E' una promessa.

di VidelTitania94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un sogno nella realtà. ***
Capitolo 2: *** Un'idea bizzarra. ***
Capitolo 3: *** Il nostro posto. ***
Capitolo 4: *** La morsa. ***
Capitolo 5: *** Il bianco e il nero. ***
Capitolo 6: *** L'azzardo. ***
Capitolo 7: *** Videl e Videl. ***
Capitolo 8: *** Lotta contro il tempo. ***
Capitolo 9: *** Liberazione. ***



Capitolo 1
*** Un sogno nella realtà. ***





Il nemico era stato sconfitto grazie al Genkidama di Goku e la Terra e le innumerevoli vittime di Majin Bu erano stati ripristinati grazie alle sfere del drago Polunga.
I nostri eroi si erano congedati dal palazzo di Dende,felici e sollevati di poter continuare le loro vite,chi con la famiglia e chi da solo,magari in compagnia di un qualche allenamento.

- Io vado a dormire. Buonanotte papà!-

-Buonanotte tesoro!-

Videl salì lentamente le grandi scale marmoree che conducevano al piano di sopra,dove c'era la sua stanza. Giunta in camera da letto si levò con foga i vestiti che scaraventò sulla poltrona della scrivania e un bel pigiama corto e azzurro,intonato ai suoi occhi,prese il loro posto sul corpo minuto,ma incredibilmente agile della ragazza.

Prima di abbandonarsi al sontuoso letto con il baldacchino,la giovane aprì la finestra che dava sulla città. Satan City era ritornata,più bella e florida di prima,così come i suoi abitanti.

Le case,gli alberi,le strade e tutto il resto erano al loro posto,come se un enorme e violento tornado chiamato Majin Bu non avesse mai fatto la sua comparsa nelle loro vite.

Videl sorrise e si appoggiò alla ringhiera del balcone ammirando ancora per un po' quel meraviglioso spettacolo,pensando che tutto quello che c'era prima non era altro che un cumulo disordinato di macerie.Un vento estivo faceva timidamente ondulare i suoi capelli corti e corvini e ,dopo aver dato una fugace occhiata al cielo stellato,tornò in camera sua,dimenticando la finestra completamente spalancata.

Toltasi le ciabatte,si infilò nel letto e avvolta da delle candide lenzuola,si addormentò subito,con quel sorriso ancora impresso sul volto.























Sulle alture dei monti Paoz,in una modesta casetta di forma insolitamente circolare,Gohan non riusciva proprio a prendere sonno. Si girava e rigirava nel letto e alla fine si mise sulla schiena,scrutando il bianco soffitto della sua stanza.

Il motivo del suo sonno mancato si poteva riassumere in una sola parola: Videl.

Dov'era in questo momento? Stava dormendo? Era in pericolo?

L'ultima volta che l'aveva lasciata da sola,Majin Bu aveva trasformato lei e tutti gli altri in tavolette di cioccolata,e Gohan non aveva potuto salvarla e non riusciva a perdonarselo,nonostante avesse un valido momento per non essere presente.

Dopo un amaro sospiro di rassegnazione,il giovane Saiyan si alzò e guardò Goten che stava dormendo della grossa nel letto a fianco. Era davvero uguale a Goku,in tutto e per tutto,per fino nel modo di russare così fragorosamente.

-Beata gioventù!- pensò Gohan sorridendo al fratellino e rimboccandogli le coperte che evidentemente non aveva apprezzato,visto e considerato che erano sparse per terra.

Cercando di fare meno rumore possibile,si diresse verso l'armadio con l'intento di cercare una delle sue innumerevoli tute da combattimento. Aveva il terrore che sua madre le avesse tutte bruciate per impedire al figlio di poter continuare a combattere,ma per fortuna non fu così,infatti dopo mille ricerche e nel buio più totale ne trovò una e se la infilò e,dopo aver controllato di non aver svegliato nessuno,specialmente Chichi,uscì dalla finestra e si librò in volo,verso Satan City.


Doveva assicurarsi che Videl stesse bene.


Ormai la strada la sapeva a memoria e il volo notturno non durò più di una mezz'ora e,accompagnato dalle luci delle stelle e in seguito,a quelle della città,si diresse verso la casa di Videl,su una collina sovrastante a Satan City.

Gohan atterrò dolcemente sul balcone della camera di Videl e notò la finestra aperta. Si avvicinò alla finestra e sbirciò all'interno della stanza. Quello che gli si aprì di fonte era uno spettacolo bellissimo: la ragazza dormiva beatamente abbracciando il cuscino e respirava profondamente.

-Come è bella- sussurrò Gohan.

Non voleva entrare in camera di Videl,gli bastava solo vedere che stesse bene. Gohan ,sollevato,stava già andando via,quando qualcosa lo fermò.
Il dolce sonno di Videl era stato interrotto da quello che sembrava essere un incubo,infatti la giovane iniziò a respirare affannosamente e faceva repentini movimenti con la testa.

Gohan,senza pensarci entrò nella stanza di Videl,che adesso stava anche sudando.
Il ragazzo si sedette sul letto della giovane e la guardava impensierito: non sapeva cosa fare,se l'avesse svegliata e lei l'avesse visto,si sarebbe arrabbiata tantissimo,visto che era da lei in veste di spia notturna.Videl continuava ad agitarsi e ad un certo punto si rizzò sul letto e aprì di scatto gli occhi.

-No Gohan!- urlò.

Resasi conto che quello era solo un incubo si tranquilizzò all'istante e si portò le mani sul viso madido di sudore.Aveva appena sognato che Gohan era stato facilmente sconfitto da un enorme mostro che,con i suoi mille tentacoli lo aveva imprigionato,strozzandolo.

Le ci volle un minuto per capire che Gohan era lì,accanto a lei,infatti dopo aver levato le mani dalla faccia,notò una sagoma straordinariamente familiare al suo fianco.

Accese l'abat jour sul suo comodino e quella sagoma divenne reale.

-Go-Gohan,che ci fai qui?- chiese Videl,visibilmente imbarazzata. Il Saiyan doveva aver sentito tutto.

Gohan si limitò a sorriderle.
Videl lo aveva sognato.

Videl amava quel suo sorriso così trasparente da sembrare quasi irreale ed era interamente dedicato a lei. Nessuno avrebbe mai immaginato che un eroe del calibro di Gohan potesse essere capace di simili gesti.

-Ho urlato talmente forte da svegliarti nonostante tu abiti a chilometri di distanza?- cercò di sdramatizzare Videl,ancora rossa in volto.

Il sorriso di Gohan si spense.

-No,ero venuto per...- si interruppe e chinò timidamente la testa.

-Per?- lo incalzò Videl.

-Ecco,volevo accertarmi che tu stessi bene- terminò schietto Gohan,alzando la testa verso la giovane e rivolgendole uno sguardo affettuoso.

Videl non poteva crederci.Gohan che si stava preoccupando per lei senza motivo? Era già capitato,al torneo,ma lei stava rischiando la vita contro quel mostro di Spopvitch. La ragazza non sapeva spiegarsi la causa di una simile attenzione,ma la cosa non le dispiaceva affatto.

-E perchè non dovrei stare bene?- lo tranquilizzò l'amica cercando di restituire a Gohan lo stesso magnifico sorriso che le aveva donato poco prima.

-Io..Voglio chiederti scusa.- disse Gohan chinando nuovamente la testa.

-Scusa? E per cosa? Gohan cos'hai,mi sembri strano-

La ragazza si stava preoccupando.

-Il fatto è che..se tu non mi avessi conosciuto non ti avrei cacciato in questo pasticcio,non avresti mai visto Majin Bu e non saresti mai venuta a conoscenza della mia presunta morte. Io..non c'ero quando quel mostro ha eliminato te e tutti gli altri e non ho potuto fare nulla per salvarti. Videl,ti ho fatta soffrire e non posso perdonarmelo. Se non mi avessi mai visto ora saresti una ragazza normale e sopratutto saresti rimasta allo scuro di tutto cio' che Majin Bu aveva fatto,invece ti tocca vivere con questo peso per tutta la vita e questo ricordo non potrà mai svanire dalla tua memoria.-

Gohan strinse con forza il lenzuolo di Videl.
Alzò lo sguardo in cerca di quello della giovane.

-Mi dispiace.- terminò con un velo di tristezza che si stava dipingendo sul volto.

La ragazza ascoltò attonita le parole del Saiyan.
Era senza parole e il suo volto di intingè nuovamente di gocce,questa volta non erano di sudore ma di lacrime.

-Gohan ma cosa stai dicendo!-

Il tono di Videl si fece più forte.

-Conoscerti è stata la cosa più bella che mi potesse mai capitare ed è stato grazie a te se sono venuta a contatto con una realtà che pensavo non potesse esistere. E poi sarei stata eliminata da Majin Bu in ogni caso,sia se fossi stata sulla Terra o al palazzo di Dende. Tu non capisci,mi hai salvato la vita,mi hai salvato da tutto. Mi hai dato la possibilità di contribuire alla sconfitta del nemico. Ho sempre avuto la massima fiducia in te e nelle tue capacità,ma quando tuo padre ci aveva detto che te ne eri andato..

Videl trattenne un singhiozzo.

..Il mondo mi è letteralmente crollato addosso- Videl abbassò la testa e le lacrime caddero sulle lenzuola.

-Sai,quando ci siamo divisi,non ci siamo salutati come si deve,ti ho lasciato andare senza problemi,pensavo che nel giro di qualche ora tu potessi tornare da me e dalla tua famiglia sano e salvo, e che tutto sarebbe finito nel migliore dei modi,invece..

..non poteva essere vero,non potevo crederci. Tentavo disperatamente di convincermi che tu fossi ancora vivo,ma nessuno mi dava retta perchè non avvertivano più la tua aura e tutti cercavano di smontare questa mia teoria nel tentativo di rassegnarmi alla realtà,e forse facevano bene,ma mi era impossibile,finchè ho avuto la parziale certezza di quello che dicevo quando con tua madre e Bulma non siamo riusciti a trovarti in Paradiso-

La ragazza continuò a piangere,ma di gioia.

Gohan non sapeva che dire,non si aspettava una reazione del genere da parte di Videl. Il ragazzo era in un tumulto di emozioni. Provava un affetto immenso per quella ragazza apparentemente così forte,ma dentro così fragile. Nessuno l'aveva mai fatto sentire così e doveva sdebitarsi con lei,doveva tranquilizzarla,farle sentire la sua presenza,farla sentire protetta,ora che era insieme a lei.

Gohan si sporse in avanti nel tentativo di abbracciarla.

-Gohan,non so se ti conviene,sono in un lago di sudore e di lacrime- lo fermò Videl prendendolo per i polsi. In realtà non aspettava altro che un suo abbraccio,ma voleva essere più presentabile e non in pigiama e sudata.

-Oh stai tranquilla,non mi importa assolutamente- le sorrise il giovane.

