Illusione Immorale

di Lullaby Candy
(/viewuser.php?uid=121338)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Amore Immorale ***
Capitolo 3: *** Cuore Immorale ***
Capitolo 4: *** Sogno Immorale ***
Capitolo 5: *** Fantasia Immorale ***
Capitolo 6: *** Rabbia Immorale ***
Capitolo 7: *** Verità Immorale ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Untitled Document

 

Prefazione

 

 

Una nuvola cupa passò davanti alla Luna, pallida come il viso del bel ragazzo che la stava fissando, con i suoi occhi acquei persi nel vuoto. A lui piacevano quei momenti in cui restava fermo, da solo con i propri pensieri, che giocavano liberi nella sua mente. Sì, a lui piaceva la tranquillità della notte. Gli piaceva non per la bellezza di quella Luna piena né per la sensazione di pace, ma per le dolci fantasie che riuscivano ad animare immagini irreali, che desiderava dal profondo del cuore si avverassero.

Fran non aveva mai avuto desideri che voleva realizzare, non aveva sogni nascosti, ma da quando aveva conosciuto il sempai tutto il suo universo era mutato. Non riusciva a capacitarsi del motivo per il quale quello stupido principe gli suscitava tali emozioni. C'era qualcosa di sbagliato in lui? Non era certo una ragazza carina, non poteva innamorarsi di un uomo, e per di più non di quel pazzo principe caduto. Anche se continuava a ripetersi queste motivazioni nella sua testa, non riusciva a scacciare la strana sensazione che lo percorreva ogni volta che pensava ai suoi capelli biondi un po' arruffati, che gli davano un'aria da bambino, a quel diadema che portava SEMPRE e che doveva trasmettere un qual ché di regale, al ghigno inquietante che era perennemente stampato su quel viso QUASI angelico e la solita risata che usciva da quella bocca così sensuale: “Ushishishi... F~r~a~n ti ammazzo..”. Ehm... le parole che gli rivolgeva erano un po' in contrasto con tutto ciò che dava a vedere, o almeno che Fran vedeva di lui.

Fran scosse con un colpo secco la testa, come per allontanare quei pensieri imbarazzanti...

Si era davvero innamorato del suo sempai? Sì, probabilmente sì. Ogni volta che lo vedeva, o peggio ancora lo toccava, si emozionava a tal punto da esser difficile anche solo nascondere il rossore dietro quel suo viso solitamente impassibile. Ma lo faceva, lo faceva sempre perché non voleva assolutamente che Bel intuisse ciò che gli provocava, poiché, lo sapeva certamente, sarebbe stato estremamente imbarazzante ed inutile.

Avrebbe soltanto riso di lui e dei suoi stupidi sentimenti; e lui si sarebbe sicuramente sentito umiliato.

Nonostante avesse queste paure non poteva evitare di sentirsi attratto dal suo sempai. E si vergognava tanto di aver pensieri oltraggiosi su di lui, di immaginarsi in atteggiamenti intimi con lui e di toccarsi avendo in mente il suo viso. Troppo, troppo imbarazzo! A volte non riusciva neanche a guardarlo negli occhi (?) – quasi un modo di dire poiché ovviamente la folta frangetta non lasciava scorgere neanche un frangente di quegli occhi ametista così penetranti-.

Ormai era diventata un'abitudine restare di sera, prima di andare a letto, vicino alla porta ad ascoltarlo dirigersi nella propria stanza davanti alla sua; erano gli unici ad avere l'alloggio in quel corridoio e non poteva che non esserne contento.

Ascoltava con orecchio teso, posato sul legno, ogni suo minimo movimento e sussultava arrossendo in volto quando sentiva una risata assai conosciuta, risuonare sommessamente da lontano. E così si addormentava, abbracciato ad un cuscino che, come per magia, aveva preso le sembianze di Bel.

 

 

________________________________________

 

Saaalve gente!! allora finalmente dopo circa tre anni (.. non sto scherzando D:) mi sono decisa a pubblicare questa B26 che si svilupperà in molti capitoli... xD

grazie mille per aver letto la prefazione xD... spero che vi sia piaciuta e abbiate voglia di seguire tutta la vicenda ^^...

io direi che solo per la bellissima immagine che ho fatto ( e ci ho messo tipo due settimane di lavoro .-.) mi merito un casino di commenti! no tranquilli scherzo... .-.

okay non so cosa dire.. e ho paura che mi possiate uccidere quindi mi eclisso xD

un saluto e grazie mille ancora!

by Lullaby Candy:_

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Amore Immorale ***


Untitled Document

Capitolo 1

~

Amore Immorale

 


Un timido raggio di sole appena nato si posò sugli occhi ancora chiusi del giovane illusionista, rannicchiato a terra. Fran si risvegliò piano, guardando il soffice cuscino stretto a lui, sperando che, durante la notte, si fosse trasformato nel vivente essere umano di cui era innamorato. Si mise a sedere, conducendo lo sguardo attraverso quella stanza piccola e illuminata soltanto da una finestrella che si trovava nel bagno. Si sentiva un po' oppresso, era come rinchiuso in una cella d'isolamento, ma sapeva perfettamente che al di là di quella porta non vi era un altro mondo sconosciuto, ma la confortevole (?) villa dei Varia.

Si alzò e si diresse dritto in bagno, preparò la vasca e, mentre aspettava che l'acqua la riempisse, andò davanti all'armadio color smeraldo, alto quasi fino al soffitto, per scegliere i vestiti. Quel giorno non era necessario indossare la divisa, fatto molto raro, poiché quella, per lui e Bel, era una giornata di riposo dato che il giorno seguente avrebbero dovuto compiere una missione un po' faticosa. Fran guardava gli abiti piegati accuratamente sulle mensole e non riusciva a decidere quale avrebbe indossato. Il colore preferito di Bel-sempai? Probabilmente il rosso scarlatto come il sangue, purtroppo non aveva maglioncini così, o meglio ne aveva uno di un rosso magenta, poteva andare bene se non per il fatto che glielo avesse regalato Lussuria per il compleanno.

Da ciò si può dedurre che fosse pieno di fronzoli e pizzetti. Doveva metterselo davvero? Forse poteva fare qualche modifica. Per prima cosa togliere le piume arancioni dal girocollo e poi... beh, per il resto era normale, anche quelle fasce di pizzo intorno alla base delle maniche in fondo erano carine. Aveva deciso. Poi scelse un paio di jeans color ruggine e posò tutto accuratamente sul letto.

Ritornò in bagno, dove s'immerse nella vasca riempita fino all'orlo. Si lasciò coccolare dall'acqua calda e da quella sensazione di pace per qualche minuto, poi il suo stomaco emise un brontolio e si rese conto solo allora di aver una gran fame, poiché la sera precedente non aveva toccato cibo.

Uscì dalla vasca quasi subito, si asciugò in fretta, lasciando i capelli umidi e si cambiò.

Finito di prepararsi si girò verso il comodino dove era poggiata l'enorme testa da rana che era OBBLIGATO ad indossare. La guardò e sorrise compiaciuto, prese un pettine ed incominciò ad aggiustarsi i capelli. “Oggi non indosserò il cappello” pensò “Così quando Bel mi vedrà, mi noterà di più per sgridarmi e poi… è così figo quando urla...”

