Cannibali

di yolima90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due : mancanza di una donna e breve spiegazione di com'è la scuola a Lok. ***
Capitolo 3: *** capitolo tre : sesso e bambini ***
Capitolo 4: *** spesa & gatti ***
Capitolo 5: *** libri, donne e gattini ***
Capitolo 6: *** a Lok ***
Capitolo 7: *** studio & morte ***
Capitolo 8: *** Una guida turistica ***
Capitolo 9: *** Una guida pessima ***
Capitolo 10: *** musei e antenati ***
Capitolo 11: *** Rissa! ***



Capitolo 1
*** L'inizio. ***


"Ma se tu mi vedessi nei tuoi occhi cosa faresti? Scapperesti urlando di terrore ? Eppure io sono umano quanto te..o no?"


                                                                                                                              ( cit. )

 

 

 

 

 Leonard

 

Odore, odore di carne umana ovunque,la ragazza che mi ha superato appena aveva un profumo così delizioso che per un attimo l'ho immaginata sul piatto ricamato di foglie d'insalata con lei tutta nuda al centro.

Forse se oso dirglielo lei mi sorriderà e dirà di si e mi seguirà.

Ma accanto a lei c'è un bestione che mi darebbe sicuramente un pugno e mi farebbe a pezzi..mai toccare la donna di altri..mai..

 

Oh guarda quello lì..si crede dio in terra, ma quanto è buffo? Non ha capito che da' fastidio a quella donna con la figlioletta? Sarà giusto intervenire e poi ho una fame che non ci vedo più.

 

 

Juanita

 

Juanita aveva grandi occhi color ambra, li aveva presi dalla madre , i capelli rossi come il fuoco erano quelli di suo padre, ma lui li aveva ispidi come gli aculei di un riccio invece i suoi erano lisci e morbidi come la seta al primo tocco.

Era baciata dal fuoco dicevano da quanto era carina. No, bella no, quello era sua sorella, lei era Carina. 

Il viso era magro e spigoloso, lentiggini facevano famiglia intorno al suo naso dandogli quella dolcezza in più , aveva delle lunghe gambe muscolose che quando servivano correvano veloci come il vento e spalle larghe, aveva il fisico di una nuotatrice professionista e l'agilità di una gazzella .

Suo padre le ripeteva orgogliosa della figlia che era una macchina da combattimento diversamente da sua sorella Sofia. 

Sofia era bella e pericolosa allo stesso tempo, in due secondi faceva suo un uomo , era dannatamente favolosa e non aveva mai avuto un giorno storto o se ce l'aveva avuto era stata brava a nasconderlo in quel sorriso che aveva trovato tante vittime.

 

La ragazza dai capelli rossi fin da piccola era stata abituata a combattere e a cacciare. Lei e la sua famiglia vivevano sul confine tra Germania e Austria dove gli inverni gelidi erano lunghi e duri e l'estati erano brevi e poco calde. 

Dove si estendevano per chilometri e chilometri abeti che per poco sbattevano la punta contro il cielo da quanto erano alti e grossi.

Dove i lupi avevano trovato un clima perfetto per loro .

Dove le donne se ne andavano via la prima settimana di convivenza  o si facevano forza tra di loro e ci restavano per il resto della loro vita.

Questa era Lok. La cittadina che non era segnata in qualsiasi mappa del mondo e mai verrà segnata per il suo bene e anche per l'intera umanità. 

A Lok si tiravano sù cacciatori di cannibali e Juanita era una di loro. 

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Capitolo 2
*** Capitolo due : mancanza di una donna e breve spiegazione di com'è la scuola a Lok. ***


 

 

 

"L’empio insolente disprezza il Signore
Dio non esiste, questo è il suo pensiero
Sta in agguato dietro le siepi
dai nascondigli uccide l’innocente"


La Bibbia, Salmo 110, 25-29

 

 

 

 

 

Leonard




 

Non era stato difficile prendere quel uomo. Alla fine non era niente.

 

è bastato provocarlo un pochino per farlo incazzare come si deve e poi bè…sapete già la storia come continua, inutile continuare, giusto?

 

Elisabeth non è in casa questa sera, peccato amo la sua compagnia..ma da quando sa' del mio segreto non si fa più vedere come una

volta, eppure deve capire che io non faccio l'amore con il cibo quindi non deve temere di niente quando la cingo a me.

 

I canini da vampiro non mi sono ancora cresciuti .

 

Mi accendo una sigaretta con aria annoiata e subito ecco la voce di mia madre che ripete per l'ennesima volta  " il fumo fa

male", che donna insopportabile..sarà per questo motivo che mio padre l'ha divorata in una sera d'estate? Forse.

 

I fumatori sono persone cattive..

 

La casa è vuota senza Elisabeth..ma dove diamine è finita quella donna?

 

Sospiro, ritornarla a cercare per la città mi stanca, i miei piedi si rifiutano di camminare ancora un altra volta ma l'idea di

poter trovarla in mezzo alla gente e gustare il suo profumo risveglia qualcosa dentro di me che mi eccita e mi spinge ad alzarmi

e buttarmi tra la folla.

 

Mi alzo di scatto come se avessi avuto sotto il sedere una molla , mi guardo intorno ,il buio regna intorno a me , solo una parte

del mio viso è illuminata dalla candela sul tavolo, si Elisabeth ti vengo a cercare, non resisto più ..tutto questo silenzio mi

uccide, anche i cannibali hanno un cuore ..alla fine, così prendo la giacca e mi getto fuori correndo per tutta Londra a cercarti

mentre il mio cervello urla il tuo nome.

 

 

 

 

Juanita




 

 

 

Odore di caffè, ecco cosa svegliò la ragazza dai capelli rossi..il caffè.

 

Suo padre amava bere una tazzina di quell'aroma buonissima ogni mattina quando si svegliava prima di mettersi al lavoro.

 

E il lavoro consisteva di analizzare mappe sù mappe tramite pc alla ricerca di qualche cannibale e se non trovava niente c'era la

ricerca sui giornali del mondo per scovare qualche 

 

segnalazione di cannibalismo o qualcosa che si avvicinava ad esso. A volte il lavoro poteva andare avanti per ore, per giorni ,

addirittura per mesi interi se vi era il bisogno. Il padre di Juanita 

 

prendeva molto sul serio il suo lavoro di cacciatore.

 

Ma non si fermava solo alle ricerche, c'era anche da mandare avanti la scuola dei giovani cacciatori che occupava gran parte

della giornata e della notte.

 

La scuola era composta da tre classi " Base" " Media" "Superiore", Juanita faceva parte della classe Media, ogni classe durava

quattro anni e iniziava all'età di undici anni. Ed era obbligatoria. 

 

All'interno della scuola s'insegnava ogni tipo di materia che poteva servire ai giovani futuri cacciatori, le lezioni iniziavano

alle quattro del pomeriggio e finivano alle tre di notte, non era una vita facile per i giovani di Lok , ma era il 

 

loro dovere, un giorno sarebbe arrivato  il loro momento di mettersi in luce davanti a tutti e non potevano fallire .

 

Dovevano essere i migliori sul campo come lo erano stati i suoi padri e prima di loro i loro nonni e così via. Una generazione di

uomini e donne forti , ecco cos'era Lok.

 

La cosa tormentava un pochino Juanita che si era veloce e brava nel combattimento ma non era Brava come volevano loro, come si

aspettavano i professori, c'era sempre qualche professore che si lamentava della ragazzina 

 

che ai loro occhi appariva goffa e insicura di sé, ma la cosa che preoccupava molto i professori era quello che Juanita era molto

dolce e buona.  Si avete capito bene, la dolcezza in quella cittadina un po' rude non era visto 

 

come un buon segno, anzi era davvero una pecca per loro! Un cacciatore di Cannibali non è mai dolce e gentile verso il prossimo,

è serio e crudele verso la sua vittima ,perché quando ti troverai faccia a faccia con un cannibale 

 

non ti aspettare che quest'ultimo ti venga incontro sorridente con la mano tesa e decida di portarti a casa a far conoscere tutta

la famiglia, no miei cari non va così , è un incubo quando ti trovi con un cannibale dall'altra parte del 

 

campo, egli giocherà d'astuzia e tu dovrai usare tutti gli insegnamenti che hai imparato per non diventare di colpo la sua cena

di quella sera e allora lì non potrai essere dolce e gentile, ma crudele come non mai.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** capitolo tre : sesso e bambini ***


 

Leonard

 

 

Volto per l'ennesima volta l'angolo e finalmente ti trovo a chiacchierare con una coppia giovane quanto te, con le mani infilate nella tasca dei jeans mi avvicino e sorrido quando i tuoi occhi si voltano verso di me e si accorgono 

 

della mia presenza, le tue labbra sorridono e con dolcezza sfili una della mani per prenderla e metterla sulla tua che si chiude piano come se avesse il timore di farmi male. Dalla tua gamba sinistra sbuca una testolina bruna , è 

 

tua cugina che mi osserva incuriosita e fa la finta timidona davanti agli sconosciuti ma non vede l'ora di stuzzicarmi, senza emettere un suono la tiro verso di me e la prendo in braccio dandole prima però un bacio sulla guancia, 

 

amo quella bambina dagli occhi celesti curiosi. L'amo tanto e tu lo sai.

