Non ti ho mai detto

di ginevra92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il trasferimento ***
Capitolo 2: *** La mia nuova famiglia ***
Capitolo 3: *** La mia nuova stanza ***
Capitolo 4: *** Cena di benvenuto ***
Capitolo 5: *** Una domenica di sole ***
Capitolo 6: *** Confessioni ***
Capitolo 7: *** Giorni di solitudine ***



Capitolo 1
*** Il trasferimento ***


“Ciao ragazzi a presto.” Abbracciandoli, saluto così i miei amici, tutti un po’ goffi strani rozzi e come meglio si possono definire e le mie amiche, alcune piccoline alcune alte, altre magre, in carne con capelli tinti e molto lunghi come i miei biondi rossi neri e addirittura blu. Tutti pieni di piercing tatuaggi vestite in modo disordinato cupo troppo truccate e mi rispondo tutti in modo già malinconico: “non andartene, ci mancherai, pensaci bene sei ancora in tempo ecc..” tutti quasi con le lacrime agli occhi, vorrei piangere anch’io ma sinceramente non mi va, non lo so fare, sono troppo dura. Entro in macchina e già sento Ugo, il mio patrigno, lamentarsi perché ci ho messo troppo tempo e Carmela, la mia matrigna, che tenta di calmarlo. Dopo 5 minuti finalmente partiamo apro il finestrino e mi accendo una sigaretta. Ora che ci penso mi sembra di fumare da una vita anche se sono solamente 3 anni, ricordo ancora la mia prima sigaretta avevo appena compiuto 13 anni e da allora non ho più smesso. Ricordo tutte le pazzie che ho fatto in questo paese negli ultimi tre anni: i dolori dei piercing, e anche gli stazzi del tatuaggio che ho dietro la schiena, il mio taglio sfoltito ma molto lungo con solo alcune ciocche di colori sempre troppo forti ma ho sempre lasciato il mio biondo naturale per mantenere il ricordo di mia madre che non ho mai conosciuto e non ho mai usato lenti a contatto per modificare il colore dei miei occhi azzurro-verdi per ricordare mio padre anche lui mai conosciuto. Ho sempre con me la loro foto e penso spesso a come sarei oggi se loro non fossero morti in quello stupido e dannato incidente, non sarei mai stata trascurata e non sarei diventata così... così masochista, così stupida, egoista, impertinente, maligna ecc E ora mi ritrovo a pensare al motivo per cui mi trasferisco, fino a due mesi fa non sapevo di avere degli zii a Roma, una sorella di mia madre che non sapeva nemmeno della mia esistenza gli ho contattati e mi hanno chiesto di andare a vivere nella loro villa per stringere i nostri rapporti famigliari. All’inizio dissi no, ma due settimane fa in seguito a una delusione accettai la proposta. Mi addormento un po’, il viaggio è ancora lungo.

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Capitolo 2
*** La mia nuova famiglia ***


Mi sveglio e mi viene un sole troppo forte sul viso, mi sembra di essere sulla spiaggia. Mi alzo un po’ stordita e mi sistemo i capelli poi prendo lo specchietto dalla borsa e controllo se al trucco è tutto ok, per fortuna si perché Carmela mi ha appena detto che siamo quasi arrivati e infatti svoltando un angolo vedo una villa enorme così bella da scioccare chiunque e all’improvviso si apre il cancello entriamo e la macchina si ferma davanti ad alcune persone le stesse che da adesso saranno la mia nuova famiglia. Scendono per primi i miei ex genitori che danno dei soldi a una signora alta bionda bellissima e si scambiano alcune parole. Poi Ugo mi fa segno di scendere e io obbedisco. Scendo. Vedo molte persone che mi guardano anzi, mi fissano. Convinta la signora che ha parlato con Ugo si avvicina, si è lei, è Eva, mia zia. Mi abbraccia e dice: “Piccola tutto questo tempo senza la tua vera famiglia!”. La situazione mi mette molto a disagio per questo non rispondo accentuo solo un piccolo sorriso. Mi si avvicina anche Claudio ossia mio zio, ha il viso molto severo ma, in quel momento un po’ intenerito mi abbraccia e fa come una presentazione dicendo: “Ciao Valentina io sono lo zio...” Ma io lo interrompo dicendo: “Si so chi sei Eva mi ha parlato di tutti voi” e gli faccio un sorriso divertito e stavolta sincero. Ora vengono i loro figli, e il più grande si chiama Giulio e ha 12 anni la seconda Ilaria di 10 anni e il più piccolo di nome Gabriel di soli 3 anni. Poi mi giro verso la villa e seduto ad una sedia da giardino, girato di spalle c’era un ragazzo che metteva dei fogli al posto poi si alzò è venne verso di noi. Lo guardo e capisco che è bello come il sole: spalle larghe,alto muscoloso un po’ abbronzato con occhi verdi e capelli brizzolati neri. Rimango colpita da ciò, ma non lo metto in evidenzia e dico a Eva: “Non mi avevi detto che avevate una guardia del corpo in casa!” lei ride e risponde: “No cara lui è Armando il ragazzo che vive con noi per frequentare l’università!”, lui si avvicina a noi mi stringe la mano mi da due baci e dice: “Piacere io sono Armando” e io rispondo: “Piacere io sono Vale”. Mi guarda piuttosto perplesso ma mi dice che ho un viso simpatico. Nel frattempo i miei ex genitori sono già spariti e Claudio sta già portato tutte le mie cose nella mia nuova stanza e così entriamo tutti dentro.

