E Se Fosse Arrivata Zoe....? di black 91 (/viewuser.php?uid=21414)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Tutti insieme ***
Capitolo 3: *** Il torneo dei giovani ***
Capitolo 4: *** Zoe conosce i genitori ***
Capitolo 5: *** Majin Bu ***
Capitolo 6: *** La pace ***
Capitolo 7: *** Nuovi incontri ***
Capitolo 8: *** Partita a scacchi ***
Capitolo 9: *** Una brutta notizia ***
Capitolo 10: *** La paura ***
Capitolo 11: *** La vendetta ***
Capitolo 12: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 13: *** La famiglia di Zoe ***
Capitolo 14: *** Tutto finito? ***
Capitolo 15: *** Assolutamente sì ***
Capitolo 16: *** Finalmente insieme ***
Capitolo 17: *** L'appuntamento ***
Capitolo 18: *** Il torneo interplanetare ***
Capitolo 19: *** Una canzone ***
Capitolo 20: *** IL matrimonio ***
Capitolo 21: *** epilogo ***
Capitolo 1 *** prologo ***
zoe
PROLOGO:
Terra, pianeta bellissimo,
rigoglioso, vivo, la giornata stava scorrendo come tutte le altre per la maggior
parte della popolazione, tranne che per una donna, una giovane donna correva
disperatamente sotto la pioggia nel tentativo di salvare quel piccolo fagotto ke
aveva in braccio, una bimba, la sua bimba, stranamente nn piangeva, stava
dormendo, come facesse lo sapeva solo lei, ma in fondo era meglio così, non le
sarebbe piaciuto quello che stava succedendo. La donna continuava la sua fuga
tra le vie sperdute di un piccolo paese, nn le importava ke ne sarebbe stato di
lei, solo voleva salvare la sua piccola. Arrivò sul fiume e mise la bimba sotto
ad un albero, nn poteva sopportare il fatto che nn l’avrebbe più vista, le si
spezzava il cuore, la piccola si svegliò di colpo, le sorrideva come se le
volesse dire:”non ti preoccupare per me, fa quello che ritieni più giusto” in un
certo senso la rincuorava quel sorriso innocente; ora o mai più, doveva
salvarla, lì, in riva al fiume e nn lontana dalle abitazioni l’avrebbe presa
qualcuno, l’avrebbe curata. Così Elena, la madre, si allontanò, ma nn fece molta
strada che un potente raggio le trapassò il petto e facendola morire
all’istante, da dietro una voce malefica mormorò:
-ecco, ora la famiglia
discendente da Katu è stata sterminata, la mia vendetta è compiuta- e detto ciò volò via come il vento
soddisfatto di quello ke aveva appena fatto. La piccola nn si accorse di niente,
solo la mattina dopo sobbalzò nell’avvertire due mani ke la prendevano con
amore, ma nn erano quelle calde e rassicuranti della madre, l’aura nn era la
stessa, così pianse, chiedendosi che fine avessero fatto la sua mamma e il suo
papà, nonostante questo, la donna che la prese se la portò in casa sfamando la
piccina e acquistandosi di conseguenza un po’ di
simpatia.
Credo di avere causato un bel casino quindi
è meglio se faccio un flashback per far capire meglio la storia :
un piccolo sayan di circa 8 anni chiamato
Keith, va sul pianeta terra per conquistarlo, ma dopo averne conosciuto la
popolazione cambia idea, essendo venuto a sapere ke il pianeta Vegeta era
esploso, decide di stabilirsi lì poiché aveva fatto conoscenza di una simpatica
famigliola, ke faticaccia abituarsi alla vita dei terrestri! Tutti i giorni
doveva andare a scuola, cercando di vincere quella voglia opprimente di
ammazzare tutti, eh sì, xkè è nella natura dei sayan lo sterminio, ma lui si
trattenne in fondo gli rimanevano solo quegli stupidi terrestri perchè il padre,
la madre, tutti i suoi simili erano morti e forse anke il suo migliore amico,
Vegeta.
Gli anni passavano, lui
cresceva, il suo carattere si ammansiva, finché non incontrò la donna della sua
vita; Elena, bellissima, capelli rossi, occhi verdi e un corpo da modella,
nonché molto intelligente. Si sposarono ed ebbero due gemelle : Zoe (il
fagottino) e Jill. A poche settimane dalla sua nascita, però, arrivò Zinegar, un
mostro orribile ke era venuto lì solo xkè voleva sbarazzarsi della famiglia di
Katu, quel sayan ke aveva sterminato la popolazione del suo pianeta, Katu era il
padre di Keth e Zinegar voleva liberarsi della sua stirpe per vendicarsi. Così
andò sulla terra e uccise prima Keith e poi Elena, della piccola Zoe nn si
accorse minimamente. Ecco cosa è successo.
Subito dopo la morte dei due
genitori, essi andarono nell’aldilà dove conobbero Goku, morto da nn molto tempo
per colpa di Cell, e anke un namecciano di nome Gui, all’altro mondo da ormai
molto tempo per cause naturali. Gui, venuto a conoscenza della storia dei due,
volle cercare di fare qualcosa, nn poteva lasciare che la loro morte rimanesse
invendicata, così, dopo molte richieste da parte dei due genitori, decise ke
sarebbe tornato in vita per allenare la piccola Zoe e farle diventare una ottima
combattente. Andò da Re Caio che lo fece comunicare con la sua gente, voleva che
radunassero le sfere del drago e chiedessero a Polunga ke lo facesse tornare in
vita, ma nn su Namek, bensì sulla terra. Così tornò in vita e dovette salutare
Goku :
-ciao
Goku-
-alla fine ti 6 deciso a
tornare in vita-
-eh
già-
-Gui, quando finisci di
allenare la piccola Zoe, ke ne dici di fare un salto da noi a
Earth?-
-è
un’idea-
-allora a
presto-
-a presto- e sparì dalla vista
di Goku
Ritorniamo a Zoe, la donna
rimase pietrificata quando vide la sua coda, segno inconfondibile di razza
sayan, ma la tenne ugualmente, pensava ke fosse un fatto genetico “a volte
capita” pensò.
Dopo circa una settimana
arrivo Gui dicendo di essere venuto a prendere la piccola, la donna nn appena lo
vide svenne, Gui rimase sconcertato così prese Zoe e se ne andò. La piccola nn
capiva più niente e si arrese al fatto ke quello strano essere dalla pelle verde
avrebbe dovuto farle da padre.
Da questo momento incomincia la
storia vera e propria, una storia tutta da scoprire e, a mio parere, carina, poi
nn so se riuscirò veramente ad esprimere quello ke ho pensato, io ci provo, in
fondo è la prima volta ke mi metto a scrivere sul
serio.
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Capitolo 2 *** Tutti insieme ***
zoe
CAPITOLO 1: TUTTI INSIEME
Meno 5, 4, 3, 2, 1…………………
atterraggio!!!!! Due individui escono da una strana navicella spaziale appena
atterrata sul pianeta Earth, uno era alto e verde, l’altro più piccolo, una
bambina dai capelli rossi raccolti in una coda di cavallo e dagli occhi verdi,
indossava una divisa nera senza maniche e con pantaloni lunghi aderenti col
bordo infilato in stivali da combattimento (tipo quelli di Trunks), sotto alla
tuta aveva una maglietta verde, in vita aveva una corta gonna anch’essa verde
fatta in modo che non disturbasse nel combattimento, portava quattro
scaldamuscoli: due sulle braccia dai gomiti ai polsi e gli altri due alle
caviglie che coprivano un po’ le scarpe, aveva anche una coda ke ballonzolava a
destra e a sinistra, erano Gui, un namecciano, e Zoe, atterrati in mezzo ad una
foresta.
-uffi, proprio nella melma
dovevi atterrare?- si lamentò Zoe
-senti……………- nn ebbe il tempo
di finire la frase ke un grosso dinosauro gli si parò contro, al che seguì un
“ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” collettivo.
Intanto Goku aveva fatto il
suo ritorno e si stavano tutti dirigendo vero lo sportello per iscriversi al
torneo, era il turno di Trunks e Goten:
-nome
ragazzo?-
-Trunks-
-va bene, ti metterò nel
girone dei giovani-
-coooooooosa!!! No, dai la
prego, noi siamo un’eccezione, ci metta nel girone degli adulti!- trunks era
disperato
-no ragazzo le regole sono
regole- rispose il tizio
-uffa, ma ci annoieremo!!!!!!-
ribattè trunks, quando improvvisamente sentì una voce a lui sconosciuta dirgli:
-rassegnati “le regole sono
regole”…… ma fammi il piacere! Cmq mi sono iscritta anke io al girone dei
giovani, nn lo avrei fatto se nn avessi saputo ke c’erano anke i figli di Goku e
Vegeta- Zoe aveva fatto la sua comparsa con Gui davanti agli occhi esterrefatti
dei presenti
-Gui!!!!!!! Ke piacere
rivederti!-
-ciao Goku, ti trovo in forma,
così ti 6 fatto portare in vita anke tu-
-nn esattamente, mi ha portato
Baba, posso stare qui ancora per 24 ore-
Lo sguardo di Goku si abbassò
a guardare la piccola Zoe
-così tu 6
Zoe-
-sì, ho tanto sentito parlare
di te, zio Gui mi ha detto ke 6 fortissimo-
-grazie piccola, sono proprio
curioso di vedere come te la cavi-
Gui fece un sorrisetto
maligno:
-sai nn se la cava male, è
addirittura più forte di me-
-cooooosa! Allora devo proprio
vederti combattere-
Intanto gli altri osservavano
la scena sbigottiti, soprattutto Vegeta, gli ricordava qualcuno quello sguardo,
ma nn riusciva a capire chi.
-ehm ehm, nn è ke puoi
presentarci i tuoi amici Goku?- intervenne Bulma
-ah, certo, Gui l’ho
conosciuto nell’aldilà, è tornato in vita per allenare Zoe, dato che aveva perso
i genitori per colpa di un farabutto e gli avevo detto che non appena avesse
finito con gli allenamenti di venire su Earth con
noi-
-ah, bè, allora ciao, io sono
Goten-
-…… piacere
Zoe-.
Ke strano, Goten è sempre
stato così riservato nei confronti dei nuovi arrivati, questo comportamento non
era proprio da lui, se ne stupirono tutti, soprattutto sua madre Chichi, ma ne
fu contenta, perchè pensava ke finalmente suo figlio si fosse deciso ad aprirsi
anke agli sconosciuti, ma si illudeva xkè Goten era rimasto il timidone di
sempre, solo ke Zoe gli infondeva un senso di tranquillità, cosa ke nn provava
per Gui, provate voi a presentarvi ad un essere
verde!!
Concluse le presentazioni si
recarono tutti all’arena, il torneo dei giovani stava per cominciare, e nn
poteva avere inizio senza le sue star. I 3 piccoli andarono nel salone
nell’attesa di essere riamati sul ring, c’erano tanti ragazzi molto più grandi
di loro, forse erano i più piccoli, e per questo motivo li guardavano male, con
un’espressione da: “ehi tu, mezza calzetta ke ci fai qui, dovresti dormire nella
culla”. Poi ad un tratto si avvicinò un ragazzetto di circa 13 anni dicendo:
-ehi bimba, ti 6 persa, perchè questo è un posto dove possono stare solo i
maschi forti sai?-
-nn sono autorizzata a parlare
con un earthiano insolente come te, nn mi abbasso al tuo livello- rispose Zoe
senza batter ciglio, sapeva ke lo avrebbe potuto eliminare anke con un sol cenno
del dito mignolo, però Gui si era raccomandato con lei di nn far fuori nessuno
che non valesse veramente la pena, solo quando c’era in gioco la vita di
qualcuno poteva uccidere, pochi anni prima non si sarebbe fatta tutti questi
problemi, a soli 3 anni aveva massacrato un’intera città, così, senza motivo e
Gui per punizione le aveva staccato la coda e l’aveva sottoposta ad un
allenamento durissimo 18 ore al giorno per un anno intero, nel quale aveva
rischiato la morte a causa del sonno e della fame, ma solo questo le fece capire
ke uccidere è sbagliato, eh sì, era proprio un vero sayan prima, anke ora ma Gui
l’aveva aiutata ad eliminarne i difetti di carattere, solo l’orgoglio le era
rimasto, ma Gui sapeva meglio d tutti ke quello nn glie lo poteva togliere
nessuno.
Una spinta del ragazzotto la
fece tornare alla realtà, indietreggiò di pochi passi, lei si arrabbiò molto,
Goten e Trunks temerono il peggio ma lei, con loro stupore, si allontanò da quel
ragazzo ke le faceva tanto saltare i nervi, i 2 bambini tirarono un sospiro di
sollievo e la seguirono ed è a questo punto ke Goten cominciò a pensare che nn
sembrava molto forte, era piccola, avrà avuto la sua età al massimo, poi era
minuta e il suo viso era da bambina indifesa, solo l’espressione smentiva tutto,
uno sguardo sicuro delle proprie capacità, ma anke uno sguardo sofferente, ma
per cosa? Per l’allenamento subito? No, per la mancanza dei genitori? Forse, ma
era difficile poiché erano morti quando lei aveva poche settimane. Alla fine
giunse ad una conclusione, doveva proteggerla da qualunque nemico, nn voleva ke
le succedesse niente di male.
Ad un ceto punto lei si fermò,
poi si girò verso di loro con un sorriso gigante dicendo:
-sono stata
brava?-
-certo, un pugno in faccia
però glie lo potevi anke dare- disse trunks
-lo so ma voglio tenermelo
buono per quando lo affronterò sul ring, così scoprirà ke nn è bello farmi
arrabbiare-
-scusa, ma tu quanti anni
hai?- chiese Goten
-6, sono piccola ma non per
questo debole e nn vedo l’ora di scontrarmi con uno di voi, i vostri padri sono
tra gli esseri più forti in tutto l’universo, anke se Goku all’inizio era stato
messo tra i sayan di infimo livello-
-il mio papà era il principe
dei sayan, e il tuo chi era?- disse Trunks con un tono di superiorità
–non lo so, Gui non mi ha
parlato molto dei miei genitori, perchè lui nn li ha conosciuti bene, mi
piacerebbe tanto sapere chi erano………-
Il sorriso solare si spense
tutt’un tratto e Goten tirò una gomitata a Trunks ke gemette per il dolore.
Povera Zoe, nn immaginava neanke la sorpresa ke Goku le voleva fare, infatti
poco dopo ke i 3 piccoli furono entrati nel gran salone lui chiamò Baba, con lo
scopo di chiederle se poteva far tornare in vita per un giorno anke i genitori
della piccola Zoe, la vecchia accettò e tornò nell’aldilà a cercarli. Goku,
Vegeta, Crili, C18 e Junior erano già sulle tribune quando apparve Baba con
Elena e Keth,
-ciao Goku, ke piacere! Era da
un po’ ke nn c si vedeva, ma ke fine avevi fatto?- disse
Keth
-sono andato ad allenarmi,
così posso partecipare al torneo-
-hai fatto bene, sai anke io
mi sono allenato, però credo di essere arrivato tardi per iscrivermi, ehi ciao
Vegeta, sai nn 6 cambiato per niente-
-cosa? Io nn credo di
conoscerti-
-come no? Dai nn fare lo
spiritoso ke nn ti si addice-
-………………
Keith?-
-sì, sono io, ce ne hai messo
di tempo per riconoscermi!!!!!!- a questo punto Vegeta abbozzò una specie di
sorriso, Keith capì ke quello era il suo massimo della dimostrazione del suo
animo, andò verso si lui per stringergli la mano, ma con sua sorpresa si ritrovò
in un suo abbraccio, che durò meno di un secondo, ma era pur sempre un passo
avanti. Ora Vegeta ricordava dove aveva visto l’espressione di Zoe, era la
stessa di suo padre, sicura e innocente allo stesso tempo. Baba se ne andò
raccomandandosi di farsi trovare 24 ore dopo.
-e così nn 6 morto
nell’esplosione del pianeta Vegeta- disse Vegeta
-no, durante uno dei miei
viaggi sono accidentalmente atterrato sul pianeta terra, poi là la gente era
così gentile ke mi ha ammorbidito, così sono rimasto là, visto ke Vegeta era
esploso-
-certo ke…………… farti
ammorbidire dai terrestri………………- disse Vegeta
-mi sembra ke anke tu ti 6
sposato un essere inferiore- disse Keth con un’espressione
maliziosa
-umpf…………- risposa Vegeta, nn
ammetterebbe mai di essersi veramente innamorato di una earthese, neanke
lontanamente paragonabile alle donne sayan, solo ke aveva qualcosa si
straordinario e affascinante quella donna.
-Goku, pensi ke riuscirò a
riconoscere mia figlia?- disse Elena titubante
-nn ti preoccupare, ha i
capelli proprio come i tuoi e poi è anke l’unica femmina ke partecipa al torneo
dei piccoli- disse Goku con tono rassicurante. Ad un certo punto arrivò anke Gui
ke salutò calorosamente i nuovi arrivati.
-com’è andato l’allenamento
con mia figlia?- kiese Keth
-benone, l’unico problema è
stato ke ho dovuto placare il suo carattere sayan con le maniere forti, ma ora
ha imparato la lezione, è addirittura più forte di
me-
-fermi tutti, inizia il
torneo, voglio proprio vedere come se la cava Zoe sul ring- disse Vegeta –sento
ke lo scontro finale sarà mio figlio Trunks contro Zoe, voglio vedere due figli
di sayan di prima categoria battersi fra loro- un ghigno si disegnò sul suo
volto, le sue previsioni non erano sbagliate, ma chi
vincerà?
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Capitolo 3 *** Il torneo dei giovani ***
zoe
CAPITOLO 2:
IL TORNEO DEI GIOVANI
Il telecronista annunciò il 1°
incontro, durante il quale toccherà a Trunks combattere
-bene bene, 1° incontro,
Trunks di 7 anni contro Thjh di 11 anni,
cominciate!-
L’incontro non durò molto,
Trunks lo mise subito al tappeto dopo un leggero pugno in pancia, dopo toccava
al piccolo Goten che arrivò tutto impaurito perchè non era abituato a combattere
davanti a tanta gente, si era allenato prima con sua madre, poi con suo fratello
Gohan. Rimase quasi deluso quando battè il suo avversario con solo un pugno in
faccia, pensava ke gli earthiani fossero più forti! Dopo un po’ di incontri
toccò a Zoe ke doveva battere indovinate un po’, quel tipo antipatico ke prima
l’ha fatta arrabbiare!
-ehi piccolina, cercherò di
non farti troppo male, perchè saprei ridurti in un modo ke neanke tua madre ti
riconoscerebbe- Zoe stava per sputare fuoco da quanto era arrabbiata, ma si
trattenne, presto avrebbe capito ke nn poteva nulla contro di
lei.
-quella è la piccola Zoe? Oh,
bambina mia, come 6 cresciuta!- disse la madre commossa, tanto che una lacrima
le bagnò la guancia, Keith si apprestò ad asciugargliela dicendo
:
-sai cara, è proprio come te,
si vede lontano un miglio che è figlia tua-
-si vede anke ke è figlia tua,
osserva il suo sguardo, è esattamente come il tuo e poi ha ancora la coda! È
adorabile- rispose Elena
-è proprio vero, ora vediamo
come se la cava sul ring-
I due contendenti si misero
uno di fronte all’altro e il telecronista diede il via
all’incontro:
-ti voglio dare un piccolo
vantaggio, dai attaccami per prima- disse il ragazzino sicuro di avere la
vittoria in pugno
-no, grazie, me la cavo meglio
di quanto credi- disse Zoe con aria di sufficienza
-allora nn vuoi capire eh? Te
lo insegno io a non metterti con chi è visibilmente più forte di
te!-.
E partì all’attacco ma quando
cercò di sferrare il suo pugno colpì solo aria, Zoe si era volatilizzata! In
compenso sentì un peso sulle spalle, non si era neanke accorto che lei gli era
salita sulla spalle pochi attimi prima che lui cercasse di colpirla, con un
salto mortale all’indietro Zoe scese dal suo avversario, questi sì girò come
pietrificato
-ehi……… ma come hai fatto? Nn
è valido usare certi trucchi!-
-ma io nn ho usato nessun
trucco, non solo sono più veloce di te, ma sono anche più forte, neanche
allenandoti all’infinito riuscirai ad arrivare al mio
livello-
-piccola peste, ora ti
sistemo!-.
E partì nuovamente alla
carica, stavolta Zoe evitò tutti i suoi colpi, ma ciò che fece imbestialire il
suo avversario era che lei sembrava non presente, come se stesse pensando ad
altro, difatti, mentre evitava quella tempesta di pugni
diceva:
-uffa, mi sono dimenticata di
tagliarmi le unghie stamattina, vabbè, le taglio dopo…- e altre boiate varie.
Alle fine il ragazzo era esausto e ansimava come se avesse appena corso una
campestre a tutta velocità.
–ma 6 già stanco? Che noia, metterò fine
a questo incontro subito- disse Zoe con uno sbadiglio. Così, senza ke lui se ne
accorgesse, con il gesto di tirare una biglia (nn so se mi sono spiegata, perchè quel gesto nn ha
nome) lo scaraventò a terra davanti agli occhi stupefatti di tutti i
presenti.
Dopo un attimo di pausa il
telecronista si riprese.
-l’incontro è terminato, vince
la piccola Zoe!!!!!-
-ha una forza straordinaria,
nn lo avrei mai detto- disse Goku
-dubitavi dei miei
allenamenti?- disse soddisfatto Gui
-la mia bambina, è fortissima,
nn…… nn mi sono neanche accorta di quello che ha fatto- disse la madre con
un’espressione tra lo stupito e il terrorizzato
-è degna figlia di suo padre-
intervenne Vegeta, alquanto compiaciuto di quello che era appena
successo
-grazie, in effetti nn avrei
mai pensato ke una femmina potesse essere così forte, ma visto che si tratta di
mia figlia allora……- Keith era
contento ke sua figlia fosse così forte, ma in cuor suo sapeva che non era suo
il merito, era di Gui, quanto avrebbe voluto allenarla
lui……
Quando Zoe raggiunse Goten e
Trunks loro la inondarono di complimenti, lei di conseguenza diventò di un
colore ke somigliava molto a quello del pomodoro dicendo un semplice:
-grazie-
Gli altri incontri si svolsero
in modo molto simile e furono piuttosto rapidi, i 3 ragazzini non usavano
neanche un decimo della loro capacità. Finalmente ci fu lo scontro tra Goten e
Trunks, Zoe li osservava, voleva conoscere a fondo il suo prossimo
avversario.
I due amici si fecero un
inchino prima di cominciare a combattere, dopo di che partirono, entrambi
dimostrarono al pubblico le loro capacità ed esso li guardava stupito, cercando
di non farsi sfuggire neanche una mossa, impresa piuttosto ardua, tranne che per
i nostri eroi e la piccola Zoe. L’incontro sembrava alla pari fino a quando
Trunks sorprese Goten dal dietro e lo prese da sotto le braccia, il figlio di
Goku non riusciva a contrattaccare e intanto le rispettiva madri sbraitavano
come due pazze, per poco non si menavano! Ad un certo punto è successo
l’inimmaginabile, Goten si trasformò in super sayan, così si liberò subito,
Trunks era offeso, avevano promesso che non si sarebbero trasformati e Goten
tornò normale dicendo che non lo avrebbe fatto più, continuarono il
combattimento, ancora una volta sembravano ad armi pari, fino a che Trunks non
lanciò un’onda contro Goten, quest’ultimo si spostò e fece un salto altissimo,
una volta su si lanciò in picchiata contro Trunks che si spostò all’ultimo
momento, Goten lo seguì, ma Trunks si trasformò in super sayan e con un’onda lo
spedì contro le tribune, l’incontro era finito con la vittoria di Trunks. In
fondo dispiaceva a Zoe il non battersi con il figlio di Goku, ma Trunks nn le
dispiaceva, era pur sempre il figlio del principe dei sayan, voleva dimostrare a
tutti ke anke se era un femmina poteva benissimo confrontarsi con i maschi,
addirittura batterli, nn amava essere sottovalutata, neanke perdere.
Intanto Goten si era
arrabbiato col suo amico perchè nn aveva mantenuto la promessa, ma in effetti nn
l’aveva fatto neanche lui. Trunks rientrò nel salone per riposarsi, l’incontro
finale sarebbe cominciato a minuti, e tutti erano sicuri che avrebbe vinto
Trunks, perchè era un maschio, mi sembra normale.
Circa 10 minuti dopo
incominciò l’incontro, i 2 si fissavano:
-sai nn mi sono mai battuto
con una femmina- disse Trunks
-neanche io, sai non sono
molte le femmine che praticano questo sport, sono esseri deboli, ma io non ti
renderò la vita facile, stai in guardia!- Zoe era decisa a farsi valere e quella
era l’occasione che aspettava da tanto tempo.
-mio figlio si è fatto valere,
vediamo come se la cava ora- Disse Vegeta
-sembra come noi da piccoli,
quando ci battevamo, quanti bei ricordi- rispose
Keth
-già, solo che ora sono mio
figlio contro tua figlia-
-nn sottovalutatela, potreste
avere molte sorprese, Zoe è diversa dalle altre bambine e sono sicuro che
vincerà- Gui era molto sicuro di quello ke diceva
-ma nn è possibile, quella è
solo una bambina- disse Videl che era arrivata prima con Gohan per assistere
all’incontro di Goten –e poi un’altra cosa, perchè ha la coda? Non è
normale……-
-vedi Videl, capita, è la
genetica, vero?- rispose Gohan prima che potesse farlo qualcun altro, Videl non
era molto convinta:
-sarà, ma questa storia nn mi
piace-
Il telecronista diede il via
al combattimento, Trunks cominciò subito ad attaccare e ad inondare Zoe con una
raffica di pugni velocissimi, la bambina li evitò tutti, quando Trunks se ne
accorse si allontanò
-allora? dai impegnati, lo so
che puoi fare di meglio- lo incitò Zoe
-cavolo, 6 più veloce di
quanto pensassi, d’accordo mi impegno-
L’incontro continuò, e
stavolta era sul serio, sembravano pari, ma ad un
tratto:
-così va meglio, ma di questo
passo non finiremo mai, così ho deciso di impegnarmi anke
io-
-come impegnarti, vuoi dirmi
ke ora hai solo scherzato?- Trunks cominciò a
spaventarsi
-no, mi stavo riscaldando,
fino ad ora ho combattuto solo contro degli incompetenti-
-cosa? Non ci credo, finora si
è solo scaldata- Goku era stupefatto
-sì, è forte, ma ho notato un
suo punto debole, non è molto veloce nei movimenti- disse
Vegeta
-sì…… hai ragione, non è molto
veloce, ma prendersi un suo pugno in faccia non è il massimo- Gui non era molto
convinto dell’osservazione di Vegeta, chissà cosa
nascondeva.
Intanto Trunks era in
difficoltà, in velocità era superiore, ma non basta, anche la tecnica era
importante, e quella di Zoe era sicuramente migliore, così si alzò in volo e le
lanciò una sfera di energia, lei non poteva evitarla, ma non era spaventata,
anzi, la prese come se le fosse stato tirata una gomma, dopo di che la ributtò
addosso a Trunks che la scansò lasciandola volare nel cielo, non sapeva più cosa
fare, l’unica possibilità che aveva di batterla era quella di trasformarsi in
super sayan, ma non ne era molto sicuro, così si voltò verso suo padre come per
chiedergli il permesso, lui capì e gli fece un cenno del capo come per dirgli ke
poteva, Trunks non aspettò oltre e si trasformò, adesso era lui in vantaggio.
-nn è valido, lui è
trasformato mentre la mia piccola no- disse Keith
-……………………………………………… quella nn
è una bambina è……è… NN LO SO COS’è!!!!!- Videl stava per impazzire.
–su Videl nn ti preoccupare è
la genetica…………- Gohan cercava di confortare l’amica prima che svenisse.
-………………… tu e la tua
genetica!!!!!!!! Secondo me mi nascondi qualche cosa-
-ma cosa dici? Io…… non so
niente di quella bambina- Gohan era disperato, Videl lo guardò malissimo, poi si
girò per osservare lo scontro.
-il mio Trunks ha la vittoria
in pugno- Vegeta cominciava già ad assaporare la vittoria di suo figlio, oltre
che naturalmente la propria, Gui non era preoccupato, anzi, un sorriso gli si
era stampato in volto:
-nn ti illudere, guarda cosa
succede ora-
Zoe si era accorta ke Trunks
era più forte di lei, così si fermò:
-non vorrai arrenderti spero,
mi stavo divertendo- disse Trunks che già si vedeva
vincitore
-niente affatto, non pensavo
che sarei arrivata a questo punto- Zoe si concentrò e si trasformò anke lei in
super sayan, tutti erano sbalorditi, nessuno se lo
aspettava.
-e ora preparati- Trunks
cominciò a spaventarsi e cercò di attaccarla con tutta la forza di cui
disponeva, ma fu tutto inutile, Zoe lo mandò a sbattere contro al muro
dell’arena, frantumandola, Trunks aveva perso, tutti erano in silenzio, poi
piano piano cominciò un lungo boato della urla della folla in delirio per quella
ragazzina che aveva dimostrato a tutti quanto era forte, anke di più dei maschi,
lei diventò tutta rossa, ma dentro era felice, felice di avere sguardi non di
sufficienza, ma di ammirazione, in quel momento le scese una timida lacrima, non
tanto per la felicità, ma per il fatto che avrebbe tanto voluto che i suoi
genitori avessero assistito al suo trionfo, non poteva immaginare che loro erano
proprio lì, a vederla, e che erano tanto orgogliosi di
lei.
Gui era contento della sua
piccola, anche Keith, anche se sapeva che nn era merito
suo
-grazie per aver allenato la
piccola Zoe, l’hai fatto molto meglio di quanto avrei potuto fare
io-
-nn dirlo neanke per scherzo,
buon sangue non mente, ha fatto quasi tutto da sola, io l’ho solo aiutata, ma
sono molto orgoglioso di com’è venuta su-
-urka, chi lo avrebbe mai
detto, complimenti Gui- disse Goku entusiasta, gli piaceva sempre incontrare
persone forti, poi lei era una femmina, non avrebbe scommesso una lira sulla sua
vittoria. La madre era preoccupata, aveva paura che finisse in quale guaio e
morisse come avevano fatto lei e Keith:
-e se un giorno le venisse in
mente di vendicarci?-
-lei si è allenata tanto
duramente per questo motivo, non sono mai riuscita a smuoverla, per lei è
veramente importante farlo- disse Gui
-no, fammi una promessa, lei
nn deve mai scontrarsi con quel mostro, tu glie lo
impedirai-
-nn credo ke sarà
possibile………………-
-sta tranquilla Elena, qui non
la troverà mai- disse Keith
Nel frattempo Vegeta nn
credeva ai propri occhi, non riusciva a capacitarsi di quello che era appena
successo, suo figlio era forte, ma Zoe lo era di più, non poteva negare
all’evidenza
-ehi, Vegeta perchè quella
faccia?- gli kiese Goku
-no, è che da piccoli io e
Keith eravamo quasi pari, io ero un po’ più forte, ma sembra che ora la
situazione sia cambiata-
-in effetti per te questo è un
affronto imperdonabile……..-
-nn sono arrabbiato, è solo
che Trunks non si è allenato tanto come Zoe, si è fatto onore laggiù e poi a me
basta che sia io il più forte- Vegeta fece una faccia di finta indifferenza. Zoe
ora doveva scontrarsi con il grande Mr. Satan, questo entrò in campo e si
rivolse al telecronista:
-aspetta, aspetta non è che mi
fai parlare un po’ con la piccola campionessa?-
-certo, come
vuole-
Allora si avvicinò a Zoe e le
sussurrò all’orecchio:
-senti piccola, ora ti prego,
colpiscimi piano, io farò finta di farti vincere, ma ti prego…… non farmi
perdere la faccia davanti a tutti-
-va bene, farò più piano che
posso, perchè tu 6 solo un earthese vero?-
-sìsìsìsìsìsìsìsìsìsìsì,
allora si fa come ho detto?-
-ma certo, non ho alcun
interesse a farti fare una figuraccia davanti a
tutti-
-bene bene, così si fa, ehm
ehm- si skiarì la voce e gridò
–possiamo cominciare. Stavo
discutendo con la mia piccola avversaria-
-va bene allora cominciate-
disse il telecronista mentre il pubblico guardava
attento.
Zoe gli diede un piccolo pugno
sul naso e Mr. Satan stramazzò a terra dolorante, dopo di che disse sottovoce al
telecronista di porre fine all’incontro, subito dopo si rialzò con la mano sul
naso e corse dentro, non voleva che tutti vedessero che gli usciva sangue. Zoe
rimase sbigottita, mai aveva visto un più strampalato di quel tizio, ma poi
sentì il telecronista che le alzò il braccio in segno di vittoria, ancora una
volta gli applausi erano tutti per lei, ma stavolta non le sembrava un gran
traguardo, ma sorrise ugualmente al pubblico, non nascondendo un certo rossore,
stare al centro dell’attenzione la metteva a disagio, ma in fondo era quello che
aveva sempre voluto, ad un certo punto incrociò lo sguardo di Goten che le
sorrideva, ricambiò amichevolmente, poi guardò verso Gui, che la guardava
soddisfatto, poi spostò lo sguardo verso Goku, poi verso Vegeta, infine ricadde
su due strani individui…………
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grande così va bene? |
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Capitolo 4 *** Zoe conosce i genitori ***
zoe
CAPITOLO 3: ZOE CONOSCE I
GENITORI
Zoe aveva già raggiunto Goten
e Trunks che erano ancora nel salone ad aspettarla
-6 stata fortissima- le disse
Goten
-i miei complimenti, ti avevo
sottovalutata- disse Trunks
-grazie, anche voi non siete
niente male, con un po’ di allenamento riuscireste a diventare ancora più forti
di me, io mi sono allenata tanto perchè voglio vendicare i miei genitori e se
sono debole non ce la posso fare- poi aggiunse –dai, ora
saliamo-
-no, andate senza di me- disse
Trunks sommessamente
-perché?- esclamarono insieme
Goten e Zoe
-perché sono sicuro che non
appena mi vedrà mio padre, lui si arrabbierà con me, me lo
sento-
-ma cosa dici? Dai vieni-
disse Goten
-infatti, e poi io credo che
tuo padre sia molto più comprensivo di quanto non sembri- aggiunse
Zoe
-e poi se farai la faccia
sommessa forse non ti dirà niente- la soluzione di Goten sembrò smuovere Trunks,
e tutti e 3 si incamminarono verso Goku e gli
altri.
Non appena Trunks vide suo
padre, abbassò lo sguardo si aspettava una bella ramanzina, invece:
-Trunks, 6 stato bravo, ti 6
fatto onore, ma cerca di allenarti di più- il bambino non poteva credere alla
sue orecchie, suo padre gli aveva appena fatto un complimento, in modo un po’
sgarbato, ma lui lo conosceva e sapeva che era il suo massimo, si sentì felice e
disse solo che si sarebbe impegnato di più, Vegeta fece una smorfia, che
sembrava nascondere un timido sorriso. Goku era entusiasta che suo figlio
sapesse diventare super sayan già a quell’età e per questo non badò molto alla
sconfitta subita. Zoe quasi travolse Gui con un suo abbraccio e gli
chiese:
-hai visto, sono stata
brava?-
-bravissima, non ho mai
pensato che tu perdessi- Zoe gli sorrise, ma intravide dietro all’amico verde
due figure, le stesse che aveva visto dal ring, che la guardavano come se la
conoscessero, quindi sussurrò a Gui:
-ma chi sono quei 2 non li ho
mai visti-
-loro………… vorrebbero parlarti-
e rivolgendosi a , loro disse –eccola, lei è Zoe-
-come 6 cambiata, non ti avrei
mai riconosciuta………- la madre quasi si commosse, Zoe nn capiva
-ciao, piccola, lo so ti sarà
difficile da credere ma noi siamo……… i tuoi genitori- disse Keth, al quale
ribolliva il sangue da quanto aveva desiderato dire a sua figlia quella frase,
Zoe era pietrificata
–i miei genitori?- poi ci fu
un silenzio, insopportabile per Keth ed Elena, avevano paura che la loro figlia
non gli credesse o peggio, non li volesse, in realtà lei stava pensando, doveva
riordinare le idee, questa cosa l’aveva colta all’improvviso e lei non era
psicologicamente preparata e non capiva, aveva tanto atteso quel momento e ora
che le si presentava davanti non aveva il coraggio di spiccicare parola,
-piccola dì qualcosa- la
supplicò la madre, Zoe cominciò a lacrimare dopo di che corse verso i suoi
genitori, i quali stavano solo aspettando un suo segno, anche la madre cominciò
a piangere e Keth si sentiva felice come non mai, dopo essere morto mai si
sarebbe aspettato di poter essere ancora così
felice.
Il desiderio di Zoe si era
avverato, lei aveva desiderato che i suoi genitori vedessero il suo
combattimento, si diede un pizzicotto per essere sicura che non stesse sognando,
ma era tutto vero, poi dopo si staccò dalla presa della madre che sembrava non
volerla mollare mai più:
-ma voi da dove siete
venuti?-
-ci ha portati qui Baba,
dovremo andarcene tra un giorno- rispose il padre
-ah…………… solo un giorno………….-
Zoe si rabbuiò
-allora bisogna sfruttarlo,
andate a fare un giro- disse Bulma ancora commossa
-ok, ma io volevo seguire i
vostri incontri…………….- disse Zoe
-dai, è un’occasione unica,
poi ti racconto tutto io- rispose Gui
-va bene, allora a dopo- Zoe
salutò i suoi amici e si diresse lontano dall’isola per andare in un posto e
passare quella giornata unica con i suoi genitori.
Keith prese in braccio la
moglie e durante il volo parlarono:
-vedo che ti sai muovere bene
nel combattimento- le disse Keith
-sì, mi sono allenata
duramente, guarda?- e gli fece vedere una brutta cicatrice su un fianco -me la sono fatta l’anno scorso quando
cercavo di evitare dei sassi affilati con pesi da 500 chili due ai polsi e altri
due alle caviglie, purtroppo questo nn l’ho
evitato…-
-ho notato, che ne dici di
fare un combattimento?- disse Keth
-oh, no ha combattuto fino ad
ora, lasciala stare- disse la madre che non ne poteva più di vedere
combattimenti
-dai mamma, un combattimento
piccolo piccolo- la supplicò Zoe, lei non poteva resistere a quello sguardo e
acconsentì, così si fermarono in una radura e cominciarono a combattere, Zoe
s’impegnò, ma suo padre era più forte (come è giusto ke sia) e la
sconfisse.
-wow, ti 6 allenato anche
nell’aldilà?- kiese Zoe ancora ansante
-sì, la non c’è niente di
meglio da fare, non mi andava di stare a rigirarmi i
pollici-
-mmm…… di meglio c’era da
fare, per esempio potevamo girare un po’ e andare alle terme, ce ne sono tante
di cose da fare- disse Elena
-questo è il prezzo per aver
sposato un sayan! Ok, andiamo dove vuole tua madre…- rispose il marito.
Passarono della ore
bellissime, andarono al parco, al luna park e anche al bar, dove Zoe e Keth si
sporcarono di gelato al cioccolato (eh già, non siamo mica gli unici
all’universo a mangiarlo), quella furono ore durante le quali non importava
cosa succedeva fuori, o della gente che li guardava, l’importante era che
fossero riuniti tutti e tre nello stesso momento, durante queste ore si
dimenticarono di tutto e di tutti, non potevano neanche immaginare cosa stesse
succedendo a Goku e agli altri……………………(la
storia la sapete già quindi non stò neanke a dirvela)
|
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Capitolo 5 *** Majin Bu ***
zoe
CAPITOLO 4: MAJIN BU
La famiglia felice si trovava
davanti a un lago quando arrivò Gui insieme a Baba
-finalmente vi abbiamo
trovati! Puff…. Pant …- Baba aveva ancora il
fiatone
-forza Zoe devi seguirmi non
c’è un minuto da perdere!- urlò Gui alla piccola
-ma………ma come, non è ancora
passato neanche un giorno……………- piagnucolò la
bambina
-niente ma, forza voi, dovete
tornare nell’aldilà- disse
-cooooooooosa!!! Ma noi……..-
si lamentarono i genitori
-è successo un disastro e il
re Emma vuole che tutte le anime siano al loro posto, a quanto pare è
resuscitato un essere malvagio di nome Majin Bu che vuole distruggere tutto! Ora
andiamo!- urlò di nuovo Gui
-bè…………… allora ciao- disse
Zoe
-ciao piccolina, stà attenta e
soprattutto non farti venire strane idee- la disse la madre con le lacrime agli
occhi, Zoe fece un cenno col capo
-ciao Zoe, e ricorda, noi
veglieremo sempre su di te, ti vogliamo bene………..- detto questo sparirono come
una nuvola di fumo.
