Situazioni Paradossali

di GiuUnderground
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Adam e il calo di voce ***
Capitolo 2: *** 2. Adam e il cambio di rotta (prima parte) ***
Capitolo 3: *** 2. Adam e il cambio di rotta (seconda parte) ***



Capitolo 1
*** 1. Adam e il calo di voce ***


SITUAZIONI PARADOSSALI

1.                   Adam e il calo di voce

 

Erano le 6 e mezza di mattina quando degli spiragli di luce attraversarono i forellini della serranda e si posarono con insistenza sul volto di Adam, dove il trucco pesante sugli occhi era colato fino sopra le gote.
Corrucciato il moro da quella sveglia sgradita, si pose per ripicca il cuscino sopra la testa, ma il caldo torrido non gli permise di perpetuare quell’azione per più di un minuto. Troppo pigro e stanco per alzarsi e andare a chiudere 
completamente la serranda, si girò sull’altro fianco dove una visione piacevole scacciò quel malcontento iniziale.
Sauli era lì accanto lui, con i capelli biondi tutti scompigliati.
Adam che aveva ancora le palpebre pesanti, si soffermò per qualche secondo ad osservare il suo ragazzo. La pelle abbronzata e liscia come l’olio, i capelli setosi, gli addominali scolpiti. Gli pareva di non aver mai visto un ragazzo più bello di lui. Si riteneva davvero fortunato.
Poi socchiuse gli occhi e ascoltò con devozione il respiro dell’amato.
Sentire quel suono lieve e apparentemente così naturale e scontato, lo rese ancora più vivo. Si rallegrò del fatto di essere perdutamente innamorato di qualcuno e soprattutto di venire ricambiato. Per tanti anni aveva cercato l’anima gemella, quella persona che potesse capirlo con uno sguardo, che potesse proteggerlo e farlo sentire speciale.
Non aveva provato queste sensazioni con nessuno.
Se non con Sauli.
E adesso erano lì, a condividere emozioni, esperienze, abiti,casa e perfino il letto.
-Non mi sono mai sentito tanto vivo come quando sto con te.
Una volta gli aveva detto Adam. Sauli per risposta aveva sorriso, rosso di imbarazzo e si era gettato sul compagno, baciandolo appassionatamente e poi avevano fatto l’amore.
Il moro sorrise a quel ricordo, mentre le farfalle presero a svolazzare nello stomaco. Lui è l’uomo della mia vita, pensò.
Adam avvicinò la mano  destra a Sauli e con l’indice accarezzò il perimetro del suo volto, un ovale perfetto. Poi scese fino al collo e al torace fermandosi sopra il pube.
Ormai era inebriato alla vista dell’amato e al ricordo delle notti passate, così dopo aver stampato un bacio sulla fronte a Sauli si alzò dal letto e si diresse in cucina.
Aprì il frigorifero e scrutò il suo contenuto.
Era praticamente vuoto, se non per due uova, della pizza avanzata dal giorno prima e una bottiglia quasi finita di Coca-Cola.
Sporgendo le labbra in segno di disappunto, si avventò sul congelatore, dove all’interno trovò una vaschetta di gelato al gusto di affogato al cioccolato.
Si disse che andava bene e lo tirò fuori.
Prese un bicchiere dallo scaffale sopra l’acquaio, se lo rigirò tra le mano qualche secondo, quindi l’appoggiò sul tavolo di mogano dietro di lui.

Dovrei aspettare Sauli, si impose. Ma poi la fame ebbe la meglio su di lui e si riempì il bicchiere di quella bontà.
Adam mangiò con gusto, mentre faceva zapping con il telecomando per trovare qualche programma decente in tv.
Abbassò il volume per non svegliare il biondo e rassegnatosi del fatto che non davano alcun programma degno di attenzione, sintonizzò la televisione sui canali di musica.
Passarono Madonna, Scissor Sister, Katy Perry e One Direction. Intanto il moro continuava a trangugiare gelato tanto che smise di metterselo nel bicchiere e attinse direttamente dalla vaschetta.
-Pensi di lasciarmene un po’?
Una voce rauca ma per il personalissimo parere di Adam ugualmente eccitante, prese alla sprovvista il cantante totalmente immerso nell’affogato e nella musica.
-Sauli, ti sei svegliato!
Disse l’americano con voce impastata avendo il gelato ancora non deglutito in bocca.
Il finlandese si prese dei secondi per decifrare ciò che il compagno gli aveva appena detto e notò uno strano stridio in quel suono.
-Eh già. Colpa della luce. E di te. Ho sentito quando mi accarezzavi il volto. Ero in dormiveglia e non aveva la forza per svegliarmi. Poi mi piaceva che tu mi coccolassi così.
Adam abbozzò un sorriso completamente sporco di cioccolato. Sauli aprì l’anta per prendere un bicchiere per poi raggiungere il compagno al tavolo.
-Speravo tornassi da me. Come ieri sera. Invece ti ho ritrovato qui a strafogarti di gelato!
-Avevo fame.
E qui accadde tutto molto velocemente.
Dopo questa sentenza lapidaria di Adam, a Sauli che era ancora in piedi, scivolò il bicchiere dalle mani frantumandosi ai suoi piedi in mille pezzi, mentre il cantante sputò nella vaschetta il boccone che si era appena portato alla bocca.
Il finlandese si girò di scatto a fissare l’amato, mentre una miriade di pensieri si affollarono nella mente di Adam.
Il secondo arrivato ad American Idol, aveva appena emesso un suono stridulo ed efebo. Non era quello il suo timbro di voce che ormai trentenne aveva acquisito una sua consistenza.
Si schiarì la voce.
-Avevo fame.
Ripeté. Ma non era cambiato alcunché. Aveva sempre emesso quel suono da ragazzo imberbe, immaturo che ancora deve terminare il suo sviluppo.
Sauli scoppiò in una risata fragorosa e non terminò nemmeno quando il compagno lo guardò con aria accigliata.
Il cantante si alzò dalla sedia e si attaccò alla bocca di una bottiglia posta vicino al lavandino, bevendo a grandi sorsate.
Quando si sentì soddisfatto, appoggiò la bottiglia di vetro, si passo un mano sullo bocca per asciugarsi dall’acqua e rilassando le spalle, pronunciò le fatidiche parole.
-Avev..
Non terminò neanche la frase.
La sua voce era distorta, ringiovanita di almeno 17 anni.
Adam si accasciò sulla sedia in preda alla disperazione, mentre alla tv ancora accesa passavano Outta of Love di Anastacia.
Sauli non riuscì a reprimere un’altra risata che scoppiò in modo così violento che dovette reggersi al lavandino per non cadere.
-Io non ci trovo nulla di divertente, sai?
Ma lo sbotto di Adam non fece altro che aumentare l’ilarità del compagno.