 

<< Lui è Leonard il mio compagno >> 

 

<< Piacere >> stringo mani di sconosciuti e sorrido 

 

<< Piacere mio , io sono David e lei è la mia ragazza Cleo >> 

 

faccio l'occhiolino alla fidanzata del biondo che ridacchia imbarazzata 

 

<< Elisabeth ci diceva che sei un medico Leonard >> 

 

<< Non proprio..sono laureato in medicina questo è vero, ma ora  mi occupo di una libreria vicino a casa, ho smesso due anni fa di fare il medico..>>

 

<< Come mai? >> domanda curiosa Cleo con quel rossetto sulle labbra troppo nero per lei

 

Perché la mia paziente che portava a curare il figlioletto era una cacciatrice di cannibali e mi voleva uccidere o vendere a qualche pazzo che si sarebbe divertito a torturarmi lasciandomi a stomaco vuoto per giorni e giorni 

 

trasformandomi in una bestia e poi mi avrebbe gettato sul primo passante che gli stava sulle palle, ecco perché ho smesso di fare il medico. Troppo rischioso..

 

<<  Un giorno ho capito che non era la mia vera strada >>

 

<< E qual'è la tua vera strada..Leonard? Se posso. >>

 

Antipatico.

 

<< Dipingere, fotografare..viaggiare e occuparmi di questa peste qui >>

 

tua cugina ride e mi guarda felice insieme ai tuoi occhi.

 

è buffo non trovi? Io , te e tua cugina sembriamo una famiglia, padre e madre con la figlioletta che escono la sera tutti allegri insieme, quante volte ci hanno scambiato in metro per una famiglia vera? E se tu sorridevi e dicevi " 

 

non siamo i suoi genitori ,è mia cugina " ,io avrei voluto volentieri urlare " si siamo una famiglia e loro due sono le mie bellissime ragazze " , chissà che faccia avresti fatto se mi avessi sentito dire queste tali parole piene d'amore

 

verso i vostri confronti.

 

Il ritorno a casa è allegro , Hanna , tua cugina di sei anni continua a parlare del libro che sua madre l'ha letto la sera prima e con molto cura mi descrive tutti i personaggi e tu ridi vedendoci scambiare battute e stuzzicarci a 

 

vicenda continuando anche quando superiamo il portone di casa e io l'accompagno a letto mentre lei mi soffia sui capelli per vederli alzare e ritornare giù e anche se dice con sicurezza che non ha sonno quando la metto sul 

 

letto  si addormenta immediatamente e piano mi lascia andare e permettermi  di correre da te che sei in cucina come al solito a versarti latte freddo in quel bicchiere che ti piace tanto.

 

<< Buonasera >> ti stringo a me 

 

<< Così mi fai cadere tutto il latte Leonard >> tu protesti ma non cerchi di allontanarti e rimani tra le mie braccia

 

 

<< Non è vero, ti è caduta solo un goccio..vedi ? >> 

 

la goccia cadde lentamente sulla mia mano prima di finire sul pavimento.

 

<<  sbruffone >> cerchi di nuovo di scappare , questa volta inarcando la schiena e emettendo un suono mentre io ti prendo i polsi, il tuo corpo si gira sù se stesso per trovarsi faccia a faccia con il mio, lasciamo che i nostri corpi si conoscono e quando ormai sono diventati amiconi, ti sollevo ti butto sul tavolo ,il bicchiere di latte cadde per terra ma per una strana ragione non si rompe..non abbiamo tempo per gridare al "Miracolo!" , ormai il sangue che mi scorre lungo il corpo corre veloce insieme al cuore che batte all'impazzata e il cervello mi è andato in tilt completamente, ora lascio l'istinto e l'esperienza fare il resto.

Mi chiudi tra le gambe mentre la mia schiena si fa strada lungo il tuo corpo che profuma di menta e di deodorante da quattro soldi, mi dovrebbe fare schifo quest'ultima cosa ma invece la mia mente reagisce diversamente e ride felice, la lingua bussa alle tue labbra che si schiudono ridacchiando arrossendo come una verginella, le tue mani accarezzano i miei capelli per poi scendere lungo la gola e fermandosi sulla schiena,io rilasso insieme a te i muscoli le mie mani si perdono in ogni parte del tuo corpo mentre i nostri sguardi rimangono fissi sù il nostro viso, a volte penso che tua cugina si sia svegliata per andare in bagno ma poi mi accorgo solo che è il rumore di una sedia sopra di noi e allora rido insieme a te sussurrandoti parole idiote nell'orecchio.

Tu ridi,ridi e ridi.

Ridi sempre quando fai l'amore mentre io mi perdo in te e divento un'altra persona, mi stacco dal cervello e vi fisso a fare l'amore come uno spione che guarda le donne nude nei camerini.

Vorrei urlarti che sei importante per me e che non sei solo sesso. 

Ma sono un uomo e noi uomini di solito non siamo capaci di trovare le parole e quando le troviamo è troppo tardi così ritorno a fare l'amore con te ,mentalmente ti ringrazio per questo onore  mentre le tue unghie entrano dentro la mia pelle e mi fai urlare di piacere.

Non ti mollerei mai,non ti farei scivolare dalle mie braccia, ho troppo paura che se ti lasciassi andare tu potresti scappare da me e non fare più ritorno,finirei molto male se tu te ne andassi..lo sai questo? Certo che lo sai,lo leggo nei tuoi occhi quando per un attimo mi fissi e mi baci con passione senza chiudere gli occhi , ma li tieni fissi sù di me per sfidarmi a chi li chiude prima , ma io non cedo. No mia cara, io non cedo e li tengo aperti finchè non li sento lacrimare e allora lascio che gli occhi piangono per non dartela vinta.

Ci addormentiamo abbracciando il nostro cuscino, un'altra notte d'amore è passata.

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Capitolo 4
*** spesa & gatti ***


Juanita

 

A Lok non c'era mai quasi il sole, il cielo era sempre coperto dalle nuvole grigie o bianche, ma quel giorno, quel giovedì mattina d'inverno un timido sole osò uscire e riscaldare tutto il villaggio mentre Juanita avvolta nel suo mantello celeste correva dal fruttivendolo tenendo saldamente con una mano un cesto pieno di panini ben fatti e barattoli di marmellata.

 

<<  Buongiorno !  >> Esclamò una giovane donna dal viso tondo e dalle braccia grosse e possenti << Cosa ti posso offrire cara? >>

 

<<  Vorrei un sacco di patate e un sacco di carote >>  replicò la ragazzina rossa in volto per la corsa di poco fa

 

<< Certo  >>, la donna dai capelli raccolti e nascosti da una strana cuffia si piegò e prese le patate mettendole sul bancone poi prese le patate e ripetè il gesto fino a che Juanita disse stop, suo padre le aveva dato qualche euro , tre euro non molto per pagare tutto , ma secondo lui sarebbero bastati. 

La figlia aveva provato a convincerlo che con tre euro non ci pagavi neanche un bottiglia di buon vino rosso italiano ma lui testardo l'aveva spinta sull'uscio di casa sorridendole dandole delle leggere pacche sulla spalla prima di chiudere la pesante porta in legno.

 

<<  Sono cinque e settanta cents  >>

 

" Ovviamente" si disse la giovane mordendosi il labbro, suo padre non le aveva permesso di prendere qualche soldo dai suoi risparmi,si guardo' intorno imbarazzata,non poteva mica scappare con la roba, la donna sicuramente l'avrebbe raggiunta..era una cacciatrice, tutti li' erano dei cacciatori.

 

<< Ho solo tre euro.. >> mormorò tirando fuori i soldi 

 

<< Non ti preoccupare , me li riporterai dopo, lo so' che lo farai  >> aggiunse prima di metterle in mano la spesa.

 

Qualcuno avrebbe dovuto aiutare Juanita, il cestino era già' bello pieno quando era entrata dentro al negozio e ora faceva fatica a muoversi,ma la regola era che i giovani dovevano imparare a cavarsela e mettere sù i muscoli se volevano diventare delle leggende un giorno.

Si aiutavano solamente gli anziani e i bambini inferiori all'età di sei anni,dopo non potevi chiedere " mi aiuti a portare la spesa? " perché ti avrebbero preso in giro per  l'eternità. 

Così raccolse tutto il fiato che aveva nel corpo e si preparò a ritornare a casa mentre altra gente la superava senza degnarle di uno sguardo. 

Sarebbe stata una lunga camminata prima di vedere il tetto rosso di casa sua.

 

 

Leonard

 

 

Hanna vuole un gatto. L'ha detto stamattina a colazione.

E non si cambia idea.

Finisco il mio caffè ancora caldo prima di dirle che deve chiedere il permesso ai genitori ma lei è più furba di me e risponde con aria da saputella che non ci sono problemi perché Sirius (il nome del gatto) starà qui e nessuno saprà mai della sua esistenza..