-c…….. ciao…………..- Zoe era
preoccupata, chi era questo Majin Bu, che aveva osato rovinarle il giorno più
bello della sua vita? Chiunque fosse se la sarebbe vista con lei…………….. no, non
poteva, lo aveva promesso a sua madre, se ne doveva stare buona, ma come faceva?
Lei era un sayan, una della razze più indomabili dell’universo, a lei piaceva
fare tutto di testa sua, ma alla fine si rassegnò e partì con Gui.
-dove andiamo?- chiese
lei
-al santuario di Dende, sono
tutti la-
-ah,
anche Goku e Goten e Trunks?-
-non lo so- lo sguardo di Gui
si rabbuiò, aveva un brutto presentimento.
Una volta arrivati Zoe non
vide né Goku, né Goten, né Trunks e neanche Vegeta
-ciao Gui, ciao Zoe,
cominciavamo a pensare che vi avesse trovati quel pazzo di Majin Bu- disse
Bulma
-ma, che cosa è successo?- Zoe
era preoccupata
-Goku, Gohan e Vegeta sono
ancora fuori, spero che tornino- intervenne Junior
-e Goten e
Trunks?-
-loro stanno bene, sono nel
santuario a dormire-
-a dormire?- chiese lei non
troppo convinta
-sì, Vegeta me li ha affidati
perchè voleva stare solo a battere Majin Bu- disse
Junior.
Dopo non molto apparve Goku
con un’aria per niente rassicurante.
-Goku, dov’è Gohan?- chiese
Chichi, dopo ci fu un attimo di silenzio che per i presenti sembrò durare un
secolo, che cosa stava succedendo? E perché Goku esitava così tanto a
rispondere? L’attesa stava cominciando a diventare insopportabile, ciò non
prevedeva niente di buono.
-ecco…………… per fortuna i
piccoli stanno bene, ma……………- cominciò Goku –ma Gohan e Vegeta sono morti-.
Erano poche parole, ma significavano tanto e quel tanto, non era per niente
positivo, Chichi svenne, non riusciva a sopportare il fatto che suo figlio Gohan
fosse morto, Bulma cominciò a disperarsi e a strillare, quasi non ci credeva,
non voleva crederci, Iamko cercava di consolarla in quale modo, ma sapeva che
era tutto inutile, Videl intanto piangeva in silenzio la perdita del suo
migliore amico, anzi no, del suo amore, Zoe rimase come pietrificata, l’unica
cosa che voleva ora era stare da sola a pensare così si trovò un angolino
solitario dove riflettere, era brava a farlo, e si kiese: “ma, se Vegeta è
morto, come farà Trunks? Come prenderà la notizia? E Goten? Senza fratello? Lui
gli voleva bene. Io……….. io nn posso stare a guardare senza fare niente, non ce
la faccio, devo……… devo fare qualche cosa” alla fine giunse alla conclusione che
quel tizio non poteva andarsene in giro a fare della gente quello che voleva,
doveva fermarlo, ma come? Sapeva che era certamente più forte di lei, era solo
una bambina, e poi se neanche Vegeta lo era riuscito a sconfiggere lei non aveva
speranze. Così mentre si scervellava sentì Trunks che urlava contro Goku
dandogli del codardo, ciò non le piacque neanche un po’, ma poteva capire come
si sentisse Trunks in quel momento. Non avendo concluso molto andò dagli altri
che stavano parlando di un piano contro quella palla di lardo, alla fine Goku
trovò come unica risposta la fusione tra Goten e Trunks, solo che ci voleva
tempo perchè la imparassero, difatti ci voleva prima una specie di danza e poi
bisognava saper controllare gli enormi poteri del risultato della fusione, un
essere che non sarebbe stato ne Goten ne Trunks, ma un po’ di tutti e 2, ora si
doveva trovare un modo per far passare il tempo:
-ci penso io!- disse Zoe,
tutti si voltarono verso di lei sbalorditi
-e cosa vorresti fare,
sentiamo- disse Junior
-bè, io terrei un po’ occupato
questo Majin Bu mentre Goten e Trunks imparano la
fusione-
-no, non se ne parla, 6 forte,
ma non abbastanza per resistere tanto a lungo- le disse
Gui
-ha ragione, rischieresti per
niente e noi non possiamo permetterci di perdere altre vite- disse Goku cercando
di farla ragionare
-ma io non voglio stare qui a
non fare niente, voglio aiutarvi, datemi qualsiasi compito- li pregò
lei
-mmm…. si vede che hai sangue
sayan, va bene ti do una missione importante: devi recuperare tutte le sfere del
drago, sarebbe una disgrazia se per caso ne entrasse in possesso Majin Bu- le
disse Goku
-le sfere del drago? Quelle
che servono per esprimere i desideri?-
-esatto, questo è il radar
cercasfere, sai l’ho costruito io, sta’
attenta- le disse Bulma quasi sussurrando, non si era ancora ripresa
della notizia shock che le aveva dato Goku poco
prima
-ok, non vi deluderò, ah, una
domanda, ma come sono fatte questa sfere?-
-sono rotonde e di colore
arancione………. con delle stelle dentro… papà posso andare anche io?- parlò
Goten
-no, tu devi imparare la
fusione-
-ah già è
vero-
-allora io vado- disse
Zoe
-cerca di stare lontano dai
guai- le disse Gui
-sì, certo, come se ne fossi
allergica-
-brava-.
Così Zoe partì per la sua
missione, finalmente si era resa utile e volava felicemente, cercando di girare
alla larga da Majin Bu.
-questa storia non mi piace-
disse Gui poco dopo
-perchè? Cosa ti preoccupa?-
gli kiese Goku
-è che, lei fa sempre di testa
sua e non ha paura di niente, ho paura che stia andando a cercare Majin
Bu-
-non credo, prova a fidarti di
lei, vedrai che presto la vedremo tornare-
-lo spero, perchè se entro 3
ore non rientra io la vado a cercare-.
Ad un certo punto apparve
Babidy, in qualche modo era riuscito ad entrare nelle loro menti, e stava
inviando loro le immagini di quello che stava facendo Majin Bu in quel momento,
ovvero trasformando un’intera città in caramelle per mangiarsele, l’immagine che
avevano in testa erano divertenti e si sarebbero fatti una risata se la
situazione non fosse stata così tragica, poi il perfido mago disse loro che
cercava Junior, Goten e Trunks e che avrebbe fatto fuori tutti gli abitanti di
Earth se non li avesse trovati e con questa minaccia li lasciò. Loro nn sapevano
cosa fare, si sentivano con le mani legate.
Intanto Zoe aveva già trovato
2 sfere e si stava dirigendo verso la terza, in fondo era divertente cercarle,
distratta da questi e altri pensieri non si accorse della grande energia che si
avvicinava a lei, se ne accorse solo quando era troppo
tardi
-ma, da dove viene questa
energia? No, accidenti questo è Majin Bu, devo nascondermi- troppo tardi, si
sentì una voce dietro
-dove credi di andare?- era il
mago Babidy
-io? Da nessuna parte, mi………….
mi sono persa, eheheh……ma adesso l’ho trovata la
strada-
-la strada, ummm, la strada
per dove?-
-cosa ti interessa? Sono fatti
miei-
-mi interessa perchè ho i miei
motivi, piuttosto, interessa anche a te visto che se non me lo dici io ti faccio
far fuori dalla mia creatura-
-no grazie, non ci tengo a
conoscerla-
-ah no? Peccato, lui è così
ansioso di fare la tua conoscenza……………… ma cos’è che hai nel
sacchetto?-
-secondo me tu fai troppe
domande-
-e secondo me tu non vedi
l’ora di andare all’altro mondo-
-bè, non deve essere un brutto
posto, ma preferisco andarci il più tardi
possibile-
-allora dimmi cos’hai lì
dentro!-
-uffa……….. ecco……- Zoe stava
facendo lavorare ogni neurone che aveva nel cervello per inventarsi qualcosa
–sono…………. biglie, sì, e le sto
portando a casa-
-biglie?-
-sì, hanno un certo valore
affettivo perchè me le ha regalate mia madre prima di
morire-
-ah, certo…………. la mamma, ti
piacerebbe rivederla vero?
-certo, che
domande-
-allora ti faccio fuori lo
stesso, così me la saluti, ahahah-
-non sarà tanto facile, sono
piccola ma non per questo debole-
-fa’ come vuoi, vai Majin Bu!
Falle vedere la tua forza!- Zoe si mise in posizione di attacco e si lanciò
contro la palla di lardo colpendolo svariate volte con dei colpi
velocissimi
-caspita, per essere una
mocciosetta 6 forte, ma ci vuole ben altro per battere Majin Bu- difatti quel
mostro non si era fatto niente, sembrava fatto di
gomma
-ok, piccolina, il gioco è
durato abbastanza, ora ti stendo-
-non ci pensare neanche- ma
senza che lei se ne accorgesse si ritrovò con un dolore insopportabile allo
stomaco, non aveva fame, ma quell’ammasso rosa l’aveva colpita in pieno, non
riusciva più a respirare, neanche a parlare, ma comunque non avrebbe avuto il
tempo perché sentì un altro dolore alla schiena, Majin Bu le aveva dato una
gomitata e ora lei stava precipitando al suolo, vedeva tutto annebbiato ma
riuscì a raccogliere più energia che poteva e scagliò un’onda di energia al suo
avversario, questi lo evitò facilmente e ne scagliò una lui contro Zoe che venne
colpita e sbattuta con maggior forza contro il suolo, appena la piccola toccò
terra perse conoscenza.
-dai Majin Bu, trasformala in
caramelle e mangiatela-
-ma nn
posso-
-come nn
puoi!-
-è che non mi darebbe
abbastanza soddisfazione, è piccola e non ha neanche un po’ di ciccia, verrebbe
fuori una caramella piccola piccola e senza sapore-
-ohhhhhhhh, quante lagne! 6 un
idiota!-
-scusa, ma io nn la mangio,
mangiatela tu se vuoi-
-no, per carità, lasciamo
stare, tanto ormai avrà già raggiunto sua madre- detto questo se ne
andarono.
Quando Zoe si risvegliò era
ancora un po’ stordita e le faceva male la testa per la brutta botta
presa
-ma da quanto sono qui?- per
lei poteva essere passato un minuto come diverse ore, ma alla fine capì che era
passata poco più di un’ora, il sole era ancora alto, come prima; non si era
ancora ripresa del tutto, ma decise di tornare alla ricerca della sfere, la
prossima era vicina e decise che sarebbe andata a piedi a cercarla, poi con le
altre avrebbe fatto appello a tutte le sue energie perchè non poteva permettersi
di metterci tanto tempo, Goku contava su di lei, aveva fiducia e lei non lo
avrebbe deluso.
Le trovò tutte, dalla prima
all’ultima, così decise di tornare al palazzo di Dende andando più veloce che
poteva, il che non era molto visto che ormai le sue energie erano agli
sgoccioli, ora ciò che la faceva andare avanti era la sola forza di
volontà.
Raggiunse il palazzo volando
pianissimo e tutta storta, come se stesse per cadere da un momento
all’altro.
-ehi ciao!- disse lei con voce
stanca
-ciao! Stavo per venirti a
cercare ma…………….. cosa hai combinato?- le disse Gui
-niente-
-come niente, 6 conciata da
sbatter via!-
-scusami, io non sono andata a
cercarlo, mi ha trovata lui ed è veramente forte, ma io sono un osso duro
sai?-
-Di cosa stai parlando? Non
avrai mica incontrato……………. Majin Bu-
-ti ho chiesto
scusa-
-oh, santo cielo!!!!!!!! Ma tu
6 una testa dura! E se ti avesse uccisa?-
-e dai zio (lei lo chiama così), non farne un
dramma, io sono viva è questo l’importante no?-
-vero, ma ti prego, non fare
mai più una cosa simile chiaro?-
-ma non l’ho fatto apposta, io
stavo volando per i fatti miei quando all’improvviso mi ritrovo davanti questi 2
pazzi che mi hanno tempestato di domande-
-e
tu?-
-io mi sono inventata un sacco
di bugie, non potevo mica dirgli che stavo trasportando le sfere del
drago!-
-brava, per lo meno ora so che
mi posso fidare di te-
-hai mai dubitato di
me?-
-a volte, tu hai la testa così
dura………..-
-dove sono Goten e
Trunks?-
-sono qui, hanno appena
incontrato Majin Bu, solo che sono tornati indietro perchè si sono accorti che
dovevano allenarsi per sfruttare al meglio l’energia di Gotenks, la loro
fusione-
-voglio andare da
loro-
-sono qui
dietro-
Non appena Gotenks la vide
disse:
-ehi Zoe, hai visto che
forza?-
-sì, sento una grande energia,
però fa impressione vedervi tutti e 2 in una sola
persona-
-è strano anche per me, anche
se sto imparando in fretta, ma cosa hai fatto?-
-è una storia lunga, te la
racconto dopo-
-Dende, Zoe ha bisogno di
cure- disse Gui
-ok, arrivo, accidenti 6
conciata male-
-questo succede a chi fa
incontri sbagliati al momento sbagliato- disse lei
ironicamente
-ah, e chi avresti
incontrato?- kiese Dende
-ehm………… l’uomo
nero-
-cosa?-
-no, ho incontrato Majin Bu,
caspita, quel palloncino ambulante è fortissimo-
-accidenti, è un miracolo che
tu sia ancora qui con noi-
-si, credo che abbia pensato
che fossi morta, credo di essere svenuta dopo i suoi
colpi-
-ora stai ferma che tra poco
ti sentirai meglio- così Dende usò il suo potere speciale, ovvero quello di
guarire qualsiasi ferita, e Zoe tornò come nuova
-grazie Dende, mi sento anche
più forte-
-è il potere di voi sayan,
ogni volta ke rischiate di morire poi diventate ancora più
forti-
-bello! Posso allenarmi anche
io?-
-va bene vai pure- e Zoe andò
dove c’erano Goten e Trunks che si allenavano, anke lei voleva diventare sempre
più forte
-vedo che ti 6 rimessa- le
disse Gotenks
-sì, ora sono più forte di
prima-
-davvero? Vuoi fare un
incontro?-
-ma io credo che tu sia ancora
più forte di me, 6 circa la forza di Goten sommata a quella di
Trunks-
-no, sono ancora più forte
perchè mi sono allenato, io-
-va bene, ma lasciami un
piccolo vantaggio- e si trasformò in super sayan
-mmm…. La cosa si fa
interessante…… Junior! Posso allenarmi con lei?-
-va bene, purché non sia una
perdita di tempo, non abbiamo un minuto da perdere- Zoe si sentì un po’ offesa
di questa frase:
-senti muso verde, ora ti
dimostro io quanto sono brava!- (xò…… ke
carattere!)
Così iniziarono a combattere,
all’inizio erano quasi pari, ma poi Gotenks cominciò ad abituarsi veramente al
nuovo corpo ed era nettamente superiore a Zoe e alla fine lei si
arrese
-basta! 6 troppo forte, io ti
sono stata d’aiuto solo per abituarti al corpo, ma ora ti faccio solo perdere
tempo, ti conviene allenarti con Junior-
-ok, ma la sai una cosa? 6
veramente un osso duro-
-grazie! Tu continua così che
lo fai a strisce quel Majin Bu-
-va
bene-.
A questo punto Gotenks
cominciò ad allenarsi nella stanza del palazzo costruita per i combattimenti e
lì rimase per i restanti giorni che aveva prima di incontrare Majin Bu. Anche
Zoe si allenò in una stanza simile, si annoiava a stare ad aspettare, così
decise di ammazzare il tempo in qualche modo. I 3 giorni passarono in fretta e
Gotenks dovette partire per andare a battere Majin Bu: -ciao Zoe, sono
riuscito addirittura ad arrivare al super sajan di terzo livello, ora quel
mostro non ha più scampo-
-giusto, ma stai, anzi, state
attenti, quello è fatto di gomma-
-sì, l’ho già
conosciuto-
-vi prego, a me basta che
tornate sani e salvi- dissero in coro le due madri molto, ma molto preoccupate,
videro volare i loro figlioli via, sempre più lontani, fino a
sparire.
Gui non aveva un buon
presentimento e disse:
-Zoe,
andiamocene-
-perchè?-
-non prevedo niente di
buono-
-ma dai! Di cosa ti preoccupi,
ora Goten e Trunks sono fortissimi, vedrai,
vinceranno-
-sarà, ma il mio sesto senso
non ha mai sbagliato-
-c’è sempre una prima volta-
ma più passava il tempo, più questo presentimento si assediava nella mente di
Gui, finché:
-senti Zoe, io non voglio che
tu muoia, quindi io ti porterò in salvo con o senza il tuo
consenso-
-ma zio, e se Bulma, Chichi e
Videl tornassero da un momento all’altro?-
-auguro a loro di rimanere là,
devono cercare Gohan e l’aldilà è grande-
-no, io resto- Gui nn sapeva
cosa fare, così le prese la coda con tutta la sua forza, era la sola speranza
che aveva per portarla in salvo:
-ehi……….
ma………così……………….non………………..vale………………- e svenne
-forza Dende, Popo, venite
anche voi, la nostra navicella è abbastanza grande-
-ah…………….bè………………..ecco…………..-
fece Dende
-forza non c’è un momento da
perdere!-
-ah, sì arriviamo- così
salirono sulla navicella spaziale e decollarono uscendo dall’atmosfera earthiana
e portandosi a debita distanza, per non correre rischi nel caso in cui Earth
scoppiasse.
Ciao, a
chiunque si degna di leggere la mia fanfiction assurda..... non ho visto molti
commenti, anzi, quasi nessuno (a parte Goten93 che è il mio mito e chi mi ha
dato consigli sull' HTML).... non so se la storia vi piace, di conseguenza non
so se mandarla avanti..... fatemelo sapere vi
pregoooooooooooooooo!!!
kiss: black91
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Capitolo 6 *** La pace ***
zoe
CAPITOLO 5: LA
PACE
Si svegliò, la navicella
sobbalzava, ma per cosa? Dove si trovava? Riconobbe la sua camera, la navicella
e improvvisamente si ricordò di Gui, che le tirava la coda per portarla via;
corse nella sala principale, dove c’era un’ampia vetrata da dove si vedeva
tutto:
-cosa sta succedendo?- nessuno
rispose, così andò anche lei a vedere cos’era quel bagliore, lo spettacolo che
le si presentò davanti era terrificante: al posto del pianeta Earth c’era un
gioco di luci, il che voleva solo dire che era esploso. Non ci voleva credere,
il pianeta era scoppiato con tutti i suoi abitanti, tra quali erano compresi
Goku, Goten, Trunks, Junior, Crili e tutti gli altri… no, non era vero, forse
stava sognando, si diede un pizzicotto, ma si accorse, purtroppo, che era la
triste realtà.
-sono……….. sono morti tutti-
disse lei in un attimo di smarrimento, a questa affermazione ne Gui, ne Dende,
ne Popo dissero niente.
-perché il destino è così
crudele!- disse cominciando a piangere a dirotto e prendendo a pugni il petto di
Gui, che la calmò abbracciandola.
-perché la vita è piena di
sofferenze, io………… io sono stufa di soffrire- disse, quando ormai la
disperazione aveva preso il sopravvento su di lei, non riusciva neanche più a
reagire.
-non piangere, c’è un modo per
sistemare la situazione, sai, prima di andare ho preso le sfere del drago,
possiamo chiedere a Sheron se può ricreare Earth con tutti i suoi abitanti-
disse Dende sperando di placare il suo animo
triste.
-sul- la bambina tirò su col
naso –sul serio il drago è capace di fare questo?- chiese lei
speranzosa.
-questo e altro, abbiamo 3
desideri a disposizione, il terzo è tutto tuo-.
-davvero? Io vorrei…………………ci
devo un po’ pensare-
-allora forza- Dende mise le 7
sfere davanti a se e disse –appari drago Sheron!-.
Le sfere s'illuminarono e da
una luce comparve Sheron, che purtroppo non aveva molto spazio, ma si accontentò
lo stesso, dato che la navicella era piuttosto
grande:
-esprimete 3 desideri,
esaudirò qualunque vostra richiesta- disse l’imponente
drago
-per prima cosa vorremmo che
ricreassi il pianeta Earth- disse Dende.
Gli occhi del drago
s'illuminarono di una luce rossa e come per incanto Earth riapparve sotto i loro
occhi, più bello che mai.
-il vostro desiderio è stato
esaudito quindi potere passare al secondo- disse il
drago
-ora vorremmo che tu
resuscitassi tutti quelli che sono morti a causa di Majin
Bu-.
Gli occhi di Sheron
s'illuminarono di nuovo, Zoe percepì di nuovo le aure di tutti gli esseri
viventi, questo voleva solo dire che erano tornati in vita
veramente!
-il secondo desiderio è stato
esaudito, ora passate al terzo-.
-forza Zoe, tocca a
te-
-sì, ecco………………vorrei che a
Goku, che ora sta combattendo contro Bu, sia data energia necessaria, nel caso
in cui ne avesse bisogno- disse lei
Gli occhi del drago si
illuminarono ancora e poi disse:
-i vostri desideri sono stati
esauditi ora addio- e scomparve all’improvviso, così come era
arrivato
-Zoe............ma Goku non
era morto?- chiese Gui.
-no, lui si è salvato, era
come in un’altra dimensione insieme a Vegeta e stava combattendo contro un
essere ancora più cattivo di Majin Bu ed era Bu, la sua parte cattiva, molto più
forte nel combattimento-.
-e tu come lo
sai?
-ho avvertito le loro
aure-
-ho
capito……-
-ora torniamo su Earth: Goku
ha bisogno di noi e della nostra energia per fare una grande
sfera-
-la Genkidama!- disse
Dende
-la che?- chiese
Gui
-la sfera Genkidama è il colpo
migliore di Goku; ora Bu non ha più scampo!-.
Così tornarono sul pianeta
Earth e lì trovarono tutti i loro amici sani, salvi e soprattutto
vivi.
-ehi! Goten, Trunks! State bene?- kiese Zoe
-ciao Zoe! Stiamo
bene!- disse Goten
-ah,
bene-
-sapete, la nostra piccola Zoe
ha avuto paura di non rivedervi più- disse Gui
-certo! Finalmente mi sono
fatta degli amici e devo perderli, nossignore!-
Ad un tratto sentirono la voce
di Goku che li supplicava di donargli la loro energia per battere Bu, i nostri
amici non aspettarono un attimo e si misero subito con le braccia alzate, delle
piccole, impercettibili scintille uscirono dai loro corpi, era la loro forza, la
forza che ti permette di camminare, di combattere, di pensare, è solo grazie a
lei se la vita va avanti, solo che vederla così flebile e così fragile non ti
sembra che possa nascondere tanta potenza e importanza, è solo grazie a lei se
Goku sperava di battere Bu, il nemico più forte che gli sia mai capitato, perché
quell’esercito di scintille gli sarebbe servito per formare una vera e propria
arma, semplice, ma efficace e difficile da controllare. A questo punto c’era un
problema: gli earthiani non volevano donare la loro energia a Goku (non chiedetemi il perchè, secondo me sono
solo pazzi, ma Akira ha voluto
così……………) e senza di loro Bu non poteva essere battuto, come fare a
convincerli? Ad un certo punto Mr Satan ebbe un’idea, chiese lui agli earthiani
di donare l’energia a Goku, spiegando le sue ragioni (giustissime direi); così Goku formò la
genkidama più grande che avesse mai fatto, era una cosa sbalorditiva, poteva
distruggere l’intera galassia, ma noi sappiamo che il nostro Goku è un tipo con
l’animo nobile, la usava solo nei casi estremi, quelli in cui non aveva altra
scelta.
Goku si preparò a lanciarla,
ma si accorse che gli mancava energia, la sfera glie l’aveva consumata tutta, a
questo punto entrò in gioco il terzo desiderio, quello espresso da Zoe, che gli
diede tutta l’energia necessaria a lanciare la genkidama. Bu venne disintegrato,
Earth e tutto l’universo erano salvi grazie a Goku, il nostro super
eroe.
Il giorno dopo ci fu una gran
festa (i nostri combattenti devono
riposarsi qualche volta) e i
nostri amici stettero insieme per tutto il giorno nel giardino della lussuosa
casa di Bulma. Ci fu una specie di rinfresco, ma naturalmente con porzioni
gigantesche visto la gente che doveva sfamare! Anche Majin Bu partecipò al
banchetto, quello grasso era buono ed era diventato amico di Mr Satan, solo che
voleva rubare il panino che aveva proprio Vegeta, il quale non era molto
d’accordo, ma alla fine cedette (cosa
è successo?!).
Dopo lo spuntino Bulma accese
la sua discoteca personale con tanto di luci
colorate.
Goten e Trunks cominciarono a
ballare:
-ehi Zoe tu non vieni?- disse
Goten
-no, non so
ballare-
-perché, pensi che qui ci sia
qualcuno che ne sia capace? Dai vieni- disse Trunks
-vabbè, allora verrò anche io-
disse, vedendo il modo penoso di ballare di certa gente vicino a lei. Tutti si
divertirono, anche Chichi, che fece uno spettacolo davanti a tutti e lì lasciò
con una gocciolina sulla fronte. La festa andò avanti anche la sera, durante la
quale Goku, Goten e Trunks fecero un bagno mentre tutti gli altri erano in casa
di Chichi a parlare del più e del meno, quando si sentì un botto (si sa cosa è successo), Tutti uscirono e
si videro Gotenks seduto per terra a guardare spaventato Goku che era diventato
super sayan, naturalmente entrambi senza vestiti (ehm… tralasciamo…).
-cosa è successo?- Zoe non
fece neanche in tempo a varcare la porta che si vide 2 mani che le coprirono gli
occhi, era Vegeta.
-niente, un ostacolo alla tua
evoluzione fisica ma soprattutto mentale-
-ah… ehm… forse è meglio se
torno dentro-
-brava, vedo che capisci al
volo-.
Dopo questo episodio eclatante
tornarono ognuno nella propria casa, Gui e Zoe si trasferirono con la loro
navicella in un villaggio poco lontano dalla casa di Goku e Chichi con la loro
navicella, la loro unica casa, ma a loro andava bene così, ci erano affezionati,
lì avevano tutto quello di cui avevano bisogno: due camere, una cucina, un
bagno, una sala di allenamento e un salotto, cosa potevano volere di
più?
Così i nostri eroi si
addormentarono e dopo tanto tempo fecero finalmente sogni
tranquilli.
Rieccomi con un altro capitolo! Lo so, per ora
la storia è un po' noiosa perchè la conoscete già, ma vi prometto che dal
prossimo capitolo comincerà la storia vera e propria, di cui non sapete nulla (anche
perchè non so come possiate fare, visto che stà nella mia testolina bacata).
Spero solo di non deludervi, sempre che la vogliate ancora leggere. Forse sono
un po' ripetitiva, ma commentate!!
kiss da black91
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Capitolo 7 *** Nuovi incontri ***
zoe
CAPITOLO 6: NUOVI INCONTRI
Sono passati circa due anni
dalla sconfitta di Bu e da allora su Earth regna le
pace.
Goten, Trunks e Zoe sono
diventati amici inseparabili e insieme ne combinano di tutti i colori, ai quali,
qualche volta, si unisce anche Marron. La piccola Zoe ha provato ad essere amica
della figlia di Crili ma non c’è verso, sono troppo diverse, perché Zoe è una
bambina-maschiaccio mentre Marron è una bambina a cui piace giocare con le
bambole. Una volta è successo che Goten e Trunks hanno escluso Zoe da un loro
gioco perché dicevano che erano cose da maschi:
-ciao! Cosa state facendo?-
chiese lei
-stiamo giocando con le
macchinine- rispose Goten
-che bello! Posso
giocare?-
-no, sono cose da maschi-
rispose Trunks
-ma non è
giusto!-
-ti
annoieresti-
-non è
vero!-
-sì che è
vero-
-no!-
-sì-
-allora vado a giocare da
Marron, e non vi parlerò mai più-
-vai pure a fare i giochi da
femmine-
-puoi
contarci-.
Zoe se ne andò volando a casa
di Crili, le scese un lacrima, perché non volevano farla giocare ai loro giochi?
Lo sapevano bene che lei non era come le altre bambine, lei non si divertiva con
le bambole, a lei piacevano i giochi che facevano loro, ma allora perché si
comportavano così?
-uffa…………… in fondo non ho
bisogno di loro- si disse quasi per
autoconvincersi.
Arrivò a casa di Crili e una
volta scesa al suolo bussò alla porta:
-ciao Zoe- la salutò
C18
-ciao C18, c’è in casa
Marron?-
-sì, te la chiamo, Marron ci
sono visite!!!!!!!-
-arrivo!!!!!!!-
-ciao Marron, posso stare qui
a giocare con te?-
-bè………………..
sì-
-grazie! Goten e Trunks non mi
vogliono, dicono che non posso fare i loro “giochi da maschi”-.
Salirono in camera di Marron
che era piena di bambole e peluche e come se non bastasse era completamente
pitturata di rosino.
-bella la tua camera…- disse
Zoe con aria poco convinta
-grazie, l’ha pitturata il mio
papà-
-a cosa
giochiamo?-
-a bambole, madre e figlia
oppure con i peluche……………-
-ah……………… c’è solo
questo?-
-cosa ti aspettavi? Io non
gioco mica ai combattimenti-
-no………………non intendevo
questo…………… scegli tu-
-ok, giochiamo con le
bambole-
-va bene-.
Le due cominciarono a giocare
con la bambola preferita di Marron chiamata Camilla, Marron era la madre e Zoe
la sorella di Camilla. Dopo neanche mezz’ora Zoe cominciò ad annoiarsi a morte,
il suo unico desiderio era di andarsene, di volare via, lontano, magari con
Goten e Trunks………………… NO, loro due non la volevano, quindi se ne sarebbe dovuta
andare da sola, ma da soli non è divertente, si soffermò a guardare le nuvole,
loro sì che erano libere di fare quello che volevano, cadevano sottoforma di
pioggia anche se la gente non voleva, ma nessuno se la prendeva con loro,
“quanto mi piacerebbe essere una nuvola” pensò sospirando, poi venne interrotta
da Marron:
-ehi………… sto parlando con
te-
-sì?-
-ora tu 6 a casa da sola e io ti sto
affidando Camilla-
-scusami ma mi sono ricordata
di essere in ritardo, devo tornare a casa o Gui si arrabbierà- cercò di
inventarsi Zoe, doveva andarsene al più presto
-ah, ok, allora alla prossima
volta, vieni ancora vero?-
-contaci…- disse Zoe cercando
di fare la faccia più convinta possibile.
Uscita dalla casa spiccò il
volo e si diresse verso casa, le mancavano Goten e Trunks, con loro sì che si
divertiva, non s’annoiava mai.
Arrivata al suo villaggio si
accorse che Gui non era in casa (ricordo
che la loro casa era una
navicella) e lei non aveva il dispositivo per aprirla, si rassegnò al fatto
che lo dovesse aspettare e si sedette all’ombra di un albero appoggiandosi al
tronco, stava per assopirsi quando avvertì una forza avvicinarsi, si mise subito
in guardia, ma alla fine capì che era solo Goten:
-ciao Zoe, sono andato a casa
di Crili ma mi hanno detto che te n’eri già andata-
-ciao, non ne potevo più, mi
ha fatto giocare a mamma e figlia!-
-che
orrore!-
-esatto, sono
scappata-
-scusa per prima, io non
volevo ma Trunks ha tanto insistito……………-
-scuse accettate, ma ho notato
che me la cavo anche senza di voi-
-davvero? E con Marron come la
mettiamo?-
-quello è un caso a
parte…-
-vuoi venire a giocare con noi
a nascondino? In due non è bello-
-ok, però solo se anche Trunks
mi chiede scusa-
-sarà difficile…………… ma anche
se non lo ammetterà mai 6 mancata anche a lui-.
Così i 3 amici fecero pace e
tornarono ancora più uniti, da allora Trunks permise a Zoe di giocare con loro
alle macchinine.
A parte questi episodi la vita
trascorreva tranquilla fino ad un certo giorno.
Come ogni Domenica erano tutti
andati a mangiare da Bulma e ognuno si stava facendo i cavoli propri: C18,
Bulma, Videl e Chichi stavano spettegolando un po’ su tutti, a loro si era unita
anche Marron; Goku, Vegeta e Gohan si allenavano tra di loro, Crili, Iamko,
Tensing, Rif e Genio stavano parlando di “Dio solo sa cosa”, Gui e Junior
combattevano usando tutte le tecniche di Namek e Goten, Trunks e Zoe stavano
giocando un po’ a nascondino, un po’ a prendersi e un po’ a mosca cieca (ke
somiglia molto a “ce l’hai” perché avvertivano l’uno la forza dell’altro).
Insomma, nessuno pensava a
quello che sarebbe dovuto succedere di lì a poco.
-Videl, ma quando si decide
Gohan a chiederti di sposarlo?- disse Bulma
-bè, veramente non ci stiamo
ancora pensando…….-
-è vero, e poi sono troppo
piccoli per sposarsi, il mio bambino non è ancora pronto, mettetevelo bene in
testa- ribattè Chichi, provocando il rossore sul viso della povera
Videl.
-a me sembra che tu ti sia
sposata con Goku quando avevate 19 anni- rispose
Bulma
-è vero, ma Gohan e Videl ne
hanno solo 18-.
Questo discorso andò avanti,
ma nn sto a raccontarvi cos’altro si dissero Bulma e Chichi perché alla lunga
annoia, passiamo alle tre piccole pesti:
-ahah, ti ho trovata! Ora
tocca a te contare!- disse Trunks trionfante dopo aver preso
Zoe
-uffa……………ma voi vi mettete
d’accordo per scovarmi!- e cominciò a contare
-38, 39, 40, 41,
arrivo!!!!!!!!!-.
Era sola, al buio, nel bel
mezzo del bosco, ma non aveva paura, lei era famosa per non aver paura di
niente, non aveva neanche avuto neanche un tremore quando si era trovata davanti
a Majin Bu, non sapeva neanche cos’era la paura, ma presto lo avrebbe
scoperto.
-Gui! Zoe è molto brava nel
combattimento, mi chiedo come tu sia riuscito ad allenarla così- chiese
Goku
-ha fatto quasi tutto da sola,
io le ho solo dato una camera gravitazionale e dei pesi ai polsi e alle
caviglie, poi la incitavo quando si arrendeva-
-ma questo è bastato
no?-
-sì, ma lei ha un dono
speciale-
-un dono? Che dono?- chiese
Vegeta
-lei riesce a far delle onde
di energia potentissime anche impegnandosi al
minimo-
-…………………in che senso?- chiese
Goku
-nel senso che riesce a
sfruttare al massimo ogni suo briciolo si energia, ha anche inventato un suo
colpo, che per ora non ha ancora usato contro nessuno, per
fortuna………..-
-ma si può sapere di che si
tratta?- chiese Vegeta spazientito
-lei accumula i gas che ci
sono intorno a lei come azoto, idrogeno e altri, poi non so come li mette
insieme e mettendoci un po’ della sua energia riesce e formare un piccolo sole,
l’ha chiamato supernova-
-????????? Ma come è
possibile?- disse Vegeta
-non lo so, non avevo mai
visto nulla di simile, qualche volta ne crea una o due e le fa volteggiare in
giro per la camera come se niente fosse, lei dice che l’aiuta a liberarsi la
mente, io le ho ordinato più volte di smetterla anche se non ha mai fatto
danni-
-urca! Sono proprio curioso di
vederla questa supernuova………- disse Goku
-è supernova idiota, lo stadio
a cui arriva una stella prima di esplodere- rispose
Vegeta
-…qualunque sia il suo nome…
io la voglio vedere- disse Goku
-io non ci spererei perché la
userà solo quando sarà necessario- disse Gui.
Intanto Zoe stava ancora
cercando Goten e Trunks, li cercava da un pezzo, magari erano andati lontano,
così tanto che neppure lei avvertiva la loro forza, così spiccò il volo stando
sempre all’erta, per evitare che la sorprendessero sbucando fuori dal nulla. Si
fermò in una radura perché aveva bisogno di bere e lì c’era un fiume, si
specchiò nell’acqua, riusciva a vedere anche il fondo e notò che un pesce si era
incastrato in un’alga, poverino, lo liberò e lui, prima di andarsene per sempre
si girò come per salutarla e dirle “grazie”, lei lo salutò con un cenno della
mano, è sempre bello fare una buona azione, mentre era lì a fare questi pensieri
avvertì una forza, non era ne di Goten ne di Trunks, ma allora di chi poteva
essere? Non l’aveva mai sentita, eppure le ricordava qualcosa………………… andò ad
indagare verso la fonte di quell’energia e quando fu lì non vide niente e
nessuno:
-magari sto cominciando a
impazzire, in fondo ho mangiato poco a pranzo- e se ne
andò.
Ormai Goten e Trunks si erano
toppati da un pezzo e quando Zoe arrivò le chiesero dove fosse stata: lei
rispose che li era andati a cercare lontano e si era fermata un po’ a
bere:
-ho avvertito una strana
energia, ma lì c’ero solo io, forse è la fame…….-
-vedi a mangiare poco? Noi
sayan dobbiamo mangiare molto- disse Trunks.
Così tornarono in cucina per
mangiare qualcosa, ma sentirono un botto provenire da fuori, corsero a vedere
cos’era, ma videro solo una fitta nebbia, no, non era nebbia, qualcosa, o
qualcuno aveva innalzato un polverone tale da ridurre la visibilità a zero. Man
mano che la terra ricadeva al suolo si cominciò ad intravedere una tozza figura,
ma no, erano due, una grande e grossa, l’altra più esile e
piccola.
-papà! Dove 6?- chiamarono
Goten e Trunks
-urca! Non si vede niente,
Goten sono qui!- rispose Goku
-aaaaaaaaaaaaaaah ma cosa sta
succedendo?!- chiese Chichi allarmata
-non lo so!!!!!!!!- rispose
Bulma altrettanto spaventata.
Videl andò a ripararsi tra le
forti braccia di Gohan.
Quando riuscirono a vedere chi
erano quei due individui non credettero ai propri occhi: la figura piccola era
la fotocopia di Zoe!
-ma……………. ma che significa?-
chiese Zoe incredula e allo stesso tempo confusa
-quella bambina è uguale a
Zoe………….- disse Goten
-sono due gocce d’acqua,
tranne che per i capelli, quelli di Zoe sono più lunghi- notò Bulma.
Gui aveva un bruttissimo
presentimento……………..
-ciao sorellina, è da tanto
tempo che desideravo conoscerti- disse la bambina.
Zoe la guardò con occhi
interrogativo:
-sorellina?????
Ma…….-
-Zoe, io non ci posso credere,
io……………… sapevo che tu avevi una sorella gemella, ma credevo che fosse morta-
Zoe rimase allibita da questa rivelazione
-ma come Gui, non hai detto
alla piccola che aveva una sorella? Eh no, non si fa così- disse l’essere
tozzo
-e tu chi saresti, e perché al
tuo fianco c’è la piccola Jill-.
Jill, Jill, Jill……………… questo
nome echeggiò più volte nella confusa mente di Zoe, cercava disperatamente di
ricordare, ma senza risultati, l’essere tozzo, vedendola così cominciò a
parlarle:
-ciao piccola Zoe, non vieni a
salutare tua sorella?-
-m… mia sorella?- fece una
pausa per cercare di formulare una frase che avesse senso –piuttosto tu, chi
6?-
-non te lo ricordi vero? Eri
troppo piccola, il mio nome è Zinegar-
-Zinegar! È lui……………… 6 tu che
hai ucciso Keith ed Elena senza alcuna pietà!-
-esatto, sono rimasto deluso,
credevo di essere più popolare-.
Zoe stava cominciando a
riordinare le idee, stentava a crederci, ora, in quel momento, si trovava
davanti all’assassino dei suoi genitori, si trovava davanti all’essere per cui
si era allenata tutti quegli anni.
-perché Jill è con te?- chiese
Gui
-non mi sembrava il caso di
sprecare tanta forza, ho pensato che un buon alleato mi avrebbe fatto comodo,
peccato non aver trovato anche Zoe, a quest’ora avremmo l’universo ai nostri
piedi- poi Zinegar si voltò verso di lei –ma forse è meglio
così-
-in che
senso?-
-ma vi devo proprio spiegare
tutto!!!!!! Sapete che io volevo eliminare tutta la famiglia di Katu, il quale
ha distrutto il mio pianeta, così sono andato sulla terra per far fuori suo
figlio, poi però mi sono trovato davanti una bella famiglia felice e ho deciso
di eliminarli tutti, solo che la donna è scappata con in braccio una figlia, che
io purtroppo non ho trovato. Trovai Jill però, e decisi di allenarla, sapevo che
mi avrebbe aiutato nella conquista di molti pianeti, l’ho allenata anche perchè
sapevo che sarebbe giunto questo giorno e non volevo perdermi lo scontro tra le
due sorelline-
-lo scontro?- chiese
Zoe
-certo sorellina, io mi sono
allenata tanto solo perché volevo sfidarti-
-ma io non ho niente contro di
te, io…………… voglio battere Zinegar-
-ahahah, credi che sia così
facile? Credi veramente di essere così forte?-
-ma come fai a stare dalla sua
parte, lui ha ucciso i nostri genitori!-
-e con questo? Sicuramente
loro non credo che mi avrebbero permesso di combattere, Zinegar invece
mi ha allenata molto, mi sento spietata e non provo nessuna emozione che mi
possa indurre a non uccidere il mio avversario-
-le emozioni non ti rendono
più debole, sono loro che ti danno la forza per
vincere-
-se tu avessi ragione mi
sconfiggeresti, ma non credo che riusciresti a
battermi-
-mai sottovalutare
l’avversario, se vuoi ti dimostro che quello che dico è
vero-
-non vedo
l’ora-
-no Zoe, cosa stai facendo?-
disse Gui
-non ti preoccupare, cerco di
farla ragionare, poi vedrai che si schiererà dalla nostra parte- gli disse Zoe a
bassa voce.
