Io avrò cura di te

di NonSonoSoloParole
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .Mia. ***
Capitolo 2: *** Nessuno mi può giudicare nemmeno Harry Edward Styles ***
Capitolo 3: *** Senza nemmeno un Ciao ***
Capitolo 4: *** Eva non Eve ***
Capitolo 5: *** Bomboloni, Crema e proposte. ***
Capitolo 6: *** 43 giorni, 1032 ore svariati minuti e innumerevoli secondi ***
Capitolo 7: *** Party Hard. ***
Capitolo 8: *** Penso che l’amore sia facile come la chimica molecolare. ***
Capitolo 9: *** L'appuntamento ***
Capitolo 10: *** La ragazza di Harry ***
Capitolo 11: *** Ti aspetterò. ***
Capitolo 12: *** Pasta al pomodoro. ***
Capitolo 13: *** Le due stanghette. ***
Capitolo 14: *** Se fosse un noi? ***
Capitolo 15: *** Nostro figlio non si chiamerà Ernest ***
Capitolo 16: *** Voglio che sia felice. ***
Capitolo 17: *** Il parto. ***
Capitolo 18: *** Moments. ***
Capitolo 19: *** Il compleanno. ***
Capitolo 20: *** Cambia il tuo destino ***



Capitolo 1
*** .Mia. ***


Sono passati oramai 3 anni da quando l'ho visto. Da quando mi fece quella proposta che rifiutai. 
 
Lo amo ancora con ogni fibra del mio corpo, ma non posso tornare indietro. Lui ora ha la sua vita, io ho Mia adesso. 
 
Resto seduta in questa stanza dalle pallide pareti rosa, osservo mia figlia che dorme nel suo lettino pieno di pupazzi, è la cosa migliore che abbia mai fatto, non mi pento di una sola decisione che ho preso perché tutto quello che ho fatto mi ha portato lei.
 
La osservo meglio, quei riccioli ribelli che anche con decine di pinzette e codini non stanno mai al loro posto, quegli occhi cosi chiari che ti scrutano fin dentro l'anima. Quel sorriso che scoppia all'improvviso anche quando meno me lo aspetto. E' il mio piccolo capolavoro. E' Mia. 
Anche se ogni volta che la guardo, ogni giorno, ogni mese che passa vedo sempre di più la somiglianza con il padre e la scarsità di particolari uguali a me. Continuerò a negare l'esistenza di una parentela minima tra la mia Mia Daisy Rossi. E suo padre Harry Edward Styles. 
Scruto l'orizzonte che va schiarendosi, deve essere quasi l'alba e penso a lui, chissà se si è pentito. Penso di no, in 3 anni neanche una telefonata, da parte mia non ha avuto niente, non posso costringerlo a sentire il richiamo del sangue, deve essere lui a fare la prima mossa. 
Persa nei miei pensieri sento un lamento provenire dal lettino di mia figlia, mi giro e vedo i suoi occhi che mi scrutano, uguali a quelli del padre e mi fanno male. Non ci do peso, le faccio un sorriso lei allunga le piccole mani paffute in cerca di un abbraccio. Io la prendo in braccio stando ben attenta a prendere il pupazzo di Garfield il gatto, dal quale non si separa mai, e le sussurro.
"Andiamo Mia fai la nanna" e dondolandola lentamente intono la canzone che mi ha fatta innamorare. 
 
You know I'll be
Your life, your voice your reason to be

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Capitolo 2
*** Nessuno mi può giudicare nemmeno Harry Edward Styles ***



	5 Anni Prima.
 
"Non posso!"
"Certo che puoi!!"
"Ok, magari posso, ma non voglio" urlai a Lucy la mia migliore amica
"Smettila di fare la bambina. Puoi farlo, vuoi farlo e lo farai. Giuro su Dio che noi andremo a quello stupido concerto, useremo i pass per il backstage che mio padre ci ha procurato e mentre tu sbaverai dietro a Harry io..."
"Io non sbavo dietro a Harry, mi aumenta la salivazione!" 
Lucy mi guardò con aria di sufficienza e facendo finta di non sentirmi andò avanti
"Io mi occuperò di Niall, pensa se ti fa quell'effetto solo guardando le foto ti immagini dal vivo cosa farai? Magari sei talmente emozionata che svieni!!" 
Dicendo cosi la mia amica non mi aiutò affatto. L'unica reazione che ebbi fu bella di ficcare la mia testa a mo di struzzo sotto il cuscino urlando "Voglio moriree!"
Lucy mi si avvicinò e spostando il cuscino dalla faccia mi disse con un sorriso smagliante.
"Tesoro non ti preoccupare di certo non mordono. Ora vatti a preparare te 4 ore comincia il concerto, non vorrai arrivare vestita con il pigiama vero?!?"
Dentro di me pensai perché no, tanto se devo svenire tanto vale farlo in abiti comodi. Ma non le dissi niente onde evitare occhiatacce e seguii il suo consiglio, mi avviai al nel bagno della camera di Lucy, era piccolo ma accogliente con pesciolini disegnati sulle piastrelle e asciugamani appesi al muro di varie tonalità di marrone, mi avvicinai allo specchio pieno di lampadine ai bordi per illuminare meglio la faccia e comincia a truccarmi. 
Contornai con la matita nera, sopra e sotto gli occhi chiari, questa sera tendevano all'azzurro, segno che sarebbe stata una serata serena e senza pioggia, aggiunsi un po di fard sulle guance e un po di rossetto aranciato sulle labbra, ne troppo stravagante ne troppo anonima, ero perfetta.
La mia concezione di perfetto però era diversa da quella di Lucy che entrò in bagno senza neanche bussare con una spazzola in mano a mo di microfono cantando 
" Yes I like the way you smile with your eyes 
Other guys see you but don't realize that it's my, my loving " si interruppe a metà frase e mi guardò con aria interrogativa chiedendomi
"Stai forse andando in chiesa?!?!"
"Perchè, non vado bene cosi?, cioè devo ancora mettermi la maglietta con su scritto i nomi dei ragazzi con il pantacollant neri e le scarpe, cosa ho che non va?"
"Ragazza se non ti vesti un po appariscente non ti noterà mai!! ci saranno tantissime ragazze con noi, devi accentuare i tuoi punti forti!" mi disse guardando con fare allusivo il mio seno
"Io non accentuo un bel niente - replicai incrociando le braccia- se non gli vado bene pazienza, e se mi giudica non è la persona che pensavo fosse. Poi mica me lo devo sposare, lo devo solo conoscere, tra 2 settimane, o forse meno non si ricorderà neanche di me"
"Fai come vuoi - mi rispose lei - io mi metti il vestito nero, sbrigati che si parte"
Mi vestii e in meno di 5 minuti salimmo in macchina. Il padre di Lucy ci stava accompagnando al vicino stadio dove si sarebbe tenuto il concerto, e quel santo uomo si  sorbi le nostre urla mentre intonavamo Another World. Quando ci scese al luogo del concreto ci ricordò di tenere ben stretti i pass, senza i quali non saremmo andate da nessuna parte, di fare attenzione e di chiamarlo quando fossimo state in comodo di tornare a casa.
Lucy liquido il padre con vari "Si. Va bene. Certo. Ciao" e si precipitò all'entrata dove una volta mostrati i biglietti ci indicarono i nostri posti. Proprio sotto il palco. Proprio a un soffio dai 1D.

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Capitolo 3
*** Senza nemmeno un Ciao ***


Il concerto fu fantastico. Ci trovavamo proprio sotto il palco, allungando una mano sarei riuscita a toccare Liam, che sembrò cantare guardandomi dritto negli occhi, un pezzo dei WMYB. Forse però era solo frutto della mia fervida immaginazione. Per mia sfortuna Harry rimase sempre lontano dalla "mia" parte di palco, ma non mi disperai, lo avrei rivisto da li a poco e la cosa mi spaventava a morte.
Dopo che tutte le fan, o quasi, furono uscite, dentro l'arena rimasero solo quelle 15 fortunate ragazze, tra le quali io e Lucy, che erano riuscite a trovare i pass. Un omone grande vestito in modo elegante con un auricolare all'orecchio destro e la faccia di uno che si voleva trovare in tutti i posti del mondo tranne che in quello senza pochi preamboli ci disse
"Io sono Phil, vi accompagnerò dai ragazzi, mi raccomando rimante tutte vicine e non cercate di intrufolarvi da nessuna parte, sono stanco e voglio andare a casa." la sua voce risuonava bassa e autoritaria, non mi passò neanche per l'anticamera del cervello di disobbedirgli, anzi come una bambina strinzi la mano di Lucy, lei ricambiò la stretta  e mi fissò con quei suoi grandi occhi nocciola sbavati dal trucco. Nel suo sguardo leggevo emozione, paura ed eccitazione ma soprattutto una domanda
"Ci credi che siamo arrivati sin qui?? le sorrisi di rimando pensando "No. non ci avrei ma creduto!".
Phil ci accompagnò fino ad una porta chiusa, tirò fuori dalla tasca un mazzo di chiavi, ne scelse accuratamente una, la infilò  nella toppa, girò 2 volte verso destra e di colpo essa si aprì. Mi aspettavo di vedere i ragazzi ma davanti a me si parò un lungo e stretto corridoio dalle pareti giallo chiaro, lo percorsi sempre tenendo per mano Lucy, ad ogni passo l'ansia cresceva a metà pensai di mettermi a correre per arrivare prima, non ce la facevo più ad aspettare. Alla fine rimasi nella fila ordinata di ragazze e in meno di 5 minuti un altra porta si trovava davanti a noi.
 Questa volta Phil non tirò fuori nessun mazzo di chiavi solo posò la mano sulla maniglia e con un gran sospiro tirò. Questa era la porta giusta, questa mi divideva dai 1D.
La stanza era ben illuminata con dei divanetti di pelle nera e delle poltrone, nell'angolo più a destra si trovava un flipper e invece subito sulla sinistra della porta c'era un bancone con del cibo e delle bevande, ma la cosa più bella era nel centro della stanza, erano i 5 ragazzi che con facce sorridenti ci salutarono.
Un secondo dopo fu il delirio le mie compagne di avventura di scaraventarono contro i ragazzi.
Tre ragazze, tra le quali Lucy, si fiondarono su Niall che arrossi di colpo e con fare imbarazzato si sistemò il cappellino verde che aveva in testa. Altre tre andarono da Louis che le accolse con un gran sorriso, lo stesso numero di ragazze corse verso Zayn che le guardò con faccia alquanto annoiata. Le restanti giovani si avventarono su Harry che si sistemò i capelli e sfoderò il suo migliore sorriso, le ragazze circondarono letteralmente il mio idolo chiedendo abbracci, autografi e foto, tutte nello stesso momento tutte con la stessa intensità. Per quanto mi riguarda i miei piedi rimasero incollati al pavimento, la mia testa diceva
"Muovetevi stupidi andate!" ma essi rimasero fermi, mente i miei occhi da lontano osservavano il ragazzo riccioluto scherzare con delle sconosciute che anzi che con me, ma non mi sentivo troppo gelosa, anche vederlo da lontano mi bastava.
Mentre ero concentrata ad analizzare e memorizzare tutti i dettagli di Harry una voce profonda e veloce mi riportò alla realtà facendomi sussultare, disse semplicemente “Ciao!”. Mi girai lentamente sapendo già a chi appartenesse quella voce, ma con la paura che voltandomi troppo velocemente il ragazzo sarebbe sparito. Alla mia sinistra c’era Liam, che mi sorrise e aggiunse “Come stai?” io lo guardai inebetita, non riuscivo a credere che ce l’avesse proprio con me che si riferisse proprio a me. Attese una risposta che non arrivò, allora abbassò la testa e guardandosi i piedi aggiunse “Scusami se ti ho spaventata, solo che ti ho vista qui tutta sola e ho pensato, Ehi guarda che bella ragazza non posso farmela sfuggire!” concluse la frase e alzò gli occhi, il suo sguardo mi fulminò. Erano gli occhi di un bambino beccato con le mani nella marmellata, erano degli occhi nocciola nei quali sarei sprofondata, allora mi concentrai, dissi a me stessa “rispondigli, rispondigli o giuro che … non so cosa ti farò ma sarà poco piacevole” allora la mia bocca si aprì e dissi
“Oddio sei Liam!” lui mi rivolse un sorriso e disse
“Si Liam, tu invece sei?!?”
“Eva, mi chiamo Eva. Complimenti sei stato bravissimo stasera!”
“Grazie. Posso ancora migliorare!”  restammo in silenzio a guardarci poi aggiunse “Non sei come tutte le ragazze, sei diversa. Mi piace”
“Diversa in che senso?!?”
“Tutte si sono messe a correre e hanno urlato, come dodicenni invece tu ti sei comportata meglio, sembri più matura, quanti ani hai?!”
“Ho 17 anni “ dissi piena di orgoglio.
“Io 18”
“Lo so” gli dissi fissandolo
“Hai dei bellissimi occhi, lo sai ?!?” io arrossi abbassando lo sguardo “mi piacerebbe rivederti, mi dai il tuo numero?”.  Volevo con tutta me stessa dire quei numeri in sequenza che avrebbero riportato quella sotto specie di essere umano dolcissimo da me ma non feci in tempo, una mano possente mi trascinò via da Liam, era Phil che disse
“E’ 10 minuti che ti chiamo è ora di andare” brontolai un mah io, ma l’omone non volle sentire ragioni, mi portò via da Liam senza nemmeno un “Ciao”.

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Capitolo 4
*** Eva non Eve ***


La porta dei ragazzi si richiuse velocemente dietro Phil che continuava a tenermi per un braccio.
“Mi fai male, lasciami, ho capito, lasciami” dissi. L’uomo con un grugnito mi lascio con poca delicatezza e si guadagnò un occhiataccia mia e una lamentela da parte di Lucy
“Le sembra di essersi comportato bene?? Non l’aveva sentita che problema c’è, bastava avere solo un po di pazienza!!” Phil fece finta di non sentirci, ripercorremmo il corridoio della andata ma stavolta ci fece uscire da un'altra porta che ci portò direttamente all’ingresso e ci liquidò con un “Adesso tornate  a casa”
Le ragazze non lo calcolarono neanche mentre si allontanava tutte affaccendate a raccontare alle amiche di come Harry l’aveva guardata o di come Louis l’aveva abbracciata. Sicuramente era amore e le avrebbero ricontattate al più presto. Io dal canto mio ascoltavo Lucy che farneticava su Niall e di quanto fosse bello, quanto fosse biondo, quanto i suoi occhi fossero azzurri e quanto fosse Irlandese a questo punto la fermai
“Cosa centra che è Irlandese scusa?!?!”
“Non lo so, ma sono sicura che questo aumenta il suo fascino!”
Risi “Se lo dici tu!”
“Non puoi capire, come è andata con Harry ci hai parlato?”
“No, i miei piedi non si volevano muovere, ma in compenso Liam si è avvicinato a me mi ha fatto capire che mi trova carina e mi ha chiesto il numero…” a quel punto Lucy lanciò un urlo disumano e tutti si girarono a guardarci io mi feci piccola piccola per evitare di essere vista. La mia amica allora aggiunse
“E tu che hai fatto?!?! Spero tu gle lo abbia dato!”
“In verità no, Phil” dissi il nome dell’uomo con odio “mi ha preso di peso e trascinato fuori dalla porta prima che potessi aggiungere niente. Dannato Phil!” Gli occhi della mia amica passarono da speranzosi a tristi in meno di mezzo secondo poi aggiunse
“Sarebbe stato troppo bello per essere vero, le cose cosi non accadono a ragazze come noi vero??”
“Vero” aggiunsi, “ora vado in bagno è una vita che la tengo” dissi alla mia amica, lei fece di si con il capo dicendomi che sarebbe uscita a cercare il padre.
Il bagno era dall’altra parte dell’ingresso e aperta la porta  l’odore di candeggina e pipi stantia mi invase, trattenni il fiato, controllai che non ci fosse nessuno appoggia la borsa di pelle nera al lavello e corsi al primo wc aperto. Appena finito uscii di corsa, amavo quel posto che mi aveva dato tante emozione sui 1D ma decisamente odiavo quel bagno!
Uscita dalla porta d’ingresso trovai la macchina del padre di Lucy, aprii la portiera e trovai la mia amica  intenta a raccontare a suo papà, che aveva gli occhi assonnati, ogni minimo dettaglio della serata e di quanto Niall fosse tremendamente adorabile. Mi accomodai sui sedili posteriori dove mi concessi il primo momento di pausa dopo una serata piena di emozioni.
“Sei pronta, possiamo andare?”  mi chiese il padre di Lucy
“Si, andiamo a casa”
“Dormi da noi o ti portiamo a casa?”
“Aspetta guardo se ho le chiavi, semmai se mi portate a casa mi fate un favore” feci scivolare la mia mano lungo il fianco destro istintivamente alla ricerca della cerniera della borsa ma al suo posto trovai … niente! Avevo dimenticato la borsa con il telefonino, il portafogli e ogni oggetto personale in quel puzzolente bagno.
“Oh merda – dissi subito – ho lasciato la borsa in bagno!”
“Vai a prenderla prima che te la rubino o la scambino per una bomba!” disse Lucy “Ti aspettiamo qui”.
Maledetta a me e alla mia testaccia. Come diceva mia nonna “Chi non ha testa ha gambe” peccato che io non ho nessuna delle due, sono una smemorata pigrissima. Comunque tornai indietro, attraversai l’ingresso con i soffitti alti, che oramai potevo percorrere a occhi chiusi, aprii la porta e l’odore, se possibile peggiore di prima, mi invase. Controllai subito sul lavello e lì, dove l’avevo lasciata trovai la borsa.
“Grazie signore” dissi ad alta voce. In quel momento sentì tirare uno sciacquone la porta del bagno dove ero stata poco prima si apri ne uscì una persona. Era a petto nudo con indosso pantaloni della tuta e un paio di scarpe decisamente grandi, sfoderava un sorriso che rivelò 2 fossette sulle guance, degli occhi smeraldo che mi scrutarono divertiti e infine un cappello di lana che teneva fermi i suoi riccioli. Mi trovavo in bagno con un Harry Styles mezzo nudo. Istintivamente la mascella mi cadde, poi cercando di riprendere controllo di me stessa mi imposi di distogliere lo sguardo da quegli addominali e puntare gli occhi dove di solito li punto … per terra guardando i miei piedi.
“So che molte ragazze vorrebbero finire in bagno con me, ma invocare il signore mi sembra esagerato!” disse lui, con voce profonda e lenta, sempre sorridendo
“No, non era per te, avevo dimenticato la borsa qui e pensavo di averla persa” mi giustificai e afferrai il piccolo rettangolo di pelle nera, lo misi a tracolla, tenendolo bello stretto.
“Ah, quindi non sei interessata a me. Lo immaginavo. Ti ho vista parlottare imbarazzata con Liam poco fa.” Disse avvicinandosi al lavandino per lavarsi le mani. A quel punto alzai gli occhi e fissandolo dissi
“Si, cioè no. Sei un bellissimo ragazzo. Prima volevo parlarti ma eri circondato, come avrei potuto attirare la tua attenzione? Una di quelle ragazze aveva un vestito cortissimo con una scollatura che faceva vedere anche l’anima, di certo non mi avresti notata”
“ Invece ti ho notato. E a me quel vestito non piaceva poi così tanto. Anzi mi piace di più la tua maglietta!” disse indicando con una mano insaponata il mio vestiario.
“Anche a me piace le tua” dissi alludendo al fatto che era senza. Ma me ne pentì all’istante, avvampai e scostai lo guardo. Harry esplose in una risata inaspettata
“E’ vero, piace a molte. Sei simpatica come ti chiami?!?”
“Mi chiamo Eva.”
“Eve?!?” pronunciò il nome all’inglese
“No Eva! Sono Italiana, i miei ci tenevano che io avessi un nome Italiano”
“Wow esotico” disse alzando un sopracciglio, se io avessi fatto una cosa del genere sarei sembrata un cavallo al quale era entrato un moscerino in un occhio ma su di lui quell’espressione sembrò dannatamente sexy.
“Mi dispiace Eva, mi piacerebbe stare a parlare con te ma questo bagno puzza e io devo andare. Spero di rincontrarti presto” Mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia prima di staccarsi aggiunse al mio orecchio “Magari potresti insegnarmi la tua lingua”  a quel punto si allontanò e dandomi le spalle disse
“Ciao Eve”
Rimasi ferma per un secondo e quando si richiuse la porta, cominciai a muovermi a ritmo di una musica che potevo sentire solo io. Harry mi aveva detto che ero carina. Harry era a petto nudo in questo bagno. Non riuscivo a stare ferma dalla gioia. E pensare che poco prima avevo odiato questa stanza, come avevo potuto odiare una cosa tanto perfetta? E se puzza chi se ne frega! era perfetta comunque. Solo dopo un paio di minuti mi fermai e con la coda dell’occhio vidi che la porta era aperta e una sconcertata Lucy mi guardava. Le sorrisi senza darle spiegazioni ero troppo emozionata. Uscimmo insieme, io saltellando come una bambina, lei trascinando i piedi. Io con negli occhi ancora la faccia di Harry i suoi invece erano impastati dal sonno. Io con un incontro clandestino da raccontare, lei con nessuna voglia di ascoltarlo, avrei aspettato domani per dirglielo. Per questa notte il mio incontro con Harry sarebbe stato un segreto.  A cui pensare e ripensare prima di andare a dormire.

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Capitolo 5
*** Bomboloni, Crema e proposte. ***


Non so neanche come tornai a casa, a metà del tragitto sprofondai in un sonno profondissimo. So solo che la mattina seguente mi ritrovai ancora tutta vestita nel letto accanto a Lucy che aveva tutta la matita sbaffata, la bocca aperta e la saliva nel cuscino.
Mi faceva una tenerezza infinita,  decisi di lasciarla dormire, ancora per un altro po’.  Facendo meno rumore possibile apri il suo armadio e presi la prima maglietta che mi capitò sotto tiro era un maglioncino azzurrino leggermente scollato a V, che effettivamente mi stava bene. Andai in bagno dove mi diedi una rinfrescata e una truccata veloce. 
Avevo deciso di uscire di casa, andare nella prima pasticceria aperta e comperare delle brioches alla crema, le preferite di Lucy, cosi davanti a una tazza di caffè fumante le avrei raccontato la fiaba di un baldo giovanotto mezzo nudo che con fare sexy si lavava le mani e che riusciva a flirtare anche in un bagno puzzolente e sporco. 
Mi misi il cappotto e un cappello di lana e usci di casa, risucchiata dal freddo e dal traffico di Londra.
La pasticceria era a poca distanza da casa della mia amica ma, come avevo immaginato, era pienissima. Aspettai pazientemente il mio turno guardandomi intorno. Era un locale grazioso composto da 2 stanze, quella dove mi trovavo io era di una tonalità di lilla chiaro, con dei fiori bianchi alle pareti e degli angioletti grassocci di metallo sulle mensole, mi feci trasportare dalla musica della radio e intanto battevo il piede a ritmo quella musica che non conoscevo. 
Quando il mio turno arrivò una ragazza dai profondi occhi neri e un sorriso un po tirato mi disse
“Ciao dimmi, cosa ti posso dare?”
“Vorrei 2 brioches alla crema, 2 alla marmellata e anche 2 bomboloni al cioccolato” La ragazza mi guardò come dire “riuscirai a mangiare tutta quella roba?”  e mi chiese
“Mangi qui?!?”
“No,No porto via grazie” mentre si allontanava a prendere le paste che avevo chiesto mi sentì un po’ indispettita , anche se avessi voluto mangiarle tutte che problema c’è? La ragazza di nome Nancy (cosi c’era scritto nel cartellino) tornò e mi diede un sacchetto con tutto ciò che avevo ordinato, effettivamente era bello grosso, pagai. 
Mi stavo avviando all’uscita con il portafoglio in una mano, il resto nell’altra e il sacchetto di brioches ben stretto fra di denti, non guardavo dove stavo andando intenta a riporre le monetine nell’apposito borsello e andai a sbattere contro qualcosa, anzi contro qualcuno.
“Eva?!?” una voce profonda e sorpresa pronunciò il mio nome, d’istinto alzai lo sguardo e lo vidi
“Sei venuta a fare colazione?!?” mi guardò con fare interrogativo, io mi accorsi di avere ancora il sacchetto in bocca come un cane, allora decisi di toglierlo e nasconderlo dietro la schiena. Lui tossicchiò, nel vedere il mio comportamento, cercando di nascondere una ristata.
“No, sono venuta a prendere delle paste, sono a dormire a un amica e ho deciso che volevo svegliarla con qualcosa di dolce!”
“Mh sembra un bel programma. Io sono qui con i ragazzi. Di solito il giorno dopo i concerti siamo talmente stanchi che dormiamo fino a pomeriggio inoltrato ma stamani tutti eravamo svegli e abbiamo pensato di venire a mangiare qualche pasta e pensa te che fortuna, incontro proprio te!” disse sorridendo
“Massimo qui quella fortunata sono io, pensavo che non vi avrei mai visto e nel giro di 2 giorni mi ritrovo a parlare con te 2 volte!”
“Se lo dici tu … ma io continuo a pensare di essere io quello fortunato” mi puntò i suoi occhi nocciola addosso e io non riuscì a respirare. 
Cosa voleva quel ragazzo da me, era sicuramente attraente poteva avere tutte quelle che voleva, perché me?!? Mi gingillai un po sui piedi poi aggiunsi
“Io devo andare Liam, non ho avvertito nessuno e ho paura che siano preoccupati”
“Va bene Eva, sono molto contento di averti rivisto… ieri siamo stati interrotti a metà di una proposta … ti prego non farmelo ripetere mi vergogno molto …” lo guardai con fare interrogativo e allora lui aggiunse “Sei proprio sadica ragazza! Vorrei avere il tuo numero cosi sarò sicuro di poterti rivedere e non dovrò andare in tutte le pasticcieri di Londra sperando di rincontrarti…”
“Suvvia Liam con un po’ più di tatto!” una voce da dietro il ragazzo lo ammonì. “Pensavamo ti fossi perso tra i bomboloni e invece ti trovo in buona compagnia. Ciao Eve!” Harry mi salutò e la mia testa si fece leggera in un attimo.
“Ciao Harry” fu’ l’unica cosa che dissi
“Aspetta voi vi conoscete?” chiese Liam sorpreso
“Si, ieri sera io e la bella Eve abbiamo avuto un incontro ravvicinato in bagno” aggiunse il riccioluto con aria divertita vedendo la faccia dell’amico. “Comunque Liam è proprio un maleducato, ti vuole tutta per se. Senti noi prossimamente faremo una festa, saresti la ben venuta, ti va?”
Rimasi un secondo scioccata Harry stava proprio chiedendo a me di andare ad una sua festa? La risposta non tardò ad arrivare e probabilmente la urlai perché tutti e due si spaventarono e sghignazzarono.
“Si” dissi “va bene, posso portare qualcuno?!?”
“Certo” aggiunse Harry “porta chi vuoi, un amica, il gatto, il tuo ragazzo …”
“Non ce l’ho il ragazzo”
“Bene, anzi meglio in realtà!” lo guardai con aria sospettosa ma lui fece finta di non farci caso. “allora il tuo numero per aggiornarti sul luogo e l’ora?”
Io ed  Harry ci scambiammo i rispettivi mentre Liam stava zitto con la faccia di uno al quale hanno appena dato uno schiaffo dietro le spalle dell’amico. Li salutai con la mano e uscii dall’accogliente pasticceria per essere inghiottita dalla grigia Londra, aveva cominciato a piovere, non lo presi come un segno premonitore ero troppo felice per pensare alla sfiga.  
Nel tragitto verso casa pensai che fosse impossibile che tutto ciò stesse accadendo proprio a me, il mondo sicuramente stava per finire, ma fino a che durava, per me andava bene cosi.
Arrivata all’abitazione della mia amica la trovai come l’avevo lasciata, in ordine e silenziosa. Andai in camera di Lucy piano piano senza fare rumore, aprii la porta che scricchiolò leggermente, presi la rincorsa e saltai sul letto urlando
“Svegliati e sorgi piccola stellina, ho delle novità. Bellissime novità. Anzi che dico grandiose novità!”
Lucy aprì gli occhi spaventati poi si girò su un lato bofonchiando un “Ah sei tu”
“Si sono io e tu devi svegliarti”
“Cos’è successo di cosi emozionante?”
“Ti darò solo un informazione centrano gli One Direction. Non ti dirò altro fino a che non ti sarai alzata!”
Sapevo che nominando la band si sarebbe destata in un attimo, infatti fu cosi. Si alzò di scatto dicendo “Sono pronta, sono pronta. Dimmi tutto”
Andammo in cucina, mettemmo su il caffè e intanto aprimmo il sacchetto.
“Sei andata a prendere dei dolci per me?. Aww come sei carina!”
“E non immagini neanche quanto sono contenta di esserteli andata a prendere. La miglior decisione della mia vita!” mi guardò con aria interrogativa.
“Ok non ce la faccio più ad aspettare” le raccontai per filo e per segno gli avvenimenti dalla sera precedente fino alla colazione. Di come Harry si fosse avvicinato a me chiedendomi di insegnarli la “lingua” Italiana. 
A quella fase del racconto Lucy sputò tutto il caffè che aveva in bocca con gli occhi sgranati, ma non le diedi tempo di dire niente, continuai con il mio discorso. Passai alla mattina, alla pasticceria e a Nancy che non si faceva gli affari tuoi. Lucy bofonchiò un “Maledetta Nancy” addentando la seconda brioches alla crema. 
Sembrava godersi il racconto, come il pubblico si gode un bel film. Arrivata alla parte dove Liam mi sorprendeva con il sacchetto in bocca mi venne da sorridere e raccontai tutto il resto della storia di un fiato. Lucy era completamente assorta quasi stessi raccontando un sogno.
Alla fine aggiunse un semplice
“Questo non è possibile!”
“E invece è successo, il mondo non è bellissimo?!? Anzi guarda” estrassi il telefonino dalla tasca scorsi la rubrica fino alle H cercando il nome di Harry gli porsi il mio piccolo samsung e le feci vedere il numero con tanto di foto.
“Mi stai prendendo in giro?!? Disse bevendo un sorso di caffè e addentando l’ultimo boccone di brioches
“Mai e poi mai. Pensavo di portare mia cugina Emily alla festa ... Sai anche lei è un amante dei 1D” abbassai lo sguardo e la guardai di sottecchi. Sentendo questa frase le spalle le si abbassarono, la mascella le cadde e gli occhi che prima erano emozionati diventarono e spenti, l’avevo colpita in un punto sensibile. 
Mi piaceva punzecchiarla e lei non si era ancora abituata al mio fare stravagante. Calò un silenzio gelido allora decisi di smetterla di scherzare. Le avrei rivelato la verità. 
“Lucy, sto scherzando. Non andrei con nessun’altro a questa festa se non con te!!”
Si rianimò di colpo e mi disse
“Che Dio ti maledica Eva Rossi!! Ci avevo creduto! Ti ho gia detto che devi fare l’attrice da grande? Ti riuscirebbe benissimo!” i suoi occhi tornarono a splendere. Era fin troppo facile ingannarla, era come una bambina. “allora, cosa hai intenzione di metterti per la festa??”
Sgranai “Sinceramente non chi ho ancora pensato, tra il dire e il fare, mia cara, c’è di mezzo il mare. Magari Harry si dimenticherà e non ci inviterà.”
“O forse ti chiamerà domani mattina, ti invierà una limousine ed un vestito costosissimo e passerete una bellissima serata in un localino romantico.” Aveva gli occhi a cuoricino, che incredibile romantica!
“Forse. Ma probabilmente non andrà cosi!” addentai la mia brioches alla marmellata accorgendomi di non avere per nulla fame e la posai immediatamente.
“La mangi questa?” chiese Lucy avara
“No, serviti pure” mi ritrovai a chiedermi quale fosse la pasta preferita di Harry. Poi però quasi improvvisamente il volto di questo ragazzo svanì, anzi si trasformò, anche lo sfondo variò. Non eravamo più nella pasticceria vicino a casa di Lucy eravamo a quella proprio accanto a casa mi mia nonna, il ragazzo che aveva preso il posto di Harry mi guardava dolcemente, vestito di tutto punto con un mazzo di fiori in mano.
“Speravo di incontrarti qui. E’ una vita che giro le pasticcerie di Londra. Te l’avevo detto che quello fortunato sono io.” Liam mi sorrise, con uno di quei suoi sorrisi dolcissimi. Mi ritrovai a sorridere anche nella realtà. 
Mi ripresi appena in tempo, Lucy non mi vide impegnata com’era a finire la mia brioches.

