse Zoe cominciando a singhiozzare

-promettimi una cosa: tu devi ucciderlo, non permettere che uccida anche te, non voltargli mai le spalle-

-ti ho già detto che lo batteremo insieme, ora vado a dire a quegli incompetenti di dottori che facciano tutto il possibile!-

-no… non mi lasciare, non voglio rimanere sola, questi ultimi attimi li voglio passare con te, lascia stare i dottori…- Jill, tossì e un rivolo di sangue le uscì dalla bocca –loro hanno già fatto troppo…-

-come vuoi, ma… possibile che non si possa fare niente?-

-a me basta che stai qui, con me, come due sorelle… promettimi che annienterai Zinegar-

-sì te lo prometto-

-Zoe………… vero che mi perdoni?-

-come potrei non farlo? Tu sei mia sorella, non potrei mai essere arrabbiata con te, io ti voglio bene-

-come è bello sentirselo dire, ripetilo-

-va bene, io ti voglio bene, tu sei la mia famiglia, saremmo state una bella squadra noi-

-grazie……………-

-e tu mi perdoni?-

-ho smesso di essere arrabbiata con te non appena ho capito quello che è stato la mia vita fino ad ora, non avevo motivo di esserlo-

-grazie, è bello sentirselo dire-.

Zoe diede la mano a Jill e glie la tenne fino al suo ultimo respiro e quando ciò avvenne Zoe cominciò a piangere a voce alta, facendosi sentire anche dai suoi amici fuori, che entrarono e videro Zoe col viso sporco del sangue della sorella, Goten e Trunks furono fatti uscire subito e Gui trascinò fuori Zoe che non accennava a calmarsi. Goku chiese ai dottori se gentilmente potevano ripulire Jill, le avrebbe ridato dignità anche durante la sepoltura e poi per sempre.

Quella notte Zoe, Gui, Goku, Goten, Gohan e Chichi dormirono a casa di Bulma, la piccola non poteva rimanere sola e dormì nella stessa camera di Goten e Trunks, i suoi migliori amici.

 

Il giorno dopo seppellirono Jill vicino alla casa di Zoe, alla fine Zoe, che sembrava essersi ripresa, rinnovò la sua promessa davanti alla tomba della sorella

-io lo batterò, ti vendicherò, costi quel che costi-.

Aveva superato la morte della sorella perché sapeva che ora era nell’aldilà con i loro genitori, ed era felice, Gui aveva detto che l’aldilà non era poi così male, si poteva fare tutto quello che si voleva, un sorriso si disegnò sulle sue labbra, che furono immediatamente bagnate da un’ultima lacrima, ora Zoe era ancora più decisa e corse subito ad allenarsi per diventare ancora più forte e battere Zinegar, le aveva dato una settimana no? E lei l’avrebbe usata al meglio, l’aveva promesso a se stessa, e a sua sorella.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao di nuovo! Eccomi col capitolo tragico, scusatemi ma ero in vena quel giorno, non ce ne saranno più di così, ve l'assicuro, anche perchè sennò dovrebbero richiudere la povera Zoe in una clinica psichiatrica... Ditemi un po' che impressione vi ha fatto e un GRAZIE  a tutti i commentatori

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Capitolo 9
*** Una brutta notizia ***


zoe

CAPITOLO 8: UNA BRUTTA NOTIZIA

 

Quella passata era stata una settimana infernale, non solo per Zoe, che si allenava quattordici ore al giorno, smetteva solo per cenare, fare una doccia e dormire, nessuno osava fermarla, potevano solo immaginare quello che stava vivendo. Alla vigilia del fatidico giorno:

-ciao Zoe, hai intenzione di allenarti anche oggi?- le chiese Gui

-certo, domani devo essere più che pronta-

-no, se oggi ti alleni, domani sarai stanca, ti conviene riposarti-

-forse hai ragione-

-non forse, ho ragione e basta! Cerca almeno per oggi di non pensarci, andiamo a trovare Goku-

-va bene, in fondo potrebbe essere il mio ultimo giorno in questo mondo……….-

-non ci pensare nemmeno, tu vincerai, me lo sento-

-giusto………………… perché io sono forte no?-

-certo, e di questo non devi mai dubitare-

-ok, andiamo? Ho proprio voglia di rivedere Goten e Trunks, è dalla morte di Jill che non li vedo-

-Zoe-

-sì? C’è qualcosa che non va?-

-io devo dirti una cosa importante-

-dai, spara-

-tu sei veramente convinta di voler combattere contro Zinegar?-

-e me lo chiedi? Certo, io devo vendicare la mia famiglia che quel mostro ha fato fuori senza alcuna pietà-

-e non cambieresti mai idea?-

-no……………ma perché me lo chiedi? Mi stai spaventando, c’è forse qualcosa che non so?-

-veramente……………… tu sai bene che io sono stato riportato in vita solo ed esclusivamente per allenarti- Zoe annuì in silenzio, non si aspettava niente di buono

-però a me avrebbe fatto molto più comodo stare nell’aldilà, mi sentivo a mio agio. Quando mi hanno resuscitato la formula l’ho dettata io ai miei amici namecciani e avevo espresso al drago Polunga di farmi rimanere in vita fino a che tu non avessi ucciso l’assassino dei tuoi genitori-

-aspetta… se non ho capito male…- cominciò Zoe, ma fu interrotta da Gui

-quando tu batterai Zinegar io ritornerò nell’aldilà, allora il mio compito sarà concluso-

-ma… ma, non è vero! Il tuo compito non sarà concluso, io sono piccola e ho bisogno che qualcuno badi a me e ai miei allenamenti, non posso fare tutto da sola-

-scommetto che te la caverai benissimo anche senza di me, poi ci sono Chichi e Bulma che stravedono di te, sei la figlia femmina che loro non hanno, poi Goku e Vegeta provvederanno ai tuoi allenamenti, anche se sono sicuro che tu te la sappia cavare anche da sola a questo punto-.

Zoe si rabbuiò, sentiva che ancora una volta le stavano per scendere le lacrime:

-non……non è giusto…… appena si sistema una cosa appaiono 100 altri problemi-

-ma io non pensavo che mi sarei mai potuto affezionare così tanto a te-

-e allora rimani-

-io… credo che non sia possibile-

-scusa ma non ho capito perché-

-è che… vedi, io ero nell’aldilà già da un pezzo quando sono stato riportato in vita, e Emma ha sbuffato varie volte prima di permettermi di tornare a vivere, ma lo ha fatto a solo una condizione: che non appena il mio compito si fosse concluso, io sarei tornato nel paradiso, solo in casi estremi si può tornare in vita, è già tanto che me lo abbia permesso-.

-ma Goku e Goten e Vegeta e un sacco do noi sono morti e tornati in vita, come si spiega?-

-loro sono un caso particolare, sono stati uccisi-

-e tu?-

-io sono morto di cause naturali-

-eri vecchio?-

-no, ma ero malato di una brutta malattia, che mi ha portato alla morte-

-ma… in un certo senso sei stato ucciso anche tu-

-molta gente muore per malattia, ma queste sono cause che Madre Natura ha scelto per noi, non possiamo fare altro che rassegnarci-

-ma… ma…-.

La piccola non sapeva cosa rispondere, non aveva le parole giuste per descrivere quello che provava: rabbia, paura, colpa… in fondo al cuore sapeva che era giusto, ma non lo voleva ammettere a se stessa, questione di orgoglio, non potè fare altro che correre via, lontano, dall’unico che l’avrebbe ascoltata e consolata: Goku.

Zoe arrivò e vide che c’erano Goten e suo padre che si allenavano

-ciao, a tutti e due-

-ciao Zoe, oggi non ti alleni?- le chiese Goten

-no, altrimenti domani mi faranno male tutte le ossa… io, devo parlarti Goku-

-va bene, cosa mi devi dire?-

-posso sentire anche io?-

-sì, non è un segreto-.

Così Zoe raccontò ai due quello che aveva appena saputo da Gui e anche tutte le sue incertezze e paure quando si sarebbe trovata sola

-guarda che tu non sarai mai sola, c’è tanta gente che ti vuole bene: Chichi, tu non immagini neanche quanto parla di te, poi c’è Vegeta, che è molto orgoglioso della tua forza, lui la vede come una rifioritura della razza sayan, anzi, ti dico di più, lui ha già programmato di farti sposare Trunks- disse Goku

-cooooooooosa!!!!! Sul serio?- rispose lei incredula

-l’ho sentito solo una vola, ma forse stava scherzando-

-lo spero, io non mi ci vedo con Trunks, io so gia che mi sposerò con un uomo che si dimostrerà più forte  di me-

-allora credo che nn ti sposerai mai- la canzonò Goten

-non è vero, se non ci sarà su Earth lo andrò a cercare in tutto l’universo se necessario…-

-ecco visto? Sei tornata quella di sempre, puoi affrontare tutto, ho fiducia in te- le disse Goku

-forse hai ragione-

-perché vedi, voi non siete come gli altri bambini, voi avete quella marcia in più che vi sprona a non arrendervi, a soffrire, pur di realizzare i vostri sogni, è questo che differenzia un sayan da un semplice umano-

-grazie, ma ora basta parlare di cose serie, mi sembro un’adulta!-

-ok, andiamo a chiamare Trunks così andiamo a fare un bagno giù al lago?- propose Goten

-bene, andate e divertitevi-

-grazie Goku, mi sento molto meglio ora-

-quando vuoi…-

-va bene, Goten aspettatemi la, io devo fare una cosa-

-d’accordo, a dopo-.

Zoe doveva chiedere scusa a Gui per quello che gli aveva detto, ecco perché ora stava volando verso la sua casa:

-ehi! Gui! Ci sei?-

-ciao Zoe-

-ecco… io volevo chiederti scusa per prima, sono stata un’egoista, è giusto che tu faccia ciò che credi che sia meglio per te e poi Goku mi ha detto che io posso affrontare tutto…-

-così si parla, grazie piccola-

-prego… ora devo andare, vado con Goten e Trunks a fare un bagno… ah lo sapevi che Vegeta vuole farmi sposare Trunks?-

-cooooooosa! Questa mi pare nuova, a te andrebbe?-

-no, e poi al matrimonio non ci avevo ancora pensato, so solo che sposerò un uomo più forte di me-

-……va bene, ma ora vai, non vorrai far aspettare i tuoi amici-

-ok, ciaooooooo!-.

 Zoe volò via leggera come una piuma, veloce come il vento, gli mancherà quella bambina che lo ha fatto tanto disperare negli anni precedenti, è così maledettamente ribelle…… non avrebbe mai pensato di potersi affezionare a tal punto di una piccola sayan, li aveva sempre visti come esseri feroci, ma non era proprio così, questi sayan di oggi sono diversi e deve ammettere che così gli piacciono.

Zoe raggiunse i suoi amici:

-eccomi, scusate il ritardo-

-senti mia madre ha detto che dobbiamo festeggiare, quindi stanno tutti andando in spiaggia, andiamo anche noi?- disse Trunks

-certo che sì, vado ad avvertire Gui-.

Si ritrovarono tutti al mare, le signore prendevano il sole parlando dei soliti pettegolezzi, gli uomini facevano a gara a chi era più veloce a nuotare, sembravano proprio dei bambini, i quali non erano da meno, cercavano in tutti i modi di far innervosire le grasse signore che c’erano in spiaggia, correndo “per sbaglio” vicino al loro asciugamano e sollevando quanta più sabbia potevano, fino a farle sbraitare come galline, era la parte più divertente, un po’ meno quando venivano sgridati da Bulma e Chichi, con quelle di donne non si scherza.

Passarono tutti una giornata indimenticabile, quasi si dimenticarono di quello che sarebbe inevitabilmente accaduto l’indomani: lo scontro decisivo tra Zinegar e Zoe.

La bambina si addormentò dopo un po’ di tempo, i ricordi cominciavano ad affiorare, doveva fare mente locale di tutto, paura non ne aveva, non ne aveva mai avuta, si lasciò cullare dalla sua sicurezza ed entrò nel mondo dei sogni, quello più bello di tutti.

 

 

 

 

 

 

Lo so, questo capitolo non è esattamente entusiasmante, ma ci voleva, e poi a me piace far aspettare la gente... eheh, come mi sento perfida...

Ringrazio:

emyc: scusa se aggiorno così tardi, ma ho un sacco di compiti e altri problemi (crisi adolescenziale), cmq grazie x i tuoi complimenti, mi fanno sempre piacere!

fabihetto: ciao fabio!!! Lo so che te l'ho detto 100 volte, ma i tuoi commenti mi commuovono... tvtttttttbxs

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Capitolo 10
*** La paura ***


zoe

CAPITOLO 9: LA PAURA

 

Zoe si svegliò di soprassalto, nel sogno le era improvvisamente apparso Zinegar, con il suo volto dai tratti gentili, ma con due corna sulla nuca quasi ad indicare che razza di essere era, come se non bastasse già il ghigno che aveva stampato in volto.

Il sole era gia alto, Gui era già sveglio

-Zoe, sei sveglia anche tu vero?-

-sì, non riesco più a prendere sonno, io quasi quasi vado nel posto stabilito, non ce la faccio più-

-ok, io ti seguo, aspettami la, io vado a chiamare gli altri-

-cos’è, mi chiami pure il pubblico?-

-non ci si perde uno spettacolo simile-.

Naturalmente questa ironia era nata dal fatto che erano entrambi molto tesi, come si suolo dire: ridere per non piangere (una delle cosiddette “frasi fatte” che preferisco).

Zoe arrivò velocemente al luogo, era una radura piuttosto accogliente, con gli uccellini che cantavano e gli animali che uscivano timidamente dalle loro tane per respirare un po’ d’aria fresca dopo la lunga dormita. La bambina si promise che alla fine dell’incontro avrebbe radunato le sfere e avrebbe chiesto al drago di far tornare quel luogo esattamente come lo vedeva ora, lo scontro sarebbe stato distruttivo, avrebbe reso irriconoscibile quella radura verde, e non solo quello, probabilmente anche tutta l’area circostante per chilometri.

Zoe venne distratta da questi pensieri sentendo arrivare qualcuno, erano Gui, Goku e Vegeta, si rattristò non vedendo Goten e Trunks, ma si disse che era meglio per loro, poiché nelle loro case erano al sicuro, se lei fosse stata sconfitta avrebbero potuto agire Goku e Vegeta, loro lo avrebbero battuto di certo Zinegar; ma lei non aveva intenzione di farsi battere, avrebbe combattuto fino allo strenuo delle sue forze e anche di più se non fosse bastato.

-ciao- salutò Zoe

-ciao Zoe, allora dove si nasconde quella canaglia- chiese Goku

-non lo so, ma io lo aspetterò, non mi tirerò mai indietro-

-e comunque noi ti copriremo le spalle se qualcosa dovesse andare storto-

-non vi preoccupate, io lo batterò, ho un sacco di assi nella manica-.

All’improvviso apparve Zinegar dal nulla con la sua solita aria da: “io sono il più forte e non mi batte nessuno”

-allora non sei ancora scappata-

-non è uno come te che mi fa scappare-

-meglio così, spero che non mi deluderai troppo-

-non lo farò, puoi esserne certo-

-lo spero, perché se sono troppo forte e ti elimino subito non è divertente-

-pensa piuttosto a difenderti bene, credo che ne avrai bisogno-

-il tuo è un consiglio saggio, ne terrò conto, forse, dipende solo da te-.

Zoe stava per scoppiare, quello non solo le aveva ucciso tutta la famiglia, ma la stava pure prendendo in giro

-ADESSO BASTA!!!!!!!!!!!!!!!- la piccola si trasformò in SSJ e si scagliò contro il suo nemico colpendolo in pieno sul naso.

-AHI!- urlò Zinegar sentendo un dolore atroce sul suo naso –piccola mocciosa, te la farò pagare! Nessuno mi aveva mai colpito così!!!!!-

-così impari a sottovalutare l’avversario, poi mi sembra chiaro che in un combattimento si ricevono botte no?-

-piccola peste, non venire da me a dirmi cosa si fa in un combattimento-

-sembravi sconvolto dal mio pugno sul naso………-

-grrrrrrrr, ora ti faccio vedere io!!!!!!!!!-.

Zinegar si scagliò contro Zoe e la colpì nello stomaco, la bambina si accasciò sulle ginocchia con un’espressione di dolore sul volto.

-ah ah ah, così impari a colpire quelli che sono più forti di te-

-non…è…ancora…finita- e si rialzò in piedi, sembrava essersi ripresa.

A questo punto i due si scrutarono, stavano cercando di individuare i punti deboli dell’avversario, per poi colpire. Si mossero nello stesso momento e cominciarono a combattere con pugni velocissimi, purtroppo Zoe sembrava in svantaggio, le prendeva tutte lei, Zinegar schivava tutti i suoi colpi. Dopo un po’ Zoe venne sbattuta contro un albero, spezzando quello e un certo numero di altre piante che si trovavano subito dopo di esso, ritornata normale, la piccola cadde in avanti sul prato verde, che fu inevitabilmente macchiato di sangue rosso; nonostante questo Zoe si rialzò con un sorriso maligno stampato sulle labbra:

-cavoli, sei forte-

-sei stata tu la prima a dirmi di non sottovalutare l’avversario-

-ma io non ti avevo sottovalutato, sapevo che sarei dovuta arrivare a questo-.

Zoe guardò Gui come per aspettarsi il permesso di fare quello che stava per fare (scusate il gioco di parole), il namecciano assentì con un cenno del capo.

Sotto gli occhi meravigliati dei presenti, Zoe si tolse prima gli scaldamuscoli alle braccia, poi quelli alle caviglie mostrando qualcosa di insospettabile: dei pesi.

Zoe se li tolse delicatamente e quando li lasciò caddero al suolo con un gran tonfo, tanto che fecero un buco profondo.

-Gui, cosa sono quelli?- chiese Goku

-sono dei pesi, pensa che ognuno pesa circa 5 tonnellate, li porta sempre, così si allena costantemente, anche se credo che ultimamente si sia abituata, avrei dovuto cambiarglieli il mese scorso-

-c… cinque tonnellate? Ma è incredibile, io nell’aldilà mi sono dovuto trasformare in SSJ per reggerne 10, che è il doppio, ma lei è solo una bambina… e poi prima delle 10 reggevo 2 tonnellate…- disse Goku

-si è allenata duramente, scatenerà tutto il suo odio verso quell’essere e tutta la sua forza-

-ora si spiega il fatto che al torneo di arti marziali di qualche anno fa, sembrava così lenta- disse Vegeta alquanto stupito.

Zinegar guardava anche lui, incredulo, la bambina, fino ad allora non aveva ancora mostrato la sua vera forza

-sappi che sei il primo avversario contro cui tolgo i miei pesi-

-mi sento lusingato…… ora fammi vedere di che cosa sei veramente capace-

-con molto piacere-.

Zoe si mosse dalla sua postazione in modo fulmineo verso Zinegar, il quale parò il suo calcio, ma lei ancora velocissima, fece per saltargli addosso e i due cominciarono ad azzuffarsi, purtroppo Zoe sembrava in svantaggio, aver tolto i pesi non bastava, Zinegar era sempre più forte, la piccola era ormai piena di lividi e si distanziò un po’ dal suo avversario

-che fai scappi?- le chiese Zinegar

-io non sto affatto scappando-

-allora che ci fai lassù?-

-questo: AAAAAAAAAAAAAAAAA- Zoe si rese conto che non poteva fare altrimenti, doveva trasformarsi in SSJ, così i suoi capelli divennero dorati e i suoi occhi, già verdi, più penetranti e sicuri di se.

-era ora che facessi sul serio, io non sono mica un avversario da poco sai? E per dimostrartelo io ti farò fuori…… peccato che non ti serva da lezione-

-smettila… io ti farò tappare quell’immondizia di bocca che ti ritrovi!!!!-

-im… immondizia hai detto!!!!! Guarda che io lavo i denti tutti i giorni……ooooooooh, te ne pentirai!!!!!!!!!!-.

L’incontro continuò più agguerrito che mai, stavolta gli avversari sembravano proprio alla pari:

-forza Zoe continua così, puoi batterlo!- le gridò Gui

-tieni alto l’onore dei sayan- disse Vegeta.

Zoe era come incitata da queste parole, così aumentò la sua velocità e la sua potenza, Zinegar era in difficoltà, doveva pensare a qualcosa, ma a cosa? Trovato! Era una tecnica semplice ma efficace, mai aveva fallito quando l’aveva usata in passato. Così Zinegar si allontanò da lei con alcuni salti mortali all’indietro:

-ora sei tu che scappi- disse Zoe

-no, mi devo concentrare per la mia prossima mossa, mi dispiace, ma questo incontro sta durando più del previsto e poi mi sono stufato, sei arrivata al capolinea-

-illuditi pure quanto vuoi se qui c’è qualcuno che è giunto al capolinea, quello sei tu-

-vedremo-.

Zinegar cominciò a concentrarsi profondamente, Zoe lo guardava stupita “ma cosa sta combinando?” pensò.

Ad un certo punto sentì qualcosa nella testa, non sapeva spiegarselo, era come se qualcuno ne stesse prendendo il controllo, qualcuno che non era di certo lei, poi vide un volto nella sua mente, era Zinegar! A questo punto capì tutto, Zinegar si era impossessato di lei, non le permetteva più di pensare, non riusciva più a guardare, ma quello che era peggio era che non riusciva più a fare pensieri felici, si ricordava solo dei fatti peggiori che le erano capitati, e questi pensieri la stavano invadendo, come se non bastasse Zinegar le inviò delle immagini terribili, così Zoe si ritrovò come in un film dell’orrore, solo che non poteva chiudere gli occhi per non guardare. Cominciò ad avere paura, i suoi occhi si spensero e i suoi capelli tornarono rossi, la testa le pulsava come se qualcuno glie la stesse martellando, se la prese con le mani e cadde sulle ginocchia, non sopportava quella sensazione.

-Zoe! Ma cosa stai combinando?! Rialzati e combatti-

-no Gui, non ti può sentire, lei ora è come in un’altra dimensione, dobbiamo intervenire subito- disse Goku, che aveva capito cosa stava passando la povera Zoe.

Goku, Gui e Vegeta si prepararono ad intervenire, ma prima che potessero farlo:

-non penserete di aiutarla vero? Non ce la farete mai ahahahah- disse Zinegar in quel momento.

Detto questo con un gesto della mano, il mostro li rinchiuse dentro delle bolle, i nostri amici erano in trappola

-aaaaaaaaaaa- Goku provò con tutte le sue forze a distruggere la bolla che lo rinchiudeva, ma senza alcun risultato, usò anche l’onda energetica, ma anche quel tentativo fu un buco nell’acqua

–urca! E ora come facciamo, non riesco ad uscire-

-per la miseria! Ci ha intrappolati come luridi insetti! A me poi, il principe dei sayan, oooooooh ma se esco se la dovrà vedere con me in persona, lo farò fuori!- disse Vegeta alquanto arrabbiato

-non serve arrabbiarsi, solo lui può farci uscire e se muore spariranno anche queste bolle, forza Zoe, non lasciarti impressionare, devi batterlo! Per te, per i tuoi genitori, per tua sorella… per me!- Gui cercava disperatamente di esortare Zoe.

Purtroppo neanche questo fece scuotere Zoe.

La situazione era critica, la bambina era in preda al panico per la prima volta nella sua vita, e questo non le piaceva affatto, cominciò ad urlare, non sopportava quella sensazione, voleva solo andarsene a casa e buttarsi nelle braccia di Gui, ma questo pensiero veniva sempre sostituito alla visione di sua madre, che veniva trapassata da Zinegar, dal suo disperato urlo, un urlo terrificante, che significava solo morte, Zoe poteva sentire le gocce del suo sangue schizzarle contro, ma lei non poteva fare nulla, si sentiva incatenata, come nel peggiore degli incubi, sperava tanto che fosse così, almeno al risveglio sarebbe stata confortata da braccia amiche, invece no, non poteva svegliarsi, era tutto così orribile.

-ok, mi sono stufato, ora ti finisco- disse Zinegar-

-noooooo, Zoe ti prego riprenditi!- disse Gui

-ahahahahahah, addio-.

Zinegar incanalò la sua energia sulla mano e la compresse formando una sfera, la puntò contro Zoe che ormai era impotente, si era arresa, era ancora in ginocchio ma la sua fronte toccava la terra, le sue lacrime bagnavano il terreno e il suo respiro affannato alzava la polvere che le entrava in gola facendola tossire, il che provocava altra polvere.

Zinegar lanciò la sua sfera che illuminò Zoe di una luce rossa come le fiamme dell’inferno, ma ecco che accadde qualcosa di impensato, Zinegar non era più concentrato sulla mente di Zoe perché altrimenti non avrebbe mai potuto lanciare l’onda, così lei si stava lentamente riprendendo e vide una figura mettersi davanti a lei dicendo:

-ONDA ENERGETICA!!!!!!!!!!-.

Chiunque fosse, le stava salvando la vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao!!! Eccomi col nuovo capitolo, di già... ma credo che ultimamente aggiorno un po' tardi, quindi volevo riprendere il tempo perduto. Chi sarà mai l'eroe che sta salvando Zoe, lo saprete solo leggendo il prossimo.

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Capitolo 11
*** La vendetta ***


zoe

CAPITOLO 10: LA VENDETTA

 

Zoe aveva ancora la vista annebbiata, quindi non riuscì a capire chi fosse colui che la stava salvando, la prima persona che le venne in mente fu Gui, doveva essere per forza lui, però, ora che ci pensava, Gui non conosceva l’onda energetica, allora pensò a Goku, ma mano a mano che le tornava la vista vide che non era neanche Goku, era Goten!

Il bambino riuscì a deviare l’onda di Zinegar.

-Goten!- disse Goku, avendo riconosciuto suo figlio

-maledizione, da dove salta fuori questo microbo?!- si lamentò Zinegar

–TU, ti sei intromesso, ora ne pagherai le conseguenze!-

-fammi pure tutto quello che vuoi, ma dovrai uccidermi se vuoi fare fuori Zoe-

-se mi chiedi solo questo allora ti accontento, vali meno di zero!-.

Goten era ridotto come uno straccio, aveva consumato tutta la sua energia lanciando l’onda energetica, così dopo un pugno molto violento di Zinegar cadde a terra prima che potesse contrattaccare.

-no, Goten!- disse Zoe, il pugno lo aveva spinto lontano dal mostro parecchi metri

-non…ti preoccupare, tu pensa a battere quel mostro…- a questo punto il bambino svenne tra le braccia di Zoe

-Goten, grazie, il tuo gesto non sarà stato invano, io lo batterò-.

Zoe era più determinata che mai, ma soprattutto molto arrabbiata, la visioni che le aveva inviato prima Zinegar le avevano provocato una rabbia incredibile, ora accentuata dal fatto che quell’essere spregievole non si è fatto molti problemi a colpire Goten nonostante fosse a pezzi e chiaramente in svantaggio, Zoe si ritrasformò in SSJ.

-tu sei un essere orribile, hai ucciso i miei genitori in un modo orrendo e non ti saresti fatto tanti problemi ad eliminare anche Goten… mi fai schifo!-.

La forza di Zoe aumentava continuamente, stava raggiungendo un livello altissimo, Goku, Gui e Vegeta se ne accorsero, un tale aumento di energia si poteva avere solo in una certa circostanza, che Goku e Vegeta conoscevano bene.

L’aspetto di Zoe stava cambiando, i capelli le si drizzarono di più rompendo il nastro che li legava, un ciuffo le cadde in mezzo alla fronte, la muscolatura stava aumentando, non c’erano più dubbi: quello era il SSJ2!

Tutti erano sbalorditi, forse c’era ancora una speranza, all’improvviso Zoe disse:

-Trunks, vieni fuori da lì, prendi Goten e portalo al sicuro-.

