Situazioni Paradossali di GiuUnderground (/viewuser.php?uid=118292)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Adam e il calo di voce ***
Capitolo 2: *** 2. Adam e il cambio di rotta (prima parte) ***
Capitolo 3: *** 2. Adam e il cambio di rotta (seconda parte) ***
Capitolo 1 *** 1. Adam e il calo di voce ***
SITUAZIONI
PARADOSSALI
1.
Adam e il calo
di voce
Erano
le 6 e mezza di mattina quando degli spiragli di luce attraversarono i
forellini della serranda e si posarono con insistenza sul volto di
Adam, dove
il trucco pesante sugli occhi era colato fino sopra le gote.
Corrucciato
il moro da quella sveglia sgradita, si pose per ripicca il cuscino
sopra la
testa, ma il caldo torrido non gli permise di perpetuare
quell’azione per più
di un minuto. Troppo pigro e stanco per alzarsi e andare a
chiudere
completamente
la serranda, si girò sull’altro fianco dove una
visione piacevole scacciò quel
malcontento iniziale.
Sauli
era lì accanto lui, con i capelli biondi tutti scompigliati.
Adam
che aveva ancora le palpebre pesanti, si soffermò per
qualche secondo ad osservare
il suo ragazzo. La pelle abbronzata e liscia come l’olio, i
capelli setosi, gli
addominali scolpiti. Gli pareva di non aver mai visto un ragazzo
più bello di
lui. Si riteneva davvero fortunato.
Poi
socchiuse gli occhi e ascoltò con devozione il respiro
dell’amato.
Sentire
quel suono lieve e apparentemente così naturale e scontato,
lo rese ancora più
vivo. Si rallegrò del fatto di essere perdutamente
innamorato di qualcuno e
soprattutto di venire ricambiato. Per tanti anni aveva cercato
l’anima gemella,
quella persona che potesse capirlo con uno sguardo, che potesse
proteggerlo e
farlo sentire speciale.
Non
aveva provato queste sensazioni con nessuno.
Se
non con Sauli.
E
adesso erano lì, a condividere emozioni, esperienze,
abiti,casa e perfino il letto.
-Non
mi sono mai sentito tanto vivo come quando sto con te.
Una
volta gli aveva detto Adam. Sauli per risposta aveva sorriso, rosso di
imbarazzo e si era gettato sul compagno, baciandolo appassionatamente e
poi
avevano fatto l’amore.
Il
moro sorrise a quel ricordo, mentre le farfalle presero a svolazzare
nello
stomaco. Lui è l’uomo
della mia vita, pensò.
Adam
avvicinò la mano destra
a Sauli e con
l’indice accarezzò il perimetro del suo volto, un
ovale perfetto. Poi scese
fino al collo e al torace fermandosi sopra il pube.
Ormai
era inebriato alla vista dell’amato e al ricordo delle notti
passate, così dopo
aver stampato un bacio sulla fronte a Sauli si alzò dal
letto e si diresse in
cucina.
Aprì
il frigorifero e scrutò il suo contenuto.
Era
praticamente vuoto, se non per due uova, della pizza avanzata dal
giorno prima
e una bottiglia quasi finita di Coca-Cola.
Sporgendo
le labbra in segno di disappunto, si avventò sul
congelatore, dove all’interno
trovò una vaschetta di gelato al gusto di affogato al
cioccolato.
Si
disse che andava bene e lo tirò fuori.
Prese
un bicchiere dallo scaffale sopra l’acquaio, se lo
rigirò tra le mano qualche
secondo, quindi l’appoggiò sul tavolo di mogano
dietro di lui.
Dovrei
aspettare
Sauli,
si impose. Ma poi la fame ebbe la meglio su di lui e si
riempì il bicchiere di
quella bontà.
Adam
mangiò con gusto, mentre faceva zapping con il telecomando
per trovare qualche
programma decente in tv.
Abbassò
il volume per non svegliare il biondo e rassegnatosi del fatto che non
davano alcun
programma degno di attenzione, sintonizzò la televisione sui
canali di musica.
Passarono
Madonna, Scissor Sister, Katy Perry e One Direction. Intanto il moro
continuava
a trangugiare gelato tanto che smise di metterselo nel bicchiere e
attinse
direttamente dalla vaschetta.
-Pensi
di lasciarmene un po’?
Una
voce rauca ma per il personalissimo parere di Adam ugualmente
eccitante, prese
alla sprovvista il cantante totalmente immerso nell’affogato
e nella musica.
-Sauli,
ti sei svegliato!
Disse
l’americano con voce impastata avendo il gelato ancora non
deglutito in bocca.
Il
finlandese si prese dei secondi per decifrare ciò che il
compagno gli aveva
appena detto e notò uno strano stridio in quel suono.
-Eh
già. Colpa della luce. E di te. Ho sentito quando mi
accarezzavi il volto. Ero
in dormiveglia e non aveva la forza per svegliarmi. Poi mi piaceva che
tu mi
coccolassi così.
Adam
abbozzò un sorriso completamente sporco di cioccolato. Sauli
aprì l’anta per
prendere un bicchiere per poi raggiungere il compagno al tavolo.
-Speravo
tornassi da me. Come ieri sera. Invece ti ho ritrovato qui a
strafogarti di
gelato!
-Avevo
fame.
E
qui accadde tutto molto velocemente.
Dopo
questa sentenza lapidaria di Adam, a Sauli che era ancora in piedi,
scivolò il
bicchiere dalle mani frantumandosi ai suoi piedi in mille pezzi, mentre
il
cantante sputò nella vaschetta il boccone che si era appena
portato alla bocca.
Il
finlandese si girò di scatto a fissare l’amato,
mentre una miriade di pensieri
si affollarono nella mente di Adam.
