Thanks for changing my life.

di Giuli Directioner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** They're my dream ***
Capitolo 2: *** The plan ***
Capitolo 3: *** The unexpected ***
Capitolo 4: *** The girl in tears ***



Capitolo 1
*** They're my dream ***


Erano ormai le 10.00 e il sole splendeva ormai alto su Cagliari disturbando così il mio sonno, non riuscendo a dormire mi alzai per abbassare l’avvolgibile, ma quando tornai a letto ormai non avevo più sonno quindi decisi di alzarmi e prepararmi per andare al mare con la ma migliore amica Chiara.

Non sono una ragazza a cui piace molto il mare perché stare in costume mi mette a disagio dato che odio il mio fisico purtroppo di costituzione magro, però per far felice la mia amica dato che lei lo ama decisi di andare lo stesso per farle compagnia.

Il mio nome è Giulia, ho quasi 17 anni e frequento il liceo linguistico; amo la danza classica e la pratico da sette anni. Il mio sogno?Viaggiare per il mondo, visitare Londra ma soprattutto incontrare i miei idoli, che per me sono il motivo per cui mi sveglio sorridente la mattina: i One Direction.

A molte persone può sembrare stupido avere un idolo beh, per me non è affatto così, io amo quei cinque ragazzi più di chiunque altro.
Appena finii di preparare la colazione andai a svegliare i miei genitori, con loro ho quasi sempre un bellissimo rapporto se non fosse per il fatto che loro non capiscano quanto per me siano importanti i One Direction, pensano che vere un idolo sia una cosa stupida e quindi non mi capiscono sotto questo punto di vista.

Dopo aver fatto colazione andai a finire di prepararmi e mi feci trovare di fronte a casa di Chiara,lei scese quasi subito, mi diede un grande abbraccio,salimmo sul pullman e iniziammo a parlare del più e del meno.
Ovviamente tutte le fermate erano strapiene quindi decidemmo di scendere all’ultima.

Dopo aver sistemato gli asciugamani e tutto il resto mi disse:
«Amore hai letto che hanno scritto su twitter i ragazzi?» Ovviamente anche lei era un Directioner.
«No che hanno scritto?»
«Le date del tour europeo!E indovina … in Italia faranno ben 5 tappe!!» mi rispose lei tutta contenta.

Feci una pausa, non sapevo se essere felice o meno, tanto io non sarei potuta andare dato che avrei dovuto per forza prendere un aereo e i miei non erano d’accordo, però Chiara aveva la possibilità di andare dato che i suoi genitori l’appoggiavano e la zia l’avrebbe ospitata a Milano quindi decisi di essere contenta perché sapevo che lei si meritava di andare a un loro concerto e di realizzare così il suo sogno.
«Dove?» chiesi interessata.

«Milano, Roma, Firenze, Napoli e Palermo, come già sai io andrò a Milano e se convinci i tuoi genitori mia zia può ospitare anche te!» mi disse facendo gli occhi dolci
«Amore, lo sai quanto mi piacerebbe ma purtroppo è impossibile non li convincerò mai, ma sono super contenta per te, li vedrai e il tuo sogno si avvererà, sono così felice per te!»dissi con gli occhi lucidi.

Dopo aver passato tutta la mattina e il pomeriggio in spiaggia tornammo ognuna a casa propria.

Dopo aver fatto la doccia andai ad aiutare mia mamma a preparare la cena e le dissi:
«Ma’ i One Direction hanno fissato le date per il tour europeo, posso andare al concerto di Milano con Chia?Ti prego mamma non puoi nemmeno immaginare quanto io ci tenga, farei di tutto per andarci, ti prego!»
Si scostò un ciuffo di capelli da davanti al viso e con voce seria, un po’ triste mi disse:
«Lo sai come la penso, non mi piacciono queste cose, sei grande ormai, amore dai non chiedermelo più anche perché non avremmo la possibilità economica lo sai.»
Con gli occhi pieni di lacrime mi limitai a dire un misero ‘ok’ e mi ritirai in camera mia.

Passai mezz’ora a piangere vedendo il mio sogno allontanarsi sempre di più; poco dopo scesi giù a cenare e non ebbi il coraggio di guardarla in faccia, ero troppo triste e lei lo sapeva.

Verso le 23.00 mi chiamò Chiara.
Afferrai il telefono e con voce tremolante risposi
«Chia, sei tu? »
Lei con la voce preoccupate mi chiese:
«Si amore, che hai?E’ successo qualcosa?»
Mi si inumidirono gli occhi di nuovo, non riuscì a controllarmi e scoppiai a piangere.
«Ho chiesto a mamma, mi ha detto di no.»
Lei si fece seria e mi disse:-Tranquilla amore, io so che meriti di incontrarli, ho un piano in mente..»

