Realizza i tuoi sogni!

di Marticci
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Capitolo. ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo. ***
Capitolo 3: *** 3° Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° Capitolo. ***
Capitolo 5: *** 5° Capitolo. ***
Capitolo 6: *** 6° Capitolo. ***
Capitolo 7: *** 7° Capitolo. ***
Capitolo 8: *** 8° Capitolo. ***
Capitolo 9: *** 9° Capitolo. ***
Capitolo 10: *** 10° Capitolo. ***
Capitolo 11: *** 11° Capitolo. ***
Capitolo 12: *** 12° Capitolo. ***
Capitolo 13: *** 13° Capitolo. ***
Capitolo 14: *** 14° ed ultimo capitolo. ***



Capitolo 1
*** 1 Capitolo. ***


Come tutte le mattine, mi svegliai per andare a scuola. Dopo essermi fatta la doccia, asciugai i miei capelli castani e dopo essermi vestita, scesi giù.
Presi al volo un cornetto, la borsa e uscii per salire sullo scuola bus. Mi sedetti, come sempre, vicino alla mia amica Shelby.
«Ehi, Phoebe»
«Ciao!»
«Studiato per il test d’italiano?»
La guardai come per dire “stai scherzando??”
«Shel, lo sai che non è ho bisogno!! Ti ricordo che in Italia ci ho vissuto sette anni!»
«Ah, hai ragione!», disse iniziando a ridere come una scema.
In realtà, non mi sono mai stabilita in un posto, per il momento sono ancora a Londra, già da cinque anni.
Sono nata a Doncaster, ho vissuto lì i miei primi anni, insieme a mia mamma e mio padre. Amavo quel posto, è il mio preferito in assoluto. Lì feci amicizia con il bambino che abitava nella casa a fianco e anche se era più grande di me di tre anni, diventammo subito migliori amici. Fin da piccola, andavo molto spesso a casa sua, poiché i miei genitori erano molto impegnati a lavoro. Non ricordo il suo nome, ma rammento quello di sua madre, Jay. Mi ricordo che la chiamavo sempre “zia Jay”. Qualche anno dopo, nacque anche una bambina e da lì capii che non me ne sarei andata per nulla al mondo.
All’età di sei anni, i miei divorziarono e mia madre decise di ritornarsene in Italia dai suoi genitori e ovviamente portò anche me. Fu difficile salutare i nostri amici, ormai facevano parte della famiglia, ma mia madre non cambiò mai idea.
Ci trasferimmo a Napoli e per la prima volta, incontrai i miei nonni materni che furono molto felici di accoglierci in casa loro. Io li adoro, sono molto affettuosi e disponibili. Sentivo molto la mancanza del mio papà, tanto che piangevo quasi tutte le notti. Quando iniziai ad andare a scuola, non ci pensavo molto, ma a volte il ricordo tornava. Alle elementari, per me fu molto difficile fare amicizia, ma incontrai una bambina molto simpatica, Luna. I primi giorni, entrambe eravamo molto timide, ma pian piano iniziammo a fare amicizia. Scoprimmo che eravamo molto simili e così diventammo inseparabili. Mi ricordava in un certo senso, l’amicizia che avevo con il bambino di Doncaster e sperai che nessuno mi portasse via da lei. Dopo le elementari, andammo alle medie, nella stessa classe e da lì iniziammo a fare dei progetti per il nostro futuro. Saremmo state insieme per sempre. Ero tredicenne,
quando un giorno, rientrando a casa, mia madre mi diede una notizia: ci saremmo trasferiti a Londra. Sconvolta, la sera fuggii di casa. Non volevo assolutamente lasciare i miei nonni e Luna. Mi rifugiai a casa di quest’ultima ma mia madre mi rintracciò con l’aiuto della polizia. Una settimana dopo, fui costretta a partire. I primi giorni piangevo spesso e non volevo andare a scuola. Dopo un mese, ripresi la mia vita e mia madre aprì uno studio privato, dove poteva visitare i suoi pazienti, essendo lei un medico. Cercai di farmi pochi amici, avevo già sofferto abbastanza. Gli anni passarono in fretta, fino ad arrivare all’ultimo anno di scuola, con il pensiero che avrei frequentato l’università.
Ritornando all’inizio, passai la mattinata a scuola, pranzai nella mensa e verso le due uscii.
«Phoebe, perché qualche pomeriggio non passi da me?? Sono anni che ci conosciamo e non sei mai potuta venire!»
«Lo so, Shel, ma non posso. Lo sai che i giorni dispari vado nello studio di mia madre e quelli pari ho il coro con la scuola»
«Non puoi fare un’eccezione?»
«Mi dispiace!»
«Fa nulla! Ci vediamo lunedì»
Passai per Nando’s, comprai il pranzo a mia madre e la raggiunsi nello studio, che si trova a quindici minuti da casa nostra.
«Ehi, mamma sono io!»
«Ciao, piccola!», disse dandomi un bacio sulla guancia e prese il suo pasto.
Indossai il camice e mi misi al computer.
«Qualche paziente oggi?»
«Si, e di quelli importanti, quindi voglio che tu faccia bella figura!», disse leccandosi le dita.
«Io??»
«Zitta e lavora!», disse e mi misi a ridere.
Verso le cinque, arrivò un uomo con un ragazzo tra i 18\19 anni.
Non sembravano padre e figlio, bah.
«Ciao, Paul!», lo salutò mia madre.
«Salve, Mary! Puoi dare un’occhiata alla gola del ragazzo?»
«Certo! Fallo sedere qui!»
Con un bastoncino di legno e una luce, arrivò alla conclusione.
«Ahia, ha una brutta infiammazione!»
«Cosa? E tra quanto guarirà??»
«Ci vorrà del tempo, il massimo che si può fare e fargli prendere uno sciroppo che lo farà guarire entro una settimana», disse scrivendo qualcosa su un blocchetto.
«Una settimana??», disse portandosi una mano alla fronte.
«Ma io non posso…»
«Non parlare, ragazzo! Non devi sforzare la voce! Phoebe, trovami questo sciroppo!», disse consegnandomi i suoi appunti.
«Mary, ci deve essere una soluzione, lunedì inizieremo un tour e abbiamo bisogno di lui!!», disse appoggiandosi alla scrivania.
Tour?? È per caso un cantante?
«Mi dispiace Paul! Sono un medico, non un mago!»
Andai alla ricerca del medicinale e non continuai ad ascoltare la conversazione.
Dopo cinque minuti, ritornai e tutti si girarono a fissarmi.
«Phoebe, giusto??», mi chiese il tizio.
«Si!»
«Vorresti collaborare con noi?»
Cosa?? Dove?? Quando?? Perché??
«Ovviamente, hai tempo per pensarci, avremo bisogno di una tua conferma entro stasera. Poi ti spiegheremo il tutto! Adesso andiamo e Mary, tu ha il mio numero!»
Andarono via e guardai mia madre.
«Che cosa hai fatto??»


Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto :) Vorrei tanto sapere anche come vi è sembrato, per poter continuare :D Al prossimo capitolo <3                                         Marti.

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo. ***


«Gli ho solo fatto ascoltare una tua cover!», disse mostrandomi il cellulare.
«Tu cosa??», dissi prendendoglielo da mano, «Quante volte ti ho detto di non mettere mano al mio computer??»
«Ehm, un miliardo?!?»
Le lanciai uno sguardo furioso.
«Non ti lamentare, Phoebe! Questa è una grande opportunità per te! Perché la vuoi sprecare?», disse raccogliendo le sue cose.
«Perché non hai chiesto il mio parere! Se io non volessi fare la cantante?»
Mia madre mi guardò con un espressione da “Are you fucking kidding me??” e scoppiò a ridere.
«Bella battuta, tesoro! Ora andiamo!»
Tornammo a casa ed io mi misi sul letto a pancia all’aria a pensare.
Si fece sera e presi il telefono tra le mani, iniziando a camminare avanti e indietro.
Non riuscì a mangiare, poiché lo stomaco mi si era chiuso. All’improvviso, sprofondai nella poltrona, in confusione totale.
Cosa fare, cosa non fare. Mia madre mi si avvicinò e si inginocchiò prendendomi la testa tra le mani.
«Piccola, cosa c’è da pensare? Questo è il tuo sogno! Ce la farai, ne sono certa! Ti ricordi a Doncaster, quando con il tuo amichetto Louis cantavate insieme??»
Louis! Ecco il suo nome! In quel momento i ricordi mi passarono per la mente, come se fossero stati sempre lì, ma nascosti in un angolo del mio cervello e una lacrima mi scese sul viso.
«Eri la bambina più felice del mondo! Non me lo perdonerò mai, il fatto di averti portata via da quel posto! Ma con questo potrai rimediare! Ritornerai felice come una volta!»
Con quelle parole, mi aprì gli occhi.
«D’accordo, lo faccio!»
Mamma compose il numero e mi passò il telefono.
«Ehm, Paul??»
«Si?»
«Ciao, sono Phoebe!»
«Ah, ciao! Allora? Cosa hai deciso?»
«Beh… ci voglio provare!!»
«Grandioso! Domani mattina, dovrai venire agli studios e dovrai portare una cover. Dobbiamo verificare insieme ai ragazzi se sei adatta e ti farò conoscere il resto del gruppo. Passami tua madre, così le spiego la strada»
«D’accordo! Grazie mille, Paul!», dissi passando il telefono.
Aspetta un momento! Gruppo?? Mi sa che mi sono persa qualcosa. Felicissima, iniziai a cantare per tutta casa e mi chiusi in camera a provare.
Il giorno dopo, mi svegliai di buon umore e dopo aver fatto colazione, prendemmo la macchina e ci recammo agli studios.
Quando arrivammo, la mia faccia attaccata al finestrino era stupita.
Dopo aver parcheggiato, andammo in segreteria. Ci accompagnarono in un teatro e lì incontrammo Paul.
«Phoebe! Sei pronta??»
«Prontissima!»
«Bene! Dai la traccia a quel ragazzo e sali sul palco», disse dandomi un microfono in mano.
Dopo aver eseguito gli ordini, salii sul palco e con la luce che c’era, non riuscii a vedere chi c’era a guardarmi.
Iniziò la musica e cominciai.
«I've always been the kind of girl
That hid my face
So afraid to tell the world
What I've got to say…»
Cantai “This is me”, che rispecchiava un po’ me stessa. Ci misi il massimo e a fine canzone ero emozionatissima.
Difronte, nessuna risposta. Tal punto che mi aspettai un “le faremo sapere”. All’improvviso, ci furono delle urla e dei battiti di mano.
Paul mi venne incontro con dei ragazzi, tra cui il ragazzo del giorno prima.
«Phoebe, sei stata stupefacente!», disse abbracciandomi, «Sei una di noi, adesso! Ti presento i ragazzi: Zayn, Harry, Niall, Liam e Louis. Loro, sono i One Direction!»

