Snapshots

di Temari
(/viewuser.php?uid=13848)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti! =D
Dunque, come avevo anticipato (chi ha letto la nota che avevo scritto quanche ora fa nell'altra raccolta), ho deciso di separare le drabble 'random' da quelle accomunate dal 'coming out' di Misaki e Usagi-san.
Ora "
Snapshots" raccoglierà le prime: quelle un po' più spensierate. ^^
Per chi vorrà continuare a seguire le due cose anche separate, un grazie in anticipo! :3


Note: demenza (la mia), idee idiote, probabili drabble su Jun'Ai Romantica.

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari

Snapshots



- Hiking in the Woods -

        "Merda..." Imprecò Misaki digrignando i denti mentre si teneva il ginocchio
—avrebbe ucciso Usagi-san per questo! Era tutta colpa sua se erano finiti in mezzo alla foresta e lui era stato morso da un serpente!
        "Rilassati, so cosa fare, ero negli scout alle elementari." Gli disse Usagi-san, stringendogli la cintura proprio sotto la rotula e preparandosi ad estrarre il veleno dalla ferita.
        "Bugiardo!" Urlò Misaki, staccandosi dallo scrittore. "E ti ho detto che il serpente non era velenoso! Vuoi solo approfittarti di me!" Il silenzio che gli rispose aveva il sentore di verità e non fece altro che infuriare il più giovane dei due, che se ne andò pestando i piedi e maledicendo gli adulti pervertiti che aspiravano a fare gli scout.


- Dirty Face -

        "Forza, Akihiko-nii!" Incitò Misaki, mentre aspettava che il suo compagno si rimettesse in sesto (pantaloni compresi) in non più dei successivi dieci secondi - a dispetto del fatto che fosse ancora intontito dal lavoretto di bocca che aveva appena ricevuto da un Misaki alquanto eccitato -: il fratello del più giovane stava per arrivare.
        Il suono del campanello arrivò nell'esatto istante in cui Akihiko si alzò dal divano e sistemò la cintura nuovamente al suo posto.
        "Nii-chan, benvenuto!" Salutò Misaki, aprendo la porta con un sorriso.
        "Ciao, Misaki!" Rispose Takahiro, prima di osservare attentamente suo fratello, alzando un sopracciglio "Cos'è quello?" chiese, indicando il mento di Misaki.
        Sfiorando la suddetta parte del viso, il più giovane arrossì furiosamente nel rendersi conto che non si era pulito a dovere la faccia dopo il 'servizietto' che aveva fatto ad Akihiko. "Uuuh! Latte di cocco! Lo stavo bevendo giusto adesso, a-haha!!"



- The Next Vacation -

        Misaki scese le scale con un cesto pieno di biancheria lavata da stendere nella veranda. Guardando alla sua sinistra, l'occhio gli cadde su Usagi-san che stava sfogliando le pagine di quella che sembrava una guida
—di un'agenzia di viaggi, concluse, fermandosi alle spalle dello scrittore e vedendo la foto di una spiaggia sabbiosa - di un qualche stato straniero senza dubbio -.
        "Che posto è quello?" Chiese, curioso a dispetto del suo buon senso.
        "Copacabana." Fu la risposta, "Ho deciso che andremo lì per il tuo compleanno." continuò Usagi-san mentre voltò pagina serafico.
        "Scordatelo! Non so nemmeno dove si trovi!!" Ma la protesta di Misaki non venne recepita.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Salve a tutti! =D
Dunque, come avevo anticipato (chi ha letto la nota che avevo scritto quanche ora fa nell'altra raccolta), ho deciso di separare le drabble 'random' da quelle accomunate dal 'coming out' di Misaki e Usagi-san.
Ora "
Snapshots" raccoglierà le prime: quelle un po' più spensierate. ^^
Per chi vorrà continuare a seguire le due cose anche separate, un grazie in anticipo! :3


Note: demenza (la mia), idee idiote, probabili drabble su Jun'Ai Romantica.

Ja ne,
Temari

Snapshots


- Nothing More -

        Ne aveva avuto abbastanza.
        Abbastanza dell'ansia, abbastanza del nervosismo, abbastanza del dover sempre stare attento dovunque andasse o con chiunque fosse
—temeva che la testa gli sarebbe implosa, se tutto questo fosse continuato.
        Era stanco.
        Stanco dei litigi, delle urla; stanco di vedere la tristezza ed il dolore riflessi su un viso che non avrebbe mai dovuto vederli attraversare i suoi lineamenti... Era stanco di colpire, costantemente, un muro, perché lo faceva dubitare di se stesso e lui odiava sentirsi in quel modo—temeva che il suo cuore non avrebbe retto, se fossero andati avanti così.
        Inspirando a fondo e piantando i piedi fermamente, per rassicurarsi, per rafforzare la propria risolutezza, infine parlò con voce chiara e ferma. "Non provo nulla se non un profondo rispetto per il suo talento come mangaka, Ijuuin-sensei. Nulla di più, e non proverò mai nulla più di questo. Mi dispiace... E grazie."