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Capitolo 2
*** The plan ***


Cercai di calmarmi e con voce poco convinta risposi:
«Dimmi tutto!»
«Allora, ho pensato a un piano per farti venire al concerto. Con i soldi che mi hanno regalato per il compleanno ti prendo il biglietto aereo e il biglietto del concerto. Tu chiedi ai tuoi se puoi restare a casa a dormire per una settimana, ma noi andremo al concerto! Non scoprirà mai niente nessuno, tu realizzerai il tuo sogno e saremo tutti felici, che te ne pare?»
«Non saprei, sai come la penso sulle bugie..»
«Dai, per una volta! So che è il tuo sogno, che ti costa?»
«I miei si fidano di me, non voglio tradire la loro fiducia..»
«Ok, rinunci così al tuo sogno? Allora forse non è così importante come pensavo…»
«Smettila! Lo sai benissimo che vederli è la cosa che desidero di più al mondo,ma ho paura di mentire ai miei!»
«Io sto facendo tutto questo per te e tu mi dici queste cose? Ma che ti prende?! Stiamo parlando di andare al concerto dei One Direction, i tuoi idoli, hai capito?»
«Lo so, non devi essere tu a ricordarmelo, sai che farei tutto per loro, solo paura che i miei possano scoprirci!»
«Non ci scopriranno, te lo prometto! Stai tranquilla e riflettici..ci stai?»
«Ok!»
«Oddio, sono così contenta! Andremo a un loro concerto ti rendi conto?»
«No sinceramente non riesco ancora a crederci…»
«Due mesi e noi saremo lì, sotto quel palco a cantare come delle matte, a divertirci e a emozionarci con loro, saremo speciali e sarà un giorno che ricorderemo per tutta la nostra vita!»
«Oddio, non posso crederci, finalmente anche noi li incontreremo, non vedo l’ora! Dobbiamo andare presto perché io voglio essere in prima fila eh!»
«Aaah, ora ti riconosco! Saremo in prima fila, te lo prometto!»
«Ho l’ansia già da ora ahahah»
«Non dirlo a me, sono così felice!»
«Però non mi va che paghi tutto tu,già mi ospiterà tua zia..»
«Allora dividiamo, magari io ti pago il biglietto aereo e tu quello per il concerto. Ok?»
«Ok, così va meglio. Non so proprio come ringraziarti per tutto quello che hai fatto e che stai facendo per me, significa davvero tanto, grazie, grazie di cuore per tutto.»
«E di che?! Se non ti aiutassi che migliore amica sarei? E poi lo sai che mi fa piacere, voglio vederti felice e ora ci sono riuscita!»
«Grazie perché ci sei sempre, e ogni volta che sono triste mi fai tornare il sorriso. Non riesco neanche a dimostrarti il bene che ti voglio, nessuna si sarebbe offerta di pagarmi il biglietto aereo, ma tu si perché sei una persona speciale, fantastica! Ti meriti di più che un’amica come me. Non immagini neanche quanto conti per me tutto quello che stai facendo, grazie di cuore.»
«Smettila scema, mi fai piangere così! Ci sono e ci sarò sempre. Non dire neanche per scherzo che merito di più di te, perché tu sei l’amica che tutti vorrebbero ma solo io ho. Mi hai dimostrato molte volte il bene che mi vuoi e lo sai anche tu. Sono contenta di aiutarti a realizzare il tuo sogno perché so quanto ci tieni. Ora vado a dormire, buonanotte ciccia a domani.»
«Non so proprio che dire, sono troppo felice, non avrei abbastanza parole per dirti come mi sento ora. Grazie, notte Chia, ti voglio tanto bene. A domani.»

Poggiai il telefono sul comodino, mi buttai sul letto, affondai la testa sul cuscino e iniziai a piangere, lacrime di gioia ovviamente. Mi sentivo la ragazza più felice del mondo, piano piano mi stavo avvicinando al mio sogno.
Mi misi il pigiama, diedi la buonanotte ai miei a andai a dormire.

I giorni successivi sembravano interminabili e io nel mentre facevo il conto alla rovescia, da sessantatre giorni passarono a trenta e da trenta a quindici, avevo solo una cosa in mente: il loro concerto del tre Settembre a Milano.
Ormai ci dividevano da loro solo tre giorni quindi decisi di preparare la valigia e andare da Chiara.

Il giorno dopo ci dirigemmo all’aeroporto, entusiaste, finchè i nostri occhi non caddero sullo schermo degli orari dei voli. Tutto il nostro entusiasmo sparì in meno di un secondo, il nostro volo era stato cancellato.

