Ivy's Samurai

di Kyara_wisteria01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ivy ***
Capitolo 2: *** Il mondo delle Samurai ***



Capitolo 1
*** Ivy ***


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<< Yaaaaawn… >>
Stupida sveglia. Giro il capo, strascinandomi nei bei miei capelli castano-smeraldini e nel mio ciuffetto verde: le SEI E MEZZO... accidenti a quello stupido test di scienze… proprio oggi che avrei voluto dormire un po’ di più…
Eeeeeh… fa’ nulla… tanto ormai sono sveglia…
Mi trascino in piedi e vado a buttarmi sotto la doccia. Finita questa, mi vesto, di fronte allo specchio, osservando attentamente ogni singolo movimento dei miei occhi di smeraldo. Quando sono pronta, con l’uniforme blu, composta da gonna, giacca e camicia bianca sotto questa, inforco gli occhiali e sento un buonissimo odore.
Mi guardo l’orologio: le sette men’ e un quarto… sghignazzo; tre, due, uno…
<< Papààààà, hai fatto i pancake?? >>
<< Sì, tesoro! Ivy! Scendi! >>
Mia sorella e, sì, mio padre. In famiglia è lui che prepara la colazione.
Scendo, seguendo il profumo. Amo i pancake che fa mio padre. Mi siedo a tavola e divoro le frittelle, dopodiché mi precipito fuori dalla porta con il mio borsone a tracolla.
Percorro la solita strada sotto il ponte, ma inciampo, imprecando.
<< Ma chi cazzo ha messo qui ‘sto sasso?!? … mmm?? Cos’è questo coso? >>
Sulla pietra è comparso uno strano simbolo illuminato di verde: una foglia di edera.
La sfioro e si apre: all’interno c’è una bellissima collanina in argento, con un pendente di smeraldo a forma di katana contenuta in uno splendido fodero color selva
Estasiata, rimiro per un po’ la collana, dopo di che la infilo e continuo per la mia strada. Ma non faccio nemmeno tre passi che sento della gente urlare, così mi metto a correre verso quella direzione, e vedo un enorme pipistrello che appena m’inquadra mi spara contro un laser, che prontamente schivo buttandomi su un lato, rimbalzando su un muro, e, piombandomi sul mostro, sfioro la collanina, che istantaneamente diventa una katana a dimensioni naturali fra le mie mani. . La tiro fuori e la osservo alla luce del sole: è bellissima, ha dei bassorilievi in smeraldo sull’elsa color prato –nella qual è incastonato uno smeraldo -  i quali magicamente prendono vita a formare una specie di solida impugnatura attorno alla mia mano, e la lama è di un verdino che rispecchia la mia immagine, manco fosse uno specchio.
<< E’… è… meravigliosa >>
Mi viene un’idea un po’ folle.
Mi metto a correre verso il mostro. Quando sono poco lontana da lui, alzo la spada e la infilzo dentro di lui; la spada si illumina di verde, e sprigiona dall’elsa dei tralci d’edera striati di viola. Tralci velenosi.
Essi avvolgono il mega-pipistrellone, e faccio in tempo a udire le sue parole
<< Che tu sia maledetta, Samurai Leggendaria! >> Quando esplode.
Spaventata, butto via la spada e mi metto a correre verso la mia scuola. Quando arrivo, la mia amica Hikari mi saluta con calore agitando la mano, gli occhi azzurri che brillano quasi quanto l’apparecchio:
<< Ehi, ciao, Ivy! … che cosa ti è successo, sembra che tu abbia appena visto un fantasma! >>
<< A…anche peggio… >> E le racconto tutto.
<< E così, quel mega pipistrello ti ha chiamato “Samurai Leggendaria”, eh? >>
Annuisco
<< Secondo te che può significare? >>
<< Proprio non lo so. Ma ora dobbiamo entrare, c’è lezione. >>
<< Già… già… >>
La lezione è piacevolissima: abbiamo arte e storia, fatte entrambe dalla stessa professoressa, che ci deve spiegare l’ultimo capitolo del libro di storia delle leggende giapponesi
<< Allora ragazzi, l’ultimo capitolo parla della Samurai Leggendaria.
Essa è una forte guerriera della nostra mitologia, e l’unica samurai femmina nella nostra storia.
Si racconta che la sua katana… >>
Si sentono dei fischi dai banchi addietro. Giro il capo, infastidita, e osservo i ragazzi cretini fantasticare come degli idioti sulla Samurai Leggendaria con una scintilla omicida negli occhi.