Cosa mi succede? Dov’è la mia voce? Sarà un calo? Magari l’ho sforzata troppo e ho cantato di gola… Ma scacciò quest’ultimo pensiero. Erano più di dieci anni che cantava e ormai stava molto attento a come proiettare il suono ed era diventato molto abile a fare risuonare la voce in testa piuttosto che di gola sena troppi pensieri. Gli veniva automatico e comunque se avesse cantato in modo errato avrebbe avuto bruciori alla laringe.
Ma Adam non sentiva affatto male. Era tutto normalissimo.
Se non per il fatto che aveva un voce non sua.
Quando Sauli si ebbe ripreso, asciugandosi addirittura le lacrime con la mano destra, si rivolse al moro con queste parole:
-Non può essere un calo di voce? Che so, magari l’hai sforzata un po’ troppo. Oppure si è stancata e ha deciso di prendere un giorno di riposo.
Sogghignò.
Ma questo tipo di umorismo al momento non andava giù affatto all’americano che era davvero preoccupato.
-No, non è possibile.
Sentenziò con quella voce stridula e acerba.
Il finlandese vedendo l’amato teso e incupito, cercò di raddolcirlo sedendosi accanto a lui e prendendogli la mano sinistra tra le sue.
-Andrà tutto bene.
Gli sussurrò. E poi sorrise e Adam non poté fare a meno di ricambiare. Non resisteva ai suoi sorrisi, non ce la poteva fare.
Sauli gli avvicinò la vaschetta di gelato e insieme si tuffarono a capofitto nell’affogato.
 

**

 

Adam era seduto sul divano, con un foulard attorcigliato al collo e una tisana tra le mani. Sauli aveva spulciato in lungo e largo la rete per cercare di reperire informazioni riguardo a cambiamenti repentini di voce.
E tutti i siti parlavano di cali di voce. Il problema era che Adam aveva avuto un innalzo di tonalità, ovvero la situazione opposta.
Sebbene non avesse trovato risposte al suo problema, fece mettere comodo il cantante e si precipitò ai fornelli. Mentre metteva su l’acqua per preparargli qualcosa di caldo, frugò tra i post-it attaccati al frigo sui quali erano segnati i numeri di telefono più importanti.
Polizia, ambulanza, casa Lambert, il manager di Adam. Ma non trovò nessun foniatra. Allora prese il telefono del compagno e cercò il numero della sua vocal coach. Bingo. Chiamò, ma sfortunatamente partì la segreteria telefonica.
Sauli imprecò silenziosamente e controllò che l’acqua bollisse.
Buttò giù una bustina di infuso di ciliegia e fissò l’acqua trasparente colorarsi di rosso. Non c’è motivo di preoccuparsi. Fra qualche ora passerà tutto. Cercò di persuadersi il biondo.
Versato nel bicchiere lo portò ad Adam, il terzo di quella giornata che a malavoglia lo inghiottì.
-Come va?
-Spero…
Neanche questa volta finì la frase.
Sauli si morse un labbro per non ridere, mentre Adam malediva dentro di sé quella sgradevole situazione.
Entrambi erano curiosi di sapere se Adam sarebbe riuscito a cantare come prima. Si chiedevano se questa imberbe voce avesse intaccato pure il canto, e ormai la risposta era ovvia. Tuttavia vi era ancora quel margine che poteva far sperare per il meglio.
Sarebbe riuscito a raggiungere quelle note così alte come prima? Dato questo innalzo di voce, magari si poteva spingere ancora più in alto. Questa prospettiva che si era delineata nella mente del moro, esaltò Adam che si disse pronto a testare la sua nuova voce.
E in quanto a potenza? Elasticità? E nelle note basse?
Ora aveva dei dubbi. In pochi secondi lo scalpiccìo che sentiva dentro, incitandolo a cantare si era affievolito, lasciandogli dentro una macchia di paura e disillusione che pian piano andava ad espandersi.
-Oh dai, stiamo pensando entrambi la stessa cosa.
Tagliò corto l’americano.
-Adesso canterò. Teniamo le dita incrociate.
Adam si schiarì la voce. Bevve un altro sorso di infuso alla ciliegia e rilassò i muscoli.
-
Empty spaces, what are we living for?
Non era stonato. Arrivava con più difficoltà del solito a prendere quelle note basse, ma dato che la sua voce si era innalzata, non gli dava molto peso.
Continuò:
-Abandoned spaces, I guess we know the score.
Anche questo gli venne in modo discreto. Certo non vi era un paragone con la sua voce di un tempo, ma date le circostanze, si accontentava.
Decise così di tagliare la testa al toro e di saltare al bridge. Se fosse riuscito a cantare in modo impeccabile quella parte senza arrivare in modo strozzato, il suo malcontento avrebbe potuto subire una dura sconfitta.
-I can fly, my friends.
Sauli che era rimasto per tutto il tempo accanto ad Adam, pensò che delle unghie affilate che rigavano una lavagna fossero più gradevoli di tutto ciò.
Anche il moro rimase scosso. Non ci arrivava proprio a quelle note.
Ma come era possibile? Un innalzamento di voce non avrebbe dovuto aiutarlo a raggiungere note più alte con maggiore facilità? E allora perché adesso faceva una gran fatica e neppure copriva quella tonalità completamente come una tempo riusciva a fare?
Adam era sconcertato. Guardò il compagno in modo preoccupato, mentre Sauli stava per farsi riprendere da un altro attacco di risate.
-I can fly-y..
Niente.
La voce potente e il vibrato che un tempo gli appartenevano erano svaniti nel nulla.
Il moro soffocò un gemito e si portò le mano sul viso per tamponare le lacrime.
-Dai Adam, si sistemerà tutto.
Detto ciò lo abbracciò e con cautela gli sfilò la maglia e i pantaloni e poi Sauli guidò Adam in questa danza passionale.  

