Just the way you are

di Draco the best
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .1. Surprise ***
Capitolo 2: *** .2. Draco loves Nutella ***
Capitolo 3: *** .3. Peace or War? ***
Capitolo 4: *** .4. The Truth and the Lie ***
Capitolo 5: *** .5. Football and fear ***
Capitolo 6: *** .6. Very Weasley ***
Capitolo 7: *** .7. Reading ***
Capitolo 8: *** .8. Death Eater... ***
Capitolo 9: *** .9. Happy Birthday, Harry! ***
Capitolo 10: *** .10. Falling Stars ***
Capitolo 11: *** .11. Nocturn Alley ***
Capitolo 12: *** .12. It's over ***
Capitolo 13: *** .13. The Vanishing Cabinet ***
Capitolo 14: *** .14. Librery ***
Capitolo 15: *** .15. I'm not Ok ***
Capitolo 16: *** .16. I don't want to be saved by you ***
Capitolo 17: *** .17. The Slughorn party ***
Capitolo 18: *** .18. Draco vs Blaise ***
Capitolo 19: *** .19. Family ***
Capitolo 20: *** .20. Xmas' Presents! ***
Capitolo 21: *** .21. It's Kinda Magical ***
Capitolo 22: *** .22. Weird ***
Capitolo 23: *** .23. There's something ***
Capitolo 24: *** .24. Harmonia nectere passus ***
Capitolo 25: *** .25. It's not a date ***
Capitolo 26: *** .26. Friends go... Friends stay... ***
Capitolo 27: *** .27. One month ***
Capitolo 28: *** .28. Friends will be friends ***
Capitolo 29: *** .29. Maybe it's love ***
Capitolo 30: *** .30. I love you, but... ***
Capitolo 31: *** .31. Right till the end ***
Capitolo 32: *** .32. The show must go on ***
Capitolo 33: *** .33. The end... or not? ***



Capitolo 1
*** .1. Surprise ***




Draco Malfoy era intento a fissare il paesaggio fuori dal finestrino di un'automobile babbana. Già questa poteva essere considerata una scena altamente improbabile. Se poi andiamo ad aggiungere che il guidatore era un uomo molto anziano, dalla lunga barba e dai capelli bianchi, vestito con una veste viola lunga fino ai piedi, che disturbava l'uso dei pedali, beh… la scena aveva un non so che di impossibile. Albus Silente scrutava attentamente la strada dai suoi occhiali a mezzaluna e stava guidando una Fiat 500 vecchia di non si sa quanti anni.

- Signore, penso che questo coso serva a qualcosa…- disse Draco indicando la leva del cambio. Il vecchio uomo barbuto lo osservò con un dolce sorriso.

- Oh, signor Malfoy, tranquillo. Vedo che lei è preoccupato, ma non deve esserlo. Ho tutto sotto controllo. - rispose il preside, mentre la macchina "sfrecciava" in un incrocio, superando un semaforo rosso.

- Ma non penso che questo rumore sia normale…- insistette Draco, con un'espressione tutt'altro che tranquilla, mentre la macchina chiedeva pietà e invocava inutilmente un cambiamento di marcia.

- Siamo quasi arrivati, comunque…- osservò Silente, soddisfatto.

- Ma era necessario venire con questa… cosa…?- chiese il ragazzo, indicando la macchina.

- Era per non dare nell'occhio, è pur sempre un quartiere babbano. E poi ho sempre sognato di guidarne una.- rispose con voce sognante.

- Ma… Signore, lei non l'aveva mai guidata prima?- chiese ancora Draco, cercando di nascondere il panico e tentando di tenersi più forte possibile al sedile.

- No, me l'ha gentilmente prestata suo zio.-

Per un momento la mente di Draco andò a suo zio Rodolphus che prestava gentilmente un'automobile babbana a Silente.

- Ted Tonks…- precisò il preside, notando la confusione del ragazzo. - Mi ha spiegato quali sono i pedali e mi ha detto che devo girare il volante. Così si chiama questo. E mi ha anche detto la funzionalità di quella leva che lei mi ha gentilmente indicato prima, ma non me lo ricordo. Però siamo arrivati qui. E' questo che conta!- esultò in modo pacato, prima di ritornare a dare attenzione alla strada. Draco sbuffò, maledicendo i suoi genitori per averlo cacciato in quella storia.

Arrivarono in un quartiere babbano, pieno di villette a schiera, e il giovane Malfoy cominciò a fantasticare sulla sua prossima dimora. Doveva essere per forza un membro dell'Ordine della Fenice e viveva tra i babbani. Questo era quello che sapeva.

- Andrò a stare dai miei zii? - chiese Draco, alludendo a Ted e Andromeda Tonks. Silente scosse la testa.

- Ci avevo pensato, ma non li hai mai frequentati. Così pensavo che sarebbe stato più piacevole farti trascorrere l'estate da una persona che conosci meglio.- il preside sembrava ridere sotto i baffi e questo spaventava ancora di più il giovane Malfoy.

- Oh, eccoci qui… Dov'era il freno? Eccolo!- senza preavviso Albus Silente tirò il freno a mano, mentre la macchina era ancora in movimento. Draco andò a sbattere con la fronte sul finestrino, mentre Silente sembrò ricordarsi che doveva prima frenare con il pedale. Scesero entrambi dall'automobile, ma furono spaventati da un suono acuto di clacson.

- Ehy, ma cosa pensate di fare? Questa è una strada! Non un parcheggio!- urlò un uomo da una vettura dietro la loro. Silente aveva infatti "parcheggiato" l'auto in mezzo alla strada e aveva creato una leggera fila di macchine alle sue spalle.

- Scusate…- gridò euforico il Preside, rientrando nell'auto. La "parcheggiò" dentro il giardino di una casa. Draco lo raggiunse, prendendo nel portabagagli il suo baule. Si guardò intorno, mentre Silente lo raggiungeva soddisfatto del suo parcheggio. Vide in lontananza un cartello con scritto la via. "Privet Drive"… Privet Drive… aveva già sentito nominare questa…

- Non se ne parla nemmeno!- sbottò improvvisamente Draco, capendo cosa aveva intenzione di fare quell'uomo malvagio e subdolo ( come lo aveva definito mentalmente ).

- Signor Malfoy, quale sarebbe il problema?- chiese il vecchio con innocenza.

- Io… io non ho intenzione di trascorrere l'estate con lui!- sbraitò il ragazzo, diventando rosso dalla rabbia. - Voglio andare da mia zia Andromeda! E' la mia parente più prossima! E' da lei che devo andare!-

- Non si preoccupi, signor Malfoy. Verso la fine di luglio, si trasferirà con Harry alla Tana dai signori Weasley. Sono sicuro che Arthur e Molly saranno disponibilissimi ad una sua eventuale richiesta di rivedere sua zia Andromeda.- sorrise, incamminandosi verso la porta del numero 4 di Privet Drive. Bussò tre volte e fece un gesto a Draco per fargli capire che si doveva avvicinare. Il giovane Malfoy era troppo devastato per opporsi.

- Ora lascia parlare me…- Silente gli fece l'occhiolino, mentre la porta fu aperta da un ragazzo grassottello e dall'aria piuttosto stupida. Fissò stralunato prima Draco e poi Silente.

- Papààààà! - urlò quasi colto da una crisi di panico.

- Che c'è, Didino?- Vernon Dursley raggiunse il figlio e rimase qualche secondo a fissare Silente a bocca aperta.

- Salve, Signor Dursley. Sono Albus Silente, preside della scuola di Harry. Io e il ragazzo qui avremmo due cose da riferirle.- disse cordialmente Albus, attendendo pacatamente una risposta.

Dopo interminabili secondi, Silente riprese parola.

- Facciamo finta che ci abbiate accolto cordialmente e che ci abbiate invitato ad entrare.- il preside scansò elegantemente i due Dursley e si accomodò in casa. Draco lo seguiva lentamente, un po' per il peso del baule, un po' per la scarsa volontà di fare quei passi. Si sederono tutti e quattro in soggiorno, distribuiti nei due divani.

- Suppongo che sia un'eresia aspettare che mi offriate del thè.- dal nulla fece comparire quattro tazzine, che cominciarono a svolazzare sulle loro teste. - Sono già zuccherate…- aggiunse poi prendendo la sua e sorseggiandone un po'. Anche Draco prese la sua e la bevve tutta d'un sorso, colto da un attacco di nervosismo. I Dursley invece rimasero attoniti a fissare prima i due ospiti e poi le tazzine. Dalla cucina fece capolino Petunia, che dallo spavento fece cadere uno dei piatti che stava lavando.

- Signora Dursley! Prego, ci raggiunga! Abbiamo importanti novità. E dov'è Harry? E' meglio che ci sia anche lui.- constatò ancora Silente nel suo monologo. In quel momento Vernon sembrò risvegliarsi e divenne tutto rosso.

- Ragazzo!!!- urlò a gran voce, come un tuono. Pochi minuti dopo Harry scese dalle scale con calma.

- Che c'è, zio Vernon?- quando Harry entrò in soggiorno, tutto si aspettava tranne che di trovare in un divano tutti i Dursley e nell'altro Silente e Draco Malfoy che bevevano del thè. Draco ghignò dell'espressione del nemico. Lui almeno aveva avuto tempo di rassegnarsi all'idea.

- Vieni, Harry, siediti vicino al signor Malfoy. E… ops… che sbadato! Ecco del thè anche per te e tua zia.- con la bacchetta fece comparire altre due tazze di te. Harry prese la sua e bevve del thè, non riuscendo a togliere gli occhi di dosso da Draco.

- Allora, penso sia giunto il momento di spiegare il motivo della mia visita.- cominciò Silente con un largo sorriso. - Questo giovane ragazzo al mio fianco è Draco Malfoy, un compagno di scuola di Harry. Non penso che Harry vi abbia informato che Voldemort, il mago che ha ucciso James e Lily Potter, è tornato un anno fa, più potente di prima. Ha richiamato i suoi vecchi seguaci e sta formando un potente esercito. Durante il suo ultimo attacco nei confronti di Harry, qualche settimana fa, alcuni dei suoi seguaci sono stati arrestati. Tra questi vi era il padre di Draco. Insieme a lui è stata spedita ad Azkaban anche la moglie, accusata di favoreggiamento alle arti oscure. Draco è ancora minorenne e ha bisogno quindi di un tutore, almeno per questa estate, poiché dalla prossima sarà maggiorenne. Quindi, vedendo come avete cresciuto Harry, con tanto "amore" e "dedizione", ero sicuro che non vi sareste opposti all'idea di ospitare Draco fino a fine luglio, quando lui e Harry saranno scortati a casa Weasley.-

I Dursley lo stavano guardando terrorizzati, mentre Harry stava per essere mosso da un forte moto di ribellione.

- No! Non se ne parla!- aveva urlato il "Prescelto". - Lui è figlio di un lurido Mangiamorte, cosa le fa pensare che non farà da spia per Voldemort? Potrebbe sentire qualcosa dei piani dell'Ordine e dirlo ai Mangiamorte con cui è in contatto.- disse Harry alzando sempre di più la voce.

- Il ragazzo ha ragione, qualsiasi cosa stia dicendo! Io non ho intenzione di ospitare un altro povero orfanello magico! Questa casa non è un ostello! - aveva finalmente preso parola Vernon, con fare adirato.

- Sono sicuro che Draco non vi creerà problemi. E, Harry, mi deludono le tue parole. Pensavo che fossi abbastanza saggio da capire che se Lucius Malfoy ha fatto nella sua vita molti errori, ciò non vuol dire che anche Draco debba commetterli. - aggiunse Silente, con il suo tono vellutato e tranquillo.

- Veramente, professore, penso che Potter abbia ragione. Non ritengo che la scelta di lasciarmi vivere qui sia molto saggia.- intervenne Draco, voltandosi verso il Preside.

- Visto che la decisione è presa, ho solo una richiesta da farvi. - disse Silente, alzandosi dal divano, come se non avesse sentito le polemiche precedenti.

- Vi volevo chiedere di non lasciare mai da solo Draco…-

- Allora vede che non si fida neanche lei di lui?- sbraitò Harry, ma il vecchio lo zittì con un dito.

- Non è che non mi fido di lui, non mi fido degli altri. A sorpresa potrebbe essere raggiunto da altri Mangiamorte che, pensando che lui li abbia traditi, potrebbero attaccarlo.- rispose prontamente, distendendosi poi in un sorriso. - Ora devo veramente scappare, devo riportare la macchina a Ted Tonks. A presto! E grazie, signori Dursley, dell'ospitalità!-

Silente lasciò la casa, lasciando le cinque persone nel soggiorno in un rigoroso silenzio. Draco si sentiva osservato.

- Potrei almeno sapere dove andrò a dormire?- chiese il biondo, con voce scocciata.

- Puoi… condividere la stanza con lui… o dormire nel ripostiglio.- disse Petunia con voce assente. Era ancora sconvolta.

- Allora mi sistemo in questo "ripocoso", se qualcuno mi potesse dire dove si trova. - rispose Draco con tono saccente. Harry si alzò velocemente e fece un gesto brusco nei confronti di Malfoy, chiedendogli di seguirlo. Si fermò di fronte a una porticina sotto le scale. Draco osservò la porta curioso, non sapendo come potesse esserci una stanza in uno spazio così angusto. Quando Harry l'aprì, Draco rimase decisamente sorpreso. Quel posto era un vero buco. Era grande quanto il letto, in quanto c'era solo quello e un paio di scaffali. Una lampadina scendeva dal soffitto, a mo' di lampadario.

- Ma è uno scherzo?- chiese il biondo, sconvolto.

- No… io ho dormito qui per undici anni…- rispose Harry, divertito. Draco deglutì, cercando di far incastrare il suo baule da qualche parte.

- Malfoy…- lo chiamò il moro con voce seria. Malfoy si voltò verso di lui.

- Che vuoi?-

- Un solo passo falso e ti farò pentire di aver varcato la porta di questa casa.-

- Sto tremando dalla paura…- sbuffò Draco, chiudendosi alle spalle la porta del ripostiglio. La riaprì dopo due secondi, Harry era ancora lì. Senza che il biondo gli dicesse nulla, Harry entrò nel ripostiglio e tirò una cordicella, facendo accendere la lampadina.

- Molto gentile…- rispose Draco sarcastico, facendolo uscire dalla sua "camera" e chiudendosi dietro la porta.

Spazio dell'autrice:

Ciao a tutti!!!! Nonostante non abbia finito la mia fanfiction Love in London, sono tornata con un'altra storia che avevo in cantiere da un po' di tempo :D 

La trama più o meno seguirà quella del sesto libro, cambiandone però molti particolari, a partire dall'estate. Draco trascorrerà l'estate a casa Dursley e Weasley. Chissà cosa combinerà? XD

La prima parte della storia sarà soprattutto incentrata sul rapporto tra Harry e Draco, che cambierà a causa di questa convinvenza forzata. L'aspetto più "romantico" della storia, la parte Dramione, inizierà a farsi vedere solo più in là, ma arriverà, non demordete nel leggere XD (Sottolineo che sia Draco sia Hermione sia Harry sono OOC, chi più chi meno)

Spero che vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate :D

Un bacione!!!

PS: Vi piace il disegno del banner? Ne metterò altri a ogni capitolo. Questo l'ho fatto un po' velocemente, ma è simpatico XD

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Capitolo 2
*** .2. Draco loves Nutella ***




Quella mattina Draco Malfoy si svegliò con il rumore sordo del suo stomaco che brontolava. Subito dopo sentì qualcuno correre su per le scale, facendo tremare tutto il letto.

- Malfoy… c'è la colazione… e non mi importa se non vuoi mangiare come ieri sera. Se muori di fame fai un favore al mondo. - aveva urlato Harry dalla porta. Draco sbuffò, mettendosi uno dei suoi costosissimi completi neri magici, cuciti per lui su misura. Uscì dal ripostiglio, aprendo la porta bruscamente. Sentì subito un rumore sordo e un tonfo a terra. Sbirciò e vide a terra Dudley Dursley, che si massaggiava la testa. Doveva averlo colpito, aprendo la porta. Sorrise del risultato ottenuto, mentre il babbano si rialzava e si avvicinava a lui con fare minaccioso.

- Senti, stupido pazzoide! Non ti conviene avermi come nemico.- grugnì Dudley, stranamente coraggioso.

- Ti hanno già detto che mio padre è un assassino? Beh, ho imparato molto da lui, è il mio modello di ispirazione.- lo prese in giro Draco, tirando fuori la bacchetta. - Per esempio ho imparato l'Avada Kedavra, l'anatema che uccide. Non l'ho ancora mai provato, ma potresti essere tu la mia cavia.-

- Non puoi usare la magia fuori dalla tua scuola per strambi…- disse sornione Dudley. Draco alzò gli occhi al cielo.

- Pensi davvero che mi importi qualcosa di Hogwarts? Io so già cosa farò della mia vita. Non penso che per sterminare dei luridi babbani come te serva il diploma di Hogwarts.-

Lo superò, lasciandolo sconvolto. Entrò in quella che intuì fosse la cucina. Harry stava ai fornelli e cucinava qualcosa, mentre Petunia metteva la tavola. Vernon era comodamente seduto su una sedia a leggere il giornale. Quando Draco entrò, nessuno lo degnò di uno sguardo. Si limitò a sedersi su una sedia. Vernon posò il giornale e cominciò a fissare Draco con uno sguardo pieno di odio.

- Senti, ragazzo…- cominciò l'uomo, destando l'attenzione del biondo. - Sia chiaro… se vuoi stare in questa casa, non devi fare lo… strano. Per i vicini, tu sarai un compagno di scuola di Potter e frequentate una scuola per i disturbi mentali…- Draco spalancò gli occhi e sentì a malapena una risatina di sottofondo, proveniente da Harry.

- Io non ho disturbi mentali.- si ribellò il Serpeverde.

- Ne dubito…- sogghignò ancora Potter, ricevendo un'occhiataccia da parte del rivale.

- Comunque… in giro sarà questa la verità che diremo, che ti stia bene o no. E comunque… se andrai in giro a dire di essere un… un mago… beh, la mia ipotesi dei disturbi mentali verrà avvalorata dai vicini. - aggiunse burbero Vernon, minacciandolo con il suo ditone paffuto.

- Non avevo intenzione di andare a dire a una massa di stolti babbani che ero un mago…- rispose saccente Draco. Harry passò al suo fianco e lanciò nel suo piatto un paio di pancakes, sedendosi di fronte a lui, divertito dalla scenetta. In quell'istante Dudley entrò nella cucina con un volto piuttosto pallido. La madre gli corse incontro, abbracciandolo forte. - Auguri, Didino caro…- disse a bassa voce.

- Auguri, figliolo, ora ti dedicherò la giusta attenzione. In quanto a te, biondino… fatti prestare un paio di vestiti da mio nipote… tu non ti farai vedere in giro con questa robaccia…- osservò zio Vernon. Draco divenne rosso come un peperone.

- Questo è un vestito di marca! L'ho pagato 100 galeoni! - si lamentò lui, difendendo il suo vestito.

- Non mi interessa… fatti dare da lui dei vestiti normali…-

- Non prendo ordini da un lurido babbano! Io mi vesto come mi pare!-

Harry prese un bicchiere di succo d'arancia e glielo versò addosso. Draco osservò con stupore il succo arancione macchiargli il vestito.

- Un vestito in meno…- osservò Harry, suscitando la rabbia del biondo.

- Come hai osato??? Ora tu…-

- Ora basta chiacchiere… E' il compleanno di Dudley. - disse con una voce sdolcinata Vernon, avvicinandosi al figlio. Draco fece finta di trattenere un conato di vomito.

- Dove sono i miei regali?- chiese Dudley, ancora un po' intimorito dalla chiacchierata con Draco.

- Eccoli qui, tesoruccio…- rispose radiosa Petunia. Un mucchio di pacchi era in un angolo della cucina. Lui ci si avvicinò e cominciò a scartarli.

Nel frattempo Draco stava osservando prima Harry e poi i suoi pancakes. Cercava di capire come doveva mangiarli. Harry prese un barattolo con una sostanza violacea e uno con una sostanza marroncina, babbanamente conosciute come marmellata e nutella. Con un coltello prese un po' di quella cosa marrone e la spalmò su un pancakes, su un altro mise la gelatina violacea. Posizionò i due pancakes uno sopra l'altro e li prese in mano a mo' di panino, addentandolo con voracità. Draco, curioso, prese la sostanza marrone, osservandola di sbieco.

- E' nutella.- lo aiutò Harry, con la bocca piena. Draco lo fissò confuso.

- Nu… che?-

- Nutella… E'… tipo la cioccolata… quella delle cioccorane.-

- So cosa è la cioccolata…- si difese Draco, impugnando un coltello e facendo la stessa cosa che aveva fatto Harry, però senza marmellata, che non lo ispirava molto. Quando diede il primo morso rimase piacevolmente sorpreso del sapore di questa "Nusella".

- Cosa è questo foglio?- chiese Dudley ad alta voce, attirando l'attenzione di Harry e Draco.

- E' una ricevuta che dice che sei iscritto al corso per prendere la patente! E' già tutto pagato…- rispose il padre con un sorriso. Dudley divenne rosso dalla rabbia.

- Mi stai dicendo che mi hai comprato l'iscrizione alla patente e non la macchina?- chiese come se fosse la cosa più ovvia da fare.

- Ehm… avremmo aspettato che tu prendessi la patente.- si difese Petunia.

- Ma io voglio la macchina!- sbraitò Dudley.

- Viziato…- sibilò Draco, spalmandosi un altro po' di nutella sui pancakes.

- Mi ricorda qualcuno…- disse Harry, riferendosi proprio al biondino. Questi alzò lo sguardo, quasi offeso.

- Io non sono viziato!- si difese. Harry si mise a ridere, tossicchiando un po' e imitando la sua voce.

- Papino! Voglio diventare il cercatore di Serpeverde e voglio una scopa più veloce di quella di Potter!- piagnucolò prendendolo in giro.

- Non gli ho detto proprio così…- sbuffò Draco, tornando alla tanto amata nutella.

- Ok, Didino caro, allora usciamo adesso e andiamo a comprarti la macchina che vuoi tu. D'accordo?- disse Petunia, sorridendo preoccupata, prendendo subito la sua borsa sul tavolo, pronta per uscire.

Dudley si rilassò, accettando la proposta della madre. Si stavano dirigendo all'uscita, quando Petunia sembrò ricordarsi di qualcosa. Tornò indietro in cucina e si rivolse a Harry.

- Stasera c'è la cena per il compleanno di Dudley. Va' a fare la spesa. La lista è sul frigorifero. - disse secca al nipote.

- Ma non posso uscire e lasciare lui a casa. Silente ha detto…-

- Allora portatelo dietro. Non ti farei uscire di casa se non fosse strettamente necessario.- non gli diede modo di rispondere perché uscì di casa insieme al marito e al figlio.

- Cosa è un "frigorifico"?- chiese Draco con la bocca piena. Harry scosse la testa e andò a prendere la lista.

- Lascia stare la nutella e seguimi.- disse Harry, dirigendosi verso le scale. Il biondo lo seguì controvoglia. Il moro entrò in una camera e ne uscì con un paio di jeans e una t-shirt celeste.

- Mettiti questi. Dobbiamo uscire.-

- Io non ho intenzione di mettere i tuoi abiti smessi…- replicò l'altro con un'espressione schifata.

- Se non fai storie, ti laverò il tuo costosissimo vestito firmato. Suppongo che tu non ne sia capace.- disse Harry, lanciandogli gli indumenti. Draco lo guardò con fare circospetto, prese i vestiti e si chiuse in bagno. Ne uscì poco dopo indossando un paio di jeans di due taglie più grandi e la t-shirt slavata.

- Ho lasciato il mio vestito, sopra quel coso con una finestrella.- disse Draco, superando Harry, mentre scendeva le scale.

- La lavatrice?- chiese il moro seguendolo.

- Non lo so…- alzò le spalle l'altro.

Uscirono dalla porta di casa e si diressero a piedi lungo Privet Drive.

- Ma dove dobbiamo andare?- chiese Draco, confuso.

- A fare la spesa…- rispose Harry, senza pensare.

- Cosa?-

- Tu non le compri le cosa da mangiare?- chiese seccato il moro.

- Non lo so. Pensano a tutto gli elfi domestici. - sembrò quasi giustificarsi il biondo, tornando in silenzio. Harry fu mosso da un inspiegabile senso di colpa nei confronti di Malfoy. Gli sembrava decisamente più docile del solito. Forse era in difficoltà per il fatto di trovarsi nel mondo babbano e di non conoscerlo minimamente. Dopo lungo camminare arrivarono di fronte a un grosso edificio, probabilmente l'unico supermercato grande di Little Whinging. Draco osservava curioso la struttura, chiedendosi cosa avrebbe trovato all'interno. Si avvicinarono all'ingresso e Harry mise una moneta in un carrello, liberandolo, e si diresse verso l'interno. Draco rimase spaesato guardando ogni articolo esposto. Harry aveva fatto qualche metro intanto e già era andato a prendere qualche tipo di carne che zia Petunia aveva richiesto. Solo in quel momento notò alle sue spalle il troppo silenzio e capì che Draco non era più al suo fianco.

- Accidenti…- sibilò il moro, lasciando il carrello accostato da una parte, e correndo verso l'ingresso. La ricerca si dimostrò più semplice del previsto. Non era difficile distinguere tra la gente quei capelli biondissimi e quei vestiti larghi e smessi che non si addicevano per nulla alla sua espressione fiera. Era immobile al centro di uno dei corridoi e guardava non si sa cosa in alto. Quando Harry si avvicinò, Draco non sembrò nemmeno accorgersi della sua presenza.

- Cosa è questo rumore? Musica?- chiese Draco curioso. Harry centro di focalizzare l'udito e distinse nettamente un motivetto che aveva recentemente sentito in radio.

- Sì…-

- Ce l'hanno anche i babbani?- chiese il biondo, interessato. - E da dove viene? Come fa a uscire dal soffitto?- chiese poi indicando un punto dal quale era sicuro che stesse uscendo la musica.

- Vedi quei buchi? Sono altoparlanti. Amplificano il suono della musica. E ora andiamo, prima che… MA CHE HAI FATTO?- Harry alzò decisamente la voce, per pronunciare l'ultima frase. Solo in quel momento si era accorto che, durante tutta la loro conversazione, Draco aveva tenuto in mano un barattolo gigante di nutella, l'aveva scartata e se la stava mangiando. La mano era completamente nel barattolo e la bocca era sporca di cioccolato. Sembrava un bambino.

- Non potevo?- chiese lui titubante, richiudendo il barattolo.

- No! Devi pagarle queste cose… Posalo e fa' finta di niente. - Draco sembrava contrariato, ma Harry riuscì a trascinarlo via dal reparto dolci.

L'uscita durò decisamente più del previsto. Rimasero due ore all'interno del supermercato, probabilmente a causa del Serpeverde che chiedeva spiegazioni su ogni oggetto che non conoscesse: praticamente tutto.

In cassa Harry si occupò del pagamento, mentre Draco fu costretto a imbustare. Rientrarono a casa e notarono nel vialetto una Porche nera metallizzata. Malfoy sembrava estremamente affascinato da quella diavoleria babbana.

- E fu così che Malfoy scoprì il grande amore di ogni uomo… l'automobile!- lo prese in giro Harry, entrando in casa. Draco lo seguì, strascicando i piedi, ma con lo sguardo ancora fisso su quel gioiello di macchina.

Spazio dell'autrice:

Che ve ne pare?? 

Ho atteso un po' per pubblicare questo capitolo perchè ho rimandato fino all'ultimo il disegnino del banner XD. Il capitolo era bello che scritto da un bel po'. Non dovrei aggiornare lentamente perchè sto a buon punto nella scrittura, quasi alla fine... più o meno XD. 

Cosa ne pensate di questo Draco più "docile" e curioso del mondo babbano? A me piace molto, anche se so benissimo che è lontano da quell'acido del Draco vero XD. Però ho immaginato che si potesse trovare un po' spaesato nel nuovo mondo in cui è costretto a vivere... e chissà se alla fine questo mondo non finirà per piacergli :D

Aspetto ansiosa i vostri commenti, mentre ringrazio chi ha letto o recensito il capitolo precedente, nonchè chiunque abbia messo la storia tra i preferiti o le seguite :D

A presto 

Kiss!!!

 

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Capitolo 3
*** .3. Peace or War? ***


- Allora, Potter… illustra le regole al nuovo arrivato…- disse zio Vernon andando avanti e indietro per il soggiorno. Riunione di famiglia allargata che comprendeva anche il giovane Malfoy. Draco nel pomeriggio aveva "scoperto" la televisione e non degnava di attenzione nessuno dei Dursley, troppo indaffarato a fare zapping. Era appassionato di programmi di cucina.

- Alle sette e mezza cominceranno a venire gli amici di Dudley, mentre verso le otto ci raggiungeranno alcuni amici di "famiglia". La cena verrà servita alle otto e mezza e la festa durerà circa fino a mezzanotte. In tutto questo io e Malfoy dovremmo restarcene chiusi in camera mia e fare finta che non esistiamo. - disse Harry, come se stesse ripassando qualcosa a memoria. Solo in quel momento Draco prestò attenzione alla situazione.

- E io non mangio?- chiese con stupore. Harry lo fissava stralunato. Non pensava che Malfoy fosse così affezionato al cibo. O forse… era particolarmente attratto dal cibo babbano.

- Portatevi dei muffin, non lo so! - sbraitò Vernon, immobilizzandosi, quando sentì il campanello. Draco si alzò di corsa e andò in cucina, uscendone con un vasetto di nutella e un pacco di grissini. Lui e Harry salirono in camera, mentre dal piano di sotto cominciarono a sentire un vociare che si faceva via via più intenso. I due ragazzi si chiusero in camera.

- E' bruttina, ma sicuramente più decente del mio ripocoso.- osservò Draco, guardandosi intorno. Harry si sedette sul letto, mentre Draco si mise a sedere sulla sedia girevole e cominciò a girare su se stesso.

- Perché qui sembri più normale?- chiese ad un tratto Harry, confuso. L'altro lo guardò interrogativo.

- In che senso?-

- Sembri un mago tranquillo, che rimane affascinato dal mondo babbano. Non mi hai preso praticamente in giro per 24 ore. Questo tuo comportamento mi confonde… perché mi fai sembrare cattivo a me, perché ti rispondo male… ma che dico… ti rispondo come al solito. Noi ci siamo sempre… approcciati male…- rispose il moro, fissando l'altro con curiosità.

- Vuoi che ricominci a trattarti come al solito? Se ti può far sentire meglio stamattina ho minacciato di morte tuo cugino.- rispose Draco, infilando un grissino nella nutella.

- Quello lo faccio sempre anche io. Ma io dico… non voglio che tu mi dia fastidio… dico solo che non capisco perché non lo fai.-

- Pensavo di rendere più decente questo soggiorno qui evitando di andarti contro. Ieri pomeriggio ho pensato che poteva essere più piacevole concentrare il mio odio nei confronti di quegli insulsi babbani e magari riuscire a tenere te neutrale. - si spiegò il biondo, cominciando a mangiare, mentre allo stesso tempo girava con la sedia.

- Dici di fare una tregua?- chiese incredulo Harry. Non riusciva a credere alle sue orecchie.

- Solo per l'estate.- suggerì subito il biondo.

- Ehm… cosa intendi per tregua?-

- Non voglio essere tuo amico. Dico solo di convivere senza sbranarci ogni volta che ci vediamo.- disse velocemente l'altro con una nota di disgusto nella voce. Harry ci pensò un secondo. Veniva da un anno difficile, dove Sirius era morto poche settimane prima e dover pensare il meno possibile al "peso" di avere Malfoy in casa forse l'avrebbe potuto rilassare… o gli avrebbe dato il tempo di pensare un piano per come vendicare il suo padrino.

- Solo per l'estate…- precisò Harry, porgendogli la mano. Draco si avvicinò con la sedia e gli diede uno schiaffetto sulla mano. Doveva essere il suo modo di accettare la tregua.

Rimasero qualche secondo in silenzio.

- E chi mi dice che non stai lavorando per i mangiamorte? D'altronde potresti benissimo raggiungere la tua schifosa zietta assassina.- chiese d'un tratto Harry, non del tutto convinto o con le saette di odio negli occhi al ricordo di Bellatrix. Draco alzò gli occhi al cielo, per poi alzare la manica sinistra della felpa giallina che stava indossando. Il braccio non mostrava nessun marchio.

- Non penso che Voldemort farebbe marchiare un ragazzino di sedici anni.- aggiunse il moro, con tono di ovvietà.

- Ne sei sicuro? D'altronde tu ci hai parlato tante volte di come Lui sceglie le persone da marchiare. Beh… allora sentiamo, perché pensi che Silente mi abbia portato qui?- chiese il biondo, alzando la voce. La discussione stava degenerando. Che la tregua più breve del mondo fosse già finita?

- Perché non sapeva dove lasciarti, visto che nessuno ti voleva…- rispose Harry, rispondendo con cattiveria.

- Sei proprio stupido, Potter. Silente mi ha portato qui, perché sa che qui l'Oscuro Signore non può venire a marchiarmi! E' così chiaro… "Non lasciatelo mai da solo"… Essendo una persona stupidamente intelligente, ha capito che dopo l'errore dei miei genitori, Lui sarebbe venuto da me. E come me, Silente penserà che vorrà farmi fare da sostituto di mio padre.- disse Draco, posando rumorosamente la nutella sulla scrivania.

- Penso che ognuno diventi ciò che vuole diventare. Sono le nostre scelte che determinano chi siamo, non le nostre abilità.- replicò Harry, serio.

- Tu mi vieni a parlare di scelte, Potter? Tu puoi scegliere? Puoi scegliere di non batterti con il Signore Oscuro? Puoi decidere di scappare in lacrime dalla paura? Puoi scegliere tutto questo?- chiese il biondo, alzandosi dalla sedia.

- No! Ma il discorso è diverso.-

- Perché è diverso? Perché tu stai dalla parte del bene e io dalla parte del male? Io non posso scegliere cosa essere. Non posso inseguire i miei sogni come un qualunque ragazzo. Vorrei essere un Guaritore o specializzarmi in pozioni, magari diventare professore. Ma non posso. Non posso, perché quando l'Oscuro Signore mi troverà, e mi troverà prima o poi, io non dovrò fare altro che chinare la testa e farmi marchiare. Perché se no mi ucciderà… se no ucciderà la mia famiglia. Non posso scappare, perché, anche se tu pensi di essere l'unico grande eroe che combatte per le persone che ama, io anche ho qualcuno per cui devo lottare. E devo farlo dalla parte del male!- Draco diede un forte calcio alla sedia girevole. Si diresse verso la porta della stanza.

- Dove credi di andare?- chiese Harry preoccupato.

- Me ne vado…-

- Dove? Non puoi!- disse il moro con voce colma di panico. Non doveva lasciarlo andare. Draco tirò fuori la bacchetta e gliel'ha punto contro. Il braccio gli tremava forte e i respiri si fecero più insistenti e frenetici. Gli occhi sembravano rossi dalla rabbia.

- Non mi ostacolare, Potter.- disse con voce tremante.

- Calmati, Malfoy! Io… io posso aiutarti! - suggerì Harry, avvicinandosi. Il biondo alzò ancora di più la bacchetta.

- Potter, ti crucio, se ti avvicini ancora…- rispose Draco, in una vera e propria crisi di panico. Il cuore gli batteva forte, se lo sentiva scoppiare nel petto. Harry spalancò gli occhi, dalla sorpresa, e Malfoy ebbe il tempo di prendere la chiave della stanza e di uscirne. Chiudendovi Harry dentro. Lasciò la chiave nella serratura e scese le scale. Quella frenesia gli provocò un giramento di testa. Arrivò al ripostiglio e prese il suo baule.

- Chi sei?- chiese Piers Polkiss alla sua sinistra. Draco rimise in tasca la bacchetta in un istante di lucidità, con tutta quella rabbia, avrebbe potuto far partire qualche colpo imprevisto.

- Togliti dai piedi…- rispose con rabbia, spintonandolo da una parte.

- Sei un ladro? A LADRO! A LADRO!- cominciò a gridare Piers. Draco posò il baule con un tonfo e si girò di scatto, dando un forte pugno sul naso del babbano, che cadde a terra.

Draco prese la sua roba e uscì di casa, prima che gli altri invitati li raggiungessero nella scena incriminata.

Cominciò a incamminarsi lungo Privet Drive, senza sapere dove stesse andando. Il respiro era affannoso e il vento aveva stuzzicato i suoi occhi, che finalmente lasciarono andare qualche lacrima.

 

- Era biondo e alto e aveva degli abiti orrendi.- riferì Piers Polkiss alla folla che lo stava ascoltando. Vernon spalancò gli occhi a quella descrizione, guardandosi in modo complice con Petunia.

- Stava rubando qualcosa, hai detto?- chiese Petunia con voce dolce.

- Sì! Ha preso una specie di baule da quel ripostiglio.- spiegò il sedicenne.

- Vernon, Petunia… Forse è il caso che ce ne andiamo. Avete bisogno di riprendervi dallo shock e potrete avere il tempo di fare la denuncia.- suggerì una signora grassottella. Velocemente tutti gli ospiti si dileguarono.

- E' il peggior compleanno della mia vita!- urlò Dudley andando a chiudersi in camera sua. Vernon corse in camera di Harry e notò la chiave nella serratura. L'aprì e Harry ne uscì di corsa.

- Dimmi che l'hai fermato!- disse lui speranzoso allo zio.

- Dove è andato il tuo amichetto? Ha rovinato la festa di Dudley!- urlò Vernon adirato.

- Abbiamo discusso e se n'è andato! Oddio, Silente mi ucciderà! Per la barba di Merlino! Una cosa mi aveva chiesto!- cominciò a blaterare Harry tra sé.

- E non pensi ai danni emotivi di tuo cugino?- chiese lo zio, sbraitando.

 

Draco continuava a camminare senza sapere dove si trovasse. I suoi passi si erano fatti più frenetici e si guardava intorno in modo nervoso. Si sentiva seguito, ma probabilmente era solo una sensazione.

Ad un tratto sentì un rumore alle sue spalle, si girò velocemente, ma non c'era nessuno. Non fece in tempo a rivoltarsi, che una persona l'aveva bloccato da dietro. Una mano affusolata e femminile si posò sulla sua bocca, per coprirne le urla. Delle labbra sottili si avvicinarono al suo orecchio.

- Ben trovato, nipotino… che ne dici di farci un giretto?-

La voce di sua zia Bellatrix gli raggelò il sangue.

Spazio dell'autrice:

Eccomi con un nuovo capitolo! Lo ammetto... non sono molto affidabile su alcune cose, infatti mi sono già stancata di fare i banner XD Rallentano troppo la pubblicazione dei capitoli, mentre io vorrei essere più veloce ad aggiornare :D

Che ve ne pare di questo capitolino? Iniziano le prime scintille tra Draco e Harry, nonostante quel principio di tregua :D Cosa succederà nel prossimo capitolo??? Io lo so XD

Spero che vi sia piaciuto e che continuerete a commentare numerosi!

A presto!

Kiss!!!

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Capitolo 4
*** .4. The Truth and the Lie ***


Erano passati alcuni giorni da quel fatto. Luglio era finalmente arrivato e il caldo si faceva sentire.

Draco era sul divano a vedere la televisione. Aveva scoperto un programma di dolci e ne era tremendamente affascinato. Con il passare del tempo, aveva riacquistato l'appetito e il normale colorito. Sembrava come se non fosse successo nulla.

Harry si mise seduto al suo fianco, intento a parlargli apertamente.

- Malfoy…- lo chiamò serio.

- Dimmi, Potter…- rispose l'altro come se nulla fosse.

- Volevo parlarti della sera in cui abbiamo discusso…- cominciò il moro, in difficoltà. Draco si irrigidì, abbassando il volume della tv.

- Vuoi chiedermi scusa per la tua sfrontatezza?- gli chiese il biondo, cercando di fare umorismo.

- No… voglio sapere cosa è successo dopo…-

Draco si morse un labbro, senza staccare gli occhi dal programma televisivo.

- Ti ho chiuso in camera. Poi sono sceso e ho preso il mio baule, ho incontrato quel babbano e l'ho steso con un pugno. Sono uscito e ho cominciato a camminare senza meta. Poi mi sono fermato e ci ho ripensato. Ammetto di aver avuto paura e di aver pensato che sarei stato più al sicuro qui.- disse Draco tutto di un fiato. Si congratulò con se stesso per la sua migliorata capacità di mentire.

- E' successo solo questo? Ne sei sicuro? Non hai incontrato nessuno?- chiese il moro, preoccupato. Draco intuì che Harry sospettava qualcosa.

- E' successo solo questo… Comunque volevo chiederti se un giorno di questi mi puoi accompagnare a comprare dei vestiti babbani. Non voglio andare in giro con questi stracci!- si lamentò Draco, cambiando abilmente argomento.

- Vuoi che ti accompagni?- chiese Harry confuso.

- Sì, beh… pensavo che con la tregua che abbiamo stipulato potevi darmi una mano…- chiese Draco con nonchalance.

- Siamo ancora in tregua?-

- Sì… fino a che mi servi sì. - rispose Draco con un ghigno.

- Allora… ehm ok…- Harry si alzò e lo lasciò solo, immerso nei ricordi di quella serata del 23 giugno.

 

"- Lascia pure qui il baule, tesoro. Non ci vorrà tanto.- Bellatrix prese Draco per la mano e lo portò in un boschetto ai margini di Privet Drive. Opportunamente nascosti, lo spintonò addosso a un albero.

- Abiti babbani, Draco? Tuo padre ti diserederebbe.- osservò sua zia con isteria e divertimento allo stesso momento.

- Cosa c'è, piccolo? Il gufo ti ha mangiato la lingua? E' paura quella che sento dentro di te? Eppure pensavo di aver fatto un buon lavoro con te in Occlumanzia. Ma se sento la tua viscida paura da qui… mi devo ricredere sulle tue capacità.- Bellatrix prese la bacchetta e gliela punto contro.

- Crucio…- disse quasi in un sussurro. Una scarica colpì in pieno Draco e lo costrinse a cadere a terra, trattenendo i gemiti che quella tortura gli stava chiedendo di lasciar liberi. Passarono minuti interminabili e a Draco venne seriamente il dubbio che non si sarebbe mai fermata, quando…

- Bellatrix, lascia il ragazzo…- la voce gelida e serpentina di Lord Voldemort terrorizzò Draco più della tortura che stava ricevendo. Il biondo lo fissava con terrore.

- Stupido ragazzino, inchinati al nostro Signore!- gli urlò contro Bellatrix, costringendolo con la magia a inchinarsi.

- Lascia perdere, Bellatrix. Siamo qui per un motivo.- disse Voldemort, dicendo a Draco di rialzarsi con un solo cenno.

- Bene, ragazzo. Ti stiamo aspettando da un bel po'. Pensavamo che saresti scappato prima da quella casa. Stavi facendo amicizia con il giovane Potter?- chiese l'Oscuro Signore, avvicinandosi a Draco. La voce era gentile, gli occhi rossi come il sangue. Era così prevedibile? Sapevano che sarebbe scappato? Il biondo scosse subito la testa, con più forza che aveva.

- Bene… allora sarai contento di sapere che avrai l'onore di far parte del mio fedelissimo esercito.-

Draco cercò di nascondere la paura.

- Ne… ne sono onorato, Signore.- disse con voce febbrile.

- Di solito, c'è una cerimonia in segreto, ma ora non abbiamo il tempo. Ho portato tua zia come testimone. Come ben sai, tuo padre ha miseramente fallito l'attacco al ministero. Qualcuno dovrà pagare per questo non pensi? Adesso ti affiderò una missione. Ma sono magnanimo e ti darò la possibilità di scegliere se accettare o meno. Se accetterai, avrai l'onore di essere il più giovane Mangiamorte della storia, se non accetterai, ucciderò prima te, poi tuo padre e infine la tua cara mammina. Che ne dici?- chiese Voldemort con voce melliflua. Bloccò con due dita il volto di Draco.

- Accetto, Signore. Cosa devo fare?- chiese il giovane, con voce piuttosto convincente.

- Diventare un Mangiamorte è un compito importante. E deve essere seguito da un atto di valore. Quale migliore dimostrazione di fedeltà di un omicidio?-

- Chi devo uccidere, Signore?- chiese Draco, deciso.

- Albus… Silente…- sibilò con gusto il Signore Oscuro. A Draco mancò il respiro. - Naturalmente se non ci riuscirai o se scoprissi che ci hai tradito, beh… ucciderei te, tuo padre e tua madre.-

Draco si stupì della maligna risata di sua zia. Non le importava nulla del fatto che sua sorella sarebbe potuta uscire morta da tutto questo?

- Non la deluderò, Signore.- rispose Draco con autorità.

- Così, va meglio. Devi trovare un modo per far entrare i Mangiamorte a Hogwarts, quando sarà il momento. Hai tempo fino alla fine dell'anno scolastico. Se Silente non sarà morto fino ad allora, beh, ti ho già detto le conseguenze.-

Draco deglutì, lasciando che la sua mente cercasse un modo fattibile per poter fare tutto ciò. Come poteva uccidere Silente, quando non c'erano riusciti grandi maghi oscuri come Grindelwald o lo stesso Oscuro Signore?

- Domande, figliolo?- chiese Voldemort con voce affabile.

- Dove andrò a stare adesso?- chiese il ragazzo, ponendo la domanda più stupida tra tutte quelle che aveva in mente.

- Da nessuna parte… tornerai da Potter. Devi tornare a scuola per uccidere Silente, non puoi dare nell'occhio, scappando così. Visto i precedenti, inoltre, un attacco di dissennatori a Little Whinging potrebbe non destare sospetti.- cominciò a fantasticare il Signore Oscuro. - Dammi il braccio.-

Gli occhi di Draco si dipinsero di terrore.

- Ma, Signore… Potter potrebbe scoprirmi! Se mi vedesse il braccio, potrebbe avvertire…-

- Non mi importa come farai, Draco… Dammi quel maledetto braccio… O forse stai rinunciando alla missione?- chiese il mago oscuro, prendendo la sua bacchetta bianca. Il biondo deglutì, tirando su la manica del braccio sinistro. Voldemort increspò le labbra in una specie di sorriso. Posò con delicatezza la punta della bacchetta poco sopra il polso. Un fascio di luce verde uscì dalla bacchetta ed entrò nel braccio del ragazzo. Pochi secondi dopo, Draco si lasciò sfuggire un urlo di dolore, che tentò di reprimere subito dopo. La pelle cominciò a bruciargli come se fosse stato appiccato un fuoco sopra. Lentamente vide la pelle aprirsi nel punto dove era stata puntata la bacchetta e il disegno del marchio cominciò a delinearsi, scalfendo la sua forma, come se fosse stata fatta con la lama di un coltello. Draco vide il sangue colargli dall'avambraccio, ma distinse chiaramente il Marchio Nero in tutta la sua forma. Voldemort si materializzò all'istante, mentre Bellatrix si chinò sul nipote e prese il suo braccio, leccando il sangue che stava colando da esso, in un gesto che spaventò non poco il biondo. Poi la zia cominciò a ridere, smaterializzandosi come aveva fatto il suo padrone.

E Draco rimase solo per alcuni istanti, cominciando a piangere, senza preoccuparsi di nascondere i singhiozzi insistenti.

 

- Mi lasci andare?- aveva chiesto Harry urlando. Stava ancora discutendo con suo zio e lui non sembrava volerlo lasciare in pace.

- Dove pensi di andare?- chiese Vernon, per l'ennesima volta.

- Devo andare a cercarlo! Non capisci? Silente aveva detto che…-

La discussione fu interrotta da qualcuno che aveva bussato alla porta. Petunia andò ad aprire la porta e vi trovò davanti Draco. Vernon corse verso di lui come una furia, mentre a Harry non passò inosservata l'espressione di Draco.

- Si può sapere cosa hai combinato? Ti avevo detto di stare in camera e di non combinare casini! Hai dato un pugno al migliore amico di mio figlio! Hai rovinato il compleanno di Dudley!- gli sbraitò contro Vernon. Il biondo lo fissava con sguardo assente, privo di emozioni. Poi abbassò la testa.

- Mi dispiace, signor Dursley. Ho avuto una crisi di nervi. Le prometto che non succederà più. - disse con voce rotta. Vernon gli voltò le spalle cominciando a borbottare tra sé.

- Cosa hai fatto ai jeans?- chiese Harry, osservando una macchia che sembrava decisamente sangue. Draco la guardò, nascondendo il momento di panico.

- Erano già sporchi. Non so cosa sia…- si limitò a dire, dirigendosi verso il ripostiglio. Si chiuse nella sua camera e sospirò, rimasto finalmente solo. Tirò su la manica e scrutò con attenzione il suo Marchio. Cominciò a tremare al ricordo di quando accaduto, si aggomitolò su se stesso e rimase così tutta la notte.

 

Intanto Harry nella sua camera non riusciva a prendere sonno.

Si sfiorò la fronte con delicatezza. Poco prima che Malfoy tornasse aveva sentito una forte fitta alla cicatrice. Doveva pur voler dire qualcosa."


Spazio dell'autrice:
Che ve ne pare di questo capitolo??? A me non fa impazzire, ma diciamo che è un capitolo di transizione, che serviva più che altro a spiegare cosa era successo a Draco nella sua "chiacchierata" con zia Bellatrix.
Spero vi sia piaciuto e che la storia continui a piacervi...
Ringrazio chi legge, segue o commenta la storia :D
A presto!
Kiss
PS: Tra due capitoli farà la sua prima apparizione... Hermione!!!! Anche se ancora non sembra, fidatevi, è una Dramione XD

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Capitolo 5
*** .5. Football and fear ***


- Abbiamo altre tappe?- chiese Draco, affondando la faccia nello zucchero filato. Lo regalavano a tutti i bambini fuori uno dei negozi dove erano stati.

- Ti sei rifatto tutto il guardaroba come se dovessi vestirti da babbano per tutta la vita!- si lamentò Harry, che non sapeva come si era ritrovato a portare tutte le buste.

Era il quindici luglio e il caldo era ancora più asfissiante del solito.

- Ammetto di aver trovato delle cose interessanti e che mi sono lasciato prendere la mano.- disse Draco, saltando su un muretto e camminandoci sopra. A volte, Harry pensava che potesse essere davvero un bambino mascherato da adulto.

- Strano che ti sia comprato tutte maglie a maniche lunghe. Fa molto caldo non pensi?- provò a chiedere Harry con un preciso doppio fine. Draco prese un altro boccone di zucchero filato.

- Non sono abituato alle maniche corte. Ho sempre portato camicie o completi lunghi. Penso sia stata una questione di abitudine.- alzò lui le spalle, saltando giù dal muretto, ormai arrivati a casa. Stavano per entrare quando furono fermati da Piers Polkiss e Dudley.

- Scusa, Big Di, potremmo chiedere a loro!- disse Piers, avvicinandosi a loro. Dudley sbiancò visibilmente.

- Oi raga, vi va di giocare con noi a calcetto questo pomeriggio? Tranquillo, biondino, Dudley mi ha spiegato tutto e ti ho perdonato. Però ci servono assolutamente due giocatori.- disse tutto di un fiato.

Harry alzò un sopracciglio, confuso.

- Non penso sia il caso.- rispose il moro.

- Già, Piers, lasciali stare.- aggiunse Dudley, non essendo d'accordo con l'amico.

- Ma perché? Dai! Avete paura di fare brutte figure? Di perdere? Non ci andremo giù pesante!- aggiunse Piers. Harry stava per entrare in casa, quando Draco proferì parola.

- Certo che non abbiamo paura. E impegnatevi il più possibile, perché noi oggi pomeriggio vi stracceremo!- disse il biondo, punto nell'orgoglio.

- Ottimo, allora a dopo! Dai Big Di, sarà divertente, li stracceremo.-

Entrati in casa, Harry si sfogò.

- Ma si può sapere che ti è preso? Tu non ci sai giocare!-

- Posso imparare! Hai sentito come si stavano prendendo gioco di noi? Ora dimmi cosa è il calcetto?- chiese convinto Draco.

- Ehm… Tipo il Quidditch, solo senza boccino e bolidi… e con una porta sola. E non devi toccare la palla con le mani, devi usare solo i piedi, o anche la testa… insomma puoi usare tutto il corpo tranne le braccia.- spiegò Harry, velocemente.

- Ok, tutto chiaro. Devo buttare con i piedi una cosa tipo la pluffa dentro una porta difesa da un portiere. Mi sembra di aver visto qualcosa in tv. Stavano su un campo verde e correvano avanti e indietro dietro una palla. Sì… perfetto sono carico.- si auto convinse Draco. Harry si mise una mano sulla fronte, non volendo pensare a cosa avrebbe combinato Malfoy in un campo di calcetto.

Uscirono di casa per le quattro del pomeriggio, Dudley era già al campo con i suoi amici. Di fronte al numero 4 di Privet Drive, Draco vide un topo che li fissava con interesse. Quando incrociò il suo sguardo, l'animale entrò in un tombino.

Arrivati al campetto, Draco sorrise.

- Ma le porte sono enormi! Riuscirei a segnare anche a occhi chiusi!- si lamentò per la facilità dell'impresa.

- Non è così semplice, Malfoy.- replicò Harry. - Non sembri molto un tipo sportivo.-

- Guarda che io a casa mia ogni mercoledì vado a correre per due ore! Sono sportivo!- si lamentò il biondo.

- Ecco i nostri due giocatori!- li accolse Piers. - Allora sarete in squadra con John, Steve e Mike.-

Fu dato a Harry l'onore di dare il calcio di inizio. Decise di passare la palla a John, che avanzò palla al piede e passò a Steve. Dopo un brillante dribbling ebbe la buona idea di dare palla a Draco, che calciò con tutta la sua potenza… una decina di metri sopra la traversa. Steve e John sbraitarono contro di lui, mentre Malfoy si avvicinava a Harry.

- Perché la palla ha preso quella traiettoria?- chiese, confuso.

- Perché hai tirato una fucilata! Prendi la mira…- gli rispose il moro.

- Ok… ci proverò!- disse Draco, dando una pacca sulla spalla di Harry.

 

Dopo una cinquantina di occasioni sprecate da Draco, la partita era sul 13 a 3… per gli altri. Mike, il portiere, chiese un time out.

- Allora, ragazzi dobbiamo cambiare tattica. Draco, se ti arriva palla, hai l'obbligo di passarla!-

- Ora sarebbe colpa mia? Sei tu che non pari! - si lamentò il biondo.

- Se tu non segni, è inutile che paro! I tre gol che abbiamo fatto sono derivati dal fatto che tu non hai toccato palla!-

Draco spalancò gli occhi con odio.

- Va bene! Allora giocate in quattro! Io sto in panchina!- si sedette sulla panca, aspettando che qualcuno gli dicesse che non avrebbero giocato senza di lui… cosa che non avvenne. La partita ricominciò in un classico 4vs5.

L'orgoglio di Draco si frantumò ancora di più quando il risultato arrivò al 14 pari.

- Chi segna questa ha vinto!- disse Piers, guardando l'orologio.

