Quando ci sono di mezzo i sogni, non c'è nessun limite.

di Unforgettable
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eppure, tra i tanti occhi che potevo vedere, io avevo scelto i suoi. ***
Capitolo 2: *** Emozioni a cui non so dare nome, che giocano a rincorrersi. ***



Capitolo 1
*** Eppure, tra i tanti occhi che potevo vedere, io avevo scelto i suoi. ***


Mi avevano detto che i sogni erano delle inutili stupidagini. Che erano delle illusioni, che non servivano.
Beh, non sempre va come vuoi che vada, purtroppo. L'equitazione è fatta anche di questo. 
Ma poi mi sono resa conto che io e lei eravamo davvero state unite e create con una base di sogni. Ed è qui che comincia la mia storia. 

Mi ero trasferita da poco tempo in Irlanda, avevo una passione per i cavalli. Li amavo davvero, con tutta me stessa. Così, uno dei primi giorni, feci visita ai vicini insieme ai miei genitori. Mi dissero che c'erano molti maneggi in cui potevo imparare a montare ad alti livelli, anche se il costo delle lezioni poteva richiedere molto. Lì per lì, non diedi troppo peso alle loro parole, ero appena entrata in un nuovo mondo, in una nuova vita.
Non avevo amici, nella mia vita non ne avevo mai avuti. Era inutile. Io preferivo i cavalli, anche se non ero mai stata a contatto con loro, se non il tempo di una carezza su quei splendidi, morbidi musi, li preferivo ugualmente. Sapevo che erano diversi. Sapevo che, loro, a differenza delle persone avevano un cuore, e sapevano amare meglio di chiunque altro. 
Un giorno successe. 

"Jamie, sali in macchina! Ti porto in un bel posto!" - queste furono le parole di mio padre. Non avevo idea di dove mi stava portando. Dopo un quarto d'ora, eccoci arrivati. In un attimo, come per magia, mi ritrovai circondata da campi, box e distese di prato verdi, con qualche salto che mi ostacolava la vista. 
"Papà, ma è uno scherzo?" - chiesi. I miei erano anche un po' contrari all'idea di farmi montare, è vero. Non lo facevano per cattiveria, o almeno credo.. Dicevano che era per proteggermi, perchè quei "bestioni" erano complicati di carattere e difficili da tenere, insomma pericolosi. 
Sapevo benissimo che non era così. Non so quanto tempo era passato di preciso dal mio arrivo, però mi accorsi che un uomo sulla quarantina si dirigeva verso di noi, a passo spedito, forse si era dimenticato di avere ospiti. 
"Ciao, lei deve essere il signor Brown, insieme alla 'famosissima' Jamie! Io sono David, piacere. Sono il presidente del maneggio, mi hanno detto che ti piacciono molto i cavalli!" - annuii senza dare un cenno di voce, per un momento mi chiesi se respiravo ancora, o la troppa emozione mi stava lentamente divorando - "Ti faccio vedere la scuderia. Se farai parte del nostro maneggio..." - Parte del vostro maneggio?! - "...dovrai pur conoscere qualche equino, no? bene, ecco... lui è Friday!" 
Dal box uscii un enorme testa grigia, orecchie dritte, sguardo attento. Mi persi per un momento. Era bellissimo. Mi avvicinai e lo accarezzai. 
Da quanto non sentivo il dolce manto di un cavallo sotto la mia pelle? 

Ecco qui la fine del primo capitolo. Spero vi piaccia, lasciatela una recensione. Mi servono consigli sul come migliorare, e sono felice di accettarli. Nessuno è perfetto, no?
In ogni caso grazie della lettura.

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Capitolo 2
*** Emozioni a cui non so dare nome, che giocano a rincorrersi. ***


"Ti piace?" - non dissi nulla. Ero incantata da quel cavallo. Forse non era il più bello che ci fosse in quella scuderia, dato che per molti era anche il "vecchio cavallo decrepito della scuola".
"Terra chiama Jamie! Lo hai sentito o no il signor David?" 
"Si, scusatemi. ehm... si. Mi piace molto!" - non lo dissi in modo convinto, non so perchè. Era una cosa nuova. Era tutto diverso. Ma quel cambiamento non mi spaventava. Stranamente. 
Io sono sempre stata una ragazza che odia i cambiamenti. La maggior parte delle volte si cambia in negativo, o almeno nella mia vita fino a quel punto. 
"Jamie... sei pronta per la tua prima lezione? Chiamerò Caroline, sarà lei a farti salire per la prima volta in sella." - annuii. Prima volta in sella?! Ero si e no stata un paio di volte in un maneggio, guardando i cavalli quasi sempre da lontano, e ora 'Prima volta in sella?!'. Beh, non che mi dispiaceva, assolutamente... solo che ero sorpresa! 

Il signor David ci fece dirigere verso le tribune che contornavano l'esterno del campo. C'erano molti campi, ricordo che in quel giorno, lavoravano tutti su quello grande, dove di solito montano i percorsi da salto.
David, che gentilmente mi aveva chiesto di dargli del tu, entrò in campo e cominciò a fare dei gesti con le mani. La sua voce era bassa e fioca, come per non farsi sentire. Non ci badai molto, dopotutto ero nuova, nessuno mi conosceva, ne me ne la mia storia. 
Dopo alcuni minuti un cavallo grigio fece ingresso in campo. Veniva portato alla longia (ovviamente da terra) da una ragazza bionda. David si girò verso di me, mi fece cenno di mettermi il cap e di scendere in campo. Ubbidii. 
Mi passò il braccio sulla spalla e piano piano mi fece avvicinare al cavallo grigio, che poi riconobbi. Era Friday. 
"Ciao Caroline, lei è Jamie. è qui per la sua prima lezione."
"Uhm.. ciao! Piacere, ho sentito molto parlare di te, da David, ovviamente. So che tuo padre e lui sono stati molto in contatto per queste lezioni, quindi spero che ti troverai bene. Comunque puoi chiamarmi Caro. Non amo particolarmente i diminutivi, ma non amo nemmeno il mio nome." - Feci un sorriso che contraccambiò, mentre David si allontanava verso gli altri allievi. 
Noi ci mettemmo in un angolo del grande campo, mentre gli altri iniziarono a saltare. In seguito scoprii che di lì a poco avrebbero avuto una gara. 
Prima di farmi salire, Caroline, cominciò a girare alla longia Friday. Diceva che era per farlo sciogliere. Io mi ero appoggiata ad un lato della staccionata, e guardavo i cavalli saltare. 
In particolare ce ne era una che, mi aveva particolarmente colpito. Si chiamava Jennifer. Jennifer Du Charmante. Era baia, alta si e no un metro e settanta; aveva una stella sulla fronte, sembrava disegnata da un vero artista per quanto perfetta poteva essere. Era un Hannover, e tre balzane sull'anteriore sinistro, posteriore sinistro e destro. 
Era dannatamente bella. Bella da far male. 


Ecco qui la fine del secondo capitolo. Spero vi piaccia, lasciatela una recensione. Mi servono consigli sul come migliorare, e sono felice di accettarli. Nessuno è perfetto, no?
In ogni caso grazie della lettura.

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