Riflessioni

di Fefy_07
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Damon ***
Capitolo 2: *** Stefan ***
Capitolo 3: *** Katherine ***



Capitolo 1
*** Damon ***


Sesso

Uno dei migliori modi di scaricare lo stress. Niente sentimenti, niente interesse, niente preoccupazioni.  Nessun bisogno di pensare, di rifletterci. Poter lasciare liberi gli impulsi che tanto preoccupavano la gente che gli stava intorno. Poter essere sé stesso, il vero lui. Quello violento, pericoloso. Quel sé stesso che agli altri faceva paura. Aveva cominciato a cercare di nuovo il piacere in quello, invece che nelle uccisioni. Era un’ottima alternativa. Lo scaricava, lo stancava, ma lo soddisfaceva. Se si lasciava andare troppo, le due cose però si univano. Il sesso e l’assassinio. Il sangue e il piacere. Un mix letale per un predatore. (102 parole)

Alcol

Un bicchiere di cristallo. Una bottiglia, colma di liquido dai riflessi dell’oro. Una cascata ambrata, un sorso di fuoco. Un bruciore piacevole. E di nuovo, finché i pensieri diventano più vaghi, meno definiti. Come fantasmi, come nebbia. La testa più libera, il cuore meno oppresso. In volto c’è il solito sorrisino ironico ma gli occhi celesti sono più vacui, mentre si lascia andare a quelle sensazioni. La mente incapace di concentrarsi, più leggera. Il corpo meno presente, meno incline a rispondere bene ai comandi, più morbido. Gli impulsi più soffocati, più semplici da tenere a bada. E poi il buio che incombe, quando ormai tutti i sensi sono troppo annebbiati per poter funzionare a dovere, e spegne completamente ogni residuo di consapevolezza. (122 parole)

Morte

Un unico colpo, preciso, dritto al centro dello sterno. Dolore, sordo, acuto, bruciante. Rosso, del suo sangue, che usciva copioso, bagnandogli la camicia. In un istante le gambe cedettero, lasciandolo inerme sul terreno duro e freddo, il volto rivolto al cielo stellato. La luna mandava bagliori perlacei su quella scena di morte. Un unico pensiero gli occupava la mente. Nessuno l’avrebbe salvata. Una cupa disperazione nel cuore, che mandava battiti sempre più flebili. Poi un volto, stravolto dall’angoscia. Boccheggiò, conosceva quel volto, e doveva parlare. Doveva dirgli di aiutare lei, di pensare a lei, di salvare lei. Ma le parole rimanevano incastrate in gola, insieme al suo respiro. E mentre le forze lo abbandonavano, una sola flebile parola uscì dalle sue labbra semichiuse: ”Salvala”. Pregò che l’avesse sentito. Poi chiuse gli occhi e si abbandonò alle tenebre, mentre una lacrima solitaria gli solcava per l’ultima volta la guancia. (148 parole)

Debolezza

Non sarebbe mai più stato umano. Ecco perché era più facile lasciarsi andare al lato oscuro, senza combattere. Perché davanti all’enormità del suo lato umano, aveva paura. Paura a fare anche solo intravedere il buono che si portava dentro. Era terrorizzato all’idea di rendersi vulnerabile. I sentimenti potevano stravolgerlo e distruggerlo. Lui, che sembrava tanto forte e insensibile agli occhi altrui, si portava dentro un peso con cui chiunque avrebbe avuto difficoltà a convivere. Odiava la sua condizione. Odiava sentirsi debole. E, pur sapendo cosa lo rendeva tale, non poteva farci nulla. Quell’umanità tanto cara ad alcuni e di cui lui avrebbe voluto liberarsi. Perché non poteva permettersi di considerarsi di nuovo umano, nemmeno per un secondo. Lui umano non lo era più. E gli mancava, in quel modo che lo rendeva debole. (133 parole)

