In the arms of the Ocean

di bsalvatore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Champagne e bollicine ***
Capitolo 3: *** scelte e cambiamenti (parte 1) ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Pov. Meredith
Sento la mia sveglia suonare ad un volume che mi spacca i timpani: è già ora di alzarsi, fantastico!
Oggi ricomincio a lavorare e la cosa buffa è che durante queste vacanze natalizie ho sprecato tutte le mie energie con la mia pazza famiglia e, tutto sommato, non mi dispiace tornare a lavorare.
Dopo aver fatto una doccia veloce, apro l’armadio e scelgo una maglietta stampata nera e dei jeans fucsia.
Passo alla fase trucco e opto per il mio solito ombretto dorato e un lucidalabbra volumizzante.
Esco velocemente di casa. Devo essere in studio alle 9.00.
 Prendo un caffè al volo e subito dopo salgo su un taxi.
Ed eccomi davanti al mio studio: entro, prendo l’ascensore e appena esco vedo subito la mia segretaria intenta ad armeggiare con il computer: “Buongiorno Blake!”
Le sorrido calorosamente. All’inizio credo di averla spaventata e colta alla sprovvista, ma poi la vedo rilassarsi e mi sorride a sua volta: “Buongiorno dottoressa Fell! I suoi appuntamenti iniziano tra mezz’ora.”
CHE COSA!? Oh cavolo! Queste riccone dell’Upper East Side! Non possono proprio fare a meno della loro psicologa e la cosa buffa è che non ne avrebbero affatto bisogno! A volte sembra che vengano solo per raccontare a qualcuno delle loro stupende e alquanto noiose vite!
“Oh! Speravo di avere più tempo per riordinare il mio ufficio e qualche scartoffia. Comunque non importa, mi fermerò qualche minuto in più stasera.” Già, come se non avessi niente di meglio da fare! Non che debba fare chissà cosa, ma mi dà fastidio dedicare tutto il mio tempo a queste schizzinose! Ma d’altronde è il mio lavoro e mi piace tanto!
“Buon lavoro dottoressa Fell.”
“Grazie Blake!”
Le sorrido ancora, questa ragazza ti mette sempre di buonumore!
Gli appuntamenti scorrono veloci tra donne fedifraghe, coppie in crisi e tante tante depresse!
Sono le 18.00. Non ho bisogno di guardare la lista degli appuntamenti per sapere chi varcherà la porta tra pochi minuti. Rebekah Salvatore: un nome, una garanzia. Sì, che venga a raccontarmi della sua vita scandalosa, piena di feste e party. Sono cinque mesi che ogni lunedì alle 18.00 si presenta nel mio ufficio e ogni volta che le chiedo quale sia realmente il problema, lei cambia velocemente argomento e prende a raccontarmi di cose futili. A volte mi viene voglia di dirle: “Ehi ragazza! Il college è finito! Svegliati! Questa è la vita vera!”, ma non è questo il mio compito. Anche perché impulsiva com’è mi manderebbe subito a quel paese.
La porta si apre e vedo una ragazza alta, bionda, snella: lei.
Mi alzo e la saluto educatamente (come sempre): “Buongiorno signorina Salvatore.”
Mi stringe la mano: “Buongiorno dottoressa Fell!”
Mi risiedo sulla mia poltroncina in pelle nera, mentre lei si sdraia sul divanetto, anch’esso in pelle nera: “Dunque, di cosa vorrebbe parlarmi oggi.”
“Matt ha rifiutato di uscire con me”
Ah già. Lei tende sempre a volere di più, più di quello che già ha. Ed è per questo che ora si è fissato con quel povero ragazzo che ha anche la sfortuna di essere il suo autista.
“E lei come si è sentita?” Solita domanda.
“Non so. Era come se lo sapessi già. Non  mi sono sentita rifiutata, non mi sono sentita male. Io … io non ho sentito nulla”
Ecco. Questo è il vero problema. L’ho sempre saputo. L’avevo colto da delle frasi, da dei suoi atteggiamenti, ma mai glielo avevo sentito dire: “è un problema?” Andiamo, deve aver capito che il suo problema, il suo unico problema è la sua freddezza e il suo menefreghismo: “No. Non lo è”
Fantastico! Nessun miglioramento vedo! Oh, ma perché me ne importa così tanto, è la sua vita, non la mia! Ma forse è proprio per questo che sono la più ricercata nel mio campo.