Il
secondo arrivato ad American Idol, aveva appena emesso un suono
stridulo ed
efebo. Non era quello il suo timbro di voce che ormai trentenne aveva
acquisito
una sua consistenza.
Si
schiarì la voce.
-Avevo
fame.
Ripeté.
Ma non era cambiato alcunché. Aveva sempre emesso quel suono
da ragazzo
imberbe, immaturo che ancora deve terminare il suo sviluppo.
Sauli
scoppiò in una risata fragorosa e non terminò
nemmeno quando il compagno lo
guardò con aria accigliata.
Il
cantante si alzò dalla sedia e si attaccò alla
bocca di una bottiglia posta
vicino al lavandino, bevendo a grandi sorsate.
Quando
si sentì soddisfatto, appoggiò la bottiglia di
vetro, si passo un mano sullo
bocca per asciugarsi dall’acqua e rilassando le spalle,
pronunciò le fatidiche
parole.
-Avev..
Non
terminò neanche la frase.
La
sua voce era distorta, ringiovanita di almeno 17 anni.
Adam
si accasciò sulla sedia in preda alla disperazione, mentre
alla tv ancora
accesa passavano Outta of Love di Anastacia.
Sauli
non riuscì a reprimere un’altra risata che
scoppiò in modo così violento che
dovette reggersi al lavandino per non cadere.
-Io
non ci trovo nulla di divertente, sai?
Ma
lo sbotto di Adam non fece altro che aumentare
l’ilarità del compagno.
Cosa
mi succede?
Dov’è la mia voce? Sarà un calo? Magari
l’ho sforzata troppo e ho cantato di
gola… Ma
scacciò quest’ultimo pensiero. Erano
più di dieci anni che cantava e ormai
stava molto attento a come proiettare il suono ed era diventato molto
abile a
fare risuonare la voce in testa piuttosto che di gola sena troppi
pensieri. Gli
veniva automatico e comunque se avesse cantato in modo errato avrebbe
avuto
bruciori alla laringe.
Ma
Adam non sentiva affatto male. Era tutto normalissimo.
Se
non per il fatto che aveva un voce non sua.
Quando
Sauli si ebbe ripreso, asciugandosi addirittura le lacrime con la mano
destra,
si rivolse al moro con queste parole:
-Non
può essere un calo di voce? Che so, magari l’hai
sforzata un po’ troppo. Oppure
si è stancata e ha deciso di prendere un giorno di riposo.
Sogghignò.
Ma
questo tipo di umorismo al momento non andava giù affatto
all’americano che era
davvero preoccupato.
-No,
non è possibile.
Sentenziò
con quella voce stridula e acerba.
Il
finlandese vedendo l’amato teso e incupito, cercò
di raddolcirlo sedendosi
accanto a lui e prendendogli la mano sinistra tra le sue.
-Andrà
tutto bene.
Gli
sussurrò. E poi sorrise e Adam non poté fare a
meno di ricambiare. Non
resisteva ai suoi sorrisi, non ce la poteva fare.
Sauli
gli avvicinò la vaschetta di gelato e insieme si tuffarono a
capofitto
nell’affogato.
**
Adam
era seduto sul divano, con un foulard attorcigliato al collo e una
tisana tra
le mani. Sauli aveva spulciato in lungo e largo la rete per cercare di
reperire
informazioni riguardo a cambiamenti repentini di voce.
E
tutti i siti parlavano di cali di voce. Il problema era che Adam aveva
avuto un
innalzo di tonalità, ovvero la situazione opposta.
Sebbene
non avesse trovato risposte al suo problema, fece mettere comodo il
cantante e
si precipitò ai fornelli. Mentre metteva su
l’acqua per preparargli qualcosa di
caldo, frugò tra i post-it attaccati al frigo sui quali
erano segnati i numeri
di telefono più importanti.
Polizia,
ambulanza, casa Lambert, il manager di Adam. Ma non trovò
nessun foniatra.
Allora prese il telefono del compagno e cercò il numero
della sua vocal coach. Bingo.
Chiamò, ma sfortunatamente partì
la segreteria telefonica.
Sauli
imprecò silenziosamente e controllò che
l’acqua bollisse.
Buttò
giù una bustina di infuso di ciliegia e fissò
l’acqua trasparente colorarsi di
rosso. Non c’è motivo di
preoccuparsi.
Fra qualche ora passerà tutto. Cercò
di persuadersi il biondo.
Versato
nel bicchiere lo portò ad Adam, il terzo di quella giornata
che a malavoglia lo
inghiottì.
-Come
va?
-Spero…
Neanche
questa volta finì la frase.
Sauli
si morse un labbro per non ridere, mentre Adam malediva dentro di
sé quella
sgradevole situazione.
Entrambi
erano curiosi di sapere se Adam sarebbe riuscito a cantare come prima.
Si
chiedevano se questa imberbe voce avesse intaccato pure il canto, e
ormai la risposta
era ovvia. Tuttavia vi era ancora quel margine che poteva far sperare
per il
meglio.
Sarebbe
riuscito a raggiungere quelle note così alte come prima?
Dato questo innalzo di
voce, magari si poteva spingere ancora più in alto. Questa
prospettiva che si
era delineata nella mente del moro, esaltò Adam che si disse
pronto a testare
la sua nuova voce.
E
in quanto a potenza? Elasticità? E nelle note basse?
Ora
aveva dei dubbi. In pochi secondi lo scalpiccìo che sentiva
dentro, incitandolo
a cantare si era affievolito, lasciandogli dentro una macchia di paura
e
disillusione che pian piano andava ad espandersi.
-Oh
dai, stiamo pensando entrambi la stessa cosa.
Tagliò
corto l’americano.
-Adesso
canterò. Teniamo le dita incrociate.
Adam
si schiarì la voce. Bevve un altro sorso di infuso alla
ciliegia e rilassò i
muscoli.