**

 

Adam era sdraiato sul letto con un quaderno tra le mani. La tv accesa era sempre sintonizzata su Mtv e intanto il cantante buttava giù delle frasi da poter inserire come tesi di future canzoni.
Sebbene fosse un periodaccio per il moro, tuttavia non uscì niente di originale e poetico. Sorseggiò della camomilla che Sauli amorevolmente gli aveva preparato. Era una settimana che Adam non faceva altro che bere tè, infusi  e camomille. Il suo problema alla voce non sembrava avesse intenzione di dileguarsi e l’americano cadeva sempre di più in depressione. Aveva già rimandato due appuntamenti quella settimana e presto ne avrebbe cancellati altri.
Il tempo passava e Adam cominciò a credere che il danno fosse irreversibile.
La sua vocal coach era irreperibile e di foniatri non se ne parlava proprio.
All’inizio pensava che tutto ciò si sarebbe esaurito in poco tempo, ma quando le settimane presero a trascorrere e passò già un mese, il moro perse le speranze. La notte piangeva, il giorno era sempre incupito. Non sorrideva più. Nemmeno quando Sauli lo faceva davanti a lui.

E’ la fine della mia vita, pensò. Anni e anni di studio e dedizione buttati nello scarico. Bevve dell’altra camomilla, mentre le lacrime gli rigavano il viso.
 

**

 

-Un cambiamento notevole, non trovi?
-Sì,sì certo ed è davvero sconvolgente.
-Ti prego, dimmi ancora com’è successo.
-Mah… Niente di che. Una mattina mi sveglio e scopro di avere una voce mozzafiato. Raggiungo note impossibile per un uomo e con una facilità e agilità strabiliante.
-Davvero una storia sensazionale. Solo per i nostri spettatori, puoi farci sentire la tua nuova voce?
-Certo, perché no?
-Allora, signore e signori, in anteprima solo a PQL Justin Bieber sfoggerà la sua nuova voce!
Delle grida si levarono all’unisono. Tutte di donne.
Il ragazzino prese a cantare e ad Adam si rizzarono i peli anche nei posti più improbabili.
-QUELLA E’ LA MIA VOCE!
Gridò a squarciagola. Gli occhi fuori dalle orbita, la pelle d’oca, il sudore freddo che gli colava dalla fronte. Possibile che avesse sentito male? Che avesse avuto delle allucinazioni acustiche?
Il moro chiamò a squarciagola il compagno che preoccupato si precipitò in camera da letto.
-Senti! Lui ha la mia voce!
Sauli sbuffò, ma assecondò l’amato.
-Wow! Davvero una gran bella voce!
Disse il presentatore.
-Sai, chi mi ricorda? Adam Lambert.
Entrambi non poterono fare a meno di strabuzzare gli occhi e di guardarsi dritto nelle pupille. Allora Adam non aveva avuto allucinazioni se anche il tizio alla tv aveva fatto lui il suo nome!  
-Dici?
Sauli si mise a sedere.
-Be’, davvero per me sarebbe un onore avere la sua voce.
Entrambi erano sconcertati. Justin Bieber aveva la voce di Adam, quella che lui aveva perso un mese prima.
Anche dal tono del parlato si capiva che quello era il timbro del cantante di Whataya Want From Me. Prima Adam non se ne era accorto perché era stato distratto.
Ogni dubbio fu dissolto quando Justin intonò un altro pezzo. Non c’erano storie.
-Adam, quella è la tua voce…..
Si precipitarono entrambi al pc per rivedere questa intervista.
Rimasero di stucco quando il ragazzino biondo disse al presentatore di PQL che si era svegliato una mattina con una voce del genere.
Si guardarono per l’ennesima volta negli occhi e ad entrambi lo stesso pensiero passò per la mente, ma fu Sauli ad annunciarlo.
-Se lui ha la tua voce… vuol dire che tu hai la sua.
Disse soppesando bene le parole.
-In teoria sì.
Erano sconvolti, non sapevano come questo fosse potuto accadere. La voce non si trasmette ad un altro per osmosi. Serve solo duro allenamento e comunque alla fin fine con certe doti ci nasci e basta. E Adam c’era nato. Poi per qualche scherzo del destino ne era stato privato.
Ripresero a guardare l’intervista che aveva appena stoppato, il conduttore di PQL disse:
-Davvero un colpo di fortuna, eh Justin? Ma potrebbe svanire come fumo nel vento.
-Certo, ma spero di no. Anzi, sono abbastanza sicuro che questo bacio della dea bendata non se ne andrà così in fretta.