Ciao a tutti!! Eccomi con il secondo capitolo, e con questo entriamo nella vera e propria storia. Il primo serviva per introdurre, anche se era un po' lunghetto. Ringrazio le persone che hanno letto e recensito, persone che la seguono e che la seguiranno, anche se non sono molto brava. Al prossimo capitolo ;)
                                                                                                                  Marti.

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Capitolo 3
*** 3° Capitolo ***


Diedi la mano ad ognuno di loro, ma l’ultimo mi ricordava qualcuno.
«La situazione è questa: Zayn non potrà cantare per una settimana, perciò tu lo sostituirai nel tour, ma ovviamente a fine spettacolo si mostrerà per salutare i fan. Faremo cinque tappe e partiremo lunedì. Parigi, Milano, Madrid, Dublino e per concludere Londra»
«Sul serio??»
«Si, queste sono le parti che dovrai imparare. Ti allenerai con il vocal coach e successivamente proverai con loro. Avrai solo due giorni a disposizione, quindi impegnati ragazza!», disse consegnandomi dei fogli.
Li sfogliai e notai un particolare.
«Ma sono parti maschili!»
«Cosa ti aspettavi?? Ora, a lavoro!!»
Mi portarono subito in uno studio di registrazione, senza neanche farmi scambiare due chiacchiere con il gruppo.
Lì, trovai un uomo più o meno di trent’anni che si mise al pianoforte.
«Piacere, Peter. Ora, iniziamo con del riscaldamento»
«Ma…», non mi diede neanche il tempo di parlare che iniziò e feci delle scale.
«Perfetto! Prima regola: mai perdere tempo!»
«Ricevuto!»
«Bene! Allora, adesso ti farò ascoltare i pezzi per intero, segui le parole dai fogli, poi successivamente proverai»
Peter si mise alla console ed io indossai delle cuffie per ascoltare meglio. Finite le canzoni, le tolsi.
«Wow, sono magnifiche!»
«Mi fa piacere che ti piacciano. Ora, abbiamo ancora un po’ di tempo per provare, quindi iniziamo con “What makes you beautiful”»
Provammo la canzone cinque, sei volte e già mi era entrata in testa.
«Ragazza, sei straordinaria!! Apprendi subito! Se continui così, per domani mattina avrai imparato tutto, ma ti dovrai impegnare!»
«Certo! Ci metterò tutta me stessa!»
«Ok! Adesso, è ora di pranzo, quindi andiamo in mensa e ci vediamo qui verso le due. Sii puntuale!»
Andai a prendere mia madre e andammo alla mensa.
Era tutto buonissimo. Mentre ero ad un tavolo, notai che i ragazzi parlavano tra di loro e mi fissavano, ma feci finta di niente.
Alle due, mi feci trovare allo studio e continuammo le nostre prove. Passai l’intero giorno a provare, e verso le nove non ce la feci più.
«Va bene, ci fermiamo qui. Hai imparato abbastanza per oggi e non vogliamo rischiare di fare la stessa fine di Zayn, giusto?»
«Giusto! Allora, domani ci vediamo qui verso che ora?»
«Alle otto!»
«What??»
«Mi dispiace mia cara, ma siamo a metà dell’opera ed entro massimo domani pomeriggio, dobbiamo essere pronti per provare con i ragazzi»
Stanchissima, ci ritirammo a casa e prima di andare a letto mangiai solo qualcosina.
Il giorno dopo, alle sette non volevo proprio alzarmi dal letto, ma controvoglia lo feci. Mia madre mi accompagnò e se ne andò per non restare di nuovo lì a far nulla.
Andai allo studio e rincominciai a provare.
Verso mezzogiorno, con mio grande stupore, riesco ad imparare tutte le canzoni.
«Ragazza, tu sei una forza della natura, batti il dieci!», disse alzando le mani ed io lo feci.
«Non ci posso credere di avercela fatta!»
«Ora, abbiamo ancora un’ora a disposizione. Raggiungiamo i ragazzi, così almeno iniziamo già a provare»
Andammo nel teatro, dove i ragazzi si stavano esercitando.
«L’opera è compiuta!», urlò Peter.
«Fantastico, proviamo allora!», disse Paul.
Mi fecero salire sul palco dai ragazzi e misero la base di What makes you beautiful.
Stavamo andando benissimo, ma quando conclusi il mio assolo, si bloccò la musica.
«Basta!»
«Cosa c’è, Harry??»
«Lo sai cosa c’è, Paul!»
«Senti, ne abbiamo già discusso. Ora, per favore, riprendiamo tutto da capo»
«No! Non mi va, che ci sia anche lei a cantare con noi! Io me ne vado!», disse andando via
«Maledizione! Ehm, ok, continuiamo dopo pranzo»
Ci rimasi male per quello che aveva detto. Cosa aveva contro me??
Scesi giù per prendere la mia roba e mi si avvicinò Liam.
«Ehm, Phoebe?»
Mi girai per guardarlo.
«Non stare male per quel che ha detto Harry. Non devi mostrarti fragile in queste situazioni! Ora sei al suo stesso livello e non devi permettergli di trattarti così!»
«D’accordo! Grazie!»
«Figurati! Ah, ottimo lavoro!», disse andando via.
Alla mensa, mi sedetti ad un tavolo da sola, ma Liam mi fece cenno di sedermi insieme a loro.
«Vado via!», disse Harry vedendomi arrivare.
«Harry, stai seduto! Chiaro??», disse Liam.
Mi sedetti tra di loro e iniziammo a chiacchierare, tranne Harry che mi lanciava solo sguardi odiosi.
Dopo pranzo, riprendemmo le prove.
«Ok, stop!», urlò Harry durante una canzone.
«Se devi fare un’altra delle tue sceneggiate, puoi anche andartene!!», replicò Paul.
«No! Volevo soltanto dire che la ragazza non va a tempo!!»
Partirono sospiri da tutte le parti, e ripensai a quello che mi aveva detto Liam e così scoppiai.
«Senti un po’, Harold, Harry o come cavolo ti chiami! Non capisco perché tu ce l’abbia con me e non lo voglio manco sapere, ma se ti da tanto fastidio che io sia qui, non è mia la colpa. Sono qui, perché Paul mi ha scelto e per salvare il culo a voi!! Se non ti sta bene, non ti lamentare, perché se non lo sai, la cosa non cambierà!!»
Silenzio di tomba!! Ok, dopo quello, sarei stata buttata fuori. Come mi era venuto in mente?

Siamo arrivati al terzo capitolo :) Spero che la storia vi stia piacendo e se mi potete lasciare qualche commento, ne sarei grata :D Ringrazio tutti i visitatori. Un bacio <3                 
                                                                                                                   Marti.

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Capitolo 4
*** 4° Capitolo. ***


