Just the way you are di Draco the best (/viewuser.php?uid=28341)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .1. Surprise ***
Capitolo 2: *** .2. Draco loves Nutella ***
Capitolo 3: *** .3. Peace or War? ***
Capitolo 4: *** .4. The Truth and the Lie ***
Capitolo 5: *** .5. Football and fear ***
Capitolo 6: *** .6. Very Weasley ***
Capitolo 7: *** .7. Reading ***
Capitolo 8: *** .8. Death Eater... ***
Capitolo 9: *** .9. Happy Birthday, Harry! ***
Capitolo 10: *** .10. Falling Stars ***
Capitolo 11: *** .11. Nocturn Alley ***
Capitolo 12: *** .12. It's over ***
Capitolo 13: *** .13. The Vanishing Cabinet ***
Capitolo 14: *** .14. Librery ***
Capitolo 15: *** .15. I'm not Ok ***
Capitolo 16: *** .16. I don't want to be saved by you ***
Capitolo 17: *** .17. The Slughorn party ***
Capitolo 18: *** .18. Draco vs Blaise ***
Capitolo 19: *** .19. Family ***
Capitolo 20: *** .20. Xmas' Presents! ***
Capitolo 21: *** .21. It's Kinda Magical ***
Capitolo 22: *** .22. Weird ***
Capitolo 23: *** .23. There's something ***
Capitolo 24: *** .24. Harmonia nectere passus ***
Capitolo 25: *** .25. It's not a date ***
Capitolo 26: *** .26. Friends go... Friends stay... ***
Capitolo 27: *** .27. One month ***
Capitolo 28: *** .28. Friends will be friends ***
Capitolo 29: *** .29. Maybe it's love ***
Capitolo 30: *** .30. I love you, but... ***
Capitolo 31: *** .31. Right till the end ***
Capitolo 32: *** .32. The show must go on ***
Capitolo 33: *** .33. The end... or not? ***
Capitolo 1 *** .1. Surprise ***
Draco Malfoy era intento a fissare il
paesaggio fuori dal
finestrino di un'automobile babbana. Già questa poteva
essere considerata una
scena altamente improbabile. Se poi andiamo ad aggiungere che il
guidatore era
un uomo molto anziano, dalla lunga barba e dai capelli bianchi, vestito
con una
veste viola lunga fino ai piedi, che disturbava l'uso dei pedali,
beh… la scena
aveva un non so che di impossibile. Albus Silente scrutava attentamente
la
strada dai suoi occhiali a mezzaluna e stava guidando una Fiat 500
vecchia di
non si sa quanti anni.
- Signore, penso che questo coso
serva a qualcosa…- disse
Draco indicando la leva del cambio. Il vecchio uomo barbuto lo
osservò con un
dolce sorriso.
- Oh, signor Malfoy, tranquillo. Vedo
che lei è preoccupato,
ma non deve esserlo. Ho tutto sotto controllo. - rispose il preside,
mentre la
macchina "sfrecciava" in un incrocio, superando un semaforo rosso.
- Ma non penso che questo rumore sia
normale…- insistette
Draco, con un'espressione tutt'altro che tranquilla, mentre la macchina
chiedeva pietà e invocava inutilmente un cambiamento di
marcia.
- Siamo quasi arrivati,
comunque…- osservò Silente,
soddisfatto.
- Ma era necessario venire con
questa… cosa…?- chiese il
ragazzo, indicando la macchina.
- Era per non dare nell'occhio,
è pur sempre un quartiere
babbano. E poi ho sempre sognato di guidarne una.- rispose con voce
sognante.
- Ma… Signore, lei non
l'aveva mai guidata prima?- chiese
ancora Draco, cercando di nascondere il panico e tentando di tenersi
più forte
possibile al sedile.
- No, me l'ha gentilmente prestata
suo zio.-
Per un momento la mente di Draco
andò a suo zio Rodolphus
che prestava gentilmente un'automobile babbana a Silente.
- Ted Tonks…-
precisò il preside, notando la confusione del
ragazzo. - Mi ha spiegato quali sono i pedali e mi ha detto che devo
girare il
volante. Così si chiama questo. E mi ha anche detto la
funzionalità di quella
leva che lei mi ha gentilmente indicato prima, ma non me lo ricordo.
Però siamo
arrivati qui. E' questo che conta!- esultò in modo pacato,
prima di ritornare a
dare attenzione alla strada. Draco sbuffò, maledicendo i
suoi genitori per
averlo cacciato in quella storia.
Arrivarono in un quartiere babbano,
pieno di villette a
schiera, e il giovane Malfoy cominciò a fantasticare sulla
sua prossima dimora.
Doveva essere per forza un membro dell'Ordine della Fenice e viveva tra
i
babbani. Questo era quello che sapeva.
- Andrò a stare dai miei
zii? - chiese Draco, alludendo a
Ted e Andromeda Tonks. Silente scosse la testa.
- Ci avevo pensato, ma non li hai mai
frequentati. Così
pensavo che sarebbe stato più piacevole farti trascorrere
l'estate da una
persona che conosci meglio.- il preside sembrava ridere sotto i baffi e
questo
spaventava ancora di più il giovane Malfoy.
- Oh, eccoci qui… Dov'era
il freno? Eccolo!- senza preavviso
Albus Silente tirò il freno a mano, mentre la macchina era
ancora in movimento.
Draco andò a sbattere con la fronte sul finestrino, mentre
Silente sembrò
ricordarsi che doveva prima frenare con il pedale. Scesero entrambi
dall'automobile, ma furono spaventati da un suono acuto di clacson.
- Ehy, ma cosa pensate di fare?
Questa è una strada! Non un
parcheggio!- urlò un uomo da una vettura dietro la loro.
Silente aveva infatti
"parcheggiato" l'auto in mezzo alla strada e aveva creato una leggera
fila di macchine alle sue spalle.
- Scusate…-
gridò euforico il Preside, rientrando nell'auto.
La "parcheggiò" dentro il giardino di una casa. Draco lo
raggiunse,
prendendo nel portabagagli il suo baule. Si guardò intorno,
mentre Silente lo
raggiungeva soddisfatto del suo parcheggio. Vide in lontananza un
cartello con
scritto la via. "Privet Drive"… Privet Drive…
aveva già sentito
nominare questa…
- Non se ne parla nemmeno!-
sbottò improvvisamente Draco,
capendo cosa aveva intenzione di fare quell'uomo malvagio e subdolo (
come lo
aveva definito mentalmente ).
- Signor Malfoy, quale sarebbe il
problema?- chiese il
vecchio con innocenza.
- Io… io non ho intenzione
di trascorrere l'estate con lui!-
sbraitò il ragazzo, diventando rosso dalla rabbia. - Voglio
andare da mia zia
Andromeda! E' la mia parente più prossima! E' da lei che
devo andare!-
- Non si preoccupi, signor Malfoy.
Verso la fine di luglio,
si trasferirà con Harry alla Tana dai signori Weasley. Sono
sicuro che Arthur e
Molly saranno disponibilissimi ad una sua eventuale richiesta di
rivedere sua
zia Andromeda.- sorrise, incamminandosi verso la porta del numero 4 di
Privet
Drive. Bussò tre volte e fece un gesto a Draco per fargli
capire che si doveva
avvicinare. Il giovane Malfoy era troppo devastato per opporsi.
- Ora lascia parlare me…-
Silente gli fece l'occhiolino,
mentre la porta fu aperta da un ragazzo grassottello e dall'aria
piuttosto
stupida. Fissò stralunato prima Draco e poi Silente.
-
Papààààà! -
urlò quasi colto da una crisi di panico.
- Che c'è, Didino?- Vernon
Dursley raggiunse il figlio e
rimase qualche secondo a fissare Silente a bocca aperta.
- Salve, Signor Dursley. Sono Albus
Silente, preside della
scuola di Harry. Io e il ragazzo qui avremmo due cose da riferirle.-
disse
cordialmente Albus, attendendo pacatamente una risposta.
Dopo interminabili secondi, Silente
riprese parola.
- Facciamo finta che ci abbiate
accolto cordialmente e che
ci abbiate invitato ad entrare.- il preside scansò
elegantemente i due Dursley
e si accomodò in casa. Draco lo seguiva lentamente, un po'
per il peso del
baule, un po' per la scarsa volontà di fare quei passi. Si
sederono tutti e
quattro in soggiorno, distribuiti nei due divani.
- Suppongo che sia un'eresia
aspettare che mi offriate del
thè.- dal nulla fece comparire quattro tazzine, che
cominciarono a svolazzare
sulle loro teste. - Sono già zuccherate…-
aggiunse poi prendendo la sua e
sorseggiandone un po'. Anche Draco prese la sua e la bevve tutta d'un
sorso,
colto da un attacco di nervosismo. I Dursley invece rimasero attoniti a
fissare
prima i due ospiti e poi le tazzine. Dalla cucina fece capolino
Petunia, che
dallo spavento fece cadere uno dei piatti che stava lavando.
- Signora Dursley! Prego, ci
raggiunga! Abbiamo importanti
novità. E dov'è Harry? E' meglio che ci sia anche
lui.- constatò ancora Silente
nel suo monologo. In quel momento Vernon sembrò risvegliarsi
e divenne tutto
rosso.
- Ragazzo!!!- urlò a gran
voce, come un tuono. Pochi minuti
dopo Harry scese dalle scale con calma.
- Che c'è, zio Vernon?-
quando Harry entrò in soggiorno,
tutto si aspettava tranne che di trovare in un divano tutti i Dursley e
nell'altro Silente e Draco Malfoy che bevevano del thè.
Draco ghignò
dell'espressione del nemico. Lui almeno aveva avuto tempo di
rassegnarsi
all'idea.
- Vieni, Harry, siediti vicino al
signor Malfoy. E… ops… che
sbadato! Ecco del thè anche per te e tua zia.- con la
bacchetta fece comparire
altre due tazze di te. Harry prese la sua e bevve del thè,
non riuscendo a
togliere gli occhi di dosso da Draco.
- Allora, penso sia giunto il momento
di spiegare il motivo
della mia visita.- cominciò Silente con un largo sorriso. -
Questo giovane
ragazzo al mio fianco è Draco Malfoy, un compagno di scuola
di Harry. Non penso
che Harry vi abbia informato che Voldemort, il mago che ha ucciso James
e Lily
Potter, è tornato un anno fa, più potente di
prima. Ha richiamato i suoi vecchi
seguaci e sta formando un potente esercito. Durante il suo ultimo
attacco nei
confronti di Harry, qualche settimana fa, alcuni dei suoi seguaci sono
stati
arrestati. Tra questi vi era il padre di Draco. Insieme a lui
è stata spedita
ad Azkaban anche la moglie, accusata di favoreggiamento alle arti
oscure. Draco
è ancora minorenne e ha bisogno quindi di un tutore, almeno
per questa estate,
poiché dalla prossima sarà maggiorenne. Quindi,
vedendo come avete cresciuto
Harry, con tanto "amore" e "dedizione", ero sicuro che non
vi sareste opposti all'idea di ospitare Draco fino a fine luglio,
quando lui e
Harry saranno scortati a casa Weasley.-
I Dursley lo stavano guardando
terrorizzati, mentre Harry
stava per essere mosso da un forte moto di ribellione.
- No! Non se ne parla!- aveva urlato
il
"Prescelto". - Lui è figlio di un lurido Mangiamorte, cosa
le fa
pensare che non farà da spia per Voldemort? Potrebbe sentire
qualcosa dei piani
dell'Ordine e dirlo ai Mangiamorte con cui è in contatto.-
disse Harry alzando
sempre di più la voce.
- Il ragazzo ha ragione, qualsiasi
cosa stia dicendo! Io non
ho intenzione di ospitare un altro povero orfanello magico! Questa casa
non è
un ostello! - aveva finalmente preso parola Vernon, con fare adirato.
- Sono sicuro che Draco non vi
creerà problemi. E, Harry, mi
deludono le tue parole. Pensavo che fossi abbastanza saggio da capire
che se
Lucius Malfoy ha fatto nella sua vita molti errori, ciò non
vuol dire che anche
Draco debba commetterli. - aggiunse Silente, con il suo tono vellutato
e
tranquillo.
- Veramente, professore, penso che
Potter abbia ragione. Non
ritengo che la scelta di lasciarmi vivere qui sia molto saggia.-
intervenne
Draco, voltandosi verso il Preside.
- Visto che la decisione è
presa, ho solo una richiesta da
farvi. - disse Silente, alzandosi dal divano, come se non avesse
sentito le
polemiche precedenti.
- Vi volevo chiedere di non lasciare
mai da solo Draco…-
- Allora vede che non si fida neanche
lei di lui?- sbraitò
Harry, ma il vecchio lo zittì con un dito.
- Non è che non mi fido di
lui, non mi fido degli altri. A
sorpresa potrebbe essere raggiunto da altri Mangiamorte che, pensando
che lui
li abbia traditi, potrebbero attaccarlo.- rispose prontamente,
distendendosi
poi in un sorriso. - Ora devo veramente scappare, devo riportare la
macchina a
Ted Tonks. A presto! E grazie, signori Dursley,
dell'ospitalità!-
Silente lasciò la casa,
lasciando le cinque persone nel
soggiorno in un rigoroso silenzio. Draco si sentiva osservato.
- Potrei almeno sapere dove
andrò a dormire?- chiese il
biondo, con voce scocciata.
- Puoi… condividere la
stanza con lui… o dormire nel
ripostiglio.- disse Petunia con voce assente. Era ancora sconvolta.
- Allora mi sistemo in questo
"ripocoso", se
qualcuno mi potesse dire dove si trova. - rispose Draco con tono
saccente.
Harry si alzò velocemente e fece un gesto brusco nei
confronti di Malfoy,
chiedendogli di seguirlo. Si fermò di fronte a una porticina
sotto le scale.
Draco osservò la porta curioso, non sapendo come potesse
esserci una stanza in
uno spazio così angusto. Quando Harry l'aprì,
Draco rimase decisamente
sorpreso. Quel posto era un vero buco. Era grande quanto il letto, in
quanto
c'era solo quello e un paio di scaffali. Una lampadina scendeva dal
soffitto, a
mo' di lampadario.
- Ma è uno scherzo?-
chiese il biondo, sconvolto.
- No… io ho dormito qui
per undici anni…- rispose Harry,
divertito. Draco deglutì, cercando di far incastrare il suo
baule da qualche
parte.
- Malfoy…- lo
chiamò il moro con voce seria. Malfoy si voltò
verso di lui.
- Che vuoi?-
- Un solo passo falso e ti
farò pentire di aver varcato la
porta di questa casa.-
- Sto tremando dalla
paura…- sbuffò Draco, chiudendosi alle
spalle la porta del ripostiglio. La riaprì dopo due secondi,
Harry era ancora
lì. Senza che il biondo gli dicesse nulla, Harry
entrò nel ripostiglio e tirò
una cordicella, facendo accendere la lampadina.
- Molto gentile…- rispose
Draco sarcastico, facendolo uscire
dalla sua "camera" e chiudendosi dietro la porta.
Spazio dell'autrice:
Ciao a tutti!!!! Nonostante
non abbia finito la mia fanfiction Love in London, sono tornata con
un'altra storia che avevo in cantiere da un po' di tempo :D
La trama più o
meno seguirà quella del sesto libro, cambiandone
però molti particolari, a partire dall'estate. Draco
trascorrerà l'estate a casa Dursley e Weasley.
Chissà cosa combinerà? XD
La prima parte della storia
sarà soprattutto incentrata sul rapporto tra Harry e Draco,
che cambierà a causa di questa convinvenza forzata.
L'aspetto più "romantico" della storia, la parte Dramione,
inizierà a farsi vedere solo più in
là, ma arriverà, non demordete nel leggere XD (Sottolineo che sia Draco sia Hermione sia Harry sono OOC, chi più chi meno)
Spero che vi piaccia e fatemi
sapere cosa ne pensate :D
Un bacione!!!
PS: Vi piace il disegno del
banner? Ne metterò altri a ogni capitolo. Questo l'ho fatto
un po' velocemente, ma è simpatico XD
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Capitolo 2 *** .2. Draco loves Nutella ***
Quella mattina Draco Malfoy si
svegliò con il rumore sordo del suo stomaco che brontolava.
Subito dopo sentì
qualcuno correre su per le scale, facendo tremare tutto il letto.
- Malfoy… c'è
la colazione… e non
mi importa se non vuoi mangiare come ieri sera. Se muori di fame fai un
favore
al mondo. - aveva urlato Harry dalla porta. Draco sbuffò,
mettendosi uno dei
suoi costosissimi completi neri magici, cuciti per lui su misura.
Uscì dal
ripostiglio, aprendo la porta bruscamente. Sentì subito un
rumore sordo e un
tonfo a terra. Sbirciò e vide a terra Dudley Dursley, che si
massaggiava la
testa. Doveva averlo colpito, aprendo la porta. Sorrise del risultato
ottenuto,
mentre il babbano si rialzava e si avvicinava a lui con fare minaccioso.
- Senti, stupido pazzoide! Non ti
conviene avermi come nemico.- grugnì Dudley, stranamente
coraggioso.
- Ti hanno già detto che
mio
padre è un assassino? Beh, ho imparato molto da lui,
è il mio modello di
ispirazione.- lo prese in giro Draco, tirando fuori la bacchetta. - Per
esempio
ho imparato l'Avada Kedavra, l'anatema che uccide. Non l'ho ancora mai
provato,
ma potresti essere tu la mia cavia.-
- Non puoi usare la magia fuori
dalla tua scuola per strambi…- disse sornione Dudley. Draco
alzò gli occhi al
cielo.
- Pensi davvero che mi importi
qualcosa di Hogwarts? Io so già cosa farò della
mia vita. Non penso che per
sterminare dei luridi babbani come te serva il diploma di Hogwarts.-
Lo superò, lasciandolo
sconvolto.
Entrò in quella che intuì fosse la cucina. Harry
stava ai fornelli e cucinava
qualcosa, mentre Petunia metteva la tavola. Vernon era comodamente
seduto su
una sedia a leggere il giornale. Quando Draco entrò, nessuno
lo degnò di uno
sguardo. Si limitò a sedersi su una sedia. Vernon
posò il giornale e cominciò a
fissare Draco con uno sguardo pieno di odio.
- Senti, ragazzo…-
cominciò
l'uomo, destando l'attenzione del biondo. - Sia chiaro… se
vuoi stare in questa
casa, non devi fare lo… strano. Per i vicini, tu sarai un
compagno di scuola di
Potter e frequentate una scuola per i disturbi mentali…-
Draco spalancò gli
occhi e sentì a malapena una risatina di sottofondo,
proveniente da Harry.
- Io non ho disturbi mentali.- si
ribellò il Serpeverde.
- Ne dubito…-
sogghignò ancora
Potter, ricevendo un'occhiataccia da parte del rivale.
- Comunque… in giro
sarà questa
la verità che diremo, che ti stia bene o no. E
comunque… se andrai in giro a
dire di essere un… un mago… beh, la mia ipotesi
dei disturbi mentali verrà
avvalorata dai vicini. - aggiunse burbero Vernon, minacciandolo con il
suo
ditone paffuto.
- Non avevo intenzione di andare
a dire a una massa di stolti babbani che ero un mago…-
rispose saccente Draco.
Harry passò al suo fianco e lanciò nel suo piatto
un paio di pancakes,
sedendosi di fronte a lui, divertito dalla scenetta. In quell'istante
Dudley
entrò nella cucina con un volto piuttosto pallido. La madre
gli corse incontro,
abbracciandolo forte. - Auguri, Didino caro…- disse a bassa
voce.
- Auguri, figliolo, ora ti
dedicherò la giusta attenzione. In quanto a te,
biondino… fatti prestare un
paio di vestiti da mio nipote… tu non ti farai vedere in
giro con questa robaccia…-
osservò zio Vernon. Draco divenne rosso come un peperone.
- Questo è un vestito di
marca!
L'ho pagato 100 galeoni! - si lamentò lui, difendendo il suo
vestito.
- Non mi interessa… fatti
dare da
lui dei vestiti normali…-
- Non prendo ordini da un lurido
babbano! Io mi vesto come mi pare!-
Harry prese un bicchiere di succo
d'arancia e glielo versò addosso. Draco osservò
con stupore il succo arancione
macchiargli il vestito.
- Un vestito in meno…-
osservò
Harry, suscitando la rabbia del biondo.
- Come hai osato??? Ora
tu…-
- Ora basta chiacchiere…
E' il
compleanno di Dudley. - disse con una voce sdolcinata Vernon,
avvicinandosi al
figlio. Draco fece finta di trattenere un conato di vomito.
- Dove sono i miei regali?-
chiese Dudley, ancora un po' intimorito dalla chiacchierata con Draco.
- Eccoli qui, tesoruccio…-
rispose radiosa Petunia. Un mucchio di pacchi era in un angolo della
cucina.
Lui ci si avvicinò e cominciò a scartarli.
Nel frattempo Draco stava
osservando prima Harry e poi i suoi pancakes. Cercava di capire come
doveva
mangiarli. Harry prese un barattolo con una sostanza violacea e uno con
una
sostanza marroncina, babbanamente conosciute come marmellata e nutella.
Con un
coltello prese un po' di quella cosa marrone e la spalmò su
un pancakes, su un
altro mise la gelatina violacea. Posizionò i due pancakes
uno sopra l'altro e
li prese in mano a mo' di panino, addentandolo con voracità.
Draco, curioso,
prese la sostanza marrone, osservandola di sbieco.
- E' nutella.- lo aiutò
Harry,
con la bocca piena. Draco lo fissò confuso.
- Nu… che?-
- Nutella… E'…
tipo la
cioccolata… quella delle cioccorane.-
- So cosa è la
cioccolata…- si
difese Draco, impugnando un coltello e facendo la stessa cosa che aveva
fatto
Harry, però senza marmellata, che non lo ispirava molto.
Quando diede il primo
morso rimase piacevolmente sorpreso del sapore di questa "Nusella".
- Cosa è questo foglio?-
chiese
Dudley ad alta voce, attirando l'attenzione di Harry e Draco.
- E' una ricevuta che dice che
sei iscritto al corso per prendere la patente! E' già tutto
pagato…- rispose il
padre con un sorriso. Dudley divenne rosso dalla rabbia.
- Mi stai dicendo che mi hai
comprato l'iscrizione alla patente e non la macchina?- chiese come se
fosse la
cosa più ovvia da fare.
- Ehm… avremmo aspettato
che tu
prendessi la patente.- si difese Petunia.
- Ma io voglio la macchina!-
sbraitò Dudley.
- Viziato…-
sibilò Draco,
spalmandosi un altro po' di nutella sui pancakes.
- Mi ricorda qualcuno…-
disse
Harry, riferendosi proprio al biondino. Questi alzò lo
sguardo, quasi offeso.
- Io non sono viziato!- si
difese. Harry si mise a ridere, tossicchiando un po' e imitando la sua
voce.
- Papino! Voglio diventare il
cercatore di Serpeverde e voglio una scopa più veloce di
quella di Potter!-
piagnucolò prendendolo in giro.
- Non gli ho detto proprio
così…-
sbuffò Draco, tornando alla tanto amata nutella.
- Ok, Didino caro, allora usciamo
adesso e andiamo a comprarti la macchina che vuoi tu. D'accordo?- disse
Petunia, sorridendo preoccupata, prendendo subito la sua borsa sul
tavolo,
pronta per uscire.
Dudley si rilassò,
accettando la
proposta della madre. Si stavano dirigendo all'uscita, quando Petunia
sembrò
ricordarsi di qualcosa. Tornò indietro in cucina e si
rivolse a Harry.
- Stasera c'è la cena per
il
compleanno di Dudley. Va' a fare la spesa. La lista è sul
frigorifero. - disse
secca al nipote.
- Ma non posso uscire e lasciare
lui a casa. Silente ha detto…-
- Allora portatelo dietro. Non ti
farei uscire di casa se non fosse strettamente necessario.- non gli
diede modo
di rispondere perché uscì di casa insieme al
marito e al figlio.
- Cosa è un
"frigorifico"?- chiese Draco con la bocca piena. Harry scosse la
testa e andò a prendere la lista.
- Lascia stare la nutella e
seguimi.- disse Harry, dirigendosi verso le scale. Il biondo lo
seguì
controvoglia. Il moro entrò in una camera e ne
uscì con un paio di jeans e una
t-shirt celeste.
- Mettiti questi. Dobbiamo
uscire.-
- Io non ho intenzione di mettere
i tuoi abiti smessi…- replicò l'altro con
un'espressione schifata.
- Se non fai storie, ti
laverò il
tuo costosissimo vestito firmato. Suppongo che tu non ne sia capace.-
disse
Harry, lanciandogli gli indumenti. Draco lo guardò con fare
circospetto, prese
i vestiti e si chiuse in bagno. Ne uscì poco dopo indossando
un paio di jeans
di due taglie più grandi e la t-shirt slavata.
- Ho lasciato il mio vestito,
sopra quel coso con una finestrella.- disse Draco, superando Harry,
mentre
scendeva le scale.
- La lavatrice?- chiese il moro
seguendolo.
- Non lo so…-
alzò le spalle
l'altro.
Uscirono dalla porta di casa e si
diressero a piedi lungo Privet Drive.
- Ma dove dobbiamo andare?-
chiese Draco, confuso.
- A fare la spesa…-
rispose
Harry, senza pensare.
- Cosa?-
- Tu non le compri le cosa da
mangiare?- chiese seccato il moro.
- Non lo so. Pensano a tutto gli
elfi domestici. - sembrò quasi giustificarsi il biondo,
tornando in silenzio.
Harry fu mosso da un inspiegabile senso di colpa nei confronti di
Malfoy. Gli
sembrava decisamente più docile del solito. Forse era in
difficoltà per il
fatto di trovarsi nel mondo babbano e di non conoscerlo minimamente.
Dopo lungo
camminare arrivarono di fronte a un grosso edificio, probabilmente
l'unico
supermercato grande di Little Whinging. Draco osservava curioso la
struttura,
chiedendosi cosa avrebbe trovato all'interno. Si avvicinarono
all'ingresso e
Harry mise una moneta in un carrello, liberandolo, e si diresse verso
l'interno. Draco rimase spaesato guardando ogni articolo esposto. Harry
aveva
fatto qualche metro intanto e già era andato a prendere
qualche tipo di carne
che zia Petunia aveva richiesto. Solo in quel momento notò
alle sue spalle il
troppo silenzio e capì che Draco non era più al
suo fianco.
- Accidenti…-
sibilò il moro,
lasciando il carrello accostato da una parte, e correndo verso
l'ingresso. La
ricerca si dimostrò più semplice del previsto.
Non era difficile distinguere
tra la gente quei capelli biondissimi e quei vestiti larghi e smessi
che non si
addicevano per nulla alla sua espressione fiera. Era immobile al centro
di uno
dei corridoi e guardava non si sa cosa in alto. Quando Harry si
avvicinò, Draco
non sembrò nemmeno accorgersi della sua presenza.
- Cosa è questo rumore?
Musica?-
chiese Draco curioso. Harry centro di focalizzare l'udito e distinse
nettamente
un motivetto che aveva recentemente sentito in radio.
- Sì…-
- Ce l'hanno anche i babbani?-
chiese il biondo, interessato. - E da dove viene? Come fa a uscire dal
soffitto?- chiese poi indicando un punto dal quale era sicuro che
stesse
uscendo la musica.
- Vedi quei buchi? Sono
altoparlanti. Amplificano il suono della musica. E ora andiamo, prima
che… MA
CHE HAI FATTO?- Harry alzò decisamente la voce, per
pronunciare l'ultima frase.
Solo in quel momento si era accorto che, durante tutta la loro
conversazione,
Draco aveva tenuto in mano un barattolo gigante di nutella, l'aveva
scartata e
se la stava mangiando. La mano era completamente nel barattolo e la
bocca era
sporca di cioccolato. Sembrava un bambino.
- Non potevo?- chiese lui
titubante, richiudendo il barattolo.
- No! Devi pagarle queste
cose…
Posalo e fa' finta di niente. - Draco sembrava contrariato, ma Harry
riuscì a
trascinarlo via dal reparto dolci.
L'uscita durò decisamente
più del
previsto. Rimasero due ore all'interno del supermercato, probabilmente
a causa
del Serpeverde che chiedeva spiegazioni su ogni oggetto che non
conoscesse:
praticamente tutto.
In cassa Harry si occupò
del
pagamento, mentre Draco fu costretto a imbustare. Rientrarono a casa e
notarono
nel vialetto una Porche nera metallizzata. Malfoy sembrava estremamente
affascinato da quella diavoleria babbana.
- E fu così che Malfoy
scoprì il
grande amore di ogni uomo… l'automobile!- lo prese in giro
Harry, entrando in
casa. Draco lo seguì, strascicando i piedi, ma con lo
sguardo ancora fisso su
quel gioiello di macchina.
Spazio dell'autrice:
Che ve ne pare??
Ho atteso un po' per pubblicare
questo capitolo perchè ho rimandato fino all'ultimo il
disegnino del banner XD. Il capitolo era bello che scritto da un bel
po'. Non dovrei aggiornare lentamente perchè sto a buon
punto nella scrittura, quasi alla fine... più o meno
XD.
Cosa ne pensate di questo Draco
più "docile" e curioso del mondo babbano? A me piace molto,
anche se so benissimo che è lontano da quell'acido del Draco
vero XD. Però ho immaginato che si potesse trovare un po'
spaesato nel nuovo mondo in cui è costretto a vivere... e
chissà se alla fine questo mondo non finirà per
piacergli :D
Aspetto ansiosa i vostri commenti,
mentre ringrazio chi ha letto o recensito il capitolo precedente,
nonchè chiunque abbia messo la storia tra i preferiti o le
seguite :D
A presto
Kiss!!!
|
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Capitolo 3 *** .3. Peace or War? ***
- Allora, Potter… illustra le
regole
al nuovo arrivato…- disse zio Vernon andando avanti e
indietro per il
soggiorno. Riunione di famiglia allargata che comprendeva anche il
giovane
Malfoy. Draco nel pomeriggio aveva "scoperto" la televisione e non
degnava di attenzione nessuno dei Dursley, troppo indaffarato a fare
zapping.
Era appassionato di programmi di cucina.
- Alle sette e mezza cominceranno a
venire gli amici di Dudley, mentre verso le otto ci raggiungeranno
alcuni amici
di "famiglia". La cena verrà servita alle otto e mezza e la
festa
durerà circa fino a mezzanotte. In tutto questo io e Malfoy
dovremmo restarcene
chiusi in camera mia e fare finta che non esistiamo. - disse Harry,
come se
stesse ripassando qualcosa a memoria. Solo in quel momento Draco
prestò
attenzione alla situazione.
- E io non mangio?- chiese con
stupore. Harry lo fissava stralunato. Non pensava che Malfoy fosse
così
affezionato al cibo. O forse… era particolarmente attratto
dal cibo babbano.
- Portatevi dei muffin, non lo so! -
sbraitò Vernon, immobilizzandosi, quando sentì il
campanello. Draco si alzò di
corsa e andò in cucina, uscendone con un vasetto di nutella
e un pacco di
grissini. Lui e Harry salirono in camera, mentre dal piano di sotto
cominciarono a sentire un vociare che si faceva via via più
intenso. I due
ragazzi si chiusero in camera.
- E' bruttina, ma sicuramente
più
decente del mio ripocoso.- osservò Draco, guardandosi
intorno. Harry si sedette
sul letto, mentre Draco si mise a sedere sulla sedia girevole e
cominciò a
girare su se stesso.
- Perché qui sembri
più normale?-
chiese ad un tratto Harry, confuso. L'altro lo guardò
interrogativo.
- In che senso?-
- Sembri un mago tranquillo, che
rimane affascinato dal mondo babbano. Non mi hai preso praticamente in
giro per
24 ore. Questo tuo comportamento mi confonde…
perché mi fai sembrare cattivo a
me, perché ti rispondo male… ma che
dico… ti rispondo come al solito. Noi ci
siamo sempre… approcciati male…- rispose il moro,
fissando l'altro con
curiosità.
- Vuoi che ricominci a trattarti
come al solito? Se ti può far sentire meglio stamattina ho
minacciato di morte
tuo cugino.- rispose Draco, infilando un grissino nella nutella.
- Quello lo faccio sempre anche io.
Ma io dico… non voglio che tu mi dia fastidio…
dico solo che non capisco perché
non lo fai.-
- Pensavo di rendere più
decente
questo soggiorno qui evitando di andarti contro. Ieri pomeriggio ho
pensato che
poteva essere più piacevole concentrare il mio odio nei
confronti di quegli
insulsi babbani e magari riuscire a tenere te neutrale. - si
spiegò il biondo,
cominciando a mangiare, mentre allo stesso tempo girava con la sedia.
- Dici di fare una tregua?- chiese
incredulo Harry. Non riusciva a credere alle sue orecchie.
- Solo per l'estate.- suggerì
subito
il biondo.
- Ehm… cosa intendi per
tregua?-
- Non voglio essere tuo amico. Dico
solo di convivere senza sbranarci ogni volta che ci vediamo.- disse
velocemente
l'altro con una nota di disgusto nella voce. Harry ci pensò
un secondo. Veniva
da un anno difficile, dove Sirius era morto poche settimane prima e
dover
pensare il meno possibile al "peso" di avere Malfoy in casa forse
l'avrebbe potuto rilassare… o gli avrebbe dato il tempo di
pensare un piano per
come vendicare il suo padrino.
- Solo per l'estate…-
precisò Harry,
porgendogli la mano. Draco si avvicinò con la sedia e gli
diede uno schiaffetto
sulla mano. Doveva essere il suo modo di accettare la tregua.
Rimasero qualche secondo in
silenzio.
- E chi mi dice che non stai
lavorando per i mangiamorte? D'altronde potresti benissimo raggiungere
la tua
schifosa zietta assassina.- chiese d'un tratto Harry, non del tutto
convinto o
con le saette di odio negli occhi al ricordo di Bellatrix. Draco
alzò gli occhi
al cielo, per poi alzare la manica sinistra della felpa giallina che
stava
indossando. Il braccio non mostrava nessun marchio.
- Non penso che Voldemort farebbe
marchiare un ragazzino di sedici anni.- aggiunse il moro, con tono di
ovvietà.
- Ne sei sicuro? D'altronde tu ci
hai parlato tante volte di come Lui sceglie le persone da marchiare.
Beh…
allora sentiamo, perché pensi che Silente mi abbia portato
qui?- chiese il
biondo, alzando la voce. La discussione stava degenerando. Che la
tregua più
breve del mondo fosse già finita?
- Perché non sapeva dove
lasciarti,
visto che nessuno ti voleva…- rispose Harry, rispondendo con
cattiveria.
- Sei proprio stupido, Potter.
Silente mi ha portato qui, perché sa che qui l'Oscuro
Signore non può venire a
marchiarmi! E' così chiaro… "Non lasciatelo mai
da solo"… Essendo una
persona stupidamente intelligente, ha capito che dopo l'errore dei miei
genitori, Lui sarebbe venuto da me. E come me, Silente
penserà che vorrà farmi
fare da sostituto di mio padre.- disse Draco, posando rumorosamente la
nutella
sulla scrivania.
- Penso che ognuno diventi
ciò che
vuole diventare. Sono le nostre scelte che determinano chi siamo, non
le nostre
abilità.- replicò Harry, serio.
- Tu mi vieni a parlare di scelte,
Potter? Tu puoi scegliere? Puoi scegliere di non batterti con il
Signore
Oscuro? Puoi decidere di scappare in lacrime dalla paura? Puoi
scegliere tutto
questo?- chiese il biondo, alzandosi dalla sedia.
- No! Ma il discorso è
diverso.-
- Perché è
diverso? Perché tu stai
dalla parte del bene e io dalla parte del male? Io non posso scegliere
cosa
essere. Non posso inseguire i miei sogni come un qualunque ragazzo.
Vorrei
essere un Guaritore o specializzarmi in pozioni, magari diventare
professore.
Ma non posso. Non posso, perché quando l'Oscuro Signore mi
troverà, e mi
troverà prima o poi, io non dovrò fare altro che
chinare la testa e farmi
marchiare. Perché se no mi ucciderà…
se no ucciderà la mia famiglia. Non posso
scappare, perché, anche se tu pensi di essere l'unico grande
eroe che combatte
per le persone che ama, io anche ho qualcuno per cui devo lottare. E
devo farlo
dalla parte del male!- Draco diede un forte calcio alla sedia girevole.
Si
diresse verso la porta della stanza.
- Dove credi di andare?- chiese
Harry preoccupato.
- Me ne vado…-
- Dove? Non puoi!- disse il moro con
voce colma di panico. Non doveva lasciarlo andare. Draco
tirò fuori la
bacchetta e gliel'ha punto contro. Il braccio gli tremava forte e i
respiri si
fecero più insistenti e frenetici. Gli occhi sembravano
rossi dalla rabbia.
- Non mi ostacolare, Potter.- disse
con voce tremante.
- Calmati, Malfoy! Io… io
posso
aiutarti! - suggerì Harry, avvicinandosi. Il biondo
alzò ancora di più la
bacchetta.
- Potter, ti crucio, se ti avvicini
ancora…- rispose Draco, in una vera e propria crisi di
panico. Il cuore gli
batteva forte, se lo sentiva scoppiare nel petto. Harry
spalancò gli occhi,
dalla sorpresa, e Malfoy ebbe il tempo di prendere la chiave della
stanza e di
uscirne. Chiudendovi Harry dentro. Lasciò la chiave nella
serratura e scese le
scale. Quella frenesia gli provocò un giramento di testa.
Arrivò al ripostiglio
e prese il suo baule.
- Chi sei?- chiese Piers
Polkiss alla sua sinistra. Draco rimise in tasca la bacchetta in un
istante di
lucidità, con tutta quella rabbia, avrebbe potuto far
partire qualche colpo
imprevisto.
- Togliti dai
piedi…- rispose con rabbia, spintonandolo da una parte.
- Sei un ladro? A
LADRO! A LADRO!- cominciò a gridare Piers. Draco
posò il baule con un tonfo e
si girò di scatto, dando un forte pugno sul naso del
babbano, che cadde a
terra.
Draco prese la sua
roba e uscì di casa, prima che gli altri invitati li
raggiungessero nella scena
incriminata.
Cominciò a
incamminarsi lungo Privet Drive, senza sapere dove stesse andando. Il
respiro
era affannoso e il vento aveva stuzzicato i suoi occhi, che finalmente
lasciarono andare qualche lacrima.
- Era biondo e alto
e aveva degli abiti orrendi.- riferì Piers Polkiss alla
folla che lo stava
ascoltando. Vernon spalancò gli occhi a quella descrizione,
guardandosi in modo
complice con Petunia.
- Stava rubando
qualcosa, hai detto?- chiese Petunia con voce dolce.
- Sì! Ha preso una
specie di baule da quel ripostiglio.- spiegò il sedicenne.
- Vernon, Petunia…
Forse è il caso che ce ne andiamo. Avete bisogno di
riprendervi dallo shock e
potrete avere il tempo di fare la denuncia.- suggerì una
signora grassottella.
Velocemente tutti gli ospiti si dileguarono.
- E' il peggior
compleanno della mia vita!- urlò Dudley andando a chiudersi
in camera sua.
Vernon corse in camera di Harry e notò la chiave nella
serratura. L'aprì e
Harry ne uscì di corsa.
- Dimmi che l'hai
fermato!- disse lui speranzoso allo zio.
- Dove è andato il
tuo amichetto? Ha rovinato la festa di Dudley!- urlò Vernon
adirato.
- Abbiamo discusso e
se n'è andato! Oddio, Silente mi ucciderà! Per la
barba di Merlino! Una cosa mi
aveva chiesto!- cominciò a blaterare Harry tra sé.
- E non pensi ai
danni emotivi di tuo cugino?- chiese lo zio, sbraitando.
Draco continuava a
camminare senza sapere dove si trovasse. I suoi passi si erano fatti
più
frenetici e si guardava intorno in modo nervoso. Si sentiva seguito, ma
probabilmente era solo una sensazione.
Ad un tratto sentì
un rumore alle sue spalle, si girò velocemente, ma non c'era
nessuno. Non fece
in tempo a rivoltarsi, che una persona l'aveva bloccato da dietro. Una
mano
affusolata e femminile si posò sulla sua bocca, per coprirne
le urla. Delle
labbra sottili si avvicinarono al suo orecchio.
- Ben trovato,
nipotino… che ne dici di farci un giretto?-
La voce di sua zia
Bellatrix gli raggelò il sangue.
Spazio dell'autrice:
Eccomi con un nuovo capitolo! Lo
ammetto... non sono molto affidabile su alcune cose, infatti mi sono
già stancata di fare i banner XD Rallentano troppo la
pubblicazione dei capitoli, mentre io vorrei essere più
veloce ad aggiornare :D
Che ve ne pare di questo capitolino?
Iniziano le prime scintille tra Draco e Harry, nonostante quel
principio di tregua :D Cosa succederà nel prossimo
capitolo??? Io lo so XD
Spero che vi sia piaciuto e che
continuerete a commentare numerosi!
A presto!
Kiss!!!
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Capitolo 4 *** .4. The Truth and the Lie ***
Erano passati
alcuni giorni da quel fatto. Luglio era finalmente arrivato e il caldo
si
faceva sentire.
Draco era sul
divano a vedere la televisione. Aveva scoperto un programma di dolci e
ne era
tremendamente affascinato. Con il passare del tempo, aveva riacquistato
l'appetito e il normale colorito. Sembrava come se non fosse successo
nulla.
Harry si mise
seduto al suo fianco, intento a parlargli apertamente.
- Malfoy…- lo chiamò
serio.
- Dimmi,
Potter…- rispose l'altro come se nulla fosse.
- Volevo
parlarti della sera in cui abbiamo discusso…-
cominciò il moro, in difficoltà.
Draco si irrigidì, abbassando il volume della tv.
- Vuoi chiedermi
scusa per la tua sfrontatezza?- gli chiese il biondo, cercando di fare
umorismo.
- No… voglio
sapere cosa è successo dopo…-
Draco si morse
un labbro, senza staccare gli occhi dal programma televisivo.
- Ti ho chiuso
in camera. Poi sono sceso e ho preso il mio baule, ho incontrato quel
babbano e
l'ho steso con un pugno. Sono uscito e ho cominciato a camminare senza
meta.
Poi mi sono fermato e ci ho ripensato. Ammetto di aver avuto paura e di
aver
pensato che sarei stato più al sicuro qui.- disse Draco
tutto di un fiato. Si
congratulò con se stesso per la sua migliorata
capacità di mentire.
- E' successo
solo questo? Ne sei sicuro? Non hai incontrato nessuno?- chiese il
moro,
preoccupato. Draco intuì che Harry sospettava qualcosa.
- E' successo
solo questo… Comunque volevo chiederti se un giorno di
questi mi puoi
accompagnare a comprare dei vestiti babbani. Non voglio andare in giro
con
questi stracci!- si lamentò Draco, cambiando abilmente
argomento.
- Vuoi che ti
accompagni?- chiese Harry confuso.
- Sì, beh…
pensavo che con la tregua che abbiamo stipulato potevi darmi una
mano…- chiese
Draco con nonchalance.
- Siamo ancora
in tregua?-
- Sì… fino a che
mi servi sì. - rispose Draco con un ghigno.
- Allora… ehm
ok…- Harry si alzò e lo lasciò solo,
immerso nei ricordi di quella serata del
23 giugno.
"-
Lascia
pure qui il baule, tesoro. Non ci vorrà tanto.- Bellatrix
prese Draco per la
mano e lo portò in un boschetto ai margini di Privet Drive.
Opportunamente
nascosti, lo spintonò addosso a un albero.
-
Abiti babbani,
Draco? Tuo padre ti diserederebbe.- osservò sua zia con
isteria e divertimento
allo stesso momento.
-
Cosa c'è,
piccolo? Il gufo ti ha mangiato la lingua? E' paura quella che sento
dentro di
te? Eppure pensavo di aver fatto un buon lavoro con te in Occlumanzia.
Ma se
sento la tua viscida paura da qui… mi devo ricredere sulle
tue capacità.-
Bellatrix prese la bacchetta e gliela punto contro.
-
Crucio…- disse
quasi in un sussurro. Una scarica colpì in pieno Draco e lo
costrinse a cadere
a terra, trattenendo i gemiti che quella tortura gli stava chiedendo di
lasciar
liberi. Passarono minuti interminabili e a Draco venne seriamente il
dubbio che
non si sarebbe mai fermata, quando…
-
Bellatrix,
lascia il ragazzo…- la voce gelida e serpentina di Lord
Voldemort terrorizzò
Draco più della tortura che stava ricevendo. Il biondo lo
fissava con terrore.
-
Stupido
ragazzino, inchinati al nostro Signore!- gli urlò contro
Bellatrix,
costringendolo con la magia a inchinarsi.
-
Lascia
perdere, Bellatrix. Siamo qui per un motivo.- disse Voldemort, dicendo
a Draco
di rialzarsi con un solo cenno.
-
Bene, ragazzo.
Ti stiamo aspettando da un bel po'. Pensavamo che saresti scappato
prima da
quella casa. Stavi facendo amicizia con il giovane Potter?- chiese
l'Oscuro
Signore, avvicinandosi a Draco. La voce era gentile, gli occhi rossi
come il
sangue. Era così prevedibile? Sapevano che sarebbe scappato?
Il biondo scosse
subito la testa, con più forza che aveva.
-
Bene… allora
sarai contento di sapere che avrai l'onore di far parte del mio
fedelissimo
esercito.-
Draco
cercò di
nascondere la paura.
-
Ne… ne sono
onorato, Signore.- disse con voce febbrile.
-
Di solito, c'è
una cerimonia in segreto, ma ora non abbiamo il tempo. Ho portato tua
zia come
testimone. Come ben sai, tuo padre ha miseramente fallito l'attacco al
ministero. Qualcuno dovrà pagare per questo non pensi?
Adesso ti affiderò una
missione. Ma sono magnanimo e ti darò la
possibilità di scegliere se accettare
o meno. Se accetterai, avrai l'onore di essere il più
giovane Mangiamorte della
storia, se non accetterai, ucciderò prima te, poi tuo padre
e infine la tua
cara mammina. Che ne dici?- chiese Voldemort con voce melliflua.
Bloccò con due
dita il volto di Draco.
-
Accetto,
Signore. Cosa devo fare?- chiese il giovane, con voce piuttosto
convincente.
-
Diventare un Mangiamorte
è un compito importante. E deve essere seguito da un atto di
valore. Quale
migliore dimostrazione di fedeltà di un omicidio?-
-
Chi devo
uccidere, Signore?- chiese Draco, deciso.
-
Albus…
Silente…- sibilò con gusto il Signore Oscuro. A
Draco mancò il respiro. -
Naturalmente se non ci riuscirai o se scoprissi che ci hai tradito,
beh…
ucciderei te, tuo padre e tua madre.-
Draco
si stupì
della maligna risata di sua zia. Non le importava nulla del fatto che
sua
sorella sarebbe potuta uscire morta da tutto questo?
-
Non la
deluderò, Signore.- rispose Draco con autorità.
-
Così, va
meglio. Devi trovare un modo per far entrare i Mangiamorte a Hogwarts,
quando
sarà il momento. Hai tempo fino alla fine dell'anno
scolastico. Se Silente non
sarà morto fino ad allora, beh, ti ho già detto
le conseguenze.-
Draco
deglutì,
lasciando che la sua mente cercasse un modo fattibile per poter fare
tutto ciò.
Come poteva uccidere Silente, quando non c'erano riusciti grandi maghi
oscuri
come Grindelwald o lo stesso Oscuro Signore?
-
Domande,
figliolo?- chiese Voldemort con voce affabile.
-
Dove andrò a
stare adesso?- chiese il ragazzo, ponendo la domanda più
stupida tra tutte
quelle che aveva in mente.
-
Da nessuna
parte… tornerai da Potter. Devi tornare a scuola per
uccidere Silente, non puoi
dare nell'occhio, scappando così. Visto i precedenti,
inoltre, un attacco di
dissennatori a Little Whinging potrebbe non destare sospetti.-
cominciò a
fantasticare il Signore Oscuro. - Dammi il braccio.-
Gli
occhi di
Draco si dipinsero di terrore.
-
Ma, Signore…
Potter potrebbe scoprirmi! Se mi vedesse il braccio, potrebbe
avvertire…-
-
Non mi importa
come farai, Draco… Dammi quel maledetto braccio…
O forse stai rinunciando alla
missione?- chiese il mago oscuro, prendendo la sua bacchetta bianca. Il
biondo
deglutì, tirando su la manica del braccio sinistro.
Voldemort increspò le
labbra in una specie di sorriso. Posò con delicatezza la
punta della bacchetta
poco sopra il polso. Un fascio di luce verde uscì dalla
bacchetta ed entrò nel
braccio del ragazzo. Pochi secondi dopo, Draco si lasciò
sfuggire un urlo di
dolore, che tentò di reprimere subito dopo. La pelle
cominciò a bruciargli come
se fosse stato appiccato un fuoco sopra. Lentamente vide la pelle
aprirsi nel
punto dove era stata puntata la bacchetta e il disegno del marchio
cominciò a
delinearsi, scalfendo la sua forma, come se fosse stata fatta con la
lama di un
coltello. Draco vide il sangue colargli dall'avambraccio, ma distinse
chiaramente il Marchio Nero in tutta la sua forma. Voldemort si
materializzò
all'istante, mentre Bellatrix si chinò sul nipote e prese il
suo braccio,
leccando il sangue che stava colando da esso, in un gesto che
spaventò non poco
il biondo. Poi la zia cominciò a ridere, smaterializzandosi
come aveva fatto il
suo padrone.
E
Draco rimase
solo per alcuni istanti, cominciando a piangere, senza preoccuparsi di
nascondere i singhiozzi insistenti.
-
Mi lasci
andare?- aveva chiesto Harry urlando. Stava ancora discutendo con suo
zio e lui
non sembrava volerlo lasciare in pace.
-
Dove pensi di
andare?- chiese Vernon, per l'ennesima volta.
-
Devo andare a
cercarlo! Non capisci? Silente aveva detto che…-
La
discussione
fu interrotta da qualcuno che aveva bussato alla porta. Petunia
andò ad aprire
la porta e vi trovò davanti Draco. Vernon corse verso di lui
come una furia,
mentre a Harry non passò inosservata l'espressione di Draco.
-
Si può sapere
cosa hai combinato? Ti avevo detto di stare in camera e di non
combinare
casini! Hai dato un pugno al migliore amico di mio figlio! Hai rovinato
il
compleanno di Dudley!- gli sbraitò contro Vernon. Il biondo
lo fissava con
sguardo assente, privo di emozioni. Poi abbassò la testa.
-
Mi dispiace,
signor Dursley. Ho avuto una crisi di nervi. Le prometto che non
succederà più.
- disse con voce rotta. Vernon gli voltò le spalle
cominciando a borbottare tra
sé.
-
Cosa hai fatto
ai jeans?- chiese Harry, osservando una macchia che sembrava
decisamente
sangue. Draco la guardò, nascondendo il momento di panico.
-
Erano già
sporchi. Non so cosa sia…- si limitò a dire,
dirigendosi verso il ripostiglio.
Si chiuse nella sua camera e sospirò, rimasto finalmente
solo. Tirò su la
manica e scrutò con attenzione il suo Marchio.
Cominciò a tremare al ricordo di
quando accaduto, si aggomitolò su se stesso e rimase
così tutta la notte.
Intanto
Harry
nella sua camera non riusciva a prendere sonno.
Si
sfiorò la
fronte con delicatezza. Poco prima che Malfoy tornasse aveva sentito
una forte
fitta alla cicatrice. Doveva pur voler dire qualcosa."
Spazio dell'autrice:
Che ve ne pare di questo capitolo??? A me non fa impazzire, ma diciamo
che è un capitolo di transizione, che serviva più
che altro a spiegare cosa era successo a Draco nella sua
"chiacchierata" con zia Bellatrix.
Spero vi sia piaciuto e che la storia continui a piacervi...
Ringrazio chi legge, segue o commenta la storia :D
A presto!
Kiss
PS: Tra due capitoli farà la sua prima apparizione...
Hermione!!!! Anche se ancora non sembra, fidatevi, è una
Dramione XD
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Capitolo 5 *** .5. Football and fear ***
-
Abbiamo altre
tappe?- chiese Draco, affondando la faccia nello zucchero filato. Lo
regalavano
a tutti i bambini fuori uno dei negozi dove erano stati.
-
Ti sei rifatto
tutto il guardaroba come se dovessi vestirti da babbano per tutta la
vita!- si
lamentò Harry, che non sapeva come si era ritrovato a
portare tutte le buste.
Era
il quindici
luglio e il caldo era ancora più asfissiante del solito.
-
Ammetto di
aver trovato delle cose interessanti e che mi sono lasciato prendere la
mano.-
disse Draco, saltando su un muretto e camminandoci sopra. A volte,
Harry
pensava che potesse essere davvero un bambino mascherato da adulto.
-
Strano che ti sia
comprato tutte maglie a maniche lunghe. Fa molto caldo non pensi?-
provò a
chiedere Harry con un preciso doppio fine. Draco prese un altro boccone
di
zucchero filato.
-
Non sono
abituato alle maniche corte. Ho sempre portato camicie o completi
lunghi. Penso
sia stata una questione di abitudine.- alzò lui le spalle,
saltando giù dal
muretto, ormai arrivati a casa. Stavano per entrare quando furono
fermati da
Piers Polkiss e Dudley.
-
Scusa, Big Di,
potremmo chiedere a loro!- disse Piers, avvicinandosi a loro. Dudley
sbiancò
visibilmente.
-
Oi raga, vi va
di giocare con noi a calcetto questo pomeriggio? Tranquillo, biondino,
Dudley
mi ha spiegato tutto e ti ho perdonato. Però ci servono
assolutamente due
giocatori.- disse tutto di un fiato.
Harry
alzò un
sopracciglio, confuso.
-
Non penso sia
il caso.- rispose il moro.
-
Già, Piers,
lasciali stare.- aggiunse Dudley, non essendo d'accordo con l'amico.
-
Ma perché?
Dai! Avete paura di fare brutte figure? Di perdere? Non ci andremo
giù
pesante!- aggiunse Piers. Harry stava per entrare in casa, quando Draco
proferì
parola.
-
Certo che non
abbiamo paura. E impegnatevi il più possibile,
perché noi oggi pomeriggio vi
stracceremo!- disse il biondo, punto nell'orgoglio.
-
Ottimo, allora
a dopo! Dai Big Di, sarà divertente, li stracceremo.-
Entrati
in casa,
Harry si sfogò.
-
Ma si può
sapere che ti è preso? Tu non ci sai giocare!-
-
Posso
imparare! Hai sentito come si stavano prendendo gioco di noi? Ora dimmi
cosa è
il calcetto?- chiese convinto Draco.
-
Ehm… Tipo il
Quidditch, solo senza boccino e bolidi… e con una porta
sola. E non devi
toccare la palla con le mani, devi usare solo i piedi, o anche la
testa…
insomma puoi usare tutto il corpo tranne le braccia.- spiegò
Harry,
velocemente.
-
Ok, tutto
chiaro. Devo buttare con i piedi una cosa tipo la pluffa dentro una
porta
difesa da un portiere. Mi sembra di aver visto qualcosa in tv. Stavano
su un
campo verde e correvano avanti e indietro dietro una palla.
Sì… perfetto sono
carico.- si auto convinse Draco. Harry si mise una mano sulla fronte,
non
volendo pensare a cosa avrebbe combinato Malfoy in un campo di calcetto.
Uscirono
di casa
per le quattro del pomeriggio, Dudley era già al campo con i
suoi amici. Di
fronte al numero 4 di Privet Drive, Draco vide un topo che li fissava
con
interesse. Quando incrociò il suo sguardo, l'animale
entrò in un tombino.
Arrivati
al
campetto, Draco sorrise.
-
Ma le porte
sono enormi! Riuscirei a segnare anche a occhi chiusi!- si
lamentò per la
facilità dell'impresa.
-
Non è così
semplice, Malfoy.- replicò Harry. - Non sembri molto un tipo
sportivo.-
-
Guarda che io
a casa mia ogni mercoledì vado a correre per due ore! Sono
sportivo!- si
lamentò il biondo.
-
Ecco i nostri
due giocatori!- li accolse Piers. - Allora sarete in squadra con John,
Steve e
Mike.-
Fu
dato a Harry
l'onore di dare il calcio di inizio. Decise di passare la palla a John,
che
avanzò palla al piede e passò a Steve. Dopo un
brillante dribbling ebbe la
buona idea di dare palla a Draco, che calciò con tutta la
sua potenza… una
decina di metri sopra la traversa. Steve e John sbraitarono contro di
lui,
mentre Malfoy si avvicinava a Harry.
-
Perché la
palla ha preso quella traiettoria?- chiese, confuso.
-
Perché hai
tirato una fucilata! Prendi la mira…- gli rispose il moro.
-
Ok… ci
proverò!- disse Draco, dando una pacca sulla spalla di Harry.
Dopo
una
cinquantina di occasioni sprecate da Draco, la partita era sul 13 a
3… per gli
altri. Mike, il portiere, chiese un time out.
-
Allora,
ragazzi dobbiamo cambiare tattica. Draco, se ti arriva palla, hai
l'obbligo di
passarla!-
-
Ora sarebbe
colpa mia? Sei tu che non pari! - si lamentò il biondo.
-
Se tu non
segni, è inutile che paro! I tre gol che abbiamo fatto sono
derivati dal fatto
che tu non hai toccato palla!-
Draco
spalancò gli
occhi con odio.
-
Va bene!
Allora giocate in quattro! Io sto in panchina!- si sedette sulla panca,
aspettando che qualcuno gli dicesse che non avrebbero giocato senza di
lui…
cosa che non avvenne. La partita ricominciò in un classico
4vs5.
L'orgoglio
di
Draco si frantumò ancora di più quando il
risultato arrivò al 14 pari.
-
Chi segna
questa ha vinto!- disse Piers, guardando l'orologio.