Stava per cominciare lo
scontro. Tutti erano attenti, non volevano perdersi un solo minuto, Gui, Goku,
Goten e Trunks temevano per la sorte di Zoe, chi avrebbe vinto? Il bene o il
male? Goten si ricordò della promessa che si era fatto circa 2 anni prima: lui
doveva proteggere Zoe, non poteva permettersi che si facesse del male, non
voleva farle correre dei rischi, lei era la sua migliore amica, loro due più
Trunks formavano un gruppo formidabile, si divertivano sempre, non voleva che
quei pomeriggi passati insieme fossero solo un ricordo, alla fine decise che
l’avrebbe aiutata. Avanzò un passo per andare verso di lei quando una mano lo
fermò, era Goku:
-papà, lasciami
andare-
-no Goten, non puoi, anche io
vorrei aiutare Zoe, ma vedi, questa è una faccenda che riguarda la sua famiglia,
vediamo come va l’incontro con sua sorella, sono sicuro che vincerà- poi guardò
in direzione di Zinegar –quel mostro non mi piace per niente e come se nn
bastasse ha una forza incredibile, Zoe non si batterà da sola contro di lui,
allora sì che correrai in suo aiuto, ma fino ad allora devi startene buono, mi
hai capito?-
-sì papà... è che io non
voglio che lei si faccia male-
-abbi fiducia in lei, e poi te
l’ho detto: io sono sicuro che vincerà-
-va bene, me ne starò qui a
guardare-
-bravo-.
Il clima tra le due sorelle
cominciò a farsi gelido, nessuna delle due accennava a cominciare il che rese
gli spettatori ancora più in ansia.
Eccomi
finalmente!! Ultimamente sono pienissima di compiti e di studio... non ce la
faccio più, comunque, ecco diciamo "l'inizio" della storia, spero di avervi
incuriosito almeno un po'. Ringrazio tutti quelli che mi commentano, vi
adoro!!!! E anche chi legge e basta, vi anticipo che il prossimo capitolo l'ho
scritto in un periodo di depressione totale, di conseguenza non è esattamente
allegra... mi aspetto dei commenti, ciaaaaaaaaaaaao!!!!!!!!
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black91
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Capitolo 8 *** Partita a scacchi ***
zoe
CAPITOLO 7: PARTITA A SCACCHI
Erano una di fronte all’altra,
nessuna delle due aveva paura, si sentivano imbattibili, Jill era tutta la vita
che aspettava tale momento, Zoe non avrebbe mai creduto che fosse arrivato, in
lei c’era molta confusione, ma non era per il fatto che aveva incontrato
l’assassino tanto atteso dei suoi genitori, ma perché doveva far capire alla sua
cosiddetta sorella che la strada del male non era quella
giusta.
-preparati- le disse
Zoe
-sono anni che lo sono-
rispose la sorella.
Cominciò lo scontro: Jill andò
contro Zoe, che si ritrovò subito a terra, quel pugno in faccia l’aveva
stordita, nessuno, a parte Gui, l’aveva mai colpita con tanta
forza
-hai visto? Che te ne
pare?-
-davvero niente male, non ci
avrei scommesso un centesimo-
-beh, allora? Non dirmi che ti
arrendi-
-neanche per idea, più una
cosa è difficile, più mi piace e questo mi fa essere ancora più determinata a
batterti-
-non ci
sperare-.
L’incontro continuò senza
esclusione di colpi, le due sorelle sembravano alla pari, appena una tirava un
pugno all’altra, ecco che riceveva un calcio a sua volta, mai abbassare la
guardia “o si rischia di soccombere”, come aveva sempre detto Gui a
Zoe.
Ad un tratto Jill colpì Zoe in
pieno stomaco (che dolore!!!!!!!) e
quest’ultima si accasciò a terra dolorante e sputando sangue, da dove veniva
tanta forza? Era addirittura più forte di Trunks, sembrava che non stesse neanke
usando tutta la sua potenza, fino a che punto sarebbe arrivata? Di una cosa era
certa: se non l’avesse battuta non l’avrebbe mai liberata, Jill si credeva tanto
libera, sentiva di poter fare tutto quello che voleva, ma in fondo non era così,
lei era vittima di Zinegar, lui la stava usando per i suoi loschi affari, faceva
sempre fare a lei il lavoro sporco, mentre lui stava a guardare……………… doveva
fermare tutto ciò, doveva farla ragionare e il solo modo per farlo era batterla,
poi c’era un altro problema: la sua aura, era strana, aveva un qualcosa di non
normale per una sayan.
-cos’hai? 6 già esausta?- le
disse Jill
-niente affatto, stavo solo
pensando a come ti 6 ridotta-
-cosa stai
blaterando?-
-non dirmi che non te ne sei
ancora accorta, quel mostro ti sta usando come una pedina della sua
scacchiera-
-e con questo, cosa vorresti
dire?-
-ti sta mandando contro molti
avversari, anche se tu sei come un piccolo pedone, vai avanti, fino alla fine
della scacchiera, una volta giunta lì avrai compiuto il tuo dovere e verrai
eliminata, non so se sai come si gioca a scacchi ma quando un pedona arriva alla
fine della scacchiera, viene sostituito con un’altra pedina, è quello il suo
scopo-
-le tue metafore sono
patetiche, Zinegar si fida di me, io…………… non sono un pedone, sono una regina,
la miglior pedina della scacchiera, se viene eliminata si fa di tutto per
riprendersela, così farebbe Zinegar con me, non permetterebbe mai a nessuno di
farmi del male, nemmeno a te, ma non ci sarà bisogno del suo intervento, non ce
n’è mai stato, perché io ti batterò, fosse l’ultima cosa che
faccio!-
-ben detto Jill, i miei
insegnamenti sono serviti a qualcosa- disse
Zinegar.
Il combattimento riprese, ma
Zoe sembrava in difficoltà, non riusciva a capire perché sua sorella ce l’aveva
tanto con lei, aveva visto con i suoi occhi quanto si volevano bene Goten e
Gohan, nessuno dei due avrebbe mai voluto far del male all’altro, erano fratelli
e l’amore fraterno è una cosa grandissima, ma allora perché, perché Jill la
voleva battere a tutti i costi? Smise di cercare una risposta quando si ritrovò
di nuovo col naso a terra, un forte dolore le invadeva la schiena, ma non era
importante, Zoe scacciò subito questa sensazione, poi aggiunse mentre cercava di
mettersi in piedi:
-ma perché mi odi così tanto?
Cosa ti ho fatto? Noi non ci siamo mai parlate e io fino a ieri nn sapevo
neanche della tua esistenza-
-tu? Tu non mi hai fatto
niente, io non ti odio per qualcosa che mi hai
fatto-
-ma allora perché stiamo
combattendo, insomma, siamo sorelle, siamo sangue dello stesso sangue, siamo due
mezzi sayan-
-è qui che ti sbagli- Zoe
rimase stupita di fronte a tale affermazione
-è vero che siamo sorelle, è
vero anche che siamo sangue dello stesso sangue, ma non è vero che siamo due
sayan-.
Zoe rimase paralizzata: -come
non sei un sayan? Ma io…………… cioè, ma noi………… nostro padre
era……….-
-un sayan, certo, ma nostra
madre era un’inutile terrestre-
-i terrestri non sono inutili,
non ti permetto di parlare così di nostra madre- disse Zoe con un cenno d’ira
nella voce –e poi cosa c’entra questo con te?-
-c’entra nel senso che per
qualche strano motivo il gene sayan di nostro padre è rimasto solo in te!-.
Zoe era sconcertata:
-il gene
sayan?-
-sì piccola, i caratteri
ereditari che i genitori tramandano ai figli. Dopo la fecondazione c’è sempre
un’unica cellula, ma in rari casi si sdoppia, dando origine a due cellule
identiche: i gemelli- disse Bulma, cercando di mascherare al paura nei confronti
di Zinegar, si era sentita in dovere di entrare in scena, in fondo lei era
preparatissima in scienza, nessuno avrebbe potuto spiegare tale fatto in miglior
modo.
-identiche? Ma allora perché
io sono un sayan e lei no?-
-non lo so, sembrerebbe che il
gene sayan non si possa sdoppiare, così è rimasto solo da una
parte-
-ah… ma allora ce l’ho tutto
io, mi…… mi dispiace, ma io non posso farci niente-
-lo so, ma io sì, eliminandoti
dimostrerò che i sayan non sono poi così forti, solo così dimostrerò la mia
superiorità, io odio i sayan perché non mi hanno voluta con loro, io odio i
terrestri perché è colpa loro se sono quello che sono, se ho fatto tanta fatica
ad arrivare a questo livello; tu non puoi neanche immaginare quanto ho sofferto.
Tu, quanto avrai impiegato a volare? Scommetto non più di due giorni, io un mese
intero! Ogni giorno che passava maledivo tutti, e maledivo soprattutto me
stessa, non sai cosa darei per essere come te: un sayan, non chiedo molto no? Ma
il destino fa schifo, la mia vita fa schifo, avrà un senso solo se ti
batterò-
-dai allora battimi,
sconfiggimi, ma ti prego lascia perdere Zinegar-
-questo mai, lui è l’unico che
mi ha dato un raggio di speranza, se non fosse venuto a uccidere i nostri
genitori, ora vivremmo insieme e per me sarebbe una tortura ancora più grande,
non avrei mai sopportato seguire i tuoi stessi allenamenti ma vedere che tu
facevi passi da gigante mentre io rimanevo sempre più indietro, non siamo fatte
per andare d’accordo-
-Zinegar non ti ha dato
speranze, solo molte illusioni, non sarai mai forte quanto me, questo è vero, ma
non è questo che conta, ci sono cose più
importanti-
-ora mi dirai che una di
queste cose sono l’amore, l’amicizia e cose varie-
-esatto, so che è stupido, ma
è così, se una persona non ama è come se non vivesse, non si può provare sempre
e solo odio, è come vivere una vita a metà-
-smettila di dirmi queste
cose, io non ci credo più-.
Jill andò di nuovo contro a
Zoe con quanto più furia riusciva e cominciò a colpire Zoe con una serie di
colpi potentissimi e impossibili da evitare, Zoe avrebbe potuto benissimo
reagire, ma non ci riusciva, qualcosa dentro di lei la bloccava, non poteva
colpirla, era sua sorella.
-Zoe ma che diavolo combini!
Devi reagire, vuoi vincere? Vuoi dimostrarle di essere più debole? Falle vedere
chi sei!- le urlò Gui
“Gui ha ragione, devo reagire,
ma non ci riesco, cosa mi sta capitando, ho sempre colpito il mio avversario
senza scrupoli” pensò Zoe “non ho altra scelta: devo diventare super sayan, in
quello stato non mi farò molti problemi a colpirla, perché lei in questo momento
è il mio avversario, e l’avversario va battuto,
sempre”.
-mi dispiace, ma ora ti
mostrerò una cosa che non ti piacerà per niente, è il solo modo che ho per
riuscire a colpirti- disse Zoe
-e cosa
sarebbe?-.
Zoe si trasformò senza
problemi davanti agli occhi attenti di sua sorella:
-e questo cosa
sarebbe?-
-cosa? Non conosci il super
sayan? In questo stato aumenta potenza, velocità e
cattiveria-
-non è
possibile-
-i sayan sono vere e proprie
macchine da guerra, come dice il mio maestro-.
L’incontro continuò, ma
stavolta era Zoe in vantaggio, Jill non riusciva più a starle dietro, ma
nonostante ciò non voleva gettare la spugna. Dopo l’ennesima caduta Zoe disse a
Jill:
-basta così, ti ho dimostrato
che sono più forte, mi ritengo soddisfatta e spero che tu abbia capito che non
puoi competere con me, comunque non credevo che un terrestre potesse diventare
così forte, complimenti davvero, si vede che ti sei impegnata, ma per tua
informazione mi sono impegnata anche io, non puoi neanche immaginare quanto, ma
il mio obiettivo non eri tu, non lo sei mai stata, neanche ora, è lui il mio
obiettivo- disse indicando Zinegar
-no, io……………… posso ancora
combattere, non pensare di aver vinto, non ancora, negli scacchi, come dicevi
prima, la regina deve sempre proteggere il suo re, anche se sa che ha molto più
potere, se il re viene eliminato il gioco è finito e io non posso permettere che
finisca-
-ma se non ti reggi più in
piedi, arrenditi, è solo fatica sprecata-.
Jill stava richiamando a se
quanta più forza riusciva, ma le gambe le tremavano, quando
accadde:
-ha ragione tua sorella, sai
Jill, è molto più forte di te- disse Zinegar
-no, io sento di poter ancora
combattere- rispose Jill, ma non fece in tempo a dire altro che all’improvviso
la sua voce si bloccò e lei si accasciò a terra vomitando sangue paralizzata.
Tutti i presenti rimasero inorriditi da ciò.
-non ho più bisogno di te, mi
sei solo d’impiccio, mi hai molto deluso- un raggio aveva colpito Jill
trapassandola, e quel raggio lo aveva inviato proprio
Zinegar.
-perché………… perché- sussurrò
Jill
-scusa? Non ti sento, ah già
ti ho colpito con l’intenzione di ucciderti…………… mi stai chiedendo perché? Vedi,
come ha detto la tua saggia sorellina, quando un pedone non serve più si
elimina, non ho mai pensato a te come la mia regina, speravo che tu e tua
sorella vi eliminaste a vicenda, sembra che sia ancora io a dovermi macchiare di
sangue sayan-
-sei un mostro!!!!!!!!- urlò
Zoe
-ehi………… calmati, non vorrai
mica battermi in quelle condizioni vero? Ci vediamo tra una settimana, proprio
qui, non mi piace partire avvantaggiato, così quando ti batterò sarà ancora più
grande la mia soddisfazione-.
Zinegar partì senza lasciare
traccia, ma non era lui la cosa più urgente, bisognava salvare Jill. La piccola
era stesa sulla terra, con la pancia in giù ed era circondata da un lago di
sangue.
-oh mio Dio!!!!!!!! Bisogna
chiamare un’ambulanza!- disse Bulma, Chichi era da tempo svenuta, non sopportava
le sensazioni forti e Gohan cercava di farla
rinvenire.
-ma quale ambulanza! Fatemi
spazio, la porto io in ospedale!- disse Zoe decisa e, presa la sorella molto
delicatamente volò più veloce che poteva verso l’ospedale più
vicino.
-io non ti lascerò morire, lo
batteremo insieme quel mostro-
-Zoe…………- disse
Jill
-non dire niente, sprechi solo
preziosa energia- Jill acconsentì e arrivarono in ospedale poco
dopo.
La tensione cominciava ad
essere insopportabile, erano tutti in sala d’attesa, il luogo peggiore di un
ospedale, lì il tempo sembra non passare mai, a Zoe sanguinavano le labbra da
quanto se le stava mordendo e anche le mani, stava stringendo talmente i pugni
che le unghie le si erano conficcate nella pelle, ma non le importava, il dolore
non lo sentiva neanche, il suo pensiero era verso sua sorella e verso Zinegar,
alla sola vista di quel mostro
nella mente, strinse ancora di più i pugni, provocando ferite ancora più grandi.
Questo massacro finì quando arrivò il dottore davanti a
loro:
-come sta mia sorella?- chiese
Zoe col cuore il gola
-non bene, abbiamo provato di
tutto ma i danni sono irreparabili e la paziente sta cominciando ad arrendersi,
ha chiesto solo di chiamarle Zoe-
-sono
io-
-credo che voglia parlare con
te-.
Zoe entrò nella camera quasi
in punta di piedi e vide la sorella pallidissima stesa sul
lettino
-ciao-
-ciao, come te la
passi?-
-non tanto bene- Jill vide le
mani della sorella dalle quali cadevano gocce di
sangue
-devi bendartele o faranno
infezione-
-che importanza ha
ora-
-ne ha, ora vieni
qui-
-arrivo-
-davvero tu mi paragoni ad una
pedina degli scacchi?-
-no, affatto, era solo un modo
di dire, io volevo che tu capissi, tu sei infinitamente più importante di uno
scacco-
-e io sono stata così
stupida……… se solo avessi aperto gli occhi
prima………-
-non è colpa tua, è lui che è
un essere orribile, è abile ad illudere la gente-
-Zoe………-
-sono qui, non ti abbandonerò
mai, anzi, sai ora che faccio? Vado da quei medici e gli dico di provare il
tutto per tutto per salvarti-
-no…………… hanno detto che non
c’è nulla da fare, dicono che il mio cuore è distrutto, si chiedono come faccia
ad essere ancora viva…-
-ma… non è giusto… ci deve
essere qualcosa che posso fare…- disse Zoe, delle lacrime le bagnavano il
volto
-lo so, non è giusto, ora
penso a quanto saremmo andate d’accordo, proprio adesso che avevo trovato una
famiglia… -
-…………… non puoi arrenderti, ti
aiuterò io, vedrai lo batteremo insieme Zinegar-
-sono sicura che senza di me
lo batterai prima…-
-… non dire così… tu vivrai…-
disse Zoe cominciando a singhiozzare
-promettimi una cosa: tu devi
ucciderlo, non permettere che uccida anche te, non voltargli mai le
spalle-
-ti ho già detto che lo
batteremo insieme, ora vado a dire a quegli incompetenti di dottori che facciano
tutto il possibile!-
-no… non mi lasciare, non
voglio rimanere sola, questi ultimi attimi li voglio passare con te, lascia
stare i dottori…- Jill, tossì e un rivolo di sangue le uscì dalla bocca –loro
hanno già fatto troppo…-
-come vuoi, ma… possibile che
non si possa fare niente?-
-a me basta che stai qui, con
me, come due sorelle… promettimi che annienterai
Zinegar-
-sì te lo
prometto-
-Zoe………… vero che mi
perdoni?-
-come potrei non farlo? Tu sei
mia sorella, non potrei mai essere arrabbiata con te, io ti voglio
bene-
-come è bello sentirselo dire,
ripetilo-
-va bene, io ti voglio bene,
tu sei la mia famiglia, saremmo state una bella squadra
noi-
-grazie……………-
-e tu mi
perdoni?-
-ho smesso di essere
arrabbiata con te non appena ho capito quello che è stato la mia vita fino ad
ora, non avevo motivo di esserlo-
-grazie, è bello sentirselo
dire-.
Zoe diede la mano a Jill e
glie la tenne fino al suo ultimo respiro e quando ciò avvenne Zoe cominciò a
piangere a voce alta, facendosi sentire anche dai suoi amici fuori, che
entrarono e videro Zoe col viso sporco del sangue della sorella, Goten e Trunks
furono fatti uscire subito e Gui trascinò fuori Zoe che non accennava a
calmarsi. Goku chiese ai dottori se gentilmente potevano ripulire Jill, le
avrebbe ridato dignità anche durante la sepoltura e poi per
sempre.
…
Quella notte Zoe, Gui, Goku,
Goten, Gohan e Chichi dormirono a casa di Bulma, la piccola non poteva rimanere
sola e dormì nella stessa camera di Goten e Trunks, i suoi migliori
amici.
Il giorno dopo seppellirono
Jill vicino alla casa di Zoe, alla fine Zoe, che sembrava essersi ripresa,
rinnovò la sua promessa davanti alla tomba della
sorella
-io lo batterò, ti vendicherò,
costi quel che costi-.
Aveva superato la morte della
sorella perché sapeva che ora era nell’aldilà con i loro genitori, ed era
felice, Gui aveva detto che l’aldilà non era poi così male, si poteva fare tutto
quello che si voleva, un sorriso si disegnò sulle sue labbra, che furono
immediatamente bagnate da un’ultima lacrima, ora Zoe era ancora più decisa e
corse subito ad allenarsi per diventare ancora più forte e battere Zinegar, le
aveva dato una settimana no? E lei l’avrebbe usata al meglio, l’aveva promesso a
se stessa, e a sua sorella.
Ciao di nuovo! Eccomi col
capitolo tragico, scusatemi ma ero in vena quel giorno, non ce ne saranno più di
così, ve l'assicuro, anche perchè sennò dovrebbero richiudere la povera Zoe in
una clinica psichiatrica... Ditemi un po' che impressione vi ha fatto e un
GRAZIE a tutti i commentatori
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Capitolo 9 *** Una brutta notizia ***
zoe
CAPITOLO 8: UNA BRUTTA
NOTIZIA
Quella passata era stata una
settimana infernale, non solo per Zoe, che si allenava quattordici ore al
giorno, smetteva solo per cenare, fare una doccia e dormire, nessuno osava
fermarla, potevano solo immaginare quello che stava vivendo. Alla vigilia del
fatidico giorno:
-ciao Zoe, hai intenzione di
allenarti anche oggi?- le chiese Gui
-certo, domani devo essere più
che pronta-
-no, se oggi ti alleni, domani
sarai stanca, ti conviene riposarti-
-forse hai
ragione-
-non forse, ho ragione e
basta! Cerca almeno per oggi di non pensarci, andiamo a trovare
Goku-
-va bene, in fondo potrebbe
essere il mio ultimo giorno in questo mondo……….-
-non ci pensare nemmeno, tu
vincerai, me lo sento-
-giusto………………… perché io sono
forte no?-
-certo, e di questo non devi
mai dubitare-
-ok, andiamo? Ho proprio
voglia di rivedere Goten e Trunks, è dalla morte di Jill che non li
vedo-
-Zoe-
-sì? C’è qualcosa che non
va?-
-io devo dirti una cosa
importante-
-dai,
spara-
-tu sei veramente convinta di
voler combattere contro Zinegar?-
-e me lo chiedi? Certo, io
devo vendicare la mia famiglia che quel mostro ha fato fuori senza alcuna
pietà-
-e non cambieresti mai
idea?-
-no……………ma perché me lo
chiedi? Mi stai spaventando, c’è forse qualcosa che non
so?-
-veramente……………… tu sai bene
che io sono stato riportato in vita solo ed esclusivamente per allenarti- Zoe
annuì in silenzio, non si aspettava niente di buono
-però a me avrebbe fatto molto
più comodo stare nell’aldilà, mi sentivo a mio agio. Quando mi hanno resuscitato
la formula l’ho dettata io ai miei amici namecciani e avevo espresso al drago
Polunga di farmi rimanere in vita fino a che tu non avessi ucciso l’assassino
dei tuoi genitori-
-aspetta… se non ho capito
male…- cominciò Zoe, ma fu interrotta da Gui
-quando tu batterai Zinegar io
ritornerò nell’aldilà, allora il mio compito sarà
concluso-
-ma… ma, non è vero! Il tuo
compito non sarà concluso, io sono piccola e ho bisogno che qualcuno badi a me e
ai miei allenamenti, non posso fare tutto da sola-
-scommetto che te la caverai
benissimo anche senza di me, poi ci sono Chichi e Bulma che stravedono di te,
sei la figlia femmina che loro non hanno, poi Goku e Vegeta provvederanno ai
tuoi allenamenti, anche se sono sicuro che tu te la sappia cavare anche da sola
a questo punto-.
Zoe si rabbuiò, sentiva che
ancora una volta le stavano per scendere le
lacrime:
-non……non è giusto…… appena si
sistema una cosa appaiono 100 altri problemi-
-ma io non pensavo che mi
sarei mai potuto affezionare così tanto a te-
-e allora
rimani-
-io… credo che non sia
possibile-
-scusa ma non ho capito
perché-
-è che… vedi, io ero
nell’aldilà già da un pezzo quando sono stato riportato in vita, e Emma ha
sbuffato varie volte prima di permettermi di tornare a vivere, ma lo ha fatto a
solo una condizione: che non appena il mio compito si fosse concluso, io sarei
tornato nel paradiso, solo in casi estremi si può tornare in vita, è già tanto
che me lo abbia permesso-.
-ma Goku e Goten e Vegeta e un
sacco do noi sono morti e tornati in vita, come si
spiega?-
-loro sono un caso
particolare, sono stati uccisi-
-e
tu?-
-io sono morto di cause
naturali-
-eri
vecchio?-
-no, ma ero malato di una
brutta malattia, che mi ha portato alla morte-
-ma… in un certo senso sei
stato ucciso anche tu-
-molta gente muore per
malattia, ma queste sono cause che Madre Natura ha scelto per noi, non possiamo
fare altro che rassegnarci-
-ma…
ma…-.
La piccola non sapeva cosa
rispondere, non aveva le parole giuste per descrivere quello che provava:
rabbia, paura, colpa… in fondo al cuore sapeva che era giusto, ma non lo voleva
ammettere a se stessa, questione di orgoglio, non potè fare altro che correre
via, lontano, dall’unico che l’avrebbe ascoltata e consolata: Goku.
Zoe arrivò e vide che c’erano
Goten e suo padre che si allenavano
-ciao, a tutti e
due-
-ciao Zoe, oggi non ti
alleni?- le chiese Goten
-no, altrimenti domani mi
faranno male tutte le ossa… io, devo parlarti Goku-
-va bene, cosa mi devi
dire?-
-posso sentire anche
io?-
-sì, non è un
segreto-.
Così Zoe raccontò ai due
quello che aveva appena saputo da Gui e anche tutte le sue incertezze e paure
quando si sarebbe trovata sola
-guarda che tu non sarai mai
sola, c’è tanta gente che ti vuole bene: Chichi, tu non immagini neanche quanto
parla di te, poi c’è Vegeta, che è molto orgoglioso della tua forza, lui la vede
come una rifioritura della razza sayan, anzi, ti dico di più, lui ha già
programmato di farti sposare Trunks- disse Goku
-cooooooooosa!!!!! Sul serio?-
rispose lei incredula
-l’ho sentito solo una vola,
ma forse stava scherzando-
-lo spero, io non mi ci vedo
con Trunks, io so gia che mi sposerò con un uomo che si dimostrerà più
forte di
me-
-allora credo che nn ti
sposerai mai- la canzonò Goten
-non è vero, se non ci sarà su
Earth lo andrò a cercare in tutto l’universo se
necessario…-
-ecco visto? Sei tornata
quella di sempre, puoi affrontare tutto, ho fiducia in te- le disse
Goku
-forse hai
ragione-
-perché vedi, voi non siete
come gli altri bambini, voi avete quella marcia in più che vi sprona a non
arrendervi, a soffrire, pur di realizzare i vostri sogni, è questo che
differenzia un sayan da un semplice umano-
-grazie, ma ora basta parlare
di cose serie, mi sembro un’adulta!-
-ok, andiamo a chiamare Trunks
così andiamo a fare un bagno giù al lago?- propose
Goten
-bene, andate e
divertitevi-
-grazie Goku, mi sento molto
meglio ora-
-quando
vuoi…-
-va bene, Goten aspettatemi
la, io devo fare una cosa-
-d’accordo, a
dopo-.
Zoe doveva chiedere scusa a
Gui per quello che gli aveva detto, ecco perché ora stava volando verso la sua
casa:
-ehi! Gui! Ci
sei?-
-ciao
Zoe-
-ecco… io volevo chiederti
scusa per prima, sono stata un’egoista, è giusto che tu faccia ciò che credi che
sia meglio per te e poi Goku mi ha detto che io posso affrontare
tutto…-
-così si parla, grazie
piccola-
-prego… ora devo andare, vado
con Goten e Trunks a fare un bagno… ah lo sapevi che Vegeta vuole farmi sposare
Trunks?-
-cooooooosa! Questa mi pare
nuova, a te andrebbe?-
-no, e poi al matrimonio non
ci avevo ancora pensato, so solo che sposerò un uomo più forte di
me-
-……va bene, ma ora vai, non
vorrai far aspettare i tuoi amici-
-ok,
ciaooooooo!-.
Zoe volò via leggera come una piuma,
veloce come il vento, gli mancherà quella bambina che lo ha fatto tanto
disperare negli anni precedenti, è così maledettamente ribelle…… non avrebbe mai
pensato di potersi affezionare a tal punto di una piccola sayan, li aveva sempre
visti come esseri feroci, ma non era proprio così, questi sayan di oggi sono
diversi e deve ammettere che così gli piacciono.
Zoe raggiunse i suoi
amici:
-eccomi, scusate il
ritardo-
-senti mia madre ha detto che
dobbiamo festeggiare, quindi stanno tutti andando in spiaggia, andiamo anche
noi?- disse Trunks
-certo che sì, vado ad
avvertire Gui-.
Si ritrovarono tutti al mare,
le signore prendevano il sole parlando dei soliti pettegolezzi, gli uomini
facevano a gara a chi era più veloce a nuotare, sembravano proprio dei bambini,
i quali non erano da meno, cercavano in tutti i modi di far innervosire le
grasse signore che c’erano in spiaggia, correndo “per sbaglio” vicino al loro
asciugamano e sollevando quanta più sabbia potevano, fino a farle sbraitare come
galline, era la parte più divertente, un po’ meno quando venivano sgridati da
Bulma e Chichi, con quelle di donne non si scherza.
Passarono tutti una giornata
indimenticabile, quasi si dimenticarono di quello che sarebbe inevitabilmente
accaduto l’indomani: lo scontro decisivo tra Zinegar e
Zoe.
La bambina si addormentò dopo
un po’ di tempo, i ricordi cominciavano ad affiorare, doveva fare mente locale
di tutto, paura non ne aveva, non ne aveva mai avuta, si lasciò cullare dalla
sua sicurezza ed entrò nel mondo dei sogni, quello più bello di
tutti.
Lo so,
questo capitolo non è esattamente entusiasmante, ma ci voleva, e poi a me piace
far aspettare la gente... eheh, come mi sento
perfida...
Ringrazio:
emyc: scusa
se aggiorno così tardi, ma ho un sacco di compiti e altri problemi (crisi
adolescenziale), cmq grazie x i tuoi complimenti, mi fanno sempre
piacere!
fabihetto:
ciao fabio!!! Lo so che te l'ho detto 100 volte, ma i tuoi commenti mi
commuovono... tvtttttttbxs
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Capitolo 10 *** La paura ***
zoe
CAPITOLO 9: LA PAURA
Zoe si svegliò di soprassalto,
nel sogno le era improvvisamente apparso Zinegar, con il suo volto dai tratti
gentili, ma con due corna sulla nuca quasi ad indicare che razza di essere era,
come se non bastasse già il ghigno che aveva stampato in volto.
Il sole era gia alto, Gui era
già sveglio
-Zoe, sei sveglia anche tu
vero?-
-sì, non riesco più a prendere
sonno, io quasi quasi vado nel posto stabilito, non ce la faccio
più-
-ok, io ti seguo, aspettami
la, io vado a chiamare gli altri-
-cos’è, mi chiami pure il
pubblico?-
-non ci si perde uno
spettacolo simile-.
Naturalmente questa ironia era
nata dal fatto che erano entrambi molto tesi, come si suolo dire: ridere per non
piangere (una delle cosiddette “frasi
fatte” che preferisco).
Zoe arrivò velocemente al
luogo, era una radura piuttosto accogliente, con gli uccellini che cantavano e
gli animali che uscivano timidamente dalle loro tane per respirare un po’ d’aria
fresca dopo la lunga dormita. La bambina si promise che alla fine dell’incontro
avrebbe radunato le sfere e avrebbe chiesto al drago di far tornare quel luogo
esattamente come lo vedeva ora, lo scontro sarebbe stato distruttivo, avrebbe
reso irriconoscibile quella radura verde, e non solo quello, probabilmente anche
tutta l’area circostante per chilometri.
Zoe venne distratta da questi
pensieri sentendo arrivare qualcuno, erano Gui, Goku e Vegeta, si rattristò non
vedendo Goten e Trunks, ma si disse che era meglio per loro, poiché nelle loro
case erano al sicuro, se lei fosse stata sconfitta avrebbero potuto agire Goku e
Vegeta, loro lo avrebbero battuto di certo Zinegar; ma lei non aveva intenzione
di farsi battere, avrebbe combattuto fino allo strenuo delle sue forze e anche
di più se non fosse bastato.
-ciao- salutò
Zoe
-ciao Zoe, allora dove si
nasconde quella canaglia- chiese Goku
-non lo so, ma io lo
aspetterò, non mi tirerò mai indietro-
-e comunque noi ti copriremo
le spalle se qualcosa dovesse andare storto-
-non vi preoccupate, io lo
batterò, ho un sacco di assi nella manica-.
All’improvviso apparve Zinegar
dal nulla con la sua solita aria da: “io sono il più forte e non mi batte
nessuno”
-allora non sei ancora
scappata-
-non è uno come te che mi fa
scappare-
-meglio così, spero che non mi
deluderai troppo-
-non lo farò, puoi esserne
certo-
-lo spero, perché se sono
troppo forte e ti elimino subito non è divertente-
-pensa piuttosto a difenderti
bene, credo che ne avrai bisogno-
-il tuo è un consiglio saggio,
ne terrò conto, forse, dipende solo da te-.
Zoe stava per scoppiare,
quello non solo le aveva ucciso tutta la famiglia, ma la stava pure prendendo in
giro
-ADESSO BASTA!!!!!!!!!!!!!!!-
la piccola si trasformò in SSJ e si scagliò contro il suo nemico colpendolo in
pieno sul naso.
-AHI!- urlò Zinegar sentendo
un dolore atroce sul suo naso –piccola mocciosa, te la farò pagare! Nessuno mi
aveva mai colpito così!!!!!-
-così impari a sottovalutare
l’avversario, poi mi sembra chiaro che in un combattimento si ricevono botte
no?-
-piccola peste, non venire da
me a dirmi cosa si fa in un combattimento-
-sembravi sconvolto dal mio
pugno sul naso………-
-grrrrrrrr, ora ti faccio
vedere io!!!!!!!!!-.
Zinegar si scagliò contro Zoe
e la colpì nello stomaco, la bambina si accasciò sulle ginocchia con
un’espressione di dolore sul volto.
-ah ah ah, così impari a
colpire quelli che sono più forti di te-
-non…è…ancora…finita- e si
rialzò in piedi, sembrava essersi ripresa.
A questo punto i due si
scrutarono, stavano cercando di individuare i punti deboli dell’avversario, per
poi colpire. Si mossero nello stesso momento e cominciarono a combattere con
pugni velocissimi, purtroppo Zoe sembrava in svantaggio, le prendeva tutte lei,
Zinegar schivava tutti i suoi colpi. Dopo un po’ Zoe venne sbattuta contro un
albero, spezzando quello e un certo numero di altre piante che si trovavano
subito dopo di esso, ritornata normale, la piccola cadde in avanti sul prato
verde, che fu inevitabilmente macchiato di sangue rosso; nonostante questo Zoe
si rialzò con un sorriso maligno stampato sulle
labbra:
-cavoli, sei
forte-
-sei stata tu la prima a dirmi
di non sottovalutare l’avversario-
-ma io non ti avevo
sottovalutato, sapevo che sarei dovuta arrivare a
questo-.
Zoe guardò Gui come per
aspettarsi il permesso di fare quello che stava per fare (scusate il gioco di parole), il
namecciano assentì con un cenno del capo.
Sotto gli occhi meravigliati
dei presenti, Zoe si tolse prima gli scaldamuscoli alle braccia, poi quelli alle
caviglie mostrando qualcosa di insospettabile: dei pesi.
Zoe se li tolse delicatamente
e quando li lasciò caddero al suolo con un gran tonfo, tanto che fecero un buco
profondo.
-Gui, cosa sono quelli?-
chiese Goku
-sono dei pesi, pensa che
ognuno pesa circa 5 tonnellate, li porta sempre, così si allena costantemente,
anche se credo che ultimamente si sia abituata, avrei dovuto cambiarglieli il
mese scorso-
-c… cinque tonnellate? Ma è
incredibile, io nell’aldilà mi sono dovuto trasformare in SSJ per reggerne 10,
che è il doppio, ma lei è solo una bambina… e poi prima delle 10 reggevo 2
tonnellate…- disse Goku
-si è allenata duramente,
scatenerà tutto il suo odio verso quell’essere e tutta la sua
forza-
-ora si spiega il fatto che al
torneo di arti marziali di qualche anno fa, sembrava così lenta- disse Vegeta
alquanto stupito.
Zinegar guardava anche lui,
incredulo, la bambina, fino ad allora non aveva ancora mostrato la sua vera
forza
-sappi che sei il primo
avversario contro cui tolgo i miei pesi-
-mi sento lusingato…… ora
fammi vedere di che cosa sei veramente capace-
-con molto
piacere-.
Zoe si mosse dalla sua
postazione in modo fulmineo verso Zinegar, il quale parò il suo calcio, ma lei
ancora velocissima, fece per saltargli addosso e i due cominciarono ad
azzuffarsi, purtroppo Zoe sembrava in svantaggio, aver tolto i pesi non bastava,
Zinegar era sempre più forte, la piccola era ormai piena di lividi e si
distanziò un po’ dal suo avversario
-che fai scappi?- le chiese
Zinegar
-io non sto affatto
scappando-
-allora che ci fai
lassù?-
-questo: AAAAAAAAAAAAAAAAA-
Zoe si rese conto che non poteva fare altrimenti, doveva trasformarsi in SSJ,
così i suoi capelli divennero dorati e i suoi occhi, già verdi, più penetranti e
sicuri di se.
-era ora che facessi sul
serio, io non sono mica un avversario da poco sai? E per dimostrartelo io ti
farò fuori…… peccato che non ti serva da lezione-
-smettila… io ti farò tappare
quell’immondizia di bocca che ti ritrovi!!!!-
-im… immondizia hai detto!!!!!
Guarda che io lavo i denti tutti i giorni……ooooooooh, te ne
pentirai!!!!!!!!!!-.
L’incontro continuò più
agguerrito che mai, stavolta gli avversari sembravano proprio alla
pari:
-forza Zoe continua così, puoi
batterlo!- le gridò Gui
-tieni alto l’onore dei sayan-
disse Vegeta.
Zoe era come incitata da
queste parole, così aumentò la sua velocità e la sua potenza, Zinegar era in
difficoltà, doveva pensare a qualcosa, ma a cosa? Trovato! Era una tecnica
semplice ma efficace, mai aveva fallito quando l’aveva usata in passato. Così
Zinegar si allontanò da lei con alcuni salti mortali
all’indietro:
-ora sei tu che scappi- disse
Zoe
-no, mi devo concentrare per
la mia prossima mossa, mi dispiace, ma questo incontro sta durando più del
previsto e poi mi sono stufato, sei arrivata al
capolinea-
-illuditi pure quanto vuoi se
qui c’è qualcuno che è giunto al capolinea, quello sei
tu-
-vedremo-.
Zinegar cominciò a
concentrarsi profondamente, Zoe lo guardava stupita “ma cosa sta combinando?”
pensò.
Ad un certo punto sentì
qualcosa nella testa, non sapeva spiegarselo, era come se qualcuno ne stesse
prendendo il controllo, qualcuno che non era di certo lei, poi vide un volto
nella sua mente, era Zinegar! A questo punto capì tutto, Zinegar si era
impossessato di lei, non le permetteva più di pensare, non riusciva più a
guardare, ma quello che era peggio era che non riusciva più a fare pensieri
felici, si ricordava solo dei fatti peggiori che le erano capitati, e questi
pensieri la stavano invadendo, come se non bastasse Zinegar le inviò delle
immagini terribili, così Zoe si ritrovò come in un film dell’orrore, solo che
non poteva chiudere gli occhi per non guardare. Cominciò ad avere paura, i suoi
occhi si spensero e i suoi capelli tornarono rossi, la testa le pulsava come se
qualcuno glie la stesse martellando, se la prese con le mani e cadde sulle
ginocchia, non sopportava quella sensazione.
-Zoe! Ma cosa stai
combinando?! Rialzati e combatti-
-no Gui, non ti può sentire,
lei ora è come in un’altra dimensione, dobbiamo intervenire subito- disse Goku,
che aveva capito cosa stava passando la povera Zoe.
Goku, Gui e Vegeta si
prepararono ad intervenire, ma prima che potessero
farlo:
-non penserete di aiutarla
vero? Non ce la farete mai ahahahah- disse Zinegar in quel
momento.
