Suteki da ne - Non è meraviglioso?-

di Layra Disgrace
(/viewuser.php?uid=20191)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maybe...-Dubbi- ***
Capitolo 2: *** Il ritorno di Axel ***
Capitolo 3: *** Il nuovo arrivato ***
Capitolo 4: *** La fuga ***
Capitolo 5: *** Incomprensioni ***
Capitolo 6: *** Solitudine ***
Capitolo 7: *** Il piano di Roxas ***
Capitolo 8: *** Non sono più me stesso quando tu non ci sei ***
Capitolo 9: *** Episodi Imbarazzanti ***



Capitolo 1
*** Maybe...-Dubbi- ***


Ma Roxas se ne accorse

Buongiorno a tutti!! Io e Alix vi presentiamo la nostra nuova fic!! Questa volta non è una fic comica ma una yaoi, precisamente una Axel X Demyx!!! Spero che vi piacca...ciaociao!

Maybe...-Dubbi-

Un ragazzo biondo se ne stava seduto in un angolo dietro la scuola.

La pioggia scendeva come se il cielo piangesse con lui.

Un ragazzo dai capelli rossi girò l’angolo e lo raggiunse.

Puntò i suoi profondi occhi verdi su quella figura così triste e bagnata.

“Come mai mi hai chiamato...?”

Il biondino singhiozzò ancora più forte.

“Cosa c’è che non va...?” Chiese il ragazzo dai capelli rossi.

L’altro ragazzo alzò la testa, che prima era poggiata sulle sue ginocchia.

“Loro....” Tirò su con il naso “....Loro....” e tornò a piangere disperatamente.

Il rosso capì che stava parlando dei suoi compagni, probabilmente avevano trattato male ancora il suo amico.

Si chinò verso di lui e lo abbracciò.

“Va tutto bene... Demyx....”

Demyx stava suonando una dolce melodia.

E intanto pensava a lui, Axel, il suo Axel.

Erano amici da sempre, sin da quando alle elementari Axel lo difendeva dai compagni di classe che lo prendevano in giro; lui c’era sempre stato, anche negli ultimi due anni di elementare in cui Axel frequentava gia le medie ma lo passava a prendere tutti i giorni, saltando l’ultima ora di scuola e rischiando di finire nei guai.

Demyx non capiva perchè Axel tenesse tanto a lui, dato che nessun altro lo aveva preso in considerazione seriamente; non era mai riuscito a darsi una spiegazione logica al fatto di avere come unico amico Axel.

Si, dopo le elementari a volte qualcuno aveva tentato di fondare un rapporto di amicizia con lui, ma Demyx non si lasciava coinvolgere, restando distaccato.

Perchè a lui bastava Axel.

Come era stato felice quando era riuscito a farsi mettere in camera con Axel al campus, gioia che scomparì immediatamente quando beccò Axel con una ragazza, mentre non stavano prprio giocando a carte. Sfortunatamente era solo la prima di una serie.

Era arrivato persino al punto di star male fisicamente ogni volta che ciò succedeva.

Non si spiegava nemmeno questo.

Nelle ultime settimane del campus Axel si comportava in modo strano e dall’inizio delle vacanze non si era neppure fatto sentire.

Erano state due lunghissime settimane, Axel gli era mancato davvero, davvero tanto.

Daltronde era il suo unico amico.

....Amico....

-Gia, ma allora perchè penso sempre come al MIO Axel ???

Perchè sto così male ogni volta che lo vedo con una ragazza???

Perchè mi manca da morire???

Perchè sono qui a cantare questa triste melodia pensando a lui???

Sarà davvero solo un amico per me?????

O forse........-

DLIN DLON!!

Piaciuta? Ovviamente è solo l’inizio XDXD Lasciate una recensionina XD Ciaociao!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il ritorno di Axel ***


Capitolo 2

Salve a tutti!! Ecco a voi il secondo capitolo della nostra new fic!! Spero che vi piaccia! Finalmente fa la sua comparsa Axy... Leggete, leggete XD

Il ritorno di Axel

Axel si stava incamminando per le strade della città, immerso nei suoi pensieri.

Non poteva continuare a scappare, doveva affrontare la realtà.

Battaglia persa in partenza. Non sarebbe mai riuscito ad estraniare i propri sentimenti, almeno non per il momento.

Sapeva di non fare la cosa giusta isolandosi dal mondo, ormai erano due settimane che se ne stava per conto proprio, solo a riflettere.

Decise allora di andare dalla persona che aveva cercato maggiormente di evitare in queste lunghe settimane.

Giunto davanti alla casa del suo amico esitò un attimo prima di suonare alla porta.

DLIN DLON!

A Demyx mancò il respiro, quando vide che alla porta era proprio lui.

“...Axel!” Esclamò sorpreso.

Axel accennò un sorriso.

“...Ciao Demyx...Ehm...Disturbo?”

“...Ahm...No no! Entra pure, i miei sono fuori per il weekend...”

“Cos’è, sono andati ad un centro benessere per milionari insoddisfatti del proprio fisico?!”

“...Almeno, così ci resterebbero per un mesetto...”

Demyx lasciò entrare Axel che si diresse in cucina, puntando dritto al frigorifero.

Lo aprì e iniziò a frugare, in cerca di una birra.

“Ma non avete una dannata birra in questa casa?!” Chise Axel spazientito.

“Dovresti saperlo, i miei bevono solo champagne di alta qualità, la birra è una cosa rozza! Lasciamola agli ubriaconi di strada!” Rispose Demyx facendo il verso a sua madre.

Axel sbuffò e prese una bottiglia di pregiato vino rosso.

“Mi accontenterò di questa roba....” E iniziò a trangugiarlo direttamente dalla bottiglia.

“Axel!!! I miei mi ammazzeranno!!!” Esclamò Demyx.

“Che facciano con comodo...” Rispose il rosso trascinando l’amico in corridoio.

Entrarono poi in camera di Demyx e si accomodarono sul letto.

“...Perchè non ti sei fatto sentire da quando sono iniziate le vacanze?”

Axel smise di bere e appoggiò sul davanzale della finestra la bottiglia. Poi rivolse il suo sguardo verso terra.

“Ho avuto....molto da fare....” Mormorò.

Demyx capì che stava mentendo ma decise di lasciar perdere e non forzarlo. Con Axel era inutile.

L’importante ora era che lui fosse qui.

“E tu cosa hai fatto in queste ultime settimane?” Disse Axel cambiando prontamente discorso.

“Nhaaa, niente...”

“Dai su!! Avrai fatto qualcosa di interessante!!” Lo provocò il rosso.

Axel, al contrario di Demyx, insistette, sapendo che l’amico avrebbe ceduto sicuramente.

“Bhe....se proprio vuoi saperlo....” Axel lo guardò incitandolo a continuare.

“...Ho composto delle canzoni....E basta....Tutto qui...”

“Fammele sentire!”

“No!!! Neanche per idea!”

“Dai!!!!!”

“...Va bene...”

Demyx prese la sua chitarra e iniziò a suonare l’ultima canzone che aveva composto.

Mentre suonava Axel lo osservava e il biondo si sentì avvampare, ma andò avanti imperterrito.

“Bella canzoni...” Disse il rosso quando Demyx ripose la chitarra.

“....G-grazie.....” Demyx abbassò lo sguardo, per non lasciar trapelare il rossore delle sue guance.

“Perchè sei tutto rosso?” Chiese Axel ridendo. Evidentemente se ne era accorto.

L’amico divenne ancora più rosso.

Axel scoppiò in una sonora risata.

“Sai che sei strano bene?!”

Demyx, non sapendo cosa ribattere, dato che non capiva nemmeno lui con chiarezza cosa gli stava succedendo, spinse Axel giu dal letto.

Il rosso non se lo aspettava e si ritrovò steso a terra. Afferrò allora Demyx per una gamba facendo cadere anche lui.

Atterrò proprio su Axel.

Axel poteva sentire il respiro affannoso dell’amico sul suo collo.

Demyx alzò il capo e per un istante si fissarono negli occhi.

Fu così che il biondo capì.

Il cuore iniziò a battergli a mille all’ora. Il suo volto divenne dello stesso colore dei capelli di Axel, che stavolta non fece alcuna battuta. Sembrava parecchio turbato anche lui.

Appena Demyx tornò in se si alzò di colpo, subito imitato dall’amico.

Axel, per alleggerire l’atmosfera e interrompere quell’imbarazzante silenzio che era calato nella stanza, disse:

“Che ne dici di andare a fare un giro qui in zona?” Sentiva il terribile bisogno di prendere una boccata d’aria.Quello che temeva stava diventando realtà. Ne aveva avuto la conferma.

Demyx si limitò ad annuire, ancora scosso per l’accaduto.

Uscirono dalla casa e si incamminarono verso il parco in silenzio.

Mentre camminava, Demyx non si sentiva tranquillo, il suo battito non si era ancora regolarizzato.

Sobbalzò quando una mano di Axel gli sfiorò leggermente il fianco. Era una cosa casuale, ma lui si sentì lo stesso il cuore balzargli in gola.

Axel lo guardò senza dire niente. Il suo sguardo valeva più di mille parole.

In quel momento partì la suoneria di un cellulare.

Il rosso rispose:

“Si? Oh, ciao Xemnas... Stasera? .....Ah....ok,ok lo avviso io....Un nuovo arrivato? Perfetto, a stasera, ciao”

Demyx lo guardò con fare interrogativo.

“Era Xemnas, stasera dobbiamo assolutamente andare alla base per festeggiare un nuovo arrivo nell’Organizzazione.....”

Che ve ne pare?? La storia non è ancora ben definita.... Commentate! Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il nuovo arrivato ***


Non degnò di uno sguardo Axel e si diresse verso l’esterno

Ciao! Grazie a tutti per le recensioni ^__^ Ecco il nuovo capitolo!!!

Vi devo avvisare che Saix è un po’ OOC , anche se più avanti spiegheremo il perchè...

Buona lettura e recensite ^___^

Il nuovo arrivato

L’Organizzazione era una banda di teppisti fra le più temute nella città.

Era composta da 12 membri, ormai divenuti 13.

La prima volta che Demyx li aveva potuti osservare aveva constatato che sicuramente non era gente adatta al suo stile di vita.

Infatti era stato Axel a trascinarlo nella banda vedendolo sempre solo; era riuscito a convincere il capo Xemnas con l’aiuto di Saix, che provava una certa simpatia per Demyx, anche se allora aveva avuto occasione di parlarci solo una volta.

Demyx aveva accettato di entrare e restarci solo perchè così poteva stare con Axel.

Gli altri membri non lo consideravano, anche per il fatto che si rifiutava di prendere parte alle numerose risse in cui era coinvolta l’Organizzazione, dato che odiava usare le maniere forti.

Demyx aveva il terrore che prima o poi Xemnas lo cacciasse ma per il momento non era ancora accaduto.

Xemnas e Marluxia erano sicuramente i più temibili della banda, e cercava sempre di evitarli, non voleva avere niente a che fare con loro.

Xemnas era il capo indiscusso e aveva alle spalle numerosi reati rimasti impuniti dalla legge.

Maluxia, invece, anche se aveva un aspetto carino e pacato, si diceva che tramasse da sempre alle spalle del capo, per prenderne il posto, dato che aveva una irrefrenabile voglia di potere ed era disposto a sacrificare chiunque per raggiungere il suo scopo.

Xigbar, Vexen e Larxene, l’unica donna, non avevano molto potere nell’Organizzazione, però erano piuttosto sadici e si divertivano a prendere in giro Demyx, solo per il gusto di metterlo in imbarazzo e compiacersene.