Harry
guardò per
un secondo Draco e dovette ammettere che gli faceva pena. Era seduto
lì da
mezzora con il viso imbronciato, rivolto verso il basso. Ci teneva
davvero
tanto a giocare e a non fare la figura dell'incapace. Harry
sospirò. Accidenti
a lui! Stava correndo verso la porta, ma tirò fuori sopra la
traversa, cadendo
a terra.
-
Aaaah!- urlò
il moro, tenendosi la caviglia. I giocatori della sua squadra si
avvicinarono.
-
Che ti è
successo?- chiese John.
-
La caviglia…
ho fatto una storta!- disse tra un urlo e l'altro. Si fece aiutare da
Steve a
tirarsi su.
-
Non ce la
faccio, ragazzi. Fate rientrare Draco…- disse Harry con voce
acciaccata.
-
Ma…- provò a
dire Mike.
-
Non potete
giocare in tre!- rispose Harry con voce autoritaria. Si
avvicinò alla panchina,
zoppicando.
-
Malfoy! Entra
tu! Io non ce la faccio…- disse al biondo, che lo guardava
confuso.
-
Va bene… ma
rientro solo perché sei un pappamolle che casca e si fa male
da solo!- disse
Draco alzandosi e correndo verso il centro del campo.
La
partita
ricominciò e Draco fece un potente tiro da centrocampo che
finì fuori e che
suscitò le ire di Mike.
-
Ma l'ha
toccata Polkiss! E' calcio d'angolo!- sbraitò Draco,
indicando Piers, che sputò
a terra amaramente. Harry si stupì di come Malfoy avesse
già fatto suoi alcuni
termini del calcio.
-
E' vero… l'ho
toccata…- ammise Piers, facendo saltare di gioia Draco.
John
si incaricò
di tirare il calcio d'angolo. Lo tirò con potenza verso il
centro dell'area.
Peccato che beccò in pieno naso Draco, che cadde a terra. La
fortuna fu però
dalla loro parte, in quanto la palla dalla faccia del biondo
passò tra le gambe
di Dudley e entrò in porta.
-
Ho segnato! Ho
segnato!- esultò Draco, asciugandosi un po' del sangue che
gli colava dal naso.
Cominciò a fare dei giri di campo, soffermandosi davanti a
Mike e rivolgendogli
dei gestacci.
-
Avete visto la
torsione del collo? E poi PAM! La prendo e riesco a indirizzarla sotto
le tue
gambe, Dursley! E' stata un'azione stupenda! Poi, Potter, hai visto
come ho
fatto rimediare alla squadra il calcio d'angolo? Ho intenzionalmente
mirato il
piede di Polkiss!- Era da quando che erano usciti dal campetto che
Draco stava
decantando le sue gesta con Harry e Dudley.
-
A me era
sembrato che avessi preso la palla per sbaglio!- ribattè
Dudley, annoiato.
-
A me sembra
che sei solo invidioso!- rispose Draco, facendogli la linguaccia.
Il
biondo salì
di nuovo sul muretto e cominciò a guardarsi intorno.
Notò subito una cosa
strana.
-
Potter… non
zoppichi più?- chiese guardandolo di sbieco.
-
Cosa? Oh, ehm
già! Mi deve essere passato. Invece tu ancora stai
sanguinando dal naso, a
causa del tuo fantastico "colpo di testa".- rispose Harry, divertito.
Draco si toccò il naso e c'era sangue.
-
Sarà rotto?-
chiese interrogativo.
-
Può darsi… Hai
preso una bella botta…- rispose il moro con nonchalance.
Draco lo guardò ancora
per un po'. Aveva capito che aveva fatto finta di farsi male per farlo
giocare,
ma non glielo avrebbe mai detto.
-
Io accelero il
passo, visto che si sta annuvolando. - disse ad un tratto Dudley,
piuttosto
scocciato. Harry e Draco alzarono contemporaneamente lo sguardo al
cielo e
notarono che nuvole nere si stavano avvicinando. Strano, pensarono,
visto che
fino a poco prima c'era il sole. Si diressero più
velocemente verso casa.
Erano
in un
vicolo isolato, quando Draco si bloccò all'improvviso,
sentendo un'aria gelida
percorrergli il corpo.
"
Un attacco di dissennatori
potrebbe non destare sospetti."
aveva detto il Signore Oscuro. Tutto sembrò prendere
forma nella testa di Draco.
-
Il topo…-
sussurrò impercettibilmente. Era sicuramente Peter Minus che
li stava spiando.
-
Hai detto
qualcosa?- chiese Harry, ma le parole gli morirono in gola. Alle spalle
di
Draco, proprio dove era fisso lo sguardo di Harry, c'era un grande
Dissennatore
che si avvicinava minaccioso. Il Prescelto si frugò le
tasche, ma aveva
dimenticato la bacchetta a casa.
-
Scappa,
Dudley!- urlò al cugino, che, anche se non vedeva nulla,
riconobbe la
sensazione che aveva provato l'anno prima.
Draco
si voltò e
si ritrovò faccia a faccia con la creatura.
-
Così sarebbe
questa la tua grande paura, Potter? Me li ricordavo più
spaventosi…- disse
Draco, avvicinandosi al dissennatore.
-
Malfoy,
scappa, corri! Sei senza bacchetta!- gli urlò contro Harry,
che era pronto a
scappare. Draco non potè rispondere, perché il
dissennatore gli si era fiondato
addosso e lo teneva bloccato a terra. Non sentiva più le
urla di Harry, gli
bastò girarsi per capire che un altro dissennatore li aveva
raggiunti.
Draco
sentì il
sangue gelarsi e una specie di getto d'aria proveniente dalla bocca
della
creatura, stava risucchiando qualcosa dentro di lui. Ad un tratto
urlò. I
ricordi scorrevano veloce nella sua testa. Sangue, Marchio Nero,
Cruciatus, suo
padre che lo picchiava perché aveva preso un voto inferiore
alla Granger, sua
madre che non lo considerava, di nuovo la bacchetta del Signore Oscuro
sul suo
avambraccio, il fuoco nella sua pelle. Un altro urlo. Sentiva le
lacrime
rigargli il viso e in un attimo, smise di lottare. Perché
stava rischiando la
sua vita? Perché? Per un padre e una madre che non lo
volevano? Per se stesso,
la cui massima aspirazione era prendere in giro i Grifondoro? Se fosse
morto
lì, nessuno l'avrebbe rimpianto. Nessuno sarebbe stato
triste per lui. Molti
avrebbero gioito, molti, ancora peggio, non si sarebbero neanche
accorti della
sua assenza. Chiuse delicatamente gli occhi, mentre il dissennatore si
stava
preparando al "bacio". L'ultima cosa che vide, prima di svenire, fu
una fenice argentata.
Spazio
dell'autrice:
Eccomi tornata con un nuovo capitolo
:D
Che ve ne pare? Cosa pensate del
Draco versione calciatore XD Mi sembrava un'idea simpatica!
Spero che vi piaccia!
A presto!!!
Kiss
|
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Capitolo 6 *** .6. Very Weasley ***
- Finalmente, Signor
Malfoy…- Draco
aprì lentamente gli occhi e si ritrovò davanti
gli occhiali a mezza luna di
Albus Silente. Arrossì istintivamente al pensiero che
avrebbe dovuto ucciderlo
prima della fine dell'anno scolastico. Si mise a sedere e si
guardò intorno.
Harry era seduto al suo fianco e stava mangiando un pezzo di
cioccolata. Il
moro ne prese un pezzo e lo lanciò al biondo. Draco non
disse niente e si
limitò a mangiarlo.
- Come sta, Signor Malfoy?-
chiese ancora Silente con un sorriso.
- Meglio,
grazie…-
- E' colpa sua!- disse
Harry ad
alta voce, indicando proprio Draco. - Ha voluto fare il gradasso come
suo
solito ed è andato ad affrontare il dissennatore disarmato!-
- Penso che il signor
Malfoy non
l'abbia fatto per mettervi in difficoltà. Penso che
volesse… beh… sì… volesse
fare il gradasso, come hai detto tu, Harry.- sorrise Silente. - Sono
sicuro che
ora Draco starà più attento e non si
caccerà in guai che sono più grandi di
lui.-
A quelle parole Draco
rabbrividì
e fissò gli occhi azzurri del preside per un istante
interminabile. Era troppo
tardi.
- Bene… ora
andate a salutare i
Dursley, prenderete la passaporta delle sette.- disse il preside,
allegro.
- Passaporta? Dove
andiamo?-
chiese Draco, confuso.
- Ero passato da queste
parti,
per portare Harry con me per una "missione", diciamo, ma vista la
situazione che si è andata a creare, ho pensato di
anticipare il vostro
soggiorno dai Weasley.-
Draco annuì, un
po' triste.
Aveva imparato a sopportare Potter e a ignorare i Dursley. Come avrebbe
fatto
anche con tutti i Weasley?
Il biondo entrò
nel ripostiglio
e prese il suo baule. Lo lasciò un secondo in salone e si
affacciò in cucina
dove era sicuro di trovare tutti i Dursley.
- Ehm… io
vado…- disse
timidamente. Vernon fece un gesto brusco, mentre Petunia fece un cenno
di capo.
Dudley era ancora sotto shock.
- Ciao…-
sussurrò Draco,
tornando da Silente e Harry.
- Tu, Harry, non vai a
salutare
i tuoi zii?- chiese l'anziano mago. Il moro prese il baule che aveva
già
portato con sé.
- Ci vediamo l'anno
prossimo!-
urlò, senza ricevere risposta. - Ok, sono pronto.-
- Ma i Weasley sanno della
mia
presenza?- chiese Draco ad un tratto.
- Solo Molly e Arthur,
sarà
divertente vedere l'espressione degli altri.- rise Silente, passando
loro una
pentola. Sia Harry che Draco la presero e tutti e tre si
materializzarono in
una sterminata distesa di campagna. In lontananza spuntava una casetta
tutta storta
e visibilmente costruita a mano. Draco storse il naso. Tipicamente
Weasley,
pensò. Quando arrivarono a destinazione una donna
grassottella e dai lunghi
capelli rossi legati in due trecce corse loro incontro. Si
precipitò ad
abbracciare Harry.
- Merlino! Harry, caro,
stai
bene? Sono stata così in pensiero per te! Quando Albus mi ha
detto cosa vi era
capitato…- disse Molly.
Draco rimase a guardare
quella
scena con un po' di invidia. Quella donna aveva un non so che di
materno.
Potter non aveva una madre eppure lei era disposta a preoccuparsi per
una persona
che non era un suo parente, suo figlio. Neanche Narcissa avrebbe avuto
un
comportamento del genere con lui.
In quel momento Molly
Weasley si
girò verso Draco, facendolo arrossire leggermente.
- E tu come stai?
Aspetta… hai
del sangue che ti esce dal naso.- la signora Weasley si
avvicinò a Draco e
prese la bacchetta. Il biondo si ritrasse d'istinto, ma Molly gli
sorrise per
tranquillizzarlo.
- Epismendo…-
sussurrò la donna
e l'emorragia si bloccò. Sentì un piccolo crack
nel suo naso, dovuto al fatto
che si era riaggiustato.
-
Gr…Grazie…- sussurrò Draco,
imbarazzato da quell'atteggiamento tanto materno nei suoi confronti.
Si incamminarono verso la
Tana.
- Molly, devo portare Harry
con
me da una parte. Ti dispiacerebbe intanto far accomodare Draco?- chiese
Silente
con voce affabile.
- Certo, Albus! Ma non far
stancare troppo Harry! Viene da un attacco di dissennatori.- lo
rimproverò
bonariamente la rossa. Silente le sorrise, fermandosi con Harry. Gli
porse il
braccio e gli disse che avrebbero dovuto smaterializzarsi. Harry si
aggrappò al
preside e scomparvero in un secondo.
- Vieni, Draco…
sarà una lunga
serata a cercare di spiegare la situazione ai miei figli.- sorrise
Molly,
incamminandosi verso casa sua. Draco la seguì portando con
sé il suo baule. Era
decisamente più pesante di prima, visto che ora era pieno di
abiti babbani.
Entrarono nella Tana e
Draco si
guardò intorno curioso. La sua attenzione fu focalizzata
dall'orologio magico
che diceva l'esatta posizione di ogni Weasley. Sorrise
involontariamente di
quell'aggeggio. Era un'idea carina da parte di una madre preoccupata
per i suoi
figli. Nel lavandino una spazzola incantata stava lavando dei piatti.
- Accomodati pure, caro.
Vuoi un
po' di succo di zucca?- chiese gentile la donna. Draco
annuì, desideroso di
bere qualcosa di non babbano. Molly verso un po' di succo nel bicchiere
e Draco
lo bevve tutto velocemente.
- Abiti babbani?- chiese la
donna scrutandolo, interessata. Il biondo indossava un paio di
pantaloncini
corti e una felpa dello stesso colore.
- Sì…
dovevo comprare qualcosa
per non dare nell'occhio. Questo è un abbigliamento
sportivo, perché stavo
provando uno sport babbano con Harry e Dudley, prima di essere
attaccato dai
dissennatori.- spiegò Malfoy, stupendosi di aver chiamato
Potter e il cugino
per nome.
- Davvero? Ti è
piaciuto questo
sport babbano?- chiese la donna, sinceramente curiosa. Draco si sentiva
in
imbarazzo davanti a tutte queste attenzioni genuine.
- Ehm…
sì… non mi dispiaceva…-
ammise il biondo.
- Sono contenta…
Vuoi intanto
sistemarti? Guarda pensavo di lasciarti la camera di mio
figlio… Percy. Tanto
lui non tornerà presto.- disse Molly, ad un tratto
rattristita.
- Ehm… ok. -
- Però non
abbiamo tante stanze,
quindi dovrai condividere la camera con qualcuno. Hai delle preferenze?
Allora
Ginny e Hermione dormono insieme, quindi mancano da sistemare in due
stanze te,
Harry, Ron, Fred e George.-
- Penso che Harry potrebbe
avere
meno problemi nel dormire con me. Lui ha avuto più tempo di
abituarsi
all'idea.- rispose Draco, maledicendosi per aver chiamato il suo rivale
ancora
una volta "Harry".
- Va bene! Allora ti puoi
sistemare nella stanza di Percy. E' la prima proprio di fronte alle
scale del
primo piano. Quando Harry tornerà, ti verrò a
chiamare per la cena.- disse la
donna, con un grande sorriso. Si alzò e andò
versò i fornelli, per cominciare a
cucinare.
Draco si alzò
silenziosamente e
salì le scale con fatica insieme al suo baule. Arrivato al
primo piano si trovò
davanti a un corridoio con tre stanze. Lui si diresse verso quella
indicata
dalla signora Weasley. Stava per aprire la porta quando un urlo lo fece
sobbalzare. Alla sua sinistra Ginny Weasley gli puntava il dito contro,
la
bocca spalancata dallo stupore.
- Tu!- disse con voce roca
e
irata.
-
Già… sono io. Sorpresa…-
rispose Draco con voce annoiata. Dalla porta da dove era uscita la
rossa, fece
capolino anche una fulva e crespa chioma di capelli castani. Hermione
Granger
sbiancò nel ritrovarsi faccia a faccia con Draco Malfoy.
- Cosa ci fai qui?- chiese
lei,
con voce più controllata di quella dell'amica. Nello stesso
istante, tre
persone dai capelli rossi scesero le scale dal secondo piano.
- Cosa è
succ…AAAAAAAAH!- urlò
Ron, vedendo il biondo che stava in casa sua.
Fred e George presero
contemporaneamente le bacchette e gliele puntarono contro. Draco si
sentiva
osservato e cominciò a preoccuparsi per la sua
incolumità. Una furia dai
capelli rossi li raggiunse.
- Lasciatelo in pace!-
Molly
Weasley li aveva raggiunti e cominciò a sbraitare con tono
autoritario.
- Ma mamma, lui
è…- provò a dire
Ron.
- So benissimo chi
è lui! L'ha
portato qui Silente e ci ha chiesto di offrirgli ospitalità
e noi lo faremo!-
alzò la voce la donna. I figli cominciarono a sbraitare,
contrariati. Draco colse
l'occasione per entrare nella stanza. Si guardò intorno. Non
gli dispiaceva.
Dopo il ripostiglio dei Dursley, questo posto sembrava una reggia. Si
avvicinò
a una libreria vicino a quello che scelse come suo letto. Prese un tomo
sulle
pozioni avanzate e si stese a letto per cominciare a leggere, mentre di
sottofondo sentiva le urla dei Weasley.
- Secondo lei
accetterà?- chiese
Harry, una volta smaterializzati nella campagna dei Weasley.
- Oh, Harry, penso che hai
fatto
breccia nel cuore di Horace.- rispose il preside sorridendo. - Come
è andata la
tua estate con Draco?- chiese poi Silente.
- Mmm… pensavo
peggio,
sinceramente. Abbiamo stipulato una specie di tregua. Non mi ha dato
troppo
fastidio, ha passato metà del tempo a mangiare e l'altra
metà a guardare la
televisione.- rispose Harry, con un velo di preoccupazione. Nella sua
mente
c'era fissa l'immagine di Draco che lasciava la casa dei Dursley e che
vi
tornava ore dopo, devastato.
- Non ci sono stati
problemi,
quindi? Non l'hai lasciato solo come ti avevo chiesto, vero?- chiese
Silente,
scrutandolo con dolcezza dagli occhiali a mezzaluna.
Harry abbassò lo
sguardo e stentò
nel rispondere.
- Harry, c'è
qualcosa che
vorresti dirmi?- chiese ancora l'uomo.
- No… signore.-
rispose poi
Harry con più risolutezza. - E' sicuro di non volermi dire
cosa si è fatto alla
mano?- chiese, cambiando discorso. Il preside aveva infatti le dita
della mano
annerite, quasi morte. Silente sorrise, scuotendo la testa.
- No, Harry… ci
sarà tempo per
le spiegazioni. Ora va' e salutami Molly e Arthur.- poco dopo si
smaterializzò
e Harry entrò nella cucina della Tana, dove Molly era
intenta a cucinare.
- Harry! Finalmente,
stavamo
aspettando te. Puoi cambiarti nella camera di Percy. Starai
lì con Draco, se
non ti dispiace. E digli di scendere, perché la cena
sarà pronta a minuti.-
disse la donna con un sorriso radioso. Il moro rispose al sorriso e
annuì,
salendo le scale con grandi falcate. Entrò nella stanza di
Percy e notò subito
il suo baule già posizionato in uno dei due letti. Draco era
steso sull'altro e
stava leggendo un libro. Il biondo si era cambiato e indossava un paio
di jeans
e una maglia rossa. Nonostante potesse, non aveva rinunciato agli abiti
babbani.
- Ciao…- disse
Harry, aprendo il
suo baule. Malfoy gli fece un cenno con la testa, troppo immerso nella
lettura.
- Malfoy, volevo chiederti
come
prosegue da qui la nostra tregua.- chiese Harry, curioso. Draco
alzò lo sguardo
e chiuse il libro.
- Io… pensavo di
mantenerla. Non
è che dobbiamo abbracciarci o far finta di essere amici.
Dovremmo solo evitare
discussioni.- disse Draco, guardandolo negli occhi. Aveva bisogno di un
amico
in quel periodo, anche se non era pronto ad ammettere che questo amico
era
Potter.
- Già, diciamo
che dobbiamo non
ucciderci nel sonno a vicenda.- propose Harry con un sorriso. Anche
Draco si
fece scappare un sorriso.
- Ok…
vedrò di non escogitare
qualche piano per ucciderti, ma solo nel sonno!-
- Andiamo che è
pronta la cena,
stupido furetto…- rispose Harry andando verso la porta.
-
Chiudi il becco, Sfregiato!-
rispose divertito il biondo.
Spazio dell'autrice:
Eccomi di nuovo quiiii! Con un nuovo
capitolo! Finalmente Draco è arrivato alla Tana e ha
incontrato Hermione! Si sono solo incontrati, ma vi prometto che nel
prossimo capitolo saranno coinvolti un po' di più :D
Da qui, Draco comincerà ad
instaurare rapporti con persone che non avrebbe mai pensato di
frequentare. Basta anche vedere la figura di Molly Weasley,
probabilmente l'unica Weasley che Draco riuscirà a
sopportare, che lui vede come l'essenza della figura della mamma,
figura che poi verrà caratterizzata da un'altra
donna in seguito :D
Draco e Harry continuano nella loro
tregua, che come abbiamo potuto vedere in passato, probabilmente non
avrà vita facile XD
Detto questo, ringrazio chiunque
legga o segua la storia.
Un ringraziamento e un saluto
speciale a chi ha commentato lo scorso capitolo :D
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 7 *** .7. Reading ***
Il mattino seguente Draco
si era
svegliato verso le otto. Convivendo con Potter per quelle poche
settimane dai
Dursley, aveva capito che lui non si sarebbe svegliato prima delle
dieci… Forse
anche le undici. Si alzò dal letto velocemente, attento a
non svegliare il suo
compagno di stanza. Dal suo baule prese un paio di pantaloni e una
felpa grigi
di una tuta. Si tolse velocemente la maglia del pigiama, rimanendo a
petto nudo
e si fermò alcuni istanti a fissare il Marchio Nero,
ricordandosi di quanto
avesse rischiato la sera prima.
Finita la cena, Draco era
tornato in camera, mentre Harry
si era fermato nella stanza di Ron, per parlare con i suoi amici.
Tornò in
camera verso mezzanotte e trovò il biondo a leggere il libro
di pozioni, che
stava sfogliando prima. Harry si era già messo il pigiama
subito dopo mangiato,
mentre Draco era rimasto vestito.
- Se non la smetti di
leggere, rischi di diventare
intelligente…- disse Harry, per prenderlo in giro.
Draco gli diede attenzione,
sbuffando.
- Almeno io faccio lo
sforzo di provare a diventare
intelligente, tu non ci provi neanche.- replicò l'altro,
chiudendo il libro con
un rumore sordo. Harry si sistemò il cuscino e spense la
candela che era sul suo
comodino, lasciando che solo la candela sul mobiletto di Draco
illuminasse la
stanza. Il biondo si alzò dal letto con uno scatto di reni e
prese il pigiama
dal baule. Diede le spalle a Harry, cominciando a togliersi i jeans e a
mettersi i pantaloni del pigiama verde di seta. Con un gesto insensato,
si
tolse la maglia rossa che indossava. Quando vide il suo marchio
scoperto,
sbiancò. Si voltò verso Harry, che lo guardava
curioso. Premette con forza il
braccio sinistro sulla pancia e prese la maglia del pigiama con l'altro
braccio.
- Perché mi
guardi così, Potter? Hai scoperto un
interesse nei miei confronti?- chiese Draco, cercando di trattenere
l'agitazione. Stupido, deficiente, cretino, stava pensando di se stesso
in quel
momento.
- Non ci
sperare…- rispose il moro, voltandosi dall'altra
parte. Draco sospirò silenziosamente di sollievo e si stese
sul letto,
spegnendo la sua candela.
S'infilò
velocemente la felpa
grigia, prese il "suo" libro di pozioni e uscì dalla stanza.
Scese in
soggiorno e si stupì di trovare qualcun altro seduto sul
divano. Non dovette
avvicinarsi per riconoscere la chioma crespa della Granger, che invece
non si
era accorta della sua presenza. Senza dire niente, Draco la
superò, sedendosi
sulla poltrona di fronte a lei. Hermione sobbalzò, vedendolo
lì, ma il biondo
non le diede importanza, aprendo il libro e cominciando a leggere
silenziosamente.
- E' buona educazione dire
"buongiorno".- disse lei, spezzando quel silenzio. Draco
alzò lo
sguardo verso di lei e le regalò uno dei suoi soliti ghigni.
- Buongiorno…-
le disse con
semplicità, per poi tornare a leggere. Hermione rimase un
po' spiazzata dalla
sua non voglia di discutere, così decise di tornare al libro
che anche lei
stava leggendo. Draco alzò lo sguardo curioso per vedere
cosa stesse leggendo.
"Guida completa alla lingua e ai costumi
dei Maridi" .
- Maridi, eh?- chiese
divertito il biondo. Hermione
arrossì alzando lo sguardo verso di lui.
- Fatti gli affari
tuoi…- rispose lei, secca.
- Hai intenzione di
affogarti nel lago di Hogwarts?
Sai non voglio saperne nulla, almeno non sarò
coinvolto…- la prese in giro lui.
Lei sbuffò, mettendosi una ciocca di capelli dietro le
orecchie.
- Tu invece cosa leggi di
interessante? "Come
distruggere la razza babbana"?- chiese lei spigliata.
- Leggo un libro di
pozioni, malfidata…- rispose
lui, tornando al suo libro.
- Come potrei mai fidarmi
di un figlio di
Mangiamorte?- chiese lei con cattiveria. In quel momento Draco si morse
un
labbro e abbassò lo sguardo, scosse la testa e
ricominciò a leggere. Passarono
dei momenti interminabili in silenzio, in cui Hermione stava torturando
una
ciocca dei suoi capelli.
- Leggo questo libro,
perché me lo ha consigliato
Silente, per ampliare la mia conoscenza.- disse ad un tratto lei, non
alzando
gli occhi dal volume. Draco la guardò per alcuni istanti e
poi ghignò
impercettibilmente.
- Deve essere una lettura
interessante…- si limitò
a rispondere lui.
- Lo è.- rispose
lei in tono di sfida. Continuarono
a leggere in silenzio fino a che non furono raggiunti da Harry. Draco
si stupì
di vederlo già sveglio. Aveva fatto male i suoi conti?
- Come mai già
sveglio?- chiese il biondo curioso.
Non poteva rischiare che si svegliasse quando lui si cambiava. Onde
evitare… si
sarebbe cambiato in bagno.
- Mi sveglio sempre prima
qui alla tana…- sbadigliò
rumorosamente Harry, sedendosi di fianco ad Hermione. Si sporse verso
il libro
che l'amica stava leggendo.
- Maridi? Che sono?- chiese
confuso.
- Sirene…-
rispose, al posto di Hermione, Draco. La
ragazza alzò di nuovo lo sguardo prima verso di Draco e poi
verso di Harry.
Sbuffò, ritornando alla sua lettura silenziosa.
- Hai intenzione di
buttarti nel lago di Hogwarts?-
chiese il moro. Hermione spalancò gli occhi e si
alzò di scatto dal divano,
andando a sedersi in cucina. Sbattè rumorosamente il libro
sul tavolo e
cominciò, anzi continuò a leggere.
- Che ho detto?- chiese
Harry, confuso.
- Hai detto quello che ho
detto io…- rispose Draco,
sporgendosi dalla poltrona leggermente, per osservare i buffi
comportamenti
della Granger. A Harry non passò inosservato quel gesto e lo
guardò confuso.
Poi i suoi occhi caddero sul braccio sinistro di Malfoy. La sera prima,
quando
era rimasto a torso nudo, aveva intravisto un'ombra scura sul suo
avambraccio.
Non ne era sicuro, era troppo buio per distinguere la forma,
però la sua grande
paura si stava lentamente materializzando.
Verso le dieci, tutti i
Weasley, più Harry, Draco e
Hermione, erano seduti al tavolo della cucina per fare colazione. Il
biondo
mangiava tutto con voracità, pur sentendo la disperata
mancanza della nutella.
Poi un sorrisino si dipinse sul suo volto. Se l'era
scordata… aveva rubato un
barattolo di nutella dalla dispensa dei Dursley, per averne un po' con
sé anche
nel ripocoso. Quindi ora era nel suo baule. Dopo l'avrebbe assaporata
per bene.
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di alcuni gufi.
- Oddio! Sono qui!- aveva
urlato Hermione,
alzandosi dal tavolo e andando dai gufi. Prese la lettera per lei e
l'aprì
velocemente.
Erano i risultati dei
G.U.F.O. Harry e Ron si
accinsero a prendere le proprie lettere. Draco si stupì di
ricevere anche lui
la posta lì. Lesse i suoi risultati. Aveva tutti Eccezionale
e un Oltre Ogni
Previsione a Pozioni. Sorrise dei suoi risultati, mentre gli altri tre
discutevano sui loro. In allegato c'era anche la lista dei libri di
Hogwarts
per quell'anno. Solo in quel momento si accorse che era rimasto un gufo
alla
finestra. Era un gufo nero pece, dagli occhi rossi. Molly si
avvicinò e vide il
destinatario.
- E' per te,
Draco…- disse con un sorriso. Draco si
avvicinò al gufo, curioso. Prese la lettera ed essa cadde
dalle sue mani, non
appena riconobbe la scrittura affusolata di suo padre. La raccolse per
evitare
di destare sospetti, gesto che non passò inosservato a
Harry, che lo seguì con
lo sguardo, mentre lui si sedeva di nuovo al tavolo. Draco
aprì la lettera con
le mani tremanti.
"
Congratulazioni…" c'era solo scritto.
Probabilmente aveva potuto scrivere solo quello dalla prigione, per non
destare
sospetti. Sapeva benissimo che si riferiva al suo marchio.
- Chi ti scrive?- chiese
Ron, curioso e scontroso.
- Ehm…- gli
doveva dire la verità? - Non lo so… Non
è firmato.- disse velocemente.
- Fa vedere…-
disse Arthur Weasley, leggendo il
messaggio.
- Mmm può essere
un tuo compagno che si congratula
per i G.U.F.O?- chiese poi non riconoscendo la scrittura.
- Gli sono arrivati oggi i
risultati… come
avrebbero potuto saperlo?- chiese Harry, con voce inquisitoria. Draco
si
sentiva eccessivamente accaldato.
- Ehm…
ah… penso di aver capito…- disse il biondo,
in una delle sue ormai solite interpretazioni teatrali. - Dovrebbe
essere il
professor Piton. Di solito quando mi scrive non si firma,
perché non vuole che
pensino che faccia dei favoritismi nei miei confronti.-
- Perché avrebbe
dovuto complimentarsi con te?-
chiese Harry, ancora all'attacco.
- Perché con i
voti che ho preso posso continuare
con le materie che voglio seguire per il futuro. Anche tu sai dei miei
piani,
Potter…- rispose il biondo, soddisfatto della sua scusa.
Harry si morse un
labbro e si rituffò nel suo piatto. Draco sorrise,
soddisfatto. L'aveva
zittito.
Quel pomeriggio, alcuni
membri dell'Ordine
raggiunsero la tana. Draco era seduto sotto un albero del giardino
della Tana a
leggere il libro di pozioni. All'improvviso uno scoppio lo fece
sobbalzare. Una
coppia di maghi si era materializzata al suo fianco. Lei era una
ragazza dai
capelli grigi, mentre lui era un uomo dall'abbigliamento trasandato.
- Remus! Devi ascoltarmi!-
aveva quasi urlato la
ragazza.
- Tonks, ne abbiamo
già parlato!- rispose l'uomo,
sgridandola. In quel momento Lupin si voltò verso di Draco e
arrossì
leggermente.
- Draco… ciao!-
disse cercando di mostrarsi solare.
- Professor
Lupin…- rispose lui, a mo' di saluto.
Draco si soffermò sulla ragazza al suo fianco. Aveva dei
tratti conosciuti.
- Oh, non chiamarmi
"professore"… non lo
sono più da un bel po'…- disse Lupin con un
sorriso.
- Tu sei mia cugina?-
chiese, ignorandolo, il
biondo rivolto a Tonks. Lei lo stava scrutando allo stesso modo.
Annuì
lentamente. Remus sembrava confuso.
- Non vi conoscete?-
chiese. Gli altri due scossero
la testa insieme.
- Dimentichi che mia madre
è stata cancellata
dall'albero genealogico dei Black.- aggiunse Tonks con una risata.
Draco fece
un finto sorriso e tornò a leggere, facendo capire agli
altri due che non
voleva più parlare. Lo salutarono.
Era così assorto
nella lettura che non si era
accorto che un'altra persona l'aveva raggiunto.
- Leggere quel libro non ti
aiuterà per quello che
devi fare…- la voce melliflua di Piton lo
spaventò. Quando era arrivato?
- Professore…
cosa…?-
- Sono qui per conto di
Silente e ho chiesto di
parlarti. - spiegò velocemente.
- Perché?-
chiese Draco, confuso.
- Perché voglio
sapere se ti stai concentrando
sulla tua missione… -
Il cuore di Draco si
fermò per alcuni istanti. Che
riferisse a QUELLA missione?
- Quale missione?- chiese,
cercando di mantenere la
calma.
- Questa…-
sussurrò, afferrando con forza
l'avambraccio sinistro. Draco soffocò un urlo di dolore.
- Lei… lei
come…?-
- Sto
dalla tua stessa parte, Draco… Ma sta'
attento… Potter sospetta di te… Ho letto i suoi
stupidi pensieri…- sussurrò
ancora, prima di alzarsi e tornare dentro la Tana. Draco
seguì i suoi movimenti
e un brivido di paura lo percorse.
Spazio dell'autrice:
Ecco il nuovo capitolo :D
Finalmente si iniziano a vedere i caratteri di una Dramione :D Vi avevo
detto di aspettare fiduciosi :D
Che ve ne pare?
Commentate e fatemi sapereee XD
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 8 *** .8. Death Eater... ***
La mattina dopo Draco si
svegliò
ancora prima. Non aveva con sé un orologio, però
dovevano essere all'incirca le
sette e trenta. Prese dalla libreria un libro sulle Erbe Magiche,
quello di
pozioni lo aveva già finito.
Scese in soggiorno e si
fermò un
secondo quando sul divano vi ritrovò la Granger.
- Ma tu dormi qui?- le chiese
lui, sedendosi sulla poltrona che aveva occupato la mattina precedente.
Hermione alzò lo sguardo e lo guardò con
sufficienza.
- Si dia il caso, che io
venissi
qui a leggere molto prima di quando tu sei arrivato qui a rovinare il
mio
momento dedicato alla lettura…- rispose lei, saccente.
Draco la guardò
divertita, prima
di aprire il suo libro.
- "Erbe magiche, dove
trovarle e come usarle". Da quando ti intendi di Erbologia?- chiese
Hermione, leggendo il titolo del libro di Draco.
- Da quando mi
serve…- rispose
distrattamente il biondo.
- Pozioni,
Erbologia… Vuoi
diventare un guaritore?- chiese lei, cercando di trattenere la
curiosità. - So
tutto sull'argomento. Devi avere il massimo dei voti sia ai G.U.F.O.
che ai
M.A.G.O. in Erbolologia e in Pozioni. Dopo Hogwarts dovrai fare un
esame di
ammissione e…-
- So cosa devo fare per
diventare guaritore… Pensi che non mi sia informato?- chiese
lui scocciato,
interrompendola. Lei increspò le labbra, contrariata.
- Non ti ci vedo come
guaritore.
Se ti capitasse un figlio di babbani cosa faresti? Lo lasceresti morire
perché
non vorresti sporcare il tuo nobile sangue con il suo?- chiese ancora
Hermione
piccata.
- Granger… sei
più graziosa
quando stai zitta…- le rispose lui, cominciando a stancarsi
delle sue
chiacchiere. Lei alzò un sopracciglio.
- Da quando mi trovi
graziosa?-
chiese confusa.
- Quando ho scoperto quanto
melodioso sia il suono del tuo silenzio.-
Lei aprì la bocca
per
rispondere, ma poi la richiuse, ritornando al suo libro. Draco
sbuffò,
chiudendo il suo libro con delicatezza. A cosa serviva in effetti?
Tanto non
sarebbe mai diventato un guaritore. Non poteva più, i
guaritori non potevano
possedere il Marchio Nero. Lanciò il libro a terra e questo
gesto spaventò
Hermione, che aveva alzato lo sguardo verso di lui.
- T…Tutto ok?-
chiese lei,
preoccupata. Draco si alzò, dando un calcio sul divano dove
stava seduta
Hermione, e si diresse verso il giardino per prendere una boccata
d'aria.
Quella giornata
passò velocemente.
Una furiosa litigata con Ron, aveva fatto scaldare i nervi di Draco
fino
all'estremo, tanto da far partire un bel pugno in direzione del rosso,
facendogli nascere un appariscente occhio nero. Questo era bastato per
attirare
su di sé le ire dei Weasley. In questo modo decise di
saltare la cena,
rimanendo di sua spontanea volontà segregato nella sua
stanza. Era sdraiato sul
letto quando, dopo cena, sentì chiaramente la porta della
camera a fianco
sbattere. Il suo letto infatti era attaccato alla parete che divideva
la sua
stanza da quella di Ginny e Hermione.
- Se mi ricapita sotto tiro,
giuro che lo stendo…- aveva chiaramente detto Ron Weasley.
Draco si avvicinò
ancora di più al muro, stupendosi di riuscire a sentire
così distintamente la
conversazione.
- Basterà una
delle mie fatture
orcovolanti per calmarlo. Mesi fa, sembrava aver gradito la mia
lezione.-
riconobbe benissimo la voce di Ginny.
- Come fai a sopportarlo,
Harry?- chiese ancora Ron.
- Beh… in
realtà riusciamo a
convivere perché abbiamo stipulato una tregua…-
ammise il moro con timidezza.
- Che cosa?- aveva urlato con
rabbia Ginny.
- Ecco perché con
te è
tranquillo…- aveva osservato Hermione.
- E quando l'avreste fatta
questa tregua?- chiese Ron, un po' innervosito dalla cosa.
- Beh… quando
eravamo a Privet
Drive. Me lo ha proposto e io… sinceramente ho
accettato… non dover pensare a
tenerlo a bada, mi ha aiutato molto.- disse Harry, con voce colpevole.
- E siete riusciti a
sopportarvi
per tutto questo tempo?- aveva chiesto Ginny, curiosa. Ci fu un
silenzio.
- Veramente abbiamo litigato
due
minuti dopo la stipulazione della tregua.- ammise il moro.
- E perché?-
chiese Hermione.
- Abbiamo cominciato a
parlare
di cose di Mangiamorte e lui si è scaldato. Ha dato di matto
e… è scappato di
casa…-
- Ma non avevi detto che
Silente
ti aveva detto di non lasciarlo mai solo?- chiese Hermione, colpita.
- Sì, infatti ero
in panico
totale. Ho litigato con zio Vernon e mentre io stavo per andarlo a
cercare, lui
è tornato… un paio di orette dopo. Era sconvolto
e sporco di sangue. Lui ha
negato, ma sono sicuro che fosse sangue. Io ho paura che…
quella sera… sia
stato marchiato.- disse Harry tutto di un fiato. Il cuore di Draco
cominciò a
battere più velocemente e si sentì mancare il
respiro.
- Ma Harry non penso che
Voldemort permetta a un ragazzino di sedici anni di diventare
Mangiamorte…-
disse Ginny con voce sicura.
- Sono d'accordo con Ginny.
Per
quanto perfido, possa essere Malfoy, non penso che abbia le
capacità per
diventare Mangiamorte.- aveva osservato Ron.
- Vi dico che ne sono sicuro.
-
continuò Harry, con voce convincente.
- Gli hai visto il marchio?-
chiese dolcemente Hermione.
- No, perché
è sempre stato
maledettamente attento. Si è comprato tutte magliette a
maniche lunghe e
l'altra sera, quando si è messo il pigiama, sono quasi
sicuro di aver visto
un'ombra sul braccio sinistro!- continuò Harry, cercando
l'approvazione degli
altri.
Passarono le ore e Harry
tornò
in camera sul tardi. La stanza era già tutta buia.
Sentì il respiro lento e
addormentato di Draco. Si incamminò in punta di piedi per
non svegliarlo. Era
un po' nervoso perché nessuno dei suoi amici gli credeva
riguardo alla storia
di Malfoy e del marchio. Ebbe
un'irrefrenabile voglia di
bloccare in qualche modo Draco e tirargli su la manica sinistra. Harry
si
avvicinò al biondo che sembrava dormire beatamente.
"Se mi scopre, mi
uccide", pensò Harry, accucciandosi di fianco a lui. La
stanza era buia,
ma i contorni del corpo di Draco erano ben visibili, a causa della luce
della
luna che entrava dalla finestra. Harry sfiorò il braccio
sinistro di Draco, ma
lui non sembrò accorgersene. Con assoluta delicatezza il
moro sollevò il
braccio dell'altro, tentando di non svegliarlo. Con due dita,
cercò di alzare
lentamente la manica del pigiama, per costatare l'esistenza del
marchio. Harry
non si accorse però della presenza di un libro sul letto di
Draco. Lo fece
cadere a terra e in quell'istante Draco aprì gli occhi.
Harry trattenne il
fiato nell'incontrare quegli occhi di ghiaccio, lasciò
subito il braccio e
indietreggiò fino ad arrivare sul suo letto. Il biondo si
alzò velocemente,
portando istintivamente il suo braccio sinistro dietro la schiena,
movimento
che non passò inosservato a Harry. Accese una candela e
continuò a fissare il
moro, forse spaventato.
- Cosa pensavi di fare?- si
ritrovò a urlare Draco, fuori di sé.
Harry cominciò a
pensare a
qualche scusa plausibile, senza trovarla.
- Rispondi, Potter!-
continuò il
biondo ad alzare la voce.
- Malfoy, abbassa la voce,
sveglierai tutti.- provò a dire Harry, con voce tremante.
- Abbassare la voce? Io non
abbasso un bel niente!-
- Malfoy, scusami, io
non…-
aveva cominciato Harry, ma poi si interruppe, acquistando sicurezza.-
No! Io
non mi devo scusare di nulla, schifoso Mangiamorte che non sei altro!
Io ho
fatto la cosa giusta e vedendo la reazione che hai avuto, mi stai solo
dando
ragione.-
Draco gli si
avvicinò in un
lampo e lo afferrò per la gola.
- Chiamami ancora in quel
modo e
ti ammazzo, Potter.- gli occhi grigi del biondo lo fissavano con un
odio mai
visto prima. Sembravano lanciare saette di sangue. Harry
però riusciva a
guardarlo, senza abbassare lo sguardo. Draco lasciò con
violenza il volto
dell'altro, uscendo dalla camera.
Draco si sentiva soffocare e
uscì di casa, incontrando il fresco vento della notte. Fece
alcuni passi
nervosi avanti e indietro.
Schifoso Mangiamorte.
Intravide uno gnomo da
giardino,
passargli di fianco e lo colpì violentemente con un calcio.
Si stese sulla
soffice erba e rimase lì per alcuni istanti a osservare le
stelle. Il respiro
che non accennava a regolarsi.
Schifoso Mangiamorte.
Potter aveva ragione. Lui era
solo uno schifoso mangiamorte e aveva un compito. Uccidere Silente.
Come
avrebbe fatto? Aveva bisogno di qualcuno che gli dicesse cosa fare. Ma
non aveva
nessuno. Solo in quel momento ci stava pensando. Come avrebbe fatto a
uccidere
il più grande mago di tutti i tempi? Lui che era solo un
ragazzino di sedici
anni.
Schifoso Mangiamorte.
Una lacrima scese dal suo
occhio
destro e lui si sbrigò ad asciugarla. Odiava piangere, ma
ultimamente gli stava
capitando troppo spesso. Forse la paura, forse la consapevolezza di
essere
cresciuto troppo in fretta… la consapevolezza di essere in
guerra e di stare
dalla parte sbagliata. Per un secondo, un istante fugace,
provò pena per Harry
Potter. Lui era stato costretto a crescere sin da subito.
All'età di un anno
aveva visto morire i suoi genitori e aveva sconfitto l'Oscuro Signore.
A undici
anni aveva bloccato Raptor dal rubare la Pietra Filosofale. Era stato
messo alle
armi sin da bambino e non aveva mai battuto ciglio. Aveva visto morire
persone
a lui care e, nonostante questo, decideva sempre di andare avanti nella
sua
lotta per il bene. Potter però poteva contare sulla forza
che i suoi amici gli
davano, mentre Draco non aveva nessuno. Forse era invidia quella che
aveva nei
suoi confronti. Potter era più forte di lui. Aveva vissuto
praticamente tutta
la vita con quel peso, mentre lui ci si stava appena affacciando e
già era in
difficoltà. Potter era più forte di lui e lo
aveva sempre saputo.
Draco si alzò
lentamente
dall'erba e si diresse verso il soggiorno. Si sdraiò sul
divano e si addormentò
lì, non volendo raggiungere Potter in camera.
Un rumore lo
svegliò neanche
dieci minuti dopo.
- Ahi!- sentì la
voce di fronte
a lui. Era femminile. Draco aprì lentamente gli occhi. Di
fronte a lui c'era
una Hermione Granger dolorante che si massaggiava il piede. Aveva una
candela
nella mano destra e un libro sotto il braccio. Si accomodò
sulla poltrona che
di solito occupava lui. Aveva i capelli legati in una coda alta, ma
alcuni
ciuffi le ricadevano ribelli davanti agli occhi. Aveva una camicia da
notte
celestina a mezze maniche, lunga fin sotto le ginocchia. Le gambe erano
raccolte al petto e lasciavano che la veste scoprisse buona parte di
esse.
Draco la guardava, curioso. La pelle sembrava liscia e morbida e,
illuminata
dalla sola luce della candela, aveva un riflesso dorato. Il biondo
pensò a
Pansy Parkinson in quel momento. Avrebbe indossato sicuramente una
camicia più
corta e scollata e avrebbe sicuramente giocato sul fatto che aveva le
gambe
così scoperte. Hermione invece manteneva una postura
innocente, quasi
inconsapevole di poter essere agli occhi di qualcuno stranamente e
inspiegabilmente... graziosa.
- Malfoy…- disse
lei in un
sussurro, notando che era sveglio. Lui spostò lo sguardo
dalle sue gambe ai
suoi occhi castano scuro.
- Allora è vero
che dormi qua…-
la prese in giro lui, con la voce impastata dal sonno. Lei lo
guardò con uno
sguardo strano. Tenerezza? Pena? Non l'avrebbe mai saputo.
- Da quanto sei sveglio?-
chiese
poi imbarazzata.
- Da quando hai fatto tutto
quel
fracasso e ti sei fatta male al piede…- sogghignò
lui.
Hermione arrossì
impercettibilmente. Si toccò il piede dolorante e Draco, non
sapeva perché,
seguì ogni suo movimento, quasi rapito.
- Ho sentito la tua
discussione
con Harry…- confessò lei a bassa voce. A Draco
mancò un battito.
- Non voglio parlarne.- disse
lui serio più che mai.
- Ok…- lei non
insistette e
questo gli fece molto piacere. Rimasero alcuni momenti in
silenzio… istanti in
cui l'attenzione di Draco si focalizzò sul collo scoperto
della ragazza.
- Che guardi?- chiese lei,
intimidita dal suo sguardo.
- Il tuo collo… -
ammise lui,
sbadigliando. Hermione sgranò gli occhi, passandosi una mano
sulla suddetta
parte del corpo, imbarazzata.
- Cosa? Mi prendi in giro?-
chiese lei con un filo di voce. Draco distese le sue labbra in un
sorriso
divertito. Scosse lentamente la testa.
- Mi
piace il tuo collo non
soffocato da quel cespuglio che chiami capelli.- confessò
lui, guardando un
punto del suo collo che era proprio sotto l'orecchio. Hermione,
totalmente
rossa in viso, rimase alcuni istanti a bocca aperta, la
volontà di voler dire
qualcosa, ma non lo fece. Richiuse lentamente la bocca e
riaprì lentamente il
libro, rimettendosi a leggere. Draco sorrise debolmente, mentre
continuava a
guardare quella figura. Non era propriamente bella, ma la sua era
un'immagine
dolce, vellutata, pura. Fu con quell'immagine negli occhi che Draco si
addormentò.
________________________________________________________________________________________________________________________________________
Spazio dell'autrice:
Due capitoli in due giorni! Sorpresa!
XD
Non mi andava di aspettare di postare
un nuovo capitolo... XD Che dite? Vi piace?
Draco e Hermione continuano a
interagire, mentre Draco e Harry... hanno litigato un' altra volta XD
Ce la faranno a stare più di due giorni in pace?? XD Forse
no... e per me è la parte migliore della loro "amicizia" XD
Vi do un piccolo spoiler sul prossimo
capitolo... Ci sarà il compleanno di Harry! Ma
arriverà qualcosa... o qualcuno... a rovinare la festa!
Secondo voi chi???
A presto ( Forse giovedì
XD)!
Kiss
|
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Capitolo 9 *** .9. Happy Birthday, Harry! ***
Passarono alcuni giorni e la
tensione sembrò allentarsi alla Tana. Harry e Draco
continuarono a convivere,
pacificamente, senza però rivolgersi troppo la parola. Ron,
con l'aiuto di Fred
e George, faceva degli agguati al biondo, coprendolo di Caccabombe,
cosa che
fece arrivare Malfoy sull'orlo di un eusarimento. Nel frattempo,
Hermione e
Draco continuavano a vedersi ogni mattina e si mettevano a leggere
silenziosamente: con piacere il biondo notò che la ragazza
sempre più spesso si
presentava con un'alta coda ai capelli.
Era il 31 luglio e tutti si
preparavano a festeggiare il compleanno di Harry.
Quel mattino il ragazzo
sopravvissuto aprì gli occhi e si ritrovò da solo
in stanza, come ogni giorno.
Si mise seduto sul letto, grattandosi la testa, ancora frastornato. Lo
sguardo
gli cadde su un pacchetto che si trovava sul letto di Draco. Si
avvicinò in
punta di piedi e vide che c'era un biglietto. Lo lesse, senza neanche
farsi il
problema se fosse per lui o meno.
" A casa mia ho ricevuto
un'educazione solida che mi ha insegnato che fare gli auguri per un
compleanno
è un dovere. Quindi, auguri Potter. Spero che apprezzerai il
mio regalo: non è
nuovo perché non mi è stato possibile uscire, ma
non l'ho mai messo. Mi ricordo
che ti piaceva.
Draco Malfoy"
Lesse e rilesse più volte
quelle
parole e rimase alcuni secondi a fissare quel pacchetto fatto con delle
carte
di giornale.
- Può essere anche una
bomba…-
osservò Harry ad alta voce. Poi alzò le spalle e
scartò il regalo. Dentro c'era
una maglietta verde a mezze maniche, della Nike, con un dragone che
percorreva
il fianco destro.
- Questa te la devi comprare! - aveva
detto Harry, durante
la giornata di shopping che fecero settimane prima. Era una maglietta
verde con
un drago sul fianco destro.
- Non mi piace…- aveva
storto il naso Draco, osservando la
maglia.
- Ma dai! E' stupenda! E' l'ultima
della Nike! Poi ti
dovrebbe piacere, è verde come Serpeverde e poi
c'è un drago… sai c'è assonanza
con il tuo nome.-
- Se ti piace tanto, compratela tu.-
- Non ho abbastanza soldi babbani con
me. Tu ce li hai perché
te li ha dati Silente!-
Draco sbuffò, prendendo la
maglia in questione.
Harry sorrise, guardando con aria
sognante quella maglietta.
Pochi minuti dopo, scese in
cucina, dove tutti erano a fare colazione. Tutti lo sommersero di
auguri e di
regali. Si mise a sedere di fronte a Draco, che sorrise, vedendo che
indossava
la maglia. Anche Harry gli sorrise, debolmente.
La mattinata passò
tranquilla, ma
nessuno dei presenti si aspettava che quella quiete fosse solo il
preludio
della tempesta.
Era quasi l'ora di cena quando
Draco si trovava in giardino, dove ormai trascorreva la maggior parte
del suo
tempo. Stava scrivendo un appunto sull'ultima pagina di un libro,
quando una
forte fitta gli percorse il braccio sinistro. Trattenne a malapena un
urlo di
dolore, quando sentì il suo Marchio bruciare ardentemente.
Si alzò
immediatamente dalla sua posizione. Il cielo sembrava annuvolarsi,
quasi
conscio del pericolo che si stava avvicinando. Entrò in
cucina, dove vi trovò
la signora Weasley che cucinava.
- Draco! Ti è successo
qualcosa?
Stai bene, caro?- chiese Molly, preoccupata dalla paura che si era
dipinta sul
volto di Draco.
- Ho… ho un po' di nausea.
Penso
che andrò in camera mia.- rispose lui atono.
- Sicuro? Posso prepararti qualche
tisana?- chiese lei, con voce dolce. Materna.
- No, grazie comunque.- Draco le
regalò un debole sorriso, che sembrò non
convincerla.
Salì velocemente le scale e
si
chiuse in camera. Cominciò a solcare la stanza a grandi
passi. Il respiro era
profondo, cercava di tranquillizzarsi, ma non ne ebbe il tempo. Una
grossa
esplosione fece tremare tutta la casa. Draco cadde a terra, non sapendo
da dove
venisse. Uscì di corsa dalla stanza e notò che i
piani superiori stavano
andando a fuoco. Vide Ron e i gemelli correre velocemente
giù per le scale. Con
loro c'era Herry. Hermione e Ginny erano già in salone e
probabilmente stavano
già scappando.
Draco stava per fare lo stesso,
quando fu colpito da un incantesimo alle spalle e si ritrovò
a terra svenuto.
- Innerva…-
Sentì a malapena una voce
pronunciare questo incantesimo. Aprì lentamente gli occhi e
si ritrovò davanti
gli occhi neri, assetati di sangue di sua zia Bellatrix.
- Eri pronto a scappare come una
femminuccia, nipotino?- chiese lei con voce beffarda.
- Zia... - sussurrò lui,
mentre si
rialzava e capì di essere stato trascinato nella sua stanza.
- Poche chiacchiere e pochi
convenevoli, Draco. Hai scoperto qualcosa sull'Ordine?- chiese lei,
strattonandolo.
- Io… no. Mi tengono
lontano
quando vengono i membri dell'Ordine. Una volta ci ho provato,
ma… Potter mi ha
trascinato fuori a giocare a Quidditch. Lui sospetta di me. - rispose
Draco,
preoccupato.
- Stupido moccioso! Sei proprio un
inetto come ti ha sempre dipinto tuo padre. - sibilò lei con
cattiveria.
- Io… so che Piton fa il
doppio
gioco! Sa della mia missione!- si sbrigò a dire, cercando di
ricordarsi
qualcosa.
- Lo so… quel lurido
sanguesporco
pensa di poter tornare a usurpare il mio posto.- Bellatrix
digrignò i denti con
rabbia.
Draco stava per ribattere quando
sentì un forte rumore dal piano di sotto. Un'altra
esplosione.
- Cosa è stato?- chiese il
biondo,
spaventato.
- Oh, solo mio marito che cerca di
intrattenere i Weasley.- rispose lei con un sorriso. Ad un tratto
sentì dei
passi veloci raggiungerli. Era un uomo dai capelli e dagli occhi scuri,
dotato
di una furente barba incolta. Rodolphus
Lestrange li guardava con aria spaventata.
- Andiamo, Bella!- disse con voce
profonda. Bellatrix gli si avvicinò di corsa, poi si
voltò verso Draco.
- Non prenderla sul personale,
tesoro. E' per non destare sospetti.- detto questo prese un pugnale che
aveva
in tasca e lo lanciò con potenza verso il nipote, che non
aspettandosi quel
gesto, ricevette il colpo in piena pancia. Abbassò lo
sguardo e vide il sangue
colargli dal punto in cui l'arma era conficcata. Cadde in ginocchio,
riuscendo
a malapena a vedere i suoi zii smaterializzarsi. Sentì un
rumore di passi
avvicinarsi, ma svenne prima di poter capire a chi essi appartenessero.
- Io non vi capisco! Perché
dobbiamo stare qui?- chiese Ron a voce alta.
- Ronald, se non ti va, puoi anche
andartene! - aveva risposto acida Hermione.
- Hermione ha ragione. Io sono qui
perché quando si sveglia gli devo chiedere un paio di cose
sull'aggressione…- a
parlare era stato Harry.
- Sapete che vi dico? Mi avete
stancato tutti e due! Non ho intenzione di perdere tempo con Malfoy.-
la porta
sbattè forte e questo faceva presagire che Ron se n'era
andato.
- Tornerà…-
aveva detto Hermione.-
Penso sia solo geloso del fatto che tu e Malfoy…
beh… stiate fraternizzando.-
- Io veramente pensavo che fosse
più geloso di te…- aveva invece affermato Harry.
- Perché di me?-
- Beh, penso che si sia accorto
della creazione del vostro "club del libro" ogni mattina. In effetti
è un po' ambiguo.- aveva osservato lui, con un po' di
acidità nella voce.
- Harry, su, non essere sciocco!
Ci ritroviamo lì per caso e ognuno legge per i fatti suoi.-
- Per caso? Dopo che vi vedete
ogni giorno da quando è arrivato, non so se si
può ancora parlare di caso. Io
li chiamerei appuntamenti… Non ti sto accusando, Hermione.
Ti sto solo dicendo
di stare attenta. Lui ti guarda in modo strano. Non fraternizzare con
il
nemico, anche se in questo momento ti può sembrare
più docile. Sta nascondendo
qualcosa e non voglio che tu ne rimanga lesa in qualche modo.-
- Non fraternizzare con il nemico?
Ah… detto da te, Harry! O vuoi dirmi che la maglietta che
hai indossato al tuo
compleanno non era un suo regalo? Io non ti giudico, Harry, per questa
vostra
tregua che avete stipulato, al contrario di come fanno molti qui
dentro. Quindi
ti chiedo con gentilezza di non giudicare il mio tentativo di non
attaccare
lite con lui per qualsiasi occasione come fa Ronald, dal momento che
ora il
darmi fastidio non sembra il suo primario obiettivo!-
terminò lei con la sua
solita voce saccente. Draco decise che aveva origliato fin troppo e
aprì gli
occhi. Si trovava steso sul letto e alla sua sinistra era seduto Harry,
mentre
alla sua destra era seduta Hermione, con un libro in mano…
come sempre. Provò a
mettersi seduto, ma un forte dolore alla pancia lo bloccò
sulla sua posizione.
- Ahi!- aveva esclamato il biondo,
toccandosi il punto dove sapeva che la ferita non c'era più.
Per conferma, alzò
la maglietta e due centimetri sopra l'ombelico vi trovò una
cicatrice ancora
rossa.
- Ti sei svegliato finalmente!-
osservò Harry.
- Da quanto sono qui?- chiese lui
confuso.
- Tre giorni.- rispose invece
Hermione. Draco alzò gli occhi su di lei e
arrossì lievemente e inspiegabilmente.
Ripensava alle parole dei due dette in precedenza. No, Potter si
sbagliava… i
loro non erano appuntamenti.