Posò l'oggetto e con aria soddisfatta, gongolando felice, uscì dalla stanza.


Fran scese le scale un po' di fretta, non vedeva l'ora di rivederlo, anche se l'aveva incontrato pochi minuti prima nel suo sogno; sentiva la necessità di guardarlo, far perdere i propri occhi nei suoi (?), ammirarlo in tutta la sua virilità, anche solo da lontano.

Raggiunse il salotto vuoto, un’ enorme stanza spoglia: il grande tavolo ligneo al centro senza né tovaglia né centrini, le lunghe pareti dorate senza alcuna decorazione se non un imponente quadro dietro il posto a capotavola, destinato a Xanxus, raffigurante un tetro campo di battaglia con un personaggio al centro rivolto di spalle e tutt’intorno i cadaveri dei nemici esangui dipinti in modo talmente realistico da far paura. Tutti gli altri Varia dovevano essere in missione, si elettrizzò al fatto che in quel momento fosse in casa da SOLO con il sempai. Arrossì impercettibilmente. Si diresse in cucina, appena entrò rimase abbagliato, come sempre, per quei colori sgargianti, tutta opera di Lussuria che, essendo incaricato della cucina per tutti i compagni, aveva imposto di dipingerla a modo suo: il pavimento con delle piastrelle giallo-arancione striate, le pareti di un rosa elettrico e tutti i mobili azzurri, il che rianimava molto la stanza. E così iniziò a prepararsi la colazione, versò un bicchiere di succo di frutta ed iniziò a berlo avidamente. Aveva caldo... Non capiva se per il bagno bollente appena fatto o il pensiero di Bel... La sua mente incominciò a vagare e si perse in mille fantasie. Ad un tratto, un sibilo veloce dietro di lui; sentì una forte fitta alla schiena, come se qualcosa gli si fosse conficcato nella pelle... Delle goccioline di sangue scendevano piano sotto il maglione, percorrendo tutta la spina dorsale. Fran con voce impassibile si lamentò: “Ahi... Mi ha fatto davvero male, Bel-sempai” di tutta risposta dalla parte opposta della cucina, sulla soglia della porta, una voce acuta e divertita disse: “Ushishishi... Stupida inutile rana perché non indossi il tuo cappello? Mi fai davvero arrabbiare.”

Fran sorrise dentro di sé, quel che aveva programmato si stava avverando, era un po' da masochista voler essere infilzato dai coltelli argentei del sempai, ma se questo era l'unico modo per farli avvicinare, l'avrebbe fatto a qualsiasi costo. Allungò una mano dietro la schiena per cercare di togliersi i due corpi estranei che lo facevano dolere tutto. Ne estrasse uno e gemette piano per il dolore, la ferita gli bruciava, non era abituato ai tagli, di solito il sempai conficcava le sue armi nel cappello-rana, e quelle poche volte che aveva colpito il corpo di Fran, lui indossava sempre la divisa, molto resistente che non lasciava passare facilmente le lame, per ciò non si era mai ferito. Ma quel giorno gli faceva davvero male, i tagli non erano tanto profondi, circa un centimetro o meno, ma comunque stava soffrendo per il bruciore causatogli. Anche Belphegor lo notò, si avvicinò al giovane illusionista e gli poggiò le mani sulle spalle. Il cuore di Fran incominciò a battere più forte, il suono irregolare gli rimbombava nelle orecchie, aveva paura che persino il sempai potesse sentirlo.

“Fran~ Ti ho fatto male, ushishishi?” Dietro quella solita risata Fran percepì una lieve nota di preoccupazione. Se la stava solo immaginando? Forse si, l'emozione gli stava giocando sicuramente brutti scherzi.

Sapeva che se ne sarebbe già pentito, ma senza preoccuparsene lo fece: si girò piano e con i suoi grandi occhi verde-acqua si ritrovò ad osservare la bocca del sempai ancora trasformata in quel sorriso talmente forzato, ma così affascinante. Il suo cuore ebbe un sussulto, tanto che pensava di aver perso un battito.

Rimase pochi attimi incantato a guardarlo con la bocca lievemente socchiusa. Ebbe un impulso: si stava alzando in punta di piedi, diminuendo la distanza dei loro visi. Incontrò le sue labbra ancora allungate in quel ghigno e si sentì sciogliere, mentre un brivido lo percorreva.

Fran tornò in sé, si rese conto di essere rimasto impalato davanti al sempai con gli occhi lucidi, le labbra quasi del tutto aperte e leggermente umide. Era già arrivato al punto tale da avere lui stesso delle illusioni?

 

 

______________________________________________

 

Salvee a tutti!!! iniziamo col dire che rileggendola mi sono accorta che anche Fran è un po' OOC... più che altro sono i suoi pensieri e comunque nessuno può sapere quello che passa per la testa a questo ranocchio, no? eee già...

poi volevo dire per sicurezza che i (?) non sono un errore o una mia dimenticanza ma fanno parte del testo... non so perchè ma mi piacciono e rendono bene l'idea del: ma che diavolo dice? xD .... okaay...

un'altra cosa... ho avuto molte discussioni con persone varie per il termine: sempai... perchè secondo loro è giusto: senpai... quindi documentandomi (?) ho scoperto che è corretto in entrambi i modi, ma comunque io preferisco: seMpai... quindi nulla... xD

aaaah! e per quanto riguarda il titolo... ho deciso... che tutti i capitoli avranno "immorale" nel titolo... si è una cosa un po' da scema ma mi sembrava carino xD no??

mmm vabbè dai... per ora non mi viene in mente altro (e penso anche di aver scritto troppo .-.)... beh spero seriamente vi sia piaciuto come primo capitolo!!

Grazie mille per aver letto e grazie a quelli che recensiranno!! ^^

al prossimo capitolo! XD

by Lullaby Candy:_

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cuore Immorale ***


Untitled Document

Capitolo 2

~

Cuore immorale

 


Il sempai era rimasto fermo ad osservarlo con lo sguardo indagatore, Fran fu travolto da un imbarazzo talmente forte che non riuscì ad evitare di arrossire e un dolce color rosa invase le sue gote delicate. Si voltò di scatto, ormai troppo tardi, perché Bel aveva già notato il cambiamento del piccolo illusionista.

“No... Non mi fa male.” ribatté secco con voce insensibile provando a nascondere dietro ad essa tutta la confusione che aveva dentro. Incominciò a muoversi, andò avanti e indietro per prendere oggetti su oggetti, completamente inutili. Alla fine si accorse di aver posato sul tavolino centrale una miriade di cibi: cereali, biscotti, marmellate, latte, succhi di frutta e tutto ciò che serviva per una colazione da re, anzi era fin troppo anche per quella. Il biondo era stato tutto il tempo in piedi ad osservarlo all'opera, divertito. Si riavvicinò al suo kouhai e gli passò una mano lungo la schiena ferita.

Fran sussultò per la sorpresa e quando sentì la maglia sollevarsi non poté fare a meno di eccitarsi. Possibile che anche il sempai fosse... ? Cosa voleva fargli? La mente perversa del ragazzo fece in un secondo mille fantasie, vagando tra le oscenità più assurde. Fu riportato alla realtà dal tocco delle dita calde di Bel sulle piccole ferite insanguinate.