Harry guardò per un secondo Draco e dovette ammettere che gli faceva pena. Era seduto lì da mezzora con il viso imbronciato, rivolto verso il basso. Ci teneva davvero tanto a giocare e a non fare la figura dell'incapace. Harry sospirò. Accidenti a lui! Stava correndo verso la porta, ma tirò fuori sopra la traversa, cadendo a terra.

- Aaaah!- urlò il moro, tenendosi la caviglia. I giocatori della sua squadra si avvicinarono.

- Che ti è successo?- chiese John.

- La caviglia… ho fatto una storta!- disse tra un urlo e l'altro. Si fece aiutare da Steve a tirarsi su.

- Non ce la faccio, ragazzi. Fate rientrare Draco…- disse Harry con voce acciaccata.

- Ma…- provò a dire Mike.

- Non potete giocare in tre!- rispose Harry con voce autoritaria. Si avvicinò alla panchina, zoppicando.

- Malfoy! Entra tu! Io non ce la faccio…- disse al biondo, che lo guardava confuso.

- Va bene… ma rientro solo perché sei un pappamolle che casca e si fa male da solo!- disse Draco alzandosi e correndo verso il centro del campo.

La partita ricominciò e Draco fece un potente tiro da centrocampo che finì fuori e che suscitò le ire di Mike.

- Ma l'ha toccata Polkiss! E' calcio d'angolo!- sbraitò Draco, indicando Piers, che sputò a terra amaramente. Harry si stupì di come Malfoy avesse già fatto suoi alcuni termini del calcio.

- E' vero… l'ho toccata…- ammise Piers, facendo saltare di gioia Draco.

John si incaricò di tirare il calcio d'angolo. Lo tirò con potenza verso il centro dell'area. Peccato che beccò in pieno naso Draco, che cadde a terra. La fortuna fu però dalla loro parte, in quanto la palla dalla faccia del biondo passò tra le gambe di Dudley e entrò in porta.

- Ho segnato! Ho segnato!- esultò Draco, asciugandosi un po' del sangue che gli colava dal naso. Cominciò a fare dei giri di campo, soffermandosi davanti a Mike e rivolgendogli dei gestacci.

 

- Avete visto la torsione del collo? E poi PAM! La prendo e riesco a indirizzarla sotto le tue gambe, Dursley! E' stata un'azione stupenda! Poi, Potter, hai visto come ho fatto rimediare alla squadra il calcio d'angolo? Ho intenzionalmente mirato il piede di Polkiss!- Era da quando che erano usciti dal campetto che Draco stava decantando le sue gesta con Harry e Dudley.

- A me era sembrato che avessi preso la palla per sbaglio!- ribattè Dudley, annoiato.

- A me sembra che sei solo invidioso!- rispose Draco, facendogli la linguaccia.

Il biondo salì di nuovo sul muretto e cominciò a guardarsi intorno. Notò subito una cosa strana.

- Potter… non zoppichi più?- chiese guardandolo di sbieco.

- Cosa? Oh, ehm già! Mi deve essere passato. Invece tu ancora stai sanguinando dal naso, a causa del tuo fantastico "colpo di testa".- rispose Harry, divertito. Draco si toccò il naso e c'era sangue.

- Sarà rotto?- chiese interrogativo.

- Può darsi… Hai preso una bella botta…- rispose il moro con nonchalance. Draco lo guardò ancora per un po'. Aveva capito che aveva fatto finta di farsi male per farlo giocare, ma non glielo avrebbe mai detto.

- Io accelero il passo, visto che si sta annuvolando. - disse ad un tratto Dudley, piuttosto scocciato. Harry e Draco alzarono contemporaneamente lo sguardo al cielo e notarono che nuvole nere si stavano avvicinando. Strano, pensarono, visto che fino a poco prima c'era il sole. Si diressero più velocemente verso casa.

Erano in un vicolo isolato, quando Draco si bloccò all'improvviso, sentendo un'aria gelida percorrergli il corpo.

" Un attacco di dissennatori potrebbe non destare sospetti." aveva detto il Signore Oscuro. Tutto sembrò prendere forma nella testa di Draco.

- Il topo…- sussurrò impercettibilmente. Era sicuramente Peter Minus che li stava spiando.

- Hai detto qualcosa?- chiese Harry, ma le parole gli morirono in gola. Alle spalle di Draco, proprio dove era fisso lo sguardo di Harry, c'era un grande Dissennatore che si avvicinava minaccioso. Il Prescelto si frugò le tasche, ma aveva dimenticato la bacchetta a casa.

- Scappa, Dudley!- urlò al cugino, che, anche se non vedeva nulla, riconobbe la sensazione che aveva provato l'anno prima.

Draco si voltò e si ritrovò faccia a faccia con la creatura.

- Così sarebbe questa la tua grande paura, Potter? Me li ricordavo più spaventosi…- disse Draco, avvicinandosi al dissennatore.

- Malfoy, scappa, corri! Sei senza bacchetta!- gli urlò contro Harry, che era pronto a scappare. Draco non potè rispondere, perché il dissennatore gli si era fiondato addosso e lo teneva bloccato a terra. Non sentiva più le urla di Harry, gli bastò girarsi per capire che un altro dissennatore li aveva raggiunti.

Draco sentì il sangue gelarsi e una specie di getto d'aria proveniente dalla bocca della creatura, stava risucchiando qualcosa dentro di lui. Ad un tratto urlò. I ricordi scorrevano veloce nella sua testa. Sangue, Marchio Nero, Cruciatus, suo padre che lo picchiava perché aveva preso un voto inferiore alla Granger, sua madre che non lo considerava, di nuovo la bacchetta del Signore Oscuro sul suo avambraccio, il fuoco nella sua pelle. Un altro urlo. Sentiva le lacrime rigargli il viso e in un attimo, smise di lottare. Perché stava rischiando la sua vita? Perché? Per un padre e una madre che non lo volevano? Per se stesso, la cui massima aspirazione era prendere in giro i Grifondoro? Se fosse morto lì, nessuno l'avrebbe rimpianto. Nessuno sarebbe stato triste per lui. Molti avrebbero gioito, molti, ancora peggio, non si sarebbero neanche accorti della sua assenza. Chiuse delicatamente gli occhi, mentre il dissennatore si stava preparando al "bacio". L'ultima cosa che vide, prima di svenire, fu una fenice argentata.

Spazio dell'autrice:

Eccomi tornata con un nuovo capitolo :D

Che ve ne pare? Cosa pensate del Draco versione calciatore XD Mi sembrava un'idea simpatica!

Spero che vi piaccia!

A presto!!!

Kiss

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Capitolo 6
*** .6. Very Weasley ***


- Finalmente, Signor Malfoy…- Draco aprì lentamente gli occhi e si ritrovò davanti gli occhiali a mezza luna di Albus Silente. Arrossì istintivamente al pensiero che avrebbe dovuto ucciderlo prima della fine dell'anno scolastico. Si mise a sedere e si guardò intorno. Harry era seduto al suo fianco e stava mangiando un pezzo di cioccolata. Il moro ne prese un pezzo e lo lanciò al biondo. Draco non disse niente e si limitò a mangiarlo.

- Come sta, Signor Malfoy?- chiese ancora Silente con un sorriso.

- Meglio, grazie…-

- E' colpa sua!- disse Harry ad alta voce, indicando proprio Draco. - Ha voluto fare il gradasso come suo solito ed è andato ad affrontare il dissennatore disarmato!-

- Penso che il signor Malfoy non l'abbia fatto per mettervi in difficoltà. Penso che volesse… beh… sì… volesse fare il gradasso, come hai detto tu, Harry.- sorrise Silente. - Sono sicuro che ora Draco starà più attento e non si caccerà in guai che sono più grandi di lui.-

A quelle parole Draco rabbrividì e fissò gli occhi azzurri del preside per un istante interminabile. Era troppo tardi.

- Bene… ora andate a salutare i Dursley, prenderete la passaporta delle sette.- disse il preside, allegro.

- Passaporta? Dove andiamo?- chiese Draco, confuso.

- Ero passato da queste parti, per portare Harry con me per una "missione", diciamo, ma vista la situazione che si è andata a creare, ho pensato di anticipare il vostro soggiorno dai Weasley.-

Draco annuì, un po' triste. Aveva imparato a sopportare Potter e a ignorare i Dursley. Come avrebbe fatto anche con tutti i Weasley?

Il biondo entrò nel ripostiglio e prese il suo baule. Lo lasciò un secondo in salone e si affacciò in cucina dove era sicuro di trovare tutti i Dursley.

- Ehm… io vado…- disse timidamente. Vernon fece un gesto brusco, mentre Petunia fece un cenno di capo. Dudley era ancora sotto shock.

- Ciao…- sussurrò Draco, tornando da Silente e Harry.

- Tu, Harry, non vai a salutare i tuoi zii?- chiese l'anziano mago. Il moro prese il baule che aveva già portato con sé.

- Ci vediamo l'anno prossimo!- urlò, senza ricevere risposta. - Ok, sono pronto.-

- Ma i Weasley sanno della mia presenza?- chiese Draco ad un tratto.

- Solo Molly e Arthur, sarà divertente vedere l'espressione degli altri.- rise Silente, passando loro una pentola. Sia Harry che Draco la presero e tutti e tre si materializzarono in una sterminata distesa di campagna. In lontananza spuntava una casetta tutta storta e visibilmente costruita a mano. Draco storse il naso. Tipicamente Weasley, pensò. Quando arrivarono a destinazione una donna grassottella e dai lunghi capelli rossi legati in due trecce corse loro incontro. Si precipitò ad abbracciare Harry.

- Merlino! Harry, caro, stai bene? Sono stata così in pensiero per te! Quando Albus mi ha detto cosa vi era capitato…- disse Molly.

Draco rimase a guardare quella scena con un po' di invidia. Quella donna aveva un non so che di materno. Potter non aveva una madre eppure lei era disposta a preoccuparsi per una persona che non era un suo parente, suo figlio. Neanche Narcissa avrebbe avuto un comportamento del genere con lui.

In quel momento Molly Weasley si girò verso Draco, facendolo arrossire leggermente.

- E tu come stai? Aspetta… hai del sangue che ti esce dal naso.- la signora Weasley si avvicinò a Draco e prese la bacchetta. Il biondo si ritrasse d'istinto, ma Molly gli sorrise per tranquillizzarlo.

- Epismendo…- sussurrò la donna e l'emorragia si bloccò. Sentì un piccolo crack nel suo naso, dovuto al fatto che si era riaggiustato.

- Gr…Grazie…- sussurrò Draco, imbarazzato da quell'atteggiamento tanto materno nei suoi confronti.

Si incamminarono verso la Tana.

- Molly, devo portare Harry con me da una parte. Ti dispiacerebbe intanto far accomodare Draco?- chiese Silente con voce affabile.

- Certo, Albus! Ma non far stancare troppo Harry! Viene da un attacco di dissennatori.- lo rimproverò bonariamente la rossa. Silente le sorrise, fermandosi con Harry. Gli porse il braccio e gli disse che avrebbero dovuto smaterializzarsi. Harry si aggrappò al preside e scomparvero in un secondo.

- Vieni, Draco… sarà una lunga serata a cercare di spiegare la situazione ai miei figli.- sorrise Molly, incamminandosi verso casa sua. Draco la seguì portando con sé il suo baule. Era decisamente più pesante di prima, visto che ora era pieno di abiti babbani.

Entrarono nella Tana e Draco si guardò intorno curioso. La sua attenzione fu focalizzata dall'orologio magico che diceva l'esatta posizione di ogni Weasley. Sorrise involontariamente di quell'aggeggio. Era un'idea carina da parte di una madre preoccupata per i suoi figli. Nel lavandino una spazzola incantata stava lavando dei piatti.

- Accomodati pure, caro. Vuoi un po' di succo di zucca?- chiese gentile la donna. Draco annuì, desideroso di bere qualcosa di non babbano. Molly verso un po' di succo nel bicchiere e Draco lo bevve tutto velocemente.

- Abiti babbani?- chiese la donna scrutandolo, interessata. Il biondo indossava un paio di pantaloncini corti e una felpa dello stesso colore.

- Sì… dovevo comprare qualcosa per non dare nell'occhio. Questo è un abbigliamento sportivo, perché stavo provando uno sport babbano con Harry e Dudley, prima di essere attaccato dai dissennatori.- spiegò Malfoy, stupendosi di aver chiamato Potter e il cugino per nome.

- Davvero? Ti è piaciuto questo sport babbano?- chiese la donna, sinceramente curiosa. Draco si sentiva in imbarazzo davanti a tutte queste attenzioni genuine.

- Ehm… sì… non mi dispiaceva…- ammise il biondo.

- Sono contenta… Vuoi intanto sistemarti? Guarda pensavo di lasciarti la camera di mio figlio… Percy. Tanto lui non tornerà presto.- disse Molly, ad un tratto rattristita.

- Ehm… ok. -

- Però non abbiamo tante stanze, quindi dovrai condividere la camera con qualcuno. Hai delle preferenze? Allora Ginny e Hermione dormono insieme, quindi mancano da sistemare in due stanze te, Harry, Ron, Fred e George.-

- Penso che Harry potrebbe avere meno problemi nel dormire con me. Lui ha avuto più tempo di abituarsi all'idea.- rispose Draco, maledicendosi per aver chiamato il suo rivale ancora una volta "Harry".

- Va bene! Allora ti puoi sistemare nella stanza di Percy. E' la prima proprio di fronte alle scale del primo piano. Quando Harry tornerà, ti verrò a chiamare per la cena.- disse la donna, con un grande sorriso. Si alzò e andò versò i fornelli, per cominciare a cucinare.

Draco si alzò silenziosamente e salì le scale con fatica insieme al suo baule. Arrivato al primo piano si trovò davanti a un corridoio con tre stanze. Lui si diresse verso quella indicata dalla signora Weasley. Stava per aprire la porta quando un urlo lo fece sobbalzare. Alla sua sinistra Ginny Weasley gli puntava il dito contro, la bocca spalancata dallo stupore.

- Tu!- disse con voce roca e irata.

- Già… sono io. Sorpresa…- rispose Draco con voce annoiata. Dalla porta da dove era uscita la rossa, fece capolino anche una fulva e crespa chioma di capelli castani. Hermione Granger sbiancò nel ritrovarsi faccia a faccia con Draco Malfoy.

- Cosa ci fai qui?- chiese lei, con voce più controllata di quella dell'amica. Nello stesso istante, tre persone dai capelli rossi scesero le scale dal secondo piano.

- Cosa è succ…AAAAAAAAH!- urlò Ron, vedendo il biondo che stava in casa sua.

Fred e George presero contemporaneamente le bacchette e gliele puntarono contro. Draco si sentiva osservato e cominciò a preoccuparsi per la sua incolumità. Una furia dai capelli rossi li raggiunse.

- Lasciatelo in pace!- Molly Weasley li aveva raggiunti e cominciò a sbraitare con tono autoritario.

- Ma mamma, lui è…- provò a dire Ron.

- So benissimo chi è lui! L'ha portato qui Silente e ci ha chiesto di offrirgli ospitalità e noi lo faremo!- alzò la voce la donna. I figli cominciarono a sbraitare, contrariati. Draco colse l'occasione per entrare nella stanza. Si guardò intorno. Non gli dispiaceva. Dopo il ripostiglio dei Dursley, questo posto sembrava una reggia. Si avvicinò a una libreria vicino a quello che scelse come suo letto. Prese un tomo sulle pozioni avanzate e si stese a letto per cominciare a leggere, mentre di sottofondo sentiva le urla dei Weasley.

 

- Secondo lei accetterà?- chiese Harry, una volta smaterializzati nella campagna dei Weasley.

- Oh, Harry, penso che hai fatto breccia nel cuore di Horace.- rispose il preside sorridendo. - Come è andata la tua estate con Draco?- chiese poi Silente.

- Mmm… pensavo peggio, sinceramente. Abbiamo stipulato una specie di tregua. Non mi ha dato troppo fastidio, ha passato metà del tempo a mangiare e l'altra metà a guardare la televisione.- rispose Harry, con un velo di preoccupazione. Nella sua mente c'era fissa l'immagine di Draco che lasciava la casa dei Dursley e che vi tornava ore dopo, devastato.

- Non ci sono stati problemi, quindi? Non l'hai lasciato solo come ti avevo chiesto, vero?- chiese Silente, scrutandolo con dolcezza dagli occhiali a mezzaluna.

Harry abbassò lo sguardo e stentò nel rispondere.

- Harry, c'è qualcosa che vorresti dirmi?- chiese ancora l'uomo.

- No… signore.- rispose poi Harry con più risolutezza. - E' sicuro di non volermi dire cosa si è fatto alla mano?- chiese, cambiando discorso. Il preside aveva infatti le dita della mano annerite, quasi morte. Silente sorrise, scuotendo la testa.

- No, Harry… ci sarà tempo per le spiegazioni. Ora va' e salutami Molly e Arthur.- poco dopo si smaterializzò e Harry entrò nella cucina della Tana, dove Molly era intenta a cucinare.

- Harry! Finalmente, stavamo aspettando te. Puoi cambiarti nella camera di Percy. Starai lì con Draco, se non ti dispiace. E digli di scendere, perché la cena sarà pronta a minuti.- disse la donna con un sorriso radioso. Il moro rispose al sorriso e annuì, salendo le scale con grandi falcate. Entrò nella stanza di Percy e notò subito il suo baule già posizionato in uno dei due letti. Draco era steso sull'altro e stava leggendo un libro. Il biondo si era cambiato e indossava un paio di jeans e una maglia rossa. Nonostante potesse, non aveva rinunciato agli abiti babbani.

- Ciao…- disse Harry, aprendo il suo baule. Malfoy gli fece un cenno con la testa, troppo immerso nella lettura.

- Malfoy, volevo chiederti come prosegue da qui la nostra tregua.- chiese Harry, curioso. Draco alzò lo sguardo e chiuse il libro.

- Io… pensavo di mantenerla. Non è che dobbiamo abbracciarci o far finta di essere amici. Dovremmo solo evitare discussioni.- disse Draco, guardandolo negli occhi. Aveva bisogno di un amico in quel periodo, anche se non era pronto ad ammettere che questo amico era Potter.

- Già, diciamo che dobbiamo non ucciderci nel sonno a vicenda.- propose Harry con un sorriso. Anche Draco si fece scappare un sorriso.

- Ok… vedrò di non escogitare qualche piano per ucciderti, ma solo nel sonno!-

- Andiamo che è pronta la cena, stupido furetto…- rispose Harry andando verso la porta.

- Chiudi il becco, Sfregiato!- rispose divertito il biondo.

Spazio dell'autrice:

Eccomi di nuovo quiiii! Con un nuovo capitolo! Finalmente Draco è arrivato alla Tana e ha incontrato Hermione! Si sono solo incontrati, ma vi prometto che nel prossimo capitolo saranno coinvolti un po' di più :D

Da qui, Draco comincerà ad instaurare rapporti con persone che non avrebbe mai pensato di frequentare. Basta anche vedere la figura di Molly Weasley, probabilmente l'unica Weasley che Draco riuscirà a sopportare, che lui vede come l'essenza della figura della mamma,  figura che poi verrà caratterizzata da un'altra donna in seguito :D

Draco e Harry continuano nella loro tregua, che come abbiamo potuto vedere in passato, probabilmente non avrà vita facile XD

Detto questo, ringrazio chiunque legga o segua la storia. 

Un ringraziamento e un saluto speciale a chi ha commentato lo scorso capitolo :D

A presto!

Kiss

 

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Capitolo 7
*** .7. Reading ***


Il mattino seguente Draco si era svegliato verso le otto. Convivendo con Potter per quelle poche settimane dai Dursley, aveva capito che lui non si sarebbe svegliato prima delle dieci… Forse anche le undici. Si alzò dal letto velocemente, attento a non svegliare il suo compagno di stanza. Dal suo baule prese un paio di pantaloni e una felpa grigi di una tuta. Si tolse velocemente la maglia del pigiama, rimanendo a petto nudo e si fermò alcuni istanti a fissare il Marchio Nero, ricordandosi di quanto avesse rischiato la sera prima.

 

Finita la cena, Draco era tornato in camera, mentre Harry si era fermato nella stanza di Ron, per parlare con i suoi amici. Tornò in camera verso mezzanotte e trovò il biondo a leggere il libro di pozioni, che stava sfogliando prima. Harry si era già messo il pigiama subito dopo mangiato, mentre Draco era rimasto vestito.

- Se non la smetti di leggere, rischi di diventare intelligente…- disse Harry, per prenderlo in giro.

Draco gli diede attenzione, sbuffando.

- Almeno io faccio lo sforzo di provare a diventare intelligente, tu non ci provi neanche.- replicò l'altro, chiudendo il libro con un rumore sordo. Harry si sistemò il cuscino e spense la candela che era sul suo comodino, lasciando che solo la candela sul mobiletto di Draco illuminasse la stanza. Il biondo si alzò dal letto con uno scatto di reni e prese il pigiama dal baule. Diede le spalle a Harry, cominciando a togliersi i jeans e a mettersi i pantaloni del pigiama verde di seta. Con un gesto insensato, si tolse la maglia rossa che indossava. Quando vide il suo marchio scoperto, sbiancò. Si voltò verso Harry, che lo guardava curioso. Premette con forza il braccio sinistro sulla pancia e prese la maglia del pigiama con l'altro braccio.

- Perché mi guardi così, Potter? Hai scoperto un interesse nei miei confronti?- chiese Draco, cercando di trattenere l'agitazione. Stupido, deficiente, cretino, stava pensando di se stesso in quel momento.

- Non ci sperare…- rispose il moro, voltandosi dall'altra parte. Draco sospirò silenziosamente di sollievo e si stese sul letto, spegnendo la sua candela.

 

S'infilò velocemente la felpa grigia, prese il "suo" libro di pozioni e uscì dalla stanza. Scese in soggiorno e si stupì di trovare qualcun altro seduto sul divano. Non dovette avvicinarsi per riconoscere la chioma crespa della Granger, che invece non si era accorta della sua presenza. Senza dire niente, Draco la superò, sedendosi sulla poltrona di fronte a lei. Hermione sobbalzò, vedendolo lì, ma il biondo non le diede importanza, aprendo il libro e cominciando a leggere silenziosamente.

- E' buona educazione dire "buongiorno".- disse lei, spezzando quel silenzio. Draco alzò lo sguardo verso di lei e le regalò uno dei suoi soliti ghigni.

- Buongiorno…- le disse con semplicità, per poi tornare a leggere. Hermione rimase un po' spiazzata dalla sua non voglia di discutere, così decise di tornare al libro che anche lei stava leggendo. Draco alzò lo sguardo curioso per vedere cosa stesse leggendo. "Guida completa alla lingua e ai costumi dei Maridi" .

- Maridi, eh?- chiese divertito il biondo. Hermione arrossì alzando lo sguardo verso di lui.

- Fatti gli affari tuoi…- rispose lei, secca.

- Hai intenzione di affogarti nel lago di Hogwarts? Sai non voglio saperne nulla, almeno non sarò coinvolto…- la prese in giro lui. Lei sbuffò, mettendosi una ciocca di capelli dietro le orecchie.

- Tu invece cosa leggi di interessante? "Come distruggere la razza babbana"?- chiese lei spigliata.

- Leggo un libro di pozioni, malfidata…- rispose lui, tornando al suo libro.

- Come potrei mai fidarmi di un figlio di Mangiamorte?- chiese lei con cattiveria. In quel momento Draco si morse un labbro e abbassò lo sguardo, scosse la testa e ricominciò a leggere. Passarono dei momenti interminabili in silenzio, in cui Hermione stava torturando una ciocca dei suoi capelli.

- Leggo questo libro, perché me lo ha consigliato Silente, per ampliare la mia conoscenza.- disse ad un tratto lei, non alzando gli occhi dal volume. Draco la guardò per alcuni istanti e poi ghignò impercettibilmente.

- Deve essere una lettura interessante…- si limitò a rispondere lui.

- Lo è.- rispose lei in tono di sfida. Continuarono a leggere in silenzio fino a che non furono raggiunti da Harry. Draco si stupì di vederlo già sveglio. Aveva fatto male i suoi conti?

- Come mai già sveglio?- chiese il biondo curioso. Non poteva rischiare che si svegliasse quando lui si cambiava. Onde evitare… si sarebbe cambiato in bagno.

- Mi sveglio sempre prima qui alla tana…- sbadigliò rumorosamente Harry, sedendosi di fianco ad Hermione. Si sporse verso il libro che l'amica stava leggendo.

- Maridi? Che sono?- chiese confuso.

- Sirene…- rispose, al posto di Hermione, Draco. La ragazza alzò di nuovo lo sguardo prima verso di Draco e poi verso di Harry. Sbuffò, ritornando alla sua lettura silenziosa.

- Hai intenzione di buttarti nel lago di Hogwarts?- chiese il moro. Hermione spalancò gli occhi e si alzò di scatto dal divano, andando a sedersi in cucina. Sbattè rumorosamente il libro sul tavolo e cominciò, anzi continuò a leggere.

- Che ho detto?- chiese Harry, confuso.

- Hai detto quello che ho detto io…- rispose Draco, sporgendosi dalla poltrona leggermente, per osservare i buffi comportamenti della Granger. A Harry non passò inosservato quel gesto e lo guardò confuso. Poi i suoi occhi caddero sul braccio sinistro di Malfoy. La sera prima, quando era rimasto a torso nudo, aveva intravisto un'ombra scura sul suo avambraccio. Non ne era sicuro, era troppo buio per distinguere la forma, però la sua grande paura si stava lentamente materializzando.

 

Verso le dieci, tutti i Weasley, più Harry, Draco e Hermione, erano seduti al tavolo della cucina per fare colazione. Il biondo mangiava tutto con voracità, pur sentendo la disperata mancanza della nutella. Poi un sorrisino si dipinse sul suo volto. Se l'era scordata… aveva rubato un barattolo di nutella dalla dispensa dei Dursley, per averne un po' con sé anche nel ripocoso. Quindi ora era nel suo baule. Dopo l'avrebbe assaporata per bene. I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di alcuni gufi.

- Oddio! Sono qui!- aveva urlato Hermione, alzandosi dal tavolo e andando dai gufi. Prese la lettera per lei e l'aprì velocemente.

Erano i risultati dei G.U.F.O. Harry e Ron si accinsero a prendere le proprie lettere. Draco si stupì di ricevere anche lui la posta lì. Lesse i suoi risultati. Aveva tutti Eccezionale e un Oltre Ogni Previsione a Pozioni. Sorrise dei suoi risultati, mentre gli altri tre discutevano sui loro. In allegato c'era anche la lista dei libri di Hogwarts per quell'anno. Solo in quel momento si accorse che era rimasto un gufo alla finestra. Era un gufo nero pece, dagli occhi rossi. Molly si avvicinò e vide il destinatario.

- E' per te, Draco…- disse con un sorriso. Draco si avvicinò al gufo, curioso. Prese la lettera ed essa cadde dalle sue mani, non appena riconobbe la scrittura affusolata di suo padre. La raccolse per evitare di destare sospetti, gesto che non passò inosservato a Harry, che lo seguì con lo sguardo, mentre lui si sedeva di nuovo al tavolo. Draco aprì la lettera con le mani tremanti.

" Congratulazioni…" c'era solo scritto. Probabilmente aveva potuto scrivere solo quello dalla prigione, per non destare sospetti. Sapeva benissimo che si riferiva al suo marchio.

- Chi ti scrive?- chiese Ron, curioso e scontroso.

- Ehm…- gli doveva dire la verità? - Non lo so… Non è firmato.- disse velocemente.

- Fa vedere…- disse Arthur Weasley, leggendo il messaggio.

- Mmm può essere un tuo compagno che si congratula per i G.U.F.O?- chiese poi non riconoscendo la scrittura.

- Gli sono arrivati oggi i risultati… come avrebbero potuto saperlo?- chiese Harry, con voce inquisitoria. Draco si sentiva eccessivamente accaldato.

- Ehm… ah… penso di aver capito…- disse il biondo, in una delle sue ormai solite interpretazioni teatrali. - Dovrebbe essere il professor Piton. Di solito quando mi scrive non si firma, perché non vuole che pensino che faccia dei favoritismi nei miei confronti.-

- Perché avrebbe dovuto complimentarsi con te?- chiese Harry, ancora all'attacco.

- Perché con i voti che ho preso posso continuare con le materie che voglio seguire per il futuro. Anche tu sai dei miei piani, Potter…- rispose il biondo, soddisfatto della sua scusa. Harry si morse un labbro e si rituffò nel suo piatto. Draco sorrise, soddisfatto. L'aveva zittito.

 

Quel pomeriggio, alcuni membri dell'Ordine raggiunsero la tana. Draco era seduto sotto un albero del giardino della Tana a leggere il libro di pozioni. All'improvviso uno scoppio lo fece sobbalzare. Una coppia di maghi si era materializzata al suo fianco. Lei era una ragazza dai capelli grigi, mentre lui era un uomo dall'abbigliamento trasandato.

- Remus! Devi ascoltarmi!- aveva quasi urlato la ragazza.

- Tonks, ne abbiamo già parlato!- rispose l'uomo, sgridandola. In quel momento Lupin si voltò verso di Draco e arrossì leggermente.

- Draco… ciao!- disse cercando di mostrarsi solare.

- Professor Lupin…- rispose lui, a mo' di saluto. Draco si soffermò sulla ragazza al suo fianco. Aveva dei tratti conosciuti.

- Oh, non chiamarmi "professore"… non lo sono più da un bel po'…- disse Lupin con un sorriso.

- Tu sei mia cugina?- chiese, ignorandolo, il biondo rivolto a Tonks. Lei lo stava scrutando allo stesso modo. Annuì lentamente. Remus sembrava confuso.

- Non vi conoscete?- chiese. Gli altri due scossero la testa insieme.

- Dimentichi che mia madre è stata cancellata dall'albero genealogico dei Black.- aggiunse Tonks con una risata. Draco fece un finto sorriso e tornò a leggere, facendo capire agli altri due che non voleva più parlare. Lo salutarono.

Era così assorto nella lettura che non si era accorto che un'altra persona l'aveva raggiunto.

- Leggere quel libro non ti aiuterà per quello che devi fare…- la voce melliflua di Piton lo spaventò. Quando era arrivato?

- Professore… cosa…?-

- Sono qui per conto di Silente e ho chiesto di parlarti. - spiegò velocemente.

- Perché?- chiese Draco, confuso.

- Perché voglio sapere se ti stai concentrando sulla tua missione… -

Il cuore di Draco si fermò per alcuni istanti. Che riferisse a QUELLA missione?

- Quale missione?- chiese, cercando di mantenere la calma.

- Questa…- sussurrò, afferrando con forza l'avambraccio sinistro. Draco soffocò un urlo di dolore.

- Lei… lei come…?-

- Sto dalla tua stessa parte, Draco… Ma sta' attento… Potter sospetta di te… Ho letto i suoi stupidi pensieri…- sussurrò ancora, prima di alzarsi e tornare dentro la Tana. Draco seguì i suoi movimenti e un brivido di paura lo percorse.



Spazio dell'autrice:
Ecco il nuovo capitolo :D
Finalmente si iniziano a vedere i caratteri di una Dramione :D Vi avevo detto di aspettare fiduciosi :D
Che ve ne pare?
Commentate e fatemi sapereee XD
A presto!
Kiss

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Capitolo 8
*** .8. Death Eater... ***


La mattina dopo Draco si svegliò ancora prima. Non aveva con sé un orologio, però dovevano essere all'incirca le sette e trenta. Prese dalla libreria un libro sulle Erbe Magiche, quello di pozioni lo aveva già finito.

Scese in soggiorno e si fermò un secondo quando sul divano vi ritrovò la Granger.

- Ma tu dormi qui?- le chiese lui, sedendosi sulla poltrona che aveva occupato la mattina precedente. Hermione alzò lo sguardo e lo guardò con sufficienza.

- Si dia il caso, che io venissi qui a leggere molto prima di quando tu sei arrivato qui a rovinare il mio momento dedicato alla lettura…- rispose lei, saccente.

Draco la guardò divertita, prima di aprire il suo libro.

- "Erbe magiche, dove trovarle e come usarle". Da quando ti intendi di Erbologia?- chiese Hermione, leggendo il titolo del libro di Draco.

- Da quando mi serve…- rispose distrattamente il biondo.

- Pozioni, Erbologia… Vuoi diventare un guaritore?- chiese lei, cercando di trattenere la curiosità. - So tutto sull'argomento. Devi avere il massimo dei voti sia ai G.U.F.O. che ai M.A.G.O. in Erbolologia e in Pozioni. Dopo Hogwarts dovrai fare un esame di ammissione e…-

- So cosa devo fare per diventare guaritore… Pensi che non mi sia informato?- chiese lui scocciato, interrompendola. Lei increspò le labbra, contrariata.

- Non ti ci vedo come guaritore. Se ti capitasse un figlio di babbani cosa faresti? Lo lasceresti morire perché non vorresti sporcare il tuo nobile sangue con il suo?- chiese ancora Hermione piccata.

- Granger… sei più graziosa quando stai zitta…- le rispose lui, cominciando a stancarsi delle sue chiacchiere. Lei alzò un sopracciglio.

- Da quando mi trovi graziosa?- chiese confusa.

- Quando ho scoperto quanto melodioso sia il suono del tuo silenzio.-

Lei aprì la bocca per rispondere, ma poi la richiuse, ritornando al suo libro. Draco sbuffò, chiudendo il suo libro con delicatezza. A cosa serviva in effetti? Tanto non sarebbe mai diventato un guaritore. Non poteva più, i guaritori non potevano possedere il Marchio Nero. Lanciò il libro a terra e questo gesto spaventò Hermione, che aveva alzato lo sguardo verso di lui.

- T…Tutto ok?- chiese lei, preoccupata. Draco si alzò, dando un calcio sul divano dove stava seduta Hermione, e si diresse verso il giardino per prendere una boccata d'aria.

 

Quella giornata passò velocemente. Una furiosa litigata con Ron, aveva fatto scaldare i nervi di Draco fino all'estremo, tanto da far partire un bel pugno in direzione del rosso, facendogli nascere un appariscente occhio nero. Questo era bastato per attirare su di sé le ire dei Weasley. In questo modo decise di saltare la cena, rimanendo di sua spontanea volontà segregato nella sua stanza. Era sdraiato sul letto quando, dopo cena, sentì chiaramente la porta della camera a fianco sbattere. Il suo letto infatti era attaccato alla parete che divideva la sua stanza da quella di Ginny e Hermione.

- Se mi ricapita sotto tiro, giuro che lo stendo…- aveva chiaramente detto Ron Weasley. Draco si avvicinò ancora di più al muro, stupendosi di riuscire a sentire così distintamente la conversazione.

- Basterà una delle mie fatture orcovolanti per calmarlo. Mesi fa, sembrava aver gradito la mia lezione.- riconobbe benissimo la voce di Ginny.

- Come fai a sopportarlo, Harry?- chiese ancora Ron.

- Beh… in realtà riusciamo a convivere perché abbiamo stipulato una tregua…- ammise il moro con timidezza.

- Che cosa?- aveva urlato con rabbia Ginny.

- Ecco perché con te è tranquillo…- aveva osservato Hermione.

- E quando l'avreste fatta questa tregua?- chiese Ron, un po' innervosito dalla cosa.

- Beh… quando eravamo a Privet Drive. Me lo ha proposto e io… sinceramente ho accettato… non dover pensare a tenerlo a bada, mi ha aiutato molto.- disse Harry, con voce colpevole.

- E siete riusciti a sopportarvi per tutto questo tempo?- aveva chiesto Ginny, curiosa. Ci fu un silenzio.

- Veramente abbiamo litigato due minuti dopo la stipulazione della tregua.- ammise il moro.

- E perché?- chiese Hermione.

- Abbiamo cominciato a parlare di cose di Mangiamorte e lui si è scaldato. Ha dato di matto e… è scappato di casa…-

- Ma non avevi detto che Silente ti aveva detto di non lasciarlo mai solo?- chiese Hermione, colpita.

- Sì, infatti ero in panico totale. Ho litigato con zio Vernon e mentre io stavo per andarlo a cercare, lui è tornato… un paio di orette dopo. Era sconvolto e sporco di sangue. Lui ha negato, ma sono sicuro che fosse sangue. Io ho paura che… quella sera… sia stato marchiato.- disse Harry tutto di un fiato. Il cuore di Draco cominciò a battere più velocemente e si sentì mancare il respiro.

- Ma Harry non penso che Voldemort permetta a un ragazzino di sedici anni di diventare Mangiamorte…- disse Ginny con voce sicura.

- Sono d'accordo con Ginny. Per quanto perfido, possa essere Malfoy, non penso che abbia le capacità per diventare Mangiamorte.- aveva osservato Ron.

- Vi dico che ne sono sicuro. - continuò Harry, con voce convincente.

- Gli hai visto il marchio?- chiese dolcemente Hermione.

- No, perché è sempre stato maledettamente attento. Si è comprato tutte magliette a maniche lunghe e l'altra sera, quando si è messo il pigiama, sono quasi sicuro di aver visto un'ombra sul braccio sinistro!- continuò Harry, cercando l'approvazione degli altri.

 

Passarono le ore e Harry tornò in camera sul tardi. La stanza era già tutta buia. Sentì il respiro lento e addormentato di Draco. Si incamminò in punta di piedi per non svegliarlo. Era un po' nervoso perché nessuno dei suoi amici gli credeva riguardo alla storia di Malfoy e del marchio. Ebbe

un'irrefrenabile voglia di bloccare in qualche modo Draco e tirargli su la manica sinistra. Harry si avvicinò al biondo che sembrava dormire beatamente.

"Se mi scopre, mi uccide", pensò Harry, accucciandosi di fianco a lui. La stanza era buia, ma i contorni del corpo di Draco erano ben visibili, a causa della luce della luna che entrava dalla finestra. Harry sfiorò il braccio sinistro di Draco, ma lui non sembrò accorgersene. Con assoluta delicatezza il moro sollevò il braccio dell'altro, tentando di non svegliarlo. Con due dita, cercò di alzare lentamente la manica del pigiama, per costatare l'esistenza del marchio. Harry non si accorse però della presenza di un libro sul letto di Draco. Lo fece cadere a terra e in quell'istante Draco aprì gli occhi. Harry trattenne il fiato nell'incontrare quegli occhi di ghiaccio, lasciò subito il braccio e indietreggiò fino ad arrivare sul suo letto. Il biondo si alzò velocemente, portando istintivamente il suo braccio sinistro dietro la schiena, movimento che non passò inosservato a Harry. Accese una candela e continuò a fissare il moro, forse spaventato.

- Cosa pensavi di fare?- si ritrovò a urlare Draco, fuori di sé.

Harry cominciò a pensare a qualche scusa plausibile, senza trovarla.

- Rispondi, Potter!- continuò il biondo ad alzare la voce.

- Malfoy, abbassa la voce, sveglierai tutti.- provò a dire Harry, con voce tremante.

- Abbassare la voce? Io non abbasso un bel niente!-

- Malfoy, scusami, io non…- aveva cominciato Harry, ma poi si interruppe, acquistando sicurezza.- No! Io non mi devo scusare di nulla, schifoso Mangiamorte che non sei altro! Io ho fatto la cosa giusta e vedendo la reazione che hai avuto, mi stai solo dando ragione.-

Draco gli si avvicinò in un lampo e lo afferrò per la gola.

- Chiamami ancora in quel modo e ti ammazzo, Potter.- gli occhi grigi del biondo lo fissavano con un odio mai visto prima. Sembravano lanciare saette di sangue. Harry però riusciva a guardarlo, senza abbassare lo sguardo. Draco lasciò con violenza il volto dell'altro, uscendo dalla camera.

Draco si sentiva soffocare e uscì di casa, incontrando il fresco vento della notte. Fece alcuni passi nervosi avanti e indietro.

Schifoso Mangiamorte.

Intravide uno gnomo da giardino, passargli di fianco e lo colpì violentemente con un calcio. Si stese sulla soffice erba e rimase lì per alcuni istanti a osservare le stelle. Il respiro che non accennava a regolarsi.

Schifoso Mangiamorte.

Potter aveva ragione. Lui era solo uno schifoso mangiamorte e aveva un compito. Uccidere Silente. Come avrebbe fatto? Aveva bisogno di qualcuno che gli dicesse cosa fare. Ma non aveva nessuno. Solo in quel momento ci stava pensando. Come avrebbe fatto a uccidere il più grande mago di tutti i tempi? Lui che era solo un ragazzino di sedici anni.

Schifoso Mangiamorte.

Una lacrima scese dal suo occhio destro e lui si sbrigò ad asciugarla. Odiava piangere, ma ultimamente gli stava capitando troppo spesso. Forse la paura, forse la consapevolezza di essere cresciuto troppo in fretta… la consapevolezza di essere in guerra e di stare dalla parte sbagliata. Per un secondo, un istante fugace, provò pena per Harry Potter. Lui era stato costretto a crescere sin da subito. All'età di un anno aveva visto morire i suoi genitori e aveva sconfitto l'Oscuro Signore. A undici anni aveva bloccato Raptor dal rubare la Pietra Filosofale. Era stato messo alle armi sin da bambino e non aveva mai battuto ciglio. Aveva visto morire persone a lui care e, nonostante questo, decideva sempre di andare avanti nella sua lotta per il bene. Potter però poteva contare sulla forza che i suoi amici gli davano, mentre Draco non aveva nessuno. Forse era invidia quella che aveva nei suoi confronti. Potter era più forte di lui. Aveva vissuto praticamente tutta la vita con quel peso, mentre lui ci si stava appena affacciando e già era in difficoltà. Potter era più forte di lui e lo aveva sempre saputo.

Draco si alzò lentamente dall'erba e si diresse verso il soggiorno. Si sdraiò sul divano e si addormentò lì, non volendo raggiungere Potter in camera.

Un rumore lo svegliò neanche dieci minuti dopo.

- Ahi!- sentì la voce di fronte a lui. Era femminile. Draco aprì lentamente gli occhi. Di fronte a lui c'era una Hermione Granger dolorante che si massaggiava il piede. Aveva una candela nella mano destra e un libro sotto il braccio. Si accomodò sulla poltrona che di solito occupava lui. Aveva i capelli legati in una coda alta, ma alcuni ciuffi le ricadevano ribelli davanti agli occhi. Aveva una camicia da notte celestina a mezze maniche, lunga fin sotto le ginocchia. Le gambe erano raccolte al petto e lasciavano che la veste scoprisse buona parte di esse. Draco la guardava, curioso. La pelle sembrava liscia e morbida e, illuminata dalla sola luce della candela, aveva un riflesso dorato. Il biondo pensò a Pansy Parkinson in quel momento. Avrebbe indossato sicuramente una camicia più corta e scollata e avrebbe sicuramente giocato sul fatto che aveva le gambe così scoperte. Hermione invece manteneva una postura innocente, quasi inconsapevole di poter essere agli occhi di qualcuno stranamente e inspiegabilmente... graziosa.

- Malfoy…- disse lei in un sussurro, notando che era sveglio. Lui spostò lo sguardo dalle sue gambe ai suoi occhi castano scuro.

- Allora è vero che dormi qua…- la prese in giro lui, con la voce impastata dal sonno. Lei lo guardò con uno sguardo strano. Tenerezza? Pena? Non l'avrebbe mai saputo.

- Da quanto sei sveglio?- chiese poi imbarazzata.

- Da quando hai fatto tutto quel fracasso e ti sei fatta male al piede…- sogghignò lui.

Hermione arrossì impercettibilmente. Si toccò il piede dolorante e Draco, non sapeva perché, seguì ogni suo movimento, quasi rapito.

- Ho sentito la tua discussione con Harry…- confessò lei a bassa voce. A Draco mancò un battito.

- Non voglio parlarne.- disse lui serio più che mai.

- Ok…- lei non insistette e questo gli fece molto piacere. Rimasero alcuni momenti in silenzio… istanti in cui l'attenzione di Draco si focalizzò sul collo scoperto della ragazza.

- Che guardi?- chiese lei, intimidita dal suo sguardo.

- Il tuo collo… - ammise lui, sbadigliando. Hermione sgranò gli occhi, passandosi una mano sulla suddetta parte del corpo, imbarazzata.

- Cosa? Mi prendi in giro?- chiese lei con un filo di voce. Draco distese le sue labbra in un sorriso divertito. Scosse lentamente la testa.

- Mi piace il tuo collo non soffocato da quel cespuglio che chiami capelli.- confessò lui, guardando un punto del suo collo che era proprio sotto l'orecchio. Hermione, totalmente rossa in viso, rimase alcuni istanti a bocca aperta, la volontà di voler dire qualcosa, ma non lo fece. Richiuse lentamente la bocca e riaprì lentamente il libro, rimettendosi a leggere. Draco sorrise debolmente, mentre continuava a guardare quella figura. Non era propriamente bella, ma la sua era un'immagine dolce, vellutata, pura. Fu con quell'immagine negli occhi che Draco si addormentò.

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Spazio dell'autrice:

Due capitoli in due giorni! Sorpresa! XD

Non mi andava di aspettare di postare un nuovo capitolo... XD Che dite? Vi piace? 

Draco e Hermione continuano a interagire, mentre Draco e Harry... hanno litigato un' altra volta XD Ce la faranno a stare più di due giorni in pace?? XD Forse no... e per me è la parte migliore della loro "amicizia" XD

Vi do un piccolo spoiler sul prossimo capitolo... Ci sarà il compleanno di Harry! Ma arriverà qualcosa... o qualcuno... a rovinare la festa! Secondo voi chi??? 

A presto ( Forse giovedì XD)!

Kiss

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Capitolo 9
*** .9. Happy Birthday, Harry! ***


Passarono alcuni giorni e la tensione sembrò allentarsi alla Tana. Harry e Draco continuarono a convivere, pacificamente, senza però rivolgersi troppo la parola. Ron, con l'aiuto di Fred e George, faceva degli agguati al biondo, coprendolo di Caccabombe, cosa che fece arrivare Malfoy sull'orlo di un eusarimento. Nel frattempo, Hermione e Draco continuavano a vedersi ogni mattina e si mettevano a leggere silenziosamente: con piacere il biondo notò che la ragazza sempre più spesso si presentava con un'alta coda ai capelli.

Era il 31 luglio e tutti si preparavano a festeggiare il compleanno di Harry.

Quel mattino il ragazzo sopravvissuto aprì gli occhi e si ritrovò da solo in stanza, come ogni giorno. Si mise seduto sul letto, grattandosi la testa, ancora frastornato. Lo sguardo gli cadde su un pacchetto che si trovava sul letto di Draco. Si avvicinò in punta di piedi e vide che c'era un biglietto. Lo lesse, senza neanche farsi il problema se fosse per lui o meno.

" A casa mia ho ricevuto un'educazione solida che mi ha insegnato che fare gli auguri per un compleanno è un dovere. Quindi, auguri Potter. Spero che apprezzerai il mio regalo: non è nuovo perché non mi è stato possibile uscire, ma non l'ho mai messo. Mi ricordo che ti piaceva.

Draco Malfoy"

Lesse e rilesse più volte quelle parole e rimase alcuni secondi a fissare quel pacchetto fatto con delle carte di giornale.

- Può essere anche una bomba…- osservò Harry ad alta voce. Poi alzò le spalle e scartò il regalo. Dentro c'era una maglietta verde a mezze maniche, della Nike, con un dragone che percorreva il fianco destro.

 

- Questa te la devi comprare! - aveva detto Harry, durante la giornata di shopping che fecero settimane prima. Era una maglietta verde con un drago sul fianco destro.

- Non mi piace…- aveva storto il naso Draco, osservando la maglia.

- Ma dai! E' stupenda! E' l'ultima della Nike! Poi ti dovrebbe piacere, è verde come Serpeverde e poi c'è un drago… sai c'è assonanza con il tuo nome.-

- Se ti piace tanto, compratela tu.-

- Non ho abbastanza soldi babbani con me. Tu ce li hai perché te li ha dati Silente!-

Draco sbuffò, prendendo la maglia in questione.

 

Harry sorrise, guardando con aria sognante quella maglietta.

Pochi minuti dopo, scese in cucina, dove tutti erano a fare colazione. Tutti lo sommersero di auguri e di regali. Si mise a sedere di fronte a Draco, che sorrise, vedendo che indossava la maglia. Anche Harry gli sorrise, debolmente.

 

La mattinata passò tranquilla, ma nessuno dei presenti si aspettava che quella quiete fosse solo il preludio della tempesta.

Era quasi l'ora di cena quando Draco si trovava in giardino, dove ormai trascorreva la maggior parte del suo tempo. Stava scrivendo un appunto sull'ultima pagina di un libro, quando una forte fitta gli percorse il braccio sinistro. Trattenne a malapena un urlo di dolore, quando sentì il suo Marchio bruciare ardentemente. Si alzò immediatamente dalla sua posizione. Il cielo sembrava annuvolarsi, quasi conscio del pericolo che si stava avvicinando. Entrò in cucina, dove vi trovò la signora Weasley che cucinava.

- Draco! Ti è successo qualcosa? Stai bene, caro?- chiese Molly, preoccupata dalla paura che si era dipinta sul volto di Draco.

- Ho… ho un po' di nausea. Penso che andrò in camera mia.- rispose lui atono.

- Sicuro? Posso prepararti qualche tisana?- chiese lei, con voce dolce. Materna.

- No, grazie comunque.- Draco le regalò un debole sorriso, che sembrò non convincerla.

Salì velocemente le scale e si chiuse in camera. Cominciò a solcare la stanza a grandi passi. Il respiro era profondo, cercava di tranquillizzarsi, ma non ne ebbe il tempo. Una grossa esplosione fece tremare tutta la casa. Draco cadde a terra, non sapendo da dove venisse. Uscì di corsa dalla stanza e notò che i piani superiori stavano andando a fuoco. Vide Ron e i gemelli correre velocemente giù per le scale. Con loro c'era Herry. Hermione e Ginny erano già in salone e probabilmente stavano già scappando.

Draco stava per fare lo stesso, quando fu colpito da un incantesimo alle spalle e si ritrovò a terra svenuto.

 

- Innerva…-

Sentì a malapena una voce pronunciare questo incantesimo. Aprì lentamente gli occhi e si ritrovò davanti gli occhi neri, assetati di sangue di sua zia Bellatrix.

- Eri pronto a scappare come una femminuccia, nipotino?- chiese lei con voce beffarda.

- Zia... - sussurrò lui, mentre si rialzava e capì di essere stato trascinato nella sua stanza.

- Poche chiacchiere e pochi convenevoli, Draco. Hai scoperto qualcosa sull'Ordine?- chiese lei, strattonandolo.

- Io… no. Mi tengono lontano quando vengono i membri dell'Ordine. Una volta ci ho provato, ma… Potter mi ha trascinato fuori a giocare a Quidditch. Lui sospetta di me. - rispose Draco, preoccupato.

- Stupido moccioso! Sei proprio un inetto come ti ha sempre dipinto tuo padre. - sibilò lei con cattiveria.

- Io… so che Piton fa il doppio gioco! Sa della mia missione!- si sbrigò a dire, cercando di ricordarsi qualcosa.

- Lo so… quel lurido sanguesporco pensa di poter tornare a usurpare il mio posto.- Bellatrix digrignò i denti con rabbia.

Draco stava per ribattere quando sentì un forte rumore dal piano di sotto. Un'altra esplosione.

- Cosa è stato?- chiese il biondo, spaventato.

- Oh, solo mio marito che cerca di intrattenere i Weasley.- rispose lei con un sorriso. Ad un tratto sentì dei passi veloci raggiungerli. Era un uomo dai capelli e dagli occhi scuri, dotato di una furente barba incolta. Rodolphus  Lestrange li guardava con aria spaventata.

- Andiamo, Bella!- disse con voce profonda. Bellatrix gli si avvicinò di corsa, poi si voltò verso Draco.

- Non prenderla sul personale, tesoro. E' per non destare sospetti.- detto questo prese un pugnale che aveva in tasca e lo lanciò con potenza verso il nipote, che non aspettandosi quel gesto, ricevette il colpo in piena pancia. Abbassò lo sguardo e vide il sangue colargli dal punto in cui l'arma era conficcata. Cadde in ginocchio, riuscendo a malapena a vedere i suoi zii smaterializzarsi. Sentì un rumore di passi avvicinarsi, ma svenne prima di poter capire a chi essi appartenessero.

 

- Io non vi capisco! Perché dobbiamo stare qui?- chiese Ron a voce alta.

- Ronald, se non ti va, puoi anche andartene! - aveva risposto acida Hermione.

- Hermione ha ragione. Io sono qui perché quando si sveglia gli devo chiedere un paio di cose sull'aggressione…- a parlare era stato Harry.

- Sapete che vi dico? Mi avete stancato tutti e due! Non ho intenzione di perdere tempo con Malfoy.- la porta sbattè forte e questo faceva presagire che Ron se n'era andato.

- Tornerà…- aveva detto Hermione.- Penso sia solo geloso del fatto che tu e Malfoy… beh… stiate fraternizzando.-

- Io veramente pensavo che fosse più geloso di te…- aveva invece affermato Harry.

- Perché di me?-

- Beh, penso che si sia accorto della creazione del vostro "club del libro" ogni mattina. In effetti è un po' ambiguo.- aveva osservato lui, con un po' di acidità nella voce.

- Harry, su, non essere sciocco! Ci ritroviamo lì per caso e ognuno legge per i fatti suoi.-

- Per caso? Dopo che vi vedete ogni giorno da quando è arrivato, non so se si può ancora parlare di caso. Io li chiamerei appuntamenti… Non ti sto accusando, Hermione. Ti sto solo dicendo di stare attenta. Lui ti guarda in modo strano. Non fraternizzare con il nemico, anche se in questo momento ti può sembrare più docile. Sta nascondendo qualcosa e non voglio che tu ne rimanga lesa in qualche modo.-

- Non fraternizzare con il nemico? Ah… detto da te, Harry! O vuoi dirmi che la maglietta che hai indossato al tuo compleanno non era un suo regalo? Io non ti giudico, Harry, per questa vostra tregua che avete stipulato, al contrario di come fanno molti qui dentro. Quindi ti chiedo con gentilezza di non giudicare il mio tentativo di non attaccare lite con lui per qualsiasi occasione come fa Ronald, dal momento che ora il darmi fastidio non sembra il suo primario obiettivo!- terminò lei con la sua solita voce saccente. Draco decise che aveva origliato fin troppo e aprì gli occhi. Si trovava steso sul letto e alla sua sinistra era seduto Harry, mentre alla sua destra era seduta Hermione, con un libro in mano… come sempre. Provò a mettersi seduto, ma un forte dolore alla pancia lo bloccò sulla sua posizione.

- Ahi!- aveva esclamato il biondo, toccandosi il punto dove sapeva che la ferita non c'era più. Per conferma, alzò la maglietta e due centimetri sopra l'ombelico vi trovò una cicatrice ancora rossa.

- Ti sei svegliato finalmente!- osservò Harry.

- Da quanto sono qui?- chiese lui confuso.

- Tre giorni.- rispose invece Hermione. Draco alzò gli occhi su di lei e arrossì lievemente e inspiegabilmente. Ripensava alle parole dei due dette in precedenza. No, Potter si sbagliava… i loro non erano appuntamenti.

- Perché così tanto?- chiese il biondo confuso. Era solo una ferita d'arma da taglio.