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Capitolo 3
*** La mia nuova stanza ***


Eva mi accompagna nella stanza e mi chiede se ho voglia di mangiare qualcosa ma gli rispondo di no e che voglio restare un po’ sola. Lei mi risponde un va bene troppo sorridente e chiude la porta. Ma perché sorride. Io non ci trovo nulla di divertente. Apro gli armadi e sono tutti molto puliti senza un po’ di polvere tutto era in ordine. Inizio a sistemare i miei vestiti, le mie scarpe, la mia amata piastra, i trucchi e faccio tutto velocemente non mi preoccupo dello spazio perché ne ho tantissimo. Poi vedo sulla scrivania una piccola tv con lettore dvd e una scrivania solo per un piccolo computer collegato ad internet e a destra della porta c’è un piccolo bagno con doccia vasca e tutto ciò che mi potrebbe servire. Esco in balcone e si vede un panorama bellissimo la mia stanza è al secondo piano e qui sto davvero bene. Rimango in balcone e sento il mio telefono che squilla e penso:ecco già rompono. Esco in balcone e rispondo è la mia migliore amica. Lei: “Ciao scema!! Sei arrivata?” Io: “Si sono arrivata ma qui è tutto troppo formale credimi sembra che ho fatto una gran cavolata!” Lei: “Te lo voluto far capire tante volte, ma tu niente più tosta di te non ce ne sono! Io lo sapevo e tu non mi hai ascoltata e mi hai lasciata sola e non hai versato una lacrima quando sei andata via!” Io: “Si lo so hai ragione ma tu sai il motivo per cui ora sono qui pensavo che mi capivi! E invece? Niente! E poi sarei io quella tosta!” Lei: “Per uno stupido del genere hai lasciato tutto e tutti quando ti potevo aiutare io e gli altri a mandarlo a quel paese per una buona volta, ma dai cavolo!!” Io: “Senti sto male lasciami stare, se vuoi litigare fallo pure ma non oggi.” Lei:”Si scusami sono dispiaciuta, non volevo dirti quelle cose, allora…” Io: “Allora niente,io ti voglio bene anche se siamo lontane, ci sentiamo ciao!” Le attacco il telefono in faccia e per il nervoso mi accendo una sigaretta poi mi giro e scopro che affianco al mio balcone c’era affacciato Armando che mi guardava un po’ con aria demotivata poi dice:”Emh…ciao Vale…” Io: “Ciao,hai sentito qualcosa?” lo guardo leggermente male per sapere la verità. Lui:”Non posso mentire ai tuoi occhi di falco! Quindi si ho sentito tutto ma non per sapere i tuoi problemi mi sono trovato mentre tu parlavi con la tua amica al telefono con l’altoparlante!” Lo guardo e vedo che quasi è pentito di ciò che ha fatto ma io scoppio a ridere e dico: “Tranquillo non è successo niente!” e lui mi sorride dicendo “Wow! Che bello! Pensavo che ora mi saltavi addosso e mi uccidevi!” e poi ride anche lui e continua: “Non sei troppo piccola per fumare?” rispondo: “Fumo da tre anni ormai!” e lui perplesso dice: “So che non dovrei chiedertelo ma tu quanti anni hai?” rispondo con un sorriso malizioso:”Lo vuoi proprio sapere? Sedici!” e gli faccio una smorfia. Ci rimane male e risponde: “Mai toccato una sigaretta in vita mia”. Ormai stava calando il sole e iniziava a fare freddo e dissi:”Se vuoi posso farti fumare io!”, un po’ in pensiero risponde: ”Però! Perché no? Va bene” Sto per passargli la sigaretta quando da dietro appare Eva che dice: “La cena è pronta!” senza vergogna ritiro la sigaretta dico: “Va bene sarà per la prossima volta!” ed Eva risponde: “Vale non far fumare Armando e dovresti smettere anche tu” rispondo: “Armando è grande ed è consapevole delle sue azioni!” dice Eva: “Va bene va bene! Armando passa per la sua stanza e venite in cucina!” Armando risponde: “Ok, Eva”. Lui si gira ed io sono già in stanza che mi sistemo i capelli e il trucco e lo aspetto, mi sta simpatico ed è anche bellissimo. Sento di bussare apro e c’è lui che mi invita ad uscire esco chiudo la porta a chiave e iniziamo a scendere le scale non ci diciamo niente però lui mi guarda incuriosito. Finalmente arriviamo in cucina gli ultimi minuti sono stati imbarazzanti.