“Ushishishi finalmente ti ho fatto sanguinare... chissà se il tuo sangue è buono...” Fran rimase a bocca aperta, si voltò di scatto, nel momento in cui il biondo si stava portando le dita alle labbra e le leccò assaggiando il liquido rossastro. “Ushishishi... Ushishishi... non male per un insulso plebeo...”

Detto ciò si girò in direzione della porta e quando fu giunto alla soglia fece capolino con la testa “E' meglio se riposi un po' prima della missione e non mangiare così tanto... Vado a fare un po' di strage... Ushishishi... voglio proprio squartare un po' di persone… ah… e soprattutto, domani, ricordati il cappello! ushishishi...” ed alzò la mano in segno di saluto.

Fran rimase immobile, un pezzo di ghiaccio bollente in mezzo alla stanza, cos'era successo? Stava sognando? Il cuore gli tamburellava nel petto, ansimava leggermente, dovette accelerare la respirazione per riprendersi. La schiena ribolliva dal caldo, era ancora perfettamente percepibile il tocco del sempai. Il giovane si diresse verso il lavandino e provò a domare quelle fiamme che serpeggiavano su tutto il viso fino a scendere sul collo, il petto, le spalle. Immerse la faccia sotto l'acqua corrente, e fece scivolar via un po' di tensione. Quando si fu ripreso chiuse gli occhi per regolare il respiro e il battito, poi incominciò a rimettere a posto il cibo, senza accorgersi di quel che stava facendo, quasi fosse un fantasma che levitava sospinto dal vento.

Finito tutto non sapeva più che fare. Tutto gli sembrava offuscato e confuso. Non riusciva a schiarirsi le idee così decise di uscire nel giardino dietro la villa per prendere un po' d'aria fresca.

Rabbrividì al freddo venticello, che faceva fluttuare i petali colorati di qualche albero in fiore, i quali parevano sospesi, fermi in aria e s’ immerse in quell'animo di primavera.

Era così bello rilassarsi sotto quel tiepido calore dei radi raggi di sole che lo raggiungevano. Si sentì trasportato su un altro pianeta.



Si sedette su una panchina al sole e rimase per ore a respirare profondamente. Si riprese solo dopo un lungo tempo. Ora era più calmo e tutto era tornato alla sua normalità. Quel che era accaduto pochi attimi prima sembrava come un sogno, una fantasia che non aveva legami con la realtà in cui lui stava. Aveva bisogno di verificare se si era immaginato tutto o se era frutto esclusivamente della sua fantasia. Rientrò, salì di corsa le scale fiondandosi subito nella sua stanza, non fece tempo a raggiungere il bagno che già si era spogliato del caldo maglione. Lo rigirò tra le mani, osservando compiaciuto due piccoli tagli nel tessuto. Il cuore che prima batteva veloce per la corsa e la paura di aver perso, anzi, di non aver mai ottenuto quelle intimità, adesso rimbombava ancora più forte, dopo aver realizzato che tutto era veramente accaduto. Rimase chissà quanto tempo ad abbracciare la maglia, stringendola sempre al petto, più forte, come per cercare di soffocare in essa il rumore tamburellante dei suoi battiti. Non riusciva a smettere di sorridere ad occhi chiusi, di sentirsi come avvolto da un’ aura di pace e felicità al tempo stesso. Forse era una reazione un po’ esagerata ma non la poteva evitare.


L’aria della stanza diventava sempre più fredda e il suo corpo nudo rabbrividì, a ciò Fran non poté restare indifferente, si guardò attorno un po’ spiazzato come appena atterrato in un luogo sconosciuto. La finestra era aperta, posando la maglia sul bordo della vasca si allungò e la chiuse. Guardò l’orologio e solo allora si rese conto di aver assunto quella posa da “bozzolo innamorato” per più di un’ora, come poteva essere? Non riusciva a crederci e rise, rise di sé, del fatto che tutto era così assurdo ed inspiegabile. Ormai era pomeriggio inoltrato e decise di abbandonarsi ad un altro lungo bagno confortante. Al contatto con l’acqua calda le ferite bruciarono, come se volessero ricordare di esistere anche loro, questo non poté far altro che aumentare l'estasi dell’illusionista.

Non riusciva a tener a bada quel calore insopportabile emanato da tutto il suo corpo, il pulsare dei suoi muscoli in posti ben precisi. Doveva far qualcosa per alleviare l’eccitazione che lo invadeva completamente, anche se questo avesse voluto dire compiere gesti sbagliati ed empi.

 

 

___________________________________

 

Heii!! eccoci di nuovo qui! io direi povero Fran perchè in questo capitolo gli è quasi venuto un infarto, tutta colpa di Bel che è troppo sexy... ehh già! xD

beh e adesso bisogna solo scoprire che cosa ha deciso di fare Fran... curiosi? spero di si!!! xD

se avete dei consigli o suggerimenti da darmi per prossime ed eventuali storie non vi trattenete eh! sarei solo contenta di riceverne così posso migliorarmi!! :)

allora Grazie mille per aver letto e per chi commenta!! I love you guys *-*!!!

shaooo

By Lullaby Candy:_

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sogno Immorale ***


Untitled Document

Capitolo 3

~

Sogno Immorale

 


La porta si aprì con impeto cigolando lungo i cardini per la pesantezza di quel legno massiccio. Una figura eretta apparve in mezzo al portone e tutto l'ingresso fu invaso da un acre odore di sangue ferrigno proveniente dai suoi abiti, l'aria sana e pulita della casa ne fu insozzata. L'uomo fece due passi e finì fuori dal campo rosso-rosa del tramonto che infiammava dietro di lui. Si lasciò dietro sé tutta la strage appena fatta, la porta si chiuse alle sue spalle con un tonfo secco ed una risata, la SUA risata, si disperse nel buio delle stanze.

Ushishishi, chissà se quella rana si è preparata per la missione. Dove sarà adesso?” mentre pensava questo, si diresse nel bagno comune, famoso per le enormi vasche installate lì, voleva rilassarsi e distendere i muscoli così da esser pronto per lo sforzo del giorno dopo. Si spogliò e lasciò i vestiti insanguinati all'ingresso. S'immerse nel vapore caldo e si bagnò fino al bacino, l'umidità fece arruffare ancor di più i capelli incrostati di macchie rosse rafferme. Si sedette su un gradino sott'acqua, portò indietro la testa, raggiungendo la tranquillità più assoluta.

Fu riportato alla realtà da un rumore forte, come di un vetro infranto, proveniente dal salotto. D'istinto si alzò preoccupato, che cosa (lui) aveva combinato? E se (lui) si fosse ferito?

Non riusciva ancora a ragionare razionalmente, che pensieri assurdi aveva? Era impazzito più del solito? Era convinto che in casa ci fossero solo lui e Fran, quindi era ovvio pensarla così, ma tendendo l'orecchio riuscì a percepire una voce roca e molto fragorosa, non poteva di certo essere quella dell'illusionista. Uscì dalla vasca e si rivestì in fretta, rimettendo gli abiti sporchi, non gli importava minimamente. Voleva soltanto andar a veder cosa fosse successo, anche se aveva intuito che fossero rientrati gli altri Varia dalle loro missioni.

