Una semplice data mi cambiò la vita

di Sdentato
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una semplice data mi cambiò la vita ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***



Capitolo 1
*** Una semplice data mi cambiò la vita ***


Una semplice data mi cambiò la vita.

Sono in piedi, il cappuccio che mi copre il viso, davanti alla vetrata di un Cafè, credo che il proprietario sia italiano dato che sull'insegna appare un piccolo uomo vestito di bianco con tanto di maschera nera. Do un'occhiata all'interno finché il mio sguardo non si posa su di un viso conosciuto fin troppo, ma cambiato. Vicino, un'altra persona, conosciuta anche lei ma sempre la solita. Li vedo sorridere, scherzare, e mi si spezza il cuore. Ma cosa dovevo aspettarmi? Che quelle due codine mi avrebbero atteso fino al mio ritorno? Il serio tailleur che indossa mi fa capire quanto tempo è passato e cosa lei è diventata. Una donna. Mentre il cervello mi si riempie di pensieri tristi e scuri sento qualcosa che mi tira il pantalone della tuta viola. Voglio capire cosa sia ma quando incrocio due occhioni neri capisco che si tratta di una piccola bambina, avrà più o meno un anno o due, non parla, credo che non sappia farlo, ma mi fissa, come se mi conoscesse. Ha una vestito e un cerchietto bianco, proprio come quelli di mia madre finché non mi accorgo dell'incredibile somiglianza a Jun. Lei mi sorride, io ricambio. Corre via entrando nel bar, la seguo con lo sguardo fin quando non rendo conto di una cosa. La manina che prima tirava i miei pantaloni ora tirano la sua gonna, lei la prende in braccio e le stampa un enorme bacio sulla guancia, Hwoa le sfiora la ciocca di capelli che le ricade sugli occhi, capisco e solo allora il cuore sembra sbriciolarsi come un biscotto messo sotto da un autobus. Sto per andarmene, non posso sopportare il pensiero di loro sue insieme, ma la bambina mi indica, gli occhi di Xiao si posano su di me. Distoglie lo sguardo e da a Hwoarang la bambina che se ne va mano nella mano con il rosso. Lei viene verso di me, so già che forse piangerà, le persone possono cambiare fisicamente ma non caratterialmente. Invece no, mi si avvicina con gli occhi cupi e seri, io li ricordavo luminosi. Forse questa non è la vera Ling.

'Che ci fai qui?'
Non oso risponderle, faccio ciò che ho fatto per questi due anni, il codardo.
'Se non hai niente da dirmi ti saluto, sono in ritardo per una causa al tribunale'
'No aspetta!' le blocco il braccio, lei guarda sbalordita la mia presa, poi torna grave e mi scruta.
'Volevo solo vederti'
'Bene mi ha vista, ciao'. Da quando lei rispondeva così?
'Perché ti comporti così? Io ricordo un'altra Xiao'
'Bhè la vecchia Xiao, quella che ricordi tu, è scomparsa appena le hai voltato le spalle, ora quella nuova si è fatta una vita per conto suo, e non voglio che nessuno la rovini'
Fredda, quasi glaciale. Non posso fare altro che arrabbiarmi, ci tengo troppo a lei.
'Infatti vedo che non hai perso tempo, lasciato il bel tenebroso ti sei accaparrata il motociclista rosso'
'Come ti permetti? Cosa ne puoi sapere tu quello che ho passato?'
Si libera bruscamente dalla presa e se ne va, arrabbiata come non mai. Non l'ho seguita, me ne sono rimasto qui impalato senza fare niente, d'altronde è la cosa che so fare meglio. Faccio due passi per la grande Tokyo cercando di schiarirmi le idee su ciò che è accaduto, ma senza alcun successo.

Le sue parole, le sento ancora nelle orecchie come se mi stesse dietro e me le stesse ripetendo, 'Cosa ne puoi sapere tu quello che ho passato?' cosa intendeva?
Domande su domande, dubbi su dubbi, non potevo semplicemente lasciare che il mio Alter Ego mi uccidesse?

