Tamashii no Taishokukan

di f_naluST
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nonostante fosse pieno inverno, sulla città di Magnolia splendeva il sole. 
Una leggera brezza carezzava il volto roseo della maga degli Spiriti Stellari, incamminatasi verso la gilda.
Al suo fianco, Natsu e Happy, che si erano -per l'ennesima volta- intrufolati di nascosto nel suo appartamento.
Il risveglio non era stato dei migliori, poiché dovette dirgliene di santa ragione, sperando -invano- di spiegare loro il concetto di "privacy". 
Sbuffò, poi, rassegnata.
 
«Ne, Natsuu! Secondo me Lucy ha qualcosa che non va'. Aye!»
Il rosato diede un'occhiata alla ragazza qualche passo più avanti.
«A me sembra uguale al solito!»
«Aye! Lucy è strana!»
«Anche tu mi sembri lo stesso.»
«Guardate che posso sentirvi. E non sono strana!»
«Aye...»
«Taci, gattaccio!»
 
Poi, un brivido percorse la schiena della bionda.
Non un semplice brivido di freddo, qualcosa che la fece sentire come se fosse stata trafitta da lame taglienti. 
Si fermò di colpo, guardandosi intorno. Quella sensazione le era stata causata da qualcosa, da qualcuno. Strinse una mano al petto, quando un fremito la pervase, come se la sua anima stesse venendo graffiata da un'entità sconosciuta. 
«Ehi, tutto bene?»
Natsu la destò dai suoi pensieri, sventolandole davanti agli occhi la mano, con un espressione che la ragazza non sapeva decifrare: era preoccupazione o irritazione, visto che probabilmente aveva parlato da solo, mentre le chiedeva spiegazioni del suo atteggiamento?
«S-sì, Natsu, scusami.»
«Che è successo?»
«Io...»
 
Per quanto ne sapeva, poteva essere una sensazione, un presentimento, e basta. 
Non aveva prove fondate, non era certa di ciò che avesse sentito. Perciò preferì non dire nulla al ragazzo.
«N-niente, stavo solo pensando ad una cosa!»
«E che cos'era, questa cosa?»
«Niente, niente d'importante!»
«Okay... se lo dici tu.» rispose lui, un pò deluso, incrociandosi le braccia dietro la testa. 
Proseguirono in silenzio. Lucy cercava di apparire il più naturale possibile, eppure quel brivido aveva lasciato il segno impresso nella sua mente, che continuava a riportare alla luce il ricordo di quel breve momento. 
Arrivarono poco dopo alla gilda, e dirigendosi -come al solito- verso il bancone di Mirajane, decise di non pensarci più.
 
«Andiamo a scegliere un incarico, Happy!»
«Aye Sir!»
«Ma dove troveranno le energie?» chiese, quasi esasperata, la bionda. 
«Sono così euforici!» esordì Mira.
«Ah... se solo avessi un decimo della loro euforia, potrei stare al loro passo quando andiamo in missione! Invece di venire trascinata e coinvolta in qualche lavoro suicida! Per me, s'intende.»
«Beh, qualsiasi pericolo tu rischieresti di correre, ci sarebbe Natsu pronto a salvarti.» sorrise Mirajane, immaginandosi chissà quale risvolto amoroso tra i due. 
«Mi sembra normale, siamo amici infondo.»
«Solo amici, Lucy?» sorrise in modo raccapricciante.
«C-che vuoi dire??»
Si chinò sul bancone, poggiandosi la guancia sulla mano. 
«Niente, solo che tu e Natsu, per certi aspetti, date l'impressione di essere più che semplici amici!» 
Più che amici. Quelle parole, Lucy lo sapeva bene, le avrebbero continuato a girare intorno, per la testa, se Mira l'avesse ripetuto anche solo un'altra volta, alludendo ai sentimenti che il Dragon Slayer credeva provasse per lei.
«No, Mira, te l'ho già detto. Tra me e Natsu non c'è assolutamente nient-»
«Scommetto vorresti ci fosse qualcosa!» disse l'albina ammiccante.
La bionda arrossì vistosamente a quell'affermazione, poi rispose in tutta fretta, come se temesse che, tacendo un momento di più, le sarebbe costata la credibilità.
«N-NO! CON NATSU?! MA QUANDO MAI!»
«Eppure a me sembrate una bella coppia!»
«Smettila, Mira-san!»
«Siete così-»
«Ohi, Lucy!» la chiamò. 
«N-Natsu!»
«Abbiamo trovato un incar- Uh? Perché sei tutta rossa?»
La ragazza si portò istintivamente le mani sulle guance, decisamente accaldate e probabilmente, come diceva l'amico, rosse. Oh, eccome se era rossa!
Evase dalla domanda, farfugliando qualche scusa incomprensibile persino al suo udito impeccabile, prendendo a bere la limonata che la barista le aveva gentilmente offerto.
Tuttavia...
«Lucy è arrossita perché parlavo della vostra coppia!» oltre che gentile sapeva essere tremendamente inopportuna. La bionda sputò tutto il succo in faccia al gatto, che si era seduto sul bancone. 
Non aveva il coraggio di girarsi, non aveva il coraggio di vedere la reazione di Natsu! Impulsivo com'era, chissà quali cambiamenti avrebbe causato al loro rapporto! Si sarebbe aspettata da lui una reazione strana, forse una fuga, seguita da un frastuono di lamentele per la sua mancanza di grazia nell'aprire la porta, distruggendola. 
Con stupore della bionda, ciò non avvenne. Nessuna fuga, nessuna lamentela. Natsu era ancora lì. 
Si girò, per decifrarne l'espressione. Non ci riuscì. 
«Beh, e perché arrossisce?»
Un tonfo seguì quelle parole. Lucy si schiantò a terra con le gambe all'aria. 
Indifferenza. Questo decifrò sul suo volto. E un'eccessiva innocenza, se non aveva sospettato nemmeno per un attimo che Mira alludesse alla loro in quel senso. 
Già, Natsu non aveva, probabilmente, mai pensato a Lucy in quel senso. 
Il che, si ritrovò ad ammettere, la rattristò un po'
Ma non diede molto retta a quel pensiero, perché la voce squillante e gioiosa del suo compagno di team attirò nuovamente la sua attenzione.
«Oh, comunque. Sono venuto per dirti che abbiamo scelto un incarico!»
Le spiaccicò in faccia uno dei fogli che erano attaccati alla bacheca, quasi non volesse farle leggere ciò che illustrava.
Ma tanto, pensò, non avrei come oppormi
«Quindi? Quando si parte?»
«Adesso!»
«Aye, Sir!»

Rassegnata -ed esasperata- si alzò e si mise a correre dietro ai suoi due amici,  che non vedevano quasi l'ora di intraprendere un'altra "avventura". 
Sorrise, felice anche lei di immergersi in nuove emozioni con i suoi compagni.


Non avrebbero mai immaginato che, da quella missione, sarebbero venuti a conoscenza di qualcosa più grande di loro.

 
_______________________________________________

Bene, come prologo è penoso, lo so, lo so. 
Non ho detto granché, non ho fatto capire un tubo, ma credo(spero) che l'anteprima abbia espresso più di questo. -_-''
Mmh, credo già che l'accenno NaLu si faccia sentire. 
Ma forse è solo una mia impressione, eh? xD

Seriamente, su. u.u
Non ho la benché minima idea di quando aggiornerò, anche se credo che nella prossima settimana dovrei sfornare un paio di capitoli veri e propri, sperando che mi venga abbastanza ispirazione da crearli lunghi. Mooolto lunghi! 
Sì, è la long della lunghezza, questa! (?)
Avrei potuto postare il tutto dopo, con qualche capitolo già a disposizione, ma se non l'avessi fatto ora, probabilmente non l'avrei fatto fino a Natale, conoscendomi. ^^"
Ehm... ok, basta sproloqui.

Ringrazio chiunque seguirà questa mia storia ed esprimerà, magari, la sua opinione!
Spero soprattutto di aggiornare in date decenti. ç_ç


Ps. Mi scuso in anticipo per i probabili errori che troverete dal prologo in poi, ma per non lasciar sfuggire quel briciolo d'ispirazione che -momentaneamente- sosta nella mia testa, scrivo senza rendermi conto e rileggo giusto per rendermi conto se scriverò qualcosa di noioso o abbastanza sopportabile per gli occhi.

Basta, non parlo più. <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Natsu e Lucy -accompagnati come sempre da Happy- si diressero verso la città di Onibus[1] per svolgere l'incarico scelto poche ore prima.
 
«Mpghf...»
«Eh?»
«Mpghf..!»
«Natsu, come pensi che possa capirti?»
«Dice "Quanto manca?". Aye!»
«Come lo sai?»
«Natsu non dice praticamente altro quando è su un mezzo. Aye!»
«Oh... beh, credo manchi ancora mezz'ora all'arrivo.»
«Mpthrsf!»
«E adesso che ha detto?» 
«Sta per vomitare.»
«Oh.... EEEEEH?!»
«mmmh...»
«NON CI PENSARE NEMMENO!»
La bionda fermò l'amico, intento a buttarsi dal treno in piena corsa, tirandolo di fianco a sé. 
«Non essere stupido! Siamo quasi arrivati, devi resistere ancora qualche minuto!»
«Mphughg!»
«Arrangiati allora!»
«L'hai capito?»
«N-no...»
«Natsuuuu! Lucy è un peper-»
Prima ancora di poter terminare la frase, venne scaraventato dall'altra parte del vagone con un pugno ben assestato della ragazza.
Natsu, invece, continuava a stare male. Il suo viso aveva assunto il solito verde pallido, sbavava ed era diventato dislessico. 
«Oh, che cosa devo fare con te?» sbuffò lei, poi lo prese per le spalle e gli fece poggiare la testa sulle sue gambe. Cominciò a toccargli i capelli con fare curioso, pian piano cominciò a carezzarli.
«Devi resistere ancora un pò, va bene? Te l'ho detto, siamo quasi arrivati.» lo disse dolcemente, più di quanto non volesse. 
Lui annuì lentamente e cominciò a rilassarsi, leggermente arrossito e confuso, si addormentò, cullato dalle carezze di Lucy, che sorrise teneramente a quella visione di lui così disteso.
«Lui ti ppppppppiace!» esordì il micio, apparso da chissà dove, mentre si massaggiava la parte colpita.
«Ne vuoi ancora?!» lo minacciò lei, cercando di urlare quel poco per non svegliare il sofferente di cinetosi. 
In risposta, ricevette solo una risata mal soffocata, che s'interruppe con l'occhiataccia che gli aveva lanciato subito dopo. 
 
«Stazione di Onibus. I passeggeri sono pregati di non dimenticare i propri effetti personali sul vagone, grazie.»
 
Sentendo quella voce e la sensazione che il treno stesse perdendo velocità, Natsu balzò sopra il sedile e scattò subito fuori per non rimanerci bloccato sopra.
Non si era nemmeno accorto di aver dato una testata a Lucy, che uscì maledicendo il momento esatto in cui l'aveva fatto stendere.
«Oh...scusa!» ridacchiò lui.
«Sì, sì. Andiamo, forza.» rispose fredda lei.
Così, s'incamminarono verso quella che doveva essere l'abitazione del cliente. 
«Certo che sei noiosa, ti ho già chiesto scusa!» le disse seccato, lei ancora teneva il broncio per ciò che era successo poco prima.
«Stai zitto. E comunque, siamo arriva..aa...»
«Mh? Che c'è?»
Sollevò l'indice puntandolo verso l'edificio.
«S-sarebbe questa?»
«Questa cosa?» 
«La casa del cliente! Vivrebbe in questa catapecchia?!» 
«Ma che t'importa di dove vive?» chiese rassegnato lui delle sue attenzioni ai particolari che -personalmente- riteneva superflui.
«M'importa! Può pagare 180.000 jewels e non può permettersi una casa migliore?!»
Effettivamente, quella casa dava tutta l'idea di un edificio prossimo ad essere abbattutto, o una qualche forma di casa infestata dai fantasmi, quelle che sono solite vedersi nei film.
«A me piace! Aye!»
«Sta a sentire, tu...»
Venne interrotta dal cigolare della porta che, apparentemente, sembrava si fosse aperta da sola. 
La bionda perse minimo dieci anni di vita, nascondendosi dietro le spalle del suo compagno, che sembrava indifferente, quasi fosse normale che le porte si aprissero di loro spontanea volontà.
«Siete arrivati, dunque!» 
Sentita quella voce, si affacciò dalla schiena di Natsu per vedere chi avesse parlato. 
Notò, infatti, che scendendo con lo sguardo, avrebbe visto un uomo che, dire fosse "basso" era un eufemismo, con in mano uno strano bastone probabilmente usato per aprire la porta.
«Uhm.. s-sì! Siamo i maghi di Fairy Tail!» spiegò poi. 
«Bene, seguitemi.»
Entrarono, oltrepassarono un lungo salone, seguito poi da una cucina, mal ridotta come l'esterno della casa, e uscirono nuovamente, sfociando in un giardino. 
L'ometto incrociò le braccia dietro la schiena, appena qualche passo più avanti di loro.
Rimasero fermi due minuti buoni, aspettando che dicesse qualcosa. 
«INSOMMA! CHE COSA DOBBIAMO FARE?!» ma sappiamo bene che un certo ragazzo non è il tipo che sa pazientare!
«N-Natsu!» cercò di calmarlo la bionda. 
Innervosito, il signore lo bastonò in testa, a seguirlo anche Lucy, che non si aspettava di essere coinvolta.
«Stolto ragazzo! L'hai almeno letto l'annuncio della richiesta?!»
«Certo che l'ho letto! Voglio infatti sapere dov'è quel mostro!»
«M-mostro?!» chiese la maga degli spiriti, a suo rischio e pericolo.
«Ah.. non te l'ho detto? Dobbiamo eliminare un mostro che disturba l'abitazione!» rispose lui con fare innocente, quando si capiva perfettamente che aveva evitato di proposito di mettere al corrente la compagna del "particolare". 
«NO, NON ME L'HAI DETTO.»
«Oh... beh, adesso lo sai!» rise strafottente. 
«Mi chiedo cosa mi trattenga dallo...!» 
Un boato interruppe Lucy, che sgranò gli occhi a quel suono metallico. 
«Dev'essere arrivato.» ghignò Natsu, sbattendo il pugno sul palmo della mano, avvolgendolo tra le fiamme. 
«B-bene, lo lascio a voi, allora!» detto questo, l'ometto si dileguò all'interno della catapecchia.
Si guardarono intorno, ma di quell'essere non vi era traccia. 
«Ma quanto ci mette ad arrivare!»
«Io preferirei che non arrivasse mai e basta!»
«Vado a dare una controllata. Aye!» 
L'exceed si alzò in volo, scrutando il paesaggio desolato intorno a loro, non vedendo nulla.
«Cosa vedi, Happy?» urlò la bionda per farsi sentire.
«Niente.» rispose secco lui.
«N-niente?»
«Aye...»
«Ma prima-»
L'ennesimo boato, l'ennesimo pugno a vuoto del Dragon Slayer. 
«DOVE ACCIDENTI E'?!» gridò in faccia a colei che gli sostava accanto.
«E IO COME FACCIO A SAPERLO?!»
Quel rumore si faceva sempre più intenso, sempre più vicino.
«Che stia utilizzando qualche incantesimo dell'invisibilità?»
«Si sarà intrufolato nel bagno di Lucy[2]. Aye!»
«Stai zitto, non ne ho più di quella roba!»
Un cenno del mago di fuoco interruppe la discussione sul nascere.
«Sento un odore diverso.»
«Sarà il mostro?»
Si guardarono intorno.
Pian piano, sentivano dei passi avvicinarsi, non c'era alcun dubbio: si stava dirigendo verso di loro.
Era sempre più vicino, potevano percepire un affanno bestiale giungere alle loro orecchie.
«Lucy, stai in guardia.» l'avvertì l'amico, accennando un ghigno, eccitato per l'imminente scontro. 
Uno scontro che, sospirò di sollievo la bionda, non avvenne.
Qualcosa li aveva raggiunti, sì. 
Un essere amorfo, di statura appena più elevata del cliente, apparentemente burbero e decisamente intrattabile, si lamentò ai due maghi.
«Che cosa ci fate ancora qui?! Avevo detto a quel vecchio rimbambito di andarsene dalla mia foresta!»
Un gocciolone comparve sulla testa dei tre, che non sapevano se rimanere sconcertati o scioccati da ciò che gli si era parato difronte. 
«F-fammi capire...» cercò di dire Natsu, manifestando un tick nervoso all'occhio.
«Sarebbe questo...» proseguì Lucy.
«Il pericoloso mostro?!» concluse Happy. 
Il diretto interessato dell'argomento si spazientì ulteriormente.
«E' inutile ingaggiare maghi da strapazzo! Io non me ne andrò di q-»
Smise di sbraitare quando si sentì mancare la terra sotto i piedi. Era stato preso -con non poca grazia- per la piccola maglia e sollevato dal più sconvolto -nonché deluso- del gruppo.
«Quindi io mi sarei eccitato per questo coso?!»
«Ehi, bello! A chi hai dato del "coso"?!»
«A te! Inutile mostriciattolo deforme!»
«Prova a ripeterlo, testa a punta!»
«Come mi hai chiamato, sgorbio?!»
«Ma che razza di colore hanno i tuoi capelli?!»
«Sono naturali, non li ho scelti io!»
«E tu con questi capelli rosa, vorresti sfidarmi?!»
«Perché, l'esito dello scontro dipende dal colore dei capelli?» disse Lucy ad Happy, che si trovavano distanti dai due litiganti.
«Aye.»
«Sembra il Gray degli gnomi, guarda come si sta riscaldando Natsu.»
«E' deluso perché non può combattere, Aye.»
«Tanta fatica per niente...»
«NON E' "NIENTE"!» urlò il cliente, sbucato fuori da un cespuglio. Lucy e Happy si abbracciarono, tremando, per lo spavento.
«Uh?» 
«Dovete liberarvi assolutamente di quel cosetto!»
«Proprio tu mi chiami cosetto, quando sei persino più basso di me?!» effettivamente, non poteva proprio parlare, alto poco più di cinquanta centimentri com'era.
«Sta zitto, maledetto strimpellatore di pentole!»
«Strimpellatore...» disse Natsu.
«Di pentole...?» proseguì -di nuovo- Lucy.
«Aye!»
«A-aspetta un momento!» si avvicinarono ai due piccoletti.
«Ci state forse dicendo che quel suono metallico era causato da questo microbo-»
«Gli ha trovato un nuovo nome?» bisbigliò la bionda.
«CHE SBATTEVA DELLE PENTOLE?!»
«Stavo cucinando, che c'è di strano?»
Caddero tutti a terra. 
C'è persino qualcuno più strano dei membri di Fairy Tail! si ritrovò a pensare la maga degli Spiriti Stellari.
«Andiamocene!» disse poi Natsu.
«A-aspetta, e la ricompensa??» 
«Lasciamo perdere, non ne vale la pena!»
«Ma io ho un affitto da pagare!» rispose lei supplichevole. La guardò per un attimo, poi si rassegnò.
«E va bene, va bene.» 
Si avvicinò all'esserino -che sembrava fosse sul punto di morderlo- e con noncuranza...
«Karyuu no Kagitsume.» lo scaraventò via, sicuramente molto lontano da lì. 
«Un pò più d'entusiasmo?» chiese ironica Lucy.
«Te l'ho detto che era deluso.»
«Fino a questo punto?»
«Aye.»
Avrebbero voluto dirgli "almeno abbiamo finito in fretta!" ma avrebbero infierito ulteriormente, ricordandogli che sarebbe dovuto risalire, prima del previsto, di nuovo sul treno.
Presero la ricompensa e si dileguarono, incamminandosi verso la città.
 