Raggiunse una grande stanza nell'ala ovest della casa, dalla parte opposta della sua camera. La porta dell'ufficio del Boss era aperta e Squalo, furente di rabbia, ne usciva camminando con passo pesante urlando il solito “Voooooooooooi!” diretto a Xanxus il quale, come al solito, era la causa della sua ira. Bel non se ne preoccupò oltre, si guardò attorno in cerca di qualche indizio che facesse dedurre la presenza del giovane, ma niente. Così iniziò a salire le scale per arrivare in stanza, sentiva proprio la necessità di infilzarlo, fargli male come quella mattina. Rallentò il passo quando fu davanti alla camera dell'illusionista. Doveva bussare o irrompere dentro all'improvviso? O forse era meglio far finta di niente e proseguire? Mentre cercava di prendere una decisione rimase paralizzato davanti alla porta, qualcuno oltre di essa si stava muovendo. Allora Fran era in camera!

Si avvicinò di nuovo al pomello per aprirla, ma non ci riuscì, un rumore proveniente dall'interno lo bloccò. Una voce: delicata ed eccitata... sì eccitata. Fran stava gemendo, non molto forte, ma Bel riusciva a percepirlo perfettamente: ansimava. Cosa diavolo stava facendo? D' istinto avrebbe buttato giù il legno e si sarebbe fiondato dentro per cercar di capire quel che stava accadendo, ma aveva paura, sì, lui, il principe sanguinario, aveva paura della reazione dell'altro e di quello a cui si sarebbe ritrovato di fronte, se fosse stato ciò che lui immaginava. Dopo pochi secondi accadde ciò che più temeva e le sue ipotesi divennero realtà, la voce dolce tra gridolini di ogni genere ansimava: “Sempai! Ah Sempai... io... mmh... la... ah... amo... Ah!”

Bel, come impietrito, non riusciva a creder a quel che lui stesso aveva udito. Una vena rossa, pulsante freneticamente apparve lungo il suo collo, serrò i pugni, digrignò i denti. Una vampata calda gli salì fino alla testa, gli veniva quasi da piangere. Impossibile! Lui, un principe che esprimeva debolezza? No! Assolutamente no! Ritornò in sé e tra rabbia, delusione e amarezza si girò, dietro di lui i cigolii del letto di quella stanza adesso straniera e incomprensibile. Entrò nella propria camera, sbattendo fragorosamente la porta, con furia.

 

Era buio, buio assoluto, neanche una luce che rivelasse la presenza di qualche attore sul palco. Il sipario si aprì d'improvviso e due figure vicine apparvero illuminate solo da un flebile raggio dell'occhio di bue. Queste erano estremamente ravvicinate, si tenevano per mano con intimità, tenuta segreta e resa ormai incomprensibile agli altri. I volti dapprima offuscati si delinearono e mostrarono perfettamente il viso delicato di Fran e quello del suo sempai Mukuro, a fianco. L'obbiettivo s'avvicinò come per far ricadere l'attenzione su una scena importante ed imperdibile. Un campo lungo, una figura intera, mezzo busto, primo piano ed ecco... il dettaglio, un bacio passionale tra i due protagonisti che presi dall'eccitazione non si fermarono a quello, incuranti del pubblico che li stava guardando continuarono fino a raggiungere l'indecenza più assoluta.


La scena sparì come per magia e gli occhi di Bel si ritrovarono persi nell'oscurità della sua stanza; la fronte perlata di sudore e il respiro leggermente affannato dimostravano che l'agitazione del giovane l'aveva perseguitato durante l'intera notte. Quelli che in quel momento stavano passando nella sua mente erano una serie di pensieri contorti e confusi, ricordi del giorno precedente e quel che aveva udito e a cui, fortunatamente, non assistito. Una rabbia amara rincominciò a possederlo. Aveva sperato che con il passar della notte fosse cambiato qualcosa, magari si sarebbe destato e sarebbe stato contento di realizzare che fosse stato soltanto un brutto sogno.

Ed invece tutto era rimasto uguale, immutabile. Era agitato, come poteva non esserlo?

In realtà non ne avrebbe dovuto avere motivo, Fran era semplicemente un kouhai, forse anche un amico, ma di certo non una persona su cui lui aveva potere o di sua proprietà. Sicuramente se avesse preso in considerazione (come faceva spesso) anche questo argomento, in quel momento sarebbe esploso dalla frustrazione. Doveva sfogarsi, ma come? Tra poche ore avrebbero dovuto passare un interminabile tempo insieme, non sapeva neanche lui come ci sarebbe riuscito. Forse poteva rinunciare a quella missione solo per quella volta, no impossibile! Non l'avrebbe data vinta alle sue stupide emozioni. Cercò di tranquillizzarsi respirando a fondo, doveva tornare calmo, aveva due ore piene per provare (e riuscire) a riprendere il controllo del proprio corpo. Tentò in mille modi ed alla fine pareva esserci riuscito. Si vestì con calma e mentalmente esaminò tutte le soluzioni che gli erano passate per la testa. Era (quasi) pronto. Ancora un po’ titubante aprì la porta e fu subito trasportato nel ricordo di quel corridoio e della stanza a destra della sua. Ma non si arrestò. Proseguì giù per le scale fino ad arrivare al salone d'ingresso, notevolmente illuminato, si stupì di trovarsi di fronte proprio la causa di tutto il suo turbamento. Fran lo guardò con quegli occhi azzurri così dolci per poi salutarlo con un caloroso: “Buongiorno Bel-sempai!” (per quanto possa essere calorosa la voce di Fran.)

 

 

_____________________________________

 

Eccoci di nuovo qui... allora beh in questo capitolo povero Bel, lui è solo un piccolo principe geloso *-* oddio che tenero!!! xD

secondo voi ce la farà a resistere alla tentazione di ammazzare il povero e innocente (?) Fran?? mmm vedremo!

Grazie mille per essere giunti fin qui!!!

alla prossima!

by Lullaby Candy:_

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Fantasia Immorale ***


Untitled Document

Capitolo 4

~

Fantasia Immorale

 


Non riuscì a guardarlo, distolse in fretta lo sguardo, prima che il suo istinto gli facesse commettere atti di cui si sarebbe potuto pentire. Lo salutò con un lieve cenno della mano e si diresse verso il vecchio portone arrugginito da dove la sera precedente era rientrato.

“Muoviti stupida rana!” così dicendo uscì dalla porta e finì immerso nella leggera foschia mattutina. La brina ornava ancora le foglie piegate chine nella rigogliosa e incolta erba dell'enorme giardino d'ingresso. Alcuni fiori selvatici mezzi addormentati stavano per risvegliarsi, aprendo la loro policromata corolla, ed ecco che il paesaggio si riempì di piccoli puntini bianchi, azzurri e gialli; contemporaneamente da est, dietro a delle colline verdi ricche di una folta vegetazione, sorse il sole caldo ed illuminò con nuovi tiepidi raggi i due giovani ragazzi, fermi all'ingresso.


Il biondo non indugiò oltre, non voleva perder tempo, più che altro non voleva restare fermo da solo con quella persona al suo fianco.