- Pare che nella lama del coltello ci fossero tracce di veleno. C'è voluto più tempo per guarirti, ma il signore e la signora Weasley hanno preso la ferita in tempo.- aggiunse Harry.

Draco spalancò gli occhi. "In tempo". Poteva morire per colpa di quella zia degenere, a cui non importava nulla di lui. Era una pazza.

- Ah…- disse solo lui, un bel po' sconvolto.

- Malfoy… cosa ci faceva Bellatrix Lestrange in camera nostra con te?- chiese Harry più deciso. Draco attese qualche secondo, elaborando una buona scusa.

- Non lo so… Stavo scendendo le scale, intento a seguirvi, quando è arrivata alle mie spalle e mi ha schiantato. Quando mi sono ripreso ero nella mia stanza e mi ha… attaccato. Poi è arrivato Rodolphus e se ne sono andati, ma prima di materializzarsi lei mi ha lanciato il pugnale.- disse poi a voce bassa, quasi impercettibile. In fondo era tutto vero. Quasi tutto.

- Come ti ha attaccato?- chiese Hermione, seria.

- Mi… mi ha cruciato…- rispose Draco velocemente.

In quel momento Harry sorrise, soddisfatto.

- Menti…- replicò il moro. A Draco si gelò il sangue.

- Perché?- chiese il biondo, impassibile.

- Perché Lupin ha detto che non c'era traccia di nessuna tortura fisica sul tuo corpo, l'altro giorno. Nessuna maledizione proibita ti ha toccato tre giorni fa.-

Draco non aveva pensato a questa ipotesi. Abbassò lo sguardo.

- Volete sapere la verità?- chiese improvvisando sul momento. Gli altri due annuirono.

- Mia… zia… Bellatrix pensa che io mi sia alleato con voi. Pensa che stia spifferando i contenuti di alcune vecchie riunioni di Mangiamorte. Mi ha detto che non sono degno di portare il mio nome… che il mio sangue non è abbastanza puro per contenere nel mio DNA il sangue dei Black e dei Malfoy. Mi ha detto che vuole cancellarmi dall'albero genealogico… ecco cosa mi ha detto!- disse Draco, con rabbia. Doveva segnarsi in un libretto tutte le sue menzogne, così da non trovarsi mai impreparato se qualcun altro le ritirasse fuori. Harry e Hermione stavano per parlare, ma una figura dai capelli ricci e neri entrò in quella camera.

- Harry, Hermione, lasciatelo riposare… sarà stanco, povero ragazzo. - gli occhi neri come la pece, il viso spigoloso, il mento prominente. Quella donna era il ritratto di Bellatrix Lestrange. Draco la fissò stupito, mentre i due ragazzi lasciarono la stanza. Gli occhi neri però non erano cattivi e inespressivi come quelli di Bellatrix. Erano dolci, materni, simili a quelli della Signora Weasley quando gli sorrideva. Materna… a volte dubitava di conoscere a pieno quell'aggettivo. Non aveva mai visto quella dolcezza negli occhi di sua madre.

- Stai bene, tesoro?- gli chiese la donna con un sorriso rassicurante.

- Sì… Tu sei Andromeda Black?- chiese poi, facendo l'unico abbinamento possibile. Lei annuì, continuando a sorridere.

- Questa è casa tua?- chiese poi Draco, riconoscendo solo in quel momento una stanza che non conosceva. Lei annuì di nuovo. Dovevano essersi materializzati lì mentre lui era svenuto, visto l'incendio che aveva colpito la tana.

- So che i tuoi genitori e mia sorella Bella ti avranno detto tante cose brutte e false su di me. Anche io non ho sentito cose lusinghiere sul tuo conto. Però spero che ora che ci siamo finalmente conosciuti possiamo mettere da parte le divergenze e instaurare un rapporto decente tra zia e nipote. Che ne dici?- chiese lei, sedendosi al suo fianco, sul letto.

- Ehm… sì, va bene…- rispose lui, impacciato.

- Ottimo… perché un uccellino mi ha detto che stravedi per la nutella e se mi avessi detto di no non avrei saputo dove buttare questi panini alla nutella che ho preparato per te.- disse Andromeda porgendogli un vassoio di panini. Gli occhi di Draco si illuminarono e sorrise, prendendo uno dei panini e addentandolo con desiderio.

Spazio dell'autrice:

Eccomi con un nuovo capitolo! La figura misteriosa era Bellatrix... la solita guastafeste XD

Appare Andromeda che si dimostrerà molto importante per Draco. Infatti, lei diventerà la cosa più simile per lui a una figura materna.

Fatemi sapere se vi piace!!! ;D

A presto!!!

Kiss

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Capitolo 10
*** .10. Falling Stars ***


Era l'undici agosto e Draco, come ogni mattina da circa una settimana, si sarebbe svegliato alle sette. Peccato che quel giorno il suo orologio personale si guastò e suonò alle 4 del mattino. Non aveva coinquilini nella sua camera, quindi si vestì con tutta la calma e la tranquillità del mondo. Si mise a sedere sul letto e cominciò a leggere un libro che gli aveva dato sua zia Andromeda. A quanto aveva capito era babbano, "Cime Tempestose". Non l'avrebbe mai ammesso a sua zia, ma quel libro aveva decisamente attirato la sua attenzione.

Durante il soggiorno a casa Tonks non era più sceso in soggiorno la mattina per il suo "club del libro", come lo aveva chiamato Harry, con Hermione. Non voleva dare adito a strane voci. Eppure c'era una strana forza che lo muoveva e che lo spingeva a svegliarsi ogni mattina alle sette, quasi a dirgli " svegliati, devi andare a leggere con lei…". Ma Draco sapeva che era solo suggestione e quindi non dava adito a tutto ciò.

Si alzò di scatto per andare al bagno. Uscito dalla toilette, sentì dei rumori provenire dal soggiorno. Una sorta di curiosità lo spinse a scendere al piano di sotto per vedere se ci fosse Hermione. Si sporse leggermente e l'unica cosa che vide furono due sagome in ombra, nascoste dietro a una porta.

- Ron, ma io ho sonno…- Draco riconobbe la voce di Ginny Weasley.

- Ssh! Se arrivano adesso ci scopriranno subito!- disse invece il fratello.

- Ma Hermione e Malfoy non verranno mai alle 4! E poi mi hai detto tu che hai già spiato altre volte Hermione questi giorni e Malfoy non l'ha mai raggiunta!-

Draco sorrise, lasciando i due fratelli che discutevano. Stava per tornare in camera sua, quando notò in fondo al corridoio una finestra aperta. Si guardò intorno e la raggiunse. La scavalcò silenziosamente e fuori c'era un mini balcone. Sulla sinistra trovò una scala che portava sulla terrazza. Curioso, la salì. Arrivato in cima, sentì una voce dolce canticchiare una melodia.

- " And when you smile,
The whole world stops and stares for awhile
Cause girl you're amazing
Just the way you are"-

Draco allungò il collo, per vedere da chi venisse quella voce. Dall'altra parte della terrazza c'era Hermione, sdraiata su una coperta giallo canarino. Alla sua destra riuscì a vedere una pila di libri. Ebbe un attimo di esitazione. Voleva andarsene, ma alla fine alzò le spalle e le si avvicinò.

- Ti sei data alla musica, Granger?- chiese con voce divertita, sedendosi al suo fianco. Lei rimase stupita di vederlo e si tolse le cuffiette da dove stava ascoltando la musica.

- Come hai fatto a trovarmi?- chiese lei confusa.

- Non ti stavo cercando…Non sei così importante… Ho visto la finestra aperta e sono venuto a vedere…- rispose lui, cominciando a guardare le stelle.

- Hai visto Ron e Ginny in soggiorno?- chiese lei, lasciandosi andare in un dolce sorriso.

- Lui è un matto! Ma cosa pensa di scoprire? Pensa che ci vediamo in soggiorno di nascosto per pomiciare o fare altro?- fece lui, divertito della stupidità dei Weasley. Hermione lo guardò con gli occhi spalancati, arrossendo vistosamente.

- Ho visto che stai leggendo "Cime Tempestose"!- si riprese lei, cambiando argomento. Lui annuì, continuando a guardare le stelle.

- "Se tutto il resto perisse, tranne lui, continuerei a esistere; e se tutto il resto rimanesse e lui fosse annientato, l'universo mi sarebbe estraneo. Non ne farei più parte. Il mio amore per Linton è simile alle foglie dei boschi. So che il tempo lo muterà, come l'inverno muta gli alberi... Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne sotto di noi... Una sorgente di gioia poco visibile, ma necessaria.". Probabilmente è uno dei miei libri babbani preferiti!- aggiunse lei, euforica. Draco la guardò confuso.

- Tu stai male! Sai le frasi del libro a memoria?- chiese contrariato.

- Beh… c'è un motivo perché vado bene a scuola!- rispose lei, facendogli una linguaccia. Alzò lo sguardo verso il cielo.

- Oggi è la notte in cui sono più visibili le stelle cadenti… Le stelle cadenti sono…- cominciò lei, con voce da sapientona.

- So benissimo cosa sono le stelle cadenti. Si dia il caso che studi Astronomia con te a scuola.- rispose lui, bloccandola subito.

- Vabbè, però i babbani pensano che se tu riesci a vedere una stella cadente, devi esprimere un desiderio e si avvererà!- ricominciò Hermione, euforica nell'osservare le stelle.

- Sul serio i babbani sono così stupidi?- chiese Draco, confuso. Ma lei non lo ascoltava. Ad un certo punto lei afferrò il suo braccio destro e cominciò a scuoterlo con forza.

- Draco! Una stella cadente! L'ho vista! L'ho vista!- gridò lei euforica, attirando la sua attenzione. Draco guardò il cielo e poi lei. Aveva gli occhi chiusi e un sorriso grandissimo. Probabilmente stava esprimendo il desiderio. L'aveva chiamato "Draco" con una semplicità unica, come se fosse un suo amico, un suo conoscente intimo, non il suo peggior nemico, la persona che più odiava. Hermione si voltò verso di lui e incontrò i suoi occhi.

- L'hai vista?- chiese lei. Lui scosse la testa. Lei alzò lo sguardo al cielo, scocciata.

- Sei una bambina, Granger… Come fai ad esaltarti così tanto per una stupida stella cadente?- la prese in giro lui.

- Non è colpa mia se tu sei un frigorifero privo di emozioni… Io credo nei sogni e credo che i desideri si possano avverare se una persona ha abbastanza cuore da crederci. - rispose lei con voce sognante.

Draco storse il naso. Senza volerlo vide cadere una stella. Sorrise tra sé. " Vorrei… vorrei… non essere costretto a compiere la mia missione…" pensò lui con desolazione. Scosse la testa, voltandosi verso Hermione. Si era addormentata in un nano secondo! Non era possibile! Eppure gli occhi erano chiusi, il respiro pesante. Draco si alzò lentamente e fece per andarsene, quando notò il lettore cd della ragazza. Lo raccolse e lo portò con sé, tornando in camera sua.

 

La mattina seguente nessuno si era accorto che Hermione aveva dormito sulla terrazza. Draco sorrise quando la vide scendere per la colazione con i capelli ancora più crespi e starnutire molto vistosamente. A tavola c'erano tutti tranne Molly e Ginny. Il signor Weasley allora attirò su di sé l'attenzione degli altri.

- Ragazzi…- sussurrò a voce bassissima. - Oggi è il compleanno di Ginny e io e Molly le abbiamo organizzato una festa a sorpresa con l'aiuto di Andromeda e Ted. Abbelliremo il giardino a festa e voi vi vestirete con abiti eleganti. Lei adora questi balli formali. Noi siamo riusciti a racimolare qualche spiccio per un abito da sera per lei. Acqua in bocca. Ah, Hermione, tieni Ginny in camera sua tutto il pomeriggio. Ce la puoi fare?-

Hermione annuì, mentre i ragazzi facevano la faccia schifata all'idea di un ballo elegante.

- Ottimo, ah! Fate finta di non ricordarvi il suo compleanno…- disse Arthur, poco prima che Molly e Ginny entrassero in sala.

 

- Non ci credo! Come hai potuto dimenticartelo anche tu!- Ginny era fuori di sé. Era chiusa in camera con Hermione ormai da ore quel pomeriggio. La riccia sbuffò.

- Gin, ho già detto che mi dispiace! Sono così presa dallo studio che mi è passato di mente!- rispose la mora, mordendosi un labbro.

- Non è concepibile! Al compleanno di Harry, tutti a fargli gli auguri, i regali… Arriva il mio turno e nessuno se ne accorge. Il compleanno di Ginny? Ginny? Chi è Ginny?- cominciò a blaterare la rossa, sedendosi di fianco a Hermione, su una sedia di fronte allo specchio. - Perché ti trucchi?- chiese curiosa.

- Me li ha prestati Tonks… volevo provarli e farglieli vedere, visto che stasera ci saranno anche lei e Lupin. - rispose l'altra, tracciando una linea precisa nera proprio sopra l'attaccatura delle ciglia.

- Sono trucchi babbani?- chiese la rossa, incuriosita.

- Sì, vuoi provarli?-

- Ok, almeno faccio finta che mi devo fare bella per la mia festa, che vi siete dimenticati di organizzare.- si lamentò Ginny, prendendo un ombretto verde.

Dopo una mezzoretta, Hermione guardò l'orologio e sorrise.

- Scendiamo!- disse euforica, prendendo l'amica per mano. Ginny si fece trasportare dalla corsa dell'altra. Arrivate in soggiorno, si diressero verso la porta-finestra che portava in giardino. Una volta fuori, Ginny rimase a bocca aperta. Un enorme gazebo era stato allestito con dei tavoli con sopra del cibo preparato in casa da Molly e Andromeda. Un grosso trombone faceva da amplificatore alla musica che era appena cominciata. Decorazione argentate scendevano da ogni lato del gazebo.

- Auguri!- tutti gli invitati sbucarono fuori, vestiti con abiti lunghi da sera. C'erano anche Bill, Fleur e Charlie. Quando Ginny vide i due fratelli corse ad abbracciarli.

- Siete tutti bellissimi, ma… ma io… non ho un vestito elegante…- aggiunse lei, contenta della sorpresa. Molly la raggiunse con un pacco regalo.

- Abbiamo pensato a tutto, piccola mia…-

- Ai nostri compleanni la mamma non fa tutte queste cose…- aveva osservato Fred con George e Ron.

Hermione e Ginny salirono in camera a cambiarsi e riscesero poco dopo. Il vestito di Ginny era bellissimo: era di un verde smeraldo, che risaltava per contrasto sia i suoi occhi castani che i suoi capelli rossi. Hermione invece fece capolino dietro di lei, lentamente, per non togliere la scena alla festeggiata. Aveva un vestito celeste che ricordava in qualche modo quello del Ballo del Ceppo, ma era leggermente più largo alla base e aveva una scollatura a fascia. I capelli li aveva velocemente legati in una coda alta.

La musica fu alzata di volume, tanto nessuno sarebbe venuto a dirsi infastidito per il frastuono, visto che erano in aperta campagna.

 

- Burrobirra?- chiese Harry, porgendo il bicchiere a un Draco seduto in disparte. Il biondo lo guardò a malapena, annoiato, afferrando il bicchiere in questione. Harry si sedette al suo fianco.

- Odio i balli…- disse Draco, sorseggiando un po' della bevanda. I suoi occhi vagavano tra i diversi invitati, presi nell'arte della danza.

- Io odio ballare… mi imbarazza… sono un ciocco di legno.- rispose Harry, con un sorriso.

- Io so ballare, ma odio i balli. Mi ricordano il Natale in famiglia.-

- A Natale voi facevate i balli?- chiese il moro, divertito.

- Odio i balli…- continuò a blaterare l'altro. Rimasero un po' in silenzio, momento in cui l'attenzione di Harry si focalizzò su Ginny, su quanto fosse bella con quel vestito. Ballava con Charlie e rideva, serena, spensierata, bellissima. Arrossì, realizzando che i pensieri che stava facendo erano sulla sorella di Ron. Draco intanto lo stava guardando e rideva sotto i baffi.

- Ginny!- urlò il biondo, attirando l'attenzione della ragazza. Lei si avvicinò scocciata, mentre Harry fissava Draco stralunato.

- Che vuoi, Malfoy? Devo sentirmi onorata perché mi hai chiamato per nome?- chiese lei, con aria di sfida.

- Ti ho chiamato per nome solo perché se avessi usato il tuo cognome, si sarebbe voltata un po' troppa gente. Comunque volevo chiederti se ti andava di ballare con Potter. Sono cinque minuti che ti fissa e penso che voglia chiedertelo, ma si vergogna…- osservò Draco, facendo diventare il volto di Harry di tutti i colori.

- Ma… io… cosa… Malfoy, io ti ….- Harry blaterava frasi sconclusionate, che fecero divertire Ginny, leggermente arrossita anche lei.

- Vuoi ballare, Harry?- chiese lei dolcemente. Il moro la guardò per alcuni istanti. Si alzò di scatto, impacciato, e la condusse nella pista da ballo. Draco sogghignò nel vedere il volto di Potter completamente rosso dalla vergogna.

- Vuoi ballare, musone?- sua cugina Nynphadora gli si parò davanti e lo alzò di peso dalla sedia.

Quel giorno, sia i capelli sia gli occhi erano di un grigio intenso. Draco sbuffò, mettendo una mano sulla sua vita e l'altra sul palmo di lei. Cominciarono a muoversi lentamente a ritmo di musica. Lui la superava di dieci centimetri buoni, anche se lei aveva i tacchi.

- Quando la smetterai di essere così asociale?- chiese lei con voce divertita ma stanca.

- Quando tu la smetterai di rovinarti l'esistenza dietro a un lupo mannaro.- osservò Draco con freddezza. Tonks alzò, sconvolta, lo sguardo su di lui.

- Come…?-

- Sono un buon osservatore…- si limitò a dire lui.

Lei sospirò.

- Non mi conosci neanche, eppure… mi capisci meglio di altre persone che frequento quotidianamente.-

- Io non ti capisco… so solo osservare. Per esempio scommetto che tu ne sei innamorata da tempo e… anche lui probabilmente… ha solo paura di farti del male per la storia del lupo mannaro.- rispose lui, un po' schifato. Lei rise.

- E vediamo… se così fosse, cosa dovrei fare?-

Lui sembrò pensarci un attimo.

- Hai mai letto Cime Tempestose?- chiese poi.

- Oddio! Non mi dire che mia madre ha costretto anche te?!- chiese lei, esasperata.

- Sì… ma devo dire che mi è piaciuto. Va' da lui e digli così, è una citazione del libro: "Sta sempre con me... prendi qualunque forma... rendimi pazzo! Ma non lasciarmi in questo abisso, dove non ti posso trovare! Oh Dio, è impossibile! Non posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza la mia anima!". E' un po' melodrammatico ma efficace.- suggerì Draco, soddisfatto, seriamente convinto che una carriera da cupido non gli sarebbe andata tanto male. Tonks sembrò pensarci un attimo, forse quasi convinta.

Draco sorrise, pensando che forse sua cugina non fosse così male. Le fece fare una giravolta, prendendola poi per i fianchi e sollevandola gentilmente. Lei si mise a ridere, divertita.

Ad un certo punto la musica cambiò e Draco riconobbe la canzone che Hermione stava cantando la notte prima, ne era sicuro, perché l'aveva risentita dal lettore cd. Alzò istintivamente gli occhi e vide Hermione ballare con Ron. Ma la cosa che più lo colpì fu che anche lei stava guardando lui. La vide arrossire, abbassando lo sguardo. Quando lei rialzò lo sguardo, lui continuava a fissarla e le sorrise. Hermione arrossì ancora, restituendo dolcemente il sorriso.

Spazio dell'autrice:

Come ogni domenica sono tornata con un nuovo capitolo :D

In questo capitolo ci sono diversi nuovi spunti... A partire dal rapporto tra Draco e Hermione, che sembra svilupparsi sempre di più ( ho scritto il capitolo ad agosto, quando c'erano le stelle cadenti XD Per questo ho avuto quest'ispirazione XD)... poi la figura di Tonks che fa capolino alla fine, ma che diventerà piuttosto importante per Draco, con il tempo...

Finalmente appare anche la canzone Just The Way You Are di Bruno Mars, che da il titolo alla storia! Adoro questa canzone e mi piaceva metterla nella mia fanfiction :D

Nel prossimo capitolo, ci trasferiremo per una giornata a Diagon Alley... Potrei aggiornare anche domani se ho tempo :D

A presto!!!

Kiss

 

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Capitolo 11
*** .11. Nocturn Alley ***


- Restiamo uniti, ragazzi, così non ci perdiamo!- disse il Signor Weasley, guidando il plotone di ragazzi e figli, lungo la via di Diagon Alley. Erano tutti usciti per andare a comprare il materiale per Hogwarts. Era quasi finito agosto ormai e i gemelli Weasley erano riusciti ad aprire un negozio di scherzi a Diagon Alley. Tutti non vedevano l'ora di andarlo a vedere. Tutti tranne Draco… Il biondo si guardava intorno per trovare un modo di evadere. Lui, Hermione, Ron e Harry si separarono dal gruppo per andare da Madama McClan, per modificare la divisa di Ron, che ormai era troppo corta. Si sarebbero rivisti poco dopo con il resto del gruppo di fronte al Ghirigoro. Draco sbuffò, scocciato del fatto che non potesse allontanarsi. Guardò fuori dalla vetrina del negozio e vide passare a passo lento nientemeno che Theodore Nott. Il volto di Draco si illuminò. Una persona amica. Si alzò lentamente dalla sedia, cercando di non attirare attenzioni su di sé. Uscì lentamente dal negozio e corse verso l'amico.

- Theodore!- lo chiamò con euforia. Il ragazzo si girò con pacatezza e accennò a un sorriso quando vide il biondo.

- Draco… pensavo fossi sotto sequestro dei Weasley.- lo prese in giro il moro. Piccoli occhi verdi lo scrutavano con curiosità. Gli occhi grigi di Draco si alzarono verso il cielo, quasi esasperato.

- Lascia perdere. Sono sconvolto. Non ne posso più.- osservò il biondo, guardandosi intorno.

- Sei scappato da loro? Per questo ti guardi intorno?- chiese l'altro ridendo.

- Voglio godermi questo attimo di libertà.-

- Ti va di accompagnarmi a Nocturn Alley? Devo comprare una particolare pozione per mio padre da Magie Sinister.- chiese Theo con estrema calma nella voce. Draco ci pensò su un po' troppo. Sapeva bene che non poteva allontanarsi dai Weasley. Soprattutto per andare di nascosto con un figlio di Mangiamorte a Nocturn Alley.

- Theodore, io non so se posso…- ammise il ragazzo, un po' imbarazzato.

- Che c'è? Non puoi allontanarti dai Weasley? Devi stare sotto protezione… povero cucciolo…- lo prese in giro l'amico. Il petto di Draco si gonfiò lentamente, infastidito dalle sue parole.

- Andiamo…- disse poi con voce ferma e decisa.

 

Intanto mentre andavano al Ghirigoro, Harry si accorse di un'importante assenza.

- Hermione, Ron! Avete visto Malfoy?- chiese, realizzando solo in quel momento la mancanza del biondo. Gli altri due si guardarono intorno, non vedendolo.

- Fino a che c'era tuo padre, Ron, sono sicuro che fosse con noi… Poi ci siamo separati e siamo andati da Madama McClan e lì c'era… ma dopo non me lo ricordo più…- stava esaminando Harry.

- Hai ragione… deve essere scappato in quel momento. Ma noi non possiamo separarci troppo dal gruppo, dovremmo già esserci riuniti agli altri.- aggiunse Hermione, guardandosi intorno.

- Sta tramando qualcosa… ve l'avevo detto… andiamolo a cercare!- disse il moro. Ron sbuffò.

- Malfoy tornerà… è un fifone… Da solo si sentirà perso…- disse il rosso, non convinto. Harry però si era già allontanato per cercarlo. Hermione alzò le spalle, seguendolo. Ron alzò lo sguardo al cielo e seguì gli altri due.

Non ci volle tanto per trovare Draco. Era di fronte al negozio di articoli di Quidditch e parlava con un ragazzo alto e moro.

- Chi è quello?- chiese Harry, curioso.

- Penso sia Theodore Nott… è del nostro anno. Serpeverde.- aveva risposto Hermione.

- Sì, l'ho visto nel gruppetto di Malfoy.- aggiunse Ron. - Beh… che aspettiamo? Andiamo a prenderlo, no?-

- No! Voglio seguirlo e vedere dove va! Vi dico che nasconde qualcosa!- disse Harry, prendendo il mantello dell'invisibilità dal suo zaino.

- Forza, avviciniamoci…- disse Harry, invitando gli altri sotto al mantello.

Intanto i due Serpeverde si incamminarono per Diagon Alley fino a che non raggiunsero la parte più oscura della via. Un grosso cartello ingrigito con scritto "Nocturn Alley" si poteva intravedere tra le foglie di una pianta rampicante. Harry, Ron e Hermione li seguirono silenziosamente. Il cuore di Harry batteva forte, convinto di stare per scoprire qualcosa di grosso.

I due Serpeverde si fermarono davanti Magie Sinister e vi entrarono.

- Da qui non si sentirà nulla! Maledizione!- disse Harry, avvicinandosi al negozio.

- Harry, io penso che non ci sia nulla da sentire. Saranno venuti a comprare qualcosa…- disse Hermione, cercando di calmare l'amico.

- Hermione ha ragione. Non so cosa pensi di scoprire.- rispose Ron, accodandosi al pensiero della ragazza.

- Aspettiamoli fuori… Magari, uscendo, diranno qualcosa.- disse Harry, non volendosi dare per vinto.

 

- Buongiorno, ragazzi. Posso esservi utile?- chiese il proprietario con voce melliflua e con un piccolo inchino. Draco lo guardò schifato e lasciò che Theodore chiedesse quello che voleva, mentre lui si guardava intorno. Nonostante l'odore di muffa e la polvere era stato sempre affascinato da quel posto così tetro e poco illuminato.

Ad un tratto la sua attenzione fu caratterizzata da un enorme armadio a due ante alla sua sinistra. Gli si avvicinò lentamente, scrutandolo con attenzione.

- Mi scusi? Questo armadio che proprietà ha?- chiese al proprietario.

- Ehm… dovrebbe essere un armadio svanitore. Fa apparire e scomparire oggetti a suo piacimento e li materializza nel suo gemello, un armadio identico. Peccato che questo pezzo sia mancante nella mia collezione.- rispose sconfitto Sinister.

- Un gemello…- sussurrò Draco, una strana luce percorse i suoi occhi. - E' possibile che se una persona vi entri rimanga chiusa dentro e rimanga… sospeso in una specie di limbo?- chiese poi con evidente eccitazione nella voce. Sinister lo guardò curioso.

- Non penso… a meno che uno dei due armadi non sia rotto. E le assicuro che il mio sia perfettamente funzionante.-

- E lei sa come aggiustare l'armadio se fosse rotto?- chiese ancora Draco.

- Ehm… forse, ma dovrei vederlo.- rispose il proprietario, circospetto.

- E lei mi può assicurare di non vendere questo?- chiese il biondo, avvicinandosi al bancone.

- Signor Malfoy, lei è un cliente abituale, ma non posso farlo. A meno che… cosa mi darebbe in cambio?- chiese Sinister con un ghigno. Draco tirò fuori dalla tasca un sacchetto pieno di galeoni.

- Questi dovrebbero bastare. Sono il doppio del prezzo dell'armadio.- rispose Draco. Theodore intanto assisteva a tutta la scena con confusione.

- Vede, signor Malfoy, è un pezzo a cui sono molto affezionato…- continuò Sinister, provando ad alzare il prezzo. Draco perse la pazienza e alzò la manica del braccio sinistro, lasciando vedere al proprietario il marchio nero in tutto il suo splendore. Sinister sbiancò a quella vista.

- Vede, Sinister, il Signor Oscuro è molto interessato a questo oggetto.- rispose Draco, con più sicurezza nella voce. La paura nel volto di Sinister gli aveva dato più forza.

- Io… io… non c'è nessun problema, signor Malfoy.- rispose Sinister con un inchino.

 

- Riesco a vedere poco e niente!- sussurrò Harry, mentre cercava di sbirciare dalla finestra.

- Anche io… la finestra è troppo impolverata!- osservò Hermione.

- Si sente da qui la puzza di muffa…- commentò Ron, schifato.

- Ha indicato un oggetto sulla sinistra e l'ha pagato. Ma non sembra intenzionato a prenderlo. Forse l'ha… riservato…- propose Harry, cercando di interpretare ciò che aveva visto. Gli altri non poterono rispondere, perché la porta di Magie Sinister si aprì e Draco e Theodore ne uscirono velocemente.

- Draco! Cosa significa?!- chiese Theo, impaurito da quanto aveva appena visto.

- Penso sia evidente…- rispose il biondo, incamminandosi verso Diagon Alley.

- Ma… ma… come …?- chiese, ancora l'altro. Era abbastanza accorto da non dire l'argomento della discussione ad alta voce, per paura che qualcuno li stesse ascoltando.

- Non ti sto qui a dire come e perché.- detto questo si girò di scatto verso l'amico e gli puntò contro la bacchetta.

- Non dirò nulla a nessuno…- assicurò Theo, alzando le braccia in segno di resa. Tornati sulla via principale, i due Serpeverde si separarono e Draco cominciò a cercare il gruppo Weasley. Adrenalina pura percorreva il suo corpo. Se solo ci fosse riuscito, sarebbe stato ad un passo avanti alla sua missione.

- Malfoy!- la voce di Harry lo bloccò, facendolo girare. Il trio delle meraviglie gli si mise davanti.

- Oh, mi ero perso…- disse Draco con finta innocenza.

Harry stava per ribattere, nervoso, ma Hermione lo bloccò.

- Andiamo prima che il signor Weasley si preoccupi.- disse la ragazza, superando gli altri.

 

- Dove accidenti vi eravate cacciati?- chiese Arthur, preoccupato.

- Ehm… i ragazzi si erano fermati al negozio di Quidditch… - rispose Hermione con finta innocenza.

- Sempre i soliti…- disse l'uomo, credendo alle sue parole. - Andiamo, Fred e George ci stanno aspettando.-

Si incamminarono verso i Tiri Vispi Weasley.

- Vi dico che parlava del fatto che è diventato un Mangiamorte!- insisteva Harry a bassa voce, senza farsi sentire dal diretto interessato.

- Harry, è impossibile capire se parlavano di quello! Può essere che parlavano di un oggetto strano che ha comprato Malfoy…- rispose Ron in un sussurro.

- Probabilmente ha ragione Ron. Stai cercando di interpretare la vicenda secondo il tuo punto di vista…- gli disse anche Hermione.

- Ragazzi, ma avete visto la paura nel volto di Theodore?- continuò il moro. Gli altri due si guardarono complici e guardarono Harry con apprensione. Harry sbuffò, continuando a camminare.

Arrivati al negozio di Fred e George tutti rimasero stupiti del lavoro che avevano fatto. Era enorme e pieno di gente. Vi entrarono e si separarono per andare a vedere ognuno ciò che gli interessava. Draco si guardò intorno curioso e soffermò la sua attenzione sulla Polvere Buiopesta. Interessante, pensò.

- Ma è davvero un filtro d'amore?- sentì la voce di Hermione. Si voltò e vide che stava parlando con Fred e George.

- Certo! Ma attenta, è molto potente.- le risposero all'unisono, prima di raggiungere Ginny che era rimasta affascinata da una Puffola Pigmea.

- Sei così disperata che sei arrivata a dover usare i filtri d'amore?- le chiese Draco. Lei si voltò verso di lui, rossa come un peperone.

- Era solo per curiosità…- rispose lei, posando il filtro.

Draco rise, superandola e allontanandosi da lei.

Spazio dell'autrice:

Come promesso, ecco l'undicesimo capitolo della storia :D E' incredibile come stia diventando lunga la storia! Fate conto che proprio ora sto scrivendo il 28esimo capitolo di questa fanfiction! Per questo sono veloce ad aggiornare XD

Comunque... tornando al capitolo... Fa la sua comparsa un personaggio moooolto importante. Theodore Nott. Ho notato che in molte fanfiction non viene dato abbastanza spazio a questo personaggio ( sono la prima che non ha mai parlato di Theo nelle mie altre storie XD), quando invece lui è l'unico che effettivamente la Rowling descrive come amico di Draco o comunque come persona che lui rispetta. Nella mia storia Theo sarà il migliore amico di Draco. Loro avranno un rapporto particolare, ma per me molto bello, fatto di fiducia e lealtà. 

Draco si confida con Theo e gli fa capire di essere un Mangiamorte, anche se vedremo in seguito che Nott non verrà messo al corrente di tutto... poi vedrete perchè XD

Se volete un piccolo spoiler dal prossimo capitolo... vi informo che siamo arrivati al primo settembre!!! I nostri fanciulli dovranno tornare a scuola e ci saranno alcuni spunti interessanti sul rapporto tra Draco e Harry. E non vi preoccupate se in questi capitoli vedete pochi elementi "Dramione"... arriveranno... arriveranno XD

Comunque ringrazio chiunque legga, segua o recensisca la mia storia...

Vedrò di aggiornare il prima possibile!!!

A presto!

Kiss

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Capitolo 12
*** .12. It's over ***


Draco si svegliò alle nove quel primo settembre. Quella notte si era lasciato andare per la prima volta a un lungo sonno ristoratore. Mise velocemente a posto le ultime cose nel baule e scese in soggiorno per fare colazione. Gli altri erano già tutti a tavola e stavano mangiando.

- Draco! Finalmente!- gli sorrise dolcemente sua zia Andromeda.

Draco le sorrise di rimando, sedendosi al suo solito posto tra Harry e Tonks. Prese una fetta di pane e Harry gli passò la nutella, capendo al volo cosa stesse cercando.

- Grazie…- disse a bassa voce, stupendo il moro.

- Di niente…-

- Poi dopo… volevo parlarti un attimo…- aggiunse il biondo. Harry lo guardò strano, ma annuì lentamente.

Finito di mangiare i ragazzi si avviarono in giardino, dove una passaporta li avrebbe portati in un vicolo nascosto, vicino a King's Cross.

Andromeda si avvicinò piano a Draco e gli disse di seguirlo. Si allontanarono leggermente dal gruppo. Una volta rimasti sola la donna sospirò profondamente e lo abbracciò. Forte, delicata… come solo una mamma sapeva fare. Draco arrossì a quel palese gesto di affetto. Lei si separò quasi commossa.

- Lo so che tua madre è Miss Freddezza britannica, quindi non sarai abituato a queste cose… però volevo farti capire che hai una zia che ti vuole bene e che tiene a te… e che se vuoi ti aspetta a Natale.- una mano accarezzò il viso di Draco. - Stai attento a scuola… Non cacciarti nei guai… Sii prudente…-

Draco era in super-imbarazzo, ma riuscì a sorridere timidamente.

- Ehm… grazie…- riuscì solo a dire.

- E scrivimi qualche volta… anche una volta al mese… voglio avere tue notizie, ora che sei entrato nella mia famiglia…- disse lei, radiosa come sempre.

- Sono della famiglia?- chiese lui, titubante.

- Certo, tesoro! E scrivi anche a Nynphadora… non lo ammetterà mai, ma le stai simpatico.- disse in risposta, facendogli l'occhiolino. Draco annuì, divertito.

Con una mano risalutò la zia, avvicinandosi alla passaporta, venendo risucchiato da un vortice magico.

Draco, Harry, Hermione, Ron, Ginny e i signori Weasley si materializzarono in un vicolo abbandonato. Si diressero verso King's Cross e raggiunsero subito il binario nove e tre quarti. Harry si voltò verso Draco.

- Voi andate… noi vi raggiungiamo subito.- disse rivolto ai suoi amici. Ron lo guardò strano, ma Hermione lo trascinò tra il muro che divideva i binari nove e dieci. Così fecero anche Ginny e Molly, mentre Arthur era rimasto per controllare i due ragazzi. Draco prese leggermente da parte Harry, rimanendo comunque nella visuale del Signor Weasley.

- Cosa vuoi, Malfoy?- chiese Harry, impaziente.

- La nostra tregua finisce una volta attraversato il muro…- disse il biondo, serio, anche se un velo di tristezza percorse la sua voce. Harry spalancò i suoi occhi. Si era quasi scordato che il loro patto finiva, una volta finite le vacanze.

- Già… è vero…- disse solo.

- E' stata… una strana esperienza.- osservò il biondo, impacciato. Non sapeva perché voleva parlare a Harry, pensava che fosse giusto finire così la tregua.

- Già…- osservò ancora Harry con voce vaga.

- … Ma divertente, in fondo…- continuò Draco, lasciandosi andare a un piccolo sorriso. Harry lo guardò curioso, poi sorrise anche lui.

- Già… divertente, in fondo…-

Draco lo superò, senza dire altro, con l'intento di attraversare il muro del binario nove e tre quarti.

- Sospetto di te… penso che tu sia un Mangiamorte… penso che tu stia architettando qualcosa.- disse Harry ad un tratto, facendo voltare il biondo.

- Lo so… Sai essere piuttosto invadente…- rispose Draco, quasi divertito dalla schiettezza dell'altro. Harry si voltò e i loro occhi si incontrarono.

- E non intendi discolparti?- chiese Harry, serio. Draco rise.

- No…- disse, divertito.

- Perché?-

- Perché se ti dicessi che non sono un Mangiamorte, continueresti a credere che lo sono. Un modo piuttosto inutile di sprecare fiato, non trovi?- chiese il biondo, con voce provocatoria.

- Ti tengo d'occhio…- disse solo il moro.

- Sto tremando…- lo prese in giro l'altro, correndo verso il muro, attraversandolo.

Una volta arrivato, spinse il suo baule per alcuni passi e raggiunse la signora Weasley.

- Arrivederci, Signora Weasley… grazie per l'ospitalità…- disse Draco, formale. Lei sorrise, abbracciandolo calorosamente. Ginny, di fronte a loro, trattenne a stento una risata. Draco arrossì e si separò delicatamente dalla donna.

- Chiudi il becco…- sussurrò in direzione della giovane Weasley, mentre saliva sul treno. Attraversò velocemente il lungo corridoio, quando da uno scompartimento uscì Hermione, che gli bloccò inavvertitamente la strada. I loro occhi si incontrarono.

- Ciao…- disse lei, sorpresa di ritrovarselo davanti così all'improvviso. Draco rimase in silenzio alcuni istanti, intento a guardarla negli occhi. Lei sorrise debolmente e in quel momento gli vennero in mente le parole della canzone che lei aveva cantato settimane fa.

" And when you smile the whole world stops and stares for awhile, cause girl you're amazing just the way you are". Scosse la testa.

- To…Togliti dai piedi, Mezzosangue…- disse lui, balbettando con voce roca. Abbassò lo sguardo, superandola, in modo rude.

Entrò in uno scompartimento in fondo al treno, dove c'erano Blaise Zabini, Theodore Nott e Pansy Parkinson. La ragazza quando lo vide gli saltò al collo.

- Draco!- urlò con voce sognante.

- Pansy, tesoro, sono stanco… - sussurrò il biondo con un filo di voce. Pansy era la sua ragazza, anche se tutti sapevano che lei stravedeva per lui, mentre lui… beh… lui le era semplicemente molto affezionato.

Le diede un veloce bacio sulle labbra, sedendosi al suo fianco. Il suo sguardo si incrociò con quello di Nott, che però fece finta di niente. Il treno partì e i quattro ragazzi passarono i primi minuti di viaggio a parlare delle vacanze di Pansy. Era stata a Parigi, dove aveva incontrato alcune ragazze di Beauxbatons. Inutile dire come i tre ragazzi fossero terribilmente annoiati dall'argomento.

Ad un tratto un ragazzino del primo anno bussò alla porta dello scompartimento.

- Ehm scusate… il professore Lumacorno vorrebbe invitare il signor Blaise Zabini nel suo scompartimento.- disse con voce timida e impacciata. Blaise si voltò lentamente verso di lui, sbuffando. Si alzò elegantemente, spostando il bambino con poca delicatezza.

- Chi è Lumacorno?- chiese Pansy, curiosa.

- Sarà quello nuovo di Difesa contro le Arti Oscure.- osservò Draco, alzando le spalle. Decise di sdraiarsi sul sedile, poggiando la testa sulle gambe di Pansy. Lei sembrò contenta di quel gesto e cominciò ad accarezzargli i capelli.

- Così mi fate sentire terzo in comodo!- osservò Theodore, ridendo sotto i baffi. Draco sorrise.

- Chiudi il becco…- blaterò lui, cominciando ad apprezzare le carezze di Pansy, come un gatto che fa le fusa.

- Dove sono Tiger e Goyle?- chiese ad un tratto Draco, realizzando l'assenza dei suoi due compagni.

- Sono usciti a prendere in giro qualche primino. - rispose Theo, vago, cominciando a guardare fuori dal finestrino. Draco sorrise.

- Chissà cosa starà facendo Blaise…- pensò Pansy ad alta voce.

- Ho sentito parlare di Lumacorno… mio padre me ne aveva parlato, era professore di Pozioni. Forse è specializzato anche in Difesa contro le Arti Oscure…- rispose Draco.

 

- Come sta tuo padre? E tua madre? Li hai più sentiti?- chiese Pansy, preoccupata.

- No… Non so nulla di loro…- rispose il biondo, un po' afflitto. Non erano certo i genitori ideali, quelli che ti dimostrano amore ogni giorno, anzi. Il padre non esitava ad alzare le mani, se necessario, e la madre viveva nell'indifferenza più totale. Però aveva imparato ad amarli ed era preoccupato per loro, anche se loro non dimostravano il suo stesso amore.

- Mi dispiace tanto, tesoro mio…- disse Pansy, triste.

- Non voglio parlarne.- disse subito il biondo, cercando di cambiare argomento.

 

Il professor Lumacorno aveva riunito in uno scompartimento quelli che secondo lui erano gli allievi più promettenti, con genitori famosi o con particolari abilità. Quando Harry uscì da quello scompartimento, non era affatto triste, anzi, si sbrigò ad andarsene il più veloce possibile. Blaise Zabini lo superò con il suo solito sguardo altezzoso e in quel momento Harry ebbe un'idea, per poter sapere qualcosa di più sui segreti di Draco. Si mise il mantello dell'invisibilità e seguì Blaise nel suo scompartimento. Prima che chiudesse la porta infilò il piede in mezzo, entrando di soppiatto. Blaise la richiuse con forza. Ormai Harry era dentro. Si nascose nel porta bauli, facendo cura a non far rumore. Eppure ebbe il sospetto che Draco stesse seguendo proprio la traiettoria del suo piede.

- Allora che voleva Lumacorno?- chiese Theodore. Blaise storse il naso.

- Ha chiamato tutti gli studenti "famosi" o con parenti celebri. Vuole creare un club per pochi eletti, in modo da poterci definire suoi protetti.- rispose con voce atona. Harry non potè non pensare che Blaise fosse il Serpeverde con la voce e l'espressione più antipatica: pomposo e altezzoso, sembrava snobbare i suoi stessi amici.

- E non ha accennato a me? Dovrebbe conoscere mio nonno, Abraxas Malfoy!- disse Draco, un po' indispettito.

- Sono sicura che ti cercherà, tesoro. Si sarà sbagliato.- lo rassicurò Pansy.

- Forse non vorrà avere nel suo club il figlio di un detenuto di Azkaban…- osservò Blaise, con un ghigno. Draco si irrigidì, ma non rispose alla provocazione.

- Piuttosto come è andata la tua vacanza con i Weasley? E' vero che la loro casa è un porcile?- chiese Zabini, continuando a ridere. Anche Theo e Pansy risero, mentre Draco accennò a un sorriso debole.

- Lasciamo perdere la mia vacanza, non ne voglio parlare…-

- Dovrai tornarci anche l'anno prossimo?- chiese Theodore, tra le risate.

- Forse, ma io sarò già lontano per allora…- osservò Draco. Le risate cessarono e sei occhi (otto compresi quelli di Harry) si concentrarono su di lui.

- In che senso?- chiese Pansy, rompendo il silenzio.

- Non tornerò ad Hogwarts l'anno prossimo…- osservò il biondo, serio.

- Come non tornerai?!?- chiese Pansy, cominciando a spaventarsi.

- Per l'anno prossimo mi sarò già unito al Signore Oscuro.- osservò Draco. Silenzio. Blaise rise, divertito.

- E pensi che il Signore Oscuro ti voglia nel suo esercito? Sei poco più che un ragazzino! Come potrai essergli utile?- chiese scettico. Draco, colpito nell'orgoglio, si indispettì.

- Beh, a dire la verità posso essergli utile già da adesso…- rispose il biondo con fare deciso.

Il treno rallentò. Erano già arrivati a Hogwarts. I quattro Serpeverde si mossero per uscire, ma Draco si fermò. Pansy si voltò e gli porse la mano, ma lui scosse la testa.

- Voi andate, io vi raggiungo.- disse con freddezza. Lei sembrò un po' delusa, ma uscì, lasciandolo da solo.

Draco sospirò, con un gesto repentino prese la bacchetta e la puntò nel punto dove era nascosto Harry.

- Pietrificus Totalus!- urlò, scagliando l'incantesimo. Harry si immobilizzò all'istante, cadendo a terra ai piedi di Malfoy. Draco sorrise, togliendo il mantello di dosso a Harry.

- Sei così prevedibile, Potter…- osservò lui.

- Cosa? Scusa, non riesco a sentirti…- continuò nel suo monologo, visto che Harry non poteva rispondergli.

- Ti piace origliare, eh? Credevi davvero che con la tua delicatezza non capissi che eri entrato? Sai non è da tutti vedere una scarpa da ginnastica volare per lo scompartimento.- lo prese in giro.

- Scoperto qualcosa di interessante? Lo spero per te… Spero che la tua stupida curiosità valga un bell'occhio nero…- disse, sferrando un forte pugno in faccia al moro, che non poteva reagire.

- Beh, spero che farai un bel viaggio di ritorno a Londra…- disse ancora, coprendolo con il mantello. Prima di andarsene, gli schiacciò il naso con un piede, rompendoglielo.

Harry pensava che non sarebbe mai stato trovato, ma, pochi minuti dopo, Tonks aprì lo scompartimento.

- Homenum Revelio…- sussurrò, mentre la presenza di Harry fu rivelata.

- Harry! Finite Incantatem…-

Harry venne liberato dall'incantesimo e raccolse il suo mantello. Si sentiva umiliato e terribilmente arrabbiato.

- Stavo facendo la ronda, quando ho visto Draco uscire da qui, l'avevo sentito parlare.- spiegò lei, mentre uscivano dal treno.

- Quel lurido verme schifoso…- blaterava Harry tra sé.

- Aspetta… Epismendo…- disse lei, puntando la bacchetta sul naso di Harry, che sembrò aggiustarsi. Arrivati al cancello e superati i controlli di Gazza, Harry salutò di sfuggita Tonks, entrando di corsa dal portone principale. Gli studenti ancora non erano entrati in sala grande. Vide di sfuggita Ron e Hermione alla sua destra, che lo chiamavano. Era diretto dritto davanti a sé. Prese Draco per una spalla e lo voltò verso di sé, colpendolo con un forte pugno sotto lo zigomo. Draco cadde a terra, sotto lo sguardo di tutti gli studenti. Il biondo si rialzò subito, tirando fuori la bacchetta, cosa che fece subito anche Harry.

- Harry, tutto bene qui?- chiese Hagrid, avvicinandosi all'improvviso, separando i due ragazzi.

- Tutto bene…- ringhiò Harry, abbassando la bacchetta e girandosi per tornare da Ron e Hermione.

Draco si toccò lo zigomo, leggermente arrossato.

- Beh? Che avete da guardare?- chiese con voce arrabbiata a chi gli stava intorno. Tutti tornarono alle loro azioni, cominciando a entrare in Sala Grande.

Spazio dell'autrice:

Eccomi con il nuovo capitolo!!! Che ve ne pare? Siamo arrivati a Hogwarts e già Harry e Draco fanno scintille XD Non riescono a stare due giorni di fila in pace XD

Come avevo accennato, soprattutto nel periodo di Hogwarts, la trama seguirà molto quella del sesto libro: Draco si occupa dell'armadio, Harry sospetta di lui ma viene preso per matto... Però non sarò troppo banale, non preoccupatevi XD 

Nel prossimo capitolo, rispunterà fuori Hermione ( sì, non l'ho dimenticata) che avrà ancora una volta un diverbio con Harry per il rapporto che lei ha con Draco :P

A presto!!!

Kiss

 

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Capitolo 13
*** .13. The Vanishing Cabinet ***


La mattina seguente Draco scese a fare colazione insieme a Pansy, lei lo teneva per mano, mentre lui si guardava intorno, nervoso. Stava cercando una persona. Entrato in Sala Grande, il suo sguardo era caduto sul tavolo dei Grifondoro, dove incrociò lo sguardo di Harry. Si scambiarono uno sguardo eloquente, mentre lui arrivò al tavolo dei Serpeverde. Sorrise, trovando la persona che gli interessava.

- Pansy, torno subito.- disse alla ragazza, baciandola di sfuggita. Draco accelerò il passo e raggiunse il fondo della tavolata, dove un ragazzo moro e corpulento stava mangiando da solo e silenziosamente.

- Ciao, Graham…- disse il biondo con un sorriso tirato, sedendosi di fronte a lui. Graham Montague alzò lo sguardo confuso. Era un tipo piuttosto solitario, anche un po' troppo silenzioso dopo l'incidente con l'armadio svanitore.

- Malfoy…- lo salutò l'altro, addentando uno zuccotto.

- Quando ci saranno le selezioni per il Quidditch? Voglio farmi quattro risate.- scherzò Draco, sorseggiando un po' di succo di zucca.

- Non ne ho idea…- rispose il Capitano della squadra di Serpeverde.

Draco sembrava scocciato del tono di Montague.

- Va bene… poche chiacchiere… mi serve un favore…- disse schietto il biondo. Graham sorrise.

- Così ti riconosco. Che vuoi, Malfoy?-

- L'armadio svanitore…- iniziò Draco. Il moro si irrigidì. - Dove si trova?-

- Era al primo piano, ma poi i professori l'hanno spostato. Non so dove.- si limitò a dire. Il biondo sbuffò.

- A che ti serve?- chiese poi Montague curioso.

- Volevo fare uno scherzetto a Potter…- mentì l'altro.

Graham si rituffò sul cibo, mentre Draco si stava scervellando sul posto dove poteva essere nascosto l'armadio. Potevano averlo distrutto per quanto ne sapeva lui. E questa idea lo terrorizzava.

Durante tutte le lezioni Draco era stato totalmente assente.

Dove poteva trovarsi un armadio rotto?

Dopo la lezione di Trasfigurazione cominciò dirigersi verso la Torre di Astronomia, senza essere visto dai suoi compagni. Aveva un'ora di buco e lui adorava riflettere lassù in totale solitudine. Arrivato al settimo piano, cominciò a camminare lungo uno dei corridoi, per dirigersi verso la torre più alta.

In lontananza vide Pix buttare a terra un'armatura e lì ebbe un'illuminazione. Lui avrebbe potuto vedere dove era stato portato l'armadio.

- Pix!- lo chiamò con voce profonda il biondo. Il poltergeist si voltò, avvicinandosi sornione.

- Oh, salve signor Malfoy! - lo prese in giro con un inchino.

- Mi chiedevo se sapessi dove fosse stato messo l'armadio svanitore. Quello in cui l'anno scorso si è perso Montague.-

- Ahahahah! Che scena divertente! Pix avrebbe voluto pensarci prima dei Weasley!- rise sguaiatamente.

- Pix, rispondi.- ordinò Draco, spazientito.

- Pix non sa niente! Ahahah.- continuò a ridere, accentuando il nervosismo del biondo.

- Ok. Andrò a chiederlo al Barone Sanguinario. Spero che non si arrabbi troppo a sapere che non hai voluto aiutare uno studente della sua casa.- disse Draco, dandogli le spalle. Pix gli si parò davanti, serio.

- E va bene! Pix ha visto il professor Piton nasconderlo in quella porta che va e viene.- disse il poltergeist, scomparendo.

- La stanza dove facevano le riunioni Potter e i suoi amici!- sussurrò Draco, capendo al volo. Era persino nel corridoio giusto. Si diresse di corsa verso il muro che faceva comparire quella porta e gli si fermò davanti.

- Come diavolo funziona?- chiese a se stesso, in un sussurro. Prese la bacchetta.

- Revelio…- sussurrò, ma nulla accadde. Continuò con una serie di incantesimi, ma la porta non accennava a comparire. Poi si ricordò, dandosi dello stupido, di quello che aveva spifferato Marietta, l'amica della Chang, quando aveva tradito l'ES.

Loro camminavano davanti al muro per tre volte e ripetevano mentalmente tre volte il posto che volevano far apparire.

" Voglio trovare l'armadio" cominciò a dire, seguendo le indicazioni. Ma nulla.

" Voglio trovare il posto dove Piton ha nascosto l'armadio"… nulla.

" Voglio trovare un posto dove nascondere le cose…"… attesa. Un'enorme porta comparve di fronte a lui. Si guardò intorno e vi entrò. Quella stanza era l'emblema del disordine. Era piena di strani oggetti, riposti in quel posto chissà da quanto. Si inoltrò in uno dei corridoi, delimitato da due enormi pile di oggetti. La sua attenzione fu attirata da una parrucca su cui era appoggiata una tiara impolverata. Poi il cuore perse un battito, quando vide che un grande telo rosso sembrava coprire un armadio. Tolse il drappo, scoprendo quello che era effettivamente l'armadio svanitore. Sorrise, entusiasta. Aggiustando quell'armadio, avrebbe potuto far sì che i Mangiamorte potessero entrare a Hogwarts, dal negozio di Magie Sinister. Ne accarezzò accuratamente la superficie ruvida e rovinata. Presentava degli enormi danni sulla parte frontale. Un lungo squarcio tagliava una delle due ante di legno. Il legno sembrava notevolmente rovinato, oltre che impolverato. Draco si mise seduto a terra di fronte a quell'armadio, cominciando a organizzarsi per il secondo passo della missione. Come riparare un armadio rotto. Non pensava che un semplice Reparo potesse bastare. Prese la bacchetta.

- Reparo…- sussurrò non molto convinto. Lo squarcio si richiuse magicamente, ma nulla cambiò per il resto.

Rimase a lungo a osservare quell'oggetto non riuscendo ad avere alcuna idea su come ripararlo. La sua testa era completamente vuota, priva di idee o azioni plausibili da poter compiere. Con una mano aprì una delle ante, sentendo un cigolio piuttosto insistente. La cavità interna era piuttosto spaziosa. Poteva entrarci un uomo corpulento e molto alto. Richiuse l'armadio, dirigendosi verso l'uscita della stanza. La porta si aprì e Draco si guardò intorno, non sembrava esserci nessuno. Una volta riscomparsa la porta, si mosse verso le scale.

- Malfoy… che ci fai qui? - chiese Hermione, incrociando il ragazzo nel corridoio. A Draco si raggelò il sangue. Doveva ricordarsi che la Sala comune di Grifondoro era in quel piano.

- Granger!- la salutò con voce troppo stridula. Hermione lo guardò confusa.

- Che ci fai qui?- chiese lei, curiosa.