 

<< Andiamo a comprarlo?  >>

 

sarà la quinta volta o la decima che me lo chiede , tu non ci sei , uscita troppo presto per i miei occhi che sono rimasti ben chiusi , non ti ho neanche sentito andartene..sto' invecchiando.

 

<< Andiamo ? A comprarlo?  >>

 

<< Uhm.. >>  borbotto qualcosa per farle capire che no, è la risposta ma lei continua  a fissarmi e continua a rifarmi la stessa domanda finchè non mi volto e la guardo anch'io, usa la tattica degli occhioni dolci.

Un gatto? Qui in casa? Non ho mai avuto animali…un cavallo si ma tanto tanto tempo fa.

Sospiro e mi passo una mano fra i capelli, poi mi metto al suo stesso livello

 

<<  Lo sai che è un lavoro avere un gatto?  >>

 

lei annuisce

 

<<  Non è un giocattolo , è un essere vivente che ha bisogno di cibo e coccole, pensi di essere pronta per tutto questo, per Sirius? >>

 

annuisce nuovamente. 

Ho perso.

Sospiro.

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Capitolo 5
*** libri, donne e gattini ***


Juanita

 

Il fuoco era già' acceso quando lei entrò, odore di caramello fuso invadeva tutta la casa, non c'era tracce ne dei suoi fratelli ne di suo padre,appoggiò la spesa in cucina e dopo averla sistemata si sistemo' lei,iniziando a togliersi le scarpe e la sciarpa buttandola quest'ultima sulla sedia , le scarpe le spinse in bagno e poi con un volo che ricordava un orso dei boschi cadde sul divano dove c'era il telecomando.

Tra poco ci sarebbero state le vacanze natalizie e questo voleva dire niente scuola, niente compiti e niente voci di bambine troppo allegre.

Niente di niente, solo riposo e tanta neve.

Bastò spingere un bottone e la televisione si accese come d'incanto sul canale dei cartoni, allungò una mano dietro a lei e prese una mela rossa ben succulenta al primo morso e anche al secondo prima di perdere il suo succo e di essere lanciata nel camino.

Era li' da non più di cinque minuti che qualcuno busso' alla porta, la ragazza guardò scocciata la televisione e sbuffando si tirò sù borbottando qualcosa di strano, a piedi nudi si avviò verso la porta e senza badare chi potesse essere aprii

 

 L'odore di caramello che aveva regnato pochi secondi fa fu completamente coperto da un'altro odore per niente buono, un'odore forte costrinse la ragazza a ritirarsi mentre una donna bionda dai lunghi capelli raccolti in una treccia facesse il suo ingresso : Ellen.

 

<< Papa' non ti ha detto che non si apre agli sconosciuti ?  >> domandò buttando fuori un sorriso finto che neanche il diavolo in persona l'avrebbe potuto imitarlo al meglio dei suoi sforzi

 

<<  Non ci ho pensato  >> replicò guardandola con disgusto. Non le era mai piaciuta quella donna eppure aveva provato a fare capire la sua antipatia ma niente, lei a testa alta era rimasta sul suo territorio conquistando giorno dopo giorno l'amore della sua famiglia.

Suo padre forse amava quella donna, Juanita non l'aveva ancora capito e una parte di lei temeva la risposta , così aveva deciso di rimanere nell'ignoranza dopo essersi chiesta cosa ci trovasse in quella bionda così viscida.

La bionda "viscida" come la definiva Juanita quando non c'era suo padre o i suoi fratelli chiuse con forza la porta provocando un rumore fastidioso, poi con quei stivali neri con un tacco iniziò a camminare per tutta casa 

<< Hai fatto spesa  >> disse dalla cucina, la ragazza la raggiunse, la bionda aveva messo i suoi artigli coloro rosa fastidioso sulla sacco di patate e stava analizzando il contenuto del cestino

<<  Era questo che ti aveva chiesto tuo padre?  >>

la fisso' 

 

<< Si  >> disse solamente la ragazza dall'aria annoiata, quando c'era lei assumeva quell'aria da ribelle che infastidiva molto la donna, ma era colpa sua se si comportava così, se rispondeva o altro, bastava che lei se ne andasse e Juanita ritornava la ragazza sorridente che era sempre stata. 

 

<< Mhmmm…chiederò' per sicurezza >> mise giù il sacco di patate  << Cosa hai comprato oltre queste cose? >>

<<  Solo queste ..cose, non c'era spazio per altro  >>

avrebbero continuato a parlarsi se non fosse che il campanello di casa aveva appena suonato, le loro teste si voltarono di scatto , la prima ad arrivare fu' la giovane che con mano decisa spalancò la porta ,dietro di lei Ellen la guardava con rimprovero e se non fosse stato per l'ospite sicuramente avrebbe detto con acidità  " papà non ti ha detto che non si apre agli sconosciuti? ".

Sulla soglia della porta c'era suo padre con in mano un libro…un libro? Proprio così un libro! Senza dire niente lo tese alla figlia che lo guardò con occhi curiosi e lui allora dovette darle una risposta poco convincente , come : " tra poco esce il film" , " l'hobbit " " non amavi questa saga o mi sbaglio? Be' Eccolo qua!" e altre cose che fecero ridere mentalmente Juanita prima di lasciarlo passare mentre le sue mani ruvide da uomo grosso toccavano le sue da ragazza .

 

<<  Ellen!  >> disse sorridente prima di abbracciarla facendola sparire coprendola con le sue grandi spalle di uomo muscoloso , Ellen rise e nessuno vide Juanita scappare in camera sua con il libro in mano.

 

 

 

Leonard 

 

 

Guarda qui..un gatto! Sirius si chiama! E' nero e ha le zampe bianche, il suo secondo nome è Due Calzini. 

Alla fine ,visto che il natale ormai si sta' avvicinando ho ceduto alla dolcezza finta di Hanna, avete capito bene. Le ho preso un gatto.

Un gatto che miagola in continuazione e sempre in continuazione non smette di cercare coccole strusciandosi tra le tue gambe e se lo lasci per alcuni minuti da solo in una stanza si mette a miagolare disperato. E' insopportabile, forse finisce che me lo mangio o lo porto al mercato nero.

Ma poi guardo quella piccola peste giocare con la nuova peste e mi viene da sorridere e il cuore mi si scioglie e aria natalizia entra e regna sovrana nel mio cuore e nei miei polmoni rendendomi un uomo terribilmente idiota, in poche parole mi trasforma in un gatto alla ricerca di coccole in continuazione ma io almeno non mi struscio contro gambe di sconosciuti o pareti fredde, io mi struscio contro quella donna che ogni notte tiene caldo il mio letto regalandomi il suo corpo e le sue labbra, in cambio io la difendo dal mondo esterno come in questo caso che sto' preparando la cena ordinando quattro pizze e due bottiglie di coca- cola. 

No non sono un'ottimo chef, non sono bravissimo in cucina, è LEI l'ottima chef, ma visto che non è qui in questo momento devo pensare io alla cena di stasera.

E quando devo cucinare la mia carne preferita come faccio? Be' quella è un'altra storia.

Il mio cervello come il mio corpo cambia, il cacciatore dentro di me si risveglia e agisce.

In effetti ora che mi ci fate pensare,avrei voglia di andare fuori e di cacciare come ai vecchi tempi, ma come faccio con la bambina  e il cucciolo? 

Come una leonessa nella savana che deve pensare a tenere vivi i suoi cuccioli io mi comporto allo stesso modo , e mi guardo intorno come se fossi circondato dal mio branco ,ma quello che trovo è solamente un branco composto da divani e soffici cuscini profumati..bel branco eh?

Sospiro, ora ho risvegliato il cacciatore , ha fame, lo sento dentro di me, e' li' che mi sta' prendendo a pugni lo stomaco e urla al mio cervello di scappare e di fare quello che faccio da una vita ormai. 

Mi sposto dalla parete dove ho passati gli ultimi dieci minuti della mia vita da baby - sitter , guardo l'orologio accanto alla tv che segna le 19. 

Le 19..cazzo, quando arrivi? ancora un quarto d'ora e sarai a casa penso tra di me, Sirius e Hanna continuano a giocare ignorandomi , se sparissi per qualche minuto se ne accorgerebbero ? No certo che no,ma io non ho bisogno di qualche minuto ,ho bisogno di ore,di giorni ,di mesi.

Mi passo una mano sul volto e mi lascio cadere sul divano soffocando un cuscino color rosa orrendo,un regalo di tua madre..chissà come mai i regali delle mamme alle figlie sono quasi sempre orrendi dopo una certa età, ma dico io perché non continuano a dare i soldi nella busta? Non è più bello? E più utile? 

Ora ditemi,cosa serve questo cuscino? Ad appoggiare le mie chiappe ? Forse..in effetti è davvero morbido..

Ho fame.

Ma no di cose normali, sono goloso, sono sempre stato un golosone, povero me..