La ragazza liberò la presa e si trovò nel mezzo di quelle braccia così possenti e indistruttibili che si sentiva completamente al sicuro da ogni pericolo e il suo viso contro quel petto così forte. Videl chiuse gli occhi,voleva assaporare attimo per attimo quel momento.

-Videl..non ti lascerò mai più- le sussurrò all'orecchio,mentre le accarezzava teneramente i capelli.

L'abbraccio si fece ancora più forte,stava diventato quasi doloroso,ma alla giovane non importava.Lui era lì, e la stava abbracciando.

-Davvero?- domandò Videl ancora appoggata al suo petto.

-E' una promessa.- rispose il Saiyan.

Gohan sciolse lentamente quell'abbraccio e asciugò una lacrima che non era ancora scomparsa dal viso bianco della giovane.

I due si scambiarono un sorriso che valeva più di mille parole.

-Ora devo andare,spero solo che mia madre non si sia svegliata,altrimenti sono guai seri!- rise Gohan.

-Hai ragione,tua madre sa essere più pericolosa di tutti i Majin Bu di questo mondo!- condivise Videl e i due si misero a ridere.

Gohan si alzò dal letto e si diresse verso la finestra,ancora spalancata.

-Aspetta!- Videl lo aveva preso per un braccio e lo tirò a sè schioccandogli un bacio sulla guancia.

-Grazie di tutto Gohan- sorrise.

Gohan,trattenendo l'imbarazzo guardò affettuosamente la ragazza.

-Ciao Videl,ci vediamo- sorrise.

E dopo aver varcato la finestra si librò in aria,diretto verso casa sua.

Videl sospirò felice,spense l'abat jour e cacciò la testa nel cuscino pensando a tutto ciò che le era appena capitato,ma poco dopo si addormentò,nonostante avesse appena vissuto un sogno nella realtà.

Durante tutta la durata del viaggio,Gohan non fece altro che pensare a lei,alla loro conversazione,a quanto Videl fosse stata male per lui,al calore del suo viso sul suo petto e al bacio che gli aveva dato.

-Sono un completo imbecille.- sospirò amaramente.

-Me ne sono andato come se niente fosse,come se quel bacio non ci fosse mai stato.- continuò,accarezzandosi la guancia sinistra.

-Dovrò farmi perdonare al più presto- concluse.

Arrivò ai Monti Paoz che era quasi l'alba,entrò in camera sua passando attraverso la finestra e tentando di fare meno rumore possibile per non svegliare Goten,si levò la tuta e si rimise a letto,felice di aver constatato che la sua amica stava bene.




"Amica". Gohan stava cominciando ad odiare quella parola.

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Capitolo 2
*** Un'idea bizzarra. ***





Il sole splendeva alto nell'azzurro cielo di Satan City e stava filtrando nella camera di Videl che stava ancora dormendo.
Il calore di quest' ultimo si appoggiò sul suo viso,illuminandolo.

Videl strizzò gli occhi e si svegliò dolcemente. Si stiracchiò e si levò dal letto,in cerca della sua vestaglia,che trovò appesa all'attaccapanni antistante al letto. Non faceva altro che pensare alla sera prima.

-Oh Gohan..- sospirò sedendosi sul bordo del letto,esattamente dove lui si era seduto e passò una mano fra quelle lenzuola che avevano assistito alla loro chiaccherata,che avevano accolto le lacrime di Videl e che si erano lasciate strapazzare dalla forte mano di Gohan.
La giovane chiuse gli occhi e inspirò profondamente cercando il profumo del ragazzo. Per un attimo aveva avuto paura che tutto fosse stato un sogno,un meraviglioso sogno,ma per fortuna non era così,infatti con le mani creò una leggera pressione sulle braccia e si rese conto che le facevano un po' male.

Era la forza del suo abbraccio.

Un enorme sorriso apparse sul suo viso e il suo sguardo si rivolse verso la finestra che era stata aperta per tutta la notte.

Videl era ancora immersa nei suoi pensieri quando qualcuno busso alla porta della sua stanza.

la ragazza tornò immediatamente alla realtà.

-Avanti- disse.

Sulla porta della camera si presentò un donna,non più giovanissima,ma che a suo tempo doveva essere stata molto bella. Non era molto alta ed era piuttosto magra. Aveva grandi occhi verdi e gentili, lunghi capelli biondo cenere che stavano raccolti in un ordinato chinion acconciato dietro alla testa e il suo sorriso ispirava simpatia.
Questa signora era la cameriera di Videl,la conosceva da sempre ed era stata anche la sua balia,quando la madre della giovane morì parecchi anni prima. A Videl piaceva molto: a differenza di tutte le altre, e, nonostante il suo aspetto così gioviale da risultare quasi fuori dal comune,lei non era un'impicciona e si faceva i fatti suoi,ma quando c'era bisogno di un consiglio,era sempre disponibile, e senza fare domande chiariva qualunque situazione.

- Buongiorno signorina! La volevo informare che la colazione è pronta. Suo padre è già di sotto che la sta aspettando.- comunicò allegramente la cameriera.

- Buongiorno Agatha! Grazie mille,ora mi cambio e scendo- rispose Videl,ancora seduta sul letto. Il suo sorriso non era ancora svanito.

-Molto bene signorina- squittì Agatha.

-Videl- la corresse la ragazza.
-Quante volte ti ho detto di chiamarmi Videl?- riprese la giovane.

-Mi perdoni,ma mi riesce difficile,vorrà dire che mi sforzerò!- rispose Agatha,sempre con quel suo fare allegro e spigliato. La camerierà si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso la sala da pranzo.

Videl si levò la vestaglia e il pigiama e si diresse verso il bagno della sua camera da letto per farsi una doccia.
Sotto l'acqua scrosciante della doccia continuò a pensare alla sera prima e non smetteva di sorridere.



Il suo,ormai, era un pensiero fisso.



Una bizzarra idea le balzò in testa e decise di metterla in pratica il giorno stesso.

Dopo questa bella doccia rinfrescante,tornò in camera e si cambiò,tirando fuori dall'immenso armadio un paio di pantaloncini neri da ginnastica e una t-shirt blu e dopo essersi infilata un paio di scarpe da ginnastica,scese di corsa le scale che conducevano al piano di sotto dove suo padre,Mister Satan, stava facendo un'abbondante colazione insieme al suo amico Bu,che ormai era diventato parte della famiglia, e al cucciolo di cane che Mister Satan e lo stesso Bu avevano salvato.

-'Giorno papà,Buongiorno Bu!- disse una incosueta Videl stranamente raggiante,appena giunta nella stanza. Scostò la sedia e si sedette di fronte al padre.

-Buongiorno tesoro!Come mai sei così allegra di prima mattina?- chiese Mister Satan mentre stava addentando una coscia di pollo.

-Ciao Videl!- disse Bu,sempre con la solita allegria.

Videl si rivolse al padre.

-Perchè è una bellissima giornata e penso proprio di andare a farmi un giro in città,non aspettatemi per il pranzo,probabilmente mangerò fuori- rispose Videl.

-Ehm,ok d'accordo,però portati il cellulare- acconsentì Mister Satan allungando un pezzo di carne al cagnolino che dritto sulle zampe posteriori si appoggiava al bordo del tavolo.

I tre,anzi i quattro,continuarono a fare colazione e Videl non vedeva l'ora di uscire,tanto è vero che per poco non si strozzava con un pezzo di toast.

-Tesoro stai bene?- si informò Mister Satan,alzandosi dal suo posto e dando una leggera pacca sulla schiena della figlia.

Videl tossì. -Si,sto bene papà,grazie-

Finì di mangiare il toast e si precipitò verso la porta di ingresso.

-Videl,non hai dimenticato qualcosa?- chiese il padre fintamente arrabbiato.

-Oh si,scusa! Ciao papà e buona giornata!-

Videl sparì dietro l'enorme portone.

Videl si diresse,a passo sostenuto,verso una stradina laterale del centro città e quando fu certa che nessuno si fosse accorto di lei,si alzò in volo verso nord.










Verso i monti Paoz.

Purtroppo Videl non era al livello di Gohan in quanto a velocità nonostante si fosse esercitata molto e ci mise circa un'ora prima di scorgere la casa del giovane Saiyan.

Atterrò di fronte alla porta di casa Son.

Videl era agitata,il cuore le batteva ritmicamente contro il petto ad una velocità spaventosa. Quello era il loro primo incontro dopo quello della sera prima,ma si fece forza e bussò energicamente alla porta.

-Chi è?- chiese una voce femminile dall'interno della casa.

-Oh cavolo.- pensò Videl.
Non si era minimamente preoccupata della reazione della madre di Gohan riguardo a quella visita. Quella donna era molto gelosa di suo figlio e non sapeva come comportarsi con lei,nonostante si fossero consolate a vicenda durante l'assenza del giovane.

Respirò pofondamente. -Buongiorno Chichi,sono Videl.- rispose,tutta ad un fiato.






Attese speranzosa una risposta dalla donna,ma quella stava tardando ad arrivare.

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Capitolo 3
*** Il nostro posto. ***





Dopo un attimo che a Videl parve un eternità,quella voce si fece nuovamente sentire dall'interno dell'abitazione.

-Entra pure,la porta è aperta!-

La voce di Chichi sembrava calma e priva di cattive intenzioni. Quella non era la donna che si ricordava Videl,ma forse la madre di Gohan aveva cambiato idea sul suo conto dopo tutto quello che era successo.

Videl aprì la porta ed entrò nella casetta. Era più tranquilla,ma comunque ancora un po' agitata. Non era mai entrata in casa di Gohan e la ragazza si guardò subito attorno incuriosita. La casa era modesta,ma tenuta a regola d'arte e nulla potesse far pensare che potesse essere abitata in gran parte da tre uomini,per di più Saiyan,popolo dedito alla guerra e al caos.
Nell'abitazione vigeva un ordine assoluto,quasi maniacale,tranne che nella piccola cucina,dove la donna stava facendo da mangiare.

-Buongiorno Chichi- disse nuovamente Videl antrando nella stanza.

-Ciao Videl,come stai?- rispose allegra Chichi pulendosi le mani con uno straccio da cucina e andando incontro alla ragazza.

-Sto bene grazie!- la informò la giovane con un sorriso.

-Oh,come sono maleducata,siediti,fai come se fossi a casa tua!- la invitò Chichi indicando una delle sedie poste ordinatamente attorno al tavolo da pranzo.

-Grazie Chichi- rispose Videl sedendosi.

-Come mai da queste parti?- chiese curiosa la donna dopo essersi seduta di fronte alla ragazza.

Ecco la domanda che Videl voleva assolutamente evitare,ma quella era inevitabile, d'altronde si trovava in casa di altri e non poteva di certo dire di essere là,ai Monti Paoz, per andare a cercare i funghi. La ragazza si fece rossa in volto,ma provò a non darlo a vedere troppo chiaramente. La tachicardia si ripresentò puntuale allo scoccare della domanda che Chichi le aveva appena posto.