- Ehm… ti cercavo… - improvvisò lui. Lei alzò un sopracciglio.

- E perché?-

- Volevo chiederti se potevi consigliarmi un libro di pozioni di approfondimento…- mentì lui. Lei lo guardò in tralice.

- Ci sarebbe "Pozioni che passione!" di Caroline Wood. E' piuttosto approfondito. Se no, ti consiglierei "Poziomania" di Steven Smith. E' sicuramente più dettagliato, ma è spiegato meno bene.- cominciò lei, incamminandosi verso le scale, per andare in Sala Grande per il pranzo. Lui la seguì, fingendosi interessato.

- In biblioteca li troverò?- chiese Draco, con finta curiosità.

- Penso di sì, la biblioteca di Hogwarts è probabilmente la più fornita che conosco. Ci trovi di tutto!- rispose lei con aria sognante.

- Di tutto…- ripetè Draco, cominciando a pensare di poter cercare lì qualche nozione sull'armadio svanitore.

- Sei un po' lunatico comunque. L'altro giorno sul treno mi hai risposto malissimo e ora mi vieni a chiedere un consiglio. - disse lei, mordendosi un labbro.

- Ti cerco quando mi servi…- rispose lui divertito.

- Ammettilo che ti manca la mia compagnia…- lo prese in giro Hermione, lasciandosi sfuggire un sorriso. Draco sorrise. Si avvicinò a lei e con le dita le sfiorò il collo scoperto da una coda alta.

- Vedo che segui sempre più spesso il mio consiglio sulla coda. Forse qui sei tu che senti la mancanza della mia compagnia.- sussurrò lui. Hermione si irrigidì, arrossendo e rabbrividendo a quel semplice tocco.

- Hermione…- una voce di fronte a loro li fece allontanare. Harry li guardava sorpreso.

Draco scese le ultime scale che mancavano per arrivare al piano terra e fronteggiò il suo rivale per alcuni istanti, per poi superarlo, dandogli una spallata.

Harry non aveva tempo di attaccare il biondo, era intento a fissare l'amica.

- Cosa significa?- chiese con voce alterata.

- Nulla, Harry. Mi ha solo chiesto un consiglio su un libro.- rispose Hermione imbarazzata. Cominciò a camminare verso la Sala Grande, mentre Harry la seguiva.

- Ti stava toccando, Hermione. Io i consigli li chiedo a voce, non con le mani.- insistette lui.

- Siete tutti paranoici! Possibile che non posso avere una conversazione con qualcuno che subito voi vi scaldate?- chiese lei, esasperata.

- Stai parlando di Malfoy, Hermione. Da quando vuoi parlare con lui?-

- Io non voglio parlare con lui! Mi ha chiesto un libro di pozioni, mi stava cercando per questo. E io gli ho consigliato due libri. Tutto qui!- sbraitò Hermione.

- E perché ti accarezzava il collo?- continuò Harry, fermandola prima che entrasse in Sala Grande.

- Non mi accarezzava il collo!- alzò la voce lei, arrossendo di colpo.

- Ma l'ho visto! E ho visto anche come ti guardava…-

- Harry, ti fidi di me? Devi stare tranquillo. Tra me e Malfoy non c'è nessuna simpatia. E ora andiamo. Ron si starà preoccupando.- disse la ragazza, avviandosi nella Sala, mentre Harry la fissava con perplessità, la seguì.

Spacio dell'autrice:

Ma ciaooo!!!! Prima di tutto volevo scusarmi perchè avevo promesso che avrei recensito massimo ieri mattina, ma i preparativi per il compleanno di mio padre mi hanno fatto dimenticare del capitolo XD Quindi... stasera dopo cena nuovo capitolo!!! XD

Un'altra cosa che volevo specificare...

Solo in questo capitolo mi sono resa conto di una cosa fondamentale... non avevo idea di come Draco aggiustasse l'armadio XD Sono andata a cercare sul libro, ma lui a Silente non dice come fa!!! Ho cercato su internet, su yahoo answer XD Alla fine... non l'ho trovato ( se voi sapete qualcosa, vi prego aiutatemi XD)... Comunque per ora me lo sono inventata , spero solo che sia abbastanza verosimile XD

Detto questo... grazie a chiunque legga o recensisca la storia :D 40 recensioni :D You're amazing!!!!

A dopo :D

Kiss

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Capitolo 14
*** .14. Librery ***


Alcune settimane più tardi Draco si trovava in biblioteca e stava sfogliando uno dei libri che aveva portato sul suo tavolino di lettura: "Oggetti magici della seconda metà del ventesimo secolo". Lo richiuse, prendendo un altro volume dal mucchio. Erano settimane che sfogliava libri su libri per cercare qualunque accenno all'armadio svanitore, ma nulla. Sembrava non esistere da nessuna parte. Era tornato diverse volte nella Stanza della Necessità per provare tutti gli incantesimi di riparazione che conosceva o che aveva trovato in qualche libro. Stava saltando molti allenamenti di Quidditch e Montague non ne sembrava molto contento.

Quando anche "Cura dei più pericolosi oggetti magici" non ebbe dato alcun risultato, Draco ebbe una vera e propria crisi di nervi. Buttò tutti i libri a terra e in particolar modo lanciò sul muro l'ultimo libro che aveva perlustrato, rompendone la copertina.

Madama Pince si avvicinò quando sentì quel frastuono e trovò Draco accasciato sul banco, che si nascondeva il viso per la stanchezza. Ma la sua attenzione era stata catturata dal libro rotto a terra.

- Signor Malfoy! Il suo comportamento è inammissibile nella mia biblioteca! Le comunico che è ufficialmente bandito da questo posto per un mese! I libri sono sacri! - sbraitò la donna, convinta in fondo che quella punizione fosse troppo leggera.

Draco sbiancò totalmente.

- Lei non può privarmi della biblioteca! Mi serve!- urlò lui esasperato.

- Beh, mi dispiace, ne dovrà fare a meno per un mese! E sono stata fin troppo gentile!-

- No! Ne ho bisogno! Devo stare qui! Non posso perdere un mese di tempo! Lei non sa cosa sta dicendo!- alzò la voce Draco. Un mese non era effettivamente tanto, ma doveva riparare l'armadio il prima possibile ed era ancora in alto mare.

- Signor Malfoy! Se non abbassa la voce, sarò costretta ad aumentare il periodo della sua assenza dalla biblioteca!- disse con calma la donna. Draco si alzò di colpo e uscì dalla biblioteca, dando un calcio alla porta.

- Potrei anche decidere di informare il professor Piton per darle un'altra punizione!- gli urlò dietro Madama Pince, ma Draco era già lontano. Stava scendendo le scale con frenesia e agitazione, il respiro accelerato. Arrivato nei sotterranei, si appoggiò a uno dei muri, sedendosi a terra. Era l'ora di pranzo e i sotterranei erano vuoti a quell'ora.

Draco si agitò. La sua idea dell'armadio poteva non essere attuabile. Anche aspettando un mese per tornare in biblioteca, poteva non trovare quello che cercava. Come poteva ripararlo se non sapeva neanche dove metterci le mani? E se avesse provato a uccidere Silente senza l'aiuto dell'armadio, senza i rinforzi? Poteva ingannare Silente, senza l'aiuto di nessuno, ma solo con le sue forze?

- Draco! Che ci fai qui? Non sei venuto a pranzo!- osservò Pansy, raggiungendolo. Draco si alzò da terra, spolverandosi la veste.

- Non ho fame, Pansy. -

- Draco, stai saltando i pasti troppo spesso! Potresti sentirti male! Ricordati che tra due settimane hai la partita di quidditch! Devi essere nel pieno delle tue forze.- disse lei, con un dolce sorriso. Draco invece non prese bene quelle parole.

- Non mi importa nulla del quidditch, Pansy! E lasciami un po' di respiro!- sbraitò lui, ferendo la ragazza.

- Scusa… volevo solo che non ti sentissi male. Verrai almeno a Hogsmead oggi pomeriggio?- chiese con voce più debole.

- Forse… -

La ragazza si allontanò silenziosamente. In fondo al corridoio Draco sentì i singhiozzi di Pansy, sentendosi un po' in colpa, ma cacciò quel pensiero, raggiungendo la Sala Comune di Serpeverde.

- Vis et honorem…- disse la parola d'ordine e entrò svogliatamente. Raggiunse la sua camera, dove Theodore stava riposando.

- Ciao Draco…- lo salutò senza degnarlo di attenzione. Draco non rispose, buttandosi sul letto. Si addormentò subito, sperando di allentare la tensione che aveva in corpo.

 

- Bombarda Maxima! - il gargoyle di pietra esplose e Draco salì velocemente le scale di pietra arrivando nell'ufficio di Silente.

- Draco! Vuoi un thè?- chiese cordialmente il preside.

- Avada Kedavra!- l'incantesimo lo colpì in pieno, ma lui rimaneva lì immobile con il braccio leggermente sollevato a sorreggere la tazza di thè.

- Adoro soprattutto il thè babbano!- continuò a dire il vecchio.

- Avada Kedavra!- disse nuovamente il biondo con impeto. Silente ricevette ancora l'incantesimo, ma il suo sorriso era sempre sul volto.

Draco sudava freddo. Prese un tagliacarte che stava sulla scrivania e lo infilzò al cuore del preside. Silente gli sorrise.

- Se preferisci del succo di zucca, basta chiederlo…- disse.

Draco urlò.

- Muoriiii!!!!-

 

- Draco! Svegliati!- la voce di Theodore lo riportò alla realtà. Stava sognando.

- Che ore sono?- chiese il biondo, mettendosi a sedere sul letto.

 - Le quattro meno dieci. Ti stavo per svegliare per andare a Hogsmead, ma poi ti sei messo a urlare nel sonno. Stai bene?- Theo non era mai stato troppo affettuoso nei suoi confronti, ma in quel momento sembrava veramente preoccupato.

- Sì, tranquillo. Andiamo a Hogsmead.- disse Draco alzandosi.

 

I Tre Manici di Scopa era sempre stato il suo locale preferito di Hogsmead. Draco adorava quel tepore che riscaldava l'ambiente, soprattutto nei giorni freddi invernali.

Era seduto a un tavolino insieme a Blaise, Theodore, Tiger e Goyle a bere burrobirra. Gli altri parlavano animatamente, mentre Draco stava guardando Madama Rosmerta. Aveva una appariscente collana a pallini grandi. Quell'oggetto gli era familiare.

- Mi sa che Draco ha una cotta per Madama Rosmerta! Guardate come la guarda!- disse Goyle, ridendo come un troll. Draco lo fulminò con lo sguardo, mentre gli altri scoppiavano a ridere.

- Chiudete il becco, cretini…- sibilò Draco, ritornando a guardare quella collana. E poi si ricordò. Aveva già visto una collana molto simile da Magie Sinister. Era rimasto molto affascinato da quell'oggetto anni prima. Era una collana stregata che poteva uccidere solo toccandola.

… Poteva uccidere…

Draco si alzò di colpo, andando verso Madama Rosmerta. Ricevette dei fischi di approvazione da parte dei suoi amici, che lui si limitò a ignorare.

Si sporse al bancone del bar, per attirare l'attenzione della donna.

- Ehm… scusi, Madama Rosmerta…- disse lui con voce innocente, vellutata.

Lei alzò lo sguardo verso di lui e gli sorrise.

- Ciao! Che posso servirti, caro? E dammi del tu, Merlino, mi fai sentire più vecchia di quello che sono!- disse lei con voce affabile.

- Ehm… potrei parlarti in privato? Vedi il mio sogno è quello di aprire una locanda come questa e volevo chiederti qualche informazione su come fare. Ma non vorrei essere sentito da nessuno, mi vergogno un po' di questa cosa, sai, i miei amici sono un po'… non comprensivi…- concluse lui con voce timida. La donna sorrise, lasciando il bancone e facendo salire Draco al piano di sopra.

- Aprire una locanda come questa non è facile. Devi crearti la clientela, devi avere polso e forza d'animo, perché tante volte potresti desiderare di cedere, ma non devi. Vedi, ragazzo…- cominciò lei, una volta soli. Dava le spalle a Draco, mentre sistemava le tende di una stanza. Draco prese la bacchetta e chiuse gli occhi.

- Imperio… - sussurrò. Rosmerta si immobilizzò e si voltò verso il biondo con sguardo vago.

- Bene, Rosmerta. Appena avrai tempo, devi recarti da Magie Sinister, a Nocturn Alley. Devi comprare la collana di opali. Ma, mi raccomando, non toccarla, è letale. Devi tenerla custodita fino alla prossima uscita di Hogsmead, a ottobre. Lì la consegnerai, incartata per bene, alla prima ragazza che incontrerai al bagno. Dopo averle fatto un Imperio, dovrai dirle di darla a Silente e di non toccarla o farla vedere o toccare da nessuno. Solo Silente dovrà riceverla. Siamo intesi?- chiese con voce autoritaria. Rosmerta annuì vaga. A Draco venne in mente anche un'altra idea. Si ricordò che l' ES l'anno prima avevano usato un incantesimo per stregare dei galeoni per mantenersi in contatto. Prese un galeone e lo stregò, lanciandolo a Rosmerta.

- Ci terremo in contatto con questi. Basta che parli attraverso il galeone e il tuo messaggio apparirà sul mio galeone e viceversa. Fammi sapere quando avrai comprato la collana e io ti informerà con precisione del giorno della prossima uscita a Hogsmead. Ok?- chiese ancora e la donna annuì.

- Ora torna a fare il tuo lavoro e fa finta di nulla, mi raccomando.- le disse, prima di scendere al piano di sotto e uscì dal locale. Sospirò pesantemente, portandosi le mani sul volto. Almeno aveva un piano B.

- Hey, Malfoy! Ti stai allenando per la partita Grifondoro - Serpeverde? E' tra due settimane, lo sai?- chiese Ron, raggiungendolo insieme a Harry e Hermione. Ron era particolarmente euforico per aver passato brillantemente le selezioni di Quidditch.

- Non vedo l'ora di vederti subire venti gol, Weasley. Basterà che tu giochi come sempre…- disse Draco, riacquistando il colorito che aveva perso poco prima.

- L'importante è che Harry prenderà il boccino prima di te… come sempre…- rispose a tono Ron. Draco arricciò il naso, allontanandosi dal gruppo a piedi. Sarebbe tornato a Hogwarts prima, non ne poteva più.

 

- Entriamo… - disse Harry, spingendo il rosso nel locale. Hermione era rimasta a fissare il punto in cui Draco si era allontanato.

- Hermione?- chiese il moro, attirando la sua attenzione. Lei si voltò verso l'amico.

- Ehm… Voi intanto andate, io volevo passare un attimo da Scrivenshaft a comprare una penna…- disse la ragazza, allontanandosi. Harry la seguì per un po' con lo sguardo, poi entrò nei Tre Manici di Scopa.

 

- Malfoy!-

Draco si voltò, sentendo la voce di Hermione.

- Perché mi hai seguito, Granger. - chiese lui, più curioso che infastidito.

- Madama Pince mi ha detto che sei stato bandito dalla biblioteca per un mese intero!- disse lei, come se quella fosse la punizione peggiore del mondo. Lui sorrise amaramente.

- Tremendo, vero? E io che volevo leggere "Poziomania".- disse lui, sorridendole.

- Hai rotto un libro! Come hai potuto farlo!?! Loro meritano rispetto!- disse lei, un po' arrabbiata.

- Si può riparare! Mi ero innervosito…- si limitò a dire Draco, divertito.

- E perché?-

- Fatti miei… - disse lui velocemente. Hermione storse il naso contrariata.

- Se fossi stata la bibliotecaria ti avrei bandito dalla biblioteca per due mesi!- disse lei decisa.

- Ok. Ora posso andare o hai altro da dirmi?- chiese lui, divertito. La riccia incrociò le braccia al petto.

- Puoi andare…- rispose.

Draco le voltò le spalle e si incamminò verso il castello.

- Malfoy!- lo chiamò ancora lei.

- Sì?- chiese lui, voltandosi lentamente. Hermione rovistò nella sua borsa e tirò fuori un libro. Si avvicinò a lui e glielo porse. Draco lesse il titolo e sorrise: "Poziomania".

- Visto che non potevi prenderlo, te l'ho preso io prima…- sussurrò lei imbarazzata. Draco mise il libro nella borsa.

- Grazie…- le disse a bassa voce con un dolce sorriso. Si voltò e la lasciò lì, senza dire altro.

 

Spazio dell'autrice:

Ebbene sì! Me ne stavo dimenticando di nuovo... sto perdendo colpi XD

Ecco il nuovo capitolo :D Che ne dite??? Vi piace come si sta evolvendo la storia???

A presto!

Kiss

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Capitolo 15
*** .15. I'm not Ok ***


- Draco, sei sicuro di stare bene?- chiese Pansy con voce dolce. Lei e Draco stavano insieme da un bel po' ormai e lei non poteva non notare come lui stesse implodendo su se stesso.

- Pansy, quante volte ti devo dire che sto bene!- ringhiò lui, nervoso. Non era vero. Non stava bene per niente. Era pallido più del solito e gli incubi e la difficoltà nel dormire gli avevano lasciato due vistose occhiaie.

- Ti prego, Draco… Mettimi al corrente di quello che stai combinando. Se so cosa ti fa stare così male, posso aiutarti, posso anche coprirti. Ma ti prego, dimmi qualcosa.- disse lei, cominciando a piangere.

- Non piangere… non mi fai pena…- sibilò lui con cattiveria. Lui voleva bene a Pansy... Però le debolezze della ragazza sembravano perfette per sfogare la sua frustrazione.

Erano nel giardino di Hogwarts e faceva molto freddo per essere quasi fine ottobre.

- Draco, smettila, stai dando spettacolo qui.- disse Blaise, raggiungendoli con lentezza.

- Non ti impicciare, Blaise, sto parlando con la MIA ragazza…- sbraitò Draco, fronteggiando l'altro. Nonostante Draco fosse molto alto, Blaise lo superava di alcuni centimetri.

- La tua ragazza? Mi consideri ancora la tua ragazza? Non mi parli, a malapena mi tieni la mano quando camminiamo insieme!- disse Pansy, ancora con le lacrime agli occhi. Draco la fissò per alcuni istanti.

- Perfetto… allora da adesso in poi la ragazza non ce l'ho sul serio!- disse con risoluzione lui.

- Non volevo dire questo, Draco…-

- Io sì, invece… Non voglio più nessuno di voi tra i piedi. - Draco si allontanò.

- Mi avevi promesso che oggi mi accompagnavi da Madama Piediburro!- gli urlò dietro Pansy, cercando di raggiungerlo, ma Blaise la bloccò.

- Vacci con Blaise!- le rispose Draco, accelerando il passo.

 

Era la cosa migliore, continuava a dirsi Draco. Così avrebbe avuto anche un alibi, per quello che sarebbe successo di lì a poche ore. Aveva già contattato Rosmerta e si erano messi d'accordo. Draco sarebbe rimasto a Hogwarts e avrebbe atteso in giardino l'arrivo della ragazza posseduta.

Stava seduto in giardino e sfogliava con frenesia il libro "Poziomania", mentre vedeva gli studenti più ritardatari uscire da Hogwarts, dopo essere stati perquisiti da Gazza. In quel momento Draco si diede dello stupido. Come aveva fatto a non pensarci? Come avrebbe fatto la ragazza a passare con la collana se Gazza perquisiva tutti all'uscita e all'entrata del cancello? Il suo cuore cominciò a battere più velocemente, ma si tranquillizzò da solo, pensando di poter distrarre Gazza, non appena identificata la ragazza.

Non passò neanche un'ora e Draco vide Hagrid entrare velocemente dal cancello, tenendo sulle sue braccia una ragazza inerme. Draco si alzò subito dal posto in cui era seduto e la sua attenzione si focalizzò sul braccio di quella che riconobbe come Katie Bell pendere senza vita. Dietro il mezzogigante riconobbe Harry, Ron e Hermione, che consolava una ragazza di Grifondoro del settimo anno, probabilmente amica di Katie. Harry stava tenendo in mano un pacchetto marroncino, attento a non toccarne l'interno. A Draco si gelò il sangue. Indietreggiò lentamente, scappando da quella vista. Entrò nel castello e cominciò a correre per i sotterranei.

- Malfoy! Ti ricordi che domani hai la partita di Quidditch?- Montague fermò la sua corsa di fronte l'ingresso della sala comune di Serpeverde. Draco ansimava, ma non per la corsa.

- Sì, certo che me lo ricordo…- sussurrò lui, senza fiato.

- Il Quidditch viene prima di tutto, Malfoy. Non ci metto niente a cacciarti dalla squadra. Stai saltando troppi allenamenti e, quando partecipi, non dai il cento per cento. Domani abbiamo la partita contro Grifondoro e questo è il mio ultimo anno qui! Voglio vincere almeno una partita partita con Grifondoro!- sibilò il moro con cattiveria. Draco annuì, entrando nella Sala Comune. Era semivuota. C'erano solo alcuni studenti del primo o del secondo anno. Si rinchiuse in camera sua, lasciando che la sua agitazione prendesse il sopravvento. L'aveva uccisa? Era solo ferita? Non lo sapeva e non era saggio neanche andare a chiedere in giro. Tutto quell'interesse poteva destare sospetto. Il suo piano faceva acqua da tutte le parti e cominciava a perdere le speranze.

Alcune lacrime rigarono il suo viso, ma le asciugò velocemente con una manica.

 

- Sei più pallido del solito, Malfoy. Sicuro di voler giocare?- la voce di Blaise Zabini era particolarmente odiosa quella domenica mattina. La squadra di quidditch di Serpeverde era già pronta nello spogliatoio e ascoltava le ultime dritte di Montague. Draco era seduto tra Goyle e Blaise e si massaggiava la testa con fare dolorante.

- Ce la faccio, Zabini. Smettetela di farmi mille domande!- sbottò il biondo. Blaise lo guardò per alcuni secondi dall'alto in basso, poi prestò attenzione al discorso del capitano. Quando tutti si alzarono, carichi e pronti per uscire dagli spogliatoi, Draco si fermò a guardarsi allo specchio. Il suo colorito somigliava a un verdognolo sbiadito. Si bagnò le mani e si scompigliò i capelli, seguendo la squadra. Aveva sentito delle voci che dicevano che Katie Bell non era morta, ma ferita gravemente. Era stata trasportata d'urgenza al San Mungo.

Draco salì sulla sua scopa, come fece tutta la squadra. Salì fino all'altezza in cui si trovava Harry.

- Pronto a perdere?- chiese il moro con aria di sfida. Draco si limitò a fissarlo, privo ormai di ogni emozione. Madama Bumb sancì l'inizio della partita con un fischio.

Draco si librò in volo in alto, per avere una visuale migliore. Harry però lo raggiunse.

- Centri qualcosa con l'incidente a Katie, non è vero?- chiese indispettito.

- Quando la smetterai di torturarmi con questa cosa?- chiese esasperato Draco, in fondo intimorito.

- Ne ho parlato con Silente. Gli ho detto dei miei sospetti su di te.- disse Harry con aria di sfida. - Non mi ha dato molto ascolto. Ma io so che ho ragione. E ti incastrerò Malfoy.-

Draco rise amaramente.

- Potter, non centro nulla, come te lo devo dire? Per tua informazione io ero a Hogwarts. Non potevo essere a Hogsmead contemporaneamente, non pensi?- chiese il biondo, cominciando ad avvertire dei forti giramenti di testa.

- Lo so… infatti dovrò capire come hai fatto… forse hai un complice…- azzardò Harry.

- Fantascienza, Potter. Ecco cosa sono le tue accuse.- si limitò a dire Draco.

L'altro stava per rispondere quando un barlume si accese nei suoi occhi e sterzò violentemente la scopa, seguendo la traiettoria del boccino. Draco lo vide allontanarsi, voleva seguirlo, ma il suo corpo si era immobilizzato. La vista era diventata scura, mentre le sue mani si staccavano dalla presa della scopa, cadendo da essa a peso morto, svenuto.

In quell'istante Harry afferrò il boccino e quando si voltò, vide Draco precipitare dalla scopa. Indirizzò la scopa verso di lui e cercò di raggiungerlo. Lo prese al volo, evitandogli una brutta caduta. Ci fu un frastuono dalle tifoserie e Harry atterrò, facendo stendere a terra Draco. Gli diede due schiaffi ( anche piuttosto forti) per farlo riprendere, ma non sembrava volersi svegliare. Madama Bumb li raggiunse e spostò Harry di peso. Anche il professor Piton raggiunse il gruppetto che si era andato a creare e prese in braccio Draco, per portarlo in infermeria.

 

Draco aprì gli occhi lentamente e si ritrovò davanti nientemeno che il suo rivale, seduto su una poltroncina di fianco al suo letto.

- Mi devi la vita…- disse Harry, non appena vide che Draco aprì gli occhi.

- Che è successo?- chiese il biondo, massaggiandosi la testa.

- Sei svenuto… e io ti ho preso al volo… - disse il moro, un po' imbarazzato.

- Che gentile…-

- Un grazie sarebbe sufficiente…-

Draco sospirò.

- Grazie…- sussurrò in modo impercettibile. Harry sorrise soddisfatto.

- Perché sei qui?- chiese ancora il biondo.

- Ero passato per vedere come stavi, insieme a Hermione, e quando ho visto che non avevi nessuno intorno mi sono impietosito e sono rimasto.- rispose Harry scherzosamente.

- E Hermione dove è?- chiese l'altro non rendendosi conto di averla chiamata per nome. Harry si irrigidì. Che rapporto stava nascendo tra il suo peggior nemico e la sua migliore amica?

- E' andata a pranzo. Io ho mangiato prima.- rispose il moro, guardandolo circospetto. Draco spostò lo sguardo e accennò a un sorriso.

- E' piuttosto triste, lo sai?- disse Draco, divertito.

- Cosa?- chiese Harry, confuso.

- Che tu sei qui... Proprio tu. Solo tu… aggiungerei…- disse, ridendo di sé. Anche Harry sorrise.

- E' più deprimente per te che non hai amici o per me che sto qui?-

- Per entrambi…- rispose Draco sorridendo.

- Anche se ti ho salvato la vita, non cambio idea, però. - precisò Harry, tornando serio. Draco sbuffò.

- Potter, non ne voglio parlare ora! Lasciami riposare.- rispose il biondo, riuscendo a convincerlo.

- Questa poi sì che è una scena da incorniciare…- disse Madama Chips, entrando con un sorriso. - Chi l'avrebbe mai detto… voi due qui insieme a parlare civilmente… Sono emozionata.- li prese in giro. Harry si alzò, imbarazzato.

- Allora vado, Malfoy… Non costringermi a salvarti la vita un'altra volta.- disse, cercando di impostare la voce. Draco sorrise.

- Ciao…- sussurrò il biondo, vedendo l'altro andare via. Una volta rimasto solo con l'infermiera, Draco si fece coraggio.

- Come sta Katie Bell?- chiese con nervosismo. Madama Chips si rattristò.

- Dovrebbe essere fuori pericolo, ma ancora non si è ripresa. Dovrà rimanere al San Mungo per mesi, probabilmente.- rispose la donna, preoccupata. - Io mi chiedo chi può essere la mente malata che ha potuto farle una cosa del genere…- continuò, sull'orlo delle lacrime.

Draco sbiancò, rabbrividendo. Abbassò lo sguardo.

- Già…-

- Solo un mostro potrebbe farlo, non pensi?- chiese lei indignata.

- Già… un mostro… ma… magari non voleva colpire la Bell…- rispose Draco, cercando di difendere la sua posizione. Madama Chips scosse la testa.

- Allora parliamo di un mostro irresponsabile! Pretendere che quella collana arrivasse a Hogwarts senza essere toccata o fermata?- cominciò a blaterare da sola la donna, allontanandosi.

Draco affondò nel suo letto. Madama Chips aveva ragione. Era un mostro irresponsabile. Cosa stava pensando di fare? Davvera pensava di riuscire a farla franca con quella collana? Doveva ringraziare di non aver ucciso la ragazza.

- Ti sei svegliato…- Draco si voltò di scatto e vide Hermione alla porta dell'infermeria. Le sorrise istintivamente.

- Già… Mi sono svegliato…- sussurrò lui in risposta. Lei si avvicinò e si sedette su una sedia al suo fianco. Dalla sua borsa tirò fuori una confezione incartata di forma rettangolare.

- Non mi dire che è un altro libro…- bisbigliò Draco. Lei sembrò offesa.

- Non penso solo ai libri…- si lamentò lei. Draco sorrise, scartando la confezione. In un vassoietto rettangolare c'erano alcuni dolci.

- Ho pensato che se hai avuto un calo di zucchero, avevi bisogno di mangiare. Allora ti ho portato alcune delle torte che c'erano a pranzo. Mangia quella al cioccolato, che ti fa bene. E assaggia la Lemon Meringue Pie. E' buonissima.- disse Hermione tutto d'un fiato. Draco prese la torta al limone e l'assaggiò. Era buona, ma non le avrebbe dato la soddisfazione.

- Ti piace?- chiese Hermione, con un debole sorriso.

- Non è malissimo.- disse, non volendo concedersi oltre.

- Ci vediamo domani a lezione. E mangia tutto!- disse la ragazza, alzandosi e salutandolo con la mano. Proprio mentre usciva dall'infermeria, Hermione si incrociò con Theodore Nott. Lo superò senza fermarsi.

- La Granger era venuta a trovare te?- chiese confuso Theo, sedendosi sul letto di Draco.

- Che vuoi, Theo?- chiese invece Draco scontroso.

- Che caratteraccio… volevo vedere come stavi. Hai fatto un bel volo. - si limitò a dire lui. Draco abbassò un po' le difese. Alla fine Theodore era l'unica persona che poteva essere considerato amico. Avevano un rapporto particolare, ma erano amici. E anche se non era stato al suo capezzale fino a quando non si era svegliato (cosa che aveva invece fatto Harry), ora era lì. In fondo apprezzava questo suo gesto.

- Sto meglio, grazie Theo.- rispose Draco, improvvisando un sorriso.

- Posso farti una domanda?- chiese l'altro ad un tratto. La cosa che Draco apprezzava di Theodore era che non si faceva mai gli affari degli altri. Chiedeva sempre prima di poter impicciarsi di qualcosa.

- Ok.-

- Centri qualcosa con l'incidente a Katie Bell?- chiese poi. La cosa che forse Draco non apprezzava di lui era la troppa schiettezza.

- Cosa?- fece il finto tonto Draco.

- Non lo so, ho collegato la cosa che ho visto da Magie Sinister al tuo comportamento a scuola. Sei sfuggente. Non mangi, sei nervoso. Hai gli incubi tutte le notte. Sparisci per pomeriggi e giornate intere. Tu Sai Chi ti ha dato una missione, non è vero?- spiegò il moro, un po' impacciato.

- Non devi dirlo a nessuno, Theo.- si liberò Draco, non riuscendo a mentirgli.

- Lo sai che non lo farò.-

- Anche se nei giorni o nei mesi successivi vedrai succedere qualcosa di strano. Devi mantenere il segreto!- gli ordinò il biondo.

- Posso almeno sapere cosa stai combinando?- chiese Theodore.

- No. Non voglio metterti in pericolo. Mettendoti in mezzo, lo farei.-

- Va bene, come vuoi. Comunque ti prometto che non dirò nulla a nessuno.-

- Grazie, Theo.-  

Spazio dell'autrice:

Eccomi con il nuovo capitolo :D

Come potete vedere la storia è descritta soprattutto dal punto di vista di Draco, quindi non ho descritto cosa è accaduto a Katie, ma ho preferito vedere come reagiva Draco.

Commentate numerosi!!!

A presto!

Kiss

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Capitolo 16
*** .16. I don't want to be saved by you ***


Nonostante le settimane passassero, la situazione non migliorava per il giovane Malfoy. Non riusciva a trovare il modo per riparare l'armadio. Draco era tornato in biblioteca dopo la sua punizione, ma la sua ricerca non stava dando risultati. Aveva però avuto una nuova idea. Da un libro, infatti, aveva letto di una particolare alga avvelenata: se l'avesse trovata, avrebbe potuto avvelenare un idromele e farlo recapitare a Silente. Non sapeva ancora come, ma a quello ci avrebbe pensato dopo.

Era una sera di fine novembre quando Draco decise di uscire dal suo dormitorio di notte. Sul libro che aveva letto aveva trovato che l'Alga Infernale, cresceva nei laghi o nelle paludi. Poteva essere riconoscibile dal suo colore rosso acceso che sembrava brillare nell'acqua. Una particolarità di questa erba velenosa era che liberava il veleno solo se dissolta in un liquido a temperatura di 100°. Per questo essa viveva tranquilla nei fondali dei laghi, senza uccidere alcuna creatura che la sfiorava.

Facendo attenzione a non essere scoperto da Gazza, Draco uscì dal castello, scontrandosi con una ventata di aria fredda invernale. Corse rapidamente fino al lago di Hogwarts. Era l'unico posto dove poteva sperare di trovare l'alga.

Arrivato alla riva, si mise la mano in tasca per prendere la bacchetta, ma non la trovò.

- Dove…? No! L'ho dimenticata in camera!- esclamò il biondo, parlando da solo. Stava per voltarsi e tornare a scuola, quando dentro l'acqua vide uno scintillio rosso. Mise la testa dentro l'acqua e proprio dove aveva visto il barlume rosso trovò un alga di grandi dimensioni di un colore rosso acceso, che brillava nell'acqua. Draco riemerse e tremò per alcuni istanti, massaggiandosi la testa. L'acqua era freddissima. Studiò per alcuni istanti la possibilità di entrare in acqua e prendere l'alga. La distanza non sembrava così grande.

- Oh, va bene!- sussurrò lui contrariato. Si tolse il mantello e le scarpe e mise un piede nell'acqua, ritirandolo subito dal freddo. Si fece coraggio e si tuffò completamente nell'acqua. Sprecò un paio di secondi per riprendersi dallo shock dell'acqua gelida. Poi prese fiato e si immerse completamente. L'alga era perfettamente visibile e la raggiunse. La prese con tutte e due le mani e cercò di strapparla dalla roccia in cui era incastonata, non riuscendoci. Tornò a galla e riprese fiato, prima di ritentare nella missione. Ancorò i piedi alla roccia e cominciò a tirare l'alga con tutta la sua forza. Si strappò perfettamente alla radice e lui fu spinto un po' all'indietro a causa della forza impiegata per strapparla. Si mosse per tornare a galla quando qualcosa lo fermò, avvinghiandosi al suo piede. Si voltò di scatto e riconobbe le sembianze di un avvincino, che lo stava bloccando per il piede destro. Cercò di divincolarsi, ricevendo in risposta una stretta dolorosamente maggiore. Provò a nuotare comunque, non riuscendoci, la creatura lo portava sempre più in basso. Non ce la faceva più, gli mancava il fiato. Si portò la mano libera alla bocca, sperando di poter bloccarla. Stava per arrendersi, quando vide una figura immergersi nell'acqua e un bagliore potente uscire da quella che doveva essere una bacchetta. Afferrò quella mano che era tesa verso di lui, pronta a porgergli aiuto e insieme al suo salvatore, tornò in superficie. Riprese fiato, come non aveva mai fatto prima, come se l'aria che gli era sempre sembrata così inutile ad un tratto fosse diventata incredibilmente vitale. Draco uscì dall'acqua, mettendo l'alga nella tasca del mantello. Si girò appena, tossendo un po' di quell'acqua che aveva bevuto. Riconobbe subito il suo salvatore e un moto di rabbia percorse il suo corpo.

- Tu, stupido lurido Grifondoro! Vuoi lasciarmi in pace!- gli urlò contro con rabbia. Harry si alzò in piedi e si spettinò i capelli bagnati.

- Cosa stavi facendo? - chiese il moro inquisitorio.

- Non sono affari tuoi! Come facevi a sapere che ero qui? Mi stavi seguendo?- chiese Draco, preoccupato e iroso.

- Ti ho visto mentre uscivi attraverso la mappa!- rispose Harry sulla difensiva.

- Quale mappa?- lo interruppe il biondo, con voce stridula.

Harry si bloccò con gli occhi sbarrati.

- Nessuna mappa… non sono affari tuoi! E comunque stavi per finirci secco! Cosa diavolo stavi facendo a quest'ora dentro il lago?- tornò lui alla carica, cercando di cambiare argomento. Gli occhi di Draco si assottigliarono.

- Avevo caldo e volevo rinfrescarmi…- disse il biondo con un ghigno divertito. Lo stava prendendo in giro. Harry roteò gli occhi al cielo.

- Smettila, Malfoy! Dimmi cosa ci facevi qui!- il moro si alterò e gli puntò contro la bacchetta. Draco sorrise amaramente.

- Cosa vorresti fare, Potter? Uccidermi? Cruciarmi? Schiantarmi? Non penso che ne avresti il coraggio!- lo schernì il biondo, alzandosi in piedi e superandolo in altezza.

- Fottiti, Malfoy…- sibilò Harry tra i denti. - La prossima volta ci penserò due volte prima di salvarti la vita…-

Draco gli si avvicinò minaccioso.

- Nessuno infatti ha chiesto il tuo aiuto. Preferisco morire piuttosto che sentirmi in debito con te, Potter…- rispose l'altro con cattiveria. I due si squadrarono per alcuni istanti, poi Draco prese le sue cose e si allontanò con passo deciso, lasciando Harry immobile a fissarlo di fronte al lago.

 

La mattina seguente era domenica e Draco si recò in guferia con passo spedito.

- Dove vai, Malfoy?- aveva provato a fermarlo in Sala Comune Blaise, che era comodamente spaparanzato sul divano con Tiger e Goyle. Il biondo non gli aveva risposto. Aveva imparato a ignorare l'antipatia pura che sprigionava Zabini. Uscì dal ritratto, cominciando ad accelerare il passo.

Arrivato a destinazione, cercò il suo gufo, Spirion. Era nero e piuttosto anziano, visto che aveva servito la famiglia Malfoy da diversi anni. Non era tipo da animali domestici, infatti non lo teneva nella sua camera, lo lasciava nella guferia della scuola, praticamente sempre. Anche durante l'estate lo lasciava libero. Lui non era tipo da ricevere lettere, quindi Spirion non aveva molto lavoro da fare. Si avvicinò a lui con passo rapido. Era in un angolo in disparte, forse troppo fiero e irascibile per poter fraternizzare con qualche altro gufo. Draco lo accarezzò con un sorriso dolce. In fondo lui e Spirion  erano simili. Gli diede il pacchetto con dentro l'alga e una lettera abbinata.

- Portalo a Madama Rosmerta dei Tre Manici di Scopa. Solo lei può prendere questo pacco, capito? Se dovessi essere intercettato, mordi tutti e scappa!- sussurrò all'animale. Spirion sembrò annuire, come se avesse capito. Aprì le sue eleganti ali e spiccò il volo, uscendo dalla finestrella appositamente posta nella guferia. Draco lo guardò allontanarsi.

- Molto stupido usare il tuo gufo, Draco.- la voce melliflua di Severus Piton lo fece voltare, spaventato.

- Per quale motivo, professore?- chiese Draco, con voce sicura e strascicata. A forza di mentire, il ragazzo stava acquistando sicurezza nelle sue bugie.

- Davvero pensavi di poter introdurre la collana di opali a Hogwarts?- chiese Piton avvicinandosi minaccioso.

- Non so a cosa si riferisca, signore.- rispose Draco, alzando un sopracciglio, forse fin troppo tranquillo per essere stato appena sospettato di tentato omicidio.

- A chi stavi scrivendo?- chiese il professore con un ghigno divertito e malvagio.

- Scrivevo a mia zia Andromeda.- disse l'altro, incamminandosi verso l'uscita della guferia.

- Posso aiutarti, se sei in difficoltà…- si limitò a dire Piton, bloccando Draco e facendolo voltare.

- So quello che faccio, signore. Le basti questo. - disse secco il biondo, con voce irremovibile.

Piton rimase in silenzio e Draco capì che ora poteva andarsene. Scese le scale di corsa e arrivò al settimo piano, fermandosi di fronte alla stanza della necessità. Si poggiò sul muro, dando un forte pugno su di esso.

- Stupido armadio…- sussurrò a se stesso. Sentì un rumore provenire dal corridoio alla sua destra e in lontananza vide Hermione uscire dalla Sala Comune di Grifondoro. Si stava coprendo il volto tra le mani, come se stesse piangendo. Draco le si avvicinò furtivo e lei cominciò a correre lungo il corridoio. Draco poteva benissimo fregarsene, poteva benissimo tornarsene in Sala Comune. Ma non lo fece… Si guardò intorno furtivo e fece una cosa probabilmente insensata: cominciò a seguirla.

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Capitolo 17
*** .17. The Slughorn party ***


Ciao!!! Due capitoli di fila (quello di prima e questo :D) :D Buona lettura!!!! Kiss

Draco seguì l'eco di quei singhiozzi e si fermò sulla scala che conduceva alla Torre di Astronomia. Prese un respiro profondo e raggiunse la ragazza. Non appena Hermione sentì i suoi passi, si voltò di scatto, cercando di asciugarsi le lacrime.

- Che ci fai qui?- chiese tra un singhiozzo e l'altro. Abbassò lo sguardo, imbarazzata.

Draco non rispose, rimase fermo a fissarla.

- Io… ehm…- provò a dire lui, non riuscendo a formulare la frase. Hermione si affacciò dalla terrazzina della torre, continuando nel suo pianto silenzioso. Draco le si avvicinò e non capiva perché l'immagine di lei che piangeva gli stava dando così fastidio.

- Su… non piangere che poi sembri ancora più brutta!- disse, rompendo il silenzio, dandole un colpetto sulla spalla. Hermione alzò lo sguardo verso di lui, quasi ferita dal suo poco tatto. Scosse la testa, non volendogli neanche rispondere.

Draco si sentì in difficoltà.

- Non volevo… Adesso non volevo insultarti… Di solito sì, ma ora no… Volevo solo…- provò a spiegarsi lui. Hermione accennò a un sorriso tra le lacrime. Alzò la mano, come per fermarlo.

- Non parlare…- gli sussurrò con dolcezza. Draco annuì, guardando l'orizzonte davanti a sé. Il cielo era ricoperto da corpose nuvole bianche.

- Tra un po' nevicherà. Mi piace la neve.- osservò lui.

- Preferisco il sole…- si limitò a dire la ragazza dopo un interminabile il silenzio.

- La neve è pura magia...- rispose Draco, in un sussurro.

- Non sono d'accordo. La neve è solo… acqua… acqua ghiacciata cristallizzata, ma solo acqua. Alla fine è come la pioggia. - si limitò a rispondere.

- Poi ero io il "Frigorifico" privo di emozioni perché non mi emozionavo alla vista di un paio di stupide stelle cadenti.- disse Draco leggermente infastidito, ricordandosi di quel 11 agosto passato insieme a fissare le stelle. Lei sorrise al ricordo e si morse un labbro.

- Perché ti piace così tanto la neve?- chiese Hermione sorpresa.

- Se sei abituato al sole, come te… beh… la sua assenza ti farà soffrire, ti farà rinnegare qualsiasi altra forma atmosfera. Ma il sole è egoista, se ne frega dei tuoi stupidi sentimenti. Tu sei una di quelle persone che vuole vedere il sole in tutto, in tutti. Vuoi sentire il calore del sole attraversarti il sangue. Io invece sono abituato alla pioggia. Sono cresciuto vedendo il grigio, il nero, il cupo in ogni cosa. Se sei cresciuto così, impari ad odiare il sole, troppo pigro per farsi vedere quando tu hai bisogno di lui. E poi c'è la neve…- lui sorrise, osservando il cielo. - La neve arriva all'improvviso a piccoli fiocchi di forma regolare e perfetta. Scende lenta e lieve, non annuncia il suo arrivo. Ti sorprende ogni anno. Arriva solo di inverno, così che tu possa aspettare con ansia i mesi freddi per poterla vedere ancora. E quando la vedi… i tuoi occhi si dilatano e la tua bocca si libera in un sorriso, anche se la pioggia era riuscita a portarti via anche quello. La neve ti insegna che tutto quel nero, grigio, cupo può diventare bianco, può diventare luce, vita. La neve non infonde calore come il sole, ma te lo fa desiderare così tanto che ti sembra di non aver mai desiderato nulla così ardentemente. E anche questo è un bel sentimento, fidati. Mentre tu cerchi il sole nelle persone, io cerco la neve. Io cerco quel fenomeno unico che mi regali emozioni del genere. Tu desideri che le persone ti regalino affetto, considerazione. Io voglio arrivare a desiderare "calore". Ecco perché mi piace la neve.- concluse Draco. Hermione lo guardò intensamente, sorpresa da quelle parole.

- Mi bastava che mi dicessi "Mi piace perché è bella".- lo prese in giro lei, in imbarazzo. Lui sorrise e lei decise di continuare. - Grazie…-

Draco alzò lo sguardo confuso.

- Perché?-

- Perché in questo momento sei stato la mia neve.- sussurrò lei, abbracciandolo di istinto. Draco rimase lì immobile, non sapendo se doveva scansarla o rimanere così. Sentì le sue guance avvampare e posò una mano sulla spalla della ragazza, cominciando a darle delle pacche di conforto, imbarazzato.

- Ehm… ok.- disse solo, mentre lei si separava da lui con gli occhi lucidi.

- E' meglio che vada…- aggiunse Draco, indietreggiando.

- Aspetta…- lo fermò lei. Lui si voltò curioso.

- Lumacorno ha organizzato un ballo per il quindici dicembre, cioè quando le lezioni finiranno. E' una festa per Natale, così che chi deciderà di partire, potrà comunque venire al ballo. E' per i membri del suo club.- disse Hermione velocemente.

- Io non faccio parte del club, se non l'avessi notato.- osservò Draco, in fondo infastidito per questa cosa.

- Sì, ma i membri del club possono invitare chi vogliono. - rispose lei, torturandosi con nervosismo le mani.

- Non capisco a cosa vuoi arrivare, Granger…- disse confuso il biondo.

- Vuoivenireallafestaconme?- chiese tutto d'un fiato, diventando tutta rossa.

- Cosa?- chiese l'altro, non capendo.

- Mi piacerebbe se venissi alla festa con me.- disse scandendo le parole.

Draco sbiancò, spalancando gli occhi dalla sorpresa. La sua pallida carnagione divenne completamente scarlatta.

- Ah… io?- chiese, confuso e imbarazzato. Hermione annuì, fissando il pavimento.

- Ehm… Non so se è il caso… Ehm… vedi… io sono… io… e tu sei… tu… E'… Sarebbe complicato da spiegare…- disse Draco gesticolando ampiamente. Hermione si lasciò sfuggire un sorriso.

- Sì, probabilmente… sarebbe difficile da spiegare in giro…- osservò Hermione divertita.

Draco indietreggiò, verso la porta.

- Comunque, ci penso, ok? Non penso che accetterò, ma ci penso, va bene?- disse, portando una mano sulla maniglia.

- Tranquillo, ho capito benissimo…- rispose la ragazza con un sorriso tirato.

- Non è che tu non vada bene… è che…- non finì la frase, aprì la porta e uscì di corsa, non capendo questa sua perdita di controllo. Scese le scale di corsa, ma quando sentì un rumore, si nascose dietro a una colonna. Altrettanto velocemente vide salire di corsa Ron e Harry. Non ne era sicuro, ma Draco era quasi certo che Harry l'avesse visto, pur avendo taciuto il tutto. Mosso dalla curiosità, il biondo entrò in uno spazio ristretto nel muro, una specie di spazio sottostante a dove si trovava con Hermione. Era sicuro di poter sentire tutto da lì.

- Hermione, ti abbiamo cercato ovunque!- aveva detto Ron.

- Volevo rimanere da sola.- rispose Hermione, con voce acida.

- Si può sapere cosa ti è preso? E' perché mi hai visto con Lavanda?- chiese il rosso alterato.

- Non mi importa nulla delle sgualdrine che consideri tue ragazze!-

- Sei solo invidiosa perché io ho la ragazza e tu sei sola! -

- Ron, smettila… Stai esagerando…- era intervenuto Harry, cercando di calmare i due amici.

- No, Harry. Ora mi ha veramente stancato! Non è certo colpa nostra se nessuno vuole stare con lei!- urlò il rosso. Ci fu un silenzio interminabile.

 - Oppugno!- gridò Hermione. Draco sentì Ron urlare e chiudersi la porta alle spalle, mentre una serie di oggetti sbattevano rumorosamente sulla porta che il rosso aveva appena chiuso.

- Se gli dicevi la verità, forse avrebbe cambiato idea…- disse ad un tratto Harry.

- Non mi interessa più. Con me Ronald ha chiuso. -

- Lui si è messo con Lavanda solo perché si è ingelosito quando gli hai detto che ti sei baciata con Krum due anni fa. Voi… siete così sciocchi! Vi piacete!-

- Io l'avevo anche invitato alla festa di Lumacorno! Io un passo avanti l'avevo fatto. Se lui pensa veramente quello che dice di me, beh… forse è una fortuna che si sia messo con Lavanda.- disse Hermione, cominciando a singhiozzare.

- E' il carattere Weasley… - disse Harry con aria sognante.

- Tu ancora non ti sei fatto avanti con Ginny?-

- E'… è sempre fidanzata con qualcuno! E poi non potrei mai farlo… Ron non l'accetterebbe mai.- si confidò Harry.

- E' sempre colpa di Ron…- sussurrò la ragazza, in fondo divertita.

- Già… perché… non andiamo alla festa di Lumacorno insieme? Tra amici? Tanto tu non puoi andarci con Ron e io non posso andarci con Ginny!- propose Harry, speranzoso.

- Ho già invitato qualcun altro. Ma penso che mi dirà di no… quindi… va bene…-

- Chi hai invitato?-

- Malfoy…- rise la ragazza.

Harry non rispose subito.

- Cosa?-

- Volevo invitare qualcuno che desse veramente fastidio a Ron. Ero indecisa tra lui e Cormac McLaggen, ma poi prima abbiamo parlato e gliel'ho chiesto. Almeno Malfoy mi sta più simpatico di Cormac, anche se non avrei mai pensato di dire questa frase.- disse Hermione con serietà.

- E lui che ti ha detto?-

- Che non pensa sia il caso, ma ci penserà.- rise la ragazza divertita.

Draco non volle ascoltare altro e si diresse verso le scale. Non pensava che proprio in quel momento anche Hermione e Harry avessero deciso di scendere quelle scale.

- Malfoy! Che ci fai ancora qui?- chiese Harry, confuso di vederlo.

- Nulla! Ero… venuto a parlare con lei! Ti dispiace lasciarci soli?- chiese il biondo a Harry. Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, punto nell'orgoglio. Il moro lo osservò con attenzione, mentre mutava infinite sfumature del colore del suo viso.

- No! Non ti lascio solo con lei.-

- Harry, lascia stare. - disse Hermione, facendogli segno che poteva andare. Harry li lasciò soli, un po' contro voglia.

- Cosa c'è, Malfoy?- chiese la ragazza, indebolita dalla discussione precedente.

- Non ho intenzione di venire alla festa con te!- le urlò contro con rabbia. Lei spalancò gli occhi, sorpresa, per un istante.

- Ok…-

- Chi verrebbe mai alla festa con te? Tu sei solo una lurida piccola Mezzosangue!- sputò lui con cattiveria. Hermione rimase un attimo ferita da quelle parole, ma poi scosse la testa.

- Ok… scusa tanto se ho sprecato il mio fiato nel chiedertelo.-

- Anche Weasley ha capito che non vale la pena stare con una come te!-

- Cosa… cosa centra Ron adesso?-

- Io non sono il sostituto di nessuno! Se lui non ti vuole più, vuol dire che ha solo capito quanto il tuo sangue sia sporco e quanto tu repelli la gente con la tua noiosissima voce!- sbraitò ancora il biondo.

- Sostituto? Di cosa parli?- chiese Hermione, confusa, per nascondere quanto le sue parole l'avessero ferita.

- Vacci con Potter alla tua stupida festa per pochi eletti! Io non spreco il mio tempo con te!-

- Ci hai sentito? - chiese lei, capendo che aveva udito qualcosa. Draco non le rispose, voltandosi di spalle e lasciandola da sola.

Lui accelerò il passo. Non voleva ammettere che il fatto che lei l'avesse invitato solo per fare ripicca a Ron l'avesse offeso. Non voleva ammettere che per un istante, seppure brevissimo, aveva pensato veramente all'idea di andare alla festa con Hermione.

Spazio dell'autrice: 

Ciaooo!!! Due capitolini solo per voi fans :D Volevo scusarmi per non aver aggiornato prima, come mio solito... Un virus aveva infettato il mio pc e ho passato un momento bruttissimo all'idea di perdere la mia storia di 112 pagine XD Comunque tutto ok! Ora il pc è guarito e io ho ritrovato il sorriso XD

Vi piacciono i due capitoli???? :D Commentate entrambi!!!! XD

A presto! 

Kiss

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Capitolo 18
*** .18. Draco vs Blaise ***


La sera del quindici dicembre arrivò velocemente. Harry era in smoking e aspettava la sua migliore amica per poter andare alla festa di Lumacorno. Si trovava nella sala comune ed era seduto sul divano di fronte al fuoco. Al suo fianco Ron stava letteralmente divorando il volto della sua fidanzata, Lavanda Brown.

- Ron… contieniti almeno finchè ci sono io…- osservò il moro, infastidito. Il rosso si mise seduto composto, mentre Lavanda gli si aggrappò al collo, cominciando a giocare con i capelli di lui.

- Sì, scusa Harry… ma non riesco a trattenermi con la mia Lav- Lav.- disse lui con aria sognante.

- Già…-

- Divertiti alla festa… con chi hai detto che ci vai?-

- Non te l'avevo detto… ci vado con Hermione…- rispose Harry. Ron si irrigidì, imbarazzato. Lui e Hermione erano ancora in "lotta", non facevano altro che litigare ogni volta che si vedevano e Harry era in difficoltà in quella situazione.

- Oh… e… ehm… come sta Hermione?- chiese il rosso timidamente. Lavanda sembrò offendersi dell'interesse del suo ragazzo nei confronti della sua ex amica.

- Ora meglio. Dovreste smetterla di litigare ogni secondo.-

Ron non rispose, perché si era bloccato a fissare qualcosa alle spalle di Harry. Dal dormitorio femminile stava scendendo Hermione con un lungo abito argentato. I capelli erano legati in uno chignon alto e morbido. Harry la osservò per alcuni istanti, sbalordito. Era incredibile la trasformazione che Hermione riusciva a fare nei balli. Diventava una vera e propria principessa. Si avvicinò al suo accompagnatore, senza degnare Ron di attenzione.

- Andiamo, Harry?- chiese con dolcezza.

- Ciao…- la salutò debolmente il rosso, facendo scaturire le ire della sua fidanzata.

- Ciao, Ronald…- rispose Hermione impassibile, mentre prendeva la mano di Harry e lo trascinava fuori dalla Sala Comune. Scesero le scale fino ai sotterranei, dove la festa avrebbe avuto luogo, ma di fronte al portone di ingresso assistettero  a una scena particolare. Si bloccarono alle scale d'ingresso, mentre Montague e Draco cominciarono a discutere davanti ai loro occhi, non sapendo di essere osservati.