 - Essay -

        Gli occhi di Misaki erano fissi sull
'immacolata pagina di Word del computer di fronte a lui, l'unica frase scritta era la citazione attorno alla quale doveva comporre il suo saggio per Letteratura Classica - "Era un poeta; ed essi non sono mai veramente degli adulti."; J.M. Barrie, Peter Pan In Kensington Gardens -.
        Più leggeva la frase, più la sua mente si prendeva gioco di lui ripetendo il mantra 'scrivi di Usagi-san, Usagi-san...' che cercava di non sentire. Alla fine si limitò ad imprecare ed iniziò a premere i tasti senza leggere cosa ne stava uscendo.
 
        "Ebbene, Takahashi... Come potrei descrivere quello che hai consegnato?" Disse il Diavolo Kamojou alla fine della lezione successiva. "Un'assoluta schifezza!! Ecco come lo definirei! Oltretutto Usami-san non è un poeta!... Per quanto non possa negare che è infantile. —Rifallo!"


- Forgotten Photographs -

        Rovistando fra i vecchi oggetti di suo marito, Manami trovò un album di fotografie coperto di polvere. Curiosa, aprì la copertina e sfogliò le varie pagine ricolme fino all'orlo di foto risalenti ad almeno quindici anni prima.
        Girando ancora un'altra pagina, la donna si fermò ad osservare una foto particolare che la fece ridacchiare prima che potesse impedirselo: un Misaki-kun di cinque o sei anni - quei grandi occhi verdi erano inconfondibili - vestito con un adorabile prendisole azzurro à pois ed un sorriso innocente che gli distendeva le labbra mentre guardava verso la macchina fotografica.
        "Takahashi-san era una donna interessante," Pensò Manami, "è un peccato che sia scomparsa."



Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Salve a tutti! =D
Prima di andare via stasera, trovo il tempo di aggiornare questa raccolta random. ^^

Note: la seconda drabble ha vaghi riferimenti a 'I Covet You'.

Ja ne,
Temari

Shapshots



- Babysitting Gone Wrong -

        Era stata una settimana stancante a lavoro per Misaki: Takano-san che l'aveva perseguitato affinché imparasse tutte le basi dell'editing il più in fretta possibile, poi gli aveva praticamente fatto da fattorino tutto il tempo e, sommato a tutto il resto, doveva avere quotidianamente a che fare con Usagi-san...
        Insomma, era stanco morto.
        Eppure aveva ricevuto una telefonata di suo fratello, che gli aveva chiesto di fare da babysitter a Mahiro per qualche ora. Misaki si era ritrovato a dir di sì senza pensarci.

        Mezz'ora dopo, Misaki si svegliò di soprassalto ancora seduto sul divano, trovandosi davanti un salotto sottosopra e impronte colorate di mani su tutte le pareti. "Che hai fatto, Mahiro?! Usagi-san ci ucciderà!!"



- Refuge Away From Home -

        Occhi color nocciola si posarono per l'ennesima volta sulla figura che occupava il divano blu nel salotto.
        Quella mattina, dopo che Nowaki se n'era andato a lavoro, Hiroki era stato distratto dalla sua piacevole sessione di lettura dal suono del campanello ed era rimasto sorpreso nel vedere, fra tutti, proprio Akihiko lì di fronte a lui, con una faccia abbattuta e per nulla in linea con quella che aveva solitamente in pubblico.
        Lo scrittore non aveva detto nulla mentre entrava e si dirigeva verso il divano; solo dopo essersi steso ed aver chiuso gli occhi aveva mormorato "Solamente finché torna a casa...", prima di addormentarsi.
        Hiroki era rimasto seduto su una sedia ed aveva vegliato sull'altro da allora, alquanto preoccupato, domandandosi cosa poteva essere successo ad Akihiko.