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Capitolo 6
*** 43 giorni, 1032 ore svariati minuti e innumerevoli secondi ***


Passarono 1 mese e mezzo. 6 settimane. 42 giorni. E di Harry nessuna notizia. Cioè io sapevo tutto di lui, su internet e su Twitter avevo tutte le informazioni che volevo,  ma lui non si era fatto vivo per la festa e neanche per la fuga romantica in limousine che Lucy aveva immaginato. Ho vissuto quel mese con il telefono incollato, non volevo correre il rischio che chiamasse e io non sentendo la suoneria non sarei andata alla festa. Non me lo sarei mai perdonato.
La prima settimana Lucy mi faceva coraggio dicendomi che sicuramente il giorno dopo mi avrebbe chiamata, ma piano piano le speranze si affievolirono. Harry Styles si era dimenticato di me, non potevo fargliene una colpa. C’è gente che dimentica portafogli, ombrelli, cappelli sui banconi del bar, lui si era semplicemente dimenticato di me. Il pomeriggio del 43esimo giorno mi trovavo con Lucy in giro per Londra. Cominciavano i saldi e non potevo farmi scappare l’occasione di comperare un vestito che avevo visto da H&M.
“Allora Eva. Come va la vita?”
“Bene ?” le chiesi con fare interrogativo
“Non essere cosi sorpresa. Voglio solo informarmi sul tuo stato di salute fisica …. Mentale” aggiunse l’ultima parola sotto voce sperando che non la sentissi
“Se ti riferisci alla storia dell’invito alla festa sto bene, non era una cosa seria. Te l’avevo detto di non farti troppi castelli in aria!”
“Io quando dico una cosa è quella. Mi sembra strano che Harry sia uno che non mantiene la parola”
“Se è per quello anche Liam aveva insistito ad avere il mio numero e non mi sembra di averlo sentito in questo mese…”
“Cosa centra Liam adesso?”
“Niente… così, solo che mi è venuto in mente…”
“Eva guardami negli occhi. Ti piace Liam?”
“Cosa?! Cosa te lo fa pensare?” Lucy mi puntò i suoi occhi nocciola addosso e tentò di guardare nel profondo i  miei di una tonalità di azzurro scuro. Impenetrabili.
“Non mi hai risposto.”
“No, non penso che mi piaccia Liam”
“Tu menti.” Esordì lei con voce aspra. Mi irrigidì per un momento, cosa vedeva nei miei occhi che le facevano pensare questa cosa?
“Sicura?!” dissi alzando un sopracciglio
“No” disse lei infine stremata, abbassando gli occhi e facendo un gran sospiro. Come se avesse combattuto una battaglia più grande di lei. Dopo una pausa chiesi
“Ci sarebbe qualcosa di male se mi piacesse Liam?”
“No, assolutamente no. Ma eri tutta presa da Harry che gli altri non li vedevi proprio”
“Sono ancora presa da Harry ma lo sai come è fatto, è un farfallone, il mio è un amore platonico. Lui non si metterebbe mai con una come me” appena pronunciai quella frase mi venne in mente cosa mi aveva detto nel bagno la sera del concerto
 “Invece ti ho notato. E a me quel vestito non piaceva poi così tanto. Anzi mi piace di più la tua maglietta!” 
Possibile? No decisamente era solo uno a qui piace fare lusinghe.
“Invece Liam è diverso?” mi chiese Lucy
“Beh Liam è l’essere più dolce che abbia mai visto. Ha quel sorriso, quegli occh,i quella voglia sul collo e come un pupazzo adorabile”
“Capisco” esordi Lucy
“Beata te perché io non ci ho capito niente!”
Lasciammo cadere il discorso ed entrammo nel negozio, affollato come al solito e in 30 minuti riuscimmo a prendere dei vestiti. Lucy uno rosa attillato e corto, con la scollatura a cuore una fascia nera in vita io invece ne presi uno blu tagliato sotto il seno da una fascia bianca lungo fino alle ginocchia, a sentire Lucy mi faceva “Due bocce enormi!” uscite da H&M andammo a fare merenda in un vicino negozio di gelati.
Passammo il pomeriggio ridendo e scherzando, spettegolando su chi aveva fatto cosa e su chi invece non aveva concluso niente. Diedi un occhiata fuori dalla vetrina, e mi accorsi che oramai era buio, tirai fuori il telefono. Le 18.30 era ora di tornare a casa. Il mio occhio venne catturato da un simbolo in alto a destra sullo schermo. Qualcuno mi aveva chiamato, probabilmente era mia madre che si stava disperando,  sicuramente aveva già chiamato scotland yard perché la figlia non dava sue notizie da quella mattina. Poco male tra poco sarei arrivata a casa e le avrei spiegato tutto. Riposi il telefono in tasca salutai Lucy con un veloce bacio sulla guancia e uscii dal negozio, pronta per affrontare il grande capo.
 
Arrivata a casa urlai
“Sono arrivata!”
“Ti  sembra questa l’ora di arrivare!” urlò mia madre dalla cucina “è tutto il giorno che non mi chiami! Ero preoccupata!"
“Mamma ero con Lucy a prendere dei vestiti! Ora sono a casa l’importante è questo!”
“Non la farai sempre franca signorina!!”
“Ti voglio bene mamma!” dissi per arruffianarmela
“Mh certo solo quando ti fa comodo!”
Salì in camera buttai la borsa e il vestito nuovo sul letto,. Il telefono nella tasca squillò. Un messaggino. Era Lucy mi chiedeva

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-Ei Eva, tutto bene, sei rinchiusa a vita?
Baci Lu
 
-tutto bene, me la sono cavata. Ci sentiamo più tardi su FB

Eva
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Mi gettai anche il sul letto e chiusi gli occhi. Un lampo mi attraverso le palpebre chiuse, nello schermo del mio telefono c’era l’icona di una chiamata persa. Presi il mio samsung per cancellare la chiamata di mia madre, ma di colpo mi fermai. La stanza girò all’impazzata. Mi aggrappai al letto pensando di cadere, non era la mia adorata ma petulante mamma ad avermi chiamato. Era un dio greco dagli occhi verde smeraldo e i riccioli. Era Harry Styles. Controllai l’ora. Erano le 19.00 mi aveva chiamata più di 5 ore fa, quando ero dentro ad H&M in mezzo ai vestiti e alla bolgia non avevo sentito le tenui note di “More than this”. Maledetta a me. E maledetto a lui. Con tutto il tempo per chiamarmi proprio oggi! Proprio in quel momento?.
Non riuscivo a stare ferma, mi alzai dal letto e percorsi la mia stanza a grandi passi emettendo strani risolini. Harry Styles mi aveva chiamata. Cosa dovevo fare? Richiamarlo? No, sarei sembrata una stalker. Aspettare che mi richiamasse lui? E se non lo avesse fatto? Dovevo contattare Lucy in 2 si pensa meglio. Stavo componendo il numero quando mi arrivò un messaggio. Lo lessi e il mio cuore si fermò. Diceva cosi

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Ciao Eve! Dovevo immaginare che sei una ragazza impegnata. Ti ho chiamato ma non mi rispondi. Per la festa, si dovrebbe tenere tra 2 settimane, a casa mia e di Lou. Sei dei nostri?!
 Xoxo Harry
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Comincia una sfrenata danza nella mia stanza. Saltavo su e giù dal letto cantando “No time for losers ‘cause we are the champions!” non so per quale motivo poi, non che avessi vinto una medaglia. Dal piano di sotto mia madre urlò
“Eva! Smettila di fare tutto questo casino e vieni a mangiare!”
“Non ho fame mamma!” come potevo, come potevo mangiare sapendo che di li a 2 settimane avrei rivisto Harry?.  Decisi di rispondergli con una frase decisa e concisa.
 
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Certo che sarò dei vostri mi piacerebbe molto!
Con amore Eva.
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Appena inviato il messaggio mi pentì, “Con amore” come mi era venuto in mente, non eravamo fidanzati, neanche amici, eravamo conoscenti, cioè io conoscevo tutto di lui. Quel ragazzo di me sapeva solo che mi chiamavo e Eva e comunque si ostinava a chiamarmi Eve. Il danno però era fatto, Harry non si degnò neanche di rispondermi, e io chiamai subito Lucy.
“Che c’è Eva sto mangiando!”
“Preparati stella, che si parte!!”
“Dove andiamo di grazia?”
“Siamo state invitate ad una festa con i one direction”
Sentì soltanto un urlo che mi assordò e il rumore di un telefono che cadeva. La conversazione si interruppe, e pensai. Complimenti Lucy, tu come me hai aspettato 43 giorni, 1032 ore, svariati minuti e innumerevoli secondi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta, rivedremo gli 1D.
Rivedrò Harry fu il mio pensiero, il secondo fu, rivedrò Liam.

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Capitolo 7
*** Party Hard. ***


Furono le 2 settimane più lente della mia vita. Si dice che quando guardi le ore che passano queste non scorrono mai. Ed è vero, con impazienza aspettavo la fine di ogni ora scolastica, ogni notte era infinitamente lunga. Ma alla fine il tempo passò.
Io e Lucy ci stavamo preparando a casa sua, come al solito il suo servizievole padre ci avrebbe scarrozzate dappertutto, avevamo deciso di metterci i vestiti che avevamo comprato da H&M, e che ci avevano fatto perdere la chiamata di Harry, lei con un paio di tacchi vertiginosi di vernice nera, io con delle semplici zeppe color panna. Lei si fece un trucco smoke che, a mio giudizio la faceva sembrare un po’ un panda. Io invece misi solo un po di ombretto azzurro sulle palpebre, rimmel, della matita nera e vai. Più che sufficiente.  Mano a mano che l’ora X si avvicinava Lucy era sempre più agitata, continuava a passarsi la piastra in modo nervoso nello stesso punto da più di 10 minuti allora decisi di fermarla.
“Lucy stai tranquilla, li abbiamo già incontrati una volta … io due, ma il risultato non cambia! Ti devi comportare normalmente, non urlare come una ragazzina. Comportati semplicemente come la Lucy che io adoro e vedrai che ti ameranno anche loro. Ti amerà anche Niall, e se non lo farà è solo uno stupido Irlandese bevitore di birra!” Lucy sfoderò un sorriso che mi fece sorridere di rimando. Era proprio bella quella sera.
“Va bene. Hai ragione mi devo comportare come una persona civile!”
“Niente urli e nessuna dichiarazione d’amore imbarazzante!” le ripetei
“Niente urli e nessuna dichiarazione d’amore imbarazzante. Niente urli e nessuna dichiarazione d’amore imbarazzante. Niente urli e nessuna dichiarazione d’amore imbarazzante” disse lei come un mantra.
Dopo poco una voce ci chiamò dal piano di sotto.
“Lu, Eva siete pronte? Andiamo?” era il padre di Lucy. Io e la mia amica scoppiammo in una risata nervosa e scendemmo velocemente le scale. 1D stiamo arrivando!
 
Casa di Harry e Louis distava 30 minuti da casa di Lucy, il che ci  permette di arrivare in un elegante ritardo di 10 minuti. Scendemmo come dei fulmini dalla macchina liquidando, anche questa volta, il padre di Lucy che aveva un aria davvero preoccupata.  Arrivate davanti alla porta ci guardammo, era possibile che proprio noi 2 eravamo state così fortunate?!? A quanto pareva si, facemmo un lungo respiro e suonammo il campanello.
La porta si aprì pochi secondi dopo, ci ritrovammo davanti a due occhi neri che ci guardavano con sospetto.
“Voi chi siete?!” Zayn si presentò a noi in tutta la sua possente persona, cercando di metterci sotto pressione, per quanto mi riguarda ci riuscì.
“Siamo state invitate da … Harry” risposi io con una vocina flebile, quasi fosse una colpa.
“Certo,  molte ragazze hanno detto la solita cosa! Ciao e arrivederci” io e Lucy rimanemmo impietrite al nostro posto, qualche ragazza aveva cercato di imbucarsi e Zayn pensava fossimo come loro. Non aveva capito, Harry mi aveva veramente invitato, avevo un messaggio che lo testimoniava. Poco prima che la porta si richiudesse del tutto però nei profondi occhi di Zayn qualcosa cambiò, era nata una domanda. Si fermò di scatto e riaprendo completamente il varco ci chiese aguzzando la vista, come se volesse scorgere se stessimo dicendo la verità o una bugia.
“Come vi chiamate?!?”
“Io sono Lucy, e lei è Eva!” questa volta fu la mia amica a rispondere
Sentendo il mio nome Zayn rilassò gli occhi, che passarono dal concentrato al sorpreso.
“Ah, tu quindi sei la famosa Eva??” aggiunse rivolto verso di me
“Famosa non direi.” Risposi in imbarazzo
“Invece si, ho sentito urlare il tuo nome un paio di volte” Disse con fare allusivo
“In che senso urlare?” gli chiesi
“Ma sai niente, le solite cose … entrate pure. Vi stavamo aspettando “ si fece da parte per farci entrare.
La casa di Harry era completamente piena di gente che non avevo mai visto. Tutti avevano in mano un bicchiere di carta rosso, come quello che si vede nei telefilm americani. Zayn ci portò nel salotto dove c’era un tavolino pieno di roba da mangiare e un altro pieno di bevande alcoliche. Era difficile dire se fosse arredato bene o meno, c’erano troppe persone che riempivano la piccola stanza dalle pareti bianche. Il ragazzo moro ci lasciò da sole liquidandoci con un “Fate come foste a casa vostra!”. Sembrava facile per lui che si allontanò salutando persone e strizzando l’occhio ad ogni singolo essere che incontrasse. Restammo in piedi all’ingresso del salotto guardandoci in torno per 10 minuti poi qualcuno mi prese alle spalle e mi urlò in un orecchio
“Eve! È una vita che ti aspetto!”
“Ehi” fu l’unica cosa che mi venne in mente
“Allora come va la vita?!”
“Tutto bene, tu come stai mi sembri molto … allegro …” si vedeva che Harry aveva bevuto un po’ troppo, sia dal tono di voce un po’ troppo alto sia dal modo con cui reggeva il bicchiere.
“Ho bevuto solo un pochino! Chi è questa ragazza che è con te?” mi chiese indicando Lucy
“Lei è Lucy, quella mia amica ti cui ti parlavo.”
“Ciao” disse la ragazza alzando una mano in segno di saluto
“Venite ragazze, vi faccio conoscere il resto della band” Harry mi prese per la mano, in quel momento mi sentì la ragazza più fortunata della terra, cosa potevo volere di più dalla vita? Il riccio ci portò in cucina dove incontrammo Niall e Louis. Lou stava lanciando dei pop-corn a Niall che cercava di prenderli al volo aprendo la bocca. Harry li interruppe dicendo
“Ragazzi, questa è Eve” disse allungando il più possibile l’ultima lettera del mio nome
“Veramente mi chiamo Eva” dissi in imbarazzo. Lucy intanto ci aveva seguiti e stava dietro di noi in silenzio
“énchanté signorina Eva, ho sentito grandi cose su di lei. E devo ammettere che sono tutte giustificate”
“Sta buono Louis!” lo ammonì Harry
“Che c’è non si può più neanche fare un complimento??” Chiese Louis con fare innocente
“Puoi fare quello che vuoi, ma sta attento a ciò che dici”
“E invece quella graziosa ragazza dietro a te Harry chi è?” Chiese Niall sporgendosi verso la mia amica. Le si illuminarono gli occhi e rispose
“Io sono Lucy”
“Che bellissimo nome. Che bellissima ragazza!” disse Niall abbassando lo sguardo e diventando tutto rosso. A quel punto capì che dovevo fare qualcosa, presi la situazione in mano e dissi a Harry
“Senti Harry, che ne dici se andiamo a parlare da soli io e te?! Lucy tu poi rimanere qui con i ragazzi…”
“Fino a che sta con me è in buone mani!” disse Niall
“Allora è deciso, noi andiamo!” Lucy mi guardò con occhi preganti che sembravano dire  “Non lasciarmi qui da sola ti prego. “ Io le strizzai un occhio facendole coraggio e pensando “Dai Lu questa è la mia e la tua serata, non sprecarla”. Mentre ci allontanavamo Harry brontolò
“Ma ti devo ancora far conoscere il resto della band, cioè devo farti conoscere Zayn. Liam – disse il nome del ragazzo con un po’ di stizza, che feci finta di non notare – lo conosci già”
“Ho già incontrato Zayn mi ha aperto la porta. Inizialmente voleva lasciarci fuori poi ci ha chiesto i nomi e ci ha fatte entrare.”
“L’ho addestrato bene!” scherzò
“Allora dove possiamo andare per parlare un po’?!” chiesi anche io stupida del mio coraggio
“Un posto ci sarebbe … ho lasciato la mia camera chiusa, sai per evitare che qualcuno entri … possiamo andare lì …” disse abbassando lo sguardo
“Ci sto!” dissi subito. Harry mi guardò un po’ sorpreso poi mi fece un grandissimo sorriso e io aggiunsi “Solo per parlare”
“Solo per parlare” mi fece eco.
 
La stanza di Harry era molto essenziale, le pareti erano bianche, c’era un vaporoso letto in mezzo alla camera, un armadio con un grande specchio al centro, un comodino con appoggiato su il pc portatile qualche foto della famiglia appesa alle pareti. Ma la cosa spettacolare era sulla parete nord della stanza, dietro la testa del letto a tutta parete si estendeva una gigantografia della città di New york. Mi ci avvicinai, posai una mano sul muro come se toccando la foto avessi potuto teletrasportarmi dall’altra parte del mondo e dissi
“E’ bellissima!”
“Lo è veramente” disse Harry che si era portato dietro di me “ci andrò prima o poi” bevve un sorso dal bicchiere
“Anche io spero di andarci, sembra tanto un sogno!” dissi con un sospiro
“Io dico sul serio, non nell’immediato futuro, ma i nostri manager stanno organizzando un tour mondiale che ci vedrà impegnati anche a NY” lo guardai con stupore
“Harry ma è fantastico!”
“Già” disse bevendo un altro sorso del bicchiere di carta
“Ti immagini, potrai andare a fare colazione da Tiffany , salirai su un taxi giallo urlando –segua quella macchina- andrai in California, Las Vegas, Ohio…” dissi con occhi sognanti
“Perché cosa c’è di bello in Ohio?” chiese divertito
“Non lo so ma sicuramente qualcosa da fare lo troverai!” mi staccai dalla foto e mi sedetti sul morbidissimo letto di Harry pensando a quante ragazze erano passate per questo letto, sarei stata anche io una di loro?. No, imposi a me stessa, non stanotte. Se mi voleva doveva aspettare anche se era Harry Styles. Non mi importava. Un secondo dopo lui era accanto a me.
“Sei proprio fantastica Eve” disse scuotendo la testa e bevendo
“Perché?” chiesi con un sorriso
“Il tuo entusiasmo è contagioso, pensa che ora ho voglia di visitare l’Ohio” disse sorridendo “Mi piaci Eve, non sei come tutte le altre. Sei imprevedibile pensavo fossi timida e riservata ma poi ti sei rivelata anche intraprendente quando mi hai chiesto del tempo da soli. Non mi fraintendere mi piacciono le ragazze discrete è per questo che ti ho notato dopo il concerto, quando tutte quelle oche mi starnazzavano contro. E anche dopo nel bagno avrei voluto prenderti e abbracciarti da quanto sembravi dolce. Da quando sono nei 1D non ho più trovato ragazze come te. Mi piacerebbe conoscerti meglio …” Disse questa frase puntandomi gli occhi addosso, solo quando infondo aveva rivelato di volermi rivedere aveva abbassato lo sguardo come per proteggersi dai miei occhi.
“Harry, io sono una ragazza normale. Ho bisogno di delle certezze. Se dovessimo … conoscerci meglio e poi tu mi spezzassi il cuore?!?”

“Questo non succederà mai!” un lampo attraversò gli occhi del ragazzo “non sono quel tipo di ragazzo. Imparerai a conoscermi Eve, e ti fiderai di me!” si stava avvicinando alla mia bocca. Il mio cervello diceva “Muoviti, spostati, lo so che ti piace ma non è il momento. Lui è ancora brillo, magari domani non se ne ricorderà neanche. E’ perché ha bevuto che dice queste cose!” ma non riuscivo a muovermi.

Poi arrivò un tanfo di Piña Colada, questo mi diede il coraggio di muovermi. Decisamente non era il momento.

“No Harry!, non adesso, non cosi. Se davvero vuoi darmi un bacio lo faremo quando sarai lucido e il giorno dopo ti ricorderai di ciò che è successo!” mi scostai leggermente da lui

“Ma sono lucido e domani me ne ricorderò, ti prego Eve vieni qui!” disse prendendomi per un braccio con violenza

“No” urlai, in qualche modo mi divincolai, mi alzai dal letto e corsi fuori dalla stanza, giù per le scale, la gente non mi faceva passare, faceva muro, poi trovai un varco alla fine del quale c’era una porta a vetri, l’aprii e il freddo di mi invase.


In giardino non c’era nessuno perché si gelava, ma a me non importava dovevo stare da sola per 10 minuti. Non ne passarono neanche 3 che una voce dietro di me mi disse

“Non ti piace proprio il casino è?!”

“Avevo solo bisogno di una boccata d’aria” cercai di dare alla mia voce un tono normale ma a quanto pare non ci riuscì

“Tutto ok?” chiese la voce preoccupata

“Si, sto bene.”

“Ho visto Niall e una ragazza con un vestito rosa flirtare poco fa, ho chiesto chi fosse e mi hanno detto che è la tua amica”

“Bene sono contenta che almeno a lei la serata sia andata bene …” dissi con voce spenta

“Eva che è successo??” La voce si materializzò alla mia destra. Mi girai ad osservare la figura che era vicino a me e incontrai subito 2 occhi nocciola preoccupati, ebbero uno strano potere su di me sentì di potermi fidare e allora gli confidai tutto.

“Ero in camera con Harry” dissi semplicemente. A sentire quelle parole Liam s’irrigidì ma non perse il controllo.

“Vi siete diverti?” chiese con voce dura che mi fece ridere.

“Si dice così? Comunque no. Stavamo parlando, lui era ubriaco, ha detto delle cose che sicuramente domani non penserà. Ha cercato di baciarmi. Gli ho detto di no. Mi ha afferrato per un braccio. – dissi toccandomi l’arto dove mi aveva presa- ma mi sono liberata. Sono venuti qui e il resto della storia lo sai”

A questo punto Liam aveva i pugni serrati lungo corpo, la mascella contratta al massimo

“Vado a parlargli!”

“No Liam, non servirebbe, è ubriaco. Pensa di aver fatto la cosa più giusta. Poi ora tu sei arrabbiato faresti cose delle quali ti pentiresti.”

“Io mai. E ripeto MAI ti farei una cosa del genere!” i suoi occhi sprizzavano sincerità

“lo so.” Dissi con aria sconsolata

“No, non lo sai” fece un sospiro “Eva,io ed Harry abbiamo discusso. Cioè io discutevo lui faceva il pagliaccio. Gli ho detto che non più fare cosi, che è solo un bambino…” sembrava faticare allora lo presi per mano per infondergli coraggio dicendo

“Cosa è successo Liam” fece un altro sospiro

“Eva io…”

Non finì la frase Lucy mi piombò da dietro le spalle urlando

“Lo rivedrò! Lo rivedrò. Ho fatto tesoro dei tuoi consigli, sono stata me stessa e mi vuole rivedere!” parve accorgersi solo dopo che con me c’era anche Liam allora con fare imbarazzato aggiunse “Scusate, spero di non aver interrotto niente”

Guardai Liam dritto negli occhi e gli chiesi

“Ha interrotto qualcosa in importante?” lui ci pensò su e disse

“No, niente  di che.”

“Bene” disse Lucy “meglio così. Eva mio padre e qui fuori dobbiamo andare”

Salutai Liam velocemente. rimase solo e sconsolato in mezzo al prato. Io invece ero certa che Lucy ci aveva interrotto proprio a metà di un discorso fondamentale.

 

 

 

NOTA DELL’AUTRICE:

Harry si è “rovinato” da solo. Mente il destino è conto Liam. Mah chissà cosa succederà nel prossimo capitolo intitolato …. Non ve lo dirò. Ci vediamo Lunedì bellezze ;) 

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Capitolo 8
*** Penso che l’amore sia facile come la chimica molecolare. ***


“Chi è che continua a mandarti messaggi? È 2 settimane che stai incollata a quel telefonino, mattina e sera!” brontolò Lucy un giovedì pomeriggio quando eravamo in giro per negozi.
“Nessuno. E’ solo … un amico, si un amico.” Dissi cercando di lasciar cadere il discorso. Ma Lucy, che mi conosceva bene aggiunse.
“No carina. A me non mi liquidi con un –E’ solo un amico- voglio i fatti, nome, cognome, codice fiscale e possibilmente anche retaggio di sangue!” disse scherzando “No dai veramente, ti ho dato il tuo tempo, non volevo starti addosso … ma dopo 2 settimane devi dirmelo, per forza! La curiosità mi assale!”
“Ok, diciamo che è possibile che dopo la festa a casa i Louis.” Non menzionai il nome di Harry apposta, non mi sentivo pronta a raccontare alla mia migliore amica, quella che aveva sentito tantissime fantasticherie su quel bellissimo ragazzo, che mi era caduto molto in basso. Comunque continuai  “Non so il come e non so il  perché ma un certo Liam ha avuto il mio numero e da quel momento ci scambiamo sms quasi tutti i giorni.” Dissi arrossendo un po’ e sentendomi lusingata.
“Io so perché ha avuto il tuo numero. E sono sicura che lo sapresti anche tu se non vi avessi interrotti quella sera alla festa! Maledetta a me e al mio tempismo!” aggiunse battendosi una mano sulla fronte.
“lo hai sentito anche tu. Non doveva dirmi niente di speciale, lo ha ammesso” lo dissi quasi più a me stessa che a lei, un po’ sconsolata.
“Vabbè pensa quello che vuoi. Comunque cosa c’è scritto in questi messaggi, cose vietate ai minori?” Lucy alzò un sopracciglio come a dire “Non risparmiarmi i dettagli piccanti”. Arrossi all’istante, e abbassando gli occhi dissi
“Ma che dici, Liam non è proprio il tipo!!. Più che altro mi aggiorna sulle cose che fa. Mi manda il messaggio della buonanotte, del buongiorno…”
“Aww che dolce!” a questo punto penso Lucy aveva gli occhi a cuoricino.
“Si, è davvero tenerissimo”
“Oddio guarda che ore sono!“ Disse la mia amica dando un occhiata al suo piccolo orologio da polso “ Devo assolutamente andare, ci vediamo domani a mensa ok?”
“Va bene, a domani” La vidi allontanarsi a corsa nella caotica Londra con i capelli biondi che svolazzavano a destra e a sinistra, in quelle settimane ero stata completamente assente nei confronti di Lucy. Chissà come era andata con Niall … poco male, domani mi sarei fatta aggiornare su tutto. Dovevo recuperare tutto ciò che mi ero persa.
 
La mattina del giorno seguente passò velocemente. Tra matematica e fisica. Un messaggino di Liam e la ricreazione, in un secondo arrivò l’ora di pranzo. Come al solito aspettai Lucy davanti all’entrata e quando arrivò prendemmo posto al primo tavolino libero. Lei si guardava intorno nervosa come se da un momento all’altro dovesse arrivare qualcuno. Io le sventolai una mano davanti alla faccia e dissi
“Ehi c’è nessuno? Che ti succede sei strana!”
“Niente, niente non ti preoccupare. Non mangi niente?”
“Non ho molta fame” bofonchiai giocando con un’oliva dell’insalata che avrebbe dovuto essere il mio pranzo. Di colpo Lucy si irrigidì e addentò con fin troppa foga il suo panino. Allora esordì con un “Fattelo dire ragazza, tu mi fai molta p…” Non finì la frase e perché il telefonino che avevo poggiato sul tavolo vibrò. Un messaggio. Sicuramente era Liam che mi augurava buon appetito. Aprì la casella dei messaggi, e non era ciò che mi aspettavo. L’sms diceva

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Sei carina oggi, e ricordati che non si gioca con il cibo Eve!
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Non dovevo neanche leggere il mittente per sapere che Harry Styles mi stava osservando proprio in quel momento. Mi guardai introno cerandolo e lo trovai proprio dietro di me, con il suo sorriso più bello che mi tolse il respiro. Cercai di darmi un contegno e lo guardai sorpresa e con un po di odio
“Che ci fai qui Harry? Come sapevi che ero a scuola qui?” chiesi
“Per questo devi ringraziare la tua amica.” Disse indicando Lucy “Mi è stata estremamente utile. E sono qui per scusarmi. Il giorno dopo la festa … mi sono svegliato con un gran mal di testa, non ricordavo niente ma ero sicuro di aver perso qualcosa di importante.  Ho controllato il telefono, il portafogli, ho guardato persino la mia collezione di autografi. Ma poi ho capito che non era qualcosa di materiale, avevo perso qualcuno. Ho fatto presente la cosa alla band e Liam è andato su tutte le furie. Sbraitava sul fatto che certe cose non si dovrebbero fare e che se ti avesse rivista avvilita e triste come eri la sera precedente mi avrebbe riempito di pugni,e lo avrebbe fatto anche subito se tu non gli avessi detto di non farlo. Non capivo di cosa parlasse e poi mi ha spiegato. Sono stato uno scemo Eve, ero ubriaco, non ci capivo niente. Non sono così, dammi una possibilità. Una sola, non ti deluderò” mi puntò i suoi occhi smeraldo addosso, quando mi guardava cosi non ce la facevo a dire di no. Ma questo non vuol dire che dissi di si.
“Non lo so Harry mi hai molto delusa, mi serve del tempo. Sicuramente hai perso quello che potevamo essere. Possiamo essere amici se vuoi, questo si. Ma non ora, mi farò viva io quando mi sentirò pronta!” dissi risoluta. Harry fece un gran sorriso e prima di allontanarsi mi disse
“Per ora mi basta”
Ero contenta e impaurita al solito tempo. Harry si era preso la briga di venire a chiedere perdono. Ma si era comportato davvero male. Era ubriaco, non era capace di intendere ma questa non era una giustificazione. Persa nei miei pensieri mi spaventai quando la voce acuta di Lucy mi riportò alla realtà
“Cos’è questa storia??? C’è qualcosa che hai intenzione di dirmi?” chiese con fare minaccioso. Decisi che era il momento di dire tutta la verità a Lucy, se la meritava. Alla fine del racconto aveva la mascella a terra e disse “Tesoro non ne avevo la minima idea, se lo avessi saputo non lo avrei aiutato a trovarti. Come mai non me lo hai detto prima?”
“Non lo so “ risposi “mi sembrava in qualche modo di tradirti”
“E’ la cosa più stupida che tu mi abbia mai detto!” disse anche se secondo me voleva dire – mi stai prendendo in giro?-  Poi si rianimò di colpo e disse “Aspetta, e Liam?”
“Liam cosa?” feci la finta tonta
“Non ti prendere gioco di me Eva. Sai che Harry sta cercando di riallacciare i rapporti non come amico. E se tu non lo avessi capito fidati di me, me lo ha detto. Ma ora sei diventata, come si può dire, intima con Liam cosa hai intenzione di fare?”
“Per ora nessuno dei due mi ha detto che vuole essere il mio fidanzato. Quando arriverà il momento deciderò” appena finita la frase la campanella ci ricordò che dovevamo passare altre ore in quelle aule ma prima di andare Lucy disse
“Non pensare di farla franca signorina. Oggi pomeriggio, io, te, un gelato e due ragazzi di cui discutere, ci stai ??” chiese come se fosse una proposta indecente.
“Ci sto!” dissi strizzandole l’occhio. Tutte e due ridemmo di gusto e poi ci dividemmo. Il resto delle ore scolastiche le passai a pensare ad Harry, a cosa sarebbe successo se gli avessi dato un'altra opportunità e cominciai ad immaginare la nostra vita nei successivi 40 anni, nella mia testa era una gran bella vita. Quel ragazzo mi faceva questo effetto. Era bellissimo e penso che gli avrei dato 1000 chance, perché infondo non poteva essere cattivo un essere tanto bello. In mezzo all’ora di chimica vibrai. Estrassi il telefono era Liam che mi faceva una delle sue solite domande sulla vita. Diceva

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Cosa ne pensi dell’amore?
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Alzai lo sguardo sovra pensiero. Posai gli occhi sulla lavagna. Possibile che la prof avesse scritto cosi tante cose in un ora? E possibile che io non avessi capito niente. Alla fine risposi

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Penso che l’amore sia facile come la chimica molecolare.
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Non ebbi risposta.  E una domanda intanto mi vagava nella mente. Dare una possibilità ad Harry come “più che amici” o vedere come continuava la stria con Liam? Non dovevo decidere proprio ora. Avrei aspettato l’aiuto di Lucy e un buon gelato. Solo in quel momento avrei preso una decisione.
 