No, dovevo fare un'altra cosa, un'ultima cosa. Dirle 'Ti amo' è questo quello che sono venuto a fare, non ho fatto tutta questa strada per urlarle contro, sono un coglione!

Vorrei fare dietro-front ma il rombo di una moto non me lo permette, lo riconoscerei tra mille. Accosta sul marciapiede, vicino a me: 'Kazama'
Quell'emerito deficiente mi è mancato, peccato che ora lo odio con tutto me stesso perché l'ha toccata, l'ha sfiorata, solo a pensarci vorrei rompergli quel muso da sbruffone del cazzo ma non mi sembra adatto davanti ad una bambina, si la stessa bambina con il cerchietto bianco.
'Che vuoi?'
'Voglio solo avvertirti, so già cosa pensa quel tuo cervello, sempre che tu ne abbia uno'
'Arriva al punto'
'Credi che lei sia mia figlia non è vero?'
'Cosa te lo fa pensare?'
'Lo hai detto tu stesso a Ling'
'E allora? Cosa stai cercando di dirmi?'
'Tu te ne sei andato a febbraio di due anni fa, Jun, questa bellissima bambina, è nata otto mesi dopo la tua partenza, rifletti sulle date' Mi dice battendo il dito sulla sua tempia.
Detto questo accende la moto e se ne va.

Solo allora comprendo le sue parole 'Cosa ne puoi sapere tu quello che ho passato?'. Tutto si ricollega, l'incredibile somiglianza con mia madre e l'esattezza dei tempi. Questo vuol dire che la piccola Jun è mia figlia.

Note dell'autrice!

Ma cosa vado a pensare io prima di addormentarmi? Spero non mi tiriate niente xD
Vi prego solo di recensire e dirmi cosa ne pensate, mi piace ascoltare critiche, positive o negative, non importa, è il vostro parere che conta per me!

Bacioni da MoonSilver!

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II

E' un testone, eppure si ritrova un cervello da gallina.
Come posso io, essere stato con lei, insomma Xiao. E' una mia amica, per carità, ma solo un'amica. E poi ce lo vedi un avvocato con me? Bhé, io no. Anche se volessi.
Ma una coppia come la nostra non è possibile. Perché?
Partiamo dal fatto che lei è sempre appartenuta a lui, anche se non so cosa ci trovi.
Secondo poi io ho la fama di Play Boy, ci sarà qualche motivo no?
Non potrei mai stabilirmi con una persona, figuriamoci se c'è anche un figlio.
Perciò continuo per la mia strada, senza guardare dietro, ormai quello che è fatto è fatto.
Lei vuole lui, io sono il terzo incomodo, il suo dipendente che ogni tanto le guarda la figlia, magari posso essere definito anche un amico, ma non di più.

Purtroppo.

Il mio orgoglio del cazzo, vorrei mandarlo a farsi fottere, ma....
Non ci riesco.

Vorrei che Jin, o meglio, quella testa di cazzo, non esistesse, o, in alternativa, che il mio amore non corrisposto non esistesse.

 

*******

 

Non posso crederci, non voglio crederci.
Come si è permesso di venire qui a rivolgermi ancora la parola, con che faccia poi.
Forse però, a pensarci bene, ho sbagliato anch'io. Lui doveva sapere della piccola Jun. Sto negando alla mia unica ragione di vita, un padre. E perché poi? Perché io non voglio vederlo.

Sono un'egoista.

Potrei trovare un accordo con lui, per fargli vedere la piccola ogni tot giorni. Ma facendo così ricadrò facilmente nella trappola, non voglio soffrire, e non voglio che nemmeno la mia piccola soffra. Lui se andrebbe come ha fatto quel giorno, senza fregarsene di un bel niente. Nemmeno di sua figlia.

Perché è tornato?

Solo adesso stavo ritrovando la mia serenità, e lui fa crollare tutto, come sempre.
Lo odio.

Non è vero, Xiao, e la proposta di Hwoa?

Quella cazzo di coscienza si ricorda sempre tutto. La sua proposta, si potevo accettarla, ma non l'ho fatto. Forse se ho aspettato Jin tutto questo tempo, un motivo ci sarà.