Xaldin, Lexaeus e Luxord erano tipi più tranquilli, che lo ignoravano per la maggior parte del tempo e che gli scambiavano all’incirca due parole al mese.

Zexion e Saix erano i più particolari; il primo era un tipo oscuro e silenzioso, che di mestiere faceva lo spacciatore (ed era anche un gran professionista...), ma le poche volte che aveva a che fare con Demyx era gentile; il secondo era un tipo un po’ drogato, ma di indole amichevole e tranquilla, forse dovuta alle numerose canne che si fumava ogni giorno, e aveva trovato da subito Demyx simpatico.

Demyx entrò in quella grande casa abbandonata alla periferia della città che era la sua base, mentre pensava a come sarebbe stato il nuovo arrivato e se l’avrebbe almeno considerato.

Nella base aleggiava un’ aria di festa, gli altri membri avevano tutti una birra in mano ed erano decisamente brilli.

Demyx scrutò attentamente la stanza e posò il suo sguardo du un ragazzino biondo, che dialogava con Xemnas come se fossero vecchi amici.

Subito provò un senso di disprezzo nei suoi confronti, soprattutto quando Axel gli si era avvicinato con fare amichevole. Era arrivato da soli 5 minuti e gia era più considerato di lui.

Si avvicinò agli altri, che accerchiavano il ragazzino, biascicando un

“Benvenuto.....”

Il ragazzino si voltò verso di lui ed esclamò:

“Tu devi essere Demyx! Piacere, Roxas!” e gli porse una mano.

Demyx la guardò con diffidenza senza afferrarla.

“Si, sono Demyx...”Rispose dandgli le spalle e dirigendosi verso il suo angolino, dove si sedette sul divano sfondato.

Alcuni dei tredici iniziarono a borbottare sui modi scontrosi di Demyx.

Saix si avvicinò a lui chiedendo gentilmente:

“Ehi, amico, oggi sei strano. Vuoi un po’ di roba?” Gli porse un pacchettino contenente una strana polverina bianca.

Demyx lo guardò stralunato.

“Allora un po’ di birra?”

Il biondo fece un mezzo sorriso per poi rispondere:

“No, no grazie....Sai che non bevo...”

Saix tornò a festeggiare con gli altri lasciando Demyx solo ad ascoltare la musica con il suo I-Pod, come accadeva spesso.

Guardò di traverso prima Roxas, poi Axel che chiaccheravano amabilmente.

Axel non lo aveva neanche salutato, preso da quel nanetto inutile che era il biondino.

Xemnas, a quel punto, proclamò ad alta voce:

“La banda del nostro rivale Riku oggi è nei paraggi. Abbiamo un conto in sospeso, è l’ora di riscattarlo. Così Roxas ci farà vedere di cosa è capace.”

I tredici di avviarono verso la porta, riguardandosi dall’avvisare Demyx che non aveva sentito nulla.

Axel si avvicinò a Demyx, gli scosse leggermente le spalle e urlò:

“Demyx! E’ ora di far rissa!!”

Demyx spense l’ I-Pod e si alzò.

Non degnò di uno sguardo Axel e si diresse verso l’esterno.

L’Organizzazione vagò per una mezz’ora buona per le strade deserte, fino a quando si imbatterono nella banda rivale.

La gelida strada era completamente vuota e lievemente illuminata dalla luce di un lampione mezzo fulminato. La luna era alta nel cielo e sembrava testimoniare quello che stava per accadere.

Le due bande si fronteggiarono, Xemnas e Riku, i due capi, iniziarono ad insultarsi a vicenda fino a quando il più giovane dei due spinse l’altro per terra. Axel balzò come un felino sulla schiena di Riku e i due iniziarono a menarsi violentemente. Nel giro di 10 secondi tutti presero a picchiarsi a parte Demyx, che si nascose dietro ad un cassonetto della spazzatura, come era solito fare.

Roxas, invece, come una furia, prese a menare più persone possibili, per dimostrare di essere all’altezza della famosissima Organizzazione.

Xemnas si rialzò infuriato per l’affronto che aveva appena ricevuto. Sfilò dalla tasca dei suoi jeans un affilato coltellino. Si avvicinò ad un rivale che stava infastidendo Saix, il suo braccio destro, e lo pugnalò alle spalle.

La vittima si afflosciò a terra in un lago di sangue. Uno dei suoi compagni chiamò l’ambulanza e la polizia che arrivarono in un baleno.

Appena il suono delle sirene giunse alle loro orecchie tutti i membri delle due bande presero a fuggire, a parte Riku e Axel che continuavano a rotolare picchiandosi.

Demyx, allarmato dal suono assordante, uscì allo scoperto e incrociò Roxas che correva all’impazzata.

“Demyx! Scappa!!!” Urlò, e in un attimo sparì nelle tenebre della notte.

Demyx non prestò attenzione alle sue parole, dato che aveva appena avvistato Axel che le prendeva di santa ragione da Riku.

“Axel!!!” Gridò cercando di raggiungere i due.

Saix e Zexion lo afferrarono per le braccia trascinandolo indietro.

“Non puoi restare qui, fratello! Ti arresteranno! Xemnas ha combinato un casino!” Disse Saix.

Zexion si limitò ad annuire.

Demyx oppose resistenza con tutte le sue forze ma gli altri due non mollarono la presa.

Ormai era troppo tardi per sfuggire. Una volante della polizia era appena giunta sul luogo della rissa.

Alcuni agenti divisero Riku ed Axel arrestandoli. Furono portati in centrale anche Saix, Zexion e Demyx, mentre il tizio che era stato ferito gravemente da Xemnas fu portato in ospedale con urgenza.

************

“Voi non vi rendete conto di quanto siete nei guai!! Potremmo tenervi qui in centrale per parecchi giorni!” Li rimproverò un agente con una strana faccia da topo.

“Riku!!! Cosa ci fai qui ?! Che hai combinato stavolta?!?!” Un ragazzo dai capelli castani e gli occhi color del cielo entrò nella stanza correndo verso Riku, che era tutto ammaccato.

Gli gettò le braccia al collo e iniziarono a baciarsi sotto lo sguardo incredulo di tutti i presenti.

- Oh, mio figlio, il solito esibizionista...Con quel delinquentello poi....-

- Il capo della banda rivale GAY ?!?! Questa è bella....-

- Devo assolutamente nascondere la coca che ho addosso, ADESSO! Se mi beccano sono guai....La mia carriera è rovinata...Ma quei due sono proprio dei froci con la F maiuscola!....Potrei ingoiare il pachettino! Oppure potrei infilarlo nei calzini... Ma quelli non si stccano più!!! ...O forse posso farla sniffare a Saix, è gia talmente fatto che nessuno noterebbe la differenza!-

-Quante canne ho fumato oggi??? Mi faranno qualche storia per questo?-

-Axel.....Accidenti a Roxas!! ...Però quel ragazzino, si da da fare! ...Mio Dio, mi ricorda terribilmente il nanetto biondo!!! Oh....Axel....-

“ZioMickey!!!” La porta si spalancò di colpo lasciando entrare Roxas.

“Lascia andare i miei amici!” Esclamò.

Sora e Riku, finalmente, si staccarono dal loro appassionato bacio.

“Roxas, che ci fai qui, cuginetto?” Chiese il castano rivolgendosi a Roxas.

“Sora! Che bello rivederti! Mi sono trasferito in città da poco...Prima c’è stata una rissa tra la mia banda e quella del ....tipo..che stai abbracciando...E’ arrivata la polizia ed ha arrestato i miei compagni” Indicò Axel, Demyx, Saix e Zexion.

“Mentre scappavo ho riconosciuto lo zio e sono corso subito qui...”

“Roxas, potevi avvertirci del tuo arrivo!” Esclamò l’agente Mickey, padre di Sora e zio di Roxas.

“Va bene, lascerò andare sia Riku che i tuoi compagni, mi fido di voi e della loro innocenza, però dovrò avvertire lo stesso i loro genitori, se sarà possibile rintracciarli.”

“Io vivo da solo e anhe loro.” Disse Axel parlando anche per Zexion e Saix.

Demyx gemette. I suoi genitori l’avrebbero sicuramente ucciso.

“Ehm...Scusi...Non si potrebbe evitare di chiamare i genitori di Demyx?” Chiese Axel in aiuto dell’amico.

“Demyx?” Chiese Mickey.

“Si, quello biondo. Non suo nipote, ovviamente.” Disse con tono ironico.

“Sono spiacente, ma temo che non sia possibile. Lui è ancora sotto la responsabilità dei suoi genitori, quindi devono essere avvisati.”

Axel guardò Demyx un po’ dispiaciuto e disse mimando le parole con le labbra:
”...Mi dispiace, ci ho provato...”

Demyx si limitò ad annuire, chinando il capo immediatamente. Era ancora arrabbiato con lui per essere stato ignorato precedentemente.

Sora, vedendo Riku pieno di lividi e tagli disse:

“Papà., io accompagno Riku in ambulatorio. Va bene se uso qualche medicinale o robe del genere?”

“Si fai pure...”

Sora e Riku se ne andarono e nella sala piombò il silenzio.

Saix stava canticchiando sottovoce e quando tutti se ne accorsero lo guardarono male.

Si zittì. Zexion, a quel punto, lo afferrò per un braccio e disse:

“Noi andiamo, salve.” Così uscirono dalla sala.

“Vengo anche io! Zio, è stato un piacere vederti, ci vediamo!” Dicendo ciò, Roxas seguì i due.

Rimasero solo Axel e Demyx, sotto lo sguardo vigile dell’agente che si rivolse al biondo:

“Vedo che anche il tuo amico è ridotto male. Portalo in ambulatorio, ti do il permesso di utilizzare l’occorrente.”

Demyx annuì e i due si diressero nell’ambulatorio.

Appena entrati videro su di un lettino Sora che medicava Riku. I due sembravano molto affiatati.

Axel e Demyx si guardarono leggermente imbarazzati, ma il più giovane distolse subito lo sguardo.

“Siediti.” Ordinò Demyx in tono distaccato.

Axel lo guardò perplesso e obbedì. Osservò l’amico mentre prendeva l’occorrente per medicarlo.

Demyx tirò le tendine, per evitare di vedere Sora e Riku in pose compromettenti.

Si sedette davanti a lui a gambe incrociate prendendo una strana pomata. Il tutto senza guardarlo.

“Sei arrabbiato con me?” Chiese il rosso.

“Noo, sai, non mi hai parlato fino ad adesso ma non importa...” Rispose con sarcasmo.

“Io ho tanti amici...” Aggiunse con un velo di tristezza.

“Ehi, senti, mi dispiace. Ok?”

Demyx continuò ad ignorarlo.

“Ho detto mi dispiace!!! Got it memorized?!”

Il biondo sembrò ancora più dispiaciuto di prima, per il tono utilizzato dall’amico.

“Non mi sembri molto dispiaciuto...”

Axel sospirò. Afferrò il viso dell’amico e lo guardò negli occhi.

“Mi dispiace...Davvero....Scusami” Per lui era una sciocchezza, ma capì che per Demyx era diverso.

Demyx si ritrasse senza dire una parola, ma non riuscì a trattenere un mezzo sorriso.

Iniziò a sbottonargli la camicia, per potergli curare le ferite.

Gli spalmò sul petto la pomata di colore giallo, massaggiando lentamente.

“DAI RIKU SMETTILA!!! MI FAI MALE!!!” Urlò Sora ridacchiando da oltre le tendine.

Axel e Demyx sussultarono e il biondo non si rese conto che, piano piano, stava facendo scivolare le mani troppo in basso.