Trunks uscì dal suo nascondiglio dietro agli alberi, da dove aveva assistito insieme a Goten a tutto l’incontro

-ma come facevi a sapere che ero lì?-

-lo so e basta, ora muoviti, prima che sia troppo tardi-

-ma… io voglio vedere ancora-

-non mi contraddire! Levati di torno o dovrò farlo io con le cattive maniere!-

(c’è da precisare che quando si è al SSJ2 il carattere diventa pessimo).

Zoe non aveva mai parlato così a Trunks, quest’ultimo prima ci rimase male, poi decise di obbedire notando quanto fosse serio lo sguardo di Zoe, non riusciva a sostenerlo, nonostante fosse abituato a quello di suo padre, era glaciale, mai lo aveva visto negli occhi della sua amica, prese Goten e tornò tra gli alberi, prendendo la strada di casa.

-ora a noi due- disse Zoe

-come vuoi- rispose Zinegar col suo solito, odioso ghigno.

I due avversari cominciarono a combattere e stavolta era proprio Zoe ad essere in vantaggio, si muoveva ad una velocità pazzesca, Gui non riusciva a seguirla, Goku e Vegeta si meravigliavano di quello che la bambina sapesse fare, loro ci avevano impiegato una vita per arrivare a quel livello, Zoe si sarà anche impegnata a fondo, ma non basta per essere così forti.

-dimmi Gui, a che allenamento l’hai sottoposta?- chiese Goku

-all’inizio le ho insegnato a tirare calci e pugni, poi l’ho messa in una camera gravitazionale in cui la gravità era il doppio rispetto a quella della terra, aveva solo 3 anni, ma non appena cominciò a fare i suoi primi passi, riusciva a tener testa a dei terrestri adulti-

-noi sayan nasciamo con un certo livello di combattimento, il suo quanto era?- chiese Vegeta, al quale stava a cuore la figlia del suo vecchio migliore amico

-di preciso non lo so, circa 7000-

-bene, buon sangue non mente, sarebbe stata di primo livello, come suo padre e suo nonno- rispose il principe soddisfatto.

Intanto il combattimento continuava ma sembrava ormai giunto al termine, Zinegar cominciava a perdere colpi.

Dopo la sua ennesima caduta:

-Zinegar, finalmente la mia vendetta sarà compiuta, sei giunto al capolinea-

-non sperarci ragazzina, mi hai fatto veramente arrabbiare, ho intenzione di radere al suolo questo inutile pianeta-.

Zinegar cominciò a concentrarsi

-tanto è inutile, non riuscirai mai a battermi- disse lui, ora ancora più determinato a vincere; da dove aveva preso tutta quella forza? Era una bambina, una piccola sayan, uno scarto dell’universo, a suo parere… ma allora perché sembrava più forte di lui?

Zinegar si librò in aria con gli occhi chiusi e le mani raccolte in uno strano gesto

-dove credi di andare, io non ti lascerò scappare, puoi scommetterci!- gli disse Zoe, disorientata dal fatto che di stesse allontanando, ciò non preannunciava nulla di buono.

Attorno al mostro si stava radunando un sacco di forza, ma Zoe se ne accorse troppo tardi.

-oh no, ho capito quello che vuole fare quel maledetto, accidenti, come sono stata stupida, non c’è un minuto da perdere, ma io… cosa posso fare?- si fermò un attimo a riflettere.

-attenta Zoe quello non scherzava quando diceva di voler distruggere il pianeta!- le disse Gui

-lo so, calmati ho la soluzione- “non mi resta altra scelta” si disse.

Ormai la potentissima sfera di Zinegar era finita,

“ma da dove avrà preso tanta forza, era sfinito” pensò Zoe tra se e se.

La piccola si concentrò a sua volta e un vento caldo cominciò a muovere i pochi alberi che restavano della foresta.

Improvvisamente apparve una microscopica sfera nella mani di Zoe, ma si ingrandiva a vista d’occhio, in pochi secondi era diventata immensa, era gialla e molto, molto calda.

-questa… questa è la supernova- disse Gui con stupore

-la supernova hai detto?- disse Vegeta

-esatto credo di avervene parlato-

-urca! Allora è questo il famoso colpo segreto di Zoe- disse Goku.

Il colpo di Zinegar partì ed era potentissimo

-arrenditi Zinegar, non hai alcuna possibilità-

-semmai tu non ne hai, non mi arrenderò mai contro di te-

-allora sei un pazzo! Morirai atrocemente come sono morti i miei genitori e mia sorella!-.

Detto questo lanciò il suo colpo gridando con tutto il fiato che aveva in gola:

-SUPERNOVA!!!!!!!!!!!-.

Il piccolo sole risucchiò la sfera di Zinegar e subito dopo si diresse vero di lui a velocità spaventosa colpendolo in pieno e carbonizzando all’istante il suo corpo: era finita, Zoe si era vendicata, la fatica di tutti quegli anni passati a farsi del male, pur di diventare più forte era stata ricompensata, finalmente, ora, i suoi famigliari potevano riposare in pace.

All’improvviso si ricordò di Gui e della sua imminente partenza per l’aldilà, trascinandosi a fatica, andò nella direzione del namecciano che l’aveva allevata come se fosse stato suo padre.

I due si incontrarono a metà strada l’uno dall’altro

-sei stata bravissima, visto che allenarsi serve più di quanto si pensi-

-eh già… noi ora ci dobbiamo salutare vero?-

-sì… ma non ti devi preoccupare, io chiederò a Baba di portarmi qui qualche volta, poi ti parlerò attraverso il re Kaio… come se fossi partito per una lunga vacanza-

-devo pensare che tu sia in vacanza?!-

-esatto, immaginami in un albergo 5 stelle su un’isola bellissima, ricordi quando siamo stati alle Hawaii? Ecco, in un posto simile-

-sì, le ricordo le Hawaii… e tu staresti in un paradiso simile mentre io sgobbo per diventare sempre più forte??-

-è così la vita-

-meno male che dopo ci si riposa su un’isola caraibica…-.

Con queste ultime battute si salutarono e Gui cominciò piano piano a scomparire sotto lo sguardo di Zoe, non c’era tristezza nel suo sguardo, Gui voleva così, e lei non avrebbe potuto fare niente, in fondo l’avrebbe rivisto qualche volta no? All’improvviso svenne, era stremata dal combattimento, quando Goku e Vegeta la presero notarono che un’ultima lacrima le era scesa, dentro di se erano racchiuse tutta la rabbia e la frustrazione di 8 anni, ma ora non c’erano più, Zoe poteva cominciare una nuova vita, questa volta senza sofferenze.

 

La bambina si svegliò sdraiata su un letto da ospedale e sentì un vociare nella sua stanza, aprì gli occhi e vide due figure sfocate, ma preso si abituò alla luce del sole, che quel giorno splendeva in modo particolare, e vide le facce dei suoi due più cari amici: Goten e Trunks.

-Zoe si è svegliata!- dissero in coro.

Ora tutti le erano addosso, erano confortati dal fatto che stesse bene, era conciata mica bene, aveva cerotti dappertutto e la febbre alta, risultato dello shock preso mentre Zinegar le aveva inviato le visioni.

L’orario visite era finito e se ne andarono tutti, tutti tranne Goku.

-e tu non vai a casa come gli altri?-

-credo che ora sia tu ad avere più bisogno di compagnia in questo momento e poi ho promesso a Gui che mi sarei preso io cura di te quando lui se ne fosse andato-

-io non ho bisogno di nessuno-

-ok, d’accordo, mi sono portato un letto pieghevole-

-grazie-.

Goku le sorrise, era così buffa, gli ricordava tanto Vegeta, prima cerca di fare la dura, poi si scioglie in un timido grazie, così finì questa giornata memorabile, così finì la sofferenza di Zoe, ora di fianco aveva tante persone che le volevano bene, che, di questo ne era certa, non le avrebbero fatto mancare nulla, erano la sua famiglia.

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!!!!!!!! Scusatemi per il ritardo, ma ho davvero tantissime cose da fare!!! Cmq, la storia vi piace fin qui? Dal prossimo capitolo cambia un po', diciamo che comincia la parte romantica... non vi anticipo nulla... scoprirete tutto (come si suol dire) nella prossima puntata!!!!!

Grazie grazie a chi mi commenta!!!!!!!

kiss by black91

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Ritorno a casa ***


zoe

CAPITOLO 11: RITORNO A CASA

 

Zoe viaggiava in quella città, senza meta, senza nessuno con cui parlare, ma in fondo era meglio così, in questo modo avrebbe potuto riflettere meglio su quello che le era accaduto negli ultimi anni.

Ammetteva che dopo la morte di Zinegar la sua vita era cambiata: aveva imparato a cavarsela da sola, visto che anche Gui se n’era andato abbandonandola………… ora che ci pensava non era poi così sola, di giorno era sempre con Goten e Trunks o a casa di Marron, a volte combatteva con Goku, dato che i suoi migliori amici avevano perso la voglia di lottare, ricordava ancora quelle giornate passate a fare degli scontri “tutti contro tutti” e in effetti le mancavano un po’, da allora era passato parecchio tempo, ora lei aveva 14 anni e il terreno su cui stava camminando in quel momento apparteneva alla città di Milano.

Ci era andata da sola, nella speranza di trovare i suoi nonni, non aveva la più pallida idea di dove si trovassero, sapeva solo che appartenevano allo stato chiamato Italia, lo aveva sentito dai suoi genitori l’ultima volta che l’erano andata a trovare.

Ma non era solo questo il motivo che l’aveva spinta così lontana dal pianeta Earth, no, infatti appena una settimana prima era successo un fatto che non era ancora riuscita a spiegarsi, sperava che stare per un po’ sulla Terra le avrebbe chiarito le idee.

Pochi giorni prima, come al solito, i 3 amici si erano messi d’accordo per andare al cinema che c’era in città, purtroppo Trunks ha avvertito all’ultimo secondo che non ci sarebbe potuto andare perché i suoi genitori dovevano andare via a fare una cosa importante, quindi lui avrebbe dovuto stare in casa con la sua sorellina Bra, che era ancora piccola ed era impensabile lasciarla a casa da sola.

Zoe e Goten ci andarono per conto loro e si diressero verso la città:

-che film vediamo?- chiese Zoe

-non lo so, è appena uscito quel film dell’orrore… com’è che si intitola?- disse Goten scherzosamente, conoscendo già la reazione dell’amica.

-non ci pensare neanche! Io i film dell’orrore non li vedo, piuttosto me ne torno a casa-

-NONO! Non importa, stavo scherzando, non c’è bisogno che te la prendi così, andiamo là e vediamo cosa c’è-.

Alla fine videro un film d’avventura, Zoe non sopportava i film dell’orrore, le ricordavano troppo le visioni che Zinegar le aveva inviato anni prima, era passato tanto tempo, ma i ricordi erano come indelebili nella sua mente.

Una volta usciti andarono a prendere un gelato e si sedettero su una panca che dava la vista sul mare, era ormai il tramonto e il mare risplendeva di scie dorate, era uno spettacolo mozzafiato, ma tutto sommato i due amici non ci badavano molto, erano intenti a parlare del più e del meno:

-come ti va la scuola- chiese Goten

-bene, non ci danno neanche tanti compiti-

-davvero? A me sì, una montagna, ma non sempre li faccio tutti, copio sempre da Trunks, lui sì che li fa tutti-

-certo, deve impegnarsi, il suo destino è segnato, sarà il prossimo capo della Capsule Corporation-

-eh già, almeno lui ce l’ha un futuro, io non so proprio cosa fare dopo la scuola-

-allora siamo in due, da bambina credevo che le arti marziali bastavano per sopravvivere, ma non è così, ti aiutano e basta, e poi è così faticoso studiare…-

-puoi dirlo forte, io sono finito in una scuola difficilissima e sono in mezzo a gente sveglia… Trunks compreso-

-tua madre diventa una bestia quando si tratta di scuola-

-esatto, il problema è che io non ce la faccio più, mi sveglio la mattina che non riesco neanche a fare colazione, io sono molto simile a mio padre e di conseguenza non potrò mai dare dei risultati come quelli di mio fratello-

-non provare a paragonarti a lui, certo sarà più intelligente di te, ma nei rapporti interpersonali non è il massimo, mentre tu… non ti fai nessun problema, per questo hai tanti amici-

-dici? Peccato che con questa qualità non possa andare molto lontano- poi guardò Zoe con espressione di rimprovero -adesso non provare a dirmi che ognuno ha il destino di fare qualcosa di decente-

-io non credo nel destino- (eccola! Una delle mie frasi preferite!)

-bene-

-sai credo che ci ridurremo a diventare dei penosi insegnanti di arti marziali-

-forse è vero-.

I due cominciarono a ridere, immaginandosi nei panni di un allenatore mentre impazzisce in mezzo a tanti bambini incapaci e petulanti.

-io non ce la farei- disse Zoe

-nemmeno io- rispose lui continuando a ridere a crepapelle.

La risata continuò ancora per poco, poi, ad un tratto silenzio.

Nessuno parlava, qualcosa si era bloccato e i due erano divisi da come un muro di ghiaccio freddo, molto, molto freddo. Quel silenzio non piaceva a nessuno dei due e stavano cercando in tutti i modi di trovare qualcosa da dire per rompere quel ghiaccio che si era formato:

“ma che diavolo sta succedendo, forza Zoe dì qualcosa” si diceva Zoe in preda al panico.

“dai Goten dille di quella volta che Trunks si è addormentato in classe e la professoressa lo ha ripreso, mentre lui cercava ancora di capire in che razza di posto si trovava, dai… è una cosa divertente” si diceva intanto Goten.

“questa cosa sta diventando imbarazzante, devo fare qualcosa” si disse di nuovo Zoe.

Ad un tratto, per sbaglio, le loro mani si sfiorarono:

-scusa…- disse Goten che non aveva neanche il coraggio di guardarla negli occhi

-non importa…- disse lei evitando di guardarlo in faccia.

Però subito dopo si guardarono reciprocamente, come se ci fosse stata una calamita che attirava i loro occhi a guardarsi, in un modo che mai avevano fatto, non più un pensiero sfiorava le loro menti, anche la paura se n’era andata, c’era un altro sentimento che legava i due amici, forse non è più il caso di chiamarli così, era una cosa molto più profonda, una specie di attrazione, si avvicinarono piano, chiusero gli occhi e si incontrarono in un tenerissimo primo bacio.

Parve ad entrambi di essere in paradiso, di volare in luoghi meraviglioso e sconfinati l’uno in compagnia dell’altro. Ma la magia durò poco, infatti Zoe tornò alla realtà dopo aver visto in quel fantastico sogno la faccia del suo migliore amico, lei si staccò e Goten rimase stupito da questa cosa e la guardava con aria interrogativa, uno sguardo che fece una tenerezza infinita a Zoe, facendole piangere il cuore.

-scusa… io non ho idea di che cosa ci sia preso ma è stato un errore, un grande errore- disse lei

-hai ragione, ti riaccompagno a casa-

-no… so anch’io dove abito- e se ne andò più veloce che poteva.

Goten la guardava mentre si allontanava, una parte di lui la voleva seguire, l’altra gli diceva di stare lì, alla fine prevalse la voce che gli diceva di stare fermo dov’era.

Zoe era rimasta scioccata, non credeva che il suo primo bacio potesse essere con uno dei suoi migliori amici, che era stato bello non poteva negarlo, aveva provato sensazioni che mai nessuno al di fuori di Goten le aveva fatto conoscere.

Ma più ci pensava e più le veniva come un senso di ribrezzo perché lui… era Goten, il suo compagno di giochi da quando erano bambini, non potevano… si insomma… mettersi insieme… era contro natura.

Zoe aveva le idee confuse, in quel momento voleva solo andare a casa e volò ancora più veloce. Varcò la soglia della sua dimora e scoppiò in un pianto liberatorio, non voleva rovinare la sua amicizia con Goten, era troppo importante per lei, ma solo come amico, a questo punto si addormentò.

Il giorno dopo le bussò Goku alla porta, era la giornata degli allenamenti.

-arrivo! Un attimo- disse Zoe svegliatasi di soprassalto.

Si mise la sua tuta, era identica a quella di quando era piccola, solo lei era cambiata, i capelli li legava solo per allenarsi, di solito li teneva sciolti, con un ciuffo ribelle che qualche volta le copriva il viso e, dettaglio importante, non aveva più la coda, simbolo inconfondibile di razza sayan, l’unico dettaglio che la faceva appartenere, almeno fisicamente, alla razza di suo padre, se l’era tolta quando a nove anni si rese conto che la gente la guardava malissimo.

Uscì e nel vedere Goku, si ricordò Goten e tutto quello che le era successo il giorno prima, i due si somigliavano così tanto, per lei era impossibile vedere uno e non ricordarsi subito dopo dell’altro.

-che hai oggi? Hai l’aria triste- le chiese Goku

-cosa? No, non è niente, solo che ieri sono andata a letto tardi e sono ancora stanca-

-ah, se vuoi puoi tornare a letto e ci alleniamo domani-

-nonono, ti prego, io ho bisogno di combattere, ieri è stata una giornata difficile-

-ok, se lo dici tu… anche Goten ieri ha detto che era stata una giornata difficile, siete usciti insieme no?-

-sì, ma non c’entra con lui… che strana coincidenza- la ragazza cercava di mascherare quello che veramente pensava, voleva solo dimenticare, e parlarne non era certo d’aiuto.

-eh già, i casi della vita- rispose Goku, il quale non aveva capito un fico secco.

“per fortuna Goku non è proprio quello che si dice una persona sveglia, altrimenti avrebbe capito tutto” si disse Zoe.

Entrambi andarono nel luogo dove si allenavano sempre e Goku disse a Zoe:

-senti, ho voglia di insegnarti una nuova tecnica, visto che i miei figli non sono molto entusiasti di combattere-

-quale? Non sto più nella pelle-

-pensavo di insegnarti il teletrasporto-

-dici sul serio? Credi che io sia in grado di impararla?-

-certo, non ti avrei chiesto se volevi impararla se non ero sicuro che tu l’avresti imparata-

-grazie mille!-

-forza, al lavoro, dovremo allenarci tutti i giorni, questa tecnica richiede molta pazienza e anche molto lavoro-

-sono pronta-.

In meno di una settimana l’aveva imparata benissimo, era così che era giunta sulla terra.

Il tempo passava e alla fine scoprì di aver girato Milano in lungo e in largo.

Si trovava vicino ad una piazza, una piazza piena, strapiena di gente che urlava ad un palcoscenico, sopra il quale c’era una band musicale, Zoe si avvicinò, incuriosita, ma anche perché la canzone che stavano cantando… le piaceva un sacco… anche se non capiva una parola. Quando la canzone finì, arrivò una ragazza che disse:

-e questi erano i Linkin Park, con la loro canzone “numb”!-

“però! Carina la musica terrestre… Linkin Park… me li devo ricordare” (non potevo non mettere i miei miti!!! Linkin Park 4ever!!!!!).

La ragazza non sopportava più tutta quella gente e decise di allontanarsi da quella piazza.

-non sento aure familiari in questa città, eppure non penso di essere molto lontana, qualcosa mi dice che sono nella regione giusta- senza essere vista da nessuno si teletrasportò fuori Milano da dove prese il volo dopo essersi assicurata che fosse sola.

Volò in direzione delle Alpi, scrutava tutti i luoghi sopra cui passava e studiava ogni minima aura che sentiva; ad un tratto la sentì, sentì un gruppo di aure che somigliavano alla sua, aveva trovato dei suoi parenti, atterrò su un albero e si diresse verso la fonte di quelle aure così familiari, anche se era estate l’aria che respirava era fresca, pura, molto diversa da quella che aveva sentito a Milano.

-così è questa la terra, è un bel posticino, è molto simile a Earth-.

Mentre osservava il paesaggio sentì delle urla:

-ma chi…- disse lei, e andò nel luogo da cui provenivano quei richiamo d’aiuto.

Vide un ragazzo, forse della sua età, solo contro una banda di teppisti che si facevano beffe di lui, lo stavano picchiando duramente.

-lasciatelo stare- disse lei senza alcun timore

-e tu chi saresti?- disse uno

-perché sennò che fai- disse un altro che probabilmente era il capo

-non avete idea di quello che potrei farvi-

-che paura, ragazzi scappiamo- disse il capo con un tono da presa in giro, ma quando si voltò non trovò il ragazzo che fino a un secondo prima si trovava tra le sue grinfie

-ma cosa…- disse cercando di capire cosa era successo

-per caso stai cercando lui? L’ho portato lontano da te, non ti ha mai detto nessuno che non si combatte contro chi è più debole di te?- disse Zoe che aveva dietro di se il povero malcapitato.

-ma tu chi sei?-

-io, sono una ragazza che è venuta a vedere come se la cava questo paese-

-ragazzi, secondo me non è una terrestre, non ho mai visto nessuno muoversi così velocemente-

-anche secondo me, filiamocela-

-non prima che ci dica a che razza appartiene-

-state parlando di me?- chiese Zoe vedendo quelli confabulare

-senti, ma tu a che razza appartieni?-

-io? Sono una terrestre-

-i terrestri non sono così veloci-

-e va bene, vengo da un altro pianeta, ma non vi dirò mai quale- detto questo, preso in braccio il ragazzo che aveva salvato prese il volo perché si era accorta che la situazione stava cominciando a diventare complicata.

“devo cercare di dare meno nell’occhio, non penso che i terrestri siano molto contenti di avere una mezzo sayan in mezzo a loro” si disse mentre volava lontano da quella gentaglia.

-grazie per prima, ora puoi riportarmi giù, sai non avevo mai volato…-

-ops, scusa, io non ci faccio più caso, ho imparato a volare nello stesso momento in cui ho imparato a camminare-

-sul serio? Ma tu di che razza sei?-

-non ti piacerebbe saperlo-

-perché no, ormai la terra è invasa da un sacco di extraterrestri, non mi stupisco più di niente-.

Atterrarono e Zoe disse:

-ti prego promettimi che non lo dici a nessuno-

-promesso, in fondo sono in debito con te-

-ok, allora, mio padre è giunto qui quando lui era ancora un bambino ed era un sayan-

-davvero? A noi ci fanno studiare che ormai sono estinti-

-non è vero, io sono solo metà e metà, ma sono pur sempre un sayan-

-tua madre chi era?-

-una terrestre, abitava proprio in questo paese, io sono venuta qui per conoscere i miei nonni, e magari zii e cugini, se li ho-

-cavolo, io ti posso aiutare-

-non ti scomodare, io sento le aure e qualcosa mi dice che sono molto vicino-

-va bene, io qui conosco tutti, vuoi che ti accompagno?-

-se vuoi-.

Così entrambi si diressero verso quella casa che emanava tanta familiarità a Zoe, una volta varcata la soglia la ragazza esitò a bussare:

-forza, che aspetti, non vuoi conoscere la tua famiglia?-

-sì è che…e se non ne vogliono sapere di me? E se non mi credono? Io non potrei sopportarlo-

-in quel caso ti aiuterò io-

-grazie, ora busso-.

Zoe bussò alla porta e non passò molto tempo che apparve una vecchia signora dai capelli bianchi, ma dagli occhi verdi.

-ciao Paolo, cosa posso fare per te- disse la vecchia

-per me niente, è questa ragazza che la cercava-

-salve, voi siete la madre di una donna chiamata Elena che è morta circa 14 anni fa?-

-sì, sono io, ma tu chi sei, mi ricordi qualcuno-.

A Zoe venne una felicità immensa e disse:

-ciao nonna, io sono Zoe-

-cosa… tu, cioè… io credevo che tu fossi morta insieme a tua madre-

-invece no, io mi sono salvata e appena ho potuto sono venuta a cercarti nonna-.

La vecchia cominciò a piangere:

-sai che le assomigli molto? A tua madre intendo-

-me lo hanno detto in molti-

-che ci fate ancora lì, Zoe, non vorresti conoscere la tua famiglia-

-sono 14 anni che aspetto, non vedo l’ora-.

Così la porta si chiuse alle loro spalle e Zoe per le prima volta sentì un odore familiare e per la prima volta sentì la sensazione di Casa.

 

 

 

 

 

 

Eccomi!!! So che non sono mancata a nessuno, anche perchè intuisco che la mia storia non vi piace, visto i pochissimi commenti ... solo 2 di:

LORIGETA: grazie, sono molto contenta ke ti piaccia la mia storia, anke io continuo a leggere la tua, anche se hai fatto diventare NC17 "La prima volta di Trunks", e non posso più leggerla... non fa niente... tra tre anni portò leggere tutto quello che voglio. Grazie ancora!!!

emyc: grazie x tutti i commenti che mi fai, sono proprio delle consolazioni, spero di non averti delusa, anke xkè non sono io una persona molto romantica, però mi sono impegnata a scrivere quel momento tra Zoe e Goten... 

Invito di nuovo altre persone a commentare, perchè, lo so che non vi piace, ma ditemi cosa ne pensate!!!!!!!!!

kiss by black91 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** La famiglia di Zoe ***


zoe

CAPITOLO 12: LA FAMIGLIA DI ZOE

 

Zoe era appena entrata in quella casa, ma la sentiva già sua, non sua di proprietà, ma sua spiritualmente; e poi le voci che provenivano dal soggiorno la fecero gioire, si sentì euforica all’idea di conoscere tanta gente che in qualche modo fosse imparentata con lei, fin da piccola aveva vissuto con persone che non c’entravano niente con lei, certo le volevano bene, ma non era la stessa cosa.

Non appena raggiunse il covo del raduno familiare tutti smisero di parlare e la guardavano come per dire: “e questa da dove spunta?”, in quel momento Zoe si sentì sprofondare e si aggrappò a Paolo, il quale, che non era abituato ad un approccio così diretto con una ragazza, arrossì visibilmente.

-mamma, chi è questa ragazza?- chiese una donna, che si dimostrò subito essere la figlia della vecchia, quindi la zia di Zoe

-io vorrei che tutti voi mi ascoltaste, è molto importante, ditemi, chi vi ricorda questa ragazza?-

-non, lo so, non credo di averla mai vista- disse la figlia della nonna, Manuela

-nemmeno io- disse un altro

-guardatela bene, Sergio, Manuela, Irene, Lisa, Alessandro- (rispettivamente il marito, ovvero il nonno, e i figli), Sergio capì che si trattava della figlia della sua adorata Elena, tragicamente morta anni prima, come ben sappiamo.

-no, non può essere, io credevo che tu…- disse

-esatto, allora hai capito- disse la nonna Luisa

-io non capisco…- disse Manuela

-vuoi dirlo tu cara?-

-va bene… so che vi sarà difficile da credere… ma io sono Zoe, la figlia di Elena-.

A questa dichiarazione tutti rimasero stupiti, anche Sergio, il quale aspettava solo la conferma dei suoi sospetti.

-Z…Zoe hai detto, ma… non può essere, lei era… morta, insieme a Elena, suo padre e sua sorella- disse Irene

-eppure somiglia così tanto…- disse Manuela

-sono io, ve lo posso assicurare-

-Zoe non era mica la gemella con la coda? Perché tu non ce l’hai?- disse Alessandro

-non era molto comoda per andare in giro, quindi l’ho tolta anni fa-

-quindi tu sei quella fortissima- disse Manuela

-esatto, io ho preso da mio padre, io sono una sayan-

-scusami ma io non capisco molto, non mi ricordo di te, ne della tua potenza, so solo che tuo padre era un sayan, ed è solo colpa sua se mia sorella è morta- detto questo Irene corse via

-devi scusarla, lei era molto affezionata ad Elena e la sua morte la tormenta ancora adesso, ed è convinta che sia stata colpa di tuo padre- disse Luisa

-no, è comprensibile, ma non è stata colpa di mio padre, non  è stata colpa di nessuno-

-allora ti prego, puoi raccontarci tutto quello che sai, sono anni che questa famiglia vive nell’incertezza, abbiamo bisogno di spiegazioni, ti ascolterò, anche se non mi piace la tua razza- disse il nonno

-sì, io so molte cose e sono venuta qui anche per dissipare alcuni vostri dubbi-.