- Empty spaces, what are we living
for?
Non
era stonato. Arrivava con più difficoltà del
solito a prendere quelle note
basse, ma dato che la sua voce si era innalzata, non gli dava molto
peso.
Continuò:
-Abandoned spaces, I guess we
know the score.
Anche
questo gli venne in modo discreto. Certo non vi era un paragone con la
sua voce
di un tempo, ma date le circostanze, si accontentava.
Decise
così di tagliare la testa al toro e di saltare al bridge. Se
fosse riuscito a
cantare in modo impeccabile quella parte senza arrivare in modo
strozzato, il
suo malcontento avrebbe potuto subire una dura sconfitta.
-I can fly, my friends.
Sauli
che era rimasto per tutto il tempo accanto ad Adam, pensò
che delle unghie
affilate che rigavano una lavagna fossero più gradevoli di
tutto ciò.
Anche
il moro rimase scosso. Non ci arrivava proprio a quelle note.
Ma
come era possibile? Un innalzamento di voce non avrebbe dovuto aiutarlo
a
raggiungere note più alte con maggiore facilità?
E allora perché adesso faceva
una gran fatica e neppure copriva quella tonalità
completamente come una tempo
riusciva a fare?
Adam
era sconcertato. Guardò il compagno in modo preoccupato,
mentre Sauli stava per
farsi riprendere da un altro attacco di risate.
-I can fly-y..
Niente. La
voce potente e
il vibrato che un tempo gli appartenevano erano svaniti nel nulla.
Il
moro soffocò un gemito e si portò le mano sul
viso per tamponare le lacrime.
-Dai
Adam, si sistemerà tutto.
Detto
ciò lo abbracciò e con cautela gli
sfilò la maglia e i pantaloni e poi Sauli
guidò Adam in questa danza passionale.
**
Adam
era sdraiato sul letto con un quaderno tra le mani. La tv accesa era
sempre
sintonizzata su Mtv e intanto il cantante buttava giù delle
frasi da poter
inserire come tesi di future canzoni.
Sebbene
fosse un periodaccio per il moro, tuttavia non uscì niente
di originale e
poetico. Sorseggiò della camomilla che Sauli amorevolmente
gli aveva preparato.
Era una settimana che Adam non faceva altro che bere tè,
infusi e camomille.
Il suo problema alla voce non
sembrava avesse intenzione di dileguarsi e l’americano cadeva
sempre di più in
depressione. Aveva già rimandato due appuntamenti quella
settimana e presto ne
avrebbe cancellati altri.
Il
tempo passava e Adam cominciò a credere che il danno fosse
irreversibile.
La
sua vocal coach era irreperibile e di foniatri non se ne parlava
proprio.
All’inizio
pensava che tutto ciò si sarebbe esaurito in poco tempo, ma
quando le settimane
presero a trascorrere e passò già un mese, il
moro perse le speranze. La notte
piangeva, il giorno era sempre incupito. Non sorrideva più.
Nemmeno quando
Sauli lo faceva davanti a lui.
E’
la fine della
mia vita, pensò.
Anni e anni di studio e dedizione buttati
nello scarico. Bevve dell’altra camomilla, mentre
le lacrime gli rigavano
il viso.
**
-Un
cambiamento notevole, non trovi?
-Sì,sì
certo ed è davvero sconvolgente.
-Ti
prego, dimmi ancora com’è successo.
-Mah…
Niente di che. Una mattina mi sveglio e scopro di avere una voce
mozzafiato.
Raggiungo note impossibile per un uomo e con una facilità e
agilità
strabiliante.
-Davvero
una storia sensazionale. Solo per i nostri spettatori, puoi farci
sentire la
tua nuova voce?
-Certo,
perché no?
-Allora,
signore e signori, in anteprima solo a PQL Justin Bieber
sfoggerà la sua nuova
voce!
Delle
grida si levarono all’unisono. Tutte di donne.
Il
ragazzino prese a cantare e ad Adam si rizzarono i peli anche nei posti
più
improbabili.
-QUELLA
E’ LA MIA VOCE!
Gridò
a squarciagola. Gli occhi fuori dalle orbita, la pelle d’oca,
il sudore freddo
che gli colava dalla fronte. Possibile che avesse sentito male? Che
avesse
avuto delle allucinazioni acustiche?
Il
moro chiamò a squarciagola il compagno che preoccupato si
precipitò in camera da
letto.
-Senti!
Lui ha la mia voce!
Sauli
sbuffò, ma assecondò l’amato.
-Wow!
Davvero una gran bella voce!
Disse
il presentatore.
-Sai,
chi mi ricorda? Adam Lambert.
Entrambi
non poterono fare a meno di strabuzzare gli occhi e di guardarsi dritto
nelle
pupille. Allora Adam non aveva avuto allucinazioni se anche il tizio
alla tv
aveva fatto lui il suo nome!
-Dici?
Sauli
si mise a sedere.
-Be’,
davvero per me sarebbe un onore avere la sua voce.
Entrambi
erano sconcertati. Justin Bieber aveva la voce di Adam, quella che lui
aveva
perso un mese prima.
Anche
dal tono del parlato si capiva che quello era il timbro del cantante di
Whataya
Want From Me. Prima Adam non se ne era accorto perché era
stato distratto.
Ogni
dubbio fu dissolto quando Justin intonò un altro pezzo. Non
c’erano storie.
-Adam,
quella è la tua voce…..
Si
precipitarono entrambi al pc per rivedere questa intervista.
Rimasero
di stucco quando il ragazzino biondo disse al presentatore di PQL che
si era
svegliato una mattina con una voce del genere.
Si
guardarono per l’ennesima volta negli occhi e ad entrambi lo
stesso pensiero
passò per la mente, ma fu Sauli ad annunciarlo.
