Ancient Lima

di Il Saggio Trentstiel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** God, I hope not! ***
Capitolo 2: *** Smiles... ***
Capitolo 3: *** ... And nasty looks! ***
Capitolo 4: *** No news, good news ***



Capitolo 1
*** God, I hope not! ***


Chi non ha mai fatto un conto alla rovescia?
Il senso di attesa, un filo d'ansia, la complicità con chi è al proprio fianco... Tutte sensazioni più che familiari per chissà quante persone.
Capodanno, manifestazioni sportive, compleanni speciali.
Le occasioni di lieta condivisione sono molteplici.
È però un dato di fatto che, in talune occasioni, un conto alla rovescia sia un'attività affatto gradevole.
L'attesa diventa snervante, l'ansia cresce, la complicità si trasforma in fastidio.
Quando ecco, quel suono.
Malefico, beffardo, fastidioso, ripetitivo.
A fargli da eco sono gli sbuffi e i mormorii di disapprovazione di centinaia di giovani che con passo lento si trascinano verso un edificio, terrificante quanto e più della peggiore casa stregata.
Scuola.
Non vi è parola meno gradita alle orecchie di una massa di adolescenti, specialmente dopo un'estate passata tra ozio e serate sregolate.
Le eccezioni ci sono ma, fortunatamente, si contano sulle dita di una mano.
Ok, forse di due.
-Avanti bellezza, sarà un anno stratosferico questo!-
La bellezza in questione alzò gli occhi al cielo, trattenendo un insulto tra i denti.
Come faceva il ragazzo ad essere così pimpante e di buonumore di prima mattina? Soprattutto quella mattina!
Ignorando il silenzio ostinato dell'amica, il giovane continuò imperterrito con i suoi tentativi di incoraggiarla.
-Ma ci pensi? Rivedremo vecchi amici, espanderemo i nostri orizzonti, apprenderemo!-
La luce maniacale negli occhi del ragazzo era inquietante: se fosse stato il protagonista di un manga, le lenti dei suoi occhiali avrebbero scintillato sinistramente...
La ragazza scosse il capo e si sforzò di sorridere.
-Senza offesa, Tyler...- cominciò, camminando come in trance verso il portone d'ingresso assieme alla fiumana di studenti -... Ma l'apprendimento è l'ultimo dei miei pensieri, al momento.-
Sbadigliò a bella posta, coprendosi la bocca con la mano e strappando un sorriso a Tyler.
-Messaggio ricevuto, Nellie: aneli unicamente a un caffè, un po' di solitudine e...- qui il suo sorriso si fece allusivo -... Un'occhiatina a Blake!-
Nellie arrossì, benedicendo la sua leggera abbronzatura che forse riusciva a mascherare quella sua reazione.
-Tyler! Devi smetterla di dare ascolto ai gossip che girano per la scuola!-
Il ragazzo ridacchiò e si fermò davanti al suo armadietto.
-E tu devi smetterla di essere così prevedibile! Ci vediamo a pranzo, ok?-
La mora annuì, salutandolo con un cenno e dirigendosi al suo armadietto.
Blake Jenner.
Un nome, una vera e propria ossessione per Nellie.
Bello e carismatico, ma decisamente stereotipato.
Capitano e quarterback della squadra scolastica di football, desiderato da tutte, a detta di molti stronzo ed egocentrico: gli mancava soltanto di portarsi a letto la capo cheerleader...
Un concentrato di cliché e luoghi comuni, ma Nellie non riusciva a toglierselo dalla testa: lui e i suoi capelli ondulati, lui e il suo sorriso smagliante, lui e il suo fisico perfetto...
-Fate largo, arrivano le Regine dei Corridoi!-
Qualche risata salutò l'avvicinarsi di due ragazze, intente a sorridere e ad ammiccare a tutti.
La più piccola delle due, seduta su una sedia a rotelle, ostentava un'espressione altera e dispensava unicamente sorrisetti accondiscendenti; la seconda, alta e decisamente robusta, spingeva la carrozzella dell'altra e salutava rumorosamente chiunque le capitasse a tiro.
Nellie attese che le due giungessero a portata d'orecchio, poi levò una mano.
-Regine, avete perso le corone!-
Udendo quella voce la ragazza paraplegica si accigliò appena, ma l'amica sorrise raggiante e la spinse fin davanti a Nellie.
-Vieni qui, zuccherino!- urlò, abbracciandola stretta -Questa abbronzatura ti sta d'incanto!-
Nellie sorrise.
-Grazie, Lily. Oh, ciao Ali.-
Le due ragazze si sorrisero, ma fu una cosa che durò appena qualche secondo, poi distolsero lo sguardo e si dedicarono all'ascolto di una scatenata Lily.
-Sei andata spesso in spiaggia, immagino!-
La mora annuì, osservando non senza una certa soddisfazione le sue braccia lisce e abbronzate.
-Sì, sono stata a...-
-Sandy Hook, nel New Jersey.- la anticipò Ali, sorridendo soddisfatta -Lily ti ha vista lì l'ultima settimana di agosto.-
Nellie parve stupita e, in parte, infastidita: il sorriso contagioso di Lily la tranquillizzò subito.
-Il costume viola che indossavi ti stava divinamente!- squittì convinta, lanciando un'occhiata invidiosa al corpo della mora.
Il secondo trillo della campanella, quello che annunciava l'inizio delle lezioni, pose fine alla loro chiacchierata: le tre ragazze si salutarono e, mentre Nellie entrava con decisione nella prima aula, Ali e Lily proseguirono lungo il corridoio.