Tutti mi guardarono sconvolti, compreso quell’antipatico e dopo un po’ partirono gli applausi ed alcuni “Brava!”
Dopo ciò, riprendemmo le prove con normalità e concludemmo verso le dieci.
Prima di tornare a casa, Paul mi spiegò per bene il programma e il resto del gruppo mi fece i complimenti per la mia risposta.
Il giorno dopo mi sarei dovuta di nuovo svegliare presto e prima di andare a letto, preparai le valigie.
Il mattino seguente, andai all’aeroporto, per prendere l’aereo diretto a Parigi.
Dopo un ora di volo, atterrammo.
Quando uscimmo, c’era un casino di ragazze che urlavano “One Direction!”
Accompagnati dalla security, entrammo in un furgoncino.
«Quante ragazze!! Ma cosa siete, star internazionali??», chiesi scherzando, ma loro mi guardarono seri.
«Lo siete davvero??»
«Secondo te, perché dovremmo fare un tour europeo?», chiese Liam.
Rimasi sbalordita. Cantavo insieme a delle star internazionali e non lo sapevo neanche.
«Scusa, sei di Londra, no? Non ci hai mai sentiti nominare?», chiese Niall.
«No!»
I ragazzi si guardarono straniti. Arrivati all’hotel, andammo in camera.
«Ragazzi, purtroppo la camera ha solo tre stanze, vi dovrete mettere in coppia», disse Paul.
Liam scelse Louis, Niall scelse Zayn e guardarono me ed Harry.
«Oh, no! Io non starò con la ragazzina fastidiosa!»
«Nemmeno morta starò con il riccio antipatico!»
«Ragazzi, non posso farci nulla! Queste sono le stanze!»
Dopo aver sistemato i bagagli, raggiungemmo il luogo dove avremo fatto il concerto.
Era uno spazio gigantesco, ed era all’aperto.
«Wow! Non ho mai cantato in un posto così prima d’ora!»
«Secondo me, non hai proprio mai cantato su un palco», disse Harry e Zayn gli diede uno schiaffetto dietro la testa.
«No! Su questo ha ragione. Non sono una di quelle che si butta, perché sono una tipa molto insicura»
Dopo esserci preparati, iniziammo le prove che finirono nel pomeriggio. Il mio stomaco piangeva dalla fame.
«Ragazzi, non so voi, ma io muoio di fame!»
«Anche io!», disse Niall
Io e Niall, andammo a farci un giro per trovare un posto dove mangiare, mentre gli altri rimasero a riposare. Parigi era bellissima! Avevo il forte desiderio di visitarla.
«Se ti và, dopo mangiato ti porto a vedere un po’ la città. Ci sono stato molte volte, quindi più o meno conosco i posti», disse Niall.
«Sarebbe grandioso!!»
Niall legge nel pensiero (?)
Mangiai abbastanza da riempirmi la pancia, ma Niall era ancora affamato. Comunque, mi portò a vedere la Tour Eiffel, l’Arc De Triomphe, la cattedrale di Notre Dame e nel fra tempo si fermava a comprare cibo qua e là.
Finito il giro, ritornammo dai ragazzi e facemmo le ultime prove. Andammo dietro le quinte e ci iniziammo a preparare, poiché mancavano due ore al concerto.
Mi portarono al mio camerino e lì trovai stilista, parrucchiera e truccatrice. Mi sistemarono i capelli, mi truccarono e indossai un vestitino nero brillatinato con scarpe abbinate.
Raggiunsi i ragazzi che stavano giocando tra di loro.
Da fuori sentii un sacco di urla. Mi affacciai e vidi che si era riempito tutto lo spazio che c’era. PANICO!
«Quante persone!!»
«Non ti preoccupare, andrai benissimo!», mi rassicurò Louis.
Diedero ad ognuno di noi un microfono e ci mettemmo in posizione per entrare. Il microfono mi tremava tra le mani e sarebbe potuto cadere da un momento all’altro, ma una mano si appoggiò sulle mie. Alzai lo sguardo e vidi che era Zayn che mi sorrise, ed io ricambiai.
Partì la base ed entrammo accompagnati dalle urla delle fan.
Liam«You're insecure
Don't know what for
You're turning heads
When you walk through the do-o-or
Don't need make up
To cover up
Being the way that you are is en-o-ough»
Dopo l’assolo di Liam, partì Harry e il ritornello.
Stava per arrivare il mio assolo, cercai con gli occhi quelli di uno di loro e trovai quelli di Louis che mi dissero “Ce la puoi fare!”
Phoebe«So c-come on
You got it wrong
To prove I'm right I put it in a so-o-ong
I don't know why
You're being shy
And turn away when I look into your ey-e-es»
I ragazzi mi sorrisero, mentre continuammo a cantare.
Finita la canzone, partirono le urla. Non ci potevo credere! Ci ero riuscita!! Ma la serata era ancora lunga.
«Ragazzi, questa è Phoebe! Sostituirà Zayn per un po’. Fatele un bel applauso!», disse Liam.
Dopo due ore, finì il concerto e prima di andarcene, uscì Zayn per salutare e tutte le ragazze urlarono impazzite.
Uscimmo di scena e tutti mi fecero i complimenti. Prima di tornare in hotel, aspettammo che andassero via più persone possibili, per avere più tranquillità.
Lì ci andammo a cambiare nelle proprie stanze, così i ragazzi si ritrovarono dopo nel salottino ed io preferii rimanere in stanza vicino al computer.
Stavo su twitter, quando trovai un tweet: “Ma chi è questa Phoebe?? I 1D non hanno bisogno di una sostituta!! Fosse intonata poi!!”
Rimasi colpita da quel commento. Perché giudicava senza sapere?

Qui, concludiamo il quarto capitolo :) Anche se non molti la stanno seguendo, io la continuo, nel caso a qualcuno piaccia :) Al prossimo capitolooo <3
                                                                                                    Marti.

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Capitolo 5
*** 5° Capitolo. ***


Lasciai stare, ma dopo un po’ ne trovai altri simili, ma più offensivi.
Addirittura, mi minacciavano di morte.
Vanno bene le critiche, ma questo proprio no! Sulla tastiera, comparve una goccia e mi toccai il viso. Stavo proprio piangendo.
Qualche tweet va bene, ma non mi aspettavo più di mille. Presi il mio cuscino e ci affondai la faccia. Perché mi odiavano??
Dopo un po’, Harry rientrò in stanza e mi vide in quello stato.
«Stai cercando di soffocarti con quel cuscino?»
«Vattene via!», dissi con voce rotta dal pianto.
«Ehi! Perché piangi?»
«Cosa c’è? Ora ti interessi della ragazzina, della stonata? Vedo che su twitter hai già un tuo fan club!», dissi alzando la testa.
«Cosa?»
Mi buttai sul letto a piangere. Dai rumori, intuii che avesse preso il computer. Dopo, lo sentii scrivere alla tastiera.
«Che fai?», dissi alzando un occhio da sopra al braccio.
«Una cosa!»
Lo lasciai perdere e dopo cinque minuti, non lo sentii più.
Alzai la testa e notai che era andato in bagno. Mi affacciai sul monitor e vidi che aveva scritto: “Non vi permettete più di scrivere quelle cose! Chiaro?? Quello che avete detto, è vergognoso! Come fate ad essere nostre fan se non accettate i cambiamenti? Manco fosse un membro ufficiale del gruppo. Se sento un’altra parola su Phoebe, mi incazzo!”
Non mi ero accorta che Harry fosse ritornato e mi fissava.
«Perché hai scritto queste cose??»
«Perché le penso!», disse sedendosi vicino a me.
«Si, ma che ne è successo della ragazzina fastidiosa…»
«Ritiro tutto!! Ho vissuto anch’io un’esperienza del genere, e non mi va che anche tu la viva! Ti capisco molto! Tutti quei tweet, retweettati in continuazione! Orribile! Ti chiedi, perché? Cosa ho fatto per ricevere tutto questo?»
Per la prima volta, Harry mi stava capendo. Rimasi sbalordita.
«Che ne dici di ricominciare da capo?», disse allungandomi una mano.
Per risposta, gli diedi una cuscinata in faccia. Iniziammo a chiacchierare e a conoscerci meglio, questo durante la notte.
Il giorno dopo, ci vennero a svegliare Liam e Louis.
«Liam! Li lasciamo una notte insieme e guarda che ci combinano!», disse Louis.
Aprii gli occhi e notai di stare con la testa sul petto di Harry e subito lo spinsi giù.
«Ahiaa!»
«Non è come sembra!!», dissi.
Quei due idioti si misero a ridere.
«Cosa ti dicevo, Liam?? Lasciali per un po’ da soli e il gioco è fatto!»
«Bella, fratello!», disse dandogli il cinque.
«L’idea di prendere la camera con solo tre stanze, è la migliore che tu abbia avuto!», intervenne Niall.
«Voi cosa??», chiesi sconvolta.
Non finii neanche di dire la frase, che Harry iniziò a rincorrere Louis che a sua volta scappò. Mi alzai per andare a guardare la scena.
«Tomlinson, se ti acchiappo, sei un uomo morto!», urlò girando per tutto il salotto.
«Ragiona, Harry! Almeno così, siete amici ora, giusto?»
Harry si fermò a guardarmi ed io lo guardai speranzosa.
«Si!», disse sorridendo ed io feci lo stesso.
«Ouhhhh!», fecero in coro gli altri.
«Piantatela voi!», urlai.
«Comunque», disse Louis, «non devi toccare il mio ragazzo, chiaro?», disse abbracciandolo e ricevette un pungo nella pancia.
«Ti ringrazio per quello che hai fatto, ma la dovevi pagare!»
Tutti scoppiammo a ridere e dopodiché andammo nelle stanze a preparare le valigie, perché saremmo dovuti partire per Milano.
Lasciammo l’hotel, raggiungemmo l’aeroporto, dove prendemmo l’aereo e il viaggio durò un’oretta e mezza.
Trovammo il solito gruppo di ragazze, ma visto che avevamo del tempo, si fermarono a fare delle foto e a firmare autografi. Ovviamente, io rimasi in disparte e da alcune ragazze ricevetti delle occhiatacce.
Prima di andare in hotel, andammo nel luogo dove ci saremo esibiti e facemmo solo alcune prove perché comunque le modalità erano quelle, dovevano essere solo adattate a quel tipo di palco.
Verso l’ora di pranzo, raggiungemmo l’hotel.
Finalmente una stanza tutta per me! Non che stare con Harry mi dispiacesse, ma va bene.
Andammo a mangiare in un ristorante di quella zona. Io amo il cibo italiano e Niall la pensa come me. Dopo mangiato, andammo a fare un giro perché nel pomeriggio avremmo avuto un’intervista a Radio 105, quindi ne approfittammo, anche perché a quell’ora c’era poca gente in giro.
Andammo a vedere il duomo e quando incontravamo delle fan, io facevo da interprete. Non ero mai stata a Milano, solo a Napoli.
Verso le cinque ci ritirammo per raggiungere gli studi di Radio 105.
I ragazzi entrarono per primi ed io rimasi ad aspettare.
Mi si avvicinò una ragazza bionda dagli occhi azzurri.
«Phoebe?»
«Ehm, ci conosciamo?»
«No. Almeno, io conosco te! Sono la fondatrice del tuo primo fan club in Italia. Vorresti farmi un autografo?»
Cosa? Fan club? Autografo?
«Certo!! Come ti chiami?», dissi prendendo il quaderno con la penna.
«Martina!»
«Ecco a te! Come mai da queste parti?»
«Sono con un’amica di mia madre, mi ha portata fin qui da Napoli per conoscere i One Direction. Sai, il fratello è il signore che li sta intervistando»
«Wow, sei la prima che non mi insulta o mi lancia sguardi minacciosi. Sto avendo un po’ di difficoltà con le loro fan»
«So tutto! So anche che Harry è stato pronto a difenderti!»
«Lo ha fatto solo per cortesia!»
«Allora non lo hai capito?»
«Cosa dovrei capire?»
«Tu gli piaci!!»