-Se
lui ha la tua voce… vuol dire che tu hai la sua.
Disse
soppesando bene le parole.
-In
teoria sì.
Erano
sconvolti, non sapevano come questo fosse potuto accadere. La voce non
si
trasmette ad un altro per osmosi. Serve solo duro allenamento e
comunque alla
fin fine con certe doti ci nasci e basta. E Adam c’era nato.
Poi per qualche
scherzo del destino ne era stato privato.
Ripresero
a guardare l’intervista che aveva appena stoppato, il
conduttore di PQL disse:
-Davvero
un colpo di fortuna, eh Justin? Ma potrebbe svanire come fumo nel vento.
-Certo,
ma spero di no. Anzi, sono abbastanza sicuro che questo bacio della dea
bendata
non se ne andrà così in fretta.
Angolo Autrice: Grazie per essere arrivata/o
a leggere fino a qui! Apprezzo davvero tanto il gesto :3 Ora,
perché non mi lasci una recensione -anche piccola piccola
piccola- per dirmi che ne pensi? Non per forza deve esserti piaciuta.
Che ti abbia inorrodito, rabbrividito, disgustato, inebriato, eccitatoo
fatto defecare (?) per me è sempre una conquista. Basta che
non ti abbia lasciato indifferente, che è una situazione che
detesto.
Un'altra cosa: non ho nulla
contro Bieber (forse LOL). L'ho preso come spunto perché
è un ragazzetto imberbe -tipo ai tempi di Baby- ed
è famoso, tutto qua. Adesso recensite dicendomi
che sono una cacca a fare certi paragoni. Okay, mi va bene lo stesso
lol.
Boom Baby, ci si vede al
prossimo capitolo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 2. Adam e il cambio di rotta (prima parte) ***
N.B. Le storie non
sono collegate tra loro. Questo è un altro racconto, non ha
a che fare con la vicenda narrata precedentemente. Si vede che non mi
sono fatta capire ma il mio intento è di scrivere di eventi
che non potranno mai accadere (si spera LOL), appunto di "situazioni
paradossali".
Detto ciò, buona lettura. .
2.
Adam e il
cambio di rotta
Tommy
Joe Ratliff era nel bel mezzo di una
crisi esistenziale. Di lì a poco sarebbe dovuto uscire con
uno dei suoi
migliori amici e il suo ragazzo e tutto ciò lo metteva
terribilmente in
imbarazzo.
Il disagio che l’assalì prima ancora di
incontrarsi con Adam e Sauli lo pervase a tal punto che stava per
prendere in
mano il telefono e ritirarsi all’ultimo momento. Poi si auto
sgridò,
imponendosi di respirare piano, di allentare la tensione dei muscoli e
di
prendere tutta questa storia in modo più tranquillo. Ma come
poteva? Adam è
vero che era uno dei suoi migliori amici, però per Tommy era
qualcosa di più.
Per tanto tempo aveva sperato che loro due potessero dare vita ad una
relazione
stabile, fondata sull’amore e sulla fiducia. Come quella tra
Adam e Sauli.
Invidiava il loro rapporto, invidiava il modo in cui il moro guardava
il biondo
e invidiava il fatto che condividessero lo stesso letto.
Poi neanche a dirlo invidiava Sauli come
mai aveva invidiato una persona in vita sua. Bello, carismatico,
divertente.
Tommy era timido ed era convinto che fosse proprio questa la causa del
suo
insuccesso con il cantante americano. Se
solo fossi più aperto con le persone… E
più abbronzato. Tommy si soffermò a
guardarsi allo specchio sopra il comò. Arricciò
il naso. Proprio non si
piaceva, era più forte di lui. La pelle candida, il corpo
esile…. Voleva
avventarsi sullo specchio e frantumarlo in mille pezzi, come se
ciò potesse
cambiare la sua situazione.
Non si piaceva, non si accettava. Inoltre
ad aumentare il suo malessere era l’uscita a tre che
incombeva su di lui. A
Tommy Joe non andava mai a genio quando Adam gli proponeva di uscire
insieme a
lui e a Sauli, ma ingoiava la pasticca ed accettava. Per stare con
Adam, si
diceva. Ma questa volta era diverso. Sì, perché
al suo disagio di stare anche
con il finlandese si sommava al suo odio per il corpo.
-Perché non andiamo tutti quanti in
piscina?
Trillò qualche giorno prima Adam. Sauli era
eccitatissimo all’idea e saltò addosso al cantante
sbaciucchiandolo su tutto il
viso.
Tommy a quella reazione abbassò il capo e
pensò ti prego, non davanti a me. Sebbene
questo scatto amoroso fosse durato per pochi secondi, a Tommy parvero
ore.
Quando il bassista mostrò un’aria di
insicurezza, Adam gli si avvicinò e cercò di
dissuaderlo in tutti i modi. Alla
fine cedette, ma già dopo qualche secondo provò
dei rimorsi per ciò che aveva
appena fatto.
Adesso si trovava lì, ad arrovellarsi il
cervello per nascondere il suo corpo solo con l’ausilio di un
costume da bagno.
E’ impossibile, si disse.
Davanti allo specchio della sua camera da
letto, cambiava continuamente posizione, auto-convincendosi che ci
fosse
qualche parvenza di muscoli o che non fosse così rachitico
come sembrava.
Dopo aver provato tutte le posizioni dei
culturisti e constatato che fosse un mucchio di ossa e di pelle, si
buttò nel
letto, il viso affondato nel cuscino e pianse.
**
-Tommy?
Ci sei? Ti sei imbambolato?
Il biondo scosse la testa e pose i piedi
per terra. Sapeva fin troppo bene cosa lo aveva trasportato in un altro
mondo.
