Tradizioni natalizie

di SaM
(/viewuser.php?uid=15566)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio in Sala Comune ***
Capitolo 2: *** Le vacanze di Natale ***
Capitolo 3: *** Giocando ad obbligo o verità... ***
Capitolo 4: *** La raccomandazione di Silente ***
Capitolo 5: *** Appuntamento in biblioteca ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Risveglio in Sala Comune ***


Oliver Baston aprì gli occhi, ritrovandosi in quella stanza che ormai conosceva come le sue tasche: la sala comune dei Grifondoro. Ci mise qualche minuto per capire che ci faceva su quel divano invece che nel suo comodo letto a baldacchino. Poi un atroce mal di schiena gli fece capire che forse la sera prima aveva esagerato un po’ troppo con gli allenamenti. Forse avevano ragione Fred e George quando si lamentavano dei suoi metodi. Ma la voglia di vincere la coppa di quidditch era tanta e lui non si sarebbe fermato davanti a niente. Stropicciandosi gli occhi, decise di alzarsi definitivamente. Avrebbe fatto meglio a muoversi se voleva trovare qualcosa da mangiare. Si stava dirigendo verso il dormitorio maschile per prendere un maglione da indossare da sopra la camicia quando si accorse che la sala non era poi del tutto vuota. Una sagoma si stava muovendo sulla poltrona vicino la finestra. Non era stato l’unico a crollare come un sasso allora. Spinto da una curiosità che di solito non gli era propria, si avvicinò silenziosamente alla finestra. Grazie alla luce seppur debole del sole di dicembre, riuscì a scorgere il viso dello studente beatamente perso nel mondo dei sogni. O meglio di una studentessa. Lunghi capelli neri come il suo calderone incorniciavano un viso abbastanza pallido, ma armonioso e regolare. Era una ragazza del quinto anno. Non riusciva a ricordare il suo nome e si chiese come poteva non averla notata fino ad allora. Certo, non si poteva definire una bellezza di quelle tutte curve, ma era quel che i suoi compagni di classe avrebbero definito un gran bel pezzo di grifone. Un sospiro proveniente da quel volto che fino a poco prima era rilassato, lo fece voltare fino ad incontrare i suoi occhi. Un mare di cioccolata in cui perdersi. Occhi che però cambiarono improvvisamente colore, diventando prima neri come la notte e subito dopo verdi come gli alberi della foresta proibita. L’espressione che gli si era dipinta sul volto doveva essere davvero molto buffa poiché la ragazza scoppiò a ridere, tenendosi le braccia intorno al corpo come a voler calmare le risate.
“ Non mi dire che in tutti questi anni nel mondo magico non hai mai visto un metamorfomagus, capitano!?”
Sembrò risvegliarsi dallo stupore e riacquistare la sua solita tranquillità solo quando si sentì chiamare “capitano”. Era strano che a chiamarlo così non fossero i suoi compagni di squadra, ma il tono giocoso della sua voce gli fece escludere la possibilità che lo stesse prendendo in giro.
“ Di solito i metamorfomagus non cambiano solo il colore degli occhi. Mi hai lasciato un po’ spiazzato.”
“ E’ stato un vero piacere… non è facile stupirti a quanto ho sentito. Altrimenti credo non saresti uno dei più bravi portieri della storia di Hogwarts.”
La ragazza si era alzata e stava tranquillamente mettendo la coperta e i suoi libri a posto sotto lo sguardo indeciso di Oliver.
“ Se sono davvero tanto bravo perché non abbiamo vinto la coppa negli ultimi anni?”
Il ricordo gli bruciava ancora. Per un patito di quidditch come lui, entrare nella squadra della sua casa era stato fantastico. E diventarne poi il capitano era stato come vivere in un sogno. Ma non riuscire a vincere una coppa aveva fatto sì che il suo stupendo sogno si tramutasse in un incubo.
“ Non si può dare la colpa solo a te per questo. Se non sbaglio ci sono 7 giocatori in una squadra… e comunque la tua è una grande squadra. Hai scelto i migliori, capitano. E tutta Hogwarts sa che se non avete ancora vinto non è stato perché non ve lo meritiate. Prendi ad esempio l’anno scorso: Potter era in infermeria quando c’è stata l’ultima partita, altrimenti avreste vinto sia il match che la coppa. E credo che anche il tuo cercatore avrebbe preferito disputare una partita di quidditch piuttosto che affrontare un enorme cane a tre teste e chissà cos’altro.”
Erano uno di fronte all’altra e Oliver poteva vedere bene ogni lineamento del suo viso ora: sembrava dolce ed innocua, ma nei suoi occhi splendeva una scintilla di coraggio e determinazione. Una vera Grifondoro.
“ Vedremo quest’anno se hai ragione. Che ne diresti di scendere a colazione ora? Sto morendo di  fame e temo che la voracità dei Weasley possa aver dato fondo alle scorte del castello. Muoviamoci se vogliamo trovare qualcosa da mettere sotto i denti.”
E senza aggiungere altro, si avviarono al buco del ritratto e poi dritti verso la Sala Grande. Parlarono tranquillamente lungo il tragitto finché un gruppo di Serpeverde non si parò davanti a loro, facendo cadere senza troppi complimenti la ragazza.
“ Guarda un po’ chi abbiamo qui: il grande capitano Oliver Baston e la mezzosangue Samantha Smith. Riesci solo a cambiare il colore degli occhi vero, Smith? Mi chiedo con quale coraggio ti definiscono metamorfomagus se non riesci neanche ad accorciarti i capelli!”
La voce di Marcus Flitt era arrivata sgradevole e alta mentre le risate dei suoi compagni riecheggiavano nel corridoio deserto.
“ Se stavate andando a fare colazione potete pure tornare nel vostro ritrovo… è già tutto finito! Ciao ciao grifoni!”
Oliver stava guardando le serpi che si allontanavano, ripromettendosi che alla prossima partita Flitt avrebbe pagato quelle offese.
Poi le parole dette dal suo rivale gli tornarono in mente e si volse verso Samantha con una muta domanda negli occhi. Domanda che lei colse al volo.