Il ragazzo cominciò a lamentarsi, perché s'immaginava chissà quale nemico avrebbe dovuto affrontare, visti i 180.000 jewels che il richiedente era disposto a dargli.
Il brontolare di tre stomaci affamati li paralizzò di colpo.
«Forse è il caso di andare a mangiare...» disse Lucy, amareggiata che anche il suo senso di appetito stesse crescendo a dismisura, almeno un decimo di quello di Natsu.
 
Si fermarono al primo ristorante e ordinarono. Natsu prese otto volte quello che Lucy aveva chiesto al cameriere, decisamente traumatizzato dalla quantità di cibo che riuscisse a far entrare in quella bocca trangugia-pietanze.
«Proprio non riesci a limitarti?» gli chiese Lucy, esasperata.
«Non ho combattuto, almeno dammi la soddisfazione di mangiare come si deve!» rispose prontamente lui, sputacchiando parte di quello che stava masticando sul volto della sua compagna.
«Mi chiedo, comunque...»
«Mh?»
«180.000 jewels per mandar via quell'esserino?»
«Si vede che i soldi non gli mancano. Aye!»
«Forse non hai visto in che condizioni era ridotta casa sua.»
«Eh?»
«Lascia stare, Happy...»
 
A due tavoli di distanza da loro, quattro uomini discutevano animatamente di un disastro che sarebbe avvenuto in una città là vicino.
«E' successo di nuovo!» disse uno di loro.
«Ancora?? Di questo passo la città sarà completamente disabitata!»
Lucy li osservava con la coda dell'occhio, Natsu mangiò più lentamente per ascoltare, Happy era troppo preso dal suo pesce.
«Ho sentito che questa volta ne hanno presi una ventina!»
«Una strage dopo l'altra...»
«Tutti quei bambini...»
«Perché non abbandonano la città?» chiese uno che sembrò il più giovane. 
«Sei impazzito?!» gli gridarono contro gli altri.
«Se dovessero anche solo pensare ad una cosa del genere, verrebbero fatti a pezzi senza pietà!»
La ragazza rabbrividì al suono di quelle parole, Natsu e Happy smisero di mangiare.
«N-non ne avevo idea...»
«Beh, del resto sei ancora molto giovane.»
«Già... è così che viene governata la città di Bardeon.»
 
Bardeon.
Alla pronuncia di quel nome, Lucy sgranò gli occhi. 
Bardeon... ripetè. 
Improvvisamente, la vista le sembrò calare, non riusciva a vedere nulla. Poi, udì un grido. Un grido disperato, di chi stava venendo privato delle proprie interiora. 
Sentì un dolore lancinante al petto, il cuore le prese a martellare quasi volesse sfondarlo, cominciò a tremare, alla vista di immagini che le scorrevano nella mente.
Una città veniva assaltata e dominata da un popolo barbaro, la città di Bardeon. Padri che proteggevano le famiglie, venivano uccisi senza pietà.
Giovani che si opponevano di prostrarsi al loro nuovo sovrano, venivano rinchiusi fino a che la morte fosse giunta a prenderli.
E ragazze, che mai si sarebbe concesse al desiderio di quello stesso sovrano, venivano private... della loro anima.
Avvertì la stessa sensazione di quella mattina. 
La sua, di anima, sentiva come se gliela stessero strappando via, riducendola in brandelli e divorandola con aria famelica. 
La bramava, bramava la sua anima, e se la sarebbe presa. 
Si sentì percuotere.
«Lucy!» riuscì a sentire. Natsu la stava chiamando. La sua immagine cominciò a diventare nitida, era difronte a lei, preoccupato, se non terrorizzato da ciò che stava succedendo alla sua compagna.
«Natsu...» ebbe appena il tempo di proferire, quando si sentì mancare, accasciandosi tra le braccia del Dragon Slayer.
«Che ti è successo?? Rispondimi, Lucy!»
«S-sto bene... io ho...» 
Rivide quelle immagini scorrere alla velocità della luce, la figura di una ragazza priva della vita, le si piantò davanti gli occhi.
Strinse la manica della giacca di Natsu, che continuava a non capire cosa le fosse successo e, a quanto pare, continuava a succederle.
 
«B-Ba...» 
«Come?»
«B-Bard...Bardeon...» fu l'ultima cosa che pronunciò, prima di perdere i sensi. 
«Lucy? Ehi, Lucy, svegliati! LUCY!»
 


Si diceva, nelle antiche leggende, che ad una ragazza sarebbe stato concesso il dono della conoscenza. Avrebbe salvato le anime aggrappate ai rami della morte, l'oscurità avrebbe cessato di esistere e la luce gli avrebbe ridato la vita.
Quella ragazza aveva un compito, seppure lei non ne fosse ancora a conoscenza. E avrebbe dovuto intraprendere un cammino... 
 
...senza ritorno.



 
_______________________________

Bene, bene, bene. 
L'inizio, non so cosa sia. °-° 
Cioè, davvero. Dovevo descrivere la missione, ma non immaginavo mi sarebbe venuta fuori questa... specie di gag. xD
L'accenno NaLu si sente, si è sentito e si sentirà. E' più forte di me, it's 
inevitable. u_ù
Tornando al capitolo in sé. 
Non dirò NIENTE. Muahahahah! >:D 
A parte:

[1]: Onibus, vabbé, lo sapete. E' la città in cui hanno combattuto Natsu e gli altri contro Eligoar e tutta Eisenwald. A seguire, hanno anche preso un incarico in quella città (episodio: NEXT GENERATION), manovrati da Mr.grazie mille. LOL
[2]: Mi riferivo a quella specie d'intruglio che Lucy aveva preparato prima dei sette anni e che dopo questi, probabilmente perché scaduto, faceva diventare invisibile chi ne venisse impregnato.
Ah! Bardeon è uno schifo di nome che ho inventato, "ispirata" da Hargeon. Lo so, lo so. Ho una pessima fantasia. ç_ç
L'ho detto nelle info della storia e anche nel capitolo precente:
NON SO QUANDO E OGNI QUANTO AGGIORNERO',
ma fino a che non avrà inizio la scuola (ç_ç) avrò tutto il tempo per riflettere ed evocare l'ispirazione. è.é

Beh, basta sproloquiare!
Spero siate un minimo curiosi di sapere chi/che cosa ha causato a Lucy quelle sensazioni e... 
A VOI LA LINEA!
Grazie a chi recensirà, darà un valora a questa storia tra preferite/seguite/ricordate, e a chi si limiterà come lettore di questo mio angolo di follia.:3 
Grazie a chi sopporta i miei vaneggiamenti qui sotto. xD

Ci vediamo al prossimo capitolo :D



Ps. Come sempre, chiedo scusa per eventuali errori di battitura o altro. >.>'






 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Il breve attimo di quiete creatosi nella gilda in seguito all'assenza di Natsu, venne interrotto proprio da quest'ultimo. 
Tutti si voltarono verso di lui, confusi da quello che videro: portava Lucy, in spalla, apparentemente priva di sensi. Era nervoso, agitato. Soprattutto preoccupato. 
«Dov'è il Master?!» urlò contro Mira, spaventata da quel comportamento che, mai seriamente, aveva avuto.
«E'-è andato.. al Raduno Regolare, Natsu...» 
Serrò i denti, rafforzando la stretta su Lucy.
«Cos'è successo a Lucy?» chiese preoccupata, mentre gli altri si avvicinarono a loro.
«Non lo so! Ha cominciato a tremare, sembrava assente e... NON LO SO, MALEDIZIONE!» 
Sentì una mano poggiarglisi sulla spalla. 
«Calmati, Natsu. Per il momento portiamola all'infermeria della gilda.» disse Erza, cercando di assumere il controllo della situazione.
 
Poche ore più tardi, il Master fu di ritorno. Mira lo accolse e gli spiegò cos'era successo, almeno quel poco che fosse riuscita a capire. 
Lui si limitò ad assumere un'aria seria e pensierosa, annuendo a ciò che gli veniva detto. S'incamminò poi verso la stanza presso cui riposava Lucy, assorta in chissà quale stato di trance.
«C'è qualcuno dentro?» si fermò, notando che Natsu non era fuori con gli altri.
«C-c'è...» 
Il diretto interessato uscì immediatamente dopo aver sentito la voce del Master.
«Nonnetto! Lucy è...» 
«Ha detto qualcosa prima di perdere conoscenza?» lo interruppe.
«S-sì... non che si capisse granché, ma diceva qualcosa su una certa Bar...Bardi...»
«Bardeon?!» gli chiese, alzando il tono della voce, voltandosi di scatto verso di lui.
«Sì, ne parlavano degli uomini alla locanda in cui ci eravamo fermati.»
«Cosa dicevano?»
«Non... niente di buono.»
Il Master capì. 
«Chiamate Polyushka.» si affrettò a dire. 
«Sì!» rispose Mirajane, che insieme a Cana si stava incamminando. 
«N-Nonnetto, che sta succedendo?!»
Non rispondeva. Perché non voleva dirglielo? Aveva il diritto di sapere. Sì, Natsu aveva il diritto di sapere. Ma se le supposizioni del Master fossero state esatte, sapeva bene che la reazione del Dragon Slayer sarebbe stata tutt'altro che pacata. 
«Allora?!»
«CALMA I BOLLENTI SPIRITI, NATSU!» gli urlò contro la rossa.
«VOGLIO PRIMA SAPERE COS'E' SUCCESSO A LUCY!» 
Erza e i presenti non credettero alle loro orecchie. Natsu aveva risposto ad Erza, tremava, ma non per la paura di lei, era nervoso. Sembrò comprendere il suo stato d'animo, e lo incoraggiò.
«Lo so, Natsu. Lo vorremmo sapere tutti, ma in queste situazioni devi saper tirare fuori il lato più maturo che hai dentro. Credi forse che andare nel panico aiuti qualcuno? Sei forse convinto che urlando risolverai qualcosa?»
Aprì bocca, ma non seppe risponderle. Sapeva che aveva ragione. Doveva essere maturo, per una volta, e saper aspettare.
Insieme all'amica, si sedettero in terra, difronte la porta. Poi sentirono Levy avvicinarsi.
«Master! E' arrivata Polyushka-san!»
«Suppongo ci sia una ragione più che valida, se hai deciso di venirmi a disturbare.» disse secca.
Natsu strinse i pugni. Lucy non era una ragione più che valida? Quella donna sembrava essere più fredda del ghiaccio, priva di emozioni, non dava mai cenno a mostrarle.
Si avvicinò al Master.
«Riguarda Bardeon. Ho un brutto presentimento.» cercò di sussurrarle il più piano possibile. Non voleva che Natsu sentisse. 
«Ho capito.»
Entrò solo lei, si chiuse dietro la porta ed espresse, senza ammissione di repliche, che non sarebbe dovuto entrare nessun'altro.
 
Passarono pochi minuti da quando la maga medico stava visitando Lucy.
Erza non distoglieva gli occhi da Natsu nemmeno per un secondo, temendo che quest'ultimo potesse agire impulsivamente com'era solito fare e interrompere Polyushka. 
Era nervoso. I pugni stretti fino a farsi sbiancare le nocche, andava avanti e indietro, poi si fermava, si sedeva, accavallava le gambe e si alzava nuovamente. 
Era nervoso, perché si sentiva impotente.
Quando serviva ragionare, si sentiva inutile, perché non sapeva come aiutare i suoi amici. 
Al contrario di Lucy, lei era molto veloce nelle sue deduzioni, per esempio, aveva intuito prima degli altri come arrivare alla lapide del primo Master di Fairy Tail a Tenroujima, scoperto, nella loro prima missione, il segreto celato all'interno del libro "Daybreak" del duca Ebaloo. 
Come si dice, lei la mente, lui il braccio. 
Aveva bisogno di Lucy. Se ne rendeva sempre più conto ogni minuto che passava.
 
Mezz'ora dopo, finalmente la donna uscì.
Natsu si alzò di scatto, nuovamente seduto. Stava per chiederle le sue condizioni, quando lei anticipò ogni sua parola.
«Puoi entrare.» disse sempre con quel tono fermo e inespressivo, così com'era il suo volto. 
La guardò per un attimo, poi entrò. Erza, Mira e altri cercarono di entrare a loro volta, ma lei spiegò categoricamente.
«Uno per volta. Ha bisogno di riposo, e la magia che ho applicato a finché si svegliasse non è delle più semplici. Rifare tutto da capo sarebbe un contrattempo fastidioso.»
Il Master la guardò, facendole cenno di riconoscenza.
Una volta dentro, Natsu si avvicinò pian piano al letto su cui era stesa Lucy. Sembrava dormisse, quando sentì lo scricchiolio di una delle assi del pavimento, e si voltò verso la "causa" del rumore.
«Natsu...» lo chiamò flebile.
Prese una sedia e le si sedette accanto.
«Come ti senti?» le chiese, ancora preoccupato, seppure fosse coscente.
«Mh... ho un pò di mal di testa, ma Polyushka ha detto che è l'effetto collaterale della magia che ha utilizzato per... svegliarmi.»
Annuì.
La vedeva così debole, in quel letto. Sapeva che Lucy fosse abbastanza fragile, ma quello che le era successo quel giorno non era di certo accaduto per un calo di zuccheri. 
«Accidenti a te, mi hai fatto prendere un colpo!» disse girandosi, quasi con fare offeso, e arrossì.
«Mi dispiace...» Era preoccupato, e sebbene lui cercasse di non mostrarlo, Lucy se ne accorse e sorrise. 
Si voltò nuovamente e le sorrise di rimando.
«Non ti preoccupare, se non altro adesso stai meglio, no?»
«Sì, mi sento molto meglio!»
«Chissà cosa ti ha fatto, quella strega... ma devo esserle grato.» 
«Natsu...»
«B-beh, sì insomma..ti ha aiutato! Che divertimento sarebbe alla gilda, se tu...»
S'interruppe. Non osava immaginarlo, figuriamoci esprimerlo, quel pensiero. Il pensiero che Lucy non ci fosse più. Che la gilda sarebbe stata in qualche modo vuota, senza di lei. 
La ragazza allungò la mano e la posò su quella di Natsu, che sussultò, non aspettandosi quel gesto.
«Va tutto bene, sto bene adesso.» gli sorrise ancora. Sapeva che quello era l'unico modo per convincerlo. Le ricambiò la stretta, seppur sempre imbarazzato. Si creò un breve attimo di silenzio, e lui non era il tipo da sopportare simili situazioni.
«A-allora... forse faresti meglio a riposare!»
«Mh. Già, credo sia meglio.»
Si alzò, rimise a posto la sedia, e la salutò.
«Torno più tardi a portarti qualcosa da mangiare!» 
«Sempre che dai tavoli della gilda a qui ci arrivi, il mangiare!» 
«Che vorresti dire?»
Si guardarono un istante, per poi scoppiare a ridere. Sembravano seri, ma non lo erano. Cercavano di esserlo, ma non ci riuscivano. Persino lei si faceva contagiare sempre più dalla risata del suo migliore amico. 
«A dopo!» la salutò nuovamente.
«A dopo.» rispose lei, sorridendo lievemente.
Stava per chiudere la porta, ma una Levy impaziente di far visita all'amica lo sorpassò senza che se ne rendesse conto.
Confuso, guardò Erza.
«Uno alla volta, la legge di Polyushka.»
Già, Polyushka.
«Dov'è adesso?»
«Credo sia nell'ufficio del Master.»
 