Tutti erano attenti, era passato molto tempo da quel tragico fatto, ma il dolore che provavano era ancora grande.

-vedete, all’epoca tra i sayan si usava cercare pianeti, conquistarli e venderli, mio nonno ne ha conquistato uno sterminandone completamente la popolazione, però un abitante è riuscito a sopravvivere e ha cominciato ad organizzare la sua vendetta-.

Zoe aveva tutta l’attenzione della sua famiglia, si sentiva orgogliosa per questo, ma non era molto sicura che l’avrebbero accettata, in fondo era così diversa da loro.

-poi, sfortunatamente il pianeta dei sayan è esploso e con lui anche mio nonno, mio padre si è salvato ritirandosi su questo pianeta, ma, quell’abitante sopravvissuto diventava sempre più forte e allora per vendicarsi è venuto qui per uccidere tutta la mia famiglia, non voleva che rimanesse vivo neanche un discendente di quell’essere che ha sterminato il suo popolo, però ci è andata di mezzo anche mia madre, anche se lei non c’entrava niente-.

-quindi mia figlia è morta per uno stupido errore, per un’orripilante usanza dei sayan! Io… se mi trovassi davanti quel mostro non so cosa gli farei…- disse il nonno in presa ad una collera incontrollabile

-non c’è da preoccuparsi, l’ho fatto fuori già io, ma ne ho pagato le conseguenze, era un essere orribile, non meritava di rimanere in vita, avevo solo otto anni quando compii la mia vendetta-

-la tua vendetta-

-sì, io sono stata trovata da un namecciano, mi ha allevata lui e mi ha raccontato come erano morti i miei genitori, io mi sono allenata duramente per riuscire a sconfiggerlo, e così è stato, ma ho dovuto pagarne le conseguenze, nel combattimento quel mostro mi ha fatto rivivere i momenti peggiori della mia vita e ancora oggi ho degli incubi terrificanti, c’è sangue ovunque, e io non posso fare niente, mi sento con le mani legate, mentre Zinegar, con tutta la sua cattiveria, uccide mia madre mentre sta fuggendo con me in braccio, credo che sia morta per proteggermi, io ho passato anni a sentirmi in colpa, ma poi ho realizzato che io non potevo fare niente, non posso cambiare il corso delle cose, ormai è andata così e tutto sommato ora la mia vita è normale, nel mio pianeta sono circondata da gente che mi vuole bene e io gli sono molto grata, mi trattano come una di loro, come una figlia, come una sorella, ma non potrebbero mai eguagliare la sensazione che ho provato appena sono entrata qui, mi sono sentita subito a casa, ma se non mi volete, se non volete perdonarmi fatelo pure, io vi capisco, d’altronde non sono venuta per restare-

-ma che cosa stai dicendo, noi non siamo arrabbiati con te, tu sei l’unica sopravvissuta, ci ricordi tanto tua madre, e potremo ospitarti per tutto il tempo che starai qui, vero caro?- disse la nonna, ancora commossa per la storia appena raccontata dalla nipotina appena ritrovata

-certo che può rimanere, ha fatto tanta strada, non possiamo lasciarla in mezzo alla strada, puoi dormire nella stanza degli ospiti- disse Sergio

-ti accompagno io- disse Manuela.

Mentre salivano le scale Zoe scoprì che Manuela aveva una figlia pressappoco della sua età, era una ragazza spigliata, con un sacco di amici, tra poco sarebbe dovuta tornare.

-ascolta, ma se tu sei Zoe e hai sangue sayan, allora sei forte, cioè, tu puoi volare?-

-certo, ho imparato non appena riuscivo a reggermi in piedi, il mio insegnante pretendeva molto da me, e anche io pretendevo molto da me stessa, fino a otto anni andavo in giro con pesi alle caviglie e ai polsi di cinque tonnellate ciascuno-

-cinque tonnellate! Wow, sembra incredibile, e riuscivi a tenerli?-

-all’inizio è stato difficile abituarmi, poi alla fine non ci facevo più caso, ora che non li metto più mi sento molto più leggera-

-ci credo, mia figlia sta studiando proprio i sayan ultimamente, potresti aiutarla-

-con piacere, noi non siamo molto svegli e la nostra intelligenza è limitata, difatti a scuola sono una vera frana… mi piacerebbe aiutare tua figlia, come si chiama?-

-Giorgia, semmai appena finisci la possiamo andare a cercare-

-no, aspettiamola che torna, credo che sia meglio, poi ora vorrei visitare un po’ questa Terra-

-tutta?-

-sì, io volo velocemente, in poco tempo potrei arrivare dall’altra parte-

-scusami, ma non ti posso accompagnare, non ti sarei molto d’aiuto-

-non fa niente, sono abituata a cavarmela da sola-.

Ad un tratto si apre la porta ed ecco che arriva Giorgia:

-mi hanno detto dell’arrivo di una persona che dovrei conoscere-

-sì, sono io, tu sei Giorgia vero?-

-esatto, ma tu... non lo so che sei-

-io sono Zoe, tua cugina-

-cosa? Ma io non ho cugine-.

Zoe, aiutata da Manuela racconta a Giorgia la sua storia e del perché è andata lì

-potrebbe aiutarti a studiare i sayan, quel popolo non le entra in testa-

-no, è impossibile, non mi ricordo mai niente-

-che ne dite di fare un giro?-

-va bene, così le mostro un po’ questo paese, dai Zoe vieni-.

Le due andarono e la nostra protagonista si stupì che nonostante la terribile storia che aveva raccontato a sua cugina, non l’avesse turbata neanche un po’

-ah, ti volevo dire che quel ragazzo, Paolo, è andato a casa, si sentiva di troppo-

-poverino, l’ho un po’ ignorato, mi dispiace, dopo vado a chiedergli scusa-

-non ti preoccupare, non è arrabbiato, anzi, credo che tu gli piaccia-

-dici sul serio?-

-sì, quando ho parlato di te è diventato color peperone-

-come se non avessi già abbastanza problemi…-

-allora ce li hanno anche i potenti sayan i problemi di cuore!-

-perché? Non siamo poi così diversi da voi-

-non volevo dire quello che hai pensato, io non ho niente contro di te, anzi sono affascinata dalla forza del tuo popolo, credo che sia una di quelle razze che per diventare più potenti si devono trasformare, correggimi se sbaglio-

-no, non ti sbagli, ma il cambiamento non è così radicale-

-me lo potresti mostrare?-

-se proprio insisti…-.

Il leggero venticello che soffiava quotidianamente subì un cambiamento, era sempre più forte e le foglie secche cominciarono a volare in un vortice intorno alla ragazza, dopo un po’ anche i sassi presero a danzare in quel ballo vorticoso, Giorgia non aveva mai visto una cosa simile, era affascinata e guardava la cugina con la bocca spalancata, in poco tempo Zoe diventò bionda e i sassi e le foglie tornarono a toccare il suolo, come per riposarsi.

-caspiterina! Non pensavo che la trasformazione potesse esser così bella, non c’è neanche bisogno di andare dal parrucchiere per avere i capelli biondi!-

-il parrucchiere? Sai che non ci avevo mai pensato? Forse perché non ci sono mai stata, Bulma è bravissima in queste cose… sono sempre andata da lei-

-chi è?-

-una delle mie madri, e anche la mamma di un mio amico-

-di un tuo amico?-

-esatto, io ho due migliori amici, da piccoli ci divertivamo a combattere ma ora si sono stufati, così mi alleno col padre di uno dei due-

-e ne hai di amiche?-

-non esattamente, non sono molto sociale, a scuola ci parlo con le mie compagne, ma non le considero come delle amiche, gli amici sono quelli che sanno tutto di te, che ti sostengono, ed è quello che fanno Goten e Trunks, i miei amici-

-è vero, anche le mie amiche sanno tutto di me e riescono a farmi ridere anche quando di ridere non mi va proprio, prima dicevi che hai dei problemi di cuore, ne vuoi parlare-

-no, è una sciocchezza- Zoe non sembrava molto convinta di quello che diceva e Giorgia se ne accorse guardandola in modo accigliato

-e va bene, ho bisogno di parlarne, sei la prima a cui ne parlo, sul mio pianeta non potrei mai farlo, rovinerei tutto-

-va bene, sono tutt’orecchi-.

Zoe le raccontò dell’uscita con Goten e si soffermò più volte sul fatto che era il suo migliore amico, anche di più di Trunks, perché lui, fin da piccoli, l’ha sempre protetta, ha sempre cercato di farla sentire meglio e a suo agio, è stato anche grazie a lui se è sempre stata così felice, è stato sempre lui, però, che le ha regalato il momento più dolce della sua esistenza.

-io sono venuta qui anche per fare un po’ d’ordine nella mente, come si dice: lontano dagli occhi, lontano dal cuore-

-secondo me sbagli, voi siete fatti per stare insieme, avete una sintonia fantastica-

-ma vedi. Il problema è che quando ci penso ho come un senso di repulsione, lui è Goten, cioè, è come un fratello per me-

-ahi ahi, allora le cose si complicano, se vuoi ti faccio conoscere alcuni miei compagni di classe, basta che stai lontana da quello che piace a me-

-non ti preoccupare, l’ultima cosa di cui ho bisogno è un ragazzo, in questo momento non mi interessa, io ho passato tutta la mia vita con maschi, ho bisogno di presenze femminili, di amiche-

-allora ti posso far conoscere le mie di amiche-

-grazie mille, non sai quanto ne ho desiderata una in questi giorni, mi è bastato anche parlare con te per sentirmi meglio-

-ma non provare ad andartene, ho ancora un sacco di cose da mostrarti-.

Le due cugine diventarono grandi amiche, e anche le sue compagne erano molto simpatiche, per la prima volta Zoe si sentì di parlare di cose da ragazze, cosa che non ha mai fatto con i suoi due migliori amici.

La aiutarono a farsi un guardaroba italiano e lei si divertì molto a fare shopping.

L’ unica cosa era che nessuna di loro sapeva chi era lei veramente, avrebbe creato solo un gran casino e la pace sarebbe finita, no, meglio non rischiare.

Un giorno Zoe chiese alla cugina

-ma, tu li conosci i Linkin… poi, com’è che era…-

-i Linkin Park, dici?-

-esatto, allora li conosci!-

-certo, ho i loro CD a casa, se vuoi te li faccio sentire-

-grazie! Li ho sentiti a Milano, e la loro musica mi ha molto colpita-

-grandissima!!! Piacciono un sacco anche a me-.

Così anche Zoe potè avere una copia dei CD dei mitici Linkin Park.

Una sera andarono in città a vedere un film al cinema e tornando era buio pesto, un gruppo di strani soggetti si avvicinò alle ragazze:

-ciao pupe, volete un passaggio?-.

Loro si spaventarono, tutte tranne Zoe, era abituata a ben altro e disse:

-no, grazie, preferiamo andare da sole, voi non ispirate molta fiducia-

-ehi ragazzina, attenta a come parli-

-altrimenti cosa fai, mi molesti? Non sottovalutarmi-

-davvero?-.

La banda uscì dalla macchina e presero una ad una le ragazze che avevano cominciato ad urlare, Zoe era tranquillissima e guardava con aria annoiata quello che poteva essere il capo:

-ora è il tuo turno- lui stava per darle un pugno in faccia, me lei lo bloccò col dito

-tutto qui? Io sono abituata a colpi di gran lunga peggiori-

-oh, ma quello era solo allenamento, sai, sono il campione di lotta-

-mi lasci senza fiato, complimenti!- disse lei con una nota di sarcasmo

-ora scusa, ma ho intenzione di tornare a casa con le mie amiche, mi hai annoiata abbastanza-

-come ti permetti, ora te la faccio vedere io!-.

Lui era seriamente intenzionato a colpirla, ma si ritrovò col sedere a terra e con tutte le ossa doloranti:

-tu… tu non sei una ragazza, io non lo so cosa sei, ma non appartieni alla Terra, ragazzi, filiamocela, qui c’è da rimetterci la pelle!-.

Così quella gentaglia se ne andò e le ragazze ringraziarono Zoe per averle salvate, non avevano mai visto tanta forza e ne erano rimaste affascinate.

-è stato troppo facile, credo di aver sopravvalutato questi terrestri-

-in che senso, io pensavo che anche tu appartenessi alla terra- disse una

-io… ma certo che appartengo alla terra…- disse Zoe ormai in preda al panico

-esatto, lei intendeva dire che aveva sopravvalutato gli abitanti di questa città, è abituata a stare in mezzo a gente forte- disse Giorgia nella speranza di rimediare

-esatto, io faccio arti marziali e nel mio paese lo fanno praticamente tutti…-.

Le due cugine cercavano di essere il più convincenti possibile, sarebbe stato un guaio se fosse venuta a galla la pura realtà.

Alla fine ci cedettero e tornarono tutte a casa:

-senti Giorgia, io domani torno sul mio pianeta, mi manca, è più di un mese che sono qui e credo di aver fatto già abbastanza guai-

-ma che cosa dici? Per noi è un piacere averti qui-

-questo lo so, ma mi mancano i miei amici e tutti quelli che ho lasciato su Earth-

-ah, capisco, in fondo tu sei cresciuta la, non posso obbligarti a restare qui-

-no, inoltre non mi alleno da un sacco di tempo… spero che Goku non mi massacri troppo quando ricominceremo ad allenarci-

-è il tizio che ti allena vero?-

-sì, è come un padre per me-

-allora cerchiamo di divertirci, se questa è la tua ultime notte dobbiamo festeggiare-

-va bene, cosa facciamo?-

-tu sai volare no?- Zoe annuì –bene, allora andremo a vedere un po’ di posti-.

Per gran parte della notte girarono un po’ il mondo, ma alla fine tornarono a casa, visto che Giorgia si era addormentata durante il volo.

Il giorno dopo ci furono dei lacrimosi saluti e a Zoe era venuto un nodo in gola, ma sapeva che stava facendo la cosa giusta, non poteva stare lì, era fuori discussione.

-tornerò a farvi visita-

-ti aspettiamo allora-

-ciao-

-ciao-.

Mettendosi due dita sulla fronte e pensando intensamente al luogo della sua destinazione, si dileguò, come se fosse stata una nuvola spazzata via dal vento, l’unica differenza era che lei aveva lasciato un segno vivo nel cuore dei suoi familiari.

“addio Terra, me ne torno a casa” pensò Zoe avvertendo il suo pianeta natale allontanarsi sempre di più, era stata una bella avventura, ma le aveva fatto capire che la sua vera casa erano le persone a cui voleva bene.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo so che non sono mancata a nessuno... ma vi saluto lo stesso, ciaaaaaaaaaaaaaaao!!!!! Anche se non mi commenta quasi nessuno nn fa niente, io la continuo lo stesso, anke xkè non posso lasciare un lavoro a metà...

6very6: eccoti anke qui ke mi sostieni... credo ke t farò una statua...

emyc: grazie!!! 6 una delle poke ke apprezza il mio lavoro!!!!!!!!

kiss

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Tutto finito? ***


zoe

CAPITOLO 12: TUTTO FINITO?

 

Zoe era appena tornata a casa, le era tanto mancata, passando attraverso il  suo villaggio salutava i suoi abitanti, contenti che fosse tornata, con lei in giro si sentivano tranquilli, erano ben consapevoli della sua straordinaria forza e sapevano che lei li avrebbe difesi da ogni male.

“che strani alcuni animali terrestri” pensò Zoe paragonando uno pterodattilo che le volava sopra, agli uccelli della Terra.

Lì si sentiva meglio, non doveva avere segreti, tutti sapevano che lei era speciale e le volevano bene così com’era, sulla Terra aveva dovuto inventarsi mille scuse per nascondere la sua vera identità e si sa, ai sayan non piace mentire.

Ad un tratto sentì un canto soave, riconosceva quel suono, si tratta del Rainbow Bird (leggermente inventato) un uccello rarissimo che si faceva sentire raramente, il suo era proprio un canto, non somigliava al delizioso cinguettio dell’usignolo terrestre, si avvicinava alla voce umana, come il canto della più soave voce di principessa, era considerato un segno del destino sentirlo, la leggenda dice che porta fortuna.

“ho scelto il giorno giusto per ritornare, non vedo l’ora di rivedere Trunks, Goten, Goku e tutti gli altri” detto questo si alzò in volo dirigendosi a casa di Goten.

Una volta arrivata non percepì nessuna aura, solo quella flebile di Chichi, bussò:

-chi è?- chiese la voce di Chichi da dentro la casa

-sono Zoe, sono tornata-

Chichi spalancò la porta e si fiondò fuori

-oh cara! Sei tornata! Che gioia rivederti! Allora, com’è la Terra-

-molto diversa dal nostro pianeta, pensa che non riesce a parlare neanche un animale, solo gli umani-

-davvero? Lo dovrò dire a Gohan, lo scriverà sulla sua nuova ricerca…-

-non sei affatto cambiata…-

-eh no, cara mia-

-dove sono Goten e Goku-

-ah, loro… sono su un pianeta chissaddove a sconfiggere dei pazzi che lo hanno preso di mira, volevano portarsi dietro anche Pan… povera creatura…-

-su… su un pianeta? E non mi hanno detto niente?-

-non vorrai andarci spero, sei appena tornata-

-invece sì, sono fuori allenamento e poi Goten non si allena da tanto, e anche Trunks, hanno bisogno del mio aiuto-

-siete tutti uguali voi sayan, solo combattere-

-non è vero, mi sono fatta un guardaroba tutto italiano!-.

Gli occhi di Chichi cominciarono a luccicare, Zoe aveva colpito il suo punto debole

-ti prego, me li mostri?-

-certo, ti lascio qui lo zaino, torno subito, raggiungo gli altri, sconfiggo i nemici e torno, ok?-.

Chichi annuì, ormai era troppo presa da tutte quelle meraviglie.

Zoe si concentrò ancora una volta, cercando nello spazio le aure dei suoi amici, non fu difficile trovarle, i pianeti non distavano molto da Earth.

Atterrò in un luogo desolato, tutto era in fiamme e gli abitanti urlavano:

-ma cosa…-.

Un esserino le si avvicinò:

-la prego… mi aiuti, la mia mamma è rimasta incastrata in casa, non riesce ad uscire- era un bambino piccolo e di un colore indefinito, con tre occhi e una timida codina… era l’aspetto di quella gente, Zoe li prese subito in simpatia e, senza pensarci troppo, decise di aiutare il povero piccolo.

-dov’è la tua mamma?-

-seguimi-.

Zoe seguì il piccolo verso un buco sotterraneo, era il loro nascondiglio, ma a quanto pareva era servito a ben poco.

-lei è lì sotto, ti prego, salvala-

-non ti preoccupare, ci penso io-.

Si intrufolò in quella caverna e si mise a cercare, non ci volle molto, dopo pochi minuti fu fuori

-grazie, grazie, non ti ringrazieremo mai abbastanza-

-a me basta avervi salvato, ora andate in un luogo più sicuro, intesi?-

-certo certo-.

Zoe doveva trovare Goten e Trunks, li sentiva, erano su quel pianeta.

All’improvviso un lampo quasi l’abbagliò, riconobbe l’onda energetica di Goten.

-eccoli!- e volò verso di loro.

-ciao ragazzi, cosa sta succedendo qui?-

-ehi, ciao Zoe, non ti aspettavamo, allora tutto bene?- disse Goten arrossendo di colpo

-sì tutto bene, solo tornata a casa, ma tua madre mi ha detto che voi eravate su un altro pianeta a combattere il male, ho deciso di raggiungervi-

-hai fatto bene, in due non ce la facevamo- disse Trunks lanciando una sfera di energia a dei mostri robotica.

-come in due, e gli altri?-

-sono su un altro pianeta, questi cosi sono stati mandati su una serie di pianeti per conquistarli, mio padre e Goku sono andati a battere l’artefice di tutto questo che si trova da un’altra parte ancora- rispose Trunks

-che strana faccenda no?- disse Goten

-eh gia… allora facciamo fuori queste macchine il prima possibile-

-il problema è che sono tantissime, non finiscono mai- disse Goten

-secondo me c’è un generatore su questo pianeta che continua a costruirne, altrimenti avremmo già finito da giorni, io sono esausto- disse Trunks

-un generatore, avete provato a cercarlo-

-sì, ma a fatica, non ci lasciano un attimo di tregua- disse Trunks

-io sono carica, potrei seguire il percorso inverso che fanno loro, così giungerei alla fonte- disse Zoe

-è difficile, non ti lasciano passare-

-allora vorrà dire che mi farò strada con la forza, mi serve qualcuno che mi copre le spalle-

-vengo io!- disse Goten

-ehi! E mi lasci qui da solo?- disse Trunks

-non ci vorrà molto, cercheremo di distruggerne il più possibile, così te ne arriveranno pochi-

-e va bene, ma io vi aspetto-.

I due partirono, Zoe era una vera furia, a Goten sembrava addirittura che si divertisse a far fuori quelle macchine, lei sì che era una sayan degna di quel nome, lei non solo era straordinariamente forte, ma amava combattere e non vedeva l’ora di confrontarsi con qualcuno, lui, invece, era un buono a nulla, era pigro e come se non bastasse non era neanche bravo a scuola, si sentì così inferiore di fronte ai suoi due migliori amici.

-ehi, ma che hai, ho bisogno anche del tuo aiuto, questi cosi sono più resistenti di quello che sembra, e tu lo sai-

-ah sì, scusami… la stanchezza gioca brutti scherzi-

-sai che senza di te non ce la posso fare vero?-

-certo, anche se secondo me ce la faresti benissimo-

-cosa hai detto? Non ti ho sentito! Il rumore è troppo forte-

-no, non ha importanza-

-ah, ok-.

Anche quella era una delle sue doti, in qualsiasi situazione non ti faceva mai sentire di troppo o inutile, era per quel motivo che a lui piaceva tanto, ne era sicuro, lo era sempre stato, fin da bambino: il loro primo incontro lo aveva lasciato a bocca aperta, nella sua pura anima di bambino aveva pensato: “ma questo è un angelo?”, poi, conoscendola, aveva capito che lei era molto di più, era bellissima la sua compagnia, lo faceva stare bene, ancora non sapeva cos’era l’amore, ma quello che lui provava per lei non era semplice amicizia, ne aveva avuto la conferma dopo il loro bacio, da allora non pensava ad altro, sperava solo che lei gli desse un'altra possibilità.

Una voce lo interruppe dal pensare.

-eccolo! Riesco a vedere il generatore! Dobbiamo distruggerlo!-

-va bene, ti aiuto-.

Una pioggia di robot li attaccò, ma vennero distrutti, Goten e Zoe lanciarono i loro colpi, ma non c’era niente da fare, quel generatore non voleva proprio saltare in aria.

-ascolta, tu pensa ai robot, io genero la supernova, è l’unica cosa che mi viene in mente-

-va bene, ma fai attenzione, potresti distruggere il pianeta-

-lo so, ma non ho altra scelta-

-questo è vero, allora io penso ai mostriciattoli meccanici-

-bene-.

Detto ciò Zoe si concentrò e formò un piccolo sole sul palmo della mano, non serviva farlo tanto grande, in fondo era solo un macchina. Zoe lanciò la sua supernova che colpì il generatore, ci fu un gran botto, ma non successe niente.

-oh no… dovevo usare più forza… ora non ce la faccio a farne un’altra…-

-che succede?-

-è tutta colpa mia, dovevo usare più forza, ora non riuscirei a farne un’altra, mi ha consumato gran parte della mia energia-

-è un guaio… e va bene, io entro lì e la distruggo dall’interno- disse Goten, volendo dimostrare a Zoe che anche lui era forte

-è troppo pericoloso!-

-ce la farò-.

Detto questo entrò nel generatore e si mise a cercare il suo punto debole, Zoe era spaventata, il suo amico era lì dentro da solo, doveva andare ad aiutarlo, fece per muoversi, ma improvvisamente le forze l’abbandonarono e cadde svenuta sul terreno di quello sconosciuto pianeta.

Intanto Goten aveva trovato il cuore del macchinario ed era pronto a distruggerlo, gli bastò un’onda energetica, poi però dovette correre più che poteva fuori, perché entro pochi istanti sarebbe esploso tutto e lui non aveva la minima idea di lasciarci la pelle. Per fortuna fu fuori in tempo e riuscì a salvarsi.

Subito dopo si mise a cercare Zoe per annunciarle il suo trionfo, ma per quanto la chiamasse non riusciva a trovarla:

-Zoe! Zoe! Dove sei? Non farmi spaventare!- gridava.

Cercò di avvertire la sua aura ma non ci riusciva, un pensiero orribile gli saltò nella mente: e se fosse rimasta coinvolta nell’esplosione cercando di seguirlo? No, non l’avrebbe sopportato, si mise a cercarla tra le macerie ma fu tutto inutile, lì non c’era, così si spostò un po’ più in là e la trovò in mezzo a degli alberi, per fortuna non era stata l’esplosione a farla svenire.

-ti riprenderai presto- le disse Goten dandole un senzu.

Zoe si svegliò poco a poco e scorse a malapena il viso del suo amico

-G… Goten… allora ce l’hai fatta… lo sapevo che potevo fidarmi di te…-

-non dire niente, dobbiamo andare da Trunks, ti porto io, così non farai fatica-

-grazie, ma ce la faccio anche da sola, tu piuttosto… stai cadendo a pezzi-

-ci vuole ben altro per battermi-

-se lo dici tu… dai, torniamo da Trunks, è da solo da troppo tempo-

-giusto, voliamo-.

Entrambi andarono dall’amico che avevano lasciato vicino al villaggio distrutto, una volta lì constatarono che fosse tutto a posto, gli abitanti erano molto riconoscenti, ma i nostri amici non volevano niente in cambio, a loro bastava aver salvato quel popolo, decisero di ritornare a casa, avevano bisogno di riposare, erano stanchi.

-io conosco un modo molto più rapido per tornare a casa, Goku mi ha insegnato il teletrasporto-

-sul serio, a me no……- disse Goten un po’ deluso

-forte… così arriveremo prima- disse Trunks, che l’unica cosa che voleva era tornarsene a casa

-reggetevi forte, non ve ne accorgerete neanche saremo su Earth in un batter d’occhio-.

Dopo pochi istanti si ritrovarono sul loro pianeta, finalmente di nuovo tutti a casa e soprattutto insieme.

-ma perché sei andata sulla Terra?- chiese Trunks

-ecco… dovevo sistemare le idee- disse Zoe incrociando lo sguardo di Goten

-e ci sei riuscita?- le chiese lui

-penso proprio di sì, per ora è meglio tenersi stretti gli amici-

-hai ragione- disse Goten che aveva capito cosa intendeva veramente Zoe

-e hai dovuto attraversare mezza galassia per scoprirlo?- chiese Trunks sconcertato

-no, ho anche conosciuto la mia famiglia-

-la tua famiglia? Racconta-

-sicuramente non siete gli unici che lo vorrete sapere, quindi preferirei raccontare quando ci sarà anche altra gente, non mi piace ripetere tante volte le stesse cose-.

Eh già… forse le cose si erano sistemate e tutto stava per tornare come prima, ma gli avvenimenti potrebbero sempre cambiare no?

 

 

 

 

 

 

 

Ok, mi avete convinta, ho aggiornato presto, ke brava che sono... grazie agli ultimi commenti mi è ritornata la voglia di aggiornare presto.