Notte

Era quello il suo momento preferito della giornata, quando il sole tramontava e lasciava spazio al buio. Il perché non saprebbe spiegarlo bene neanche lui. Era semplicemente sempre stato così. Forse quel senso di tranquillità che pervadeva l’aria, di solito quieta nelle notti limpide, quando il cielo era una trapunta scura punteggiata da piccoli lumini che gli trasmettevano pace, serenità. O forse il fatto di potersi perdere nel buio, di potersi nascondere agli occhi degli altri. Di notte poteva stare solo. Godersi i suoi pensieri, i suoi ricordi, quelli belli. Ce n’erano. Lui non l’avrebbe mai ammesso, ma forse la notte gli piaceva  proprio perché era un legame col passato, con quel ragazzo del 1864. Anche da umano gli piaceva la notte, ma non in quel modo. In realtà, lui credeva che la risposta fosse molto più semplice. Un sospiro. Probabilmente era quella la ragione. Lei l’aveva conosciuta di notte. (150 parole)

Angolino dell'autrice :)

Ciao a tutti che leggerete questa storia. Spero vi soffermerete su questo spazio!! Allora, innanzitutto, so che le drabble devono essere tra le 90 e le 110 parole, ma il mio prompt, riportato nella descrizione, mi permetteva di fare tra le 100 e le 150 e le definiva lo stesso drabble e così...Beh, spero che nessuno mi farà del male per la scelta!! xD Poi, come saprete, devo affrontare dal punto di vista di tre personaggi distinti, ho iniziato con Damon che è il mio preferito e su cui amo scrivere, cercando di infilarmi nella sua mente :P Le prossime saranno sugli stessi temi trattati secondo Stefan, il terzo personaggio devo ancora sceglierlo, se vorreste darmi qualche consiglio, una curiosità su un personaggio in particolare, sarò lieta di ascoltarvi e accontentarvi!! :D Che altro dire?? Spero di ricevere qualche recensione perché davvero è stato complicato per me scrivere questa cosina, anche se so che il risultato non è dei migliori, ma io c'ho provato. Apprezzerei davvero molto qualche vostro consiglio su come migliorare in vista delle prossime "drabble" (tra virgolette perché un pò più lunghe delle solite drabble u.u) su Stefan. Ok, mi sono dilungata *si dilegua* Insomma, recensite e spero tanto che vi siano piaciute!! ;)

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Capitolo 2
*** Stefan ***


Sesso

Stefan non era mai stato quel tipo di ragazzo. Non adorava cambiare ragazza ogni tanto, come il fratello, e nemmeno nei suoi momenti più bui, quando bazzicava in giro per squallide locande in cerca di cameriere facilmente manipolabili, si era mai permesso di abbassarsi a trattare una ragazza come semplice passatempo. Riusciva a ucciderle, ma non a portarsele a letto. Era più forte di lui. Forse era l’istinto cavalleresco di uomo d’altri tempi che glielo impediva, o semplice repulsione per quel modo di fare. Lui voleva sentimento, ne aveva bisogno. Doveva provare qualcosa per chi stava con lui sotto le lenzuola, non cercava solo il piacere. C’aveva provato a fare sesso, ma non ne era capace. Sapeva fare solo l’amore. (120 parole)

Alcol

Bere alcolici non era esattamente il passatempo preferito di Stefan. I vampiri di solito usavano l’alcol per placare in parte la costante sete, o per scacciare i pensieri più cupi. Ce n’erano tanti con cui fare i conti, per l’eternità. Ma, anche se poteva essere un ottimo stratagemma per entrambe le cose, Stefan preferiva non ricorrere ad esso. Il motivo? Non trovava una ragione per farlo. La sua sete era sempre lì, per quanto liquore potesse buttare giù. E doveva cercare di convivere col senso di colpa per tutte le cose tremende che aveva fatto, senza provare a sopprimerlo. Non sarebbero bastate tutte le sbornie del mondo per rendergli i pensieri meno opprimenti. E poi aveva paura di lasciarsi andare troppo, di scatenare quegli istinti che cercava tanto di sopire. Non poteva fidarsi di sé stesso nemmeno quand’era sobrio. L’alcol non avrebbe mai potuto aiutarlo. Niente poteva farlo. (148 parole)