Cosa le avrebbe risposto? Che aveva una voglia matta di vedere suo figlio e che la sera prima lui era andato a trovarla di nascosto?

Certo come no. Così si sarebbe guadagnata un biglietto di sola andata per Namecc.


-Beh,ecco,volevo vedere Gohan. E' da parecchio tempo che non lo vedo- mentì in parte la giovane. Sperava con tutto il cuore che la reazione della donna non fosse troppo drastica.

-Ah capisco.- tagliò corto Chichi,alzandosi dalla sedia e tornando ai fornelli. Quando si toccava l'argomento "Gohan" la donna si metteva un po' sulla difensiva nonstante si incominciasse a fidare di Videl.

-Comunque Gohan non c'è. E' andato con suo padre e suo fratello nel bosco per allenarsi,anche se,onestamente non ne vedo più il motivo.- proseguì affettando della verdura.

-Se vuoi aspettarlo sei la benvenuta. Ti fermi per il pranzo?- domandò Chichi voltandosi verso di lei. La sua voce assunse un tono meno algido e questo tranquilizzò la giovane.

-Se non sono di disturbo,volentieri!- rispose raggiante Videl.

-Bene,allora visto che è così una bella giornata potremmo mangiare fuori. Ti dispiace prendere i piatti? Sono là dentro.- chiese Chichi indicando uno sportello della cucina.

Videl aprì lo sportello e prese un po' piatti piani e fondi e,uscita dalla casa,li dispose ordinatamente gli uni sopra gli altri sul tavolo di legno.


Quanti ricordi.

Anche la prima volta che era andata a mangiare da Gohan dopo la sua lezione di volo aveva mangiato fuori,seduta a quel tavolo.



I suoi pensieri vennero interrotti da una vocina stridula che la stava chiamando e che si stava avvicinando sempre di più.

-Ciao Videl!- urlò Goten correndole incontro dopo essere atterrato poco lontano dalla casa.

La ragazza si inginocchiò per poter prendere in braccio il fratellino di Gohan.

-Ciao Goten,come stai?- domandò Videl con un tono dolce,passando la mano libera tra i capelli del piccolo Saiyan.

-Bene! Lo sai che prima ho battuto Gohan in uno scontro amichevole? E sai perchè? Perchè l'ho colto in un momento di distrazione! Sono stato furbo vero?-

Goten era una mitraglietta. Quando iniziava a parlare non la finiva più,un'altra caratteristica che lo rendeva l'alter-ego di suo padre.

-Sei stato furbissimo! Ti faccio i miei complimenti Goten!- rispose allegra Videl posando il piccolo a terra.

-Goten!- Chichi era sulla porta di casa.
-Corri a lavarti le mani e aiuta Videl a mettere tavola!-

-Va bene mamma! Ah mamma lo sai che..-

-Si tesoro ho sentito,sei stato bravissimo- lo interruppe la madre. Chichi non voleva che anche il piccolo Goten si dedicasse alle arti marziali,ma oramai si era arresa.


Era la loro indole.


Videl continuò ad apparecchiare quando sentì due voci familiari provenire dalla foresta.

-Videl?- disse sorpreso Gohan appena vide la giovane.

-Ciao!- rispose Videl sfoggiando un sorriso a trentadue denti,tentando di mascherare l'agitazione che ormai non la lasciava più stare.

-Ciao Videl,è un piacere rivederti! Come sta Mister Satan?- si intromise Goku.

Videl si rivolse al padre di Gohan e si fece seria.

-Oh è stravolto,poveretto. Dopo la feroce battaglia che ha dovuto affrontare contro Majin bu non si muove più dal letto e se lo fa,è solo per andare a qualche conferenza dove,con assoluta modestia parla della vittoria elogiando la propria abilità e coraggio.-


i tre si guardarono per un momento,poi scoppiarono in una fragorosa risata.


-Urca Videl ci stavo cascando in pieno!- rise Goku tenendosi le mani sulla pancia.

-Però dai,un po' ci ha aiutato anche lui..è stato grazie alla sua fama se l'energia sferica ha raggiunto una grandezza smisurata- disse Gohan.

-Hai ragione- ammise Videl.

I loro sguardi si incrociarono e Gohan fu pervaso da quell'onda azzurra che adorava così tanto. Non voleva più uscirne,anche a costo di annegare.

-Ma non mi sembra il caso che si comporti così- continuò,abbassando un po' il capo.

-Ragazzi è pronto in tavola!- li richiamò Chichi mentre adagiava sul tavolo un'enorme scodella piena di riso seguita da Goten che sorreggeva a stento due vassoi pieni di altri manicaretti.

-Meno male! Stavo morendo di fame!- disse Goku precipitandosi al suo posto di capotavola.

-Non avevo dubbi in proposito!- ribattè la moglie mentre gli stava versando un'esagerata quantità di cibo nel piatto.

Chichi stava ridendo sotto i baffi.

Videl mangiò a sazietà,l'aveva sempre detto che la madre di Gohan era una cuoca sopraffina,ma ciò che aveva mangiato lei non si poteva minimamente paragonare a quello che avevano mangiato Goku,Gohan e il piccolo Goten,che orami erano spariti dietro alla consueta pila di piatti accatastati l'uno sull'altro.

Gohan non aveva dimenticato ciò che doveva fare,doveva farsi perdonare il suo comportamento dopo quell'innocente bacio sulla guancia che Videl gli aveva dato,ma soprattuttto,doveva capire cosa provava per lei.

Dopo aver finito di mangiare Gohan si alzò e si rivolse all'amica.

-Vieni con me. Ti voglio portare in un posto.- le sorrise.

Chichi fulminò il figlio con gli occhi,ma Gohan non se ne accorse e anche se se ne fosse accorto non gliene sarebbe importato nulla.

Videl si alzò dal suo posto,ringraziò Chichi per il pranzo e dopo aver salutato i genitori di Gohan e Goten,segui Gohan,che si stava già dirigendo a piedi verso la foresta.

Gohan era agitato. Sperava vivamente che Videl fosse contenta del luogo in cui la stava portando e se così non fosse stato,non avrebbe più saputo che fare per sdebitarsi con la sua ..amica.

-Dove vuoi portarmi?- gli domandò andandogli incontro.

-Aspetta e vedrai- le rispose il ragazzo con velo di mistero.

Gohan si alzò in volo e Videl lo seguì.
Era troppo curiosa: non aveva minimamente idea di dove il ragazzo la stesse portando e non conosceva il motivo esatto di tutto quel mistero.
I due giovani volarono per circa dieci minuti sorvolando la foresta e poi atterrarono su una radura verdeggiante.

-Te la ricordi?- chiese Gohan a Videl non appena atterrò.

Videl si guardò un po' attorno e sorrise.

-E come potrei dimenticarmene!-

Erano nel luogo in cui Gohan aveva dato lezioni di volo a Videl,un posto che poteva sembrare assolutamente anonimo per molti,ma che per lei aveva un significato speciale: era lì che aveva davvero conosciuto Gohan e il suo potenziale,era lì che i due si cominciarono a frequentare ed era quello il luogo in cui Videl si librò in cielo per la prima volta.






Quello era il loro posto.




Nota dell'autrice:
Eh lo so bella gente,questi capitoli sono un po' noiosetti,ma preparatevi ad una serie di capitoli davvero SSSPUMEGGIANTI! :3

Alla prossima! :*

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Capitolo 4
*** La morsa. ***





-Sei sorpresa?- chiese speranzoso Gohan avvicinandosi a Videl.

Il sorriso di Videl per lui era già una valida riposta,ma voleva esserne assolutamente certo,anche perchè non gli era venuto in mente nient'altro con cui potesse sdebitarsi.
Ci aveva pensato tutta la mattina,anche durante il suo allenamento con suo fratello e suo padre,infatti era riuscito a farsi battere da Goten perchè era troppo distratto.

-Eccome!- rispose Videl continuandosi a guardare attorno.
Tutto era come se lo ricordava.

Rimase in silenzio assaporando più che poteva tutti gli odori e profumi che la stavano circondando e ascoltando i suoni della foresta come lo scrosciare del fiume e il lento movimento degli alberi mossi dal vento.

Gohan non smetteva di osservarla. Lo spettacolo che stava ammirando lui valeva più di cento radure come quella messe assieme.

-Sta a sentire Gohan- gli chiese all'improvviso.


-Che ne diresti di far vedere a questa radura come sono migliorata nel volo e magari,anche nel combattimento?- domandò Videl alzandosi in aria.

-Cosa intendi dire?- Gohan la seguì un po' titubante.

-Colpiscimi e non trattenerti.- disse convinta Videl voltandosi verso di lui.

-Come scusa?- rispose Gohan incredulo.

-Non fare il finto tonto,fai come ti ho detto altrimenti vado a raccontare a tua madre che ieri sei scappato di casa per venire da me.- lo guardò arcigna Videl.

-Va bene,va bene- Gohan si convinse e si peparò a sferrare un pugno sul viso della giovane.
Ovviamente trattenne la forza per non farle davvero del male e Videl si preparò a parare il pugno con le mani.



Driiin



Videl abbassò per un secondo le mani per prendere il telefono,ma ormai il pugno di Gohan si stava dirigendo verso la sua faccia.
ll ragazzo non riuscì a fermarsi in tempo e le scagliò il pugno in pieno volto.

Videl rimbalzò indietro con il capo,ma si ricompose subito e fece per un attimo mente locale su quello che le era appena successo. Il suo naso stava sanguinando copiosamente,ma la ragazza riuscì comunque a rispondere al telefono.

-Zi papà,zono da Eraza. Zi zi ztanotte dormo da lei,zi bi devo essere preza un raffreddore - rispondeva freneticamente Videl alle varie domande del padre mentre con la mano libera si stava tenendo il naso sanguinante.



Gohan era pietrificato.
Le aveva appena rotto il naso. Sbiancò di colpo e si guardò il pugno intriso di sangue.

Non aveva la forza di parlare o perlomeno di reagire,era lì,inerme,fermo in aria a guardare la povera Videl.

Videl chiuse la telefonata e con assoluta tranquillità ripose il telefono nella tasca dei pantaloncini.

-Zono dabbero una ztupida,non dovevo distrarmi ber rispondere al cellulare.- Videl rise di gusto,forse per mascherare il dolore e l'agitazione.
Si sentiva pulsare il naso in modo ritmico e violento e il sangue non ne voleva sapere di arrestarsi e gocciolava abbondantemente fra le sue dita.

Gohan si riprese per un attimo dallo shock. Come faceva Videl a prenderla così sul ridere? Come aveva fatto lui a non fermarsi in tempo?

-Vi-Videl,mi dispiace- riuscì a dire conn un filo di voce.

-Non devi scuzarti,è colba mia!-lo tranquillizzò Videl gesticolando con una mano.

-Salta sulle mie spalle,ti porto all'ospedale- replicò velocemente Gohan,visibilmente sconvolto.