 

*******

 

Perché sono uscita dalla scuola? Perché volevo mamma, ma questo posto è tutto uguale. Non riesco a trovare casa. Non riconosco nemmeno il dojo di zio. Si adesso scoppio a piangere. Magari qualcuno mi troverà se mi sente singhiozzare in questo modo.

 

Note dell'autrice!

Questo capitolo è molto statico. Ho voluto mettere in risalto i punti di vista degli altri personaggi, e anche quelli della piccola Jun. Aggiornerò domani! Spero vi piaccia la mia storia!

Bacioni da MoonSilver!

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III

Non posso ancora crederci. Non è una brutta notizia, il contrario, ma devo ammettere che non me lo sarei mai aspettato. E' bello che Xiao abbia dato il nome di mia madre a nostra figlia, sarei stato d'accordo, se solo le fossi stato vicino. Adesso vorrei ritornare indietro nel tempo, non essermene andato, e aver costruito una famiglia felice. Mia figlia non si merita di vivere senza un padre, come ho fatto io. Non è ancora il momento di andare a cercarla, ci vuole pazienza, il momento giusto. Così volano i mesi e senza che io me ne accorga, mia figlia cresce.

Sto passeggiando, o meglio, non mi sto deprimendo nel mio monolocale in periferia.

'Ascolta bene, qualcuno ti sta cercando'. Un barbone mi rivolge queste parole.
Non chiedo nient'altro, vorrei solo che quelle frasi fossero vere.

Mi allontano, entro in uno dei tanti vicoli abbandonati di Tokyo, mi piace camminare in solitario.
All'inizio mi sembrava vuoto, non c'era nessuno. Ma poi una specie di lamento mi imprigiona le orecchie, credevo fosse un gatto ma quando il rumore si fa più forte, voglio capire da dove venga. Cerco ma non trovo. Mi innervosisco, così calcio via una cassetta di liquori vuota. Questa va a scoprire una bambina. Ha pianto talmente tanto che stento a riconoscere, ma il cerchietto bianco mi fa intuire che è la piccola Jun, la mia piccola Jun. Si è accorta di una presenza in più, io. Con il dorso delle mani si asciuga le ultime lacrime, alza gli occhi. Non so se avvicinarmi e tenderle la mano, come segno di aiuto. Non so come comportarmi anche perché il suo sguardo non è quello dell'altra volta, è più disperato, si sarà persa. Stiamo lì, per qualche lungo, silenzioso minuto finché non mi rendo conto che quella è mia figlia, sangue del mio sangue. Ehy! E' uscita mal mio corpo!

Decido di sorriderle, lei fa lo stesso, le tendo la mano e lei la afferra come se io fossi la sua unica salvezza, credo che non abbia visto il mio litigio con la madre. La prendo in braccio e decido di accarezzarla, la rassicuro:

'Ehy, piccolina ti sei persa?' Muove la testa annuendo.

'Allora facciamo una cosa, cerchiamo mamma, che ne dici, ti va?'

Finalmente mi fa un sorriso, il più dolce, soprattutto per il fatto che le mancano i denti più visibili, quelli davanti.
Mi getta le mani al collo e mi abbraccia, come se mi stesse ringraziando.
In quel momento chiudo gli occhi, e sento qualcosa di piccolo e bagnato che mi solletica la guancia.
Si, è una lacrima.

Note dell'autrice!

Mi sto sciogliendo! So cosa prova Jin quando sua figlia lo abbraccia, io ho un nipote, magari non è la stessa cosa, ma quasi!
Bene il terzo capitolo è arrivato, spero vi piaccia!

Bacioni da MoonSilver!

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV

Sento quelle parole e ne esco fuori sempre più incredula e spaventata.
Signorina Ling, Jun è scappata dall'asilo”

Non riesco a parlare, le parole che vorrei urlare si fermano in gola formando un nodo che mi fa singhiozzare. Lascio cadere il telefono a terra, che sbatte sul pavimento con un rumore sordo.
Il mio cervello sta ancora elaborando la situazione. Devo correre, cercarla. Con tutta la mia voce urlo il suo nome per l'oceanica Tokyo.
Corro, chiedo a tutti se hanno visto una bambina con un cerchietto bianco, il suo “segno di riconoscimento”.