“ Vuoi sapere che cosa voleva dire Flitt prima? Ti rispondo subito. Vedi mia madre era una strega e mio padre è un babbano. Lei è morta di parto e quando mio padre si accorse che potevo cambiare i miei tratti somatici non ne fu molto felice. Sono cresciuta con il terrore delle mie capacità e le ho represse talmente tanto che adesso l’unica cosa che riesco a cambiare è il colore dei miei occhi. Deludente, vero? Non sono una strega, non sono una babbana e non sono neanche una metamorfomagus.”
“ Sei solo Samantha. E questo basta.”
Samantha si voltò verso di lui: non riusciva a credere alle sue orecchie. Quel ragazzo la conosceva solo da poche ore e l’aveva subito fatta sentire a suo agio, non rinfacciandole niente di se stessa. Era stato molto più gentile lui in quell’ultima ora che non suo padre in tutta la sua vita. Hogwarts era davvero piena di persone speciali.
Oliver notò le lacrime che si stavano affacciando nei suoi occhi e decise di cambiare repentinamente discorso.
“ Che ne… ehm… diresti di tornare in sala comune? A quanto pare abbiamo fatto troppo tardi.”
Gli occhi di Sam si illuminarono, facendo sparire l’aria triste che aveva regnato fino a poco tempo prima sul suo volto. Diamine, così era ancora più bella!
“ Certo. Non possiamo fare nient’altro visto il freddo che fa fuori. Avanti capitano, ti sfido. Chi arriva ultimo in sala comune deve baciare il rospo di Paciock!”
E detto questo iniziò a correre verso il famoso ritratto che dava accesso al loro ritrovo, seguita da un sorridente Oliver.
Arrivarono davanti al ritratto ansanti e rossi per la corsa. La signora grassa li guardava sconvolta ed incuriosita allo stesso tempo, ma Oliver non le diede alcuna opportunità di impicciarsi.
“ Fervet olla”.
Appena entrati, videro molti volti posarsi su di loro mentre altrettanti bisbigli richiamavano l’attenzione di chi non si era ancora girato verso i nuovi arrivati.
“ Mi spieghi che cos’hanno da guardare?” gli aveva bisbigliato la ragazza all’orecchio, posando lo sguardo sui Grifondoro presenti nella sala che continuavano a bisbigliare eccitati.
Oliver le rivolse uno sguardo pieno di stupore, che lei non colse, troppo impegnata a studiare le facce dei suoi amici.
Guardandola, Oliver capì il motivo di quell’interessamento: aveva i capelli un po’ in disordine, la camicia fuori dai jeans ed il volto arrossato. Pensò allora che anche lui non doveva essere conciato meglio.
Tutta la sala comune era arrivata alle stesse conclusioni guardandoli.
Alzò gli occhi al cielo, pensando che aveva sempre tenuto le sue storie nascoste appunto per questo motivo.
Voltandosi di nuovo verso Sam, le toccò leggermente il braccio, cercando di attirarne l’attenzione. Ma appena i loro occhi si incontrarono, il cuore di Oliver perse un battito, per poi ritrovarlo centuplicato l’attimo dopo.
Anche se i suoi capelli non erano in ordine e i suoi occhi continuavano a cambiare colore un po’ per la confusione un po’ per l’imbarazzo, Oliver pensò che fosse la ragazza più bella di tutta Hogwarts. Passando ancora una volta in rassegna il suo corpo, notò come la camicia fuori posto le donasse una aria trasandata, come il maglioncino le modellasse le forme, scoprendole appena, e risaltasse il ventre piatto mentre i jeans le avvolgevano i fianchi in modo armonioso, evidenziando le gambe magre. Una visione paradisiaca dalla quale si riscosse solo quando qualcuno gli piombò improvvisamente addosso.
Ormai steso sul pavimento, cercò di scorgere le due figure che gli erano letteralmente saltate al collo. Vide due teste rosso fuoco che gli davano le spalle e che coprivano dalla sua visuale l’angelo che aveva completamente rapito la sua attenzione, impedendogli di sentire l’arrivo delle due furie.
“ Dannati Weasley… adesso mi spiegate che bisogno c’era di buttarmi a terra!?”
I gemelli in questione si voltarono verso il loro capitano, quasi offesi dalla sua reazione.
“ Volevano complimentarci con te, capitano…”
“ Finalmente una storia ufficiale… abbiamo aspettato tanto di quel tempo… Dopo tante storie segrete, ci presenti la fortunata che ti farà mettere la testa a posto e pretendi che noi non ti dimostriamo la nostra felicità! Sei un ingrato!”
Nel frattempo, gli occhi di Oliver avevano incontrato quelli di Sam e dire che era imbarazzata era poco.
“ Non c’è niente di cui complimentarsi, ragazzi. Avete capito una cosa per un’altra come al solito.”
Ormai tutta la sala comune aveva accerchiato i quattro, nella speranza di qualche scoop bollente in grado di vivacizzare la giornata.
“ Sam, ci spieghi che è successo? Sei talmente tanto rossa da poter fare concorrenza ai Weasley, senza offesa ragazzi!”
A parlare era stato un compagno di classe di Samantha, che aveva dovuto faticare non poco per superare la folla attorno a loro.
“ Noi… beh… abbiamo fatto solo una corsa per tornare qui… nient’altro. Volevamo evitare brutti incontri… tutto qui!”
Il suo volto stava tornando a mano a mano del suo colore originale e anche la folla stava sciamando, alcuni borbottando e altri scuotendo la testa.
“ Continuo a credere che non sia solo questo… Ricordati che siamo la tua squadra Oliver… possiamo solo essere felici per te se voi due state insieme.”
“ Angelina ha ragione… e poi almeno non avresti più la fissa per gli allenamenti impossibili e spaccaossa…”
Detto questo, le teste di tutta la squadra di Quidditch annuirono, reduci da uno degli allenamenti più duri della storia.