La prima cosa che Gohan aveva promesso a Videl era stato che non l'avrebbe fatta più soffrire, e lui che fa? Le rompe il naso.

-Gohan,lo zo che zei forte,ma non è che mi devi portare all'ospedale abbena mi tocchi e poi,zono ancora in grabo di volare!- rispose Videl.


La ragazza scese di quota e atterrò vicino al fiume. Si inginocchiò sulla riva e si lavò prima la mano e poi,con le mani a conca,raccolse un po' d'acqua e se la buttò sulla faccia.
Il naso aveva finalmente smesso di sanguinare e Videl riprese a respirare normalmente.
Fece qualche inspirazione profonda per vedere che fosse tutto a posto. Per fortuna il naso non sembrava essere rotto.

Gohan,che nel mentre era atterrato vicino a lei e che si era lavato la mano sporca di sangue,le voltò il viso con entrambè le mani per poter controllare da vicino il danno che aveva appena fatto.

-Ti verrà un brutto livido- constatò dispiaciuto il giovane Saiyan guardandole il naso.

I loro sguardi si incrociarono.

-Non sai quanto mi dispiace,non sono proprio stato capace di fermarmi- proseguì amareggiato.

Videl pose una mano su quelle di Gohan.

-Te l'ho già detto,la colpa è solo ed esclusivamente mia- replicò con calma.

Le mani di Gohan,ancora sul viso della ragazza,incominciarono ad accarezzarla delicatamente.

-Sei davvero sicura di non voler andare all'ospedale?- le sussurrò.

-Sicurissima,stai tranquillo- gli sorrise Videl,chiudendo gli occhi e abbandonandosi totalmente alle carezze del giovane.

Videl,ancora con gli occhi chiusi,poteva sentire distintamente il respiro di Gohan che si stava avvicinando verso di lei.

Il giovane avvicinò lentamente il capo al suo e le diede un tenero un tenero bacio sul naso.

-Lo sai che questo metodo si usa con i bambini vero?- rise Videl aprendo dolcemente gli occhi,alludendo al fatto che si da sempre un bacio ai bambini che si sono fatti male.

-Certo che lo so,ma in mancanza d'altro mi sono dovuto arrangiare!- rispose ridendo Gohan.
Cominciava ad essere più tranquillo. Videl sembrava stesse bene e per una volta,era stato lui a fare il primo passo.
Non aveva mai provato certe sensazioni prima d'ora.

Comincivano già ad essere le cinque passate del pomeriggio e a Gohan venne in mente una cosa.

Staccò le mani dal volto di Videl e si alzò in piedi.

-Seguimi- le disse accennando un sorriso e librandosi in aria.

-Ti ho già detto che io all'ospedale non ci vengo!- replicò testardamente Videl ancora inginocchiata sulla riva del fuime.

-Tranquilla,non ti porto all'ospedale-

Videl non si convinse del tutto,ma si alzò in volo e lo seguì lo stesso.

Gohan aveva ragione,non stava portando Videl all'ospedale,infatti erano atterrati sulla sommità di una collina circondata da moltissimi alberi.

-Mi dispiace,ma questo posto non me lo ricordo- ammise Videl,guardandosi intorno.

-Lo so,non preoccuparti! Questo luogo è conosciuto da ben poche persone- sorrise Gohan.

Gohan scorse un albero che aveva una bellissima vista dei monti Paoz
Il sole stava calando dietro di essi.

-Vieni con me-

Videl seguì Gohan in direzione di quell'albero e si sedette accanto a lui con la schiena appoggiata alla robusta corteccia.

-Cosa c'è?- chiese la ragazza.

-Guarda- Gohan puntò il dito verso i monti Paoz e al sole che stava tramontando, illumimando di arancione i luoghi limitrofi,facendolo diventare uno spettacolo incredibile e fuori dal comune.

Videl era così incantata verso quel meraviglioso spettacolo che quasi non si accorse che le dita di Gohan si erano completamente intrecciate alle sue,quasi come in una morsa.
Appena se ne rese conto,Videl si voltò verso il Saiyan e appoggiò dolcemente la testa sulla sua spalla.











-Ma dove diavolo sono andati a finire!-

Chichi andava freneticamente su e giù per la casa,aspettando che il figlio arrivasse.

-Eddai tesoro,sono ragazzi,lasciali un po' in pace! Ma cosa vuoi che stiano facendo!- sbuffò Goku mentre era comodamente disteso sul divano.

-Il mio Gohan è troppo giovane per andare in giro con le ragazze e poi non ha più aperto libro da quando ha lasciato il torneo.- ringhiò Chichi.

-Chissà cosa staranno combinando!- proseguì

Chichi incominciò ad immaginarsi qualche strana scena riguardante i due ragazzi e subito si agitò. La donna si lasciò cadere su una sedia e si portò le mani sul viso,coprendolo completamente.
Non poteva credere che il suo Gohan potesse essere capace di cose simili.

-Goku va a cercarli- ordinò.

-Io? Dai sono stanco- replicò il marito.

-Ci vado io mamma!- si immischiò Goten.

-No no tesoro,è meglio di no- rispose di corsa la madre.

-E perchè?- mugugnò il piccolo.

-Perchè potresti vedere qualcosa di sconveniente,ecco perchè- rispose la donna noncurante della possibile reazione del figlioletto.

-Cosa vuol dire sconveniente? Nel senso che potrei vederli mentre si stanno baciando?- chiese Goten.

-Si,qualcosa del genere.- ammise esasperata Chichi.

-Che schifo!- ribattè il figlio,arricciando il naso e correndo in camera sua.

La donna si voltò verso il marito.

-Goku,per favore.- disse seccamente,scandendo con forza le parole.

-E va bene,va bene- ripose rassegnato Goku mentre si stava alzando dal divano. L'ultima cosa che avrebbe voluto sarebbe stata andare contro sua moglie Chichi.

Il Saiyan uscì di casa e si mise a volare in cerca del figlio e di Videl. Conosceva bene Gohan,infatti la sua prima tappa fu proprio la radura dove il giovane aveva portato la ragazza.

Atterrò nel bel mezzo del prato e iniziò a cercarli quando all'improvviso sentì degli strani rumori provenienti da un cespuglio limitrofo.

Goku sbiancò. Forse Chichi aveva ragione.
No,non era proprio da Gohan.
E se anche fosse stato? Gohan era grande e soprattutto abbastanza responsabile da prendere le adeguate precauzioni,ma evidentemente Chichi non la pensava allo stesso modo.

-Figliolo ti prego,non voglio essere io a scoprirti,poi come lo racconto a tua madre?-pensò.

Si avvicinò piano piano al cespuglio,quando qualcosa ne uscì fuori.

-Meno male,erano solo due scoiattoli.- sospirò Goku alquanto rasserenato.

-Niente,qui non ci sono- sentenziò dopo un po' il padre di Gohan.

Chiuse gli occhi e cercò di visualizzare mentalmente l'aura del figlio,ma questa era davvero impercettibile. Forse Gohan stava trattenendo deliberatamente la propria forza per non essere disturbato.
Goku alla fine riuscì a capire dove si stesse trovando il figlio e partì alla volta delle colline.

Una volta atterrato,Goku intravise l'albero dove scorse due figure.
Erano totalmente immobili.

Si avvicinò e appena li vide non potè fare altro che sorridere.

I due ragazzi,ancora appoggiati all'albero,si erano addormentati sotto i suoi rami frondosi. Gohan aveva appoggiato la testa su quella di Videl che era ancora adagiata sulla sua spalla.









Le loro mani erano ancora strette in quella morsa,che sarebbe stata difficile da allentare.

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Capitolo 5
*** Il bianco e il nero. ***





Il sole stava sorgendo sulle alture dei monti Paoz e una leggera brezza mattutina faceva ondulare dolcemente i rami dell'albero sotto il quale Gohan e Videl stavano ancora dormendo.

Gohan aprì lentamente prima un occhio e poi l'altro e si staccò piano piano dalla testa di Videl che stava ancora dormendo profondamente e cercando di non svegliarla si scostò delicatamente da lei prendedola per la nuca e appoggiandole la testa al tronco dell'albero.

Videl assomigliava ad una bambola di porcellana,così perfetta in ogni sua singola componente,da apparire quasi irreale.

Era stupenda.

A malincuore Gohan aveva dovuto sciogliere quel nodo che legava così saldamente le loro mani.

Il Saiyan si mise in piedi e si stiracchiò. Dopo scese al fiume e dopo essersi inginocchiato sulla sua riva,si lavò la faccia.
Dopo essersi asciugato il viso con il braccio,si voltò verso la giovane e,dopo aver constato che stesse ancora dormendo,si alzò in volo e si diresse verso casa.


Voleva farle una sorpresa.

Dopo poco arrivò a casa,e cercando di non fare rumore aprì la porta,ma non fece in tempo ad attraversare il salotto che una voce assai familiare lo fece sobbalzare.

-Ma ti sembra l'ora di rientrare a casa?-
Chichi stava sulla porta della cucina armata di mestolo.


Era furiosa.

-Scusami mamma ero..- tentò di spiegare Gohan.

-A dormire sotto un albero con Videl,lo so,tuo padre me lo ha detto.- ringhiò la donna.

-E papà come fa a saperlo?- chiese curioso il giovane Saiyan corrugando la fronte.

-Vi ha visti.- tagliò corto Chichi.
-E comunque,come ti è venuto in mente di dormire fuori con una ragazza? Saresti potuto incorrere in situazioni imbarazzanti,ricordati che sei ancora troppo giovane per certe cose!- continuò la donna agitando freneticamente il mestolo.

-Ma mamma che cosa stai dicendo! Io e Videl siamo solo..-

Si interruppe per un momento e sospirò.

-Amici.- disse con un velo di tristezza,sedenosi sul divano.

Chichi lo guardò.

-Per te non è una semplice amica,ho ragione vero?-
Il tono di Chichi era cambiato,si fece più basso,quasi come un sussuro e la donna si sedette sul divano accanto al figlio.

Gohan si voltò verso la madre e la guardò impensierito.



Fece cenno di sì con il capo.



Chichi fece un piccolo sospiro e poi sorrise.
In quel momento non era la persona più felice del mondo. Avere una ragazza avrebbe significato,per Gohan,stare molto tempo fuori casa e tralasciare lo studio,ma all'amor non si comanda e Chichi lo sapeva bene. In verità non era arrabbiata con il figlio,stava tenatando solo di di proteggerlo,come avrebbe fatto ogni madre.

-Allora devi dirglielo,non puoi andare avanti così,finirai a vivere con il dubbio di non averle chiesto cosa lei potesse provare per te.- concluse alla fine la donna.

Gohan non aveva voglia di affrontare quell'argomento,sapeva bene che per Videl lui era solo un buon amico e la situazione non sarebbe mai potuta cambiare.

-Senti mamma,ero venuto a chiederti se potevi prepararci il pranzo,così lo porto a Videl e mangiamo sulla collina.- riprese Gohan,cambiando argomento.

