Luoghi diversi, simile storia! di Minori Kuscieda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri a Parigi ***
Capitolo 2: *** I ricordi del Generale ***
Capitolo 3: *** Cena a Palazzo ***
Capitolo 4: *** Arrivederci e...Incinta! ***
Capitolo 5: *** Litigio ***
Capitolo 6: *** Ecco il momento tanto atteso! ***
Capitolo 7: *** La prima parola! ***
Capitolo 8: *** Partenza per Londra! ***
Capitolo 9: *** Amici anche a distanza! ***
Capitolo 1
*** Incontri a Parigi ***
INCONTRI A PARIGI
Oltre ogni confine il cuore va,
lui di differenze non ne farà,
uno sguardo, un gesto basterà,
la scintilla un fuoco accenderà
Contro ogni regola e ragione
di quella nobiltà,
Oscar/Emma e André/William lotteranno
per la libertà
L’amore non finirà...
In un mondo pieno di ipocrisie,
oltre i preconcetti e le bugie,
solo un patrimonio conterà,
quello dell’amore e dell’onestà
Sopra i giudizi della gente
il cuore volerà
sopra chi vive di apparenze
e di ambiguità
In questa dura realtà
l’amore rispenderà, risplenderà
La loro storia oramai
fa già sognare anche noi
non finirà!
§ § § §
:-Che bello! Un viaggio a Parigi ci voleva proprio! Soprattutto ora che si respira aria nuova!- Disse un ragazzo biondo, appena sceso dalla carrozza che lo aveva portato davanti all’hotel dove avrebbe alloggiato.
Dalla carrozza scese una donna con i capelli castani.
:-Devo dire che Parigi si è ripresa molto bene anche dopo la Rivoluzione!- Disse- Ehi, William! Guarda che bel cielo terso!- Concluse
:-Hai ragione, Emma! È molto diverso da quello di Londra!- Sentenziò- Ora entriamo, dobbiamo prenotare la camera! Poi andremo a farci un giro!-
Intanto a Palazzo Jarjayes…
:-Noi usciamo!-
:-Aspetta Oscar! All’una vi voglio a casa!-
:-Va bene, Nanny!-
:-Non vi cacciate in nessun guaio! André! Mi raccomando, proteggila!-
:-Si, nonna! Non siamo più bambini!-
:-André! Andiamo!-
:-Arrivo!-
Ormai i due erano sposati da più di cinque mesi. Stranamente, però, non avevano ancora deciso di figli!
Erano sulla strada per Parigi quando da lontano scorsero una famigliola felice composta dai due genitori e dai loro tre figli. La più piccola dei tre, si staccò dai genitori.
:-Mamma! Guarda che belli!!!!- Disse indicando i due cavalli
:-Coleen! Stai attenta!- La prese in braccio- Mi scusi! Mia figlia ama i cavalli! Appena ne vede uno non sa resistere- aggiunse
:-Non si preoccupi!- Disse André- Andiamo Oscar?
:-Si! Andiamo!-
:-Aspetta!- Li fermò l’uomo biondo
:-Come posso aiutarvi?- Oscar si voltò
:-Voi siete Oscar François de Jarjayes, vero?- Chiese
:-Ehm…si, sono io! Perché?-
:-Allora le voci su di te sono vere! Tu sei l’eroina della Francia! Le voci delle tue gesta eroiche sono arrivate anche a Londra!- Affermò- Solo che li qualcuno dicevi che eri morta!-
:-Ho rischiato!- Disse- Ma quindi anche in Inghilterra conoscono la mia storia?-
:-Certo! Anche io la conosco! E sono venuto qui con l’intenzione di incontrarvi!-
:-Oscar! Hai sentito sei famosa anche in Inghilterra!- Disse André
:-Non mi piace!- Disse- In fondo ho solo combattuto per i miei ideali! Non ho fatto nulla di speciale!-
:-Ma qui, come nelle altre parti d’Europa, tutti ti credono un eroina!- Insistette l’uomo
:-Facciano come credono! Io continuo a pensare che non sono un’eroina! Sono una donna normalissima-
:-Che sciocco non mi sono ancora presentato! Sono William Johns e lei è mia moglie Emma. Loro sono i miei tre figli: Julia, Antony e Coleen; il quarto è in arrivo!- Disse indicando la pancia della moglie
:-Io sono…beh, lo sapete! Lui è mio marito André!-
:-Se non vi rechiamo disturbo, potete farci da guida?- Chiese William
:-Certo!- Acconsentì André- Dove vogliamo andare?!-
Disse incamminandosi con al fianco William, seguiti dai bambini e dalle due donne.
:-Allora…- Ruppe il ghiaccio la Londinese- Come vi siete conosciuti? Se non sono troppo indiscreta!-
:-Non preoccuparti! Il fatto è che è una storia molto lunga! Inizio da quando sono nata…-
E così Oscar raccontò tutto ad Emma: di quando era nata, della decisione del padre, dell’incontro con André, del lavoro come guardia reale e tutto quello che aveva caratterizzato la sua vita in quei trentaquattro anni. Raccontò anche dell’amore per Fersen e della relazione con André, all’inizio mal voluta dal padre perché lui non era nobile. E di come avevano convinto il vecchio generale a farli sposare.
Emma ascoltava…ascoltava esterrefatta. Perché era successa la stessa cosa a lei. William, erede della famiglia Johns, si era follemente innamorato di lei, che a quei tempi faceva ancora la cameriera. Raccontò di come il padre di lui gli aveva vietato di amarla e di come lei era scappata da Londra. E di come, alla fine, avevano coronato il loro sogno d’amore.
:-Devo die che la nostra storia d’amore è molto simile!- Disse Emma
:-Già!- Le fece eco Oscar- Di diverso c’è che tu hai quasi quattro figli, io nemmeno uno!- Disse sospirando
:-Ma…non ne puoi avere, o non ne vuoi avere?- Chiese Emma
:-Nessuno dei due! Ho troppa paura…di diventare madre!-
:-Come?! Perché?-
:-Ho paura che non sarò una buona madre! A differenza non sono stata educata come una ragazza!-
:-Anche io ero nella tua stessa situazione!- Ammise Emma
:-E come hai fatto?- Chiese
:-Quando ho scoperto di essere incinta del mio primo figlio, non ero sicura di saper fare la madre! Ma poi quand’è nato, ho capito che madre si diventa piano piano!-
:-Non ne sono convinta…-
:-Se non ci provi, non saprai mai se ne sarai capace!-
Oscar ci pensò un po’ su…
:-Sai che ti dico? Tentar non nuoce!-
Detto questo, continuarono a camminare.
Ad un tratto da lontano sentirono il campanile di Notre Dame suonare l’una.
A quei rintocchi, André e Oscar trasalirono. Prima di correre verso casa, invitarono Emma e famiglia a pranzo. Questi accettarono.
Mentre tornavano a casa seguiti dalla famiglia Johns…
:-André, devo dirti una cosa!-
Lui le fece segno di parlare
:-Come reagisci se ti dico che voglio un figlio?!-
André ci pensò su…
:-Possiamo già metterci al lavoro!- Disse prendendola per mano.