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Capitolo 3
*** The unexpected ***


Non potevamo credere ai nostri occhi, rimanemmo incantate alla scritta deleted accanto al nostro volo. Qualche minuto dopo andammo all’accoglienza a chiedere spiegazioni.
«Scusi, noi dovevamo prendere il volo Cagliari-Milano delle 5 ma nello schermo delle partenze c’è scritto che è stato cancellato, a che ora il prossimo?»
«Buongiorno ragazze, intanto scusate per il disagio ma purtroppo l’aereo che doveva fare la tratta Cagliari-Milano ha avuto un viaggio e non è stato possibile sostituirlo. Per oggi non sono previsti altri voli per Milano, il prossimo è previsto per domani pomeriggio alle 15:30, mi spiace. »
Io e Chia ci scambiammo uno sguardo preoccupato, il concerto era domani alle 21 e 15 non saremo mai riuscite ad arrivare in tempo per guadagnarci il posto in prima fila.
«A che ora parte il volo per Torino-Caselle?» dissi con voce disperata.
«E’ appena iniziato l’imbarco»
«Potete cambiarci il biglietto?»
«Si ragazze, però dovete sbrigarvi!»
«Si grazie!»

Dopo aver cambiato i biglietti corremmo a depositare i bagagli, fatta la carta d’imbarco ci avviammo al gate dopo aver passato i controlli di sicurezza, ci controllarono i documenti e le carte e finalmente salimmo sull’aereo. Chia chiamò la zia per avvisarla che avremmo preso l’aereo per Torino e saremo arrivate a Milano in treno.
Prendemmo posto, ci scambiammo uno sguardo d’intesa seguito da un sospiro di sollievo.

L’aereo decollò e noi iniziammo a parlare e poi ad ascoltare musica. Dopo un’ora di viaggio arrivammo all’aeroporto e subito ci recammo alla stazione dei treni e facemmo il biglietto. Salimmo sul treno perché ormai mancavano 5 minuti alla partenza.
Due ore di viaggio e poi saremmo arrivate a Milano. Mancavano 36 ore al concerto e non stavamo più nella pelle, il momento tanto atteso si avvicinava sempre di più. Durante il viaggio avemmo modo di pensare a come ci saremmo dovute organizzare e iniziammo a realizzare che era tutto vero.

Alle 9 e un quarto il treno arrivò in stazione a Milano e trovammo la zia di Chia che era venuta a prenderci. Come ci vide ci chiamo e ci abbracciò subito dopo ci disse:
«Ciaoo ragazzee! Quanto tempo che non ci vedevamo eh?! Come state? Andato bene il viaggio? Quanto siete cresciute!»
«Ciaoo zia, sarebbe potuto andare meglio ma va beh, l’importante e che ora siamo qui!»
«Ciao Cri, ci sei mancata tanto!» dissi mentre la strinsi in un abbraccio.

Ci avviammo verso casa sua parlando del più e del meno. Cristina abitava in un palazzo d’epoca al 2 piano. Il suo appartamento era abbastanza grande e molto luminoso. E’ stata gentilissima ci ha accolto molto calorosamente e per noi aveva preparato la camera degli ospiti, come arrivammo sistemammo le nostre cose e Cri si offrì di farci fare un breve giro turistico prima di pranzo.
Visitammo il Duomo,il Castello Sforzesco e poi ci avviammo a Porta Vittoria dove avevamo un appuntamento con un’amica di Cri e sua cugina che aveva la nostra stessa età.
Ci avvicinammo a loro per salutarle e subito l’amica di Cri allungò la mano per presentarsi.
«Piacere Ilaria!» disse facendo un sorrisone. Dopo essersi presentata a Chia fece lo stesso con me e poi aggiunse « Però chiamatemi Ila. »
Qualche secondo dopo sua cugina si avvicinò a noi e noi ci presentammo. Si chiamava Sofia e andava anche lei al liceo linguistico. Le raccontammo il perché eravamo a Milano e scoprimmo che anche lei era una directioner quindi passammo tutto il pranzo a parlare di loro e di quanto eravamo emozionate.

Decidemmo di tornare a casa a prepararci e ci demmo appuntamento alle 17 difronte ai cancelli dell’Alcatraz avremmo dormito lì per guadagnarci il posto prima fila.
All’ora decisa ci ritrovammo tutte davanti ai cancelli e Sofia ci presentò le sue amiche Missy, Claudia e Erika.
Parlammo a lungo e l’emozione aumentava sempre di più.
Non eravamo le sole lì a quell’ora ma eravamo le prime della fila, iniziammo a fare amicizia con le altre.
A un certo punto sentimmo delle urla e dei pianti così mi avvicinai a guardare che stava succedendo…

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Capitolo 4
*** The girl in tears ***


Mi avvicinai alla ragazza.

