E tu conosci l'inferno?

di Black_Sun
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Legami ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


I pensieri sono scritti in grassetto detto ciò buona lettura :)
 
E  tu? Conosci l’inferno?
Erano queste le parole che tormentavano la mente di Soul da qualche tempo. Un pensiero martellante che si  manifestava come il ticchettio ritmico della pioggia: lento,incessante e riecheggiante. Tutto era cominciato da un sogno o per meglio dire una visione. Una radura deserta circondata dalle montagne, il vento che spirava come un sibilo muovendo l’erba che cresceva solitaria,quasi come ad essere l’unica entità capace di vivere lì e una tomba. Una tomba di una persona, chi fosse non lo sapeva,ma era lì a guardare quella tomba e incise solo queste parole: “E tu? Conosci l’inferno?” Poi il nulla. Come ogni notte si svegliava e ripensava a ciò che aveva visto, ma non riusciva mai a dare un filo logico a quello che viveva ogni volta …
Anche quel giorno aveva sognato la stessa cosa di sempre. Si alzò assonnato. Maledizione chissà per quanto dovrà andare avanti questa storia. Si vestì in fretta e scese in cucina. Un biglietto.  “Ciao Soul sono Maka  sono andata già alla Shibusen per questioni urgenti. Ti ho lasciato la colazione sul tavolo a dopo.”
Ultimamente le cose tra di loro non andavano bene. Con il fatto delle visioni Soul risultava sempre più distratto e Maka  era preoccupata. Tuttavia il distacco dell’albino dalla realtà li portava spesso a litigare e ha causato l’allontanamento della ragazza fino al punto che cercava di  stare il meno possibile con lui. Una nuova scusa per starmi lontano a quanto pare  sorrise amaro. Non poteva dirle quello che gli stava succedendo perché se fosse stato qualcosa che l’avrebbe messo in pericolo Maka non doveva esserci. La amava, la amava da tanto tempo,ma non lo aveva mai confessato a lei. Ho la forza di sopportare la sua lontananza ,ma non ho la forza di dirle quello che provo. Che buffo. Quella mattinata esordiva all’insegna dei pensieri come molte altre del resto. Fatta colazione uscì di casa e si avviò verso la scuola a passo sostenuto. Le case,le viuzze anguste e scure lo facevano sentire a casa. Già la sua casa … Quella reale non era cosi accogliente. Soul non era di Death City si era trasferito dopo l’incendio che rase al suolo tutti i suoi possedimenti lasciandolo senza un luogo in cui tornare. Ma non fu una grave perdita per lui. Da una parte si sentì sollevato poiché i rapporti con la famiglia erano pessimi : veniva maltrattato e deriso. Solo sua madre era comprensiva con lui. Non aveva amici tranne due : il suo pianoforte e la sua musica. Ricordava ancora la sua prima composizione. Era cosi felice quando finì di crearla proprio come un bimbo che finiva la sua costruzione di carte. La aveva ancora, le fiamme l’avevano risparmiata e così lui la prese con se e la portò fino a qui. Non seppe più nulla della famiglia, la sorte dei suoi “cari” gli era ignota. Non provava nulla. Spesso  pensò  di essere un mostro  eppure non provava dolore. Eccezion fatta ovviamente per la madre: non sapere se fosse viva o morta lo straziava. L’antro dei suoi ricordi più tristi era crollato divorato dalle fiamme che spesso lui amava paragonare alla sua disperazione,ma con quel luogo triste era crollata anche la sua unica luce che era la madre. Si ripromise che non avrebbe messo più piede in quel luogo e così si trasferì qui a Death City. Destatosi dal flusso dei pensieri si accorse di essere arrivato a destinazione. Guardò l’ora, era tardi.Ho già fatto tardi che senso ha correre a questo punto? Annuendo con se stesso prese a fare l’imponente scalinata non accennando a voler accelerare. L’ammonizione l’avrebbe ricevuta lo stesso per cui di sbrigarsi non se ne parlava. Arrivò in cima,attraversò l’imponente portone e dirigendosi verso la sua classe si apprestò a bussare. Due colpi sordi sul legno e subito la risposta. << Avanti >> disse una voce maschile. Soul aprì la porta:  << Scusi per il ritardo prof. Stein mi sono svegliato tardi. >>  Il professore si avvicinò fulmineo verso di lui e fermandosi a pochi centimetri dal suo viso esordì: << Soul sono cinque volte che hai fatto ritardo alla prossima verrai punito . >> Il ragazzo senza fare una piega si mise a sedere. << Non accadrà più mi scusi >> si limitò a dire.  Maka lo guardò pensierosa. << Mi spieghi perché continui a fare sempre ritardo? >> bisbigliò. << Come ho già detto al professore mi sono svegliato tardi.>> La ragazza non era soddisfatta della risposta che aveva ricevuto. Le sembrava quasi che le fosse stata propinata una scusa per farla smettere di parlare. Indispettita fece per controbattere ma notò di nuovo quello sguardo. Quello sguardo che odiava tanto. Pieno di preoccupazione,pensieri,malinconia e lei era estraniata da quel mondo. Gli occhi di Soul erano così spenti che i rubini brillanti incastonati nel suo viso si erano trasformati in gemme grezze e lei li aveva visti appassire senza potere fare nulla. Non le permetteva di guardare dentro e scoprire ciò che lo affliggeva. Si sentiva inutile, come se Soul non volesse condividere più niente con lei. Le mancavano i vecchi tempi quando ridevano e scherzavano, quando quegli occhi erano come due soli che brillavano impetuosi. Ma ora non più, il loro rapporto si era concretizzato in giornate dettate dal silenzio e dai litigi. Ma Maka non sapeva, non sapeva che Soul si era ridotto al silenzio per lei, perché la amava. Non poteva saperlo per cui non poteva comprendere. Si alzò di scatto e disse: << Professore potrei andare un momento in infermeria? >> Il professore rispose: << Certamente signorina Albarn se non si sente bene vada subito. >> Soul la guardò preoccupato,ma lei evitò il suo sguardo ed uscì dall’aula. Si sentiva male è vero, ma nel cuore. Qualcosa che non si può curare con i farmaci … Qualcosa che fa più male di ogni ferita. Si diresse sul terrazzo della Shibusen ad ammirare il paesaggio e a ritrovare la calma interiore. Guardava l’orizzonte perdendosi nella miriade di colori che si stagliavano sullo sfondo. Uno spettacolo mozzafiato, cosi diceva sempre a Soul. Già lui … Passava tanto tempo lì a guardare il paesaggio, ma i paesaggi migliori li aveva visti con la sua fedele buki. Quanto vorrei tornasse tutto come prima. Sospirò e si avviò verso l’aula tuttavia … << Maka? >>  << Si sono io, ma tu chi sei? >>  << Dobbiamo parlare Maka,è importante >>
 