-Oh certo,va bene- rispose Chichi,senza calcare la mano su ciò di cui stavano parlando poco prima.
La donna si alzò lentamente dal divano e si mise a lavorare ai fornelli. Nel giro di due ore il pranzo era pronto e per tutto il tempo,Gohan non aveva fatto altro che stare seduto sul divano,abbandonandosi totalmente tra i suoi morbidi cuscini,pensando e ripensando a Videl.

-Ecco tieni tesoro- Chichi porse a Gohan un cesto con tutta la roba da mangiare ed il necessario per preparare un pic-nic. A giudicare dall'odore che ne veniva fuori,doveva essere tutto delizioso,come al solito,del resto.

-Grazie mamma,ci vediamo- disse Gohan con un tono indifferente,uscendo di casa e librandosi in volo in direzione della collina.
Il tragitto era relativamente breve,ma Gohan pensò a fondo a ciò che sua madre gli aveva detto riguardo a ciò che provava per Videl.
Doveva dirglielo o era meglio dimostrarglielo?
Non sapeva che fare,non voleva perdere l'amicizia di Videl,ma neanche lasciarla andare così,senza neanche averci provato.



Doveva assolutamente inventarsi qualcosa.



Scese accanto all'albero dove Videl stava ancora dormendo. Aprì il cestino e ne tirò fuori una tovaglietta a quadri che distese ai piedi dell'albero. Cercando di non fare rumore posò i piatti sulla tovaglia da pic-nic e tirò fuori dal cesto l'abbondante pranzo che Chichi aveva preparato per loro.

In quel momento Videl aprì lentamente gli occhi e sorrise a vuoto.
Aveva appena passato tutta la notte mano nella mano con Gohan,niente e nessuno poteva renderla più felice.

-Buongiorno!- le disse Gohan,sistemando i vari vassoi sulla tovaglia.

-Buongiorno Gohan- ripose raggiante Videl,tornando a quella meravigliosa realtà.
La ragazza guardò cosa stava facendo Gohan.

-Scusami,non è da me svegliarmi così tardi. Ma dove hai preso tutta questa roba?- chiese incuriosita.
Si alzò e andò ad aiutare il giovane Saiyan.

-Stamattina mi sono svegliato presto,così ho fatto un salto a casa e mi sono fatto preparare il pranzo da mia madre.-

Videl sbarrò gli occhi e tentò di rispondere ma Gohan la interruppe.

-Lo so che sembra impossibile,ma stranamente non ha fatto storie- continuò ridendo.

-Doveva essere davvero di buon umore!- commentò la ragazza.

Era quasi mezzogiorno,il sole splendeva alto sulle colline vicino ai Monti Paoz.

-Bene,io direi che potremmo iniziare a mangiare- disse Videl

-Mi hai levato le parole di bocca- le rispose il giovane.
Il ragazzo non aveva fatto colazione e la sua metà di ingordo Saiyan si stava facendo sentire,ma non voleva fare brutte figure di fronte all'amica.
I due si sedettero sulla tovaglia l'uno di fronte all'altra e mangiarono abbondantemente tutte le prelibatezze che Chichi aveva cucinato per loro.

-Non c'è niente da fare. Tua madre è davvero strepitosa ai fornelli.- commentò Videl tra un pasto e l'altro.
-E comunque Gohan, guarda che non mi scandalizzo se mangi alla tua solita maniera,quindi puoi evitrarti tante cerimonie- continuò la ragazza,ridendo fragorosamente mentre guardava Gohan che mangiava tutto composto e senza ingozzarsi.

Erano così felici di essere l'uno insieme all'altra.

Dopo aver mangiato,Videl si appoggiò con la schiena all'albero e distese le gambe. Era davvero rilassante stare al fresco sotto i suoi rami ricchi di foglie.
Gohan le si avvicinò. Avrebbe voluto provare a fare una cosa che,a suo dire, avrebbe potuto chiarire la sua situazione: Videl lo considerava un amico o qualcosa di più?
Il cuore gli batteva forte,nonostante ciò che stesse per fare non fosse così tremendo o scandaloso.
Dopo un attimo di esitazione,si sdraiò perpedicolarmente rispetto a Videl e appoggiò la propria testa sulle sue gambe.

Videl lo guardò un attimo perplessa,non stava capendo cosa volesse fare il ragazzo ,ma poi si mise totalmente a suo agio,pensando che quella era l'occasione giusta per stare direttamente a contatto con lui,visto che non poteva sperare in niente di meglio.
Videl infatti,pensava che Gohan fosse troppo impegnato con suoi innumerevoli allenamenti per poter pensare ad avere una ragazza,poi con una madre come Chichi,e un padre come Mister Satan,così autoritari e severi,la cosa si poteva dichiarare ufficialmente impossibile.

Iniziò a passare delicatamente la mano fra i capelli di Gohan.
Gohan si sentiva così rilassato,non voleva più muoversì da lì.
Chiuse per un momento gli occhi,assaporando il leggero tocco delle dita di Videl fra i suoi capelli.

Poco dopo li riaprì e si alzò. Quello che aveva appena fatto non gli aveva schiarito più di tanto le idee,e se ne rattristò. Forse quello non era stato il metodo giusto per avere un chiarimento ai suoi dubbi,ma non aveva in mente altre idee. Videl lo guardò impensierita.

-Cosa c'è?- gli chiese perplessa.

-No,niente,stai tranquilla. Ti dispiace se mi alleno un po'?- le disse Gohan,con un tono che ondeggiava tra la tristezza e il dispiacere.

-No no,fai pure,io ti sto a guardare.- rispose Videl,adottando lo stesso tono del ragazzo.

-Ma cosa ti è preso Gohan?- pensò Videl,mentre guardava il giovane Saiyan che si stava allontando in volo in direzione di un grosso masso.
La ragazza,ancora seduta,ritirò le gambe e si strinse le ginocchia con le mani.
Sospirò. A volte Gohan era davvero irriconoscibile e non se ne spiegava il motivo. Forse gli aveva fatto qualcosa di male senza che se ne fosse accorta?

Gohan si stava esercitando a sferrare pugni e calci contro quel masso,che sembrava quasi una piccola montagna. A giudicare dalla difficoltà con la quale il ragazzo tentava di spaccarlo a metà,doveva essere molto spesso e fatto di una materia davvero resistente e ostica.
Passarono alcuni minuti e Gohan,scagliando un pugno con tutta la forza che aveva, data forse dalla rabbia per non aver concluso praticamente nulla con Videl,distrusse il masso e una marea di cumuli e costoni gli vennero addosso,sotterrandolo.
Gohan si liberò facilmente e tornò in superficie. Si guardò attorno: Il masso era ormai un mucchio di macerie. Gohan era pronto per ricominciare l'allenamento,quando una leggera fitta al cuore lo fermò.
-Forse è meglio che smetta,non mi sono scaldato a sufficienza e sono passato subito ai pugni. E' logico che poi mi vengano le fitte. Meglio smettere per oggi.- pensò Gohan sospirando e toccandosi il petto,all'altezza del cuore.

Tornò in silenzio da Videl e si sedette di fronte a lei.

-Complimenti! Fossi stata in te,avrei distrutto anche la collina,già che c'ero.- constatò la ragazza,dando un'occhiata al disastro che Gohan aveva combinato.

Gohan non rispose. Si limitò a bere un po' d'acqua.
-Ma guardati. Hai la faccia piena di polvere e la tuta quasi a brandelli.- continuò la giovane,tentando di sdrammatizzare.
Prese un tovagliolo di carta e lo inumidì con dell'acqua che versò dalla bottiglia da cui Gohan si era appena dissetato e gli fece cenno di avvicinarsi a lei.
Gohan avvicinò il capo verso Videl e la ragazza iniziò a pulirgli la faccia,passando delicatamente il tovagliolo sul volto del giovane Saiyan.

-Hai davvero un bel livido- disse all'improvviso Gohan,riferendosi al naso di Videl. Era così vicino al suo viso che poteva tranquillamente vedere la leggera sfumatura di viola che si stava allargando sul naso della ragazza e che,da li a poco,si sarebbe trasformata in una chiazza quasi nera. Non si era dimenticato di ciò che le aveva fatto il giorno prima e la cosa lo faceva sentire peggio di come già stava in quel momento.

-Non preoccuparti,non mi fa male- rispose Videl con dolcezza,continuando a pulire il volto di Gohan.
Gohan abbassò il capo. Come faceva a non farle male?

-Ehi- sussurrò Videl.
La ragazza appoggiò il tovagliolo per terra e con la mano ormai libera,appoggiò due dita sotto il mento del ragazzo e gli alzò il viso.
I loro volti erano ormai vicinissimi.
-Sto bene,devi credermi- concluse la giovane sussurrando ,guardandolo teneramente negli occhi e accarezzandogli il volto.

Gohan accennò un sorriso e Videl ricambiò.

Anche Il giovane iniziò ad accarezzarle il viso e la sua mano scivolò lentamente dietro alla nuca di Videl,avvicinandole il volto il più vicino possibile al suo.Il giovane Saiyan non era minimamente sicuro di ciò che stava per fare,ma ormai non si poteva più tornare indietro.

Gohan inclinò lentamente il viso verso destra,Videl fece lo stesso. La ragazza si sentiva battere il cuore in maniera vorticosa,non le era mai successa una cosa simile,prima d'ora e non sapeva neanche bene come dovesse comportarsi,in una situazione del genere,ma fosse non importava,tutto sarebbe venuto da sè.

L'uno poteva sentire chiaramente il respiro dell'altra avvicinandosi sempre di più.
Entrambi chiusero gli occhi,aspettando che le loro labbra si sfiorassero.
Dopo un secondo che parve un'eternità le loro labbra dapprima si sfiorarono,culminando, dopo, in un tenero bacio.
Nessuno dei due era in grado di capire più niente,non li stava guidando la mente e la razionalità bensì il cuore,che sarebbe stato in grado di abbattere qualunque muraglia,sia essa data dai mille dubbi adolescenziali che dalle preoccupazioni di genitori troppo protettivi nei riguardi dei propri figli.
Gohan,accompagnò lentamente la mano ancora fissa sulla nuca di Videl fino a terra,in modo tale che la ragazza si sdraiasse completamente sul prato.
Il ragazzo puntò i gomiti a terra per evitare di farle male con il suo peso e Videl portò le braccia al collo di Gohan con l'intento di avvicinargli il volto il più possibile al suo,come se i loro visi non fossero già abbastanza uniti.

I due giovani erano in un turbinio di emozioni e passione,niente poteva fermarli e dividerli.
Il loro bacio era interminabile.

Gohan sentì nuovamente una fitta al cuore,all'inizio non ci fece minimamente caso,ma quel dolore non era lieve come quello precedente,era costante e pungente.
La soglia del dolore per un Saiyan è molto alta, e se Gohan stava provando un dolore simile,c'era davvero qualcosa che non andava.