Ciaooo a tutti!! Finalmente Harry sta diventando più gentile nei confronti nella nostra Phoebe. Ma come mai? Sarà, veramente, per quello che ha detto Martina? Che sarei io xD Sì, ho deciso di inserirmi nella storia xP Comunque, lo scopriremo nei prossimi capitoliiii ^^
Ringrazio tutti i visitatori e chi recensirà <3


Ps: Ringrazio Hazzastyle per il suo sostegno :) Precedentemente, ho scitto che la storia l'avrei continuata comunque, ma con un pò di tristezza, perchè vedevo le visite ma non sapevo cosa ne pensaste. Con il suo commento, mi ha dato un pò di speranza in più :) <3
                                                                                                                                               Marti.

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Capitolo 6
*** 6° Capitolo. ***


«Come? Ma se all’inizio mi odiava!»
Martina si portò una mano alla fronte e mi portò a sedere.
«All’inizio si, ma stando quei due giorni con te è successo l’opposto ma non voleva ammetterlo! Dopo, non solo ti ha difesa ma ha trovato anche la scusa per ricominciare da capo»
Rimasi a fissarla imbambolata a bocca aperta. Cosa stava dicendo? Era impossibile!!
«Phoebe, entra!», mi chiamò Niall.
«Devo andare!»
«Pensa a quel che ti ho detto», mi urlò mentre andai via.
Mi misi a sedere e mi fecero indossare le cuffie.
«Ed ecco a voi, Phoebe!! Ciao, parliamo in italiano o in inglese?»
«Come preferisci, Rosario!»
«Bene, iniziamo con una domanda che si chiedono tutti: cosa hai fatto per ritrovarti a cantare con i One Direction?»
«Come sapete, Zayn non può cantare per via di questo mal di gola. Non sapevo assolutamente che loro fossero clienti di mia madre e soprattutto chi fossero loro. Avendo poco tempo per trovare un sostituto, mia madre ha fatto ascoltare a Paul una mia cover e successivamente ho fatto un provino. Diciamo che è stata fortuna!»
«Non chiamiamola così, sappiamo comunque che sei anche molto brava!»
«Lo dicono in molti, ma io non mi ritengo bravissima»
«Modesta la ragazza!»
Mi fece un altro paio di domande e concludemmo l’intervista. Usciti fuori, c’era Martina che distribuì ai ragazzi delle felpe blu con scritto sopra “ITALIA”, fece delle foto con loro e dopo anche con me.
«Mi dispiace per la felpa, quando le ho prese non ti conoscevo ancora»
«Non ti preoccupare, chiedermi un autografo è stato il regalo più grande!», dissi e l’abbracciai.
Prima di lasciarmi andare, mi lasciò un biglietto in mano.
Saliti in macchina, lo aprii e c’era scritto “Ricorda!”
Andammo in hotel a riposarci e verso le otto raggiungemmo il palco. Il concerto andò benissimo e ci ritirammo.
Verso le undici e mezza, i ragazzi videro delle ragazze che aspettavano giù all’hotel e visto che erano in poche, decisero di scendere a salutarle.
«Vieni con noi?», mi chiese Liam.
Presi il cappotto e scendemmo. Andarono verso le ragazze, ma loro vennero verso di me.
«Phoebe, ti prego un autografo…una foto…firma qui…» 
Mi guardarono chiedendo spiegazioni, ma non sapevo nulla. 
Saliti sopra, ne parlammo.
«Le ragazze erano qui per Phoebe?!?», chiese Louis.
«Grande, ragazza!», disse Liam dandomi il pugno.
«Anche lei deve avere i suoi momenti di fama, visto che solo questi saranno!», disse Harry mettendomi un braccio attorno alle spalle e io gli diedi uno schiaffo.
«Zitto, Harreh!»
Scoppiammo a ridere e dopo un po’ andammo nelle nostre stanze a dormire.
Il giorno dopo, ci svegliammo prestissimo, perché il viaggio in aereo sarebbe stato più lungo e il concerto si sarebbe tenuto nel pomeriggio.
In aereo, stetti rilassata con le cuffie nelle orecchie, quando mi arrivò una pallina di carta in testa. Mi chinai a raccoglierla, mi girai dietro ed Harry mi fece cenno di aprirla. “Stasera, vediamoci giù all’hotel, ti devo parlare!”, letta, gli feci l’ok.
Per tutto il viaggio, pensai di cosa volesse parlarmi.
Arrivati a Madrid, non avemmo neanche il tempo di raggiungere l’hotel, che ci portarono al luogo dove si sarebbe tenuto il concerto.
Durante le prove, mangiammo dei panini e ci riposammo poco prima del concerto. Andò tutto normale, come al solito e andammo in hotel. Niall e Liam, rimasero a riposare, mentre Zayn e Louis si prepararono per una festa.
Harry era assente e capii che era giù ad aspettarmi. Mi sistemai e scesi, ma quando uscii fuori, vidi Harry impegnato in una conversazione con una bionda. Di questo doveva parlarmi, eh?
Senza chiedere spiegazioni, andai via. Perché mi comportavo così?
Non ero la sua fidanzata! Camminavo, camminavo, senza fermarmi mai. Le lacrime, uscirono fuori da sole. Mi ero data false speranze.
Dopo un po’, mi accorsi di essermi persa. Tornai indietro per cercare la strada per ritornare all’hotel, ma fu un tentativo inutile.
Non c’era nessuno a cui chiedere indicazioni e le strade erano illuminate da quel poco di luce che emettevano i lampioni.
Quando svoltai un angolo, vidi lontano e in penombra, un uomo.
Stavo per raggiungerlo, ma notai il suo aspetto e pensai di stargli alla larga. Era pieno di tatuaggi, con piercing su tutta la faccia. Dopo cinque minuti di cammino, mi accorsi che mi stava seguendo. Cercai di non entrare nel panico e di mantenere la calma. Camminai dritta per la mia strada, ma un altro uomo me la sbarrò ed era più brutto del primo.
«Guarda chi abbiamo! Una bella signorina!»
«Cosa volete da me?»
«Dammi tutti i soldi che hai!»
«Non ho nulla!»
Con cautela, cercai di prendere il cellulare che avevo nella tasca del jeans.
«Non ti azzardare, sai!», disse il primo bloccandomi la mano, stritolandomi il polso.
L’altro mi prese da dietro, con un coltello sotto la gola.
«Avanti, bambina, qualche spicciolo ce lo dovrai pure avere!»
In quel momento, da quelle parti stava passando una macchina della polizia in perlustrazione.
Con coraggio, schiacciai un piede a quello dietro e diedi una ginocchiata nella parti basse all’altro, e iniziai a correre.
«Aiuto!»
Quello con il coltello, riuscì a riacciuffarmi e improvvisamente vidi tutto nero.

Salve a tutti! Siamo arrivati anche alla fine di questo capitolo... cosa sarà successo a Phoebe?? Lo scopriremo molto presto ;)
Ringrazio ancora una volta tutti i visitatori, chi sta seguendo la storia e chi la seguirà. Un bacio, al prossimo capitolooo ^^

                                                                                                                Marti.

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Capitolo 7
*** 7° Capitolo. ***


Non so dopo quanto tempo, ma mi risvegliai e inizialmente vidi tutto sfocato. Cercai di focalizzare la sagoma che mi era affianco.
«Niall!»
«Phoebe! Grazie al cielo, ti sei svegliata!», disse prendendomi la mano.
«Cosa è successo? Dove sono?»
«Sei in ospedale. Due uomini ti hanno aggredita e uno di loro ti ha colpito in testa con il manico di un coltello. Fortunatamente sei salva!»
Aveva le lacrime agli occhi. Allungai il braccio ferito per guardare la fasciatura e mi toccai in fronte, sul punto dove mi avevano colpito ed emisi un verso di dolore.
«Gli altri?»
«Stanno arrivando!»
Dopo un po’, sentimmo dei rumori in corridoio.
Erano i ragazzi, che appena entrarono, fecero una faccia metà terrorizzata e metà sorpresa.
«Phoebe!», urlarono in coro.
«Ehi, sono messa così male?»
«Cosa ti hanno fatto?», chiese Harry.
«Niente, ho solo avuto la brillante idea di andarmene a spasso in una città che non conosco e così mi sono persa. Due uomini mi hanno aggredita e adesso sono qui», dissi con sguardo basso.
Ad un certo punto, notai le mani di Harry stringersi in pugni, fino a diventare bianchi. Scattò e con un pugno butto tutte le cose che mi si trovavano sul comodino a fianco. Liam e Louis lo bloccarono immediatamente e iniziarono a spingerlo fuori.
«Phoebe, pagheranno per quello che ti hanno fatto, te lo prometto!»
Io ero rimasta sbalordita.

«Ehm, ti lasciamo riposare», disse Niall e uscì con Zayn.
 
*Harry*
Avevo perso il controllo, così i ragazzi mi portarono fuori con la forza e mi fecero sedere in una sedia in corridoio.
«Si può sapere che ti prende?», chiese Louis.
«È tutta colpa mia!!», dissi scoppiando in lacrime, con la testa fra le mani.
«Cosa vuoi dire?», chiese Liam.
Alzai la testa e guardai i miei amici.
«Le avevo dato appuntamento giù all’hotel, ma quando sono sceso una fan mi ha riconosciuto e ha attaccato bottone. Phoebe mi avrà visto parlare con lei e se ne è andata»
«Wow, Harry! Sei molto intelligente! Le hai dato appuntamento fuori dall’hotel, dove migliaia di ragazze ti avrebbero potuto riconoscere!», disse Niall.
«Non ci avevo pensato, ok?»
«Va bene, ma cosa le dovevi dire?», chiese Louis.
Non dissi nulla e i ragazzi stavano per andare via.