Proseguirono il loro cammino, il sempai davanti guidava la spedizione come un comandante voglioso di guerra e di uccidere un po' di innocenti, per puro piacimento e svago. Dietro, il giovano soldato seguiva fedelmente il proprio superiore, osservandolo con immensa ammirazione senza proferir parola, per paura di rovinare quella scena meravigliosa che si era sviluppata ai suoi occhi.

Si inoltrarono nella fitta boscaglia, proseguendo quella marcia finché non giunsero in uno spiazzo erboso, al di là del quale si poteva notare l'accampamento nemico.

Si acquattarono dietro qualche cespuglio (ovviamente due diversi, per ordine di Bel, con tanto dispiacere da parte di Fran). Belphegor avrebbe voluto saltar fuori da lì, ed assalire quegli esseri umani plebei, squartare i loro petti e farne uscire tutte le viscere color rubino, ma sarebbe stato più prudente aspettare, nascosti, il momento propizio per l'attacco. Il biondo distolse lo sguardo dal campo nemico per soffermarsi sul giovane illusionista inginocchiato poco più avanti a lui, alla sua sinistra. Si perse ad ammirare i lievi movimenti di quel corpo così perfetto, i dolci lineamenti di un viso angelico ma così distaccato come se rappresentasse un'altra realtà. L'immaginazione di Bel prese il sopravvento, il ricordo della sera precedente e quella visuale attuale si mescolarono dando origine ad una scena che avrebbe preferito non vedere o almeno non in quel momento.

Fran ora era nudo, senza neanche quel cappello così ingombrante, messo a carponi, mostrando in tutta la sua lascivia quel corpo che pareva scultoreo. L'espressione in viso richiamava tutto il desiderio che in quel momento provava, iniziò ad accarezzarsi lungo il collo, il petto, fino a scendere al linguine. Guardando il sempai fisso negli occhi incominciò a toccarsi il membro pulsante lungo tutta la lunghezza, causandogli l'emissione di gemiti provocatori, che andarono a buon fine, facendo eccitare Bel. Ansimava, mentre l'innocente spettatore provava a mantenere il controllo per non assalirlo e possederlo, deglutì alla vista della mano candida macchiata di perversione che si avvicinava sempre più alla sua apertura, fino ad arrivare a stuzzicarla. L'unico rumore udibile era quello del suo respiro che si faceva sempre più affannato mentre si masturbava, fino ad essere interrotto da un grido eccitato nel momento in cui si violò.


Tutto si diradò come nebbia al vento, e Bel si ritrovò con un'erezione pulsargli nei pantaloni e gli occhi inespressivi ed indagatori del kouhai fissi su di lui. Si sentiva un po' in imbarazzo a mostrare quel suo lato vulnerabile proprio a colui che gli procurava tali turbamenti. L'imbarazzo cresceva di secondo in secondo in quel silenzio e per nasconderlo provò a parlare, ordinandogli di far velocemente strage dei nemici così da poter tornare subito nella villa poiché si era stancato di aspettare o non stava bene o una qualche stupida scusa del genere.

Fran si stupì che lasciasse tutto il lavoro a lui, ma non ribatté, rendendosi conto che c'era qualcosa di strano in tutto quello; notando anche il nervosismo del suo sempai non poté far a meno di innamorarsene ancora di più. Il biondo si alzò di scatto e gli urlò contro, con tutta la foga che aveva, senza curarsi che a pochi passi da loro vi fossero i nemici: “Allora ti vuoi muovere, stupida rana?!” c’era una lieve nota di disprezzo e astio dentro quelle parole che andarono a colpire Fran, conficcandosi nel suo cuore come frecce.

Il giovane ragazzo non capì più nulla, restava immobile a fissarlo, sperando che i loro ruoli si fossero invertiti per un istante e Bel avesse creato un'illusione in cui era stato inghiottito, facendogli credere di aver vissuto in un mondo parallelo e non in quella dura realtà.

Gli veniva da piangere, si sentiva un ingenuo ad aver creduto che quelle parole non fossero rivolte a lui.

Non riusciva ad emettere alcun suono, era paralizzato dalla paura e dal dolore.

Questo non fece altro che far infervorare ancor di più il principe che sbottò all’improvviso, facendo sussultare Fran.

“Non sei capace di eseguire un tale compito? Sei proprio inutile…” strinse i denti mostrando un ghigno che spaventò il kouhai ancora di più, “Tornatene a casa, qui faccio io non ho bisogno del tuo aiuto” Dicendo così gli passò davanti, mettendolo da parte e dirigendosi oltre i cespugli.

L’illusionista mosse la mano inconsciamente per trattenerlo, ma era troppo tardi, provò a ribattere ma anche quelle parole non raggiunsero il loro scopo e rimasero bloccate a mezz’aria, perdendosi nel vento “Mhm… Bel-sempai…”.


Il leone affamato, nascosto in agguato dietro il proprio obbiettivo, non poteva più attendere, confidando nelle sue innaturali forze si avventò sulle prede colte alla sprovvista, le immobilizzò e le sbranò. Il sangue scarlatto e impuro schizzò ovunque, ricoprendo anche la divisa del principe sanguinario, che aveva dato sfogo ai propri desideri di distruzione.

Le lame argentee sporcate di macchie cremisi brillavano ai radi raggi di sole che penetravano nella fitta boscaglia, l’assassino non si dava pace, colpiva ancora, sempre più forte, ed ad ogni colpo l’ansia che lo opprimeva era sempre più lieve e la sua pazza felicità si manifestò in una risata, acuta e stridente; un suono forte e prolungato riecheggiò ovunque. Non si trattenne: si fece inghiottire dalle sensazioni che provava; tutto il mondo intorno a lui sparì, lasciando spazio solo a momenti di pura pazzia. Un ghigno assetato di sangue stampato in faccia, i denti perfettamente bianchi e mostrati tutti fino all’ultimo, chi l’avesse visto in quel frangente avrebbe creduto che fosse uno psicopatico perso nelle sue fantasie disumane. Quell’espressione così forzata celava dietro di sé l’inquietudine di sofferenze passate, in realtà quel principe non aveva mai avuto traumi infantili che avessero potuto mutare la sua vita, no, la sua giovinezza era trascorsa nella felicità più assoluta circondato da ciò che più voleva e nel lusso totale, tutto ciò che desiderava gli era sempre a portata di mano, non doveva sforzarsi per ottenerlo. Ma ben presto si era reso conto che tutto ciò a cui aspirava non sempre poteva averlo con semplicità e senza il minimo sforzo. Dopo averlo realizzato, aveva intrapreso una lunga e fastidiosa guerra per conquistarlo, ma lo facevano impazzire i numerosi tentativi falliti che ogni volta mettevano in dubbio la sua regale discendenza. Avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse stata necessaria per ottenerlo, non gli importava il modo, tutto quello che desiderava prima o poi sarebbe stato Suo!