SerenaChichi: ciao! Tu sei "nuova" a commentare la mia fan, sono contenta che ti piaccia, continua a seguirmi, perchè i colpi di scena sono appena all'inizio...

6very6: per la statua ci sto lavorando, farà invidia a quella ke c'è in piazza del comune (che tra l'altro fa schifo)... ti manderò una foto (della tua naturalmente)... XD XD XD... tvtttttbxs

LORIGETA: nn fa niente, anche se non commenti tutte le volte, a me basta ke la storia ti piaccia. Grazie 1000 x i complimentoni, sono una vera carica d'energia, energia ke userò x continuare la storia al meglio!

emyc: mi sto impegnando ad aggiornare prima che posso, grazie x tt i commenti che mi fai... e continua a seguirmi, spero solo di non deluderti.

1 kiss a tutti quanti!!!!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Assolutamente sì ***


zoe

CAPITOLO 14: ASSOLUTAMENTE Sì

 

Sono passati due anni da quando Zoe era tornata a casa dalla Terra, ora era più grande e cominciava ad assomigliare ad una donna, una donna sayan, ma la strada era ancora lunga, c’era tutta una vita da vivere, e di certo Zoe, proprio lei, non voleva perderne neanche un secondo.

Era appena tornata a casa, era stata di nuovo sulla Terra e aveva preso souvenir per tutti, era stata là circa i tre mesi terrestri d’estate in Italia.

-sono tornata!- disse a gran voce bussando alla porta della casa di Goten.

“ma non c’è nessuno… forse sono tutti da Bulma… o da Crili… o dal genio” pensò.

Andò in tutti i posti possibili ma in giro non c’era anima viva, nessuno dei suoi amici… poi all’improvviso si ricordò che quello era il giorno del torneo di arti marziali, per quel motivo che non li trovava da nessuna parte.

-accidenti, è vero! Che idiota che sono, me ne ero dimenticata!- così si precipitò nell’isola dove si svolgeva il torneo.

“chissà che faccia faranno tutti quando mi vedranno vestita in questo modo?” pensava tra se e se; in effetti indossava vestiti che la nostra vecchia Zoe non si sarebbe mai sognata di mettere, in effetti neanche in quel momento avrebbe voluto, ma era troppo curiosa di vedere la faccia di Goten e Trunks.

Aveva la coda alta e due ciuffi di capelli le cadevano in viso, al posto dei soliti pantaloni e maglietta che indossava di solito aveva un vestito rosso aderente e senza spalline che lasciava scoperte le spalle e finiva molto più su delle ginocchia (non so se mi spiego), al posto dei soliti scaldamuscoli aveva delle leggere maniche che partivano dal gomito e al posto delle scarpe da combattimento, degli stivali a tacco alto, insomma, cose che lei non si metterebbe mai, era sicura che non l’avrebbe più rifatto, non si sentiva esattamente a suo agio in quel micro-vestito e come se non bastasse non riusciva a camminare su quei maledetti trampoli.

Finalmente era arrivata, riusciva a sentire l’aura dei suoi amici, ora il problema era camminare verso di loro, come fare? Trovato! Si poteva teletrasportare nella sala dove c’erano tutti e poi andarsene allo stesso modo, tanto ormai non faceva più in tempo a iscriversi.

“ecco, dovrebbero essere lì” disse tra se e se vedendo nella mente il salone dove erano riuniti tutti i partecipanti al torneo, in men che non si dica era già lì.

Tutti la guardavano male, non capita mica tutti i giorni di vedere uno schianto di ragazza in un luogo come quello.

-che avete da guardare? Piuttosto, ditemi se avete visto dei ragazzi della mia età insieme a…- non riuscì a finire la frase che una voce da dietro disse

-a me sembrava di aver sentito la forza di Zoe, una mia amica, ma penso di dovermi ricredere, tu non ci assomigli- disse scherzosamente Trunks mentre Goten la squadrava dall’alto verso il basso cercando di trattenere la bava che voleva scendere.

-dai! Non farmi ridere! Non dirmi che non mi riconosci se uso uno stile un po’ diverso dal solito-

-il problema è che tu non ti vestiresti mai… in questo… modo- disse Trunks

-diciamo che era un esperimento, ed è pure riuscito al massimo, vero Goten-

-cosa?-

-volevo vedere che faccia facevate quando mi vedevate così, mica per altro, sarà la prima e ultima volta che metto un vestito del genere-.

A questo punto arrivò anche Goku con Vegeta e la piccola Pan:

-ciao Zoe, urka… ma che robe ti sei messa addosso?- disse Goku

-ciao Goku, queste robe? Niente, solo un esperimento, ma ora credo che andrò a togliermele, sembro una pornostar-

-una porco… che?- disse Goku, Pan sembrava sconcertata nel vedere Zoe, il suo esempio di ragazza che avrebbe voluto diventare, vestita in questo modo

-ma se io voglio diventare come te mi devo mettere questo schifezze?- disse le piccola

-assolutamente no! anzi, ti consiglio vivamente di non farlo, io l’ho fatto per gioco, hai capito?-

-sì, meglio così perché non avevo intenzione di vestirmi in quel modo-.

Ci fu una risata collettiva e poi Goten disse:

-sono contento che tu sia tornata, mi… cioè… CI sei mancata- disse lui arrossendo

-sì… ecco… anche VOI mi siete mancati- disse Zoe cercando di mascherare in tutti i modi l’imbarazzo.

Non lo sapeva neanche lei, ma le facevano piacere le sue attenzioni, soprattutto adesso come la guardava, si sentiva orgogliosa.

-vabbè… io vado, seguirò i vostri incontri da dove li posso vedere… semmai cerco Chichi, Bulma, Marron e gli altri, ciao… e buona fortuna- detto ciò se ne andò lasciando di se solo una nuvoletta di polvere che presto si sarebbe adagiata sul terreno.

-scusatemi ragazzi, io vado un attimo fuori, credo di aver dimenticato una cosa- disse Goten.

In realtà voleva rimanere un attimo solo a pensare e a cercare di tornare a respirare in modo normale, se avesse saputo che Lei si sarebbe presentata in quel modo si sarebbe preparato prima psicologicamente, doveva riprendersi, ma anche pensare al perché lei gli facesse quello strano effetto, lui era sempre spigliato con le ragazze, infatti era già uscito con molte di loro, proprio quel giorno ne doveva incontrare una bellissima, ma per quanto fossero belle, magari anche più di Zoe, nessuna di loro gli faceva sentire un vuoto allo stomaco per un sorriso o per una stretta di mano o qualsiasi altro contatto fisico, è che Zoe non era solo una ragazza incredibilmente affascinante come quelle con cui usciva, ma aveva anche carattere e una sorta di intelligenza introvabile nelle ragazze di Earth, lei lo faceva sempre sentire a casa, era dolce, ma anche aggressiva come la più affamata delle belve, quando serviva; era simpatica, indipendente, orgogliosa, divertente a volte, ma soprattutto non  si credeva la più bella, anche se poteva benissimo farlo, ma questo non era nello stile di Zoe, che amava combattere più di qualsiasi altra cosa.

Intanto la nostra Zoe aveva deciso che si sarebbe cambiata, non aveva nessuna intenzione di farsi vedere dal genio vestita (o svestita, dipende dai punti di vista) così com’era, si cambiò a velocità luce e si diresse verso i suoi amici che stavano a guardare il torneo.

-ehilà! Ne è passato di tempo!- disse non appena giunse nella stanza dove stavano loro

-ciao Zoe, caspita, sei ancora cresciuta- disse Bulma

-non esageriamo, non credo di poter crescere più di così-

-eppure ti vedo bene, come è andata sulla Terra?-

-molto bene, mi sono divertita un sacco e ho conosciuto tanta altra gente-

-wow! La prossima volta credo che verrò anche io- disse Marron

-d’accordo, ma devi sapere che il teletrasporto all’inizio è un po’ burrascoso-

-ehm… pensandoci bene credo che rimarrò a casa, non sono fatta per le avventure-

-perché non ti sei iscritta anche tu?- chiese Gohan

-è la stessa cosa che mi stavo chiedendo di te-

-ecco… vedi, io ora sono un uomo di cultura… cosa direbbero i miei colleghi se mi vedessero combattere?-

-ah, è vero, io invece perché sono arrivata un po’ tardi, mi ero completamente dimenticata del torneo-

-non importa! C’è sempre posto per una ragazza carina in mezzo a noi…- Genio non riuscì neanche a finire la frase che lo colpì una potente manata di Bulma

-sei sempre il solito sporcaccione! Non importunare la nostra Zoe- lo sgridò

-uffa………………- rispose il povero Genio rassegnato.

Il torneo iniziò e Zoe guardò attentamente Goten che combatteva e rimase scioccata (gocciolina in testa come nel cartone) quando lui perdette contro la piccola Pan.

“è il solito sfaticato” pensò “neanche sua nipote di quattro anni riesce a battere”

-oh, ma che bello, la mia bambina ha vinto!- disse Videl

-sì… certo… che gioia- disse Gohan non molto convinto, era contento per la vittoria di sua figlia, ma non lo era affatto perché il suo avversario era proprio suo fratello.

(Non sto a raccontare il torneo perché non mi ricordo esattamente come è andato quindi salto tutto quello che successe dopo).

Alla fine del torneo Goku decise di allenare Ub, il ragazzo con lo spirito di Bu dentro di se:

-no! nonnino! E adesso chi mi allenerà?- disse la piccola Pan

-non ti preoccupare, te la caverai benissimo anche senza di me-

-no, non è vero… sei tu il più forte, perché il mio papà non combatte e zio Goten è una schiappa…-

-non starò via molto, e poi potresti sempre chiedere a Zoe, lei è la ragazza più forte che conosco, scommetto che sarà capace di allenarti anche meglio di me-.

A malincuore Pan acconsentì e salutò il suo nonnino.

Goku salutò tutti prima di andare via, poi chiamò Zoe

-ascolta, prenditi cura di Pan, lei ha bisogno di un buon maestro-

-mi stai chiedendo di allenare tua nipote?-

-esatto, lei ti adora, ne sarà molto felice, e poi tu sei la più indicata a farlo-

-va bene, stai tranquillo, ci penso io, quanto hai intenzione di stare via?-

-non ne ho idea, un po’ di tempo…-

-mmm, appena torni non la riconoscerai neanche più tua nipote da quanto sarà diventata forte-

-io conto di rimanere stupito eh?- disse con un tono d’ironia

-contaci contaci, non ti deluderò-

-ah bè… ora scusami ma devo proprio andare… ci si vede-

-conoscendoti passerà un po’ di tempo…-

-non  esageriamo!-.

Alla fine si salutarono con un abbraccio, prima di andarsene, Goku chiese a Zoe di non insegnare il teletrasporto a Pan per nessun motivo, era troppo pericoloso e doveva vedere lui se era proprio il caso.

Infatti lo aveva insegnato a Zoe perché era sicuro che non l’avrebbe usato a sproposito, ma solo in caso di necessità, la conosceva bene e si fidava ciecamente di lei.

La ragazza vide Goku allontanarsi sempre di più insieme a Ub, si chiedeva quando mai l’avrebbe rivisto, sapeva che le sarebbe mancato, era come un padre, ma non ci avrebbe pianto su, era stufa di piangere, ora era una nuova persona, forse più forte, forse più sorridente, forse sempre Zoe.

 

 

 

-aaaaaaaaarg!-

-no Pan, non si fa così…- e qui un sospiro –quante volte te lo devo dire porca miseria!-

-scusami… ma non ce la faccio proprio a trattenere la mia energia interiore con così tanta gravità-

-eddai… non esagerare! È solo 200 volte superiore a quella terrestre, non ci vuole molto a lanciare un’onda energetica!-

-ma io…-

-RIPROVA!-.

Eh già… sono passati circa 2 anni da quando Goku è partito e gli allenamenti di Pan sono sempre più duri, ma quel giorno Zoe era particolarmente nervosa.

-senti Pan, torna a casa, oggi non è giornata…-

-e va bene, però non è che se tu hai la luna storta ne devo subire io le conseguenze-

-te lo ripeto oggi non è giornata, se proprio vuoi allora trovati un’altra persona che ti allena, chiaro?-.

La piccola Pan non disse niente, ci era rimasta male, non era affatto abituata a sentirsi parlare in quel modo, così prese il volo e si diresse verso casa.

“accidenti! Non ne faccio una giusta, ma cos’ho che non va?” pensò Zoe in un attimo di sconforto.

Tornò a casa e si fece una doccia, di solito riesce a schiarire le idee e aiuta a sentirsi meglio, ma non nel caso di Zoe, era talmente arrabbiata… si sentiva tradita, confusa, triste, in colpa… ma soprattutto sola, non poteva neanche parlarne col suo ragazzo poiché era lui la causa di tutto, lui l’aveva tradita con un'altra ragazza.

Zoe non se ne capacitava, non riusciva neanche a reagire, ma non tanto per l’aver perso una persona cara, che poi non lo era neanche tanto, ma per il fatto che lui tradendola l’aveva umiliata, le aveva fatto perdere un po’ della sua dignità, del suo orgoglio, e noi sappiamo bene che per i sayan come Zoe l’orgoglio e tutto.

Zoe aveva passato tutta la giornata a pensare, dopo cena uscì dalla sua abitazione andando su un prato proprio di fronte ad un fiume, erano le 8 di sera, il sole stava per tramontare  sembrava che col suo luccicare sul fiume vicino alla casa della ragazza volesse tirarla un po’ su di morale, ma era difficile, molto difficile.

All’improvviso arrivò Goten, scendendo dal cielo come faceva sempre

-ciao Zoe… mammamia che faccia che hai… dovresti vederti!- disse il ragazzo per stuzzicarla

-ciao Goten… cos’hai contro la mia faccia! Se sono depressa non posso avere la faccia felice HAI CAPITO!-  disse Zoe aumentando il tono di voce verso le ultime parole

-scusami… non avevo idea che fossi depressa per davvero-

-no, scusami tu, uffa… oggi me la prendo con tutti-

-cosa è successo? Problemi con Tom?- (alias: ragazzo bastardo)

-no… cioè… sì, noi non stiamo più insieme-

-era ora… lo sapevo io che non era il tuo tipo quello-

-hai ragione… è un porco, un maiale… mi fa schifo-

-ma tu non gli vuoi più bene?-

-non gli ne ho mai voluto, stavo con lui per divertirmi-

-allora qual è il problema?-

-io baso ogni tipo di rapporto, sia serio che non, sulla fiducia, ma lui… non è degno di nessun tipo di fiducia… ma me ne sono accorta tardi-

- eh già… la fiducia è tutto, anche io la penso così… cosa ti ha fatto?-

-non so se raccontartelo, magari non ti interessa-

-ma cosa ti viene in mente! Sei la mia… migliore amica… ehm… come potrebbe non importarmi-

-sicuro?-

-sì, dimmi tutto, sfogati, prendimi a pugni se ti può essere utile-

-grazie, sei un vero… amico-.

Zoe cominciò a raccontare che lei e Tom il giorno prima erano andati ad una festa alla quale erano stati invitati.

Però lei scoprì di avere un impegno improvviso, quindi non sarebbe potuta andare.

-…ma Tom ci andò lo stesso, fin qui va tutto bene, glielo avevo detto io che poteva-

-per caso era la festa di Anna?-

-esatto, c’eri anche tu?-

-no, io no, ci è andata da sola la mia ragazza-

-hai una nuova ragazza?-

-sì, siamo insieme da poco, non avevo ancora potuto dirtelo-

-ah, bè… ora lo so, ci tieni a lei?-

-abbastanza, ma non è una cosa proprio seria, diciamo che noi ci divertiamo-

-che rapporti “profondi” che abbiamo noi vero?-

-è vero… ma continua, ti ho interrotta-

-ecco, comunque… alla fine sono riuscita a liberarmi prima che la festa finisse e mi sono recata là per fare una sorpresa a Tom, volevo vedere che faccia faceva nel vedermi lì, ero sicura che avremmo ballato insieme tutto il tempo, ero proprio di buon umore… se non che…-

-se non che…- ripeté Goten

-se non che, dopo averlo cercato e chiesto un po’, lo trovai in un angolino un po’ nascosto insieme ad una ragazza… tu dovevi vederli… erano l’uno aggrovigliato all’altra e si stavano baciando in un modo che sembrava che si volessero rubare la linfa vitale a vicenda… io, non so che mi è preso, di solito reagisco sempre… cerco di parlare, fare un discorso, cercare di capire… ma ho aspettato impietrita che mi notassero, a quel punto ho girato l’angolo e mi sono teletrasportata a casa… sta tranquillo, non mi ha notata nessuno-

-ma… è orribile! Io… io gli spacco la faccia a quello, come ha osato tradire una ragazza magnifica, fantastica come te?-

-io… non lo so… ma non mi importa di lui… è la mia dignità che ne è uscita sconfitta… ora ci vorrà una vita prima di recuperarla tutta, prima che questa ferita di cicatrizzi per sempre-

-mi dispiace talmente tanto… io non so come aiutarti, accidenti!- tirò un pugno ad un povero albero, che, purtroppo, si sradicò –e lei… chi era?-

-lei… lei era… non so se la conosci, è della mia scuola-

-della… tua scuola?-

-sì, si chiama Jennifer, sai, alta, bionda… una che può avere tutti i ragazzi che vuole… e quel giorno credo che volesse il mio… ma… ti senti bene?-.

Goten aveva assunto un’espressione inspiegabile, impossibile da definire.

-ehi… la conosci?-

-certo che la conosco… è la mia ragazza! Anche se a questo punto credo che sarebbe meglio dire che era la mia ragazza-.

Anche Zoe mutò la sua espressione, ci fu silenzio, molto silenzio, solo lo scorrere del fiume riusciva a mitigare quel profondo senso di tradimento che aveva colto di sorpresa entrambi.

-ehm… sei sicura che fosse lei?-

-non vorrei dirlo, ma credo proprio di sì-

-puoi aspettare solo un attimo? Torno subito-

-va bene… hai intenzione di andare da lei?-

-esattamente… nessuna delle mie precedenti aveva mai osato…-.

Goten si alzò in volo e andò a tutta velocità verso la città, dove abitava Jennifer.

“oh mio Dio… cosa ho fatto?! Me ne sarei dovuta stare zitta, invece no… devo sempre parlare a sproposito… accidenti a me!” pensò Zoe.

Ora oltre alla malinconia causata dalla fine della sua storia, si sentiva anche colpevole anche della fine della storia del suo migliore amico, si sentiva uno schifo, Goten l’aveva presa molto male, in fondo ci teneva a quella Jennifer.

Ma in fondo lei non lo meritava, non era degna dell’affetto di un ragazzo come Goten.

Non molto dopo Goten fece ritorno, la sua espressione era cambiata, aveva scoperto che, anche se le aveva voluto bene, non gli importava, l’aveva mollata nel migliore dei modi, cercando di farla soffrire e pentirsi di quello che aveva fatto.

-ciao Zoe, meno male che sei ancora qui-

-dove dovrei andare, scusa?-

-ma, non saprei-

-hai chiarito?-

-diciamo di sì, lei continuava a negare, ma la sua aura non poteva mentire, poi lo so che tu non diresti mai una bugia-

-soprattutto non a te-

-eh già… sono fortunato ad averti come amica, magari non avrei mai scoperto cosa aveva fatto, ora mi sento libero-

-libero?-

-sì… ecco, io non so se dirtelo, magari non in questo momento-.

Zoe gli fece quell’espressione interrogativa che solo lei sapeva fare, e che a Goten piaceva tanto.

-ti prego, non mi guardare così, rendi tutto più difficile-

-va bene, cosa intendi?-

-tu non sei afflitta perché ti manca Tom, vero-

-affatto, stavo con lui per puro divertimento, da parte mia c’era solo attrazione fisica, mi sa anche da parte sua, ma il suo carattere non mi piaceva neanche un po’-

-ah bene, forse dopo quello che ti sto per dire non mi parlerai più, ma ho aspettato troppo tempo, prima o poi te lo avrei detto comunque- Goten si era fatto serio, troppo serio per uno come lui

-mi fai paura… ma, dai parla-.

Zoe aveva intuito cosa le avrebbe detto, sperava di sentirsi dire quelle parole da tanto tempo.

-ecco… ogni volta che questa ragazza trovava un tipo con cui uscire, io rimanevo malissimo, così mi cercavo anche io una tipa, nella speranza di compensare quel vuoto incolmabile, so per certo che solo a lei voglio bene, glie ne vorrò sempre-.

Il cuore di Zoe cominciava a battere fortissimo, finalmente stava per sentire quelle parole tanto desiderate.

-fammi una descrizione di questa ragazza- disse lei facendo intendere che aveva capito di chi stava parlando, Goten afferrò il concetto e andò avanti.

-noi ci siamo conosciuti quando eravamo piccoli, ad un torneo, non appena la vidi pensai: “ma allora gli angeli esistono davvero!”, lei si dimostrò molto forte, mi colpì molto la sua potenza, non avrei mai pensato che una femmina potesse essere tanto forte. Poi siamo diventati amici e l’ho conosciuta meglio, ho scoperto che non solo era un’abile combattente, era anche una persona straordinaria e con un caratterino niente male-

-capisco…- disse Zoe

-abbiamo vissuto insieme molte avventure, abbiamo combattuto contro mostri di ogni tipo, ma quella che mi ha lasciato veramente un segno indelebile fu quando avevamo 14 anni, eravamo usciti come molte altre volte, solo che l’aria era strana e il tramonto che avevamo davanti era magnifico…-.

Zoe ascoltava tutto in silenzio, non voleva in nessun modo interrompere quel momento così magico e tanto atteso, anche perché conosceva Goten molto bene e sapeva che per lui era uno sforzo immane parlare in quel modo.

-per la prima volta ho sentito una sensazione strana, come un brivido, che è riuscita a farmi vibrare ogni muscolo del mio corpo e poi… ci siamo baciati, mi sentivo letteralmente in paradiso e per un attimo sentivo la mia anima scappare da questo mio corpo e andare in luoghi magnifici e sconfinati. Purtroppo poi lei si è staccata andandosene via… da allora ho sempre sperato che lei mi potesse dare un’altra possibilità, solo una, di baciarla ancora… ma avevo paura di rovinare la nostra fantastica amicizia… per un po’ di tempo mi è bastata quella… ma ora non mi accontento più solo della tua amicizia… se tu lo vuoi sparirò… ma se c’è ancora anche solo una piccola speranza che tra noi ci possa essere qualcosa allora ti prego…-

-e me lo chiedi? Da “quel” giorno anche io non ho pensato ad altro, speravo di potermelo dimenticare, ma ogni tentativo è stato inutile, io ti voglio bene, te ne ho sempre voluto, col tempo non ha fatto che aumentare…-.

Zoe smesse di parlare improvvisamente, ormai aveva detto tutto quello che si poteva dire a parole, ma noi sappiamo che i gesti, le espressioni, possono fare molto di più, a quel punto non c’era più nulla da dire, si avvicinarono lentamente, come la prima volta, ma ora non c’erano gli indugi e le paure tipiche dell’adolescenza, ora erano cresciuti e non avevano più paura.

Finalmente le loro labbra si unirono e 20 emozioni si sovrapposero l’una sull’altra. All’improvviso Zoe si staccò, disse:

-wow… meglio di quanto mi ricordassi…-.

Si riunirono subito, troppo tempo era passato e a quel punto sembrava che l’uno non poteva fare a meno dell’altra, ora però, a ogni secondo che passava la foga del loro bacio aumentava e Goten prese i fianchi della ragazza cominciando a sfilarle la maglietta, Zoe cominciò ad accarezzargli il petto muscoloso con movimenti che fecero sobbalzare il ragazzo dal piacere, ad un certo punto,  lei lo fermò

-no! Aspetta, qui ci vedono tutti, entriamo in casa, staremo più tranquilli-

-hai ragione!-.

Così i due entrarono in casa, Zoe chiuse la porta, e Goten riprese a baciarla, camminando alla ricerca del letto.

Una volta trovato erano solo in biancheria intima, i vestiti erano sparsi in giro per la casa, si sdraiarono, lei sotto, lui sopra, dopo non molto anche il reggiseno di lei era volato da qualche parte per la stanza, i baci si fecero sempre più appassionati e lui cominciò a baciarle il collo, scendendo sempre più giù, voleva assaporare ogni minimo centimetro di quella ragazza che amava con tutto se stesso, quando lui arrivò all’altezza dell’ombelico di lei, chiese:

-devo essere certo di una cosa-

-di cosa?-

-sei sicura, di… volerlo fare?-.

Zoe gli prese il viso tra le mani, lo avvicino al suo e disse

-credimi, non sono mai stata più sicura di una cosa in vita mia-.

Detto ciò si baciarono ancora, e Goten riprese da dove si era fermato, e andò avanti.

L’emozione era alle stelle, incontrollabile, diventarono entrambi super sayan, e tutta la camera risplendeva di quella luce, una luce che aveva illuminato i momenti più bui, ma stavolta era diversa, non doveva rappresentare la rabbia, ma l’amore, per questo motivo risplendeva fortissima, tanto che fece invidia alla grande stella che illuminava Earth.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ehm, è la prima volta che cerco di descrivere un momento simile, non vi dico di avere pietà, perchè il mio orgoglio me lo vieta, ma non siate troppo perfidi quando recensita, e soprattutto, SE recensite.

emyc: scusa... ma non avevo altro da dire sulla famiglia di Zoe, quello che c'era da sapere era scritto nei capitoli precedenti... anche perchè la famiglia non è molto importante nella storia. Ti saluto carissima, e spero che mi continuerai a seguire (dai, non manca molto...). tvtttttb.

6very6: tu mi commenti sempre... cmq, ho capito che genere di musica senti e ho capito anche quella che odi... hai mai provato a sentire i Sum 41? Sono mitici!!! cmq sn grandissimi anche gli Evanescense, e naturalmente i Linkin Park, i mirìei preferiti, oggi li ho visto a trl!!!!!!!!!!!!!!!!! Stavo per svenire... ma ero lì come una povera pirla a strillare (insieme a un sacco di gente), ora ti saluto, sennò nn finisco +... ciaoooooooooo!!! tvtttttb.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Finalmente insieme ***


zoe

CAPITOLO 15: FINALMENTE INSIEME

 

La mattina dopo Zoe si svegliò

“cosa? Non dirmi che era solo un sogno”.

Era ancora assonnata, le ci volle un po’ a capire che non aveva addosso il solito pigiama, anzi, non aveva proprio niente addosso, in compenso si accorse che non era sola, si girò, e vide Goten, accanto a lei; lui stava ancora dormendo, era girato dalla sua parte, la ragazza si mise ad ammirare il suo petto muscoloso, in netta contrapposizione all’espressione da bambino che il sayan aveva disegnata in volto, allora era successo per davvero! Non aveva sognato, era tutto reale, Zoe venne invasa da un’euforia inspiegabile a parole, era così felice… avrebbe voluto urlare, dimostrare a tutti la sua felicità, ma in questo modo lo avrebbe svegliato, sembrava così sereno, spensierato, la ragazza non aveva il coraggio di farlo alzare, così si avvicinò a lui, cercando di catturare il calore del suo corpo.

Dopo poco Goten si girò a pancia in su, si era svegliato, aprì gli occhi, non capiva bene dove si trovasse, quella non era la sua stanza, inoltre girandosi beccò Zoe a guardarlo con aria sognante.

-buon giorno- disse lui, avendo avuto veramente un buon risveglio

-b… buon giorno, alla fine sei rimasto-

-eh già… si stava bene qui-

-eheh, anche io sono stata bene con te-

-la sai una cosa?-

-cosa?-

-ancora non mi sembra vero… noi due…- Goten cercava più che altro di convincere se stesso

-hai ragione, è difficile da credere, ma non è un sogno-

-hai voglia di alzarti?-

-no, stiamo qui ancora un po’-

-è quello che pensavo anch’io-.

