Buon giorno a tutti! Rieccoci con il capitolo 7! Devo dire
che è un capitolo (insieme a quello dopo) che per noi è stato un riferimento...
XDXD E’ di introduzione del prossimo XD e sono 6 pagine di word!!! UHUHU!!!
Scusate per il ritardo ma abbiamo avuto gli esami ^_^
Buona lettura!
Il piano di Roxas
Il sole era ancora alto nel cielo, illuminando la
giornata, ma nell’Organizzazione non tutto era così splendente.
“...Questa Organizzazione sta diventando un centro
accoglienza per ogni sorta di dementi.”
Sbuffò Xemnas facendosi aria con un foglio.
“Dovremmo prendere provvedimenti.”
Aggiunse con tono solenne.
Marluxia lo guardò storto. Se fosse stato per lui,
l’Organizzazione sarebbe stata sicuramente a livelli più alti, e, a quell’ora,
avrebbe regnato sull’intera città.
Xemnas sperava di ricevere man forte da Saix, il suo
braccio destro, ma sbuffando nuovamente, lo trovò intento a “chiacchierare” con
Zexion.
“...Hai capito, fratello?? Eh? EhEh? Ehehehe?
Eehehehheheeihiihihi...” La frase sfumò in una risata incontrollata, che lasciò
Zexion ancora più perplesso.
Marluxia li raggiunse, lamentandosi dellla gestione
dell’Organizzazione.
“....Voi che ne dite? Ho ragione io, ovviamente.” Fece uno
sguardo che non ammetteva repliche.
Saix non l’aveva minimamente ascoltato e continuava a
rotolarsi per terra dalle risate.
Zexion fece spallucce e poi continuò a tirare lo spinello
che aveva in bocca.
Marluxia, pensando che almeno lui lo stesse ascoltando,
continuò a blaterare sui suoi dilemmi esistenziali.
- Questo è idiota. Pensa veramente che lo stia
ascoltando? E’ quasi più produttivo ascoltare quel deficiente di Saix...Se
questa si può definire una Organizzazione di duri...Sembra più un’
Organizzazione di drogati complessati. Almeno ci guadagno un sacco di soldi.-
Intanto gli altri membri continuavano a cazzeggiare come
loro solito.
“..Ma sei deficiente?!” Esclamò un Luxord esasperato alla
vista di uno Xigbar che, decisamente ubriaco, tentava di fargli un pompino,
mentre gli altri assistevano divertiti alla scena.
***
“Passami gli spartiti, Axel” Disse Demyx, indicando al
rosso uno scatolone appoggiato alla parete.
“Tieni.” E così dicendo glieli porse.
Demyx li dispose ordinatamente sulla mensola sopra il letto.
Fece un passo all’indietro, per poter sistemare meglio gli
spartiti, ma perse l’equilibrio e si sbilanciò.
Axel si fiondò dietro di lui, lasciandolo cadere sulle sue
braccia e risparmiandogli una rovinosa caduta.
“Impedito, ci mancava solo che tu ti rompessi la testa.”
Sdrammatizzò Axel, continuando a tenere tra le braccia l’amico.
Gli zigomi di Demyx si tinsero di rosso, guardando il viso
del rosso a pochi centimetri dal suo e sentendo il suo caloroso petto.
“Ah...Grazie.”
Ad Axel, sfiorando la guancia del biondo, affiorò alla
mente di non essersi ancora scusato per lo schiaffo e approfittò del momento di
pausa per avvicinare le labbra all’orecchio.
"Scusami per
lo schiaffo di prima, avrà fatto male..." Sussurrò dolcemente, sfiorandolo
leggermente.
Demyx avvampò perdendo completamente il poco buon senso
che ancora aveva.
“Eh? Ah...Si, si... Cioè...NO!”
“No? Come no?!” Disse Axel rimanendo in quella posa e
lasciando Demyx in quello stato catatonico.
“Cioè...Io ti Am...Ammiro!” Ora Demyx era ancora più
imbarazzato di prima.
“Dem, che cosa stai dicendo?” Axel così lo mise sul letto.
Aveva ormai notato che l’amico non ci stava più con la testa.
“Niente...Perchè....Si, dai, hai capito.” Blaterò il
biondo.
“Cosa, che mi perdoni?” Axel così si piegò e schioccò un
bacio sulla guancia ‘ferita’.