Aveva appena visto Adam sfilarsi la maglietta e i pantaloncini,
rimanendo solo
con un costume da bagno striminzito. Fu una visione memorabile. Il
luccichio
dell’acqua della piscina faceva da sfondo al ragazzo
più bello che avesse mai
visto.
Strabuzzò gli occhi e gli cadde la
mascella. Poi si fece trasportare da mille fantasie, fino a quando Adam
non gli
si fece accanto per riportarlo tra i comuni mortali.
Ora però aveva paura. E se il moro avesse
visto il modo in cui lo guardava? Cosa avrebbe potuto pensare? E se
aveva
sbavato? Poteva accadere benissimo….
-Pronto? Terra chiama Tommy!
Ecco, l’aveva fatto di nuovo. Si era
imbambolato un’altra volta.
-Scusa, scusa è che… Sono stanco. Tutto
qua.
Poi Adam sorrise e Tommy ebbe la sensazione
di sciogliersi come un ghiacciolo sotto il sole cocente di mezzogiorno.
-Be’, che aspettiamo? Tuffiamoci in
piscina!
Sauli si gettò a bomba in acqua e Adam non
se lo fece ripetere due volte.
Solo il bassista indugiò qualche secondo e
quando il moro gli fece il gesto di entrare, prese la rincorsa e si
tuffò.
Ma non andò tutto per il verso giusto. Il
biondo dai capelli rosa beccò in pieno Adam.
Quest’ultimo prese una botta non
indifferente alla testa, e si accasciò sott’acqua.
Quando Sauli e Tommy si
accorsero che Adam non ritornava più su, si immersero lo
portarono a galla e lo
tirarono fuori dall’acqua. Quindi lo distesero su una sdraio,
mentre una piccola
folla si accalcava per vedere cosa era appena successo.
Sauli si avventò sul compagno e abbozzò uno
sguardo d’orrore.
-Non respira!
Disse in preda al panico. Si mise a
cavalcioni sul ragazzo e con la respirazione bocca a bocca lo
rianimò.
Adam si girò di un po’ sulla destra e
sputò
dei rivoli d’acqua che aveva inconsciamente ingoiato.
Sauli si avventò sul moro e lo soffocò dai
baci.
Tommy si portò una mano sugli occhi per non
vedere, mentre Adam si sentiva terribilmente a disagio ad essere
baciato da un
uomo.
**
-Che
è successo?
Adam aveva la mente annebbiata. La botta
non era stata indifferente e per pochi secondi non aveva più
respirato.
-Tommy ti è caduto addosso.
Il bassista desiderava solamente
sotterrarsi. Era stato umiliato di fronte alla folla, di fronte ad Adam
che ora
lo guardò con aria interrogativa.
Sapeva che non doveva andare in piscina con
loro, che sarebbe stato meglio se fosse rimasto a casa. Ma poi la sua
infatuazione per il moro aveva avuto la meglio su di lui (come sempre
del resto)
e si lasciò trasportare come un cagnolino al guinzaglio dal
suo padrone.
In cuor suo non aveva mai smesso di sperare
che lui e Adam potessero dar luce ad una relazione, escludendo Sauli e
vivendo
la sua grande storia d’amore. Possibile
che tutti quei baci sul palco fossero soltanto scena? Che non avesse
mai
provato quello che io provavo e tuttora provo per lui? Se
Tommy pensava a
ciò si faceva prendere dalla rabbia e dallo sconforto. Lo
infastidiva il fatto
di essere stato usato come una marionetta al solo scopo di intrattenere
il
pubblico e fornire pane ai giornalisti. Adam
mi ha raggirato. Mi ha fatto innamorare di lui al solo scopo di
costruirsi
un’immagine. Subito si fece prendere dal rimorso.
Come aveva potuto pensare
anche solo per un istante una cosa del genere? Non era certo colpa del
moro se
lui si era invaghito di uno dei suoi migliori amici nonché
collega di lavoro.
Ma del suo cuore semmai.
-Adam.. Io… Mi dispiace davvero tanto! Non
ti avevo visto. Sono mortificato…
-Hey, non è successo niente. Sto bene.
Adam interruppe Tommy che a fatica e
tenendo a stento le lacrime gli porgeva le sue più grandi
scuse.
-Avremmo potuto perderti!
-Non dire sciocchezze. Io sono come una
montagna. Non si può buttare giù.
La tensione che un momento prima aleggiava
pesante nell’aria si addolcì e sui visi dei tre si
dipinse un sorriso di
sollievo.
Angolo Autrice: Come prima
cosa, voglio assolutamente ringraziare quelle carissime Glamberts che
hanno letto e commentato la storia precedente. Grazie mille, significa
tanto per me. A breve metterò la seconda parte, ho dovuto
dividere questa storia perché veniva troppo lunga e so che
le persone si scoraggiano subito a leggere se il racconto è
infinito... Mi raccomando, recensite che fa sempre piacere
sapere cosa le persone pensano del tuo lavoro, indipendentemente dal
giudizio (me filosofa mode on) E ciao, alla seconda parte :D
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 2. Adam e il cambio di rotta (seconda parte) ***
Adam
era rinsavito, la testa gli faceva
ancora un po’ male, ma era tutto tornato alla
normalità. O quasi. Il moro era
steso sul lettino con Sauli lì accanto che non faceva altro
che accarezzargli
amorevolmente il viso e guardarlo con due occhi che di certo non
esprimevano
castità e innocente purezza. Lo scrutavano attentamente,
analizzando ogni
minimo dettaglio del suo corpo, mentre la bocca si chiudeva e
dischiudeva con
mosse impercettibili. Adam cercò di non incrociare il suo
sguardo, non voleva
mostrarsi impacciato e a disagio. Con una mano tastò alla
cieca sulla destra e
trovò il suo borsone da mare, prese l’asciugamano,
quindi se lo attorcigliò
addosso, eludendo gli sguardi morbosi di Sauli.