“ Non ci sperate… anzi che ne dite di un altro allenamento oggi pomeriggio? A quanto pare quello di ieri vi ha lasciato abbastanza forze, vista la facilità con cui mi avete buttato a terra prima.”
Sotto i suoi occhi, Oliver vide i suoi compagni di squadra fissarlo con espressioni schioccate, per poi scoccare sguardi assassini nei confronti di Fred e George. Si allontanarono mestamente, mentre Alicia e Katie facevano una ramanzina degna della McGrannit ai due poveri battitori.
Volgendosi a Sam, la ritrovò con un sorriso sulle labbra che le illuminava il volto ancora in parte segnato dall’imbarazzo.
“ Buon allenamento capitano. Ci vediamo.”
E detto questo anche lei scomparve verso i dormitori femminili.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Le vacanze di Natale ***


Oliver non era per niente concentrato. Non che lo fosse mai stato durante quella particolare ora di lezione. Nessuno stava mai attento durante le ore di storia della magia. Certo, c’erano le dovute eccezioni. Come ad esempio Percy Weasley: lottando contro sbadigli e sonnolenza, il prefetto continuava imperterrito a prendere appunti. Oliver si era chiesto più di una volta se lui e i gemelli fossero davvero fratelli. Erano praticamente l’opposto.
Pensando ai gemelli, ricordò la settimana prima… dal giorno del suo incontro con Sam, sentiva che gli occhi di tutta la squadra erano fissi su di lui, scrutando ogni suo movimento.
Scuotendo la testa si chiese ancora una volta quando avrebbero smesso di seguirlo e spiarlo. Cosa si aspettavano di scoprire? Erano riusciti ad organizzarsi talmente bene che, concluso l’orario scolastico, aveva sempre qualcuno alle costole. Con sua grande sorpresa, anche Harry e Ron facevano la loro parte. Tutto inutile.
Da quella domenica neanche lui aveva più visto la ragazza se non di sfuggita per i corridoi o in sala comune.
Guardando fuori dalla finestra, capì che quella ragazza gli mancava. Ma come poteva mancargli se a malapena la conosceva?
Eppure si ritrovava sempre più spesso a pensare a lei, sia durante le lezioni che durante gli allenamenti. In quasi tutti i momenti della giornata.
_ Quasi? Avanti Oliver, ammettilo: pensi a lei praticamente ogni secondo…_
Il suono della campanella segnò la fine dell’ora e l’inizio delle vacanze natalizie.

“ Tornerai a casa per Natale, capitano?”
Lee Jordan era seduto affianco a lui, ma Oliver non se ne era neanche accorto. Stavano pranzando e il suo sguardo si rivolgeva all’entrata nella speranza di scorgere quella figura che lo tormentava e che era tanto smanioso di rivedere.
“ No, rimarrò qui. Altrimenti dovrei passare il Natale tentando di spiegare il quidditch a mia cugina e sinceramente preferisco…”
Era arrivata. E si stava dirigendo verso di loro. Oliver la osservava avanzare tranquilla, con un piccolo sorriso sulle labbra.
“ Angelina, ti è caduta questa prima.”
Le stava porgendo una pergamena attentamente arrotolata sulla quale si poteva leggere in chiaro il nome della grifondoro. Oliver passò lo sguardo da una ragazza all’altra, mentre la cacciatrice prendeva la pergamena e con un sorriso la ringraziava.
“ Perché non ti siedi con noi? C’è un posto libero proprio di fronte ad Oliver…”
“ Veramente io dovrei…”
“ Avanti, non farti pregare. Ci farebbe mooolto piacere se tu pranzassi con noi. Vero Fred?”
“ Assolutamente George. Dai scricciolo, siediti vicino allo zio Fred!”
Un po’ titubante, Sam annuì e si sedette vicino a Fred, alzando per la prima volta gli occhi verso Oliver.
I suoi occhi cambiarono varie volte tonalità, fino ad arrivare ad un marrone striato di verde.
“ Ciao capitano…”.
“ Ciao Sam…”
“ Dimmi una cosa Sam… resterai ad Hogwarts per Natale?”
“ Si, Lee. Come ogni anno. Ma perché me lo chiedete tutti?”
“ No così, per semplice curiosità. Lo sai, anche Oliver resterà qui per le feste…”
Gli occhi di Oliver e Samantha si incontrarono di nuovo: era difficile dire cosa stava provando la ragazza. Nel suo sguardo passavano innumerevoli emozioni, difficili da separare e impossibili da definire.
Finito il pranzo, molti andarono a prendere i propri bagagli e, con immensa sorpresa da parte dei Grifondoro, tutta la squadra di quidditch e Lee Jordan quell’anno rimasero a scuola.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Giocando ad obbligo o verità... ***


Quella sera le uniche persone presenti nella sala comune del Grifondoro erano i fratelli Weasley, i componenti della squadra di quidditch, Lee Jordan, Samantha Smith ed Hermione Granger.
Tutti erano seduti davanti al fuoco, parlando un po’ di esami e un po’ di quidditch.
“ Sam, quello non è il tuo gufo?!”
La ragazza si voltò verso la finestra della sala e vide un grande gufo nero con una piccola lettera attaccata alla zampa.
Sbuffando, si alzò per andare ad aprire la finestra e permettere al gufo di entrare a riscaldarsi un po’.
“ Lettera di un fidanzato o di un ammiratore segreto?”
A quelle parole Oliver cambiò colore un paio di volte: chi era quel povero deficiente che le mandava lettere? Lo avrebbe scoperto a tutti i costi e poi gliene avrebbe fatto pentire.
“ Ma figurati… è solo il regalo di Natale di mio padre…”
Il regalo di Natale del signor Smith consisteva in un penny, monetina inglese che gli aspiranti maghi presenti nella sala guardarono con molto interesse. Tutti stupiti. Alcuni perché non pratichi delle monete babbane altri perché lo erano fin troppo.
“ Che bella! Nostro padre farebbe pazzie per una moneta babbana…”
“ Allora prendila pure Ron e regalagliela… io non so che farmene.”
“ Ma varrà una fortuna!”
