All'inizio sembrava un gioco, invece è realtà.

di _Natalie_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Introduzione. ***


-Introduzione.

La mia vita ogni giorno è sempre più complicata, non capisco più il confine tra sogno e realtà.
I sogni sono il mio sfogo, nessuno può farmi smettere di sognare, invece nella realtà possono fermarvi, possono farmi passare la voglia di credere in me, di credere in quello che mi succede.
Mi chiamo Rachel, e ogni giorno combatto per rendermi felice, sono innamorata di un ragazzo che in realtà non conosco.
Lo ho conosciuto su Facebook, e da li mi ha fatto innamorare di lui.
Che stupida, innamorata di un account di un social network, sembra veramente una stupidaggine.
Invece, eccomi qua a sperare che quel piccolo ragazzo mi scrivi un semplice "Ciao" ma non accade.
E' in linea ormai da un ora, e non mi ha rivolto una parola.
Prendo una decisione gli scrivo.
Non risponde.
Bene, Rachel un ennesima delusione.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


-Capitolo 1




La piccola Rachel ha ceduto, gli ha scritto quel piccolo e innocente "Oi".
Finge che non gli interessi nulla, chiude la chat velocemente e inizia a girare sulla sua bacheca.
Il tempo passa, quella piccola illusione di risposta svanisce nel nulla.
Prende il computer lo chiude per presa di posizione e si mette sdraiata sul letto ad ascoltare quella canzone che gli aveva dedicato.
Sento un piccolo suono provenire da quell'apparecchio appoggiato sulla scrivania, lo apre.
I suo occhi si illuminano. Gli ha risposto.
Ha paura ad aprire la chat. Quella paura di una bambina indifesa senaz un motivo valido.
La apre.
Il solito "Ciao" è li ad aspettarla.
Freddo, neanche uno smile.
Iniziò una conversazione.
Ma da sola, lui ha smesso di rispondere.
Una lacrima scende dal suo viso.
Chiudo il computer e vado al piano di terra, apro quella celletta dove tengo il gelato. Lo apro, affogo i miei pensieri in quel piccolo cioccolato congelato.
Si, daccordo. Sono un illusa.
Brava Rachel continua a piangere sotto le coperte è più carino, nasconti quelle tue lacrime con un gran sorriso.
Ma i tuoi occhi continueranno a parlare, e quella delusione appena provata si vedrà. Ecco si illumina il telefonino, guardo.
Non ci credo.
E lui. Il viso mi si illuminò, la piccola Rachel sorrideva, gli aveva inviato gli auguri. Già ora ricordava, è mezzanotte Rachel.
Auguri.
Heii Rachel ti ha cercato, lui ti ha scritto.
Oddio ora svengo, il telefonino emetto ancora un suono, leggo quel messaggio. "Ehi piccola è da tanto che voglio vederti. Vediamoci. Domani"
Così dal nulla, gli dico si e ancora si!
Ma quanto sono felice in questo istante.
Apro Facebook, lo notifiche degli auguri aumentavano ogni secondo.
Si Rachel ora hai diciasette anni! Quante volte hai sognato questo momento.
Bene domani lo vedo, ci siamo messi daccordo.
Chiudo il pc, non mi interessava quell'apparecchio al momento.
Rilessi per ore quei messaggi, così poveri ma così ricchi per me.
I miei occhi si chiusero dolcemente e la mia mente iniziò a spegnersi ogni secondo di più.
Mattina, ma quanto sono felice.
Magio, di fretta e vado al piano superiore.
Chiudo la mia camera, e inizio a provare tutti i vestiti che ho nell'armadio.
Messaggio con Mell, la mia amica da sempre, mi consiglia tutto.
Bene e ora, prendo l'autobus.
Oddio le mie gambe tremano, non so' che fare.
Metto via il telefono e lo aspetto.
Eccolo lo riconosco dal capello rosso che portava dalle foto. E' assolutamente fantastico.
Arriva, mi bacia delicatamente sulla guancia.
Poi mi guarda e mi inizia a fissare.
Quello guardo, così intenso. Alla fine una smorfia. Mi guardò. Iniziò a ridere.
"Non sei il mio tipo scusa, guardati."
Mi lasciò li, sola. Andai a casa.
Ecco com'era piangere davvero.
Piangevo.
Andai a casa, mi guardai allo specchio. Non mi piaceva quello che rifletteva.
Mi buttai a terra. Continuavo a vedere quel viso piangere.
Rachel, fattene una ragione. Nessuno guarderà mai dentro di te. Nessuno.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