- Playing in the Dirt -


        Takahiro e Manami, colti da un attacco improvviso di 'romanticheria da primo appuntamento', avevano lasciato il loro figlioletto di cinque anni alle cure di Akihiko e Misaki.
        La giornata fuori era assolata e Misaki, reputando uno spreco rimanere in casa, aveva suggerito di andare al parco tutti e tre, così, mentre Mahiro e il giovane editore giocavano insieme in mezzo alla sabbia, Akihiko se ne stava tranquillo su una panchina all'ombra di un albero a leggere, con il piacevole sottofondo delle risate dei due a fargli compagnia.
        "Usagi-san, perché non vieni anche tu a giocare un po'? A Mahiro farebbe piacere." La voce di Misaki gli fece alzare gli occhi dalla pagina che stava leggendo e si ritrovò ad alzare un sopracciglio fissando l'altro.
        "Che c'è? Ho qualcosa in faccia?" Chiese Misaki aggrottando la fronte.
        Akihiko non poté fare a meno di ridacchiare, alzandosi in piedi e passando una mano sulla guancia destra del più giovane. "Ma guardati! Sei pieno di terra!! Peggio di un bambino di cinque anni, haha!"



Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Salve a tutti! =D
Perché dico che mi prendo una pausa, che poi tanto mi ritrovo a scrivere lo stesso...?? *sigh*
Dunque, le tre drabble seguenti sono colpa del manga acquistato da poco via internet, cioè
Kimi ga Koi ni Ochiru (a.k.a. You Will Fall in Love o Trattami con Dolcezza [che non c'entra una cippa col titolo originale]), e anche del fatto che ho una sorta di kink per il tiro con l'arco. XD

Note: AU.
Note 2: Il 'kyuudoji' o 'hakama' è quella sorta di kimono usato nel tiro con l'arco tradizionale.

Ja ne,
Temari

Snapshots



- For a New Work -

        Non sapeva cosa l'avesse convinto ad prendere in considerazione il lavoro che Aikawa gli aveva proposto... Un argomento come quello del tiro con l'arco non era mai rientrato fra le scelte.
        Probabilmente era proprio per quello che aveva detto "forse", e che quella mattina si era diretto verso un poligono di tiro con l'arco non lontano da casa Usami.
        Una volta arrivato e avuto il permesso di visitare il luogo da non praticante dello sport, Akihiko si sorprese della calma tranquillità che aleggiava fra le pareti ed il pavimento di legno chiaro... Se si fosse seduto chiudendo gli occhi, avrebbe avuto l'impressione di essere in quella radura che tanto adorava da bambino.



- Mystifying Beauty -

        Si stava avvicinando all'area designata per l'allenamento vero e proprio, ma ancora non aveva incrociato nessuno per i corridoi: che fosse giorno di chiusura e avessero fatto un'eccezione per lui? Scosse la testa, cercando di mantenere la mente libera e di godersi appieno il velo di misticità che regnava in quel luogo.
        Thunk.
        Thunk.
        Il suono, ritmico, gli giunse alle orecchie, crescendo di intensità a man mano che si avvicinava all'area di pratica.
        Thunk.
        Thunk.
        Allora qualcuno c'era, pensò Akihiko, mentre si fermava davanti alla porta scorrevole e rimaneva ad ascoltare il suono delle frecce che, ad intervalli regolari, colpivano il bersaglio. Aprendo piano la porta, il velo di misteriosa quiete fu spazzato via dalla ancor più misteriosa figura in kyuudoji su cui si posarono i suoi occhi.



- Ethereal Nymph -

        Da lì, appena oltre la porta scorrevole, la schiena minuta ed il contegno - il raccoglimento, la concentrazione -, quasi regale, della figura in piedi sul bordo della piattaforma di tiro fecero sì che Akihiko non riuscisse a distogliere lo sguardo.
        I giochi di luce ed ombre che si alternavano sul kyuudoji ad ogni piccolo, impercettibile, movimento del corpo della figura lo ipnotizzavano—bramava di avvicinarsi e sfiorare quella presenza quasi eterea.
        Avanzò in punta di piedi.
        Sei passi di distanza...
        Quattro.
        Tre.
        La presenza di Akihiko così vicino finì per spezzare il muro mentale che attorniava la figura, che si voltò di scatto, intrappolando lo scrittore in una foresta verde smeraldo. "... Chi è lei? Come ha fatto ad entrare?"


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Salve a tutti! =D
A seguire non saranno tre drabble, bensì un'unica one-shot. Non che l'abbia fatto a posta, eh, ERO partita con l'idea della drabble ovviamente, solo che in qualche modo è finita molto oltre. ^^" Ma in fondo non credo vi dispiaccia, haha!!
Colpevole di questo attacco di logorroicità(?), il prompt '
You've been turned into an animal!' preso da una community LJ.

Note: Random che più non si può.