Axel lo guardò male, mentre le mani di Demyx ormai stavano raggiungendo la soglia dei pantaloni.

“Che cosa stai facendo?!?!?!” Esclamò.

Demyx tranquillamente rispose:

“Ti sto curando, non vedi?”

Axel puntò lo sguardo sulle candide mani dell’amico che continuavano a massaggiarlo.

“....Le tue mani....”

Demyx si guardò le mani senza capire. Poi si rese conto di dove stavano finendo.

“AHH” Esclamò ritraendosi di scatto. Avvampò vistosamente.

Calò un silenzio imbarazzante.

“Ehm... Dovresti finire di medicarmi...”

Demyx finì di medicargli il petto, stando attento a non distrarsi di nuovo. Poi passò al viso.

Spalmò sulla guancia destra di Axel un po’ di pomata, con un tocco particolarmente delicato.

Continuava a diventare sempre più rosso, respirando affannosamente.

Axel sembrava impassibile come sempre, ma anche il suo battito accellerò leggermente.

Una volta finito il medicamento Axel si riallacciò la camicia e i due ritirarono le tendine.

Sora e Riku si stavano facendo il solletico a vicenda.

“Ehi, voi due, non si saluta??” Esclamò Sora.

“Per me erano troppo impegnati...” Aggiunse Riku ridendo.

Demyx sembrò pietrificarsi. Axel prese il controllo della situazione.

“Bhe, ciao, io sono Axel.” Poi tirò una gomitata a Demyx.

“Ah, si si, sono Demyx.” Disse scendendo dalle nuvole.

“Piacere!!! Io sono Sora e il mio fidanzatino è Riku”

“Sora, piantala...” Poi aggiunse:

“Ahh, Riku, quello che stavo menando prima...”

“Veramente a me sembrava il contrario...comunque...Nessun rancore?”

“Si, si nessun rancore...”

I quattro uscirono dall’ambulatorio.

Appena arrivati alla sala principale si sentì sgommare una macchina.

Demyx strabuzzò gli occhi e guardò terrorizzato le persone che stavano scendendo da essa.

“Che ti prende??” Domandò Axel.

Seguì lo sguardo dell’amico e appena vide la macchina appostata davanti all’entrata della centrale capì.

><><><><><><><

Riciao!

Dai, questo capitolo non è cortissimo, bisogna ammetterlo XDXD

Lasciate un commentino, anche negativo ^__^

Si spera che fra un pò si potrà vedere il nuovo capitolo di Final Destination 4 –Organization XIII- che vi invitiamo a leggere XD

Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La fuga ***


Sbattesse la porta

Ciao gente!! Ecco il nuovo capitolo delle avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie!!! UHUHU

No, dai XD Spero che non vi annoierete... Ci si vede alla fine del capitolo!

La fuga

Due eleganti signori dall’aria snob varcarono l’entrata della centrale, avvicinandosi con fare minaccioso a Demyx.

Il biondo arretrò cercando di nascondersi dietro ad Axel, che osservava la scena imperscrutabile come al solito.

La camminata dei due era veloce e decisa, sul volto di Demyx era dipinta una sfumatura di terrore.

L’agente Mickey li interruppe, posizionandosi davanti ad essi.

“Signori, prego....” Disse con tono fermo “Vostro figlio non è stato coinvolto in nulla di grave, ma ho dovuto richiamarlo comunque all’ordine.”

“La ringrazio, agente.” Rispose la madre di Demyx con ipocrisia.

Poi si voltò verso il figlio e l’espressione sul suo viso mutò completamente.

“TU!” Strillò puntando un’unghia laccata di rosso contro il biondo. “Tu ci hai rovinato il weekend!!!”

In seguito si diresse verso l’uscita con aria stizzita.

Il padre si avvicinò al ragazzo strattonandolo per un braccio.

“Hai sentito cosa ha detto tua madre?! Adesso vieni con noi!!!” Esclamò trascinandolo fuori dalla centrale e sbattendolo nella lussuosissima auto.

Arrivati a casa Demyx cercò di sgattaiolare in camera sua ma venne fermato da sua madre.

“Tu non vai da nessuna parte, signorino! Dobbiamo ancora discutere di certe cose!”

Demyx si liberò dalla presa della madre e scappò in camera.

I suoi genitori lo seguirono e riuscirono ad entrare nella stanza prima che Demyx sbattesse la porta.

Lo sguardo della madre si fermò sulla bottiglia di vino posizionata sul davanzale della finestra.

“Hai bevuto!!!!!!!!!! Non ti abbiamo forse insegnato le buone maniere?? Farai sfigurare la nostra famiglia!!!! Non uscirai di casa per un anno!!!” Gridò istericamente afferrando la bottiglia.

Il padre rincarò la dose:

“Come ti permetti!!! Vuoi forse finire per strada o peggio??”

“Si! Come quel drogato del tuo amico! Axel è un poco di buono! Ti proibisco di vederlo!” Aggiunse la madre agitando all’impazzata la bottiglia.

Demyx le si avvicinò senza riuscire a trattenere un:

“Queste non sono cose che ti riguardano.”

Cercò di fermare il braccio della madre ma la bottiglia gli si infranse sopra la mano.

Demyx fece una smorfia di dolore quando i frammenti gli perforarono la pelle, facendo scorrere lentamente il sangue. Indietreggiò barcollando. Non aveva mai ricevuto violenza da parte dei suoi genitori.

Il padre, a quel punto, gli tirò uno schiaffo alla guancia destra sibilando:

“Non parlare così a tua madre!”

Demyx chinò la testa e poi, evitando i suoi genitori, scappò passando per l’ingresso e uscendo sotto la pioggia.

Correva. Correva molto velocemente. Senza rendersene conto imboccò la via per andare da Axel.

Le gocce gli scivolavano lentamente sul viso, evidenziando il segno che il padre gli aveva lasciato sulla guancia.

La pioggia scorreva, mescolandosi con il sangue caldo che sgorgava dalla mano.

Arrivò fradicio davanti alla porta della casa di Axel. Aveva bisogno di parlare con lui.

Esitò, pensando che forse avrebbe procurato disturbo, dato che erano quasi le 2 di notte.

Poi si decise a bussare, dapprima delicatamente, dopo con più convinzione.

Axel era steso sul divano intento a sorseggiare una birra, mentre fissava con un’ espressione vuota lo schermo della TV, acceso su un canale qualsiasi.

Sentì bussare e si alzò di malavoglia.

“..Seee...chi è...” Disse con tono annoiato.

“Sono io....scusa per l’ora...”

Axel alzò un sopracciglio e aprì la porta.

“Demyx? Che ci fai qui? Non dovresti essere a letto da bravo bambino? Entra, o ti beccherai un raffreddore con tutta questa pioggia...”

Demyx entrò tremante un po’ per il freddo e un po’ per l’accaduto.

Axel notò immediatamente le cinque dite impresse sulla rosea guancia dell’amico.

“Ehi....Che cosa hai fatto alla guancia?” Chiese cercando di non sembrare preoccupato.

Istintivamente Demyx si portò la mano ferita alla guancia.

Axel guardò ancora più allarmato il biondo.

“Ma Demyx! Si può sapere cosa hai combinato? Ti ho lasciato appena un’ora fa!”

Poi gli balenò nella mente un pensiero terribile...

“I tuoi genitori!!! Lo sapevo che quelli alla fin fine ti avrebbero picchiato!” Esclamò.

Demyx abbassò lo sguardo e poi disse:

“Ma no, non è niente, non preoccuparti.” E poi abbozzò un sorriso.

Axel sospirò afferrando il braccio dell’amico e trascinandolo in bagno.

Aprì il rubinetto dell’acqua fredda e vi posizionò sotto la mano sanguinante di Demyx.

Prese dall’armadietto del disinfettante e delle garze.

Con cautela massaggiò la dolorante mano del biondo con dell’ovatta, che fece una smorfia di dolore. Doveva bruciare molto.

Poi il rosso gliela fasciò con la garza, stando attento a non stringere troppo.

“Per la guancia non posso fare niente, fra un po’ il segno se ne andrà...”

Demyx gli sorrise mormorando un flebile “Grazie”.

Il ragazzo voleva chiedere ad Axel il permesso di rimanere con lui.

Non aveva intenzione di tornare a casa, non dopo quello che era successo.

Si schiarì la voce, per attirare l’attenzione dell’amico, che stava riponendo gli oggetti al proprio posto.

“Ehm....Axel....” Axel alzò il capo e fece cenno di continuare.

“...Ehm....Potrei....restare a vivere qui....per un po’ di tempo....Non so per quanto....Non ho intenzione di tornare a casa.”

Axel parve meravigliato e poi pensò in fretta.

- Non posso lasciarlo dormire con me. E’ troppo rischioso. Ma non posso farlo tornare da quei pazzoidi dei suoi, lo maltratterebbero ancora. –

“Ehm......Il garage è tutto tuo.” Disse con fermezza.

Demyx sbattè le palpebre. In garage? Aveva una villetta tutta vuota!

Poi fece spallucce e rispose:

“Il garage è ok.”

“Bene....Ti accompagno nella tua nuova ‘dimora’ super-lussuosa”

Axel prese una salvietta e passò poi in camera sua, dove frugando un po’ in giro trovò un pigiama da dare all’amico.

In seguito prese un qualcosa da un cassetto, che Demyx non vide.

Finalmente i due si avviarono verso l’esterno della casa e, passando sotto alla tettoia, giunsero al garage.

La stanza era buia e piena di cianfrusaglie. Appoggiato ad una parete vi era un materasso un po’ malandato. Axel lo sbattè per terra e poi vi sistemò sopra delle coperte e un cuscino presi da uno scaffale.

Il rosso consegnò all’amico il pigiama che era decorato con dei bellissimi orsacchiotti.

Demyx lo guardò strabuzzando gli occhi.

Poi scoppiò in una fragorosa risata.

“Degli orsetti??? E’ tuo questo pigiama??”

Axel lo fulminò con lo sguardo.

“Hai qualche problema?!” Ribattè.

Demyx trattenendo le risate disse:

“No..no...Non preoccuparti...Mi piacciono gli orsetti..”

Poi si rimise a ridere.

Axel sbuffò e gli lanciò il cuscino.

“Su, infilatelo e poi vai a nanna, che è gia tardi.” Lo burlò.

Gli porse anche la salvietta, per asciugarsi.

Axel continuava a fissarlo aspettando che Demyx si cambiasse.

“Su, dai, non devi star qui a fissare le pareti, muoviti!” Lo incitò.

Demyx lo guardò perplesso.

“Bhe....Ma....Potresti andartene?” Chiese imbarazzato.

Axel scosse la testa deciso.

“Come faccio dopo a darti la buonanotte?”

“Ehm Ehm...Ma almeno...girati!” Esclamò arrossendo lievemente.

“Mh...Ok...Che stress che sei...Quanti problemi per farsi vedere senza maglia...”

Sbuffando si girò a fissare la parete.

Demyx iniziò a spogliarsi voltando anche lui le spalle all’amico.

Axel sbirciò l’amico e iniziò a ridacchiare.

“Che bel fondoschiena che hai!” Lo prese in giro.

“AXEL! GIRATI IMMEDIATAMENTE!” E gli rilanciò il cuscino.

Appena ebbe finito, Axel alzò le coperte facendogli cenno di infilarsi sotto.

Demyx lentamente si sdraiò e l’amico gli rimboccò le coperte.

Gli arruffò i capelli e disse:

“Sogni d’oro, piccolo mio.” Poi ridendo gli diede un bacio sulla fronte.