- Perché così
tanto?- chiese il
biondo confuso. Era solo una ferita d'arma da taglio.
- Pare che nella lama del coltello
ci fossero tracce di veleno. C'è voluto più tempo
per guarirti, ma il signore e
la signora Weasley hanno preso la ferita in tempo.- aggiunse Harry.
Draco spalancò gli occhi.
"In
tempo". Poteva morire per colpa di quella zia degenere, a cui non
importava nulla di lui. Era una pazza.
- Ah…- disse solo lui, un
bel po'
sconvolto.
- Malfoy… cosa ci faceva
Bellatrix
Lestrange in camera nostra con te?- chiese Harry più deciso.
Draco attese
qualche secondo, elaborando una buona scusa.
- Non lo so… Stavo
scendendo le
scale, intento a seguirvi, quando è arrivata alle mie spalle
e mi ha
schiantato. Quando mi sono ripreso ero nella mia stanza e mi
ha… attaccato. Poi
è arrivato Rodolphus e se ne sono andati, ma prima di
materializzarsi lei mi ha
lanciato il pugnale.- disse poi a voce bassa, quasi impercettibile. In
fondo
era tutto vero. Quasi tutto.
- Come ti ha attaccato?- chiese
Hermione, seria.
- Mi… mi ha
cruciato…- rispose
Draco velocemente.
In quel momento Harry sorrise,
soddisfatto.
- Menti…-
replicò il moro. A Draco
si gelò il sangue.
- Perché?- chiese il
biondo,
impassibile.
- Perché Lupin ha detto che
non
c'era traccia di nessuna tortura fisica sul tuo corpo, l'altro giorno.
Nessuna
maledizione proibita ti ha toccato tre giorni fa.-
Draco non aveva pensato a questa
ipotesi. Abbassò lo sguardo.
- Volete sapere la verità?-
chiese
improvvisando sul momento. Gli altri due annuirono.
- Mia… zia…
Bellatrix pensa che io
mi sia alleato con voi. Pensa che stia spifferando i contenuti di
alcune
vecchie riunioni di Mangiamorte. Mi ha detto che non sono degno di
portare il
mio nome… che il mio sangue non è abbastanza puro
per contenere nel mio DNA il
sangue dei Black e dei Malfoy. Mi ha detto che vuole cancellarmi
dall'albero
genealogico… ecco cosa mi ha detto!- disse Draco, con
rabbia. Doveva segnarsi
in un libretto tutte le sue menzogne, così da non trovarsi
mai impreparato se
qualcun altro le ritirasse fuori. Harry e Hermione stavano per parlare,
ma una
figura dai capelli ricci e neri entrò in quella camera.
- Harry, Hermione, lasciatelo
riposare…
sarà stanco, povero ragazzo. - gli occhi neri come la pece,
il viso spigoloso,
il mento prominente. Quella donna era il ritratto di Bellatrix
Lestrange. Draco
la fissò stupito, mentre i due ragazzi lasciarono la stanza.
Gli occhi neri
però non erano cattivi e inespressivi come quelli di
Bellatrix. Erano dolci,
materni, simili a quelli della Signora Weasley quando gli sorrideva.
Materna… a
volte dubitava di conoscere a pieno quell'aggettivo. Non aveva mai
visto quella
dolcezza negli occhi di sua madre.
- Stai bene, tesoro?- gli chiese
la donna con un sorriso rassicurante.
- Sì… Tu sei
Andromeda Black?-
chiese poi, facendo l'unico abbinamento possibile. Lei
annuì, continuando a
sorridere.
- Questa è casa tua?-
chiese poi
Draco, riconoscendo solo in quel momento una stanza che non conosceva.
Lei
annuì di nuovo. Dovevano essersi materializzati
lì mentre lui era svenuto,
visto l'incendio che aveva colpito la tana.
- So che i tuoi genitori e mia
sorella Bella ti avranno detto tante cose brutte e false su di me.
Anche io non
ho sentito cose lusinghiere sul tuo conto. Però spero che
ora che ci siamo
finalmente conosciuti possiamo mettere da parte le divergenze e
instaurare un
rapporto decente tra zia e nipote. Che ne dici?- chiese lei, sedendosi
al suo
fianco, sul letto.
- Ehm… sì, va
bene…- rispose lui,
impacciato.
-
Ottimo… perché un uccellino mi
ha detto che stravedi per la nutella e se mi avessi detto di no non
avrei
saputo dove buttare questi panini alla nutella che ho preparato per
te.- disse
Andromeda porgendogli un vassoio di panini. Gli occhi di Draco si
illuminarono
e sorrise, prendendo uno dei panini e addentandolo con desiderio.
Spazio dell'autrice:
Eccomi con un nuovo capitolo! La
figura misteriosa era Bellatrix... la solita guastafeste XD
Appare Andromeda che si
dimostrerà molto importante per Draco. Infatti, lei
diventerà la cosa più simile per lui a una figura
materna.
Fatemi sapere se vi piace!!! ;D
A presto!!!
Kiss
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Capitolo 10 *** .10. Falling Stars ***
Era l'undici agosto e
Draco,
come ogni mattina da circa una settimana, si sarebbe svegliato alle
sette. Peccato
che quel giorno il suo orologio personale si guastò e
suonò alle 4 del mattino.
Non aveva coinquilini nella sua camera, quindi si vestì con
tutta la calma e la
tranquillità del mondo. Si mise a sedere sul letto e
cominciò a leggere un
libro che gli aveva dato sua zia Andromeda. A quanto aveva capito era
babbano,
"Cime Tempestose". Non l'avrebbe mai ammesso a sua zia, ma quel libro
aveva decisamente attirato la sua attenzione.
Durante il soggiorno a casa
Tonks non era più sceso in soggiorno la mattina per il suo
"club del
libro", come lo aveva chiamato Harry, con Hermione. Non voleva dare
adito
a strane voci. Eppure c'era una strana forza che lo muoveva e che lo
spingeva a
svegliarsi ogni mattina alle sette, quasi a dirgli " svegliati, devi
andare a leggere con lei…". Ma Draco sapeva che era solo
suggestione e
quindi non dava adito a tutto ciò.
Si alzò di
scatto per andare al
bagno. Uscito dalla toilette, sentì dei rumori provenire dal
soggiorno. Una
sorta di curiosità lo spinse a scendere al piano di sotto
per vedere se ci
fosse Hermione. Si sporse leggermente e l'unica cosa che vide furono
due sagome
in ombra, nascoste dietro a una porta.
- Ron, ma io ho
sonno…- Draco
riconobbe la voce di Ginny Weasley.
- Ssh! Se arrivano adesso
ci scopriranno
subito!- disse invece il fratello.
- Ma Hermione e Malfoy non
verranno mai alle 4! E poi mi hai detto tu che hai già
spiato altre volte
Hermione questi giorni e Malfoy non l'ha mai raggiunta!-
Draco sorrise, lasciando i
due
fratelli che discutevano. Stava per tornare in camera sua, quando
notò in fondo
al corridoio una finestra aperta. Si guardò intorno e la
raggiunse. La scavalcò
silenziosamente e fuori c'era un mini balcone. Sulla sinistra
trovò una scala
che portava sulla terrazza. Curioso, la salì. Arrivato in
cima, sentì una voce
dolce canticchiare una melodia.
- " And
when you smile,
The whole world stops and stares for awhile
Cause girl you're amazing
Just the way you are"-
Draco allungò il
collo, per
vedere da chi venisse quella voce. Dall'altra parte della terrazza
c'era
Hermione, sdraiata su una coperta giallo canarino. Alla sua destra
riuscì a
vedere una pila di libri. Ebbe un attimo di esitazione. Voleva
andarsene, ma
alla fine alzò le spalle e le si avvicinò.
- Ti sei data alla musica,
Granger?-
chiese con voce divertita, sedendosi al suo fianco. Lei rimase stupita
di
vederlo e si tolse le cuffiette da dove stava ascoltando la musica.
- Come hai fatto a
trovarmi?-
chiese lei confusa.
- Non ti stavo
cercando…Non sei
così importante… Ho visto la finestra aperta e
sono venuto a vedere…- rispose
lui, cominciando a guardare le stelle.
- Hai visto Ron e Ginny in
soggiorno?- chiese lei, lasciandosi andare in un dolce sorriso.
- Lui è un
matto! Ma cosa pensa
di scoprire? Pensa che ci vediamo in soggiorno di nascosto per
pomiciare o fare
altro?- fece lui, divertito della stupidità dei Weasley.
Hermione lo guardò con
gli occhi spalancati, arrossendo vistosamente.
- Ho visto che stai
leggendo
"Cime Tempestose"!- si riprese lei, cambiando argomento. Lui
annuì,
continuando a guardare le stelle.
- "Se
tutto il
resto perisse, tranne lui, continuerei a esistere; e se tutto il resto
rimanesse e lui fosse annientato, l'universo mi sarebbe estraneo. Non
ne farei
più parte. Il mio amore per Linton è simile alle
foglie dei boschi. So che il
tempo lo muterà, come l'inverno muta gli alberi... Ma il mio
amore per
Heathcliff somiglia alle rocce eterne sotto di noi... Una sorgente di
gioia
poco visibile, ma necessaria.". Probabilmente
è uno dei miei libri babbani preferiti!- aggiunse lei,
euforica. Draco la
guardò confuso.
- Tu stai male! Sai le
frasi del
libro a memoria?- chiese contrariato.
- Beh…
c'è un motivo perché vado
bene a scuola!- rispose lei, facendogli una linguaccia. Alzò
lo sguardo verso
il cielo.
- Oggi è la
notte in cui sono
più visibili le stelle cadenti… Le stelle cadenti
sono…- cominciò lei, con voce
da sapientona.
- So benissimo cosa sono le
stelle cadenti. Si dia il caso che studi Astronomia con te a scuola.-
rispose
lui, bloccandola subito.
- Vabbè,
però i babbani pensano
che se tu riesci a vedere una stella cadente, devi esprimere un
desiderio e si
avvererà!- ricominciò Hermione, euforica
nell'osservare le stelle.
- Sul serio i babbani sono
così
stupidi?- chiese Draco, confuso. Ma lei non lo ascoltava. Ad un certo
punto lei
afferrò il suo braccio destro e cominciò a
scuoterlo con forza.
- Draco! Una stella
cadente!
L'ho vista! L'ho vista!- gridò lei euforica, attirando la
sua attenzione. Draco
guardò il cielo e poi lei. Aveva gli occhi chiusi e un
sorriso grandissimo.
Probabilmente stava esprimendo il desiderio. L'aveva chiamato "Draco"
con una semplicità unica, come se fosse un suo amico, un suo
conoscente intimo,
non il suo peggior nemico, la persona che più odiava.
Hermione si voltò verso
di lui e incontrò i suoi occhi.
- L'hai vista?- chiese lei.
Lui
scosse la testa. Lei alzò lo sguardo al cielo, scocciata.
- Sei una bambina,
Granger… Come
fai ad esaltarti così tanto per una stupida stella cadente?-
la prese in giro
lui.
- Non è colpa
mia se tu sei un
frigorifero privo di emozioni… Io credo nei sogni e credo
che i desideri si
possano avverare se una persona ha abbastanza cuore da crederci. -
rispose lei
con voce sognante.
Draco storse il naso. Senza
volerlo vide cadere una stella. Sorrise tra sé. "
Vorrei… vorrei… non
essere costretto a compiere la mia missione…"
pensò lui con desolazione.
Scosse la testa, voltandosi verso Hermione. Si era addormentata in un
nano
secondo! Non era possibile! Eppure gli occhi erano chiusi, il respiro
pesante.
Draco si alzò lentamente e fece per andarsene, quando
notò il lettore cd della
ragazza. Lo raccolse e lo portò con sé, tornando
in camera sua.
La mattina seguente nessuno
si
era accorto che Hermione aveva dormito sulla terrazza. Draco sorrise
quando la
vide scendere per la colazione con i capelli ancora più
crespi e starnutire
molto vistosamente. A tavola c'erano tutti tranne Molly e Ginny. Il
signor
Weasley allora attirò su di sé l'attenzione degli
altri.
- Ragazzi…-
sussurrò a voce
bassissima. - Oggi è il compleanno di Ginny e io e Molly le
abbiamo organizzato
una festa a sorpresa con l'aiuto di Andromeda e Ted. Abbelliremo il
giardino a
festa e voi vi vestirete con abiti eleganti. Lei adora questi balli
formali.
Noi siamo riusciti a racimolare qualche spiccio per un abito da sera
per lei.
Acqua in bocca. Ah, Hermione, tieni Ginny in camera sua tutto il
pomeriggio. Ce
la puoi fare?-
Hermione annuì,
mentre i ragazzi
facevano la faccia schifata all'idea di un ballo elegante.
- Ottimo, ah! Fate finta di
non
ricordarvi il suo compleanno…- disse Arthur, poco prima che
Molly e Ginny
entrassero in sala.
- Non ci credo! Come hai
potuto
dimenticartelo anche tu!- Ginny era fuori di sé. Era chiusa
in camera con
Hermione ormai da ore quel pomeriggio. La riccia sbuffò.
- Gin, ho già
detto che mi
dispiace! Sono così presa dallo studio che mi è
passato di mente!- rispose la
mora, mordendosi un labbro.
- Non è
concepibile! Al
compleanno di Harry, tutti a fargli gli auguri, i regali…
Arriva il mio turno e
nessuno se ne accorge. Il compleanno di Ginny? Ginny? Chi è
Ginny?- cominciò a
blaterare la rossa, sedendosi di fianco a Hermione, su una sedia di
fronte allo
specchio. - Perché ti trucchi?- chiese curiosa.
- Me li ha prestati
Tonks…
volevo provarli e farglieli vedere, visto che stasera ci saranno anche
lei e
Lupin. - rispose l'altra, tracciando una linea precisa nera proprio
sopra
l'attaccatura delle ciglia.
- Sono trucchi babbani?-
chiese
la rossa, incuriosita.
- Sì, vuoi
provarli?-
- Ok, almeno faccio finta
che mi
devo fare bella per la mia festa, che vi siete dimenticati di
organizzare.- si
lamentò Ginny, prendendo un ombretto verde.
Dopo una mezzoretta,
Hermione
guardò l'orologio e sorrise.
- Scendiamo!- disse
euforica,
prendendo l'amica per mano. Ginny si fece trasportare dalla corsa
dell'altra.
Arrivate in soggiorno, si diressero verso la porta-finestra che portava
in
giardino. Una volta fuori, Ginny rimase a bocca aperta. Un enorme
gazebo era
stato allestito con dei tavoli con sopra del cibo preparato in casa da
Molly e Andromeda.
Un grosso trombone faceva da amplificatore alla musica che era appena
cominciata. Decorazione argentate scendevano da ogni lato del gazebo.
- Auguri!- tutti gli
invitati
sbucarono fuori, vestiti con abiti lunghi da sera. C'erano anche Bill,
Fleur e
Charlie. Quando Ginny vide i due fratelli corse ad abbracciarli.
- Siete tutti bellissimi,
ma… ma
io… non ho un vestito elegante…- aggiunse lei,
contenta della sorpresa. Molly
la raggiunse con un pacco regalo.
- Abbiamo pensato a tutto,
piccola mia…-
- Ai nostri compleanni la
mamma
non fa tutte queste cose…- aveva osservato Fred con George e
Ron.
Hermione e Ginny salirono
in
camera a cambiarsi e riscesero poco dopo. Il vestito di Ginny era
bellissimo:
era di un verde smeraldo, che risaltava per contrasto sia i suoi occhi
castani
che i suoi capelli rossi. Hermione invece fece capolino dietro di lei,
lentamente, per non togliere la scena alla festeggiata. Aveva un
vestito
celeste che ricordava in qualche modo quello del Ballo del Ceppo, ma
era
leggermente più largo alla base e aveva una scollatura a
fascia. I capelli li
aveva velocemente legati in una coda alta.
La musica fu alzata di
volume,
tanto nessuno sarebbe venuto a dirsi infastidito per il frastuono,
visto che
erano in aperta campagna.
- Burrobirra?- chiese
Harry,
porgendo il bicchiere a un Draco seduto in disparte. Il biondo lo
guardò a
malapena, annoiato, afferrando il bicchiere in questione. Harry si
sedette al
suo fianco.
- Odio i balli…-
disse Draco,
sorseggiando un po' della bevanda. I suoi occhi vagavano tra i diversi
invitati, presi nell'arte della danza.
- Io odio
ballare… mi imbarazza…
sono un ciocco di legno.- rispose Harry, con un sorriso.
- Io so ballare, ma odio i
balli. Mi ricordano il Natale in famiglia.-
- A Natale voi facevate i
balli?-
chiese il moro, divertito.
- Odio i balli…-
continuò a
blaterare l'altro. Rimasero un po' in silenzio, momento in cui
l'attenzione di
Harry si focalizzò su Ginny, su quanto fosse bella con quel
vestito. Ballava
con Charlie e rideva, serena, spensierata, bellissima.
Arrossì, realizzando che
i pensieri che stava facendo erano sulla sorella di Ron. Draco intanto
lo stava
guardando e rideva sotto i baffi.
- Ginny!- urlò
il biondo,
attirando l'attenzione della ragazza. Lei si avvicinò
scocciata, mentre Harry
fissava Draco stralunato.
- Che vuoi, Malfoy? Devo
sentirmi onorata perché mi hai chiamato per nome?- chiese
lei, con aria di
sfida.
- Ti ho chiamato per nome
solo
perché se avessi usato il tuo cognome, si sarebbe voltata un
po' troppa gente.
Comunque volevo chiederti se ti andava di ballare con Potter. Sono
cinque
minuti che ti fissa e penso che voglia chiedertelo, ma si
vergogna…- osservò
Draco, facendo diventare il volto di Harry di tutti i colori.
- Ma…
io… cosa… Malfoy, io ti
….- Harry blaterava frasi sconclusionate, che fecero
divertire Ginny,
leggermente arrossita anche lei.
- Vuoi ballare, Harry?-
chiese
lei dolcemente. Il moro la guardò per alcuni istanti. Si
alzò di scatto,
impacciato, e la condusse nella pista da ballo. Draco
sogghignò nel vedere il
volto di Potter completamente rosso dalla vergogna.
- Vuoi ballare, musone?-
sua
cugina Nynphadora gli si parò davanti e lo alzò
di peso dalla sedia.
Quel giorno, sia i capelli
sia
gli occhi erano di un grigio intenso. Draco sbuffò, mettendo
una mano sulla sua
vita e l'altra sul palmo di lei. Cominciarono a muoversi lentamente a
ritmo di
musica. Lui la superava di dieci centimetri buoni, anche se lei aveva i
tacchi.
- Quando la smetterai di
essere
così asociale?- chiese lei con voce divertita ma stanca.
- Quando tu la smetterai di
rovinarti l'esistenza dietro a un lupo mannaro.- osservò
Draco con freddezza.
Tonks alzò, sconvolta, lo sguardo su di lui.
- Come…?-
- Sono un buon
osservatore…- si
limitò a dire lui.
Lei sospirò.
- Non mi conosci neanche,
eppure… mi capisci meglio di altre persone che frequento
quotidianamente.-
- Io non ti
capisco… so solo
osservare. Per esempio scommetto che tu ne sei innamorata da tempo
e… anche lui
probabilmente… ha solo paura di farti del male per la storia
del lupo mannaro.-
rispose lui, un po' schifato. Lei rise.
- E vediamo… se
così fosse, cosa
dovrei fare?-
Lui sembrò
pensarci un attimo.
- Hai mai letto Cime
Tempestose?- chiese poi.
- Oddio! Non mi dire che
mia
madre ha costretto anche te?!- chiese lei, esasperata.
- Sì…
ma devo dire che mi è
piaciuto. Va' da lui e digli così, è una
citazione del libro: "Sta sempre
con me... prendi qualunque forma... rendimi pazzo! Ma non lasciarmi in
questo
abisso, dove non ti posso trovare! Oh Dio, è impossibile!
Non posso vivere senza
la mia vita, non posso vivere senza la mia anima!". E' un po'
melodrammatico
ma efficace.- suggerì Draco, soddisfatto, seriamente
convinto che una carriera
da cupido non gli sarebbe andata tanto male. Tonks sembrò
pensarci un attimo,
forse quasi convinta.
Draco sorrise, pensando che
forse sua cugina non fosse così male. Le fece fare una
giravolta, prendendola
poi per i fianchi e sollevandola gentilmente. Lei si mise a ridere,
divertita.
Ad un certo punto la musica
cambiò e Draco riconobbe la canzone che Hermione stava
cantando la notte prima,
ne era sicuro, perché l'aveva risentita dal lettore cd.
Alzò istintivamente gli
occhi e vide Hermione ballare con Ron. Ma la cosa che più lo
colpì fu che anche
lei stava guardando lui. La vide arrossire, abbassando lo sguardo.
Quando lei
rialzò lo sguardo, lui continuava a fissarla e le sorrise.
Hermione arrossì
ancora, restituendo dolcemente il sorriso.
Spazio dell'autrice:
Come ogni domenica sono tornata con
un nuovo capitolo :D
In questo capitolo ci sono diversi
nuovi spunti... A partire dal rapporto tra Draco e Hermione, che sembra
svilupparsi sempre di più ( ho scritto il capitolo ad
agosto, quando c'erano le stelle cadenti XD Per questo ho avuto
quest'ispirazione XD)... poi la figura di Tonks che fa capolino alla
fine, ma che diventerà piuttosto importante per Draco, con
il tempo...
Finalmente appare anche la canzone
Just The Way You Are di Bruno Mars, che da il titolo alla storia! Adoro
questa canzone e mi piaceva metterla nella mia fanfiction :D
Nel prossimo capitolo, ci
trasferiremo per una giornata a Diagon Alley... Potrei aggiornare anche
domani se ho tempo :D
A presto!!!
Kiss
|
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Capitolo 11 *** .11. Nocturn Alley ***
- Restiamo uniti, ragazzi,
così
non ci perdiamo!- disse il Signor Weasley, guidando il plotone di
ragazzi e
figli, lungo la via di Diagon Alley. Erano tutti usciti per andare a
comprare
il materiale per Hogwarts. Era quasi finito agosto ormai e i gemelli
Weasley
erano riusciti ad aprire un negozio di scherzi a Diagon Alley. Tutti
non vedevano
l'ora di andarlo a vedere. Tutti tranne Draco… Il biondo si
guardava intorno
per trovare un modo di evadere. Lui, Hermione, Ron e Harry si
separarono dal
gruppo per andare da Madama McClan, per modificare la divisa di Ron,
che ormai
era troppo corta. Si sarebbero rivisti poco dopo con il resto del
gruppo di
fronte al Ghirigoro. Draco sbuffò, scocciato del fatto che
non potesse
allontanarsi. Guardò fuori dalla vetrina del negozio e vide
passare a passo
lento nientemeno che Theodore Nott. Il volto di Draco si
illuminò. Una persona
amica. Si alzò lentamente dalla sedia, cercando di non
attirare attenzioni su
di sé. Uscì lentamente dal negozio e corse verso
l'amico.
- Theodore!- lo
chiamò con
euforia. Il ragazzo si girò con pacatezza e
accennò a un sorriso quando vide il
biondo.
- Draco… pensavo
fossi sotto
sequestro dei Weasley.- lo prese in giro il moro. Piccoli occhi verdi
lo
scrutavano con curiosità. Gli occhi grigi di Draco si
alzarono verso il cielo,
quasi esasperato.
- Lascia perdere. Sono
sconvolto. Non ne posso più.- osservò il biondo,
guardandosi intorno.
- Sei scappato da loro? Per
questo ti guardi intorno?- chiese l'altro ridendo.
- Voglio godermi questo attimo
di libertà.-
- Ti va di accompagnarmi a
Nocturn Alley? Devo comprare una particolare pozione per mio padre da
Magie
Sinister.- chiese Theo con estrema calma nella voce. Draco ci
pensò su un po'
troppo. Sapeva bene che non poteva allontanarsi dai Weasley.
Soprattutto per
andare di nascosto con un figlio di Mangiamorte a Nocturn Alley.
- Theodore, io non so se
posso…-
ammise il ragazzo, un po' imbarazzato.
- Che c'è? Non puoi
allontanarti
dai Weasley? Devi stare sotto protezione… povero
cucciolo…- lo prese in giro
l'amico. Il petto di Draco si gonfiò lentamente, infastidito
dalle sue parole.
- Andiamo…- disse
poi con voce
ferma e decisa.
Intanto mentre andavano al
Ghirigoro, Harry si accorse di un'importante assenza.
- Hermione, Ron! Avete visto
Malfoy?- chiese, realizzando solo in quel momento la mancanza del
biondo. Gli
altri due si guardarono intorno, non vedendolo.
- Fino a che c'era tuo padre,
Ron, sono sicuro che fosse con noi… Poi ci siamo separati e
siamo andati da
Madama McClan e lì c'era… ma dopo non me lo
ricordo più…- stava esaminando
Harry.
- Hai ragione… deve
essere
scappato in quel momento. Ma noi non possiamo separarci troppo dal
gruppo,
dovremmo già esserci riuniti agli altri.- aggiunse Hermione,
guardandosi
intorno.
- Sta tramando
qualcosa… ve
l'avevo detto… andiamolo a cercare!- disse il moro. Ron
sbuffò.
- Malfoy
tornerà… è un fifone…
Da solo si sentirà perso…- disse il rosso, non
convinto. Harry però si era già
allontanato per cercarlo. Hermione alzò le spalle,
seguendolo. Ron alzò lo
sguardo al cielo e seguì gli altri due.
Non ci volle tanto per trovare
Draco. Era di fronte al negozio di articoli di Quidditch e parlava con
un
ragazzo alto e moro.
- Chi è quello?-
chiese Harry,
curioso.
- Penso sia Theodore
Nott… è del
nostro anno. Serpeverde.- aveva risposto Hermione.
- Sì, l'ho visto
nel gruppetto
di Malfoy.- aggiunse Ron. - Beh… che aspettiamo? Andiamo a
prenderlo, no?-
- No! Voglio seguirlo e vedere
dove va! Vi dico che nasconde qualcosa!- disse Harry, prendendo il
mantello
dell'invisibilità dal suo zaino.
- Forza,
avviciniamoci…- disse
Harry, invitando gli altri sotto al mantello.
Intanto i due Serpeverde si
incamminarono per Diagon Alley fino a che non raggiunsero la parte
più oscura
della via. Un grosso cartello ingrigito con scritto "Nocturn Alley"
si poteva intravedere tra le foglie di una pianta rampicante. Harry,
Ron e
Hermione li seguirono silenziosamente. Il cuore di Harry batteva forte,
convinto di stare per scoprire qualcosa di grosso.
I due Serpeverde si fermarono
davanti Magie Sinister e vi entrarono.
- Da qui non si
sentirà nulla!
Maledizione!- disse Harry, avvicinandosi al negozio.
- Harry, io penso che non ci
sia
nulla da sentire. Saranno venuti a comprare qualcosa…- disse
Hermione, cercando
di calmare l'amico.
- Hermione ha ragione. Non so
cosa pensi di scoprire.- rispose Ron, accodandosi al pensiero della
ragazza.
- Aspettiamoli
fuori… Magari,
uscendo, diranno qualcosa.- disse Harry, non volendosi dare per vinto.
- Buongiorno, ragazzi. Posso
esservi utile?- chiese il proprietario con voce melliflua e con un
piccolo
inchino. Draco lo guardò schifato e lasciò che
Theodore chiedesse quello che
voleva, mentre lui si guardava intorno. Nonostante l'odore di muffa e
la
polvere era stato sempre affascinato da quel posto così
tetro e poco
illuminato.
Ad un tratto la sua attenzione
fu caratterizzata da un enorme armadio a due ante alla sua sinistra.
Gli si
avvicinò lentamente, scrutandolo con attenzione.
- Mi scusi? Questo armadio che
proprietà ha?- chiese al proprietario.
- Ehm… dovrebbe
essere un
armadio svanitore. Fa apparire e scomparire oggetti a suo piacimento e
li
materializza nel suo gemello, un armadio identico. Peccato che questo
pezzo sia
mancante nella mia collezione.- rispose sconfitto Sinister.
- Un gemello…-
sussurrò Draco,
una strana luce percorse i suoi occhi. - E' possibile che se una
persona vi
entri rimanga chiusa dentro e rimanga… sospeso in una specie
di limbo?-
chiese poi con evidente eccitazione nella voce. Sinister lo
guardò curioso.
- Non penso… a meno
che uno dei
due armadi non sia rotto. E le assicuro che il mio sia perfettamente
funzionante.-
- E lei sa come aggiustare
l'armadio se fosse rotto?- chiese ancora Draco.
- Ehm… forse, ma
dovrei vederlo.-
rispose il proprietario, circospetto.
- E lei mi può
assicurare di non
vendere questo?- chiese il biondo, avvicinandosi al bancone.
- Signor Malfoy, lei
è un
cliente abituale, ma non posso farlo. A meno che… cosa mi
darebbe in cambio?-
chiese Sinister con un ghigno. Draco tirò fuori dalla tasca
un sacchetto pieno
di galeoni.
- Questi dovrebbero bastare.
Sono il doppio del prezzo dell'armadio.- rispose Draco. Theodore
intanto
assisteva a tutta la scena con confusione.
- Vede, signor Malfoy,
è un
pezzo a cui sono molto affezionato…- continuò
Sinister, provando ad alzare il
prezzo. Draco perse la pazienza e alzò la manica del braccio
sinistro, lasciando
vedere al proprietario il marchio nero in tutto il suo splendore.
Sinister
sbiancò a quella vista.
- Vede, Sinister, il Signor
Oscuro è molto interessato a questo oggetto.- rispose Draco,
con più sicurezza
nella voce. La paura nel volto di Sinister gli aveva dato
più forza.
- Io…
io… non c'è nessun
problema, signor Malfoy.- rispose Sinister con un inchino.
- Riesco a vedere poco e
niente!- sussurrò Harry, mentre cercava di sbirciare dalla
finestra.
- Anche io… la
finestra è troppo
impolverata!- osservò Hermione.
- Si sente da qui la puzza di
muffa…- commentò Ron, schifato.
- Ha indicato un oggetto sulla
sinistra e l'ha pagato. Ma non sembra intenzionato a prenderlo. Forse
l'ha…
riservato…- propose Harry, cercando di interpretare
ciò che aveva visto. Gli
altri non poterono rispondere, perché la porta di Magie
Sinister si aprì e
Draco e Theodore ne uscirono velocemente.
- Draco! Cosa significa?!-
chiese Theo, impaurito da quanto aveva appena visto.
- Penso sia
evidente…- rispose
il biondo, incamminandosi verso Diagon Alley.
- Ma…
ma… come …?- chiese,
ancora l'altro. Era abbastanza accorto da non dire l'argomento della
discussione ad alta voce, per paura che qualcuno li stesse ascoltando.
- Non ti sto qui a dire come e
perché.- detto questo si girò di scatto verso
l'amico e gli puntò contro la
bacchetta.
- Non dirò nulla a
nessuno…-
assicurò Theo, alzando le braccia in segno di resa. Tornati
sulla via
principale, i due Serpeverde si separarono e Draco cominciò
a cercare il gruppo
Weasley. Adrenalina pura percorreva il suo corpo. Se solo ci fosse
riuscito,
sarebbe stato ad un passo avanti alla sua missione.
- Malfoy!- la voce di Harry lo
bloccò, facendolo girare. Il trio delle meraviglie gli si
mise davanti.
- Oh, mi ero
perso…- disse Draco
con finta innocenza.
Harry stava per ribattere,
nervoso, ma Hermione lo bloccò.
- Andiamo prima che il signor
Weasley si preoccupi.- disse la ragazza, superando gli altri.
- Dove accidenti vi eravate
cacciati?- chiese Arthur, preoccupato.
- Ehm… i ragazzi si
erano
fermati al negozio di Quidditch… - rispose Hermione con
finta innocenza.
- Sempre i soliti…-
disse
l'uomo, credendo alle sue parole. - Andiamo, Fred e George ci stanno
aspettando.-
Si incamminarono verso i Tiri
Vispi Weasley.
- Vi dico che parlava del
fatto
che è diventato un Mangiamorte!- insisteva Harry a bassa
voce, senza farsi
sentire dal diretto interessato.
- Harry, è
impossibile capire se
parlavano di quello! Può essere che parlavano di un oggetto
strano che ha
comprato Malfoy…- rispose Ron in un sussurro.
- Probabilmente ha ragione
Ron.
Stai cercando di interpretare la vicenda secondo il tuo punto di
vista…- gli
disse anche Hermione.
- Ragazzi, ma avete visto la
paura nel volto di Theodore?- continuò il moro. Gli altri
due si guardarono
complici e guardarono Harry con apprensione. Harry sbuffò,
continuando a
camminare.
Arrivati al negozio di Fred e
George tutti rimasero stupiti del lavoro che avevano fatto. Era enorme
e pieno
di gente. Vi entrarono e si separarono per andare a vedere ognuno
ciò che gli
interessava. Draco si guardò intorno curioso e
soffermò la sua attenzione sulla
Polvere Buiopesta. Interessante, pensò.
- Ma è davvero un
filtro
d'amore?- sentì la voce di Hermione. Si voltò e
vide che stava parlando con
Fred e George.
- Certo! Ma attenta,
è molto
potente.- le risposero all'unisono, prima di raggiungere Ginny che era
rimasta
affascinata da una Puffola Pigmea.
- Sei così
disperata che sei
arrivata a dover usare i filtri d'amore?- le chiese Draco. Lei si
voltò verso
di lui, rossa come un peperone.
- Era solo per
curiosità…-
rispose lei, posando il filtro.
Draco
rise, superandola e
allontanandosi da lei.
Spazio dell'autrice:
Come promesso, ecco l'undicesimo
capitolo della storia :D E' incredibile come stia diventando lunga la
storia! Fate conto che proprio ora sto scrivendo il 28esimo capitolo di
questa fanfiction! Per questo sono veloce ad aggiornare XD
Comunque... tornando al capitolo...
Fa la sua comparsa un personaggio moooolto importante. Theodore Nott.
Ho notato che in molte fanfiction non viene dato abbastanza spazio a
questo personaggio ( sono la prima che non ha mai parlato di Theo nelle
mie altre storie XD), quando invece lui è l'unico che
effettivamente la Rowling descrive come amico di Draco o comunque come
persona che lui rispetta. Nella mia storia Theo sarà il
migliore amico di Draco. Loro avranno un rapporto particolare, ma per
me molto bello, fatto di fiducia e lealtà.
Draco si confida con Theo e gli fa
capire di essere un Mangiamorte, anche se vedremo in seguito che Nott
non verrà messo al corrente di tutto... poi vedrete
perchè XD
Se volete un piccolo spoiler dal
prossimo capitolo... vi informo che siamo arrivati al primo
settembre!!! I nostri fanciulli dovranno tornare a scuola e ci saranno
alcuni spunti interessanti sul rapporto tra Draco e Harry. E non vi
preoccupate se in questi capitoli vedete pochi elementi "Dramione"...
arriveranno... arriveranno XD
Comunque ringrazio chiunque legga,
segua o recensisca la mia storia...
Vedrò di aggiornare il
prima possibile!!!
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 12 *** .12. It's over ***
Draco si svegliò alle nove
quel
primo settembre. Quella notte si era lasciato andare per la prima volta
a un
lungo sonno ristoratore. Mise velocemente a posto le ultime cose nel
baule e
scese in soggiorno per fare colazione. Gli altri erano già
tutti a tavola e
stavano mangiando.
- Draco! Finalmente!- gli sorrise
dolcemente sua zia Andromeda.
Draco le sorrise di rimando,
sedendosi al suo solito posto tra Harry e Tonks. Prese una fetta di
pane e
Harry gli passò la nutella, capendo al volo cosa stesse
cercando.
- Grazie…- disse a bassa
voce,
stupendo il moro.
- Di niente…-
- Poi dopo… volevo parlarti
un
attimo…- aggiunse il biondo. Harry lo guardò
strano, ma annuì lentamente.
Finito di mangiare i ragazzi si
avviarono in giardino, dove una passaporta li avrebbe portati in un
vicolo
nascosto, vicino a King's Cross.
Andromeda si avvicinò piano
a
Draco e gli disse di seguirlo. Si allontanarono leggermente dal gruppo.
Una
volta rimasti sola la donna sospirò profondamente e lo
abbracciò. Forte,
delicata… come solo una mamma sapeva fare. Draco
arrossì a quel palese gesto di
affetto. Lei si separò quasi commossa.
- Lo so che tua madre è
Miss Freddezza
britannica, quindi non sarai abituato a queste cose…
però volevo farti capire
che hai una zia che ti vuole bene e che tiene a te… e che se
vuoi ti aspetta a
Natale.- una mano accarezzò il viso di Draco. - Stai attento
a scuola… Non
cacciarti nei guai… Sii prudente…-
Draco era in super-imbarazzo, ma
riuscì a sorridere timidamente.
- Ehm… grazie…-
riuscì solo a
dire.
- E scrivimi qualche volta…
anche
una volta al mese… voglio avere tue notizie, ora che sei
entrato nella mia
famiglia…- disse lei, radiosa come sempre.
- Sono della famiglia?- chiese
lui, titubante.
- Certo, tesoro! E scrivi anche a
Nynphadora… non lo ammetterà mai, ma le stai
simpatico.- disse in risposta,
facendogli l'occhiolino. Draco annuì, divertito.
Con una mano risalutò la
zia, avvicinandosi
alla passaporta, venendo risucchiato da un vortice magico.
Draco, Harry, Hermione, Ron, Ginny
e i signori Weasley si materializzarono in un vicolo abbandonato. Si
diressero
verso King's Cross e raggiunsero subito il binario nove e tre quarti.
Harry si
voltò verso Draco.
- Voi andate… noi vi
raggiungiamo
subito.- disse rivolto ai suoi amici. Ron lo guardò strano,
ma Hermione lo
trascinò tra il muro che divideva i binari nove e dieci.
Così fecero anche
Ginny e Molly, mentre Arthur era rimasto per controllare i due ragazzi.
Draco
prese leggermente da parte Harry, rimanendo comunque nella visuale del
Signor
Weasley.
- Cosa vuoi, Malfoy?- chiese
Harry, impaziente.
- La nostra tregua finisce una
volta attraversato il muro…- disse il biondo, serio, anche
se un velo di
tristezza percorse la sua voce. Harry spalancò i suoi occhi.
Si era quasi
scordato che il loro patto finiva, una volta finite le vacanze.
- Già…
è vero…- disse solo.
- E' stata… una strana
esperienza.- osservò il biondo, impacciato. Non sapeva
perché voleva parlare a
Harry, pensava che fosse giusto finire così la tregua.
- Già…-
osservò ancora Harry con
voce vaga.
- … Ma divertente, in
fondo…-
continuò Draco, lasciandosi andare a un piccolo sorriso.
Harry lo guardò
curioso, poi sorrise anche lui.
- Già…
divertente, in fondo…-
Draco lo superò, senza dire
altro,
con l'intento di attraversare il muro del binario nove e tre quarti.
- Sospetto di te… penso che
tu sia
un Mangiamorte… penso che tu stia architettando qualcosa.-
disse Harry ad un
tratto, facendo voltare il biondo.
- Lo so… Sai essere
piuttosto
invadente…- rispose Draco, quasi divertito dalla schiettezza
dell'altro. Harry
si voltò e i loro occhi si incontrarono.
- E non intendi discolparti?-
chiese Harry, serio. Draco rise.
- No…- disse, divertito.
- Perché?-
- Perché se ti dicessi che
non
sono un Mangiamorte, continueresti a credere che lo sono. Un modo
piuttosto
inutile di sprecare fiato, non trovi?- chiese il biondo, con voce
provocatoria.
- Ti tengo d'occhio…- disse
solo
il moro.
- Sto tremando…- lo prese
in giro
l'altro, correndo verso il muro, attraversandolo.
Una volta arrivato, spinse il suo
baule per alcuni passi e raggiunse la signora Weasley.
- Arrivederci, Signora
Weasley…
grazie per l'ospitalità…- disse Draco, formale.
Lei sorrise, abbracciandolo
calorosamente. Ginny, di fronte a loro, trattenne a stento una risata.
Draco
arrossì e si separò delicatamente dalla donna.
- Chiudi il becco…-
sussurrò in
direzione della giovane Weasley, mentre saliva sul treno.
Attraversò velocemente
il lungo corridoio, quando da uno scompartimento uscì
Hermione, che gli bloccò
inavvertitamente la strada. I loro occhi si incontrarono.
- Ciao…- disse lei,
sorpresa di
ritrovarselo davanti così all'improvviso. Draco rimase in
silenzio alcuni
istanti, intento a guardarla negli occhi. Lei sorrise debolmente e in
quel
momento gli vennero in mente le parole della canzone che lei aveva
cantato
settimane fa.
"
And when you smile the whole world stops and stares for awhile, cause
girl
you're amazing just the way you are". Scosse
la testa.
- To…Togliti dai piedi,
Mezzosangue…- disse lui, balbettando con voce roca.
Abbassò lo sguardo,
superandola, in modo rude.
Entrò in uno scompartimento
in
fondo al treno, dove c'erano Blaise Zabini, Theodore Nott e Pansy
Parkinson. La
ragazza quando lo vide gli saltò al collo.
- Draco!- urlò con voce
sognante.
- Pansy, tesoro, sono
stanco… -
sussurrò il biondo con un filo di voce. Pansy era la sua
ragazza, anche se
tutti sapevano che lei stravedeva per lui, mentre lui…
beh… lui le era
semplicemente molto affezionato.
Le diede un veloce bacio sulle
labbra, sedendosi al suo fianco. Il suo sguardo si incrociò
con quello di Nott,
che però fece finta di niente. Il treno partì e i
quattro ragazzi passarono i
primi minuti di viaggio a parlare delle vacanze di Pansy. Era stata a
Parigi,
dove aveva incontrato alcune ragazze di Beauxbatons. Inutile dire come
i tre
ragazzi fossero terribilmente annoiati dall'argomento.
Ad un tratto un ragazzino del
primo anno bussò alla porta dello scompartimento.
- Ehm scusate… il
professore
Lumacorno vorrebbe invitare il signor Blaise Zabini nel suo
scompartimento.-
disse con voce timida e impacciata. Blaise si voltò
lentamente verso di lui,
sbuffando. Si alzò elegantemente, spostando il bambino con
poca delicatezza.
- Chi è Lumacorno?- chiese
Pansy,
curiosa.
- Sarà quello nuovo di
Difesa
contro le Arti Oscure.- osservò Draco, alzando le spalle.
Decise di sdraiarsi
sul sedile, poggiando la testa sulle gambe di Pansy. Lei
sembrò contenta di
quel gesto e cominciò ad accarezzargli i capelli.
- Così mi fate sentire
terzo in
comodo!- osservò Theodore, ridendo sotto i baffi. Draco
sorrise.
- Chiudi il becco…-
blaterò lui,
cominciando ad apprezzare le carezze di Pansy, come un gatto che fa le
fusa.
- Dove sono Tiger e Goyle?- chiese
ad un tratto Draco, realizzando l'assenza dei suoi due compagni.
- Sono usciti a prendere in giro
qualche primino. - rispose Theo, vago, cominciando a guardare fuori dal
finestrino. Draco sorrise.
- Chissà cosa
starà facendo
Blaise…- pensò Pansy ad alta voce.
- Ho sentito parlare di
Lumacorno…
mio padre me ne aveva parlato, era professore di Pozioni. Forse
è specializzato
anche in Difesa contro le Arti Oscure…- rispose Draco.
- Come sta tuo padre? E tua madre?
Li hai più sentiti?- chiese Pansy, preoccupata.
- No… Non so nulla di
loro…-
rispose il biondo, un po' afflitto. Non erano certo i genitori ideali,
quelli
che ti dimostrano amore ogni giorno, anzi. Il padre non esitava ad
alzare le
mani, se necessario, e la madre viveva nell'indifferenza più
totale. Però aveva
imparato ad amarli ed era preoccupato per loro, anche se loro non
dimostravano
il suo stesso amore.
- Mi dispiace tanto, tesoro
mio…-
disse Pansy, triste.
- Non voglio parlarne.- disse
subito il biondo, cercando di cambiare argomento.
Il professor Lumacorno aveva
riunito in uno scompartimento quelli che secondo lui erano gli allievi
più
promettenti, con genitori famosi o con particolari abilità.
Quando Harry uscì
da quello scompartimento, non era affatto triste, anzi, si
sbrigò ad andarsene
il più veloce possibile. Blaise Zabini lo superò
con il suo solito sguardo
altezzoso e in quel momento Harry ebbe un'idea, per poter sapere
qualcosa di
più sui segreti di Draco. Si mise il mantello
dell'invisibilità e seguì Blaise
nel suo scompartimento. Prima che chiudesse la porta infilò
il piede in mezzo,
entrando di soppiatto. Blaise la richiuse con forza. Ormai Harry era
dentro. Si
nascose nel porta bauli, facendo cura a non far rumore. Eppure ebbe il
sospetto
che Draco stesse seguendo proprio la traiettoria del suo piede.
- Allora che voleva Lumacorno?-
chiese Theodore. Blaise storse il naso.
- Ha chiamato tutti gli studenti
"famosi" o con parenti celebri. Vuole creare un club per pochi
eletti, in modo da poterci definire suoi protetti.- rispose con voce
atona.
Harry non potè non pensare che Blaise fosse il Serpeverde
con la voce e
l'espressione più antipatica: pomposo e altezzoso, sembrava
snobbare i suoi
stessi amici.
- E non ha accennato a me?
Dovrebbe conoscere mio nonno, Abraxas Malfoy!- disse Draco, un po'
indispettito.
- Sono sicura che ti
cercherà,
tesoro. Si sarà sbagliato.- lo rassicurò Pansy.
- Forse non vorrà avere nel
suo
club il figlio di un detenuto di Azkaban…-
osservò Blaise, con un ghigno. Draco
si irrigidì, ma non rispose alla provocazione.
- Piuttosto come è andata
la tua
vacanza con i Weasley? E' vero che la loro casa è un
porcile?- chiese Zabini,
continuando a ridere. Anche Theo e Pansy risero, mentre Draco
accennò a un
sorriso debole.
- Lasciamo perdere la mia vacanza,
non ne voglio parlare…-
- Dovrai tornarci anche l'anno
prossimo?- chiese Theodore, tra le risate.
- Forse, ma io sarò
già lontano
per allora…- osservò Draco. Le risate cessarono e
sei occhi (otto compresi
quelli di Harry) si concentrarono su di lui.
- In che senso?- chiese Pansy,
rompendo il silenzio.
- Non tornerò ad Hogwarts
l'anno
prossimo…- osservò il biondo, serio.
- Come non tornerai?!?- chiese
Pansy, cominciando a spaventarsi.
- Per l'anno prossimo mi
sarò già
unito al Signore Oscuro.- osservò Draco. Silenzio. Blaise
rise, divertito.
- E pensi che il Signore Oscuro ti
voglia nel suo esercito? Sei poco più che un ragazzino! Come
potrai essergli
utile?- chiese scettico. Draco, colpito nell'orgoglio, si
indispettì.
- Beh, a dire la verità
posso
essergli utile già da adesso…- rispose il biondo
con fare deciso.
Il treno rallentò. Erano
già
arrivati a Hogwarts. I quattro Serpeverde si mossero per uscire, ma
Draco si
fermò. Pansy si voltò e gli porse la mano, ma lui
scosse la testa.
- Voi andate, io vi raggiungo.-
disse con freddezza. Lei sembrò un po' delusa, ma
uscì, lasciandolo da solo.
Draco sospirò, con un gesto
repentino prese la bacchetta e la puntò nel punto dove era
nascosto Harry.
- Pietrificus Totalus!-
urlò,
scagliando l'incantesimo. Harry si immobilizzò all'istante,
cadendo a terra ai
piedi di Malfoy. Draco sorrise, togliendo il mantello di dosso a Harry.
- Sei così prevedibile,
Potter…-
osservò lui.
- Cosa? Scusa, non riesco a
sentirti…- continuò nel suo monologo, visto che
Harry non poteva rispondergli.
- Ti piace origliare, eh? Credevi
davvero che con la tua delicatezza non capissi che eri entrato? Sai non
è da
tutti vedere una scarpa da ginnastica volare per lo scompartimento.- lo
prese
in giro.
- Scoperto qualcosa di
interessante? Lo spero per te… Spero che la tua stupida
curiosità valga un
bell'occhio nero…- disse, sferrando un forte pugno in faccia
al moro, che non
poteva reagire.
- Beh, spero che farai un bel
viaggio di ritorno a Londra…- disse ancora, coprendolo con
il mantello. Prima
di andarsene, gli schiacciò il naso con un piede,
rompendoglielo.
Harry pensava che non sarebbe mai
stato trovato, ma, pochi minuti dopo, Tonks aprì lo
scompartimento.
- Homenum Revelio…-
sussurrò,
mentre la presenza di Harry fu rivelata.
- Harry! Finite Incantatem…-
Harry venne liberato
dall'incantesimo e raccolse il suo mantello. Si sentiva umiliato e
terribilmente arrabbiato.
- Stavo facendo la ronda, quando
ho visto Draco uscire da qui, l'avevo sentito parlare.-
spiegò lei, mentre
uscivano dal treno.
- Quel lurido verme
schifoso…-
blaterava Harry tra sé.
- Aspetta…
Epismendo…- disse lei,
puntando la bacchetta sul naso di Harry, che sembrò
aggiustarsi. Arrivati al
cancello e superati i controlli di Gazza, Harry salutò di
sfuggita Tonks,
entrando di corsa dal portone principale. Gli studenti ancora non erano
entrati
in sala grande. Vide di sfuggita Ron e Hermione alla sua destra, che lo
chiamavano. Era diretto dritto davanti a sé. Prese Draco per
una spalla e lo
voltò verso di sé, colpendolo con un forte pugno
sotto lo zigomo. Draco cadde a
terra, sotto lo sguardo di tutti gli studenti. Il biondo si
rialzò subito,
tirando fuori la bacchetta, cosa che fece subito anche Harry.
- Harry, tutto bene qui?- chiese
Hagrid, avvicinandosi all'improvviso, separando i due ragazzi.
- Tutto bene…-
ringhiò Harry,
abbassando la bacchetta e girandosi per tornare da Ron e Hermione.
Draco si toccò lo zigomo,
leggermente arrossato.
-
Beh? Che avete da guardare?-
chiese con voce arrabbiata a chi gli stava intorno. Tutti tornarono
alle loro
azioni, cominciando a entrare in Sala Grande.
Spazio dell'autrice:
Eccomi con il nuovo capitolo!!! Che
ve ne pare? Siamo arrivati a Hogwarts e già Harry e Draco
fanno scintille XD Non riescono a stare due giorni di fila in pace XD
Come avevo accennato, soprattutto nel
periodo di Hogwarts, la trama seguirà molto quella del sesto
libro: Draco si occupa dell'armadio, Harry sospetta di lui ma viene
preso per matto... Però non sarò troppo banale,
non preoccupatevi XD
Nel prossimo capitolo,
rispunterà fuori Hermione ( sì, non l'ho
dimenticata) che avrà ancora una volta un diverbio con Harry
per il rapporto che lei ha con Draco :P
A presto!!!
Kiss
|
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Capitolo 13 *** .13. The Vanishing Cabinet ***
La mattina seguente Draco
scese
a fare colazione insieme a Pansy, lei lo teneva per mano, mentre lui si
guardava intorno, nervoso. Stava cercando una persona. Entrato in Sala
Grande,
il suo sguardo era caduto sul tavolo dei Grifondoro, dove
incrociò lo sguardo
di Harry. Si scambiarono uno sguardo eloquente, mentre lui
arrivò al tavolo dei
Serpeverde. Sorrise, trovando la persona che gli interessava.
- Pansy, torno subito.-
disse alla
ragazza, baciandola di sfuggita. Draco accelerò il passo e
raggiunse il fondo
della tavolata, dove un ragazzo moro e corpulento stava mangiando da
solo e
silenziosamente.
- Ciao,
Graham…- disse il biondo
con un sorriso tirato, sedendosi di fronte a lui. Graham Montague
alzò lo
sguardo confuso. Era un tipo piuttosto solitario, anche un po' troppo
silenzioso dopo l'incidente con l'armadio svanitore.
- Malfoy…- lo
salutò l'altro,
addentando uno zuccotto.
- Quando ci saranno le
selezioni
per il Quidditch? Voglio farmi quattro risate.- scherzò
Draco, sorseggiando un
po' di succo di zucca.
- Non ne ho
idea…- rispose il
Capitano della squadra di Serpeverde.
Draco sembrava scocciato
del
tono di Montague.
- Va bene…
poche chiacchiere… mi
serve un favore…- disse schietto il biondo. Graham sorrise.
- Così ti
riconosco. Che vuoi,
Malfoy?-
- L'armadio
svanitore…- iniziò
Draco. Il moro si irrigidì. - Dove si trova?-
- Era al primo piano, ma
poi i
professori l'hanno spostato. Non so dove.- si limitò a dire.
Il biondo sbuffò.
- A che ti serve?- chiese
poi
Montague curioso.
- Volevo fare uno
scherzetto a
Potter…- mentì l'altro.
Graham si
rituffò sul cibo,
mentre Draco si stava scervellando sul posto dove poteva essere
nascosto
l'armadio. Potevano averlo distrutto per quanto ne sapeva lui. E questa
idea lo
terrorizzava.
Durante tutte le lezioni
Draco
era stato totalmente assente.
Dove poteva trovarsi un
armadio
rotto?
Dopo la lezione di
Trasfigurazione cominciò dirigersi verso la Torre di
Astronomia, senza essere
visto dai suoi compagni. Aveva un'ora di buco e lui adorava riflettere
lassù in
totale solitudine. Arrivato al settimo piano, cominciò a
camminare lungo uno
dei corridoi, per dirigersi verso la torre più alta.
In lontananza vide Pix
buttare a
terra un'armatura e lì ebbe un'illuminazione. Lui avrebbe
potuto vedere dove
era stato portato l'armadio.
- Pix!- lo
chiamò con voce
profonda il biondo. Il poltergeist si voltò, avvicinandosi
sornione.
- Oh, salve signor Malfoy!
- lo
prese in giro con un inchino.
- Mi chiedevo se sapessi
dove
fosse stato messo l'armadio svanitore. Quello in cui l'anno scorso si
è perso
Montague.-
- Ahahahah! Che scena
divertente! Pix avrebbe voluto pensarci prima dei Weasley!- rise
sguaiatamente.
- Pix, rispondi.-
ordinò Draco,
spazientito.
- Pix non sa niente!
Ahahah.-
continuò a ridere, accentuando il nervosismo del biondo.
- Ok. Andrò a
chiederlo al
Barone Sanguinario. Spero che non si arrabbi troppo a sapere che non
hai voluto
aiutare uno studente della sua casa.- disse Draco, dandogli le spalle.
Pix gli
si parò davanti, serio.
- E va bene! Pix ha visto
il
professor Piton nasconderlo in quella porta che va e viene.- disse il
poltergeist, scomparendo.
- La stanza dove facevano
le
riunioni Potter e i suoi amici!- sussurrò Draco, capendo al
volo. Era persino
nel corridoio giusto. Si diresse di corsa verso il muro che faceva
comparire
quella porta e gli si fermò davanti.
- Come diavolo funziona?-
chiese
a se stesso, in un sussurro. Prese la bacchetta.
- Revelio…-
sussurrò, ma nulla
accadde. Continuò con una serie di incantesimi, ma la porta
non accennava a
comparire. Poi si ricordò, dandosi dello stupido, di quello
che aveva
spifferato Marietta, l'amica della Chang, quando aveva tradito l'ES.
Loro camminavano davanti
al muro
per tre volte e ripetevano mentalmente tre volte il posto che volevano
far
apparire.
" Voglio trovare
l'armadio" cominciò a dire, seguendo le indicazioni. Ma
nulla.
" Voglio trovare il posto
dove Piton ha nascosto l'armadio"… nulla.
" Voglio trovare un posto
dove nascondere le cose…"… attesa. Un'enorme
porta comparve di fronte a
lui. Si guardò intorno e vi entrò. Quella stanza
era l'emblema del disordine.
Era piena di strani oggetti, riposti in quel posto chissà da
quanto. Si inoltrò
in uno dei corridoi, delimitato da due enormi pile di oggetti. La sua
attenzione fu attirata da una parrucca su cui era appoggiata una tiara
impolverata. Poi il cuore perse un battito, quando vide che un grande
telo
rosso sembrava coprire un armadio. Tolse il drappo, scoprendo quello
che era
effettivamente l'armadio svanitore. Sorrise, entusiasta. Aggiustando
quell'armadio, avrebbe potuto far sì che i Mangiamorte
potessero entrare a
Hogwarts, dal negozio di Magie Sinister. Ne accarezzò
accuratamente la
superficie ruvida e rovinata. Presentava degli enormi danni sulla parte
frontale. Un lungo squarcio tagliava una delle due ante di legno. Il
legno
sembrava notevolmente rovinato, oltre che impolverato. Draco si mise
seduto a
terra di fronte a quell'armadio, cominciando a organizzarsi per il
secondo passo
della missione. Come riparare un armadio rotto. Non pensava che un
semplice
Reparo potesse bastare. Prese la bacchetta.
- Reparo…-
sussurrò non molto
convinto. Lo squarcio si richiuse magicamente, ma nulla
cambiò per il resto.
Rimase a lungo a osservare
quell'oggetto
non riuscendo ad avere alcuna idea su come ripararlo. La sua testa era
completamente vuota, priva di idee o azioni plausibili da poter
compiere. Con
una mano aprì una delle ante, sentendo un cigolio piuttosto
insistente. La
cavità interna era piuttosto spaziosa. Poteva entrarci un
uomo corpulento e
molto alto. Richiuse l'armadio, dirigendosi verso l'uscita della
stanza. La
porta si aprì e Draco si guardò intorno, non
sembrava esserci nessuno. Una
volta riscomparsa la porta, si mosse verso le scale.
- Malfoy… che
ci fai qui? -
chiese Hermione, incrociando il ragazzo nel corridoio. A Draco si
raggelò il
sangue. Doveva ricordarsi che la Sala comune di Grifondoro era in quel
piano.