Ja ne,
Temari

Snapshots





- An 'Enchanted' Morning -

        Si svegliò per il troppo caldo e, aprendo gli occhi stancamente, Akihiko si trovò sommerso dalle coperte; aggrottando le sopracciglia stranito, si fece strada fuori dal letto ma, al momento di poggiare i piedi sul tappeto, rovinò a terra con un'esclamazione di sorpresa—le sue gambe erano sparite! E con esse le mani e tutto il resto!
        Al loro posto... Zampe e... Pelo, di color grigio. Ed una coda. La sentì sbilanciarlo mentre si alzava sulle zampe per cercare di uscire dalla stanza. Tentò di chiamare Misaki, ma dalla sua bocca uscì solo una sorta di miagolio roco e dal tono incerto.
        Che diavolo gli era successo?
        Barcollando si diresse verso la camera singola dove sapeva che Misaki stava dormendo e, davanti alla porta chiusa, non sapendo come entrare, prese a chiamare il ragazzo insistentemente cercando di non sentirsi imbarazzato mentre una stringa di miagolii disperati gli uscivano dalla gola. Ci vollero cinque minuti prima che la porta si aprisse, mostrando un Misaki insonnolito e spettinato sulla soglia.
        "Ma che è questo rumore...?!" Si chiese, grattandosi la nuca e sbadigliando. Fu solo quando gettò, quasi per sbaglio, uno sguardo verso il pavimento che sembrò accorgersi di Akihiko, che lo chiamò nuovamente, sperando questa volta di riuscire a parlare ma senza risultato. "Gah! Che ci fa qui un gatto?!" Gridò Misaki, facendo un salto dalla sorpresa, prima di abbassarsi ed osservare l'animale da vicino.
        Akihiko gli si avvicinò, incerto sulle zampe a causa della coda, e si strusciò col muso sul ginocchio di Misaki che, involontariamente, sorrise dimenticandosi la sorpresa e lo prese in braccio.
        "Ora che ti guardo meglio sei proprio carino, sai?" Disse il ragazzo, grattando il gatto grigio dietro le orecchie, "Hai fame? Ah, ma non abbiamo cibo per animali... Ti va del latte?" chiese Misaki, senza pensare che se Usagi-san l'avesse visto parlare con un gatto l'avrebbe preso in giro a vita (per quanto lo scrittore parlasse con Suzuki-san, a volte).
        Durante il tragitto fino alla cucina, Misaki continuò a coccolarlo con un sorriso sulle labbra ed Akihiko si ritrovò a tremare tutto mentre si rendeva conto che stava facendo le fusa. Non ho idea di cosa sia successo, ma... Di certo al momento non mi dispiace. Pensò Akihiko, sorridendo fra sé e sé e ricercando maggiormente il contatto con le dita di Misaki.
        La tazzina col latte che il ragazzo gli presentò davanti poco dopo lo lasciò un poco spaesato: non aveva idea di come bere. Certo, aveva visto dei gatti farlo, ma non era la stessa cosa... Quando Misaki intinse l'indice nel latte e glielo avvicinò al muso, incoraggiandolo con un "Su! È buono!", Akihiko tirò fuori la lingua ruvida e leccò il dito.
        "Ecco così, bravo! —O brava...?" Disse il ragazzo, prendendo un tono incerto e curioso verso la fine della frase; poi, mormorando delle scuse, sollevò l'animale e guardò sotto la coda. "No, decisamente un maschio." Commentò, rimettendolo sul bancone della cucina.
        Akihiko, completamente dimenticatosi del latte, saltò addosso a Misaki che, scioccato, finì col sedere a terra ed il gatto aggrappato alla sua maglia del pigiama con le unghie.
        "Wah! Che fai?!" Sbottò, ricevendo solo uno strano miagolio in risposta prima che la lingua ruvida gli leccasse le labbra. "Ehi!" Quando il gatto ripeté la stessa azione di nuovo, Misaki cercò di staccarsi l'animale di dosso ma le unghie, invece di mollare la presa, affondavano sempre di più nella pelle. "Non ci posso credere..." Commentò il ragazzo ad alta voce abbandonandosi sul pavimento, incredulo. "Ci mancavano gli animali, adesso!"
        Improvvisamente, Misaki sentì come un macigno all'altezza del torace che gli rendeva difficile respirare. "Ma che—!"
        "... Chi sarebbe l'animale?"
        Aprendo gli occhi, il ragazzo si ritrovò a fissare qualcuno che decisamente non era un gatto. "Usagi-sa—! Ma che diavolo...?! Che fine ha fatto il gatto?!"
        "Che gatto?" Chiese lo scrittore, fingendo di cadere dalle nuvole. "Sono sceso e ti ho trovato per terra... Che stavi facendo? Il sonnambulo?" Disse con un ghigno.
        "Non dire idiozie! Non sono sonnambulo!... E vedi di alzarti!" Protestò Misaki tentando di divincolarsi dalle cosce che lo bloccavano.
        Akihiko sorrise malizioso, avvicinandosi al viso arrossato del più giovane, "Non se ne parla... Ho fame. Di qualcosa di molto diverso dal latte." mormorò piano nell'orecchio di Misaki, che prese a balbettare frasi senza senso nella speranza di nascondere l'imbarazzo, ma poteva avvertire chiaramente l'eccitazione dello scrittore premergli contro lo stomaco.