Angolo Autrice: Grazie per essere arrivata/o a leggere fino a qui! Apprezzo davvero tanto il gesto :3 Ora, perché non mi lasci una recensione -anche piccola piccola piccola- per dirmi che ne pensi? Non per forza deve esserti piaciuta. Che ti abbia inorrodito, rabbrividito, disgustato, inebriato, eccitatoo fatto defecare (?) per me è sempre una conquista. Basta che non ti abbia lasciato indifferente, che è una situazione che detesto.

Un'altra cosa: non ho nulla contro Bieber (forse LOL). L'ho preso come spunto perché è un ragazzetto imberbe -tipo ai tempi di Baby- ed è famoso, tutto qua.  Adesso recensite dicendomi che sono una cacca a fare certi paragoni. Okay, mi va bene lo stesso lol. 

Boom Baby, ci si vede al prossimo capitolo.

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Capitolo 2
*** 2. Adam e il cambio di rotta (prima parte) ***


N.B. Le storie non sono collegate tra loro. Questo è un altro racconto, non ha a che fare con la vicenda narrata precedentemente. Si vede che non mi sono fatta capire ma il mio intento è di scrivere di eventi che non potranno mai accadere (si spera LOL), appunto di "situazioni paradossali".
Detto ciò, buona lettura. . 

2.       Adam e il cambio di rotta

 

Tommy Joe Ratliff era nel bel mezzo di una crisi esistenziale. Di lì a poco sarebbe dovuto uscire con uno dei suoi migliori amici e il suo ragazzo e tutto ciò lo metteva terribilmente in imbarazzo.
Il disagio che l’assalì prima ancora di incontrarsi con Adam e Sauli lo pervase a tal punto che stava per prendere in mano il telefono e ritirarsi all’ultimo momento. Poi si auto sgridò, imponendosi di respirare piano, di allentare la tensione dei muscoli e di prendere tutta questa storia in modo più tranquillo. Ma come poteva? Adam è vero che era uno dei suoi migliori amici, però per Tommy era qualcosa di più. Per tanto tempo aveva sperato che loro due potessero dare vita ad una relazione stabile, fondata sull’amore e sulla fiducia. Come quella tra Adam e Sauli. Invidiava il loro rapporto, invidiava il modo in cui il moro guardava il biondo e invidiava il fatto che condividessero lo stesso letto.
Poi neanche a dirlo invidiava Sauli come mai aveva invidiato una persona in vita sua. Bello, carismatico, divertente. Tommy era timido ed era convinto che fosse proprio questa la causa del suo insuccesso con il cantante americano. Se solo fossi più aperto con le persone… E più abbronzato. Tommy si soffermò a guardarsi allo specchio sopra il comò. Arricciò il naso. Proprio non si piaceva, era più forte di lui. La pelle candida, il corpo esile…. Voleva avventarsi sullo specchio e frantumarlo in mille pezzi, come se ciò potesse cambiare la sua situazione.
Non si piaceva, non si accettava. Inoltre ad aumentare il suo malessere era l’uscita a tre che incombeva su di lui. A Tommy Joe non andava mai a genio quando Adam gli proponeva di uscire insieme a lui e a Sauli, ma ingoiava la pasticca ed accettava. Per stare con Adam, si diceva. Ma questa volta era diverso. Sì, perché al suo disagio di stare anche con il finlandese si sommava al suo odio per il corpo.
-Perché non andiamo tutti quanti in piscina?
Trillò qualche giorno prima Adam. Sauli era eccitatissimo all’idea e saltò addosso al cantante sbaciucchiandolo su tutto il viso.
Tommy a quella reazione abbassò il capo e pensò ti prego, non davanti a me. Sebbene questo scatto amoroso fosse durato per pochi secondi, a Tommy parvero ore.
Quando il bassista mostrò un’aria di insicurezza, Adam gli si avvicinò e cercò di dissuaderlo in tutti i modi. Alla fine cedette, ma già dopo qualche secondo provò dei rimorsi per ciò che aveva appena fatto.
Adesso si trovava lì, ad arrovellarsi il cervello per nascondere il suo corpo solo con l’ausilio di un costume da bagno. E’ impossibile, si disse.
Davanti allo specchio della sua camera da letto, cambiava continuamente posizione, auto-convincendosi che ci fosse qualche parvenza di muscoli o che non fosse così rachitico come sembrava.
Dopo aver provato tutte le posizioni dei culturisti e constatato che fosse un mucchio di ossa e di pelle, si buttò nel letto, il viso affondato nel cuscino e pianse.
 