Intanto, proprio nell'ufficio, Makarow e Polyushka discutevano di ciò che era appena successo alla maga degli Spiriti Stellari.
«Ho un brutto presentimento, Polyushka. E credo tu abbia capito il perché.»
«Alludi alla leggenda, non è così?»
Tacque, per un attimo. Non sapeva cosa rispondere. Anzi, non voleva. Cos'avrebbe fatto se quella che si presupponeva fosse solo una storia antica, si rivelasse essere l'unica realtà che poteva ancora salvare Bardeon e i suoi abitanti?  
«Sai che dovrai dirglielo, se così dovesse essere.»
«Esattamente, se così dovesse essere. Dopo le dovute ricerche, deciderò sul da farsi.»
«Hai parlato di Bardeon, Makarow.»
«Mh... è stato Natsu a dirmelo. Prima di perdere i sensi, è stata l'ultima cosa che Lucy ha pronunciato.»
«Come fa ad esserne a conoscenza??» chiese sorpresa la donna.
«Conoscenza, eh?» disse Makarow. La voce avvilita, la verità a cui non voleva aggrapparsi, si rendeva certa man mano che la conversazione proseguiva.
«Natsu ha detto che c'erano degli uomini che ne stavano parlando. L'ennesima strage di quegli assassini... e Lucy ha cominciato a comportarsi in modo strano.»
Polyushka indietreggiò e fece per andarsene. Posò la mano sulla maniglia, si fermò.
«E quindi sei ancora sicuro che sia necessario fare "dovute ricerche", Makarow?» chiese infine, una nota amara nella voce. 
"Rassegnati", sembrava volesse dire, nonostante fosse consapevole che non l'avrebbe mai fatto. Non si sarebbe arreso così presto. 
Sentì la porta schiudersi e richiudersi. Se n'era andata. 
«Portando con sé il pessimismo, magari.» disse ironico. Forse era il caso, vista la situazione. 
 
Polyushka era dinnanzi l'ingresso di Fairy Tail, stava per andarsene, quando si sentì chiamare.
«Ehi, vecchia, aspetta!» 
Dire che fosse furiosa è poco.
«Come ti permetti, impertinent-» placò la sua ira, sostituendola con lo stupore. 
Era stupita di ritrovarsi quel ragazzo dinnazi a lei, chinato in avanti. La stava ringraziando. 
«Grazie.» disse, infatti. 
Da lontano, Erza assistette alla scena. Sorrise, intenerita dalla maturità che persino Natsu era in grado di mostrare. Le era grato, lo era davvero. Non gli era stato detto di ringraziarla, l'aveva fatto di sua spontanea volontà. 
Tuttavia, Polyushka non era nota per il suo lato loquace, perciò se ne andò senza dire nulla, eccetto un consiglio. Un avvertimento, più che un consiglio, che lasciò Natsu confuso.
«Preparatevi a ciò che vi attende.»
A che si riferiva? 
Un'imminente battaglia, forse? Aveva qualcosa a che fare con la presunta Bardeon? E perché sembrava così preoccupata? Cos'aveva detto di così importante al Master? 
Per qualche motivo, si sentì come un peso allo stomaco. Non aveva capito nulla, non ne era in grado. Sentiva solo una spiacevole sensazione e un brutto presentimento, mentre tornò davanti la porta dell'infermeria della gilda. 
Decise di non pensarci, però. 
Non avrebbe dato peso alle parole di Polyushka, non adesso. 
Quindi tornò dall'amica con il pasto che le aveva promesso, ovviamente scroccandone la maggior parte. 
 
Poco dopo, il Master si avvicinò ad Erza.
«Ho bisogno di raccontarti una cosa...»
La rossa rimase in silenzio. Osservò Makarow rabbugliarsi. Il che coincideva con l'improvviso malore di Lucy e l'avvertimento di Polyushka che non mancò a sentire. 
«...riguardo la leggenda della Luce, di Bardeon.»
 
 
 
Bardeon, conosciuta come la città delle anime perdute.
Dannati sono coloro che ne varcheranno le mura. 
Benedetta sarà l'anima di chi incontrerà la luce. 


 
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C'est moi! (?) :D
Eheh... la frase finale non mi piace granché. Onestamente mi fa schifo, ma abituatevi a certe frasette, perché le metterò sempre, fino a che non sarà finita la storia nel dramma o nel sentimento fugace della speranza. :'D Sto parlando a sproposito, e non va bene... però, davvero.
Le metterò sempre. In un certo senso, servono ad incentivare la suspance (?) e la curiosità!
Il mio lato critico, nemmeno lo espongo, visto che qualsiasi cosa faccia, comunque, mi sembra uno scempio della natura. (eeeh, che esagerazione. ù.ù) 
Perciò lascio decidere a voi :3
Per caso qualcuno nota l'accenno NaLu? *fischia indifferente*
Ringrazio come sempre chiunque mi segua nella discesa della pazzia, in queste note d'autore e quelle amate ragazze che hanno inserito la storia tra le preferite. *^*

Ora, la parte fondamentale.

Che dirà il Master ad Erza? Cosa succederà a Lucy? Che voleva dire Polyushka? Quale destino funesto attende i nostri giovani protagonisti? *voce profonda*
Lo scoprirete nel prossimo capitolo  man mano che la storia si svolgerà!

Non sarei stata io, senza la frase da prewiev (non saprò mai se lo scrivo nel modo corretto). >:3



Un bacio ad ogni mio splendido lettore, ci vediamo -sperando di aggiornare in tempi decenti- al prossimo capitolo! <3

Come sempre, scusate se ci sono errori di battitura o altro. u.u
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Makarow non dava segno di iniziare.  Sembrava assorto nei suoi pensieri.
Stava scegliendo con cura le parole più appropriate per spiegare, all'amata figlia, fatti che riteneva fossero troppo grandi per accavallarli sulle sue spalle. 
Schiuse gli occhi e li piantò in un punto indefinito della stanza. Poi cominciò.
 
«Sin dai tempi più antichi, Bardeon era una delle città più ricche e prosperose del regno di Fiore. La gente era pacifica, accoglieva i viandanti come fossero figli della loro stessa terra, dava loro un tetto e gli permetteva di lavorare. L'economia, allora, lo permetteva. Tuttavia...» fece una pausa, poi proseguì.
«Con l'avanzare degli anni, Bardeon divenne sovraffollata, il cibo cominciò a non bastare e il denaro a diminuire. L'anziano sovrano dovette proclamare quindi il divieto di accogliere ulteriori "visitatori". E così avvenne.» si fermò nuovamente, prese fiato e continuò.
«Chiunque avesse aiutato un forestiero, sarebbe stato punito. Con la morte, se il fatto si fosse ripetuto. Ragion per cui, nessuno ebbe il coraggio di aprire le porte della città a ulteriori nomadi. 
Poco dopo aver proclamato questa legge, raggiunsero Bardeon proprio i barbari... beh, coloro che poi lo divennero.»
 Avvolta da un'aria smarrita, Titania non capiva.
«Non erano barbari?» chiese. 
«Lo divennero dopo.» spiegò. 
Cresceva la confusione, nasceva lo stupore.
«Il sovrano di Bardeon proibì categoricamente, a chiunque venisse da fuori, di entrare nelle mura della città, se l'intento era quello di restarvi. E quei nuovi "visitatori" erano parecchi, troppi.»
Ancora silenzio. Raccontare certi avvenimenti a poco più che una donna, seppure fosse fiera e temeraria, non era semplice. Specie se ciò avesse portato lei e i compagni, a correre un rischio peggiore della morte.
«Master, la prego. Continui.» lo incitò Erza.
«Ci fu una guerra. Quegli stessi nomadi tornarono, assalirono la città e ne divennero i padroni. Si tramutarono in un popolo barbaro, come parassiti s'insediarono tra le mura di Bardeon e uccisero tutti quelli che gli si opposero o, temevano, si sarebbero opposti in futuro. Non facevano eccezioni, per nessuno. Il sovrano perse la ragione. Avrebbero lavorato in cambio di asilo, non chiedevano altro. Ma quando Bardeon fu invasa e conquistata, per la sua mancanza di armamenti e preparazione militare, l'odio pervase il suo cuore e il potere lo accecò. Scoprì l'uso della magia e ne abusò, diventando così il Divoratore di Anime. Questa, però, è una storia che risale a circa sessant'anni fa...»
Corrugò la fronte, sospirò.
«Circa ventiquattro anni fa -se consideriamo i nostri sette anni sull'isola Tenrou-, delle voci, provenienti dalla città stessa, cominciarono a diffondersi.»
«Delle voci?»
«Nacque una leggenda, legata a Bardeon... la leggenda della Luce, così la chiamarono gli abitanti. Ventiquattro anni fa, il consigliere del sovrano annunciò lui che sarebbe venuta al mondo una fanciulla. Il suo cuore avrebbe purificato la sua anima traboccante malvagità, e le anime di cui si era nutrito sarebbero ritornate nei rispettivi corpi.»
Proseguire diventava difficile.
«Master...»
«La leggenda dice altro.» continuò.
«La ragazza avrebbe purificato l'anima del Divoratore, ma il suo corpo ne avrebbe risentito e la sua stessa anima si sarebbe dispersa con esso.»
«Quella ragazza...» sussurrò Erza. 
Le parole uscirono in un flebile cenno di dolore. 
«Quella ragazza si sarebbe contraddistinta per il dono della conoscenza.»
«Conoscenza?» 
«Ad una ragazza sarebbe stato concesso il dono della conoscenza. Avrebbe salvato le anime aggrappate ai rami della morte, l'oscurità avrebbe cessato di esistere e la luce gli avrebbe ridato la vita, così dice l'antica formula. 
Quella giovane avrebbe visto, con i propri occhi, fatti avvenuti sessant'anni fa, e che tutt'oggi continuano a ripetersi.»
 
La ragazza sgranò gli occhi. 
Ripensò a ciò che Natsu le aveva detto, mentre Polyushka visitava Lucy. Lei era a conoscenza di Bardeon, sembrava assente, come se le stessero proiettando immagini nella mente a cui non poteva sottrarsi. 
Immagini di massacri, dolore, famiglie distrutte, omicidi su omicidi. 
E la consumazioni di anime disperate, perse nel limbo tra la vita e la morte, destinate a vagare finché la prescelta non donerà la sua anima per restituire la loro Luce.
 
«L-Luce?!» urlò, infine.
Il Master si limitò ad annuire. Una volta, appena accennata.
Erza rimase pietrificata. 
Era giunta alla conclusione, a ciò cui Makarow continuava a girare intorno. 
«Master... non mi starà dicendo che...»
«C'è un motivo per cui l'ho detto solo a te, Erza. Ho bisogno di altre conferme, prima di poter emettere il mio giudizio. Inoltre...»
«...non voleva far sapere niente agli altri... a Natsu.»
«Non dovrai dire una sola parola, Erza. Ripongo in te la mia fiducia.»
Rispose a stento.
«Se questa è la sua volontà, Master. Spero solo che le sue speranze siano fondate.»
 
 
Qualche minuto dopo, Gray e Lluvia tornarono dalla missione, perché convocati dal Master.
«Allora, nonnetto. Ci sarà una ragione seria se ci hai fatto chiamare.» disse il moro.
Il Master fece cenno loro di seguirlo, tutta la gilda era riunita dinnanzi a loro.
«Vi ho radunati per annunciarvi l'imminente lavoro che vi attende. Tutti, indistintamente. Servirà l'aiuto di ciascuno di voi.»
Nacque un brusio. Era serio, ma nei suoi occhi vi era il chiaro segno della preoccupazione.
«Dovrete andare negli Archivi segreti, nella città di Lupinus.»
«Archivi segreti?» si sentì dire.
«Il Concilio nasconde innumerevoli segreti, quegli Archivi ne fanno parte. Vi sono racchiuse delle informazioni riguardo Bardeon che ignoro e potrebbero tornarci utili. Avrete bisogno di un particolare cimelio per potervi accedere.»
Calò il silenzio. Tutti prestarono attenzione alle parole del Master.
«Partiranno tre squadre. La prima, composta da Levy e Fried, accompagnati da Gajeel, Mira e Elfman.»
«E per quale motivo dovrei "accompagnarli"?» disse seccato, con nessuna intenzione di mettersi al lavoro.
«Perché mentre loro saranno negli Archivi a neutralizzare le rune, ci sarà bisogno di qualcuno che annienti le guardie magiche.» rispose secco il Master.
«Guardie magiche?» chiese Levy.
«Non crediate che verrete trattati con i guanti d'argento. Se le guardie dovessero scoprirvi, verrete attaccati.»
«E qui entro in gioco io.» ghignò il Dragon Slayer d'acciaio.
«Mi chiedevo infatti cosa c'entrassi tu con le rune.» lo stuzzicò Fried, con il suo solito modo di fare pacato.
«Le vuoi prendere, capellone?!» 
«Non credo tu sia nella condizione di parlare. Quando vuoi.»
«Direi che è il caso che la smettiate!» li interruppe Levy, ridacchiando nervosa.
Mira si limitò ad incoraggiare il fratello.
«Mettiamocela tutta, Elfman!»
«Questa missione è per i veri uomini!» rispose lui, per niente preoccupato, bensì euforico all'idea di prendere a pugni qualche statua animata dalla magia.
«La seconda squadra sarà formata da Erza, Gray e Lluvia. Il vostro compito, ve lo dirò dopo.»
La rossa assunse un'aria pensierosa, Gray la fissava. Avrebbe voluto chiederle cos'avesse, ma vista la situazione, un pessimo presentimento lo pervase. Lluvia emanava cuoricini da tutte le parti, estasiata all'idea di partire con Gray, per niente curante della presenza di Erza.
«E per ultimi...» continuò il Master.
«Natsu e Lucy partiranno per Bardeon.»
Natsu si voltò immediatamente verso Lucy, temendo in lei una qualche reazione. Per fortuna, lei sembrava tranquilla. Lievemente turbata e ancora scossa da ciò che le era successo quel giorno, ma non era preda di una crisi.
«Beh, a quanto pare dobbiamo vedercela noi due con un intero popolo!» esultò Natsu.
«Non essere stupido! Non dovete attaccare nessuno, dovrete camuffarvi e fingervi abitanti del posto!» spiegò Makarow, che avrebbe volentieri tirato una sedia in testa al Dragon Slayer, per la sua stupidità che non conosceva limiti.
 
Erza si voltò verso il Master. Gli occhi spalancati, non riusciva a credere alle sue orecchie. Perché li stava mandando a Bardeon? Aveva intenzione di ucciderli?!
«Master! Non credo sia il caso-»
«Potete ritirarvi. Ultimate i preparativi. Ciascuno dei tre gruppi partirà domani.»
Detto questo, si allontanò, ignorando la ragazza. 
«Perché, Master? Qual è il vostro scopo?...»
 
«Solo noi due?..» disse piano Lucy. Si voltò verso il ragazzo, che già la guardava da prima. 
Sorrideva. 
Sorrideva e le donava fiducia. Fiducia e coraggio. 
«Solo noi due!» ripetè, con trentadue denti messi in bella mostra.
«Beh, ovviamente ci sarà anche Happy!»
«Aye, Sir!»
Lucy lo guardò, non capendo come riuscisse ad essere sempre... così. 
Così come piaceva a lei, spontaneo e irrazionale. Un bambino troppo cresciuto, che sapeva comportarsi da uomo, come aveva constatato lei stessa. 
Gli sorrise a sua volta, non sapeva nemmeno il perché. Vista la situazione, cosa c'era da essere felici? 
Eppure, sapere che sarebbe stata al fianco di Natsu, le infondeva fiducia e una qualche inspiegabile sensazione di sicurezza le pervadeva il cuore sin dai suoi meandri.
 