Continua…
*Angolo autrice*
Emma – Una storia romantica e Lady Oscar sono i miei due anime d’amore “difficile” preferiti! Spero che vi sia piaciuta! Minori:* P.S. Grazie a quelle/i che recensiranno!
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Capitolo 2
*** I ricordi del Generale ***
I ricordi del Generale
Quando Oscar e André varcarono la soglia della villa, Nanny accorse da loro con il mestolo in mano.
:-Voi due! Siete sempre in ritardo! Il Generale vi sta aspettando!-
:-Scusaci nonna! Ci siamo messi a parlare con due persone!- Disse André indicando la famiglia dietro di loro
:-Oh! Non me ne ero accorta!- Disse scostando André per stringere la mano al biondino- Piacere di conoscervi!-
:-Il piacere è nostro signora! Sono William Johns, lei è mia moglie Emma. Loro sono i miei figli!- Si presentò facendo un piccolo inchino.
:-Venite! Accomodatevi in sala da pranzo!-
La famiglia seguì la governante in cucina e, dopo aver salutato il generale, si accomodarono al tavolo.
Nanny servì i piatti a tavola.
:-Marie, dov’è mia figlia?!-
:-Ehm…era con me fino ad un attimo prima! Vado a chiamarli!-
Uscì dalla sala da pranzo e li trovò a parlare accanto al portone.
:-Ehi, voi due! È pronto il pranzo!-
I due si voltarono e lui fece cenno di andare a mangiare.
Il discorso lo avrebbero continuato quella sera in camera da letto.
Varcarono la soglia del salone e salutando il generale si sedettero sulle sedie e iniziarono a pranzare.
Dopo la pasta, il generale chiese le presentazioni dei due arrivati.
Oscar iniziò a presentarli uno ad uno: Emma, Julia, Antony e Coleen. E infine, William Johns.
Il generale ascoltava in silenzio, come imbambolato. Ma quando sentì il cognome “Johns” drizzò le orecchie e aprì gli occhi.
:-Hai detto che vieni da Londra?! E il tuo cognome è Johns?-
:-Si, proprio così!- Rispose- Sogno il figlio di William Antony Johns!-
Il generale sorrise, ma non disse nulla.
:-Vi è familiare quel nome, padre?- Chiese Oscar
All’inizio il generale non rispose: era perso nei ricordi!
Solo dopo un richiamo da parte delle figlia, si degnò a spiegare tutto.
Raccontò che da ragazzo(aveva più o meno 15 anni), aveva fatto con il padre un viaggio a Londra.
Non conosceva nessuno e vagava da solo nei parchi londinesi. Proprio in uno di questi parchi conobbe Antony Johns, il padre di Wiliam. Disse che divennero subito amici.
Facevano un sacco di cose, sempre insieme. Purtroppo, la loro amicizia svanì quando per i Jarjayes arrivò il momento di tornare in Francia. Si erano promessi di incontrarsi.
Ma questo non avvenì! Quando aveva venticinque anni divenne generale e poco dopo prese il posto del padre come Conte. Non riuscì a liberarsi dei numerosi impegni, quindi a Londra non
ci tronò più. La stessa cosa avvenne ad Antony: non riuscì ad andare in Francia.
Passarono gli anni, e non si videro più.
E ora, a distanza di sessanta anni, il generale incontrava il figlio del suo amico.
:-Quindi…è andata così!- Disse William
:-Già. Bene, ora devo andare!- E si alzò
Il generale si allontanò.
:-Cosa vogliamo fare?- Chiese Andrè
:-Noi andiamo a casa! Dobbiamo mettere apposto altre due cose in hotel-
:-Ci vediamo stasera! Venite a cena qui! Ci sono anche mia madre e le mie sorelle.- Propose Oscar
:-D’accordo. Ma non diamo fastidio?
:-Non preoccupatevi! Venite pure!-
:-A stasera, allora!-
La famiglia si allontanò e Oscar e André rimasero da soli in casa. Si diressero in camera per finire il discorso di prima… :-Allora?-
:-Allora che?-
:-Oscar, non fare la finta tonda. Di cosa stavamo parlando?-
:-Ah, si!...-
:-Ebbè? Lo vuoi veramente?-
:-S-si…Però, se tu non lo vuoi…non importa!-
:-Ma cosa dici? Avere un figlio da te è il io secondo desiderio…dopo quello di sposarti!!-
:-Allora, perché non mi hai detto nulla?? Perché non hai mai provato a mettermi incinta?-
Oscar si alzò di scatto dal letto e si piazzò davanti ad Andrè con le lacrime che le pungevano gli occhi.
:-Calmati tesoro! Non ci ho mai provato, perché…perché volevo aspettare che tu fossi sicura di volerlo!- Le asciugò le lacrime con il pollice- Non ero sicuro che desideravi essere madre-
Le diede un tenero bacio sulla fronte
:-Penso sia il desiderio di tutte le donne…-
:-Con la tua educazione maschile, pensavo che il tuo desiderio di avere figli era un po’ soffocato!-
:-Posso dire che è rinato dopo il nostro matrimonio!-
:-Allora…avveriamo questo tuo desideio!-
Disse gettandosi sul letto con lei. Le diede un bacio sulle labbra e…
:-André! Non ora! Stasera, quando tutti dormono!- Le fece l’occhiolino e si avviò giù per le scale seguita dal suo uomo!
*Angolo di Minori*
Come vi sembra il secondo capitolo? Recensite così capisco cosa devo migliorare! |
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Capitolo 3
*** Cena a Palazzo ***
*Angolo Minori* Ecco a voi lettori il terzo capitolo! Volevo avvisarvi che (per chi lo ha letto) nel secondo capitolo ho scritto che il padre di William si chiama William Antony Johns.
In verità si chiama Richard Johns! Io non lo sapevo e l’ho inventato! Buona lettura… P.S. Grazie a quelli che hanno recensito:*
Cena a Palazzo
Uscì in giardino e slegò Cesar.
:-Hai voglia di un’altra passeggiata a cavallo?!-
:-Di nuovo?! Lo stai stressando questo cavallo!-
:-Oh, avanti! Di la verità! Sei tu quello stressato qui!-
:-Ma come ti permetti!- Disse iniziando ad inseguirla
Lei lasciò le briglie del cavallo e iniziò a correre.
:-Ora ti predo!!- Urlò lui
:-Mai!-
Nanny, che quando si trattava di Oscar diventava iper-protettiva, sentì le grida dei due compagni e si precipitò fuori. Vide i due ragazzi che si rincorrevano e fu sul punto di fermarli: venne fermata
da Marguerite che le disse di lasciarli giocare. Infondo erano ragazzi e dovevano divertirsi! Nanny si convinse ma, prima di rientrare in casa, fece in tempo a vedere André acchiappare
Oscar e saltarle addosso: i due sparirono dietro una siepe.
Nanny, preoccupata, si precipitò dietro al cespuglio. Con il mestolo(Lo tiene sempre in tasca!) iniziò a picchiare il povero André. :-Nonna! Ma sei impazzita?!-
:-Mi domando cos’hai tu per la testa! Avresti potuto far male ad Oscar!-
:-Ma non mi sono fatta male! Stavamo solo passando il tempo!-
:-Meno male! Se vi eravate fatta mele…André avrebbe perso la testa!!!!!!!!- Lanciò un occhiata fulminante al nipote; quest’ultimo si nascose dietro la schiena della moglie.
