Ad unirci basta il cielo

di nelnerodellanotte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Noisy memories. ***
Capitolo 2: *** Dominick. ***
Capitolo 3: *** Lose yourself. ***



Capitolo 1
*** Noisy memories. ***


La congiunzione di due oceani lontani,
il tepore della primavera unito al freddo dell’inverno,
l’incontro d’anime alla ricerca d’una salvezza al sapore di casa.

Così lontani da mancarsi, eppure così vicini da stringersi forte.
Rimanevano lì, a scrutarsi nel silenzio d’un idillio celato che pareva eterno nel bel mezzo del caos più assoluto.

Voci squillanti e volti assonnati avevano fatto da cornice a quel fortunato incontro in un fresco giorno d’autunno, ma loro non avevano sentito altro che il tocco d’uno sguardo, il crepitio d’un amore che sbocciava silenziosamente come una rosa bianca al mese di maggio.
Minuti che sarebbero potuti durare per l’eternità, quel luccichio negli occhi di chi ha scoperto un universo nelle iridi di qualcun altro e un sorriso incantato capace di spogliare l’anima della più cupa preoccupazione.

Non v’erano state parole, non v’erano stati gesti: solo un amabile silenzio che aveva già preannunciato l’inizio d’un insaziabile gioco di sguardi.

Ripensava a questo Ronnie, seduta su quel pontile in compagnia della sua stessa ombra, le onde del mare a portare via le lacrime d’un ricordo che non era più niente di reale, solo un pezzo di passato che non sarebbe mai tornato; guardava il sole tramontare lasciando che i suoi raggi l’asciugassero, come se tutta quella luce potesse strapparla alle tenebre di pianti trattenuti e sofferenze celate agli sguardi altrui con mesti sorrisi, come se in qualche modo quella luce potesse farla rinascere dalle ceneri di quello che una volta era stata.
Perché infondo lei voleva rinascere.
Avrebbe voluto buttarsi tutto alle spalle per cominciare da capo, per non aver paura di chiudere gli occhi e risvegliarsi con il pensiero di qualcosa che non avrebbe mai avuto, di braccia che non l’avrebbero mai cercata, ma la vita in quella parte di mondo sembrava avere una parte sadica, come se si divertisse a ricordarle tutto ciò che non era potuto essere ad ogni angolo, ad ogni minuto di ogni maledetto giorno.

Prese l’Ipod dalla borsa per dimenticare di pensare, per concentrarsi sulle sue canzoni preferite e magari finire a cantarle pure, incurante del fatto che qualcuno avrebbe sentito la sua voce, ma in realtà sapeva che anche quando creava barriere ad alto volume tra il mondo esterno e se stessa, non sarebbe stata sola.
Di lì a poco sarebbe arrivato, si sarebbe immaginariamente messo a sedere accanto a lei e sorridendo, avrebbe cominciato a parlare con lei.

Take me down to the river bend,
Take me down to the fighting end,
Wash the poison from off my skin,
Show me how to be whole again
 
Cantavano così i Linkin Park nelle sue cuffie quando lo sentì arrivare e sedersi immaginariamente accanto a lei con un saluto.

Ora ci penso io a te disse.

Ronnie sorrise: finalmente era arrivato.

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Capitolo 2
*** Dominick. ***



- Giornata dura?
- Non più del solito
rispose lei con un mesto sorriso.
- Allora cominciamo la terapia “fai un sorriso a Domi”


Ronnie lo adorava.
Domi aveva sempre la capacità di comparire al momento giusto, quando il bisogno di una persona con cui parlare nella solitudine dei giorni diventava quasi insopportabile.
Dominick era sempre con lei quando pensava di non farcela più, quando tutto ciò di cui aveva bisogno era una semplice parola, un abbraccio, un sorriso.
Era strano vedere come una persona irreale potesse farle così bene, ma Ronnie credeva di conoscerne il motivo: Dominick assomigliava a lui, allo stesso lui che un tempo aveva abbracciato e sfiorato, ma al tempo stesso gli era differente.
Era un Alan diverso, un Alan che le sarebbe stato accanto comunque e in ogni caso, anche se nella realtà le era distante da tempo.
Domi era questo: un meraviglioso amico che sapeva di Alan.
Ronnie aveva pensato spesso di essere diventata matta e per questo non aveva parlato di lui a nessuno, anche se poi, a pensarci bene, si era dichiarata giustificata.
Perché quando passi le giornate chiusa nel silenzio, costretta alla fredda presenza della tua stessa ombra senza nessuno che ti scaldi, alla fine cerchi di salvarti da sola, a tutti i costi, un po’ con i ricordi e forse, forse con un po’ di pazzia.
- Allora, cosa c’è che non va?   chiese Dominick con uno sguardo rassicurante.