Detto questo con un gesto
della mano, il mostro li rinchiuse dentro delle bolle, i nostri amici erano in
trappola
-aaaaaaaaaaa- Goku provò con
tutte le sue forze a distruggere la bolla che lo rinchiudeva, ma senza alcun
risultato, usò anche l’onda energetica, ma anche quel tentativo fu un buco
nell’acqua
–urca! E ora come facciamo,
non riesco ad uscire-
-per la miseria! Ci ha
intrappolati come luridi insetti! A me poi, il principe dei sayan, oooooooh ma
se esco se la dovrà vedere con me in persona, lo farò fuori!- disse Vegeta
alquanto arrabbiato
-non serve arrabbiarsi, solo
lui può farci uscire e se muore spariranno anche queste bolle, forza Zoe, non
lasciarti impressionare, devi batterlo! Per te, per i tuoi genitori, per tua
sorella… per me!- Gui cercava disperatamente di esortare Zoe.
Purtroppo neanche questo fece
scuotere Zoe.
La situazione era critica, la
bambina era in preda al panico per la prima volta nella sua vita, e questo non
le piaceva affatto, cominciò ad urlare, non sopportava quella sensazione, voleva
solo andarsene a casa e buttarsi nelle braccia di Gui, ma questo pensiero veniva
sempre sostituito alla visione di sua madre, che veniva trapassata da Zinegar,
dal suo disperato urlo, un urlo terrificante, che significava solo morte, Zoe
poteva sentire le gocce del suo sangue schizzarle contro, ma lei non poteva fare
nulla, si sentiva incatenata, come nel peggiore degli incubi, sperava tanto che
fosse così, almeno al risveglio sarebbe stata confortata da braccia amiche,
invece no, non poteva svegliarsi, era tutto così
orribile.
-ok, mi sono stufato, ora ti
finisco- disse Zinegar-
-noooooo, Zoe ti prego
riprenditi!- disse Gui
-ahahahahahah,
addio-.
Zinegar incanalò la sua
energia sulla mano e la compresse formando una sfera, la puntò contro Zoe che
ormai era impotente, si era arresa, era ancora in ginocchio ma la sua fronte
toccava la terra, le sue lacrime bagnavano il terreno e il suo respiro affannato
alzava la polvere che le entrava in gola facendola tossire, il che provocava
altra polvere.
Zinegar lanciò la sua sfera
che illuminò Zoe di una luce rossa come le fiamme dell’inferno, ma ecco che
accadde qualcosa di impensato, Zinegar non era più concentrato sulla mente di
Zoe perché altrimenti non avrebbe mai potuto lanciare l’onda, così lei si stava
lentamente riprendendo e vide una figura mettersi davanti a lei
dicendo:
-ONDA
ENERGETICA!!!!!!!!!!-.
Chiunque fosse, le stava
salvando la vita.
Ciao!!!
Eccomi col nuovo capitolo, di già... ma credo che ultimamente aggiorno un po'
tardi, quindi volevo riprendere il tempo perduto. Chi sarà mai l'eroe che sta
salvando Zoe, lo saprete solo leggendo il prossimo.
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Capitolo 11 *** La vendetta ***
zoe
CAPITOLO 10: LA VENDETTA
Zoe aveva ancora la vista
annebbiata, quindi non riuscì a capire chi fosse colui che la stava salvando, la
prima persona che le venne in mente fu Gui, doveva essere per forza lui, però,
ora che ci pensava, Gui non conosceva l’onda energetica, allora pensò a Goku, ma
mano a mano che le tornava la vista vide che non era neanche Goku, era Goten!
Il bambino riuscì a deviare
l’onda di Zinegar.
-Goten!- disse Goku, avendo
riconosciuto suo figlio
-maledizione, da dove salta
fuori questo microbo?!- si lamentò Zinegar
–TU, ti sei intromesso, ora ne
pagherai le conseguenze!-
-fammi pure tutto quello che
vuoi, ma dovrai uccidermi se vuoi fare fuori Zoe-
-se mi chiedi solo questo
allora ti accontento, vali meno di zero!-.
Goten era ridotto come uno
straccio, aveva consumato tutta la sua energia lanciando l’onda energetica, così
dopo un pugno molto violento di Zinegar cadde a terra prima che potesse
contrattaccare.
-no, Goten!- disse Zoe, il
pugno lo aveva spinto lontano dal mostro parecchi
metri
-non…ti preoccupare, tu pensa
a battere quel mostro…- a questo punto il bambino svenne tra le braccia di
Zoe
-Goten, grazie, il tuo gesto
non sarà stato invano, io lo batterò-.
Zoe era più determinata che
mai, ma soprattutto molto arrabbiata, la visioni che le aveva inviato prima
Zinegar le avevano provocato una rabbia incredibile, ora accentuata dal fatto
che quell’essere spregievole non si è fatto molti problemi a colpire Goten
nonostante fosse a pezzi e chiaramente in svantaggio, Zoe si ritrasformò in
SSJ.
-tu sei un essere orribile,
hai ucciso i miei genitori in un modo orrendo e non ti saresti fatto tanti
problemi ad eliminare anche Goten… mi fai schifo!-.
La forza di Zoe aumentava
continuamente, stava raggiungendo un livello altissimo, Goku, Gui e Vegeta se ne
accorsero, un tale aumento di energia si poteva avere solo in una certa
circostanza, che Goku e Vegeta conoscevano bene.
L’aspetto di Zoe stava
cambiando, i capelli le si drizzarono di più rompendo il nastro che li legava,
un ciuffo le cadde in mezzo alla fronte, la muscolatura stava aumentando, non
c’erano più dubbi: quello era il SSJ2!
Tutti erano sbalorditi, forse
c’era ancora una speranza, all’improvviso Zoe
disse:
-Trunks, vieni fuori da lì,
prendi Goten e portalo al sicuro-.
Trunks uscì dal suo
nascondiglio dietro agli alberi, da dove aveva assistito insieme a Goten a tutto
l’incontro
-ma come facevi a sapere che
ero lì?-
-lo so e basta, ora muoviti,
prima che sia troppo tardi-
-ma… io voglio vedere
ancora-
-non mi contraddire! Levati di
torno o dovrò farlo io con le cattive maniere!-
(c’è da precisare che quando si è al SSJ2 il
carattere diventa pessimo).
Zoe non aveva mai parlato così
a Trunks, quest’ultimo prima ci rimase male, poi decise di obbedire notando
quanto fosse serio lo sguardo di Zoe, non riusciva a sostenerlo, nonostante
fosse abituato a quello di suo padre, era glaciale, mai lo aveva visto negli
occhi della sua amica, prese Goten e tornò tra gli alberi, prendendo la strada
di casa.
-ora a noi due- disse
Zoe
-come vuoi- rispose Zinegar
col suo solito, odioso ghigno.
I due avversari cominciarono a
combattere e stavolta era proprio Zoe ad essere in vantaggio, si muoveva ad una
velocità pazzesca, Gui non riusciva a seguirla, Goku e Vegeta si meravigliavano
di quello che la bambina sapesse fare, loro ci avevano impiegato una vita per
arrivare a quel livello, Zoe si sarà anche impegnata a fondo, ma non basta per
essere così forti.
-dimmi Gui, a che allenamento
l’hai sottoposta?- chiese Goku
-all’inizio le ho insegnato a
tirare calci e pugni, poi l’ho messa in una camera gravitazionale in cui la
gravità era il doppio rispetto a quella della terra, aveva solo 3 anni, ma non
appena cominciò a fare i suoi primi passi, riusciva a tener testa a dei
terrestri adulti-
-noi sayan nasciamo con un
certo livello di combattimento, il suo quanto era?- chiese Vegeta, al quale
stava a cuore la figlia del suo vecchio migliore
amico
-di preciso non lo so, circa
7000-
-bene, buon sangue non mente,
sarebbe stata di primo livello, come suo padre e suo nonno- rispose il principe
soddisfatto.
Intanto il combattimento
continuava ma sembrava ormai giunto al termine, Zinegar cominciava a perdere
colpi.
Dopo la sua ennesima
caduta:
-Zinegar, finalmente la mia
vendetta sarà compiuta, sei giunto al capolinea-
-non sperarci ragazzina, mi
hai fatto veramente arrabbiare, ho intenzione di radere al suolo questo inutile
pianeta-.
Zinegar cominciò a
concentrarsi
-tanto è inutile, non
riuscirai mai a battermi- disse lui, ora ancora più determinato a vincere; da
dove aveva preso tutta quella forza? Era una bambina, una piccola sayan, uno
scarto dell’universo, a suo parere… ma allora perché sembrava più forte di
lui?
Zinegar si librò in aria con
gli occhi chiusi e le mani raccolte in uno strano
gesto
-dove credi di andare, io non
ti lascerò scappare, puoi scommetterci!- gli disse Zoe, disorientata dal fatto
che di stesse allontanando, ciò non preannunciava nulla di
buono.
Attorno al mostro si stava
radunando un sacco di forza, ma Zoe se ne accorse troppo
tardi.
-oh no, ho capito quello che
vuole fare quel maledetto, accidenti, come sono stata stupida, non c’è un minuto
da perdere, ma io… cosa posso fare?- si fermò un attimo a
riflettere.
-attenta Zoe quello non
scherzava quando diceva di voler distruggere il pianeta!- le disse
Gui
-lo so, calmati ho la
soluzione- “non mi resta altra scelta” si disse.
Ormai la potentissima sfera di
Zinegar era finita,
“ma da dove avrà preso tanta
forza, era sfinito” pensò Zoe tra se e se.
La piccola si concentrò a sua
volta e un vento caldo cominciò a muovere i pochi alberi che restavano della
foresta.
Improvvisamente apparve una
microscopica sfera nella mani di Zoe, ma si ingrandiva a vista d’occhio, in
pochi secondi era diventata immensa, era gialla e molto, molto
calda.
-questa… questa è la
supernova- disse Gui con stupore
-la supernova hai detto?-
disse Vegeta
-esatto credo di avervene
parlato-
-urca! Allora è questo il
famoso colpo segreto di Zoe- disse Goku.
Il colpo di Zinegar partì ed
era potentissimo
-arrenditi Zinegar, non hai
alcuna possibilità-
-semmai tu non ne hai, non mi
arrenderò mai contro di te-
-allora sei un pazzo! Morirai
atrocemente come sono morti i miei genitori e mia
sorella!-.
Detto questo lanciò il suo
colpo gridando con tutto il fiato che aveva in
gola:
-SUPERNOVA!!!!!!!!!!!-.
Il piccolo sole risucchiò la
sfera di Zinegar e subito dopo si diresse vero di lui a velocità spaventosa
colpendolo in pieno e carbonizzando all’istante il suo corpo: era finita, Zoe si
era vendicata, la fatica di tutti quegli anni passati a farsi del male, pur di
diventare più forte era stata ricompensata, finalmente, ora, i suoi famigliari
potevano riposare in pace.
All’improvviso si ricordò di
Gui e della sua imminente partenza per l’aldilà, trascinandosi a fatica, andò
nella direzione del namecciano che l’aveva allevata come se fosse stato suo
padre.
I due si incontrarono a metà
strada l’uno dall’altro
-sei stata bravissima, visto
che allenarsi serve più di quanto si pensi-
-eh già… noi ora ci dobbiamo
salutare vero?-
-sì… ma non ti devi
preoccupare, io chiederò a Baba di portarmi qui qualche volta, poi ti parlerò
attraverso il re Kaio… come se fossi partito per una lunga
vacanza-
-devo pensare che tu sia in
vacanza?!-
-esatto, immaginami in un
albergo 5 stelle su un’isola bellissima, ricordi quando siamo stati alle Hawaii?
Ecco, in un posto simile-
-sì, le ricordo le Hawaii… e
tu staresti in un paradiso simile mentre io sgobbo per diventare sempre più
forte??-
-è così la
vita-
-meno male che dopo ci si
riposa su un’isola caraibica…-.
Con queste ultime battute si
salutarono e Gui cominciò piano piano a scomparire sotto lo sguardo di Zoe, non
c’era tristezza nel suo sguardo, Gui voleva così, e lei non avrebbe potuto fare
niente, in fondo l’avrebbe rivisto qualche volta no? All’improvviso svenne, era
stremata dal combattimento, quando Goku e Vegeta la presero notarono che
un’ultima lacrima le era scesa, dentro di se erano racchiuse tutta la rabbia e
la frustrazione di 8 anni, ma ora non c’erano più, Zoe poteva cominciare una
nuova vita, questa volta senza sofferenze.
La bambina si svegliò sdraiata
su un letto da ospedale e sentì un vociare nella sua stanza, aprì gli occhi e
vide due figure sfocate, ma preso si abituò alla luce del sole, che quel giorno
splendeva in modo particolare, e vide le facce dei suoi due più cari amici:
Goten e Trunks.
-Zoe si è svegliata!- dissero
in coro.
Ora tutti le erano addosso,
erano confortati dal fatto che stesse bene, era conciata mica bene, aveva
cerotti dappertutto e la febbre alta, risultato dello shock preso mentre Zinegar
le aveva inviato le visioni.
L’orario visite era finito e
se ne andarono tutti, tutti tranne Goku.
-e tu non vai a casa come gli
altri?-
-credo che ora sia tu ad avere
più bisogno di compagnia in questo momento e poi ho promesso a Gui che mi sarei
preso io cura di te quando lui se ne fosse andato-
-io non ho bisogno di
nessuno-
-ok, d’accordo, mi sono
portato un letto pieghevole-
-grazie-.
Goku le sorrise, era così
buffa, gli ricordava tanto Vegeta, prima cerca di fare la dura, poi si scioglie
in un timido grazie, così finì questa
giornata memorabile, così finì la sofferenza di Zoe, ora di fianco aveva tante
persone che le volevano bene, che, di questo ne era certa, non le avrebbero
fatto mancare nulla, erano la sua famiglia.
Ciao a
tutti!!!!!!!! Scusatemi per il ritardo, ma ho davvero tantissime cose da fare!!!
Cmq, la storia vi piace fin qui? Dal prossimo capitolo cambia un po', diciamo
che comincia la parte romantica... non vi anticipo nulla... scoprirete tutto
(come si suol dire) nella prossima puntata!!!!!
Grazie
grazie a chi mi commenta!!!!!!!
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Capitolo 12 *** Ritorno a casa ***
zoe
CAPITOLO 11: RITORNO A CASA
Zoe viaggiava in quella città,
senza meta, senza nessuno con cui parlare, ma in fondo era meglio così, in
questo modo avrebbe potuto riflettere meglio su quello che le era accaduto negli
ultimi anni.
Ammetteva che dopo la morte di
Zinegar la sua vita era cambiata: aveva imparato a cavarsela da sola, visto che
anche Gui se n’era andato abbandonandola………… ora che ci pensava non era poi così
sola, di giorno era sempre con Goten e Trunks o a casa di Marron, a volte
combatteva con Goku, dato che i suoi migliori amici avevano perso la voglia di
lottare, ricordava ancora quelle giornate passate a fare degli scontri “tutti
contro tutti” e in effetti le mancavano un po’, da allora era passato parecchio
tempo, ora lei aveva 14 anni e il terreno su cui stava camminando in quel
momento apparteneva alla città di Milano.
Ci era andata da sola, nella
speranza di trovare i suoi nonni, non aveva la più pallida idea di dove si
trovassero, sapeva solo che appartenevano allo stato chiamato Italia, lo aveva
sentito dai suoi genitori l’ultima volta che l’erano andata a trovare.
Ma non era solo questo il
motivo che l’aveva spinta così lontana dal pianeta Earth, no, infatti appena una
settimana prima era successo un fatto che non era ancora riuscita a spiegarsi,
sperava che stare per un po’ sulla Terra le avrebbe chiarito le
idee.
Pochi giorni prima, come al
solito, i 3 amici si erano messi d’accordo per andare al cinema che c’era in
città, purtroppo Trunks ha avvertito all’ultimo secondo che non ci sarebbe
potuto andare perché i suoi genitori dovevano andare via a fare una cosa
importante, quindi lui avrebbe dovuto stare in casa con la sua sorellina Bra,
che era ancora piccola ed era impensabile lasciarla a casa da sola.
Zoe e Goten ci andarono per
conto loro e si diressero verso la città:
-che film vediamo?- chiese
Zoe
-non lo so, è appena uscito
quel film dell’orrore… com’è che si intitola?- disse Goten scherzosamente,
conoscendo già la reazione dell’amica.
-non ci pensare neanche! Io i
film dell’orrore non li vedo, piuttosto me ne torno a
casa-
-NONO! Non importa, stavo
scherzando, non c’è bisogno che te la prendi così, andiamo là e vediamo cosa
c’è-.
Alla fine videro un film
d’avventura, Zoe non sopportava i film dell’orrore, le ricordavano troppo le
visioni che Zinegar le aveva inviato anni prima, era passato tanto tempo, ma i
ricordi erano come indelebili nella sua mente.
Una volta usciti andarono a
prendere un gelato e si sedettero su una panca che dava la vista sul mare, era
ormai il tramonto e il mare risplendeva di scie dorate, era uno spettacolo
mozzafiato, ma tutto sommato i due amici non ci badavano molto, erano intenti a
parlare del più e del meno:
-come ti va la scuola- chiese
Goten
-bene, non ci danno neanche
tanti compiti-
-davvero? A me sì, una
montagna, ma non sempre li faccio tutti, copio sempre da Trunks, lui sì che li
fa tutti-
-certo, deve impegnarsi, il
suo destino è segnato, sarà il prossimo capo della Capsule
Corporation-
-eh già, almeno lui ce l’ha un
futuro, io non so proprio cosa fare dopo la scuola-
-allora siamo in due, da
bambina credevo che le arti marziali bastavano per sopravvivere, ma non è così,
ti aiutano e basta, e poi è così faticoso
studiare…-
-puoi dirlo forte, io sono
finito in una scuola difficilissima e sono in mezzo a gente sveglia… Trunks
compreso-
-tua madre diventa una bestia
quando si tratta di scuola-
-esatto, il problema è che io
non ce la faccio più, mi sveglio la mattina che non riesco neanche a fare
colazione, io sono molto simile a mio padre e di conseguenza non potrò mai dare
dei risultati come quelli di mio fratello-
-non provare a paragonarti a
lui, certo sarà più intelligente di te, ma nei rapporti interpersonali non è il
massimo, mentre tu… non ti fai nessun problema, per questo hai tanti
amici-
-dici? Peccato che con questa
qualità non possa andare molto lontano- poi guardò Zoe con espressione di
rimprovero -adesso non provare a dirmi che ognuno ha il destino di fare qualcosa
di decente-
-io non credo nel destino- (eccola! Una delle mie frasi
preferite!)
-bene-
-sai credo che ci ridurremo a
diventare dei penosi insegnanti di arti marziali-
-forse è
vero-.
I due cominciarono a ridere,
immaginandosi nei panni di un allenatore mentre impazzisce in mezzo a tanti
bambini incapaci e petulanti.
-io non ce la farei- disse
Zoe
-nemmeno io- rispose lui
continuando a ridere a crepapelle.
La risata continuò ancora per
poco, poi, ad un tratto silenzio.
Nessuno parlava, qualcosa si
era bloccato e i due erano divisi da come un muro di ghiaccio freddo, molto,
molto freddo. Quel silenzio non piaceva a nessuno dei due e stavano cercando in
tutti i modi di trovare qualcosa da dire per rompere quel ghiaccio che si era
formato:
“ma che diavolo sta
succedendo, forza Zoe dì qualcosa” si diceva Zoe in preda al
panico.
“dai Goten dille di quella
volta che Trunks si è addormentato in classe e la professoressa lo ha ripreso,
mentre lui cercava ancora di capire in che razza di posto si trovava, dai… è una
cosa divertente” si diceva intanto Goten.
“questa cosa sta diventando
imbarazzante, devo fare qualcosa” si disse di nuovo
Zoe.
Ad un tratto, per sbaglio, le
loro mani si sfiorarono:
-scusa…- disse Goten che non
aveva neanche il coraggio di guardarla negli occhi
-non importa…- disse lei
evitando di guardarlo in faccia.
Però subito dopo si guardarono
reciprocamente, come se ci fosse stata una calamita che attirava i loro occhi a
guardarsi, in un modo che mai avevano fatto, non più un pensiero sfiorava le
loro menti, anche la paura se n’era andata, c’era un altro sentimento che legava
i due amici, forse non è più il caso di chiamarli così, era una cosa molto più
profonda, una specie di attrazione, si avvicinarono piano, chiusero gli occhi e
si incontrarono in un tenerissimo primo bacio.
Parve ad entrambi di essere in
paradiso, di volare in luoghi meraviglioso e sconfinati l’uno in compagnia
dell’altro. Ma la magia durò poco, infatti Zoe tornò alla realtà dopo aver visto
in quel fantastico sogno la faccia del suo migliore amico, lei si staccò e Goten
rimase stupito da questa cosa e la guardava con aria interrogativa, uno sguardo
che fece una tenerezza infinita a Zoe, facendole piangere il
cuore.
-scusa… io non ho idea di che
cosa ci sia preso ma è stato un errore, un grande errore- disse
lei
-hai ragione, ti riaccompagno
a casa-
-no… so anch’io dove abito- e
se ne andò più veloce che poteva.
Goten la guardava mentre si
allontanava, una parte di lui la voleva seguire, l’altra gli diceva di stare lì,
alla fine prevalse la voce che gli diceva di stare fermo
dov’era.
Zoe era rimasta scioccata, non
credeva che il suo primo bacio potesse essere con uno dei suoi migliori amici,
che era stato bello non poteva negarlo, aveva provato sensazioni che mai nessuno
al di fuori di Goten le aveva fatto conoscere.
Ma più ci pensava e più le
veniva come un senso di ribrezzo perché lui… era Goten, il suo compagno di
giochi da quando erano bambini, non potevano… si insomma… mettersi insieme… era
contro natura.
Zoe aveva le idee confuse, in
quel momento voleva solo andare a casa e volò ancora più veloce. Varcò la soglia
della sua dimora e scoppiò in un pianto liberatorio, non voleva rovinare la sua
amicizia con Goten, era troppo importante per lei, ma solo come amico, a questo
punto si addormentò.
Il giorno dopo le bussò Goku
alla porta, era la giornata degli allenamenti.
-arrivo! Un attimo- disse Zoe
svegliatasi di soprassalto.
Si mise la sua tuta, era
identica a quella di quando era piccola, solo lei era cambiata, i capelli li
legava solo per allenarsi, di solito li teneva sciolti, con un ciuffo ribelle
che qualche volta le copriva il viso e, dettaglio importante, non aveva più la
coda, simbolo inconfondibile di razza sayan, l’unico dettaglio che la faceva
appartenere, almeno fisicamente, alla razza di suo padre, se l’era tolta quando
a nove anni si rese conto che la gente la guardava malissimo.
Uscì e nel vedere Goku, si
ricordò Goten e tutto quello che le era successo il giorno prima, i due si
somigliavano così tanto, per lei era impossibile vedere uno e non ricordarsi
subito dopo dell’altro.
-che hai oggi? Hai l’aria
triste- le chiese Goku
-cosa? No, non è niente, solo
che ieri sono andata a letto tardi e sono ancora
stanca-
-ah, se vuoi puoi tornare a
letto e ci alleniamo domani-
-nonono, ti prego, io ho
bisogno di combattere, ieri è stata una giornata
difficile-
-ok, se lo dici tu… anche
Goten ieri ha detto che era stata una giornata difficile, siete usciti insieme
no?-
-sì, ma non c’entra con lui…
che strana coincidenza- la ragazza cercava di mascherare quello che veramente
pensava, voleva solo dimenticare, e parlarne non era certo
d’aiuto.
-eh già, i casi della vita-
rispose Goku, il quale non aveva capito un fico
secco.
“per fortuna Goku non è
proprio quello che si dice una persona sveglia, altrimenti avrebbe capito tutto”
si disse Zoe.
Entrambi andarono nel luogo
dove si allenavano sempre e Goku disse a Zoe:
-senti, ho voglia di
insegnarti una nuova tecnica, visto che i miei figli non sono molto entusiasti
di combattere-
-quale? Non sto più nella
pelle-
-pensavo di insegnarti il
teletrasporto-
-dici sul serio? Credi che io
sia in grado di impararla?-
-certo, non ti avrei chiesto
se volevi impararla se non ero sicuro che tu l’avresti
imparata-
-grazie
mille!-
-forza, al lavoro, dovremo
allenarci tutti i giorni, questa tecnica richiede molta pazienza e anche molto
lavoro-
-sono
pronta-.
In meno di una settimana
l’aveva imparata benissimo, era così che era giunta sulla
terra.
Il tempo passava e alla fine
scoprì di aver girato Milano in lungo e in largo.
Si trovava vicino ad una
piazza, una piazza piena, strapiena di gente che urlava ad un palcoscenico,
sopra il quale c’era una band musicale, Zoe si avvicinò, incuriosita, ma anche
perché la canzone che stavano cantando… le piaceva un sacco… anche se non capiva
una parola. Quando la canzone finì, arrivò una ragazza che
disse:
-e questi erano i Linkin Park,
con la loro canzone “numb”!-
“però! Carina la musica
terrestre… Linkin Park… me li devo ricordare” (non potevo non mettere i miei miti!!! Linkin
Park 4ever!!!!!).
La ragazza non sopportava più
tutta quella gente e decise di allontanarsi da quella
piazza.
-non sento aure familiari in
questa città, eppure non penso di essere molto lontana, qualcosa mi dice che
sono nella regione giusta- senza essere vista da nessuno si teletrasportò fuori
Milano da dove prese il volo dopo essersi assicurata che fosse sola.
Volò in direzione delle Alpi,
scrutava tutti i luoghi sopra cui passava e studiava ogni minima aura che
sentiva; ad un tratto la sentì, sentì un gruppo di aure che somigliavano alla
sua, aveva trovato dei suoi parenti, atterrò su un albero e si diresse verso la
fonte di quelle aure così familiari, anche se era estate l’aria che respirava
era fresca, pura, molto diversa da quella che aveva sentito a
Milano.
-così è questa la terra, è un
bel posticino, è molto simile a Earth-.
Mentre osservava il paesaggio
sentì delle urla:
-ma chi…- disse lei, e andò
nel luogo da cui provenivano quei richiamo d’aiuto.
Vide un ragazzo, forse della
sua età, solo contro una banda di teppisti che si facevano beffe di lui, lo
stavano picchiando duramente.
-lasciatelo stare- disse lei
senza alcun timore
-e tu chi saresti?- disse
uno
-perché sennò che fai- disse
un altro che probabilmente era il capo
-non avete idea di quello che
potrei farvi-
-che paura, ragazzi scappiamo-
disse il capo con un tono da presa in giro, ma quando si voltò non trovò il
ragazzo che fino a un secondo prima si trovava tra le sue
grinfie
-ma cosa…- disse cercando di
capire cosa era successo
-per caso stai cercando lui?
L’ho portato lontano da te, non ti ha mai detto nessuno che non si combatte
contro chi è più debole di te?- disse Zoe che aveva dietro di se il povero
malcapitato.
-ma tu chi
sei?-
-io, sono una ragazza che è
venuta a vedere come se la cava questo paese-
-ragazzi, secondo me non è una
terrestre, non ho mai visto nessuno muoversi così
velocemente-
-anche secondo me,
filiamocela-
-non prima che ci dica a che
razza appartiene-
-state parlando di me?- chiese
Zoe vedendo quelli confabulare
-senti, ma tu a che razza
appartieni?-
-io? Sono una
terrestre-
-i terrestri non sono così
veloci-
-e va bene, vengo da un altro
pianeta, ma non vi dirò mai quale- detto questo, preso in braccio il ragazzo che
aveva salvato prese il volo perché si era accorta che la situazione stava
cominciando a diventare complicata.
“devo cercare di dare meno
nell’occhio, non penso che i terrestri siano molto contenti di avere una mezzo
sayan in mezzo a loro” si disse mentre volava lontano da quella
gentaglia.
-grazie per prima, ora puoi
riportarmi giù, sai non avevo mai volato…-
-ops, scusa, io non ci faccio
più caso, ho imparato a volare nello stesso momento in cui ho imparato a
camminare-
-sul serio? Ma tu di che razza
sei?-
-non ti piacerebbe
saperlo-
-perché no, ormai la terra è
invasa da un sacco di extraterrestri, non mi stupisco più di
niente-.
Atterrarono e Zoe
disse:
-ti prego promettimi che non
lo dici a nessuno-
-promesso, in fondo sono in
debito con te-
-ok, allora, mio padre è
giunto qui quando lui era ancora un bambino ed era un
sayan-
-davvero? A noi ci fanno
studiare che ormai sono estinti-
-non è vero, io sono solo metà
e metà, ma sono pur sempre un sayan-
-tua madre chi
era?-
-una terrestre, abitava
proprio in questo paese, io sono venuta qui per conoscere i miei nonni, e magari
zii e cugini, se li ho-
-cavolo, io ti posso
aiutare-
-non ti scomodare, io sento le
aure e qualcosa mi dice che sono molto vicino-
-va bene, io qui conosco
tutti, vuoi che ti accompagno?-
-se
vuoi-.
Così entrambi si diressero
verso quella casa che emanava tanta familiarità a Zoe, una volta varcata la
soglia la ragazza esitò a bussare:
-forza, che aspetti, non vuoi
conoscere la tua famiglia?-
-sì è che…e se non ne vogliono
sapere di me? E se non mi credono? Io non potrei
sopportarlo-
-in quel caso ti aiuterò
io-
-grazie, ora
busso-.
Zoe bussò alla porta e non
passò molto tempo che apparve una vecchia signora dai capelli bianchi, ma dagli
occhi verdi.
-ciao Paolo, cosa posso fare
per te- disse la vecchia
-per me niente, è questa
ragazza che la cercava-
-salve, voi siete la madre di
una donna chiamata Elena che è morta circa 14 anni
fa?-
-sì, sono io, ma tu chi sei,
mi ricordi qualcuno-.
A Zoe venne una felicità
immensa e disse:
-ciao nonna, io sono
Zoe-
-cosa… tu, cioè… io credevo
che tu fossi morta insieme a tua madre-
-invece no, io mi sono salvata
e appena ho potuto sono venuta a cercarti nonna-.
La vecchia cominciò a
piangere:
-sai che le assomigli molto? A
tua madre intendo-
-me lo hanno detto in
molti-
-che ci fate ancora lì, Zoe,
non vorresti conoscere la tua famiglia-
-sono 14 anni che aspetto, non
vedo l’ora-.
Così la porta si chiuse alle
loro spalle e Zoe per le prima volta sentì un odore familiare e per la prima
volta sentì la sensazione di Casa.
Eccomi!!! So che non sono mancata a nessuno, anche perchè intuisco
che la mia storia non vi piace, visto i pochissimi commenti ... solo 2
di:
LORIGETA: grazie, sono molto contenta ke ti piaccia la mia storia,
anke io continuo a leggere la tua, anche se hai fatto diventare NC17 "La prima
volta di Trunks", e non posso più leggerla... non fa niente... tra tre anni
portò leggere tutto quello che voglio. Grazie ancora!!!
emyc:
grazie x tutti i commenti che mi fai, sono proprio delle consolazioni, spero di
non averti delusa, anke xkè non sono io una persona molto romantica, però
mi sono impegnata a scrivere quel momento tra Zoe e
Goten...
Invito di
nuovo altre persone a commentare, perchè, lo so che non vi piace, ma ditemi cosa
ne pensate!!!!!!!!!
kiss by
black91
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Capitolo 13 *** La famiglia di Zoe ***
zoe
CAPITOLO 12: LA FAMIGLIA DI ZOE
Zoe era appena entrata in
quella casa, ma la sentiva già sua, non sua di proprietà, ma sua spiritualmente;
e poi le voci che provenivano dal soggiorno la fecero gioire, si sentì euforica
all’idea di conoscere tanta gente che in qualche modo fosse imparentata con lei,
fin da piccola aveva vissuto con persone che non c’entravano niente con lei,
certo le volevano bene, ma non era la stessa cosa.
Non appena raggiunse il covo
del raduno familiare tutti smisero di parlare e la guardavano come per dire: “e
questa da dove spunta?”, in quel momento Zoe si sentì sprofondare e si aggrappò
a Paolo, il quale, che non era abituato ad un approccio così diretto con una
ragazza, arrossì visibilmente.
-mamma, chi è questa ragazza?-
chiese una donna, che si dimostrò subito essere la figlia della vecchia, quindi
la zia di Zoe
-io vorrei che tutti voi mi
ascoltaste, è molto importante, ditemi, chi vi ricorda questa
ragazza?-
-non, lo so, non credo di
averla mai vista- disse la figlia della nonna,
Manuela
-nemmeno io- disse un
altro
-guardatela bene, Sergio,
Manuela, Irene, Lisa, Alessandro- (rispettivamente il marito, ovvero il nonno, e i figli), Sergio capì che si trattava
della figlia della sua adorata Elena, tragicamente morta anni prima, come ben
sappiamo.
-no, non può essere, io
credevo che tu…- disse
-esatto, allora hai capito-
disse la nonna Luisa
-io non capisco…- disse
Manuela
-vuoi dirlo tu
cara?-
-va bene… so che vi sarà
difficile da credere… ma io sono Zoe, la figlia di
Elena-.
A questa dichiarazione tutti
rimasero stupiti, anche Sergio, il quale aspettava solo la conferma dei suoi
sospetti.
-Z…Zoe hai detto, ma… non può
essere, lei era… morta, insieme a Elena, suo padre e sua sorella- disse
Irene
-eppure somiglia così tanto…-
disse Manuela
-sono io, ve lo posso
assicurare-
-Zoe non era mica la gemella
con la coda? Perché tu non ce l’hai?- disse
Alessandro
-non era molto comoda per
andare in giro, quindi l’ho tolta anni fa-
-quindi tu sei quella
fortissima- disse Manuela
-esatto, io ho preso da mio
padre, io sono una sayan-
-scusami ma io non capisco
molto, non mi ricordo di te, ne della tua potenza, so solo che tuo padre era un
sayan, ed è solo colpa sua se mia sorella è morta- detto questo Irene corse
via
-devi scusarla, lei era molto
affezionata ad Elena e la sua morte la tormenta ancora adesso, ed è convinta che
sia stata colpa di tuo padre- disse Luisa
-no, è comprensibile, ma non è
stata colpa di mio padre, non è
stata colpa di nessuno-
-allora ti prego, puoi
raccontarci tutto quello che sai, sono anni che questa famiglia vive
nell’incertezza, abbiamo bisogno di spiegazioni, ti ascolterò, anche se non mi
piace la tua razza- disse il nonno
-sì, io so molte cose e sono
venuta qui anche per dissipare alcuni vostri
dubbi-.
Tutti erano attenti, era
passato molto tempo da quel tragico fatto, ma il dolore che provavano era ancora
grande.
-vedete, all’epoca tra i sayan
si usava cercare pianeti, conquistarli e venderli, mio nonno ne ha conquistato
uno sterminandone completamente la popolazione, però un abitante è riuscito a
sopravvivere e ha cominciato ad organizzare la sua
vendetta-.
Zoe aveva tutta l’attenzione
della sua famiglia, si sentiva orgogliosa per questo, ma non era molto sicura
che l’avrebbero accettata, in fondo era così diversa da
loro.
-poi, sfortunatamente il
pianeta dei sayan è esploso e con lui anche mio nonno, mio padre si è salvato
ritirandosi su questo pianeta, ma, quell’abitante sopravvissuto diventava sempre
più forte e allora per vendicarsi è venuto qui per uccidere tutta la mia
famiglia, non voleva che rimanesse vivo neanche un discendente di quell’essere
che ha sterminato il suo popolo, però ci è andata di mezzo anche mia madre,
anche se lei non c’entrava niente-.
-quindi mia figlia è morta per
uno stupido errore, per un’orripilante usanza dei sayan! Io… se mi trovassi
davanti quel mostro non so cosa gli farei…- disse il nonno in presa ad una
collera incontrollabile
-non c’è da preoccuparsi, l’ho
fatto fuori già io, ma ne ho pagato le conseguenze, era un essere orribile, non
meritava di rimanere in vita, avevo solo otto anni quando compii la mia
vendetta-
-la tua
vendetta-
-sì, io sono stata trovata da
un namecciano, mi ha allevata lui e mi ha raccontato come erano morti i miei
genitori, io mi sono allenata duramente per riuscire a sconfiggerlo, e così è
stato, ma ho dovuto pagarne le conseguenze, nel combattimento quel mostro mi ha
fatto rivivere i momenti peggiori della mia vita e ancora oggi ho degli incubi
terrificanti, c’è sangue ovunque, e io non posso fare niente, mi sento con le
mani legate, mentre Zinegar, con tutta la sua cattiveria, uccide mia madre
mentre sta fuggendo con me in braccio, credo che sia morta per proteggermi, io
ho passato anni a sentirmi in colpa, ma poi ho realizzato che io non potevo fare
niente, non posso cambiare il corso delle cose, ormai è andata così e tutto
sommato ora la mia vita è normale, nel mio pianeta sono circondata da gente che
mi vuole bene e io gli sono molto grata, mi trattano come una di loro, come una
figlia, come una sorella, ma non potrebbero mai eguagliare la sensazione che ho
provato appena sono entrata qui, mi sono sentita subito a casa, ma se non mi
volete, se non volete perdonarmi fatelo pure, io vi capisco, d’altronde non sono
venuta per restare-
-ma che cosa stai dicendo, noi
non siamo arrabbiati con te, tu sei l’unica sopravvissuta, ci ricordi tanto tua
madre, e potremo ospitarti per tutto il tempo che starai qui, vero caro?- disse
la nonna, ancora commossa per la storia appena raccontata dalla nipotina appena
ritrovata
-certo che può rimanere, ha
fatto tanta strada, non possiamo lasciarla in mezzo alla strada, puoi dormire
nella stanza degli ospiti- disse Sergio
-ti accompagno io- disse
Manuela.
Mentre salivano le scale Zoe
scoprì che Manuela aveva una figlia pressappoco della sua età, era una ragazza
spigliata, con un sacco di amici, tra poco sarebbe dovuta
tornare.
-ascolta, ma se tu sei Zoe e
hai sangue sayan, allora sei forte, cioè, tu puoi
volare?-
-certo, ho imparato non appena
riuscivo a reggermi in piedi, il mio insegnante pretendeva molto da me, e anche
io pretendevo molto da me stessa, fino a otto anni andavo in giro con pesi alle
caviglie e ai polsi di cinque tonnellate ciascuno-
-cinque tonnellate! Wow,
sembra incredibile, e riuscivi a tenerli?-
-all’inizio è stato difficile
abituarmi, poi alla fine non ci facevo più caso, ora che non li metto più mi
sento molto più leggera-
-ci credo, mia figlia sta
studiando proprio i sayan ultimamente, potresti
aiutarla-
-con piacere, noi non siamo
molto svegli e la nostra intelligenza è limitata, difatti a scuola sono una vera
frana… mi piacerebbe aiutare tua figlia, come si
chiama?-
-Giorgia, semmai appena
finisci la possiamo andare a cercare-
-no, aspettiamola che torna,
credo che sia meglio, poi ora vorrei visitare un po’ questa
Terra-
-tutta?-
-sì, io volo velocemente, in
poco tempo potrei arrivare dall’altra parte-
-scusami, ma non ti posso
accompagnare, non ti sarei molto d’aiuto-
-non fa niente, sono abituata
a cavarmela da sola-.
Ad un tratto si apre la porta
ed ecco che arriva Giorgia:
-mi hanno detto dell’arrivo di
una persona che dovrei conoscere-
-sì, sono io, tu sei Giorgia
vero?-
-esatto, ma tu... non lo so
che sei-
-io sono Zoe, tua
cugina-
-cosa? Ma io non ho
cugine-.
Zoe, aiutata da Manuela
racconta a Giorgia la sua storia e del perché è andata
lì
-potrebbe aiutarti a studiare
i sayan, quel popolo non le entra in testa-
-no, è impossibile, non mi
ricordo mai niente-
-che ne dite di fare un
giro?-
-va bene, così le mostro un
po’ questo paese, dai Zoe vieni-.
Le due andarono e la nostra
protagonista si stupì che nonostante la terribile storia che aveva raccontato a
sua cugina, non l’avesse turbata neanche un po’
-ah, ti volevo dire che quel
ragazzo, Paolo, è andato a casa, si sentiva di
troppo-
-poverino, l’ho un po’
ignorato, mi dispiace, dopo vado a chiedergli
scusa-
-non ti preoccupare, non è
arrabbiato, anzi, credo che tu gli piaccia-
-dici sul
serio?-
-sì, quando ho parlato di te è
diventato color peperone-
-come se non avessi già
abbastanza problemi…-
-allora ce li hanno anche i
potenti sayan i problemi di cuore!-
-perché? Non siamo poi così
diversi da voi-
-non volevo dire quello che
hai pensato, io non ho niente contro di te, anzi sono affascinata dalla forza
del tuo popolo, credo che sia una di quelle razze che per diventare più potenti
si devono trasformare, correggimi se sbaglio-
-no, non ti sbagli, ma il
cambiamento non è così radicale-
-me lo potresti
mostrare?-
-se proprio
insisti…-.
Il leggero venticello che
soffiava quotidianamente subì un cambiamento, era sempre più forte e le foglie
secche cominciarono a volare in un vortice intorno alla ragazza, dopo un po’
anche i sassi presero a danzare in quel ballo vorticoso, Giorgia non aveva mai
visto una cosa simile, era affascinata e guardava la cugina con la bocca
spalancata, in poco tempo Zoe diventò bionda e i sassi e le foglie tornarono a
toccare il suolo, come per riposarsi.