Non si spiegava perché ora non volesse
questo tipo di attenzione. Non gli era mai capitato prima. Un tempo
anzi, era
felice se qualche uomo lo guardava in quella maniera. Lo faceva sentire
meglio
e gli infondeva più sicurezza. Era conscio di piacere, tutto
qui. In
particolare apprezzava tantissimo le attenzioni di Sauli,
perché sapeva che di
lì a poco si sarebbe perso in una confusione di baci e i
corpi sarebbero stati
a stretto contatto. Ma ora al solo pensiero rabbrividì e
sentì salirgli in gola
il sapore disgustoso del vomito.
Gli dava fastidio che un uomo fosse così
attaccato a lui. Gli dava fastidio che un uomo lo guardasse desideroso.
Gli
dava fastidio il fatto di essere stato baciato in pubblico da un uomo.
Non
capiva perché tutt’un tratto provasse questo
risentimento. Non era da lui, anzi
era proprio il contrario di come era prima dell’incidente.
Fino a qualche
minuto prima era fiero della sua omosessualità e ne faceva
un vanto. Non voleva
nasconderla per proteggersi dai giudizi degli altri, per confondersi
tra la
massa, per sentirsi normale. Anzi, la usava a suo favore proprio per
distinguersi dagli altri ed essere originale. Essere Adam Lambert.
Adesso gli sembrava di vivere in un’altra
realtà. Non era più lui.
Le dimostrazioni di affetto con il suo
ragazzo erano già avvenute in pubblico altre volte e a dirla
tutta, non erano
state nemmeno così tanto rare.
Soprattutto stava bene dopo.
Ora no.
Desiderava scappare il più lontano
possibile, nascondersi sotto un sasso come qualche insetto, lontano da
occhi
indiscreti. Voleva tuffarsi sul suo letto, affondare il viso nel
morbido
cuscino in piuma e sotterrarsi sotto una montagna di vellutate coperte
sebbene
non fosse inverno.
-Sauli…
Adam indugiò qualche secondo. Non sapeva
come dire al suo ragazzo di allontanarsi leggermente da lui senza che
ciò lo
ferisse o lo facesse stare un pensiero.
-Puoi prendermi dell’acqua?
Con una scusa, il moro tentò di distaccare
da lui il biondo che con un sorriso a 32 denti scese dal lettino e si
diresse
ad un piccolo chiosco lì accanto.
Tuttavia vi era un altro problema a cui
Adam non aveva minimamente pensato.
O meglio qualcuno che Adam aveva
completamente dimenticato.
Tommy era lì in piedi, lo sguardo fisso sul
cantante. Ma mentre Sauli lo aveva scrutato desideroso, per il bassista
era
diverso. Nei suoi occhi vi era una luce diversa, spenta, preoccupata.
Non
guardava con bramosia il fisico –sebbene coperto-
dell’americano. Non vi era
desiderio nel modo elegante con cui cambiava continuante posizione
delle mani.
Solo… ansia. Il che era davvero bizzarro. Era risaputo che
Tommy Joe Ratliff
avesse una cotta incondizionata per il secondo arrivato
all’ottava edizione di
American Idol. Neppure lui stesso ne faceva segreto, magari
non per sua volontà, credeva il moro, nel senso
che non
riuscisse a celare i suoi sentimenti. Tuttavia ad Adam era sempre
piaciuta
questa situazione, adorava essere desiderato.
Ora ringraziava il fatto che il biondo non
facesse trapelare ciò che provasse realmente. Non avrebbe
retto altri sguardi
languidi, baci lascivi e carezze provocanti. Solo al pensiero di aver
fatto
sesso con un altro uomo gli ritornava in bocca il sapore del vomito di
qualche
istante prima.
-Allora… Stai .. bene?
Tommy sussurrò così piano che se Adam non
gli avesse letto il labiale, non avrebbe capito una sola parola.
-Certo ehm…
Si interruppe subito. Era una costante per
lui rispondere sempre e comunque positivamente a questa domanda. Era
automatico, come tirare lo sciacquone dopo essersi liberato.
-Mi gira un po’ la testa.
Mentì e chiuse così la conversazione.
Qualche secondo dopo arrivò Sauli e la
situazione andò di male in peggio. Il biondo si mise a
cavalcioni su Adam,
ancora sdraiato sul lettino. Il
moro
fece per prendere la bottiglia dopo aver sbiascicato un
‘grazie’ poco convinto,
ma Sauli non gliela cedette. Anzi, insistette personalmente per
dissetarlo.
Tolse il tappo che rinchiuse nella mano sinistra, quindi con la destra
avvicinò
il becco della bottiglia di plastica al viso di Adam che
cercò di divincolarsi
in tutte le maniere.
-Dai Sauli, ce la faccio anche da solo!
Protestò il cantante che proprio di farsi
tracannare l’acqua come un neonato non ne voleva parlare.
-Eddai, non stai bene. Non hai respirato
per secondi, ti devi ancora riprendere!
-No davvero.. Sauli, apprezzo il tuo sforzo
ma, ce la faccio sto bene. Okay?
Adam si stava innervosendo. Lanciò degli
sguardi fugaci ai lati e notò che alcune persone li stavano
guardando. Il moro
cercò di reprimere un moto di rabbia che avrebbe visto Sauli
steso a terra con
il naso sanguinante e l’acqua scorrergli accanto.
Stavano attirando l’attenzione dei presenti
e questo la faceva andare su di giri e lo faceva vergognare
terribilmente.
-Solo un goccio, dai!
Sauli era caparbio come un mulo. Quando si
metteva in testa qualcosa, difficilmente qualcuno poteva fargli
cambiare idea.
Come Adam. Non a caso erano anime
gemelle.
-Non ho più 3 mesi, Sauli! Dai finiscila!