Dopo qualche metro la prima alzò lo sguardo verso la seconda.
-Cos'era tutta quell'amicizia tra voi?- domandò con fare fintamente noncurante, in realtà pronta ad analizzare ogni singola sfumatura nella voce dell'amica.
Lily fece un mezzo sorriso, continuando a spingere l'altra lungo il corridoio.
-Il primo passo, in una guerra, è la finzione.- dichiarò lapidaria.
Ali si unì al suo sorriso mentre varcavano la soglia della loro aula.
Quando fu l'ora di pranzo i volti degli studenti erano di poco più rilassati rispetto a quel mattino: certo, la cucina della Senior High non era un granché, ma l'occasione di rilassarsi e staccare dalla solita routine scolastica -e, almeno durante quei primi giorni, dal trauma post-vacanziero- era unica.
Tyler prese il suo vassoio e si mise alla ricerca di Nellie: poco distante da lui individuò due ragazze immerse in una fitta conversazione e, con un gran sorriso, si avvicinò loro.
-Aylin!-
La ragazza castana alzò lo sguardo dal suo piatto e sorrise in risposta.
-Ehi, Tyler! Vuoi sederti con noi?-
Il giovane spostò lo sguardo sull'interlocutrice della sua amica: una ragazza bionda, con grandi occhi azzurri e l'uniforme nera con i ghirigori bianchi delle cheerleader della scuola.
Strinse le labbra e scosse il capo.
-No, grazie, devo incontrarmi con Nellie. Beh, ci vediamo!-
Si allontanò, seguito per qualche istante dallo sguardo delle due ragazze: fu poi un sospiro della bionda a far voltare nuovamente Aylin.
-Visto? Non mi ha neanche salutata!-
Aylin fu costretta ad ammettere, suo malgrado, che la situazione tra quei due non era affatto rosea: conoscendo Shanna credeva che stesse esagerando, ma sembrava davvero che Tyler la detestasse.
-È così da qualche giorno, ormai. Prima ci telefonavamo e uscivamo spesso, poi...- si mordicchiò un'unghia -... Poi è sparito, ha smesso di rispondere agli sms, alle e-mail...-
Sospirò di nuovo, giocherellando con il cibo che aveva nel piatto.
-Non voglio annoiarti con i miei patemi mentali, comunque...-
-Tranquilla!- la rassicurò Aylin -Abbiamo tutti i nostri piccoli e grandi problemi! Io, ad esempio...- sbuffò, improvvisamente infastidita -... Non capisco perché in questa cazzo di scuola non possano evitare di servire maiale un giorno dopo l'altro!-
Shanna dovette trattenere una risata, cosa che avrebbe rischiato di indisporre ulteriormente l'amica: infervorata, Aylin proseguì.
-Si parla tanto di uguaglianza, e come la sponsorizzano? Con costolette, bistecche, salsicce...-
La bionda le prese una mano, parlando in tono ragionevole.
-Aylin, scusami ma da quando sei così legata alla tua religione? Insomma, non ti ho mai vista pregare rivolta alla Mecca, o...-
-Frena, frena!- la interruppe Aylin -E tu cosa ne sai delle tradizioni islamiche?-
Shanna mise su un'espressione sdegnosa che, comunque, durò poco.
-Il binomio capelli biondi - uniforme da cheerleader non presuppone necessariamente stupidità, sai? E comunque sono cose risapute!-
Aylin rise con leggerezza e lanciò un'occhiata al soffitto della mensa.
-Che Allah mi perdoni...- esordì in tono scherzoso -... Ma preferisco osservare soltanto alcuni dettami della religione musulmana! E poi, a dirla tutta, la carne di maiale mi fa schifo...-
Shanna si unì alla sua risata: risata che, poco dopo, venne interrotta da una voce maschile.
-Scusatemi... Posso interrompervi?-
Il proprietario della voce era un ragazzo moro, seduto poco distante da loro, con gli occhi marroni ed un ridicolo cappellino di lana nero.
Sorrise con fare amichevole, ottenendo però un sorriso cordiale soltanto da Shanna.
-Mi chiamo Charlie Lubeck: ho sentito che stavate parlando di religioni, e...- tentennò, un'espressione buffa sul volto -... Non so, vorrei un parere da voi.-
Aylin inarcò le sopracciglia, concentrandosi sul ragazzo e ignorando le occhiate stupite di Shanna.
-A parte che è da cafoni origliare una conversazione... Poi cosa ti fa credere che siamo due esperte di teologia?-
Il sorriso di Charlie si incrinò, come se Aylin gli avesse urlato contro.
Senza un'altra parola, si voltò e tornò al suo pranzo: Shanna e Aylin lo sentirono borbottare tra sé, ma non riuscirono a comprendere cosa stesse dicendo.
La castana sbuffò.
-Questa scuola è popolata da pazzi...-
-Da pazzi e da stronzi.- rincarò la dose Shanna, facendo un cenno col capo verso la porta della mensa.
Scortato dal suo solito gruppetto di amici -anche se, forse, sarebbe stato meglio definirli compagni di stronzate- fece il suo ingresso Blake Jenner.
La quasi totalità delle teste femminili si voltarono al suo passaggio e, Shanna ne era certa, se ognuna di loro avesse sospirato ogni volta che quel bellimbusto gli transitava davanti, avrebbero probabilmente spazzato via la scuola.
Dietro il bel giocatore di football venivano Michael e Abraham, entrambi con due ampi sorrisi strafottenti stampati sul volto, mentre a chiudere la fila c'era un ragazzo mai visto prima.