Riguardo l'orologio non è neanche passato cinque minuti che io sono li' che inizio a muovere la gamba come se tenessi il tempo di qualche musica immaginaria che esiste solo dentro la mia testa e basta, Hanna mi guarda prima di tornare a coccolare Sirius che soffia dolcemente tenendo chiusi gli occhi soddisfatto da tutte quelle attenzioni, che carini penso ,prima di ritornare al mio primo pensiero fisso: cibo, caccia.

 

<<  Leonard?  >>

 

Grazie,grazie Dio 

 

<<   Elisabeth siamo in sala  >> mi alzo veloce e vado verso di te , tieni un sacco pieno di dolciumi, sorrido <<   Esco due secondi e torno immediatamente, penso di essermi scordato la luce accesa in ufficio  >>

ti bacio sulla guancia sperando che tu mi possa credere e scappo.

Finalmente.

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Capitolo 6
*** a Lok ***


 

Leonard

 

 

Non è mai divertente quando un cacciatore ti segue ma è divertente quando tu insegui lui. 

La donna non era sola era in compagnia come al solito. I cacciatori sono dei codardi, penso mentre corro per la strada con la rabbia che mi esplode.

Mi sento un lupo incazzato nero che ha appena scoperto che qualcuno si è divertito a uccidere la sua cucciolata e quello che vuole ora è solamente uccidere il mondo intero e no solo la razza umana.

Aumentai la corsa mentre nuvolette bianche escono dalla mia bocca. Veloce come un lupo e silenzioso come un leopardo mi avvicinai sempre di più alla mia preda, il cervello urlava il suo odio verso quell'essere orrendo. 

Corsi  e corsi , salto per atterrare sù un'altro tetto ed eccolo lì pronto a dichiararmi guerra. Mi lancio sù di lui come una bestia selvaggia lasciando da parte tutte le regole di combattimento che la mia famiglia mi ha insegnato in questi ultimi anni della mia vita, con tutta la forza scarico un pugno sulla sua faccia brufolosa e piena di cicatrici, ride, si lascia picchiare, non prova neanche a rispondere e solo troppo tardi capisco il perché..è una trappola , lo tengo per la maglietta mentre altri cacciatori sbucano , mi guardo intorno , sono cinque ..potrei farcela o no?

Lascio andare il ragazzo  e sorrido ai nuovi arrivati, non hanno armi puntate sù di me, le loro mani sono dietro la schiena , li studio , devo stare molto attento con loro.

Sorrido di nuovo con il sudore che mi cola, sono stanco .

 

<<  Voglio vendetta!  >> grido per prendere tempo

 

<< L'avrai Cannibale  >> dice uno di loro 

 

<< Mi chiamo Leonard e uno di voi ha ucciso la mia famiglia . Non erano cannibali,erano semplici persone innocenti.  >> grido  

 

<<  Abbiamo visto  >>

 

<<  Avete visto? Avete visto?! Perché non avete fatto nulla?!  >>  mi avvicino a loro con aria minacciosa

 

<< Non potevamo farci nulla  >>

 

ma prima che il cacciatore parlasse di nuovo il mio pugno gli arriva direttamente in faccia ,fa il segno ai suoi di non uccidermi e mi fissa 

 

<<  Conosco la tua rabbia  >>

 

<< No non lo capisci cacciatore, portami dal tuo capo. Voglio giustizia  >> 

 

 

Juanita

 

Il villaggio è tutto in agitazione, qualcuno disse che erano tornati  ma non erano soli. Un cannibale. Avevano portato con se' un cannibale,era dai tempi del medioevo che un Cannibale non metteva piede nella loro terra, suo padre prese il fucile e si unii agli altri uomini mentre la ragazza dai capelli rossi lo seguiva con un mezzo sorriso sulle labbra.

Avrebbe visto un Cannibale! Un vero Cannibale! il suo cervello saltava felice fino a quando suo padre si volto' e le disse

 

<< No , tu stai qua, è  troppo pericoloso >>  la guardò con occhi decisi , sapeva cosa voleva dire con quello sguardo " non voglio sentire proteste e fila a casa a studiare " .

 

Juanita per un po' diede retta a suo padre, ritorno si indietro sui suoi passi ma prima di vedere casa girò a sinistra e passò per il bosco fino ad arrivare nella grande piazza dei saggi dove si prendeva decisioni importanti o si giustizia qualche cannibale quando venivano portati a Lok . Quindi mai.

La piazza era ovale,il pavimento era colorato , composto dai colori dell'arcobaleno, a sinistra c'era il comune e a destra la scuola dove andava la ragazza, al centro invece di esserci il mercato del giorno ora era pieno di gente che attendevano

 

<< Arrivano!  >> urlò qualcuno e tutti si voltarono verso il grande arco.

Dopo alcuni secondi entrarono i cinque cacciatori che dopo mesi e mesi facevano ritorno a casa, vennero salutati come eroi. 

Il loro Capo era alto e aveva i capelli biondi come il colore dell'oro. era bello come un dio e dietro di loro c'era il cannibale che entrò a testa alta , Juanita vide che non era legato , era entrato a Lok come un uomo libero.

Calo' il silenzio quando lo videro entrare senza catene ai polsi e alle gambe, era un silenzio teso mentre gli ultimi coriandoli scendevano sulle loro teste serie.

Il sindaco si fece avanti e strinse le mani dei cinque dando pacche sulle spalle di ciascuno, poi si rivolse al capo della spedizione

 

<< Come mai non è legato?  >>

 

<< E' un uomo libero e tale deve stare  >> si voltò a guardarlo  << Abbiamo un patto  >>

 

<> rise il sindaco  << E' impossibile fare i patti con i cannibali lo sai Harry.  >>

 

<< Con lui si . Che nessuno lo tocchi o gli faccia del male se non vuole vedersela con me, ci siamo capiti  >> gridò alla folla  << Quest' uomo gli è stato tolto tutto , non voglio che venga ferito ancora.  >> continuò poi ritornò a guardare il sindaco

 

<< E' mio amico. E tale dev'essere trattato. Qualcuno dei nostri ha ucciso la sua famiglia, non erano cannibali. Una donna e una bambina .  >>

 

<< Tua è la responsabilità.  Come ti chiami Cannibale? >>

 

<< Leonard . E' bello essere di nuovo qui  >>

 

Il cannibale si guardò intorno, la verità era che non c'era mai stato a Lok, c'era stato suo fratello Jack una volta ma era riuscito a scappare. Juanita fregandosene delle regole del padre uscii allo scoperto per vedere meglio il cannibale, si fece spazio tra la folla e raggiunse la prima fila, il cannibale si voltò e per un attimo i loro sguardi s'incontrarono, non era bello , era di più..era affascinante e misterioso, occhi grigi e stanchi, altezza media, mani esili che però nascondevano una forza sovrumana, capelli tenuti con cura corti , viso magro, ma la cosa che attraeva era il modo in cui parlava e si muoveva. Se non fosse stato un Cannibale tutte le donne li avrebbero chiesto la mano o forse era questo il pensiero delle donne di Lok, di chiedere la mano del Cannibale?

A Lok era arrivato il Diavolo. E Juanita lo capii quando lui passandole accanto le fece ciao con la mano e le regalo' un sorriso facendola diventare tutta rossa come una mela matura.

 

 

<< Cosa ci fai tu qui ?   >>

 

si voltò lentamente ,era nei guai, guai seri.

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Capitolo 7
*** studio & morte ***


Juanita

 

Non si capiva mai quando era veramente triste Juanita.

Almeno era questo che pensava suo padre mentre la fissava sfogliare con aria annoiata un libro scolastico, i professori gli avevano riferito che la ragazza era molto distratta e per riavverla in classe dovevano richiamarla più volte. 

Rischiava di essere bocciata e questo non andava per niente bene . A Lok nessuno era stato bocciato, sarebbe stata la prima. L'avrebbero presa in giro i suoi compagni e lei ne sarebbe rimasta traumatizzata. 

Con passi incerti si avvicinò alla figlia che chiuse di colpo il libro e una leggera polvere si alzò in aria per diventare color oro sotto i raggi del sole

 

<<   Basta studiare oggi?   >>  domando cauto

 

<<  Si. C'è il sole e me lo voglio godere >> si tirò sù sorridendoli , era così bella quando sorrideva penso' lui che sorrise anche lui mentre cercava altre parole d'aggiungere a quella strana conversazione tra padre e figlia

 

<<  Ho parlato con i professori stamattina ..   >> lasciò che le parole prendessero volo mentre quei occhi lo fissavano , quello sguardo che ricordava una donna amata tanto tanto tempo fa  che ormai aveva dimenticato il suo nome

 

<<   E allora? Che ti hanno detto? Che sono distratta e altre cose?  >> ridacchiò << Non ti devi preoccupare >> scosse i capelli rossi alla luce del sole , ma lui non era d'accordo , non c'era nulla da ridere, erano cose serie. La scuola era una cosa seria, i professori lo erano e pure Lok lo era. 