- Montague, ti ho già detto che mi dispiace! Non capiterà più!- disse il biondo, gesticolando, mentre si teneva il braccio destro con la mano sinistra.

- No, Malfoy, non ci sarà più una prossima volta! Sei assente! Non te ne importa nulla del Quidditch! Vieni in ritardo ai miei allenamenti! Abbiamo perso tutte e due le partite che abbiamo fatto, perché sei lento e non riesci a prendere il boccino neanche in allenamento! Cadi dalla scopa neanche fossi un primino… e ora neanche il bolide sei riuscito a schivare!- gli urlò contro il capitano della squadra. Dovevano essere tornati dall'allenamento, perché erano in tenuta da Quidditch.

- Graham, non è vero! Io adoro il Quidditch! Voglio far parte di questa squadra! Voglio vincere almeno una coppa di Quidditch come la vuoi vincere tu! Sono in un periodo no, ma c'è ancora il girone di ritorno e possiamo rimetterci in corsa!- provò a giustificarsi Draco.

- Mi dispiace, Malfoy. Forse è vero che vuoi far parte di questa squadra, ma è la squadra che non vuole più te. Blaise prima mi ha dato questa lista di firme. La vedi?- gli porse un foglio e Draco glielo strappò dalle mani, cominciando a leggere.

- Cosa significa?-

- Blaise ha raccolto le firme di tutti quelli che pensano che tu dovresti lasciare la squadra. Beh, non mi sembra difficile costatare che nessuno ti vuole più in squadra.- rispose secco il moro.

- Blaise avrebbe fatto una cosa del genere? - chiese furente il biondo.

- Malfoy, sei fuori dalla squadra. -

- Graham… il Quidditch è tutto quello che ho, ti prego non farmi questo.- sussurrò Draco, arrivando a supplicarlo.

- Dovevi pensarci prima, Draco. Ora va' in infermeria.- Montague gli diede le spalle e si incamminò verso i sotterranei. Draco rimase alcuni secondi a fissarlo andare via. Si voltò verso le scale di ingresso e cominciò a salirle. Vide Harry e Hermione che lo fissavano in uno strano modo. Dovevano aver sentito. Li superò senza dire nulla. La ragazza istintivamente gli toccò il braccio con dolcezza.

- Draco, tutto ok?- chiese debolmente. Lui mosse il braccio dolorante in un movimento repentino, allontanando la mano di lei.

- Lasciami in pace, Mezzosangue.- le sbraitò contro, proseguendo la sua strada verso l'infermeria.

Harry lo vide allontanarsi.

- Malfoy fuori dalla squadra. Che colpo…- sussurrò il moro all'amica. Hermione annuì, cominciando a scendere le ultime scale rimaste.

 

La festa di Lumacorno stava filando liscia come l'olio. Hermione e Harry stavano ballando un motivetto movimentato e la ragazza non poteva non ridere del buffo modo di ballare del suo migliore amico.

- Harry, sei negato!- lo prese in giro, scoppiando a ridere. Harry inciampò sui suoi piedi, mettendosi a ridere a sua volta.

- Che spettacolo pietoso… una Mezzosangue e uno sfregiato… piccoli amori crescono…- i due si bloccarono, riconoscendo la voce di Blaise Zabini. Era vestito con un completo nero e teneva a braccetto un'elegante Pansy Parkinson.

- Zabini… Puoi anche tornare nel tuo angolo.- gli disse Harry, mettendosi davanti a Hermione.

- Uhuh, Potter, come siamo coraggiosi oggi. Sei anche piuttosto maleducato. Non ci si comporta in questo modo ad una festa.- rispose con voce altezzosa il Serpeverde. Pansy rise, stringendosi alla spalla del suo accompagnatore.

- Chiudi il becco, Zabini.- si intromise Hermione. Blaise la guardò con odio.

- Non voglio certo sprecare il mio fiato con te, lurida Mezzosangue.-

- Come sei maleducato, Zabini… Prendertela in questo modo con una ragazza indifesa.- osservò una voce alle loro spalle.

- Draco!- squittì Pansy. Da dietro una colonna sbucò la figura esile di Draco. Indossava uno smoking e il braccio destro era fasciato. Sorrise, arrivando a fronteggiare il suo compagno di casa.

- Malfoy… che piacere vederti qui. Anche se… beh, non sei invitato. Non mi sembra che tu sia un membro del Lumaclub e non vedo la tua accompagnatrice.- gli disse Blaise.

- Veramente sono invitatissimo, fino a prova contraria. Mi ha invitato lei…- rispose il biondo, indicando Hermione. Lei arrossì di colpo, sentendosi osservata.

- Oh, che dolci… una nuova coppia… chi l'avrebbe mai detto…- sussurrò Blaise con astio.

- No! No! No! Nessuna nuova coppia! Io e lui… no!- rispose Hermione imbarazzata.

Draco si avvicinò ancora di più a Zabini.

- A che gioco stai giocando, Zabini? Vuoi tirarmi fuori dai giochi?- rise il biondo.

- Non capisco a cosa ti riferisci.-

- Prima Pansy…- disse dando un'occhiata fugace alla ragazza. - Poi Tiger e Goyle… te li porti sempre dietro, vedo. E ora il Quidditch… Mi vuoi isolare…-

- Sei paranoico, Malfoy. E non è colpa mia se non hai amici.- rispose a tono Blaise.

- Io ho degli amici.- senza volerlo, Draco si girò per un secondo verso Harry, per poi tornare a fissare Blaise. - Ho Theodore. Mi basta lui.-

- Wow… interessante. E comunque non è colpa mia per il Quidditch. Se ti sei comprato l'ammissione in squadra, anche se non sei capace, beh, non è colpa mia. Ho solo appurato che tutti erano d'accordo con me.- disse Blaise con cattiveria.

Draco sorrise, abbassando lo sguardo. Poi caricò il braccio sinistro e stese a terra Blaise con un pugno. Tutta la sala si voltò a guardarlo, cominciando a bisbigliare, mentre Lumacorno sopraggiunse.

- Cosa è successo qui?- chiese, prima a Draco e poi a Blaise.

- Mi ha attaccato senza motivo! E' pazzo!- urlò il moro, mentre Draco non sembrava intenzionato a rispondere.

- Professore, non è vero!- intervenne Hermione, attirando gli sguardi di tutti. - Zabini lo ha provocato… pesantemente…-

Draco la guardò per alcuni istanti, sorpreso del fatto che lei lo stesse difendendo.

- E'… vero…- aggiunse Harry, annuendo vistosamente. Il biondo sorrise istintivamente.

- Grazie per il contributo, Potter e Granger, ma ciò non cambia quello che ha fatto il Signor Malfoy! Penserò a una punizione… per entrambi.- sottolineò il professore l'ultima parola.

- Ma professore, io non centro niente!- provò a dire Blaise.

Draco ghignò, allontanandosi dal gruppetto e lasciando la festa.

 

Quella mattina praticamente tutti si stavano preparando per partire. Harry, Ron e Lavanda andavano a casa Weasley. Anche Hermione, visto che la Signora Weasley aveva tanto insistito. La donna aveva chiesto anche a Draco se voleva tornare alla Tana tramite lettera, ma lui aveva gentilmente rifiutato. Poteva avere per sé più tempo da solo nel castello per cercare di risolvere il problema armadio.

Draco aveva saltato la colazione, si trovava infatti nel giardino, seduto su un manto di neve a leggere. Theodore era con lui, anche se si era portato un po' di dolci, non volendo rinunciare al cibo.

- Ti stimo profondamente, per quello che hai fatto ieri.- disse Nott, addentando un pezzo di torta di zucca.

- Era il minimo.- sogghignò il biondo, non alzando lo sguardo dal libro.

- Rimani a Hogwarts questo natale?- chiese il moro curioso.

- Sì… devo rimanere. E poi non saprei dove andare.-

In quel momento un gufo gli si avvicinò lasciandogli una letterina rossa.

- Oh oh… - disse Theodore, riconoscendo quell'oggetto.

- E'… una strillettera?- chiese Draco, confuso.

- Aprila, sbrigati!-

Draco l'aprì lentamente e la lettera prese le sembianze di due grandi labbra che sputavano pezzetti di carta. Non ci volle molto a riconoscere la voce di sua zia Andromeda.

- "DRACO MALFOY! HO ASPETTATO FINO AD ADESSO PER CONTATTARTI, PERCHE' ASPETTAVO UNA TUA LETTERA! TI AVEVO DETTO DI FARTI SENTIRE! SEI UN INCOSCIENTE! TI AVEVO DETTO DI SCRIVERMI PER NON FARMI PREOCCUPARE! ORA TU PRENDI TUTTE LE TUE COSE E PRENDI IL TRENO PERCHE' TU LE VACANZE LE PASSI CON NOI! SONO STATA CHIARA? MANDO TED A PRENDERTI ALLA STAZIONE E SPERO PER TE CHE DECIDERAI DI PRESENTARTI!"-

Draco fissò il punto in cui la lettera si era autodistrutta.

- Chi era?- chiese Theodore spaventato.

- Mia zia Andromeda.- bisbigliò il biondo, ancora sorpreso.

- Io non la farei arrabbiare se fossi in te.-

- Penso che andrò a fare le valigie.- disse Draco, alzandosi e correndo verso il castello.

- Ti aiuto. Non vorrei che facessi tardi!- gli urlò dietro Theo, seguendolo.

Spazio dell'autrice:

Ciaooo!!! Nuovo capitoletto molto ricco :D

Draco fuori dalla squadra, la festa di Lumacorno, pugno a Zabini, strillettera da Andromeda...

Vi è piaciuto??? Dal prossimo capitolo il nostro Draco si recherà per Natale a casa Tonks... e penso che sarà un Natale moooooolto interessante XD

A presto!

Kiss

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Capitolo 19
*** .19. Family ***


Il treno era molto più vuoto rispetto al primo settembre. Molti degli scompartimenti erano vuoti, mentre i pochi ragazzi che erano partiti erano divisi in gruppetti.

Harry e Hermione avevano deciso di mettersi in disparte, lasciando in uno scompartimento a parte Ron, Lavanda, Ginny e Dean.

- Non penso di farcela.- disse Hermione, poggiando la testa sullo schienale del divanetto.

- A fare cosa?- chiese Harry, addentando una cioccorana.

- A passare tutti questi giorni con RonRon e LavLav.-

- In effetti stanno diventando un po' insopportabili.- ammise il moro, sbuffando rumorosamente.

- Sia chiaro, lo faccio solo per Molly! E se Ron mi dice qualcosa che mi fa arrabbiare, lo schianto e me ne vado!- disse la ragazza, gesticolando.

- Grazie! Pensavo che lo facessi anche per me!- la prese in giro Harry, ridendo.

- Oh, ma almeno tu hai Ginny! Dean non passerà le vacanze con voi!-

- Meno male…-

- Malfoy è rimasto a scuola?- chiese Hermione curiosa. Harry storse il naso, contrariato.

- Penso di sì, Ron mi ha detto che ha detto a sua madre che sarebbe rimasto a Hogwarts. Come mai ti interessa?- chiese poi inquisitorio.

- Cosa?- chiese lei con voce stridula. - Non mi interessa… Era per curiosità…-

- Sì, certo… "curiosità".- la scimmiottò lui.

- Cosa stai insinuando?- chiese lei, confusa.

- Vuoi davvero saperlo?-

- Certo!-

Harry fece un respiro profondo, quasi rassegnato.

- Penso che tu ti sia presa una cotta per lui. A dire il vero… penso che anche lui abbia una cotta per te, per quanto possa sembrare strano.- sputò Harry, aspettando la reazione dell'amica. Lei rimase in silenzio alcuni secondi. Divenne immediatamente tutta rossa.

- Io… Harry come ti viene in mente una cosa del genere?!?- chiese, sconcertata.

- Beh… il vostro rapporto è migliorato durante l'estate. E anche con l'inizio della scuola non è cambiato, anzi. Tu sei andata a trovarlo in infermeria, gli consigli libri, lo inviti alla festa di Lumacorno… Mi sembra che il vostro "sopportarvi civilmente" stia leggermente degenerando. - disse Harry tutto di un fiato.

- Stai esagerando, Harry… Io non vedo quello che vedi tu…-

- Vogliamo parlare di lui? Beh, la prima mattina alla Tana questa estate, quando io vi ho raggiunto e tu te ne sei andata quando parlavamo delle Maridi, beh… lui ti ha guardato, sorridendo, mentre te ne andavi. Non ti guardava con sdegno, come sempre! E non l'ha fatto solo in quel momento. Una volta arrivati a Hogwarts, vi ho visto mentre lui ti accarezzava il collo… Quando lui era in infermeria e io ero con lui mi ha chiesto " HERMIONE dov'è?". Sottolineo che ti ha chiamato per nome! Sta nascendo qualcosa di strano e io mi sento come un testimone inerme.- aggiunse il moro. Hermione sbuffò, roteando gli occhi verso l'alto.

- Harry, stai interpretando la realtà a seconda di quello che tu credi sia vero. Io vedo solo che Malfoy sembra cresciuto e abbia smesso di prendermi in giro. Mi sembra che si comporti meglio anche con te, no? Devo presupporre che lui abbia una cotta anche per te?- rise Hermione. Harry la scrutò con attenzione. Era sicuro di quello che diceva, ma forse la sua amica era in buona fede e ancora non aveva capito di provare qualcosa per il Serpeverde.

- E' diverso. -

- Non è diverso! Anche io sono una buona osservatrice e, quando ieri Malfoy ha detto a Zabini che aveva degli amici, lui si è girato verso di te. Un gesto involontario, ma che chiaramente lo ha tradito sul fatto che considera TE un amico.-

Harry rimase in silenzio.

- Ok… lo ammetto… se non lo conoscessi da prima, se avessi fatto la sua conoscenza quest'estate, se non fosse un Mangiamorte che sta tramando qualcosa, forse potremmo essere amici. Forse! Anche se mi ha rotto il naso…- ammise lui.

- Non puoi sapere se è un Mangiamorte.-

- Ha rischiato di uccidere Katie Bell!-

- Innocente! Fino a prova contraria.-

- Vedi, lo difendi sempre! Non l'avresti fatto se…-

Harry non potè finire la frase perché Draco entrò nel loro scompartimento, lasciandoli sorpresi. Hermione spalancò la bocca.

- Drac… ehm… Malfoy! Che ci fai qui?- chiese Hermione, arrossendo di colpo. Draco si sedette di fianco a Harry.

- Ero in uno scompartimento vuoto, quando Kevin Smurdog, uno del secondo anno di Serpeverde, mi ha raggiunto dicendomi che era contento che avessi lasciato la squadra, così che lui ha potuto avere il mio posto. Lo stavo per strangolare, quando ho deciso di allontanarmi da lui e così vi ho trovato.- spiegò lui con voce schifata. - Smurdog… non sapevo neanche esistesse quello stupido esserino. -

- Non dovevi rimanere a Hogwarts?- chiese Harry, precedendo la domanda di Hermione.

- Sì, ma mi ha scritto mia zia Andromeda e mi ha praticamente costretto a passare da lei le vacanze. Mi ha mandato una strillettera, per fortuna ero solo con Theodore.- rispose il biondo. Hermione era rimasta alcuni secondi a fissare Draco, cosa che non passò inosservata al suo migliore amico. Quando lei si voltò verso di lui e trovò il suo sguardo intento a scrutarla come per dire "Vedi che avevo ragione io", Hermione si alzò di scatto.

- Vado… a fare un giro…- disse lei uscendo dallo scompartimento. Draco la guardò confusa.

- Ho detto qualcosa? Insomma, di solito me ne accorgo quando la insulto.- disse, preoccupato.

- Vuoi giocare a scacchi?- chiese Harry, cambiando argomento. Draco alzò le spalle, annuendo.

 

A King's Cross l'aria era decisamente invernale. Draco si guardò intorno, notando un esercito dai capelli rossi. Vide Fred, George, Molly, Arthur e altri due che dovevano essere Bill e Charlie, quelli grandi. Un uomo alto e magro dai capelli chiari stava parlando con Arthur. Draco sospirò, avvicinandosi a suo zio.

- Draco, ragazzo mio, sapevo che saresti venuto! Mia moglie sarà contenta.- disse Ted gioviale, come sempre. Draco storse il naso, avviandosi con lui nella macchina che aveva già usato con Silente. Il ragazzo dovette ammettere che guidava decisamente meglio del Preside.

- Mi sembri molto sciupato, eppure mi ricordavo che a Hogwarts i banchetti fossero abbondanti!- osservò lo zio.

- Sì, sono abbondanti, ma è un anno molto stressante.- osservò Draco.

- Ti servirà un po' di relax per Natale! Da noi si sta bene in questo periodo, c'è molta neve e la casa sembra una baita in montagna.- disse Ted, sorridendo.

- Bello…- rispose l'altro.

Rimasero in silenzio per quasi il resto del viaggio.

Arrivati a destinazione Draco doveva ammettere che Ted aveva ragione. La casetta era immersa nel bianco della neve e come sfondo aveva degli alberi innevati. Portò il suo baule all'interno della casa e lo zio si occupò di portarlo in camera. Draco raggiunse sua zia in cucina.

- Ciao, zia…- disse raggiungendola. Era un po' intimidito, perché sapeva che c'era rimasta male perché non si era fatto sentire. La donna si voltò verso di lui e provò a trattenere il sorriso, non riuscendoci a pieno.

- Oh, sei qui.- disse solamente.

- Sei stata piuttosto convincente…- rise lui, avvicinandosi. La donna sbuffò, lasciando la pentola che stava per mettere sul fornello e abbracciando il nipote. Draco fu di nuovo pervaso da quel calore materno, che gli era terribilmente mancato.

- Stupido cocciuto di un Malfoy! Ora va' a sistemarti in camera. Tra un po' è ora di cena. Tra un po'  viene anche Nynphadora. Sarà contenta di vederti.- disse la donna, tornando radiosa. Draco annuì con forza e salì le scale, entrando nella camera che aveva usato anche quell'estate. Si stese sul letto e si rilassò totalmente. Notò qualcosa sul comodino e lo prese. Sorrise istintivamente, chiedendosi il perché di questa sua reazione. Era il lettore cd di Hermione. Si mise le cuffiette nelle orecchie e premette il tasto play, andando sicuro sulla sua canzone preferita del cd… Just the way you are.

 

La cena era passata tranquilla e Draco salì le scale, diretto in quella che sapeva essere la stanza di sua cugina. Era appena tornata e non aveva cenato con loro. Bussò gentilmente alla porta e poco dopo Tonks aprì la porta con uno sguardo piuttosto triste. Draco le porse una scatola di biscotti al cioccolato.

- Non puoi non mangiare… sei uno scheletro!- disse il ragazzo entrando nella camera. Si sedette sul letto. - Il tuo letto è più grande del mio!- protestò, stendendosi su di esso.

Lei si stese al suo fianco, mangiando un biscotto.

- Anche tu sei uno scheletro! Sei anche più pallido… non sei un bello spettacolo.- osservò lei, sorridendo.

- Sono un po' stressato… Tu? Qual è la tua scusa?- chiese Draco, divertito.

- Il mio solito problema. Non facciamo che litigare. L'altra sera poi ho peggiorato la situazione. C'era la luna piena e io sono andata a trovarlo. Ho fatto una sciocchezza. Quando mi ha visto, si è arrabbiato così tanto ed è scappato.-

- Beh, sì… in effetti è stata una sciocchezza.- osservò Draco, ricevendo un'occhiataccia dall'altra.

- Non mi rivolge la parola da allora.-

- Prova a farti desiderare. Fagli sentire la tua assenza.- commentò Draco.

- Non ce la faccio a stare senza di lui.-

- In amore vince chi fugge. Fa' finta di essere arrabbiata con lui. Fagli capire che la tua assenza lo fa stare male. Per la barba di Merlino, Nynphadora! Sei una donna con la D maiuscola! Non puoi demoralizzarti in questo modo solo per uno stupido che ha troppa paura per affrontare i sentimenti che prova per te. E' un lupo mannaro? E chi se ne frega! Lo ami! E lui ama te! Non potete fare questo logorante tira e molla perché una volta al mese lui diventerà tutto peloso e con i canini allungati! Se sta bene a te! E comunque lui dovrebbe essere onorato a stare con una come te! Oltre a tanta robaccia babbanofila, dentro di te scorre anche il sangue dei Black! Dovrebbe essere lui a supplicare di stare con te!- si alterò il biondo, un po' infastidito di questa situazione che turbava sua cugina. Lei scoppiò a ridere. Lo abbracciò con dolcezza, mentre lui cominciò a sentirsi in imbarazzo.

- Grazie…- sussurrò. - Tu perché sei stressato?-

Draco sospirò. Non poteva certo dirle la verità. Non tutta almeno.

- E' un periodo difficile. Un mio stupido compagno di casa mi si è messo contro. Mi ha rubato la ragazza, molti dei miei amici, mi ha portato via il posto di cercatore della squadra di Quidditch. E… non lo so… non riesco più in nulla… combino solo casini.- disse lui, guardando il soffitto, imbarazzato.

Tonks si strinse ancora di più nel suo abbraccio.

- Andrà tutto bene. Per tutti e due. Andrà tutto bene.- sussurrò lei. Draco sorrise, accarezzando i capelli di un marrone sbiadito di sua cugina.

- Andrà tutto bene…- ripetè lui in un sussurro. Si addormentarono entrambi in quella posizione, con un sorriso sulle labbra.

 

Spazio dell'autrice:

Eccomi già di ritorno :D Che pensate di questo capitolo? 

Commentate numerose :D E un grazie a tutti quelli che leggono la storia :D

A presto!!!

Kiss :D

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Capitolo 20
*** .20. Xmas' Presents! ***


- Qui va bene? - chiese Draco, dondolando sulla scala su cui era arrampicato.

- No, tesoro, più a sinistra.- disse Andromeda, che stava scrutando la situazione, comodamente seduta sul divano.

- Qui?- chiese ancora il biondo, seguendo le indicazioni. Sua zia storse il naso, scuotendo la testa.

- No, tesoro, più in alto.-

- Povero ragazzo, Dromeda, lascialo stare!- disse Ted, scoppiando a ridere. Si avvicinò a Draco e prese l'uccellino di vetro che aveva in mano il ragazzo, posizionandolo dove la moglie voleva. Draco scese dalla scala.

- Va bene che non avete elfi, ma non potremmo usare la magia per fare l'albero di Natale?- chiese lui, contrariato.

- E' più divertente così! E poi ormai è diventata una tradizione!- rispose la donna, prendendo una scatola dal pavimento e passandola al marito. Lui e Draco cominciarono a mettere alcuni festoni.

- Nynphadora torna per cena?- chiese curioso il ragazzo.

- Sì, dovrebbe tornare a momenti. E' andata a trovare i Weasley alla Tana. - rispose lo zio.

- Draco, tesoro, andresti a spegnere la luce, così vediamo l'effetto delle luci?- chiese Andromeda. Draco annuì, andando a spegnere la luce. Sorrise dell'effetto finale dell'albero. Era soddisfatto perché l'avevano fatto da soli lui e suo zio. Riaccese la luce, avvicinandosi all'albero.

- Manca la stella…- osservò, prendendo l'ultima decorazione, quella forse più importante, che andava su sulla cima.

- Mettila tu, ragazzo.- propose Ted. Draco sorrise, annuendo. Salì di nuovo sulla scala, posizionando con precisione la stella.

- Mamma, papà, cugino! Sono a casa!- aveva urlato Tonks dall'ingresso.

- Dora, vieni a vedere che bell'albero hanno fatto Draco e tuo padre!- le disse la madre. Nynphadora si affacciò dalla porta.

- Forte! Io invece guardate chi vi ho portato!- disse lei, facendo entrare una ragazza nel soggiorno. Draco stava scendendo le scale, ma quando la vide, mancò gli ultimi gradini, rischiando una rovinosa caduta.

- Hermione! Che ci fai qui? Non eri alla Tana?- chiese Andromeda, accogliendola con un abbraccio.

- Sì, Signora Tonks, ma ho avuto… ehm… degli imprevisti, quindi Tonks mi ha invitato a stare qui.- disse timidamente Hermione, poggiando a terra il suo baule.

- Certo, mia figlia ha fatto bene. Sei la benvenuta, qui!- disse la donna gioviale. - Draco, tesoro, porteresti il baule di Hermione su in camera?- chiese poi, rivolta al nipote.

Draco si avvicinò e prese il baule, senza fare storie, Hermione lo seguì. Arrivati nella camera, Draco si sedette sul letto e la guardò sospettoso.

- Perché sei qui? Hai litigato con il tuo fidanzatino?- chiese lui curioso, lei sbuffò.

- Ron non è il mio fidanzato… e comunque… diciamo di sì, abbiamo litigato.- ammise mordendosi un labbro.

- Volevo esserci, però. Vedere te, Weasley e la Brown. Sarebbe stato divertente.- ghignò lui.

- Ieri notte lo sai che mi ha detto? "Herm, lo so che ti sto chiedendo tanto, ma potresti andartene? Lavanda non vuole che ci sia anche tu. Però non dire a mamma che te l'ho detto, se no caccerebbe LavLav."- disse lei, scimmiottando la voce del rosso.

- E tu te ne sei andata? Mi deludi! Io sarei rimasto di proposito.- osservò l'altro, ancora divertito.

- L'avrei ucciso se fossi rimasta un altro giorno di più. Per fortuna è venuta Tonks! Mi ha salvato… o meglio, ha salvato Ron.-

- Mi sento lusingato, preferisci passare il Natale con me piuttosto che con Weasley.- sorrise lui, alzandosi. Hermione arrossì leggermente, ricordandosi della conversazione avuta con Harry sul treno. Draco stava per andarsene, quando si bloccò alla porta e si voltò verso di lei.

- Qui vicino c'è un villaggio babbano, niente di che a quanto dice zio Ted, un mucchietto di case e negozi. Domani mattina mi accompagneresti a fare dei regali per Natale?- chiese il biondo. Hermione rimase spiazzata da quella proposta, rimanendo inizialmente in silenzio.

- Ehm… ok.- disse infine, imbarazzata.

- Bene…- aggiunse lui, chiudendosi la porta alle spalle.

 

La mattina seguente Hermione si svegliò presto. Si guardò allo specchio e fece un'espressione schifata. Si massaggiò i capelli con la mano destra, con la speranza di ammansirli, ma niente… non sarebbe mai riuscita a domarli.

Diede una piccola occhiata ai suoi trucchi e ne rimase delusa. C'era un eye-liner, un mascara e una serie di ombretti marroni. Prese il primo e cominciò ad applicarlo negli occhi. Sbagliò nel fare la linea un paio di volte e fu costretta a ripulirla con una salviettina struccante. Un po' di mascara e il trucco era pronto. Si vestì pesantissima, con maglioni su maglioni e un paio di jeans. Indossò un paio di stivaletti felpati all'interno. Prese un cappotto pesante e una sciarpa di lana.

- Però a Draco piace il collo scoperto…- sussurrò, considerando l'idea di farsi una coda e lasciare il collo scoperto. Arrossì a quel pensiero.

- Ma che dico… mica è un appuntamento…- disse poi, arrotolandosi la lunga sciarpa intorno al collo e lasciando che la sua folta chioma ricadesse indomabile sulle spalle.

Scese le scale velocemente ed entrò in soggiorno, dove vide Draco mentre si prendeva un caffè, di fronte all'albero di Natale.

- Ciao, Hermione… esci anche tu?- chiese Ted, che era seduto di fronte al nipote. Draco si voltò verso di lei.

- Ehm sì. Usciamo insieme…- disse lei, arrossendo subito dopo.

- Oh… che carini! In effetti siete una bella coppia.- aggiunse Ted, ridendo sotto i baffi.

- No, ehm… cioè… non usciamo in quel senso… usciamo…- provò a spiegarsi Hermione. Draco si alzò, poggiando la tazzina sul tavolino.

- Mi accompagna a fare un giro in città.- disse con nonchalance.

- Ok… tornate per pranzo?- chiese l'uomo.

- Sì… a dopo, zio Ted!- disse Draco, salutandolo con la mano. Hermione salutò e seguì il biondo fuori dalla casa.

L'aria era fredda e gli stivali affondavano nella neve. La ragazza sorrise, soddisfatta di aver scelto quell'abbigliamento pesante. Camminarono in silenzio per tutta la strada fino al villaggio. Arrivati, Draco dovette ammettere che era un paesino molto carino e accogliente. Ricordava Hogsmead in qualche modo.

- Facciamo colazione?- chiese lui. Lei annuì, notando solo in quel momento quanto fosse affamata.

Entrarono in una piccola locanda e lei ordinò per entrambi un cappuccino e un cornetto.

- Quel cornetto è alla nutella?- chiese Draco al barista. Lui annuì e il biondo sorrise. - Prendo quello.-

Si sedettero a un tavolino e cominciarono a mangiare.

- Ma ce li hai i soldi babbani per fare i regali?- chiese lei curiosa. Draco annuì.

- Prima di andare a stare da Potter, Silente mi ha portato a convertire un po' dei miei soldi. Mi sono avanzate 100 "stelline".-

Hermione scoppiò a ridere, mentre lui la guardava confuso.

- Che c'è?- chiese, non capendo la reazione della ragazza.

- SteRline! Non stelline!- lo corresse lei, continuando a ridere. Draco sembrò offendersi.

- La solita sapientona, è uguale! SteRRRline, stelline… che cambia…- borbottò lui.

Uscirono dalla locanda e cominciarono a camminare per negozi. Draco si fermò davanti a una gioielleria.

- Quelli sono quei cosi che si portano alle orecchie, vero?- chiese, indicando un paio di orecchini d'argento con dei pendenti a forma di stella, rosa con tutti i brillantini.

- Sì, sono orecchini.- disse Hermione. - Però sono da donna, non ti consiglio di metterli. -

Draco alzò lo sguardo al cielo.

- Molto simpatica… sono per Nynphadora. Lei li porta!- osservò lui, trascinandola nel negozio.

Le spese continuarono. Hermione comprò dei pensierini ai genitori, mentre Draco prese un libro di cucina alla zia, era scritto da un cuoco famoso che lei guardava sempre in televisione, mentre a Ted regalò un berretto da pescatore, visto che la pesca era la sua grande passione.

- Hai altri regali da fare?- chiese lei, ad un tratto. Lui fece cenno di no con la testa. Si avviarono verso il sentiero di ritorno, quando Hermione lo prese per la manica e lo tirò, indicandogli una cabina per fare fototessere.

- Fatti una foto lì dentro! Escono in formato piccolo, sono carine! Così avrai il ricordo di una foto babbana!- propose lei, trascinandolo verso quella cabina. Lui si sedette all'interno e guardò lo schermetto davanti a sé.

- Cosa devo fare?- chiese confuso.

Lei inserì del denaro in un buchetto e premette alcuni tasti sullo schermo.

- Ora farai 5 scatti, poi usciranno le foto.-

- Non mi fido… rimani qui anche tu!- disse Draco guardandola storto. Lei arrossì, ma si riprese subito.

- Non centro qui dentro, non possiamo fare la foto insieme!- rispose lei. Lui senza grazia la prese per i fianchi e la fece sedere sulle sue ginocchia. Hermione rimase un attimo imbarazzata, ma poi sbuffò, premendo il tasto per la sequenza di scatti.

Uscirono poco dopo dalla cabina.

- Quel coso era accecante! Cosa era!?!- si lamentò Draco.

- Era il flash!-

- Non ci vedo! - continuò l'altro, facendo ridere la ragazza.

- Ecco le foto…- disse lei, prendendole dal contenitore. Si mise a ridere ancora più forte. Nella prima Draco aveva una faccia terrorizzata, probabilmente a causa del flash, mentre lei aveva un'espressione di lieve stupore. Nella seconda, lui la guardava confuso, mentre lei era scoppiata a ridere. Nella terza Draco era serio e scrutava l'obiettivo con curiosità, mentre lei rischiava di cadere. Nella quarta stavano entrambi parlando, anzi discutendo sul perché quei flash fossero così accecanti. Nell'ultima lei era scivolata dalla gamba di Draco e lui sembrava ridere di questa cosa.

- Ma non si muovono?- chiese lui, guardandole con curiosità.

- Sono foto babbane, catturano l'istante e basta.- spiegò lei.

- Sono più brutte!-

- Per me sono più belle… si bloccano nell'istante preciso in cui è stata scattata. Lasciano alla tua immaginazione il compito di ricordare il momento.-

Draco sbuffò, piegando un pezzo della strisciolina con le foto. Con cura la divise in due parti e una la diede a Hermione.

- Che rimanga tra noi…- disse lui, nascondendo la foto nella sua tracolla.

- Certo…- rispose lei, nascondendo un sorriso.

Camminarono a lungo per il sentiero che li avrebbe portati a casa Tonks. Inavvertitamente le loro mani si sfiorarono e, imbarazzati, si allontanarono, facendo finta di nulla.

Poi Draco sbuffò, prendendo qualcosa dalla sua tracolla. Ne tirò fuori un paio di guanti, che lanciò alla ragazza.

- Hai le mani congelate, stupida!- le disse a mo' di spiegazione. Lei sorrise timidamente, infilandosi i guanti decisamente più grandi della sua taglia, ma altrettanto caldi e confortevoli.

Raggiunsero casa poco dopo, Nynphadora stava facendo la tavola e guardò confusa i due ragazzi entrare dalla porta.

- Dove siete stati voi due?- chiese, curiosa.

- Sono appena tornati dal loro primo appuntamento. Non sono adorabili?- disse Andromeda, che doveva aver parlato con Ted. Draco si lasciò scappare una risata, mentre Hermione diventava di colore bordeaux.

- Non era un appuntamento!- protestò lei, decisa, ma imbarazzata.

Ciaooooo!!!! 

Ventesimo capitolo!!!! Evviva!!! Un applauso alla fanfiction più lunga che abbia mai scritto XD Brava me, brava me! XD 

Ok... dopo questo momento di pazzia... torniamo al capitolo.

E' arrivata Hermione!!!!!!! Ecco perchè dicevo che Draco passerà un Natale sicuramente interessante!!! ihih Già questa uscita insieme... mmmmh... promettono bene insieme ihihih

Ringrazio chiunque legga la storia e soprattutto chi la commenta :D 

A presto!

Kiss

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Capitolo 21
*** .21. It's Kinda Magical ***


La mattina di Natale arrivò con tanta attesa da parte degli abitanti di casa Tonks.

Tutti i regali erano stati messi sotto l'albero e aspettavano solo di essere scartati. Draco si era svegliato presto quella mattina e si era messo sulla scrivania a scrivere una lettera di auguri.

" Ciao Theo, come va a Hogwarts? Qui va tutto bene. Volevo augurarti un buon Natale! Spero di rivederti presto, amico mio.

Con affetto,

Draco"

Lui non era molto capace con queste smancerie natalizie, neanche Theodore, quindi fu contento di non sentirsi in difficoltà a scrivere quelle poche righe.

Stava per rimettere tutto a posto, quando si bloccò e riprese carta e penna.

" Buon Natale, Harry…" si fermò subito, cancellando con forza il nome del suo nemico. Accartocciò la carta e la buttò nel cestino.

" Buon Natale, Sfregiato… Spero che ti stia divertendo in quella catapecchia che i tuoi amichetti chiamano casa. Ci vediamo presto… purtroppo.

Con odio,

Draco"

Soddisfatto del risultato legò le due lettere alle zampe del suo gufo Spirion.

- Questa a destra devi darla a Theodore Nott, quella a sinistra a Harry Potter! Capito?- chiese Draco al gufo, che in risposta spiccò il volo e uscì dalla finestra.

- A chi scrivevi?- chiese Hermione alle sue spalle. La porta era aperta e lei era lì che lo guardava curiosa.

- Fatti miei….- rispose lui, superandola e scendendo le scale. Hermione si avvicinò alla scrivania e prese il pezzo di carta accartocciato nel cestino.

"Buon Natale, Harry" c'era scritto, anche se il nome era stato cancellato. Lei sorrise, divertita, rimise il foglio nel cestino e seguì il biondo in soggiorno.

- Hermione, cara, ora che ci sei anche tu, possiamo aprire i regali!- disse raggiante Andromeda, avvicinandosi all'albero. Tutti erano seduti a terra intorno all'albero e cominciarono a scartare i loro regali. Andromeda e Ted rimasero molto contenti dei regali di Draco e Hermione ( lei aveva regalato un set di trucchi babbani e una camicia verde smeraldo). Draco ricevette da sua zia e suo zio uno di quei completi magici preziosi e costosissimi che lui amava indossare. Nynphadora invece gli aveva regalato un boccino d'oro "addomesticato", cioè che non scappava via come avrebbe fatto quello vero. Il bigliettino allegato diceva : " Anche se non sei più nella tua squadra, rimarrai sempre il mio campione.". Sorrise leggendo quella semplice frase. Quando la cugina aprì il suo regalo ne rimase colpita.

- Sono bellissimi, Draco!-

- Leggi il biglietto… - disse lui, sorridendole dolcemente.

Lei lo prese e cominciò a leggerlo sottovoce.

" Spero che i tuoi occhi e i tuoi capelli possano tornare di un colore così intenso. Non ti voglio vedere grigia e triste. Tu sei nata speciale per dare colore alla vita.". Lei sorrise imbarazzata e lo abbracciò forte. Un gufo bussò alla finestra e Draco andò a prendere la lettera. La scartò divertito e lesse velocemente il contenuto. Sorrise alla fine, lanciando la lettera alla cugina.

- Poi dimmi che non ho sempre ragione…-

Lei la lesse e arrossì.

" Cara 'Dora,

sono stato uno stupido a trattarti così male. Io capisco che tu vuoi starmi vicino, ma io ho solo paura di farti male. Sei troppo importante per me per vederti in pericolo.

Spero che potrai perdonarmi.

Con affetto,

Remus".

Dopo alcuni abbracci e ringraziamenti, Draco si diresse da solo in giardino e si sedette sulla neve a guardare il cielo. Le nuvole erano bianche e facevano presagire una bella nevicata.

Hermione lo raggiunse poco dopo.

- Che ci fai qui da solo?- chiese lei, sedendosi al suo fianco. - Dovresti stare con i tuoi zii e festeggiare insieme. E' questo che si fa a Natale.-

Lui sorrise amaramente, tenendo lo sguardo fisso al cielo.

- Non ho mai festeggiato il Natale io. Non così, almeno. I miei invitavano alcuni amici di famiglia e organizzavano una serata di gala. Abiti eleganti, balli classici, cibi costosissimi e prelibati. Non c'erano regali veri e propri. Mamma mi dava dei soldi e potevo comprarmi quello che volevo. - abbassò la testa e continuò a parlare. - Mia madre è una donna fredda, austera e stupidamente orgogliosa. Si innamorò di mio padre prima di scoprire che fosse un mangiamorte. Lei tutto voleva tranne un altro mangiamorte in famiglia, dopo la pazzia alla quale era stata portata mia zia Bellatrix. Però si era innamorata. Lei non me ne ha mai parlato, ma lo si capiva da come parlava di mio padre. Lei stravede per lui. Non abbiamo mai avuto un rapporto così stretto come ce l'ho con mia zia Andromeda. Lei… non mi ha mai abbracciato. Il massimo che mi chiedeva era:"Andato tutto bene a scuola?". Ogni anno continuavo a pensare che lei non mi volesse bene, che non mi volesse come figlio. Vedevo le mamme dei miei amici e loro erano, sì fredde, ma affettuose nei confronti dei loro figli. Ero geloso. -

Hermione ascoltava rapita ogni sua parola, non voleva interromperlo, perché aveva capito che lui si stava sfogando con lei.

- Però, ogni anno… mia madre mi stupiva. Ogni 5 giugno, il giorno del mio compleanno, lei si rimboccava le mani e cacciava ogni elfo dalla cucina. Mi preparava una torta di compleanno tutta da sola. Mi diceva sempre la stessa frase:" In questo giorno speciale… è nata la stella più bella del cielo. Esprimi un desiderio, piccolo mio". Con il tempo, capii che la sua non era mancanza di affetto, ma incapacità di esprimerlo. Mio padre, invece, è una testa dura. Un uomo traviato dalle idee di un pazzo. A volte alzava le mani su di me, ma mia madre non sarebbe mai andata contro di lui. Non per paura… no… lui non avrebbe mai alzato un dito contro di lei… ma per amore e fedeltà. E io… io ho una stupidissima e incontrollabile ammirazione nei suoi confronti. Per questo faccio tutto quello che mi dice… vorrei che lui mi apprezzasse un briciolo di quanto io apprezzi lui. Ma io continuo a deluderlo… e deluderlo… e deluderlo.- la sua voce si affievolì, nelle ultime parole che diceva. Hermione gli prese la mano dolcemente e lui non protestò a quel contatto.

- Tu sei migliore di tuo padre! Lui è un uomo senza scrupoli, mentre tu sei diverso! Sai amare…- disse lei. Poi indicò la casa. - Guarda il rapporto con i tuoi zii, con Tonks. Tu sei migliore di lui, Draco!-

Draco non la guardò, ricominciando a fissare il cielo bianco. Decise di non risponderle, non sarebbero mai stati d'accordo su quel punto. Ad un tratto vide il suo gufo atterrare a fianco a loro due. Sorrise alla vista di due lettere attaccate alle zampe.

- Già di ritorno, Spirion? Sei stato velocissimo!- si complimentò con lui, accarezzandolo delicatamente. L'animale si fece toccare, contentò di tutti quei complimenti.

Prese le lettere e aprì la prima che gli capitò tra le mani.

" Ciao, furetto!

Qui alla Tana, senza di te, si sta benissimo! Finalmente un po' di pace!

Che dire… buon Natale anche a te!

Ci vediamo a scuola… purtroppo.

Harry."

Sorrise a malapena leggendo quelle parole. Ritrasse il foglio, vedendo che Hermione si era sporta a leggere.

L'altro foglio doveva essere da parte di Theodore.

" Ciao, Dra!!!

Qui a Hogwarts sempre le stesse noiosissime cose. Zabini stava raccontando strane storie su te e la Granger, ma ci ho pensato io ad affatturarlo. Buon Natale anche a te, amico! Divertiti!

A presto!!!

Con affetto

Theo."

- Perché non gli hai fatto il regalo? A Nott…- disse Hermione confusa. Doveva aver letto la lettera.

- Perché avrei dovuto?- chiese Draco, con nonchalance.

- E' il tuo migliore amico, no? Io a Harry ho fatto un pensierino.-

- Questione di abitudini. Io e Theodore abbiamo improntato il rapporto così. Non ci dilunghiamo in dimostrazioni di affetto. Io mi fido di lui… e lui si fida di me. Mi basta questo.- rispose Draco.

- Mi sembra più un rapporto di reciproca necessità…- intervenne Hermione, non convinta.

- Io non critico il tuo rapporto con Potter.- sbottò lui, sorprendendola. Poi lui sorrise, riprendendo la parola. - Se fossi in difficoltà, lui sarebbe il primo che avvertirei. Se ci fosse una guerra, lui sarebbe il primo che cercherei di difendere. E sono convinto che lui farebbe lo stesso per me. Non è pura necessità, è amicizia. Rispetto. Fiducia.-

Lei annuì, pentendosi di aver giudicato così velocemente il loro rapporto. Poi lo vide soffermarsi a guardare il cielo.

- Perché guardi in su?- chiese curiosa.

- Mi piace la neve.- rispose lui con semplicità.

- Questo lo so… ma non sta nevicando.-

- Aspetto che nevica. Non ho mai visto la neve che inizia a cadere. La vedo sempre un attimo più tardi, quando già cade regolare. Per una volta voglio stare qui, quando il primo fiocco cadrà sulla mia mano.- rispose lui sorridendo. Si voltò leggermente verso di lei, incontrando i suoi occhi. Le guance di Hermione erano rosse, ma questa volta era colpa del freddo. Lei sorrise, pensando che quel pensiero fosse tanto infantile, quanto estremamente dolce.

- Se vuoi ti tengo compagnia…- disse lei con un filo di voce. Lui alzò le spalle, tornando a guardare il cielo.

- Ehi, piccioncini! E' pronto il pranzo!- urlò Nynphadora dalla porta di casa. Entrambi si alzarono velocemente e la raggiunsero.

 

- Malfoy, penso che ormai non nevicherà più…-

Erano le sette del pomeriggio e l'aria era decisamente più fredda. Draco e Hermione erano tornati in giardino dopo pranzo ed erano rimasti lì, in silenzio, ad aspettare la neve.

Era buio, ma le luci nel giardino davano un po' d'illuminazione.

- Arriverà, fidati…- rispose Draco.

- Comincia a fare freddo…- disse lei, battendo i denti. Lui la guardò per alcuni istanti, infreddolita, raggomitolata su se stessa.

- Torna dentro, io aspetto fuori.- disse lui secco.

- Non ti lascio qui a congelare da solo!- sbottò lei, indispettita.

- Stupida Grifondoro…- bisbigliò l'altro, togliendosi il giubbotto e passandolo alla ragazza.

- Ma sei matto? Vuoi morire congelato?- sbraitò lei, contrariata.

- Copriti e chiudi il becco!- rispose, continuando a guardare il cielo ormai scuro.

Hermione cominciò a blaterare qualcosa, ma Draco non l'ascoltava più, perché un minuscolo fiocco di neve si posò sulla punta del suo naso. Le sue labbra si spalancarono dalla sorpresa, mentre altri fiocchi più grandi cominciavano a scendere dal cielo. Anche Hermione si ammutolì, cominciando a godersi lo spettacolo.

- Magico…- sussurrò Draco, buttandosi con la schiena a terra, sulla neve bagnata. Stava morendo di freddo, ma non gli importava. La neve lo rilassava.

Quando la neve si intensificò, Hermione lo costrinse a tornare a casa e lo fece entrare nella camera del ragazzo.

- Sei uno stupido incosciente! Sei diventato blu! Stavi congelando!- gli urlò contro lei, afferrando una coperta e coprendo il ragazzo, che intanto si era seduto sul letto.

- E' stato stupendo…- sussurrò lui, sorridendo.

Lei continuò a blaterare offese, ma ad un tratto una scatolina cadde dalla tasca del suo giacchetto.

- Cosa è?- chiese Draco, prendendolo. Lei arrossì, bloccandosi di colpo. Draco l'aprì e dentro c'era un bracciale d'argento, con un piccolo serpente verde come pendente. Lo fissò per un po' per poi alzare lo sguardo verso di lei.

- E' per me?- chiese, divertito, con un ghigno stampato sul volto. Hermione abbassò lo sguardo.

- Mi sembrava che potesse piacerti.- rispose lei, intimidita. Lui le porse il polso destro.

- Me lo metti?- chiese sorridendo. La ragazza si avvicinò lentamente e prese il bracciale, facendolo passare intorno al suo polso. Lo chiuse delicatamente, sfiorando appena la sua mano gelida. Si allontanò subito, tornando a sistemarsi dall'altra parte della stanza. Draco guardò soddisfatto quel regalo, poi si allungò a prendere qualcosa nel cassetto del suo comodino. Lanciò ad Hermione una scatola allungata.

- Mi sa che abbiamo avuto un'idea simile. Ammetto che mi vergognavo a dartela.- sorrise lui. Scartò la scatolina e dentro c'era una collana con una pietra ametista al centro. Lei ne rimase sorpresa.

- E'… è davvero per me?- chiese confusa. Draco annuì, alzandosi dal letto e raggiungendola lentamente. Le disse di voltarsi delicatamente e lei lo fece. Il biondo le alzò i capelli, spostandoli da una parte e prese la collana, passandogliela intorno al collo. Le sue mani si soffermarono su quella parte del collo che preferiva, per poi arrivare alla chiusura della collana. Lasciò liberi i capelli e lei si voltò verso di lui, con un debole sorriso.

- Buon Natale, Draco…- sussurrò Hermione con dolcezza.

- Buon Natale… Hermione…- rispose Draco, passando una mano sul collo della ragazza. Lei rabbrividì a quel tocco. Forse per la freddezza di quella mano, forse per il proprietario di quel tocco così leggero.

- Draco… cosa stiamo…- provò a dire lei.

- Ssh…- la interruppe lui, delicatamente. Avvicinò lentamente il suo volto a quello di lei e lasciò che le sue labbra sfiorassero quelle di Hermione, con dolcezza… con quel desiderio di calore che la neve gli suscitava.

Hermione rimase stregata da quel bacio così lieve e leggero, così… puro. Si stupì che quella dolcezza potesse provenire dalle stesse labbra che l'avevano offesa e umiliata per anni.

Draco si allontanò da lei, quasi scottato e lei scappò da quella stanza, chiudendosi nella sua camera.

Spazio dell'autrice:

Ma ciaoo!!! Insomma??? Vi piace questo capitolo natalizio??? Non so se si era capito, ma anche io, come Draco, adoro la neve ( ed è piuttosto triste visto che vivo a Roma e qui non nevica mai!!! Tranne l'anno scorso *.* Neveeeeeeeeeeeeee)!!!

Vi è piaciuto il capitolo??? 

Volevo sottolineare una cosa. Le figure di Lucius e Narcissa sono un po' vaghe. Sembrano figure negative per Draco ( e in effetti Lucius un po' lo è...). Volevo solo specificare che so che nella realtà Draco è un ragazzo viziato dai genitori che lo adorano: io sono la prima che difende Lucius e Narcissa in situazioni normali. Il fatto è che in questa storia mi servivano così, un po' cattivi e assenti (di conseguenza OOC). 

Cooomunque...

Che ne pensate di... questo bacino *.*? Ihihih

Spero che commenterete il capitolo come sempre :D Ringrazio chiunque legga la storia, dedicando quindi il suo tempo alla lettura della mia fanfiction... ma ringrazio soprattutto le persone che continuano a recensire ogni capitolo :D Grazie di cuore!!!

A presto! 

Kiss

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Capitolo 22
*** .22. Weird ***


Il resto delle vacanze natalizie passò in totale tranquillità, nell'indifferenza totale che regnava tra Draco e Hermione. Si incrociavano per le scale, senza rivolgersi la parola; partecipavano ai pasti, trovando argomenti interessantissimi da discutere con tutti, tranne che tra di loro.

Arrivò quindi piuttosto velocemente quel primo gennaio che sanciva la fine delle vacanze.

- Mi raccomando, Draco! Questa volta vedi di scrivermi!- aveva detto Andromeda al nipote, una volta arrivati alla stazione di King's Cross. Draco le sorrise debolmente, sapendo che in realtà non le avrebbe più scritto.

- Farò del mio meglio, zia…- rise sotto i baffi, cercando di sdrammatizzare. Salutò lei e lo zio, prendendo da parte sua cugina. Sapeva che sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe vista, prima di una possibile "battaglia".

- Che c'è, Draco?- chiese lei confusa.

- Volevo solo dirti…- provò a dire lui. Cosa voleva dirle? Che stava per uccidere Silente, anche se non sapeva come, ma che comunque le voleva bene?

- Cosa?-

- Quello che volevo dirti è…- ritentò più sicuro, ma con un groppone alla gola che gli impediva di parlare. Sentì il fischio del treno che stava per partire, allora decise di abbracciarla, senza preavviso. Tonks rimase all'inizio ferma, sorpresa, ma poi sorrise, poggiando la testa sulla spalla del cugino.

Draco scappò di corsa, raggiungendo Hermione che stava salendo sul treno.

Imbarazzo. Silenzio.

Si fermarono davanti a uno scompartimento vuoto e Draco ruppe quel digiuno di parole.

- Vai a cercare i tuoi amici? Posso restare da solo.- propose lui, aprendo la porta dello scompartimento. La voce era bassa e roca, come se avesse perso l'abilità di parlare.

- Ehm… volevo aspettare che venisse a cercarmi Harry… non mi andava di vedere… Ron. - rispose lei con un filo di voce, per poi aggiungere velocemente - Però se vuoi me ne vado!-

Draco alzò le spalle.

- Come vuoi…- disse, entrando nello scompartimento. Lei sospirò profondamente, seguendolo.

Si sedettero il più lontano possibile l'uno dall'altra. Lui si mise a guardare il finestrino, mentre lei prese un libro dal suo baule.

Rimasero alcuni attimi in silenzio, quando Hermione richiuse il libro, attirando l'attenzione del biondo.

- Penso che dobbiamo parlare…- disse lei, seria. Draco rimase impassibile, non muovendo neanche un millimetro del suo corpo.

- Se ci tieni tanto…- rispose lui. La sua voce sorprese la ragazza, abituata ormai al suono di quel silenzio.

- Quel… Quella cosa… che è successa tra noi…- iniziò lei, imbarazzata. Lui alzò gli occhi al cielo, ma non rispose. - Quella cosa… è… strana…-

Draco la fissò con attenzione, in silenzio, cercando di nascondere al massimo le sue emozioni.

- Tu cosa pensi?- chiese lei, un po' in apprensione per il suo silenzio.

- Penso che chiacchieri troppo… - rispose lui con ostilità. Hermione si sedette di fronte a lui e lo guardò negli occhi.

- Ho passato delle giornate stupende con te… inspiegabilmente stupende, aggiungerei… Però, concorderai con me, che…- cominciò a dire lei.

- Non c'è bisogno che mi fai il discorsetto come se dovessi lasciarmi. Io e te non stiamo insieme.- precisò lui.

- Non ti voglio… "lasciare". Dico solo che quello che è successo è strano. Non pensi?- chiese lei con più forza.

- Ok, sì. E' strano. E allora?- chiese Draco, confuso.

- Allora niente. - non aggiunse altro, cominciando a torturarsi una ciocca di capelli.

- Allora abbiamo chiarito? Non è successo… niente.- precisò Draco, guardando fuori il finestrino.

- Perfetto.- annuì Hermione, decisa.

- Ottimo…- concluse lui, volendo avere l'ultima parola. In quell'istante Harry entrò nel loro scompartimento e loro due si ammutolirono all'istante.

- Harry!- urlò lei con voce stridula abbracciandolo. Il moro si sedette vicino a Hermione e sussurrò un ciao al biondo, che invece rispose con un cenno di testa.

Draco si alzò in quel momento, prendendo il suo baule.

- Ora posso andare… Ci vediamo a scuola.- disse uscendo velocemente dallo scompartimento.

- Che gli è preso?- chiese Harry confuso. Hermione arrossì, alzando le spalle.

- Penso stesse aspettando che tu arrivassi per andarsene. Un gesto carino… beh, sì… il farmi compagnia prima del tuo arrivo.- rispose lei, imbarazzata.

- Già… un gesto molto carino…- ripetè lui, poco convinto.

- Mi dispiace che te ne sei andata.- cominciò Harry, serio.- Io… ho anche litigato con Ron, per questo.-

- Harry, tu e Ron non dovete litigare a causa mia. Il problema è tra me e lui. Tu non centri nulla.- disse subito Hermione, scocciata.

- Sei la mia migliore amica. Io non sto dalla parte sua o tua… io sto dalla parte di chi è nel giusto. E lui ha sbagliato! Se lui ti fa soffrire, ai miei occhi non diventa diverso da un qualsiasi Serpeverde che ti prende in giro.- rispose Harry sicuro. La ragazza si fece sfuggire un sorriso timido.

- Grazie, Harry.- disse lei, con dolcezza.

- Detto questo… mi presti il libro di Trasfigurazione? Penso di essermelo dimenticato a Hogwarts e come tu ben sai non so neanche su cosa sarà il compito in classe di lunedì.- disse lui con un sorriso, imbarazzato e colpevole.