Erza li guardava.
Guardava loro, quello che erano l'uno per l'altra. L'amicizia che contornava il bel quadretto di cui erano protagonisti.
Ripensò alla decisione del Master.
I dubbi crescevano, le domande si sovraffollavano.
Perché agire così? A che scopo le aveva rivelato la storia della città delle anime perdute, se stava lui stesso mandando Natsu e Lucy in quel posto? Erano queste le conferme che cercava? In questo modo avrebbe svolto le ricerche? E poi, perché non aveva detto al suo gruppo quale fosse la missione? Non voleva dirlo davanti a tutti? 
E gli Archivi... quali altri misteri nascondeva la città di Bardeon?
 
 
 
 
Una triste verità attendeva le loro menti, i loro animi. Sarebbero stati in grado di accettarlo e sopportare le conseguenze di ciò che avrebbero scatenato, infrangendo le barriere della morte e la disperazione?

 
__________________________________________

Eccomi con un nuovo aggiornamento!
Avevo detto che non avrei aggiornato prima di lunedì, ma visto che l'ispirazione è momentaneamente sepolta nei meandri del mio cervello, ho pensato che sarebbe stato meglio postare prima il nuovo capitolo già pronto, evitando di farmi odiare doppiamente per il ritardo. ç_ç
Spero che in questa settimana mi ritorni, anche perché poi dovrò mettermi d'impegno sui libri e ripassare per i test in ingresso. 
Primo anno di liceo, figo eh? Già mi dispero all'idea. :') 

Ok, a voi non ve ne potrebbe fregare di meno, cercavo solo di giustificare, in qualche modo, il mio ritardo inaudito!
Ovviamente, non credo che ci metterò poi così tanto ad aggiornare, ma parto dal punto di osservazione che
non ho la minima idea di cosa scrivere nel quarto capitolo.


Passando alla storia che non ho ancora criticato -e la cosa è strana:

Un pò piccolo come capitolo, vero? Ma non avevo alternativa, dovevo incentrarlo su Bardeon e l'imminente missione, perciò ne è venuto fuori.. questo.
Come sempre, ringrazio chi mi ha dedicato tempo e un commentino, chi recensisce costantemente e con la sua curiosità mi dà un incentivo in più per scrivere, siete voi la mia fonte d'ispirazione (che frase fatta .-.)! *^*
Ora, la smetto di rompere. 
Non ho intenzione di criticarmi di più, penserò ad insultarmi al prossimo aggiornamento! :D
Mi scuso solo per qualche errorino (lo dico sempre, in caso a me sfuggano e voi me lo facciate notare:3) 
Dell'accenno NaLu non lo dico più, 

 
C'E' STATO, C'E' E CI SARA'.   Sempre.

Detto e ridetto, è più forte di me. D: 

Ok, ok, OK. E' il caso che mi fermi. 

EEEEEEEEEEEH, per concludere.
La frase da preview (ringrazio chi mi ha corretto xD):

Quale sarà la missione di Erza e il suo team? Perché il Master vuole mandare Natsu e Lucy -e Happy- da soli a Bardeon, sapendo cos'è successo alla ragazza al solo sentirne pronunciare il nome? E la leggenda della Luce? Cos'è che preoccupa tanto Erza? 


Lo scoprirete, presto. :') 

Un bacio a tutti <3
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


 Erza irruppe nell'ufficio del Master, tendando di dar voce esclusivamente al suo lato pacato.
«Master! Voglio delle spiegazioni! Perché vuole mandare lì Natsu e Lucy?!»
«E tu perché sei così contrariata della mia decisione?»
«Mi ha detto lei stesso che i visitatori non sono desiderati a Bardeon, la leggenda della luce e il Divoratore di Anime.»
Makarow la guardò inespressivo, apparentemente comunque tranquillo. Poi abbassò le palpebre, riprese la parola.
«Chiama Gray e Lluvia, vi dirò in che consiste la vostra missione.»
L'evasione alla sua domanda, non fu tollerata dalla rossa, che esprimendo visivamente il suo disappunto, fece come le era stato detto.
Gray entrò insieme a Lluvia, abbastanza annoiato già in principio della missione che gli avrebbe affidato.
«Allora, nonnetto. Che dobbiamo fare?» chiese.
«Dovrete trovare il cimelio che permetterà al team di Levy di  entrare negli Archivi segreti.» rispose, non cambiando tono di voce.
«Tutto qui?» domandò Gray, quasi deluso. 
«No. Dovrete fare un'altra cosa, dopo aver trovato il cimelio.» aggiunse.
«Taglia corto.» incalzava il mago del ghiaccio, detestava quando si girava intorno ai discorsi, preferiva che si andasse subito al sodo.
«Seguirete Natsu e Lucy.»
I tre lo fissarono, spaesati. Che senso aveva mandarli appresso a quei due, in squadre differenti? Non potevano semplicemente formare un unico team?
«Perché mai?» chiese la donna dell'acqua. 
Il Master tacque per qualche istante, riaprì gli occhi e li scrutò attentamente. Dubitavano seriamente dei suoi "metodi" di ricerca, si stavano rivelando assurdi man mano che prendeva nuove decisioni. 
Cambiò discorso, però. 
«Negli Archivi vi sono ulteriori informazioni sulla città di Bardeon, informazioni che, si dice, potrebbero addirittura smentire altre voci sulla stessa Bardeon, sulla Leggenda della Luce.» disse questo, voltandosi verso Erza, che aprì leggermente la bocca, in segno di stupore. O, forse, avrebbe voluto rispondere, alludendo a ciò che aveva compreso nella loro precedente conversazione. Ma lì c'erano Gray e Lluvia, e loro non sapevano nulla. Non dovevano sapere nulla. 
Cercò di nascondere il suo impellente desiderio di chiarezza, tuttavia, il mago del ghiaccio percepì la strana desolazione della maga in armatura, non distogliendole gli occhi di dosso. Cosa che, tra l'altro, fece divorare un fazzoletto intriso delle sue lacrime, alla maga dell'acqua, che cominciava a considerare anche Erza come una rivale in amore. 
Si stava creando un silenzio fastidioso, nessuno diceva nulla. Caratterialmente, la sopportazione di Gray è quasi alla pari con quella di Natsu, leggermente più paziente.
«Quindi, dov'è che si trova questo cimelio?» esordì, appena ironico e decisamente rassegnato all'idea di dover salvare Natsu da qualche incombente casino, per l'ennesima volta. 
«Sul Monte Hakobe si trova una caverna, potete chiedere a Macao ulteriori indicazioni[1].»
Annuirono.
«C'è altro?» chiese ancora il moro.
«Nient'altro.» rispose secco il Master. 
Gray e Lluvia cominciarono ad uscire dall'ufficio, Erza rimase sulla sua posizione qualche secondo di troppo, alimentando così i dubbi del mago del ghiaccio. 
 
Intanto, nella sala grande era scoppiata nuovamente una rissa, per una battutina fuori luogo di Gajeel sui presunti "rapporti intimi" che avrebbero avuto Lucy e Natsu, approfittando di essere soli -offendendo tra l'altro Happy, che volò via perché non tenuto in considerazione- beccandosi un pugno in piena faccia dal Dragon Slayer di fuoco. Lucy andò a nascondersi in un angolo remoto della gilda, sperando che nessuno notasse il rossore sulle sue guance e il vapore che fuoriusciva dalle sue orecchie, mentre Levy le dava pacche di consolazione sulla schiena.
«Dai, magari non l'ha sentito nessuno!» cercò di incoraggiarla.
«Levy, tu eri forse più lontana di tutti gli altri. L'hai sentito ugualmente...» rispose amareggiata la bionda. 
Un gocciolone comparve sulla testa della Scripter, si era rovinata con le sue stesse mani. 
 
Erza, Gray e Lluvia, uscirono dall'ufficio del Master, incuranti della lite che si stava svolgendo. Il che, era strano, notò Lluvia. Perché Gray non si era gettato nella mischia com'era solito fare? Perché Erza non era intervenuta, ponendo fine al massacro delle restanti mura cadenti della gilda?
Osservò lui. Teneva le braccia conserte, uno sguardo serio, quasi severo, rivolto alla rossa di fianco, che teneva il suo verso il basso.
«Puoi lasciarci soli un secondo?» disse, freddo come il suo ghiaccio, non voltandosi neanche.
Lluvia si tramutò in pietra, poi si dissolse, facendo come gli era stato chiesto.
Rimasero in silenzio per diversi minuti, nessuno li notò per la troppa confusione, eccetto la maga dell'acqua, che da lontano li osservava, pronta a fulminare Erza con lo sguardo ad un minimo passo falso.
«Che cosa vuoi, Gray?» chiese poi la rossa, spazientita. In quel momento era più irascibile del solito, il suo umore era sull'orlo della catastrofe.
«C'è niente che devi dirmi?» domandò, falso. 
«Niente.» gli rispose secca lei, non mutando la sua espressione.
La guardò per un momento che a lei sembrò infinito, temeva che se l'avesse scrutata ancora per poco, avrebbe colto la chiara amarezza che celavano i suoi occhi, e quel senso di vuoto che, una possibile perdita, avrebbe lasciato.
Poi si mise le mani in tasca, girò i tacchi e fece per andarsene. La sentì sospirare, sembrava sollevata di non dover più subire quello sguardo inquisitore, a cui non avrebbe saputo resistere oltre.
«Sono anche miei amici, Erza.» disse infine. La voce bassa, profonda.
Lei sussultò appena e, analizzando quelle parole, quasi sorrise. Era molto intuitivo, come ragazzo. Lo era sempre stato. Almeno per certi argomenti. 
Mantenne gli occhi fissi su una trave del pavimento. Le grida e il rumore dei vari mobili che si schiantavano sulle pareti -spesso per una pessima mira- divennero flebili, ogni suono era ovattato, eccetto quello della propria voce, mentre rilfetteva. 
Sarebbe stato più semplice, per lei, se almeno Gray fosse stato a conoscenza.
Conoscenza... nemmeno aveva il coraggio di dirla, quella parola. Cominciava ad odiarla, a non tollerarne l'esistenza.
Se le si fosse materializzata dinnanzi, come la Scripter era in grado di fare, l'avrebbe distrutta, equipaggiando la sua armatura più potente, infliggendogli un colpo di tutta la sua forza concentrata. 
E questo avrebbe fatto. Avrebbe lottato contro quella Leggenda, che ai suoi occhi, visto il caso, pareva più come una profezia imminente che annunciava il disastro.
Ancora non riusciva a capire perché il Master aveva chiaramente evitato di rispondere a Gray. 
Voleva tenerle nascosto qualcosa? O semplicemente per la presenza del moro, non voleva proferire niente che potesse portarlo a capire? 
Ripensandoci, era meglio che solo lei sapesse ciò che sarebbe potuto accadere. E se avesse perso il controllo? Se quella temuta verità si sarebbe rivelata troppo pesante, da sopportare, per lui? 
No, non doveva sapere nemmeno lui. 
Assunse l'aria di sempre, si scagliò su Natsu a Gajeel che si sputavano il rispettivo elemento contro, ignorando il ricordo dello sguardo di Gray.

Quest'ultimo, si era seduto di fianco a Lluvia, che rimaneva in silenzio. Solitamente, avrebbe lasciato spazio al suo lato possessivo, ma non le sembrava il caso. Temeva piuttosto che le avrebbe serbato un ennesimo tono freddo, e sentirlo così distaccato le faceva male. 
Si voltò verso di lei, che sobbalzò, portandosi le mani sul petto. 
«Vuoi un panino?» le chiese, completamente indifferente.
Lei si ritrovò con le gambe all'aria. Ma che domanda era? In quel momento, poi! Si sarebbe aspettata qualche anteprima su sciagure prossime a verificarsi, accenni al suo discorso -che, come notò, si basò su interminabili attimi di silenzio e frasi incomprensibili, per lei che non leggeva il labbiale- con Erza o riferimenti alla missione... 
Gli dava forse l'impressione di essere affamata? 
«Se non ti va', dillo. Era per avere compagnia.» rispose ancora freddo, come se avesse un disco inserito al posto del cervello e lui fosse un automa privo di emozioni. 
Eppure, Lluvia ignorò completamente la sua voce, focalizzando i suoi pensieri sull'unica parte della frase che le aveva causato un arresto cardiaco: era per avere compagnia.
Le sembrò impossibile, Gray che voleva la sua compagnia? Di solito la evitava perché la riteneva soffocante, anche se, dal ritorno dall'isola, era meno sulle difensive. 
Fece cenno di "sì" con il capo, le gote leggermente arrossate e un'espressione dolce sul volto. 
Si alzarono, passando accanto a Natsu e Gajeel, terrorizzati dall'aura demoniaca sprigionata dal corpo di Erza. La fissò, ancora. Uno sguardo fugace, con la coda dell'occhio, che lei sentì dietro di sé. 
Cercava di metterle tensione, forse? Pensava che, così facendo, avrebbe parlato? Sapeva che non sarebbe stato facile. Titania era ferma nelle sue decisioni, sicura di tutto ciò che faceva. Se non aveva intenzione di parlare con lui, e se non l'aveva fatto prima, non l'avrebbe fatto nemmeno in futuro. Non facilmente o di sua spontanea volontà, comunque. 
Quindi, lasciò perdere la "lotta visiva", per il momento, e si avviò, con Lluvia, verso il paese per comprarle il panino. 
Non aveva fame, veramente. Ma gradiva allontanarsi da quella situazione, godersi le ultime ore di relax e quotidianità, prima di fiondarsi nella nuova missione e nel prossimo pericolo. 
E, non sapeva spiegarselo, ma voleva passare, quel poco di tempo, in compagnia della maga dell'acqua. 
Da quando erano tornati, si sentiva più legato a lei. Era una compagna di gilda, d'altronde. Una nuova sorella, un'amica che gli aveva salvato la vita, a Tenroujima, mettendo a repentaglio la sua. 
La guardò addentare il panino, in modo goffo e sporcandosi completamente il viso e le mani. Faceva sempre così, come se le risultasse effettivamente difficile mangiarlo. Che c'era di così complicato, poi. 
Era strana, divertente a volte, e... dolce. Apparentemente, lo era. Ossessiva, possessiva, probabilmente una stalker senza rimedio, ma era dolce. 
Gray sorrise, quasi gli scappò. Un sorriso che parve una crepa in una scultura di ghiaccio. Era riuscita a scalfire la sua corazza d'indifferenza, con un panino? Ora era lui che diventava strano. 
Lei, però, non se ne accorse, troppo impegnata a disimpastarsi le dita impregnate di una salsa caramellata. E forse, pensò, era meglio così. Chissà che avrebbe fatto se se ne fosse resa conto!
 
«Questo posto cade già a pezzi senza che voi lo smaltiate con i vostri atteggiamenti primitivi!» sgridò Erza i due Dragon Slayer, che sembravano poco più che due agnellini. 
«S-scusa...» disse Natsu terrorizzato.
«E' spaventosa...» sibiliò Gajeel al compagno di lotta, di fianco. 
 
«Erza sì che sa farsi rispettare, proprio come un vero uomo!» esordì Elfman, elevandosi in tutta la sua potenza e gloria, valorizzando il suo motto.
«Erza è una donna, Elfman!» puntualizzò Mira, sorridendo dolcemente.
«Ehi, nee-chan! Per la nostra missione, dovrai comportarti da vero uomo, mi raccomando!» disse, ancor più fiero di prima.
«Elfman, anch'io sono una donna...» aggiunse lei, mantendendo il sorriso, inarcando il sopracciglio. 
«Non fatemi stare in pensiero!» disse poi Lisanna, spuntandosene da dietro il fratello.
«Stai tranquilla, ci saranno anche Gajeel e Fried, insieme a noi.» la tranquillizzò la sorella.
«Ma Fried sarà impegnato con le rune.» rispose con fare ovvio, l'albina più piccola. 
«Potrebbe bastare solo Levy.» ipotizzò la sorella maggiore.
«Sì... non è che per caso...» Lisanna assunse un ghigno malizioso, avvicinando la mano alla bocca, quasi per soffocare una risatina. Mirajane la guardò confusa.
«...lui ti pppppppppiace?» se ne uscì Happy, sbucato anche lui da dietro il colossale trasformista. 
Mira portò le mani a coprirsi le guance, rosse e calde, tendando di mascherare l'imbarazzo a quell'affermazione. Ora poteva capire cosa provavano le sue "vittime" durante i suoi vaneggiamenti romantici.
«Frieeeeeeeeeeed!» lo chiamò Lisanna. 
Attirato da quella voce squillante, si voltò e vide la ragazza sventolare una mano, in cenno di saluto. Non capiva il perché, ma ricambiò con un cenno del capo. 
Per fortuna di Mirajane, non aveva nemmeno colto il segnale di raggiungerli lì. Lisanna sbuffò, Elfman farfugliava cose su quanto fosse virile salutare con un cenno del capo, Happy si volatilizzò, diretto verso il suo amico rosato.
 