“Aria....Ho bisogno di aria...” Mormorò Demyx scappando
dal garage e lasciando Axel solo con mille quesiti in mente.
***
Erano giorni che Riku pensava e ripensava alla rissa
avvenuta qualche giorno prima.
Si considerava il responsabile della morte di uno dei suoi
sottoposti, e non si dava pace.
In più, il padre del suo ragazzo non riusciva ad
accettarlo.
Ormai aveva deciso. Al diavolo la banda, il suo ragazzo
era più importante.
Con questi pensiere entrò nella centrale di polizia.
Subito si diresse verso il bancone, dietro al quale stava
un agente basso dall’aspetto piuttosto stravagante.
“Ciao Donald, dove è Sora?” Chiese Riku all’agente,
conosciuto come Donald Duck.
“E’ nell’altra stanza con l’agente Mickey, vai pure.”
Rispose questo con il suo strano accento.
Riku si affrettò a ringraziare e ad avviarsi verso la
stanza.
Qui vide il suo ragazzo e suo padre che chiaccheravano del
più e del meno.
Appena Sora vide il viso del ragazzo dai capelli argentei,
gli corse incontro dandogli un appassionato bacio, come era solito fare.
Stranamente fu Riku ad interrompere il bacio.
“Sora, ti devo parlare.”
A Sora mancò un battito.
“V-Va bene... “ Rispose il moretto con un filo di voce.
Riku capì lo stato d’animo del fidanzato, così fece uno di
quei pochi sorrisi che riservava solo per lui.
“Vedi...Ho deciso di lasciare la mia banda.” Disse tutto
d’un fiato.
A Sora si illuminarono gli occhi e subito lo avvolse in un
caldo abbraccio, che il più grande ricambiò subito.
“Sono così felice!!!” Dicendo questo, il brunetto lo
baciò, lasciandolo completamente senza fiato.
Da lontano, intanto, zio Mickey si compiaceva per l’ottima
scelta del ragazzo dai capelli argentei, decidendo di dargli una possibilità.
***
Anastasia stava
ticchettando nervosamente con le lunghe unghie sul tavolino di cristallo,
sorseggiando un the caldo.
“Albert!” Strillò.
“Si?” Rispose placidamente il marito.
“Allora?!”
“Allora cosa, cara?” Disse sollevando lo sguardo dal
giornale e sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
“Allora cosa, cara?” Ripetè lei facendogli il
verso.
“Quello sciagurato di tuo figlio, mi pare ovvio!!!”
Aggiunse poi.
Albert accavallò le gambe, riprendendo a leggere il suo
quotidiano, dalla parte dell’economia.
“Non vedo di cosa dovremmo discutere, cara.”
Anastasia parve offesa dall’indifferenza del marito.
“Tu non vuoi mai discutere di nulla, soprattutto riguardo
a tuo figlio Demyx!”
“Guarda che è anche figlio tuo, Anastasia.” Rispose
pacatamente Albert.
La donna sbuffò e si riavviò la chioma bionda.
“Visto che non sei interessato a questo argomento, non me
ne interesso neppure io!”
E così riprese a sorseggiare il suo the con aria stizzita.
***
Axel rincorse Demyx in casa e lo trovò a frugare nel
frigorifero, in cerca di qualcosa di decisamente freddo.
“Demyx, cosa ti è preso prima?”
Il biondo sussultò.
“Axel!!!” E così si girò sorridente, come se niente fosse
successo.
“Ma stai bene oggi? Mi sembri un pò fumato.” E così gli
mise una mano sulla fronte.
"In effetti sei un pò caldo, magari hai preso un po'
di freddo l'altra sera..." Concluse il rosso.
"No, no, non preoccuparti....Hai qualcosa da bere di
ghiacciato?" Chiese Demyx facendosi aria con le mani.
"Si, ti prendo una coca cola....Ah, mi sono
'avanzate' delle fette biscottate dall'altra mattina, con Roxas. Ne vuoi un
po'?" Disse Axel frugando nel suo grande frigor.
Demyx si incupì al ricordo della mattinata per poi
concludere con una risatina nervosa.
Così si sedettero a tavola, iniziando a mangiare,
attorniati da una aria di imbarazzo, accentuata dal silenzio dei due.
Ad interrompere quella estenuante situazione fu Demyx.
"Ehm...Axel?"
"Si?”