Quel pomeriggio passai a prendere Lucy a casa e ci avviammo a piedi alla più vicina gelateria.
“Allora” esordì Lucy “Pro e contro di Harry e Liam”
“Bhe Harry è bellissimo, quando si avvicina a me non riesco a respirare, la testa diventa vuota e mi blocco, e si è disturbato per venirsi a scusare. Ma si è comportato malissimo alla festa. Per quanto riguarda Liam lui è dolcissimo, è protettivo, mi chiama Eva e non Eve. E non penso di aver visto alcun contro.” Dissi grattandomi la testa come se quel gesto potesse aiutarmi a ricordare qualcosa.
“Bene allora è fatta. Puoi rimanere amica di Harry e uscire con Liam” lo disse come se fosse la cosa più logica di tutte.
“Non è così facile. Non ho ancora le prove di piacere a Liam. Si, mi ha fatto capire più o meno qualcosa, ma fino a che non me lo dirà esplicitamente non ne sarò sicura al 100%” dissi risoluta.
Mentre parlavamo ci stavamo avvicinando alla gelateria, allora con tono scherzoso Lucy disse
“Che ne dici se adesso andiamo dall’unico uomo che non ci deluderà mai, il gelato?”
“Ottima idea”  dissi prima di aprire la porta però mi fermai “Sono una pessima persona, è da ieri che ti voglio chiedere una cosa, come va con Niall?”
Gli occhi della ragazza si accesero
“Porca miseria pensavo non me lo avresti mai chiesto!! Benissimo siano usciti, mi ha portato la Luna park. Mi ha vinto un pupazzo … non molto grosso ma comunque adorabile … abbiamo mangiato …” a quel punto però non la sentivo più.
Aprendo la porta il calore del negozio mi invase, ma questa sensazione durò solo un attimo perché seduti nell’angolo più lontano della gelateria, in un tavolino a quadretti bianchi e blu c’era Liam. Per mano. Con una ragazza. Che non ero io. Mi sentì sprofondare, che stupida che ero stata, quel ragazzo era solo tremendamente gentile, niente di più, avevo scambiato la buona educazione per un sentimento più grande. Ero rimasta ferma, tra il dentro e il fuori interdetta. Lucy si accorse subito del motivo per il quale ero sconvolta. Mi prese per mano e mi disse dolcemente
“Dai tesoro andiamo. Qui ci vuole qualcosa di più forte di un gelato”
Si, mi serviva decisamente qualcosa di più forte! Seguì la mia amica lungo le strade di Londra e continuavo a vedere Liam che guardava, con quella tenerezza che di solito aveva con me, un'altra ragazza. E la cosa mi faceva male.
Mi venne subito in mente la discussione che avevo avuto con Harry alla festa.
“Harry, io sono una ragazza normale. Ho bisogno di delle certezze. Se dovessimo … conoscerci meglio e poi tu mi spezzassi il cuore?!?”
“Questo non succederà mai! Non sono quel tipo di ragazzo. Imparerai a conoscermi Eve, e ti fiderai di me!”
E se fosse stato vero? Harry aveva mantenuto la parola dicendomi che mi avrebbe richiamata per la festa. Quindi non mi avrebbe mai fatto soffrire, me lo aveva detto!. Mi ritrovai non so come a casa di Lucy, seduta sul divano. Lei mi strappò dai miei pensieri dicendomi
“Allora quella roba forte… cosa vuoi Cioccolato al latte con marshmallow o ciobar con zuccherini?”
“Vorrei un ciobar con zuccherini … e marshmallow…”
“Va bene te lo concedo. Ora rilassati e ordina le idee dobbiamo parlare di quello che hai visto.”
“Non c’è molto da dire. Liam non è mio, non mi ha mai detto di volersi mettere con me, può stare con tutte le ragazze che vuole. Non ho alcun diritto su di lui.”
“Questo è vero!” pareva sconsolata mentre si allontanava, come se sperasse in un “Vissero tutti felici e contenti” tra me e Liam prima che sparissi in cucina le urlai
“Lu? Devo aggiungere un particolare alla lista dei pro e dei contro.”
“Perché ho la sensazione che sia un contro di Liam?” chiese con voce interrogativa
“Perché lo è. Il contro di Liam è che è un puttaniere. Che ha i piedi in 2 scarpe. Che illude la gente e poi va a prendere i gelati con le altre. E pensare che tutti dicono che Harry è quello che se ne fa una ogni sera!!”
“Hai ragione. Dai vado, quelle cioccolate non si faranno da sole!” e spari in cucina.
Da sola ne salotto pensai ad Harry. Allora presi il telefono che avevo in tasca scrissi velocemente un messaggio che diceva

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Possiamo riprovarci. Come amici. Non mi deludere Harry.
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La risposta non tardò ad arrivare.

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Non ti deluderò mai. Sono contento che tu mi abbia perdonato. Non ti prometto niente, proverò a starti lontano, ma mi piaci Eve, veramente e vorrei essere più che amici, ma se per adesso tu vuoi questo, è quello che avrai”
Xoxo Harry
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Harry aveva confessato. Voleva essere più che un amico. Un sorriso mi si stampò sulle labbra. Che importava se Liam aveva un'altra. Harry voleva me e io volevo lui. Come è sempre stato, prima che degli occhi nocciola mi entrassero nell’anima.
 
 
 
Note dell'autrice:
Ciao a tutti, mi chiedevo cosa pensaste della mia FF. Vi piace?

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Capitolo 9
*** L'appuntamento ***


La sera successiva alla mia scelta mi arrivò un messaggio di Harry. Diceva
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Ciao Eve, dato che ci siamo chiariti e io non mi sono scusato a dovere vorrei invitarti ad uscire. Come amici si intende, il programma è molto semplice. Cinema, è uscito un nuovo film parla di un vampiro e di una ragazza, non ho ben capito. E dopo il cinema ti porterò a mangiare fuori.
Fammi sapere Harry
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Appena letto il messaggio pensai che era il tipico appuntamento per fare innamorare una ragazza, ma accettai. Quando Harry ti chiede un appuntamento non puoi fare tanto la sofisticata. Gli risposi, ma non subito, volevo farlo stare un po’ sulle spine.
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Per me va bene, dimmi solo il giorno e l'ora.
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La risposta del ragazzo arrivò immediatamente, pensai che fosse dolcissimo, me lo immaginai nel suo vaporoso letto con il telefono stretto in una mano ad aspettare la mia risposta. Mi disse
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Perfetto facciamo Sabato prossimo, alle 18 ti passo a prendere sotto casa. Prima che tu me lo chieda, si so dove abiti. Ho i miei informatori ;).  
Buonanotte bellissima Eve.
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Non gli risposi sia perchè avevo finito i soldi nel telefono. Che quando servono non ci sono mai. Sia perchè la mia stanza iniziò a tremare e l'unica cosa che riuscì a vedere erano 3 parole
"Buonanotte bellissima Eve"
Solo in quel momento mi accorsi veramente che Harry ci teneva a me. Avevo passato questi ultimi mesi a pensare di fare una scelta. Senza però capire che non avevo niente tra cui scegliere. Liam non mi aveva mai detto che ero bella. Non aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per parlarmi. Non mi aveva chiesto un appuntamento. Non mi aveva detto che fosse fidanzato. Sarei uscita con Harry, se mi andava lo avrei baciato, alla faccia di Liam.
Si dice "parli del diavolo e spuntano le corna" infatti in quel preciso istante arrivò il 50esimo messaggio da parte di Liam. Erano 2 giorni che mi inviava messaggi ai quali non rispondevo. Da quando lo avevo visto con quella ragazza al negozio, non volevo più parlargli. Anzi non volevo più avere niente a che fare con lui tanto che cancellavo tutti i suoi messaggi senza neanche leggerli. Questo compresso.
Sistemato il messaggio di Liam mi chiamò Lucy.
“Ciao come stai?” disse semplicemente
"Bene. Indovina chi uscirà con Harry sabato prossimo??" lo dissi con una voce stridula e agitata, non era da me, ma la cosa mi emozionava, dopo tutto lui era Harry Edward Styles un cantante dei 1D quante ragazze possono dire di aver avuto questa fortuna??
"Non ci posso credere te lo ha chiesto?? Oh Eva sono felicissima per te!!"
"Mi passerà a prendere sotto casa, a quanto pare sa dove abito... ne sai qualcosa??" chiesi con fare allusivo
"Io?? niente di niente!!" aggiunse, non era proprio brava a dire la bugie, comunque feci finta di crederle.
"Allora, io e te da ieri non ci siamo riviste. Mi stavi raccontando di Niall ... allora è dolce tanto quanto sembra?"
"Di più, è un po’ imbranato, tipo si è sporcato mangiando un Hot Dog, ed è riuscito a vincere il regalo più piccolo al gioco del martello, sai quello dove devi battere sua parte piana e in base alla forza che hai ti regalano qualcosa?. Vabbè ha vinto un dolcissimo panda. Mi ha portato a casa, stava per baciarmi ma poi si è ritirato" disse Lucy un po delusa dell’ultima parte.
"E ti ha richiamato??" chiesi impaziente di saperne di più
"Non ancora" rispose mogia "ma c'è tempo, gli do una settimana. Se in questa settimana non mi chiama, lo chiamerò io!" disse decisa
"Tu si che sei una donna con le palle!!" scherzai
"In una relazione uno dei due deve fare la prima mossa, e se non la fa lui la farò io!"
Trovai la cosa poco romantica, io ero un tipo all'antica, l'uomo deve corteggiare queste sono le regole! Assonnata salutai Lucy, andai a letto e l'angoscia mi assalì. Cosa mi sarei messa per l'appuntamento??
La settimana passò veloce e il sabato alle ore 17.30 non sapevo ancora cosa mettere. Avevo buttato all'aria tutto il mio armadio. Cosa si indossa di solito per un appuntamento tra amici? Un top? un vestito? una maglietta accollata o scollata?
"Quando esci con Lucy cosa ti metti?" dissi ad alta voce, il mio cervello mi rispose "Ma non stai uscendo con Lucy, stai uscendo con Harry, dai concentrati"
"Shh zitto tu" risposi sempre ad altra voce "Quando esco con Lucy, mh quando esco con Lucy. Top no. Fuori fa anche freddo. E neanche il vestito, quando si esce con gli amici non ci si mette in tiro." In quel momento un pezzo di stoffa blu catturò la mia attenzione lo estrassi dalla cappa. Era il maglione che avevo preso a casa di Lucy, quel giorno della pasticceria e mi ero dimenticata di ridarglielo. Poco male lo avrei usato questa sera, lo avrei lavato e portato alla proprietaria il prima possibile.
Mi infilai una canottierina bianca con un del pizzo infondo, la allungai bene sul sedere per fare fuoriuscire il bordo. Sopra di esso misi la maglia che Lucy mi aveva "gentilmente prestato" un paio di pantaloni stretti di jeans e delle scarpe da tennis. Mi tolsi la pinza dalla testa e una cascata di capelli mossi mi scesero sulle spalle, sino a metà schiena. Lì riavviai con le mani, erano belli quel giorno. Mi truccai come al solito e diedi un occhiata all'orologio che avevo in bagno. Erano le 18.15. Ops. Corsi in camera presi il telefono e controllai. 3 chiamate perse e 2 messaggi tutti di Harry.
Il primo era delle 18.00 spaccate e diceva
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Ciao Eve, sono sotto casa tua scendi?"
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Il secondo era delle 18.10
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Eve... sono sempre io, sempre sotto casa tua. Te ne eri dimenticata? Ti prego non mi dare buca..."
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Leggevo i messaggi mentre scendevo le scale. Mai Harry. Mai ti darei buca. Sarei una stupida!! Aperto il portone di casa lo vidi. Nell'abitacolo scuro della sua macchina nera un po sconsolato con il telefono in mano. Andai dalla parte del passeggiero e con un unico e forte gesto aprì la portiera ed entrai. Lui mi guardò prima un po preoccupato poi quando si accorse che ero io mi fece un grandissimo sorriso.
"Sei arrivata! pensavo mi avessi dato buca"
"Lo sai che le donne devono arrivare con un elegante ritardo"
"I ritardi mi spaventano, ho paura che la gente si sia dimenticata di me."
"Non potrei mai dimenticarmi di te Harry. Anche se volessi." dissi abbassando lo sguardo. Sentivo i suoi occhi puntati su di me, ma non disse niente. Accese la macchina e partimmo. Arrivati al cinema una folla di ragazze cominciò a urlare il nome del mio accompagnatore e sinceramene questa cosa mi spaventava.
Lui elargì grandi sorrisi a tutti, fece qualche foto e qualche autografo e dopo dieci minuti disse
"Scusate ragazze, ma ora devo andare. Il film sta per cominciare. Sono qui con una persona molto speciale" guardò nella mia direzione " vi amo tutte quante, ma vi prego e vi ripeto. E' una persona speciale per me, lasciateci concludere il nostro appuntamento in pace." si allontanò dalla folla di ragazzine mi prese per mano e mi sussurrò all'orecchio "Non ti prometto niente, non sono molto ubbidienti" il tocco con la sua mano mi fece sussultare lo stomaco. Ma sorrisi e gli dissi.
"Ecco l' inconveniente di essere Harry dei 1D" lo feci sorridere. Quanto amavo quel sorriso.
Entrammo nella sala del cinema e quando si spensero le luci subito mi irrigidì. Cercai di concentrarmi il più possibile sulla pellicola ma niente. Passai metà del tempo ad osservare il suo profilo nella penombra. La situazione degenerò quando Harry mise il suo braccio intorno alle mie spalle. Sembrava essere a suo agio, mentre io avevo mille spilli puntati su tutta la schiena. Il film parlava di una ragazza e un ragazzo. Lui era un vampiro. Non potevano stare insieme, non ho capito perchè. Forse lei alla fine muore, non mi ricordo. Quando si riaccesero le luci io stavo fissando Harry che si girò e mi disse
"Bello non è vero?"
"Bellissimo!" risposi.
Uscimmo da una porta laterale per evitare la folla di fan che si erano accalcate all'uscita. Salimmo in macchina Harry accese il motore e parti poi mi chiese
"Quanta fame hai?"
Ci pensai su un attimo. Ascoltai il mio stomaco e in quel momento mi accorsi che era vuoto
"Sto morendo di fame" risposi
"Bene" mi disse "Ma prima di andare a mangiare devi rispondere a delle domande"
"Domande del tipo??"
"Allora. Insalata o Hamburger?" chiese alzando un sopracciglio
"Hamburger" dissi senza pensarci. Prese il telefono smanettò qualcosa poi continuò la sua indagine
"Mare o montagna ?"
"Ma cosa centr..." chiesi non riuscivo a capire dove volesse andare a parare
"Mare o montagna??" ripete
"Mhh mare!"
"Ottimo. Ti piacciono i gatti?"
"Si, a casa ne ho uno. Si chiama Ben"
"Colore preferito?"
"Penso il bianco. Ma anche il verde. E l'azzurro. Uh quest’inverno impazzino per il marrone. Ma il rosa decisamente non è il mio colore! Non lo so, vado a momenti" arricciai il naso e lui mi guardò divertito dell'ultima risposta, ne approfittai e chiesi "Invece tu Harry cosa mi dici, come risponderesti alle domande che mi hai fatto??
“Facile. Hamburger. Mare. Adoro i gatti e il mio colore preferito è il colore dei tuoi occhi.” Disse distogliendo lo sguardo alla strada e puntandomi gli occhi addosso.
“Sicuro… se vuoi continuare a vedere i miei occhi ti conviene puntare i tuoi sulla strada, sennò rischiamo di fare un incidente” dissi per sviare il discorso
“Ti sminuisci sempre Eve” disse scuotendo la testa in segno di disappunto. “Ogni volte che ti faccio un complimento la butti sul ridere. Sei una tra le ragazze più simpatiche e carine che io abbia mai incontrato. Ma comunque continui a schermare tutte le lusinghe che ti faccio.”
“Semplicemente non mi sento bella. Ce ne sono molte meglio di me, si vestono meglio, sono più simpatiche e più carine. Come mai me Harry? Perché tra tutte quelle che puoi avere proprio io?” dissi. Harry sembrò arrabbiarsi.
“E’ vero, ci sono moltissime altre ragazze a questo mondo. E probabilmente potrei conquistarle tutte, ma nessuna è come te. Tu non mi cadi ai piedi, non pendi dalle mie labbra…”
“Solo perché mi trattengo” dissi interrompendolo. Sorrise.
“Vabbè comunque hai autocontrollo e sei spiritosa. Ti piacciono gli hamburger! E’ una vita che esco con ragazze che mangiano solo insalata e quando sono trasgressive petto di pollo!!” disse la pietanza come se la cosa lo disgustasse. “Mi hai dato una seconda possibilità quando non ne meritavo neanche mezza.” Quella frase fu pronunciata con tristezza. “Non ti sembrano ragioni sufficienti per le quali io voglia stare con te?”
“S…stare con me?” gli feci eco
“Lo so che vuoi che siamo solo amici e lo rispetto. Ti aspetterò Eve, aspetterò tutto il tempo necessario, ti farò innamorare come si faceva una volta. Ti manderò fiori, ti farò serenate fino a che non mi dirai di si perché non ne potrai più” disse sfoderando il sorriso che gli fece uscire le due fossette. Harry mi stava chiedendo di stare insieme. Guardai fuori dal finestrino solo allora mi accorsi che la macchina si era fermata. Ci trovavamo tra delle case poco illuminate dall’aria vecchi ad elegante. Davanti a noi c’era un fiumiciattolo sormontato da un piccolo ponte in pietra illuminato da pochi lampioni, aveva l’aria di essere molto vecchio come tutto ciò che gli stava intorno. Il ponte era riparato da un salice piangete che rendeva la visuale come un sogno. Harry scese dalla macchina e mi venne ad aprire la portiera. Una volta scesa mi prese sotto braccio e mi accompagnò nel punto più alto del ponte. Da dentro l’abitacolo non ero riuscita a vederlo, ma al centro del ponte si trovava un tavolino rotondo apparecchiato per due con sopra una candela. Scoppiai a ridere quando vidi le pietanze di quella serata. Due sacchetti del Mc Donald’s, lui rise con me, mi scostò la sedia e mi fece sedere.
“Come facevi a sapere che ti avrei risposto hamburger in macchina prima ??” chiesi divertita
“Non lo sapevo … diciamo che quando me lo hai detto ho inviato un messaggio ad un amico … che gentilmente si è offerto di andarci a prendere tutti i panini del fast food. Sai non sapevo quale fosse il tuo preferito.”
“Un hamburger normale andrà più che bene!” risposi possibile che Harry fosse così dolce?. Il ragazzo estrasse dalle buste gli hamburger e cominciammo a mangiare. Parlammo del più e del meno, poi a fine serata Harry mi disse
“Allora cosa facciamo??”
“Non lo so sei tu che hai organizzato tutta questa cosa.” Dissi indicando il tavolino, il ponte e tutto l’allestimento
“Non mi riferivo a quello” mi prese dolcemente la mano e guardandomi da sopra la flebile luce della candela mi disse “Non ti ho conquistata?”
“No” mentì “niente affatto!!” I suoi occhi si fecero un po’ tristi, ma solo per un secondo.
“Beh poco male! Dovrò impegnarmi di più ma ti conquisterò” il suo sguardo si accese di convinzione. Un venticello freddo cominciò a soffiare facendo increspare il fiume sottostante. Rabbrividì ed Harry mi diede la sua giacca e porgendomi la mano mi disse “Andiamo a casa” lo segui alla macchina, accese i riscaldamenti e io mi tolsi la giacca che mi aveva prestato .Restammo un po’ in silenzio, poi lui cominciò a cantare. Harry Styles stava facendo un concerto solo per me. Cantò
“Every morning when I Ieave my house I always look for you I see you everytime I close my eyes what am I gonna do… And all my friends say that I’m punching over my weight but in your eyes I saw how you were looking at me It’s all that I can think about your all that I can think Is your heart taken Is there somebody else on your mind I’m so sorry, It’s so confusing tell me- am I out of time? Is your heart breaking How do you feel about me now”
Conoscevo bene quella canzone. Era i “should've kissed you” non mi sembrava la scelta più adatta … lui aveva tentato di baciarmi anche con troppa foga, ma poi notai che non menzionava il pezzo dove diceva il titolo della canzone, voleva farmi capire come si sentiva. Io chiusi gli occhi e sprofondai nel sedile godendomi quel concerto improvvisato solo per me. In un baleno arrivammo a casa, sarei stata volentieri un altro po’ ad ascoltare la voce profonda e calda di Harry. Ma oramai l’appuntamento da “amici” era terminato. Come in precedenza Harry uscì per primo e mi venne ad aprire la porta. Mi accompagnò fino al portone, ecco il momento che più temevo.
“E’ stata una bellissima serata, mi sono divertito anche se devo ammettere il film non l’ho visto. Ero emozionatissimo e stare vicino a te mi ha messo un po’ di ansia.” Disse grattandosi la testa e dondolando un piede.
“Non sembrava affatto” ammisi giocando con il mazzo di chiavi che tenevo in mano. E dissi “Allora…” sicura che mi avrebbe baciato. E stavolta non mi sarei tirata indietro. Era stata una serata perfetta. Lui dolcissimo e io mi sentivo pronta questa volta. Ma lui non era di questo avviso.
“Allora ciao Eve. Ci vediamo al prossimo appuntamento” disse
“Al prossimo appuntamento? Cosa ti fa pensare che voglia uscire ancora con te?” dissi perplessa
“Pensavo ti fossi divertita anche tu… scusa ho frainteso…” disse in palese imbarazzo. Mi diede le spalle e si allontanò. Piccolo e pover Harry come era facile ingannarlo.
“Harry!” lo chiamai e lui si girò, in quel preciso momento gli corsi incontro e saltandogli addosso gli diedi un bacio sulle labbra. Inizialmente era sorpreso, ma poi sotto il mio bacio sentì allargarsi un grande sorriso. Mi staccai da lui e la sua faccia era una maschera di gioia allora dissi “Sarei felicissima di uscire di nuovo con te! Come non amici si intende!” se possibile diventò ancora più felice. Con le mani mi cinse la vita e questa volta fu lui a baciarmi, un bacio lungo e passionale. Solo quando si staccò da me mi accorsi che stavo trattenendo il fiato allora lui disse
“Respira Eve. Respira” la faceva facile lui “ci sentiamo domani. ” Mi stampò un veloce bacio tra i capelli e si allontanò. Aspettai fino a che non girò l’angolo prima di entrare in casa. Appena chiuso il portone alle mie spalle mi arrivò un messaggio nel telefonino era di Harry e diceva
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“When I saw your face I fell in love It took a minute girl to steal my heart, tonight With just one look, yeah I've been waiting for a girl like you
Sogni d’oro mia bellissima Eve.
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Capitolo 10
*** La ragazza di Harry ***


Passarono cosi 2 mesi, io e Harry continuavamo a sentirci tutti i giorni per messaggio o chiamandoci. Ci vedevamo solo 2 massimo 3 volte a settimana a causa dei suoi impegni di lavoro, ma comunque continuava a fare cose veramente dolcissime. Un giorno ad esempio mi inviò a scuola un mazzo di fiori, un altro in cui stavo male mi venne a trovare e mi fece un massaggio sulla pancia che mi fece passare il dolore. Un altro giorno ancora, per farsi perdonare di non averlo visto da una settimana intera regalò a me e a Lucy una rilassante giornata in un centro benessere. Lucy era l’unica persona a cui avevamo detto di noi due e per me andava bene così. Mi infastidiva dare un nome alla nostra “relazione” e mi spaventava la reazione di Liam se avesse saputo che io e Harry stavamo insieme … non che lui avesse avuto il diritto di giudicare, anche lui era fidanzato con quella. Quanto la odiavo. Non ci avevo mai parlato e neanche vista in faccia, ma non mi stava simpatica per niente.
Mi ritrovai a fare questi pensieri un pomeriggio in cui Harry e io stavamo cucinando a casa mia e di colpo mi incupì. Anche se non volevo darlo a vedere pensavo a Liam tutti i giorni. Harry sembrò accorgersi del mio cambiamento d’umore e mi diede un veloce bacio che sapeva di farina.
“Che hai mia cuoca provetta??” disse con un gran sorriso
“Niente stavo pensando a delle cose …” non potevo ammettere che stavo pensando a Liam quando avevo lui vicino a me
“Penso di sapere a cosa tu stessi pensando..”
“Davvero?? Illuminami” dentro di me pensavo “Dubito. Dubito fortemente che tu Harry sappia a cosa sto pensando”
“Stai pensando che non mi hai mai visto nudo!” disse. voleva giocare un po’
“Qui ti sbagli! La prima volta che ti ho visto eri nudo!” dissi stando al gioco
“Ero mezzo nudo, io intendo nudo nudo” alzò le sopracciglia con fare allusivo
“Deciderò io quando vorrò vederti nudo Harry!” gli risposi immediatamente
“Cosi mi ammazzerai Eve! Non puoi vestirti così e pensare che tu mi sia indifferente!” disse buttando all’indietro la testa. A quel punto guardai il mio vestiario. Avevo un paio di ciabatte pelose a forma di coniglio bianche, un paio di pantaloni con sfondo blu e righine bianche del pigiama e un dolcevita bianco, non proprio l’abbigliamento più sexy del mondo.
“Sei serio?” gli chiesi pensando che scherzasse.
“Per me sei sempre bellissima! E sexy anche con un sacchetto della spazzatura mi faresti … ehm emozionare!”
“Sei un allupato tremendo” gli dissi ridendo
“Solo perché a tentarmi sei tu.” Rise con me e fece cadere il discorso. Dopo un breve ma intensa battaglia con la farina, dalla quale nessuno dei due uscì incolume io ed Harry ci andammo a stendere sul divano. Io mi accoccolai contro il suo petto, restammo in silenzio in quelle posizione per molto tempo poi lui accarezzandomi i capelli e mi disse
“Cosa siamo noi Eve?”
“Ora come ora siamo due cuochi mancati, o due soldati appena uscita da una estenuante battaglia” dissi sorridendolo e guardandolo negli occhi verdi e profondi. Ma lui non sorrideva con me anzi mi guardò con aria seria
“Non scherzare! Voglio dire, siamo una coppia? Ti posso presentare al mondo come la mia ragazza” lo sapevo che si riferiva a quello ma speravo non arrivare mai a quel discorso.
“Non lo so, a me non piace dare un nome alle relazioni, ma se vuoi che io sia la tua ragazza lo sarò!” dissi decisa. Lui annuì
“Bene, capisco. Cosa fai stasera ?”
“Non lo so avevo questa mezza idea di andare con Lucy in una discoteca qui vicino. Ci saranno un mucchio di ragazzi della nostra età, sarà divertente …” dissi, volevo vedere se si accorgeva che lo stavo prendendo in giro. Evidentemente no perché si incupì di colpo
“E scommetto che non te lo posso impedire perché non sei la mia ragazza”
“L’idea è più o meno quella” dentro di me mi divertivo come una matta vedendo la sua espressione. Si tormentava le labbra mordendole e aveva gli occhi che lanciavano fiamme, ma non mi guardava anzi fissava un punto lontano fuori dalla finestre. Nessuno capiva mai quando scherzavo! Decisi di smetterla di punzecchiarlo, gli presi la faccia tra le mani e lo bacia con passione, mordicchiando ogni tanto quelle sue labbra carnose. Quando mi staccai dissi “Stasera non faccio niente, sono a disposizione del ragazzo più bello che si trova in questa casa” mi sorrise e mi baciò ancora e ancora. Quando finimmo di baciarci mi disse
“Bene, allora stasera sei da me, mi raccomando non vestirti troppo sexy. Alle 20 a casa mia. Devo andare Eve” mi diede un ultimo veloce bacio e mettendosi il cappotto uscì di casa lasciandomi il sapore di farina sulle labbra.
 
Presi alla lettera le istruzioni di Harry … ma al contrario. Volevo farlo impazzire quella sera. Mi misi scarpe con tacco nere, un paio di pantaloncini corti di jeans con sotto calze spesse e una maglietta nera scollata. Mi pregustavo già la sua faccia vedendomi cosi conciata. Alle 20.00 spaccate suonai il suo campanello di casa di Harry, lui mi apri subito entrata mi tolsi il cappotto con un gran sorriso. Ma la sua espressione non fu quella che avevo immaginato
“Cosa ci fai vestita cosi?” chiese con sguardo arrabbiato.
“Io beh, volevo farti una sorpresa” volevo solo sprofondare, mi copri la pancia con le mani sentendomi terribilmente in imbarazzo. “non ti piaccio?”
“Tu sei bellissima, anzi perfetta” i suoi occhi si addolcirono “non pensare neanche per un momento che tu non mi piaccia, mah… vabbè capirai. Seguimi”
Harry mi prese per mano e mi portò nella cucina che avevo glia visto durante la festa. Mi precedeva di qualche passo e appena entrato nella stanza disse
“Ragazzi. Vi ricordate tutti Eve non è vero??” Ragazzi?? Con chi stava parlando?? La risposta mi venne subito data, appena entrata nella stanza vidi una tavola imbandita per 7 persone. Cinque posti erano già stati occupati da Liam, Niall, Zayn, Louis e da Lucy, sicuramente era venuta con l’irlandese, tutti mi guardarono sorridenti… tutti tranne uno che vedendo che io e Harry ci tenevamo per mano si irrigidì. Guardai il ragazzo ricciolo con fare interrogativo, lui mi portò al mio posto, capotavola, e si mise alla mia destra. Mi sporsi verso di lui e mi sentì tremendamente a disagio. Harry era vestito in modo casual, aveva una camicia e dei jeans, il resto dei ragazzi aveva la tuta e una felpa. Io invece ero vestita in modo appariscente. Gli sussurrai
“Cosa significa questa storia? Pensavo di essere solo io e te”
“Non l’ho specificato e una cosa non esclude l’altra. Ti avevo detto di metterti comoda!” mi guardò divertito.
“Non la pascerai lisca Harry!”
“Sei bellissima” quelle parole bastarono per farmi perdere ogni moto di risposta. Per Harry ero bellissima. E pensare che solo un paio di mesi fa pensavo non mi avrebbe mai notata.
Solo in quel momento mi accorsi che tutti ci stavano ascoltando, arrossì di colpo e guardai il mio piatto vuoto con interesse. La voce di Liam mi portò alla realtà suonando melodiosa nelle mie orecchie, mi sciolsi al solo sentirla
“Allora è lei la ragazza per la quale sei cosi sfuggente in questo periodo. La ragazza del mistero non era poi cosi difficile da indovinare!” disse con un pizzico di astio
“Si è lei” disse senza distogliere lo sguardo da me e prendendomi una mano sotto il tavolino. Io continuavo a fissare imbarazzata il tavolo. In quel momento il campanello suonò “Sono arrivate le pizze!” disse Harry emozionato “Lou vieni a darmi una mano?”
“SI signore” disse Louis alzandosi dalla tavola, lasciano cosi uno Zayn che spippolava con il telefono, Niall e Lucy che discutevano animatamente sotto voce, probabilmente di me e Harry e Liam che dall’altro lato del tavolo mi fissava con sguardo indagatore. Sostenni il suo sguardo per il maggior tempo che mi fu possibile, ma poi cedetti, quegli occhi nocciola cosi espressivi mi facevano male, mi venne da piangere non capivo neanche il perché. Harry e Lou arrivarono subito con 7 pizze dandone una per uno, a me toccò una margherita. Mangiammo tutti con avidità le nostre pizze, intrattenuti da Louis che faceva battute e punzecchiava Zayn. Fu una serata molto piacevole a parte il fatto che Liam mi fissò per tutto il tempo. Verso l’una Zayn si alzò dal tavolo
“Ragazzi mi dispiace ma devo andare” disse con fare misterioso
“Non essere cosi tenebroso Zayn, lo sappiamo tutti che vai da quella ragazza con la quale hai messaggiato tutta la sera!” lo canzonò Louis. Zayn gli si avventò contro e sfregò le nocche sulla testa del ragazzo
“Farai meglio a farti gli affari tuoi BooBear” il nome che diede e Louis ci fece ridere tutti
“No Zayn questo è un colpo basso! Troppo basso!” si lamentò l’amico
“A mali estremi. Estremi rimedi” disse Malik
Zayn stava per uscire dalla porta ma Harry lo fermò
“Aspetta Zayn devo fare un annuncio. Tutti guardarono Harry sorpresi, me compresa. Si alzò fece un profondo respiro e cominciò “la prima volta che vidi Eve pensai che fosse bellissima. Una di quelle ragazze che non sa di essere bella ma lo è veramente. Poi l’ho rivista il giorno dopo se possibile ancora più bella con quel cappello di lana. Poi l’ho trattata malissimo ma lei mi ha perdonato. Questo mi ha fatto pensare che fosse veramente speciale. Ragazzi voi sapete quanto sia difficile trovare una ragazza che non penda dalle nostre labbra che, diciamola come sta, non ce la dia solo perché siamo gli 1D. Ma io l’ho trovata, e la voglio tenere stretta. Quindi ragazzi, vi ho chiamato questa sera solo per dirvi che io e lei stiamo insieme, ci frequentiamo di 2 mesi oramai e ogni giorno penso di essere l’uomo più fortunato di questa terra!”
Durante il discorso pendevo dalle sue labbra, ogni ragazza avrebbe voluto sentirsi dire queste cose, ma una parte del mio cervello continuava a suggerirmi una sola parola “LIAM” mi girai per guardarlo e aveva gli occhi sgranati e le narici dilatate, sconvolto, distolsi lo sguardo dalla vergogna. Tutti ci fecero i complimenti e ci auguravano di essere felici. Zayn se ne andò e subito dopo anche Niall e Lucy andarono via. Restammo in quattro al tavolo l’unico che parlava era Louis. L’unico che rideva Harry , io e Liam ci scambiavamo occhiate. Le sue andavano dall’arrabbiato al deluso le mie sempre colpevoli. Ad un certo punto il ricciolo mi prese per mano e mi disse sottovoce
“Andiamo un po soli io e te?”
“Si” risposi
“Ragazzi, no ci ritiriamo, voi che fate ?” chiese ai restanti membri della band
“Io volevo giocare ai video giochi che ne dici di una sfida Tomlinson?” chiese Liam
“Ci sto Payne. Preparati a mangiare la polvere!” rispose in tono scherzoso Louis
“Bene allora ci vediamo. Ciao” Harry li salutò con la mano
“Ciao” dissi io seguendo il mio ragazzo
“Ciao Eva” mi mimò Liam con la bocca.
 