Sembrava fisicamente ben piazzato, e il suo atteggiamento sicuro lasciava intendere che era un nuovo membro della squadra di football.
Una voce profonda alle spalle di Shanna la fece sobbalzare.
-Sbaglio o è appena entrato Blake con i suoi allegri compari?-
Riconosciuto il ragazzo, Shanna si tranquillizzò e gli strinse affettuosamente un braccio.
-Come sempre hai ragione, Mario! C'è anche un tipo nuovo con loro, ma non so chi sia...-
-Maxfield Camp!- decretò una voce sicura proveniente da dietro Mario: una ragazza magra con capelli cortissimi, tanto da assomigliare ad un ragazzo, sbucò fuori e storse il naso.
Aylin, per la terza volta dall'inizio del pranzo, sbuffò.
-Questo tavolo è più affollato di una stazione... Ciao, Dani.-
La ragazza non abbandonò la sua espressione apparentemente disgustata.
-Affabile come sempre, vedo. Comunque pare che quel Maxfield si sia trasferito qui dal Kentucky.
Mario diede una sonora risata.
-Dal Kentucky? E chi gliel'ha fatto fare di abbandonare la patria del pollo fritto per finire in questo buco di paese?-
Dani batté con una mano sulla pancia dell'amico, ghignando.
-Di' la verità, faresti a cambio con lui in qualunque momento, eh?-
Mario rise nuovamente e, sistematisi gli occhiali scuri, strinse con più forza il suo bastone.
-Per quanto rimarrei volentieri a parlare con voi di KFC e cibo spazzatura, ho una missione da compiere!-
-Arrivare in aula senza perderti?- intervenne nuovamente Dani, il ghigno più accentuato.
Il ragazzo le diede una giocosa gomitata.
-Sono cieco, ma ho un'ottima memoria! No, devo soltanto recuperare il mio libro di algebra da un albero del giardino... Dove lo ha gettato Blake...- aggiunse in un sussurro.
Le esclamazioni scandalizzate delle tre ragazze furono come una mazzata per Mario: furono però le parole successive a fargli più male.
-Adesso mi sente, quel pezzo di merda...- ringhiò Dani, partendo alla carica verso il tavolo di Blake e dei suoi amici prima che qualcuno potesse fermarla.
Mario sospirò affranto: perché doveva sempre lasciare che fossero gli altri a risolvere i suoi problemi? Perché doveva sentirsi così inutile?
Di lì a poco il caos della mensa si era interrotto, sostituito dalle urla di Dani e dalle risate della combriccola di Blake.
-Dovresti vergognarti, Jenner! Sei un vigliacco!-
Blake fece un cenno a Michael che, dopo essersi passato una mano tra i corti capelli scuri, replicò al posto suo.
-Scusa, ma Blake non parla con gli scherzi della natura!-
Abraham, gli occhi a mandorla puntati su Dani, rise sonoramente: la ragazza incrociò le braccia, affatto toccata dalle parole di Michael.
-Strano che continui a frequentare un leccaculo come te, un galletto in salsa di soia...- accennò ad Abraham e alla sua cresta rossa -... E un contadinotto appena arrivato in città che vuole fare il duro.-
Maxfield fischiò piano, colpito dal coraggio di Dani.
-Tosta, la ragazza...- sussurrò.
-Ragazzum!- lo corresse Abraham, infastidito dalla battuta nei suoi confronti -Ancora non ho capito se sia un maschio o una femmina!-
I toni si alzarono ulteriormente, mentre un gruppo di curiosi cominciava a circondare i litiganti: Mario, udendo la voce sempre più alta di Dani, si batté una mano in fronte.
-Accidenti alla mia lingua lunga!-
Shanna e Aylin erano salite sulle loro sedie per assistere alla lite, e trattennero il fiato quando videro Blake alzarsi di scatto e puntare un dito verso Dani.
-Non mi fai paura, pallone gonfiato!-
-Attenta a come parli, mezza ragazza!-
Shanna si coprì gli occhi e, se avesse avuto altre mani, si sarebbe anche tappata le orecchie.
-Questa finirà male...-
Il trillo della campanella non era mai stato più opportuno.
Gli studenti cominciarono a disperdersi, ognuno diretto verso la propria aula, e anche Blake si allontanò, non prima di aver lanciato un'occhiata incendiaria a Dani.
L'ultimo membro del gruppetto ad andarsene fu Maxfield: il ragazzo fece un cenno di saluto a Dani e le sorrise, lasciandola sommamente interdetta.
Anche Charlie -che, come tutti i presenti, aveva seguito con ansia ed eccitazione il litigio- era stupito: a colpirlo era stato però il comportamento fortemente aggressivo di Dani, che gli era sempre sembrata una ragazza piuttosto tranquilla.
-Ehm, scusami...-
Una voce esitante lo riportò alla realtà: abbassò lo sguardo e si trovò davanti una ragazza dalla carnagione scura e con una chioma arruffata di capelli castani.
Sembrava intimorita, nonostante l'aspetto di Charlie non riuscisse ad intimorire nessuno.
-Sì?- domandò educatamente, recuperando nel contempo il suo zainetto.
La giovane si tormentò una ciocca e, sistematala dietro l'orecchio, si decise a proseguire.
-Ecco... Mi chiamo Taryn Mai... È il mio primo giorno qui, e volevo sapere se... Insomma, se tutti i giorni succedono certe cose...-
Charlie lanciò d'istinto un'occhiata a Shanna e Aylin, dirette verso l'uscita della mensa: fece una risatina nervosa e tornò a dedicarsi a Taryn.
-Dio, spero di no!-