Detto questo la governante tornò dentro per mettersi d’accordo sulla cena.
:-Non dirmi che hai paura di tua nonna!- Lo rimproverò lei
:-Se non facevo così…non mi avrebbe lasciato in pace!-
Lei rise. Lui la baciò.
:-Allora, è ancora valida la passeggiata?!-
In tutta risposta Oscar prese Cesar e si allontanò dal palazzo diretta verso i campi, sempre seguita da Andrè.
Intanto nell’hotel a Parigi…
William ed Emma in silenzio mettevano in ordine le cose nella camera.
:-Non mi aspettavo che mio padre aveva conosciuto il padre di Oscar!- Disse William mentre svuotava la valigia e ripiegava le cose nell’armadio
:-Già! Ma lui non te ne ha mai parlato?!-
Fece non con la testa.
:-Mama! Mama!-
:-Cosa c’è Coleen?!- Chiese Emma afferrando il più piccolo in braccio
:-Stavamo giocando tutti e tre insieme, ma ad un tratto Antony ha iniziato a litigare con Julia!- Disse il piccolino piangendo
:-Non preoccuparti! Ora ci pensa la tua Mama- Disse mettendolo a terra- Vai a giocare con le costruzioni!- Aggiunse
Il piccolino corse e si sistemò in un angolino e in silenzio cominciò a giocare.
:-Però sono simpatici!!- Aggiunse William voltandosi verso la moglie
:-Molto socievoli e loquaci! E poi, anche se è ricca, è una ragazza molto semplice!-
:-Oscar?! Si… Qualcuno a sapersi così famosa avrebbe iniziato a darsi delle arie! A lei, invece, non importa quasi nulla!-
:-Mi piacciono persone così!- Si affacciò alla finestra- Bambini venite, ci prepariamo e andiamo a farci un giro!- Aggiunse
I bambini risalirono e si vestirono con le cose che i genitori gli avevano preparato.
:-Dove andiamo?- Chiese Julia
:-Ci facciamo un giro per Parigi! Visitiamo i negozi e compriamo souvenir e ricordini!-
:-Vagheremo senza una meta!- Puntualizzò Antony
:-Esatto!- Disse William scompigliando i capelli al figlio
:-Pronti?! Andiamo!-
Uscirono dalla camera e lasciarono le chiavi sul bancone nell’atrio dell’ hotel; chiamarono una carrozza che li portò vicino Placede la Concorde. Visitarono negozi di moda, negozi che vendevano oggetti di ogni genere, librerie. Poi si sedettero sulle panchine di uno splendido parco, all’ombra di alberi che scuotevano le loro chiome e li riparavano dal sole del tardo pomeriggio.
Quando il campanile suonò le sette si sera, presero una carrozza e si diressero verso il palazzo dei Jarjayes.
Proprio in quel momento a casa del generale c’era un gran via vai di cameriere e servitori, mentre Nanny(da buona governante) dava ordini su ordini. André e Oscar, tornati dalla cavalcata, guardavano senza fiatare.
Ad Oscar sembrava tutto troppo esagerato: in fondo dovevano solo venire le sorelle con le loro famiglie. Ma, secondo il padre e Nanny, tutto doveva essere perfetto.
Senza contare che avevano ospiti provenienti da Londra; una ragione in più per tirare dalla vetrina il servizio di piatti e posate nuovo di zecca.
:-Uff…- Sbuffò la bionda, dirigendosi nella sua camera da letto.
André la seguì. Lei entrò in camera sua e aprì la porta, si distese sul letto e chiuse gli occhi.
Lui entrò.
:-Cos’hai?!- Le chiese chiudendo la porta
:-Mi gira un po’ la testa e mi fa male lo stomaco.-
:-Influenza?-
:-Forse…- Non seppe cos’altro rispondere. Era da un paio di giorni che accusava questi sintoni, ma non voleva chiamare il dottore convinta che si trattasse di una febbriciattola passeggera.
Poi dal piano di sotto arrivarono delle voci.
:-Sono arrivate- Disse alzandosi- Sarà meglio andare!-
Uscì dalla camera e si diresse alle scale. Il piano di sotto pullulava di gente: tutte e cinque le sorelle, con rispettivi mariti e figli, erano accalcati nell’entrata del palazzo.
Oscar non ci fece caso e salutò tutti con un semplice “Buonasera”, seguita a sua volta da André.
Bussarono alla porta: Emma e William fecero la conoscenza di tutti. Poi Nanny annunciò che la cena era ponta e tutti si recarono in salone per mangiare e passare una serata insieme.
I bambini giocavano insieme e i grandi parlavano del più è del meno. Verso metà cena, William notò una strana cosa… Decise di chiederlo alla diretta interessata, quando questa li accompagnò alla porta per il saluto.
:-Posso domandarti una cosa?!- Chiese. Emma in silenzio ascoltava
:-Certo-
:-Durante la cena ho notato che tu e le tue sorelle non dialogate molto-
Oscar trasse un sospiro :-Hai notato giusto. Io e quelle non ci parliamo da tempo. Da quanto tutte e cinque hanno lasciato casa per il loro matrimonio. Mi sento in vena di dirti che da quel momento non le ho credute più le mie sorelle.- Rispose- Perché per me non c’erano mai. È per questo che, quando vengono, le tratto come perfette sconosciute-
:-Grazie per avermi tolto questo dubbio. E scusami se sono stato invadente.-
:-Non preoccuparti. Buonanotte!-
:-Notte!- E si allontanarono.
Oscar rientrò in casa e si diresse in camera da letto. Era talmente stanca che si addormentò subito, scordando quello che aveva detto ad André dopo pranzo. |
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Capitolo 4
*** Arrivederci e...Incinta! ***
*Angolo Autrice* Scusate la mia lunga assenza, ma ho avuto problemi con internet(-.-). Non immaginate il ritorno a scuola com’è stato traumatico! Uff… Passiamo alla storia! Non so se sarà gradevole il quarto capitolo! Speriamo! Recensite, Minori:D
Arrivederci e…Incinta!
Il giorno dopo non si erano visti. La piccola Coleen si era ammalata e, Emma e William, non se l’erano sentiti di lasciarla da sola; d’altro canto Oscar, quella mattina, appena svegliata era corsa in bagno a rimettere e, stranamente, per tutto il giorno era stata letto colpita da un forte giramento di testa: si era rifiutata di mangiare e, soprattutto, di chiamare il dottore. Madame Jarjayes era più che convinta che, sebbene conoscendo già la diagnosi, la figlia non poteva stare in quelle condizioni: si decise, così, a mandare una lettera al medico di famiglia per una visita veloce; Oscar, naturalmente, era all’oscuro di tutto.
…
Si erano messi d’accordo per due giorno dopo: sarebbero andati al mare. In quella meravigliosa villa, avrebbero passato una bella giornata tutti insieme. La famiglia londinese si era meravigliata quando, arrivata in Normandia, aveva visto quel mare limpido e terso accanto al quale c’era una villa semplice ma bellissima: tutto sovrastato da un cielo azzurro e sgombro da tutte le nuvole, dove splendeva un accecante sole d’agosto.