Morte

C’era andato vicino, diverse volte, per diversi motivi. Fin dalle prime settimane da vampiro aveva visto in faccia la morte, ma ogni volta se l’era cavata. Sarebbe dovuto morire quella notte del 1864, quando era giusto accadesse. E invece era sopravvissuto, aveva fatto del male e non aveva mai pagato. Aveva provato ad arrendersi, ma poi era sempre stato convinto a continuare a lottare, non importava chi lo facesse rinsavire. Era stato merito di Lexi, di Elena, anche di Damon. C’era sempre stato qualcuno a lottare al posto suo, quando lui era troppo debole o stanco per farlo. Qualcuno che l’aveva difeso, anche da sé stesso. Forse un giorno sarebbe arrivato il momento adatto per buttare via l’anello e salutare una volta per tutte quel mondo, quando ormai non ci sarebbe più stato motivo per lui di continuare a viverci. E allora avrebbe atteso, sereno, l’arrivo dell’alba. (147 parole)

Debolezza

Stefan si rendeva conto di essere debole. Lo era sempre stato. Era stato debole quando, umano, non contrastava il padre e accettava passivamente ciò che lui voleva per la sua vita. Era stato debole quando, per la sua stupida paura di morire, si era nutrito e quando si era portato dietro il fratello, in quell’inferno che era la loro non-vita. Ma la sua debolezza più grande era diventata il sangue umano. Si era sempre costretto al sangue animale perché sapeva che, altrimenti, avrebbe dovuto tuffarsi nel suo lato oscuro, quello che lo spaventava, perché lo portava a diventare qualcosa che non era. O qualcosa che non voleva essere, che preferiva ignorare. Era più semplice fingere di non essere un mostro, pur sapendo che in realtà lo era? Non ne era sicuro, ma non poteva permetterselo. Di cedere e dimostrarsi debole, ancora una volta. (143 parole)

Notte

Quando scendeva la notte, c’era un pensiero che ricorreva nella mente di Stefan, un pensiero che non aveva mai espresso ad alta voce, che si custodiva gelosamente in un angolino della testa come un segreto. Le tenebre lo opprimevano. Si sentiva soffocare in quell’oscurità. Ironico per un vampiro. Ma quella coltre buia tanto spessa la collegava direttamente alle tenebre che sapeva esserci nel suo cuore corrotto. Il buio gli acuiva i sensi, rendendoli quelli tipicamente sviluppati del predatore. A lui essere un predatore non piaceva. Era costretto, ed era probabilmente quello a farlo sentire così inadatto e fuori posto. La notte gli riportava troppo chiaramente alla memoria quello che durante il giorno cercava di dimenticare. Lui non era normale, non era umano. E, per quanto fingesse e si sforzasse di non pensarci, ci sarebbe sempre stato qualcosa a rammentarglielo, una volta calato il sole. (144 parole)

Angolino dell'autrice :)

Si, vabbè, Stefan non mi piace troppo com'è uscito. Sarà che il personaggio lo sento meno "mio" rispetto a Damon, o che non ho mai scritto di lui e sono temi un pò complessi come prima volta, comunque c'ho provato lo stesso e mi auguro mi commenterete nonostante sia decisamente di qualità bassa >.< Ho cercato di giocare sul fatto che Stefan abbia pensieri quasi totalmente opposti al fratello per quanto riguarda questi aspetti, e li ho sviluppati in questo modo, è il massimo che la mia testolina è riuscita a produrre :\ Vabbè, vi lascio e aspetto magari qualche consiglio, anche critiche ora come mai D: Non siate troppo duri e alla prossima, un bacio!! :)

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Capitolo 3
*** Katherine ***


Sesso
 
Niente di più e niente di meno che un modo per ottenere ciò che desiderava. Farsi bramare, usare e abbandonare. Era sempre stato così con Katherine Pierce. Non c’è niente di più pericoloso di una donna consapevole del proprio fascino e lei ha sempre saputo benissimo come utilizzarlo per i suoi scopi. Vendeva anima e corpo, spesso solo per sopravvivenza e necessità. Eppure, forse, qualche volta aveva anche vissuto. Qualche volta, in quel letto, c’era stata senza imbrogliare, semplicemente perché desiderava esserci. E quelle volte non si è venduta, ma ha condiviso sé stessa e si è sentita completa.
 