“Inoltre ho ricevuto una telefonata da parte di mio padre!” Sembra felice, estasiata.
“Dice che mi verrà a trovare domani!”
“Ne è felice?” So che lo è, ma il mio compito è far comprendere ai miei pazienti le loro emozioni.
“Sì! Non lo vedo da tanto tempo”
“Sa che Tyler mi ha invitata ancora a passare una settimana con lui al suo chalet in montagna?”
Ok. Caspita! Non potresti cercare di comprendere quello che provi, invece di rimanere in superficie! Ma so che a lei va bene così perché so che in fondo lei sa quello che è. Lei si conosce molto bene e cerca di non lasciare trapelare niente. Allora perché viene alle sedute? Non lo so.
Passiamo il resto dall’ora a parlare dell’ultima festa cui è stata e della notte passata con un semi sconosciuto. Sempre la solita. Ma non si stufa mai? Mah. Evidentemente no.
Quando se ne va, riprendo la lista degli appuntamenti e vedo che lei era l’ultima. Mi siedo davanti al mio computer e sistemo un po’ di cose.
Sono le 20.30, non è poi tanto tardi. Esco dall’ufficio e vedo Blake immersa da dei fogli: “Tutto ok.”
Si alza di scatto e mi guarda imbarazzata: “Sì as-assolutamente, stavo sistemando degli appuntamenti, ne ha davvero tanti, sa?”
“Già, me lo immaginavo. Io ora vado. Non rimanga qui troppo, mi raccomando”
“Cercherò di sbrigarmi. Buonasera dottoressa.”
“Buonasera Blake e passa una buona serata.” Le strizzo l’occhio e lei arrossisce.
Chiamo un taxi. Ripenso a quello che ho detto a Blake, da quant’è che non passo una buona serata? Da tanto, tanto tempo. Mia sorella dice che avrei bisogno di un uomo, ma io ora non ho proprio tempo. Devo dedicarmi alla mia carriera. E poi tutti gli uomini che ho incontrato mi hanno dato solo grandi delusioni. No, non c’è spazio per l’amore.
Arrivo a casa, prendo un vaschetta di gelato, mi sdraio sul divano e guardo il notiziario. Dopo, tiro fuori “Titanic” e me lo guardo per la centesima volta.
Adesso sono davvero stanca, mi sdraio ancora vestita e mi addormento subito, ancora una volta da sola.
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! Dunque, questo capitolo è pov. Meredith perché volevo scrivere almeno una volta dal suo punto di vista poiché adoro Torrey De Vitto e il suo personaggio. Vi avverto che i prossimi saranno principalmente tutti pov. Rebekah. Abbiamo capito che Rebekah è una Salvatore, ma esattamente chi è? Abbiamo letto che Matt è il suo autista, ma ce lo vedete? E Tyler che la invita nel suo chalet in montagna? Inoltre, come avete letto, ho deciso di rendere Meredith una psicologa molto famosa e richiesta nell’Upper East Side. Ci tengo a precisare che non è un caso che i personaggi vivano nell’Upper East Side perché il mio intento è quello di rendere la storia una specie di Gossip Girl, ma mooolto meno incasinato. I prossimi capitoli saranno più lunghi, ma anche il prossimo sarà di presentazione perché mancano ancora da definire i ruoli di tutti gli altri personaggi principali. Inoltre dovrà arrivare il padre di Rebekah, cosa vorrà? Vi aspetto al prossimo capitolo, baci!
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Champagne e bollicine ***


Pov. Rebekah
Sono appena tornata dal mio appuntamento settimanale con la dott.ssa Fell.
Nelle ultime due settimane non ci siamo viste perché lei era in vacanza: mi chiedo dove dovesse andare, in fondo si guadagna da vivere proprio grazie a noi.
A volte non riesco a comprendere le persone.
La cosa positiva è che ogni volta che la vedo, mi infonde un profondo senso di calma e in questo momento ne ho profondamente bisogno visto che domani arriva mio padre.