:-Da noi a Londra vedere giornate così belle è un evento più unico che raro!- Spiegò Emma, con il naso all’insù.
:-Venite, entrate!- André li guidò fino alla porta, mentre i bambini rimanevano in spiaggia, eccitati all’idea di provare una cosa nuova.
…
La giornata passò senza che nessuno se ne accorgesse! Purtroppo, per motivi di lavoro, William fu costretto a tornare a Londra una settimana prima della data pre-stabilita. Era un giovedì caldo e soleggiato, quando quel pomeriggio i Johns, accompagnati dai Jarjayes, raggiunsero il porto.
:-Allora…ci si vede!-
:-Se Dio vuole, torneremo qui!-
:-Altrimenti verremo noi da voi!-
:-Ci contiamo!-
:-William- Il ragazzo si girò- Salutatemi vostro padre!- Disse il Generale
:-Certo, potete contarci!- Rispose
:-Bene, arrivederci! E scrivimi presto!-
:-Appena arrivo a casa lo farò, puoi starne certa!-
Si salutarono con una stretta di mano.
Salirono tutti sulla nave e questa salpò. Gli ultimi saluti da lontano e poi tutti a casa.
Qualche giorno dopo, bussò alla porta della villa…il dottore. Venuta a sapere della lettera della madre, Oscar andò su tutte le furie.
:-Io non ho bisogno di cure!!!!!- Sbraitò, seduta sul suo letto
:-Avanti, non fare storie! Dimmi i sintomi, penso che si possa risolvere in poco tempo!- Disse il dottore
:-No- Disse a bassa voce
:-Come?-
:-No!- Quasi urlò, ma si contenne
Riuscirono a convincerla per miracolo! Oscar con molta pazienza elencò tutti i sintomi e tutte le cose che le sembravano strane in lei in quegli ultimi mesi. Il dottore fu felice di sapere che Madame Jarjayes, la pensasse al suo stesso modo e che, le loro diagnosi erano identiche.
Lui però non ne era convinto e volle analizzare bene la situazione. Tornò al su studio di Parigi per rifletterci su.
Intanto a Londra…
La nave aveva attraccato da ore e la famiglia era a casa da circa una mezz’ora. Lasciarono i bagagli alla servitù e tutti iniziarono a dedicasi ai propri passatempi. William tornò al lavoro, i tre bambini agli studi e ai giochi e Emma, seduta allo scrittoio, iniziava a scrivere una lettere destinata ad arrivare in Francia.
Londra, Inghilterra 27 Agosto
Carissima Oscar,
come stai? Io bene. O quasi… Sbarcati a Londra, ha iniziato il diluvio! Abituata al clima della Francia, ho finito con il prendermi un bel raffreddore! E, dato che il momento si avvicina, penso che tra un po’ sarò completamente costretta a letto. Spero vivamente che tu non sia nella mia stessa situazione! Aspetto risposta! A presto, baci
Emma Johns
La lettera arrivò tre giorni dopo, quando la diagnosi era già venuta allo scoperto. All’inizio Oscar era rimasta come sconcertata. Non poteva crederci: era incinta!
La madre iniziò a rassicurarla, André quasi svenne, Nanny correva per tutta la villa urlando “Urrà!”, il generale pensava solo che sarebbe diventato nonno per l’ennesima volta.
Oscar decise, in un momento di pace(sia dentro che fuori), di rispondere ad Emma.
Parigi, Francia 31 Agosto
Carissima Emma,
qui da me tutto bene. Ieri c’è stato il primo temporale di fine agosto. Addio caldo e belle giornate!
Proprio stamattina ho scoperto di essere incinta. Non so a cosa pensare! Ora che lo sono realmente, non sono poi così tanto sicura di voler diventare madre. Certo, questo mi darebbe gioia; ma significa anche lasciare la Guardia per fare la mamma a tempo pieno. Cosa mi consigli?! Ora è troppo tardi per rinunciare al bambino, ma voglio ricevere da te una parola di conforto e, magari, qualche consiglio! Ci conto, un bacio
Oscar F. de Jarjayes
Oscar imbustò la lettera e la poggio sul tavolo accanto al letto. Si distese e chiuse gli occhi. Mille domande la assalirono: sarebbe stata una buona madre? André l’avrebbe aiutata?! Era stanca e spossata. Si addormentò, sperando che nel sonno un consiglio l’avrebbe rassicurata. |
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Capitolo 5
*** Litigio ***
Litigio
La risposta arrivò non molto tempo dopo.
Londra, Inghilterra 7 settembre Amica mia,
sta tranquilla. È capitato a tutte di avere paura, la prima volta! Ma lascia passare un po’ di tempo, e vedrai che l’insicurezza
sparirà e sarai eccitata all’idea di essere mamma! Nemmeno gli uomini all’inizio sembrano felici…
Anzi, sembrano non accorgersi persino della gravidanza! Poi realizzano quello che sta succedendo quando da sotto al vestito,
inizia a vedersi un pancione non indifferente. A quel punto, cominciano a preoccuparsi delle condizioni di salute del piccolo e della moglie!
Per aiutarti in questo difficile stadio della vita di una donna, ho deciso di prestarti questo libro! Descrive le situazioni che si possono verificare in gravidanza!
Fanne buon uso!
La tua cara Emma
La ragazza osservò il libro perplessa. Lo girò e lo rigirò nella mano, poi aprì a caso una pagina; lesse il titolo: “Dieta per questa occasione”. Iniziò a leggere; era sempre più interessata, un capitolo dopo l’altro. Stanca ormai di leggere, prese carta e inchiostro e rispose a Emma.
Parigi, Francia 10 settembre
Dolce Emma,
ho trovato il tuo libro molto interessante. Grazie! Volevo ringraziarti anche per i consigli e pe l’appoggio che mi hai dato.
In queste settimane, sto evitando anche di lavorare. Ma credo che riprenderò presto! Non voglio che i miei subordinati vengano a conoscenza della gravidanza! A presto,
Oscar
Infatti, il giorno dopo si alzò dal letto alla solita ora.
:-Ma…Oscar! Dove stai andando?!- Chiese Nanny appena sentì la porta aprirsi e vide la donna uscire di casa
:-Ma come?! Sto andando a lavoro!- Rispose con la tranquillità più assoluta
:-M-ma…- Si bloccò- Mi dispiace, signorina, ma lei non si muoverà di qui!-
:-Nanny Nanny, stai tranquilla! Non devo mica andare in guerra!- Detto ciò si liberò della presa della balia e, preso il cavallo, uscì dal cancello e si allontanò dalla villa.
…
Aveva appena dato l’ordine di sciogliere le righe quando si vide costretta a correre in bagno per bisogni fisiologici!! Corse subito, evitando di dare nell’occhio dei subordinati.
Alain, che aveva l’occhio di un gatto, se ne accorse. Le sembrava tutto molto strano: il suo “capo” non era mai andato in bagno, nemmeno una volta! Voleva evitare di essere scoperta, per questo aveva sempre aspettato il ritorno a casa.