«Io…io la amo!!»
 
Stavo fissando le stelle, quando bussarono alla porta.
«Signorina, mi dispiace disturbarla, ma c’è sua madre a telefono», disse l’infermiera.
«Oh, no!»
Avendo recuperato un po’ di forze, mi alzai e uscii in corridoio.
«Ho dovuto per forza avvertirla»
«Non preoccuparti, Paul»
I ragazzi stavano dormendo sulle sedie in corridoio e senza disturbarli passai e mi avvicinai al bancone della segretaria.
Feci un respiro profondo e alzai la cornetta.
«Pronto?»
«Tesoro, come stai? Che ti hanno fatto, bambina mia?»
«Mamma, non piangere! Sto bene! Qui, in ospedale, si sono presi molto cura di me»
«Non è vero! Non stai bene! Tu hai bisogno di me, della tua mamma. Faccio le valigie e prendo il primo aereo disponibile»
«Non c’è ne bisogno! Non preoccuparti, tra un giorno sarò a casa»
«Ma…»
«Niente ma! Sto benissimo!»
La lasciai sfogare un altro po’ e si riprese.
«D’accordo piccolina, ci vediamo»
«Ti voglio bene!»
«Te ne voglio anche io, cucciola!»
Attaccai il telefono, mi avviai alla camera e vidi che Liam era sveglio.
«Scusa, ti ho svegliato?»
«Non preoccuparti, mi addormento facilmente»
Prima di entrare, mi girai verso di lui.
«Ascolta, perché non tornate in hotel? Io sto bene e non c’è bisogno che restiate qua»
«Phoebe, non dirlo neanche per scherzo. D’accordo, siamo tutti molto stanchi e queste sedie non sono i letti migliori del mondo, ma siamo una famiglia adesso! La famiglia non si abbandona mai!»
Nessuno mi aveva mai detto quelle cose prima d’allora. Luna era stata l’unica a farmi sentire bene, ma in quel momento capii di aver trovato dei veri amici.
Asciugando in fretta una piccola lacrima, mi ricomposi.
«Va bene. Buonanotte, allora»
«Notte»
Prima di chiudere la porta, notai che si appoggiò nuovamente sulla spalla di Zayn a dormire.

Ciaooo ragazzi, rieccomi con un nuovo capitolo ^^ devo dire che questo è uno dei miei preferiti e mi sono emozionata da sola, ma ce ne saranno altri così ;) Spero con tutto il cuore la storia vi stia piacendo di più, perchè l'inizio è un pò noiosetto, poichè si deve spiegare la storia ecc. Ringrazio come sempre tuttiiii i visitatori e chi segue, seguirà e chi recensisce <3 Un bacioooo.
                                                                                                           Marti.

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Capitolo 8
*** 8° Capitolo. ***


Il giorno dopo, mi dimisero dall’ospedale e prendemmo l’aereo per Dublino.
Il viaggio fu abbastanza lungo e arrivati facemmo tutto di fretta, poiché anche lì, il concerto sarebbe stato di pomeriggio.
Poco prima dell’inizio, mi sistemarono per bene cercando di nascondere le ferite e mi misi un polsino, in modo da coprire la fasciatura al polso.
Mi stavo avviando in un corridoio per raggiungere le quinte, quando qualcuno mi chiamò.
«Phoebe, aspetta, ti devo parlare!»
«Non abbiamo niente da dirci, Harry!»
Mi prese per un braccio, facendomi girare verso di lui.
«Si, invece! È soltanto colpa mia se sei finita in ospedale!»
«Harry, non dire sciocchezze! Non ho pensato di trovarmi a Madrid e quindi mi sono persa»
«Phoebe, lo so che mi hai visto parlare con quella ragazza. Non so cosa hai pensato, ma era semplicemente una fan che mi si era avvicinata, niente di più!»
«Non mi devi dare nessun tipo di spiegazione! La vita è tua ed io non sono la tua ragazza!»
Feci per andare via, ma lui mi prese le mani.
«Non lo sei, ma…Phoebe, io…»
«Tu, cosa?»
Lentamente, iniziò ad avvicinarsi al mio viso, sempre di più.
«Trenta secondi all’inizio!!»
«Dobbiamo andare. Me lo dirai dopo», dissi lasciandogli le mani.
Ci mettemmo in posizione e al partire della base, entrammo in scena. Durante il “na, na, na” di “What makes you beautiful”, battevamo le mani ed Harry mi si avvicinò.
«Ti devo dire quella cosa»
«Non credi che non sia il momento giusto?», dissi sorridendo.
Stavamo nel mezzo di un esibizione!
«Io credo che lo sia!»
Mi prese per mano, mi portò al centro del palco e un fascio di luce ci illuminò.
Harry«Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But when you smile at the ground it ain't hard to tell
You don't know…»
Partirono a cantare tutti insieme e anche le urla delle ragazze che avevano assistito.
Io ero rimasta sorpresa e mi ci volle un po’ per riprendermi.
Durante una pausa, lo rincorsi nello stesso corridoio di prima.
«Harry, cosa significa?»
Si girò solo un attimo.
«Penso che tu l’abbia già capito!», disse e girandosi andò via.
Dovevo assolutamente parlare con lui e mi venne una bellissima idea.
Quella sera, saremmo tornati a Londra e invitai Harry a dormire a casa mia e per non dare nell’occhio, anche gli altri.
Dopo il concerto, ci preparammo e un elicottero ci venne a prendere per portarci all’ultima tappa del tour.
Mia madre li accolse con grande affetto, non era tanto contenta, ma il mio ritorno la rese felice.
Ci preparò una cena coi fiocchi, anche Paul era presente.
Più tardi, tornò a casa e io rimasi con i ragazzi a parlare in salotto.
Ci facemmo delle domande per conoscerci meglio, anche se in quei giorni ci ero già un po’ riuscita.
«Come chiameresti il tuo primo album?», chiese Niall.
«Nessuno mi ha mai fatto questa domanda, ma ci penso da quando ero una bambina. Se fossi una cantante, mi chiamerei Phoebix e il mio primo album si chiamerebbe così. A volte con il mio miglior amico, fantasticavamo su queste cose e facevamo finta di essere dei cantanti. Mi mancano i vecchi tempi»
«Anche lui ti deve mancare molto», disse Louis.
«Moltissimo! I miei si sono lasciati quando avevo solo sei anni e mia madre mi ha portata via da lui»
«Ti capisco, ho avuto un’esperienza del genere! Dimmi, non ricordi nulla di lui?»
«Poche cose, come il suo nome. Si chiama…»
«Ragazzi, è ora di andare a letto! Domani avete un concerto!»
«Mamma! Non siamo dei bambini, sappiamo badare a noi stessi!»
«Filate a letto, ora!», disse fulminandoci.
Dopo averci salutato, io rimasi sul divano e lasciai ai ragazzi la mia camera.
Tra tutte le cose, mi ero dimenticata di parlare da sola con Harry e così non riuscii a dormire.
Stanca di rigirarmi nel divano, che era scomodissimo, mi alzai aprendo le porte del balcone e misi a sedere sul pavimento freddo, ammirando le stelle.
«Non riesci a dormire, eh?»
«Harry! Mi hai spaventata!»
«Scusa!», disse sedendosi al mio fianco.
«A cosa pensavi?»
«Niente! No, in verità pensavo a qualcosa!»
Guardai Harry che mi invitò a parlare e sospirai.
«Ad oggi! Ho capito cosa provi per me e…»
«E…?»
Presi coraggio e sputai il rospo.
«Provo le stesse cose per te!», dissi abbassando lo sguardo.
Con una mano, mi prese il mento e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
«Non sai da quanto aspettavo che lo dicessi!»
I nostri visi si stavano avvicinando, le mie labbra tremavano e chiusi lentamente gli occhi.
«Cosa ci fate ancora svegli??»
Sbarrai gli occhi e mi girai verso la direzione di quella voce.
«Mamma! Harry ed io stavamo solo…chiacchierando!», dissi scattando in piedi.
«Si, signora, è così!», disse facendo lo stesso.
«Da quando le conversazioni si fanno da così vicino?»
«Mamma!»
«Forse è meglio che vada a letto! Buona notte!»
Stava per darmi un bacio sulla guancia, ma ci ripensò e mi diede una pacca sulla spalla, e andò via.
La guardai furiosa e incrociai le braccia.
«Non guardarmi in quel modo, signorina, e torna subito a dormire. Quando tutto finirà, faremo i conti!», disse puntandomi un dito contro e tornò in camera sua.
La odio quando fa così! Nonostante tutto, tornai sul divano più tranquilla.

Ciaooo ragazzi!! Allooora io ci avevo visto giusto xP Finalmente Harry ha svelato i suoi sentimenti, e anche Phoebe! Riusciranno mai a stare insieme?? Lo scopriremo nei prossimi capitoliiii ^^
Ringraziooo tutti come sempre, da chi visita, chi segue, chi seguirà e chi recensisce <3


Ps: Volevoo augurare un buon compleanno al nostro Daddy Direction: Liam <3 che oggi compie 19 anni!! Auguriiii <3
                                                                                                              Marti.