Hermione sorrise, rassegnata. Prese il libro dal suo baule e glielo passò.

- Sono i capitoli dal 9 al 13. Dovrebbero essere segnati da un…- si bloccò all'istante arrossendo di colpo. Harry stava per aprire il libro, quando Hermione si buttò su di lui per cercare di prenderlo. Harry, spaventato, si alzò in piedi, allontanandosi.

- Cosa c'è?- chiese lui, confuso. Aprì il libro dove c'era il segnalibro. Era nella pagina iniziale del capitolo nove. Lì per lì non notò nulla di strano, fino a quando non notò cosa era il "segnalibro". Prese in mano la strisciolina che conteneva tre foto della sua migliore amica e Draco Malfoy. Stavano giocando o scherzando… fatto sta che in una di quelle foto Draco stava ridendo.

- Hermione Granger, cosa significa questa cosa?!- chiese confuso lui, con un pizzico di isteria nella voce.

- Harry, non è come sembra… gli stavo facendo vedere come funzionava la macchinetta delle fototessere.- provò a spiegare lei.

- Neanche io e te abbiamo delle foto insieme solo noi due!- protestò il ragazzo.

- Harry, ti prometto che faremo delle foto.- rispose lei con un sorriso tirato.

- Ma non voglio le foto! Voglio solo non ritrovarmi tra nove mesi come "zio" dei tuoi figli ricci e platinati!- si lamentò Harry, in fondo soddisfatto della sua brillante battuta.

- Ma no! Io e lui non abbiamo… oh, Harry, come ti salta in mente una cosa del genere?- chiese Hermione con voce stridula.

- Tu… voi! Nascondete qualcosa.- disse Harry, indicandola in modo colpevole.

- No, Harry, te lo direi se tra me e lui ci fosse qualcosa!- rispose la ragazza, velocemente. - E comunque, cambiando argomento, hai trovato un modo per convincere Lumacorno a darti il ricordo che cerca Silente?- chiese lei, cambiando argomento.

- No… però pensavo di farlo ora che torniamo a Hogwarts. Da solo non mi vuole vedere, ma magari insieme… Tu puoi bussare alla porta del suo ufficio per parlare del compito di martedì! Io faccio finta di averti solo accompagnato, perché eri molto in ansia! Hermione! E' un'idea geniale!- urlò lui di gioia. Hermione alzò un sopracciglio, poco convinta.

- Se lo dici tu.- disse, contenta di aver cambiato argomento.

- Comunque... per ora... mi fido di te. Poi ne riparleremo... di te e Malfoy.- aggiunse Harry subito dopo, arricciando leggermente il naso.

 

Arrivato a Hogwarts, Draco si diresse lentamente nella sala comune. La parola d'ordine era rimasta invariata, quindi non ebbe problemi. Quando entrò si ritrovò davanti Blaise. Il moro gli sorrise, sornione.

- Malfoy, che piacere vederti.-

- Il piacere è tutto tuo.- rispose l'altro, sorpassandolo.

- Non ti sedere sugli allori, bello. Devi andare da Lumacorno per la punizione. Ti ricordi che mi hai dato un pugno? Io ci sono già andato.- disse Blaise, bloccandolo.

- Grazie dell'informazione, verme. Ne terrò conto.- andò a posare il baule in camera. Salutò a malapena Theodore e si diresse verso l'ufficio di Lumacorno.

- Stupido vecchio!- sussurrò Draco, prima di bussare alla porta del suo ufficio.

- Avanti!- entrò lentamente e si sorprese di vedere lì dentro anche Hermione e Harry.

- Oh, signor Malfoy! Il signor Zabini le ha comunicato che volevo vederla?- chiese, euforico di vedermi. Sembrava in difficoltà con gli altri due.

- Sì, Blaise mi ha accennato che riguardava la punizione.- disse il biondo atono.

- Esatto. La signorina Granger mi stava raccontando dei problemi che la pozione polisucco le sta dando per il compito di martedì. E allora ho pensato, perché non discuterne con un ottimo idromele? Doveva essere un regalo, ma ho cambiato idea alla fine.- disse sorridente, prendendo dalla sua dispensa un idromele incartato. Draco si sedette sul divanetto con Harry e Hermione e ricevette il bicchiere con una punta di insicurezza.

- Facciamo un bel brindisi di Buon Natale, anche se è passato. Buon Natale, ragazzi!- disse il professore, facendo il brindisi. Gli studenti si guardarono confusi, ma alzarono in alto i calici.

Draco si portò il bicchiere vicino alla bocca, ma storse il naso, quando sentì un odore strano.

- Professore, potrei chiederle una cosa in privato, poi?- chiese Harry con titubanza, bloccando il professore prima che cominciasse a bere.

- Harry, prima gustiamoci questo momento di relax. Poi vediamo…- rispose Lumacorno, un po' in difficoltà.

In quell'istante il bicchiere di Hermione cadde a terra e tutti si voltarono verso di lei. Il suo volto era diventato viola e sembrava non riuscire a respirare. Cadde a terra, con il corpo mosso da convulsioni. Draco fece cadere il bicchiere a terra, preso dallo spavento e si inginocchiò di fianco a Hermione.

- Hermione…- la chiamò, scuotendola. Harry gli fu accanto, preso dal panico, mentre Lumacorno posava sorpreso il bicchiere di idromele.

- Sembra avvelenata!- urlò il professore.

- Malfoy, va' a prendere un bezoar!- gli disse Harry con un ordine. Draco però era preso dal panico e continuava a sussurrare il nome della ragazza, continuando a scuoterla. Harry si alzò e velocemente prese il bezoar dalla dispensa e lo mise nella bocca della ragazza. La crisi sembrò bloccarsi e il professor Lumacorno la prese in braccio, correndo in infermeria.

 

In infermeria c'erano Ron e Harry, al capezzale di Hermione, insieme a una sfilza di professori che si interrogava sull'accaduto.

Draco era seduto a terra, fuori la porta dell'infermeria. Fissava il vuoto, con un galeone in mano. Il galeone che aveva stregato e che lo teneva in contatto con Madama Rosmerta, il galeone che non controllava da settimane e che recitava un messaggio vecchio di giorni che lui aveva letto solo in quell'istante: "Ho usato l'alga per avvelenare un idromele. L'ho dato a Lumacorno!". D'altronde gliel'aveva chiesto lui di darlo alla prima persona che le chiedesse consiglio su un regalo da fare a Silente. Le parole di Lumacorno dovevano avvertirlo: "Doveva essere un regalo, ma ho cambiato idea alla fine.". Era stato stupido a non pensare di controllare il galeone, poteva avvelenarsi lui stesso con la sua stessa trappola. Aveva messo in pericolo un'altra vita innocente. La vita di Hermione. In quel momento Piton uscì dall'infermeria e Draco si alzò in piedi, cercando di nascondere l'espressione sconvolta.

- Professore, come sta, Hermione?- gli chiese il ragazzo, non preoccupandosi di nascondere la sua curiosità. Il professore lo sbattè al muro.

- La ragazza è viva per miracolo. Draco io non tollero altre stupidaggini. Un altro errore e sei fuori dalla missione. Con tutte le conseguenze che ne derivano.- disse con voce lenta e severa. Draco si allontanò da lui, cominciando a scappare, spaventato.

 

- Ron! Ti cerco da… che ci fai qui?- chiese Lavanda, raggiungendo Ron in infermeria. Il rosso si mise una mano tra i capelli.

- Hermione è stata avvelenata.- rispose lui in difficoltà.

- Lo so, ma tu non dovresti stare qui comunque!- rispose Lavanda isterica.

- Lavanda, Hermione è la mia migliore amica! Non posso abbandonarla in un momento del genere!- disse Ron a tono. Harry si sorprese di quella risposta, ma ne rimase contento.

- Non è vero! Tu la ami! E in questo modo stai scegliendo lei!- gli urlò contro lei in modo isterico.

- Lav, ci sono i professori là dietro… contieniti!- disse Ron, imbarazzato.

- Non hai negato!-

- Lav, non mi fare scegliere tra lei e te…-

- Perché sceglieresti lei?- chiese Lavanda, girando i tacchi e andandosene.

- Lavanda!- la provò a chiamare Ron.

- Lasciala andare… dopo chiarirete… Hermione ora ha bisogno di te.- si intromise Harry in un sussurro.

- Sì.- annuì Ron, prendendo la mano di Hermione.

- Ragazzi è tardi… lasciate riposare la signorina Granger.- disse Madama Chips, raggiungendoli. I due ragazzi fecero un po' di storie, ma poi uscirono insieme ai professori.

 

Saranno state le due di notte, quando Draco entrò di nascosto nell'infermeria. Hermione era sdraiata nel terzo letto a sinistra. Le si avvicinò e si sedette sulla sedia di fianco. Le sfiorò delicatamente la mano scoperta dal lenzuolo e la strinse forte.

- Mi dispiace…- le sussurrò, cominciando a osservare i suoi ricci crespi e ribelli morbidamente appoggiati al cuscino, illuminati dalla luce della luna che entrava dalla finestra.

- Non volevo farti del male… - le disse, prendendo la mano di lei con entrambe le sue. Lentamente Hermione aprì gli occhi, stanca e si sorprese di trovarlo lì.

- Draco…- sussurrò il suo nome, mentre lui la guardava con attenzione.

- Stai bene?- le chiese lui, dolcemente, con un tono che stupì la ragazza.

- Mi gira la testa.- disse lei, provando ad alzarsi.

- Ferma…-

- Cosa mi è successo?- chiese debolmente.

- Sei… stata avvelenata. L'idromele… era avvelenato.- rispose Draco, impacciato.

- Voi… Voi state tutti bene?- chiese lei.

- Sì… ti sei sentita male prima che noi potessimo cominciare a bere. Potter… ti ha salvato la vita. Ti ha dato un bezoar.-

- Geniale… è stato geniale… si è ricordato gli effetti del bezoar! Allora quando vuole, sa applicarsi nello studio…- commentò Hermione, euforica.

- Hermione… stavi morendo… non c'è niente di geniale… o divertente…- la riprese lui. Lei sorrise impercettibilmente.

- Perché ti stai preoccupando per me? Non mi dire che il grandissimo Malfoy cuore di pietra si è affezionato a una lurida mezzosangue…- disse lei con un ghigno stanco. Draco sorrise.

- Non ti montare la testa, stupida.- rispose, per poi riprendere a parlare. - Ora riposati. Io me ne vado, prima che Madama Chips si svegli e si accorga della mia presenza.-

Hermione gli strinse la mano, bloccandolo.

- Mi ha fatto piacere vederti.- ammise, sorridendo dolcemente. - Non avrei mai pensato di dirlo, ma sì… mi ha fatto piacere.-

- Sono contento che non tu non sia morta.- rispose lui, con un ghigno. - E neanche io avrei mai pensato di dirlo.-

Si allontanò da lei, uscendo silenziosamente dall'infermeria.

- E' una cosa strana… ma piacevole...- sussurrò Hermione tra sé, rigirandosi nel letto e provando a riaddormentarsi.

Spazio dell'autrice:

Eccomi con un nuovo capitolo... Vi informo che... mancano undici capitoli alla fine!!! (se non ho contato male XD)

E' una cosa triste :(, anche perchè penso di aggiornarli moooolto velocemente :D Ho mille cose da fare XD Ho scoperto l'esistenza dei contest XD Mi sono iscritta a sei di essi nel primo giorno di iscrizione al forum XD Sto scrivendo all'impazzata storie su personaggi impossibili ( justSay, non mi uccidere... sto scrivendo anche una Romione XD, ma non sono passata al lato oscuro... sto solo sfidando la mia creatività XD)... e in più, sto scrivendo un'altra storia bella lunga e tosta come questa XD. Mi dispiace solo che per ora ho accantonato un'idea per una Draco/Ginny che mi piaceva, ma ci sarà tempo anche per quella XD. Tutto questo per dirvi??? Ah sì, che nonostante devo scrivere un mucchio di cose, non mi dimenticherò di voi e continuerò a pubblicare la storia con rapidità e continuità come piace a voi xD

Vi dico già da adesso che dovrei aggiornare massimo un giorno sì e uno no! 

A presto!!! 

Kiss

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Capitolo 23
*** .23. There's something ***


Le lezioni ricominciarono troppo velocemente per i gusti di alcuni studenti. I compiti in classe e le infinite ore di studio sembravano tormentare le vite di molti alunni, già desiderosi delle vacanze estive. Draco, forse, era il solo a non desiderare la fine della scuola. Cercava con tutto se stesso di allontanare quei mesi che sancivano il limite della fine della sua missione, anche perché era ancora in alto mare. Si aggirava sempre da solo per il castello, come un fantasma. Aveva persino rinunciato all'idea dell'armadio. Si era miseramente arreso. Theodore, probabilmente, gli voleva stare vicino, ma Draco glielo impediva.

 

-Draco, io… lo so che stai combinando qualcosa. Tu Sai Chi ti ha dato una missione, giusto? Dimmi di cosa si tratta, ti prego, così posso aiutarti! Stai male, lo vedo, ti conosco. Sembri un fantasma!- gli aveva detto Theo una mattina prima di uscire dalla stanza per andare a fare colazione in Sala Grande.

- Vorrei parlartene, ma non posso, Theo.- rispose Draco, infilandosi l'uniforme.

- Ti fa male, non lo capisci?Il tenerti tutto dentro… il non poterti confidare con nessuno… Hai bisogno di qualcuno con cui condividere questo peso! E io posso essere questo qualcuno, lo sai che ti puoi fidare di me.-

- Lo so che mi posso fidare di te. Ma… non voglio metterti in mezzo, perché se dovessero scoprirmi, non posso permettere che tu venga in qualche modo messo in mezzo come mio complice!-

 

Quel giorno Draco stava camminando velocemente per un corridoio, per raggiungere la Sala Comune. Le lezioni erano appena finite e la McGranitt lo aveva appena fermato per dirgli che se avesse continuato così, non avrebbe passato gli esami di fine anno. "Signor Malfoy, lei non si sta applicando quest'anno! E non lo penso solo io!" Bla bla bla… Si era allontanato velocemente dalla "vecchia", innervosito e preoccupato che i professori potessero sospettare qualcosa.

Draco non si accorse neanche che, girando l'angolo, era andato a sbattere contro qualcuno.

- Ehi, stai attento a dove vai, Malfoy!- una ragazza alta e dai capelli castani lisci legati in un'alta coda gli parlò e lui sbiancò, riconoscendola.

- Katie Bell…- sussurrò impaurito. Lei lo guardò confuso.

- Katie! Sei tornata!- Draco riconobbe la voce di Harry alle sue spalle. Intravide appena Ron e Hermione al suo fianco. Fece dietrofront e si allontanò, quasi correndo. Improvvisamente il nodo della cravatta era diventato stretto, se lo allentò velocemente, finendo per togliersi quell'indumento ormai inutile. Entrò nel bagno del secondo piano e si tolse anche il gilet di lana. Faceva stranamente caldo. Aprì un rubinetto e cominciò a sciacquarsi la faccia. Non capiva perché la vista di Katie Bell gli aveva fatto quell'impressione. Cominciò a respirare pesantemente, realizzando solo in quel momento forse il totale fallimento della sua missione. Aveva quasi ucciso due persone, vive per miracolo. Aveva trovato un armadio che non sapeva riparare e mancavano pochi mesi. Aveva coinvolto Madama Rosmerta, che alla fine di tutto sarebbe stata indagata per mesi! Aveva quasi ucciso due persone! Era tutto un fallimento… la missione, i suoi tentativi… Tutto! Katie… e Hermione gli parlavano… come se nulla fosse successo… senza sapere che era stato lui ad averle quasi uccise.

- Sono un mostro…- sussurrò a se stesso, accucciandosi ai piedi di quel lavandino. Cominciò a piangere, senza preoccuparsi di nascondere i singhiozzi.

- Draco…-

Si alzò velocemente e puntò la bacchetta nella direzione da cui veniva la voce. Theodore era davanti a lui, con le mani alzate in segno di resa.

- Sono solo io…-

- Che ci fai qui?- gli chiese il biondo con rabbia.

- Ho visto Pansy qui fuori e mi ha detto di averti visto entrare di corsa e le sembravi strano.- rispose Theo, avvicinandosi. - L'ho pietrificata, perché insisteva nel voler entrare.-

Sorrise, aspettando una risposta da Draco.

Il biondo si voltò verso il lavandino e si guardò allo specchio. I capelli erano spettinati e gli occhi completamente rossi.

- Perché piangevi?- chiese Theo.

- Sono un mostro, lo sai?- rispose Draco, ricominciando a piangere.

- No che non lo sei… Cosa ti è successo?- si avvicinò, poggiando una mano sulla spalla dell'amico.

- Ho quasi ucciso due ragazze che non centravano niente! E loro mi rivolgono la parola normalmente, come se io non fossi il loro quasi assassino…- riuscì a dire tra i singhiozzi.

- Centri tu anche con la storia dell'idromele avvelenato?- chiese sorpreso l'altro. Draco annuì.

- Sì, ma non volevo avvelenare Hermione… Io… io sto fallendo, Theo. E ho paura… ogni giorno che si avvicina alla fine della scuola è una condanna a morte per me e la mia famiglia! Ho paura, Theo…-

- Tranquillo, Draco… Si risolverà tutto… Chi volevi uccidere? Chi è il tuo obiettivo? Io ti posso aiutare… lo sai che lo farei.-

Draco alzò lo sguardo verso di lui, debole, vulnerabile. Forse Draco glielo avrebbe detto… gli avrebbe detto chi voleva uccidere, ma sentì un rumore di porta alle sue spalle, che lo fece bloccare.

Dalla porta entrò la figura esile di Hermione, che cercava di scrutare la situazione. Quando la ragazza riconobbe Draco, arrossì.

- Draco…- sussurrò, sorpresa.

- Stanne fuori, Granger…- ringhiò Theodore. Draco lo fermò.

- Ci penso io… Porta Pansy in sala comune.- gli disse il biondo, asciugandosi le lacrime rimaste. Theo uscì dal bagno, lasciandoli soli.

Silenzio.

- Non volevo disturbarti. Stavo andando in biblioteca e ho sentito dei rumori.- disse lei, indicando la porta.

- Ora che hai appurato che non stavamo facendo nulla di male, puoi anche tornartene dai tuoi amichetti. Ho visto che hai fatto pace con Weasley. Si starà preoccupando per te.- sibilò Draco con cattiveria, vulnerabile, scoperto, fragile.

- Perché stavi piangendo?- chiese la ragazza, avvicinandosi lentamente.

- Non sono affari tuoi, Granger! Vattene!- le urlò lui.

Hermione non lo ascoltò, raggiungendolo. Posò una mano delicatamente sulla sua guancia.

- Cosa stai…?- provò a chiedere Draco, ma fu bloccato da lei che mise un dito sulle labbra del ragazzo. Si alzò in punta di piedi e posò la bocca su quella di lui. Draco esitò per un istante, non sapendo cosa fare. Sentì le mani di Hermione intrecciarsi dietro la sua nuca. Uno strano calore raggiunse il suo stomaco. Rispose al bacio, prendendo con foga la ragazza per i fianchi. Quel bacio fu decisamente più passionale del primo e, una volta separati, destabilizzò entrambi.

- E' il caso che me ne vada… Fa… fa un po' caldo qui dentro… non trovi?- disse Hermione, cominciando a sventolarsi con le mani. Draco rise impercettibilmente, tirando su con il naso. Si asciugò ancora una volta gli occhi, anche se ormai le lacrime non c'erano più.

- Sì, molto caldo.- rispose lui, avviandosi alla porta. - Vado io o vai te?-

- Vado io!- disse lei ad alta voce, aprendo di scatto la porta. Draco aspettò un paio di secondi prima di uscire. Ma una volta fuori, andò subito a sbattere contro il corpo di Hermione, impalato di fronte alla porta.

- Ma non dovevi andare?- chiese, divertito, ma cercando di risultare sgarbato. Notando il silenzio della ragazza che guardava fissò davanti a sé, capì che c'era qualcosa che non andava. Draco alzò lo sguardo e incrociò gli occhi confusi di Harry e Ron.

- Oh… ehm… ciao. Io penso che andrò in Sala Comune.- disse il biondo, provando a scappare.

- Non così in fretta, Malfoy! Cosa stavate facendo voi due là dentro?- lo fermò Ron per un braccio.

- Cosa stai insinuando? Sei paranoico, Weasley. Ora lasciami andare!- Draco cercò lo sguardo di Hermione, che però stava ancora fissando Harry.

- Paranoico? Hai il gilet in mano e la cravatta slacciata! Cosa dovrei pensare? Hai provato ad abusare di lei?- gli urlò ancora una volta il rosso. Draco alzò un sopracciglio, notando solo in quel momento che il suo abbigliamento trasandato poteva essere frainteso.

- Abusare… abusare di lei? Ma sei matto?- chiese il biondo, spaventato dalla reazione dell'altro.

- Schifoso verme!-

Ron provò a dare un pugno a Draco che però si chinò a terra per evitare il colpo. Punto nell'orgoglio, il Serpeverde si alzò e gonfiò il petto per fronteggiare il rosso.

- Io non ho abusato di lei. Non c'è niente tra me e la tua amichetta… ma anche se fosse successo qualcosa, tu non hai il diritto di comportarti come se tu avessi chissà quale diritto su di lei. Potter può… Potter c'è sempre stato per lei… Non tu… Tu l'hai abbandonata e l'hai fatta soffrire. Non hai il diritto di avere alcun potere decisionale nei suoi confronti.- disse Draco, prima di ricevere un sonoro pugno in faccia e svenire a terra.

 

Aprì gli occhi poco dopo in infermeria.

- Perché sto sempre in infermeria?- chiese a se stesso.

- Ti sta bene…- osservò Harry alla sua sinistra. Draco fece una smorfia, vedendolo. Diede una fugace occhiata alla sua destra, dove sapeva che Hermione era seduta.

- Sono svenuto dopo che mi ha dato il pugno?- chiese sorpreso il biondo. Harry rise.

- Beh, sì. Ultimamente sembri fatto di pastafrolla. Peccato per il tuo brillante discorso. Era piuttosto eroico… peccato per il finale.- disse il moro, ridendo sotto i baffi.

- Dove è Weasley?- chiese Draco con rabbia. Hermione gli posò una mano sul braccio, invitandolo a restare calmo.

- Sta parlando con la McGranitt perché vuole metterlo in punizione.- rispose timidamente Hermione.

- Giustizia…- sussurrò Draco soddisfatto. Si alzò velocemente dal letto. - Vado da Madama Chips a dirle che esco dall'infermeria.-

Sparì rapidamente dalla loro visuale, lasciandoli soli.

- Hermione…- provò a dire Harry, ma lei lo bloccò.

- Aspetta, Harry…-

- No, Hermione…-

- Ti devo dire una cosa…- confessò Hermione, mordendosi un labbro.

- Cosa?-

- Penso… penso che tra me e Draco ci sia qualcosa. Qualcosa è… qualcosa è già successo tra noi. Avevo promesso che te l'avrei detto se fosse accaduto ed eccomi qui. Però… non penso di essere ancora pronta a parlartene.- disse lei velocemente. Harry tacque, portandosi una mano sulla fronte.

- Va bene…- rispose lui, semplicemente.

- Tutto qui? Non urli o non mi dici che mi odi e che non posso più essere vostra amica?- chiese lei, in crisi.

- Non ti odio, Hermione. Non posso… sei la mia migliore amica. Non condivido la tua scelta. Penso che lui stia tramando qualcosa e che tu alla fine ne rimarrai scottata. Ma io devo esserti vicino. Io voglio che tu sia felice. E se dovessi avere ragione sul suo conto… mi limiterò a starti vicino e a non abbandonarti in nessun caso. E' questo che fanno gli amici, no?- disse Harry, provando ad accennare a un sorriso, nonostante fosse visibilmente deluso.

- Ti voglio bene, Harry.- sussurrò Hermione, imbarazzata.

- Anche io.-

Spazio dell'autrice:

Eccomi qui come promesso :D

Allora? Vi piace? Che ne pensate della reazione finale di Harry? Sinceramente io l'ho sempre immaginata così. Hermione è la sua migliore amica e l'accetterebbe sempre e comunque per me. O almeno io, per esperienza personale, avrei fatto come lui XD Alla fine, lui più di avvertirla non può fare niente. ihih

C'è un altro bacino <3 ihih 

Piccola spoiler per il prossimo capitolo se vi interessa XD:

-[...] Quindi ora, Draco… mostrami quel braccio e ti lascerò in pace.- sussurrò Harry, fissandolo negli occhi. Draco rimase immobile, sostenendo il suo sguardo.

A presto!!!

Kiss

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Capitolo 24
*** .24. Harmonia nectere passus ***


Era passato un po' di tempo, ma le insicurezze e le paure di Draco non erano passate.

Era una mattina di febbraio. Una domenica. Nevicava, ma lui non stava nei giardini di Hogwarts a godersi lo spettacolo. Era chiuso nella Stanza delle Necessità. Seduto a gambe incrociate, la testa tra le mani. Sconsolato, aprì l'armadio, in cerca di qualcosa di non specifico. Accarezzò la superficie di legno dell'anta di destra, quando ad un tratto, sentì una parte in bassorilievo. Si accucciò, per vedere cosa fosse. Era un rettangolo, piuttosto piccolo, con una scritta.

- Harmonia… Nectere… Passus…- lesse ad alta voce, leggermente agitato.

- Cosa è? Un incantesimo?- chiese a se stesso. Prese velocemente la bacchetta e la puntò contro l'armadio.

- Harmionia Nectere Passus!- sussurrò in direzione dell'oggetto. Non cambiò nulla, ma una vibrazione percorse l'armadio. Draco corrugò la fronte, prendendo un libro qualsiasi, tra quell'insieme di roba usata che si trovava nella stanza. Lo mise dentro l'armadio e lo chiuse dentro.

- Harmionia Nectere Passus…-

Un rumore impercettibile. Aprì le ante e il libro non c'era più. Sorrise, eccitato all'idea di aver trovato la soluzione. Richiuse tutto.

- Harmionia Nectere Passus…-

Nessun rumore. Aprì l'armadio, ma esso era ancora vuoto. Qualcosa era andato storto. Storse il naso scoraggiato, ma allo stesso momento motivato, perché era ad un passo avanti rispetto a quella mattina.

Uscì di corsa dalla Stanza delle Necessità, non tenendo conto di una cosa…

- Malfoy?- la voce di Harry lo fece sobbalzare. Draco sbiancò.

- Potter.-

Era in compagnia di Ron ed entrambi lo guardavano confusi.

- Che ci facevi nella Stanza delle Necessità?- chiese Harry, inquisitorio.

- Non sono affari tuoi, Potter.-

- Sì che lo sono.-

- E perché mai? Solo tu la puoi utilizzare per fare le stupide riunioni del tuo… "esercito"?-

Harry si bloccò, guardando Ron per un secondo.

- Ron, tu intanto vai. Io ti raggiungo subito.-

- Cosa? Non ti lascio solo con…- provò a ribellarsi il rosso.

- Tranquillo, Ron… ho bisogno che tu vada…- ribadì il moro. Ron lanciò uno sguardo pieno di odio a Draco. Questi sostenne il suo sguardo.

- Bravo, Weasleyuccio. Vattene, prima che decida di vendicarmi del tuo pugno. Ti conviene scappare, prima che…- disse il Serpeverde, irato, ma fu bloccato da Harry, che, con un'occhiata lo fece tacere. Il rosso si allontanò, sdegnato.

- Che c'è, Potter, vuoi fare a botte?- disse il biondo, scoppiando a ridere. Harry si avvicinò minaccioso e lo prese per il colletto della camicia, sbattendolo al muro.

- Senti, lurida serpe. Io so che tu stai tramando qualcosa… non mi bevo le tue stupidaggini come fa Hermione. Io penso che tu sia stato "marchiato" questa estate. Penso che tu abbia una missione. Penso che tu abbia quasi ucciso Katie Bell. Penso che tu abbia avvelenato Hermione. E penso che stia facendo qualcosa di losco dentro alla Stanza delle Necessità.- sibilò Harry con cattiveria.

- Rimangono solo pensieri, senza delle prove, Potter…- gli rispose Draco con un ghigno. Harry lo sbattè con più forza contro il muro.

- Fammi vedere il braccio sinistro… L'avevi fatto quest'estate, quando non avevi nulla da nascondere. Fallo. Tirati su la manica.- rispose il moro con rabbia.

- Perché ti importa tanto adesso? Sono mesi che lo sospetti! Perché fare questa scenata ora?- chiese Draco, curioso, cercando di risultare sicuro di sé.

- Mi importa dal momento in cui è nato qualcosa tra te e Hermione. Quindi ora, Draco… mostrami quel braccio e ti lascerò in pace.- sussurrò Harry, fissandolo negli occhi. Draco rimase immobile, sostenendo il suo sguardo.

Senza attendere altro tempo, Draco, ancora saldo nella presa di Harry, mosse la mano destra verso il polsino del braccio sinistro. Il moro spalancò gli occhi a quella scena, il fiato corto e l'ansia che saliva. Il Serpeverde sbottonò i bottoni del polsino, continuando a guardare l'altro fisso negli occhi. Stava per tirare su la manica quando una voce li fece sobbalzare.

- Harry! Cosa stai facendo?- Hermione si avvicinò ai due con passo spedito e si rivolse al suo migliore amico. Draco chiuse gli occhi e scaricò la tensione, riabbottonandosi il polsino della camicia. Harry si allontanò da Draco.

- E' una questione tra me e lui, Hermione… stanne fuori!- sbraitò lui, innervosito per aver perso quell'occasione per sapere la verità. Lei sembrò rimanerci male e indietreggiò di qualche passo.

- Ho solo chiesto cosa stava succedendo, Harry…- disse Hermione, con voce calma, per cercare di tranquillizzare l'amico. Harry abbassò lo sguardo e le sorrise.

- Scusa, non dovevo prendermela con te. Stavamo solo discutendo come al solito… Ora raggiungo Ron… si starà preoccupando.- senza dire altro, si voltò e si incamminò verso le scale.

Draco e Hermione rimasero in silenzio per alcuni istanti.

- Ehm… ciao…- prese parola lui, abbozzando a un sorriso imbarazzato.

- Ciao… ehm… tutto ok?- chiese lei, con voce timida.

- Sì… tu?-

- Tutto ok…-

- Bene…- Draco provò ad allontanarsi, ma lei lo fermò.

- Lo sai… Ron è tornato con Lavanda… Ora però mi accettano nel loro rapporto… E Harry si è messo con Ginny… Sono così contenta per loro! Solo che… beh… sabato prossimo è San Valentino… e c'è la gita a Hogsmead… Però… non volevo stare con loro, perché vorranno stare con le loro ragazze… Quindi… sì… insomma…-

- Mi stai chiedendo un appuntamento per San Valentino?- la prese in giro Draco. Lei strinse tra le dita il libro che aveva in mano e colpì l'altro in testa.

- Non è un appuntamento… E'… sì… magari potresti tenermi compagnia, mentre Ron e Harry non ci sono…- si corresse Hermione, diventando completamente rossa.

- E' il modo più bizzarro con il quale una ragazza mi abbia chiesto un appuntamento…- confessò Draco, ridendo.

- Non è un appuntamento!-

- Beh, in effetti non ho mai ricevuto un invito per un appuntamento da una ragazza…-

- Non è un appuntamento!-

- Se non conto quello tuo quando mi hai invitato alla festa di Lumacorno…-

- Non è un appuntamento!-

- Va bene… ma decido io dove andare…-

Hermione stava per parlare ma si bloccò, sbiancando.

- Ah… ok… allora… ci vediamo sabato…- rispose lei, imbarazzata.

- Penso che ci vedremo anche prima di sabato…- rise lui, allontanandosi da lei.

Hermione lo guardò andar via.

- Ma che mi prende… Hermione calmati…- rise lei tra sé, in un modo un po' isterico.

 

- Ho paura, lo sai?- sussurrò Draco, guardando fisso davanti a sé. Un fantasma gli si parò davanti con faccia rattristita.

- Cos'altro ti è successo?- chiese Mirtilla Malcontenta, curiosa e preoccupata. Erano ormai settimane che, ogni sera, lui si rifugiava nel bagno del secondo piano per rimanere da solo a riflettere. Ma solo… non lo era mai stato. Sin da subito il fantasma di quel bagno lo aveva avvicinato e non ci volle molto per Draco, affinchè Mirtilla diventasse la sua valvola di sfogo. Parlare con lei, senza fare nomi o dare troppi particolari, sembrava la cosa più semplice del mondo. Qualcuno che lo ascoltasse, senza essere giudicato. Qualcuno che lo consolasse.

- Lei… lei si sta affezionando a me. E non deve. Sono un mostro. Ho paura… di affezionarmi a tal punto a lei, da provare dolore quando lei non mi vorrà più, dopo la missione. Qualcosa dentro di me… sta cambiando e non riesco a controllarlo. Mi sveglio la mattina con il solo pensiero di poterla vedere, anche da lontano. E non so cosa stia succedendo, perché fino a pochi mesi fa ci odiavamo, mentre ora… sembriamo necessitare l'uno dell'altra. E ho paura che Lui possa scoprire qualcosa e uccidere me e la mia famiglia… e lei.- confessò Draco. "Lui" era Voldemort, ma Mirtilla lo aveva ormai capito, dopo tutto quel tempo a parlare di quel "Lui" che gli aveva ordinato di fare una cosa orribile.

- E la missione come va?- chiese Mirtilla, intimidita.

- Migliora, ma va a rilento. E io… non penso di farcela. Forse non voglio farlo. Anzi, sicuramente non voglio farlo, ma devo. Lo sai, Lui ucciderà mia madre e mio padre! E io non permetterei mai che facesse del male a loro.- rispose Draco, mordendosi un labbro. Si strinse le ginocchia al petto, raggomitolato vicino al lavandino, mentre il fantasma gli girava intorno.

- Non ce la faccio più.- sussurrò a se stesso, mentre la testa si chinava verso le ginocchia.

Un rumore li fece sobbalzare e Mirtilla scomparve nel nulla, mentre Draco si alzò in piedi, impugnando la bacchetta. Dalla porta comparve Harry con la Mappa del Malandrino in mano.

- Che ci fai qui, Malfoy? Dovresti essere a cena.- chiese il moro, inquisitorio, ma anche curioso.

- Sono andato al bagno. Posso?- chiese, beffardo, Draco, abbassando la bacchetta.

- Ti ho sentito parlare? C'è qualcuno qui?- chiese ancora l'altro, guardandosi attorno. - E poi questo è il bagno delle ragazze.-

- Andavo di fretta. Non mi sono preoccupato se fosse il bagno delle ragazze. Tanto qui non ci viene mai nessuno.- spiegò Draco, incamminandosi verso l'uscita.

- Comunque, ti cercavo.- lo fermò Harry, mettendosi davanti a lui. Il Serpeverde lo fissò con attenzione.

- Dimmi.-

- Hai ragione, non ho prove contro di te. E oggi mi avresti anche fatto vedere il braccio sinistro, se Hermione non fosse arrivata. Tutto mi dovrebbe far pensare che mi sbaglio su di te. Ma non ci riesco… non riesco a non sospettare di te. E probabilmente io continuerò a controllare il tuo nome sulla Mappa scomparire e ricomparire in quella che ho scoperto essere la Stanza delle Necessità.-

- Ehi, aspetta… Continui a nominare questa mappa. Di cosa parli?- chiese confuso Draco, ma Harry lo bloccò.

- Non ha importanza. Io ho raccontato a chiunque dei miei sospetti. A Ron e Hermione, a Lupin, al signor Weasley, a Piton persino e infine a Silente. E nessuno mi crede… e… e questo mi fa uscire matto, perché io sono così convinto che tu stia tramando qualcosa. E' così evidente! Come è possibile che nessuno lo capisca? Però va bene, hai ragione. I miei rimarranno solo sospetti, finchè il tempo non mi dimostrerà che avevo ragione. Ma io sono qui per chiederti una cosa. Anzi ti sto pregando e non lo farei se non ci tenessi sul serio. Ti prego… Draco… ti prego, dimmi che, anche se tu stessi tramando qualcosa, tu non stai prendendo in giro Hermione.- disse Harry, con amarezza.

Draco spalancò gli occhi, sorpreso, e abbassò lo sguardo.

- Non so a cosa tu ti stia riferendo, Potter. Perché dovrei prenderla in giro?- chiese lui, facendo finta di non capire.

- Lo so, Draco… Hermione mi ha parlato di voi e so che a San Valentino uscirete insieme. E non mi importa nulla, sinceramente. E' una scelta di Hermione, tua anche… non mia. Io posso solo stare vicino alla mia migliore amica. Per questo sono qui. Il tuo avvicinamento a Hermione… non è uno dei tuoi loschi piani, vero? Non voglio sapere nulla. Voglio solo che tu mi dica se è una falsa o no. Perché lei si sta affezionando a te e non si merita di stare male anche per te. - rispose Harry, serio. Occhi verdi contro occhi grigi. Un attimo. Draco si ritirò da quel contatto visivo e superò l'altro, avvicinandosi alla porta. Si fermò prima di uscire.

- Non sto tramando nulla, ma, anche se lo stessi facendo, non prenderei in giro Hermione. Non più… non ora che… tra noi qualcosa è cambiato.- disse il biondo, prendendo parola.

- Grazie.- rispose, sollevato Harry, mentre il biondo lo lasciava lì da solo.

Draco non sarebbe più tornato da Mirtilla. Gli dispiaceva, ma era troppo pericoloso. Potter e la sua mappa potevano scoprirlo e i suoi sfoghi potevano essere ascoltati.

Spazio dell'autrice:

Ciauu!!!  Capitolo un po' di transizione... sinceramente non mi fa impazzire XD

Scusate... scusate e scusate per la banalità del modo in cui Draco scopre l'incantesimo dell'armadio. Vi giuro... ho pensato a qualsiasi cosa, ma non mi convinceva nulla. Ho anche chiesto consiglio al mio ragazzo, ma la sua teoria è stata un po' macabra... non so, voleva fare qualcosa con il sangue XD Alla fine ho scelto questo. L'incantesimo non c'è nel libro, ma solo nel film... Draco continuerà, come nel film, ha ripetere l'incantesimo fino a che non funzionerà XD

Ecco la scena di Mirtilla che tutti mi chiedevate XD E' diversa da quell'originale, ma  volevo mettere questo confronto tra Draco e Harry :) Nasce quindi questa... pseudo-tregua tra i due. Harry smette di accanirsi sul suo essere mangiamorte, anche se continua a esserne convinto. E' come se entrambi sanno la verità, ma continuano a non accettarla, a non volerla dire ad alta voce.

Hermione che invita Draco per il loro primo... non appuntamento XD Che carina XD Vive l'amour! XD

Spero che vi piaccia il capitolo...

A presto!!!

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Capitolo 25
*** .25. It's not a date ***


- Hermione, non sei costretta… sul serio… Puoi venire con noi…- Ginny era seduta sul letto di Hermione, con una faccia rassegnata. Era il giorno di San Valentino e la riccia si stava ancora preparando.

- Ginny… non ti preoccupare. Ho passato l'estate e il Natale con Malfoy… non penso che un giorno in più mi ucciderà.- rispose Hermione, mentre si legava i capelli in una coda alta. Prese una spazzola e provò a districare il crespo che si era concentrato nel ciuffo dietro. Quando capì che non ce l'avrebbe fatta, lanciò la spazzola sul letto, non prendendo Ginny per miracolo.

- Va bene… dove andrete?- chiese la rossa, scettica. Non era decisamente d'accordo con quell'uscita, ma non era riuscita a convincere l'amica.

- Non lo so… ha detto che deciderà lui…- rispose Hermione, accennando a un sorriso.

- Hermione… sembri una ragazzina al primo appuntamento…- disse Ginny a metà tra il divertito e lo sconsolato.

- Non è un appuntamento!- rispose la riccia, prendendo la giacca e la sciarpa. Sorrise all'amica, prima di uscire dalla stanza. Scese le scale della Sala Comune e salutò con una mano Harry, Ron e Lavanda, uscendo velocemente dal ritratto della Signora Grassa.

- Ma dove va Hermione?- chiese Ron, confuso.

- Ehm… ha un appuntamento…- rispose Harry, vago.

- Davvero? Con chi? Perché non mi ha detto nulla? Sono suo amico!- protestò Ron.

- Ehm… non me l'ha detto con chi… so solo che esce con qualcuno…- disse il moro, mentendo al suo migliore amico. Sapeva benissimo dove Hermione stava andando… o meglio da chi stava andando.

 

L'ingresso era già pieno di coppiette che non vedevano l'ora di partire alla volta di Hogsmead. In lontananza, Hermione vide i suoi migliori amici e le loro ragazze scendere dalle scale, ma non si avvicinò, rimanendo appoggiata alla sua colonna. Doveva ammetterlo. Una grande parte di lei aveva paura che Draco le desse buca, per prendersi gioco di lei.

La folla di ragazzi e ragazze si mosse verso l'uscita del castello e Hermione vide la sua paura realizzarsi lentamente. Quando l'ingresso si svuotò, la ragazza sorrise, rilassandosi finalmente. Dall'altra parte della sala, Draco era poggiato su una colonna, come lei. Indossava un cappotto pesante, dal quale usciva appena il collo alto di un maglione. Hermione non potè non notare i jeans babbani. Rimase immobile, aspettando che lui si avvicinasse.

Draco si staccò subito dalla colonna e camminò verso di lei.

- Ciao…-

- Ciao… Dove andiamo?- chiese la ragazza curiosa. Draco sorrise, cominciando a camminare verso l'uscita del castello.

- Ora lo scoprirai.- rispose lui. Lei sbuffò seguendolo. Fuori l'aria era gelida, ma sopportabile. La neve era ovunque e Hermione sapeva quanto Draco fosse felice di ciò.

- Come hanno preso i tuoi amichetti la nostra uscita?- chiese Draco, curioso.

- Harry e Ginny sono contrari, ma si sono arresi. Ron non lo sa.- rispose lei, camminando in modo piuttosto impacciato sulla neve.

- Hai paura che Weasley senior mi dia un altro pugno in faccia? Guarda che sarei pronto questa volta…- la prese in giro lui.

- Non è per questo… il rapporto con Harry è diverso da quello con Ron. Con Ron ci sono sempre state gelosie da entrambe le parti… quasi morbose. E poi lui ti odia. Sapermi insieme a te penso che lo distruggerebbe. A Harry stai più simpatico, dopotutto. Anche se non ti sopporta, è sicuramente più disposto a un rapporto civile con te, rispetto a un anno fa.- rispose Hermione, guardandosi intorno.

- Perché non abbiamo preso la strada per andare a Hogsmead?- chiese lei, confusa.

- Perché non andiamo a Hogsmead.- rispose lui con semplicità.

- Oh…- osservò la Grifondoro. Costeggiarono la Foresta e scesero nella piccola valle che si affacciava sul lago. Arrivati in prossimità della riva, Draco si fermò e si sedette a terra, sulla neve.

- Ci fermiamo qui?- chiese Hermione, curiosa.

- Sì.- rispose semplicemente lui.

La ragazza si sedette al suo fianco, un po' confusa. Draco prese la bacchetta e fece comparire due tazze fumanti di cioccolato caldo. Lui la prese subito e sorrise soddisfatto del suo incantesimo. Lei lo guardò stupita, prendendo a sua volta la sua tazza.

- Mi hai portato qui solo perché ti vergogni di portarmi a Hogsmead? Ti vergogni a farti vedere in giro con me, non è vero?- chiese lei, visibilmente delusa. Forse quella consapevolezza l'aveva ferita più di quanto pensasse.

- Non è vero che mi vergogno. - provò a difendersi Draco.

- L'hai detto anche quando ti ho invitato alla festa di Lumacorno… "Sarebbe complicato da spiegare"… Lascia perdere…- Hermione si alzò velocemente da terra e provò ad andarsene.

- Aspetta, Hermione! Non è come pensi!- disse Draco, riuscendo a fermarla.

- E come sarebbe?-

Il biondo abbassò lo sguardo. Non poteva certo dirle la verità, cioè che aveva paura che si spargesse la voce e che la notizia arrivasse a qualche Mangiamorte… a sua zia… o peggio… al Signore Oscuro. Era pur sempre la migliore amica di Potter. Aveva paura di metterla in mezzo con la sua missione.

- Non è che mi vergogno… ma… voglio godermi questa giornata con te e basta… senza occhi indiscreti o spiegazioni da dare…- rispose lui. Hermione lo fissò per alcuni istanti, ma poi si risedette al suo fianco, in silenzio. Sorseggiò un po' di cioccolata.

- E' ottima…- commentò, cambiando argomento.

- Lo so… - rispose lui divertito. Posò la tazza a terra e si sdraiò lateralmente sulla neve, fissando la ragazza.

- Perché mi guardi?- chiese Hermione, scontrosa.

- Ti sei fatta carina per me…- osservò Draco, ridendo. Lei arrossì subito, guardandolo male.

- Cosa? Non è vero!-

- Hai legato i capelli… come piacciono a me… E la collana… quella che ti ho regalato. E… è trucco quello che vedo sugli occhi?- chiese divertito, con il tentativo di prenderla in giro.

- Anche tu hai il bracciale che ti ho regalato… Vuol dire che ti sei fatto carino per me?- chiese lei, saccente.

- Beh… sì… Ho anche degli abiti babbani per farti sentire a tuo agio…- disse lui, ridendo. Hermione gli diede una leggera spinta.

- Cretino…- osservò, stringendo le ginocchia al petto. - E comunque, "Mr scelgo io il posto", qui si gela!-

Draco sbuffò, contrariato. Prese la bacchetta e accese un piccolo fuoco.

- Sempre a lamentarti! -

- Io non mi lamento… è che avrei preferito trovarmi ai Tre Manici di Scopa al calduccio…-

- Continui a lamentarti! -

Hermione sbuffò, raggomitolandosi su se stessa ancora di più. La tazza fumante di cioccolato emanava un odore forte, ma buono. Invitante.

- Non ci sai fare proprio con gli appuntamenti… E' così che intrattieni il tuo accompagnatore? Isolandoti e pomiciando con la tazza di cioccolata?- chiese lui, prendendola in giro. Lei arrossì.

- Come ti devo far capire che non è un appuntamento?- rispose lei, sospirando rassegnata.

Draco rise, avvicinandosi a lei. Hermione arrossì, allontanandosi di scatto.

- Mi sono avvicinato al fuoco… Stai calma, bambina! - disse lui, ridendo sotto i baffi per la reazione della ragazza.

- Stupida serpe…- sussurrò tra sé lei, diventando rossa dalla vergogna. - Comunque… non che questo sia un appuntamento… però… tu come ti comporteresti in un appuntamento con una ragazza? - chiese lei curiosa. Lui sorrise, pensandoci su.

- Allora… Prima di tutto, cercherei di stupirla… magari portandola in un posto spettacolare che non si aspetta…- iniziò Draco, sicuro di sé.

- Il Lago di Hogwarts non mi sembra spettacolare…- commentò Hermione.

- Lo è, fidati… ma comunque questo non è un appuntamento, giusto?- chiese lui, divertito.

- Giusto… vai avanti…-

- Sceglierei un posto isolato, per potermi godere in pieno ogni attimo con la mia dama. Un posto romantico. Semplice. Poi la farei sentire a suo agio, con dolci e fuoco per riscaldare l'ambiente. Musica! Magari la nostra canzone…- rise lui, divertito.

- Non abbiamo una "nostra canzone"… Comunque…Poi?- chiese Hermione, sorridendo appena.

- Cercherei di stupire la mia donzella con alcuni trucchi da abile mago…-

- Tipo?-

Draco strinse di nascosto la bacchetta in mano, mentre le dita dell'altra andarono a sfiorare il collo di Hermione, che rabbrividì a quel tocco. Per "magia", un fiore apparve nella mano del ragazzo, quella dietro al collo, e lo porse a Hermione, che lo guardava stupita.

- Ti sei esercitato negli incantesimi non verbali? Anche io riesco a farne molti!- commentò lei entusiasta. Draco rise, portando la mano nei capelli.

- In questo momento la mia dama avrebbe dovuto essere sorpresa per il fiore, non perché sono stato bravo a fare i miei compiti a casa.-

Hermione arrossì e rise imbarazzata. - Va' avanti…-

- Poi… l'avrei fatta sentire speciale, facendole dei complimenti. Le avrei detto che per me è la ragazza più dolce e incantevole che io abbia mai visto. Le avrei detto che il suo solo sorriso timido riesce a scaldarmi in questa giornata gelida. Le avrei sussurrato che adoro il suo modo tenero di bere la cioccolata calda…- Draco deglutì, arrossendo appena, sorrise di nuovo, per mantenere il suo modo spavaldo. Hermione lo fissava, completamente rossa in viso, con la bocca semiaperta dallo stupore.

- Hai fatto così anche con Pansy? Al vostro primo appuntamento? Stavate insieme, no?- chiese Hermione, ancora curiosa, riprendendosi dallo shock momentaneo. Draco ci pensò un attimo.

- Non ho avuto un primo appuntamento con Pansy. Siamo andati al Ballo del Ceppo insieme. Abbiamo ballato tutta la sera… non lo chiamerei appuntamento. Ci siamo messi insieme verso la fine dell'anno scorso, le uscite a Hogsmead erano state proibite dalla Umbridge. E quest'anno ci siamo lasciati quasi subito. Quindi… no… non ho fatto così con Pansy. Questo a dire la verità sarebbe il mio primo appuntamento vero. Anche se questo non è un appuntamento, giusto?- la prese in giro alla fine, ridendo appena. Hermione lo guardava imbambolata, seguendo ogni sua parola. Che le prendeva? Da quando si sentiva in quel modo in presenza di Malfoy? Si ricompose, scuotendo forte la testa.

-Non è un appuntamento… E comunque, penso sia ora di andare. Il sole sta per tramontare e qualche studente potrebbe tornare già dalla gita.- osservò la ragazza, provando ad alzarsi.

- Aspetta… non ho finito con la descrizione del mio appuntamento ideale.- la interruppe Draco, facendola accomodare bene sulla neve.

- Ti dico io come va a finire. La ragazza si stanca delle tue moine e ti molla un bel pugno in faccia. Che ne pensi?- rispose lei, con un ghigno divertito.

- Dopo averla fatta sentire speciale, la guardo dritta negli occhi e le chiedo di voltarsi verso destra, in direzione dell'orizzonte. Con voce profonda e sensuale le dico di guardare quanto sia bello il tramonto.-

Hermione si voltò verso destra e rimase a bocca aperta, osservando come il sole cominciasse a sfiorare delicatamente la superficie dell'acqua ghiacciata del Lago. Quella luce rossastra creava incredibili giochi di colori con il bianco della neve.

- Sei ancora convinta che questo posto non sia spettacolare?- chiese Draco al suo orecchio, con un soffio leggero, che le fece venire i brividi. Hermione non rispose, lasciandosi andare a un sorriso dolce, mentre rimaneva rapita dalla bellezza di quel paesaggio.

 

- Non c'è bisogno che mi accompagni fino alla Sala Comune…- osservò Hermione radiosa. Erano appena rientrati dal portone di ingresso. Draco alzò le spalle.

- Tranquilla, non mi crea disturbo.-

- Non vorrei che qualcuno ci vedesse. Preferirei godermi questo momento, senza dover dare spiegazioni a nessuno.- disse lei, riprendendo le parole usate da lui in precedenza.

- Correrò il rischio.- rispose l'altro con un sorriso. Si avviarono verso le scale, quando Draco si bloccò di scatto, fissando l'ingresso dei sotterranei. C'era Theodore. Serio, come non lo aveva mai visto. Parlava con qualcuno. Un "qualcuno" che non doveva parlare con Theo. Non aveva alcun senso che Severus Piton e Theodore Nott si vedessero di nascosto per parlare, all'oscuro di Draco.

Scosse la testa e seguì Hermione per le scale. Arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa, che si era appisolata un secondo.

- Grazie per questo… bel pomeriggio.- disse la ragazza, imbarazzata.

- E' stato piacevole…- commentò lui, abbozzando un sorriso timido.

- Già… piacevole…-

Hermione stava per voltarsi, quando la mano di Draco la bloccò.

- Questo non è un appuntamento. Ma… vuoi sapere come sarebbe finito, in caso lo fosse stato?- chiese lui, arrossendo appena, anche se non fu notato dalla ragazza.

Hermione annuì debolmente.

- Beh… le avrei detto che sono stato benissimo con lei… le avrei confessato che non mi sentivo così da troppo tempo… che non mi ero mai comportato in questo modo così stupido, come uno sciocco scolaretto al primo appuntamento.- disse Draco, deglutendo vistosamente. - Mi sarei avvicinato a lei… e l'avrei baciata…-

Sussurrò le ultime parole, prima di fare fisicamente ciò che aveva appena descritto. Le loro labbra si sfiorarono appena, ma una scarica di adrenalina percorse entrambi come pura elettricità.

- Comunque ce l'abbiamo una "nostra canzone"…- commentò Draco, sfiorando di proposito le labbra di lei, riprendendo il discorso che avevano fatto al lago.

- Quale?- sussurrò debolmente Hermione.

- "Just the way you are"…- rispose, allontanandosi con un largo sorriso. Indietreggiò, divertito.

- Allora sei tu che mi hai rubato il lettore cd!- sbraitò lei, facendo finta di arrabbiarsi. Draco rise, dandole le spalle e alzando la mano per salutarla.

- Ci vediamo in giro, Hermione…- le disse, mentre si dirigeva verso le scale.

- Ciao, Draco…- sussurrò Hermione, osservandolo andar via con un sorriso stampato in volto.

Non sapeva che dall'altra parte del corridoio, Harry e Ginny avevano assistito a tutta la scena.

Spazio dell'autrice:

Holaaaaa!!! Oggi mi sento spagnoleggiante! Sto facendo un corso online di spagnolo XD Ok... a parte queste sciocchezze... Ecco il nuovo capitolo!!!! Con la famosa uscita di San Valentino... vi è piaciuta?? XD Per me è molto carina :D Un momento tenero tra Draco e Hermione ci vuole!!!! XD

A presto!!!!

Kiss

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Capitolo 26
*** .26. Friends go... Friends stay... ***


- Hermione!- Ginny non ce la fece a trattenersi e chiamò con stupore l'amica. La riccia si voltò, completamente rossa in viso.

- Ginny! Harry! Che ci fate qui? Siete già tornati?- chiese Hermione, imbarazzata. Gli altri due la raggiunsero. La rossa era sconvolta.

- Cosa voleva dire quella scena? Perché ti ha baciato?- chiese Ginny, alzando la voce.

- Ginny, non è come credi…- provò a dire la riccia, agitata.

- Non è come credi? Stavate ridendo e scherzando… lui ti ha baciato e tu gli hai sorriso! Cosa vuol dire? State insieme? Vi frequentate?- la giovane Weasley non ci vedeva più dalla rabbia. Harry, al suo fianco, era rimasto in silenzio. Guardava il pavimento con sguardo vuoto e assente.