Inoltre, sapeva benissimo che, anche chiedendo spiegazioni, non le avrebbe mai risposto. Decise di chiedere al suo migliore amico, nonché marito della diretta interessata. Forse aveva capito il motivo, ma voleva evitare di mettere cavoli a cuocere…
Spiegò il suo dubbio ad André e questi, all’inizio era titubante.
:-Non posso dirti nulla!- Affermò
:-Oh, avanti! A me puoi dire tutto!- Lo spronò a parlare
André cedette anche perché iniziava ad averne abbastanza.
:-Va bene! Ecco…- Si fermò. Un attimo di esitazione- Oscar è…è…INCINTA!!!!- Lo disse tutto d’un fiato quasi si dovesse togliere un peso dal cuore
Alain ci mise un po’ a mettere in ordine le idee e a realizzare il concetto.
:-I-io non so che dire…-
:-Non devi dire nulla! Sono stato io lo stupido ad aver sbagliato tutto!- Rispose sedendosi sulla sedia, con la faccia nelle mani
:-Come mai?- Chiese l’amico sedendosi al suo fianco
:-Ecco, ho detto di essere felice! Ma non lo sono per niente…-
:-Ma perché? È il sogno di tutti gli uomini!-
:-Faccio eccezione, forse!-
:-Ci deve essere un motivo!- Continuò Alain
André sbuffò :-Il motivo? Ho paura che il bambino possa allontanare Oscar da me! E poi…non ce la vedo a fare da madre! Ecco tutto!-
Oscar, che aveva sentito tutto, si sentì pugnalata al cuore. Come poteva essere? Veramente lui non la vedeva come madre?! Certo, forse con l’istruzione tipicamente maschile non era preparata; ma avrebbe imparato tutto, per filo e per segno, per esserlo! Spalancò la porta, facendo irruzione nella stanza.
Si avvicinò ad André e, sempre con la testa bassa, centrò in pieno la faccia del giovane con la mano.
Poi alzò il volto. Scese una lacrima, poi un’altra, e un’altra…
:-Ma che ti prende?!-
:-Non rivolgermi più la parola!!! Io e te non abbiam più niente da condividere!- Detto ciò uscì, prese Cesar e tornò a casa
:-Forse è meglio andarle dietro…- Disse Alain rivolta all’amico
André annuì. Aveva ragione! Doveva tornare a casa con lei e parlarle.
…
Arrivò nella stalla, chiuse Cesar, entrò in casa, si asciugò le lacrime per non dare nell’occhio.
:-Buongiorno!- Urlò
:-Bentornata cara!- La accolse Nanny, come sempre.
:-Nanny, ho bisogno di un bel bagno!-
:-Certo!- Non finì la frase e corse in bagno per riscaldare l’acqua
Oscar sorrise, e salì le scale per seguirla. Voleva dimenticare tutto. Il modo migliore era quello di farsi un bel bagno caldo. …
Si immerse nell’acqua calda, quasi fino a raggiungere la punta del naso. Chiuse gli occhi… Sentiva le parole di André rimbombarle nella testa! Non riusciva a rilassarsi! Come mai? Uscì dalla vasca e passò, casualmente, davanti allo specchio. Il suo copro stava cambiando: la pancia era leggermente più tonda, il seno più grande… Sospirò. L’unico modo era quello di scrivere una lettera a Emma, per confidarsi con lei. Era l’unica che poteva aiutarla!
Parigi, Francia 20 settembre
Cara Emma,
scusa se non ti scrivo da un po’, ma non ho avuto tempo. Sempre piena di cose da fare! E tu, invece? Non mi hai mai detto se lavori o no! Mi piacerebbe saperlo! Andiamo avanti… quello che è successo non ti piacerà. Stamattina, sono andata al lavoro. È successo tutto così in fretta: io e André abbiamo litigato. È proprio insensibile! Ha detto che per il piccolo non sarò una buona madre! Pensasse a lui prima di criticare. Certo, forse ho esagerato anche io! Non ho pensato alle mie azioni, e forse lo schiaffo non se lo meritava; anche lui avrà i suoi problemi da futuro padre. Ma mi ha fatto venire un diavolo per capello. Non so ce fare! Che mi consigli? Chiedergli scusa o aspettare? Aiuto Emma!
Oscar
Si vestì e si apprestò a scendere in salone. Aprì la porta della camera e si ritrovò davanti alla porta…André.
:-Non abbiamo nulla da dirci!- Disse proseguendo
:-Aspetta…- La afferrò per il polso
:-Lasciami!- Si liberò, non disse più nulla, scese in salone e consegnò la lettera al “postino”
:-Stasera…- Disse André entrando nella camera
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Capitolo 6
*** Ecco il momento tanto atteso! ***
Ecco il momento tanto atteso!
Londra, Inghilterra 24 Settembre
Cara Oscar,
lavoro?! Non so se si può definire un lavoro! Prima di sposarmi lavoravo come domestica da un’anziana signora.
Ora che sono moglie e madre, aiuto William nei suoi affari (per quello che mi è consentito) e faccio da maestra ai miei figli.
Parliamo di cose serie! Sono tanto dispiaciuta per quello che è successo. Non so proprio come gli sia venuto in mente di dire certe cose!
Forse, però, io lo capisco. Non che ci sia passata anche io, ma forse capisco i suoi motivi. In fondo, tu non hai mai ricevuto un’educazione femminile, no?! Quindi nessuno ti ha mai spiegato le cose che, di solito, si spiegano alle femmine!
Ti capisco, è stato un duro colpo! Ma chiedigli spiegazioni sul suo comportamento, fate pace e vedrai che finirà tutto nel migliore dei modi!
Un bacio
Emma
Diceva così la lettera di Emma. Si soffermò sugli ultimi righi, pensando che forse l’amica aveva ragione. Cosa avrebbe dovuto fare?!
C’era una sola soluzione: parlare con chi era diventata la causa dei suoi problemi.
Non erano riusciti a parlare; ma ora era arrivato il momento giusto per farlo.
Erano tutti e due in camera, ognuno per i fatti suoi.
:-Parliamo…- André ruppe il ghiaccio
:-…- Non disse nulla, lo spronò a continuare
:-Perché ti sei comportata così?! Devi spiegarmi tutto!-
:-C’è bisogno di chiederlo? Mi hai fatto soffrire tantissimo! Da te non me lo aspettavo!- Le lacrime iniziarono a rigarle il viso-
Mi hai offesa nel profondo!- Concluse
:-Se l’ho detto devo avere dei motivi, no?!-
:-Spiegali, allora!-
:-Stavo per farlo! Ora continuo! Tu, come ben sai, hai ricevuto una formazione solitamente maschile, a differenza di quello che sei realmente.
Ecco perché non ti vedo come mamma: perché nessuno ti ha spiegato come esserlo o diventarlo!
E poi…ho paura di vederti sempre più lontana da me, intenta a occuparti del bambino. Ma tutto si può aggiustare!
In questi 7 mesi (Nota! Oscar, ora, è al terzo mese!!! NDMe) che mancano, potrai fare molti progressi per quanto riguarda tutto quello che c’è da sapere sui bambini e sul loro accudimento. In fondo, nessuno nasce imparato, no?!-
:-…- Rimase in silenzio; caspita, Emma aveva ragione! Non sapeva cosa dire, era rimasta colpita dalle sue parole.