Demyx si arricciò una ciocca di capelli biondi che gli
scendevano sul collo, attorno ad un dito.
“Ehm...Volevo chiederti....” Iniziò il biondo.
“Demyx non possiamo aspettare che faccia inverno...”
“No, era solo che...Bhe...”
“Demyx!!!”
“Insomma...Non ti sei fatto sentire per due
settimane....Volevo sapere il motivo...Visto che non me l’hai ancora
detto...Non vorrei averti fatto qualcosa di male inconsciamente...” Disse
titubante.
“Eh? Ah, no, no, non centri niente tu, stai tranquillo!” -Cazzo
come hai ragione!-
“Ah, ok, meno male... Cosa è successo, a me puoi dirlo!”
-Ma certo Demyx, te
lo dico subito, come se potessi- Pensò.
“Ehm...Ecco vedi... –cosa gli dico?!- ho avuto molti compiti!” Esclamò invece il rosso.
Demyx parve perplesso.
“Ma non hai tutta l’estate per farli?” Domandò.
“Bhe si...ma...Oh! Tho, guarda! E’ arrivato qualcuno! Vado
ad aprire!” Concluse Axel uscendo di scena.
***
Una settimana dopo alla base dell’Organizzazione, Xemnas
era comodamente seduto su una poltroncina, tracannando una bottiglia di vodka.
“Quello li non è buono a fare un cazzo...” Disse
svogliatamente.
“...Ma fratello, non cacciarlo, se fratello rosso l’ha
scelto ci sarà un motivo, eheh!”
“Ma Saix, come cazzo parli?” Chiese Marluxia, scocciato.
“Smettila femminuccia!” Disse Xigbar ubriaco come al
solito.
“Femminuccia a chi, pompinaro del cazzo!” Rispose Marluxia
inviperito.
Xemnas, infuriato, sbattè il pugno sul tavolino di fronte
a lui.
“State zitti, idioti! Esigo silenzio.”
Marluxia alzò gli occhi al cielo mentre gli altri
eseguirono all’istante.
“Allora faccio a modo mio e quell’ impedito di Demyx lo
caccio a calci nel culo.” Continuò tranquillamente Xemnas.
Roxas, intanto, osservava la scena senza interagire.
“Axel non ne sarà felice.” Intervenne stranamente Zexion.
“E chissene frega, non voglio una checca nella banda.”
Rispose il capo.
“E se non gli sta bene se ne può andare anche lui.”
Roxas, sentendo le ultime parole, iniziò a far funzionare
il cervello.
Non voleva che Axel, con cui aveva appena legato, se ne
andasse.
Ma sapeva che senza Demyx, Axel non sarebbe rimasto.
Doveva assolutamente escogitare qualcosa.
“Aspetta Xemnas! Dagli una settimana di tempo.” Intervenne
a quel punto.
“E perchè mai?” Chiese Xemnas.
“Aspetta e vedrai..Allora? Gli concedi il tempo?”
Insistette il biondino.
“Se me lo chiedi tu, va bene.E’ il primo favore che mi
chiedi.” Concluse il capo.
Saix e Zexion si guardarono, sollevati.
***
Roxas si aggirava per la base pensieroso, in cerca di
Demyx.
Ad un tratto lo trovò in un corridoio deserto,
probabilmente intento ad aspettare Axel.
“Ah! Demyx! Cercavo proprio te!” Esclamò bloccandolo per
un braccio.
“Me?!” Disse Demyx guardandolo dall’alto al basso.
“Si, te...Devo chiederti una cosa importante...Prima di
iniziare...Tutto bene?”
“Eh? Stai delirando?” Demyx iniziava a spazientirsi.
“Ok, ok, arriviamo al dunque. Bhe...Sei innamorato di
Axel?”
Demyx sbiancò.
“COSA?!!?!?!” E arrossì violentemente.
Roxas aveva avuto la sua conferma.
Ora poteva attuare il suo piano.
“Allora?” Insistette.
“Allora cosa?” Domandò Demyx cercando di cambiare
argomento.
“Tu-ami-Axel? Lo vuoi baciare, limonare, portare a letto e
fare tutte quelle cose che si fanno quando si è innamorati?!
A Demyx tremavano le gambe. Cosa poteva dire? Come lo
aveva capito, quel marmocchio?
“N-no, cioè...Si! AH! E a te cosa interessa?!”