«Quella donna, ma che cavolo di poteri ha?!» si brontolò Gajeel con l'amico exceed.
«Secondo me ha un che di affascinante, una donna ferma e valorosa, proprio come l'Erza di Edolas.» rispose Lily, orgoglioso della compagna.
«Affascinante?» fece l'eco Gajeel. Non sapeva se era schifato, perché Erza poteva sembrargli spaventosa, non affascinante, o concordare con le parole del gatto, dandosi però contro da solo. 
«Chi sarebbe affascinante?» una voce che proveniva da dietro di loro, s'intromise nella conversazione. Entrambi si voltarono: era Levy.
«Tu no di certo, gamberetto!» le rispose Gajeel, ghignando. Se c'era una cosa che lo divertiva, di sicuro era prendere in giro la maga minuta e coglierne ogni sbuffo.
«Che cafone, mica l'avevo pensato!» disse lei stizzita, incrociando le braccia al petto e facendo una smorfia, guardando altrove.
«Secondo me anche Levy ha un suo fascino.» disse il gatto dallo stesso manto di una pantera. 
Levy si voltò a guardarlo, sorridente.
«Ti ringrazio, Lily. TU Sì che sai come essere g e n t i l e.» scandì l'ultima parola, avvicinandosi all'orecchio del ragazzo invaso dai piercing, come se stesse parlando ad un demente o comunque un povero sordo. 
«Vuoi che sia gentile con te, gamberetto?» chiese ironico lui, abbastanza malizioso, perdipiù. 
«Figurati, chi te l'ha chiesto!» rispose acida lei. 
«Hai preparato le valigie?» le domandò poi, all'improvviso. 
«Non ancora, stavo per tornare al dormitorio.» il suo tono era tornato calmo, così come il suo viso. 
«Bene, ora ti darò una dimostrazione pratica della mia gentilezza.» affermò ghignando.
«D-dimostrazione...PRATICA?!» chiese con appena un filo di voce, chiaramente turbata da ciò che di "pratico" potesse fare lui, rude e manesco com'era! 
Si sentì, infatti, sollevare da terra, e prima che se ne accorse, si ritrovò avvolta unicamente dal braccio di Gajeel, che se l'era messa in spalla.
«Mettimi giù, violento narcisista!» gridò appena Levy, mentre picchiettava sulla schiena con i pugni. Probabilmente ci stava mettendo forza, ma per lui erano pari alla puntura di una zanzara.
«Volevi che fossi gentile con te, ora ti risparmio la fatica di tornare a piedi fino al dormitorio!» era troppo compiaciuto, il suo tono, e questo la infastidì. Cominciò a dimenarsi di più, ma l'unica reazione che ottenne, fu la stretta di Gajeel rafforzarsi sui suoi fianchi.
Arrossì, sentendo l'intensificarsi della sua presa. In un certo senso, si sentiva estremamente protetta. E ancor più strano, era che la cosa non le desse fastidio, come invece voleva far credere.
 
«Natsuuuu!» chiamò, l'exceed, il compagno che gli dava le spalle.
«Happy, che c'è?» rispose lui, non proprio interessato a ciò che aveva da dirgli.
«Ho pensato che Charle... aspetta, che stai facendo?» gli chiese, quando lo vide -decisamente- distratto e intento a guardarsi attorno.
«Sto cercando Lucy, l'hai vista?» disse, stavolta era chiaramente attento a ciò che gli avrebbe detto, tant'è che si voltò verso di lui.
«Credo sia tornata a casa, non sento il suo odore. Aye!» 
«Mh... va bene. Grazie!» 
«Di niente! Oh, sì, ti stavo dicendo, riguardo Charle...» cominciò con gli occhi sognanti, ma s'interruppe praticamente subito, quando vide Natsu correre verso l'esterno della gilda. Non l'aveva calcolato prima, non lo stava facendo neanche adesso. Stava per imprecargli dietro, ma il suono della voce della gatta sua amata, lo fece voltare verso di lei.
«Mia dolce Charle!» si avvicinò saltando gioiosamente, pronto ad accoglierla tra le sue braccia. 
Lei lo freddò, sbuffando e voltandosi dall'altra parte. Happy rimase lì, immobile, pietrificato dalla sua freddezza. 
Ripensò a Natsu, invece. Voleva sapere dove fosse Lucy ed era corso a casa sua... assunse un'aria pensierosa, e dopo pochi attimi...
«...Gli ppppppppppppppiace!» esordì, al solito!
 
Natsu, intanto, era quasi giunto sotto casa di Lucy. Intravide il palazzino e aumentò il ritmo della sua corsa, saltò su per il muro e si affacciò alla finestra del suo appartamento, sempre aperta. A volte si chiedeva se non lo facesse apposta per lasciarlo entrare, ma questo dubbio veniva screditato ogni qual volta lei lo cacciasse a suon di calci, da quella stessa finestra. 
S'intrufolò, guardando la grande stanza. Al momento, non era lì. Però c'era il suo profumo. Non il solito profumo della sua stanza, era proprio il profumo di Lucy, del suo corpo. Era pressoché lo stesso, chiunque altro l'avrebbe pensata così, ma il suo olfatto acuto riusciva a distinguerne una leggera fragranza differente. 
Si sedette sul letto e attese che facesse la sua comparsa. Rideva già al pensiero della sua reazione! Se solo lei avesse saputo una cosa del genere, sarebbe stata persino peggore del solito, il che lo fece rabbrividire un istante.
Poi sentì lo schiocco di una porta che veniva schiusa con la chiave, quella del bagno.
Ne uscì una Lucy completamente bagnata, avvolta da un asciugamano ancor più striminzito, i capelli che le infastidivano la fronte e altri le spalle.
Quel profumo era ancor più dolce e delicato, dopo che si faceva il bagno. Come se, immerdengosi in quelle acque colme di flaconi di balsami e ogni tipo di bagnoschiuma, quell'odore si rinnovasse, il suo profumo si accentuasse sempre di più. Forse era per questo che lo distingueva dal resto dell'appartamento. 
Rimase un breve attimo senza fiatare, lei sembrava non averlo visto. Rilassata com'era, aveva gli occhi chiusi e un sorriso quasi ebete stampato in faccia. Teneva in mano una piccola asciugamano, che le scivolò.
Si chinò a raccoglierla, troppo, regalando una generosa vista sul suo prosperoso seno.
Natsu deglutì, spalcando gli occhi. Aveva già visto Lucy in asciugamano, infatti era rimasto impassibile alla sua "entrata in scena", ma non era mai andato "oltre" l'asciugamano. 
Persino qualche sconcio pensierino su certi suoi completi, trovati quà e là in camera sua, ma nulla di ciò gli aveva mai provocato una fastidiosa reazione all'alzabandiera. E sarebbe stato molto spiacevole, se Lucy se ne fosse accorta. 
Rimase un attimo in contemplazione, esattamente quell'attimo in cui lei si rese conto dell'"ospite", sollevando piano il capo. 
La sua espressione era inizialmente sorpresa, divendendo poi furiosa e in seguito, scioccata. 
Non riusciva a spiegarselo, ma Natsu era arrossito. Pensò che probabilmente stava facendo pensieri sconci, e gli tirò l'asciugamano in pieno viso, talmente forte da lasciargli il segno impresso. 
«Che cavolo ci fai qui?!» imprecò lei.
«Me lo chiedi tutte le volte, secondo te?» rispose lui, mentre si massaggiava la parte dolente.
«Beh, non posso darti retta, ora! Devo preparare le valigie, domani partiamo per...»
Si fermò. Ebbe un fremito.
Natsu si alzò di scatto e le fu subito di fianco.
«Tutto bene?» chiese, preoccupato. Le sue iridi nocciolate erano spalcante, fisse sul pavimento, la bocca leggermente schiusa.
«Lucy!» la richiamò lui.
«S-sì, scusa...» peccato che il suo volto traspariva l'esatto contrario delle sue parole, e il Dragon Slayer aveva un talento innato per cogliere ogni emozione nascosta sul viso della bionda.
La vedeva spaventata. Non come quando era in preda alla crisi, quella fu una scena a cui lui si augurò di non dover mai più assistere. Ma aveva paura. Non lo diceva, lo dimostrava.
Istintivamente, le prese la mano, tremava. Lei sussultò, ritirandosi un pò all'inizio.
«Stai tranquilla, Lucy. Andrà tutto bene. Ci sono io con te.» 
Ricambiò la stretta, come se quelle parole fossero l'incentivo migliore per accettare che la sua mano l'avvolgesse.
Sentiva il suo cuore battere appena un pò più velocemente. Gli occhi incatenati ai suoi. Ebbe come la sensazione di poterci sprofondare dentro. Era intensi, neri come la pece. Eppure, in essi vedeva il fuoco della determinazione. La determinazione che alimentava le sue fiamme. 
Il potere di Natsu erano le sue emozioni, e se agli occhi di lei sembrava invincibile, quanto forti potevano essere i suoi sentimenti? Quanto era in grado di amare, quel ragazzo? 
Amare. Natsu l'amava? L'avrebbe mai amata? Secondo Mirajane, sì. Secondo il suo cuore, no. Seppure questo si opponeva a questa verità, perché dopotutto, un pò ci sperava.
Scosse la testa a quei pensieri, si sentiva stupida. Non era il momento per concedersi a simili fantasie, sarebbero partiti la mattina dopo, doveva concentrarsi sulla missione, non poteva, non doveva e non voleva essere di peso a Natsu. Avrebbe fatto del suo meglio per risultargli il più utile possibile, perché, a parte Happy, sarebbero stati soli. Come una comune missione, solo che qui mettevano davvero a repentaglio le loro e le milioni di sorti che vivevano nella città di Bardeon.
Sentì ancora il calore della mano di Natsu sulla sua, vi posò lo sguardo ed entrambi si allontanarono, imbarazzati. 
«S-scusami..!» disse lui, portandosi un braccio dietro la testa.
«N-non ti preoccupare...» sussurrò appena lei, tenendosi stretta la mano con l'altra. 
A quanti gradi era la temperatura corporea del Dragon Slayer? Sembrava gli andasse a fuoco la pelle, e quella della bionda al seguito!
«Comunque...» riprese la parola lui, ancora voltato dall'altra parte e imbarazzato. Invece lei si voltò, curiosa. Caratteristica predominante del suo carattere.
«Io vado, ti lascio prepare...» 
Stava per andarsene, un cenno con la mano, in segno di saluto, stroncato sul nascere dalla presa ferrea di Lucy alla sua giacca.
Si voltò verso di lei, confuso. Forse stava di nuovo male?
«P-potresti...» la guardò, ancora più confuso.
«Cioè... d-dico, se vuoi...» ma che stava dicendo? Parlava a vanvera!
«Lucy, che c'è?» le chiese con totale innocenza, ma a lei sembrò volesse incalzare sulla questione, così sbottò.
«Puoi restare qui con me?» strizzò gli occhi e all'unisono con essi, strinse la giacca. Quando ci si metteva, aveva una forza sovrumana. 
Lui restò immobile qualche secondo, la fissava. Era rossa, sembrava che le sue guance stessero bruciando prepotentemente per l'imbarazzo. 
Si voltò interamente, lei dovette staccarsi, anche per non sembrare più ridicola del dovuto. 
«E' strano che tu me lo chieda.» aggiunse poi, tono indifferente.
«Ho detto "se vuoi", sei libero di andartene!» disse, quasi offesa.
«Va bene!» esordì infine.
«V-va bene? Va bene cosa?»
«Rimango.» sorrise, un sorriso che sovrastava l'intero volto del ragazzo. 
Lo guardò sorpresa, credeva che l'avrebbe presa in giro o detto chissà quale sciocchezza, invece le aveva sorriso e risposto che sarebbe rimasto. 
Si girò di scatto per nascondere l'ulteriore colore purpureo che si era impossessato delle sue gote, sorridendo, quasi intenerita dalla sua spontaneità.
Andò in bagno, si mise il pigiama, e preparò qualcosa da mangiare per entrambi. Quel cibo sarebbe bastato per dodici persone, ma per un Natsu era quasi una quantità indecente. Non si lamentò, però. Del resto, era la prima volta che era stata lei, ad ospitarlo. Se si fosse mostrato scortese, l'avrebbe massacrato e poi scaraventato fuori. 
Dopo una buona mezz'ora, il rosato si gettò con noncuranza sul letto di Lucy, che rimbalzò. 
«Potresti essere più delicato?»
«E' più forte di me, questo letto è comodissimo!» rispose euforico. Per un letto, tanto entusiasmo?
Sospirò rassegnata.
«Scansati.» sembrava un ordine, ma lui le fece subito posto.
«E resta dalla tua parte!» precisò, mentre si accovacciava su se stessa.
«Quanto sei acida!» sbuffò lui, voltandosi dall'altra parte. 
Tuttavia, le loro schiene erano in l'una poggiata sull'altra. Era inevitabile, per quanto il letto potesse essere largo -abbastanza da farli entrare entrambi- con due persone teneva a restringersi. 
Natsu si addormentò praticamente subito, russava in una maniera sconcertante, tant'è che Lucy pensava sarebbe soffocato. 
Più lentamente, anche lei concesse a Morfeo di accoglierla tra le sue braccia. 
Se ne pentì subito.
Sognò ciò che le era stato mostrato alla locanda. Bardeo in fiamme, i suoi abitanti morivano, veniva uccisi, massacrati. Le loro anime... venivano come risucchiate in un vortice. Solo che, quel vortice, erano le fauci di un uomo. 
La stava guardando, mentre divorava l'anima. La puntava col dito. 
"Sei la prossima" gli sentì pronunciare.
Spalancò gli occhi, la fronte sudata e il respiro affannato.
«Che succede?» disse una voce dietro di lei. Per essere riuscita a svegliare Natsu, la sua reazione era stata più violenta di quello che pensasse.
«I-io ho...» cercò di dire, col fiato corto, mentre ormai erano seduti sul letto.
«Hai avuto un'altra visione?» è così che la chiamavano? 
Annuì piano.
«Era come se... la mia anima... la mia anima! Stava divorando la mia anima! Lui... lui se ne cibava!» 
Iniziò a tremare, portò le mani alla testa, come a voler sopprimere quei pensieri.
«Calmati, Lucy! E' normale che tu sia scossa, ma è stato solo un sogno.» cercò di tranquillizzarla, ma lei non sembrava ascoltarlo.
Posò una mano sulla sua guancia, vi si diresse lentamente, in modo tale che lei potesse ritrarsi nel caso in cui, quel tocco, non fosse desiderato.
Puntò il suo sguardo in quello di Natsu.
«Stai bene?» le chiese, sorridendole lievemente.
Annuì ancora. 
«Riposati, adesso.» le disse, ma lei reagì come se le avesse detto di andare al patibolo.
«N-no, io non...»
«Avanti.» aggiunse, era dolce.
Pian piano, lo seguì, ripoggiando nuovamente la testa sul cuscino.
La sentì tremare, non voleva chiudere gli occhi. La avvicinò più a sé, cingendola tra le sue braccia e stringedola.
Le mani di Lucy finirono sul petto di Natsu senza che lei lo volesse. Eppure, era comoda.
Sentì poi una sua mano, carezzarle i capelli, proprio come aveva fatto lei in missione.
Era sorprendente quanto un tocco così delicato, potesse essere la sicurezza migliore che, in quel momento, avrebbe potuto infonderle.
Era lì, con lei. 
Gli si avvicinò ancora, chiudendo poco a poco le palpebre. Nascose il viso nel suo petto, e stavolta concesse a Natsu di cingerla tra le sue braccia, e cullarla nei sogni. Anche lì, si disse, l'avrebbe protetta.
 
 
Chiunque avesse osato varcare le mura di Bardeon, sarebbe stato destinato a soccombere. 
Non vi erano giovani donne, da quando la profezia della Luce fu annunciata al Divoratore. Si cibiva delle anime di pressoché neonate, avrebbe impedito, in qualsiasi modo gli fosse stato possibile, l'avverarsi di quella profezia.

 
___________________________________________

Eccomi!!! >w<

A dispetto -di nuovo- di quello che avevo detto, ho aggiornato prima di quanto pensassi!
Scusate già da ora per possibili errori grammaticali o di battitura, l'ho scritta ieri sera, presa da un momento di "ispirazione" e... ecco qua. u.u

Passiamo al mio monologo di disgusto nei confronti del nuovo capitolo. xD
STRANAMENTE, sono soddisfatta *coro alleluia* della lunghezza, perché rispetto al terzo, è decisameeeeente più lungo. *yeah*

Il resto, vabbé, sto zitta. u_u
Accenni Gruvia, qualcosa di GaLe, addirittura Mira e Fried, coppia che mi è stata "ispiratata" da una recensione (ma comunque non l'approfondirò, credo che il momento più MiraxFried sarà questo.. e lui non ha nemmeno detto niente, perciò. D:) e...
c'è bisogno che lo dico? *^*
La NaLu ha preso un pò di spazio, alla fine.
Credevo che metà capitolo fosse solo quello, quando ho riletto la prima volta. °-°
Temo inoltre, di aver reso Natsu un pò OOC, e anche Lucy... veramente temo di aver reso un pò tutti OOC, con le coppie mi risulterà più difficile, gomen ne. ç_ç

[1]: Si fa riferimento a Macao, visto che nei primi capitoli si era diretto lì in missione. Un Valkan gli aveva inflitto il Take Over, tramutando lui stesso in una di quelle strane scimmie troppo cresciute. La caverna è la stessa, insomma. Per questo ho precisato. :D

Ehm, che altro...