I due stettero abbracciati ancora per un po’, insieme si sentivano come se fossero un’unica persona, nessuno avrebbe potuto dividerli.

Ma dopo un po’ cominciarono a sentire la fame e si rassegnarono al fatto che prima o poi si sarebbero dovuti alzare, i loro stomaci reclamavano cibo, così si vestirono lanciandosi occhiatine beffarde e andarono a mangiare qualcosa.

-e così, noi ora stiamo insieme- disse Goten

-penso di sì-

-dovremmo dirlo agli altri?-

-non lo so, per me non c’è problema-

-anche per me, anche perché non mi piacerebbe neanche un po’ baciarci di nascosto-

-e magari dietro ad un cassonetto… non ci voglio pensare, dobbiamo dirlo-

-hai ragione, ma lo diremo domani, voglio vivere questo momento solo con te- detto ciò le diede un bacio appassionato, entrambi provarono la stessa forte emozione della prima volta, Goten sapeva che Zoe era indispensabile, non voleva che gli sfuggisse di mano, non un’altra volta (ricordando quel giorno di quando avevano 14 anni), anche Zoe pensava la stessa cosa, aveva capito che quel ragazzo era molto più importante di quello che credeva, e non poteva, non voleva fare a meno di lui.  

Quel giorno fu veramente speciale, se lo sarebbero ricordato per tutta la vita, senza tralasciare neanche un secondo.

 

E così pochi giorni dopo due resero la notizia ufficiale, Goku e Chichi ne erano veramente felici, in fondo un po’ se lo aspettavano, erano fatti per stare insieme quei due.

Bulma fu molto contenta per loro, Vegeta un po’ meno, avrebbe preferito che fosse suo figlio al posto di Goten, ma non voleva immischiarsi, erano affari loro, Trunks fu l’unico che prese la notizia con un po’ d’amarezza, ora che i suoi migliori amici erano insieme aveva paura che lo potessero escludere, che tra loro sarebbe tutto cambiato.

-ehi Trunks, c’è qualcosa che non va?- chiese Goten

-no, non è niente, io… sono molto contento per voi due, io me l’aspettavo, voi due siete sempre stati perfetti insieme… il feeling che c’era tra voi… tu non lo sai, ma io vi ho sempre invidiato per questo-

-ah, non me lo hai mai detto-

-non pensavo che importasse a qualcuno-

-invece sì, ora per esempio, a che cosa stai pensando?-

-che ora che voi due siete innamorati mi possiate escludere, come è giusto che sia, ma non fa niente…-

-ma che cavolo dici! Tu sei il mio migliore amico, certo, ora Zoe è la mia ragazza, ma come faccio senza di te?-

-sì, ma verrò sempre dopo-

-piantala di fare così! Lo sai anche tu che non è vero. Sai una cosa, amico? Ti dovresti trovare anche tu la ragazza-

-eh? Lo sai benissimo che dopo San io…-

-ancora con questa storia? San era la tua ragazza 2 anni fa… poi vi siete lasciati, è normale, non devi abbatterti, anzi, così sei patetico-

-chi è patetico?- disse Trunks che cominciava ad alterarsi

-ehi, calmati amico, non volevo offenderti, volevo solo dirti che dovresti dimenticarti di questa storia e andare avanti-

-scusami, ho avuto una reazione eccessiva, hai ragione… è che non so con chi uscire, ecco…-

-non c’è nemmeno una ragazza che ti interessa?-

-bhè… la figlia di Crili non è niente male…-

-Marron? Vuoi uscire con lei?-

-nono, stavo solo pensando ad alta voce, non badare a quello che dico!-

-no problem, Zoe è amica sua, potrebbe metterci una buona parola… e poi tu le chiederai di uscire-

-… sei sicuro che funzionerà?-

-no, ma se non rischi non lo saprai mai, giusto? Prendila un po’ come una sfida-

-questo devo dire che mi rassicura…(sarcasticamente parlando) ma in fondo hai ragione, devo rischiare-

-ben detto, fratello, allora io vado. Preparati quello che devi dire alla tua bella, ok?-.

Goten era veramente felice, di solito, quando si metteva con una nuova ragazza, il che accadevo spesso, andava in giro a vantarsi e mostrando a tutti la sua nuova conquista, stavolta aveva addirittura aspettato dei giorni per raccontarlo!

“chissà che razza d’incantesimo gli ha fatto Zoe?” si chiese Trunks “loro… non sono mai stati veramente amici, c’è sempre stato del più… ma, io non devo pensare a loro, devo pensare al casino cosmico che mi sta architettando Goten!” detto questo si mise seriamente a pensare alle parola che avrebbe detto a Marron quando se la sarebbe trovata davanti.

Goten intanto volava alla ricerca di Zoe, doveva cercare a tutti i costi di far uscire il suo amico e Marron insieme, era da tanto tempo che non vedeva Trunks felice, sentiva che al suo amico mancasse qualcosa, forse era un po’ di fiducia in se stesso, sicuramente una ragazza lo avrebbe aiutato.

Sentì l’aura di Zoe, proveniva proprio dalla casa di Crili, il sayan atterrò in un luogo isolato e corse verso la sua meta.

Bussò alla porta, un uomo non molto alto, dai capelli neri e senza naso aprì

-ciao Goten, che piacere-

-ciao Crili, stavo cercando Zoe, posso entrare?-

-ma certo, dovrebbe essere in camera con Marron, prova ad andare su-

-ok-.

Il ragazzo cominciò a salire le scale, già poteva sentire le voci delle due ragazze, si fermò davanti alla porta, bussò e disse

-posso entrare?-

-hey, Zoe è Goten… che romantico, ti è venuto a prendere-

-non dire stupidaggini!!-

-entra pure- disse la biondina a colui che stava fuori ad aspettare una risposta, il ragazzo entrò

-ciao Goten… che ci fai qui?- chiese Zoe

-nulla, ero da Trunks e ho pensato di venirti a prendere, così facevamo la strada insieme, no?-

-ah… grazie…- disse Zoe, la quale non si sarebbe mai aspettata una cosa simile dal suo Goten

-ehm, posso parlarti in privato- le chiese poi

-ok, ho capito… vi lascio soli- disse Marron, che uscì dalla camera

-cosa c’è?-

-ecco… si tratta di Trunks, credo che gli piaccia Marron, pensi che abbia qualche possibilità di uscire con lei?-

-certo che ne ha, lei è da una vita che aspetta che lui si faccia avanti-

-wow…  bene, allora anche lui è sistemato… che ne dici, andiamo a fare un giro?-

-va bene… dove?-

-lo so io dove…- disse lui che facendole l’occhiolino.

Il cuore della ragazza fece un balzo enorme, era difficile abituarsi ad uno sguardo simile, ogni volta che le sorrideva il suo cuore batteva forte e i suoi occhi verdi si perdevano in quelli neri di lui, erano rassicuranti, sinceri e anche un po’ scherzosi, in chissà quale modo, erano riusciti a stregare Zoe, me se veramente era una magia, la ragazza avrebbe sicuramente distrutto ogni possibile controincantesimo, quella che provava quando erano insieme, era una sensazione fantastica, mai avrebbe voluto che finisse.

La ragazza allungò una mano verso Goten, che la guardava ammaliato da quella sua espressione pensierosa, ma serena, era stato nuovamente catturato dal verde dei suoi occhi, poi le sue dita toccarono il petto di lui, che sentì come delle vibrazioni, che gli invasero tutto il corpo, al che Zoe disse

-chi arriva per ultimo da Trunks, paga il gelato!- e di corsa, volò fuori dalla finestra aperta della camera di Marron, il sayan rimase allibito, non se l’aspettava, così disse

-ehi! Non vale sei partita prima!- e più veloce del vento, cercò di raggiungerla, invano, perché il vantaggio che aveva su di lui era notevole, così si rassegnò al fatto che avrebbe dovuto sborsare i soldi per il gelato.

Trunks era nel suo immenso giardino, stava leggendo un libro e sentì le due aure avvicinarsi, come se li stesse aspettando.

-ciao Trunks, come va?- disse Zoe

-bene, sono veramente contento, per voi due-

-anche io lo sono-

-tu, donna ammaliatrice di uomini innocenti! Non è valido!- si lamentò Goten per l’affronto subito

-scusami… non importa, me lo pago da sola il gelato…-

-no… ora te lo pago io!-

-se proprio ci tieni…- disse lei, a volte non riusciva a capirlo

-allora… cosa avete…- disse Trunks che non riuscì nemmeno a finire la frase

-puoi pure andarle a chiedere di uscire, sono assolutamente certa che ti dirà di sì- gli disse la sayan alzando il pollice in segno di via libera

-davvero! Wow… allora, io vado-

-buona giornata!- dissero Goten e Zoe all’unisono.

I due erano rimasti nuovamente soli

-allora… dove mi volevi portare?-

-allora, prima prendiamo il gelato, poi lo saprai-

-ok… sono curiosa!-.

 

Così andarono alla gelateria, ma, lasciamo stare questi piccioncini per un attimo, passiamo da Trunks, che nel frattempo era arrivato davanti alla casa di Marron, indeciso se bussare o scappare, alla fine, dopo vari ripensamenti, si decise a bussare, la maniglia girò e dalla porta apparve lei, Marron, bellissima, come sempre.

-c… ciao Trunks, che sorpresa… Goten e Zoe sono andati via di gran fretta poco fa…-

-lo so, ma io sono venuto qua per te, ecco… volevo chiederti se…- il ragazzo sembrava essersi bloccato, come chiederle di uscire? Come senza fare la figura dell’idiota? Sicuramente Goten lo avrebbe deriso, e anche suo padre, doveva muoversi a dire quelle poche parole.

-mi chiedevo se… ti andava di uscire con me- finalmente era riuscito, il più era fatto, ora veniva il momento cruciale.

La ragazza era rimasta parecchio sorpresa, molti ragazzi prima di lui avevano bussato alla sua porta con quella proposta, ma nessuno di loro era Trunks, il suo amore segreto, il ragazzo che da qualche tempo sognava la notte, che la faceva sognare anche ad occhi aperti.

-certamente!- disse lei, in preda ad una felicità immensa

-ah… ok… ti passo a prendere stasera allora… facciamo per le sette e mezza?-

-perfetto… ti aspetto-.

E così si congedarono, Trunks era felice e non appena fu abbastanza lontano, lanciò un urlo in segno di vittoria, i passanti lo guardarono storto e lui si fece piccolo piccolo, forse aveva esagerato.

 

Zoe e Goten stavano camminando, dopo aver finito il gelato, era ancora pomeriggio e il mare era di un blu intenso

-dai, ora dimmi dove mi volevi portare- disse Zoe che non resisteva più alla curiosità, che la stava divorando.

-ok, chiudi gli occhi, lasciati trasportare da me-

-va bene-

-questo posto non è proprio così speciale, ma per me ha una grande importanza-

-ho capito-.

Poco dopo Goten smise di camminare

-siamo arrivati?-

-sì, siediti, sta tranquilla c’è una panchina-.

La ragazza si sedette e Goten le liberò gli occhi, così da poter vedere

-ma… questa è una panchina in riva al mare…-

-sì, lo so che non c’è la stessa atmosfera di allora, ma fa un certo effetto no?-

-io… non capisco, perché mi hai portata qui?-

-vedi, questa è la panchina su cui circa quattro anni fa ci siamo dati il primo bacio-

-è vero! Ricordo tutto di allora-

-anche io, mi ricordo che poi tu sei scappata… ci rimasi molto male, io già da allora ti volevo un gran bene-

-mi dispiace veramente tanto, anche tu mi piacevi, tanto, ma… era una situazione strana, dovevo riordinare le idee, non volevo ammettere a me stessa di essermi innamorata del mio migliore amico-

-io non voglio che succeda ancora, non te lo permetterò-

-che cosa?-

-di scappare ancora, sei troppo importante-

-non c’è pericolo, non ho intenzione di andarmene mai più-

-ti amo, Zoe-

-ti amo anche io-.

I due si baciarono un’altra volta, come quattro anni prima, solo che stavolta il bacio durò un po’ di più e una volta finito ce ne fu un altro e un altro ancora, i due rimasero un po’ a parlarsi, un po’ a baciarsi, per delle ore, il tempo non era importante, finché erano insieme niente e nessuno potevo dividerli, neanche la più forte delle bufere.

 

 

 

 

 

 

L'altra volta non ha commentato nessuno... a parte 6very6 che lo fa sempre e comunque... spero che questo lo commenti qualquno in più. So che non è esattamente un genere che piace alle folle, lo sapevo che non avrei avuto molto successo, ma almeno chi si sforza di leggerla, un commentino, anche piccolo piccolo, lo potrebbe lasciare... vi pregoooooooooooooooo!!!!!!!!!!!! è praticamente una supplica.

kiss...

 

 

 

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Capitolo 17
*** L'appuntamento ***


zoe

CAPITOLO 16: L’APPUNTAMENTO

 

Trunks stava guidando, era ben vestito, sul sedile accanto aveva delle rose rosse, di tanto in tanto le guardava, per assicurarsi che non appassissero, anche se le aveva appena comperate.

Voleva fare un’ottima impressione alla bella Marron, e non voleva nulla fuori posto.

Dopo poco arrivò alla sua meta, scese dall’auto, si mise a posto il colletto, guardò l’orologio, erano le otto spaccate.

-bene, almeno non avrà l’impressione che io sono un ritardatario- si disse a bassa voce.

Cominciò ad avvicinarsi alla porta, salì i primi gradini, ecco, era lì, davanti all’uscio, quando all’improvviso si accorse che mancava qualcosa

-i fioriiiiiii!!! Li ho lasciati in macchina! Vabbè… dai Trunks, non è niente, capita… no? adesso vado a prenderli e poi busso a questa porta-.

Così il giovane tornò in macchina, prese quelle benedette rose e ritornò davanti all’uscio, stavolta suonò il campanello e poco dopo, ecco C18 che gli apre:

-salve signora… sono venuto per Marron… è pronta?-

-ciao Trunks, ecco perché è chiusa in camera sua da ore, adesso vado a vedere se ha finito-

-grazie-. 

La donna scomparve dalla vista di Trunks, che rimase sull’uscio senza sapere che cosa fare.

-Marron, è arrivato il tuo cavaliere! Sei pronta?-

-eh? È già qui? Digli che arrivo subito-.

Trunks venne invitato ad entrare in casa, non ci era mai entrato prima, era veramente un posticino carino, con un sacco di quadri e piante, in giro c’era anche un gatto, Mony (sì… ecco… con i nomi non ho molta fantasia).

Dopo un po’ ecco che arriva lei, bella, molto bella, soprattutto agli occhi del sayan, che la guardava a bocca aperta, era proprio carina con quell’abitino azzurro, le risaltava gli occhi.

-ciao Trunks…- disse lei molto imbarazzata

-oh… sì… certo… ti porto io in un bel ristorante, vedrai- disse lui porgendole le rose.

Così uscirono, la tensione era alle stelle, lui era intento a guidare, lei a guardare il panorama, che tra l’altro non le interessava, visto che il panorama più bello stava nel sedile vicino al suo.

 

Goten era andato a casa di Zoe

-ciao!- disse lei

-ciao, hai già mangiato?-

-no, stavo scegliendo cosa preparare… che mi consigli?-

-ti va di cenare fuori?-

-dici sul serio? Va bene, dove andiamo?-

-in un posto… ora ti ci porto-

-ok-.

Detto questo si addentrarono nella foresta, la ragazza seguiva lui e le pareva che non avesse meta.

Ad un certo punto si fermarono davanti a una radura, gli alberi erano messi in cerchio attorno ad essa e sembrava che si chinassero per proteggerla, per farla rimanere intatta, per far sì che possa essere un posticino adatto a due innamorati, quali erano Goten e Zoe.

-wow… io m’immaginavo un ristorante… ma devo dire che così è molto meglio- disse lei felicemente sorpresa

-so che non ti piacciono i luoghi troppo affollati… ho cercato un posticino un po’ più intimo…-

-grazie… l’hai fatto per me…-

-perché ti amo-.

Ti amo, ti amo… queste parole echeggiarono molte volte nella mente della sayan, erano molto importanti, avevano un significato molto profondo, non si potevano certo dire al primo che passa per strada… ma solo quando il sentimento per la persona a cui è rivolto è veramente sincero.

Solitamente in questi casi anche lei dovrebbe rispondere “anch’io ti amo”, ma Zoe non lo fece, è troppo banale e scontato, e noi sappiamo bene che lei non è come tutti gli altri, così lo guardò fisso negli occhi, per fargli capire quanto fosse onorata di quello che aveva appena udito, poi lo baciò con passione.

Subito dopo entrambi si diressero verso una tenda che c’era in mezzo alla radura, vicino c’era anche un tavolino già apparecchiato per due, al centro della candida tovaglia c’era un vaso con dentro dei tulipani, fiori semplici, ma d’effetto.

-io… io non so cosa dire… è semplicemente… fantastico…- disse lei quasi incredula che Goten, un gran donnaiolo, le avesse preparato tutto quello

-infatti non devi dire niente, solo sederti nel posto che preferisci, io arrivo subito-.

La ragazza si sedette, era veramente felice, si mise a pensare, dei ricordi le riempirono la memoria, c’era lei e anche lui, avevano sette anni, lui le stava regalando una margherita, quel fiore non l’aveva perso, l’aveva conservato tra le pagine di un libro che si trovava sempre sul suo comodino.

Ricordò anche di quando, per salvarla da un potente colpo di Zinegar, Goten si era messo in mezzo, esaurendo tutta la sua energia. Tutto questo era per lei, solo per lei, forse è proprio vero che, nel loro caso, l’amore non è mai comparso all’improvviso, ma c’è sempre stato, fin dal loro primo incontro, ma allora erano troppo piccoli per rendersene conto.

I pensieri di Zoe vennero interrotti da Goten, che con una mossa da cameriere le mise il piatto davanti, si guardavano, a volte gli sguardi dicono molto più delle parole, e loro si stavano dicendo ciò che non avrebbero mai potuto dire parlando. (ho ripetuto la stessa cosa in due modi diversi, ma mi sembra che stia bene).

 

 

Torniamo a Trunks e Marron, non si erano detti una parola per tutto il viaggio, questo non era un buon inizio.

L’automobile si fermò davanti ad un bel ristorante, erano arrivati, scesero e si diressero verso l’ingresso, un uomo composto e vestito nel solito modo dei ristornati andò davanti ai due giovani.

-buonasera signor Briefs, mi permetta di prenderle la giacca e di accompagnarla al suo tavolo-.

I due vennero portati al loro tavolo, era apparecchiato in modo impeccabile, con due candele e posate d’argento, Marron aveva quasi paura di toccarle, tanto sembravano preziose.

-le porto subito il menù, signore-

-grazie-.

I due guardavano in giro, come se avevano paura di guardarsi a vicenda, come se non stessero uscendo insieme.

-ti piace il posto?- chiese lui, dopo un po’

-sì… non ci ero mai stata, è molto carino-

-ne sono contento, sono andato un po’ a naso perché non conosco i tuoi gusti… ora che ci penso… io non conosco proprio nulla di te…-

-è per questo che siamo usciti insieme, per conoscerci, perché anche io non so niente di te-

-bene… allora, cosa ti piace fare?- cominciò a chiedere lui.

Finalmente stavano parlando, lo spesso ghiaccio che si era formato, stava sciogliendosi e non avevano più paura di guardarsi negli occhi.

La loro serata continuò tranquilla, senza particolari colpi di scena, erano proprio entrati in sintonia, forse avrebbe funzionato.

 

Anche nel bel mezzo del bosco le cose andavano piuttosto bene, i due avevano parlato e riso per tutta la sera, la cena era squisita, tutto merito della cuoca Chichi, aiutata anche da Goten.

Ora i due erano sdraiati sull’erba e guardavano le stelle, gli alberi incorniciavano quell’insieme di stelle come un quadro, erano così tante.

-la Terra è parte di uno di quei sistemi?- chiese Goten

-penso di sì, io e Gui abbiamo impiegato circa sei mesi a velocità luce per arrivare qui-

-ti manca, il tuo pianeta?-

-no, è qui la mia vita ora-.

I due rimasero in silenzio, si stava veramente bene, la ragazza aveva la testa appoggiata alla pancia di lui, il suo respiro era regolare, quel luogo ispirava un senso di pace.

Mentre lui giocherellava con i capelli di Zoe, lei stava pensando ancora alla loro infanzia.

-che ne dici di andare in tenda?- le chiese lui

-e se portassimo le coperte fuori?-

-ottima idea, vado subito a prenderle, ci metto un attimo-.

Poco dopo erano lì, stavano per addormentarsi cullati dai suoni della foresta e dall’impercettibile movimento del cielo.

-Goten?-

-sì?-

-io devo dirti una cosa-

-va bene, sono qui apposta-

-anche io ti amo, da morire-.

Lui rispose baciandola dolcemente, finalmente anche Zoe aveva trovato il coraggio di esprimersi, e questo era l’importante.

Cominciavano a credere di essere fatti l’uno per l’altra, credevano di aver finalmente trovato la mistica anima gemella, un essere complementare, di cui non si può fare a meno e senza il quale, si vive una vita a metà.

Alla fine, vinti dal sonno si addormentarono, nella stessa posizione di prima e con le mani saldamente unite.

 

Anche per Trunks e Marron la serata era giunta al termine, lui la stava riportando a casa.

L’accompagnò anche sull’uscio di casa.

-sai, sono stata veramente bene con te stasera-

-anche io sono stato bene-

-credi che potremmo rifarlo?-

-assolutamente, sei una ragazza fantastica-

-grazie, anche tu-.

I due smisero di parlare, si era riformato lo stesso ghiaccio d’inizio serata.

-ehm… io vado, buonanotte- disse lei aprendo la porta

-ah, va bene… allora ci vediamo la prossima volta…- rispose lui, un po’ deluso.

La porta si chiuse, la ragazza si appoggiò ad essa, perché se n’era andata così, perché era fuggita, lui era lì, che aspettava solo un segno di lei… aveva sprecato la sua occasione, ora sarebbe stato difficile rivedersi…

“devo assolutamente rimediare” pensò all’improvviso.

La macchina non si era ancora messa in moto, il ragazzo aveva appena finito di scendere i piccoli gradini che portavano all’entrata e stava per aprire l’auto, quando Trunks sentì una delicata mano prendergli il polso, si girò e vide Marron, che gli disse

-non potevo lasciarti andare così…-.

Dopo di ciò si avvicinò a lui e lo baciò dolcemente sulla bocca, lui ricambiò subito e le loro lingue cominciarono a danzare.

Finalmente lei poteva assaporare il ragazzo che fino al giorno prima aveva solo sognato do toccare, di baciare, era una sensazione magnifica e nessuno dei due avrebbe voluto che finisse.

Poi lui, pienamente soddisfatto, se ne andò, lasciando un gran sorriso sulla bocca della ragazza, ora sì che era sicura che si sarebbero rivisti.

 

Facciamo qualche passo in avanti, era passato un altro anno e mezzo, Zoe e Goten l’avevano vissuto appassionatamente.

Chichi aveva chiesto più di una volta al figlio quando le avrebbe finalmente chiesto di sposarlo, ma lui rispondeva sempre che per ora erano felici così, ed era presto per pensare al matrimonio, avevano solo 19 anni.

-in effetti è una cosa difficile da pesare, ne devi essere assolutamente sicuro, il matrimonio è una questione importante- diceva Chichi.

-è vero, io non credo che noi siamo ancora pronti, non ne abbiamo mai parlato-.

Zoe, dal canto suo, ci aveva sì pensato al matrimonio, ma aveva paura di entrare in argomento, perché non voleva in alcun modo allontanare Goten da se, aspettava che fosse lui a fare quella mossa importante.

Un giorno, come al solito, la ragazza si stava dirigendo verso casa Son. Bussò alla porta, ma non aprì nessuno, penso che Goten fosse in camera a studiare, si era messo veramente d’impegno ultimamente, voleva trovare un lavoro decente per il futuro, mentre Zoe, avendo già finito gli studi, lavorava alla “Capsule Corp.”, che ormai apparteneva a Trunks, aiutato naturalmente dalla madre, in fondo le era andata bene, non si era ritrovata a insegnare arti marziali a degli incapaci.

Era felice, la sua vita le piaceva, era perfetta, non avrebbe mai potuto desiderare di meglio.

“forse dovrei lasciarlo studiare…” si disse.

Ma all’improvviso sentì una voce, una voce che proveniva dal piano di sopra, dove c’era la camera di Goten, era una voce femminile, non era quella di Chichi, e neanche quella di Videl, che spesso era in quella casa.

La ragazza non riusciva più a pensare razionalmente, così salì di corsa le scale e, con suo grande sconforto, notò che la voce proveniva dalla camera di Goten.

Così aprì velocemente la porta e guardò inorridita la scena, non una parola, niente di niente, i fatti avevano detto fin troppo.

Oltre a Goten, in camera, c’era anche una ragazza, quella Jennifer, che, senza reggiseno, lo aveva letteralmente bloccato al muro con le braccia, non si stavano baciando, ma a Zoe venne in mente solo una cosa: tradimento, un’altra volta, solo che stavolta non era un ragazzo qualsiasi, era Goten, il suo Goten, il ragazzo che amava più di se stessa.

Alla fine la sayan si decise a parlare, ma disse una parola, una sola parola che poteva solo far immaginare come si sentisse lei.

-divertitevi…-.

Dopo questo se ne andò, teletrasportandosi lontano, mentre la voce di Goten le diceva:

-non è come pensi! Ti prego non andartene!-.

In una sola parola aveva messo dentro tutta la sua rabbia, la sua frustrazione, usando un tono inspiegabilmente distaccato, ma che voleva dire tutt’altro, lui l’aveva capito, s’inginocchiò sul prato davanti a casa sua, i pugni sbattuti sui poveri fili d’erba, niente sarebbe stato più come prima, non avrebbe mai più potuto avere la fiducia, l’amore, le carezze di Zoe, l’amore della sua vita, l’aveva perduta per sempre, ed era solo colpa sua.

 

 

 

 

 

 

Sono tornata, per le poche persone che seguono la mia ff. Ero rimasta in castigo per motivi stupidi, così mi è stato tolto il computer (2 giorni di terribile astinenza...).

6very6: scusami, ma mi manca l'ispirazione per il capitolo ke devo mettere sull'altro, so cosa scrivere, ho anche provato a metterla giù, ma le parole mi vengono così fredde, così prive di sentimento, è davvero orribile. Il torneo era interplanetare, ma va bene lo stesso... ciaoooo!! tvtttttttttbxs

emyc: eccoti il capitolo!! Scusami il leggero ritardo ma ho 100 cose da fare tutte insieme!! tvtttb

 

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Capitolo 18
*** Il torneo interplanetare ***


zoe

CAPITOLO 17: IL TORNEO INTERPLANETARE

 

Zoe si trovava in un parco, era seduta su una panchina e aveva gli occhi rivolti verso il basso, uno sguardo perso, assente, se fosse stata sdraiata qualcuno avrebbe potuto credere che fosse morta, forse lo era davvero, morta, defunta, la sua anima, il suo essere, non erano più gli stessi da quel giorno.

 

“non è come sembra!”

 

Continuava a sentire le ultime parole che le aveva detto Goten, era come se ci fosse un eco, un eco infinito che continuava a trasmettere le stesse parole, un eco che faceva male, male da morire.

Ad un tratto sentì una mano che le si poggiava sulla spalla, lei si girò, e vide l’ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere: Trunks.

-ciao Zoe, com’è piccolo l’universo, anche tu qui sulla Terra?- le disse lui, con fare amichevole, evidentemente non sapeva nulla.