 

_______________________________________________________


Salve a tutti!!!

finalmente sono riuscita a pubblicare il capitolo!! yeah!!! festeggiamo (?)... a parte gli scherzi, in questo periodo sono stata davvero taaanto impegnata quindi ci ho impiegato tanto a sistemare questo capitoletto uff chiedo scusa :)

spero solo che non ci siano troppi errori / cose strane XD

comunque ritornando alla fic... quanto non è tenero Fran?? io lo amo troppo... e beh Bel deve sempre combinare danni XD ma vabbè, è solo un piccolo principe innamorato cosa ci possiamo fare?? XD

spero vi sia piaciuto questo capitolo!!!! nel prossimo vedremo come continuerà tra questi due stupidi troppo innamorati XD

a presto!!

by Lullaby Candy:_

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Rabbia Immorale ***


Untitled Document

Capitolo 5

~

Rabbia Immorale

 


Il sole stava tramontando lentamente dietro le colline, dipingendo il cielo di un rosso cenere, che pian piano invase tutto come fumo. La temperatura si stava abbassando e ogni rumore della foresta si era attutito, lasciando spazio soltanto ai sibili dei coltelli che fendevano l’aria. Il principe era ancora chino su quei corpi così torturati che di loro non era rimasta che una massa informe di un rosso magenta, sangue scuro raffermo copriva ogni superficie che vi era lì intorno, dal soffice manto verde del prato, ai robusti tronchi d’albero con ai piedi i folti cespugli. Nessun nemico era sopravvissuto alla furia devastante della rabbia di Belphegor. Ora tutto era finito, di certo il ragazzo aveva scaricato un po’ la tensione che lo aveva invaso fino a pochi minuti prima. Dopo aver dato sfogo alla sua distruzione si sentiva un po’ vuoto e il fatto che intorno non ci fosse anima viva aumentava quella scomoda sensazione.

Abbandonò i coltelli in qualche angolo buio e si coprì gli occhi con le mani insanguinate incurante che gli avrebbero potuto sporcare il volto di macchie scarlatte.

Un ghigno, questa volta colmo di una dolorosa tristezza e delirante passione, apparve su quel viso prosciugato dalla fatica, dopo una notte insonne, e dalla disperazione che pian piano gli stava corrodendo l’anima. Perché lui, il principe sanguinario, doveva provare una tale sofferenza per un insulso plebeo, per di più un illusionista da strapazzo?

Non poteva, lui non poteva minimamente avere tali sentimenti come i perdenti, no, non poteva, doveva reprimere tutto e tenerlo nascosto, al costo di rimetterci anche la vita.

Si alzò che era già l’imbrunire, senza sapere cosa fare, si sentiva spaesato e talmente confuso.


Un fruscio, le foglie dei cespugli si aprirono piano ed una figura avanzò nell’oscurità.

Fran, senza neanche vederne il volto, sapeva che era il suo sempai e gli andò incontro. Gli occhi verdi, vacui esploravano il volto del biondo, soffermandosi su qualche macchia di sangue, lo guardavano con rabbia velata, poiché non riusciva a perdonargli di averlo lasciato lì da solo, come se non si fidasse delle sue forze.

La vista del kouhai lo fece trasalire, una rabbia recessa scaturì dal profondo. Si sentì in trappola, come se lui gli impedisse ogni via d’uscita. Quel che lo fece di più infuriare era il fatto che non avesse rispettato i suoi ordini, si fosse ribellato al suo volere di principe.

Mai nessuno in vita sua si era opposto alla sua persona regale.

Digrignò i denti, più arrabbiato che mai, frustato e rotto nell’orgoglio. Una voce roca e intrisa di una nota malvagia, che come una serpe s’insinuò nella mente del giovane, viscida, scivolando sempre più in profondità per scappare dalla luce.

“Inutile, inutile… Sei un’inutilità. Ti diverti a prenderti gioco di me eh? Vero? Una insulsa Nullità come te. Pensi di valere abbastanza per affrontarmi? Ti avverto. Non provarci neanche o, ti giuro, non indugerò ad ucciderti”.

Fran, per la prima volta in vita sua ebbe paura. Non paura per il pericolo che incombeva sulla sua vita, ma paura nel sentire di essere odiato così tanto dalla persona che amava.

Se non fosse stato di fronte a lui non avrebbe indugiato nel scoppiare a piangere, ma il suo stupido e sensato orgoglio lo trattenne lasciandolo con gli occhi lucidi.

Il principe si sentì realizzato nel sentire di aver trasmesso terrore e averlo zittito. Non gli passò neanche per l’anticamera del cervello di averlo ferito, anzi si sentiva compiaciuto, come se tutto ciò fosse una prova della sua forza.

Questo lo rinvigorì, i nervi furono ristabiliti e la tensione abbandonò il suo corpo. Si diresse alla villa, senza preoccuparsi se il suo kouhai lo stesse seguendo o no.


Fran camminava come un corpo sospeso nel nulla e trasportato, senza forze, dal vento.

Un soffio freddo lo colpì in pieno viso, accentuando le lacrime che caricavano quegli occhi acquosi e tetri come l’acqua di uno stagno.

Il ragazzo perse di vista colui che cercava costantemente di inseguire e si sentì vuoto, smarrito nel cuore della foresta.

Arrivato davanti al portone scuro, fu rincuorato nel trovarsi quasi a “casa”; spinse l’anta pesante e un’atmosfera familiare e quotidiana lo invase. Lussuria, con i suoi soliti vestiti appariscenti, era pronto per dare accoglienza ai suoi compagni, inutilmente poiché nessuno dei due voleva la compagnia di altri.

– “Fran-kun~ Tutto a posto? Com’è andata la missione?” –

Offeso per non aver ricevuto alcuna risposta si allontanò imbronciato, borbottando fra sé incuriosito. – “Chissà cosa sarà successo con Bel-kun~… Avranno forse litigato? Nah, no non possono… Adesso indagherò per bene su questa faccenda.” – (*)


Il giovane s’abbandonò sul proprio letto soffice, sprofondando nei suoi pensieri.

Per qualche minuto non si mosse, poi si ricordò dell’oggetto più prezioso che avesse, s’alzò. Estrasse dal cassetto del comodino una scatoletta in legno. La posò accuratamente sul mobile e l’aprì.

Si rivelò per quel che era davvero, un bellissimo carillon fatto a mano.

Il legno di faggio era stato intagliato così accuratamente da parer un’opera d’arte, e se da quella scatolina non fosse uscita una dolce ninna nanna si sarebbe potuto pensare fosse un pezzo d’antiquariato.

Al centro della scatoletta si sollevarono due figure anch’esse intagliate, che rappresentavano il suo amato principe e sé, che si tenevano per mano, girando a suon di musica.

Fran si perse osservando quei volteggi delicati accompagnati da una melodia così dolce e sentimentale da non lasciar più freno alle lacrime, che incominciarono a sgorgare lente e silenziose, oscurandogli la vista.

Cadde in un sonno tormentato e spaventoso, ma in sottofondo cullato dalla soave musica del carillon.


La verità, quella più nascosta e vera, viene alla luce nei momenti più bui e i consigli più utili e razionali sono quelli che si rivelano nei sogni, quando si perde completamente il senso della realtà.

Quando riaprì gli occhi pesanti e arrossati per le lacrime, che erano sgorgate per tutta la notte, i pensieri confusi del dormiveglia ancora fluttuavano nella sua mente, ma il suo intelletto non pensava ancora razionalmente e quasi si era diffuso un senso di vuoto riguardo a ciò che era accaduto il giorno prima.

Fran si sfregò gli occhi e quando iniziò a vederci limpidamente si ritrovò davanti il carillon di legno e tutta la triste realtà gli piombò addosso, scontrandosi con la sua mente.