Harry mi prese per mano, mi portò al piano di sopra nella sua camera. Appena chiuse la porta della stanza gli dissi
“Allora io sarei la tua ragazza??”
“A quanto pare…” rispose divertito
“E quando lo avresti deciso??” chiesi perplessa
“Sinceramente era un po’ che ci stavo pensando poi oggi quando te l’ho chiesto mi hai detto:
se vuoi che io sia la tua ragazza lo sarò
E’ io lo voglio. Quindi ho deciso che lo saresti diventata.”
“Mi piace quando la gente mi consulta prima di prendere decisioni su di me!” dissi con un po’ di stizza, lui mi lasciò ed andò a sdraiarsi nel letto a pancia in su e chiudendo gli occhi e fece un grande respiro.
“Lo hai detto tu. Oramai l’ho detto ai ragazzi e quasi tutti l’hanno presa bene. La parte difficile è andata. Quello che pensa il resto del mondo non conta” disse sempre a occhi chiusi.
“Come quasi tutti? Chi hanno fatto i complimenti tutti quanti!!” mi stesi nel letto accanto ad Harry e mi accoccolai su una sua spalla e disegnando cerchi sul suo torace
“Ho visto lo sguardo di Liam, lui non è uno che perde la pazienza facilmente ma stavolta ci è andato molto vicino” ebbe un brivido
“Non capisco poi perché, anche lui è fidanzato, l’ho visto un giorno per mano con una ragazza in una gelateria” ammisi guardandolo.
Lui apri un occhio mi guardò e disse
“Ah lei, anche noi pensavamo fosse la sua ragazza, abbiamo letto su un giornale di questo incontro. Ma lui ci ha detto “E’ una vecchia amica, è complicato” che a casa Payne significa che è una ex che si è fatta rivedere dopo il suo successo. Lui è troppo bene educato per mandarla a quel paese e molto probabilmente la stava consolando” e si rigirò sbuffando un'altra volta, come se non avesse detto nulla di eclatante. Io mi impietrì di colpo, fermai la mano che continuava a disegnare cerchi immaginari sul petto di Harry. Mi ero sbagliata, non era la sua ragazza era una che lo voleva ma lui l’aveva rifiutata, ero stata stupida non avevo letto neanche uno dei suoi messaggi, non gli avevo dato l’opportunità di spiegarsi. Harry notò che mi ero fermata e disse
“Mmmh mi piaceva quella sottospecie di carezza!” tornò a guardarmi con quegli occhi color smeraldo, sembrava un bambino. Mi spinsi più vicino alla sua bocca e lo bacia, lentamente. Ma mentre lo baciavo pensavo. “Non era la sua ragazza. Non era la sua ragazza” mi costrinsi a concentrarmi stavo con Harry adesso. Lui era perfetto, non aveva fatto niente di sbagliato, non si meritava che pensassi ad un altro. Mi alzai in ginocchio sul letto, lui mi guardò sorpreso e io misi a cavalcioni sul di lui. Una gamba lungo il fianco destro e l’altra lungo il sinistro, mi sporsi in avanti e comincia a baciarlo con più intensità, lui mi fece scivolare una mano lungo la schiena e l’altra dietro la nuca, e mi tenne nella sua presa salda. Il destino, buddha, il karma, uno gnomo in calzamaglia o chi preferite mi aveva portato da quel ragazzo perfetto, gli avrei dato tutto stanotte e magari mi sarei tolta Liam dalla testa una volta per tutte. Ma mentre cominciavo a sbottonargli la camicia mi fermò alzandosi sui gomiti e mi disse con tremenda sincerità
“Eve, non hai idea di tanto, e da quanto, ti desidero. Ma non dobbiamo farlo per forza adesso. Stamani ti ho fatto un po di pressione ma non voglio che tu ti senta obbligata”
“Harry voglio farlo, c’è qualcosa che non va?” chiesi alzando un sopracciglio e facendo scorrere il mio sguardo lungo il suo corpo.
Lui pensò che stessi mettendo in dubbio la sua virilità quindi in tutta risposta si mise a sedere definitivamente e mi diede un bacio appassionato. Questo era l’Harry che volevo quella notte.
Mentre lui si toglieva la camicia, io con mani tremanti gli slaccia la cintura e togliendomi da sopra di lui gli sfilai i jeans. Lui mi aiutò a svestirmi. Alla fine, tolta anche la biancheria ci ritrovammo nudi. Mi stesi sul letto ed Harry entrò dentro di me dolcemente. Vedevo il suo viso angelico concentrato, qui capelli a mano a mano si spettinavano, penai che fosse bellissimo anche in un momento del genere. Harry da prima dolce e lento cominciò ad essere più impetuoso e veloce. Alla fine i nostri piaceri esplosero all’unisono e lui esausto si appoggiò al mio seno io cominciai ad accarezzarli i capelli e piano piano, in quella posizione ci addormentammo.
La mattina un raggio di sole mi svegliò. Con gli occhi ancora chiusi tutti i ricordi della sera precedente mi vennero i mente, allora allungai una mano in cerca del mio Harry. Lo trovai alla mia destra che dormiva ancora con la bocca semi aperta, rimasi a guardarlo a lungo ma poi il mio stomaco brontolò. Decisi che sarei andata a mangiare qualcosa, solo dopo lo avrei svegliato.
Presi dei vestiti a caso dall’armadio di Harry mi feci una coda di cavallo e scesi in cucina. Mi bloccai di botto, c’era qualcuno che faceva colazione al tavolino. Feci finta di non vederlo tirando dritto verso gli armadietti. In cerca di cereali e latte. Li aprii tutti sentendomi terribilmente a disagio, percepivo che l’individuo mi osservava. Non avevo idea di dove trovare le cose ma alla fine le scovai in un angolo remoto di uno sportello spora il frigo. Presi una tazza, un cucchiaio, il latte e i cereali e mi trasferì sul tavolo. Solo una volta seduta lui parlò
“Allora, vi siete divertiti tu Harry ieri sera?” disse con fare allusivo
“Quello che facciamo io e Harry in intimità non sono affari tuoi” sbottai di colpo sporcando il tavolo con il latte.
“Quindi è vero, lo avete fatto!” mi aveva teso una trappola
“Forse si, forse no. Cosa ne sai?” chiesi enigmatica
“L’altra volta mi avevi detto di no. Invece questa volta mi hai detto che non sono affari miei quindi lo prendo come un si” Liam abbassò lo sguardo sulle sue uova.
“Piuttosto tu che ci fai qui?” chiesi per riempire l’imbarazzante silenzio che era sceso
“Ieri sera dopo aver giocato ai videogiochi con Louis mi sono addormentato, mi sono svegliato poco fa.” Aveva ancora la faccia di uno che è stato schiaffeggiato. Non ce la facevo a vederlo così quindi decisi di alzarmi versare il latte nel lavello e andare a letto aspettando il risveglio di Harry. Quando gli diedi le spalle sentì una melodia faceva

- he don't adore you. To him you are just another doll.

A quel punto lasciai cadere la tazza e rimasi con il cucchiaio in mano. Mi girai con occhi fiammeggianti, e brandendo la posata gli andai a due centimetri dalla faccia. Lui sembrava spaventato dalla vicinanza con quell’arnese e io infierì
“Tu non sai cosa Harry prova per me. E io non sono la bambola di nessuno”
“Hai la coda di paglia Eva. Stavo solo cantando” disse tenendo gli occhi puntati sul cucchiaio
“Certo, come no. Che Dio ti maledica Liam Payne!” dissi girai le spalle per allontanarmi ma lui mi prese per un braccio e mi attirò a se dicendo
“Cosa ti ho fatto. Da un momento all’altro non mi hai più chiamato, ti ho inviato migliaia di messaggi, e mai una risposta. Io potrei amarti di più di quello che fa lui.” I suoi occhi erano limpidi e sinceri, stava dicendo la verità, lo sapevo
“Lasciami” dissi a denti stretti. Mi tenne stretta ancora per un attimo “Ti prego.” Mi lamentai. In quel momento allentò la presa abbassò lo sguardo e io feci due passi verso le scale ma la sua voce mi fece fermare. Mi volsi verso di lui aveva la faccia sconsolata e gli occhi nocciola erano velati da uno strato di tristezza.
“Non capisco. Pensavo di piacerti”
“Liam sei uno tra i più dolci ragazzi che abbia mai visto. Non pensare neanche un attimo che il mio allontanamento sia colpa tua. È assolutamente colpa mia. Ma sto con Harry adesso, mi tratta come nessuno ha fatto mai in vita mia. Ti prego. Lasciami essere felice con lui” questa volta marciai dritto verso le scale non mi fermai neanche quando sentì lui che sussurrava “Io potrei renderti più felice di come fa lui”.
Salì le scale di fretta, mi richiusi la porta alle spalle e mi appoggiai ad essa. Stanchissima. Sentì qualcuno che si schiariva la gola guardai nel letto e vidi Harry. Era su di un fianco, teneva la testa su con il braccio ed era a petto nudo, dalla vita in giù era coperto solo da lenzuolo. Lo guardai e mi sforzai di sorridere, mi staccai dalla porta e mi sedetti con le gambe incrociate sul letto.
“Sei bellissima questa mattina.” Disse facendomi un gran sorriso
“E tu sei un gran bugiardo” gli risposi vergognandomi di quel complimento
“Mh ... è vero. Ma tu resti comunque bellissima” disse. Si girò a pancia in su, chiuse gli occhi e si mise le mani dietro la testa, era bello come un dipinto. Decisi di accoccolarmi sotto le coperte su di un fianco, immediatamente sentì Harry avanzare verso di me e cingermi la vita con le braccia. Avevo la mia schiena appoggiata alla sua pancia e lo sentivo respirare. Mi prese alla sprovvista sussurrandomi all’orecchio
“Eve, ieri sera siamo stati impegnati e non ho avuto il tempo di dirtelo. Quando sono uscita da casa tua sono andato agli studi. Andremo in America!” disse emozionato.
Un senso di vuoto mi invase
“Quando?” chiesi
“Questo è il problema, partiremo Venerdì prossimo…” disse colpevole
“Tra una settimana?”
“Si” sbadigliò “Eve sono stanco ne riparliamo dopo” disse stampandomi un bacio dietro l’incavo dell’orecchio.
“Certo” risposi. In poco meno di 5 minuti sentì il respiro di Harry diventare regolare segno che si era addormentato. Cullata dal suo lento russare mi addormentai.
Correvo, correvo all’impazzata in un corridoio stretto, svoltando ora a destra, ora a sinistra. Stavo cercando qualcuno. Forse Harry?. Mi facevano male le gambe e i polmoni ma continuai a correre. Dopo un ultima svolta a destra vidi una porta. “Ce la puoi fare” mi ripetevo “corri devi arrivare il prima possibile da lui”. Un ultimo sforzo e arrivai alla porta. Misi una mano sulla maniglia e tirai. C’era qualcuno in mezzo alla stanza, ma un ombra gli copriva il viso. Però quando lo vidi capì che stavo cercando lui anche se non capivo chi fosse. Mi avvicinai con il fiatone. Lui usci dall’ombra e mi sorrise. Vedendo quelle labbra mi sciolsi. Possibile che fosse cosi bello da togliermi il fato? Il ragazzo si avvicinò mi disse
“Pensavo non saresti mai venuta da me!” Liam mi strinse in un abbraccio. Lentamente alzava con la mano sinistra il mio mento, mentre le nostre labbra si avvicinavano sentì le farfalle nello stomaco e la terra mi mancò da sotto i piedi, dopo quella che mi sembrò un eternità mi baciò.
Appena le sue labbra toccarono le mie mi svegliai. Qualcuno stava facendo rumore. Era Harry che era inciampato in non so cosa alzandosi dal letto. Quando mi vide sveglia mi disse
“Scusa Eve. Non volevo svegliati” mi diede un bacio passionale. Che tolse il sapore delle immaginarie labbra di Liam dalle mie.
 
Nota dell’autrice:
Allora mi sono sentita un po sotto pressione scrivendo il pezzo … ehm …intimo di Harry e Eva. Non sapevo, avendo la mia storia un ranting arancione, cosa fosse lecito e cosa no. Spero vi piaccia la mia storia. commentate :)

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Capitolo 11
*** Ti aspetterò. ***


La settimana seguente io e Harry parlammo molto della sua partenza e lui mi disse che sarebbe stato via per 8 mesi. Mi sentì sprofondare. Mi ero appena messa con quel ragazzo e già ci stavamo per dividere per tantissimo tempo.
Il giovedì sera prima della sua partenza, che sarebbe avvenuta il venerdi alle 12, Harry passò la serata a casa mia.
“Non voglio che tu vada via!” dissi facendo sporgere il labbro inferiore e lamentandomi come una bambina.
Lui mi prese il viso tra le mani e baciandomi il labbro ancora sporto mi disse
“E io non voglio andarmene ma devo…”
“Magari se ti nascondo sotto il letto nessuno si accorgerà della tua mancanza e ti lasceranno qui con me!” dissi tutta emozionata
“Forse … ma io sono Harry Styles dei 1D quando non ci sono si sente la mia mancanza” aggiunse con aria da sbruffone. Gli diedi un buffetto sulla testa facendogli scompigliare i capelli, lui se li aggiustò scuotendoli e passandoci su una mano, era davvero bellissimo.
Mi avvicinai al letto e lasciandomi cadere a peso morto sbuffai in maniera teatrale. Lui mi raggiunse subito, e si stese a pancia in giù con il mio cuscino sotto il tetto.
“Cosa c’è?” chiese
“Ho paura…” ammisi
“Dai in fin dei conti sono solo 8 mesi … sembrano tanti ma passeranno in un lampo!” sembrava volersi auto convincere  più che consolare me.
“No, non è quello. Anche se è una marea di tempo. Io vorrei stare sempre con te “
“Allora per cosa hai paura? Ti manderò messaggi di continuo” questa frase risuonava come una promessa
“Non penso basti.” Ammisi abbassando la testa
“Ti chiamerò ogni volta che mi sarà possibile, ad ogni ora del giorno e della notte!”
“Neanche questo basta”
“Metterò skype e ti chiamerò ogni sera prima di andare a letto, anche se tu sarai a scuola, non me ne frega, ti chiamerò comunque!!” i suoi occhi ardevano cercando di farmi felice
“Non voglio che mi chiami di continuo. Solo che io…”
“Cosa dovrei fare Eve dimmelo. Prendere una aereo e volare da te tutte le notte?? E’ questo che mi chiedi??” si stava agitando.
“Stai facendo tutto da solo Harry. Io non ti ho mai chiesto di chiamarmi di continuo e di venire a Londra ogni momento libero. La mia paura più grande è che tu mi tradisca. Ci saranno milioni di fan in America e con me lontana ho paura che tu ti dimentichi di me e vada con una di loro, a caso, spezzandomi il cuore.” Ammisi ad Harry la mia paura guardando il pavimento. Mi costò un tremendo sforzo aprirmi con lui. Di solito ero una ragazza che si teneva dentro le cose, lui sembrò accorgersi di quanto avessi faticato, si alzò dalla sua posizione e prendendomi la faccia tra la mani grandi mi disse.
“Ehi Eve. Eve. Guardami” mi costrinse ad alzare la testa e puntare gli occhi nei suoi. “Mai. Ti tradirei. Mi hanno cucito addosso quest’immagine. Del donnaiolo che va con tutte ma non è così, non più oramai. Prima di incontrarti e stare con te potevo avere tutte quelle che volevo. Ma non le desideravo realmente. Adesso sto con una ragazza con la quale voglio stare. Cosa me ne faccio delle altre?” sembrava sincero.
Non volevo sprecare neanche un minuto con Harry. Gli premetti le mani dietro la testa e intrecciando le mie dita con i suoi riccioli cominciai a baciarlo con foga.
Lui ricambiò il bacio appieno e sentivo dentro di lui accendersi la passione. Mi staccai da Harry lo guardai negli occhi per un secondo pensando che questa notte non avrei voluto trascorrerla con nessun altro.
Riprendemmo a baciarci e passammo la notte salutandoci come solo due innamorati fanno.
La mattina seguente mi sveglia tutta imbambolata, toccai immediatamente il letto alla mia destra in cerca di qualcuno, e lo trovai proprio dove pensavo che fosse. Harry non se ne era ancora andata ma tra poco lo avrebbe fatto, erano le 9 e alle 10 sarebbe dovuto essere all’aereo porto.
Lo svegliai con un bacio e lui brontolò.
“Svegliati splendore. Il terribile momento è arrivato!” dissi cercando di buttarla sul ridere
“Sono pronto ad affrontare la giustizia divina! FATTI SOTTO SE HAI CORAGGIO! SONO PRONTO!” urlò l’ultima frase e io gli tappai la bocca con le mani ridendo
“Anche io sono pronta a sfidare la giustizia divina” dissi questo nome con finta reverenza “ma non sono pronta per sfidare Paul!” sghignazzai ed Harry rise con me. Paul era la loro guardia del corpo
“E’ arrivato davvero il momento??” mi chiese spaventato
“Direi di si”
Harry si alzò dal letto si rivestì con estrema lentezza e si avviò verso la porta di casa. Facevamo tutto molto piano come fosse un funerale gli aprì la porta e lui si girò verso di me con sguardo triste
“Allora ci sentiamo…”
“Chiamai!” lo supplicai
“In continuazione, ti stancherai di me. Sarò talmente appiccicoso che vedendo una mia chiamata attaccherai” disse cercando di essere spiritoso.
Non mi fece ridere ma sfoderai il sorriso più naturale che potevo. Harry mi baciò le labbra con intensità e mi disse
“Mi mancherai Eve!”
“Anche tu” un ultimo veloce bacio sulla fronte e si allontanò.
“Chiamami!” sussurrai, ma era troppo lontano per sentirmi, oramai la sua macchina aveva girato l’angolo. Mi richiusi la porta alle spalle e una strana sensazione mi invase. Non so come mai ma sapevo che Harry non mi avrebbe chiamata tanto spesso quanto voleva farmi credere.
Venti minuti dopo che Harry se ne era andato da casa mia suonò il campanello. Andò ad aprire mia madre che un secondo dopo urlò
“EVAAAA! È PER TEEEE”
Scesi le scale di contro voglia, chi veniva a disturbarmi in un momento come quello?. Vidi mia madre ancora in vestaglia e cuffia lasciare l’ospite sulla soglia. Lui faceva grandi respiri per prendere fiato, aveva l’affanno come se avesse corso per arrivare fino a casa mia.
“Che ci fai qui?!” chiesi stupita quando gli fui abbastanza vicina.
“Dovevo vederti prima di andare via” aveva una voce buffa. Si schiarì la gola e continuò “Non potevo andare per otto mesi senza salutarti”
“Liam, vuoi entrare prendere qualcosa da bere, rilassarti??” chiesi
“No grazie. Dovrei essere in aereo porto circa” guardò l’orologio che aveva al polso e disse “ora. Ma non mi importa. Aspetteranno. Devo chiederti una cosa Eva.”
Quella era una tra le frasi che mi faceva più paura, insieme a “dobbiamo parlare” e “Dimmi la verità” deglutì e aspettai la domanda
“Mi aspetterai?!” lo guardai confusa. Cosa intendeva per aspettarlo?
“Liam, io sto con Harry adesso. Non ti posso aspettare. Io aspetterò lui. Per 8 mesi. A chilometri di distanza!” dissi
Il ragazzo ridusse i suoi occhi a due fessure come se stesse calcolando bene come rispondere alla mia affermazione
“Bene allora ti aspetterò io!!” disse convinto
“Cosa farai??” chiesi, sicuramente avevo sentito male
“Si, ti aspetterò. Aspetterò fino al momento in cui capirai che Harry non fa per te. Ti aspetterò tutta la vita se fosse necessario!” i suoi occhi bruciavano di convinzione
“Ma perché?!?” chiesi “Non capisco cosa ci trovi in me. Abbiamo parlato si, ma niente di più. Come fai a dire che mi aspetterai se non ci siamo mai neanche baciati? magari passando una giornata con me ti accorgeresti che non mi sopporti!” Liam mi guardò come se stessi dicendo un’eresia e come se fosse la cosa più chiara del mondo mi rispose
“Non ti è mai successo di vedere una persona e pensare, Ehi guardala aspetti una persona così da una vita, qualcuno che arrossisca e si guarda i piedi quando le fai un complimento. Qualcuno che la prima volta che mi ha visto non ha urlato come una ragazzina ma mi ha detto semplicemente. Oddio sei Liam. E dicendolo è sembrata una bambina. Ecco, io da quando ti ho visto non faccio altro che pensarti e credimi ci ho provato a toglierti dalla testa ma non ci riesco. È strano, senza senso ma è così. E ti aspetterò anche se tu non vorrai.” Dicendo cosi mi diede le spalle e cominciò a camminare a passo svelto lungo la strada.
A metà vialetto si rigirò fece due passi verso di me, scosse la testa e ritornò a marciare verso una direzione sconosciuta. Lasciandomi sulla soglia. Chiusi la porta solo quando mi accorsi che aveva cominciato a piovere.
 
4 MESI DOPO
Dormivo quando qualcuno aprì la porta della mia camera urlando
“BUONGIORNO, BUONGIORNO!!” Mi tirai le coperte sopra la testa, magari se ignori qualcosa questa se ne va “no mia cara. Non pensare di riaddormentarti. Se sarà necessario andrò a prendere dei coperchi delle pentole e comincerò a suonarli fino a che non ti deciderai ad alzarti!” era inutile discutere con Lucy. Mi alzai a sedere sul letto e la visione che ebbi era esilarante.
La mia migliore amica portava in testa un cappellino di carta di forma conica, quello che si usa alle feste e nella mano sinistra teneva una lingua di menelik. Appena vide che avevo gli occhi aperti se la portò alla bocca e la suonò.
“Oggi è il tuo 18esimo compleanno dovresti essere felice!” era emozionata come una bambina
“Woooow” risposi semplicemente. Mi guardò accigliata
“Va bene allora vorrà dire che non ti darò il mio regalo. Che consiste in un’intervista che i ragazzi hanno rilasciato ieri a NY dove domani stasera terranno un concerto!” anche solo il “non ti darò il mio regalo” mi aveva convinta ad uscire da letto
“Come hai fatto??” gli chiesi “Di solito per arrivare ci mettono dei giorni!”
“Diciamo che sono molto amica di uno della band” disse sghignazzando. Si incupì di botto “Come va con Harry??”
“Così Così” ammisi con sincerità
“Ti ha chiamata??”
“Da l’ultima volta che me lo hai chiesto no. E da quando è partito mi ha chiamato 6 volte.”
“Brutta storia” mi guardò con i suoi occhi nocciola e mi sentì nuda. “Cambiamo discorso, guardiamo l’intervista! Pensa te che brava amica che sono, non l’ho vista per poterla guardare la prima volta con te!” Lucy prese il dvd con su scritto “A Lucy, spero che ti piaccia. Con amore Niall”
L’incontro tra il giornalista e i ragazzi cominciò con le solite domande di rito. Come si trovassero in America, se si stessero divertendo e se gli mancasse la famiglia. Poi parlarono delle loro canzoni e dei loro progetti per un possibile nuovo album. Poi parlarono di ragazze …
“Allora ragazzi, cosa ne pensate delle ragazze Americane?” chiese l’intervistatore
“Sono molto ehm… calorose e urlano molto, mi fanno paura” ammise Niall arrossendo un po.
“Si urlano molto!” disse Zayn sorridendo
“Ma ci sostengono in una maniera impressionante. Pensiamo di avere le fan migliori del mondo” stavolta fu Louis a parlare
“Certo, certo. A ragazze invece come siamo messi? Voi siete single, ma ci sono dei rumors che vedono Harry con una graziosa ragazzina lasciata a Londra. E pure Niall dovrebbe avere una relazione…” l’intervistatore lasciò molto margine di risposta.
“Ah è questo quello che dicono i giornali?” chiese Harry divertito
“Si, è vero??” l’omuncolo che li stava intervistando, piccolo e grassoccio, sudava molto e stava attento ad ogni parole che usciva dalla bocca dei ragazzi per avere uno scoop succulento
“Beh, se lo dicono deve essere vero no?!?” disse Harry ridendo. Tutti riderono, non lo avevano preso sul serio … e io che per un momento ci avevo sperato. Poi la voce di Niall che era rimasto zitto fino a quel momento sull’ argomento ragazze interruppe la risata.
“Io sto con una ragazza, lei è bellissima. Si chiama Lucy ed è a Londra adesso. “ lo disse tutto d’un fiato i ragazzi della band lo guardarono attoniti e l’omuncolo era eccitatissimo, un altro scoop guadagnato “non me ne frega niente se i manager non vogliono e verrò sgridato, è fantastica e voglio urlare al mondo che io sono suo e lei è mia.” Finito il monologo nessuno aveva niente da dire, ma l’intervista doveva andare avanti. Allora l’intervistatore decise di parlare di ragazze con gli altri ragazzi.
“Wow. Che dichiarazione d’amore! Lucy sei proprio fortunata. E per quanto riguarda tu Liam, come va sul fronte amoroso?”
“Io non ho una ragazza, ma se l’avessi la chiamerei di continuo per sapere come sta, essere dall’altra parte del mondo è difficile. Le direi in continuazione che è bella e che posso aspettarla tutto il tempo del mondo e le augurerei un buon compleanno …”
“Non ho ben capito cosa faresti, ma purtroppo la nostra intervista è finita. Spero di rivedervi presto ragazzi” disse l’intervistatore tutte sudato e con un sorriso tiratissimo. La camera si spense facendo vedere il viso di Harry contratto dalla rabbia.
 
Lucy mi guardò con occhi sgranati.
“Ti giuro non sapevo di questa cosa!”
“Questa cosa cosa?? Che Harry non mi chiama e mi nasconde a tutto il mondo mentre Niall dice di amarti a cuore aperto? Sono solo felice per te! E mi chiedo come Liam sappia che è il mio compleanno. Non credo di averlo mai neanche detto ad Harry…”
“Probabilmente mi è sfuggito di bocca parlando con Niall” disse Lucy con aria colpevole “Sei arrabbiata?”
“No. Niente affatto! Ma ho bisogno di qualcosa di dolce. Andiamo a prendere un gelato” dissi andando in bagno per vestirmi. Sul lavandino c’era il mio telefono, lo guardai per vedere se qualcuno mi aveva chiamato. Trovai un messaggio. Era Harry

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Ho saputo che oggi è il tuo compleanno. Auguri. Non vedo l’ora di rivederti
Xoxo Harry
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Che dolce pensai. La tua ragazza che è a migliaia di chilometri di distanza compie gli anni e tu le invii solo un sms?? Quello si che era amore.

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Capitolo 12
*** Pasta al pomodoro. ***


I fatidici 8 mesi erano passati. Harry sarebbe tornato la sera successiva e io avevo già il mio discorsetto da fargli.
“Dobbiamo parlare- per metterlo un po sotto pressione- Senti avevi detto che mi avresti chiamata in continuazione, non è stato così. Ma non mi importa, essere dall’altro capo del mondo è  difficile. Anche se il signore ha inventato i messaggi che sono un buon modo per far sapere alla gente che sei vivo senza bisogno di chiamarla. Ma la cosa che mi ha fatto arrabbiare è quell’intervista. Avevi detto che non ti importava di quello che pensava il mondo, ma mi hai nascosto. Non sei fiero di stare con me?”
Avevo pensato all’ultima frase affondo. Mi sembrava una di quelle frasi ad effetto. Quelle che ti lasciano sempre un po’ disorientato. Si, gli avrei parlato e secondo la sua risposta avrei deciso se continuare a stare con lui o meno. Anche se la mia decisione in parte l’avevo già presa, non ero sicura di voler essere ancora la fidanzata di Harry. La sera precedente al suo ritorno mi trovavo in pigiama su FB, scorrevo svogliatamente le foto altrui e facendomi con poco interesse gli affari loro. Avevo le cuffie e stavo ascoltando a tutto volume i “American Idiot” dei Green Day. Muovevo la testa a ritmo di musica e canticchiavo qualche pezzetto. Poi vibrai. Cioè il telefonino che era nella tasca dei miei pantaloni vibrò lo estrassi e lessi
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Stai attenta o la testa ti si sviterà. Mi sei mancata tantissimo Eve.
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Mi girai di scatto, era impossibile. Harry sarebbe arrivato solo il giorno successivo. E invece non fu così, appoggiato allo stipite della mia porta illuminato solo dalla flebile luce del telefonino. C’era lui, bello come non mai. In quel momento tutti i buoni propositi i discorsetti preparati sembravano inutili. Gli andai incontro e lo abbracciai fortissimo
“Cosa ci fai qui?” gli urlai in un orecchio
“Ho deciso di partire prima dei ragazzi. Non ce la facevo più a non vederti!”  mi disse accarezzandomi i capelli. “mi sei mancata davvero tanto!”
“Perché allora mi hai chiamata così poco??” mi scostai da lui e lo guardai dritto negli occhi, i suoi verdi come sempre si velarono di vergogna e disse
“Avevo paura di non farcela a stare lontano da te. Tutte le volte che ti chiamavo avevi una voce tristissima ed ogni singola volta volevo prendere il primo aereo che avevano a disposizione per venire da te, mi hanno fermato più volte. Giuro che lo avrei fatto.”  Spostò lo sguardo sul pavimento e aggiunse “ma adesso sono qui. Preparati ti porto fuori!”
“Dove andiamo??” chiesi incuriosita
“Questa è una sorpresa. Ma so che ti piacerà!!”
“Ok” decisi di stare al gioco. “Ma cosa mi devo mettere?? Elegante o casual?”
“La prima cosa che trovi nel tuo armadio va bene. Sei comunque bellissima.”
Mi avvicinai all’armadio e presi una maglietta a manica corta color verde, un cardigan nero, un paio di jeans e delle scarpe all star. Mi stavo sfilando i pantaloni del pigiama quando mi accorsi che mi fissava.
“Ti dispiace girarti??” gli chiesi
“Non c’è nulla da vedere che non abbia già visto” disse allusivo. Mi ritirai su i pantaloni e incrociai le braccia. “Ahhh cosi mi farai morire!” disse sospirando e andando a stendersi ad occhi chiusi sul letto. Per ora mi bastava. Mi vestii velocemente e in 10 minuti eravamo fuori casa.
Dopo venti minuti di viaggio in macchina Harry si fermò. Eravamo ancora nelle vicinanze di Londra, ma il caos era sparito, sostituito da un quartiere molto residenziale. Il mio occhio venne catturato da un insegna luminosa incastonata tra le tipiche case inglesi. Diceva “Pasta al pomodoro” guardai Harry negli occhi un po’ confusa, trovai uno sguardo eccitato e sorridente.
“Mi sono ricordato che hai origini Italiane. E ho cercato il miglior ristorante italiano della zona, e questo è quello che è venuto fuori. Lo gestisce una nonnina che si è trasferita qui anni fa dall’Italia. Se non sa cucinare bene lei i piatti tipici non so chi lo sa fare!!” scese dalla macchina e mi venne ad aprire la porta, camminammo fino all’entrata e da vero gentiluomo mi aprì la porta del ristorante dicendo in un italiano un po’ stentato “Prima le signore” risi di quel suo accento buffo e lui rise con me.
Il ristorante era vuoto, brutto segno. Ci sedemmo nell’unico tavolo apparecchiato per una cenetta romantica. Ordinammo lasagne al forno e come secondo una bistecca. Appena la cameriera se ne fu andata mi sporsi verso Harry e gli dissi
“Sei sicuro che sia il migliore di tutti??! Non c’è nessuno!”
“Questo perché l’ho prenotato tutto io!” mi disse strizzandomi l’occhio. “E non credere che sia stato facile!”
“Cosa hai dovuto fare??”
“Questo non ti riguarda, l’importate è che tu ti diverta”
Mi guardai intorno, ero stata molte volte in Italia e questo rispecchiava lo stereotipo di una taverna italiana. Con appeso alle pareti la foto della torre di Pisa e del Colosso. La foto di qualche papa e di un uomo anziano con gli occhiali e pelato, probabilmente una carica pubblica non so. Il tavolino dove mangiavamo sembrava quello di Lilli e il vagabondo, con una tovaglia a quadretti rossi e un fiasco di vino con dentro una candela mezza consumata. L’insieme mi piaceva, mi faceva sentire rilassata e a casa, quasi protetta. Stavo ancora con il naso per aria quando mi sentì osservata. Al di la della candela due occhi di un verde più scuro del solito mi fissavano.
“cosa c’è?” chiesi pensando di avere qualcosa fuori posto
“Sei bellissima” disse semplicemente
“Lo dici sempre”
“Perché è vero!” Non so come mai ma quelle parole mi fecero venire in mente l’intervista. Allora mi incupì di colpo. Lui se ne accorse e disse “Non ti piace tutto questo??”
“No questo è fantastico, stavo pensando all’intervista che avete rilasciato a NY…” anche lui si irrigidì “Niall ha dichiarato di stare con Lucy. Ma tu hai sviato la domanda, avevi detto che non ti importava di quello che pensava il mondo”
“Ma per me quello non era il momento giusto. E comunque l’intervista è saltata. Non so se lo sai ma i manager hanno pagato una cifra esorbitante per non farla uscire. Proprio per le dichiarazioni di Niall!”
“E’ una cosa orribile. Una persona non può più decidere con chi stare??”
“Possiamo stare con chi ci pare. Ma non ci è permesso sventolare la nostra felicità. Le fan potrebbero risentirne.” Ammise semplicemente
“Odio le fan.” Dissi incupendomi
“Anche tu lo eri” fece Harry divertito.
“Si ma se tu ti fossi messo con una ragazza, ci sarei rimasta male ma poi sarei stata felice per  te!”
“Infatti tu sei una fan speciale. Non tutte sono così. Anzi diciamo nessuna è così. Pensano che dobbiamo stare con loro. O loro o nessuno!” Harry si era sporto sempre più verso di me, le nostre bocche erano a pochi centimetri e per me quella vicinanza rendeva difficile continuare la conversazione. A quel punto arrivò una signora grassoccia e dai capelli biondi tinti, aveva un grembiule tutto sporco, probabilmente era la cuoca. Ci augurò buon appetite toreò in cucina.
Mangiammo ridendo e scherzando. Forse grazie all’ambientazione o a no so cosa ma Harry mi chiese di insegnargli l’Italiano, il risultato fu disastroso. Ma mi fece ridere come una matta soprattutto quando cercò di ripetere uno sciogli lingua. A pensarci adesso penso che facesse lo stupido solo per farmi ridere.
Quando finimmo di mangiare il dolce Harry sembrava agitato
 “Cos’hai?” gli chiesi con le lacrime ancora agli occhi
“Beh, ehm, ho una cosa per te. “ disse frugando nella tasca della giacca. Ne estrasse una scatolina blu. Se la rigirò tra le mani e poi me la porse. La presi con mani tremanti e l’apri. Conteneva un braccialetto di un blu simile a quello dei miei occhi e su di esso spiccavano delle lettere. C’era scritto “Harry” appena alzai la testa lui mi guardava imbarazzato passandosi una mano tra i capelli “Così sarò sempre con te..”
“E’ bellissimo” dissi, lo era vero. Sia il regalo che lui erano bellissimi.
“Sono contento che ti piaccia. Dai andiamo, la notte e lunga devo portarti in un sacco di posti e devo far…”
“Che ne dici se andiamo subito a casa tua?” lo interruppi e lui mi guardò stupito “lo so che posso sembrare una zoccola, mah, siamo stati lontano 8 mesi!! Mi sei mancato tantissimo!” dissi vergognandomi della proposta che avevo fatto.
“Mi sei mancata anche tu. Andiamo a casa” disse semplicemente prendendomi per mano e uscendo dal ristorante. Infilai il regalo di Harry nella borsa e salì in macchina. Mi accoccolai sul sedile del passeggero, aspettando di arrivare a casa del ragazzo. Il ricciolo andò veloce e sicuro per le strade di Londra, una volta arrivati a casa sua mi aprì la portiera e mi accompagnò sotto braccio fino a l portone
“Allora… siamo arrivati…” disse dondolandosi un po suoi piedi
“Siamo arrivati!” gli feci eco. Mi alzai sulle punte e lo bacia con passione, lui non si aspettava tanta intraprendenza tanto che all’inizio rimase un po’ sorpreso. Si riprese subito mi prese in vita e mi strinse a se. Aprì il portone e andammo in camera sua. Passammo la notte insieme, alla fine mi accoccolai nel sul suo petto, per sentirlo respirare. Ma qualcosa era cambiato. Io.
 