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Capitolo 4
*** Cena di benvenuto ***


Entriamo ed io prendo posto tra Eva e il piccolo Gabriel che fa i capricci perché vuole essere autonomo e non vuol stare affianco a sua madre. Lo guardo e mi accorgo che è tenerissimo gli accarezzo i capelli anche se sui suoi capelli biondi le mie unghie lunghe smaltate di nero spezzano quell’equilibrio perfetto, quindi ritiro subito la mano. Claudio fa un piccolo discorso sulla mia presenza dicendo tante parole che non ascolto perché penso ad altro ma annuisco dicendo grazie. Iniziamo a cenare ma io non mangio mai tutto anche se mi piace come cucina Eva. Armando è di fronte a me e ogni tanto mi guarda e mi sorride e io sorrido a lui. A tavola ridono tutti poi, improvvisamente, smetto di scherzare, inizio a pensare alla telefonata della mia amica. Mi sento uno schifo lei ha ragione. Armando se ne accorge e mi dice: “Ehi stai bene?” annuisco con un finto sorriso. Finita la cena cerco di aiutare Eva ma lei insiste e vado su in camera. Mi sdraio sul letto mi sembra di star meglio poi vado in bagno mi strucco metto i capelli nella cuffia e mi butto nell’acqua bollente della vasca mi rilasso un po’ lì ora esco l’acqua inizia a raffreddarsi e le mie mani sono ruvidissime. Mi asciugo e mi metto il pigiama mi sciolgo i capelli e me li pettino ci vuole sempre un’altra persona per farlo per la lunghezza di solito ci pensava la mia amica ma ora che sono sola mi devo arrangiare. Mentre cerco di pettinarmi i capelli qualcuno bussa alla porta chiedo chi è e mi risponde Armando un po’ con voce timida se poteva entrare. Apro la porta tanto anche se sono in pigiama, non mi interessa niente e gli dico: “Grazie che sei venuto avevo bisogno di te!” e lui dubbioso risponde “Come mai?” Io prendo la spazzola gliela do in mano e dico:” Aiutami a pettinarmi i capelli perché sono troppo lunghi e non ci riesco da sola” lui mi guarda e mi scoppia a ridere in faccia e io dico: “Sto dicendo seriamente se no poi sono costretta a chiamare Ilaria, e non abbiamo chissà quanta confidenza..” lui sorride e dice: ”Va bene girati” è alto quindi lui si siede sulla sedia e io sono in piedi girata davanti a lui inizia a pettinarmi i capelli ed è delicatissimo non mi tira i capelli anzi accompagna delicatamente la spazzola fin giù dopo 5 min mi dice: “Ecco ho fatto” vado vicino allo specchio e vado che sono perfetti e dico sorridendo: “Grazie”. Presi dal mio porta-cd un dvd e chiedo a lui se vuole guardarlo con me ma in quell’istante senza bussare, ovviamente, entra il piccolo Gabriel e dietro a lui veniva urlante Eva e quando vede me e Armando nella mia stanza aveva la faccia di qualcuno che avesse visto qualcosa di osceno, allora improvvisai una finta e dico: “Allora ti piace questo film? Sicuro che lo guardi te lo devo prestare?” e lui reggendomi perfettamente il gioco risponde: ”E’ sicuro che lo vedo allora buona notte!” si prende il dvd e se ne va nella sua camera e noi rispondiamo: “Buona notte a te!” Tranquilla Eva esce dalla mia stanza dandomi la buona notte e io la auguro a lei. Finalmente sono sola, mi stendo sul letto metto solo il lenzuolo addosso e cerco di addormentarmi.