 

<< Non ridere   >> disse con una vera incazzata  << Devi studiare Juanita, devi impegnarti ,non possiamo..non puoi permetterti la bocciatura, capisco avere debiti ,per quelli chiuderò un occhio ma la bocciatura no.  >>

 

ci fu un lunghissimo silenzio che sembrò che durasse per l'eternità prima che qualcuno riaprisse la bocca 

 

<<   Studierò se è questo che vuoi ..padre   >> sospirò alla fine la ragazza dai capelli rosso fuoco, intanto le sue gote avevano preso fuoco e le sue mani non smettevano di toccarsi la testa e il collo, segno che era incavolata nera ,che era li' li' per scoppiare e fare esplodere un casino, ma no con lui, no con suo padre. Non avrebbe mai alzato la voce verso di lui , per rispetto . E sempre per rispetto che gli fece una promessa , sapendo dentro di se di mentire tranquillamente e questo non gli fece male,neanche un po', voleva solo uscire al sole prima che diventasse buio in quella cavolo di città. Solo il sole. 

E per averlo era disposta a mentirli. E fu così.

 

 

Leonard

 

Ho cenato come si deve.

 

Vorrei tornare da te, ma prima devo pulirmi per bene, gettare i vestiti e spazzare per terra.

La mensa dell'ufficio dove lavoro sembra un campo di battaglia, sembra che sia passato un branco di mocciosi con il loro cibo , mi tiro sù le maniche della camicia e iniziò a mettermi sotto come un mulo troppo vecchio per spostare un carro con sopra un uomo.

Ho ancora la bocca sporca di sangue, anche se ho usato fornelli e forchetta sono sempre un golosone della carne non cotta. Inutile che ve lo spieghi, ci arrivate benissimo da soli, ricordo ai lettori che sono appena entrati in questo strano mondo che sono un cannibale.

Un vero e proprio cannibale. No un vampiro, un lupo mannaro o altre cose fantastiche ,io esisto veramente.

E mentre lo ripetevo in testa i miei piedi mi riportanoo a casa dove il profumo di Elisabeth si faceva sempre più forte e il mio sorriso si allarga ogni minuto che passa

Un sigaro sciupato saltava nella mia tasca dei pantaloni, l'avevo fregato alla mia vittima prima di mangiarla.  Non ho mai fumato in vita mia ma quel sigaro cubano che aveva un odore particolare mi aveva spinto a rubarlo e accenderlo in futuro.

Volto l'angolo e finalmente sono a casa. 

E solo in quel momento mi accorgo di aver dimenticato la macchina all'ufficio ,rido tra di me, e mi chiedo " ma dove ho la testa ? " 

Sorrido di nuovo, sto' invecchiando dico tra di me mentre suono in casa, ovviamente avevo le chiavi in macchina ..ovviamente! 

Ma non sento nessuno rumore di piedi gelati che corrono alla porta preoccupati, niente, silenzio.

Risuono per la seconda volta tenendo premuto il mio dito sul campanello per poi lasciarlo andare lentamente , aspetto. Attendo. Aspetto. Attendo. 

Silenzio, respiro piano, sicuramente Elisabeth non avrà sentito il campanello , quella dormigliona. 

Mi passo una mano sul volto, ora il sonno si fa sentire. 

Risuono per la terza volta. Ma niente.

Inizio a preoccuparmi, cerco nei vasi li accanto la chiave di scorta, la trovo e apro. 

In casa, finalmente.

Chiudo piano la porta per non fare rumore mi sfilo le scarpe , attraverso l'atrio oscuro e poi salgo veloce per le scale come un leopardo durante la caccia, non sento nessun rumore, c'è troppo silenzio. 

Non va bene.

Ora il mio cuore inizia  a battere forte,lo sento come sento il sangue correre veloce nelle mie orecchie diventando dei tamburi fastidiosi, mi scrollo d'addosso tutto ciò o almeno ci provo.

La porta di Elisabeth è mezza aperta , trattengo il respiro , l'apro di colpo. 

Nulla. Il letto non è stato toccato, dove diavolo sono?

Corro nella cameretta di Hanna.

Rifaccio lo stesso gesto di prima, letto vuoto. 

Okay, Leonard respira ..non è successo nulla, saranno..dove? 

Mi mordo il labbro superiore , e mi maledico di essere uscito..poi un rumore, mi volto , giù!

Salto gli scalini e arrivo di nuovo nell'atrio, corro e finisco in salotto dove vi è una luce accesa,una lampadina caduta per terra che sta' per morire.

Sta' arrivando. Lo sento.Siamo in pericolo. E' troppo tardi, si è troppo tardi. 

Un pugno mi arriva dritto allo stomaco e un'altro alla testa che mi fa perdere i sensi per alcuni secondi.

 

Mi risveglio in cucina, odore di carne fritta mi provoca la nausea ma non ho forza di vomitare, qualcuno mi ha legato a una sedia, cerco di muovermi ma i muscoli urlano di dolore ad ogni mio piccolo movimento.

Decido di stare fermo. 

Odore di verdura cotta mi arriva alle narici provocandomi nausea e giramenti di testa, io odio la verdura cotta. 

Apro gli occhi,la testa mi duole e lo stomaco brontola, sento qualcosa che fa su e giù nello stomaco. Non mi pongo nessuna domanda , il dolore alla testa aumenta sempre di più, qualcuno mi prende il volto fra le mani e mi obbliga a guardarlo.

 

Non ci metto molto a capire chi ho davanti, e una scossa mi attraversa lungo la schiena : un cacciatore. 

Una cacciatrice per essere esatti. Una donna alta dalle spalle larghe ma affascinante come poche .

 

<<   Finalmente, mi stavo annoiando ad aspettarti bella addormentata mia o dovrei dire..ci stavamo annoiando?  >>  si mise accanto a me per farmi vedere cosa c'era dietro di lei, Elisabeth e Hanna seduti legate come me e con un tovagliolo in bocca, hanno l'aria spaventata ma non quanto la mia . Il cuore batte veloce e il sudore inizia a bagnarmi gli occhi, ma devo nascondere la mia paura folle..forse essendo donna le lascerà vive. Che colpa hanno loro? Sono io che sono il mostro, IO soltanto io! Grido dentro di me, ma quando lei torna a guardarmi leggo la risposta negli occhi.

Nessuno uscirà vivo di qui.

 

<<  V-vuoi solo me no? Manda via loro, non centrano  >> deglutisco veloce <<  Sono solo delle vittime… le avrei mangiate domani  >> mento e spero che mi crede, la donna che ha capelli cortissimi le fissa e poi ride 

 

<<   Pensi che sia appena uscita dalla scuola eh cannibale?  >> pronuncia la parola "cannibale" con disprezzo  <<  No. Lo so' che lei (indicando Elisabeth ) ti ama . Cosa ci trovi in te non lo so' ma ti ama e questo mi basta per fare quello che c'è da fare   >>

 

tira fuori la pistola e la mette sul tavolo in bella vista

 

<<   Risparmia la bambina, ti prego è una bambina !  >>  

 

 <<  Chi? tua figlia ? No, non posso lasciare in vita una futura cannibale  >> scuote la testa 

 

<<  Non è mia figlia,cazzo! E' sua nipote e ti giuro che non è una cannibale, guardala! E' una bambina ! Conosco le vostre leggi, non puoi uccidere bambini ,non puoi  >>  la fisso per metterla paura, mi trovo il suo volto a pochi centimetri dal mio

 

<<   Ora ti spiego come andranno le cose , ascoltami attentamente perché lo ripeterò solo una volta . Ci siamo capiti Mostro?  >> 

 

annuisco  mentre dal naso butto una grande quantità d'aria 

 

<< Bene . Iniziamo.   >>

 

Si tira sù le maniche per lavorare meglio immagino,si liscia i capelli appena lavati, ha usato uno shampoo al' miele per renderli più lucidi ,con una scarso risultato.  Segni ,cicatrice sbucano dalla manica tirata sù ,sono i segni della sua casata , i riconoscimenti che è un cacciatore di quarto livello , ancora un livello e poi potrà insegnare ai suoi discepoli e forse comandare una squadra e diventare capo e dettare legge. Quanti anni avrà? 25? 26? Non oltre i 26 anni mi dico tra me, è così giovane..troppo giovane per essere un cacciatore di quarto livello, chi è quel figlio di puttana che l'ha promossa? 

Mi muovo leggermente sulla sedia per vedere se riesco a liberarmi con scarsi risultati, la ragazza prende due coltelli dalla cucina i più affilati ,mi preparo alla tortura stringendo i denti, non mi sentirà urlare. 

Ma quello che fa successivamente mi lascia a bocca aperta, mi prende alla sprovvista, con un gesto veloce uccide le mie due donne accoltellandole  alla gola senza lasciare a loro di dirmi addio. 

Mi ha stupito.

In silenzio mi slega veloce , ora sono libero,ora posso andare verso Elisabeth e Hanna , adesso posso stringerle forte a me e dire a loro che non succederà nulla, ancora pochi secondi e sarà tutto finito.

Ma non lo faccio, qualcosa dentro di me è esplosa come se qualcuno avesse risvegliato di colpo la bestia, grido al cielo tutto il mio dolore , la cacciatrice mi fissa preoccupata forse o è quello che voglio leggere io nei suoi occhi.