Demyx, al contatto delle labbra di Axel con la sua pelle, arrossì vistosamente.

Axel fece finta di niente e gli sorrise.

“Ti lascio le chiavi di casa, se c’è qualcosa vieni immediatamente.”

Ripose le chiavi, l’oggetto misterioso che aveva preso prima, su di un comodino e poi spense la luce. Osservò il biondo per qualche secondo in silenzio prima di tornare in casa.

Si risdraiò sul divano e, con lo sguardo puntato verso il pavimento, riprese a bere.

- Cazzo, potevo farlo dormire in casa! ... Ma che dico?! Ho fatto bene....Ma...Cazzo... –

<><><><>

Salve gente! Quest’oggi come ospite d’onore abbiamo....anche l’altra autrice!!!

*Applausi*

Bhe, speriamo che vi sia piaciuto....E speriamo che lascierete un bel commentino.....

Ci si vede nel prossimo capitolo!!! Ciao ciao....

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Incomprensioni ***


Capitolo 5

Buon giorno a tutti!! Ecco dopo secoli il nuovo capitolo XDXD Grazie a tutti per le recensioni, a dopo!

Capitolo 5 -Incomprensioni-

Demyx aprì gli occhi lentamente.

Uno spiraglio di luce filtrava dalla piccolissima fessura che era la finestra e gli illuminava il volto.

Si alzò lentamente e si stiracchiò per bene.

Uscì dal garage e, passando dal retro della casa per non rischiare di farsi vedere con quel pigiama imbarazzante, entrò.

Sentì delle risate provenire dalla cucina di Axel e subito vi si precipitò con sospetto.

Appena vide quel ragazzino biondo il sangue gli ribollì nelle vene.

“......Roxas......” Mormorò con disprezzo. Che cosa ci faceva in casa DI AXEL a quell’ora?!

Roxas si voltò verso di lui e iniziò a ridere con gusto.

“Ciao Demyx, che bel pigiamino che hai!”

-Zitto, nanetto del cazzo!- Pensò, ma disse solamente:

“Ah, ciao.”

Axel si schiarì la voce.

“Veramente....quel pigiama....è mio.”

Roxas arrossì lievemente, per la figuraccia appena fatta.

“No, ma io ...bhe.... è veramente bello, complimenti.”

Axel assunse un’aria pensierosa e rivolse lo sguardo al soffitto.

Si ricordò che era stato proprio suo cugino Reno a regalarglielo per scherzo poco prima che morisse. E adesso l’aveva prestato a Demyx.

“Demyx, se vuoi puoi fare colazione con noi” Bofonchiò Axel.

Il biondo inarcò le sopracciglia.

“....noi?”

“Si, ieri ho invitato qui Roxas per farlo ambientare un po’.” Rispose tranquillamente, senza intuire il malcontento dell’amico.

Demyx annuì e prese posto al tavolo, iniziando a mangiare insolitamente in silenzio.

Aveva un’aria tra l’arrabbiato e il deluso. Non poteva soffrire la presenza di quell’insulso ragazzino, che immediatamente aveva preso parte nella vita del SUO amico.

Roxas, da parte sua, avvertì una certa atmosfera pesante, che all’inizio tentò di ignorare.

“Mh...Demyx....mi potresti passare la cioccolata?” Indicò il barattolino che stava sul bordo del tavolo.

“La sto usando io” Disse in tono poco cortese Demyx, afferrando il barattolo in quell’istante e iniziando a spalmarla su una fetta biscottata.

Non ne aveva neanche voglia, ma avrebbe fatto di tutto per infastidire Roxas, il quale cercò di mostrarsi educato.

“Aspetterò che tu abbia finito”

Il più grande tra i due iniziò a stringere sempre con più forza il barattolo, innervosito dalla falsa gentilezza che Roxas gli mostrava.

“Oh, è finita, mi dispiace.” Poi disse con finto dispiacere. Aveva ripulito il barattolo, creando un esercito di fette biscottate che non avrebbe mai mangiato.

“Puoi passarmi, allora, la marmellata?” Chiese di nuovo leggermente spazientito Roxas.

Demyx fece finta di niente ed iniziò a canticchiare.

Finalmente Axel si riscosse dai suoi pensieri riguardanti Reno e tirò una gomitata a Demyx, lanciandogli un’ occhiataccia.

Demyx smise di canticchiare e riiniziò a mangiare le innumerevoli fette.

“Ecco, tieni Roxy.” Fece il rosso tranquillamente.

A Demyx andarono di traverso le fette biscottate e iniziò a tossire.

Roxy??? Che storia era mai questa??

Axel si alzò e cominciò a picchiettare sulla sua schiena.

Roxas non riuscì a trattenersi dal ridere e finì per guadagnarsi pure lui un’occhiataccia del rosso.

Immediatamente tacque.

Appena Demyx si riprese, Axel guardò i due biondi con aria interrogativa.

“Ma che vi prende?!” Esclamò.

“Niente!” Risposero all’unisono.

“Niente un cazzo! E’ tutta la mattina che non fate che stuzzicarvi a vicenda!”

“Chiedilo al tuo amichetto!” Fece Roxas con disprezzo.

Demyx si alzò scostando bruscamente la sedia che finì per terra.

Poi indignato se ne andò dalla casa senza dire niente.

Axel, in un primo momento, parve arrabbiato, ma poi, scuotendo la testa, decise di lasciar perdere, ignorando i sentimenti del suo migliore amico.

Demyx corse nel garage, dove si buttò sul letto stanco e triste.

Stette così per un po’, finchè non arrivò Axel che gli buttò addosso alcuni suoi vestiti.

“I tuoi vestiti sono ancora in lavatrice, tieni questi.”

Demyx scosse leggermente il capo, come segno di vita.

“Qualcosa non va?” Chiese il rosso vedendolo in quello stato.

Demyx alzò il capo, facendo segno di no.

Axel lo guardò ancora un po’. Sembrava davvero abbattuto.

Il biondo, dal canto suo, fece finta di star bene e con tono falsamente allegro disse:

“Io vado a prendere la mia roba a casa, adesso non ci dovrebbe essere nessuno”

Demyx fece una pausa aspettando di sentire l’amico che gli diceva che lo avrebbe accompagnato.

Ma Axel deluse le sue aspettative facendo:

“Ah, bene. Io vado alla base con Roxas.”

Lo sguardo del biondo si rabbuiò e sospirando si ristese sul letto.

Axel se ne andò parendo indifferente.

*

Era stata davvero una cattiva mattinata per Demyx.

Aveva trovato un pirla in cucina con il suo migliore amico, il quale lo aveva trattato con la più assoluta indifferenza. Era quasi soffocato e si era sentito dire che Axel andava alla base sempre con lo stesso pirla.

Adesso era lui il cretino che si aggirava per casa sua come se fosse un ladro. Da solo.

La tristezza si dipinse sul suo volto a quel pensiero.

Ora stava in camera sua, la stessa in cui, la sera precedente, i suoi genitori lo avevano picchiato.

Si guardò la mano ancora fasciata e sospirò.

Poi cominciò a buttare vestiti, libri e gli attrezzi per la sua chitarra in uno scatolone.

Prese Sitar, la sua chitarra, e la mise in spalla.

Diede un’ultima occhiata alla stanza, con il presentimento che non l’avrebbe più rivista.

Come era entrato, uscì dalla casa, in silenzio.

Dopo aver depositato i suoi effetti personali nella sua nuova dimora, il garage, si avviò verso la base dell’ Organizzazione, convinto che Axel fosse lì.

Appena entrato, le risate confuse furono l’unica cosa che udì.

Xigbar gli passò accanto tirandogli una pacca sulla spalla e dicendo:

“ Uhh! Che bella maglietta che hai!!” Ridacchiò.

“E non pensavo che Demyx avesse tanti muscoli, guardate che pettorali!” Aggiunse Larxene avvicinandosi, sfottendolo.

“Cos’è, te l’ha regalata uno scheletro? E uno scheletro anche piuttosto alto!” Fece Vexen.

-Si, uno scheletro lo è quasi....- Pensò Demyx riferendosi al migliore amico.

Con passo veloce andò dove erano tranquillamente seduti a fumare Zexion e Saix.

“Axel è qui?” Chiese infastidito.

Zexion lo guardò come se stesse delirando.

Saix scoppiò a ridere.

“Ma no fratello! E’ andato via da un pezzo ! Con quello ....Bhe insomma....Quello....basso!!”

Zexion, capendo quello che Saix cercava di dire concluse:

“Con Roxas.”

><><><><><><

Piaciuto? Spero di si...In realtà questo è solo la metà di quello che doveva essere il “capitolo 5” XD

Scusate per il ritardo della pubblicazione e della poca lunghezza XD

Recensite, grazie XD

Ciao ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Solitudine ***


Capitolo 6 UHUHUHUHUHUHU *_*

Ciao ^_^ Ecco dopo tanto tempo il sesto capitolo di questa fic XD Spero che vi piaccia ^__^

Capitolo 6 – Solitudine-

Demyx entrò nel garage sbattendo la porta.

Il rimbombo si udì persino nella camera di Axel, che stava dialogando con Roxas del più e del meno.

“Ah! Ma allora tu......” Il rosso si fermò sentendo il botto.

Roxas sobbalzò dal letto.

“Ehm...Penso sia Demyx...Meglio andare a controllare”. Disse poi Axel scendendo dal letto con un balzo.

Correndo i due raggiunsero il garage. Entrando videro Demyx intento a lanciare fuori le sue cose dagli scatoloni furiosamente, urlando cose incomprensibili.

“Demyx, che cazzo stai facendo!” Urlò il più grande vedendo l’amico in preda ad un attacco i

isterico.

Demyx non si voltò verso di lui, ma bensì verso il suo “peggior nemico”.

“Vattene immediatamente da qui! Mi hai rovinato la vita! Vieni qui e pensi subito di ribaltare la mia vita in questo modo! Non ne hai il diritto! Vattene!”

Roxas lo guardò stranito, senza sapere cosa ribattere.

“Ehm...Ehm...E’ meglio se me ne vado....” E così dicendo scappò facendo finta di niente.

Axel, molto spazientito, si avvicinò al biondo bloccandolo e facendolo voltare verso di lui.

“COSA DIAVOLO TI PASSA PER LA TESTA! SI PUO’ SAPERE PERCHE’ CAZZO HAI TRATTATTO COSI’ ROXAS?!”

Demyx cercò di divincolarsi invano.

“Fanculo...” Sibilò con cattiveria.

“Cosa hai detto?” Chiese Axel con acidità.

“FANCULO TE E IL TUO AMICHETTO BIONDO DEL CAZZO!” Urlò esasperato Demyx.

Axel non ci vide più dalla rabbia.

Alzò la mano e con velocità tirò un sonoro schiaffo a Demyx, nel punto in cui gliene aveva tirato un altro suo padre.

Tutto tacque.

Il biondo rimase a bocca aperta dallo stupore, con il volto leggermente girato di lato. La guancia gli riprese a pulsare dolorosamente.

A rompere il silenzio fu la voce tagliente di Axel.

“Adesso ho capito perchè non hai amici oltre a me...Se tratti la gente in questo modo...”

Per Demyx fu come una pugnalata al cuore. Iniziò a tremare, come una foglia, scosso dai singhiozzi. Barcollando, si lasciò cadere per terra contro la parete. Gli sembrava che la sua anima gli fosse stata strappata dal petto e calpestata violentemente.

*-*-*-*

Era inverno. Il bagno non era mai sembrato così squallido come in questo momento.