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Capitolo 5
*** Una domenica di sole ***


Mi sveglio, guardo l’ora al telefono, sono le 7:00 del mattino e sento qualcuno che parla ad alta voce e dice parole che per me non esistono, ascolto silenziosamente e mi accorgo che è Armando che sta studiando. Mi metto la mano sulla fronte e mi porto all’ indietro battendo forte sul cuscino e sul materasso. Ma niente. È insopportabile con quella voce da filosofo. Allora mi alzo scendo in cucina e trovo Eva già in piedi che prepara il caffè mi dice: “Buon giorno! Già sveglia? Hai dormito bene?” gli rispondo: “Buon giorno Eva, si ho dormito bene solo che sono stata svegliata da quell’imbecille di Armando che sta studiando!” lei fa una piccola risata e poi continua: “Si hai ragione! Studia tutti i giorni mattina, pomeriggio, sera sempre! Vuoi un po’ di caffè?” dico: “Si grazie,senza zucchero” lei mi riempie una tazza media poi lo passa a me e dice: “Vuoi un po’ di latte?” annuisco e mette la bottiglia sul tavolo la prendo e ci metto qualche goccia dentro, mescolo il tutto e inizio a bere. Una volta finito dico a Eva che vado di sopra e Armando sta ancora studiando allora mi convinco: mi infilo nella doccia avvolgendo i capelli nella cuffia mi asciugo velocemente mi sciolgo i capelli li pettino come meglio posso mi infilo un pantaloncino, una maglia a maniche corte e i calzini abbinati nero e viola esco fuori e vado vicino la porta della sua stanza e inizio a bussare dall’altra parte mi risponde: “Chi è?” e io: “Il lupo mannaro! Chi può essere secondo te? Muoviti apri!” mi apre tutto sconvolto e dice: “Sei già sveglia? E cosa fai dietro la mia porta?” dico gentilmente: “Se mi fai entrare magari ti spiego!” mi apre la porta ed entro. La sua stanza è come la mia solo che, ovviamente, non ci sono libri ovunque nella mia. Inizio a parlare: “Armà ma tu lo sai che la domenica è fatta per riposare? Non che alle 7 del mattino mi devi svegliare tu!” lui mi guarda impietrito e dice: “Scusa mi dispiace, non sapevo di dare fastidio!” lo guardo e dico: “Va bene, non ti preoccupare, non fa niente, tu mi inganni con te non riesco ad essere dura!” poi proseguo dicendo: “Ora vado...ci vediamo!”. Lui non dice niente, ma io ho molto a cui pensare e vado in camera mia. Apro il balcone per prendere un po’ d’aria, prendo l’mp3 e mi sdraio sul letto. Accendo e metto a tutto volume e chiudo gli occhi, ma questo non riesce a schiacciare i miei pensieri e le mie malinconie, mi manca Chiara (la mia migliore amica) che ogni mattina passava per casa mia e andavamo insieme a scuola oppure in estate andavamo al mare o al parco per vedere gli altri nostri amici...e poi mi manchi tu che con quel sorriso da bastardo sei riuscito a rubarmi il cuore e me lo hai restituito a pezzi, piccoli frammenti che vanno via da me ogni giorno sempre di più...sto pensando che forse diventerò un mostro senza cuore e tutto per colpa tua...non potrò più amare nessun altro perché ci sei tu che mi perseguiti la mente i sogni e sei l’unica persona per cui ho pianto e piango ancora adesso.... apro gli occhi e mi ritrovo Armando che mi guarda, due grosse lacrime scendono sul mio viso e con la mano le asciugo subito, ma lui se ne accorto già e allarmato mi chiede: “Vale che succede? Stai bene?” spengo l’ mp3 e dico: “Non si usa bussare?” risponde: “Ho bussato trenta volte e visto che in giro per la casa non c’eri ho aperto la porta...mi hai fatto preoccupare” lo guardo e gli faccio un piccolo sorriso lo prendo per mano e lo faccio sedere sul lettino di fianco a me e lui dice: ”Perché piangi? C’è qualcosa che ti turba?” rispondo: “Non stavo mica piangendo io!” mi dice: “Sai io studio psicologia, quindi ti si legge negli occhi che sei una ragazza difficile da capire, forse perché hai un passato difficile, il trasferimento che hai avuto, una delusione d’amore...” lo interrompo: “Hai finito di fare il filosofo?” e lui ridendo dice: “Ecco lo sapevo che ci saresti cascata funziona con tutti ormai! Appena ho detto “delusione d’amore” mi hai fermato!” lo guardo scocciata e insisto dicendo: “No ma che dici dai non è vero!” e lui non dice niente, anzi, cambia discorso dicendo: “Sai è stupendo il tatuaggio che hai dietro la schiena” lo vedo interessato e dico “Ai miei ex genitori è costato 1.300 € con lo sconto” mi guarda stupito e dice “Però...sei viziata a quanto pare...” e io ribatto: “Ma no non sono viziata...ero solo libera di fare quel che volevo bastava chiedere...” poi proseguo: “Vado a sedermi alle sedie a sdraio giù c’è un bel sole e già che sto mi fumo una sigaretta!” tiro fuori le scarpette le indosso e chiedo a lui: “Vuoi venire anche tu?” vedo che non mi risponde allora mi giro e vedo che sta sognando ad occhi aperti gli vado vicino e schiocco le dita e lui si sveglia e dice: “Si si vengo con te un secondo” va in camera sua ed io in bagno e metto un po’ di trucco intorno agli occhi, mi aggiusto i capelli ed esco fuori lui mi stava aspettando in stanza prendo accendino e sigarette e andiamo in giardino. Vedo due sedie all’ombra e un tavolino al centro, mi siedo a destra del tavolino e lui nell’altra, mi accendo la sigaretta e inizio a fumare posando la cenere nel posacenere chiedo ad Armando se vuole provare e lui accetta ma lo avviso che la prima volta si sentirà di affogare e lui mi dice che allora mi vuole accanto. Perciò vado affianco a lui e gli do la sigaretta in mano prima la guarda, poi,la mette in bocca e aspira. Come non detto. Ha iniziato a tossire ma subito dopo smise e chiesi col sorriso: “Allora? Come ti sembra?” mi lancia uno sguardo odioso: “Potevi dirmelo scema!!” iniziai a ridere ma smetto subito poi mi risiedo e iniziamo a parlare della sua facoltà di università, gli esami gli anni che ci vogliono ecc...poi arriva mezzogiorno ed Eva ci chiama per pranzare. Dopo pranzo sono in camera mia, accendo un po’ il computer e inizio a cercare nuove tendenze, tatuaggi, piercing tutto ciò che ho sempre amato. Ad un certo punto sento bussare alla porta ed entra Eva con Gabriel che diceva di voler giocare con me e accettai volentieri, non mi capitano tutti i giorni una cosa del genere a una come me. Andiamo in giardino e iniziamo a giocare, lo faccio divertire vedo che ride e poi ci rincorriamo per tutto il giardino, poi ci fermiamo e mi accorgo di avere affetto e simpatia per lui. Poi salgo di sopra e mi faccio una doccia compreso di capelli prima di cenare ci sto mettendo un’ora, ma alla fine ci riesco, infilo qual cosina così addosso e scendo in cucina. La cena è andata bene e Armando ha detto che non mi sono per niente fatta viva nel pomeriggio e io risposi che ho giocato con Gabriel. Finita la cena saliamo su insieme e lui mi da un bacio sulla fronte della buona notte e poi se ne va in camera.