**

 

-Tommy? Ci sei? Ti sei imbambolato?
Il biondo scosse la testa e pose i piedi per terra. Sapeva fin troppo bene cosa lo aveva trasportato in un altro mondo. Aveva appena visto Adam sfilarsi la maglietta e i pantaloncini, rimanendo solo con un costume da bagno striminzito. Fu una visione memorabile. Il luccichio dell’acqua della piscina faceva da sfondo al ragazzo più bello che avesse mai visto.
Strabuzzò gli occhi e gli cadde la mascella. Poi si fece trasportare da mille fantasie, fino a quando Adam non gli si fece accanto per riportarlo tra i comuni mortali.
Ora però aveva paura. E se il moro avesse visto il modo in cui lo guardava? Cosa avrebbe potuto pensare? E se aveva sbavato? Poteva accadere benissimo….
-Pronto? Terra chiama Tommy!
Ecco, l’aveva fatto di nuovo. Si era imbambolato un’altra volta.
-Scusa, scusa è che… Sono stanco. Tutto qua.
Poi Adam sorrise e Tommy ebbe la sensazione di sciogliersi come un ghiacciolo sotto il sole cocente di mezzogiorno.
-Be’, che aspettiamo? Tuffiamoci in piscina!
Sauli si gettò a bomba in acqua e Adam non se lo fece ripetere due volte.
Solo il bassista indugiò qualche secondo e quando il moro gli fece il gesto di entrare, prese la rincorsa e si tuffò.
Ma non andò tutto per il verso giusto. Il biondo dai capelli rosa beccò in pieno Adam. Quest’ultimo prese una botta non indifferente alla testa, e si accasciò sott’acqua. Quando Sauli e Tommy si accorsero che Adam non ritornava più su, si immersero lo portarono a galla e lo tirarono fuori dall’acqua. Quindi lo distesero su una sdraio, mentre una piccola folla si accalcava per vedere cosa era appena successo.
Sauli si avventò sul compagno e abbozzò uno sguardo d’orrore.
-Non respira!
Disse in preda al panico. Si mise a cavalcioni sul ragazzo e con la respirazione bocca a bocca lo rianimò.
Adam si girò di un po’ sulla destra e sputò dei rivoli d’acqua che aveva inconsciamente ingoiato.
Sauli si avventò sul moro e lo soffocò dai baci.
Tommy si portò una mano sugli occhi per non vedere, mentre Adam si sentiva terribilmente a disagio ad essere baciato da un uomo.
 

**

 

-Che è successo?
Adam aveva la mente annebbiata. La botta non era stata indifferente e per pochi secondi non aveva più respirato.
-Tommy ti è caduto addosso.
Il bassista desiderava solamente sotterrarsi. Era stato umiliato di fronte alla folla, di fronte ad Adam che ora lo guardò con aria interrogativa.
Sapeva che non doveva andare in piscina con loro, che sarebbe stato meglio se fosse rimasto a casa. Ma poi la sua infatuazione per il moro aveva avuto la meglio su di lui (come sempre del resto) e si lasciò trasportare come un cagnolino al guinzaglio dal suo padrone.
In cuor suo non aveva mai smesso di sperare che lui e Adam potessero dar luce ad una relazione, escludendo Sauli e vivendo la sua grande storia d’amore. Possibile che tutti quei baci sul palco fossero soltanto scena? Che non avesse mai provato quello che io provavo e tuttora provo per lui? Se Tommy pensava a ciò si faceva prendere dalla rabbia e dallo sconforto. Lo infastidiva il fatto di essere stato usato come una marionetta al solo scopo di intrattenere il pubblico e fornire pane ai giornalisti. Adam mi ha raggirato. Mi ha fatto innamorare di lui al solo scopo di costruirsi un’immagine. Subito si fece prendere dal rimorso. Come aveva potuto pensare anche solo per un istante una cosa del genere? Non era certo colpa del moro se lui si era invaghito di uno dei suoi migliori amici nonché collega di lavoro. Ma del suo cuore semmai.
-Adam.. Io… Mi dispiace davvero tanto! Non ti avevo visto. Sono mortificato…
-Hey, non è successo niente. Sto bene.
Adam interruppe Tommy che a fatica e tenendo a stento le lacrime gli porgeva le sue più grandi scuse.
-Avremmo potuto perderti!
-Non dire sciocchezze. Io sono come una montagna. Non si può buttare giù.
La tensione che un momento prima aleggiava pesante nell’aria si addolcì e sui visi dei tre si dipinse un sorriso di sollievo.

Angolo Autrice: Come prima cosa, voglio assolutamente ringraziare quelle carissime Glamberts che hanno letto e commentato la storia precedente. Grazie mille, significa tanto per me. A breve metterò la seconda parte, ho dovuto dividere questa storia perché veniva troppo lunga e so che le persone si scoraggiano subito a leggere se il racconto è infinito...  Mi raccomando, recensite che fa sempre piacere sapere cosa le persone pensano del tuo lavoro, indipendentemente dal giudizio (me filosofa mode on) E ciao, alla seconda parte :D

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Capitolo 3
*** 2. Adam e il cambio di rotta (seconda parte) ***