D a l   p r o s s i m o   c a p i t o l o   s i   e n t r e r à n e l   v i v o   d e l l a   s t o r i a . 

Non ho mai provato a scrivere su scene d'azione, spero di non fare schifo e arricchirle il più possibile. D: 
E visto che, come prossimo capitolo si preannuncia più "impegnativo", potrebbero volermici più di quattro giorni, per il prossimo aggiornamento... perciò non vi garantisco niente!

 Ringrazio e concludo! 
Ringrazio, come sempre, chiunque recensisca e abbia recensito sino ad ora. E' merito vostro se l'ispirazione torna più in fretta di quello che pensassi. :') 
Ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite, 7 persone che ringrazio davvero tanto!
Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite, 17. 17? Non mi aspettavo davvero di essere seguita da così tanti. ç_ç
Tra le ricordate, beh, lì non c'è ancora nessuno. xD 

Vi adoro, tanto. 
Un bacio, e al prossimo aggiornamento! <3


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Si svegliò, avvolta nel piumone caldo del suo letto. Si sentì smarrita, appena un attimo, giusto il tempo di mettere a fuoco ciò le circondava, non ricordandosi inizialmente cosa fosse successo la sera prima. Portò una mano a stropicciarsi gli occhi, per poi carezzarsi le guance e avvertirle fresche e leggermente umide a contatto con la pelle, probabilmente per le lacrime versate durante la notte, inconsciamente, per quel sogno.
Cercò di mettersi seduta, ma qualcosa glielo impediva. Sbattè più volte le palpebre, la vista, non del tutto chiara, le impediva di riconoscere cosa l'ancorava a sé, chi le dormiva di fianco. Pian piano, cominciò a distinguere un rosa acceso, differente dalla coperta, ed un viso apperentemente ancora dormiente. L'immagine sfocata di Natsu cominciò a rendersi sempre più nitida, fin quando, la maga stellare, non fu sul punto di prenderlo e lanciarlo fuori dalla finestra, rimasta aperta, per l'ennesima notte. 
Inutilmente, pensò, poiché era stata lei stessa a concedergli quello che per l'amico era il lusso di dormire tranquillamente nel suo letto. L'aveva invitato di sua spontanea volontà, un gesto di gentilezza del tutto inaspettato dal Dragon Slayer, che non se l'era fatto chiedere due volte. Anche se, non era proprio per gentilezza, che l'aveva accolto sotto le stesse coltri. La paura che aveva ottenebrato ogni suo incubo, quella notte, sentiva che si placava ogni qual volta Natsu la stringesse maggiormente a sé, probabilmente mentre lei si agitava nel sonno. 
Si sollevò sui gomiti, osservando l'amico che le cingeva ancora la vita, aumentando ulteriormente la presa, e sorrise. Un sorriso sincero, un sorriso che serbava solo al mago del fuoco. Si mise poi ad osservarlo, con un lieve rossore sulle guance, nel caso quest'ultimo se ne sarebbe accorto. Tuttavia, il respiro regolare e l'espressione beata sul volto del compagno, lasciava intendere che fosse ancora in un mondo creato dalla sua fantasia, dal subconscio che porta nel limbo dei sogni. 
Chissà cosa starà sognando, si chiese la bionda, senza l'intenzione di distogliere lo sguardo da chi le sostava accanto, dal suo corpo. Seppure questo fosse coperto dalla giacca nera ad una sola manica, Lucy era inspiegabilmente attratta dal petto, non particolarmente robusto ma abbastanza tonico, del Dragon Slayer e dai movimenti che esso si apprestava a fare mentre respirava. Inoltre, le premeva leggermente contro, abbastanza da farla sussultare quando se ne cominciò a rendere conto, svegliando così l'amico.
«Mh...sparisci, Gray...» mugugnò. Per fortuna della maga, che sospirò di sollievo, stava ancora sognando.
Cercò di alzarsi, perché di certo non poteva rimanere ancora tra le sue braccia, non essendo in grado di fronteggiare il suo imbarazzo che avrebbe persistito a rimanerle impresso sul volto. La cosa si mostrò essere più difficile del previsto, poiché Natsu non era dell'idea di mollare la presa. 
E staccati! pensò Lucy, provando ad allontanare il Dragon Slayer con le sue braccia, esprimendo un effettivo sforzo. Ci riuscì, col risultato di ritrovarsi sul pavimento, provocando un tonfo che -stavolta- svegliò davvero il rosato.
«CHE SUCCEDE?!» gridò lui, sull'attenti. 
«C-che vuoi che succeda, sono caduta dal letto!» sbraitò lei in tutta risposta, che aveva perso un battito per lo scatto improvviso del compagno.
«Oh...Lucy...sei tu!» aggiunse lui, come se l'intrusa fosse lei.
«Questa è casa mia.» sibilò la maga stellare, avvolta in un alone violaceo e con un espressione di pura rassegnazione in viso. Se non altro, l'imbarazzo sembrava scomparso del tutto. 
«Sei riuscita a dormire?» le domandò lui, all'improvviso.
«Mh? Sì... più o meno.» 
La guardò dubbioso, come se non credesse alle sue parole. Era sicuro di averla sentita singhiozzare, durante la notte, e stringere le mani contro la sua giacca, quando il suo corpo fremeva di colpo. Ma se avesse avuto, effettivamente, qualche problema, e non aveva ancora deciso di parlargliene, avrebbe aspettato che fosse stata lei stessa a prendere l'argomento.
«E tu?» che, per il momento, non aveva intenzione di prendere. 
«Sì, ero piuttosto comodo.» sorrise lui ampiamente. Non vi era malizia, nelle sue parole, pura innocenza l'aveva spinto a rispondere sinceramente. Non si rese nemmeno conto delle purpuree gote di Lucy. 
«Comunque, vuoi fare colazione?» chiese, leggermente imbarazzata.
Natsu si limitò annuire, poi si stiracchiò e si alzò, incamminandosi verso la cucina. 
«ALT!» lo fermò la bionda, sollevando la mano.
«Che c'è?»
«Non ti farò entrare in cucina, la prosciugheresti in meno di un minuto.» disse lei, incrociando le braccia al petto, con aria severa. In risposta, il Dragon Slayer fece altrettanto, voltando lo sguardo da un'altra parte. 
«Quanto la fai lunga, ogni volta.» sbuffò lui, e lei di rimando. «Andrà tutto a male!» aggiunse, sperando -invano- di riuscire a convincerla.
«Prima o poi mangerò, non credi?» 
«Ma non sappiamo ancora quando torneremo da Bard..» 
Si fermò, pentendosi di aver anche solo accennato al pronunciare quel nome. Vide una scintilla di terrore, scoccare negli occhi dell'amica, che tuttavia non mostrò il minimo cambiamento. Esteriormente, almeno. 
«In effetti, hai ragione... probabilmente andrà tutto a male...» la sua voce era cupa, come se, con quella frase, si riferisse a ben altro. 
«O magari no, se torniamo in fretta.» esordì Natsu.
La ragazza portò immediatamente gli occhi sulla figura del compagno, che iniziava a sedersi a tavola.
«Non entrerò in cucina, però sbrigati, ho fame!» continuò lui, portandosi una mano sulla pancia. 
Senza neanche rispondergli, andò in cucina e si mise a prendere qualcosa per la colazione. Si ritrovò a sorridere e a ringraziare l'amico, per ciò che le aveva detto. Perché, ne era sicura, alludevano alla stessa cosa. E in quella sua singola frase, era riuscito ad alimentare la speranza nel cuore di lei, fragile al punto da frantumarsi persino sotto il delicato tocco di un soffio.
Decise di caricarsi di quella speranza, intraprendendo così il viaggio al fianco di Natsu, dell'unico la cui sola presenza bastava. 
Portò il pasto mattutino al ragazzo, già ridotto nello stato pietoso di chi non mangia da giorni interi. 
«Devi dare una controllata al tuo stomaco, il viaggio sarà lungo, credi poter mangiare ogni volta che te ne venga la voglia?» bofonchiò lei, mentre addentava il suo toast.
«Non potrei comunque mangiare durante il viaggio...» sibilò il rosato, prendendo un colore verdastro al solo pensiero di dover salire su una carrozza o qualsiasi altro mezzo per giungere alla fantomatica meta.
«Oh, già, tu e la tua sofferenza dei mezzi di trasporto...» lo canzonò, ricevendo un'occhiataccia da lui che si sentiva chiaramente preso in giro. 
«Tu piuttosto, dovresti cercare di mangiare di meno, o dovrai cambiare i vestiti di altre tre taglie!» fece lui a sua volta, sorridendo sornione con estrema strafottenza.
«Zitto e mangia il tuo toast.» lo freddò immediatamente lei.
 
Tormentato da un insistente mal di testa, Gray andò in cucina a bere un bicchiere d'acqua, andando poi in bagno per rinfrescarsi sotto una doccia gelida. Rimase sconcertato nello scorgere, davanti lo specchio, gli evidenti segni della sua nottata andata male, occhiaie eccessivamente scure, come il suo umore, sin dal giorno prima. 
Non era riuscito a pensare ad altro che alla sua missione, al perché dovessero seguire Natsu e Lucy, senza farsi possibilmente scoprire da questi ultimi, e perché il Master avesse deciso di mandarli da soli, se comunque anche il suo team sarebbe andato a Bardeon, prima o dopo che fosse. Ed Erza. Non riusciva a spiegarsi nemmeno lei. La guerriera più temibile di tutta Fairy Tail, era evidente il suo disappunto verso le decisioni di Makarow, che sembrava muoversi e scegliere come manovrare le sue pedine nella maniera più assurda e sconsigliata dalla ragione. 
Per non parlare di Lucy, di cui non sapeva praticamente niente, se non accenni a ciò che le era successo. Sfortunatamente, quando aveva avuto la suddetta "crisi", si trovava fuori per un lavoro, con Lluvia. Aveva tanto insistito che, alla fine, era stata capace di farlo cedere e accettare di andare con lei. Non che le rinfacciasse o attribuisse qualsiasi colpa, ma se avesse avuto anche il cenno ad un pessimo presentimento, avrebbe rifiutato nel modo più gelido che era capace di impersonare, se era necessario per estinguere la speranza che si accendeva nei suoi occhi, ogni volta che si proponeva per un ingaggio in sua compagnia. 
Ci sarebbe stata anche lei, comunque. 
L'acqua della doccia che picchiettava sulla sua pelle gli portava alla mente il primo incontro con la donna della pioggia, verso la quale sentì immediatamente una sorta di compatibilità, forse nata proprio dal princìpio dei loro poteri. Inoltre, era leale. Aveva creduto in lui anche quando il tutto conduceva ad un unico colpevole.
Chiuse l'acqua, in fretta, come se starvi sotto il getto, anche solo per qualche breve, ulteriore, istante, avrebbe annientato ogni sua difesa. Oltretutto, il suo umore era peggiorato nuovamente. La causa, sentimenti di cui era consapevole e altri di cui non riusciva ancora a stabilirne l'importanza.
Uscì, si asciugò malamente e si mise i vestiti con la stessa velocità che impiegava per toglierseli. S'incamminò dunque verso la gilda, dove si sarebbe incontrato con i suoi compagni.
Proseguiva con lo sguardo basso, il passo lento, visto che comunque era più che in perfetto orario, pensieroso e timoroso di ciò che sarebbe successo di lì a poche ore. 
Una voce calda e familiare irruppe bruscamente nel suo rimuginare su quell'appena iniziata serie di eventi: Lucy, che agitava il braccio in segno di saluto, correndogli incontro.
«Buongiorno!» disse radiosa.
«Buongiorno.» rispose lui, accennando un sorriso. «Dove hai lasciato quell'idiota del tuo compagni di team?» 
«Ehi, nudista surgelato!» esordì, appunto, il compagno idiota, sbucando da dietro le spalle della bionda. 
«N-Natsu? Sei già sveglio a quest'ora?!»
«Per forza, Lucy mi ha svegliato cadendo da let-» fu interrotto dalla gomitata della ragazza, che si mise a ridere nervosamente.
«Oh, sentivo una certa puzza di bruciato, ma credevo fosse semplicemente Natsu.» sorrise malizioso alla bionda, che prendeva lo stesso colore delle fiamme di Natsu, ora intorno al suo pugno, furioso -ovviamente- non per lo stesso motivo di Lucy. 
L'imminente colpo diretto al viso di Gray venne letteralmente spento da un'improvvisa cascata d'acqua, che si avventò sul mago del fuoco. Quest'ultimo, si ritrovò a maledire chiunque fosse stato o qualsiasi evento atmosferico si fosse manifestato per pura coincidenza proprio in quell'istante. Gray, invece, seppure inizialmente gioente per la misera disfatta dell'attacco del Dragon Slayer, il cui pugno stretto si limitava a fumare, si rabbuiò, quando al suo fianco comparve Lluvia. 
«Allora sei stata tu!» iniziò a sbraitarle contro Natsu e blaterando di una imminente vendetta su di lei.
«Lluvia pensava solo che Natsu-san sentisse caldo.» si "giustificò" lei, aria e tono inespressivi. 
Si girò a guardare il suo amato, che preferiva osservare l'asfalto, piuttosto che rischiare di immergersi nel blu dei suoi occhi. 
«Gray, esattamente, quanto hai dormito?» chiese Lucy, sporgendosi in avanti per guardare meglio le borse sotto gli occhi del mago del ghiaccio, abbastanza visibili anche da una certa distanza. Lluvia mordeva un fazzoletto e drammatizzava con il solito "koigataki[1]". 
«Non molto, in effetti...»  disse Gray, inarcando un sopracciglio, scettico delle sue stesse parole. «Pensavo a Ba...» sgranò gli occhi, quando si ritrovò lo sguardo di Natsu, fisso nel suo. 
Quegli occhi così scuri, sentiva come se lo stessero scrutando dentro, una strana sensazione ad intimorirlo; una parola di troppo, una reazione da parte di Lucy, ed era certo che gli si sarebbe avventato addosso senza esitazione. Lo vide poi affiancarla, e capì: si ricordava che la presunta crisi della ragazza, avesse avuto luogo al pronunciare il nome di quella città. Eppure, non gli era sembrata granché scossa, in gilda, quando Makarow le aveva annunciato il viaggio proprio all'interno di essa. Tuttavia, Natsu era l'unico ad aver assistito a quella sua crisi, perciò non era poi così strano il fatto che tenesse che nessun altro la pronunciasse, in presenza di lei, almeno.
«Niente, non riuscivo a prendere sonno per un banalissimo motivo.» cercò distrattamente una parola con cui confondere la città, temendo che Lucy potesse capire. Invece, si mostrò ugualmente indifferente, pronunziando appena un "Ah", come di delusione. Non aveva chiesto quale fosse il banalissimo motivo, e per questo ringraziava qualsiasi kami in ascolto: era già tanto se aveva distorto quel nome in un aggettivo, inventarsi una scusa abbastanza convincente sarebbe stato come scavarsi la fossa da solo. 
Si stava venendo a creare uno strano silenzio, gelido, quasi non vi fosse confidenza, fra quelle quattro persone. Natsu smise di fissare Gray con aria omicida, ma quest'ultimo rimase comunque turbato dalla sua reazione e curioso, in un certo senso, di quella della bionda, se avesse percepito anche solo il sussurro, o l'intenzione di questo, di Bardeon.
«Andiamo, Happy ci starà aspettando.» esordì poi Natsu, che prese Lucy per il polso, trascinandola dietro di sé. Cercava di porre resistenza, ma si arrese all'evidenza che il rosato era decisamente più forte di lei, specie se la sua forza era alimentata dalla sua ferrea volontà. Salutò appena i due rimasti indietro, che li sentirono bisticciare sulla poca delicatezza del Dragon Slayer e quella eccessiva della maga degli Spiriti Stellari.
«C'è un che di divertente, in Natsu-san e Lucy-san.» disse Lluvia, il tono così flebile da carezzare in contro pelo il cuore del mago alchimista. Poteva sembrare ottuso, ma era in grado di cogliere l'amarezza nelle parole, apparentemente gentili, di Lluvia, e la malinconia di quel sorriso che ora sfoggiava.
Vorresti esserci tu, al loro posto? le avrebbe chiesto, ma iniziare con lei quell'argomento, non era proprio il caso. Sarebbe diventanto scontroso persino con Erza, e doveva tenersela buona se sperava di estorcerle almeno un minimo di ciò che lei sapeva.
«Andiamo anche noi.» le disse così, infine, più freddo e distaccato possibile. Ma quanto sarebbe riuscito ad esserlo? Il viaggio, chissà quanto sarebbe durato. 
 
«Si può sapere che ti è preso?» sbuffò la bionda, irritata dal comportamento del compagno, che si limitò a sbuffare a sua volta, con fare offeso.
E' inutile capirlo, quando è il suo lato infantile, ad avere la meglio, c'è poco da fare! pensò Lucy, sospirando rassegnata.
«Lato infantile?» ripetè, a bassa voce ma, con tutta probabilità, era stata sentita, tant'è che Natsu sbuffò pesantemente, quasi volesse farle pesare ciò che gli aveva detto.
Sì, decisamente infantile. confermò poi a se stessa mentre, guardando il rosato, rise, senza rendersene quasi conto.
 