Niente, sono fuori di testa.
L'ispirazione, che a fasi alterne mi abbandona senza rimpianti, sta riversandomi addosso in questi giorni quantità immani di idee: idee che, ahimé, non posso non tradurre in progetti.
Dunque... Here it is!
Una longfic sui ragazzi del Glee Project, che inizia a scuola.
Ambientazione trita e ritrita, ma spero di riuscire a renderla un po' più vivace in seguito, con qualche trovata.
Oh, ovviamente spero anche di trovare qualcuno disposto a leggere questa storia :3
Saluti!

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Capitolo 2
*** Smiles... ***


Una lezione dopo l'altra, la giornata scolastica sembrava non trovare la sua giusta conclusione.
Charlie uscì con aria distrutta dall'aula di matematica, all'interno della quale la professoressa Beckett aveva appena terminato una lunga e appassionante apologia nei confronti dei logaritmi, e in quel momento il ragazzo si sentiva come se avesse dell'acqua gelida al posto del cervello.
Scosse il capo e si sfilò il berretto, tentando poi di sistemarsi i capelli: cosa gli era passato per la mente quella mattina per fargli indossare un simile indumento?
Sollevò il braccio per controllare l'ora sul suo orologio da polso: constatato che, purtroppo, aveva davanti ancora due ore di noia mortale lo riabbassò, trovandosi davanti il sorriso timido di Taryn.
Salutò la ragazza con un cenno del capo e una strizzata d'occhio.
-Ehi! Come procede il tuo primo giorno?-
Taryn si strinse nelle spalle e scosse il capo, facendo tintinnare i voluminosi orecchini che portava ai lobi.
-Niente di eccezionale o spaventoso, le lezioni mi sembrano interessanti.-
Charlie inarcò le sopracciglia: lezioni interessanti?
Le cose erano due: o la precedente scuola di Taryn era un ricettacolo di incompetenti, oppure la ragazza era una secchiona patentata.
Taryn parve notare lo stupore del ragazzo.
-Va tutto bene?- domandò esitante.
Charlie le sorrise e annuì.
-Sì, assolutamente! Ti accompagno alla tua classe, ok?-
La ragazza arrossì appena, ma accettò l'offerta dell'altro e lo seguì lungo il corridoio, un mezzo sorriso stampato sul volto.
Mentre i due ragazzi si incamminavano verso la loro aula, da un bagno fece capolino una testa bionda: Ali Stroker osservò la coppia e con un sospiro rientrò nella toilette, all'interno della quale c'era un odore penetrante e fastidioso.
La ragazza arricciò il naso e mosse la propria sedia a rotelle verso l'unico bagno con la porta chiusa.
-Lily, hai finito?-
Tra un colpo di tosse e il rumore di uno sciacquone, Lily comparve di fronte all'amica: sebbene sorridesse come suo solito, gli occhi arrossati e l'odore dolciastro che la circondava la dicevano lunga riguardo il suo passatempo.
Ali si rabbuiò e scosse il capo.
-Sai che se dovessero beccarti saresti finita...-
La ragazzona diede un altro colpo di tosse e si avvicinò ad un lavabo, seguita a breve distanza da Ali.
-Si tratta solo di qualche canna ogni tanto.- dichiarò, lavandosi accuratamente le mani e la faccia -Potrei sempre dire che è per scopo medicamentoso!-
Sghignazzò mentre Ali le passava un deodorante spray che Lily utilizzò immediatamente per eliminare ogni traccia odorosa dai suoi abiti.
-E ora...- annunciò una volta terminate le operazioni di pulizia -... Andiamo da quella vecchia matta della Chambers!-
Ali avrebbe voluto dirle ancora qualcosa, ma stette in silenzio e lasciò che l'altra spingesse la sua carrozzella fuori dal bagno e verso l'aula.
A metà del corridoio Lily trattenne bruscamente il fiato.
-Dio, quanto è bello...- sospirò, lasciando intendere all'amica chi avesse appena adocchiato.
Lily aveva un'inarrestabile passione per Blake Jenner che, di contro, non la calcolava nemmeno: dubitava perfino che si ricordasse il suo nome...
-Ciao, Blake!- lo salutò Lily, sorridendo radiosa.
Blake abbandonò i suoi amici per un istante, avvicinandosi poi a lei con un ampio, luminoso sorriso.
-Ehi, Lily Mae!-
Ali sgranò gli occhi: la sua ultima supposizione era andata a farsi benedire, visto che Blake non solo conosceva il nome della sua amica, ma sapeva anche quale fosse il suo nome completo!
Dal canto suo Lily era in brodo di giuggiole.
Il quarterback si fece più vicino e, continuando a sorridere, le sussurrò qualcosa all'orecchio.
Me lo sarei dovuto aspettare, pensò con aria amareggiata Ali, dopo aver udito cosa Blake avesse domandato a Lily: nonostante una simile richiesta dimostrasse unicamente quanto il ragazzo fosse opportunista, non disse nulla.