<< Silenzio!! Come stavo dicendo prima di quell’interruzione, si racconta che la sua katana di smeraldo fosse in grado di controllare i tralci dell’edera, facendoli crescere a piacimento anche avvelenati, e per questo era chiamata anche principessa della natura: poiché anche lei aveva questo mirabolante potere. Inoltre la sua katana, la cui lama rifletteva l’anima degli avversari, era legata indissolubilmente a lei, e perciò, anche se la perdeva, la katana tornava sempre al suo fianco. Essa rappresentava i Tre Tesori: in quanto spada è il coraggio, la lama a specchio rappresenta la saggezza, e lo smeraldo di cui è composta la spada, che è una gemma, è la compassione, o la saggezza. Esistono molte storie su di lei, favoleggiate in bilico fra realtà e fantasia e, se uno di voi ha dei nonni molto vecchi, sicuramente avrà potuto udire qualcosa al riguardo. Come compito in classe, voi dovete fare un ritratto della Samurai leggendaria. Avete 20 minuti. Via! >>
In 20 minuti posso far tutto, e il mio cervello ultradotato ha cominciato a lavorare subito. Dopo 20 minuti il mio disegno è inchiostrato e colorato. Consegno il mio disegno insieme a tutti gli altri, in fondo alla pila.
La prof.ssa Mari fa scorrere i disegni sullo scanner digitale, e appaiono sulla lavagna.
Il mio è l’ultimo, ma prima del mio c’è quello di Kaoro Itsuki, un biondino altamente rincitrullito che pensa solo a sé stesso. Il suo disegno rappresenta una donna bionda, formosissima e dagli occhi verdi, che indossa una tenuta da samurai piuttosto piccola, la quale lascia intravedere generose porzioni di pelle.
La prof., che fornisce  commenti e recensioni, resta un pochino interdetta e si lascia sfuggire un commento piuttosto tagliente:
<< Beh… suppongo che le ragazze della classe lo abbiano considerato come un affronto… >>
Sì, l’abbiamo considerato un affronto. E Kaoro riceve molte occhiatacce dotate di mascara e ombretto. Anche da parte mia e di Hikari.
Poi c’è il mio disegno. Rappresenta una ragazza, simile a me, ma senza occhiali e con i capelli mossi, che indossa una tenuta da samurai verde smeraldino. Acclamato da ragazzi e ragazze ed elogiato dalla prof.ssa  Mari, che in seguito mi chiama per riconsegnare i fogli.
Neanche il tempo di alzarmi in piedi, che la terra trema, e sentiamo un forte boato: il vetro delle grandi finestre si fracassa, noi veniamo sbalzati via  ed entra una gigantesca nube di pipistrelli che si piombano su Karinha, una mia compagna russa, e la avvolgono; dopo essersi staccati da lei, non ne è rimasto che un mucchietto di ossa e un paio di trecce bionde legate da un nastri rossi che si accascia tristemente a terra. Tutti si attaccano alle pareti, e Hikari mi sussurra all’orecchio, spaventata:
<< C-Cos’ è q-quel-quello? >>
<< Non ne ho idea… >>
<>
<< E come, scusa? >>
<< Che ne so, avvelenalo, usa la spada… insomma, inventati qualcosa!! >>
<< Uff… e va bene… ci proverò… >>
In effetti… Solo ora me ne rendo conto…
La collanina mi è riapparsa al collo!
Non vista da nessuno, scivolo dietro a quell’enorme massa brulicante. C’è un pipistrello più grosso degli altri. Indecisa, poggio la mano su di esso, e, immediatamente, dalla mia mano fuoriescono dei tralci d’edera striati di viola, che avvolgono il pipistrello, il quale caccia un urlo agonizzante, subito seguito dagli altri.
Io mi getto verso il muro, accanto ad Hikari, anche se nessuno sembra essersi accorto della mia assenza.
La nube informe si disintegra, e la prof., dopo 1 o 2 minuti di silenzio, ci invita ad uscire con questa scusa:
<< Ehm… ragazzi, è davvero tardi!! Su, forza, tutti fuori! >>
Io ed Hikari ci dirigiamo a casa mia discutendo di quel che è successo
Arrivate a casa, ci fiondiamo in camera mia per state indisturbate.
Ma entra dalla finestra uno strano pipistrello, con gli occhi fucsia e striature sul pelo dello stesso colore.
Entrato in camera, il pipistrello assume una forma umana.
Una ragazza dagli occhi di ghiaccio, benché dolci ed espressivi, la palle bianchissima e i canini lucidissimi che sporgono dalle labbra piegate in un sorriso, mi saluta senza calore.
<< Salve… >>
 