Le sue gambe si mossero da sole, le braccia anche: non se ne resa neanche conto, si ritrovò abbracciata ad André.
Erano stati pochissimi secondi, tutto era successo così in fretta. Sapeva solo che se l’era ritrovata con le braccia intorno al suo collo;
le lacrime di lei bagnavano la sua spalla.
:-C-che ti prende ora?! Prima sei arrabbiata e ora piangi e mi abbracci?- Cercò di essere spiritoso
Fece “no” con la testa. Si staccò, continuando a piangere.
:-Sono tanto felice! Pensavo che l’idea di diventare padre non ti andasse a genio!-
:-Ma cosa ti passa per la testa?!- Le diede un bacio sulla fronte- Sono felicissimo!! Non avresti potuto rendermi più contento!- Gli sorrise :-Se non c’eri tu, questo non sarebbe mai successo! Ti amo!- Si baciarono, un tenero bacio sulle labbra.
Il giorno dopo, Oscar scese in biblioteca per trovare libri sull’argomento che la riguardavano più da vicino : sulla gravidanza e sulla cura dei neonati.
Iniziò a leggere i libri e a farsi dare spiegazioni sia da Nanny che dalla madre; André si recò da Bernard per chiedere consigli e farsi dare un aiuto.
Arrivarono, in quei giorni o forse mesi, moltissime lettere di Emma; Oscar non rispose a nessuna: da un lato le dispiaceva ma dall’altro sapeva
che la priorità doveva essere della maternità che l’attendeva. Andò avanti per mesi e mesi…
SETTE MESI DOPO…
Era notte fonde, tutto tranquillo, almeno così sembrava.
Perché non riusciva a dormire?! Voleva tanto saperlo! Quelle fitte non volevano smettere!
Poi ad un tratto si una fitta più forte delle altre, riuscì a farle emettere un gemito di dolore che fu sentito subito da André che, nel dormiveglia,
le stava accanto.
Si ricordò quello che aveva letto sul libro: era arrivato il momento!! Il parto era vicino, molto vicino!
André trasalì e, rassicurata la moglie, corse a chiamare Nanny.
Quando arrivò, fece chiamare le domestiche per preparare il necessario e procedere al parto.
:-Bene, bene! È arrivato il momento atteso da nove mesi, tesoro.- Disse Nanny- Il dottore sta per arrivare, ho fatto nascere tutte le tue sorelle,
compresa te, quindi me ne intendo. Quando arrivo a tre…spingi con tutte le tue forze!!-
La donna, dolorante sul letto, accennò.
:-Iniziamo! 1, 2, 3…via!!!!!-
Per tutto il pianerottolo e oltre, si estese un urlo non indifferente che fece trasalire tutti.
Due ore dopo un pianto disperato percosse l’aria. Nella camera Oscar e André erano seduti sul letto e la donna, stanca e spossata,
aveva in mano un piccolo fagottino avvolto in una coperta bianca. Aveva un ricciolo in testa di capelli biondi e occhi verdi.
Era dolcissimo, dormiva in braccio alla madre e aveva una manina che teneva, molto delicatamente, il dito del padre.
Sorrideva molto rilassato.
:-Come lo chiamate?- Chiese Nanny, dopo aver sistemato tutto
:-Alessandro andrà benissimo!- Esclamò convinta la neomamma
:-Bene bene, avete le idee molto chiare! Ora, però è meglio tornare a letto!!- Concluse Nanny, afferrando il bambino per metterlo nella culla;
André aiutò Oscar a distendersi e, salutata la nonna, si addormentarono.
:-Grazie, è bellissimo!- Disse André
:-Hai ragione! Ma il merito è anche tuo! Grazie anche a te!- Un piccolo bacio sulle labbra
Si diedero la buonanotte e tornarono a dormire più felici che mai.
Mancava solo un cosa: avvisare Emma. L’avrebbe fatto il giorno dopo.
*Angolo Autrice*
Allora? Com’è? Aspetto una recensione e mi dispiace di avervi fatto aspettare!! Baci, Minori:* |
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Capitolo 7
*** La prima parola! ***
*Angolo Autrice*
Ecco il settimo capitolo :D A presto, Minori! Aspetto recensioni!
N.B. L’ultima lettera che Emma e Oscar si sono inviate risale al 24 settembre. Dopo che André si riappacifica con Oscar, quest’ultima non invia
a Emma nessuna lettera e, in tutto, passano 7 mesi! Il bambino, facendo il calcolo, nasce ad Aprile dell’anno dopo! Quindi le due amiche
riprendono a scambiarsi lettere ad Aprile dopo la nascita del piccolo Alessandro:)
La prima parola!
Parigi, Francia 17 Aprile
Cara Emma,
scusa se in questi mesi non ti ho mai risposto! Ero troppo presa dalla maternità.
Ho trovato il modo di farmi perdonare; forse, quando vedrai il ritratto che c’è insieme alla lettera, ti chiederai chi è quel bambino.
Bene, proprio quello è il modo per farmi perdonare. Non so se puoi immaginarlo, ma è proprio mio figlio. È nato circa due settimane fa.
Ero tanto felice che, appena ne ho avuto l’ opportunità, ho chiamato il pittore per ritrarlo e inviare il dipinto a te. Si chiama Alessandro!
Non riusciamo ancora a capire a chi assomigli…forse più avanti! Ora è solo un “piccolo marmocchietto che non fa altro che mangiare e dormire”,
come lo ha definito André. Ora devo lasciarti, il piccolo ha fame! Un bacio a tutti
Oscar
P.S. Come va con il tuo quarto figlio? (Nato circa tre mesi prima di Alessandro N.D. Autrice)
Questa era la lettera che Oscar aveva inviato ad Emma dopo la nascita di Alessandro.
Voleva farlo il giorno subito dopo il lieto evento, ma quella mattina si era svegliata con un po’ di mal di testa, mal di gambe e un dolore allucinante al basso ventre. Non riusciva ad alzarsi dal letto, figuriamoci a prendere carta e inchiostro per scrivere una lettera.
Solo due settimane dopo era riuscita ad alzarsi dal letto per rispondere alla cara amica e per sgranchirsi le gambe fuori in giardino sotto il sole di aprile.
Prese il piccoletto è lo pose con delicatezza nella piccola carrozzina, aprì il portone ed uscì in giardino.
Da quanto tempo non annusava il profumo dell’erba appena tagliata, non sentiva il tepore del sole sul suo volto…
Ora poteva riavere tutto questo, insieme al suo bambino! Decise che era il momento di far conoscere Alessandro ad una altro “membro” della famiglia. Girò in torno alla casa, fino a trovarsi sul retro.
Entrò nella stalla e, preso Alessandro, entrò nel recinto dove Cesar passava le ore più calde della giornata. Si avvicinò di soppiatto alla schiena del cavallo per poi accarezzargli la coda folta.
L’animale si girò, felice di rivedere la padrona. Gli toccò la guancia, come per darle un bacio; poi si accorse del pargoletto: si avvicinò col muso, poco convinto.
:-E no, eh! Lui non puoi mangiarlo!- Affermò ridendo, allontanandolo con la mano
Il cavallo emise un verso simile ad uno sbuffo, si girò e corse via dall’altra parte dell’ampio recinto.