Un bambino sui sette anni stava venendo picchiato con cattiveria dai ragazzacci della classe di Demyx.

Il biondo irruppe nel bagno e, vedendo quella scena, si ricordò di tutti i torti subiti e che tutt’ora subiva ancora.

Se ne andò subito sperando di non essere stato visto. Non aveva il coraggio di intervenire, sarebbe stato picchiato molto più furiosamente di quanto stavano picchiando quel povero bambino.

Aveva solo 9 anni, cosa poteva mai fare?

Poi un’idea gli balenò in mente.

Alla fine delle lezioni accorse dalla maestra e denunciò l’accaduto.

Il giorno dopo i ragazzi vennero puniti e gli fu impedito di dare ancora fastidio al bambino malcapitato.

Demyx incontrò il bambino che però lo lasciò spiazzato, aspettandosi di essere almeno ringraziato.

“Non voglio avere niente a che fare con te, sei cattivo. Non ti vuole bene nessuno a te!”

Demyx ne rimase sbigottito e se ne andò.

Si ritrovò faccia a faccia con i compagni che avevano una espressione poco raccomandabile.

“Sappiamo che hai fatto la spia. A noi non piacciono le spie.”

I ragazzi iniziarono a picchiarlo, facendogli un male terribile.

Il biondo cercò di evitare il suo triste destino, ma non potè fare niente, e in cambio si sentì dire le fatidiche parole:

“Adesso ho capito perchè non ti vuole nessuno oltre al tuo amichetto rosso....Se tratti i tuoi compagni così! ....non si fa la spia!”

*-*-*-*

Axel se ne andò fuori dal garage e accese una sigaretta.

Aveva fatto una cosa terribile, e solo ora se ne era reso conto.

Come aveva potuto trattare il suo migliore amico in quel modo? Era stato veramente uno stronzo.

Demyx, intanto, non sembrava aver ripreso vita e continuava a pensare e pensare, scosso dai singhiozzi e bagnato da quelle amare lacrime che non smettevano di rigargli il volto.

*-*-*-*

Demyx uscì da scuola, aspettando Axel come di routine.

Aveva 12 anni , ma l’amico non aveva ancora perso l’abitudine di venirlo a prendere all’uscita.

Quel giorno però, ricevette un messaggio, che diceva:

“Dem, non posso passare subito a prenderti, mi hanno rinchiuso a sta cazzo di scuola.

Sto cercando di evadere, aspettami.”

Il biondo si sentì sconsolato.

Si sedette sulle gradinate della scuola, aspettando Axel.

“Ehi, sfigato, il tuo ragazzo non è ancora venuto a prenderti?”

Demyx si voltò e fece una faccia schifata alla vista dei suoi compagni di classe.

I suoi “adorati” compagni di classe...

Quelli non persero tempo e lo sollevarono di peso. Lo strattonarono e lo sbatterono per terra.

Subito vennero attorniati da una folla di gente che li incitava a picchiarlo più duramente.

“Il tuo ragazzo del cazzo non potrà fare niente stavolta. Ti ha lasciato solo.”

“Axel non lo farebbe mai!” Rispose con un filo di coraggio.

Tutti scoppiarono a ridere e una frase del “capo” dei ragazzi gli rimase impressa:

“Se continui a ribattere, sfido che tu non abbia amici a parte il tuo ragazzo... Non devi trattare le persone così!”

Demyx iniziò a piangere continuando a bisbigliare.

“Ti prego, Axel.......”

SBAM!

Il rumore della porta che sbatteva riscosse Demyx dai propri pensieri.

Axel era rientrato nel garage.

Alla vista del rosso, Demyx iniziò a piangere ancora più copiosamente di quanto non lo stesse gia facendo.

Axel si sentiva terribilmente in colpa.

Si avvicinò lentamente e si sedette accanto al suo amico.

Demyx, dal canto suo, si rannicchiò con la testa china sulle proprie ginocchia.

Il rosso tentò di toccarlo su un braccio, ma Demyx si ritrasse.

Sembrava che il biondo avesse paura di lui.

“Senti Dem...Mi dispiace, ero fuori di me dalla rabbia...Non penso veramente ciò che ti ho detto...”

Un singhiozzo gli arrivò come risposta.

L’aveva combinata davvero grossa, questa volta.

“Lo sai che ti voglio bene Dem... Non volevo ferirti...Scusami....Scusami davvero.”

Il rosso volse il suo sguardo al pavimento.

Axel riprovò a sfiorarlo e Demyx non si sottrasse al contatto.

“Però....Non capisco davvero...Perchè ce l’hai tanto con Roxas?”

Il biondo non rispose e Axel sospirò.

Demyx si stava calmando, almeno non tremava più.

Sollevò il capo per fissarlo. L’acquamarina dei suoi occhi adesso era più evidente che mai.

Il suo volto era completamente bagnato e i suoi occhi arrossati non smettevano di lacrimare.

Axel, intenerito, gli asciugò una lacrima.

“Non piangere, Demyx...”

Lo avvolse in un caldo abbraccio.

Axel lo teneva stretto. Demyx appoggiò la testa sulla spalla del rosso, bagnandogli i vestiti.

Axel iniziò ad accarezzare dolcemente la schiena del biondo, con un tocco tranquillizzante.

Demyx si sentiva più sollevato. Il più grande aveva sempre avuto una strana aura di calore avvolgente.

Quando Demyx finì di versare lacrime, restarono uno tra le braccia dell’altro ancora per un poco.

Demyx si mosse dall’abbraccio, alzandosi lentamente. Axel seguì il suo esempio.

“Io devo sistemare le mie cose” Disse Demyx con un filo di voce.

Axel annuì e disse:

“Ok, ti aiuto.”

Così iniziarono a sistemare le cose che Demyx, qualche ora prima, aveva portato da casa sua.

><><><><><><><><><><><><><><><><

Fine capitolo 6!!! Vi è piaciuto? Spero di si XD Lasciate un commento se volete...al prox capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il piano di Roxas ***


Capitolo 7

Buon giorno a tutti! Rieccoci con il capitolo 7! Devo dire che è un capitolo (insieme a quello dopo) che per noi è stato un riferimento... XDXD E’ di introduzione del prossimo XD e sono 6 pagine di word!!! UHUHU!!!

Scusate per il ritardo ma abbiamo avuto gli esami ^_^

Buona lettura!

Il piano di Roxas

Il sole era ancora alto nel cielo, illuminando la giornata, ma nell’Organizzazione non tutto era così splendente.

“...Questa Organizzazione sta diventando un centro accoglienza per ogni sorta di dementi.”

Sbuffò Xemnas facendosi aria con un foglio.

“Dovremmo prendere provvedimenti.”

Aggiunse con tono solenne.

Marluxia lo guardò storto. Se fosse stato per lui, l’Organizzazione sarebbe stata sicuramente a livelli più alti, e, a quell’ora, avrebbe regnato sull’intera città.

Xemnas sperava di ricevere man forte da Saix, il suo braccio destro, ma sbuffando nuovamente, lo trovò intento a “chiacchierare” con Zexion.

“...Hai capito, fratello?? Eh? EhEh? Ehehehe? Eehehehheheeihiihihi...” La frase sfumò in una risata incontrollata, che lasciò Zexion ancora più perplesso.

Marluxia li raggiunse, lamentandosi dellla gestione dell’Organizzazione.

“....Voi che ne dite? Ho ragione io, ovviamente.” Fece uno sguardo che non ammetteva repliche.

Saix non l’aveva minimamente ascoltato e continuava a rotolarsi per terra dalle risate.

Zexion fece spallucce e poi continuò a tirare lo spinello che aveva in bocca.

Marluxia, pensando che almeno lui lo stesse ascoltando, continuò a blaterare sui suoi dilemmi esistenziali.

- Questo è idiota. Pensa veramente che lo stia ascoltando? E’ quasi più produttivo ascoltare quel deficiente di Saix...Se questa si può definire una Organizzazione di duri...Sembra più un’ Organizzazione di drogati complessati. Almeno ci guadagno un sacco di soldi.-

Intanto gli altri membri continuavano a cazzeggiare come loro solito.

“..Ma sei deficiente?!” Esclamò un Luxord esasperato alla vista di uno Xigbar che, decisamente ubriaco, tentava di fargli un pompino, mentre gli altri assistevano divertiti alla scena.

***

“Passami gli spartiti, Axel” Disse Demyx, indicando al rosso uno scatolone appoggiato alla parete.

“Tieni.” E così dicendo glieli porse.

Demyx li dispose ordinatamente sulla mensola sopra il letto.

Fece un passo all’indietro, per poter sistemare meglio gli spartiti, ma perse l’equilibrio e si sbilanciò.

Axel si fiondò dietro di lui, lasciandolo cadere sulle sue braccia e risparmiandogli una rovinosa caduta.

“Impedito, ci mancava solo che tu ti rompessi la testa.” Sdrammatizzò Axel, continuando a tenere tra le braccia l’amico.

Gli zigomi di Demyx si tinsero di rosso, guardando il viso del rosso a pochi centimetri dal suo e sentendo il suo caloroso petto.

“Ah...Grazie.”

Ad Axel, sfiorando la guancia del biondo, affiorò alla mente di non essersi ancora scusato per lo schiaffo e approfittò del momento di pausa per avvicinare le labbra all’orecchio.

"Scusami per lo schiaffo di prima, avrà fatto male..." Sussurrò dolcemente, sfiorandolo leggermente.

Demyx avvampò perdendo completamente il poco buon senso che ancora aveva.

“Eh? Ah...Si, si... Cioè...NO!”

“No? Come no?!” Disse Axel rimanendo in quella posa e lasciando Demyx in quello stato catatonico.

“Cioè...Io ti Am...Ammiro!” Ora Demyx era ancora più imbarazzato di prima.

“Dem, che cosa stai dicendo?” Axel così lo mise sul letto. Aveva ormai notato che l’amico non ci stava più con la testa.

“Niente...Perchè....Si, dai, hai capito.” Blaterò il biondo.

“Cosa, che mi perdoni?” Axel così si piegò e schioccò un bacio sulla guancia ‘ferita’.

“Aria....Ho bisogno di aria...” Mormorò Demyx scappando dal garage e lasciando Axel solo con mille quesiti in mente.

***

Erano giorni che Riku pensava e ripensava alla rissa avvenuta qualche giorno prima.

Si considerava il responsabile della morte di uno dei suoi sottoposti, e non si dava pace.

In più, il padre del suo ragazzo non riusciva ad accettarlo.

Ormai aveva deciso. Al diavolo la banda, il suo ragazzo era più importante.

Con questi pensiere entrò nella centrale di polizia.

Subito si diresse verso il bancone, dietro al quale stava un agente basso dall’aspetto piuttosto stravagante.

“Ciao Donald, dove è Sora?” Chiese Riku all’agente, conosciuto come Donald Duck.

“E’ nell’altra stanza con l’agente Mickey, vai pure.” Rispose questo con il suo strano accento.

Riku si affrettò a ringraziare e ad avviarsi verso la stanza.

Qui vide il suo ragazzo e suo padre che chiaccheravano del più e del meno.

Appena Sora vide il viso del ragazzo dai capelli argentei, gli corse incontro dandogli un appassionato bacio, come era solito fare.

Stranamente fu Riku ad interrompere il bacio.

“Sora, ti devo parlare.”

A Sora mancò un battito.

“V-Va bene... “ Rispose il moretto con un filo di voce.

Riku capì lo stato d’animo del fidanzato, così fece uno di quei pochi sorrisi che riservava solo per lui.