 
 
 
 
 
 
  L’angolo dell’edera


Salvesalve a tutti quanti, sono arrivata persino qui. Presto inquinerò tutto Efp.* si sente realizzata =D *
Questa va dedicata alla mia Naru-sama, che spero verrà a recensirmi, e a Juliet_Capulet, che mi ha consigliato il nome per Kaoro Itsuki.
Un grande bacio al prossimo capitolo!!

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Capitolo 2
*** Il mondo delle Samurai ***


<< Salve… >>
 
Hikari è molto spaventata, ma riesce comunque a balbettare:
<< … T-tu-tu c-chi se-sei e co-cosa c-ci  fa-fai qu-qui? >>
Sembra piuttosto shockata dal nuovo arrivo. Come me, d’altronde, ma non lo do molto a vedere. La nuova arrivata è alta e prosperosa, ha dei capelli lunghi, scompigliati e neri, vari piercing e smalto nero. Indossa una maglietta nera e, sotto questa, una maglietta a righe nere e fucsia, e pantaloni neri lunghi. La pelle è candida, il suo sguardo, benché color ghiaccio, lascia trasparire calore, amicizia ed umanità più di altra gente.
<< … Io… sono un vampiro. Mi chiamo Oscura. >>
Oscura… Questo nome mi resterà impresso.
<< E cosa vorresti da noi, sentiamo…? >>
Lei allarga leggermente il timido sorriso, vedendo il mio atteggiamento di difesa, e cerca di trattenere una risatina:
<< Tranquillizzatevi, non ho intenzione di farvi alcun male. Sono qui per avvertirvi…
Flashback, Cava dei Vampiri:
POV OSCURA:
Finalmente questa stupidissima celebrazione è finita. Finalmente si passa alle notizie della settimana…
Il Grande Maestro dei Vampiri Oneregus, dal naso ricurvo e foruncoloso, spiega con le mani tremanti dovute a quasi 100.000 anni di vita vampiresca, senza contare la longevità di quasi 120 rispettabili anni in forma umana, e comincia a leggere notizie che spaventano tutti i vampiri presenti:
<< Fratelli portatori di morte, la nostra maledizione continua. La Samurai Leggendaria, uccisa da Devilo, il nostro rappresentante spagnolo… >>
Devilo è un cretino tutto pomposo, che si crede sempre il migliore in tutto, oltre che credersi anche un gran figo.
<< ... Dopo nemmeno una settimana è tornata a vivere, reincarnandosi sotto le spoglie di una giapponese...
Pertanto stavolta dovranno essere Ombra ed Oscura ad occuparsene… >>
Tutti girano lo sguardo verso me e mia madre. E’ insopportabile quando la gente pone tutte le sue aspettative su di te sperando che farai qualcosa che invece non farai.
<< Io sono troppo giovane… >>
Appena un sussurro, il mio. Troppo giovane… tra poco si stancheranno di questa scusa. Nessuno di loro capisce che non ha senso questa continua battaglia.
Le Samurai sono nate per difendere gli umani dagli esseri sovrannaturali. Ma noi, sono secoli che, ormai, non ci nutriamo più di sangue umano, preferendo rugiada e sangue animale.
E finché noi non succhiamo sangue umano, le Samurai non hanno motivo di attaccarci.
Mia madre, Ombra, mi guarda con sdegno, come se io non fossi degna di essere sua figlia, poi sale su quella specie di piedistallo sopraelevato, fa un inchino al Signore dei Vampiri e si mette a parlare. E quando parla, mia madre non si ferma più.
Dopo 2 estenuanti ore, finalmente, facciamo il giuramento finale e possiamo tornarcene tutti a casa, ma io devo fare una cosa particolare…
Fine flashback
<< Perché sei venuta qui, a dirci queste cose? Per caso, vuoi male ai tuoi simili? >>
<< No. Io non sono né dalla tua parte, Ivy, ne da quella dei vampiri. Io sono una via di mezzo, io farò da mediatrice. Non sono mai stata propensa a questa guerra, e mai lo sarò. >>
Si congeda con un sorriso:
<< Arrivederci, Samurai Leggendaria. >>