Adam era rinsavito, la testa gli faceva ancora un po’ male, ma era tutto tornato alla normalità. O quasi. Il moro era steso sul lettino con Sauli lì accanto che non faceva altro che accarezzargli amorevolmente il viso e guardarlo con due occhi che di certo non esprimevano castità e innocente purezza. Lo scrutavano attentamente, analizzando ogni minimo dettaglio del suo corpo, mentre la bocca si chiudeva e dischiudeva con mosse impercettibili. Adam cercò di non incrociare il suo sguardo, non voleva mostrarsi impacciato e a disagio. Con una mano tastò alla cieca sulla destra e trovò il suo borsone da mare, prese l’asciugamano, quindi se lo attorcigliò addosso, eludendo gli sguardi morbosi di Sauli.
Non si spiegava perché ora non volesse questo tipo di attenzione. Non gli era mai capitato prima. Un tempo anzi, era felice se qualche uomo lo guardava in quella maniera. Lo faceva sentire meglio e gli infondeva più sicurezza. Era conscio di piacere, tutto qui. In particolare apprezzava tantissimo le attenzioni di Sauli, perché sapeva che di lì a poco si sarebbe perso in una confusione di baci e i corpi sarebbero stati a stretto contatto. Ma ora al solo pensiero rabbrividì e sentì salirgli in gola il sapore disgustoso del vomito.
Gli dava fastidio che un uomo fosse così attaccato a lui. Gli dava fastidio che un uomo lo guardasse desideroso. Gli dava fastidio il fatto di essere stato baciato in pubblico da un uomo. Non capiva perché tutt’un tratto provasse questo risentimento. Non era da lui, anzi era proprio il contrario di come era prima dell’incidente. Fino a qualche minuto prima era fiero della sua omosessualità e ne faceva un vanto. Non voleva nasconderla per proteggersi dai giudizi degli altri, per confondersi tra la massa, per sentirsi normale. Anzi, la usava a suo favore proprio per distinguersi dagli altri ed essere originale. Essere Adam Lambert.
Adesso gli sembrava di vivere in un’altra realtà. Non era più lui.
Le dimostrazioni di affetto con il suo ragazzo erano già avvenute in pubblico altre volte e a dirla tutta, non erano state nemmeno così tanto rare.
Soprattutto stava bene dopo.
Ora no.
Desiderava scappare il più lontano possibile, nascondersi sotto un sasso come qualche insetto, lontano da occhi indiscreti. Voleva tuffarsi sul suo letto, affondare il viso nel morbido cuscino in piuma e sotterrarsi sotto una montagna di vellutate coperte sebbene non fosse inverno.
-Sauli…
Adam indugiò qualche secondo. Non sapeva come dire al suo ragazzo di allontanarsi leggermente da lui senza che ciò lo ferisse o lo facesse stare un pensiero.
-Puoi prendermi dell’acqua?
Con una scusa, il moro tentò di distaccare da lui il biondo che con un sorriso a 32 denti scese dal lettino e si diresse ad un piccolo chiosco lì accanto.
Tuttavia vi era un altro problema a cui Adam non aveva minimamente pensato.
O meglio qualcuno che Adam aveva completamente dimenticato.
Tommy era lì in piedi, lo sguardo fisso sul cantante. Ma mentre Sauli lo aveva scrutato desideroso, per il bassista era diverso. Nei suoi occhi vi era una luce diversa, spenta, preoccupata. Non guardava con bramosia il fisico –sebbene coperto- dell’americano. Non vi era desiderio nel modo elegante con cui cambiava continuante posizione delle mani. Solo… ansia. Il che era davvero bizzarro. Era risaputo che Tommy Joe Ratliff avesse una cotta incondizionata per il secondo arrivato all’ottava edizione di American Idol. Neppure lui stesso ne faceva segreto, magari non per sua volontà, credeva il moro, nel senso che non riuscisse a celare i suoi sentimenti. Tuttavia ad Adam era sempre piaciuta questa situazione, adorava essere desiderato.
Ora ringraziava il fatto che il biondo non facesse trapelare ciò che provasse realmente. Non avrebbe retto altri sguardi languidi, baci lascivi e carezze provocanti. Solo al pensiero di aver fatto sesso con un altro uomo gli ritornava in bocca il sapore del vomito di qualche istante prima.
-Allora… Stai .. bene?
Tommy sussurrò così piano che se Adam non gli avesse letto il labiale, non avrebbe capito una sola parola.
-Certo ehm…
Si interruppe subito. Era una costante per lui rispondere sempre e comunque positivamente a questa domanda. Era automatico, come tirare lo sciacquone dopo essersi liberato.
-Mi gira un po’ la testa.
Mentì e chiuse così la conversazione.
Qualche secondo dopo arrivò Sauli e la situazione andò di male in peggio. Il biondo si mise a cavalcioni su Adam, ancora sdraiato sul lettino.  Il moro fece per prendere la bottiglia dopo aver sbiascicato un ‘grazie’ poco convinto, ma Sauli non gliela cedette. Anzi, insistette personalmente per dissetarlo. Tolse il tappo che rinchiuse nella mano sinistra, quindi con la destra avvicinò il becco della bottiglia di plastica al viso di Adam che cercò di divincolarsi in tutte le maniere.
-Dai Sauli, ce la faccio anche da solo!
Protestò il cantante che proprio di farsi tracannare l’acqua come un neonato non ne voleva parlare.
-Eddai, non stai bene. Non hai respirato per secondi, ti devi ancora riprendere!
-No davvero.. Sauli, apprezzo il tuo sforzo ma, ce la faccio sto bene. Okay?
Adam si stava innervosendo. Lanciò degli sguardi fugaci ai lati e notò che alcune persone li stavano guardando. Il moro cercò di reprimere un moto di rabbia che avrebbe visto Sauli steso a terra con il naso sanguinante e l’acqua scorrergli accanto.
Stavano attirando l’attenzione dei presenti e questo la faceva andare su di giri e lo faceva vergognare terribilmente.
-Solo un goccio, dai!
Sauli era caparbio come un mulo. Quando si metteva in testa qualcosa, difficilmente qualcuno poteva fargli cambiare idea. Come Adam. Non a caso erano anime gemelle.
-Non ho più 3 mesi, Sauli! Dai finiscila! Ci stanno guardando tutti!
Il moro alzò la voce inconsciamente, mentre lanciava degli sguardi ammonitori al suo uomo.
E in tutta questa confusione, c’era anche lui Tommy, il ragazzo con cui aveva sempre pomiciato sul palco, che lo amava sebbene Adam non lo avesse mai corrisposto. O quasi.
Quei lunghi baci passionali, dove la sua lingua si intrecciava con quella del suo bassista, il sapore di Jack Daniel’s della sua saliva, il suo corpo caldo che strusciava sull’altro… Forse lo aveva amato, ma di certo non era l’amore che provava o meglio, aveva provato per Sauli.
Quei pensieri scatenarono in Adam un mal di testa lancinante, mentre il sapore di vomito riaffiorava per la terza volta alla bocca.
Infastidito e disgustato da tutto ciò, Adam spintonò Sauli il quale cadde supino dal lettino illeso, con l’acqua che silenziosa svuotava la bottiglietta da mezzo litro in plastica.
 