-Capitolo 2




Ora Rachel stava male, per lei sentire quelle parole era stato traumatico.
Più si guardava allo specchio, più dubitava di se stessa. Scese una lacrima che bagnò la magliettina rosa antico che indossava. Abbasò lo sguardo, vide le sue scarpre. Quelle scarpe che lei aveva sempre adorato ora non andavano bene.
Si sedette sul letto. Si sdraiò.
Accese quel piccolo aggeggio chiamato computer. Aveva una sola notifica, sei importante Rachel, pensò. Il ragazzo che tanto amava aveva scritto uno stato. Lo leggo o non lo leggo. Trova la forza e lo leggo. Ma non trovò delle parole.
"E quando scopri che la persona con cui parlavi su Facebook è un obrorio della natura non ci resti molto bene"
Stupefatta. Rimase sotto shock per un po'. Pianse. Ora stava piangendo seriamente. Perchè continuare a influire sul suo aspetto.
Si alzo. Riprese ad ammirare quel viso, quel corpo che odiava. Era così sbagliata. Non era bionda, non era alta, non era magra. Era un po' in carne, era mora e non era certo altissima ma non era orribile. Ma lei non lo capiva che tutto quello che lei aveva era così perfetto per lei.
Prese il telefono e con un minimo di forza chiamò Summer, l'unica amica che aveva. La migliore per precisare. Gli parlò. Gli raccontò tutto quello che le era accuduto e parlandone gli veniva un nodo ala gola, stava male pronunciando quelle parole. L'amica arrivò dopo pochi secondi. La guardò in faccia e iniziò a piangere con lei. Le due ragazze si ritrovarono sul letto a piangere.
Poi si guardarono in faccia, e l'amica con un filo di voce emise un piccolo suono.
"Rachel, basta. Ora basta."
"Summer, non posso smettere di vedermi così orribile, così imperfetta, non sono giusta per nessuno. Chi mi ha mai voluto conoscere seriamente? Nessuno. Importa solo se ho un bel faccino, dei capelli biondi o degli occhi azzuri. Io non sono così. Io sono il nulla."
Quelle parole fecero tacere l'amica. Che la guardò in faccia. Aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere.
Gli prese la mano. Gli asciugò quei due occchioni che erano appena stati tempestati di lacrime, e gli disse "Rachel, non sei sbagliata. Sei giusta così come sei."
Quella parole non servirono a migliorare l'umore della ragazza. Si sentiva sola. In quel momento poteva essere circondata da un milione di persone e sentirsi sola. Sola con se stessa.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


-Capitolo 3




Quelle lacrime, scendevano come un fiume che straripava.
Mi sentivo vuoto dentro che non potevo colmare. Mi sentivo morta dentro.
Tutto questo non è per un ragazzo, ma per come mi vedo io. Non mi vedo più sorridere da giorni, i miei occhi non sanno più vedermi come prima.
Non mi vedo più così giusta diciamo.
Io adoravo sentirmi bella anche con un po di trucco sugli occhi, un vestito appena comprato. Sembrava tutto così perfetto. Ma quando ti senti dire in faccia "Tu, non sei abbastanza" ti senti come se ti stessi buttando da un palazzo e come fare a risalire dopo?
Bene, mi sento esattamente così.
I miei occhi non sono ancora pronti a vedermi diversa, mi chiedo questo sempre, in ogni istante.
Poi smentisco tutto, perchè infondo la piccola Rachel non può continuare a stare male. Deve sorridere, deve riuscire a uscire da quel circolo vizioso in cui si è trovata.
Basta, nascondere tutto.
Se ti doveva sfogare, doveva piangere anche in mezzo a miliardi di persone.
Se doveva soffrire, niente avrebbe sofferto.
Se doveva essere felice, beh il suo momento arriverà.
Se doveva urlare, rompere tutto, era giusto che lei lo facesse.
Si doveva fare quello che credeva giusto, anche se le risultava altrettanto difficile.
Ora, Rachel devi solo passare l'informazione al tuo cervello. Fare tacere il cuore e andare avanti.
Anche se sapeva che non era giusto, non ascoltare le parole del cuore.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


-Capitolo 4




Decisi di smetterla di stare male, il mio mondo stava ricominciando a sorridere. Il mio viso riusciva a fare emergere quel piccolo sorriso, quel piccolo movimento delle labbra. Ora ripensando a quella storia mi viene da ridere sono stata male per una persona che neanche conoscevo.
Niente.
Ora sto bene.
Si ora non mento più.
Cosa mi ha fatto cambiare così tanto? Il dolore.
Stare male mi ha fatto capire che non aveva senso.
Ora finalmente posso riaprire gli occhi, che erano rimasti chiusi da troppo.

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