Note 2: Immaginatelo così, solo più grande. XD

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Salve a tutti! =D
Non aggiorno questa raccolta di drabble da un po', sorry, ho avuto altro di cui occuparmi... in ogni caso avevo due drabble già pronte per essere pubblicate da un pezzo, quidi ne ho scritta un'altra da aggiungere ed eccomi qui. ^^

Note: Sequel delle drabble del 4° capitolo, quindi AU e leggero OOC (per ovvi motivi).

Ja ne,
Temari

Snapshots




- Proud Archer -

        In un primo momento, non si rese nemmeno conto che il ragazzo gli aveva rivolto la parola. Fu solo quando ripeté le domande, che Akihiko finalmente registrò la sua voce—stranamente musicale, nonostante la sfumatura sospettosa...
        (In un angolo della mente, sapeva di aver risposto, ma il cervello pareva non registrare altro che quel ragazzo.)
        Ora che lo poteva osservare di tre quarti la compostezza della sua postura - eretta, fiera, sicura di sé - rendeva evidente che lì, con un arco ed una freccia in mano, il ragazzo si sentisse a suo agio.
        Quello era il suo habitat naturale.
        E Akihiko si rese conto che avrebbe potuto restare lì ad osservarlo per ore.



- Maybe a Chance -

        Non avrebbe saputo spiegare con esattezza com'erano finiti, lui e Misaki-kun (così aveva detto di chiamarsi il ragazzo in kyuudoji dagli splendidi occhi verde smeraldo), seduti a chiacchierare tranquillamente, lì dove poco prima il più minuto dei due si stava allenando.
        Akihiko non aveva potuto fare a meno di restare abbagliato dal sorriso radioso che Misaki-kun gli aveva rivolto una volta spiegato il motivo della sua visita al poligono di tiro con l'arco della sua famiglia... Ora che la barriera di diffidenza non li divideva più, Akihiko era sorprendentemente felice di notare come Misaki-kun fosse in effetti molto socievole ed amichevole: forse aveva una chance per avvicinarsi e conoscerlo ancora meglio.



- Twist of Fate -

        Il piano che aveva preparato era semplice: trovare qualcuno di esperto in tiro con l'arco, a cui chiedere consiglio e delle dritte per il suo nuovo libro, raccogliere più informazioni passibili e mantenere un minimo livello di contatto in caso fosse servito un ulteriore consulto più avanti.
        Invece le cose non erano affatto andate come previsto.
        Non solo si era ritrovato a parlare con uno studente, e non con il maestro del dojo, ma avevano parlato di tutto fuorché di quello che si era prefissato...
        E quel che era peggio—era terribilmente attratto da Misaki-kun. Al punto che, nel separarsi dal ragazzo al cancello, nel vederlo fargli un inchino e nel sentirlo dire «È stato un piacere conoscerla, Usami-san.» con un sorriso genuino sul volto, aveva dovuto faticare per frenare l'impulso di sfiorargli le labbra con le sue.
        Sarebbe sicuramente tornato, di questo Akihiko era certo.


Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Salve a tutti! =D
Mi sento uno schifo per varie ragioni, ma finalmente dopo una settimana del cavolo sono riuscita a finire qualcosa che avevo iniziato a scrivere D: È colpa del raffreddore che manda in vacanza l'ispirazione (e la voglia di fare).
Comunque, eccovi altre tre drabble--so che sono un po' strane (soprattutto le ultime due), ma sono una sorta di 'esperimento'. *cerca scuse*

Note: Bah, le solite (?).

Ja ne,
Temari

Snapshots




- A Simple Word -

        «L'amore è facile, Misaki.»
        Nel sentire quella frase uscire dalla sua bocca, non posso frenare l'espressione incredula sul mio viso, e ringrazio che mi dà le spalle, così non può vedermi. Cos'è, una presa in giro? Come può lui dire una frase del genere?
        L'amore è tutt'altro che facile! È complicato!
        Confonde, terrorizza, rende ansiosi, nervosi, fa star male, ti fa attorcigliare lo stomaco, rende insicuri e come degli estranei a se stessi... Ti ritrovi a chiederti "Sono davvero io, questo?", ti costringe a vedere qualcosa che non sapevi esistesse.
        Ti porta a condividerlo, anche se te ne vergogni e cerchi di nasconderlo.
        «Con te è facile, Misaki.»
        L'amore rende incredibilmente vulnerabili.
        «Con te, invece, no, Usagi-san.»