Senza perdere tempo prendo il coltello che ha usato per uccidere la mia amata e mi scaglio sù di lei,la quale ha dimenticato la pistola sul tavolo,grave errore, come un animale inferocito allo stato brado scaglio il coltello a pochi centimetri dal suo viso per poi gettarmi sù di lei iniziando a picchiarla con violenza, alzandola e scagliandola oltre il tavolo 

 

<< Uh,uh vedo che ti sei svegliato del tutto ora  >> ride lei mentre dalla bocca sputa sangue

 

<<   Come hai potuto?! Erano innocenti  >> la sollevo prendendola dalla gola e stringo forte  << Erano innocenti! Innocenti! Innocenti !  >>  grido e stringo sempre di più finchè in lei non rimane neanche un filo d'ossigeno , la scaglio contro il muro ,poi rimango li' a fissare il cadavere senza vita e finalmente mi sento bene.

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Una guida turistica ***


Leonard

 

 

Lok era bella, dovevo ammetterlo .

Con sorrisi finti mi conducono nelle loro case, nelle loro stanze,  Harry , il capo dei cinque mi si mette accanto spiegandomi che nessuno mi farà del male..povero idiota, pensi veramente che se ci fosse qualcuno che mi volesse far male io lo lascerei fare? 

Ti ricordo che porto dentro una rabbia infinita che non vede l'ora di uscire e sterminare.

Mi lascia in una camera ampia e molto luminosa, guardo fuori , la mia stanza da' verso le montagne oscure, il sole sta ' calando e sono solo le due del pomeriggio , sarà dura vivere qui. Mi sento già' depresso .

In mente mi torna in mente quella ragazza dai capelli rossi che mi ha fissato, non vedevo tanta curiosità negli occhi da quando io bambino vidi mio padre fare l'amore con mia madre dietro a casa.

Mi aveva fatto sorridere, era diversa dagli altri si vedeva benissimo , prima di tutto loro non avevano quello sguardo , erano tutti uguali , persone inutili e vuote dentro che piuttosto cambiare idea sui loro nemici si sarebbero uccisi.

Lei no.

Sicuramente era la pecora nera della città.

 

 

 

Juanita

 

 

<< Come hai potuto disubbidirmi in quel modo?!  >> suo padre diede un pugno sul tavolo che faceva tremare tutta la casa,per un attimo Juanita pensò che sarebbero rimasti sepolti dalle loro stesse mura.

 

<< Ero stato ben chiaro, dovevi ritornare a casa! E invece ? Ti trovo in piazza a guardare il cannibale, è pericoloso Juanita!  >>

 

<< Non mi ha mangiato !  >> disse lei stringendosi nelle spalle , suo padre era tutto in rosso in volto ,era pericoloso quando era così non sapevi mai cosa c'era da aspettarsi da lui

 

<< E' un cannibale! E i cannibali sono i nostri nemici ! L'hai dimenticato? Se fosse qui la mamma ..  >>

 

<<  Se fosse qui la mamma mi direbbe di seguire il mio cuore e di fregarmene dei pensieri della gente !  >>

 

silenzio.

 

La situazione venne salvata dal bussare di qualcuno,suo padre si voltò scuro in volto e a grandi passi andò ad aprire, mentre la ragazza prendeva fiato e il rossore sulle guance spariva lentamente, non voleva dire quello che aveva appena detto. Aveva visto la reazione di suo padre, gli aveva ricordato come si viveva una volta, quando c'era Lei.

 

<< Perdonami vecchio mio , ma vorrei parlare con tua figlia  >>

 

Juanita corse alla porta, il capo dei cinque cacciatori che avevano portato in città il cannibale ora era li' in piedi che la fissava sorridente, Juanita si chiese se sapeva che con quel sorriso poteva fare una strage di cuori , era l'uomo più bello che avesse mai visto però poi penso al Cannibale,anche lui era bello, aveva una marcia in più si disse tra se'

 

<< Eccoti qua! Vorrei chiederti un favore ragazza e spero che mi dirai di si, ho già' girato ben cinque case e la risposta che mi è stata data fino ad ora è no.  >> si passò una mano fra i capelli  << Abbiamo bisogno di una guardia per il cannibale.  >>

 

Silenzio,suo padre stava trattenendo il respiro e intanto fissava sua figlia che facendo finta che lui non la stesse guardando rimase immobile 

 

<< Allora? Ti prego non mi dire di no!  >>

 

Juanita distolse lo sguardo e si guardò i piedi ,lo faceva sempre quando doveva prendere una decisione importate come in quel momento. Una guardia. Avevano bisogno di una guardia che tenesse occhio il cannibale, e qualcosa di dentro esplose, avrebbe fatto la guardia al cannibale.

Sarebbe stato un eroe.

La sua famiglia sarebbe stata fiera, tutti sarebbero stati fieri di lei.

 

<< Si  >> disse sorridendo  << Mi prenderò cura del cannibale >>

 

 Harry rise felice e la strinse forte dandole un bacio sui capelli rossi della ragazza

 

<<  Brava così si fa! Tua madre sarebbe orgogliosa di te!  >>

 

Suo padre senza  dire nulla rientrò in casa , Harry lo seguii con lo sguardo prima a guardare Juanita 

 

<<  Inizierai subito. Stasera.  >>

 

Le scompigliò i capelli un 'altra volta regalandole un sorriso e poi se ne andò fischiettando.

 

Sua madre sarebbe stata orgogliosa di te,aveva detto.

 

 

Leonard

 

Sono libero.

 

Non proprio, sono tenuto d'occhio lo so', temono una rivolta.

 

Idioti.

 

Sono solo ,non ho un esercito di Cannibali pronti a distruggere tutto al mio primo segnale.

 

Bussano alla porta ed entrano sorridendomi .

 

L'uomo che si fa chiamare Harry è il primo  che entra ,dietro di lui c'è una ragazza dai capelli rossi che tiene lo sguardo fisso per terra. La guardo, è la ragazza che mi ha incuriosito, com'è strana la vita. Sorrido.

 

<< Buonasera , ti piace la stanza?  >>

 

<<  Mi piace. E ' molto bella  >>

 

Harry annuisce poi si fa da parte e indica la ragazza 

 

<< Lei è Juanita. Si prenderà cura di te  >>

 

E' la mia guardia. 

 

<< Ciao  >>

 

Juanita alza lo sguardo verso di me e butta fuori un timido sorriso, non ha paura di me ma ha paura di essere goffa  o di dire qualcosa di sbagliato. Le tendo una mano come segno d'amicizia, lei rimane a guardare per qualche secondo poi dolcemente la stringe forte e sorridiamo mentre Harry ci fissa leggermente stupito, forse si aspettava una reazione diversa da parte della ragazza.. urli e porte che si sbattevano ,forse voleva veramente questo per farsi una risata, mi dispiace amico ti ha deluso la piccola.

Il cacciatore spiega a noi i nostri ruoli, lei mi porterà ogni giorno da' mangiare , mi guiderà per la città' e comprerà ogni cosa che io desidero. 

Forse è più la mia serva che la mia guardia,poco importa.

Non la mangerò per ora, rido tra me.

La porta si chiude nuovamente e rimaniamo io e lei , ritorno a guardare la finestra dove la piazza si è illuminata ed è ancora piena di gente che ritorna a casa dal lavoro ,sento la sua presenza immobile accanto al letto, il suo cuore ha un battito normale e il sangue scorre allegramente nelle sue vene.

Mi è impossibile chiedermi che gusto possa avere la sua carne. 

 

<< Vorrei uscire da qui.  >>  dico senza guardarla

 

<< C-certo !  >>

 

mi volto 

 

<< Dove mi porti guida mia ?  >>

 

 

 

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Capitolo 9
*** Una guida pessima ***


Juanita

 

<< E' tutto qua ?  >> 

 

domandò il cannibale mentre osservava la città, lei scosse la testa. 

 

L'uomo misterioso le aveva chiesto di portarlo a fare un giro e lei l'aveva accontentato. Gli aveva fatto vedere tutto quello che c'era da far vedere a un turista qualsiasi,ma si era dimenticata che LUI non era un turista qualsiasi , era un Cannibale. Il Cannibale. 

Erano seduti sù una panchina quando lui gli aveva fatto la domanda " E' tutto qua ? " e lei mentalmente aveva risposto con tono di sfida di no, che non era tutto qua. E come se le avesse letto nella mente disse sorridendole

 

<< Fammi vedere dove va una rossa come te quando vuole sfuggire da Lok  >>

 

E dopo neanche cinque minuti si era trovata a vagare per il bosco seguendo la luce della luna.

 

 

 

Leonard

 

E' agile ma non abbastanza per loro.

 

Cretini

 

Guarda che corpo, quando sarà una donna ucciderà moltissimi uomini con uno sguardo. 

 

Vorrei fare lo stronzo e domandarle se le è arrivato il primo ciclo per vederla voltarsi e diventare rossa come un pomodoro troppo maturo.