Nota dell’autrice.
Harry cerca di rimediare al disastro del compleanno di Eva, ma qualcosa è cambiato, adesso forse Eva si fida di meno o forse ha capito che l’amore non è cosi facile come pensava. Si può dire in mille modi che si è interessati ad una persona me i fatti sono tutta un'altra cosa. Senza i fatti l’amore non esiste.
Vi ringrazio tutti per aver letto la mia storia vi mando un sacco di baci virtuali

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Capitolo 13
*** Le due stanghette. ***


I mesi successivi al ritorno di Harry furono felici e tristi. Facili e difficili. Romantici e glaciali. Più di una volta mi ritrovai a piangere per lui, non so neanche bene io il perché. Lui cercava di farmi felice in qualsiasi modo, alla fine finivamo sempre per fare pace a letto e non dentro  la testa, dove rimanevano a marcire le cose che avrei voluto dirgli. 
Un giorno, me lo ricordo come se fosse successo ieri ero a tavola a fare colazione con mia madre e lei mi disse
“Dobbiamo parlare” sembrava tesa, come se dovesse dirmi la cosa più brutta del mondo.
“Cosa è successo??” chiesi preoccupata
“Ci trasferiamo” Lo disse velocemente come se avesse dovuto strappare un cerotto, una cosa netta che avrebbe dovuto fare male solo per un secondo.
“Trasferirci? Come? Quando? Dove? Come farò, dovrò dirlo a Lucy, staremo in Inghilterra vero??” feci io allarmata
“Una cosa alla volta. Si staremo in Inghilterra, e non lontano da Londra. Potrai vedere Lucy tutte le volte che vorrai. E il perché, anche se non me lo hai chiesto, è che tuo padre ha avuto un offerta di lavoro che non può rifiutare.”  Concluse mettendomi delle uova con bacon nel piatto. Le guardai un po schifata, quella mattina non mi andavano le uova, anzi mi veniva da vomitare solo a vederle, preferivo un dolce, mh si una bella ciambella al cioccolato non sarebbe stata una brutta idea.
Più guardavo il mio piatto più mi veniva da vomitare.
“No. Stamani non mi vanno proprio le uova. Anzi se devo dirla tutta mi viene da vomitare solo a vederle” dissi allontanando il piatto da me. Mia madre mi si avvicinò e mi mise le labbra sulla fronte
“Non è che hai qualche virus??”
“Ma che virus e virus. Solo che stamani non mi vanno. Andrò a fare colazione con Lucy. Almeno le dirò che la nostra vita è finita. Dato che il mondo cospira contro di me e mi vuole fare trasferire!” urlai questa frase perché oramai ero volta in camera mia, lontana da quelle dannate uova.
Dove l’aria non puzzava di olio, mi rilassai, andava molto meglio. Mi vestì e inviai un messaggio a Lucy
 
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Oggi niente scuola. Ho notizie troppo brutte. Mi necessita una ciambella. Ci vediamo da Starbucks a  Wardour Street tra 30 minuti.
Eva
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Uscì di casa. Quella mattina non faceva troppo freddo,  c’era un aria frizzante in strada che mi svegliò e mi fece passare definitivamente la nausea. Presi la metropolitana ed arrivai al luogo dell’incontro. Era pieno, come al solito, mi sedetti al primo tavolo libero che trovai e aspettai Lucy.  Dopo 5 minuti di attesa morivo di fame, maledetta a lei e alla sua puntualità! La chiamai 
“Dove sei??” chiesi irritata
“Ei calma, sei hai le tue cose non te la puoi prendere con me! comunque sono praticamente lì. Aspettami” mi buttò giù prima che potessi obbiettare qualsiasi cosa. 
Cosa intendeva per praticamente lì, 2 minuti o 5? Pensavo che non ce l’avrei fatta ad aspettarne neanche mezzo di minuto, mi alzai e presi 3 ciambelle tutte al cioccolato, ne addentai una senza pensare a come apparissi, se qualcuno non mi voleva vedere non doveva fare altro che girarsi. Stavo addentando la seconda quando qualcuno mi diede un bacio sulla guancia da dietro.
“Ehi scusa, la metro non passava … ti avevo detto di aspettarmi!!” fece per addentare un pezzo della mia ciambella, ma io gle la allontanai
“Lontana dal mio dolce” dissi con quanta più cattiveria potevo
“Ehi scusa!! siamo nervosetti questa mattina??” era sorpresa tanto quanto me del mio comportamento. “Allora quale sarebbe la grande notizia, tu e Harry vi sposerete?” disse scherzando
“Harry è l’ultimo dei miei problemi ora come ora. Ma prima di dirtelo vatti a prendere un caffè”
“Ti avverto ho strappato a mia madre il permesso di stare fuori fino alle 11.30 solo perché ho detto che ti stavi per buttare giù da un ponte. Quindi fai in fretta!” andò a prendersi la bevanda e poco dopo tornò “Allora, la grande notizia?”
“Mi trasferisco” dissi semplicemente. Lucy si strozzò con il caffè che aveva appena messo in bocca 
“Come? Quando? Dove? Come farò? Starai in Inghilterra vero? E con Harry come farai?” sorrisi pensando che aveva fatto più o meno le mie stesse domande, ma il mio buon umore si spense subito lei aveva pensato anche ad Harry. Io no. Ero una fidanzata pessima. Mi sarei trasferita e non avevo pensato al mio ragazzo. 
“Non ti preoccupare. Sarò vicino a Londra, non so molto altro, sono uscita di casa subito per venirtelo a dire. E con Harry non so. È complicato, ultimamente penso di non voler stare più con lui…” ammisi
“Come mai??” lei era stupita. Non mi aveva sentito in questi tre mesi?? Le avevo fatto un sacco di scorsi su Harry
“Come come mai?!?!? Ho pianto tantissime volte per lui!” era ovvio, come faceva a non vederlo. Lui non mi amava come facevo io.
“Questo perché hai degli sbalzi di umore che neanche un babbuino cieco ha. Senti” Lucy sospirò “ non te l’ho detto prima per paura della tua reazione ma ora te lo devo dire. Harry ti porta sul palmo della mano, se tu vuoi una cosa lui la fa. E a te continua a non andare bene. A questo punto penso che il problema non sia lui ma tu…”
“Arriva al dunque” dissi sporgendomi verso di lei sul tavolo.
“E’ dall’intervista nella quale lui non ha rivelato di stare con te che sei cambiata. Mentre Liam …” si interruppe a metà frase, io mi ritirai al mio posto come se mi avesse scottato
“Non so di cosa stai parlando” dissi addentando la ciambella.
“Lo sai benissimo, anche se lo vuoi nascondere. Ha sempre avuto un certo potere su di te. Ti è … non lo so… in qualche modo entrato dentro, dalla prima volta che lo hai visto.” la sincerità di Lucy mi fece male. Lei mi capiva più di quanto io stessa facessi, il comportamento di Harry mi aveva ferita ma ci ero passata sopra perché infondo era Harry Styles dei One Direction. Avevo messo la sua fama davanti alla mia felicità. Lo avevo messo davanti a tutto senza capire che prima arrivavo io, poi tutto il resto.
“L’intervista mi ha ferita profondamente. Mi aveva detto che ciò che il mondo avrebbe detto non gli importava e alla prima occasione che ha avuto ha smentito tutto … non penso che mi ami poi così tanto come dice”
“Lo sogni la notte?” mi chiese puntandomi gli occhi nocciola addosso
“Non tutte ma…” risposo abbassando i miei
“Non vedi l’ora di rivederlo ogni giorno?”
“Perché mi stai facendo questo??” mi veniva da piangere
“Voglio solo che tu sia sincera con te stessa!”
“Ma non so cosa voglio” 
“Nessuno lo sa mia cara. Siamo al mondo per essere felici e l’unico modo per essere felici è guardarsi dentro e fare ciò che ci sentiamo di fare” i suoi occhi si erano addolciti e aveva abbassato lo sguardo sulle mie ciambelle “Quante ne hai già mangiate di quelle??” chiese per alleggerire la tensione
“Ne ho prese solo tre!” Lucy sgranò gli occhi “Ehi non mi giudicare è la mia colazione!!”
“E’ la colazione di 3 persone! Eva te lo dico con sincerità, oggi sono in vena, sei ingrassata in questi mesi. Capisco che magari la sindrome premestruale ti porta a volere qualcosa di dolce. Ma tre ciambelle sono troppe!”
“Non ho nessuna sindrome premestruale. Ne avevo solo voglia”
“Mah” rispose semplicemente. Guardò l’orologio del telefono e disse “E’ tardissimo, noi comuni mortali dobbiamo andare a scuola. Pensa a quello che ti ho detto Eva!” disse dirigendosi verso l’uscita
“A non mangiare troppe ciambelle??” chiesi facendo la finta ingenua
“No. Non poi continuare a prendere in giro Harry. E soprattutto te stessa. Fai pace con la tua anima e poi decidi di conseguenza.” Uscì dalla porta lasciandomi sola con l’ultima ciambella. L’addentai, c’era tempo per pensare a cosa fare. Pfse sindrome premestruale, non ero a tiro di ciclo, mi sarebbe dovuto venire… non mi ricordavo quando allora presi il telefonino dove, nell’agenda, appuntavo ogni volta che mi venivano le mestruazioni.
 Lo guardai, il mese precedente mi era saltato, anche quello prima e quello prima ancora. L’ultima volta mi era venuto quando Harry era in America. Un lampo mi assalì facendomi cadere la ciambella di mano.
 
Nausea.
Irritabilità
Aumento di peso
Mancanza di ciclo
Mi tastai il seno. Era duro come un sasso
No, pensai, no è impossibile. Uscì da Starbucks di fretta e furia urtando qualcuno che mi disse
“E stai attenta”
Non ci badai non avevo tempo. Girovagai correndo per un paio di minuti fino a che non trovai una farmacia. Entrai era vuota, mi avvicinai al bancone e chiesi un test di gravidanza. Il commesso un ragazzo poco più che 27enne mi guardò come per dire “Sei fregata amica” gli ricambiai uno sguardo pieno d’odio e dissi
“Posso usare il bagno?”
“In fondo a destra” continuava ad avere quello sguardo, se appena uscita mi avesse continuato a guardare cosi lo avrei preso a pugni.
Corsi verso il bagno cercando di ricordare quando io ed Harry avevamo fatto l’amore. Non mi ricordavo se si fosse messo una protezione, infondo doveva occuparsene lui no??. Mi chiusi nel water e lessi le istruzioni. Facile una stanghetta ero salva, due ero fregata. Feci la pipì sul piccolo pezzo di plastica e lo riposi nella scatola sul termosifone. Dovevo aspettare 10 minuti prima di un risultato. Controllai l’ora 
 
11.44
Signore fai che non sia incinta. Pensavo. Andrò in chiesa tutte le domeniche lo giuro. Diventerò suora te lo prometto. Guardai l’orologio
 
11.47
Perché il tempo non passa?? Niente panico. Succede che il ciclo saliti non è vero?? Continuavo a cercare di auto convincermi ma più ci provavo più le speranze mi sembravano poche.
 
11.50
“Non sei incita. Non sei incinta.” Mi ripetevo a voce alta Si che sei incinta stupida, - mi disse il mio cervelli - i sintomi ci sono tutti
“Zitto tu! Non sono incita. Non sono incita!” dicono che il potere della mente possa tutto e io in quel momento ci speravo

 
11.53
Ok prendi la busta e guarda- mi impose il mio cervello. - Non si risolverà da solo il problema. Prendi quella fottuta scatola e guarda. 
 
Mi decisi a prendere il test ripetendo come un mantra "una stanghetta sono salva, due sono fregata. Una stanghetta sono salva, due sono fregata. Una stanghetta sono salva, due sono fregata". 
Estrassi quel piccolo pezzo di carta  dalla scatola, la mia vita dipendeva da quel risultato, chiusi gli occhi un istante e feci un profondo sospiro, quando gli riaprii e le vidi. Due vivide striscioline di un rosa intenso era posizionate in bella vista in un display infondo al test. "Sono fregata" dissi ad alta voce ancora seduta sul water.
Uscì dal bagno come un zombie. Non badai neanche al ragazzo che da dietro al bancone continuava a fissarmi, era l’ultimo dei miei problemi. Aprì la porta della farmacia e tutto mi parve così diverso da come lo avevo visto prima, aspettavo una vita, come avrei fatto ad avere un figlio se io stessa ero una bambina?? ed Harry cosa avrebbe detto?? La cosa mi spaventò.
Sarebbe stato felice?? Eravamo troppo giovani, non avevamo mai parlato dell’eventualità di avere dei figli. Mi aveva detto che potevo fidarmi di lui. Che non mi avrebbe mai spezzato il cuore. Se mi avesse lasciata da sola in questo momento però il cuore me lo avrebbe frantumato. Ma lui non era quel tipo di ragazzo, lo conoscevo. Avrebbe trovato una soluzione. 
Camminavo per strada con sguardo vitreo senza sapere bene dove andare. I miei piedi andavano da soli in direzioni che io non conoscevo. Camminavo da 10 minuti quando andai a sbattere contro qualcuno
“Ma che diavolo…” mi disse la voce
“Scusi” mi giustificai con la voce, senza veramente sentirmi in colpa. Avevo già sentito quella voce, ma dove?? Boh ora come ora non mi importava, continuai a vagare
“Ehi Eva aspetta!” sentire il mio nome mi fece tornare alla realtà mi giri e la voce ebbe un volto, un dolcissimo volto con preoccupatissimi occhi nocciola. Possibile che si trovasse sempre nelle vicinanze tutte le volte che avevo un problema?
“Liam” dissi mi avvicinai e lo abbracciai “grazie per gli auguri” fa la prima cosa che mi venne in mente, come potevo dire una cosa del genere? Avevo appena scoperto che sarei diventata madre e mi veniva in mente una cosa successa 7 mesi fa?.
“Ti saresti meritata di più” disse stingendomi. Mi scostò dal suo petto e mi disse “Cos’hai mi sembri strana…”
“Niente un po’ di stanchezza” sai diventerò madre, non dissi di proposito l’ultima frase, infondo cosa interessava a Liam se ero incinta?
Soppesò la mia risposta e decise di fare finta di credermi, mi guardò con occhi eccitati e disse 
“Hai da fare oggi?” 
“No” la mia vita è gia’ rovinata, peggio di cosi non può andare, anche stavolta evitai di dirgli la seconda parte per scansare domande scomode
“Bene allora oggi starai con me!” disse convinto
“Non ho niente da perdere. Andiamo!”
Salì in macchina e per un secondo mi sentì in colpa. Cosa avrebbe pensato Harry se avesse saputo che stavo andando via con Liam? Poi pensai che non stavo facendo nulla di male. Io e quel ragazzo eravamo una specie di amici, non avremmo fatto niente di male. Di certo non poteva mettermi incinta. Lui accese la macchina e partimmo
“Mettiti comoda “ mi disse interrompendo i miei pensieri “Sarà un lungo viaggio!”
 
 
 
 
Nota dell’autrice
Eva dopo l’intervista mette in dubbio l’amore del ragazzo. Chi non lo avrebbe fatto? Si sentiva come se lui avesse voluto nasconderla. E penso che per una ragazza sia la cosa peggiore. Dare tutto ad un ragazzo che poi non la presenta al mondo. 
Ringrazio tutti i miei lettori. Enjot :)

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Capitolo 14
*** Se fosse un noi? ***


Liam guidò verso una destinazione sconosciuta per non so quanto tempo. Non era un grande interlocutore perciò passai tutto il viaggio con le mani sulla pancia a pensare. Cosa avrei fatto di quella vita che portavo con me? cosa avrebbe detto mia madre? Per non parlare di mio padre, e Lucy? Cosa avrebbe pensato di me?.
Mi balenò in testa un pensiero, molte ragazze avevano scelto di interrompere la gravidanza, potevo farlo anche io … guardai la mia pancia, un po’ più grande del solito ma comunque non sembravo una ragazza incinta, mi figurai mio figlio nel mio ventre e anche solo il pensiero di un aborto mi disgustava. Avevo combinato io quel casino e lui\lei non centravano niente. Un figlio non è un giocattolo che puoi buttare via quando vuoi.
Pensai all’adozione, sarebbe stato meglio per mio figlio, avrebbe avuto una casa, una famiglia stabile e qualcuno che gli avrebbe voluto bene, poi ci pensai, chi gli poteva volere più bene di sua madre?? No questo bimbo sarebbe rimasto con me e avrebbe avuto un nome forte come MARSHALL o STEVENS, lo avrei accompagnato alle partite di calcio e alle lezioni di piano, avrebbe avuto i miei occhi e il sorriso di Harry, sapevo che sarebbe stato bellissimo. Poi pensai e se fosse una femmina?? Harry l’avrebbe adorata, come facevo io. Ci pensai era colpa degli ormoni. Ecco perché mi stavo staccando da lui, tutta colpa loro. Io lo amavo, lui amava me e saremmo vissuti insieme felici, ne ero sicura. Mi ritrovai a sorridere forse non era poi la fine del mondo.
Poi mi girai verso Liam e rimasi incantata, portava degli occhiali e una maglietta grigia ed era bellissimo. Tamburellava con le dita sul volante canticchiando una canzone che non riuscivo a riconoscere. Guardarlo mi faceva battere il cuore, stupidi ormoni. Dopo un poco che lo guardavo mi disse.
“La mamma non ti ha detto che non si fissa la gente?!?” e sfoderò un sorriso che mi fece mancare il fiato.
“Mi ero incantata …” tentai di giustificarmi distogliendo lo sguardo e diventando tutta rossa in viso
“Siamo quasi arrivati, quanta fame hai??”
“Molta” era vero, morivo di fame, guardai l’ora erano le 12.50 quasi ora di pranzo
“Bene, ho in mente un posto perfetto”.
Liam guidò in silenzio per altri 10 minuti e io continuavo a guardarlo di sfuggita. Alla fine arrivammo ad un cartello che ci indicava che eravamo appena entrati nella cittadina di Roydon, guardai il mio pilota confusa
“Dove saremmo scusa??”
“Oh giusto, non ti ho ancora detto niente. Questa è Roydon. Siamo poco distanti da Londra, un oretta o poco più. Ci sono venuto un paio di volte con i miei quando ero piccolo, è un posto tranquillo, molto residenziale ma stasera diventerà un posto speciale … ci saranno i fuochi per inaugurare l’inizio dell’inverno!” disse tutto emozionato. Era contagioso il suo buon umore tanto che non vedevo l’ora di vedere anche io lo spettacolo pirotecnico
“A che ora ci sono i fuochi d’artificio??”
“Verso le 20.00 abbiamo tutto il tempo per parlare …” non mi accorsi che si era fermato con la macchina fino a che non uscì dalla portiera. Balzai fuori anche io e lui mi guardò sconsolato “Non si può più neanche aprire la portiera ad una ragazza??”
“Alla tua ragazza si, ma non a quella degli altri“ lo ammonì, lui sembrò incupirsi e io mi pentì all’istante di ciò che avevo detto. Liam camminò qualche passo avanti a me ed entrò dentro una taverna. Era semi vuota e trovammo subito un posto. Il ragazzo non aveva la faccia arrabbiata allora mi rilassai, subito venne un cameriere a prendere le ordinazioni
“Da quanto tempo Liam!! Sei venuto a vedere i fuochi??!”
“Si Josh. Non potevo perdermeli per niente al mondo!.”
“E chi è questa graziosa ragazza che è con te??” chiese Josh squadrandomi da testa a piedi
“Lei è Eva. È una ragazza speciale…” disse Liam guardandomi dolcemente
“Allora l'hai accalappiata eh?? Sei fortunata ragazzina, il nostro Liam è un ragazzo d’oro!!” disse il cameriere strizzandomi l’occhio
“No io..” sussurrai e Liam mi precedette
“Purtroppo è lei che ha accalappiato me … è complicato …”
“Non voglio intromettermi in affari non miei” disse Josh alzando le mani “allora, cosa vi porto??”
Ordinammo e l’amico di Liam ci lasciò da soli, durante il viaggio ero impegnata a pensare al da farsi e non mi ero resa conto che ero da sola con quel bellissimo ragazzo in un piccolo abitacolo, e adesso eravamo da soli in un ristorante, mi sentivo a disagio e mi dondolai sulla sedia. Il ragazzo cominciò a parlare come se niente fosse, come se si sentisse perfettamente a suo agio.
“Allora, come va la tua vita?”
“Potrebbe andare meglio, la tua??”
“Diciamo che c’è questa ragazza che mi piace molto. Ma lei è fidanzata e fedele. Anche questo mi piace di lei …”
“Non sei riuscito a dimenticarla??” chiesi guardandolo negli occhi
“Mai” mi disse puntando i suoi nei miei. Mi ero dimenticata di quanto fossero espressivi e sinceri non riuscì a guardarli per più di 2 minuti perché il cuore cominciò a battermi forte, era da tanto tempo che non provavo un emozione simile. Per fortuna Josh arrivò e ci portò le prime ordinazioni
“Buon appetito” disse semplicemente e si allontanò inconsapevole di aver rovinato un momento catartico. Mangiammo piano, gustandoci ogni singolo boccone. Non parlai molto. Più che altro Liam mi raccontava cosa era successo in America, ben attento a non menzionare l’intervista. Io tenevo una mano sulla pancia come per proteggerla, volevo bene a questa piccola vita, forse perché l’avevo avuta con una persona alla quale volevo bene, pensai ad Harry e mi sentì un po’ in colpa, ma fino a che non facevo niente di male, tutto andava bene.
Mi concentrai su Liam non molto attenta a quello che dicesse ma più che altro cercavo di memorizzare ogni suo particolare. Ci alzammo dal tavolo alle 15.30 con le pance belle piene. Salutammo Josh, passammo davanti ad una stazione e ci ritrovammo in un parco dove c’era un fiera. Quello era veramente un giorno speciale.
Roydon non era una grande città ma quel giorno tutti erano riuniti in quel parco. Vedevo famiglie a fare un picnic, innamorati che si tenevano per mano, bambini che strillavano e amici che mangiavano un gelato, guardavo tutto ciò con meraviglia, avevo vissuto a Londra per tantissimo tempo, non avevo mai visto una festa così, sembravano tutti amici, mi piaceva da matti.
Cominciai a correre in qua e in là per vedere ogni cosa, rimasi incantata guardando delle marionette e un giocoliere mi prese per fare un gioco. Liam mi seguiva da lontano sempre sorridendomi.  Ad un certo punto ci trovammo in una specie di luna park, il ragazzo che, adesso, camminava accanto a me mi prese sotto braccio
“Vieni con me …” disse misterioso. Mi lasciai trascinare e mi portò davanti ad gioco nel quale dovevi sparare a delle lattine usate, più punti facevi più il regalo che ottenevi era grande “Guarda e impara” pagò alla ragazza 10 sterline e cominciò a fare fuoco. Mise a segno quasi tutti i colpi, ne sbagliò solo uno, la giovane donna gli fece vedere i vari premi e lui scelse un dolcissimo pupazzo di Garfield, se lo rigirò tra le mani e un po imbarazzato disse
“Tieni è per te” non mi guardò negli occhi, li teneva puntati sull’animale di pezza
“Ma Liam non…” obbiettai
“Non avrei giocato se non avessi voluto che lo avessi tu…” disse sempre guardando il pupazzo. Allungai le mani e lo strinsi al petto.
“Grazie” dissi semplicemente.
“Andiamo a stenderci, tra un po cominciano i fuochi” mi prese per mano e mi portò lontano dalla calca di gente, passammo un ponticello e trovammo un posto isolato sotto ad un immenso faggio.
Liam si sdraiò sull’erba, si mise le mani dietro la testa e chiudendo gli occhi sospirò. Io rimasi a guardarlo dall’altro, colpita. Come poteva starsene steso li e se essere così bello? Lui aprì un occhio e disse
“Mi stai fissando … di nuovo…” lo richiuse e fece un sorriso che mi tolse il fiato. Mi sedetti per terra anche io rannicchiando le gambe al mio petto, lui rimase nella sua posizione. Restammo in silenzio per svariati minuti poi pensai che non ce la facevo più a stare zitta, dovevo per forza rovinare quel momento
“Perché lo stai facendo??”
“Perché sono stanco e voglio riposarmi” disse semplicemente
“No. Intendevo perché mi hai portato qui.” dissi e con un ampio gesto della mano indicai il prato e tutto ciò che c'era intorno a noi. Liam si tirò su a sedere e guardandomi negli occhi disse
“Mi sembravi triste. Hai detto che eri solo stanca ma non era la verità. Per metà viaggio sei stata pensierosa e assente ma poi ti ho visto sorridere e ho capito che qualsiasi fosse il tuo problema lo avevi affrontato. Sarei stato pronto ad affrontare qualsiasi cosa con te. Per te. Inizialmente pensavo fosse colpa di Harry, anzi lo penso ancora …” disse serrando la mascella.
“In un certo senso è colpa sua, ma anche mia, le cose si fanno in due…” Liam mi guardò e con voce bassa e penetrante disse
“Te l’ho gia detto una volta. Se dovesse farti soffrire lo prenderò a pugni! E questa volta niente mi fermerà” i suoi occhi, che guardavano lontano, si accesero di convinzione.  Era il ragazzo più protettivo che avessi mai incontrato. Era pronto a tutto pur di non farmi soffrire … chissà se anche Harry avrebbe fatto tutto questo per me. Scacciai subito quel pensiero, certo che lo avrebbe fatto, io e lui stavamo insieme. Liam mi fissava con i suoi occhi nocciola e io mi ci persi dentro. Spostai lo sguardo vero la fiera e ripensai alla prima volta che lo avevo visto, mi era sembrato un cucciolo. Poi il giorno dopo il pasticceria, il suo sorriso, quando mi aveva visto con il sacchetto in bocca mi era parso il più bello del mondo. Il giorno della festa mi aveva detto che non mi avrebbe mai trattata come mi aveva trattato Harry. Tutti i messaggi che mi aveva inviato, e mi venne in mente l’emozione che provavo tutte le volte che leggevo il suo nome sul display. Con tristezza ripensai alla ragazza che pensavo fosse la sua fidanzata e per colpa sua mi ero messa con Harry, ed infine il giorno della partenza quando mi aveva detto che mi avrebbe aspettata per sempre. Persa nei miei pensieri non i accorsi che Liam si era rimesso steso per terra e con gli occhi ben puntato contro il cielo stava intonando una canzone

If we could only have this life for one more day  If we could only turn back time, you know I'll be   Your life, your voice, your reason to be  My love, my heart is breathing for this  Moment, in time I'll find the words to say  Before you leave me today

A quel punto mi venne da piangere. Mi si gonfiò il cuore, non era giusto che provassi quella sensazione ma era cosi. Fino a quel momento non me ne ero accorta. Ero innamorata di quel ragazzo che steso in modo naturale sul prato mi faceva battere il cuore tutte le volte che lo vedevo. Non mi importava niente di Harry o quello che avrebbe pensato, volevo baciare quelle labbra perfette. Ma qualcosa mi fermò, un pensiero mi fermò. Pensai a quella vita che mi stava dentro, Liam no era suo padre, Harry lo era. Non era giusto nei confronti di quel bambino lasciare suo padre per andare con un altro. Mi ero accorta di essere innamorata di Liam, ma era troppo tardi.
A quel punto mi misi a piangere come una fontana. Mi ero scritta da sola il mio destino e adesso dovevo pagarne le conseguenze. Liam sentendo il mio pianto si avvicinò a me e prendendomi per le spalle costringendomi a guardarlo mi disse.
“Eva. Oramai devo dirtelo, penso di amarti più di Harry. Anzi penso che lui non ti ami affatto, io invece TI AMO, dalla festa quando eri sconvolta ma cercavi di fare la dura. Durante tutti i messaggi che ti inviavo. Ti amavo anche quella mattina dopo che avevi fatto sesso con Harry. Ti amo tutt’ora.”
“E’ complicato Liam … non posso lasciare Harry. Lui deve prendersi cura di me…”
“Non ti capisco Eva, perché piangi allora??. Io avrò cura di te” i suoi occhi si addolcirono, e quella visuale mi fece solo piangere di più.
“E se non fossi solo io?? Se ci fosse un noi??”
Liam mi guardò come se non capisse la mia lingua.
“Cosa intendi per noi??” era sbigottito. Allungai le mani sulla pancia e ci feci correre lo sguardo.
“Se portassi in grembo un'altra vita. Ti prenderesti cura anche di lei?”
Le mani di Liam caddero dalle mie spalle e i suoi occhi si spensero, gle lo avevo detto. Avevo detto al ragazzo che amavo che aspettavo il figlio del suo amico. Lui si girò e con sguardo perso disse
“Sei incinta!”
Non potevo sopportare quella situazione, mi alzai piangendo e mi allontanai da Liam, pensando che mi avrebbe seguita, abbracciata e consolata ma non lo fece.
Mi immersi nella folla e guardandomi indietro vidi il ragazzo nella posizione in cui lo avevo lasciato. Non potevo tornare a casa con lui, quindi decisi di andare alla stazione poco distante dal ristorante dove avevamo mangiato. Mi avvicinai allo sportello
“Mi scusi quando è il primo treno per Londra” chiesi ancora piangendo all’anziana signora che vendeva i biglietti.
“Tra 5 minuti tesoro” non mi guardò subito ma appena vide i miei occhi rossi di pianto si preoccupò “Stai bene tesoro??”
“Si, ho solo bisogno di tornare a casa.” Pagai il biglietto ed aspettao il treno.
Non potevo stare con Liam, quindi sarei stata con Harry. Avrei cresciuto nostro figlio come era giusto. Avrei sacrificato la mia felicità per la sua, dopotutto è questo quello che fanno le madri.
A metà del viaggio mi arrivò un messaggio. Era Liam, vedere il suo nome sul display mi fece piangere, cercai di calmarmi e lessi

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Eva dove sei?? Sono preoccupato. Lo hai detto ad Harry??
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Guardai fuori dal finestrino, l’opprimente e grigio paesaggio Inglese gravava su di me. Aveva cominciato a piovere e io a piangere. Gli risposi subito anche se le lacrime mi impedivano di vedere bene i tasti

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Sto andando a casa. Lo dirò ad Harry appena arrivata. Aspetta che sia io a farlo ti prego. Ti amo Liam, ma per il bene di questo bambino è suo padre che lo deve crescere. Tu non centri niente in questo casino. Vivi la tua vita, io ti porterò sempre nel cuore.
Eva
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Era stata una giornata davvero lunga. Con gli occhi gonfi e la testa che mi doleva appoggiai il capo al finestrino e mi appisolai fino a che non arrivai a Londra tenendo ben stretto il pupazzo che Liam mi aveva regalato.
 