-ciao Trunks, che sorpresa, sapevo che eri su un altro pianeta, ma non mi sarei mai aspettata di trovarti qui…- disse lei, cercando di essere più spontanea che poteva.

-qualcosa non va?- le chiese lui, che la conosceva troppo bene per non intuire che stava male.

-no, tutto bene…- finse lei.

-io non ci casco mica eh? Dai dimmi che cos’ hai,si vede lontano un miglio che hai solo bisogno di parlarne-

-te l’ho detto… non c’è niente che non va-

-ne sei sicura? Allora perché ti sta scendendo una lacrima?-.

Era vero, Zoe stava piangendo, non l’aveva ancora fatto, non aveva ancora esternato il suo dolore.

-io… io non so che ci faccio qui… so solo che non voglio più vedere Goten, neanche in foto!- disse lei mentre cominciava a singhiozzare.

-perché? Che ti ha fatto?-

-lui… lui… mi ha tradita! Li ho beccati insieme e non ce l’ho fatta…-.

Le sue parole vennero interrotte dal pianto, Trunks non disse niente, qualsiasi cosa sarebbe stata stupida, l’unica cosa che fece fu abbracciarla, nel vano tentativo di consolarla.

Quando si fu un po’ calmata, Trunks le disse

-c’è sicuramente una spiegazione… lui ci teneva così tanto a te…-

-evidentemente si è stufato di me…-

-non si sarebbe mai stufato di te, prova a parlarci, magari non è come sembra…-

-che è? Stai dalla sua parte? E io che ti credevo un amico…-

-non sto dalla sua parte, ti sto solo dicendo il mio sincero parere-

-in ogni caso io non ci parlo più con lui, credo che mi trasferirò qui, sulla Terra-

-e intendi scappare così? La Zoe che conosco si sarebbe battuta con le unghie e con i denti per le cose in cui credeva-

-la Zoe che hai davanti non crede più in niente!-.

Questa cosa fece sobbalzare Trunks, non aveva mai visto la sua amica così disperata, era veramente distrutta.

-scusami, non volevo… senti, non ti trasferire, ti prego…- le disse Trunks con dolcezza.

-no, scusami tu… me la sto prendendo con la persona sbagliata, credo che ci penserò-

-brava… ora, permettimi di portarti in un bar, ne conosco uno dove fanno il sorbetto più buono del mondo-

-ok, grazie…-

-a che servono gli amici…-.

I due si trovavano a Roma e passarono davanti a molti importanti monumenti, come il Colosseo e la Basilica di S. Pietro, i terrestri s’erano dati da fare.

Finalmente giunsero al bar che diceva Trunks e si sedettero ad un tavolo all’aperto, ma all’ombra, quel giorno era particolarmente caldo.

-allora Trunks, sono stufa di parlare di me. Tu con Marron…- chiese Zoe, che preferiva non pensare a quello che le era successo.

-ecco… ci siamo mollati qualche mese fa…-

-coosa! Davvero? Ma… a me lei non ha detto niente, a parte che è da un pezzo che non la sento… ma, perché vi siete lasciati? Stavate così bene…-

-emh… non c’era affinità… diciamo così- disse lui visibilmente imbarazzato.

-credo che tu non mi stia dicendo qualcosa…- lo guardò lei con aria poco convinta.

-non è semplice… da raccontare…-

-provaci, abbiamo moolto tempo-.

La sayan diventava sempre più curiosa, sembrava che ci fosse qualcosa di interessante.

-ecco… noi siamo usciti una sera come molte altre volte, abbiamo parlato, riso, ci siamo divertiti, ci siamo baciati… un po’ come al solito…-.

-capisco…- disse lei che non vedeva l’ora di sapere la continuazione.

-poi l’ho accompagnata a casa, sempre come al solito, solo che non c’era in casa nessuno… così mi ha invitato ad entrare… sì insomma… era da un bel po’ che ci frequentavamo, ma non avevamo mai…- Trunks si interruppe, ma la frase la finì Zoe.

-… fatto sesso-

-esatto, così pensavamo che quella era l’occasione giusta, così siamo andati in camera sua e…-

-sì sì, ho capito, non voglio i dettagli!-

-meglio così, perché è stato un disastro, era la prima volta per entrambi, ma è stato catastrofico!-

-mmh… avete riprovato poi?-

-sì, ci abbiamo riprovato… ma abbiamo capito che non era il fatto di essere inesperti, eravamo noi, che non andavamo bene insieme, così abbiamo deciso di chiudere-

-ah… che peccato…-

-eh già…-

-e, ti sei ripreso?-

-sì, anche piuttosto in fretta, forse mi considererai un insensibile, ma mi sono innamorato di una terrestre-

-e cosa aspettavi a dirmelo!!-

-emh… tu non me l’hai chiesto…-

-dai, dimmi chi è, in che città abita?-

-in questa… stavo proprio tornando da casa sua, quando ti ho incontrata-

-e bravo Trunks… da quanto state insieme?-

-un mesetto circa, ha appena finito gli studi liceali, dovrebbe andare all’università, è molto intelligente-

-ne hai trovata una alla tua altezza… la sai una cosa? Credo che tornerò su Earth e me ne fregherò di Goten, ce la posso fare, no? io sono una sayan, niente mi può fermare-

-ho sentito di un nuovo torneo interplanetare, pensi di partecipare?-

-anche a me mi era sembrato di sentire una cosa simile, credo che parteciperò-

-ora ti riconosco!-

-grazie Trunks, ti devo un favore-

-per così poco…-

-tu non partecipi?-

-no… credo proprio di no-

-che peccato… allora io vado, alla prossima!-

-verrò certamente a vederti-

-ci conto.-

Detto questo la ragazza si alzò e corse in una via un po’ nascosta, dove si concentrò per teletrasportarsi sul suo pianeta.

 

Goten era distrutto, da quando Zoe l’aveva beccato con la sua ex, aveva smesso di studiare, perché studiare? Perché impegnarsi per trovare un lavoro, quando non sarebbe servito per mantenere la donna che amava? Esatto, si era deciso, le avrebbe voluto chiedere di sposarlo, non appena avesse dato quell’ultimo esame che gli mancava.

Ora non aveva più senso, se non poteva avere Zoe, non aveva motivo di trovarsi un lavoro, sarebbe invecchiato nella casa dei suoi genitori triste e solo, ecco quello che si meritava, morire solo come un cane, lei si meritava di meglio.

Sua madre era preoccupata, bussava alla sua porta chiedendo spiegazioni.

-ehi Goten, stai studiando? Perché domani hai l’esame e lo devi passare, capito?-

-no mamma, non farò quell’esame, non m’interessa trovare lavoro-

-ma che cosa dici? Io non so quello che è successo con Zoe, ma devi riprenderti, qui c’è in gioco il tuo futuro!-

-non me ne frega un cazzo del mio fottutissimo futuro! Io lo facevo solo per lei! E ora lasciami in pace!- (ehm… mi è scappato… XDXDXD).

Chichi era rimasta esterrefatta, mai suo figlio le si era rivolto in quel modo, non era da lui, lo conosceva molto bene, decise di lasciarlo stare, stava veramente male, forse prima o poi questa cosa gli sarebbe passata e avrebbe ripreso gli studi, ma per ora era meglio lasciarlo stare.

 

Zoe andava in giro per la Città dell’Est, ovunque c’erano manifesti del torneo, si sarebbe svolto otto mesi dopo su un pianeta disabitato e poco lontano, vi erano le caratteristiche che ogni partecipante doveva avere, innanzitutto dovevamo avere una buona esperienza nella lotta e una buona capacità di sopportare una gravità 10 volte superiore a quella earthiana, per la nostra Zoe era uno scherzo, sperava di incontrare gente forte di altri pianeti, così si sarebbe anche divertita.

Nonostante fosse già abbastanza sicura di se, decise che un minimo di allenamento le avrebbe fatto bene, pensava di portarsi dietro anche Pan, era piccola, ma forte.

Decise di andare da Vegeta, voleva sapere se partecipava anche lui, così si alzò in volo e si precipitò verso la sua abitazione.

-ciao Bulma! Vegeta è in casa?-

-sì, si sta allenando, come al solito, da quando Goku è partito ha ricominciato, non ha nessuna intenzione di rimanere indietro, sai com’è fatto…-

-ti ha parlato del torneo che ci sarà tra qualche mese?-

-sì, gli ho chiesto se partecipava, ma mi ha detto di no, non aveva intenzione di scontrarsi con degli incapaci-

-Ah, ok, non fa niente…-

-e tu? Pensi di andare?-

-io penso di sì, così mi distraggo un po’, porterò anche Pan, è un buon modo per allenarsi-

-va bene, ti va di entrare a prendere qualcosa?-

-no grazie, vado ad allenarmi. Allora ciao!-

-ciao!-.

Che strano, non aveva parlato di Goten, era pure sola, chissà che cos’era successo, Bulma decise di chiamare Chichi, sicuramente lei ne sapeva di più.

-pronto?-

-ciao Chichi, sono Bulma-

-oh, ciao Bulma, come va?-

-tutto bene, ascolta, volevo chiederti una cosa. È appena venuto Zoe a casa mia, senza tuo figlio, parlava del torneo, di voler partecipare, ma mi sembrava strana, non è che è successo qualcosa?-

-anche io ne so poco, Goten è chiuso in camera sua da giorni, si rifiuta di studiare e di uscire, credo che si siano lasciati e dall’apparenza non credo che sia stata una cosa semplice-

-ah… che peccato, sembrava che si volessero sposare…-

-era quello che speravo… scusami, ma non ho molta voglia di parlarne… ti saluto-

-ciao-.

Chichi aveva agganciato subito, la situazione era critica, ma lei non poteva farci nulla, anche se avrebbe tanto voluto aiutarli.

A Chichi venne un’idea, e se avesse chiesto a Goten di partecipare al torneo? Sicuramente si sarebbe distratto un po’, si sa come sono fatti i sayan, a loro piace tantissimo combattere.

Andò a bussare ala porta del figlio.

-scusa se ti disturbo, ma devo dirti una cosa importante, ti prego, aprimi- supplicò la donna.

Un Goten molto svogliato aprì e fece entrare la madre.

-che mi devi dire?-

-ascolta, tra otto mesi ci sarà un torneo interplanetare, partecipa, ti distrarrà-

-se c’è una cosa di cui non ho bisogno ora è un torneo-

-da quello che so, i sayan si distraggono con i combattimenti, prova, non ti costa niente-

-devo pensarci su-

-so che questo non ti invoglierà di più ad andare, ma parteciperà anche Zoe-

-Zoe? Sul serio?-

-me l’ha detto Bulma poco fa…-

-devo pensarci…-

-ok, poi dimmi…-.

Chichi era contenta, questo avrebbe aiutato suo figlio e così sarebbe tornato quello di sempre, non le piaceva il fatto che se ne stesse sempre in casa come un vecchio pensionato, aveva 19 anni, aveva ancora tutta una vita da vivere e non poteva permettergli di buttarla via in quel modo.

Il ragazzo si sdraiò nuovamente sul setto, si mise a pensare, forse quella era un’occasione per riconquistare Zoe.

Cominciò ad elaborare un piano, si mise a sedere sul letto con la testa appoggiata alle mani; alla fine giunse ad una conclusione, ad un piano.

Si fiondò fuori di casa con la tuta da combattimento e passò sfrecciante davanti a sua madre, che sorrise, aveva fatto bene a dirgli del torneo.

Si allenò i mesi rimanenti in una stanza ad una gravità elevatissima, voleva essere forte, molto forte, voleva dimostrare a Zoe che non era uno scansafatiche, voleva dimostrarle che, nonostante tutto, lei poteva permettersi di meritarlo, perché lui si stava impegnando come mai aveva fatto nella sua vita, vita che forse stava cominciando a riprendere la piega giusta.

 

Il giorno del torneo arrivò in fretta, tutti si stavano dirigendo verso il pianeta prescelto, ognuno sulla sua navicella, tranne Zoe a Pan, che arrivarono col teletrasporto della prima, perché perdere tempo quando si avevano i mezzi per arrivare prima?

Anche Goten si diresse verso il pianeta, sulla sua navicella c’era un sacco di gente: la sua famiglia, eccetto suo padre, che ormai era dato per disperso, e la famiglia di Trunks, cha andò tutta per passare una giornata come ai vecchi tempi, i tempi del Tenkaichi (non sono sicura che è giusto come l’ho scritto…), di cui non si sentiva parlare da un po’ di tempo.

Il ragazzo partecipante andò al banco delle iscrizioni per dare il suo nome.

-nome?-

-Son Goten-

-età 20 anni-

-mmh, molto giovane, è sicuro di riuscire a sopportare questa gravità?-

-certo che sono sicuro!-

-bene, vada in fondo a destra, c’è lo spogliatoio, poi se va dritto c’è il luogo d’incontro, dove si svolgeranno i preliminari, ai quali passeranno solo 16 partecipanti, che si scontreranno nel ring principale-

-grazie… senta, non è che si è iscritta una ragazza giovane, capelli rossi, bellissimi occhi verdi… si, ecco… chiamata Zoe?-

-perché lo vuole sapere?-

-è una mia amica…-

-aspetta che vedo… sì, eccola qui-

-grazie mille-.

Era proprio vero, anche lei ci sarebbe stata, non poteva permettersi alcun errore, il suo piano non era perfetto, ma valeva la pena provarci, non aveva nulla da perdere.

Zoe e Pan erano nella palestra dove si sarebbero svolti i preliminari, la piccola stava facendo un po’ di ginnastica, per evitare brutti strappi, la ragazza la osservava, aveva solo 8 anni, quasi l’età del suo primo torneo, solo che la piccola figlia di Gohan era molto diversa da lei, lei era una bambina solare e molto vivace, non come la cupa e solitaria Zoe da bambina.

Era solo grazie agli amici che aveva conosciuto su Earth che aveva cambiato atteggiamento, era pur sempre introversa, ma un minimo d’ironia erano riuscita a trasmettergliela.

Ma non era da biasimare, non aveva certo avuto un’infanzia facile, allenarsi otto anni della sua vita con il solo scopo di vendicare la morte dei genitori, era una vera fortuna aver incontrato persone come Goku, Chichi, Bulma e, diciamo anche Vegeta, che l’hanno trattata come una figlia, e poi non dimentichiamo Trunks, Marron e anche Goten, soprattutto Goten, la sua felicità, ma anche la sua sofferenza in quel momento.

Zoe era assorta nei suoi pensieri, quando la piccola le prese la mano.

-ehi! C’è lo zio Goten!-.

Cosa? Goten lì? Al torneo? Non era possibile, come se tutto non bastasse…

-dai Pan, vai a salutarlo, se vuoi-

-io vado, ma… perché tu non vieni?-

-diciamo che io e tuo zio non andiamo più d’accordo…-

-che peccato… io vado!-.

Beata ingenuità, come invidiava la piccola, lei era così leggera, come una nuvola, che volava al di sopra della pesantezza dei problemi che ha in serbo la vita.

Poco dopo arrivò un essere piuttosto basso, di un colorito azzurrognolo, apparteneva ad uno strano pianeta, andò su una pedana e cominciò a parlare, i preliminari stavano per cominciare.

C’erano davvero tanti esseri, di tutti i colori e di tutte le forme, alcuni piccoli, altri enormi, ma nessuno di loro poteva eguagliare il livello energetico dei nostri sayan.

C’erano vari ring, sedici per precisare, e i partecipanti erano stati divisi a seconda del numero da loro pescato, per fortuna Zoe, Goten e Pan non erano negli stessi gironi, così si sarebbero incontrati alle finali.

Zoe battè tutti i suoi avversari con estrema facilità, tanto che più di uno si arrese prima che fosse esausto, fu la vincitrice del suo girone.

Poi andò a guardare Pan, il cui girone non era ancora concluso, era soddisfatta, aveva allenato una bambina leale, testarda e soprattutto, forte, strano che non riuscisse ancora a diventare super sayan, nonostante tutti i suoi sforzi, forse, essendo sayan solo per il 25% non ci poteva più riuscire, anche se sembrava molto improbabile.

I preliminari si conclusero e i sedici vincitori andarono tutti fuori, dove un pubblico urlante li accolse.

Goten guardò Zoe, che era a pochi metri da lui, era bellissima, dopo mesi senza averla vista, non le avrebbe mai tolto gli occhi di dosso.

Anche da lontano, potè scorgere quei tratti di sofferenza che non se n’erano ancora andati, non era naturale, era assente, sembrava che stesse pensando a tutt’altro, nel bel mezzo di un torneo, non era decisamente da lei, forse la sua presenza era di troppo, sperava solo di essere perdonato.

All’improvviso anche lei si girò dalla sua parte, lo guardò, con occhi offesi, frustrati, ma dai quali si poteva ancora scorgere il profondo amore che ancora provava per lui, si girò dopo pochi attimi, Goten voleva andare da lei, non ce la faceva più, doveva parlarle, al diavolo il piano, ma un essere piuttosto grosso si mise tra i due togliendo a lui la vista di lei. Quando Goten superò l’ingombrante individuo, la ragazza non c’era più, si era spostata, smise di cercarla con lo sguardo quando il telecronista annunciò l’inizio del torneo.

Chissà se avrebbe mai avuto una possibilità, chissà se avrebbe ancora stretto fra le braccia quel corpo così forte, ma fra le sue braccia così fragile, chissà se avrebbe ancora assaporato il suo sapore, chissà se avrebbe ancora provato sensazioni che solo lei gli regalava.

Perché il suo piano funzionasse, bisognava che fossero stati avversari, cosa che sperava, ora non poteva fare altro che aspettare e porre tutte le sue speranze nel piano da lui ideato.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ke bello!!! 4 recensioni!!! GRAZIE!!!! Me commossa... non so il perchè, ma mi piace il pezzo alla fine dove lui vuole andare da lei ma non ci riesce perchè scompare... mi sento in dovere di ringraziarvi tutte:

emyc: ho aggiornato appena avevo un po' di tempo, ovvero il sabato, visto che per me è un giorno sacro, dedicato completamente al nullafare... 1 kiss... tvtttttb

martozza: ciao!!! Sono contenta ke la storia piaccia anche a te, io l'adoro, credo che sia la migliore idea ke abbia mai avuto, anke se me ne frulla un'altra in testa... ma x ora non ci penso molto... Jennifer x me ha un significato simbolico, cioè rappresenta tutte quelle ragazze ke se la tirano e ke pensano di avere il mondo ai loro piedi, ma non sempre riescono nel loro intento... ok ti ho annoiata abbastanza... il prossimo capitolo sarà sicuramente meglio di questo, visto che non succede quasi niente.. kiss

6very6: ciao amoooooo!!! IO una grande scrittrice??? Me è molto lusingata... ma poco convinta che sia vero... tu sei veramente brava!! e non lo dico tanto x... cmq grazie x il consiglio, di solito sento i sum41... forse se cambio mi vengono le idee giuste... la tua storia l'ho appena letta sull'altro sito, ho lasciato un commento. 1 kiss... tvttttttbxs

LORIGETA*: grazie!! Anke le tue storie mi piacciono 1 sacco!!! kiss... tvtttb

Mi aspetto anche la prox volta tanti commenti!!!!! Grazie 1000!!!

kiss by black91

 

 

 

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Capitolo 19
*** Una canzone ***


zoe

CAPITOLO 18: UNA CANZONE

 

Una folla entusiasta applaudiva i combattenti, i quali stavano all’aperto, soggetti ad una gravità piuttosto elevata per un normale essere umano, ma i guerrieri che avevano superato le eliminatorie sembrava che non la sentissero neanche, erano tutti molto potenti e non vedevano l’ora di scontrarsi per dimostrare la loro forza, tutti si pavoneggiavano davanti a tanta gente, tutti tranne i sayan, avevano ben altro da fare.

La costruzione somigliava ad una enorme ciambella, solo che al posto del buco c’era il solito ring quadrangolare, e al posto della ciambella c’erano i posti a sedere e dentro questa ciambella gigante c’erano gli spettatori, che non erano soggetti alla gravità del pianeta, poiché la nostra dispensa di calorie immaginaria (la ciambella) era ad una gravità controllata

Poco dopo cominciò a parlare il telecronista, chiuso in una navicella anti-gravità (come la ciambella).

-ecco i partecipanti di questo torneo! Ci auguriamo che siano forti e che ci facciano godere un bello spettacolo, ma soprattutto, auguriamogli buona fortuna!-.

I primi che si dovettero scontrare furono due personaggi sconosciuti, il loro livello era molto alto, il pubblico era in delirio, ma ancora non aveva visto niente.

Nel terzo incontro si scontrarono la piccola Pan contro un omaccione tutto bianco (l’uomo bianco! Scappate!!! … ehm… non badate ai miei scatti di pazzia… XDXD…).

I due scesero in campo e il pubblico ammutolì, non si aspettavano che una bambina partecipasse al torneo e si chiedevano come avesse fatto a superare le eliminatorie.

Solo chi la conosceva bene la incitava, soprattutto sua nonna Chichi.

-ehi piccolina, non so come hai fato ad arrivare fino a qui, ma non ho intenzione di farti troppo male, quindi arrenditi… è la cosa migliore- le disse l’uomo bianco.

-non ci penso neanche, anzi, ti consiglio di batterti al massimo della tua forza, così ci divertiamo entrambi- gli rispose lei con una vocina amichevole.

-ascolta… io non picchierei mai una bimba…-

-ma io non sono una bimba, ho 8 anni e sono figlia di un sayan- disse lei battendosi fieramente il petto con un pugno.

-f… figlia di un sayan… credo che questo cambi un po’ le cose, ho sentito di questi esseri… si dice che siano dotati di una grande forza-.

-hai proprio ragione, ora vorrei cominciare l’incontro… credo che quelli là si stiano annoiando- rispose la bambina additando il pubblico.

Finalmente cominciarono, l’uomo bianco non se la cavava male, per uno come lui era anche piuttosto forte, ma non potè nulla in confronto alla piccola sayan, che lo stese dopo una ventina di minuti con un potentissimo calcio allo stomaco, che lo fece volare fuori dal ring tutto dolorante.

-mi dispiace… mi eri simpatico- disse Pan andandogli incontro.

-non ti preoccupare, sei più forte tu… farai molta strada piccola- le rispose l’uomo bianco alzandosi a fatica.

Il nuovo amico della piccola venne portato via da alcuni infermieri e sparì nella ciambella, anche la piccola Pan tornò nel luogo dove erano tutti radunati.

-hai visto Zoe, come sono stata brava-

-molto brava, non gli hai fatto molto male-

-no… mi era simpatico-

-brava bambina…-.

La piccola corse da Goten felicissima.

-hai visto zietto…-.

Per quanto sarebbe andata avanti così? Per quanto Zoe avrebbe ancora sofferto per lui? La ragazza non sopportava il fatto di essere a pochi metri di distanza da lui, avrebbe voluto parlarci, dirgli che lo perdonava, che lo amava con tutta se stessa, ma non poteva, lui l’aveva tradita, tradita, una parola semplice, ma tagliente quanto un rasoio, non poteva fare finta di niente, non era una povera illusa, non si sarebbe mai più fatta infinocchiare da nessuno, e questa era una promessa.

Gli incontri che seguirono non furono molto entusiasmanti, fino a quando non toccò a Goten.

Lui si sarebbe dovuto battere con un piccolo esserino viola, appartenente ad un pianetucolo sconosciuto.

-ehi ragazzino non provare a sottovalutare la mia altezza-

-non lo stavo pensando neanche lontanamente…-

-bene, credo che andremo d’accordo-

-se lo dici tu…-.

Dopo questo breve dialogo l’incontro finalmente cominciò, peccato che il piccolino andò subito a sbattere contro la ciambella, perdendo l’incontro, era bastato solo un pugno al nostro sayan per metterlo KO.

“ops… forse dovrei dosare la mia forza…” si disse Goten.

“cavoli! Quel piccoletto non era proprio un buono a nulla, era piuttosto forte… e Goten l’ha steso in meno di un secondo… pazzesco!” pensò subito dopo Zoe.

Goten l’aveva sorpresa, non se lo ricordava così forte, lo conosceva come un ragazzo pigro che non amava combattere, invece si trovava davanti un Goten dalla forza nascosta straordinaria, e dire che non aveva usato neanche un briciolo della sua reale potenza.

Anche Gohan e Trunks si erano molto sorpresi della sua forza.

-caspita… certo che mio fratello deve essersi allenato molto per raggiungere quel livello…-

-è vero…- rispose Trunks.

-eh già… invece di studiare si è allenato negli ultimi tempi, proprio come farebbe suo padre…- rispose Chichi, soffermandosi verso le ultime parole, suo marito le mancava tanto, erano ormai quattro anni che se n’era andato e non passava giorno che lei non sperasse di vederlo arrivare dal cielo, come un angelo, il suo angelo… ma lui era Goku, l’uomo più forte dell’intero universo e lei era sua moglie, non avrebbe mai potuto chiedergli di restare a casa, la loro non sarebbe mai potuta essere una vita normale, ma aveva imparato a farsi bastare il fatto che lui l’amasse in modo sincero.

-bravo zietto!!!! Lo sapevo che avresti vinto!- lo accolse Pan con un sorriso solare.

-grazie piccola, credo di aver sopravvalutato il mio avversario- rispose lui che ancora non si capacitava della sua facile vittoria.

-ma perché tu e Zoe non vi parlate più? Lei mi ha detto che avete litigato…- chiese la piccola con un’aria interrogativa.

-esatto… ma è solo colpa mia… lei fa bene ad essere arrabbiata con me… mi sono comportato male nei suoi confronti…-

-anche se lei ti odia io lo so che ti vuole ancora tanto bene… lo leggo nei suoi occhi quando le parlo di te… però è triste…-

-non ti preoccupare… vai da lei, io tanto sono sempre qui-

-ok, ciao!-.

La piccola correva avanti e indietro tra i due, era proprio una situazione delicata, a Pan questa cosa non piaceva neanche un po’.

Ricordava i tempi quando si intrometteva tra i due piccioncini, si divertiva tanto con loro, quando erano insieme erano sereni ed era piacevole stare con loro, ora invece laddove prima ardeva il caldo fuoco dell’amore, c’era una spessa lastra di ghiaccio, che sembrava aver congelato anche i loro cuori.

Dopo numerosi incontri, verso la fine toccò anche a Zoe.

Si trovava davanti al suo avversario.

-ma che bella ragazza! Mi dispiace doverti battere-

-oh, questo non accadrà, puoi starne certo- gli disse lei con uno sguardo di ghiaccio.

-vorrai scherzare…-

-io non scherzo mica… cominciamo!-.

E l’avversario cominciò a tirare dei velocissimi pugni a Zoe, ma lei li schivava come niente, dopo alcuni minuti si stufò e decise di mettere fine all’incontro alla sua maniera, ovvero sorprendendolo da dietro e colpendolo mandandolo fuori dal ring.

Gli incontri successivi furono simili a questi, nessuno poteva fermare i sayan, erano troppo forti.

Alla fine rimasero solo in sei: Zoe, Pan, Goten e altri tre personaggi, uno di loro emanava una potenza incredibile, aveva sconfitto i suoi avversari con estrema facilità e poteva ancora riservare sorprese.

La ragazza dai capelli rossi aveva appena sconfitto un avversario, se avesse vinto anche l’incontro che le si presentava dopo, avrebbe partecipato alla finale, ora toccava alla piccola Pan, doveva combattersi contro il tizio che sembrava forte.

-attenta Pan, non abbassare mai la guardia, quello sembra forte, non è come gli altri- le suggerì Zoe.

-va bene, farò attenzione, perché se vinco poi mi scontro con il mio zietto, così lo batto anche stavolta- disse Pan sempre sorridente, ricordando il suo ultimo torneo di qualche anni prima.