Ad Oscar scappò un sorriso. Non solo Cesar non aveva visto la sua padrone per più di due settimane, ora si vedeva anche negata l’opportunità di stare con lei. A volte aveva pensato di comprarle una compagna!
Poi, però, a distanza di anni Oscar aveva capito che il suo caro amico preferiva LEI come compagna, mai nessun altra. Forse se sarebbe stato una persona, se lo sarebbe sposato!
Si tolse dalla testa quei pensieri quando il suo bambino si mosse fra le sue braccia. Ecco che rincominciava a piangere perché, al 99 per cento, voleva mangiare. Prese la carrozzina e si diresse verso casa…
Una settimana dopo arrivò la risposta di Emma.
Londra, Inghilterra 21 Aprile
Cara Neomamma Oscar,
ti perdono, anche perché il ritratto mi piace tantissimo. Secondo me, assomiglia in egual modo a tutti e due! Non poteva che nascere un angioletto così da voi due.
Il mio quarto figlio, come ti ho scritto in una delle lettere, è nato tre mesi fa. Si chiama Carlo, ed è già una piccola peste! Come gli altri tre!
A presto e buon lavoro con il piccolino
Emma
Passarono i mesi, Alessandro cresceva benissimo e in salute e diventava sempre più grande.
Era una mattina bellissima, apparentemente normale, ma nessuno avrebbe immaginato che sarebbe successo proprio quel giorno…
Oscar era seduta sulla sua scrivania con accanto Alessandro di ormai cinque mesi. Continuava a parlargli per non farlo sentire solo.
Mentre lei scriveva o sbrigava altri compiti, il piccolo la guardava…
Poi ad un tratto sentì uno sbuffo, poi una sillaba pronunciata con difficoltà ma ben scandita
:-Ma…- Si voltò
:-…ma- La stessa sillaba di prima portò alla formazione di una sola e distinguibile parola “Mama”, pronunciata per la prima volta dal suo bambino.
Lasciò fogli e foglietti per prenderlo in braccio, schioccargli un bacio sulla guancia e correre al piano di sotto per avvisare la sua famiglia,
ma soprattutto il papà.
:-Ma che bella notizia!- Urlò Nanny senza dare il tempo di raccontare l’accaduto
:-Ma bravo Ale!- Disse André, senza dare a vedere la sua invidia- Ora, però, devi dire papà!-
:-E no, eh! Non provare a corromperlo! Ho vinto io la scommessa, devi darmi quello che mi avevi promesso!- Disse Oscar, con una punta di superiorità nelle sue parole.
:-Uff, io non ho tutti quei soldi!- Sbuffò
:-Quando li avrai potrai darmeli! Posso aspettare!-
:-Fatemi capire bene: voi, testoni, avete scommesso sulla prima parola di vostro figlio?!- Urlò Nanny incredula
:-Avevamo voglia di tornare ai bei tempi!- Disse André con ironia
:-Bei tempi un corno!- Nanny afferrò una scopa apparsa dal nulla- Ora te li faccio vedere io i bei tempi!- Disse iniziando a rincorrere il nipote
:-Beh, almeno siamo sicuri che una cosa non cambierà mai!- Rise Oscar guardando il marito scomparire in lontananza inseguito dalla
vecchia, ma pur sempre arzilla, Nanny.
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Capitolo 8
*** Partenza per Londra! ***
Partenza per Londra
Quando Nanny ebbe finito di rincorrere e di massacrare il povero André, quest’ultimo si ritrovava con qualche bernoccolo e un ginocchio livido per colpa della caduta dalle scale del portone. Di certo non si poteva dire che, per quel giorno, non avesse fatto esercizio!
André entrò barcollando in camera sua, ancora seguito da Nanny. Prima di chiudersi la porta alle spalle, però, ricevette un’altra palettata.
:-Ahi!!- Urlò, poggiandosi una mano sulla testa dolorante- Posso capire perché mi insegui per tutta la casa e ad Oscar non la tocchi nemmeno?-
:-Perché lei è la mamma!- Rispose di rimando la nonna
:-Ma cosa centra? E io sono i padre!- Disse con le mani ai fianchi
:-Zitto!!- Gli urlò in faccia la vecchietta, pronta a colpirlo per l’ennesima volta
André, visto il pericolo, si arrese e chiuse la porta per evitare un altro colpo.
Tirò un sospiro di sollievo e si accasciò al suolo.
:-Stanco?- Disse Oscar, con calma
:-Tu che dici?! Ho fatto il giro dell’intera casa per tre volte, sali e scendi le scale per un’ora, ho ricevuto palettate infinite e ho un livido al ginocchio…è normale che io sia sfinito!- Disse, sottolineando l’ultima parola
:-Come siamo suscettibili- Disse lei, con un sorriso
:-Sono stressato, ho bisogno di farmi una vacanza.- Disse buttandosi a peso morto sul letto
:-Umm…-
:-Cosa?- Disse girandosi verso la moglie, che aveva emesso quel suono
:-Nulla nulla- Disse lei, stiracchiandosi
:-Dai, dimmi!-
:-No, è che…-
:-Che?- Disse André, con la testa piegata verso un lato in modo interrogativo
:-Che ne dici di andare a farci una vacanza a Londra? Da Emma, stiamo un po’ e poi torniamo a casa- Disse guardandolo, speranzosa
:-L’idea non è male, ma…Alessandro?-
:-Lo portiamo! Ha già cinque mesi!- Constatò- Anche se ci organizziamo per il viaggio fra due mesi, lui ne avrà sette.- Bevve un sorso di tè
:-Si può fare, ma bisogna organizzarci.-
:-Abbiamo tutto il tempo! Io non ho detto che dobbiamo partire seduta stante!!-
:-Bene, la settimana prossima inizierò ad organizzarmi! Ora voglio riposare!-
“Ohi ohi, ho male dappertutto!” Pensò
Oscar alzò lo sguardo al cielo e sorrise al pensiero di rivedere Emma e la sua famiglia.
La settimana seguente André uscì di casa la mattina presto per comprare i biglietti e verificare i giorni e gli orari di partenza.
Erano nel mese di settembre(Alessandro aveva cinque mesi), decise che sarebbero partiti verso la metà di novembre e che sarebbero tornati
dieci giorni prima di Natale, quando ci sarebbe stata la consueta rimpatriata delle figlie del Generale (Yeaaah -.- N.D. Autrice).
Tornò a casa e consegnò i biglietti ad Oscar e gli riferì il giorno della partenza. Ora mancava solo una cosa, la più difficile: dirlo a Nanny che,
protettiva com’era, li avrebbe pregati per andare con loro.
:-Nanny, hai un minuto? Io e André dobbiamo dirti una cosa!- Disse Oscar, entrando in cucina
:-Certo, ditemi.- Disse la vecchina, asciugandosi le mani sul grembiule
:-Ecco vedi, io e André abbiamo deciso che verso la metà di novembre partiremo per Londra, per andare a far visita ad…-
Non fece in tempo a finire la frase che Nanny, preoccupata, saltò in piedi dalla sedia d urlò
:-Non se ne parla proprio! Cosa dirà Vostro Padre, eh?!-
:-Glielo abbiamo detto ed è d’accordo!-
:-No, è impossibilissimo!!!- Disse sbattendo sulla sedia il grembiule- Ora vado a chiederglielo di persona!-
Uscì dalla cucina e si imbatté nella maestosa (?! N.D. Autrice) figura del generale.