Devo andare all’aeroporto alle 11.00, quindi dovrò svegliarmi alle 8.30.
Stasera c’è una festa a casa di Tyler e io non posso mancare, ma cercherò di tornare a casa verso l’una di notte, in fondo è solo Tyler.
Ciò nonostante dovrò trovare qualcosa di carino da mettere.
Ora sto facendo un bel bagno ricostituente e sto sfogliando Vogue per ispirarmi.
Guardo il cellulare: sono le 20.00 e io devo essere a casa di Tyler tra un ora e mezza.
Devo sbrigarmi.
Esco dalla vasca e mi avvolgo in un asciugamano bianco.
Entro nella mia cabina armadio e trovo un abitino bianco a pois senza spalline: è molto romantico ed è più il genere di Caroline che il mio, ma ho voglia di sorprendere.
Indosso il vestito e poi passo al trucco: sottolineo il mio sguardo malizioso con una sottile linea di eye-liner, passo sulle labbra un rossetto rosso fuoco e, per renderle morbide, un velo di gloss.
Voglio far impazzire Tyler, tanto non accetterò il suo invito.
Guardo l’orologio: sono le 21.00. forse sarò un po’ in ritardo, ma ne è valsa la pena.
Scendo le scale e mi accorgo dell’assenza di qualcuno, chiedo a Callie: “Callie, mia zia è uscita?”
“Sì, signorina. È uscita un’ora fa. Credo che andasse a cena fuori, era molto elegante.”
Deve essere con quel tale, come ha detto che si chiama? Alaric, credo.
“Va bene. Esco anch’io. Vado dai Lockwood. Farò un po’ tardi”
Detto questo esco.
Trovo Caroline sotto casa.
 Non la vedo dal giorno di Capodanno: ha passato la settimana con la famiglia.
“Ehi Care, come stai?”
“Nessuna novità.”
Sembra triste e sconsolata: “Ho capito, nessun ragazzo.”
Strano, di solito Caroline non ha problemi ha trovare ragazzi carini che le fanno la corte. Nel frattempo mi sono seduta di fianco al lato di guida e ci siamo immerse nel traffico di New York.
“No, i ragazzi ci sono. Solo che nulla di serio …”
“Che vuoi dire? A noi va bene così, giusto? Nessun coinvolgimento.”
Questo è stato il nostro patto da quando siamo tornate dal college l’anno scorso. Ci bastiamo io e lei, i ragazzi non contano.
“Lo so, lo so. Ma non ti viene mai voglia di svegliarti la mattina e trovare accanto a te il ragazzo che ami e che ti fa battere il cuore.”
“RAGAZZO CHE AMI”? Ma che diavolo sta dicendo?
“Ehi, credo che tu stia correndo un po’ troppo. Care, cosa vuoi veramente?”
Parlo come la mia psicologa.
“Io … ecco vedi Bekah … io vorrei … io voglio innamorarmi. Ecco l’ho detto, voglio innamorarmi.”
COSA? Strano. Cioè, entrambe quando eravamo al liceo volevamo innamorarci, ma poi abbiamo ricevuto tante delusioni e abbiamo deciso di non avere delle vere relazioni. Non posso credere che ora i nostri desideri non siano più gli stessi.
“Senti Care, capisco che magari tu ti senti sola e …”
“No. Non è questo Bekah. Siamo state infantili. Tutti i nostri discorsi erano infantili. È ora di crescere!”
“Non lo so Care. Saranno stati anche dei discorsi infantili, ma avevano le loro fondamenta.”
“Sì, forse hai ragione tu.”
“Dai, stasera ci divertiremo, vedrai! Sarà una grande notte!”
“Forse sarà grande, ma sicuramente sarà breve. Domani devi andare a prendere tuo padre, è tanto che non lo vedi.”
Annuisco. In fondo ha ragione lei. Ma non posso pensare di non avere più la mia amica compagna di feste e avventure. Ma sì dai, mi sto preoccupando per nulla. So come è fatta Care, è un inguaribile romantica, ma poi riesce sempre a capire com’è la vita vera.
Trascorriamo il resto del viaggio in macchina ascoltando Rhianna e cantando a squarciagola We found love.
Dopo non molto siamo davanti a casa Lockwood.