“Vedi...Ho deciso di lasciare la mia banda.” Disse tutto d’un fiato.

A Sora si illuminarono gli occhi e subito lo avvolse in un caldo abbraccio, che il più grande ricambiò subito.

“Sono così felice!!!” Dicendo questo, il brunetto lo baciò, lasciandolo completamente senza fiato.

Da lontano, intanto, zio Mickey si compiaceva per l’ottima scelta del ragazzo dai capelli argentei, decidendo di dargli una possibilità.

***

Anastasia stava ticchettando nervosamente con le lunghe unghie sul tavolino di cristallo, sorseggiando un the caldo.

“Albert!” Strillò.

“Si?” Rispose placidamente il marito.

“Allora?!”

“Allora cosa, cara?” Disse sollevando lo sguardo dal giornale e sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.

Allora cosa, cara?” Ripetè lei facendogli il verso.

“Quello sciagurato di tuo figlio, mi pare ovvio!!!” Aggiunse poi.

Albert accavallò le gambe, riprendendo a leggere il suo quotidiano, dalla parte dell’economia.

“Non vedo di cosa dovremmo discutere, cara.”

Anastasia parve offesa dall’indifferenza del marito.

“Tu non vuoi mai discutere di nulla, soprattutto riguardo a tuo figlio Demyx!”

“Guarda che è anche figlio tuo, Anastasia.” Rispose pacatamente Albert.

La donna sbuffò e si riavviò la chioma bionda.

“Visto che non sei interessato a questo argomento, non me ne interesso neppure io!”

E così riprese a sorseggiare il suo the con aria stizzita.

***

Axel rincorse Demyx in casa e lo trovò a frugare nel frigorifero, in cerca di qualcosa di decisamente freddo.

“Demyx, cosa ti è preso prima?”

Il biondo sussultò.

“Axel!!!” E così si girò sorridente, come se niente fosse successo.

“Ma stai bene oggi? Mi sembri un pò fumato.” E così gli mise una mano sulla fronte.

"In effetti sei un pò caldo, magari hai preso un po' di freddo l'altra sera..." Concluse il rosso.

"No, no, non preoccuparti....Hai qualcosa da bere di ghiacciato?" Chiese Demyx facendosi aria con le mani.

"Si, ti prendo una coca cola....Ah, mi sono 'avanzate' delle fette biscottate dall'altra mattina, con Roxas. Ne vuoi un po'?" Disse Axel frugando nel suo grande frigor.

Demyx si incupì al ricordo della mattinata per poi concludere con una risatina nervosa.

Così si sedettero a tavola, iniziando a mangiare, attorniati da una aria di imbarazzo, accentuata dal silenzio dei due.

Ad interrompere quella estenuante situazione fu Demyx.

"Ehm...Axel?"

"Si?”

Demyx si arricciò una ciocca di capelli biondi che gli scendevano sul collo, attorno ad un dito.

“Ehm...Volevo chiederti....” Iniziò il biondo.

“Demyx non possiamo aspettare che faccia inverno...”

“No, era solo che...Bhe...”

“Demyx!!!”

“Insomma...Non ti sei fatto sentire per due settimane....Volevo sapere il motivo...Visto che non me l’hai ancora detto...Non vorrei averti fatto qualcosa di male inconsciamente...” Disse titubante.

“Eh? Ah, no, no, non centri niente tu, stai tranquillo!” -Cazzo come hai ragione!-

“Ah, ok, meno male... Cosa è successo, a me puoi dirlo!”

-Ma certo Demyx, te lo dico subito, come se potessi- Pensò.

“Ehm...Ecco vedi... –cosa gli dico?!- ho avuto molti compiti!” Esclamò invece il rosso.

Demyx parve perplesso.

“Ma non hai tutta l’estate per farli?” Domandò.

“Bhe si...ma...Oh! Tho, guarda! E’ arrivato qualcuno! Vado ad aprire!” Concluse Axel uscendo di scena.

***

Una settimana dopo alla base dell’Organizzazione, Xemnas era comodamente seduto su una poltroncina, tracannando una bottiglia di vodka.

“Quello li non è buono a fare un cazzo...” Disse svogliatamente.

“...Ma fratello, non cacciarlo, se fratello rosso l’ha scelto ci sarà un motivo, eheh!”

“Ma Saix, come cazzo parli?” Chiese Marluxia, scocciato.

“Smettila femminuccia!” Disse Xigbar ubriaco come al solito.

“Femminuccia a chi, pompinaro del cazzo!” Rispose Marluxia inviperito.

Xemnas, infuriato, sbattè il pugno sul tavolino di fronte a lui.

“State zitti, idioti! Esigo silenzio.”

Marluxia alzò gli occhi al cielo mentre gli altri eseguirono all’istante.

“Allora faccio a modo mio e quell’ impedito di Demyx lo caccio a calci nel culo.” Continuò tranquillamente Xemnas.

Roxas, intanto, osservava la scena senza interagire.

“Axel non ne sarà felice.” Intervenne stranamente Zexion.

“E chissene frega, non voglio una checca nella banda.” Rispose il capo.

“E se non gli sta bene se ne può andare anche lui.”

Roxas, sentendo le ultime parole, iniziò a far funzionare il cervello.

Non voleva che Axel, con cui aveva appena legato, se ne andasse.

Ma sapeva che senza Demyx, Axel non sarebbe rimasto.

Doveva assolutamente escogitare qualcosa.

“Aspetta Xemnas! Dagli una settimana di tempo.” Intervenne a quel punto.

“E perchè mai?” Chiese Xemnas.

“Aspetta e vedrai..Allora? Gli concedi il tempo?” Insistette il biondino.

“Se me lo chiedi tu, va bene.E’ il primo favore che mi chiedi.” Concluse il capo.

Saix e Zexion si guardarono, sollevati.

***

Roxas si aggirava per la base pensieroso, in cerca di Demyx.

Ad un tratto lo trovò in un corridoio deserto, probabilmente intento ad aspettare Axel.

“Ah! Demyx! Cercavo proprio te!” Esclamò bloccandolo per un braccio.

“Me?!” Disse Demyx guardandolo dall’alto al basso.

“Si, te...Devo chiederti una cosa importante...Prima di iniziare...Tutto bene?”

“Eh? Stai delirando?” Demyx iniziava a spazientirsi.

“Ok, ok, arriviamo al dunque. Bhe...Sei innamorato di Axel?”

Demyx sbiancò.

“COSA?!!?!?!” E arrossì violentemente.

Roxas aveva avuto la sua conferma.

Ora poteva attuare il suo piano.

“Allora?” Insistette.

“Allora cosa?” Domandò Demyx cercando di cambiare argomento.

“Tu-ami-Axel? Lo vuoi baciare, limonare, portare a letto e fare tutte quelle cose che si fanno quando si è innamorati?!

A Demyx tremavano le gambe. Cosa poteva dire? Come lo aveva capito, quel marmocchio?

“N-no, cioè...Si! AH! E a te cosa interessa?!”

“Perchè se a te non importa....eheh..” E così se ne andò facendogli l’occhiolino.

Demyx rimase perplesso...Molto perplesso. Sbuffando si lasciò cadere seduto, prendendosi la testa tra le mani.

***

Roxas, da quel momento, si incollò letteralmente ad Axel, scatenando le ire di Demyx.

Qualche sera dopo l’Organizzazione al completo si trovava nel bar malfamato.

Il barista Bill, soprannominato da tutti ‘la Bestia’ per la sua corporatura e per i suo modi non tanto educati, stava distribuendo birra a tutti, fatta eccezione per Demyx, che sorseggiava una coca cola.

Roxas si era appena seduto accanto ad Axel, abbracciandogli un braccio.

Dal canto suo, il rosso non ce la faceva più ad avercelo addosso praticamente notte e giorno. Aveva capito che era inutile opporsi, quello come una piattola rimaneva li, a rompergli l’anima.

“Allora Axel, dopo andiamo a casa tua?” Chiese Roxas con voce zuccherina.

“No, scusa, dopo ho da fare...” Rispose secco Axel.

“Daiii!!!!” Insistette.

“Ok...Ma solo se la smetti di starmi attaccato ai maroni.”

Demyx si avvicinò ai due innervosito, pronto a staccare il nanetto insopportabile dal suo Axel.

“Ehm ehm...” Fece Demyx, cercando di intrufolarsi tra i due.

Roxas si incollò di più. Ormai il momento era giunto.

Il biondo iniziò a tamburellare le dita sul tavolo nervosamente, iniziando a spazientirsi sul Serio.

Roxas si voltò verso di lui fingendosi infastidito.

“Che vuoi tu?” Chiese maleducatamente.

“Che vuoi TU, vorrai dire.” Rispose Demyx ostilmente.

“Chi? Io?”

Axel li guardò male. –Ecco che ricominciano...-

“Vedi qualche altro nanetto rompi palle in giro, oltre a te?”

“Perchè, tu cosa pensi di essere?”

“Senti, mi sono rotto le scatole del tuo comportamento.”

Mi sono rotto le scatole! Ma cosa sei, mio nonno?!”

“No, ma sono più grande di te!”

“E allora? Pensi di far paura? Prova a chiamare la mammina, magari ti viene a consolare!”

“Cosa ne sai tu di mia madre!?”

“Per me tua madre potrebbe anche infilarsi sotto un camion!”

“Si, anche per me, se è per questo.”

“Cosa?? Ti sei accorto che non ti sopporta nemmeno lei?!?!”

“Si può sapere cosa vuoi dalla mia vita?!”

“Voglio il tuo migliore amico, mi sembra ovvio!”

“Cosa?!” Dissero all’unisolo sia Axel che Demyx.

“Si, hai capito bene. Fatti da parte, mammone!” Ribattè rivolto solo a Demyx e ignorando Axel.

Il suo piano stava andando a meraviglia. Mancava poco e finalmente avrebbe potuto smettere di recitare.

Il biondo non seppe più cosa ribattere.

“Cos’è ? Non sai più come rispondere, eh? Sei solo una femminuccia alla quale hanno aggiunto gli attributi, sempre ammesso che tu li abbia...”

“Non sono una femminuccia, sono semplicemente educato!”

“Demyx, non prenderlo sul Serio, mi sa che è un po’ ubriaco.” Intervenne Axel, cercando di calmare le acque.

“Ma che ubriaco!” E si voltò verso Axel. “E’ lui che è solo un fallito che come amico ha solo te!”

Roxas fece appena tempo a rigirarsi verso Demyx che un pugno lo colpì in pieno volto.

Il biondino perse l’equilibrio e cadde rovinosamente a terra, sotto lo sguardo di tutti i membri dell’Organizzazione.

Demyx, non contento del destro appena tirato, gli si scaraventò addosso, iniziando a tirare pugni e calci come mai non aveva fatto.

Axel rimase a dir poco shokkato dalla reazione del suo amico, e non seppe intervenire.

“Picchi come una troietta in calore!” Lo incitò Roxas.

“Adesso vedrai, Pirloxas!”

E i due iniziarono a rotolarsi sul pavimento del locale, sferrandosi colpi all’impazzata.

“Sento odore di rissa!” Disse Xigbar, attirando l’attenzione di tutti sui due.

I membri dell’Organizzazione li accerchiarono, tifando Roxas.

Demyx, infastidito dall’incitamento, iniziò a menare più potentemente. Lo ritenevano davvero tutti cosi imbranato? Adesso gli avrebbe fatto vedere.

“Si accettano scommesse!” Intervenne Luxord, iniziando a raccogliere soldi a palate.