Tra le tante cose che non andavano nella vita di Ronnie, fu una quella che si fece strada per apparire più importante: le mancava.
Alan le mancava ogni giorno di più.
A dire il vero, forse non era corretto dire che le mancava, perché alla fine lui era ovunque: era nell’aria che respirava al mattino, negli angoli delle strade, nelle nuvole bianche come il latte e nei buongiorno sussurrati al cielo azzurro.
A volte le sembrava di sentirlo anche sulla pelle, nei raggi solari e nella pioggia che picchiettava sul vetro della finestra ad ogni temporale.

No, non sarebbe stato corretto dire che le mancava.
Alan era una di quelle persone che non mancavano nella mancanza, di quelle che si trovavano ovunque ma mai al posto giusto e che sapevano farsi sentire anche nei silenzi più acuti.

- Ho capito, decretò Dominick con un sorriso dolce in viso, tu lo ami.
- No, io non...
- Tu lo ami, non è così?


Ma era una di quelle domande la cui risposta è insita nella domanda stessa.
Perchè lei lo amava.

Bastava vedere come reagiva al solo sentir pronunciare il suo nome, a come le brillavano gli occhi ogni volta che ricordava i momenti passati e alle lacrime che le scendevano su quel viso chiaro quando ripensava al loro amore andato in frantumi così presto, uno di quelli che quando si rompe si resta lì ad ammirarne i cocci senza respiro, per poi provare a ricomporne i pezzi senza più trovare pace.

Lei lo amava perchè era salvezza e distruzione al tempo stesso, perchè ogni volta che aveva paura cercava la sua mano da stringere, perchè nonostante i suoi difetti lei ricordava sempre il meglio di lui.

Lo amava perchè le mancava il respiro al solo pensiero di averlo accanto a sé ad un soffio di bacio, perchè sapeva farla ridere anche solo con uno sguardo, e perchè nonostante a volte si mostrasse diverso, lei sapeva leggergli dentro e sapeva che ciò che nascondeva era qualcosa di molto più speciale.

Qualche volta aveva riso di se stessa, delle sue strette allo stomaco ogni volta che le camminava a fianco o delle gambe molli che aveva sentito quando lo aveva trovato a guardarla di nascosto, ma sapeva che l’amore in qualche modo era razionale nella sua irrazionalità.

- Credi di poter mentire anche a te stessa? le chiese ancora Domi sorridendo.

Ma aveva ragione.

Come avrebbe potuto ingannare il mondo intero con la storia che lei non lo amava più quando non riusciva a convincere per prima se stessa?

- Temo che dovrò arrendermi... rispose lei con uno strano sorriso in volto, infondo hai ragione tu.


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Capitolo 3
*** Lose yourself. ***


Parlare con Dominick le aveva fatto bene, come sempre, e per l’ennesima volta le era parso stupefacente come riuscisse ad accettare se stessa più facilmente in sua compagnia.
Era un po’ come tornare a conoscersi senza paura di scoprirsi, guardarsi senza nascondersi e amarsi senza odiarsi.
A volte basta perdersi per ritrovare se stessi’ aveva detto Domi quel pomeriggio, e come tante altre volte, la ragazza non aveva potuto far altro che annuire in segno d’approvazione.
Ronnie infatti si era persa tempo addietro.
Aveva vagato nel buio per un tempo che le era sembrato interminabile, inciampando spesso tra lacrime, paure e pesanti catene di lunghe sofferenze in compagnia della sua stessa ombra... poi d’un tratto era arrivato Domi, il suo punto di riferimento.
Senza preavviso né permesso si era infiltrato tra il grigiore della polvere che aveva addosso ed ecco che la luce aveva cominciato a tornare; con lui aveva ricominciato a respirare, così quando non ce la faceva più si sedeva e aspettava che lui arrivasse, una mano forte pronta a tirarla fuori dalla burrasca che le infuriava dentro.
Ronnie sorrise: forse avrebbe dovuto ringraziare anche un po’ Alan per l’arrivo di Domi.