C’è molta gente, ma del resto Tyler conosce tantissime persone: sarà divertente.
Scendiamo dalla macchina e lasciamo le chiavi al parcheggiatore.
Non faccio neanche in tempo a muovere qualche passo che Tyler arriva e mi si appiccica come una cozza: “Ehi Bekah!”
NO! Adesso mi chiama anche con i soprannomi! Ma è un incubo!
“Senti Tyler, se eviti di chiamarmi con i soprannomi mi fai un piacere, sennò ti strappo la lingua, ok?”
“Come vuoi Bekah, ehm … volevo dire Rebekah”
“Molto meglio.”
Vedo Caroline allontanarsi da noi. Lei è molto più fortunata di me a non doversi sorbire Tyler, tuttavia mi sembra pensierosa, quasi ferita: non ci sarà rimasta male per il discorso che abbiamo fatto in macchina?
Tyler mi porta dentro in casa e ci avviciniamo a un gruppo di ragazzi che conosciamo. Cominciamo a parlare del più e del meno: moda, noi ragazze e sport, i ragazzi.
“Amo sciare, infatti quando sono nel mio chalet in montagna scio tutto il tempo.”
Sento un discorso di Tyler ai suoi amici: ecco che si vanta.
“Dovresti proprio venire a vedere Courmayer con me, sai Rebekah?”
Nooooooooooo!!!!!!!!! Ma è un incubo! Perché, perché, perché proprio a me?
Cerco di svignarmela: “Vado a prendere da bere.”
“O no, ci penso io.”
“Tyler! Ti ho detto che vado io!”
Ecco, lo sapevo. Mi sono agitata. È tutta colpa di Tyler.
Mi avvio verso il banchetto con il buffet, prendo un bicchiere di Champagne. Lo bevo tutto d’un sorso. Ne prendo un altro e decido di cercare Caroline che mi ha abbandonata nelle grinfie di Tyler.
Mi volto velocemente e vado a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. Gli rovescio lo Champagne addosso. Certo che poteva anche prestare un po’ di attenzione.
“Oh, mi scusi signorina.”
“Oh, ma stia attento!”
Guardo l’uomo davanti a me che mi sta sorridendo calorosamente: è carino, davvero carino.
“Guardi che è lei che mi è venuta addosso”
“D’accordo, come vuoi. Io sono Rebekah.”
Chino la testa di lato e sbatto velocemente le ciglia, ho già gli ormoni in palla!
“Nick” Mi porge la mano e io gliela stringo.
Prendo altri due bicchieri ci Champagne e gliene porgo uno: “Allora Nick, conosci Tyler?”
“Sì, lo conosco.” 
Mi sorride ancora con quel suo ghigno molto particolare. Sembra che faccia il misterioso.
“Ho capito, facciamo i misteriosi. D’accordo.”
“Senti, perché non andiamo in un posticino un po’ più tranquillo?”
O mio Dio! E io che pensavo sarebbe stato difficile! Certo che gli uomini hanno solo un pensiero in testa! Però lui è così carino …
“Ok, andiamo di sopra.”
Lo prendo a braccetto e ci avviamo verso le scale, ma Caroline mi si para davanti:
“Ciao Care, lui è Nick”
“Rebekah! Hai forse dimenticato il tuo impegno di domani?”
“Oh dai, Care faremo una cosa veloce …”
“Rebekah! Domani sarai stanca e non riuscirai ad alzarti!”
Sbuffo rumorosamente. “Va bene! Nick mi dispiace, ma domani ho un impegno”
“Nessun problema, ne troverò un’altra”
Cosa! Non ci credo che l’ha detto veramente! Ma che maleducato!
“Credo che in questo caso mandarti a fanculo sarebbe troppo gentile!”
Detto questo giro i tacchi e me ne vado. Caroline mi sta seguendo. Mi avvio direttamente verso la macchina. Mi appoggio al cofano e aspetto Caroline che invece si è fermata a salutare Tyler.
“Caroline sono nera! Come ha osato dire una cosa simile a me?!”
“Dai Bekah, sarà stato solo uno stupido. Andiamo a casa.”