 
QUESTA E’ L’INTRODUZIONE AL RACCONTO. SPERO VI SIA PIACIUTA. MOLTI SVILUPPI SARANNO IN PROGRAMMA SIA IN QUESTIONI DI CUORE ,SIA SULLA VISIONE. CHISSA’ PERCHE’ CONTINUA A SOGNARE QUEL LUOGO CHI LO SA XD. NON TEMETE ANDANDO AVANTI COMPARIRANNO TUTTI I PERSONAGGI E SCOPRIRETE MOLTE COSE. SE VI E’ PIACIUTA L’INTRO E VOLETE CONTINUARE A SEGUIRE LA STORIA SARO’ BEN LIETO DI INTRATTENERVI. SE VOLETE LASCIARE DEI COMMENTI  FA SEMPRE PIACERE LEGGERLI E SAPERE SE LA STORIA PIACE O MENO. I CAPITOLI SARANNO MOLTO PIU LUNGHI OVVIAMENTE QUESTA ERA SOLO UN INTRO PER ISPIRARVI ALLA CURIOSITA’. AD UN PROSSIMO AGGIORNAMENTO
Black_Sun
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Legami ***


Come al solito i pensieri sono scritti in grassetto :) buona lettura

La ragazza guardò la figura,ma non riuscì a capire chi fosse. Indossava un mantello piuttosto logoro e il suo volto era coperto da un cappuccio che non lasciava intravedere nessun particolare.  La voce è stata cambiata con un incantesimo, non riesco a capire se sia uomo o donna. Senza indugiare oltre Maka iniziò a parlare: << Dunque cosa desideri da me? >> chiese. La risposta fu inaspettata e penetrante come una lama che affonda nella carne. << Dimenticati di Soul  >> cosi disse. << Conosci Soul? Chi sei? >> domandò la ragazza sorpresa . La figura si apprestò a rispondere,ma improvvisamente si piegò in due gemendo.
<< M-Maledizione!Non adesso! >> gridò poggiando una mano sul marmo gelido. << Fai le sue volontà Maka! >>disse quasi senza fiato e in preda a un dolore lancinante. << Aspetta! Che significa? >> chiese la giovane. Non ebbe risposta. La figura scomparve davanti ai suoi occhi. Chi era quella persona? E che dovrebbe significare quello che mi ha detto? Fare le sue volontà … che Soul voglia che io lo dimentichi?  Si accorse di essersi assentata troppo dall’aula perciò si affrettò a rientrare. Aprì la porta della classe. << Va meglio signorina Albarn? >> chiese il professore. << Si la ringrazio prof. Stein >> rispose mettendosi a sedere. << Sicura che vada tutto bene Maka? >> domandò Soul . Al suono di quella voce la ragazza ebbe un brivido, ma non riuscì a capire che emozioni avesse provato. Si voltò verso di lui e incrociò il suo sguardo. Si perse dentro quegli occhi cosi profondi che pur essendo cambiati rispetto al passato, erano rimasti molto dolci. Voleva continuare a guardarli ancora e ancora. La tristezza celata dentro di lui era grande e lei si sentiva dannatamente infelice a quello “spettacolo”. I suoi  verdi smeraldi si fondevano con i rubini ormai spenti della sua buki creando un legame prezioso quanto le gemme che entrambi portavano in viso. Soul diventò lievemente rosso. << Che hai? >> chiese Maka sorpresa. << Nulla nulla, piuttosto tu stai bene? >> rispose ancora arrossato. << Si sto bene era solo un giramento di testa. >> Dopo quel  momento particolare la testa della ragazza venne investita di nuovo dalle parole della figura e passò tutta la lezione a pensarci. Al termine del corso tutti gli studenti lasciarono l’aula. Il ragazzo uscì dalla stanza seguito dalla sua maestra d’armi e subito una voce li raggiunse. << Yo ragazzi! Partitina a basket?Sono già tutti al campetto >> disse  Black*Star. << Io ci sto >> rispose l’albino. Almeno potrò divagarmi un po’ e il pensiero della visione non mi tormenterà. << Vengo anche io >> aggiunse Maka. << Perfetto allora si va! >> concluse il loro amico. Arrivati a destinazione trovarono ad aspettarli i compagni  Kid, Liz, Patty e Tsubaki. << Visto? Ve li ho portati! >> gridò il ragazzo dai capelli celesti. << Si sei grande >> risposero tutti all’unisono. Si formarono le squadre: Maka, Kid e Liz contro Soul,Tsubaki e Black*Star .Patty era intenta ad osservare una farfalla per cui non avrebbe preso parte al gioco. La partita cominciò e la superiorità della squadra di Star si notò vistosamente. Stranamente  il match fu equilibrato nonostante la bravura avversaria e pieno di  cambi di fronte. Tuttavia  il risultato fu scontato, ma tutti erano felici di aver passato del tempo insieme. Maka ,piuttosto stanca,si mise a riposare su una panca e guardò il paesaggio con sguardo perso. << Posso? >> chiese una voce molto gentile. Si voltò e vide Tsubaki che la guardava sorridendo. << Certo! Fai pure! >> rispose la ragazza ricambiando il sorriso. La Camelia si accomodò accanto alla giovane e le disse: << Ti vedo piuttosto turbata oggi. E’ successo qualcosa? >> Si vede cosi tanto che sono preoccupata?Maledizione non riesco a tenere a freno le emozioni a quanto pare. << Ma no! Sarà una tua impressione!Sono solo un po’ stanca per lo studio >>rispose Maka . << Anche se una rosa perde i suoi petali resta pur sempre una rosa. Sai  a cosa mi riferisco, sta tranquilla e non pensarci troppo. >> concluse Tsubaki in modo dolce. Anche se Soul ha perso parte della sua allegria e spensieratezza resta pur sempre Soul … Già,che stupida. Ero cosi attaccata al suo ricordo passato che ho finito per non accettarlo in tutto e per tutto. << Grazie Tsubaki sei un’amica. >> Il sole stava calando e i ragazzi si salutarono per poi avviarsi nelle loro abitazioni. Maka e Soul stavano percorrendo la strada del ritorno, ma un silenzio tombale aleggiava tra i due. Non si erano ancora chiariti e questo fatto influenzava pesantemente il loro parlare. Fu lui a fare il primo passo. << Scusami se stiamo camminando, ma nella fretta non ho preso la moto >> disse. << Tranquillo non c’è problema camminare fa bene! >> rispose Maka. << S-Senti so che ultimamente non abbiamo avuto un bel rapporto, ma io non ce la faccio più; voglio poter parlare con te senza questi silenzi. >> La ragazza fu sorpresa da quelle parole. << Hai ragione niente più silenzi >> sorrise. L’albino ricambiò il sorriso e finalmente percorsero il tragitto a cuor leggero. Arrivati la giovane cominciò a cucinare mentre la sua buki si ritirò nella sua camera alla ricerca di qualcosa.Mannaggia eppure fino a ieri era qui chissà dove l’ho messa. Il ragazzo cercò ovunque e finalmente dopo aver messo in disordine tutta la stanza trovò quello che cercava. Eccola qui la mia prima composizione eppure … Non è possibile! Iniziò a scrutarla con più attenzione e notò sempre più sorpreso che allo spartito si erano aggiunte delle note che prima non c’erano. Prese il tutto e si spostò al piano cominciando a suonare. Una dolce melodia si diffuse in tutta la casa donando una quiete quasi mistica. Soul sta suonando. Non la eseguiva da tanto. La sua prima composizione eh era proprio bravo fin da piccolo pensò Maka  mentre cucinava.  