-caspiterina! Non pensavo che
la trasformazione potesse esser così bella, non c’è neanche bisogno di andare
dal parrucchiere per avere i capelli biondi!-
-il parrucchiere? Sai che non
ci avevo mai pensato? Forse perché non ci sono mai stata, Bulma è bravissima in
queste cose… sono sempre andata da lei-
-chi
è?-
-una delle mie madri, e anche
la mamma di un mio amico-
-di un tuo
amico?-
-esatto, io ho due migliori
amici, da piccoli ci divertivamo a combattere ma ora si sono stufati, così mi
alleno col padre di uno dei due-
-e ne hai di
amiche?-
-non esattamente, non sono
molto sociale, a scuola ci parlo con le mie compagne, ma non le considero come
delle amiche, gli amici sono quelli che sanno tutto di te, che ti sostengono, ed
è quello che fanno Goten e Trunks, i miei amici-
-è vero, anche le mie amiche
sanno tutto di me e riescono a farmi ridere anche quando di ridere non mi va
proprio, prima dicevi che hai dei problemi di cuore, ne vuoi
parlare-
-no, è una sciocchezza- Zoe
non sembrava molto convinta di quello che diceva e Giorgia se ne accorse
guardandola in modo accigliato
-e va bene, ho bisogno di
parlarne, sei la prima a cui ne parlo, sul mio pianeta non potrei mai farlo,
rovinerei tutto-
-va bene, sono
tutt’orecchi-.
Zoe le raccontò dell’uscita
con Goten e si soffermò più volte sul fatto che era il suo migliore amico, anche
di più di Trunks, perché lui, fin da piccoli, l’ha sempre protetta, ha sempre
cercato di farla sentire meglio e a suo agio, è stato anche grazie a lui se è
sempre stata così felice, è stato sempre lui, però, che le ha regalato il
momento più dolce della sua esistenza.
-io sono venuta qui anche per
fare un po’ d’ordine nella mente, come si dice: lontano dagli occhi, lontano dal
cuore-
-secondo me sbagli, voi siete
fatti per stare insieme, avete una sintonia
fantastica-
-ma vedi. Il problema è che
quando ci penso ho come un senso di repulsione, lui è Goten, cioè, è come un
fratello per me-
-ahi ahi, allora le cose si
complicano, se vuoi ti faccio conoscere alcuni miei compagni di classe, basta
che stai lontana da quello che piace a me-
-non ti preoccupare, l’ultima
cosa di cui ho bisogno è un ragazzo, in questo momento non mi interessa, io ho
passato tutta la mia vita con maschi, ho bisogno di presenze femminili, di
amiche-
-allora ti posso far conoscere
le mie di amiche-
-grazie mille, non sai quanto
ne ho desiderata una in questi giorni, mi è bastato anche parlare con te per
sentirmi meglio-
-ma non provare ad andartene,
ho ancora un sacco di cose da mostrarti-.
Le due cugine diventarono
grandi amiche, e anche le sue compagne erano molto simpatiche, per la prima
volta Zoe si sentì di parlare di cose da ragazze, cosa che non ha mai fatto con
i suoi due migliori amici.
La aiutarono a farsi un
guardaroba italiano e lei si divertì molto a fare shopping.
L’ unica cosa era che nessuna
di loro sapeva chi era lei veramente, avrebbe creato solo un gran casino e la
pace sarebbe finita, no, meglio non rischiare.
Un giorno Zoe chiese alla
cugina
-ma, tu li conosci i Linkin…
poi, com’è che era…-
-i Linkin Park,
dici?-
-esatto, allora li
conosci!-
-certo, ho i loro CD a casa,
se vuoi te li faccio sentire-
-grazie! Li ho sentiti a
Milano, e la loro musica mi ha molto colpita-
-grandissima!!! Piacciono un
sacco anche a me-.
Così anche Zoe potè avere una
copia dei CD dei mitici Linkin Park.
Una sera andarono in città a
vedere un film al cinema e tornando era buio pesto, un gruppo di strani soggetti
si avvicinò alle ragazze:
-ciao pupe, volete un
passaggio?-.
Loro si spaventarono, tutte
tranne Zoe, era abituata a ben altro e disse:
-no, grazie, preferiamo andare
da sole, voi non ispirate molta fiducia-
-ehi ragazzina, attenta a come
parli-
-altrimenti cosa fai, mi
molesti? Non sottovalutarmi-
-davvero?-.
La banda uscì dalla macchina e
presero una ad una le ragazze che avevano cominciato ad urlare, Zoe era
tranquillissima e guardava con aria annoiata quello che poteva essere il
capo:
-ora è il tuo turno- lui stava
per darle un pugno in faccia, me lei lo bloccò col
dito
-tutto qui? Io sono abituata a
colpi di gran lunga peggiori-
-oh, ma quello era solo
allenamento, sai, sono il campione di lotta-
-mi lasci senza fiato,
complimenti!- disse lei con una nota di sarcasmo
-ora scusa, ma ho intenzione
di tornare a casa con le mie amiche, mi hai annoiata
abbastanza-
-come ti permetti, ora te la
faccio vedere io!-.
Lui era seriamente
intenzionato a colpirla, ma si ritrovò col sedere a terra e con tutte le ossa
doloranti:
-tu… tu non sei una ragazza,
io non lo so cosa sei, ma non appartieni alla Terra, ragazzi, filiamocela, qui
c’è da rimetterci la pelle!-.
Così quella gentaglia se ne
andò e le ragazze ringraziarono Zoe per averle salvate, non avevano mai visto
tanta forza e ne erano rimaste affascinate.
-è stato troppo facile, credo
di aver sopravvalutato questi terrestri-
-in che senso, io pensavo che
anche tu appartenessi alla terra- disse una
-io… ma certo che appartengo
alla terra…- disse Zoe ormai in preda al panico
-esatto, lei intendeva dire
che aveva sopravvalutato gli abitanti di questa città, è abituata a stare in
mezzo a gente forte- disse Giorgia nella speranza di
rimediare
-esatto, io faccio arti
marziali e nel mio paese lo fanno praticamente
tutti…-.
Le due cugine cercavano di
essere il più convincenti possibile, sarebbe stato un guaio se fosse venuta a
galla la pura realtà.
Alla fine ci cedettero e
tornarono tutte a casa:
-senti Giorgia, io domani
torno sul mio pianeta, mi manca, è più di un mese che sono qui e credo di aver
fatto già abbastanza guai-
-ma che cosa dici? Per noi è
un piacere averti qui-
-questo lo so, ma mi mancano i
miei amici e tutti quelli che ho lasciato su Earth-
-ah, capisco, in fondo tu sei
cresciuta la, non posso obbligarti a restare qui-
-no, inoltre non mi alleno da
un sacco di tempo… spero che Goku non mi massacri troppo quando ricominceremo ad
allenarci-
-è il tizio che ti allena
vero?-
-sì, è come un padre per
me-
-allora cerchiamo di
divertirci, se questa è la tua ultime notte dobbiamo
festeggiare-
-va bene, cosa
facciamo?-
-tu sai volare no?- Zoe annuì
–bene, allora andremo a vedere un po’ di posti-.
Per gran parte della notte
girarono un po’ il mondo, ma alla fine tornarono a casa, visto che Giorgia si
era addormentata durante il volo.
Il giorno dopo ci furono dei
lacrimosi saluti e a Zoe era venuto un nodo in gola, ma sapeva che stava facendo
la cosa giusta, non poteva stare lì, era fuori
discussione.
-tornerò a farvi
visita-
-ti aspettiamo
allora-
-ciao-
-ciao-.
Mettendosi due dita sulla
fronte e pensando intensamente al luogo della sua destinazione, si dileguò, come
se fosse stata una nuvola spazzata via dal vento, l’unica differenza era che lei
aveva lasciato un segno vivo nel cuore dei suoi
familiari.
“addio Terra, me ne torno a
casa” pensò Zoe avvertendo il suo pianeta natale allontanarsi sempre di più, era
stata una bella avventura, ma le aveva fatto capire che la sua vera casa erano
le persone a cui voleva bene.
Lo so che
non sono mancata a nessuno... ma vi saluto lo stesso, ciaaaaaaaaaaaaaaao!!!!!
Anche se non mi commenta quasi nessuno nn fa niente, io la continuo lo stesso,
anke xkè non posso lasciare un lavoro a metà...
6very6:
eccoti anke qui ke mi sostieni... credo ke t farò una
statua...
emyc:
grazie!!! 6 una delle poke ke apprezza il mio
lavoro!!!!!!!!
kiss
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Capitolo 14 *** Tutto finito? ***
zoe
CAPITOLO 12: TUTTO FINITO?
Zoe era appena tornata a casa,
le era tanto mancata, passando attraverso il suo villaggio salutava i suoi abitanti,
contenti che fosse tornata, con lei in giro si sentivano tranquilli, erano ben
consapevoli della sua straordinaria forza e sapevano che lei li avrebbe difesi
da ogni male.
“che strani alcuni animali
terrestri” pensò Zoe paragonando uno pterodattilo che le volava sopra, agli
uccelli della Terra.
Lì si sentiva meglio, non
doveva avere segreti, tutti sapevano che lei era speciale e le volevano bene
così com’era, sulla Terra aveva dovuto inventarsi mille scuse per nascondere la
sua vera identità e si sa, ai sayan non piace mentire.
Ad un tratto sentì un canto
soave, riconosceva quel suono, si tratta del Rainbow Bird
(leggermente inventato)
un uccello rarissimo che si
faceva sentire raramente, il suo era proprio un canto, non somigliava al
delizioso cinguettio dell’usignolo terrestre, si avvicinava alla voce umana,
come il canto della più soave voce di principessa, era considerato un segno del
destino sentirlo, la leggenda dice che porta
fortuna.
“ho scelto il giorno giusto
per ritornare, non vedo l’ora di rivedere Trunks, Goten, Goku e tutti gli altri”
detto questo si alzò in volo dirigendosi a casa di
Goten.
Una volta arrivata non percepì
nessuna aura, solo quella flebile di Chichi, bussò:
-chi è?- chiese la voce di
Chichi da dentro la casa
-sono Zoe, sono
tornata-
Chichi spalancò la porta e si
fiondò fuori
-oh cara! Sei tornata! Che
gioia rivederti! Allora, com’è la Terra-
-molto diversa dal nostro
pianeta, pensa che non riesce a parlare neanche un animale, solo gli
umani-
-davvero? Lo dovrò dire a
Gohan, lo scriverà sulla sua nuova ricerca…-
-non sei affatto
cambiata…-
-eh no, cara
mia-
-dove sono Goten e
Goku-
-ah, loro… sono su un pianeta
chissaddove a sconfiggere dei pazzi che lo hanno preso di mira, volevano
portarsi dietro anche Pan… povera creatura…-
-su… su un pianeta? E non mi
hanno detto niente?-
-non vorrai andarci spero, sei
appena tornata-
-invece sì, sono fuori
allenamento e poi Goten non si allena da tanto, e anche Trunks, hanno bisogno
del mio aiuto-
-siete tutti uguali voi sayan,
solo combattere-
-non è vero, mi sono fatta un
guardaroba tutto italiano!-.
Gli occhi di Chichi
cominciarono a luccicare, Zoe aveva colpito il suo punto
debole
-ti prego, me li
mostri?-
-certo, ti lascio qui lo
zaino, torno subito, raggiungo gli altri, sconfiggo i nemici e torno,
ok?-.
Chichi annuì, ormai era troppo
presa da tutte quelle meraviglie.
Zoe si concentrò ancora una
volta, cercando nello spazio le aure dei suoi amici, non fu difficile trovarle,
i pianeti non distavano molto da Earth.
Atterrò in un luogo desolato,
tutto era in fiamme e gli abitanti urlavano:
-ma
cosa…-.
Un esserino le si
avvicinò:
-la prego… mi aiuti, la mia
mamma è rimasta incastrata in casa, non riesce ad uscire- era un bambino piccolo
e di un colore indefinito, con tre occhi e una timida codina… era l’aspetto di
quella gente, Zoe li prese subito in simpatia e, senza pensarci troppo, decise
di aiutare il povero piccolo.
-dov’è la tua
mamma?-
-seguimi-.
Zoe seguì il piccolo verso un
buco sotterraneo, era il loro nascondiglio, ma a quanto pareva era servito a ben
poco.
-lei è lì sotto, ti prego,
salvala-
-non ti preoccupare, ci penso
io-.
Si intrufolò in quella caverna
e si mise a cercare, non ci volle molto, dopo pochi minuti fu
fuori
-grazie, grazie, non ti
ringrazieremo mai abbastanza-
-a me basta avervi salvato,
ora andate in un luogo più sicuro, intesi?-
-certo
certo-.
Zoe doveva trovare Goten e
Trunks, li sentiva, erano su quel pianeta.
All’improvviso un lampo quasi
l’abbagliò, riconobbe l’onda energetica di Goten.
-eccoli!- e volò verso di
loro.
-ciao ragazzi, cosa sta
succedendo qui?-
-ehi, ciao Zoe, non ti
aspettavamo, allora tutto bene?- disse Goten arrossendo di
colpo
-sì tutto bene, solo tornata a
casa, ma tua madre mi ha detto che voi eravate su un altro pianeta a combattere
il male, ho deciso di raggiungervi-
-hai fatto bene, in due non ce
la facevamo- disse Trunks lanciando una sfera di energia a dei mostri
robotica.
-come in due, e gli
altri?-
-sono su un altro pianeta,
questi cosi sono stati mandati su una serie di pianeti per conquistarli, mio
padre e Goku sono andati a battere l’artefice di tutto questo che si trova da
un’altra parte ancora- rispose Trunks
-che strana faccenda no?-
disse Goten
-eh gia… allora facciamo fuori
queste macchine il prima possibile-
-il problema è che sono
tantissime, non finiscono mai- disse Goten
-secondo me c’è un generatore
su questo pianeta che continua a costruirne, altrimenti avremmo già finito da
giorni, io sono esausto- disse Trunks
-un generatore, avete provato
a cercarlo-
-sì, ma a fatica, non ci
lasciano un attimo di tregua- disse Trunks
-io sono carica, potrei
seguire il percorso inverso che fanno loro, così giungerei alla fonte- disse
Zoe
-è difficile, non ti lasciano
passare-
-allora vorrà dire che mi farò
strada con la forza, mi serve qualcuno che mi copre le
spalle-
-vengo io!- disse
Goten
-ehi! E mi lasci qui da solo?-
disse Trunks
-non ci vorrà molto,
cercheremo di distruggerne il più possibile, così te ne arriveranno
pochi-
-e va bene, ma io vi
aspetto-.
I due partirono, Zoe era una
vera furia, a Goten sembrava addirittura che si divertisse a far fuori quelle
macchine, lei sì che era una sayan degna di quel nome, lei non solo era
straordinariamente forte, ma amava combattere e non vedeva l’ora di confrontarsi
con qualcuno, lui, invece, era un buono a nulla, era pigro e come se non
bastasse non era neanche bravo a scuola, si sentì così inferiore di fronte ai
suoi due migliori amici.
-ehi, ma che hai, ho bisogno
anche del tuo aiuto, questi cosi sono più resistenti di quello che sembra, e tu
lo sai-
-ah sì, scusami… la stanchezza
gioca brutti scherzi-
-sai che senza di te non ce la
posso fare vero?-
-certo, anche se secondo me ce
la faresti benissimo-
-cosa hai detto? Non ti ho
sentito! Il rumore è troppo forte-
-no, non ha
importanza-
-ah,
ok-.
Anche quella era una delle sue
doti, in qualsiasi situazione non ti faceva mai sentire di troppo o inutile, era
per quel motivo che a lui piaceva tanto, ne era sicuro, lo era sempre stato, fin
da bambino: il loro primo incontro lo aveva lasciato a bocca aperta, nella sua
pura anima di bambino aveva pensato: “ma questo è un angelo?”, poi,
conoscendola, aveva capito che lei era molto di più, era bellissima la sua
compagnia, lo faceva stare bene, ancora non sapeva cos’era l’amore, ma quello
che lui provava per lei non era semplice amicizia, ne aveva avuto la conferma
dopo il loro bacio, da allora non pensava ad altro, sperava solo che lei gli
desse un'altra possibilità.
Una voce lo interruppe dal
pensare.
-eccolo! Riesco a vedere il
generatore! Dobbiamo distruggerlo!-
-va bene, ti
aiuto-.
Una pioggia di robot li
attaccò, ma vennero distrutti, Goten e Zoe lanciarono i loro colpi, ma non c’era
niente da fare, quel generatore non voleva proprio saltare in
aria.
-ascolta, tu pensa ai robot,
io genero la supernova, è l’unica cosa che mi viene in
mente-
-va bene, ma fai attenzione,
potresti distruggere il pianeta-
-lo so, ma non ho altra
scelta-
-questo è vero, allora io
penso ai mostriciattoli meccanici-
-bene-.
Detto ciò Zoe si concentrò e
formò un piccolo sole sul palmo della mano, non serviva farlo tanto grande, in
fondo era solo un macchina. Zoe lanciò la sua supernova che colpì il generatore,
ci fu un gran botto, ma non successe niente.
-oh no… dovevo usare più
forza… ora non ce la faccio a farne un’altra…-
-che
succede?-
-è tutta colpa mia, dovevo
usare più forza, ora non riuscirei a farne un’altra, mi ha consumato gran parte
della mia energia-
-è un guaio… e va bene, io
entro lì e la distruggo dall’interno- disse Goten, volendo dimostrare a Zoe che
anche lui era forte
-è troppo
pericoloso!-
-ce la
farò-.
Detto questo entrò nel
generatore e si mise a cercare il suo punto debole, Zoe era spaventata, il suo
amico era lì dentro da solo, doveva andare ad aiutarlo, fece per muoversi, ma
improvvisamente le forze l’abbandonarono e cadde svenuta sul terreno di quello
sconosciuto pianeta.
Intanto Goten aveva trovato il
cuore del macchinario ed era pronto a distruggerlo, gli bastò un’onda
energetica, poi però dovette correre più che poteva fuori, perché entro pochi
istanti sarebbe esploso tutto e lui non aveva la minima idea di lasciarci la
pelle. Per fortuna fu fuori in tempo e riuscì a
salvarsi.
Subito dopo si mise a cercare
Zoe per annunciarle il suo trionfo, ma per quanto la chiamasse non riusciva a
trovarla:
-Zoe! Zoe! Dove sei? Non farmi
spaventare!- gridava.
Cercò di avvertire la sua aura
ma non ci riusciva, un pensiero orribile gli saltò nella mente: e se fosse
rimasta coinvolta nell’esplosione cercando di seguirlo? No, non l’avrebbe
sopportato, si mise a cercarla tra le macerie ma fu tutto inutile, lì non c’era,
così si spostò un po’ più in là e la trovò in mezzo a degli alberi, per fortuna
non era stata l’esplosione a farla svenire.
-ti riprenderai presto- le
disse Goten dandole un senzu.
Zoe si svegliò poco a poco e
scorse a malapena il viso del suo amico
-G… Goten… allora ce l’hai
fatta… lo sapevo che potevo fidarmi di te…-
-non dire niente, dobbiamo
andare da Trunks, ti porto io, così non farai
fatica-
-grazie, ma ce la faccio anche
da sola, tu piuttosto… stai cadendo a pezzi-
-ci vuole ben altro per
battermi-
-se lo dici tu… dai, torniamo
da Trunks, è da solo da troppo tempo-
-giusto,
voliamo-.
Entrambi andarono dall’amico
che avevano lasciato vicino al villaggio distrutto, una volta lì constatarono
che fosse tutto a posto, gli abitanti erano molto riconoscenti, ma i nostri
amici non volevano niente in cambio, a loro bastava aver salvato quel popolo,
decisero di ritornare a casa, avevano bisogno di riposare, erano
stanchi.
-io conosco un modo molto più
rapido per tornare a casa, Goku mi ha insegnato il
teletrasporto-
-sul serio, a me no……- disse
Goten un po’ deluso
-forte… così arriveremo prima-
disse Trunks, che l’unica cosa che voleva era tornarsene a
casa
-reggetevi forte, non ve ne
accorgerete neanche saremo su Earth in un batter
d’occhio-.
Dopo pochi istanti si
ritrovarono sul loro pianeta, finalmente di nuovo tutti a casa e soprattutto
insieme.
-ma perché sei andata sulla
Terra?- chiese Trunks
-ecco… dovevo sistemare le
idee- disse Zoe incrociando lo sguardo di Goten
-e ci sei riuscita?- le chiese
lui
-penso proprio di sì, per ora
è meglio tenersi stretti gli amici-
-hai ragione- disse Goten che
aveva capito cosa intendeva veramente Zoe
-e hai dovuto attraversare
mezza galassia per scoprirlo?- chiese Trunks
sconcertato
-no, ho anche conosciuto la
mia famiglia-
-la tua famiglia?
Racconta-
-sicuramente non siete gli
unici che lo vorrete sapere, quindi preferirei raccontare quando ci sarà anche
altra gente, non mi piace ripetere tante volte le stesse
cose-.
Eh già… forse le cose si erano
sistemate e tutto stava per tornare come prima, ma gli avvenimenti potrebbero
sempre cambiare no?
Ok, mi avete
convinta, ho aggiornato presto, ke brava che sono... grazie agli ultimi commenti
mi è ritornata la voglia di aggiornare presto.
SerenaChichi: ciao! Tu sei "nuova" a commentare la mia fan,
sono contenta che ti piaccia, continua a seguirmi, perchè i colpi di scena sono
appena all'inizio...
6very6: per la statua ci sto lavorando, farà invidia a
quella ke c'è in piazza del comune (che tra l'altro fa schifo)... ti manderò una
foto (della tua naturalmente)... XD XD XD...
tvtttttbxs
LORIGETA: nn fa niente, anche se non commenti tutte le
volte, a me basta ke la storia ti piaccia. Grazie 1000 x i complimentoni, sono
una vera carica d'energia, energia ke userò x continuare la storia al
meglio!
emyc: mi sto impegnando ad aggiornare prima che posso,
grazie x tt i commenti che mi fai... e continua a seguirmi, spero solo di non
deluderti.
1 kiss a
tutti quanti!!!!!!!!!!
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Capitolo 15 *** Assolutamente sì ***
zoe
CAPITOLO 14: ASSOLUTAMENTE Sì
Sono passati due anni da
quando Zoe era tornata a casa dalla Terra, ora era più grande e cominciava ad
assomigliare ad una donna, una donna sayan, ma la strada era ancora lunga, c’era
tutta una vita da vivere, e di certo Zoe, proprio lei, non voleva perderne
neanche un secondo.
Era appena tornata a casa, era
stata di nuovo sulla Terra e aveva preso souvenir per tutti, era stata là circa
i tre mesi terrestri d’estate in Italia.
-sono tornata!- disse a gran
voce bussando alla porta della casa di Goten.
“ma non c’è nessuno… forse
sono tutti da Bulma… o da Crili… o dal genio”
pensò.
Andò in tutti i posti
possibili ma in giro non c’era anima viva, nessuno dei suoi amici… poi
all’improvviso si ricordò che quello era il giorno del torneo di arti marziali,
per quel motivo che non li trovava da nessuna
parte.
-accidenti, è vero! Che idiota
che sono, me ne ero dimenticata!- così si precipitò nell’isola dove si svolgeva
il torneo.
“chissà che faccia faranno
tutti quando mi vedranno vestita in questo modo?” pensava tra se e se; in
effetti indossava vestiti che la nostra vecchia Zoe non si sarebbe mai sognata
di mettere, in effetti neanche in quel momento avrebbe voluto, ma era troppo
curiosa di vedere la faccia di Goten e Trunks.
Aveva la coda alta e due
ciuffi di capelli le cadevano in viso, al posto dei soliti pantaloni e maglietta
che indossava di solito aveva un vestito rosso aderente e senza spalline che
lasciava scoperte le spalle e finiva molto più su delle ginocchia (non so se mi spiego), al posto dei soliti
scaldamuscoli aveva delle leggere maniche che partivano dal gomito e al posto
delle scarpe da combattimento, degli stivali a tacco alto, insomma, cose che lei
non si metterebbe mai, era sicura che non l’avrebbe più rifatto, non si sentiva
esattamente a suo agio in quel micro-vestito e come se non bastasse non riusciva
a camminare su quei maledetti trampoli.
Finalmente era arrivata,
riusciva a sentire l’aura dei suoi amici, ora il problema era camminare verso di
loro, come fare? Trovato! Si poteva teletrasportare nella sala dove c’erano
tutti e poi andarsene allo stesso modo, tanto ormai non faceva più in tempo a
iscriversi.
“ecco, dovrebbero essere lì”
disse tra se e se vedendo nella mente il salone dove erano riuniti tutti i
partecipanti al torneo, in men che non si dica era già
lì.
Tutti la guardavano male, non
capita mica tutti i giorni di vedere uno schianto di ragazza in un luogo come
quello.
-che avete da guardare?
Piuttosto, ditemi se avete visto dei ragazzi della mia età insieme a…- non
riuscì a finire la frase che una voce da dietro
disse
-a me sembrava di aver sentito
la forza di Zoe, una mia amica, ma penso di dovermi ricredere, tu non ci
assomigli- disse scherzosamente Trunks mentre Goten la squadrava dall’alto verso
il basso cercando di trattenere la bava che voleva
scendere.
-dai! Non farmi ridere! Non
dirmi che non mi riconosci se uso uno stile un po’ diverso dal
solito-
-il problema è che tu non ti
vestiresti mai… in questo… modo- disse Trunks
-diciamo che era un
esperimento, ed è pure riuscito al massimo, vero
Goten-
-cosa?-
-volevo vedere che faccia
facevate quando mi vedevate così, mica per altro, sarà la prima e ultima volta
che metto un vestito del genere-.
A questo punto arrivò anche
Goku con Vegeta e la piccola Pan:
-ciao Zoe, urka… ma che robe
ti sei messa addosso?- disse Goku
-ciao Goku, queste robe?
Niente, solo un esperimento, ma ora credo che andrò a togliermele, sembro una
pornostar-
-una porco… che?- disse Goku,
Pan sembrava sconcertata nel vedere Zoe, il suo esempio di ragazza che avrebbe
voluto diventare, vestita in questo modo
-ma se io voglio diventare
come te mi devo mettere questo schifezze?- disse le
piccola
-assolutamente no! anzi, ti
consiglio vivamente di non farlo, io l’ho fatto per gioco, hai
capito?-
-sì, meglio così perché non
avevo intenzione di vestirmi in quel modo-.
Ci fu una risata collettiva e
poi Goten disse:
-sono contento che tu sia
tornata, mi… cioè… CI sei mancata- disse lui
arrossendo
-sì… ecco… anche VOI mi siete
mancati- disse Zoe cercando di mascherare in tutti i modi l’imbarazzo.
Non lo sapeva neanche lei, ma
le facevano piacere le sue attenzioni, soprattutto adesso come la guardava, si
sentiva orgogliosa.
-vabbè… io vado, seguirò i
vostri incontri da dove li posso vedere… semmai cerco Chichi, Bulma, Marron e
gli altri, ciao… e buona fortuna- detto ciò se ne andò lasciando di se solo una
nuvoletta di polvere che presto si sarebbe adagiata sul
terreno.
-scusatemi ragazzi, io vado un
attimo fuori, credo di aver dimenticato una cosa- disse Goten.
In realtà voleva rimanere un
attimo solo a pensare e a cercare di tornare a respirare in modo normale, se
avesse saputo che Lei si sarebbe presentata in quel modo si sarebbe preparato
prima psicologicamente, doveva riprendersi, ma anche pensare al perché lei gli
facesse quello strano effetto, lui era sempre spigliato con le ragazze, infatti
era già uscito con molte di loro, proprio quel giorno ne doveva incontrare una
bellissima, ma per quanto fossero belle, magari anche più di Zoe, nessuna di
loro gli faceva sentire un vuoto allo stomaco per un sorriso o per una stretta
di mano o qualsiasi altro contatto fisico, è che Zoe non era solo una ragazza
incredibilmente affascinante come quelle con cui usciva, ma aveva anche
carattere e una sorta di intelligenza introvabile nelle ragazze di Earth, lei lo
faceva sempre sentire a casa, era dolce, ma anche aggressiva come la più
affamata delle belve, quando serviva; era simpatica, indipendente, orgogliosa,
divertente a volte, ma soprattutto non
si credeva la più bella, anche se poteva benissimo farlo, ma questo non
era nello stile di Zoe, che amava combattere più di qualsiasi altra
cosa.
Intanto la nostra Zoe aveva
deciso che si sarebbe cambiata, non aveva nessuna intenzione di farsi vedere dal
genio vestita (o svestita, dipende dai
punti di vista) così com’era, si cambiò a velocità luce e si diresse verso i
suoi amici che stavano a guardare il torneo.
-ehilà! Ne è passato di
tempo!- disse non appena giunse nella stanza dove stavano
loro
-ciao Zoe, caspita, sei ancora
cresciuta- disse Bulma
-non esageriamo, non credo di
poter crescere più di così-
-eppure ti vedo bene, come è
andata sulla Terra?-
-molto bene, mi sono divertita
un sacco e ho conosciuto tanta altra gente-
-wow! La prossima volta credo
che verrò anche io- disse Marron
-d’accordo, ma devi sapere che
il teletrasporto all’inizio è un po’ burrascoso-
-ehm… pensandoci bene credo
che rimarrò a casa, non sono fatta per le
avventure-
-perché non ti sei iscritta
anche tu?- chiese Gohan
-è la stessa cosa che mi stavo
chiedendo di te-
-ecco… vedi, io ora sono un
uomo di cultura… cosa direbbero i miei colleghi se mi vedessero
combattere?-
-ah, è vero, io invece perché
sono arrivata un po’ tardi, mi ero completamente dimenticata del
torneo-
-non importa! C’è sempre posto
per una ragazza carina in mezzo a noi…- Genio non riuscì neanche a finire la
frase che lo colpì una potente manata di Bulma
-sei sempre il solito
sporcaccione! Non importunare la nostra Zoe- lo
sgridò
-uffa………………- rispose il povero
Genio rassegnato.
Il torneo iniziò e Zoe guardò
attentamente Goten che combatteva e rimase scioccata (gocciolina in testa come nel cartone)
quando lui perdette contro la piccola Pan.
“è il solito sfaticato” pensò
“neanche sua nipote di quattro anni riesce a
battere”
-oh, ma che bello, la mia
bambina ha vinto!- disse Videl
-sì… certo… che gioia- disse
Gohan non molto convinto, era contento per la vittoria di sua figlia, ma non lo
era affatto perché il suo avversario era proprio suo
fratello.
(Non sto a raccontare il torneo perché non mi
ricordo esattamente come è andato quindi salto tutto quello che successe
dopo).
Alla fine del torneo Goku
decise di allenare Ub, il ragazzo con lo spirito di Bu dentro di
se:
-no! nonnino! E adesso chi mi
allenerà?- disse la piccola Pan
-non ti preoccupare, te la
caverai benissimo anche senza di me-
-no, non è vero… sei tu il più
forte, perché il mio papà non combatte e zio Goten è una
schiappa…-
-non starò via molto, e poi
potresti sempre chiedere a Zoe, lei è la ragazza più forte che conosco,
scommetto che sarà capace di allenarti anche meglio di
me-.
A malincuore Pan acconsentì e
salutò il suo nonnino.
Goku salutò tutti prima di
andare via, poi chiamò Zoe
-ascolta, prenditi cura di
Pan, lei ha bisogno di un buon maestro-
-mi stai chiedendo di allenare
tua nipote?-
-esatto, lei ti adora, ne sarà
molto felice, e poi tu sei la più indicata a farlo-
-va bene, stai tranquillo, ci
penso io, quanto hai intenzione di stare via?-
-non ne ho idea, un po’ di
tempo…-
-mmm, appena torni non la
riconoscerai neanche più tua nipote da quanto sarà diventata
forte-
-io conto di rimanere stupito
eh?- disse con un tono d’ironia
-contaci contaci, non ti
deluderò-
-ah bè… ora scusami ma devo
proprio andare… ci si vede-
-conoscendoti passerà un po’
di tempo…-
-non
esageriamo!-.
Alla fine si salutarono con un
abbraccio, prima di andarsene, Goku chiese a Zoe di non insegnare il
teletrasporto a Pan per nessun motivo, era troppo pericoloso e doveva vedere lui
se era proprio il caso.
Infatti lo aveva insegnato a
Zoe perché era sicuro che non l’avrebbe usato a sproposito, ma solo in caso di
necessità, la conosceva bene e si fidava ciecamente di lei.
La ragazza vide Goku
allontanarsi sempre di più insieme a Ub, si chiedeva quando mai l’avrebbe
rivisto, sapeva che le sarebbe mancato, era come un padre, ma non ci avrebbe
pianto su, era stufa di piangere, ora era una nuova persona, forse più forte,
forse più sorridente, forse sempre Zoe.
-aaaaaaaaarg!-
-no Pan, non si fa così…- e
qui un sospiro –quante volte te lo devo dire porca
miseria!-
-scusami… ma non ce la faccio
proprio a trattenere la mia energia interiore con così tanta
gravità-
-eddai… non esagerare! È solo
200 volte superiore a quella terrestre, non ci vuole molto a lanciare un’onda
energetica!-
-ma
io…-
-RIPROVA!-.
Eh già… sono passati circa 2
anni da quando Goku è partito e gli allenamenti di Pan sono sempre più duri, ma
quel giorno Zoe era particolarmente nervosa.
-senti Pan, torna a casa, oggi
non è giornata…-
-e va bene, però non è che se
tu hai la luna storta ne devo subire io le
conseguenze-
-te lo ripeto oggi non è
giornata, se proprio vuoi allora trovati un’altra persona che ti allena,
chiaro?-.
La piccola Pan non disse
niente, ci era rimasta male, non era affatto abituata a sentirsi parlare in quel
modo, così prese il volo e si diresse verso casa.
“accidenti! Non ne faccio una
giusta, ma cos’ho che non va?” pensò Zoe in un attimo di sconforto.
Tornò a casa e si fece una
doccia, di solito riesce a schiarire le idee e aiuta a sentirsi meglio, ma non
nel caso di Zoe, era talmente arrabbiata… si sentiva tradita, confusa, triste,
in colpa… ma soprattutto sola, non poteva neanche parlarne col suo ragazzo
poiché era lui la causa di tutto, lui l’aveva tradita con un'altra ragazza.
Zoe non se ne capacitava, non
riusciva neanche a reagire, ma non tanto per l’aver perso una persona cara, che
poi non lo era neanche tanto, ma per il fatto che lui tradendola l’aveva
umiliata, le aveva fatto perdere un po’ della sua dignità, del suo orgoglio, e
noi sappiamo bene che per i sayan come Zoe l’orgoglio e
tutto.
Zoe aveva passato tutta la
giornata a pensare, dopo cena uscì dalla sua abitazione andando su un prato
proprio di fronte ad un fiume, erano le 8 di sera, il sole stava per
tramontare sembrava che col suo
luccicare sul fiume vicino alla casa della ragazza volesse tirarla un po’ su di
morale, ma era difficile, molto difficile.
All’improvviso arrivò Goten,
scendendo dal cielo come faceva sempre
-ciao Zoe… mammamia che faccia
che hai… dovresti vederti!- disse il ragazzo per
stuzzicarla
-ciao Goten… cos’hai contro la
mia faccia! Se sono depressa non posso avere la faccia felice HAI CAPITO!- disse Zoe aumentando il tono di voce
verso le ultime parole
-scusami… non avevo idea che
fossi depressa per davvero-
-no, scusami tu, uffa… oggi me
la prendo con tutti-
-cosa è successo? Problemi con
Tom?- (alias: ragazzo
bastardo)
-no… cioè… sì, noi non stiamo
più insieme-
-era ora… lo sapevo io che non
era il tuo tipo quello-
-hai ragione… è un porco, un
maiale… mi fa schifo-
-ma tu non gli vuoi più
bene?-
-non gli ne ho mai voluto,
stavo con lui per divertirmi-
-allora qual è il
problema?-
-io baso ogni tipo di
rapporto, sia serio che non, sulla fiducia, ma lui… non è degno di nessun tipo
di fiducia… ma me ne sono accorta tardi-
- eh già… la fiducia è tutto,
anche io la penso così… cosa ti ha fatto?-
-non so se raccontartelo,
magari non ti interessa-
-ma cosa ti viene in mente!
Sei la mia… migliore amica… ehm… come potrebbe non
importarmi-
-sicuro?-
-sì, dimmi tutto, sfogati,
prendimi a pugni se ti può essere utile-
-grazie, sei un vero… amico-.
Zoe cominciò a raccontare che
lei e Tom il giorno prima erano andati ad una festa alla quale erano stati
invitati.
Però lei scoprì di avere un
impegno improvviso, quindi non sarebbe potuta
andare.
-…ma Tom ci andò lo stesso,
fin qui va tutto bene, glielo avevo detto io che
poteva-
-per caso era la festa di
Anna?-
-esatto, c’eri anche
tu?-
-no, io no, ci è andata da
sola la mia ragazza-
-hai una nuova
ragazza?-
-sì, siamo insieme da poco,
non avevo ancora potuto dirtelo-
-ah, bè… ora lo so, ci tieni a
lei?-
-abbastanza, ma non è una cosa
proprio seria, diciamo che noi ci divertiamo-
-che rapporti “profondi” che
abbiamo noi vero?-
-è vero… ma continua, ti ho
interrotta-
-ecco, comunque… alla fine
sono riuscita a liberarmi prima che la festa finisse e mi sono recata là per
fare una sorpresa a Tom, volevo vedere che faccia faceva nel vedermi lì, ero
sicura che avremmo ballato insieme tutto il tempo, ero proprio di buon umore… se
non che…-
-se non che…- ripeté
Goten
-se non che, dopo averlo
cercato e chiesto un po’, lo trovai in un angolino un po’ nascosto insieme ad
una ragazza… tu dovevi vederli… erano l’uno aggrovigliato all’altra e si stavano
baciando in un modo che sembrava che si volessero rubare la linfa vitale a
vicenda… io, non so che mi è preso, di solito reagisco sempre… cerco di parlare,
fare un discorso, cercare di capire… ma ho aspettato impietrita che mi
notassero, a quel punto ho girato l’angolo e mi sono teletrasportata a casa… sta
tranquillo, non mi ha notata nessuno-
-ma… è orribile! Io… io gli
spacco la faccia a quello, come ha osato tradire una ragazza magnifica,
fantastica come te?-
-io… non lo so… ma non mi
importa di lui… è la mia dignità che ne è uscita sconfitta… ora ci vorrà una
vita prima di recuperarla tutta, prima che questa ferita di cicatrizzi per
sempre-
-mi dispiace talmente tanto…
io non so come aiutarti, accidenti!- tirò un pugno ad un povero albero, che,
purtroppo, si sradicò –e lei… chi era?-
-lei… lei era… non so se la
conosci, è della mia scuola-
-della… tua
scuola?-
-sì, si chiama Jennifer, sai,
alta, bionda… una che può avere tutti i ragazzi che vuole… e quel giorno credo
che volesse il mio… ma… ti senti bene?-.
Goten aveva assunto
un’espressione inspiegabile, impossibile da
definire.
-ehi… la
conosci?-
-certo che la conosco… è la
mia ragazza! Anche se a questo punto credo che sarebbe meglio dire che
era la mia ragazza-.
Anche Zoe mutò la sua
espressione, ci fu silenzio, molto silenzio, solo lo scorrere del fiume riusciva
a mitigare quel profondo senso di tradimento che aveva colto di sorpresa
entrambi.
-ehm… sei sicura che fosse
lei?-
-non vorrei dirlo, ma credo
proprio di sì-
-puoi aspettare solo un
attimo? Torno subito-
-va bene… hai intenzione di
andare da lei?-
-esattamente… nessuna delle
mie precedenti aveva mai osato…-.
Goten si alzò in volo e andò a
tutta velocità verso la città, dove abitava
Jennifer.
“oh mio Dio… cosa ho fatto?!
Me ne sarei dovuta stare zitta, invece no… devo sempre parlare a sproposito…
accidenti a me!” pensò Zoe.
Ora oltre alla malinconia
causata dalla fine della sua storia, si sentiva anche colpevole anche della fine
della storia del suo migliore amico, si sentiva uno schifo, Goten l’aveva presa
molto male, in fondo ci teneva a quella Jennifer.
Ma in fondo lei non lo
meritava, non era degna dell’affetto di un ragazzo come
Goten.
Non molto dopo Goten fece
ritorno, la sua espressione era cambiata, aveva scoperto che, anche se le aveva
voluto bene, non gli importava, l’aveva mollata nel migliore dei modi, cercando
di farla soffrire e pentirsi di quello che aveva
fatto.