Sono completamente fuori di me! Salgo in macchina, ma prima che Caroline parta vedo qualcuno che mi fissa dalla finestra: è lui che sorseggia dello Champagne.
“Inquietante, non trovi?”
Anche Caroline se ne è accorta. Ma a me non sembra affatto inquietante e sento che sulle labbra mi si forma un lieve sorriso. Mi ha fatta esplodere come una bomba, ma se lo guardo vedo due occhi da bambino che mi fanno sorridere.
“Ma che fai, ridi ora?!”
“Oh Care, bisogna prenderla con leggerezza non trovi?”
“Oh sì, in teoria bisognerebbe se non fosse che se qualcuno ti fa un torto tu sei in grado di aspettare anche dieci anni, ma prima o poi gliela farai pagare! Andiamo Bekah! Ma che ti prende?”
Continuo a sorridere e guardo fuori dal finestrino. Nelle luci della città rivedo il suo sorriso e il suo volto, è da tanto che non mi arrabbiavo così!
“A volte sei proprio strana! Comunque immagino che domani non ci vediamo, quindi ti chiamo io.”
Non le rispondo.
“Rebekah, mi hai sentita?”
“Sì sì, ti ho sentita.”
“Va bene, hai bevuto troppo.”
Ci fermiamo davanti a casa mia. Scendo dalla macchina e saluto con un cenno della mano Caroline.
La casa è completamente deserta. Mi tolgo i tacchi, così da non svegliare nessuno. Salgo in camera mia, mi sdraio sul mio grande letto a baldacchino e mi lascio cadere nelle braccia di Morfeo.
 
“Signorina Salvatore, si deve svegliare signorina!”
Sento la voce di Callie cercare di svegliarmi, ma perché sto così bene qui a letto …
“Rebekah! Su alzati! Devi andare a prendere tuo padre all’aeroporto! Svegliati!”
Mia zia. La solita. Però a ragione, devo alzarmi.
“Va bene, va bene. Mi alzo!”
Scendo dal letto e mi avvio verso il bagno.
Faccio una veloce doccia fredda per svegliarmi e quando esco trovo Jenna seduta sul mio letto.
“Che c’è?”
“Niente. Volevo solo sapere come stavi. Oggi lo rivedi dopo tanto tempo.”
“Come dovrei stare? Sto bene, grazie.  Ora se vuoi uscire …”
“Va bene vado.”
Appena mi lascia sola nella mia stanza penso a come mi sento davvero: e devo ammettere che sto bene, mi sento quasi felice dal suo arrivo.
Metto la prima cosa che trovo: maglietta a maniche corte bianca (chi se ne frega se è inverno, metterò qualcosa di caldo sopra) e pantaloni larghi marroni.
Esco dalla mia stanza, ma prima prendo il mio IPhone: ho ricevuto un messaggio.
Buona fortuna. Care
La adoro! D’altronde è la mia migliore amica!
“Va bene, allora io vado …” M rivolgo a zia Jenna e a Callie che sono in cucina.
“Non mangi niente?”
“Non ho fame.”
“Va bene, allora a dopo.”
“A dopo.”
Prendo la mia mantella nera e i guanti in pizzo. Esco.
Fa abbastanza freddo, ma io sono al caldo, avvolta dalla mia mantella.
Entro in macchina con Matt alla guida e ci avviamo all’aeroporto. 
C’è molta confusione. Vado verso l’area arrivi e attendo.
Tiro fuori l’IPhone per mandare un messaggio veloce a Care: Grazie.
Alzo lo sguardo e vedo due ragazzi: uno moro dagli occhi azzurri come il mare e l’altro castano dagli occhi verdi come smeraldi. Mi si avvicinano sorridenti. Il primo mi guarda divertito e il secondo mi abbraccia calorosamente, ma io non sono affatto felice:
“Che cosa diavolo ci fate voi qui?”
 
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! Dunque, in questo capitolo vediamo il bel rapporto che c’è tra Caroline e Rebekah, che inoltre ha incontrato il nostro Niklaus, ma non è stato proprio un grande incontro … Rebekah è andata a prendere suo padre, ma ha trovato altre due persone ad aspettarla. Vi aspetto al prossimo capitolo. Baci.