“ Al contrario Ronald.” Rispose Hermione con l’aria un po’ dispiaciuta, guardando attentamente Sam.
“ Fra tutte le monete babbane, il penny è quella che vale meno.”
Tutti si voltarono verso Sam con facce dispiaciute, ma lei riuscì a sdrammatizzare la situazione e dimenticarono quella breve parentesi.
 
La sera prima aveva passato molto tempo ad osservarla. Ogni dettaglio del suo viso e del suo corpo, ogni gesto e tick ormai era ben impresso nella sua mente e, tanto per completare l’opera, stanotte l’aveva anche sognata.
Oliver si alzò definitivamente dal letto, vestendosi e ripensando al sogno della sera prima.
Cavoli, ci mancava solo un sogno particolarmente spinto a complicare la situazione.
Sceso in sala comune, si avviò con i Weasley, Harry e Lee in Sala Grande.  
Le ragazze non si erano fatte vedere a colazione, ma la cosa non era tanto strana: avevano deciso di dormire tutte insieme in modo da stare in compagnia, proprio come avevano fatto loro.
Non ci misero molto a capire che dovevano aver fatto davvero tardi e decisero di fare i cavalieri per una volta e di portare alle loro compagne qualcosa da mangiare.
Arrivati in sala comune, le trovarono tutte davanti al fuoco, ancora in pigiama, avvolte in morbide coperte, che parlavano tranquillamente.
Oliver venne subito attratto dalla figura appoggiata al divano di fronte al camino: i capelli erano legati in uno chignon scomposto dal quale alcune ciocche cadevano libere ed impertinenti sul collo.
“ Di cosa parlate mie dolci pulzelle?”
“ Già…cosa vi ha impedito di scendere a colazione?”
Fred e George si erano sistemati anche loro per terra, passando le buste con il cibo a Katie e Alicia. Oliver andò a sedersi sul divano, affianco a Sam. Le porse un toast e la calda bevanda che aveva in mano senza dire una parola tanto era occupato a mangiarla con gli occhi.
“ Grazie mille capitano…”
Le sorrise in risposta, incapace di emettere alcun suono.
Cosa che non sfuggì al resto dei ragazzi, che si scambiarono uno sguardo d’intesa.
Potevano dare inizio al loro piano.
“ Non facevamo niente di che… Hermione ieri sera aveva proposto un gioco babbano per passare un po’ il tempo… stavamo solo continuando a giocare…”
“ Che ne dite di unirvi a noi? In fondo non abbiamo molte alternative… fuori fa un freddo cane e per di più piove senza interruzione da ieri sera.”
“ Perché no… allora, in cosa consiste questo gioco?”
“ Semplice… a turno chiamiamo una persona a scelta e le facciamo una domanda… se vuole rispondere dovrà dire la verità… altrimenti dovrà fare ciò che le verrà chiesto… tutto chiaro?”
“ Certo…allora iniziamo?”
Tutti stavano guardando verso di lui, che non aveva ancora detto niente.
_ Perché no… non sembra niente di pericoloso…_
E aveva annuito col capo per dare il suo assenso.
Ma non aveva fatto i conti con le menti pettegole delle ragazze della sua squadra e con quelle malvagie dei gemelli e di Lee Jordan.
E, quando Fred si rivolse a lui, si maledì per non aver capito subito che era un tranello vero e proprio.
E ci era cascato in pieno.
“ Dunque capitano, la domanda è questa: come dev’essere una ragazza per piacerti e per convincerti ad ufficializzare la vostra storia?”
Il ragazzo c’era andato giù pesante… domanda precisa e diretta.
_ Dovrebbe essere come l’angelo scuro al mio fianco: se avessi una storia con lei ci puoi scommettere che la renderei ufficiale!!!_
Forse era meglio non rispondere così esplicitamente…
“ Mi spiace Fred ma mi hai fatto due domande… non vale!”
Sul volto del battitore si dipinse un debole e beffardo sorriso che non faceva preannunciare a niente di buono.
“ Preferisci la penitenza invece che rispondere allora?”
Tutti erano in silenzio, in attesa della sua risposta.
_ Forse conviene la penitenza…_
“ Penitenza sia…”
Mossa sbagliata. Ora si che era davvero nei guai.
“ Bene… allora bacia Sam.”
Il suo sorriso ormai era aperto e vittorioso. Come quello che si stava formando sulle facce degli altri grifondoro.
Tutti ridevano compiaciuti dalla furbizia di Fred. Tutti tranne Sam.
Lei sembrava imbarazzata all’inverosimile.
E questo non faceva altro che aumentare la sua bellezza.
_ Eh no… il nostro primo bacio davanti a questa massa di curiosi?! Adesso vi frego io…_
Scese dal divano e si avvicinò tranquillamente alla ragazza: gli altri guardavano i suoi movimenti in religioso silenzio. Ma Oliver era completamente concentrato su Sam: i suoi occhi erano sbarrati, ipnotizzati dai suoi movimenti, mentre le iridi cambiavano colore ad uno suo passo. Prima celesti, poi nere, verdi ed infine cobalto con striature dorate che solo la vicinanza gli permetteva di distinguere.
La vide socchiudere le palpebre al dolce contatto fra la sua bocca e… la soffice guancia della ragazza!
Quando si staccò da lei, molti dei presenti si ribellarono.
“ Non sei stato ai patti capitano… le dovevi dare un bacio sulle labbra.”
La voce di George aveva superato quella degli altri, che ora annuivano convinti volendo dare man forte al rosso.
“ Mi spiace George ma tuo fratello non ha specificato niente…”
Il volto corrucciato di George si volse verso Fred, che sorrideva verso Oliver.
“ La prossima volta starò più attento allora.”
Ed erano andati avanti così abbastanza tranquillamente. Dopo un paio di domande, Oliver aveva abbassato la guardia, pensando che ormai poteva rilassarsi e godersi il gioco.
E, perché no, magari tirare anche qualche scherzetto a quei ficcanaso…
Dopo un paio di giri, era arrivato il turno di Hermione.
“ Allora…vediamo un po’…Sam, al momento sei attratta o innamorata di qualcuno?”