-ciao Zoe, meno male che sei
ancora qui-
-dove dovrei andare,
scusa?-
-ma, non
saprei-
-hai
chiarito?-
-diciamo di sì, lei continuava
a negare, ma la sua aura non poteva mentire, poi lo so che tu non diresti mai
una bugia-
-soprattutto non a
te-
-eh già… sono fortunato ad
averti come amica, magari non avrei mai scoperto cosa aveva fatto, ora mi sento
libero-
-libero?-
-sì… ecco, io non so se
dirtelo, magari non in questo momento-.
Zoe gli fece quell’espressione
interrogativa che solo lei sapeva fare, e che a Goten piaceva
tanto.
-ti prego, non mi guardare
così, rendi tutto più difficile-
-va bene, cosa
intendi?-
-tu non sei afflitta perché ti
manca Tom, vero-
-affatto, stavo con lui per
puro divertimento, da parte mia c’era solo attrazione fisica, mi sa anche da
parte sua, ma il suo carattere non mi piaceva neanche un
po’-
-ah bene, forse dopo quello
che ti sto per dire non mi parlerai più, ma ho aspettato troppo tempo, prima o
poi te lo avrei detto comunque- Goten si era fatto serio, troppo serio per uno
come lui
-mi fai paura… ma, dai
parla-.
Zoe aveva intuito cosa le
avrebbe detto, sperava di sentirsi dire quelle parole da tanto
tempo.
-ecco… ogni volta che questa
ragazza trovava un tipo con cui uscire, io rimanevo malissimo, così mi cercavo
anche io una tipa, nella speranza di compensare quel vuoto incolmabile, so per
certo che solo a lei voglio bene, glie ne vorrò
sempre-.
Il cuore di Zoe cominciava a
battere fortissimo, finalmente stava per sentire quelle parole tanto
desiderate.
-fammi una descrizione di
questa ragazza- disse lei facendo intendere che aveva capito di chi stava
parlando, Goten afferrò il concetto e andò avanti.
-noi ci siamo conosciuti
quando eravamo piccoli, ad un torneo, non appena la vidi pensai: “ma allora gli
angeli esistono davvero!”, lei si dimostrò molto forte, mi colpì molto la sua
potenza, non avrei mai pensato che una femmina potesse essere tanto forte. Poi
siamo diventati amici e l’ho conosciuta meglio, ho scoperto che non solo era
un’abile combattente, era anche una persona straordinaria e con un caratterino
niente male-
-capisco…- disse Zoe
-abbiamo vissuto insieme molte
avventure, abbiamo combattuto contro mostri di ogni tipo, ma quella che mi ha
lasciato veramente un segno indelebile fu quando avevamo 14 anni, eravamo usciti
come molte altre volte, solo che l’aria era strana e il tramonto che avevamo
davanti era magnifico…-.
Zoe ascoltava tutto in
silenzio, non voleva in nessun modo interrompere quel momento così magico e
tanto atteso, anche perché conosceva Goten molto bene e sapeva che per lui era
uno sforzo immane parlare in quel modo.
-per la prima volta ho sentito
una sensazione strana, come un brivido, che è riuscita a farmi vibrare ogni
muscolo del mio corpo e poi… ci siamo baciati, mi sentivo letteralmente in
paradiso e per un attimo sentivo la mia anima scappare da questo mio corpo e
andare in luoghi magnifici e sconfinati. Purtroppo poi lei si è staccata
andandosene via… da allora ho sempre sperato che lei mi potesse dare un’altra
possibilità, solo una, di baciarla ancora… ma avevo paura di rovinare la nostra
fantastica amicizia… per un po’ di tempo mi è bastata quella… ma ora non mi
accontento più solo della tua amicizia… se tu lo vuoi sparirò… ma se c’è ancora
anche solo una piccola speranza che tra noi ci possa essere qualcosa allora ti
prego…-
-e me lo chiedi? Da “quel”
giorno anche io non ho pensato ad altro, speravo di potermelo dimenticare, ma
ogni tentativo è stato inutile, io ti voglio bene, te ne ho sempre voluto, col
tempo non ha fatto che aumentare…-.
Zoe smesse di parlare
improvvisamente, ormai aveva detto tutto quello che si poteva dire a parole, ma
noi sappiamo che i gesti, le espressioni, possono fare molto di più, a quel
punto non c’era più nulla da dire, si avvicinarono lentamente, come la prima
volta, ma ora non c’erano gli indugi e le paure tipiche dell’adolescenza, ora
erano cresciuti e non avevano più paura.
Finalmente le loro labbra si
unirono e 20 emozioni si sovrapposero l’una sull’altra. All’improvviso Zoe si
staccò, disse:
-wow… meglio di quanto mi
ricordassi…-.
Si riunirono subito, troppo
tempo era passato e a quel punto sembrava che l’uno non poteva fare a meno
dell’altra, ora però, a ogni secondo che passava la foga del loro bacio
aumentava e Goten prese i fianchi della ragazza cominciando a sfilarle la
maglietta, Zoe cominciò ad accarezzargli il petto muscoloso con movimenti che
fecero sobbalzare il ragazzo dal piacere, ad un certo punto, lei lo fermò
-no! Aspetta, qui ci vedono
tutti, entriamo in casa, staremo più tranquilli-
-hai
ragione!-.
Così i due entrarono in casa,
Zoe chiuse la porta, e Goten riprese a baciarla, camminando alla ricerca del
letto.
Una volta trovato erano solo
in biancheria intima, i vestiti erano sparsi in giro per la casa, si sdraiarono,
lei sotto, lui sopra, dopo non molto anche il reggiseno di lei era volato da
qualche parte per la stanza, i baci si fecero sempre più appassionati e lui
cominciò a baciarle il collo, scendendo sempre più giù, voleva assaporare ogni
minimo centimetro di quella ragazza che amava con tutto se stesso, quando lui
arrivò all’altezza dell’ombelico di lei, chiese:
-devo essere certo di una
cosa-
-di
cosa?-
-sei sicura, di… volerlo
fare?-.
Zoe gli prese il viso tra le
mani, lo avvicino al suo e disse
-credimi, non sono mai stata
più sicura di una cosa in vita mia-.
Detto ciò si baciarono ancora,
e Goten riprese da dove si era fermato, e andò
avanti.
L’emozione era alle stelle,
incontrollabile, diventarono entrambi super sayan, e tutta la camera risplendeva
di quella luce, una luce che aveva illuminato i momenti più bui, ma stavolta era
diversa, non doveva rappresentare la rabbia, ma l’amore, per questo motivo
risplendeva fortissima, tanto che fece invidia alla grande stella che illuminava
Earth.
Ehm, è la
prima volta che cerco di descrivere un momento simile, non vi dico di avere
pietà, perchè il mio orgoglio me lo vieta, ma non siate troppo perfidi quando
recensita, e soprattutto, SE recensite.
emyc: scusa... ma non avevo altro da dire sulla famiglia di
Zoe, quello che c'era da sapere era scritto nei capitoli precedenti... anche
perchè la famiglia non è molto importante nella storia. Ti saluto carissima, e
spero che mi continuerai a seguire (dai, non manca molto...).
tvtttttb.
6very6: tu mi commenti sempre... cmq, ho capito che genere di
musica senti e ho capito anche quella che odi... hai mai provato a sentire i Sum
41? Sono mitici!!! cmq sn grandissimi anche gli Evanescense, e naturalmente i
Linkin Park, i mirìei preferiti, oggi li ho visto a trl!!!!!!!!!!!!!!!!! Stavo
per svenire... ma ero lì come una povera pirla a strillare (insieme a un sacco
di gente), ora ti saluto, sennò nn finisco +...
ciaoooooooooo!!! tvtttttb.
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Capitolo 16 *** Finalmente insieme ***
zoe
CAPITOLO 15:
FINALMENTE INSIEME
La mattina dopo Zoe si
svegliò
“cosa? Non dirmi che era solo
un sogno”.
Era ancora assonnata, le ci
volle un po’ a capire che non aveva addosso il solito pigiama, anzi, non aveva
proprio niente addosso, in compenso si accorse che non era sola, si girò, e vide
Goten, accanto a lei; lui stava ancora dormendo, era girato dalla sua parte, la
ragazza si mise ad ammirare il suo petto muscoloso, in netta contrapposizione
all’espressione da bambino che il sayan aveva disegnata in volto, allora era
successo per davvero! Non aveva sognato, era tutto reale, Zoe venne invasa da
un’euforia inspiegabile a parole, era così felice… avrebbe voluto urlare,
dimostrare a tutti la sua felicità, ma in questo modo lo avrebbe svegliato,
sembrava così sereno, spensierato, la ragazza non aveva il coraggio di farlo
alzare, così si avvicinò a lui, cercando di catturare il calore del suo corpo.
Dopo poco Goten si girò a
pancia in su, si era svegliato, aprì gli occhi, non capiva bene dove si
trovasse, quella non era la sua stanza, inoltre girandosi beccò Zoe a guardarlo
con aria sognante.
-buon giorno- disse lui,
avendo avuto veramente un buon risveglio
-b… buon giorno, alla fine sei
rimasto-
-eh già… si stava bene
qui-
-eheh, anche io sono stata
bene con te-
-la sai una
cosa?-
-cosa?-
-ancora non mi sembra vero…
noi due…- Goten cercava più che altro di convincere se
stesso
-hai ragione, è difficile da
credere, ma non è un sogno-
-hai voglia di
alzarti?-
-no, stiamo qui ancora un
po’-
-è quello che pensavo
anch’io-.
I due stettero abbracciati
ancora per un po’, insieme si sentivano come se fossero un’unica persona,
nessuno avrebbe potuto dividerli.
Ma dopo un po’ cominciarono a
sentire la fame e si rassegnarono al fatto che prima o poi si sarebbero dovuti
alzare, i loro stomaci reclamavano cibo, così si vestirono lanciandosi
occhiatine beffarde e andarono a mangiare qualcosa.
-e così, noi ora stiamo
insieme- disse Goten
-penso di
sì-
-dovremmo dirlo agli
altri?-
-non lo so, per me non c’è
problema-
-anche per me, anche perché
non mi piacerebbe neanche un po’ baciarci di
nascosto-
-e magari dietro ad un
cassonetto… non ci voglio pensare, dobbiamo dirlo-
-hai ragione, ma lo diremo
domani, voglio vivere questo momento solo con te- detto ciò le diede un bacio
appassionato, entrambi provarono la stessa forte emozione della prima volta,
Goten sapeva che Zoe era indispensabile, non voleva che gli sfuggisse di mano,
non un’altra volta (ricordando quel
giorno di quando avevano 14 anni), anche Zoe pensava la stessa cosa, aveva
capito che quel ragazzo era molto più importante di quello che credeva, e non
poteva, non voleva fare a meno di lui.
Quel giorno fu veramente
speciale, se lo sarebbero ricordato per tutta la vita, senza tralasciare neanche
un secondo.
E così pochi giorni dopo due
resero la notizia ufficiale, Goku e Chichi ne erano veramente felici, in fondo
un po’ se lo aspettavano, erano fatti per stare insieme quei due.
Bulma fu molto contenta per
loro, Vegeta un po’ meno, avrebbe preferito che fosse suo figlio al posto di
Goten, ma non voleva immischiarsi, erano affari loro, Trunks fu l’unico che
prese la notizia con un po’ d’amarezza, ora che i suoi migliori amici erano
insieme aveva paura che lo potessero escludere, che tra loro sarebbe tutto
cambiato.
-ehi Trunks, c’è qualcosa che
non va?- chiese Goten
-no, non è niente, io… sono
molto contento per voi due, io me l’aspettavo, voi due siete sempre stati
perfetti insieme… il feeling che c’era tra voi… tu non lo sai, ma io vi ho
sempre invidiato per questo-
-ah, non me lo hai mai
detto-
-non pensavo che importasse a
qualcuno-
-invece sì, ora per esempio, a
che cosa stai pensando?-
-che ora che voi due siete
innamorati mi possiate escludere, come è giusto che sia, ma non fa
niente…-
-ma che cavolo dici! Tu sei il
mio migliore amico, certo, ora Zoe è la mia ragazza, ma come faccio senza di
te?-
-sì, ma verrò sempre
dopo-
-piantala di fare così! Lo sai
anche tu che non è vero. Sai una cosa, amico? Ti dovresti trovare anche tu la
ragazza-
-eh? Lo sai benissimo che dopo
San io…-
-ancora con questa storia? San
era la tua ragazza 2 anni fa… poi vi siete lasciati, è normale, non devi
abbatterti, anzi, così sei patetico-
-chi è patetico?- disse Trunks
che cominciava ad alterarsi
-ehi, calmati amico, non
volevo offenderti, volevo solo dirti che dovresti dimenticarti di questa storia
e andare avanti-
-scusami, ho avuto una
reazione eccessiva, hai ragione… è che non so con chi uscire,
ecco…-
-non c’è nemmeno una ragazza
che ti interessa?-
-bhè… la figlia di Crili non è
niente male…-
-Marron? Vuoi uscire con
lei?-
-nono, stavo solo pensando ad
alta voce, non badare a quello che dico!-
-no problem, Zoe è amica sua,
potrebbe metterci una buona parola… e poi tu le chiederai di
uscire-
-… sei sicuro che
funzionerà?-
-no, ma se non rischi non lo
saprai mai, giusto? Prendila un po’ come una sfida-
-questo devo dire che mi
rassicura…(sarcasticamente parlando)
ma in fondo hai ragione, devo rischiare-
-ben detto, fratello, allora
io vado. Preparati quello che devi dire alla tua bella,
ok?-.
Goten era veramente felice, di
solito, quando si metteva con una nuova ragazza, il che accadevo spesso, andava
in giro a vantarsi e mostrando a tutti la sua nuova conquista, stavolta aveva
addirittura aspettato dei giorni per raccontarlo!
“chissà che razza
d’incantesimo gli ha fatto Zoe?” si chiese Trunks “loro… non sono mai stati
veramente amici, c’è sempre stato del più… ma, io non devo pensare a loro, devo
pensare al casino cosmico che mi sta architettando Goten!” detto questo si mise
seriamente a pensare alle parola che avrebbe detto a Marron quando se la sarebbe
trovata davanti.
Goten intanto volava alla
ricerca di Zoe, doveva cercare a tutti i costi di far uscire il suo amico e
Marron insieme, era da tanto tempo che non vedeva Trunks felice, sentiva che al
suo amico mancasse qualcosa, forse era un po’ di fiducia in se stesso,
sicuramente una ragazza lo avrebbe aiutato.
Sentì l’aura di Zoe, proveniva
proprio dalla casa di Crili, il sayan atterrò in un luogo isolato e corse verso
la sua meta.
Bussò alla porta, un uomo non
molto alto, dai capelli neri e senza naso aprì
-ciao Goten, che
piacere-
-ciao Crili, stavo cercando
Zoe, posso entrare?-
-ma certo, dovrebbe essere in
camera con Marron, prova ad andare su-
-ok-.
Il ragazzo cominciò a salire
le scale, già poteva sentire le voci delle due ragazze, si fermò davanti alla
porta, bussò e disse
-posso
entrare?-
-hey, Zoe è Goten… che
romantico, ti è venuto a prendere-
-non dire
stupidaggini!!-
-entra pure- disse la biondina
a colui che stava fuori ad aspettare una risposta, il ragazzo
entrò
-ciao Goten… che ci fai qui?-
chiese Zoe
-nulla, ero da Trunks e ho
pensato di venirti a prendere, così facevamo la strada insieme,
no?-
-ah… grazie…- disse Zoe, la
quale non si sarebbe mai aspettata una cosa simile dal suo
Goten
-ehm, posso parlarti in
privato- le chiese poi
-ok, ho capito… vi lascio
soli- disse Marron, che uscì dalla camera
-cosa
c’è?-
-ecco… si tratta di Trunks,
credo che gli piaccia Marron, pensi che abbia qualche possibilità di uscire con
lei?-
-certo che ne ha, lei è da una
vita che aspetta che lui si faccia avanti-
-wow… bene, allora anche lui è sistemato… che
ne dici, andiamo a fare un giro?-
-va bene…
dove?-
-lo so io dove…- disse lui che
facendole l’occhiolino.
Il cuore della ragazza fece un
balzo enorme, era difficile abituarsi ad uno sguardo simile, ogni volta che le
sorrideva il suo cuore batteva forte e i suoi occhi verdi si perdevano in quelli
neri di lui, erano rassicuranti, sinceri e anche un po’ scherzosi, in chissà
quale modo, erano riusciti a stregare Zoe, me se veramente era una magia, la
ragazza avrebbe sicuramente distrutto ogni possibile controincantesimo, quella
che provava quando erano insieme, era una sensazione fantastica, mai avrebbe
voluto che finisse.
La ragazza allungò una mano
verso Goten, che la guardava ammaliato da quella sua espressione pensierosa, ma
serena, era stato nuovamente catturato dal verde dei suoi occhi, poi le sue dita
toccarono il petto di lui, che sentì come delle vibrazioni, che gli invasero
tutto il corpo, al che Zoe disse
-chi arriva per ultimo da
Trunks, paga il gelato!- e di corsa, volò fuori dalla finestra aperta della
camera di Marron, il sayan rimase allibito, non se l’aspettava, così
disse
-ehi! Non vale sei partita
prima!- e più veloce del vento, cercò di raggiungerla, invano, perché il
vantaggio che aveva su di lui era notevole, così si rassegnò al fatto che
avrebbe dovuto sborsare i soldi per il gelato.
Trunks era nel suo immenso
giardino, stava leggendo un libro e sentì le due aure avvicinarsi, come se li
stesse aspettando.
-ciao Trunks, come va?- disse
Zoe
-bene, sono veramente
contento, per voi due-
-anche io lo
sono-
-tu, donna ammaliatrice di
uomini innocenti! Non è valido!- si lamentò Goten per l’affronto
subito
-scusami… non importa, me lo
pago da sola il gelato…-
-no… ora te lo pago
io!-
-se proprio ci tieni…- disse
lei, a volte non riusciva a capirlo
-allora… cosa avete…- disse
Trunks che non riuscì nemmeno a finire la frase
-puoi pure andarle a chiedere
di uscire, sono assolutamente certa che ti dirà di sì- gli disse la sayan
alzando il pollice in segno di via libera
-davvero! Wow… allora, io
vado-
-buona giornata!- dissero
Goten e Zoe all’unisono.
I due erano rimasti nuovamente
soli
-allora… dove mi volevi
portare?-
-allora, prima prendiamo il
gelato, poi lo saprai-
-ok… sono
curiosa!-.
Così andarono alla gelateria,
ma, lasciamo stare questi piccioncini per un attimo, passiamo da Trunks, che nel
frattempo era arrivato davanti alla casa di Marron, indeciso se bussare o
scappare, alla fine, dopo vari ripensamenti, si decise a bussare, la maniglia
girò e dalla porta apparve lei, Marron, bellissima, come
sempre.
-c… ciao Trunks, che sorpresa…
Goten e Zoe sono andati via di gran fretta poco
fa…-
-lo so, ma io sono venuto qua
per te, ecco… volevo chiederti se…- il ragazzo sembrava essersi bloccato, come
chiederle di uscire? Come senza fare la figura dell’idiota? Sicuramente Goten lo
avrebbe deriso, e anche suo padre, doveva muoversi a dire quelle poche
parole.
-mi chiedevo se… ti andava di
uscire con me- finalmente era riuscito, il più era fatto, ora veniva il momento
cruciale.
La ragazza era rimasta
parecchio sorpresa, molti ragazzi prima di lui avevano bussato alla sua porta
con quella proposta, ma nessuno di loro era Trunks, il suo amore segreto, il
ragazzo che da qualche tempo sognava la notte, che la faceva sognare anche ad
occhi aperti.
-certamente!- disse lei, in
preda ad una felicità immensa
-ah… ok… ti passo a prendere
stasera allora… facciamo per le sette e mezza?-
-perfetto… ti
aspetto-.
E così si congedarono, Trunks
era felice e non appena fu abbastanza lontano, lanciò un urlo in segno di
vittoria, i passanti lo guardarono storto e lui si fece piccolo piccolo, forse
aveva esagerato.
Zoe e Goten stavano
camminando, dopo aver finito il gelato, era ancora pomeriggio e il mare era di
un blu intenso
-dai, ora dimmi dove mi volevi
portare- disse Zoe che non resisteva più alla curiosità, che la stava
divorando.
-ok, chiudi gli occhi,
lasciati trasportare da me-
-va
bene-
-questo posto non è proprio
così speciale, ma per me ha una grande importanza-
-ho
capito-.
Poco dopo Goten smise di
camminare
-siamo
arrivati?-
-sì, siediti, sta tranquilla
c’è una panchina-.
La ragazza si sedette e Goten
le liberò gli occhi, così da poter vedere
-ma… questa è una panchina in
riva al mare…-
-sì, lo so che non c’è la
stessa atmosfera di allora, ma fa un certo effetto
no?-
-io… non capisco, perché mi
hai portata qui?-
-vedi, questa è la panchina su
cui circa quattro anni fa ci siamo dati il primo
bacio-
-è vero! Ricordo tutto di
allora-
-anche io, mi ricordo che poi
tu sei scappata… ci rimasi molto male, io già da allora ti volevo un gran
bene-
-mi dispiace veramente tanto,
anche tu mi piacevi, tanto, ma… era una situazione strana, dovevo riordinare le
idee, non volevo ammettere a me stessa di essermi innamorata del mio migliore
amico-
-io non voglio che succeda
ancora, non te lo permetterò-
-che
cosa?-
-di scappare ancora, sei
troppo importante-
-non c’è pericolo, non ho
intenzione di andarmene mai più-
-ti amo,
Zoe-
-ti amo anche
io-.
I due si baciarono un’altra
volta, come quattro anni prima, solo che stavolta il bacio durò un po’ di più e
una volta finito ce ne fu un altro e un altro ancora, i due rimasero un po’ a
parlarsi, un po’ a baciarsi, per delle ore, il tempo non era importante, finché
erano insieme niente e nessuno potevo dividerli, neanche la più forte delle
bufere.
L'altra
volta non ha commentato nessuno... a parte 6very6 che lo fa sempre e comunque...
spero che questo lo commenti qualquno in più. So che non è esattamente un genere
che piace alle folle, lo sapevo che non avrei avuto molto successo, ma almeno
chi si sforza di leggerla, un commentino, anche piccolo piccolo, lo potrebbe
lasciare... vi pregoooooooooooooooo!!!!!!!!!!!! è praticamente una
supplica.
kiss...
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Capitolo 17 *** L'appuntamento ***
zoe
CAPITOLO 16: L’APPUNTAMENTO
Trunks stava guidando, era ben
vestito, sul sedile accanto aveva delle rose rosse, di tanto in tanto le
guardava, per assicurarsi che non appassissero, anche se le aveva appena
comperate.
Voleva fare un’ottima
impressione alla bella Marron, e non voleva nulla fuori
posto.
Dopo poco arrivò alla sua
meta, scese dall’auto, si mise a posto il colletto, guardò l’orologio, erano le
otto spaccate.
-bene, almeno non avrà
l’impressione che io sono un ritardatario- si disse a bassa
voce.
Cominciò ad avvicinarsi alla
porta, salì i primi gradini, ecco, era lì, davanti all’uscio, quando
all’improvviso si accorse che mancava qualcosa
-i fioriiiiiii!!! Li ho
lasciati in macchina! Vabbè… dai Trunks, non è niente, capita… no? adesso vado a
prenderli e poi busso a questa porta-.
Così il giovane tornò in
macchina, prese quelle benedette rose e ritornò davanti all’uscio, stavolta
suonò il campanello e poco dopo, ecco C18 che gli
apre:
-salve signora… sono venuto
per Marron… è pronta?-
-ciao Trunks, ecco perché è
chiusa in camera sua da ore, adesso vado a vedere se ha
finito-
-grazie-.
La donna scomparve dalla vista
di Trunks, che rimase sull’uscio senza sapere che cosa
fare.
-Marron, è arrivato il tuo
cavaliere! Sei pronta?-
-eh? È già qui? Digli che
arrivo subito-.
Trunks venne invitato ad
entrare in casa, non ci era mai entrato prima, era veramente un posticino
carino, con un sacco di quadri e piante, in giro c’era anche un gatto, Mony (sì… ecco… con i nomi non ho molta
fantasia).
Dopo un po’ ecco che arriva
lei, bella, molto bella, soprattutto agli occhi del sayan, che la guardava a
bocca aperta, era proprio carina con quell’abitino azzurro, le risaltava gli
occhi.
-ciao Trunks…- disse lei molto
imbarazzata
-oh… sì… certo… ti porto io in
un bel ristorante, vedrai- disse lui porgendole le
rose.
Così uscirono, la tensione era
alle stelle, lui era intento a guidare, lei a guardare il panorama, che tra
l’altro non le interessava, visto che il panorama più bello stava nel sedile
vicino al suo.
Goten era andato a casa di
Zoe
-ciao!- disse
lei
-ciao, hai già
mangiato?-
-no, stavo scegliendo cosa
preparare… che mi consigli?-
-ti va di cenare
fuori?-
-dici sul serio? Va bene, dove
andiamo?-
-in un posto… ora ti ci
porto-
-ok-.
Detto questo si addentrarono
nella foresta, la ragazza seguiva lui e le pareva che non avesse
meta.
Ad un certo punto si fermarono
davanti a una radura, gli alberi erano messi in cerchio attorno ad essa e
sembrava che si chinassero per proteggerla, per farla rimanere intatta, per far
sì che possa essere un posticino adatto a due innamorati, quali erano Goten e
Zoe.
-wow… io m’immaginavo un
ristorante… ma devo dire che così è molto meglio- disse lei felicemente
sorpresa
-so che non ti piacciono i
luoghi troppo affollati… ho cercato un posticino un po’ più
intimo…-
-grazie… l’hai fatto per me…-
-perché ti
amo-.
Ti amo, ti amo… queste parole
echeggiarono molte volte nella mente della sayan, erano molto importanti,
avevano un significato molto profondo, non si potevano certo dire al primo che
passa per strada… ma solo quando il sentimento per la persona a cui è rivolto è
veramente sincero.
Solitamente in questi casi
anche lei dovrebbe rispondere “anch’io ti amo”, ma Zoe non lo fece, è troppo
banale e scontato, e noi sappiamo bene che lei non è come tutti gli altri, così
lo guardò fisso negli occhi, per fargli capire quanto fosse onorata di quello
che aveva appena udito, poi lo baciò con passione.
Subito dopo entrambi si
diressero verso una tenda che c’era in mezzo alla radura, vicino c’era anche un
tavolino già apparecchiato per due, al centro della candida tovaglia c’era un
vaso con dentro dei tulipani, fiori semplici, ma
d’effetto.
-io… io non so cosa dire… è
semplicemente… fantastico…- disse lei quasi incredula che Goten, un gran
donnaiolo, le avesse preparato tutto quello
-infatti non devi dire niente,
solo sederti nel posto che preferisci, io arrivo
subito-.
La ragazza si sedette, era
veramente felice, si mise a pensare, dei ricordi le riempirono la memoria, c’era
lei e anche lui, avevano sette anni, lui le stava regalando una margherita, quel
fiore non l’aveva perso, l’aveva conservato tra le pagine di un libro che si
trovava sempre sul suo comodino.
Ricordò anche di quando, per
salvarla da un potente colpo di Zinegar, Goten si era messo in mezzo, esaurendo
tutta la sua energia. Tutto questo era per lei, solo per lei, forse è proprio
vero che, nel loro caso, l’amore non è mai comparso all’improvviso, ma c’è
sempre stato, fin dal loro primo incontro, ma allora erano troppo piccoli per
rendersene conto.
I pensieri di Zoe vennero
interrotti da Goten, che con una mossa da cameriere le mise il piatto davanti,
si guardavano, a volte gli sguardi dicono molto più delle parole, e loro si
stavano dicendo ciò che non avrebbero mai potuto dire parlando. (ho ripetuto la stessa cosa in due modi
diversi, ma mi sembra che stia bene).
Torniamo a Trunks e Marron,
non si erano detti una parola per tutto il viaggio, questo non era un buon
inizio.
L’automobile si fermò davanti
ad un bel ristorante, erano arrivati, scesero e si diressero verso l’ingresso,
un uomo composto e vestito nel solito modo dei ristornati andò davanti ai due
giovani.
-buonasera signor Briefs, mi
permetta di prenderle la giacca e di accompagnarla al suo
tavolo-.
I due vennero portati al loro
tavolo, era apparecchiato in modo impeccabile, con due candele e posate
d’argento, Marron aveva quasi paura di toccarle, tanto sembravano
preziose.
-le porto subito il menù,
signore-
-grazie-.
I due guardavano in giro, come
se avevano paura di guardarsi a vicenda, come se non stessero uscendo
insieme.
-ti piace il posto?- chiese
lui, dopo un po’
-sì… non ci ero mai stata, è
molto carino-
-ne sono contento, sono andato
un po’ a naso perché non conosco i tuoi gusti… ora che ci penso… io non conosco
proprio nulla di te…-
-è per questo che siamo usciti
insieme, per conoscerci, perché anche io non so niente di
te-
-bene… allora, cosa ti piace
fare?- cominciò a chiedere lui.
Finalmente stavano parlando,
lo spesso ghiaccio che si era formato, stava sciogliendosi e non avevano più
paura di guardarsi negli occhi.
La loro serata continuò
tranquilla, senza particolari colpi di scena, erano proprio entrati in sintonia,
forse avrebbe funzionato.
Anche nel bel mezzo del bosco
le cose andavano piuttosto bene, i due avevano parlato e riso per tutta la sera,
la cena era squisita, tutto merito della cuoca Chichi, aiutata anche da
Goten.
Ora i due erano sdraiati
sull’erba e guardavano le stelle, gli alberi incorniciavano quell’insieme di
stelle come un quadro, erano così tante.
-la Terra è parte di uno di quei sistemi?-
chiese Goten
-penso di sì, io e Gui abbiamo
impiegato circa sei mesi a velocità luce per arrivare
qui-
-ti manca, il tuo
pianeta?-
-no, è qui la mia vita
ora-.
I due rimasero in silenzio, si
stava veramente bene, la ragazza aveva la testa appoggiata alla pancia di lui,
il suo respiro era regolare, quel luogo ispirava un senso di
pace.
Mentre lui giocherellava con i
capelli di Zoe, lei stava pensando ancora alla loro
infanzia.
-che ne dici di andare in
tenda?- le chiese lui
-e se portassimo le coperte
fuori?-
-ottima idea, vado subito a
prenderle, ci metto un attimo-.
Poco dopo erano lì, stavano
per addormentarsi cullati dai suoni della foresta e dall’impercettibile
movimento del cielo.
-Goten?-
-sì?-
-io devo dirti una
cosa-
-va bene, sono qui
apposta-
-anche io ti amo, da
morire-.
Lui rispose baciandola
dolcemente, finalmente anche Zoe aveva trovato il coraggio di esprimersi, e
questo era l’importante.
Cominciavano a credere di
essere fatti l’uno per l’altra, credevano di aver finalmente trovato la mistica
anima gemella, un essere complementare, di cui non si può fare a meno e senza il
quale, si vive una vita a metà.
Alla fine, vinti dal sonno si
addormentarono, nella stessa posizione di prima e con le mani saldamente
unite.
Anche per Trunks e Marron la
serata era giunta al termine, lui la stava riportando a
casa.
L’accompagnò anche sull’uscio
di casa.
-sai, sono stata veramente
bene con te stasera-
-anche io sono stato
bene-
-credi che potremmo
rifarlo?-
-assolutamente, sei una
ragazza fantastica-
-grazie, anche
tu-.
I due smisero di parlare, si
era riformato lo stesso ghiaccio d’inizio serata.
-ehm… io vado, buonanotte-
disse lei aprendo la porta
-ah, va bene… allora ci
vediamo la prossima volta…- rispose lui, un po’
deluso.
La porta si chiuse, la ragazza
si appoggiò ad essa, perché se n’era andata così, perché era fuggita, lui era
lì, che aspettava solo un segno di lei… aveva sprecato la sua occasione, ora
sarebbe stato difficile rivedersi…
“devo assolutamente rimediare”
pensò all’improvviso.
La macchina non si era ancora
messa in moto, il ragazzo aveva appena finito di scendere i piccoli gradini che
portavano all’entrata e stava per aprire l’auto, quando Trunks sentì una
delicata mano prendergli il polso, si girò e vide Marron, che gli
disse
-non potevo lasciarti andare
così…-.
Dopo di ciò si avvicinò a lui
e lo baciò dolcemente sulla bocca, lui ricambiò subito e le loro lingue
cominciarono a danzare.
Finalmente lei poteva
assaporare il ragazzo che fino al giorno prima aveva solo sognato do toccare, di
baciare, era una sensazione magnifica e nessuno dei due avrebbe voluto che
finisse.
Poi lui, pienamente
soddisfatto, se ne andò, lasciando un gran sorriso sulla bocca della ragazza,
ora sì che era sicura che si sarebbero rivisti.
Facciamo qualche passo in
avanti, era passato un altro anno e mezzo, Zoe e Goten l’avevano vissuto
appassionatamente.
Chichi aveva chiesto più di
una volta al figlio quando le avrebbe finalmente chiesto di sposarlo, ma lui
rispondeva sempre che per ora erano felici così, ed era presto per pensare al
matrimonio, avevano solo 19 anni.
-in effetti è una cosa
difficile da pesare, ne devi essere assolutamente sicuro, il matrimonio è una
questione importante- diceva Chichi.
-è vero, io non credo che noi
siamo ancora pronti, non ne abbiamo mai parlato-.
Zoe, dal canto suo, ci aveva
sì pensato al matrimonio, ma aveva paura di entrare in argomento, perché non
voleva in alcun modo allontanare Goten da se, aspettava che fosse lui a fare
quella mossa importante.
Un giorno, come al solito, la
ragazza si stava dirigendo verso casa Son. Bussò alla porta, ma non aprì
nessuno, penso che Goten fosse in camera a studiare, si era messo veramente
d’impegno ultimamente, voleva trovare un lavoro decente per il futuro, mentre
Zoe, avendo già finito gli studi, lavorava alla “Capsule Corp.”, che ormai
apparteneva a Trunks, aiutato naturalmente dalla madre, in fondo le era andata
bene, non si era ritrovata a insegnare arti marziali a degli
incapaci.
Era felice, la sua vita le
piaceva, era perfetta, non avrebbe mai potuto desiderare di
meglio.
“forse dovrei lasciarlo
studiare…” si disse.
Ma all’improvviso sentì una
voce, una voce che proveniva dal piano di sopra, dove c’era la camera di Goten,
era una voce femminile, non era quella di Chichi, e neanche quella di Videl, che
spesso era in quella casa.
La ragazza non riusciva più a
pensare razionalmente, così salì di corsa le scale e, con suo grande sconforto,
notò che la voce proveniva dalla camera di Goten.
Così aprì velocemente la porta
e guardò inorridita la scena, non una parola, niente di niente, i fatti avevano
detto fin troppo.
Oltre a Goten, in camera,
c’era anche una ragazza, quella Jennifer, che, senza reggiseno, lo aveva
letteralmente bloccato al muro con le braccia, non si stavano baciando, ma a Zoe
venne in mente solo una cosa: tradimento, un’altra volta, solo che stavolta non
era un ragazzo qualsiasi, era Goten, il suo Goten, il ragazzo che amava più di
se stessa.
Alla fine la sayan si decise a
parlare, ma disse una parola, una sola parola che poteva solo far immaginare
come si sentisse lei.
-divertitevi…-.
Dopo questo se ne andò,
teletrasportandosi lontano, mentre la voce di Goten le
diceva:
-non è come pensi! Ti prego
non andartene!-.
In una sola parola aveva messo
dentro tutta la sua rabbia, la sua frustrazione, usando un tono inspiegabilmente
distaccato, ma che voleva dire tutt’altro, lui l’aveva capito, s’inginocchiò sul
prato davanti a casa sua, i pugni sbattuti sui poveri fili d’erba, niente
sarebbe stato più come prima, non avrebbe mai più potuto avere la fiducia,
l’amore, le carezze di Zoe, l’amore della sua vita, l’aveva perduta per sempre,
ed era solo colpa sua.
Sono
tornata, per le poche persone che seguono la mia ff. Ero rimasta in castigo per
motivi stupidi, così mi è stato tolto il computer (2 giorni di terribile
astinenza...).
6very6: scusami, ma mi manca l'ispirazione per il capitolo
ke devo mettere sull'altro, so cosa scrivere, ho anche provato a metterla giù,
ma le parole mi vengono così fredde, così prive di sentimento, è davvero
orribile. Il torneo era interplanetare, ma va bene lo stesso... ciaoooo!!
tvtttttttttbxs
emyc: eccoti il capitolo!! Scusami il leggero ritardo ma ho
100 cose da fare tutte insieme!! tvtttb
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Capitolo 18 *** Il torneo interplanetare ***
zoe
CAPITOLO 17: IL TORNEO INTERPLANETARE
Zoe si trovava in un parco,
era seduta su una panchina e aveva gli occhi rivolti verso il basso, uno sguardo
perso, assente, se fosse stata sdraiata qualcuno avrebbe potuto credere che
fosse morta, forse lo era davvero, morta, defunta, la sua anima, il suo essere,
non erano più gli stessi da quel giorno.
“non è come
sembra!”
Continuava a sentire le ultime
parole che le aveva detto Goten, era come se ci fosse un eco, un eco infinito
che continuava a trasmettere le stesse parole, un eco che faceva male, male da
morire.
Ad un tratto sentì una mano
che le si poggiava sulla spalla, lei si girò, e vide l’ultima persona che si
sarebbe aspettata di vedere: Trunks.
-ciao Zoe, com’è piccolo
l’universo, anche tu qui sulla Terra?- le disse lui, con fare amichevole,
evidentemente non sapeva nulla.
-ciao Trunks, che sorpresa,
sapevo che eri su un altro pianeta, ma non mi sarei mai aspettata di trovarti
qui…- disse lei, cercando di essere più spontanea che
poteva.
-qualcosa non va?- le chiese
lui, che la conosceva troppo bene per non intuire che stava
male.
-no, tutto bene…- finse
lei.
-io non ci casco mica eh? Dai
dimmi che cos’ hai,si vede lontano un miglio che hai solo bisogno di
parlarne-
-te l’ho detto… non c’è niente
che non va-
-ne sei sicura? Allora perché
ti sta scendendo una lacrima?-.
Era vero, Zoe stava piangendo,
non l’aveva ancora fatto, non aveva ancora esternato il suo
dolore.
-io… io non so che ci faccio
qui… so solo che non voglio più vedere Goten, neanche in foto!- disse lei mentre
cominciava a singhiozzare.
-perché? Che ti ha
fatto?-
-lui… lui… mi ha tradita! Li
ho beccati insieme e non ce l’ho fatta…-.
Le sue parole vennero
interrotte dal pianto, Trunks non disse niente, qualsiasi cosa sarebbe stata
stupida, l’unica cosa che fece fu abbracciarla, nel vano tentativo di
consolarla.
Quando si fu un po’ calmata,
Trunks le disse
-c’è sicuramente una
spiegazione… lui ci teneva così tanto a te…-
-evidentemente si è stufato di
me…-
-non si sarebbe mai stufato di
te, prova a parlarci, magari non è come sembra…-
-che è? Stai dalla sua parte?
E io che ti credevo un amico…-
-non sto dalla sua parte, ti
sto solo dicendo il mio sincero parere-
-in ogni caso io non ci parlo
più con lui, credo che mi trasferirò qui, sulla
Terra-
-e intendi scappare così?
La Zoe che
conosco si sarebbe battuta con le unghie e con i denti per le cose in cui
credeva-
-la Zoe che hai davanti non crede più in
niente!-.
Questa cosa fece sobbalzare
Trunks, non aveva mai visto la sua amica così disperata, era veramente
distrutta.
-scusami, non volevo… senti,
non ti trasferire, ti prego…- le disse Trunks con
dolcezza.
-no, scusami tu… me la sto
prendendo con la persona sbagliata, credo che ci
penserò-
-brava… ora, permettimi di
portarti in un bar, ne conosco uno dove fanno il sorbetto più buono del
mondo-
-ok,
grazie…-
-a che servono gli
amici…-.
I due si trovavano a Roma e
passarono davanti a molti importanti monumenti, come il Colosseo e
la Basilica
di S. Pietro, i terrestri s’erano dati da fare.
Finalmente giunsero al bar che
diceva Trunks e si sedettero ad un tavolo all’aperto, ma all’ombra, quel giorno
era particolarmente caldo.
-allora Trunks, sono stufa di
parlare di me. Tu con Marron…- chiese Zoe, che preferiva non pensare a quello
che le era successo.
-ecco… ci siamo mollati
qualche mese fa…-
-coosa! Davvero? Ma… a me lei
non ha detto niente, a parte che è da un pezzo che non la sento… ma, perché vi
siete lasciati? Stavate così bene…-
-emh… non c’era affinità…
diciamo così- disse lui visibilmente imbarazzato.
-credo che tu non mi stia
dicendo qualcosa…- lo guardò lei con aria poco
convinta.
-non è semplice… da
raccontare…-
-provaci, abbiamo moolto
tempo-.