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** scelte e cambiamenti (parte 1) ***


Pov. Elena
Sento la sveglia suonare e senza fare neanche una piega mi alzo: sono le 8.00.
Oggi torna mio padre da Miami e ha detto che deve parlarci. Sicuramente vorrà nominarmi direttore generale al posto di Eljiah.
Indosso una comoda maglietta nera e degli shorts attillati anch’essi neri.
Esco dalla mia camera,saluto Faye (cavolo, ma si veste sempre come una prostituta?) e scendo in cucina, dove c’è già una grande confusione. Eljiah e Klaus stanno già sgranocchiando biscotti e schifezze varie, ma almeno sono mattinieri anche di domenica.
“Buongiorno ragazzi! Nick, so che sei tornato tardi sta notte.” Già, allora fratellino, raccontaci dove sei stato.
“Buongiorno sweetheart!”
Mi si avvicina e mi sorride: “Sono stato a una festa.”
“E si è anche portato dietro un ricordino …”  Kol fa capolino nella stanza e le sue parole mi infastidiscono molto.
“Klaus! Quante volte ti ho detto di non portare le tue puttanelle in casa mia?!”
“Oh, andiamo sweetheart …”
“E non chiamarmi “sweetheart”! Sono molto molto arrabbiata! E proprio il giorno in cui deve arrivare papà!”
“Sorellina, da quant’è che sei in astinenza? Dillo al tuo fratellino …” Ma si può sapere perché si deve impicciare? Non sono affari suoi! Oh, adesso sono proprio incazzata!
“Quanto sei scemo! Hai trent’anni, per l’amor del cielo! Cresci!”
“Cos’è questo baccano di prima mattina?”
Ecco nostra madre che entra in cucina. Adesso farà un bel discorsetto a Nick.
“Mamma, Nick porta le sue concubine in casa.”
Lo sento digrignare i denti e vedo che distoglie lo sguardo.
“Ragazzi è necessario litigare di prima mattina? Proprio il giorno in cui torna Mikael? Andiamo, facciamo un piccolo sforzo, su …”
“Ma mamma …” Questa sono io che simulo la voce da bambina.
“In realtà non era mia intenzione litigare, ma Elena ha sempre da ridire sulle mie azioni, di conseguenza …”
“Ora basta. Facciamo colazione e cerchiamo di comportarci da famiglia normale”
Già, famiglia normale, certo.
È facile essere una famiglia normale quando si vive in così tanti sotto uno stesso tetto. E non importa che la casa sia grande quanto una reggia, il punto è che viviamo tutti insieme! Quando sono tornata dal college, l’anno scorso, non ricordavo tutto questo trambusto in casa, ricordavo tutto più semplice. Inoltre c’è sempre un po’ di tensione quando si parla di nostro padre (come oggi). Questo perché Mikael non è anche il padre di Nick. Nostra madre ha avuto una relazione extraconiugale, ma poi si è tutto (apparentemente) risolto: i miei genitori si sono riappacificati e mio padre ha deciso di crescere Nick come se fosse figlio suo. In realtà c’è sempre stato dell’attrito tra Klaus e mio padre e, da qualche anno Mikael non ha ottimi rapporti neanche con mia madre e con Elijah. Io sono l’unica con cui ha buoni rapporti perché io sono l’unica figlia femmina.
 
Abbiamo fatto colazione, ora siamo in macchina e ci stiamo recando in azienda perché nostro padre ha convocato il consiglio d’amministrazione (composto da noi membri della famiglia).
“Elijah, preparati ha farti soffiare il posto dalla sottoscritta.”
Lo vedo sorridere, ma non mi sembra realmente spaventato.
Scendiamo dall’auto e ci avviamo verso il grande edificio bianco con la scritta: “Mickaelson & Co.”.
Entriamo e mia madre chiede alla segretaria dove possiamo trovare mio padre:
“é già in sala riunioni, signora.”
Ci avviamo a passo di marcia verso la sala riunioni e appena entro vedo mio padre seduto al grande tavolo rettangolare. Appena mi vede sorride, si alza e io corro ad abbracciarlo:
“Papà, quanto mi sei mancato!”
“Anche tu mi sei mancata figlia mia.”