Al termine dell’esecuzione la ragazza salì su per dirgli che era pronta la cena. Bussò anche se la porta era aperta. << Avanti! >> fu la risposta del ragazzo. << E’  pronta la cena che fai scendi? >>  domandò. << Si andiamo! >>  I due scesero e si apprestarono a mangiare. Era tutto cosi melodico,chissà come mai ci sono quella parti nuove.Di certo non le ho aggiunte io. << Ehi Soul sei stato bravissimo! Hai aggiunto anche delle nuove parti! >> disse Maka. Il flusso di pensieri dell’albino fu interrotto. << Beh si mi andava di continuarla. Grazie per i complimenti >> sorrise. Ancora non posso dirle che non sono stato io ad aggiungere i pezzi. Prima indagherò poi lo dirò anche a lei. Si farò cosi. La cena si consumò tra risate e pettegolezzi. Era un’atmosfera calda ed accogliente che era quasi diventata sconosciuta in quella casa. Tuttavia oltre all’allegria c’erano anche le preoccupazioni dei nostri protagonisti. Decisero di coricarsi presto per essere in forze l’indomani. << Buonanotte Soul >>  << Buonanotte Maka>> L’oscurità divenne padrona  di Death City e i rumori agghiaccianti degni del nome della città si diffusero a macchia d’olio. I nostri ragazzi dormivano tranquilli … o quasi. <> disse Soul. << Ma Soul cosa dici! Siamo stati sempre insieme! Perché non vuoi più vedermi! Dimmelo! >> << Sono stufo di te voglio provare nuove emozioni non voglio essere più la tua buki! Addio >> ghignò il ragazzo. << No! Soul ! Soul ti prego ! >> << SOULLLLLLLLLLLLL >> Un urlò ruppe il silenzio nella casa. Il ragazzo si fiondò in camera di Maka. << Maka! Maka! Che succede??? >> La trovò in lacrime,con il batticuore e terrorizzata. << Un incubo un osceno incubo. E’ stato orribile >> disse la ragazza singhiozzando. << Ci sono io sta tranquilla >> il ragazzo la cinse a sé e la abbracciò dolcemente. La guardò negli occhi e le diede un dolce bacio sulla fronte. << Ora dormi Maka con me accanto a te nessun sogno malvagio potrà venire. >> << Si grazie, grazie davvero Soul >> la ragazza appoggiò il volto sul petto del ragazzo e abbracciato a lui, cullata dai batti del suo cuore, si addormentò tranquilla. Ti amo Maka, ma non riesco a dirtelo. Eppure vorrei tanto. Le palpebre si fecero pesanti  e l’albino scivolò in un sonno profondo. Di nuovo quel luogo. Stessa dinamica, stessi dettagli, stessa tomba. Ma questa volta qualcosa di diverso: una voce. << Ehi Soul hai visto le aggiunte fatte alla composizione? >> disse una voce. << Chi sei? Che vuoi? >> domandò il ragazzo << Souuul più il tuo cuore continuerà a comporre quello spartito più ricordi riacquisterai >> rispose la voce. << Il mio cuore? >> cercò di sapere di più. << A tempo debito lo saprai … Ci incontreremo molto presto oh si molto molto presto. >>
 
QUESTO E’ IL PRIMO CAPITOLO DELLA FF SPERO VI SIA PIACIUTOA CI HO LAVORATO CON IMPEGNO. SPERO CHE LASCERETE UN COMMENTO CHE SIA POSITIVO O NEGATIVO NON IMPORTA FANNO SEMPRE PIACERE PER CUI VI PREGO DI RECENSIRE SE VOLETE : ) DETTO CiO’ ABBIAMO DATO IL VIA ALLA CARETTERIZZAZIONE DEL PERSONAGGIO DI TSUBAKI NEL PROSSIMO CAPITOLO SARA’ UN ALTRO PERSONAGGIO AD USCIRE ALLO SCOPERTO MA NON VI DICO QUALE  :D. OHH QUESTA COMPOSIZIONE … CHE POSSA ESSERE LA CHIAVE DEL MISTERO? CHI LO SA EHEHE E LA FIGURA MISTERIOSA CHE HA DETTO QUELLE COSE A MAKA? CHI SARA’? CHE VORRA’?.  CONCLUDO SPERANDO  CHE VOGLIATE CONTINUARE A SEGUIRMI E CHE LA STORIA VI PIACCIA : ) AD UN PROSSIMO AGGIORNAMENTO.        Black_Sun

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