 
Nota dell’autrice
Tatatatatan e il momento fatidico è arrivato! Eva ha capito che ama Liam e che se non lo avesse visto con quella ragazza e se gli avesse dato l’occasione di spiegarsi le non avrebbe scelto Harry. Non sarebbe rimasta incinta etc. l’ho sempre saputo che lei provava qualcosa per Liam. Dovevo solo capire come farlo capire a voi.
Spero che vi piaccia la mia storia tanto quanto voi piacete a me. un bacio.

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Capitolo 15
*** Nostro figlio non si chiamerà Ernest ***


Arrivai a Londra verso le 20.15 stanchissima e con la schiena a pezzi. Decisi che sarei andata da Harry la mattina seguente molto presto, e gli avrei parlato.
Arrivata a casa mia madre mi venne ad aprire la porta e con occhi preoccupatissimi mi disse
“Dove sei stata tutto il giorno??? Ti ho chiamato ma non rispondi. Ho sentito Lucy ma non sapeva dov’eri!!! Non lo fare mai più!!”
“Scusa” dissi semplicemente abbassando lo sguardo. Non avevo voglia di un confronto. Aggirai mia madre per andare in camera, ma lei era di un'altra opinione
“Non così in fretta!!. Sei già sfuggita ad una ramanzina una volta, ora non scappi!” mi si era portata davanti e mi puntavi gli occhi, così simili ai miei, addosso. Non sopportavo quello sguardo, mi toccai la pancia e pensai che prima o poi avrei dovuto dirglielo. Lei continuava a guardarmi con sguardo severo in attesa di una mia risposta e mi venne da piangere, pensavo di aver pianto tutte le lacrime che potevo sul treno ma, evidentemente, avevo ancora qualche riserva. Vedendo i miei occhi lucidi mia madre si intenerì
“Cos’hai??” disse avvicinandosi
“Ho fatto un casino..” ammisi
“Cosa è successo?” ora aveva lo sguardo preoccupato
“Sono incinta” Penso che sia la cosa più difficile che abbia mai fatto. Guardare la persona che ti ama di più al mondo negli occhi e darle una notizia del genere mi fece stare malissimo. Lo sguardo di mia madre cambiò, si perse nel vuoto, allungò una mano verso il mio braccio per reggersi e piano piano si avvicinò al divano e vi si lasciò cadere. Rimase zitta con sguardo perso per quella che mi sembrò un eternità.
“Stai scherzando!!”
“No” adesso le lacrime sgorgavano da i miei occhi
“La mia bambina” disse sotto voce “Ma come è possibile?? Ti ho sempre detto di stare attenta!!” urlò questa frase guardandomi negli occhi“ Harry lo sa??”
“No”
“Cosa hai intenzione di fare??” mi chiese con intensità. La domanda mi offese, come cosa avevo intenzione di fare??
“Ho fatto questo casino io, il bimbo non centra. Se stai pensando all’aborto non la reputo una soluzione neanche calcolabile!” dissi indispettita
“Bene, anche io la penso cosi” mi sentì rincuorata dalle parole di mia madre, almeno lei era dalla mia parte “Ma ci sono altre possibilità …”
“Ci ho pensato, te lo giuro … ma sono giunta alla conclusione che lo voglio tenere. Sarà difficoltoso, lo so, ma Harry mi darà una mano…”
“Ne sei sicura?? Molti padri adolescenti lasciano le loro fidanzate dopo che queste sono rimaste incinta …”
“No questo Harry non lo farà mai!!” ero convinta di questo, non era una cattiva persona. Mi avrebbe aiutato, saremmo stati insieme come una famiglia … a quel punto mi venne in mente Liam, e la vita che avrei potuto avere con lui. E una fitta mi prese in petto, non saremmo mai stati insieme e questo mi feriva, ma quel bambino doveva crescere con suo padre, e con nessun’altro. Mi toccai istintivamente la pancia e mia madre vi posò lo sguardo
“Gli vuoi bene??”
“Sembra incredibile ma si.” Era vero. Lo conoscevo solo da un giorno ma già mi piaceva, era un pezzo di me, non potevo che volergli bene.
“Sai di quanto sei??”  disse sempre guardando la pancia
“Facendo due conti più o meno al terzo mese…”
“Ecco perché eri cosi ingrassata!!”
“Ehi!!” rimasi offesa, ma ci passai sopra “Ora arriva la parte difficile”
“Crescerlo??”
“No! Dirlo a papà!” cercai di ironizzare e tutte e due ci abbandonammo ad una risata, più isterica che altro.
In accordo con mia madre decidemmo che sarebbe stata lei a dirlo al grande capo. Quella sera restai barricata in camera. Sentì qualche urlo e qualche schiamazzo ma alla fine il silenzio. Mio padre aveva appreso la notizia e aveva capito che non poteva fare niente contro le mie decisioni.
Ripercorsi tutta la giornata mentalmente, chiedendomi cosa stesse facendo Liam adesso. Mi addormentai pesantemente con la testa mi faceva male e stringendo forte a me Garfield.
 
La mattina seguente mi svegliai presto. Mia madre mi preparò una colazione salutare dicendo che “Visto il mio stato” avevo bisogno di mangiare sano, non solo ciambelle. Mi vestì e andai a casa di Harry. Londra era già caotica e movimentata ma nessuno sembrava accorgersi di quanto io fossi agitata.
Arrivata davanti all’appartamento del mio ragazzo volevo scappare, non pensavo di riuscire a fare una cosa del genere. Ma poi presi coraggio e suonai il campanello. Mi aprì Louis che si stava lavando i denti ancora in pigiama
“Eva?!?” mi chiese sorpreso
“Eh già…” risposi
“Che ci fai qui??” disse guardando alle mie spalle come se si aspettasse di trovare qualcuno
“Devo parlare con Harry…”
“Ahi ahi ahi, non è mai un bene quella frase, comunque entra.”  Disse scostandosi dalla porta “E’ ancora a letto, vuoi aspettarlo giu??”
“No, andrò in camera”
Mi guardò con fare allusivo e io pensai che non poteva aver capito peggio di così. Salì le scale e arrivai in camera di Harry. Come aveva detto Louis, il ragazzo dormiva nel letto vaporoso al centro della stanza, mi avvicinai a dove riposava e mi ci sedetti a gambe incrociate, sentendo qualcuno Harry si sveglio di soprassalto ma quando mi vide si rilassò
“Oh Eve sei tu!! Che bellissima sorpresa!!” Disse tirandosi su con le braccia forti e dandomi un bacio “Che ci fai qui?? Che ore sono??” aveva ancora la voce impastata dal sonno, decisi che dovevo dirglielo subito, come mia madre aveva fatto con me per il trasloco
“Dobbiamo parlare…” Harry si mise a sedere comodo, sembrava essersi svegliato tutto in un colpo
“Cosa succede Eve??” chiusi gli occhi e glie lo dissi.
“Sono incinta” ci fu un silenzio sovrumano, non mi sembrava neanche di sentirlo respirare, allora aprì gli occhi per controllare che ci fosse ancora. Aveva lo sguardo fisso sulla mia pancia ma non sembrava vederla davvero e disse.
“E’ mio??”
“Di chi altro vuoi che sia scusa???” ero irritata, non l’avevo mai tradito e mai lo avrei fatto, non ero quel tipo di ragazza, anche solo il fatto che me lo avesse chiesto mi feriva.
“Di quanto sei??” parlava come se fosse un automa
“L’ultima volta che mi è venuto il ciclo è stato quando eri in America. Quindi penso che sia successo i giorni successivi al tuo arrivo…”
“Hai intenzione di tenerlo???” ora mi guardava negli occhi, preoccupato.
“Ci ho pensato e ho deciso di si!” dissi fiera
“Sai che non sei costretta, ci sono altre soluzioni, tante ragazze scelgono di interrompere la gravidanza, non sarebbe una tragedia!!” Questa volta a rimanere impietrita fui io. Mi ero immaginata tutta un’altra scena, lui che mi diceva che lo avremmo cresciuto insieme,  non che mi proponeva un aborto
“La cosa che mi hai detto mi disgusta Harry! E’ tuo figlio, e mio figlio, è un essere umano, una vita che non ha chiesto di essere messa al mondo ma è successo. Non è colpa sua, è colpa nostra! Non possiamo ucciderlo!!” stavo alzando la voce, me ne accorsi, quindi cercai di calmarmi.
“Voglio il test!” disse solo
“Di gravidanza?” chiesi ingenuamente
“Di paternità! Hai detto che non ti viene da quando ero in America, magari in quel periodo, mentre io ero lontano ti sei data alla pazza gioia … non mi posso fidare solo della tua parola!” mi guardava con uno strano sguardo convinto negli occhi. Non stava scherzando era serio.
“Dimmi che non lo hai detto veramente!” avevo le lacrime agli occhi, non era possibile
“L’ho detto e lo ripeto se vuoi!” guardava la pancia disgustato “Non è detto che sia mio. Voglio delle certezze!”
“Ti do un ultima possibilità Harry. Rimangiati quello che hai detto e farò finta di non aver sentito.  Crescerai tuo figlio con me, come è giusto che sia. Come si fa nelle famiglie normali.” Lo guardavo con i lacrimoni ma sentivo che i miei occhi bruciavano di collera
“Fino a che non avrò il test non prenderò decisioni in merito” mi guardava con uno sguardo di sfida. Non potevo sopportare di stare con quell’essere un minuto di più mi alzai dal letto e arrivata alla porta mi rigirai
“Ti ho dato troppe possibilità Harry. Ma questa volta basta. Non avrai più notizie mie o di questo bambino” dissi toccandomi la pancia “Avevi detto che non mi avresti mai fatta soffrire, era una bugia. Ma ora so che è meglio che questo bimbo cresca senza un padre piuttosto che con uno come te!” aprì la porta di scatto e la richiusi con forza. Incontrai Louis per le scale che mi disse
“Che succ …”
Non mi  fermai, uscì di casa e mi mescolai alla calca di Londra. Fu l’ultima volta che vidi di persona Harry Edward Styles.
 
In qualche modo mi ritrovai in una gelateria. Trovavo sempre un posto così quando ero sconvolta, penso sia una specie sesto senso. Comprai un gelato triplo e mi misi a mangiarlo. Poi un mare di capelli biondi mi vennero in mente. Lucy. Non sapeva nulla di quella storia dovevo vederla. La chiamai
“Dove sei??” le chiesi
“A casa con Niall, perché??”
“Piantalo! Lo so che sono poco delicata ma ho bisogno di te” doveva aver sentito qualcosa di strano nella mia voce perché dopo un secondo di pausa mi disse
“Dove sei??”
Le spiegai la mia posizione e in 10 minuti era da me, tutta spettinata e accaldata
“Che succede??” era preoccupata si vedeva. “Avevi una voce sconvolta, anche se a vedere la tua faccia sembra che tu stai bene” ci pensai su. Effettivamente non avevo pianto da quando ero uscita da quella casa, non mi ero sentita disperata, anzi forse un po’ sollevata.
“Sono incinta” dissi, oramai avevo detto quella frase tantissime volte e a tutti nel solito modo, sapevo che reazione aspettarmi. Lucy non fu da meno, perse lo sguardo sulla mia pancia
“Harry lo sa?”
“Si “ dissi amaramente
“E che dice??” ora mi guardava in faccia preoccupata
“Dice che vuole il test di paternità, che avrei potuto tradirlo quando era in America. Che il figlio potrebbe non essere suo. Che non crede alle mie parole” la mia voce suonò falsamente calma anche a me. Lucy urlò.
“APPENA MI PASSA TRA LE MANI VEDRAI CHE GLI FACCIO!!. ANZI ORA CHIAMO NIALL E GLI DICO DI PRENDERLO A PUGNI! “ era tutta rossa in volto e cercava qualcosa nella borsa, ne estrasse il telefonino, glie lo presi di mano.
“No, non è una soluzione. Ho deciso che non lo voglio nella vita di questo bimbo, è chiaro che non ne vuole fare parte … mi ha proposto di abortire …” dissi sconsolata
“Quel lurido …. E Liam lo sa? Cosa dice di tutto questo?? Di certo non glie la farà passare liscia!!” disse lei convita
“Liam lo sa, ma nessuno deve sapere della conversazione tra me e Harry” pensando al ragazzo dagli occhi nocciola la tristezza mi invase “abbiamo passato una splendida giornata insieme ieri ... Io e Liam ... Penso di amarlo …”
“l’ho sempre pensato anche io” disse lei e le si addolcirono gli occhi
“E come mai non me lo hai detto??” replicai portandomi le mani sulla pancia
“Dovevi capirlo da sola!! Cosa hai intenzione di fare?? Non capire male “ disse subito vedendo il mio sguardo truce “intendo con Liam. Adesso che non stai con Harry potete provare …” non le lasciai finire la frase
“Per me lui non è una ruota di scorta!! E poi sono una ragazza madre, aspetto un figlio non suo. Chi a 19 anni vorrebbe prendersi cura di un bambino non suo?? Lo crescerò da sola” dissi convinta
“Lui sarebbe felicissimo se tu gli dessi una possibilità … a Harry ne hai date tante”
“Infatti guarda come sono finita”
“Peggio di così non può andare. Comunque non crescerai questo bambino da sola!!” disse e una scintilla gli apparve negli occhi.
“Ah si?? E chi vorrebbe prendersi una ragazza incinta di un altro??” dissi, ero convinta, nessuno poteva amarmi più oramai … e io non potevo amare nessun’altro a parte quel ragazzo da gli occhi nocciola intensi che però non sarebbero mai stati miei
“Io ti aiuterò!! Sarà nostro figlio!” guardò la mia minuscola pancia e disse “sono sicura che è un maschio. Sarà uguale a te ma avrà il mio carattere e lo chiameremo Ernest!! È un nome forte Ernest, almeno quando andrà da gli altri bambini con nomi comuni gli dirà “Io sono Ernest, levati dalle palle!!” disse facendo una voce a metà tra il minaccioso e il tono di un bambino
“Mio figlio…” stavo dicendo
“Nostro figlio “ mi interruppe lei con sguardo severo
“Nostro figlio … non dirà parolacce e di certo non ci chiamerà Ernest!!. Massimo MARSHALL o STEVENS!” dissi quasi di buon umore. Lei ci pensò su e poi ribatté
“Va bene dai, abbiamo tempo per discutere di questo … però io continuo a pensare che Ernest sia il nome migliore …” a questo punto mi misi a ridere. Come avrei fatto senza la mia migliore amica?? Mangiammo il gelato continuando a discutere di bambini e di nomi. Quando Lucy se ne andò lasciandomi nella gelateria da sola un pensiero che fino a quel momento non mi aveva nemmeno sfiorato l’anticamera del cervello si manifestò a me chiaro come il sole. Io mi sarei trasferita di lì a qualche mese, e nostro figlio sarebbe diventato di nuovo solo mio.

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Capitolo 16
*** Voglio che sia felice. ***


Il tempo passava e io lievitavo come una pagnotta. Dopo controlli più accurati la dottoressa mi disse che il concepimento era avvenuto nel periodo da me pensato. Mi trovavo al 5 mese quando mi recai, con Lucy e mia madre, dalla ginecologa per sapere il sesso del bambino.
Lucy aveva preso molto sul serio la storia di crescere il figlio insieme, stava attenta a ciò che mangiavo, aveva già comperato diversi libri con i significati dei nomi e aveva fatto un bavaglino color panna con la E cucita sopra.
Il giorno della visita ero nella sala d’attesa con altre donne, tutte più grandi di me e tutte con pancioni esagerati, pensai che anche io sarei diventata così, più simile ad una mongolfiera che ad una ragazza. Quando un’infermiera chiamò il mio nome entrai, con le mie accompagnatrici, in una porta bianca. La stanza era di una tonalità di giallo chiarissimo sulla sinistra si trovava lo strano macchinario che avrebbe rivelato il sesso del bambino e davanti a noi una giovane donna, poco più che trentenne ci accolse con un gran sorriso
“Allora Eva, come stai?? Le tue nausee sono migliorate?” mi disse alzandosi dalla sedia e facendo segno di sedermi
“Si grazie, mangiare crackers mi ha fatto molto bene, anche i biscotti allo zenzero funzionano…”
“Bene, sono contenta. Allora oggi è il grande giorno, scopriremo il sesso??”
“Si” disse Lucy emozionata “Io vorrei che fosse un maschio. Lo vorrei chiamare Ernest … ma a lei non piace …” la dottoressa la guardò un po’ disorientata come se si chiedesse cosa centrasse la mia amica in tutto questo. Ma fece finta che fosse la cosa più normale di tutte e disse
“OH, capisco. È importante scegliere il nome… e se fosse femmina??” disse alzando un sopracciglio
“Se fosse femmina ci penseremo” stavolta fui io a parlare.
“Perfetto. Vogliamo accomodarci??” disse avvicinandosi alla macchina per l’ecografia. Mi sedetti sulla poltroncina e mi alzai il maglione, guardavo il soffitto, ero emozionatissima, non stavo nella pelle. Sentì una fastidiosa sensazione di gelo sulla pancia. La ginecologa aveva messo il gel, posizionò il trasduttore ecografico sopra di esso e cominciò a muoverlo prima vero destra poi verso sinistra. Ripetè l’operazione un paio di volte, premette un tasto blu e fece delle foto al bambino e, strano ma vero, ridacchiava. Fece tutto questo in silenzio, mi disse di rivestirmi e si andò a sedere alla sua postazione.
“E’ tutto apposto??” chiesi preoccupata
“Si, è tutto apposto. Anzi questa è un ecografia molto produttiva, il feto si è sviluppato bene. Guarda” disse mostrandomi le foto “si riesce a vedere chiaramente la testina, il naso e il braccio, riesci a vederli??”
“Si” dissi emozionata, era la prima volta che lo vedevo, aveva un naso minuscolo ed era bellissimo “Come sei bello Ernest…” aggiunsi senza pensare
“Allora lo chiameremo Ernest???” disse Lucy tutta emozionata
“Penso che ci sia un problema per il nome … è una femmina.” disse “Avrai una bellissima bambina.” Ci fu un attimo di silenzio, poi sentì mia madre piangere sommessamente e dentro di me una felicità esplodere all’improvviso. Avrei avuto una bambina!!
“Lo sapevo che era femmina!!” urlò Lucy abbracciandomi
“Ma se hai sempre pensato che fosse un Ernest!!!” dissi guardandola male
“Volevo sviarti!!” scherzò “Ho gia il nome adatto!! Daisy!!” aveva gli occhi eccitati. Come una bambina in un negozio di giocattoli in attesa di un il responso che gli avrebbe detto se avrebbe preso la bambola preferita oppure no.
“Daisy?? Mi piace, ci penserò” dissi semplicemente. Questo sembrò abbastanza per farla felice, rimase zitta a dondolare di gioia per tutto l’appuntamento, o quasi.
“Bene Eva, ci rivedremo tra un po per controllare che tutto stia andando per il verso giusto. Sono felice che vada bene anche se non sarà un Ernest, spero che anche il padre la prenda come te!” disse sfoderando un sorriso, ignara del fatto che quello che aveva appena detto mi aveva sconsolata. Lucy si bloccò all’istante e mi posò una mano sulla gamba come per infondermi coraggio.
“Si, sicuramente sarà entusiasta” dissi abbassando lo guardo sulla mano della mia amica, non avevo voglia di parlare di Harry.
Ringraziamo la dottoressa e uscimmo, anche se aveva menzionato Harry il buon umore non mi era passato. Ora dovevo penare a mia figlia e a nient’altro. Riuscì a strappare a mia madre il permesso di mangiare un gelato alla frutta, solo io e Lucy per discutere di nostra figlia.
Andammo nella gelateria più vicina e mi presi un mega gelato con tripla cioccolata. Lucy mi guardò con aria  rimprovero
“Ehi abbiamo appena scoperto che avrò una femmina e poi occhio non vede cuore non duole!!” dissi per discolparmi
“Va bene dai ma solo per questa volta!! Non voglio che le venga il colesterolo ancora prima di nascere!!”
Mangiammo il gelato in pace ma poi mi sentì osservata. Spostai lo sguardo dal mio gelato verso un tavolo vicino a noi. C’erano 3 ragazze che mi fissavano, nel momento in cui alzai la testa una indicò la mia pancia e l’altra sgranò gli occhi. Mi sentì terribilmente in imbarazzo, in questi mesi mi era successo molte volte che mi guardassero male, quasi tutti sicuramente pensavano che fossi una sgualdrina ma non avevano capito niente. Avevo fatto quel figlio facendo l’amore con il ragazzo che pensavo di amare e che pensavo amasse me … era andata male ma non avevo fatto niente di sbagliato o innaturale.
“E’ successo ancora…” dissi sconsolata a Lucy
“Cosa??” lei mi guardò confusa e con la paletta verde in bocca
“La gente mi fissa…” a quel punto si girò verso il tavolo, gli scoccò un occhiata gelida e le ragazze abbassarono lo sguardo sui loro gelati
“Ora vado la e glie ne dico quattro” fece per alzarsi ma la trattenni per un braccio
“Se dovessi prendermela con tutti quelli che mi fissano, dovrei litigare con mezza Londra!!” Lucy sospirò
“Va bene. Parliamo di cose serie … Ernest non è un Ernest. Quindi Ernest non va bene, perciò dobbiamo trovare un nome per Ernest…” quel discorso aveva confuso anche lei “Comunque, come hai intenzione di chiamarla??” disse indicando la pancia
“Non lo so” ammisi posando le mani su mia figlia.
“Bene. Volevo sentirmi dire proprio questo!!” aveva gli occhi illuminati dall’emozione. Tirò fuori dalla borsa 2 libri di nomi “Tu guarda qui. Io guardo questo. Troveremo qualcosa” Pensavo stesse scherzando ma mi accorsi che stava dicendo sul serio quando cominciò a sfogliare i suo libretto tutta concentrata. Quindi decisi di darmi da fare anche io.
“Kelly” fù il primo nome
“No, troppo banale!” dissi storcendo il naso
“Che ne dici di Kimberly??” tentò poco convinta anche lei
“No. Mi sembra il nome di uno stadio. Tipo quello di Wembley…” non aveva senso, solo ora me ne accorgo
“Anche a me non emoziona troppo… e Katie invece?? Katie mi piace” disse guardandomi con eccitazione
“Si è un bellissimo nome, ma non per mia figlia. Lei è speciale” aggiunsi sfogliando con poco interesse il mio libretto, avevo ancora 4 mesi per pensare al nome, non capivo perché dovessi scegliere proprio adesso
“Lorelay?? Come quella di Una Mamma Per Amica. Magari sarete amiche come loro” disse con occhi sognanti
“No, non mi piace”
“Basta provo con l’ultimo … Emily??”
“A me sinceramente piaceva anche Daisy…” ammisi guardandola negli occhi. Lo sguardo di Lucy si illuminò di colpo
“Davvero??? Saresti disposta a chiamarla così??”
“Non è che sarei disposta. Mi piace come nome quindi Daisy è un buon candidato” la mia amica cominciò a battere le mani e ad agitarsi sulla sedia
“Nostra figlia si chiamerà Daisy!!”
“Forse” precisai.
In quel momento di euforia mi venne da ridere, si emozionava proprio come una bambina, era speciale.  Il nostro attimo di gioia però venne interrotto da qualcuno
“Scusate ragazze, avete finito o posso portarvi qualcosa??” mi guardava con intensità. Non mi fissava la pancia, ma nel viso. Aveva degli occhi nocciola estremamente espressivi che mi fecero svuotare la testa per un secondo.
“No grazie siamo apposto” disse Lucy al posto mio. Il cameriere si allontanò piano poi si rigirò a guardarmi, mi accorsi che lo stavo fissando e abbassai lo sguardo imbarazzata. “E’ uguali a Liam” disse subito la mia amica
“E’ vero. Ma non è lui” risposi
“Ha gli stessi occhi. E anche i capelli sono simili. Liam li porta un po’ più corti e ha il naso un po’ più a patata di questo ragazzo” continuava a mettere a confronto i due
“E Liam è perfetto.” Dissi sempre con lo sguardo basso e sentendo un vuoto pensando a Liam
“Non ti ha più chiamata??” chiese Lucy
“No. E come posso biasimarlo?. Ha 19 anni, sarà in giro per ragazze”
“Lo sai che non è quel tipo di ragazzo” disse la mia amica con tono di rimprovero
“Lo so, e questo mi fa soffrire ancora di più. Se fosse un puttaniere saprei che non ci è rimasto male, e me ne farei una ragione. Ma lui è completamente diverso, è fedele e mi avrebbe dato anche l’anima prima che facessi questo casino…”
“Te la darebbe anche ora e lo sai. Niall dice che …”
“Non lo voglio sapere. Non voglio sapere niente di quei ragazzi, mai più. Sto male quando ci penso” dissi appoggiando i gomiti sul tavolo e tenendomi la testa tra le mani.
“Lui si prenderebbe cura di tua figlia!!” disse Lucy aveva le fiamme negli occhi e sbatté una mano sul tavolo, per far capire che ci credeva veramente e ciò che diceva.
“Infatti è MIA. E di nessun altro, ne sua ne, tanto meno, di Harry.” A quel punto un idea mi balenò nel cervello e alzando la testa dissi “ho trovato il nome perfetto. La chiamerò Mia.” Dissi fiera
“Mia??” chiese Lucy stupita “E che nome sarebbe??”
“In Italiano Mia significa che una cosa è solo tua e di nessun altro. E questa è MIA figlia e di nessun’ altro”
“E Daisy allora??” disse con occhi sconsolati
“Ok. La chiamerò Mia Daisy Rossi. Avrò il mio cognome, sarà una bambina forte e indipendente” dissi convinta.
“Sarà come te” aggiunse Lucy addolcendo lo sguardo.
“Si ma avrà il tuo carattere” dissi scherzando
“Allora facciamo così. Avrà i tuoi occhi, i miei capelli e il mio fisico, ma le tue mani e la tua bocca, e il mio carattere!!” disse
“Ci credi veramente non è vero??” dissi per prenderla in giro
“Certo che no, ma cosa mi costa sognare??” aggiunse facendo spallucce. Fece un profondo respiro, segno che stava per affrontare un discorso serio “Pensi ancora a Liam??”
“Non c’è giorno in cui non lo faccia” ammisi
“Magari anche lui ti pensa…” azzardò
“Spero per lui di no. Prima esco dalla sua testa meglio è …”
“E se non dovesse mai riuscirci??” sembrava sicura di quello che stava dicendo.
“Si seria Lucy. Non ci siamo mai baciati ne niente. Non può veramente non riuscire a dimenticarmi. Ci sono persone che si amano, ma piano piano l’amore svanisce e finiscono per il dimenticarsi gli uni degli altri. L’amore è solo uno stato dell’anima passeggero, prima o poi finisce…”
“E come mi spieghi le morti per amore??”
“Le morti per cosa??” chiesi corrugando la fronte
“Le morti per amore, non ne hai mai sentito parlare?? Succede quando uno dei due coniugi muore e l’altro lo segue a poca distanza, si dice che siano morti per amore. Solo perché con Harry è finita male non vuol dire che con Liam sia uguale…”
“Non so neanche perché ti poni il problema. Lui non mi ha chiamata. Evidentemente non vuole avere niente a che fare con me e come ti ho detto non lo biasimo. Lo amo … penso. E penso che lo farò per sempre perché lui è bellissimo, ha quegli occhi e quel sorriso che mi fanno sciogliere, anche se parla veloce ha quel tono profondo che mi incanta e quando canta mi ammalia. Poi è speciale, è dolce anche se è una celebrità. E’ sempre nel posto giusto al momento giusto, mi ha consolata quella sera della festa con Harry. Ho sempre saputo di provare qualcosa per lui ho capito troppo tardi l’intensità del mio sentimento.”
“Quindi non lo chiamerai??”
“No” dissi secca
“E se fosse lui a chiamarti??” disse in tono di sfida
“Allora non risponderei” risposi risoluta
“Devi mettere da parte l’orgoglio e chiamarlo, o per lo meno rispondergli” sembrava scocciata
“Non posso Lucy non capisci?? gli rovinerei la vita! Si dovrebbe prendere cura di 2 persone. Una delle quali non ha chiesto niente a nessuno e l’altra non fa altro che combinare casini!” come faceva ad essere così cieca e non capire?? Lo amavo ma lo avrei rovinato mettendo i miei bisogni davanti ai suoi
“Ma così rovinerai la tua…”
“Non mi importa … Meglio la mia che la sua … Voglio solo che sia felice, lontano dai casini che combino! Lui non se lo merita.”
La conversazione finì lì. Dissi alla mia amica che era tardi e che ero stanca, ci separammo lei correndo in una direzione io camminando nell’altra con la testa piena di immagini di me e Liam che stringevamo una bambina con i miei occhi ma i capelli di Lucy tra le braccia.