E qui esplode. Letteralmente. Si dilegua in una nube magenta senza che né ioné la mia amica Hikari possiamo dire una sola parola.
Hikari sembra incredula e spaventata. Parla velocemente, quando è molto nervosa, esattamente come adesso:
<< Ma-ma… sarà… t-tu-tutto uno scherzo… no? >>
<< A me sembrava serissima, Hikari-chan. >>
Suvvia, Ivy, è meglio cercare di non spaventare la tua migliore amica, no?
<< Ma forse questa faccenda ha anche risvolti positivi. >>
Lei sembra per star scoppiare a piangere.
<< E quali sarebbero, scusa?!?!? >>
<< Bhè… >>
Non riesco a finire la frase. La porta del mio armadio s’illumina e si apre, risucchiando me e Hikari all’interno.
Ci ritroviamo catapultate in qualcosa che sembra un sogno. In verde, ma pur sempre un sogno.
Siamo su un piazzale di pietra tracciato da vari solchi verde smeraldino, a formare una specie di disegno. Dal piazzale parte un vialetto di pietra che si snoda in un incrocio di varie radure.
In quella che sembra la più ampia e bella, con tanti alberi in frutto e tantissimi cespugli ricoperti di fiori, dalle maestose dalie fino alle più modeste margherite, ci sono molte ragazze, parecchio diverse l’una dall’altra, tutte vestite con chitoni greci verdi e con corone o decorazioni d’edera sul capo, sol corpo o sulla veste, passeggiano per il bosco chiacchierando amabilmente tra di loro, o sono sedute a terra, dando da mangiare o accarezzando conigli, daini, volpi, e persino lupi! Perpendicolare al vialetto scorre un ruscello di acqua cristallina e pura, e per attraversarlo si ricorre a un ponticello di pietra ad arco, con splendide ringhiere in oro, avvolte da tralci d’edera rigogliosi e verdi.
Proprio sulla sponda opposta a dove ci troviamo noi, sull’argine del ruscello, siede una giovane veramente regale.
Ha la pelle chiara e rosea come quella d’una pesca. I capelli, splendidamente acconciati da un bellissimo elastico argentato,  in una coda che le va bassa sulla nuca, lasciando però due ciuffi accanto al viso, come ad incorniciarlo, sono di un meraviglioso verde bosco, che scintilla in maniera spropositata producendo spettacolari giochi di luci ed ombre sul suo volto armonioso. Gli occhi sono verde prato, ridenti e guizzanti.
Indossa un chitone bianco argenteo, a differenza di tutte le altre ragazze, cinto in vita da una bellissima cintura di smeraldo con bassorilievi a forma di tralci d’edera.
Accanto a lei c’è una ragazza leggermente abbronzata, ma si vede che in realtà ha la pelle abbastanza chiara.
Ha i capelli biondi, tranne che per un ciuffo, verdino, che le scorre per tutta la lunga treccia nella quale son raccolti tutti i capelli, chiusa alla fine da un nastro verde.
Gli occhi sono di un intenso turchese, tanto che ricorda la superfice del mare illuminato dal sole.
Le due ragazze stanno parlando animatamente.
Ad un certo punto la verde di capelli si volta verso me ed Hikari, ed uno splendido sorriso le illumina il volto. La bionda segue lo sguardo della più gande, e quando mi vede rimane ammutolita.
Le due si alzano e s’incamminano immediatamente verso di noi.
Arrivateci vicine, la più grande allarga il sorriso.
<< Benvenuta, ti stavamo aspettando. >>
Ha una voce cristallina e melodiosa.
<< Vieni, forza. >>
Mi prende per un braccio e mi porta con sé. Ed io che tengo la mano alla mia migliore amica me la porto dietro.
Mi(ci) trascina attraverso il bosco, sotto gli sguardi rispettosi delle altre ragazze.
Arriviamo ad una specie di gazebo in pietra, dove lei si ferma e si gira a contemplare il panorama, poiché siamo su una struttura sopraelevata.
<< … Guerriera Samurai Leggendaria… Ivy… >>