“Perchè se a te non importa....eheh..” E così se ne andò
facendogli l’occhiolino.
Demyx rimase perplesso...Molto perplesso. Sbuffando si
lasciò cadere seduto, prendendosi la testa tra le mani.
***
Roxas, da quel momento, si incollò letteralmente ad Axel,
scatenando le ire di Demyx.
Qualche sera dopo l’Organizzazione al completo si trovava
nel bar malfamato.
Il barista Bill, soprannominato da tutti ‘la Bestia’ per
la sua corporatura e per i suo modi non tanto educati, stava distribuendo birra
a tutti, fatta eccezione per Demyx, che sorseggiava una coca cola.
Roxas si era appena seduto accanto ad Axel,
abbracciandogli un braccio.
Dal canto suo, il rosso non ce la faceva più ad avercelo
addosso praticamente notte e giorno. Aveva capito che era inutile opporsi,
quello come una piattola rimaneva li, a rompergli l’anima.
“Allora Axel, dopo andiamo a casa tua?” Chiese Roxas con
voce zuccherina.
“No, scusa, dopo ho da fare...” Rispose secco Axel.
“Daiii!!!!” Insistette.
“Ok...Ma solo se la smetti di starmi attaccato ai maroni.”
Demyx si avvicinò ai due innervosito, pronto a staccare il
nanetto insopportabile dal suo Axel.
“Ehm ehm...” Fece Demyx, cercando di intrufolarsi tra i
due.
Roxas si incollò di più. Ormai il momento era giunto.
Il biondo iniziò a tamburellare le dita sul tavolo
nervosamente, iniziando a spazientirsi sul Serio.
Roxas si voltò verso di lui fingendosi infastidito.
“Che vuoi tu?” Chiese maleducatamente.
“Che vuoi TU, vorrai dire.” Rispose Demyx ostilmente.
“Chi? Io?”
Axel li guardò male. –Ecco
che ricominciano...-
“Vedi qualche altro nanetto rompi palle in giro, oltre a
te?”
“Perchè, tu cosa pensi di essere?”
“Senti, mi sono rotto le scatole del tuo comportamento.”
“Mi sono rotto le
scatole! Ma cosa sei, mio nonno?!”
“No, ma sono più grande di te!”
“E allora? Pensi di far paura? Prova a chiamare la
mammina, magari ti viene a consolare!”
“Cosa ne sai tu di mia madre!?”
“Per me tua madre potrebbe anche infilarsi sotto un
camion!”
“Si, anche per me, se è per questo.”
“Cosa?? Ti sei accorto che non ti sopporta nemmeno
lei?!?!”
“Si può sapere cosa vuoi dalla mia vita?!”
“Voglio il tuo migliore
amico, mi sembra ovvio!”
“Cosa?!” Dissero all’unisolo sia Axel che Demyx.
“Si, hai capito bene. Fatti da parte, mammone!” Ribattè
rivolto solo a Demyx e ignorando Axel.
Il suo piano stava andando a meraviglia. Mancava poco e
finalmente avrebbe potuto smettere di recitare.
Il biondo non seppe più cosa ribattere.
“Cos’è ? Non sai più come rispondere, eh? Sei solo una
femminuccia alla quale hanno aggiunto gli attributi, sempre ammesso che tu li
abbia...”
“Non sono una femminuccia, sono semplicemente educato!”
“Demyx, non prenderlo sul Serio, mi sa che è un po’
ubriaco.” Intervenne Axel, cercando di calmare le acque.
“Ma che ubriaco!” E si voltò verso Axel. “E’ lui che è
solo un fallito che come amico ha solo te!”
Roxas fece appena tempo a rigirarsi verso Demyx che un
pugno lo colpì in pieno volto.
Il biondino perse l’equilibrio e cadde rovinosamente a
terra, sotto lo sguardo di tutti i membri dell’Organizzazione.
Demyx, non contento del destro appena tirato, gli si
scaraventò addosso, iniziando a tirare pugni e calci come mai non aveva fatto.
Axel rimase a dir poco shokkato dalla reazione del suo
amico, e non seppe intervenire.
“Picchi come una troietta in calore!” Lo incitò Roxas.
“Adesso vedrai, Pirloxas!”
E i due iniziarono a rotolarsi sul pavimento del locale,
sferrandosi colpi all’impazzata.