Come sempre, d'altronde.
Con lentezza esasperante le ultime due ore di lezione passarono e l'ultimo trillo della campanella, sebbene uguale a tutti i precedenti, fu come una boccata d'aria fresca per gli studenti.
Abraham e Michael furono tra i primi ad uscire dalla scuola, discutendo animatamente.
-Stavolta ha esagerato.-
Michael sospirò e si aggiustò meglio lo zainetto sulla spalla sinistra.
-Abraham, è stata una delle solite bravate, niente di più.-
L'asiatico sbuffò e decise di accendersi una sigaretta: stette in silenzio per qualche istante, osservato in tralice dall'amico.
-Sai...- esclamò all'improvviso -... Secondo me devi toglierti i paraocchi e farti più ardito: io non ho alcuna intenzione di essere anche quest'anno uno degli schiavetti di Blake.-
Il moro si morse un labbro, pensieroso.
Blake era sempre stato il suo migliore amico, fin dalle scuole elementari, e si erano sempre sostenuti e spalleggiati a vicenda in qualunque situazione: allora perché le parole di Abraham sembravano toccarlo così profondamente?
Si costrinse a sorridere e diede un pugno scherzoso sul braccio dell'amico.
-Non essere così catastrofico, pensa alla vendetta che ti prenderai presto su quella Dani!-
Questo fece sorridere anche Abraham: un sorriso privo di allegria, simile a quello di un predatore che sta per balzare addosso alla sua ignara vittima.
Due ragazze passarono loro accanto, e Michael puntò lo sguardo su quella bionda: Abraham se ne accorse e gli sbuffò del fumo in faccia per richiamare la sua attenzione.
-Niente male la biondina, eh? Cheerleader se non ricordo male!-
Michael annuì in silenzio, infastidito dal fatto che Abraham lo avesse scoperto così facilmente.
Shanna e Aylin non avevano neanche notato i due ragazzi, prese com'erano dalla loro discussione e dalla contemplazione di un foglietto spiegazzato tra le mani della castana.
-È una cosa... Stupida!- esclamò Aylin, rileggendo il breve messaggio riportato su quel pezzo di carta.
I just met you, and this is crazy: but here's my number, so... Call me! Not maybe!
Sotto queste poche parole c'era un numero di telefono: numero che Aylin non aveva alcuna intenzione di provare a contattare.
Shanna era invece di tutt'altra idea.
-Provaci, che ti costa?-
Aylin la fulminò con lo sguardo, riponendo il bigliettino in una tasca dei jeans.
-E se fosse un maniaco?-
La bionda alzò gli occhi al cielo, esasperata dalla diffidenza dell'amica.
-Potresti provare a chiamarlo con un numero anonimo!- suggerì certa che, nonostante la ragionevolezza della proposta, l'altra non avrebbe assentito.
Come previsto, Aylin scosse con energia il capo.
-Non ci penso neanche! Chiunque sia stato a scrivere questa stronzata da... Bambinetta infatuata...- sputò fuori con evidente disgusto -... Non sentirà la mia voce!-
Shanna la lasciò sfogare per qualche altro minuto ma, quando Aylin cominciò a parlare di “maniaci arrapati che si masturbano sentendo la voce delle loro vittime” decise di porre fine a quel monologo.
-Ok, pausa, respira profondamente!-
Aylin smise di parlare, tentando di calmarsi: il sorriso rassicurante di Shanna poté ben poco contro la sua rabbia, ma le parole seguenti dell'amica l'avrebbero definitivamente chetata.
-Adesso vieni a casa mia, ci rilassiamo, magari ci vediamo qualche puntata di Gossip Girl e... Potrai giocare con Fuzzy quanto vorrai!-
Alla menzione del nome del gatto di Shanna tutta l'irritazione di Aylin parve svenire: la bionda prese l'amica -ora eccitata come una bambina- per mano e la condusse verso il cancello, dove le attendeva una sorpresa.
-Cam?-
Un ragazzo alto, biondo e con indosso degli occhiali da sole neri salutò allegramente Shanna.
-Sorpresa! Sono passato per caso qui davanti, e ho pensato di salutarti!-
La bionda lo abbracciò, sotto lo sguardo interessato di Aylin: terminato l'abbraccio il ragazzo tese la mano all'ancora ammutolita Aylin.
-Cameron Mitchell, sono il cugino di Shanna!-
La castana strinse la mano del ragazzo, un sorriso svenevole stampato sul volto.
-Aylin Bayramoglu, migliore amica...- sottolineò accuratamente quelle due parole -... Di Shanna!-
La cheerleader dovette trattenere una risata alla vista della sua amica che, era palese, stava osservando Cameron come se si trattasse di un'opera d'arte.
-Posso darvi un passaggio?- propose il ragazzo, accennando alla moltitudine di automobili parcheggiate lì davanti.
Aylin annuì con fervore.
-Molto gentile!-
Stavolta Shanna non riuscì a trattenere le risa.