L'aria era diventata insostenibile, Gray non aveva spiccicato parole e Lluvia non dava segno di volerlo fare lei. Il che, lo irritava ancor di più. Di certo non era una tipa particolarmente loquace o delle volte, addirittura, logorroica, come lo diventava Lucy, a seconda dell'argomento o occasione. Tuttavia, non era nemmeno sua abitudine tacere per così tanto tempo, in sua compagnia. 
Che ci sia rimasta male per prima? si domandò il mago del ghiaccio, scuotendo poi la testa: doveva rimanerci male, solo così avrebbe potuto affrontare la missione che incombeva. Solo così non avrebbero avuto distrazioni, né lui, né lei. Niente distrazioni o pensieri superflui, che il ragazzo se ne ritrovava ad avere persino troppi.
 Uno di questi, gli si presentò dinnanzi. 
«Buongiorno, Erza-san.» salutò Lluvia, inespressiva, guardandola appena il tempo di salutarla.
«Buongiorno Lluvia. Gray.» li salutò lei, ricevendo da quest'ultimo un semplice cenno del capo, nemmeno rivolto in sua direzione.
Erza sospirò. Sapeva da cos'era dovuta quell'indifferenza, ma era ferma nella sua decisione e vincolata ad  una promessa sancita col Master. Gray era uno dei suoi migliori amici, uno dei primi che aveva conosciuto, persino prima di Natsu. E proprio per questo, non poteva concederesti di cedere al suo silenzio, per quanto fastidio e dolore potesse provocarle una tale freddezza. 
Se è così che vuoi. pensò la rossa, che avrebbe agito nel suo stesso modo.
«Quando partiremo?» chiese Lluvia, che rimpiangeva aver usato tutto quell'entusiasmo il giorno prima, all'idea di partire in missione con Gray e la gioia smisurata quando l'aveva invitata a mangiare insieme a lui.
«Il Master vuole prima parlare con noi, un'ultima volta...» esitò a continuare, notando che lo sguardo di Gray la seguisse, seppure sempre voltato dall'altra parte. Poi continuò. «...riguardo la nostra prima missione.» 
Al prima, Gray si lasciò scappare una risatina, un disgusto mal celato a caratterizzarla. 
Decisamente, Lluvia avrebbe preferito non trovarsi in quella situazione, tra gli sguardi freddi di Gray ed Erza e le frecciatine che si lanciavano, senza che lei ne sapesse la causa. E che senso aveva fare parte di quel gruppo, se non veniva nemmeno tenuta in considerazione?
«Entriamo, forza.» le sorrise Erza facendole cenno ad entrare, forse aveva capito il disagio della maga dell'acqua, vista la situazione.
«Aspetta.» disse Gray, attirando l'attenzione di Erza, che si voltò. «Natsu e Lucy?» proseguì.
Aveva capito di aver toccato un tasto estremamente dolente, data la reazione di Erza, che sembrava fosse prossima a negargli l'ennesima informazione richiesta. 
«Voglio dire, li hai visti?» si corresse «Erano davanti a noi.» 
La ragazza si voltò verso Lluvia, pensando che quella potesse essere una tattica di Gray per estorcerle il più insignificante dei particolari. La ragazza dai capelli azzurri annuì. 
«Sì,» rispose, quindi. «sono venuti a prendere Happy e sono partiti.»
Complimenti. pensò Gray; non si era lasciata sfuggire il minimo cenno ad una qualsiasi emozione negativa. Impassibile e impenetrabile, come le sue innumerevoli armature. Davvero brava, Erza
 
«Mgfuhgd...»
«Che ha detto?»
«Vuole scendere, aye!»
«Mdasfiuf...»
«E adesso?»
«Ha detto "Che dejavu".»
«Ora che ci penso...» sorrise, Lucy, ripensando ad appena un paio di giorni prima, il che si era realmente ripetuto, quasi nello stesso modo. E arrossì, quando si ricordò che, per dare un pò di sollievo all'amico, l'aveva fatto stendere sulle proprie ginocchia. Ad incrementarne l'imbarazzo, fu lo sguardo malizioso che Happy le rivolse, probabilmente essendosene ricordato anche lui. 
Prova a dire una parola e ti strappo pelo per pelo. esprimeva lo sguardo di lei, che fece ridere l'exceed, fallendo nel tentativo di nasconderlo.
Ignorandolo completamente, guardò fuori dal finestrino, poggiando la testa sul palmo della mano e, pian piano, si addormentò.
Iniziò quasi subito a sognare, un sogno che, da quel giorno a Lupinus, si ripeteva in continuazione. 
Natsu era nella stessa carrozza, tuttavia non sentiva la stessa sicurezza della notte trascorsa, e seppure stesse semplicemente sognando, era preoccupata dell'impotenza che il suo compagno poteva avere, quando si trovava su un mezzo di trasporto. E se li avessero attaccati? Così accadde nel suo sogno. Un uomo, si presumeva che fosse, li attaccò. Di lui si potevano vedere unicamente le mani, incredibilmente sottili e squamose. Era strano, poiché lei sapeva che quelle caratteristiche poteva assurmele unicamente un Dragon Slayer, come testato, nello scontro con Phantom, su Gajeel e, a detta di Erza, era successo anche a Natsu, alla Torre del Paradiso.
Non capiva granché dello scontro, era come se qualcosa la tenesse salda alla carrozza, e Natsu era impotente, nonostante non fosse più sul mezzo di trasporto. Tutto questo, non lo vedeva, lo sentiva e basta, sentiva la difficoltà di Natsu senza che lui muovesse ancora un dito contro il suo avversario, e il suo volto non era temerario, bensì sconvolto. Che razza di sogno era? Dovevano ancora raggiungere Bardeon, il suo sogno non si era mai soffermato sul viaggio, ma a quello che dopo sarebbe successo.
Quella figura le si avvicinò poi, mentre Natsu rimaneva immobile, terrorizzato da qualcosa che non si trovava più davanti ai suoi occhi.
«Natsu!» gridò lei, quando quell'uomo, o qualunque cosa esso fosse, le fu a meno di un metro di distanza in un sol balzo. 
Cominciò a piangere, «Natsu!» continuava a chiamarlo, ma lui non muoveva un muscolo, sembrava si fosse tramutato in una statua, con l'unica eccezione che sudava freddo. 
Stava per prenderla, per toccarla, quando una luce, fuoriuscente dal suo petto, lo costrinse ad allontanarsi. 
 
Un rumore assordante la fece svegliare di soprassalto, quando cominciò a guardarsi intorno: la carrozza si era fermata, Natsu non c'era. 
Sì affacciò al finestrino, e lo vide. Natsu stava combattendo contro uno strano uomo, avvolto interamente da un mantello con al capo un cappuccio. Il Dragon Slayer gli caricò contro, venendo immediatamente rispedito indietro da qualcosa, forse un incantesimo di quell'individuo stesso, che non mosse un dito.
A giudicare dall'espressione, non era la prima volta che succedeva. Da quanto stavano combattendo? Possibile che avesse dormito tutto quel tempo? 
Gli si avventò nuovamente contro e ancora, lo respinse. Lucy ne era certa, quell'uomo non stava usando le mani, celate accuratamente sotto il lungo capo nero. Nemmeno il viso riusciva a vedere, fatta eccezione per gli occhi, di un verde smeraldo. Si sentiva inspiegabilmente attratta da quegli occhi, che la puntarono. 
Natsu se ne accorse, infuocando il pugno destro e correndo contro l'anonimo nemico. 
«Karyuu no Tekken!» 
Vide l'uomo muoversi e chiuse gli occhi per un istante, preparandosi a subire l'ennesimo colpo. Si stupì, invece, sentendo il suo pugno toccare qualcosa, apparentemente viscida e ricoperta di scaglie. Forse per questa fattezza, la mano cominciò a duolergli, tant'è che gridò per il male provocatogli. Uno smisurato bruciore cui non era certo abituato, pervadeva ogni singolo dito, che richiuse in un pugno e provò nuovamente ad attaccare. Le fiamme non contribuivano a migliorarne le condizioni, anzi, sentiva la sua pelle ardere, come se fosse prossima a bruciare lentamente, portandolo a gemere per il dolore che cresceva man mano che le fiamme aumentavano la loro intensità.
«Non sei ancora evaporato?» sibilò l'uomo, una voce profonda, un che di familiare e nostalgico afferrò il cuore di Natsu, che venne poi stritolato dalla morsa del misterioso essere.
Poteva indendersi letteralmente, poiché il suo attacco non venne fermato, bensì quello sconosciuto si lasciò colpire, stavolta il Dragon Slayer fu cauto a non colpirne la pelle, stracciandone però pezzi del mantello, complicando le cose con le sue stesse mani. Per tutta risposta, l'altro gli pose una mano sul torace, infilindovi gli artigli, cercando di stringerli in un pugno. La bionda cercò di sopprimere le urla del compagno portando le mani alle orecchie, invano. Un suono sordò seguì quegli strazianti versi, provocato dallo stesso ragazzo, bruscamente lanciato lontano da lui. Lucy si affacciò ancora una volta per vedere in che condizioni fosse, quasi pentendosene. Portò le mani alla bocca per soffocare un urlò, quando vide il petto del compagno completamente lacerato, una ferita profonda al centro, appena nei pressi del cuore, completamente ricoperta da un liquido rosso scarlatto che scendeva lungo i fianchi, dilatando una pozza sotto di esso del medesimo colore. 
Sangue, si rifiutava di chiamarlo in quel modo, i battiti frenetici del suo cuore sembravano indicare che non sarebbe stato capace di tollerarne il suono, arrestando perennemente la sua corsa, se fosse stato pronunciato, ma l'odore ferroso che persino a lei, giungeva pungente alle narici, lo ripeteva prepotentemente. Solo dopo notò Happy, di fianco al corpo di Natsu, che non dava cenno di muoversi. L'exceed si ritrovava un solo bernoccolo in testa, probabilmente infertogli da Natsu per non farlo combattere contro quell'essere. Vide quest'ultimo avvicinarsi al ragazzo, la cui sorte era soggetto delle preghiere della maga stellare che, senza esitazione, non appena quello sconosciuto fu ulteriormente vicino all'amico, aprì lo sportello della carrozza e fece per scendere.
«NON VENIRE!» le ordinò Natsu, che respirava faticosamente.
Poggiò una mano sull'asflato, cercando di aiutarsi ad alzarsi, riuscendo a malapena a tirarsi sulle ginocchia. Già quello era stato uno sforzo eccessivo, e Lucy potè udire quel dolore quando il Dragon Slayer si sfilò la sciarpa di Igneel, lanciandogliela. 
«Se si sporcasse, ti sarebbe difficile pulirla!» le disse lui sorridendole, mentre si  asciugava, col dorso della mano, del sangue che iniziava a colargli dalla bocca. Digrignò i denti quando la vide piangere. 
Non sarebbe dovuta andare in questo modo! gridò Lucy a se stessa. Natsu provò ancora ad alzarsi, ma il dolore della ferita gli impediva di muoversi. Stava perdendo troppo sangue, non importava quanto fosse elevata la sua resistenza, non poteva resistere ancora. Non per molto.
MALEDIZIONE! urlò ancora lei, disperata, mentre stringeva tra le mani tremanti, la sciarpa di Igneel, la sciarpa che profumava di Natsu e non del suo sangue, e mordeva il labbro inferiore con una foga che di lì a poco lo avrebbe fatto gonfiare se non sanguinare. 
Provò ancora a scendere dalla carrozza.
«TI HO DETTO DI NON VENIRE!» le ripetè, stringendo i pugni e gli occhi. Gli faceva male vederla in quello stato, vederla soffrire per lui. Tuttavia, si accorse che la vista stava cominciando ad offuscarsi ed i sensi affievolirsi. Riusciva appena a percepire ciò che gli succedeva intorno, ogni singolare suono diveniva ovattato, e per lui dall'udito sopraffino, era una sensazione straziante. 
La figura dell'essere meschino diresse il suo passo verso di lui.
«Non sei ancora morto?» chiese ironico.
Il cuore di Lucy andava troppo veloce, i suoi battiti le confondevano le idee e non riusciva a capire ciò che quell'uomo stesse dicendo. Si sentiva svenire, e sarebbe successo, non appena avesse assistito impotente alla fine del suo amico, e poi, probabilmente, anche alla sua.
Chiuse gli occhi, si strinse alla sciarpa e si sentì egoista, nell'avvolgersela al collo, quando sentì lo sguardo di Natsu su di lei, probabilmente contrario a ciò che stava facendo. 
Nella sua mente continuavano a comparire le mani di quell'uomo, lo stesso del suo sogno, ne era certa, l'avevano impressionata in tal modo da non scordarsele più di certo.
Ebbe un brivido quando sentì Natsu gemere nuovamente e un "bastardo" sussurrare. 
 
Un fischio, non un comune suono generato dal soffio delle labbra, era dolce, acuto alla medesima maniera, ma aveva un che di differente. Poi, un alone bianco, uno strano fascio di luce che la portò ad aprire gli occhi, smossa dalla sua solita curiosità. Era la stessa luce, la luce che, nel sogno, proveniva dal suo petto. Quella stessa luce che stava lentamente allontanando quello che poteva definirsi perfettamente un demone, visto l'orrore rivolto contro quella purezza candida che trasmetteva un calore familiare, una sicurezza di casa. 
La figura oscura e nemica si dissolse stranamente nel nulla, mostrando un espressione d'odio verso quel qualcosa o qualcuno che aveva evocato la strana magia, se quello era. 
Pochi secondi, e si guardò intorno. Lucy non vide più quello sconosciuto, che di sé non aveva lasciato traccia, se non sul corpo di Natsu. Si ricordò solo in quell'istante delle condizioni del compagno che aveva cercato di proteggere sia lei che Happy, scendendo senza più alcun impedimento verso di lui. Annullò in poche falcate la distanza che li aveva dolorosamente separati, prendendo la sua testa e poggiandosela sopra le gambe, incurante della pozza rossa su cui ora posava la pelle liscia di esse.
«Natsu!» urlava disperata, mentre le lacrime cadevano incessantemente sul viso del Dragon Slayer, che cominciò a scuotere appena per cercare di svegliarlo, senza dolergli ulteriormente. 
«Sta tranquilla.» udì una voce provenire da dietro le sue spalle.
 Si voltò ma non riuscì a scorgere a chi appartenesse, poiché i sensi cominciavano ad abbandonarla, facendola accasciare di fianco a Natsu.


 
______________________________

...
Ahimè, faccio schifo. Lo so. 
Sentitevi pure liberi di prendermi a parole, lanciarmi oggetti contundenti (ma l'unica cosa a rimetterci sarebbe lo schermo del vostro computer) e... prego, imprecatemi pure contro per l'inaccettabile tempo di aggiornamento. E per lo schifoso capitolo con cui sono tornata, oltretutto! Specie per com'è finito... avete il diritto di odiarmi D: Gomenasai ç_ç
Però, vedete, una svolta simile era necessaria! 
Se non questa, un'altra più introspettiva... (I n o r i, ecco cos'erano 1 e 2 xD) 
Comunque, ho voluto/dovuto aggiornare prima di immergermi del tutto nel mondo scolastico, che da venerdì/sabato occuperà i miei amati pomeriggi prima dedicati alla scrittura e alle vostre, di storie. ;_;

[1]: in teoria, "koigataki" significherebbe "rivale in amore", cosa che la nostra Lluvia-chan dice spesso xD
Non vi trattengo oltre con i miei sproloqui, spero solo che abbiate un minimo di pietà nei miei confronti :'D LOL

Ringrazio infinitamente quelle 22 adoratissime persone che seguono la mia storia, le 9 che l'hanno già inserita tra le preferite e quel/quella lettore/lettrice (non ricordo il nickname, ma spero basti ugualmente!) che l'ha inserita tra le ricordate! *-*
Ringrazio anche e come sempre, chi vorrà recensire, esprimendomi un libero parere sulla storia. :'3


Scusate eventuali errori, ripetizioni, verbi dannatamente errati eccetera; ci tenevo talmente, ad aggiornare, che ho probabilmente combinato un macello. :'D
Vi adoro, vi adoro tanto.  E grazie per la pazienza. 

Non prometto nulla, ma spero di aggiornare prima di domenica, perciò in tempi non poi così scandalosi! 

Vi adoro, ancora. :')

Un bacio e alla prossima, spero presto!! <3<3
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


Magnolia, Fairy Tail, secondo team.
Tre ore prima. 
 