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Capitolo 17
*** Il parto. ***


“Respira ok?? Devi solo respirare. Profooondi e lunghi respiri. Dai fallo insieme a me!!” Lucy mi teneva per mano nella stanza numero 5 dell’ospedale Evelina Children di Londra, la faceva facile lei io era da ben 7 ore che soffrivo.
“Non voglio respirare, voglio solo morire. Voglio che questo dolore smetta” dissi lamentandomi
“Dai Amore tra poco verranno a farti l’epidurale e dopo starai meglio” disse mia mamma che con occhi pieni di lacrime stava dall’altro lato del letto. La conoscevo, era una alla quale piaceva avere tutto sotto controllo e quella situazione, che andava al di là di lei, le metteva agitazione. Sentendo il nome dell’anestesia mi irrigidì, l’immagine di un ago infilato nella mia spina dorsale mi terrorizzava.
“Cosa succede?? Senti il bisogno di spingere??” chiese preoccupata Lucy
“No. Ho paura dell’epidurale. Ho il terrore degli aghi, non so se la voglio fare …” ammisi immobile, prima di contorcermi nuovamente sentendo una contrazione. Quel dolore mi fece cambiare idea, se esisteva in questo mondo un rimedio contro quel calvario lo volevo, avrei fatto di tutto.
In quel momento entrò un infermiera, sembrava calmissima e io la odiai, come poteva starsene calma mentre io soffrivo come un cane?? Si avvicinò con passi lenti e un sorriso finto dipinto sul volto al mio letto.
“Allora come stai Eva??” disse sempre tranquilla
“Male. Ho delle contrazioni ogni 5 minuti da almeno un ora” praticamente avevo gli occhi fuori dalle orbite
“Ok. Allora penso di poterti fare l’epidurale” lentamente uscì dalla porta.
“Ok può farmi l’epidurale e dove sta andando? dov’è questa epidurale?? VIENI QUI E FAMMELA!!” urlai ero fuori di me.
“Calma Eva. Calma, ora arriva!” mi sussurrò mia madre, forse aveva paura che mi potessi arrabbiare anche con lei
“Ti prego mamma. Fallo smettere!”  mi lamentai
“Tra poco non soffrirai più te lo prometto!” uscì di corsa dalla porta e tornò poco dopo con sguardo ardente e portandosi dietro l’infermiera, che adesso non era più tanto calma ma alquanto spaventata. Non so cosa gli avesse detto ma di certo aveva funzionato.
L’infermiera mi disse di mettermi su un fianco e io obbedì. Di li a poco avrei sentito un ago. Un lungo e grosso ago entrarmi nella spina dorsale e percorrerla tutta, un brivido mi percorse la schiena.
“Stai ferma per favore” disse l’infermiera.
Senti un pizzicotto, come per una puntura normale.
“Già fatto??” chiesi stupita
“Si. Già tra 5 minuti dovresti stare meglio. Ora rilassati, il dottore verrà tra poco, quando sarai dilatata abbastanza cominceremo a spingere”
L’infermiera fu di parola. 5 minuti dopo non sentì più niente  cominciai a rilassarmi e riuscì finalmente ad addormentarmi. Quando riaprì gli occhi erano le 4.30 del pomeriggio, avevo dormito 1 ora. A causa del dolore che provavo prima dell’epidurale non mi ero accora di tutto quello che avevo intorno a me, adesso vedevo la mia stanza. Era di un verde pallido e c’era un armadio, un comodino e qualche sedia sulla mia destra, tutto bianco. Su un divanetto, sempre bianco alla mia sinistra, proprio sotto una finestra, si trovava Lucy tutta scompigliata e con gli occhi cerchiati dalla matita colata, nei suoi occhi c’era tristezza, stava pensando a qualcosa che la intristiva. Mia madre invece era in piedi in fondo al letto con faccia preoccupata e si mordicchiava nervosamente l’interno della bocca.
“Cosa avete?? Ora sto meglio, tra poco verrà il dottore e dovrò solo spingere…” il peggio mi sembrava passato, perché loro erano ancora così preoccupate??
“Metti che dovesse andare storto??” sbottò mia madre “Se dovesse succedere qualcosa a te … io … non so cosa farei..” aveva gli occhi lucidi
“Non succederà niente. Ne a me ne alla bambina” dissi posandomi le mani sulla pancia. Lo sapevo, tutto sarebbe andato bene. Gli occhi di mia madre cambiarono, sembravano essersi convinti che tutto sarebbe andato per il meglio, non l’avevo mai vista fragile come quel giorno.
“Ok ragazze, io devo andare a prendere qualcosa da mangiare, sarò qui tra pochissimo” si avvicinò alla mia pancia e accarezzandola disse “aspetta ancora un momento Mia, la nonna arriverà subito”, si avviò verso la porta, mi scoccò un ultimo sguardo e uscì.
A quel punto mi girai verso Lucy, era sempre sul divanetto e aveva la testa tra le mani.
“Lucy, non ti preoccupare andrà tutto bene…” dissi pensando che teoricamente doveva essere lei a tirarmi su di morale.
“Lo so che andrà tutto bene, sei forte e abbiamo fatto il corso per-parto” mi venne da ridere ricordandomi la faccia dell’istruttrice quando la mia amica le disse che aspettavamo una bambina. “Ho paura per il dopo!!” disse alzano lo sguardo verso di me, aveva gli occhi lucidi
“Ah ….” Avevo capito subito a cosa si riferisse, io mi sarei trasferita poco dopo il parto. Mio padre era già a Crawley da 2 settimane, io avevo deciso di far nascere Mia al Evelina Children Hospital a Londra, non tanto per il luogo di nascita ma per poter stare del tempo in più con la mia amica. “Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato … ma la città dove mi trasferirò dista solo 1 ora da qui in macchina, poi c’è anche il treno che ci metterà di meno e …”
“Ma non sarai vicino a me! non mi potrai più chiamare e dire vieni a prendere un gelato! Sarà tutto diverso!!” stava per mettersi a piangere
“Lucy lo devo fare, la mia famiglia và là. Non posso restare qui da sola a badare a questa bambina!”
“Lo so, ma io ti voglio qui con me” disse abbassando lo sguardo.
“Ehi vieni qui” dissi allungandole le braccia, lei si alzò e mi venne incontro “Sei l’amica migliore che mi potesse capitare. Ti chiamerò sempre, faremo video chiamate tutti i giorni e farò una foto al giorno a nostra figlia, così potrai vedere come cambia. Ok?? Non ti dimenticherò mai. Quando Mia sarà più grande verremo a Londra a trovarti e non è escluso che mi ritrasferisca qui…”
“Davvero?? Farai tutte queste cose??” ora piangeva
“Anche di più.” Restammo strette nell’abbraccio fino a che il mio telefonino, che era sul comodino alla destra del letto , suonò. Avevo messo una suoneria speciale per quel numero, così che tutte le volte che la sentivo non mi affrettavo neanche a rispondere … anzi non lo facevo affatto. Lucy si staccò da me e anche senza guardare il display disse
“Non rispondi neanche stavolta??”
“Soprattutto ora non posso rispondere … sto partorendo!!” dissi per giustificarmi
“Non stai partorendo ora, anzi hai detto che stai bene. È da più di 2 mesi che ti chiama e tu non hai mai risposo, ma comunque continui a parlare di lui in continuazione. Non capisco perché sei così testarda. E’ chiaro che non gli interessa della tua situazione!” aveva ritrovato la grinta
“A me però si!! Te l’ho già detto come la penso, ti prego Lucy basta parlarne!!” la pregai, lei aprì la bocca come per ribattere qualcosa ma poi cambiò idea e la richiuse
“Come vuoi. Io esco un momento, devo chiamare … mia madre e le devo dire come vanno le cose.” Disse semplicemente prima di uscire dalla porta. Sprofondai sul lettino e chiusi gli occhi, sentì il telefono squillare di nuovo.
“Basta Liam ti prego!” sussurrai. Mi è impossibile dimenticarti se continui così, ti prego devo dimenticarti pensai l’ultima frase e quando dissi l’ultima parola il telefono smise di squillare. Grazie a Dio.
Ero ancora con gli occhi chiusi quando una voce mi fece sussultare.
“Allora Eva come andiamo??”  aprì gli occhi e la voce ebbe un volto. Il dottor Davis, era un uomo sui 60 anni con degli sproporzionati baffi e gli occhi scuri nascosti dietro ad un paio di occhiali dalla montatura elegante. Dietro di lui c’erano 3 infermiere, mia madre con un cornetto mezzo mangiato in una mano e nell’altra un caffè e infine Lucy
“Bene dottore.”
“Sono venuto a vedere se sei dilatata abbastanza e se puoi cominciare a spingere.” disse. Mi spiegò come dovevo mettermi con le gambe e mi sentì tremendamente in imbarazzo, poi pensai che non ero ne la prima e ne l’ultima donna che questo dottore aveva fatto partorire e mi rilassai. Dopo un veloce esame disse “Perfetto. Sei pronta Eva, possiamo cominciare.”
Mi cadde il mondo addosso, stavo per partorire Mia, dopo 9 mesi che la portavo con me stavo per conoscerla, mi sentì gonfiare il cuore dall’emozione. Il dottore si mise un camice pulito dei guanti in lattice dei para occhiali e disse.
“Allora Eva, è molto importante che tu faccia quello che dico. Dovrai spingere il più che puoi, come quando via in bagno, per 10 secondi, poi prenderai una pausa e si ricomincerà da capo, fino a che la piccola Mia non si deciderà ad uscire.” Aveva una voce profonda e mi ispirava sicurezza, sarebbe andato tutto bene, lo sapevo “Hai capito bene??” feci di si con la testa “Ok, partiamo”

1,2,3 … 10
Forza Mia andiamo, esci.
“Continua cos’ Eva, stai facendo un ottimo lavoro!!” mi incitava il dottore

1,2,3 … 10
Ti amo già tantissimo,tuo padre non sarà con noi ma non importa, ti amò anche per lui
“Un'altra spinta così, forte, dai!”

1,2,3 … 10
Ero innamorata di lui quando ti ho concepito, tutte le cose che ho fatto le ho fatte per amore. Ho allontanato Liam per amore tuo.
Non deconcentrarti Eva!! Ci siamo quasi” il dottore continuava a parlare
“Sono esausta” dissi
“Non ti puoi fermare adesso Amore” mia mamma mi strinse forte la mano destra

1,2,3 … 10
Lo faccio per te Mia, sono stanca ma continuerò
“Vedo la testa. Forza Eva, questa è l’ultima spinta. Deve essere la più forte, la decisiva!”
“No, non posso!” sentivo che sarei morta se avessi spinto ancora.
“Giuro che è l’ultima Eva. Se spingi bene quest’ultima volta avrai finito.” Il dottore sembrava convinto, allora lo ascoltai, se diceva che era l’ultima sicuramente lo sarebbe stato. Presi un bel respiro

1,2,3,4,5…
Contai fino a 5 poi smisi di spingere. Sentì una depressione nella mia pancia e capì. La mia Mia aveva deciso che non voleva più stare con me, era uscita dal mio corpo. Mi afflosciai stanchissima nel lettino, mi girava la testa. Mi aspettavo di sentire piangere, ma non fu così.

Perché non piangi Mia? - Pensavo - Forza devi piangere se vuoi vivere, devi respirare. Mi stavo agitando
Cercai di alzare la testa, pesantissima, per vedere cosa stesse succedendo. Dopo vari tentativi ci riuscì “Perché non piange??”urlai  all’infermiera che stava tagliando il cordone, era proprio davanti a mia figlia e non riuscivo a vederla.
Ma guardando il volto di mia madre rimasi sconvolta, aveva le lacrime agli occhi e si copriva la bocca con la mano. Da dove proviene questo fastidioso ronzio? . “Dottore sta bene ??”  chiesi preoccupata allungandomi. La stanza girava, perché stava succedendo tutto ciò? L’infermiera si tolse e mi mostrò un essere minuscolo, tutto grigio. Tranne che per la faccia, quella era viola paonazza.
Non lo sopportai, la vista della mia piccola in quelle condizioni fu troppo per me in quel momento. Persi i sensi. Mia non respirava.

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Capitolo 18
*** Moments. ***


Quando mi svegliai pensai di aver fatto solo un brutto incubo. Mi toccai la pancia, un gesto che negli ultimi 9 mesi era diventato naturale. E invece ti trovare il solito promontorio trovai … niente, solo la mia pancia. A quel punto mi ricordai che era tutto vero. Non era un incubo, era tutto realmente successo, Mia non respirava.
Mi alzai a sedere di colpo e urlai
“MIA!!”
Un movimento sulla mia sinistra catturò la mia attenzione, mi girai con occhi impauriti verso la figura. Era mia madre, si trovava sul divanetto e con il mio urlo l’avevo sveglia.
“Mamma, dov’è Mia??” chiesi preoccupata cercando di alzarmi
“E’ tutto apposto tesoro. Stai seduta. Mia sta bene, è fuori con Lucy. Ha avuto qualche problemino all’inizio, ma un secondo dopo che sei svenuta ha pianto … il dottore dice che è tutto apposto, è sana come un pesce” mi disse con occhi rassicuranti
“La voglio vedere!”
“Riposati ancora un po’. Lucy è proprio qui fuori. Ha cambiato idea, non vuole più essere sua madre, ha detto che si accontenta di essere una Zia. Va in giro a dire che sua nipote è stupenda…” cercava di distrarmi
“Ho detto che la voglio vedere. Portamela o me la vado a prendere” cercai di rialzarmi un'altra volta ma lei mi spinse nuovamente giù
“Ok. Ok è inutile tentare di discutere con te. La vado a chiamare” mia madre si avviò verso la porta e scomparve per qualche minuto.
Mi guardai intorno, mi trovavo nella stessa stanza di prima, provai una strana sensazione, per nove mesi avevo girato con Mia nella pancia e adesso ero da sola … era davvero stranissimo. Mia madre tornò subito e tenendo la porta aperta disse
“Sua maestà ecco a voi la principessina!!”
Entrò nella stanza Lucy, intonava una marcia e avanzava a lenti passi. Mi sorrise.
“Ho deciso che non voglio essere la madre. La zia mi basta. Zia Lucy, suona bene no???” mi chiese. Non le risposi, la mia attenzione era catturata da un fagottino rosa tra le sue braccia, era poco più lunga di 40/45 centimetri. Ed era avvolta da una coperta molto più grande di lei. Dormiva beatamente tra le braccia della zia con la boccuccia aperta e le mani stretta a pugno. Allungai gli arti verso mia figlia, la volevo tenere stretta a me e coccolarla, sentire il suo cuore che batteva.
Lucy si avvicinò a me e me la posò delicatamente tra le braccia, appena la strinsi mi accorsi che le mio arto erano perfetto per lei, come se fossero state fatte apposta per ospitarla, da vicino era bellissima. Dal cappellino rosa spuntava qualche capello riccioluto, era un amore.
“Ehi ciao bellissima bambina!” le sussurrai “Mi hai fatto prendere un bello spavento lo sai ?? Non lo fare mai più…” mi accorsi che se prima le volevo bene adesso l’amavo.  Alzai lo sguardo verso mia madre e la mia amica, mi guardavano con occhi dolci e un po’ lucidi.
“Non è bellissima??” chiesi loro
“Si” risponde Lucy “Tutta la zia!”.
La sua risposta ci fa ridere tutte quante, e io mi accorsi che era da tantissimo tempo che non ridevo. Nel bel mezzo della risata il telefono di Lucy squillò. Lei si irrigidì di colpo e si girò dandomi la schiena. Estrasse il suo blackberry dalla tasca dei jeans diede una veloce occhiata e lo rispose. Quando si girò aveva una strana espressione
“Chi era??” gli chiesi dondolando Mia
“Nessuno, avevo messo una sveglia. L’ho staccata subito … avevo paura di svegliare la bambina…” rispose, mi sembrò molto una bugia ma ci passai sopra.
“Io devo uscire un secondo, ora la bambina è in buone mani … Stefania viene anche lei??” chiese Lucy a mia madre. Ella la guardò un po’ stupita, allora Lucy aggiunse “voglio prendere un caffè, siamo in piedi da non so quanto tempo … Ti dispiace se ti lasciamo un attimo sola Eva??”
“Certo che no, oramai sto bene. Se dovesse svegliarsi cominceremo a fare un po di amicizia. Vai pure mamma” la rassicurai
“Ok. Ma tra due minuti sono di nuovo qui.”
Lucy e mia madre si allontanarono. Prima di uscire definitivamente la seconda si girò e mi inviò un bacio, quando furono fuori mi concentrai su Mia. La guardai per memorizzare tutto, le mani, i piedini, il naso, le orecchie e pensai a come sarebbe diventata, se sarebbe stata uguale a me o al padre … scacciai subito Harry dalla mia testa. Non mi aveva chiamato, mai neanche una volta. Non si meritava neanche che gli pensassi.
Tornai a guardare mia figlia, in quel momento sentì la porta aprirsi e sempre tenendo gli occhi incollati sul mio capolavoro dissi
“Mamma potevi stare un po’ di più. Prima o poi dovrò imparare a prendermene cura da sola.” Non ricevetti risposta, allora alzai gli occhi per guardare mia madre, ma mi accorsi che non era lei.
Sulla soglia c’era  la creatura più bella che avessi mai visto mi guardava con in mano un mazzo di biancospino. Era lì sulla porta con aria naturale, indossava semplicemente dei jeans a vita bassa e una camicia a quadri blu, ancora una volta mi stupì di come facesse a starsene li in un modo così normale e a riuscire a togliermi il fiato comunque.
Liam avanzò verso di me lentamente e mi disse
“Ciao”
Non riuscivo a risponderli, avevo paura che parlandogli sarebbe sparito, come nei sogni che facevo ogni notte di questi ultimi 6 mesi. Non udendo risposta continuò
“Come stai?”
Mi aggrappai a mia figlia cercando in lei la forza di non mettermi a piangere, rimasi ancora muta. Ma quanto era bella la sua voce?? Lo sguardo di Liam si illuminò e disse
 “Scusami se ti ho spaventata, solo che ti ho vista qui tutta sola e ho pensato, Ehi guarda che bella ragazza non posso farmela sfuggire!” sfoderò un mezzo sorriso che mi tolse il fiato. Avevo gia sentito quelle parole ma dove?? Nel momento stesso in cui mi feci la domanda appresi anche la risposta, e mi venne da piangere. Erano le identiche parole che mi aveva detto la prima volta che lo avevo visto, il giorno del concerto, tanti mesi prima. Prima che io combinassi tutti questi casini. Feci un gran respiro, mi concentrai e gli dissi
“Che ci fai tu qui??” mi uscì un tono gelido, proprio come lo volevo. Lui si accorse della mia ostilità e disse
“Sono solo venuto a farti le mie congratulazioni” oramai era vicino al letto, osservò Mia e disse “E’ davvero una bellissima bambina. Come l’hai chiamata??” non capivo dove volesse andare a parare. Non gli rispondevo al telefono da mesi, gli avevo detto di lasciarmi in pace, perché rendeva tutto così difficile?
“Mia Daisy.” Risposi semplicemente
“E cosa vuol dire??” mi puntò i suoi curiosi occhi nocciola addosso, non riuscì a sostenere il suo sguardo e lo posai su mia figlia
“Che è mia figlia e di nessun altro. E Daisy perché piaceva a Lucy.” Quando pensai alla mia amica un po di rabbia mi montò addosso “Ti ha chiamato lei non è vero??”
“Si” ammise abbassando la testa. Sembrava l’essere più innocente sulla faccia di questa terra. Mi intenerì.
Alzò lo sguardo e i nostri occhi si incrociarono, rimanemmo così semplicemente a guardarci per tantissimo tempo, poi lui si fece coraggio e parlò
“Eva io…” si interruppe proprio a metà. Io strinsi mia figlia cercando di rimanere calma, lo guardai con occhi rassicuranti per fargli coraggio, allora lui prese un bel respiro e continuò.
“La risposta è si!” aveva lo sguardo convinto come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo. Io invece ero confusa.
“Si cosa??”  lo guardai con fare interrogativo. Mi ricambiò con un’occhiata un po risentita ma poi si riprese
“Me lo hai chiesto tu, l’ultima volta che ti ho visto. Mi hai chiesto se mi sarei preso cura oltre che di te di un'altra vita … ci ho pensato su, un paio di mesi e sono arrivato alla conclusione che si, mi prenderò cura di voi.” Sembrava convinto, come se quello che stava dicendo fosse il risultato di ore e ore di ragionamenti “Non so cosa sia successo tra te e Harry, lui non ne parla. Penso che sia per via di Mia. Lui è un bambino, non capisce che lasciandoti andare ci sta perdendo lui e io far …” lo interruppi a metà frase
“Mi ha detto che non credeva che il figlio fosse suo” non so come mai glie lo dissi. Mi ero ripromessa di non farlo mai, di non dire mai a nessuno (oltre a Lucy) di quella storia. Ma con Liam succedeva sempre così riusciva in qualche modo a far si che mi confessassi con lui, come se fosse una cosa naturalissima.
Il calmo e riflessivo Liam si trasformò. Serrò i pugni e le mascelle, gli occhi diventarono due fessure
“Come?? Come ha potuto solo pensare che tu abbia potuto tradirlo?? Tu non sei una ragazza del genere. Sei fantastica anche per questo, perché sei pura!!”
“Glie l’ho detto anche io … non che sono fantastica ma che non lo avrei mai tradito, ma lui ha continuato. Ho deciso che non lo voglio più vedere e a quanto pare a lui non interessa di Mia.” Dissi accarezzando mia figlia “Liam, so che te l’ho già chiesto una volta e tu mi hai detto che se fosse risuccesso lo avresti preso a calci”
“A pugni” intervenne lui
“E’ uguale. Comunque, ti chiedo nuovamente di non fargli niente. Non voglio creare problemi tra di voi…” lo guardai con occhi preganti
“Perché mi fai questo ?” mi chiese con voce lamentosa
“Cosa faccio??”
“Mi guardi con quegli occhi… non so dire di no quando mi guardi così … sei bellissima Eva” era sincero glie lo leggevo nello sguardo. Penasi a come ero, struccata, con i capelli legati, sul letto di un ospedale e con una bambina tra le braccia, ma lui mi trovava lo stesso bellissima, era un ragazzo speciale. Lo è tutt’ora. Ma quel giorno sentirmi dire che ero bella da lui mi fece star male. Non mi aveva dimenticata come io non avevo dimenticato lui … ma non potevamo stare insieme, abbassai lo sguardo su Mia, Faccio questo per te pensai guardandola.
“Devi andare Liam…” gli dissi, prima che tu faccia qualcosa della quale poi io mi pentirei.
“No, non ora. Sono venuto per un motivo preciso” era rimasto tutto il tempo in piedi, adesso prese una sedia e la mise accanto a me, posando il mazzo di fiori sul comodino, mi guardò con sguardo concentrato e continuò “Come ti ho detto, mi prenderò cura di te. Starò con la band, tu non dovrai trasferirti. Io mi occuperò di tutto, non dovrai fare niente se non di crescere la tua bambina …con me… Comperò una casa grande abbastanza. Amerò tua figlia come fosse la mia” mi fece questa proposta in tono speranzoso.
“Non posso.” Mi costò una fatica enorme ma lo dovevo fare. Questa volta dovevo troncare con Liam una volta per tutte
“Prechè no?? Non stai più con Harry lo hai lasciato tu. Dammi una buona ragione!!” sembrava convinto. Io mi aspettavo una domanda del genere e avevo la risposta pronta
“Io non voglio stare con te. So di averti detto che ti amo, ma era un momento di debolezza, gli ormoni andavano a mille, non so perché l’ho detto. IO NON TI AMO LIAM” scandì bene l’ultima frase, guardandolo dritto negli occhi “fattene una ragione, trova una brava ragazza, magari non incinta, e stai con lei. Dimenticami”
Riuscì a vedere l’esatto momento in cui il suo cuore si spezzò. Fu atroce, la peggior bugia della mia vita. Ma non potevo condannarlo ad una vita come quella che lui mi proponeva. Aveva solo 20 anni era accecato dall’utopia di un amore, se ne sarebbe pentito. E io avrei sofferto, lui avrebbe sofferto e Mia avrebbe sofferto.  Nessuno si sarebbe salvato da quella situazione. Io lo amavo, e proprio per quello dovevo proteggerlo da se stesso.
“Se le cose stanno così. Io me ne vado. Sappi che io ti amo, mi dici di dimenticare. Ci proverò. Ma io ti amo. Tanto che il mio amore basterebbe per entrambi. Buona fortuna Eva. Ti auguro tutto il bene del mondo” oramai era sulla porta e dopo un secondo scomparve, lasciandomi da sola con Mia ancora in braccio ignara di quanto fosse appena successo..

Liam non serve che tu abbia amore anche per me… il mio basta. Spero solo che tu abbia capito che lo faccio per te … ti prego perdonami. Tutto quello che faccio è per il bene tuo e di mia figlia. Il mio dolore non mi spaventa, mi spaventa il vostro di dolore.

Mia si girò nelle mie braccia, la guardai mentre le lacrime mi sgorgavano dagli occhi, avevo fatto una cosa difficile e orribile. Volevo solo mettermi a piangere da sola. Ma non fu cosi, un secondo dopo che Liam se ne fu andato entrò Lucy.
“Cosa è successo?? Perché piangi? E perché lui era così sconsolato??”
“Lucy io lo amo. Ma non posso stare con lui. Te l’ho già detto!! Perché lo hai fatto venire??” piangevo come una bambina e le mie lacrime svegliarono Mia.
“Pensavo di farti un favore… mi dispiace Eva…” disse abbassando gli occhi “so che lo ami e pensavo che facendolo venire, avreste potuto sistemare le cose…”
“Non è così, non lo rivedrò più… mai più. Shh piccola mia, la mamma è qui. Tranquilla non è successo niente.” Abbassai la voce per rassicurarla e in qualche modo ripresi controllo di me
Mia figlia si riaddormentò immediatamente, lasciando me e Lucy in un silenzio imbarazzante. La mia amica lo interruppe
“Ho sentito un’infermiera. Domani vai a casa.” Disse dondolando un piede
“Allora tra 3 giorni partirò…”
“Mi mancherai …” sospirò Lucy
“E a me mancheranno i tuoi tentativi di aggiustarmi la vita…” non potevo farle una colpa per aver portato il ragazzo che amavo da me. Sembrò illuminarsi
“Pensavo fossi arrabbiata a morte con me … quindi mi invierai lo stesso foto e quant’altro vero?”
“Certo. Resti pur sempre sua Zia.”  Dissi per sdrammatizzare era stata una giornata troppo lunga per essere arrabbiata.
Sfoderò il più largo dei sorrisi, soddisfatta. Lucy se ne andò a casa poco dopo, lasciando me e mia figlia finalmente da sole. Io cominciai a dondolare e a canticchiare la canzone che sarebbe diventata la sua ninna nanna e che Liam mi aveva dedicato sotto un faggio.

If we could only have this life for one more day  If we could only turn back time, you know I'll be   Your life, your voice, your reason to be  My love, my heart is breathing for this  Moment, in time I'll find the words to say  Before you leave me today.

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Capitolo 19
*** Il compleanno. ***


Ritorno mentalmente al presente. Possibile che fossero passati esattamente 3 anni da l’ultima volta che avevo visto Liam??. A essere sinceri erano passati solo pochi minuti, il tempo necessario per fare quel salto nel passato. I ricordi mi erano tornati in mente per caso. Ero su internet e non riuscivo a dormire, quando ad un certo punto, su una pagina di gossip uno scoop cattura la mia attenzione.
 
LIAM E HARRY, I CANTANTI DEI 1D VISTI CON NUOVE FIAMMA
Questa volta a finire nella sua rete dei due ragazzi sono state due giovani, il cui nome è ancora sconosciuto, con dei fluenti capelli scuri una e rossi l’altra. Chissà se questa durerà più della sua vecchia fiamma di Liam , che ricordiamo, è stata con l’aitante giovane per sole 2 settimane. Il rubacuori non si ferma.
 

Di solito quando leggevo il nome di uno dei ragazzi cambiavo pagina o spengevo internet e una volta avevo addirittura scaraventato il telefono dall’altra parte della stanza. Meno sapevo di loro meglio stavo. Ma quella sera qualcosa mi aveva spinto a leggere tutto l’articolo e le nostre conversazioni mi erano tornate in mente. Quella volta che mi aveva detto che mi avrebbe aspettata per sempre, sembrava sincero. E quella volta, precisamente 3 anni fa, quando mi aveva proposto di vivere con lui in una casa a Londra.
Un po di tristezza mi invase, ma poi una certezza si fece largo dentro me. Io lo avevo spinto via, ero stata io l’artefice del mio destino, non potevo biasimarlo se voleva scopacchiarsi chi voleva. Non mi apparteneva… avrebbe potuto essere mio ma non glie lo avevo permesso, per il suo bene, per non procurargli dolore. Maora mi chiedo se non lo abbia fatto soffrire di più rifiutandolo così. Stavo guardando fuori dalla finestra, oramai il sole era sorto, il paesaggio era mozza fiato. Poso lo sguardo su mia figlia, mi fissa, con quei suoi occhi furbi, per un momento ho paura che mi possa leggere dentro. Ma poi mi rilasso
“Ciao amore!” dico con il tono più allegro che posso. Non ricevo risposta “Allora lo sai che giorno è oggi??” le domano. A quel punto i suoi occhi si illuminano.
“E’ il mio compleanno!!” dice quasi urlando, e facendomi uno dei suoi dolcissimi sorrisi che fa apparire due fossette sulle guancie
“Esatto. Oggi è il tuo 3 compleanno!! Festeggeremo, ci sarà la nonna, il nonno e tutti i tuoi amichetti!!” avevo una voce da idiota, ma ehi è cosi che si parla ai bambini!!
“E la zia??” mi chiede subito aggrottando le sopracciglia
“La zia dovrebbe arrivare alle 10.00. Non si perderebbe il tuo compleanno per niente al mondo” la strinsi forte. Tutti quei ricordi mi avevano fatta intristire, ma lei era il mio talismano contro i brutti pensieri, era speciale.
La faccio scendere dalle mie braccia e le do una pacca sul sedere.
“Vai a svegliare il nonno e la nonna, forza!” le dico. La vedo allontanarsi nella sua tutina rosa a pallini bianchi, trascinandosi dietro Grafield.
Sono sicuro che Liam sarebbe contento se vedesse che il pupazzo che ti ha regalato adesso e’ di Mia.
Il mio cervello oggi era disubbidiente. Mi ero ripromessa di non pensare più a lui e proprio oggi, decideva di sfoderare pensieri proibiti.
“Sono più intelligente di uno stupido cervello” farfuglio tra me. Mi accorgo che sto parlando da sola allora taccio.
Guardo l’orologio. Sono già le 8.15. Devo cominciare a preparare tutto. Vado in bagno e mi vesto, niente trucco, sarà una luuunga giornata, dovrò correre dietro a Mia e ai suoi amici. Abbiamo organizzato una festa nel giardino di casa, almeno potranno correre, giocare e svagarsi per un intera giornata. Mi lavo i denti quando sento il campanello della porta. Scendo con lo spazzolino ancora in bocca e vado a vedere chi è
“Dov’è? Dove il mio amore??” una marea di capelli biondi mi passano accanto senza neanche calcolarmi
“Ehi ma non dovevi arrivare alle 10.00?” dico togliendomi lo spazzolino dalla bocca “E poi Io non conto proprio niente?? Sono io che l’ho partorita con dolore…” faccio finta di essere indignata.
Lucy si gira facendo finta di vedermi solo in quel momento
“Ah ci sei anche tu??. Era tuo dovere partorire.” Dice guadandomi dall’altro verso il basso. “Sto scherzando!! Lo sai che ti voglio una marea di bene!!” dice abbracciandomi “ Ma non è il tuo compleanno oggi. È il compleanno di una bellissima bambina, dov’è? Dov’è l’amore della zia??” dice urlando. In quel momento si sente uno scalpettio e delle risa isteriche, in meno di un secondo Mia era in braccio a Lucy
“Ziaaa!”
“Amore, come sei grande!! Dammi un bacio!” Mia schiocca un sonoro bacio sulla guancia di Lucy e lei sembra contentissima. “allora, sei proprio una signorina, la mamma non ti porta mai da me. E tantissimo che non ci vedevamo!!”
“Veramente siamo venute a Londra un mese fa…” faccio notare a Lucy
“Che è un eternità, a quest’età i bambini cambiano ogni settimana ...” è inutile discutere con lei, anche se le avessi portato Mia un giorno si e uno no non le sarebbe andato bene. Me ne vado verso il bagno ma la voce di Lucy mi fa fermare.
“Lo sai che scherzo e che amo anche te vero??”
“MH” dico semplicemente. La solita ruffiana.
Torno dalle due donne più importanti, per me, su questa terra e le trovo sedute per terra
“Guarda mamma, guarda cosa mi ha regalato la zia!!” dice Mia e mi mostra un aggeggio per sentire la musica con attaccato un microfono. “Cosi posso fare finta di fare un concerto!!”
“E’ bellissimo amore. Senti Mia, sono quasi le 9. Dobbiamo prepararci. Giocherai dopo con quel coso. Andiamo. Aspettaci qui Lucy noi torniamo subito” Lascio la mia amica sul pavimento e vado in bagno con Mia.
Le metti un vestitino a quadri azzurri e bianchi e decido di lasciarle i capelli sciolti.
“Come sto mamma??” mi chiede facendo una piroetta
“Stai benissimo. Andiamo” torniamo all’entrata e trovo Lucy ancora stesa sul pavimento che sorride al telefono.
“Che fai??” le chiedo. Sembra accorgersi di noi solo adesso
“Niente. Messaggio” dice nascondendo il telefono.
“Con chi??” chiedo con fare indagatore
“…Nessuno ..” fa lei elusiva
“Guarda che puoi dire il suo nome..” non era vero, sentendolo pronunciare mi sarebbe venuto un tuffo al cuore, ma dovevo essere superiore. “Niall sa che sei qui?”
“Si, ho dovuto dirglielo. Pensava fosse una bugia e gli ho inviato ora un messaggio con scritto che sono da te…”
“Speriamo se lo tenga per se…” dissi scettica
“Sicuramente … gli ho detto di non dirlo a nessuno.”
“Speriamo … allora quando vi sposerete voi due?? È da quasi 5 anni che state insieme. A Mia servono dei cugini!!”
Lo sguardo colpevole di Lucy scomparve e al posto suo comparve un sorriso. Si alza da terra e tenendomi per mano dice
“C’è ancora tempo per queste cose!. Andiamo. C’è un compleanno da festeggiare!” dice lei emozionata
“Andiamo” le faccio eco. Prendo Mia in braccio e la porto fuori, era già quasi tutto pronto, dovevo solo portare fuori il cibo, le bevande, le sedie, i tavoli, i palloncini, i festoni e sistemare le altalene … ringrazio Dio che Lucy sia venuta un po’ prima, la metto a lavorare e ogni tanto si lamenta
“Sei sua zia, è tuo dovere!” le dico e allora sta zitta.
In circa due ore sistemiamo tutto. Mia continua a giocare nel giardino con il gioco che le ha regalato Lucy allora io e la mia amica ci sediamo stremate su una sedia.
“Sono stanchissima!” dice lei
“Anche io.” Guardo il cielo e chiudo gli occhi, faccio un profondo respiro e riamando in quella posizione “stamani non riuscivo a dormire, ho letto che Liam se ne è fatta un'altra… non mi importa, anzi sono felice che sia felice … ma mi è venuto in mente tutto quello che è successo, tutto quello che abbiamo passato in questi ultimi anni…”
“Ti sei pentita di Mia?” mi chiede Lucy con schiettezza.
“Mai!” rispondo convita “Non mi pento di niente che riguardi mia figlia. Mi sono pentita della storia con Liam. Potevo dargli una possibilità… ma adesso è troppo tardi…” dico guardandola negli occhi
“Non è mai troppo tardi.” Dice lei ricambiando lo sguardo con intensità
“Fa molto film questa frase, ma cose così non accadono … perlomeno no a me …” torno a guardare il giardino e nel punto in cui un secondo prima c’era Mia adesso non c’è più “Dov’è Mia??” chiedo a Lucy.
Anche lei si guarda intorno ma non vede niente
“Mia!!” la chiamo. Dove sei andata?? Faccio il giro della casa, e mi trovo nel giardino davanti all’entrata. Ed eccola. E’ li, ma non è da sola, è vicino ad un ragazzo … anzi quasi ad un uomo, porta un grande pacco regalo sotto il braccio. Mi guarda e io lo guardo. Ci scrutiamo da lontano. Mi irrigidisco di colpo, cosa ci fa qui? Anche se non riesco a vedere bene i tratti del viso lo riconosco. E’ lui.