Si diresse al centro del ring, di fronte al suo avversario e, non appena sentirono il suono d’inizio incontro cominciarono a scontrarsi.

Pan tirava numerosi pugni, ma il suo avversario li parava senza grande difficoltà.

-avanti piccola, lo so che puoi fare di meglio, non ti trattenere, non sono come gli incompetenti che hai incontrato prima- le disse.

Così anche la piccola cominciò ad impegnarsi di più e riuscì a tirare un calcio al suo avversario, che cedette solo per un attimo, per poi scomparire a velocità supersonica sorprendendola da dietro con un calcio alla schiena. Pan venne spinta per alcuni metri in avanti, ma, cadendo quasi in verticale, riuscì, dopo aver compiuto un salto mortale, a spingersi con le gambe verso l’avversario, che purtroppo schivò il suo pugno.

L’incontro sembrava più difficile del previsto, il suo avversario, che si chiamava Liho, era un osso duro.

I due cominciarono uno scontro da vicino e usavano entrambi colpi fortissimi e velocissimi, sembravano pari, cominciarono ad alzarsi dal ring, fino a che Pan non fu colpita prima con una ginocchiata alla pancia e poi buttata sul ring dalle due mani strette a pugno di Liho. Si creò un gran polverone, il pavimento era stato sfondato, la caduta era stata violenta, ma la piccola Pan non si arrese e, asciugandosi il rivolo di sangue che le colava dalla bocca, tornò all’attacco.

“cavoli, Pan è in difficoltà… quel tipo è forte, forse troppo per lei…”.

Dietro le quinte (non si se è giusto da dire) c’erano solo i due sconosciuti, Zoe e Goten, quest’ultimo si avvicinò alla ragazza, doveva tentare il tutto per tutto.

-credo che Pan abbia trovato pane per i suoi denti…- disse lui per rompere il ghiaccio.

-lei vincerà…- rispose Zoe, in un tono alquanto scocciato, gli diede le spalle.

-lo so che non mi vuoi parlare, so che mi odi, so come ti senti, so anche che è tutta colpa mia, ma io ti posso spiegare…-.

La ragazza stava zitta, come se non lo sentisse.

-ti prego… dì qualcosa… non rimanere zitta…- la supplicò il ragazzo.

-che dovrei dire… io non ho assolutamente nulla da dire… non ho parole…- disse la rossa con tono distaccato.

-senti… ascoltami, per l’ultima volta se vuoi, ma lasciami spiegare…-.

Goten fece una pausa, non si aspettava una risposta, doveva formulare le frasi nel modo giusto.

-quel giorno io stavo studiando per il mio esame, come al solito, quando sento il campanello suonare, credevo che fossi tu, così vado ad aprire, ma non trovo te, mi vedo davanti Jennifer che mi chiede se poteva entrare perché doveva dirmi una cosa importante riguardo all’esame. Io le dissi che poteva dirmela anche lì, ma lei insistì, mi disse che era lunga, così la portai in camera, dove era più tranquillo…-.

Zoe ascoltava le parole che uscivano dalla bocca di Goten, rivisse quel giorno e le venne un groppo in gola, no… non doveva piangere, lei non era debole, lei era forte, era una sayan, e i sayan non piangono, perché piangere è segno di debolezza.

-… lei cominciò a parlare, ma non parlava dell’esame, mi chiedeva scusa per quello che era successo anni fa e che non sarebbe mai più successo, mi chiese di rimetterci insieme…-.

Questo fece malissimo al cuore della nostra sayan, il groppo era insopportabile, non sarebbe riuscita a trattenerlo ancora, ma aveva una grande forza di volontà, e con uno sforzo immane cercò di trattenere le lacrime.

-… io rifiutai, dissi che amavo te, e solo te… che non avrei mai cambiato idea, per nessun motivo al mondo. Lei non si arrese e cominciò a venire pericolosamente verso di me, cominciando a togliersi la maglietta… sotto non aveva il reggiseno… probabilmente aveva architettato tutto, io mi allontanai dicendole di uscire, di non farsi più vedere, che era solo una troia, solo che era sul mio letto vicino a me, le parole che avevo detto l’avevano colpita, credo, perché la sua espressione era cambiata, ma fu a quel punto che entrasti tu… io non sapevo che cosa dire, era veramente una brutta sensazione, ero spiazzato, ti vidi con quell’espressione, che non ti apparteneva, scappasti via, io ti corsi dietro, ma tu non c’eri più. Solo allora realizzai di aver rovinato tutto…-.

Zoe cominciava ad avere gli occhi lucidi, aveva abbassato lo sguardo, lui sembrava sincero, e probabilmente lo era, ma lei aveva sofferto troppo, non bastava così poco per perdonarlo, così rimase in silenzio, col cuore a pezzi che piangeva le lacrime che non volevano uscire dai suoi bellissimi occhi verdi.

-… sappi che io ti amo ancora, sei tutto per me, senza di te la mia vita non ha senso…-.

La ragazza aveva sentito abbastanza, si alzò e andò lontano da lui, lontano per non sentire più la sua voce, lontano per non percepire le vibrazioni della sua aura, ma mai lontano abbastanza per non sentire l’amore profondo che li teneva così uniti, l’aveva capito, anche lui stava per piangere, anche lui soffriva, ma allora perché non lo perdonava? Questione d’orgoglio? Forse sì… era forse quel maledetto orgoglio che vietava ai due innamorati di rimettersi insieme? Forse non era tutto, ma certamente ci metteva la sua parte.

Zoe non tratteneva più le lacrime, si mise a piangere silenziosamente e da sola, in un angolo della stanza, il pavimento era bagnato e lei aveva perso completamente il controllo di se, finalmente dava libero sfogo alla sua sofferenza.

Anche Goten si era rifugiato ad un angolo della stanza, aveva provato a parlarle, ma senza molto successo, ora restava solo una cosa da fare e lui sperava tanto che funzionasse.

L’incontro tra Pan e Liho stava giungendo al termine, la piccola era stremata, stava a malapena in piedi, ma non voleva arrendersi, non in quel modo, ma finì rovinosamente a terra, fuori dal ring, aveva perso.

-no!! La mia povera nipotina!!- strillò Chichi.

-bambina mia…- disse Videl con una mano sulla bocca.

-Pan, sei stata brava… devo dire che mi hai sorpreso, sei forte, una vera sayan- disse Gohan a bassa voce.

Videl si precipitò nel posto in cui la piccola stava per essere portata: l’infermeria.

Zoe aveva seguito questo ultimo pezzo e, asciugandosi le lacrime, andò da Pan che era stesa su un lettino.

-ciao Pan-

-ciao Zoe… scusa…-

-perché mi chiedi scusa?-

-perché ho perso-

-ma sei stata bravissima, quello era un avversario troppo forte per te, sei una sayan, ma sei anche una bambina, e quello non era un avversario alla tua portata, ma vedi che con un po’ di allenamento lo superi-

-certo… e sarai tu ad allenarmi, vero?-

-certamente… ora pensa solo a riposarti-

-va bene-.

Pan venne portata in una stanza, lì l’avrebbero curata, era in buona mani, non c’era nulla da temere, e poi stava arrivando Videl.

-ciao Zoe! Pan è lì dentro?- chiese Videl.

-sì, la stanno medicando-.

La donna entrò, mentre Zoe tornò nella sua posizione, voleva osservare lo scontro.

Goten vinse con molta facilità, il suo avversario era una cicca, era come tutti gli altri, così fu presto il turno di Zoe, che sconfisse il suo di avversario in pochi minuti, almeno Pan poteva dire di essersi divertita a lottare contro il suo avversario.

Goten ora doveva battere Liho, sapeva che non era come gli altri, ma non si sarebbe lasciato sconfiggere da lui, doveva assolutamente battersi con Zoe.

Lo scontro cominciò, Liho era veramente forte, ma Goten lo era di più, si era allenato tanto, non poteva perdere, doveva dimostrarle anche con i fatti che lui teneva veramente a lei.

L’avversario di Goten dopo dieci minuti di combattimento era tutto ammaccato e dopo l’ennesimo pugno in pancia svenne accasciandosi a terra svenuto.

Il sayan era soddisfatto, mancava solo un quarto d’ora al suo incontro con Zoe, l’incontro decisivo, quello per cui si era allenato gli otto mesi precedenti ad una gravità elevatissima a cui aveva abilmente resistito, tutto questo per lei, solo per lei, per la ragazza per cui una volta da piccolo aveva rischiato di morire durante lo scontro contro Zinegar, la ragazza per cui si sarebbe sacrificato mille altre volte.

Zoe, d’altra parte, non sapeva che cosa pensare, provava un senso di smarrimento, perché proprio lui? Perché doveva combattere contro Goten? Voleva scappare, ritirarsi dal torneo, ma non poteva, che ne sarebbe stato della sua dignità? No. Doveva batterlo, doveva tirare fuori tutte le sua armi, farlo soffrire, almeno fisicamente.

Passati i minuti di pausa, il telecronista cominciò a parlare al microfono.

-signore e signori, sta per cominciare l’ultimo incontro, quello che ci svelerà il vincitore di questo appassionante torneo, un torneo che ci ha fatto stare col fiato sospeso, ma ora basta chiacchiere e facciamo entrare Gote e Zoe, due abitanti di Earth!!!!-.

Il pubblico li accolse con urla e strilli, non potevano immaginare nulla.

-accidenti, ne vedremo delle belle…- disse Gohan.

-io sono un po’ preoccupato… Zoe è veramente arrabbiata… e noi tutti sappiamo che lei è molto più forte di Goten… non oso immaginare come lo concerà…- disse Trunks.

-secondo me non ti devi preoccupare, Zoe non farebbe mai del male allo zio, gli vuole troppo bene- disse saggiamente Pan, in quel momento era lei che conosceva meglio il suo stato d’animo, dopo aver passato con lei tutti quei mesi.

-spero che sia così…- disse Trunks sospirando.

-io non penso che la nostra Zoe, per quanto forte, riuscirà a battere Goten così facilmente, mio figlio si è allenato duramente…- si intromise Chichi.

I due avversari erano uno di fronte all’altro, lui fissava lei, ma lei guardava per terra, come se lui non ci fosse.

I tamburi cominciarono a suonare.

-non puoi fare finta che io non ci sia, ora siamo avversari- disse Goten.

Poi suonò il gong e Zoe alzò di scatto gli occhi su di lui, era uno sguardo gelido, spaventoso, ma il sayan non si lasciò intimorire, voleva dire che aveva intenzione di batterlo con ogni mezzo e lui era d’accordo.

Zoe si trasformò subito in super sayan, voleva fare sul serio fin dall’inizio. Goten si trasformò a sua volta e poi scomparvero nello stesso istante.

Le persone normali non riuscivano a vedere nulla, erano troppo veloci, solo Trunks e Gohan riuscivano di tanto in tanto a capire dove si trovassero, ma erano rapidi anche per loro (Vegeta se n’era rimasto a casa, non aveva trovato un motivo per andare a vedere il torneo).

All’improvviso si vide Goten che precipitava a terra, ma fermò la sua caduta poco prima di schiantarsi e ripartì all’attacco contro Zoe, che gli era apparsa vicino ma, non aspettandosi un colpo venne colpita in viso da un potente pugnio del ragazzo.

Non cadde a terra, ma fece un salto mortale all’indietro per allontanarsi e riprendersi, il pugno le aveva fatto male e le aveva rotto il labbro, che ora sanguinava.

“io… non me lo ricordavo così forte… deve essersi impegnato, almeno una volta nella sua vita…” pensò la ragazza.

L’obiettivo di Goten era quello di farla cadere dal ring, non voleva sfinirla, non era nei suoi piani, doveva essere ben cosciente quando l’incontro sarebbe finito.

Durante quei minuti di scontro Zoe aveva potuto stare a stretto contatto con Goten, aveva studiato la sua aura e aveva capito che forse era troppo dura con lui, che doveva perdonarlo, ma non voleva, aspettava solo un’altra mossa del sayan.

Tornarono all’attacco, più veloci che mai, si battevano al massimo della loro forza, senza esclusione di colpi. Accadeva che Goten si perdesse nello sguardo di lei e che abbassasse la guardia, così veniva duramente colpito, ma si riprendeva quasi subito, in quel momento era un vero sayan, uno che non si arrendeva, era un sayan innamorato.

Dopo l’ennesimo colpo ricevuto, Zoe cadde a terra, le doleva tutto e sentiva il sapore del suo stesso sangue in bocca.

Goten non sopportava di vederla in quello stato, così si avvicinò a lei, che si mise subito in guardia e fece per tirargli un pugno, ma venne bloccata dalla mano di lui che la prese per il polso, lei chiuse gli occhi, stava per ricevere un pugno potente, aveva perso, doveva ammetterselo, lui era diventato forte, anche di più di lei.

Aspettò qualche secondo, ma il pugno non arrivò, aprì gli occhi e vide Goten che le porgeva un fazzoletto.

-tieni, asciugati se vuoi… mi dispiace se ti sto facendo male… ma volevo dimostrarti che io mi sono impegnato a fondo per questo incontro, che io non sono uno scansafatiche…-.

Zoe lo guardò, la sua espressione era cambiata, ora era confusa e lo guardava con quell’aria interrogativa a cui Goten non sapeva resistere e prese il fazzoletto che le porgeva, asciugandosi la bocca dal sangue.

-grazie… me ne sono accorta, sei forte… non me lo sarei mai aspettato… è stata una bella sorpresa…- gli disse lei.

-io non so in che altro modo posso chiederti scusa, lo so che non è molto, ma questo è per te-.

Detto questo, Goten fece un segno con la mano ad un uomo che stava fuori dal ring, che schiacciò un pulsante e fece partire una melodia, una melodia che Zoe conosceva bene.

-so che questa canzone ti piace tanto, non so che cosa significhi, ma è un modo ancora per chiederti scusa-.

La ragazza non sapeva che cosa dire, quella che sentiva era “Breaking the habit” dei Linkin Park, il gruppo terrestre che adorava.

 

Memories consume
Like opening the wound
I'm picking me apart again
You all assume
I'm safe here in my room
Unless I try to start again

 

La voce del cantante echeggiava in tutto lo stadio, Zoe ascoltava, in silenzio, qualche volta guardava Goten con un’espressione che somigliava molto ad un sorriso, lui ricambiava e si metteva la mano dietro alla nuca.

 

I don't want to be the one
The battles always choose
'Cause inside I realize
That I'm the one confused

 

Zoe aveva giudicato molto male Goten, lui era l’amore della sua vita, questo non lo poteva negare, nel sentire la canzone le vennero in mente tutte le cose che avevano fatto insieme durante il periodo in cui si frequentavano. Doveva perdonarlo, lui era lì, apposta per lei, e lei se ne sarebbe pentita per tutta la vita se si fosse lasciata sfuggire un’occasione simile.

 

I don't know what's worth fighting for
Or why I have to scream
I don't know why I instigate
And say what I don't mean
I don't know how I got this way
I know it's not alright
So I'm breaking the habit
I'm breaking the habit
Tonight

Goten guardava Zoe, avvertiva la sua felicità, finalmente vedeva il sorriso sul suo volto e questa era una vittoria per lui, ora mancava un ultimo passo, quello decisivo.

 

Clutching my cure
I tightly lock the door
I try to catch my breath again
I hurt much more
Than anytime before
I had no options left again

 

Gli sguardi dei due si incontrarono, stavolta Zoe aveva un’aria visibilmente felice, stavolta non guardò da un’altra parte, i suoi occhi reclamavano l’immagine del ragazzo che amava, Goten cominciò ad avvicinarsi a lei, anche lei cominciò a camminare verso di lui.

 

I dont want to be the one
The battles always choose
'Cause inside I realize
That I'm the one confused

 

Gli spettatori guardavano incuriositi la scena, non avevano mai visto una cosa simile in un torneo. Chichi era sulle spine, come anche Trunks, Gohan, Pan e Bulma, non si aspettavano che Goten avesse architettato quello che stavano guardando, ne mai lo avrebbero detto, non credevano ai loro occhi.

 

I don't know what's worth fighting for
Or why I have to scream
I don't know why I instigate
And say what I don't mean
I don't know how I got this way
I'll never be alright
So, I'm breaking the habit
I'm breaking the habit
Tonight

Zoe e Goten erano uno di fronte all’altro, si diedero una mano, il pubblico era in silenzio, si sentiva solo la canzone.

-so anche che questo pezzo della canzone è il tuo preferito, è carico di emozioni- disse Goten.

Zoe provava dentro una felicità enorme, era incantata da quello che stava succedendo e sperava con tutta se stessa che non fosse un sogno. Di nascosto di diede un pizzicotto sulla gamba. No. Non era un sogno, era tutto vero. Non aveva la forza di parlare, non c’erano parole per descrivere quella situazione.

-grazie, Goten…- disse solo questo, con dolcezza infinita, voleva fargli capire che non era più in collera, che lo aveva perdonato e che ora era tutta sua.

 

I'll paint it on the walls
'Cause I'm the one at fault
I'll never fight again
And this is how it ends

 

Era tutto perfetto, solo Goten era capace di farla sentire una vera dea in ogni situazione, non capiva come aveva fatto tutto quel tempo senza di lui, senza il suo sorriso, senza il suo amore.

Goten le prese anche l’altra mano e cominciò a parlare.

-io non ho fatto l’esame… non aveva più senso, io lo facevo solo per te, perché un giorno avrei tanto voluto mantenerti, so che lavorare è una palla… ma non c’è altro modo per guadagnare… ma ho intenzione di farlo l’esame, c’è un’altra sessione tra pochi mesi… ma prima devi rispondere ad una domanda-.

 

I don't know what's worth fighting for
Or why I have to scream
But now I have some clarity
to show you what I mean
I don't know how I got this way
I'll never be alright
So, I'm breaking the habit
I'm breaking the habit
I’m breaking the habit
Tonight

 

Goten si era fatto serio, la canzone era finita, tutti erano col fiato sospeso.

Zoe si era ammutolita, una domanda? Che sia…

-Zoe… io ti amo. Io ci ho riflettuto. Sarei l’uomo più felice dell’intero universo se… insomma… mi vuoi SPOSARE?-.

Goten era stato semplice e Zoe aveva capito.

Una miriade di emozioni si sovrapposero nel cuore della ragazza, non aveva la forza per rispondere, era troppo felice, era paralizzata.

Poi lei si staccò dalla presa di lui e di diresse verso la fine del ring, Goten la guardava allontanarsi e cominciò a temere il peggio. Forse lei non lo aveva perdonato? Forse era stato troppo precipitoso? Forse lei non era pronta? Aveva rovinato tutto un’altra volta e non se lo sarebbe mai perdonato.

Zoe saltò giù da ring, con grande sorpresa di tutti, soprattutto di Goten, si era arresa, aveva perso l’incontro.

-sì… lo voglio…- esclamò lei poco dopo a voce abbastanza alta per farsi sentire da lui.

Goten sorrise, ora aveva capito: lei si era arresa, gli aveva dato la vittoria come segno di volerlo sposare.

La ragazza gli corse incontro e gli saltò addosso abbracciandolo, non era riuscita a trattenersi, non era semplicemente felice, era euforica, il suo sogno si era avverato, Goten le aveva veramente chiesto di sposarla e lei aveva risposto di sì.

La sayan scoprì che stava piangendo e se ne accorse anche Goten.

-ma… perché piangi?-

-no, ti sbagli… non sto piangendo…-

-e quelle che cosa sono?-

-… niente… sono felice…-.

Goten le sorrise, era rimasta la stessa orgogliosa di sempre, che negava anche di fronte all’evidenza.

A quel punto non resistettero più, era passato troppo tempo dall’ultima volta, e sotto gli occhi attoniti di tutti, si baciarono appassionatamente in mezzo al ring, non c’era più nulla da dire, i fatti parlavano già da soli.

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi con un nuovo capitolo! Ma grazie!!! Ancora 4 recensioni!!!! Mi commuovo, la mia storia comincia a piacere a qualquno!!!! Un po' come è successo a Van Gogh, all'inizio i suoi quadri non piacevano a nessuno, poi quando è morto hanno cominciato  piacere a tutti. Ehm... questa considerazione non chiedetemi da dove mi è venuta perchè non lo so neanche io... bando alle ciance, rispondiamo ai vostri bellissimi commenti:

martozza: grazie x i complimenti, mi fanno davvero tanto piacere! Io sono contenta se mi recensisci sempre, anzi, devi farlo! Contenta di come si stanno sistemando le cose? Ciaooo!! tvtttbxs

6very6: ciao amoo!!! Hai visto? Ho aggiornato su entrambi i siti finalmente! X Goku ti anticipo solo ke torna, non ti preoccupare, è uno dei miei preferiti (ma mai quanto Goten... sbav sbav...), ma ora è mortoooooo!!! Io sono in lutto... facciamo 3 minuti di silenzio per favore... ehm... dopo questa paentesi, quand'è che arrivano le disgrazie nella tua storia? Guarda che io ho un cuore di pietra e se vuoi farmi piangere ti dovrai impegnare... a parte gli scherzi, tvttttxs

LORIGETA: grazie mille per il complimentone!!! Anche se io non mi ritengo una brava scrittrice... se mi senti parlare ti spaventi... bellissime anche le tue ff, le adoro!!!! tvtttbxs

emyc: ora non sei più triste? Eh no... li ho fatti mettere di nuovo insieme!! ciaooo!! tvtttbxs

Ho cercato di aggiornare il prima possibile, compiti permettendo.

Ditemi se non è romanticissimo il modo in cui Goten Chiede a Zoe di sposarlo! Non lo so neanche io come ha fatto a venirmi in mente, mi stupisco di me stessa.

kiss by black 91

 

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Capitolo 20
*** IL matrimonio ***


zoe

CAPITOLO 19: IL MATRIMONIO

 

Erano passati due mesi dal fidanzamento, i due erano al settimo cielo, non passava giorno che non si vedessero, anche solo per un attimo, per un saluto, una carezza, un bacio.

In quel momento Goten stava sudando freddo, la mano gli tremava, cercava di essere il più preciso possibile, facendo mente locale riguardo alla situazione, doveva andare avanti, non poteva fermarsi, perché in quel momento erano solo in due, lui e lei: la biro che avrebbe usato per scrivere le risposte dell’esame finale.

Quel mattino si era alzato di buon ora per ripassare, per dare un’ultima occhiata agli argomenti dell’esame, sapeva tutto alla perfezione, non gli sfuggiva nulla, ma allora perché in quell’aula era così agitato? La maglietta cominciava a farsi troppo pesante, sognò l’aria condizionata e un bel bagno in piscina… NO! Non in quel momento, doveva pensare solo al compito, solo ed esclusivamente a quello stramaledettissimo foglio che avrebbe deciso del suo futuro. Dei loschi personaggi occhialuti lo avrebbero osservato, notando anche la più piccola imprecisione nelle risposte, non poteva assolutamente permettersi di sbagliare.

Lesse le domande, una ad una, aveva tutto il tempo che voleva, le risposte non erano così difficili, cominciò a scrivere con la sua penna, il nero delle parole cominciava a delinearsi sul foglio, le risposte erano corrette, non poteva essere altrimenti.

Il tempo scorreva velocemente, ma lui era a buon punto.

Dopo alcune ore chiuse la penna, il fascicolo con il foglio con le risposte, si alzò e consegnò il tutto al grande bancone, scrutò tutti i professori che lo guardavano con aria severa, si allontanò, quelli gli mettevano soggezione.

Non appena fu fuori vide una persona che non si aspettava che fosse lì in quel momento: Trunks, il suo migliore amico.

-ehi! Ciao Goten! Allora, come è andata?-

-io spero proprio che sia andata bene… ma che ci fai qui?-

-sono venuto a vedere come te la cavavi-

-non c’è male…-

-sembri tranquillo… eppure tra una settimana ti sposi-

-non sono mica il tipo che si agita, io- disse indicandosi fieramente.

-sì… certo… come no…-

-simpatico… e a te? Come va con la terrestre?-

-abbiamo appena avuto un periodo difficile, ma ora fila di nuovo tutto a gonfie vele, pensa che si è trovata un lavoro a Satan City!-

-a Satan City? Ma allora è una cosa seria se si è trasferita sul tuo stesso pianeta- disse Goten maliziosamente, provocando il rossore dell’amico.

In quel momento sembravano entrambi degli adolescenti, scherzavano proprio come dei liceali, era come se il tempo non fosse mai passato, per un pomeriggio si dimenticarono dei propri impegni e preoccupazioni, dedicandosi al rilassamento sulla spiaggia con un cono gelato in mano.

Nel frattempo la nostra povera Zoe si stava subendo le incessanti chiacchiere di non una, non due, ma ben tre donne pettegole: Marron, Bulma e Chichi, che l’avevano gentilmente accompagnata a fare spese per il matrimonio, il che includeva anche il famoso vestito da sposa. Potete solo immaginarvi il casino.

-guarda Zoe, questo vestito è un incanto, provalo!-

-prova anche questo, ti starà da dio!-

-non puoi non provare questo, sembra fatto apposta per te!-.

La neo fidanzata stava per scoppiare, il suo istinto sayan le diceva di farle fuori tutte e tre, ma non poteva, avrebbe combinato un casino inutile e poi quelle tre donne deliranti erano sue amiche, dopotutto.

Ad un certo punto, mentre camminava da sola in mezzo ai vestiti esposti, le cadde l’occhio su uno in particolare.

-ehi Zoe! Finalmente ti ho trovata! Guarda questo! Non sembra anche a te che stia dicendo “comprami, comprami!” … ma mi stai ascoltando?- Marron era arrivata lì di corsa, cercava l’amica da un po’ per mostrarle la sua ultima trovata, ma si accorse che lei stava guardando altrove.

-credo proprio che proverò questo- disse la sayan in modo convinto.

-questo? Ma… è molto semplice…- rispose Marron un po’ sconcertata.

Effettivamente l’abito scelto da Zoe era veramente semplice, ma l’amica dovette accettarlo, per quanto orgogliosa che fosse, Zoe aveva i suoi gusti, che non si addicevano ad una persona aristocratica, come lo era lei o Bulma, ma si addicevano a quella bimba dall’animo puro e un po’ scontroso quale era la ragazza cresciuta che aveva davanti, nonostante tutto era sempre lei, con i suoi pregi, ma anche con i suoi difetti.

-e va bene, mi hai convinta, dai provalo, vediamo come ti sta…- disse Marron con un tono di rassegnazione.

-grazie Marron!!- la ragazza dai capelli rossi si diresse tutta felice verso il camerino.

L’amica bionda sospirò, possibile che in tutti quegli anni non era riuscita a passarle nemmeno un minimo del suo buon gusto? Andò a chiamare anche Chichi e Bulma, dovevano esserci anche loro quando Zoe sarebbe uscita dal camerino.

Dopo pochi minuti la tendina si scostò ed uscì solo la testa della ragazza, sembrava avere qualche problema.

-ehm… non è che qualcuno mi darebbe una mano?-.

Le tre donne rimasero scioccate, non riusciva neanche ad allacciarsi un vestito da sola… era il colmo.

-vengo io cara, certo che quando devi salvare il mondo non hai bisogno di nessun aiuto, vero?- disse Bulma.

-è una cosa diversa… tu non puoi capire…- rispose la sayan un po’ offesa.

-scusami, non era mia intenzione offenderti- le disse la donna dai capelli turchini sorridendo.

Poco dopo Zoe era pronta, le altre dovettero ammetterlo, su di lei quell’abito non sembrava più così semplice, lei lo rendeva perfetto in ogni particolare, sì, era quello giusto… senza notare il notevole risparmio! (questa me la potevo anche risparmiare…).