Capitolo-intermezzo, giusto per definire meglio alcuni rapporti e introdurre un personaggio dalla prima stagione del Glee Project: sappiate che non sarà neanche l'ultimo ;)
Il prossimo capitolo sarà il seguito di questo, come dovrebbero far capire i puntini sospensivi nel titolo xD
Ne approfitto per ringraziare Jules_Black, al momento mia unica recensitrice e seguace *hug*

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Capitolo 3
*** ... And nasty looks! ***


Nellie sedeva su un muretto nel parcheggio della scuola.
Il suo motorino era parcheggiato lì accanto e lei non vedeva l'ora di tornarsene a casa: aveva bisogno di un po' di quiete, di musica rilassante e, perché no? di una sostanziosa merenda!
Sbuffò, lanciando un'occhiata di sbieco a Tyler, la cui voce vagamente nasale sembrava salire di ottava in ottava ogni istante che passava.
Il ragazzo era al telefono con la madre da dieci minuti abbondanti, e sembrava stessero discutendo animatamente: Nellie sbuffò nuovamente e lanciò un'occhiata all'orologio.
Se avesse continuato ad aspettare l'amico avrebbe avuto sempre meno tempo per rilassarsi prima che i suoi genitori rientrassero... D'altra parte lo aveva invitato a casa sua, quindi si era fregata con le sue mani.
Stupide promesse, pensò mestamente, mentre la voce di Tyler raggiungeva nuovamente le sue orecchie.
-Ho da fare, non possiamo rimandare?- stava quasi urlando il ragazzo, il volto contratto dall'irritazione.
Come Dio volle, con un ultimo borbottio denso di frustrazione, Tyler concluse la sua telefonata: Nellie si stampò un sorriso sul volto e si preparò a partire a razzo, sebbene il suo motorino fosse più simile ad una vecchia caffettiera con due ruote.
Tyler si passò una mano tra i corti ricci e sospirò.
-Nellie...- esordì, facendo svanire il sorriso dal volto dell'amica: lei sapeva cosa stava per dirgli l'altro.
-Non puoi venire.- disse semplicemente lei, indossando con calma misurata il casco.
Il ragazzo annuì, posandole una mano sulla spalla.
-Possiamo vederci domani, magari! Purtroppo oggi ho un impegno urgente, e...-
Nellie annuì meccanicamente, senza quasi ascoltare le parole di scusa dell'amico: era ovviamente pronta a perdonarlo -sarebbe stata una stupida a prendersela per così poco!-, ma dentro di lei si sentiva fredda.
-Non c'è problema. Ti chiamo stasera, allora.-
Prima ancora che Tyler potesse salutarla con qualcosa di più che un cenno della mano, Nellie aveva avviato il motorino ed era partita.
Sfrecciò lungo la strada, schivando infide buche nell'asfalto e automobili troppo lente.
Perché si sentiva come svuotata?
Forse perché Tyler, l'unico amico che avesse in quella dannata scuola, l'aveva bidonata con grande nonchalance?
Scosse il capo come a volersi liberare di quell'idea: si sarebbero visti il giorno successivo, e Tyler sarebbe stato costretto a sorbirsi le sue tirate su quanto fosse affascinante Blake Jenner.
Sorrise tra sé, svoltando in una via secondaria.
Nel parcheggio della scuola, intanto, Tyler aveva individuato l'automobile di sua madre: con un sospiro rassegnato raggiunse il mezzo e aprì lo sportello: la madre gli sorrise dolcemente.
-Avanti, andiamo!- sentenziò lui lapidario, chiudendo lo sportello e allacciandosi la cintura di sicurezza.
La donna scosse impercettibilmente il capo e partì, un solo pensiero che le ingombrava la mente: la scelta era stata di Tyler, ma era la scelta giusta?
Dopo quasi un anno se lo chiedeva ancora, e si detestava profondamente per questo.
Mentre la grossa Volvo ripartiva, un ragazzo e una ragazza apparvero nel parcheggio: Dani chiacchierava a briglia sciolta come suo solito, Mario era insolitamente silenzioso.
-A proposito!- esclamò Dani, battendosi una mano sulla fronte -Hai recuperato poi il tuo libro?-
Mario annuì rigidamente, picchiando il bastone a terra con inusitata violenza: i due gesti non sfuggirono all'occhio attento della ragazza che, interdetta, lo prese per il polso e lo costrinse a fermarsi.
-Ok, parliamone...- cominciò con aria determinata -... Cosa ti è preso? È da quando siamo usciti dalla scuola che non dici una parola, neanche una delle tue solite battute stupide!-
Il ragazzo fece per replicare, ma la voce squillante di una donna gli risparmiò la fatica.
-Mario! Sono qui, caro! Ciao Dani!-
Una bella donna sulla quarantina, con lunghi ricci neri e un sorriso smagliante, stava rapidamente avvicinandosi: Dani sorrise a sua volta.
-Salve, signora Bonds!- la salutò -Le ho portato il pargolo!-
La donna rise e allungò una mano per prendere lo zainetto di Mario: il ragazzo si divincolò appena, borbottando.
-Posso portarlo da solo.-
La madre alzò gli occhi al cielo, ma il sorriso era sempre al suo posto: diede un buffetto sulla spalla al figlio e si voltò verso Dani.
-Ti ringrazio, è sempre un piacere vederti! Avanti, musone, la macchina è al solito posto!-
Con un rapido cenno di saluto Mario prese a muoversi in direzione dell'automobile della madre: Dani salutò entrambi, vagamente infastidita.
Che accidenti era successo a Mario?
Nel giro di poche ore si era incupito, rattristato... Che c'entrasse quell'idiota di Blake?
Arricciò il naso: ci avrebbe pensato lei a quel gradasso!
Si voltò di scatto, rischiando di schiantarsi su un petto massiccio: alzò lo sguardo e incontrò un sorrisetto divertito.
Arretrò di un paio di passi, incrociando strettamente le braccia come a volersi proteggere: non aveva paura, ma quel tipo sembrava far parte della combriccola di Jenner, quindi non c'era da stare allegri e rilassati.
-Che vuoi, Camp?- sputò fuori, osservandolo con cipiglio ostile.
Maxfield continuò a sorridere, incurante dell'aria tutt'altro che amichevole di Dani: l'unica sua reazione al tono irritato della ragazza fu un lieve inarcarsi delle sopracciglia.
-Ehi, cos'è tutta questa aggressività?-
Dani lo fulminò con lo sguardo e aggrottò le sopracciglia.
-Non ti conosco, oggi ho urlato contro i tuoi amichetti e tu mi sbuchi alle spalle in un parcheggio praticamente deserto: quindi, ripeto la domanda. Che vuoi?-
Il ragazzo si sistemò lo zainetto sulla spalla destra e parve ponderare una risposta, il sorriso sempre al suo posto: Dani avrebbe voluto mollargli un bel calcio in mezzo alle gambe, in modo che smettesse di essere così allegro.
-Beh...- cominciò a rispondere Maxfield -... Effettivamente oggi hai urlato contro quei ragazzi...-
A quelle parole le orecchie di Dani si rizzarono: aveva detto “quei ragazzi”, come se volesse mantenere le distanze da loro o non li conoscesse.
Oppure, cosa assai più probabile, stava cercando di fregarla in qualche modo.
-Va detto che però io sono stato risparmiato!- proseguì lui -Mi domandavo come mai...-
Dani sbuffò, un sorrisetto di scherno comparso sul suo volto.
-Mi pare evidente, Camp: ancora non ti conosco, per fortuna, dunque dovrò inventarmi un insulto adeguato!-
Contro ogni previsione Maxfield scoppiò a ridere: Dani lo fissò basita, più indisposta e irritata che mai.
-Sono contenta che tu stia divertendoti.- sentenziò gelidamente -Ora vedi di soffocarti, così potrò ridere anch'io: a mai più rivederci.-
Si voltò e si allontanò dal ragazzo, ma la voce profonda di lui la bloccò di nuovo.
-Non è giusto, però: tu conosci il mio nome e io non so il tuo!-
Dani alzò gli occhi al cielo e, senza neanche voltarsi, lo sbeffeggiò.
-Non credo ti interessi: i tipi come te cerco di evitarli il più possibile, sai?-
Non visto, Maxfield si strinse nelle spalle.
-Come preferisci. Ci si vede domani, allora, Dani Shay!-
La ragazza si girò di scatto, notando di striscio il sorrisetto divertito fatto da Maxfield mentre si allontanava.
Lo fissò per qualche istante, lui e i suoi stupidi capelli lunghi, lui e la sua stupida camicia a quadri, lui e i suoi stupidi jeans.
-Fanculo...- sibilò tra i denti, rimettendosi in marcia verso l'uscita del parcheggio.
Lui e quel suo stupido, stupidissimo bel culo.
Dani imprecò per la seconda volta.