Roxas non si sentiva più le braccia e smise di reagire, in parte intenzionalmente, però non pensava che Demyx fosse così forte. Se avesse voluto, quest’ultimo avrebbe potuto avere il rispetto di tutti.

Axel si riscosse dal suo stato di trance. Cosa cavolo stava facendo Demyx? Perchè quella reazione così esagerata?! Era la prima volta che vedeva il suo amico picchiare e doveva ammettere che non era niente male.

“Demyx, smettila! Gli stai facendo male!!! Non vedi?” Esclamò inginocchiandosi e cercando di dividerli.

Demyx non gli diede ascolto e preso dalla foga, per sbaglio gli tirò un pugno in viso.

Axel si alzò, evidentemente deluso e amareggiato dicendo:

“Mi hai molto deluso.” E così se ne andò all’esterno del bar, sulla strada, accendendosi una sigaretta come al solito.

I membri rimasero sbigottiti. Possibile che l’indifeso Demyx avesse tirato un pugno persino ad Axel?!

“Ehi, adesso che hai dimostrato a tutti di avere le palle puoi anche lasciarmi...” Disse Roxas a bassa voce.

“Mh?” Fu l’unica cosa che Demyx riuscì a formulare.

Da quando Axel se ne era andato, si era fermato, per poi cadere in uno stato di trance, nel quale riuscì a realizzare quello che stava facendo.

“Dovevo farmi picchiare in qualche modo...Xemnas ti voleva cacciare...Dovevi dimostrargli che qualche cosa sai fare..” Spiegò Roxas.

“Ah...” Fece come risposta Demyx.

“Se adesso ti togli io me ne andrei anche...”

“Oh, si, si, certo...Vai pure...” E così dicendo si scostò, per lasciare alzare il più piccolo.

Il biondino si trascinò fuori dal locale, zoppicando.

Appena uscito le gambe gli cedettero.

La rovinosa caduta gli fu evitata da Axel, che lo sostenne.

Demyx, appena vide che Roxas era “caduto” si precipitò all’esterno, divorato dai sensi di colpa, ma la scena che vide non gli piacque affatto.

Axel gli lanciò un’occhiataccia che gli fece abbassare la testa.

Era riuscito a guadagnarsi il rancore del rosso, un’altra volta.

Quest’ultimo prese in braccio Roxas, per accompagnarlo a casa.

Demyx, decisamente affranto, rientrò nel bar e si sedette accanto a Saix e Zexion.

“Ehi, fratello, sei stato forte! Noi tifavamo per te!”

“Grazie per il sostegno che mi avete dato, eh...” Ribattè un Demyx al limite della disperazione.

“Su, fratello!!! Ti sei appena guadagnato un altro annetto nell’Organizzazione!! Brindiamo alla tua salute!”

“A me non sembra tanto felice, Saix.” Mormorò Zexion.

“E perchè fratelloo?? Di tutto a zio Saix e zio Zexion!”

Zexion lo guardò male come sempre.

“Tutto apposto.” Disse dandosi testate contro al bancone.

“A me non sembra, fratello! Invece di brindare beviamo per dimenticare!!! Fa anche rima! EHEHHEuhUHahaihh!”

Lo spacciatore scosse la testa. –Che deficiente...-

Saix porse, così, un boccale di birra schiumante al biondo.

“No, Saix, davvero, sto bene così.” Rifiutò Demyx senza alzare lo sguardo.

“AHH! Fratello! Contro alla depressione c’è solo un buon boccale di birra! Te lo dice zio Saix ! Eheh”

“No, davvero...”

“Non farti pregare, fratello!!” Così gli mise il boccale sotto il naso.

Demyx lo guardò per qualche istante, incerto sul da farsi.

-Che male potrà mai farmi?- Pensò rassegnato.

><><><><

Commentateeeee!

Alla prossima ^_-

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Non sono più me stesso quando tu non ci sei ***


Non sono più me stesso quando tu non ci sei

Non sono più me stesso quando tu non ci sei

Un altro boccale.

Questa era l’unica cosa a cui pensava Demyx in quel momento.

“Ehi, fratello!! Ok, adesso potresti anche smettere di bere!”

Saix cercò di togliere il grosso boccale di birra che Demyx stringeva.

“No! No, ridammelo...Voglio la birra...” Implorò il biondo.

“Niente da fare, fratello!”

“Saix!! Lo sai che ti voglio tanto bene?” E così iniziò a strusciarsi contro il braccio del drogato.

Visto che Saix non voleva restituirgli la bevanda, il biondo, con un gesto veloce, la riprese e la ingurgitò in un solo sorso.

“Birra, per favore!” Disse così rivolto alla Bestia, che non se lo fece ripetere due volte.

Demyx iniziò subito a berla, ma non fece a tempo a finirla che cadde con la testa sul bancone.

“Ehii, fratello, tutto apposto??” Chiese Saix preoccupato.

“E’ svenuto.” Intervenne Zexion.

Lo presero e lo portarono nel garage in cui viveva.

Dopo averlo messo a letto, si assicurarono che fosse ancora vivo.

“Ma Zio Zexion! Lo lasciamo qui in questo moooddoooo?”

“E che vorresti fare? Arriverà Axel.”

“WOOWWW! Zio Zexy! Hai fatto due frasi di segguuuitoo! EHEHHehehhh..!”

Così i due uscirono lasciando il povero Demyx abbandonato a se stesso.

***

Demyx si svegliò in pieno pomeriggio e la prima cosa che fece fu recuperare un secchio per poi iniziare a vomitare anche l’anima.

Si sdraiò sul letto tenendosi appresso il secchio.

La testa gli duoleva terribilmente.

Si sentiva uno straccio.

Chissà se Axel era ancora con quel nanetto odioso...

Ce l’aveva ancora con lui? Sperava con tutto il suo cuore che non fosse realmente così.

I suoi pensieri vennero interrotti da un nuovo conato, e la storia si ripetè ancora e ancora....

Un pensiero ancora più spaventoso gli passò per la mente.

Oddio! E se Pirloxas....No! Non poteva rivelare QUELLA cosa! Non ad Axel! Non adesso! Mai!

Non potè fare altro che sentirsi ancora peggio.

***

“Ah, ciao gente, cosa ci fate qua?” Chiese Axel, il giorno seguente, nei dintorni di casa sua.

“EHEHE, ehi fratello rosso! Dove sei stato fino ad ora?? Noi eravamo da fratello biondo!” Esclamò allegramente Saix.

Il rosso parve perplesso.

“Da Demyx? E perchè?? Comunque, ero in ospedale da Roxas, ha avuto un lieve trauma cranico.”

“UHaHHEEUHhhh...Eravamo tutti li, eh? Alla fine della grande rissaaaahahahah! Fratello, non ti preoccupare, è solo un po’ morto stecchito!”

“Chi è morto, scusa???” Domandò questa volta Axel.

“Non è morto nessuno. Demyx si è ubriacato.” Spiccicò Zexion.

“UBRIACATO?” Il rosso si stava preoccupando. Il suo amico non era solito fare certe sciocchezze riservate a lui.

“Eh già! HEEEHH! Era moolto tristeee! E per te, fratello!” Gli chiarì il drogato.

“PER....me?”

“Non badare a quello che dice. Va a casa.” Intervenne di nuovo lo spacciatore.

“Zio Zexy! Sei cattivo con il tuo povero zio Saix!” E così iniziò a piagnucolare.

“Addio.” E così dicendo, i due se ne andarono per la loro strada.

Axel iniziò subito a correre verso casa.

***

“DEMYX! CHE COSA DIAVOLO HAI FATTO!! TU NON REGGI NEANCHE IL MASCARPONE!!!!!!!”

Axel, urlando ciò, era entrato nel garage, facendo sbattere la porta e aumentare il mal di testa al povero Demyx, che si prese la testa fra le mani.

“Mi fa male la testa, non urlare...” Mormorò.

“Perchè l’hai fatto?” Chiese il rosso abbassando il tono.

Demyx ignorò le parole dell’amico. Come poteva dirgli che era a causa sua?

“E’ colpa mia?” Aggiunse sedendosi sul bordo del letto.

“Ehm...Eh-ehm...” Non riuscì a iniziare a parlare che venne colpito da un nuovo conato di vomito.

Axel lo aiutò scansandogli le ciocche di capelli che gli ricadavano sulla fronte imperlata di sudore.

Quando il più giovane ebbe finito Axel lo aiutò a sistemarsi seduto sul letto.

“Tutto ok?” Chiese.

“Non molto.” Rispose con tono gelido.

“Se stai ancora male, dimmelo che ti aiuto.” Affermò con dolcezza Axel, sostenendolo con un braccio.

Demyx abbassò il capo e salate lacrime iniziarono a rigargli il viso.

Axel si accorse di ciò solo quando un singhiozzo si disperse nell’aria.

Nel giro di pochi secondi, Demyx scoppiò in un disperato pianto.

“Dem...Ma che diavolo....” La frase di Axel fu interrotta dalle parole dell’amico.

“Nessuno....Non mi vuole nessuno... Sono inutile!

La mia famiglia, tu... Sono solo un peso....Non c’è nessuno...

Prima pensavo almeno di avere la famiglia su cui contare, ma loro mi hanno.... abbandonato....Come adesso anche tu...Non ho amici e non sono capace neanche di cavarmela da solo...Hanno sempre avuto ragione... Posso anche sparire intanto nessuno mi cercherebbe..Nessuno mi vuole bene...”

Axel era abituato a questo genere di scenate da parte dell’amico, che scarseggiava in autostima, ma questa volta era diverso. In gioco c’era anche un sentimento più grande dell’amicizia, ma Axel questo ancora non lo sapeva.

Preso da un’insolita tenerezza lo abbracciò, facendogli appoggiare il viso nell’incavo della spalla.

Prese ad accarezzare la schiena del biondo sussurrando.

“Shh... Su su, lo sai che non è vero...Tu sei una persona stupenda....Non penso che tu sia un peso o inutile, sei speciale....Davvero...Devi credirmi....”

“Non è vero, stai mentendo! Lo stai dicendo solo perchè tu sei...troppo buono..con me..”

Axel lo prese per le spalle guardandolo in quegli occhi acquamarina.

“Non sto affatto mentendo. Io ti voglio....bene.”

Quando finalmente Demyx si fu calmato, Axel lo fece stendere e gli rimboccò le coperte.

“Se ti viene la nausea o qualcos’altro chiamami. Dormi pure, sto qua finchè non ti addormenti...”

Il biondo annuì e chiuse gli occhi, addormentandosi da li a breve.

Axel lo osservò a lungo, notando quanto sembrasse indifeso e innocente, ora più che mai.

“....Axel...” Disse Demyx nel sonno.

Il rosso lo guardò sorridendo. Lo aveva appena nominato! Forse lo stava sognando.

Era giunta l’ora di andare. Magari poteva rimanere ancora cinque minuti, però.

Così si distese accanto all’amico.

***

“WAHHHHHHHHHHHHHHH!”
Demyx si era appena svegliato e trovando Axel al suo fianco era rimasto molto sorpreso, tanto che andò a sbattere contro la mensola.

Tutti gli spartiti sparpagliati sopra di essa volarono addosso al rosso, che dormiva ancora tranquillo.

“Mhhhggh..” Mugugnò questo, aprendo gli occhi svogliatamente.

“E’ presto, mettiti a dormire...” .

Così dicendo si voltò dall’altra parte, facendo cadere tutti gli spartiti sul pavimento.

Demyx si risdraiò, ma sapendo della presenza “dell’amico” , ci impiegò un po’ per addomentarsi.

***

Il biondo stava ancora dormendo profondamente quando Axel si destò del tutto, un paio di ore dopo.