Ecco un argomento che interessava a tutti: che Oliver fosse cotto lo sapevano, ma lei?
Cosa passava nella sua testolina, o meglio nel suo cuore, in quel periodo?
Sam alzò gli occhi al cielo: c’era d’aspettarselo…
“ Cosa mi succede se non rispondo?”
Angelina si lasciò scappare un sorrisetto: tipa tosta la ragazza… ma era davvero disposta a fare qualsiasi cosa pur di mantenere un segreto?
“ Beh potresti sempre dare quel famoso bacio SULLE LABBRA ad Oliver tanto per dirne una…”
Aveva parlato troppo presto… rilassarsi con tutte quelle menti criminali?!
Certo, non si aspettava che anche Hermione, la secchiona so-tutto-io, potesse dare man forte ai gemelli, ma a quanto pare la vita gli riservava continue sorprese.
Si rivolse verso la ragazza che lo stava guardando indecisa.
Possibile che stesse prendendo davvero in considerazione la penitenza impostale?
“ Oppure potresti rispondere ad un’altra domanda… cosa scegli?”
Sia Oliver che Sam guardarono sconcertati George, dal quale era partita la proposta: cosa aveva in mente adesso quel benedetto ragazzo?
“ Sentiamo un po’ questa domanda.”
“ Si vocifera di una tua storia con Cedric Diggory, Tassorosso, tuo coetaneo… sono vere le voci?”
Difficile dire se le era andata meglio… fatto sta che Oliver iniziava a temere la risposta.
“ False… Cedric è uno dei miei migliori amici… tutto qui… E per evitare che mi facciate di nuovo la stessa domanda di Hermione, c’è un ragazzo che mi interessa al momento… E, detto questo, vado a farmi un bel bagno… Ci vediamo dopo!”
Alzatasi sotto gli sguardi di tutti i grifoni, si era allontanata verso i dormitori femminili, senza rivolge lo sguardo ad Oliver che, perplesso, si chiedeva chi poteva mai essere il ragazzo che infestava la sua mente, come lei faceva ormai da tempo con quella del bel capitano.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La raccomandazione di Silente ***


Il tempo era trascorso abbastanza velocemente ed ora, nella sala comune, aleggiava un’aria sonnolenta che aveva portato la maggior parte dei presenti ad addormentarsi nelle posizioni più scomode sui divani e sulle poltrone presenti.
Oliver stava faticosamente leggendo sul suo libro di trasfigurazione cercando di concludere il compito iniziato dopo pranzo… ma il suo cervello non sembrava disposto a collaborare.
Un movimento lo fece girare di scatto e si trovò pericolosamente vicino al volto che avrebbe tanto voluto riempire di baci: Sam gli si era avvicinata senza far rumore e forse sperava di riuscire a spaventarlo apparendogli di botto dietro le spalle, ma i suoi sensi erano vigili… con il risultato che adesso la voglia di avvicinarsi a lei e baciarle le labbra si era fatta strada prepotentemente in lui.
“ Mi hai fregato… ti va di fare un giro fuori? Non ce la faccio più a stare rinchiusa qua dentro…”
Oliver si girò a guardare i suoi compagni: sembravano tutti profondamente addormentati e sperò che fosse davvero così.
“ Certo… tanto di studiare per oggi non se ne parla…”
E chiuso con un colpo il libro, preso il mantello, l’aveva seguita fuori.
Inconsapevole che, dopo di loro, anche gli altri grifondoro erano silenziosamente usciti dalle mura di Hogwarts.

Stavano camminando l’uno affianco all’altra vicino al lago nero, senza spiaccicare una parola.
Oliver era sovrappensiero, cercando di trovare qualcosa da dire. qualcosa che suonasse intelligente o divertente, ma si stava lentamente arrendendo e sperava di riuscire a dire qualsiasi cosa avesse un minimo senso logico.
Quando ad un certo punto si accorse di camminare senza più la ragazza al suo fianco.
Si girò con il volto accigliato volendo capire come mai si era fermato senza avvisarlo.
La trovò a pochi passi da lui e sembrava incantata a guardarlo.
Le si riavvicinò non staccando mai gli occhi dai suoi e, poggiatole una mano sulla spalle e l’altra sulla guancia, cercò di parlare inghiottendo il cuore che gli si era piantato dolorosamente in gola.
“ Ehi, tutto bene?”
Sam sembrò risvegliarsi da un sogno, sbattendo due o tre volte le palpebre mettendo a fuoco il viso di Oliver così dannatamente vicino al suo. Le sue guance si colorirono appena fissandolo intensamente mentre il ragazzo passava lo sguardo ora alle sue labbra ora ai suoi occhi.
“ Forse sarebbe meglio… ecco… rientrare… inizia a fare un po’… ehm… fre-freddo…”
Le sue parole suonarono basse ed esitante, nella speranza di non allentarli dalla posizione in cui si trovavano ma volendo allo stesso tempo sciogliere l’attesa e la tensione del momento.
Continuando a guardarla negli occhi, Oliver la prese per mano e la portò fin al portone della scuola.
Si fermò soltanto quando si ritrovarono davanti una delle tante aule ormai vuote. Si girò verso di lei, desideroso di accarezzare ancora con il suo sguardo ciò che avrebbe voluto baciare.
Erano di nuovo uno di fronte all’altra e non si erano ancora lasciati la mano, quando una alta figura si disegnò affianco a loro.
“ Ehm… scusate ragazzi, ma il mio ufficio mi attende… potreste farmi passare?”
La voce allegra del professor Silente risvegliò i grifoni che si allontanarono il più possibile e guardarono ammutoliti il loro preside.
Silente passò lo sguardo gioviale dalla ragazza, che imbarazzata abbassò il volto, fino ad arrivare al volto sicuro del giovane capitano.
Gli strizzò velocemente un occhio, causando non poca confusione nel ragazzo, prima di oltrepassarli.
Era quasi arrivato all’angolo che lo avrebbe portato verso il suo studio, quando si voltò nuovamente verso di loro.