Ultimissimo capitolo di transizione, lo spergiuro (?).
Dal prossimo cominceremo già ad avere intrecci, dettagli interessanti (almeno spero...) e qualche nuova/vecchia conoscenza :3
Un grazie ai recensori e a chi preferisce/ricorda/segue la storia :D

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Capitolo 4
*** No news, good news ***


Due settimane.
Quattordici giorni, trecentotrentasei ore, e...
Ok, basta così.
Taryn ancora non riusciva a credere di trovarsi a Lima da così tanto tempo.
Oppure il fatto era che si trovava lì da poco tempo, ma già si sentiva accettata e integrata?
Ogni giorno a scuola si incontrava con Charlie, chiacchieravano prima delle lezioni e a volte pranzavano assieme; da qualche giorno aveva anche cominciato a frequentare un paio di ragazze molto simpatiche, Shanna e Aylin le quali, a quanto pareva, avevano però qualche remora nei confronti di Charlie.
O, perlomeno, Aylin non sembrava sopportarlo.
-Mi sta fissando. Di nuovo!- sibilò, gli occhi marroni puntati su un punto del cortile poco distante da loro.
Inspirò profondamente per calmarsi e, in quel breve lasso di tempo, sia Taryn che Shanna poterono vedere Charlie voltarsi appena e sorridere.
Le due lo imitarono, indisponendo l'amica.
-Non è divertente!- si lamentò Aylin -Quello sta diventando la mia ossessione!-
-In che senso?- domandò maliziosamente Shanna, guadagnandosi un'occhiataccia e un “Vaffanculo” a mezza voce.
Fortunatamente eventuali discussioni furono scongiurate dall'avvicinamento di due persone: alla loro vista Shanna si chinò rapida verso le due amiche che, cogliendo un pettegolezzo in arrivo, si predisposero ad ascoltarla con estrema attenzione.
-Non vi sembrano diventati molto intimi quei due?-
Con discrezione Taryn e Aylin puntarono lo sguardo nella direzione indicata con un cenno del capo da Shanna.
Effettivamente il ragazzo e la ragazza finiti sotto l'impietoso sguardo delle tre amiche sembravano molto uniti: ridevano, si spintonavano amichevolmente e parlavano a ruota libera.
Aylin, priva di ogni pudore o riservatezza, sventolò allegramente una mano e attirò la loro attenzione.
-Buongiorno, Dani!-
Taryn sospirò mestamente mentre Shanna borbottava -E poi si lamenta di Charlie...-
Al saluto della ragazza turca, Dani si avvicinò seguita dal suo amico: sorrise al terzetto e si accomodò sul muretto al loro fianco.
-Come va, ragazze?- le salutò, indicando poi il ragazzo -Lui è Maxfield, non so se lo conoscete: in caso contrario, ritenevi fortunate!-
Maxfield le diede un buffetto sulla spalla, porgendo poi la mano alle altre.
-Aylin, piacere.-
-Taryn, sono qui da un paio di settimane!-
Il ragazzo sorrise e annuì.
-Ti capisco benissimo, mi sono trasferito da poco anch'io, ma grazie a Justin Bieber, qua...- bloccò con la mano un pugno da parte di Dani -... Mi sto ambientando alla grande!-
Si voltò poi verso Shanna, l'unica a non aver ancora aperto bocca: la ragazza aveva lo sguardo perso e sembrava fissare un punto appena sopra la spalla destra di Maxfield, tant'è che tutti puntarono lo sguardo da quella parte.
Aylin le passò una mano davanti agli occhi.
-Terra chiama Shanna, sei tra noi?-
La bionda si riscosse e sorrise imbarazzata.
-Oh... Sì, sono... Un po' distratta, oggi...-
-L'avevamo notato!- la punzecchiò Dani.
Shanna ridacchiò incerta e porse la mano a Maxfield.
-Piacere, Shanna.- si presentò brevemente.
Il ragazzo le strinse la mano e annuì, un vago sorriso che gli aleggiava sulle labbra.
-L'avevo intuito!- scherzò, facendo arrossire appena la bionda e costringendo Dani a mollargli una gomitata sul fianco.
-Meno battute, Max, o con il tuo terrificante senso dell'umorismo farai scappare tutti!-
L'inopportuno trillo della campanella interruppe l'ameno battibecco tra i due che, salutate le tre ragazze, si diressero all'entrata della scuola senza smettere di discutere.
Taryn sospirò e osservò con aria affranta l'edificio.
-Vado anch'io, ho due ore di storia... E prego Dio che oggi Foster non mi interroghi!-
Fece un cenno alle altre due e si allontanò a sua volta: Aylin scosse il capo, divertita.
-L'abbiamo educata bene, vedo! Anche se dubito che prenderà meno di B... Comunque!- esclamò subito dopo, facendo sobbalzare Shanna -Le tue guanciotte rosse mi comunicano che qualcuno non ti è affatto indifferente!-
La bionda si sistemò una ciocca dietro l'orecchio destro e, aggiustatasi la borsa sulla spalla, si alzò senza dire nulla.
Aylin, al colmo del divertimento, la seguì senza smettere di tormentarla.
-Sei un libro aperto, Henderson! E...-
No, non poteva essere.
Con la coda dell'occhio aveva visto Charlie Lubeck avvicinarsi a loro, dunque fece la cosa più intelligente che le venne in mente.
Fuggì biascicando maledizioni.
Shanna sospirò di sollievo, gratificando con un sorriso luminoso l'ancora ignaro ragazzo.
-Ciao... Shanna, giusto?-
Lei annuì con calore senza smettere di sorridere.
-Esatto! Come va?-
Un po' stupito da tutti quei sorrisi e quell'insolito comportamento, si limitò a biascicare un “Bene.” non molto convinto, ma che non smorzò l'entusiasmo eccessivo di Shanna.
-Mi fa piacere!- esclamò -Ora dovrei...-
-Aspetta!- la bloccò Charlie, ben deciso ad approfittare di quel momento di bizzarra euforia da parte della ragazza: Shanna tacque e osservò con curiosità il ragazzo.
Questi prese un bel respiro e, assicuratosi che nessuno stesse ascoltandoli, si avvicinò appena alla bionda.
-Per quale motivo la tua amica sembra odiarmi così tanto?-
Shanna batté le palpebre un paio di volte, tornando poi a sciogliersi in un sorriso.
-In realtà Aylin ha questo atteggiamento diffidente nei confronti di molte persone, non credere che ce l'abbia con te!-
-Oh.- commentò Charlie, tentando di rispondere al sorriso ampio e vagamente inquietante di Shanna: la ragazza lo salutò poi rapidamente ed entrò nella scuola.
Camminando in fretta lungo i corridoi aveva un solo pensiero per la testa, e non era quello di giungere in orario alla lezione seguente: avrebbe ucciso Aylin, lei e quella sua dannata lingua lunga!
Una risatina nervosa le sfuggì dalle labbra.