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Capitolo 6
*** Confessioni ***


Mi sveglio già col mal di testa, ma sento il telefono che vibra sul comodino. Lo apro vedo l’ora e poi guardo chi mi stava cercando. Un tuffo al cuore. Colui che mi ha strappato il cuore e le uniche lacrime della mia vita, mi stava chiamando per la prima volta da quando ci conosciamo: Davide. Ci penso prima di rispondere poi mi incoraggio e rispondo con un flebile: “Pronto?” e lui con quella voce calda dall’altra parte: “Ciao Vale, buongiorno” e per la prima volta lo sento parlare così gentilmente e dico: “’Giorno a te...dimmi” mi dice: “Sei proprio brava sai, te ne sei andata senza dirmi nulla e senza salutarmi” rimango di stucco: “A...mi sembra strano visto che mentre ci frequentavamo dicevi ai tuoi amici e alle tue amichette che non te ne importava nulla di me, che ero una ragazzina, troppo piccola per te ecc...lo saputo troppo tardi però c’è da dire che è meglio tardi che mai” lui rimane zitto per qualche secondo poi con arroganza dice: “Chi te lo ha detto?” rispondo: “Le voci girano, bastava qualcuno di mia fede che passava vicino a te e al tuo gruppetto nel momento sbagliato e ti ho colto con le mani nel sacco” lui irritato risponde: “Va bene, va bene basta! Non ti ho chiamata per litigare! Volevo solo capire il motivo per cui sei scomparsa così all’improvviso e basta...e anche sapere se avevi ascoltato la nuova canzone di Mondo Marcio” Rispondo incuriosita: “Cioè quale?” e lui: “Non ti ho mai detto, sembra essere scritta proprio per noi...” lo interrompo: “Grazie per l’informazione, ma tra me e te un “noi” non è mai esistito...e ora vorrei continuare a dormire perche sono ancora le 9:00 e non mi va di parlare a quest’ora...” lui rimane male e dice: “Ok, visto che ti do tanto fastidio non mi sentirai più...ciao sei proprio una ragazzina stupida!” rispondo: “Io non mi prendo gioco del cuore di nessuno al contrario di qualcun altro, deficiente che non sei altro se mi chiami di nuovo torno indietro a spaccarti la faccia! Ciao!” gli attacco il telefono in faccia. Sono venuta qui per colpa sua quindi ora merito di vivere un po’ di serenità. Mi faccio una sigaretta e non scendo giù nemmeno per colazione, oggi non voglio vedere nessuno. Una volta finito mi lavo e mi vesto e accendo il computer, sono proprio curiosa di sentire quella canzone. Guardo il video, ascolto le parole e capisco che ha ragione. Non arrivo a metà che già scoppio a piangere, non mi trattengo sono sola e non mi vede nessuno. Dopo non so quanto tempo in lacrime, sento bussare alla porta. Mi riprendo immediatamente e dico: “Chi è?” dall’altra parte risponde Claudio: “Vale oggi non scendi a fare colazione?” rispondo: “No Claudio grazie, non ne ho voglia oggi rimango in camera” dubbioso risponde: “Ma stai bene? Oppure vuoi che chiami Eva non so...” lo interrompo: “No no tranquillo è tutto ok” se ne va dicendo: “Quando vuoi noi siamo in cucina”. Non rispondo, a che serve, quello che voleva dire l’ ha detto, sono io che non ho mai nulla da dire. Mi sdraio sul letto rimango almeno due ore senza pensare a niente poi sento la porta che si apre mi alzo di botto e vedo una piccola testolina bionda spuntare da fuori poi vede se ci sono ed entra: è Gabriel. Lo guardo e dico: “Ciao piccolo perché sei qua?” mi guarda e risponde: “ Perché non scendi giù?” rimango perplessa ha imparato a parlare in due giorni però non lo metto a disagio e dico: “Sai Gabry, oggi non sto molto bene” ci pensa un attimo poi dice: “E prendi una medicina!” lo guardo poi scoppio a ridere lui non capisce ma inizia a ridere anche lui. Dopo un po’ ci calmiamo e dico: “Dai adesso vai a mangiare” e lui: “Non voglio scendere da solo” dopo qualche secondo sento dei passi nel corridoio, mi butto fuori come una belva per fermare chiunque fosse, e come al solito, era Armando che vedendomi si spaventa e dice: “Cavolo Vale non farlo più! Mi sono preso un colpo!” rispondo: ”Sii uomo ogni tanto e comunque devi scendere giù con Gabry perché io oggi non ho voglia di pranzare” mi guarda stupito e dice: “Come mai? Che hai?” prendo il piccolo in braccio e lo metto in braccio a lui e rispondo: “Niente di che ho solo voglia di stare da sola” dice: ”A ok, tanto poi ti vengo a trovare e parliamo” ribatto: “Non ce n’è bisogno...tanto non ti apro!” lui risponde in tono di sfida: “Vedremo” rientro e sbatto la porta, andrà anche all’università e fa tutto