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Capitolo 9
*** 9° Capitolo. ***


Il giorno seguente, fui svegliata da milioni di cuscinate.
«Ragazzi, basta!»
Si bloccarono tutti insieme.
«Siete quattro contro uno e dovete tenere conto che sono uscita da poco dall’ospedale!»
Si guardarono facendo spallucce e ricominciarono. Stufa, mi armai di un cuscino ed entrai in guerra.
Dopo un po’, entrò mia madre attirando l’attenzione di tutti e ci fermammo.
«Questo casino, non lo metto a posto. Sarà meglio per voi se iniziaste a riordinare. Con permesso!»
Scattammo e mettemmo tutto in ordine.
«Scusate, state conoscendo la parte iperprotettiva di mia madre. Di solito non è così», dissi sedendomi sul divano.
«Non preoccuparti! Le nostre mamme, hanno figli che viaggiano sempre e sono molto iperprotettive, quindi ti capiamo», disse Harry.
Dopo, ci fu tranquillità. Troppa direi!
«Dov’è Louis?», chiesi.
«Voleva correre un po’, ma ancora deve tornare», disse Niall.
In quel momento, squillò il cellulare di Liam.
«Parli del diavolo», disse accettando la chiamata, «Ehi, Louis! Sei in vivavoce, dove cavolo sei finito?»
«Ehm, avrei un problemino. Secondo te come faccio a rientrare?»
«Dalla porta?»
«Spiritosa! Affacciati e guarda tu stessa!»
Mi alzai e con i ragazzi uscii fuori al balcone.
C’erano tantissime ragazze con macchine fotografiche, cartelloni con sopra i nostri nomi e appena ci videro, iniziarono ad urlare come le pazze.
Rientrammo subito, chiudendo bene le finestre.
«Come hanno scoperto dove vivo?»
«Non lo so! Comunque, raggiungo l’O2 e avverto Paul. Voi restate lì», disse attaccando.
«Cosa facciamo adesso?»
«Beh, puoi finire di raccontarci la tua storia!», propose Niall.
«D’accordo!»
Andai a prendere l’album fotografico e lo diedi in mano a loro.
«In realtà, io non sono italiana. Sono nata a Doncaster, ed è lì che ho vissuto con il mio migliore amico, Louis. Non ho avuto più sue notizie da quando mi sono trasferita a Napoli, non perché non ne trovassi, ma perché non volevo soffrire. Mi faceva male il fatto di stargli lontana, e il solo sentirlo mi avrebbe fatto stare peggio. Tornando in Inghilterra, ho capito di aver sbagliato. Non so cosa farei se lo ritrovassi», dissi appoggiando la testa sulle ginocchia.
I ragazzi avevano delle facce strane e si guardavano tra di loro in continuazione.
«Ho detto qualcosa di strano?»
«Phoebe! Sei nata a Doncaster e il tuo amico si chiamava Louis?», chiese Harry.
«Si, e sua mamma Jay»
Tutti si stupirono.
«Ok, ora mi spiegate che succede!», dissi incrociando le braccia.
«Phoebe, crediamo che tu abbia ritrovato il tuo amico!», disse Liam.
Degli agenti, fecero andar via le ragazze giù da casa mia e ci portarono all’arena O2.
Arrivati, uscii di corsa dalla macchina per raggiungere l’interno.
«Ragazzi, siete arrivati!»
Dagli occhi mi iniziarono ad uscire dei gran goccioloni.
«Louis, sei proprio tu!»
In un primo momento, non capì, poi fece mente locale.
«Phoebe, tu…», disse portandosi una mano alla bocca.
I suoi occhi azzurri, divennero lucidi e gli corsi incontro abbracciandolo.
«Non posso crederci di averti ritrovato!», dissi tra un singhiozzo e un altro.
«La piccola Phoebe»
Una gocciolina, cadde dal suo occhio alla mia spalla.
«Te lo ricordi ancora, grande Louis?», dissi guardandolo in viso.
«Come potrei dimenticare!», disse scompigliandomi i capelli, come faceva sempre.
«Ragazzi, non vorrei rompere l’atmosfera, ma avremo un concerto», disse Harry avvicinandosi.
Andammo ognuno nei propri camerini, dopodiché raggiungemmo le quinte.
«Ehi, tu mi devi ancora una cosa!», disse Harry prendendomi per un braccio.
Stavamo quasi per baciarci, quando Louis ci fermò schiarendosi la voce.
«Ehm, dovremmo entrare!»
«Certo! Tempismo perfetto!», sbuffò Harry.
Il concerto andò benissimo e usciti ci abbracciammo tutti, perché quello sarebbe stato l’ultimo.
«Ottimo lavoro, ragazzi! Come sempre, d’altronde»
«Simon!», urlarono i ragazzi e andarono ad abbracciarlo.
Simon Cowell! L’avevo davanti ai miei occhi e stavo per svenire.
«Sei Phoebe, giusto?»
Annuii, perché non riuscivo a parlare.
«Che ne diresti di intraprendere una carriera da cantante?»
In quel momento, non capii più niente. Pensai molto bene, prima di dare una risposta.
«Simon, quest’esperienza che ho vissuto, è stata bellissima e va bene così. Ora ho degli amici e questa è la cosa importante!»
«Come vuoi, se cambi idea, questo è il mio numero», disse dandomi il suo biglietto da visita.
I ragazzi, non si spiegarono il perché di quella risposta, ma non fecero domande.

Ciaooo a tuttiiii! Phoebe ha scoperto che il suo amico era proprio Louis!! Penso che lo avevate capito xDDD Cosa succederà, ora? Lo scoprirete mooolto presto ;)
Ringrazio tuttiii i visitatori, chi segue e chi seguirà, e chi recensiceee <3 Baci.

                                                                                                                        Marti.

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Capitolo 10
*** 10° Capitolo. ***


Più tardi, andammo al party per la fine del tour e lì ci divertimmo molto.
Io ed Harry ci appartammo su un divanetto a chiacchierare.
«Che ne dici se questo weekend stiamo un po’ insieme?», disse intrecciando la mia mano alla sua.
«Mi piacerebbe molto, ma ho promesso a Louis di andare con lui a Doncaster per rivedere Jay. Ci sentiremo per telefono, no?»
«Si», disse triste.
«Non fare così. Se ti va, domani mattina possiamo vederci prima che parta e poi ci vedremo quando torno»
«Ci penserò su. Ora vado, che è tardi», disse dandomi un bacio sulla fronte e andò via.
Il party non era ancora finito, così rimasi con gli altri ragazzi.
Perché si era comportato in quel modo. Non sarà stato geloso?
Sabato mattina, fui pronta per partire. Salutai mia madre e mi misi ad aspettare fuori, seduta sul mio trolley.
Nessuno dei due si fece vedere, ma dopo dieci minuti, arrivò Louis.
«Finalmente!»
«Scusa, dovevo fare benzina. Partiamo?»
«Ehm, dovrei aspettare Harry!», dissi grattandomi dietro la testa.
«Ok! Intanto, metto le tue cose in macchina»
Passarono quindici minuti e guardai l’ora sul display del mio cellulare.
«Phoebe, se non partiamo adesso, faremo tardi»
Guardai per un’ultima volta la strada e sospirai.
«D’accordo, andiamo!»
Salii in auto e partimmo. Provai a chiamare Harry, ma sentii solamente:“Il numero da lei chiamato, potrebbe essere spento o non raggiungibile. La preghiamo di chiamare più tardi, grazie.”
Provai almeno una decina di volte, quando Louis sospirò.
«La smetti di preoccuparti? Avrà avuto un impegno!»
«Si, ma…»
«Niente ma! Ora tu mi consegni il cellulare e non ci pensi più! Te lo restituirò stasera»
«Se prova a chiamarmi?»
Allungò la mano e mi guardò accigliato.
«Va bene!», dissi mettendoglielo nella mano e incrociai le braccia sbuffando.
Il viaggio fu abbastanza lungo e mi addormentai con la testa appoggiata al finestrino.
Quando mi risvegliai, vidi passare davanti ai miei occhi la mia vecchia scuola.
«Louis! Siamo arrivati!»
Anche se ero molto piccola quando vivevo lì, alcune cose le ricordavo ancora. Quando passammo davanti alla mia vecchia casa, le lacrime mi salirono agli occhi e ci fermammo difronte alla casa a fianco.
«Aspetta qua!»
Louis, scese dalla macchina e raggiunse la porta, dove bussò.
Ad aprilo fu Jay e lì lasciai andare le lacrime. Lo strinse a se e quando si staccarono, lei aveva una faccia interrogativa e lui si girò nella mia direzione, facendomi cenno con la testa di uscire.
Tremante, aprii lo sportello e uscii.
Inizialmente era confusa, ma quando aprii bocca…
«Zia Jay!!», urlai piangendo.
«Pho-Phoebe!?!»
Corremmo una contro l’altra e ci abbracciammo fortissimo.
Non c’erano parole. Era tutto rinchiuso in quell’abbraccio.
Eravamo tutte e due in lacrime e quando sciogliemmo l’abbraccio, scoppiamo a ridere.
«Pensavo non ti saresti mai ricordata di noi»
«Come potrei dimenticare i migliori anni della mia vita!! Tu sei stata come una mamma per me!»
«Tu come una figlia! Mi sei mancata tantissimo!»
«Oh, zia! Se solo fossi stata un po’ più grande per capire…»
Ci riabbracciamo di nuovo e ci asciugammo le facce bagnate.
«Cosa ci facciamo ancora qui fuori? Vieni dentro, ti presento le mie figlie»
Entrate in casa, andammo in salone, dove vidi Louis sommerso da cinque ragazze, tra cui due bambine.
«Scusate se vi interrompo, ma vi dovrei presentare una persona!»
Tutti si fermarono a guardarmi.
«Lei è Phoebe, una vecchia amica d’infanzia di Louis. Erano migliori amici all’epoca»
Tutte fecero una faccia confusa, tranne una che si alzò in piedi e si avvicinò.
«Tu sei la bambina delle mie foto!»
C’era una sola persona che mi avrebbe potuto riconoscere.
«Lottie!», dissi sorridendo.
Mi si fiondò tra le braccia ed io ricambiai.
«Quanto sei cresciuta! Avrei tanto potuto passare del tempo con te! Avevi solo tre anni, quando me ne sono andata!»
«Lo stesso vale per me! Compari in quasi tutte le foto dei miei primi anni di vita, crescendo ero molto curiosa di sapere chi eri e adesso eccoti qui!»
Mi si mise a fianco e mi presentò le sue sorelle: Felicite, e le due gemelline, Daisy e Phoebe.
L’ultima aveva il mio stesso nome!
C’era un’altra ragazza tra loro e fu Louis a presentarmela.
«Lei è Eleaonor, la mia fidanzata»
Le strinsi la mano, dopodiché salì sopra con Louis e le due piccole.
«Zia, non dirmi che…»
«Si! Con la tua partenza, è come se avessi perso una figlia. Così ho scelto di dare il tuo nome a una delle mie bambine!»
Questa cosa mi toccò molto. Era la cosa più meravigliosa che potesse fare.