Il giovane si staccò lentamente da Videl.

-Ahi- si lamentò premendosi la mano sul petto.

-Gohan,che ti succede?- disse allarmata Videl,mentre si stava mettendo a sedere.

-No,niente va tutto..-

Gohan cominciò a barcollare.
Vide mise subito le sue mani sulle spalle di Gohan nel tentativo di trattenergli la caduta.
Gohan chiuse gli occhi e perse conoscenza,svenendo tra le braccia della ragazza.

-Gohan,Gohan ti prego rispondimi- lo supplicò Videl mettendosi a piangere. Lo scuoteva avanti e indietro,ma il ragazzo non dava segni di ripresa.
Non c'era niente da fare,Gohan non reagiva.

Videl,nella disperazione,gli prese il braccio sinistro e se lo portò dietro il collo,e si alzò in volo,diretta a casa di Gohan,tenendo con l'altra mano il suo fianco destro.

-Resisti,stiamo andando a casa.- bisbigliò Videl ancora tra le lacrime. Sapeva bene che non avrebbe potuto portarlo in un ospedale comune,data la sua natura di non completo essere umano.

Videl arrivò davanti a casa di Gohan.

-Chichi,Chichi per favore apri la porta!- gridò Videl,mentre stava ancora tenendo Gohan.

La madre di Gohan aprì la porta.

-Ma cosa succ..Oh no Gohan,tesoro,che ti è successo? Goku,vieni presto!-

Goku apparve sulla porta. Pensava che non fosse nulla di grave,magari era il caldo o un abbassamento della pressione,mai avrebbe pensato che cosa aveva colpito suo figlio,in realtà. Videl tentò di dare una spiegazione,mentre Goku stava portando di corsa il figlio in camera sua.
-Non lo so,non so cosa gli sia successo! So solo che ha avvertito un dolore al cuore,perchè si continuava a premere la mano sul petto.- disse tra le lacrime.

Chichi rimase a bocca aperta e sbiancò.

-No,non può essere possibile.- sussurrò alla fine,portandosi la mano davanti alla bocca.














Gohan aveva ereditato la stessa malattia cardiaca del padre.

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Capitolo 6
*** L'azzardo. ***





-Sai per caso cos'ha Gohan?- chiese Videl sedendosi accanto al letto del giovane e accarezzandogli la mano che era rimasta fuori dalle candide coperte,maternamente adagiate sul corpo del ragazzo da parte di Chichi.

-Oh Goku..- Chichi abbracciò il marito e si mise a piangere stretta fra le sue braccia.

-Ditemelo,vi prego- li supplicò la ragazza guardandoli ancora con le lacrime agli occhi. La sua voce era rotta dai singhiozzi che,ritmicamente,le si presentavano,incapaci di arrestarsi o perlomeno,di affievolirsi.

-Videl,tu non potevi saperlo..-cominciò a dire Goku.
-Vedi,molti anni fa sono stato colpito da una rara malattia cardiaca e presentavo gli stessi sintomi di quelli di Gohan- rispose il Saiyan con calma,mentre stava ancora abbracciando la moglie.

-Ma è curabile,vero? Insomma,se tu sei qui..- iniziò a dire Videl. Forse per Gohan c'era ancora una qualche minima speranza.

-No,non è curabile Videl.- rispose serio Goku,guardando il figlio che era ancora svenuto,come in preda di un sonno perpetuo.

-Ma come,come è possibile? A-allora tu..Ti hanno dato un Senzu?- balbettò la ragazza.
I suoi occhi ripresero a riempirsi nuovamente di lacrime.

-No..I Senzu perdono efficacia nelle malattie,sevono solo a ricostituire un corpo ferito. Comunque a salvarmi è stata la venuta di Trunks dal futuro che mi ha portato una medicina che sarebbe riuscita a curarmi.-

-Trunks? Il figlio di Bulma?- chiese la giovane.

Goku annuì.

- E-e come ha fatto Trunks ad arrivare qui dal futuro?- domandò la ragazza,asciugnadosi il viso con la mano.
Oramai ci aveva fatto l'abitudine,non era più una novità che,stando a contatto con quel mondo che Gohan le aveva fatto conoscere,venisse a conoscenza di notizie dal sapore così non reale,però un minimo di sorpresa c'era sempre.

-Con una macchina del tempo creata da Bulma- rispose Goku in maniera schietta.




Una macchina del tempo?





Videl rimase immobile. Era incredula,non risciva a racapezzarsi di ciò che le aveva appena detto Goku. Si voltò verso Gohan,continuado ad accarezzargli la mano con la propria. Come poteva un Saiyan come Gohan e come prima di lui,suo padre,a farsi abbattare da una malattia così..umana?
La ragazza continuava a guardare Gohan e cominciò a pensare. Bulma era una scienziata di fama internazionale,in effetti non avrebbe avuto problemi a creare una macchina del tempo,ma questo era accaduto nel futuro,ma nel presente ne sarebbe stata in grado?
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo del piccolo Goten.

-Fratellone,come stai?- cominciò a mugolare Goten al fratello.
Il piccolo Saiyan si era seduto sul letto di Gohan,forse aspettava una sua reazione,un suo movimento ma niente.

Videl cominciò a fissare il piccolo di casa Son,mentre tentava invano di comuncare con il fratello.. Nel disgraziato caso in cui Gohan non ce facesse,due genitori avrebbero perso un figlio,un bambino il fratello e lei..l'amore della sua vita.
Finalmente era riuscita ad ammetterlo a se stessa. Amava Gohan più di qualsiasi altra cosa al mondo,ma il suo carattere così apparentemente scontroso,impediva a questo sentimento di emergere e manifestarsi e rimaneva lì,sopito,in un angolo buio del suo cuore.
Non poteva permettere che succedesse,sapeva benissimo cosa si provava a perdere un persona cara,l'aveva già provato una volta,con la morte di sua madre,non poveva succederle di nuovo,non avrebbe sopportato un'altra perdita.



Gohan l'aveva salvata,ora toccava a lei ricambiare il favore.



Dopo poco Videl lasciò la mano di Gohan e si alzò dalla sedia.
-Tornerò Gohan,te lo prometto.- gli sussurrò avvicinando il suo capo all'orecchio del Saiyan,conscia del fatto che non l'avrebbe sentita in alcun modo.

-Videl,dove vai?- le chiese Chichi sciogliendo l'abbraccio con il marito e voltandosi verso la ragazza.

-Devo andare a fare una cosa. Tornerò il più presto possibile.- rispose la ragazza dirigendosi verso la porta d'ingresso.
-Spero.- concluse con un sussurro,impedendo agli altri di poterla sentire.

Videl si chiuse la porta alle spalle e si librò in aria.




La sua meta era la Capsule Corporation.




Videl volò il più veloce possibile. Il vento le sferzava violentemente il viso e le lacrime sembravano dovessero trasformarsi in gocce di ghiaccio da un momento all'altro. Sovrastò dapprima le colline,poi la città,e,alla vista di una mastodontica costruzione circolare con su impresso il simbolo della Capsule Corporation, scese di quota atterrando sul maestoso cortile che circondava l'edificio.

-Videl!-
All'improvviso Bulma comparve alle spalle della ragazza.

-Come mai da queste parti,cara?- le chiese dolcemente,pulendosi la tuta da lavoro. Il marchingegno che stava aggiustando era poco lontano da loro.

Videl si voltò,mostrando a Bulma il volto rigato di lacrime e segnato dalla disperazione.

-Bulma,ti prego,devi aiutarmi- riuscì a dire.

Bulma le si avvicinò lentamente. Aveva l'aria preoccupata.

-Che ti è successo?- le chiese dolcemente,levandosi un guanto e prendendole la mano.

-Si-si tratta di Gohan. E' malato e ha bisogno di una medicina particolare- disse freneticamente Videl .
-Sei l'unica che può aiutarmi- concluse.

Bulma si portò una mano alla bocca in segno di sorpresa e spalancò gli occhi.

-Gohan è malato? Non vorrai dirmi che..-

-Sì,ha la stessa malattia di Goku.- la interruppe Videl,scostandosi con una mano una ciocca di capelli che le erano rimasti attaccati al viso,incollati dalle lacrime.

-Ma cosa posso fare per aiutarti?- le chiese la donna ancora shockata per la notizia che le aveva appena dato Videl.

Videl rimase in silenzio per un attimo. Poi riprese a parlare.



-Devi costruirmi una macchina del tempo.-



Bulma scosse la testa e strabuzzò gli occhi.
-Videl,non puoi chiedermi una cosa simile,è troppo pericoloso.- le rispose.

-Non ne hai mai costruita una?- replicò la giovane terrestre.

-No,non è questo,anzi ho un prototipo di macchina del tempo,ma è ancora da perfezionare. Sai Videl,c'è una grande differenza tra il programmare una macchina di quel genere per il passato e programmarla per il futuro.

-Non mi importa. Devo andare nel futuro per prendere quella medicina. Io..devo salvarlo,Bulma.-

La donna le sorrise affettuosamente. L'amore era davvero capace di fare cose straordinarie,impensabili,però quello che voleva fare Videl era fuori da qualsiasi schema umano.




Era un vero azzardo.




-Videl,non conosci i rischi. Potresti perderti nello spazio e non fare più ritorno,vedrai,troveremo un altro modo per aiutare Gohan.- Bulma tentò di dissuaderla.

-Almeno svanirei nel nulla con la consapevolezza di averci almeno provato.- le rispose testarda la giovane. Niente e nessuno poteva farle cambiare idea.
Gohan al suo posto lo avrebbe fatto.

Bulma si voltò,dando le spalle alla ragazza e si diresse verso l'interno della Capsule Corporation.

-Seguimi.- le disse.

Dopo una serie interminabile di corridoi,tutti uguali gli uni agli altri,le due donne giunsero in una stanza enorme,senza soffitto,con il paveimento e le pareti bianche e adagiate a queste vi era una grande scrivania addobbata con computer e schermi di varia dimensione. Al centro della camera vi era una macchina.

-Eccola- disse Bulma,indicando il dito verso la sua invenzione.

Videl volse lo sguardo verso quella macchina. Era piuttosto piccola,forse era omologata per una persona,aveva una strana forma,come quella di un polipo,con un blocco centrale dove vi era il posto di guida e una serie di tentacoli che ne garantiva l'equilibrio e fungevano a mo' di ruote.

-Bene- disse convinta Videl e si diresse verso quel veicolo.

Bulma la prese per un braccio e la fermò.

-Fermati! Te l'ho detto,è solo un prototipo,non l'ho ancora testato-

-Allora questo è il momento giusto.-

La scienziata sospirò e si sedette al computer.
Videl le si avvicinò per vedere cosa stesse facendo. Stava apportando le ultime modifiche alla macchina e gli impulsi che inviava Bulma tramite il computer,arrivavano al veicolo tramite una serie di cavi che li collegavano.