“ Mi raccomando, signor Baston, si ricordi che le tradizioni vanno rispettate… Buona giornata.”
Increduli e dubbiosi, i ragazzi si rivolsero verso il preside che, però, si era già dileguato.
“ Cosa avrà voluto dire?”
Sam guardava spiazzata lo spazio vuoto che cinque secondi prima era riempito dalla enigmatica presenza, mentre Oliver aveva istintivamente alzato la testa, capendo cosa il preside volesse intendere con quella frase.
“ Credo di aver capito… guarda un po’ qua…”
Sam alzò lo sguardo seguendo l’indicazione del capitano e i suoi occhi si allargarono alla vista di un rametto vischio appeso alla porta.
Ci erano stati sotto prima che Silente uscisse dalla sala.

Li circondava un silenzio imbarazzato. Oliver guardava Sam che guardava incredula il vischio.
Continuando quel silenzio non sarebbero arrivati da nessuna parte.
Oliver si avvicinò dolcemente a lei, che lo guardava confusa.
Delicatamente le pose un braccio intorno alla vita e l’altro lo fece scivolare dietro la sua schiena. La vide sbattere gli occhi prima di arrossire furiosamente, senza però spostarsi di un passo.
“ Che… uhm… che stai facendo?”
Si stava avvicinando ancora di più al suo volto ma si fermò per rivolgerle un sorriso malizioso.
“ Sto rispettando una tradizione…”
E dopo che lei ebbe risposto al suo sorriso, la baciò.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Appuntamento in biblioteca ***


“ Spiegamelo ancora una volta, George… che diamine ci facciamo nascosti in biblioteca, nell’angolo meno frequentato per di più, dopo aver sostenuto stamattina l’ultimo esame dell’anno, quando fuori è una giornata stupenda?”
Era forse la trentesima volta ( no, adesso stava esagerando!) che Angelina gli rivolgeva quella domanda. Eppure li avevano tutti seguiti senza fare storie quando lui e suo fratello Fred li avevano rintracciati dicendo che il capitano e Samantha avevano finalmente fatto un passo falso.
Infatti da quando li avevano persi nel parco dopo averli seguiti il giorno prima di Natale, non erano più riusciti a capire cosa fosse successo.
E il comportamento assolutamente normale dei due non li aveva certo aiutati: Sam aveva continuato ad unirsi a loro raramente a pranzo e così anche in Sala Comune, mentre Oliver aveva proseguito con gli allenamenti da ricovero come al solito.
Eppure qualcosa doveva essere cambiato… certo, Oliver continuava a lanciarle qualche occhiata che la ragazza difficilmente riusciva ad intercettare, ma qualche volta in Sala Grande i loro sguardi si erano incontrati ed, in quelle rare occasioni, il loro duro ed inflessibile capitano si apriva in un mezzo sorriso, che faceva impazzire molte ragazze fra i corvonero, e Sam gli rispondeva con un’espressione radiosa.
Quei due nascondevano per forza qualcosa.
“ Vuoi abbassare la voce? Per la barba di Merlino… vuoi per caso che qualcuno, o peggio, che Oliver ci scopra?”
“ Avanti Fred… sono tutti fuori e anche di Oliver non c’è traccia… smettiamola e andiamocene…”
“ Shhh… sta arrivando!”
Sette teste si girarono verso Lee Jordan e poi verso il corridoio che affacciava sull’entrata: Oliver Baston si stava avvicinando fischiettando piano, per evitare una lavata di capo da Madame Prince, con le mani nelle tasche, la cravatta sciolta che pendeva dal collo e le maniche della camicia arrotolate.
Si appoggiò pigramente alla finestra, guardando il corridoio, aspettando il suo arrivo.
Non aveva neanche controllato che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, ma con una bella giornata come quella non correva nessun pericolo.
Ecco che qualcuno stava girando l’angolo verso di lui, che si allontanò istantaneamente dalla finestra per poi bloccarsi di botto.
No, quella di certo non era la sua stella.
“ Ciao Oliver … che sorpresa trovarti qui! Che ci fai al chiuso in una giornata così calda?”
“ Non ci posso credere… Stava aspettando quella corvonero! Quella è più vanitosa di un pavone!”
Il bisbiglio di Katie aveva spezzato quel silenzio stupefatto che era calato nell’angolo in cui si erano imboscati.
Possibile che Oliver avesse un appuntamento proprio con lei?
“ Non faccio niente di speciale… avevo solo voglia di un po’ di tranquillità prima di raggiungere i miei compagni e festeggiare per la fine della scuola… Tu perché non sei fuori con gli altri corvonero? Avete appena finito i G.U.F.O, voi dovreste festeggiare più degli altri…”
I gemelli soffocarono una risata appena sentirono quelle parole; dal tono di voce sembrava quasi che Oliver la stesse cortesemente invitando a togliersi dai piedi!
No, di certo non aspettava lei…
“ Beh, ti ho visto venire qui e pensavo che avremmo potuto fare due passi insieme… che ne dici?”
Ci stava provando. E si stava pericolosamente avvicinando. Ma perché non capiva che non era minimamente interessato?
“ Senti, sei molto carina, ma non sei il mio tipo… quindi forse faresti meglio a tornare dai tuoi amici…”
La ragazza aveva spalancato gli occhi nello stesso momento in cui gli spioni nascosti dietro la libreria avevano sorriso, inneggiando al loro capitano sotto voce.
Se Hermione, ancora pietrificata, fosse stata lì con loro, si sarebbe andata a congratulare con Oliver seduta stante, come avrebbero voluto fare tutti, se la situazione glielo avesse permesso.
Invece rimasero nascosti mentre la corvonero se ne andava indignata ed Oliver tirava un sospiro di sollievo.
Si appoggiò stancamente al tavolo dietro di lui, slacciandosi un altro bottone della camicia e rimettendosi le mani in tasca. E dire che fino a cinque minuti prima era di buon umore.
“ Ehi, tutto bene?”
Alzando la testa, incontrò l’unica persona capace di fargli tornare il buon umore in qualsiasi momento della giornata.