Bussarono appena e, senza sentire il consenso, entrarono. 
«Siamo noi, Master.» si rivolse la rossa al minuto uomo, ora voltato verso l'ampia vetrata che affacciava sul mare, le braccia dietro la schiena. «Siamo venuti per ulteriori informazioni sulla nostra missione.» proseguì lei.
Gray sbuffò. "Informazioni" e "missione" erano le uniche due parole su cui si concentrava, e lei continuava a ripeterle nonostante sapesse quanto gli premesse sapere di più.
«Vi ho già detto tutto, andate da Macao e vi fornirà le indicazioni per il vostro viaggio.»
«Mi riferivo all'altra missione. E la prego, non faccia finta di non capire.» 
Makarow sospirò pesantemente, prima di voltarsi interamente dalla parte dei ragazzi. 
«Ho già detto molto anche di quella. Non dovrete far altro che raggiungerli dopo aver consegnato il cimelio a Levy, che le permetterà di varcare gli Archivi.»
«Loro sono già partiti, però.» esordì Gray. «Avranno messo un pò di strada tra quì e ovunque si trovino adesso.» concluse. 
Era inutile, solo Erza riusciva a non far trapelare alcuna intenzione, mentre quelle di Gray, le sue erano sin troppo chiare. Voleva sapere, e come dargliene torto? Ma era in parte per il suo bene, se non era stato messo al corrente di nulla. E perché si poteva ritenere un tipo impulsivo, per certi aspetti.
«Li raggiungerete direttamente a Bardeon.» rispose il Master, mentre chiudeva gli occhi. Gray rimase sorpreso, direttamente a Bardeon? 
«Credevo che...»
«Ora potete andare. L'altro team è già partito, vi aspetteranno per poi accedere agli Archivi.» concluse, ignorando esplicitamente il moro.
«Bene.» disse Erza.
«Bene.» fece altrettanto Gray, calcando la parola con un tono acido, decisamente contrario ad essere all'oscuro di tutto, nonostante fosse proprio nel mezzo dell'argomento.
I tre ragazzi fecero per uscire. 
Lluvia, che nel frattempo si era ridotta alla grandezza di un granello di polvere, sentiva una pressione soffocante in quel cerchio di persone che ancora non accennavano a renderla partecipe di niente. Cominciava a sentirsi inutile ancor prima di iniziare il viaggio, e temeva di scoprire come sarebbe proseguito. Vedeva Gray troppo ossessionato da Erza e da qualcosa che questa celava morbosamente, e non era la gelosia a sfiorarla, poiché a volte sentiva in cuor suo di non avere una minima chance col mago del ghiaccio, che si mostrava sempre come l'elemento che era capace di dominare, freddo e inscalfibile dal suo corteggiamento invano. 
Una volta fuori dall'intero complesso della gilda, la rossa si voltò verso i due che erano ormai i suoi compagni di viaggio.
«Ci faremo accompagnare da una carrozza sul Monte Hakobe fino a che con un mezzo sarà possibile. Non esitate dinnanzi ai possibili Valkan e prestatevi attenzione: sono stupidi, ma non lasciatevi comunque cogliere di sorpresa.» 
«Neanche noi siamo stupidi.» disse Gray,  sulle sue, voltandosi e comciando a dirigersi verso la loro meta. 
«Dammene la dimostrazione.» aggiunse poi Erza, nel medesimo tono di lui.
Gray si fermò all'improvviso, aspettando che lei lo raggiungesse. Gli si fermò di fianco, senza voltarsi verso di lui. Il gelo circondava quella coppia ancor prima di giungere nei pressi della montagna innevata. Lluvia, intanto, era rimasta indietro. Si domandava se sarebbe stata in grado di portare a termine quella missione, se avrebbe solo peggiorato le cose e gravato sulla sorte dei compagni, rivelandosi un elemento superfluo di cui non avevano poi così bisogno.
Gray si girò verso di lei, che sussultò appena.
«Che stai aspettando? Andiamo.» 
Se ne avesse avuto la forza, avrebbe pianto.
 
Terzo team.
Attualmente.
 
Un forte mal di testa le premeva, mentre cominciava ad alzarsi e a massaggiarsi le tempie con i polpastrelli. Si sentiva avvolta da qualcosa, per un attimo ebbe la sensazione di ritrovarsi nel suo appartamento a Magnolia, ma quando riprese conoscenza a sufficienza, notò con rammarico che si trovava in luogo a lei del tutto sconosciuto, per la prima volta visitato. Una baracca, non troppo piccola, seppure misera, che dava tutta l'impressione di essere una qualche specie di infermeria arrangiata dai viandanti.
Un forte odore di disinfettante e medicinali le irritavano l'olfatto, riportandole alla mente quello amaro e ferroso del sangue, del suo
Iniziò a cercare Natsu con lo sguardo, presa dal panico. E se fosse morto? Se qualcuno fosse arrivato in tempo a salvare solo lei, e lui non ce l'avesse fatta? Il suo cuore placò la sua corsa quando lo vide, seduto di fianco a lei, privo della giacca, il petto avvolto da fasciature ben curate. Sorrideva.
«Ti sei svegliata, finalmente.»
Gli occhi di Lucy presero velocemente a bruciare per il sale delle sue lacrime, che cominciarono a scendere svelte lungo le sue candide guance, ora rosse per rabbia. 
Si gettò al petto di Natsu, che soffocò un verso di dolore per l'urto alla ferita, mentre subiva i piccoli pugni alle sue gambe.
«Sei uno stupido!» gli sbraitò contro, mentre i suoi colpi assumevano una certa rapidità e le sue lacrime scivolavano sul petto scoperto del compagno, la cui pelle rabbrividì sotto il tocco lieve di esse, che s'infragevano sui lividi dell'ultima battaglia.
«Lucy...» mormorò, sentendosi in qualche modo in colpa per la reazione che le aveva provocato.
«Sei uno stupido... se solo tu... se solo non fossi stato così testardo... se mi avessi permesso di aiutarti...» proseguiva a fatica, la voce rotta dal pianto. «Non ti saresti ridotto così!» 
Mentiva, soprattutto a se stessa. Sapeva bene che non avrebbe potuto aiutarlo in alcun modo, lei, che era più debole del Dragon Slayer, in tutto e per tutto. A differenza di lui, non sarebbe mai stata in grado di sopportare una simile situazione, di proteggere lui e l'amico exceed, ora dormiente accanto a loro. 
Mentre l'insicurezza le cingeva il cuore, sentì la mano di Natsu posarsi sulla tua testa, alleggerendola del peso opprimente che iniziava ad avvelenarle l'animo. 
«Scusami... adesso però calmati...» le sussurrò dolcemente. 
Si fece così cullare da quel momento, da quelle parole, dai battiti del suo cuore che si confondevano tra loro, se per il timore di non poter più vedere quel sorriso, di non sentire sulla pelle il calore dell'amico, o per i sentimenti tanto intensi quanto incerti che sapeva bene provasse per quest'ultimo. E rimasero in quel modo per istanti interminabili, mentre le lacrime di Lucy destavano la loro scesa, ma che parve dannatemente breve, quando un colpo di tosse schiarì la voce di qualcuno, alle loro spalle.
«Mi dispiace interrompervi.» disse un tono sconosciuto con un cenno di malizia, scatenando l'imbarazzo nei due ragazzi che si allontanarono immediatamente l'uno dall'altra. 
«E tu chi sei?» domandò poi Natsu, sulla difensiva, pronto ad infiammarsi.
«Frena i bollenti spiriti ragazzo, o ci penso io a raffreddarti.» asserì, avanzando.
Fisicamente, era più o meno la copia di Makarow, fatta eccezione per i capelli che cadevano lungo le spalle. 
«Il mio nome è Sayo.» si presentò dunque il vecchio.
«Sei tu che ci hai portato qui?» chiese Lucy.
«Ti correggo, bella ragazza. Io vi ho salvato
La maga stellare si ritrovò inerme a quell'affermazione, del tutto inaspettata. Che oltre all'aspetto, avesse anche i poteri dello stesso Master? Forse era per quello che aveva sentito una nota dolce di familiarità, nel suo fischio. 
«Aspetta un momento, stai dicendo che tu avresti sconfitto quello?!» domandò il Dragon Slayer, che faceva fatica a credergli... o a comprendere un concetto così semplice, vista la sua espressione smarrita.
«Ho detto che vi ho salvato, non che l'abbia sconfitto. Mi sono limitato ad allontanarlo e a portartvi qui, soprattutto viste le tue condizioni. Volete del thé?» disse infine, guardandoli negli occhi, cercando di cambiare argomento.
Natsu agitò le mani in segno di negazione, Lucy annuì sorridendo appena. 
«Quindi sei un mago?» continuò la bionda.
L'anziano uomo interruppe di versare il thé nella tazzina della ragazza, assumendo un espressione pensierosa, nei cui occhi aleggiava il chiaro rammarico.
«La magia è un modo per agevolarsi la vita. C'è chi la usa per guarire, chi per cucinare, altri ancora nella maniera più primitiva, ne abusano per combattere. E chi la sfrutta per lavoro, come voi. Fairy Tail, giusto?» domandò ai due, indicando col dito il simbolo della gilda sui rispettivi corpi, che si limitarono ad annuire, senza interromperlo.
«Mi hai chiesto se sono un mago, giovane donna. Ebbene, non lo sono. Esserlo implicherebbe la mia esistenza collegata ad un qualche dovere. Io conosco solo antiche formule, seguo le vie della luce e cammino per essa. Quando vi ho visti in pericolo, ho utilizzato un metodo tramandato nella mia famiglia per allontanare quel parassita...» spiegò, calcando il suo disprezzo nell'ultima parola, per la persona a cui alludeva.
«Vuol dire che lei lo conosceva?» domandò Lucy, del tutto innocente.
Tuttavia, quell'uomo divenne subito irascibile, sbattendo le tazze su un piccolo tavolino.
«NO, IO NON CONOSCO QUELL'ESSERE, SPREGEVOLE CREATURA SPROFONDATA NELL'OSCURITA'!» sbraitò, spaventandola. 
«M-mi scusi, io...» 
Fortunatamente, riassunse quasi subito la sua aria pacata, scusandosi a sua volta.
«No, perdonami tu per essermela presa con te. Io non conosco colui che vi ha attaccati, ma quello che era prima.» concluse, con un sorriso malinconico e nostalgico.
«Per quello che... era prima?» domandò Natsu, che aveva del tutto perso il filo del discorso e non riusciva a ritrovarne il senso.
«Vedete...» stava per spiegare, quando delle voci, provenienti da fuori della baracca, lo interruppero.
«SAYO! SAPPIAMO CHE SEI QUI, FORZA, APRI!» urlò un uomo, sbattendo il pugno sulla porta.
«Che succede?!» disse Lucy.
«Non c'è più tempo... dovete andarvene!»
«Che diamine combini, vecchio? Chi sono quelle persone?!» chiese il rosato, nervoso.
«Sono le guardie del re, hanno scoperto che vi ho prestato soccorso ospitandovi all'interno della città, privando di una quantità misera di scorte mediche, i suoi cittadini!» disse Sayo sbrigativo. 
«C-città? In che città siamo??» chiese ancora il Dragon Slayer.
«Bardeon.» rispose... Lucy. 
Sayo e Natsu si voltarono a guardarla. Era parsa distante, come il suo tono, la sua voce sembrava non essere rivolta a loro, bensì risuonò come un richiamo alla città stessa.
«Lucy...» sussurrò Natsu, preoccupato di una seconda reazione dell'amica.
«Non dirmi che tu...» stava per dire l'anziano, gli occhi sbarrati, increduli di ciò che gli si era presentato davanti, di chi presumeva ella fosse, ma venne interrotto bruscamente dai colpi insistenti e sempre più forti delle guardie; avrebbero abbattuto la porta di lì a poco, arrestato anche i due giovani che aveva soccorso, portandoli ad una sorte peggiore di quella che gli sarebbe toccata se non li avesse salvati.
«Scappate!» sussurrò infine, porgendo Happy tra le braccia di Lucy e spingendoli contro la parete, rivelando un passaggio segreto e una quindi possibile via di fuga.
«Aspetta, vecchio!» 
Non potè fare altro, Sayo si diresse verso il centro della stanza, portando le braccia dietro la schiena, riportando, alla mente del mago del fuoco, la figura paterna di Makarow. 
«Nonnetto...» disse flebile, mentre la parete era quasi completamente voltata dall'altra parte, impedendogli di vederlo ancora. 
«Proteggila.» disse infine, una voce dolce, spezzata dal pianto. Un pianto che confuse ulteriormente il ragazzo. Era dovuto alla sorte che lo aspettava?...o alla loro?
 
Quando il passaggio fu completamente richiuso, Natsu e Lucy caddero su un'ampia distesa d'erba. Si voltarono di scatto verso l'abitazione, ormai scomparsa sotto i loro occhi. Quella non poteva che essere magia, seppure il vecchio l'avesse negato. 
«Questa missione...» sibilò Lucy. «Questa missione non porterà a nulla di buono!» sbottò infine, mentre stringeva l'exceed azzurro tra le braccia, e si lasciava trasportare nell'amaro pianto che aveva cercato di trattenere. «E' colpa nostra! E' colpa nostra se... se Sayo...»
«LUCY!» le urlò contro Natsu, facendola sussultare. La prese per le spalle e iniziò a scuoterla. «Adesso calmati! Non è addossandosi le colpe che porremo fine a questa storia! Sayo... Sayo ci ha aiutati, ci ha salvato la vita, per proseguire il nostro cammino! Vuoi ricordarlo con i rimpianti?!» 
La maga stellare rimase sorpresa di quella reazione del compagno, che non l'aveva mai sgridata in quel modo, né le aveva mai riservato quel tono. Le sue mani tremavano, strette al petto, finché le lascio scivolare lungo i fianchi, poggiando la testa sulla spalla di Natsu.
«Hai ragione... mettermo la parola fine a questa faccenda, una volta per tutte!» affermò decisa, stringendo appena la manica nera del ragazzo, che sorrise quasi orgoglioso di lei.
«Bene!» esordì poi quest'ultimo, tirandosi sù e con lui la ragazza. «E poi...» si fermò un attimo, entrambi si voltarono. 
 
«Siamo arrivati.» 

 
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Mh... ma non la starò tirando troppo per le lunghe, questa storia della luce, della missione di Erza&co. e la riservatezza alquanto persistente di Makarow? :D
Per la mia visione interiore *cita la canzone che sta ascoltando* , no. E' tutto esattamente così, come dovrebbe essere. u.u
Qualcuno forse avrà pensato: "Povero Sayo, nemmeno lo presenta e già lo fa morire?". E, beh... un momento. Io ho forse scritto che sarebbe morto ?  
Nah.
Il suo compito non è finito, le sue cavolo di formule antiche (alla fine è magia, inutile che ve lo nasconda. Solo che lui, per motivi che *voce profonda* poi capirete *fine voce profonda*, si rifiuta di chiamarla in quel modo, ecco.) serviranno ancora ai nostri giovani, giunti così improvvisamente a Bardeon. 
Anche se dire "improvvisamente" è un eufemismo, glieli ho fatti arrivare in una frazione di secondo. :'D 

Ah, visto che sono un idiota e nel testo non l'ho nemmeno spiegato -e sono troppo pigra per sistemarlo:3- lo spiegherò qui:

Natsu e Lucy non è che siano proprio DENTRO le mura della città. Anzi, sono appena fuori la porta, diciamolo così!
Inoltre, si sono trovati così vicini e così in fretta, a Bardeon, proprio per la magia che ha utilizzato Sayo sul muro di casa propria. Vedetelo come una sorta di muro del teletrasporto che si attiva, appunto, con la magia. 
Il perché li abbia spediti lì direttamente lì è proprio per il sospetto che aveva su Lucy e sulla sua "importanza". 


In sintesi, ho combinato un casino e spero che possiate perdonare la mia stupidità.


In ogni caso, questo è uno dei cosiddetti "capitoli di passaggio" (altrimenti perché ho aggiornato così presto? >:D) per questo è -esattamente- la metà di quello precedente (e spero di scrivere sempre di più, nei capitoli principali >w<) e non descrive granché, lascia in sospeso diverse cose. Per esempio, il legame tra Sayo e il nemico comparso nel capitolo precedente, frasi interrotte sul nascere da quei villani delle guardie... e così via! 

-La NaLu mi prende sempre la mano, che ci posso fare. çwç 
Happy, povero, passa la sua missione a dormire... quanto mi potrà odiare quel micetto? D:- 

E mi serviva anche per dare una "smossa" al gruppo di Erza, che non sapevo come fare partire senza un ulteriore tensione tra i suoi membri. xD 
Mi odio per il male che sto causando a Lluvia-chan, ma nella vita bisogna perseverare. ùwù

Basta, zitta! è.é

Ringraziamenti a non finire per tutte le dolcezzuole che mi avete, inoltre, scritto nel precedente capitolo e in quelli ancor prima. *-*
Ovviamente non mancano anche quelli alle persone che seguono la mia storia, non credevo poteste aumentare così tanto! *si commuove*



 
 Vi adoro taaaaaaaaaaaaaaaaanto, ma proprio tanto tanto. *^*

Un bacio e al prossimo capitolo!! <3


Ah, a chi potesse interessare, il settimo capitolo è già in porto.
*fugge via*
 
 

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