La sayan diventava sempre più
curiosa, sembrava che ci fosse qualcosa di
interessante.
-ecco… noi siamo usciti una
sera come molte altre volte, abbiamo parlato, riso, ci siamo divertiti, ci siamo
baciati… un po’ come al solito…-.
-capisco…- disse lei che non
vedeva l’ora di sapere la continuazione.
-poi l’ho accompagnata a casa,
sempre come al solito, solo che non c’era in casa nessuno… così mi ha invitato
ad entrare… sì insomma… era da un bel po’ che ci frequentavamo, ma non avevamo
mai…- Trunks si interruppe, ma la frase la finì
Zoe.
-… fatto
sesso-
-esatto, così pensavamo che
quella era l’occasione giusta, così siamo andati in camera sua
e…-
-sì sì, ho capito, non voglio
i dettagli!-
-meglio così, perché è stato
un disastro, era la prima volta per entrambi, ma è stato
catastrofico!-
-mmh… avete riprovato
poi?-
-sì, ci abbiamo riprovato… ma
abbiamo capito che non era il fatto di essere inesperti, eravamo noi, che non
andavamo bene insieme, così abbiamo deciso di
chiudere-
-ah… che
peccato…-
-eh
già…-
-e, ti sei
ripreso?-
-sì, anche piuttosto in
fretta, forse mi considererai un insensibile, ma mi sono innamorato di una
terrestre-
-e cosa aspettavi a
dirmelo!!-
-emh… tu non me l’hai
chiesto…-
-dai, dimmi chi è, in che
città abita?-
-in questa… stavo proprio
tornando da casa sua, quando ti ho incontrata-
-e bravo Trunks… da quanto
state insieme?-
-un mesetto circa, ha appena
finito gli studi liceali, dovrebbe andare all’università, è molto
intelligente-
-ne hai trovata una alla tua
altezza… la sai una cosa? Credo che tornerò su Earth e me ne fregherò di Goten,
ce la posso fare, no? io sono una sayan, niente mi può
fermare-
-ho sentito di un nuovo torneo
interplanetare, pensi di partecipare?-
-anche a me mi era sembrato di
sentire una cosa simile, credo che parteciperò-
-ora ti
riconosco!-
-grazie Trunks, ti devo un
favore-
-per così
poco…-
-tu non
partecipi?-
-no… credo proprio di
no-
-che peccato… allora io vado,
alla prossima!-
-verrò certamente a
vederti-
-ci
conto.-
Detto questo la ragazza si
alzò e corse in una via un po’ nascosta, dove si concentrò per teletrasportarsi
sul suo pianeta.
Goten era distrutto, da quando
Zoe l’aveva beccato con la sua ex, aveva smesso di studiare, perché studiare?
Perché impegnarsi per trovare un lavoro, quando non sarebbe servito per
mantenere la donna che amava? Esatto, si era deciso, le avrebbe voluto chiedere
di sposarlo, non appena avesse dato quell’ultimo esame che gli mancava.
Ora non aveva più senso, se
non poteva avere Zoe, non aveva motivo di trovarsi un lavoro, sarebbe
invecchiato nella casa dei suoi genitori triste e solo, ecco quello che si
meritava, morire solo come un cane, lei si meritava di
meglio.
Sua madre era preoccupata,
bussava alla sua porta chiedendo spiegazioni.
-ehi Goten, stai studiando?
Perché domani hai l’esame e lo devi passare,
capito?-
-no mamma, non farò
quell’esame, non m’interessa trovare lavoro-
-ma che cosa dici? Io non so
quello che è successo con Zoe, ma devi riprenderti, qui c’è in gioco il tuo
futuro!-
-non me ne frega un cazzo del
mio fottutissimo futuro! Io lo facevo solo per lei! E ora lasciami in pace!- (ehm… mi è scappato…
XDXDXD).
Chichi era rimasta
esterrefatta, mai suo figlio le si era rivolto in quel modo, non era da lui, lo
conosceva molto bene, decise di lasciarlo stare, stava veramente male, forse
prima o poi questa cosa gli sarebbe passata e avrebbe ripreso gli studi, ma per
ora era meglio lasciarlo stare.
Zoe andava in giro per
la Città
dell’Est, ovunque c’erano manifesti del torneo, si sarebbe svolto otto mesi dopo
su un pianeta disabitato e poco lontano, vi erano le caratteristiche che ogni
partecipante doveva avere, innanzitutto dovevamo avere una buona esperienza
nella lotta e una buona capacità di sopportare una gravità 10 volte superiore a
quella earthiana, per la nostra Zoe era uno scherzo, sperava di incontrare gente
forte di altri pianeti, così si sarebbe anche
divertita.
Nonostante fosse già
abbastanza sicura di se, decise che un minimo di allenamento le avrebbe fatto
bene, pensava di portarsi dietro anche Pan, era piccola, ma
forte.
Decise di andare da Vegeta,
voleva sapere se partecipava anche lui, così si alzò in volo e si precipitò
verso la sua abitazione.
-ciao Bulma! Vegeta è in
casa?-
-sì, si sta allenando, come al
solito, da quando Goku è partito ha ricominciato, non ha nessuna intenzione di
rimanere indietro, sai com’è fatto…-
-ti ha parlato del torneo che
ci sarà tra qualche mese?-
-sì, gli ho chiesto se
partecipava, ma mi ha detto di no, non aveva intenzione di scontrarsi con degli
incapaci-
-Ah, ok, non fa
niente…-
-e tu? Pensi di
andare?-
-io penso di sì, così mi
distraggo un po’, porterò anche Pan, è un buon modo per
allenarsi-
-va bene, ti va di entrare a
prendere qualcosa?-
-no grazie, vado ad allenarmi.
Allora ciao!-
-ciao!-.
Che strano, non aveva parlato
di Goten, era pure sola, chissà che cos’era successo, Bulma decise di chiamare
Chichi, sicuramente lei ne sapeva di più.
-pronto?-
-ciao Chichi, sono
Bulma-
-oh, ciao Bulma, come
va?-
-tutto bene, ascolta, volevo
chiederti una cosa. È appena venuto Zoe a casa mia, senza tuo figlio, parlava
del torneo, di voler partecipare, ma mi sembrava strana, non è che è successo
qualcosa?-
-anche io ne so poco, Goten è
chiuso in camera sua da giorni, si rifiuta di studiare e di uscire, credo che si
siano lasciati e dall’apparenza non credo che sia stata una cosa
semplice-
-ah… che peccato, sembrava che
si volessero sposare…-
-era quello che speravo…
scusami, ma non ho molta voglia di parlarne… ti
saluto-
-ciao-.
Chichi aveva agganciato
subito, la situazione era critica, ma lei non poteva farci nulla, anche se
avrebbe tanto voluto aiutarli.
A Chichi venne un’idea, e se
avesse chiesto a Goten di partecipare al torneo? Sicuramente si sarebbe
distratto un po’, si sa come sono fatti i sayan, a loro piace tantissimo
combattere.
Andò a bussare ala porta del
figlio.
-scusa se ti disturbo, ma devo
dirti una cosa importante, ti prego, aprimi- supplicò la
donna.
Un Goten molto svogliato aprì
e fece entrare la madre.
-che mi devi
dire?-
-ascolta, tra otto mesi ci
sarà un torneo interplanetare, partecipa, ti
distrarrà-
-se c’è una cosa di cui non ho
bisogno ora è un torneo-
-da quello che so, i sayan si
distraggono con i combattimenti, prova, non ti costa
niente-
-devo pensarci
su-
-so che questo non ti
invoglierà di più ad andare, ma parteciperà anche
Zoe-
-Zoe? Sul
serio?-
-me l’ha detto Bulma poco
fa…-
-devo
pensarci…-
-ok, poi
dimmi…-.
Chichi era contenta, questo
avrebbe aiutato suo figlio e così sarebbe tornato quello di sempre, non le
piaceva il fatto che se ne stesse sempre in casa come un vecchio pensionato,
aveva 19 anni, aveva ancora tutta una vita da vivere e non poteva permettergli
di buttarla via in quel modo.
Il ragazzo si sdraiò
nuovamente sul setto, si mise a pensare, forse quella era un’occasione per
riconquistare Zoe.
Cominciò ad elaborare un
piano, si mise a sedere sul letto con la testa appoggiata alle mani; alla fine
giunse ad una conclusione, ad un piano.
Si fiondò fuori di casa con la
tuta da combattimento e passò sfrecciante davanti a sua madre, che sorrise,
aveva fatto bene a dirgli del torneo.
Si allenò i mesi rimanenti in
una stanza ad una gravità elevatissima, voleva essere forte, molto forte, voleva
dimostrare a Zoe che non era uno scansafatiche, voleva dimostrarle che,
nonostante tutto, lei poteva permettersi di meritarlo, perché lui si stava
impegnando come mai aveva fatto nella sua vita, vita che forse stava cominciando
a riprendere la piega giusta.
Il giorno del torneo arrivò in
fretta, tutti si stavano dirigendo verso il pianeta prescelto, ognuno sulla sua
navicella, tranne Zoe a Pan, che arrivarono col teletrasporto della prima,
perché perdere tempo quando si avevano i mezzi per arrivare
prima?
Anche Goten si diresse verso
il pianeta, sulla sua navicella c’era un sacco di gente: la sua famiglia,
eccetto suo padre, che ormai era dato per disperso, e la famiglia di Trunks, cha
andò tutta per passare una giornata come ai vecchi tempi, i tempi del Tenkaichi
(non sono sicura che è giusto come l’ho
scritto…), di cui non si sentiva parlare da un po’ di
tempo.
Il ragazzo partecipante andò
al banco delle iscrizioni per dare il suo nome.
-nome?-
-Son
Goten-
-età 20
anni-
-mmh, molto giovane, è sicuro
di riuscire a sopportare questa gravità?-
-certo che sono
sicuro!-
-bene, vada in fondo a destra,
c’è lo spogliatoio, poi se va dritto c’è il luogo d’incontro, dove si
svolgeranno i preliminari, ai quali passeranno solo 16 partecipanti, che si
scontreranno nel ring principale-
-grazie… senta, non è che si è
iscritta una ragazza giovane, capelli rossi, bellissimi occhi verdi… si, ecco…
chiamata Zoe?-
-perché lo vuole
sapere?-
-è una mia
amica…-
-aspetta che vedo… sì, eccola
qui-
-grazie
mille-.
Era proprio vero, anche lei ci
sarebbe stata, non poteva permettersi alcun errore, il suo piano non era
perfetto, ma valeva la pena provarci, non aveva nulla da
perdere.
Zoe e Pan erano nella palestra
dove si sarebbero svolti i preliminari, la piccola stava facendo un po’ di
ginnastica, per evitare brutti strappi, la ragazza la osservava, aveva solo 8
anni, quasi l’età del suo primo torneo, solo che la piccola figlia di Gohan era
molto diversa da lei, lei era una bambina solare e molto vivace, non come la
cupa e solitaria Zoe da bambina.
Era solo grazie agli amici che
aveva conosciuto su Earth che aveva cambiato atteggiamento, era pur sempre
introversa, ma un minimo d’ironia erano riuscita a
trasmettergliela.
Ma non era da biasimare, non
aveva certo avuto un’infanzia facile, allenarsi otto anni della sua vita con il
solo scopo di vendicare la morte dei genitori, era una vera fortuna aver
incontrato persone come Goku, Chichi, Bulma e, diciamo anche Vegeta, che l’hanno
trattata come una figlia, e poi non dimentichiamo Trunks, Marron e anche Goten,
soprattutto Goten, la sua felicità, ma anche la sua sofferenza in quel
momento.
Zoe era assorta nei suoi
pensieri, quando la piccola le prese la mano.
-ehi! C’è lo zio
Goten!-.
Cosa? Goten lì? Al torneo? Non
era possibile, come se tutto non bastasse…
-dai Pan, vai a salutarlo, se
vuoi-
-io vado, ma… perché tu non
vieni?-
-diciamo che io e tuo zio non
andiamo più d’accordo…-
-che peccato… io
vado!-.
Beata ingenuità, come
invidiava la piccola, lei era così leggera, come una nuvola, che volava al di
sopra della pesantezza dei problemi che ha in serbo la vita.
Poco dopo arrivò un essere
piuttosto basso, di un colorito azzurrognolo, apparteneva ad uno strano pianeta,
andò su una pedana e cominciò a parlare, i preliminari stavano per
cominciare.
C’erano davvero tanti esseri,
di tutti i colori e di tutte le forme, alcuni piccoli, altri enormi, ma nessuno
di loro poteva eguagliare il livello energetico dei nostri
sayan.
C’erano vari ring, sedici per
precisare, e i partecipanti erano stati divisi a seconda del numero da loro
pescato, per fortuna Zoe, Goten e Pan non erano negli stessi gironi, così si
sarebbero incontrati alle finali.
Zoe battè tutti i suoi
avversari con estrema facilità, tanto che più di uno si arrese prima che fosse
esausto, fu la vincitrice del suo girone.
Poi andò a guardare Pan, il
cui girone non era ancora concluso, era soddisfatta, aveva allenato una bambina
leale, testarda e soprattutto, forte, strano che non riuscisse ancora a
diventare super sayan, nonostante tutti i suoi sforzi, forse, essendo sayan solo
per il 25% non ci poteva più riuscire, anche se sembrava molto
improbabile.
I preliminari si conclusero e
i sedici vincitori andarono tutti fuori, dove un pubblico urlante li
accolse.
Goten guardò Zoe, che era a
pochi metri da lui, era bellissima, dopo mesi senza averla vista, non le avrebbe
mai tolto gli occhi di dosso.
Anche da lontano, potè
scorgere quei tratti di sofferenza che non se n’erano ancora andati, non era
naturale, era assente, sembrava che stesse pensando a tutt’altro, nel bel mezzo
di un torneo, non era decisamente da lei, forse la sua presenza era di troppo,
sperava solo di essere perdonato.
All’improvviso anche lei si
girò dalla sua parte, lo guardò, con occhi offesi, frustrati, ma dai quali si
poteva ancora scorgere il profondo amore che ancora provava per lui, si girò
dopo pochi attimi, Goten voleva andare da lei, non ce la faceva più, doveva
parlarle, al diavolo il piano, ma un essere piuttosto grosso si mise tra i due
togliendo a lui la vista di lei. Quando Goten superò l’ingombrante individuo, la
ragazza non c’era più, si era spostata, smise di cercarla con lo sguardo quando
il telecronista annunciò l’inizio del torneo.
Chissà se avrebbe mai avuto
una possibilità, chissà se avrebbe ancora stretto fra le braccia quel corpo così
forte, ma fra le sue braccia così fragile, chissà se avrebbe ancora assaporato
il suo sapore, chissà se avrebbe ancora provato sensazioni che solo lei gli
regalava.
Perché il suo piano
funzionasse, bisognava che fossero stati avversari, cosa che sperava, ora non
poteva fare altro che aspettare e porre tutte le sue speranze nel piano da lui
ideato.
Ke bello!!!
4 recensioni!!! GRAZIE!!!! Me commossa... non so il perchè, ma mi piace il pezzo
alla fine dove lui vuole andare da lei ma non ci riesce perchè scompare... mi
sento in dovere di ringraziarvi tutte:
emyc: ho aggiornato appena avevo un po' di tempo, ovvero il
sabato, visto che per me è un giorno sacro, dedicato completamente al
nullafare... 1 kiss... tvtttttb
martozza: ciao!!! Sono contenta ke la storia piaccia anche
a te, io l'adoro, credo che sia la migliore idea ke abbia mai avuto, anke se me
ne frulla un'altra in testa... ma x ora non ci penso molto... Jennifer x me ha
un significato simbolico, cioè rappresenta tutte quelle ragazze ke se la
tirano e ke pensano di avere il mondo ai loro piedi, ma non sempre riescono nel
loro intento... ok ti ho annoiata abbastanza... il prossimo capitolo sarà
sicuramente meglio di questo, visto che non succede quasi niente..
kiss
6very6: ciao amoooooo!!! IO una grande scrittrice??? Me è
molto lusingata... ma poco convinta che sia vero... tu sei veramente brava!! e
non lo dico tanto x... cmq grazie x il consiglio, di solito sento i sum41...
forse se cambio mi vengono le idee giuste... la tua storia l'ho appena letta
sull'altro sito, ho lasciato un commento. 1 kiss...
tvttttttbxs
LORIGETA*: grazie!! Anke le tue storie mi piacciono 1
sacco!!! kiss... tvtttb
Mi aspetto
anche la prox volta tanti commenti!!!!! Grazie 1000!!!
kiss by
black91
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Capitolo 19 *** Una canzone ***
zoe
CAPITOLO 18: UNA
CANZONE
Una folla entusiasta
applaudiva i combattenti, i quali stavano all’aperto, soggetti ad una gravità
piuttosto elevata per un normale essere umano, ma i guerrieri che avevano
superato le eliminatorie sembrava che non la sentissero neanche, erano tutti
molto potenti e non vedevano l’ora di scontrarsi per dimostrare la loro forza,
tutti si pavoneggiavano davanti a tanta gente, tutti tranne i sayan, avevano ben
altro da fare.
La costruzione somigliava ad
una enorme ciambella, solo che al posto del buco c’era il solito ring
quadrangolare, e al posto della ciambella c’erano i posti a sedere e dentro
questa ciambella gigante c’erano gli spettatori, che non erano soggetti alla
gravità del pianeta, poiché la nostra dispensa di calorie immaginaria (la
ciambella) era ad una gravità controllata
Poco dopo cominciò a parlare
il telecronista, chiuso in una navicella anti-gravità (come la
ciambella).
-ecco i partecipanti di questo
torneo! Ci auguriamo che siano forti e che ci facciano godere un bello
spettacolo, ma soprattutto, auguriamogli buona
fortuna!-.
I primi che si dovettero
scontrare furono due personaggi sconosciuti, il loro livello era molto alto, il
pubblico era in delirio, ma ancora non aveva visto niente.
Nel terzo incontro si
scontrarono la piccola Pan contro un omaccione tutto bianco (l’uomo bianco! Scappate!!! … ehm… non badate
ai miei scatti di pazzia… XDXD…).
I due scesero in campo e il
pubblico ammutolì, non si aspettavano che una bambina partecipasse al torneo e
si chiedevano come avesse fatto a superare le
eliminatorie.
Solo chi la conosceva bene la
incitava, soprattutto sua nonna Chichi.
-ehi piccolina, non so come
hai fato ad arrivare fino a qui, ma non ho intenzione di farti troppo male,
quindi arrenditi… è la cosa migliore- le disse l’uomo
bianco.
-non ci penso neanche, anzi,
ti consiglio di batterti al massimo della tua forza, così ci divertiamo
entrambi- gli rispose lei con una vocina
amichevole.
-ascolta… io non picchierei
mai una bimba…-
-ma io non sono una bimba, ho
8 anni e sono figlia di un sayan- disse lei battendosi fieramente il petto con
un pugno.
-f… figlia di un sayan… credo
che questo cambi un po’ le cose, ho sentito di questi esseri… si dice che siano
dotati di una grande forza-.
-hai proprio ragione, ora
vorrei cominciare l’incontro… credo che quelli là si stiano annoiando- rispose
la bambina additando il pubblico.
Finalmente cominciarono,
l’uomo bianco non se la cavava male, per uno come lui era anche piuttosto forte,
ma non potè nulla in confronto alla piccola sayan, che lo stese dopo una ventina
di minuti con un potentissimo calcio allo stomaco, che lo fece volare fuori dal
ring tutto dolorante.
-mi dispiace… mi eri
simpatico- disse Pan andandogli incontro.
-non ti preoccupare, sei più
forte tu… farai molta strada piccola- le rispose l’uomo bianco alzandosi a
fatica.
Il nuovo amico della piccola
venne portato via da alcuni infermieri e sparì nella ciambella, anche la piccola
Pan tornò nel luogo dove erano tutti radunati.
-hai visto Zoe, come sono
stata brava-
-molto brava, non gli hai
fatto molto male-
-no… mi era
simpatico-
-brava
bambina…-.
La piccola corse da Goten
felicissima.
-hai visto
zietto…-.
Per quanto sarebbe andata
avanti così? Per quanto Zoe avrebbe ancora sofferto per lui? La ragazza non
sopportava il fatto di essere a pochi metri di distanza da lui, avrebbe voluto
parlarci, dirgli che lo perdonava, che lo amava con tutta se stessa, ma non
poteva, lui l’aveva tradita, tradita, una parola semplice, ma tagliente quanto
un rasoio, non poteva fare finta di niente, non era una povera illusa, non si
sarebbe mai più fatta infinocchiare da nessuno, e questa era una
promessa.
Gli incontri che seguirono non
furono molto entusiasmanti, fino a quando non toccò a
Goten.
Lui si sarebbe dovuto battere
con un piccolo esserino viola, appartenente ad un pianetucolo
sconosciuto.
-ehi ragazzino non provare a
sottovalutare la mia altezza-
-non lo stavo pensando neanche
lontanamente…-
-bene, credo che andremo
d’accordo-
-se lo dici
tu…-.
Dopo questo breve dialogo
l’incontro finalmente cominciò, peccato che il piccolino andò subito a sbattere
contro la ciambella, perdendo l’incontro, era bastato solo un pugno al nostro
sayan per metterlo KO.
“ops… forse dovrei dosare la
mia forza…” si disse Goten.
“cavoli! Quel piccoletto non
era proprio un buono a nulla, era piuttosto forte… e Goten l’ha steso in meno di
un secondo… pazzesco!” pensò subito dopo Zoe.
Goten l’aveva sorpresa, non se
lo ricordava così forte, lo conosceva come un ragazzo pigro che non amava
combattere, invece si trovava davanti un Goten dalla forza nascosta
straordinaria, e dire che non aveva usato neanche un briciolo della sua reale
potenza.
Anche Gohan e Trunks si erano
molto sorpresi della sua forza.
-caspita… certo che mio
fratello deve essersi allenato molto per raggiungere quel
livello…-
-è vero…- rispose
Trunks.
-eh già… invece di studiare si
è allenato negli ultimi tempi, proprio come farebbe suo padre…- rispose Chichi,
soffermandosi verso le ultime parole, suo marito le mancava tanto, erano ormai
quattro anni che se n’era andato e non passava giorno che lei non sperasse di
vederlo arrivare dal cielo, come un angelo, il suo angelo… ma lui era Goku,
l’uomo più forte dell’intero universo e lei era sua moglie, non avrebbe mai
potuto chiedergli di restare a casa, la loro non sarebbe mai potuta essere una
vita normale, ma aveva imparato a farsi bastare il fatto che lui l’amasse in
modo sincero.
-bravo zietto!!!! Lo sapevo
che avresti vinto!- lo accolse Pan con un sorriso
solare.
-grazie piccola, credo di aver
sopravvalutato il mio avversario- rispose lui che ancora non si capacitava della
sua facile vittoria.
-ma perché tu e Zoe non vi
parlate più? Lei mi ha detto che avete litigato…- chiese la piccola con un’aria
interrogativa.
-esatto… ma è solo colpa mia…
lei fa bene ad essere arrabbiata con me… mi sono comportato male nei suoi
confronti…-
-anche se lei ti odia io lo so
che ti vuole ancora tanto bene… lo leggo nei suoi occhi quando le parlo di te…
però è triste…-
-non ti preoccupare… vai da
lei, io tanto sono sempre qui-
-ok,
ciao!-.
La piccola correva avanti e
indietro tra i due, era proprio una situazione delicata, a Pan questa cosa non
piaceva neanche un po’.
Ricordava i tempi quando si
intrometteva tra i due piccioncini, si divertiva tanto con loro, quando erano
insieme erano sereni ed era piacevole stare con loro, ora invece laddove prima
ardeva il caldo fuoco dell’amore, c’era una spessa lastra di ghiaccio, che
sembrava aver congelato anche i loro cuori.
Dopo numerosi incontri, verso
la fine toccò anche a Zoe.
Si trovava davanti al suo
avversario.
-ma che bella ragazza! Mi
dispiace doverti battere-
-oh, questo non accadrà, puoi
starne certo- gli disse lei con uno sguardo di
ghiaccio.
-vorrai
scherzare…-
-io non scherzo mica…
cominciamo!-.
E l’avversario cominciò a
tirare dei velocissimi pugni a Zoe, ma lei li schivava come niente, dopo alcuni
minuti si stufò e decise di mettere fine all’incontro alla sua maniera, ovvero
sorprendendolo da dietro e colpendolo mandandolo fuori dal
ring.
Gli incontri successivi furono
simili a questi, nessuno poteva fermare i sayan, erano troppo
forti.
Alla fine rimasero solo in
sei: Zoe, Pan, Goten e altri tre personaggi, uno di loro emanava una potenza
incredibile, aveva sconfitto i suoi avversari con estrema facilità e poteva
ancora riservare sorprese.
La ragazza dai capelli rossi
aveva appena sconfitto un avversario, se avesse vinto anche l’incontro che le si
presentava dopo, avrebbe partecipato alla finale, ora toccava alla piccola Pan,
doveva combattersi contro il tizio che sembrava
forte.
-attenta Pan, non abbassare
mai la guardia, quello sembra forte, non è come gli altri- le suggerì
Zoe.
-va bene, farò attenzione,
perché se vinco poi mi scontro con il mio zietto, così lo batto anche stavolta-
disse Pan sempre sorridente, ricordando il suo ultimo torneo di qualche anni
prima.
Si diresse al centro del ring,
di fronte al suo avversario e, non appena sentirono il suono d’inizio incontro
cominciarono a scontrarsi.
Pan tirava numerosi pugni, ma
il suo avversario li parava senza grande
difficoltà.
-avanti piccola, lo so che
puoi fare di meglio, non ti trattenere, non sono come gli incompetenti che hai
incontrato prima- le disse.
Così anche la piccola cominciò
ad impegnarsi di più e riuscì a tirare un calcio al suo avversario, che cedette
solo per un attimo, per poi scomparire a velocità supersonica sorprendendola da
dietro con un calcio alla schiena. Pan venne spinta per alcuni metri in avanti,
ma, cadendo quasi in verticale, riuscì, dopo aver compiuto un salto mortale, a
spingersi con le gambe verso l’avversario, che purtroppo schivò il suo
pugno.
L’incontro sembrava più
difficile del previsto, il suo avversario, che si chiamava Liho, era un osso
duro.
I due cominciarono uno scontro
da vicino e usavano entrambi colpi fortissimi e velocissimi, sembravano pari,
cominciarono ad alzarsi dal ring, fino a che Pan non fu colpita prima con una
ginocchiata alla pancia e poi buttata sul ring dalle due mani strette a pugno di
Liho. Si creò un gran polverone, il pavimento era stato sfondato, la caduta era
stata violenta, ma la piccola Pan non si arrese e, asciugandosi il rivolo di
sangue che le colava dalla bocca, tornò
all’attacco.
“cavoli, Pan è in difficoltà…
quel tipo è forte, forse troppo per lei…”.
Dietro le quinte (non si se è giusto da dire) c’erano solo
i due sconosciuti, Zoe e Goten, quest’ultimo si avvicinò alla ragazza, doveva
tentare il tutto per tutto.
-credo che Pan abbia trovato
pane per i suoi denti…- disse lui per rompere il
ghiaccio.
-lei vincerà…- rispose Zoe, in
un tono alquanto scocciato, gli diede le spalle.
-lo so che non mi vuoi
parlare, so che mi odi, so come ti senti, so anche che è tutta colpa mia, ma io
ti posso spiegare…-.
La ragazza stava zitta, come
se non lo sentisse.
-ti prego… dì qualcosa… non
rimanere zitta…- la supplicò il ragazzo.
-che dovrei dire… io non ho
assolutamente nulla da dire… non ho parole…- disse la rossa con tono
distaccato.
-senti… ascoltami, per
l’ultima volta se vuoi, ma lasciami spiegare…-.
Goten fece una pausa, non si
aspettava una risposta, doveva formulare le frasi nel modo
giusto.
-quel giorno io stavo
studiando per il mio esame, come al solito, quando sento il campanello suonare,
credevo che fossi tu, così vado ad aprire, ma non trovo te, mi vedo davanti
Jennifer che mi chiede se poteva entrare perché doveva dirmi una cosa importante
riguardo all’esame. Io le dissi che poteva dirmela anche lì, ma lei insistì, mi
disse che era lunga, così la portai in camera, dove era più
tranquillo…-.
Zoe ascoltava le parole che
uscivano dalla bocca di Goten, rivisse quel giorno e le venne un groppo in gola,
no… non doveva piangere, lei non era debole, lei era forte, era una sayan, e i
sayan non piangono, perché piangere è segno di
debolezza.
-… lei cominciò a parlare, ma
non parlava dell’esame, mi chiedeva scusa per quello che era successo anni fa e
che non sarebbe mai più successo, mi chiese di rimetterci
insieme…-.
Questo fece malissimo al cuore
della nostra sayan, il groppo era insopportabile, non sarebbe riuscita a
trattenerlo ancora, ma aveva una grande forza di volontà, e con uno sforzo
immane cercò di trattenere le lacrime.
-… io rifiutai, dissi che
amavo te, e solo te… che non avrei mai cambiato idea, per nessun motivo al
mondo. Lei non si arrese e cominciò a venire pericolosamente verso di me,
cominciando a togliersi la maglietta… sotto non aveva il reggiseno…
probabilmente aveva architettato tutto, io mi allontanai dicendole di uscire, di
non farsi più vedere, che era solo una troia, solo che era sul mio letto vicino
a me, le parole che avevo detto l’avevano colpita, credo, perché la sua
espressione era cambiata, ma fu a quel punto che entrasti tu… io non sapevo che
cosa dire, era veramente una brutta sensazione, ero spiazzato, ti vidi con
quell’espressione, che non ti apparteneva, scappasti via, io ti corsi dietro, ma
tu non c’eri più. Solo allora realizzai di aver rovinato
tutto…-.
Zoe cominciava ad avere gli
occhi lucidi, aveva abbassato lo sguardo, lui sembrava sincero, e probabilmente
lo era, ma lei aveva sofferto troppo, non bastava così poco per perdonarlo, così
rimase in silenzio, col cuore a pezzi che piangeva le lacrime che non volevano
uscire dai suoi bellissimi occhi verdi.
-… sappi che io ti amo ancora,
sei tutto per me, senza di te la mia vita non ha
senso…-.
La ragazza aveva sentito
abbastanza, si alzò e andò lontano da lui, lontano per non sentire più la sua
voce, lontano per non percepire le vibrazioni della sua aura, ma mai lontano
abbastanza per non sentire l’amore profondo che li teneva così uniti, l’aveva
capito, anche lui stava per piangere, anche lui soffriva, ma allora perché non
lo perdonava? Questione d’orgoglio? Forse sì… era forse quel maledetto orgoglio
che vietava ai due innamorati di rimettersi insieme? Forse non era tutto, ma
certamente ci metteva la sua parte.
Zoe non tratteneva più le
lacrime, si mise a piangere silenziosamente e da sola, in un angolo della
stanza, il pavimento era bagnato e lei aveva perso completamente il controllo di
se, finalmente dava libero sfogo alla sua
sofferenza.
Anche Goten si era rifugiato
ad un angolo della stanza, aveva provato a parlarle, ma senza molto successo,
ora restava solo una cosa da fare e lui sperava tanto che
funzionasse.
L’incontro tra Pan e Liho
stava giungendo al termine, la piccola era stremata, stava a malapena in piedi,
ma non voleva arrendersi, non in quel modo, ma finì rovinosamente a terra, fuori
dal ring, aveva perso.
-no!! La mia povera
nipotina!!- strillò Chichi.
-bambina mia…- disse Videl con
una mano sulla bocca.
-Pan, sei stata brava… devo
dire che mi hai sorpreso, sei forte, una vera sayan- disse Gohan a bassa
voce.
Videl si precipitò nel posto
in cui la piccola stava per essere portata:
l’infermeria.
Zoe aveva seguito questo
ultimo pezzo e, asciugandosi le lacrime, andò da Pan che era stesa su un
lettino.
-ciao
Pan-
-ciao Zoe…
scusa…-
-perché mi chiedi
scusa?-
-perché ho
perso-
-ma sei stata bravissima,
quello era un avversario troppo forte per te, sei una sayan, ma sei anche una
bambina, e quello non era un avversario alla tua portata, ma vedi che con un po’
di allenamento lo superi-
-certo… e sarai tu ad
allenarmi, vero?-
-certamente… ora pensa solo a
riposarti-
-va
bene-.
Pan venne portata in una
stanza, lì l’avrebbero curata, era in buona mani, non c’era nulla da temere, e
poi stava arrivando Videl.
-ciao Zoe! Pan è lì dentro?-
chiese Videl.
-sì, la stanno
medicando-.
La donna entrò, mentre Zoe
tornò nella sua posizione, voleva osservare lo
scontro.
Goten vinse con molta
facilità, il suo avversario era una cicca, era come tutti gli altri, così fu
presto il turno di Zoe, che sconfisse il suo di avversario in pochi minuti,
almeno Pan poteva dire di essersi divertita a lottare contro il suo
avversario.
Goten ora doveva battere Liho,
sapeva che non era come gli altri, ma non si sarebbe lasciato sconfiggere da
lui, doveva assolutamente battersi con Zoe.
Lo scontro cominciò, Liho era
veramente forte, ma Goten lo era di più, si era allenato tanto, non poteva
perdere, doveva dimostrarle anche con i fatti che lui teneva veramente a
lei.
L’avversario di Goten dopo
dieci minuti di combattimento era tutto ammaccato e dopo l’ennesimo pugno in
pancia svenne accasciandosi a terra svenuto.
Il sayan era soddisfatto,
mancava solo un quarto d’ora al suo incontro con Zoe, l’incontro decisivo,
quello per cui si era allenato gli otto mesi precedenti ad una gravità
elevatissima a cui aveva abilmente resistito, tutto questo per lei, solo per
lei, per la ragazza per cui una volta da piccolo aveva rischiato di morire
durante lo scontro contro Zinegar, la ragazza per cui si sarebbe sacrificato
mille altre volte.
Zoe, d’altra parte, non sapeva
che cosa pensare, provava un senso di smarrimento, perché proprio lui? Perché
doveva combattere contro Goten? Voleva scappare, ritirarsi dal torneo, ma non
poteva, che ne sarebbe stato della sua dignità? No. Doveva batterlo, doveva
tirare fuori tutte le sua armi, farlo soffrire, almeno
fisicamente.
Passati i minuti di pausa, il
telecronista cominciò a parlare al microfono.
-signore e signori, sta per
cominciare l’ultimo incontro, quello che ci svelerà il vincitore di questo
appassionante torneo, un torneo che ci ha fatto stare col fiato sospeso, ma ora
basta chiacchiere e facciamo entrare Gote e Zoe, due abitanti di
Earth!!!!-.
Il pubblico li accolse con
urla e strilli, non potevano immaginare nulla.
-accidenti, ne vedremo delle
belle…- disse Gohan.
-io sono un po’ preoccupato…
Zoe è veramente arrabbiata… e noi tutti sappiamo che lei è molto più forte di
Goten… non oso immaginare come lo concerà…- disse
Trunks.
-secondo me non ti devi
preoccupare, Zoe non farebbe mai del male allo zio, gli vuole troppo bene- disse
saggiamente Pan, in quel momento era lei che conosceva meglio il suo stato
d’animo, dopo aver passato con lei tutti quei mesi.
-spero che sia così…- disse
Trunks sospirando.
-io non penso che la nostra
Zoe, per quanto forte, riuscirà a battere Goten così facilmente, mio figlio si è
allenato duramente…- si intromise Chichi.
I due avversari erano uno di
fronte all’altro, lui fissava lei, ma lei guardava per terra, come se lui non ci
fosse.
I tamburi cominciarono a
suonare.
-non puoi fare finta che io
non ci sia, ora siamo avversari- disse Goten.
Poi suonò il gong e Zoe alzò
di scatto gli occhi su di lui, era uno sguardo gelido, spaventoso, ma il sayan
non si lasciò intimorire, voleva dire che aveva intenzione di batterlo con ogni
mezzo e lui era d’accordo.
Zoe si trasformò subito in
super sayan, voleva fare sul serio fin dall’inizio. Goten si trasformò a sua
volta e poi scomparvero nello stesso istante.
Le persone normali non
riuscivano a vedere nulla, erano troppo veloci, solo Trunks e Gohan riuscivano
di tanto in tanto a capire dove si trovassero, ma erano rapidi anche per loro
(Vegeta se n’era rimasto a casa, non
aveva trovato un motivo per andare a vedere il
torneo).
All’improvviso si vide Goten
che precipitava a terra, ma fermò la sua caduta poco prima di schiantarsi e
ripartì all’attacco contro Zoe, che gli era apparsa vicino ma, non aspettandosi
un colpo venne colpita in viso da un potente pugnio del
ragazzo.
Non cadde a terra, ma fece un
salto mortale all’indietro per allontanarsi e riprendersi, il pugno le aveva
fatto male e le aveva rotto il labbro, che ora
sanguinava.
“io… non me lo ricordavo così
forte… deve essersi impegnato, almeno una volta nella sua vita…” pensò la
ragazza.
L’obiettivo di Goten era
quello di farla cadere dal ring, non voleva sfinirla, non era nei suoi piani,
doveva essere ben cosciente quando l’incontro sarebbe
finito.
Durante quei minuti di scontro
Zoe aveva potuto stare a stretto contatto con Goten, aveva studiato la sua aura
e aveva capito che forse era troppo dura con lui, che doveva perdonarlo, ma non
voleva, aspettava solo un’altra mossa del sayan.
Tornarono all’attacco, più
veloci che mai, si battevano al massimo della loro forza, senza esclusione di
colpi. Accadeva che Goten si perdesse nello sguardo di lei e che abbassasse la
guardia, così veniva duramente colpito, ma si riprendeva quasi subito, in quel
momento era un vero sayan, uno che non si arrendeva, era un sayan
innamorato.
Dopo l’ennesimo colpo
ricevuto, Zoe cadde a terra, le doleva tutto e sentiva il sapore del suo stesso
sangue in bocca.
Goten non sopportava di
vederla in quello stato, così si avvicinò a lei, che si mise subito in guardia e
fece per tirargli un pugno, ma venne bloccata dalla mano di lui che la prese per
il polso, lei chiuse gli occhi, stava per ricevere un pugno potente, aveva
perso, doveva ammetterselo, lui era diventato forte, anche di più di
lei.
Aspettò qualche secondo, ma il
pugno non arrivò, aprì gli occhi e vide Goten che le porgeva un
fazzoletto.
-tieni, asciugati se vuoi… mi
dispiace se ti sto facendo male… ma volevo dimostrarti che io mi sono impegnato
a fondo per questo incontro, che io non sono uno
scansafatiche…-.
Zoe lo guardò, la sua
espressione era cambiata, ora era confusa e lo guardava con quell’aria
interrogativa a cui Goten non sapeva resistere e prese il fazzoletto che le
porgeva, asciugandosi la bocca dal sangue.
-grazie… me ne sono accorta,
sei forte… non me lo sarei mai aspettato… è stata una bella sorpresa…- gli disse
lei.
-io non so in che altro modo
posso chiederti scusa, lo so che non è molto, ma questo è per
te-.
Detto questo, Goten fece un
segno con la mano ad un uomo che stava fuori dal ring, che schiacciò un pulsante
e fece partire una melodia, una melodia che Zoe conosceva
bene.
-so che questa canzone ti
piace tanto, non so che cosa significhi, ma è un modo ancora per chiederti
scusa-.
La ragazza non sapeva che cosa
dire, quella che sentiva era “Breaking the habit” dei Linkin Park, il gruppo
terrestre che adorava.
Memories consume Like opening the wound I'm picking me apart
again You all assume I'm safe here in my room Unless I try to start
again
La voce del cantante echeggiava in tutto lo stadio, Zoe ascoltava, in
silenzio, qualche volta guardava Goten con un’espressione che somigliava molto
ad un sorriso, lui ricambiava e si metteva la mano dietro alla
nuca.
I don't want to be the one The battles always choose 'Cause
inside I realize That I'm the one confused
Zoe aveva giudicato molto male Goten, lui era l’amore della sua vita,
questo non lo poteva negare, nel sentire la canzone le vennero in mente tutte le
cose che avevano fatto insieme durante il periodo in cui si frequentavano.
Doveva perdonarlo, lui era lì, apposta per lei, e lei se ne sarebbe pentita per
tutta la vita se si fosse lasciata sfuggire un’occasione
simile.
I
don't know what's worth fighting for Or why I have to scream I don't
know why I instigate And say what I don't mean I don't know how I got
this way I know it's not alright So I'm breaking the habit I'm
breaking the habit Tonight
Goten guardava Zoe, avvertiva la sua felicità, finalmente vedeva il
sorriso sul suo volto e questa era una vittoria per lui, ora mancava un ultimo
passo, quello decisivo.