Sam era davanti a lui, con la camicia fuori dalla gonna, le maniche arrotolate alla meno peggio e la cravatta allentata.
“ Tutto benissimo, adesso…”
Gli rivolse un sorriso, mentre si spostava davanti a lui.
“ Scusa se ti ho fatto aspettare, ma i ragazzi non ne volevano sapere di lasciarmi andare… ho dovuto promettere di festeggiare fino a tardi con loro stasera prima di potermela svignare…”
Ma Oliver stava cercando di capire una cosa ben diversa dal motivo del suo ritardo: per quale recondita ragione era così lontana da lui? E, soprattutto, perchè cavolo non l’aveva ancora baciata?
Senza farsi altre domande, l’attirò a sé, sistemandola fra le sue gambe, unendo le sue mani dietro la schiena della ragazza, impedendole così qualsiasi tentativo di allontanamento.
Ma Sam non aveva nessuna intenzione di allontanarsi.
Diamine, stava così maledettamente bene fra le sue braccia!
“ Che ne dici… me lo merito un bacio dopotutto oppure no?!”
Sorrideva malizioso mentre guardava il volto della grifondoro assumere una finta espressione concentrata, intenta a decidere se cedere.
Per tutti gli incantesimi… quanto era bella!
Senza perdere altro tempo, una mano salì sulla sua piccola schiena per prenderle dolcemente la nuca e, avvicinando lentamente i loro visi, unì le sue labbra a quelle della ragazza.
Finito il bacio, Oliver guardò il volto arrossato della sua ragazza.
“ Allora, come è andato l’ultimo esame?”
“ E’ andato… questo è l’importante! Adesso che si fa? Manca ancora un po’ per l’ora di pranzo e non possiamo rimanere chiusi qui dentro…”
“ Davvero non possiamo? Peccato, avevo qualche idea niente male per passare il tempo…”
“ Scordatelo capitano… adesso io e te usciamo da questo posto buio e deprimente e ce ne andiamo nella Foresta Proibita.”
“ Perché quella è meno buia, vero?”
La stava seguendo ridendo apertamente mentre lei gli voltava le spalle.
“ Beh, non ho mai detto che non mi piacciono i posti bui… e poi non è meglio stare all’aria aperta invece che al chiuso?”
“ Vero… tanto le idee che ho le possiamo sfruttare anche nella Foresta…”
Le aveva scoccato un rumoroso bacio sulla bocca ed aveva continuato a camminare al suo fianco.
Nel frattempo, le otto persone nascoste erano uscite allo scoperto, guardandosi increduli e divertiti.
Adesso dovevano solo mettere a punto un piano per costringere quei due ad uscire allo scoperto!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Epilogo ***


Si stava pian piano convincendo che il destino ce l’aveva con lui…
Come diamine avevano fatto a trovarli?
Fra tutti gli scompartimenti di quel treno, proprio quello dove stavano lui e Sam dovevano scegliere?
Si, lassù qualcuno lo voleva male. Forse un dio vendicativo e sadico.
Ma che aveva fatto di tanto sbagliato da non poter stare da solo con la sua ragazza, che non avrebbe rivisto prima del nuovo anno scolastico?
Ma quelli nello scompartimento con lui non erano studenti normali: erano i più furbi e curiosi di tutta Hogwarts!
I gemelli Weasley, Lee Jordan, Alicia Spinnet, Katie Bell e Angelina Johnson.
E che cosa avevano proposto di fare per ingannare il tempo?
Giocare ad obbligo o verità, naturalmente!
All’inizio era andato tutto liscio, forse fin troppo…
Le domande erano abbastanza innocue, niente di cui preoccuparsi. E non si erano ancora rivolti a lui. Iniziava a credere di aver giudicato i suoi compagni peggio di quel che fossero in realtà. Forse avevano lasciato cadere ogni progetto nei suoi riguardi.
“ Allora Oliver… dimmi, ti sei per caso fidanzato?”
Ecco, come non detto!
Ancora una volta erano andati dritti al punto. Lee Jordan colpisce ancora!
Spostò il suo sguardo per cercare quello della sua ragazza, che si era categoricamente tirata fuori dal gioco con la scusa di dover finire di copiare degli appunti per un compagno di Astronomia.
La sua testa si alzò quasi di scatto sentendo la domanda e rispose allo sguardo del portiere, non sapendo che risposta dargli. Ma il continuo cambio di colore dei suoi occhi gli fece capire che avrebbe preferito se avesse lasciato cadere la domanda.
Come darle torto: dovevano fare tutto un viaggio con loro… non sarebbero riusciti a scampare a quelle sei comari se glielo avessero detto!
“ Preferisco l’obbligo…”
Dire quelle parole gli era costato… ma non aveva altra scelta: o rispondere o sperare di non incappare in qualcosa peggiore.
Ma aveva sbagliato di nuovo.
“ Ok, come vuoi… allora bacia sulla bocca… vediamo un po’ chi…”
Lo sguardo di Lee aveva attraversato lo scompartimento, passando in rassegna tutti i presenti.
Fred e George erano da scartare a priori, naturalmente.
Angelina e Katie gli stavano facendo cenno di no con la testa… escluse anche loro.
Sam sarebbe stata una scelta troppo scontata e ovvia, per di più lei avrebbe potuto tranquillamente rifiutarsi visto che non stava partecipando al gioco.
Restava solo Alicia…
Perché non provare? Come se la sarebbe cavata Oliver se gli avesse chiesto di baciare un’altra ragazza di fronte al suo segreto amore?
“ Alicia…”
Le ragazze sorrisero, avendo capito al volo cosa era passato per quella mente malata.
I gemelli, invece, si concentrarono sull’espressione indecifrabile di Oliver, che aveva lentamente spostato di nuovo lo sguardo sulla grifondoro seduta fra di loro.
Gli occhi di Sam erano diventati maledettamente scuri e Fred pensò che, se avesse potuto, avrebbe scagliato una maledizione a Lee.