Stette li qualche minuto a godersi la calma di quel momento e la freschezza delle lenzuola al contatto con la sua calda pelle. E naturalmente, anche la vicinanza di un bel biondino.

Un secondo, cosa ci faceva nel letto di Demyx???

Fece mente locale delle ore passate precedentemente. Oh, cavolo!

Altro che cinque minuti, si era addormentato con lui!

Forse aveva anche fatto uno strano sogno su degli spartiti volanti.

Si alzò di scatto e si diresse in casa, più precisamente in cucina, con l’idea di preparare un’abbondante colazione.

***

Demyx si strofinò gli occhi.

Ma che strano sogno. Axel dormiva con lui e volavano spartiti.

Si, decisamente un sogno, anche perchè Axel non era li in quel momento.

Si mise seduto, cercando di svegliarsi un po’ meglio.

Il suo sguardo cadde su alcuni spartiti per terra.

Quello ERA un sogno, vero?

In quel momento entrò Axel con in mano un’ abbondante colazione.

“Ben svegliato! Hai dormito bene?” Chiese il rosso gentilmente, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.

“S-si, grazie...E tu?” Disse timidamente Demyx.

“Benissimo!” E così gli mise il vassoio in grembo.

Demyx assaggiò un po’ del the che aveva sul vassoio.

“E’ tutto molto sano, visto che sei stato male ieri.”

“Grazie...E grazie anche per ieri...”

“Ma di cosa..Era il minimo... Adesso mangia!”

“Ehm...Axel..” Lo richiamò il biondo.

“Volevo scusarmi... per il pugno...Non era mia intenzione...” Aggiunse.

Il rosso gli sorrise.

“Diciamo che in questo modo mi hai ripagato per lo schiaffo.”

E così dicendo si sedette ai piedi del letto, voltandosi verso l’amico.

Per tutto il tempo stette li ad osservarlo, mentre mangiava.

-Oh cazzo...Se solo potessi....dirgli....No, no, ma che penso?? Queste cose non mi devono nemmeno saltare in mente!!! Ma cosa diavolo mi sta succedendo??!! ...Perchè provo questo forte istinto..di ...saltargli addosso?! Se solo sapesse....Oh mio Dio...-

Demyx assaporava la sua colazione, leggermente in soggezione per via dello sguardo fisso su di lui.

Questo alzò lo sguardo, incrociando quello del rosso.

-Accidenti...Se solo potessi esprimergli questi sentimenti...No, no, ma che penso?? Se lui sapesse queste cose probabilmente mi odierebbe....Gli farei schifo...Che vita orrenda, non posso neanche confessare le mie emozioni...sarei umiliato persino da lui.. Se solo sapesse...Oh mio Dio...-

><><><><><><

Bhe, ecco il fantomatico capitolo 8...Avviso gia che per tutto il mese di agosto non potremo aggiornare, perchè partiamo entrambe XD

Spero vi sia piaciuto, e commentate ^___-

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Episodi Imbarazzanti ***


Capitolo 9

Ed eccoci con il nuovo capitolo XD Scusate per il ritardo, ma abbiamo fatto fatica ad incontrarci. Buona lettura.


Episodi Imbarazzanti


“Accidenti, dove sono i miei plettri?!”

Demyx stava frugando sulle mensole del garage, affacendato, non trovando neanche un plettro per poter suonare. Per errore, diede una gomitata ad una scatola, che cadde rovinosamente a terra.

Il coperchio saltò via, facendo rovesciare tutto il contenuto sul pavimento.

Demyx si voltò, per vedere cosa fosse appena caduto, e notò la quantità impressionante di foto sparse a terra.

Si chinò con l’intenzione di rimetterle a posto, ma la curiosità ebbe il sopravvento, quindi si sedette a gambe incrociate, raccogliendo ad una ad una le foto.

Le prime che gli capitarono in mano furono quelle dell’estate precedente, nella quale Axel era andato a stare per un paio di settimane nella casa al mare di Reno, suo cugino.

Axel sembrava davvero felice, in quelle immagini, anche senza di lui.

Sospirò e poi si concentrò sulla bellezza del suo amico. Era davvero meraviglioso:

nonostante fosse veramente magro, gli si potevano notare gli addominali scolpiti, che gli davano un’aria di possenza. Sovrastava suo cugino di almeno una decina di centimetri. Aveva un’espressione rilassata, testimoniata dal sorriso sornione. La sua pelle non aveva quella caratteristica colorazione bianca lattea, ma aveva acquisito una leggera doratura, che metteva ancora di più in risalto i suoi occhi color smeraldo intenso. I capelli di quel rosso che pareva così innaturale, gli ricadevano bagnati sulle spalle, scendendo fino a metà schiena, mentre alcune ciocche gli incorniciavano il volto spigoloso, ma allo stesso tempo armonioso. Da questa posa traspariva tutta la sua androgina bellezza.

Si scosse dai propri pensieri e mise in ordine quelle foto riguardanti la vacanza.

Arrossì violentemente vedendo il soggetto delle altre immagini, ancora sparse sul pavimento.

Queste raffiguravano un altro aspetto della bellezza di Axel. Molto più mascolina.

Il rosso, infatti, era stato immortalato nudo, in varie pose altamente provocanti, e ammiccava alla macchina fotografica come un vero professionista.

Demyx si alzò da terra, ancora sconvolto, portandosi le foto e la scatola sul letto.

Iniziò a sentire uno strano calore al basso ventre, mentre le osservava sempre più attentamente.

“Ehi, Demyx...” Disse Axel entrando all’improvviso nella stanza.

Demyx sobbalzò e si affrettò a nascondere le foto sotto il cuscino.

Il rosso si avvicinò al letto, notando che l’amico trafficava con qualcosa.

“Ti volevo chiedere se--- Ehi, ma che cosa sono quelle?!” Esclamò notando l’angolo di un qualcosa di cartaceo spuntare da sotto il cuscino.

Molto rapidamente afferrò la foto, senza che Demyx potesse bloccarlo, e appena la scrutò, impallidì.

Alzò un attimo lo sguardo e notò la scatola.

“Cazzo!” Imprecò, mentre Demyx si nascondeva sotto le coperte.

Dopo qualche attimo di silenzio Axel parlò.

“Dove....Dove le hai..trovate...Bhe...Quelle...?”

Il biondo tirò fuori la testa e guardò Axel con occhi supplichevoli.

“Non volevo! Non volevo! Mi dispiace!” Si affrettò a dire.

Il rosso scosse leggermente la testa.

“Non...No, non fa niente....”

Entrambi erano imbarazzati e tenevano lo sguardo rivolto a terra.

Axel si sedette cercando di rimprendersi.

“Me le ha fatte una delle...ragazze..che mi sono portato a letto...Ma, niente di che, eh...Era una piccola pervertita..Non ricordo nemmeno il suo nome.” Tentò di spiegare.

“Ehm...E perchè le hai tenute?” Chiese timidamente Demyx.

“Ma non hai visto che--- Cioè niente, niente.”

Rimasero ancora un po’ in silenzio finchè Demyx, assorto nei suoi pensieri, non esordì con un:

“Ma è davvero così ho hai fatto un fotomontaggio?”

Axel lo guardò male.

“Eh? No, niente niente!” Si corresse accorgendosi della gaffe che aveva fatto.

Poi, vedendo l’espressione imbarazzata dell’amico, cosa più unica che rara, scoppiò in una fragorosa risata.

Axel inarcò le sopracciglia, sorpreso.

“Quanto sarà, 30 centimentri?” Riprese Demyx, continuando a ridere convulsamente.

“...Non mi sembra il momento più opportuno per chiederti se hai te i miei pantaloni...Ne metterò degli altri...Rimettile a posto, eh!” Disse, così, Axel, scappando dalla porta.

“Sisi!” Rispose il biondo nascondendo le foto nella sua borsa.


*_*_*_*_*_*_*_*_*_*


Axel stava rientrando in casa canticchiando. Erano ore che non vedeva un bagno e avevo urgenza di usarne uno. Maledetta l’organizzazione e la sua basa senza un WC.

Sempre canticchiando, si avvicinò alla porta dei servizi, che spalancò con non curanza.

La scena che gli si parò davanti lo lasciò interdetto.

Demyx non aveva nessun indumento addosso e lo fissava con aria alquanto sconvolta.

Il rosso non fece a tempo ad aprire bocca che l’amico iniziò a lanciargli contro qualsiasi oggetto che aveva a portata di mano.

Axel subito richiuse la porta ancora scosso.

Iniziò ad avvertire i jeans farsi ancora più stretti.

Subito si affrettò ad andare in camera per placare la sua bollente erezione.

In seguito si ricordò del principale motivo per cui aveva disturbato Demyx.

Si sbrigò ad andare nel locale al di là della strada, chiedendo di poter usare i servizi.

Mezz’ora dopo all’imbarazzante ed eccitante scena al quale aveva assistito, decise di andare a fare un giro in moto.

“Merda!!!” Improvvisamente si bloccò. Aveva dimenticato le chiavi in bagno.

- Ma come cazzo ho fato a lasciare le chiavi in bagno!! !- Si maledisse.

Entrò, sperando che Demyx fosse uscito, ma in quel giorno la fortuna non era dalla sua parte.

Infatti, il biondo stava uscendo dalla doccia in quell’esatto momento.

Quando questo si accorse dell’intrusione, preso dall’agitazione, scivolò, finendo a terra.

Durante la caduta picchiò la testa contro il bordo della doccia.

“Ahi!” Esclamò dal dolore.

Axel subito andò a soccorerlo.

“Demyx, tutto bene?” Chiese molto preoccupato.

Demyx annuì incerto.

All’imbarazzo provato inizialmente si aggiunse il dolore lancinante alla testa, che gli girava incredibilmente. Non avrebbe dovuto, ma non riusciva a non pensare alla figura di Axel davanti a se che lo faceva sentire a disagio.

Axel sembrò capire i pensieri dell’amico e prese un asciugamano per poi passarlo gentilmente all’amico, che si coprì le intimità velocemente.

“Fammi controllare cosa ti sei fatto...Fa male?” Detto questo gli sollevò un po’ la testa e iniziò a verificare che non ci fosse alcuna ferita.

“Mi gira solamente un po’ la testa, niente di grave...” Mentì.

Axel scorse tra le ciocche di capelli bagnate di Demyx un rivolo di sangue e si allarmò.

“Aspettami qua, vado a prendere del ghiaccio, perdi un po’ di sangue, ma non preoccuparti..” Fece un lieve sorriso e si allontanò verso la cucina.

Ritornò dopo poco con in mano il ghiaccio. Gli si sedette a fianco e iniziò a passare il ghiaccio sulla nuca del biondo, che ebbe un brivido sia per il freddo che per la presenza del rosso così vicino.

Dopo un po’ Axel disse:

“Sembra che vada un po’ meglio, ti lascio, così ti puoi coprire un po’. Tieni il ghiaccio ancora un po’, per sicurezza.” E così dicendo, uscì dal bagno, lasciando solo Demyx con il suo rossore.

Appena fu uscito, ad Axel venne in mente una cosa.

-Cazzo, le chiavi della moto!!!-


*_*_*_*_*_*_*_*_*


Riguardo a questo capitolo. Puramente riempitivo. Ma è stato anche bello e divertente scriverlo XDXD

Ne approfitto per dire che a giorni scriverò una Saix X Zexion (One-Shot) e mi scuso x il ritardo del capitolo di Darkness After the heart’s break, è ancora li pronto da copiare XD

Ci si vede al prossimo capitolo/fic, ciaociao

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=121055