Ci stanno guardando tutti!
Il moro alzò la voce inconsciamente, mentre
lanciava degli sguardi ammonitori al suo uomo.
E in tutta questa confusione, c’era anche
lui Tommy, il ragazzo con cui aveva sempre pomiciato sul palco, che lo
amava
sebbene Adam non lo avesse mai corrisposto. O quasi.
Quei lunghi baci passionali, dove la sua
lingua si intrecciava con quella del suo bassista, il sapore di Jack
Daniel’s
della sua saliva, il suo corpo caldo che strusciava
sull’altro… Forse lo aveva
amato, ma di certo non era l’amore che provava o meglio,
aveva provato per
Sauli.
Quei pensieri scatenarono in Adam un mal di
testa lancinante, mentre il sapore di vomito riaffiorava per la terza
volta
alla bocca.
Infastidito e disgustato da tutto ciò, Adam
spintonò Sauli il quale cadde supino dal lettino illeso, con
l’acqua che
silenziosa svuotava la bottiglietta da mezzo litro in plastica.
**
Qualcosa di grande si diffuse nel petto di
Tommy. Si sentiva euforico? Eccitato? Inebriato? Nemmeno lui lo sapeva.
Forse realizzato, si disse.
Sì, perché per
tanto tempo aveva sperato che quel giorno arrivasse e finalmente era
arrivato.
Adam aveva scaraventato a terra Sauli, davanti agli occhi sbigottiti di
tutti i
presenti. Anche di Tommy.
Che si fosse stancato del biondo e dei suoi
pettorali? La loro relazione era finalmente
giunta al termine?
Non poteva saperlo, ma dato l’avvenimento
queste congetture non erano del tutto infondate.
E nel vedere Sauli riverso a terra, Tommy
non poteva far altro che ridere sotto i baffi e compiacersi.
**
Il gesto di Adam aveva attirato più
attenzioni delle smorfie languide di Sauli. Ora tutti gli occhi erano
puntati
su di loro che per quella giornata avevano dato abbastanza spettacolo.
Il tuffo a bomba di Tommy che prende in
pieno il cantante il quale sbatte la testa così forte da
perdere sensi, i due
biondi che issano il moro sul lettino, Sauli che si cimenta nella
respirazione
bocca a bocca (tra due uomini!) per far rinsavire Adam. Le smancerie di
Sauli,
il suo prodigarsi per l’amato tanto da imboccargli il becco
della bottiglia e
dissetarlo personalmente e la rabbia di Adam che scaglia il modello per
terra….
Il
circo è arrivato in città.
-Adam,
ma che ti è
preso?
Disse Sauli mentre
si passava una mano sulla bocca. Quando l’americano
l’aveva spintonato, la
bottiglia aveva premuto con forza sulle labbra del finlandese
creandogli delle
leggere increspature. Niente sangue, comunque.
-Non mi hai dato
ascolto.
Tagliò corto. Non
aveva proprio voglia di parlare, soprattutto adesso che tutti avevano
le
orecchie vigili per ascoltare ciò che stava succedendo.
-L’hai presa troppo
sul serio…
-E tu troppo poco.
Lo sguardo
tagliente di Adam non ammetteva repliche.
Era stufo di questa
situazione, di essere diventato lo zimbello della piscina. Ed era
stanco di
essere fidanzato con un uomo. Ora che ci pensava non si spiegava
proprio come
avesse potuto intrattenere delle relazioni con persone dello stesso
sesso. Se
ricordava a ciò che aveva fatto la sensazione di vomito
riaffiorava.
Poi Sauli si alzò e
con un gesto repentino si scagliò sul moro e gli
stampò un bacio passionale in
bocca.
Adam per tutta
risposta colpì nuovamente Sauli e senza neanche pensarci
troppo esclamò:
-CHE SCHIFO!
Si passò la mano
destra sulla bocca e poi prese a sputacchiare per terra, sotto gli
sguardi
attoniti dei due biondi.
-Adam, va tutto
bene?
Chiese Tommy in un
sussurro. Entrambi erano sbalorditi e non riuscivano a spiegarsi le
reazioni
strane (stranissime!) del moro.
-Sì.. Cioè no! Sono
stanco di queste smancerie di fronte a tutti.
Adam era parecchio
confuso. Persino alle sue orecchie queste parole sembravano bizzarre.
Inoltre
si stupì di aver detto una cosa del genere. Ma in fin dei
conti, non era quello
che provava? Non riusciva più a continuare una relazione
omosessuale. Gli
faceva schifo solo l’idea di avvicinarsi così
tanto ad uomo, a baciarlo
veramente poi…
A Sauli cadde la
mascella, mentre Tommy sgranò gli occhi così
tanto che Adam pensò che gli
sarebbero usciti dalle orbite.
Ho
sentito bene? Si chiese il bassista? Si è stancato di baci in pubblico? Forse
perché ne ha dati così tanti a
me durante la Glam Nation Tour che ora non lo eccitano più..
Dopodiché Sauli
sbottò:
-Ma che stai
dicendo?
Sul suo viso vi era
rabbia mista a preoccupazione.
-Sauli.. Io non me
lo so spiegare…. Ma mi infastidiscono questi giochetti
amorosi.
I biondi rimasero
–se possibile- ancora più attoniti di prima.
Quel ragazzo lì
davanti a loro, non poteva essere Adam Mitchel Lambert.
Almeno non quello
che avevano conosciuto.
Ne erano quasi
certi, poi ogni loro dubbio svanì quando una ragazza sui 19
anni con un seno
prominente e delle curve mozzafiato si avvicinò loro
chiedendo se poteva
prendere in prestito per un po’ il loro lettino.
Alla scena che si
presentò loro davanti agli occhi, Tommy si
pizzicò un braccio per essere certo
di non stare sognando.