Lei alzò il viso e mi guardò con gli occhi pieni di lacrime, che faceva sembrare il celeste delle sue iridi ancora più chiaro e cristallino. Solo a guardare i suo occhi iniziai ad intristirmi.
Le lacrime ormai solcavano le sue guance e sembravano inarrestabili.
Aprii la borsa, afferrai i fazzoletti e glieli porsi, lei ne sfilò uno e cercò di asciugarsi le lacrime.
Quando si calmò le dissi:
«Hey, perché piangi? E’ successo qualcosa?»
«Mi hanno appena chiamato i miei dicendomi che hanno un impegno di lavoro e che sono dovuti partire subito quindi oggi e domani devo occuparmi di mia sorella e rinunciare al concerto, non può essere vero, non veglio crederci.. »
«Non possono chiedere a qualcun altro? »
«No, non abbiamo parenti qui e non abbiamo abbastanza soldi per pagare una baby sitter che segua due bambine. Dopo tutto questo tempo passato a risparmiare per riuscire a comprare il biglietto e il pass vip per realizzare finalmente il mio sogno non possono farmi questo! Li voglio e li devo vedere, sono la mia vita, ho bisogno di questo concerto, di sentire le loro canzoni, di respirare la loro aria e di emozionarmi con le loro voci. Perché succedono tutte a me? »
«Calmati, non succedono solo a te. Figurati, io sono qui all’insaputa dei miei e non sono riuscita a risparmiare abbastanza soldi per per prendere il pass vip, è già troppo se sono riuscita a permettermi il costo del biglietto del concerto . Comunque ho una soluzione, tu come tutte noi meriti di vedere questo concerto, ci riuscirai. Che lavoro fanno i tuoi?»
«Fanno i giornalisti. Sono partiti qualche ora fa in l’Abruzzo per fare un servizio, tornano tra una settimana.»
«Perfetto, ho un’idea aspetta un’attimo»

Mi avvicinai a Chia, che stava tenendo il posto e nel mentre chiacchierava con una ragazza.
«Hey Chia, devo chiederti una cosa.» le dissi toccandole la spalla.
«Okay…torno subito Marti» disse rivolta alla ragazza con cui stava parlando prima.
Ci allontanammo un po’ e mi disse:
«Dimmi tutto ciccia»
«Qualche settimana fa mi avevi detto che Cri ha fatto la baby sitter giusto?»
«Si, ama stare con i bambini! Perché?»
«Questi giorni ha da fare?»
«No, perché? »
«La ragazza che stava piangendo prima è stata chiamata dai genitori che sono dovuti partire per lavoro e le hanno detto di badare alle sorelline, ma così perderebbe il concerto, può occuparsene Cri? Ovviamente la pagheranno, non tantissimo, ma lo faranno!»
«Certo, ne sarà felice! » disse mentre prese il cellulare per chiamare la zia e comunicarle tutto.

Corsi subito dalla ragazza corsi subito dalla ragazza per darle la bella notizia. Fu così felice che mi si buttò al collo e iniziò a piangere dalla felicità. Appena si calmò disse:
«Oddio, grazie! Non puoi capire quanto ti sono grata per il tuo aiuto, grazie mille davvero!»
«E di che?! Comunque piacere Giulia» dissi sorridendo.
«Piacere mio, mi chiamo Claudia» rispose ricambiando il sorriso.
«Vieni, mettiti affianco a noi, così ti presento la mia migliore amica e le altre ragazze conosciute qui» le dissi indicando il punto dove avevamo tutta la nostra roba.
«Certo, con molto piacere!» disse prendendo le sue cose. Con lei portò anche una sua amica che poi ci presentò.

Chiara e tutte le altre ragazze si presentarono e così iniziammo a chiacchierare e a conoscerci meglio. Cenammo tutte insieme e poi aprimmo i sacchi a pelo per dormire.

Ormai mancava pochissimo e l’emozione cominciava a farsi sentire tanto che non riuscii e a chiudere occhio.

L’indomani dopo aver chiamato i miei fingendomi al mare con Chia e la famiglia, andai al bar a prendere la colazione per tutte. Verso le 11 e 30 le svegliai e facemmo colazione.
La mattinata e il pomeriggio tra chiacchiere, riflessioni e risate passarono.
Ormai erano le 20 e 15, solo un quarto d’ora e il sogno sarebbe iniziato..

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