Si stacca da me e si rivolge agli altri: “Prego, prendete posto.”
Dio, odio questa freddezza! Cavolo, sono i tuoi figli! Ma ormai è questo l’equilibrio che si è creato.
Ci sediamo al tavolo e io tiro fuori, dalla mia cartellina blu, carta e penna.
“Bene, possiamo iniziare.” Ha una voce fredda, come sempre, ma noto una sfumatura diversa, come se dovesse dirci qualcosa di urgente e di importante.
“Innanzitutto scusate di avervi convocati qui di domenica, ma era urgente.”
“Oh non ti preoccupare papà” Non sembra che gli altri siano d’accordo, a giudicare dalle loro facce.
“Ho deciso di fare la fusione di cui tanto abbiamo parlato: quella con la “Salvatore Parfum”.
“Che cosa hai fatto?” Nick sembra piuttosto nervoso, anzi no, è piuttosto incazzato. So chi è la Salvatore Parfum, è un’azienda che ci fa concorrenza, una delle migliori.
“Non puoi prendere queste decisioni senza convocare il consiglio.” Kol sembra che stia spiegando le regole di gioco ad un bambino.
“Infatti, vi ho convocati ora!”
“Sì, ma ora tu hai già firmato il contratto.” Ahi, si sta incazzando anche lui …
“Oh no, ho firmato un contratto, sì, ma non siamo già soci. Prima voglio valutare il loro modo di lavorare, quanto guadagnano ecc.”
“E chi ti dice che noi vogliamo la fusione?” Klaus sembra essersi ripreso, ma è ancora mooolto arrabbiato.
“Klaus, mi sembri sordo! Ti ho detto che non ho fatto la fusione!”
“Sì, perché non puoi! Non puoi prendere decisioni senza consultarci!”
“Io posso fare molte cose, Niklaus, molte più di quelle che immagini!”
“Quindi, quali sono i termini del contratto?” Grazie al cielo è intervenuto Elijah, quei due si stavano scannando!
“Lavoreremo con loro, diciamo … per studiarli.”
“Mi sembra un’idea assurda!” Non avevo dubbi che Nick non fosse d’accordo.
“D’accordo!” Elijah lo interrompe, sembra ancora diffidente, ma ha accettato. Klaus lo fulmina con lo sguardo.
“Bene, ognuno di voi dovrà tenere d’occhio il proprio settore.”
“In che senso tenere d’occhio?” Non capisco, cosa vuole che facciamo?
“Dovrete fornirmi più informazioni possibili sul vostro settore.”
“è escluso. Ho delle cose di cui occuparmi.” Il tono di Elijah sembra non ammettere repliche.
“Va bene. Si occuperà Klaus della tua parte.”
“Ma io sono l’amministratore delegato! Ho molti più impegni di lui!”
“No Niklaus, nel periodo in cui sarò in città mi occuperò io delle finanze della mia azienda.”
Se prima pensavo che Nick fosse incazzato … bhè, ora è incazzato nero!
“Quindi, Elena voglio che tu controlli l’amministratore delegato dell’altra azienda, quindi la parte finanziaria. Kol, come ben sai la Salvatore Parfum e la nostra azienda sono globalmente alla pari, ma se si tratta di organizzare eventi sono loro i migliori: voglio sapere il loro segreto. In quanto a te Niklaus, la tua parte riguarderà il settore marketing.” Oh, mi sa che oggi papà vuole proprio farlo incazzare il povero Nick! Lui odia quel settore!
“Ma, ma, ma è troppo … è troppo …” Strano, non ha parole.
“Creativo?” Lo so per certo che questo non è il settore adatto a lui, prima della morte di Finn volevo occuparmi io del marketing, ma poi sono diventata direttore finanziario.
“So che sarà difficile per voi collaborare con altre persone, ma questa è una grande occasione. Da non perdere.”
“Possiamo andare?” Credo che Nick abbia bisogno di una bella doccia fredda, perché mentre parlava a persino rotto una matita a metà.
“Andate.”
“Quando si comincia?” Kol non sembra sconvolto quanto noi.
“Domani andrete a dare un’occhiata all’azienda, ma comincerete mercoledì. Martedì verrà organizzata una festa a casa. Saranno invitati tutti i personaggi di rilievo delle due aziende.”