Il respiro gli si smozzò in gola, restò fermo, bloccato inerme a fissarlo per quel che parve un’infinità di tempo. Di colpo s’alzò. Pian piano nella sua testa apparvero parole, dapprima confuse, poi sempre più sicure e decise.

Ora non aveva più alcun timore, sapeva come comportarsi e quel che doveva dire a Belphegor. Non aveva nulla da perdere, la situazione non poteva peggiorare.

Voleva chiarire o almeno comprendere anche solo in parte le motivazioni che avevano spinto Bel a comportarsi così, ferendolo, come se lo odiasse.

 

 

 

_______________________________________________________

Salve a tutti!!!

finalmente un'altro capitolo!! e precisamente il penultimo capitolo... già... la prossima volta tutto giungerà a termine, non so se sia un bene o un male .-.

comunque ritornando alla storia.. beh non c'è molto da dire perchè questo capitolo è un pochino più breve degli altri e l'unica cosa che mi viene da dire è: ma quanto non è teneroo Lussuria versione yaoi fan girl (*) ?? XD

okaay bene XD... beh spero che vi sia piaciuto e che siate pronti per il gran (?) finale!!!

un bacio e grazie a tutti per aver letto!!!! :)

by Lullaby Candy:_

 

P.S. ovviamente non credo di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo a breve, quindi penso che passeranno le vacanze di Natale prima che io mi decida a finire questa storia .-. (sarò troppo presa dal cibo *-* e non credo riuscirò a concentrarmi in qualcos'altro ç.ç uff...XD )quindi beh vi faccio Tanti Tanti Auguri!!!

Buone Feste!!! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Verità Immorale ***


Untitled Document

Capitolo 6

~

Verità Immorale

 

 

Il cuore gli batteva forte mentre era lì, davanti alla porta della camera del ragazzo che per lui era tutto, che amava dal profondo. Era lì e voleva avere certezze, togliersi finalmente ogni dubbio, chiedendogli che cosa rappresentasse per lui.

Il corpo gli si era bloccato, non riusciva a muoversi di un solo passo. Non gli mancava di certo la voglia di parlargli, ma aveva paura di farlo arrabbiare ancora di più, anche se non aveva idea del perchè fosse, di punto in bianco, così irritato dalla sua presenza, senza che fosse successo qualcosa di preciso o avesse fatto alcunché di sbagliato, di cui lui evidentemente non ne era consapevole.

Si diede coraggio, ripetendosi che non aveva fatto nulla di male e non doveva temere. Bussò alla porta tre volte. Nessuno rispose come al solito, ma sapeva, anzi sentiva, che Bel era all'interno. Aprì la porta, lo conosceva così bene da sapere che non la chiudeva mai, questa era una sua abitudine: tenendola aperta invitava tutti ad entrare ingenuamente per poi attaccarli non appena fossero dentro, e riusciva anche a trovare divertenti questi suoi agguati: così trascorreva la maggior parte del tempo in cui non era occupato in missione.

La stanza era buia; chiamò il suo nome. La voce si disperse in ogni angolo. Non appena ebbe finito di pronunciare quelle sillabe, un sibilo veloce gli passò di fianco. Fran, come se niente fosse, si avvicinò a tastoni all’interruttore della luce.


Appena ebbe premuto il pulsante, un coltello affilato gli infilzò la schiena. Fortunatamente, a differenza dell’ultima volta, adesso stava indossando la divisa.

Così, dopo che tutto fu interamente illuminato, si voltò, cercando per la stanza la figura di quel pazzo principe.

Lo trovò comodamente seduto sulla sua poltrona regale, di velluto rosso scarlatto, i piedi poggiati al tavolino davanti a sé.

Le mani giocherellavano con tre coltelli argentei, così in bilico che, a volte, parevano incontrollati e casuali, ma il loro movimento era sempre sotto controllo e già previsto dal biondo.

“Bel-sempai. Cosa sta facendo? Oggi lei sembra un principe caduto ancora più pazzo del solito”. Con noncuranza si avvicinò al letto a baldacchino, intarsiato nel legno di ciliegio. Accarezzando le colonnine lisce, si sedette sul bordo, soffice per il piumino che lo ricopriva. L’altro sembrava non ascoltarlo, faceva finta di niente. Era rivolto di profilo e non lo guardava. Dopo un breve lasso di tempo ruppe il silenzio, parlò guardando fisso la parete davanti sé.

“Non credo tu abbia mai provato la sana voglia di uccidere qualcuno ma non poterlo fare. Tenere dentro quel desiderio sanguinario che ti logora sempre più. Eh inutile Rana?”

Un brivido percorse l'illusionista, ma riuscì a mantenere la calma.

“Quindi lei mi odia e vuole uccidermi? Beh non è una grande novità, cos’è che la fa infuriare particolarmente?”

“La tua semplice presenza ma fa irritare a tal punto.” un ghigno gli si stampò in faccia. Una stretta al petto fece immobilizzare l’illusionista, e pian piano sentì il cuore spezzarsi.

“Cosa le ho fatto per meritare il suo odio?” il velo sempre monotono della sua voce si stava screziando, e lasciava quasi trasparire tutte le sue emozioni, ma Bel, preso com’era dall’ira, non se ne accorse nemmeno.

Il biondo digrignò i denti, una smorfia che incitava morte s’impossessò di quelle sottili labbra.

Quella voce gli faceva perdere del tutto la testa, ricordandogli i suoi gemiti del giorno precedente.

“Vattene, lasciami solo! Non voglio più sentire neanche una parola!” così dicendo s'alzò d'impeto e lo strattonò verso la porta, l’altro non aveva forza per contrastarlo e si lasciò in sua balia.

“Non mi disturbare più! Vattene! Se hai così tanto tempo libero perché non sei da qualche parte con quello là? Immagino lo preferiresti, al posto di stare qui a infastidirmi.” Fran rimase di sasso dopo aver ascoltato quelle parole e non riusciva a capire quel che stava dicendo, come se Bel sapesse qualcosa di cui neanche lui stesso fosse a conoscenza. Subito si scansò dalle spinte forsennate del principe e restò fermo a guardarlo, a qualche metro lontano da lui, con le spalle al muro.

“Di cosa diavolo sta parlando? La pazzia l'ha completamente impossessata? E dove altrimenti dovrei essere? Con chi poi?” il giovane non aveva paura, era soltanto immensamente conquistato dalla sorpresa.

Il biondo si avvicinò di un passo, la mano destra alzata e armata delle lame argentee.

“Non fare il finto tonto! Ho sentito con le mie stesse orecchie ciò che stavi facendo con quel tale!” – una risata irritata accompagnò quelle parole.

“Non sto mentendo, non so davvero quello che lei sta dicendo. Con chi avrei fatto qualcosa di così brutto che neanche so?” –

“Come? Vuoi che sia io a rinfrescarti la memoria su quello che hai fatto? Va' a chiederlo direttamente al tipo con i capelli ad ananas! Lui lo saprà meglio di me dato che lo avete fatto insieme! E adesso vattene, ho detto! Non mi stressare oltre.” S’avvicinò ancora, era a pochi centimetri da lui, la lama minacciosa era appoggiata al suo mento e lo obbligavano ad alzare la testa e guardarlo. Gli occhioni acquei del giovane erano puntati nei suoi, dietro a quelle iridi cristalline non sembrava essere celato alcun tipo di segreto, ma al contrario parevano rivelare ogni sfumatura della sua anima, mostrandola sincera e vera.