l’ intelligente perfettino ma non sa con chi ha a che fare. Vado in balcone a fumare di nuovo e mi accorgo che mi stanno finendo le sigarette. Dopo un po’ vado sul lettino e rimango lì per un bel po’ di tempo. Poi sento di bussare dico: “Chi è?” mi risponde Armando dicendo: “Ho il permesso da Eva che se non mi apri butto giù la porta!” scocciata gli dico: “Senti vai al diavolo!” lui ci pensa e poi dice solo: “Ok” e sento dei passi, se ne sarà andato. Apro la porta di pochissimo e vedo che non c’è più davvero. Poi sento dei rumori fuori dal balcone mi accorgo che vuole entrare da lì. Corro verso il balcone per chiuderlo, ma lui è più forte e più veloce di me e aprendo completamente la porta, entra dentro e mi prende per i polsi per parare i miei colpi poi mi carica a testa in giù sulla spalla, ma non mi do per vinta e inizio a battergli, urlando, i pugni sulla sua schiena ma a lui non danno nessun fastidio e nessun dolore. Allora inizio a spingere all’indietro fino ad alzarmi ma lui perde l’equilibrio e io finisco sul mio letto e lui sopra di me. I nostri visi sono vicinissimi, ci guardiamo negli occhi per alcuni secondi poi, lui si avvicina alle mie labbra con le sue ma in quel momento ho il ricordo del primo bacio che mi ha dato Davide e lo blocco mettendogli la mano sulle labbra, lui capisce e si rialza e mi rialzo anch’ io. Dopo alcuni minuti di silenzio imbarazzante lui inizia a parlare: “Allora ti sei convinta a dirmi cos’hai?” rispondo scocciata: “Non ho niente!” lui: “Si invece prima di andare a mangiare ti ho sentita piangere” io: “E tu vieni a sentire cosa faccio nella mia stanza? Maleducato vai via!” lui: “A me puoi dire tutto, non sono una spia dei tuoi zii, voglio solo aiutarti” io: “Non ho bisogno di nessun aiuto sto bene con me stessa!” lui: “E’ proprio in questo che sbagli, sei chiusa non ti fidi di nessuno!” io: “Bravo ora che lo hai capito sparisci!” lui mi ferma con una mano le mie mani e con l’altra mi stringe le guance, mi muovo ma non riesco a liberarmi, poi lui mi sussurra all’orecchio: “Se non parli ti tengo così fin quando non ti decidi a farlo” all’inizio fingo di cedere e quando mi libera voglio dargli un pugno ma lui lo para e mi blocca il braccio girandomelo e sbatto sul letto faccia avanti. Inizio a urlare: “Lasciami, lasciami!!” lui: “Se parli si” mi decido e dico: “Ok ok parlo” lui mi libera mi rialzo e dico: “Cosa vuoi sapere?” lui: “Tutto! Perché piangevi oggi, perché non ti fidi di nessuno,perché non ridi mai ecco cosa!” trattengo le lacrime e inizio a parlare: “Se avevo dei genitori amabili adesso di certo non ero così, i miei ex genitori mi hanno presa illegalmente quando i miei sono morti e le autorità l’hanno scoperto poco tempo fa, allora cercai la mia vera famiglia insieme all’assistente sociale. A loro di me non importava niente, io facevo tutto quel che volevo, tornavo la sera molto tardi, ho sempre fumato davanti a loro ma non ho mai ricevuto sberle oppure rimproveri, pur di farmi notare sono arrivata a tagliarmi i polsi e macchiare le mie maglie di sangue ma non se ne sono mai accorti, nemmeno quando Carmela le lavava non si accorgeva di nulla. Uscivo con tipi non raccomandabili e avevo voti alti a scuola anche dopo tutto questo, ma a loro anche di questo non importava nulla. Ecco perché sono così fredda e sorrido poco”. Lui mi ascolta e mi guarda dispiaciuto e mi domanda: “Come mai non volevi venire qui nonostante questo?” mi scappa una lacrima: “C’era di mezzo un ragazzo, che mi faceva stare bene, sembrava che mi amava davvero ma non era così, erano solo illusioni infatti per me l’amore non esiste” lui: “Sono parole grosse per una sedicenne. Ma cosa c’è stato tra di voi?” io: “Tutto! Tutto quello che ci poteva essere in una coppia anche se lui non era romantico, anzi non era normale proprio, era stupido, non si faceva mai sentire e voleva andar bene solo ai fatti suoi” lui: “Come si chiamava? Era bello? E in che senso voleva andar bene solo ai fatti suoi?” inizio a infastidirmi, sembro un politico tartassato da un giornalista però rispondo: “Davide, ed era abbastanza bello da rubarmi il cuore. Biondo occhi scuri e un fisico perfetto” curioso mi dice: “Perché tu lo hai visto?” stavolta mi arrabbio e dico: “Queste sono cose private!” e lui: “E no se sei arrivata fin qui devi continuare” rispondo irritata: “No! Mi dispiace ma sono cose mie!” e lui: “Ho già capito tutto tanto, ricordati che farò lo