“ Avanti Oliver… che male c’è? Siamo fra amici… non faremo strani pensieri, non ti preoccupare…”
“ Infatti… e poi anche se tu fossi fidanzato, sta’ tranquillo: questa storia non uscirà da questa stanza… quindi la tua ragazza non lo verrà mai a sapere…”
“ … A meno che non sia anche lei qui con noi!”
Perfidi e meschini… E si era anche preoccupato di averli giudicati male?
Sam era immobile al suo posto e continuava a guardarlo negli occhi.
E adesso? Che fare?
“ Volete qualcosa dal carrello, ragazzi?”
Si stavano tutti affollando vicino al carrello, mentre Sam, con la scusa di prendere qualche galeone, si avvicinò ad Oliver, che la guardava immobile.
“ Baciala pure, ma sta attento a quello che fai, Baston… sosta su quelle labbra qualche secondo di troppo e dovranno venire a raccogliere i tuoi pezzi per tutto il tragitto da Hogwarts a Londra!”
Era stato appena un sussurro, ma la sua voce aveva quel tono di avvertimento che non ammette repliche.
Mentre lei si avvicinava al carrello, Oliver sorrise pensando che non era il solo ad essere geloso.
Una volta che furono tutti tornati ai loro posti, George, impaziente di vedere come sarebbe andata a finire, iniziò ad osservare il suo capitano.
“ Entro l’anno, capitano…”
Oliver si stava avvicinando ad Alicia, lasciando gli altri congiuranti di sasso.
L’avrebbe davvero baciata?
Tutti girarono simultaneamente i volti verso Sam, che stava guardando la scena con aria indifferente.
Che fosse successo qualcosa che non sapevano da quel giorno in biblioteca?
Tornarono a guardare Oliver che avvicinava sempre di più il suo volto a quello della cacciatrice, la quale lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite, sguardo che ora stava rivolgendo ai suoi amici, in cerca di aiuto.
“ Accidenti, Oliver… che diamine stai facendo? Per la miseria, davvero vuoi baciarla?”
Katie non aveva retto alla tensione. Ma neanche gli altri ci sarebbero riusciti ancora per molto, visti i numerosi sospiri di sollievo che riempirono lo scompartimento.
“ Credevo fosse la mia penitenza… mi avevate chiesto questo o sbaglio?”
“ Si… ma non avremo mai pensato che lo avresti fatto davvero! Noi volevamo solo costringerti a rispondere alla nostra domanda…”
“ Vero… ma adesso ne ho abbastanza… finiamola con questo gioco, tanto non riusciremo a cavare un ragno dal buco… hai vinto Oliver! Non ci impicceremo più della tua vita privata!”
“ Ho la vostra parola d’onore?”
Fece passare lo sguardo da un volto all’altro…
“ Si, capitano… giuriamo su Godric Grifondoro… che ci possa colpire un bolide ad ogni partita se apriremo bocca su qualsiasi cosa privata  che ti riguardi.”
Dopo Fred, tutti quanti ripeterono quel giuramento improvvisato, finché il volto del ragazzo non si rilassò e su quello di Sam comparve un sorriso sereno.
Il resto del viaggio lo passarono parlando di argomenti futili, di progetti per le vacanze e di futuri scherzi.
Sam scherzava tranquillamente con i gemelli ed Alicia, ma sentiva distintamente lo sguardo di Oliver su di se’ di tanti in tanto.
Ma non era uno sguardo normale: sembrava stesse cercando di sondare il suo animo, come se volesse cercare di capire qualcosa. Ma cosa?
Il grifondoro, infatti, seguiva a malapena la conversazione, anzi il dibattito, fra Angelina, Katie e Lee.
Una idea gli frullava nella testa e stava cercando di valutarne i pro e i contro. Soprattutto, cercava di intuire come avrebbe reagito la sua ragazza, ma il semplice guardarla non lo avrebbe aiutato a molto.
_ Al diavolo… io ci provo. Sperando che vada tutto bene!_

Arrivati alla stazione ci fu una grande confusione: gente che andava avanti ed indietro per tutti gli scompartimenti, che cercando qualcuno e chi avviandosi all’uscita, scavalcando la folla.
Presi i bagagli, anche Oliver e gli altri si avviarono all’uscita.
“ Ci vediamo a settembre ragazzi… divertitevi!”
“ Anche tu Lee… Oliver, fammi un favore: non passare l’estate studiando nuove tecniche di Quidditch! Rilassati capitano!”
Fred si era avvicinato alle ragazze per salutarle e aveva messo un braccio intorno alle spalle di Sam, facendo qualche battuta sul farsi sentire durante le vacanze.
“ Prometto di non pensare al Quidditch.. ma tu togli le mani dalla mia ragazza Weasley… altrimenti potresti rimpiangere gli allenamenti spaccaossa!”
Restarono tutti stupiti, Sam compresa.
Aveva davvero detto quelle parole? Aveva davvero ammesso di stare con lei davanti ai più pettegoli fra i tutti grifondoro?
A dimostrazione di quello che aveva appena affermato, Oliver fece una cosa che sconvolse ancora di più tutti gli studenti nelle vicinanze: prese Sam per i fianchi e le diede un bacio mozzafiato, che gli fece guadagnare fischi di ammirazione da parte dei ragazzi e romantici sospiri dalle ragazze.
Poi scoppiò un applauso che contagiò tutti i grifondoro e anche molti altri, mentre Oliver si staccava controvoglia dalle labbra di Sam, imbarazzata e felice fino all’inverosimile.
“ Dobbiamo prenderla come una dichiarazione ufficiale, capitano?”
Oliver rispose senza spostare lo sguardo dagli occhi luminosi della ragazza di cui era innamorato perso.
“ Ci puoi giurare, George… forse potete sperare di dire addio per un po’ agli allenamenti impossibili!”
E con grida di felicità da parte della squadra per la bella notizia, si avviarono alla barriera che li avrebbe riportati a casa, lasciando un po’ di privacy ai due ragazzi, che si stavano salutando in modo passionale seppur dolce.
Il prossimo sarebbe stato l’anno migliore della loro vita!


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=121066