Il biondo non riuscì più a comprendere veramente la vicenda che si stava sviluppando attorno a lui.

– “Bel-sempai… Lei si sta sbagliando… Per prima cosa io non ho fatto assolutamente nulla con Mokuro-sama, lui è il mio maestro e per secondo non è lui di certo la persona più importante per me… E’ assolutamente insignificante.” –

– “Oh, davvero?” – la voce dell’illusionista lo aveva persuaso a tal punto da fargli credere che quel che stava dicendo fosse la verità e per questo si sentiva sminuito e arrabbiato, era la prima volta in cui aveva commesso uno sbaglio. – “E allora dimmi… Con chi hai fatto quelle cose sconce? Con quell'altra persona più importante?” –

– “Quando? Co-cose sconce? Che cosa hai sentito esattamente?” –

La risata isterica del principe si disperse tutt’attorno.

– “Osi rivolgerti a me in quel modo? Io sono certo di quello che ho sentito, quando stavo passando davanti alla tua porta. Era la tua voce, ne sono sicuro: gemevi e supplicavi, sussurrando un nome, doveva esserci per forza qualcuno con te, sbaglio?” –

Il giovane arrossì violentemente al pensiero che il suo amato lo avesse sentito compiere certi atti imbarazzanti. Era stato lui a voler sapere quel che Bel era venuto a conoscenza eppure adesso si vergognava così tanto. Aveva paura di rivelare tutto, però ormai si era già esposto troppo da non poter tornare indietro. E poi, pensò, che se il principe era arrabbiato con lui perché credeva che avesse fatto l’amore con qualcun altro allora poteva riservare una qualche speranza.

Il solo fatto che si fosse interessato a lui era già un grandissimo regalo che gli donava infinita soddisfazione.

Deglutì, la lingua divenne muta, gli occhi cercavano di parlare al suo posto.

Bel si accorse dell’imbarazzo dell’altro e si stupì nel vedere il suo volto solitamente pallido, sempre impassibile, ora colorato di un bel rosso acceso. Capì dal suo atteggiamento che aveva toccato un punto dolente e forse qualcosa di vero c’era in quello che era appena stato rivelato. Temeva di sentire qualcosa di spiacevole che lo struggesse maggiormente, ma allo stesso tempo la visuale che si proponeva ai suoi occhi lo incitava a voler sapere. Quella confusione gli faceva perdere completamente il senso della ragione.

-“Beh… In realtà… Lei si sta sbagliando… Io quella sera ero da solo, cioè non c’era nessuno nella mia stanza. Io... - non riusciva a continuare, pronunciare quelle parole davanti al suo principe era infinitamente imbarazzante, ma quest'ultimo con lo sguardo lo incitava ad andare avanti. Fran fece qualche respiro profondo e impercettibile, prese coraggio e proseguì, abbassando lo sguardo. - Beh io mi stavo dando del piacere da solo... pensando ad una persona.” – si vergognava così tanto delle parole appena uscite dalla sua bocca, si sentiva talmente esposto e vulnerabile, come se avesse aperto il proprio cuore, lasciando completamente trasparire tutti quei sentimenti imbarazzanti al suo interno. Non osava guardarlo.

Intuendo la futura domanda dell'altro, avido di curiosità, continuò il più velocemente possibile.

- “... per questo mi ha sentito mentre pronunciavo quelle parole, io stavo pensando... pensavo a lei sempai. Non a qualcun altro...” –

Il principe rimase sconvolto, non riusciva a mettere a fuoco le parole che erano appena giunte alle sue orecchie. Dopo che la calma lo fece di nuovo ragionare, comprese finalmente ciò che il giovane illusionista gli aveva detto.

Tutta la rabbia e il nervosismo accumulato nell'ultimo giorno svanirono pian piano, lasciandolo stremato, esausto, vuoto, ma in uno stato di pace.

Era sollevato, felicemente sollevato, non aveva mai ascoltato parole più dolci. In quell'attimo lo realizzò: tutto quello che desiderava finalmente era Suo.

Sorrise, cercava un contatto di sguardi con quegli occhi acquei che tanto gli piacevano, ma che continuavano a sfuggirgli.


Dal comportamento del suo adorato kouhai lesse qualche verità, anche se non riusciva ad immaginarselo compiere tali atti compromettenti. Gli si avvicinò maggiormente, disarmato sia di coltelli che di orgoglio, senza neanche accorgersene. Gli posò una mano sulla guancia, facendolo sussultare, scese fino al mento, alzandogli il viso, ma quegli occhi facevano di tutto per non guardarlo. Una dolce risata si diffuse tutt’attorno, l’atteggiamento di Fran lo mandava letteralmente in tilt e non poteva evitare di pensare che fosse estremamente carino.

“Hey. Questa proprio non me l’aspettavo!” – l’illusionista s’irrigidì a quelle parole, evidentemente un po’ frustato e imbarazzato.

“Allora perchè non mi fai vedere come facevi? Sono curioso…”.

Fran con gli occhi sgranati dalla sorpresa lo fissava, ora il viso era di nuovo indirizzato verso di lui.

Un ghigno si stampò sul volto del biondo, si divertiva sempre a stuzzicarlo.

Bel afferrò con una mano la vita dell'illusionista, mentre l’altra giocava con le piccole ciocche ribelli che fuoriuscivano dal cappello. Chinò piano il volto in avanti.


Le loro labbra s’incontrarono, un contatto lieve e dolce. Entrambi erano al settimo cielo, i loro cuori galoppavano per l'eccitazione. Il giovane stava lentamente perdendo il senso della realtà, la testa gli girava, ma si sentiva così bene, come se stesse fluttuando per la gioia. Aspettava quel momento da tantissimo tempo, il momento in cui finalmente i suoi sogni sarebbero diventati reali.

Improvvisamente tutto fu immerso nel buio più totale. Non distingueva più nulla, sentiva soltanto il corpo caldo e possente dell’altro su di lui. Si lasciò in completa balia del principe, permettendogli così di trasportarlo nel piacere più assoluto.

 

 

______________________________

Eccoci qui!! Innanzi tutto scusate il ritardo!!! Chiedo perdono, ma correggere questo capitolo è stato più difficile di quanto credessi, non ero mai pienamente soddisfatta di quello che scrivevo... mi spiace...

beh ma alla fine ci sono riuscita (spero .-.) !!! E questa fiction è ufficialmente finita! ^^ Allora come vi è sembrata? Spero siate soddisfatti della fine e che quest'ultimo capitolo vi sia piaciuto! Vi ringrazio tantissimo per aver seguito questa mia prima fiction di più capitoli!!

Sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate, quindi non siate timidi e commentate pure con tutti i vostri pareri!! :)

Un saluto e ancora Grazie! [un ringraziamento speciale va a Chloe_89 che mi ha aiutata nella trascrizione e correzione! Love you my dear!! ♥]

 

Se vi interessa potete leggere anche altre mie fanfiction di KHR (D18 e B26) o storie originali (1, 2, 3, etc...)! ^^

Alla prossima :D

Lullaby Candy:_

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1229379