 

Zoe tornò a casa, posò il sacchetto col vestito da una parte e ne tirò fuori il contenuto, non le importava di quello che pensava la gente, a lei piaceva quel vestito bianco, e le piaceva anche come lo indossava.

Andò davanti al grande specchio che c’era in camera sua col vestito in mano, se lo mise davanti, come se l’avesse addosso, sorrise e fece una giravolta su un piede, poi mise il gioiellino che aveva tra le mani su un appendino lo nascose nell’angolo tra il muro e l’armadio, cosicché non lo vedesse nessuno, soprattutto lui, Goten.

Stava calando la sera, decise di farsi una doccia prima di mangiare, aveva un sorriso indelebile disegnato in volto, ancora stentava a crederci, entro sette giorni si sarebbe sposata, avrebbe vissuto nella stessa casa di Goten, avrebbero condiviso lo stesso letto per il resto della loro vita e questa era una cosa fantastica.

Aprì la manopola dell’acqua calda, poi quella fredda, per regolare la temperatura del getto e lasciò che gli zampilli le colpissero dolcemente il viso, sentì un brivido alle labbra, l’acqua le faceva il solletico, in quei momenti era in pace con se stessa.  

Uscì dalla doccia avvolta da un grosso asciugamano, si asciugò come poteva, ma sul pavimento scendevano ugualmente delle gocce dal suo corpo.

Si pettinò i capelli bagnati, cercando di metterli con la piega giusta, anche se non le importava molto il fatto di avere i capelli messi in modo perfetto.

Quando alla fine si era completamente asciugata si accorse che non trovava i pantaloncini che usava a casa.

“dove possono essere finiti…”.

Fece un giro per la casa e ne vide un lembo sotto al divano.

“devo averli lasciati qui l’ultima volta che è venuto Goten…”.

Si chinò per prenderli ma notò che  non c’erano solo loro sotto al divano, c’era anche un alto libro, cercò di tirarlo fuori e si accorse che era il suo vecchio album di foto.

Cominciò a sfogliarlo, quanti ricordi! Ma una foto in particolare attirò la sua attenzione, l’aveva scattata Gohan a tradimento durante un pic-nic, ricordava bene quel giorno, aveva sette anni. Nella foto c’erano lei e Goten seduti sulla coperta, lui le stava dando un bacino sulla guancia e lei mostrava una faccia visibilmente schifata.

Era stato il suo primo bacetto e si stava accorgendo solo ora di quanto fosse stato importante come gesto, tra di loro c’era stato sempre di più di una semplice amicizia o stima reciproca.

Andando avanti a sfogliare le pagine notò un’altra foto che risaliva al suo decimo compleanno, in questa c’erano loro due e anche Trunks, erano in piedi sulle sedie davanti al tavolo con una grossa torta, la bambina era in mezzo ai due maschi e tutti e tre esultavano, ma si poteva ben notare le manine intrecciate di Zoe e Goten, probabilmente era stata una cosa involontaria, ma significava molto.

Poco dopo qualcuno bussava alla porta, era proprio lui, e a giudicare dall’aura lucente sembrava proprio di buon umore.

-ehi! Ciao Zoe!-

-ciao Goten… perché tutta questa allegria?-

-è una cosa troppo bella, dovevi per forza essere tu la prima a saperla!-

-ok… vuoi entrare?-

-certamente!-.

Il ragazzo entrò in quella casa che ormai conosceva fin troppo bene e si sedette sul divano si fianco a Zoe, le prese le mani.

-ascolta, ho appena ricevuto una telefonata, era dalla scuola… mi hanno detto che ho superato l’esame!-

-sul serio? Ma è una cosa magnifica! Hanno fatto presto-

-già, hanno saputo che a breve mi sarei sposato… pensa che mi hanno fatto addirittura gli auguri… e allora l’hanno corretto subito il mio compito-

-wow, allora bisogna festeggiare!-

-che ne dici di venire da me? Stasera mia madre cucinerà i suoi manicaretti-

-allora non posso proprio mancare! Aspetta che mi preparo, ci metto pochissimo-.

Il ragazzo rimase solo nella stanza, diede un’occhiata e notò l’album aperto dall’altra parte del divano, c’erano le foto di una loro vacanza al mare, avevano quindici anni e stavano facendo un combattimento sulla sabbia, ma in quel momento erano in una posizione equivoca: lui era sdraiato, sottomesso, e lei era seduta sulla sua pancia e con le mani lo immobilizzava ai polsi, ma in quel momento si stavano guardando, Goten ricordava quel momento, i loro volti erano talmente vicini che sarebbe bastato un niente per far sì che le loro labbra si congiungessero, ma alla fine non era successo, perché nella mischia si era aggiunto anche Trunks, probabilmente ignaro della situazione magica che si stava creando, quella foto l’aveva scattata Marron, era sempre stata convinta che i due fossero innamorati e cercava tutte le volte di trovarne delle prove. Aveva ragione, anche se i due diretti interessati avevano negato più di una volta con un certo rossore in volto.

Quanti ricordi!

La ragazza dai capelli rossi fece finalmente la sua comparsa, così, preso a braccetto il suo uomo, si diressero verso casa Son.

La serata fu splendida, Chichi era un’ottima cuoca e poi c’erano invitati anche Gohan, Videl e Pan, mancava solo Goku.

Alla fine rimasero solamente Chichi, Goten e Zoe che stavano discutendo ad un tavolo posizionato in giardino.

-che emozione ragazzi! Voi vi sposerete… è un passo molto importante- disse la donna come se stesse insegnando loro una lezione di vita.

-ah…- sospirò ancora con gli occhi che cominciavano a luccicare –mi viene in mente del mio matrimonio con Goku, è passato tanto tempo, ma è come se fosse successo ieri… anche noi ci siamo sposati dopo un torneo e per me è come rivivere quel magnifico momento… godetevelo al massimo ragazzi, perché non vi capiterà mai più di essere così felici- quest’ultima frase la disse con un tono d’amarezza, in fondo non era da biasimare, povera donna, il marito appena poteva la lasciava sola, al suo destino, senza pensare che lei ci stava male, tremendamente male, anche se cercava in tutti i modi di nasconderlo, insomma, lei era la moglie dell’uomo più forte dell’intera galassia, forse dell’universo intero, non poteva permettersi delle stupide debolezze, cosa avrebbe pensato lui? Lei era la donna forte, la cosiddetta Penelope che aspettava il marito sempre e comunque, nel bene e nel male, anche se tutto ciò le pesava da morire; più di una volta aveva pensato di lasciarlo perdere, di arrendersi e passare ad altro, ad una vita più semplice, ma poi le veniva in mente l’espressione di lui, la sua fame incredibile e la sensazione che provava al leggero tocco dei suoi polpastrelli sul corpo di lei, ai salti di gioia che faceva il suo cuore ogni qual volta lui sorridesse, Goku si era impossessato del suo corpo e della sua anima e lei sapeva che se fosse tornata indietro, l’avrebbe sposato comunque.

Dopo un po’ se ne andò anche Zoe, si stava facendo tardi e non voleva disturbare oltre, rimasero soli Chichi e Goten.

-mamma, pensi che papà verrà al matrimonio?- chiese il figlio con un tono un po’ triste.

-io lo spero tanto, Goten… lo spero davvero-.

La donna era di spalle, stava lavando i piatti, guardò fuori dalla finestra, la luna era offuscata dalle nuvole e non poteva manifestare tutta la luce che avrebbe potuto dare, nell’osservare la purezza di quel corpo celeste impedita da quell’ostacolo le scese una lacrima, ma non era colpa delle nuvole, era colpa dell’assenza crudele di Goku.

Il foglio la osservava, aveva percepito la sua malinconia profonda, aveva imparato a riconoscerla fin da bambino, quando di tanto in tanto sentiva i singhiozzi della madre provenire dalla sua camera, mentre pronunciava il nome della persona desiderata.

-ma se mancherà a questo avvenimento così importante, appena torna io lo concio per le feste a Goku- disse Chichi girandosi e dando un pugno alla mano opposta aperta, ancora una volta aveva dimostrato di sapersi controllare, aveva assunto un carattere forte ed era una donna da ammirare.

 

Il grande giorno non si fece attendere, il matrimonio si sarebbe svolto all’aperto e come celebrante non poteva non essere proprio Dende.

Goten aveva lo stesso vestito che aveva usato suo padre, quello bianco, ed era su una specie di altare tutto tremolante, in compagnia di suo fratello.

-Goten, rilassati, non devi agitarti così tanto-

-lo dici proprio tu che stavi per svenire durante la cerimonia?-.

Gohan arrossì, il fratellino non aveva tutti i torti, ma non era carino ricordaglielo.

-scusa se sto cercando di aiutarti…- rispose offeso.

-scusami tu… accidenti, non ne faccio una giusta oggi-.

Il futuro sposo sembrava una foglia al vento, non si era mai sentito così prima d’ora.

-Gohan, dimmi la verità, papà non ci sarà, vero?-

-non essere così pessimista, io sono sicuro che verrà in qualche modo, magari facendo una delle sue entrate in scena-.

Gohan cercò di essere il più convincente possibile, anche se dubitava di quello che diceva, ma qualcosa gli diceva che il padre sarebbe arrivato, sempre che gli fosse giunta la notizia del matrimonio.

I due erano assorti nei loro pensieri e non si accorsero della persona che si stava avvicinando, passo dopo passo.

-ciao ragazzi! Vi trovo in forma!-.

Non ci potevano credere, era proprio lui, era Goku ed era lì, di fronte a loro, incapaci di dire alcun che, erano sbalorditi, splendidamente sbalorditi.

-bhè… che vi succede… non siete felici di vedermi?- chiese Goku sorridendo.

Il figlio maggiore non si fece attendere e corse immediatamente dal padre che lo accolse con le braccia aperte, gli era mancato tantissimo, la sua assenza non era mai piacevole. Goku si staccò dall’abbraccio e si diresse verso l’altare, dove c’era ancora Goten immobile.

-figliolo, quanto sei cambiato, ora sei un uomo, fatti abbracciare…-.

Il figlio si scansò dall’abbraccio, il padre lo guardò preoccupato.

-che ti succede…-

-io… io sono veramente felice che tu sia venuto, ci speravo tanto, ma mi stavo già rassegnando al fatto che tu non ci saresti stato-

-e perché pensavi ad una cosa simile?-

-perché tu per me non ci sei mai stato veramente, quando sei tornato ho passato gli anni più belli della mia vita insieme a te, ma poi te ne sei andato un’altra volta e io ho sofferto, non voglio soffrire ancora, perciò devi farmi una promessa: o resti qui alla cerimonia e non parti più, o te ne vai adesso, ma se lo fai, non tornare-.

La proposta del figlio era precisa, Goku avrebbe dovuto rinunciare al suo animo viaggiatore per restare per sempre insieme alla sua famiglia, in caso contrario doveva rinunciarci per sempre. Il sayan adulto lo guardava con gli occhi sbarrati, in fondo avrebbe dovuto aspettarsela prima o poi una cosa simile, se non da un suo figlio, almeno da sua moglie, Goten aveva lo sguardo immobile, era sicuro di quello che stava dicendo, così Goku prese la sua decisione.

-e va bene Gote, hai ragione, io sono stato assente, non sono un buon padre e so anche che non potrei rimediare agli anni che abbiamo perduto, ma ho deciso di restare con voi-

-dici sul serio?- l’espressione del minore era cambiata, ora era felice e sorpreso, aveva tanto sperato ad una risposta simile e ora stentava a crederci.

-sì, sul serio, non me ne andrò mai più, è una promessa-

-che bello papà, come sono contento!- Goten si lasciò andare in un abbraccio col tanto adorato padre, ormai sicuro che non l’avrebbe perso mai più, strinse la presa e Goku se ne accorse, ma non disse nulla, lui era un padre di famiglia, aveva delle responsabilità, ma se n’era veramente reso conto solo ora (della serie: meglio tardi che mai, eh?).

Piano piano i posti a sedere si stavano occupando, la cerimonia che si stava per svolgere era solo per i parenti e per i pochi conoscenti, una cosa intima, come voleva Zoe. Tutti erano entusiasti nel vedere Goku, sopratutti Chichi che si mise a piangere tra le sue braccia, le uniche dentro le quali si sentiva veramente al sicuro, i due si appartarono in un luogo dove non c’era nessuno.

-allora alla fine sei venuto…- disse lei con ancora le lacrime che le bagnavano le guance, Goku ne prese una con l’indice, era così piccola e delicata, proprio come la sua Chichi.

-non potevo mancare, e la sai una cosa? Io non partirò mai più, resteremo sempre insieme, non ti abbandonerò di nuovo, non voglio ripetere ancora questo errore, voi avete bisogno di me e io di voi, siete la mia famiglia-.

Il volto della donna si illuminò, come se brillasse di luce propria, questa notizia proprio non se l’aspettava ed era commossa nel sentirla.

-oh Goku…-

-non parlare, voglio essere io a dirlo per primo… ti amo Chichi-.

I due si avvicinarono e si diedero un bacio, forse il più bello e goduto della loro vita perché ora erano certi che non si sarebbero più separati.

Intanto gli invitati erano al completo, c’era anche la famiglia di Zoe, che era venuta dalla Terra con una navicella, ora mancava solo la sposa.

Arrivò una donna, seguita da una figura imponente, entrambi avevano un inconfondibile  anello sulla testa, erano Elena, la madre di Zoe, e Gui, il namecciano che l’aveva cresciuta, non mancava proprio nessuno.

Dende si era posizionato sull’altare, in attesa che la sposa facesse la sua comparsa.

Non ci volle molto, infatti alla fine del lungo corridoi di fronte all’altare erano comparse altre due figure, una piccola che prendeva sottobraccio un uomo dai capelli neri e perennemente scompigliati: Keth, il padre.

I due avanzarono, il vestito bianco strisciava per terra, ma a nessuno importava, erano tutti abbagliati dalla bellezza della sposa, la quale sentendosi tutti gli occhi addosso non potè fare a meno di arrossire e di stringere la stretta a suo padre, che la rassicurò con parole confortanti, proprio come si addiceva ad una padre degno di questo nome. Gli sposi si trovarono presto uno di fronte all’altro, si salutarono, erano molto tesi e al segnale di Dende tutti i presenti di sedettero, la cerimonia stava per cominciare. (non scrivo la cerimonia anche perchè non saprei che cosa dire…)

Verso la fine, il supremo disse la famosa formula, alla quale risposero entrambi gli sposi di sì (chiaramente…), poi diede loro il permesso di baciarsi, i due non se lo fecero ripetere una seconda volta e le loro labbra si congiunsero dolcemente, suscitando la commozione di molti presenti.

Dopo la cerimonia c’era un rinfresco davanti al prato della nuova abitazione degli sposi, che si trovava nel piccolo villaggio di zoe, al posto di quel vecchio catorcio di navicella che era la sua vecchia casa, ora rinchiusa in una capsula, per ricordo.

Erano tutti felici, le due famiglie si stavano conoscendo, era la prima volta che si incontravano e ora parlavano allegramente, gli sposi erano in mezzo alla folla, non avevano un momento per stare soli, Zoe sentì una mano toccarle la spalla, era la sua amica Marron.

-ciao Zoe, sono tanto contenta per te! Questo è un giorno importante, non dimenticarlo mai-

-certo! Come potrei? E anche se volessi ci saranno sempre troppe foto che me lo ricorderanno-

-eggià… scusami, la metà le ho fatte io… non ho potuto resistere…-

-non fa niente… per questa volta ti perdono-.

A loro si unì anche Giorgia, la cugina di Zoe, così fecero una chiacchierata proprio come delle vecchie amiche.

Verso sera gli invitati cominciavano ad andare, la famiglia di Zoe sarebbe rimasta a dormire alla capsule corporation, lì c’era spazio a volontà, prima di andare, si avvicinò Trunks agli sposi.

-ragazzi, in bocca al lupo e… dateci dentro eh?-.

I due capirono subito l’allusione del loro amico e diventarono tutti rossi, poi si avvicinò anche una ragazza con un bouquet, quello che aveva lanciato Zoe.

-complimenti ancora a entrambi, siete proprio una bella coppia- disse la ragazza.

-ciao tesoro, pronta per andare?- le disse Trunks.

-no!! Non mi dire che il mazzo di fiori l’hai afferrato proprio tu!!!- disse Goten sbalordito.

-sembrerebbe che tra breve si festeggerà un altro matrimonio- disse Zoe maliziosa.

-ma che dite?- cercò di giustificarsi l’amico.

-la tradizione non l’abbiamo mica inventata noi, sai?- rispose Zoe.

-lo so anche io ma…- Trunks venne fermato dalla ragazza che lo prese sottobraccio.

-eddai amore, in fondo hanno ragione, chissà che la cosa non si avveri…-.

Il povero ragazzo era imbarazzato al massimo, ci aveva pensato più di una volta a fare il grande passo, ma ancora non si sentiva pronto.

Alla fine se ne andarono tutti e rimasero i due sposi soli soletti.

-che giornata eh?- chiese Goten stanchissimo.

-puoi dirlo forte, ma io ho ancora un po’ di energie, tu?-

-oh, per quello risparmio sempre energia-.

Goten la prese in braccio e la portò dentro alla casa, andando verso la camera da letto, una volta arrivati la adagiò sul comodo materasso e cominciarono a baciarsi, poi si sdraiarono, lei sotto e lui sopra, Zoe cominciò a slacciargli la giacca per poi lasciarla cadere da qualche parte a terra. L’impeto aumentava sempre di più, la mano di Goten stava risalendo la gamba di lei e più saliva, più il sangue ribolliva nelle vene, poi con uno scatto, la ragazza capovolse la situazione, ora era lei a stare sopra e piano piano slacciò la cerniera che aveva sulla schiena per tirarsi giù il vestito, il sayan era estasiato, in quel momento voleva solo possederla, amarla come mai aveva fatto prima, voleva assaporare tutto quel corpo così esile e fragile in quel momento, Zoe gli slacciò la camicia bottone per bottone, sembravano infiniti, poi finalmente riuscì a denudare quel torace che amava, era così forte e al suo tocco magico ogni muscolo fremeva. Lui le sfilò il lungo vestito e anch’esso andò a posarsi sul pavimento, poi ritornò lui sopra di lei, aveva preso in mano le redini della situazione e aveva intenzione di mantenerne il controllo, cominciò a scendere a baciarle il collo, sempre più giù, soffermandosi sui seni morbidi, lei gli solleticava la schiena con le dita e questo faceva fuoriuscire gemiti di piacere dalla bocca di lui, dopo un po’ si accorsero che ciò non gli bastava più.

Da fuori sembrò che si fosse accesa una luce, ma erano solo loro due che si erano trasformati in super sayan all’arrivo dell’orgasmo.

Rimasero abbracciati per tutta la notte e si addormentarono l’uno cullato dal respiro dell’altro, pienamente appagati e felici.

 

Passarono i mesi e la loro vita di coppia andava alla grande, si amavano come il primo giorno, se non di più, ma ora Zoe era all’ospedale, precisamente in sala parto e stava soffrendo mica poco, era tutta sudata, mai avrebbe pensato che partorire fosse così doloroso, suo marito era ancora più sudato di lei ed era pallido mentre le stringeva la mano.

-dai ancora un ultimo sforzo! Disse il medico-.

Con un’ultima spinta il piccolo esserino fu fuori, la sua voce piangente si sparse per tutta la sala e dopo questo Zoe si addormentò all’istante, il travaglio era durato parecchie ore, la piccola creatura ci aveva messo del tempo ad uscire, si era fatta attendere fin dall’inizio.

Goten mollò la mano di sua moglie, stremato anche lui e quando se ne andarono tutti i medici, poggiò la testa sul lettino dove c’era Zoe e si addormentò a sua volta.

Dopo un po’ sentì delle dita che gli massaggiavano la testa, alzò gli occhi e vide Zoe che lo guardava.

-buongiorno!- gli disse.

-buongiorno tesoro- disse ancora un po’ assonnato e baciandola.

-hai visto piccolina, si è svegliato anche papà- disse Zoe ad una bimba che dormiva beatamente nella culla di fianco al letto.

I neo genitori rimasero a guardarla per un tempo indefinito, la piccola aveva i capelli neri e la coda da sayan, dopo un po’ aprì gli occhi e fece notare ai genitori che essi erano neri.

-amore, si direbbe che sia una sayan al cento per cento- constatò Goten.

Infatti la neonata aveva già i capelli piuttosto lunghi, ciò accadeva solo ai sayan, visto che la loro capigliatura non cambiava mai per il resto della loro vita.

-è pure esatto, perché sia io che te siamo eterozigoti per quanto riguarda la razza di appartenenza e può darsi che i due alleli sayan siano finiti in nostra figlia dando vita ad un omozigote…- Zoe lo zittì… non capiva molto di genetica, non le importava sapere tutte quelle cose, l’importante era che fosse il frutto del loro amore.

-senti, come la chiamiamo?- chiese lei.

-non ne ho idea… accidenti, dovevamo pensarci-

-io un nome lo avrei, spero che tu sia d’accordo-

-e quale?-

-io la chiamerei Elena, in onore di mia madre…-

-bene, perfetto, vada per Elena allora-.

Anche la piccola sembrò sorridere, poi quando il padre la prese in braccio, si beccò un calcio sul mento dalla piccola guerriera, andava domata, bisognava addomesticare quell’istinto sayan, sì, avevano intenzione di crescere una bella bambina, certo orgogliosa e un po’ scontrosa, ma anche giusta e leale, un po’ come Zoe, alla quale somigliava tantissimo per quanto riguarda il carattere.

 

 

 

 

 

Sono tornataaa!!! Qualche volta esco anche io dalla mia tomba... voglio ringraziare tutti quelli che mi leggono, ma soprattutto tutte le magnifiche ragazze che mi recensiscono: emyc, LORIGETA, 6very6 e martozza.

Questo capitolo diciamo che è l'ultimo, ma ci sarà anche un piccolo epilogo, non è indispensabile, ma vi prego di leggerlo e soprattutto di recensirlo. Però quest'ultimo non mi convinceva molto, ha qualcosa che non mi convince... ma non credo di poter fare di meglio, sono sotto stress, la scuola è quasi finita e io fatico a reggermi in piedi...

Alla proxima kissoni!!!!!

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Capitolo 21
*** epilogo ***


zoe

EPILOGO

 

Caro Diario,

Mi chiamo Elena e abito in un villaggio sperduto ai piedi del monte Paoz, sul quale vivono i miei nonni, i miei zii e mia cugina.

Credo proprio di dovermi presentare perché è la prima volta che ti prendo in mano e lo so che è stupido, ma mi viene spontaneo far bene capire chi sono a qualche foglio di carta, senza offesa.

Allora, sono alta un metro e cinquanta, ora ho quattordici anni, quindi crescerò ancora, ho gli occhi e i capelli neri, ho anche la cicatrice della coda, questo perché io sono una sayan, una vera sayan, al cento per cento, per colpa di uno strano fenomeno genetico che mi rifiuto di imparare.

I miei genitori sono mezzi sayan e sono anche piuttosto forti, ma la mamma si allena di più, a volte ci alleniamo insieme, dice di volermi fare diventare una campionessa, a me piace combattere e i momenti passati a lottare con la mamma sono i più belli della giornata.

Anche oggi ci siamo allenate, quando c’eravamo in casa solo noi, ma non è stata come tutte le volte, mia madre si è messa a raccontarmi di come lei e papà si sono conosciuti, mi ha raccontato tante avventure e poi anche del modo in cui si è innamorata di papà, è una storia molto romantica, anche se a me non piace molto questo genere.

Sfortunatamente dodici anni fa la famiglia si è allargata, per colpa dell’arrivo di quei rompiscatole dei gemelli, si chiamano Godin e Kail, solo che uno di loro non è un sayan, mentre l’altro lo è solo per metà, questo è Kail, pensa che rabbia, è già più forte di me, ma mio padre mi dice che i mezzi sayan hanno più potenziale… chissà il perché…

La mia migliore amica si chiama Emily, ha due anni in meno di me (praticamente l’età dei miei fratelli) ma andiamo d’accordo lo stesso. Anche lei è forte, essendo metà sayan, ma non si allena molto, solo quando viene da me, è la figlia di Trunks e di una terrestre, Trunks è il migliore amico di mio padre.

Ma il mio idolo resta pur sempre mia cugina Pan, è forte e sveglia, mi piace tantissimo lottare contro di lei.

Mio nonno Goku è moto orgoglioso di me, gli piace che io sia di razza pura, così, dice, si sente meno solo, prima erano solo lui e Vegeta…

Mio padre, Goten, lavora alla Capsule Corporation, sa molte cose e non ci fa mancare nulla, invece mia madre non fa un bel niente, ha finalmente imparato a cucinare in modo decente, come avrà fatto tutti quegli anni in cui viveva da sola? Bho…

Io e lei litighiamo spesso, è così testarda, bisogna sempre fare come dice lei e spesso se la prende con papà, che secondo me è troppo buono.

Ma in fondo io le voglio bene, forse non andiamo molto d’accordo perché abbiamo lo stesso carattere, caratterialmente ha preso tutto dai sayan, ora che ci penso, se non ci fosse lei, io avrei già distrutto l’intero pianeta, alcuni earthiani ti fanno proprio saltare i nervi…

Lei sa esattamente come trattare il mio carattere, sa come ammorbidirlo ed è solo grazie a lei se oggi sono la ragazza giusta e leale che sono… uffi che palle… i miei fratelli mi stanno chiamando a squarciagola dalla cucina, sembra che è pronto da mangiare.

Allora alla prossima, ciao!!!!!

 

 

Elena

 

 

p.s. ah, quasi dimenticavo: grazie mamma, per tutto quanto… ops, scusa diario, non ti ho nemmeno scritto come si chiama, il suo nome è Zoe.

 

 

FINE

 

 

 

 

E' finita!!! Mi dispiace un casino!!! Mi ero affezionata a qst ff, e ora l'ho conclusa...

Vi è piaciuto come finale? Non è un po' insulso?

Comunque credo di aver fatto un buon lavoro, sono riuscita a spiegare al meglio quello che avevo in testa, non mi verrà in mente mai più una storia del genere, ci lavoravo da Agosto, quindi è stata anche un po' studiata, spero che sia piaciuta anche a voi e che vi abbia appassionato quasi quanto ha appassionato me.

All'inizio ho cercato di scrivere qualcosa che sarebbe piaciuto leggere a me, non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo sito e non avevo l'intenzione di pubblicarla, poi un bel giorno ho scoperto EFP e dopo un po' mi sono decisa a metterla on-line, dopo i commenti entusiasti di una mia amica (grazie Roby!!!!!!!!).

Vabbè, vi ho annoiato abbastanza, ringrazio:

6very6: ciao!! Adex stiamo pure su msn, ma ti saluto lo stesso... contenta? Lo so, non è molto lungo, ma una pagina di diario nn dura quanto un poema, no? Però credo di aver detto tutto quello che c'era da sapere, magari anche in un modo diverso da solito... no? Contenta? Hai pure una figlia!! Emily è un nome stupendo, io l'adoro... vabbè, tvtttttbxs.

minisirena: ke peccato, sei arrivata proprio alla fine... spero che ti sia piaciuta la ff, ciao!!!

emyc: eccola!! Ho aggiornato il prima possibile, ti è piaciuta??? Mi sono sempre piaciuti un casino i tuoi commenti, grazie 1000, tvttttbxs

martozza: anche io penso che mi sia venuto bene il pezzo tra Chichi e Goku... sono davvero dispiaciuta ke l'ho conclusa... ma prima o poi avrei dovuto farlo... ciao!! tvttttbxs

1 kissone!!!! Commentate tutti!!!! Anche chi leggerà tardi la mia ff!!!!

 

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