Risorgere dalle ceneri

di _nichlillian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lacrime -Ron Weasley ***
Capitolo 2: *** George Weasley -Incompleto ***



Capitolo 1
*** Lacrime -Ron Weasley ***


 

LACRIME
-Ron Weasley





Ron aveva le guance bagnate di lacrime. Gli occhi rossi, le guance umide e lacrime. Lacrime dappertutto.
Le sue si erano mischiate a quelle dei suoi parenti, dei suoi amici e di tutte quelle persone che si abbracciavano, che cercavano conforto negli altri e che provavano a sopportare insieme un fardello così grande come il dolore.
Era tutto così triste, tutto così vuoto. Nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare una battaglia peggiore di quella.
Macerie, corpi esanimi e feriti ovunque. Il castello era praticamente distrutto e tutta la comunità magica fremeva, in attesa.
Che cosa sarebbe successo, ora? Come sarebbero riusciti a ricostruire tutto quello che era stato spezzato?
Ron era stanco, le gambe gli facevano male e le braccia tremavano impercettibilmente, ma non riusciva a dormire; lasciò la classe, dove alcuni volontari avevano improvvisato dei letti, e si diresse verso le scalinate. 
Tutti i quadri intorno a lui parlavano, mormoravano, singhiozzavano o esultavano. La Signora Grassa, che si era rifugiata in un quadro amico perché il suo era andato distrutto, lo salutò con un sorriso e si preoccupò della sua salute. Sir Cadogan invece lo raggiunse passando tra un quadro e l’altro e rovesciando un bel po’ di calici di vino (provocando le proteste di alcuni uomini) e non appena gli fu vicino urlò: << Signor Weasley, ha combattuto coraggiosamente come solo un Grifondoro avrebbe potuto. Le porgo i miei più sentiti complimenti per la vittoria >>.
Quale vittoria?, si chiese Ron. Che cosa avevano vinto, loro? Solo tante, tante perdite. C’era davvero qualcosa per cui gioire?
Quindi uscì dal castello, arrivò in giardino ed evitando i mattoni infranti per terra si avviò verso un albero vicino a una sponda del Lago Nero.
Si sedette all’ombra della chioma verde spoglia e bruciacchiata, sopravvissuta a tutte le esplosioni, e guardò il cielo limpido con rabbia. Quella bella giornata di sole gli sembrava un insulto, un insulto a tutti i morti, a tutto il loro dolore.
Un insulto a Fred. Perché Fred avrebbe dovuto vedere quella giornata di sole, avrebbe dovuto cercare di tirare su il morale di tutti con una battuta e avrebbe dovuto essere al fianco di George.
Ma lui non c’era. Era morto e questo pensiero gli fece pizzicare di nuovo gli occhi.
Così come Remus, che era stato probabilmente il miglior professore di Difesa Contro le Arti Oscure che lui avesse avuto. Come Tonks, che odiava essere chiamata Ninfadora, che era testarda e che pur di andare in soccorso del marito avrebbe dato la vita. E, infatti, erano morti entrambi, insieme.
Quando sentì una lacrima cadergli sulla mano si rese conto che aveva ricominciato a piangere.
Si asciugò gli occhi con rabbia e gli chiuse, cercando di isolarsi dal mondo.
 
Quando sentì che qualcuno si sedeva vicino a lui riaprì gli occhi di scatto e automaticamente la mano corse alla bacchetta.
Hermione gli sorrise e gli fece una carezza sulla guancia.
Aveva i capelli ancora più gonfi del solito, un taglio rosso sulla guancia, gli occhi rossi e gonfi e i vestiti sporchi di polvere. Nonostante tutto questo però a Ron sembrò bellissima.
Il ragazzo si sentì un po’ in imbarazzo perché dopo quel bacio non avevano avuto alcun modo di parlare, e in seguito a tutto quello che era successo lui non aveva nemmeno pensato a cosa dirle.
<< Bellissima giornata, non trovi? >> disse lei e se ne pentì subito perché Ron aveva storto il naso e stretto i pugni così tanto che erano sbiancati.
<< Non mi sembra giusto che ci sia una così bella giornata dopo tutto quello che è accaduto. Dopo tutto quello che abbiamo passato, tutte queste morti. Cosa mi serve una giornata di sole, eh? A cosa mi serve? >>
<< Ron >> lo chiamò Hermione dolcemente e lui si sciolse al suono della sua voce. << Questo ti serve a capire che c’è speranza, che abbiamo sconfitto Voldemort e che non dovremo più preoccuparci per le nostre famiglie. Questo cielo azzurro indica che c’è un futuro; che non importa se il sole verrà oscurato dalle tenebre, riuscirà sempre a far trionfare la sua luce >>
Quella spiegazione gli aprì la mente. Lo aiutò a vedere la luce, a vedere quel bel futuro su cui tanti farneticavano. Lo aiutò a vedere un futuro con Hermione.
La speranza gli esplose nel petto e lo investì totalmente inebriandolo della sua essenza.
<< Passerà tutto, Ron. Saremo felici, vedrai >>
Si abbracciarono e si tennero stretti per molto tempo, ancorandosi l’uno all’altro.
Ron pensò con un sorriso che se lo diceva Hermione doveva essere vero, avrebbero superato tutto.
Sarebbero riusciti a risorgere dalle loro ceneri, esattamente come le fenici.