 
Nota dell’autrice.
Allora ragazze, siamo tornate al presente. Quindi la storia sta per finire. Il prossimo sarà l’ultimo capitolo … penso di aggiornarlo verso fine settimana prossima quindi dovete essere pazienti. So che in questo capitolo non succede niente di emozionate ma il prossimo è completameeente diverso da tutto quello che avete letto fino ad ora … capirete perché ;)

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Capitolo 20
*** Cambia il tuo destino ***


Ho mal di testa. Che ore sono? Dovrei essere in studio alle 8.20. Che giorno è? Oddio mi scoppia la testa, cosa è successo ieri sera?? Ah si giusto …

Mi giro nel letto e la vedo, vedo fluenti capelli sparsi nel letto. Come aveva detto di chiamarsi? Charlotte, Candy o forse Claire? Non mi ricordo, comunque non ha importanza. Non è Lei. Ero stato con tantissime donne per cercare di dimenticarla e tutte avevano una somiglianza con Lei. Una aveva il suo sorriso, un'altra la sua risata, mi ricordo che quando la sentì per la prima volta mi impietrì e pensai
Eva è qui
Ma poi quando mi accorsi che non era Lei un macigno mi sprofondò sul cuore. Avevo chiesto a Lucy una miriade di volte dove potessi trovarla, ma lei non aveva aperto bocca, diceva che non voleva vedere nessuno dei membri della mia band. Quindi da quel girono in cui tutto è cambiato non l’ho più rivista. Come ero stato stupido, avevo permesso che si allontanasse da me senza che io facessi niente. Avrei dovuto fare tutto ciò che era in mio potere per stringerla e farle cambiare idea … dicono che l’amore può tutto.
La ragazza accanto a me si muove, adesso è appoggiata su un fianco e mi dice
“Ciao” con voce languida. E’ coperta solo da un lenzuolo dall’ombelico in giu. Ha uno sguardo da cacciatrice, quasi mi innervosisce, come avevo potuto pensare che lei assomigliasse ad Eva?? Eva aveva uno sguardo dolce, arrossiva per un nonnulla e spalancava gli occhi leggermente quando vedeva qualcosa di nuovo ed emozionante.
Mi infilo un paio di mutane e mi alzo dal letto irritato senza neanche risponderle
“Ehi dove vai?? Non mi fai un po di coccole??” dice sempre con il solito sguardo da gatta morta
“No.” Dico semplicemente dirigendomi verso il bagno.  Mi richiudo la porta alle spalle pentendomi all’istante per come ho trattato quella ragazza, infondo non è colpa sua se oggi mi sono svegliato male. Ci penso un po su, oggi è un giorno speciale ma per cosa … ora come ora non riuscivo a ricordare, guardo l’orologio.
“Merda” dico a denti stretti davanti allo specchio. Dovevo essere agli studi per registrare una canzone 5 minuti fa, mi do una spazzolata veloce ai denti e mi vesto con dei vestiti che trovo per terra nel bagno. Quando riapro la porta la ragazza non è più nel letto dove l’avevo lasciata ma in mezzo alla stanza, intenta a cercare non so cosa
“Senti, scusa ma devo andare…” dico imbarazzato “Dovevo essere agli studi 5 minuti fa” cerco di giustificarmi, sto per uscire dalla porta quando mi fermo “Ti richiamerò…” era una bugia, ma alle donne piaceva sentirselo dire… e io mi sentivo un bastardo ogni volta che lo facevo.
Fino a quel momento non mi aveva guardato dritto negli occhi, ma sentendo quella frase mi punta addosso il suo sguardo e dice
“No. Non lo farai … è una bugia ... O sbaglio??” ha uno sguardo convinto che, sono sicuro, riesce a leggermi dentro l’anima
Mi concentro sulla mattonella del pavimento e dico
“Mi dispiace … io …” tento di inventarmi qualcosa per non sentirmi un cazzone ma non mi viene in mente niente
“Senti, non ti preoccupare. Non pensavo di sposarti, avere un figlio o cose del genere … sapevo a cosa andavo in contro … mi sono divertita comunque …” dice mordendosi un labbro
“Io non sono così, non di solito almeno… io sono…” non termino la frase perché lei mi interrompe
“Innamorato?? Me ne sono accorta, ieri sera farneticavi di una certa ragazza e dei suoi occhi … se te lo stai chiedendo non lo dirò a nessuno. Non sono in cerca di scoop e se vuoi un consiglio da amica, o te la togli dalla testa o vai a prendertela!” mi sorride in segno di incoraggiamento “E adesso vattene o farai tardi”
Mi muovo verso la porta ma poi mi fermo
“Grazie mille!”
“Dovere!” mi dice strizzandomi l’occhio destro. Le faccio un sorriso per poi correre verso l’uscita.
 
Salgo in macchina e metto in moto. Accendo la radio su una stazione a caso, stanno suonando Goodbye my lover, mi accorgo di non essere per niente dell'umore giusto per pensare ad un amore perduto. Cambio stazione e trovo gli AC-DC, decido di fermarmi qui, almeno la loro musica mi impedisce di pensare. Ma qualcosa mi salta in mente, sono sicuro che è un giorno importante … il compleanno di qualcuno della band forse?? No, di nessuno. Poi la mia mente fa un giro strano e in meno di un minuto la verità mi si para davanti agli occhi. Oggi è il compleanno della figlia di Eva.
 
Arrivo allo studio di registrazione in 30 minuti. Londra e il suo stupido traffico. Mi fermo davanti alla porta, poso una mano sulla maniglia faccio un lungo respiro ed entro. All'interno trovo proprio quello che mi aspettavo, gente che corre di qua con cappuccini e gente che corre di là urlando non capisco cosa a non capisco chi. Mi appiattisco conto il muro cercando di passare inosservato, piano piano scivolo verso il fondo del lungo corridoio che mi porterà alla sala registrazioni ma una porta, nella parete alla quale sto attaccato si apre.
"Dov'è quel ragazzo!!" urla l'uomo che sta uscendo adesso dalla stanza "Dov'è quel dannato ragazzo! Chiamatelo!" continua. Io rimango attaccato al muro, forse se faccio finta di non esserci non mi noteranno e potrò inventare qualche scusa del tipo "Ero in sala prove ad aspettarvi da un ora" oppure "Ero in bagno, la costipazione mi uccide."
"L'ho chiamato già 5 volte, ma non risponde" dice una voce da dentro la stanza, la riconosco è quella di Zayn.
"Bene, allora chiamate i servizi segreti o chi volete. Portatemelo qui!" l'uomo esce dalla stanza tenendo lo sguardo fisso su il suo telefono, sembra non avermi notato. Ma decido che, anzi che scomodare Scotland Yard, è meglio scusarmi semplicemente con i miei manager e metterci la storia alle spalle.
"Sono qui. Sono Qui. Scusate per il ritardo ... Sapete Londra, il traffico, e quelle cose lì..." dico grattandomi la testa e sfoderando un sorriso per cercare di intenerirli. Era una mezza bugia, doveva bastargli.
Il manager mi guarda in cagnesco e dice
"Per questa volta passi Payne. Comincia a seccarmi questo tuo atteggiamento, arrivi in ritardo, fai tardi la sera, stamani tutti i giornali di gossip parlavano di te con una misteriosa mora. Sei cambiato, e non mi piace"
"Faccio quello che voglio della mia vita." dico, mi imponevano come vestirmi per le interviste, chi frequentare, cosa dire e cosa fare da troppo tempo! Mi sono stufato. Il mio manager mi guarda con fare di sfida, si avvicina di qualche passo e mi dice a denti stretti
"No. Tu fai quello che dico io. E io dico che ora devi andare in questa stanza e aspettare, ti verrò a richiamare tra 10 minuti. E questo è tutto" l'uomo di almeno 15 centimetri meno di me si allontana nel suo gessato nero lasciandomi al mio posto, non riesco a muovermi, sono impietrito.
"Voi..." sto per ribattere ma una voce mi ferma
"Lascia stare Liam. Vieni." a parlare è Zayn, mi posa una mano sulla spalla e mi trascina lentamente all’interno della stanza nella quale c'è già Louis e Harry.
Mi siedo su di una comoda poltrona rossa senza salutare nessuno, chiudo gli occhi cercando di scomparire. C'è un silenzio imbarazzante ma non ci faccio caso, ho troppi pensieri per la testa. Il primo è Eva, il secondo sua figlia. Oggi era il tuo 3 compleanno chissà se Harry lo sa...
Apro istintivamente gli occhi pensando al mio compagno e lo trovo dall'altra parte della stanza, appoggiato al banco del bar, che mi guarda con un sorriso divertito
"Ti dai alla pazza gioia è Liam?!?"
"Penso di si, sinceramente non mi ricordo!" rispondo puntandogli gli occhi addosso
"Wow attenzione è arrivato il Bad-boy di Wolverhampton" scherza Louis alzando le mani in segno di resa. Mi fa sorridere
"Allora quella faccia scura è solo una copertura!" è Niall a parlare adesso, non lo avevo notato, è steso su un divanetto alla destra della porta, fa capolino da un bracciolo del sofà sgranocchiando delle patatine
"Niente sceneggiate, sono cattivo tanto quanto sembro!" faccio la faccia più spietata che posso, ma riesco a mantenerla solo per pochi secondi. Non mi si addice, anche se sono di cattivo umore. Scoppiamo tutti a ridere. Sento che piano piano si sta allentando anche la pressione dentro di me.
"Allora, seriamente Liam ... carina quella ragazza ... aveva un non so che di familiare però..." dice Louis avvicinandosi a me e battendosi il dito indice sulla guancia.
"L'ho incontrata ieri sera in dis..." non riesco a finire la frase
"Questo perchè è uguale a Eve. Ha il solito naso e i soliti capelli." E' Harry a pronunciare queste parole, con voce glaciale "Come tutte le ragazze che Liam si è portato a letto negli ultimi 3 anni d’altronde. Ognuna aveva qualcosa di somigliante a lei. Che fosse il colore dei capelli o quel neo che ha sotto l'occhio."
Mi alzo dalla poltrona e serro i pugni, faccio un paio di passi avanti ma trovo subito la figura di Zayn a bloccarmi
"Lasciami passare!" gli dico a denti stretti
"No" mi risponde senza guardarmi negli occhi. Cerco di fare una finta a destra ma lui allunga una mano e mi ferma, sconfitto rimango al mio posto guardando Harry che si gode la scena divertito.
"Non dovresti neanche pronunciare il suo nome. Non dopo quello che hai fatto!"
Lui mi guarda come se avessi appena raccontato una barzelletta
"Ho fatto quello che ritenevo giusto"
"Peccato che fosse la cosa sbagliata. Dio come sei egocentrico Harry!! Non è possibile che tu pensi solo a te stesso!. Non ti sei mai pentito di quello che le hai fatto??! Lei ti amava! Io l'amavo e tu lo sapevi! L'unico al quale interessava solo il suo ego eri tu " sto praticamente urlando, agito il braccio destro verso di lui, ma sono sempre bloccato da Zayn che non mi lascia passare. Abbassa gli occhi e per un momento lo vedo vacillare, ma poi la sua faccia da schiaffi ritorna ma stavolta non è divertita, anzi sembra furioso
"Tu non sai cosa provavo per lei. Tu non sai che giornate abbiamo passato insieme, le cose chi ci siamo detti"
Il mio cuore si spezza in mille pezzi, per un momento mi immagino loro abbracciati a baciarsi e a dirsi le cose dolci che io avrei voluto dire a Eva ma non avevo mai avuto l'occasione.
"Non prendermi per il culo Harry. Sappiamo tutti che all'inizio la volevi solo perchè la volevo io.”
Torno mentalmente a qualche anno prima. Il giorno dopo il concerto in cui avevo incontrato Eva per la prima volta. Dopo averla rivista in pasticceria, quando ci trovavamo tutti a casa di Niall.
 
“Allora Liam stavi per chiedere a quella Eve di uscire con te??”
“Si. Mi affascina, è simpatica, è carina e non è come tutte le altre … lo percepisco…”
“Guardate come arrossisce il nostro Liam!” aveva detto Louis
“Ehi lasciatemi stare”
“Se ti ha fatto capitolare in cosi poco tempo deve essere speciale… sono contento di averla invitata alla festa … magari posso conoscerla meglio anche io”
“Giù le mani Harry, voglio veramente provare a vedere cosa succede con questa ragazza…”
“Anche io. E sai una cosa penso proprio che il giorno della festa vorrò passare un po’ di tempo con lei … ho un letto mooolto comodo” aveva su la solita faccia da schiaffi.
“Non ci provare!”
“Sarà lei a scegliere. O me, o te…”
“A te non piace neanche Eva” gli avevo urlato
“Non ancora, ma magari imparando a conoscerla. Voglio vedere chi vincerà…”
“Questa non è una sfida. Lei non è un premio. Eva è una ragazza!” continuavo ad urlare
“Non sarà una sfida per te… ma sicuramente lo è per me”
“Sei proprio un bambino!”
“Che ci posso fare, la vita fa schifo” addentò una mela e mi lasciò in cucina.
 
La voce di Harry mi fa tornare immediatamente al presente.
“All’inizio magari era così, ma dopo no. Era importante per me” gli occhi di Harry sprizzano sincerità. Mi accorgo che, dopo tutto, lui teneva veramente a lei, ma non riesce ad intenerirmi
“Tanto importante da mettere in dubbio il fatto che il figlio fosse tuo?” gli chiedo. Mi accorgo di aver toccato un tasto dolente
“Non ne avevo la sicurezza…” dice abbassando gli occhi palesemente a disagio.
Il resto della band rimane in silenzio. Guarda lo scambio di battute come se fosse una partita di tennis, loro non sapevano della storia della paternità, sapevano che Eva era rimasta incinta e che si era trasferita. Avevano sempre sospettato che il padre fosse Harry ma non avevano mai detto nulla.
Continuo con la mia accusa
“Sai che giorno è oggi?? È il compleanno di Mia.. “ guardo la faccia di Harry che ora mi guarda confuso “Oh giusto scusa, tu non hai idea di chi sia Mia. Allora sono contento di essere io il primo a dirti che 3 anni fa Eva ha partorito. Una bellissima bambina, si chiama Mia.” Finisco il mio discorso e vedo lo sguardo di Harry perdersi nel vuoto. Mi sento trionfare.
Harry è ancora appoggiato al banco, ha gli occhi persi. Chissà a cosa sta pensando, ma poi la sua attenzione viene catturata da un telefono che suona vicino a lui. Tutti lo stiamo fissando, ma si comporta come se fosse completamente solo. Legge un messaggio velocemente e la sua faccia cambia. Allarga le narici e spalanca gli occhi, per un secondo mi guarda con sguardo truce e poi, senza dire una sola parola si avvia alla porta, richiudendosela rumorosamente alle spalle.
Io, Louis, Niall e Zayn rimaniamo al nostro posto confusi, pensavamo che le mie accuse avrebbero mandato fuori di testa Harry ma non è stato così, ci aveva semplicemente lasciati al nostro posto confusi e attoniti.
“Vado a vedere dove va, e soprattutto a controllare che non faccia casini” dice Louis
“Vengo anche io” aggiunge Niall
I ragazzi si dirigono velocemente verso la porta lasciando me e Zayn da soli.
“Cos’è tutta questa storia??” mi chiede puntandomi i suoi occhi nocciola addosso, non mi posso sottrarre al suo sguardo e allora gli dico la verità
“Eva mi aveva fatto promettere di non dirlo a nessuno … ma di te mi fido. Quando era incinta lo ha detto a me per prima … ma questo non è il punto centrale, mi aveva chiesto di non dire niente a Harry che lo avrebbe fatto lei e io l’accontentai. Avrei fatto qualsiasi cosa se lei me lo avesse chiesto. A dirti la verità ci sono rimasto un po male, la ragazza che amavo era incinta di uno dei miei migliori amici, ma poi ci pensai su capii che non era importante chi fosse il padre … io amavo Eva non mi importava con chi avesse concepito sua figlia, la chiamai migliaia di volte o forse centinaia ma lei non mi rispose mai. Un giorno convinsi Lucy a chiamarmi quando Eva fosse stata in ospedale. Sai che è una romanticona. Comunque il giorno del parto sono andato a trovarla e lei mi disse che Harry voleva il test di paternità. Mente lo diceva si stringeva a sua figlia, anche se cercava di essere forte sentivo nella sua voce una nota di profonda tristezza, mi si stringeva il cuore. Ma lei è orgogliosa, cercava di darsi un contegno, era impaurita e maestosa allo stesso tempo, era bellissima anche vestita con un camice bianco. Le dissi che l’amavo ma lei mi rispose che non mi aveva mai amato e che dovevo lasciarla stare. Da quel giorno non l’ho più rivista”  parlo senza interruzioni fissando Zayn, il suo sguardo non fa trapelare nulla.
“Harry è un coglione” è l’unica cosa che dice. Mi viene da ridere
“E’ vero… Zayn, si può essere innamorati così tanto di una persona?? Tanto che anche se questa ti rifiuta tu continui a pensare a lei costantemente? Quando senti il suo profumo ti sciogli, e la sogni e nei tuoi sogni siete sempre innamorati? È possibile tutto ciò, anche se non siete mai stati insieme?”
“Non lo so, guardandoti direi che è possibile, ma io penso che il destino avvolte sia più grande di noi, anche se ti sforzi non lo puoi cambiare. Comunque per quello che può valere io penso che Eva sarebbe fortunata ad avere uno come te al suo fianco” dice velocemente, non è un tipo molto espansivo e apprezzo lo sforzo “Ora vado a parlare con i manager … penso che oggi non registreremo un bel niente…” mi lascia da solo nella stanza e io mi avvio verso il bancone
Qui trovo un telefono. Anzi il telefono, quello che ha fatto scappare via Harry, deve averlo lasciato qui prima di andarsene. Mi accorgo immediatamente che non è il suo, perché la copertina di questo Iphone  è una bandiera Irlandese. Perché allora Harry era cosi arrabbiato? Vado ai messaggi e scopro subito il perché
 
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Amore non essere geloso, lo sai che ti amo tanto. Comunque non ti preoccupare al compleanno della piccola Mia non ci saranno uomini … forse qualche spogliarellista … no dai, come ti ho già detto a Crawley non ci sono Irlandesi e quindi nessuno e di mio gusto. Non può festeggiare il compleanno senza la sua zietta! Per scusarmi del fatto di non vederti tutto il giorno domani ti porto da Nando’s ok?
Ti amo
Lucy.
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Il mio cervello si collega in meno di 5 minuti. Avevo cercato Eva per 3 anni, avevo cercato di dimenticarla ma non ci ero riuscito e adesso mi si presentava l’occasione di rivederla. Mi precipito fuori dalla porta e vado a sbattere contro Zayn che sta rientrando
“Dove vai??” mi chiede alzando un sopracciglio
“A cambiare il mio destino” dico come se fosse logico. Lui mi guarda un po’ confuso ma poi capisce
“Buona fortuna amico!”
Gli sorrido e corro verso l’uscita. Salgo in macchina e accendo il motore, sto per partire ma poi mi fermo, ho dei problemi
-Devo portare un regalo a Mia
-Devo pensare a cosa dire, non mi posso presentare li e stare zitto come un idiota
-Dove diavolo è Crawley?
 
Scopro subito che questa piccola cittadina è a solo un ora da Londra, cominciò a macinare chilometri senza pensare realmente a cosa dire a Eva.
Mi fermo in un negozio della Disney e compro un regalo a Mia, sicuro che le piacerà e subito mi rimetto in macchina, in solo un ora arrivo nella cittadina che è diventata la nuova casa di Eva. E’ residenziale, uno di quei posti che ti immagini quando pensi alla campagna Londinese, niente di più lontano dal caos che c’è nel centro città, in un certo senso assomiglia a Roydon e subito mi immagino Eva felice con sua figlia ad una fiera di paese.
Scaccio il pensiero, devo trovarla. Do un occhiata al regalo che sta impacchettato alla mia sinistra in una sgargiante  carta rosa, non sto più nella pelle.
Mi aggiro per la città senza una meta, passando più volte nella stessa strada e maledicendomi per aver intrapreso un viaggio così azzardato e se mi avesse rifiutato di nuovo?? Non mi importa, devo  provarci, per l’ultima volta ma devo riprovarci.
“E’ trenta minuti che giro. Dove abiti Eva??” parlo da solo, oramai sto impazzendo, penso di abbandonare il mio piano e tornare a Londra quando in lontananza scorgo dei festoni rosa. “O la va, o la spacca” mi avvicino lentamente con l’auto se questa è la casa giusta incontrerò Eva, di nuovo dopo 3 anni. A mano a mano che mi avvicino il cuore comincia a battere sempre più forte, a salirmi prima verso la gola per poi scendere in picchiata verso lo stomaco. Parcheggio la macchina a poco più di 50 metro dalla casa e leggo un festone

HAPPY BIRTHDAY MIA!

Leggendolo impietrisco nell’abitacolo, che cosa stupida che ho fatto. Solo ora me ne accorgo.
Ho guidato per un ora per raggiungere il compleanno di una bambina che non ha idea di chi io sia, la cui madre non vuole vedere ne me, ne tanto meno il padre naturale di sua figlia per fare cosa? Per direle:
Ti amo Eva, l’ho sempre fatto e mai smetterò di farlo
Che stupido! Stupido! Mi batto una mano contro la fronte e questo mi fa muovere qualche neurone e cambio idea per la milionesima volta. Forse non è poi tutto sbagliato, forse la vita va vissuta senza pensare a ciò che potrebbe succedere perché, se ti preoccupi troppo del futuro, va a finire che ti scordi del presente.
Scendo alla macchina e mi avvio alla verso la casa, mi sudano le mani. Faccio qualche passo per poi ricordarmi che mi sono  dimenticato il regalo. Trono indietro, apro la portiera e lo prendo. Conto i passi verso la casa.

1.Sei un codardo
2.Ce la devi fare
3.E se anche Harry fosse lì?
4.Assolutamente no, sarà andato a farsi qualche strano tatuaggio rappresentante una medusa, un emperor tamarin o un chesòiovatteloapesca.
5.Ci sei quasi
6.Respira

Mi fermo davanti al vialetto che porta alla casa, il giardino è addobbato con palloncini rosa e festoni, ma non c’è nessuno.
Probabilmente non sono in casa dice il mio cervello, faccio un mezzo giro sui talloni e rimango un po’ in quella posizione.
Forse è meglio così, forse è meglio che lei non sappia niente di questa stupida storia e che viva la sua vita lontana da tutto il casino di Londra, lontano da me. Rimango in quella posizione per non so quanto tempo a contemplare la calma di quella cittadina fino a quando
“Tu chi sei?” una vocina da bambina mi fa gelare il sangue, mi giro lentamente e abbassando lo sguardo vedo praticamente la copia di Harry.
Ha il soliti capelli, riccioli e ribelli e i soliti occhi, ma ha il nasino più piccolo di quello del padre e un po a patata con quello della madre. Posa lo sguardo sul pacco rosa e questo le fa nascere un sorriso che rivela della fossette sulle guance.
Non c’era bisogno di nessun test di paternità, quelle fossette sono la prova del nove, Harry è il padre di questa bambina. Non avendo risposta è lei che continua a parlare, come solo i bambini sanno fare, senza malizia e piena di curiosità
“E’ per me quel regalo??” mi chiede puntando gli occhi sulla carta rosa
“Si, un uccellino mi ha detto che compi 3 anni, non è vero Mia??” le chiedo inginocchiandomi alla sua altezza. Lei mi guarda un po sospettosa
“Chi sei tu?”
“Sono … un amico della mamma e di zia Lucy.” Le faccio un sorriso di incoraggiamento, ma lei non è molto convinta
“La mamma dice sempre di non parlare con gli sconosciuti” dice voltandosi per vedere se la madre fosse vicino a lei, notando di essere da sola si allontana di qualche passo
“La mamma ha sempre ragione, e tu devi darle retta” mi alzo dalla mia posizione e lei si allontana ancora di più, la madre l’aveva istruita bene. “Ok allora lascerò qui questo bellissimo regalo, e me ne andrò è tuo prendilo pure. E Mia mi raccomando non dire alla mamma che mi hai visto”
“Perché?”
“E’ complicato…” sto per posare il pacco a terra quando un urlo mi fa sobbalzare
“CHE CI FAI TU QUI!” la voce proviene dal lato sinistro della casa, alzo lo sguardo e la vedo,si avvicina a grandi passi ha la faccia paonazza e lo sguardo puntato su di me “MIA VIENI QUI IMMEDIATAMENTE” la bimba si allontana un po spaventata da mio pacco per nascondersi dietro le gambe della madre che oramai era a pochi passi da me.
“E’ LUCY CHE TI HA CHIAMATO” Eva si guarda introno cercando l’amica che spunta dal lato opposto della casa e vedendomi si immobilizza “SEI STATA TU?”
“No, lei non centra, ho letto il messaggio che..”
“Non stavo parlando con te” mi liquida con un occhiataccia, oramai anche Lucy è vicina e mi guarda con aria sconvolta
“Che ci fai tu qui?” mi chiede
“Sono venuto a portare un regalo a Mia…” tento di giustificarmi, avevo paura che potesse succedere proprio questo
“Ma come hai fatto? Niall ha fatto la spia??” mi chiede spalancando gli occhi già grandi
“No. Ha lasciato il telefono sul bancone e ho letto il messaggio che gli hai inviato … ma forse è stato un errore venire fino a qui…” dico guardando Eva, ci scrutiamo per interminabili secondi quando ad un certo punto lei interrompe il silenzio.
“Lucy porta in casa Mia per favore. Arrivo subito”
Restiamo soli nel giardino di casa, un venticello le smuove leggermente i capelli. E’ bellissima, mi aveva rifiutato cosi tante volte e in tanti modi diversi che oramai avevo perso il conto. Ma continuavo ad amarla, ed ero venuto a diglielo per l’ultima volta.
Prendo coraggio e la guardo dritta negli occhi chiari
“Sei cambiata” le dico “Ora sei una bellissima donna.” I complimenti e i nostri sguardi incollati la fanno vacillare e il suo sguardo si addolcisce
“Perché sei qui?” mi chiede come se fosse una supplica, ha gli occhi stanchi di chi ha dormito poco o di chi porta addosso un peso enorme
“Ti dovevo rivedere!” gli dico semplicemente, niente preamboli, niente mezze verità o frasi sibilline, doveva sapere tutto con chiarezza
“Perché?” continua la sua interrogazione guardandomi sempre dritto negli occhi
“Non ti ho mai dimenticato Eva. Mai. Ogni ragazza che ho incontrato non ha significato niente. Nessuna era te!” questa frase le fa trattenere il respiro, per un secondo abbassa lo sguardo, sembra soppesare la mia risposta poi lo rialza meccanicamente
“Ti credo, sei sempre stato sincero e quindi ti credo, ma non capisco perché. Ti ho detto che non ti amo!”
Questa frase mi spezza un po’ il cuore, ma me l’aspettavo, ho già la risposta pronta
“Come ti ho detto allora. Imparerai ad amarmi se vorrai, ho tanto amore che basta per entrambi” la guardo intensamente per cercare di far entrare con più profondità il concetto
“Liam io … “ si sottrae al mio sguardo velocemente puntandolo verso il prato.
Capisco immediatamente. Un altro buco nell’acqua, l’ultimo gigantesco buco che faccio. Nella mia testa era tutto diverso, lei mi avrebbe amato e saremmo stati felici.  Ma forse è come dice Zayn, semplicemente non è destino.
“Capisco. E’ stato un errore. Un madornale errore, non dovevo venire.” Guardo il regalo di Mia “Questo è un pupazzo parlante di Woody. Io amo Toy Story, spero che piaccia anche a lei. Spero tu possa essere felice nella tua vita, ci proverò anche io. Non mi rivedrai più. Addio” Mi giro un po’ ferito nell’orgoglio faccio qualche passo e poi mi fermo. La voce di Eva mi paralizza, è rotta dal pianto e io mi rigiro immediatamente
“Non te ne andare!” mi dice con gli occhi lucidi “Ti prego resta. Tu ci sei sempre stato. Mi hai sempre protetto, mi hai amato per tutto questo tempo, mi hai continuato ad amare anche se ti ho detto che per me non eri niente. Ma era una bugia, l’ho fatto per proteggere te e soprattutto per proteggere me stessa, per evitare di soffrire. Ma solo ora mi accorgo che allontanandoti ho fatto la cosa peggiore di tutte. Tutti e due abbiamo trascorso anni di inferno. È colpa mia, mi scuso!” le lacrime sgorgano dai suoi occhi. Io la guardo impietrito.
“Quindi per tutto questo tempo pensavi di farmi un favore tenendomi lontano da te?? Ogni giorno per me è stato una tortura” non ho una voce arrabbiata, semplicemente è una constatazione
“Scusami Liam. Io ti amo, io devo dirtelo e tu hai bisogno di sentirtelo dire. Ma questi anni mi hanno distrutta, consumata. La lontananza da te mi ha spezzato il cuore… non sono più la ragazza di cui ti sei innamorato, sono una mamma adesso, con cuore in frantumi…”
Mi avvicino a lei, ha gli occhi rossi che le fanno risaltare le pupille chiare, le prendo la testa tra le mani e la bacio, con amore e passione. Il bacio di due innamorati divisi da tantissimo tempo, le nostre bocche sono perfettamente incastrate, come se facessero parte di un unico intero.
Ci stacchiamo per un attimo e lei tiene gli occhi chiusi ancora per un poco.
“Imparerò ad amare questa nuova e splendida mamma” le dico “Possiamo provare a stare insieme?” gli chiedo speranzoso
“No Liam, è troppo presto … possiamo imparare a ri-conoscerci…”
“Ehm …. “faccio finta di soppesare la proposta alzando gli occhi al cielo “Ci sto, cerchiamo solo di non far passare 5 anni per un altro bacio” le dico scherzando, le strappo un sorriso che però si trasforma subito in una faccia triste
“E per il mio cuore? Se non riuscissi a rimetterlo in sesto??” sembraseriamente preoccupata
“Non ti preoccupare del tuo cuore.” Le stampo un altro profondo bacio sulle labbra ”Io avrò cura di te!”
 
 
 

NOTA DELL’AUTRICE
Allora, sono fiera di annunciarvi che:
-Questa è la fine della mia FF. Ammetto di essere stata un po lenta ma questo capitolo è stato lungo e impegnativo.  Appena ho finito di scrivere mi sono sentita un po persa … mi ero affezionata a Eva e avevo altre mille esperienze da farle fare, ma (per ora) la sua storia finisce qui.
-Il primo capitolo è arrivato a quota 1000 persone che lo hanno letto (penso che per essere la prima storia sia andata abbastanza bene)
Poi, sono disponibile a qualsiasi tipo di domanda … ma alcune cose devo chiarirle io
-Garfield il pupazzo di Mia è quello che Liam ha regalato a Eva alla fiera di Roydon (che poi penso di averlo anche scritto da qualche parte)
-Liam porta in ospedale porta un mazzo di biancospino, so che non è il fiore più bello del mondo ma avevo letto in un sito che il biancospino rappresenta la speranza e si può regalare in attesa di una risposta positiva
-Phil ha portato i panini del MC a Eva e Harry.
-Lucy ha interrotto un momento catartico alla festa, infatti Liam stava per dire ad Eva che gli piaceva e che Harry la voleva conoscere solo per sfida.
Penso che sia tutto … Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto!

I love your face. Bye!

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