- Granger!- la
salutò con voce
troppo stridula. Hermione lo guardò confusa.
- Che ci fai qui?- chiese
lei,
curiosa.
- Ehm… ti
cercavo… - improvvisò
lui. Lei alzò un sopracciglio.
- E perché?-
- Volevo chiederti se
potevi
consigliarmi un libro di pozioni di approfondimento…-
mentì lui. Lei lo guardò
in tralice.
- Ci sarebbe "Pozioni che
passione!" di Caroline Wood. E' piuttosto approfondito. Se no, ti
consiglierei "Poziomania" di Steven Smith. E' sicuramente
più
dettagliato, ma è spiegato meno bene.- cominciò
lei, incamminandosi verso le
scale, per andare in Sala Grande per il pranzo. Lui la
seguì, fingendosi
interessato.
- In biblioteca li
troverò?-
chiese Draco, con finta curiosità.
- Penso di sì,
la biblioteca di
Hogwarts è probabilmente la più fornita che
conosco. Ci trovi di tutto!-
rispose lei con aria sognante.
- Di tutto…-
ripetè Draco,
cominciando a pensare di poter cercare lì qualche nozione
sull'armadio
svanitore.
- Sei un po' lunatico
comunque.
L'altro giorno sul treno mi hai risposto malissimo e ora mi vieni a
chiedere un
consiglio. - disse lei, mordendosi un labbro.
- Ti cerco quando mi
servi…- rispose
lui divertito.
- Ammettilo che ti manca
la mia
compagnia…- lo prese in giro Hermione, lasciandosi sfuggire
un sorriso. Draco
sorrise. Si avvicinò a lei e con le dita le
sfiorò il collo scoperto da una
coda alta.
- Vedo che segui sempre
più
spesso il mio consiglio sulla coda. Forse qui sei tu che senti la
mancanza
della mia compagnia.- sussurrò lui. Hermione si
irrigidì, arrossendo e
rabbrividendo a quel semplice tocco.
- Hermione…-
una voce di fronte
a loro li fece allontanare. Harry li guardava sorpreso.
Draco scese le ultime
scale che
mancavano per arrivare al piano terra e fronteggiò il suo
rivale per alcuni
istanti, per poi superarlo, dandogli una spallata.
Harry non aveva tempo di
attaccare il biondo, era intento a fissare l'amica.
- Cosa significa?- chiese
con
voce alterata.
- Nulla, Harry. Mi ha solo
chiesto un consiglio su un libro.- rispose Hermione imbarazzata.
Cominciò a
camminare verso la Sala Grande, mentre Harry la seguiva.
- Ti stava toccando,
Hermione.
Io i consigli li chiedo a voce, non con le mani.- insistette lui.
- Siete tutti paranoici!
Possibile che non posso avere una conversazione con qualcuno che subito
voi vi
scaldate?- chiese lei, esasperata.
- Stai parlando di Malfoy,
Hermione. Da quando vuoi parlare con lui?-
- Io non voglio parlare
con lui!
Mi ha chiesto un libro di pozioni, mi stava cercando per questo. E io
gli ho
consigliato due libri. Tutto qui!- sbraitò Hermione.
- E perché ti
accarezzava il
collo?- continuò Harry, fermandola prima che entrasse in
Sala Grande.
- Non mi accarezzava il
collo!-
alzò la voce lei, arrossendo di colpo.
- Ma l'ho visto! E ho
visto
anche come ti guardava…-
-
Harry, ti fidi di me? Devi
stare tranquillo. Tra me e Malfoy non c'è nessuna simpatia.
E ora andiamo. Ron
si starà preoccupando.- disse la ragazza, avviandosi nella
Sala, mentre Harry
la fissava con perplessità, la seguì.
Spacio dell'autrice:
Ma ciaooo!!!! Prima di tutto volevo
scusarmi perchè avevo promesso che avrei recensito massimo
ieri mattina, ma i preparativi per il compleanno di mio padre mi hanno
fatto dimenticare del capitolo XD Quindi... stasera dopo cena nuovo
capitolo!!! XD
Un'altra cosa che volevo
specificare...
Solo in questo capitolo mi sono resa
conto di una cosa fondamentale... non avevo idea di come Draco
aggiustasse l'armadio XD Sono andata a cercare sul libro, ma lui a
Silente non dice come fa!!! Ho cercato su internet, su yahoo answer XD
Alla fine... non l'ho trovato ( se voi sapete qualcosa, vi prego
aiutatemi XD)... Comunque per ora me lo sono inventata , spero solo che
sia abbastanza verosimile XD
Detto questo... grazie a chiunque
legga o recensisca la storia :D 40 recensioni :D You're amazing!!!!
A dopo :D
Kiss
|
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Capitolo 14 *** .14. Librery ***
Alcune settimane più tardi
Draco si
trovava in biblioteca e stava sfogliando uno dei libri che aveva
portato sul
suo tavolino di lettura: "Oggetti magici della seconda metà
del ventesimo
secolo". Lo richiuse, prendendo un altro volume dal mucchio. Erano
settimane che sfogliava libri su libri per cercare qualunque accenno
all'armadio svanitore, ma nulla. Sembrava non esistere da nessuna
parte. Era
tornato diverse volte nella Stanza della Necessità per
provare tutti gli
incantesimi di riparazione che conosceva o che aveva trovato in qualche
libro.
Stava saltando molti allenamenti di Quidditch e Montague non ne
sembrava molto
contento.
Quando anche "Cura dei più
pericolosi oggetti magici" non ebbe dato alcun risultato, Draco ebbe
una
vera e propria crisi di nervi. Buttò tutti i libri a terra e
in particolar modo
lanciò sul muro l'ultimo libro che aveva perlustrato,
rompendone la copertina.
Madama Pince si avvicinò
quando
sentì quel frastuono e trovò Draco accasciato sul
banco, che si nascondeva il
viso per la stanchezza. Ma la sua attenzione era stata catturata dal
libro
rotto a terra.
- Signor Malfoy! Il suo comportamento
è inammissibile nella mia biblioteca! Le comunico che
è ufficialmente bandito
da questo posto per un mese! I libri sono sacri! - sbraitò
la donna, convinta
in fondo che quella punizione fosse troppo leggera.
Draco sbiancò totalmente.
- Lei non può privarmi della
biblioteca! Mi serve!- urlò lui esasperato.
- Beh, mi dispiace, ne dovrà
fare a
meno per un mese! E sono stata fin troppo gentile!-
- No! Ne ho bisogno! Devo stare
qui! Non posso perdere un mese di tempo! Lei non sa cosa sta dicendo!-
alzò la
voce Draco. Un mese non era effettivamente tanto, ma doveva riparare
l'armadio
il prima possibile ed era ancora in alto mare.
- Signor Malfoy! Se non abbassa la
voce, sarò costretta ad aumentare il periodo della sua
assenza dalla
biblioteca!- disse con calma la donna. Draco si alzò di
colpo e uscì dalla
biblioteca, dando un calcio alla porta.
- Potrei anche decidere di
informare il professor Piton per darle un'altra punizione!- gli
urlò dietro
Madama Pince, ma Draco era già lontano. Stava scendendo le
scale con frenesia e
agitazione, il respiro accelerato. Arrivato nei sotterranei, si
appoggiò a uno
dei muri, sedendosi a terra. Era l'ora di pranzo e i sotterranei erano
vuoti a
quell'ora.
Draco si agitò. La sua idea
dell'armadio poteva non essere attuabile. Anche aspettando un mese per
tornare
in biblioteca, poteva non trovare quello che cercava. Come poteva
ripararlo se
non sapeva neanche dove metterci le mani? E se avesse provato a
uccidere
Silente senza l'aiuto dell'armadio, senza i rinforzi? Poteva ingannare
Silente,
senza l'aiuto di nessuno, ma solo con le sue forze?
- Draco! Che ci fai qui? Non sei
venuto a pranzo!- osservò Pansy, raggiungendolo. Draco si
alzò da terra,
spolverandosi la veste.
- Non ho fame, Pansy. -
- Draco, stai saltando i pasti troppo
spesso! Potresti sentirti male! Ricordati che tra due settimane hai la
partita
di quidditch! Devi essere nel pieno delle tue forze.- disse lei, con un
dolce
sorriso. Draco invece non prese bene quelle parole.
- Non mi importa nulla del
quidditch, Pansy! E lasciami un po' di respiro!- sbraitò
lui, ferendo la ragazza.
- Scusa… volevo solo che non
ti
sentissi male. Verrai almeno a Hogsmead oggi pomeriggio?- chiese con
voce più
debole.
- Forse… -
La ragazza si allontanò
silenziosamente. In fondo al corridoio Draco sentì i
singhiozzi di Pansy,
sentendosi un po' in colpa, ma cacciò quel pensiero,
raggiungendo la Sala
Comune di Serpeverde.
- Vis et honorem…- disse la
parola
d'ordine e entrò svogliatamente. Raggiunse la sua camera,
dove Theodore stava
riposando.
- Ciao Draco…- lo
salutò senza
degnarlo di attenzione. Draco non rispose, buttandosi sul letto. Si
addormentò
subito, sperando di allentare la tensione che aveva in corpo.
- Bombarda
Maxima! - il gargoyle di pietra
esplose e Draco salì velocemente le scale di pietra
arrivando nell'ufficio di
Silente.
- Draco!
Vuoi un thè?- chiese cordialmente il
preside.
- Avada
Kedavra!- l'incantesimo lo colpì in
pieno, ma lui rimaneva lì immobile con il braccio
leggermente sollevato a
sorreggere la tazza di thè.
- Adoro
soprattutto il thè babbano!- continuò
a dire il vecchio.
- Avada
Kedavra!- disse nuovamente il biondo
con impeto. Silente ricevette ancora l'incantesimo, ma il suo sorriso
era
sempre sul volto.
Draco
sudava freddo. Prese un tagliacarte che
stava sulla scrivania e lo infilzò al cuore del preside.
Silente gli sorrise.
- Se
preferisci del succo di zucca, basta
chiederlo…- disse.
Draco
urlò.
-
Muoriiii!!!!-
- Draco! Svegliati!- la voce di
Theodore lo riportò alla realtà. Stava sognando.
- Che ore sono?- chiese il biondo,
mettendosi a sedere sul letto.
-
Le quattro meno dieci. Ti stavo per
svegliare per andare a Hogsmead, ma poi ti sei messo a urlare nel
sonno. Stai
bene?- Theo non era mai stato troppo affettuoso nei suoi confronti, ma
in quel
momento sembrava veramente preoccupato.
- Sì, tranquillo. Andiamo a
Hogsmead.- disse Draco alzandosi.
I Tre Manici di Scopa era sempre
stato il suo locale preferito di Hogsmead. Draco adorava quel tepore
che riscaldava
l'ambiente, soprattutto nei giorni freddi invernali.
Era seduto a un tavolino insieme a
Blaise, Theodore, Tiger e Goyle a bere burrobirra. Gli altri parlavano
animatamente, mentre Draco stava guardando Madama Rosmerta. Aveva una
appariscente
collana a pallini grandi. Quell'oggetto gli era familiare.
- Mi sa che Draco ha una cotta per
Madama Rosmerta! Guardate come la guarda!- disse Goyle, ridendo come un
troll.
Draco lo fulminò con lo sguardo, mentre gli altri
scoppiavano a ridere.
- Chiudete il becco,
cretini…-
sibilò Draco, ritornando a guardare quella collana. E poi si
ricordò. Aveva già
visto una collana molto simile da Magie Sinister. Era rimasto molto
affascinato
da quell'oggetto anni prima. Era una collana stregata che poteva
uccidere solo
toccandola.
… Poteva uccidere…
Draco si alzò di colpo,
andando
verso Madama Rosmerta. Ricevette dei fischi di approvazione da parte
dei suoi
amici, che lui si limitò a ignorare.
Si sporse al bancone del bar, per
attirare l'attenzione della donna.
- Ehm… scusi, Madama
Rosmerta…-
disse lui con voce innocente, vellutata.
Lei alzò lo sguardo verso di
lui e
gli sorrise.
- Ciao! Che posso servirti, caro? E
dammi del tu, Merlino, mi fai sentire più vecchia di quello
che sono!- disse
lei con voce affabile.
- Ehm… potrei parlarti in
privato?
Vedi il mio sogno è quello di aprire una locanda come questa
e volevo chiederti
qualche informazione su come fare. Ma non vorrei essere sentito da
nessuno, mi
vergogno un po' di questa cosa, sai, i miei amici sono un
po'… non comprensivi…-
concluse lui con voce timida. La donna sorrise, lasciando il bancone e
facendo
salire Draco al piano di sopra.
- Aprire una locanda come questa
non è facile. Devi crearti la clientela, devi avere polso e
forza d'animo,
perché tante volte potresti desiderare di cedere, ma non
devi. Vedi, ragazzo…-
cominciò lei, una volta soli. Dava le spalle a Draco, mentre
sistemava le tende
di una stanza. Draco prese la bacchetta e chiuse gli occhi.
- Imperio… -
sussurrò. Rosmerta si
immobilizzò e si voltò verso il biondo con
sguardo vago.
- Bene, Rosmerta. Appena avrai
tempo, devi recarti da Magie Sinister, a Nocturn Alley. Devi comprare
la
collana di opali. Ma, mi raccomando, non toccarla, è letale.
Devi tenerla
custodita fino alla prossima uscita di Hogsmead, a ottobre.
Lì la consegnerai,
incartata per bene, alla prima ragazza che incontrerai al bagno. Dopo
averle
fatto un Imperio, dovrai dirle di darla a Silente e di non toccarla o
farla
vedere o toccare da nessuno. Solo Silente dovrà riceverla.
Siamo intesi?- chiese
con voce autoritaria. Rosmerta annuì vaga. A Draco venne in
mente anche
un'altra idea. Si ricordò che l' ES l'anno prima avevano
usato un incantesimo
per stregare dei galeoni per mantenersi in contatto. Prese un galeone e
lo
stregò, lanciandolo a Rosmerta.
- Ci terremo in contatto con
questi. Basta che parli attraverso il galeone e il tuo messaggio
apparirà sul
mio galeone e viceversa. Fammi sapere quando avrai comprato la collana
e io ti
informerà con precisione del giorno della prossima uscita a
Hogsmead. Ok?-
chiese ancora e la donna annuì.
- Ora torna a fare il tuo lavoro e
fa finta di nulla, mi raccomando.- le disse, prima di scendere al piano
di
sotto e uscì dal locale. Sospirò pesantemente,
portandosi le mani sul volto.
Almeno aveva un piano B.
- Hey, Malfoy! Ti stai allenando
per la partita Grifondoro - Serpeverde? E' tra due settimane, lo sai?-
chiese
Ron, raggiungendolo insieme a Harry e Hermione. Ron era particolarmente
euforico per aver passato brillantemente le selezioni di Quidditch.
- Non vedo l'ora di vederti subire
venti gol, Weasley. Basterà che tu giochi come
sempre…- disse Draco,
riacquistando il colorito che aveva perso poco prima.
- L'importante è che Harry
prenderà
il boccino prima di te… come sempre…- rispose a
tono Ron. Draco arricciò il
naso, allontanandosi dal gruppo a piedi. Sarebbe tornato a Hogwarts
prima, non
ne poteva più.
- Entriamo… - disse Harry,
spingendo il rosso nel locale. Hermione era rimasta a fissare il punto
in cui
Draco si era allontanato.
- Hermione?- chiese il moro,
attirando la sua attenzione. Lei si voltò verso l'amico.
- Ehm… Voi intanto andate,
io
volevo passare un attimo da Scrivenshaft
a comprare una
penna…- disse la ragazza, allontanandosi. Harry la
seguì per un po' con lo
sguardo, poi entrò nei Tre Manici di Scopa.
-
Malfoy!-
Draco
si
voltò, sentendo la voce di Hermione.
-
Perché mi
hai seguito, Granger. - chiese lui, più curioso che
infastidito.
-
Madama
Pince mi ha detto che sei stato bandito dalla biblioteca per un mese
intero!-
disse lei, come se quella fosse la punizione peggiore del mondo. Lui
sorrise
amaramente.
-
Tremendo,
vero? E io che volevo leggere "Poziomania".- disse lui, sorridendole.
-
Hai rotto
un libro! Come hai potuto farlo!?! Loro meritano rispetto!- disse lei,
un po'
arrabbiata.
-
Si può
riparare! Mi ero innervosito…- si limitò a dire
Draco, divertito.
-
E
perché?-
-
Fatti
miei… - disse lui velocemente. Hermione storse il naso
contrariata.
-
Se fossi
stata la bibliotecaria ti avrei bandito dalla biblioteca per due mesi!-
disse
lei decisa.
-
Ok. Ora
posso andare o hai altro da dirmi?- chiese lui, divertito. La riccia
incrociò
le braccia al petto.
-
Puoi
andare…- rispose.
Draco
le
voltò le spalle e si incamminò verso il castello.
-
Malfoy!-
lo chiamò ancora lei.
-
Sì?-
chiese lui, voltandosi lentamente. Hermione rovistò nella
sua borsa e tirò
fuori un libro. Si avvicinò a lui e glielo porse. Draco
lesse il titolo e
sorrise: "Poziomania".
-
Visto che
non potevi prenderlo, te l'ho preso io prima…-
sussurrò lei imbarazzata. Draco
mise il libro nella borsa.
-
Grazie…-
le disse a bassa voce con un dolce sorriso. Si voltò e la
lasciò lì, senza dire
altro.
Spazio dell'autrice:
Ebbene sì! Me ne
stavo dimenticando di nuovo... sto perdendo colpi XD
Ecco il nuovo capitolo :D Che
ne dite??? Vi piace come si sta evolvendo la storia???
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 15 *** .15. I'm not Ok ***
- Draco, sei sicuro di stare
bene?- chiese Pansy con voce dolce. Lei e Draco stavano insieme da un
bel po'
ormai e lei non poteva non notare come lui stesse implodendo su se
stesso.
- Pansy, quante volte ti
devo
dire che sto bene!- ringhiò lui, nervoso. Non era vero. Non
stava bene per
niente. Era pallido più del solito e gli incubi e la
difficoltà nel dormire gli
avevano lasciato due vistose occhiaie.
- Ti prego,
Draco… Mettimi al
corrente di quello che stai combinando. Se so cosa ti fa stare
così male, posso
aiutarti, posso anche coprirti. Ma ti prego, dimmi qualcosa.- disse
lei,
cominciando a piangere.
- Non piangere…
non mi fai
pena…- sibilò lui con cattiveria. Lui voleva bene
a Pansy... Però le debolezze
della ragazza sembravano perfette per sfogare la sua frustrazione.
Erano nel giardino di
Hogwarts e
faceva molto freddo per essere quasi fine ottobre.
- Draco, smettila, stai
dando
spettacolo qui.- disse Blaise, raggiungendoli con lentezza.
- Non ti impicciare, Blaise,
sto
parlando con la MIA ragazza…- sbraitò Draco,
fronteggiando l'altro. Nonostante
Draco fosse molto alto, Blaise lo superava di alcuni centimetri.
- La tua ragazza? Mi
consideri
ancora la tua ragazza? Non mi parli, a malapena mi tieni la mano quando
camminiamo insieme!- disse Pansy, ancora con le lacrime agli occhi.
Draco la
fissò per alcuni istanti.
- Perfetto…
allora da adesso in
poi la ragazza non ce l'ho sul serio!- disse con risoluzione lui.
- Non volevo dire questo,
Draco…-
- Io sì,
invece… Non voglio più
nessuno di voi tra i piedi. - Draco si allontanò.
- Mi avevi promesso che oggi
mi
accompagnavi da Madama Piediburro!- gli urlò dietro Pansy,
cercando di
raggiungerlo, ma Blaise la bloccò.
- Vacci con Blaise!- le
rispose
Draco, accelerando il passo.
Era la cosa migliore,
continuava
a dirsi Draco. Così avrebbe avuto anche un alibi, per quello
che sarebbe successo
di lì a poche ore. Aveva già contattato Rosmerta
e si erano messi d'accordo.
Draco sarebbe rimasto a Hogwarts e avrebbe atteso in giardino l'arrivo
della
ragazza posseduta.
Stava seduto in giardino e
sfogliava con frenesia il libro "Poziomania", mentre vedeva gli
studenti più ritardatari uscire da Hogwarts, dopo essere
stati perquisiti da
Gazza. In quel momento Draco si diede dello stupido. Come aveva fatto a
non
pensarci? Come avrebbe fatto la ragazza a passare con la collana se
Gazza
perquisiva tutti all'uscita e all'entrata del cancello? Il suo cuore
cominciò a
battere più velocemente, ma si tranquillizzò da
solo, pensando di poter
distrarre Gazza, non appena identificata la ragazza.
Non passò neanche
un'ora e Draco
vide Hagrid entrare velocemente dal cancello, tenendo sulle sue braccia
una
ragazza inerme. Draco si alzò subito dal posto in cui era
seduto e la sua
attenzione si focalizzò sul braccio di quella che riconobbe
come Katie Bell
pendere senza vita. Dietro il mezzogigante riconobbe Harry, Ron e
Hermione, che
consolava una ragazza di Grifondoro del settimo anno, probabilmente
amica di
Katie. Harry stava tenendo in mano un pacchetto marroncino, attento a
non
toccarne l'interno. A Draco si gelò il sangue.
Indietreggiò lentamente,
scappando da quella vista. Entrò nel castello e
cominciò a correre per i
sotterranei.
- Malfoy! Ti ricordi che
domani
hai la partita di Quidditch?- Montague fermò la sua corsa di
fronte l'ingresso
della sala comune di Serpeverde. Draco ansimava, ma non per la corsa.
- Sì, certo che
me lo ricordo…-
sussurrò lui, senza fiato.
- Il Quidditch viene prima
di
tutto, Malfoy. Non ci metto niente a cacciarti dalla squadra. Stai
saltando
troppi allenamenti e, quando partecipi, non dai il cento per cento.
Domani
abbiamo la partita contro Grifondoro e questo è il mio
ultimo anno qui! Voglio
vincere almeno una partita partita con Grifondoro!- sibilò
il moro con
cattiveria. Draco annuì, entrando nella Sala Comune. Era
semivuota. C'erano
solo alcuni studenti del primo o del secondo anno. Si rinchiuse in
camera sua,
lasciando che la sua agitazione prendesse il sopravvento. L'aveva
uccisa? Era
solo ferita? Non lo sapeva e non era saggio neanche andare a chiedere
in giro.
Tutto quell'interesse poteva destare sospetto. Il suo piano faceva
acqua da
tutte le parti e cominciava a perdere le speranze.
Alcune lacrime rigarono il
suo
viso, ma le asciugò velocemente con una manica.
- Sei più pallido
del solito,
Malfoy. Sicuro di voler giocare?- la voce di Blaise Zabini era
particolarmente
odiosa quella domenica mattina. La squadra di quidditch di Serpeverde
era già
pronta nello spogliatoio e ascoltava le ultime dritte di Montague.
Draco era
seduto tra Goyle e Blaise e si massaggiava la testa con fare dolorante.
- Ce la faccio, Zabini.
Smettetela di farmi mille domande!- sbottò il biondo. Blaise
lo guardò per
alcuni secondi dall'alto in basso, poi prestò attenzione al
discorso del
capitano. Quando tutti si alzarono, carichi e pronti per uscire dagli
spogliatoi, Draco si fermò a guardarsi allo specchio. Il suo
colorito
somigliava a un verdognolo sbiadito. Si bagnò le mani e si
scompigliò i
capelli, seguendo la squadra. Aveva sentito delle voci che dicevano che
Katie
Bell non era morta, ma ferita gravemente. Era stata trasportata
d'urgenza al
San Mungo.
Draco salì sulla
sua scopa, come
fece tutta la squadra. Salì fino all'altezza in cui si
trovava Harry.
- Pronto a perdere?- chiese
il
moro con aria di sfida. Draco si limitò a fissarlo, privo
ormai di ogni
emozione. Madama Bumb sancì l'inizio della partita con un
fischio.
Draco si librò in
volo in alto,
per avere una visuale migliore. Harry però lo raggiunse.
- Centri qualcosa con
l'incidente a Katie, non è vero?- chiese indispettito.
- Quando la smetterai di
torturarmi con questa cosa?- chiese esasperato Draco, in fondo
intimorito.
- Ne ho parlato con Silente.
Gli
ho detto dei miei sospetti su di te.- disse Harry con aria di sfida. -
Non mi
ha dato molto ascolto. Ma io so che ho ragione. E ti
incastrerò Malfoy.-
Draco rise amaramente.
- Potter, non centro nulla,
come
te lo devo dire? Per tua informazione io ero a Hogwarts. Non potevo
essere a
Hogsmead contemporaneamente, non pensi?- chiese il biondo, cominciando
ad
avvertire dei forti giramenti di testa.
- Lo so… infatti
dovrò capire
come hai fatto… forse hai un complice…-
azzardò Harry.
- Fantascienza, Potter. Ecco
cosa sono le tue accuse.- si limitò a dire Draco.
L'altro stava per rispondere
quando un barlume si accese nei suoi occhi e sterzò
violentemente la scopa,
seguendo la traiettoria del boccino. Draco lo vide allontanarsi, voleva
seguirlo, ma il suo corpo si era immobilizzato. La vista era diventata
scura,
mentre le sue mani si staccavano dalla presa della scopa, cadendo da
essa a
peso morto, svenuto.
In quell'istante Harry
afferrò
il boccino e quando si voltò, vide Draco precipitare dalla
scopa. Indirizzò la
scopa verso di lui e cercò di raggiungerlo. Lo prese al
volo, evitandogli una
brutta caduta. Ci fu un frastuono dalle tifoserie e Harry
atterrò, facendo
stendere a terra Draco. Gli diede due schiaffi ( anche piuttosto forti)
per
farlo riprendere, ma non sembrava volersi svegliare. Madama Bumb li
raggiunse e
spostò Harry di peso. Anche il professor Piton raggiunse il
gruppetto che si
era andato a creare e prese in braccio Draco, per portarlo in
infermeria.
Draco aprì gli
occhi lentamente
e si ritrovò davanti nientemeno che il suo rivale, seduto su
una poltroncina di
fianco al suo letto.
- Mi devi la
vita…- disse Harry,
non appena vide che Draco aprì gli occhi.
- Che è
successo?- chiese il
biondo, massaggiandosi la testa.
- Sei svenuto… e
io ti ho preso
al volo… - disse il moro, un po' imbarazzato.
- Che gentile…-
- Un grazie sarebbe
sufficiente…-
Draco sospirò.
- Grazie…-
sussurrò in modo
impercettibile. Harry sorrise soddisfatto.
- Perché sei
qui?- chiese ancora
il biondo.
- Ero passato per vedere
come
stavi, insieme a Hermione, e quando ho visto che non avevi nessuno
intorno mi
sono impietosito e sono rimasto.- rispose Harry scherzosamente.
- E Hermione dove
è?- chiese
l'altro non rendendosi conto di averla chiamata per nome. Harry si
irrigidì.
Che rapporto stava nascendo tra il suo peggior nemico e la sua migliore
amica?
- E' andata a pranzo. Io ho
mangiato prima.- rispose il moro, guardandolo circospetto. Draco
spostò lo
sguardo e accennò a un sorriso.
- E' piuttosto triste, lo
sai?-
disse Draco, divertito.
- Cosa?- chiese Harry,
confuso.
- Che tu sei qui... Proprio
tu.
Solo tu… aggiungerei…- disse, ridendo di
sé. Anche Harry sorrise.
- E' più
deprimente per te che
non hai amici o per me che sto qui?-
- Per entrambi…-
rispose Draco
sorridendo.
- Anche se ti ho salvato la
vita, non cambio idea, però. - precisò Harry,
tornando serio. Draco sbuffò.
- Potter, non ne voglio
parlare
ora! Lasciami riposare.- rispose il biondo, riuscendo a convincerlo.
- Questa poi sì
che è una scena
da incorniciare…- disse Madama Chips, entrando con un
sorriso. - Chi l'avrebbe
mai detto… voi due qui insieme a parlare
civilmente… Sono emozionata.- li prese
in giro. Harry si alzò, imbarazzato.
- Allora vado,
Malfoy… Non costringermi
a salvarti la vita un'altra volta.- disse, cercando di impostare la
voce. Draco
sorrise.
- Ciao…-
sussurrò il biondo,
vedendo l'altro andare via. Una volta rimasto solo con l'infermiera,
Draco si
fece coraggio.
- Come sta Katie Bell?-
chiese
con nervosismo. Madama Chips si rattristò.
- Dovrebbe essere fuori
pericolo, ma ancora non si è ripresa. Dovrà
rimanere al San Mungo per mesi,
probabilmente.- rispose la donna, preoccupata. - Io mi chiedo chi
può essere la
mente malata che ha potuto farle una cosa del genere…-
continuò, sull'orlo
delle lacrime.
Draco sbiancò,
rabbrividendo.
Abbassò lo sguardo.
- Già…-
- Solo un mostro potrebbe
farlo,
non pensi?- chiese lei indignata.
- Già…
un mostro… ma… magari non
voleva colpire la Bell…- rispose Draco, cercando di
difendere la sua posizione.
Madama Chips scosse la testa.
- Allora parliamo di un
mostro
irresponsabile! Pretendere che quella collana arrivasse a Hogwarts
senza essere
toccata o fermata?- cominciò a blaterare da sola la donna,
allontanandosi.
Draco affondò nel
suo letto.
Madama Chips aveva ragione. Era un mostro irresponsabile. Cosa stava
pensando
di fare? Davvera pensava di riuscire a farla franca con quella collana?
Doveva
ringraziare di non aver ucciso la ragazza.
- Ti sei
svegliato…- Draco si voltò
di scatto e vide Hermione alla porta dell'infermeria. Le sorrise
istintivamente.
- Già…
Mi sono svegliato…-
sussurrò lui in risposta. Lei si avvicinò e si
sedette su una sedia al suo
fianco. Dalla sua borsa tirò fuori una confezione incartata
di forma rettangolare.
- Non mi dire che
è un altro
libro…- bisbigliò Draco. Lei sembrò
offesa.
- Non penso solo ai
libri…- si
lamentò lei. Draco sorrise, scartando la confezione. In un
vassoietto
rettangolare c'erano alcuni dolci.
- Ho pensato che se hai
avuto un
calo di zucchero, avevi bisogno di mangiare. Allora ti ho portato
alcune delle
torte che c'erano a pranzo. Mangia quella al cioccolato, che ti fa
bene. E
assaggia la Lemon Meringue Pie. E' buonissima.- disse Hermione tutto
d'un
fiato. Draco prese la torta al limone e l'assaggiò. Era
buona, ma non le
avrebbe dato la soddisfazione.
- Ti piace?- chiese
Hermione,
con un debole sorriso.
- Non è
malissimo.- disse, non
volendo concedersi oltre.
- Ci vediamo domani a
lezione. E
mangia tutto!- disse la ragazza, alzandosi e salutandolo con la mano.
Proprio
mentre usciva dall'infermeria, Hermione si incrociò con
Theodore Nott. Lo
superò senza fermarsi.
- La Granger era venuta a
trovare te?- chiese confuso Theo, sedendosi sul letto di Draco.
- Che vuoi, Theo?- chiese
invece
Draco scontroso.
- Che
caratteraccio… volevo
vedere come stavi. Hai fatto un bel volo. - si limitò a dire
lui. Draco abbassò
un po' le difese. Alla fine Theodore era l'unica persona che poteva
essere
considerato amico. Avevano un rapporto particolare, ma erano amici. E
anche se
non era stato al suo capezzale fino a quando non si era svegliato (cosa
che
aveva invece fatto Harry), ora era lì. In fondo apprezzava
questo suo gesto.
- Sto meglio, grazie Theo.-
rispose Draco, improvvisando un sorriso.
- Posso farti una domanda?-
chiese l'altro ad un tratto. La cosa che Draco apprezzava di Theodore
era che
non si faceva mai gli affari degli altri. Chiedeva sempre prima di
poter
impicciarsi di qualcosa.
- Ok.-
- Centri qualcosa con
l'incidente a Katie Bell?- chiese poi. La cosa che forse Draco non
apprezzava
di lui era la troppa schiettezza.
- Cosa?- fece il finto tonto
Draco.
- Non lo so, ho collegato la
cosa che ho visto da Magie Sinister al tuo comportamento a scuola. Sei
sfuggente. Non mangi, sei nervoso. Hai gli incubi tutte le notte.
Sparisci per
pomeriggi e giornate intere. Tu Sai Chi ti ha dato una missione, non
è vero?-
spiegò il moro, un po' impacciato.
- Non devi dirlo a nessuno,
Theo.- si liberò Draco, non riuscendo a mentirgli.
- Lo sai che non lo
farò.-
- Anche se nei giorni o nei
mesi
successivi vedrai succedere qualcosa di strano. Devi mantenere il
segreto!- gli
ordinò il biondo.
- Posso almeno sapere cosa
stai
combinando?- chiese Theodore.
- No. Non voglio metterti in
pericolo. Mettendoti in mezzo, lo farei.-
- Va bene, come vuoi.
Comunque
ti prometto che non dirò nulla a nessuno.-
-
Grazie, Theo.-
Spazio dell'autrice:
Eccomi con il nuovo capitolo :D
Come potete vedere la storia
è descritta soprattutto dal punto di vista di Draco, quindi
non ho descritto cosa è accaduto a Katie, ma ho preferito
vedere come reagiva Draco.
Commentate numerosi!!!
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 16 *** .16. I don't want to be saved by you ***
Nonostante le settimane passassero,
la situazione non migliorava per il giovane Malfoy. Non riusciva a
trovare il
modo per riparare l'armadio. Draco era tornato in biblioteca dopo la
sua
punizione, ma la sua ricerca non stava dando risultati. Aveva
però avuto una
nuova idea. Da un libro, infatti, aveva letto di una particolare alga
avvelenata: se l'avesse trovata, avrebbe potuto avvelenare un idromele
e farlo
recapitare a Silente. Non sapeva ancora come, ma a quello ci avrebbe
pensato
dopo.
Era una sera di fine novembre
quando Draco decise di uscire dal suo dormitorio di notte. Sul libro
che aveva
letto aveva trovato che l'Alga Infernale, cresceva nei laghi o nelle
paludi.
Poteva essere riconoscibile dal suo colore rosso acceso che sembrava
brillare
nell'acqua. Una particolarità di questa erba velenosa era
che liberava il
veleno solo se dissolta in un liquido a temperatura di 100°.
Per questo essa
viveva tranquilla nei fondali dei laghi, senza uccidere alcuna creatura
che la
sfiorava.
Facendo attenzione a non essere
scoperto da Gazza, Draco uscì dal castello, scontrandosi con
una ventata di
aria fredda invernale. Corse rapidamente fino al lago di Hogwarts. Era
l'unico
posto dove poteva sperare di trovare l'alga.
Arrivato alla riva, si mise la mano
in tasca per prendere la bacchetta, ma non la trovò.
- Dove…? No! L'ho
dimenticata in
camera!- esclamò il biondo, parlando da solo. Stava per
voltarsi e tornare a
scuola, quando dentro l'acqua vide uno scintillio rosso. Mise la testa
dentro
l'acqua e proprio dove aveva visto il barlume rosso trovò un
alga di grandi
dimensioni di un colore rosso acceso, che brillava nell'acqua. Draco
riemerse e
tremò per alcuni istanti, massaggiandosi la testa. L'acqua
era freddissima. Studiò
per alcuni istanti la possibilità di entrare in acqua e
prendere l'alga. La
distanza non sembrava così grande.
- Oh, va bene!- sussurrò lui
contrariato. Si tolse il mantello e le scarpe e mise un piede
nell'acqua,
ritirandolo subito dal freddo. Si fece coraggio e si tuffò
completamente
nell'acqua. Sprecò un paio di secondi per riprendersi dallo
shock dell'acqua
gelida. Poi prese fiato e si immerse completamente. L'alga era
perfettamente
visibile e la raggiunse. La prese con tutte e due le mani e
cercò di strapparla
dalla roccia in cui era incastonata, non riuscendoci. Tornò
a galla e riprese
fiato, prima di ritentare nella missione. Ancorò i piedi
alla roccia e cominciò
a tirare l'alga con tutta la sua forza. Si strappò
perfettamente alla radice e
lui fu spinto un po' all'indietro a causa della forza impiegata per
strapparla.
Si mosse per tornare a galla quando qualcosa lo fermò,
avvinghiandosi al suo
piede. Si voltò di scatto e riconobbe le sembianze di un
avvincino, che lo
stava bloccando per il piede destro. Cercò di divincolarsi,
ricevendo in
risposta una stretta dolorosamente maggiore. Provò a nuotare
comunque, non
riuscendoci, la creatura lo portava sempre più in basso. Non
ce la faceva più,
gli mancava il fiato. Si portò la mano libera alla bocca,
sperando di poter
bloccarla. Stava per arrendersi, quando vide una figura immergersi
nell'acqua e
un bagliore potente uscire da quella che doveva essere una bacchetta.
Afferrò
quella mano che era tesa verso di lui, pronta a porgergli aiuto e
insieme al
suo salvatore, tornò in superficie. Riprese fiato, come non
aveva mai fatto
prima, come se l'aria che gli era sempre sembrata così
inutile ad un tratto
fosse diventata incredibilmente vitale. Draco uscì
dall'acqua, mettendo l'alga
nella tasca del mantello. Si girò appena, tossendo un po' di
quell'acqua che
aveva bevuto. Riconobbe subito il suo salvatore e un moto di rabbia
percorse il
suo corpo.
- Tu, stupido lurido Grifondoro!
Vuoi lasciarmi in pace!- gli urlò contro con rabbia. Harry
si alzò in piedi e
si spettinò i capelli bagnati.
- Cosa stavi facendo? - chiese il
moro inquisitorio.
- Non sono affari tuoi! Come facevi
a sapere che ero qui? Mi stavi seguendo?- chiese Draco, preoccupato e
iroso.
- Ti ho visto mentre uscivi
attraverso la mappa!- rispose Harry sulla difensiva.
- Quale mappa?- lo interruppe il
biondo, con voce stridula.
Harry si bloccò con gli
occhi
sbarrati.
- Nessuna mappa… non sono
affari
tuoi! E comunque stavi per finirci secco! Cosa diavolo stavi facendo a
quest'ora dentro il lago?- tornò lui alla carica, cercando
di cambiare
argomento. Gli occhi di Draco si assottigliarono.
- Avevo caldo e volevo
rinfrescarmi…- disse il biondo con un ghigno divertito. Lo
stava prendendo in
giro. Harry roteò gli occhi al cielo.
- Smettila, Malfoy! Dimmi cosa ci
facevi qui!- il moro si alterò e gli puntò contro
la bacchetta. Draco sorrise
amaramente.
- Cosa vorresti fare, Potter?
Uccidermi? Cruciarmi? Schiantarmi? Non penso che ne avresti il
coraggio!- lo
schernì il biondo, alzandosi in piedi e superandolo in
altezza.
- Fottiti, Malfoy…-
sibilò Harry
tra i denti. - La prossima volta ci penserò due volte prima
di salvarti la
vita…-
Draco gli si avvicinò
minaccioso.
- Nessuno infatti ha chiesto il tuo
aiuto. Preferisco morire piuttosto che sentirmi in debito con te,
Potter…-
rispose l'altro con cattiveria. I due si squadrarono per alcuni
istanti, poi
Draco prese le sue cose e si allontanò con passo deciso,
lasciando Harry immobile
a fissarlo di fronte al lago.
La mattina seguente era domenica e
Draco si recò in guferia con passo spedito.
- Dove vai, Malfoy?- aveva provato
a fermarlo in Sala Comune Blaise, che era comodamente spaparanzato sul
divano
con Tiger e Goyle. Il biondo non gli aveva risposto. Aveva imparato a
ignorare
l'antipatia pura che sprigionava Zabini. Uscì dal ritratto,
cominciando ad
accelerare il passo.
Arrivato a destinazione,
cercò il
suo gufo, Spirion. Era nero e piuttosto anziano, visto che aveva
servito la
famiglia Malfoy da diversi anni. Non era tipo da animali domestici,
infatti non
lo teneva nella sua camera, lo lasciava nella guferia della scuola,
praticamente sempre. Anche durante l'estate lo lasciava libero. Lui non
era
tipo da ricevere lettere, quindi Spirion non aveva molto lavoro da
fare. Si
avvicinò a lui con passo rapido. Era in un angolo in
disparte, forse troppo
fiero e irascibile per poter fraternizzare con qualche altro gufo.
Draco lo
accarezzò con un sorriso dolce. In fondo lui e Spirion erano simili. Gli diede il
pacchetto con
dentro l'alga e una lettera abbinata.
- Portalo a Madama Rosmerta dei Tre
Manici di Scopa. Solo lei può prendere questo pacco, capito?
Se dovessi essere
intercettato, mordi tutti e scappa!- sussurrò all'animale.
Spirion sembrò
annuire, come se avesse capito. Aprì le sue eleganti ali e
spiccò il volo,
uscendo dalla finestrella appositamente posta nella guferia. Draco lo
guardò
allontanarsi.
- Molto stupido usare il tuo gufo,
Draco.- la voce melliflua di Severus Piton lo fece voltare, spaventato.
- Per quale motivo, professore?-
chiese Draco, con voce sicura e strascicata. A forza di mentire, il
ragazzo
stava acquistando sicurezza nelle sue bugie.
- Davvero pensavi di poter
introdurre la collana di opali a Hogwarts?- chiese Piton avvicinandosi
minaccioso.
- Non so a cosa si riferisca,
signore.- rispose Draco, alzando un sopracciglio, forse fin troppo
tranquillo
per essere stato appena sospettato di tentato omicidio.
- A chi stavi scrivendo?- chiese il
professore con un ghigno divertito e malvagio.
- Scrivevo a mia zia Andromeda.-
disse l'altro, incamminandosi verso l'uscita della guferia.
- Posso aiutarti, se sei in
difficoltà…- si limitò a dire Piton,
bloccando Draco e facendolo voltare.
- So quello che faccio, signore. Le
basti questo. - disse secco il biondo, con voce irremovibile.
Piton rimase in silenzio e Draco
capì che ora poteva andarsene. Scese le scale di corsa e
arrivò al settimo
piano, fermandosi di fronte alla stanza della necessità. Si
poggiò sul muro,
dando un forte pugno su di esso.
-
Stupido armadio…- sussurrò a se
stesso. Sentì un rumore provenire dal corridoio alla sua
destra e in lontananza
vide Hermione uscire dalla Sala Comune di Grifondoro. Si stava coprendo
il
volto tra le mani, come se stesse piangendo. Draco le si
avvicinò furtivo e lei
cominciò a correre lungo il corridoio. Draco poteva
benissimo fregarsene,
poteva benissimo tornarsene in Sala Comune. Ma non lo fece…
Si guardò intorno
furtivo e fece una cosa probabilmente insensata: cominciò a
seguirla.
|
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Capitolo 17 *** .17. The Slughorn party ***
Ciao!!! Due capitoli di fila (quello di prima e questo :D) :D Buona
lettura!!!! Kiss
Draco seguì
l'eco di quei
singhiozzi e si fermò sulla scala che conduceva alla Torre
di Astronomia. Prese
un respiro profondo e raggiunse la ragazza. Non appena Hermione
sentì i suoi
passi, si voltò di scatto, cercando di asciugarsi le lacrime.
- Che ci fai qui?- chiese
tra un
singhiozzo e l'altro. Abbassò lo sguardo, imbarazzata.
Draco non rispose, rimase
fermo
a fissarla.
- Io…
ehm…- provò a dire lui,
non riuscendo a formulare la frase. Hermione si affacciò
dalla terrazzina della
torre, continuando nel suo pianto silenzioso. Draco le si
avvicinò e non capiva
perché l'immagine di lei che piangeva gli stava dando
così fastidio.
- Su… non
piangere che poi
sembri ancora più brutta!- disse, rompendo il silenzio,
dandole un colpetto
sulla spalla. Hermione alzò lo sguardo verso di lui, quasi
ferita dal suo poco
tatto. Scosse la testa, non volendogli neanche rispondere.
Draco si sentì
in difficoltà.
- Non volevo…
Adesso non volevo
insultarti… Di solito sì, ma ora no…
Volevo solo…- provò a spiegarsi lui.
Hermione accennò a un sorriso tra le lacrime.
Alzò la mano, come per fermarlo.
- Non parlare…-
gli sussurrò con
dolcezza. Draco annuì, guardando l'orizzonte davanti a
sé. Il cielo era
ricoperto da corpose nuvole bianche.
- Tra un po'
nevicherà. Mi piace
la neve.- osservò lui.
- Preferisco il
sole…- si limitò
a dire la ragazza dopo un interminabile il silenzio.
- La neve è
pura magia...-
rispose Draco, in un sussurro.
- Non sono d'accordo. La
neve è
solo… acqua… acqua ghiacciata cristallizzata, ma
solo acqua. Alla fine è come
la pioggia. - si limitò a rispondere.
- Poi ero io il
"Frigorifico" privo di emozioni perché non mi emozionavo
alla vista
di un paio di stupide stelle cadenti.- disse Draco leggermente
infastidito,
ricordandosi di quel 11 agosto passato insieme a fissare le stelle. Lei
sorrise
al ricordo e si morse un labbro.
- Perché ti
piace così tanto la
neve?- chiese Hermione sorpresa.
- Se sei abituato al sole,
come
te… beh… la sua assenza ti farà
soffrire, ti farà rinnegare qualsiasi altra
forma atmosfera. Ma il sole è egoista, se ne frega dei tuoi
stupidi sentimenti.
Tu sei una di quelle persone che vuole vedere il sole in tutto, in
tutti. Vuoi
sentire il calore del sole attraversarti il sangue. Io invece sono
abituato
alla pioggia. Sono cresciuto vedendo il grigio, il nero, il cupo in
ogni cosa.
Se sei cresciuto così, impari ad odiare il sole, troppo
pigro per farsi vedere
quando tu hai bisogno di lui. E poi c'è la neve…-
lui sorrise, osservando il
cielo. - La neve arriva all'improvviso a piccoli fiocchi di forma
regolare e
perfetta. Scende lenta e lieve, non annuncia il suo arrivo. Ti
sorprende ogni
anno. Arriva solo di inverno, così che tu possa aspettare
con ansia i mesi
freddi per poterla vedere ancora. E quando la vedi… i tuoi
occhi si dilatano e
la tua bocca si libera in un sorriso, anche se la pioggia era riuscita
a
portarti via anche quello. La neve ti insegna che tutto quel nero,
grigio, cupo
può diventare bianco, può diventare luce, vita.
La neve non infonde calore come
il sole, ma te lo fa desiderare così tanto che ti sembra di
non aver mai
desiderato nulla così ardentemente. E anche questo
è un bel sentimento, fidati.
Mentre tu cerchi il sole nelle persone, io cerco la neve. Io cerco quel
fenomeno
unico che mi regali emozioni del genere. Tu desideri che le persone ti
regalino
affetto, considerazione. Io voglio arrivare a desiderare "calore".
Ecco perché mi piace la neve.- concluse Draco. Hermione lo
guardò intensamente,
sorpresa da quelle parole.
- Mi bastava che mi
dicessi
"Mi piace perché è bella".- lo prese in giro lei,
in imbarazzo. Lui
sorrise e lei decise di continuare. - Grazie…-
Draco alzò lo
sguardo confuso.
- Perché?-
- Perché in
questo momento sei
stato la mia neve.- sussurrò lei, abbracciandolo di istinto.
Draco rimase lì
immobile, non sapendo se doveva scansarla o rimanere così.
Sentì le sue guance
avvampare e posò una mano sulla spalla della ragazza,
cominciando a darle delle
pacche di conforto, imbarazzato.
- Ehm… ok.-
disse solo, mentre
lei si separava da lui con gli occhi lucidi.
- E' meglio che
vada…- aggiunse
Draco, indietreggiando.
- Aspetta…- lo
fermò lei. Lui si
voltò curioso.
- Lumacorno ha organizzato
un
ballo per il quindici dicembre, cioè quando le lezioni
finiranno. E' una festa
per Natale, così che chi deciderà di partire,
potrà comunque venire al ballo.
E' per i membri del suo club.- disse Hermione velocemente.
- Io non faccio parte del
club,
se non l'avessi notato.- osservò Draco, in fondo infastidito
per questa cosa.
- Sì, ma i
membri del club
possono invitare chi vogliono. - rispose lei, torturandosi con
nervosismo le
mani.
- Non capisco a cosa vuoi
arrivare, Granger…- disse confuso il biondo.
-
Vuoivenireallafestaconme?-
chiese tutto d'un fiato, diventando tutta rossa.
- Cosa?- chiese l'altro,
non
capendo.
- Mi piacerebbe se venissi
alla
festa con me.- disse scandendo le parole.
Draco sbiancò,
spalancando gli
occhi dalla sorpresa. La sua pallida carnagione divenne completamente
scarlatta.
- Ah… io?-
chiese, confuso e imbarazzato.
Hermione annuì, fissando il pavimento.
- Ehm… Non so
se è il caso… Ehm…
vedi… io sono… io… e tu
sei… tu… E'… Sarebbe complicato da
spiegare…- disse
Draco gesticolando ampiamente. Hermione si lasciò sfuggire
un sorriso.
- Sì,
probabilmente… sarebbe
difficile da spiegare in giro…- osservò Hermione
divertita.
Draco
indietreggiò, verso la
porta.
- Comunque, ci penso, ok?
Non
penso che accetterò, ma ci penso, va bene?- disse, portando
una mano sulla
maniglia.
- Tranquillo, ho capito
benissimo…- rispose la ragazza con un sorriso tirato.
- Non è che tu
non vada bene… è
che…- non finì la frase, aprì la porta
e uscì di corsa, non capendo questa sua
perdita di controllo. Scese le scale di corsa, ma quando
sentì un rumore, si
nascose dietro a una colonna. Altrettanto velocemente vide salire di
corsa Ron
e Harry. Non ne era sicuro, ma Draco era quasi certo che Harry l'avesse
visto,
pur avendo taciuto il tutto. Mosso dalla curiosità, il
biondo entrò in uno
spazio ristretto nel muro, una specie di spazio sottostante a dove si
trovava
con Hermione. Era sicuro di poter sentire tutto da lì.
- Hermione, ti abbiamo
cercato
ovunque!- aveva detto Ron.
- Volevo rimanere da
sola.-
rispose Hermione, con voce acida.
- Si può sapere
cosa ti è preso?
E' perché mi hai visto con Lavanda?- chiese il rosso
alterato.
- Non mi importa nulla
delle
sgualdrine che consideri tue ragazze!-
- Sei solo invidiosa
perché io
ho la ragazza e tu sei sola! -
- Ron,
smettila… Stai
esagerando…- era intervenuto Harry, cercando di calmare i
due amici.
- No, Harry. Ora mi ha
veramente
stancato! Non è certo colpa nostra se nessuno vuole stare
con lei!- urlò il
rosso. Ci fu un silenzio interminabile.
-
Oppugno!- gridò Hermione. Draco sentì Ron
urlare e chiudersi la porta alle spalle, mentre una serie di oggetti
sbattevano
rumorosamente sulla porta che il rosso aveva appena chiuso.
- Se gli dicevi la
verità, forse
avrebbe cambiato idea…- disse ad un tratto Harry.
- Non mi interessa
più. Con me
Ronald ha chiuso. -
- Lui si è
messo con Lavanda
solo perché si è ingelosito quando gli hai detto
che ti sei baciata con Krum
due anni fa. Voi… siete così sciocchi! Vi
piacete!-
- Io l'avevo anche
invitato alla
festa di Lumacorno! Io un passo avanti l'avevo fatto. Se lui pensa
veramente
quello che dice di me, beh… forse è una fortuna
che si sia messo con Lavanda.-
disse Hermione, cominciando a singhiozzare.
- E' il carattere
Weasley… -
disse Harry con aria sognante.
- Tu ancora non ti sei
fatto
avanti con Ginny?-
- E'…
è sempre fidanzata con
qualcuno! E poi non potrei mai farlo… Ron non l'accetterebbe
mai.- si confidò
Harry.
- E' sempre colpa di
Ron…-
sussurrò la ragazza, in fondo divertita.
-
Già… perché… non andiamo
alla
festa di Lumacorno insieme? Tra amici? Tanto tu non puoi andarci con
Ron e io
non posso andarci con Ginny!- propose Harry, speranzoso.
- Ho già
invitato qualcun altro.
Ma penso che mi dirà di no… quindi… va
bene…-
- Chi hai invitato?-
- Malfoy…- rise
la ragazza.
Harry non rispose subito.
- Cosa?-
- Volevo invitare qualcuno
che
desse veramente fastidio a Ron. Ero indecisa tra lui e Cormac McLaggen,
ma poi
prima abbiamo parlato e gliel'ho chiesto. Almeno Malfoy mi sta
più simpatico di
Cormac, anche se non avrei mai pensato di dire questa frase.- disse
Hermione
con serietà.
- E lui che ti ha detto?-
- Che non pensa sia il
caso, ma
ci penserà.- rise la ragazza divertita.
Draco non volle ascoltare
altro
e si diresse verso le scale. Non pensava che proprio in quel momento
anche
Hermione e Harry avessero deciso di scendere quelle scale.
- Malfoy! Che ci fai
ancora
qui?- chiese Harry, confuso di vederlo.
- Nulla! Ero…
venuto a parlare
con lei! Ti dispiace lasciarci soli?- chiese il biondo a Harry. Sentiva
il
sangue ribollirgli nelle vene, punto nell'orgoglio. Il moro lo
osservò con
attenzione, mentre mutava infinite sfumature del colore del suo viso.
- No! Non ti lascio solo
con
lei.-
- Harry, lascia stare. -
disse
Hermione, facendogli segno che poteva andare. Harry li
lasciò soli, un po'
contro voglia.
- Cosa c'è,
Malfoy?- chiese la
ragazza, indebolita dalla discussione precedente.
- Non ho intenzione di
venire
alla festa con te!- le urlò contro con rabbia. Lei
spalancò gli occhi,
sorpresa, per un istante.
- Ok…-
- Chi verrebbe mai alla
festa
con te? Tu sei solo una lurida piccola Mezzosangue!- sputò
lui con cattiveria.
Hermione rimase un attimo ferita da quelle parole, ma poi scosse la
testa.
- Ok… scusa
tanto se ho sprecato
il mio fiato nel chiedertelo.-
- Anche Weasley ha capito
che
non vale la pena stare con una come te!-
- Cosa… cosa
centra Ron adesso?-
- Io non sono il sostituto
di
nessuno! Se lui non ti vuole più, vuol dire che ha solo
capito quanto il tuo
sangue sia sporco e quanto tu repelli la gente con la tua noiosissima
voce!-
sbraitò ancora il biondo.
- Sostituto? Di cosa
parli?-
chiese Hermione, confusa, per nascondere quanto le sue parole
l'avessero
ferita.
- Vacci con Potter alla
tua
stupida festa per pochi eletti! Io non spreco il mio tempo con te!-
- Ci hai sentito? - chiese
lei,
capendo che aveva udito qualcosa. Draco non le rispose, voltandosi di
spalle e
lasciandola da sola.
Lui
accelerò il passo. Non
voleva ammettere che il fatto che lei l'avesse invitato solo per fare
ripicca a
Ron l'avesse offeso. Non voleva ammettere che per un istante, seppure
brevissimo, aveva pensato veramente all'idea di andare alla festa con
Hermione.
Spazio dell'autrice:
Ciaooo!!! Due capitolini solo per voi
fans :D Volevo scusarmi per non aver aggiornato prima, come mio
solito... Un virus aveva infettato il mio pc e ho passato un momento
bruttissimo all'idea di perdere la mia storia di 112 pagine XD Comunque
tutto ok! Ora il pc è guarito e io ho ritrovato il sorriso XD
Vi piacciono i due capitoli???? :D
Commentate entrambi!!!! XD
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 18 *** .18. Draco vs Blaise ***
La sera del quindici dicembre
arrivò velocemente. Harry era in smoking e aspettava la sua
migliore amica per
poter andare alla festa di Lumacorno. Si trovava nella sala comune ed
era
seduto sul divano di fronte al fuoco. Al suo fianco Ron stava
letteralmente
divorando il volto della sua fidanzata, Lavanda Brown.
- Ron… contieniti almeno
finchè ci
sono io…- osservò il moro, infastidito. Il rosso
si mise seduto composto,
mentre Lavanda gli si aggrappò al collo, cominciando a
giocare con i capelli di
lui.
- Sì, scusa
Harry… ma non riesco a
trattenermi con la mia Lav- Lav.- disse lui con aria sognante.
- Già…-
- Divertiti alla festa… con
chi hai
detto che ci vai?-
- Non te l'avevo detto… ci
vado con
Hermione…- rispose Harry. Ron si irrigidì,
imbarazzato. Lui e Hermione erano
ancora in "lotta", non facevano altro che litigare ogni volta che si
vedevano e Harry era in difficoltà in quella situazione.
- Oh… e…
ehm… come sta Hermione?-
chiese il rosso timidamente. Lavanda sembrò offendersi
dell'interesse del suo
ragazzo nei confronti della sua ex amica.
- Ora meglio. Dovreste smetterla di
litigare ogni secondo.-
Ron non rispose, perché si
era
bloccato a fissare qualcosa alle spalle di Harry. Dal dormitorio
femminile stava
scendendo Hermione con un lungo abito argentato. I capelli erano legati
in uno
chignon alto e morbido. Harry la osservò per alcuni istanti,
sbalordito. Era
incredibile la trasformazione che Hermione riusciva a fare nei balli.
Diventava
una vera e propria principessa. Si avvicinò al suo
accompagnatore, senza
degnare Ron di attenzione.
- Andiamo, Harry?- chiese con
dolcezza.
- Ciao…- la
salutò debolmente il
rosso, facendo scaturire le ire della sua fidanzata.
- Ciao, Ronald…- rispose
Hermione
impassibile, mentre prendeva la mano di Harry e lo trascinava fuori
dalla Sala
Comune. Scesero le scale fino ai sotterranei, dove la festa avrebbe
avuto
luogo, ma di fronte al portone di ingresso assistettero
a una scena particolare. Si bloccarono alle
scale d'ingresso, mentre Montague e Draco cominciarono a discutere
davanti ai
loro occhi, non sapendo di essere osservati.