“Ah” Non ho parole.
“Qualche problema, tesoro?”
“No, nessun problema è che è tutto così veloce e io …” La verità è che lavoro da solo un anno e non mi sento all’altezza di valutare persone con molta più competenza di me.
“Sai che non ti affiderei mai un compito che non è alla tua altezza.”
Annuisco.
“Questi sono i fascicoli riguardo l’altra azienda, contiene tutti i nomi del personale e qualche parola sulle loro vite. Leggeteli.Ora andate, è domenica: giorno di riposo.”
Ci alziamo tutti in silenzio, prendiamo i fascicoletti e ci avviamo verso l’ascensore.
“Non posso credere che l’abbia fatto davvero.”
“Oh Nick, la situazione potrebbe avere un risvolto positivo.”  È così strano che Kol sia così positivo, non che di solito sia negativo. Lui è una persona razionale e basta.
Appena le porte si aprono, Nick esce velocemente:
“Vado a farmi un giro”
“Ah, lui e la sua impulsività.” Mia madre sembra stanca, strano, di solito è come una furia.
Saliamo in macchina e trascorriamo il resto del viaggio in silenzio.
 
Ora sono a casa, davanti al camino e guardo mia madre dare ordini alla nostra organizzatrice di eventi (si è ripresa): “I palloncini? Ma non scherziamo! Non è mica il compleanno di un bambino!” “Voglio musica dal vivo! Con violino, pianoforte e tutto il resto!”
La vedo avvicinarsi a me. Adesso mi dirà cosa dovrò mettere:
“Allora Elena, per il party ti ho comprato un abito rosso a sirena carinissimo! Valorizza tutte le tue forme e vedrai che ti piacerà!”
“Oh, mi hai comprato tu l’abito?” Forse dovrei arrabbiarmi, ma non ho la forza.
“Dai Elena, non te la prendere, c’è poco tempo, non volevo disturbarti con queste sciocchezze.”
“Sì sì mamma, va bene.”
Mi alzo e me ne vado.
Mi avvio verso camera mia e sento la testa scoppiare.
Mi sdraio sul letto e inizio a massaggiarmi le tempie. Questa festa non promette niente di buono, così decido di invitare l’unica persona che può tranquillizzarmi. So che dovrebbero essere invitati solo i dipendenti dell’azienda, ma chi se ne frega. Prendo il mio Blackberry e digito il numero di Meredith, dopo due squilli risponde: “Ciao Meredith, sono io.”
“Ciao Elena, come è andata con tuo padre?”
“Bhè, ha avuto l’idea di fare la fusione con la Salvatore Parfum.”
“Wow! Che notizia!”
“Già, senti, adesso sono stanca, ti racconto tutto domani, comunque volevo chiederti se ti andava di venire alla festa che facciamo da me in onore di questa cosa.”
“Una festa tra ricconi?”
“Oh, ti prego Meredith non puoi abbandonarmi!”
“Va bene, va bene, ma non ho nulla da mettere.”
“No problem. Fatti trovare domani sotto casa mia alle 15.00”
“Ok. Come vuoi. A domani.”
“Ciao.”
Fantastico! Almeno non sarò sola! Mi alzo dal letto e prendo il fascicoletto sulla Salvatore Parfum. Dunque, l’amministratore delegato è Damon Salvatore …
 
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! Ho deciso di scrivere secondo diversi punti di vista, non solo da quello di Rebekah. Dunque, da questo capitolo capiamo un po’ di cose: Elena è la sorella dei nostri Mickaelson e ha buoni rapporti con il padre, al contrario degli altri fratelli. Inoltre é appena tornata dal college. Mikael ha deciso di fare la fusione con la Salvatore Parfum e quindi intuiamo che i nostri Salvatore abbiano un’azienda di profumi. Come si legge Elena è amica di Meredith ed è riuscita a convincerla a partecipare alla festa organizzata da Esther. Tengo a precisare che le età dei personaggi sono quelle reali di coloro che li interpretano. Al prossimo capitolo, baci
p.s: la prossima settimana sarò occupata, quindi posterò il prossimo capitolo il 9 o il10. Scusate, ma è inevitabile.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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