-Ok,su che data devo impostarla? Dieci anni avanti a noi,se non sbaglio.- mormorava tra se e se. La donna continuò a schiacciare i tasti del computer con una velocità inaudita,tanto che il computer sembrava non starle dietro.
Passò qualche minuto poi Bulma si abbandono sullo schienale della sedia della scrivania.

-Ecco fatto.- concluse.
-Ora la macchina dovrebbe essere a posto,ma non ti posso garantire nulla. Ho fatto del mio meglio,spero che basti.-

Videl l'abbracciò da dietro.
-Oh,grazie mille Bulma- le disse la giovane,tornando a sorridere.

Bulma si voltò.

-Ricordati: hai carburante necessario per un solo viaggio di andata e ritorno.- si raccomandò la donna.

-Va bene- le rispose la giovane.

Bulma le sorrise.

-Lo ami davvero tanto vero?- le disse all'improvviso.

Videl accennò un sorriso e fece un lungo sospiro.
-Si Bulma- rispose,accompagnando la risposta con cenno della testa.

-Allora vai. Gohan ha bisogno di te. Mi raccomando,stai attenta.-
-Certo. Ancora grazie.-

Videl si diresse verso la navicella e vi ci salì sopra. Scomparve all'interno di essa,ma poi riapparve al posto di comando. Non sembrava difficile da guidare e la cloche era identica a quella del suo elicottero personale,quello che usava sempre prima di saper volare.
Videl sorrise a quel ricordo e accese la macchina,che si alzò per qualche metro e poi scomparve,inghiottita dal nulla. Non era sicura di ciò che avrebbe trovato nel futuro,ma la cosa non le importava,doveva aiutare il suo amato Gohan.





-Buona fortuna Videl- sussurrò Bulma,fissando il luogo dove pochi attimi prima c'era la navicella e uscì dalla stanza.










Nota dell'autrice: Bene, bene, bene, che succederà ora alla nostra Videl?

Dateci dentro con le recensioni,mi raccomando! :3



XOXO

;TheButterflyEffect.

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Capitolo 7
*** Videl e Videl. ***


Videl era stata inghiottita in quello che sembrava essere un buco nero,ma il tragitto durò solo un istante,un battito di ciglia e la giovane si era ritrovata sospesa in aria ancora a bordo di quella macchina,mentre stava sovrastando una Satan City apparentemente uguale a quella che aveva lasciato poco tempo prima.

Forse Bulma aveva sbagliato i calcoli..forse era rimasta ancora nel presente.

La ragazza si guardò attorno,attraverso il vetro della navicella. Niente sembrava essere mutato,o almeno,cambiato radicalmente.Dopo aver scrutato il panorama che le si presentava davanti agli occhi,addocchiò,sotto di lei,una costruzione assai familiare,un palazzo semicircolare di colore bianco candido e dipinto su esso,un'iscrizione di un colore blu acceso.



"Capsule Corporation."



Strinse le mani sulla cloche e la inclinò dolcemente in avanti,cercando di atterrare sul cortile che circondava l'edificio. L'agitazione si stava facendo sentire. Cosa avrebbe visto all'interno di quella struttura? Sarebbe stata in grado di entrare in possesso di quella medicina?
Non era il momento di porsi delle domande. Doveva andare fino in fondo,oramai ci era dentro fino al collo,e la ragazza non dava segno di volersi arrendere.


Il veicolo planò dolcemente sul cortile dell'edificio e,una volta atterrato,si fermò.

Videl fece un lungo sospiro e scese lentamente dalla navicella. Aveva il cuore in gola.

"E tu chi sei?"

A parlare era stata una donna non più giovanissima,con i lunghi capelli turchini che le ricadevano sulle spalle. Era nel cortile,sembrava stesse facendo del giardinaggio.

Videl,dopo un attimo di esitazione la guardò attentamente.
Era lei,l'aveva trovata.

"Bulma!"

"Si,sono io. Mi vuoi dire chi sei tu,piuttosto? E da dove vieni?" rispose la donna.
La donna si soffermò con lo sguardo sulla navicella di Videl e spalancò gli occhi.
"Ma quella..è' una navicella della Capsule Corporation! E' fuori produzione da un bel po' di anni,come hai fatto ad entrarne in possesso?"
Bulma scostò lo sguardo sulla ragazza con fare interrogatorio.

"Vengo dal passato,Bulma. Sono Videl." tagliò corto.

La scienziata rimase a bocca aperta. Si sistemò gli occhiali che le erano scivolati a metà del naso e si avvicinò lentamente alla giovane.
La osservò attentamente senza dire una parola. Videl rimase in silenzio e la lasciò fare.
Bulma si soffermò sugli occhi,impossibili da confondere,così azzurri da fare invidia al cielo.

"Videl,si ora ti riconosco!" sentenziò infine la donna con un sorriso.
"Ma che ci fai qui?" proseguì.

Videl fece un ennesimo sospiro,chiuse gli occhi per un attimo e tentò di spiegare a Bulma la situazione.
"Mi serve una medicina contro le malattie cardiache che possedete solo in questo tempo...ti prego,devi aiutarmi" rispose,fissando intensamente la donna.
I suoi occhi presero gonfiarsi di lacrime.

"Dici sul serio? E a chi serve,scusa?" le domandò la scienziata.

"A Gohan" rispose Videl con un filo di voce e chinando il capo.

Bulma si ammutolì di colpo.

"Gohan? E che cosa gli è successo?"

"Ha una malattia guaribile solo con un vostro farmaco" le spiegò la ragazza.

Bulma abbassò lo sguardo.
Sembrava essersi rattristata di colpo.
Scosse repentinamente la testa come se dovesse allontanare qualche brutto pensiero e cominciò a riflettere.

"Forse ho capito di che medicina stai parlando." concluse,tornando a guardare la giovane Videl.

Videl si illuminò.
Le lacrime vennero di colpo assorbite dai suoi occhi.
Forse ce l'aveva fatta,forse sarebbe riuscita a salvarlo.

"Vieni con me" le chiese dolcemente Bulma,voltandosi di spalle e recandosi verso l'enorme porta di ingresso della Capsule Corp.
Entrarono nell'edificio e presero un ascensore.

Dopo aver fatto qualche piano,giunsero ad una stanza che sembrava essere un ospedale in miniatura. Letti,macchinari vari..c'era di tutto,forse era una sorta di infermieria per i dipendenti della società.

Bulma si avvicinò ad un armadietto. Ne aprì un'anta e dopo aver rovistato un po' tra scatole e altri presidi,ne tirò fuori una piccola ampolla.

"Ecco"
La scienziata porse l'ampolla alla giovane.
Videl la prese fra le mani e sorrise.
Ce l'aveva fatta, aveva ricambiato il favore. Gohan sarebbe stato salvo e sarebbero riusciti finalmente a stare insieme.

"Io..non so come ringraziarti,dico davvero. Ah,non devi dire a nessuno che sono stata qui,o sconvolgerei gli avvenimenti futuri"
Videl abbracciò abbracciò d'istinto la donna .

"Figurati,sarò muta come un pesce!" sorrise Bulma,sciogliendo delicatamente l'abbraccio.
Uscirono dalla struttura e si diressero verso la navicella.Videl stava per salirci sopra quando Bulma la fermò.
"Aspetta un attimo" disse.
La donna salì sulla navicella e si mise a controllare i vari meccanismi che la componevano.
Dopo poco riscese soddisfatta.
"Scusa,ma volevo assiurarmi che fosse tutto a posto..devo ammettere che anche parecchi anni fa ci sapevo fare con le navicelle!" constatò divertita.

Videl annuì felicemente in segno di approvazione,salì sopra al mezzo e,dopo aver salutato con la mano la scienziata,accese il motore che permise alla macchina di levarsi in cielo con un balzo e partire alla volta del passato.

Bulma osservò in silenzio la partenza della giovane,riflettendo su tutto quello che le era appena successo, quando fu improvvisamente interrotta dalla voce di una bambina.
"Mamma!"

"Bra! Tesoro! Come è andata al parco?" chiese affettuosamente Bulma alla figlioletta,voltandosi verso di lei.

"Bene! Sono andata sulle altatene e sulle giostre!" rispose la piccola con una vocetta alquanto acuta,tipica delle bambine della sua età.

Bulma sorrise alla figlia e si inginocchiò per poterla abbracciare,poi si rivolse ala giovane donna che aveva accompagnato la piccola Bra al parco giochi.

Aveva dei lunghi capelli neri raccolti in una treccia ed un vestito rosa le segnava l'esile corpo.

"Grazie mille per averla accompagnata,Videl!"

"Nessun problema,figurati!"sorrise la donna.
Bra continuava a raccontare la sua giornata alla madre,raccontandole tutto quello che aveva fatto senza la benchè minima sosta,mentre Bulma stava continuando a coccolarla dolcemente,passandole amorevolmente la mano sui capelli azzurri da lei ereditati.

Videl,immobile,le guardò e sorrise,ma era un sorriso contornato da un velo di tristezza.













Avrebbe voluto anche lei crearsi un famiglia insieme all'amore della sua vita,ma purtroppo il suo Gohan l'aveva lasciata diversi anni prima per un'inguaribile malattia del cuore.

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Capitolo 8
*** Lotta contro il tempo. ***


Se all'andata il viaggio si era presentato davvero breve,il ritorno si dimostrò quasi eterno..o almeno,quella era la sensazione che provava Videl all'interno di quella navicella così piccola e soffocante.
Doveva fare presto,doveva consegnare la medicina a Chichi e salvare Gohan,non ce la faceva più a stare seduta a girarsi e rigirarsi tra le dita quel flaconcino che avrebbe posto la parola fine al dramma che stava passando.

Uno squarcio di luce le si proiettò davanti,come una sorta di flash. Videl non potè fare altro che chiudere gli occhi per poi riaprirli un attimo dopo.

Era tornata a casa,nel presente.

Il veicolo planò dolcemente a terra,proprio di fronte alla casa di Bulma. La scienziata era in casa,affacciata alla finestra e assistì al ritorno della giovane e fece per scendere in cortile con l'intento di salutarla,di chiederle se era riuscita nel suo intento,ma non appena la navicella toccò terra,Videl scese di corsa e,senza neanche salutare la padrona di casa che si stava frettolosamente dirigendo verso di lei,si mise in volo.


Non poteva riservarsi certi convenevoli in quel momento,neanche nei confronti di quella donna che le aveva fornito gli strumenti per compiere quel viaggio. Le dispiaceva,dopotutto Bulma l'aveva aiutata e se c'era una cosa che Videl odiava era l'ingratitudine.
Ma era sicura che la scienziata avrebbe capito la drammaticità della situazione e di conseguenza,il compertamento non proprio educato della giovane.

Videl stava combattendo una vera e propria lotta contro il tempo.