- Noi… Ginny, è complicato da spiegare… Io e Draco abbiamo cominciato a… sopportarci… ed è stato tutto così…-

- Tu e Draco? Da quando lo chiami per nome? Hermione, lui ti sta solo usando! Avrà un doppio fine! Lui è una serpe! E tu sei caduta nella sua trappola come una stupida! Proprio ora che avevi fatto pace con Ron… lo sai lui come la prenderà? Ron è sempre stato innamorato di te! Sta con Lavanda solo per farti ingelosire! Ancora non lo hai capito? Lui si è rimesso con Lavanda solo perché ne sembravi gelosa e lui è convinto che vi metterete insieme alla fine di tutto questo! Mentre tu che fai? Te la spassi con una schifosa serpe alle sue spalle? Non se lo merita! Mio fratello ti ha sempre amato e non si merita tutto questo!- sputò fuori Ginny tutto di un fiato. Hermione rimase scottata dalle sue parole. La sua testa girava ancora intorno alle parole "Ron è sempre stato innamorato di te".

- Ginny, calmati. Non puoi dare tutta la colpa a Hermione. Anche se Ron voleva farla ingelosire, non vuol dire che lui poteva avere il diritto di trattarla come l'ha trattata. - intervenne Harry, dopo quel lungo silenzio. Le due ragazze si voltarono verso di lui, come se avessero notato la sua presenza solo in quel momento.

- Cosa ti prende, Harry? Abbiamo passato tutto il pomeriggio ieri a parlare di quanto non sopportassi Malfoy. Mi hai detto che sta tramando qualcosa di losco nella Stanza delle Necessità, che l'hai visto uscire da lì!  E ora non mostri alcuna emozione all'idea che la tua migliore amica si frequenti con quel mostro?- chiese Ginny, confusa. Poi sbiancò, capendo al volo il silenzio del suo ragazzo. - Tu lo sapevi…- sussurrò. - Come puoi guardare ancora in faccia me e mio fratello?-

- Ginny…- provò a chiamarla Harry, ma lei si allontanò da lui, entrando in Sala Comune attraverso il ritratto.

- Lo dirà a Ron, vero?- sussurrò Hermione, sedendosi a terra, cominciando a piangere.

- Probabilmente.- rispose l'altro, posizionandosi al suo fianco.

- Non dovevi litigare con lei, per me… Ci hai messo tanto a conquistarla…- disse la ragazza tra un singhiozzo e l'altro.

- Se mi ama, capirà. Tu sei importante per me. - sorrise lui, stringendole la mano.

- Hai… hai davvero visto Draco uscire dalla Stanza delle Necessità? Hai… hai delle prove che stesse facendo qualcosa di losco?- chiese Hermione, asciugandosi alcune lacrime.

- Non ho delle prove. Ma l'ho visto uscire da lì. E' una mia supposizione, ma lui ha sviato le mie domande. - commentò Harry.

- Non è un cattivo ragazzo…- disse subito lei a bassa voce. - Draco… non è cattivo. E' cresciuto in una famiglia particolare… La madre non gli ha mai dimostrato affetto… Il padre è un folle che corre dietro alle teorie di un pazzo… e Draco è cresciuto con l'intento di assecondare al massimo i suoi genitori. Quando è con Ted, Andromeda e Tonks… è diverso. Se fosse cresciuto con loro e non con Lucius e Narcissa, adesso sarebbe stato meno arrogante e presuntuoso. Sarebbe stato più… il Draco che abbiamo conosciuto quest'estate. Non è un cattivo ragazzo, anche se vuole apparire come tale.-

- Lo so… non ho mai pensato che fosse cattivo. Ha fatto solo… delle scelte sbagliate.-

- Già… -  lei sospirò rumorosamente - Penso che ci tenga a me. Forse è presuntuoso da parte mia, ma penso si sia affezionato a me, da quest'estate. Penso che abbia cambiato idea su di me… sul mio sangue, come io ho cambiato idea su di lui. -

- Lo penso anche io…- commentò Harry. Ed era vero. Lui pensava sul serio che Draco fosse un bravo ragazzo, pensava sul serio che gli piacesse Hermione. E era convinto che Draco lo considerasse come una figura amica, come aveva imparato a fare lui stesso nei suoi confronti. Se a volte risultava pesante e inquisitorio nei confronti del biondo, era solo perché aveva paura che potesse aver fatto la scelta sbagliata, che si fosse messo in un guaio più grande di lui. Aveva paura che dopo che sia lui che Hermione si erano affezionati a Draco, questi potesse essere passato dalla "parte sbagliata".

- Pensavo che il fatto che Ron mi amasse mi avrebbe fatto più piacere. Perché non sono contenta?- chiese Hermione all'amico.

- Non sei contenta dal momento che ti stai innamorando di Draco.- rispose Harry con un sorriso debole.

- E tu… tu mi starai vicino anche se non sei d'accordo su me e Draco?- sussurrò lei, ricominciando a piangere.

- Sempre… Non ti lascerò mai da sola, Hermione… anche se questo voglia dire andare contro Ron, Ginny o farmi piacere l'idea di voi due insieme.- rispose Harry, abbracciando l'amica. In quel momento, sperò con tutto il suo cuore di sbagliarsi sul conto di Draco.

 

- Hey, Draco! Come è andata la gita?- chiese Theodore, una volta che il biondo tornò in camera. Draco lo guardò sospettoso.

- Non sono andato a Hogsmead. Sono andato al Lago…- rispose vago.

- Ah sì? Da solo?- chiese Theo, curioso.

- No, con una ragazza. -

- Con chi?-

- Non sono affari tuoi.-

- Ehi! Calmati, amico… era per curiosità.-

Theodore lo guardò confuso. Non era mai stato così brusco e scostante con lui.

- Tu che hai fatto, Theo, oggi pomeriggio?- chiese il biondo all'improvviso.

- Stavo poco bene, come ti ho detto. Quindi sono rimasto tutto il tempo in camera.- rispose con nonchalance.

- E non sei uscito per nulla? Neanche per fare quattro chiacchiere con qualcuno? - chiese ancora Draco, con fare sospetto.

- Tutto il tempo a letto… e al bagno, un paio di volte. E poi con chi vuoi che parli? Sei il mio unico amico!- sorrise Theo.

Draco lo fissò con stupore. Theodore non gli aveva detto nulla della chiacchierata con Piton e questo era strano. Si dicevano sempre tutto. Non gli aveva mai mentito… o almeno così pensava.

- Ti ho visto…- confessò Draco, non riuscendo più a trattenersi.

- Come scusa?- chiese Theo, confuso.

- Ti ho visto parlare con il professor Piton. Perché non me l'hai detto? Hai qualcosa da nascondermi?- chiese, con un misto di rabbia e curiosità nella voce.

Theodore lo fissò in silenzio. Draco lo vide sbiancare, ma poi l'amico cominciò a ridere.

- Calmati, Dra! Mi ero solo scordato! Uno stupido primino mi è venuto a chiamare e mi ha detto che Piton mi voleva vedere per parlare del compito che abbiamo fatto ieri. Ho praticamente toppato tutto, mi ha detto, però vuole alzarmi un po' il voto. Sai, i soliti favoritismi. - si difese il moro, ridendo. Draco era serio e lo guardava con sdegno.

- Eri serissimo, Theo. Non ti ho mai visto così! Non è per un compito! - sbraitò il biondo, cominciando a togliersi il giubbotto. - Tu mi nascondi qualcosa! Cosa stai architettando con Piton?-

Theodore si fece preoccupato, ma cercò di nascondere quell'espressione con un sorriso.

- Draco, non ti nascondo nulla. E' la verità! Sei il mio migliore amico! Non potrei mai mentirti.-

Draco non gli rispose, prendendo un libro dalla sua libreria.

- Non ho più intenzione di parlarne.- rispose il biondo, dopo che si sdraiò sul letto a leggere.

- Draco, ti prego parliamone… Io ti conosco… Ora tu ti chiuderai a riccio su te stesso e non mi rivolgerai più la parola! Ma è una cosa sciocca, perché io non ho fatto nulla! - protestò Theodore, avvicinandosi all'amico. Draco non alzò lo sguardo dal libro e fece finta che le parole del moro non gli fossero arrivate.

- Draco, per favore…- riprovò Theo, senza successo. Gli tolse il libro dalle mani, forzandolo a guardarlo negli occhi. Draco si alzò dal letto di scatto.

- Andiamo in Sala Grande. Ho fame.- disse con secchezza il biondo, uscendo dalla stanza. Theodore si mise le mani nei capelli e lo seguì poco dopo.

 

Draco e Theodore stavano camminando in silenzio verso la Sala Grande, quando furono bloccati da una voce femminile.

- Draco!- era la voce di Hermione. Il biondo si voltò subito e si lasciò sfuggire un sorriso quando la vide scendere le scale di corsa, in un modo un po' goffo.

- Granger… che hai fatto agli occhi? Qualcuno ti ha picchiato?- chiese con un ghigno Theodore. Hermione intuì che aveva del trucco sciolto sotto gli occhi, dopo il pianto di poco prima, e cercò di pulirsi.

- Nott, non è gradita la tua presenza. Puoi anche andartene. - rispose Draco serio.

- Nott? Adesso siamo passati al cognome? Andiamo, Draco!- disse Theo esasperato. L'altro non gli rispose e il moro decise di andarsene, senza attendere che l'altro glielo richiedesse.

- Hai pianto?- chiese Draco, una volta solo con Hermione.

- Non è importante. Ho discusso con Ginny, perché prima ci ha visto insieme. Lei e Ron non vorranno più vedere né me né Harry, ma non è questo quello che volevo chiederti…-

- Potter? Perché ce l'hanno anche con lui?- chiese curioso lui.

- Mi ha difeso… ma volevo chiederti una cosa…- continuò Hermione, seria.

- Allora, dimmi…- rispose Draco, confuso.

- Harry mi ha detto che ti ha visto uscire dalla Stanza delle Necessità… Cosa stavi facendo lì?- chiese lei, d'un fiato.

Draco rimase a guardarla, serio, per alcuni istanti.

- A volte la biblioteca è troppo affollata. Mi piace stare da solo a studiare o a leggere. - sorrise lui debolmente. Hermione sospirò di sollievo.

- Sul serio?-

- Certo.-

Lei si liberò in un dolce sorriso.

- Ero sicura che non stessi facendo nulla di losco…- disse la ragazza, abbracciandolo di slancio. Si separarono subito, imbarazzati.

- Che scena commovente…- la voce di Ron li fece sobbalzare. Il rosso scese le scale in compagnia della sorella. - Ormai non vi preoccupate neanche di tenere la vostra storia nascosta? Patetico.-

- Ron…- sussurrò Hermione, sorpresa, colpevole. Draco le si mise davanti, fronteggiando il rosso.

- Penso che tu e la tua adorata sorellina possiate andarvene, finchè potete. Non vorrei dover sfigurare il tuo dolce faccino da schiaffi, rosso.- disse, rivolgendosi a Ron. L'altro scoppiò a ridere.

- Che dolce… la difende anche… Voglio proprio vedere quanto durerà questa finta, Malfoy… Voglio proprio vedere quando scoprirà che la stai prendendo in giro… perché io non starò lì ad asciugare le sue lacrime… voglio proprio vedere…- disse Ron con rabbia.

- Spera che la tua stupida sorella non debba asciugare le tue di lacrime…- rispose Draco con un ghigno. Ron stava per rispondere, quando Ginny lo prese per la manica e lo trascinò verso la Sala Grande. Draco rise, osservando quella scena. Si voltò verso Hermione, che stava asciugando alcune lacrime.

- Smettila di piangere… ti eri truccata tanto bene per far colpo su di me…- la prese in giro lui bonariamente, accarezzandole appena la guancia. Lei sorrise debolmente.

- Grazie…- sussurrò la ragazza, con gli occhi lucidi. Draco le sorrise ed entrò in Sala Grande.

Spazio dell'autrice:

 New chapter for you!!!  Ecco un nuovo travolgente (?) capitolo XD Ho deciso di dedicarlo interamente ai chiarimenti. Da una parte abbiamo Hermione che perde Ginny e Ron e dall'altra Draco perde fiducia in Theo, pur non conoscendo a pieno la situazione. Entrambi però hanno Harry!!!! Viva Harry!!! XD

Nel prossimo capitolo ci sarà un salto di tempo di UN MESE!!! XD Cosa sarà successo ai nostri personaggi? Draco e Hermione staranno insieme ufficialmente? Ron e Ginny saranno ancora ostili? Theo si sarà fatto perdonare? E Harry, come si comporterà? Posso solo dirvi che sarà un capitolo piuttosto divertente :D

Detto questo, volevo ringraziare ancora una volta i miei fedeli lettori e i nuovi :D 

A tal proposito volevo dedicare il capitolo a una mia cara amica, Arianna!!! Ha cominciato da poco a leggere la mia storia, anche perchè è sempre la prima a spronarmi nella mia carriera da scrittrice (?). Un bacino a lei, sperando che non si stanchi subito della storia e riesca ad arrivare fino a qui a leggere la mia dedica  <3

A presto!!!!

Kiss

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Capitolo 27
*** .27. One month ***


- Pensi che qualcuno ci veda qui?-

- No… Siamo piuttosto isolati dal mondo…-

- Non vorrei dare più spiegazioni di quelle che devo già dare…-

- Perché mi hai fatto venire qui?-

- Volevo chiederti una cosa…-

- Spara…-

- Secondo te, io e Hermione stiamo insieme?-

Harry guardò Draco in modo confuso. Il biondo l'aveva trascinato via da un corridoio e l'aveva portato nel giardino di Hogwarts, all'entrata della Foresta Proibita. Erano nascosti dietro ad alcuni alberi.

- Cosa?- chiese con voce stridula il moro.

- Secondo te, io e Hermione stiamo insieme?- ripetè il biondo, imbarazzato.

- Mi sento un po' a disagio adesso…- commentò Harry, guardandosi intorno. Draco attirò la sua attenzione con uno schiocco di dita.

- Io… non so come comportarmi. Ci siamo baciati tre volte… abbiamo avuto un appuntamento… Lei ha litigato con i suoi amici per colpa mia… Quando ci incontriamo ci sorridiamo, ci guardiamo. Cosa è tutto questo? Stiamo insieme? - disse il biondo tutto di un fiato.

- Perché lo chiedi a me? Noi due non ci sopportiamo, ricordi? Io penso che tu sia un Mangiamorte e tu mi consideri un deficiente sfregiato… Non parliamo di queste cose…- rispose Harry, in difficoltà.

- Tu sei suo amico… Cosa pensa lei di… noi? Si considera sentimentalmente impegnata con me? Io… non sono esperto in queste cose. Sono stato fidanzato solo con Pansy e con lei è stato un semplice: "Perché non ci mettiamo insieme?", "Va bene".- disse Draco, preoccupato.

- Quale parte del mio discorso non hai capito? "Mangiamorte" o "Deficiente sfregiato"?- chiese Harry, curioso.

- Potter…-

- Chiedi aiuto a Nott! Non siete amici?- chiese ancora il moro, interrompendolo. Draco si irrigidì.

- Non ci parliamo più.-

- Avete litigato?-

- Io sì, lui no. Ma non è questo il punto…-

- Mi stai dicendo che, dopo un mese che siete usciti a San Valentino, tu e Hermione ancora non avete chiarito se state insieme o meno?- continuò Harry a fare domande.

- Non abbiamo praticamente più parlato…- si difese Draco, a bassa voce.

- E perché stai facendo queste domande a me e non a lei?- continuò l'altro, confuso.

- Io… -

Harry scoppiò a ridere.

- Ti vergogni, povero cucciolo…-

- Non mi vergogno! Pensavo solo che potessi… indagare tu. In incognito. - rispose Draco, arrossendo.

Il moro sbuffò rumorosamente.

- Va bene… -

Stava per andarsene, quando il biondo lo bloccò.

- Mi raccomando, Potter… sii discreto…-

Harry rise. - Tranquillo…-

 

Harry sapeva dove trovare Hermione. La biblioteca quel martedì era semivuota. La ragazza si trovava nel suo solito tavolino vicino alla finestra.

- Ma ancora non hai finito di leggere tutti i libri della biblioteca?- chiese il ragazzo, sedendosi al suo fianco. Hermione sobbalzò, ma gli sorrise una volta incrociato il suo sguardo.

- Anche se dovessi finirli, non smetterei mai di rileggerli. - rispose, sognante, come ogni volta che parlava di un libro.

- Malfoy mi ha detto di chiederti se state insieme…- disse lui all'improvviso, facendole spalancare gli occhi dalla sorpresa.

- Te l'ha chiesto davvero?- chiese con voce euforica, cercando di trattenere un sorriso.

- Sì… e in un modo piuttosto pietoso.- commentò, ridendo, Harry.

- Beh… io non lo so. Cioè… non ne abbiamo parlato.-

- E' passato un mese! Penso sia il momento di farlo.-

- Aspettavo che venisse lui…-

- Lui si vergogna.-

- Ti ha detto anche questo?- chiese Hermione, divertita.

- No… questo l'ho dedotto.- rispose Harry, prendendo un libro a caso e cominciando a sfogliarlo.

- Forse te l'ha chiesto perché ha paura che io possa pensare che stiamo insieme, ma lui non vuole che stiamo insieme! Forse è un modo per farmi capire che quello che è successo un mese fa per lui non vuol dire nulla. E' questo che vuole dirmi, vero? - chiese Hermione, arrabbiandosi ad un tratto. Harry la guardò confuso.

- Penso che me l'abbia chiesto perché non sa come deve comportarsi. Calmati, Hermione.-

- Cosa pensa? Che io sappia come lui si deve comportarsi? - protestò lei, iniziando una lunga discussione a riguardo… o meglio, un lungo monologo.

 

- Ma lei ti ha detto che vuole parlarmi o che pensa che dovremmo parlare? Oppure è una tua supposizione?- chiese Draco, una volta intercettato Harry per il corridoio. Erano nascosti dentro un'aula.

- Ha detto che pensa che dovreste parlare. E lo penso anche io.- rispose il moro, poggiandosi sulla scrivania del professore.

- E ha detto altro? - continuò a chiedere il biondo, sedendosi su un banco.

- Ha detto che pensa che quello che è successo un mese fa non conta nulla per te.- rispose Harry, annoiato.

- Cosa?!? Ha detto davvero questo? Io… non è vero che per me non ha contato nulla!- si difese Draco, irato.

- Dillo a lei…- sussurrò Harry, esasperato.

- Forse è lei che pensa ancora al suo adorato Weasley e ha avuto un ripensamento! Ma a me non importa nulla! Basta che me lo dice, così io mi regolo di conseguenza!-

 

- Davvero è così ottuso da aver detto una cosa del genere?- Harry era andato a riferire tutto a Hermione, che reagì in questo modo alle parole del biondo.

- Testuali parole… "Pensa ancora a Weasley e ha avuto un ripensamento".- ripetè Harry, leggermente stremato da quell'avanti e indietro.

- Ma non è assolutamente vero! Io non parlo con Ron da un mese!-

- Gliel'ho detto anche io, ma si è arrabbiato e se n'è andato.- rispose il ragazzo.

- Quanto può essere sciocco!-

- Penso sia solo geloso di Ron. Alla fine, ti piaceva… potrebbe piacerti anche adesso a quanto ne sa lui.- provò a giustificarlo Harry.

- E' uno sciocco orgoglioso. Se solo si degnasse di parlarmi, invece di fare queste stupidaggini…- rispose Hermione con rabbia.

- Potresti parlargli anche tu… In questo modo sei sciocca e orgogliosa quanto lui.-

 

- Io sarei sciocco e orgoglioso?- protestò Draco, una volta ascoltato quanto riportato da Harry.

- Sì… E non ha tutti i torti…- rispose il moro divertito.

- Se anche lontanamente avevo pensato che potesse nascere qualcosa tra me e lei… mi sbagliavo di grosso! E' solo una spocchiosa so-tutto-io. Ma chi si crede di essere? Vuole tenere il piede in due staffe? Benissimo, non c'è nessun problema!- sbraitò il biondo, contrariato.

- Malfoy… vi rendete conto di quanto siete ridicoli? Se vi foste parlati di persona…- provò a ribellarsi, ma fu di nuovo interrotto.

- L'ha detto lei che sono ridicolo? - continuò a protestare il biondo.

- Che ci fate voi due insieme? - la voce della McGranitt li fece sobbalzare. Si trovavano nascosti dietro a una colonna al settimo piano.

- Ehm… nulla, professoressa…- sorrise Harry, imbarazzato. Draco scosse la testa vistosamente, sorridendo in modo esagerato, colpevole.

- State progettando di vedervi di nascosto per un duello?- chiese ancora la donna, confusa.

- No, professoressa. Stavamo… chiacchierando del più e del meno…- rispose Draco, imbarazzato.

- E non stavate litigando?- la professoressa non era del tutto convinta.

- Ehm… Potter, io vado… tu continua a… indagare riguardo quella cosa…- disse il biondo, allontanandosi velocemente.

- Potter, di cosa stavate parlando? Ho notato che lei e il signor Weasley avete litigato, ma… chiacchierare del più e del meno con il signor Malfoy… beh, mi sembra poco probabile come situazione.- commentò la McGranitt al moro, preoccupata.

- Si fidi, professoressa… non mi crederebbe se le dicessi la verità. E' decisamente più plausibile che io e Malfoy stessimo chiacchierando del più e del meno…- rispose Harry. In effetti dirle che stava cercando di capire se Malfoy e Hermione stessere insieme non gli sembrò un'idea brillante.

 

Hermione era nella Torre di Astronomia. Tamburellava a terra con il piede destro. Stava aspettando Harry, visto che si erano dati appuntamento lì. Si sporse in avanti quando la porta davanti a sé si aprì. Rimase però paralizzata quando vide Draco entrare. Lui si fermò di botto.

- Che ci fai qui?- chiese brusco.

- Che ci fai tu qui! Io dovevo vedermi con Harry!- rispose lei a tono.

- Anche io.-

Rimasero in silenzio, realizzando di essere stati ingannati.

- Comunque penso non ci sia nulla da discutere. Sei stato piuttosto chiaro.- prese parola Hermione.

- Anche tu…- rispose Draco, acido. - E io sarei sciocco e orgoglioso…-

- Sì, lo sei, se pensi che io non voglia stare con te per Ronald! Non ci parlo da un mese! Merlino! Sei così ottuso!- disse esasperata lei.

- Anche tu, se pensi che per me quello che è successo non è contato nulla!- rispose lui a tono.  Hermione lo guardò per alcuni attimi, poi si lasciò sfuggire un sorriso.

- Quindi per te significa qualcosa…-

- Non me lo fare ripetere…-

La ragazza si avvicinò a lui e lo abbracciò. Draco rimase immobile. Non gli piacevano gli abbracci. O meglio, gli piacevano, ma non ci era abituato, quindi rimaneva sempre impalato.

- Sei sempre il solito testardo!- commentò Hermione con dolcezza.

Il biondo le diede delle pacche sulla schiena, imbarazzato. Lei rise, separandosi da lui. Draco sorrise, rosso dalla vergogna, scompigliandosi i capelli.

- Comunque auguri…- disse la ragazza, impacciata.

- Perché?- chiese lui confusa.

- Perché oggi è un mese che stiamo insieme…- rispose lei, baciandolo dolcemente sulle labbra. Lui sorrise, mentre cominciò ad approfondire quel bacio.

Spazio dell'autrice:

27° capitolo! Ne mancano pochi pochi... ihih... La fine si avvicina!!! Ihih! 

Volevo solo aggiungere che nel prossimo capitolo ci sarà un confronto tra Harry e Draco, in cui entrambi si confronteranno sulla loro amicizia XD Se così si può chiamare.

Ringrazio ancora tutti!!!

A presto!

Kiss

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Capitolo 28
*** .28. Friends will be friends ***


- Ciao…- sussurrò Pansy Parkinson, sedendosi al tavolo di Serpeverde, in Sala Grande.

Draco alzò lo sguardo, annoiato.

- Che vuoi, Pansy?- chiese, scorbutico.

- Volevo solo chiederti come va… ho visto che sei qui… seduto da solo…- rispose la ragazza, intimidita. Draco infatti era in disparte rispetto agli altri suoi compagni di casa.

- Ti sei lasciata con Blaise e stai cercando di tornare a tormentarmi?- chiese ancora lui, non ascoltando le sue parole.

- Draco… siamo stati insieme per un po', ma prima di tutto eravamo amici. So che tipo di rapporto legava te e Theodore. Stavo solo chiedendo se andava tutto bene.- ribadì lei, seria. Draco la fissò per alcuni istanti.

- Te l'ha detto lui che abbiamo litigato?- parlò, facendo finta di nulla.

- No, ma si vede. E penso che Blaise voglia diventare amico di Theo… per…-

- Isolarmi del tutto. Ma puoi anche dire al tuo fidanzatino che non mi importa nulla delle sue gelosie infantili. Ho altri problemi…- rispose Draco, scocciato da quella conversazione.

- Lo so che hai altri problemi! Ho imparato a conoscerti un po'… vedo che sei in difficoltà. Per questo ti dico che hai bisogno di persone che ti stiano vicino.- disse Pansy, decisa.

- Non sarai mai tu questa persona, Pansy. E non è neanche Theodore! Tu non mi conosci, Pansy, e non ho intenzione di darti l'occasione di farlo!- il biondo si alzò di scatto dalla panca e uscì dalla Sala Grande a grande velocità. Si diresse verso i sotterranei, quando sentì delle voci provenire da un'aula.

- Professore, io ci ho provato, ma ora Draco sospetta di me… Non mi rivolge più la parola!- Draco riconobbe perfettamente la voce di Theodore.

- Nott, non mi importa come farai… sai ciò che devi fare! Ci servono informazioni precise su cosa sta architettando. - disse Piton, con la sua solita voce strascicata.

- Farò del mio meglio, signore…- disse Theodore.

Draco sentì dei passi avvicinarsi alla porta e decise di allontanarsi il più possibile da lì. Corse lungo il corridoio, ripercorrendo al contrario la strada che aveva fatto all'andata. Si fermò di fronte al portone di ingresso e uscì. L'aria era piuttosto fredda per essere marzo inoltrato. Si diresse verso il lago e si fermò in prossimità della riva. Prese un sasso da terra e lo buttò pesantemente dentro l'acqua. Si asciugò una lacrima e sollevò da terra un masso molto più grande, continuando a buttarlo in acqua.

- Mi stai spaventando, lo sai?- Harry scese la collinetta alle sue spalle e lo raggiunse.

- Che diavolo ci fai qui, Potter?- sibilò Draco con cattiveria.

- Io e Hermione ti abbiamo visto uscire da scuola piuttosto inferocito. Così lei si è preoccupata, ma le ho detto che ci avrei pensato io.- rispose il moro con tranquillità.

- Non ho bisogno del tuo aiuto, Potter…- disse l'altro, sulla difensiva.

- Penso di sì.  Cosa ti è successo?- provò a chiedere Harry. - Perché ti sei ridotto a tirare sassi nell'acqua?-

Draco non gli rispose, sedendosi a terra. Il moro prese un masso pesante da terra. Chiuse gli occhi e lo lanciò nel lago.

- E' da matti… però funziona. Scarica la rabbia.- disse, prendendo un altro sasso e continuando a scaraventarlo in acqua.

- Non sono un tipo iroso. Se mi arrabbio, preferisco sfogarmi da solo.- confessò Draco, osservando l'altro che continuava a lanciare pesi.

- Con me non ti sei mai trattenuto…- rise Harry, sollevando un altro macigno.

- Con te è diverso. Ispiri rabbia con un solo sguardo…- lo prese in giro il biondo. - Tu che tipo di rabbia devi sfogare? Vedo che ci stai prendendo gusto…-

Harry si fermò, sedendosi al suo fianco, con il fiatone.

- Ron…- sospirò il moro. - Tu?-

- Theodore.- confessò il biondo. L'altro scoppiò a ridere.

- Che guaio i migliori amici. Ci mettono un attimo a farti star bene… e altrettanto a farti sentire uno straccio…- rispose Harry un po' rattristito.

- Già…-

- Facciamo così… Se ti va, farò finta di essere Theodore, così che tu possa sfogarti su di me! E tu puoi fare lo stesso, facendo Ron. Che ne pensi?- propose il moro, euforico.

- Non so se è una buona idea…- rispose dubbioso Draco.

- Dai, inizio io a sfogarmi. Non devi dire niente. Sono io che ti devo immaginare come Ron. Forza, pronti, via!-

Harry chiuse gli occhi per alcuni secondi. Quando li riaprì, si sistemò meglio seduto di fronte a Draco.

- Ron…- cominciò convinto. - Io non ti riconosco più. Dove è andato a finire il mio migliore amico? Tu eri… sei una parte di me! Portare rancore per tutto questo tempo a me… a Hermione. Capisco che tu sia geloso di Draco… capisco che tu sia geloso del fatto che stia con Hermione e del fatto che abbiamo cominciato a sopportarci. Ma noi mai ti abbiamo escluso. Mai. E' con te che mi sono sempre sfogato. E' con te che parlo dei miei segreti. Eppure non te ne importa nulla. Non ti importa che io abbia bisogno di un amico. Non ti importa che Hermione abbia bisogno di te. Lei è felice con Draco. Sembra strano, ma è così! Lei sta bene con lui… Ma se tu non le stai vicino, se Ginny non le fa da amica… lei non potrà godersi questo momento al cento per cento. E mi sembra piuttosto egoista da parte tua! Lei è stata male per te per troppo tempo. Ti devo ricordare come l'hai trattata a Natale? Ma nonostante tutto lei ti aveva accettato di nuovo come amico. Aveva accettato Lavanda, perché pensava che ti rendesse felice. Tu dici di amare Hermione, ma se solo le volessi bene non le faresti tutto questo male. Stupido egoista…- finì lanciando un sasso in acqua. Draco rimase a fissarlo stupito.

- Weasley ama Hermione?- chiese il biondo, confuso.

- Mi sento meglio, lo sai?- disse Harry, più rilassato. - Prova! Anche se all'inizio ti senti uno scemo, tu continua, alla fine cominci a crederci.-

- Hermione lo sa che Weasley la ama?- chiese Draco ancora una volta, sconcertato.

- Sì, ma ora prendiamocela con Theodore.-

- E vuole stare comunque con me?- chiese ancora il biondo.

- Sì, Draco! Ma ora calati nella parte! Chiudi gli occhi e immaginami come Theodore.-

Draco sbuffò, chiudendo gli occhi. Lì riaprì e si trovò davanti comunque Harry. Provò a immaginarselo più massiccio, senza occhiali, con una divisa di Serpeverde.

- Theodore…- provò a dire poco convinto. - Andiamo, Harry! Non funzionerà mai!-

- Provaci! Parlami come se fossi lui…-

- Theodore…- riprovò il biondo. - Tu… tu lo sai come sono fatto. Io sono un ragazzo piuttosto debole di carattere. Sono un fifone che ha paura di affezionarsi alle persone, perché sono stato cresciuto così. Mi ricordo quando è nata la nostra amicizia… Eri a casa mia, a Natale. E abbiamo cominciato a chiacchierare. Scoprire di poter rispettare una persona, scoprire di poter considerarla amica, scoprire quanto sia piacevole essere degli ordinari che credono nella vera amicizia. Sapevo di potermi fidare di te, sapevo che non potevo trovare amico migliore di te. Tu c'eri quando i miei mi trascuravano. Tu c'eri quando la mia vita ha cominciato ad andare in frantumi. C'eri quando Blaise mi ha fatto cacciare dalla squadra. C'eri quando non mi era rimasto nessun altro. Ma poi tu mi hai mentito… e chissà quante altre volte l'avrai fatto. Lo so che mi nascondi qualcosa, anche quando io mi sono aperto completamente a te. Come puoi ancora guardarmi? Come puoi ancora supplicare che io ti rivolga la parola dopo che tu mi hai fatto questo? Dopo che tu mi hai solo usato per avere informazioni. Io mi fidavo di te… Mi fidavo di te… Mi sento come se una parte di me sia stata lacerata da una lama. So più di quanto pensi che io sappia, mentre tu ogni sera continuerai a salutarmi, a chiedermi se ho voglia di parlare. Mi hai spezzato, Theo… eri l'unico di cui mi fidavo. -

Harry sorrise a malapena.

- Ora lancia la pietra con tutta la forza che hai…- sussurrò il moro. Draco si alzò in piedi, prese una pietra e la lanciò, emettendo un urlo di liberazione.

- Meglio?- chiese Harry, dopo che il biondo si rimise seduto al suo fianco.

- Ci sai fare, Potter…- rispose l'altro con il cuore che gli batteva a mille.

- Lo so…- rise, cominciando a strappare distrattamente qualche ciuffo d'erba.

- Lo sai… a volte penso… che tu potresti essere mio amico.- confessò Draco, stupendo il suo interlocutore.

- A volte… l'ho pensato anche io… ultimamente.- rispose sinceramente Harry.

- Penso che… se fossimo amici… penso che mi potrei fidare di te. A volte penso che tu potresti essere un buon amico per me. Una spalla su cui poggiarmi nei momenti di difficoltà… una mano che mi aiuta ad alzarmi, quando cado. A volte penso che sarebbe… bello…- disse Draco, fissando un punto lontano di fronte a sé.

- C'è un "ma", non è vero?- chiese il moro, sorridendo.

- Ma… al momento… non è possibile. Forse… è troppo presto… o troppo tardi. -

- Penso che sia… troppo presto. Penso che un giorno, quando la guerra sarà finita e io avrò, si spera, vinto su Voldemort… penso che allora ci sarà un posto per la nostra amicizia. Ora non è possibile. Anche se entrambi lottiamo per amore di qualcuno, lottiamo uno contro l'altro. Però arriverà quel giorno, Draco. Sarà un giorno d'inverno, la guerra sarà finita da un pezzo. Allora ci ritroveremo per caso ai Tre Manici di Scopa, ci saluteremo e ci berremo due burrobirre, in amicizia. Ma fino ad allora… dovremo aspettare.- disse Harry con un sorriso. Draco rise divertito.

- Due burrobirre? Si può fare…- osservò, sorridendo.

 

Quella sera Draco entrò nella sua stanza, piuttosto presto. Theodore era sdraiato sul suo letto e si alzò in piedi non appena il biondo entrò in camera.

- Ciao, Draco!- lo salutò euforico.

L'altro lo guardò per alcuni istanti. Perché doveva riportare delle informazioni sul suo conto a Piton? Lavorava per conto dei Mangiamorte anche lui? Doveva tenere d'occhio il suo operato? Doveva riportare i suoi errori?

Non rispose al saluto, cambiandosi velocemente.

- Ti va di parlare?- provò a chiedere Theodore, come faceva ormai ogni sera.

Draco si distese sul letto, dandogli le spalle. L'altro sbuffò, mentre il biondo spegneva la luce per poter dormire.

Spazio dell'autrice:

Ciaooo!!!

Che ve ne pare di questo capitolo?? A me piace molto sinceramente XD Spero che piaccia anche a voi. Draco e Harry si aprono l'un l'altro, aiutandosi come dei veri amici, anche se entrambi sanno che ancora non è arrivato il tempo per la loro amicizia.

Si scopre di più di Theodore. Mmm... sta tramando qualcosa di losco? Non vi preoccupate, tutto sarà spiegato a tempo debito XD

Voi chi preferite come amico di Draco? Theo o Harry? E' una sfida un po' sleale, perchè ora Theo sta tramando qualcosa alle spalle del suo amico XD 

Ah, la scena di Pansy iniziale non è casuale. Alla fine avranno un "chiarimento" anche loro. :D

Al prossimo capitolo :D

A presto!

Kiss

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Capitolo 29
*** .29. Maybe it's love ***


Hermione si sedette velocemente sulla panca del tavolo di Grifondoro. La Sala Grande era piena di studenti come ogni giorno all'ora di pranzo. Si aggiustò i capelli con un gesto rapido e nervoso. Harry la scrutò con curiosità.

- Ciao, Harry… - disse la ragazza con voce stridula.

- Ciao…- rispose, con voce annoiata.

Lei sospirò, cominciando a tamburellare sul tavolo con le dita. Trattenne il fiato, quando vide in lontananza Draco entrare in Sala Grande. Harry seguì il suo sguardo.

- Avete litigato?- chiese, capendo che Hermione voleva dirgli qualcosa.

- No! No! Anzi…-

- Anzi?- chiese lui, confuso.

- Beh… diciamo che… sembra essere un tipo… molto passionale…- rispose lei, imbarazzata. - Anche troppo…-

Harry la guardò per alcuni secondi, poi si alzò di scatto con la faccia disgustata.

- Oh Merlino!!!- esclamò, allontanandosi verso l'uscita. Hermione lo seguì per i corridoi.

- Harry!-

- Hermione, non voglio essere messo al corrente della vostra vita sessuale… Penso di non essere pronto a questo passo…- disse lui, sconvolto.

- No!!! Non c'è nessuna vita sessuale! E' che… ci baciamo… molto… spesso…- cercò di spiegare lei, imbarazzata.

- Qual è il problema? E' questo che fanno i fidanzati!- esclamò Harry, confuso.

- Lo so! Ma… non facciamo altro! Non parliamo, non studiamo… Harry, io oggi sono andata alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure senza ripassare l'argomento del giorno!- rispose Hermione, sconcertata.

- Allora perché non glielo dici? Digli che vuoi parlare di più…- la prese in giro lui, cominciando a riderle in faccia.

- Ci ho provato… ma… Harry, tu non puoi capire quanto siano belli i suoi occhi quando mi sorride…- confessò lei in difficoltà.

- Chi l'avrebbe mai detto? Hermione Granger che si lascia ammaliare da un paio di occhietti grigi!- si mise a ridere lui.

 

Quel pomeriggio Hermione l'aveva passato in biblioteca. Stava rimettendo a posto un libro, quando sentì due mani sfiorarle i fianchi. Sobbalzò, ma sapeva benissimo a chi apparteneva quel tocco.

- Draco, sei impazzito? Potrebbero vederci!- sussurrò lei, non voltandosi, continuando a cercare un volume di incantesimi. Sentì il corpo del suo ragazzo avvicinarsi al suo, lasciando dei piccoli baci sul collo.

- D…Draco…- balbettò lei, girandosi verso di lui.

- Hermione…- sussurrò Draco, prima di catturare le sue labbra in un bacio piuttosto passionale.

Hermione indietreggiò, fino a toccare con la schiena lo scaffale pieno di libri. A malincuore decise di allontanarsi dalle sue labbra.

- Draco, Madama Pince potrebbe…- sussurrò a malapena, con un filo di voce.

- Sssh… potrebbe sentirci…- la prese in giro con un dolce sorriso. Hermione rimase a guardare i suoi occhi. Quando sorrideva, si chiudevano e diventavano due fessure così dolci. Si intravedevano solamente dei luccichii, provenienti dalle sue iridi di ghiaccio.

- Draco, dobbiamo parlare…- disse lei con fermezza, destandosi dal suo momento di trance. Draco si allontanò da lei, sbuffando.

- Qual è il problema?- chiese scocciato.

- Sei… sei come Victor!- sussurrò lei, per non allarmare Madama Pince. Quella donna si lamentava sempre anche per una minima parola. Draco la guardò confuso.

- Krum?- chiese, cercando di trattenere una risata.

- Sì!-

- Carino da parte tua paragonarmi al tuo ex…- affermò lui, anche se in fondo non gliene importava nulla.

- Non… non era questo quello che intendevo… Ci vediamo tra dieci minuti al solito posto…- rispose Hermione in difficoltà, superandolo e uscendo dalla biblioteca.

 

Draco arrivò puntuale come sempre. Ormai si davano sempre appuntamento lì, in quella parte del lago nascosta da tutto e tutti. Dove tutto era nato… dove si erano dati il loro primo "non appuntamento".

- Si può sapere che ti è preso?- chiese il ragazzo, sedendosi al suo fianco.

- Sei… troppo fisico! Ovunque… in qualunque momento! L'altro ieri, stavo per fare tardi a lezione perché tu mi hai rapito e rinchiuso in un'aula per… baciarmi. Oggi sono andata a lezione senza aver ripassato l'argomento del giorno! Mi… confondi… con il tuo stupido sorriso e i tuoi occhi che luccicano.- disse lei tutto di un fiato. Draco non riuscì a trattenere la risata.

- Tutto qui? Ti distraggo dal tuo studio ossessionato?- la prese in giro, ridendole in faccia.

- E' importante per me, Draco! L'anno prossimo abbiamo i M.A.G.O. ! -

- Quindi? Vuoi… "lasciarmi" fino a che non avrai studiato tutto il programma di questi due anni?- chiese Draco, divertito.

- No! Ma… insomma… qualche volta possiamo anche studiare insieme… parlare… Cioè, io alla fine non ti conosco! Non so il tuo colore preferito. Non so come stai andando a scuola! Ho saputo da Harry che tu e Theodore avete litigato! Cosa è successo? Non lo so! E io dovrei saperlo. Dovrei sapere il tuo secondo nome. Dovrei sapere se hai qualche allergia alimentare. Dovrei sapere cosa fai tutto il giorno quando non stiamo insieme. Quali sono le tue paure? Cosa ti piace mangiare? Io non so nulla di te… So che non sopporti i babbani e ti piace Pozioni. La tua… "voracità" nel baciarmi… sembra quasi che tu voglia tapparmi la bocca e non parlarmi.-

Draco rimase immobile a fissarla. Abbassò lo sguardo, quasi colpevole. Sapeva che Hermione aveva ragione. Spesso non le dava neanche il tempo di parlare, perché aveva paura che potesse fargli qualche domanda inopportuna. "Cosa hai fatto oggi?" "Niente, sono stato tutto il tempo nella Stanza delle Necessità a riparare l'armadio svanitore per far entrare i Mangiamorte di nascosto.". E la cosa che più gli pesava era che si era così affezionato a lei, che gli dava tremendamente fastidio mentirle. Sapere che lei si fidava di lui, mentre le mentiva, mentre si preparava a spezzarle lentamente il cuore.

- Il mio colore preferito è il blu… non l'azzurrino sbiadito, il blu elettrico.- disse poi lui, cogliendo Hermione di sorpresa. - Non sto andando benissimo a scuola. La McGranitt mi ha detto che è preoccupata per me e pensa che non riuscirò a superare gli esami. Sono un po' sotto pressione ultimamente. Ho litigato con Theodore il giorno di San Valentino. Ho scoperto che mi mentiva e che mi stava solo usando. Ci sono stato molto male. Il mio secondo nome è Lucius, dovuto probabilmente all'enorme ego di mio padre. Se fosse dipeso da lui, probabilmente mi chiamerei Lucius jr, ma mia madre ha insistito con Draco, perché nella sua famiglia tutti hanno nomi astronomici o mitologici. Poi? Ah sì, non ho allergie alimentari. Almeno penso. Mi piacciono molti dei cibi babbani, tra i quali preferisco la pizza e la nutella. Quando non ci sei… studio. Ho paura del buio e non ne vado fiero. Quando dormo devo sempre avere una piccola luce accesa o la finestra aperta, se no mi prende un attacco di panico. Mi basta anche la luce della luna a farmi star meglio, ma il buio totale mi terrorizza. E poi, non è vero che non sopporto tutti i babbani. Dudley mi stava simpatico, nonostante tutto, ma non lo dire a Harry. E poi… tu sei nata babbana. Vuoi sapere altro?- disse Draco, rispondendo a tutte le sue precedenti domande. Alla fine se l'era cavata con una sola bugia. Hermione sorrise, divertita.

- Sei stato molto esaustivo. Grazie… Comunque, pensavo che il tuo colore preferito fosse il verde…- rise lei, dandogli una piccola spinta.

- Non sono così banale…- commentò, poi notando il silenzio della ragazza. - Non mi dire che il tuo è il rosso!-

- Sono banale, hai qualche problema?- chiese lei, fingendosi offesa.

- Nessuno… - rise lui, divertito. - Comunque… se proprio dobbiamo "parlare"… tu non mi hai detto che Weasley era innamorato di te…-

Hermione rimase un attimo interdetta.

- Te l'ha detto Harry?- chiese, conoscendo già la risposta. Il biondo annuì. - Non volevo che ne fossi… geloso…-

- Io non sono geloso… Solo che… a te piaceva… Perché allora non… ti sei messa con lui?- chiese Draco, confuso.

- Forse perché mi piaci più tu?- rispose Hermione, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.  Il biondo gonfiò il petto, contento di quella risposta.

- Risposta piuttosto convincente.- osservò Draco, sicuro di sé.

- Durante l'estate potresti anche venire a stare da me, prima di andare o alla Tana o dai Tonks. - propose Hermione, bloccandosi dopo aver notato l'espressione sconvolta di Draco.

- Non sei costretto… era un'idea…- aggiunse subito lei.

- No no, va bene… cioè… potrebbe essere un'idea carina. - rispose il biondo, in difficoltà.

- Sicuro? Se non ti va, davvero non c'è problema…-

- Tranquilla… è una bella idea… Così conoscerò anche i tuoi genitori…- aggiunse lui, ridendo imbarazzato.

- Vuoi conoscere i miei genitori?- chiese lei, cercando di nascondere l'euforia.

- Prima o poi dovrò conoscerli, se continuo a sopportarti come mia ragazza… Spero solo che siano più disponibili dei miei… Non penso che il buon Lucius e sua moglie accetterebbero con piacere la nostra unione.- rise Draco, passandosi una mano sulla nuca.

- Beh… a mia madre piaceresti a prima vista. Sei il classico ragazzo che piace alle mamme. Biondino, occhi chiari, damerino… sembri un principe azzurro… il principe che ogni mamma spera di trovare per la propria principessina. Poi ti conoscerà… e cambierà completamente idea su di te…- finì, facendogli la linguaccia.

- Mentre tuo padre non mi sopporterà?- chiese Draco, divertito.

- Papà è un po' iperprotettivo. Ti odierà solo per il fatto che sei il mio ragazzo…- si mise a ridere, in fondo imbarazzata.

- Comunque, dai, adesso non pensiamoci. Penso che abbiamo parlato abbastanza, non trovi?- disse Draco, cercando di cambiare argomento. Le passò una mano dietro la nuca e la baciò con passione, facendola sorridere con quella dolce irruenza.

Hermione non si rese conto di quel velo di tristezza che percorse Draco. Gli sarebbe davvero piaciuto fare tutto ciò che lei aveva programmato. Ma sapeva che dopo aver ucciso Silente, sarebbe dovuto scappare il più lontano possibile da lei.

 

Intanto nella Sala Comune di Grifondoro, Harry si stava scervellando su un tema di Trasfigurazioni. Non si aspettava di udire quella voce al suo fianco.

- Posso sedermi qui?- chiese Ron, indicando il posto vicino al suo, sul divano. Harry lo guardò con stupore, ma annuì debolmente.

- Come va?- chiese ancora il rosso.

- Che c'è, Ron? Dopo un mese in cui non mi hai neanche guardato in faccia ora torni qui e mi chiedi "come va?"?- disse il moro, poggiando sul tavolino la pergamena con il compito.

- Ti volevo chiedere scusa, Harry… - lo interruppe l'altro, imbarazzato. Harry lo guardò stupito.

- Ah…- riuscì solo a dire.

- Sono stato uno sciocco a prendermela con te. Tu sei il mio migliore amico, ma sei amico anche di Hermione, era normale che stessi anche dalla sua parte.- spiegò il rosso, timido.

- Io sono dalla sua parte, tu hai sbagliato. Lei aveva bisogno di te e Ginny e voi le avete voltato le spalle…- rispose duro Harry.

- Harry, almeno tu capiscimi. Io amo Hermione… pensa cosa può aver significato per me saperla tra le braccia del mio peggior nemico!-

- Lei non voleva farti del male.-

- Lo so… ma lui la farà soffrire…- disse Ron, cercando di convincere l'amico.

- Lo so, ma se lei è pronta a correre questo rischio, penso ne sia innamorata.- rispose Harry, serio.

L'altro poggiò la testa tra le mani, nascondendosi il volto.

- Per un mese, mi sono sforzato di evitarla, pensando che non vedendola, non avrei sofferto. Ero convinto che si fossero messi insieme, ma… pensarlo… è così diverso dal vederlo! Oggi pomeriggio, ero in biblioteca, quando ho visto Malfoy baciare Hermione, nascosti dietro uno scaffale. Harry, non puoi capire quanto mi abbia fatto male…- sussurrò Ron. Harry lo guardò con attenzione, posandogli una mano sulla spalla.

- Andrà tutto bene… non so come… non so quando… ma andrà tutto bene…- gli disse il moro, consolando l'amico.

Spazio dell'autrice:

Ventinovesimo capitolo :D 

Che ve ne pare? Capitolo totally Draco/Hermione XD
A chi lascerà la 100esima recensione, spetterà un interessante spoiler del prossimo capitolo come messaggio privato, così che nessuno potrà conoscerlo oltre a lei XD
Spero che il capitolo vi piaccia! Ringrazio tutti!!!!
A presto!!!
Kiss

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Capitolo 30
*** .30. I love you, but... ***


- Secondo te dovrei lasciarla?- chiese Draco, con un sorriso triste. - E' che… non penso di farcela… Lei è… è una forza della natura. Riesce a farmi stare bene… riesce a non farmi pensare a tutto questo. Dovrei lasciarla così, senza dirle niente? E' sicuramente meglio di dirglielo il giorno della missione. " Ciao, Hermione! Che fai di bello? Io sto per fare entrare i Mangiamorte nel castello… ora devo andare, devo andare a uccidere Silente. ". Hai ragione, è meglio finirla subito. La farei soffrire e basta.-

Draco accarezzò dolcemente il dorso di un uccellino bianco. Avrebbe voluto che quel volatile gli rispondesse, gli dicesse quello che doveva fare. Si alzò dal pavimento, pensando che parlare con un uccello non lo avrebbe aiutato. Era nella Stanza delle Necessità. Si posizionò di fronte all'armadio svanitore e posò l'animale all'interno di esso.

- Ci vediamo dopo, spero…- sussurrò Draco, chiudendo l'anta.

- Harmonia Nectere Passus…-

Un fruscio fece presagire che l'uccello era sparito. Aprì l'armadio, che era effettivamente vuoto. Lo richiuse, aspettando alcuni secondi.

- Harmonia Nectere Passus…-

Sentì un rumore sordo all'interno e si sbrigò ad aprire.

L'uccellino era tornato, ma era privo di vita. Qualcosa era andato storto? O era stato Sinister a ucciderlo. Chiuse l'armadio, tenendo l'animale in mano e poggiandolo su una pila di libri. Stava per andarsene, quando sentì un altro fruscio all'interno dell'armadio. Draco si avvicinò e lo riaprì. C'era un bigliettino.

" Complimenti, signor Malfoy… suppongo che abbia riparato l'armadio gemello.

PS: Scusi per aver ucciso l'animale. Aveva cominciato a beccarmi il naso.

A presto,

Sinister"

- Funziona…- sussurrò Draco, eccitato. - Funziona!-

Corse fuori la Stanza, più euforico che mai.

 

- Ciao, Hermione…- disse Ron, sedendosi vicino a lei.

- Ciao… Ronald…- rispose lei, confusa. Vide Ginny prendere posto vicino al fratello, senza dire nulla. Erano in Sala Grande per la cena e Hermione era nervosa perché non aveva visto Draco per tutto il giorno.

Harry la raggiunse, stupendosi di trovare con lei i due rossi.

- Ciao, Ron…- disse, confuso.

- Ciao, Harry…- rispose il rosso, addentando una coscia di pollo.

- Ciao, Ginny. - si rivolse alla sua ex in modo più timido.

- Harry…- disse, ancora un po' arrabbiata. Sembrava scocciata, ma un timido sorriso si dipinse sul suo volto, non riuscendo a trattenerlo.

- Ok… basta saluti… Mi spiegate cosa è successo? Abbiamo fatto pace? Perché non sono stata informata di questa cosa…- parlò Hermione, interrompendo tutti quei saluti.

- Io… ho chiarito con Harry… e magari… piano piano… speravo che potessimo fare pace anche noi. - sussurrò Ron, imbarazzato.

- Io sto con Draco, Ronald… non penso che accetterai mai questa cosa.- rispose lei a bassa voce.

- Lo accetto. Sto male senza di voi. Sono disposto anche a vederti con… quello lì.-

- Ronald, "quello lì" si chiama Draco. E noi ci piacciamo sul serio, anche se voi non lo credete possibile. -

- Non ti sto dicendo di lasciarlo o altro. Ti sto dicendo che mi manca la mia amica.- confessò Ron, facendo arrossire Hermione.

- Ci devo pensare. Ehm… potete scusarmi un attimo?- disse la riccia, alzandosi dalla tavola e correndo verso l'uscita della Sala Grande, dove aveva visto uscire un noto Serpeverde. Sapeva che non doveva parlare con lui, Draco si sarebbe arrabbiato troppo, ma era l'unico che poteva sapere.

- Theodore!- chiamò il ragazzo, riuscendolo a fermare.

- Che vuoi, Granger?- chiese scontroso.

- Hai… hai visto Draco? E' tutto il pomeriggio che non lo vedo…- chiese lei timidamente.

- E allora? Che ti importa di dove sta? - domandò Theo, confuso. Stava per andarsene, quando Hermione gli prese una mano.

- Ti prego, Theodore. L'ho cercato ovunque. Sono preoccupata. Di solito, anche se non ci vediamo, mi fa sapere dove sta.- lo supplicò lei. Theodore la fissò confuso, poi sorpreso.

- Voi due state… insieme? Vi frequentate?- chiese sconvolto.

- Per favore… lui non voleva fartelo sapere, ma mi serve il tuo aiuto.- rispose lei a bassa voce.

Theodore si guardò intorno.

- L'ho visto entrare in Sala Comune di corsa. Posso… posso andare a vedere se è ancora lì.- propose il moro, cominciando a incamminarsi verso i sotterranei. Lei lo seguì, preoccupata. Aveva uno strano presentimento.

Theodore entrò nella Sala Comune, dicendo a Hermione di aspettare fuori. Si diresse verso la loro camera. Draco era steso sul letto, fissava il soffitto con occhi lucidi, con un braccio si copriva la fronte.

- Draco…- lo chiamò Theo, ma il biondo non gli rivolse lo sguardo.

- Draco… la tua fidanzata ti sta cercando… E' qui fuori… Se non esci a farle vedere che sei ancora vivo, penso che avrà una crisi di panico…- continuò il moro, con un sorriso.

Draco si mise a sedere.

- Dille… dille che mi sono addormentato. Dille che odio essere svegliato. La cercherò domani. - disse il biondo, con voce molto seria.

- E' nervosa… mi ha supplicato di dirle dove ti trovavi… E' preoccupata… come puoi non volerla vedere?- chiese Theo, confuso.

- Theodore, va' da lei e dille quello che ti ho detto. Tanto dovresti essere abituato a mentire…-

 

La mattina seguente era domenica. Una soleggiata mattina di aprile.

- Il fatto che ieri ti ho rivolto la parola non vuol dire che siamo tornati amici.- commentò Draco, mentre faceva colazione. Theodore gli sorrise.

- Vuol dire però che presto torneremo amici.- rispose l'altro divertito.

- No! Vuol dire che mi servivi… ora non mi servi più.- disse il biondo, con freddezza.

- La tua ragazza è entrata in Sala Grande e ti cerca disperatamente. Ti guarda con gli occhi di un cucciolo bastonato…- lo prese in giro Theo.