**

 
Qualcosa di grande si diffuse nel petto di Tommy. Si sentiva euforico? Eccitato? Inebriato? Nemmeno lui lo sapeva. Forse realizzato, si disse. Sì, perché per tanto tempo aveva sperato che quel giorno arrivasse e finalmente era arrivato. Adam aveva scaraventato a terra Sauli, davanti agli occhi sbigottiti di tutti i presenti. Anche di Tommy.
Che si fosse stancato del biondo e dei suoi pettorali? La loro relazione era finalmente giunta al termine?
Non poteva saperlo, ma dato l’avvenimento queste congetture non erano del tutto infondate.
E nel vedere Sauli riverso a terra, Tommy non poteva far altro che ridere sotto i baffi e compiacersi.
 

**

 
Il gesto di Adam aveva attirato più attenzioni delle smorfie languide di Sauli. Ora tutti gli occhi erano puntati su di loro che per quella giornata avevano dato abbastanza spettacolo.
Il tuffo a bomba di Tommy che prende in pieno il cantante il quale sbatte la testa così forte da perdere sensi, i due biondi che issano il moro sul lettino, Sauli che si cimenta nella respirazione bocca a bocca (tra due uomini!) per far rinsavire Adam. Le smancerie di Sauli, il suo prodigarsi per l’amato tanto da imboccargli il becco della bottiglia e dissetarlo personalmente e la rabbia di Adam che scaglia il modello per terra….

Il circo è arrivato in città.
-Adam, ma che ti è preso?
Disse Sauli mentre si passava una mano sulla bocca. Quando l’americano l’aveva spintonato, la bottiglia aveva premuto con forza sulle labbra del finlandese creandogli delle leggere increspature. Niente sangue, comunque.
-Non mi hai dato ascolto.
Tagliò corto. Non aveva proprio voglia di parlare, soprattutto adesso che tutti avevano le orecchie vigili per ascoltare ciò che stava succedendo.
-L’hai presa troppo sul serio…
-E tu troppo poco.
Lo sguardo tagliente di Adam non ammetteva repliche.
Era stufo di questa situazione, di essere diventato lo zimbello della piscina. Ed era stanco di essere fidanzato con un uomo. Ora che ci pensava non si spiegava proprio come avesse potuto intrattenere delle relazioni con persone dello stesso sesso. Se ricordava a ciò che aveva fatto la sensazione di vomito riaffiorava.
Poi Sauli si alzò e con un gesto repentino si scagliò sul moro e gli stampò un bacio passionale in bocca.
Adam per tutta risposta colpì nuovamente Sauli e senza neanche pensarci troppo esclamò:
-CHE SCHIFO!
Si passò la mano destra sulla bocca e poi prese a sputacchiare per terra, sotto gli sguardi attoniti dei due biondi.
-Adam, va tutto bene?
Chiese Tommy in un sussurro. Entrambi erano sbalorditi e non riuscivano a spiegarsi le reazioni strane (stranissime!) del moro.
-Sì.. Cioè no! Sono stanco di queste smancerie di fronte a tutti.
Adam era parecchio confuso. Persino alle sue orecchie queste parole sembravano bizzarre. Inoltre si stupì di aver detto una cosa del genere. Ma in fin dei conti, non era quello che provava? Non riusciva più a continuare una relazione omosessuale. Gli faceva schifo solo l’idea di avvicinarsi così tanto ad uomo, a baciarlo veramente poi…
A Sauli cadde la mascella, mentre Tommy sgranò gli occhi così tanto che Adam pensò che gli sarebbero usciti dalle orbite.

Ho sentito bene?  Si chiese il bassista? Si è stancato di baci in pubblico? Forse perché ne ha dati così tanti a me durante la Glam Nation Tour che ora non lo eccitano più..
Dopodiché Sauli sbottò:
-Ma che stai dicendo?
Sul suo viso vi era rabbia mista a preoccupazione.
-Sauli.. Io non me lo so spiegare…. Ma mi infastidiscono questi giochetti amorosi.
I biondi rimasero –se possibile- ancora più attoniti di prima.
Quel ragazzo lì davanti a loro, non poteva essere Adam Mitchel Lambert.
Almeno non quello che avevano conosciuto.
Ne erano quasi certi, poi ogni loro dubbio svanì quando una ragazza sui 19 anni con un seno prominente e delle curve mozzafiato si avvicinò loro chiedendo se poteva prendere in prestito per un po’ il loro lettino.
Alla scena che si presentò loro davanti agli occhi, Tommy si pizzicò un braccio per essere certo di non stare sognando.
Adam cominciò a sudare e a balbettare. Non riusciva ad articolare nemmeno un “sì” ed un “grazie” senza fare la figura del balbuziente e soprattutto non guardò mai la ragazza negli occhi. I suoi erano attenti ad analizzare e a scrutare qualcos’altro che a Sauli e a Tommy non sfuggì.
Adam non riusciva a distogliere lo sguardo dal seno della ragazza. Poi quando quest’ultima fece per andarsene, il moro inconsciamente puntò la sua attenzione sul fondoschiena della signorina.