Non ce la faccio più sento il cuore che sta per scoppiarmi.
Corri, corri.
Basta, mi sembra di essere piombata in un incubo, in uno spaventoso incubo.
Sono in una situazione terribile, la mia mente si annebbia, non vedo più niente, e il buio si impossessa di me.

*******

Oggi, è martedì, devo andare a prendere Jun. Stranamente Xiao non risponde al telefono, tanto vale che porti la piccola al parco.
Sto aspettando fuori dal cancello. In questo momento tutti i bambini stanno uscendo e corrono incontro alla loro famiglia, ma nessuno viene verso di me. Mi sto preoccupando, seriamente.
Chiedo alla maestra se ha visto Jun, e improvvisamente il suo sguardo si fa cupo. Che diavolo sta succedendo?

Abbiamo già avvisato la mamma, Jun è scappata”
Cosa?
E voi dov'eravate? Stavate guardando le farfalle?” Sono così arrabbiato che potrei smontare questa cretina solo toccandola.
Per favore, le consiglio di calmarsi”
Calmarmi? Jun chissà dov'è e dovrei essere calmo?”
Me ne vado, non voglio passare 30 anni in carcere per aver strozzato una maestra d'asilo-nido.

Ho avvisato la polizia, dicono che faranno il possibile.
Ma voi dovete fare l'impossibile!” Urlo al telefono incazzato come non mai.

Nel delirio più assurdo ricevo una telefonata.

Chi è?” Urlo, posso essere definito elettrico.
Hwoarang?”
Si, chi è?”
Chiamo dall'ospedale, la signorina Xiao è stata ricoverata d'urgenza, appena si è svegliata ci ha detto di chiamarla”
Arrivo”

Sono lì, che corro in un immenso corridoio bianco.
Alla fine riesco a trovare quella maledetta, sconfinata stanza. Lei è lì. Sul letto. Gli occhi fissi nel vuoto, la vedo assente, come se non avesse un'anima. “Xiao” Sussurro, lei si gira e inizia a tremare, si sta agitando.

Tu devi trovarla Hwoa, devi!”

Inizia ad urlare. Un'infermiera arriva e mi invita ad uscire ma prima che possa chiudere la porta:
Te lo prometto, la troverò!”

Già da ieri non ho notizie di Jun, l'ho cercata dappertutto.
Mi sto angosciando su una panca dell'ospedale, in attesa di una chiamata che mi dica che l'hanno trovata.
La chiamata arriva, ma vorrei suicidarmi per ciò che mi dicono:

Non so come dirglielo, ma...” Una pausa troppo lunga per me anche se dura solo qualche frazione di secondi.

Abbiamo trovato il.... bhè, il cadavere di... una bambina, dovrebbe venire all'obitorio per fare il riconoscimento”

Non. E'. Possibile.
No, non è vero. Se dessi un pugno ad un muro rischierei di sfondarlo.
Corro giù in obitorio.
So già che risponderò, “No, non è lei” e tirare un sospiro di sollievo.
Appena entro, vedo il dottore vicino ad un lettino occupato per un terzo. Il corpicino esile coperto da un lenzuolo che vorrei rimanesse lì, senza essere scostato, senza che scopra il volto della persona che occupa la barella. Mi avvicino, una volta lì, non riesco a muovere un muscolo. Il medico mi guarda negli occhi, gli faccio un cenno, mentre lui toglie la coperta bianca, e lì, mi congelo, il cuore manca di un battito, perché vedo un cerchietto bianco.

 

Note dell'autrice!

Eccomi di nuovo qui, scusate se ho aggiornato tardi.
Questo capitolo non è che mi piaccia molto, ma l'ultima parte, spero vi abbia colpito. Grazie a tutti voi, che seguite la storia!

Bacioni da MoonSilver!