Io rimasi completamente allibita.
<< Ma… ma come fa a conoscere il mio nome? >>
Lei sorride.
<< Mia cara… io so tutto di te. Sei una predestinata. Hai la spada? >>
Capisco subito che si riferisce alla katana. Nemmeno mi sono accorta di averla dentro il fodero allacciato al mio fianco. Lo slaccio e porgo katana e fodero a quella ragazza.
<< Qual è il tuo nome? >>
Lei sembra un po’ sorpresa.
<< Io… sono Tsuta. La Principessa dell’Edera, e prima Samurai Leggendaria. >>
Torna a soppesare la spada con entrambe le mani. La estrae leggermente dal fodero, ne osserva il filo della lama, la rimette dentro.
<< E’ proprio come la ricordavo… >> sussurra, commossa.
<< ma cos’è tutta questa storia? >>
<< Tu sei stata scelta dagli dei. La stessa dea del sole, Amaterasu, ti ha osservata per più giorni, decretandoti degna di un incarico importante come questo. Lei, invece, è la tua predecessora(ma esisterà questa parola? ndMe Mah, non so… ndIvy). >>
La ragazzina, che ha ascoltato attentamente ogni singola parola, si volta sorridente verso di me, porgendomi la mano.
<< Mi chiamo Rosa Edera, Edera per gli amici. Ti abbiamo tanto aspettata, sai? >>
Io guardo stranita prima la mano, poi Rosa Edera. Alla fine mi rassegno a farle un semplice inchino, leggero. Anche lei sembra stranita. Ma poi…
<< Oh, già, dimenticavo, sei giapponese. Io, invece, sono italiana. >>
<< E quindi voi italiani siete così esuberanti… >>
Non me lo sarei mai aspettato. Che razza di educazione! Ma glielo concedo, in fondo è più piccola di me, a quanto sembra.
Ad un certo punto arriva, tutta trafelata, un’altra ragazza. Me è diversa da tutte le altre. Non porta il chitone, è seminuda, coperta solo da una leggera veste verde chiarissimo. Ha la pelle, paradossalmente, anch’essa verde chiarissimo. Gli occhi sono verdi e grandi, di forma arrotondata. I capelli sono tagliati a caschetto, e sono verde bottiglia. Dalla schiena spuntano due alucce bianche, ed ha una faretra ricolma di frecce piumate e un arco verdi in spalla.
La nuova arrivata non può avere più di dieci anni.
Corre, anzi, svolazza, verso Tsuta:
<< Pant… pant… Mia Regina! Sta succedendo qualcosa di strano! >>
Tsuta sembra piuttosto sorpresa:
<< E cosa starebbe succedendo, Ederas? Le tue frecce stanno facendo di nuovo le bizze? >>
Lei si mette a gesticolare, agitata:
<< No, no! Magari fossero le frecce! Ma le armi di tutte le guerriere sono sparite! Persino negli altri regni! >>
<< COSA?!?! >>
Sembra sconvolta. Si alza di scatto e si avvicina ad uno specchio d’acqua che finora non avevo notato.
Si china, e bagna il suo dito nell’acqua. Poi si alza e fa uno strano simbolo nell’aria col dito.
C’è un intenso bagliore, e poi compaiono due cerchi incrociati. All’interno di essi c’è l’immagine di una ragazza, in tutto simile a Tsuta, ma con gli occhi e i capelli azzurri, lasciati sciolti, e con in mano una specie di scettro con una grande goccia sulla sommità:
<< Sorella mia >> comincia Tsuta << Anche da te tutte le guerriere sono rimaste senza armi? Ti prego, Nagare, dimmi che non è così! >>
<< Sì, purtroppo anche tutte le mie ninfe d’acqua non hanno più armi. Solo Idreras ha ancora arco e frecce.
Hai avvertito Hono? >>
Tsuta scuote la testa.
<< Tanto, Desideria gliel’avrà detto. Piuttosto… ma la tua Samurai è ancora viva? >>
<< Quella scelta 2 settimane fa? Sì, lei è ancora viva. La tua invece era morta… >>
<< Tranquilla, tranquilla, ho trovato un’ottima sostituta… >>
Mi guarda. In tutto questo trambusto sembra che la mia amica Hikari non esista più. Io mi volto, preoccupata, verso di lei, che sembra stia per accucciarsi a terra, ginocchia al petto.