Alcol
 
Annebbiare piacevolmente i sensi, fino a rendere divertente quell’infinita e stancante fuga che era la sua non-vita. Katherine non si sarebbe mai lamentata, ma quella condizione di eterna fuggitiva le pesava sull’anima come nient’altro. E allora, quando tutto diventava troppo opprimente, si rifugiava prima nell’alcol e poi nel sangue, beandosi di tutto ciò che le scivolava in gola, senza alcuna remora o timore, concentrandosi solo sulle emozioni che sentiva attraversarle il corpo. Non amava scappare, ma farlo in quel modo era sicuramente meglio. E così si lasciava cullare dal dolce sapore che sentiva sul palato, dopo un buon drink, interrompendo per un attimo l’eterna fuga della sua esistenza.
 
Morte
 
Aveva ucciso, senza rimorso, un numero indefinito di persone. Aveva squarciato e bevuto da svariate vittime, senza curarsi di procurare sofferenza, restando indifferente, quasi godendosi la sensazione di potere. La morte apparente l’aveva trasformata, le aveva donato la vera vita. Anche se Katherine non era morta una sola volta. Era morto qualcosa, dentro di lei, anche quando aveva visto loro due, riversi al suolo, pallidi e imbrattati di sangue. Sapeva che niente sarebbe stato come prima, quando li avrebbe rivisti. E allora si concesse di lasciare un’ultima carezza sulla guancia di entrambi, prima di sparire in un soffio di vento, dandosi della stupida. Katherine era morta due volte, ma la sua umanità non si decideva a morire con la vecchia lei.
 
Debolezza
 
Aveva pagato il prezzo più alto. Per aver preferito una facile non-morte piuttosto che affrontare quello che il destino le riservava. Sarebbe dovuta morire solo lei, quando Klaus era venuto a cercarla, invece aveva sacrificato la sua famiglia per salvarsi. Poi, per garantirsi la sicurezza, aveva sacrificato loro, probabilmente i primi e gli ultimi che avesse davvero mai amato. C’era sempre stato qualcuno da sacrificare, nel corso della sua lunga esistenza. Forse, in certe situazioni, qualcuno direbbe che il suo istinto di conservazione è una qualità. Per lei è diventata quasi una maledizione, oltre ad essere la sua più grande debolezza.
 
Notte
 
Quella notte, macchiata di sangue e di morte, sembrava ormai lontana dalla mente e dal cuore di Katherine, eppure, nonostante ci provasse, ogni anno, nello stesso giorno, le tornavano in mente gli eventi tragici che l’avevano segnata profondamente, malgrado i suoi sforzi per impedirlo. Perciò, silenziosamente, scivolava nella brezza della notte – e soffocava gli impulsi perché cercava di evitare di uccidere, almeno per quel giorno – e osservava la luna, alta nel cielo, perdendosi in dolorosi quanto preziosissimi ricordi. Quella sembrava sempre la stessa di allora. Ogni anno, nel buio della notte, Katherine Pierce tornava Katerina Petrova e dedicava un pensiero a quei cari, ormai appartenenti a una vita passata, che aveva perso.

 
 
Angolino dell’autrice :)
 
Si, avete capito bene. Dopo infinito tempo ho deciso di chiudere questa piccola raccolta. Il fatto è che mi sentivo in colpa a lasciarla così e, anche se queste drabble su Kath fanno pietà, ormai erano scritte e non riuscivo a fare di meglio. Vi meravigliereste sapendo quanto c’ho rimuginato sul pubblicarle (ho fatto molta concorrenza a Stefan in fatto di crucci interiori u.u) però, alla fine, eccole qua. Ringrazio tutte colore che hanno recensito/recensiranno queste e le altre drabble sui Salvatore. La mia Katherine è, forse, un po’ più umana della Katherine del telefilm, ma a giudicare dalla *puntata di cui non ricordo il numero ma della seconda stagione*, davvero ci teneva alla sua famiglia e io credo che, nel profondo, anche ai Salvatore fosse più legata di quanto faccia credere ;) Bene, dunque abbiamo finito, mando un bacione a chiunque leggerà e sprecherà qualche minuto a scrivere una riga quassù! A presto ragazze! ^^

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