Ma che mi sta succedendo?
Nell’aria era palpabile l’eccitazione di Adam. Per una ragazza, diamine!
Mai in vita sua gli era capitata una cosa simile.
Poi Sauli parlò:
-Dimmi che quello che ho visto non è successo veramente.
Nessuno dei tre rispose, sia perché la risposta era implicita, sia perché avevano paura di ammettere ciò che era appena accaduto.
-Ci siamo accorti tutti di come guardavi quella ragazza.
Fu Sauli a interrompere il silenzio. L’aria attorno ai tre divenne pesante e Adam cominciò a sudare come non mai.
-Io, non so spiegarmelo… Ma..
-Ti piace.
Si intromise bruscamente Tommy.
-Ti piace.. Una donna.
Adam annuì leggermente con il capo e Sauli, come se gli avessero appena diagnosticato un tumore irreversibile, si mise a sedere sul lettino, il viso coperto dalle mani e per un po’ non parlò più.
 

**

 
La nuova e bizzarra situazione aveva lasciato una scia di incredulità che difficilmente si sarebbe cancellata nel tempo. Forse mai. Sicuramente mai. I tre si prepararono per tornarsene a casa. Si cambiarono il costume bagnato, infilandosene un altro asciutto; riposero l’asciugamano dentro la borsa da mare con accuratezza, insieme alla creme solari, gli occhiali da sole e al costume fradicio. Dunque si misero addosso una maglietta a maniche corte e ai piedi le infradito. Tutto ciò in rigoroso silenzio.
Nessuno osò più aprire bocca anche perché non avrebbero più saputo cosa dire. Tuttavia lo sgomento si leggeva loro in faccia: era come se avessero appena preso parte ad un incidente aereo che contava solo loro tre come sopravvissuti.
Si misero in spalla le borse da mare e coi volti pietrificati si diressero verso l’uscita, dove vi si trovava un bar che vendeva delle pizzette gustosissime. Si diceva addirittura, che le persone provenissero anche da lontano per mangiare quelle bontà. Tuttavia le pizzette non erano le uniche cose che venivano mangiate con gli occhi. Dietro al banco, la commessa era una ragazza sulla ventina, abbronzata, bionda e con una scollatura da capogiro.
Adam non poté fare a meno di fissarla.
Poi Sauli parlò:
-La stai consumando.
Il moro ripose i piedi per terra e distolse a fatica lo sguardo. Era notevolmente imbarazzato tanto che le guance gli si dipinsero di rosa. Tuttavia l’imbarazzo non era l’unico sentimento a pervadere il moro. Si sentiva confuso e preoccupato. Soprattutto non si sentiva più Adam Lambert. Un turbine di pensieri prese a vorticare nella sua mente.
Cosa avrebbe fatto adesso? Come si sarebbe comportato con Sauli? Sarebbe rimasto così per sempre?
Scacciò questo ultimo pensiero, ma non poté far a meno di rimuginarci sopra. E’ vero che non si sentiva più attratto da un uomo, però i sentimenti che aveva provato per Sauli quelli se li ricordava ed erano rimasti. Lo considerava ancora la persona più importante della sua vita.
-Sauli non ho dimenticato quello che abbiamo passato insieme e mai potrò. Ti voglio bene, anche se a ripensare di aver avuto dei rapporti sessuali con te mi sale un senso di nausea. Ma io non posso farci niente, è il mio corpo che reagisce così. La mia mente, se ripenso a quanto stavo bene in compagnia con te, be’ percepisco ancora una forte pressione nel petto.
Detto ciò abbracciò il biondo, mentre a entrambi scesero delle lacrime dagli occhi. Non erano i soli a commuoversi. Anche Tommy era scosso, ma non permise che il suo delicato viso venisse rigato, dato che quelle non erano lacrime di gioia.
 

**

 
Uscito dalla doccia, Tommy Joe Ratliff si guardò allo specchio.
Non si piaceva affatto. La corporatura esile, la pelle candida come il latte, il viso scarno.. Non sarebbe mai diventato come quei ragazzi che cavalcano le piste di moda. Ma non gli importava. Per la prima volta in vita sua non si faceva mille complessi per il suo corpo. E’ inutile cercare di farsi piacere, pensò. Chi mi ama, mi prende anche se non sono un culturista. Si guardò un’altra volta allo specchio, fiero di sé per aver partorito un pensiero tanto profondo.

Inoltre il ragazzo a cui faccio il filo è eterosessuale.
 

Angolo Autrice:Sempre un grazie speciale a chi commenta le mie storie. Sono contenta che vi piacciano! Ringrazio anche coloro che -presumibilmente LOL- leggono ma non recensiscono (vi vedo dalle visite tzé v.v) Ammetto di aver liquidato in fretta questo racconto, il problema è che mi sarebbe venuto troppo lungo, già l'ho diviso in due parti, non potevo crearne una terza se no non sarei più stata attinente al mio progetto inziale! Detto ciò, grazie ancora per essere arrivata/o a leggere fino a qui! Spero di vederti anche alla prossima storia :)

 

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