Clutching
my cure I tightly lock the door I try to catch my breath again I
hurt much more Than anytime before I had no options left
again
Gli sguardi dei due si
incontrarono, stavolta Zoe aveva un’aria visibilmente felice, stavolta non
guardò da un’altra parte, i suoi occhi reclamavano l’immagine del ragazzo che
amava, Goten cominciò ad avvicinarsi a lei, anche lei cominciò a camminare verso
di lui.
I dont want to be the one The battles always choose 'Cause inside
I realize That I'm the one confused
Gli spettatori guardavano incuriositi la scena, non avevano mai visto una
cosa simile in un torneo. Chichi era sulle spine, come anche Trunks, Gohan, Pan
e Bulma, non si aspettavano che Goten avesse architettato quello che stavano
guardando, ne mai lo avrebbero detto, non credevano ai loro
occhi.
I don't know what's worth fighting for Or why I have to scream I
don't know why I instigate And say what I don't mean I don't know how I
got this way I'll never be alright So, I'm breaking the habit I'm
breaking the habit Tonight
Zoe e Goten erano uno di fronte all’altro, si diedero una mano, il
pubblico era in silenzio, si sentiva solo la
canzone.
-so anche che questo pezzo della canzone è il tuo preferito, è carico di
emozioni- disse Goten.
Zoe provava dentro una felicità enorme, era incantata da quello che stava
succedendo e sperava con tutta se stessa che non fosse un sogno. Di nascosto di
diede un pizzicotto sulla gamba. No. Non era un sogno, era tutto vero. Non aveva
la forza di parlare, non c’erano parole per descrivere quella
situazione.
-grazie, Goten…- disse solo questo, con dolcezza infinita, voleva fargli
capire che non era più in collera, che lo aveva perdonato e che ora era tutta
sua.
I'll paint it on the walls 'Cause I'm the one at fault I'll never
fight again And this is how it ends
Era tutto perfetto, solo Goten era capace di farla sentire una vera dea
in ogni situazione, non capiva come aveva fatto tutto quel tempo senza di lui,
senza il suo sorriso, senza il suo amore.
Goten le prese anche l’altra mano e cominciò a
parlare.
-io non ho fatto l’esame… non aveva più senso, io lo facevo solo per te,
perché un giorno avrei tanto voluto mantenerti, so che lavorare è una palla… ma
non c’è altro modo per guadagnare… ma ho intenzione di farlo l’esame, c’è
un’altra sessione tra pochi mesi… ma prima devi rispondere ad una domanda-.
I don't know what's worth fighting for Or why I have to scream But
now I have some clarity to show you what I mean I don't know how I got
this way I'll never be alright So, I'm breaking the habit I'm
breaking the habit I’m breaking the habit
Tonight
Goten si era fatto serio, la canzone era finita, tutti erano col fiato
sospeso.
Zoe si era ammutolita, una domanda? Che sia…
-Zoe… io ti amo. Io ci ho riflettuto. Sarei l’uomo più felice dell’intero
universo se… insomma… mi vuoi SPOSARE?-.
Goten era stato semplice e Zoe aveva capito.
Una miriade di emozioni si sovrapposero nel cuore della ragazza, non
aveva la forza per rispondere, era troppo felice, era
paralizzata.
Poi lei si staccò dalla presa di lui e di diresse verso la fine del ring,
Goten la guardava allontanarsi e cominciò a temere il peggio. Forse lei non lo
aveva perdonato? Forse era stato troppo precipitoso? Forse lei non era pronta?
Aveva rovinato tutto un’altra volta e non se lo sarebbe mai
perdonato.
Zoe saltò giù da ring, con grande sorpresa di tutti, soprattutto di
Goten, si era arresa, aveva perso l’incontro.
-sì… lo voglio…- esclamò lei poco dopo a voce abbastanza alta per farsi
sentire da lui.
Goten sorrise, ora aveva capito: lei si era arresa, gli aveva dato la
vittoria come segno di volerlo sposare.
La ragazza gli corse incontro e gli saltò addosso abbracciandolo, non era
riuscita a trattenersi, non era semplicemente felice, era euforica, il suo sogno
si era avverato, Goten le aveva veramente chiesto di sposarla e lei aveva
risposto di sì.
La sayan scoprì che stava piangendo e se ne accorse anche
Goten.
-ma… perché piangi?-
-no, ti sbagli… non sto piangendo…-
-e quelle che cosa sono?-
-… niente… sono felice…-.
Goten le sorrise, era rimasta la stessa orgogliosa di sempre, che negava
anche di fronte all’evidenza.
A
quel punto non resistettero più, era passato troppo tempo dall’ultima volta, e
sotto gli occhi attoniti di tutti, si baciarono appassionatamente in mezzo al
ring, non c’era più nulla da dire, i fatti parlavano già da
soli.
Eccomi con un nuovo capitolo! Ma grazie!!! Ancora 4
recensioni!!!! Mi commuovo, la mia storia comincia a piacere a qualquno!!!! Un
po' come è successo a Van Gogh, all'inizio i suoi quadri non piacevano a
nessuno, poi quando è morto hanno cominciato piacere a tutti. Ehm...
questa considerazione non chiedetemi da dove mi è venuta perchè non lo so
neanche io... bando alle ciance, rispondiamo ai vostri bellissimi
commenti:
martozza: grazie x i complimenti, mi fanno
davvero tanto piacere! Io sono contenta se mi recensisci sempre, anzi, devi
farlo! Contenta di come si stanno sistemando le cose? Ciaooo!!
tvtttbxs
6very6: ciao amoo!!! Hai visto? Ho
aggiornato su entrambi i siti finalmente! X Goku ti anticipo solo ke torna, non
ti preoccupare, è uno dei miei preferiti (ma mai quanto Goten... sbav sbav...),
ma ora è mortoooooo!!! Io sono in lutto... facciamo 3 minuti di silenzio per
favore... ehm... dopo questa paentesi, quand'è che arrivano le disgrazie nella
tua storia? Guarda che io ho un cuore di pietra e se vuoi farmi piangere ti
dovrai impegnare... a parte gli scherzi, tvttttxs
LORIGETA: grazie mille per il
complimentone!!! Anche se io non mi ritengo una brava scrittrice... se mi senti
parlare ti spaventi... bellissime anche le tue ff, le adoro!!!!
tvtttbxs
emyc: ora non sei più triste? Eh no... li
ho fatti mettere di nuovo insieme!! ciaooo!!
tvtttbxs
Ho cercato di aggiornare il prima possibile, compiti
permettendo.
Ditemi se non è romanticissimo il modo in cui Goten
Chiede a Zoe di sposarlo! Non lo so neanche io come ha fatto a venirmi in mente,
mi stupisco di me stessa.
kiss by black 91
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Capitolo 20 *** IL matrimonio ***
zoe
CAPITOLO 19: IL MATRIMONIO
Erano passati due mesi dal
fidanzamento, i due erano al settimo cielo, non passava giorno che non si
vedessero, anche solo per un attimo, per un saluto, una carezza, un
bacio.
In quel momento Goten stava
sudando freddo, la mano gli tremava, cercava di essere il più preciso possibile,
facendo mente locale riguardo alla situazione, doveva andare avanti, non poteva
fermarsi, perché in quel momento erano solo in due, lui e lei: la biro che
avrebbe usato per scrivere le risposte dell’esame
finale.
Quel mattino si era alzato di
buon ora per ripassare, per dare un’ultima occhiata agli argomenti dell’esame,
sapeva tutto alla perfezione, non gli sfuggiva nulla, ma allora perché in
quell’aula era così agitato? La maglietta cominciava a farsi troppo pesante,
sognò l’aria condizionata e un bel bagno in piscina… NO! Non in quel momento,
doveva pensare solo al compito, solo ed esclusivamente a quello
stramaledettissimo foglio che avrebbe deciso del suo futuro. Dei loschi
personaggi occhialuti lo avrebbero osservato, notando anche la più piccola
imprecisione nelle risposte, non poteva assolutamente permettersi di
sbagliare.
Lesse le domande, una ad una,
aveva tutto il tempo che voleva, le risposte non erano così difficili, cominciò
a scrivere con la sua penna, il nero delle parole cominciava a delinearsi sul
foglio, le risposte erano corrette, non poteva essere
altrimenti.
Il tempo scorreva velocemente,
ma lui era a buon punto.
Dopo alcune ore chiuse la
penna, il fascicolo con il foglio con le risposte, si alzò e consegnò il tutto
al grande bancone, scrutò tutti i professori che lo guardavano con aria severa,
si allontanò, quelli gli mettevano soggezione.
Non appena fu fuori vide una
persona che non si aspettava che fosse lì in quel momento: Trunks, il suo
migliore amico.
-ehi! Ciao Goten! Allora, come
è andata?-
-io spero proprio che sia
andata bene… ma che ci fai qui?-
-sono venuto a vedere come te
la cavavi-
-non c’è
male…-
-sembri tranquillo… eppure tra
una settimana ti sposi-
-non sono mica il tipo che si
agita, io- disse indicandosi fieramente.
-sì… certo… come
no…-
-simpatico… e a te? Come va
con la terrestre?-
-abbiamo appena avuto un
periodo difficile, ma ora fila di nuovo tutto a gonfie vele, pensa che si è
trovata un lavoro a Satan City!-
-a Satan City? Ma allora è una
cosa seria se si è trasferita sul tuo stesso pianeta- disse Goten
maliziosamente, provocando il rossore dell’amico.
In quel momento sembravano
entrambi degli adolescenti, scherzavano proprio come dei liceali, era come se il
tempo non fosse mai passato, per un pomeriggio si dimenticarono dei propri
impegni e preoccupazioni, dedicandosi al rilassamento sulla spiaggia con un cono
gelato in mano.
Nel frattempo la nostra povera
Zoe si stava subendo le incessanti chiacchiere di non una, non due, ma ben tre
donne pettegole: Marron, Bulma e Chichi, che l’avevano gentilmente accompagnata
a fare spese per il matrimonio, il che includeva anche il famoso vestito da
sposa. Potete solo immaginarvi il casino.
-guarda Zoe, questo vestito è
un incanto, provalo!-
-prova anche questo, ti starà
da dio!-
-non puoi non provare questo,
sembra fatto apposta per te!-.
La neo fidanzata stava per
scoppiare, il suo istinto sayan le diceva di farle fuori tutte e tre, ma non
poteva, avrebbe combinato un casino inutile e poi quelle tre donne deliranti
erano sue amiche, dopotutto.
Ad un certo punto, mentre
camminava da sola in mezzo ai vestiti esposti, le cadde l’occhio su uno in
particolare.
-ehi Zoe! Finalmente ti ho
trovata! Guarda questo! Non sembra anche a te che stia dicendo “comprami,
comprami!” … ma mi stai ascoltando?- Marron era arrivata lì di corsa, cercava
l’amica da un po’ per mostrarle la sua ultima trovata, ma si accorse che lei
stava guardando altrove.
-credo proprio che proverò
questo- disse la sayan in modo convinto.
-questo? Ma… è molto
semplice…- rispose Marron un po’ sconcertata.
Effettivamente l’abito scelto
da Zoe era veramente semplice, ma l’amica dovette accettarlo, per quanto
orgogliosa che fosse, Zoe aveva i suoi gusti, che non si addicevano ad una
persona aristocratica, come lo era lei o Bulma, ma si addicevano a quella bimba
dall’animo puro e un po’ scontroso quale era la ragazza cresciuta che aveva
davanti, nonostante tutto era sempre lei, con i suoi pregi, ma anche con i suoi
difetti.
-e va bene, mi hai convinta,
dai provalo, vediamo come ti sta…- disse Marron con un tono di
rassegnazione.
-grazie Marron!!- la ragazza
dai capelli rossi si diresse tutta felice verso il
camerino.
L’amica bionda sospirò,
possibile che in tutti quegli anni non era riuscita a passarle nemmeno un minimo
del suo buon gusto? Andò a chiamare anche Chichi e Bulma, dovevano esserci anche
loro quando Zoe sarebbe uscita dal camerino.
Dopo pochi minuti la tendina
si scostò ed uscì solo la testa della ragazza, sembrava avere qualche
problema.
-ehm… non è che qualcuno mi
darebbe una mano?-.
Le tre donne rimasero
scioccate, non riusciva neanche ad allacciarsi un vestito da sola… era il
colmo.
-vengo io cara, certo che
quando devi salvare il mondo non hai bisogno di nessun aiuto, vero?- disse
Bulma.
-è una cosa diversa… tu non
puoi capire…- rispose la sayan un po’ offesa.
-scusami, non era mia
intenzione offenderti- le disse la donna dai capelli turchini
sorridendo.
Poco dopo Zoe era pronta, le
altre dovettero ammetterlo, su di lei quell’abito non sembrava più così
semplice, lei lo rendeva perfetto in ogni particolare, sì, era quello giusto…
senza notare il notevole risparmio! (questa me la potevo anche
risparmiare…).
Zoe tornò a casa, posò il
sacchetto col vestito da una parte e ne tirò fuori il contenuto, non le
importava di quello che pensava la gente, a lei piaceva quel vestito bianco, e
le piaceva anche come lo indossava.
Andò davanti al grande
specchio che c’era in camera sua col vestito in mano, se lo mise davanti, come
se l’avesse addosso, sorrise e fece una giravolta su un piede, poi mise il
gioiellino che aveva tra le mani su un appendino lo nascose nell’angolo tra il
muro e l’armadio, cosicché non lo vedesse nessuno, soprattutto lui,
Goten.
Stava calando la sera, decise
di farsi una doccia prima di mangiare, aveva un sorriso indelebile disegnato in
volto, ancora stentava a crederci, entro sette giorni si sarebbe sposata,
avrebbe vissuto nella stessa casa di Goten, avrebbero condiviso lo stesso letto
per il resto della loro vita e questa era una cosa
fantastica.
Aprì la manopola dell’acqua
calda, poi quella fredda, per regolare la temperatura del getto e lasciò che gli
zampilli le colpissero dolcemente il viso, sentì un brivido alle labbra, l’acqua
le faceva il solletico, in quei momenti era in pace con se stessa.
Uscì dalla doccia avvolta da
un grosso asciugamano, si asciugò come poteva, ma sul pavimento scendevano
ugualmente delle gocce dal suo corpo.
Si pettinò i capelli bagnati,
cercando di metterli con la piega giusta, anche se non le importava molto il
fatto di avere i capelli messi in modo perfetto.
Quando alla fine si era
completamente asciugata si accorse che non trovava i pantaloncini che usava a
casa.
“dove possono essere
finiti…”.
Fece un giro per la casa e ne
vide un lembo sotto al divano.
“devo averli lasciati qui
l’ultima volta che è venuto Goten…”.
Si chinò per prenderli ma notò
che non c’erano solo loro sotto al
divano, c’era anche un alto libro, cercò di tirarlo fuori e si accorse che era
il suo vecchio album di foto.
Cominciò a sfogliarlo, quanti
ricordi! Ma una foto in particolare attirò la sua attenzione, l’aveva scattata
Gohan a tradimento durante un pic-nic, ricordava bene quel giorno, aveva sette
anni. Nella foto c’erano lei e Goten seduti sulla coperta, lui le stava dando un
bacino sulla guancia e lei mostrava una faccia visibilmente schifata.
Era stato il suo primo bacetto
e si stava accorgendo solo ora di quanto fosse stato importante come gesto, tra
di loro c’era stato sempre di più di una semplice amicizia o stima
reciproca.
Andando avanti a sfogliare le
pagine notò un’altra foto che risaliva al suo decimo compleanno, in questa
c’erano loro due e anche Trunks, erano in piedi sulle sedie davanti al tavolo
con una grossa torta, la bambina era in mezzo ai due maschi e tutti e tre
esultavano, ma si poteva ben notare le manine intrecciate di Zoe e Goten,
probabilmente era stata una cosa involontaria, ma significava
molto.
Poco dopo qualcuno bussava
alla porta, era proprio lui, e a giudicare dall’aura lucente sembrava proprio di
buon umore.
-ehi! Ciao
Zoe!-
-ciao Goten… perché tutta
questa allegria?-
-è una cosa troppo bella,
dovevi per forza essere tu la prima a saperla!-
-ok… vuoi
entrare?-
-certamente!-.
Il ragazzo entrò in quella
casa che ormai conosceva fin troppo bene e si sedette sul divano si fianco a
Zoe, le prese le mani.
-ascolta, ho appena ricevuto
una telefonata, era dalla scuola… mi hanno detto che ho superato
l’esame!-
-sul serio? Ma è una cosa
magnifica! Hanno fatto presto-
-già, hanno saputo che a breve
mi sarei sposato… pensa che mi hanno fatto addirittura gli auguri… e allora
l’hanno corretto subito il mio compito-
-wow, allora bisogna
festeggiare!-
-che ne dici di venire da me?
Stasera mia madre cucinerà i suoi manicaretti-
-allora non posso proprio
mancare! Aspetta che mi preparo, ci metto
pochissimo-.
Il ragazzo rimase solo nella
stanza, diede un’occhiata e notò l’album aperto dall’altra parte del divano,
c’erano le foto di una loro vacanza al mare, avevano quindici anni e stavano
facendo un combattimento sulla sabbia, ma in quel momento erano in una posizione
equivoca: lui era sdraiato, sottomesso, e lei era seduta sulla sua pancia e con
le mani lo immobilizzava ai polsi, ma in quel momento si stavano guardando,
Goten ricordava quel momento, i loro volti erano talmente vicini che sarebbe
bastato un niente per far sì che le loro labbra si congiungessero, ma alla fine
non era successo, perché nella mischia si era aggiunto anche Trunks,
probabilmente ignaro della situazione magica che si stava creando, quella foto
l’aveva scattata Marron, era sempre stata convinta che i due fossero innamorati
e cercava tutte le volte di trovarne delle prove. Aveva ragione, anche se i due
diretti interessati avevano negato più di una volta con un certo rossore in
volto.
Quanti
ricordi!
La ragazza dai capelli rossi
fece finalmente la sua comparsa, così, preso a braccetto il suo uomo, si
diressero verso casa Son.
La serata fu splendida, Chichi
era un’ottima cuoca e poi c’erano invitati anche Gohan, Videl e Pan, mancava
solo Goku.
Alla fine rimasero solamente
Chichi, Goten e Zoe che stavano discutendo ad un tavolo posizionato in
giardino.
-che emozione ragazzi! Voi vi
sposerete… è un passo molto importante- disse la donna come se stesse insegnando
loro una lezione di vita.
-ah…- sospirò ancora con gli
occhi che cominciavano a luccicare –mi viene in mente del mio matrimonio con
Goku, è passato tanto tempo, ma è come se fosse successo ieri… anche noi ci
siamo sposati dopo un torneo e per me è come rivivere quel magnifico momento…
godetevelo al massimo ragazzi, perché non vi capiterà mai più di essere così
felici- quest’ultima frase la disse con un tono d’amarezza, in fondo non era da
biasimare, povera donna, il marito appena poteva la lasciava sola, al suo
destino, senza pensare che lei ci stava male, tremendamente male, anche se
cercava in tutti i modi di nasconderlo, insomma, lei era la moglie dell’uomo più
forte dell’intera galassia, forse dell’universo intero, non poteva permettersi
delle stupide debolezze, cosa avrebbe pensato lui? Lei era la donna forte, la
cosiddetta Penelope che aspettava il marito sempre e comunque, nel bene e nel
male, anche se tutto ciò le pesava da morire; più di una volta aveva pensato di
lasciarlo perdere, di arrendersi e passare ad altro, ad una vita più semplice,
ma poi le veniva in mente l’espressione di lui, la sua fame incredibile e la
sensazione che provava al leggero tocco dei suoi polpastrelli sul corpo di lei,
ai salti di gioia che faceva il suo cuore ogni qual volta lui sorridesse, Goku
si era impossessato del suo corpo e della sua anima e lei sapeva che se fosse
tornata indietro, l’avrebbe sposato comunque.
Dopo un po’ se ne andò anche
Zoe, si stava facendo tardi e non voleva disturbare oltre, rimasero soli Chichi
e Goten.
-mamma, pensi che papà verrà
al matrimonio?- chiese il figlio con un tono un po’
triste.
-io lo spero tanto, Goten… lo
spero davvero-.
La donna era di spalle, stava
lavando i piatti, guardò fuori dalla finestra, la luna era offuscata dalle
nuvole e non poteva manifestare tutta la luce che avrebbe potuto dare,
nell’osservare la purezza di quel corpo celeste impedita da quell’ostacolo le
scese una lacrima, ma non era colpa delle nuvole, era colpa dell’assenza crudele
di Goku.
Il foglio la osservava, aveva
percepito la sua malinconia profonda, aveva imparato a riconoscerla fin da
bambino, quando di tanto in tanto sentiva i singhiozzi della madre provenire
dalla sua camera, mentre pronunciava il nome della persona
desiderata.
-ma se mancherà a questo
avvenimento così importante, appena torna io lo concio per le feste a Goku-
disse Chichi girandosi e dando un pugno alla mano opposta aperta, ancora una
volta aveva dimostrato di sapersi controllare, aveva assunto un carattere forte
ed era una donna da ammirare.
Il grande giorno non si fece
attendere, il matrimonio si sarebbe svolto all’aperto e come celebrante non
poteva non essere proprio Dende.
Goten aveva lo stesso vestito
che aveva usato suo padre, quello bianco, ed era su una specie di altare tutto
tremolante, in compagnia di suo fratello.
-Goten, rilassati, non devi
agitarti così tanto-
-lo dici proprio tu che stavi
per svenire durante la cerimonia?-.
Gohan arrossì, il fratellino
non aveva tutti i torti, ma non era carino
ricordaglielo.
-scusa se sto cercando di
aiutarti…- rispose offeso.
-scusami tu… accidenti, non ne
faccio una giusta oggi-.
Il futuro sposo sembrava una
foglia al vento, non si era mai sentito così prima
d’ora.
-Gohan, dimmi la verità, papà
non ci sarà, vero?-
-non essere così pessimista,
io sono sicuro che verrà in qualche modo, magari facendo una delle sue entrate
in scena-.
Gohan cercò di essere il più
convincente possibile, anche se dubitava di quello che diceva, ma qualcosa gli
diceva che il padre sarebbe arrivato, sempre che gli fosse giunta la notizia del
matrimonio.
I due erano assorti nei loro
pensieri e non si accorsero della persona che si stava avvicinando, passo dopo
passo.
-ciao ragazzi! Vi trovo in
forma!-.
Non ci potevano credere, era
proprio lui, era Goku ed era lì, di fronte a loro, incapaci di dire alcun che,
erano sbalorditi, splendidamente sbalorditi.
-bhè… che vi succede… non
siete felici di vedermi?- chiese Goku sorridendo.
Il figlio maggiore non si fece
attendere e corse immediatamente dal padre che lo accolse con le braccia aperte,
gli era mancato tantissimo, la sua assenza non era mai piacevole. Goku si staccò
dall’abbraccio e si diresse verso l’altare, dove c’era ancora Goten
immobile.
-figliolo, quanto sei
cambiato, ora sei un uomo, fatti abbracciare…-.
Il figlio si scansò
dall’abbraccio, il padre lo guardò preoccupato.
-che ti
succede…-
-io… io sono veramente felice
che tu sia venuto, ci speravo tanto, ma mi stavo già rassegnando al fatto che tu
non ci saresti stato-
-e perché pensavi ad una cosa
simile?-
-perché tu per me non ci sei
mai stato veramente, quando sei tornato ho passato gli anni più belli della mia
vita insieme a te, ma poi te ne sei andato un’altra volta e io ho sofferto, non
voglio soffrire ancora, perciò devi farmi una promessa: o resti qui alla
cerimonia e non parti più, o te ne vai adesso, ma se lo fai, non
tornare-.
La proposta del figlio era
precisa, Goku avrebbe dovuto rinunciare al suo animo viaggiatore per restare per
sempre insieme alla sua famiglia, in caso contrario doveva rinunciarci per
sempre. Il sayan adulto lo guardava con gli occhi sbarrati, in fondo avrebbe
dovuto aspettarsela prima o poi una cosa simile, se non da un suo figlio, almeno
da sua moglie, Goten aveva lo sguardo immobile, era sicuro di quello che stava
dicendo, così Goku prese la sua decisione.
-e va bene Gote, hai ragione,
io sono stato assente, non sono un buon padre e so anche che non potrei
rimediare agli anni che abbiamo perduto, ma ho deciso di restare con
voi-
-dici sul serio?-
l’espressione del minore era cambiata, ora era felice e sorpreso, aveva tanto
sperato ad una risposta simile e ora stentava a
crederci.
-sì, sul serio, non me ne
andrò mai più, è una promessa-
-che bello papà, come sono
contento!- Goten si lasciò andare in un abbraccio col tanto adorato padre, ormai
sicuro che non l’avrebbe perso mai più, strinse la presa e Goku se ne accorse,
ma non disse nulla, lui era un padre di famiglia, aveva delle responsabilità, ma
se n’era veramente reso conto solo ora (della serie: meglio tardi che mai,
eh?).
Piano piano i posti a sedere
si stavano occupando, la cerimonia che si stava per svolgere era solo per i
parenti e per i pochi conoscenti, una cosa intima, come voleva Zoe. Tutti erano
entusiasti nel vedere Goku, sopratutti Chichi che si mise a piangere tra le sue
braccia, le uniche dentro le quali si sentiva veramente al sicuro, i due si
appartarono in un luogo dove non c’era nessuno.
-allora alla fine sei venuto…-
disse lei con ancora le lacrime che le bagnavano le guance, Goku ne prese una
con l’indice, era così piccola e delicata, proprio come la sua
Chichi.
-non potevo mancare, e la sai
una cosa? Io non partirò mai più, resteremo sempre insieme, non ti abbandonerò
di nuovo, non voglio ripetere ancora questo errore, voi avete bisogno di me e io
di voi, siete la mia famiglia-.
Il volto della donna si
illuminò, come se brillasse di luce propria, questa notizia proprio non se
l’aspettava ed era commossa nel sentirla.
-oh
Goku…-
-non parlare, voglio essere io
a dirlo per primo… ti amo Chichi-.
I due si avvicinarono e si
diedero un bacio, forse il più bello e goduto della loro vita perché ora erano
certi che non si sarebbero più separati.
Intanto gli invitati erano al
completo, c’era anche la famiglia di Zoe, che era venuta dalla Terra con una
navicella, ora mancava solo la sposa.
Arrivò una donna, seguita da
una figura imponente, entrambi avevano un inconfondibile anello sulla testa, erano Elena, la
madre di Zoe, e Gui, il namecciano che l’aveva cresciuta, non mancava proprio
nessuno.
Dende si era posizionato
sull’altare, in attesa che la sposa facesse la sua
comparsa.
Non ci volle molto, infatti
alla fine del lungo corridoi di fronte all’altare erano comparse altre due
figure, una piccola che prendeva sottobraccio un uomo dai capelli neri e
perennemente scompigliati: Keth, il padre.
I due avanzarono, il vestito
bianco strisciava per terra, ma a nessuno importava, erano tutti abbagliati
dalla bellezza della sposa, la quale sentendosi tutti gli occhi addosso non potè
fare a meno di arrossire e di stringere la stretta a suo padre, che la rassicurò
con parole confortanti, proprio come si addiceva ad una padre degno di questo
nome. Gli sposi si trovarono presto uno di fronte all’altro, si salutarono,
erano molto tesi e al segnale di Dende tutti i presenti di sedettero, la
cerimonia stava per cominciare. (non
scrivo la cerimonia anche perchè non saprei che cosa
dire…)
Verso la fine, il supremo
disse la famosa formula, alla quale risposero entrambi gli sposi di sì (chiaramente…), poi diede loro il
permesso di baciarsi, i due non se lo fecero ripetere una seconda volta e le
loro labbra si congiunsero dolcemente, suscitando la commozione di molti
presenti.
Dopo la cerimonia c’era un
rinfresco davanti al prato della nuova abitazione degli sposi, che si trovava
nel piccolo villaggio di zoe, al posto di quel vecchio catorcio di navicella che
era la sua vecchia casa, ora rinchiusa in una capsula, per
ricordo.
Erano tutti felici, le due
famiglie si stavano conoscendo, era la prima volta che si incontravano e ora
parlavano allegramente, gli sposi erano in mezzo alla folla, non avevano un
momento per stare soli, Zoe sentì una mano toccarle la spalla, era la sua amica
Marron.
-ciao Zoe, sono tanto contenta
per te! Questo è un giorno importante, non dimenticarlo
mai-
-certo! Come potrei? E anche
se volessi ci saranno sempre troppe foto che me lo
ricorderanno-
-eggià… scusami, la metà le ho
fatte io… non ho potuto resistere…-
-non fa niente… per questa
volta ti perdono-.
A loro si unì anche Giorgia,
la cugina di Zoe, così fecero una chiacchierata proprio come delle vecchie
amiche.
Verso sera gli invitati
cominciavano ad andare, la famiglia di Zoe sarebbe rimasta a dormire alla
capsule corporation, lì c’era spazio a volontà, prima di andare, si avvicinò
Trunks agli sposi.
-ragazzi, in bocca al lupo e…
dateci dentro eh?-.
I due capirono subito
l’allusione del loro amico e diventarono tutti rossi, poi si avvicinò anche una
ragazza con un bouquet, quello che aveva lanciato
Zoe.
-complimenti ancora a
entrambi, siete proprio una bella coppia- disse la
ragazza.
-ciao tesoro, pronta per
andare?- le disse Trunks.
-no!! Non mi dire che il mazzo
di fiori l’hai afferrato proprio tu!!!- disse Goten
sbalordito.
-sembrerebbe che tra breve si
festeggerà un altro matrimonio- disse Zoe
maliziosa.
-ma che dite?- cercò di
giustificarsi l’amico.
-la tradizione non l’abbiamo
mica inventata noi, sai?- rispose Zoe.
-lo so anche io ma…- Trunks
venne fermato dalla ragazza che lo prese
sottobraccio.
-eddai amore, in fondo hanno
ragione, chissà che la cosa non si avveri…-.
Il povero ragazzo era
imbarazzato al massimo, ci aveva pensato più di una volta a fare il grande
passo, ma ancora non si sentiva pronto.
Alla fine se ne andarono tutti
e rimasero i due sposi soli soletti.
-che giornata eh?- chiese
Goten stanchissimo.
-puoi dirlo forte, ma io ho
ancora un po’ di energie, tu?-
-oh, per quello risparmio
sempre energia-.
Goten la prese in braccio e la
portò dentro alla casa, andando verso la camera da letto, una volta arrivati la
adagiò sul comodo materasso e cominciarono a baciarsi, poi si sdraiarono, lei
sotto e lui sopra, Zoe cominciò a slacciargli la giacca per poi lasciarla cadere
da qualche parte a terra. L’impeto aumentava sempre di più, la mano di Goten
stava risalendo la gamba di lei e più saliva, più il sangue ribolliva nelle
vene, poi con uno scatto, la ragazza capovolse la situazione, ora era lei a
stare sopra e piano piano slacciò la cerniera che aveva sulla schiena per
tirarsi giù il vestito, il sayan era estasiato, in quel momento voleva solo
possederla, amarla come mai aveva fatto prima, voleva assaporare tutto quel
corpo così esile e fragile in quel momento, Zoe gli slacciò la camicia bottone
per bottone, sembravano infiniti, poi finalmente riuscì a denudare quel torace
che amava, era così forte e al suo tocco magico ogni muscolo fremeva. Lui le
sfilò il lungo vestito e anch’esso andò a posarsi sul pavimento, poi ritornò lui
sopra di lei, aveva preso in mano le redini della situazione e aveva intenzione
di mantenerne il controllo, cominciò a scendere a baciarle il collo, sempre più
giù, soffermandosi sui seni morbidi, lei gli solleticava la schiena con le dita
e questo faceva fuoriuscire gemiti di piacere dalla bocca di lui, dopo un po’ si
accorsero che ciò non gli bastava più.
Da fuori sembrò che si fosse
accesa una luce, ma erano solo loro due che si erano trasformati in super sayan
all’arrivo dell’orgasmo.
Rimasero abbracciati per tutta
la notte e si addormentarono l’uno cullato dal respiro dell’altro, pienamente
appagati e felici.
Passarono i mesi e la loro
vita di coppia andava alla grande, si amavano come il primo giorno, se non di
più, ma ora Zoe era all’ospedale, precisamente in sala parto e stava soffrendo
mica poco, era tutta sudata, mai avrebbe pensato che partorire fosse così
doloroso, suo marito era ancora più sudato di lei ed era pallido mentre le
stringeva la mano.
-dai ancora un ultimo sforzo!
Disse il medico-.
Con un’ultima spinta il
piccolo esserino fu fuori, la sua voce piangente si sparse per tutta la sala e
dopo questo Zoe si addormentò all’istante, il travaglio era durato parecchie
ore, la piccola creatura ci aveva messo del tempo ad uscire, si era fatta
attendere fin dall’inizio.
Goten mollò la mano di sua
moglie, stremato anche lui e quando se ne andarono tutti i medici, poggiò la
testa sul lettino dove c’era Zoe e si addormentò a sua
volta.
Dopo un po’ sentì delle dita
che gli massaggiavano la testa, alzò gli occhi e vide Zoe che lo
guardava.
-buongiorno!- gli
disse.
-buongiorno tesoro- disse
ancora un po’ assonnato e baciandola.
-hai visto piccolina, si è
svegliato anche papà- disse Zoe ad una bimba che dormiva beatamente nella culla
di fianco al letto.
I neo genitori rimasero a
guardarla per un tempo indefinito, la piccola aveva i capelli neri e la coda da
sayan, dopo un po’ aprì gli occhi e fece notare ai genitori che essi erano
neri.
-amore, si direbbe che sia una
sayan al cento per cento- constatò Goten.
Infatti la neonata aveva già i
capelli piuttosto lunghi, ciò accadeva solo ai sayan, visto che la loro
capigliatura non cambiava mai per il resto della loro
vita.
-è pure esatto, perché sia io
che te siamo eterozigoti per quanto riguarda la razza di appartenenza e può
darsi che i due alleli sayan siano finiti in nostra figlia dando vita ad un
omozigote…- Zoe lo zittì… non capiva molto di genetica, non le importava sapere
tutte quelle cose, l’importante era che fosse il frutto del loro
amore.
-senti, come la chiamiamo?-
chiese lei.
-non ne ho idea… accidenti,
dovevamo pensarci-
-io un nome lo avrei, spero
che tu sia d’accordo-
-e
quale?-
-io la chiamerei Elena, in
onore di mia madre…-
-bene, perfetto, vada per
Elena allora-.
Anche la piccola sembrò
sorridere, poi quando il padre la prese in braccio, si beccò un calcio sul mento
dalla piccola guerriera, andava domata, bisognava addomesticare quell’istinto
sayan, sì, avevano intenzione di crescere una bella bambina, certo orgogliosa e
un po’ scontrosa, ma anche giusta e leale, un po’ come Zoe, alla quale
somigliava tantissimo per quanto riguarda il carattere.
Sono
tornataaa!!! Qualche volta esco anche io dalla mia tomba... voglio ringraziare
tutti quelli che mi leggono, ma soprattutto tutte le magnifiche ragazze che mi
recensiscono: emyc, LORIGETA,
6very6 e martozza.
Questo
capitolo diciamo che è l'ultimo, ma ci sarà anche un piccolo epilogo, non è
indispensabile, ma vi prego di leggerlo e soprattutto di recensirlo. Però
quest'ultimo non mi convinceva molto, ha qualcosa che non mi convince... ma non
credo di poter fare di meglio, sono sotto stress, la scuola è quasi finita e io
fatico a reggermi in piedi...
Alla proxima
kissoni!!!!!
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Capitolo 21 *** epilogo ***
zoe
EPILOGO
Caro Diario,
Mi chiamo Elena e abito in un villaggio sperduto ai piedi del monte Paoz,
sul quale vivono i miei nonni, i miei zii e mia
cugina.
Credo proprio di dovermi presentare perché è la prima volta che ti prendo
in mano e lo so che è stupido, ma mi viene spontaneo far bene capire chi sono a
qualche foglio di carta, senza offesa.
Allora, sono alta un metro e cinquanta, ora ho quattordici anni, quindi
crescerò ancora, ho gli occhi e i capelli neri, ho anche la cicatrice della
coda, questo perché io sono una sayan, una vera sayan, al cento per cento, per
colpa di uno strano fenomeno genetico che mi rifiuto di
imparare.
I
miei genitori sono mezzi sayan e sono anche piuttosto forti, ma la mamma si
allena di più, a volte ci alleniamo insieme, dice di volermi fare diventare una
campionessa, a me piace combattere e i momenti passati a lottare con la mamma
sono i più belli della giornata.
Anche oggi ci siamo allenate, quando c’eravamo in casa solo noi, ma non è
stata come tutte le volte, mia madre si è messa a raccontarmi di come lei e papà
si sono conosciuti, mi ha raccontato tante avventure e poi anche del modo in cui
si è innamorata di papà, è una storia molto romantica, anche se a me non piace
molto questo genere.
Sfortunatamente dodici anni fa la famiglia si è allargata, per colpa
dell’arrivo di quei rompiscatole dei gemelli, si chiamano Godin e Kail, solo che
uno di loro non è un sayan, mentre l’altro lo è solo per metà, questo è Kail,
pensa che rabbia, è già più forte di me, ma mio padre mi dice che i mezzi sayan
hanno più potenziale… chissà il perché…
La mia migliore amica si chiama Emily, ha due anni in meno di me
(praticamente l’età dei miei fratelli) ma andiamo d’accordo lo stesso. Anche lei
è forte, essendo metà sayan, ma non si allena molto, solo quando viene da me, è
la figlia di Trunks e di una terrestre, Trunks è il migliore amico di mio
padre.
Ma il mio idolo resta pur sempre mia cugina Pan, è forte e sveglia, mi
piace tantissimo lottare contro di lei.
Mio nonno Goku è moto orgoglioso di me, gli piace che io sia di razza
pura, così, dice, si sente meno solo, prima erano solo lui e
Vegeta…
Mio padre, Goten, lavora alla Capsule Corporation, sa molte cose e non ci
fa mancare nulla, invece mia madre non fa un bel niente, ha finalmente imparato
a cucinare in modo decente, come avrà fatto tutti quegli anni in cui viveva da
sola? Bho…
Io e lei litighiamo spesso, è così testarda, bisogna sempre fare come
dice lei e spesso se la prende con papà, che secondo me è troppo
buono.
Ma in fondo io le voglio bene, forse non andiamo molto d’accordo perché
abbiamo lo stesso carattere, caratterialmente ha preso tutto dai sayan, ora che
ci penso, se non ci fosse lei, io avrei già distrutto l’intero pianeta, alcuni
earthiani ti fanno proprio saltare i nervi…
Lei sa esattamente come trattare il mio carattere, sa come ammorbidirlo
ed è solo grazie a lei se oggi sono la ragazza giusta e leale che sono… uffi che
palle… i miei fratelli mi stanno chiamando a squarciagola dalla cucina, sembra
che è pronto da mangiare.
Allora alla prossima, ciao!!!!!
Elena
p.s. ah, quasi dimenticavo: grazie mamma, per tutto quanto… ops, scusa
diario, non ti ho nemmeno scritto come si chiama, il suo nome è
Zoe.
FINE
E' finita!!! Mi dispiace un casino!!! Mi ero affezionata a qst
ff, e ora l'ho conclusa...
Vi è piaciuto come finale? Non è un po'
insulso?
Comunque credo di aver fatto un buon lavoro, sono riuscita a
spiegare al meglio quello che avevo in testa, non mi verrà in mente mai più una
storia del genere, ci lavoravo da Agosto, quindi è stata anche un po' studiata,
spero che sia piaciuta anche a voi e che vi abbia appassionato quasi quanto ha
appassionato me.
All'inizio ho cercato di scrivere qualcosa che sarebbe piaciuto
leggere a me, non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo sito e non avevo
l'intenzione di pubblicarla, poi un bel giorno ho scoperto EFP e dopo un po' mi
sono decisa a metterla on-line, dopo i commenti entusiasti di una mia amica
(grazie Roby!!!!!!!!).
Vabbè, vi ho annoiato abbastanza,
ringrazio:
6very6: ciao!! Adex stiamo pure su
msn, ma ti saluto lo stesso... contenta? Lo so, non è molto lungo, ma una pagina
di diario nn dura quanto un poema, no? Però credo di aver detto tutto quello che
c'era da sapere, magari anche in un modo diverso da solito... no? Contenta? Hai
pure una figlia!! Emily è un nome stupendo, io l'adoro... vabbè,
tvtttttbxs.
minisirena: ke peccato, sei arrivata
proprio alla fine... spero che ti sia piaciuta la ff,
ciao!!!
emyc: eccola!! Ho aggiornato il prima
possibile, ti è piaciuta??? Mi sono sempre piaciuti un casino i tuoi commenti,
grazie 1000, tvttttbxs
martozza: anche io penso che mi sia
venuto bene il pezzo tra Chichi e Goku... sono davvero dispiaciuta ke l'ho
conclusa... ma prima o poi avrei dovuto farlo... ciao!!
tvttttbxs
1 kissone!!!! Commentate tutti!!!! Anche chi leggerà tardi la
mia ff!!!!
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