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Capitolo V

Si è proprio lei, la mia Jun. Mi dicono che è stata investita da una macchina assieme ad un'altra donna, ma sembra troppo tumefatta per avere fatto un solo incidente. Dev'essere successo qualcos'altro.
Investigherò, questo è certo. Ma per ora mi preoccupo di quali parole usare con Xiao.
Ritorno su senza rendermene conto, sono immerso nei pensieri.
Ritrovo ancora la stanza sconfinata, e vedo la stessa scena di ieri. Lei senz'anima. Mi avvicino.

L'ho trovata.” Il suo viso s'illumina nel sentire queste parole, ma non sa ancora il seguito.
Ma non, non come volevamo” Si acciglia, poi mi rivolge uno sguardo interrogativo che non riesco a sostenere.
Xiao, Jun è.....” Aspetta.
E'....” Si sta arrabbiando. “E' cosa Hwoa?”
E' morta, Xiao!” Sto urlando “Jun è morta!”

Per la prima volta sto piangendo, così stringo i pugni e abbasso lo sguardo.
Anche lei piange, ma non come prima, quando frignava come una bambina, adesso piange come una madre che ha appena perso la figlia.
Ma, in fondo., è proprio così, ha perso una figlia, anzi, abbiamo perso una figlia.
Mi abbraccia, mi stringe forte e sento la camicia che si bagna, inondata da fiumi di lacrime. E' straziante.
Si allontana, asciuga velocemente le ultime lacrime, dopo venti minuti di pianto, dubito che abbia ancora liquido negli occhi.

Invierò un e-mail a Jin dicendogli che mi trasferisco in Cina, questo posto mi ricorda troppo Jun. Non saprà mai che ha avuto una figlia, voglio risparmiargli il dolore che sto provando.”
Okay, sono un coglione. Lui lo sa già per colpa mia. Ma non accenno nient'altro a Xiao.
Verrai con me” Ma io devo rimanere qui, voglio conoscere la verità.
Non posso”
Hwoa, sono sola!” E va bene, cedo, sono io la sua famiglia.

*******
E' già passato un giorno, e non sono riuscito a trovare Xiao. Devo ammettere che Tokyo è immensa. Jun non parla e non ricorda nemmeno, è troppo piccola. Così questa notte l'ho portata a casa mia.
Gli ho parlato di me e della sua mamma fin quando non si è addormentata.
Anche oggi, l'abbiamo cercata ovunque, ma niente.
Perciò anche questa notte la piccola rimarrà con me.
Le accarezzo i capelli, le canto la ninna nanna, non l'ho mai fatto ma è bello vedere tua figlia che si addormenta con il sorriso sulle labbra.
Il mio computer segnala un messaggio, per colpa del suono che fa, potrebbe svegliare Jun, così mi precipito sull'aggeggio imprecando mentalmente.

E chi cacchio è?”
Xiao? Cosa? I miei occhi non credono a ciò che stanno leggendo.
Vuole andare via, in Cina.
Da lei non me lo sarei mai aspettato. Non si merita di avere una figlia, infatti l'ha abbandonata.
E se fosse stata con un malintenzionato?
Un criminale?
Una bambina indifesa lasciata sola al mondo.

E' spietata più di quanto immaginassi, così non le dico affatto che nostra figlia, anzi MIA figlia è con me. Lei rispondo con un secco:

Fai come vuoi, è la tua vita.”

 

Note dell'autrice!

Eccoci qui, a quanto pare è successo un casino? Ma perché dicono che Jun è morta e invece sta con Jin? Spero che questa storia vi abbia almeno interessato un pochino. Recensite! 
Ringrazio tutti coloro che leggono!

Bacioni da MoonSilver!