“Sento odore di rissa!” Disse Xigbar, attirando
l’attenzione di tutti sui due.
I membri dell’Organizzazione li accerchiarono, tifando
Roxas.
Demyx, infastidito dall’incitamento, iniziò a menare più
potentemente. Lo ritenevano davvero tutti cosi imbranato? Adesso gli avrebbe
fatto vedere.
“Si accettano scommesse!” Intervenne Luxord, iniziando a
raccogliere soldi a palate.
Roxas non si sentiva più le braccia e smise di reagire, in
parte intenzionalmente, però non pensava che Demyx fosse così forte. Se avesse
voluto, quest’ultimo avrebbe potuto avere il rispetto di tutti.
Axel si riscosse dal suo stato di trance. Cosa cavolo
stava facendo Demyx? Perchè quella reazione così esagerata?! Era la prima volta
che vedeva il suo amico picchiare e doveva ammettere che non era niente male.
“Demyx, smettila! Gli stai facendo male!!! Non vedi?”
Esclamò inginocchiandosi e cercando di dividerli.
Demyx non gli diede ascolto e preso dalla foga, per
sbaglio gli tirò un pugno in viso.
Axel si alzò, evidentemente deluso e amareggiato dicendo:
“Mi hai molto deluso.” E così se ne andò all’esterno del
bar, sulla strada, accendendosi una sigaretta come al solito.
I membri rimasero sbigottiti. Possibile che l’indifeso
Demyx avesse tirato un pugno persino ad Axel?!
“Ehi, adesso che hai dimostrato a tutti di avere le palle
puoi anche lasciarmi...” Disse Roxas a bassa voce.
“Mh?” Fu l’unica cosa che Demyx riuscì a formulare.
Da quando Axel se ne era andato, si era fermato, per poi
cadere in uno stato di trance, nel quale riuscì a realizzare quello che stava
facendo.
“Dovevo farmi picchiare in qualche modo...Xemnas ti voleva
cacciare...Dovevi dimostrargli che qualche cosa sai fare..” Spiegò Roxas.
“Ah...” Fece come risposta Demyx.
“Se adesso ti togli io me ne andrei anche...”
“Oh, si, si, certo...Vai pure...” E così dicendo si scostò,
per lasciare alzare il più piccolo.
Il biondino si trascinò fuori dal locale, zoppicando.
Appena uscito le gambe gli cedettero.
La rovinosa caduta gli fu evitata da Axel, che lo
sostenne.
Demyx, appena vide che Roxas era “caduto” si precipitò
all’esterno, divorato dai sensi di colpa, ma la scena che vide non gli piacque
affatto.
Axel gli lanciò un’occhiataccia che gli fece abbassare la
testa.
Era riuscito a guadagnarsi il rancore del rosso, un’altra
volta.
Quest’ultimo prese
in braccio Roxas, per accompagnarlo a casa.
Demyx, decisamente affranto, rientrò nel bar e si sedette
accanto a Saix e Zexion.
“Ehi, fratello, sei stato forte! Noi tifavamo per te!”
“Grazie per il sostegno che mi avete dato, eh...” Ribattè
un Demyx al limite della disperazione.
“Su, fratello!!! Ti sei appena guadagnato un altro annetto
nell’Organizzazione!! Brindiamo alla tua salute!”
“A me non sembra tanto felice, Saix.” Mormorò Zexion.
“E perchè fratelloo?? Di tutto a zio Saix e zio Zexion!”
Zexion lo guardò male come sempre.
“Tutto apposto.” Disse dandosi testate contro al bancone.
“A me non sembra, fratello! Invece di brindare beviamo per
dimenticare!!! Fa anche rima! EHEHHEuhUHahaihh!”
Lo spacciatore scosse la testa. –Che deficiente...-
Saix porse, così, un boccale di birra schiumante al
biondo.
“No, Saix, davvero, sto bene così.” Rifiutò Demyx senza
alzare lo sguardo.
“AHH! Fratello! Contro alla depressione c’è solo un buon
boccale di birra! Te lo dice zio Saix ! Eheh”
“No, davvero...”
“Non farti pregare, fratello!!” Così gli mise il boccale
sotto il naso.
Demyx lo guardò per qualche istante, incerto sul da farsi.
-Che male potrà mai
farmi?- Pensò rassegnato.
><><><><
Commentateeeee!
Alla prossima ^_-