psicologo un giorno...e quindi sembra proprio che tu...” lo interrompo: “Se arriverà quel giorno perché forse verrai ammazzato per mano mia se non la smetti!” lui: “Va bene allora sarà più facile farti la domanda secca visto che fai tante storie: siete stati a letto o no?” divento pallida, non mi aveva mai fatto nessuno una domanda del genere però rispondo: “A che ti serve saperlo?” risponde: “Non serve a me saperlo è per te, quando mi avrai detto tutto ti sentirai meglio credimi” lo guardo male e dico: “Se me lo tengo per me non mi farà male tranquillo, pensa per te” lui: “Non ci vuole niente a dire un si o un no” io: “Stai invadendo la mia privacy” lui: “Tanto non lo dirò a nessuno voglio solo sapere se ho indovinato” mi arrabbio così tanto che dico: “Ma dai!! Si che hai indovinato, è sicuro tu sei un universitario e io sono la tua prima paziente! Mi stai trattando come una malata di mente sto facendo la tua cavia! Ora basta con queste domande me ne vado in bagno e tra 5 secondi tu sparisci!” mi alzo di fretta e me ne vado in bagno. Lo odio era meglio se qui non venivo. Rimango qui per mezz’ora, ma non sento rumori di porta dei passi ecc guardo dalla serratura e vedo Armando ancora lì appoggiato sul mio letto coi gomiti sulle ginocchia e la testa tra le mani. Mi rompo a stare qui, quindi esco fuori e lui appena mi vede gli si illumina il viso e mi fa un sorriso bellissimo ma non mi intenerisco e dico: “Che fai ancora qui?” lui: “Aspettavo che uscivi non volevo lasciarti sola, e comunque mi dispiace di averti trattata da cavia hai ragione, è solo che volevo conoscerti meglio e farti sfogare un po’” lo guardo e mi siedo affianco a lui dopo qualche attimo di silenzio gli chiedo: “Ora raccontami tu la tua storia” lui mi guarda perplesso e dice: “No non mi sembra il caso di angosciarti coi miei problemi” io: “Tu hai voluto l’angoscia dei miei e io quella dei tuoi” e gli faccio un sorrisino furbo, e lui sentendosi alle strette dice: “Va bene va bene, allora due anni fa m’innamorai di una ragazza. Andavamo nello stesso liceo e lei era un anno più piccola di me” rispondo: “E poi?” lui: “Un giorno le chiesi di uscire, da quella sera le cose andarono bene, poi una sera le chiesi di essere la mia ragazza. Essendo la prima non sapevo che le ragazze fossero così cattive e maligne” lo guardo male e lui continua: “Dopo due mesi la portai a casa, piaceva ai miei genitori e mi sembrava quella giusta. Un giorno le chiesi se la sera ci incontravamo e lei mi rispose che aveva da fare e che sarebbe rimasta a casa. Chiamai il mio migliore amico e anche lui aveva da fare, decisi di farle una sorpresa, avendo le chiavi della casa di lei gli avrei portato una pizza e un mazzo di rose. Così ho fatto entrando a casa sua ho visto che tutte le luci erano spente. Mi sembrava strano lei mi diceva sempre la verità. Però a un certo punto sentii delle voci venire dalla sua camera da letto. Pensavo che stesse studiando quindi aprii la porta e...” lui si blocca lo guardo un secondo e dico: “Cosa c’è? Stai male? Vuoi qualcosa da bere?” dice di no con la testa e poi continua: “Beh...ho trovato il mio migliore amico a letto con la mia ragazza. Rimasi shoccato da ciò e sbattendo tutto a terra me ne andai senza dire neanche una parola lasciando le mie chiavi sul tavolo e battendo il portone. Rimango stupita da ciò e non dico niente poi lui continua dicendo: “Lei stava con me solo per i soldi che aveva la mia famiglia, e comunque il giorno dopo tutti sapevano tutto, mi guardavano mi ridevano alle spalle e quindi appena finito il liceo venni ad abitare qui con loro perché sono grandi e fidati amici della mia famiglia” non so cosa dire, è assurdo ciò che gli è successo, non so come consolarlo perché non lo mai fatto. Allora è lui che prende l’iniziativa e mi abbraccia, mi sento a disagio però lo abbraccio anch’io e lo stringo forte come fa lui. Poi mi da un bacio sulla guancia e scende sul collo mi stacco e lui dice: “Sembra che entrambi abbiamo trovato rifugio qui” annuisco e dico: “E ora so più cose di te e tu sai più cose di me” ci sorridiamo un attimo poi io dico “Scendiamo a cena sono le nove” prima di scendere lui dice: “Comunque ho dimenticato di dirti una cosa” rispondo: “Cosa?” lui: “Siamo stati a letto” e io rispondo per vivacizzare l’aria: “Non te lo mai chiesto!” e vado giù per le scale correndo e lui mi rincorre urlando poi arriviamo in cucina prendiamo posto e ceniamo.