- Montague, ti ho già detto
che mi
dispiace! Non capiterà più!- disse il biondo,
gesticolando, mentre si teneva il
braccio destro con la mano sinistra.
- No, Malfoy, non ci sarà
più una
prossima volta! Sei assente! Non te ne importa nulla del Quidditch!
Vieni in
ritardo ai miei allenamenti! Abbiamo perso tutte e due le partite che
abbiamo
fatto, perché sei lento e non riesci a prendere il boccino
neanche in
allenamento! Cadi dalla scopa neanche fossi un primino… e
ora neanche il bolide
sei riuscito a schivare!- gli urlò contro il capitano della
squadra. Dovevano
essere tornati dall'allenamento, perché erano in tenuta da
Quidditch.
- Graham, non è vero! Io
adoro il
Quidditch! Voglio far parte di questa squadra! Voglio vincere almeno
una coppa
di Quidditch come la vuoi vincere tu! Sono in un periodo no, ma
c'è ancora il
girone di ritorno e possiamo rimetterci in corsa!- provò a
giustificarsi Draco.
- Mi dispiace, Malfoy. Forse
è vero
che vuoi far parte di questa squadra, ma è la squadra che
non vuole più te.
Blaise prima mi ha dato questa lista di firme. La vedi?- gli porse un
foglio e
Draco glielo strappò dalle mani, cominciando a leggere.
- Cosa significa?-
- Blaise ha raccolto le firme di
tutti quelli che pensano che tu dovresti lasciare la squadra. Beh, non
mi
sembra difficile costatare che nessuno ti vuole più in
squadra.- rispose secco
il moro.
- Blaise avrebbe fatto una cosa del
genere? - chiese furente il biondo.
- Malfoy, sei fuori dalla squadra.
-
- Graham… il Quidditch
è tutto
quello che ho, ti prego non farmi questo.- sussurrò Draco,
arrivando a
supplicarlo.
- Dovevi pensarci prima, Draco. Ora
va' in infermeria.- Montague gli diede le spalle e si
incamminò verso i
sotterranei. Draco rimase alcuni secondi a fissarlo andare via. Si
voltò verso
le scale di ingresso e cominciò a salirle. Vide Harry e
Hermione che lo
fissavano in uno strano modo. Dovevano aver sentito. Li
superò senza dire
nulla. La ragazza istintivamente gli toccò il braccio con
dolcezza.
- Draco, tutto ok?- chiese
debolmente. Lui mosse il braccio dolorante in un movimento repentino,
allontanando la mano di lei.
- Lasciami in pace, Mezzosangue.-
le sbraitò contro, proseguendo la sua strada verso
l'infermeria.
Harry lo vide allontanarsi.
- Malfoy fuori dalla squadra. Che
colpo…- sussurrò il moro all'amica. Hermione
annuì, cominciando a scendere le
ultime scale rimaste.
La festa di Lumacorno stava filando
liscia come l'olio. Hermione e Harry stavano ballando un motivetto
movimentato
e la ragazza non poteva non ridere del buffo modo di ballare del suo
migliore
amico.
- Harry, sei negato!- lo prese in
giro, scoppiando a ridere. Harry inciampò sui suoi piedi,
mettendosi a ridere a
sua volta.
- Che spettacolo pietoso…
una
Mezzosangue e uno sfregiato… piccoli amori
crescono…- i due si bloccarono,
riconoscendo la voce di Blaise Zabini. Era vestito con un completo nero
e
teneva a braccetto un'elegante Pansy Parkinson.
- Zabini… Puoi anche tornare
nel
tuo angolo.- gli disse Harry, mettendosi davanti a Hermione.
- Uhuh, Potter, come siamo
coraggiosi oggi. Sei anche piuttosto maleducato. Non ci si comporta in
questo
modo ad una festa.- rispose con voce altezzosa il Serpeverde. Pansy
rise,
stringendosi alla spalla del suo accompagnatore.
- Chiudi il becco, Zabini.- si
intromise Hermione. Blaise la guardò con odio.
- Non voglio certo sprecare il mio
fiato con te, lurida Mezzosangue.-
- Come sei maleducato,
Zabini…
Prendertela in questo modo con una ragazza indifesa.-
osservò una voce alle
loro spalle.
- Draco!- squittì Pansy. Da
dietro
una colonna sbucò la figura esile di Draco. Indossava uno
smoking e il braccio
destro era fasciato. Sorrise, arrivando a fronteggiare il suo compagno
di casa.
- Malfoy… che piacere
vederti qui.
Anche se… beh, non sei invitato. Non mi sembra che tu sia un
membro del
Lumaclub e non vedo la tua accompagnatrice.- gli disse Blaise.
- Veramente sono invitatissimo,
fino a prova contraria. Mi ha invitato lei…- rispose il
biondo, indicando
Hermione. Lei arrossì di colpo, sentendosi osservata.
- Oh, che dolci… una nuova
coppia…
chi l'avrebbe mai detto…- sussurrò Blaise con
astio.
- No! No! No! Nessuna nuova coppia!
Io e lui… no!- rispose Hermione imbarazzata.
Draco si avvicinò ancora di
più a
Zabini.
- A che gioco stai giocando,
Zabini? Vuoi tirarmi fuori dai giochi?- rise il biondo.
- Non capisco a cosa ti riferisci.-
- Prima Pansy…- disse dando
un'occhiata fugace alla ragazza. - Poi Tiger e Goyle… te li
porti sempre
dietro, vedo. E ora il Quidditch… Mi vuoi
isolare…-
- Sei paranoico, Malfoy. E non
è
colpa mia se non hai amici.- rispose a tono Blaise.
- Io ho degli amici.- senza
volerlo, Draco si girò per un secondo verso Harry, per poi
tornare a fissare
Blaise. - Ho Theodore. Mi basta lui.-
- Wow… interessante. E
comunque non
è colpa mia per il Quidditch. Se ti sei comprato
l'ammissione in squadra, anche
se non sei capace, beh, non è colpa mia. Ho solo appurato
che tutti erano
d'accordo con me.- disse Blaise con cattiveria.
Draco sorrise, abbassando lo
sguardo. Poi caricò il braccio sinistro e stese a terra
Blaise con un pugno.
Tutta la sala si voltò a guardarlo, cominciando a
bisbigliare, mentre Lumacorno
sopraggiunse.
- Cosa è successo qui?-
chiese,
prima a Draco e poi a Blaise.
- Mi ha attaccato senza motivo! E'
pazzo!- urlò il moro, mentre Draco non sembrava intenzionato
a rispondere.
- Professore, non è vero!-
intervenne Hermione, attirando gli sguardi di tutti. - Zabini lo ha
provocato…
pesantemente…-
Draco la guardò per alcuni
istanti,
sorpreso del fatto che lei lo stesse difendendo.
- E'… vero…-
aggiunse Harry,
annuendo vistosamente. Il biondo sorrise istintivamente.
- Grazie per il contributo, Potter
e Granger, ma ciò non cambia quello che ha fatto il Signor
Malfoy! Penserò a
una punizione… per entrambi.- sottolineò il
professore l'ultima parola.
- Ma professore, io non centro
niente!- provò a dire Blaise.
Draco ghignò, allontanandosi
dal
gruppetto e lasciando la festa.
Quella mattina praticamente tutti
si stavano preparando per partire. Harry, Ron e Lavanda andavano a casa
Weasley. Anche Hermione, visto che la Signora Weasley aveva tanto
insistito. La
donna aveva chiesto anche a Draco se voleva tornare alla Tana tramite
lettera,
ma lui aveva gentilmente rifiutato. Poteva avere per sé
più tempo da solo nel
castello per cercare di risolvere il problema armadio.
Draco aveva saltato la colazione,
si trovava infatti nel giardino, seduto su un manto di neve a leggere.
Theodore
era con lui, anche se si era portato un po' di dolci, non volendo
rinunciare al
cibo.
- Ti stimo profondamente, per
quello che hai fatto ieri.- disse Nott, addentando un pezzo di torta di
zucca.
- Era il minimo.- sogghignò
il
biondo, non alzando lo sguardo dal libro.
- Rimani a Hogwarts questo natale?-
chiese il moro curioso.
- Sì… devo
rimanere. E poi non
saprei dove andare.-
In quel momento un gufo gli si
avvicinò lasciandogli una letterina rossa.
- Oh oh… - disse Theodore,
riconoscendo quell'oggetto.
- E'… una strillettera?-
chiese
Draco, confuso.
- Aprila, sbrigati!-
Draco l'aprì lentamente e la
lettera prese le sembianze di due grandi labbra che sputavano pezzetti
di
carta. Non ci volle molto a riconoscere la voce di sua zia Andromeda.
- "DRACO MALFOY! HO ASPETTATO
FINO AD ADESSO PER CONTATTARTI, PERCHE' ASPETTAVO UNA TUA LETTERA! TI
AVEVO
DETTO DI FARTI SENTIRE! SEI UN INCOSCIENTE! TI AVEVO DETTO DI SCRIVERMI
PER NON
FARMI PREOCCUPARE! ORA TU PRENDI TUTTE LE TUE COSE E PRENDI IL TRENO
PERCHE' TU
LE VACANZE LE PASSI CON NOI! SONO STATA CHIARA? MANDO TED A PRENDERTI
ALLA
STAZIONE E SPERO PER TE CHE DECIDERAI DI PRESENTARTI!"-
Draco fissò il punto in cui
la
lettera si era autodistrutta.
- Chi era?- chiese Theodore
spaventato.
- Mia zia Andromeda.-
bisbigliò il
biondo, ancora sorpreso.
- Io non la farei arrabbiare se
fossi in te.-
- Penso che andrò a fare le
valigie.- disse Draco, alzandosi e correndo verso il castello.
-
Ti aiuto. Non vorrei che facessi
tardi!- gli urlò dietro Theo, seguendolo.
Spazio dell'autrice:
Ciaooo!!! Nuovo capitoletto molto
ricco :D
Draco fuori dalla squadra, la festa
di Lumacorno, pugno a Zabini, strillettera da Andromeda...
Vi è piaciuto??? Dal
prossimo capitolo il nostro Draco si recherà per Natale a
casa Tonks... e penso che sarà un Natale moooooolto
interessante XD
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 19 *** .19. Family ***
Il treno era molto più vuoto
rispetto al primo settembre. Molti degli scompartimenti erano vuoti,
mentre i
pochi ragazzi che erano partiti erano divisi in gruppetti.
Harry e Hermione avevano deciso di
mettersi in disparte, lasciando in uno scompartimento a parte Ron,
Lavanda,
Ginny e Dean.
- Non penso di farcela.- disse
Hermione, poggiando la testa sullo schienale del divanetto.
- A fare cosa?- chiese Harry,
addentando una cioccorana.
- A passare tutti questi giorni con
RonRon e LavLav.-
- In effetti stanno diventando un
po' insopportabili.- ammise il moro, sbuffando rumorosamente.
- Sia chiaro, lo faccio solo per
Molly! E se Ron mi dice qualcosa che mi fa arrabbiare, lo schianto e me
ne
vado!- disse la ragazza, gesticolando.
- Grazie! Pensavo che lo facessi
anche per me!- la prese in giro Harry, ridendo.
- Oh, ma almeno tu hai Ginny! Dean
non passerà le vacanze con voi!-
- Meno male…-
- Malfoy è rimasto a
scuola?-
chiese Hermione curiosa. Harry storse il naso, contrariato.
- Penso di sì, Ron mi ha
detto che
ha detto a sua madre che sarebbe rimasto a Hogwarts. Come mai ti
interessa?-
chiese poi inquisitorio.
- Cosa?- chiese lei con voce
stridula. - Non mi interessa… Era per
curiosità…-
- Sì, certo…
"curiosità".- la scimmiottò lui.
- Cosa stai insinuando?- chiese
lei, confusa.
- Vuoi davvero saperlo?-
- Certo!-
Harry fece un respiro profondo,
quasi rassegnato.
- Penso che tu ti sia presa una
cotta per lui. A dire il vero… penso che anche lui abbia una
cotta per te, per
quanto possa sembrare strano.- sputò Harry, aspettando la
reazione dell'amica.
Lei rimase in silenzio alcuni secondi. Divenne immediatamente tutta
rossa.
- Io… Harry come ti viene in
mente
una cosa del genere?!?- chiese, sconcertata.
- Beh… il vostro rapporto
è
migliorato durante l'estate. E anche con l'inizio della scuola non
è cambiato,
anzi. Tu sei andata a trovarlo in infermeria, gli consigli libri, lo
inviti
alla festa di Lumacorno… Mi sembra che il vostro
"sopportarvi
civilmente" stia leggermente degenerando. - disse Harry tutto di un
fiato.
- Stai esagerando, Harry… Io
non
vedo quello che vedi tu…-
- Vogliamo parlare di lui? Beh, la
prima mattina alla Tana questa estate, quando io vi ho raggiunto e tu
te ne sei
andata quando parlavamo delle Maridi, beh… lui ti ha
guardato, sorridendo,
mentre te ne andavi. Non ti guardava con sdegno, come sempre! E non
l'ha fatto
solo in quel momento. Una volta arrivati a Hogwarts, vi ho visto mentre
lui ti
accarezzava il collo… Quando lui era in infermeria e io ero
con lui mi ha
chiesto " HERMIONE dov'è?". Sottolineo che ti ha chiamato
per nome!
Sta nascendo qualcosa di strano e io mi sento come un testimone
inerme.-
aggiunse il moro. Hermione sbuffò, roteando gli occhi verso
l'alto.
- Harry, stai interpretando la
realtà a seconda di quello che tu credi sia vero. Io vedo
solo che Malfoy
sembra cresciuto e abbia smesso di prendermi in giro. Mi sembra che si
comporti
meglio anche con te, no? Devo presupporre che lui abbia una cotta anche
per
te?- rise Hermione. Harry la scrutò con attenzione. Era
sicuro di quello che
diceva, ma forse la sua amica era in buona fede e ancora non aveva
capito di
provare qualcosa per il Serpeverde.
- E' diverso. -
- Non è diverso! Anche io
sono una
buona osservatrice e, quando ieri Malfoy ha detto a Zabini che aveva
degli
amici, lui si è girato verso di te. Un gesto involontario,
ma che chiaramente
lo ha tradito sul fatto che considera TE un amico.-
Harry rimase in silenzio.
- Ok… lo ammetto…
se non lo
conoscessi da prima, se avessi fatto la sua conoscenza quest'estate, se
non
fosse un Mangiamorte che sta tramando qualcosa, forse potremmo essere
amici.
Forse! Anche se mi ha rotto il naso…- ammise lui.
- Non puoi sapere se è un
Mangiamorte.-
- Ha rischiato di uccidere Katie
Bell!-
- Innocente! Fino a prova
contraria.-
- Vedi, lo difendi sempre! Non
l'avresti fatto se…-
Harry non potè finire la
frase
perché Draco entrò nel loro scompartimento,
lasciandoli sorpresi. Hermione
spalancò la bocca.
- Drac… ehm…
Malfoy! Che ci fai
qui?- chiese Hermione, arrossendo di colpo. Draco si sedette di fianco
a Harry.
- Ero in uno scompartimento vuoto,
quando Kevin Smurdog, uno del secondo anno di Serpeverde, mi ha
raggiunto
dicendomi che era contento che avessi lasciato la squadra,
così che lui ha
potuto avere il mio posto. Lo stavo per strangolare, quando ho deciso
di
allontanarmi da lui e così vi ho trovato.- spiegò
lui con voce schifata. -
Smurdog… non sapevo neanche esistesse quello stupido
esserino. -
- Non dovevi rimanere a Hogwarts?-
chiese Harry, precedendo la domanda di Hermione.
- Sì, ma mi ha scritto mia
zia
Andromeda e mi ha praticamente costretto a passare da lei le vacanze.
Mi ha
mandato una strillettera, per fortuna ero solo con Theodore.- rispose
il
biondo. Hermione era rimasta alcuni secondi a fissare Draco, cosa che
non passò
inosservata al suo migliore amico. Quando lei si voltò verso
di lui e trovò il
suo sguardo intento a scrutarla come per dire "Vedi che avevo ragione
io", Hermione si alzò di scatto.
- Vado… a fare un
giro…- disse lei
uscendo dallo scompartimento. Draco la guardò confusa.
- Ho detto qualcosa? Insomma, di
solito me ne accorgo quando la insulto.- disse, preoccupato.
- Vuoi giocare a scacchi?- chiese
Harry, cambiando argomento. Draco alzò le spalle, annuendo.
A King's Cross l'aria era
decisamente invernale. Draco si guardò intorno, notando un
esercito dai capelli
rossi. Vide Fred, George, Molly, Arthur e altri due che dovevano essere
Bill e
Charlie, quelli grandi. Un uomo alto e magro dai capelli chiari stava
parlando
con Arthur. Draco sospirò, avvicinandosi a suo zio.
- Draco, ragazzo mio, sapevo che
saresti venuto! Mia moglie sarà contenta.- disse Ted
gioviale, come sempre.
Draco storse il naso, avviandosi con lui nella macchina che aveva
già usato con
Silente. Il ragazzo dovette ammettere che guidava decisamente meglio
del
Preside.
- Mi sembri molto sciupato, eppure
mi ricordavo che a Hogwarts i banchetti fossero abbondanti!-
osservò lo zio.
- Sì, sono abbondanti, ma
è un anno
molto stressante.- osservò Draco.
- Ti servirà un po' di relax
per
Natale! Da noi si sta bene in questo periodo, c'è molta neve
e la casa sembra
una baita in montagna.- disse Ted, sorridendo.
- Bello…- rispose l'altro.
Rimasero in silenzio per quasi il
resto del viaggio.
Arrivati a destinazione Draco
doveva ammettere che Ted aveva ragione. La casetta era immersa nel
bianco della
neve e come sfondo aveva degli alberi innevati. Portò il suo
baule all'interno
della casa e lo zio si occupò di portarlo in camera. Draco
raggiunse sua zia in
cucina.
- Ciao, zia…- disse
raggiungendola.
Era un po' intimidito, perché sapeva che c'era rimasta male
perché non si era
fatto sentire. La donna si voltò verso di lui e
provò a trattenere il sorriso,
non riuscendoci a pieno.
- Oh, sei qui.- disse solamente.
- Sei stata piuttosto
convincente…-
rise lui, avvicinandosi. La donna sbuffò, lasciando la
pentola che stava per
mettere sul fornello e abbracciando il nipote. Draco fu di nuovo
pervaso da
quel calore materno, che gli era terribilmente mancato.
- Stupido cocciuto di un Malfoy!
Ora va' a sistemarti in camera. Tra un po' è ora di cena.
Tra un po' viene
anche Nynphadora. Sarà contenta di
vederti.- disse la donna, tornando radiosa. Draco annuì con
forza e salì le
scale, entrando nella camera che aveva usato anche quell'estate. Si
stese sul
letto e si rilassò totalmente. Notò qualcosa sul
comodino e lo prese. Sorrise
istintivamente, chiedendosi il perché di questa sua
reazione. Era il lettore cd
di Hermione. Si mise le cuffiette nelle orecchie e premette il tasto
play,
andando sicuro sulla sua canzone preferita del cd… Just the way you are.
La cena era passata tranquilla e Draco
salì le scale, diretto in quella che sapeva essere la stanza
di sua cugina. Era
appena tornata e non aveva cenato con loro. Bussò
gentilmente alla porta e poco
dopo Tonks aprì la porta con uno sguardo piuttosto triste.
Draco le porse una
scatola di biscotti al cioccolato.
- Non puoi non mangiare… sei
uno
scheletro!- disse il ragazzo entrando nella camera. Si sedette sul
letto. - Il
tuo letto è più grande del mio!-
protestò, stendendosi su di esso.
Lei si stese al suo fianco,
mangiando un biscotto.
- Anche tu sei uno scheletro! Sei
anche più pallido… non sei un bello spettacolo.-
osservò lei, sorridendo.
- Sono un po' stressato… Tu?
Qual è
la tua scusa?- chiese Draco, divertito.
- Il mio solito problema. Non
facciamo che litigare. L'altra sera poi ho peggiorato la situazione.
C'era la
luna piena e io sono andata a trovarlo. Ho fatto una sciocchezza.
Quando mi ha
visto, si è arrabbiato così tanto ed è
scappato.-
- Beh, sì… in
effetti è stata una
sciocchezza.- osservò Draco, ricevendo un'occhiataccia
dall'altra.
- Non mi rivolge la parola da
allora.-
- Prova a farti desiderare. Fagli
sentire la tua assenza.- commentò Draco.
- Non ce la faccio a stare senza di
lui.-
- In amore vince chi fugge. Fa'
finta di essere arrabbiata con lui. Fagli capire che la tua assenza lo
fa stare
male. Per la barba di Merlino, Nynphadora! Sei una donna con la D
maiuscola!
Non puoi demoralizzarti in questo modo solo per uno stupido che ha
troppa paura
per affrontare i sentimenti che prova per te. E' un lupo mannaro? E chi
se ne frega!
Lo ami! E lui ama te! Non potete fare questo logorante tira e molla
perché una
volta al mese lui diventerà tutto peloso e con i canini
allungati! Se sta bene
a te! E comunque lui dovrebbe essere onorato a stare con una come te!
Oltre a
tanta robaccia babbanofila, dentro di te scorre anche il sangue dei
Black!
Dovrebbe essere lui a supplicare di stare con te!- si alterò
il biondo, un po'
infastidito di questa situazione che turbava sua cugina. Lei
scoppiò a ridere.
Lo abbracciò con dolcezza, mentre lui cominciò a
sentirsi in imbarazzo.
- Grazie…-
sussurrò. - Tu perché
sei stressato?-
Draco sospirò. Non poteva
certo
dirle la verità. Non tutta almeno.
- E' un periodo difficile. Un mio
stupido compagno di casa mi si è messo contro. Mi ha rubato
la ragazza, molti
dei miei amici, mi ha portato via il posto di cercatore della squadra
di
Quidditch. E… non lo so… non riesco
più in nulla… combino solo casini.- disse
lui, guardando il soffitto, imbarazzato.
Tonks si strinse ancora di
più nel
suo abbraccio.
- Andrà tutto bene. Per
tutti e
due. Andrà tutto bene.- sussurrò lei. Draco
sorrise, accarezzando i capelli di
un marrone sbiadito di sua cugina.
-
Andrà tutto bene…- ripetè lui in
un sussurro. Si addormentarono entrambi in quella posizione, con un
sorriso
sulle labbra.
Spazio dell'autrice:
Eccomi già di
ritorno :D Che pensate di questo capitolo?
Commentate numerose :D E un
grazie a tutti quelli che leggono la storia :D
A presto!!!
Kiss :D
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Capitolo 20 *** .20. Xmas' Presents! ***
- Qui va bene? - chiese
Draco,
dondolando sulla scala su cui era arrampicato.
- No, tesoro,
più a sinistra.-
disse Andromeda, che stava scrutando la situazione, comodamente seduta
sul
divano.
- Qui?- chiese ancora il
biondo,
seguendo le indicazioni. Sua zia storse il naso, scuotendo la testa.
- No, tesoro,
più in alto.-
- Povero ragazzo, Dromeda,
lascialo stare!- disse Ted, scoppiando a ridere. Si avvicinò
a Draco e prese
l'uccellino di vetro che aveva in mano il ragazzo, posizionandolo dove
la
moglie voleva. Draco scese dalla scala.
- Va bene che non avete
elfi, ma
non potremmo usare la magia per fare l'albero di Natale?- chiese lui,
contrariato.
- E' più
divertente così! E poi
ormai è diventata una tradizione!- rispose la donna,
prendendo una scatola dal
pavimento e passandola al marito. Lui e Draco cominciarono a mettere
alcuni
festoni.
- Nynphadora torna per
cena?-
chiese curioso il ragazzo.
- Sì, dovrebbe
tornare a
momenti. E' andata a trovare i Weasley alla Tana. - rispose lo zio.
- Draco, tesoro, andresti a
spegnere la luce, così vediamo l'effetto delle luci?- chiese
Andromeda. Draco
annuì, andando a spegnere la luce. Sorrise dell'effetto
finale dell'albero. Era
soddisfatto perché l'avevano fatto da soli lui e suo zio.
Riaccese la luce,
avvicinandosi all'albero.
- Manca la
stella…- osservò,
prendendo l'ultima decorazione, quella forse più importante,
che andava su
sulla cima.
- Mettila tu, ragazzo.-
propose
Ted. Draco sorrise, annuendo. Salì di nuovo sulla scala,
posizionando con
precisione la stella.
- Mamma, papà,
cugino! Sono a
casa!- aveva urlato Tonks dall'ingresso.
- Dora, vieni a vedere che
bell'albero hanno fatto Draco e tuo padre!- le disse la madre.
Nynphadora si
affacciò dalla porta.
- Forte! Io invece guardate
chi
vi ho portato!- disse lei, facendo entrare una ragazza nel soggiorno.
Draco
stava scendendo le scale, ma quando la vide, mancò gli
ultimi gradini,
rischiando una rovinosa caduta.
- Hermione! Che ci fai qui?
Non
eri alla Tana?- chiese Andromeda, accogliendola con un abbraccio.
- Sì, Signora
Tonks, ma ho
avuto… ehm… degli imprevisti, quindi Tonks mi ha
invitato a stare qui.- disse
timidamente Hermione, poggiando a terra il suo baule.
- Certo, mia figlia ha
fatto
bene. Sei la benvenuta, qui!- disse la donna gioviale. - Draco, tesoro,
porteresti il baule di Hermione su in camera?- chiese poi, rivolta al
nipote.
Draco si
avvicinò e prese il
baule, senza fare storie, Hermione lo seguì. Arrivati nella
camera, Draco si
sedette sul letto e la guardò sospettoso.
- Perché sei
qui? Hai litigato
con il tuo fidanzatino?- chiese lui curioso, lei sbuffò.
- Ron non è il
mio fidanzato… e
comunque… diciamo di sì, abbiamo litigato.-
ammise mordendosi un labbro.
- Volevo esserci,
però. Vedere
te, Weasley e la Brown. Sarebbe stato divertente.- ghignò
lui.
- Ieri notte lo sai che mi
ha
detto? "Herm, lo so che ti sto chiedendo tanto, ma potresti andartene?
Lavanda non vuole che ci sia anche tu. Però non dire a mamma
che te l'ho detto,
se no caccerebbe LavLav."- disse lei, scimmiottando la voce del rosso.
- E tu te ne sei andata? Mi
deludi! Io sarei rimasto di proposito.- osservò l'altro,
ancora divertito.
- L'avrei ucciso se fossi
rimasta un altro giorno di più. Per fortuna è
venuta Tonks! Mi ha salvato… o
meglio, ha salvato Ron.-
- Mi sento lusingato,
preferisci
passare il Natale con me piuttosto che con Weasley.- sorrise lui,
alzandosi.
Hermione arrossì leggermente, ricordandosi della
conversazione avuta con Harry
sul treno. Draco stava per andarsene, quando si bloccò alla
porta e si voltò
verso di lei.
- Qui vicino c'è
un villaggio
babbano, niente di che a quanto dice zio Ted, un mucchietto di case e
negozi.
Domani mattina mi accompagneresti a fare dei regali per Natale?- chiese
il
biondo. Hermione rimase spiazzata da quella proposta, rimanendo
inizialmente in
silenzio.
- Ehm… ok.-
disse infine,
imbarazzata.
- Bene…-
aggiunse lui,
chiudendosi la porta alle spalle.
La mattina seguente
Hermione si
svegliò presto. Si guardò allo specchio e fece
un'espressione schifata. Si
massaggiò i capelli con la mano destra, con la speranza di
ammansirli, ma
niente… non sarebbe mai riuscita a domarli.
Diede una piccola occhiata
ai
suoi trucchi e ne rimase delusa. C'era un eye-liner, un mascara e una
serie di
ombretti marroni. Prese il primo e cominciò ad applicarlo
negli occhi. Sbagliò
nel fare la linea un paio di volte e fu costretta a ripulirla con una
salviettina struccante. Un po' di mascara e il trucco era pronto. Si
vestì
pesantissima, con maglioni su maglioni e un paio di jeans.
Indossò un paio di
stivaletti felpati all'interno. Prese un cappotto pesante e una sciarpa
di
lana.
- Però a Draco
piace il collo
scoperto…- sussurrò, considerando l'idea di farsi
una coda e lasciare il collo
scoperto. Arrossì a quel pensiero.
- Ma che dico…
mica è un
appuntamento…- disse poi, arrotolandosi la lunga sciarpa
intorno al collo e
lasciando che la sua folta chioma ricadesse indomabile sulle spalle.
Scese le scale velocemente
ed
entrò in soggiorno, dove vide Draco mentre si prendeva un
caffè, di fronte
all'albero di Natale.
- Ciao,
Hermione… esci anche
tu?- chiese Ted, che era seduto di fronte al nipote. Draco si
voltò verso di
lei.
- Ehm sì.
Usciamo insieme…-
disse lei, arrossendo subito dopo.
- Oh… che
carini! In effetti
siete una bella coppia.- aggiunse Ted, ridendo sotto i baffi.
- No, ehm…
cioè… non usciamo in
quel senso… usciamo…- provò a
spiegarsi Hermione. Draco si alzò, poggiando la
tazzina sul tavolino.
- Mi accompagna a fare un
giro
in città.- disse con nonchalance.
- Ok… tornate
per pranzo?-
chiese l'uomo.
- Sì…
a dopo, zio Ted!- disse
Draco, salutandolo con la mano. Hermione salutò e
seguì il biondo fuori dalla
casa.
L'aria era fredda e gli
stivali
affondavano nella neve. La ragazza sorrise, soddisfatta di aver scelto
quell'abbigliamento pesante. Camminarono in silenzio per tutta la
strada fino
al villaggio. Arrivati, Draco dovette ammettere che era un paesino
molto carino
e accogliente. Ricordava Hogsmead in qualche modo.
- Facciamo colazione?-
chiese
lui. Lei annuì, notando solo in quel momento quanto fosse
affamata.
Entrarono in una piccola
locanda
e lei ordinò per entrambi un cappuccino e un cornetto.
- Quel cornetto
è alla nutella?-
chiese Draco al barista. Lui annuì e il biondo sorrise. -
Prendo quello.-
Si sedettero a un tavolino
e
cominciarono a mangiare.
- Ma ce li hai i soldi
babbani
per fare i regali?- chiese lei curiosa. Draco annuì.
- Prima di andare a stare
da
Potter, Silente mi ha portato a convertire un po' dei miei soldi. Mi
sono
avanzate 100 "stelline".-
Hermione scoppiò
a ridere,
mentre lui la guardava confuso.
- Che c'è?-
chiese, non capendo
la reazione della ragazza.
- SteRline! Non stelline!-
lo
corresse lei, continuando a ridere. Draco sembrò offendersi.
- La solita sapientona,
è
uguale! SteRRRline, stelline… che cambia…-
borbottò lui.
Uscirono dalla locanda e
cominciarono a camminare per negozi. Draco si fermò davanti
a una gioielleria.
- Quelli sono quei cosi che
si
portano alle orecchie, vero?- chiese, indicando un paio di orecchini
d'argento
con dei pendenti a forma di stella, rosa con tutti i brillantini.
- Sì, sono
orecchini.- disse
Hermione. - Però sono da donna, non ti consiglio di
metterli. -
Draco alzò lo
sguardo al cielo.
- Molto
simpatica… sono per
Nynphadora. Lei li porta!- osservò lui, trascinandola nel
negozio.
Le spese continuarono.
Hermione
comprò dei pensierini ai genitori, mentre Draco prese un
libro di cucina alla
zia, era scritto da un cuoco famoso che lei guardava sempre in
televisione,
mentre a Ted regalò un berretto da pescatore, visto che la
pesca era la sua
grande passione.
- Hai altri regali da
fare?-
chiese lei, ad un tratto. Lui fece cenno di no con la testa. Si
avviarono verso
il sentiero di ritorno, quando Hermione lo prese per la manica e lo
tirò,
indicandogli una cabina per fare fototessere.
- Fatti una foto
lì dentro!
Escono in formato piccolo, sono carine! Così avrai il
ricordo di una foto
babbana!- propose lei, trascinandolo verso quella cabina. Lui si
sedette
all'interno e guardò lo schermetto davanti a sé.
- Cosa devo fare?- chiese
confuso.
Lei inserì del
denaro in un
buchetto e premette alcuni tasti sullo schermo.
- Ora farai 5 scatti, poi
usciranno le foto.-
- Non mi fido…
rimani qui anche
tu!- disse Draco guardandola storto. Lei arrossì, ma si
riprese subito.
- Non centro qui dentro,
non
possiamo fare la foto insieme!- rispose lei. Lui senza grazia la prese
per i
fianchi e la fece sedere sulle sue ginocchia. Hermione rimase un attimo
imbarazzata, ma poi sbuffò, premendo il tasto per la
sequenza di scatti.
Uscirono poco dopo dalla
cabina.
- Quel coso era accecante!
Cosa
era!?!- si lamentò Draco.
- Era il flash!-
- Non ci vedo! -
continuò
l'altro, facendo ridere la ragazza.
- Ecco le foto…-
disse lei,
prendendole dal contenitore. Si mise a ridere ancora più
forte. Nella prima
Draco aveva una faccia terrorizzata, probabilmente a causa del flash,
mentre
lei aveva un'espressione di lieve stupore. Nella seconda, lui la
guardava
confuso, mentre lei era scoppiata a ridere. Nella terza Draco era serio
e
scrutava l'obiettivo con curiosità, mentre lei rischiava di
cadere. Nella
quarta stavano entrambi parlando, anzi discutendo sul perché
quei flash fossero
così accecanti. Nell'ultima lei era scivolata dalla gamba di
Draco e lui
sembrava ridere di questa cosa.
- Ma non si muovono?-
chiese
lui, guardandole con curiosità.
- Sono foto babbane,
catturano
l'istante e basta.- spiegò lei.
- Sono più
brutte!-
- Per me sono
più belle… si
bloccano nell'istante preciso in cui è stata scattata.
Lasciano alla tua
immaginazione il compito di ricordare il momento.-
Draco sbuffò,
piegando un pezzo
della strisciolina con le foto. Con cura la divise in due parti e una
la diede
a Hermione.
- Che rimanga tra
noi…- disse
lui, nascondendo la foto nella sua tracolla.
- Certo…-
rispose lei,
nascondendo un sorriso.
Camminarono a lungo per il
sentiero che li avrebbe portati a casa Tonks. Inavvertitamente le loro
mani si
sfiorarono e, imbarazzati, si allontanarono, facendo finta di nulla.
Poi Draco
sbuffò, prendendo
qualcosa dalla sua tracolla. Ne tirò fuori un paio di
guanti, che lanciò alla ragazza.
- Hai le mani congelate,
stupida!- le disse a mo' di spiegazione. Lei sorrise timidamente,
infilandosi i
guanti decisamente più grandi della sua taglia, ma
altrettanto caldi e
confortevoli.
Raggiunsero casa poco dopo,
Nynphadora stava facendo la tavola e guardò confusa i due
ragazzi entrare dalla
porta.
- Dove siete stati voi
due?-
chiese, curiosa.
- Sono appena tornati dal
loro
primo appuntamento. Non sono adorabili?- disse Andromeda, che doveva
aver
parlato con Ted. Draco si lasciò scappare una risata, mentre
Hermione diventava
di colore bordeaux.
- Non
era un appuntamento!-
protestò lei, decisa, ma imbarazzata.
Ciaooooo!!!!
Ventesimo capitolo!!!! Evviva!!! Un
applauso alla fanfiction più lunga che abbia mai scritto XD
Brava me, brava me! XD
Ok... dopo questo momento di
pazzia... torniamo al capitolo.
E' arrivata Hermione!!!!!!! Ecco
perchè dicevo che Draco passerà un Natale
sicuramente interessante!!! ihih Già questa uscita
insieme... mmmmh... promettono bene insieme ihihih
Ringrazio chiunque legga la storia e
soprattutto chi la commenta :D
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 21 *** .21. It's Kinda Magical ***
La mattina di Natale
arrivò con
tanta attesa da parte degli abitanti di casa Tonks.
Tutti i regali erano stati messi
sotto l'albero e aspettavano solo di essere scartati. Draco si era
svegliato
presto quella mattina e si era messo sulla scrivania a scrivere una
lettera di
auguri.
" Ciao Theo, come va a
Hogwarts? Qui va tutto bene. Volevo augurarti un buon Natale! Spero di
rivederti presto, amico mio.
Con affetto,
Draco"
Lui non era molto capace con
queste smancerie natalizie, neanche Theodore, quindi fu contento di non
sentirsi in difficoltà a scrivere quelle poche righe.
Stava per rimettere tutto a
posto, quando si bloccò e riprese carta e penna.
" Buon Natale, Harry…"
si fermò subito, cancellando con forza il nome del suo
nemico. Accartocciò la
carta e la buttò nel cestino.
" Buon Natale, Sfregiato…
Spero che ti stia divertendo in quella catapecchia che i tuoi amichetti
chiamano casa. Ci vediamo presto… purtroppo.
Con odio,
Draco"
Soddisfatto del risultato
legò le
due lettere alle zampe del suo gufo Spirion.
- Questa a destra devi darla a
Theodore Nott, quella a sinistra a Harry Potter! Capito?- chiese Draco
al gufo,
che in risposta spiccò il volo e uscì dalla
finestra.
- A chi scrivevi?- chiese
Hermione alle sue spalle. La porta era aperta e lei era lì
che lo guardava
curiosa.
- Fatti miei….- rispose
lui,
superandola e scendendo le scale. Hermione si avvicinò alla
scrivania e prese
il pezzo di carta accartocciato nel cestino.
"Buon Natale, Harry"
c'era scritto, anche se il nome era stato cancellato. Lei sorrise,
divertita,
rimise il foglio nel cestino e seguì il biondo in soggiorno.
- Hermione, cara, ora che ci sei
anche tu, possiamo aprire i regali!- disse raggiante Andromeda,
avvicinandosi
all'albero. Tutti erano seduti a terra intorno all'albero e
cominciarono a
scartare i loro regali. Andromeda e Ted rimasero molto contenti dei
regali di
Draco e Hermione ( lei aveva regalato un set di trucchi babbani e una
camicia
verde smeraldo). Draco ricevette da sua zia e suo zio uno di quei
completi
magici preziosi e costosissimi che lui amava indossare. Nynphadora
invece gli
aveva regalato un boccino d'oro "addomesticato", cioè che
non
scappava via come avrebbe fatto quello vero. Il bigliettino allegato
diceva :
" Anche se non sei più nella tua squadra, rimarrai sempre il
mio
campione.". Sorrise leggendo quella semplice frase. Quando la cugina
aprì
il suo regalo ne rimase colpita.
- Sono bellissimi, Draco!-
- Leggi il biglietto… -
disse
lui, sorridendole dolcemente.
Lei lo prese e cominciò a
leggerlo sottovoce.
" Spero che i tuoi occhi e i
tuoi capelli possano tornare di un colore così intenso. Non
ti voglio vedere
grigia e triste. Tu sei nata speciale per dare colore alla vita.". Lei
sorrise imbarazzata e lo abbracciò forte. Un gufo
bussò alla finestra e Draco
andò a prendere la lettera. La scartò divertito e
lesse velocemente il
contenuto. Sorrise alla fine, lanciando la lettera alla cugina.
- Poi dimmi che non ho sempre
ragione…-
Lei la lesse e arrossì.
" Cara 'Dora,
sono stato uno stupido a
trattarti così male. Io capisco che tu vuoi starmi vicino,
ma io ho solo paura
di farti male. Sei troppo importante per me per vederti in pericolo.
Spero che potrai perdonarmi.
Con affetto,
Remus".
Dopo alcuni abbracci e
ringraziamenti, Draco si diresse da solo in giardino e si sedette sulla
neve a
guardare il cielo. Le nuvole erano bianche e facevano presagire una
bella
nevicata.
Hermione lo raggiunse poco dopo.
- Che ci fai qui da solo?- chiese
lei, sedendosi al suo fianco. - Dovresti stare con i tuoi zii e
festeggiare
insieme. E' questo che si fa a Natale.-
Lui sorrise amaramente, tenendo
lo sguardo fisso al cielo.
- Non ho mai festeggiato il
Natale io. Non così, almeno. I miei invitavano alcuni amici
di famiglia e
organizzavano una serata di gala. Abiti eleganti, balli classici, cibi
costosissimi e prelibati. Non c'erano regali veri e propri. Mamma mi
dava dei
soldi e potevo comprarmi quello che volevo. - abbassò la
testa e continuò a
parlare. - Mia madre è una donna fredda, austera e
stupidamente orgogliosa. Si
innamorò di mio padre prima di scoprire che fosse un
mangiamorte. Lei tutto
voleva tranne un altro mangiamorte in famiglia, dopo la pazzia alla
quale era
stata portata mia zia Bellatrix. Però si era innamorata. Lei
non me ne ha mai
parlato, ma lo si capiva da come parlava di mio padre. Lei stravede per
lui.
Non abbiamo mai avuto un rapporto così stretto come ce l'ho
con mia zia
Andromeda. Lei… non mi ha mai abbracciato. Il massimo che mi
chiedeva
era:"Andato tutto bene a scuola?". Ogni anno continuavo a pensare che
lei non mi volesse bene, che non mi volesse come figlio. Vedevo le
mamme dei
miei amici e loro erano, sì fredde, ma affettuose nei
confronti dei loro figli.
Ero geloso. -
Hermione ascoltava rapita ogni
sua parola, non voleva interromperlo, perché aveva capito
che lui si stava
sfogando con lei.
- Però, ogni
anno… mia madre mi
stupiva. Ogni 5 giugno, il giorno del mio compleanno, lei si rimboccava
le mani
e cacciava ogni elfo dalla cucina. Mi preparava una torta di compleanno
tutta
da sola. Mi diceva sempre la stessa frase:" In questo giorno
speciale… è
nata la stella più bella del cielo. Esprimi un desiderio,
piccolo mio".
Con il tempo, capii che la sua non era mancanza di affetto, ma
incapacità di
esprimerlo. Mio padre, invece, è una testa dura. Un uomo
traviato dalle idee di
un pazzo. A volte alzava le mani su di me, ma mia madre non sarebbe mai
andata
contro di lui. Non per paura… no… lui non avrebbe
mai alzato un dito contro di
lei… ma per amore e fedeltà. E io… io
ho una stupidissima e incontrollabile
ammirazione nei suoi confronti. Per questo faccio tutto quello che mi
dice…
vorrei che lui mi apprezzasse un briciolo di quanto io apprezzi lui. Ma
io
continuo a deluderlo… e deluderlo… e deluderlo.-
la sua voce si affievolì,
nelle ultime parole che diceva. Hermione gli prese la mano dolcemente e
lui non
protestò a quel contatto.
- Tu sei migliore di tuo padre!
Lui è un uomo senza scrupoli, mentre tu sei diverso! Sai
amare…- disse lei. Poi
indicò la casa. - Guarda il rapporto con i tuoi zii, con
Tonks. Tu sei migliore
di lui, Draco!-
Draco non la guardò,
ricominciando a fissare il cielo bianco. Decise di non risponderle, non
sarebbero mai stati d'accordo su quel punto. Ad un tratto vide il suo
gufo
atterrare a fianco a loro due. Sorrise alla vista di due lettere
attaccate alle
zampe.
- Già di ritorno, Spirion?
Sei
stato velocissimo!- si complimentò con lui, accarezzandolo
delicatamente.
L'animale si fece toccare, contentò di tutti quei
complimenti.
Prese le lettere e aprì la
prima
che gli capitò tra le mani.
" Ciao, furetto!
Qui alla Tana, senza di te, si
sta benissimo! Finalmente un po' di pace!
Che dire… buon Natale
anche a te!
Ci vediamo a scuola…
purtroppo.
Harry."
Sorrise a malapena leggendo
quelle parole. Ritrasse il foglio, vedendo che Hermione si era sporta a
leggere.
L'altro foglio doveva essere da
parte di Theodore.
" Ciao, Dra!!!
Qui a Hogwarts sempre le stesse
noiosissime cose. Zabini stava raccontando strane storie su te e la
Granger, ma
ci ho pensato io ad affatturarlo. Buon Natale anche a te, amico!
Divertiti!
A presto!!!
Con affetto
Theo."
- Perché non gli hai fatto
il
regalo? A Nott…- disse Hermione confusa. Doveva aver letto
la lettera.
- Perché avrei dovuto?-
chiese
Draco, con nonchalance.
- E' il tuo migliore amico, no?
Io a Harry ho fatto un pensierino.-
- Questione di abitudini. Io e
Theodore abbiamo improntato il rapporto così. Non ci
dilunghiamo in
dimostrazioni di affetto. Io mi fido di lui… e lui si fida
di me. Mi basta
questo.- rispose Draco.
- Mi sembra più un
rapporto di
reciproca necessità…- intervenne Hermione, non
convinta.
- Io non critico il tuo rapporto
con Potter.- sbottò lui, sorprendendola. Poi lui sorrise,
riprendendo la
parola. - Se fossi in difficoltà, lui sarebbe il primo che
avvertirei. Se ci
fosse una guerra, lui sarebbe il primo che cercherei di difendere. E
sono
convinto che lui farebbe lo stesso per me. Non è pura
necessità, è amicizia.
Rispetto. Fiducia.-
Lei annuì, pentendosi di
aver
giudicato così velocemente il loro rapporto. Poi lo vide
soffermarsi a guardare
il cielo.
- Perché guardi in su?-
chiese
curiosa.
- Mi piace la neve.- rispose lui
con semplicità.
- Questo lo so… ma non sta
nevicando.-
- Aspetto che nevica. Non ho mai
visto la neve che inizia a cadere. La vedo sempre un attimo
più tardi, quando
già cade regolare. Per una volta voglio stare qui, quando il
primo fiocco cadrà
sulla mia mano.- rispose lui sorridendo. Si voltò
leggermente verso di lei,
incontrando i suoi occhi. Le guance di Hermione erano rosse, ma questa
volta
era colpa del freddo. Lei sorrise, pensando che quel pensiero fosse
tanto
infantile, quanto estremamente dolce.
- Se vuoi ti tengo
compagnia…-
disse lei con un filo di voce. Lui alzò le spalle, tornando
a guardare il
cielo.
- Ehi, piccioncini! E' pronto il
pranzo!- urlò Nynphadora dalla porta di casa. Entrambi si
alzarono velocemente
e la raggiunsero.
- Malfoy, penso che ormai non
nevicherà più…-
Erano le sette del pomeriggio e
l'aria era decisamente più fredda. Draco e Hermione erano
tornati in giardino
dopo pranzo ed erano rimasti lì, in silenzio, ad aspettare
la neve.
Era buio, ma le luci nel giardino
davano un po' d'illuminazione.
- Arriverà,
fidati…- rispose
Draco.
- Comincia a fare freddo…-
disse
lei, battendo i denti. Lui la guardò per alcuni istanti,
infreddolita,
raggomitolata su se stessa.
- Torna dentro, io aspetto
fuori.- disse lui secco.
- Non ti lascio qui a congelare
da solo!- sbottò lei, indispettita.
- Stupida Grifondoro…-
bisbigliò
l'altro, togliendosi il giubbotto e passandolo alla ragazza.
- Ma sei matto? Vuoi morire
congelato?- sbraitò lei, contrariata.
- Copriti e chiudi il becco!-
rispose, continuando a guardare il cielo ormai scuro.
Hermione cominciò a
blaterare
qualcosa, ma Draco non l'ascoltava più, perché un
minuscolo fiocco di neve si
posò sulla punta del suo naso. Le sue labbra si spalancarono
dalla sorpresa,
mentre altri fiocchi più grandi cominciavano a scendere dal
cielo. Anche
Hermione si ammutolì, cominciando a godersi lo spettacolo.
- Magico…-
sussurrò Draco,
buttandosi con la schiena a terra, sulla neve bagnata. Stava morendo di
freddo,
ma non gli importava. La neve lo rilassava.
Quando la neve si
intensificò,
Hermione lo costrinse a tornare a casa e lo fece entrare nella camera
del
ragazzo.
- Sei uno stupido incosciente!
Sei diventato blu! Stavi congelando!- gli urlò contro lei,
afferrando una
coperta e coprendo il ragazzo, che intanto si era seduto sul letto.
- E' stato stupendo…-
sussurrò lui,
sorridendo.
Lei continuò a blaterare
offese,
ma ad un tratto una scatolina cadde dalla tasca del suo giacchetto.
- Cosa è?- chiese Draco,
prendendolo. Lei arrossì, bloccandosi di colpo. Draco
l'aprì e dentro c'era un
bracciale d'argento, con un piccolo serpente verde come pendente. Lo
fissò per
un po' per poi alzare lo sguardo verso di lei.
- E' per me?- chiese, divertito,
con un ghigno stampato sul volto. Hermione abbassò lo
sguardo.
- Mi sembrava che potesse
piacerti.- rispose lei, intimidita. Lui le porse il polso destro.
- Me lo metti?- chiese
sorridendo. La ragazza si avvicinò lentamente e prese il
bracciale, facendolo
passare intorno al suo polso. Lo chiuse delicatamente, sfiorando appena
la sua
mano gelida. Si allontanò subito, tornando a sistemarsi
dall'altra parte della
stanza. Draco guardò soddisfatto quel regalo, poi si
allungò a prendere
qualcosa nel cassetto del suo comodino. Lanciò ad Hermione
una scatola
allungata.
- Mi sa che abbiamo avuto un'idea
simile. Ammetto che mi vergognavo a dartela.- sorrise lui.
Scartò la scatolina
e dentro c'era una collana con una pietra ametista al centro. Lei ne
rimase
sorpresa.
- E'… è davvero
per me?- chiese
confusa. Draco annuì, alzandosi dal letto e raggiungendola
lentamente. Le disse
di voltarsi delicatamente e lei lo fece. Il biondo le alzò i
capelli,
spostandoli da una parte e prese la collana, passandogliela intorno al
collo.
Le sue mani si soffermarono su quella parte del collo che preferiva,
per poi
arrivare alla chiusura della collana. Lasciò liberi i
capelli e lei si voltò
verso di lui, con un debole sorriso.
- Buon Natale, Draco…-
sussurrò
Hermione con dolcezza.
- Buon Natale…
Hermione…- rispose
Draco, passando una mano sul collo della ragazza. Lei
rabbrividì a quel tocco.
Forse per la freddezza di quella mano, forse per il proprietario di
quel tocco
così leggero.
- Draco… cosa
stiamo…- provò a
dire lei.
- Ssh…- la interruppe lui,
delicatamente. Avvicinò lentamente il suo volto a quello di
lei e lasciò che le
sue labbra sfiorassero quelle di Hermione, con dolcezza… con
quel desiderio di
calore che la neve gli suscitava.
Hermione rimase stregata da quel
bacio così lieve e leggero, così…
puro. Si stupì che quella dolcezza potesse
provenire dalle stesse labbra che l'avevano offesa e umiliata per anni.
Draco
si allontanò da lei, quasi
scottato e lei scappò da quella stanza, chiudendosi nella
sua camera.
Spazio dell'autrice:
Ma ciaoo!!! Insomma??? Vi piace
questo capitolo natalizio??? Non so se si era capito, ma anche io, come
Draco, adoro la neve ( ed è piuttosto triste visto che vivo
a Roma e qui non nevica mai!!! Tranne l'anno scorso *.*
Neveeeeeeeeeeeeee)!!!
Vi è piaciuto il
capitolo???
Volevo sottolineare una cosa. Le
figure di Lucius e Narcissa sono un po' vaghe. Sembrano figure negative
per Draco ( e in effetti Lucius un po' lo è...). Volevo solo
specificare che so che nella realtà Draco è un
ragazzo viziato dai genitori che lo adorano: io sono la prima che
difende Lucius e Narcissa in situazioni normali. Il fatto è
che in questa storia mi servivano così, un po' cattivi e
assenti (di conseguenza OOC).
Cooomunque...
Che ne pensate di... questo bacino
*.*? Ihihih
Spero che commenterete il capitolo
come sempre :D Ringrazio chiunque legga la storia, dedicando quindi il
suo tempo alla lettura della mia fanfiction... ma ringrazio soprattutto
le persone che continuano a recensire ogni capitolo :D Grazie di
cuore!!!
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 22 *** .22. Weird ***
Il resto delle vacanze
natalizie
passò in totale tranquillità, nell'indifferenza
totale che regnava tra Draco e
Hermione. Si incrociavano per le scale, senza rivolgersi la parola;
partecipavano ai pasti, trovando argomenti interessantissimi da
discutere con
tutti, tranne che tra di loro.
Arrivò quindi
piuttosto
velocemente quel primo gennaio che sanciva la fine delle vacanze.
- Mi raccomando, Draco!
Questa
volta vedi di scrivermi!- aveva detto Andromeda al nipote, una volta
arrivati
alla stazione di King's Cross. Draco le sorrise debolmente, sapendo che
in
realtà non le avrebbe più scritto.
- Farò del mio
meglio, zia…-
rise sotto i baffi, cercando di sdrammatizzare. Salutò lei e
lo zio, prendendo
da parte sua cugina. Sapeva che sarebbe stata l'ultima volta che
l'avrebbe
vista, prima di una possibile "battaglia".
- Che c'è,
Draco?- chiese lei
confusa.
- Volevo solo
dirti…- provò a
dire lui. Cosa voleva dirle? Che stava per uccidere Silente, anche se
non
sapeva come, ma che comunque le voleva bene?
- Cosa?-
- Quello che volevo dirti
è…-
ritentò più sicuro, ma con un groppone alla gola
che gli impediva di parlare.
Sentì il fischio del treno che stava per partire, allora
decise di
abbracciarla, senza preavviso. Tonks rimase all'inizio ferma, sorpresa,
ma poi
sorrise, poggiando la testa sulla spalla del cugino.
Draco scappò di
corsa,
raggiungendo Hermione che stava salendo sul treno.
Imbarazzo. Silenzio.
Si fermarono davanti a uno
scompartimento vuoto e Draco ruppe quel digiuno di parole.
- Vai a cercare i tuoi
amici?
Posso restare da solo.- propose lui, aprendo la porta dello
scompartimento. La
voce era bassa e roca, come se avesse perso l'abilità di
parlare.
- Ehm… volevo
aspettare che
venisse a cercarmi Harry… non mi andava di
vedere… Ron. - rispose lei con un
filo di voce, per poi aggiungere velocemente - Però se vuoi
me ne vado!-
Draco alzò le
spalle.
- Come vuoi…-
disse, entrando
nello scompartimento. Lei sospirò profondamente, seguendolo.
Si sedettero il
più lontano
possibile l'uno dall'altra. Lui si mise a guardare il finestrino,
mentre lei
prese un libro dal suo baule.
Rimasero alcuni attimi in
silenzio, quando Hermione richiuse il libro, attirando l'attenzione del
biondo.
- Penso che dobbiamo
parlare…-
disse lei, seria. Draco rimase impassibile, non muovendo neanche un
millimetro
del suo corpo.
- Se ci tieni
tanto…- rispose
lui. La sua voce sorprese la ragazza, abituata ormai al suono di quel
silenzio.
- Quel… Quella
cosa… che è
successa tra noi…- iniziò lei, imbarazzata. Lui
alzò gli occhi al cielo, ma non
rispose. - Quella cosa… è…
strana…-
Draco la fissò
con attenzione,
in silenzio, cercando di nascondere al massimo le sue emozioni.
- Tu cosa pensi?- chiese
lei, un
po' in apprensione per il suo silenzio.
- Penso che chiacchieri
troppo…
- rispose lui con ostilità. Hermione si sedette di fronte a
lui e lo guardò
negli occhi.
- Ho passato delle
giornate
stupende con te… inspiegabilmente stupende,
aggiungerei… Però, concorderai con
me, che…- cominciò a dire lei.
- Non c'è
bisogno che mi fai il
discorsetto come se dovessi lasciarmi. Io e te non stiamo insieme.-
precisò
lui.
- Non ti
voglio…
"lasciare". Dico solo che quello che è successo è
strano. Non pensi?-
chiese lei con più forza.
- Ok, sì. E'
strano. E allora?-
chiese Draco, confuso.
- Allora niente. - non
aggiunse
altro, cominciando a torturarsi una ciocca di capelli.
- Allora abbiamo chiarito?
Non è
successo… niente.- precisò Draco, guardando fuori
il finestrino.
- Perfetto.-
annuì Hermione,
decisa.
- Ottimo…-
concluse lui, volendo
avere l'ultima parola. In quell'istante Harry entrò nel loro
scompartimento e
loro due si ammutolirono all'istante.
- Harry!- urlò
lei con voce
stridula abbracciandolo. Il moro si sedette vicino a Hermione e
sussurrò un
ciao al biondo, che invece rispose con un cenno di testa.
Draco si alzò
in quel momento,
prendendo il suo baule.
- Ora posso
andare… Ci vediamo a
scuola.- disse uscendo velocemente dallo scompartimento.
- Che gli è
preso?- chiese Harry
confuso. Hermione arrossì, alzando le spalle.
- Penso stesse aspettando
che tu
arrivassi per andarsene. Un gesto carino… beh,
sì… il farmi compagnia prima del
tuo arrivo.- rispose lei, imbarazzata.
-
Già… un gesto molto carino…-
ripetè lui, poco convinto.
- Mi dispiace che te ne
sei
andata.- cominciò Harry, serio.- Io… ho anche
litigato con Ron, per questo.-
- Harry, tu e Ron non
dovete
litigare a causa mia. Il problema è tra me e lui. Tu non
centri nulla.- disse
subito Hermione, scocciata.
- Sei la mia migliore
amica. Io
non sto dalla parte sua o tua… io sto dalla parte di chi
è nel giusto. E lui ha
sbagliato! Se lui ti fa soffrire, ai miei occhi non diventa diverso da
un
qualsiasi Serpeverde che ti prende in giro.- rispose Harry sicuro. La
ragazza
si fece sfuggire un sorriso timido.
- Grazie, Harry.- disse
lei, con
dolcezza.