Draco si irrigidì, ma non si voltò a guardare. Theodore lo fissò confuso.

- Poverina… ieri ti cercava come una pazza! Perché continui a evitarla? E' o non è la tua ragazza?- chiese sconcertato il moro. - Forse non le vuoi più parlare perché l'hai vista parlare accidentalmente con Piton?-

- Il perché la stia evitando non è affar tuo… E se proprio insisti con la storia dell'essere amici… beh, io non ho intenzione di tornare a frequentarti a meno che tu non mi dica un valido motivo perché ti ho sentito dire a Piton che cercherai di riallacciare i rapporti per passargli delle informazioni. Su di me? Sul mio piano? Non ne ho idea… ma per me questo è un motivo valido per evitare te.- si liberò Draco, lasciando Theodore di stucco.

- Draco… devi… devi aver capito male…- cercò di difendersi il moro.

- E a quanto vedo non sei disposto a darmi questo motivo.-

Il biondo si alzò dalla panca e si mosse verso l'uscita. Una volta arrivato nell'ingresso una voce lo fermò.

- Draco! Fermati immediatamente!- Hermione sembrava essere molto arrabbiata.

- Hermione! Ciao…- rispose lui imbarazzato. Si guardò intorno cercando delle vie di fuga.

- Dove sei finito tutto ieri? Io… io mi ero preoccupata per te.- ammise lei con un velo di tristezza.

- Ero nella Stanza della Necessità per studiare… ti avevo detto che, quando volevo stare da solo, mi mettevo a studiare lì. Poi mi sono sentito male. E mi sono addormentato presto…-

- E non ti è saltato neanche per la testa che io volessi sapere dove fossi?- chiese Hermione, alterata.

- Io… scusa… non ci ho pensato.- disse Draco con fare colpevole.

- Adesso come stai?- chiese la ragazza, rassegnata.

- Meglio… molto meglio… grazie.- sorrise lui debolmente.

- Ti va di andare a Hogsmead? Si dovrebbe partire per le 11.- domandò lei, scocciata per la tensione accumulata il giorno prima.

- Veramente io devo finire un compito per la McGranitt…- mentì lui ancora una volta, sentendosi un verme ogni volta che lo faceva.

- Vuoi che ti dia una mano?- propose la ragazza.

- No! Anzi, ti volevo dire se volevi andare a Hogsmead con Harry! Non vorrei che finisci per rovinare la tua amicizia con…-

- Lascia stare… ho capito, è uno di quei giorni in cui vuoi stare da solo.- rispose lei, scocciata.

- Hermione, non voglio cacciarti…- provò a dire lui, prendendole la mano. Lei si scansò.

- Vuoi stare da solo? Allora oggi lasciami in pace!- sbraitò Hermione, allontanandosi.

 

- Harmonia Nectere Passus…- sussurrò Draco, di fronte l'armadio. La bacchetta era puntata dritta davanti a lui. Aprì le ante, trovandovi dentro la mela che aveva mandato da Magie Sinister. Era tornata con un morso sul fianco. Funzionava decisamente. Dopo diverse prove, non c'era più alcun dubbio.

Però non riusciva a esserne contento. Si sentiva continuamente in colpa nei confronti di Hermione. Cercò di convincersi mentalmente che stava facendo la cosa giusta: allontanarla lentamente da lui, lui che era uno schifoso Mangiamorte. Glielo doveva. Lei si meritava di meglio. Era una brava ragazza, che donava tutta se stessa alle persone che amava, anche a un "mostro" come lui. Draco si pentì di essersi lasciato coinvolgere così tanto, sarebbe stato tutto più facile senza di lei. Ma lei c'era e non voleva ammettere che era una parte presente e importante dei suoi pensieri.

Fu una parte sconnessa del suo cervello, forse una scarica partente dal suo cuore, che fece sì che lui cominciasse a correre verso il giardino di Hogwarts. Ai cancelli c'era Gazza che faceva la guardia. Si mise in mezzo, mentre Draco cercava di passare.

- E' troppo tardi ragazzo!- sibilò l'uomo con voce viscida.

- Io vado a Hogsmead quando mi pare! E' un mio diritto. Ho il permesso e ci vado, anche se dovessi voler uscire gli ultimi cinque minuti della gita!- disse Draco con fermezza. Superò Gazza con passò veloce. Alla fine non era così tardi. Erano solo le undici e mezza.

Forse a muoverlo era stata una parte del suo cuore che non voleva stare solo, ma voleva stare con lei, sempre, ogni istante.

Arrivò di fronte ai Tre Manici di Scopa e vide Madama Rosmerta spolverare l'insegna fuori dal locale. Si avvicinò a lei, per attuare il piano a cui aveva pensato la notte precedente.

- Rosmerta… Avvertimi la prossima volta che vedi Silente partire per una delle sue missioni. Va' a Malfoy Manor e da questo biglietto a Bellatrix Lestrange. Ci sarà scritto tutto quello che deve sapere.-

Draco aveva scritto quel foglio la sera prima. Con l'armadio funzionante, il piano sembrava essersi disegnato nella sua mente, pronto per la prossima volta che avrebbe rivisto Rosmerta. Non pensava di andare a Hogsmead quel giorno, ma visto che c'era, volle avvantaggiarsi.

- Va bene.- si limitò a dire lei, tornando al suo lavoro.

Draco sbuffò, entrando nel locale. Si guardò intorno in cerca di Hermione. Quando la vide, il suo cuore perse un battito. Era seduta a un tavolino insieme a Harry e Ron. Rideva, poggiando delicatamente una mano sulla spalla del rosso. Qualcosa si mosse dentro di lui. Gelosia? Lui non era mai stato geloso… eppure un inspiegabile mostro lo stava divorando dall'interno. Hermione si illuminò quando lo vide e lo raggiunse velocemente. Draco uscì di corsa, cominciando a camminare lungo High Street. Si fermò di fronte la Stamberga Strillante.

- Draco! Che ci fai qui?- chiese la ragazza, dietro di lui.

- Scusa tanto se ho interrotto il tuo momento intimo con quello sfigato…- brontolò lui, cercando di trattenere la rabbia.

- Cosa? Di che parli…? Ti riferisci a Ron? Abbiamo fatto pace…- rispose la ragazza.

- Ho notato… Lascia stare… torno a scuola…- sbuffò lui, provando ad allontanarsi.

- Perché sei venuto? Pensavo che volessi stare da solo…-

- Volevo chiederti scusa per essermi comportato male con te… non pensavo che ti consolassi così velocemente in mia assenza.- rispose lui riluttante.

- Non dire stupidaggini, Draco! Io amo te, io e Ronald siamo solo amici!- disse Hermione, contrariata. Draco la fissò stupito.

- Cosa hai detto?- chiese, confuso.

- Io e Ronald siamo solo amici…- ripetè lei, non capendo.

- Prima…-

- Non dire stupidaggini?-

- Dopo?-

- Ah… Ho detto che… che amo te…- rispose, imbarazzata. Draco la guardò, il cuore gli battè forte.

- Devo andare… - disse lui, sentendo l'ansia percorrergli il corpo.

- Dove?- chiese lei, non capendo la sua reazione.

- Ci vediamo in giro…- le diede un bacio a fior di labbra e si voltò, dandole le spalle e cominciando a correre verso il castello. Lei rimase lì a guardarlo andare via.

 

Draco entrò come una furia in Sala Comune. Era quasi completamente vuota. Quelli che non avevano il permesso di andare a Hogsmead si erano presi un giorno di relax per godersi il bel tempo in giardino. Percorse la sala e arrivò nella sua stanza. Non si aspettava di trovarvi qualcuno. Theodore era seduto sul suo letto, le ginocchia erano rannicchiate al petto e il suo corpo era scosso da singhiozzi. Stava piangendo.

- Theodore…- sussurrò il biondo, stupito. Theo alzò lo sguardo verso di lui e lo guardò con stupore, mentre calde lacrime rigavano il suo viso.

Spazio dell'autrice:

Ecco il trentesimo capitolo!!! 104 recensioni in 29 capitoli... non so che dire, veramente! Siete fantastiche! Grazie per il supporto che mi state dando. Non ho mai scritto una storia così lunga e sapere che è così apprezzata mi fa tantissimo piacere ;D Spero che i nuovi capitoli non vi deludano.

Cosa ne pensate? Draco e Hermione si allontanano, mentre Theodore sembra avere un momento di debolezza. 

A presto!

Kiss

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Capitolo 31
*** .31. Right till the end ***


- Theo…- lo richiamò Draco, non capendo cosa avesse spinto l'amico a reagire in questo modo. "Theo non piange mai… lui consola… lui è la spalla su cui piangere…" pensò, sedendosi sul letto con il moro.

- Ora… ora mi rivolgi la parola?- chiese Theodore con un sorriso amaro.

- Cosa ti è successo?- domandò il biondo, serio.

- Va' al diavolo, Draco… lasciami in pace!- ringhiò Nott, ma Draco non gli diede retta.

- Parla…- ordinò con voce ferma e decisa.

- Mio padre… è morto… ucciso dall'uomo che tu servi fedelmente.- confessò a bassa voce Theo. Draco si irrigidì.

- Tu Sai Chi ha ucciso tuo padre? Perché?- chiese, confuso.

- Piton… è un traditore…- sussurrò il moro, continuando a piangere.

- Lo so… in realtà è al servizio dell'Oscuro Signore.-

- No… Lui è una spia da parte di Silente.- spiegò Theodore. - In realtà fa credere a Tu Sai Chi di fare il doppio gioco con Silente, quando in realtà il vecchio è al corrente di tutto. -

- Cosa? Ma Piton sa della mia missione! E mi incoraggia a continuarla!- disse Draco, confuso.

- Non so niente della tua missione. So che Silente sa tutto. Probabilmente te lo dice per farti credere che è dalla parte dei Mangiamorte.- disse il moro a bassa voce, asciugandosi alcune lacrime.

- E tuo padre cosa centra con tutto questo?- chiese Draco, con cautela.

- Mio padre era una spia, come Piton. Lavoravano insieme in incognito per carpire informazioni a Tu Sai Chi e passarle all'Ordine della Fenice. Ma qualcosa è andato storto e Tu Sai Chi ha scoperto che qualcuno lo tradisce. Probabilmente non avrebbe mai sospettato di mio padre, avrebbe pensato a Piton. Ma papà si è messo in mezzo, per difendere Piton. Si è preso tutta la colpa, così che anche se lui fosse morto, Severus poteva continuare a fare da infiltrato.- confessò Theodore.

- E tu… hai provato a scoprire i miei piani, così da poter aiutare tuo padre.- intuì Draco.

- E io… sì, ho provato a scoprire i tuoi piani per poter aiutare mio padre. Ma ormai è tutto inutile.-

Draco abbassò lo sguardo, intimidito dalla situazione.

- Silente…- sospirò il biondo. Theodore si asciugò delle lacrime, confuso.

- Cosa?-

- Devo uccidere Silente. E' questa la mia missione. Ho passato tutti questi mesi ad aggiustare l'armadio svanitore, il cui gemello si trova da Magie Sinister. La prossima volta che Silente lascerà la scuola, avviserò i Mangiamorte che da Nocturn Alley riusciranno a entrare a Hogwarts attraverso i due armadi. Io evocherò il Marchio Nero sopra la torre di Astronomia. Silente prima o poi verrà a controllare e io lo ucciderò. Questo… è il mio piano. Dovresti andare a dirlo a Piton. Dovresti… fermarmi.- sussurrò Draco, liberandosi di un grosso peso. Theodore lo guardò con un dolce sorriso.

- Non lo dirò a nessuno. Ormai non mi importa più nulla. Non ti metterei mai in pericolo… te o i tuoi genitori.- rispose, singhiozzando.

- Devi dirlo a Piton, perché se no tuo padre sarà morto invano. Devi dare un senso a quello che lui ha avuto il coraggio di fare. Lui era un grande uomo. Era un uomo buono.- commentò Draco, annuendo con forza.

- Dopo la morte di mia madre, durante la prima guerra, mio padre mi ha cresciuto con amore. Gli devo tutto. Ma non ce la farei a perdere anche te. Sei tutto ciò che mi è rimasto. Quindi no, non tradirò di nuovo la tua fiducia. Farò quello che avrei dovuto fare sin da subito. Starti vicino e spalleggiarti… fino alla fine.-

 

- Di cosa staranno parlando i nostri padri?- chiese Draco, addentando una cioccorana. Erano le vacanze di Natale del suo secondo anno a Hogwarts.

- Non lo so… Papà mi ha detto che doveva parlare con tuo padre di lavoro. Che figurina ti è capitata?- chiese Theodore al biondo, scartando la sua cioccorana.

- Helena Corvonero… la vuoi? Ne ho cinque di lei…- disse Draco, passandogliela.

- Grazie!- disse, masticando la cioccorana. - Hai idea di chi potrebbe essere l'erede di Serpeverde?-

- No… sicuramente non è Potter… Quanto non lo sopporto quel pallone gonfiato…- commentò il biondo, contrariato.

- Non dovresti dargli troppa attenzione. Così gli dai solo importanza…- lo interruppe Theo, con un sorriso.

- Hai ragione… - rispose Draco, innervosito dal discorso.

- Qualche volta potresti venire a trovarmi a casa mia. Potresti aiutarmi a pozioni! Io sono proprio negato… E poi potremmo giocare insieme a Quidditch! Non è divertente da soli… Papà ha sempre da fare…- disse Theodore, mettendo su un tenero broncio su quel viso paffutello.

- Sarebbe come avere… un amico.- commentò Draco, cercando di nascondere l'entusiasmo.

- Sì… come avere un vero amico…- ripetè l'altro, sorridendo.

- Sarebbe divertente…-

- Allora facciamo che io e te oggi diventiamo amici. Vuol dire che dobbiamo starci vicino e spalleggiarci!- disse Theo euforico.

- Non tradiremo mai la fiducia dell'altro… e poi… una vera amicizia è per sempre!- aggiunse Draco, ridendo contento.

- Fino alla fine!- disse Theodore, stringendogli la mano

 

- Fino alla fine, Theo… - sussurrò Draco, abbracciandolo. Theodore si sfogò, continuando a liberare lacrime amare.

Dopo attimi interminabili, il moro si allontanò da lui, asciugando le ultime lacrime.

- E tu e la Granger? Fa parte del piano?- chiese dal nulla.

- Non è il momento di parlarne…- rispose subito il biondo.

- E' il momento… parlare di altro mi fa bene.-

Draco sbuffò.

- Me e Hermione… no, non faceva parte del piano. -

- Cosa pensi di fare con lei?- chiese Theo, tirando su con il naso.

- La sto evitando per lasciarla. Pensavo fosse la cosa migliore, per evitarle un qualsiasi dolore. Ma… oggi… mi ha detto che mi ama e io ho sentito una morsa nello stomaco… una morsa così forte che ho pensato di morire dal dolore. Il pensiero del male che le sto per fare… mi uccide, Theo. Lei si fida di me.- si liberò Draco, sentendo un groppo alla gola.

- Ci stai dentro fino al collo, amico.- provò Theo a prenderlo in giro.

- Quando lei mi bacia… mi manca il fiato. Io non so cosa mi sia preso…-

- Scappa con lei…- propose Theodore serio.

- Non dire stupidaggini…- lo rimproverò Draco.

- Sono serio. Va' da lei. Dille la verità. Dille che la ami e che vuoi scappare con lei. -

- E la missione? E i miei genitori? Pensi che non ho mai pensato di scappare via da tutto questo? Mia madre e mio padre non possono scappare! Loro pagherebbero per il mio errore.-

- Parlerò con Silente. Lui li può difendere.-

Draco lo guardò per alcuni istanti. Istanti in cui considerò veramente l'idea di Theo. Poteva andarsene via… in giro per il mondo. Con Hermione. I suoi genitori potevano rimanere al sicuro con l'Ordine della Fenice.

 

 

Draco Malfoy stava correndo per i corridoi di Hogwarts. Era pomeriggio inoltrato e molti studenti erano già pronti per la cena in Sala Grande. Lui stava cercando Hermione, perché, non sapeva come e perché, ma si era fatto convincere da Theo nel suo piano strampalato.

- Hermione, ti amo… Scappa via con me… No, così la spavento. Hermione, ti amo. Sono un Mangiamorte. No, peggio… ora cosa mi invento?- disse Draco tra sé, fermandosi solo quando sentì dei singhiozzi provenire dal bagno del secondo piano. La porta era aperta. Provò a entrare, ma si bloccò vedendo che la ragazza che piangeva era Hermione e che non era sola.

- Tranquilla, Hermione… si sistemerà tutto.- disse Ronald Weasley, abbracciando la ragazza che era raggomitolata a terra, scossa da frequenti singhiozzi.

- Gli ho detto che lo amo… e lui è scappato… - disse Hermione tra le lacrime.

- Magari lui non era ancora pronto a quel passo…- provò a consolarla il rosso.

- Perché lo difendi?- chiese lei.

- Perché, anche se non mi piace, è il tuo ragazzo. Come tuo migliore amico, devo accettare qualsiasi cosa che ti faccia stare bene. Anche se ora sembra farti star male. Ho passato troppo tempo a trattarti male, ora ti meriti il meglio da me, come amico.-

Le accarezzò il viso con dolcezza e le diede un bacio sulla guancia.

- Sono contenta che sei tornato, Ron…-

- Scusami se sono stato un cretino. Non dovevo lasciarti da sola.-

Draco ne aveva abbastanza. La pelle cominciò a pizzicare. Sentiva caldo. Uscì di nascosto dal bagno e proprio lì davanti vi trovò Harry.

- Draco! Cosa ci fai…?-

- Lei si merita di meglio… - disse solo Draco, provando a superarlo. Harry, confuso si affacciò al bagno, dove vide Hermione e Ron. Seguì il biondo, bloccandolo contro un muro.

- Draco…-

- Lei si merita un bravo ragazzo. Uno che ci sarà sempre per lei. Uno che non si mette nei casini. Non uno che scappa, ma uno che resta. E se quel ragazzo è Weasley… sono disposto a lasciargliela. E' giusto che finiscano insieme. Era così che doveva andare. Io mi sono messo in mezzo per un po', ma non voglio cambiare il corso delle cose.-

- Draco, parli così perché stai avendo una reazione di gelosia. Non lo capisci? Hermione è innamorata di te! Non di Ron… Lei non vuole il bravo ragazzo, vuole te…- provò a dirgli Harry.

- Ma lei deve avere un ragazzo che si prenda cura di lei! Se lo merita…- rispose Draco con gli occhi lucidi.

- Tu la ami, non è vero? Hai solo paura di metterla in pericolo… Vuoi allontanarla prima che sia troppo tardi…- capì subito il moro. Il biondo lo allontanò in malo modo.

- Non dire niente a lei. Sarà più facile per lei dimenticarmi, se è convinta che io non l'amavo.- disse lui, cominciando a camminare.

- E tu? Riuscirai a dimenticarla?- chiese Harry, bloccando l'andatura dell'altro.

- Questo è un problema secondario.- rispose Draco, dirigendosi verso la Sala Comune.

 

Draco entrò nella Sala Comune di Serpeverde. Era piuttosto spossato. Si sedette sul divano, non accorgendosi della figura al suo fianco.

- Tutto ok, Draco?- chiese quella voce femminile che conosceva tanto bene.

- Pansy, non è il momento…- sibilò lui, con rabbia.

- Non è mai il momento per parlare con te…- sbuffò lei.

- Ti do trenta secondi per dirmi tutto quello che devi dirmi e se mi va ti rispondo.- disse il biondo, controllando l'ora.

- Il fatto che ci siamo lasciati non ti da il diritto di evitarmi! Tu per me sei stato il mio primo ragazzo e voglio ricordarti con affetto e serenità. Se ti fa sentire meglio dare la colpa a me perché mi sono messa con Blaise, va bene! Lo accetto, ma tu sai benissimo che non è vero! Eri diventato intrattabile e lui ci tiene davvero a me! Mi è stato vicino quando tu mi evitavi! E… Draco, io ti conosco… Stai male… Lo vedo… sei dimagrito… sembri malato… Sei triste… Io ti ho chiesto solo come stai, se è tutto ok… tu dici che non è il momento, ma io penso di sì!- disse lei tutto di un fiato. Draco non potè fare a meno di sorridere.

- Io non do la colpa a te… Io non ce l'ho con te… Ce l'ho con Blaise. Se non ti ho parlato per tutti questi mesi è perché mi da tremendamente fastidio che tu ti sia messa con Blaise. Non perché sono geloso… Perché non è vero che lui tiene a te. Lui ti sta usando per fare un torto a me. Non so perché, ma quest'anno mi ha preso di mira. Ti voglio bene… Per questo mi da fastidio parlare con te. Non capisco come puoi fare a stare con uno come lui. E… no, non sto bene. In questo preciso momento mi sento molto male. Sto così male, che devo stare un minuto da solo per cercare dentro di me un motivo per continuare a combattere. Magari le altre volte era una scusa, ma questa volta non è davvero il momento.- spiegò calmo Draco. Pansy lo guardò stupita, annuendo lentamente. Gli sorrise, accarezzandogli la spalla. Un'espressione triste si dipinse sul volto della ragazza.

- Stai attento con Blaise.- disse lei, rompendo quel momentaneo silenzio. Draco alzò lo sguardo verso di lei, confuso.

- Non penso che le sue ripicche infantili possano preoccuparmi più di tanto.- rispose lui, serio.

Pansy si guardò intorno e si avvicinò all'altro.

- Penso che dovresti preoccuparti, invece. Io non so molto, ma… l'ho sentito confabulare con Tiger qualcosa riguardo al diventare Mangiamorte.- sussurrò lei, preoccupata.

Draco spalancò gli occhi, sorpreso. Scosse la testa, cercando di liberarsi da quel pensiero. Blaise era davvero l'ultimo dei suoi problemi.

Spazio dell'autrice:

Ciauuuuuu!!!

Questo è il penultimo capitolo!!!! (O meglio il terzultimo, perchè manca l'ultimo capitolo più l'epilogo XD) 

La fine si avvicina e l'ansia sale XD Cosa farà Draco? E Hermione? Ron si metterà in mezzo? Blaise starà veramente tramando un attacco finale?

Che ve ne pare della storia di Theo??? Finalmente si sa qualcosa di più!

Spero che vi sia piaciuto.

A presto!

Kiss

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Capitolo 32
*** .32. The show must go on ***


 - Mi stai dicendo che non vi parlate da settimane… da quasi un mese!... e non vi siete lasciati?- chiese Theodore, scoppiando a ridere.

- Siamo fatti così. Rimandiamo il più possibile il chiarimento. Però è finita… anche se ufficialmente non ne abbiamo parlato.- rispose Draco, steso comodamente sul suo letto.

- Non ti ho mai visto piagnucolare così per una ragazza… Ci devi stare proprio male.- commentò Theo, divertito.

- Non sto piagnucolando. Sono convinto di aver fatto la cosa giusta. Ho solo sbagliato a lasciarmi andare all'inizio.- disse il biondo, convinto.

- Ho visto che hai ricominciato a parlare con Pansy, mi devo aspettare che torniate insieme? Ho sentito che ha lasciato Zabini. E' stato un duro colpo all'orgoglio di quel verme.-

- Le ho solo detto che Blaise la stava usando, deve avermi ascoltato.- rispose l'altro, sorridendo debolmente.

- Potresti riprendere il piano della fuga, ma attuarla con Pansy. Potreste…- cominciò Theo, euforico, ma Draco non lo stava più ascoltando. Sentì un bruciore intenso alla gamba sinistra e si mise la mano in tasca, estraendo la moneta con cui si teneva in contatto con Madama Rosmerta.

- Oddio…- esclamò, alzandosi di colpo. Il moro interruppe il suo monologo, fissandolo confuso.

- Cosa c'è?-

- Oddio… Merlino… Non sono pronto, Theo…- sbraitò Draco, sull'orlo di una crisi. Si tirò su la manica della camicia nera che indossava. Il braccio sembrava tremare dall'agitazione, il marchio nero sembrava attendere silenzioso il momento di esplodere.

- Che fai?- chiese confuso Theodore.

- E' il momento, Theo. Rosmerta mi ha dato il segnale. Devo… devo avvertire i Mangiamorte.- spiegò con voce tremante. L'amico si ammutolì, mentre Draco prendeva la bacchetta e la puntava sul Marchio. Un fascio di luce verde fu risucchiata dal braccio, muovendosi lentamente dalla punta della bacchetta alla pelle pallida del biondo. Sentì un dolore lancinante. Fuoco puro. Ansante, si diresse frenetico verso la porta. Si bloccò di scatto, voltandosi verso Theodore.

- Vieni… Poi ti spiego.- disse, prendendo l'amico per il braccio.

I due cominciarono a correre per i corridoi. Salirono fino alla Torre di Astronomia.

- Che ci facciamo qui?- chiese Theodore, cominciando a spaventarsi.

- Attiro Silente qui sopra. Ora è partito, ma quando tornerà, questo sarà il primo posto che raggiungerà.- spiegò Draco, prendendo la bacchetta. Fece un sospiro profondo.

- Morsmordre.- sussurrò, evocando un Marchio Nero scintillante sul cielo, proprio sopra la Torre.

- Draco, cosa diavolo stai facendo?- urlò Theo, indietreggiando.

- E' un pretesto per avvicinare Silente. Ora vieni, corri!- disse Draco, ricominciando a correre. Arrivarono di fronte alla Stanza delle Necessità. Una volta entrati, il biondo si fermò di fronte all'armadio.

- Nasconditi! Non fare rumore e non farti vedere da nessuno!- ordinò Draco a Theo. Il moro annuì, cominciando a cercare un nascondiglio.

L'altro sospirò, una volta da solo. Ora doveva solo creare il collegamento tra i due armadi.

- Harmonia nectere passus. -

- Harmonia nectere passus. -

- Harmonia nec…-

Sentì un rumore all'interno dell'armadio e lo aprì. Sua zia Bellatrix ne uscì, barcollante, guardandosi intorno. Piano piano altri Mangiamorte raggiunsero la prima.

- Non pensavo ce l'avresti fatta, nipote.- commentò l'unica donna del gruppo.

- Porto sempre a termine le mie missioni.- rispose a tono Draco.

- Questo lo vedremo tra poco. - rise la zia.

- Greyback. Va' nei sotterranei. Sai qual è il tuo compito. Draco, tesoro, qual è la parola d'ordine della tua Sala Comune?- chiese Bellatrix, rivolgendosi a un uomo massiccio e spaventoso.

- Nox aurea.- rispose servile il biondo. Greyback sembrò grugnire qualcosa e uscì dalla Stanza.

- Andate a fare un po' di festa!- ordinò lei agli altri Mangiamorte, che, ridendo, seguirono il suo consiglio.

Bellatrix fece comparire magicamente una maschera argentata.

- Tieni… poi dici che la tua zietta non ti vuole bene…- lo prese in giro, lanciandogli l'oggetto e incamminandosi verso l'uscita.

- Tu vai, io ti raggiungo. Devo chiudere il passaggio dell'armadio.- disse, ma la zia già saltellava fuori dalla porta.

Rimasto da solo, si voltò nel punto dove era nascosto Theodore.

- Corri! Vieni! Ora tu passerai dal passaggio e ti ritroverai da Magie Sinister. Confondi Sinister, modificagli la memoria se necessario. Tu hai fatto l'esame per materializzarti, giusto? Quindi materializzati a Villa Castilla. E' una dimora della mia famiglia in Spagna, non ci andiamo da anni. Rimani lì. Mi farò sentire io. Se dovessero scoprirci, se dovessero mandare qualcuno a cercarti, materializzati da mia zia Andromeda. Dille la verità… tutta la verità… E…-

- Perché dovrei scappare?- chiese Theo, confuso.

- Non l'hai capito? Greyback è andato in Sala Comune a cercarti! Tu Sai Chi vuole finire quello che ha iniziato uccidendo tuo padre! Non lo permetterò! Quindi ora farai quello che ti ho detto!- ordinò Draco, spingendolo verso l'armadio.

- Non se ne parla! Se dovessimo essere scoperti, ti uccideranno! Non posso permetterlo…-

- Fino alla fine, Theo… Ricordi? Questo è il significato che do a tutto ciò. Sono pronto a rischiare. Ora va'! Mi farò vivo io.- disse il biondo, infine.

- Vieni con me…-

- Per me è tardi per tornare indietro. Va' e vedi di non morire…- sorrise Draco.

- Vedi di non morire neanche tu.- sussurrò Theodore, mentre entrava nell'armadio.

 

Draco si mise la maschera da Mangiamorte e uscì dalla Stanza delle necessità. Impugnò saldamente la bacchetta, ma si paralizzò, non appena vide cosa accadeva nel corridoio. Corse verso sua zia, che stava torturando una ragazza. Quando riconobbe la poverina, trattenne a stento un urlo di dolore. Hermione era a terra in lacrime, mentre Bellatrix rideva tra un Cruciatus e l'altro.

- Guarda, tesoro, cosa ho trovato? Una sudicia mezzosangue che osava camminare nel mio stesso corridoio.- disse, ridendo sguaiatamente.

"Tesoro"… quella parola gli ricordò il modo materno in cui Andromeda lo pronunciava nei suoi confronti. Amore… come se lui potesse davvero essere il "tesoro" di qualcuno… una cosa preziosa.

- Ti do l'onore di continuare a divertirti.- disse la donna.

- Cosa?- chiese Draco, confuso.

- Cruciala…- bisbigliò la zia al suo orecchio.

Il biondo deglutì, non riuscendo a guardare la figura esile di Hermione, che ansimava a terra.

- Perc…perché dovremmo perdere tempo con una come lei? Abbiamo una missione da compiere…- rispose Draco, in fretta.

- Perché è divertente…- sibilò la donna, mordendosi divertita la lingua. - Crucio!-

Hermione urlò di dolore, contorcendosi a terra. Draco chiuse gli occhi, non volendo vedere.

- Lasciala, non è necessario, andiamocene…- disse con fermezza.

- Hai mai cruciato una persona, tesoruccio? Fallo… ORA!- urlò alla fine Bellatrix. Il biondo liberò una lacrima, celata dalla maschera, alzando la bacchetta.

- C…crucio…- sussurrò. Hermione sussultò appena, ma non successe nulla.

- Crucio!- disse ancora, più deciso. Niente.

- Devi volerlo veramente… Per quale assurdo motivo non dovresti voler torturare una lurida mezzosangue?- sbraitò la donna, sbattendolo al muro.

- Sono… agitato per la missione…- si giustificò Draco, con voce tremante. Dall'altra parte del corridoio giunse un'esplosione. - Tu va'… ci penso io a lei…- aggiunse il biondo. Bellatrix fece una smorfia contrariata, correndo per il corridoio, lanciando a caso degli anatemi.

Draco stava tremando. Vide a terra la bacchetta della ragazza. Doveva essere stata disarmata. La prese e gliela porse delicatamente, mettendola a sedere.

- Hermione…- sussurrò Draco, cercando di arrestare il tremore che stava percorrendo la ragazza. Le accarezzò il volto. Lei sembrò destarsi all'improvviso. Doveva aver riconosciuto la voce solo in quel momento. Scosse la testa, alcune lacrime rigarono il suo volto.

- No… ti prego… dimmi che non sei tu…- sussurrò lei, avvicinando la mano, tremante, al bordo della maschera. Draco non si mosse, lasciando che lei scoprisse il suo volto.

- No… no… no… no!- disse lei, allontanandosi di scatto.

- Hermione…-

- Io ti ho sempre difeso!- urlò lei, cominciando a piangere più intensamente. - Ti ho sempre difeso quando Harry mi diceva che eri un Mangiamorte! Io… io mi fidavo di te! Come hai potuto farmi questo!-

Draco era immobile, incassando tutte quelle parole come lame al petto.

- Coma hai potuto… Sei stato tu a fare del male a Katie, vero? Tu… tu mi hai avvelenato! Harry aveva ragione… Harry ha sempre avuto ragione, non è vero? Su tutto!-

Il biondo abbassò il capo, colpevole.

- Rispondimi!- gridò Hermione.

- Sì, tutti i sospetti di Harry… erano veri.- rispose Draco con voce atona.

- E io facevo parte del tuo stupido piano? Era tutto finto quello che c'è stato tra noi? - chiese lei.

Lui le si avvicinò e le prese il volto, catturando le sue labbra con un bacio. Hermione lo allontanò subito, asciugandosi una lacrima.

- Tu mi avresti cruciato… solo per zittire tua zia.- commentò lei, delusa.

- Volevo assaporare le tue labbra un'ultima volta. Non volevo affrontare tutto questo con il pensiero che non ti avrei mai più baciato. Tu…eri la mia neve.- sussurrò Draco, fissandola con occhi tristi. - Dentro la Stanza delle Necessità, c'è un armadio che ti porterà in salvo. Ti prego… scappa. Ti prego, salvati.-

- Io non scapperò mai, Draco. Io lotterò affinchè il mondo magico venga liberato da persone come te. Sei solo un verme codardo.-

- Stupeficium!- disse Draco, colpendola con l'incantesimo. Lei svenne a terra. Lui la trascinò dentro l'aula più vicina. - Mi dispiace, Hermione… - sussurrò. Non l'avrebbe lasciato andar via facilmente.

Cominciò a correre, superando un punto in cui era iniziata una sorta di battaglia.

Ignorando tutti, salì le scale che portavano alla torre di Astronomia. Sentì delle voci provenienti da sopra e si sbrigò ancora di più. Silente era lì e guardava il cielo, dove il Marchio Nero si librava, muovendosi sinuosamente.

- Draco, finalmente…- disse il vecchio con un sorriso bonario, voltandosi.

- Expelliermus!- sibilò Draco con cattiveria. La bacchetta di Silente volò via. L'uomo sembrava stanco, spossato. Qualsiasi cosa avesse fatto prima, lo aveva indebolito… e questo giocava a favore del biondo.

- Con chi stava parlando? Ho sentito delle voci!- disse il ragazzo, guardandosi intorno impaurito.

- Ho preso l'abitudine di parlare da solo. Ahimè, l'età. Suppongo che tutto questo sia opera tua…- sussurrò bonariamente il vecchio.

- Esatto e ho fatto tutto sotto il suo naso. - riferì soddisfatto l'altro.

- Non penso, Draco. Io sapevo tutto. Sapevo che dietro l'attacco alla signorina Bell e alla signorina Granger c'era il tuo zampino. Cerchi di uccidermi dall'inizio dell'anno. Scommetto che hai un complice…. mmmh. Certo, Rosmerta! Nessuno sospetterebbe di lei, non è vero? Da quando è sotto la maledizione Imperius?-

Draco rimase immobile, terrorizzato. Deglutì, facendosi coraggio.

- Dalla prima gita a Hogsmead. Ma il resto… l'ho fatto tutto da solo…- disse il biondo, cominciando a sudare freddo.

- Come hai trovato il modo di far entrare i Mangiamorte?-

- L'armadio svanitore dove l'anno scorso si è perso Montague. L'ho riparato. C'è un gemello da Magie Sinister… creano un passaggio.- spiegò Draco, come se le chiacchiere potessero salvarlo da quello che stava per fare.

- Ottima idea… ho sempre saputo che sei un ragazzo molto intelligente, anche se continui a impegnarti nelle cose sbagliate.-

- Perché non mi ha denunciato, sapeva cosa stavo architettando. Poteva fermarmi. Perché non l'ha fatto?- chiese il biondo, confuso.

Silente sorrise in modo paterno.

- Non volevo che ti succedesse qualcosa. Capisco la tua situazione e, se fossi stato scoperto, tu e la tua famiglia sareste stati in pericolo. Ma non è troppo tardi, Draco. Tu non sei un assassino. Io ti posso aiutare.- disse il preside, avvicinandosi barcollando.

- Lei non mi può aiutare. Nessuno può. Lei non capisce, io devo ucciderla. O Lui ucciderà la mia famiglia.- rispose il ragazzo, alzando la manica della sua camicia. Gli mostrò il marchio nero che pulsava ferocemente.

- Posso mettere in salvo te e la tua famiglia. Vi posso mettere sotto protezione. Draco, anni fa ho conosciuto un ragazzo che ha fatto tutte le scelte sbagliate. Non farlo. Tu non sei come Tom Riddle. Tu sai amare. Quest'anno più che mai hai capito il valore della famiglia, dell'amore, dell'amicizia. Voldemort non sa amare, ma tu sì.-

Draco abbassò la bacchetta velocemente. Andromeda, Nynphadora, Ted, Hermione, Theodore… anche Harry… la signora Weasley, Pansy… Amore.

- Se ne vada…- sussurrò Draco debolmente.

- Cosa?- chiese Silente confuso.

- Se ne vada. Vada ad Azkaban, liberi i miei genitori e li metta sotto protezione. Mio padre farà un po' di resistenza, ma con un Confundus dovrebbe cavarsela. Metta una "guardia" a Villa Castilla, in Spagna. E' lì che si trova Theodore, perché è ricercato dai Mangiamorte. E… e Pansy… anche Pansy è mia amica… voglio che sia al sicuro. E dica a Hermione che l'amavo e che mi dispiace di averla fatta soffrire. - spiegò il biondo a testa bassa.

- Parole molto nobili, Draco. E tu cosa farai?-

- Io rimarrò qui… attenderò la mia punizione per averla fatta scappare. Posso perdere un po' di tempo. Ma la prego, non posso affrontare la morte, senza sapere che lei farà quello che le ho detto. -

- Sei molto coraggioso, Draco. Le esperienze di quest'anno devono averti cambiato profondamente.- sorrise Silente. Si bloccarono quando sentirono un rumore di passi raggiungerli.

Piton e Bellatrix si presentarono davanti a loro.

- Bellatrix… vorrei dire che è un piacere rivederti…- disse bonario Silente.

- Il piacere è tutto tuo, vecchiaccio!- rispose lei, facendogli la linguaccia. - Forza Draco, uccidilo!-

Draco tremò. Era troppo tardi. Per un secondo, un istante, aveva visto risolversi tutto. Invece eccolo lì. Di fronte a un'ennesima scelta.

- Uccidilo!- urlò la zia, facendolo rabbrividire. Guardò speranzoso Piton in cerca di aiuto. Il professore sembrava più pallido del solito. Poi gli occhi del biondo si incontrarono con quelli azzurri del preside.

- Vigliacco! Sei tutto tuo padre! Non hai preso nulla dalla nobile casata dei Black! Piton, è il tuo turno, se non sbaglio… Hai pronunciato il voto infrangibile…- bisbigliò la donna.

- Cosa? Cosa significa?- chiese Draco confuso.

- Che il tuo professorino avrebbe dovuto uccidere Silente se tu non ce l'avessi fatta.- rise divertita lei.

Draco guardò confuso Piton. Era impossibile, a detta di Theo, lui era una spia per Silente.

- Severus… Ti prego.- supplicò Albus. Il ragazzo assisteva alla scena, terrorizzato.

- Avada Kedavra.- sibilò il moro.

Lampo verde. Il corpo del preside venne scaraventato giù dalla torre.

No, Piton era buono. Il padre di Theodore era morto per questo. Per proteggere Piton. Sentì appena la mano del suo professore trascinarlo via. Scese le scale. Di nuovo la battaglia. Corridoio vuoto. Tutto era vago intorno a lui. Intravide il corpo di Pansy a terra, Fenrir Greyback sopra di lei. Pansy, Pansy, Pansy. No!

- Pansy! - urlò più forte che potè, ma nessuno sembrò sentirlo. Si ritrovò subito nel giardino. Sua zia rideva al suo fianco, dando fuoco a tutto.

Ad un tratto sentì delle urla alle sue spalle e si voltò. Harry li stava seguendo, urlando.

- Lui si fidava di lei!- gridava, rivolto a Piton.

"No, Harry. Scappa." pensò Draco. Bellatrix si avvicinò al prescelto, cominciando a cruciarlo.

- Ferma!- gridò il biondo, non rendendosi conto di aver parlato ad alta voce. Sua zia si voltò, confusa.

- Il Signore Oscuro lo vuole vivo.- si riprese Draco. Bellatrix rise, dando fuoco alla capanna di Hagrid.

- Sectumsempra!- urlò Harry, ma Piton bloccò il suo incantesimo. Il professore si avvicinò a lui, dicendogli che lui era il Principe Mezzosangue, ma il biondo non seppe mai cosa volesse dire.

Si riavvicinò a Draco. Bellatrix si era già smaterializzata.

- Silente si fidava di lei. Il padre di Theo si fidava di lei. Come ha potuto?- chiese il biondo, non riuscendo a trattenersi. Piton lo guardò negli occhi, stupito che lui sapesse di Nott. Non rispose, smaterializzandosi a Malfoy Manor insieme al ragazzo.

 

 

 

 

 Spazio dell'autrice:

Eccomi qui con l'ultimo capitolo!!!!!! Nel prossimo ci sarà l'epilogo... Emozionate??? XD

Come finirà ??? 

Lo posto entro le sei...

A dopo!!!!!

Kiss

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 33
*** .33. The end... or not? ***


EPILOGO: ATTENZIONE, LEGGERE PRIMA IL CAPITOLO PRECEDENTE! NE HO POSTATI DUE :D

BUONA LETTURA!

- Crucio!-

Draco si contorse a terra dal dolore. Il volto in lacrime era attaccato al pavimento. Bellatrix lo stava torturando… non sapeva più ormai da quanto tempo.

- Tesoro, devi capire che lo faccio per il tuo bene. Queste sono le cose che ti fanno crescere. Crucio!-

Draco ormai si era abituato a trattenere l'urlo, ma si lasciò sfuggire un singhiozzo.

- Povero cucciolo… Piange. Ringrazia che il Signore Oscuro è magnanimo e gentile. Ti ha risparmiato solo perché Piton ha ucciso Silente. Non riuscire a cruciare una Mezzosangue. Non uccidere un vecchio strampalato. Fermarmi mentre mi diverto con il giovane Potter. Se fosse dipeso da me, saresti morto dopo il primo errore.- sibilò lei con cattiveria. - Crucio!-

Sentì a malapena la porta della sua stanza di Malfoy Manor aprirsi. Steso a terra, vide solamente le scarpe delle due persone che erano entrate.

- Bella! Lascia stare Draco!- la voce di sua madre risultò dolcissima alle orecchie di Draco. Provò a rialzarsi da terra, ma le braccia cedettero, riportando la sua faccia sul pavimento.

- Cissy… Finalmente siete evasi! Ti vedo in forma! Azkaban ti ha ringiovanito.- scherzò la sorella.

- Il tuo compito qui è finito. Ora penseremo noi a nostro figlio.- la voce di Lucius era roca. I vestiti impolverati, i capelli spettinati… sembrava invecchiato di venti anni.

Bellatrix uscì lentamente dalla stanza, lanciando un'occhiata divertita al nipote.

- Mamma… mamma…- sussurrò Draco, facendosi aiutare dalla donna a mettersi seduto. Narcissa sembrò pensarci un attimo, ma poi abbracciò il figlio, come forse non aveva mai fatto.

- Va tutto bene, tesoro. Ora sei al sicuro, con noi qui. Tranquillo, nessuno ti farà più del male.- sussurrò lei, accarezzandogli i capelli.

- Io… io l'ho fatto per voi… Lui aveva detto che vi avrebbe ucciso. Mi dispiace se non sono riuscito a compiere la missione…- sussurrò in modo sconclusionato Draco.

- Va bene così, piccolo mio. Sei stato forte e coraggioso. La mamma è fiera di te…-

- Papà… mi dispiace…- disse il ragazzo con un filo di voce. Lucius lo guardò severo.

- Oramai i Malfoy non avranno più alcun potere con l'Oscuro Signore. Lo abbiamo deluso.- riuscì solo a dire l'uomo. La voce era tremante, forse tratteneva la rabbia. Narcissa spalancò gli occhi, sorpresa.

- Ma non è colpa di Draco, non è vero Lucius? Draco ha fatto il possibile…- lo rimproverò la donna.

- Certo…- rispose Lucius, non pienamente convinto. Uscì velocemente dalla stanza, lasciando soli madre e figlio.

 

 

Il funerale di Silente era appena finito. Harry era salito sulla Torre di Astronomia, seduto a guardare il cielo grigio, dove Fanny volava e inneggiava il suo canto di dolore. Una figura alle sue spalle lo raggiunse timidamente.

- Mi dispiace.- sussurrò Ginny, con voce tremante. Harry si voltò verso di lei. Bella. I capelli rossi erano mossi dal vento e la rendevano divina. Gli occhi, però, erano tristi, colmi di lacrime.

- Anche a me. Non dovevo mentirti.- rispose lui, abbassando gli occhi, colpevole.

- No... Invece dovevi. Non dovevo mettermi in mezzo al rapporto tra te e Hermione. Mi dispiace. Io... io ti amo e dovevo capirti. Ho sbagliato.- spiegò lei, imbarazzata. Harry si avvicinò lentamente e prese il suo viso tra le mani. La baciò con passione. Tenerezza. Addio.

- Non possiamo stare insieme, Ginny. Se Voldemort dovesse scoprire di noi due... -

- Non vuoi mettermi in pericolo. Lo so.- rispose velocemente lei, poggiando la fronte su quella del ragazzo.

- Mi capisci?-

- No, ma lo accetto.- 

Ginny gli accarezzò il viso, dolcemente, lasciandolo da solo. Harry si mise seduto a terra, guardando l'orizzonte.

- Sapevo che ti avrei trovato qui.- Hermione lo raggiunse e si mise seduta a terra al suo fianco.

- Io ero qui. Ero a due passi da loro, ma non potevo muovermi. Silente mi aveva pietrificato. E' stato terribile.- commentò lui a bassa voce.

- Lui l'ha fatto per il tuo bene.-

- Pensavo che riuscire a vedere il Marchio di Draco mi avrebbe dato più soddisfazione. Dopo quasi un anno che sospetto di lui e nessuno mi ha mai creduto… pensavo che avrei provato… non so. Piacere? Soddisfazione?- sorrise amaramente . - Invece io speravo con tutto me stesso di sbagliarmi.-

- Mi dispiace, Harry. Avrei dovuto crederti. Draco era diventato un Mangiamorte e non ha fatto altro che usarci. A tutti e due.- disse lei, gli occhi erano lucidi, ma riusciva a mantenere la sua immagine forte. In quel momento Harry aveva bisogno di una persona forte, non di una piagnucolona dal cuore infranto.

- Avevi ragione tu, invece. - sussurrò lui con un filo di voce.

- Cosa?-

- Draco è un bravo ragazzo, cresciuto nella famiglia sbagliata. Lui… non avrebbe ucciso Silente. Aveva abbassato la bacchetta e gli aveva detto di andare a proteggere i suoi genitori ad Azkaban, di aiutare Theodore che si trovava… a Villa Castilla? Non mi ricordo, era in Spagna. Sta lì perché sta scappando dai Mangiamorte. Ha detto di portare Pansy al sicuro, perché era sua amica. Povera Pansy, è stata aggredita da Greyback. Se Draco sapesse che è morta... Draco avrebbe atteso qui le ire dei Mangiamorte e di Voldemort, se solo Silente gli avesse assicurato queste cose. Mi ha anche salvato la vita, lo sai? Bellatrix mi stava torturando, ma lui l'ha fermata. Quindi, no, Draco non è un cattivo ragazzo. Lui cercava solo di proteggere i suoi amici e i suoi cari. Non avrebbe ucciso Silente. Ma Piton l'ha fatto. Quindi è con lui che me la prendo, non con Draco. - disse Harry tutto di un fiato. Hermione rimase a bocca aperta, ma poi si riprese, sorridendo amaramente.

- Forse a te ci teneva. Ma io? Sono stata solo un passatempo per tenere a bada me e te.-

- Non mi dire che non l'hai capito? Hermione, Draco si era innamorato di te. Quando tu gli hai detto che l'amavi, l'ho visto che ti cercava, ma si era allontanato di corsa, perché ti aveva visto con Ron. Abbiamo parlato e mi ha fatto promettere di tacere, ma ormai è inutile. Lui ti amava, ma pensava che ti meritassi qualcuno che ti avrebbe reso felice. Si era fatto da parte, perché credeva che tu saresti stata meglio con Ron. Con il senno del poi, probabilmente non voleva metterti in pericolo.-

- Ti ha detto lui che mi amava?- chiese Hermione, debolmente.

- Più o meno. Ha detto anche a Silente di dirtelo, in caso fosse stato ucciso dai Mangiamorte.-

Hermione rimase in silenzio.

- Ragazzi, tutto bene?- Ron li raggiunse, sedendosi vicino alla ragazza.

- L'horcrux che io e Silente siamo andati a cercare… era un falso. Un certo R.A.B. lo ha rubato prima di noi. E' stato… tutto inutile. - disse Harry ai due amici. - Devo andare a cercare i rimanenti Horcrux. E' una cosa che devo fare da solo.-

- Harry… noi verremo con te. Non ti lasceremo mai andare da solo.- rispose con un sorriso dolce Hermione.

- Già, noi verremo con te. Non ci pensare neanche!- intervenne Ron. Harry sorrise, abbracciando i due amici. Si alzò e si avvicinò al balcone, dal quale Silente era stato scaraventato giù.

- Grazie, per aver mantenuto il segreto…- disse Hermione a bassa voce, in direzione di Ron. Lui sorrise e le strinse la mano.

 

Hermione era raggomitolata su se stessa dentro un'aula. Sentiva le esplosioni di una battaglia fuori quella porta, ma non le importava. Il suo cuore era infranto. Draco… Draco era un mangiamorte e l'aveva appena schiantata. Stava piangendo da troppo tempo. Gli occhi erano gonfi e rossi. Lei non perdeva mai il controllo, lei era forte. Eppure… non riusciva a smettere di piangere.

Ad un tratto una persona aprì la porta ed entrò di corsa.

- Ti ho visto sulla mappa del malandrino. Vieni…-

Ron… Casa. Ora era a casa.

La prese in braccio e lei si strinse forte a lui.

- Andrà tutto bene, Hermione.- sussurrò lui, per rassicurarla. Lei aveva il cuore a pezzi, ma aveva comunque bisogno di quel calore umano, di quell'amore che Ron avrebbe potuto darle. Forse era giusto che finisse così. Con Ron, non con Draco. L'amore per il biondo sarebbe passato, prima o poi. Così, fece un gesto completamente insensato. Avvicinando le sue labbra a quelle di Ron. Si baciarono dolcemente, con tutto l'amore di cui lei aveva bisogno in quel momento.

- Non dire a nessuno di questa cosa…- disse lei, mentre piangeva ancora.

- Tranquilla, va tutto bene.-

Hermione avrebbe tanto voluto che quel bacio fosse stato abbastanza.

 

Lei allontanò la mano da quella di lui. Gli occhi erano lucidi.

- Non c'è bisogno che mi dai spiegazioni. L'ho capito, non vuoi stare con me in quel senso.- disse Ron a un tratto.

- Una volta… una delle volte in cui io e Draco ci incontravamo per leggere, a casa di Andromeda… ci mettemmo a parlare di Cime Tempestose, un libro babbano. E io gli ricordai di una citazione che mi aveva colpito. " Il mio amore per Linton è simile alle foglie dei boschi. So che il tempo lo muterà, come l'inverno muta gli alberi... Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne sotto di noi... Una sorgente di gioia poco visibile, ma necessaria.".- sorrise Hermione al ricordo di quella notte sotto le stelle.

- Io sono come questo Linton, non è vero? Malfoy è il tuo… come si chiama? Heathcliff?- indovinò Ron, un sorriso amaro si dipinse sul suo volto.

- Vorrei tanto che tu fossi il mio Heathcliff.- sussurrò lei, liberando alcune lacrime.

- Tranquilla, non importa.- provò a dire lui, abbracciandola.

Anche Harry, anche se era più lontano, aveva sentito tutto. Ritornò dai due amici, facendo finta di non aver udito nulla.

 

 

Malfoy Manor quella sera era particolarmente piena di persone.

- Bene. Vogliamo prima ringraziare il buon Lucius che ci ha gentilmente ospitato nella sua dimora per le nostre riunioni.- disse Lord Voldemort a una tavolata piena di Mangiamorte. Lucius, interpellato, annuì in segno di referenza.

- Bene, poi vogliamo dare il benvenuto a un nuovo membro nella nostra cerchia. Blaise Zabini. - un applauso si levò da parte di tutti i convitati.  Blaise si alzò dalla sua seduta e fece un piccolo inchino, ritornando al suo posto, di fianco a Draco. Voldemort ricominciò a parlare, mentre il moro avvicinò le labbra all'orecchio del biondo.

- Pensa cosa succederebbe se adesso io rivelassi a tutti che quest'anno te la sei fatta con una mezzosangue e che ti ho visto scappare dalla Sala Comune insieme a Theodore, prima dell'attacco dell'altra sera. Sarebbe uno spasso.-

Draco rabbrividì, sbiancando visibilmente.

- Cosa vuoi, Blaise, in cambio del tuo silenzio?- bisbigliò lui, impaurito. L'altro scoppiò a ridere.

- Draco, Draco, Draco… non voglio nulla. Io voglio solo umiliarti per tutto il resto dei miei giorni… anzi dei tuoi giorni.- sibilò Blaise con cattiveria.

- Perché? Perché lo fai?- chiese Draco con un filo di voce. - Perché mi stai tormentando dall'inizio della scuola?-

- Tuo padre ha ucciso, per sbaglio dice lui, il mio, tanti anni fa. Da allora mia madre è impazzita e ha cominciato a risposarsi infinite volte fino a perdere la testa. Si è suicidata l'anno scorso. Qualcuno deve pagare. Ho solo aspettato il momento, dopo sei anni, in cui sei stato più vulnerabile. Tempismo perfetto, non trovi?- rise silenziosamente, lasciando Draco di stucco, con la paura che, da un momento o l'altro, Blaise potesse parlare.

Spazio dell'autrice:

Epilogo!!! Ta daaaam!

Vi piace? 

Io sono piuttosto soddisfatta. Ho vissuto un periodo da scrittrice un po' nero XD Ho pianificato le morti di un bel po' dei miei personaggi. XD  Però mi sono fermata, almeno in questa storia.

Lo so, il finale è aperto... e questo perchè....

CI SARA' IL SEGUITO!

XD Volevo farvi una sorpresa, spero gradita. Ho anche preparato un trailer per la storia:

http://www.youtube.com/watch?v=4ZdEYMvnnAM&feature=youtu.be

Spero si veda... se no avvertitemi. Il seguito di Just the way you are si chiamerà Love the way you lie: un po' per l'assonanza dei titoli XD, un po' perchè l'omonima canzone penso sia perfetta per la coppia. Rihanna e Eminem sono fantastici e in questa canzone rendono perfettamente quello che volevo far trasparire da Draco e Hermione.
Detto questo...
Volevo specificare, come qualcuno ha già notato che alcuni capitoli hanno titoli che prendono spunto da alcune canzoni dei Queen.

Ringrazio chiunque abbia letto la storia ... chiunque l'abbia recensita. Chiunque!!!
Sono un po' triste per questa fine, ma mi consola il fatto che questa non è una vera e propria fine. :D
Ringrazio particolarmente justSay, che ha recensito praticamente tutti i capitoli e mi ha sempre mostrato il suo supporto.
A presto! O meglio ci vediamo il 20 novembre con la nuova storia!
Spero che vi piacerà!
A presto!
Kiss

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