- A Diplomat [*] -


        Vestendosi per l'ennesima giornata di lavoro, Eri gettò un'occhiata stanca e ancora assonnata al calendario appeso accanto al frigo. Era quel giorno dell'anno, pensò con un moto di stizza; quella sarebbe stata una pessima giornata, poteva metterci la mano sul fuoco.
 
        «Aikawa! Hey, buon compleanno! Quanti sono, trentasette?» —"Trentacinque. Strozzati con la saliva a forza di ridere, Isaka-san."
        «Oramai sono trentacinque, eh, Aikawa?! Stai invecchiando!» —"Da che pulpito, Kisa... Sei sulla mia stessa barca."
 
        Eri si voltò con un sorriso quando sentì qualcuno chiamarla dall'altra parte del corridoio. «Aikawa-san!» La voce allegra di Misaki le risollevò un poco il morale. «Auguri per il tuo... Venticinquesimo compleanno!»
        Per qualche secondo Eri fissò il ragazzo con occhi impassibili, poi scoppiò a ridere, lo abbracciò e gli posò un bacio sulla fronte. «Hahah!! Oh, Misaki-kun sei carino, grazie! Ma attento a non togliere troppi anni ad una donna!»
        "Usami-sensei ha fatto un ottimo lavoro."


- Honest Answer -

        «Usagi-san... Posso farti una domanda?» Dita che si intrecciano nervose, sguardo rivolto altrove, verso il cielo limpido attraverso la finestra.
        «Come mai tutta questa formalità?» Un mezzo sorriso ed un sopracciglio fine che si inarca, curioso. Una pausa, nessuna risposta. «Certo che puoi. Qualsiasi cosa, Misaki.»
        La voce calma e forte gli echeggia nel petto. «... Come mai ti sei innamorato di mio fratello?»
        Il desiderio di chiedere il motivo della domanda; ma no, era un momento per l'onestà. «Vorrei dire "perché è stato il primo a trovare belle le mie storie", ma sarebbe falso. Forse, per il modo in cui si è avvicinato a me, con quel sorriso così amichevole... Forse volevo qualcuno di trasparente, così diverso da chiunque avessi incontrato prima. Difficile dirlo. Perché?... A volte, me lo chiedo anche io. Forse, era solo auto-distruzione.»






Note 2: [*] "A diplomat is a man who always remembers a woman's birthday but never remembers her age." -Robert Frost

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Salve a tutti! =D
Sono stata poco attiva in questa sezione, ultimamente, sorry--ho avuto un po' da fare...
Comunque, quella che segue è una flashfic scritta quest'estate, che ho tradotto solo ora e, visto che siamo quasi ad Halloween, credo sia il momento giusto per postarla XD Il prompt che mi ha spinto a scrivere questa cosuccia è stato questo.

Note: What if?, gender-bender, "magia nera" e un po' di crack.