Eccoci arrivati al decimo capitolo :) Cosa ne pensate?? Jayy è così dolce xDDD Cosa avrà avuto Harry?? Lo scopriremo nei prossimiii capitoliii ^^
Ringrazio tutti come sempreee chi visita, chi segue, chi seguirà e chi recensisce <3 <3 


PS: ho pensato di iniziare un'altra FF... vedrò :D Lo scopriremo solo vivendo xDDD Ciaooo <3
                                                                                                                        Marti.

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Capitolo 11
*** 11° Capitolo. ***


«Lottie, accompagna Phoebe nella sua camera. Farò portare le valigie da Louis»
Salimmo al secondo piano, ed entrammo in una stanza dalle pareti color lilla e sopra al letto ad una piazza e mezza, c’era una foto formato gigante. Era mia e di Louis da piccoli!
“E questa?”, pensai.
«Bella, vero? Mamma l’appese qui poco dopo la tua partenza. Ha sempre saputo che saresti tornata e così ha trasformato questa stanza nella tua», rispose lei come se mi avesse letto nella mente.
In quel momento, mi sentii uno schifo. Per tutto quel tempo loro non avevano mai smesso di sperare il mio ritorno, mentre io mi ero lasciata tutto alle spalle.
Una lacrima mi rigò il viso e Lottie se ne andò in silenzio.
Mi sedetti sulle coperte morbide ed iniziai ad osservare la stanza.
Era bellissima e non la meritavo. Con la mano toccai un pomello e sentii qualcosa sotto le dita. Tastai di più, mi avvicinai a guardare e c’erano incise una P e una L.
Ma erano le nostre iniziali!
Arrivò Louis con i bagagli che appoggiò per terra e mi osservò guardare il pomello.
«Ti piace?», chiese riferendosi alla camera.
«Non merito tutto questo!», dissi evitando i suoi occhi.
Sorrise e si avvicinò appoggiando la mano sulla mia.
«Era la nostra stanza preferita, ricordi? Portavamo sempre i nostri giocattoli qui, trasformandola in una sala giochi. Queste incisioni le abbiamo fatte pochi minuti prima che tu partissi, in questo modo, non avrei sentito la tua assenza!»
Senza dire nulla, mi buttai tra le sue braccia, in un pianto silenzioso.
Quando mi calmai, si staccò da me asciugandomi gli occhi.
«Ti lascio disfare i bagagli»
Dopo aver sistemato, scesi giù ad aiutare a mettere la tavola e mangiammo tutti assieme.
Più tardi, Eleaonor andò via e Jay uscì con le sue figlie.
Io ero in camera mia, quando mi alzai per prendere una cosa dal mio comodino, ma era incastrato.
Andai a chiamare Louis nella sua stanza.
«Scusa Louis, il cassetto è bloccato, puoi darmi una mano?»
Mentre cercava di sforzarlo, bussarono alla porta.
«Puoi andare tu?», mi chiese.
Aprii la porta e mi trovai davanti un uomo molto familiare.
«Salve, abito nella casa a fianco. Sei la nuova domestica?»
«Ehm…»
«Sono Richard Owen! Dovrei ritirare delle camicie che la signora Jay mi ha gentilmente stirato. Sa, sono divorziato e quindi inesperto in queste cose. Sono anche leggermente in ritardo, perché dovrei prendere un aereo tra mezz’ora»
«Aspetti un momento, come ha detto che si chiama?»
«Richard Owen! Perché?»
Arrivai alla conclusione che lui fosse…
«Papà! Sono Phoebe!», iniziai a piangere.
Lui sgranò gli occhi e mi guardò bene.
«Ma è impossibile! Mia figlia vive in Italia…»
«È lei, Richard!», intervenne Louis.
Convinto dalle sue parole, mi abbracciò di colpo.
Perché mi abbracciava? Non era lui a non volerci più nella sua vita?
«Figlia mia, mi dispiace per tutto! Ho sempre amato tua madre e non ho mai voluto che ve ne andaste!», mi disse in lacrime.
«Allora perché, perché hai tradito la mamma?», dissi con la rabbia che cresceva sempre di più.
«Posso spiegarti tutto!»
Ci accomodammo in salone e mi iniziò a raccontare.
Mi spiegò che era stato licenziato per un banale errore e non avendo il coraggio di tornare a casa, andò in un bar. Bevve molto e una donna se ne approfittò. Infatti lui non ricordava nulla.
Lo abbracciai per fargli capire che lo avevo perdonato.
«Mi sei mancato molto!», dissi sciogliendo l’abbraccio.
«Anche tu! Assomigli sempre di più a tua madre», disse accarezzandomi una guancia.
Arrivò Louis con una busta.
«Richard, ecco le tue camicie»
«Grazie, Louis!», disse alzandosi e prendendola.
«Mi dispiace lasciarti dopo averti ritrovata! Non sai quante cose ho da raccontarti!»
«Vale anche per me», dissi abbracciandolo per l’ultima volta.
«Lo sapevo che un giorno voi due vi sareste messi insieme!», disse appoggiando la mano sulla spalla di Louis.
«Papà! Noi non stiamo insieme!», dissi arrossendo come un peperone.
«Infatti, io sono già fidanzato!»
«Scusate, errore mio! Vi ho visti insieme e ho pensato… lasciate perdere, ci vediamo tra qualche settimana!»
Accompagnammo mio padre alla porta e dopo averla chiusa, scoppiammo a ridere per ciò che aveva detto.
Passammo una serata magnifica e prima di andare a letto, Louis mi restituì il cellulare.
La segreteria telefonica disse solamente “Non ci sono messaggi per lei”. Stufa, andai a letto e decisi che ci avrei riprovato il giorno dopo.

Ciaooo a tutte :D Questo capitolo mi ha commosso molto, infatti questi ultimi saranno i più belli :D Phoebe ha scoperto la verità su suo padre e cosa sarà successo ad Harry?? Lo scopriremo nei prossimi capitoli :D
Ringrazio tutti i visitatori, chi segue e chi recensisce :3 Un baciooo <3

                                                                                                
PS: Precedentemente, ho scritto che avrei iniziato una nuova FF, visto che si avvicina la fine di questa... il tema è diversissimo, se vi va fate un salto :D : 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1239768
                                                                                                                                                                                                         Marti.

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Capitolo 12
*** 12° Capitolo. ***


La mattina fui svegliata dal dolce profumo di cornetti caldi e dall’odore di caffè latte appena riscaldato.
«Buongiorno!»
Era Jay ed era venuta a portarmi la colazione a letto.
«Giorno zia!», dissi mettendomi seduta.
«Dormito bene?»
«Benissimo!»
Mangiai e più tardi scesi in giardino a giocare con le gemelline.
Durante una lotta sull’erba, Louis venne a chiamarci per pranzare.
Il tempo era volato!
Dopo mangiato, ci sedemmo in salone a parlare.
«Phoebe, perché non ci canti qualcosa? Felicite potrebbe accompagnarti con la chitarra!», chiese Jay.
«Oh, no…»
Non mi fecero neanche finire di parlare, che Felicite fu già pronta con la chitarra.
Le dissi nell’orecchio la canzone e lei annuì.
«Chest to chest
Nose to nose
Palm to palm
We were always just that close…
Wrist wrist
Toe to toe
Lips that felt just like the inside of a rose…»
Cantai “California King Bed” di Rihanna. A fine canzone, Jay si asciugò le lacrime dalla commozione e tutti applaudirono.
Il pomeriggio passò veloce e venne il momento dei saluti.
Per prime Lottie e Felicite, poi le due gemelline.
«Tornerai?», mi chiese Phoebe.
«Sempre!», dissi abbracciandole insieme.
«Torna presto, e la prossima volta, porta anche tua madre!»
«Lo farò, zia Jay!», dissi dandole un lungo abbraccio.
Salii in macchina con Louis e partimmo.
Mi ero totalmente scordata di chiamare Harry, così presi il telefono e composi il suo numero.
Dopo cinque squilli, stavo per riattaccare, ma rispose.
«Pronto?»
«Harry, finalmente, è da ieri che sto cercando di telefo…»
«Sono occupato! Ciao!»
Mi attaccò il telefono in faccia ed io rimasi a fissare il cellulare a bocca aperta.
«Che ti ha detto?», chiese Louis vedendomi imbambolata.
«Ha attaccato!»
Due lacrime caddero sulle mie guance e stritolai il cellulare in una mano.
Perché mi stava facendo questo?
«Che bastardo! Quando lo vedo, non sai che gli dico!», disse arrabbiato.
Arrivati, scesi dall’auto e Louis mi abbracciò.
«Non pensarci, ok?»
Rientrata in casa, mia madre iniziò a corrermi in contro, ma vide nei miei occhi che qualcosa non andava.
«Che succede, piccola mia?», disse prendendo il mio volto tra le mani.
«Mamma, avevi ragione tu! Gli uomini sono tutti uguali!», dissi buttandomi tra le sue braccia.
Quella fu l’ultima frase che disse a mio padre, prima di chiudergli la porta in faccia. Stavo malissimo!
Decise di lasciarmi qualche giorno di riposo, prima di rientrare a scuola. Infatti, il giorno dopo, rimasi tutto il tempo a letto.
Mi arrivarono molte chiamate dei ragazzi, ma io misi il cellulare in modalità vibrazione.
Martedì pomeriggio, mentre stavo riposando, mia madre mi venne a svegliare.
«Tesoro, hai una visita!»
Sperai che non fosse Harry, dopo tutto quello che aveva fatto, con che coraggio si presentava?
Da dietro la porta, spuntò un ciuffo biondo.
«Niall??»
«Vi lascio soli!», disse mia madre chiudendo la porta.
«Che ci fai qui?»
«Ho pensato che avessi bisogno di un amico, così sono venuto a trovarti. Non hai risposto a nessuna delle mie chiamate!»
«Lo so, mi dispiace»
Si sedette sul letto e mi prese la mano.
«So perché stai così. Non capisco perché Harry si sta comportando in questo modo! Quella volta in ospedale, sembrava così sincero dicendo che ti ama…»
«Cosa?»
«Aspetta, tu non lo sai?»
«No! Mi ha detto solo che gli piaccio, non che mi ama!»
Niall rimase senza parole e non seppe che dire.
«Scu-scusa, non avrei dovuto dirtelo!»
Divenne tutto rosso e iniziò a tremare.
«Credo di dover andare!», si alzò e mi diede un bacio sulla guancia.
Io, stavo male più di prima.
Mercoledì mattina, quando rientrai a scuola, fu difficile camminare per strada e nei corridoi dell’istituto. Molti mi fermavano per farmi domande e per chiedere foto e autografi. Stavo per avere un emicrania!