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Capitolo 7
*** Giorni di solitudine ***


Sapevo che dopo la chiacchierata tra me e Armando non ci sarebbe stata più confidenza, niente più risate, niente più rotture di scatole l’un l’altro. Niente. Sto passando giorni da sola perché non siamo più capaci di parlare dopo le cose dette. Perché ci vogliamo far vedere forti, orgogliosi, a nessuno piace farsi vedere deboli da chi gli sta accanto. Ed è questo che sta succedendo: l’ uno ha paura dell’altro. Che cosa stupida, ma io non rivolgo mai la parola per prima quindi potrebbe aspettare anche una vita senza sentire la mia voce che parla con la sua. Questi stupidi giorni che non passano mai, sono lontana da tutto e da tutti, non ho persone con cui parlare, a parte Gabriel che ogni tanto appare come un angelo e mi fa compagnia, ma lui è piccolo, spero che non provi mai nemmeno la punta di quel che sto passando. Quando scendo giù in cucina per mangiare ci facciamo solo dei piccoli sguardi e poi caliamo la testa. Dopo cena non mi da più la buona notte e nemmeno un bacino se ne fugge in camera sua come un codardo. Non ci sto male perché non stiamo insieme, tantomeno di lui non mi interessa niente. Ma la routine fa brutti scherzi. Ho finito tutte le sigarette, comprese quelle rullate e ora sto consumando la liquirizia che mi faceva trattenere la voglia della sigaretta e che ora non funziona nemmeno più. Sono in astinenza. Non posso uscire perché non conosco per niente Roma, non voglio chiedere il favore a nessuno in famiglia di andarmele a comprare perché mi farebbero il solito discorso che non devo fumare ecc...la situazione sta diventando odiosa e la mia depressione arriva alle stelle, anche grazie a quella canzone che mi ha detto Davide quella mattina. Da oggi non scendo più giù nemmeno per mangiare. Penso che se continuo così muoio.

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