Angolo autrice:
Mentre ero in macchina (e mi annoiavo) mi è venuta l'idea di questa raccolta e... mi sono lanciata. Spero che possa piacere, anche solo a poche persone!
ll prossimo capitolo spero di pubblicarlo a breve.
Un abbraccio,
nichlillian

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Capitolo 2
*** George Weasley -Incompleto ***


George Weasley
-Incompleto

 









Hogwarts era nello stato più confusionale che ci si potesse immaginare. Quindi come biasimare un povero ragazzo che cercava solo un posto dove crogiolarsi nel suo dolore?
I suoi famigliari lo cercavano dentro il castello, preoccupandosi di cosa avrebbe potuto fare dopo quello che era successo, ma non lo trovavano da nessuna parte.
Una massa scompigliata e aggrovigliata di capelli rosso spento sedeva su un masso (che una volta faceva parte del soffitto) nella Torre di Astronomia. La battaglia l’aveva distrutta, quindi non c’era più il soffitto, una parte del pavimento e della parete.
George Weasley se solo avesse compiuto un passo falso avrebbe rischiato di cadere giù.
Ma a lui non importava. Infondo, che cosa importava adesso?
Lui era vuoto, la sua anima si era spezzata.
Fred non poteva essere morto. Eppure lo aveva visto, era lì, immobile. Lo aveva scosso, chiamato con disperazione e lui non aveva risposto.
Fred rispondeva sempre.
All’inizio aveva pianto, aveva pianto così tanto che pensava che gli occhi gli si sarebbero seccati.
Poi c’era stato il vuoto, non aveva neanche più lacrime da versare. Solo vuoto.
Dopo essere stato un po’ insieme agli altri se n’era scappato.
Perché non voleva più essere compatito.
Perché non vederlo con gli altri, gli faceva male.
Perché sua madre, ogni volta che posava il suo sguardo su di lui, scoppiava a piangere più forte.
George non vedeva niente, non sentiva niente e non voleva essere niente.
Sarebbe rimasto in quella posizione immobile per sempre, dimenticandosi di vivere, se Angelina non lo avesse trovato.
Gli si era avvicinata con gli occhi gonfi di pianto e un sorriso che somigliava di più a una smorfia.
<< Come va, George? >> chiese e restò in piedi dietro di lui.
Il ragazzo alzò la testa di scatto e si girò a guardarla con uno sguardo arrabbiato, così velocemente che Angelina sobbalzò.
<< Come mi dovrei sentire? Bene? Dovrei sentirmi bene secondo te? Perché fai queste domande stupide? >>sbraitò.
Angelina lo guardò compassionevole. << George, non volevo farti del male. Mi stavo solo preoccupando per te >>
<< Non dovete preoccuparvi per me, nessuno deve preoccuparsi per me. Voi non capite, nessuno capisce. È inutile che continuate a provarci >>
 Angelina s' infuriò, non le importò più che fosse triste o depresso. Non era l’unico a stare male.
<< Tua madre >> iniziò, con un tono di voce che mal celava la sua ira << è disperata. Non sa più cosa fare, capisci? Ha perso un figlio, George. E ora che tu sei scomparso, ha paura di aver perso anche te!
<< E i tuoi fratelli! Non pensi anche a loro? Non sei l’unico ad averlo perso. L’abbiamo perso tutti >>
Si fermò e con un tono di voce più calmo disse: << Io l’ho perso, George >>.
George allora si sentì egoista, egoista come non si era mai sentito prima. Aveva pensato solo al suo dolore, non aveva pensato anche a quello degli altri.
Si alzò e abbracciò Angelina, dandole un leggero bacio sulla fronte.
<< Tu lo ami, non è vero? >>
Angelina non rispose, lei lo aveva amato di questo era certa; ma ora iniziava a sentire qualcosa anche per George, sarà stata la somiglianza con il fratello o la proiettività che sentiva in quel momento nei suoi confronti.
Qualunque cosa fosse, capì che avrebbe amato anche lui. Che sarebbero stati felici, insieme. Che si sarebbero consolati l’un l’altro e che avrebbero affrontato la morte di Fred.
<< George >> mormorò. << Tua madre è preoccupatissima. Ti prego, non farla ancora penare. Ti stanno cercando, hanno bisogno che tu stia con loro >>
George annuì, la prese per mano e insieme si diressero verso la Sala Grande, attraversando i corridoi pieni di cenere. Quella stessa cenere da cui sarebbero riusciti a risorgere.



Angolo autrice:
Eccomi qui con il nuovo capitolo che, se devo essere sincera, non mi convince molto. Penso che avrei potuto scriverlo in modo diverso, ma ormai è andata.
George Weasley per me dopo la morte del fratello diventa un personaggio molto... complicato. E' stato abbastanza difficile scrivere su di lui.
Per quanto riguarda Angelina, ho sempre pensato che non "fosse giusto" che in alcune fanfiction dicano che in realtà lei non ami George, ma stia con lui solo per l'immagine che gli regala di Fred. Mi piace pensare che invece lo abbia amato, forse in un modo diverso, ma che entrambi alla fine abbiano avuto il meritato "lieto fine".
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite, e Roxy e Draclaire che hanno recensito lo scorso capitolo. (Non so come farei senza di voi)
Spero che recensiate e che il capitolo possa in qualche modo piacervi.
nichlillian

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