Ciaooo a tuttiii :D Devo dire che questo capitolo mi è uscito molto bene :D Perchè Harry si sta comportando in questo modo, e cosa succederà? Lo scoprirete prestooo ^^
Ringrazioooo tutti i visitatori, chi segue e chi recensisce :3 Un baciooo!


Ps: Non c'entra niente California King Bed xP ma quando scrissi il capitolo, ero in fissa con quella canzone, cioè qualche settimana fà xD Sono così... per un certo periodo mi fisso con un canzone, adesso ho in testa sempre Torn, però cantata dai One Direction ad XFactor xD
                                                                                                              Marti.

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Capitolo 13
*** 13° Capitolo. ***


*Zayn*
Nel pomeriggio ci trovammo tutti all’appartamento di Liam, era da venerdì che non ci vedevamo.
Per il momento eravamo solo io, Niall e Liam.
Quando bussarono alla porta, andai ad aprire ed Harry si fiondò su Niall dandogli un pugno in faccia. Cadde a terra, portandosi le mani sulla guancia.
«Come hai potuto farmi questo?»
«Di cosa stai parlando?»
Gli lanciò addosso una rivista. In copertina c’era Niall che sembrava desse un bacio a Phoebe nella sua camera.
«Era un bacio sulla guancia!»
«Dalla foto non mi sembra!»
«Ok, ragazzi, calmiamoci!», si intromise Louis.
«Neanche tu dovresti parlare! Da quando hai scoperto che è la tua “amichetta del cuore”, hai perso la testa, non è vero?», disse puntandogli l’indice contro.
«Harry, ti sei fumato il cervello per caso? Non tradirei mai Eleanor! Per questo sabato non sei venuto a salutarla? Pensavi che volessimo metterci insieme?», era sconvolto.
«Pensavo che fossimo amici!»
«Proprio tu parli di amicizia?», disse Niall alzandosi in piedi, «Hai sempre saputo del mio amore per Megan! Cosa hai fatto? L’hai baciata!»
Harry rimase senza parole.
«Io non ho fatto nulla! Sono passata da lei per starle vicino, cosa che dovresti fare tu! Il mondo non ruota tutto intorno a te!»
Con questo, andò via. Harry, invece, andò in un’altra stanza.
Dovevo risolvere la situazione.

«Io ho un’idea!»
 
Verso sera, ricevetti una chiamata da Liam.
«Pronto?»
«Phoebe! Sabato hai impegni?»
«No, credo di no…»
«Bene, vestiti elegante. Ti verrà a prendere Louis!»
Senza darmi altre spiegazioni, attaccò.

 
[Sabato sera] *Zayn*
Spiegai per bene ad Harry come erano andate le cose.
Si convinse di aver sbagliato sia con Niall e sia con Louis. Ma soprattutto con Phoebe.
Dopo aver chiesto scusa a Louis, che lo perdonò con un abbraccio, andò da Niall.
«Mi dispiace, amico! Non avrei dovuto trattarti così, senza sapere come stavano le cose! Scusami anche per quel bacio. Non sapevo che ti piacesse Megan! Lo sai che non l’avrei fatto se lo avessi saputo!»
«Ma se passavo più tempo con lei, che con le altre!»
«Sono stato un’idiota! Amici?»
«Fratelli!»

Si abbracciarono e ci unimmo anche noi a loro.

Ciaooo a tuttiii :D Questo sarà il penultimo capitolo... eee sì! Le cose sono belle, ma durano anche poco... scusate per la cortezza xP Finalmente si è capito il motivo del comportamento ottenuto da Harry... era Geloso! xDD Spero che vi piaccia... Ringrazio tutti i visitatori, le due persone che hanno seguito la storia xPPP e chi recensisce ^^ Baciii, ci vediamo per l'ultimo capitolo!
                                                                                                               Marti.

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Capitolo 14
*** 14° ed ultimo capitolo. ***


Louis mi venne a prendere e mi fece sedere in auto con gli occhi bendati da un foulard rosso.
Arrivati, mi fece scendere e mi condusse da una parte, fino ad uno sgabello dove mi fece sedere. Sciolse il foulard e mi lasciò da sola davanti ad un tendone bianco. Partì un filmato.
«Ehi, Phoebe! Sono Zayn! Abbiamo deciso che questo video te lo avrei presentato io, visto che non hai mai sentito la mia voce. Ti abbiamo portata qui, per dirti di non smettere di cantare! Hai una voce meravigliosa ed è grazie a te se abbiamo avuto quel successo in tour. Guarda questo e dimmi che ne pensi!»
Si avviò un video con vari foto e filmati. Erano del tour e in sottofondo c’ero io! Qui c’era lo zampino di mia madre. Comunque, era commovente vedere come eravamo diventati una famiglia in così poco tempo. Non l’avrei mai pensato! Quando finì, ritornò l’immagine di Zayn.
«Hai sentito la tua voce stupenda? Con questa esperienza hai trovato noi, ma puoi realizzare anche il tuo sogno! Ai tuoi piedi troverai un microfono. Canta! Canta per noi, Phoebix!»
Ritornò tutto bianco e dietro le mie spalle si aprì un sipario e tantissime persone iniziarono ad urlare. Ero su di un palco!
Mi alzai in piedi e iniziai a leggere alcuni cartelloni.
“Phoebixier here!” “We love Phoebe” e tanti altri.
All’improvviso, partì la base di “This is me”
Cercai di scappare, ma da un lato mi trovai Liam e dall’altro Louis.
Presi un bel respiro, mi abbassai a prendere il microfono e feci cenno per ricominciare.
La prima parte la conclusi alla grande, accompagnata dagli applausi, ma adesso arrivava la seconda.
«Do you know what it's like
To feel so in the dark
To dream about a life
Where you're the shining star
Even though it seems
Like it's too far away
I have to believe in myself
It's the only way
This is real, This is me
I'm exactly where I'm supposed to be, now
Gonna let the light, shine on me
Now I've found, who I am
There's no way to hold it in
No more hiding who I want to be
This is me…»
Durante lo stacco musicale, il tendone bianco si alzò.
Comparvero delle scale e un fascio di luce puntò la cima.
Harry«You're the voice I hear inside my head
The reason that I'm singing
I need to find you, I gotta find you
You're the missing piece I need
The song inside of me
I need to find you, I gotta find you!»
Mentre cantava, scese le scale e mi raggiunse.
Mi prese per mano e cantammo insieme. Quando finì la canzone, si chiuse il sipario.
«Perché sei sparito?»
«Credevo che ci fosse qualcosa tra te e Louis!»
«Come hai potuto pensarlo se il giorno prima ti ho svelato i miei sentimenti per te?»
«Ti chiedo scusa!»
«Sciocco!»
Lo abbracciai. Mi era mancato tantissimo.
«Ehm, ragazzi, lo sapevate che i microfoni erano ancora accesi?», chiese Niall.
Il sipario si aprì dinuovo e tutti urlarono “bacio, bacio…”
«Avanti, aspettate questo da tanto tempo!», disse Louis.
Ci guardammo negli occhi e finalmente ci baciammo.
«Cantiamo un’ultima volta insieme?», chiese Liam
«Chi ti dice che sia l’ultima?», dissi io.
Ci prendemmo tutti per mano e cantammo “Up all night”
Grazie a loro, avevo realizzato il mio sogno!

Ciaooo a tuttiii! Con questo capitolo, finisce la mia fan fiction!! Spero vi sia piaciuta :) e anche come è finita... Phoebe è riuscita a realizzare il sogno della sua vita :D
Ringraziooo tutti quelli che l'hanno seguita, "amata" e a cui è piaciuta :D Grazieee a tuttiiii :D Alla prossima ;) <3

                                                                                                             Marti.

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