:-S-signore!- Disse aggiustandosi gli occhiali- Stavo venendo a dirle una cosa!-
:-Si Nanny, so già che cosa. Ma non c’è bisogno di insistere: ormai mia figlia è grande, e se vuole andare a Londra, io non posso fermarla.-
:-Ma…- Cercò di ribattere Nanny
:-Niente ‘ma’! Così hanno deciso? Bene, così sarà!-
Nanny ci pensò un po’ su, poi esclamò
:-Allora, è l’ora di iniziare a preparare le valigie!- E corse in camera seguita da Oscar e André
:-Ma nonna, partiremo fra due mesi!- Esclamarono in coro, e la seguirono in camera
Il generale sorrise.
Due mesi dopo, era ormai arrivato il giorno della partenza. Le valigie erano pronte nella carrozza che li avrebbe portati al molo,
dove avrebbero preso la nave per attraversare il canale della Manica.
:-Bene, ci vediamo! E fate attenzione.- Disse il generale
:-E m-mi raccomando, n-non vi cacciate nei guai!- Disse Nanny fra i singhiozzi
:-Avanti nonna, non stiamo partendo per la guerra!-
:-Zitto tu!- Lanciò uno sguardo truce al nipote
André si fece piccolo piccolo dietro ad Oscar.
:-Dai, andiamo!- Disse prendendo il marito per mano, trascinandolo nella carrozza. Salutarono con un cenno della mano e partirono.
Arrivarono al molo e si imbarcarono. Entrarono nella loro cabina e André si distese sul letto, guardando il soffitto.
Oscar invece, guardò fuori dall’oblò il molo che si allontanava mentre si immaginava nelle strade di Londra, con Emma.
Sorrise, bastava solo aspettare e poi si sarebbero riviste!
*Angolo Autrice*
Allora? Com'è? Non mi trucidate! Aspetto recensioni! Minori;)
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Capitolo 9
*** Amici anche a distanza! ***
Ciao a tutti. Innanzitutto vorrei scusarmi per il GIGANTESCO ritardo con cui pubblico l’ultimo capitolo!
Ho avuto un blocco e non sono riuscita più a buttare giù qualcosa di decente! Spero che ci sia ancora qualcuno che segue la mia storia!
Io il capitolo lo pubblico così posso dire di aver terminato la mia prima long-fiction :’) Buona lettura, Minori!
Amici anche a distanza!
Nei due mesi che avevano preceduto la partenza, Oscar si era convinta che avvisare Emma del loro arrivo sarebbe stata la cosa migliore da fare.
Non poteva certo presentarsi a casa sua senza avviso! Le aveva mandato una lettera dove avvisava lei e William della loro partenza e lei le aveva
risposo che aspettava con ansia l’arrivo per rivederla e abbracciarla; Emma si era fatta dire l’orario e il giorno della partenza così da poter andare
a riceverla al porto.
Quando la sirena suonò i passeggeri capirono che la nave stava per attraccare al porto.
:-Ah finalmente! Non ne potevo più di stare fermo in questa cabina!-
:-Ahah! Ma se hai dormito tutto il tempo?- Disse di rimando Oscar
:-Mancanza d’altro!- Disse André saccente
:-Muoviti su! Prendiamo le cose e scendiamo!- Lo spinse fuori dalla camera
La gente si accalcava sul ponte principale e non vedeva l’ora di scendere; quando, finalmente, Oscar, André e Alessandro raggiunsero la terra ferma si guardarono intorno per cercare Emma e William.
:-Ma dove sono?- Disse André spazientito
:-Stai calmo! Vedrai che tra un po’…- Oscar non riuscì a finire la frase che qualcuno posò le mani sui suoi occhi
:-Chi sono?- Fece la voce dietro di lei
:-Mmm vediamo se indovino…Emma?- Rispose lei ridendo
:-Brava, hai indovinato!-
Oscar si girò e vide Emma che, senza darle il tempo di dire niente, la abbracciò di slancio.
:-Che bello rivederti!!!-
:-Già, ho aspettato questo momento!-
:-Oh mamma mia!- Urlò Emma- Chi è questo tesorino? Sei Ale, vero? Ma quanto sei bello!-
Prese Alessandro in braccio che subito le sorrise per poi cercare con gli occhi Oscar, che lo prese in braccio prima di sentirlo piangere. :-E William dov’è?- Chiese André
:-Ci sta aspettando all’uscita del porto! Andiamo!-
Tutti e tre seguirono Emma fino alla carrozza dove li stava aspettando William con in braccio Carlo, che aveva ormai dieci mesi.
Si salutarono con baci e abbracci e si diressero tutti a casa di Emma per rincontrare Julia, Antony e Coleen (Primi tre figli di Emma N.D. Autrice).
Abituarsi al clima londinese non era facile, ma dopo una settimana dal loro arrivo Oscar, André e il piccolino si sentivano a loro agio.
Avevano fatto dei bellissimi giri per quasi tutta Londra e l’avevano trovata meravigliosa, anche se fredda.
Sarebbero partiti quindici giorni dopo, quindi c’era tutto il tempo per stare insieme.
Carlo e Alessandro erano molto amici e giocavano molto spesso insieme e in tranquillità.
Un giorno, poco prima della partenza di Oscar, Emma propose a tutti di andare nella loro casa fuori Londra per passare una giornata nella natura, visto che intorno alla casa c’era un bosco fantastico. Era troppo freddo per fare un pic-nic e avrebbero mangiato sulla vasta terrazza coperta sul retro della casa.
La casa non era molto grande, ma era accogliente e calda, perfetta per passare una giornata tra amici.
Passarono una giornata bellissima: tra risate, divertimenti, spettacolini organizzati dai bambini, litigi tra i più piccoli e riappacificazioni istantanee.
Una ‘festa’ meravigliosa per dirsi arrivederci.
Già, perché dirsi addio è difficile e poi, sicuramente si sarebbero rivisti.
Il giorno stabilito per la partenza per tornare a Parigi era arrivato: Emma, William e i bambini avevano accompagnato Oscar, André e Alessandro al porto per salutarsi.
:-Ci vedremo di nuovo, va bene?- Fece Emma, tirando indietro le lacrime
:-Ma certo! Quando volete venire a Parigi, sapete dove abitiamo!- Disse Oscar abbracciando l’amica
:-Bene William, è arrivato il momento di salutarci!- Sorrise André
:-Mi raccomando, eh! Fatti vivo con le lettere a volte!- Disse William
Dopo aver salutato i bambini, salirono sulla nave e mentre questa partiva salutarono Emma e William pronti a rivedersi presto.
Perché si può essere amici quando si hanno storie così simili, anche a distanza!
*Angolo Minori*
Non mi uccidete! Lo so che è brutto! Almeno, a me non piace >.< Perdonate ancora l'immenso ritardo:(
Comunque la storia è finita! Vi è piaciuta? Aspetto recensioni! Minori:D |
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