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Capitolo VI

Sono passati mesi dal nostro trasferimento e Xiaoyu, bhè, sembra una pazza. Ride e piange come se niente fosse, cambia umore in un batter d'occhio. La sostengo, la curo, ma che altro posso fare?
Mi sento a dir poco inutile, la vorrei proteggere, ma in che modo, non sono uno psichiatra, e quello dove siamo andati non serve a niente. La fa star ancora più male.
La sua carriera di avvocato è stata bruciata da questa perdita, ha poco più di 20 anni, eppure la posso definire 'Donna Vissuta' dopo tutto quello che ha passato. Abbiamo finito di cenare e lei sta andando già a letto, ovviamente dormiamo in stanze separate, ma non so perché questa notte ho voglia di starle accanto, coccolarla, dirle che io sono lì, per lei. Forse ho voglia perché la amo.
Si stende, ed io mi appoggio sullo stipite della porta, con la paura che mi possa respingere come fa tutte le volte che cerco di toccarla.
Avanzo piano piano verso di lei che mi guarda, per un momento mi sembra sia tornata la bambina che era una volta, con gli occhi pieni di vitalità, le codine penzolanti, che faceva la linguaccia ogni volta che la prendevo in giro.
Mi siedo sul letto e, con mano dubbiosa le accarezzo una ciocca di capelli.
Adesso mi avrebbe già respinto e invece no, si sta godendo le mie carezze.
'Posso?'
Lei annuisce e non potevo essere più contento, così mi sistemo sul letto vicino a lei. Le sua testa poggia sul mio braccio e le sue mani mi avvolgono.
L'accarezzo finché non si addormenta e rimaniamo in quella posizione per tutta la notte.

*******
La mia bambina cresce a dismisura, ha già imparato a dire la parola -papà- ed io ogni volta che la pronuncia mi sciolgo. Ogni notte le racconto di sua madre, anche se l'ha abbandonata, Jun non dovrà mai odiarla, Xiao l'ha messa al mondo.

Oggi compie il suo quarto anno, come vola il tempo, mi pare ieri di averla vista davanti al quel cafè. Come regalo la porto dalla zia Asuka, a Osaka.
L'alleneremo per la prima volta, voglio che lo stile di combattimento di mia madre si passi di generazione in generazione.
Lei è contenta, salta di gioia. Non vede l'ora. Se Osaka le piacerà ci trasferiremo lì, dove inizieremo una nuova vita.
Eccoci arrivati, dopo quasi 4 ore di viaggio in auto siamo ad Osaka.
Il dojo è sempre lo stesso.
Asuka ci aspetta a braccia aperte con un sorriso grande come una casa.
'Non vedevo l'ora di abbracciare la mia nipotina!' Esclama mentre abbraccia la mia piccola che le si è gettata addosso.
'Bene entriamo' Mia cugina prende Jun per mano e vanno verso l'entrata mentre io cerco un maledettissimo parcheggio.
Quando le raggiungo vedo che si sono giù cambiate.
'Papà ti muovi?' Hahah, mi fa morir dal ridere quando si mette le mani sui fianchi, mi ricorda tanto.... bhè lasciamo stare.
Mi cambio e mi avvicino a loro.
'Bene adesso io e papà faremo una dimostrazione, non ti preoccupare, può succedere di tutto' Esordisce così Asuka rivolgendosi a Jun.
Ci mettiamo in posizione.
'Pronta?'
'Io sono nata pronta' Ah, la solita sbruffona.
Parte caricando un pugno dritto al petto, che paro abilmente, lei prepara una ginocchiata che schivo, ma è tosta.
Cerco di colpirla, è troppo veloce per i miei gusti.
Così decido di fare un sforbiciata facendola cadere a terra, quando si rialza le piombo alle spalle e la blocco con le braccia. Siamo molto vicini, e il battito di Asuka accelera. Ma per non farlo notare si libera velocemente e mi blocca il collo nel cavo popliteo e con le mani mi tiene per i polsi. Mi sta quasi per strozzare quando mi libera, sono senza fiato e parole. Ha vinto lei. Mi piego appoggiandomi con le mani sulle ginocchia.
'Ehi! Sono fuori allenamento!'
'Se, bella scusa Jin'
Jun ci osservava attenta, non si è persa nemmeno un secondo.
Dopo le abbiamo insegnato le tecniche basi per schivare e colpire, le abbiamo dato alcuni esercizi per affinare i riflessi. Ma la mia piccola è molto sveglia già di suo. La sera ci ritiriamo esausti a casa di Asuka. Aiuto a preparare la cena, è il minimo che possa fare. Quando abbiamo finito andiamo a letto. La stanza matrimoniale è per Jun e Asuka e la stanza più piccola è per me, ovviamente. Jun si è addormentata, o meglio, è crollata, dopo tutto quel lavoro.
Asuka mi raggiunge in camera, si siede a terra a gambe incrociate, come faceva da bambina e mi guarda. L'unica parola che mi esce è:
'Grazie'
'Shh' Mi zittisce mettendomi un dito sulla bocca 'Mi sei mancato fratellone'
Detto questo se ne torna in camera da Jun, e chissà perché la parola 'Fratellone' mi ha dato fastidio.