Adam cominciò a
sudare e a balbettare. Non riusciva ad articolare nemmeno un
“sì” ed un
“grazie” senza fare la figura del balbuziente e
soprattutto non guardò mai la
ragazza negli occhi. I suoi erano attenti ad analizzare e a scrutare
qualcos’altro che a Sauli e a Tommy non sfuggì.
Adam non riusciva a
distogliere lo sguardo dal seno della ragazza. Poi quando
quest’ultima fece per
andarsene, il moro inconsciamente puntò la sua attenzione
sul fondoschiena
della signorina.
Ma
che mi sta succedendo?
Nell’aria era
palpabile l’eccitazione di Adam. Per una ragazza, diamine!
Mai in vita sua gli
era capitata una cosa simile.
Poi Sauli parlò:
-Dimmi che quello
che ho visto non è successo veramente.
Nessuno dei tre
rispose, sia perché la risposta era implicita, sia
perché avevano paura di
ammettere ciò che era appena accaduto.
-Ci siamo accorti
tutti di come guardavi quella ragazza.
Fu Sauli a
interrompere il silenzio. L’aria attorno ai tre divenne
pesante e Adam cominciò
a sudare come non mai.
-Io, non so
spiegarmelo… Ma..
-Ti piace.
Si intromise
bruscamente Tommy.
-Ti piace.. Una
donna.
Adam annuì
leggermente con il capo e Sauli, come se gli avessero appena
diagnosticato un
tumore irreversibile, si mise a sedere sul lettino, il viso coperto
dalle mani
e per un po’ non parlò più.
**
La nuova e bizzarra situazione aveva
lasciato una scia di incredulità che difficilmente si
sarebbe cancellata nel
tempo. Forse mai. Sicuramente mai.
I
tre si prepararono per tornarsene a casa. Si cambiarono il costume
bagnato,
infilandosene un altro asciutto; riposero l’asciugamano
dentro la borsa da mare
con accuratezza, insieme alla creme solari, gli occhiali da sole e al
costume
fradicio. Dunque si misero addosso una maglietta a maniche corte e ai
piedi le
infradito. Tutto ciò in rigoroso silenzio.
Nessuno osò più aprire bocca anche
perché
non avrebbero più saputo cosa dire. Tuttavia lo sgomento si
leggeva loro in
faccia: era come se avessero appena preso parte ad un incidente aereo
che
contava solo loro tre come sopravvissuti.
Si misero in spalla le borse da mare e coi
volti pietrificati si diressero verso l’uscita, dove vi si
trovava un bar che
vendeva delle pizzette gustosissime. Si diceva addirittura, che le
persone
provenissero anche da lontano per mangiare quelle bontà.
Tuttavia le pizzette
non erano le uniche cose che venivano mangiate con gli occhi. Dietro al
banco,
la commessa era una ragazza sulla ventina, abbronzata, bionda e con una
scollatura da capogiro.
Adam non poté fare a meno di fissarla.
Poi Sauli parlò:
-La stai consumando.
Il moro ripose i piedi per terra e distolse
a fatica lo sguardo. Era notevolmente imbarazzato tanto che le guance
gli si
dipinsero di rosa. Tuttavia l’imbarazzo non era
l’unico sentimento a pervadere
il moro. Si sentiva confuso e preoccupato. Soprattutto non si sentiva
più Adam
Lambert. Un turbine di pensieri prese a vorticare nella sua mente.
Cosa avrebbe fatto adesso? Come si sarebbe
comportato con Sauli? Sarebbe rimasto così per sempre?
Scacciò questo ultimo pensiero, ma non poté
far a meno di rimuginarci sopra. E’ vero che non si sentiva
più attratto da un
uomo, però i sentimenti che aveva provato per Sauli quelli
se li ricordava ed
erano rimasti. Lo considerava ancora la persona più
importante della sua vita.
-Sauli non ho dimenticato quello che
abbiamo passato insieme e mai potrò. Ti voglio bene, anche
se a ripensare di
aver avuto dei rapporti sessuali con te mi sale un senso di nausea. Ma
io non
posso farci niente, è il mio corpo che reagisce
così. La mia mente, se ripenso
a quanto stavo bene in compagnia con te, be’ percepisco
ancora una forte
pressione nel petto.
Detto ciò abbracciò il biondo, mentre a
entrambi scesero delle lacrime dagli occhi. Non erano i soli a
commuoversi.
Anche Tommy era scosso, ma non permise che il suo delicato viso venisse
rigato,
dato che quelle non erano lacrime di gioia.
**
Uscito dalla doccia, Tommy Joe Ratliff si
guardò allo specchio.
Non si piaceva affatto. La corporatura
esile, la pelle candida come il latte, il viso scarno.. Non sarebbe mai
diventato come quei ragazzi che cavalcano le piste di moda. Ma non gli
importava. Per la prima volta in vita sua non si faceva mille complessi
per il
suo corpo. E’ inutile cercare di
farsi
piacere, pensò. Chi mi
ama, mi prende
anche se non sono un culturista. Si guardò
un’altra volta allo specchio,
fiero di sé per aver partorito un pensiero tanto profondo.
Inoltre
il ragazzo a cui faccio il filo è eterosessuale.
Angolo Autrice:Sempre
un grazie speciale a chi commenta le mie storie. Sono contenta che vi
piacciano! Ringrazio anche coloro che -presumibilmente LOL- leggono ma
non recensiscono (vi vedo dalle visite tzé v.v) Ammetto di
aver liquidato in fretta questo racconto, il problema è che
mi sarebbe venuto troppo lungo, già l'ho diviso in due
parti, non potevo crearne una terza se no non sarei più
stata attinente al mio progetto inziale! Detto ciò, grazie
ancora per essere arrivata/o a leggere fino a qui! Spero di vederti
anche alla prossima storia :)
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1198868
|