Mentre passeggiava sul lungomare respirava a pieni polmoni quel sapore di libertà che sempre l’aveva aiutata a calmarsi.
Mi raccomando, cerca di non abbatterti per il resto della giornata, eh?’ aveva detto Dominick con un sorriso prima di sparire, e se c’era una cosa che il mare era in grado di fare alla perfezione, era proprio tirarla su di morale.  
Avanzava lenta, gli Script nelle cuffie e il vento ad accompagnarla mentre le onde portavano via i pensieri più tristi, quasi a volerle donare lo stesso sorriso d’una volta, lo stesso sorriso che quando le esplodeva in volto era capace di allietare anche l’anima più confusa; respirava a fondo, la testa alta di chi per una volta si sente in pace con se stesso e con il mondo, e sorrideva al sentire la sabbia morbida inzupparsi al tocco delicato della schiuma di mare.
D’un tratto, quasi con una fitta di rimorso per aver scordato una cosa così importante si affrettò a guardare il cielo, quel meraviglioso mare che guardava all’ingiù che più di una volta l’aveva salvata da giornate cupe piene di rabbia e delusione, infondendole tutta la serenità di cui aveva bisogno.
Perché quando guardava quello splendido velo azzurro il mondo taceva, si fermava, e allora tutte le cattiverie che aveva subito, tutta l’amarezza che si portava dentro scivolavano via come pioggia sull’asfalto, purificandola e infondendole nuova calma e pazienza.
Un antistress formidabile’ pensò sorridendo, gli occhi che le brillavano per quella piccola gioia appena riscoperta.
Fu proprio allora che successe.
La stessa sensazione, l’annullamento di ogni pensiero e l’istinto di voltarsi verso una precisa direzione.
Bastarono pochi secondi, lo sguardo rivolto ad una presenza ancora sconosciuta ed ecco che tutto sembrò fermarsi, una sensazione talmente familiare che la fece sentire finalmente a casa, finalmente al sicuro; bastarono pochi secondi e il respiro le mancò per l’emozione, gli occhi increduli e il cuore ancor più in subbuglio.
Là, lungo la costa frastagliata a venti metri di distanza, Alan la guardava sorridendo.
Del resto chi non riderebbe vedendo una che guarda il cielo e sorride come un’idiota?’ aveva pensato per un secondo Ronnie dopo essersi ripresa un minimo, ma quel sorriso non era frutto di divertimento.
Sembrava un sorriso di sorpresa, uno di quelli che racchiudeva amore, tenerezza e meraviglia tutto in una volta ma con un retrogusto di malinconia coltivata ormai da troppo tempo.

Rimasero a fissarsi per un tempo illimitato, gli occhi che brillavano per l’emozione e un sorriso che non avrebbe potuto essere meno esplicito.
D’un tratto, resasi conto della figura appena fatta Ronnie si mise a ridere, incapace di trattenersi dopo aver esaminato la situazione alquanto paradossale: anni che non si parlavano, anni che celavano il loro amore dietro sguardi di un’intensità da far spavento e adesso, grazie ad una semplice ma provvidenziale coincidenza e ad una “figura” della serie * ho qualche rotella fuori posto *, sembrava che tra i due non fosse mai cambiato niente.
Ancora incredula di fronte alla situazione, Ronnie rialzò gli occhi per assicurarsi che Alan fosse ancora lì.
C’era.
Alan la guardava ancora sorridendo, lo sguardo incuriosito e divertito al tempo stesso e il volto di chi ha ricevuto il regalo più bello della giornata,.
Non ci credo, non ci credo!’ continuava a ripetersi la ragazza nel vedere che la situazione che le era sempre parsa così complicata si fosse risolta così, con un sorriso e uno sguardo d’amore; tutta la tensione tra loro pareva essere sparita dopo quella risata cristallina e quello sguardo di Alan, acceso da un bagliore la cui comparsa era dovuta solo ad una cosa: felicità.
Racchiusi in un mondo che contemplava solo loro due, finalmente Ronnie e Alan si erano ritrovati, lontani da tutto e da tutti, lontani dalle critiche, dalle insicurezze, dalle paure... in quel momento erano solo loro, il ‘noi’ di una volta che non aveva mai smesso di esistere, seppur in segreto.


Dio mio quanto sei bella.
Non saprei come... sei meravigliosa


Non ci posso credere!
Allora non mi hai dimenticata, non mi hai lasciata perdere.
Santo cielo avevo così tante cose da dirti e adesso... adesso non ricordo più nulla


Quindi ti piaccio ancora? Non stai con qualcun altro?
No, non puoi stare con qualcun altro. Non devi stare con qualcun altro.
Ma come faccio a fartelo capire?


- Ehi Ronnie, respira o tra poco esplodi disse allora Dominick comparendole di fianco.

- Non puoi capire Domi, io... io...

- Ti è mancato tanto, vero?

... ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, con ogni lembo di pelle.

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