Note dell'autrice!

Eccoci con un capitolo tutto nuovo, sono già passati tre anni, il tempo vola.
Spero vi piaccia e se volete recensite!

Bacioni da MoonSilver!

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Capitolo VII

Da quella notte, tre anni fa, tutto cambiò.
La nostra vita divenne normale.
Dopo qualche giorno lei pareva rifiorire, forse la terapia, o forse il fatto che io le stessi vicino la faceva stare meglio.
Ero felice, ma lo ero ancora di più quando lei si dichiarò. Diceva che mi amava, che voleva stare solo con me.
In quel momento volevo darmi un schiaffo per capire se stavo sognando, ma quando lei mi afferrò il colletto della camicia per poi baciarmi, solo allora mi resi conto che era realtà, così costruimmo una nuova, normale, famiglia felice.
Adesso il nostro Ty ha 2 anni e mezzo, sapevo che per Xiao occuparsi di lui era doloroso, le ricordava Jun, la nostra piccola, ma nonostante tutto, continuava, non si fermava davanti a niente, e sorrideva per Ty anche se dentro voleva piangere a dirotto.

*******
E' la sensazione più schifosa che una madre possa sentire. Perdere la persona che è cresciuta dentro di te, così, per delle incompetenti. Non so come Hwoarang ci sia riuscito, ma adesso mi sento abbastanza bene, insomma ora posso tirare avanti una vita alquanto normale.
A sconvolgermi è stato nostro figlio Ty, che mi divide in due parti.
Da una sono la persona più felice del mondo, dall'altra vorrei scappare e piangere fiumi di lacrime.
Ty, come aspetto, mi ricorda molto Jun, è scuro come il padre Hwoa.
Come carattere, bhè, sono completamente diversi, Jun è... cioè era, una bambina ingenua e allegra.
Ty, è sveglio e non lo si abbindola facilmente.
Mi rendo conto che avere un figlio porta la felicità, ma perché mi ha sconvolto la vita? Insomma dovrei essere felice, ma lo sono. Forse non come dovrei, ma sono sicura che con il tempo passerà, per adesso conduco normalmente e felicemente la mia vita in attesa di risposte.

*******

Eccoci, ancora al dojo, ad espellere tutti i liquidi del corpo. Devo dire che come maestro, mia cugina è tosta. Sono anni che non mi alleno e lei mi uccide con tutte le sue 'dimostrazioni'.

'Lo fai apposta', le dico ansimante dopo quattro ore di allenamento.
'Cosa?', lei è fresca come una rosa, ma da dove prende l'energia dopo tutta questa fatica?
'Non fare la finta-tonta, vuoi splendere agli occhi di Jun facendomi fare la figura dell'idiota, lo sai che sono quattro anni che non mi alleno!'
'Hahaha' scoppia in una fragorosa risata 'Sai Jin, mi ricordi quand'eri bambino, frigni come allora' non ha risposto alla mia domanda. Non faccio in tempo a dirglielo che la vedo avvicinare, mi da un bacio sulla fronte.
'Dai vieni frignone!' mi prende per mano e andiamo a casa.
Tutto ok, è solo un'amichevole bacio, ma perché sento il cuore battere all'impazzata?

Note dell'autrice!

Eccoci qui con un nuovo capitolo! E' molto statico, di passaggio, era solo per farvi conoscere il piccolo Ty. Spero vi piaccia! Aggiornerò presto lo prometto!

Bacioni da MoonSilver!

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