- Detto questo…
mi presti il
libro di Trasfigurazione? Penso di essermelo dimenticato a Hogwarts e
come tu
ben sai non so neanche su cosa sarà il compito in classe di
lunedì.- disse lui
con un sorriso, imbarazzato e colpevole.
Hermione sorrise,
rassegnata.
Prese il libro dal suo baule e glielo passò.
- Sono i capitoli dal 9 al
13.
Dovrebbero essere segnati da un…- si bloccò
all'istante arrossendo di colpo.
Harry stava per aprire il libro, quando Hermione si buttò su
di lui per cercare
di prenderlo. Harry, spaventato, si alzò in piedi,
allontanandosi.
- Cosa c'è?-
chiese lui,
confuso. Aprì il libro dove c'era il segnalibro. Era nella
pagina iniziale del
capitolo nove. Lì per lì non notò
nulla di strano, fino a quando non notò cosa
era il "segnalibro". Prese in mano la strisciolina che conteneva tre
foto della sua migliore amica e Draco Malfoy. Stavano giocando o
scherzando…
fatto sta che in una di quelle foto Draco stava ridendo.
- Hermione Granger, cosa
significa questa cosa?!- chiese confuso lui, con un pizzico di isteria
nella
voce.
- Harry, non è
come sembra… gli
stavo facendo vedere come funzionava la macchinetta delle fototessere.-
provò a
spiegare lei.
- Neanche io e te abbiamo
delle
foto insieme solo noi due!- protestò il ragazzo.
- Harry, ti prometto che
faremo
delle foto.- rispose lei con un sorriso tirato.
- Ma non voglio le foto!
Voglio
solo non ritrovarmi tra nove mesi come "zio" dei tuoi figli ricci e
platinati!- si lamentò Harry, in fondo soddisfatto della sua
brillante battuta.
- Ma no! Io e lui non
abbiamo…
oh, Harry, come ti salta in mente una cosa del genere?- chiese Hermione
con
voce stridula.
- Tu… voi!
Nascondete qualcosa.-
disse Harry, indicandola in modo colpevole.
- No, Harry, te lo direi
se tra
me e lui ci fosse qualcosa!- rispose la ragazza, velocemente. - E
comunque,
cambiando argomento, hai trovato un modo per convincere Lumacorno a
darti il
ricordo che cerca Silente?- chiese lei, cambiando argomento.
- No…
però pensavo di farlo ora
che torniamo a Hogwarts. Da solo non mi vuole vedere, ma magari
insieme… Tu
puoi bussare alla porta del suo ufficio per parlare del compito di
martedì! Io
faccio finta di averti solo accompagnato, perché eri molto
in ansia! Hermione!
E' un'idea geniale!- urlò lui di gioia. Hermione
alzò un sopracciglio, poco
convinta.
- Se lo dici tu.- disse,
contenta di aver cambiato argomento.
- Comunque... per ora...
mi fido di te. Poi ne riparleremo... di te e Malfoy.- aggiunse Harry
subito dopo, arricciando leggermente il naso.
Arrivato a Hogwarts, Draco
si
diresse lentamente nella sala comune. La parola d'ordine era rimasta
invariata,
quindi non ebbe problemi. Quando entrò si ritrovò
davanti Blaise. Il moro gli
sorrise, sornione.
- Malfoy, che piacere
vederti.-
- Il piacere è
tutto tuo.-
rispose l'altro, sorpassandolo.
- Non ti sedere sugli
allori,
bello. Devi andare da Lumacorno per la punizione. Ti ricordi che mi hai
dato un
pugno? Io ci sono già andato.- disse Blaise, bloccandolo.
- Grazie
dell'informazione,
verme. Ne terrò conto.- andò a posare il baule in
camera. Salutò a malapena
Theodore e si diresse verso l'ufficio di Lumacorno.
- Stupido vecchio!-
sussurrò
Draco, prima di bussare alla porta del suo ufficio.
- Avanti!-
entrò lentamente e si
sorprese di vedere lì dentro anche Hermione e Harry.
- Oh, signor Malfoy! Il
signor
Zabini le ha comunicato che volevo vederla?- chiese, euforico di
vedermi.
Sembrava in difficoltà con gli altri due.
- Sì, Blaise mi
ha accennato che
riguardava la punizione.- disse il biondo atono.
- Esatto. La signorina
Granger
mi stava raccontando dei problemi che la pozione polisucco le sta dando
per il
compito di martedì. E allora ho pensato, perché
non discuterne con un ottimo
idromele? Doveva essere un regalo, ma ho cambiato idea alla fine.-
disse
sorridente, prendendo dalla sua dispensa un idromele incartato. Draco
si sedette
sul divanetto con Harry e Hermione e ricevette il bicchiere con una
punta di
insicurezza.
- Facciamo un bel brindisi
di
Buon Natale, anche se è passato. Buon Natale, ragazzi!-
disse il professore,
facendo il brindisi. Gli studenti si guardarono confusi, ma alzarono in
alto i
calici.
Draco si portò
il bicchiere
vicino alla bocca, ma storse il naso, quando sentì un odore
strano.
- Professore, potrei
chiederle
una cosa in privato, poi?- chiese Harry con titubanza, bloccando il
professore
prima che cominciasse a bere.
- Harry, prima gustiamoci
questo
momento di relax. Poi vediamo…- rispose Lumacorno, un po' in
difficoltà.
In quell'istante il
bicchiere di
Hermione cadde a terra e tutti si voltarono verso di lei. Il suo volto
era
diventato viola e sembrava non riuscire a respirare. Cadde a terra, con
il
corpo mosso da convulsioni. Draco fece cadere il bicchiere a terra,
preso dallo
spavento e si inginocchiò di fianco a Hermione.
- Hermione…- la
chiamò,
scuotendola. Harry gli fu accanto, preso dal panico, mentre Lumacorno
posava
sorpreso il bicchiere di idromele.
- Sembra avvelenata!-
urlò il
professore.
- Malfoy, va' a prendere
un
bezoar!- gli disse Harry con un ordine. Draco però era preso
dal panico e
continuava a sussurrare il nome della ragazza, continuando a scuoterla.
Harry
si alzò e velocemente prese il bezoar dalla dispensa e lo
mise nella bocca
della ragazza. La crisi sembrò bloccarsi e il professor
Lumacorno la prese in
braccio, correndo in infermeria.
In infermeria c'erano Ron
e
Harry, al capezzale di Hermione, insieme a una sfilza di professori che
si
interrogava sull'accaduto.
Draco era seduto a terra,
fuori
la porta dell'infermeria. Fissava il vuoto, con un galeone in mano. Il
galeone
che aveva stregato e che lo teneva in contatto con Madama Rosmerta, il
galeone
che non controllava da settimane e che recitava un messaggio vecchio di
giorni
che lui aveva letto solo in quell'istante: "Ho usato l'alga per
avvelenare
un idromele. L'ho dato a Lumacorno!". D'altronde gliel'aveva chiesto
lui
di darlo alla prima persona che le chiedesse consiglio su un regalo da
fare a
Silente. Le parole di Lumacorno dovevano avvertirlo: "Doveva essere un
regalo, ma ho cambiato idea alla fine.". Era stato stupido a non
pensare
di controllare il galeone, poteva avvelenarsi lui stesso con la sua
stessa
trappola. Aveva messo in pericolo un'altra vita innocente. La vita di
Hermione.
In quel momento Piton uscì dall'infermeria e Draco si
alzò in piedi, cercando
di nascondere l'espressione sconvolta.
- Professore, come sta,
Hermione?- gli chiese il ragazzo, non preoccupandosi di nascondere la
sua
curiosità. Il professore lo sbattè al muro.
- La ragazza è
viva per
miracolo. Draco io non tollero altre stupidaggini. Un altro errore e
sei fuori
dalla missione. Con tutte le conseguenze che ne derivano.- disse con
voce lenta e severa. Draco si allontanò da lui, cominciando
a scappare, spaventato.
- Ron! Ti cerco
da… che ci fai
qui?- chiese Lavanda, raggiungendo Ron in infermeria. Il rosso si mise
una mano
tra i capelli.
- Hermione è
stata avvelenata.-
rispose lui in difficoltà.
- Lo so, ma tu non
dovresti
stare qui comunque!- rispose Lavanda isterica.
- Lavanda, Hermione
è la mia
migliore amica! Non posso abbandonarla in un momento del genere!- disse
Ron a
tono. Harry si sorprese di quella risposta, ma ne rimase contento.
- Non è vero!
Tu la ami! E in
questo modo stai scegliendo lei!- gli urlò contro lei in
modo isterico.
- Lav, ci sono i
professori là
dietro… contieniti!- disse Ron, imbarazzato.
- Non hai negato!-
- Lav, non mi fare
scegliere tra
lei e te…-
- Perché
sceglieresti lei?-
chiese Lavanda, girando i tacchi e andandosene.
- Lavanda!- la
provò a chiamare
Ron.
- Lasciala
andare… dopo chiarirete… Hermione ora ha bisogno
di te.- si intromise Harry in un sussurro.
- Sì.-
annuì Ron, prendendo la mano
di Hermione.
- Ragazzi è
tardi… lasciate
riposare la signorina Granger.- disse Madama Chips, raggiungendoli. I
due
ragazzi fecero un po' di storie, ma poi uscirono insieme ai professori.
Saranno state le due di
notte,
quando Draco entrò di nascosto nell'infermeria. Hermione era
sdraiata nel terzo
letto a sinistra. Le si avvicinò e si sedette sulla sedia di
fianco. Le sfiorò
delicatamente la mano scoperta dal lenzuolo e la strinse forte.
- Mi dispiace…-
le sussurrò,
cominciando a osservare i suoi ricci crespi e ribelli morbidamente
appoggiati
al cuscino, illuminati dalla luce della luna che entrava dalla finestra.
- Non volevo farti del
male… -
le disse, prendendo la mano di lei con entrambe le sue. Lentamente
Hermione
aprì gli occhi, stanca e si sorprese di trovarlo
lì.
- Draco…-
sussurrò il suo nome,
mentre lui la guardava con attenzione.
- Stai bene?- le chiese
lui,
dolcemente, con un tono che stupì la ragazza.
- Mi gira la testa.- disse
lei,
provando ad alzarsi.
- Ferma…-
- Cosa mi è
successo?- chiese
debolmente.
- Sei… stata
avvelenata.
L'idromele… era avvelenato.- rispose Draco, impacciato.
- Voi… Voi
state tutti bene?-
chiese lei.
-
Sì… ti sei sentita male prima
che noi potessimo cominciare a bere. Potter… ti ha salvato
la vita. Ti ha dato
un bezoar.-
- Geniale…
è stato geniale… si è
ricordato gli effetti del bezoar! Allora quando vuole, sa applicarsi
nello
studio…- commentò Hermione, euforica.
- Hermione…
stavi morendo… non
c'è niente di geniale… o divertente…-
la riprese lui. Lei sorrise impercettibilmente.
- Perché ti
stai preoccupando
per me? Non mi dire che il grandissimo Malfoy cuore di pietra si
è affezionato
a una lurida mezzosangue…- disse lei con un ghigno stanco.
Draco sorrise.
- Non ti montare la testa,
stupida.- rispose, per poi riprendere a parlare. - Ora riposati. Io me
ne vado,
prima che Madama Chips si svegli e si accorga della mia presenza.-
Hermione gli strinse la
mano,
bloccandolo.
- Mi ha fatto piacere
vederti.-
ammise, sorridendo dolcemente. - Non avrei mai pensato di dirlo, ma
sì… mi ha
fatto piacere.-
- Sono contento che non tu
non
sia morta.- rispose lui, con un ghigno. - E neanche io avrei mai
pensato di
dirlo.-
Si allontanò da
lei, uscendo
silenziosamente dall'infermeria.
- E'
una cosa strana… ma piacevole...-
sussurrò Hermione tra sé, rigirandosi nel letto e
provando a riaddormentarsi.
Spazio dell'autrice:
Eccomi con un nuovo capitolo... Vi
informo che... mancano undici capitoli alla fine!!! (se non ho contato
male XD)
E' una cosa triste :(, anche
perchè penso di aggiornarli moooolto velocemente :D Ho mille
cose da fare XD Ho scoperto l'esistenza dei contest XD Mi sono iscritta
a sei di essi nel primo giorno di iscrizione al forum XD Sto scrivendo
all'impazzata storie su personaggi impossibili ( justSay, non mi
uccidere... sto scrivendo anche una Romione XD, ma non sono passata al
lato oscuro... sto solo sfidando la mia creatività XD)... e
in più, sto scrivendo un'altra storia bella lunga e tosta
come questa XD. Mi dispiace solo che per ora ho accantonato un'idea per
una Draco/Ginny che mi piaceva, ma ci sarà tempo anche per
quella XD. Tutto questo per dirvi??? Ah sì, che nonostante
devo scrivere un mucchio di cose, non mi dimenticherò di voi
e continuerò a pubblicare la storia con rapidità
e continuità come piace a voi xD
Vi dico già da adesso che
dovrei aggiornare massimo un giorno sì e uno no!
A presto!!!
Kiss
|
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Capitolo 23 *** .23. There's something ***
Le lezioni ricominciarono
troppo
velocemente per i gusti di alcuni studenti. I compiti in classe e le
infinite
ore di studio sembravano tormentare le vite di molti alunni,
già desiderosi
delle vacanze estive. Draco, forse, era il solo a non desiderare la
fine della
scuola. Cercava con tutto se stesso di allontanare quei mesi che
sancivano il
limite della fine della sua missione, anche perché era
ancora in alto mare. Si
aggirava sempre da solo per il castello, come un fantasma. Aveva
persino
rinunciato all'idea dell'armadio. Si era miseramente arreso. Theodore,
probabilmente, gli voleva stare vicino, ma Draco glielo impediva.
-Draco, io… lo so
che stai combinando qualcosa. Tu Sai
Chi ti ha dato una missione, giusto? Dimmi di cosa si tratta, ti prego,
così
posso aiutarti! Stai male, lo vedo, ti conosco. Sembri un fantasma!-
gli aveva
detto Theo una mattina prima di uscire dalla stanza per andare a fare
colazione
in Sala Grande.
- Vorrei parlartene, ma non
posso, Theo.- rispose Draco,
infilandosi l'uniforme.
- Ti fa male, non lo
capisci?Il tenerti tutto dentro… il
non poterti confidare con nessuno… Hai bisogno di qualcuno
con cui condividere
questo peso! E io posso essere questo qualcuno, lo sai che ti puoi
fidare di
me.-
- Lo so che mi posso fidare
di te. Ma… non voglio
metterti in mezzo, perché se dovessero scoprirmi, non posso
permettere che tu
venga in qualche modo messo in mezzo come mio complice!-
Quel giorno Draco stava
camminando velocemente per un corridoio, per raggiungere la Sala
Comune. Le
lezioni erano appena finite e la McGranitt lo aveva appena fermato per
dirgli
che se avesse continuato così, non avrebbe passato gli esami
di fine anno.
"Signor Malfoy, lei non si sta applicando quest'anno! E non lo penso
solo
io!" Bla bla bla… Si era allontanato velocemente dalla
"vecchia", innervosito e preoccupato che i professori potessero
sospettare qualcosa.
Draco non si accorse neanche
che, girando l'angolo, era andato a sbattere contro qualcuno.
- Ehi, stai attento a dove
vai,
Malfoy!- una ragazza alta e dai capelli castani lisci legati in un'alta
coda
gli parlò e lui sbiancò, riconoscendola.
- Katie Bell…-
sussurrò
impaurito. Lei lo guardò confuso.
- Katie! Sei tornata!- Draco
riconobbe la voce di Harry alle sue spalle. Intravide appena Ron e
Hermione al
suo fianco. Fece dietrofront e si allontanò, quasi correndo.
Improvvisamente il
nodo della cravatta era diventato stretto, se lo allentò
velocemente, finendo
per togliersi quell'indumento ormai inutile. Entrò nel bagno
del secondo piano
e si tolse anche il gilet di lana. Faceva stranamente caldo.
Aprì un rubinetto
e cominciò a sciacquarsi la faccia. Non capiva
perché la vista di Katie Bell
gli aveva fatto quell'impressione. Cominciò a respirare
pesantemente,
realizzando solo in quel momento forse il totale fallimento della sua
missione.
Aveva quasi ucciso due persone, vive per miracolo. Aveva trovato un
armadio che
non sapeva riparare e mancavano pochi mesi. Aveva coinvolto Madama
Rosmerta,
che alla fine di tutto sarebbe stata indagata per mesi! Aveva quasi
ucciso due
persone! Era tutto un fallimento… la missione, i suoi
tentativi… Tutto! Katie…
e Hermione gli parlavano… come se nulla fosse
successo… senza sapere che era
stato lui ad averle quasi uccise.
- Sono un
mostro…- sussurrò a se
stesso, accucciandosi ai piedi di quel lavandino. Cominciò a
piangere, senza
preoccuparsi di nascondere i singhiozzi.
- Draco…-
Si alzò
velocemente e puntò la
bacchetta nella direzione da cui veniva la voce. Theodore era davanti a
lui,
con le mani alzate in segno di resa.
- Sono solo io…-
- Che ci fai qui?- gli
chiese il
biondo con rabbia.
- Ho visto Pansy qui fuori e
mi
ha detto di averti visto entrare di corsa e le sembravi strano.-
rispose Theo,
avvicinandosi. - L'ho pietrificata, perché insisteva nel
voler entrare.-
Sorrise, aspettando una
risposta
da Draco.
Il biondo si
voltò verso il
lavandino e si guardò allo specchio. I capelli erano
spettinati e gli occhi
completamente rossi.
- Perché
piangevi?- chiese Theo.
- Sono un mostro, lo sai?-
rispose Draco, ricominciando a piangere.
- No che non lo
sei… Cosa ti è
successo?- si avvicinò, poggiando una mano sulla spalla
dell'amico.
- Ho quasi ucciso due
ragazze
che non centravano niente! E loro mi rivolgono la parola normalmente,
come se
io non fossi il loro quasi assassino…- riuscì a
dire tra i singhiozzi.
- Centri tu anche con la
storia
dell'idromele avvelenato?- chiese sorpreso l'altro. Draco
annuì.
- Sì, ma non
volevo avvelenare
Hermione… Io… io sto fallendo, Theo. E ho
paura… ogni giorno che si avvicina
alla fine della scuola è una condanna a morte per me e la
mia famiglia! Ho
paura, Theo…-
- Tranquillo,
Draco… Si
risolverà tutto… Chi volevi uccidere? Chi
è il tuo obiettivo? Io ti posso
aiutare… lo sai che lo farei.-
Draco alzò lo
sguardo verso di
lui, debole, vulnerabile. Forse Draco glielo avrebbe detto…
gli avrebbe detto
chi voleva uccidere, ma sentì un rumore di porta alle sue
spalle, che lo fece
bloccare.
Dalla porta entrò
la figura
esile di Hermione, che cercava di scrutare la situazione. Quando la
ragazza riconobbe
Draco, arrossì.
- Draco…-
sussurrò, sorpresa.
- Stanne fuori,
Granger…-
ringhiò Theodore. Draco lo fermò.
- Ci penso io…
Porta Pansy in
sala comune.- gli disse il biondo, asciugandosi le lacrime rimaste.
Theo uscì
dal bagno, lasciandoli soli.
Silenzio.
- Non volevo disturbarti.
Stavo
andando in biblioteca e ho sentito dei rumori.- disse lei, indicando la
porta.
- Ora che hai appurato che
non
stavamo facendo nulla di male, puoi anche tornartene dai tuoi
amichetti. Ho
visto che hai fatto pace con Weasley. Si starà preoccupando
per te.- sibilò
Draco con cattiveria, vulnerabile, scoperto, fragile.
- Perché stavi
piangendo?-
chiese la ragazza, avvicinandosi lentamente.
- Non sono affari tuoi,
Granger!
Vattene!- le urlò lui.
Hermione non lo
ascoltò,
raggiungendolo. Posò una mano delicatamente sulla sua
guancia.
- Cosa stai…?-
provò a chiedere
Draco, ma fu bloccato da lei che mise un dito sulle labbra del ragazzo.
Si alzò
in punta di piedi e posò la bocca su quella di lui. Draco
esitò per un istante,
non sapendo cosa fare. Sentì le mani di Hermione
intrecciarsi dietro la sua
nuca. Uno strano calore raggiunse il suo stomaco. Rispose al bacio,
prendendo
con foga la ragazza per i fianchi. Quel bacio fu decisamente
più passionale del
primo e, una volta separati, destabilizzò entrambi.
- E' il caso che me ne
vada… Fa…
fa un po' caldo qui dentro… non trovi?- disse Hermione,
cominciando a
sventolarsi con le mani. Draco rise impercettibilmente, tirando su con
il naso. Si asciugò ancora una volta gli occhi, anche se
ormai le lacrime non c'erano più.
- Sì, molto
caldo.- rispose lui,
avviandosi alla porta. - Vado io o vai te?-
- Vado io!- disse lei ad
alta
voce, aprendo di scatto la porta. Draco aspettò un paio di
secondi prima di
uscire. Ma una volta fuori, andò subito a sbattere contro il
corpo di Hermione,
impalato di fronte alla porta.
- Ma non dovevi andare?-
chiese,
divertito, ma cercando di risultare sgarbato. Notando il silenzio della
ragazza
che guardava fissò davanti a sé, capì
che c'era qualcosa che non andava. Draco
alzò lo sguardo e incrociò gli occhi confusi di
Harry e Ron.
- Oh…
ehm… ciao. Io penso che
andrò in Sala Comune.- disse il biondo, provando a scappare.
- Non così in
fretta, Malfoy!
Cosa stavate facendo voi due là dentro?- lo fermò
Ron per un braccio.
- Cosa stai insinuando? Sei
paranoico, Weasley. Ora lasciami andare!- Draco cercò lo
sguardo di Hermione,
che però stava ancora fissando Harry.
- Paranoico? Hai il gilet in
mano e la cravatta slacciata! Cosa dovrei pensare? Hai provato ad
abusare di
lei?- gli urlò ancora una volta il rosso. Draco
alzò un sopracciglio, notando
solo in quel momento che il suo abbigliamento trasandato poteva essere
frainteso.
- Abusare…
abusare di lei? Ma
sei matto?- chiese il biondo, spaventato dalla reazione dell'altro.
- Schifoso verme!-
Ron provò a dare
un pugno a
Draco che però si chinò a terra per evitare il
colpo. Punto nell'orgoglio, il
Serpeverde si alzò e gonfiò il petto per
fronteggiare il rosso.
- Io non ho abusato di lei.
Non
c'è niente tra me e la tua amichetta… ma anche se
fosse successo qualcosa, tu
non hai il diritto di comportarti come se tu avessi chissà
quale diritto su di
lei. Potter può… Potter c'è sempre
stato per lei… Non tu… Tu l'hai abbandonata
e l'hai fatta soffrire. Non hai il diritto di avere alcun potere
decisionale
nei suoi confronti.- disse Draco, prima di ricevere un sonoro pugno in
faccia e
svenire a terra.
Aprì gli occhi
poco dopo in
infermeria.
- Perché sto
sempre in
infermeria?- chiese a se stesso.
- Ti sta bene…-
osservò Harry
alla sua sinistra. Draco fece una smorfia, vedendolo. Diede una fugace
occhiata
alla sua destra, dove sapeva che Hermione era seduta.
- Sono svenuto dopo che mi
ha
dato il pugno?- chiese sorpreso il biondo. Harry rise.
- Beh, sì.
Ultimamente sembri
fatto di pastafrolla. Peccato per il tuo brillante discorso. Era
piuttosto
eroico… peccato per il finale.- disse il moro, ridendo sotto
i baffi.
- Dove è
Weasley?- chiese Draco
con rabbia. Hermione gli posò una mano sul braccio,
invitandolo a restare
calmo.
- Sta parlando con la
McGranitt perché
vuole metterlo in punizione.- rispose timidamente Hermione.
- Giustizia…-
sussurrò Draco
soddisfatto. Si alzò velocemente dal letto. - Vado da Madama
Chips a dirle che
esco dall'infermeria.-
Sparì rapidamente
dalla loro
visuale, lasciandoli soli.
- Hermione…-
provò a dire Harry,
ma lei lo bloccò.
- Aspetta, Harry…-
- No, Hermione…-
- Ti devo dire una
cosa…-
confessò Hermione, mordendosi un labbro.
- Cosa?-
- Penso… penso
che tra me e
Draco ci sia qualcosa. Qualcosa è… qualcosa
è già successo tra noi. Avevo
promesso che te l'avrei detto se fosse accaduto ed eccomi qui.
Però… non penso
di essere ancora pronta a parlartene.- disse lei velocemente. Harry
tacque,
portandosi una mano sulla fronte.
- Va bene…-
rispose lui,
semplicemente.
- Tutto qui? Non urli o non
mi
dici che mi odi e che non posso più essere vostra amica?-
chiese lei, in crisi.
- Non ti odio, Hermione. Non
posso… sei la mia migliore amica. Non condivido la tua
scelta. Penso che lui
stia tramando qualcosa e che tu alla fine ne rimarrai scottata. Ma io
devo
esserti vicino. Io voglio che tu sia felice. E se dovessi avere ragione
sul suo
conto… mi limiterò a starti vicino e a non
abbandonarti in nessun caso. E'
questo che fanno gli amici, no?- disse Harry, provando ad accennare a
un
sorriso, nonostante fosse visibilmente deluso.
- Ti voglio bene, Harry.-
sussurrò Hermione, imbarazzata.
-
Anche io.-
Spazio dell'autrice:
Eccomi qui come promesso :D
Allora? Vi piace? Che ne pensate
della reazione finale di Harry? Sinceramente io l'ho sempre immaginata
così. Hermione è la sua migliore amica e
l'accetterebbe sempre e comunque per me. O almeno io, per esperienza
personale, avrei fatto come lui XD Alla fine, lui più di
avvertirla non può fare niente. ihih
C'è un altro bacino
<3 ihih
Piccola spoiler per il prossimo
capitolo se vi interessa XD:
-[...]
Quindi ora, Draco… mostrami quel
braccio e ti lascerò in pace.- sussurrò Harry,
fissandolo negli occhi. Draco
rimase immobile, sostenendo il suo sguardo.
A presto!!!
Kiss
|
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Capitolo 24 *** .24. Harmonia nectere passus ***
Era passato un po' di tempo, ma le
insicurezze e le paure di Draco non erano passate.
Era una mattina di febbraio. Una
domenica. Nevicava, ma lui non stava nei giardini di Hogwarts a godersi
lo
spettacolo. Era chiuso nella Stanza delle Necessità. Seduto
a gambe incrociate,
la testa tra le mani. Sconsolato, aprì l'armadio, in cerca
di qualcosa di non
specifico. Accarezzò la superficie di legno dell'anta di
destra, quando ad un
tratto, sentì una parte in bassorilievo. Si
accucciò, per vedere cosa fosse.
Era un rettangolo, piuttosto piccolo, con una scritta.
- Harmonia…
Nectere… Passus…- lesse
ad alta voce, leggermente agitato.
- Cosa è? Un incantesimo?-
chiese a
se stesso. Prese velocemente la bacchetta e la puntò contro
l'armadio.
- Harmionia Nectere Passus!-
sussurrò in direzione dell'oggetto. Non cambiò
nulla, ma una vibrazione
percorse l'armadio. Draco corrugò la fronte, prendendo un
libro qualsiasi, tra
quell'insieme di roba usata che si trovava nella stanza. Lo mise dentro
l'armadio e lo chiuse dentro.
- Harmionia Nectere Passus…-
Un rumore impercettibile.
Aprì le
ante e il libro non c'era più. Sorrise, eccitato all'idea di
aver trovato la soluzione.
Richiuse tutto.
- Harmionia Nectere Passus…-
Nessun rumore. Aprì
l'armadio, ma
esso era ancora vuoto. Qualcosa era andato storto. Storse il naso
scoraggiato,
ma allo stesso momento motivato, perché era ad un passo
avanti rispetto a
quella mattina.
Uscì di corsa dalla Stanza
delle
Necessità, non tenendo conto di una cosa…
- Malfoy?- la voce di Harry lo fece
sobbalzare. Draco sbiancò.
- Potter.-
Era in compagnia di Ron ed entrambi
lo guardavano confusi.
- Che ci facevi nella Stanza delle
Necessità?- chiese Harry, inquisitorio.
- Non sono affari tuoi, Potter.-
- Sì che lo sono.-
- E perché mai? Solo tu la
puoi
utilizzare per fare le stupide riunioni del tuo…
"esercito"?-
Harry si bloccò, guardando
Ron per
un secondo.
- Ron, tu intanto vai. Io ti raggiungo
subito.-
- Cosa? Non ti lascio solo
con…-
provò a ribellarsi il rosso.
- Tranquillo, Ron… ho
bisogno che
tu vada…- ribadì il moro. Ron lanciò
uno sguardo pieno di odio a Draco. Questi
sostenne il suo sguardo.
- Bravo, Weasleyuccio. Vattene,
prima che decida di vendicarmi del tuo pugno. Ti conviene scappare,
prima che…-
disse il Serpeverde, irato, ma fu bloccato da Harry, che, con
un'occhiata lo
fece tacere. Il rosso si allontanò, sdegnato.
- Che c'è, Potter, vuoi fare
a
botte?- disse il biondo, scoppiando a ridere. Harry si
avvicinò minaccioso e lo
prese per il colletto della camicia, sbattendolo al muro.
- Senti, lurida serpe. Io so che tu
stai tramando qualcosa… non mi bevo le tue stupidaggini come
fa Hermione. Io
penso che tu sia stato "marchiato" questa estate. Penso che tu abbia
una missione. Penso che tu abbia quasi ucciso Katie Bell. Penso che tu
abbia
avvelenato Hermione. E penso che stia facendo qualcosa di losco dentro
alla
Stanza delle Necessità.- sibilò Harry con
cattiveria.
- Rimangono solo pensieri, senza
delle prove, Potter…- gli rispose Draco con un ghigno. Harry
lo sbattè con più
forza contro il muro.
- Fammi vedere il braccio
sinistro…
L'avevi fatto quest'estate, quando non avevi nulla da nascondere.
Fallo. Tirati
su la manica.- rispose il moro con rabbia.
- Perché ti importa tanto
adesso?
Sono mesi che lo sospetti! Perché fare questa scenata ora?-
chiese Draco,
curioso, cercando di risultare sicuro di sé.
- Mi importa dal momento in cui
è
nato qualcosa tra te e Hermione. Quindi ora, Draco… mostrami
quel braccio e ti
lascerò in pace.- sussurrò Harry, fissandolo
negli occhi. Draco rimase
immobile, sostenendo il suo sguardo.
Senza attendere altro tempo, Draco,
ancora saldo nella presa di Harry, mosse la mano destra verso il
polsino del braccio
sinistro. Il moro spalancò gli occhi a quella scena, il
fiato corto e l'ansia
che saliva. Il Serpeverde sbottonò i bottoni del polsino,
continuando a
guardare l'altro fisso negli occhi. Stava per tirare su la manica
quando una
voce li fece sobbalzare.
- Harry! Cosa stai facendo?-
Hermione si avvicinò ai due con passo spedito e si rivolse
al suo migliore
amico. Draco chiuse gli occhi e scaricò la tensione,
riabbottonandosi il
polsino della camicia. Harry si allontanò da Draco.
- E' una questione tra me e lui,
Hermione… stanne fuori!- sbraitò lui, innervosito
per aver perso
quell'occasione per sapere la verità. Lei sembrò
rimanerci male e indietreggiò
di qualche passo.
- Ho solo chiesto cosa stava
succedendo, Harry…- disse Hermione, con voce calma, per
cercare di
tranquillizzare l'amico. Harry abbassò lo sguardo e le
sorrise.
- Scusa, non dovevo prendermela con
te. Stavamo solo discutendo come al solito… Ora raggiungo
Ron… si starà
preoccupando.- senza dire altro, si voltò e si
incamminò verso le scale.
Draco e Hermione rimasero in
silenzio per alcuni istanti.
- Ehm… ciao…-
prese parola lui,
abbozzando a un sorriso imbarazzato.
- Ciao… ehm…
tutto ok?- chiese lei,
con voce timida.
- Sì… tu?-
- Tutto ok…-
- Bene…- Draco
provò ad
allontanarsi, ma lei lo fermò.
- Lo sai… Ron è
tornato con
Lavanda… Ora però mi accettano nel loro
rapporto… E Harry si è messo con
Ginny…
Sono così contenta per loro! Solo che…
beh… sabato prossimo è San Valentino…
e
c'è la gita a Hogsmead…
Però… non volevo stare con loro,
perché vorranno stare
con le loro ragazze… Quindi…
sì… insomma…-
- Mi stai chiedendo un appuntamento
per San Valentino?- la prese in giro Draco. Lei strinse tra le dita il
libro
che aveva in mano e colpì l'altro in testa.
- Non è un
appuntamento… E'… sì…
magari potresti tenermi compagnia, mentre Ron e Harry non ci
sono…- si corresse
Hermione, diventando completamente rossa.
- E' il modo più bizzarro
con il
quale una ragazza mi abbia chiesto un appuntamento…-
confessò Draco, ridendo.
- Non è un appuntamento!-
- Beh, in effetti non ho mai
ricevuto un invito per un appuntamento da una ragazza…-
- Non è un appuntamento!-
- Se non conto quello tuo quando mi
hai invitato alla festa di Lumacorno…-
- Non è un appuntamento!-
- Va bene… ma decido io dove
andare…-
Hermione stava per parlare ma si
bloccò, sbiancando.
- Ah… ok…
allora… ci vediamo
sabato…- rispose lei, imbarazzata.
- Penso che ci vedremo anche prima
di sabato…- rise lui, allontanandosi da lei.
Hermione lo guardò andar via.
- Ma che mi prende… Hermione
calmati…- rise lei tra sé, in un modo un po'
isterico.
- Ho paura, lo sai?-
sussurrò
Draco, guardando fisso davanti a sé. Un fantasma gli si
parò davanti con faccia
rattristita.
- Cos'altro ti è successo?-
chiese
Mirtilla Malcontenta, curiosa e preoccupata. Erano ormai settimane che,
ogni
sera, lui si rifugiava nel bagno del secondo piano per rimanere da solo
a
riflettere. Ma solo… non lo era mai stato. Sin da subito il
fantasma di quel
bagno lo aveva avvicinato e non ci volle molto per Draco,
affinchè Mirtilla diventasse
la sua valvola di sfogo. Parlare con lei, senza fare nomi o dare troppi
particolari, sembrava la cosa più semplice del mondo.
Qualcuno che lo
ascoltasse, senza essere giudicato. Qualcuno che lo consolasse.
- Lei… lei si sta
affezionando a
me. E non deve. Sono un mostro. Ho paura… di affezionarmi a
tal punto a lei, da
provare dolore quando lei non mi vorrà più, dopo
la missione. Qualcosa dentro
di me… sta cambiando e non riesco a controllarlo. Mi sveglio
la mattina con il
solo pensiero di poterla vedere, anche da lontano. E non so cosa stia
succedendo, perché fino a pochi mesi fa ci odiavamo, mentre
ora… sembriamo
necessitare l'uno dell'altra. E ho paura che Lui possa scoprire
qualcosa e
uccidere me e la mia famiglia… e lei.- confessò
Draco. "Lui" era
Voldemort, ma Mirtilla lo aveva ormai capito, dopo tutto quel tempo a
parlare
di quel "Lui" che gli aveva ordinato di fare una cosa orribile.
- E la missione come va?- chiese
Mirtilla, intimidita.
- Migliora, ma va a rilento. E
io…
non penso di farcela. Forse non voglio farlo. Anzi, sicuramente non
voglio
farlo, ma devo. Lo sai, Lui ucciderà mia madre e mio padre!
E io non
permetterei mai che facesse del male a loro.- rispose Draco, mordendosi
un
labbro. Si strinse le ginocchia al petto, raggomitolato vicino al
lavandino,
mentre il fantasma gli girava intorno.
- Non ce la faccio più.-
sussurrò a
se stesso, mentre la testa si chinava verso le ginocchia.
Un rumore li fece sobbalzare e
Mirtilla scomparve nel nulla, mentre Draco si alzò in piedi,
impugnando la bacchetta.
Dalla porta comparve Harry con la Mappa del Malandrino in mano.
- Che ci fai qui, Malfoy? Dovresti
essere a cena.- chiese il moro, inquisitorio, ma anche curioso.
- Sono andato al bagno. Posso?-
chiese, beffardo, Draco, abbassando la bacchetta.
- Ti ho sentito parlare? C'è
qualcuno qui?- chiese ancora l'altro, guardandosi attorno. - E poi
questo è il
bagno delle ragazze.-
- Andavo di fretta. Non mi sono
preoccupato se fosse il bagno delle ragazze. Tanto qui non ci viene mai
nessuno.- spiegò Draco, incamminandosi verso l'uscita.
- Comunque, ti cercavo.- lo
fermò
Harry, mettendosi davanti a lui. Il Serpeverde lo fissò con
attenzione.
- Dimmi.-
- Hai ragione, non ho prove contro
di te. E oggi mi avresti anche fatto vedere il braccio sinistro, se
Hermione
non fosse arrivata. Tutto mi dovrebbe far pensare che mi sbaglio su di
te. Ma
non ci riesco… non riesco a non sospettare di te. E
probabilmente io continuerò
a controllare il tuo nome sulla Mappa scomparire e ricomparire in
quella che ho
scoperto essere la Stanza delle Necessità.-
- Ehi, aspetta… Continui a
nominare
questa mappa. Di cosa parli?- chiese confuso Draco, ma Harry lo
bloccò.
- Non ha importanza. Io ho
raccontato a chiunque dei miei sospetti. A Ron e Hermione, a Lupin, al
signor
Weasley, a Piton persino e infine a Silente. E nessuno mi
crede… e… e questo mi
fa uscire matto, perché io sono così convinto che
tu stia tramando qualcosa. E'
così evidente! Come è possibile che nessuno lo
capisca? Però va bene, hai
ragione. I miei rimarranno solo sospetti, finchè il tempo
non mi dimostrerà che
avevo ragione. Ma io sono qui per chiederti una cosa. Anzi ti sto
pregando e
non lo farei se non ci tenessi sul serio. Ti prego…
Draco… ti prego, dimmi che,
anche se tu stessi tramando qualcosa, tu non stai prendendo in giro
Hermione.-
disse Harry, con amarezza.
Draco spalancò gli occhi,
sorpreso,
e abbassò lo sguardo.
- Non so a cosa tu ti stia
riferendo, Potter. Perché dovrei prenderla in giro?- chiese
lui, facendo finta
di non capire.
- Lo so, Draco… Hermione mi
ha
parlato di voi e so che a San Valentino uscirete insieme. E non mi
importa
nulla, sinceramente. E' una scelta di Hermione, tua anche…
non mia. Io posso
solo stare vicino alla mia migliore amica. Per questo sono qui. Il tuo
avvicinamento a Hermione… non è uno dei tuoi
loschi piani, vero? Non voglio
sapere nulla. Voglio solo che tu mi dica se è una falsa o
no. Perché lei si sta
affezionando a te e non si merita di stare male anche per te. - rispose
Harry,
serio. Occhi verdi contro occhi grigi. Un attimo. Draco si
ritirò da quel
contatto visivo e superò l'altro, avvicinandosi alla porta.
Si fermò prima di
uscire.
- Non sto tramando nulla, ma, anche
se lo stessi facendo, non prenderei in giro Hermione. Non
più… non ora che… tra
noi qualcosa è cambiato.- disse il biondo, prendendo parola.
- Grazie.- rispose, sollevato
Harry, mentre il biondo lo lasciava lì da solo.
Draco
non sarebbe più tornato da
Mirtilla. Gli dispiaceva, ma era troppo pericoloso. Potter e la sua
mappa
potevano scoprirlo e i suoi sfoghi potevano essere ascoltati.
Spazio dell'autrice:
Ciauu!!! Capitolo un po' di
transizione... sinceramente non mi fa impazzire XD
Scusate... scusate e scusate per la
banalità del modo in cui Draco scopre l'incantesimo
dell'armadio. Vi giuro... ho pensato a qualsiasi cosa, ma non mi
convinceva nulla. Ho anche chiesto consiglio al mio ragazzo, ma la sua
teoria è stata un po' macabra... non so, voleva fare
qualcosa con il sangue XD Alla fine ho scelto questo. L'incantesimo non
c'è nel libro, ma solo nel film... Draco
continuerà, come nel film, ha ripetere l'incantesimo fino a
che non funzionerà XD
Ecco la scena di Mirtilla che tutti
mi chiedevate XD E' diversa da quell'originale, ma volevo
mettere questo confronto tra Draco e Harry :) Nasce quindi questa...
pseudo-tregua tra i due. Harry smette di accanirsi sul suo essere
mangiamorte, anche se continua a esserne convinto. E' come se entrambi
sanno la verità, ma continuano a non accettarla, a non
volerla dire ad alta voce.
Hermione che invita Draco per il loro
primo... non appuntamento XD Che carina XD Vive l'amour! XD
Spero che vi piaccia il capitolo...
A presto!!!
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Capitolo 25 *** .25. It's not a date ***
- Hermione, non sei
costretta… sul
serio… Puoi venire con noi…- Ginny era seduta sul
letto di Hermione, con una
faccia rassegnata. Era il giorno di San Valentino e la riccia si stava
ancora
preparando.
- Ginny… non ti
preoccupare. Ho
passato l'estate e il Natale con Malfoy… non penso che un
giorno in più mi
ucciderà.- rispose Hermione, mentre si legava i capelli in
una coda alta. Prese
una spazzola e provò a districare il crespo che si era
concentrato nel ciuffo
dietro. Quando capì che non ce l'avrebbe fatta,
lanciò la spazzola sul letto,
non prendendo Ginny per miracolo.
- Va bene… dove andrete?-
chiese
la rossa, scettica. Non era decisamente d'accordo con quell'uscita, ma
non era
riuscita a convincere l'amica.
- Non lo so… ha detto che
deciderà
lui…- rispose Hermione, accennando a un sorriso.
- Hermione… sembri una
ragazzina
al primo appuntamento…- disse Ginny a metà tra il
divertito e lo sconsolato.
- Non è un appuntamento!-
rispose
la riccia, prendendo la giacca e la sciarpa. Sorrise all'amica, prima
di uscire
dalla stanza. Scese le scale della Sala Comune e salutò con
una mano Harry, Ron
e Lavanda, uscendo velocemente dal ritratto della Signora Grassa.
- Ma dove va Hermione?- chiese
Ron, confuso.
- Ehm… ha un
appuntamento…- rispose
Harry, vago.
- Davvero? Con chi? Perché
non mi
ha detto nulla? Sono suo amico!- protestò Ron.
- Ehm… non me l'ha detto
con chi…
so solo che esce con qualcuno…- disse il moro, mentendo al
suo migliore amico.
Sapeva benissimo dove Hermione stava andando… o meglio da
chi stava andando.
L'ingresso era già pieno di
coppiette che non vedevano l'ora di partire alla volta di Hogsmead. In
lontananza, Hermione vide i suoi migliori amici e le loro ragazze
scendere
dalle scale, ma non si avvicinò, rimanendo appoggiata alla
sua colonna. Doveva
ammetterlo. Una grande parte di lei aveva paura che Draco le desse
buca, per
prendersi gioco di lei.
La folla di ragazzi e ragazze si
mosse verso l'uscita del castello e Hermione vide la sua paura
realizzarsi
lentamente. Quando l'ingresso si svuotò, la ragazza sorrise,
rilassandosi
finalmente. Dall'altra parte della sala, Draco era poggiato su una
colonna,
come lei. Indossava un cappotto pesante, dal quale usciva appena il
collo alto
di un maglione. Hermione non potè non notare i jeans
babbani. Rimase immobile,
aspettando che lui si avvicinasse.
Draco si staccò subito
dalla
colonna e camminò verso di lei.
- Ciao…-
- Ciao… Dove andiamo?-
chiese la
ragazza curiosa. Draco sorrise, cominciando a camminare verso l'uscita
del
castello.
- Ora lo scoprirai.- rispose lui.
Lei sbuffò seguendolo. Fuori l'aria era gelida, ma
sopportabile. La neve era
ovunque e Hermione sapeva quanto Draco fosse felice di ciò.
- Come hanno preso i tuoi
amichetti la nostra uscita?- chiese Draco, curioso.
- Harry e Ginny sono contrari, ma
si sono arresi. Ron non lo sa.- rispose lei, camminando in modo
piuttosto
impacciato sulla neve.
- Hai paura che Weasley senior mi
dia un altro pugno in faccia? Guarda che sarei pronto questa
volta…- la prese
in giro lui.
- Non è per
questo… il rapporto
con Harry è diverso da quello con Ron. Con Ron ci sono
sempre state gelosie da
entrambe le parti… quasi morbose. E poi lui ti odia. Sapermi
insieme a te penso
che lo distruggerebbe. A Harry stai più simpatico,
dopotutto. Anche se non ti
sopporta, è sicuramente più disposto a un
rapporto civile con te, rispetto a un
anno fa.- rispose Hermione, guardandosi intorno.
- Perché non abbiamo preso
la
strada per andare a Hogsmead?- chiese lei, confusa.
- Perché non andiamo a
Hogsmead.-
rispose lui con semplicità.
- Oh…- osservò
la Grifondoro. Costeggiarono
la Foresta e scesero nella piccola valle che si affacciava sul lago.
Arrivati
in prossimità della riva, Draco si fermò e si
sedette a terra, sulla neve.
- Ci fermiamo qui?- chiese Hermione,
curiosa.
- Sì.- rispose
semplicemente lui.
La ragazza si sedette al suo
fianco, un po' confusa. Draco prese la bacchetta e fece comparire due
tazze
fumanti di cioccolato caldo. Lui la prese subito e sorrise soddisfatto
del suo
incantesimo. Lei lo guardò stupita, prendendo a sua volta la
sua tazza.
- Mi hai portato qui solo
perché
ti vergogni di portarmi a Hogsmead? Ti vergogni a farti vedere in giro
con me,
non è vero?- chiese lei, visibilmente delusa. Forse quella
consapevolezza
l'aveva ferita più di quanto pensasse.
- Non è vero che mi
vergogno. -
provò a difendersi Draco.
- L'hai detto anche quando ti ho
invitato alla festa di Lumacorno… "Sarebbe complicato da
spiegare"…
Lascia perdere…- Hermione si alzò velocemente da
terra e provò ad andarsene.
- Aspetta, Hermione! Non è
come
pensi!- disse Draco, riuscendo a fermarla.
- E come sarebbe?-
Il biondo abbassò lo
sguardo. Non
poteva certo dirle la verità, cioè che aveva
paura che si spargesse la voce e
che la notizia arrivasse a qualche Mangiamorte… a sua
zia… o peggio… al Signore
Oscuro. Era pur sempre la migliore amica di Potter. Aveva paura di
metterla in
mezzo con la sua missione.
- Non è che mi
vergogno… ma…
voglio godermi questa giornata con te e basta… senza occhi
indiscreti o
spiegazioni da dare…- rispose lui. Hermione lo
fissò per alcuni istanti, ma poi
si risedette al suo fianco, in silenzio. Sorseggiò un po' di
cioccolata.
- E' ottima…-
commentò, cambiando
argomento.
- Lo so… - rispose lui
divertito.
Posò la tazza a terra e si sdraiò lateralmente
sulla neve, fissando la ragazza.
- Perché mi guardi?- chiese
Hermione, scontrosa.
- Ti sei fatta carina per
me…-
osservò Draco, ridendo. Lei arrossì subito,
guardandolo male.
- Cosa? Non è vero!-
- Hai legato i capelli…
come
piacciono a me… E la collana… quella che ti ho
regalato. E… è trucco quello che
vedo sugli occhi?- chiese divertito, con il tentativo di prenderla in
giro.
- Anche tu hai il bracciale che ti
ho regalato… Vuol dire che ti sei fatto carino per me?-
chiese lei, saccente.
- Beh…
sì… Ho anche degli abiti
babbani per farti sentire a tuo agio…- disse lui, ridendo.
Hermione gli diede
una leggera spinta.
- Cretino…-
osservò, stringendo le
ginocchia al petto. - E comunque, "Mr scelgo io il posto", qui si
gela!-
Draco sbuffò, contrariato.
Prese
la bacchetta e accese un piccolo fuoco.
- Sempre a lamentarti! -
- Io non mi lamento…
è che avrei
preferito trovarmi ai Tre Manici di Scopa al calduccio…-
- Continui a lamentarti! -
Hermione sbuffò,
raggomitolandosi
su se stessa ancora di più. La tazza fumante di cioccolato
emanava un odore
forte, ma buono. Invitante.
- Non ci sai fare proprio con gli
appuntamenti… E' così che intrattieni il tuo
accompagnatore? Isolandoti e
pomiciando con la tazza di cioccolata?- chiese lui, prendendola in
giro. Lei
arrossì.
- Come ti devo far capire che non
è un appuntamento?- rispose lei, sospirando rassegnata.
Draco rise, avvicinandosi a lei.
Hermione arrossì, allontanandosi di scatto.
- Mi sono avvicinato al
fuoco…
Stai calma, bambina! - disse lui, ridendo sotto i baffi per la reazione
della
ragazza.
- Stupida serpe…-
sussurrò tra sé
lei, diventando rossa dalla vergogna. - Comunque… non che
questo sia un
appuntamento… però… tu come ti
comporteresti in un appuntamento con una
ragazza? - chiese lei curiosa. Lui sorrise, pensandoci su.
- Allora… Prima di tutto,
cercherei di stupirla… magari portandola in un posto
spettacolare che non si
aspetta…- iniziò Draco, sicuro di sé.
- Il Lago di Hogwarts non mi
sembra spettacolare…- commentò Hermione.
- Lo è, fidati…
ma comunque questo
non è un appuntamento, giusto?- chiese lui, divertito.
- Giusto… vai
avanti…-
- Sceglierei un posto isolato, per
potermi godere in pieno ogni attimo con la mia dama. Un posto
romantico.
Semplice. Poi la farei sentire a suo agio, con dolci e fuoco per
riscaldare
l'ambiente. Musica! Magari la nostra canzone…- rise lui,
divertito.
- Non abbiamo una "nostra
canzone"… Comunque…Poi?- chiese Hermione,
sorridendo appena.
- Cercherei di stupire la mia
donzella con alcuni trucchi da abile mago…-
- Tipo?-
Draco strinse di nascosto la
bacchetta in mano, mentre le dita dell'altra andarono a sfiorare il
collo di
Hermione, che rabbrividì a quel tocco. Per "magia", un fiore
apparve
nella mano del ragazzo, quella dietro al collo, e lo porse a Hermione,
che lo
guardava stupita.
- Ti sei esercitato negli
incantesimi non verbali? Anche io riesco a farne molti!-
commentò lei
entusiasta. Draco rise, portando la mano nei capelli.
- In questo momento la mia dama
avrebbe dovuto essere sorpresa per il fiore, non perché sono
stato bravo a fare
i miei compiti a casa.-
Hermione arrossì e rise
imbarazzata. - Va' avanti…-
- Poi… l'avrei fatta
sentire
speciale, facendole dei complimenti. Le avrei detto che per me
è la ragazza più
dolce e incantevole che io abbia mai visto. Le avrei detto che il suo
solo
sorriso timido riesce a scaldarmi in questa giornata gelida. Le avrei
sussurrato che adoro il suo modo tenero di bere la cioccolata
calda…- Draco
deglutì, arrossendo appena, sorrise di nuovo, per mantenere
il suo modo
spavaldo. Hermione lo fissava, completamente rossa in viso, con la
bocca
semiaperta dallo stupore.
- Hai fatto così anche con
Pansy?
Al vostro primo appuntamento? Stavate insieme, no?- chiese Hermione,
ancora
curiosa, riprendendosi dallo shock momentaneo. Draco ci
pensò un attimo.
- Non ho avuto un primo
appuntamento con Pansy. Siamo andati al Ballo del Ceppo insieme.
Abbiamo
ballato tutta la sera… non lo chiamerei appuntamento. Ci
siamo messi insieme
verso la fine dell'anno scorso, le uscite a Hogsmead erano state
proibite dalla
Umbridge. E quest'anno ci siamo lasciati quasi subito.
Quindi… no… non ho fatto
così con Pansy. Questo a dire la verità sarebbe
il mio primo appuntamento vero.
Anche se questo non è un appuntamento, giusto?- la prese in
giro alla fine,
ridendo appena. Hermione lo guardava imbambolata, seguendo ogni sua
parola. Che
le prendeva? Da quando si sentiva in quel modo in presenza di Malfoy?
Si
ricompose, scuotendo forte la testa.
-Non è un
appuntamento… E
comunque, penso sia ora di andare. Il sole sta per tramontare e qualche
studente potrebbe tornare già dalla gita.-
osservò la ragazza, provando ad
alzarsi.
- Aspetta… non ho finito
con la
descrizione del mio appuntamento ideale.- la interruppe Draco,
facendola
accomodare bene sulla neve.
- Ti dico io come va a finire. La
ragazza si stanca delle tue moine e ti molla un bel pugno in faccia.
Che ne
pensi?- rispose lei, con un ghigno divertito.
- Dopo averla fatta sentire
speciale, la guardo dritta negli occhi e le chiedo di voltarsi verso
destra, in
direzione dell'orizzonte. Con voce profonda e sensuale le dico di
guardare
quanto sia bello il tramonto.-
Hermione si voltò verso
destra e
rimase a bocca aperta, osservando come il sole cominciasse a sfiorare
delicatamente la superficie dell'acqua ghiacciata del Lago. Quella luce
rossastra creava incredibili giochi di colori con il bianco della neve.
- Sei ancora convinta che questo
posto non sia spettacolare?- chiese Draco al suo orecchio, con un
soffio
leggero, che le fece venire i brividi. Hermione non rispose,
lasciandosi andare
a un sorriso dolce, mentre rimaneva rapita dalla bellezza di quel
paesaggio.
- Non c'è bisogno che mi
accompagni fino alla Sala Comune…- osservò
Hermione radiosa. Erano appena
rientrati dal portone di ingresso. Draco alzò le spalle.
- Tranquilla, non mi crea
disturbo.-
- Non vorrei che qualcuno ci
vedesse. Preferirei godermi questo momento, senza dover dare
spiegazioni a
nessuno.- disse lei, riprendendo le parole usate da lui in precedenza.
- Correrò il rischio.-
rispose
l'altro con un sorriso. Si avviarono verso le scale, quando Draco si
bloccò di
scatto, fissando l'ingresso dei sotterranei. C'era Theodore. Serio,
come non lo
aveva mai visto. Parlava con qualcuno. Un "qualcuno" che non doveva
parlare con Theo. Non aveva alcun senso che Severus Piton e Theodore
Nott si
vedessero di nascosto per parlare, all'oscuro di Draco.
Scosse la testa e seguì
Hermione
per le scale. Arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa, che
si era
appisolata un secondo.
- Grazie per questo… bel
pomeriggio.- disse la ragazza, imbarazzata.
- E' stato piacevole…-
commentò
lui, abbozzando un sorriso timido.
- Già…
piacevole…-
Hermione stava per voltarsi,
quando la mano di Draco la bloccò.
- Questo non è un
appuntamento.
Ma… vuoi sapere come sarebbe finito, in caso lo fosse
stato?- chiese lui,
arrossendo appena, anche se non fu notato dalla ragazza.
Hermione annuì debolmente.
- Beh… le avrei detto che
sono
stato benissimo con lei… le avrei confessato che non mi
sentivo così da troppo
tempo… che non mi ero mai comportato in questo modo
così stupido, come uno
sciocco scolaretto al primo appuntamento.- disse Draco, deglutendo
vistosamente. - Mi sarei avvicinato a lei… e l'avrei
baciata…-
Sussurrò le ultime parole,
prima
di fare fisicamente ciò che aveva appena descritto. Le loro
labbra si
sfiorarono appena, ma una scarica di adrenalina percorse entrambi come
pura
elettricità.
- Comunque ce l'abbiamo una
"nostra canzone"…- commentò Draco, sfiorando di
proposito le labbra
di lei, riprendendo il discorso che avevano fatto al lago.
- Quale?- sussurrò
debolmente
Hermione.
- "Just the way you
are"…- rispose, allontanandosi con un largo sorriso.
Indietreggiò,
divertito.
- Allora sei tu che mi hai rubato
il lettore cd!- sbraitò lei, facendo finta di arrabbiarsi.
Draco rise, dandole le
spalle e alzando la mano per salutarla.
- Ci vediamo in giro,
Hermione…-
le disse, mentre si dirigeva verso le scale.
- Ciao, Draco…-
sussurrò Hermione,
osservandolo andar via con un sorriso stampato in volto.
Non
sapeva che dall'altra parte
del corridoio, Harry e Ginny avevano assistito a tutta la scena.
Spazio dell'autrice:
Holaaaaa!!! Oggi mi sento
spagnoleggiante! Sto facendo un corso online di spagnolo XD Ok... a
parte queste sciocchezze... Ecco il nuovo capitolo!!!! Con la famosa
uscita di San Valentino... vi è piaciuta?? XD Per me
è molto carina :D Un momento tenero tra Draco e Hermione ci
vuole!!!! XD
A presto!!!!
Kiss
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Capitolo 26 *** .26. Friends go... Friends stay... ***
- Hermione!- Ginny non ce la fece
a trattenersi e chiamò con stupore l'amica. La riccia si
voltò, completamente
rossa in viso.
- Ginny! Harry! Che ci fate qui?
Siete già tornati?- chiese Hermione, imbarazzata. Gli altri
due la raggiunsero.
La rossa era sconvolta.
- Cosa voleva dire quella scena?
Perché ti ha baciato?- chiese Ginny, alzando la voce.
- Ginny, non è come
credi…- provò
a dire la riccia, agitata.
- Non è come credi?
Stavate
ridendo e scherzando… lui ti ha baciato e tu gli hai
sorriso! Cosa vuol dire?
State insieme? Vi frequentate?- la giovane Weasley non ci vedeva
più dalla
rabbia. Harry, al suo fianco, era rimasto in silenzio. Guardava il
pavimento
con sguardo vuoto e assente.