 

Ma mi mordo la lingua  e continuo a scalare la montagna. Saliamo e ancora saliamo. 

 

Fino ad arrivare in cima, qui il vento è più forte e si muore dal freddo ma lei non accenna di sentire freddo, nasconde solo le mani nelle tasche per dire " c'è freddo ma sono troppo orgogliosa per ammetterlo " e allora io la imito per farle capire che non deve mentire con me , io i bugiardi me li mangio  per colazione.

Con il dito mi indica qualcosa e allora guardo verso quello che mi ha indicato e rimango senza fiato. 

 

Un panorama meraviglioso della natura mi toglie ogni parola dalla bocca e rimaniamo li' in silenzio per qualche minuto . E' meraviglioso, da quanto non vedevo la natura senza le luci degli uomini? Troppo. Così troppo che mi ero dimenticato i suoi suoni e il suo profumo. Dietro di noi c'è Lok davanti a noi c'è il Paradiso.

 

 

<<  E' qui che vengo quando voglio pensare .  >>

 

 

la guardo,lei ha lo sguardo fisso sull'orizzonte, cosa starà pensando? Vedo un tremolio, ifa di me? O per il troppo freddo? La vorrei abbracciare ma non mi sembra il caso. Non sono suo padre e neanche il suo ragazzo.

La piccola rossa ha un ragazzo, questa volta non mi mordo la lingua e la domanda mi esce dalla bocca, lei si volta di scatto e mi fulmina con lo sguardo. Non siamo ancora amici per la pelle che le leggo la mente attraverso quei occhi così curiosi e vivaci. No non ha un ragazzo,certo che no è troppo speciale per avere un ragazzo qui. A Lok.

Mia cara fai bene a stare da sola, loro  non ti meritano e mai capiranno mai. Neanche tuo padre.

Si volta e torna giù correndo,io in due secondi le sto' dietro.. non è una buona guardia. Una guardia vera non avrebbe lasciato per qualche secondo il suo ostaggio, anzi,l'avrebbe legato e l'avrebbe spinto giù con cattiveria, ma lei non è una guardia è solo una ragazza troppo curiosa e più me lo ripeto e più me ne convinco. 

Ah fanciulla mia, che pessima guardia che sei. 

Se volessi ,basterebbe un colpo alla testa per farti fuori e divorarti. Ma il tuo profumo di rosa che emani mi fa cambiare idea e da bravo cagnolino ti seguo fino alla mia cella dove li' prima di chiudere la porta mi lanci l'ultima occhiata e io con un mezzo sorriso ti auguro la buonanotte sperando di averti messo un po' di paura nel tuo corpicino ma capisco guardandoti che non è così anzi ho fatto crescere ancora di più la tua curiosità. Va bene,mi sta' bene lo dico sul serio. 

Ora vai rossa,corri ,corri da papà.

 

 

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Capitolo 10
*** musei e antenati ***


 

Juanita

 

E' mattino quando si risveglia nel suo letto,  non c'è nessuno in casa . Non c'è traccia di suo padre e ne dei suoi fratelli che sono lontani da casa da alcuni mesi. 

Non c'è nessuno.

Scese dal letto, si lavò con cura guardandosi più volte allo specchio.

Cosa era successo ieri? Tra lei e il Cannibale?

Il pettine fa sù e giù nei suoi capelli che non vogliono stare in ordine. 

E più li pettina e più loro protestano rimanendo tali e uguali facendola sembrare una streghetta appena uscita dal suo covo misterioso e pronta a sterminare tutti.

Il sole illuminava  la frutta che era al centro della cucina, Juanita prende una mela e la morse affamata, vorrebbe ritornare dal Cannibale. Ne sente il bisogno, ma non può.

La ragazza dai capelli rossi si sedette al tavolo guardando tristemente la mela. 

Cosa avrebbe detto suo padre se al suo ritorno la trovava li' in casa? Quando invece doveva essere a scuola ?

Doveva alzare i tacchi e andare via, si ma dove? Lo sapeva dove andare e questo avrebbe ancora fatto più incazzare suo padre ma doveva andarci ..doveva.

 

Leonard

 

E' una bellissima giornata,fa anche caldo, si sta bene al sole.

Harry mi ha fatto uscire e portato in giro per Lok che non è molto grande, abbiamo visitato il municipio con i suoi colori tetri grigi e che mi ricordava qualche edificio storico greco. 

Poi mi ha portato per il mercato spiegando che il mercato c'era sempre da quando esisteva la cittadina, ho pure comprato della frutta lanciando qualche battuta che solo Harry ha riso ,mi fa pena quel ragazzo ..deve far di tutto per far rimanere il sorriso sulle labbra mentre io mi domando che gusto possa avere la sua ragazza che vende frutta al mercato .

Ci sediamo sù una panchina,i passanti ci guardano incuriositi e tolgono lo sguardo quando io li oso guardare. Odio i guardoni,non sopporto chi mi guarda troppo a lungo escluso una persona. La ragazzina, già' lei..è l'unica dopo il funerale della donna amata che non mi infastidisce con i suoi lunghi sguardi curiosi. 

Annuso l'aria come un animale selvaggio per sentire il suo odore,per vedere se è nei paraggi ma odore di rose non le sento e ritorno a seguire le parole di Harry che vanno da "caccia " a "Museo dei cacciatori ".

Vorrei dirli che non è una buona idea portare un Cannibale in un museo dove ci sono immagini dei suoi antenati uccisi come un cani.

Ma lui ormai è sorridente e cammina avanti a me gesticolando qualcosa, a volte si volta per vedere se non sono scappato..chissà se scappassi come reagirebbe, Lok impazzirebbe? Un Cannibale in giro per Lok , attenti, vi mordo! Groan!

Forse in futuro ci farebbero pure un film " Un cannibale a Lok!" , sorrido al sol pensiero.

Mentre sto' per entrare intravedo dei capelli rossi, mi volto di scatto abbastanza per rimanere deluso …è solo un'altra ragazza dai capelli rossi ..peccato. 

Il museo è esageratamente grande, come lo è l'orgoglio dei Cacciatori. 

Odore di miele è sparso per tutto l'edificio facendomi venire il vomito da quanto è forte,  è composto da 10 stanze quando invece bastava solamente due stanze. Harry mi guida lungo i corridoi indicandomi le varie stanze e i loro documenti e oggetti che si possono vedere entrando. Decido per la stanza delle foto in bianco e nero.

Quest'ultima ha le pareti nere, la luce non è molto forte,il giusto, sembra di essere dentro a una camera nera di qualche fotografo. Guardo le foto alcuni colorate di oggi e altre in bianco e nero , foto del novecento, uomini vestiti eleganti sorridono alla macchina fotografica mentre ai loro piedi un cannibale fissa oltre la macchina con sguardo da folle. Ha la pelle color ebano e i capelli cortissimi,occhi neri come la notte,una cicatrice sotto l'occhio e un sorriso che davvero mette paura, ricambio il sorriso del mio simile. 

Sento il silenzio fastidioso della mia guida dietro di me, mi vorrei voltare e spaccarli la testa ma poi sarebbe un bel problema scappare..potrei prendere come ostaggio la rossa, sorrido , mi piacerebbe farlo. Eccome se mi piacerebbe.

Vado avanti finchè non arrivo all'ultima foto. 

Questa volta c'è un uomo alto, distinto. Capelli tirati indietro tenuti con cura, le mani a penzoloni, occhi celesti , niente sorriso questa volta. Però i suoi occhi bucano lo stesso la macchina, sembra un divo anni 40 da quanto è bello, sorrido. Non devo abbassare lo sguardo per vedere chi è . 

Il nonno di mio padre.

Mi volto 

 

<<  Ci assomigliamo  >> rido 

 

<< Tuo parente?  >>

 

annuisco

 

 

<<  E' il nonno di mio padre   >>  ritorno a guardare la foto  <<  Lo so' ci assomigliamo per il fascino che trasmettiamo e per il modo di camminare, così mi diceva mio padre.  >> rido ancora, ora Harry è accanto a me, sento il suo odore e mi trattengo con tutte le mie forze,avevo fame. Avevo mentito a Harry quando mi aveva chiesto se avevo fatto colazione, avevo mentito ,perché? Stavo morendo di fame e avevo una preda che stava fissando con interesse una foto..Mangialo! Gridò il mio cervello insieme allo stomaco, Mangialo! Mangialo Leonard!

Ma la situazione venne salvata quando sentimmo dei passi correre verso di noi ,ci voltammo, era la Rossa.

 

<< Mi perdoni signore, mi hanno mandato qui per , per… >>  mi guardò

 

<< Leonard  >> risposi compiaciuto .

 

Lei buttò fuori un timido sorriso e tornò a guardare Harry

 

<< E' tutto tuo Juanita.  Leonard spero di rivederti,buona giornata  >>  mi tese una mano e poi ci lasciò

 

Aspetto che Harry esca dall'edificio prima di parlare con la mia cacciatrice preferita,la quale si sta guardando i piedi e  a volte lancia un occhiata a qualche foto domandandosi chi sono quelli nella foto.