Ja ne,
Temari

Snapshots





- A New Eri -


        "Un altro dannato fiasco!"
        "Adesso basta. Mai. Più."
        Non avrebbe più tentato di abbordare un uomo in un bar. Era già abbastanza demoralizzante che tre quarti dei colleghi uomini che lavoravano con lei alla Marukawa preferisse andar dietro ai cazzi invece che alle tette perché, pur trovando generalmente adorabile come due bei fusti si saltassero addosso, a volte lo trovava irritante. La colpiva sul vivo, come quella sua situazione fosse profondamente ingiusta: era ancora single a trentaquattro anni, con il solo stipendio da editrice a mantenerla in vita. Senza contare il fatto che anche lei aveva dei bisogni!
        Ad Eri serviva un uomo, ad ogni costo.
        Era quello il motivo che l'aveva condotta di fronte ad un negozio piuttosto terrificante e sospetto, nascosto in un vicolo buio; lì sembrava ci fosse una sorta di strega in possesso di incantesimi e pozioni in grado di esaudire qualsiasi desiderio i suoi clienti richiedessero.
        Quello che successe all'interno del piccolo negozio resterà un mistero per chiunque; ciò che può essere reso noto, però, sono le istruzioni che furono date ad Eri, da seguire una per una: andare a casa, fare un bagno lungo e rilassante, bere una bella tazza di tè ed andare a letto.
        La mattina seguente, Eri si alzò e barcollò ancora mezza addormentata nel bagno, grattandosi la testa distrattamente e tirandosi giù i pantaloncini del pigiama e l'intimo prima di sedersi sul water. Gettò casualmente un'occhiata verso il basso e si immobilizzò notando qualcosa che penzolava, in mezzo alle sue gambe, che non c'era la notte prima. D'istinto, focalizzò l'attenzione un po' più in alto e, chiaramente, per una parte del corpo che era comparsa dal nulla, un'altra era sparita...
        Alzandosi in piedi, le mani di Eri volarono al suo petto ora piatto mentre si fissava allo specchio, gli occhi spalancati. «Ha... Ha funzionato!!» Gridò, sorpresa ma comunque soddisfatta: il suo desiderio si era in qualche modo avverato.
        «Mwahaha!!» Rise Eri, sembrando quasi una pazza. «Mi farò un maledetto HAREM con un corpo come questo!!»
        Contenta, si tolse tutti i vestiti e saltellò verso la camera da letto, cercando dei vestiti adatti al suo cambiamento di sesso e preparandosi per una nuova giornata di lavoro; il tutto cantilenando allegramente cose come «Addio mestruazioni~!» oppure «Addio crampi~!» o ancora «Metterò in pratica tu~tte quelle eccitati posizioni dei romanzi di Usami-sensei~!», eccetera.
        Il pensiero di come la gente che la conosceva avrebbe reagito alla vista di questa nuova versione di Aikawa Eri non le passò nemmeno per l'anticamera del cervello: LUI era assolutamente felice ed il mondo avrebbe fatto meglio a prepararsi!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Salve a tutti! =D
Sono di nuovo qui--qualcuno si ricorda ancora di questa raccolta...?? *passa balla di fieno* Oook... ^^"
Beh, per chi ancora segue la raccolta, ecco un nuovo capitolo in cui la mia logorroicità è tornata a colpire.

Note: Cross-over con Sekai e vaghi riferimenti alla serie 'Takahashi Misaki no Baai'.

Ja ne,
Temari

Snapshots



- Uncommon Common Sense [*] -
 
        Misaki era un ragazzo (giovane uomo, in realtà) semplice, senza particolari stravaganze che lo contraddistinguevano... Il fatto che Sumi-senpai, quella prima volta che si erano incontrati all'università, lo avesse definito un 'membro della plebe' non gli era sembrato per nulla sbagliato, dopotutto non faceva certo parte di una famiglia ricca e prestigiosa come Usagi-san o Sumi-senpai stesso.
        Secondo il suo umile punto di vista, e dato il suo status di plebeo, Misaki riteneva di avere un innato buonsenso—qualità che mancava decisamente a quei personaggi provenienti da famiglie altolocate, quali i due esempi sopracitati.
 
        La veridicità di quel pensiero venne però messa in dubbio quando conobbe Aikawa-san e, più avanti, quando entrò a far parte dello staff della sezione shojou della Marukawa.
        Soprattutto in quell'ambiente, si ritrovò circondato da gente proveniente da normalissime famiglie, proprio come lui, che però erano totalmente prive del comune buonsenso! La pazzia dilagava in quel reparto... Una pazzia ed una stranezza che raggiungevano livelli profondi, e che erano ormai impossibili da estirpare.
        Nonostante questo, il ragazzo era convinto che loro fossero un'eccezione a conferma della regola—regola che, però, comprendeva senza dubbio Misaki.
 
        C'era però qualcosa di cui Misaki non riusciva a rendersi conto: il fatto che lui riuscisse - volontariamente e senza troppo sforzo - a convivere con la stranezza ed il mancato buonsenso di tutti coloro con cui aveva a che fare dimostrava quanto, in fondo, nemmeno lui avesse così tanto buonsenso.