- Noi… Ginny, è
complicato da
spiegare… Io e Draco abbiamo cominciato a…
sopportarci… ed è stato tutto
così…-
- Tu e Draco? Da quando lo chiami
per nome? Hermione, lui ti sta solo usando! Avrà un doppio
fine! Lui è una
serpe! E tu sei caduta nella sua trappola come una stupida! Proprio ora
che
avevi fatto pace con Ron… lo sai lui come la
prenderà? Ron è sempre stato
innamorato di te! Sta con Lavanda solo per farti ingelosire! Ancora non
lo hai
capito? Lui si è rimesso con Lavanda solo perché
ne sembravi gelosa e lui è
convinto che vi metterete insieme alla fine di tutto questo! Mentre tu
che fai?
Te la spassi con una schifosa serpe alle sue spalle? Non se lo merita!
Mio
fratello ti ha sempre amato e non si merita tutto questo!-
sputò fuori Ginny
tutto di un fiato. Hermione rimase scottata dalle sue parole. La sua
testa
girava ancora intorno alle parole "Ron è sempre stato
innamorato di
te".
- Ginny, calmati. Non puoi dare
tutta la colpa a Hermione. Anche se Ron voleva farla ingelosire, non
vuol dire
che lui poteva avere il diritto di trattarla come l'ha trattata. -
intervenne
Harry, dopo quel lungo silenzio. Le due ragazze si voltarono verso di
lui, come
se avessero notato la sua presenza solo in quel momento.
- Cosa ti prende, Harry? Abbiamo
passato tutto il pomeriggio ieri a parlare di quanto non sopportassi
Malfoy. Mi
hai detto che sta tramando qualcosa di losco nella Stanza delle
Necessità, che
l'hai visto uscire da lì!
E ora non
mostri alcuna emozione all'idea che la tua migliore amica si frequenti
con quel
mostro?- chiese Ginny, confusa. Poi sbiancò, capendo al volo
il silenzio del
suo ragazzo. - Tu lo sapevi…- sussurrò. - Come
puoi guardare ancora in faccia
me e mio fratello?-
- Ginny…- provò
a chiamarla
Harry, ma lei si allontanò da lui, entrando in Sala Comune
attraverso il
ritratto.
- Lo dirà a Ron, vero?-
sussurrò
Hermione, sedendosi a terra, cominciando a piangere.
- Probabilmente.- rispose
l'altro, posizionandosi al suo fianco.
- Non dovevi litigare con lei,
per me… Ci hai messo tanto a conquistarla…- disse
la ragazza tra un singhiozzo
e l'altro.
- Se mi ama, capirà. Tu
sei
importante per me. - sorrise lui, stringendole la mano.
- Hai… hai davvero visto
Draco
uscire dalla Stanza delle Necessità? Hai… hai
delle prove che stesse facendo
qualcosa di losco?- chiese Hermione, asciugandosi alcune lacrime.
- Non ho delle prove. Ma l'ho
visto uscire da lì. E' una mia supposizione, ma lui ha
sviato le mie domande. -
commentò Harry.
- Non è un cattivo
ragazzo…-
disse subito lei a bassa voce. - Draco… non è
cattivo. E' cresciuto in una
famiglia particolare… La madre non gli ha mai dimostrato
affetto… Il padre è un
folle che corre dietro alle teorie di un pazzo… e Draco
è cresciuto con
l'intento di assecondare al massimo i suoi genitori. Quando
è con Ted, Andromeda
e Tonks… è diverso. Se fosse cresciuto con loro e
non con Lucius e Narcissa,
adesso sarebbe stato meno arrogante e presuntuoso. Sarebbe stato
più… il Draco
che abbiamo conosciuto quest'estate. Non è un cattivo
ragazzo, anche se vuole
apparire come tale.-
- Lo so… non ho mai
pensato che
fosse cattivo. Ha fatto solo… delle scelte sbagliate.-
- Già… - lei sospirò
rumorosamente - Penso che ci
tenga a me. Forse è presuntuoso da parte mia, ma penso si
sia affezionato a me,
da quest'estate. Penso che abbia cambiato idea su di me… sul
mio sangue, come
io ho cambiato idea su di lui. -
- Lo penso anche io…-
commentò
Harry. Ed era vero. Lui pensava sul serio che Draco fosse un bravo
ragazzo,
pensava sul serio che gli piacesse Hermione. E era convinto che Draco
lo
considerasse come una figura amica, come aveva imparato a fare lui
stesso nei
suoi confronti. Se a volte risultava pesante e inquisitorio nei
confronti del
biondo, era solo perché aveva paura che potesse aver fatto
la scelta sbagliata,
che si fosse messo in un guaio più grande di lui. Aveva
paura che dopo che sia
lui che Hermione si erano affezionati a Draco, questi potesse essere
passato
dalla "parte sbagliata".
- Pensavo che il fatto che Ron mi
amasse mi avrebbe fatto più piacere. Perché non
sono contenta?- chiese Hermione
all'amico.
- Non sei contenta dal momento
che ti stai innamorando di Draco.- rispose Harry con un sorriso debole.
- E tu… tu mi starai
vicino anche
se non sei d'accordo su me e Draco?- sussurrò lei,
ricominciando a piangere.
- Sempre… Non ti
lascerò mai da
sola, Hermione… anche se questo voglia dire andare contro
Ron, Ginny o farmi
piacere l'idea di voi due insieme.- rispose Harry, abbracciando
l'amica. In
quel momento, sperò con tutto il suo cuore di sbagliarsi sul
conto di Draco.
- Hey, Draco! Come è
andata la
gita?- chiese Theodore, una volta che il biondo tornò in
camera. Draco lo
guardò sospettoso.
- Non sono andato a Hogsmead.
Sono andato al Lago…- rispose vago.
- Ah sì? Da solo?- chiese
Theo,
curioso.
- No, con una ragazza. -
- Con chi?-
- Non sono affari tuoi.-
- Ehi! Calmati, amico… era
per
curiosità.-
Theodore lo guardò
confuso. Non
era mai stato così brusco e scostante con lui.
- Tu che hai fatto, Theo, oggi
pomeriggio?- chiese il biondo all'improvviso.
- Stavo poco bene, come ti ho
detto. Quindi sono rimasto tutto il tempo in camera.- rispose con
nonchalance.
- E non sei uscito per nulla?
Neanche per fare quattro chiacchiere con qualcuno? - chiese ancora
Draco, con
fare sospetto.
- Tutto il tempo a letto…
e al
bagno, un paio di volte. E poi con chi vuoi che parli? Sei il mio unico
amico!-
sorrise Theo.
Draco lo fissò con
stupore.
Theodore non gli aveva detto nulla della chiacchierata con Piton e
questo era
strano. Si dicevano sempre tutto. Non gli aveva mai mentito…
o almeno così
pensava.
- Ti ho visto…-
confessò Draco,
non riuscendo più a trattenersi.
- Come scusa?- chiese Theo,
confuso.
- Ti ho visto parlare con il
professor Piton. Perché non me l'hai detto? Hai qualcosa da
nascondermi?-
chiese, con un misto di rabbia e curiosità nella voce.
Theodore lo fissò in
silenzio.
Draco lo vide sbiancare, ma poi l'amico cominciò a ridere.
- Calmati, Dra! Mi ero solo
scordato! Uno stupido primino mi è venuto a chiamare e mi ha
detto che Piton mi
voleva vedere per parlare del compito che abbiamo fatto ieri. Ho
praticamente
toppato tutto, mi ha detto, però vuole alzarmi un po' il
voto. Sai, i soliti
favoritismi. - si difese il moro, ridendo. Draco era serio e lo
guardava con
sdegno.
- Eri serissimo, Theo. Non ti ho
mai visto così! Non è per un compito! -
sbraitò il biondo, cominciando a
togliersi il giubbotto. - Tu mi nascondi qualcosa! Cosa stai
architettando con
Piton?-
Theodore si fece preoccupato, ma
cercò di nascondere quell'espressione con un sorriso.
- Draco, non ti nascondo nulla.
E' la verità! Sei il mio migliore amico! Non potrei mai
mentirti.-
Draco non gli rispose, prendendo
un libro dalla sua libreria.
- Non ho più intenzione di
parlarne.- rispose il biondo, dopo che si sdraiò sul letto a
leggere.
- Draco, ti prego
parliamone… Io
ti conosco… Ora tu ti chiuderai a riccio su te stesso e non
mi rivolgerai più
la parola! Ma è una cosa sciocca, perché io non
ho fatto nulla! - protestò
Theodore, avvicinandosi all'amico. Draco non alzò lo sguardo
dal libro e fece
finta che le parole del moro non gli fossero arrivate.
- Draco, per favore…-
riprovò
Theo, senza successo. Gli tolse il libro dalle mani, forzandolo a
guardarlo
negli occhi. Draco si alzò dal letto di scatto.
- Andiamo in Sala Grande. Ho
fame.- disse con secchezza il biondo, uscendo dalla stanza. Theodore si
mise le
mani nei capelli e lo seguì poco dopo.
Draco e Theodore stavano
camminando in silenzio verso la Sala Grande, quando furono bloccati da
una voce
femminile.
- Draco!- era la voce di
Hermione. Il biondo si voltò subito e si lasciò
sfuggire un sorriso quando la
vide scendere le scale di corsa, in un modo un po' goffo.
- Granger… che hai fatto
agli
occhi? Qualcuno ti ha picchiato?- chiese con un ghigno Theodore.
Hermione intuì
che aveva del trucco sciolto sotto gli occhi, dopo il pianto di poco
prima, e
cercò di pulirsi.
- Nott, non è gradita la
tua
presenza. Puoi anche andartene. - rispose Draco serio.
- Nott? Adesso siamo passati al
cognome? Andiamo, Draco!- disse Theo esasperato. L'altro non gli
rispose e il
moro decise di andarsene, senza attendere che l'altro glielo
richiedesse.
- Hai pianto?- chiese Draco, una
volta solo con Hermione.
- Non è importante. Ho
discusso
con Ginny, perché prima ci ha visto insieme. Lei e Ron non
vorranno più vedere
né me né Harry, ma non è questo quello
che volevo chiederti…-
- Potter? Perché ce
l'hanno anche
con lui?- chiese curioso lui.
- Mi ha difeso… ma volevo
chiederti una cosa…- continuò Hermione, seria.
- Allora, dimmi…- rispose
Draco,
confuso.
- Harry mi ha detto che ti ha visto
uscire dalla Stanza delle Necessità… Cosa stavi
facendo lì?- chiese lei, d'un
fiato.
Draco rimase a guardarla, serio,
per alcuni istanti.
- A volte la biblioteca è
troppo
affollata. Mi piace stare da solo a studiare o a leggere. - sorrise lui
debolmente.
Hermione sospirò di sollievo.
- Sul serio?-
- Certo.-
Lei si liberò in un dolce
sorriso.
- Ero sicura che non stessi
facendo nulla di losco…- disse la ragazza, abbracciandolo di
slancio. Si
separarono subito, imbarazzati.
- Che scena commovente…-
la voce
di Ron li fece sobbalzare. Il rosso scese le scale in compagnia della
sorella.
- Ormai non vi preoccupate neanche di tenere la vostra storia nascosta?
Patetico.-
- Ron…-
sussurrò Hermione,
sorpresa, colpevole. Draco le si mise davanti, fronteggiando il rosso.
- Penso che tu e la tua adorata
sorellina possiate andarvene, finchè potete. Non vorrei
dover sfigurare il tuo
dolce faccino da schiaffi, rosso.- disse, rivolgendosi a Ron. L'altro
scoppiò a
ridere.
- Che dolce… la difende
anche…
Voglio proprio vedere quanto durerà questa finta,
Malfoy… Voglio proprio vedere
quando scoprirà che la stai prendendo in giro…
perché io non starò lì ad
asciugare le sue lacrime… voglio proprio vedere…-
disse Ron con rabbia.
- Spera che la tua stupida
sorella non debba asciugare le tue di lacrime…- rispose
Draco con un ghigno.
Ron stava per rispondere, quando Ginny lo prese per la manica e lo
trascinò
verso la Sala Grande. Draco rise, osservando quella scena. Si
voltò verso
Hermione, che stava asciugando alcune lacrime.
- Smettila di piangere… ti
eri
truccata tanto bene per far colpo su di me…- la prese in
giro lui bonariamente,
accarezzandole appena la guancia. Lei sorrise debolmente.
-
Grazie…- sussurrò la ragazza,
con gli occhi lucidi. Draco le sorrise ed entrò in Sala
Grande.
Spazio dell'autrice:
New chapter for you!!!
Ecco un nuovo travolgente (?) capitolo XD Ho deciso di
dedicarlo interamente ai chiarimenti. Da una parte abbiamo Hermione che
perde Ginny e Ron e dall'altra Draco perde fiducia in Theo, pur non
conoscendo a pieno la situazione. Entrambi però hanno
Harry!!!! Viva Harry!!! XD
Nel prossimo capitolo ci
sarà un salto di tempo di UN MESE!!! XD Cosa sarà
successo ai nostri personaggi? Draco e Hermione staranno insieme
ufficialmente? Ron e Ginny saranno ancora ostili? Theo si
sarà fatto perdonare? E Harry, come si
comporterà? Posso solo dirvi che sarà un capitolo
piuttosto divertente :D
Detto questo, volevo ringraziare
ancora una volta i miei fedeli lettori e i nuovi :D
A tal proposito volevo dedicare il
capitolo a una mia cara amica, Arianna!!! Ha cominciato da poco a
leggere la mia storia, anche perchè è sempre la
prima a spronarmi nella mia carriera da scrittrice (?). Un bacino a
lei, sperando che non si stanchi subito della storia e riesca ad
arrivare fino a qui a leggere la mia dedica <3
A presto!!!!
Kiss
|
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Capitolo 27 *** .27. One month ***
- Pensi che qualcuno ci veda qui?-
- No…
Siamo piuttosto isolati dal mondo…-
- Non
vorrei dare più spiegazioni di quelle che devo
già dare…-
- Perché
mi hai fatto venire qui?-
- Volevo
chiederti una cosa…-
- Spara…-
- Secondo
te, io e Hermione stiamo insieme?-
Harry
guardò Draco in modo confuso. Il biondo l'aveva trascinato
via da un corridoio
e l'aveva portato nel giardino di Hogwarts, all'entrata della Foresta
Proibita.
Erano nascosti dietro ad alcuni alberi.
- Cosa?-
chiese con voce stridula il moro.
- Secondo
te, io e Hermione stiamo insieme?- ripetè il biondo,
imbarazzato.
- Mi sento
un po' a disagio adesso…- commentò Harry,
guardandosi intorno. Draco attirò la
sua attenzione con uno schiocco di dita.
- Io… non
so come comportarmi. Ci siamo baciati tre volte… abbiamo
avuto un appuntamento…
Lei ha litigato con i suoi amici per colpa mia… Quando ci
incontriamo ci
sorridiamo, ci guardiamo. Cosa è tutto questo? Stiamo
insieme? - disse il
biondo tutto di un fiato.
- Perché
lo chiedi a me? Noi due non ci sopportiamo, ricordi? Io penso che tu
sia un
Mangiamorte e tu mi consideri un deficiente sfregiato… Non
parliamo di queste
cose…- rispose Harry, in difficoltà.
- Tu sei
suo amico… Cosa pensa lei di… noi? Si considera
sentimentalmente impegnata con
me? Io… non sono esperto in queste cose. Sono stato
fidanzato solo con Pansy e
con lei è stato un semplice: "Perché non ci
mettiamo insieme?",
"Va bene".- disse Draco, preoccupato.
- Quale
parte del mio discorso non hai capito? "Mangiamorte" o
"Deficiente sfregiato"?- chiese Harry, curioso.
- Potter…-
- Chiedi
aiuto a Nott! Non siete amici?- chiese ancora il moro, interrompendolo.
Draco
si irrigidì.
- Non ci
parliamo più.-
- Avete
litigato?-
- Io sì,
lui no. Ma non è questo il punto…-
- Mi stai
dicendo che, dopo un mese che siete usciti a San Valentino, tu e
Hermione ancora
non avete chiarito se state insieme o meno?- continuò Harry
a fare domande.
- Non
abbiamo praticamente più parlato…- si difese
Draco, a bassa voce.
- E perché
stai facendo queste domande a me e non a lei?- continuò
l'altro, confuso.
- Io… -
Harry
scoppiò a ridere.
- Ti
vergogni, povero cucciolo…-
- Non mi
vergogno! Pensavo solo che potessi… indagare tu. In
incognito. - rispose Draco,
arrossendo.
Il moro
sbuffò rumorosamente.
- Va bene…
-
Stava per
andarsene, quando il biondo lo bloccò.
- Mi
raccomando, Potter… sii discreto…-
Harry
rise. - Tranquillo…-
Harry
sapeva dove trovare Hermione. La biblioteca quel martedì era
semivuota. La
ragazza si trovava nel suo solito tavolino vicino alla finestra.
- Ma
ancora non hai finito di leggere tutti i libri della biblioteca?-
chiese il
ragazzo, sedendosi al suo fianco. Hermione sobbalzò, ma gli
sorrise una volta
incrociato il suo sguardo.
- Anche se
dovessi finirli, non smetterei mai di rileggerli. - rispose, sognante,
come
ogni volta che parlava di un libro.
- Malfoy
mi ha detto di chiederti se state insieme…- disse lui
all'improvviso, facendole
spalancare gli occhi dalla sorpresa.
- Te l'ha
chiesto davvero?- chiese con voce euforica, cercando di trattenere un
sorriso.
- Sì… e in
un modo piuttosto pietoso.- commentò, ridendo, Harry.
- Beh… io
non lo so. Cioè… non ne abbiamo parlato.-
- E'
passato un mese! Penso sia il momento di farlo.-
-
Aspettavo che venisse lui…-
- Lui si
vergogna.-
- Ti ha
detto anche questo?- chiese Hermione, divertita.
- No…
questo l'ho dedotto.- rispose Harry, prendendo un libro a caso e
cominciando a
sfogliarlo.
- Forse te
l'ha chiesto perché ha paura che io possa pensare che stiamo
insieme, ma lui
non vuole che stiamo insieme! Forse è un modo per farmi
capire che quello che è
successo un mese fa per lui non vuol dire nulla. E' questo che vuole
dirmi,
vero? - chiese Hermione, arrabbiandosi ad un tratto. Harry la
guardò confuso.
- Penso
che me l'abbia chiesto perché non sa come deve comportarsi.
Calmati, Hermione.-
- Cosa
pensa? Che io sappia come lui si deve comportarsi? -
protestò lei, iniziando
una lunga discussione a riguardo… o meglio, un lungo
monologo.
- Ma lei
ti ha detto che vuole parlarmi o che pensa che dovremmo parlare? Oppure
è una
tua supposizione?- chiese Draco, una volta intercettato Harry per il
corridoio.
Erano nascosti dentro un'aula.
- Ha detto
che pensa che dovreste parlare. E lo penso anche io.- rispose il moro,
poggiandosi sulla scrivania del professore.
- E ha detto
altro? - continuò a chiedere il biondo, sedendosi su un
banco.
- Ha detto
che pensa che quello che è successo un mese fa non conta
nulla per te.- rispose
Harry, annoiato.
- Cosa?!?
Ha detto davvero questo? Io… non è vero che per
me non ha contato nulla!- si
difese Draco, irato.
- Dillo a
lei…- sussurrò Harry, esasperato.
- Forse è
lei che pensa ancora al suo adorato Weasley e ha avuto un ripensamento!
Ma a me
non importa nulla! Basta che me lo dice, così io mi regolo
di conseguenza!-
- Davvero
è così ottuso da aver detto una cosa del genere?-
Harry era andato a riferire
tutto a Hermione, che reagì in questo modo alle parole del
biondo.
- Testuali
parole… "Pensa ancora a Weasley e ha avuto un
ripensamento".- ripetè
Harry, leggermente stremato da quell'avanti e indietro.
- Ma non è
assolutamente vero! Io non parlo con Ron da un mese!-
- Gliel'ho
detto anche io, ma si è arrabbiato e se n'è
andato.- rispose il ragazzo.
- Quanto
può essere sciocco!-
- Penso
sia solo geloso di Ron. Alla fine, ti piaceva… potrebbe
piacerti anche adesso a
quanto ne sa lui.- provò a giustificarlo Harry.
- E' uno
sciocco orgoglioso. Se solo si degnasse di parlarmi, invece di fare
queste
stupidaggini…- rispose Hermione con rabbia.
- Potresti
parlargli anche tu… In questo modo sei sciocca e orgogliosa
quanto lui.-
- Io sarei
sciocco e orgoglioso?- protestò Draco, una volta ascoltato
quanto riportato da
Harry.
- Sì… E
non ha tutti i torti…- rispose il moro divertito.
- Se anche
lontanamente avevo pensato che potesse nascere qualcosa tra me e
lei… mi
sbagliavo di grosso! E' solo una spocchiosa so-tutto-io. Ma chi si
crede di
essere? Vuole tenere il piede in due staffe? Benissimo, non
c'è nessun
problema!- sbraitò il biondo, contrariato.
- Malfoy…
vi rendete conto di quanto siete ridicoli? Se vi foste parlati di
persona…-
provò a ribellarsi, ma fu di nuovo interrotto.
- L'ha
detto lei che sono ridicolo? - continuò a protestare il
biondo.
- Che ci
fate voi due insieme? - la voce della McGranitt li fece sobbalzare. Si
trovavano nascosti dietro a una colonna al settimo piano.
- Ehm…
nulla, professoressa…- sorrise Harry, imbarazzato. Draco
scosse la testa
vistosamente, sorridendo in modo esagerato, colpevole.
- State
progettando di vedervi di nascosto per un duello?- chiese ancora la
donna, confusa.
- No,
professoressa. Stavamo… chiacchierando del più e
del meno…- rispose Draco,
imbarazzato.
- E non
stavate litigando?- la professoressa non era del tutto convinta.
- Ehm…
Potter, io vado… tu continua a… indagare riguardo
quella cosa…- disse il biondo,
allontanandosi velocemente.
- Potter,
di cosa stavate parlando? Ho notato che lei e il signor Weasley avete
litigato,
ma… chiacchierare del più e del meno con il
signor Malfoy… beh, mi sembra poco
probabile come situazione.- commentò la McGranitt al moro,
preoccupata.
- Si fidi,
professoressa… non mi crederebbe se le dicessi la
verità. E' decisamente più
plausibile che io e Malfoy stessimo chiacchierando del più e
del meno…- rispose
Harry. In effetti dirle che stava cercando di capire se Malfoy e
Hermione
stessere insieme non gli sembrò un'idea brillante.
Hermione
era nella Torre di Astronomia. Tamburellava a terra con il piede
destro. Stava
aspettando Harry, visto che si erano dati appuntamento lì.
Si sporse in avanti
quando la porta davanti a sé si aprì. Rimase
però paralizzata quando vide Draco
entrare. Lui si fermò di botto.
- Che ci
fai qui?- chiese brusco.
- Che ci
fai tu qui! Io dovevo vedermi con Harry!- rispose lei a tono.
- Anche
io.-
Rimasero
in silenzio, realizzando di essere stati ingannati.
- Comunque
penso non ci sia nulla da discutere. Sei stato piuttosto chiaro.- prese
parola
Hermione.
- Anche
tu…- rispose Draco, acido. - E io sarei sciocco e
orgoglioso…-
- Sì, lo
sei, se pensi che io non voglia stare con te per Ronald! Non ci parlo
da un
mese! Merlino! Sei così ottuso!- disse esasperata lei.
- Anche
tu, se pensi che per me quello che è successo non
è contato nulla!- rispose lui
a tono. Hermione lo
guardò per alcuni
attimi, poi si lasciò sfuggire un sorriso.
- Quindi
per te significa qualcosa…-
- Non me
lo fare ripetere…-
La ragazza
si avvicinò a lui e lo abbracciò. Draco rimase
immobile. Non gli piacevano gli
abbracci. O meglio, gli piacevano, ma non ci era abituato, quindi
rimaneva
sempre impalato.
- Sei
sempre il solito testardo!- commentò Hermione con dolcezza.
Il biondo
le diede delle pacche sulla schiena, imbarazzato. Lei rise, separandosi
da lui.
Draco sorrise, rosso dalla vergogna, scompigliandosi i capelli.
- Comunque
auguri…- disse la ragazza, impacciata.
- Perché?-
chiese lui confusa.
-
Perché
oggi è un mese che stiamo insieme…- rispose lei,
baciandolo dolcemente sulle
labbra. Lui sorrise, mentre cominciò ad approfondire quel
bacio.
Spazio dell'autrice:
27° capitolo!
Ne mancano pochi pochi... ihih... La fine si avvicina!!! Ihih!
Volevo solo
aggiungere che nel prossimo capitolo ci sarà un confronto
tra Harry e Draco, in cui entrambi si confronteranno sulla loro
amicizia XD Se così si può chiamare.
Ringrazio ancora
tutti!!!
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 28 *** .28. Friends will be friends ***
-
Ciao…- sussurrò Pansy Parkinson, sedendosi al
tavolo di Serpeverde, in Sala
Grande.
Draco
alzò lo sguardo, annoiato.
- Che
vuoi, Pansy?- chiese, scorbutico.
-
Volevo solo chiederti come va… ho visto che sei
qui… seduto da solo…- rispose
la ragazza, intimidita. Draco infatti era in disparte rispetto agli
altri suoi
compagni di casa.
- Ti sei
lasciata con Blaise e stai cercando di tornare a tormentarmi?- chiese
ancora
lui, non ascoltando le sue parole.
-
Draco… siamo stati insieme per un po', ma prima di tutto
eravamo amici. So che
tipo di rapporto legava te e Theodore. Stavo solo chiedendo se andava
tutto
bene.- ribadì lei, seria. Draco la fissò per
alcuni istanti.
- Te
l'ha detto lui che abbiamo litigato?- parlò, facendo finta
di nulla.
- No,
ma si vede. E penso che Blaise voglia diventare amico di
Theo… per…-
-
Isolarmi del tutto. Ma puoi anche dire al tuo fidanzatino che non mi
importa
nulla delle sue gelosie infantili. Ho altri problemi…-
rispose Draco, scocciato
da quella conversazione.
- Lo
so che hai altri problemi! Ho imparato a conoscerti un po'…
vedo che sei in
difficoltà. Per questo ti dico che hai bisogno di persone
che ti stiano
vicino.- disse Pansy, decisa.
- Non
sarai mai tu questa persona, Pansy. E non è neanche
Theodore! Tu non mi
conosci, Pansy, e non ho intenzione di darti l'occasione di farlo!- il
biondo
si alzò di scatto dalla panca e uscì dalla Sala
Grande a grande velocità. Si
diresse verso i sotterranei, quando sentì delle voci
provenire da un'aula.
-
Professore, io ci ho provato, ma ora Draco sospetta di me…
Non mi rivolge più
la parola!- Draco riconobbe perfettamente la voce di Theodore.
-
Nott, non mi importa come farai… sai ciò che devi
fare! Ci servono informazioni
precise su cosa sta architettando. - disse Piton, con la sua solita
voce
strascicata.
- Farò
del mio meglio, signore…- disse Theodore.
Draco
sentì dei passi avvicinarsi alla porta e decise di
allontanarsi il più
possibile da lì. Corse lungo il corridoio, ripercorrendo al
contrario la strada
che aveva fatto all'andata. Si fermò di fronte al portone di
ingresso e uscì.
L'aria era piuttosto fredda per essere marzo inoltrato. Si diresse
verso il
lago e si fermò in prossimità della riva. Prese
un sasso da terra e lo buttò
pesantemente dentro l'acqua. Si asciugò una lacrima e
sollevò da terra un masso
molto più grande, continuando a buttarlo in acqua.
- Mi
stai spaventando, lo sai?- Harry scese la collinetta alle sue spalle e
lo
raggiunse.
- Che
diavolo ci fai qui, Potter?- sibilò Draco con cattiveria.
- Io e
Hermione ti abbiamo visto uscire da scuola piuttosto inferocito.
Così lei si è
preoccupata, ma le ho detto che ci avrei pensato io.- rispose il moro
con
tranquillità.
- Non
ho bisogno del tuo aiuto, Potter…- disse l'altro, sulla
difensiva.
-
Penso di sì. Cosa
ti è successo?- provò
a chiedere Harry. - Perché ti sei ridotto a tirare sassi
nell'acqua?-
Draco non
gli rispose, sedendosi a terra. Il moro prese un masso pesante da
terra. Chiuse
gli occhi e lo lanciò nel lago.
- E'
da matti… però funziona. Scarica la rabbia.-
disse, prendendo un altro sasso e
continuando a scaraventarlo in acqua.
- Non
sono un tipo iroso. Se mi arrabbio, preferisco sfogarmi da solo.-
confessò
Draco, osservando l'altro che continuava a lanciare pesi.
- Con
me non ti sei mai trattenuto…- rise Harry, sollevando un
altro macigno.
- Con
te è diverso. Ispiri rabbia con un solo sguardo…-
lo prese in giro il biondo. -
Tu che tipo di rabbia devi sfogare? Vedo che ci stai prendendo
gusto…-
Harry
si fermò, sedendosi al suo fianco, con il fiatone.
-
Ron…- sospirò il moro. - Tu?-
-
Theodore.- confessò il biondo. L'altro scoppiò a
ridere.
- Che
guaio i migliori amici. Ci mettono un attimo a farti star
bene… e altrettanto a
farti sentire uno straccio…- rispose Harry un po'
rattristito.
-
Già…-
-
Facciamo così… Se ti va, farò finta di
essere Theodore, così che tu possa
sfogarti su di me! E tu puoi fare lo stesso, facendo Ron. Che ne
pensi?-
propose il moro, euforico.
- Non
so se è una buona idea…- rispose dubbioso Draco.
- Dai,
inizio io a sfogarmi. Non devi dire niente. Sono io che ti devo
immaginare come
Ron. Forza, pronti, via!-
Harry
chiuse gli occhi per alcuni secondi. Quando li riaprì, si
sistemò meglio seduto
di fronte a Draco.
-
Ron…- cominciò convinto. - Io non ti riconosco
più. Dove è andato a finire il
mio migliore amico? Tu eri… sei una parte di me! Portare
rancore per tutto
questo tempo a me… a Hermione. Capisco che tu sia geloso di
Draco… capisco che
tu sia geloso del fatto che stia con Hermione e del fatto che abbiamo
cominciato a sopportarci. Ma noi mai ti abbiamo escluso. Mai. E' con te
che mi
sono sempre sfogato. E' con te che parlo dei miei segreti. Eppure non
te ne
importa nulla. Non ti importa che io abbia bisogno di un amico. Non ti
importa
che Hermione abbia bisogno di te. Lei è felice con Draco.
Sembra strano, ma è
così! Lei sta bene con lui… Ma se tu non le stai
vicino, se Ginny non le fa da
amica… lei non potrà godersi questo momento al
cento per cento. E mi sembra
piuttosto egoista da parte tua! Lei è stata male per te per
troppo tempo. Ti
devo ricordare come l'hai trattata a Natale? Ma nonostante tutto lei ti
aveva
accettato di nuovo come amico. Aveva accettato Lavanda,
perché pensava che ti
rendesse felice. Tu dici di amare Hermione, ma se solo le volessi bene
non le
faresti tutto questo male. Stupido egoista…- finì
lanciando un sasso in acqua.
Draco rimase a fissarlo stupito.
-
Weasley ama Hermione?- chiese il biondo, confuso.
- Mi
sento meglio, lo sai?- disse Harry, più rilassato. - Prova!
Anche se all'inizio
ti senti uno scemo, tu continua, alla fine cominci a crederci.-
-
Hermione lo sa che Weasley la ama?- chiese Draco ancora una volta,
sconcertato.
- Sì,
ma ora prendiamocela con Theodore.-
- E
vuole stare comunque con me?- chiese ancora il biondo.
- Sì,
Draco! Ma ora calati nella parte! Chiudi gli occhi e immaginami come
Theodore.-
Draco
sbuffò, chiudendo gli occhi. Lì riaprì
e si trovò davanti comunque Harry. Provò
a immaginarselo più massiccio, senza occhiali, con una
divisa di Serpeverde.
-
Theodore…- provò a dire poco convinto. - Andiamo,
Harry! Non funzionerà mai!-
-
Provaci! Parlami come se fossi lui…-
-
Theodore…- riprovò il biondo. - Tu… tu
lo sai come sono fatto. Io sono un
ragazzo piuttosto debole di carattere. Sono un fifone che ha paura di
affezionarsi alle persone, perché sono stato cresciuto
così. Mi ricordo quando
è nata la nostra amicizia… Eri a casa mia, a
Natale. E abbiamo cominciato a
chiacchierare. Scoprire di poter rispettare una persona, scoprire di
poter
considerarla amica, scoprire quanto sia piacevole essere degli ordinari
che
credono nella vera amicizia. Sapevo di potermi fidare di te, sapevo che
non
potevo trovare amico migliore di te. Tu c'eri quando i miei mi
trascuravano. Tu
c'eri quando la mia vita ha cominciato ad andare in frantumi. C'eri
quando
Blaise mi ha fatto cacciare dalla squadra. C'eri quando non mi era
rimasto
nessun altro. Ma poi tu mi hai mentito… e chissà
quante altre volte l'avrai
fatto. Lo so che mi nascondi qualcosa, anche quando io mi sono aperto
completamente a te. Come puoi ancora guardarmi? Come puoi ancora
supplicare che
io ti rivolga la parola dopo che tu mi hai fatto questo? Dopo che tu mi
hai
solo usato per avere informazioni. Io mi fidavo di te… Mi
fidavo di te… Mi
sento come se una parte di me sia stata lacerata da una lama. So
più di quanto
pensi che io sappia, mentre tu ogni sera continuerai a salutarmi, a
chiedermi se
ho voglia di parlare. Mi hai spezzato, Theo… eri l'unico di
cui mi fidavo. -
Harry
sorrise a malapena.
- Ora
lancia la pietra con tutta la forza che hai…-
sussurrò il moro. Draco si alzò
in piedi, prese una pietra e la lanciò, emettendo un urlo di
liberazione.
-
Meglio?- chiese Harry, dopo che il biondo si rimise seduto al suo
fianco.
- Ci
sai fare, Potter…- rispose l'altro con il cuore che gli
batteva a mille.
- Lo
so…- rise, cominciando a strappare distrattamente qualche
ciuffo d'erba.
- Lo
sai… a volte penso… che tu potresti essere mio
amico.- confessò Draco, stupendo
il suo interlocutore.
- A
volte… l'ho pensato anche io… ultimamente.-
rispose sinceramente Harry.
-
Penso che… se fossimo amici… penso che mi potrei
fidare di te. A volte penso
che tu potresti essere un buon amico per me. Una spalla su cui
poggiarmi nei
momenti di difficoltà… una mano che mi aiuta ad
alzarmi, quando cado. A volte
penso che sarebbe… bello…- disse Draco, fissando
un punto lontano di fronte a
sé.
- C'è
un "ma", non è vero?- chiese il moro, sorridendo.
- Ma…
al momento… non è possibile. Forse…
è troppo presto… o troppo tardi. -
-
Penso che sia… troppo presto. Penso che un giorno, quando la
guerra sarà finita
e io avrò, si spera, vinto su Voldemort… penso
che allora ci sarà un posto per
la nostra amicizia. Ora non è possibile. Anche se entrambi
lottiamo per amore
di qualcuno, lottiamo uno contro l'altro. Però
arriverà quel giorno, Draco.
Sarà un giorno d'inverno, la guerra sarà finita
da un pezzo. Allora ci
ritroveremo per caso ai Tre Manici di Scopa, ci saluteremo e ci berremo
due
burrobirre, in amicizia. Ma fino ad allora… dovremo
aspettare.- disse Harry con
un sorriso. Draco rise divertito.
- Due
burrobirre? Si può fare…- osservò,
sorridendo.
Quella
sera Draco entrò nella sua stanza, piuttosto presto.
Theodore era sdraiato sul
suo letto e si alzò in piedi non appena il biondo
entrò in camera.
-
Ciao, Draco!- lo salutò euforico.
L'altro
lo guardò per alcuni istanti. Perché doveva
riportare delle informazioni sul
suo conto a Piton? Lavorava per conto dei Mangiamorte anche lui? Doveva
tenere
d'occhio il suo operato? Doveva riportare i suoi errori?
Non
rispose al saluto, cambiandosi velocemente.
- Ti
va di parlare?- provò a chiedere Theodore, come faceva ormai
ogni sera.
Draco
si distese sul letto, dandogli le spalle. L'altro sbuffò,
mentre il biondo
spegneva la luce per poter dormire.
Spazio dell'autrice:
Ciaooo!!!
Che ve ne pare di
questo capitolo?? A me piace molto sinceramente XD Spero che piaccia
anche a voi. Draco e Harry si aprono l'un l'altro, aiutandosi come dei
veri amici, anche se entrambi sanno che ancora non è
arrivato il tempo per la loro amicizia.
Si scopre di
più di Theodore. Mmm... sta tramando qualcosa di losco? Non
vi preoccupate, tutto sarà spiegato a tempo debito XD
Voi chi preferite
come amico di Draco? Theo o Harry? E' una sfida un po' sleale,
perchè ora Theo sta tramando qualcosa alle spalle del suo
amico XD
Ah, la scena di Pansy
iniziale non è casuale. Alla fine avranno un "chiarimento"
anche loro. :D
Al prossimo capitolo
:D
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 29 *** .29. Maybe it's love ***
Hermione
si sedette velocemente sulla panca del tavolo di Grifondoro. La Sala
Grande era
piena di studenti come ogni giorno all'ora di pranzo. Si
aggiustò i capelli con
un gesto rapido e nervoso. Harry la scrutò con
curiosità.
-
Ciao, Harry… - disse la ragazza con voce stridula.
-
Ciao…- rispose, con voce annoiata.
Lei
sospirò, cominciando a tamburellare sul tavolo con le dita.
Trattenne il fiato,
quando vide in lontananza Draco entrare in Sala Grande. Harry
seguì il suo
sguardo.
-
Avete litigato?- chiese, capendo che Hermione voleva dirgli qualcosa.
- No!
No! Anzi…-
-
Anzi?- chiese lui, confuso.
- Beh…
diciamo che… sembra essere un tipo… molto
passionale…- rispose lei,
imbarazzata. - Anche troppo…-
Harry
la guardò per alcuni secondi, poi si alzò di
scatto con la faccia disgustata.
- Oh
Merlino!!!- esclamò, allontanandosi verso l'uscita. Hermione
lo seguì per i
corridoi.
-
Harry!-
- Hermione,
non voglio essere messo al corrente della vostra vita
sessuale… Penso di non
essere pronto a questo passo…- disse lui, sconvolto.
-
No!!! Non c'è nessuna vita sessuale! E' che… ci
baciamo… molto… spesso…-
cercò
di spiegare lei, imbarazzata.
- Qual
è il problema? E' questo che fanno i fidanzati!-
esclamò Harry, confuso.
- Lo
so! Ma… non facciamo altro! Non parliamo, non
studiamo… Harry, io oggi sono
andata alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure senza ripassare
l'argomento
del giorno!- rispose Hermione, sconcertata.
-
Allora perché non glielo dici? Digli che vuoi parlare di
più…- la prese in giro
lui, cominciando a riderle in faccia.
- Ci
ho provato… ma… Harry, tu non puoi capire quanto
siano belli i suoi occhi
quando mi sorride…- confessò lei in
difficoltà.
- Chi
l'avrebbe mai detto? Hermione Granger che si lascia ammaliare da un
paio di
occhietti grigi!- si mise a ridere lui.
Quel
pomeriggio Hermione l'aveva passato in biblioteca. Stava rimettendo a
posto un
libro, quando sentì due mani sfiorarle i fianchi.
Sobbalzò, ma sapeva benissimo
a chi apparteneva quel tocco.
-
Draco, sei impazzito? Potrebbero vederci!- sussurrò lei, non
voltandosi,
continuando a cercare un volume di incantesimi. Sentì il
corpo del suo ragazzo
avvicinarsi al suo, lasciando dei piccoli baci sul collo.
-
D…Draco…- balbettò lei, girandosi
verso di lui.
-
Hermione…- sussurrò Draco, prima di catturare le
sue labbra in un bacio
piuttosto passionale.
Hermione
indietreggiò, fino a toccare con la schiena lo scaffale
pieno di libri. A
malincuore decise di allontanarsi dalle sue labbra.
-
Draco, Madama Pince potrebbe…- sussurrò a
malapena, con un filo di voce.
-
Sssh… potrebbe sentirci…- la prese in giro con un
dolce sorriso. Hermione
rimase a guardare i suoi occhi. Quando sorrideva, si chiudevano e
diventavano
due fessure così dolci. Si intravedevano solamente dei
luccichii, provenienti
dalle sue iridi di ghiaccio.
-
Draco, dobbiamo parlare…- disse lei con fermezza, destandosi
dal suo momento di
trance. Draco si allontanò da lei, sbuffando.
- Qual
è il problema?- chiese scocciato.
- Sei…
sei come Victor!- sussurrò lei, per non allarmare Madama
Pince. Quella donna si
lamentava sempre anche per una minima parola. Draco la
guardò confuso.
-
Krum?- chiese, cercando di trattenere una risata.
- Sì!-
-
Carino da parte tua paragonarmi al tuo ex…-
affermò lui, anche se in fondo non
gliene importava nulla.
- Non…
non era questo quello che intendevo… Ci vediamo tra dieci
minuti al solito
posto…- rispose Hermione in difficoltà,
superandolo e uscendo dalla biblioteca.
Draco
arrivò puntuale come sempre. Ormai si davano sempre
appuntamento lì, in quella
parte del lago nascosta da tutto e tutti. Dove tutto era
nato… dove si erano
dati il loro primo "non appuntamento".
- Si
può sapere che ti è preso?- chiese il ragazzo,
sedendosi al suo fianco.
- Sei…
troppo fisico! Ovunque… in qualunque momento! L'altro ieri,
stavo per fare
tardi a lezione perché tu mi hai rapito e rinchiuso in
un'aula per… baciarmi.
Oggi sono andata a lezione senza aver ripassato l'argomento del giorno!
Mi…
confondi… con il tuo stupido sorriso e i tuoi occhi che
luccicano.- disse lei
tutto di un fiato. Draco non riuscì a trattenere la risata.
-
Tutto qui? Ti distraggo dal tuo studio ossessionato?- la prese in giro,
ridendole in faccia.
- E'
importante per me, Draco! L'anno prossimo abbiamo i M.A.G.O. ! -
-
Quindi? Vuoi… "lasciarmi" fino a che non avrai studiato
tutto il
programma di questi due anni?- chiese Draco, divertito.
- No!
Ma… insomma… qualche volta possiamo anche
studiare insieme… parlare… Cioè, io
alla fine non ti conosco! Non so il tuo colore preferito. Non so come
stai
andando a scuola! Ho saputo da Harry che tu e Theodore avete litigato!
Cosa è
successo? Non lo so! E io dovrei saperlo. Dovrei sapere il tuo secondo
nome. Dovrei
sapere se hai qualche allergia alimentare. Dovrei sapere cosa fai tutto
il
giorno quando non stiamo insieme. Quali sono le tue paure? Cosa ti
piace
mangiare? Io non so nulla di te… So che non sopporti i
babbani e ti piace
Pozioni. La tua… "voracità" nel
baciarmi… sembra quasi che tu voglia
tapparmi la bocca e non parlarmi.-
Draco
rimase immobile a fissarla. Abbassò lo sguardo, quasi
colpevole. Sapeva che
Hermione aveva ragione. Spesso non le dava neanche il tempo di parlare,
perché
aveva paura che potesse fargli qualche domanda inopportuna. "Cosa hai
fatto oggi?" "Niente, sono stato tutto il tempo nella Stanza delle
Necessità a riparare l'armadio svanitore per far entrare i
Mangiamorte di
nascosto.". E la cosa che più gli pesava era che si era
così affezionato a
lei, che gli dava tremendamente fastidio mentirle. Sapere che lei si
fidava di
lui, mentre le mentiva, mentre si preparava a spezzarle lentamente il
cuore.
- Il
mio colore preferito è il blu… non l'azzurrino
sbiadito, il blu elettrico.-
disse poi lui, cogliendo Hermione di sorpresa. - Non sto andando
benissimo a
scuola. La McGranitt mi ha detto che è preoccupata per me e
pensa che non
riuscirò a superare gli esami. Sono un po' sotto pressione
ultimamente. Ho
litigato con Theodore il giorno di San Valentino. Ho scoperto che mi
mentiva e
che mi stava solo usando. Ci sono stato molto male. Il mio secondo nome
è
Lucius, dovuto probabilmente all'enorme ego di mio padre. Se fosse
dipeso da
lui, probabilmente mi chiamerei Lucius jr, ma mia madre ha insistito
con Draco,
perché nella sua famiglia tutti hanno nomi astronomici o
mitologici. Poi? Ah
sì, non ho allergie alimentari. Almeno penso. Mi piacciono
molti dei cibi
babbani, tra i quali preferisco la pizza e la nutella. Quando non ci
sei…
studio. Ho paura del buio e non ne vado fiero. Quando dormo devo sempre
avere
una piccola luce accesa o la finestra aperta, se no mi prende un
attacco di
panico. Mi basta anche la luce della luna a farmi star meglio, ma il
buio
totale mi terrorizza. E poi, non è vero che non sopporto
tutti i babbani.
Dudley mi stava simpatico, nonostante tutto, ma non lo dire a Harry. E
poi… tu
sei nata babbana. Vuoi sapere altro?- disse Draco, rispondendo a tutte
le sue
precedenti domande. Alla fine se l'era cavata con una sola bugia.
Hermione
sorrise, divertita.
- Sei
stato molto esaustivo. Grazie… Comunque, pensavo che il tuo
colore preferito
fosse il verde…- rise lei, dandogli una piccola spinta.
- Non
sono così banale…- commentò, poi
notando il silenzio della ragazza. - Non mi
dire che il tuo è il rosso!-
- Sono
banale, hai qualche problema?- chiese lei, fingendosi offesa.
-
Nessuno… - rise lui, divertito. - Comunque… se
proprio dobbiamo
"parlare"… tu non mi hai detto che Weasley era innamorato di
te…-
Hermione
rimase un attimo interdetta.
- Te
l'ha detto Harry?- chiese, conoscendo già la risposta. Il
biondo annuì. - Non
volevo che ne fossi… geloso…-
- Io
non sono geloso… Solo che… a te
piaceva… Perché allora non… ti sei
messa con
lui?- chiese Draco, confuso.
-
Forse perché mi piaci più tu?- rispose Hermione,
come se fosse la cosa più
ovvia del mondo. Il
biondo gonfiò il
petto, contento di quella risposta.
-
Risposta piuttosto convincente.- osservò Draco, sicuro di
sé.
-
Durante l'estate potresti anche venire a stare da me, prima di andare o
alla
Tana o dai Tonks. - propose Hermione, bloccandosi dopo aver notato
l'espressione sconvolta di Draco.
- Non
sei costretto… era un'idea…- aggiunse subito lei.
- No
no, va bene… cioè… potrebbe essere
un'idea carina. - rispose il biondo, in
difficoltà.
- Sicuro?
Se non ti va, davvero non c'è problema…-
-
Tranquilla… è una bella idea…
Così conoscerò anche i tuoi genitori…-
aggiunse
lui, ridendo imbarazzato.
- Vuoi
conoscere i miei genitori?- chiese lei, cercando di nascondere
l'euforia.
-
Prima o poi dovrò conoscerli, se continuo a sopportarti come
mia ragazza… Spero
solo che siano più disponibili dei miei… Non
penso che il buon Lucius e sua
moglie accetterebbero con piacere la nostra unione.- rise Draco,
passandosi una
mano sulla nuca.
- Beh…
a mia madre piaceresti a prima vista. Sei il classico ragazzo che piace
alle
mamme. Biondino, occhi chiari, damerino… sembri un principe
azzurro… il
principe che ogni mamma spera di trovare per la propria principessina.
Poi ti
conoscerà… e cambierà completamente
idea su di te…- finì, facendogli la
linguaccia.
-
Mentre tuo padre non mi sopporterà?- chiese Draco, divertito.
- Papà
è un po' iperprotettivo. Ti odierà solo per il
fatto che sei il mio ragazzo…-
si mise a ridere, in fondo imbarazzata.
-
Comunque, dai, adesso non pensiamoci. Penso che abbiamo parlato
abbastanza, non
trovi?- disse Draco, cercando di cambiare argomento. Le
passò una mano dietro
la nuca e la baciò con passione, facendola sorridere con
quella dolce irruenza.
Hermione
non si rese conto di quel velo di tristezza che percorse Draco. Gli
sarebbe
davvero piaciuto fare tutto ciò che lei aveva programmato.
Ma sapeva che dopo
aver ucciso Silente, sarebbe dovuto scappare il più lontano
possibile da lei.
Intanto
nella Sala Comune di Grifondoro, Harry si stava scervellando su un tema
di
Trasfigurazioni. Non si aspettava di udire quella voce al suo fianco.
-
Posso sedermi qui?- chiese Ron, indicando il posto vicino al suo, sul
divano.
Harry lo guardò con stupore, ma annuì debolmente.
- Come
va?- chiese ancora il rosso.
- Che
c'è, Ron? Dopo un mese in cui non mi hai neanche guardato in
faccia ora torni
qui e mi chiedi "come va?"?- disse il moro, poggiando sul tavolino la
pergamena con il compito.
- Ti
volevo chiedere scusa, Harry… - lo interruppe l'altro,
imbarazzato. Harry lo
guardò stupito.
- Ah…-
riuscì solo a dire.
- Sono
stato uno sciocco a prendermela con te. Tu sei il mio migliore amico,
ma sei
amico anche di Hermione, era normale che stessi anche dalla sua parte.-
spiegò
il rosso, timido.
- Io
sono dalla sua parte, tu hai sbagliato. Lei aveva bisogno di te e Ginny
e voi
le avete voltato le spalle…- rispose duro Harry.
-
Harry, almeno tu capiscimi. Io amo Hermione… pensa cosa
può aver significato
per me saperla tra le braccia del mio peggior nemico!-
- Lei
non voleva farti del male.-
- Lo
so… ma lui la farà soffrire…- disse
Ron, cercando di convincere l'amico.
- Lo
so, ma se lei è pronta a correre questo rischio, penso ne
sia innamorata.-
rispose Harry, serio.
L'altro
poggiò la testa tra le mani, nascondendosi il volto.
- Per
un mese, mi sono sforzato di evitarla, pensando che non vedendola, non
avrei
sofferto. Ero convinto che si fossero messi insieme, ma…
pensarlo… è così
diverso dal vederlo! Oggi pomeriggio, ero in biblioteca, quando ho
visto Malfoy
baciare Hermione, nascosti dietro uno scaffale. Harry, non puoi capire
quanto
mi abbia fatto male…- sussurrò Ron. Harry lo
guardò con attenzione, posandogli
una mano sulla spalla.
-
Andrà tutto bene… non so come… non so
quando… ma andrà tutto bene…- gli
disse
il moro, consolando l'amico.
Spazio dell'autrice:
Ventinovesimo
capitolo :D
Che ve ne pare? Capitolo totally Draco/Hermione XD
A chi lascerà la 100esima recensione, spetterà un
interessante spoiler del prossimo capitolo come messaggio privato, così che
nessuno potrà conoscerlo oltre a lei XD
Spero che il capitolo vi piaccia! Ringrazio tutti!!!!
A presto!!!
Kiss
|
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Capitolo 30 *** .30. I love you, but... ***
-
Secondo te dovrei lasciarla?- chiese Draco, con un sorriso triste. - E'
che…
non penso di farcela… Lei è…
è una forza della natura. Riesce a farmi stare
bene… riesce a non farmi pensare a tutto questo. Dovrei
lasciarla così, senza
dirle niente? E' sicuramente meglio di dirglielo il giorno della
missione.
" Ciao, Hermione! Che fai di bello? Io sto per fare entrare i
Mangiamorte
nel castello… ora devo andare, devo andare a uccidere
Silente. ". Hai
ragione, è meglio finirla subito. La farei soffrire e basta.-
Draco
accarezzò dolcemente il dorso di un uccellino bianco.
Avrebbe voluto che quel
volatile gli rispondesse, gli dicesse quello che doveva fare. Si
alzò dal
pavimento, pensando che parlare con un uccello non lo avrebbe aiutato.
Era
nella Stanza delle Necessità. Si posizionò di
fronte all'armadio svanitore e
posò l'animale all'interno di esso.
- Ci
vediamo dopo, spero…- sussurrò Draco, chiudendo
l'anta.
-
Harmonia Nectere Passus…-
Un
fruscio fece presagire che l'uccello era sparito. Aprì
l'armadio, che era
effettivamente vuoto. Lo richiuse, aspettando alcuni secondi.
-
Harmonia Nectere Passus…-
Sentì
un rumore sordo all'interno e si sbrigò ad aprire.
L'uccellino
era tornato, ma era privo di vita. Qualcosa era andato storto? O era
stato
Sinister a ucciderlo. Chiuse l'armadio, tenendo l'animale in mano e
poggiandolo
su una pila di libri. Stava per andarsene, quando sentì un
altro fruscio
all'interno dell'armadio. Draco si avvicinò e lo
riaprì. C'era un bigliettino.
"
Complimenti, signor Malfoy… suppongo che abbia riparato
l'armadio gemello.
PS:
Scusi per aver ucciso l'animale. Aveva cominciato a beccarmi il naso.
A
presto,
Sinister"
-
Funziona…- sussurrò Draco, eccitato. - Funziona!-
Corse
fuori la Stanza, più euforico che mai.
-
Ciao, Hermione…- disse Ron, sedendosi vicino a lei.
-
Ciao… Ronald…- rispose lei, confusa. Vide Ginny
prendere posto vicino al
fratello, senza dire nulla. Erano in Sala Grande per la cena e Hermione
era
nervosa perché non aveva visto Draco per tutto il giorno.
Harry
la raggiunse, stupendosi di trovare con lei i due rossi.
-
Ciao, Ron…- disse, confuso.
-
Ciao, Harry…- rispose il rosso, addentando una coscia di
pollo.
-
Ciao, Ginny. - si rivolse alla sua ex in modo più timido.
-
Harry…- disse, ancora un po' arrabbiata. Sembrava scocciata,
ma un timido
sorriso si dipinse sul suo volto, non riuscendo a trattenerlo.
- Ok…
basta saluti… Mi spiegate cosa è successo?
Abbiamo fatto pace? Perché non sono
stata informata di questa cosa…- parlò Hermione,
interrompendo tutti quei
saluti.
- Io…
ho chiarito con Harry… e magari… piano
piano… speravo che potessimo fare pace
anche noi. - sussurrò Ron, imbarazzato.
- Io
sto con Draco, Ronald… non penso che accetterai mai questa
cosa.- rispose lei a
bassa voce.
- Lo
accetto. Sto male senza di voi. Sono disposto anche a vederti
con… quello lì.-
-
Ronald, "quello lì" si chiama Draco. E noi ci piacciamo sul
serio,
anche se voi non lo credete possibile. -
- Non
ti sto dicendo di lasciarlo o altro. Ti sto dicendo che mi manca la mia
amica.-
confessò Ron, facendo arrossire Hermione.
- Ci
devo pensare. Ehm… potete scusarmi un attimo?- disse la
riccia, alzandosi dalla
tavola e correndo verso l'uscita della Sala Grande, dove aveva visto
uscire un
noto Serpeverde. Sapeva che non doveva parlare con lui, Draco si
sarebbe
arrabbiato troppo, ma era l'unico che poteva sapere.
-
Theodore!- chiamò il ragazzo, riuscendolo a fermare.
- Che
vuoi, Granger?- chiese scontroso.
- Hai…
hai visto Draco? E' tutto il pomeriggio che non lo vedo…-
chiese lei
timidamente.
- E
allora? Che ti importa di dove sta? - domandò Theo, confuso.
Stava per
andarsene, quando Hermione gli prese una mano.
- Ti
prego, Theodore. L'ho cercato ovunque. Sono preoccupata. Di solito,
anche se
non ci vediamo, mi fa sapere dove sta.- lo supplicò lei.
Theodore la fissò
confuso, poi sorpreso.
- Voi
due state… insieme? Vi frequentate?- chiese sconvolto.
- Per
favore… lui non voleva fartelo sapere, ma mi serve il tuo
aiuto.- rispose lei a
bassa voce.
Theodore
si guardò intorno.
- L'ho
visto entrare in Sala Comune di corsa. Posso… posso andare a
vedere se è ancora
lì.- propose il moro, cominciando a incamminarsi verso i
sotterranei. Lei lo
seguì, preoccupata. Aveva uno strano presentimento.
Theodore
entrò nella Sala Comune, dicendo a Hermione di aspettare
fuori. Si diresse
verso la loro camera. Draco era steso sul letto, fissava il soffitto
con occhi
lucidi, con un braccio si copriva la fronte.
-
Draco…- lo chiamò Theo, ma il biondo non gli
rivolse lo sguardo.
-
Draco… la tua fidanzata ti sta cercando… E' qui
fuori… Se non esci a farle
vedere che sei ancora vivo, penso che avrà una crisi di
panico…- continuò il
moro, con un sorriso.
Draco
si mise a sedere.
-
Dille… dille che mi sono addormentato. Dille che odio essere
svegliato. La
cercherò domani. - disse il biondo, con voce molto seria.
- E'
nervosa… mi ha supplicato di dirle dove ti
trovavi… E' preoccupata… come puoi
non volerla vedere?- chiese Theo, confuso.
-
Theodore, va' da lei e dille quello che ti ho detto. Tanto dovresti
essere
abituato a mentire…-
La
mattina seguente era domenica. Una soleggiata mattina di aprile.
- Il
fatto che ieri ti ho rivolto la parola non vuol dire che siamo tornati
amici.-
commentò Draco, mentre faceva colazione. Theodore gli
sorrise.
- Vuol
dire però che presto torneremo amici.- rispose l'altro
divertito.
- No!
Vuol dire che mi servivi… ora non mi servi più.-
disse il biondo, con
freddezza.
- La
tua ragazza è entrata in Sala Grande e ti cerca
disperatamente. Ti guarda con
gli occhi di un cucciolo bastonato…- lo prese in giro Theo.