 

<<  Che cosa vogliamo fare? Continuiamo la nostra gita nel museo o andiamo a mangiare ? >>  

 

Juanita mi fissa , come fa a non avere paura di me ? Non sente la mia voglia di sbranarla? Potrei  ucciderla ora in questo momento. Ora.

 

Ma anche questa volta  stringo i denti e vado avanti.

 

<<  Fuori. Usciamo di qui ,non mi è mai piaciuto ..signore  >>  distoglie lo sguardo arrossendo poco , la trovo bella,come fa a non avere un fidanzato?

 

<< Perché non ti piace qua?  >>

 

mi ritorna a vedere

 

<< Non porta rispetto alle vittime  >>

 

Silenzio

 

Oh una  cacciatrice dal cuore d'oro,che cosa meravigliosa! Rido tra me e ripenso alle sue parole " non porta rispetto alle vittime " , è così umana e così forte allo stesso tempo, penso che se osassi fare male a qualcuno a lei caro mi darebbe la caccia per l'eternità . Lo leggo nel suo volto e nei suoi movimenti . 

 

<< Be' io ho fame, e se non posso mettere nel piatto quello che di solito metto voglio almeno qualcosa che sia buono quanto è la carne umana. Pensi di farcela? Di soddisfarmi ?  >>

 

<< Si . >>

 

mi guarda con sfida.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Rissa! ***


Juanita

 

Non aveva bisogno di voltarsi per capire che lui la stesse seguendo,sentiva i suoi passi e i suoi occhi addosso  ad ogni suo movimento, voltarono l'angolo. In fondo alla città nella parte più povera e deserta c'era una tavola calda che preparava i pasti per gli operai che lavoravano alla fabbrica di legname li' vicino costruendo armi per cacciatori.

Non tutti i cittadini di Lok diventavano cacciatori, dovevi avercelo nel sangue, dovevi sapere che era quella la tua natura sennò facevi altro come l'operaio o l'insegnante e altri lavori comuni. 

Il cielo venne oscurato quando per la terza voltarono l'angolo e arrivarono alla tavola calda che aveva il nome " Tiffany! " preso dal film " Colazione da Tiffany ", era stato tirato sù da una donna enorme di nome Juliette. Era alta quasi due metri,larga e possente. In passato si diceva che era una cacciatrice ora troppo vecchia per cacciare si era data al cibo.

Era uno stanzone composto da 10 tavoli e di solito non bastavano da quanta gente andava a pranzare in quel posto. Ci potevi trovare: avvocati.ingegneri, operai semplici, dentisti, insegnanti, cacciatori e via così.

Quando entrarono nessuno si accorse di loro per fortuna di Juanita

 

<< Prendi posto io ordino  >> disse al cannibale dietro di lei 

 

<< Non penso. Prendi posto tu e io ordino, okay ragazzina?  >>

 

<< Non mi chiamo ragazzina, mi chiamo Juanita  >>

 

<< Oh perdonami! Tu prendi posto e io ordino ..okay Juanita  >> gli tastò il petto con le dita delle mani mentre buttava fuori un sorriso odioso

 

<< No! Io ordino e tu ti siedi!  >> disse stringendo i denti

 

<< Andremmo avanti così per tutta la mattina? Io sono più vecchio di te e io ti dico di andare a sedere >>

 

lo sguardo che lanciò a Juanita le fece cambiare idea di continuare e fece come le disse il cannibale, andò a prendere posto.

Passò tra i tavoli mentre occhi curiosi la fissavano trovando finalmente un posto vuoto in fondo alla stanza in un angolo. 

Non voleva attirare troppi occhi sù di se', stava rischiando grosso portare li' un Cannibale quando il nemico doveva stare nella sua cella.

Si tirò sù le maniche per non sporcarsi con il cibo e attese.

 

Leonard

 

Dio che testa dura  che è quella fanciulla!

La guardo mentre cerca un posto e intanto mi metto in coda da bravo cittadino di Lok. 

Mi viene in mente che forse non è stata una buona idea quella di stare io in coda..

Dannazione!

Ma prima di crearmi castelli in aria ecco che tocca a me, davanti mi si presenta una donna alta e massiccia , mi fissa 

 

<<  Cosa vuoi dolcezza ?  >>

 

<< Due piatti  >> dico ,lei mi sorride, guardo cosa c'è, vedo che fanno anche della carne così ordino carne e patatine insieme a due bibite che mi saranno portate dopo al tavolo, me ne vado con la coda tra le gambe sperando che nessuno si alzi e urli " Cannibale! " 

 

Juanita è in fondo , ha trovato un tavolo solo per noi due. 

La raggiungo mi guarda , le sorrido , le metto il piatto davanti , senza dire nulla inizia a mangiare mentre un ragazzo brufoloso ci porta le nostre bibite.

 

<< Il gatto ti ha morso la lingua ..cacciatrice?  >>

 

alza lo sguardo sù di me

 

<< Non sono una cacciatrice ,non penso che lo sarò mai  >>

 

la guardo dispiaciuto

 

<< E come mai? Neanche mio padre pensava che sarei diventato un Cannibale eppure eccomi qua!  >>  sorrido ma lei tiene la sua espressione di cane ferito che mi fa venir voglia di abbracciarla e dire che è tutto ok 

 

<<  Dovresti sorridere sai ragazzina?  >>  inizio a tagliare la carne in silenzio.

 

Cazzo se è buona! E' davvero davvero buona come quella degli umani. Stesso sapore . Perfetta. Juanita mi sorride come se ha capito tutto quello che mi passa per la testa e con la mano sinistra addenta una patatina ancora bollente , rido per la sua espressione terribilmente buffa e scuoto la testa .

 

 

Juanita

 

Leonard.

Questo era il nome del Cannibale che le stava seduto di fronte.

Aveva sempre letto nei libri che persone come lui erano cattive e senza scrupolo uccidevano come bestie senza fare tante distinzioni.

Allora perché le stava sorridendo e la prendeva in giro chiamandola " ragazzina" sapendo che le dava terribilmente noia?

Perché non provava ad aggredirla ?

Stavano finendo di pranzare quando ecco qualcuno si avvicinò a loro, non seppe da quanto tempo li stavano fissando forse se si fosse accorta prima avrebbe trascinato via Leonard da quel posto,ma come aveva detto prima lei non era un cacciatrice.

Ma ormai era troppo tardi per scappare.

Erano li'

 

<<  Non dovrebbe stare nella sua cella ?  >>

 

disse una fredda voce , i due strani amici si voltarono per vedere che la mensa li stava fissando e un silenzio grave era sceso sù di loro

 

<< Perché un cannibale è qui ?  >>

 

qualcuno disse qualcosa che non si capii molto e altri borbottavano un "si", sentii il suo cuore battere veloce , mise giù le posate e guardò Leonard che guardava i suoi nemici in modo pacifico.

 

<<   Perdonate, togliamo immediatamente il disturbo, vieni Juanita  >> si alzò ma qualcuno gli diede una spinta facendolo cadere sulla sedia ,ci furono delle risate di pochi ma ci furono 

 

<< Avevo capito che tu eri la sua guardia  >>

 

<< I - io sono la sua guardia  >>  disse controllando la voce  << Un pasto veloce e poi l'avrei portato nella sua cella  >> disse tenendo chiusi i pugni mentre le guance prendevano fuoco

 

<< Ah si? Un pasto veloce? Come un bambino?  >>

 

Juanita guardò il suo accusatore spalancando gli occhi 

 

<< No!  >> gridò 

 

 

Leonard 

 

Mostra gli artigli fanciulla o qui non usciremmo vivi. 

Fai vedere che quel rossore apparso sulle guance  non è paura ma coraggio.

Mi guardo intorno, e mi chiedo come riusciremmo a uscire da qui ma prima che la risposta arrivi vedo Juanita presa per la maglia e sollevata con cattiveria e lanciata dall'altra parte della stanza, nessuno che ha il coraggio di aiutarsi ad alzarsi.

La Bestia urla dentro di me

 

<< Non si tratta così una signorina  >>

 

il cacciatore grosso come un armadio

 

<< Non me ne frega un cazzo cannibale e ora pensiamo a te  >>

 

Sorride e fa schioccare le dita .

 

Il caos.

 

Mi risveglio sdraiato sù un lettino, tutto fasciato, mi volto piano e vedo Harry seduto accanto a me.

 

<< C-cosa diamine è accaduto?  >>

 

<< Rissa.  >>

 

<< J-juanita ?  >>

 

<< Sta' bene, ha sbattuto la testa. Mi hanno detto che ha provato a difenderti dopo che l'avevano lanciata alle loro spalle. Ha mandato K.O. un uomo più grosso di lei e ferito un'altra donna che aveva provato a staccarti la testa.  >>  sorride  <<  E' l'ultima scelta per una selezione di cacciatori novelli  >> scuote la testa

 

<<  Non capiscono un cazzo  >>  dico prima di perdere nuovamente i sensi ,abbastanza in tempo per sentire un già da Harry e la sua risata.

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