Cercò di volare il più veloce possibile,ma purtroppo,nonostante la pratica acquisita,non era ancora in grado di coprire certe distanze in poco tempo. Arrivò sui monti Paoz e tutta trafelata entrò nella casetta della famiglia di Gohan.
Sbattè fragorosamente la porta alle sue spalle,attraversò l'ingresso,salì le scale più in fretta che potè e dopo aver attraversato un piccolo corridoio, entrò nella camera del ragazzo.
Chichi e Goku erano lì,nello stesso punto in cui li aveva lasciati,abbracciati l'uno all'altra,vegliando inermi sul figlio che peggiorava di ora in ora. Il piccolo Goten era seduto su uno sgabello accanto al letto,ormai neanche lui faceva più domande con la sua consueta vocetta stridula,non ne aveva la forza, e nonostante la sua tenera età aveva capito perfettamente la situazione in cui la sua famiglia si stava trovando.


"Ce l'ho! Ho la medicina!" gridò affannata Videl,porgendo il farmaco a Chichi,la quale aveva il volto sciupato,rigato dalle infinite lacrime che aveva già speso al capezzale del figlio.

"T-tu cosa?" chiese con aria confusa. Non aveva capito o forse voleva sentirselo ripetere,riaccendendo così un barlume di speranza.

"Sì.Dopo aver sentito il racconto di Goku mi è venuta un'idea.Sono andata in città,alla capsule Corporation e ho preso in prestito una macchina del tempo di Bulma,nonostante mi avesse detto che quel congegno era solo in fase di produzione e non era mai stato brevettato. Sono andata nel futuro e lì ho incontrato..oh beh,lasciamo stare,è una storia troppo lunga,fatto sta che ora sono qui e ho il farmaco.Ti prego Chichi,somministralo a Gohan."
Videl tese ancora di più la mano in direzione della donna con fare agitato,non c'era un minuto da perdere.

Marito e moglie erano atterriti,fermi sul posto,non avevano battuto ciglio. Fu il piccolo Goten a squarciare il silenzio.
"Mamma,mamma!La medicina!"

Goku si staccò dalla moglie,prese la medicina dalle mani di Videl ,si avvicinò al letto del ragazzo e dopo aver sollevato il capo di Gohan,gliela fece bere.


Passarono diversi minuti.


I minuti stavano diventando ore,ma Gohan non aveva ancora dato un segno di miglioramento.

L'attesa era snervante,Videl stava avendo il timore di essere arrivata troppo tardi,di non aver preso la malattia in tempo,condannando Gohan alla morte.

Forse aveva perso la sua battaglia. Aveva vinto il tempo a discapito dell'amore.
Tutto inutile,il viaggio,l'azzardo,una totale perdita di tempo.



Era seduta sul letto al livello del busto del giovane.Ormai stava perdendo ogni minima speranza.
Chinò il capo in segno di rassegnazione e cominciò a piangere silenziosamente.

Ad un certo punto,si udì un mugolìo.
Fievile,quasi impercettibile,ma Videl era sicura di averlo sentito e si voltò verso Gohan.
Il Saiyan riprese colore e cominciò a tossire,prima debolmente,poi più forte.


"Amor vincit omnia",e Videl ce l'aveva fatta,aveva vinto.

Aveva vinto contro un Saiyan,quel Saiyan che se ne stava andando,lasciandola da sola per il resto della sua vita.

"V-Videl.." sussurrò.
Gohan era confuso,Videl fu la prima persona che vide.
Probabilmente non si era reso conto di quello che gli era successo,neanche di quando gli era successo,ma poco importava.

"Gohan.." La giovane Satan continuò a piangere,un pianto misto tra sfogo e felicità,difficile da spiegare,singhiozzò ritmicamente e lasciò che le lacrime le abitassero di nuovo il volto.
Ecco,lo aveva fatto di nuovo,aveva rotto la sua corazza di pietra in presenza di quel giovane che tanto l'aveva già fatta soffrire,già dai tempi di Majin Bu.

"T-tesoro.." si intromise la madre. Anche Chichi,donna forte di natura,si era lasciata andare alla balìà delle lacrime,ma poco importava,anche la madre più forte non può non trattenersi in certe situazioni,soprattutto se riguarda un giovane figlio.

"E' stata lei a farti guarire..sai,hai ereditato la malattia di tuo padre.Videl è andata nel futuroì e ti ha portato una medicina speciale..ricordi? La stessa che Trunks del futuro portò a papà qualche anno fa" proseguì,appoggiando una mano sulla spalla della giovane Videl che,ancora seduta sul letto del giovane,stava continuando a singhiozzare.

Gohan,incredulo di tutto quello che la madre gli aveva raccontato,si voltò lentamente verso Videl e la guardò nonostante avesse ancora gli occhi semichiusi,come se si fosse appena svegliato da un brutto incubo.

"Davvero?Hai fatto un viaggio nel futuro per permettermi di guarire?"
La sua voce stava riacquistando potenza.

La ragazza accennò un sorriso che deviava le lacrime verso gli zigomi.
"Sì" riuscì a dire,senza aggiungere altro.

"P-perchè?" chiese Gohan.


"Perchè avevi promesso che non mi avresti mai più lasciata sola,ricordi?"























Nota dell'autrice:

SCUSATE SCUSATE SCUSATE SE NON L'HO PIU' CONTINUATA ;_____________;
MA ORA SONO TORNATA E FINIRO' LA STORIA.
E' LA MIA PERSONALE PROMESSA ;)

Ovviamente leggo tutte le vostre recensioni e sono stra felice che la FF vi piaccia *^* Faró assolutamente tesoro dei vostri consigli,visto che sono ancora alle prime armi in questo settore :D
Inoltre,mi scuso se non rispondo alle vostre recensioni,magari finisco per fare la figura dell'antipatica,ma non è assolutamente mia intenzione ç.ç
Ciao e grazie di tutto :-*

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Capitolo 9
*** Liberazione. ***



Gohan accennò un lieve sorriso.

Chichi,ancora alle spalle di Videl,lo guardò incuriosita, non aveva capito la risposta della giovane alla domanda del figlio, ma in quel momento era l'ultimo dei suoi problemi.
Suo figlio era cresciuto, quell'innocuo frugoletto che non faceva altro che piangere per tutto, quel bambino che era andato su un altro pianeta a cercare le sfere del Drago, quell'adolescente che aveva combattuto un mostro, era diventato un uomo. Un uomo che aveva appena scoperto la bellezza dell'amore.

Videl aveva ancora il capo chino sul letto e piano piano stava cominciando a ricomporsi. Le sue lacrime avevano smesso di rigarle il volto e i singhiozzi sparirono a poco a poco, lasciando spazio ad un respiro quasi tranquillo.
Non si era resa neanche conto del fatto che Chichi,portandosi dietro Goku e Goten, aveva lasciato la stanza,sicura del fatto di lasciare Gohan in buone mani e per permettere ai due di parlarsi in tranquillità, senza ostacoli di qualunque sorta.

"Sei incredibile,sai?" disse all'improvviso Gohan cercando di sedersi sul letto e mettendosi a sedere con la schiena appoggiata alla testiera.

Videl sospirò timidamente.
"Perché?" rispose alzando il capo e volgendosi verso il giovane.
La ragazza non si era ancora raccapezzata del tutto, continuava a pensare a cosa sarebbe successo nel caso non fosse riuscita a portare la medicina a Gohan o se non fosse riuscita ad andare nel futuro.

"Come perchè? Ma ti rendi conto di cosa hai fatto?" proseguì Gohan.

Videl cominció a guardarlo torva.
"Vuoi che non lo sappia? Vuoi che non abbia preso in considerazione l'idea di poterti perdere? Cosa avrebbe fatto la tua famiglia nel malaugurato caso che tu non ce la facessi? Cosa.."
Quel disperato urlo si trasformò in un sospiro.

"..cosa avrei fatto io?"
Abbassó nuovamente il volto.

Gohan la guardó e sorrise..capiva bene il suo stato d'animo.

"Videl.."

La ragazza non rispose.

"Vieni qui" la incitó allargando le braccia robuste in cerca di un suo abbraccio.

La giovane alzó la testa e lo guardó nuovamente.
"Gohan.." rispose, quasi con un sussurro.

Si prostrò lentamente in avanti e si lasció cingere dalle braccia di Gohan che,nonostante la malattia, si stava riprendendo velocemente.

"Mi dispiace, sono una vera egoista. Ho pensato prima al mio bene che al tuo..non ho scusanti, sono orribile." ammise Videl, con il volto appoggiato al petto di Gohan.
La sua voce era roca, rotta dalla disperazione anche se quella non si stava presentando sotto forma di pianto. La ragazza non osava nemmeno fissare il giovane negli occhi,non me aveva il coraggio.

"Non è assolutamente vero, una persona egoista non avrebbe fatto quello che hai fatto tu. Una persona egoista si sarebbe arresa subito."

Gohan la strinse forte a sé. Videl si lasció abbandonare totalmente al suo abbraccio,esattamente come quando Gohan le aveva fatto quella sorpresa in camera sua.
"Grazie Videl" concluse.

La giovane per tutta risposta sollevó il capo, trovandosi faccia a faccia con il ragazzo, incrociando lo sguardo con il suo. Due paia di occhi cromaticamente opposti si incontrarono e si fissarono dolcemente,ma erano troppo lontani,gli uni non riuscivano a carpire la bellezza degli altri.
Cominciarono ad avvicinarsi, sempre di più,per poi chiudersi dolcemente.

Gohan e Videl si baciarono, un bacio liberatorio, quello che avevano lasciato in sospeso giorni prima, ma che aveva lo stesso identico sapore..anzi,forse maggiore.
Era un bacio timido, ma appassionato che racchiudeva in se tutto l'amore che entrambi avevano racchiuso in loro stessi per troppo tempo.
I loro respiri dopo un po' si facevano affannosi, Videl cingeva con le braccia minute il collo di Gohan e lui la stava continuando ad abbracciare,senza aver la minima intenzione di voler allentare la presa.
Le loro labbra si separarono, ma le fronti rimasero appoggiate l'una all'altra.

"Non puoi neanche immaginare da quanto tempo stessi aspettando questo momento..anche se in effetti lo avevamo già vissuto".
Videl,ancora sopresa di aver detto quella frase, sorrise dopo aver versato tante lacrime.

"Hai ragione..peccato che sia stramazzato al suolo" rispose Gohan ridendo sottovoce.

Videl chiuse gli occhi,ripensando a quella scena,ma riuscì a scacciarla violentemente via dalla sua testa.

Il giovane Saiyan,nel mentre, aveva spostato un braccio,portando la mano fino al collo della ragazza e lo premette con delicatezza, in modo da far attecchire le loro fronti ancora più saldamente di quanto non lo fossero già prima.

Il ragazzo dopo un attimo di esitazione riuscì a proferire quelle parole che da tanto tempo si erano annidate nel suo cuore.


"Ti amo,mia piccola eroina"

Videl aprì gli occhi e sorrise.
"Ti amo,mio grande eroe".









E ripresero a baciarsi,con una foga dieci volte superiore a quella precedente.

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