Draco
si irrigidì, ma non si voltò a guardare. Theodore
lo fissò confuso.
-
Poverina… ieri ti cercava come una pazza! Perché
continui a evitarla? E' o non
è la tua ragazza?- chiese sconcertato il moro. - Forse non
le vuoi più parlare
perché l'hai vista parlare accidentalmente con Piton?-
- Il
perché la stia evitando non è affar
tuo… E se proprio insisti con la storia
dell'essere amici… beh, io non ho intenzione di tornare a
frequentarti a meno
che tu non mi dica un valido motivo perché ti ho sentito
dire a Piton che
cercherai di riallacciare i rapporti per passargli delle informazioni.
Su di
me? Sul mio piano? Non ne ho idea… ma per me questo
è un motivo valido per
evitare te.- si liberò Draco, lasciando Theodore di stucco.
-
Draco… devi… devi aver capito male…-
cercò di difendersi il moro.
- E a
quanto vedo non sei disposto a darmi questo motivo.-
Il
biondo si alzò dalla panca e si mosse verso l'uscita. Una
volta arrivato
nell'ingresso una voce lo fermò.
-
Draco! Fermati immediatamente!- Hermione sembrava essere molto
arrabbiata.
-
Hermione! Ciao…- rispose lui imbarazzato. Si
guardò intorno cercando delle vie
di fuga.
- Dove
sei finito tutto ieri? Io… io mi ero preoccupata per te.-
ammise lei con un
velo di tristezza.
- Ero
nella Stanza della Necessità per studiare… ti
avevo detto che, quando volevo
stare da solo, mi mettevo a studiare lì. Poi mi sono sentito
male. E mi sono
addormentato presto…-
- E
non ti è saltato neanche per la testa che io volessi sapere
dove fossi?- chiese
Hermione, alterata.
- Io…
scusa… non ci ho pensato.- disse Draco con fare colpevole.
-
Adesso come stai?- chiese la ragazza, rassegnata.
-
Meglio… molto meglio… grazie.- sorrise lui
debolmente.
- Ti
va di andare a Hogsmead? Si dovrebbe partire per le 11.-
domandò lei, scocciata
per la tensione accumulata il giorno prima.
-
Veramente io devo finire un compito per la McGranitt…-
mentì lui ancora una
volta, sentendosi un verme ogni volta che lo faceva.
- Vuoi
che ti dia una mano?- propose la ragazza.
- No!
Anzi, ti volevo dire se volevi andare a Hogsmead con Harry! Non vorrei
che
finisci per rovinare la tua amicizia con…-
-
Lascia stare… ho capito, è uno di quei giorni in
cui vuoi stare da solo.-
rispose lei, scocciata.
-
Hermione, non voglio cacciarti…- provò a dire
lui, prendendole la mano. Lei si
scansò.
- Vuoi
stare da solo? Allora oggi lasciami in pace!- sbraitò
Hermione, allontanandosi.
-
Harmonia Nectere Passus…- sussurrò Draco, di
fronte l'armadio. La bacchetta era
puntata dritta davanti a lui. Aprì le ante, trovandovi
dentro la mela che aveva
mandato da Magie Sinister. Era tornata con un morso sul fianco.
Funzionava
decisamente. Dopo diverse prove, non c'era più alcun dubbio.
Però
non riusciva a esserne contento. Si sentiva continuamente in colpa nei
confronti di Hermione. Cercò di convincersi mentalmente che
stava facendo la
cosa giusta: allontanarla lentamente da lui, lui che era uno schifoso
Mangiamorte. Glielo doveva. Lei si meritava di meglio. Era una brava
ragazza,
che donava tutta se stessa alle persone che amava, anche a un
"mostro" come lui. Draco si pentì di essersi lasciato
coinvolgere
così tanto, sarebbe stato tutto più facile senza
di lei. Ma lei c'era e non
voleva ammettere che era una parte presente e importante dei suoi
pensieri.
Fu una
parte sconnessa del suo cervello, forse una scarica partente dal suo
cuore, che
fece sì che lui cominciasse a correre verso il giardino di
Hogwarts. Ai
cancelli c'era Gazza che faceva la guardia. Si mise in mezzo, mentre
Draco
cercava di passare.
- E'
troppo tardi ragazzo!- sibilò l'uomo con voce viscida.
- Io vado
a Hogsmead quando mi pare! E' un mio diritto. Ho il permesso e ci vado,
anche
se dovessi voler uscire gli ultimi cinque minuti della gita!- disse
Draco con
fermezza. Superò Gazza con passò veloce. Alla
fine non era così tardi. Erano
solo le undici e mezza.
Forse
a muoverlo era stata una parte del suo cuore che non voleva stare solo,
ma
voleva stare con lei, sempre, ogni istante.
Arrivò
di fronte ai Tre Manici di Scopa e vide Madama Rosmerta spolverare
l'insegna
fuori dal locale. Si avvicinò a lei, per attuare il piano a
cui aveva pensato
la notte precedente.
-
Rosmerta… Avvertimi la prossima volta che vedi Silente
partire per una delle
sue missioni. Va' a Malfoy Manor e da questo biglietto a Bellatrix
Lestrange.
Ci sarà scritto tutto quello che deve sapere.-
Draco
aveva scritto quel foglio la sera prima. Con l'armadio funzionante, il
piano
sembrava essersi disegnato nella sua mente, pronto per la prossima
volta che
avrebbe rivisto Rosmerta. Non pensava di andare a Hogsmead quel giorno,
ma
visto che c'era, volle avvantaggiarsi.
- Va
bene.- si limitò a dire lei, tornando al suo lavoro.
Draco
sbuffò, entrando nel locale. Si guardò intorno in
cerca di Hermione. Quando la
vide, il suo cuore perse un battito. Era seduta a un tavolino insieme a
Harry e
Ron. Rideva, poggiando delicatamente una mano sulla spalla del rosso.
Qualcosa
si mosse dentro di lui. Gelosia? Lui non era mai stato
geloso… eppure un
inspiegabile mostro lo stava divorando dall'interno. Hermione si
illuminò
quando lo vide e lo raggiunse velocemente. Draco uscì di
corsa, cominciando a
camminare lungo High Street. Si fermò di fronte la Stamberga
Strillante.
-
Draco! Che ci fai qui?- chiese la ragazza, dietro di lui.
-
Scusa tanto se ho interrotto il tuo momento intimo con quello
sfigato…-
brontolò lui, cercando di trattenere la rabbia.
-
Cosa? Di che parli…? Ti riferisci a Ron? Abbiamo fatto
pace…- rispose la
ragazza.
- Ho
notato… Lascia stare… torno a scuola…-
sbuffò lui, provando ad allontanarsi.
-
Perché sei venuto? Pensavo che volessi stare da
solo…-
-
Volevo chiederti scusa per essermi comportato male con te…
non pensavo che ti
consolassi così velocemente in mia assenza.- rispose lui
riluttante.
- Non
dire stupidaggini, Draco! Io amo te, io e Ronald siamo solo amici!-
disse
Hermione, contrariata. Draco la fissò stupito.
- Cosa
hai detto?- chiese, confuso.
- Io e
Ronald siamo solo amici…- ripetè lei, non capendo.
-
Prima…-
- Non
dire stupidaggini?-
-
Dopo?-
- Ah…
Ho detto che… che amo te…- rispose, imbarazzata.
Draco la guardò, il cuore gli
battè forte.
- Devo
andare… - disse lui, sentendo l'ansia percorrergli il corpo.
-
Dove?- chiese lei, non capendo la sua reazione.
- Ci
vediamo in giro…- le diede un bacio a fior di labbra e si
voltò, dandole le
spalle e cominciando a correre verso il castello. Lei rimase
lì a guardarlo
andare via.
Draco
entrò come una furia in Sala Comune. Era quasi completamente
vuota. Quelli che
non avevano il permesso di andare a Hogsmead si erano presi un giorno
di relax
per godersi il bel tempo in giardino. Percorse la sala e
arrivò nella sua
stanza. Non si aspettava di trovarvi qualcuno. Theodore era seduto sul
suo
letto, le ginocchia erano rannicchiate al petto e il suo corpo era
scosso da
singhiozzi. Stava piangendo.
-
Theodore…- sussurrò il biondo, stupito. Theo
alzò lo sguardo verso di lui e lo
guardò con stupore, mentre calde lacrime rigavano il suo
viso.
Spazio dell'autrice:
Ecco il trentesimo
capitolo!!! 104 recensioni in 29 capitoli... non so che dire,
veramente! Siete fantastiche! Grazie per il supporto che mi state
dando. Non ho mai scritto una storia così lunga e sapere che
è così apprezzata mi fa tantissimo piacere ;D
Spero che i nuovi capitoli non vi deludano.
Cosa ne pensate?
Draco e Hermione si allontanano, mentre Theodore sembra avere un
momento di debolezza.
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 31 *** .31. Right till the end ***
-
Theo…- lo richiamò Draco, non capendo cosa avesse
spinto l'amico a reagire in
questo modo. "Theo non piange mai… lui consola…
lui è la spalla su cui
piangere…" pensò, sedendosi sul letto con il moro.
- Ora…
ora mi rivolgi la parola?- chiese Theodore con un sorriso amaro.
- Cosa
ti è successo?- domandò il biondo, serio.
- Va'
al diavolo, Draco… lasciami in pace!- ringhiò
Nott, ma Draco non gli diede
retta.
-
Parla…- ordinò con voce ferma e decisa.
- Mio
padre… è morto… ucciso dall'uomo che
tu servi fedelmente.- confessò a bassa
voce Theo. Draco si irrigidì.
- Tu
Sai Chi ha ucciso tuo padre? Perché?- chiese, confuso.
-
Piton… è un traditore…-
sussurrò il moro, continuando a piangere.
- Lo
so… in realtà è al servizio
dell'Oscuro Signore.-
- No…
Lui è una spia da parte di Silente.- spiegò
Theodore. - In realtà fa credere a
Tu Sai Chi di fare il doppio gioco con Silente, quando in
realtà il vecchio è
al corrente di tutto. -
-
Cosa? Ma Piton sa della mia missione! E mi incoraggia a continuarla!-
disse
Draco, confuso.
- Non
so niente della tua missione. So che Silente sa tutto. Probabilmente te
lo dice
per farti credere che è dalla parte dei Mangiamorte.- disse
il moro a bassa
voce, asciugandosi alcune lacrime.
- E
tuo padre cosa centra con tutto questo?- chiese Draco, con cautela.
- Mio
padre era una spia, come Piton. Lavoravano insieme in incognito per
carpire
informazioni a Tu Sai Chi e passarle all'Ordine della Fenice. Ma
qualcosa è
andato storto e Tu Sai Chi ha scoperto che qualcuno lo tradisce.
Probabilmente
non avrebbe mai sospettato di mio padre, avrebbe pensato a Piton. Ma
papà si è
messo in mezzo, per difendere Piton. Si è preso tutta la
colpa, così che anche
se lui fosse morto, Severus poteva continuare a fare da infiltrato.-
confessò
Theodore.
- E
tu… hai provato a scoprire i miei piani, così da
poter aiutare tuo padre.-
intuì Draco.
- E
io… sì, ho provato a scoprire i tuoi piani per
poter aiutare mio padre. Ma
ormai è tutto inutile.-
Draco
abbassò lo sguardo, intimidito dalla situazione.
-
Silente…- sospirò il biondo. Theodore si
asciugò delle lacrime, confuso.
-
Cosa?-
- Devo
uccidere Silente. E' questa la mia missione. Ho passato tutti questi
mesi ad
aggiustare l'armadio svanitore, il cui gemello si trova da Magie
Sinister. La
prossima volta che Silente lascerà la scuola,
avviserò i Mangiamorte che da
Nocturn Alley riusciranno a entrare a Hogwarts attraverso i due armadi.
Io
evocherò il Marchio Nero sopra la torre di Astronomia.
Silente prima o poi
verrà a controllare e io lo ucciderò.
Questo… è il mio piano. Dovresti andare a
dirlo a Piton. Dovresti… fermarmi.- sussurrò
Draco, liberandosi di un grosso
peso. Theodore lo guardò con un dolce sorriso.
- Non
lo dirò a nessuno. Ormai non mi importa più
nulla. Non ti metterei mai in
pericolo… te o i tuoi genitori.- rispose, singhiozzando.
- Devi
dirlo a Piton, perché se no tuo padre sarà morto
invano. Devi dare un senso a
quello che lui ha avuto il coraggio di fare. Lui era un grande uomo.
Era un
uomo buono.- commentò Draco, annuendo con forza.
- Dopo
la morte di mia madre, durante la prima guerra, mio padre mi ha
cresciuto con
amore. Gli devo tutto. Ma non ce la farei a perdere anche te. Sei tutto
ciò che
mi è rimasto. Quindi no, non tradirò di nuovo la
tua fiducia. Farò quello che
avrei dovuto fare sin da subito. Starti vicino e
spalleggiarti… fino alla fine.-
-
Di cosa staranno parlando i nostri
padri?- chiese Draco, addentando una cioccorana. Erano le vacanze di
Natale del
suo secondo anno a Hogwarts.
-
Non lo so… Papà mi ha detto che doveva
parlare con tuo padre di lavoro. Che figurina ti è
capitata?- chiese Theodore
al biondo, scartando la sua cioccorana.
-
Helena Corvonero… la vuoi? Ne ho cinque
di lei…- disse Draco, passandogliela.
-
Grazie!- disse, masticando la cioccorana.
- Hai idea di chi potrebbe essere l'erede di Serpeverde?-
-
No… sicuramente non è Potter… Quanto
non
lo sopporto quel pallone gonfiato…- commentò il
biondo, contrariato.
-
Non dovresti dargli troppa attenzione.
Così gli dai solo importanza…- lo interruppe
Theo, con un sorriso.
-
Hai ragione… - rispose Draco, innervosito
dal discorso.
-
Qualche volta potresti venire a trovarmi
a casa mia. Potresti aiutarmi a pozioni! Io sono proprio
negato… E poi potremmo
giocare insieme a Quidditch! Non è divertente da
soli… Papà ha sempre da fare…-
disse Theodore, mettendo su un tenero broncio su quel viso paffutello.
-
Sarebbe come avere… un amico.- commentò
Draco, cercando di nascondere l'entusiasmo.
-
Sì… come avere un vero amico…-
ripetè
l'altro, sorridendo.
-
Sarebbe divertente…-
-
Allora facciamo che io e te oggi
diventiamo amici. Vuol dire che dobbiamo starci vicino e
spalleggiarci!- disse
Theo euforico.
-
Non tradiremo mai la fiducia dell'altro…
e poi… una vera amicizia è per sempre!- aggiunse
Draco, ridendo contento.
-
Fino alla fine!- disse Theodore,
stringendogli la mano
- Fino
alla fine, Theo… - sussurrò Draco,
abbracciandolo. Theodore si sfogò,
continuando a liberare lacrime amare.
Dopo
attimi interminabili, il moro si allontanò da lui,
asciugando le ultime
lacrime.
- E tu
e la Granger? Fa parte del piano?- chiese dal nulla.
- Non
è il momento di parlarne…- rispose subito il
biondo.
- E'
il momento… parlare di altro mi fa bene.-
Draco
sbuffò.
- Me e
Hermione… no, non faceva parte del piano. -
- Cosa
pensi di fare con lei?- chiese Theo, tirando su con il naso.
- La
sto evitando per lasciarla. Pensavo fosse la cosa migliore, per
evitarle un
qualsiasi dolore. Ma… oggi… mi ha detto che mi
ama e io ho sentito una morsa
nello stomaco… una morsa così forte che ho
pensato di morire dal dolore. Il
pensiero del male che le sto per fare… mi uccide, Theo. Lei
si fida di me.- si
liberò Draco, sentendo un groppo alla gola.
- Ci
stai dentro fino al collo, amico.- provò Theo a prenderlo in
giro.
-
Quando lei mi bacia… mi manca il fiato. Io non so cosa mi
sia preso…-
-
Scappa con lei…- propose Theodore serio.
- Non
dire stupidaggini…- lo rimproverò Draco.
- Sono
serio. Va' da lei. Dille la verità. Dille che la ami e che
vuoi scappare con
lei. -
- E la
missione? E i miei genitori? Pensi che non ho mai pensato di scappare
via da
tutto questo? Mia madre e mio padre non possono scappare! Loro
pagherebbero per
il mio errore.-
-
Parlerò con Silente. Lui li può difendere.-
Draco
lo guardò per alcuni istanti. Istanti in cui
considerò veramente l'idea di
Theo. Poteva andarsene via… in giro per il mondo. Con
Hermione. I suoi genitori
potevano rimanere al sicuro con l'Ordine della Fenice.
Draco
Malfoy stava correndo per i corridoi di Hogwarts. Era pomeriggio
inoltrato e
molti studenti erano già pronti per la cena in Sala Grande.
Lui stava cercando
Hermione, perché, non sapeva come e perché, ma si
era fatto convincere da Theo
nel suo piano strampalato.
-
Hermione, ti amo… Scappa via con me… No,
così la spavento. Hermione, ti amo.
Sono un Mangiamorte. No, peggio… ora cosa mi invento?- disse
Draco tra sé,
fermandosi solo quando sentì dei singhiozzi provenire dal
bagno del secondo
piano. La porta era aperta. Provò a entrare, ma si
bloccò vedendo che la
ragazza che piangeva era Hermione e che non era sola.
-
Tranquilla, Hermione… si sistemerà tutto.- disse
Ronald Weasley, abbracciando la
ragazza che era raggomitolata a terra, scossa da frequenti singhiozzi.
- Gli
ho detto che lo amo… e lui è scappato…
- disse Hermione tra le lacrime.
-
Magari lui non era ancora pronto a quel passo…-
provò a consolarla il rosso.
-
Perché lo difendi?- chiese lei.
-
Perché, anche se non mi piace, è il tuo ragazzo.
Come tuo migliore amico, devo
accettare qualsiasi cosa che ti faccia stare bene. Anche se ora sembra
farti
star male. Ho passato troppo tempo a trattarti male, ora ti meriti il
meglio da
me, come amico.-
Le
accarezzò il viso con dolcezza e le diede un bacio sulla
guancia.
- Sono
contenta che sei tornato, Ron…-
-
Scusami se sono stato un cretino. Non dovevo lasciarti da sola.-
Draco
ne aveva abbastanza. La pelle cominciò a pizzicare. Sentiva
caldo. Uscì di
nascosto dal bagno e proprio lì davanti vi trovò
Harry.
-
Draco! Cosa ci fai…?-
- Lei
si merita di meglio… - disse solo Draco, provando a
superarlo. Harry, confuso
si affacciò al bagno, dove vide Hermione e Ron.
Seguì il biondo, bloccandolo
contro un muro.
-
Draco…-
- Lei
si merita un bravo ragazzo. Uno che ci sarà sempre per lei.
Uno che non si
mette nei casini. Non uno che scappa, ma uno che resta. E se quel
ragazzo è
Weasley… sono disposto a lasciargliela. E' giusto che
finiscano insieme. Era
così che doveva andare. Io mi sono messo in mezzo per un
po', ma non voglio
cambiare il corso delle cose.-
-
Draco, parli così perché stai avendo una reazione
di gelosia. Non lo capisci?
Hermione è innamorata di te! Non di Ron… Lei non
vuole il bravo ragazzo, vuole
te…- provò a dirgli Harry.
- Ma
lei deve avere un ragazzo che si prenda cura di lei! Se lo
merita…- rispose
Draco con gli occhi lucidi.
- Tu
la ami, non è vero? Hai solo paura di metterla in
pericolo… Vuoi allontanarla
prima che sia troppo tardi…- capì subito il moro.
Il biondo lo allontanò in
malo modo.
- Non
dire niente a lei. Sarà più facile per lei
dimenticarmi, se è convinta che io
non l'amavo.- disse lui, cominciando a camminare.
- E
tu? Riuscirai a dimenticarla?- chiese Harry, bloccando l'andatura
dell'altro.
-
Questo è un problema secondario.- rispose Draco, dirigendosi
verso la Sala Comune.
Draco
entrò nella Sala Comune di Serpeverde. Era piuttosto
spossato. Si sedette sul
divano, non accorgendosi della figura al suo fianco.
-
Tutto ok, Draco?- chiese quella voce femminile che conosceva tanto bene.
-
Pansy, non è il momento…- sibilò lui,
con rabbia.
- Non
è mai il momento per parlare con te…-
sbuffò lei.
- Ti
do trenta secondi per dirmi tutto quello che devi dirmi e se mi va ti
rispondo.- disse il biondo, controllando l'ora.
- Il
fatto che ci siamo lasciati non ti da il diritto di evitarmi! Tu per me
sei
stato il mio primo ragazzo e voglio ricordarti con affetto e
serenità. Se ti fa
sentire meglio dare la colpa a me perché mi sono messa con
Blaise, va bene! Lo
accetto, ma tu sai benissimo che non è vero! Eri diventato
intrattabile e lui
ci tiene davvero a me! Mi è stato vicino quando tu mi
evitavi! E… Draco, io ti
conosco… Stai male… Lo vedo… sei
dimagrito… sembri malato… Sei triste…
Io ti ho
chiesto solo come stai, se è tutto ok… tu dici
che non è il momento, ma io
penso di sì!- disse lei tutto di un fiato. Draco non
potè fare a meno di
sorridere.
- Io
non do la colpa a te… Io non ce l'ho con te… Ce l'ho
con Blaise. Se
non ti ho parlato per tutti questi mesi è perché
mi da
tremendamente fastidio che tu ti sia messa con Blaise. Non
perché sono geloso…
Perché non è vero che lui tiene a te. Lui ti sta
usando per fare un torto a me.
Non so perché, ma quest'anno mi ha preso di mira. Ti voglio
bene… Per questo mi
da fastidio parlare con te. Non capisco come puoi fare a stare con uno
come
lui. E… no, non sto bene. In questo preciso momento mi sento
molto male. Sto
così male, che devo stare un minuto da solo per cercare
dentro di me un motivo
per continuare a combattere. Magari le altre volte era una scusa, ma
questa
volta non è davvero il momento.- spiegò calmo
Draco. Pansy lo guardò stupita,
annuendo lentamente. Gli sorrise, accarezzandogli la spalla.
Un'espressione
triste si dipinse sul volto della ragazza.
- Stai
attento con Blaise.- disse lei, rompendo quel momentaneo silenzio.
Draco alzò
lo sguardo verso di lei, confuso.
- Non
penso che le sue ripicche infantili possano preoccuparmi più
di tanto.- rispose
lui, serio.
Pansy
si guardò intorno e si avvicinò all'altro.
-
Penso che dovresti preoccuparti, invece. Io non so molto,
ma… l'ho sentito
confabulare con Tiger qualcosa riguardo al diventare Mangiamorte.-
sussurrò
lei, preoccupata.
Draco
spalancò gli occhi, sorpreso. Scosse la testa, cercando di
liberarsi da quel
pensiero. Blaise era davvero l'ultimo dei suoi problemi.
Spazio dell'autrice:
Ciauuuuuu!!!
Questo è
il penultimo capitolo!!!! (O meglio il terzultimo, perchè
manca l'ultimo capitolo più l'epilogo XD)
La fine si avvicina e
l'ansia sale XD Cosa farà Draco? E Hermione? Ron si
metterà in mezzo? Blaise starà veramente tramando
un attacco finale?
Che ve ne pare della
storia di Theo??? Finalmente si sa qualcosa di più!
Spero che vi sia
piaciuto.
A presto!
Kiss
|
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Capitolo 32 *** .32. The show must go on ***
- Mi
stai dicendo che non vi parlate da settimane… da quasi un
mese!... e non vi
siete lasciati?- chiese Theodore, scoppiando a ridere.
-
Siamo fatti così. Rimandiamo il più possibile il
chiarimento. Però è finita…
anche se ufficialmente non ne abbiamo parlato.- rispose Draco, steso
comodamente sul suo letto.
- Non
ti ho mai visto piagnucolare così per una
ragazza… Ci devi stare proprio male.-
commentò Theo, divertito.
- Non
sto piagnucolando. Sono convinto di aver fatto la cosa giusta. Ho solo
sbagliato a lasciarmi andare all'inizio.- disse il biondo, convinto.
- Ho
visto che hai ricominciato a parlare con Pansy, mi devo aspettare che
torniate
insieme? Ho sentito che ha lasciato Zabini. E' stato un duro colpo
all'orgoglio
di quel verme.-
- Le
ho solo detto che Blaise la stava usando, deve avermi ascoltato.-
rispose
l'altro, sorridendo debolmente.
-
Potresti riprendere il piano della fuga, ma attuarla con Pansy.
Potreste…-
cominciò Theo, euforico, ma Draco non lo stava
più ascoltando. Sentì un
bruciore intenso alla gamba sinistra e si mise la mano in tasca,
estraendo la
moneta con cui si teneva in contatto con Madama Rosmerta.
-
Oddio…- esclamò, alzandosi di colpo. Il moro
interruppe il suo monologo,
fissandolo confuso.
- Cosa
c'è?-
-
Oddio… Merlino… Non sono pronto,
Theo…- sbraitò Draco, sull'orlo di una crisi.
Si tirò su la manica della camicia nera che indossava. Il
braccio sembrava tremare
dall'agitazione, il marchio nero sembrava attendere silenzioso il
momento di
esplodere.
- Che
fai?- chiese confuso Theodore.
- E'
il momento, Theo. Rosmerta mi ha dato il segnale. Devo… devo
avvertire i
Mangiamorte.- spiegò con voce tremante. L'amico si
ammutolì, mentre Draco
prendeva la bacchetta e la puntava sul Marchio. Un fascio di luce verde
fu
risucchiata dal braccio, muovendosi lentamente dalla punta della
bacchetta alla
pelle pallida del biondo. Sentì un dolore lancinante. Fuoco
puro. Ansante, si
diresse frenetico verso la porta. Si bloccò di scatto,
voltandosi verso
Theodore.
-
Vieni… Poi ti spiego.- disse, prendendo l'amico per il
braccio.
I due
cominciarono a correre per i corridoi. Salirono fino alla Torre di
Astronomia.
- Che
ci facciamo qui?- chiese Theodore, cominciando a spaventarsi.
-
Attiro Silente qui sopra. Ora è partito, ma quando
tornerà, questo sarà il
primo posto che raggiungerà.- spiegò Draco,
prendendo la bacchetta. Fece un
sospiro profondo.
-
Morsmordre.- sussurrò, evocando un Marchio Nero scintillante
sul cielo, proprio
sopra la Torre.
-
Draco, cosa diavolo stai facendo?- urlò Theo,
indietreggiando.
- E'
un pretesto per avvicinare Silente. Ora vieni, corri!- disse Draco,
ricominciando a correre. Arrivarono di fronte alla Stanza delle
Necessità. Una
volta entrati, il biondo si fermò di fronte all'armadio.
-
Nasconditi! Non fare rumore e non farti vedere da nessuno!-
ordinò Draco a
Theo. Il moro annuì, cominciando a cercare un nascondiglio.
L'altro
sospirò, una volta da solo. Ora doveva solo creare il
collegamento tra i due
armadi.
-
Harmonia nectere passus. -
-
Harmonia nectere passus. -
-
Harmonia nec…-
Sentì
un rumore all'interno dell'armadio e lo aprì. Sua zia
Bellatrix ne uscì,
barcollante, guardandosi intorno. Piano piano altri Mangiamorte
raggiunsero la
prima.
- Non
pensavo ce l'avresti fatta, nipote.- commentò l'unica donna
del gruppo.
-
Porto sempre a termine le mie missioni.- rispose a tono Draco.
-
Questo lo vedremo tra poco. - rise la zia.
-
Greyback. Va' nei sotterranei. Sai qual è il tuo compito.
Draco, tesoro, qual è
la parola d'ordine della tua Sala Comune?- chiese Bellatrix,
rivolgendosi a un
uomo massiccio e spaventoso.
- Nox
aurea.- rispose servile il biondo. Greyback sembrò grugnire
qualcosa e uscì
dalla Stanza.
-
Andate a fare un po' di festa!- ordinò lei agli altri
Mangiamorte, che,
ridendo, seguirono il suo consiglio.
Bellatrix
fece comparire magicamente una maschera argentata.
-
Tieni… poi dici che la tua zietta non ti vuole
bene…- lo prese in giro, lanciandogli
l'oggetto e incamminandosi verso l'uscita.
- Tu
vai, io ti raggiungo. Devo chiudere il passaggio dell'armadio.- disse,
ma la
zia già saltellava fuori dalla porta.
Rimasto
da solo, si voltò nel punto dove era nascosto Theodore.
-
Corri! Vieni! Ora tu passerai dal passaggio e ti ritroverai da Magie
Sinister.
Confondi Sinister, modificagli la memoria se necessario. Tu hai fatto
l'esame
per materializzarti, giusto? Quindi materializzati a Villa Castilla. E'
una
dimora della mia famiglia in Spagna, non ci andiamo da anni. Rimani
lì. Mi farò
sentire io. Se dovessero scoprirci, se dovessero mandare qualcuno a
cercarti,
materializzati da mia zia Andromeda. Dille la
verità… tutta la verità…
E…-
-
Perché dovrei scappare?- chiese Theo, confuso.
- Non
l'hai capito? Greyback è andato in Sala Comune a cercarti!
Tu Sai Chi vuole
finire quello che ha iniziato uccidendo tuo padre! Non lo
permetterò! Quindi
ora farai quello che ti ho detto!- ordinò Draco, spingendolo
verso l'armadio.
- Non
se ne parla! Se dovessimo essere scoperti, ti uccideranno! Non posso
permetterlo…-
- Fino
alla fine, Theo… Ricordi? Questo è il significato
che do a tutto ciò. Sono
pronto a rischiare. Ora va'! Mi farò vivo io.- disse il
biondo, infine.
-
Vieni con me…-
- Per
me è tardi per tornare indietro. Va' e vedi di non
morire…- sorrise Draco.
- Vedi
di non morire neanche tu.- sussurrò Theodore, mentre entrava
nell'armadio.
Draco
si mise la maschera da Mangiamorte e uscì dalla Stanza delle
necessità. Impugnò
saldamente la bacchetta, ma si paralizzò, non appena vide
cosa accadeva nel
corridoio. Corse verso sua zia, che stava torturando una ragazza.
Quando
riconobbe la poverina, trattenne a stento un urlo di dolore. Hermione
era a
terra in lacrime, mentre Bellatrix rideva tra un Cruciatus e l'altro.
-
Guarda, tesoro, cosa ho trovato? Una sudicia mezzosangue che osava
camminare
nel mio stesso corridoio.- disse, ridendo sguaiatamente.
"Tesoro"…
quella parola gli ricordò il modo materno in cui Andromeda
lo pronunciava nei
suoi confronti. Amore… come se lui potesse davvero essere il
"tesoro"
di qualcuno… una cosa preziosa.
- Ti
do l'onore di continuare a divertirti.- disse la donna.
-
Cosa?- chiese Draco, confuso.
-
Cruciala…- bisbigliò la zia al suo orecchio.
Il
biondo deglutì, non riuscendo a guardare la figura esile di
Hermione, che
ansimava a terra.
-
Perc…perché dovremmo perdere tempo con una come
lei? Abbiamo una missione da
compiere…- rispose Draco, in fretta.
-
Perché è divertente…-
sibilò la donna, mordendosi divertita la lingua. -
Crucio!-
Hermione
urlò di dolore, contorcendosi a terra. Draco chiuse gli
occhi, non volendo
vedere.
-
Lasciala, non è necessario, andiamocene…- disse
con fermezza.
- Hai
mai cruciato una persona, tesoruccio? Fallo… ORA!-
urlò alla fine Bellatrix. Il
biondo liberò una lacrima, celata dalla maschera, alzando la
bacchetta.
-
C…crucio…- sussurrò. Hermione
sussultò appena, ma non successe nulla.
-
Crucio!- disse ancora, più deciso. Niente.
- Devi
volerlo veramente… Per quale assurdo motivo non dovresti
voler torturare una lurida
mezzosangue?- sbraitò la donna, sbattendolo al muro.
-
Sono… agitato per la missione…- si
giustificò Draco, con voce tremante.
Dall'altra parte del corridoio giunse un'esplosione. - Tu
va'… ci penso io a
lei…- aggiunse il biondo. Bellatrix fece una smorfia
contrariata, correndo per
il corridoio, lanciando a caso degli anatemi.
Draco
stava tremando. Vide a terra la bacchetta della ragazza. Doveva essere
stata
disarmata. La prese e gliela porse delicatamente, mettendola a sedere.
-
Hermione…- sussurrò Draco, cercando di arrestare
il tremore che stava
percorrendo la ragazza. Le accarezzò il volto. Lei
sembrò destarsi
all'improvviso. Doveva aver riconosciuto la voce solo in quel momento.
Scosse
la testa, alcune lacrime rigarono il suo volto.
- No…
ti prego… dimmi che non sei tu…-
sussurrò lei, avvicinando la mano, tremante,
al bordo della maschera. Draco non si mosse, lasciando che lei
scoprisse il suo
volto.
- No…
no… no… no!- disse lei, allontanandosi di scatto.
-
Hermione…-
- Io
ti ho sempre difeso!- urlò lei, cominciando a piangere
più intensamente. - Ti
ho sempre difeso quando Harry mi diceva che eri un Mangiamorte!
Io… io mi
fidavo di te! Come hai potuto farmi questo!-
Draco
era immobile, incassando tutte quelle parole come lame al petto.
- Coma
hai potuto… Sei stato tu a fare del male a Katie, vero?
Tu… tu mi hai
avvelenato! Harry aveva ragione… Harry ha sempre avuto
ragione, non è vero? Su
tutto!-
Il
biondo abbassò il capo, colpevole.
-
Rispondimi!- gridò Hermione.
- Sì,
tutti i sospetti di Harry… erano veri.- rispose Draco con
voce atona.
- E io
facevo parte del tuo stupido piano? Era tutto finto quello che
c'è stato tra
noi? - chiese lei.
Lui le
si avvicinò e le prese il volto, catturando le sue labbra
con un bacio.
Hermione lo allontanò subito, asciugandosi una lacrima.
- Tu
mi avresti cruciato… solo per zittire tua zia.-
commentò lei, delusa.
-
Volevo assaporare le tue labbra un'ultima volta. Non volevo affrontare
tutto
questo con il pensiero che non ti avrei mai più baciato.
Tu…eri la mia neve.- sussurrò
Draco, fissandola con occhi tristi. - Dentro la Stanza delle
Necessità, c'è un
armadio che ti porterà in salvo. Ti prego…
scappa. Ti prego, salvati.-
- Io
non scapperò mai, Draco. Io lotterò
affinchè il mondo magico venga liberato da
persone come te. Sei solo un verme codardo.-
-
Stupeficium!- disse Draco, colpendola con l'incantesimo. Lei svenne a
terra.
Lui la trascinò dentro l'aula più vicina. - Mi
dispiace, Hermione… - sussurrò.
Non l'avrebbe lasciato andar via facilmente.
Cominciò
a correre, superando un punto in cui era iniziata una sorta di
battaglia.
Ignorando
tutti, salì le scale che portavano alla torre di Astronomia.
Sentì delle voci
provenienti da sopra e si sbrigò ancora di più.
Silente era lì e guardava il
cielo, dove il Marchio Nero si librava, muovendosi sinuosamente.
-
Draco, finalmente…- disse il vecchio con un sorriso bonario,
voltandosi.
-
Expelliermus!- sibilò Draco con cattiveria. La bacchetta di
Silente volò via.
L'uomo sembrava stanco, spossato. Qualsiasi cosa avesse fatto prima, lo
aveva
indebolito… e questo giocava a favore del biondo.
- Con
chi stava parlando? Ho sentito delle voci!- disse il ragazzo,
guardandosi
intorno impaurito.
- Ho
preso l'abitudine di parlare da solo. Ahimè,
l'età. Suppongo che tutto questo
sia opera tua…- sussurrò bonariamente il vecchio.
-
Esatto e ho fatto tutto sotto il suo naso. - riferì
soddisfatto l'altro.
- Non
penso, Draco. Io sapevo tutto. Sapevo che dietro l'attacco alla
signorina Bell
e alla signorina Granger c'era il tuo zampino. Cerchi di uccidermi
dall'inizio
dell'anno. Scommetto che hai un complice…. mmmh. Certo,
Rosmerta! Nessuno
sospetterebbe di lei, non è vero? Da quando è
sotto la maledizione Imperius?-
Draco
rimase immobile, terrorizzato. Deglutì, facendosi coraggio.
-
Dalla prima gita a Hogsmead. Ma il resto… l'ho fatto tutto
da solo…- disse il
biondo, cominciando a sudare freddo.
- Come
hai trovato il modo di far entrare i Mangiamorte?-
-
L'armadio svanitore dove l'anno scorso si è perso Montague.
L'ho riparato. C'è
un gemello da Magie Sinister… creano un passaggio.-
spiegò Draco, come se le
chiacchiere potessero salvarlo da quello che stava per fare.
-
Ottima idea… ho sempre saputo che sei un ragazzo molto
intelligente, anche se
continui a impegnarti nelle cose sbagliate.-
-
Perché non mi ha denunciato, sapeva cosa stavo
architettando. Poteva fermarmi.
Perché non l'ha fatto?- chiese il biondo, confuso.
Silente
sorrise in modo paterno.
- Non
volevo che ti succedesse qualcosa. Capisco la tua situazione e, se
fossi stato
scoperto, tu e la tua famiglia sareste stati in pericolo. Ma non
è troppo
tardi, Draco. Tu non sei un assassino. Io ti posso aiutare.- disse il
preside,
avvicinandosi barcollando.
- Lei
non mi può aiutare. Nessuno può. Lei non capisce,
io devo ucciderla. O Lui
ucciderà la mia famiglia.- rispose il ragazzo, alzando la
manica della sua
camicia. Gli mostrò il marchio nero che pulsava ferocemente.
-
Posso mettere in salvo te e la tua famiglia. Vi posso mettere sotto
protezione.
Draco, anni fa ho conosciuto un ragazzo che ha fatto tutte le scelte
sbagliate.
Non farlo. Tu non sei come Tom Riddle. Tu sai amare. Quest'anno
più che mai hai
capito il valore della famiglia, dell'amore, dell'amicizia. Voldemort
non sa
amare, ma tu sì.-
Draco
abbassò la bacchetta velocemente. Andromeda, Nynphadora,
Ted, Hermione,
Theodore… anche Harry… la signora Weasley,
Pansy… Amore.
- Se
ne vada…- sussurrò Draco debolmente.
-
Cosa?- chiese Silente confuso.
- Se
ne vada. Vada ad Azkaban, liberi i miei genitori e li metta sotto
protezione.
Mio padre farà un po' di resistenza, ma con un Confundus
dovrebbe cavarsela.
Metta una "guardia" a Villa Castilla, in Spagna. E' lì che
si trova
Theodore, perché è ricercato dai Mangiamorte.
E… e Pansy… anche Pansy è mia
amica… voglio che sia al sicuro. E dica a Hermione che
l'amavo e che mi
dispiace di averla fatta soffrire. - spiegò il biondo a
testa bassa.
-
Parole molto nobili, Draco. E tu cosa farai?-
- Io
rimarrò qui… attenderò la mia
punizione per averla fatta scappare. Posso
perdere un po' di tempo. Ma la prego, non posso affrontare la morte,
senza
sapere che lei farà quello che le ho detto. -
- Sei
molto coraggioso, Draco. Le esperienze di quest'anno devono averti
cambiato
profondamente.- sorrise Silente. Si bloccarono quando sentirono un
rumore di
passi raggiungerli.
Piton
e Bellatrix si presentarono davanti a loro.
-
Bellatrix… vorrei dire che è un piacere
rivederti…- disse bonario Silente.
- Il
piacere è tutto tuo, vecchiaccio!- rispose lei, facendogli
la linguaccia. -
Forza Draco, uccidilo!-
Draco
tremò. Era troppo tardi. Per un secondo, un istante, aveva
visto risolversi
tutto. Invece eccolo lì. Di fronte a un'ennesima scelta.
-
Uccidilo!- urlò la zia, facendolo rabbrividire.
Guardò speranzoso Piton in
cerca di aiuto. Il professore sembrava più pallido del
solito. Poi gli occhi
del biondo si incontrarono con quelli azzurri del preside.
-
Vigliacco! Sei tutto tuo padre! Non hai preso nulla dalla nobile casata
dei
Black! Piton, è il tuo turno, se non sbaglio… Hai
pronunciato il voto
infrangibile…- bisbigliò la donna.
-
Cosa? Cosa significa?- chiese Draco confuso.
- Che
il tuo professorino avrebbe dovuto uccidere Silente se tu non ce
l'avessi
fatta.- rise divertita lei.
Draco
guardò confuso Piton. Era impossibile, a detta di Theo, lui
era una spia per
Silente.
-
Severus… Ti prego.- supplicò Albus. Il ragazzo
assisteva alla scena,
terrorizzato.
-
Avada Kedavra.- sibilò il moro.
Lampo
verde. Il corpo del preside venne scaraventato giù dalla
torre.
No,
Piton era buono. Il padre di Theodore era morto per questo. Per
proteggere
Piton. Sentì appena la mano del suo professore trascinarlo
via. Scese le scale.
Di nuovo la battaglia. Corridoio vuoto. Tutto era vago intorno a lui.
Intravide
il corpo di Pansy a terra, Fenrir Greyback sopra di lei. Pansy, Pansy,
Pansy.
No!
- Pansy!
- urlò più forte che potè, ma nessuno
sembrò sentirlo. Si ritrovò subito nel
giardino. Sua zia rideva al suo fianco, dando fuoco a tutto.
Ad un
tratto sentì delle urla alle sue spalle e si
voltò. Harry li stava seguendo,
urlando.
- Lui
si fidava di lei!- gridava, rivolto a Piton.
"No,
Harry. Scappa." pensò Draco. Bellatrix si
avvicinò al prescelto,
cominciando a cruciarlo.
-
Ferma!- gridò il biondo, non rendendosi conto di aver
parlato ad alta voce. Sua
zia si voltò, confusa.
- Il
Signore Oscuro lo vuole vivo.- si riprese Draco. Bellatrix rise, dando
fuoco
alla capanna di Hagrid.
-
Sectumsempra!- urlò Harry, ma Piton bloccò il suo
incantesimo. Il professore si
avvicinò a lui, dicendogli che lui era il Principe
Mezzosangue, ma il biondo
non seppe mai cosa volesse dire.
Si
riavvicinò a Draco. Bellatrix si era già
smaterializzata.
-
Silente si fidava di lei. Il padre di Theo si fidava di lei. Come ha
potuto?-
chiese il biondo, non riuscendo a trattenersi. Piton lo
guardò negli occhi,
stupito che lui sapesse di Nott. Non rispose, smaterializzandosi a
Malfoy Manor
insieme al ragazzo.
Spazio
dell'autrice:
Eccomi qui con
l'ultimo capitolo!!!!!! Nel prossimo ci sarà l'epilogo...
Emozionate??? XD
Come
finirà ???
Lo posto entro le
sei...
A dopo!!!!!
Kiss
|
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Capitolo 33 *** .33. The end... or not? ***
EPILOGO:
ATTENZIONE, LEGGERE PRIMA IL CAPITOLO PRECEDENTE! NE HO POSTATI DUE :D
BUONA
LETTURA!
-
Crucio!-
Draco si
contorse a terra dal dolore. Il volto in lacrime era attaccato al
pavimento.
Bellatrix lo stava torturando… non sapeva più
ormai da quanto tempo.
- Tesoro,
devi capire che lo faccio per il tuo bene. Queste sono le cose che ti
fanno
crescere. Crucio!-
Draco
ormai si era abituato a trattenere l'urlo, ma si lasciò
sfuggire un singhiozzo.
- Povero
cucciolo… Piange. Ringrazia che il Signore Oscuro
è magnanimo e gentile. Ti ha
risparmiato solo perché Piton ha ucciso Silente. Non
riuscire a cruciare una
Mezzosangue. Non uccidere un vecchio strampalato. Fermarmi mentre mi
diverto
con il giovane Potter. Se fosse dipeso da me, saresti morto dopo il
primo
errore.- sibilò lei con cattiveria. - Crucio!-
Sentì a
malapena la porta della sua stanza di Malfoy Manor aprirsi. Steso a
terra, vide
solamente le scarpe delle due persone che erano entrate.
- Bella!
Lascia stare Draco!- la voce di sua madre risultò dolcissima
alle orecchie di
Draco. Provò a rialzarsi da terra, ma le braccia cedettero,
riportando la sua
faccia sul pavimento.
- Cissy… Finalmente
siete evasi! Ti vedo in forma! Azkaban ti ha ringiovanito.-
scherzò la sorella.
- Il tuo
compito qui è finito. Ora penseremo noi a nostro figlio.- la
voce di Lucius era
roca. I vestiti impolverati, i capelli spettinati… sembrava
invecchiato di
venti anni.
Bellatrix
uscì lentamente dalla stanza, lanciando un'occhiata
divertita al nipote.
- Mamma…
mamma…- sussurrò Draco, facendosi aiutare dalla
donna a mettersi seduto.
Narcissa sembrò pensarci un attimo, ma poi
abbracciò il figlio, come forse non
aveva mai fatto.
- Va
tutto bene, tesoro. Ora sei al sicuro, con noi qui. Tranquillo, nessuno
ti farà
più del male.- sussurrò lei, accarezzandogli i
capelli.
- Io… io
l'ho fatto per voi… Lui aveva detto che vi avrebbe ucciso.
Mi dispiace se non
sono riuscito a compiere la missione…- sussurrò
in modo sconclusionato Draco.
- Va bene
così, piccolo mio. Sei stato forte e coraggioso. La mamma
è fiera di te…-
- Papà…
mi dispiace…- disse il ragazzo con un filo di voce. Lucius
lo guardò severo.
- Oramai
i Malfoy non avranno più alcun potere con l'Oscuro Signore.
Lo abbiamo deluso.-
riuscì solo a dire l'uomo. La voce era tremante, forse
tratteneva la rabbia.
Narcissa spalancò gli occhi, sorpresa.
- Ma non
è colpa di Draco, non è vero Lucius? Draco ha
fatto il possibile…- lo
rimproverò la donna.
- Certo…-
rispose Lucius, non pienamente convinto. Uscì velocemente
dalla stanza,
lasciando soli madre e figlio.
Il
funerale di Silente era appena finito. Harry era salito sulla Torre di
Astronomia, seduto a guardare il cielo grigio, dove Fanny volava e
inneggiava
il suo canto di dolore. Una figura alle sue spalle lo raggiunse
timidamente.
- Mi dispiace.- sussurrò
Ginny, con voce tremante. Harry si voltò verso di lei.
Bella. I capelli rossi erano mossi dal vento e la rendevano divina. Gli
occhi, però, erano tristi, colmi di lacrime.
- Anche a me. Non dovevo mentirti.-
rispose lui, abbassando gli occhi, colpevole.
- No... Invece dovevi. Non dovevo
mettermi in mezzo al rapporto tra te e Hermione. Mi dispiace. Io... io
ti amo e dovevo capirti. Ho sbagliato.- spiegò lei,
imbarazzata. Harry si avvicinò lentamente e prese il suo
viso tra le mani. La baciò con passione. Tenerezza. Addio.
- Non possiamo stare insieme, Ginny. Se
Voldemort dovesse scoprire di noi due... -
- Non vuoi mettermi in pericolo. Lo
so.- rispose velocemente lei, poggiando la fronte su quella del ragazzo.
- Mi capisci?-
- No, ma lo accetto.-
Ginny gli accarezzò il viso,
dolcemente, lasciandolo da solo. Harry si mise seduto a terra,
guardando l'orizzonte.
- Sapevo
che ti avrei trovato qui.- Hermione lo raggiunse e si mise seduta a
terra al
suo fianco.
- Io ero
qui. Ero a due passi da loro, ma non potevo muovermi. Silente mi aveva
pietrificato. E' stato terribile.- commentò lui a bassa voce.
- Lui
l'ha fatto per il tuo bene.-
- Pensavo
che riuscire a vedere il Marchio di Draco mi avrebbe dato
più soddisfazione.
Dopo quasi un anno che sospetto di lui e nessuno mi ha mai
creduto… pensavo che
avrei provato… non so. Piacere? Soddisfazione?- sorrise
amaramente . - Invece
io speravo con tutto me stesso di sbagliarmi.-
- Mi
dispiace, Harry. Avrei dovuto crederti. Draco era diventato un
Mangiamorte e
non ha fatto altro che usarci. A tutti e due.- disse lei, gli occhi
erano
lucidi, ma riusciva a mantenere la sua immagine forte. In quel momento
Harry
aveva bisogno di una persona forte, non di una piagnucolona dal cuore
infranto.
- Avevi
ragione tu, invece. - sussurrò lui con un filo di voce.
- Cosa?-
- Draco è
un bravo ragazzo, cresciuto nella famiglia sbagliata. Lui…
non avrebbe ucciso
Silente. Aveva abbassato la bacchetta e gli aveva detto di andare a
proteggere
i suoi genitori ad Azkaban, di aiutare Theodore che si
trovava… a Villa
Castilla? Non mi ricordo, era in Spagna. Sta lì
perché sta scappando dai
Mangiamorte. Ha detto di portare Pansy al sicuro, perché era
sua amica. Povera
Pansy, è stata aggredita da Greyback. Se Draco sapesse che
è morta... Draco
avrebbe atteso qui le ire dei Mangiamorte e di Voldemort, se solo
Silente gli
avesse assicurato queste cose. Mi ha anche salvato la vita, lo sai?
Bellatrix
mi stava torturando, ma lui l'ha fermata. Quindi, no, Draco non
è un cattivo
ragazzo. Lui cercava solo di proteggere i suoi amici e i suoi cari. Non
avrebbe
ucciso Silente. Ma Piton l'ha fatto. Quindi è con lui che me
la prendo, non con
Draco. - disse Harry tutto di un fiato. Hermione rimase a bocca aperta,
ma poi
si riprese, sorridendo amaramente.
- Forse a
te ci teneva. Ma io? Sono stata solo un passatempo per tenere a bada me
e te.-
- Non mi
dire che non l'hai capito? Hermione, Draco si era innamorato di te.
Quando tu
gli hai detto che l'amavi, l'ho visto che ti cercava, ma si era
allontanato di
corsa, perché ti aveva visto con Ron. Abbiamo parlato e mi
ha fatto promettere
di tacere, ma ormai è inutile. Lui ti amava, ma pensava che
ti meritassi
qualcuno che ti avrebbe reso felice. Si era fatto da parte,
perché credeva che
tu saresti stata meglio con Ron. Con il senno del poi, probabilmente
non voleva
metterti in pericolo.-
- Ti ha
detto lui che mi amava?- chiese Hermione, debolmente.
- Più o
meno. Ha detto anche a Silente di dirtelo, in caso fosse stato ucciso
dai
Mangiamorte.-
Hermione
rimase in silenzio.
-
Ragazzi, tutto bene?- Ron li raggiunse, sedendosi vicino alla ragazza.
-
L'horcrux che io e Silente siamo andati a cercare… era un
falso. Un certo R.A.B.
lo ha rubato prima di noi. E' stato… tutto inutile. - disse
Harry ai due amici.
- Devo andare a cercare i rimanenti Horcrux. E' una cosa che devo fare
da
solo.-
- Harry…
noi verremo con te. Non ti lasceremo mai andare da solo.- rispose con
un
sorriso dolce Hermione.
- Già,
noi verremo con te. Non ci pensare neanche!- intervenne Ron. Harry
sorrise,
abbracciando i due amici. Si alzò e si avvicinò
al balcone, dal quale Silente
era stato scaraventato giù.
- Grazie,
per aver mantenuto il segreto…- disse Hermione a bassa voce,
in direzione di
Ron. Lui sorrise e le strinse la mano.
Hermione
era raggomitolata su se stessa dentro
un'aula. Sentiva le esplosioni di una battaglia fuori quella porta, ma
non le
importava. Il suo cuore era infranto. Draco… Draco era un
mangiamorte e l'aveva
appena schiantata. Stava piangendo da troppo tempo. Gli occhi erano
gonfi e
rossi. Lei non perdeva mai il controllo, lei era forte.
Eppure… non riusciva a
smettere di piangere.
Ad un
tratto una persona aprì la porta ed
entrò di corsa.
- Ti ho
visto sulla mappa del malandrino.
Vieni…-
Ron…
Casa. Ora era a casa.
La prese in
braccio e lei si strinse forte a
lui.
-
Andrà tutto bene, Hermione.- sussurrò lui,
per rassicurarla. Lei aveva il cuore a pezzi, ma aveva comunque bisogno
di quel
calore umano, di quell'amore che Ron avrebbe potuto darle. Forse era
giusto che
finisse così. Con Ron, non con Draco. L'amore per il biondo
sarebbe passato,
prima o poi. Così, fece un gesto completamente insensato.
Avvicinando le sue
labbra a quelle di Ron. Si baciarono dolcemente, con tutto l'amore di
cui lei
aveva bisogno in quel momento.
- Non dire
a nessuno di questa cosa…- disse
lei, mentre piangeva ancora.
-
Tranquilla, va tutto bene.-
Hermione
avrebbe tanto voluto che quel bacio
fosse stato abbastanza.
Lei
allontanò la mano da quella di lui. Gli occhi erano lucidi.
- Non c'è
bisogno che mi dai spiegazioni. L'ho capito, non vuoi stare con me in
quel
senso.- disse Ron a un tratto.
- Una
volta… una delle volte in cui io e Draco ci incontravamo per
leggere, a casa di
Andromeda… ci mettemmo a parlare di Cime Tempestose, un
libro babbano. E io gli
ricordai di una citazione che mi aveva colpito. " Il mio
amore per Linton è simile alle foglie dei boschi. So
che il tempo lo muterà, come l'inverno muta gli alberi... Ma
il mio amore per
Heathcliff somiglia alle rocce eterne sotto di noi... Una sorgente di
gioia
poco visibile, ma necessaria.".- sorrise
Hermione al ricordo di quella notte sotto le stelle.
- Io sono
come questo Linton, non è vero? Malfoy è il
tuo… come si chiama? Heathcliff?- indovinò
Ron, un sorriso amaro si
dipinse sul suo volto.
- Vorrei
tanto che tu fossi il mio Heathcliff.- sussurrò lei,
liberando alcune lacrime.
-
Tranquilla, non importa.- provò a dire lui, abbracciandola.
Anche
Harry, anche se era più lontano, aveva sentito tutto.
Ritornò dai due amici,
facendo finta di non aver udito nulla.
Malfoy
Manor quella sera era particolarmente piena di persone.
- Bene.
Vogliamo prima ringraziare il buon Lucius che ci ha gentilmente
ospitato nella
sua dimora per le nostre riunioni.- disse Lord Voldemort a una tavolata
piena
di Mangiamorte. Lucius, interpellato, annuì in segno di
referenza.
- Bene,
poi vogliamo dare il benvenuto a un nuovo membro nella nostra cerchia.
Blaise
Zabini. - un applauso si levò da parte di tutti i convitati. Blaise si alzò
dalla sua seduta e fece un
piccolo inchino, ritornando al suo posto, di fianco a Draco. Voldemort
ricominciò a parlare, mentre il moro avvicinò le
labbra all'orecchio del
biondo.
- Pensa
cosa succederebbe se adesso io rivelassi a tutti che quest'anno te la
sei fatta
con una mezzosangue e che ti ho visto scappare dalla Sala Comune
insieme a
Theodore, prima dell'attacco dell'altra sera. Sarebbe uno spasso.-
Draco
rabbrividì, sbiancando visibilmente.
- Cosa
vuoi, Blaise, in cambio del tuo silenzio?- bisbigliò lui,
impaurito. L'altro
scoppiò a ridere.
- Draco,
Draco, Draco… non voglio nulla. Io voglio solo umiliarti per
tutto il resto dei
miei giorni… anzi dei tuoi giorni.- sibilò Blaise
con cattiveria.
- Perché?
Perché lo fai?- chiese Draco con un filo di voce. -
Perché mi stai tormentando
dall'inizio della scuola?-
- Tuo
padre ha ucciso, per sbaglio dice lui, il mio, tanti anni fa. Da allora
mia
madre è impazzita e ha cominciato a risposarsi infinite
volte fino a perdere la
testa. Si è suicidata l'anno scorso. Qualcuno deve pagare.
Ho solo aspettato il
momento, dopo sei anni, in cui sei stato più vulnerabile.
Tempismo perfetto,
non trovi?- rise silenziosamente, lasciando Draco di stucco, con la
paura che,
da un momento o l'altro, Blaise potesse parlare.
Spazio dell'autrice:
Epilogo!!! Ta daaaam!
Vi piace?
Io sono piuttosto
soddisfatta. Ho vissuto un periodo da scrittrice un po' nero XD Ho
pianificato le morti di un bel po' dei miei personaggi. XD
Però mi sono fermata, almeno in questa storia.
Lo so, il finale
è aperto... e questo perchè....
CI SARA' IL SEGUITO!
XD Volevo farvi una
sorpresa, spero gradita. Ho anche preparato un trailer per la storia:
http://www.youtube.com/watch?v=4ZdEYMvnnAM&feature=youtu.be
Spero si veda... se no avvertitemi. Il seguito di Just the way you are
si chiamerà Love the way you lie: un po' per l'assonanza dei
titoli XD, un po' perchè l'omonima canzone penso sia
perfetta per la coppia. Rihanna e Eminem sono fantastici e in questa
canzone rendono perfettamente quello che volevo far trasparire da Draco
e Hermione.
Detto questo...
Volevo specificare, come qualcuno ha già notato che alcuni
capitoli hanno titoli che prendono spunto da alcune canzoni dei Queen.
Ringrazio chiunque abbia letto la storia ... chiunque l'abbia
recensita. Chiunque!!!
Sono un po' triste per questa fine, ma mi consola il fatto che questa
non è una vera e propria fine. :D
Ringrazio particolarmente justSay, che ha recensito praticamente tutti
i capitoli e mi ha sempre mostrato il suo supporto.
A presto! O meglio ci vediamo il 20 novembre con la nuova storia!
Spero che vi piacerà!
A presto!
Kiss
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