 

 

 

 

Quel pomeriggio, terminate le lezioni, Shanna e Aylin furono invitate da Taryn a casa sua.
-La settimana prossima abbiamo la verifica di matematica...- aveva detto -... E un po' di ripasso non ci farebbe male!-
Sebbene l'idea di mettersi a combattere con numeri, equazioni e strani simboli non tentasse nessuna delle due, la solenne promessa di Taryn di dedicare almeno mezz'ora al gossip più sfrenato le aveva convinte.
Purtroppo, come era facilmente intuibile, a casa di Taryn la situazione fu ben diversa.
Aylin controllava il suo profilo Facebook, commentando di tanto in tanto alcune notizie a detta sua interessanti; Shanna, combattuta tra il senso di colpa per il ripasso quasi saltato e la voglia di spettegolare un po', tendeva l'orecchio ora verso Aylin ora verso Taryn; quest'ultima, dal canto suo, tentava invano di interrogare Shanna.
-Dunque la definizione di integrale è...?-
-Hmmm... Blake Jenner?-
Aylin rise di gusto, mentre Taryn si batté una mano sulla fronte.
-Ci rinuncio, avete vinto voi...- sentenziò amaramente riponendo il libro su uno scaffale.
Shanna sospirò e si voltò verso Aylin, un sorriso più simile a un ghigno che le increspava le labbra.
-Oh, a proposito di uomini... Oggi Charlie Lubeck mi ha chiesto di te!-
La ragazza si voltò come una furia verso l'amica, il cui sorriso non le faceva presagire nulla di buono: la invitò a proseguire con un cenno, cosa che Shanna fece con notevole piacere.
-Mi ha domandato come mai tu sembrassi odiarlo.-
-E...?- la spronò Aylin, sempre più preoccupata: seduta sul suo letto, Taryn non si perdeva una parola.
Shanna fece spallucce, come a voler sminuire le sue parole seguenti.
-Oh, mi sono limitata a dirgli che tu non lo odi, ti comporti così con tutti.-
Aylin era indecisa se urlare, aggredire Shanna o mettersi a piangere.
O magari tutte e tre le cose assieme.
Si accasciò sullo schienale della sedia, imprecando sommessamente in turco: Taryn tossicchiò per attirare l'attenzione di entrambe.
-Interessante! Quindi adesso Charlie sarà ancora più spronato a perseguitare Aylin! Piuttosto...- soggiunse voltandosi verso Shanna -... Che ci dici del tuo sguardo fisso di stamattina?-
-Sposami, Taryn...- mormorò Aylin, ancora intontita dopo il colpo basso tiratole dall'amica: Shanna imbastì un'espressione stupita.
-Non capisco, di cosa parli?-
Il tremito appena percettibile della sua voce -e per nulla sfuggito all'orecchio attento di Taryn- sarebbe stato una confessione più che sufficiente.
Aylin, vedendo nelle parole di Shanna un momento di rivalsa, si raddrizzò immediatamente.
-Oh, ma è palese, cara la mia Miss-Mandiamo-I-Maniaci-Dietro-Alle-Amiche!- sputò tutto d'un fiato -Sta parlando del tuo sguardo che, se non sbaglio, era puntato dritto dritto verso Maxfield Camp!-
Shanna arrossì in maniera piuttosto evidente, ma ancora non volle darsi per vinta.
-Cosa stai dicendo? Stavo guardando oltre Maxfield Camp...-
-Sì, certo, come no!- la dileggiò Aylin: stava per aggiungere qualcos'altro di indubbiamente pungente, quando un leggero bussare alla porta la fece voltare.
Taryn si alzò per andare ad aprire, lasciando intravedere una ragazza alta, con la pelle della stessa identica tonalità di quella di Taryn e dei corti capelli neri.
Si abbracciarono, poi la più piccola si voltò.
-Oh, le presentazioni... Loro sono Shanna e Aylin...- le due ragazze salutarono -... E lei è McKynleigh, mia sorella!-
-Scusate il disturbo, ragazze!- abbassò lo sguardo sulla sorella -Volevo avvisarti che stasera non torno per cena, ok?-
Taryn annuì e, dopo uno scambio di affettuosi saluti, McKynleigh sorrise alle altre due ragazze e richiuse la porta dietro di sé.
Immediatamente alle sue spalle esplosero le grida.
-Vogliamo parlare di te che sbavavi dietro mio cugino?-
-Questo è un colpo basso, Shanna! E comunque meglio lui del contadinotto del Kentucky!-
McKynleigh scosse il capo e sorrise, mentre un trillo insistente le annunciava l'arrivo di una telefonata.
Trasse il cellulare fuori dalla tasca e, letto il nome sullo schermo, emise un versetto stupito.
-Cam! Che sorpresa, come stai?-
La voce dall'altro lato del telefono, per quanto cercasse di mantenersi contenuta, la preoccupò: era percepibile una certa quantità d'ansia, sentimento solitamente estraneo a quel ragazzo.
-Bene, ma... Dobbiamo assolutamente vederci.-
La ragazza incastrò il cellulare tra la spalla e l'orecchio, frugando nella borsa alla ricerca delle chiavi della macchina.
-Oggi? Sai, stasera avrei un impegno, e...-
-È tornato.-
Tre parole, un colpo al cuore per McKynleigh.
Sollevò il capo di scatto, rischiando di far cadere il cellulare ma riuscendo ad afferrarlo al volo.
Prese un profondo respiro e, cercando di contenere il tremito nella voce, fece una domanda retorica.
-Chi?-
Sapeva già la risposta, ma sperava intensamente che Cameron non infrangesse le sue timide speranze ed enunciasse un altro nome: un qualunque altro nome!
Dopo svariati secondi di silenzio, il ragazzo si decise a rispondere.
-È arrivato ieri sera, a quanto pare. Samuel Larsen è a Lima.-

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