- A Bad Day -
 
        Faceva parte della classe di Letteratura di Kamijou Hiroki ormai da più di tre anni e mezzo perciò, come la gran parte degli altri studenti, aveva imparato a cogliere alcuni segni che indicavano di che umore fosse il loro professore quando entrava in aula. Erano tutti segnali ben nascosti e ci era voluta molta applicazione per distinguere la differenza fra le sopracciglia corrugate in un normale giorno e quelle dei giorni in cui il Diavolo era di umore nero.
        Oggi, Misaki, seduto insolitamente vicino alla cattedra, si voltò nel sentire la porta aprirsi e venire chiusa con decisamente più forza del necessario—decisamente un brutto segno, pensò il ventunenne deglutendo nervosamente e arrischiandosi di lanciare un'occhiata al viso del docente.
        "Uwaaahh..." Gemette, resistendo all'impulso di scivolare dalla panca su cui era seduto e nascondersi sotto la lunga tavola di legno che componeva un unico, lungo, banco. Quando Kamijou-sensei sbatté sulla cattedra il registro di classe e la pila di libri che aveva in mano, invece, Misaki e tutti gli altri studenti fecero un salto dalla sorpresa, fissando il professore con occhi timorosi.
        Scrutando uno per uno i ragazzi sulle gradinate di banchi, Kamijou strinse ulteriormente gli occhi - un'espressione che lo faceva sembrare davvero un demone -. «Oggi interrogo.» Dichiarò senza preamboli, la voce paurosamente piatta, prima di iniziare a sparare domande a raffica agli studenti in ordine alfabetico. Alcuni ebbero il sangue freddo per rispondere, ma la maggior parte era preso così di sorpresa ed era così impaurito dallo sguardo feroce di Kamijou-sensei che facevano scena muta.
        Con terrore crescente Misaki si rese conto che era quasi il suo turno, e infatti «Takahashi!» tuonò il trentunenne facendolo drizzare sulla panca con le mani tremanti e sudate.
        «S-s-s-sì...?» Esalò Misaki con un filo di voce, già pronto a venire preso di mira da uno dei libri a portata della mano del Diavolo.
        Kamijou fece per chiedergli qualcosa, quando bussarono alla porta ed uno dei segretari dell'università fece un passo dentro l'aula. «Kamijou-sensei, c'è una visita per lei. Sembra... Molto... Urgente...» L'uomo esitò verso la fine a causa dello sguardo caustico che il professore gli lanciò contro.
        «Ch'...!» Sbottò, chiaramente disgustato dall'interruzione e, giurando mentalmente di uccidere chiunque fosse il responsabile, sparì dall'aula pestando i piedi.
        Tirando un enorme sospiro di sollievo e appoggiandosi mollemente allo schienale della panca, Misaki ringraziò silenziosamente chiunque l'avesse salvato e pensò che l'avrebbe volentieri baciato, se solo avesse saputo chi era.
 
        Arrivato a casa, a fine giornata, trovò Usagi-san nel soggiorno principale con una piccola pila di libri sul tavolino da caffè ed uno aperto in mano, che stava leggendo attentamente. Nel sentire la porta che collegava il genkan al salotto aprirsi e chiudersi, lo scrittore alzò la testa, sorridendo nel vedere Misaki. «Bentornato.» Lo salutò, abbassando il volume sulle ginocchia, e battendo appena la mano libera sul divano, facendo segno di sederglisi accanto.
        Sbuffando in maniera fintamente irritata, Misaki lo assecondò e rimase fermo mentre Usagi-san gli passava il braccio attorno alle spalle attirandolo a sé. Ispirando piano, il ventunenne sentì la familiare fragranza della colonia dello scrittore avvolgerlo in una sorta di coperta calda e rassicurante; completamente rilassato - e felice di non venire assalito sul posto - Misaki adocchiò i libri. «Usagi-san... Dove hai preso quei libri? Non sembrano venire dalla libreria di sopra...» Chiese, curioso.
        «Mmh? Oh, sono di Hiroki.» Rispose Usagi-san con fare distratto, mentre riprendeva a leggere e allo stesso tempo ad accarezzava il braccio sinistro dello studente, «Ho fatto un salto alla Mitsuhashi, stamattina, per chiedergli di prestarmeli per una ricerca... Aveva un diavolo per capello, non ha fatto che urlarmi dietro finché non me ne sono andato—credo che quel suo dottore non l'abbia soddisfatto a dovere ieri, haha!!» concluse con una risata.
        Misaki, al suo fianco, si era immobilizzato con gli occhi spalancati. Era stato Usagi-san a far interrompere la lezione e a salvarlo, inconsciamente, da una figuraccia "No no no, non se ne parla che lo baci davvero... Assolutamente no!" pensò, scuotendo la testa da una parte e dall'altra fino quasi a farsi venire le vertigini. All'improvviso una mano gli afferrò il viso e si ritrovò a fissare Uasgi-san dritto negli occhi.
        Dopo qualche secondo di silenzio, lo scrittore disse «Ho come la sensazione che tu mi debba un bacio.»
        «Cosa sei, un esper?!» Sbottò Misaki con gli occhi fuori dalle orbite; non ebbe il tempo di reagire, che Usagi-san lo spinse lungo disteso sul divano porpora, il viso a pochi centimetri dal suo ed un sogghigno sulle labbra.
        «Chissà...» Commentò enigmatico, «Non vorrai lasciare debiti insoluti in giro, vero?» e senza attendere una risposta approfittò della bocca spalancata dalla sorpresa di Misaki, facendo languidamente scivolare la lingua su quella del più giovane che, conscio di non avere scampo in ogni caso, lo lasciò fare, ricambiando con la passione che sempre si risvegliava al minimo tocco di Usagi-san. 





Nota 2: [*] "Common sense is not so common." -Voltaire
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1207160