Si sente trascurata, è palese.
<< Bene. Dovremo organizzare i preparativi in maniera piuttosto efficiente. Però adesso ho molte faccende da sbrigare, ti spiace se ti chiamo più tardi? >>
Chiude senza manco attendere una risposta.
Si volta, notando lo sconforto sul viso della mia amica.
<< Senti, tu… >>
Sembra starsi rivolgendo ad Hikari, che si indica con il dito, l’aria piuttosto sorpresa:
<< Chi, io? >>
<< Sì, sì, tu. Ti senti trascurata, vero? >>
Hikari fa timidamente cenno di sì col capo.
<< Senti, abbiamo bisogno di guerriere ninja, ne siamo un po’ a corto, e tu hai il fisico adatto. Ti andrebbe di diventare Ninja dell’Edera? >>
Gli occhi di Hikari s’illuminano. Aveva sempre amato i ninja, e coltivava nel suo cuore, pur sapendo che non sarebbe, ipoteticamente, mai successo, di diventare ninja.
<< Sì, certo, sarebbe un onore! >>
<< Allora venite, devo mostrarvi le “uniformi”. Vieni anche tu, Edera! >>
Edera, che fino a poco fa stava parlando con Ederas, le fa un cenno e s’avvicina a noi.
<< Andiamo. >>
Tsuta sta avanti e noi dietro, a parlare.
<< Cosa sarebbero queste “uniformi”? >>
Io sono stra-curiosa.
<< Oh, vedrete! Sono gli abiti che utilizziamo per combattere! Sono diversi da Samurai a Samurai. Per le ninja, invece, son tutte uguali. Però, ci sono annessi i corredi di armi, come per le Samurai. >>
Eccome se sono belle, le uniformi! Per me una divisa piuttosto semplice, ampia, a righe di varie tonalità di verde, con orli e scollatura bordati di un verde uniforme e a forma di foglia d’edera, un cerchietto verde bottiglia con una piccola foglia d’edera verde cinabro sopra, le spalline come il cerchietto, lucenti, verdi bottiglia bordati di verde cinabro, a forma di foglia d’edera.
Per Hikari c’erano, invece, 3 divise: una bianca, per le missioni mattutine; una nera, per le missioni notturne; una marrone e verde, per confondersi nella vegetazione. Sulla testa, e come cintura, un nastro verde con una piastrina d’argento smaltato(indovinate di che colore?), su cui era incisa la forma di un tralcio d’edera.
Anche le armi erano spettacolari. Per Hikari, c’erano: gli Shuriken, i Bo-Shuriken, vari Shuko, Kunai con annessa cordicella per il polso, Ozutsu con ricariche di polvere da sparo, Makibishi, Nunchaku, Kama, Tonfa, Tokusho, Hinawajku, Marikikusari, Chokuto, Irogome. Per me, invece, oltre alla katana c’erano: la Kodachi, la Wakizashi, l’arco, lo Yari, la Naginata, il Tanto, la Nodachi, la Odachi, la Tachi, la Tusurugi.
<< Vi piacciono? >>
Tsuta sembra entusiasta.
<< Forza! Provatele! >>
Dopo 5 minuti, siamo dentro le divise. Come son comode! E ci calzano a pennello. Ma non riusciamo a crogiolarci nel loro comfort manco 5 minuti.
E’ arrivata un’altra ragazza. Ha i capelli corvini e gli occhi verde scurissimo, la pelle è scura, in mano ha una lancia costruita alla buona e di fretta. E’ arrivata qui correndo, sembra trafelata.
<< Mia Signora! Mia Signora! >>
<< Calmati, Klimop-chan, e spiegami la situazione con calma. >>
<< Probabilmente i Vampiri sono stati qui! >>
<< COSA!?!? >>
 
Continua…
 
 
 
L’angolo dell’edera
 
Salve salve salve! Eh, speravate che mi fossi dimenticata della storia, eh? E invece no!
Siete contenti?
*si alza un coro di NO dal pubblico*
Ecco, me l’aspettavo. Però, non è giusto, le altre mie storie tutti a guardarle, questa in 3 mesi manco 60 visite ha fatto!
Cattivi, se non recensite, col CAVOLO che aggiorno!
Ma tanto a voi non piace, che ci posso fare…
Torno a rincantucciarmi nel mio angolino…
Ciao!
Ivylotus

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